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19-07-15 RASSEGNA STAMPA 19-07-14 MALTEMPO- COLDIRETTI, PIANTE SRADICATE E FRUTTA FLAGELLATA Ansa 19-07-14 MALTEMPO DA NORD A SUD, COLDIRETTI- "DANNI ENORMI A VERDURE, FRUTTA E CEREALI" Gazzetta del Sud 19-07-15 VILNIUS, CINQUE STARTUP LE LOCOMOTIVE DELLA LITUANIA La Repubblica 19-07-15 LA PUGLIA A DOPPIA VELOCITÀ Corriere del Mezzogiorno 19-07-15 IL SOGNO ZES Corriere del Mezzogiorno 19-07-15 INCENTIVI, VERIFICA AMBIENTALE: 75 SU 161 BOCCIATI AL GREEN TES Il Sole 24 Ore

19-07-15 RASSEGNA STAMPA · di molti giovani emigrati nell’emer-genza dell´indipendenza improvvisa e del blocco economico russo trenta anni fa. servizi avanzati Oggi almeno cinque

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19-07-15RASSEGNASTAMPA19-07-14MALTEMPO-COLDIRETTI,PIANTESRADICATEEFRUTTAFLAGELLATAAnsa19-07-14MALTEMPODANORDASUD,COLDIRETTI-"DANNIENORMIAVERDURE,FRUTTAECEREALI"GazzettadelSud19-07-15VILNIUS,CINQUESTARTUPLELOCOMOTIVEDELLALITUANIALaRepubblica19-07-15LAPUGLIAADOPPIAVELOCITÀCorrieredelMezzogiorno19-07-15ILSOGNOZESCorrieredelMezzogiorno19-07-15INCENTIVI,VERIFICAAMBIENTALE:75SU161BOCCIATIALGREENTESIlSole24Ore

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19-07-14

Maltempo: Coldiretti, piante sradicate e frutta flagellata Nella prima metà di luglio boom grandinate

(ANSA) - ROMA, 14 LUG - Piante sradicate, serre divelte, frutta come pesche, mele, uva e kiwi, flagellata come anche meloni e pomodori; campi allagati, grano e mais stesi a terra sono il risultato dei temporali intensi accompagnati dalle grandinate che hanno colpito il territorio a macchia di leopardo.

L'sos arriva dalla Coldiretti che ha aggiornato il dato sul numero di grandinate, in particolare: "Nella prima metà del mese di luglio sull'Italia si sono abbattute in media più di 10 grandinate violente al giorno che hanno provocato pesanti danni nelle città e nelle campagne dove in questo momento i chicchi distruggono verdure, frutta e cereali prossimi alla raccolta mandando in fumo un intero anno di lavoro". Il dato, riferisce Coldiretti, emerge dall'analisi della stessa organizzazione agricola in occasione dell'ultima ondata di maltempo che investe il Paese da nord a sud, sulla base della Banca dati europea sugli eventi estremi Eswd che ha rilevato a luglio sulla Penisola anche 9 trombe d'aria. (ANSA).

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19-07-14

Maltempo da Nord a Sud, Coldiretti: "Danni enormi a verdure, frutta e cereali"

Piante sradicate, serre divelte, frutta come pesche, mele, uva e kiwi, flagellata come anche meloni e pomodori; campi allagati, grano e mais stesi a terra sono il risultato dei temporali intensi accompagnati dalle grandinate che hanno colpito il territorio a macchia di leopardo.

L'sos arriva dalla Coldiretti che ha aggiornato il dato sul numero di grandinate, in particolare: "Nella prima metà del mese di luglio sull'Italia si sono abbattute in media più di 10 grandinate violente al giorno che hanno provocato pesanti danni nelle città e nelle campagne dove in questo momento i chicchi distruggono verdure, frutta e cereali prossimi alla raccolta mandando in fumo un intero anno di lavoro".

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Data 15/07/2019

Pagina 20

Foglio 1

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antico centro storico è stu-pendo, ti ricorda il secolare passato borghese nel senso di Max Weber, mitteleuro-

peo, anseatico. Quel passato che l’Ar-mata Rossa cancelló con l´annessione dei tre Stati baltici decisa dal Cremli-no in accordo con Hitler. La città nuo-va è colma di grattacieli di aziende co-me Varsavia, Shanghai o Canary Wharf a Londra: dalla torre del colos-so svedese delle tlc Telia a quella di Huawei. Cosí si presenta la Lituania oggi. Ma quel che pochi sanno, è che Vilnius e tutta la piccola Lituania, inte-grati in Ue, Nato ed eurozona è uno tra i paesi migliori e piú attraenti per le startup internettiane e di alta tecno-logia. La lezione lituana è istruttiva an-che per noi, visto che troppi politici al governo italiani criticano la Ue e va-gheggiano un’uscita dall´eurozona. L´Italia ebbe il Piano Marshall e fu par-te del mondo libero dal 1945, la Litua-nia no. Con riforme dolorosissime e con l´embargo economico ed energe-tico-rappresaglia di Mosca Vilnius ha fatto miracoli: crescita ai massimi Ue, disoccupazione bassa, mercati finn-ziari e conti sovrani rassicuranti. E so-

prattutto il boom delle startup. Facili-tato dall’accorta politica governativa di aliquote fiscali ai minimi europei - ma solo per chi investe nell’economia reale - e da una burocrazia ridotta al minimo, impensabile da noi. Insieme all’altissimo livello medio di istruzio-ne della gioventù e al rientro in patria di molti giovani emigrati nell’emer-genza dell´indipendenza improvvisa e del blocco economico russo trenta anni fa.

servizi avanzati

Oggi almeno cinque aziende sono lo-comotive e pilota, con reazione a cate-na per tutta l’economia, nel comparto startup. Vitale visto che del prodotto interno lordo (57 miliardi di dollari, cioè 24.600 annui per abitante) il 68,3 per cento viene da servizi avanzati hi-gh tech e solo il 18 per cento dalla tradi-zionale agricoltura. Successi che si commentano da soli.

C`è prima di tutte Trafi, un succes-so globale made in Vilnius che aiuta ovunque, anche in Brasile, a organiz-zare il trasporto pubblico, il car sha-ring e il bike sharing con una app e col-

legamenti online di ogni genere. Si è appena espansa nell´immensa India e nella moderna Taiwan, ha attirato 6,5 milioni di dollari di investimenti este-ri dalla sua fondazione. Ha comincia-to organizzando il trasporto pubblico a Vilnius, poi si è guardata attorno ovunque altrove nel mondo.

“Vogliamo aiutare e incoraggiare le startup ovunque nella nostra città, per primeggiare a livello europeo“, ha detto il sindaco di Vilnius, Remigijus Simasius. E la politica raccoglie suc-cessi concreti.

La seconda delle cinque top start up di Vilnius è Pixelmator, creata dai due fratelli Saulius e David Allide, si dedica dalla sua fondazione dodici an-ni fa a creare format online per i foto-grafi che vogliono elaborare le loro im-magini, ha creato un sotfware facilissi-mo da usare ed è stata premiata da Adobe, editore del diffusissimo pro-gramma Photoshop, oltre a vincere uno dei premi Apple Design Award.

Viene poi Vinted creata nel 2008 da Milda Mitkuté e Justas Janauskas: una piattaforma di vendite online che è specializzata nella compravendita di

abiti usati, ha clienti e filiali in dieci paesi tra cui Gran Bretagna, Usa, Ger-mania, Polonia, Francia, ed è stata lo-data personalmente dal presidente francese Emmanuel Macron. Valore di mercato tra 100 e 150 milioni di dol-lari. Passeggiando per Vilnius, gli in-contri con le startup miracolo dello hub lituano non finiscono mai. Eccoci a TransferGo, una delle prime startup di successo che hanno trasformato Vil-nius in location privilegiata nella new economy. Creata all´inizio del 2010, su idea del suo fondatore Daumantas Dvilinskas, ha creato un sito per trasfe-rimenti di valuta legali e controllati dalle autorità tributarie ma ben piú ve-loci e a costo minore rispetto a quelli offerti da banche e istituzioni tradizio-nali.

porta dell’est

Come si vede, la genialità dei millen-nials lituani figli e nipoti della lotta per l´indipendenza non ha confini. TransferGo ha apetto filiali a Londra Varsavia e Berlino offrendo a tutti gli investitori accesso online diretto ai mercati centroest-europeo e russo e ucraino. Poi infine ma non ultimo c`è Oberlo, una start up che offre conse-gne rapide di merci ordinate online, a massima velocità e prezzo minimo, e collegata al gruppo internazionale Shopify ha contatti operativi con oltre 30 mila aziende di e-commerce in tut-to il mondo.

Boom stupendo nella bella Vilnius insieme antica e moderna a un´ora di aereo da Berlino, Stoccolma o Helsin-ki, pullulante di discoteche librerie e locali giovanili di tendenza. Ma senza l´appartenenza a Nato Ue ed Eurozo-na nulla sarebbe possibile. Per avere i conti pubblici in ordine la piccola Li-tuania ha di fatto solo una guardia na-zionale: né forze armate né tantome-no aviazione. Solo la presenza a rota-zione di squadriglie alleate di F-35 nor-vegesi, Eurofighter italiani britannicio tedeschi, Rafale francesi difendonola piccola democrazia dalle continue provocazioni degli aerei-spia della Russia, l’ “Impero del Male”. A volte il boom è appeso a un filo sottile.

o chiamano “Lipstick Brother”, fratello rossetto: Li Jiaqi è il più influente beauty blogger

per uomini. Li Jiaqy è gay, ma è lo specchio del mercato cinese della cosmetica maschile in generale. Per testare rossetti, dare i suoi giudizi su Tabao, la più grande piattaforma di e-commerce del Dragone, di Alibaba, e vendere lipstick ha guadagnato in un solo anno oltre mezzo milione di dollari. Si racconta che Li Jianqi abbia c hiesto udienza allo stesso Jack Ma, fondatore di Alibaba, per convincerlo che sarebbe stato in grado di vendere rossetti agli uomini. Grandi affari per le maison della cosmetica in un mercato in pieno boom.Siamo nella “male beauty era”, come l’hanno ribattezzata i giornali: il mercato della bellezza maschile cresce nel Dragone, secondo le rilevazioni di Alibaba, a ritmi più sostenuti che quello femminile, con incrementi del 140% negli ultimi anni. Le stime dicono che entro il 2021 il mercato raggiungerà i 166 milioni di dollari. Giovani laureati e quarantenni in carriera: sono i principali acquirenti di fondotinta, eyeliner, creme per il corpo e per i capelli, e di profumi. Ovviamente tutti prodotti studiati per la pelle cinese, come già succede da tempo con le consumatrici femminili. La grande bellezza del business si realizza soprattutto online e sono soprattutto i prodotti di alta gamma e di lusso quelli che tirano di più. Non è un mistero che gli uomini cinesi amino da sempre tingere i capelli e nessuna delle personalità istituzionali e politiche si presenta in pubblico con il capelli bianchi. Un vezzo, che ora si è esteso a tutto il corpo. Il correttore per la pelle per uomini di Tom Ford e il Boy de Chanel, sublimatore di colorito, come viene pubblicizzato, sono tra i prodotti più venduti. Alla ricerca di qualità ed efficacia, gli uomini cinesi non esitano a spendere. Durante il Singles Day, la “giornata dei single” di shopping online ha raggiunto ormai cifre che superano il Black Friday americano. In questo giorno sono proprio i brand stranieri top della cosmetica a fare record di vendita, come La Mer, Biotehrm e Lab Series.

1 Il distretto degli affari di Vilnius, con la Gedminas Tower sullo sfondo

La vecchia immagine di Paese agricolo è oggi del tutto superata dalla rivoluzione tecnologica in atto. Conti pubblici in ordine grazie ai risparmi sulle spese militari

I numeri

I numeri

L’

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Vilnius, cinque startup le locomotive della Lituania

Il caso

andrea tarquini

Saulius Skvernelisprimo ministro della Lituania

Remigijus Simasiussindaco di Vilnius

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©RIPRODUZIONE RISERVATA

Far East

paola jadeluca

La grandebellezza maschile, boom del mercato

1

il venture capital in europainvestimenti in crescita per valore

MIC

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68,3%PIL

È la quota del Prodotto interno loro lituano che deriva dall’industria delle tecnologie avanzate. Solo il 18,3% viene ormai dall’agricoltura

Villaggio globale Hub tecnologiciLunedì, 15 luglio 2019 pagina20.

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Data 15/07/2019

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Lunedì, 15Luglio2019 www.corrieredelmezzogiorno.it

NordbareseINTERVISTE, STORIE E CURIOSITÀ

L’ andamento dell’economia del Bare-se e del nord Barese, pur presentan-do specificità, non sembra disco-starsi dall’andamento generale del-

la regione che, secondo l’ultimo report diBankitalia dovrebbe registrare un aumentodel Pil inferiore allo 0,9% che è la previsionenazionale. Male industria, costruzioni,export (in calo del 2,2%); sale invece l’occu-pazione, seppure lontana dai livelli pre-cri-si.Imotivi dell’andamento lento? La crisi ge-nerale dell’economiameridionale, la caren-za delle infrastrutture, la modernizzazionee innovazione «a singhiozzo».Nel Barese e nord Barese, come afferma

Federico Pirro, docente di storia dell’Indu-stria dell’Università di Bari, reggono mani-fatturiero, meccanica, componentistica perauto, agroalimentare, industrie ad alto con-tenuto tecnologico, come Exprivia, societàquotata in Borsa, il legno-mobilio, con la

distretti industriali arrancano. Sembranoinvece avere innestato un circolo virtuosogli incentivi regionali, con bandi sempreaperti per potere accedere alle risorse euro-pee per il manufatturiero. Il sistema pre-senta punte molto avanzate. Per citarne so-lo alcune: Getrag-Magna, Mermec, Bridg-stone, Magneti Marelli, Graziano trasmis-s ioni , SkF , Masmec . A Bar i , c ’è lostabilimento di BHGE – Baker Hughes, so-cietà del Gruppo General Electric –. Dallameccatronica all’aerospaziale.Non manca-no i punti di crisi: a partire dal caso Bosch,per l’impianto Bari-Modugno, che ha 1840addetti con il rischio di 624 esuberi, conmolti dipendenti che vivono anche in Co-muni lontani dal capoluogo. Che deve com-battere con le nuove norme, molto restritti-ve, sui diesel.La Regione si è detta disponi-bile a svolgere il suo ruolo con il cofinanzia-mento regionale, consentendo all’Aziendadi realizzare il suo piano produttivo. La me-talmeccanica delle province Bari e Bat, se-condo dati della Confindustria presenta un

doppio volto: nel primo trimestre 2019 laproduzione risulta stabile per 46 aziende su100, e le aziende che vedono negativo il pro-prio futuro prevalgono rispetto a chi vede“rosa”. Invece, regge lo sbocco del mercatoestero, con il 28% delle aziende metalmec-caniche della Bari-Bat che dichiara di avereavuto un aumento di export, e il 49% cheprevede un andamento stabile.In agricoltura, sul piano di sviluppo rura-

le la situazione è stagnante, e il compartodel nord Barese, “salvo” dall’effetto Xylella,paga, però, le gelate. E i rivenditori di mac-chine agricole lamentano un calo di fattura-to del 70%. Il turismo cresce. I dati dell’Istatsulle presenze sono incoraggianti, ma oc-corre riuscire a intercettare nuovi flussi, so-prattutto degestonalizzati. Infine l’area sof-fre, e non da ultimo, dall’impatto negativosul sistema complessivo della micro e gran-de criminalità. La vera palla al piede di tuttoil Sud. Il sistema regge, quindi, ma non èproprio il caso di esaltarsi.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Sul webLo speciale, acura di SalvatoreAvitabile, è suwww.corrieredelmezzogiorno.it

La Puglia a doppia velocitàdi Michele Cozzi Natuzzi, ma anche con il gruppo Turi che

produce cucine, l’agricoltura, con l’olivicoloin primo piano, la cerealicoltura, con ilboomdel gruppo Casillo, di Corato, il lattie-ro-caseario. Invece segnali della crisi pro-vengono dal piccolo commercio, che risen-te della crescita delle vendite on line non-ché della diffusione degli ipermercati, dal-l’artigianato e dall’ edilizia. Il tessile poi,presenta da almeno un decennio, una crisidi fondo. Ma nonmancano segnali di ripre-sa, tirata da produzioni di alta qualità. Ilnord barese ha una specificità, un asset in-nanzitutto nei comparti delle calzature, del-l’abbigliamento, a Barletta-Andria, del lat-tiero-caseario di Andria, del turismo. A par-tire dal fascino e dal mistero di Castel delMonte e per la presenza di vecchie masse-rie, che rappresentano, in un mix tra vec-chio e nuovo, una sorta di biglietto da visitadi questa area. Un quadro con alti e bassiche richiede un rafforzamento degli stru-menti di programmazione.I vecchi contratti d’area non ci sono più; i

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BA4 Lunedì 15 Luglio 2019 Corriere del Mezzogiorno

U na zona franca per far ripartirel’economia del Nord barese. La Zesè una zona economica speciale cheha una legislazione economica dif-

ferente da quella nazionale per attrarre in-vestimenti stranieri con incentivi dogana-li, fiscali e con finanziamenti alle attivitàproduttive. Il Decreto «Sud» ha assegnatoalle Regioni il compito di definire le pro-poste di istituzione delle Zes, con un per-corso partecipato che si concluderà conun decreto della Presidenza del Consigliodei ministri.La Regione Puglia, con i suoi due porti

principali di Bari e Taranto e il suo inseri-mento, insieme alla Basilicata, nella Ali(Sistema Pugliese-Lucano), è parte inte-grante di questo processo e ha deciso dicogliere l’opportunità delle Zes promuo-vendo la creazione di due differenti Zone

economiche speciali a carattere interre-gionale: una, che ha il suo baricentro nelPorto di Taranto e, un’altra, oggetto delpresente Piano Strategico, incentrata sulsistema dei porti del mar Adriatico. La Re-gione ha così incluso la zona portuale e re-troportuale della Città della Disfida nellaZes Adriatica.La zona individuata ha una estensione

complessiva di 247,13 ettari ed è compostada due aree a diversa destinazione urbani-stica, una la zona che va dal mare alla fer-rovia e un’altra che va dalla ferrovia versol’interno. La prima è a vocazione indu-striale mentre seconda è a carattere arti-gianale e merceologico; entrambe le areepresentano una percentuale di occupazio-ne dell’80%.Il porto di Barletta svolge un importante

ruolo nel sistema portuale della Puglia

centrale, attesa la sua funzione di portogateway a servizio delle esigenze del tes-suto industriale del territorio, in particola-re della provincia di Barletta-Andria-Tra-ni. I suoi traffici lentamente hanno ripresoa crescere dopo la crisi del 2009, mostran-do una tendenza verso il ritorno ai valoridel 2008 che registrarono circa 1 milione100mila tonnellate di merci movimentate.La struttura dei traffici di Barletta è so-stanzialmente imperniata su rinfuse soli-de nella misura del 70% e prodotti petroli-feri per circa il 30% con una piccola pre-senza di merce varia. Il calo del traffico delcemento, dei prodotti lapidei e dei prodot-ti chimici ha segnato la fase di crisi delporto di Barletta, mentre sostanzialmentestabile è rimasto il traffico dei prodotti pe-troliferi. Il traffico di cereali, invece, ha ri-sentito da un lato dei limiti strutturali del

porto con limitazioni dei pescaggi opera-tivi,mentre ilmercato dello shipping favo-riva l’utilizzo di navi di maggiori dimen-sioni per effetto dell’allungamento deiviaggi da mercati di produzione semprepiù lontani.Inoltre, lo scalo - con gli adeguamenti

funzionali previsti nel nuovo Programmaoperativo triennale dell’AdSPMAM - si po-trebbe porre sempre più al servizio di unvasto bacino produttivo che giunge sino aiconfini della Basilicata nordorientale di-ventando elemento caratterizzante perespandere relazioni e collegamenti fral’hinterland economico della Bat, le areeproduttive cittadine inserite nella Zes ePaesi dell’altra sponda adriatica e dell’areabalcanica.

Angelo Alfonso Centrone© RIPRODUZIONE RISERVATA

Lo sviluppo

Nell’area a nord di Bari si attende la nascita di una zona francain grado di far decollare l’intero sistema economico localeE in questo contesto il porto di Barletta avrà un ruolo strategico

Il sogno ZesConildecretoSudpurelaPugliadefiniràprogettiper l’istituzione

La Zes Adriatica vede la presenza di un articolatosistema di scali portuali, per la quasi totalità entrati afar parte dell’Autorità di sistema portuale del MareAdriatico Meridionale. La zona franca si estende dalnord-ovest al sud-est della fascia costiera adriatica ecomprende i porti di Termoli, Manfredonia, Barletta,Molfetta, Bari, Monopoli e Brindisi. Fanno parte dellaZes anche le aree aeroportuali di Foggia, Bari eBrindisi, e le aree produttive che gravitano attorno aipoli di Foggia, Barletta, Bari, Brindisi e Lecce. (a.a.c.)

L’ideaL’area ruotaintornoa cinque poli

Il trend

● La RegionePuglia, con isuoi due portiprincipali diBari e Tarantoe il suoinserimento,insieme allaBasilicata, nellaAli (SistemaPugliese-Lucano), èparteintegrante delprocesso dicrescita legatoalle Zes

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4 Lunedì 15 Luglio 2019 Il Sole 24 Ore

Primo Piano

IL CONTESTOINTERNAZIONALE

Lo scenarioLa lotta ai combustibilifossili

Il riordino dei sussidi “dannosi” per l’ambiente è tra i traguardi climatici dell’Accordo di Parigi del 2015 e tra gli obiettivi dell’agenda Onu al 2030 (target 12.c) e della Roadmap to a Resource Efficient Europe della Commissione europea. Non da ultimo, il G7 del 2016 ha individuato la deadline al 2025 per la rimozione dei principali aiutialle fonti fossili.

Lo strumentoFocus sullasostenibilitàdelle misure

Il «Catalogo nazionale dei sussidi ambientalmente rilevanti» è previsto dall’articolo 68 della legge 221/2015, nell’intento di fornire uno strumento utile per orientare la politica. Alcune misure possono provocare danni ambientali, sia direttamente sia indirettamente, ad esempio riducendo il costo di un bene o servizio non sostenibile.

I sostegni all’economiae l’impatto sull’ecologia

Tra agricoltura, energia, trasporti e Iva sono in gioco sussidi per un valore di 41 miliardiIl rapporto del ministero valuta l’effetto di ogni misura - Promozione per i bonus casa

Incentivi, verifica ambientale:75 su 161 bocciati al green testPagina a cura diMichela Finizio

Promossi e bocciati in base all’impattoambientale. Incentivi per gli apicoltorinelle zone montane, bonus edilizi,accise ridotte sui carburanti, sgravi per igiovani agricoltori e Iva agevolatasull’energia elettrica. Sono alcuni dei 161

i sussidi, diretti o indiretti, in vigore in Italia che incidono in modo rilevante sull’ambiente. Di questi, 75 sono considerati dannosi verso l’ecosistema e, per il ministero dell’Ambiente, assorbono ogni anno risorse per 19,3 miliardi rispetto ai 41 di budget complessivo destinato a queste misure (il 47 per cento).

La pagella delle agevolazioni è contenuta nel «Catalogo annuale dei sussidi ambientalmente rilevanti» appena pubblicato (in questo caso in ritardo, essendo riferito a dati 2017) dalla Direzione generale per lo sviluppo sostenibile del ministero, sotto la guida del capo economista Aldo Ravazzi, per orientare la politica. Nel dettaglio, sono molti i sussidi adottati in Italia che favoriscono lo sviluppo sostenibile, non da ultimo quello sul verde privato introdotto con la legge di Bilancio 2018 e confermato per il 2019, così come tutti i bonus edilizi che - in generale - puntano alla riqualificazione degli immobili.

Molti altri, seppur adottati con motivazioni ugualmente importanti (fornire un sostegno a settori chiave dell’economia del Paese, a famiglie e consumatori), sono invece ritenuti controproducenti per l’ambiente. «Alcune di queste misure - scrive nella prefazione al Catalogo il ministro dell’Ambiente, Sergio Costa - generano effetti ambientali negativi, danno segnali di prezzo sbagliati rispetto alle scelte di consumo, produzione e investimento di cittadini e imprese». Ad esempio, i regimi di Iva agevolata (al 4, al 5 o al 10%) su determinati beni e servizi esercitano un effetto sui prezzi, favorendo il consumo di risorse naturali oppure incoraggiando comportamenti sfavorevoli allo sviluppo sostenibile. È il caso - nella valutazione del ministero - dell’aliquota ridotta sui fertilizzanti per l’agricoltura e sui prodotti fitosanitari, sull’energia elettrica o sui prodotti petroliferi utilizzati per uso agricolo. Sconti che si applicano anche sulla vendita o locazione di abitazioni di nuova costruzione, invece che promuovere un mercato immobiliare basato sul recupero delle case o delle aree esistenti.

Un altro pacchetto di misure etichettato come dannoso dal Catalogo è quello degli “sconti” concessi sulle accise, che sono comunque delle penalizzazioni legate al consumo di carburanti. Nel mirino finiscono il differente trattamento fiscale della benzina e del gasolio, gli sgravi fiscali per le auto aziendali concesse ai dipendenti e i regimi internazionali di esenzione per l’aviazione e il trasporto marittimo. Non sfugge, poi, l’accisa ridotta per autoambulanze e Forze armate nazionali.

Tante, infine, sono le risorse disperse in piccoli rivoli, spesso inefficaci. Basta pensare ai 73 milioni l’anno concessi alla macellazione bovina, a prescindere dai requisiti ambientali: gli allevamenti sono responsabili di rilevanti emissioni in atmosfera. Oppure ai 15 milioni per l’esenzione Iva sui taxi: la misura riduce il costo del servizio, ma continua a incentivare il trasporto privato su strada.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

«Non bisogna effet-tuare dei tagli,ma le risorse cheattualmente ven-

gono destinate al mondo economi-co bisogna avere il coraggio di orientarle in modo differente». A dirlo è Francesco La Camera, uno dei firmatari del Catalogo in quali-tà di ex direttore generale per lo Sviluppo sostenibile del ministerodell’Ambiente (Mattm), diventatonel frattempo (da aprile 2019) di-rettore generale di Irena (Interna-tional Renewable Energies Agen-cy) con base ad Abu Dhabi.

Quindi non tutte le forme diaiuto sono positive, ma alcune si traducono in un boomerang a li-vello ambientale?Lo studio dice con chiarezza checi sono oltre 19 miliardi di sussidiche vanno ad attività che non so-no in linea con la volontà, espres-sa nell’Accordo di Parigi, di ri-durre l’impronta carbonica. Ri-sorse, insomma, non destinatead attività virtuose.

Alcune delle misure ritenutedannose sono però utili per altre finalità. Come intervenire senza penalizzare nessuno?Andando a compensare in altromodo la rimozione di questi sussi-di. Per agevolare le autoambulan-ze, ad esempio, si possono indivi-duare altre azioni senza interveni-re sul prezzo dei carburanti (comeè ora con l’accisa ridotta ndr). Cosìcome per l’agricoltura si possono individuare altre forme di soste-gno. A fare la differenza è il modo in cui si congegna la misura, biso-gna invertire la logica.

Quindi non bisogna tagliarequesti sussidi, ma cambiarli?Non tutto deve essere fatto subitotrovando i soggetti destinatari im-preparati. La proposta è quella di eliminare alcuni sussidi secondo percentuali via via crescenti, per dare il tempo agli operatori di adat-tarsi al nuovo mercato. Se adottas-simo la logica del semplice taglio, alsolo fine di ripianare il debito pub-blico, sarebbe sbagliato e il giornodopo troveremmo i trasportatori sotto il ministero a protestare. Nonbisogna togliere ma riorientare. Eliberare risorse per cambiare rottae investire nell’energia pulita.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

TREND (MLD DI EURO) DI CUI DANNOSI

Il trend della spesa primaria perla protezione e la gestione dellerisorse ambientali nel corsodegli ultimi esercizi �nanziari

LA SPESA PER L'AMBIENTELe misure in vigore nel 2017 (sussidi diretti e indiretti) per settoredi intervento e il relativo impatto �nanziario (in miliardi di euro).In rosso l'incidenza dei sussidi considerati dannosi in relazioneal loro impatto ambientale

I SUSSIDI RILEVANTI PER L'AMBIENTE

Fonte: ministero dell'Ambiente su dati Mef-Rgs - Catalogo dei sussidi ambientalmente dannosi e favorevoli - Ministero dell'Ambiente

0

2,5

5

7,5

2010 ‘12 ‘14 ‘15 ‘16 ‘17

4,5

3,84,3

4,8

46

46

11

36

22

11

33

4

10

17

2,52,8

3,3 3,5

1,5 0,8 0,6 0,7 0,7 0,7

DI CUI RISORSE STANZIATEANNUALMENTE

IN % SUL BILANCIO DELLO STATO

8,3 4,710 3,9 2,8

Agricolturae pesca

Energia

Trasporti

Altrisussidi

Ivaagevolata

TOTALE 161 75 41,05 MLD 47,0%

Numero misure Effetto �nanziario

6,12MLD

76,5%

3,02MLD

21,7%

1,53MLD

93,4%

24,42MLD

50,1%

5,93MLD

4,7%

La sostenibilità delle misure in vigore

INTERVISTA

Apicoltori in montagna. «Promossa» la detassazione Irpef dei proventi per le attività che combattono l’elevata mortalità delle api, Questi insetti, preziosi per l’ecosistema, sono minacciati dai cambiamenti climatici e dall’uso di alcuni pesticidi

AGF

FRANCESCOLA CAMERAEx Dg per lo

Svilupposostenibile del Mattm,

oggi Dg di Irena

161I SUSSIDI CENSITI Le misure in vigore in Italia che incidono in modo rilevante sull’ambiente. Rispetto al totale sono 75 quelli considerati “dannosi” per l’ecosistema.

Sergio Costa. Il ministro dell’Ambiente, nella prefazione al Catalogo dei sussidi ambientalmente rilevanti ha parlato di misure che «danno segnali di prezzo sbagliati»

«No ai tagli, ma riorientarele risorse congradualità»

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