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IN QUESTO NUMERO In primo piano Pensioni. Angeletti, soldi per esodati si recuperino da riforma (AdnKronos) p. 1 Esodati. Proietti, con decreto restano molti problemi (Il Sole 24 Ore Radiocor) p. 1 Sulla stampa Risorse solo per 65mila esodati (Il Sole 24 Ore) p. 2 Esodati, decreto per 65mila. I sindacati: “Troppe disparità” (La Repubblica) p. 3 Sul web Esodati. Proietti (Uil): no al decreto. La soluzione sta nella lotta all’evasione fiscale (Il Sussidiario.net) p. 2 Sulle agenzie Angeletti, su esodati evidente ci saranno dei problemi (Ansa) p. 6 Enti previdenziali. Proietti, da Fornero affermazioni singolari (AdnKronos) p. 6 Proietti, soluzione esodati è ripristino norme precedenti (AdnKronos) p. 6 Proietti, dati Istat impongono al Governo rivalutazione assegni (AdnKronos) p. 7 Esodati, il decreto sarà varato. Prima vedere i sindacati (L’Unità) p. 7 Fornero: pronto il decreto sugli esodati. I sindacati vogliono risposte oltre i 65mila (Il Messaggero) p. 8 A metà dei pensionati tocca vivere con meno di 1000euro al mese (La Stampa) p. 9 Fornero convoca i sindacati (Il Sole 24 Ore) p. 11 Esodati, il ministro convoca i sindacati ma la soluzione resta lontana (Il Mattino) p. 12 Mezza pensione. Dati Istat e Inps. Codacons: pensionati italiani i più poveri d’Italia (La Discussione) p. 13 Previdenza. I fondi? Corrono più forte del Tfr (Corriere Economia) p. 14 Pensioni militari, privilegi in bilico (Corriere della Sera) p. 16 O SSERVATORIO PREVIDEN ZA Anno IV – n. 6 15 MAGGIO 2012 In primo piano PENSIONI ANGELETTI, SOLDI PER ESODATI SI RECUPERINO DA RIFORMA Torino, 11 mag. E' diritto di tutti quelli che avevano fatto un accordo prima della Riforma, i cosiddetti "esodati", andare in pensione con le vecchie regole e i soldi per far- lo possono essere recuperati da quelli rispar- miati con l'aumento dell'età pensionabile. E', in sintesi, il ragionamento del leader della Uil, Luigi Angeletti, sul tema degli esodati. "Ci sono delle persone - ha spiegato parlando con i gior- nalisti a Torino - che hanno il diritto di veder riconosciuta la possibilità di andare in pensio- ne secondo le vecchie regole perchè avevano sottoscritto un accordo prima dell'entrata in vigore della riforma e questo diritto deve esse- re garantito. Non ci sono altre vie d'uscita. I soldi per farlo - ha concluso - possono essere recuperati dalla Riforma stessa". ESODATI PROIETTI, CON DECRETO RESTANO MOLTI PROBLEMI - Roma, 9 mag. - Con la bozza di decreto sugli esodati "restano aperti molti problemi perché non c'è certezza per tut- ti i lavoratori interessati nel prossimo biennio saranno coperti". Lo ha detto il segretario con- federale della Uil, Domenico Proietti, al termine dell'incontro con il ministro del Lavoro, Elsa Fornero. "Abbiamo chiesto di trovare risorse per il lavoratori" che avranno i requisiti per la pensione nel "2014-2015 e su questo continue- remo a fare pressioni sul Governo".

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IN QUESTO NUMERO

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►Pensioni. Angeletti, soldi per esodati si recuperino da riforma (AdnKronos) p. 1 ► Esodati. Proietti, con decreto restano molti problemi (Il Sole 24 Ore Radiocor) p. 1

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►Risorse solo per 65mila esodati (Il Sole 24 Ore) p. 2 ►Esodati, decreto per 65mila. I sindacati: “Troppe disparità” (La Repubblica) p. 3

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►Esodati. Proietti (Uil): no al decreto. La soluzione sta nella lotta all’evasione fiscale (Il Sussidiario.net) p. 2

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►Angeletti, su esodati evidente ci saranno dei problemi (Ansa) p. 6 ►Enti previdenziali. Proietti, da Fornero affermazioni singolari (AdnKronos) p. 6 ► Proietti, soluzione esodati è ripristino norme precedenti (AdnKronos) p. 6 ► Proietti, dati Istat impongono al Governo rivalutazione assegni (AdnKronos) p. 7 ►Esodati, il decreto sarà varato. Prima vedere i sindacati (L’Unità) p. 7 ►Fornero: pronto il decreto sugli esodati. I sindacati vogliono risposte oltre i 65mila (Il Messaggero) p. 8 ►A metà dei pensionati tocca vivere con meno di 1000euro al mese (La Stampa) p. 9 ►Fornero convoca i sindacati (Il Sole 24 Ore) p. 11 ►Esodati, il ministro convoca i sindacati ma la soluzione resta lontana (Il Mattino) p. 12 ►Mezza pensione. Dati Istat e Inps. Codacons: pensionati italiani i più poveri d’Italia (La Discussione) p. 13 ►Previdenza. I fondi? Corrono più forte del Tfr (Corriere Economia) p. 14 ►Pensioni militari, privilegi in bilico (Corriere della Sera) p. 16

OSSERVATORIO PREVIDENZA Anno IV – n. 6

15 MAGGIO 2012

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PPEENNSSIIOONNII AANNGGEELLEETTTTII,, SSOOLLDDII PPEERR EESSOODDAATTII SSII RREECCUUPPEERRIINNOO DDAA RRIIFFOORRMMAA

Torino, 11 mag. E' diritto di tutti quelli che avevano fatto un accordo prima della Riforma, i cosiddetti "esodati", andare in pensione con le vecchie regole e i soldi per far-lo possono essere recuperati da quelli rispar-miati con l'aumento dell'età pensionabile. E', in sintesi, il ragionamento del leader della Uil, Luigi Angeletti, sul tema degli esodati. "Ci sono delle persone - ha spiegato parlando con i gior-nalisti a Torino - che hanno il diritto di veder riconosciuta la possibilità di andare in pensio-ne secondo le vecchie regole perchè avevano sottoscritto un accordo prima dell'entrata in vigore della riforma e questo diritto deve esse-re garantito. Non ci sono altre vie d'uscita. I soldi per farlo - ha concluso - possono essere recuperati dalla Riforma stessa".

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- Roma, 9 mag. - Con la bozza di decreto sugli esodati "restano aperti molti problemi perché non c'è certezza per tut-ti i lavoratori interessati nel prossimo biennio saranno coperti". Lo ha detto il segretario con-federale della Uil, Domenico Proietti, al termine dell'incontro con il ministro del Lavoro, Elsa Fornero. "Abbiamo chiesto di trovare risorse per il lavoratori" che avranno i requisiti per la pensione nel "2014-2015 e su questo continue-remo a fare pressioni sul Governo".

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Esodati, decreto per 65 mila I sindacati: "Troppe disparità"

L'incontro con Cgil, Cisl e Uil. Probabili problemi di copertura nel 2014. La Camusso: "Il decreto non va bene". In mattinata Fornero aveva detto: "Ammetto qualche mia responsabilità"

ROMA - Il decreto sui lavoratori esodati è pronto e riguarda 65 mila persone. Vengono confer-mati - dal governo - i numeri anticipati nelle scorse settimane, mentre secondo Cgil, Cisl e Uil il numero dei lavoratori interessati è di gran lungo più alto. Il decreto, che sarà emanato entro maggio, coprirà il biennio 2012-2013, ma qualche problema di copertura si potrebbe creare per il 2014. Il vincolo delle risorse "non può essere messo in discussione. Per quelli che sono

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fuori si vedrà. Mi prendo tutta l'impopolarità di un provvedimento impopolare", spiega il mini-stro del Lavoro Elsa Fornero, presentando il provvedimento a Cgil, Cisl e Uil. Un decreto però che non piace ai sindacati. Il 'No' dei sindacati. "Il ministro ha presentato un decreto che non va bene. Crea disparità. Ai lavoratori nelle stesse condizioni deve essere riconosciuto uno stesso diritto", attacca Susanna Camusso, leader di Cgil. Gli fa eco Raffaele Bonanni, di Cisl: "il governo si impegni a trovare le risorse necessarie" a coprire tutti". "Con il decreto restano aperti molti problemi, perché non c'è certezza che tutti i lavoratori interessati siano coperti nel prossimo biennio", dice il segre-tario confederale Uil, Domenico Proietti. Mentre definisce il provvedimento "una iniquità tota-le", il segretario dell'Ugl Giovanni Centrella. Lasciando la sede del ministero, Camusso ha an-nunciato se le cose non cambiano i sindacati "continueranno la mobilitazione". I politici. "Le risorse vanno trovate per tutti gli esodati e per le lavoratrici e i lavoratori in con-tribuzione volontaria e privati della possibilità di entrare in pensioni nei prossimi anni. Ab-biamo già indicato al governo ipotesi di copertura. Il governo riconosca l'errore. Ripresente-remo in Parlamento emendamenti di correzione", ha detto il responsabile economico del Pd, Stefano Fassina. Critico anche il leader dell'Idv, Antonio Di Pietro: "Ancora una volta il ministro Fornero prende in giro i lavoratori. Tutti gli esodati sono uguali: non si possono mettere i di-sperati gli uni contro gli altri". I dati. Nel decreto sarebbero contenuti i dettagli della platea dei 65mila esodati che andranno in pensione con le vecchie regole, antecedenti alla riforma Fornero: 25.590 lavoratori in mobi-lità, 3.460 in mobilità lunga, 17.710 assistiti da fondi di solidarietà, 10.250 prosecutori volon-tari, 950 esonerati, 150 genitori di figli disabili e 6.890 lavoratori del vecchio esodo. Il mea culpa del ministro. La giornata in realtà si era aperta con una sorta di mea culpa da par-te del ministro che ha detto: "Siamo in ritardo nell'attenzione ai più sofferenti e ai più deboli. Qui ammetto qualche mia responsabilità". Parole pronunciate durante l'intervento all'assem-blea di Confcooperative. Immediate le critiche alle dichiarazioni del ministro. "Meglio tardi che mai ma i mea culpa servono a poco se non si cambia orientamento", ha detto il leader Cgil, Su-sanna Camusso. "Il ministro Fornero prima ammette di essere in netto ritardo sul fronte dei più deboli, poi dichiara che c'è il rischio di un ritorno al lavoro nero che vale la pena di correre. Sono dichiarazioni irresponsabili, insopportabili", hanno detto Felice Belisario, presidente dei Senatori dell'Italia dei Valori. Critico anche il capogruppo della Lega nord in commissione lavoro di Montecitorio, Massimi-liano Fedriga: "Con le affermazioni odierne credo che il ministro Fornero abbia toccato il fondo e abbia denotato una irrimediabile inadeguatezza a guidare un dicastero tanto delicato come quello del lavoro". Proprio oggi il ministro dell'Interno, Annamaria Cancellieri, rispondendo a chi gli chiedeva se era stata potenziata la scorta per il ministro del Lavoro, ha spiegato che Fornero "ha già un livello di tutela molto elevato". Il rischio del nero. Fornero ha anche parlato di una possibile conseguenza della riforma del la-voro: l'aumento del sommerso. "Fare una riforma del mercato del lavoro nel momento peggio-re della crisi non è cosa semplice e sappiamo che corriamo il rischio di sospingere verso il nero alcune occupazioni", ha detto il ministro. "Questo rischio deve essere colto perché se le riforme non si fanno nei momenti di crisi, e non quando va tutto bene, non c'è motivo di farle". Su que-sto punto immediata la replica di Cgil: "Il lavoro nero non è ineluttabile: l'illegalità nel lavoro non può essere tollerata e va assolutamente contrastata", ha detto il segretario confederale della Cgil, Serena Sorrentino. "Puntare sul rigore". Il governo, ha spiegato il ministro, ha puntato sul rigore necessario per uscire dalla crisi pensando a una crescita a breve "che non si è avuta e si è pensato che ci sa-rebbe stata più attenzione ai segmenti più deboli". "Considerato il grave momento di recessio-ne, trovare risorse per ammortizzatori non è stato facile, ne abbiamo trovate poche, una parte è stata chiesta direttamente ai lavoratori e alle imprese", ha spiegato Fornero, aggiungendo: "A una valutazione serena si tratta di costi tollerabili rispetto ai risultati attesi, di grande impor-tanza". VAI AL SOMMARIO

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7 maggio 2012

PENSIONI/ Esodati. Proietti (Uil): no al decreto.

La soluzione sta nella lotta all’evasione fiscale

PENSIONI ESODATI. IL GOVERNO PRONTO A UN DECRETO PRIMA DELL'INCONTRO CON I SINDACATI. Sembrerebbe, se confermato, uno sberleffo senza ragioni; dopo mesi, il ministro del Lavoro si è degnato di sedere al tavolo con i sindacati per discutere in via definitiva del problema degli esodati. Ma anche dei cassintegrati, dei mobilitati e degli afferenti a fondi di garanzia che la nuova disciplina previdenziale lascerà per anni senza stipendio e senza pensione. 65mila di que-sti, i cosiddetti “salvaguardati”, potranno accedere al trattamento previdenziale con le regole precedenti all’innalzamento dell’età pensionabile. Ma la beffa consiste nel fatto che la Fornero potrebbe firmare il relativo decreto attuativo proprio il giorno prima dell’incontro con Cgil, Cisl e Uil, previsto per il 9 maggio. Potrebbe. Come reagirebbero i sindacati? Lo spiega a ilSussidiario.net Domenico Proietti, segretario confederale della Uil con dele-ga alle Politiche fiscali e previdenziali. «Troviamo, perlomeno, singolare - afferma - l’annuncio che è stato fatto. Non è comprensibile che, dopo aver atteso ben quattro mesi per convocare il tavolo, il governo non possa aspettare ancora un giorno. Tanto più che lo scopo dell’incontro è quello di individuare una soluzione condivisa». In ogni caso, i sindacati non desistono. «Comunque vada, vi prenderemo parte. E ribadiremo che a tutti i lavoratori coinvolti vanno applicate le norme precedenti alla riforma delle pensioni». Alla radice delle richieste, ci sono ragioni incontestabili: «Si tratta di una questione di giustizia e di certezza del diritto. Le persone che hanno sottoscritto degli accordi a certe condizioni non pos-sono vedersi cambiare le regole del gioco a partita iniziata». Tra i nodi da sciogliere, resta il nu-mero di lavoratori interessati dai provvedimenti. Non si sa ancora quanti siano esattamente. L’Inps afferma che, attualmente, sono 65mila e che, per i prossimi 4 anni, si prevedono altri 130mila lavoratori che si troveranno senza un salario e senza una pensione. Per alcuni sono, in-vece, 300mila. «Abbiamo evitato di prender parte alla guerra delle cifre - continua Proietti -. Die-tro i numeri ci sono persone nei confronti delle quali non sarebbe rispettoso insistere nel fornire dati incerti». Il tavolo di mercoledì potrebbe servire a fare chiarezza in proposito. «Chiederemo al governo di impegnarsi in una definizione esatta del quadro complessivo. A partire dalle ban-che dati di cui dispone l’Inps, che dovrà fornire una volta per tutte la documentazione necessa-ria». Tutto ciò va fatto, e in fretta. «E’ a rischio la coesione sociale. Stiamo assistendo a una soffe-renza generalizzata; al problema degli esodati si sommano la disoccupazione, la recessione, l’aumento del costo della vita e il fatto che le pensioni non vengono più indicizzate all’aumento dell’inflazione». Per questo, l’iniziativa del sindacato, non si limiterà alla ricerca di una soluzione per gli esodati. «Pensiamo che, già nei prossimi mesi, sia necessario e possibile realizzare un primo modulo di riforma per diminuire da subito le tasse ai lavoratori dipendenti e ai pensionati. E’ in corso un piano di mobilitazione congiunto con Cgil e Cisl a livello nazionale». Come sempre, il problema è dove recuperare le risorse. «L’abbassamento delle tasse, così come la salvaguardia degli esodati, si possono finanziare con una parte degli introiti provenienti, nell’arco del 2012, dalla lotta

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all’evasione. Se, infatti, nel 2011 sono tornati indietro 16 miliardi, è prevedibile che nell’anno in corso saranno di più. Una decina è sufficiente per mettere a punto lo sgravio fiscale». Non solo: «Si calcola che l’evasione ammonti ad almeno 120 miliardi di euro. Nell’immediato fu-turo si potrebbe recuperarne fino a 30». Ecco come: «Non si capisce perché altri governi europei abbiamo fatto un accordo con la Svizzera per il rientro dei capitali, mentre l’Italia ancora ne stia discutendo. Crediamo, inoltre, che sia necessario incrociare tutte le banche dati della pubbliche amministrazioni con quelle delle motorizzazioni e con le dichiarazioni dei redditi; vanno, poi, in-tensificati i controlli. Solo il 10% delle dichiarazioni viene verificato. Significa che si ha il 90% di possibilità di farla franca; infine, l’intensificazione va accompagnata con la semplificazione fisca-le, attraverso un utilizzo più efficace dello statuto del contribuente». (Paolo Nessi)

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PENSIONI AANNGGEELLEETTTTII,, SSUU EESSOODDAATTII EEVVIIDDEENNTTEE CCII SSAARRAANNNNOO PPRROOBBLLEEMMII GGOOVVEERRNNOO DDEEVVEE GGAARRAANNTTIIRREE SSTTEESSSSII DDIIRRIITTTTII AA TTUUTTTTII

- ROMA, 10 MAG - La proposta del ministro Fornero sugli esodati, ''non copre per-sone che hanno lo stesso diritto dei garantiti. E' evidente che si porranno problemi in seguito''. Cosi' il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti, a margine dell'assemblea di Rete Imprese Italia. ''Il Governo deve garantire gli stessi diritti a tutti'', ha aggiunto il leader sindacale.

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Roma, 8 mag. "Ogni giorno il ministro del Lavoro ci sta abituando ad afferma-zioni singolari. Oggi propone una Commissione per studiare la riforma della governance degli en-ti previdenziali. Commissione composta, naturalmente, da professori, magistrati contabili e componenti del Consiglio di stato". Lo afferma il segretario confederale della Uil Domenico Proietti. "Ricordiamo sommessamente al ministro del Lavoro che, al riguardo, - continua Proietti - esiste una consolidata riflessione politica ed istituzionale e che gli enti previdenziali sono chiamati a gestire i contributi dei lavoratori e delle imprese. La Uil pensa che la riforma della governance debba essere varata sul modello duale prevedendo, accanto all'organo di gestione, un Consiglio di indirizzo e vigilanza, composto dai rappresentanti dei lavoratori e delle imprese, dotato di ef-fettivi e precisi poteri per la verifica del conseguimento degli obiettivi indicati. Questa e' la via maestra: prima la si intraprende meglio è".

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Roma, 3 mag. - La Uil al tavolo del prossimo 9 maggio ribadirà che "la via mae-stra per risolvere i problemi delle migliaia di lavoratori esodati è quella del ripristino delle rego-le previdenziali vigenti prima dell'entrata in vigore della nuova normativa". Lo afferma il segre-tario confederale Uil Domenico Proietti. L'incontro, spiega, "dovrà servire a ricercare le soluzioni piu' opportune per garantire i diritti di questi lavoratori, evitando che possano rimanere - anche per lunghi periodi - senza alcun tipo di

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reddito". La Uil chiede su questo "un impegno chiaro da parte del Governo già nel decreto mini-steriale di prossima emanazione che dovrà dare risposte a tutti i lavoratori coinvolti restituendo stabilità e certezze normative all'intero sistema".

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Roma, 26 apr. - "I dati Istat sugli importi delle pensioni erogate in Italia impon-gono al governo e al parlamento un'immediata rivalutazione di quelle in essere". Così il segreta-rio confederale della Uil, Domenico Proietti, commenta i dati Istat. Un doppio intervento, quello che chiede la Uil, uno a favore del "ripristino pieno dell'indicizza-zione dei trattamenti al tasso di inflazione, scandalosamente limitata, con la manovra di dicem-bre, solo alle pensioni che non superano i 1.400 euro lordi", e l'altro per varare "un primo modu-lo di riduzione delle tasse sui redditi da pensione che permetta di recuperare il potere d'acquisto perso in questi anni". Interventi, questi, necessari "per cominciare a ripristinare l'equità e la so-stenibilità sociale del nostro sistema previdenziale".

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ESODATI, IL DECRETO SARÀ VARATO

PRIMA I VEDERE I SINDACATI La ministra Elsa Fornero: a giorni il decreto con i criteri per i 65mila esodati. Quasi cer-tamente prima dell’incontro del 9 maggio con i sindacati. Proteste di Cgil, Cisl e Uil. Da-miano: non si proceda a tappe. Rapido riassunto delle puntate precedenti. Dopo mesi di attesa, di cifre che si rincorrevano e chi li stimavano in oltre 300mila, lo scorso 12 aprile la ministra Elsa Fornero annuncia che gli esodati, anzi “salvaguardati”, sono 65 mila. Lo fa alla vigilia della manifestazione unitaria dei sindacati convocata proprio su quell’argomento. Il successo della mobilitazione, le proteste di Pd e i sindacati portano Fornero a prendere carta e penna e a scrivere ai sindacati il 20 aprile per trovare “soluzioni quanto più condivise” al problema. Succede però che per la convocazio-ne passi una settimana e che l’appuntamento sia fissato al prossimo 9 maggio. Con una tempi-stica molto simile a quella dell’annuncio pre-manifestazione, ieri la stessa ministra Elsa Forne-ro ha annunciato al Question time alla Camera: “In questi giorni emaneremo il decreto attuati-vo che consentirà all’Inps di passare alla definizione di un diritto soggettivo, attribuito quindi a lavoratori con nomi e cognomi, circa l’utilizzo della possibilità di godere delle precedenti e più generose regole di pensionamento”, ribadendo che c’è “una platea di lavoratori che abbiamo salvaguardato dagli effetti della riforma” “consentendo loro di andare in pensione secondo le vecchie regole”. Ma dal suo staff si fa capire che il decreto arriverà prima dell’incontro con i sindacati. Per il ministero infatti bisogna distinguere fra esodati (quelli per il 2012) ed esodan-ti (quelli che avrebbero i requisiti pensionistici nei prossimi anni). Il decreto interministeriale riguarda i primi, il confronto con i sindacati i secondi. La sortita provoca reazioni negative da sindacati e Pd. “I sindacati sono uniti, ci aspettiamo che il governo rispetti le leggi della Repub-

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blica vigenti fino al 31 dicembre 2011 e questo e il minimo che possa fare”, risponde Raffaele Bonanni. “Serve una soluzione previdenziale”, attacca il segretario confederale Cgil, Vera La-monica. “La via maestra è ripristinare le regole previdenziali vigenti prima dell’entrata in vigo-re della normativa”, specifica il segretario confederale Uil, Domenico Proietti. “Il tavolo con i sindacati del 9 maggio risolva definitivamente il problema, non possiamo affrontare una mate-ria cosi delicata per tappe successive“, attacca Cesare Damiano (Pd).

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Dati Istat e Inps. Codacons: pensionati italiani i più poveri d’Europa

MMMEEEZZZZZZAAA PPPEEENNNSSSIIIOOONNNEEE Il 45% degli assegni inferiore ai 1000 euro. Il 14% sotto i 500 euro

I pensionati italiani sono i «più poveri d’Europa», come ripete il Codacons. Una condizione rileva-bile dagli ultimi dati di Istat e Inps: nel 2010 quasi la metà dei pensionati, 7,6 milioni, il 45,4% del totale, ha ricevuto pensioni - una o più prestazioni – per un importo medio totale mensile inferiore a 1.000 euro. Per 2,4 milioni (14,4%) le prestazioni non superano i 500 euro. Il restante 54,5% dei titolari di pensione è così ripartito: il 23,5% percepisce tra i 1000 e i 1500 euro e il rimanente 31,1% più di 1500 euro. Il 67,3% riceve un solo assegno, il 24,8% due e il 6,5% tre. C’è poi una fa-scia dell'1,4% che è invece titolare di quattro o più pensioni. Nel 2010 la spesa complessiva per prestazioni pensionistiche, pari a 258,5 miliardi di euro, è aumentata dell'1,9% rispetto all'anno precedente; in diminuzione, invece, risulta la sua incidenza sul Pil (16,64% a fronte di un valore di 16,69% registrato nel 2009). In quell’anno sono state erogate in Italia 23,8 milioni di prestazioni pensionistiche con un importo medio per prestazione pari a 10.877 euro. Secondo il rapporto Istat, il 47,9% delle pensioni è erogato al Nord mentre nelle regioni del Centro è erogato il il 20,5% dei trattamenti e il 31,6% al Sud. In totale i pensionati sono 16,7 milioni e percepiscono in media 15.471 euro all'anno. Circa due terzi dei pensionati infatti ha una sola pensione mentre un terzo ne ha più di una. Inoltre, Il 29,1 % dei pensionati ha un'età inferiore ai 65 anni. L’Istituto di statistica evidenzia che il 25,6% dei pensionati ha un'età compresa tra 40 e 64 anni e il 3,5% ha meno di 40 anni. Ne consegue che il 70,9% dei pensionati ha più di 64 anni. Sempre nel 2010, a fronte di una riduzione del numero totale delle prestazioni pensionistiche dello 0,3% circa su base annua (a 23 milioni 763 mila da 23 milioni 835 mila), il numero delle pensioni d'invalidità è sceso nettamente, attestandosi a 1 milione 501 mila da 1 milione 606 mila, con un calo del 6,6%. In riduzione, -1,34%, sono risultate anche le pensioni di invalidità civile (a 3 milioni 159 mila da 3 milioni 202 mila). «Dal 1993 ad oggi il potere d'acquisto di chi percepisce una pensione me-dio/bassa è calato di oltre il 50%» accusa il Codacons. «I pensionati italiani si confermano i più po-veri d'Europa - spiega Carlo Rienzi, presidente dell’associazione di consumatori – A pesare è so-prattutto la pressione fiscale, che nel nostro paese resta elevatissima, mentre altri paesi europei non prevedono alcuna tassazione sulle pensioni. A peggiorare la situazione le ultime misure intro-dotte in Italia, che hanno determinato un aumento dei prezzi e delle tariffe e una conseguente per-dita del potere d'acquisto, già crollato negli ultimi anni. Basti pensare che dal 1993 ad oggi il pote-re d'acquisto di chi percepisce una pensione medio/bassa è calato di oltre il 50%». Le ultime cifre Istat fanno insorgere i sindacati. «I dati sugli importi delle pensioni erogate in Italia impongono al governo e al parlamento un'immediata rivalutazione di quelle in essere» dichiara il segretario con-federale della Uil, Domenico Proietti. che chiede un doppio intervento: uno a favore del «ripristino pieno dell'indicizzazione dei trattamenti al tasso di inflazione, scandalosamente limitata, con la manovra di dicembre, solo alle pensioni che non superano i 1.400 euro lordi», e l'altro per varare «un primo modulo di riduzione delle tasse sui redditi da pensione che permetta di recuperare il potere d'acquisto perso in questi anni». Mosse necessarie «per cominciare a ripristinare l'equità e la sostenibilità sociale del nostro sistema previdenziale». «Drammatica, allarmante, imbarazzante: non ci sono altri termini per definire la situazione dei pensionati in Italia - afferma Massimo Vivoli, vicepresidente vicario della Confesercenti - . Una situazione peraltro già nota e più volte da noi de-nunciata ». Ed è «assurdo - aggiunge - che in un paese come l'Italia la metà dei pensionati debba lottare per sopravvivere con meno di 1000 euro al mese e che un 10% percepisca una pensione addirittura inferiore ai 500 euro”.

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Previdenza. I fondi? Corrono più forte del Tfr

Con il contributo del datore di lavoro in vent'anni 57.000 euro sono diventati 102.000 contro i 76.000 della liquidazione

Di Roberto E. Bagnoli - La previdenza integrativa ottiene un buon risultato di squadra. Il Tfr, inve-ce, finisce nelle retrovie. Un versamento totale di 57.800 euro nell'arco di un ventennio (pari a quasi 2.900 l'anno) avrebbe portato a un montante di oltre 102mila euro se fosse stato investito in un fondo pensione aziendale o di categoria: mentre con la liquidazione tenuta in azienda ci si sa-rebbe fermati solo a 76mila euro. Delusione in Borsa Un risultato di tutto rispetto, quello delle casse previdenziali, che non sfigura nemmeno se con-frontato con la performance di una scelta esclusivamente finanziaria. Solo un investimento nelle obbligazioni dei Paesi Emergenti avrebbe reso di più (109mila euro). Mentre anche le Borse e i ti-toli di Stato devono inchinarsi di fronte all'investimento nella previdenza complementare. Un im-piego nei listini dei paesi emergenti avrebbe portato ad accumulare 100mila euro. Con i Btp il montante finale sarebbe arrivato a 90mila euro. Brutta figura per le azioni italiane: il capitale sa-rebbe risultato inferiore a quello investito (55mila euro). La riforma Monti-Fornero ha allungato l'asticella del pensionamento. E, sull'altro fronte, ha gene-ralizzato l'applicazione del sistema contributivo, che comporterà pensioni più basse. I vitalizi del sistema obbligatorio, inoltre, sono legati all'andamento dell'economia italiana, che negli ultimi an-ni sconta una vera recessione. L'importanza della previdenza complementare, insomma, non è cer-to venuta meno. Diventa importante, quindi, diversificare i rischi. L'elaborazione A cinque mesi dalla riforma Monti-Fornero, CorrierEconomia ha messo a confronto per la prima volta i rendimenti offerti da dieci fra strumenti previdenziali, investimenti finanziari e dalla stessa liquidazione nel periodo compreso fra il 30 aprile 1992 e il 30 aprile scorso. E' stato considerato il versamento relativo a una retribuzione iniziale di 25mila euro, che sono diventati 45mila alla fine dell'intervallo considerato. «I risultati delle elaborazioni sono abbastanza positivi per i fondi pensione — commenta Sergio Corbello, presidente di Assoprevidenza , l'Associazione italiana per la previdenza complementare —. L'intervallo esaminato è pari in pratica a metà della vita lavorativa e comprende anche periodi di difficoltà dei mercati finanziari. Certo, se avessimo considerato solo il 2011 il, peggiore per i mercati finanziari, il Tfr ne sarebbe uscito decisamente meglio: sul lungo periodo, però, la liquida-zione non è uno strumento conveniente». «L'andamento dei mercati finanziari evidenzia che nel lungo periodo gli strumenti previdenziali fanno meglio del Tfr — conferma dal canto suo Andrea Carbone, partner di Progetica, società indi-pendente di consulenza —. E questo a prescindere dalla linea d'investimento prescelta». Una mano dall'azienda Il contributo aziendale rappresenta un importante punto a favore della previdenza integrativa ri-spetto agli investimenti finanziari o al Tfr. Per i fondi pensione aziendali o di categoria e per quelli aperti sottoscritti su base collettiva, nelle elaborazioni è stata considerata anche questa voce (pari in media all'1,5% dello stipendio annuo), cui non ha diritto chi non aderisce né, tantomeno, chi sottoscrive un altro prodotto. Basta guardare al montante finale accumulato con i fondi pensione aperti con adesione collettiva e con quelli scelti su base individuale. I primi, grazie, al contributo aziendale hanno consentito di ac-cumulare 95.731 euro contro i soli 77.481 dei secondi. Per le altre forme di investimento, invece, si è tenuto conto solo del Tfr (il 6,91% della retribuzione lorda) e del contributo del lavoratore, pari all'1,50% dello stipendio annuo. Per la retribuzione è stata ipotizzata una rivalutazione annua del

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3% che, a fronte di un'inflazione media del 2,7%, rappresenta un incremento dello 0,3% in termini reali. I fondi pensione sono partiti nel dicembre 1998: i risultati nel periodo precedente (dall'aprile 1992 al novembre 1998) sono stati ricostruiti utilizzando l'indice generale dei fondi comuni appli-cando l'aliquota dell'11% prevista per i rendimenti annuali degli strumenti previdenziali, al posto di quella del 12,5% che sino al 31 dicembre scorso si applicava ai prodotti finanziari. In questo modo, in pratica, i risultati delle casse previdenziali sono stati sottostimati perché per il periodo iniziale sono stati applicati i costi dei fondi comuni in media più elevati. L'elaborazione non tiene conto della tassazione sulle prestazioni finali, che per la previdenza com-plementare è piuttosto favorevole rispetto a quella prevista per il Tfr. Vengono tassate infatti con un'aliquota del 15%, ridotta dello 0,30% per ogni anno di partecipazione successivo al quindice-simo, con uno sconto massimo del 6%. L'aliquota minima del Tfr è del 23%.

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