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1 STORIA DEI PARTITI POLITICI IN ITALIA

1 STORIA DEI PARTITI POLITICI IN ITALIA. 2 In Italia si può parlare di partiti politici moderni (un'associazione tra persone accomunate da una medesima

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STORIA DEI PARTITI POLITICI

IN ITALIA

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In Italia si può parlare di partiti politici moderni (un'associazione tra persone accomunate da una

medesima finalità ovvero da una comune visione su questioni fondamentali della gestione dello Stato e

della società o anche solo su temi specifici e particolari ) a partire dal 1892, quando viene fondato

il Partito Socialista Italiano. Sino a quel momento i principali raggruppamenti politici del paese, la Destra storica e la Sinistra storica, non erano classificabili come partiti, ma

semplici "cartelli" di notabili, ciascuno con un proprio feudo elettorale, che si riunivano in gruppi a seconda

delle proprie idee. Alla sinistra dei socialisti si schieravano:

Repubblicani (che rappresentarono l'estrema sinistra parlamentare fino al 1892, e che si organizzarono in

vero e proprio partito solo nel1895 –Mazzini) Socialisti (Garibaldi)

Liberali (Cavour)

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Questi tre gruppi politici, i liberali, i repubblicani ed i socialisti, si sono sempre considerati gli eredi

diretti delle correnti che avevano dato vita al Risorgimento. Ed in effetti ciascuna di esse si

ricollega ad un preciso "Padre della Patria".Il Partito Socialista Italiano sin dagli inizi si

prefigura come partito di massa, la forma partitica che sarà predominante per tutto il Novecento, e

viene seguito pochi anni dopo dai movimenti politici cattolici, prima con la 

Democrazia Cristiana Italiana di Romolo Murri, poi con il Partito Popolare

Italiano (1919-1926) fondato da don Luigi Sturzo nel 1919.

Entrambi i partiti otterranno notevoli successi elettorali sino all'avvento del fascismo,

contribuendo in maniera determinante alla perdita di forza e autorevolezza della vecchia classe

dirigente liberale, che non era stata capace di strutturarsi in una forma partitica in grado di

affrontare le nuove sfide della società.

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ORIGINI DEL FASCISMO

Già prima della Prima Guerra mondiale si era costituita l'Associazione Nazionalista Italiana,

generalmente detta "Partito Nazionalista", di idee monarchiche e patriottiche.

Nel 1919 si formò la Federazione dei Fasci italiani di combattimento ad opera di Benito Mussolini.

Nel 1921 queste due formazioni politiche si fusero e diedero vita al Partito Nazionale

Fascista. Nello stesso anno da una scissione del Partito

Socialista nacque il Partito Comunista Italiano.

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GRANDI PARTITI DI MASSA

Questi tre partiti, il cattolico, il fascista ed il comunista, nati nel breve periodo che intercorre fra la fine della Prima Guerra

Mondiale e l'avvento del Fascismo, possono essere considerati la seconda generazione dei partiti italiani, quella dei grandi partiti di massa, tipicamente contraddistinti dai

colori: i "bianchi", i "neri" ed i "rossi".

Nel secondo dopoguerra i partiti di massa furono 1. Democrazia Cristiana 

2. Partito Comunista ItalianoQuesta fu una delle peculiarità del sistema politico italiano. Il

ruolo fondamentale svolto dal movimento comunista nella Resistenza ha consentito però al PCI di prendere il

posto del Partito Socialista come rappresentante della classe operaia e di diventare stabilmente, dopo il 1948, il secondo

partito italiano nonché il primo della sinistra.

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Mentre negli altri Paesi europei la presenza di forti partiti socialisti, socialdemocratici o laburisti, ma sempre privi di legami con l'Urss, consentiva l'alternanza di governo, in

Italia la pregiudiziale anticomunista e antisovietica rendeva di fatto impossibile tale alternanza.

Questo spiega la permanenza ininterrotta al potere per oltre mezzo secolo della Democrazia Cristiana, il partito sorto

dalle ceneri del PPI di don Sturzo, dal Governo Badoglio I al Governo Ciampi.

Tuttavia la DC dal 1953 in poi mai ha avuto i voti sufficienti a governare da sola il Paese, a causa del sistema elettorale

italiano completamente proporzionale. Questo spiega inoltre il notevole potere che sino al 1992 hanno avuto i

piccoli partiti "laici" (Partito Liberale Italiano, erede del liberalismo pre-fascismo, Partito Socialista Democratico

Italiano, nato dal PSI nel 1947,Partito Repubblicano Italiano), necessari per la formazione di maggioranze

parlamentari.

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PARTITOCRAZIA

La necessità di accordi continui fra partiti ha portato alla cosiddetta partitocrazia, e cioè l'occupazione, da parte dei

partiti, di tutti i gangli dell'amministrazione pubblica, con l'inevitabile corollario di corruzione, nepotismo, inefficienza.

Questo, insieme alle crisi delle ideologie e alla fine della guerra fredda, ha portato ad una generale perdita di credibilità e

autorevolezza dei partiti, iniziata durante gli anni ottanta con il calo graduale ma inesorabile dei consensi di PCI e DC, e culminati nel crollo successivo all'inchiesta di Mani Pulite

del 1992. A questa domanda di rinnovamento proveniente dalla società

italiana si deve aggiungere però il deteriorarsi del partito massa, ormai superato: non è un caso che dopo la

disgregazione di PCI e DC e la scomparsa del PSI e dei partiti laici le nuove forze politiche emergenti siano movimenti

"personali" come Forza Italia, creata nel 1993 dall'imprenditore Silvio Berlusconi, e partiti di

protesta come la Lega Nord di Umberto Bossi.

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PARTITI DEGLI ANNI ‘90

Dall’ evoluzione del neofascista Movimento Sociale Italiano - Destra Nazionale nasce Alleanza Nazionale. 

Dal PCI nasce il Partito Democratico della Sinistra, socialisti democratici, con la conseguente scissione dell’ ala euro-comunista, Partito della Rifondazione Comunista.

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Molti ritengono che il gran numero di partiti della Prima Repubblica fosse dovuto al sistema completamente

proporzionale, e per questo si è chiesto di sostituirlo con un maggioritario secco.

Ciò è avvenuto solo in parte, in quanto è stato creato un sistema misto con una quota maggioritaria per il 75% dei seggi e il

restante assegnato tramite proporzionale. Tuttavia in poco tempo è stato chiaro che in un sistema come

quello italiano, caratterizzato da numerosi partiti a forte base regionale e privo di forze politiche paragonabili ai grandi

partiti europei, il maggioritario invece che diminuire moltiplicava il numero di partiti:

il maggioritario secco infatti spinge alla formazione di coalizioni,

nelle quali i partiti piccoli hanno buon gioco nel chiedere un certo numero di seggi sicuri in cambio del proprio appoggio,

quasi sempre determinante.

SISTEMA MAGGIORITARIO E PROPORZIONALE

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Anche l'ultima riforma elettorale del 2006, che restaura un proporzionale, ma che all'atto pratico è un maggioritario

a collegio unico, ma elimina le preferenze, conferisce un grande potere alla classe dirigente dei partiti e rende

impossibile una penetrazione di essi da parte della società civile.

Nel 1993, il referendum sull'abolizione del finanziamento pubblico ai partiti ottiene la maggioranza dei voti.

La legge n°156 del 26 luglio 2002 abbassa dal 4 all'1% il quorum per ottenere il rimborso elettorale e abolisce il tetto

massimo di spesa per lo Stato.

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SISTEMA MAGGIORITARIO E PROPORZIONALE

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Nel 2006, dopo l'ultima riforma, si presentarono due coalizioni per le elezioni politiche:

1. Casa delle Libertà, coalizione politica di centro-destra: raggruppa partiti e movimenti ispirati ad una politica di centrismo moderato,

di destra conservatrice, nazionalista e federalista, con una propensione verso il liberismo.

1. L'Unione, coalizione politica di centro-sinistra: raggruppa partiti e movimenti ispirati al centrismo riformista, alla socialdemocrazia,

alla liberaldemocrazia e alla cosiddetta sinistra radicale.

SISTEMA MAGGIORITARIO E PROPORZIONALE

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I partiti attuali

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Dopo la caduta del Governo Prodi II, le alleanze sono notevolmente mutate. Alle elezioni politiche del 2008 si

sono presentati: il Partito Democratico, nato dall'unione

della Margherita, centrista, con i Democratici di Sinistra e forze di centro-sinistra, ha deciso di sciogliere la coalizione de l'Unione, alleandosi solo con l'Italia dei Valori ed accogliendo nelle proprie liste 9 Parlamentari del Partito Radicale nonché il Movimento Repubblicani Europei, formazione nata dalla scissione dal Partito Repubblicano Italiano;

i partiti della sinistra radicale (PRC, PdCI, Verdi, SD) si sono raggruppati nella lista "Sinistra Arcobaleno";

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• il rinato Partito Socialista si è presentato autonomamente.

• FI ed AN ed alcuni partiti minori di centrodestra si sono presentati con la lista de il Popolo della Libertà. Il PdL si è alleato con la Lega Nord e con l'MpA;

• l'UDC, rifiutatasi di entrare nel PdL, si presenta alle elezioni del 13 aprile 2008 in una lista comune con la Rosa per l'Italia: l'Unione di Centro;

• La Destra ha abbandonato gli ex-alleati per formare una lista unitaria di destra nazionalista e sociale con il Movimento Sociale Fiamma Tricolore.

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I partiti maggiori

L'introduzione di clausole di sbarramento sia per le elezioni politiche ad opera della Legge Calderoli del 2005, sia per le

elezioni europee grazie ad un emendamento alla legge elettorale votato nel 2009, ha notevolmente semplificato il

quadro partitico italiano, che aveva conosciuto un'esplosione della frammentazione durante il periodo di vigenza della Legge

Mattarella.Ad oggi, sono solo sei i partiti politici forniti di rappresentanza

al Parlamento Europeo, gli stessi dotati di gruppi parlamentari propri nelle camere del Parlamento Italiano:

Il Popolo della Libertà Partito Democratico

Lega Nord Italia dei Valori

Unione di Centro Futuro e Libertà per l'Italia (nato dalla scissione di alcuni

parlamentari della componente finiana e di Fini dal PdL e presente quindi in Parlamento con venticinque deputati e sei senatori

fuoriusciti dal PDL e un deputato fuoriuscito dall’ UdC)

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I partiti MONORI DEL PARLAMENTO ITALIANO

Autonomie Liberté Participation Écologie Alleanza di Centro per la Libertà (presente in Parlamento con

un deputato fuoriuscito dall’ UdC) Alleanza per l'Italia (presente in Parlamento con tre deputati e

cinque senatori fuoriusciti dal PD, un deputato fuoriuscito dal PDL, un deputato fuoriuscito dall’ UdC, un deputato e un senatore

fuoriusciti dall'Italia dei Valori) Azione Popolare (presente in Parlamento con quattro deputati e

un senatore fuoriusciti da Futuro e Libertà per l'Italia) Fareitalia per una Costituente Popolare (presente in

Parlamento con quattro deputati e due senatori fuoriusciti da Futuro e Libertà per l'Italia)

Grande Sud (presente in Parlamento con sette deputati e quattro senatori fuoriusciti dal PDL, unione tra Forza del Sud e Io Sud)

I Popolari di Italia Domani (presente in Parlamento con quattro deputati e un senatore fuoriusciti dall’ UdC)

Liberal Democratici (presenti alle Politiche nelle liste del PdL) Movimento Associativo Italiani all'Estero

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I partiti MONORI DEL PARLAMENTO ITALIANO

Movimento di Responsabilità Nazionale (presente in parlamento con due deputati fuoriusciti dal Partito Democratico e

successivamente Alleanza per l'Italia e un deputato fuoriuscito dall'Italia dei Valori)

Movimento per le Autonomie Noi Sud - Libertà e Autonomia (presente in Parlamento con tre

deputati fuoriusciti dal Movimento per le Autonomie e due deputati fuoriusciti dall'Italia dei Valori)

Partito Liberale Italiano (1997) (presente in Parlamento con cinque deputati e un senatore fuoriusciti dal PDL)

Partito Repubblicano Italiano (presenti alle Politiche nelle liste del PdL)

Partito Socialista Italiano (2007) (presente in Parlamento con un senatore fuorisciuto dal PDL)

Radicali Italiani (presenti alle Politiche nelle liste del PD) Südtiroler Volkspartei

Vallée d'Aoste Autonomie Progrès Fédéralisme

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I partiti PRESENTI SOLO NEL PARLAMENTO EUROPEO

UDEUR Popolari per il Sud (alle Europee 2009 presente nelle liste del PdL)

Io Amo l'Italia (alle Europee 2009 presente nelle liste dell’ UdC)

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I partiti NON PRESENTI NEL PARLAMENTO

1. Alternativa Comunista2. Codacons

3. Comunisti - Sinistra Popolare4. Consumatori Uniti

5. Democrazia Cristiana6. Federazione dei Verdi

7. Federazione della Sinistra (costituita da Partito della Rifondazione Comunista e Partito dei Comunisti Italiani)

8. Forza Nuova9. La Destra

10. Lotta Comunista11. Movimento Idea Sociale

12. Movimento Sociale-Fiamma Tricolore13. Movimento Cinque Stelle

14. No Euro15. Partito Comunista dei Lavoratori

16. Partito Pirata17. Partito Pensionati

18. Partito Socialista Democratico Italiano19. Per il Bene Comune

20. Sinistra Critica21. Sinistra Ecologia Libertà

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CREARE UN PARTITO

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QUALI I PASSI?

Per creare un partito è necessario presentare prima di tutto un SIMBOLO che va depositato assieme ad uno STATUTO da un

notaio, il quale manderà il tutto agli organi competenti per controllare che lo statuto non contravvenga alla legge e che il

simbolo non sia copiato.L’articolo 49 della Costituzione dice che ogni cittadino ha il diritto

di associarsi liberamente in un partito per poter concorrere alle elezioni, le modalità per costituirne uno sono le stesse che

vengono utilizzate per la creazione di un’associazione.I neo partiti politici, però non possono presentarsi sottoforma di

organizzazioni paramilitari, non possono presentare la forma di associazionismo segreto, non possono essere finalizzate alla

ricostituzione del partito fascista.La raccolta delle firme in realtà, serve per la presentazione di liste

alle elezioni, ma non serve per la fondazione di un partito.Le firme servono solo nel caso in cui ci si presenti con lista civica e

quindi apartitica per presentarla alle elezioni ed il numero delle firme varia a seconda del tipo di elezione alla quale ci si presenta:

comunale, provinciale o nazionale.Ovviamente i partiti storici non raccolgono ogni anno le firme, in quanto, dopo molti anni di permanenza in Parlamento, non vi è più

bisogno di una certificazione di questo tipo.

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« Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono

imprigionati, nei campi dove furono impiccati. Dovunque è morto un Italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì, o giovani, col pensiero, perché lì è nata la nostra Costituzione. »(Piero Calamandrei,

Discorso ai giovani tenuto alla Società Umanitaria, Milano, 26 gennaio 1955)

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La Costituzione Italiana

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La Costituzione della Repubblica Italiana è la legge fondamentale e fondativa dello Stato italiano.

Fu approvata dall'Assemblea Costituente il 22 dicembre 1947 e promulgata dal capo provvisorio dello Stato Enrico De Nicola il 27 dicembre 1947. Fu pubblicata nella Gazzetta Ufficiale

della Repubblica Italiana n. 298, edizione straordinaria, del 27 dicembre 1947 ed entrò in vigore il 1º gennaio 1948.

Della Carta Costituzionale vi sono tre originali, uno dei quali è conservato presso l'archivio storico della Presidenza della

Repubblica

Composizione e strutturaLa Costituzione è composta da 139 articoli (ma 5 articoli sono stati

abrogati: 115; 124; 128; 129; 130), divisi in quattro sezioni:

1. Principi fondamentali (articoli 1-12);2. Parte prima: Diritti e doveri dei cittadini (articoli 13-54);

3. Parte seconda: Ordinamento della Repubblica (articoli 55-139);4. Disposizioni transitorie e finali (articoli I-XVIII).

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Caratteristiche tecniche

La Costituzione è la fonte principale del diritto, cioè quella dalla quale dipendono tutte le altre. La Costituzione italiana è una costituzione:

SCRITTA RIGIDA [Con ciò si indica che da un lato è necessario un

procedimento parlamentare aggravato per la riforma dei suoi contenuti (non bastando la normale maggioranza ma la maggioranza qualificata dei componenti di ciascuna camera, e prevedendo per la revisione due successive deliberazioni a intervallo non minore di tre mesi l'una dall'altra), e dall'altro che le disposizioni aventi forza di legge in contrasto con la Costituzione vengono rimosse con un procedimento innanzi alla Corte costituzionale].

LUNGA ( ossia contiene disposizioni in molti settori del vivere civile, non limitandosi a indicare le norme sulle fonti del diritto)

VOTATA (perché rappresenta un patto tra i componenti del popolo italiano)

COMPROMISSORIA (perché frutto di una particolare collaborazione tra tutte le forze politiche uscenti dal secondo conflitto mondiale)

DEMOCRATICA (è dato particolare rilievo alla sovranità popolare, ai sindacati e ai partiti politici)

PROGRAMMATICA ( cioè rappresenta un programma ovvero attribuisce alle forze politiche il compito di rendere effettivi gli obiettivi fissati dai costituenti, e ciò attraverso provvedimenti legislativi non contrastanti con le disposizioni costituzionali).

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I Principi Fondamentali

1.Principio personalista 2.Principio di laicità 3.Principio pluralista 4.Principio lavorista 

5.Principio democratico 6.Principio di uguaglianza 

7.Principio solidarista 8.Principio dell’unità e indivisibilità della

Repubblica 9.Principio autonomista 

10.Principio internazionalista 11.Principio pacifista 

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