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1 Corso di Analisi Finanziaria degli Enti Pubblici Unione Europea e Fondi Strutturali 2007 – 2013 Sergio Zucchetti Anno Accademico 2012 – 2013 Lezione 29 - 30 -ottobre 2012 Laurea Magistrale in Economia Aziendale e Management

1 Corso di Analisi Finanziaria degli Enti Pubblici Unione Europea e Fondi Strutturali 2007 – 2013 Sergio Zucchetti Anno Accademico 2012 – 2013 Lezione

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Corso di Analisi Finanziaria degli Enti Pubblici

Unione Europea e

Fondi Strutturali 2007 – 2013

Sergio ZucchettiAnno Accademico 2012 – 2013Lezione 29 - 30 -ottobre 2012

Laurea Magistrale in Economia Aziendale e

Management

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ALCUNE DATEALCUNE DATE1950 Il Trattato di Parigi e la

nascita della CECA

1954 Il fallimento della

CED

1957 I Trattati di Roma e la nascita della

CEE e dell’ EURATOM

1967 Il Trattato di FUSIONE

degli esecutivi

1986 L’ ATTO UNICO

EUROPEO

1992 Il Trattato di

MAASTRICHT

1997 Il Trattato di

AMSTERDAM

2007 Il Trattato di LISBONA

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Legame tra Obiettivi e Fondi

OBIETTIVIFONDI

STRUTTURALI

ZONEAMMISSIBILI

Gli Obiettivi si realizzano mediante i Fondi nelle Zone Ammissibili

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COESIONE

Obiettivo politico che tutte le istituzioni sono chiamate a perseguire, allo scopo di ridurre le differenze tra i territori dell’UE e garantire livelli accettabili di crescita e sviluppo

equi per tutti

CONVERGENZA

Processo di coinvolgimento di tutti gli operatori economici, in particolare impresa e mercato, e sociali all’elaborazione

di un metodo che consenta di realizzare questi obiettivi

INTEGRAZIONE

Sintesi, sotto una dimensione temporale, della coesione politica e della convergenza ecomonica

Tre Concetti / Obiettivi perseguiti dall’UE

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Dal governement alla governance

La spinta propulsiva dell’Unione Europea nella definizione di una nuova architettura istituzionale e nella promozione di un modello di sviluppo in grado di coniugare un approccio di tipo top down con uno di tipo bottom up, pone l’esigenza di ri-scrivere le modalità con cui una pluralità di attori negoziano gli obiettivi, assumono le decisioni, si ripartiscono le responsabilità e attuano gli interventi.

La governance, o meglio il modello di governance territoriale, è quindi figlia dalle forme di governement proprie di un’architettura istituzionale per definizione in continua evoluzione.

La gestione dei conflitti e la definizione di una visione di sviluppo condivisa divengono i pilastri su cui poggiare il nuovo ruolo proattivo degli attori pubblici nel raccogliere le istanze e trasformarle in progetti integrati realizzabili e finanziabili.

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La nuova architettura istituzionale …

L’Unione Europea Lo Stato Centrale Le regioni Gli enti locali

Comuni Province Comunità Montane ...

TERRITORIO

UNIONE EUROPEA

STATO REGIONI

ENTI TERRITORIALIIMPRESE

ATTORI DELLO SVILUPPO LOCALE

TERRITORIO

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… i soggetti della nuova architettura istituzionale

Attori dello sviluppo

Comuni

Unione Europea

Province

Regioni

Paesi extra UE

Stati nazionali

Autonomie funzionali

Mercato

privati

pri

vati

pri

vati

privati

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Nuova architettura istituzionaleNuova architettura istituzionale

UEStato

Centrale

Regioni

Enti Locali

Territorio

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Aree ammissibili e obiettivi

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ConcettiElementi di definizione

Coesione Convergenza

Integrazione

Natura/Essenza

Finalità politica

Processo di Policy

Architettura istituzionale

Finalità/Obiettivo

Uguaglianza/equità

Efficacia/ rendimento istituzionale

Principaledimensione d’analisi

Politica Economica Temporale

Principali soggetti

Società civile

Imprenditori/ mercati

Istituzioni rappresentative

Elementi di definizione dei tre concetti

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Nel realizzare il processo di integrazione e di coesione economica e sociale, l’UE, in collaborazione con gli Stati membri, individua nelle “regioni” la dimensione territoriale più adeguata per tradurre in opere concrete quanto pianificato, ritenendo le stese il “mezzo per ridurre la distanza che separa i cittadini dalle istituzioni europee”

Programmi Integrati Mediterranei (Reg 2088/85)

Quadri Comunitari di Sostegno (1989-1993, 1994-1999)

Agenda 2000 - 2006

Programmazione 2007-2013 QSN

Periodi di Programmazione dei Fondi comunitari

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Fondi Strutturali 2007 - 2013

La politica regionale europea per la programmazione 2007/2013 si fonda su una strategia condivisa (nazionale, regionale), sull’integrazione dei fondi (FESR, FSE, FEASR, FAS), sulla loro territorializzazione (superamento dell’impostazione fondata sulle zone elegibili).

A livello nazionale le strategie e le priorità della politica regionale sono esplicitati nel Quadro Strategico Nazionale (QSN) con riferimento sia all’Obiettivo 2 (competitività regionale e occupazione), sia all’Obiettivo 3 (cooperazione territoriale transnazionale, transfrontaliera e interregionale), mentre per il sostegno allo sviluppo rurale si ritrovano nel Piano Strategico Nazionale.

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Nel contempo, gli obiettivi generali per una “efficace” programmazione sono ricondotti esplicitamente:

al massimo livello di utilizzazione di tutti gli strumenti finanziari disponibili;

all’integrazione tra fondi ordinari e fondi aggiuntivi in riferimento a comuni obiettivi di competitività;

alla dimensione territoriale quale riferimento per una politica integrata.

Fondi Strutturali 2007 - 2013

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Fondi Strutturali 2007 - 2013

La riforma per il periodo 2007-2013 conferma i quattro principi fondamentali dei Fondi Strutturali:

Programmazione pluriennale Addizionalità Valutazione Partneriato

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L’ ammontare di risorse è pari a 336,3 miliardi di euro

pari ad un terzo dell’intero bilancio comunitario per i quali non sarà applicata la ripartizione per microzone ma è prevista l'elaborazione di strategie coerenti applicabili ad intere regioni.

Fondi Strutturali 2007 - 2013

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Obiettivi / Priorità1. “Convergenza e competitività”Aree interessate:

gli Stati membri il cui PNL è inferiore al 90% della media europea; Regioni con PIL inferiore al 75% rispetto al PIL europeo (in Italia: Campania, Puglia, Calabria e Sicilia).

Fondi: F.do di Coesione, FESR, FSE.

Risorse disponibili:78% (262 miliardi di euro)

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Obiettivi / Priorità

2. “Competitività regionale e occupazionale”

Aree interessate:Tutte le regioni europee non incluse nella Priorità 1 e cioè: le Regioni ex obiettivo 2 e 3 e le Regioni in “Phasing out” (aree “in fase di uscita”, che erano aree depresse fino al 31.12.1999 ma che non lo sono più a partire dal 1 gennaio 2000)

Fondi:FESR, FSE.

Risorse disponibili:18% (60 miliardi di euro)

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Obiettivi / Priorità

3. “Cooperazione territoriale europea”

Aree interessate:Tutte le Regioni europee

Fondi:FESR

Risorse disponibili:4% (14 miliardi di euro)

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Ripartizione per obiettivi in miliardi di euro

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Programmazione a confronto

PERIODO DI PROGRAMMAZIONE 2000 - 2006

PERIODO DI PROGRAMMAZIONE 2007 - 2013

Ob.vo 1) Sviluppo e adeguamento strutturale delle regioni in ritardo di sviluppo

Ob.vo Convergenza Fonti di finanziamento : Fondo di coesione, FESR, FSE

Ob.vo 2) Riconversione socio economica delle regioni con problemi strutturali Ob.vo 3) Formazione

Ob.vo Competitività regionale e occupazione Fonti di finanziamento: FESR, FSE

 

Ob.vo Cooperazione territoriale europea (nuovo fondo) Fonti di fianziamento: FESR

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La strategia del Quadro segnala alcune modifiche rispetto ad

Agenda 2000

a) un incremento del peso % attribuito agli interventi di sostegno alla formazione del capitale umano e delle ricerca e dell’innovazione tecnologica;b) una crescita rilevante del peso % attribuito agli interventi a favore dell’ambiente ivi inclusi gli interventi per le energie rinnovabili;c) un incremento del peso attribuito alla Priorità “Inclusione sociale e servizi per la qualità della vita e la sicurezza”;d) un incremento del peso relativo della Priorità relativa alle Reti di trasporto e alla mobilità di persone e merci;e) un considerevole incremento delle risorse destinate alla competitività e valorizzazione delle città metropolitane e dei sistemi urbani;f) un leggero decremento per le azioni di sistema, di governance del progetto e di assistenza ai programmi.

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I Programmi OperativiLa parte largamente prevalente della programmazione operativa 2007-2013 dei fondi strutturali avverrà nel quadro di Programmi Operativi Regionali (POR). Un’altra parte più esigua sia numericamente, che in termini di dimensioni finanziarie complessive, avverrà nel quadro di Programmi Operativi Nazionali (PON).La parte prevalente della strategia del Quadro sarà attuata attraverso Programmi Operativi Regionali monofondo, quindi con programmi finanziati con contributo FESR e programmi finanziati con contributo FSE.Ad essi le Regioni assoceranno la programmazione delle risorse del FAS secondo i principi della programmazione unitaria.