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IL LIBRO SECONDO R E G I.

10 Secondo Libro Re Samuele2

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IL LIBRO SECONDO

R E G I.

L I B R O

SECONDO DE' RE.

CAPO PRIMO.

David, ucciso il messo, che diceva di aver ucci-so Saulle, stracciate le vesti, lo piange coglialtri uccisi, digiunando, e ordinando, che s'in-segnasse a'figliuoli di Giuda la canzone del-l'arco.

i, Factum est au-tem, postquam mortuusestSaul, ut David re-verteretur a caede A-malec, et maneret in Si-celeg duos dies.

a. /n die autem ter-tia, homo veniens decastris Saul, veste con-scissa, et pulvere con-spersus caput: etutve-nit ad David, ceciditsuper faciem suam, etadoravit :

3. Dixitque ad eumDavid : Unde venis ?Qui aitad eum : De ca-stris Israelfugi.

i. V_/r egli avvenneche essendo già mortoSaul, David, distetti gliÀtnalecili, tornò à Sice-leg.dove era da due gior-ni.

2. Quando il terzogiorno com par ve un uo-mo che veniva dal cam-po di Saul colla vestestracciata , col caposparso di polvere, e ac-costatosi a David si pro-strò colla faceta per ter-ra, e lo adorò:

3. E David gli disse :Donde vieni ? E queglidisse : Dal campo d* I-sraele sono fuggito.

4. El dixit ad eumDavid : Quod est ver-£um, quod factum est 7indica mihi. Qui ait:Fugìt populus ex prae"lio, et multi corruentese populo mortui suntised et Saul, et. «fona-thas filius ejus intm'e-runt.

6. Di#itque David adadolescente™, qui nun-tiabat ei : Unde scisquia mortuus est Saul,et Jonatlias filius ejus ?

6. Et alt adolescens,qui nuntiabat ei : Casuveni inmontem Gelboe,et Saul incumbebat su-per hastam suam : por-ro currus*, et equites ap-propinquabant ei,

7. JSt conversus posttergum suum, vzdens-

4. E David disse alui : Che è egli avvenu-to? dimmelo. E queglirispose: II popolo è fug-gilo dalla battaglia, emolti del popolo sonomorti : e anche Saul, eGloriata suo figliuoloson morti.

6. E David disse aquel giovane , che rac-contava lai cose: Comesai tu che sia mortoSaul, e Gionata suo fi-gliuolo?

6.E quel giovane dis-se : Io era casualmentearrivato sul monte Gel-boe, quando Saul si get-tò sulla punta della sualancia : e si appressava-no de* cocchi', e dei ca«val ieri.

7. E rivoltosi indie*tro, e vedendomi, mi

Ver». 6. Io era. catualtnenle arrivato ec, Questo racconto nonl>uò nè rigettarsi come tutto falso , nè ammettersi, coms tuttovero. Si è già veduta la descrizione della morte di Saul. Quello«he in questo racconto si oppone a ciò che ne dice la Scrittura,dee credersi aggiunto dall'Arnalecita col fine di caparrarsi la gra-zia di David. Si può credere , che (juesti fosse un di quegli Ama-Teciti, a* quali Saulle avea salvata la vita contro 1' ordine di Dio,il quale servendo nella corte, era andato alla guerra con Sani, eprovatosi per accidente vicino a lui, quando si diede il colpomortale, ebbe il comodo di prendere il diadema, e il brac«i«iet-to del morto re.

q uè we voca vit. Cui cumrespndissem : Adsum:

8 Dixit mihi : Quis-nan es tu ? Et aio adeuw;: Amalecites egosun.

g Et locutus est .mi-hi: Sta super me, etin-ter/ce me 5 quoniam te-nentme angustiae, etaclluc tota anima me ain n» est»

io Stansque supereum, eccidi illum : scie-£am ?nim, quod viverenon poterat post ruinam,et tu£ diadema^ quoderat ii capite ejus, etarmilbtm de òrachio il*lius, et attuti ad te do*minum meum huc.

11. ^pprehendensautem Dwid vestimen-ta sua sc#?it, omnesqueviri^ qui erant cum eo,

» 2. Et p'tanxerunt, etjejunaverutt usque advesperam super Saultet super Jvnathan fi-lium ejus, et super po-

chiamò. E avendogli iorisposto : Eccomi :

8. Disse egli a me :Chi sei tu ? E io dico alui: Sono un A m ale ci-ta.

9. Ed egli mi disse :Sta sopra di me, e uc-cidimi; perocché sonooppresso di affanno, esono tuttora pieno dìvita.

10. E standogli sopralo uccisi, ben sapendocome non potea viveredopo tal rovina : e pre-si il diadema che aveain testa, e lo smaniglioebe avea al suo braccio,e gli ho portati qua a terìiio signore.

11. Ma David, presele sue vesti, straccione,e ( similmetìte •) tuttiquelli che erau con lui,

12. E si battevano ilpetto e piangevano, èdigiunaron fino alla se-ra a causa di Saul, e diG io nata suo figliuolo, e

Vera. io. Lo incisi, ben sapendo ec. Questa giunta tende ascusare il fatto , caso che sia disapprovato.

Presi il.diadema ec. Era il diadema una benda di lino bian-ca , talora anche e«lorita, che fascia.ua. ..la fronte: gli smanialierano .usati dagli «omini non meno che dalle donne . VediAlani. x\\i, 5o.

pulum Domini\ et superdomum /srael, eo quodtorruissent gladio*

13. Dixitqwe Davidadju enem,quinuntia-verat ei : Unde es tu ?Qui respondit : Filiushominis advenae Ama*lecitae ego sum,

14» (i) £t aitad eumDavid: Quare non ti-mwstì mittere manumtuamì ut occideres cAri-jftum Domini ?

16, Focansque Da-vid umori de pueris«yuis, ait : Accedens ir-rue in eum. Qui percus-tf it i#um, etmortuus est.

i & Et alt aé eumDavid*. Sanguis tuussuper caput tuum locu*tum est adversùm te*dìcens : Ego inter/erichristum Domini.

del popolo del Signore,e della casa d'Isrtele,perchè eran perii dispada.

13, Disse poi Dividal giovane , che avo glirecata la nuova : lon-de se' tu ? E quegli ri-spose ; Son figlinolodi un uomo forestieroAmalecila.

i4- E disse Di vi-1 •Come non hai avuto ri-brezzo di stender ia tuamano per uccidffe ilcristo del Signore?

15. E chiamati unode'suoi servi, disse Da-vid: Vieni qua, gettatisopra costui. Ec ei glidiede il colpo, e coluimori,

16. E Da vii disse àlui : II tuo saigue(sia)sulla tua tetta ; impe-rocché la tua bocca tiha condannilo, avendotu detto : 10 ho uccisoil cristo del Signore.

(ij P*. 104. t5.

Ver*. »6. // tuo tangue (sia) sulla tua tetta. Del tuo sangue,vale a dire della tua morte, tu solo se' il reo. Tu. stesso con quelehe hai detto di^aver fatto , bai pronunziata contro te st«sso lasentenza di morte. Davidde credette vero tutto il racconto di co*Jfci, non. avendo fia allora avuta altra nimva dì <juel chè era av-venuto.

17. Planxit autemDavid piane tum hujus-cemodi super Saul^ etsuper Jonathan filiumejus.

iQ. (Etpraecepit, utdocerent filios Juda ar-cum-, sicut scriptum estin libro Justorum ). Etait : Considera, Israel,pro hiy, qui mar lui suntsuper excelsa tua vul-nerati.

io,. Incliti Israel su-per montes tuos inter-fecti sunt: quomodo ce-cìderunt fortes ?

2 o. Nolite annuntiarein Getht neque annun-tietis in compitis Asca-lonis : ne forte laeten-tur filiae Philistkiim,

I7.E David fece que-sto cantico funebre so-pra Saul, e sopra G io-naia suo figliuolo.

18. E ordinò che s'insegnasse a'figliuoli diGiuda il cantico dell'ar-co come nel libro de*Giusti sta scritto. Oregli disse : ripensa, o I-sraele , a coloro i qualidelle lor ferite son mor-ti sopra i tuoi colli.

io.. Gli eroi d'Israelesono stati uccisi soprai tuoi monti: come soneglino morti questi cam-pioni?

20. Non si porti talnuova a Geth, non siporti tal nuova nellepiazze di Ascalona: per-chè non ne facci an fe-

Vers. 18. Cantico dell1 arco. E il titolo dato a questa canzone,perchè in essa si fa elogio dell' arco di Saul, e di Gionata. Tuttoquesto cantico può servire di prova , che non s'ignoravan tra gliEbrei le figure della rettorica , nè l'arte di esprimere i grandiaffetti; ma egli è ancora un illustre monumento dell'ottimo cuo-re, e della generosità di David, dacché piange non solo Gionata,ma anche Sau], come se questi non l'avesse mai perseguitato, nèoffeso.

Vers. rq. Come son eglino morti questi campioni? Qual uo-mo ha potuto esser da tanto per superare tali campioni ? Accen-na, che la loro morie era piuttosto opera di Dio, che effetto (leivalor de' nemici.

ne exultentfiliae incir-cumcisorum.

21. Montes Gelboe,nec ros, nec pluvia ve-niat super vos/ nequesint agri primitiarum :quia ibi abjectus estclypeus\ fortium, dy-peus Saul, quasi nonesset un ctus oleo.

22. A sanguine in-terfectorum» ab adipefortium sagitta Jbna-thae nuwzquam rediitretrorsum : et gladiusSaul non est reversusinanis.

a5. Saul, et Jonathasamabìles, et decori invita sua, in morte quo-que non sunt divisi:

s ta le figliuole de* Fili-stei, e non esultino lefiglie degli incirconcisi,

21. Monti di Gelboe,nè rugiada, nè piova ca-da sopra di voi, nè cam-pi abbiate , onde offerirsi possano le primizie :perocché colà fu gitta-to per terra lo scudo deiforti, lo scudo di Saul,come se egli non fossesta4^-unto con olio.

22. Nel sangue degliUccisi, nelle grasse vi-scere dei valorosi nonha lasciato mai di sa-ziarsi la freccia di Gio-riata : la spada di Saulnon è mai rientrata neifodero senza frutto.

23. Saul, e Gionataamabili, e gloriosi nellalor vita, più veloci del-l'aquile, più forti de'leo-

Vers, 21. 2Vè rugiada , ne piova cada sopra di voi. L'eccessodel dolore porta a inveire anche coatro le cose inanimate. VtdiJob. HI. i.

Perocché cola fu gettalo per terra lo scudo de* forlì ce.Perchè ivi andò per terra lo scudo de' valorosi guerrieri Saul eGionata ; ma particolarmente lo scudo di Saul, che pur era re,unto e consacrato coli' olio. Per dipingere più al vivo la sciaguradi tali eroi, non dice, che perderon la vita; ma bensì che il loroscudo fu gettato per terra, lo che era sommamente doloroso perun uomo militare, non essendovi cosa , di cui più allora si pre-giasse il soldato, che di non gettar mai il proprio scudo..

aquilis velociores, leo-nibusfortiores*

2 4- Filiae Israel su-per S aut fletè, qui ve-stiebat vos Goccino in de-licìis, qui praebebat or"namenta aurea cultuivestro,

ni, non sonoslatidivisineppur nella morte.

24. Figlie d' Israelespargete lagrime sopraSanile, il quale vi rive-stiva di delicate vestidi scarlatto , e vi som-ministrava aurei fregiper a domar vi.

Vera. 9,3. Non sono stali divisi neppur nella morie. E cele-brato il mutuo amore di Saul, e di Gionata ^ amore mantenutosicostante fino alla morte , benché 1' amicìzia che passava tra Gio-nata e David, avesse sovente prodotti dei sospetti e delle inquie-tudini nel cuore di Saul, Ma la saviezza di Gionata spiccò in que-sto mirabilmente , perchè senza mancare al debito di buon fi-gliuolo , fece tutto quello ch' ei potè per l'amico.

Vers. ?4- H finale vi rivestiva di delicate vesti di scarlatto.Le vittorie che Saul riportò sovente sopra i nemici del popoloebreo , gli diedero il modo di arricchir colla preda il suo paese,e d' introdurvi la magnificenza del vestire, che è quello che piùsveglia l'ambizione delle donne. A queste poi si apparteneva prin-cipalmente di cantare simili canzoni; onde per muoverle al pian-to conveniva proporre quello che sópra ogni altra cosa elle ama-no , e non possono perdere setfzà dolore.

Davidde in tutto il suo cantico prende a lodare in Sanilequello che era di commendevole in questo principe, le virtù mi-litari e civili, e le doti esteriori. L' uomo veramente pio torcendolo sguardo da' difetti del prossimo, e specialmente dell' inimico ,mira solamente quello che questi ha di buono e di lodevole, egli rende volentieri giustizia. Cosi fece Davidde con rarissimoesempio di modestia, e di generosità lodando Saulle in quelloche era degno di lode ; senza badare a' vizii, pe' quali quel prin-cipe lasciò di se cosi trista memoria. Questi vizii lo renderonodegno di essere riconosciuto da'Padri, e dagi' interpreti come unaespressa figura della futura riprovazione della sinagoga, comeDavidde perseguitato da lui fu una viva figura del Cristo, e dellachiesa cristiana sostituita alia sinagoga. Saulle fu eletto da Dio ,eousacraf> per comando di Dio da Samuele, fu caro a Dio perun tempo T arricchito da lui fin del dono di profezia ; ma dipoidivien prevaricatore , disobbedieute a Dio , invidioso , superbo ,crudele, e abbandonato da Dio, non conosce più termine, nè mi-sura nel perseguitare un uomo inuocente divenuto odioso negliocchi di lui per le sue stesse virtù , e pella stima che queste glt

so. Quomodo cecìde-runt fortes in proelio ?Jonathas in excelsistuis occisus est?

26. Doleo super te,frater mi Jonatha de*core ni/nis, et amabilìssuper amorem mulie-rum. Sicut mater uni'cum amat filium suum,ita ego te diUgebam.

25. Come mai son e-glino caduti i forti nel-la battaglia? Come maiè stato ucciso Gionatasopra i tuoi monti?

26. Te io piango, ofratello mio , Gionata ,bello oltre modo, e ama-bile più d' ogni amabilfanciulla. In quella gui-sa che la madre ama l'u-nico figlio, così io ti a-niava.

acquistavano presso del popolo . Dio finalmente atterra questouomo sì superbo, e il suo rivale occupa per volere di Dio il suotrono, e regna lungamente con somma gloria. Così appunto Israe-le popolo di Dio , popolo consacrato al culto del vero Dio, depo-sitario delle Scritture, e delle promesse di Dio, illuminato dallalegge, e dai profeti del Signore, fu un tempo il popolo più favo-,rito e glorioso di tutta la terra. Ma questo popolo divenuto su-perbo de' benefizii di Dio , si dà in preda a' vizii, e alla iniquità ;e Dio avendo mandato al mondo quel Giusto per eccellenza, quelriparatore, e salvatore d'Israele tante volte promesso nelle Scrit-

sacerdoti contro di lui ; onde questi lo perseguitano con incredi-bile ostinazione fino alla morte, e dopo avere sfogata in lui laloro rabbia, continuano la stessa persecuzione contro de' suoi di-scepoli , e contro il gregge da lui adunato, e raccolto. Dio final-mente fa vendetta del sangue giusto sparso da questi traditori eomicidi; e questa infelice nazione dopo infinite calamità, perdu-to e tempio, e sacerdozio, e regno, si riduce, come avea predetto«n de'suoi profeti, a non esser più un popolo. Il Giusto perse-guitato da lei è adorato come vero Dio, tì salvatore, e il suo re-gno , che non ha fine, si stende per tutta la terra; e un nuovopopolo , un nuovo spirituale Israele succede nelle prerogative , ene'diritti di Israeli© carnale, divenuto pe'suoi eccessi indegno diquesto nome.

* Di delicate. Di preziose vesti.

27. Quomodo cecide-runt robusti, et perle-runt arma bellica ?

27» Come mai sonocaduti i forti, e le loroarmi guerriere si sonperdute ?

C A P O I L

David per ordine di Dio unto re di Giuda inJìebron^ loda gli uomini di Jabes di Galaadper aver data sepoltura a Saulle. Ma essendostato unto Isboseth in re d'Israele^ ne nascegran sedizione, e battaglia tra P una e C altrafamiglia»

1. Igitur post haecconsuluit David Domi-munì) dicens : ISfum a-scendam in unam decivitatibus Juda ? Etait Dominus ad eum :Ascende. Dixitque Da-vid : Quo ascendam ?£t respondit ei: In He»bron.

2. Ascendit ergo Da-vid , et duae uxores e-jus, Achinoam Jezrae-litest et Abigail uxorNabal Carmeli.

1. Uopo tali coseDavid consultò il Si-gnore , e disse : Andròio ad alcuna delle cittàdi Giuda ? E il Signoregli disse : Va pure. Edisse David : A qualeandrò io? E rispose ilSignore : Ad Hebrou.

2. Si parti allora Da-vid, e le sue due mogli,Achmoam Jezraelita, eAbigail vedova di Na-bal del Carmelo.

Vers. i. David consulto il Signóre ec. Egli sapeva di doveresser re secondo le promesse di Dio ; ma non sapeva nè quando ,nè dove, nè per quali modi dovesse prendere il possesso del re-gno. Quindi ricorre al Signore , per ordine del quale va ad He-bron città fo» te , e nel cuore della tribù di Giuda.

3. Sed et viros, quierant cum eo, duxitDavid singulos cum do-mo sua : et manseruntin oppidis Hebron.

4. (i) Feneruntq«eviri Juda, et unxemntibi David, ut regnare*super domum Juda. Etnundatum est David,quod viri Jabes Galaadsepelissent Sani.

5. Misit ergo Davidnuncios ad viros Jabes

3. E seco condusseDavid anche lutta lagenie che era con lui ,ciascuno colla sua fami-glia : e dimorarono nel-le città intorno ad He-bron.

4* E vennero gli uo-mini di Giuda, e ivi un-sero David, perchè fos-se re della casa di Giu-da. E fu riferito a David,come quelli di Jabes diGalaad avean dato se-poltura a Saul.

6. Spedì adunque Da-vid de' messi agli uo-

(i) t, Mac. a. 57. /»/ 5. 3.

Ver«. 4- Vennero gli uomini di Giuda, e ivi unsero David,Questa tribù essendo più forte, e potente di qualunque altra,erede di dover dare 1' esempio col riconoscere il diritto al regnodatò da Dio » Davidde , allorché lo fece ungere da Samuele. Al-cuni interpreti biasimano la precipitazione degli uomini di Giu-da iteli' andare a ungere nuovamente Davidde prima di uver sa-puto quello che ne pensassero le altre tribù , e a questa precipi-tazione attribuiscono la guerra civile , che ne venne in appresso.|o però non saprei il perchè piuttosto non si biasimi la durezzadelle altre tribù, le quali non potevano a queli' ora ignorare, co-inè volere di Dio égli era, che David s'accedesse nel trono a Sani-le. Elle av£an certamente avuto tutto il tempo per determinarsia quello che conveniva di fare in tali circostanze , ed è ancoracredibile , che gli emoli di Davidde avesser già concertata 1' ele-zione di un altro re, della quale si parla immediatamente in que-sto luogo; lo che forse servi d'incitamento a quelli di Giuda perdichiararsi apertamente e biennemente in favore di Davidde.

E fu riferito a David ec. Egli dovea aver cercato di saperequello che fosse stalo del cadavere di Saul, affine di dargli otto-mele sepoltura.

Galaad, dìxitque adeos : Benedicti vos aDomino, qui fecistismisericordiam hanccum domino vestro Saul,et sepelistis eum.

6. Et nu#c retribuetvobis quidem Dominusmisericordiam et veri"tatem : sed et ego red-dam gratiam, eo quodfecistis verbum istud.

7. Conforte n tur ma-nus vestrae^ et estotefilii fortitudinis : licetenim mortuus sit domi"nùs vester Saul, tamenme unxit domus Judain regem sibi.

' 8. Abner autem filiusJVer, princeps exercitusSaul, tulit Isboseth fi-lium Saul, etcircumdu-xit eum per castra,

mini di Jabes di Ga-laad, e fece dir loro: Be-nedetti voi dal Signore,i quali avete fatto que-sta opera di misericor-dia verso il signore vo-stro Saul, e lo aveteseppellito.

6. E il Signore fin cTadesso si mostrerà mi-sericordioso , e fedeleverso di voi, ma io pu-re vi sarò grato perquel che avete fatto.

7. Rincoratevi, e sta*te di buon animo : pe-rocché, se è morlo Usi-gnor vostro Saul, la ca-sa di Giuda mi ha untoper suo re.

8. Ma Abner figliuo-lo di JNTer condottierodell' esercito di Saul,prese Isboseth figliuolodi Saul, e lo condusseintorno agli alloggia-menti,

Vers. 8. Ma. Abner ... prese Isbosetk ec. Abner uomo ambi-zioso si fece capo di tutto il partito contrario a Davidde, non.con altro fine, che di aver egli tutta 1' autorità del comando,mettendo sul trono un' ombra di re dipendente in tutto e pertutto da lui.

* Abner ... prese Isboseth figliuolo di Sani 7 e lo condusseintorno agli alloggiamenti. Ovvero : prese Isboseth, e lo fè pas-sare 1 di là del Giordano, fino a Mahauaim. Era cara colà la me-moria di Saul benefattore d'Jabes Galaad; ed Abner rispinto dal-,le genti di David ripasso «jiflel fiume per restituirvisi. Vedi v. 2^,

9. negemque consti-tuit super Galaad, etsuper Gessuri, et superJezrael, et super E-phraini) et super Israeluniversum,

10. Quadraginta an-noruni erat Isbo&eth fi*lius Saul) cum regnarecoepisset super Israel,et duabus annis regna-vit : sola autem domusJuda secjuebatur Da-vid.

11. Et fiat numerusdierum, quos commora-tus est David imperansin Hebron super domumJuda, septem annorum^et sex mensium.

12. Egressusque est•Abner filius JVer, etpuerilsboseth filii Saultde castris in Gabaon.

13. Porro Joab filiusSarviae> et pueri David

9. E lo fece dichiararre di Galaad , e di Ges-sur , e di Jezrael, e diEphraim , e di tutto I-sraele.

10. Quarant' anni a-vea Isboselh figliuolodi Saul, quando princi-piò a regnare sopra I-sraele, e regnò due an-ni: e la sola casa di Giu-da obbediva a David.

11. E il tempo chedimorò David in He-bron , avendo l'imperosopra la casa di Giuda,fu di sette anni, e seimesi.

12. E Abner figliuo-lo di Ner co' servi d' I-sboseth figliuolo di Saullevò il campo, e andò aGabaon.

13. E Gioab figliuolodi Sarvia, e la gente di

Vers. g. tofece dichiarar re di Galanti. Cioè delle tribù, edel paese, di là dal Giordano.

E di Gessur. Nel capo III. vers. 3. si fa menzione di Thol-mai re di Gessur, una figliuola del.quale fu sposata da David.Questo re può esssre, che fosse tributario di Isboseth ; ovveroche qualche parte di quel paese fosse di dominio degl' Israeliti.

E di Jczrael. La valle di Jezrael, per cui viene intesalatribù d'issachar.

Vers. io. JK.egnb due anni. Regnò due anni a Mahanaim tran-quillameote prima di Tenire a guerra; dichiarata contre Davidde.

egressi s«#t,etoccurre-runt eis juxta piscinamGabaon, Et cum in u-num convenissent, e re-gione sederunt : hi exuna parte piscinae, etilli ex altera.

14- Dixitque Abnerad Joaè: Surgantpueri,et ludant coram nobis.Et respondit Joab\ Sur»gant.

15. Surrexerunt er-go, et transierunt nu-mero duodecim de 2?e-niamin^ ex parte /s^o-seth filii Saul, et duo-decim de pueris J&wìd.

15, Apprehensoqueunus quis que capitecomparis suf, deficitgladium in latus con-trarii, et ceciderunt si-mul: vocatumque estnomen loci illius: Agerrobustorum in Cabaon.

17. JEt or tum est bel-lum durum satis in die

David fi mossero, e an-darono incontro ad essipresso alia piscina diGabaon. £ avvicinatisigli uni agli altri, si po-sarono dirimpetto giiuni da un lato della pi?»scina, gli altri dall'altrolato,

14. E Abner disse aGioab : Vengan fuorade' giovane tti, e si di-vertano in nostra pre-senza. E Gioab rispo-se : Vengano.

16. Si mossero allo-ra, e si avvicinarono do-dici Beniamiti dalla par-te d1 Isboselh figliuolodi Saul, e dodici per laparte di David.

i6V È ciascuno di es-si, preso per la testa ilsuo avversario, gli ficcònel fianco il pugnale, emorirono (tutti) insie-me, E fu dato a quelluogo il nome di cam-pò dei forlì a Gabaon.

17. £ principiò inguel giorno una batta-

Ver». 16. Preso per lu testa. Si presero l'un l'altro pei ca-pelli, donde vedesi, che non aveano celata, ed erano armati allaleggera. Si può dire ^ che queste dodici coppie combatterono noncon valore di soldati, ma con furore di gladiatori.

SEGONDO DE1 RE

illa : fugatasene estAbner^ et viri Israel apueris David.

18. "Erant autem ibitres filii Sarviaet Joabtet Abisai, et Asael:porro Asael cursor ve*iocissimus fuit, quasiunus de capreist quaemoranturin silvis.

19. Persequebaturautem Asael Abnert et-non declinavi* ad dex-teram% neque ad sini*'àìram omittens perse*-qui Abner.- 2<x Respexit itaqueAbnef post tergum-suum, et ali : Tane esAsaelì Qui respondit:'Ego sum.

£j. Bixitque ei A-bner\ f^ade ad dextram,sive ad sinistram \ etapprehende unum deadolescentibuS) et folletibi s poli a ejus. Noluitautem Asael omitterequin qrgeret eum.

22. Rursumcjue lo-cuius est Abner ad A"sael: Recede , noli mesegui, ne compellarconfodere te in ter-ram l et levare non po-

glia aspra assai: e A-bner,ei figliuoli d'Israe-le furon messi in fugadalla gente di David.

18. Or era n vi tre fi-gliuoli di Sarvia, Joab,Abisai, e Asael : e Asaelera velocissimo corrido-re come un capriolo diquei che sian per le sel-ve.

19. Asael adunque in-seguiva Abner, e senzavoltarsi nè a destra, nèa sinistra non rifinavatii corrergli dietro.

20. Si voltò indietroAbner , e disse : Se' tuAsael? Ed ei rispose?Son io.

21. E Abner gli dis- jse: Va o a destra , o a [sinistra, e gettali sopradi qualche giovane Ito,e prendili le sue spo-glie. Ma Asael non vol-le lasciare d'incalzarlo.

22. E di bel nuovoAbner disse ad Asael :Valtene : non venirmidietro, perchè io nonmi veda costretto diconficcarti in terra, on*

lerò faciem Tneam adJoab fratrem tuum.

23. Qui audire con"tempsit, et noluit de*clinare. Percussit ergoeum. Abner aversa ha-sta in ìnguine^ et trans~fodii, et mortuus est ineodem locoi omnesquetqui transibant per lo-cum illum, in quo cecì-derat Asael^et mortuuserat, subsistebant :

24. Persefjuentibusautem Joab et Abisaifugientem Abner, soloccubuit: et veneruntusque adcollem aquae~ductus , qui est ex ad»verso valiis itineris de-serti in Gabaon,

26. Congregatiquesunt filii Beniamin adAbner, et conglobatiin unum cuneum stete-

d'io non possa aver cuo-re di guardare in \isoil tuo fratello Gioab.

26. Ma quegli nonvolle dar retta, nè eam*biare strada. Allora A*bner lo colpì colla par-te inferiore della lancianell'anguinaia, e lo pas-sò da parte a parte ,,e quegli nello slessoluogo morì: e tuttiquelli che passavan pelsito, in cui era cadutomorto Asael, si ferma-vano.

24. Ma mentre Gioabe Abisai inseguivano A-bner, il quale fuggiva,il sole tramonto : ed e-rano arrivati fino allacollina dell* acquedotto,che è dirimpetto allavalle sulla strada delde-serto di Gabaon,

26, E i figliuoli diBeniamin si erano riu-niti intorno ad Abner :e serrati in un sol drap-

Vers. 22. Onde io non possa aver cuore ili guardare in vi-so ec. Abner privatamente era amico di Gioab , e conoscendo be-nissimo, che aJla fine Davidde sarebbe stato vittorioso, noa voleaperdere l'amicizia di Gioab, il eguale er«* in somma aulorilà pres-so PavldéU,

runt in summitate tu»muli unius.

26. Et exclamavitAbner ad Joab, et aitsNum u$g uè ad interne'cionem tuus mucro de-saevietì An ignorastquod periculoso, sit de»s per alio? usquequo nondicis populo* ut omittatpersegui fratrés suosì

27. Et alt Joab : Vi-vit Dominus : si locu-tusfuisses, mane re»cessisset populus per-seguens fratrem suum.

28. Insonuit ergoJoab buccina, et s te utomnis exercitus, necpersecuti sunt ultra 1*$raelt neque iniere cer*tamen». ,

29. Abner. autem > etviri ejus abierunt percampestria, tota nocteilla ; et transieruntJordanem> et lustra-ta omni Beth-horontve-nerunt ad castra.

30. Porro Joab rever-sus, misso Abner^ con-gregavit omnem popu*

pello si fermarono sullacima di un luogo lile-*vato.

25. E Abner disse adsita voce a Gioab : In-fierirà ella la tua spadafino airesterminio? Nonsai tu, che pericolosa co-sa ell'è la disperazione?perchè non fai tu sape-re al popolo che tra la*sci di perseguitare i suoifratelli?

27. E Gioab disse:Viva il Signore : se tuavessi aperto bocca , ilpopolo avrebbe di buo-n'ora desistito dalPinse-guire i suoi fratelli.

28. Gioab pertantosuonò il corno, e tuttoil-popolo si fermò , enon dieder più la cacciaad Israele , e non me-maron le mani.

29.E Abner colla suagente se n'andaronotutta quella notte perle pianure : e passaronil Giordano, e traversa-to tutto* il paese diBeth-horon, giunsero a-gli alloggiamenti.

5 o. E Gioab lasciò an-dare Abner, e tornò in-dietro, e raunò tutto il

tum, et defaerunt depueris David decem einovem virì^ excepto A*saele.

51. Serpi autem Da-vìd percusserunt deBe*niamin, et de vìris, quierant cum Abner, /r<?-centos sexaginta , quiet mortili sunt.

Ss. Tuleruntque A*sael, etsepelierunteumin sepulcro patris suiin Bethlehemi et am-bulaverunt tota nocteJoab, et viri, qui erantcum eo , et in ipso cre-pusculo pervenerint inHebron.

popolo : e mancaronode' soldati di David di-ciannove uomini senzaAsaele.31. Ma le genti di Da-

vid uccisero trecentosessanta uomini sì diBen iam in, e si dell'altragente , che era con A-bner.

82. E presero Asael,e lo seppellirono nellasepoltura del padre suoinBethlehem:maGioab,e quelli che erano conlui, camminaron tuttanotte, e al primo crepu-scolo giunsero ad He-broti.

C A P O III.

Abnèr sdegnato contro il re Istfosèìh si riuniscecon t>avì<ìt e riconduce a lui Mìchol ; ma neltempo che riconcilia gf Israeliti con David èucciso da Gioab, contro di cui si accende d'iraBavidde, e piange Abner amaramente.

ir JL acta est ergolonge concertata interdomum Sault et interdomum David. Davidproficiscens, et semperseipso robustior, do-mus autem Saul decre»scens quotidie.

i. I? p adunque lun-go contrasto tra la casadi Saul, e la casa di Da-vid. David andava sem-pre avanti, e si facevapiù forte , e la casa diSaul andava ogni dì indecadenza.

a. (i) Natìque suntfilii David in Jlebron :fuitque primogenitus e-jus Ammon deAchinoanJezraelitide.

3. Et post eum Chefleab de Abigail uxore~Nabal Carmelì: porrotertium Absalòm filiusMaacha filiae Tliolmcdregis Gessur.

4- Quartus autem A-doniaSi filius Haggith :et (juintus Saphathia,filius 4 fri tal.

6. Sextus quoque Je-fhraam de E già uxoreDavid: Hi nati suntDavid in Jlebron,

• : 6. Cum ergo essetpraelium inter domum'Saul, et domum David)Abner filius Ner rege-bai domum Saul.

7. Fuerat autem Sau-li concubina i nomineRespha filia Aja .-Di-xitque Isboseth ad Ab-peri

2. E nacquero a Da-vid dei figliuoli in H««>bron : e suo primogeni-to fu Ammon nato adAchinoam di Jezrael.

3. E dopo di lui Che?leab figliuolo di Abigaiìvedova di Nabal delCarmelo: il terzo Absa-lom figliuolo di Maacha,che era figlia di Thol-mai re di Gessur.

4- E il quarto Adorilafigliuolo di Haggith : eil quinto Sapbalhia fi-gliuolo di Abitai.

5. Il sesto Jethraamfigliuolo di Egla mogliedi David : Questi nac-quero a David in He-bron.

6. Durando adunquela guerra tra la casa diSaul, e la casa di David,Abner figliuolo di Nerreggeva la casa di Saul.

7. Or Saul avea avu-ta una concubina pernome Hespha figliuoladi Aja. E disse Isbosetliad Abner;

( i) Par. 3. i.

Vers: 3. Cheleab, detto Daniele nel Jitro i. de'Paralipoi^e-ni, in. i.

8. 'Quare ingressuses ad concubinam pa-tris mei? Qui iratusnimis propter verbo, Is-boseth, \ait : Hfumquidcaput canis ego sumadversum Judam ho-die, quifecerim miseri"cordìam super domumSani patria tuit et pro-ximos ejus , et non tra-dìdi te in manus Da-wd) et tu requisisti inme quod argueres promuliere hodie ?

9. Haec faciat DeusAbner, et haec addateit w$i quomodo jura-vit Dominus David, sicfaciam cnm eo »

8. Perchè se' tu an-dato a trovare la con-cubina del padre mio ?Ma quegli sdegnatosommamente per le pa-role di Isboselh, disse :Non son io una lesta dicane riguardo a Giuda,perchè oggi ho usatomisericordia versola ca-sa di Saul tuo padre, everso i suoi fratelli, eparenti, e non ho datafatua persona nelle ma-ni di David , e tu oggise'andaìo a cercare, on-de accusarmiper ragiond'una donna ?

g.Iddio faccia questoe peggio ad Abner , seio non farò in vantag-gio dfttavid quello che ilSignore ha promesso alui coji giuramento,

Vers. 8. Perche se* tu andato a trovare la concubina del pa-dre mio ec. Era delitto capitale lo sposare la vedova di un re.Vedi cap. XH. 8.

Non son io una testa di cane ec. Nella traduzione di que-sto luogo ho seguito s. Girolamo. Abner rinfaccia ad Isboseth,che per amor suo , e per sostenerlo sul trono , egli si è rendutoodioso alla possente tribii di Giuda, la quale lo ha in avversione,come si ha un impuro animale, qual era presso gli Ebrei il cane.

Vers. g. * Faro in vantaggio di David quello che il Signoreha promesso a lui con giuramento. Confessa Abner con questodiscorso d* essere anch* egli di que' che abusano delle cognizioniche hanno de' voleri, e de' disegni di Dio, seguendoli con iattan-za, allorché non si oppongono a' lor capricci, e interessi, roa di-spreizandoli tosto che vi si attraversano.

io. Ut transferaturregnum de domo Savi, etelevetùr thronus Davidsuper Israeli et superJudam, a Dan usqueBersabee.

n. Et non po fuit re-spandere ei quidquamtquod metuebat illum.

i z.Misit ergo Abnernuncios ad David prose dicentesi Cujus estterra? Et ut loqueren-tur : Fac mecum amici"tias, et erit manus meatecum, et reducam adte universum Israel.

i3. Qui ail: Optime:ego faciam tecum ami*citias : sed unam rempeto a te> dicens : Nonvidebis faciem meam,antequam adduxerisMichol filiam Saul: etsic venics i et videbisme.

i4» Misìt autem Da-vid nuncios ad I$bo«

10. Che sia trasferitoil regno dalla casa diSauì, e che il Irono diDavid s'innalzi sopri» I-sraele, e sopra Giuda,da Ban fino a Bersabee.

11. E quegli non fia-*tò più, perchè avea pau-ra di lui.

12. Ma Abner spedìmessi a David , che insuo nome gli dicessero:A chi appartiene ( tufr-to) il paese? E soggiun-gessero : Fa amistà conme , e le mie forze sa-ranno per te , e io riu-nirò leco tutto Israele.

13. Rispose David :Benissimo : io faro lecoamistà : una sola cosa tichieggo, e dico che tunon vedrai la mia fac-cia, prima che abbi con-dotta a me M i ch o 1 fi-gliuola di Saul : alloraverrai, e ini vedrai.

14. E David spedimessi ad Isboseth fi-

Vers. 13. Io fa.ro tèco amista ec. Davìdde accetta le proposi-zioni di Abner, ma notisi, che questo traditore faceva adesso perpicca, e per vendétta quello che avrebbe dovuto far da principioper coscienza, e per obbligo. Potè adunque lecitamente Daviddeaccettare le offerte dì questo uomo, il quale coli' autorità cheavea nel contrario partito , potea por fine alla guerra , e alle di-•cordie risparmiando il sangue de'-sùdditi.

Setti filium S aut dicensi(i) Recide uxoremmeam Michol, quamdespondi mihi centumpraeputiis PJiilisthiim.

i 5. Mìsit ergo Isbo-seth-, et tulit eam a vi-ro suo Phatiel filioLais.

16. Sequebaturqueeam vir suus , ploransusque Bahurim : et dl-xit ad eum Abner\ Va-de^ et reverter e. Qui re-versus est.

17. Sermonem quo-que in tulit Abner adseniores Israel> dicens:Tam heri, quam nu-diustertius quaerebatisDavid) ut regnaret su-per vos.

18. Nunc ergo facile:quoniam Dominus lo*cuius est ad David di-cens : In manu servimei David salvabo po~pulum meum Israel demanu Philisthiim , et

gliuolo di Saul per di-re a lui : Rendimi Mi-chol mia moglie, di cuicomperai le nozze colprezzo di cento Filistei.

16. Allora Isbosethmandò gente, che latolse al suo marito Pha-tiel figliuolo di Lais.

16. E suo marito letenne dietro piangendofino a Baburim : e A-bner disse a lui : Van-ne e torna indietro. Edegli se ne andò.

17. Prese eziandio A-bner a trattare co' se-niori d5 Israele, a' qualidiceva : Voi già deside-ravate di aver Daviddeper re. l

18. Fatelo dunque a-desso: perocché il Signo-re ha parlato e ha detto diDavidde : Io salverò permano di David mio ser-vo il pò£o! mio d'Israe-le dalfe maniv de* Fili-

(i) Reg. 18. 27.

• Yérs. i4- Rendimi Michol ec. Micnol non era stata ripudiatada David ; onde vivendo con Pbatiel, a cui 1* avea data il padre ,'Vea in adulterio. Isboseth .persuaso certamente da Abher rendet> avid la sua moglie.

omnium immicorum e-jus.

19» Locutus est aii'tem Abner etiam adBeniamin. Et abiìt utloqueretur ad David inJìebron omnia, quaeplacuerarit Israeli, etuniverso Beniamin*

20. Venitque ad Da*vid in Tì&bron cum vi*gìnti viris. Et fecit Da*vid 4bnert et viris ejus,qui pendant eum eo*convivium.

; « i. £/ -disii Jèfierad David : Surgam, utcongregò m ad te domi"nU-m meum regem o*mnem Israel, et ineamtecum foedus, etimpe-r#$-omnibus, $i$u£ de-siderat anima tua. Cumergo dtduxisset DavidAbntirt stille isset inf*4C9,

ea. Statim pueri Da*c?|"4ji et J0ab ven&rUnt>caesis latronibuS) cumpraeda magna nimis.Abner autem non erat

s tei, e di tutti i suoinemici.

io. Indi Abner par-lò anche con gue'cli Be-niamin. E se n'andò inHebron per riportare aDavid tutto quello, on-de era convenuto conIsraele, «con tutto Be-rna min.

30, E giunse pressoDavid in Hebron conventi persone> 5 Davidfece un banchetto ad A-bner , e alla sua gentevenuta con lui.

21* E Abner disse aDavid: Io parto per an-dar e a r i u n ir J*eo , si-gnor mio re, tutto !•sraele,e far teco allean-za, onde tu comandi atutti come desideri, Maquando Davidde ebbeaccompagnato Abner, equesti si fu partito con*tento,

29. Immediatamentesopraggiunse Gioab,e lagente di David la qualeavendo trucidato i la-droni, portava grandis-

.Vers. aa.*.J*jrwfW<tto.» ladron^giortetvagrandissima preda*Membra, clhe i qui mentovati ladroni »o»^iano, se non masnade41 Filistei, Iduroeì, Amaleciti occnpati in iscòisrerie, € ladroneccinel paese d'Israele, mentre era diviso in fazioni.

tum David in Hebron>quia jam dimiserat eum,,et profectus fuerat inpace.

2 3. Et Joab, et omnisexercitus, qui erat cumeo postea veneruntinuntìatum est itaqueJoab a narrantibus :Venìt Abner filius Ner'ad regem, et dimisiteum , et abiit in pace.

«4- Et ingressum estJoab ad regem, et ali •Quid fecisti ? Ecce ve*nit Abner ad te : f/uaredimisistl cum, et obiit,et recessit ?

26. Tgnoras Abner fi-lium JVer, (juoniam adhoc venit ad te, ut de'tiperet te, et sciret exi-tum tuum> et in trai tumtuum, et nosset omnia%quae agìs?

26. Ègressus itaqueJoab a David, misitnuncios post Abner^ etreduxit eum a cisternaSir a, ignorante David*

sima preda. Or Abnernon era più con Davidin Hebron, perchè que-sti lo avea licenziato,ed egli era partito con-lento.

a3. E poi arrivòGioab, e lutto 1* eserci-to che era con lui : e vifu chi diede a Gioabquesta nuova , e disse :Abner figliuolo dì Nerè stato a trovare il re :e questi lo ha licenzia-to, ed egli se n'è anda-to in pace.

24. Or Gioab andòdal re, e gli disse : Chebai tu latto ? Poco fa èvenuto Abner a te :perchè lo hai tu riman-dato, ed egli se n*è an-dato, e l'ha scampata ?

26. Non conosci tuAbner figliuolo di Ner,il quale non è venutoa te, se non per ingan-narti, e spiare tutti ituoi andamenti, e saperetutto quel che tu fai?

26". Indi Gioab lasciòDavid,espedìgente die-tro ad Abner, e lo fece ri-tornare dalla cisterna diSira senza saputa diDavid.

27. Cumque redis-set (i) Abner in He-bron, seorsum adduxiteum Joab ad mediumportae, ut loqueretur eiin dolo : et percussit il-lum, ibi in inguine, etmortuus est in ultionemsanguinis Asael fra-tris ejus.

28. Quod cum audis-set David rem jam ge-$tam, ah : Mundus egosum* etregnummeumapud Dominum^ usquein sempiternum, a san-guine 'Abner filii "Ner ;

2^. Et veniat supercaput Joab, et super o-mnem domum patris

>ejus : nec deficiat de do-mo Joab fluxum semi-ms sustinca?, et lepro-sus, et tenens fusum^et cadens gladio, et in-dìgens pane.

• 3o. Igitur Joaby et A-bisaLfrater ejus inter-

27. E allorchè'Abnerfu giunto di nuovo adHebron, Gioab lo con-dusse seco nel mezzodella porta per parlar-gli, volendo tradirlo : eivi lo teri nel!'anguina-ia, e lo uccise per farvendetta del sangue diAsaeì suo fratello.

2 3.Ma David avendoudito quel che era av-venuto , disse : Sonòmondo per sempre io ,e il mio regno dinanzial Signore dal sanguedi Abner figliuolo dì-Ner.

29. E (il sangue dilui) cada sopra la testadi Gioab, e sopra tuttala casa del padre di luie non manchi giammainella casa di Gioab chipatisca di gonorrea, chisia coperto di lebbra, echi maneggi il fuso , echi perisca di spada, echi manchi di pane.

30. Gioab adunque, eAbisai suo fratello ucci-

(.)/?e£.2.5.

Vers. ap. Che patisca di gonorrea. Questi erano impuri , Le-vit.\v. 3., ed erano incapaci di aver figliuoli, lo che era tenutoper grande sciagura.

E maneggi il futo. E una frase proverbiale per dinotare unuomo molle, ed effemmiuato.

fecerint Abner> eo quodoccidisset Asael fra-trem eorum, in Gabaonin praelìo.

31. Dixit autem Da-vid ad Joab, et ad o-mnem populum, qui e-rat cum eo : Scindilevestimenta vestra, et ac-cingimini saccis, etplangite ante exequiasAbner*. porro rex Da-vid sequebatur fere-trum.

32. Cumque sepclis-sent Abner in Hebron,levavit rex David vo-cem suam, etjievit su-per tumulum Abner :flevit autem et omnispopulus.

33. Plangensquerex,et lugens Abner, ait :Nequaquam ut mori so-lent ignavi^ mortuus estAbner.

34* Manus tuae liga-tae non sunt* et pedes

sero A-bner, perchè que-sti avea ucciso Àsael lo-ro fratello nella batta-glia a Gabaon.

31. Ma David disse aGioab, e a tutto il po-polo che era con lui:Stracciate le vostre ve-sti, e cingetevi di sac*co, e menate duolo neifunerali di Abner : e ilre David andò dietro al-la bara.

32. E seppellito che-ebberoAbner inHebron,il re Davidde alzò la vo-ce, e pianse al sepolcrodi Abner, e tutto il po-polo pianse egualmen-te.

33. E il re addolora-to per causa di Abner,disse:Non è morto Ab-ner , come, sogliono ivili.

34. Le tue mani nonsono state legate, e non

Vers. 31. Disse et Gioab ec. Davidde vuole, che Gioab inter-venga al funerale di Abner , affinchè quest' ijiomo duro e crudelesi ammollisca nel comune dolore del re, e del popolo, e si pentadel suo orribile tradimento. Era cosa sen7& esempio che un reassistesse al funerale di chicchessia. Ma Davidde volle usar que-sta distinzione verso di Abner, affine di far meglio conoscere, c<»T

me egli non avea la menoma porte in quello che avea fatto Gioab.

imi non sunt compedi-bus aggravati ; sed si-cut solent cadere coramfiliis iniquitatis, sic cor*ruisti. Congeminansqueomnis populusflevitsu*per eum.

35. Cumque venissetuniversa multi Ludo ci"bum capere cum David,clara adhuc die juravitDavid, dicens: Haecfaciat mihi Deust ethaec addai, si ante oc-casum salis gustasseropanem, vel aliud quid»quam.

$6. Omnis que popu-lus audivit, et placu&-runt eis cuncta, quaefecit rex in conspectutotìus populi :

37. Et cognoyit omnevulgus, et universus 1*srael in die illa, quo-niam non actum fuisseta rege, ut occidereturAbner illius Ner.

38. Dixit quoque rexad servos suos : Num

sono sta ti messi in cep-pi i tnoi piedi ; ma se1

caduto, come si cade di-nanzi a' figliuoli <T ini-quità. E tutto il popo-lo ripetendo pianse so-pra di luì.

55. Ed essendo anda*ta tutta la gente perprender cibo con David,essendo ancora giorno,giurò David, e disse :Iddio faccia a me que-sto e peggio , se primadel tramontare del sorle io assaggerò pane , oalcun'altra cosa.

56. E tutto il popo-lo udì questo, e furonograte nel cospetto ditutto il popolo tutte lecose che il re avea fat-te :

67.E tutta la plebe»e tutto Israele riconob-be in quel dì, come ilre non avea cooperatoalla morte di Àbner fi-gliuolo di Ner.

38. E il re disse a'suoi servi : Non sapete

Vers. 34- Se1 caduto come si cade ec. Tu se* morto , come o a«orno anche grande , e pien di valore può morire per mano di untraditore anche vile, dalle insidie del quale non può mai guar-darsi abbastanza 1' umana prudenza. Notisi, che Gioab era pre-sente , ed udiva questo cantico.

iinoratls quoniam prin-ttfó et maximus ceci*dit hodie in Israel ?

So,. Ego autem ad-huc delicatuSt et un-ctns rex : porro viri i-sti filii Sarviae durisunt mihi : retribuatDominus facienti ma-lum \uxta m ali il anisuam.

voi forse che è aggi pe-rito in Israele un prin-cipe, e anche grandis-s im o ?

39. E io sono- tutto-ra debole, benché untòre,ma questi figliuoli dìSarvia son erudi conme. Benda il Signore achi mal fa a proporzio-ne di sua malizia.

C A P O I V .

Baana e Rechab portano a Davìdde il capo diIsboseth ucciso^ mentre dormiva., a1 quali die-de in ricompensa la morte.

j. Jj-la IsbèseUi fi.gliuolo di Saul avendoudito , come Abner eramorto in Hebron, sì per-de di animo, e tutto I»sraek ne restò sbigottì»lo.

K JjLudivit autemIsboseth filius S aut,quod eecidisset Abnérin Jlebron : et dissolu-tae sunt manus ejus,omnis que Israelpertur-batus est.

Ver». 3e>. Ma. questi figliuoli di Sarvia ee> Queste parole»come pure tutto quello che è detto di sopra, fanno vedere, chese Davidde non punì Gioab in altra guisa, fu «attenuto da riflessigravissimi di prudenza. La famiglia di Gioab era potente ; Davidnon era obbedito se non in Ana parte d'Israele, avea degli emoliin gran numero, e qualunque novità potea dissestare le misureprese per la riunione delle altre tribù. Davidde avea in sua fava-re le infallibili promesse di Dio ; ma Dio voleva ancora , che ei siservisse de' mezzi umani, nè con precipitose risoluzioni intorbi-dasse sempre più lo stalo delle c»s«.

2. DUO autem viriprincipes latronum e-rant filio Saul, nomenuni Bcianai et nomenalteri Rechab, filii Rem*mon Berothitae de filiisBeniamin : siquidemet Beroth reputata estin Beniamin :

3. Etfugerunt Bero-thitae in Gethaim, fue-runtf/ue ibi advenaeusque ad tempus illud.

4- Erat autem Jona-thae filio S aulfilius de-bilis pedibus : quin-guennis enim fuit,quando venit nunciusde Saul, et Jònatha exJexrahel : tollens ita-que eum nutrix sua,fugit: cumqueJestina-ret, utfugeret, cecidi^et claudus effectus est:habuitque vocabulumMiphiboseth.

2. Il figliuolo di Sani-le avea due capi di la-droni, de'quali uno cHa-mavasi Baana, e l'altroRechab , figliuoli diRemmon di Beroth del-la tribù di Beniamio :perocché Beroth èraanch' essa consideratacome della tribù di Be-niamin :

3. Ma que' di Berothsi rifuggirono a Ge-thaim, e ivi abitaronocome forestieri fino aquesti di.

4- Or Gionata figliuo-lo di Saul avea un fi-gliuolo stroppiato del-le gambe : perocché e-gli avea cinque anni,quando arrivò da Jezra-hel la nuova della mor-te di Saul, e di Giona-ta , e la balia avendolopreso per fuggircene, escappando via frettolo-samente, egli fece unacaduta, e rimase strop-piato e il suo nome eraMiphiboseth.

Vers. 2. Capi di ladroni Abbiamo già detto, Jud. xi. 3., quelche si fossero questi ladroni. Qui si vede, che Baaua e Rechaberano capitani della guardia d'Isboseth.

Vers, 3. Si rifuggirono a Gethaìm. Non sappiamo, dove fossequesta città. Forse quei di Beroth ivi si rifuggirono dopo la moi>te di Saul per timore de' Filistei. .

6. V,eniente$ igiturfilii Remmon Berothi-tae, Rechab et Baana,ingressi sunt ferventedie domum Isboseth,qui dormiebat superstratum suum meridie.J£t ostiaria domus pur-gans triùcum obdormi-vit.

6. Ingressi sunt au-tem domum latenterassumenfes spicas tri-tici ; et percusserunteum in inguine Rechab,et Bàanafrater ejus, etfugerunt.

7. Cum autem ingres-si fuissent domum, illedormieòat super lectumsuum in conclavi, et

5.Andarono adunquei figliuoli di Remmondi Beroth, Rechab eBaana, ed entrarono nel-la sferza del sole in ca-sa d'Isboseth , il qualedormiva nel suo lettonelle ore meridiane j ela portinaia di casa net-tando il grano siera ad-dormentata.

6. E Rechab , e Baa-na suo fratello entraro-no in casa senza esserveduti, prendendo del-le spighe di grano, eferirono Islioselh nell'anguinaja, e si fuggiro-no.

7. Perocché quandoessi entrarono in casa,egli dormiva sul suoletto nella camera, OD-

Vers. 4- Gloriata avea un figliuolo stroppialo ec. Lo storicosacro vuol significare, che i due traditori con tanto maggior co-raggio si accinsero a dar motte ad Isboseth, perchè della famigliadi Saul non restava altro che uu figliuolo di Gionata stroppiato,e incapace di aspirare al regno, e di far vendetta del loro tradi-mento. •

* E scappando via frettolosamente. E fuggendo via a pre-cipizio.

Vers. 5. E la portinaia di casa nettando il grano ec. Belloesempio dell' antica semplicità ! Isboseth re avea alla porta delsoe palazzo una donna per portinaia , e questa non istava oziosa ,ma ripuliva, e mondava il grano. Si ha nel Vangelo la portinaiadel principe de' sacerdoti.

Vers. 6. Prendendo delle spighe di grano. Forse come perpresentarle al re in caso che lo trovassero svegliato.

i3 *

percutientes interfece-runt eum-, sublatoquecapite ejus, abieruntper viam deserti totanocte,

8. Et attulerunt ca-put Isboseth ad Davidin Hebront dixeruntquead regem : Ecce caputIsboseth filii Sani ini-mici tui, qui quaerebatanimam tuam : etdeditDominus domino meoregi ultionèm hodie deSaul, et de semine ejus.

9. Respondens autemDavid Rechab et Baa-na fratri ejus, filiisRemmon Berothitae,dixit ad eos : Vivit Do-minus : qui eruit ani-mam meam de omniangustia :

i o. ( i ) Quoniam eum,qui annuntiaveratmihitet dixerat : Mortuusest Saul: qui putabat

de lo uccisero: e toltala sua testa, e presa la•via del deserto cammi-narono tutta la notte,

8. E portarono il ca-po d'Isboseth a Davidin Hebron , e dissero alre : Ecco il capo d'Isbo*seth figliuolo di Saultuo nemico , il qualemacchinava di togliertila vita: e oggi il Signoreha fatte le vendette delre mio signore sopraSaul, e sopra la sua stir-pe.

9. Ma David risposeaRechab eaBaanasuofratello,figliuoli diRem*mon di Beroth, e disseloro : Viva il Signore ,che ha liberata l'animamia da tutte le angu-stie:

10. Colui,che mi por-tò quella nuova e disse:Saul è morto, pensan-dosi di portare gradita

(i) Sup. 1.14-

Vers. 7. Ca.mmina.ron tutta, la notte. Da Mahanaim ad Hebronvi sono circa cento miglia. La Scrittura non dice, che questi tra-ditori fornissero il loro viaggio tra quella parte che restava digiorno , e la notte ; ma che non preser riposo, e cammjnaron tut-ta la notte. Il dì seguente saranno arrivati ad Hebrom

se prospera mutilare,tenia, et cecìdi eum inSiceleg, cui oportebatmercéde/n dare pronuncib.

11. Quanto magisnunc, cum homines im-pii interfecerunt viruminnoxium in domo sua,super lectum suum, non(juaeram sanguinem e-jus de manu vestra, etauferam vos de terra !

12. Praecepit itaqueDavid puerìs suis, et ^interfecerunt eos : prae-cidentesque manus etpedes eorum suspende-runt eos superpiscinamin Hebron : caput autemIsboseih tulerunt, etse-pelierunt in sepulcJiroAbner in Hebron.

novella, io lo feci pren-dere , e uccidere in Si-celeg , quando per lanuova parea doverseglìpremio.

11, Quanto più ades-so che uomini scellera-ti hanno ucciso un in-nocente in casa sua sulsuo letto, vendicherò ilsangue di lui sopra divoi e vi leverò dal mon-do !

12. E David diede 1*ordine a'suoi sèrvi, equesti gli uccisero: etroncate foro le mani,e i piedi, gli appiccaro-no sopra la piscina diHebron : e presx> il ca-po d'Isboseth, lo seppel-lirono nel sepolcro diAbner in Hebron,

Vers. ii. Hanno ucciso un innocente ec. Un f è , che riguardo'ad essi era innocent« , e non avea fatto loro alcun torto , e fórse*con buona fede ereticasi re legittimo delle undici tribù, e che 1«promesse da Dio fatte a Davidde fossero solamente del regno diGiuda,

C A P O V,

Davidde unto re di tutto Israele^ cacciati li Je-buseiy prende la fortezza di S ton, e fabbrica-tovi un palazzo^ quivi abito» Prende altre mo-gli, e ne ha figliuoli ; e per due volte abbattei Filistei*

i. J-jt venerimi u-niversae tribus ìsratlad David in Hebron,dicentes : (\)Ecce°jzosos tuumt et caro tuaburnus.

2. S ed «et herìy etnu-diustértiust cum essetSani rene super nos, tueras educens et redu-cens Israel : dixit au-tem Dominus ad te':Tu pasces populummeum Israe 1, et tu erisdux super Israel.

3. Venerunt quoqueet seniores Israel adregem in Hebron, etpercussit cum eis rexDavid foedus in Hebroncoram Domino : (2) un-jceruntque David in re-§tm super Israel.

i. Or tutte le tri-bù d'Israele si presen-tarono a David in He-bron, e dissero : Noi sia-mo tue ossa, e tua car-ne.

2. Ed anche ne' pas-sati tempi, quando ave-vamo Saul-per nostrore | tu conducevi e ri»conducevi Israele : e ilSignore ha detto a te :Tu sarai pastore del po-poi mio d'Israele, e tusarai condottiero d'I-sraele.

3. E anche i seniorid'Israele andarono al rein Hebron , e il re Da-vid fece alleanza con es-si in Hebron dinanzi alSignore, e unsero Da-vid in re d'Israele.

(» i .Par. n. i, (a) Sup. 2. 4.

4- Filius triginta an~norum erat David, cumregnare coepisset, (i)et quadraginta annisregnavit.

6. In Hebron regna-vit super Judam septemannis, et stx mensi-bus : in Jerusalem au-tem regnavit trigintatribus annis super o-mnemlsrael, etJudam.

6. Et abiit rex, et o-mnes viri% qui erantcum eo, in Jerusalemad Jebusaeum habita-torem terraei dictum-que est David ab eis :Non ingredieris huc,nisi abstuleris caecos^et claudos: dicentesiNon ingredietur Davidhuc.

4-David avea tre.nt*anni, quando principiòa regnare, e regnò qua-rani'anni.

5. Regnò in Hebronsette anni, e sei mesisopra Giuda : in Geru-salemme regnò trenta-tre anni sopra tutto I-sraele, e Giuda.

6. E il re, e tutta lagente che era con lui,si mosse verso Gerusa-lemme contro li Jebuseiche vi abitavano : ed e-glìno dissero a lui: Nonentrerai qua dentro, senon ne leverai i.ciechi^e gli zoppi : volendo di-re : David noa ci entre-rà.

(i)fle£.*. u.

Vers. 3. Fece alleanza con essi. Egli giurò di osservare in tut-to le leggi del Signore, Deut. svii. 14-, ec., e quelli giurarono alui obbedienza. Vedi i. Parai, xii. 26. 27. 28.

Vers. 4- Regno quaranti anni. Compresi i sette e mezzo cheei regnò in Hebron.

Vers. 6. Si mosse verso Gerusalemme ec. Davidde si prevaledell' occasione di aver seco in Hebron tutto il popolo armato , eva a fare la conquista di Gerusalemme, la quale dovea esseremetropoli del regno, e della sinagoga. Questa città non era statamai interamente soggetta agi' Israeliti, e allora la sua cittadellaera in 'potere dell i Jebusei.

Non entrerai qua dentro, se non ne leverai i ciechi ec.Non si sa di certo quello che sieao questi ciechi, e questi «drop-

7. Cepit autem Davidarcem Sìon ; haec estcivitas David.

8. Proposuerat enimDavid in die illa prae»mium qui percussis-set Jebusaeum.) et te-tigisset domatum fistu-las, et abstulisset cae-cos, et claudos odientesanimam David: idcircodicitur in provèrbio :Caecus, et claudus nonintrabunt in templum.

g. (i) ftabitavìt au-tem David in arce, etvocavit eam, CivitatemDavid: et aedificavitper %yrum a Mello, etintrinsecus.

7. Ma David prese lafortezza di Sion ; que-sta è la città di David.

8. Perocché David a-vea in quel giorno pro-posto un premio a chiavesse superati li Jebu-sei, e avesse toccati gliembrici de'tetti e leva-tine i ciechi, e gli zoppiche odiavano Davidde :per questo dicesi in pro-verbio : II cieco, e lozoppo non entreran neltempio.

p. E Davidde abitònella fortezza, e nomol-la Città di David: e fe-cevi edifizii all'intorno,e intcriormente princi*piando da Mello*

(i) i. Par. 11. 8.

piati ; e quindi la moltiplicità delle interpretazioni. La più na-turale mi sembra*, che s'intendano veri ciechi, e veri stroppiatimessi dalli Jebusei sulle mura per far intendere a David, quantosi credessero sicuri da tutti i suoi sforzi, mentre per loro difesanon voleano opporgli se non tali soldati, come se dicessero : Volasu queste mura, o Davidde, e fa prigionieri costoro-; e allora sa-rai padrone di questa rocca.

"Vers. 8. E levatine i ciechi, e gli zoppi ec. Cosi ( per derisio-ne, e alludendo al loro vantamento ) chiama Davidde li Jebusei :quindi non si nominaron più li Jebusei, se non col nome di cie-chi , e di zoppi ; onde quel dettato : i ciechi, e gli zoppi, cioè liJebusei, non entreranno nel tempio ; o ( come porta l'Ebreo )nella casa , dove essi prima abitavano , e dove erano signori as-soluti.

Ve.rs. p. Principiando da Mello. Mello fu chiamata una vallefece divideva Gerusalemme dalla rocca di Sion , la qual valle fu

10. Et ingrediebaturproficiens, atque suc-crescens, et DominusDeus exercituum eratcum eo.

11. (i) Misit quoqueTìiram rex Tyri nun-cios ad David, et Ugnacedrina, et artifices li-gnorum, artificesque la»pidum ad parietes : etaedificaverunt domumDavid.

12. Et cognovit Da-vid, quoniam confirmas-seteum Dominus regemsuperlsrael, etquoniamexaltasset regnum ejussuper populum suum I-srael.

13. (2) Accepit ergoDavid" adhuc concubi'nos, et uxores Jerusa-lem, postquam* veneraide Hebron : natiquesunt David et alii filii,etfiliae.

10. E andava fortifi-candosi, e crescendo o-gni dì più, e il SignoreDio degli eserciti eracon lui.

11. Oltre a ciò Hiramre di Tiro mandò am-basciatori a David, e le-gni di cedro , e legna-juoli e lavoratori di pie-tre per far case : e que-sti edificarono la casa diDavid.

12. E David riconob-be, come ij Signore -a-vea assicurato a lui ilregno d'Israefe,e loaveainnalzato al trono delpopol suo d'Israele.

13. Prese pertantoDavid ancora concubi-ne, e mogli di Gerusa-lemme, quando vi andòda Hebron: ed ebbe Da-vid altri figliuoli, e fi-glie.

(i) i. Par. 14. i. (2) i.Par. 3. t, a.

poi ripiena del tutto sotto Salomone, avendo probabilmente co-minciata l'opera lo stesso Davidde. ,

Vers. 13. Prese pertanto David ancora concubine, e mo-gli ce. Egli ebbe otto mogli, e dicci concubine. Si è detto piùvolte, che le concubine erano vere mogli, benché di secondoordine.

§4* Et- haec nominaeorum, qui nati sunt eiin Jerusalem, Samua,et Sobab, et Nathan, etSalamon,

15. EtJebahar> et E-Usua, et Nephegt

ì.6. Et Japhia, et E'lisama, et Eliodat etBliphaleth.

17. Audierunt ergoPhilisthiim* quod un-xisset David in regemsuper Israel : et ascen-der un t universi^ utquaererentDavid: quodcum audisset David,descendit in praesi-dium.

ì.8. (i) Phitisthiimautem venientes diffusisunt in valle Raphaim:

19» Et consuluit Da-vid Dominum, dicensiSi ascendam ad Phili-sthiim ? et si dabis eosin manu mea ? Et di-xit Dominus ad DavidiAscende^ quìa tradensdabo Philisthiim in ma-nu tua.

14- E i nomi di quel-li che a lui nacquero mGerusalemme son que-sti : Samua, e Sobab , eNathan, e Salomon,

15. E Jebahar, ed E-Jisua, e Nepheg,

16. E Japhia, ed Eli-san>a, ed Elioda , ed E-liphaleth.

17. Ma i Filistei a-vendo udito, come Da-vid era stato unto re d'Israele, si mossero tut-ti contro Davidde : laqual cosa avendo sapu-ta David, si ritirò in unluogo munito.

18. E i Filistei, arri-,vati che furono, si ste-sero nelìa valle di Ra-phaim :

19. E David consultòil Signore, e disse : An-drò io contro i Filistei?e li dar ai tu nelle mie ma-ni ? E il Signore disse aDavid : Va, che io daròcertamente i Filisteinelle tue mani.

(i) Par. 14. g.

Vers. 17. Sì ritirò in un luogo munito. Questo luogo era ilmonte , o sìa il masso di Odollara , dov' era la famosa caverna.

20. Venitergo Davidin Baal Pharasim, etpercussit eos ibi, et di*xit : Divisit Dominus i»nimicos meos corammet sicut dividuntur a-quae. Propterea voca-tum est nomen loci il-lius Baal-Pharasim.

il. Et reliqueruntibi sculptilia sua, quaetulit David, et viri ejus.

22. Et addideruntadhuc Philisthiim, utascenderentì et diffusisunt in valle Raphaìm.

26. Consuluit autemDavid Dominum: &' a-scendam contra Philì-sthaeos, et tradas eosin manus meas ? Quirespondit : Non ascen*das contra eos ; sed gy-ra post tergum eorum,et venies ad eos ex ad"verso pyrorum.

20.Da\id allora andò aBaal Pharasim, e ivi glisconfìsse, e disse : II Si-gnore ha dispersi i mieinemici dinanzi a me ,come si disperge l'ac-qua. Per questo fu no-mato quel luogo Baal-Pharasim.

21. E quelli lascia-ron ivi i loro idoli, iquali furon presi da Da-vid, e dalla sua gente.

22. E tornaron nuo-vamente in, campo i Fi-listei, e si distesero nel-la valle di Raphaim.

23. E David consultòil Signore, e disse.: An-drò io-contro i Filistei,e li darai tu nelle miemani? E quegli rispo-se: Non andar^ diretta-mente verso di essi; magira dietro a loro, e an-drai a loro dirimpettoa'peri.

Vers. 20. Fu nomato Baat-Pharasim. Questo nome credo,che contenesse uno scherno degli dii de' Filistei, chiamandosi diidella, dispersione, dii spersi, fuggitivi, che furono preda di Da-vid , e del suo esercito , come è notato in appresso.

Vers. a3. * David consulto il Signjore ... e quegli rispose ec» •Non edifica meno la sollecitudine con cui iadaga David la volon-tà del Signore di quel che consoli la condiscendenza, colla qualeil Signore manifesta al suo servo 1' ordine, e il tempo, e il modod'agire , onde finalmente sia vincitore.

a4« E* fufì1 audierissoTÙtum gradienti^ incaciàmine pyrorum,tum ìnibis praelium :<juia tunc egrediéturDominus ante faciemtuam, ut percutiat ca-stra Philisthiim»

26. Fecit iltujuè Da*vid, sicut praeceperat eiDominus, et percussitPhilisthtim de Gabaa,usque dum venìas Ge»zer.

24. E quando senti-rai il rumore di un chécammini sulla vetta de1

peri, allora attaccheraila mischia : perocchéallóra il Signore verràteco ad assalire il cam-po de'Filistei,

26. E David eseguiil comando del Signore,e mise in rotta i Filisteida Gabaa fino a Gezer.

C A P Ò V I .

Nel tempo che Ùavid riconducèva Parca dallacasa dì Abinadab, O za èwccìso dal Signoreper averla toccata : quindi egli Id depone nel.la casa di Obededom : ìndi rimenandola inGerusalemme, e saltando dinanzi ad essa, èdsrìso^da Michel sua moglie, la quale in pe-fia di ciò mai più ebbe figliuoli.

•/•*••'i. \^/ongre gatti? au-

tem rursum David o-mnes electos ex Israeltriginta millia.

i* Indi ratinò nuo-vamente Davidde tuttii soldati scelti d'Israe-le, trenta mila.

Vers. a4- <dllora il Signóre verrà leco ad assalire «e. Crede-si, ebe Dio mandasse una schiera di spinti celesti, i quali poseroin {scompiglio P esercito Filisteo.

Vers. i. * Indi aduno nuovamente Davidde lutti i soldatipitt vettoroti.. Dal i. Paralip. «a. v. 15. si rileva , che fu tea ut»simile adunanza per consultar* sulla traslaziope dell'arca.

2. (i) SurrexitqueDavid, et abiitt et uni*versus populus, giti e*rat cum eo de viris Ju-dat ut adducerent or*eam Dei, super quaminvocatimi est nomenDomini cxercitvum, se*dentis in Cherubini su*per eam.

3. Et imposueruntarcam Dei super plau*strum novum\ tuie*runtque eam de domoAbinadab) qui erat inGabaai Oza autem^et Ahio filii Abinadabminabat plau$trum no*vum.

4» (2) Cumque tulis*sent eam de domo Abi-nadab, qui erat in Ga*baa custodiens arcamDei, Ahio praecedebatarcam.

o. David autem, etomnis Israel ludebantcoram Domino in omni-bus lignis fabrefactis,

2. E si mosse David,e tutta la gente cheera con lui della tribùdi Giuda, per andare aprendere 1' arca di Dio,la quale prende nómedal Signore degli eser-citi, che in essa risiedèsopra i Cherubini.

3. E posero 1' arca diDio sopra un carro nuo-vo, e la levarono dal 1 a ca-sa di Abinadab abitantein Gabaa; è Oza, e Ahiofigliuoli di -Abinadabconducevano il carronuovo.

4- E avendo levata 1arcadi Dio dalla casadi Àbinàdab abitantedi Gabaa, il quale la cu-stodiva , Ahio andavainnanzi all'arca.]

5. E David , e tuttoIsraele sonavano al Si-gnore ogni specie distrumenti di legno » e

( i ) i. Par. 13. 5. (*) i. Reg. 7.«i.

Vers. 3. E posero P arca dì Dio sopra un carro nuovo. L'ar-ca dovea essere portata sulle spalle de'sacerdoti, N uni. iv. 15., ec.,e ciò fu osservato dipoi dallo stesso Davidde. Vedi i. Parai, xv.12. i3v Dalla inosservanza di questo- rito ne venne la morte diOza , che turbò quella festa.

etcithariS) etlyris, ettympanis, et sìstrisì etcymbalis.

6. Postquam autemvenerunt ad arcani No-chonì extenditOza ma-num ad arcam Dei, ettenuit eam : quoniamcalcitrabant boves, etdecllnaverunt eam.

7. Iratusque est indi'gnatìone Dominus con-tra Ozamì et percussiteum super temeritate :qui mortuus est ibi jux-ta arcam Dei.

8. (i) Contristatusest autem David, eoquod percussisset Do-minus Ozam,. et voca-tum est nomen loci il-lius, Percussio Ozaetusque in diem hanc.

cetre, e lire, e timpani,e sistri, e cimbali.

6. Ma arriva ti che fu-rono all'aja di Nachon,Oza stese la mano ali'arca di. Dio, e la tenne:perchè i bovi ricalcitra-vano e l'àvean fatta pie-gare.

7. E il Signore sisdegnò altamente con-tro Oza, e lo punì disua temerità : ed ei sìmorì nello stesso luogopresso all'arca di Dio.

8. E David si afflisse,perché il Signore aveapunito Oza, e fino al did' oggi fu nomato quelluogo, Punizione d'Oza.

(i) i.Par. i3. ii.

Vers. 7. // Signore si sdegnò contro Oza. Egli non era dellastirpe di Aronne, era semplice Levita, come dice GiuseppeEbreo, Antiq. lib. vi. a. Or tra' Leviti i soli discendenti di Caathaveano diritto di portare 1' arca ; ma involta nelle sue tre coper-te, Niun. iv. 13., xvnu3. Dopo però che gli Ebrei furono entratinella terra di promissione, sembra che a' soli sacerdoti fosse per-messo di portar l'arca. Fedi Jos. HI. i^., i. Reg. iv. 4- , i. Pa-rai, xv. 3. Credono assai comunemente gì' interpreti, che Ozacolla punizione temporale schivasse 1' eterna , e si salvasse ; maDio volle in tal occasione far intendere agli uomini, e principal-mente a'suoi ministri, con qual timore e tremore debbano acco-starsi alle cose sante.

' 9- Etex tìmuit DavidDominum in die illa,dìcens: Quomodo ingre-dietur ad me arca Do-mini ?

10. Et noluitdiverte-re ad se arcani Domi'ni in civitatem David ;sed divertii eam in'do-mum Obededom Ge-ihàeì.

11. Et habièavit ar-ca Domini in domo O-bededom Gethaei tri-bus mensibus : et bene-dixit Dominus Obede-dom, et omnem domumejus.

12. (i) Nuhciàtum-quej est regi David,quod benedixisset Qo-minuà Obededom^ et o-mrtia ejus propter ar-cani Dei. Abiit ergoDavid) et adduxit ai*-

9. E David temè ilSignore in quel giorno,e disse : Come entreràella in mia casa 1' arcadel Signore ?

10. E non volle chel'arca del Signore an-dasse a posarsi in casasua nella città di David:ma la fece porre nellacasa di Obededom diGeth.

11. E abitò l'arca delSignore in Geth nellacasa di Obededom pertre mesi : e il ^ Signorebenedisse Obededom, etutta la sua casa.

12. E fu detto al reDavid, come il Signoreavea benedetto Obede-dom, e tutte le cose sueper riguardo all'arcadi Dio. Andò adunqueDavid , e condusse l'ar-

(i) Par. 15. a5.

• Vers. 9. E David teme il Signore in quel giorno. Lo stessoDavidde, quell'uomo si timorato, concepì in quel giorno una ideaancor più grande della terribile maestà del Signore, e della pu-rità ed esattezza , con cui vuol essere servito.

Vers. io. La fece porre nella casat di Obededom di GelJi.Obededom era Levita, e probabilmente fu detto Getheo dallapàtria Geth-Remmon città de' Leviti di là dal Giordano, Jos. xxr.?4- a^'' La casa di questo Levita era in Gerusalemme, o nellesue vicinanze.

eam Dei de domo Obe-dedom in civitatum Da*vid cum gaudio; et eranttum David septem che*rìt et vidima vituU.

13. (i) Cumque tran-scendissent, qui pòrta.'bant arcam Dominisex passus, immolabatbovem, et arietem.

1-4. Et. DaM saita*bàt fatis virìbus anteì)orfìinum : porro Da-vid erat accinctus E-pJiod lineo.

16. Et David, e£ om-nis domus tsrael du~cebant arcam testa"menti Domini in jubi-lo, et in clangore bue*tinae.

16. Cumque intrassetarca Domini in civita-

ea di Dio dalla casa dìObèdedom,nella città dìDavid con gaudio : eDavid avea seco settecori (di musici) , e unvitello da immolare;

13. E quando queiche portavan l'arca delSigrtore, avean fatto seipassi, egli immolava unbue, e un ariete.

14. E David saltavaa tutta forza dinanzi alSignore : ed era cintodi un Ephod di lino.

15. £ David, e tuttala casa d'Israele condu-ce va n T arca del testa-mento del Signore congiubilo, 6 9 suon drtromba.

16. E quando l'arcadel Signore fu entrata

(i) i. Par. 15. *6.

Vers. i s. Sette cori (Ai musici). Vedi i. Parai, xv.Ver». l4- Era cinto di un Ephod di lino. David^e dejMoe la

maestà reale dinanzi al Signore, mostrando , che ei sa preferirea tatti i suoi tìtoli quello di servo del Signore. Quert' Ephodt(diverso assolutamente da quello del pontefice) credesi, che fos-se una cintura, che cingeva e serrava a' fianchi la tonaca interio-re. I Padri han celebrato con somme lodi il fervor dello zelo, ela umiltà di Davidde: e s. Gregorio, Moral, lib. xxvii. «7., affer-ma ,, ;che egli più ammira Davidde ne' suoi salti, che nelle suebattaglie-, perchè in queste vinse i nemici, in quelli se stess*vinse, . . fc 4

Um David, Michel filiaS aut prospiciens perfenestram, vidit regemDavid subsilientem, at-que saltantem coramDomino : et despexiteum in corde suo.

17; Et intròduxeruntarcani Domini, tt im*posuerunt eam in locosuo, in medio tabcrna-culi, quod tetenderat eiDavide et abtul.it Davidholocausta, et pacificacoram Domino.

18, Cumque comples*set offerene holocausta^et pacificat benedìxit.popido iti nomine Do^mini exercituum. *

19. Etpartitus e&tu-niversae multitudini /-srael tam viro, quammulieri^ singulis colly»ridam panis unam, etas saturanti bubulaecar-

nelte città di David» Mi-chol figliuola di Sanimirando da una fine-stra, vide ilre Davidche ballava , e saltavadinanzi al Signore : ein cuor suo lo disprez-zo. •

17. Or 1' arca del Si-gnore fu introdotta , ecollocala a suo pX>sto inmezzo al tabernacolo,che aveale alzato Da-vidde: e Davidde offerseolocausti, e vittime pa-cifiche dinanzi al Signo-re.

18. E finito che ebbedi offerire olocausti , «le vittime pacifichi, be-nedisse il popolo nelnome del Signore deglieserciti.

19. E donò a tutta la^moltitudine d! Israele,uomini, e donne, a cia-scuno una torta di pa-sta, e un pezzo di car-ne di bue arrostita,e del

Vers. 1*7. In mezzo al tabernacolo che aveale alzalo Davidde.L'antico tabernacolo restò a Gabaon : questo , che Davidde fecedi nuovo, era fatto sul modello del pripao.

Vers. i S. Benedisse il popolo. Come un buon padre di fami-glia pr«gy dal Signore*al popolo (che è la famiglia grande del re)^ogni benedizione v fece dipoi lo stesso versola sua particolare fa-.miglia, vers. 20.

nis unam^ et similamfrixam oleo : et obiit o-mnis populus, unusqui-sque in domum suam.

20. "Reversusque estDavid, ut benediceretdomai suae : et egressaMicholfitia Saul in oc-cur sum David, alt :Quam gloriosus fuit ho-die rex Israel, discoo-periens se anteancillasservorum suorum, etnudatus est, quasi sinudetur unus de scur*risi

21. Dixitque Davidad Michel i Ante Do-minum, qui elegit mepotius, quam patremtuum, et quam omnemdomum ejus, et praece-pit mihi, ut essem ''duxsuper populum Dominimlsrael,

22. Et ludam, et vi-Kor fiam plus, quamfactus sum : et ero hu-milis in oculis meis, retcum ancillis, de quibus

fior dì farina fritta cotiolio : e tutto il popolose ne tornò ciascuno acasa sua.

20. E David tornò acasa sua per benedirla :e Michel figliuola diSaul al suo arrivo an-dogli incontro, e disse:bella figura che ha fat-to oggi il re d'Israele ?spogliandosi alla pre-senza delle serve de'ser-vi suoi, egli che si è fat-to veder nudo, come fa-rebbe un buffone !

21. Ma David disse aMichol : Al cospetto delSignore, il quale elesseme invece del padre tuo,e di tutta la sua fami-glia, e mi ha comanda-to di essere capo delpopolo del Signore inIsraele,

22. Io ballerò , e miabbasserò più ancora diquel che ho fatto : e sarò abbietto negli occhimiei, e comparirò vie

Vers. 20. Spogliandosi alla presenza delle serve ce. Lo ac-cusa di essersi fatto veder nudo , perchè avea deposto la estfriojveste reale, ed era rimase colla tonaca sola, e coli' Fj>bod,

locuta cs, gloriosiorapparerò.

25. Igitur Michel fi-liae Sani non est natusfilius usque in diemmartis suae»

più glorioso dinanzi al-le serve che tu hai no-minate.

23. Or non ebbe Mi-chol figliuola. di Sauiverun figliuolo sino algiorno della sua morte.

C A P O V I L

Davidde stabilisce di edificare la casa del Si-gnore, e ne è lodato dal profeta Nathan, ilquale dipoi per ordine di Dio nel dissuade^ma gli è promesso che la edificherà il suo fi-gliuolo : della guai cosa egli rende grazie alSignore.

1. JL actum est au-tem cum sedisset rexin domo sua, et Domi-nusdedissetei requiemundique ab universis i-nimicis suis ,

2. Dixit ad Nathan.prophetam : (i) Vides-ne , quod ego habitem

i. iVJa il re seden-do tranquilla mente insua casa: e avendogli ilSignore conceduta pa-ce da tutte le parti contutti i suoi nemici,

a.Dissea Nathan pro-feta : Osservi tu, comeio abito in una casa di

(t) i. Par. 17. i.

Vers. *3. Or non ebbe Mìchol... verun figliuolo. Punizioneassai rigorosa, particolarmente per una moglie di re , e per unafiglinola di Saul, la quale essendo per la condizione di sua na-scita, superiore alle altre donne di David, avrebbe potuto spe-rare, .che avendo un figliuolo, questi succederebbe a Davi dde,Cos'i Dio umiliò questa donna superba.

in domo cedrina, et ar-ea Dei posila sit in me-dio pellium ?

3. Dixitque Nathanad regem : Omnet quodest in cord* tuo, vadetfac : quia Dominus te-cunt est.

4- Factum est autemin illa nocte : et eccesermo Domini ad Na-than 9 dicens :

6. Vade^ et loqueread servum meum Da*vid : Jìaec dicit Domi-nus \ Numquìd tu aedi-ficabis mihi domum adhabitandum ?

6. Neque enim habi-tàvi in domo ex die il'la, qua eduxi filio s ì-àrael de terra AEgyptì,nsque in diem hanc ;sed ambulabam in ta-bernaculot et in tento*rio,

7. Per cuncta loca,quae transigi cum o-

cedro, e l'arca di Dio ècollocata sotto le pelli ?

3. E Nathan disse alre : Va, e fa tutto quel-lo che il cuor tuo. lìdetta : perocché il Si-gnore è teco.

4- Ma quella nottestessa, ecco che il Si-gnore parlò a Nathan^e disse t

6. Va, e di' al mioservo ì)avid: Questecose dice il Signore: Sa-rai tu forse, che mi edi-ficherai una casa permia abitazione ?

6. Perocché io nonho abitato in una casada quel dì, in cui trassii figliuoli d'Israele dallaterra d'Egitto, insino aquesto giorno , ma so-no stato sotto un padi-glkme, e sotto una ten-da.

7. In tutti i luoghi,pel quali son passato

Vers. 3. Va, e fa tutto quello che il cuor tuo ti detta. Il pen-siero di David parve si giusto e bello a Nathan, ch'egli non con-tento di approvarlo sollecita David a porlo ad effetto senza nèconsultare il Signore, nè essere "ispirato da lui. Cosi egli erri),ina si corresse , e si ridisse subito che Dio gli ebbe parlato.

Vers. 5. Sarai tu forse , che mi edificherai? ec. La ragioneper eui Dio non volle che David fosse quegli che fabbricasse aìwi il tempio, è notata i, Parai* xxu, 7, 8,

mnìbus filiis Israel,numquid loquens locu-tus sum ad unam detribubus Israel, cuipraecepi, ut pascercipopulum meum Israel,dicens : Quare non ae-dificastis mihi domumcedrinam?

8. Et nunc haec di-ces servo meo David :Haec dicit Dominus e-xercituum : (i) Ego tu-li te de pascuìs sequen-te™, gregeS) ut essesdux super populum

, meum Israel :

9. Et fui tecumin om-nibus , ubicumque am-bulasti, et inter feci uhi-versos inimicos tuos afacie tua : fecique tibi

insieme con tulli i fi-gliuoli <T Israele , ho iodello ad alcuna delletribù, a cui io avessi da-to il governo del popò!mio d'Israele : Per qualmotivo non mi avetevoi fabbricalo una casadi cedro ?

8. Or tu adesso diraia David mio servo: Que-ste cose dice il Signoredegli eserciti : Io ti tol-si dalla pastura, mentreandavi dietro al greg-ge, affinchè fossi con-dolliere del popol miod'Israele :

9. £ sono stato eoate dovunque tu sei an-dati), e ho sterminatodinanzi a te tutti i tuoinemici : e ti ho dato

(i) i. Reg, 16. 13. Ps. 77. 70.

Vers. 7. Ho io detto ad alcuna delle tribù ec. Nel libro pri-mo de' Parai. XVH. 6. si legge : Ho io delio ad alcun <ie' giudi-ci ec. Il senso pero è sempre lo stesso. La tribù, dalla quale Diosceglieva il giudice per governare Israele , veniva in certo modoad avere il principato sopra l'altre. Dice adunque il Signore, chein qualunque luogo sia stata nei tempi addietro portata 1' arcache era il suo trono, egli non ha mai domandato a veruno di queigrand' uomini che avea scelto or da questa , or da quella tribù ,che gli edificassero una casa degna di lui- , neper questo aveamai lasciato di amare e proteggere Israele. Cosi perchè io nonvoglia che tu, o Davidde, edifichi a me il tempio, non per questotu dei temere che io non ti ami; perocché il contrario dimostrasida' molti benefizii, de' quali sei stato ricolmo da me.

nomen grande, juxtanomen magnorum, quisunt in terra,

10. Et ponam locumpopulo meo Israel, etplantabo eum, et habi-tabit sub eo, et non tur"babitur amplius : necaddent filii iniquitatis,ut ajjligant eum sicutprius,

11. Ex die, qua con-sti tui judice$ super po-pulum meum Israel.Et requiem dabo tibiab omnibus inimicisluìs • praedicitque tibiDominus, quod domumfaciet tibi Dominus.

12. (t) Cumque com-pleti fuerint dies tui, etdormieris cum patribustuis, suscitabo sementuum post te, quod e-gredietur de utero tuo,etfirmabo regnum ejus.

una rinomanza grandecome quella de' grandiche sono sulla terra.

10. E darò fermo sta-to al popol mio d'Israe-le*, e ivi lo pianterò , evi abiterà , e non saràpiù agitato : e i figliuo-li d'iniquità non torne-ranno ad affliggerlo co-me prima,

11. Dal di, in cui iodiedi de' giudici al po-pol mio d'Israele. Oriodarò a te la pace contutti i tuoi nemici : eil Signore è quegli cheti predice, che egli, ilSignore, stabilirà la tuacasa.

12. E quando avraiterminali i tuoi giorni,e ti sarai addormentatoco'padri tuoi, io innal-zerò dopo di te il tuoseme, che da te nascerà,e fonderò stabilmenteil suo regno.

(i) 3. Reg. 8. ig.

Vers. i o. Darò fermo stato ec. Tutto questo significa la lungae gloriosa pace sotto David, e sotto Salomone.

Vers. ift . Innalzerò dopo di le il tuo seme^ che da te nascerà.Nissuno adunque de' figliuoli già nati a Davidde arriverà al tro*no d'Israele ; il figliuolo, che dee succedergli, nascerà in appres-so, e dopo questa promessa. Così viene ad accennarsi queli' altrofiglinolo di David, per ragion del quale sono scritte tutte questecose, il quale esclusi i figliuoli della carne, gli Ebrei, avrà regno

13. (i) Ipse aedifi-cabit domum nominimeo, et stabiliam thro-rtum regni ejus usquein sempiternum.

14. (2) Ego ero ei inpatrem, et ipse erit mi-hi in filium : qui si mi-que aliquid gesserit,arguam eum in virga vi-roruni) et in plagisfilio-rum hominum.

io. (3) Misericor-diam autem meam nonauferam ab eo, sicutabstuli a Saul, quem a-mopì a facie mea ,

16. Etfidelis erit do-mus tua, et regnumtuum usque in aeternumante faciem tuam^ (4)et thronus tuus eritfir-mus jugiter.

13. Egli edificheràuna casa al nome mio,e io stabilirò il tronodel suo regno per 1' e-ternità.

14- Io sarogli padre,ed ei sarammi figliuolo:che se egli farà cosa malfatta , io lo correggeròcolla verga degli uomini,e co'gastighi de'figliuo-li degli uomini.

16. Ma non torrò alui la mia misericordiacome la tolsi a Saul, ilquale rigettai dal miocospetto,

16. E la tua casa sa-rà permanente, e il tuoregno fino ali' eternitàdinanzi a te , e il tuotrono sarà sempre im-mobile.

(i) 3. Reg. 5. 5. (3) P,. 88. 4. 37.(a) i. Par. 22. io. Heb. i. 5. (4) Jòirf. 38. £fc6. i. 5.

eterno, edificherà a Dio la casa, vale a dire la Chiesa, in cui Diosarà lodato e adorato.

Vers. i4- Io farogli padre , ed ei sarainmi figliuolo. Nonedubbio, che queste parole sono da intendersi principalmente, «singolarmente di Cristo figliuolo di Dio per natura. Vedi Ileo, i.5. In secondo luogo s'intendono di Salomone come figliuolo adot-tato per pura grazia. In tutta questa profezia dal versetto 12 fi-no a tutto il versetto 16. alcune cose convengono solamente aCristo , altre solamente a Salomone , altre finalmente a Salomo-ne e a Cristo.

Lo correggerò colla verga ec. S' ei peccherà, lo gastigherò«ome padre paternamente, non lo punirò come giudice a rigor dìlegge. -

17. Secundum omniaverbo. haect et juxta uni-versam visionemistam^sic locutus est Naihanad David.

18. Ingressus est au-tem rex David, etseditcoram Domino, et di-xit\ Quis ego sunt)Domine Deus, et quaedomus meat quia addu-xisti me huc usque ?

19. Sed et hoc parumvisum est in conspectu

17. Tutte queste pa-role, tutta questa visio-ne riferì Nathan a Da-vid.

18. Ma il re Davidandò, e si pose a sederedavanti al Signore, edisse : Chi son io , Si-gnore Dio, e che è lamia casa , onde tu miabbi condotto fin quas-sù ?

19. IVfa questo pureè paruto piccola cosa

Vers. 16. La tua casa sarà permanente, ec. La famìglia dìDavid è estinta già da gran tempo , e il suo regno passò , e il suotrono ; ma Gesù Cristo, e il regno di Cristo, e la casa di lui, cheè la Chiesa, sussistono : egli è pe' secoli, e la sua nuova famigliadurerà sino alla fine de'secoli sopra la terra, ed eternamente nelcielo.

Dinanzi a te. I LXX lesserò dinanzi a me, e forse cosi deeleggersi nella Volgata.

Vers. 18. Si pose a sedere davanti al Signore. S. Agostino adSimpl. lib. 2. q. 4. osserva , che non essendo prescritto nella leg-ge, qual positura di corpo dovesse tenersi nella orazione, purché1' anima sia tutta intesa a Dio , l'orazione perciò può farsi e inginocchio , e in piedi, e sedendo, e anche giacendo ; cosi Daviddein questo luogo era con sommo , e intensissimo affetto, dinanziali' arca sedendo. Osserva però in altro luogo lo stesso s. Agosti-no , che talora una certa esterior positura di umiliazione contri-buisce a risvegliare nell' anima gli effetti che più convengono al-1' uomo orante ; onde utilmente si osserva tal positura. Quindigeneralmente i cristiani sogliono orare in ginocchio , e in moltechiese fu osservato lungamente il rito , che il popolo orasse pro-strato colla faccia per terra dal tempo della consacrazione delcorpo e del sangue di Cristo, fino alla comunione ; lo che inqualche ordine religioso si osserva tuttora. Cosi Gesù Cristo e inginocchio, e prostrato sul suolo pregò nell' orto, e s. Stefano pa-rimente in ginocchio pregò nel suo martirio ì Alti cap, va.

Fin quassù. Fino a tante grandezze.

tuo, Domine Deus, nisiloquereris etiam de do-mo servi luì in longin-(juun. : ista est enimlex Adani , DornineDeus.

20. Quid ergo adde-re poterit adhuc David,ut log uà tur ad te ? tuenim scis servimi tuum>Donine Deus.

21. Propter verbumtuum, et secundum córtuumfecisti omnia ma-gnalia haec^ ita ut no-tumf&ceres servo tuo.

22. Idcirco magni/i-catus es>Dornine Deus,quia non est siniilislui, neque est Deus ex-tra te in omnibus, (juaeaudivimus auribus no-stris.

negli occhi tuoi, Signo-re Dio, che hai volutofar promessa al tuo ser-vo anche a favor dellasua casa pel tempo ri-moto : imperocché que-sta è la legge di Adamo,o Dio Signore.

20. Che potrà dun-que ornai dir più a teDavidde ? imperocchétu, Signore Dio , cono-sci il tuo servo.

21. Per amore di tuaparola, e secondo il tuobeneplacito tu hai fal-lo tutle queste grandicose, e le hai ancor fat-te sapere al tuo servo.

22. Per la qual cosagrande li se* dimostra-to, o Signore Dio; enìssuno è simile a le,e Dio non havvi fuoridi te secondo tuttoquello che noi colle no-stre orecchie abbiamoudito.

Yers. iq. Questa e ìa legge di Adamo, o di Dio Signore.Questa e l'inclinazione, la passione, la brama «le'figlinoli dìAdamo, di essere felici non solo nella propria persona, ina ancilein quella de' loro figliaoli e discendenti. Essendo divenuti mor-tali , benché fatti da te , o Dio, per non morire, aspirano all'ini-'mortalità anche in questa vita , trasfondendosi per cosi dire ne*loro figlinoli , e prendendo parte alla loro felicità.

23. Quae est autem,ut populus tuus Israel)gens in terra, propterquam ìvit Deus, ut re"dimeret eam sibi in po-pulum, et panerei sibinome/ij faceretque eismagnalia, et horribiliasuper terram afaciepo-puli fui, quem redemi~sti ubi ex AEgypto,gentem, et deum ejus ?

24* Firmasti enimtibi populum tuum 1-srael in populum sem-piternum : et tu, Domi-ne Deus, factas es eis

* in Deum.26. Nunc ergo, Domi-

ne Deus, verbum, quodlocutus e s super servumtuum, et super domumejus, suscita in sempi-ternum: et fac, sicut.locutus e s,

26. Imperocché jualè la nazione sopra laterra , che comparar sipossa al popolo dlsrae-le, cui Dio andò a ri-scattare per farb suopopolo , e glorificarsicon fare mirabili cose,e tremende per luì,con-tro quel paese, (con Irò)quella gente , e il suodio nel cospetto dellostesso tuo popolo, cuitu riscattasti per tedall'Egitto ?

24. Perocché tu, haistabilito il popolo d'I-sraele per tuo popoloin sempiterno: e tu,Dio Signore, se'divenu-to loro Dio.

26. Or dunque , Si-gnore Dio, mantieni persempre viva la parolaproferita da te a favordel tuo servo, e a favo-re della sua casa , e facome hai detto,

Vers. 7,3* Con fare mirabili cote ec. Nella traduzione di que-sto luogo, cjie ha non poca oscurità, ho voluto seguire le vestigiadella Volgata, di cui parmi di avere espresso il senso più natu-rale. Il paese, e la nazione, contro di cui fece Dio mirabili cose,e tremende, egli è l'Egitto, e il popolo egiziano; e il dio delpopolo egiziano egli è qui il re Faraone , venerato da' suoi come

26. Ut magnificeturnomen tuum usque insempiternum, atque di-caturi Dominus exer-cituum, Deus super I-srael. Et domus servifui David erit stabilitacoram Domino,

27. Quìa tu. Domineexercituum, Deus 1-srael, revelasti auremservi tuì, dicens : Do-munì aedificabo tibi :propterea invenit ser-vus tuus cor suum, ut o-raret te oratione hac.

28. Nunc ergo, Do-mine Deus, tu es Deus,et verba tua erunt ve-ra : locutus es enim adservum tuumbonahaec.

29. Incipe ergo, etbenedic domui servitili,ut sit in sempiternumcoram te : quia tu, Do-mine Deus, locutus es,et benedictione tua be~nedicetur domus servitui in sempiternum.

26. Affinchè sia ma-gnificato eternamenteil tuo nome , e si dica :II Signor degli esercitiegli è il Dio d' Israele.E la casa di David tuoservo sarà si abile dinan-zi al Signore,

27. Perchè tu, Signo-re degli eserciti, Dio d'Israele , hai rivelata al-l'orecchio del tuo servqtal cosa , dicendo : lofarò stabile la tua ca-sa : per questo il tuoservo ha avuto cuore difare a te tal preghiera.

28. Or dunque o DioSignore , tu se'Dio , everaci saranno le tueparole : perocché tustesso queste buone co-se hai dette al tuo ser-vo.

29. Comincia adun-que, e dà benedizionealla casa del servo tuo,affinchè ella sia persempre dinanzi a te :perocché tu, Dio Signo-re, hai parlato , e collatua beHfrdi/Aone saràbenedetta la casa delservo tuo in eterno.

C A P O VUI,

littorie di Davidde, colle quali fece tributariimolli, ai quali §1 Israeliti solevano prima po*gar tributo. Thou re di Ematk si congratulacon esso della vittoria riportata sopra Adare*zer con gran bottino, Uffiziaii di David,

1. Factam èst au-'lem post haec, percus*sit David Philisthiim,et humiliavit eo s, (i) ettulit David frenum tri-buti de manu Pìiili-sthiim.

2. Et percussit Moabtet mensus est eos funi'culo, coaequans terrae :mensus est autem duosfuniculos, unum ad oc-cidendum, et unumad vivificandum : fa-ctusf/ue estMoab Da-vid serviens sub tri-buto.

1. Uopo di ciò Da-vid de seo n fisse i Filisteie gli umiliò, e tolse dimano a'Filistei il frenodel tributo.

2. E sconfisse i Moa*bili, è distesi per terrali misurò colla corda ;e di due corde di mi*sura 1' una menava al*la morte , 1* altra allavita. E i Moabiti diven-nero servi, e tributariidi Davidde.

(i) i.Par, 18. i. 2.

Vers. i. Tolse di mano a? filistei il freno del tributo. Nelluogo parallelo de' Paralipomfini, lib. i., cap. xvin. i., sta scrit-to , che David percosse i Filistei, e gli umilio , e tolse Getk, ele città adiacenti, di mano a' Filistei. Quindi la sposizione piùsemplice di queste parole si è, che David tolse a'Filistei Geth ,Ja quale servì dipoi a tenerli soggetti e tributarii.

3. (»> E* percussitTu avia Adarezer filiumRohob, regem Saita,(juandoprofectus est, utdomlnaretur super flu-men "Eupkratem.

4» T&t captis Davidex parte ejus mille se~ptingentis efjnìdbus^ etviginti miUìbus pedl-tum, siìbnervavit omnesjugales curruum : dere-lifjujt autem ex eis cen-fum cur ras.

5. Verità quoque Sy-ria "Damaseli ut praesi-dium ferrei Adarozerregi Soba ; et percussitDavid de Syrla vigintiduo mlllìa virorum*

6. J£t p&suit Davidpraesidium in Syrla

3. Parimente David-de sconfisse Adarezerfigliuolo di Bob ob , redi Soba,allorché si mos-se per conquistare ilpaese fino al fiume Eu-frate-

4. È David fece prì-gionieri mille settecen-to de' suoi cavalieri, eventi mila pedoni, e ta-gliò i garetti a tutti icavalli de' cocchi , e diquei cocchi ne riserbocento.

5. E i vSiri di Dama-sco sì mossero per da-re aiuto ad \darezer redi Soba : e David iiecì-se ventidue mila Siri.

6. E pose David pre-sidio nella Siria di Da-

(O J&*vfc s,

Vers. 9.. T,i misuro colla conia oc. 1 prigionieri fatti in questaguerra li fece egli distendere per terra, e misurato colla cordalo spazio , che essi occupavano , una metà li destino alla morte ,ali* altra metà diede ?n dono la vita , tirando a sorte la paftft chadovea vivere, e quella cne d'uvea morire.

Vers. 3. Arlarcxer ... re di Soba. Nell'Ebreo AJaJcicr. NicolòDamasceno p/esso Giuseppe Ebreo , Antiq, lib. vi. 6., dì<*e , ebequesto re era signor di Damasco, e di tutta la Sìria, eccettuata laFenìcia. Ma dal versetto 5 si deduce , cne Damasco dovea avereun re particolare, cne sarà stato tributario di Àdare7.er.

Allorché si mojj-e ec. Dio avea promesso, cV»e fino a1-t'Eufrate sarebbesì steso il dominio degl» Ebrei, Gerì: xv. 18.,

' Num. xxiv. 17.Vers. 4- T&glio i garetti fi tutti i cavalli ce. Vedi Jo*, r.i. rx

Damasci : factaque estSyria David servienssub tributo-, servavitqueDominus David in om-nibus ad quaecumqueprofectus est.

7. Et tulli David ar-ma aurea, quae habe*bant servi Adarezer, etde tuli tea in Jerusalem»

8. Et de Bete, et deBeroth > civitatibus A-darezert tulit rex Da-vid aes multum nimis.

Q. Audivit autemThou rex Emath, quodpercussisset David om-ne robur Adarezer,

io. Et misit ThouJoram filium suum adregem David, ut saluta-ret eum congratulans,et gratias ageret, eoquod expugnasset A-darezer, et percussisseteum: hostis quippe e-rat Thou Adarezer, et

masco: e la Siria fu ser-va, e tributaria di Da-vid : e il Signore con-servò David in tutti iluoghi dove andò.

7. E prèse David learmi d'oro che avevanoi cortigiani di Adarezer,e portollea Gerusalem-me.

8. E quantità gran-dissima di rame portòvia David da Bete, e daBeroth , città di Adare-zer.

9. Ma Thou re di fi-mati! avendo udito, co-me David avea disfattotutto il nerbo delle for-ze di Adarezer,

lO.Mandò Joram suofigliuolo al re David asalutarlo,e congratular-si con lui, e rendergligrazie dell'avere fiacca-to, e disfatto Adarezer:perocché questi era ni-mico di Thou, é(Jorarn)portava seco vasi d'oro,

Vers. 8. Da Bete, e da Beroth. Bete alcuni la credono la stes-sa che fiata, ovver Batua, tra Berea e Jerapoli. Berolh credesiBeroe.

Vers. p. Thou re di Ernath. Comunemente credesi Antiochia,ovvero Epiphania ; ma v'ha chi pretende, che ella sia Emersa sulfiume Oronte.

in manu ejus erant va-so, aurea, et vasa ar-gentea, et vasa aerea :

11. Quae et ipsa s an-eti fie avit rex David Do-mino cum argento, etauro, quae sanetificave-rat de universis genti-bus, quas subegerat,

12. De Syria, etMoab,et filiis Ammon, et Phi-listhiìm, et Amalec, etde manubiis Adarezerfilii Rohob, regis Soba.

13. Fecit quoque sibiDavid nomen, cum re-verteretur capta Syria

****m*^>alle Salinarum,\cae^^"itecem, et ocio

milUbus.

14- Et posuit in Idu-maea custodes, statuii»que praesidium', et fa-cta est universa Idu-maea serviens David.Et servavit DominusDavid in omnibus adquaecumque profectusest.

di argento , e di bron-co :

11. I quali il re Da-vid consacrò al Signoreinsieme coir oro e coli'argento consacrato dalui di tutte le genti, cheavea soggiogate,

12. Della Siria , e diMoab , e de' figliuoli diAmmon e de'Filistei, edì Amalec, e colle spo-glie di Adarezer figliuo-lo di Rohòb, re di Soba.

13. Acquistò ancormolta gloria Davidde,allorché ritornando dal-la conquista della Siria,uccise diciètio mila uo-mini nella valle delleSaline.

i4- E pose governa-tori nell' Idumea , e unpresidio di soldati: e l'I-dumea tutta quanta fusoggetta fa David. E ilSignore custodi David-de in tutti i luoghi,dov'egli andò.

Vers. 13. Uccise diciatto mila uomini ec. Questa vittoria fusopra gl'Idumei, come apparisce da'LXX., e dal versetto seguen-te. La valle delle Saline dovea essere non lungi dal mare morto,e apparteneva ali'Idumea.

15. Et regnavit Ua-vid super omnem Israelifaeiebat quoque Davidfudicìum etjustìdam o?mnì populo suo.

16. Joab autem filiusSarvìae erat super e-xercitum: porro Josa"phath filius Ahilud e-rat c^commentariìs.

17. Et Sadoc filius'Achìtob, et Achimelechfilius Abiathar erantsacerdotes, ei Saraiasscriba.

15. David pertantoregnò sopra tutto Israe*le: e rendeva ragione eamministrava giustiziaa tutto il suo popolo.

16. E Gioab figliuo*lo di Sarvia era capita*no dell' esercita : e Jo-saphath figliuola di A-hilucl era sua segreta-rio.

17. E Sadt>c figliuolo!di Achifrob, e Achime*lech figliuolo di Abia-thar erano sommi sa*cerdoti> e Saraia scriva».uo,_

Vers. 15. * Rendeva ragione, ed amministrava giustìzia:.Non le strepitose azioni, ma le virtù vere sonò in pregio davantia Dio. Ei dunque corona gli elogi di uno de' più cari suoi servi ,valoroso nell'armi, celebrandone la pietà, la giustizia, V applica-zione, la vigilanza al pubblico bene.

Vers. 16. Gioab figliuolo di Marvin era capitano «e. Gioafoera figliuolo di Sai-via sorella di David. Si vede dà questa storiail carattere duro, superbo, e vendicativo di quest'uomo. Egli erabuon capitano, e avea fatto molto, per mettere Davidde sul tro-no; ma questo principe ebbe molto da soffrire da lui , e gli con-venne di usar pazienza per non esporre il suo regno a una guer-ra civile : tanta era la riputazione e 1' autorità^U^f ioab.

Josaphath ... era suo segretario. Scrive|^^™|emorie , ov-vero il diario dì tutto queFlò che il re faceva ff%stf|)ortante.

Vers. 17. Sadoc ... e Abimelech ... erano sommi sacerdoti.Quando Abiathar pronipote di Heli si rifuggi presso David , i,Reg. xxu. «o. ; allora Sani creò pontefice Sadoc della famiglia diEleazaro. Dopo che David fu riconosciuto d# tutta Israele, Sa.doc.'e Abiathar conservarono il sommo pontificato, e ne fecero le fun-zioni, Sadoc a Gabaon, Abiathar a Gerusalemme. Abbiamo altro-ve notato , che Achimelech figliuolo di Abiathar è lo stesso cheAbiathar figliuolo di Achimelech ; e il padre e il figlio portavano»1' uno e P altro nome.

18. Banaias autemfilius Jojadae super Ce-rethi, et Phelethi : filiiautem David sacerdo-tes erant.

18. E Banaia figliuo-lo di Jojada era capo dìquelli di Cerethi, e diPhelethi ; e i figliuoli diDavid erano i primipresso il re.

C A P O I X .

Con quanta clemenza David trattasse Miphìbo-seth figliuolo di donata, stroppiato, a cui ren-dette tutte le possessioni di Saul coltivate daSiba coi suoi figliuoli, e servi, ammettendo lo

so Miphiboseth alla sua mensa»

1. Allora David dis-se : Chi sa, se siavi rì-maso alcuno della casadi Saul, a cui possa iofar del bene per amoredi Gionata?

2. Ed eravi un servodella casa di Saul pernome Siba : e il re chia-matolo a se, gli disse :Se'tu Siba ? e quegli ri-

1. j2itdixitDavidiPutasne est aliquis,(fui remanserit de domoS aut, ut faciam cum eomiserìcordìam propterJonathan ?

2. Erat autem de do-mo Saul servus nomineSiba : quem cum vocas-set rex ad se, dixit ei :Tune es Si6a? et Me

Vers. 18. E tìanaìq capo di quelli di Cerethi ec. Banaia co-mandava a' soldati che portavano quei nomi, ed erano Filistei dìorigine, ed erano entrati al servizio di David fin da quando eglistava a Geth presso il re Achis. E credesi, che fossero proseliti.

I figliuoli di David erano i primi ec. Letteralmente: Era-no sacerdoti, lo che dee spiegarsi nel senso dato nella traduzio-ne, come si vede, r. Parai, xviu. 17. Aveano la prima dignitànella reggia. La stessa voce presso gli Ebrei significa sacerdote ,e principe.

respondit : Ego sumservus tuus.

3. Et alt rex : Num-quid super est aliquisde domo Saul, ut fa-ciam cum eo misericor-diam Dei ? DixitqueSiba regi: Superest fi-lius Jonathae, debilispedibus.

4- Ubi, inquit, est ?Et Siba ad regem; Ec-cefait, in domo est Ma'chìr filii Ammiel deLodabar.

5. Misit ergo rexDavid, et tulit eum dedomo Machir filii Am-miel de Lodabar.

6. Cum autem venis-set Miphìboseth filiusJonathae filii Saul adDavid9 corruit in fa-ciem suam, etadoravit.Dixitque David: Miphi-foseth? Qui respondit:Adsum servus tuus»

7. Et alt ei David:Ne timeasì quiafaciensfaciam in te misericor-

spose: Son quel desso iotuo servo.

3. E il re soggiunse:Vi ha egli alcuno dellacasa di Saul, a cui iopossa far del bene inbuondato? Ev Siba ri-spose al re : È rimasoun figliuolo di Gloriala,debole di gambe.

4-E dove è egli? dis-se David. Rispose Siba:Egli è a Lodabar in ca-sa di Machir figliuolodi Ammiel.

6. Allora il re Davidmandò a prenderlo aLodabar, a casa di Ma-chir figliuolo diAmmiel.

6. E giunto che fuMiphiboselh figliuolodi Gionata figliuolo diSaul alla presenza diDavidde, si prostrò boc-cone per terra , e lo a-dorò . E David disse :Miphiboseth ? Ed ei ri-spose : Ecco qui il tuoservo.

y.E David disse: Nontemere, perocché io tifarò del bene assai per

Vers. 2. Un servo ... per nome Siba. Questo servo dovea esse-re come un maggiordomo, o soprintendente della casa di Saul,come £li«zer della casa di Àbramo , Giuseppe in quella di Puti-phar : servi simili a quello, di cui si parla nel Vangelo Lue. su. 42-

diam propter Jonaihanpatrem tuumt et resti-tuam tibi omnes agrosS aut patris tui> et tu co-medes panem in mensamea semper,

8. Qui adorans eumtdixiti Quìs ego sumservus tuus, quoniamrespexisti super canemmortuum similem mei ?

9. Vocavù itaque rexSibam puerum $aul, etdixitei'. Omnia quae"cumque fuerunt S aut,et universum domumejus> dedi filio dominilui.

10. Operare igitur eiterram tu, et filii tuit etservi tui : et inferes fi-lio domini tui cibos> utalatur\ Miphiboseth au-tem filius domini tuicomedet semper panemsuper mensam meam.'Erant autem Sibae

amore di Gionala pa-dre tuo , e li renderòtutti i poderi di Saultuo avolo, e tu mange-rai sempre alla miamensa.

8. E quegli inchina-tosi profondamente dis-se : Chi son io tuo ser-vo, onde tu abbi volutorivolger lo sguardo adun cane morto, qualeson io ?

9. David pertantochiamò Siba servo diSaul, e gli disse : Io hodonato al figliuolo deltuo signore tutto quel-lo che possedeva Saul,e tutti i beni della suacasa.

io. Lavorate adun-que le sue terre tu, e ituoi figliuol i, e i tuoi gar-zoni,e darai da mangia-re al figliuolo del tuo si-gnore, e da mantenersi :maMiphiboseth figliuolodei tuo signore mangeràsempre alla mia mensa.

Vers. 7. Ti renderò tutti i poderi di Saul ce. Doveano esserestati confiscati in pena della ribellione d'Isboseth. Siba pereiù iti-sieme co' beni di Saul apparteneva a Davidde.

Vers. io. Darai da mangiare al figliuolo del tuo signori, A,Micha figliuolo di Miphiboseth.

quindecim filii, et vi-ginti servi.

11. Dixitque Siba adregem : sicut jus s isti,domine mi rex, servotuo, sic faciet servustuus : et Miphibosethcomedet super mensammeam, quasi unus defiliis regis»

12. Habebat autemMiphiboseth filium par-vulum nomine Micha :omnis vero cognatio do-mus Sibae serviebatMiphi&oseth.

13. Porro Miphibo-seth habitabat in Jeru-salem : quia de mensaregis jugiter vesceba-tur : et erat claudus u*tregue pede.

E Siba avea quindicifigliuoli, e venti servi.

11. E Siba disse alre : II tuo servo farà, ore mio signore, come tuhai comandato : e Mi-phiboselh mangerà al-la mia mensa , comeuno de'figliuoli del re.

12. Or Miphibosethaveva un piccolo fi-gliuolo per nome Micha:e tutta la famiglia dìSiba serviva Miphibo-seth.

13. E Miphibosethdimorava in Gerusa-lemme : perocché man-giava continuamentealla mensa del re ; edera zoppo d'ambedue {egambe.

Vers. 11. E Miphiboseth Mangerà alla mia mensa, come ec.Ovvero : Anzi Miphiboseth mangerà ec. , offerendosi Siba notisolo di mantenere, e di trattare con tutta decenza il figliuolo diMiphiboseth, ma anche il padre stesso , e di fargli un trat'tamcu-to simile a quello de'figliuoli del re. In altri luoghi dei libri san-ti la particella et è usata nel senso che qui 1' è dato. Questo ser-vo largheggiava molto a parole ; ma era di fatto un cattivo arne-se , come vedremo.

C A P O X .

ÌIanone re degli Ammoniti, che uvea fatto ol-traggio agli ambasciadori di David ( manda"ti a consolarlo nella morte del padre ), aven-do ratinati contro Davidde anche gli ajutidella Siria, è sbaragliato da lui unat e duevolte.

1. JL actum est au-tem post haec, ut mo-reretur rex filiorumAmmon, et regnavitJtanon filius ejus proeo.

2. Dìxìtf/ue David :Faciam miserìcordiamcum 71 anon filio ZVdt««y,sicut fecit pater ejusmecum miserie ordiarn.Misit ergo David > con-solans eum per servossuos super patris inte-ritu. Cum autem venis-sent servi David in ter-ram filiorum Ammon,

1. Avvenne dipoi,ebe morì il re de' fi-gliuoli di Amino n , esuccesse a lui Hanonsuo figliuolo.

2. E David disse : Ioavrò riguardo per Ha-non figliuolo di Naas,co-me il padre suo lo eb-be per me. Davidde a-dunque mandò suoiam-basciatori per consolar-lo della perdita del ge-nitore. Ma arrivati chefurono gli ambasciato-ri di David sulle terrede'figliuoli di Ammon,

Vers. 2. Come il padre suo lo ebbe per me. Non è raccontatonella Scrittura nè il quando, nè il come avesse il re degli Am-moniti fatto del bene a Davidde. Alcuni credono , che il re am-monita fosse in quel tempo signore anche de' Moabiti : or David-de si ritiro presso il re di Moab, quando sì trovò in pericolo del-la vita a Getti , i. Reg. xxn. 3. Comunque ciò sia, l'ottimo cuoreeli David, e la sua buona memoria, e la gratitudine ch'ei serbavadei benefizii ricevuti, è degna di somma lode.

3. Dixerunt princi*pesfiliorum Ammon adHanon dominum suum;Putas, quod propter ho»norem patris lui mise»rit David ad te conso-fatores, et non ideo^ utinvestigarci:, et ex plo-rarci civitatem, et ever-terci eam, misit Davidservos suos ad te?

4. Tulli itaque Ha-non servos David> ra-àitque dimìdiam par-tem barbae eorum, etpraesciditvestes eorummedias usque ad na-tes, et dimisit eos.

6. Quod cum nuntia-tum esset David> misitIn occursum eorum : e-rant enim viri confusiturpiter valde, et man-davi eis Davidi Ma*nete in Jerìcho, doneccrescat barba vestra^ ettunc revertimini.

3. Dissero i principidegli Ammoniti ad Ha-non loro signore : Cre-di tu, che Davidde ab-bia mandato costoro aconsolarti per faf onoreal padre tuo, e nonpiuttosto che abbia e-gli mandati a te i suoiservi a prender lume,ed esplorare lo statodella città per rovinar-la ?

4. Hanon pertanto fe-ce prendere i servi diDavid, e fè5 loro raderela metà della barba , efece tagliare la metàdelle loro vesti fino allenatiche, e li rimandò.

6. La qual cosa es-sendo stala riferita aDavidde,spedi gente in-contro ad essi : peroc-ché erano malamenteconfusi, e fece dir loro;Fermatevi in Gerico, si-no che vi cresca la bar-ba, e poi tornate.

Vers. 4- Fè loro radere la meta della barba. Vale a dire , fe-ce radere la loro barba da uno dei lati, lasciandola lunga, come«?ra, dall' altro lato. Gli Ebrei non si radevano interamente labarba. Vedi Levit. xix. 27., e portavano abiti lunghi.

Ver?. 5. * Fermatevi in Gerico. Gerico propriamente non *us-sisteva, perchè distrutta da Giosuè, e dopo riedificata iii.Reg.xvi.ir. 34- Vien dunque indicato sotto tal nome qualche luogo vicino

6. Videntes autem /?-lii Ammon, quod inju-riam fecissent David>miserunt, et conduxe-runt mercede SyrumRohob, et Syrum Soba>viginti millia peditum,et a rege Maacha milleviros, et ab Istob duo-decim millia virorum.

7. Quod cum audis'set Davìd, misit Joab^et omnem exercitumbellatorum.

8. Egressi sunt ergofilii Ammon, et dìrexe*runt aciem ante ipsumintroitum portae : Syrusautem Soba, et RohobtIstob, et Maacha seor-sum erant in campo.

9. Videns igitur Joab>quod praeparatum es-set adversum se prae-lium et ex adverso, etpost tergum> elegit exomnibus electis lsraely

6. Ma gH Ammonitiriflettendo ali' ingiuriafatta a Davidde man-darono ad a&soldare iSiri di Rohob , e i Siridi Soba, venti mila pe-doni, e mille uomini dalre di Maacha, e dodicimila uomini da Istob.

7. Delle quali cose es-sendo stato informatoDavidde maridò Gioabcon tutto 15 esercito de1

suoi combattenti.8. Si mossero adun-

que i figliuoli di Am-mon, e ordinarono le lo-ro schiere al primo in-gresso della porta;mai Siri di Soba, e di Ro-hob , e dì Istob, e diMaacha erano a partenella campagna.

9. Gioab adunqueveggendo , come queglieran preparati ad attac-carlo alla fronte , e allespalle, fece scelta di tut-ti i più bravi d'Israele,e

alle vestigie di queli' antica città, e forse quello chiamato cittàdelle palme. Judic. \. v. 16., et ni. v. 13.

Vers. 7. Davidde mando Gioab. L' affronto fatto allo stesso renella persona de' suoi ambasciatori, era legittima causa di farguerra agli Ammoniti : ma questi tardi riflettendo sopra quello,«he eveati fatto, prevennero Davidde, e si misero in ordine,

ei instruxit aderti con-tra Syrum :

10. Religuàm autempartem populi tradictitA bis ai fratri suo, quidirexit aciem adversusfilios Ammon.

11. Et aitjoab* Sipraevaluerint adver-sum me Syri, eris mihiin adjutorium: si autemfilii Ammon praevalue-rint adversum'te, auxi-liabor ubi.

12. Esto virfortis, etpugnemus pro populonostro, et civitate Deinostri: Dominus autemfaciet^ quod bonum estin conspectu suo.

13. Iniit itaque Joab,etpopulus, qui erat cumeo, certamen contra Sy-rosi qui statim fugerunta facie ejus*

14- Filii autem Am-mon videntes, quia fu-gissent Syri, fugeruntet ipsi a facie Abisai :et ingressi sunt civita-

li mise in ordinanza infaccia a'Siri :

10. E il rimanentedel popolo lo diede adAbisai suo fratello, ilquale si volse colle sueschiere contro gli Am-moniti.

11. E dissegli Gioab:Se i Siri avran vantag-gio sopra di me , tu midarai soccorso : e se i fi-gliuoli di Ammon avranvantaggio sopra di te ,io ti soccorrerò.

12. Portati da uomovaloroso , e combattia-mo pel nostro popolo,e pella città del nostroDio : il Signore poi fa-rà quello che a lui pia-cerà.

io. Cominciò adun-que Gioab , e la genteche era con lui, la bat-taglia contro i Siri : iquali subito voltaronoa lui le spalle.

14. E i figliuoli diAmmon veggendo, co-me i Siri si eran datialla fuga, fuggirono an-ch'essi dalla faccia di A-

Vers. 8. Al primo ingresso della porta della città di Medabai, Parai, xix. 9.

lem. Reversusgue est3oab a filiis Ammon, etventi Jerusalem.

16. Videntes igitur$yrì, quoniam corruis-seni coram Israel, con-gregati sunt pariter.

16. Misitque Adare-zer, et eduxit Syros,qui eranttrans fluvium,et adduxit eorum exer-citum : Sobach autemtmagìster milidae Ada-rezer, erat princeps eo-rum.

17. Quod cum nun-tiatum essetDavid, con-tr&xit omnem Israelem,et transwit Jordanem,venitene in Helam. Etdirexerunt aciem Syriex adverso Davidt etpugnaverunt contraeum:

18. Fugeruntque Sy-ri a facie Israel, et oc-cidi t David de Syrisseptingentos currus etquadraginta millia e-quitum: et Sobach prin-cipem militiae percus-sit : qui statim mortuusest.

bisai : e si ritirarononella città. E Gioab sene tornò dal paese de-gli Ammoniti, e vennea Gerusalemme.

i6.Ma i Siri conside-rando, come si eranosbigottiti in faccia ad I-sraele, si riunirono tut-ti insieme,

16. E Adarezer fecevenire i Siri, che abita-no di là dal fiume e con-dusse seco il loro eser-cito : e Sobacb capitanodelle milizie di Adare-zer comandava ad essi.

17. La qual cosa ri-ferita che fu a Davidde,raunò tutto Israele , epassò il Giordano e an-dò ad Heìam. E i Siriordinarono le loro schie-ra in faccia a Davidde, evennero alle mani conesso :

18. Ma i Siri furonmessi in fuga da Israe-le, e David distrusse a'Siri settecento cocchi,e quaranta mila solda-ti a cavallo ; e ferì So-bach capo delle milizie,il quale subitamentemorì.

19. Videntes autemuniversi reges, qui e-rant in praesidio Ada-rezér, se victos esse abIsrael^ expàverunt^ etfuerunt quinquaginta,et ocio millia coram I-srael: Et Jecerunt pa-cem cum Israe^ et ser-vierunt eis : timuerunt-qv,e Syri auxilium prae-bere ultra filiis Ammon.

19. Or tulli i regiche era n venuli in aju-to di Adarezer , veden-dosi superali da Israele,si sbigollirouo, e volta-rono le spalle a Israelein numero di cinquan-t* olio mila uomini. Efecer pace con Israele, efuron soggetti a lui , enon si arrischiarono piùi Sirf a dar soccorso a*figliuoli di Ammon.

V«r». 18. Dìstrtifse settecento coechi, « quaranta, mila sol-ciati à cavallo. Ne' Paràlipomeni, lib. ». cap. xix. 18. leggonsifette mila cocchi, « quaranta mila pedoni. Ma riguardo ai coc-cia dee osservarsi, che settecento eocchi portavano sette milauomini, essendone dieci per ogni cocchio, e questi sette mila uo-teini si dicono uccisi ne' Paralipoméni, e qui distrutti i cocchi.Riguardo ai quaranta mila cavalli, e ai quaranta mila pedoni,non dee aversi difficolta in credere, che ne' Paralipoméni siasupplito il numero de' soldati a piedi che furono disfatti in quella battaglia, essendo stati notati qui i soli soldati a cavallo.

Vcrs. io. Furono soggetti a luì. Furono «noi tributarii. Costanche di la dal!' Eufrate ebb« David dei popoli cUe£ li pagaronotributo.

C A P O X I .

Mentre Gioab fa V assedio di Rabba città degliAmmoniti, Davidde stando a casa in riposo,ali' adulterio con Bethsabea aggiunge* per ce-lar questo, f omicidio di Uria: la prende permoglie, e ne ha un figliuolo, e il Signore ne èmosso ad ira.

1. JL actum est au-tem, (i) vertente anno,eo tempore, quo solentreges ad bella procede-re y misit David Joab,et servos suos cum eo,et unìversus Israel, etvastaverunt filios Am-mon, etobsederuntRab-ba. Davidautemreman-àit in Jerusalem.

2. Dum haec ageren-tur, accidit, ut surgeretDavid de strato suo postmeridiem, et deambu-larci in solario domusregìae: viditque mulie-rem se lavantem ex ad-

1. V./r avvenne unanno dopo che nel tem-po, in cui sogliono i reandare alla guerra , Da-vid mandò Gioab , e isuoi uffi'/Jali con lui , etutto l'esercito d'Israe-le a saccheggiare il pae-se di Ammon, e assedia-rono Rabba. Ma Davidsi restò in Gerusalem-me.

2. E mentre tali cosefacevansi, avvenne cheDavidde alzatosi dal suoletto dopo il mezzodìsi mise a passeggiaresul solajo della casa rea-le : e vide una donna

(i) i. Par. ao. i.

Vers. i. Nel tempo , m cui sogliono i re andare alla guer-ra ec. Alla primavera. Davidde ricomincia la guerra contro gliAmmoniti dopo avere domati i Siri, che avean preso a difenderequel popolo.

Vol. V. 16

verso super solariumsuum : erat autem mu-lìer pulchra valde.

3. Misit ergo rex, etrequìsivit, quae essetmulier. JXuntiatumqueest ei, quod ipsa essetBethsabee filia Eliam,uxor Uriae HethaeL

4- Missis itaque Da*vid nuniiis, tulii eam :quae cum ingressa es-3et ad illum, dormivitcum cai (i) stadmqùesanctificata est ab ini'munditia sua.

5. Et reversa est indomum suam concepir

che sì bagnava dirimpet-to sul suo sola jo: e ladonna era bella assai.

3. lire adunqne man-dò ad informarsi chifos-re la donna. E fugli det-to come ella era Beth-sabea figliuola di Eliam,moglie di Uria Hetheo.

4- Davidde pertanto,mandati de' torcimannila fece venire: e venutache fu, dormì con essa :e tostò ella si purificòdalla sua immondezza.

6. E se ne tornò a ca-sa sua, che già era gra-

(i) tev, 15. 18.

Vers. 3. Figliuola di Etiam. Ne' Paralipomenì ella è detta Fi-gliuola di Ammiel; ma la differenza, che viene da una traspo-sizione di lettera, non altera la significazione dell'uno e dell' al-tro nome, che è la stessa. Eliam era figliuolo di Achitophel,cap. xxin. 34-

Di Uria Hetheo. Può essere , che egli fòsse Hetheo , cioèCananeo per nascita , e che dipoi abbracciasse il giudaismo , ov-vero, che questo nome lo avesse dall'aver fatto lunga dimora.tragli Hethei, o perchè avesse fatta' qualche prodezza contro di essi.

Vers. 4- E tosto ella si purifico. Levit. xv. 18.* Mandali de1 torcimanni la fece venire. Notò s. Ambro-

gìo avere il Signore permessi in David gravi disordini perchè igiusti temessero ne' pericoli, e sì animassero i peccatori aìla pe-nitenza. S. Agostino poi sul Salmo L. crede nata dalla superbia3a caduta dì questo re, coerentemente a quel de' Prov. xvi. v. 18.Alla caduta va innanzi la superbia, e suppone, ch'ei vi si ab-bandonasse , quando per Ifr vittorie usci delle umiliazioni, e del-le avversità,

foetu. Mittensque nun-tìavit David, et alt :Concepì.

6. Misìt autem Da-vid ad Joab, dìcens\Mìtte ad me Uriam He-thaeum* Misitque JoabUriam ad David.

7. Et venit Urias adDavid : quaesivitqueDavid, quam ree te age-ret Joab) et populuS) etquomodo administrare-tur bellum.

8. Et dixit David ad'Uriam : Vade in do»nium tuam, et lava pe-des tuos. JEt egressusest Urias de domo re»gw, secutusque est eumcibus regius.

9. Dormivit autemUrias ante por tam do-mus regiae cum aliisservis domini sui : etnon descendit ad do-mum suam.

10. Tfuntiatumque estbavìd a dicentibus :

vicla. E mandò a dire a'David : Ho concepito.

6. E David fece direa Gioab : Mandami Uriadi Hetb. E Gioab man-dò Uria a David.

7. E giunto Uria di-nanzi a David , questigli domandò, come se lapassasse bene Gioab , eil popolo, e come fosse-ro amministrate le cosedella guerra.

8. Indi disse Davidad Uria : Va a casa tua,e lavali i piedi. E Uriauscì dalla casa reale, egli furon portate ap-presso delle vivande delre.

9. Ma Uria dormì da-vanti alla porta della ca-sa reale con altri mini-stri del suo signore : enon si portò a casa sua.

10. E fu riferito ciòa David, e fugli detto :

Vcrs. g. E non sì portò ei ea fa stia. t3a\idde cerca tutti i mo-di per nascondere il suo peccato ; e Dio vuole, che a tutt i siamanifesto

Ufo fi hit Urias in do-mum suam. Et alt Da-vid ad Uriam : Nnm-quid non de via veni-sti ? quare non descen-disti in domum tuam ?

n. Et alt Urias adDavid : Arca Dei, et I-srael, et Juda Jtabitantin papilionibus, et do-minus meus Joab, etservi domini mei superfaciem terrae manent^et ego insediar domummeam, ut comedam, etbibam^et dormiam cumuxore mea 1 per salu-tem tuam^ et per salu-tem animae tuae nonfaciam rem hanc.

12. Ait ergo Davidad Uriam : Mane hicetiam hodie, et cras di-mittam te. Mansit Uriasin Jerusalem in die il-laì et altera :

13. Et vòcavit eumDavid) ut comederet co-ram se, et biberet, et i-nebriavit eum: qui e-gressus vespere,. dor-mivit in strato suo cumservis domini sui ; etin domum suam nondescendit*

Uria non è andato a ca-sa sua. E David disse adUria : Non hai tu fa t to-viaggio ? Per qual mo-tivo non sei andato a ca-sa tua?

11. Ma Uria disse aDavid : L1 arca di Dioe Israele , e Giuda abi-tano sotto le tende, e ilsignor mio Gioab , e iservi del mio signo-re dormono in pianaterra, e io andrò 8 casamia per mangiare, e be-re , e dormir con miamoglie ? per la vita , eper la salute del mio renon farò io tal cosq.

12. Disse adunqueDavid a Uria : Fermatiqui ancora per oggi, edomani ti licenzierò. Sitrattenne Uria in Ge-rusalemme quel dì, e ilseguente.

13. E i n vuoilo Da-vidde, a bere con sé, elo ubbriaco: ed egli an-datosene la sera dormìnel suo letto cogli uffi-ziali del suo signore:ma non andò a casasua.

i4« J? actum est ergomane, et scripsit Da-vid epistolain ad Joab :misitcjue per manumUriae,

16. Scribens in epi-stola :' Punite Uriamex adverso óellì, ubifortissimum est prae-lium : et derelìnquiteeumy utpercussus inter-eaL •

16. Igitur cum Joabobsideret urbem, posuitUriam in loco, ubi scie-bat viros esse fortissi-mos.

17. Egressique viride civitate bellabantadversum Joab, et ceci-derunt de populo ser-vorum David) et mor-tuus est edam UriasHethaeus.

18. Misit itaque Joab,et nuntiavit David om-nia verba praelii :

i4. Ma venuto ilmattino, Davidde scrìs-se una lettera a Gioab:e matidolla per le ma-ni di Uria.

i5.E avea scritto nel-la lettera: Mettete Uriain faccia alla battaglia,dove la zuffa è più cru-da: e ivi lasciatelo, af-finchè sia messo a mor-te.

16. Gioab adunqueassediando la città, po-stò Uria in quella par-ie, dove sapeva che erail forte de'nemìcì.

17. £ usciti quellidella città assalironGioab,e vi morirono al-cuni della gente di Da-vid, e peri anche Uriadi Heth.

18. Gioab mandò av-viso a David diluite lecose avvenute nella bat-taglia :

Vers. 13. Dormi nel suo Ullo cogli iiffiziali del suo signore,Uria, uno de' più valorosi soldati de] re, n. Reg. xxni. 3g. ; sem-bra perciò, che egli avesse luogo tra le guardie reali, e avesseletto, e posto tra queste, quando era a Gerusalemme.

Vers. 15. Mettete Uria ec. E cosa da notarsi per gran docu-mento , come una passione in apparenza sì mite trasformi il ca-rattere di un uomo, e di uu uomo qual era Davidde. Il più man-sueto e benigno principe è già cambiato iu un tiranno, aiui inuna fiera crudele.

i g.Praecepitque nun-tio, dicens : Cum com-pleveris universos ser-mones belli ad regem ,

20. Si eum viderisìndignari) et dixerittQuare accessistis admurumt ut praetiaremì-ni? an ignorabati^quae multa desuper exmuro tela mittantur ?

21, Quis percussit'Abimeleeh filium Jera*boati-(i) Nonne muliermisit super eum fra*gmen jnolae de muro,et interfecit eum inThebes? Quare juxtamurum accessistis ?Dice s : Etiam servustuus Urias Hethaeusoccubuit.

19. E ordinò al mes-so, e disse: Quando a-vrai fatta al re tutta larelazione delle cose del-la guerra,

20. Se vedrai ch' eglivada in collera, e dica :per qual motivo vi sie*te appressati alle muraper combattere ? nonsapevate voi, come disopra le mura si scaglia*no i dardi a furia?

21. Chi fu, che ucci-se Abimeleeh figliuolodi Jerobaal ? Non fu el-la una donna , la qualegetlogli addosso un pez-zo di macina dalla mu-raglia , e Io uccise inThebes ? Per qual mo«tivo vi siete voi appres-sati alla muraglia? Tudirai* E morto anche iltuo servo Uria di Heth,

(i) Jud, g,53.

Ver*, ai. Chi fu che uccìse Abìmelceh ee. Abimeleoli figliuo-lo, di Gedeone, il qual Gedeone fu detto anche Jerobaal. Nel-1' Ebreo in vece di Jerobaal si legge Jerubeseth , mettendo invece di Batti ( il qual nome gli Ebrei aveano scrupolo di pro-nunziare, perchè significa un falso dio ) la voce Beseth, che vuoldire obbrobrio, confusione, vitupero. Lo stesso osservasi ne' no-mi di Miphiboseth, e di Isboseth posti in vece di Miphibaal,I sbatti. La storia di Abiraelech ucciso la Thebes è nel capo y.de' Gimlifti.

22. Abiit ergo nu fi-lius, et venit, et narra"vii David omnia, quaeei praeceperat Joab.

20. Et dixit nuntiusad David : Praevalue-runt adversum nos viri>et egressi sunt ad nos:in agrum ; nos autemfacto impelli persecutieos sumus usque adportam civitatis.

24. Et direxerunt ja-cula sagittarii ad ser-vos tuos ex muro desu-per: morInique sunt ser-vi regis-, quin etiamser*vus tuus Urias ZTe-thaeus mortuus est.

26. Et dixit Davidad nuntium : Haec di-ces Joab • Non te fran*gat ista nes ; varius e-nim eventus est belli:nunc hunc, et nunc il-lum consumit gladius :•conforta bellatores tuosddversus urbem> ut de-struas eam, et exhorta*re eos.

a 6, Audivit autem u-xor Uriae* quod mor-tuus esset Urias virsuusi et planxit eum.

22, II messo adun-que partì, e giunse,e rac-contò a David tuttoquello che gli avea co-mandato Gioab.

23. E disse il messoa David : Coloro hannoavuto del vantaggio so-pra di noi, e sono usci-li fuori contro di noialla campagna: ma noiabbiam fatto forza, egli abbiam rispinti si-no alla porta della città,

2/j-E gli arcieri hannolanciati i loro dardi dal lemura sopra la tua gen-te, e son morti alcunide'servidel re : anzi an-che il tuo serva Uria diHeth è morto..

26. E David disse almesso : Tu dirai a Gioab:Non perderti d* animoper simil cosa .* peroc-ché varii sono gli even-ti della guerra : e oraquesto, ora quello, è di-vorato dalla spada : facoraggio a'tuoi guerrie-ri, e aizzali contro lacittà per distruggerla.

26. E la moglie diUria seppe, come Uriasuo marito era morto^lo pianse.

27. Trans ac fo autemlue tu, misit David, etintroduxit ean} in do-mum suam: #tfacta estei uxor, fóperitque eifilium. Étdisplicuitver-bum hoc> quod feceratDavid, coram Domino.

27. E finito che ellaebbe il suo lutto, Davidla fece venire in sua ca-sa: ed ella divenne suamoglie , e partorì a luiun figliuolo. Ma quelloche avea fatto Davidde,dispiacque al Signore.

Vers. 26. e 37. E lo pianse ec. Può essere, che lo piangesse dicuore, ed anche che ella non fosse informata, come la morte delmarito non era effetto di puro caso. Ma inescusabile fu in questadonna la facilità, con cui si prestò alle impure brame del re, alquale avrebbe dovuto resistere fino alla morte. Credesi, che illutto del marito durasse sette dì , come pegli altri morti. Il ma-trimonio , che Davidde contrasse con essa , passato quel tempo ,era contro ogni buona regola : perocché importa infinitamente alben generale della società, che sia tolta a' cattivi uomini ognisperanza di conseguire una donna col dar la morte al marito.Quindi nelle leggi della chiesa son dichiarati di niun valore talimatrimonii. Ma quantunque Ìl matrimonio di David colla mogliedi Uria fosse mal fatto , e di pessimo esempio , e di dispiacere aDio , contuttociò non era nullo , e neppur dopo la penitenza diDavid non fu disciolto, e Bethsabea si nomina* come moglie diDavid nella genealogia di Cristo , e il figliuolo da lei couceputoper adulterio fu tenuto come legittimo, perchè nato nel matri-monio'

C A P O XII.

Davidde ripreso da Hfathan per mezzo di unaparabola, da sé stesso si condanna, e Nathanminaccia a lui gravi flagelli. Si compunge, edè a lui perdonata la colpa, ma non rimessala pena. Morte del figliuolo. Nascita di Saio-mone. La città di fiabbath, è diroccata. Davidsi prende il diadema preziosissimo dic/uelre.Supplizio degli Ammoniti.

M.. '1. LiJLisit ergo Do-minus Nathan ad Da-vid : qui cum venissetad eum, dixit ei : Duoviri erant in civitateuna, unus dives, et al'ter pauperi

2. Dives habebat o-ves et boves plurimosvalde :

3. Pauper autem ni-hii habebat omnino,prae ter ovem unam par-vulam, quam emèrat,et nutrierat, et quaecreverat apud eum cumfiliis ejus simul, de pa»

1. Al Signore adun-que mandò Nathan aDavid : quegli andò, egli disse : Due uominierano nella stessa città,uno ricco, e l'altro po-vero:

2. Il ricco avea ingran numero pecore ebovi:

3. Il povero poi nonavea niente affatto, fuo-1ri che una piccola pe-corella, che avea compe-rata e allevata, ed essaera cresciuta in casasua insieme co' suoi tì-

Vers. \.11 Signore adunque mando Nathan a David. Era giàcirca un anno che Davidde scordatosi di Dio, e di s»s medesimovivea nel peccato ; perocché il figliuolo di Bethsabea era già na-to , quando Dio mandogli il profeta Nathaw Questo profeta conuna bella parabola rappresenta vivamente al suo re tutta l'enor-mità de' suoi falli, e lo forza a condannarsi da se medesimo.

lò *

ne illius comedens, etde calice ejus bibens^ etin sinu illius dormiensierattjue illi sicut fitta.

4- Cum autem pere-grinus quidam venissetad divitem^ parcens il-le sumere de ovibus> etde bobus suis> ut exhi-ùeretconvivium peregri-no illi, qui venerai ad$et tulit ovem viri pau-peris, et praeparavit ci-bos hominì, qui veneraiad se.

5. -Iratus autem indi-^natione David adver-sus hominem illam ni-mis, dixit ad Nathan :Vivit Dominus, quoniam filius martis estvir, qui fecit hoc.

6. (i) Ovem reddetin quadruplum, eo quodfecerit verbum istud, etnon pepercerit.

gliuoli, mangiando ìlpane di lui, e bevendoalla sua coppa, e dor-mendo nel suo seno: edei la teneva in luogo difigliuola.

4- Or essendo arriva-to un forestiero a casadel ricco, risparmiandoquesti le sue pecore , ei suoi bovi per fare unbanchettoall'ospite,cheera venuto a casa sua,si pigliò la pecora delpovero, e ne fece vivan-de per colui che eravenuto a casa sua.

5. Sdegnato altamen-te David contro un taluomo, disse a Nathan »Viva il Signore : coluiche ha fatto questo , àreo di morte.

6. Pagherà quattrovolte il valor della peco-ra per aver fatto talco*sa, e noti aver avutapietà.

(i) Exod, 22. i.

Vers. 5. E reo di morte. La inumanità del ricco verso quelpovero, a cui toglie tutto, levandogli queli' unica pecorella, que*sta inumanità merita di essere punita non colla pena ordinariadel furto, ma colla morte.

Vers. 6. Pagherà quattro volle il valor della pecora ce. Se-condo la legge -, Exod. xxu. i. Gli Ebrei osservano che in questa

7. Dixit autem N a*than ad David ; Tu esille vir: Haec dicit Do-minus Deus Israel : E-go unxi te in regem su-per Israel, et ego eruite de manu Saul.

8. Et dedi tibì do-mum domini fui, et u-

v xores domìni fui in si'nu tuo., dedique tibi do-mum Israe^ et Judaiet si parva sunt ista,adjiciam tibi multo ma-*jora.

9. Quare ergo con»temp sisti ver bum Do-mini, utfaceres malumin conspectu meo? U-riam Hethaeum percus,-sisti gladio, et uxoremillius accepisti in uxo-rem tibì, et interfecistieum gladiafiliorumAift*man.

10. Qua m ob rem nonrecedei gladius de do-mo tua usque in $em«

7. Ma Nathan dissea David : Tu se' queli'uomo : Ecco quello chedice il Signore re Diod'Israele*. Io ti unsi red5 Israele, e i» ti salvaidalle roani di Saul.

8. E ti feci padronedella casa del tuo SUgnore, e della casa d'I-sraele, e di Giuda : ese questo è poco, io tiaggiungerò cose molte*maggiori,

9. Per qual motivo a*dunque hai tu disprez-sata la parola del Signo-re, facendo il male nelmio cospetto ? tu haiucciso di spada Uria diHeth, e hai presa pertua moglie la moglie dilui, e lui hai ucciso col-la spada dei figliuoli diAmmon.

10. Per la qual cosala spada penderà sem-pre sulla tua casa per-

parole sì contiene una profezia, Davìdde pagò la motte dì Uriacolla perdita di quattro figliuoli, ehe furono, il figliuolo di. Belli-sabea , Ammon , Absalom, e Adorna. Per avere disonorato il tala~mo dì Uria, vide disonorata una figliuola dal suo fratello, e diceadelle sue mogli da uri empio figliuolo.

Yers. 8. E delle mogli del sno signore. Il solo re avea dirittodi sposare le vedove del suo oredecessore»

piternunty eo quod de«spexeris me, et tulerìsuxorem Uriae Hethaei%ut esset uxor tua.

11. Itaque haec dicitDominus : Ecce ego su-jscitabo super te malumde domo tua, et tollamuxores tuas in oculistuis, et dabo proximatuo, et dormiet (i) cumuxoribus tuis in oculis$olis hujus.

12. Tu enim fecistiab scondite : ego autemfaciam verbum istud inconspectu omnis Israel,et in conspectu solis.

t3. Et dixit Davidad Nathan : BeccaviDomino. Dixitque Na*than ad Davidi ("2) Do-minus quòque trans tu-

chè tu mi hai disprez-zato, e hai presa la mo-glie di Uria di Hethper farla tua moglie.

11. Quindi tali cosedice il Signore : Eccoche io faro nascere letue sciagure dalla tuastessa casa, e sotto gliocchi tuoi prenderò letue mogli, e darolle adun altro, il qual dormi-rà colle stesse tue mo-gli in fàccia a questosole:

12. Perocché tu haifatto in segreto, e io fa-rò queste -cose a vistadi tutto Israele, e a vi-sta di questo sole.

13. E David disse aNathan ; Ho peccatocontro il Signore.E Na-than disse a David : lìSignore ancora ha tolto

( i ) Infr. 16. 21. (s) E celi. 47. 13.

Vers. io. La spada penderà mai sempre sulla tua casa. Ciòsi spiega delle morti violente di Atnmon , di Absalom , di Ado-ni a ec.

Vers, i «. Faro nascere le tue sciagure ec. Si predice la ri-bellione di Assalonne permessa da Dio in pena de' peccati delpadre.

Prenderò le tue mogli ec. Vedi cap. xvi. 7.2. Dio non diedevernn diritto al figliuolo ribelle di commettere tal empietà ; mala stessa empietà del figliuolo fu ordinata a punire il padre pec-catore.

Ut peccatum tuum : nonmorieris.

14- Verumtamen^ quoniam blasphemarefeci-sti inimicos Domini pro-pter verbum hoc, filius,qui natus est libi, mor-te morietur.

15. Et reversus estTfathan in domumsuam. P ercussit quoqueDominus parvulum,quem pepererat uxorUriae David, et despe-ratus est.

16, D eprecatusq uèest David Dominumpro parvulo, etjejunavitDavidjejunio, etingres-sus seorsum jacuit su*per terram.

il tuo peccato : tu nonmorrai.

14* Ma perchè tu haifatto che i nemici delSignore bestemmiasse-ro per tal causa, il fi-gliuolo che ti è nato,certamente morrà.

16. E Nathan se netornò a casa sua. E ilSignore percosse il bam-bino partorito a Daviddalla moglie di Uria , enon vi restò speranza.

16. E David fece ora-zione al Signore pelbambino , e digiunò ri-gorosamente , e stavasegregato, giace fi do so-pra la terra.

Vers. 13. Ho peccato contro il Signore ec. Nel salmo I., incui espresse i sentimenti del suo cuore, egli dice : contro di tesolo io ho peccato. Osserva s. Agostino che la stessa parola fupronunziata da Saul ; ma benché la parola fosse simile, diver-so era il cuore, e V occhio di Dio vedea la differenza, Cont.Faust. xxn. 67. Davidde appena detta quella parola, meritò disentirsi dire che avea.ottenuto il perdono, vale a dire quanto al-la salute eterna; imperocché Dio non tralasciò di correggerlo col-la paterna sua verga, secondo la intimazione del profeta, talmen-te che la sua confessione servì a liberarlo da' mali eterni, e P af-flizione temporale servì a provarlo. Così Agostino nel .luogo citato.

Vers. 14. * Tu hai fatto che i nemici del Signore bestem-miassero. Che non avran detto nazioni male istruite sui premi,« le pene d' una vita futura , e su d' una provvidenza che non siiristringe al solo sensibile, al vedere un adultero, omicida, e tra-ditore prosperamente regnare sul popolo di Dio d'Israele? E col-V esempio del re non era egli facile che si moltipllcassero i de-litti fra' sadditi?

17- Venerimi autemseniores domus ejus,cogentes eum, ut surge-ret de terra : qui noluit,nec comedit cum eis ci"bum.

18. Accidit autemdie<septima, ut morereturinfans : timueruntqueservi David nuntìareei, quod mortuus essetparvulus: dixerunt e-nim : Ecce cum parvu-lus adhuc vìveret, lo-(juebamur ad eum, etnon audiebat vocem no-stram: quanto magis sidixerimus : Mortuusest puer* se afjliget ?

19. Cum ergo Davidvidisset servos suosmussitantes* intellexit,quod mortuus esset in-fantulust dìxìtque adservos suos : Num mor-tuus est puer ? Qui re-sponderuntei". Mortuusest.

20. Surrexit ergoDavid deterrà^ et totus

17- Ma andarono », lui i più vecchi dome-

stici per astringerlo alevarsi da terra : ma noivolle fare, e non presecibo con essi.

18. Or venne che alsettimo giorno il bam-bino si morì: e i servìdi David non ardivanodi dargli la nuova dellamorte del bambino: pe-rocché dicevanoj^uan»do il. bambino era tut*torà in vita, noi gli par»lavamo, ed egli non a-scoltava le nostre paro-le : quanto più si afflig.gerà ove noi gli dicia-mo : II bambino è mor-to ?

19. Ma veggendoDa-vid, come i suoi servicicalavano sotto voce 2^comprese, che il bambi»no era mortov; e dissea'suoi servi : E egli for-se morto il bambino?Risposero : È morto.

20.Allora David si aKzò da terra 3 e si lavò, e

Ve», 16. Stava, segregalo. Si accenna la continenza che an-dava sempre unita col digiuno.

nnctusque est : cumquemutasset vestem, in-gressum est domumDomìni, et adoravit, etvenit in domum suam,petwitque, ut ponerentei partem, et comedit.

21. Dìxerunt autemei servi sui : Quis estsermo, quem fecisti ?propter infantem, cumadhuc viveret, jejuna-sti, et fiebas : mortuoautem puero, surrexisti,et comedìsti panem.

22. Qui aiti Propterinfantem, dum adhucviveret, ]e.junavi, et fie*vh dicebam enim: Quis$cit, si forte donet eummihi Dominus^ et vivaiinfans ?

23. Nunc autem quiamortuus est, quare jeju-nem ? Numquid poteròrevocare eum amplius ?ego vadam magis adeum : ille vero non re»vertetur ad me.

24. Et consolatus estDavid Bethsabee uxo-rem suam, ingressus-que ad eam^ dormivittum ea : quae genuitfi-

si uose s e cangiate levesti entrò nella casadel Signore, e lo adorò,e tornato a sua casachiese , che gli portas-ser da mangiare e man-giò.

21. E i suoi servi glidissero: Che vuol dirquesto ? quando il bam-bino era ancor vivo, tuhai digiunato, e pianto:morto che è stato , tisei alzato, e hai man-giato.

22. Ed egli disse :Hodigiunato,e ho pian-to a causa del bambino,mentr'ei vivea tuttora,perchè io diceva : Chisa, che forse il Signo-re non mìe lo renda ,e resti in yita il fi-gliuolo ?

23. Ma ora ch'egli emorto, perchè ho io dadigiunare ? Potrò io an-cor ritornarlo alla vita?piuttosto andrò io a tro-varlo : ma egli non tor-nerà a me.

24. E David raccon-solò Bethsabea sua mo-glie , e andò a dormircon essa: ed ella ebbeun figliuolo, e gli die*de

lium, et vocavit nomenejus Salamon, et Domi-nus dilexit eum.

«5. Misitfjue in ma-nu Nathan prophetae%#t vocavit nomen ejus,Amabilis Domino, eoquod diligeret eum Do-minus.

26». (i) Igitur pugna*bat Joab contra Rab-batti filiorum Ammontet expugnabat urbemregiam*

2 7. Misitque Joabnuntìos ad David, di-cens : Dimìcavi adver-sum Rabbàtti: et ca-pienda est urbs aqua-rum.

28. Nunc igitur con-grega rèliquam partempopuli, et obside civita-tem, et cape eam, net

il nome di Salomorie, èe il Signore lo amò.

26. E mandò il pro-feta Nat ha n , e gli feceporre il nome di Ama-bile ,al Signore, perchèil Signore lo amava.

26. Frattanto Gioabassediava Rabbatti de-gli Ammoniti, e stavaper espugnare quellacittà reale.

27-E spedi Gioab de*messi a David per dir-gli : Io ho fatto f asse-dio della città di Rab-bath, e sta per esserpresa la citlà delle ac-que.

28. Tu adunque ra-duna adesso il rimanen-te/iìel popolo, e dà l'as-salto alla città, e fatte-

(i) i. Par. 20, i.

Vcrs. sS. Amabile al Signore. Jediàjah, Dio prevenne collasua grazia questo figlinolo di David, perchè lo avea destinatosuccessore di David, fondatore del tempio del Signore, e insignefigura del Messia.

Ters. 27. E sta per essere presa la citta delle acque. Rab-bath ( detta poi Filadelfia) è detta di sopra citta reale, qui cit-ta delle acque. Essa era sul fiume Jaboe , e molti interpreti cre-dopo che fosse divisa in due parti, e che la prima presso al fiu-me era detta citta delle acque, la seconda, città del re, perchèivi fosse la reggia.

ctttn a me pastetta fueritnr*bsy nomini meo ascri-batur victoria.

20.. Congregami ita-que David omnem po-pulum, et profectus estadversum Rabbatti :cumque dimicasset, ce*pit eam.

3o. Et tulit diademaregis eorum de capiteejus pondo auri talen-tum, habens gemmaspretiosissimaS) etimpo-situm est super caputDavid. Sed etpraedamcivitatis asportavitmul'tam valde :

fte padróne affinchè es-sendo soggiogataci menon si*, ascriva a me lavittoria. "

20.. Dàviddé pertantoadunò tutto il popolo,e si mosse verso Rab-bath, e assalitala, laprese.

3o. E tolse dalla testadel loro re il diadema,che pesava un talentod'oro, e conteneva gem-me di grandissimo pre-gio, il quale fu postosulla testa di David. Eriportò ancora grandis-sima preda della città:

Vers. 3o. Tolse dalla testa del loro re il diadema ec. Il ta-lento sia d'oro, sia d' argento pesa va ci rea cento venticinque lib-bre romane; quindi sarebbe da credersi, che un tal diadema ser-visse non ad uso del re, ma fosse collocato in testa del trono rea-le ; e che simile uso ne fece Davidde ; ovvero può intendersi,che la corona fosse di grandezza ordinaria , ma del valore di untalento d'oro per esser ricca di pietre-preziose. Cosi gl'interpreticomunemente. Ma ne'Paràlipomeni, lib. i. cap. xx. i., si legge,che questa corona era sulla testa di Melchom , il quale è certa-mente il dio degli Ammoniti, n. Reg. xxui. 13. Jerentt xux. i.Melchom significa il loro re ,• quindi mi sembra potersi dire cheil testo de'Paràlipomeni dichiara, chi sia il re degli Ammoniti, acui Davidde tolse la sua corona , vale a dire , che questo era ildio , o sia l'idolo di quella nazione conosciuto' pel nome assolutodi re. Il peso stesso della corona aiuta questa sposizione , conve-nendo quel peso a una figura di ricresciuta grandezza, non a unuomo ordinario. Ma si dirà forse, che nel Deuteronomio vii. 5. sìordina di bruciare le statue degV ìdoli. Al che si risponde , cheuna corona non è una statua , che questa può diventare occasbtt»di scandolo, e non quella.

31. Populum quoqueejus adducens serravit,et circumegìt super eosferrata carpenta : divi-sitque cultris, ettradu-xit in typo lalerum : sicfecit universis civitati-bus filiorum Ammon.Et reversus est David,etomnis exercitus in Je-rusalem.

31. E condottine vìagli abitanti li fece sega-re, e fece passar sopradi loro dei carri conruote di ferro; e li fecesbranare con coltelli, egettare in fornaci damattoni: cosi egli fe-ce a tutte le città de-gli Ammoniti. £ se netonrò David con tuttol'esercito a Gerusalem*me.

Ver». 31. Li fece segare, e fece pestar sopra di loro ec. Que-ste maniere di supplìzio sono veramente strane e atroci ; ma inprimo luogo si può ben credere, che Davidde non fece contro gliAmmoniti, se non quello che eglino usavan di fare contro de' lo-'ro nemici : secondo , siccome noi non veggiamo che 1' operato dìDavid sia biasimato nelle Scritture, e siccome ciò avvenne, quan-do egli si era già riconciliato con Dio , onde era assistito da lui, e-dal suo spirito , non dobbiamo , e non possiamo noi interporre ilnostro giudìzio, nè accusare di crudeltà un principe, il quale( tolto ij tempo del suo peccato ) fu allenissimo da tal vizio , nècondannare un'azione, sopra la quale non abbiamo lumi abba-stanza per giudicarne.

C A P O XIII.

Assalonne uccide in un convito il fratello A m»771072 a causa del? incesto commesso colta so*rella Thamar. Schiva ? ira del padre, rifug-gendosi presso ilre di Gessur> dove si sta pertre anni.

Fi. **- actum, est au-tem post haec, ut Absa-lom filii David sororemspeciosissima.™,, vaca-buio Thamar, adamar etAmmon filius David^

2. Et deperirei eam(falde; ita ut propter ti-morem, ejus aegrotaret :quia cum esset virgo,

. difficile ei videbatur,ut t/uippiam inhonesteageret cum ea.

3. Erat autem Am-mon amicus, nomine Jo-nadab, filius Semmaafratris David, vir pru-dens valde.

4* Qui dixit ad eum:Quare sie attenuaris

1. Uopo di ciò egliavvenne che Ammon fi-gliuolo di Davidde s'in-namorò di una sorelladi Assalonne figliuoloanch'esso di David, chia-mata Thamar , che eramolto bella,

2. E concepì tantapassione, che per trop-po amore cadde amma-lato : perchè essendoella fanciulla , gli parvedifficile di poter far ma-le con lei.

3. Or Ammon aveaun amico, uomo moltosagace, per nome Gio-nadab, che era figliuolodi Semmaa fratello diDavidde.

4. E questi gli disse;Perchè ti vai tu strug-

Vers. i. <$*' innamoro di una sorella ec, Thamar era figliuoladi Maacha, e di David, e perciò sorella di Ammon, da canto dipadre, e non. di madre.

macìe, fili regis, persingulos dies ? cur nonindicas mihit Dixitqueei Ammon; Thamar so-rorem fratris meiAbsa-lom amo.

5. Cui respondit Jo-nadab : Cuba super le-cium tuum, et languo-rem simula : cumquevenerit pater tuus, utvisitet te, die ei : Ve-niat^ oro, Thamar sqrormeo?, ut dei mihi cibumtetfaciat pulmentum, utcomedam de manu ejus»

. 6. Accubuit itaqueAmmon, et qua.fi aegro-tetre coepit: cumque ve-nisset rex ad visitan-*dum eum, ait Ammon,ad regem : .Veniat, ob-secro, Thamar sorormea, utfaciat in oculisrneis duas sorbitiuncu-last et cibiimcapiam demanu ejus.

7. Misit ergo Davidad Thamar domum, di-cens : Veni in domumAmmon fratris tuit etfac ei pulmentum.

gendo ogni dì più , tufigliuolo del re ? perchènon ti apri con me ? EAmmon gli disse: Sonoinnamorato di Thamarsorella di mio fratelloAssalonne.

6. Rispose a lui Gio-nadab : Mettiti a letto,e fingi qualche malat-tia : e quando venga ilpadre tuo a vederti di'a lui: Venga , ti prego,da me la mia sorellaThamar, e mi dia damangiare e mi facciacolle sue mani un ma-nicaretto, onde io mi ri-stori.

6. Ammon adunquesì mise a letto, e co-minciò a fare il malato:ed essendo andato il rea vederlo, disse Ammonal re. Venga , ti prego,a vedermi la mia sorel-la Thamar, affinchè fac-cia in mia presènza duecordiali, e dalle mani dilei io prenda mia refe-zione.

7. Davidde adunquemandò a dire a Thamar:Va a casa di Ammontuo fratello, e fagli qual-che cosa da mangiare.

8. "Fenitque TJiamarin domum Ammon fra~tris sui : ille autem ja-cebat-. quae tollens fa-rinarri commiscuit, etliquefaciens in ocuUsejus coxit sorbitiuncu-las.

9. Tollensque, quodcoxerat, effudrt, et po-suìt coram eo, et noluitcomedere : DixitqueAmmoni Ejìcite univer-sos a me. Cumque eje-cissent omnes,

10. Dixit Ammon adThamar : Infer cibumin conclave^ ut vescarde manu tua. Tulit er-go Thamar sorbitiuncu-las, quas fecerat, et in-tulitad Ammonfratremsuum in conclave.

11. Cumque obtulis-3et ei cibum, apprehen-dit eam, et alt : Veni>cuba mecumì sorormea.

12. Quae responditei : Noli.frater mi, noliopprimere me ; neque e-nìm hoc fas est in /-

8. E Thamar entrònella camera di Ammonsuo fratello che giacevain letto: ed ella avendopreso della farina , estemperatala con acquain sua presenza fececuocere i cordiali.

9. E dopo avergli fat-ti cuocere , li prese , egli mise in un vaso, e lipose dinanzi a lui , ilquale non volle man-giare:ma disse Ammon:Si mandi via tutta lagente : E quando tuttisì furono ritirati,

10. Disse Ammon aiThamar: porta il cibonella mia camera, affin-chè iolo riceva dalla tuamano. Thamar alloraportò i cordiali, che a-vea fatti, e li presentòal fratello Ammon nellacamera.

11. Ma quand'ella gliebbe presentato il cibo^egli la prese , e disse :Vieni , . sorella mia nelletto con me.

12. Ma ella rispose-gli:Non fare, fratel mionon farmi violenza ;perocché simil cosa non

srael: noli facere stul-titiam itane.

i 3. Ego enim ferrenon poterò opprobriummeum , et tu eris quasiunus de insipientibusin Israel : quin potiusloquere ad regem, etnon negabit me tibi.

14. Noluìt autem ac~quiescere precibus ejus ;sed praevalens viribusoppressit eamt et cuba-vit cum ea.

}5.Et exosam eamhabuit Ammon odio ma-gno nimis : ita ut majusesset odium, quo ode-rat eam, amore, quoante dilexerat. Dixit-que ei Ammon : S urge,et vade.

16. Quae responditei : Majus est hoc ma'luni* quod nunc agisadversum me, quamquod ante fecisti, ex*pellehs me. Et noluitaudire eam.

è permessa in Israele inon fare questa pazzia.

13. Perocché io nonpotrò soffrire il mioobbrobrio, e tu sarai co-me un insensato in I-sraele : ma parla piut-tosto al re, ed egli nonmi negherà a te.

14. Quegli pero nonvolle piegarsi alle suepreghiere: ma come piùforte le fe'violenza, e ladisonoro.

16. E Ammon conce-pì avversione sommaverso di lei, talmenteche maggiore fu l'odioche le portava, che 1' o-more che avea primaavuto per essa: onde ledisse: Levati e vattene.

16. Ed ella rispose alui : Più gran male èquesto, che tu fai orain discacciandomi chequello fatto prima date. Ed ei non le diederetta.

V«r». » 3. Parìa pìuttofto al re ec. È credibile clic Thàmàfnella perturbazione, in cui si trovava, dicesse questo per togliersidalle mani del fratello con tal lusinga. Se avesse creduto , che il*uo matrimonio con 4L>uR>on fosse lecito, ella sarebbe «tata inerrore.

17. Sed vocato pue-ro, qui ministrabat ei,dixit : Ejice "hanc a meforas, et claude ostiumpost eam.

18. Quae induto, erattalari tunica : liu]usce-modi enim filiae regisvirgines vestibus ute-bantur. Ejecìt itaqueeam minister illius fo-ras , clausitque forespost eam.

19. Quae aspergenscinerem capiti suo, scis-sa talari tunica, impo-'SÌtisquè manibus supercaput suum, ibat ìngre-diens, et clamans*

20. Dixit autem eiAbsalom frater suus :Tfum q uidA mmonfra tertuus concubuit tecuni ?<sed nunct soror, tace,frater tuus est : nequeaffiigas cor tuum prohac re. Mansit itaqueThamar contabescensin domo Absalom fra-iris sui. .

17. Ma. chiamato unservo che lo assisteva,gli disse : Caccia via co-stei luogi da me e chiudi-le la porta dietro.

18. Ella era vestitadi una tonaca collostrascico : perocché ta-le era la veste delle ver-gini figliuole del re. Ilservo adunque la spin-se fuora, e le chiuse laporta dietro.

19. Ma ella sparsa dicenere la sua testa , estracciata la veste tala-re , e incrociate le ma-ni sul capo se ne anda-va gridando.

20.Ma Assalonne suofratello le disse : ForseAmtnon tuo fratello tiha fatto violenza ? maper adesso, sorella mia,sta cheta, egli è tuo fra-tello : non ti affliggereper questo. Rimase a-dunqueTbamar astrug-gersi in casa di Assalon-ne suo fratello.

Vefs. 18. Ella era vestita di una tonaca collo strascico.L' Etreo sigrSfìca una veste di stoffa a fiori.

Vers. 19. Sparsa di cenere la sua testa. Ciò si usava in occa-sione di qualche gran dolore. Vedi Job. il. 12., Jerem. xxxvi. 24»Ezech. xxvn. 3o .

Incrociale le mani sul capo. E segno di dolore insieme, ««i vergogna , venendo con qwest' atto a coprirsi la faccia.

21. Cum autem au-disset rex David verbahaec, contristatus estvalde^ etnolmt contri-stare spiritum Ammonfilii sui, quoniam dilì-gebat eum, quia primo-genitus erat ei.

22. Porro non est lo-cuius Absalom ad Am-mon nec malum, necbonum: ederat enimAbsalom Ammon, eoquod violassetThqmarsororem suam*

a3. J?actum est au-tem post tempus bien-.»«, ut tonderentur ovesAbsalomin Baal-hasort*guae est juxta Ephra-

si.Edessendo'state ri-ferite al re David queste

• cose, se ne afflisse gran-demente : ma non volledisgustare Ammon suofigliuolo , perchè lo a-mava come suo primo-genito.

22.0r Assalonne nonusci a veruna parola conAmmon, benché.Assa-lonne odiasse Ammonper la violenza fatta al-la sua sorella Thamar.

23. Ma di li a dueanni avvenne che Assa-lonne fece tosare le suepecore a Baal-hasor,cheè vicino ad Ephraim: e

Vers. 20. Egli e tuo fratello. Mi sembra assai verisimile, ebeAssàlonne voglia- dire alla sorella, ebe facendo rumore di tal co-sa verrebbe ad essere intaccato il decoro della famiglia reale , eebe ai mali domestici il miglior rimedio egli è il silenzio. Egliperò non parlava secondo il suo cuore; ma non volea manifestarefuor di tempo la risoluzione di far vendetta dell'affronto fattoalla sorella.

Vers. ai,. Se ne afflìfse grandemente, ma non volle ec. Se so-lamente a motivo dell'affetto ebe egli portava al suo primogeni-to, Davidde si fosse taciuto in tali circostanze, non potrebbe scu-sarsi la sua dissimulazione; ma notisi, ebe quelle parole non vol-le* disgustare Atnmon ec. mancano nell' Ebreo, e nel Caldeo , enella maggior parte de* codici dei LXX., nè le lesse s. Girolamo.E può ben credersi, ebe non essendo trapelato fuori della casareale il delitto, Davidde pensò, ebe il manifestarlo colla punizio-M« del delinquente sarebbe troppo grande sfregio per la sua ca-ca , e occasione di grandi mormorazioni in tutto il regno. La leg-ge porta pena di morte contro lo stupratore.

im i et vocavit Absa-lom omnes filios regis.

^.Venitfjue ad re-gem, et alt ad eum :Ecce tondentur oves$ervi tal: veniat, oro,rex cum $ervis suis adservum suum.

26. Tùixitqne rex adAbsalom : Noli, fili mi,noli rogare, ut venia-mus omnes, et grave*mus te. Cum autem co-geret eum, et noluissetire, benedixit ei.

z6. Et alt Absalom :Si non vis venire, ve-niat, obsecro, nobiscumsaltein Amnon fra termeus. Dixitque ad eumrex : Non est necesse,ut vadat tecum.

27. Coegit itaque Ab-baioni eum ; et dimìsitcum eo Amnon , et uni-

AssaJonne invitò tutti ifigliuoli del re^

a4» E andò a trovaril re, e gli disse: Sappiche si tosano le pecoredel tuo servo; venga, tiprego, il re co'suoi ser-vi a casa del suo servo.

26, E il re disse adAssalonne : No , figliuolmio , non domandareche venghiamo tutti arecarti incomodo . Equegli pressandolo, e(il re) non volendo an-dare, gli diede la bene-dizione.

2&. È Assaloune dis-s«:Se non vuoi venir tu:venga con noi di gra-zia almeno il mio fra-tello Amnon. E il redissegli : Non è neces-sario, che ei venga te-co.

ay.Ma Assalonne f an toimportunò che il re la-sciò andare con lui Ara -

Vers. 23. Fece tosare le sue pecore ec. La semplicità di queitempi ci fa vedere sovente simili tratti, da' quali impariamo co-mejinche i gran signori accudivano alle cose della campagna , &^*on le stimavano indegne della loro applicazione. La tosaturadelle .pecore faceasi di primavera , e allora si faceano allegrie, ebanchetti, a* quali invitavansi reciprocamente gli amici.

4 B aal-hasor, che è vicino ad Ephraim. Ephraim , ovve-ro Ephrem città di Giuda rammentata da s. Giovanni \i, 54

versos filios regis* Fè-ceratque Absalom con-vivium quasi convìvìumregis.

28. Praeceperat au-tem Absalom puerìssuis, dicens : Observa-te cum temulentus fue-rit Amnon vino, et di'xero vobis, percutìteeum, et interficite : no-lite timereì ego enimsum, qui praecipìo vo-bis: robor amini, et^esto-te viri fortes.

29. Fecerunt ergopueri Absalom adver-sum Amnon> sicut prae-ceperat eis Absalom.Surgentesque omnes fi-lii regis, ascenderuntgiuguli mulas suas, etfugerunt.

30. Cumque adhucpergerent in itinere, fa-ma pervenit ad David,dicens : Percussit Ab-salom omnes filios re-gis, et non remansitexeis saltem unus.

31. Surrexit itaque

non e tutti i suoi figliuo-li. E Assalonne fece unconvito come da re.

28.Or egli avea ordi-nato , e detto a' servìsuoi : Badate , quandoAmnon sarà riscaldatodal vino, e io vi darò ilsegno, andategli alla vi-ta , e uccidetelo : nonabbiate paura, perocchésono io che vel coman-do : fatevi cuore, e ope-rate da forti.

29. E i servi di As-salonne fecero adAmnoncome avea lor coman-dato Assalonne. Alzati-si tutti i figliuoli del resalirono sulle loro mu-le, e si fuggirono.

30. E mentre erantuttavia per istrada ,andò alle orecchie diDavid la fama, che As-salonne avea uccisi tuttii figliuoli del re, e nonne era restato un solo.

51. Si alzò subito il

Ver». a8. San io, che vel comando. Son io figliuolo del re, ederede del régno, tolto Amnon dal mondo. Imperocché non solodallo ipirito di rendetta , ma anche dall' ambizione fu spinto adar morte al fratello.

rex, et scidit vestimen-to, sua, et occìdit superterram : et omnes servìillius, qui assistebantei, sciderunt vestimen-to, sua.

32. Respondens au-tem Jonad ab filius Seni'maa fratris David, dij

xit: Ite aeslìmet do-minus meus rex, quodcmnes pueri filii regisoccisi sint. Amnon so-lus mortuus est, quo-niam in ore Ab salonierat positi/s ex die, quacppressit Thamar soro-rem ejus.

33. "Nunc ergo ne po-nat dominus meus rexsuper cor suum verbumistud9 dicens : Omnesfilii regis occisi sunt,quoniam Amnon solusmortuus est.

34. Fugit autem Ab'salom. Et elevavitpuerspeculator oculos suos,et aspexit, et ecce popu-lus multas veniebat periter devium ex lateremontìs.

re, e stracciò le sue ve-stimenia, egettossiperterra : e tutti i suoi cheerano attorno a lui,stracciarono le loro ve-sti.

3s. Ma Gionadab fi-gliuolo di Semmaa fra-tello di Bavidde presela parola, e disse : Nonsi metta in cuore il remio signore, che sienostati uccisi tu t t i i fi-gliuoli del re : il soloAmnon è morto , edAssalonne gliela serbavafin da quel giorno , incui quegli fece violen-za a sua sorella Tha-mar.

33. Or non si mettain cuore il re mio signo-re tal cosa, e non dica:Sono stati uccisi tutti ifigliuoli del re : peroc-ché il solo Amnon èmorto.

34*Ma Assalonne pre-se la fuga. Or un ser-vo, che slava alle ve-dette alzali li suoi occhi,mirò , e osservò comegran turba di gente sene veniva per istradadisastrosa da un lato delmonte.

35. Dixit autem Jo-nadab ad regem : Eccefilii regis adsunt : jux-ta verbum servi tui sicfactum est.

36. Cumque cessas-set loquì, apparueruntet filii regis : et intran-tes levaverunt vocemsuam, et fleverunt : sedet rex, et omnes serviejus fieverunt ploratumagno nimis.

37. Porro Absalomfugiens abiit ad ThoLo-mai filium Ammiud re-gem Gessar. Liixit er-go David alium suumcunctis diebus.

38. Absalom autem-cumffigisset, et venis-set in Gessur, fuit ibitribus annis.

Sp. Cessavitque rexDavid persegui Absa-lom, eo quod consola-tus esset super Amnoninteritu.

35. E Gionadab dis-se al re : Ecco i figliuo-li del re che sono qua :è avvenuto come ti di-ceva il tuo servo.

36. E finito che egliebbe di parlare , com-parvero i figliuoli delre.ein entrando detterouno strido , e piansero,e anche il re , e tutti isuoi servi piansero a cal-di occhi.

37. Ma Assalónne sene andò fuggendo a ca-sa di Tholonm figliuo-lo di Ammiud , re diGessur. E David pianseil figliuolo Amnon con-tinuamente.

38. E Assalónne ri-fuggendosi in Gessur, vistette tre anni.

39. E il re David non \cercò più di aver nelle Jmani Assalónne, perchè *si consolò della morte ;

di Amnon. i

C A P O XIV.

Gioabbo^ mediante P industria di una donna diThecua, procura di far richiamare A ss alo/i-ne da Gessar a Gerusalemme. Bellezza di As-salonnei suoi figliuoli. Egli dopo il suo ritornonon vede il volto del padre per due anni, fino atanto che fece dar il fuoco alta messe diGioabbo»

1. Jintelligens au-tem Joab filius Sarviaetquod cor regis versimiesset ad A bsaloni,

2. Misit Thecuamì ettulit inde mulierem sa*pientem, dixitque adeam : Lugere te simu-la, et induere veste lu*>gu&ri, et ne ungaris o»/eo, ut $is quasi mulierjam plurimo tempore tu»gens mortuum.

3. Et ingredìeris adregem, et loqueris adeum sermonem hujusce-modi. Posuit aute m Joabverba in ore ejus.

i. IVI a Gioab fi-gliuolo di Sarvia avve-dutosi, come il cuoredel re si piegava versodi Assalonne,

2. Mandò gente aThecua, e fece di là ve-nire una do mia prùden-te, e diss^le : Fingi diessere in lutto, e pren-di una veste da duolo,e non ungerti con olio,affinchè tu rassenibri auna donna che piangada molto tempo uàmorto.

3. E li presenterai alre, e gli parlerai così, ecosì. E Gioab la imboc-cò.

Vera. 2. Mandò gente a Thecua. Questa città era della trihi»di Giuda in distanza di dodici miglia da Gerusalemme ve i ioraeziodì.

4. Itaque cumingres-sa fuisset mulier The-cuitis ad regem, ceci*dil coram eo super ter-ram, et adoravit, et di-xit : serva me, rex.

6. Et alt ad eam rex:Quid causae habes ?Quae respondit : Heu,mulier vidua ego sum :mortuus est enim virmeus.

6. Et ancillae tuaeerant duo filii, qui rixa-ti sunt adversum se inagro, nullusque erat,qui eos prohibere pos-set : et percussit alteralterumt et interfeciteum.

1. Et ecce consurgensuniversa cognatio ad-versum ancillam tuam,dicit : Trade eum quipercussitfratrem suum,ut occidamus eum proanima fratris sui, queminterfecit, et deleamushaeredem. Et quaeruntextinguere scinti/Iammeam, quae relicta est,ut non super sit vir o meo

4. Presentatasi .adun-que al re la donna diThecua , si prostrò col-la fronte per terra di-nanzi a lui, e lo adorò,e disse : Salvami, o re.

6. E il re le disse :Che hai tu? Ed ella ri-spose : Ahi! io sono unadonna vedova , e mi èmorto il marito»

6*. E la tua serva a-vea due iìgliuoli,i qualison venuti tra di loro acontesa alla campagnadove non era alcuno chepotesse attenergli: e undi loro diede un colpoall'altro, e lo uccise.

7. E ora tutta la pa-rentela se la prendecontro la tua serva, edicono : Dà nelle mania noi colui che ha ucci-so il fratello, affinchè lofacciamo morire pervendicare la morte delfratello, cui egli ha uc-ciso, eleviamo dal mon-do l'erede. E cercano dispegnere una scintilla,

Vera. 5. lo sono una vedova, ec. Questa è la parabola inven-tata da Gioab , e da lui insegnata a questa donna , che a vea assaibuono spirito per ben rappresentarla.

noment et reliquiae su-per terram.

8. Et alt rex ad mu-lierem : Vade in domumluam, et ego jubebo prote.

9. Dixitque mulierThecuitis adregemi Inme, domine mi rex, sitiniquitas, et in domumpatrìs mei : rex autem,et thronus ejus sit inno-cens.

10. Et ait rex : Quicontradixerit tifai, ad"due eum ad me, et ul-tra non addet, ut tan-gat te.

11. Quae ait : recor*detur rex Domini Deisui, ut non multiplicen-tur proximi sanguinisad ulciscendum, et ne-quaquam interficiant fi-

che mi era rimasa, on-de non resti più nome,nè reliquia di mio ma-rito sopra la terra.

8. E il re disse alladonna : Vattene a casatua ; e io darò gli ordi-ni opportuni per te.

9. Ma la donna diThecua disse al re: So-pra di me cada la col-pa , o re mio signore, esopra la casa del padremio : ma il re, e il suotrono sieno senza rea-to.

10. E il re disse : Sealcuno vorrà inquietar-ti, fallo venire dinanzia me, e non avrà piùardire di darti noja.

ti. E quella disse :Pel Signore Dio suo»ri-cordisi il re di far si ché,non cresca il numero dicoloro che cercan di farvendetta del sangue de'

Vers. y. Da nelle mani a noi colui ee. Questa donna per in-tenerire Davidde espone il fatto in tal guisa-, che gli dipinge in-siamele storte intenzioni de' parenti, i quali mostrando zelo digiustizia pensano realmente a fare il loro interesse.

Vers. t). Sopra dì me cada la colpa ec. Signore , se mai tufossi ancora perplesso ad accordarmi la vita del mio figliuolo pertimore di commettere ingiustizia, e io prenderò sopra di me tut-ta la colpa , e prego Dio , ebe a me ne faccia portar la pena , enon mai a te. Tale è la sposizione più semplice di queste parole.

Unni meum. Qui alt:JfivitDominus, gaia noncadet de capillis filiilui super terram.

12. Dixit ergo mu»lier : Loquatur andilatua ad dominum meumregem ver bum. Et aitiLoquere.

13. Dixitque mutiénQuare cogitasti hujus-óemodi rem contra po-pulii m Dei, et locutusest rex verbum istud,ut peccetj et non redu*cat ejectum suum ?

14. Omnes morimuret quasi aquae dilabì-mur in terrarii, quaenon revertuntur: ( i) necvult Deus perire ani-mam, sed retractat co-

loro parenti, e che co-storo noci uccidano ilmio figliuolo. Diss'egli:Viva il Signore: non ca-drà a terra un capellodel tuo figliuolo.

12. Disse allora ladonna : Sia lecito allatua serva di dire unaparola al re mio signo-re. Ed egli disse : Par-la.

13. E la donna sog-giunse » Per qual moti-vo hai tu presa tal riso-luzione in disvantaggiodel popol di Dio, e per-chè ha egli il re deter-minato di far questomale, di non richiama-re il suo (figliuolo) sban-dito?

14. Tutti siam mor-tali, e ci sperdiamo nel-la terra come 1' acquache non può più racco-gliersi , e Dio non vuo-le che alcun uomo pe-

(i) Ezec. 18. 3a.,e* 33. i

Vera. 13. Per qual motivo hai tu ec. Dalla sentenza già pro-mmziata in favore del suo figliuolo la donna argomenta, e prova,ebe il re commette ingiustizia, se non perdona ad Assalonne.Que*to sentimento è esposto , e girato con molta avvedutezza.

gitans, ne penitus per-eoi, qui abjectus est.

risca, ma è inclinato amutar sentenza , affin-chè non perisca intera-mente colui che giaceper terra.

16. Ora io son venu-ta per dir questo al miosignore in presenza delpopolo. E la tua servadisse: parlerò al re (pertentare) se mai il re fa-cesse quello che dirà alui la sua serva.

16. E il re mi ha e-saudita, e ha liberata lasua serva dalle mani ditutti quei che volevanotogliere me, e insiemeil mio tìglio dall' eredi-tà di Dio.

17. Dica adunque latua serva, che la paroladel re mio signore siaqualsacrifizio. Imperoc-ché il re mio signore e-gli è come un Angelo

(i) i. Reg. «9. g.

Vcrs. 17, La,parola del re mio signore sia qual sacrifizìo.La grazia che tu mi hai fatto , sia accetta a' Dio , come un sacrilì-zio di odor soave.

Come un Angelo del Signore , il quale ne pel bene ec. 11re mio signore amministra la giustizia non come «orno, ma comeim Angelo incapace di lasciarsi turbare da verun affetto , o pas-sione , o parzialità , senza aver riguardo nè al bene che di lui sidica da chi cerca di adularlo, nè alle querele ingiuste di quelliche noi vorrebbero cosi retto nel giudicare.

10 *

ut nec benedictione^ necmaledictione moveatur\unde et Dominus Deustuus est tecum.

18. 'Et respondensrex, dixit ad mulierem:Ne abscondas a me ver-eum, quod te interrogo.Dixitque ei mulìer: Lo-quere, domine mi rex.

iQ. Et alt rex : Num-quid manus Joab tecumest in omnibus istìs?Respondit mulìer, et aitiPer salutem animaetuae, domine mi rex,nec ad sinistranti necad dexteram est, exomnibus his, quae locu-tus est dominus meusrex : servus enim tuusJoab> ipse praecepit mi'iti, et ipse posuit in osancillae tuae omnia ver»ba haec.

20. Ut verterem figu-ram sermonis hujus,servus tuus Joab prae-cepit istud', tu autemdomine mi rex, sapiensest sicut habet sapien-tiam Angelus Dei, utintelligas omnia superterram.

di Dìo, il quale nè pelbene , nè pel male nonsi commuove : per laqual cosa anche il Si-gnore Dio tuo è con te.

18. Ma il re rispose,e disse alla donna: Non,celarmi quello ch' io tidomanderò. E la donnadisse: Parla, ore signormio.

19.E il re disse: Nonti ha egli dato manoGioab in tutto questo?Rispose la donna, e dis-se: Per la vita tua, o remio signore, tu hai da-to addirittura nel segnoin tutto quello che haidetto, o re mio signore:perocché Gioab tuo ser-vo egli stesso mei co-mandò, e mise in boccadelia tua serva tuttequeste parole.

20.11 tuo servo Gioabfu quegli che mi coman-dò di valermi di questaparabola : ma tu, o remio signore, tu sei sag-gio come è saggio unAngelo di Dio,onde tut-te intendi le cose delmondo.

21. Et ait rex adJoa6:Ecce placatusfeciverbum tuum : vade er-go, et revoca puerumAbsalom*

22. Cadensque Joabsuper faciem suam interram, adoravit, et b&"nedixit regi, et dixìtJoab : Hodie ìntellexìtservus tuus, quìa inve-ni gratiam in oeulistuis, domine mi rex :fecisti enim sermonemservì tui.

2 5, Surrexit ergoJoab> et abiit in Ge$~sur, et adduxìt Absa~lom in Jerusalem*

24. Dicci? autem rex:Revertatur in domumsuam, et faciem meamnon vìdeat. Reversusest itaque Absatom imdomum suam, et faciemregis non vìdit.

26. Porro sicut Ab»salom, vir non eratpul*cher in omni Israel, etdecorus nimis : a vesti-gio pedis usque ad ver-ticem non erat in eo ul*la macula.

26. Et quando fonde-

vi. E il re disse aGioab : Ecco ch' io soaplacato, e fo tutto quel-io che chiedi : va adun-que > e richiama il fi-gliuolo Assalonne.

22. E Gioab prostra-tosi boccone per terraadorò, e ringraziò il re,e disse : Oggi il tuo ser-vo ha riconosciuto, co-me ha trovato grazianegli occhi tuoi , o remio signore ; perocchéhai esaudite le paroledel tuo servo.

23. E Gioab si alzò,e andò a Gessur, e con-dusse Assalonne a Ge-rusalemme.

24. Or il re avea det-to : Tornì a oasa sua,ma non mi compariscadavanti. E Assalonnetornò a casa sua, ma noncomparì davanti al re.

26. E non eravi alcu-no in tutto Israele cosibello, e avvenente for-niisura» come era Assa-lonne : da'lle piante deipiedi fino alla cima delcapo egli era senza di-fetto.

36. E quando si ta-

àat capillum ( semelautem in anno tondeba-tur, quia gravaba? eumcaesaries ) ponderabatcapillos capitis sui du-centis siclis, ponderepublico.

27. Nati sunt autemjlbsalom filii tres, etfi-lia una nomine Tha-mar, elegantia formae.

a 8. Mansitque Ab sa-loni in Jerusalem duo-bus annis\ et faciem re-gis non vidit.

29. Misit itaque adJoab, ut mìtteret eumad regem : qui noluitvenire ad eum : Cum*que secundo misisset^et ille noluisset veniread eum,

30. Dixit strvis suis :Scìtis agrum Joab jux-ta agrum meum\ Jiaben-

gliava la cappelliera (Ioche faceva una volta 1'anno, perchè essa lo in-comodava), i capelli del-la sua testa pesavanodugento sicli al peso co-mune.

27. Or Assalonne eb-be tre figliuoli, e una fi-glia per nome Thamar,che era molto avvenen-te.

28. E dimbrò Assa-lonne in Gerusalemmedue anni, ma non videla faccia del re.

29. Mandò egli per-tanto a chiamar Gioabper farlo andare a tro-var il re: ma quegli nonvolle venire a lui. E a-vendo mandato per laseconda volta, e quegliavendo ricusato di ve-nire,

30. Diss' egli a1 suoiservi : Voi conoscete ilcampo di Gioab vicino

Ver». 26. E quando sì tagliava ec. Assalonne facendosi scor-ciare ogni anno i capelli, pensando quello che si era tagliato, eparagonandolo con quello che restava della grande sua capellie-ra , si faceva il conto, che egli avea sul capo il peso di dugento*icli ( o sia di cento once ) di capelli. E descritta 1' avvenenza diAssaJonne, corip quella che non poco contribuì a guadagnare alui P affetto di vnolti , ed è in particolare fatta menzione dellasua capelliera, la quale essendo stata gran fomento di sua vanità,fu poi strumento della infelice sua morte.

lem messem hòrdei: iteigitur, etsuccenditeeumigni. Succenderuntergoservi Absalom s e ge lemigni. Et veniente s serviJoab, scìssis vestibussuis, dixerunt: Succen-derunt servi Absalompartem agri igni.

Si.SurrexitqueJoab,et venit ad Absalom indomum ejus, et dixit:Quare succenderuntservi tui segetem meamigni ?

32. Et respondit Ab-salom ad Joab: misi adte obsecrans, ut veniresad me, et mitterem tead regem, et diceres ei*.Quare veni de Gessur?Melius mihi erat ibiesse : ossecro ergo, utvideam faciem regis :quod si memor est ini-(juitatis meat interficiatme.

33. Ingressus itaqueJoab ad regemt nuntia-vit ei omnia : vocatus-<iue est Absalom^ et in*

al mio campo, dov' è Forzo dà mietere : anda-te pel-Unto, e mettete-vi il fuoco. I servi adun-que di Assalonne detterfuoco alla messe. E iservi di Gioab andaro-no a lui avendo strac-ciate le loro vesti, e dis-sero: I servì di Assalon-ne han messo fuoco auna parte del tuo cam-po.

31. Allora Gioab simosse, e andò alla casadì Assalonne, e disse :Per qual ragione i tuoiservi hanno eglino da-to fuoco alla mia mes-se?

3a. EAssalonne dissea Gioab: Mandai a pre-garti di venire a me permandarti a dire al re :Perchè son io venutoda Gessur ? Era meglioper me che stessi colà :fa adunque , ti prego,ch* io vegga la facciadel re: che se egli si ri-corda del mio peccato,mi uccida.

33. Allora Gioab pre-sentatosi al re fece alui 1' ambasciata : e As-salonne fu chiamato ed

travii ad regem, et ado-ravit super faciem ter-rae coram eo : oscula-tusque est rex Absa-lom.

entrò dove era il re, eprostrato per terra di-nanzi a lui, lo adorò : eil re baciò Assalonne.

C A P O X V .

Assalonne, acquistatosi il favore del popolo, con-giura in Jìebron contro del padre, il quale senfugge, rimandati indietro alcuni pochi colf ar-ea, e tra questi Chusait per inventare i disegnidi Achitophel.

1. igitur post haecfecit sibi Absalom cur-rus, et equites, et quin-quaginta virosjjuiprae-cederent eum.

2. Et mane consur-gens Absalom stabatjuxta introitum portae,et omnem virum, qui ha-bebat negotium, ut ve-niret ad regis judicium,

1. I-/opo di ciò As-salonne si procurò de*cocchi, e dei cavalieri ,e cinquanta uomini,che andavano innanzi alui.

2. E la mattina leva*tosi Assalonne si met-teva vicino all'ingressodella porta , e tutti co-loro che avevano affari,e venivano a chiedere

Ver*, i. Si procuro de1 cocchi ec. Morto Arnnon, e morto Che-*leab secondogenita (del quale altri credono, che non sia mai fat-ta menzione, perchè fosse incapace di regnare per qualche di-fetto), Assalonne, che era terzogenito , si persuase agevolmentedi dover succedere al padre ; ma la sua ambizione non permet-tendogli di aspettare la morte di David, dopo il suo ritorno dal-1* esilio concepì 1' orribil disegno di levar dal trono il propriopadre. Non gli mancava nè bella presenza, nè talento, nè elo-quenza , nè ardire per insinuarsi negli animi del popolo amant*di novità, e facile a lasciarsi sedurre dalle apparenze.

"vocabat Absalom ad se,et dicebat : De qua chi-tate es tu ? Qui respon-dens ajebat : Ex unatribù Israel ego sumservus tuus.

3. Respondebatque eiAbsalom: Videntur mi-hi sermones tui boni, etjusti, sed non est, quite audiat constitutus arege. Dicebatque Absa-lom :

4. Quìs me constìtuatjudicem super terramtut ad me venìant om-nes, qui habent nego-lium, et juste judicem ?

6. Sed et cum acce"deret ad eum homo, utsalutaret illum, exten-debat manum suam, etapprehendens oscula*batur eum.

6. Faciebatque hocomni Israel venienti adjudicìum, ut audir e tura rege: et sollicitabatcorda virorum Israel.

7. Post quadragintaautem annos dixit Ab-àalom ad regem David;

giustizia al re, li chia-mava a sé Assalonne, ediceva : Di qual cittàse'tu ? E quegli rispon-deva : Io tuo servo so-no della tal tribù d' I-sraele.

3. E Assalonne gli ri-spondeva : Mi pare chetu dica bene, e abbi ra-gione : ma non havvichi sia destinato dal reper sentirli. E soggiun-geva Assalonne:

4- Oh chi mi facessegiudice del paese, affin-chè a me ricorresserotutti quelli che hannoaffari, e io li potessi de-cidere secondo giusti-zia ?

5. Oltre a ciò, quan-do alcuno andava a sa-lutarlo, egli porgevagHla mano, e loabbraccia-va, e lo baciava.

6.Cos{ faceva con tut-ti quei d'Israele che ve-nivano per esser senti-li, e giudicati dal re ; esicaparravail cuore de-gli uomini d'Israele.

7. Ma passato il qua-rantesimo anno disseAssalonne al re Davidi

"Padani, et reddam vo-ta mea, quae vovi Do-mino in Hebr&n.

8. Vovens enim vo-vit servus tuus, cum es-set in Gessur Syriae,dicens : Sì reduxeritjne Dominus in Jerusa-lem, sacrificabo Domi-no.

9. Dixitque ei rexDavid * fade in ^ace.Et surrexitt et aòiit inHebro*.

•" io; Misi 1 autem Ab-salom exploratores inuniversas tribus Israel,dicens : Statim ut au-dieritis clangorem buc-cinae, diche : RepnavitAbsalom in Hebron.

' 11. Porro cum Absa-tom ieruni ducenti viride Jerusalem vocati,euntes simpiici corde,

Io andrò, e adempirò inHebron i voti fatti dame al Signore.

S.Perocchè il tuo ser-vo essendo a Gessur nel-la Siria, fece questo vo-to , e disse : Se il Si-gnore mi farà tornarea Gerusalemme, offriròsagrifizio al Signore.

9. E il re David glidisse : Va in pace. Equegli partì e andò inHebron.

io. Ma Assalenti emandò emissarii in tut-te le tribù d'Israele chedicessero : Subito cheudirete il suono dellatromba, direte: Assa-lonne regna già in He-bron.

11. Or con Assalon-ne erano andati da Ge-rusalemme dugen lo uo-mini invitati (da lui)

Vers. 7. Ma passato il quarantesimo anno. Quest' anno qua-ranta si conta comunemente dalla prima unzione di David fattada Samuele ; secondo altri dalla vittoria di David sopra il gigan-te. Notisi però, che Giuseppe Ebreo, e Teodoreto , e le versioniA'riaea, ed Arabica in vece di anno quarantesimo portano P an-no quarto ; che sarebbe 1' anno quarto dopo il ritorno di Àssa-lonne alla casa del padre ; e di più molti antichi MSS. della no-stra volgata hanno la stessa lezione.: • Adempirò in Hebron. La città di Hebron per essere sepol-tura degli antichi patn'archi, era rispettata come luogo santo ; eivi era nato Assalonne, cap. ui. 3.

et causam penitus igno*rantèS.

12. Acéersivit quoqueA bsàlom AchitophelGi-lonitem consiUariumDavid de civitate suaGito. Cumque immola»ret victimaS) facta estconjuratio valida^ po-pulusque concurrensaugebatur ~ cum Absa*lom.

13. Venìt igitur nun-tius ad David, dicens :Toto corde universum I-srael sequitur Absa*lom.

i quali-Jpseguirono consemplicità di cuore esenza sapere niente de'suoi fini.

12. Assalonne invitòparimente AchitopheiGilonita consigliere diDavid dalla sua città diGito. 15 nel tempo chfe-gli stara immolandovittime, si formava unapossente congiura, ecresceva il numero del*la gente, che correva infolla verso Assalonne.

13. Venne pertantoa Davidde un messo,che disse : Tutto Israe-le si è dato di tutto cuo-re a seguire Assalonne,

Vers. 11. Con Assalonne erano andati ... dngento uomini ec.Questi erano persone dabbene, e buoni soldati di Davidde, iquali Assalonne volle «ver seco per dar credito al suo partito , eforse per dar ad intendere alla moltitudine che in quello ch' eifaceva, il padre era seco d' accordo. Questi non erano del segre-to, e furono invitati sotto pretesto di accompagnarlo a quel sa-crifizio, e trovarsi al solenne banchetto, che ne veniva in ap-presso.

Vers. 12. luvilb parimente Achitopheì. Egli era avolo di Beth-sabea ; ma probabilmente Assalonne lo guadagnò con larghe pro-*messe.

Vers. i3. Tutto Israele si e dato ec. Questo avviso si vede tche fu recato a Davidde assai tardi ; mentre egli ebbe appenatempo di fuggire da Gerusalemme^ Ma chi avrebbe potuto im-maginarsi possibile un cambiamento sì grande nel popolo, ch«dimentico delle cose grandi operate da questo re, e della suarettitudine, e della stessa elezione che Dio avea fatta di lui perregnare, si porti a secondare eon tanto impegno P iniqua tramadi un figliuolo disumanato ? Assalonne si era guadagnato 1* affefc»

14- Et alt David ser-vis suis, qui erant cum€0 in Jerusalem : Sur-gite, fugiamus : nequeenim erit nobis effugiuma facie Absalom'festi*nate egredi, ne forte ve-niens occupet nos% etimpellat super nos rui-nam> et percutiat civita-tem in ore gladi:.

io. Dfaeruntqueser-vi regis ad eum : Om-nia quaecumque prae-

14- E David disse a*suoi servi, che era n conlui in Gerusalemme :Orsù fuggiamo, peroc-ché non avrem luogodi scampo, quando siavenuto Assalonne; af-frettatevi a partire, af-finchè col suo arrivonon ci prevenga, e por-ti rovine sopra di noi,e metta a £1 di spada lagente della città.

io. Dissero i servidel re a lui: Tutto quelche ci comanderà il re

to di molti ; il fatto di Bethsabea , e la morte del marito inno-cente doveano aver fatto perdere molto a Davidde della stima,e dell' amere del popolo ; ma tutto questo non sarebbe bastato aprodurre una rivoluzione sì grande, se Dio, il quale volea puni-re questo principe , non avesse permesso, che negli occhi di que-sto popolo scomparissero a un tratto tutti i pregi, e le virtù dilui, e lo stesso popolo restasse affascinato dalle esteriori prero-gative di Àssalonne , dalle promesse , e dalle speranze. Ciò beavede» Davidde, h quale non ifanto afflitto della ribellione, quan-to della causa data alla ribellione colle sue colpe, per andarleincontro con frutto , prese tosto i sentimenti, e 1' abito di peni-tente per disarmare l'ira del Signore prima di pensare a valersidelle forze, che gli restavano per andare incontro a' nemici. Siconsideri posatamente la fuga di questo principe dalla sua capi-tale , quello che ei dice, quello che ei fa , e riconosceremo comeegli senza perturbazion di mente, senza perdere la speranza nelsuo Dio, senza lasciar indietro veruna di quelle attenzioni checonvenivano al presente suo stato, fugge da Gerusalemme, per-chè Dio vuole, che egli fugga , e porta in ispirilo di penitenzaquesta massima umiliazione ; per questo egli esce a piedi, e apiedi nudi, e tra le lagrime, e i singhiozzi de' servi fedeli che glitrafiggono 1' anima ; offerendo a Dio il «acrifizio di Un cuore con-trito e umiliato, sacrifizio, che non è disprezzato giammai dal Si*jjnore.

ceperìt dominus nosterrex,libenter execjuemurservi tal.

16. Egressus est er-go rex, et universa do-mus ejus pedibus suis :et dereliquit rex decemmulieres concubinas adcustodie n dam domum.

17. Egressusque rex,et omnis Israelpedìbussuis, stetit procul a do-mo:

18. Et universi servìejus ambulabant juxtaeam, et legiones Cere-thi, et Phelethi, et om-nes Gethaeì, pugnato*res validi, sexcenti vi-ri, qui secuti eum fue-rant de Geth p edite s tpraecedebant regem.

19. Dixit autem, rexad Ethai Getliaeum :Cur venis nobiscum ?revertere, et habita cum

nostro Signore, sarà e-seguilo di buona vogliada noi tuoi servi.

16. Parti adunque ilre a piedi con tutta lasua famiglia, e lasciòdieci concubine a cu-stodire il palazzo.

17. E il re, e tuttoIsraele uscirono a piedi,ed essendo già lungidalla casa, egli si fermò:

18. E tutti i suoi servifacevano il vi aggio pres-so a lui, e le legioni diGerethi, e di Phelethi, etutti i Geth ei, guerrieridi valore, in numero diseicento uomini, i qua-li lo avean seguito daGeth, camminavano apiedi dinanzi a lui,

19. Ma il re disse adEtbai di Geth: Perchèvieni tu con noi ? Tor-na indietro, e statti col

Vers. 17. Essendo già lungi dalla casa , egli sì fermò ec.Per mettere in ordine la sua gente , la quale confusamente gliandava dietro.

Vers. 18. E i Getheì. Erano soldati originarii di Geth, dondeerano venuti al servizio di David , abbracciato ( come credesi ) ilGiudaismo. Ethai di Geth venuto dì fresco da quel paese doveaessere stato fatto pel suo valore capitano di questi soldati. Ma»notisi come Davidde nella sua fuga non^ha (fuori della sua fa~miglia) altri compagai, che forestieri,

rege, quia peregrinar€st et egrejfsus es deloco tuo.

20. Heri venisti^ ethodie compelleris nobis^cum egredi ? ego au-tem vadam, quo iturussum : revertere, et re"due tecumfratres tuos,et Dominus faciet tecummisericordiàm, et veri"tatem, quia ostendistigratiam, et fidem.

21. Et respondit E'thai regi, dicens : VivitDominus•, et vivit domi'nus meus rex', quoniamin quocumque loco fue-rw, domine mi fex, si-ve in morte, sive in vi-ta, ibi erit servus tuus.

22. Et ait David J$-thai : Peni, et transi.Et transivit Ethai Ge*thaeus, et omnes viritqui cum eo erant, et re"lifjua multitudo.

a 3. " Omncsque fte-bant voce magna : et u-

re, essendo tu forestie*ro , e uscito dal tuopaese.

2Oi Jeri tu se* arriva-ta, e oggi sarai costret-to a partire con noi ?quanto a me io andrò,dove debbo andare: tor-na indiètro, e ricondu-ci teco i tuoi fratelli, eil Signore sarà miseri-cordioso, e fedele conte, perchè tu hai dimo-strata la tua gratitudi-ne, e lealtà.

1i. Ma Ethai risposeal re : Viva il Signore,e viva il re mio padro-ne: in qualunque luo-go sarai tu, o re signormio, ivi sarà o vivo, omorto il tuo servo.

22. E David disse adEthai: Vieni, e passa. Epassò Ethai Getheo, etutta la gente che eracon lui, e tutta l'altramoltitudine.

23. E tutti piange-vano, e singhiozzavano

Vers. 20. Torna indietro, e riconduci ec. Spicca qni mirabil-mente il buon cuore di Davidde, il quale noti vorrebbe, che que-*to straniero venuto da poco tempo con altri suoi concittadini aservirlo, si esponesse agl'incomodi, e a'pericoli della sua fuga.Crederi, che Ethai, e i suoi fosser proseliti,

niversus populus trans-ibat, rex quoque trans-grediebatur torrentemCedron : et cunctus po-pulus incedebat contraviam, quae respicit addesertum.

24. Venit autem etSadoc sacerdos, et uni-versi Levitae cum eo,portantes arcam foe-deris Dei, et deposue-runt arcam Dei, et a-scendit Abiathar> donecexpletus esset omnispopulus, qui egressusfuerat de civitate.

26. Et dixit rex adSadoc : Reporta arcaniDeiinurèem: $i ince-nero gratiam in ocuUsDomini, reducet me, etdstendet mihi eam, ettabernaculum suum.

forte: e passò tutto ilpopolo, ed anche il repassò il torrente Ce-dron : e tutta la gentes' incamminò per lastrada, che mena al de-serto.

24. Venne anche Sa-doc sommo sacerdote,e con lui tutti i Levi,ti, che portavan l'arcadel testamento di Dio,e deposero T arca diDio : e Abiathar le an-dò appresso aspettandoche finisse di passartutto il popolo^ che erauscito dalla città.

26. Ma il re disse aSadoc: Riporta in cit-tà l'arca di Dio : se iotroverò grazia negli oc-chi del Signore, egli mirimenerà , e fararnmivedere e questa, e ilsuo tabernacolo.

Ver s. «3. Passo il torrente Cedron , clic scorrea di mezzo trale mura della città, e il monte degli ulivi. Cedron vuol dire om-broso.

Vers. a5. e 26. Riporta V arca di Dio ec. Risplende nel fatto,e nelle parole di David una umiltà, una fede , una rassegnazioneammirabile alle disposizioni della provvidenza. Egli si priva del-la ponsolazione di avere presso di sé 1' arca dei Signore, per nonesporre e le vite de' sacerdoti al furore di Assalonne , e 1' arcastessa al pericolo di essere profanata. Davidde considerando sésolo come causa di tutto quello che avveniva pe'suoi peccati,bramava in certo modo di es*er solo a portarne la pena.

26. Si autem dixeritmihi: Nonplaces: prae'sto sum, faciat, quodbonum est coram se.

27. Ef dixit rex adSadoc sacerdotem : OTidens, revertere in ci-vìtatem in pace», et A-chimaas filius tuus, etJonathas filius Alia"thart duo filii vestri,sint vobiscum.

28. Ecce ego abscon-dar in campestribus de-serti, donec ventai ser-mo a vobis indieansmihi.

29. Reportaverunt er-go Sadoc, rt Abiathararcani Dei in Jerusa-lem, et manserunt ibi.

30. Porro David a-scendebat clivum oliva-rum, scandens, etfiens,nudispedibus incedéns,et operto capite : sed etomnis populost qui eratcum eo, operto capiteascendebat plorans*

26. Ma se egli rnìdirà. Non ti voglio r i oson preparato, facciaegli quello che a luipiace.

27. E soggiunse il rea Sadoc sommo sacer-dote: Torna in pace al-la ciltà, o Veggente : eAchimaas tuo figliuolo,e Gionata figliuolo diAbìalhar, due vostri fi-gliuoli, sieno con voi.

28. Ecco che io vo anascondermi nelle pia-nure del deserto, sinoa tanto che altre nuo-ve mi vengano da voi.

29. Sadoc adunque,e Abiathar riportaronol'arca di Dio in Gerusa-lemme, e ivi si stettero.

5o. Or Davidde sali^va il colle degli ulivi, elo saliva piangendo, ecamminava a piedi ignu-di, col capo coperto : eparimente tutto il po-polo che era con lui;saliva col capo coperto,e piangendo.

Ver». 27. O Reggente. O profeta. Con tal nome chiama il som*mo sacerdote , perchè questi rivestito dell' Ephod consultava ilSignore , e ne riferiva gli oracoli.

31. Nuntiatum est au-tem David, quod et A-chitophel esset in con-juratione cum Absalom\dixitque David : Infa-tua, quaeso^ "Domineconsilium A chitophel.

02, Cumque ascende-rei David summitatemmontis, in quo adoratu-rus erat Dominum^ ec-ce occurrit ei Cliusai A-raclùtes, scissa ve$tet etterra pieno capite.

35. Et dixiteiD avidiSi veneris mecumì eris

* mihi oneri.34- Si autem in civi-

tatem revertarìst et di-xeris Absalom : servustuus sum rex : sicut fui,Sericis patris tui, sicero servus tuus : dissi-pabis consilium A chi-tophel.

35. Habes autem te-cum Sadoc, et Abiaiharsacerdotes : et omneverbum quodcumqueaudieris de damo regisindicabis Sadoc, et A-biathar sacerdotibus.

31. E fu riferito aDavidde , come ancheAchilophel era entratonella congiura di Assa-lonne ; e disse David;Signore, infatua, ti pre-go, i consigli di Achi-tophel.

32. E mentre Dayid-de stava per arrivarealla vetta del monte,in cui voleva adorareil Signore,sopraggiunsead un tratto presso dilui Chusai di Arachicolla veste stracciata, eil capo coperto di pol-vere.

33. E Davidde glidisse : Se tu vieni conme, mi sarai dì peso.

34- Ma se tornerai incittà, e dirai ad Assa-lonne : Io, o re, son tuoservo : come ho servitoal padre tuo, cosi ser-virò a te : tu dissiperaii disegni di Achitophel.

35. E tu avrai conte Sadoc , e Abiatharsacerdoti, e tutto quel-lo che sentirai dirsi incasa del re, lo farai sa-pere a Sadoc, e ad Abia-thar sacerdoti.

36. Sunt autem cumeis duo filii eorum^ A-chimaasfilius Sadoc, etJonathas filius Abia*tkar\ et mitteds per eosad me omne verbum^quod audieritis.

37. Veniente ergoChusai amico David incivitatem^ Absalom quo-que ingressus est Jeru-salem.

36. È sono con essidue loro figliuoli, Achi-maas figliuolo di Sadoc,e Gionata figliuolo diAbiathar, e per essi midarete notizia di tuttoquello che saprete.

37. Or nel punto, iticui Chusai amico diDavid arrivò in cittàAssalonne ancora arri-vò in Gerusalemme.

C A P O XVI.

A Siba, che gli porta de viveri* e calunnia Mi'phibosethy Davidde dona i beni di questo prin-cipe. Proibisce che si uccida Se/nei, il qualelo malediceva. Assalonne entrato in Gerusa-lemme, per consiglio di Achitophel, si acco-sta pubblicamente alle concubine del padre <

i. ^t/umgue Davidtransisset paululummontis verticemt appa-?uit Sìba pner Miphi-boseth in occursum e-jus cum dttobus asinis,(fui onerati erant du*centis partibus, et cen-tum alligaturis uvaepassae^ et centum mas-$ì$ palatharum* et utrevini.

i. \Jr quando Da-vid ebbe valicata di po*co la cima del monte,comparve Siba, servodi Miphiboseth, che an-dogli incontro con dueasini carichi di dugeniopani, i& di cento penzo-li di uva secca, e di cen-to canestri di fichi, e diun otre dì vino.

2, Et dixit rex Si-bae : Quid sibi volunthaec? Responditque Si-ba : Asini domesticisregis, utsedeant: pa-nes, et palathae ad ve*scendum pueris tuis :vinum autem, ut bibat>si quis defecerit in de-serto.

3. Et alt rex: Ubi estfilius domini fui? (i)Responditque Sìba re-gi : Remansit in Jeru-salem, dicens : Hodierestituet mihi dominusIsrael regnum patrismei.

4- E* <*it rex Sibae :"Tua sint omnia, quae

fuerunt Miphiboseth.Dixitgzie Siba : Oro, ut

2. E il re disse a Si-ba : A che fine questecose ? E Siba rispose :Gli asini pei domesticidel re, che li cavalchi-no ; i pani, e i fichi, per-chè li mangino i tuoiservi : e il vino, perchène beva chiunque sitrovi spossato nel de-serto.

3. E il re disse t Do-v'è il 6gliuolo del tuosignore ? E Siba rispo-se al re: Egli è restatoin Gerusalemme, e dice:Oggi il Signore d'Israe-le renderà a me il re-gno del padre mio,

4. E il re disse a Si-ba : Tutto quello chepossedeva Miphibosethè tuo. E Siba disse: Io,

(O Jnf. 19. 37.

Vers. i. Compaia e Siba ec. E probabile, ch'egli venisse daqualche villa del suo padrone. Questo maligno uomo avea abba-stanza di spirito per prevedere , che Davidde si sarebbe mante-nuto sul trono : cerca perciò di caparrarsi la sua buona grazia ,facendo il generoso colla roba del padrone, e insieme ordiscecontro lo stesso padrone una orribil calunnia, colla quale induceDavidde a dargli il dominio di tutti i beri! di Miphiboseth. Fueccessiva la facilità di Davidde nel credere a Siba, e nel condan-nare 1' assente figliuolo di Gionata sulla semplice accusa di unservo ; ma \può scusarlo almeno in parte la circostanza del tem-po, in cui il povero principe non vedeva se non traditori, e tra-dimenti per ogni parte.

Voi. r. i?

ìjweniam gratiam co-ram te, domine mi rex.

5. Venit ergo rex Da-vid usque Bahurim : etecce egrediebatur indevir de colatione do-mus \Saul, nomine Se-mei, filius Cera, proce-debatque egrediens^ et(i) maledicebal.

6. Mittebatque tapi-des contra David; etcontra universos servqsregis David: omnis au-tem populus^ et univer-si bellatores, a dextro^et a sinistro latere, re-gis incedebant., 7. Ita autem Loquela-tur Semel cum maledi'cerei regi. Egredere, e-gr'edere\ virsanguinum^et vir BeUaL

8. "lieddidit tibi Do-minus universum san-guinem domus S aut:quoniam invasisti re-

o re mio signore, chieg-go di trovar grazia di-nanzi a te.

6. Arrivò adunque ilre David fino a Bahu-rim ; e acl^un trati o neusci fuora un uomo im-parentajo colla casa diSaul, per nome Semei,figliuolo di Gera, e fa-cendosi più dappressoproferiva maledizioni.

6". E gettava sassicontro Davidde, e con*tro tutti i servi del reDaviddej or tutto il po-polo , e tutti i com-battenti camminavanoa destra, e a sinistradel re.

7. E queste erano leparole, colle quali Se-mei malediceva David:Vattene, vattene, uomosanguinario, uomo diBelial.

8. Il Signore ti fapagare il fio di tutto ilsangue della casa diSaul: poiché tu usur-

(i) 3. Reg. 2. 8.

Vers. 4- fo ••• chieggo di trovar grazia ec. Cosi questo iniquoservo vuol far credere, che non per interesse, ma per solo amoreverso del re accusa i] proprio padrone.

Vers. 5. Fino a Bahurirn. Città a settentrione di Gerusalem-me n«ll« tribù di Beniamin, essa è chiamata Almath, i. Pa-rai, vi. (50.

gnum pro co, et deditDominus regnum inmanu Absalom filii tui :et ecce premunì te ma-la tua, quoniam vir san*guinum es,

9. Dìxit autem Abi-ti ai filius Sarviae regi iQuare m aledici t canishic mortuus dominomeo regi? vadam, etamputabo caput ejus.

10. Et ait rex : Quidmihi, et vobis est, filiiSarviaeì dimittite eum,ut maledicat : Dominusenim praecepit ei, utmalediceret David : etfjuìs est qui audeat di'vere, quare sic fecerit ?

pasti il suo regno, $ ilSignore ha trasportatoil reame nelle mani diAssalonne tuo figliuolo:ed ecco che ti opprimo-no i mali tuoi, perchètu se' un uomo sangui-nario.

9. Ma Abisai figliuo-lo di Sarvia disse al re:Dovrà egli questo canemorto maledire il remìo signore? Andrò ioa troncargli la testa.

10. E il re disse: Cheavete da far con mevoi, figliuoli di Sarvia ?lasciate ch'ei maledica:imperocché il Signoregli ha ordinato dì ma-ledir David: e chi ardi-rà di domandargli con-to del perchè cosi fac-cia?

Vers. 8. / mali tuoi. I mali che tu ti se' tirati addosso col farmale agli altri.

Vers. io. Che avete da far con me voi ec. Vale a dire: Io non,approvo, o figliuoli di Sarvia, il calore che voi mostrate per ven-dicar le ingiurie che mi son fatte da Semel : egli non è altro, cheun ingiusto esecutore della giustissima volontà del Signore, ilquale anche questo vuol ch' io patisca pelle mie colpe : egli-peringiusto odio fa contro di me quello che Dio con giusto ordineeli vendetta permette per mia umiliazione. Sopra queste paroles. Ambrogio, lib. i. de David cap. vi. O altissima prudenza! opazienza altissima 1 o invenzione grande per divorare le con-tumelie ! Davidde non bada alla causa seconda, al mal animo diSémei ; ma colla sua fede risale fino alla prima causa, fino a Dio,e le severe disposizioni di sua giustizia vendicatrice adora , e ac-cetta con eroica umiltà.

11. Et alt rex Ahi-sal, et universis servissuis : Ecce filius m e MS,qui egressus est de u-tero meo, quaerit ani-mam meam : quantomagis nunc filius Jemi-ni ? dimitdte, ut male-dicat juxta praeceptumDomini :

12. Si forfè respiciatDominus afftictionemmeam : et reddat mihiDominus bonum promaledìctione hac ho-dierna.

15. AmbulabatitaqueDavid, et sodi ejus perviam cum eo. Semel au-tem per "jugum montisex latere contra illumfjradiebatur, maledi-cens, et mitlens lapidesadversum eum, terram-que spargens.

14- Venit itaque rex,et unwersus populuscum eo lassus, et refo-cillati sunt ibi.

16. Absalom autem,et omnis populus ejus

11. Disse ancora il read Abisai, e a tu t t i isuoi servi: Ecco che unmio figliuolo generaloda me vuol la mia vita:non debb' egli far peg-gio un figliuolo di Je-mini? lasciale ch'ei ma-ledica secondo l'ordinedel Signore.

12. Forse (chi sa ? )il Signore mirerà la miaafflizione: e mi renderàdel bene per la maledi-zione dì questo giorno.

13. David pertanto,e i suoi compagni face-vano loro strada. MaSemei sul giogo delmonte camminando di-rimpetto a lui, lo male-diceva, e gettava sassiverso di lui, e spargevaterra.

i4- II re adunque, etutta sua gente arriva-rono stanchi (aBahu-rim ), e ivi si ristora-rono.

16. Ma Assaìonne, etutta la moltitudine che

Vers. n. Un figliuolo di Jeminì. Uno della tribù di Benia-fn?a , la quale per ragione di Saul non era delle più affezionatea Davidde.

ingressi sunt Jerusa-lem, sed et Achitophelcum eo.

i 6. Cum autem ve-nisset Chusai Arachi-tes amicus David adAbsalom, locutus estad eum : Salve rex, sal-ve rex.

17. Ad quem Absa-lom : Haec est, inquit,gratia tua ad amici/mtuum ? quare non ivisticum amico tuo?

i ft.ResponditqueChu-sai ad Absalom: Ne-quaquam : quia illiusero, quem elegit Domi-nuSy et omnis hic popu-lus, et universus Israel\et cum eo manebo.

19. Sed ut et hoc in-feram, cui ego servitù-rus sum ? nonne filioregis ? sicut parui pa-tri tuo, ita parebo etubi.

20. Dixit autem Ab-saloni ad Achitophel:Inite consilium, quid a-gere debeanms.

21. Et alt Achitophelad A I/saloni: in gr edere

lo seguiva, entrarono inGerusalemme , ed eracon lui anche Achilo-phel.

16. E Chusai dì Ara-chi amico di David es-sendosi presentato adAssalonne , gli disse :Dio li salvi, o re, Dio tisalvi, o re.

17. E Assalonne dis-' se a lui : È ella questala gratitudine pel tuoamico? Perchè non se*tu andato col tuo ami-co ?

18. E Chusai risposead Assalonne : No: per-chè io sarò di colui cheè eletto dal Signore, eda tutto questo popo-lo, e da tutto Israele ;e con lui io mi starò.

19. E per dire anchequesto-, di chi sarò ioservo? noi sarò io delfigliuolo del re ? comeio obbedii al padre tuo,così obbedirò anche ate.

20. Or Assalonne dis-se ad Achitophel : Con-sultate quello che ab-biam da fare.

21. Achitophel disse.ad Assalonne : Sei viti

ad concubinas patrislui) quas dimisit ad cu-ftodiendam domum ; utcum audierit omnis 1-srael, quod foedaverispatrem tuum, r ob or e ri-far tecum manus eo-rum.

22. (i) Tetenderuntergo Absalom taberna-culum in solario, in-gressusc/ue est ad con-cubinas patris sui co*ram universo Israel.

23. Consilium autemAchitophel, quod dabatin diebus illis> quasi siquis consuleret Deum :J7*c erat omne consiliumAchitophel) et cum es-set cum David, et cumesset cum Absalom.

delle concubine del pa-dre tuo lasciate da luia custodire la casa; af-finchè quando tulioIsraele saprà, come tuavrai fatto questo smac-co al padre tuo, si asso-dino quelli nel tuo par-tito.

22. Alzarono adun-que sul solajo un pa-diglione per Assalonne,e a vista di tutto Israe-le andò egli a trovarvile concubine del padresuo.

23. Or il consultareAchitophel in quel tem-po era come consultareun Dio: tanto erano sti-mati i consigli di Achi-tophel sia quando eracon Davidde, sia quan-do era con Assalonne.

(i) Sup. i a. n.

Vers. a i. Sero iti delle concubine del padre tuo. Dio Jo «reapredetto a Davidde, cap. xu. i r. Achitophel consigliando ad As-salonne di fare quest' orribile oltraggio al padre , mirò a persua-dere a tutto Israele, che non vi sarebbe mai riconciliazione tra '1padre, e il figlio. Giacobbc noti dimenticò giammai un similescorno fattogli da Rttbcn. •

C A P O XVII.

Chusai sventa il consiglio di Achitophel, il qua»le volea che si opprimesse Davidde senza di-lazione ; e fa ciò sapere a Davidde, il qualeper consiglio di Chusai passa il Giordano,onde Achitophel s'impicca. Tre amici portanoregali a Davidde, affinchè il popolo ridotto inpenuria non lo abbandoni.

1. LJixit ergo A-ehìtophel ad Absaloni :Eligam mihi duodecimmillia virorum^ et con-surgens persequar Da-vid hac nocte.

2. Et irruens supereum ( quippe qui lassusest, etsolutis manibus )percutiam eum\ cumquefugerit omnis populus,qui cum eo est, percu-tiam regem desolatimi.

3. Et reducam uni-versimi populum> quo-modo unus homo refer-ti solet \ unum enim vi-rum tu quaeris : et orti"nis populus erit in pa-ce," 4* Placuitque sermoejus Absalom, et. cun-ctis majoribus nata I-sraeL

1. \Jr Achitopheldisse ad Assalonne: Iomi farò scelta di dodicimila uomini, e partiròquesta notte in tracciadi Davidde.

2. E lo assalirò, men-tre sarà stanco, e fievo-le, e lo metterò in i-scompiglio: e fuggita chesia tutta la gente, chelo segue, io ucciderò ilre abbandonato.

3- E ricondurrò tut-to quel popolo, come sìfarebbe tornare un soluomo: perocché tu noncerchi se non un uo-mo: e tutto il popolosarà in pace.

4- Piacque il suo par-lare ad Assalonne, e atutti i seniori d'Israele,

5. Alt autem Absa-lom : Focate Chusai A»rachiten, et audiamus,quid etiam ipse dicat.

6. Cumque venissetChusai ad AbsalomtaitAbsalom ad eum : Hu-jus cemodi sermonem lo-cuius est Achitophel:facere debemus&nnoritquod das consilium ?

7. Et dixit Chusaiad Absalom : Non estbonum consilium, quoddedit Achitophel hacvice.

8> Et rursum intutitChusai: Tu nos ti pa-trem tuum, et viros, quicum eo sunt, essefor-tissimos, et amaro ani-mot veluti si ursa ra-ptis catulis in saltusaeviat\ sed et patertuus vir bellator est,nec morabitur cum po-pulo.

9. Forsifan nunc la-titat in foveis, aut inunO) quo voluerit^ loco:et cum ceciderit unusquilibet in principia ,audiet quicumque au-dìerit, etdicet: Facta

5. Ma disse Assalon-ne : Chiamate Chusaidi Arachi, e sentiamoquel ch'egli pure dirà.

6. Ed essendo venu-to Chusai dinanzi adAssalonne, Assalonnegli disse : Aohitophelha parlato così., e così :dobbiam noi fare inquel modo, o no ? qualè il parer tuo ?

7. Ma Chusai dissead Assalonne: Questavolta il consiglio di A-chitophel non è buono.

8. E soggiunse Chu-sai: Tu sai, come il pa-dre tuo, e quei che loseguono, sono uominifortissimi, e irritati incuor loro, quasi orsainfuriata ne'boschi peresserle stati rapiti i fi-gli, e di piit.il padre tuouomo guerriero noni&tarà fermo colla suagente.

9. Forse egli adessosta ascoso in qualchetana, o in altro luogoche avrà eletto : e sealle prime alcuni (dè}

tuoi) vengono a peri-re, si saprà tosto, e si

est plaga in populo quisequebatur Absalom.

io. Et fortissimusquisque, cujus cor estq nasi leonis, pavoresol-vetur\ scit enim omnispopuLus Israel fortemesse patrem tuum, etrobustos omnes, quicum eo sunt.

11. Sed hoc mihi vi-detur rectum esse con-silium: Congregetur adte unwersus Israel^ aDon usque Bersaòee,quasi arena maris in-numerabilis : et tu erisin medio eorum.

12. Et* irruemus su-per eum in quocumqueloco inventus fuerit-, etoperiemus eum, sicutcadere solet ros superterram : et non relin-quemus de viris, quicum eo sunt, ne unumquidem.

13. Quod si urbtmaliq uam fu erit in gres-

dirà : II popolo che se-guiva Assalonne è s la-to sconfitto.

10. E i più for l i , chehanno, quasi un cuoredi lione, rimarran sen-za forze per la paura :perocché tutto il po-polo d'Israele sa comeè forte il padre tuo, ecome son valorosi tuttiquelli che lo seguono.

11. Ma buon consi-glio sembrami questo :si raduni teco da Banfino a Bersabea tut to ilpop&o d'Israele innu-merabile come l'arenadel mare: e tu sarai inmezzo a loro.

12. E andrem sopradi lui in qualunqueluo-go si troverà: e lo copri-remo (col numero) co-me la rugiada ricuoprela terra : e non lascere-mo vivo neppure un so-lo di tutti quelli che so-no con lui.

i3.Che se sarà entra-to in qualche città, tut-

Vers. 13. Tutto Israele cingerà dì funi quella citta ec. Chu-sai con iattanza, e iperbole da soldato glorioso dice, che l'eser-cito di Assalonne tale e tanto , cinta la citta di grossi canapi , lastrascinerà , e la sommergerà in uà torrente. Una non dissimileiperbole si trova , Lai. vii. 6.

sus, circumdabit omnisIsrael civitali illi Ju-nest et trahemus eamin torrentem, ut non re-periatur ne calculusquidem ex ea.

14- Dixitcjue Absa-Ioni, et omnes viri Is-rael\ Melius est consi-lium Chusai Arachitae*consilio AchitopheL Do-mini autem nutu dissi"patum est consiliumAchitophel utile> ut ìn-duceret Dominus su-per A bsalom malum»

«r

15. Et alt Chusai Sa-'doe et Abiathar% s acer*dotibus : Hoc, et hocmodo consilium deditAchitopìiel Absalom., etsenioribus Israel: etego tale, et tale dediconsilium.

16. Nunc ergo mittitecito, et nuhtiate David>dicentes : Re morerisnocte hac in campestri-bus deserti^ sed absquedilatione transgredere:ne forte absorbeaturrex,-, et omnis populus^qui cum eo est.

to Israele cinger à di fu-ni quella città, e la stra-scineremo in un torren-te, onde non resti di leinemmeno una pietruz-za.

i4- E Assalonne , etutti gli uomini d' I-sraele dissero : Miglio-re è il consiglio di Chu-sai Arachite, che quel*Io di Achitophel. Oraper voler del Signorefu sventato il consiglioutile di Achitophel, per-chè il Signore facessecader la sciagura sopraAssalonne.

i 5. Ma Chusai dissea Sadoc e ad Abiatharsacerdoti : Così ha con-sigliato Achitophel adAssalonne , e a' seniorid'Israele : e io ho consi-gliato in questo e que-sto modo.

16. Adesso adunquespedite subito a farlosapere a Davidde, e di-tegli.-Non fermarti que-sta notte nella pianu-ra del deserto, passa dilà, affinchè non restioppresso il re , e tut-ta la gente, che è conlui.

17. Jonathas autemet Achimaas stabantjuxta fontem Rogel :abiit andila, et nuntia-vit eis: et illi prof e e tisunt, ut referrent adregem David nuntium :non enim poterant vi-deri, aut introire civi-tatem.

18. Vidit autem eosquidam puer, et indica-vil Absatom : illi veroconcito gradii ingressisunt domum cujusdamviri in Bahurim, quiliabebat puteum in ve-stibulo suo, et descen-derunt in eum.

19. Tulit autem mu-lier, et expandit vela-men super os putei,qua si sìccan s ptisanas:et sic latuit res.

17. Or donata e A-cbimaas stavano micinoalla fontana di Bogel :andò una serva , e por-tò loro l'ambasciata : equelli partirono per re-care l'avviso al re Da-vidde: perocché essi nondovean essere veduti,nè entrare in città.

18. Ma videgli ungiovinetto, e avvisò As-salonne : or eglino en-traron di corsa in casad'un cert' uomo in Ba-hurini, il quale aveauna cisterna nel suovestibolo ; e in quella(cisterna) furono cala-ti.

19. E la donna di ca-sa prese una coperta, ela distese sulla boccadella cisterna, come sevolesse far seccare del-l'orzo pesto t così la co-sa restò occulta.

Vers. 16. Passa di la. Di là dal Giordano. Chusai non si assi-curava, che Assalonne, ripensata la cosa, non si volgesse a segui-re il consiglio di Achitophel.

Vers. 17. Alla fontana dì Rogel. Fontana «lei Gualchieraio ,cioè, che era nel campo del Gualchieraio. Essa è rammentata,4- Rc§' xvin. 17., Isai. vii. 3., xxxvi. 2.

Vers. 18. In quella cisterna furono calati. Essa era allo'rasenz'acqua, e la serva pose sulla bocca un lenzuolo, o una coper-ta , sopra la quale mise dell' orzo pesto come per farlo seccare.Cosi nissuno pote'a immaginarsi che fosse ivi una ciiterna.

20. Cumque venis*seni servi Absalom indomum, ad mulieremdixerunt: UbìestAchi-Tnaas et Jo??athas ? Etrespondit eis mulier.fran^ierunt festinan-tes, gustata paultulumaqua. At hi, qui quae-reban t, cum non re pe"rissent, rev ersi sunt inJerusalem.

21. Cumque abii&-&e7i£> ascenderunt ittide puteo, et pergerftesnuntiaverunt regi Da*vid, et dixerunt'. Sur-gite, et transite cito flu-vium-, quoniam 7iujuscem

tnodi dedit consiliumcontra POP Achitopìiel.

21.Surre xit ergoBavid,et omnis populus * quicum eo eratì et transìe-runt Jordrìnem> donecdilucesceret: et ne unus ;quidem residuus fuit^ \qui non traitsisset fiu* ivium. i

23. Porro Achitophelvìdens, quod non fuis~ \set factum consilium esuum, stravit asinum^ osurrexityue, et abiti in s

2O. Ed essendo so-praggiunli i servi diAssalonne ir» quella ea*sa, dissero alla donna :Dov'è Aehimaas, e Gio-ii aia? E Ja donna rispo-se: Sono passati in fret-ta » bevalo avendo unpo-ài acqua. Ma quelliebe li cercavano, nonavendoli trovati, se netornarono a Gerusalem-me;

21. E quando questise ne furono andati, u-seirono quelli della ci-sterna , e andarono aportar l'avviso al re Da-vidder e dissero r Move-tevi e passate subito ilfiume r perocché tal èil consiglio dato controdi voi da Achitopfcel.

22. Si mosse adun-que Davidde^e tutta lagente che fra con lui, epassarono il Giordanofino all'apparir del gior-no : e neppur uno re-stò, che non passasse ilfiume,

23. Ma AchitopheFreggendo , come non?ra stato eseguito il suoconsiglio, sellò il suo a-ino, e parti , e andò a

domum suam^ et in ci-vitatem suam : et dis-posita domo sua, sw-spendio interiit^ et se-pultus est in sepulchropatrìs sui.

24. David autem ve-rni: in castra , et A h&et-iam transivit Jorda-nem, ipset et omnes vi"rì Israel cum eo.

26. Amasam veroconstituit Absalom proJoab super exercitum :Amasa autem erat fi-lius viri, qui vocabaturJetra de Jezraheli^ quiingressus est ad Abi-gail filiam Naast soro-rem Sarviae quae fuitmater Joab.

casa sua nella sua pa-tria, e acconciate le co-se di sua casa sr impic-cò, e fu sepolto nel se-polcro del padre suo.

24- E Davidde giun-se agli alloggiamenti, eAssafonne passo il Gior-dano egli, e tutto Israe-le con lui.

26. E Assalonne fececapitano dell'esercitoAma sa in vece di Gioab;or Amasa era figliuolodi un uomo di Jezrahelchiamato Jetra, il qua-le avea sposata Abigailfigliuola di Naas, sorel-la di Sarria , la qualefu madre di Gioab.

yers. a3. S1 impicco. La rabbia di veder rigettati f suoi consi-gli , e preferiti quelli di Cbusai, e la persuasione non falsa , i«cui egli era , che dando tempo a Davidde 7 questi si sarebbe ri-messo in piedi, e Assalonne si sarebbe perduto , ceco» i motivi ,pe'quali quest' uomo si saggio secondo il mondo si tolse dispera-tamente la vita. Così, s' ei fu saggio , lo fu solamente per altri, enon per sé stesso. Del rimanente quest' uomo prima consiglieredi David, indi suo nemico T e unito co' ribelli del suo signore, fufigura del perfido Giuda prima intimo discepolo, indi traditoredi Cristo.

Ver s. ^4- Agli alloggiamenti. Vale a dire alla città di Maha-naim ( che significa gli alloggiamenti) la quale era sul torrentedi Jaboc di là dal Giordano.

Vers. iB. Abigaìl figliuola di Nctat, sorella di Sarvia. Sar~via essendo figliuola d' Isai, come Davidde suo fratello T Abigaìlsorella di Sarvia debb'essere ugualmente figliuola d'Isai-, per laqual cosa comunemente gì' interpreti dicono , che Isai e JVaas so- ,

26. Etcastrametatusest Israel cum Absa-lom in terra Galaad.

27. Cumque venisset"David in castra , S°bìfilius Naàs de Rabbathfiliorum Ammon, etM&~chir illius Ammìhel deLodabar, et Berzella1

Galaadites de Rogelim

28. Obtulerunt eistrafarla, et tapetia, etvaso, fictilia, frumen-tum, et hordeum, et fa-rinam, et polentam, etfabam, et lente/n , etfrixum cicer,

29. Et mei, et buty-rum, ovest et pinguesvitulos : dederuntqueDavid, et populo, quicum eo erat, ad vescen-dum : suspicata enimsunt, populumfame, etsitifadgari in deserto.

25. E Assalonne conIsraele posero il camponella terra di Galaad.

27. E arrivato Davidagli alloggiamenti, So-bi figliuolo di Naas diSabbath degli Ammo-niti, e Machir figliuolodi Ammiheldi Lodabar,e Berzellai GalaaditediRogelim

28. Gli offersero let-ti, tappeti, e vasi di ter-ra, e grano, e orzo, e fa-rina, e orzo secco, e fa-ve, e lenti, e ceci tosta-ti,

29. E miele, e burro,e pecore, e grassi vitel-li: e gli diedero a David-de, e alla gente che eracon lui, perchè ne man-giasse : perocché ebbertimore che il popolo pa-tisse la fame, e la setenel deserto.

BO la «tessa persona, come apparisce anche dal libro i., Parai,cap. n. 13. 15. 16. Amas era nipote di Davfdde , come Gidab.

Vers. 27. Sobi figliuolo di Naas ec. Egli dovea essere re degliAmmoniti, e fratello di queli' Hanon , che o mori , o fu depostonella guerra contro di lui da Davidde.

Machir figliuolo di /immihel. Vedi cap. rx. 4-

C A P O XVIII.

Assalonne vinto in battaglia, e pendente da unaquercia , è trafitto da Gioabbo ; lo che avendosaputo Davidde amaramente lo piange.

1. Lgitur considera-to David populo suo,constituit super eos tri-bunos, et centuriones.

2. Et dedit populitertiam partem sub ma-nu Joab, et tertiam par-tem sub manu A bis aifilii Sarviae fratris Jo-ab, et tertiam partemsub manum Ethai, quierat de Heth: dixitquerex ad populum : Egre"diar et ego vobiscum.

3. Et respondit po-pulus : Non exibis', siveenim fugerimus, nonmagnopere ad eos denobis pertinebit: sivemedia pars ceciderit enobis, non satis cura"bunf. quia tu unus prodecem millibus compu-taris. Melius est igitur,ut sis nobis in urbepraesidio.

4- Ad quos rex ait :Quod vobis videtur re*

1. i -avidde adun-que, fatta la rassegnadella sua gente, elessetribuni, e centurioni,,che la comandassero.

2. E diede il coman-do di un terzo de' sol-dati a Gioab e di unterzo ad Abisai figliuo-lo di Sarvia fratello diGioab, e dell'altro terzoad Ethai che eradi Geth:e il re disse a'suoi: Ver-rò io pure con voi.

3. E quelli risposerojTu non dei venire : pe-rocché quando noi fos-simo messi in fuga, noi»sarà per quelli un granvantaggio ; e quandoperisse la metà di noiquelli non faranno grancaso : perocché tu soloconti per dieci mila. Èmeglio adunque che tuci dia ajuto dalla città.

4. Disse loro il re: Iofarò quello che voi ere»

cium, hoc faciam. Stè-tit ergo rex juxta por-tam : egrediebaturquepopulus per turmasàuas, centeni, et mil-lenì.

5. Et praecepìt rexJoab, et A bis ai, et E'thai, dicenS'.Servate mi"hipuerum Absalom. Etomnis populus audiebatpraecìpientem regemcunctis principibus proAbsalom.

6. Itaque egressusest populus in campumcontra Israel, et factumest praelium in saltuEpTiraim.

7. Et caesus est ibipopulus Israelab exer-citu David, factaque estplaga magna in die il-la viginti millium.

8. Fuit, autem ibipraelium dispersum su-per faciem omnis ter-rae, et multo plures

dete opportuno. II re a-dunque fermossi allaporta ; e i soldali usci-vano a schiere di cento,e di mille uomini.

5. E diede il re que-st' ordine a Gioab , adAbisai, ad E thai, e dis-se: Salvatemi il figliuo-lo Assalonne. E tutto ilpopolo udì, come il reraccomandava Assalon-ne a tutti i capi.

6. 0sci pertanto incampagna 13 esercitocontro Israele , e seguila battaglia nel boscodi Ephraim :

7. E ivi il popolo d'I-sraele fu sconfitto dall'esercito di Davidde , egrande stragefuinquelgiorno di venti milauomini.

8. E i combattenti siazzuffarono rottamentechi qua, chi là per tut-to quel tratto , e molti

Vers. 5. Salvatemi il fìglio Assalonne. La carità di Daviddeverso l'empio figliuolo non può meglio paragonarsi, che con quel-la di colui, il quale sulla sua croce pregò pei crocifissori.

Vers. 6. Nel bosco di Ephraim. Certamente la battaglia fu diJà dal Giordano, e non Iun«i da Mahanaim ; onde questo bosconon potè essere detto bosco di Ephraim, perchè fosse della tribùdi tal nome ; ma da qualche avvenimento, che a noi non è noto.

erant quos s alius con-sumpserat de populo,quam h^ quos vorave-rat gladius in die illa :

9. Accidit auteniy utoccurreretAbsalom ser-vis David, sedens mu-lo : cumque ingressusfuisset mulus subtercondensam quercum, etmagnani, adhaesit ca-put ejus quercui : et il-lo suspense inter cae-lum, et terram, muluscui inseder at^per trans-ivit.

10. Vidit autem hocquispiam, et nuntiavit

pi,ù furono quelli delpopolo , che in fuggen-do periron pel bosco,che quelli che furon tru-cidati dalla spada inquel giorno:

g. Or egli avvenne ,che s'imbattè nei sol-dati di David Assalon-ne , che cavalcava unmulo : e il mulo venen-do a passare sotto unaquercia grande, e mol-to fronzuta , il capo dilui rimase appiccato al-la quercia ; e restandoegli appeso tra cielo eterra, il mulo che ei ca-valcava, tirò avanti.

i'Qr-E vi fu, chi l'os-servò, e ne diede parte

Vers. Q. Il capo di luì rimase appiccato alla qitereta ec. Co-munemente gP interpreti hanno creduto 7 che ei restasse appesoper la capelliera ; ma le parole della Scrittura sembrano piutto-sto significare, che fuggendo a tutta briglia Assalonne, e passan-do sotto la quercia restò col capo preso tra due rami, e può benessere , che la stessa gran capelliera contribuisse a rendergli im-possibile il distrigarsi : intanto il mulo sentendosi libero fuggivia. Notisi, che gli antichi non aveano nè selle, nè staffe. Il Gri-sostomo , e Teodoreto l'intesero nel mode che abbiam detto. Machi in tal maniera di morte non riconoscerà la vendicatrice manodi Dio ? Davidde avea fatto tutto quel che poteva per metterein sicuro la vita del parricida, e la stia gente non avrebbe arditodi mettergli le mani addosso dopo le reiterate proibizioni delre; Assalonne fuggiva, e probabilmente era lasciato fuggire: Di»prepara una quercia contro di lui; ed ella diviene il suo carnefi-ce , e il suo patibolo.

Joab , dicens : VidiAbsalom pendere dequercu.

n. Et alt Joab vi-ro , qui nuntiaverat, ei:Si vidisti^ quare noncon fedisti eum cum ter'ra , et ego dedissernubi decem argenti si*do 9, et unum balteum?

12. Qui dixit ad Jo-ab: Si appenderes inmanibus meis mille ar-genteos , nequaquammitterem manum meam fin filium regis : audien-tibus enim nobis prae-cepitrex libi, etAbisai,et Ethai, dicens-. Cu-stodite mihi puerumAbsalom.

13. Sed et si fecis-sent cantra animammeam audacter, nequa-quam hoc ^ regem laterepotuisset; et tu staresex adverso ?

14. Et alt Joab : Nonsicut tu vis, sed ag-grediar eum coramte. Tulli ergo tres lan-ceas in manu sua, etìnfixit eas in corde Ab-salom : cumque adhuc

a Gioab , dicendo : Hoveduto Assalonne ap-peso ad una quercia.

11. E Gioab disse acolui, che gli dava talnuova: Se l'hai veduto,perchè non lo hai tuconficcato in terra, e ioti avrei dato dieci siclidi argentp ,e una ban-doliera ?

12. E quegli risposea Gioab : Quando mi a-vessi messo in manomille monete d'argen-to, non avrei stesa lamano contro il figliuolodel re: mentre udimmoben noi come il re or-dinò, e disse a te, ad A-bisai, e ad Ethai : Con*servatemi il figliuoloAssalonne.

13. E se io avessi ar-dito di tradire 1* animamia, non avrebbe potu-to restare ascosa al resimil cosa; e mi avrestitu forse difeso ?

14. Ma Gioab disse:Non sarà come vuoi tu:anzi io lo trafiggerò intua presenza. Prese e-gli adunque in manotre dardi, e gì' immersenel petto di Assalonne:

palpitare^ haerens inquercu^

15. Cucurrerunt de-cem ]uvenes armìgeriJoab, et percudentesinterfecerunt eum.

16. Cecinit autemJoab buccina , et reti-nuit populum , ne per-sequeretur fugientemIsraeli volens parceremoltitudini.

17. Et tulerunt Ab*salom , et projece-runt eum in saltum, infoveam grandem, etcompartaverunt supereum acervum lapidummagnum nimis: omnisautem Israel fugit intabernacula sua.

e mentre quegli appic-cato alla quercia tuttorpalpitava,,

ló.Corsero dieci gio-vani scudieri di Gioab,e co'loro colpi lo finiro-no.

i6.E Gioab fece suo-nare la sua tromba, econtenne il popolo dal-rinseguire i fuggitivi ,risparmiar volendo lamoltitudine.

17. E presero Assa-lonne, e lo gettarononel bosco in una bucagrande ; e gettaron so-pra di lui una massa al-tissima di pietre: e tut-to Israele se ne fuggìalle sue tende.

Vers. 14. Ma Gìoàb disse ec. Checché si dica per iscusare ilfatto di Gioab ( il quale anzi alcuni pretendono , che fece quelloche la giustizia voleva che ei facesse), non è da mettere in dub-bio , che egli peccò , mentre disobbedì al , il quale per dartempo di penitenza al disgraziato figliuolo , vea comandato chegli fosse salvata la vita. Gioab avrebbe potu o, e dovuto assicu-rarsi della persona di Assalonne, il quale e a ancor vivo, e ri-metterlo nelle mani del re. Così si provede a al bene, e alla si-curezza del regno, e Assalonne avrebbe avut quella sorte che ilpadre avesse ordinato. Ma Dio voleva nel tr gico fine di questofigliuolo ribelle dare un terribile esempio a ulte 1' età avvenire,ed avea ( come notò il Crisostomo ) pronunziata già contro di luila sentenza , di cui Gioab fu 1' esecutore, m Ps. vii.

Vers. 1-7. Gettarono sopra di lui una massa altissima dì pie-ire. E fatto ad Assalonne quello che fu fatto ad Achan, Jos, vii. a6.

18. Porro Absalomerexerat sibi, cum ad-huc viverci, titulum,qui est in valle regis :dixerat enim: Non ha-beo filium ; et hoc eritmoTìimentum nominismei. Vocavitque titu*lum nomine suo} et ap-petlatur Manus Absa-lom usque ad hanc diem.

19. Achimaas autemfilius Sadoc aìt: Cur*ram , et nuntiabo regi,quìa judicium fecerit eiDominus de manu ini-micorum ejus.

20. Ad quem Joabdìxit-. Non eris nuntius

i8. Or Assalonne sìera eretto , mentre erain vita, un monumentonéJla valle del re: peroc-ché diceva : Io non houn figliuolo : lasceròquesta memoria del no-me mio. E diede a quelmonumento il suo no-me , e si chiama fino aldi d'oggi la Mano di As-salonne.

io.. Or Achimaas fi*gliuolo dì Sadoc disse :Correrò a recare a Da-vidde la nuova, come ilSignore ha fatta a luigiustizia contro i suoinemici.

20. Ma Gioab disse alui : Non porterai le

Vers. 18. Si era eretto ... un monumento ec. lì sacro storicotocca questo fatto di Assalonne per dimostrare , com' egli ebbeun fine tutto diverso da quello che si sperava, e in cambio di unmonumento , e di un mausoleo insigne , fu sepolto come un em-pio e un sacrilego sotto una massa di pietre. Dicono che vedonsiancor al presente le rovine di quel monumento, contro le quali ipasseggeri Turchi, e cristialii gettano pietre maledicendo il no-me di Assalonne. Doveano, quando egli eresse quel monumento,essere morti i tre figliuoli rammentati, cap. xiv. 27. Mano diAssalonne è lo stesso che opera di Assalonne. Ma la ribellionedi quest'ingrato e barbaro figlio fu una viva immagine della r -belitene del popolo ebreo contro il suo Cristo, di cui era figu aDavidde. Il Cristo perseguitato, cercato a morte, catturato, str -ziato, e ucciso, prega pe'suoi persecutori, e per essi dà volentie iil suo sangue. Ma il peso della giustizia divina cade finalmen esopra l'ingrata e ostinata nazione, la quale vinta da' Romani, d -spersa per ogni parte, si resta come sospesa tra il cielo, e la te -ra, abbandonata , e rigettata da Dio , e odiosa a tutte le genti.

in hac die, sed nuntia-bis in aliai hodie nolote nuntiare; filius enimregis est mortuus»

li. Et alt Joab Chu*si: Vade, et nujitiaregi,quae vidisti. AdoravitChusiJoab, et cucurrit.

22. ~R.ursu.rn autemAchimaas filius Sadocdixit ad Joab-, Quidimpedii si etiam egocurram post Chusi? Dì-xitfjue ei Joab : Quidvis currere, fili mi? noneris boni nuntiibajulus.

23. Qui respondit:Quid enim si cucur-rero ? Et ait ei : Curre.Currens ergo Achimaasper viam compendii,transivit Chusi.

24. David autem se-debat inter duas por-tas: speculator ver'o, cj nierat in fastigio portaesuper murum, elevans

nuove oggi, ma un'al-tra volta : oggi non vo*glio, che porti le nuovetu , perchè il figliuolodel re è morto.

21. E disse Gioab aChusi : Va, e riferiscial re quello che hai ve-duto. Chusi s'inchinò aGioab, e corse via.

22. Ma Achimaas fi-gliuolo di Sadoc dissedipoi a Gioab : Che malsarà egli, se io purecorrerò dietro a Chusi?E Gioab gli disse: Per-chè vuoi tu,figliuol mio»far questacorsa? tu notisaresti apportatore digrata novella.

25. E quegli rispose:E se io facessi questacorsa?E Gioab gli disse:Corri. Allora Achimaas,presa una scorciatoia,trapassò Chusi.

24. Or Davidde stavasedendo tra le due por-te : e una sentinella,che stava in cima allaporia sulla muraglia, al-

Vers. f . i . Disse Gioab a Chusi ec. Doveva essere un uomoplebeo ; imperocché egli non è Chusai Arachite. Il suo nomeproprio significa anche un Etiope.

oculos, vidit hominemcurrentem solum ;

26. Et exclamans in»dicavit regi*, dixitquerex: Si solus est, bo-nus est nuntius in oreejus: Properante Autemillo, et accedente^ pro-pius,

26. Vidit speculatorhominem alterum cur-rentem , et vociferanscalmine, aiti Apparetmihi alter homo cur*rens solus. Dixitquerex: Et iste bonus estnuntius.

27. Speculator au-tem, Contemplar, alt,cur sum priorìs , quasicursum Achimaas filiiS ad oc. Et alt rex : Virbonus est: et nuntìumportans bonum, venit.

28. C Iam an s autemAchimaas^ dixit ad re-gem: Salve rex. Et ado-

za ti gli occhi, vide unuomo solo che correva;

26.E alzò la voce perdirlo al re: e il re disse: Seegli è solo , reca buonanovella : ma quegli ve-nendo in tutta fretta, eavvicinandosi di più,

25. La sentinella vi-de un altr' uomo, checorreva , e gridando daalto disse : Comparisceun altr' uomo, che cor-re, ed è solo. E il re dis-se : Anche questo por-ta buone nuove.

27. E la sentinelladisse : Se bado alla ma-niera di correre del pri-mo, mi sembra ch'éi sìaAcbimaas figliuolo diSadoc. E il re disse: fi-gli è uomo dabbene , eviene a portare buonenuove.

28. E Acbimaas gri-dò, e disse al re : Dio tisalvi, o re : e prostralo-

Vers. ft4- Davìddc stava, tra le due porte. Le città fortificatesi vede che aveano doppie le porte , una di dentro, 1' altra fuoriverso la campagna.

Vers. a5. Se egli e solo, reca buona novella. Se fosse statorotto il suo esercito, i fuggitivi sarebbero corsi in folla versodel re. ,

Vers. 27. Egli e uomo dabbene ec. E uomo fedele, e valoroso,che non si darebbe per fretta alla fuga.

rans regem coram eopronus in terram, aitiB enedictus D ominusDeus tuus, qui conclu*sit homines•, c/ui leva-veruni manus suas con-tra dominum meum re-gem.

29. Et ait rex : Estne pax puero Ab s a-lom ? Dixitque Achi-maas: Vidi tumultummagnum, cum mitteretJoab servus<> o rex, meservum tuum : nescioaliud.

30. Ad quem rex :Transi, ait, et sta hic»Cumque ille transisset,et starei,

31. Apparuit Chusì,et veniens ait: Bonumapporto nuntium, domi'ne mi rex : judicavitenim pro te Dominusliodie de manu om-nium , qui surrexeruntcontra te.

32. Dixit autem rexad Chusi: Est ne paxpuero Absalojrì? Cui re-spondens Chusi: Fiant,inquit, sicut /mer, ini-mici domini mei regis,et universi, qui consur->

si per terra dinanzi aluì, lo adorò . e disse :Benedetto il SignoreDio tuo,il quale ha mes-si alle strette coloro, chealzaron le mani controil re mio signore.

29. E disse il re t Èegli salvo il figliuoloAssalonne?E Achimaasdisse: Io vidi un gran-de seompiglio quandoGioab tuo servo , o re,spediva me tuo servo :altra cosa io non so.

30. E il re a lui : A-vanzati, e posati qui. Equando quegli si fu a-vanzato al suo posto,

51. Comparve Chusi,e in arrivando disse ;Buone nuove io ti por-to,o re mio signore: pe-rocché oggi il Signoreba sentenziato in tuofavore liberandoti dallemani di quelli che sison ribellati.

32. Ma il re disse aGhusi : È egli salvo ilfigliuolo Assalonne? Ri-spose a lui Chusi : Siacome di quel figliuolo,così di tu Iti i nemici delre mio signore, e di lui-

gunt adversus eum inmalum.

33, Contristatus ita*que rex ascendit cae-naculum portae, et fie-vit. Et sic loquebatur,vadens : (ij Fili miAbsalom, Absalom filimi: quis mihi trìbuat,ut ego moriar pro te,Absalom fili mi, fili miAbsalom ?

ti quelli che si ribella-no contro di lui pernuocergli.

33. Allora il re pienodi dolore salì alla came-ra, che era sopra la por-ta, e pianse, e nelP an-dare diceva : Assalonnefigliuol mio, Assalonnefiglino! mio ! Chi miconcederà, che io muoja per te, Assalonne tf-gliuol mio, figlìuol mioAssalonne ?

(O/n/19.4.

Vcrs. 33. Chi mi concederà ec, Davidde piange la sciagura«terna di Assalonne, e volentieri darebbe la propria vita per im-patrargli vita, e colla vita spazio di ravvedimento, e di salute.

C A P O XIX.

Qavidde mosso dal discorso di Gioab finisce dipiangere Assalonne , e riconcilia seco i con-giurati , ed è ricondotto in Gerusalemme da-gli uomini di Giuda : perdona a Semei, chea lui si raccomanda : e accoglie Mipliiboset,ordinandogli dipartire i beni con Siba. Diceaddio a Berzellai , ritenendo con seco Cha-maan. Gì Israeliti altercano fortemente conque' dì Giuda per ragione di Davidde.

N •i.X ? untiatum estautem Joab, quod rexfieret, et lugeret filiumsuum.

2. Et versa est vieto-ria in luctum in die il-la omni populo \ audi»vit enim populus in dieilla dicii Dolet rex su-per filio suo.

5. Et declinavit po-pulus in die illa ingre-di civitatem, quomododeclinare solet populusversus, et fugiens depraelio%

4- Porro rex operuitcaput suum, et clama-

1. \Jr fu detto aGioab, come il re pian-geva, ed era in duoloper ragion del figliuolo.

2. E la vittoria inquel giorno si cangiòin lutto per tutto il po-polo, perchè il popolosenti dire in quel gior-no : II re piange il suoiìgliuolo.

3. E il popolo si ri-tenne in quel dì dall'en-trare nella città, comesuoi ritenersi un popo-lo, che è stato messo inrotta, ed è fuggito dal-la battaglia.

4- Ma il re si era co-perto il capo, e ad alta

Vers. 3. * È il popolo ai ritenne ... dalV entrare. F.ntvò fnr ts -vamente nolla città.

bat voce magna ; fili miAbsalom, Absalom filimi, fili mi.

5. Ingressus ergo Jo-ab ad regem in domum,dixiti Confundistihodievultus omnium servorumtuorum, qui salvavi fè*cerunt animam tuamet animam filiorum tuo*rum, et filiarum tua*rum, et animam uxorumtvarum, etànimam con-vubinarum tuarum.

f 6. Diligis odientes te,et odio habes diligen*tes te : et ostendisti ho-die, (juia non curas deducibus tuis, et de ser*vis tuis : et vere cogno-vi modo, quia si Absa-1001 viveret,et omnes nosoccubulssemus , tuncplaèeret tibi»

7. Nunc igitur surge*et procede, et alloquenssatis fac servis tuis ijuro enim tibi Domi*

voce gridava: Figlìuólmio Assalonne, Assa-lonne figlio mio, figliomio.

6. Ma Gioab andò atrovare il re nella casa»e disse: Tu oggi bai co-perta di rossore la fac-cia di tutti i tuoi servi,i quali hanno salvatala vita tua, e la vitade'tuoi figliuoli», e delletue figlie, e la vita del-le tue mogli, e la vitadelle tue concubine.

6. Tu ami que'eiie tiodiano, e bai in odioquei ebe ti amano; ehai oggi fatto vedere,come non 1 i cale de'tuoìcapitani, e dei tuoi ser-vi, e ora io ho conosciu-to esser vero, che seAssalonne fosse vivo, etutti noi fossimo morii,allora saresti contento*

7. Ora pertanto alza-ti, ed esci fuora, e par-la, e contenta i tuoiservi : perocché io giù-

Vera. 5. Tu oggi hai coperta Ai rossore la faccia ce. TuttoQuesto discorso di Gioab ci dà il ritratto di un uomo impetuoso,arrogante, pieno di se, e del concetto che ha de' servigi rendatial suo re ; ónde lutto si crede lecito, e anche di maltrattare lostesso re.

numt .quod si non exie-r£y, ne unus quidem re-mansurus sit tecum no-cte hac-, et pejus erit-hoc tibi, quam omniamala, quae veneruntjuper te ab adolescen-tia tua usque in prae»<sens.

8. Surrex it ergo rex,et sedit in porta, et o»mni populo nuntìatumest, quod rex sedereiin porta : venitque uni-versa multitudo coramrege: Israel autem fu-git in tabernacula sua.

9. Omnis quoque po-pulus certabat in cun-ctis tribubus Israele di-Cens : Rex liberavit nosde manu inimicorumnostrorum, ipse salva-vit nos de manu Phili-s.thinorumy et nuncfu-gìt de terra propter Ab-saloni.

10. Absalom autem,quem unximus supernos, mortuus est inbello : usquequo siletis,et non reducitis regem?

ro a te pel Signore, chese tu non esci fuora,neppur un uomo si re*.sterà teco questa not-te : è questo sarà benpeggio per te, che tut-i' i mali, che ti sono ca-duti addosso dalla tuaadolescenza fino <al pre-sente.

8. E il re allora si al-zò, e si pose a sederesulla porta (della cit-tà) ; e tutto il popoloseppe, come il re era as-siso alla porta: e tuttiin folla si presentaronoal re : ma quei d'Israe-le se n'eran fuggiti alleloro tende.,

9. E di più tutto ilpopolo in tutte le tri-bù d'Israele altercava,e diceva: il re ci liberòdalle mani de'nostri ne-mici, egli ci salvò dallemani de'Filistei, e oraha dovuto fuggire dàfquesta terra a causa diAssalonne.

10. Or Assalonne un-to da noi per nostro reè morto nella battaglia:sino a quando vi statemutoli, e non fate tor-nare il re ?

11. Rex vero Davidwisit ad Sadoc et A-òiathar sacerdotes^ di-censi Loquimini ad ma-jores natìi Juda, dicen-tesi Cur venitis novissi-mi ad reducendum re-gem in domum suam ?( Sermo autem omnisIsrael pervenerat adregem in domo ejus)

12. Fral'res mei vos,os meum, et caro mea

• vos , quare novissimireducitis regem ?

13. Et Amasae dici-te : Isonne os meum, etcaro mea es? Haec fa-ciat mihi Deus, et haecadda^ si non magis ter,militiae fueris coramme omni tempore proJoab.

14- Et indinavit coromnium virorum Juda,quasi viri unius : mice-

li. Ma il re Daviddfcmandò a dire a'sommisacerdoti Sadoc e Abia-thar : Parlate a'senioridi Giuda, e dite loro :Per qual motivo verre-te voi gli ultimi a ri-condurre il re a casasua? (Perocché i discor-si di tutto Israele erangiunti a notizia del rein sua casa)

,12. Voi siete mieifratelli, voi mie ossa, emia carne; perchè sie-te voi gli ultimi a fartornare il re ?

i-3. E dite ad Ama-sa : Non se' tu carnemia, e mio sangue ? IlSignore faccia a mequesto, e peggio, se ionon ti fo per semprecapo delle mie schierein luogo di Gioab.

14. Ed egli piegò ilcuore di tutti gli uomi-ni di Giuda, come se

Vers. 13. E dite ad dinasti : Non se1 tu ce. Egli era stato ca-pitano generale di Assalonne, XVH. z5. onde poteva più degli al-tri aver ribrezzo e vergogna di presentarsi dinanzi a Ini. D.ividdelo anima, rammentandogli la stretta parentela ( egli era figlinolodi Abigail sorella di David ), e colla promessa di farlo capitanogenerale delle sue truppe.- Davidde volea umiliare Gioab dive-nuto a lui insopportabile per fo morte data aJ Assaloanc , e pel-I' estrema stui arrogAnza*

runtque ad regem, di"centes : Revertere te, etomnes servi tui.

15. Et reversus estrex : et venit usque adJordanem, et omnis Ju<da venit usque in Gai»gàlam, ut occurreret re"gì , et traduceret eumJordanem.

16. ( i ) Festinavit au-tem Semei filius Cerafilii Jemini de Baku»rim, et descendit cumviris Juda in occursumregis David,

17. Cum mille virisde Beniamin, et Sibapùer de domo Sauli et(juindecim .filii ejus, acviginti servi erant cumeo : et irrumpentes Jor-danem, ante regem,

(.)3. fle^a, 8.

fossero un sol uomo : emandarono a dire al re :Ritorna tu, e tutti iluoiservi.

15. E il re tornò, eandò fino al Giordano,e tutto Giuda andò si-no a Galgala incontroal re per servirlo nelpassaggio del Giordano.

16. Ma Semei di Ba-hurim figliuolo di Cerafigliuolo di Jemini andòin fretta incontro al reDavidde cogli uomini diGiuda,

17. Avendo seco mil-le uomini di Beniamin,e Siba servo della casadì Saul, con quindicisuoi figliuoli, venti ser-vi, che eran con lui , equestigitlalisi nel Gior-dano per presentarsi alre"

Vers. 14- ~Ed egli piego il cuore ec. Ciò naturalmente dovreb-be intendersi ili Amasa. V ha nondimeno chi crede, che sia dettodi Sacloc , a cui David diede commissione di trattare con quellidi Giuda, e specialmente cou Amasa, del suo ritorno. Io non veg-go, perchè non possa intendersi dello stesso Davidde, il qualecon queste dolci maniere fece rivolgere in suo favore gli animi ditutta quella tribù , nella quale ave» avuto Assalonnt d«s'paiù-giani.

18. Transicrunt va-da ut traducerent do*mum regis, etfacerentjuxta jussionem ejus :Semel autem filius Ge-ra prostratus coram re-ge, cum jam transissetJordanem,

19. Dixit ad eum:Ne reputes mihi, domi'ne mi, iniquitatenf, ne-que menùneris injuria-rum serpi lui in die,qua egressus es, dòmi-ne mi rex, de Jerusa-lem, neque ponas, rex,in corde tuo.

20. Agitosco enim,servus tuus peccatummeum : et idcirco hodie.primus venì de omnidomo Joseph, descen-dique in occursum do-mini mei regis.

21. Resporìdens veroAbisai filius Sarviae,dixit: NumquidprQ his

18. Passarono il gua-do affine di far passarela famiglia del re, e farequello ch'ei comandasse.Ma Semel figliuolo diGera prostratosi dinan-zi al re, quando questiebbe passato il Giorda-no ,

19, Gli disse : Nonpunire, o signor mio, lamia iniquità, e non ri-cordarti delle ingiuriedel tuo serro il di, incui uscivi di Gerusalem-me, o re mio signore, enon ritenerle, o re, incuor tuo. •

20. Perocché io tuaservo conosco il mio pec-cato, e per questo sonoggi venuto il primo ditutta la casa di Giusep-pe incontro al re mio si-gnore,

21. Ma Abisai figliuo-lo di Sarvia rispose, edisse: E basteranno for-

Ver*. 20. Di tutta la casa dì Giuseppe. Dì tutte le dieci tri-bù , delle quali è capo la tribù di Ephraim figliuolo di Giusep-pe. Semei era di Beniamin ; onde non avea che fare co'figliuolidi Giuseppe ; ma egli fa due parti di tutto Israele , Giuda, cheera stato quasi tutto fedele al re, e le altre dieci tribù, che aveanseguito Assalonne, tra le quali primeggiava Ephraim. Di questedieci tribù Semei era stato il primo a presentarsi «1 re dopo lamorte di Assalonne.

verbis non occideturSemel quia maledixitchristo Domini?

22. Et àit DavidiQuid mihi, et vobis

filii Sarviae ? cur effici-mini mihi hodie ut sa-tan ? Ertone hodie in»terficietur vir in Israelian ignoro hodie me fa-cium regem super ZP-radi

'25. Et ait rex Semei:Non morierisi juravit*gue ei.

24. Miphiboseth quo»que filius Saul descen*dit in occursum regi?»illotis pedibus, et in*tonsa barba : vestesqué

, suas non laverai a die,qua egressus fuerat

se queste parole a farsi, che non sia messo amorte Semei, che hamaledetto il cristo delSignore ?

22. Ma Da videi e dis-se : Che ho io da farecon voi,o figliuoli di Sar-via ? Perchè fate voi og-gi da miei avversarii ?Sarà egli vero, che $iuccida quest' oggi uriuomo in Israele ? Nonso io forse, che oggj so-no stato fatto re d' I-sraele ?

23. E il re disse a Se-mei : Tu non morrai : egliene fè* giuramento.

24. Anche ÌVIiphibó-seth figliuolo di Saulandò incontro al re colpiedi sporchi, e collebarba non tagliata, enon avea lavate le suevesti dal dì, in cui era

Vers, 22. Non so io forse, che oggi sono stato fatto re? Que-sto giorno , principio per me di un nuovo regno , non sarà fune-stato col supplizio di un uomo , benché scellerato. Davidde dopoaver soddisfatto alla sua clemènza, e al suo giuramento osservaloda lui per tutto il tempo che ei visse , prima di morire ordinò aSalomone di non lasciare impunita l'iniquità di Semei, affinchèla giustizia avesse il suo pieno vigore, e l'esempio di un tal uomosalvato fino a queli' ora per eccesso di bontà , non incoraggiassealtrui a vilipendere, ed oltraggiare lo stesso Dio nella persona delsovrano. "

rex usque ad diem re-versionis ejus in pace.

_ 26. Cumque Jerusa-lem occurrisset regi,dixit ei rex: Quarenon venisti mecumt Mi-plubosetìi ?

. 26' E£ resportdensait : Domine mi rex,servus meus contem-P?itme:dìxigueei egofamutus tuus, ut ver-nerei mihi asinum, etascende™ aòirem cumrege-, claudus enim sumsèrvus tuus.

27- (i) Insuper etaccusavi me servumteum ad te dominumrneum regem: ju autem,^ommemirex^) sicut**#>*" Dei es.facquod placitum est tibi

• partito il re (dì Gerì*.• salemme ) fino al di del

pacifico suo ritorno.26. Ed essendosi pre-

sentato al re in Gerusa-lemme, il re gli disse:Perchè non venisti tumeco,oMiphiboseth?

26. Rispose Miphibo-seth : II mio servo, o remio signore, si burlò dime-* gli avea detto iotuo servo, che mi alle-stisse F asino, perchè iosopra di esso potessi an-dare col re, conciossia-chè sono stroppiato iotuo servo.

27. Ed egli per giun-ta ha portato accusecontro di me tuo servoa te, o re mio signore : ^ma tu, o re signor mio,tu se' come un Angelodi Dio : fa quello che èdi tuo piacimento,

0) Sup. 16. , t*)Sup. 14. ,7 . j e f ao

^.'^^^'^^V^iUc m^^r-pifisiu la™da'-*r^&5r"?-^^sMata crescerò la barb^ncL^ l,° Ifc Mil'l"'"««1' »'«a la-«»«>", e»™ lo „ I^S&itlg'-'S; '° c"c - •*» '"

28. (i) 18 eque enimfuit domus patris mei,nisi morti obnoxia do-mino meo regi: tu au-tem posuisti me servumtuum inter convìvasmensae tuae: quid ergohabeo justae querelae ?aut quid possum ultravociferari ad regem?

29. Ait ergo ei rex tQuid ultra loquerìs ?fixum est, quod locutussum : tu et Siba dividi*te possessiones,

5o. Responditquè Mi»phiboseth regi: Edamcuncta accipiat> posfrquam revérsus èst do^minus rex pacifice indomum suam.

'31. (a) Berzellaìqitò*que Galaadites, de-scendens de Rogeltm,

28. Imperocché nonfia meritato la casa delpadre mìo dal re mio si-gnore, se non la morte :e tu ricevesti me tuoservo tra quelli che man-giano alla tua mensa ;di che adunque poss' iocon giustizia dolermi ?o come poss'io ancoraimportunare il re ?

39. Il re pertanto$lidisse : Che occorre, chetu dica di più ? quelloche ho detto, starà : tu,e Siba, dividetevi le te-nute,

30. E Miphiboseth ri-spose al rer. Si prendapur «gli ogni cosa, dap-poiché il re mio signorese n'è tornato in pacea casa sua.

31. Similmente Ber-zellaidi Galaad, partito-si da JVogelim, servi il

(i) i. Reg. 29. 9. (2) Sup. 17, 28, 3, Reg. 2, 7,

Vers, 9.9. Quello, che ho dello , starà : tu , e Siba ec. La ma-niera, onde Davidde rispónde a Miphiboseth , dà a divedere , «heegli non rimase convinto dell'innocenza di Miphiboseth neperle dimostrazioni esteriori, neper le parole di lui. Nondimenoper istinto di moderazione, e di bontà rivoca in parte la sentenzapronunziata, e ordina, che egli abbia la metà dei suoi beni, la-sciando a Siba 1' altra metà,

18 *

fraduxit regem Jorda-nem, paratus etiam ul-tra fluvium prosequieum.

32. "Erat autem Ber-zellai Galaadites se-nex valde, id est, octo-genarius, et ipse prue*iuit alimenta regìt cummoraretur in castrisifuit quippe vir dives ni-mis.

33. Dixit itaque rexad Berzellai: Veni me-cumt ut requieseas se-curus mecum in Jeru-salem.- 34. Et ait Berzellaiad regem: Quot suntdies annorum vitaemeae,ut ascendnm cumrege in Jerusalem*

35. Octogenariussum hodie: numquid vi-gent sensus mei ad di-scernendum suave, autamarum ? aut delecta-re potest servum tuumcibus, etpotus ? vel au-dire possum ultra vo-ceni cantorum, atquecantatricumì quare ser-

re nel passaggio delGiordano, pronto a se-guirlo anche di là dalfiume.

3'2. Ora Berzellai diGalaad eraassaivecchio,cioè di ottani* anni, edegli avea somministra-to viveri al re, quandoera agli alloggiamenti :perocché egli era moltofacoltoso.

33. E il re disse aBerzellai: Vieni meco ariposarti in pace a Ge«rusalemme.

34. Ma Berzellai dis-se al re : Di che età sonio, che debba andare colre a Gerusalemme?

35. Io ho oggimai ot-tanta anni : i miei sensison' eglino assai vegetiper distinguere il dolcedall' amaro ? ovver puòegli il tuo servo trovarsuo piacere nel mangia-re, e nel bere ? o starancora a. sentire le vocidei cantori, e delle can-

Ver*. 3a. * Negli alloggiamenti. In Mabanaira.

' vns tuus sit oneri do-mino meo regi ?

36. Paullulum proce-dano, famulus tuus abJordane tecum\ non in-dìgeo hac vicissitudine.

5y. Sed obsecro, utrevertar servus tuus, etmoriar in civitate mea,et sepeliar juxta sepul-chrum patris mei , etmatris meae. Est au-tem servus tuus Cha-maam, ipse vadat te-cum> domine mi rex,et fac ei quidquid tifobonum pidetur,

Z$, Dlxit itaque eirex : Mecum transeatChamaam : et ego fa-ciam ei quidcjuid tibiplacuerit) et omne> quodpetieris a me, impetra-bis.

3p, Cumqne transis-set universus populus^et rex Jordanem, oscu-latus est rex Berzellai,et benedixit'. et ille re-versus est in locumsuum.

fi ci Tr/in.xìoì.t. fr>frsi

latrici ? Per qual moti-vo il tuo servo sarà diaggravio al re mio si-gnore ?

56. Ti seguirò io tuoservo ancor per un po-co di là dal Giordano :ma non ho bisogno dital cambiamento.

67. Ma, ti prego, la-scia che io tuo servome ne torni a morirenella mia patria, e iviio sia sepolto presso al-la sepoltura di mio pa-dre, e di mia madre. Maecco qui Gbamaam tuoservo, venga egli teco, ore signor mio, e fa diJui quello che a te pia-cerà,

38. E il re gli disse:Verrà meco Chamaam,e io farò per lui tuttoquello che tu vorrai, eotterrai da me tuttoquello che domanderai»

39. E quando il re, etutto il popolo ebberpassato il Giordano, ilre baciò Ber sellai, e Iobenedisse : ed egli se netornò a casa sua,

40. E il re passo a

rex in Galgalam, etChamaam cum eo: o-mnis autem populus Ju-da traduxerat regem,et media tantum parsajfuerat de populo ls*raeL

41. Itaque omnes vi-ri ìsrael concurfentesad regem, dixerunt ei :Quare te furati suntfratres nostri t>ifi Ju-da, et traduxérunt re-gem , et domum ejusJordanem , omnesqueviro s David cum eo?

4a. Et respondit o*mnis vir Juda ad vir o sìsrael: Quia mihi pro-pior est rex : cur ira-fceris super hac re ?Numquid comedimusa-

GaJgala, e con luì Cha"inaam. Or tutto il po-polo di Giuda avea ac-compagnato il re nelsuo passaggio del Gior-dano, e vi si era trova-ta solamente la metàdel popolo d'Israele.

4i. Per la qual cosatutti gli uomini d' I-sràele affollatisi intornoal re gli dissero : conqual titolo i nostri fra-telli gli uòmini di Giu-da ti hanno rubato, ehan fatto passare il Gior-dano al re, e alla sua fa-miglia, e a tulta la gen-te di David con lui ?

42, E tutti gli uomi-ni di Giuda risposero aquelli d'Israele ; Perchèil re appartiene a noipiù dappresso ; perchèvi alterate voi per simil

Ver«. 4<>' Solamente la metà del popolo. La tribù dì Giuda ,e (jue'niille uomini dì Demani in condotti da Semei. La sola tribùdi Giuda facea come la metà di tutta là nazione, perchè nel nu-mero agguagliava molte altre tribù, edera in grande autoritàparticolarmente per essere di quella tribù la famiglia reale. Da-vidde per aver secondato i desiderii della sua tribù, che si affret-tò di ricondurlo a Gerusalemme senza aspettare le altre tribù ,vide accendersi a segno la gelosia nella maggior parte del suopopolo, che ebbe a temerne un'aperta rottura.

lìquid ex rege., aut nin-nerà nobis data sunt?

43. Et respondit virIsrael ad viros Juda,et ait: Decem partibusmajor ego sum apudregem, magisque adme pertinet David,quarti ad te : cur fecistimihi injuriam ,etnon mi"hi nuntiatum est prìo-ri, ut reducerem regemmeum? Durian autemresponderunt viri Judaviris Israel,

cosa ? Abbìam noi man-giato qualche cosa alre, ovver sono stati datia noi dei donativi ?

43. E quelli d'Israe-le risposero a que'diGiuda, e dissero : Noisiam dieci volte da piùdi voi riguardo al re, eDaviddè appartiene anoi più che a voi : perqual motivo ci avetefatto questo torto, e per-chè non è stalo dato av-viso primieramente ame, affinchè io ricondu-cessi il mio re? Ma gliuomini di,Giuda rispo-sero con qualche a-sprezsa a quei d'Israele,

C A P O XX.

Gioab col fratello Abisai dando dietro a Sebafigliuolo di Bochrì, che tramava sedizione inIsraele contro del re, per via uccide A mas a,e finalmente si ritira dopo che è gettato dallemura il capo di Seba.

i. ^J.ccidìt quoque',ut ibi esset vir Belial^nomine S eba^ filius Bo-chri, vir Jemineus*. eicecinit buccina, et aitiJVo/z est nobis pars in

i. \Jr egli avven-ne, che vi si trovò unuomo di Belial per no-me Seba, figliuolo diBochri della tribù diBeniamin : ed egli suo-

J)avidt neque tiaeredi-tas in filio Isai : Rever-tere in tabernacula tua,IsraeL

2. Et separatus est o-mnis Israel a David,gecutusque estSebafclium Bochri: viri au-temJudo, adhaeseruntregi suot a Jordane us-que Jerusalem.

5. Cumque venissetrex in domum suam inJerusalem, tulit decemmulieres concubinas,quas dereliquerat adcustodiendam domum,et tradidit eas in cu-stodiamt alimenta eispraebensi et non est in-gressus ad eas, sederant clausae usque indiem mortis suae in vi-duitate viventes.

4. Dixit autem rexAmasae\ Convoca mi"hi omnes viros Juda in

nò la tromba, e disse :Noi non abbiam che fa-re conDavidde, nè cosain comune col figliuolod'Isai. Torna, o Israe-le, alle tue tende.

2. E tutto Israele siseparò da Davidde, e se-guitò Seba figliuolo -diBochri: ma que3 di Giu-da stetter sempre a'fian-

,chi del loro re dal Gior-dano fino a Gerusalem-me.

3. Ma il re tosto chefu arrivato in sua casaa Gerusalemme, feceprendere le dieci con-cubine lasciate a custo-dire la casa, e le fecerinchiudere, sommini-strando loro gli alimen-ti, e non si accostò adesse, ma sì stetter rin-chiuse vivendo quai ve-dove fino al giorno del-la loro morte. .

4» Indi il re disse adAmasa : Mettimi insie-me tutti gli uomini di

Vera. i. Seba figliuolo dì Bochri. Quest' uomo erettesi, clicfusse , còme Semei, parente di Sani ; il primo merito di esserenominato è il suo delitto.

diem tertium^ et tu ad"esto praesens.

5. Abiit ergo Ama-sa, ut convocaret Ju-darti, et moratus estextra placitum> quod eiconstituerat rex.

6. Ait aut$m Davidad Abisai'. Nunc magisaffiicturus est nos Se-ti a filius Bochri, quamAb saloni. Tolte igiturservos domini tui, etpersequere eum, ne for-te invernai civitates mu-nìtasy et effugiat nos.

7. Egressi sunt ergocum eo viri Joaè, Cere-tki quoque et Phelethi tet omnes robusti exie-runt de Jerusalem adpersequendum Seba fi-lium Bochri.

, 8. Cumque illi essentjuxta lapidem gran-dem, qui est in Gabaont

Giuda per di qui a tregiorni, e tu pur ci saraipresente.

5. Amasa pertantoandò a mettere insiemela gente di Giuda : matardò oltre il tempo fis-satogli dal re.

6. E David disse adAbisai : Ora ci darà piùda fare Seba figliuo-lo di Bochri, che Assa-lonne. Prendi adunquei servi del tuo signore,va in traccia di esso, af-finchè non si assicuriforse in alcuna delle cit-tà forti, e ci scappi dal-le mani.. 7. Partì egli adunqueinsieme cogli uominidi Gioab, e que' di Ce-rethi, e di Phelethi: etutti i più valorosi par-tirono da Gerusalem-me per tener dietro aSeba figliuolo di Bo-cbri,

8, E quand' essi furo-no arrivati presso allagran pietra che è in

Vera. 4- // re disse etti Amasa ec, Davidde volle mantener lapromessa fatta ad Amasa , cap. xix. 13. ; ma Dìo permise , clic la«osa andasse altrimenti, come vedremo , perchè Dio volle cheAmasa portasse la pena della sua ribellione contro Davidde.

jfmasa venìens occur*rit eis. Porro Joab ve'stìtus erat tunica strìdattd mensuram habitussuìy et desuper accìn*ctus gladio dependenteusque ad illa, in vagi-na, qui fabricatus levimotu egredi poterat, etpèrcutere.

9. Dixit itaque Jo abad Amasarri, : Salve> miJrater. (i) Et tenutimanttdextera mentumAfnasae, quasi oscu»tans eum.

i o. Porro Amasa nonobservavìt gladium ,

Gabaon, Amasa vennead incontrarli. Or Gioabera vestilo di una tona-ca stretta misurata ap-puntino alla sua corpo-ratura, e sopra di que-sta ayea la spada appe-sa a' fianchi nel suo fo*dero, e talmente fattache per ogni legger mo-vimento poteva uscirfuora, e fare il colpo.

5. Gioab pertanto dis-se ad Amasa : Buon dì,fratel mio. E colla ma-no destra prese Ama-sa al mento come perbaciarlo.

io. Or Amasa nonfece attenzione alla spa-

(1)3.^.2.5.

Ver». 8. Or Gìoab era vestito ec. Gìoab senza averne avuto or-rdJne dal re , andò con Abitai per uccider Amasa , a cui Daviddèvolea dare il suo posto, come prima per la stessa causa avea uc-ciso Abner. Or la maniera usata da Gioab per togliere dal mon-do Amasa proditòriamente , Covette esser questa, per quanto sipuò intendere combinando col testo ebreo la nostra volgata :Gioab «opra la veste stretta militare avea a cintola un pugnalecorto, che avea il fodero assai largo ; onde per qualunque leggermovimento il pugnale ne us'civa fuori, e poteva impugnarsi eadoperarsi. Gioaft chinandosi per salutare Amasa, il pugnale uscìdel fodero ; Gioab colla sinistra lo raccoglie , senza che Amasasospetti di nulla, tanto più che nel punto stesso Gioab prese ilmento .di Amasa come per baciarlo, e mentre Amasa pensa a tut-t' altro, Gioab gli ficca il pugnale nel fianco. Prendere la barbadi mio, e baciarla, era segno di ossequio. Quindi Cicerone de-scrive una statua d'Ercole, che avea la barba d'oro tutta consu-mata da' baci di que' che adoravano quel dio.

quem habebat Joab ,qui percussii eum in la-fere, et effudit intesti'na ejus in terram, necsecundum vulnus cip*posuit, et mortuus est.Joab autem, et Abisaifrater ejus, persecutisunt Seba filium Bo»chri.

li. Interea quidamviri, cum stetissent jux-ta cadpver Amasae,de sociis Joab dixe-runt\ Ecce qui esse vo-luit pro Joab comesDavid.

12. Amasa autemconspersus sanguinee,jacebat in media via,Vidit hoc quidam vir,quod subsisteret omnispopulus ad vìdendumeum, et amovit Ama"sani de via in agrum,operuitque eum vesti"mento, ne subsiste-rent transeuntes pro-pter eum.

13. Amoto ergo illode via transibat omnisvir sequens Joab adpersequendum Seba fi*lium Bochri,

14- Porro ille trans*

da, che avea Gioab, equesti lo ferì nel fian-co, e fecegli cadere gliintestini per terra, esenz' altro colpo queglisi mori. E Gioab conAbisai suo fratello ten-ner dietro a Seba figliuo-lo di Bochri.

11. Frattanto alcunidei compagni di Gioabrimasi presso al cada-vere di Amasa diceva-no*: Ecco colui, che vo-leva essere compagnodi Davidde in luogo dìGioab.

12. E Amasa giacevain mezzo alla stradacoperto di sangue j equalcheduno osservò,come si fermava tuttala gente per vederlo, estrascino Amasa fuordella strada in un cam-po, e coprillo con unmantello, affinchè que*che passavano, non sifermassero a mirarlo.

13. E tolto ch' ei fudalla strada, tutta lagente seguitava Gioabper tener dietro a Sebafigliuolo di Bochri.

i^.Or questi era pas=»

ier*t per omnes tribusJsrael in Abelam, etBethmaacha : omnes»que viri electi congre-gati fuerant ad eum.

15. Wenerunt itaque,et oppugnabant eum inAbela , et in Bethmaa-cha, et circumdederuntmunitionibus civitatem,et obsessa est urbs :omnis autem turba,quae erat cum Joabtmoliebatur destrieremuros,

16. Et exclamaoitmulier àapiens de civi*tate : Audite, audite, di-cète Joabi Appropinquahuc, et loquar tecum.

17. Qui cum acces-sìsset ad eam, aitilli:Tu +$ Jo&òì Et ille re-spondit". Ego. Ad quemsic locuta est'. Audi ser-mones ancillae tuae.Qui respondit: Audio.

18. nursumque illa,S ermo, inquit, dicéba-tur in veterìproverbio-.

sato per mezzo a tuttele Iribù di Israele finoad Abela , e Bethmaa-cha, e si era unito conlui il fior della gente.

15. E quelli andaro-no ad assediarlo in À* 'bela,che è Bethmaacha,e circondarono di trin-cea la città, e la chiuse-ro : e tutta la gente diGioab si affaticaronoper abbattere le mura-glie.

16. Ma una saggiadonna di quella città,gridò: Udite, udite : di-te a Gioab , che si ap-pressi, perocché io hoda parlargli.

17. Ed essendosi eglifatto innanzi, disseglicolei : Se'tu Gioab ? Edegli rispose: Son io. Edella cosi gli parlò : A-scolta le parole della tuaserva. Ed ei rispose :Ascolto,

18. E quella soggiun-se: Fu già antico pro-verbio : Chi chiede con-

Vcr*. 14- Fino ad Abela, e Beth-maacfia. Vale a dire Abela,la quale dicesi anche Beth-maacba. Questa città di Abela eranella tribh di Nephthali.

Qui 'interrogane, inter'rogent in Abela : et sicperficiebant.

19. Nonne ego sumquae respondeo verità-lem inlsrael? et tu quae-ris subvertere civitatem,

. etevertere matrem in I-àrael? Q uarepraecipitashaereditatem Domini ?

20. RéspondensqueJoab) alt : Absit, ab sithoc a me : non praeci-pito neque demolior.

21. Non sic se habetres, sed homo de mon*te Ephraim Seba, filiusBochri cognomine, le-vavit manum suam con-tra regem David: tra-dite illum, etreeedemusa civitate. Et alt mulier

•ad Joab : Ecce caput

siglio, cerchi consiglioin Abela : e così conse-guivano il loro intento.

19. Noti son io colei,che do risposte veraciio Israele? 6 tu cerchi dirovinare una città! di e-sterminare una madreiti Israele ? Perchè vuoitu sperdere 1' ereditàdel Signore?

30. Rispose G io ab :Mai no, mai no : io nondisperdo, io non distrug-go.

21. Il fatto non è co-si : ma un uomo dellatribù di Ephraim, Sèbadetto, figliuolo di Bo*ehri, si è ribellato con»tfo il ré Òavidde: date^ci lui solo, e ci ritirere-mo dalla città. £ la don-na disse a Gioab: Or

Vers.i8.CAi chiede consìglio, cerchi consìglio in Abela. Que-sta città dovea essere famosa pegli uomini saggi e giusti, o per-chè gli abitanti fosser naturalmente di buon'indole, o perchè ivimeglio che altrove si coltivassero gli studii. Questa stessa donnaera in riputazione di molta intelligenza e facondia,

Vers, 19. Non son io colei, che do risposta ec. La donna par-la a nome della città, almeno parmi, che ciò si rilevi da quelloche segue : alcuni però vogliono , che ella cosi parli di se mede-sima : lo che inverisimile sembra, e improprio, e la donna certa-mente non altro cercava se non di persuadere Gioab ad aver ri«spetto per quella città.

ejus mittetnr ad te permurimi.

22. Ingressa est er-'go ad omnem populum,et locata est eis sapien-ieri qui abscissum ca-put SebafiUi Bochripro-jecerunt ad Joab: et re"cesserunt de urbe, unus*quisque in tabernaculasua : Joab autem rever-sus est Jerusalem adregem,

i--' s3. ( i ) Fuit ergo Joabsuper omnem exercitumIsraeli Banaias autemfilius Jojadae super Ce-rethaeos, et Phetetaeos.

24» Aduram pero su-per tributai porro Josa-pJiat filius Ahilud , acommentarii.

26. S iva autemj seri-bai Sadocvero, etAbia-thar, sacerdotes.

ora ti sarà gettata lasua testa dalla mitra-glia.

22. Ella adunquean-dó attorno discorrendoa tutto il popolo consagge parole : e queglitroncato il capo di Se-ba figliuolo di Bochri,lo gettarono à Gioab, ilquale fece sonar latromba , e si ritirò 0-gnuno dalla città perandarsene alle sue ten-de : e Gioab tornò al rea Gerusalemme.

26. Gioab pertantoebbe il cornando di tut-to l'esercito d'Israele ;e Banaia figliuolo di Jo-iada comandava a quel-li di Gereti, e di Phele-thi.

24. E Adura presede»va ai tributi, e Giosa-phat figliuolo di Ahiludera segretario.

26. E Siva era scri-vano ; e Sadoc, e Abia-thar sommi sacerdoti.

(i) Sup, 8, 16.

Vers. a3. Gioab ebbe il comando et: Davidde dopo un tal ser-Wgio renduto al regno da Gióab coli'estinguere senza spargimen-to di sangue la ribellione di Seba, si vide costretto a continuarlouell'impegno per non esporre a nuovi tumulti se, e lo stato.

26. Ira. autem Jairì-tes erat sacerdos Da*vid.

26. E Ira di Gian-eia sacerdote eli David»

de.

C A P O XXI.

Fame di tre anni mandata a causa della cru-deltà usata da Saul contra i Gabaoniti. A ri-chiesta di ess i Davidde dà ad essere messiin croce gli av anzi della stirpe di Saul, tol-to Miphiboseth, le ossa de quali ordina, che$ien seppellite colle ossa di Saul, e di dona-ta. Quattro guerre di Davidde contro i Fili-stei.

i. JL acta est quoquefames in diebus Davidtribus annis jugiter: etconsuluit David oracu-tum Domini. DixitqueDominus: Propter Saul,et domum ejus $angui~num, quia occidit Ga-baonitas.

i. JL u. ancora unafame a tempo di David-eie per tre anni conti-nui : e Davidde consul-tò l'oracolo del Signore,e il Signore gli disse :(Questo avviene) a cau-sa di Saul, e della suastirpe sanguinaria, per-chè egli uccise i Gabao-niti.

Vers. 26. Ira ... era sacerdote dì Davidde. Ira essendo sacer-dote stava con I^avidde, offeriva per lui i sacrifizii , e gli tenevacompagnia nelle sue orazioni, e divozioni particolari. Vedi Teo-doreto. Cosi quest'Ira non potrebb' essere della stirpe del famosoJair figlinolo di Machir, che era non della tribù di Levi, ma diIVfanasse. V }»a chi interpreta la parola sacerdote per consiglie-re, ,. ovvero ministro principale.

Vers. r. A causa di Sani ... perche egli uccise i Gabaoniti,Sani perseguitò, e mise a morto i Gabannili, «'(piali Giosuè, e ilpopolo ti' Israele avea promessa con giuramento la vita , Jot. vi.

• 2. Vocatis ergo Co-Itaonitis, rex dixit adeos. (Porro Gabaonitaenon erantdejiUis Israel,sed reliquiae Amor"rhaeorum: (i)filiiquip-pe Israel juraveranteis, et ooluìt S aut per"cutère eos zelot quasi"pro filiis Israel, et Ju*da)

2.E il re chiamò i Ga-baoniti, e parlò ad essi;(Or i Gabaoniti no» e*rano del numero de' fi-gliuoli d'Israele, ma a-vanzi degli Amorrhei,e gì' Israeliti" si eranoimpegnati con essi colgiuramento ; ma Saulvolle ucciderli' per zelocome per bene de' fi-gliuoli d' Israele e Giu-da)

(i) Jos. g. i5.

»g. Questo principe s'immaginò, che Giosnè, e il popolo aves-*ero peccato, lasciando di distruggere questi uomini compresinella sentenza da Dio pronunziata contro i popoli della terra dìGanaan. Notisi, che i Gabaoniti son qui detti Amorrheì, perchècon questo nome sono molte volte significati nella Scrittura tut-ti i popoli di Canaan : eglino però propriamente erano Heveì.

Vers. 2. Per zelo T come per bene de*fìgliuoli d* Israele ec.Sotto pretesto di zelo pel ben comune , e come per supplire almancamento commesso dal popolo contro 1' ordine di Dio , SauJfece era del guerra a'Gabaoniti, i quali viveano in pace all'ombradella pubblica Fede, e della giurata alleanza. Alcuni vogliono,che';!'avarìzia avesse parte a mettere a leva lo zelo di Saul. Co-munque sia, il suo zelo era come quello che è detto da Paolonon secondo la fetenza, ROTO. x. a., non essendovi titolo che do-vesse prevalere ali' osservanza» della buona fede , e de Ila parolaconfermata con giuramento. Dio punisce colla fame dì tre interianni per un delitto commesso da Saul, punisce , dico , tutto, ilpopolo ,, il quale si può ben credere , che non vi avesse verunaparte. Quanto a" figliuoli di Saul la difficoltà è assai minore, per-chè lai Scrittura atessa chiamando la stirpe sanguinaria , ci ad-dita , che essi concorsero alla oppressione de' Gabaoniti. Ma Dio ,le vie de! quale sono infinitamente superiori a tutte le idee deifigliuoli degli uomini, Dio vendica sopra un popolo intero il pec-cato-dì un re, facendo intendere al medesimo popolo, come è in-teresse di tutta la società T e di tutti i membri di essa , che lagiustizia e la legge sia osservata nella repubblica , e affinchè isudditi non. si dimentichino giammai di domandare a Dio sopratutte le cos,e, che egli dia mente e cuore retto a* sovrani, veggeu-

3. Dixit ergo Davidad Gabaónitas : Quidfaciam vobis ? et quoderit vestri piaculum^ utbenedicati^ haereditatiDominii

4. Dixeruntque eiGabaonitae i Non estnobis super argento, etauro quaes&O) sed con*tra Saul> et contra do-mum e]us : neque volu-mus, ut interficiatur ho-mo de Israel. Ad quosrex aiti Quid ergo vui-tis, ut faciam vobis ?

5. Qui dixerunt regi'.Virum^ qui attrivit noset oppressit inique^ itadelere debemus^ ut neunus quidem residuussit de stirpe ejus incunctis finibus Israel.

3. Disse adunque Da-vidde a'Gabaoniti : Chedeggio io fare per voi?e qual soddisfazione vi<3arò io, affinchè pre-ghiate per 1* eredità delSignore?

4.E i Gabaoniti dis-sero a luì : Noi non do-mandiamo argento, nèoro,ma giustizia controSaul,e contro la sua ca-sa; e non vogliamo, cheperisca uomo d'Israele.E il re disse loro : Chevolete adunque ch'iovi faccia ?

5. Ed essi dissero alre: Colui, che ci ha con-sunti, e oppressi iniqua*mente, noi dobbiamo*sterminarlo in guisa,che neppur uno vi restidella sua stirpein tuttoil territorio d'Israele.

do, che siccome la pietà , e la rettitudine del principe fa sì, cheDio colmi di benedizioni le genti ad èssi soggette ; cosi la loroingiustizia, e iniquità è sovente cagione delle pubbliche calamità.I pagani ban conosciuta questa importantissima verità. VeggasìHoni. 11. A. 4io., Hesiod. Op. 7.40., Horat. lib. i. Epìst. a.v. 14 Veggasì ancora P aurore delle risposte agli Ortodossi tra leopere di s. Giustino , Resp. 138.

Vers. 3. Qual soddisfazione vi darò *V>, affinchè preghiate ec.Tutta 1' antichità riconobbe, che Dio suoi sempre esaudire i cla-mori degli innocenti oppressi dalla prepotenza.

Vers. 5. e 6. Colui, che ci ha consunti dobbiamo sterminarliin guisa ec. I Gabaoniti chieser dapprima la morte di tutti quel-li che restavano della stirpe di Saul ; ma dipoi si contentarono,

6. Dentar nobis se-pteftì viri de filiis ejus,ut crucifigamus eos Do*mino in Gabaa Saul,quondam electi Domi-ni. Et ait rex : Egodabo.

7. Pepercitque rexMiphìboseth filio Jona-thae filii Saul, (i) pro-pter jusjurandum Do-mini, quod fuerat inter"ùavid^ et inter Jona*iìian filium Sani.

8. Tulit itaque rex duosfilios Resphafiliae Aiatquos peperit Sauli, Ar-moni, et Miphibosethiet quinque filios Micholfiliae Saul, quos genue*

6. Sieno dati a noisette de'suoi figliuoli,affinchè noi li crocifig-giamo in onor del Si-gnore a Gabaa, patriadi Saul, che fu un dì 1'eletto del Signore. E ilre disse: Ve li darò.

7.Ma il re ebbe com-passione di Miphibo-seth figliuolo di Giona-ta figliuolo di Saul perragione della sacrosan-ta alleanza, che era sta-ta tra Davidde , e Gio-nata figliuolo di Saul.

8. Il re adunque fecepigliare i due figliuolidi Respha figliuola diAia, partoriti da lei aSaul, Armoni, e Miphi-boseth:e cinque figliuo-

(i) i. Reg. 18. 3.

che rimanesse eccettuato Miphiboseth, e il suo figliuolo, a' qualiDavidde volle, ebe fosse salvata la vita per amore di Gionata.E scelgono la città di Gabaa per giustiziarvi quegli infelici permaggior disonore della famiglia di Saul, perchè Gabaa era patriadi quel re.

Ve lì..darà, Non è dubbio, che David Conobbe , essere vo-lontà di Dio, che ei concedesse a' Gabaorùti la soddisfazione, cheavrebbono domandata, e forse lo stesso oracolo, che spiegò la ca-gione della fame, ordinò ancora la punizione de'discendenti diSani. Cosi Davidde non altro fece, che eseguire la sentenzadi Dio.

Vers. 8. Cinque figliuoli di Michol ... partoriti da. 2ei adHtuirisle. Essendo certo, che non BJiehol, ma Merob figliuola diSaul sposò Hadriele, quindi è, che il Caldeo, e la maggior parte

rat Hadrieli filio Ber-zellai, qui fuit de Mo-lathi.

g. Et dedit eos inmanus Gabaonitarum\qui crucifixerunt eos inmonte coram Domino*,et ceciderunt hiseptem,simul occhi in diebusmessis primis, incipien-te messione hordei.

io. Tollens autemRespha filia Aia cili-ctum , substravit sibisupra pe tram, ab initiomessis', donec stillar e eaqua super eos de eoe-lo : et non dimisit civeslacerare eos per diem,neque bestias per no-ctem.

li di Michol figliuola dìSàuì partoriti da lei adHadriele figliuolo diBerzellai, il quale era diMolato.

g. E li diede in manodei Gabaoniti, i quali licrocifisser sul monte di-nanzi al Signore : è pe-rirono questi sette uc-cisi tutti insieme neiprimi giorni della mes-se, quando si principia-va a mietere l'orzo.

io, Ma Respha fi-gliuola di Aia, steso so-pra una pietra un cili-cio, ivi si stette dal prin-cipio della mietitura, fi-no a tanto che non cad-de aequa dal cielo sopradi essi, e impedì, che gHlacerassero il giorno gliuccelli o le fiere la not-te.

degl' interpreti suppongono che Michol adottasse i cinque fi-gliuoli di Merob. V'ha chi pretende, che Merob avesse anche ilnome di Michol.

Vera. Q. Li crocifissero sul monte dinanzi al Signore. Li cro-cifissero qual vittime di espiazione alla presenza del Signore perplacarlo. Si dice farsi dinanzi a Dio specialmente quello che tassiin onore, o per comando di Dìo.

Ne1 primi giorni della messe ee. La messe dell' orzo nellaGiudea comincia verso 1' equinozio di primavera.

Vers. io. Sì slette fino a tanto che non cadde acqua dal etc-lo te. Questa donna di animo pia che virile, si tenne in ispirilodi penitenza presso a' cadaveri de' suoi figliuoli , pregando il Si-

V o l V. - 1 9

11. Et nuntìata suntDavidi quaefecerat Re-spha, filia Aia* concu-bina SauL

12. Et abìit Davidi ettulit ossa Saul, et ossaJonathae \ filii ejus, aviris Jabes Galaad,(i)yui furati fuerant ea deplatea Bethsan, in qua\suspenderant eos Phi-listhiim cum interfecis-sent Sani in Gelboe\

- 13. Et asportavit in-'de ossa S aut, 'et os-sa Jortathae filii ejus:et colligentes ossa eo-rum, qui affixi fuerant,

14. Sepelierunt eacum ossìbus Saul, etJonathàe filii ejus in

i i.E fu riferito a Da-vidde quello che aveafatto Respha figliuola dìAia concubina di Saul.

12, E Davidde andoe prese le ossa di Saul,e le ossa di Gionata suofigliuolo da quelli di Ja-bes di Galaad i quali leavean portate via dallapiazza di Bethsan, do\ei Filistei gli a ve ano ap-pesi allorché i Filisteiuccisero Saul a Gelboe.

15. E trasportò di làle ossa di Sani, e le os-sa di Gionata suo fi-gliuolo : e raccolte leossa di coloro, che era-no stati crocifissi,

i4- Le seppellironoinsieme colle ossa diSaul, e di Gionata suo

(i) i. Reg. 3i.*i.

gnore , cne placato ornai col «no popolo rendesse alla terra la fe-condit à perduta per la mancanza della pioggia, onde ella si trat-tenne presso a qnei cadaveri fino a tanto ebe Dio non mandò lapioggia , la quale venuta ravvivò le campagne. La legge che proi-biva di lasciare sul patibolo i giustiziati più d' «n giorno , noncomprendeva un caso si straordinario come questo. Ma questostesso può servir d'argomento, ebe Dio diede ben presto la piog-gi^, lo che è molto più verisimile , che 1' opinione dei moderniRabbini, i quali vogliono che la pioggia mandata da Dio fu quel-la del settembre, e che Respha continuò la sua» stazione fino aquel tempo.

terra Beniamin, in la-tere , in sepulchro Cispatrìs ejus : fecerunt-que omnia, quae prae-ceperatrex, et repro-pitìatus est Deus terraepost haec.

io. Factam est au-tem rursum praeliumPhìlisthinorum adver-sum Israel, et descen-dit David% et servi ejuscum eo, et pugnabantcontra Philisthiim : de-ficiente autem David,

16. Jesbibenob, quifuit de genere Arapha,cujus ferrum hastaetrecentas uncias ap-pendebat, et accinctuserat ense novo, nisusest percutere David*,

17. Praesidìoque eifuit A bis ai Ulius Sar-viae, etpercussum Phi-listhaeum interfecit.Tunc juraverunt viriDavid, dicentes : Jamnon egredieris nobis-

figliuolo nella terra diBenianiin da un latonel sepqlcro del padreloro Cis. E fu fatto tut-to quello che il re ordi-nò, e dopo questo Iddiosi placò verso il paese.

ló.E di nuovo si riac-cese la guerra de* Fili-stei contro Israele, e Da-vidde andò colla suagente a combattergli:e Davidde essendo stan-co,

i6YJesbibenob dellastirpe di Arapha, cheportava una lancia, del-la quale il ferro pesavatrecento once, e avevauna spada nuova, tentòdi ferire Davidde.

17. Ma lo difese Abì-sai figliuolo di Sarvia,il quale ferì, e uccise ilFilisteo : allora i solda-ti di Davidde giurarono,e dissero : Tu non ver-rai più con noi alla

Vers. 16. Della stirpe di Arapìia. Vale a dire de' Raphaimi,dei quali si è altrove parlato.

Avea una spada nuova. La voce nuova può significare ec-cellente , famosa. V ha chi vuole , che questo gigante cingesseallora per la prima volta la spada , e si desse al mestier dellaguerra, e perciò si dica , che egli avea una spada nuova , era no-vizio nella guerra. Ma il primo sentimento è il vero.

cum in bellu.ni , ne ex*tìnguas lucernarii !$•rael.

18. (i) Secundumquoque bellum fuit inGob contraPhilisthaeos:tunc percussit Sobochaide Husati, Saph destirpe Arapila de gene*re gìgantum.

19. Tertium quoquefuit bellfim m Gob con-tra PhUisthae0s> in quopercussit A deodatus fi-lius S altus polymitariusBethleheaiites GoliathGethaeum : (2) cujushastile hastee erat qua-si liciatorium texen-tinm.

20. Quartum bellumfuit i* Geth^in quo virfuit exc&lsus^ qui senosin manibus pedibusquehabebat di gì Lo s, id est,

guerra, affinchè non siestingua la lampana d'Israele.

iS.Un'altra battagliaancora vi fu contro iFilistei a Gob ; e alloraSobochai di Husati uc-cise Saph de* posteri diArapha di razza de' gi-ganti.

i g. E una terza bat-taglia fu ancora a Gobcontro i Filistei , e iitessa Adeodato figliuolodi Saltus , che tessevastoffe di varii colori in 'Bethlehem, uccise Go-lialh di Geth, di cui l'a-sta della lancia era co-me un subbio da tessi-tore.

20. La quarta batta-glia fu a Gèth , dove sìtrovò un uomo di gran-de statura che a ve a seidita a ciascuna mano,

(O i. Par. 20.4. (2) i.Reg. 17.7.

Vers. i g. 4deodato figliuolo di Saltus ec. 11 nome Ebreo dì^ideodalo è Elchanan , e Saltus in Ebreo è Jore.

Uccise Golictth di Geth. Egli uccise il nuovo Goliath Fili-ateo fratello di quello ucciso da David , come apparisce da' Para-lipomeni, Lib. \. cap, xx. 5., dove ques.to gigante è chiamato Lc-ehem.

viginti quatuor, et eratde origine Arapha.

zi. Et blasphemavitIsrael-. percussit autemeum Jonathan filius Sa"meta fratris David.

22. Hi quatuor natisunt de Arapha in Geth,et ceciderunt in manuDavid, et servorumejus.

e aciascun piede, in tut-to ventiquattro dita,ed era de'discendenli diArapha.

21. E parlava inso-lentemente contro I-sraele , e lo uccise Gio-nata figliuolo di Samaafratelìo di Pavidde.

22. Questi quattro e-rano nati in Geth dellastirpe di Arapha , e fu-rono uccisi da Daviddee da'suoi servi.

C A P O XXII.

Cantico di ringraziamento composto da David-de per la sua liberazione da tutti i nemici.

i. JLJocutus est au-tem David Domino ver-ba carminis hujus indie, qua liberavi^ eumDominus de manu o-mnium inimicorum suo-rum, et de manu SauL

i. \Jr Davidde can-tò al Signore le paroledi questo cantico il gior-no, in cui il Signore loliberò dalle mani di tuttili suoi nemici, e dallemani di Saul.

Vers. i. Or Davidde canto ec. Questo cantico è lo stesso, cheil Salmo xvii. onde ne riserbiamo la sposizione al suo luogotra' Salmi. Solamente qui noterò , esser cosa evidente , che pererrore de' copisti sia qui stata fatta la trasposizione di un mem-bretto del versetto 4^., per ragione della quale sarebbe qui di*verso assolutamente il senso da quel che si ha nel Salmo xvir.,vers. 44- 4^- 4^' Tutto si accomoda leggendo in tal guisa: Vers 4^-Populus, quem ignoro, servisi mihi: audìtn auris obediet mihi,Yers. 46. Filii alieni resisterli mihi > filii alieni ec.

2. El alt-, (i) Domi-nus petra meo, et roburmeum, et salvatormeus.

3. Deus fortis meus,sperabo in eum.', seu-tum meum, et cornu sa-lutis meae : elevatormeus,etrefugium meum:salvator meus, de ini-quitate liberabis me.

4. ( 2 ) L audabilem in-vocabo Dominum', et abinimicis meis salvusero.

5. Quìa circumdede-runt me conditionesmortisi torrentes Sellaiterruerunt me.

6. Funes inferni cir-cumdederunt me: prae-venerunt me laqueimartis.

7. In tribulatione meainvocabo Dominum, etad Deum meum clama-bo : et epaudiet de tem-pio suo vocem meam,et clamor meus venietad aures ejus,

8. Commota est, etcontremuit terra: fun-damenta manuum con-

2. E disse : II Signo-re mio asilo, e mia for-tezza, e mio salvatore.

3. Dio mia difesa, inlui spererò : mio scudo,e mia possente salute :luche m'ingrandisci,tu mio rifugio : salva-tor mio, tu mi libereraidall'iniquità.

4» Invocherò il Si-gnore, che è degno dilode : e sarò salvo da'miei nemici.

5.Imperocché mi cir-condarono gli affanni dimorte: torrenti di genteiniqua mi spaventaro-no.

6". I lacci dell' infernomi cinsero : mi stringe-vano i lacci di morte.

7. Nella mia tribola-zione invocherò il Si-gnore, e verso il mioDio alzerò le strida: edegli dal suo tempio u-dirà le mie voci, e alleorecchie di lui perver-ranno i miei clamori.

8. Si commosse, e fuin tremore la terra: a-gitate furono , e scosse

(O p/. 17.3. (2) tbid. 4-

'cussa sunt, et conquas-sata , quoniam iratusest eis.

9. Ascendit fumusdenaribus ejus, et ignìsde ore ejus vorabit: car-bones succensi sunt abeo.

10. Inclinavìt caeloset descendit: et caligosub pedibus ejus.

11. Et ascendit superCherubini, et volavit: etlapsus est super pen-nas venti.

12. Posuit tenebrasin circuitu suo latibu-lum: cribrans aquas denubibus caelprum.

13. Prae fulgore inconspectu ejus succensisunt carbones ignis.

14. Tonabit de caeloDominus ; et Excelsusdabit vocem suam.

15. Misit sagittas, etdissipavit eos-, fulgur,et consumpsit eos.

16. Et apparuerunteffusiones maris, et re-velata sunt fondamen-ta orbis, ab increpatio-

le fondamenta de'mon-ti, perchè egli era conessi sdegnato.

p. Dalle sue narici sìalza il fumo , e la suafaccia getta fuoco divo-ratore : da lui sono ac-cesi i carboni.

10. Abbassò i cieli, ediscese: e una nebbiacaliginosa (era) sotto isuoi piedi.

11. Salì sopra i Che-rubini , e sciolse il suovolo: strisciò sull'alede'venti.

12. Sì occultò nelletenebre, che avéa d'in-torno: fe'distillare le ac-que dalle nubi dei cieli.

13. Dal fulgore , chegli va innanzi , preserfuoco gli ardenti carbo-ni.

i4- Tuonerà dal eie-Io il Signore ; e l'Altis-simo farà udir la suavoce.

16. Scagliò sue saet-te, e dissipò quella gen-te : i suoi fulmini, e ladistrusse.

16. Scoperte (allora)rimasero le voragini delmare; e aperti i fonda-menti della terra alle

ne Domini, ab inspira"&0ne spiritus furorisejus.

17. Misit de excel-sa, et assumpsit mè\ etextraxit me de atjuismultis»

18. Liberavi* me abinimico meo potentissi-mo.et ab histqui oderantme : quoniam robustio-res me erant.

19. Praevenit me indie affiictòonis meae: etfactus est Dominus fir*marne n tum meum.

20. Et eduxit me inlatitudinem : liberavitme quia compiacili ei.

21. Retribuet mihiDominus secundum ju-stitiam meami et ,?e-cundum munditiam ma-nuum mearum reddetmihi.as. Quia custodivi vias

Domini, et non egì im*pie a Deo meo.

23. Omnia enim ju-dicia ejus in conspectumeo: etpraecepta ejusnon amovi a me.

minacce d€l Signore, alsoffio impetuoso del suofurore.

17. Stese dall'alto lamano, e mi rese; e dal-le profonde acque mitrasse.

18. Liberommi dalnemico mio potentissi-mo, e da coloro, che miodiavano : perchè eranpiù forti di me.

ip. Ei mi prevennenel giorno dell'afflizio-ne: il Signore fu mio so*stegno.

20. E fuor mi trasseali* aperto : mi libero,perchè ebbe buon vole-re per me.

ai. Darà mercede ame il Signore secondola mia giustizia: fende-rà a me secondo la pu-rezza delle mie mani.

22. Perocché io se-guitai attentamente levie del Signore, ed em-piamente non operaicontro il mio Dio.

25.Conciossiachè tul-ti i suoi giudìzii mtstanno dinanzi agli oc-chi; i suoi precelti nongettai lungi d» me*

24- Et ero perfectumcum eo: et custodiamme ab iniquitate mea*

26. Et restìtuet mihiDominus secundum ju-stitia™, meam : et se-cundum munditiam ma-nuum mearum, in con-spectu oculorum suo-rum.

26. Cum sancto san-eius eris : et cum robu-sto perfectum.

27. Cum electo ele-ctus eris: et cum per-verso perverteris.

28. Et populum pau-perem \ salvum facies :oculisene tuis excelsoshumiliabis.

29. Quia tu lucernamea% Domine: et tu, Do-mine, illuminabis tene-bras meas.

30. In te enim cur-ram accinctus : in Deomeo transiliam murum.

31. Deus, immacula-ta via ejus: eloquiumDomini igne examina-tum : scutum est om-nium sperantium in se.

24. E sarò perfettocon lui: e mondo mi ser-berò dalla mia iniquità.

26. E darà mercede ame il Signore secondola mia giustizia: e secon-do la purezza delle miemani nel cospetto degliocchi suoi,

26. Col santo tu (oDio) sarai santo: e per-fetto coll'uom perfetto.

27. Coli* uomo inno-cente tu sarai innocen-te : e con chi mal fa, tusarai malfacente.

28.Tu salverai la na-zione de'poveri: e i su-perbi umilierai col tuosguardo.

29. La mia lampa se'tu , o Signore : le mietenebre schiarirai tu, oSignore.

3o.Col tuo ajuto cor-rerò armato di tuttopunto ( a combattere )e coll'ajuto del mio Diovalicherò la muraglia.

Si.Immacolala la viaM Dio : la parola del Si-gnore purgata (quasi)«oì fuoco : egli è scuciodì tutti quelli che spe-rano in lui.

•9 *

32. Quis est Deuspraeter Ì5ominum ? ett/uisfortispraeter Deumnostrum ?

33. Deus qui acci/i'xit me fortitudine : etcomplanavit perfectamviam meam.

34. Coaequans pedesmeos cervis, et superexcelsa mea statuensme. «

36. (i) Docens ma-nus meas &4 praelium fet eomponens quasi ar-cum aereum brachiamea.• 36. Dedisti mihi cly-

peum salutis tuae : etmansuetudo tua multi-plicavit me.

07. Dilatabis gressusmeos subtus me, et nondeficient tali mei.

38. Persequar inimi-cos meos, et conteram:et non convertar, donecconsumam eos,

3q. Consumam eos, etconfringam, ut non con-surgant: cadent sub pe*dibus msis.

02. Chi è Dio fuoriche il Signore ? e chi èpotente fuori che il no-stro D io?

33. Iddio è quegli,che di fortezza mi ^ve-ste-.ela strada mi ap-piana perfettamente.

34- I miei piedi feceuguali a quelli de'cervi,e in luogo sublime micollocò.

35. Egli avvezzò lemie mani a combatte-re, e le mie braccia fè'simili a un arco di bron-zo.

35, Tu lo scudo midesti di tua salute, e latua benignità m' in-grandì.

37. Tu allargasti lastrada a'miei passi: ei miei calcagni non sa-ranno spossati giammai.

38. Darò dietro a'miei nemici, e gli ster-

.minerò : e non avrò po-sa, fino a tanto ch'iogli abbia consunti.

3p. Li consumerò, egl? infrangerò, onde nonpossano rialzarsi : ca-dranno sotto i miei pie-di.

(i) p/. 143.1.

4°- Accinxìsti mefortitudine adpraelium:incurvasti resistentesmihi subtus me.

41. Inimicos meosdedistì mihi dorsum:odientes me, et disper-dam eos.

42. Clamabunt, etnonerit (fui salvet : ad Do-minum, et non exaudieteos.

43. Delego eos , utpulverem ferraci quasilutum platearum com-minuam eos, atque con-friìJgam.

44- Salvabis me acontradictionilus popu-li mei : custodie^ me incaput gentium : popu-lus, quem ignoro, ser-vìet mihi.

45. Filii alieni resi-stent mihi; auditu au-ri obedient mihi.

4^. Filii alieni deflu*xérunt: et contrahen-tur in angustiis suis.

4o.Tu di fortezza miammantasti per la bat-taglia: abbattesti sottodi me quelli che controdi me alzaron bandiera.

4.1. Facesti, che a mevolgesser le spalle imieinemici : que'che mi o-diavano , e io gli sper-derò.

42. Alzeranno le stri-• da, e non sarà chi li sal-vi: (alzeran le strida) alSignore, e non sarannoesauditi.

43. Li dispergerò co-me polvere della terra:gì' infrangerò, e gli pe-sterò, come sifa del fan-go delle contrade.

44- Tu mi salveraidalle contraddizioni delpopol mio : mi custodi-rai , perchè io sia capodelle nazioni: un popo-lo da me sconosciuto miservirà. .

46. I figliuoli bastar-di mi faran resistenza :al primo udire mi obbe-diranno.

46. I figliuoli bastar-di si struggeranno : esaran ridotti a strettez-ze neMoro angusti re-cinti.

47- Tivit Dominus > etbenedictus Deus meus:et exaltabitur Deus f or-tis salutis meae.

48. Deus, qui dasvindictas mihi, et deji-eis popuios sub me.

49. Qui educis me abinimicis meis, et a re-sistentìbus miM elevasme : (i ) a virò iniquoliberabis me.

60. (2) Propterea con-rf,lé&ar tibi, Domine, ingerifibus : et nomini tuocantabo.

Si. Magnifìcans sa-lutes regis sui, et fa-ciens misericordia™christo suo David, etf'mini ejus in sempi-ternum.

4y. Viva il Signore,e (sia) benedetto il mioDìo ; e sia esaltato Id-diopolente,ch'è mia sa-lute.

48. Tu, o Dio, tu faile mie vendette, e sog-getti a me le nazioni.

4p. Tu mi traesti dal-le mani de'miei nemici,e m'innalzasti sopra co-loro ohe a me si oppo-nevano : tu dall' uomoiniquo mi liberasti.

60. Per questo, o Si-gnore , io ti confesseròtra le genti : e laudecanterò al tuo nome.

51. A lui che ha rna-ravigliosamentc salva-to il suo re, e fa miseri-cordia a Davidde suo,cristo, e alla sua stirpepe'secoli.

(1) Pi, 17.49. (2) Rom, 15, g.

C A P O XXIII.

Ultime parole di Davidde , e catalogo de su oiillustri campioni.

1. fiaec autem suntverbo. David novissima.Dixit David filius IsaiiDixit vir, cui constitu-tum est de Christo DeiJacob, (i) egre giuspsaltes Israel.

2. Spiritus Dominilocutus est per me, etpernio ejus per linguammeam.

i. ueste sono leultime parole di David-de. Disse, Davidde fi-gliuolo d'Isai: Disse 1*uomo, a cui fu data pa-rola del Cristo di Diodi Giacobbe , 1' egregiocantore d'Israele.

2. Lo Spirito del Si-gnore per me parlò , ela parola di lui (fu) sul-la mia lingua.

(i)^cf. *. 3o.

Vera. i. Queste tono le ultime parole di Davidde. Il Caldeoporta, che queste son dette le ultime parole di Davidde, perchècontengono una profezia doi Cristo , che dee nascere nell'ultimaetà del mondo. Altri suppongono, che questo cantico sia 1' ulti-mo composto da Davidde ; onde sarebbe come una conclusionede' suoi Salmi. Egli può ancora considerarsi come il testamentospirituale di Davidde, in cui volle a tutte le future età contesta-re 1' umile sua riconoscenza pe' favori fattigli da Dio , e partico-larmente pel massimo di tutti, che è la promessa del Cristo, chedee nascere del suo sangue.

Disse V uomo , a cui fu data parola. A. cui fu promessocon immutabil parola il Cristo, che sarà mandato da Dio, dal ve-ro Dio adorato da Giacobbe > e da' suoi discendenti.

V egregio cantore d'Israele. L' autore insigne delle saerecanzoni, le quali furono la consolazione , e la voce della pietànella chiesa giudaica , e sono, e saranno fino alla fine de' tempila consolazione della chiesa cristiana, la quale tutti vi trova isuoi sentimenti, e tutti i misteri della sua fede. Così lo Spiritodel Signore commenda , ed esalta il pregio de' Salmi di Daviddeper bocca del suo medesimo autore.

3» Dixit Deus Israelmihi, locutus estfordsIsraeli Dominator ho-minum, justus domina^tor in timore Dei*

4- Sicut lux auroraeoriente sole, mane abs-que nubibus rutilai, etsicut pluviis germinaiherba de terra.

3. A me parlò il Dìod'Israele , il forte d'I-sraele parlò ; il domina-tore degli uomini, ilgiusto dominatore dique'che temon Dio.

4-Essi saranno, comela luce dell'aurora splen-dente al mattino, quan-do si leva il sole senzanuvole, e come l'erba ,che germina dalla ter-ra dopo la pioggia.

Vers. a. Lo Spìrito del Signore ec. Ecco per qual ragione i ,Salmi ( e lo stesso intendesi di tutti i libri santi ) sieno tanto ca-ri , e in tanta venerazione presso i fedeli ; lo Spirito di Dio lidettò, egli fu che parli» per bocca di Davidde , e della lingua di •lui si valse a pronunziarli. Notisi, come nella dettatura delle sa-cre Scritture si attribuisce allo Spirito santo non solo l'ispira-zione interiore, ma anche il movimento esteriore degli strumentidella favella.

Vers. 3. Di que"1 che temono Dìo. De' Santi, i quali egli riem-pie dello spirito del timor santo. L' Ebreo dice Dominatore deltimor del Signore: ma secondo la frase ebrea significa, comeabbiam tradotto, e così l'intesero il Siro e 1' Arabo.

Vers. 3. Essi saranno, come ec. Mi son fatto lecito di aggiu-gnere quelle due parole Essi saranno , le quali fissano il seniodi questo versetto , riportandolo a' giusti, a quelli che temono •Dio, come è'detto vers. 3. Delle tante maniere, onde possono in-tendersi queste parole ( nelle quali ognun vede , che il senso èrot(o ), mi è paruta questa la più naturale, e che meglio combinicol fare di Davidde, e cnn quello che segue. Egli ha celebrato laparola di Dio, celebra dipoi quelli che osservano , e fan sue deli-zie della stessa parola, quei che temono il Signore, e de'quali in[special modo egli è re , e dominatore, perchè in essi regna permezzo dell' amor suo. La felicità loro , e il loro avanzarsi di benein meglio è descritto in questo versetto , come nel versetto 6.,e 7 è descritta la infausta condizione de' peccatori. Questo è ilfare di Davidde in tutti i suoi Salmi, paragonare la felicità dichi teme Dio colla miseria di chi noi teme. Della felicità di quel-li soggiunge uaa prova grandiosa nel versetto 5. -

O. Nec tanta est do-mus mea apud Deumyutpactum aeternum in-ìrst mecumì firmum inomnibus, atque munì'tum. Cuncta enim salusmea, et omnis voluntas;nec, est quidquam exea quod non germinet.

6. Praevaricatoresautem cjuasi spinae e-vellentur universi, quaenon tolluntur manibus:

7. "Et si quis tangerevoluerit eas, armabiturferro, et ligno lanceatotigneque succensae com-burentur usque ad ni-hilum.

6. Nè ella è da tantola mia casa dinanzi aDio , che egli dovessefermare con me un'al-leanza eterna , stabilein tutto, e immutabile:perocché egli è tutta lamia salute, e tutta con-solazione: e nulla è, cheda quella non abbia ori-gine.

6. Ma i prevaricato-ri saranno estirpati tut-ti, come le spine,le qua-li non si spiantano col-le mani.

7. Ma se alcuno vuoltoccarle, si arma di fer-ro, o di un' asta di lan-cia, e si gettano al fuo-co, e si riducono inniente coll'abbruciarle.

Vers. 5. Nè ella, e da tanto la mia casa ec, Non e il meritomio , non è quello di mia famiglia, per cui Dio siasi mosso a sta-bilire con me un' alleanza eterna e inviolabile , e a promettermiun regno durevole pe' miei discendenti, anzi eterno nel Messia,che nascerà dalla mia stirpe: questo patto, questa promessa èpura grazia, e liberalità, e misericordia di-lui verso di me.

Perocché egli e tutta la mia salute, e tutta censolazio-ne ec. Nè bene , nè prosperità alcuna io posso avere , se non inlui, che è mia salute, ( ovvero, mio Salvatore ) , da cui ha orìginetutto quello che è, e tutto quello che io posso avere di bene.

Vers. 6., e 7. Ma i prevaricatori saranno estirpati ec. Conquesta bella similitudine descrive il carattere degli empii, i qua-li sono incorjeggibili; onde nissuno può accgstairsi ad essi, nè ten-tar di ridarli colle dolci maniere, ma il loro destino si è di esse-re schiantati con mano forte e seveira, e gittati nel fuoco, affinchèrimanga annientata la loro superbia, e il temerario ardimento,con cui se la prendono contro Dio.

* 8. (i) Haec nominafortium David* S eden sin cathedra sapientis--simus princeps intertres: ipse est quasi te»nerrimus Ugni vermi'culus% qui octingéntosìnterfecit impetu uno.

8.Questi sono i niniidei campioni di David ?Colui, che siede in catte»dra sapientissime» pria,cipe tra i tre : egli ècome quel delicatissimovermicciuolo, che rodeil legtto, ed egli ucciseottocento persone in unconflitto.

(i) i. Par. n. io.

Vers. 8. Questi tono i nomi de' campioni di Davidde. IVelprimo dei Paralipomeni xi; io, si aggiunge i quali lo aiutaronoa diventar re di tutto Israele.

Colui , che siede in cattedra tapientissimo principe tra itré. Comincia qui il primo ternario de' campioni di Davidde. Ma"qui pure ci si presenta subita una grandissima difficoltà, la qualeconsiste in vedere chi sia qnegli, di cui si parla in queste parole,come del primo tra i primi tre. Gli Ebrei , il Caldeo , e varii in-terpreti , come Eucherio , tarano , Dionisio , ec. sostengono , chequesti sia lo stesso Davidde, a cui nissun negherà il primo postotra'valorosi uomini deil' età sua ; e la traduzione della nostra vol-gata sembra favorevole a questa opinione ; almeno possiam dire ,ebe secondo questa opinione si può esporre assai facilmente tut-to quello che di questo personaggio è detto nella stessa volgata.Egli Ita tra i primi tre il primo posto non solo per la dignitàreale, ma per la saviezza ugualmente, e pel valore, egli congiun-ge con una somma elevazione un' altissima umiltà , per cui ras-somiglia quel vermicciuolo , il quale in apparenza debolissimo ,e senza forze , trapana , o rode il più duro legno ; finalmente egliin un solo conflitto uccise ottocento uomini , prova di valore , laquale benché non registrata in questi libri, si può credere di Da-vidde più che di qualunque altro dei suoi campioni.

I moderni interpreti generalmente son persuasi primo chenella volgata siasi cangiato in appellativo il nome proprio del-1' uomo , di cui qui si parla , onde ripongono lesbattm ( secondola volgata -colui , che siede sulla cattedra ) , ovvero Adino Hes-tuta ( secondo la volgata il vermicciuolo delicato del legno ). Insecondo luogo suppongono , che della stessa persona si parli , dicui è £atta menzione, i. Parai, xi. 1 1. con queste parole: lesbaamfigliuolo dì Hacharnoni principe o sia capo di trenta egli im-

9- P°st hunc Eleazarfilius patrui ejus Ahoi~te$ inter tresfortes, quierant cum David, quan-do exprobraverunt Phi-listhiim, et congregatisunt illuc in praelium.

9. Appresso a questoEleazaro A boi le figliuo-lo dello zio paternodi lui fu dei tre cam-pioni , che erano conDavidde, allorché i Fi-listei lo insultavano, es-sendo raunati colà percombattere.

brandi la lancia contro trecento persone, le quali ferì in una,sola volta. Ma ognun vede , che è ben differente P essere capode*primi tre, e 1' essere capo di trenta. Tutti confessano , che iprimi tre , e i secondi tre, o sia il primo , e il secondo ternariode' campioni di Davidde si dee distinguere dai trenta ( ebreoSchaliscirn ), che era un numero di altri «omini illustri e valo-rosi , che servivano negli eserciti , e de' quali ne sono nominatiqui fino a trentasette , e altri sedici ne' Paralipomeni. Quindi in-vece di principe di trenta , voglion ebe leggasi principe di treRimane però tuttora un' altra diversità , ed è, che lesbaam ferìsolamente trecento persone, laddove questo nostro campione uc-cise ottocento, e non piccola confusióne fa ancora il porre pernome proprio Aldino dì Hesnì, convertito in appellativo quellodi lesbaam. Così dopo molte congetture sul testo sacro, e dopo ivarii tentativi fatti per ridurlo a quella lezione , ohe suppongonomigliore : non potendo rispondere alle difficoltà , che vi restano tlasciano indecisa la disputa, e riconoscono col fatto, che in que-sto luogo siam cinti da inestricabile oscurità. Lasciamola indecisaanche noi, ma sia questo un esempio di più per farci sempre ri-spettare la nostra volgata.

Vers. g. Eleazaro Ahoite figliuolo dello zìo paterno di lui.Questo Eleazaro nell' ebreo è detto figliuolo di Dodo, nei set-tanta figliuolo di Dadi, Ma Dod in ebreo significa lo zìo pater-no , e cosi l'intese qui l'autore della volgata , secondo la qualeEleazaro è detto figliuolo dello zio paterno del primo campionegià mentovato , e Ahoite dal nome della famiglia, ovvero dellapatria.

Allorché i Filistei lo insultavano essendo raunati ec,Quando Goliath, e con lui i Filistei adunati a Phesdoniim scher-nirono il giovinetto Davidde, come si è veduto, i. Reg. xvn. (ve-di anche i. Parai, xi. 13.) allora Eleazaro ne' principii di questaguerra, e prima che David uccidesse il gigante, diede prove delsuo gran valore.

10. Cumqueascendis-sentviri Israel, ipse stè-titt et percussit Phili-sthaeos, donec defìceretmanus ejus et obrige-sceret cum gladio. Fè-citque Dominus salu-tem magnam in die il-la-, et populus, fjui fu-gerat, reversus est adcaesorum spolia detra-henda.

11. Et post hunc-, Sem-ma filius A ge de Ara-rii et congregati suntPhilisthiim in statione:erat qutppe ibiager len-te plenus. Cumque fu-gisset populus a faciePhilisthiim,

12. Stetitille in me-dio agri et tuitus esteum, percussitque Phi-listhaeos: et fecit Domi-nus salutem magnam.

13. Necnon et antedescenderant treSt qui

io.E fuggendo gl'I-sraeliti, Eleazaro tennefermo, e percosse i Fi-listei , sino a tanto chespossato il suo braccios5 irrigidì tenendo laspada. E il Signore con-cedè una vittoria gran-de in quel giorno : e ilpopolo, che era fuggito,tornò a spogliare gliuccisi.

11. E dopo di luiSemma figliuolo di Agedi Arari : e si raunaro-no i Filistei in un sito,onde era un campopieno di lenti. E il po-polo avendo presa la fu-ga , e volte le spalle a'Filistei,

12. Si piantò egli nelmezaio del campo , e lodifese, e sbaragliò i Fi-listei: e il Signore die-gli vittoria grande.

13. E qualche tempoprima i tre , che erano

Vers. 12» I tre che erano i primi de* trenta. Questi tre sono igià nominati. Abbiamo notato disopra, che il nome di Schalùcim,i trenta, è generale, e significa gì' illustri, e valorosi uffiziali del-le schiere d'Israele sotto Davidde. Quei tre erano del primo ter-nario , ed erano sopra tutti gli altri uffizioli.

E il campo de*Filistei era nella valle de* giganti. Vedi so-^»ra cap. v. 18. Questa valle è tra Gerusalemme, e Beth'lehem,La caverna di Odollam era a mezzogiorno di Gerusalemme.

erant principes intertrìgìnta, (i) et veneranttempore messis ad Da"vid in speluncam Odol-lam : castra autem Phi-listhinorum erant posi-la in Valle gigantum.

i4« Et David erat inpraesidio : porro statioPhìlisthinorum tuncerat in Betlilehem.

15. Desideravi ergoDavid, et aìt: O si cjuìsmihi darei potum aquaede cisterna^cjuae est inBethlehem juxta por-tam !

16. Irruperunt ergotres fortes castra Pki-tisthinorum, et hause-runt aquam de cister~na Bethlehem, quae e-rat juxta portam, et at-tulerunt-ad David: atille noluit bibere, sedlibavit eam Domino.

17. Dicens-. Propitiussit mihi Dominus, nefaciam hoc : num san-guinem hominum isto-rum, qui profecti sunt,et animarum periculum

i primi de'trenta, eranoandati a trovar David-de nella spelonca di 0-dollam al tempo dellamietitura: e il campode'Filistei èra nella val-la de'giganti.

14. E Davidde stavain un sito forte : e i Fi-listei avean messo pre-sidio in Bethelehem.

io. Ora David congran bramosia disse: Ose alcuno mi desse dabere dell'acqua di quel-la cisterna, che è in Be-thlehem vicino alla por-ta !

15. Quei tre campio-ni allora passarono pelcampo dei Filistei, e at-tinsero l'acqua dalla ci-sterna di Bethlehem cheera vicino alla porta, ela recarono a David: maegli non ne volle bere,matì-e fece libagione alSignore;

17. Dicendo: Guardi-mi il Signore dai faretal cosa : beverò io ilsangue di questi uomi-ni, che sono andati aporre a risico la lor vi-

(i) i. Par. i i . 15.

bibam ? Noluit ergo bi-bere. Haec fecerint tresrobustissimi.

18. Abisai quoquefrater Joab filius Sor'viae, princeps erat detribus : ipse estt qui le-vavit hastam suam con-tra trecentos, quos in-terfecit, nominatus ititribus»

19. Et inter tres no»biliari eratqué eorumprinceps, sed usque adtres-prìmos non perve-nerat.

20. Et Banaias filiusJojadae viri forfissimi,magnorum operumy deCabseet: ipse percussitduos leones Moab, etipse descendit, et per-cussit éeonem in me*dia cisterna in diebusnìvis.

21. Ipse quoque i/i»terfecit virum AEgy-

ta? Egli adunque nonne volle bere. Tanto fe-cero questi uomini for-t issimi.

18. Abisai ancorafratello di Gioab , fi-gliuolo di Sarvia, era ilprimo di ire ; egli im-brandì la lancia controtrecento uomini, e gliuccise : egli era famosotra i tre.

19. E il più riputatotra questi tire, ed era lo-ro cupo : ma non ag-giunse a quei ire pri-mi.

20. E Banaia di Ga-bseeJ, figliuolo di JToja-da, uomo fortissimo, edi fatti grandi: egli uc-cise i due lioni di Moab,e affrontò , e uccise unlione in una cisterna neltempo di una nevata.

21. Egli parimenteuccise un Egiziano, uo-

Ver*. 18. dbisai ... era il primo dì tre. Il primo del secondoternario: questi tre erano secóndi in valore, e riputazione dopo i.tre primi, ed erano Abisai, Banaia, ed Àsael.In vece di Asael al-cuni mettono lonathan.

Vers. 20. Uccise i due lioni di Moab. Alcuni per questi duelioni intendono due giganti che si facesscr chiamare lioni dì Dio,cioè lioni potenti di forza divina.

ptium, virum dignumspectaculo, habentem inmanu ha s tam : itaquecum descendisset adeum in virga, vir extor-sit hastam de manuAEgyptii) ei interfeciteum hasta sua.

22. "Haec fecit Bana-ias filius Jojadae*

23. Et ipse nomina^tus inter tres robustos,qui erant inter trigintanobiliores: verumtamenusque ad tres non per-venerat\ fecitque eumsibi David a&riciila-riumt a secreto»

*t±.Asaél frater Joabinter triginta , Elcha-nan filius patrui ejusde Bethlehem.

26. Sémma de ffaro-di, Elica de Harodi.

26. Heles de Phalti,Hira filius Acces deThecua,

27. Abiever de Ana-thoth, Mobonnai deHusati,

moda farsi vedere co-me un prodigio, il qua-le avea in mano la lan-cia : e quegli andatogliincontro ©ol suo basto-ne , strappò a forza lalancia di mano all'Egi-ziano, e colla sua pro-pria lancia lo uccise.

22. Tanto operò Ba-naia figliuolo di Jojada.

23. Ed egli era famo-so tra' tre, che erano ipiù illustri de' trenta :ma non giunse al se-gno di quei tre. E Da*vidde lo fece suo consi-gliere, e segretario.

24. fra i trenta (era-no) Asael fratello diGioab, Elchanan di Be-thlehem, figliuolo di unzio paterno di Asael.

26. Semma di Haro-di, Elica di Harodi.

26. Heles di Phatìi,Hira di Thecua figlittò-lo di Acces,

27. Abiezer di Ana-thoth, Mobonnai di H u-sati. ^

Vers. x3, Non giunse al segno di quei tre. Dei tre del primoternario,

zft.Selmon Ahohites^'MaharaiNetopliathiteSt

29. Jleledfilius B na-na, et ipse Netophathi-tes, Ithai filius Eibaide Gabaath filiorum

• Benìamin.So.Banaia PTiaratho-

nites, Heddai de tor-rente Gaas,

31. Abialbon Ari)et'thites^Azmaveth de Be-rami,

32. Eliaba de Sala-toni. Filii Jasseìì, Jo-nathan,

33. Semina de Ororit

Aiam filius S arar A-rorites,

34- Elipheleth filiusAaslai filii Machatì,E lìam filius AchitophelGelonites,

35.Hesraz de Carme-ìo, Pharai de Arbi,

36. Igaal filius Na-than de Soba, BonnideCadi,

37. Selech de Am-moni, Nahorai Berothì*tes> armiger Joab filiiSarviae,

38Jr<z Jethrites, Ga-rébt et ipse Jethrites,

28. Selmon di Ahohi,Maharai di Netopbath,

29. Heled figliuolo diBaana, egli pure di Ne-.tophalh , Ithai figliuolodi Rihai di Gabaatb ,della tribù di Beniamin.

30. Banaia di Phara-thon, Heddai del torren-te di Gaas,

31. Abialbon di Ar-balh, Azmaveth di Be-romi,

32. Eliaba di Sglabo-ni. Jonathan de'figliuo-li di Jassen,

33. Semma di Orori,Aiam figliuolo di Sarardi Aror,

34-Elipheleth figliuo-lo di Aasbai figliuolo diMachati, Eliam figliuo-lo di Achitopbel Galo-nite,

35. Hesrai del Car-melo, Pharai di Arbi,

36. Igaal di Soba fi-gliuolo di Nathan,Bon-ni di Gadi,

37. Selecb di Ammo-ni, Naharai Berothitascudiere di Gipab fi-gliuolo di Sarvia.

38.IradiJetbrit,Ga-reb anch' egli di Je-thrit,

So. Uria Hethaeus.Omnes triginta septem.

So., Uria dì Heth. latutto trentasette.

C A P O XXIV.

Davidde ripreso da Gad profeta per aver nu-merato il popolo , , di ire flagelli propóstiglisceglie la peste di tre giorni, e mentre questainfierisce fino ad uccider settanta mila perso-ne\ Davidde fa orazione al Signore, e avver-tito dal profeta Gad, neW aja di A renna {dicui paga il prezzo) alza un altar e t e cessa lapestilenza.

i.. .i. s t ( i ) addiditfuror Domini ir ascicontra Israel, comjno-vitque David in eis di-centem : Vade, nume-ra Israeli et Judam.

(i) i. Par. ai. i.

i. IVJla si accese dìbel nuovo il furor delSignore contro Israele,e Davidde in loro dan-no si mosse a dar ordi-ni, che si facesse il re-gistro della gente ds I*sraele e di Giuda.

Vers. 3g. In tutto trentasetle. Oltre i tre ternari già detti sonqui nominati sino a trenta , onde sarebbono trentasei ; ma si os-serva, ebe a questi va aggiunto Gioab nominato sol di passaggio ,ma certamente degno pel valore di aver luogo in questa schiera,nella quale non si entrava per favore, ina solo per merito. Ed ègiustamente notato, ebe non è in essa noverato alcuno de'fratellidi Davidde.

Vers. i. .Si accese il furar del Signore contro Israele. LaScrittura non dice precisamente per quali peccati del popolo siaccendesse lo sdegno di Dio contro lo stesso popolo.

E Davidde in loro danno si mosse ec. Ecco P effetto del-l1 ira di Dio contro Israele: Dio permette, che Satan spinga Da-vidde a numerare Israele, come è detto, i. Parai, xxi. i. So-pra questo luogo non posso ritenermi dal riferire la gravissima e

2. Dixìtque rex adJoab principem exerci-to sui : Pcrambulaomnes tribus Israel aDan usque Bersabee,et numerate populumtut sciam numerum e»jus.

3. Dixitque Joab re»gi: Adaugeat DominusDeus tuus ad populumtotum, quantus nunc est,iterumque centupUcetin conspectu dominiatei regis \ sed quid si-&ì dominus meus rexfuit in re hujuscemodt?

2. Il re adunque dis-se a Giòab capo del suoesercito : Va attornoper tutte le tribù d' I-sraele da Dan fino aBersabea , e fa registrodel popolo , ond' io nesappia il numero.

3, E Gioab rispose alre ; II Signore Dio tuomoltiplichi il tuo popo-lo al doppio di quelloebe è, e ancbe a centovolte più sotto gli occhidel re mio signore ; mache pretende ìlire miosignore in facendo talcosa?

ntìlis&ima .osservazione dì s. Gregario; egli ne inferisce, ebe isudditi non debbon prendersela co' loro capi, quando questi ca-dono in qualche errore , o peccato ; ma ascrive a' peccati propriila loro caduta. Colui, die' egli, che fu lodato per testimonian-za di Dio, quel Daviddc ammesso alla cognizione de1 segretidel cielo , gort/ft) da repentina vanita , pecco facende il regi-stro del popolo: ma il popolo porto la pena de1 peccati di Da-vìdde : e perche questo ? perche fecondo i meriti del popolofono dispósti i cuori di chi li governa : e il retto Giudice punìil vizio del delinquente eoi castigo di quelli, per causa deiquali egli peccò. Sfa perchè egli per sua propria volontà in-superbito non «m senta r^ato, esso pure fu a parte della ven-detta ... Egli è adunque certo, che il merito de*pastori, e quel-lo de1 popoli hanno à stretta relazione tra loro, che spesso percolpa de1 pastori divien peggiore la vita da1 popoli, e spessope* demeriti de'p&poli la vita de1 pastori si deteriora. Ma poi-che il loro giudice iranno i pastori, debbono perdo attenta-mente guardarti i sudditi dal far giudizio de* proprii pastori,Moral. KIX. «4-

V«tf. 3» Ma. che pretende il re ec. Gioab uomo certamentenon {scrupoloso si uni in questo cogli altri capi a dare un buonconsìglio a Davidde. Così sovente sono sagaci nel fatto altruiquelli che sono imprudenti e trascurati delle cose proprie.

4- O btinuit autem ser-mo regis verba Joaè, etprincipum exercitus :egressusque est Joabet principes militum afacie regis, ut numera-rent populum Israel.

5. Cumque pertrans-isset^t Jordanem ve-nerunt in Aroer addexteram urbis, quaeest in valle G ad:

6»Etper Jazer trans»ierunt in Galaad, etin terram inferioremHodsi, et venerunt inDan silvestria.Cìrcum-euntesque juxta Sido*nem%

7. Transierunt pro-pe moenia Tyri, et om-nem terram Hevaeì, etCJiananaei, venerunt-que ad meridiem Judain Bersabee :

Q.Et lustrata univer-sa terra., affueruntpostnovem menses 5 et vi-ginti dies in Jerusa-lem.

g. Dedit ergo Joabnumerum descriptionispopuli regi, et inventa

4- Ma la parola delre la vinse contro il di-re di G io ab , e de' capidell'esercito, e Gioab, ei principi de'soldati par-tirono dalla presenzadel re per andare a faril conio del popolo d' I-sraele.

6. E passato che eb-bero il Giordano, arri-varono ad Aroer dal la-to destro della cittàche è nella valle di Gad:

6.E passati per Jazerentrarono in Galaad , enel paese inferiore diHodsi giunsero fino al-le boscaglie di Dan , egirando attorno a Sido-ne,

7. Passarono pressole mura di Tiro, e pertutto il paese degli He-vei, e dei Cananei, e ar-rivarono a Bersabea dal-la parte meridionale diGiuda:

8. E avendo scorsotutto il paese, tornaro-no a Gerusalemme do-po nove mesi, e ventigiorni.

p. E Gioab diede alre il computo del regi-stro del popolo , e ~si

20

sunt de Israeloctingen-ta milita virorum for*tium, qui educerent già-dium: ei de Juda quin-genta miltia pugnato-rum»

io. Percussit autemcor David eum> post-quam numeratus estpopulus-. et disii Davidad Dominum; Peccavivalde in hoc facto ; sedprécoritt&mfaéiUt trans-ftras ìhiquitatem s&r-

trovarono d'Israele ot-tocento mila uominifatt i , e buoni per laguerra ? e di Giuda cin-quecento mila combat-tenti.

io. Ma Davidde pro-vò al cuore un rimorsodopo ch e fu fatto il com-puto del popolo, e Da-vid disse al Signore: Ioho peccato assai in que-sto» fatto ; ma ti prego ,o Signore, a condona-

Vers. 9. Si trovarono d" Israele ottocento mila ec. Nei Paraii-potneni, lib. i. cap. xxi. 3. la somma di tutto Israele è d' un mi-lione e cento mila, la somma di Giuda è di quattrocento settan-ta mila ; ma nello stesso libro parrai che si accenni il filo peruscire da questo , che alcuni credono inestricabile, laberinto. NeiParalipomeni si ha rl numero esatto di tutti i maschi d'Israelee di Giuda dai venti anni in su -, in questo luogo de' Regi si ha ilcalepio*quale fu presentato a Davidde da Gioab , il quale , comee detto , \.Parat. xxvi. 6. di mala voglia eseguiva V ordine delre i e neppure terminò il suo registro per essere sopraggiunta lapestilenza, i. Parai, xxvu. 9.4. onde questo catalogo , o registrofatto da Gioab non fu trascritto nei fasti del re Davidde, ibìd.ina fa dipoi supplito, e corretto colle memorie, che portaronogli altri principi, i quali ebbero insieme con Gioab questa in-Cumbenza, per la diligenza de'quali si ebbe il vero stato di tuttoil popolo. Quanto a'trenta mila nomini della tribù di Giuda,che sono di più itt questo luogo, e di meno nei Parali'pomeni, vo-lentieri mi attengo al sentimento di quegli spositori, i quali cre-dono , che Gioab o per errore, o per adulazione accrescesse ilnumero di quelli della tribù reale , che era anche la sua tribù ,includendo in essa qualche porzione delle confinanti tribù diDa«i e di Sitoeon , le quali tenevano parte dell' anticó~territoriodi Giuda, Ella è ancora cosa assai ordinaria nelle Scritture, chewa numero di centinaia, o di migliaia non compiato "si ponga co-me se fosse intero e perfetto.

vi tui, quìa stolte eginimis.

11. Surrexit itaqueDavid mane, et sermoDomini factus est adG ad prophetam, et F'ì-dentem David, dicens :

12. Vade, et log neread David". Haec dicitDominus : Trium libidatur optio, elige unum,fjuod volueris ex his,ut faciam libi.

13. Cumque venissetGad ad David, nyntia-vit ei, dicens: Aut se-pie™, annis veniet tibifames in terra tua, (i)aut tribus mensibus fu-gies adversarios tuos, etilli te persequentur: autcerte tribus diebus eritpestilentia in terra tua.'Nunc ergo delìbera, etvide quem respondeamei, qui me misit, sermo*nem.

re questo peccato al tuoservo; perocché io ho o-peralo con troppa stol-tezza.

11. E alzato che fuDavidde la mattina , ilSignore parlò a GadProfeta, e Veggente diDavidde, e gli disse :

12. Va a dire a Da-vidde : Queste cose di-ce il Signore : Ti viendata la scelta di Ire co-se ; eleggi una di que-ste, quella che tu- vor-rai, che io ti mandi.

13. E Gad essendosipresentato a Davidde,recò a lui questa nuova,e disse: O per sette an-ni sarà la fame nel tuopaese : o per tre mesifuggirai i tuoi nemici,e quelli t'inseguiranno,o almeno per tre dì sa-rà pestilenza nel tuoreame. Or tu adunqueconsulta , e vedi qualrisposta io abbia da da-re a lui, che mi ha man-dato.

(i) i. Par. ai. 12.

Vers. 13. O per sette anni sarà la fame «<e. Ne'Pardliporneni,lib. i. cap. xxi. i?., son notati tre anni di fame, e cosi pure les-serò i LXX., e Origene , e s. Ambrogio, e Teodoreto ; ma si so-

14- Dixit autem Da-vid ad Cadi Coarctornimis* (i) sed meliusest, ut incidam in ma-nus Dòmini (multas e-ntm misericordia^ ejussunt), quam in manushominum.

13. Immisitque Do-minus pestilentiam inIsraeli de mane usquead tempus constitutum,et mortui sunt ex popu-lo>, a, Dan usque ad Ber-saèee, septuaginta mil-ia virorum.

iG.Cnmque exlendis-set manum suam An-gelus Domini super Je-rusalem, ut disperdereieam, misertus est Do-minus super afflìctiohe,et alt Angelo per cuti en-ti populumi Sufficit:nunc contine manumtuanii. Erat autem An-gelus Domini juxta a-ream Areuna Jebusaei.

i4- E Davidde dissea Gad : Sono in grandistrettezze ; ma è me-glio che io cada nellemani del Signore, (dicui grandi son le mise-ricordie) che nelle ma-ni degli uomini.

16. E il Sig n ore m an-dò la peste in Israeleda quella mattina finoal tempo stabilito; emorirono del popolo daDanfìnoa Bersabea, set-tanta mila persone.

16. E mentre l'An-gel del Signore stendeala sua mano sopra Ge-rusalemme per desolar-la, il Signore ebbe pie-tà di tanta sciagura, edisse all'Angelo stermi-natore del popolo: Ba-sta : ritieni adesso latua mano. Or l'Angelodel Signore stava pres-so T aja di Areuna Je-buseo.

(i) i. Par. ->.i. i3. Dan. i3. 5>.3.

stiene la lezione della volgata, dicendo che Dio propose da pri-ma sette anni di fame, i quali furono ridotti a tre alle preghieredi Gad.

Vers. 15. Fino al tempo stabilito ec. La pestilenza duro dueinteri giorni, e parte del terzo , perchè Dio si placò , ebbe com-passione del popolo, e fece cessare il flagello.

17. Dixitque Davidad Dominum^ cum vi-dis s et Anteluni caeden-tem populum. Ego su.ni>qui peccavi^ ego iniqueegi : istiy (jui oves sunt,quid fece runt? vertatur,obsecro, manus tua con-tra me, et contra do-munì patris mei.

18. Venti autem Gadad David in die illa ,et dixit ei : Ascende ,et con sti tue altare Do-mino in area Areuna Je-busaei.

19. Et ascendit Da-vid juxta sermonemGad, quem praeceperatei Dominus»

20. ConspiciensqueAreuna, animadvertit

17. E Davidde, quan-do ebbe veduto l'Ange-lo, che percuoteva ilpopolo, disse al Signo-re: Io son quegli, cheho peccato, io che ho o-peratoiniquamentercheha n n 'eglino fatto costo-ro, che son le pecore ?

Contro di me, ti prego,rivolgasi la tua mano,e contro la casa del pa-dre mio.

18. E Gad andò quelgiorno a trovare David-de, e gli disse: Va, edergi un altare al Signo-re nell'aia di Areuna Je-buseo.

19. E andò Daviddesecondo la parola det-tagli da Gad per ordinedel Signore.

20. E Areuna alzan-do gli occhi vide, che

Vers. 16. Presso 11 aia di Areuna Jebuseo. Areuna , ovveroOrnati, dovea essere uno degli antichi abitatori di Gerusalemmeconvertito ali' Ebraismo, che avea sua abitazione sul monte Mo-ria , dove fu poi il tempio. Quel monte non era allora chiusonella città.

Vers. 17. * Io son quegli che ho peccato, io che ho operaloiniquamente. Bei sentimenti di penitenza , rassegnazione, e cari-tà ! Ma e per questo diremo innocente il popolo 1 Anch' esso pu-re era carico d'iniquità : non curando nè cerimonie , nè leggi,non riconoscendo la propria felicità dal Signore , e da per tuttofin nella corte regnando l'avarizia, la cabala, la calunnia, l'invi-dia, l'adulazione, l'ipocrisia.

regem, et servos ejustransire ad se ;

2 i. Et egressus ado-ravit regem prono vul-tu in terram, et alt:Quid causae estt ut ve-niat dominus meus rexad servum suum ? CuiDavid ait : Ut emam ate aream, et aedificemaltare D omino>et cessetiinterfecùo, quae gras~satur in populo.

*a. Mt ait Areuna adD&eid: Accipiat, et oj~ferat dominus meus rexsicut placet ei: habesboves in holocaustum,et plaustrum, et jugaboum in. usum ligno-rum.

a 3. Omnia dedit A-reuna rex regi : dixit-<jue Areuna ad regem:Dominus Deus tuus su-scipiat votum tuum:

^l\.Cuirespondens rexait: Nequaquam, ut vis*

il re co' suoi servi an-davano verso di lui :

21. E andogìi incon-tro, e lo adorò prostrali*dosi per terra, e disse :Qual èia ragione, percui il re mio Signoreviene a casa del suo ser-vo ? E David gli disse:Per comprar la tua aia,ed ergervi un aliare alSignore, affinchè cessila mortalità, che infieri-sce contro dei popolo.

22. £ Areuna disse a,Davidde : Se la prendail re mio signore, e laconsacri come a lui pia*ce : eccoti i bovi pel-»11 olocausto, e il carro,e il giogo de' buoi, cheserviranno per legna(da fuoco).

23. Tutto diede il reAreuna al re:e soggiun-se Areuna al re : II Si-gnore Dio tuo gradiscail tuo voto.

a4• E il re rispose, edisse: Non andrà la co-»

Yers. a3. Tutto diede il re Areuna ec. Qrnan potè essere del-ia stirpe degli antichi re Jebusei, e anche a-ver tuttora la dignitàdi re «opra quelli che restavano di quella nazione , eoa dipen-denza da Davidde, e come suo tributario. I LXX. non dannoquel titolo ad Areuaa, e neppur si trova ia molte edizioni dellavolgata.

sed emam prètto a te,et non off erant DominoDeo meo holocaustagratuita. Entìt ergo Da-vid aream> et bo&es ar-genti siclis quinqua-ginta.

26. Et aedificavit ibiDavid altare. Domino,et obtulit ìiolocausta^ etpacifica', et propitiatusest Dominus terrae, etcoìùbìta est plaga ab /-sraeL

sa, come vuoi tu, ma ione pagherò a te il prez-zo , e non offerirò alSignore Dio mioolocau-s.U~tkt&mi-in dono. Da-vidde adunque comprò1' aia, e i bovi per cin-quanta sicli dLVargento.

26. E Davidde eres-se in quel luogo un al-tare al Signore, e offer-se olocausti, e ostie pa-cifiche : e il Signore siplacò verso il paese, efu posto fine alla morta-lità , che straziava I-sraele .

FINE DEL L I B R O SECONDO DE «E.

Vers» 24. Per cinquanta steli d* argento, Pel sito occupatodall' altare , e pe' bovi , diede cinquanta sìcli d* argento ; ma pertutta 1' aia dì Oruan, nella i[»ale dovea Fabbricarsi il tempio die-de secento sicli d'oro, come è narrato, », Para/, xxi. >S; nelqual luogo è supplito quello che era stato qui tralasciato. Quin-di nello stesso libro dVPairalìpomenì, è nello stesso luogo si de-scrive quello ène comincia a fare Davidàe pejr preparare i mate-riali della gran fabbrica.