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Diversamente moda, all'Allende una sfilata dell'Einaudi-Chiodo con i disabili in passerella La Spezia - Progetto “Cittadinanza e Costituzione” “Diversamente Moda”; Invito alle scuole superiori di secondo grado della Provincia di La Spezia e alle Associazioni Consulta Provinciale Disabilità. Nell’anno scolastico 2012/2013, l'Iiss Einaudi-Chiodo della Spezia ha partecipato attivamente al progetto formativo 'Cittadinanza e Costituzione' attraverso un progetto dedicato denominato 'Diversamente Moda', attivato dal corso Abbigliamento e Moda. L’intento del progetto è stato quello di collegarsi con il lavoro svolto precedentemente dall’iniziativa sostenuta dalla Fondazione Cassa di Risparmio della Spezia sul progetto "Cittadinanza e Costituzione” per gli istituti superiori della Provincia. Il progetto, nato nell’anno scolastico 2011/2012 e in fase di conclusione nel 2012/2013, ha coinvolto nel nostro territorio otto istituti in cui si sono svolte attività per la promozione e la conoscenza dei diritti e dei doveri del cittadino, l’acquisizione dei concetti di legalità e della convivenza civile. L’intento del progetto 'Diversamente Moda' è stato quello di coinvolgere alunni e docenti, sui temi del diverso e della diversità, dallo straniero differente per lingua, cultura e religione, alla persona diversamente abile. La peculiarità e la versatilità dell’indirizzo Abbigliamento e Moda, con riferimento ai problemi della diversità motoria, relazionata ad una vestibilità funzionale, dal punto di vista oggettivo ed emotivo psicologico (diversità alla moda), si sono sposati con il fine di poter migliorare la qualità della vita nei soggetti diversamente abili. Sono state affrontate le problematiche relative alla vestibilità finalizzata all’autonomia. Sono stati creati abiti che verranno indossati sia dagli studenti del corso Abbigliamento e Moda che dai diversamente abili che sfileranno insieme. Consapevoli che la conoscenza delle problematiche altrui, avvicina e sensibilizza gli studenti alle “diversità” altrimenti sconosciute, dai diversamente abili si può apprendere la loro condizione di vita e le modalità con cui affrontano le difficoltà e la loro diversa dimensione della vita. Affrontare tali tematiche con serietà, approfondimento e concretezza ha costituito grande stimolo per i nostri studenti e li ha resi molto più ricettivi verso tali problematiche. Le parole del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ne sono concreta testimonianza: "Tale consapevolezza è certamente elemento essenziale nella stessa formazione della coscienza civile, e su di essa può fondarsi il contributo attivo delle più giovani generazioni alla causa della protezione e del progresso dei diritti umani nel mondo, e dunque della tolleranza, della convivenza, della democrazia e della pace". Il progetto operativo troverà suo naturale compimento in una sfilata che lo renderà visibile sul territorio, venerdì 1 febbraio alle 10, presso il centro Culturale Salvador Allende. A corredo della sfilata, verrà presentato un intrattenimento effettuato dai ragazzi della scuola Einaudi- Chiodo. La durata della manifestazione sarà di due ore circa fonte: cittadellaspezia.com – 1 febbraio 2013

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Diversamente moda, all'Allende una sfilata dell'Ein audi-Chiodo con i disabili in passerella La Spezia - Progetto “Cittadinanza e Costituzione” “Diversamente Moda”; Invito alle scuole superiori di secondo grado della Provincia di La Spezia e alle Associazioni Consulta Provinciale Disabilità. Nell’anno scolastico 2012/2013, l'Iiss Einaudi-Chiodo della Spezia ha partecipato attivamente al progetto formativo 'Cittadinanza e Costituzione' attraverso un progetto dedicato denominato 'Diversamente Moda', attivato dal corso Abbigliamento e Moda. L’intento del progetto è stato quello di collegarsi con il lavoro svolto precedentemente dall’iniziativa sostenuta dalla Fondazione Cassa di Risparmio della Spezia sul progetto "Cittadinanza e Costituzione” per gli istituti superiori della Provincia. Il progetto, nato nell’anno scolastico 2011/2012 e in fase di conclusione nel 2012/2013, ha coinvolto nel nostro territorio otto istituti in cui si sono svolte attività per la promozione e la conoscenza dei diritti e dei doveri del cittadino, l’acquisizione dei concetti di legalità e della convivenza civile. L’intento del progetto 'Diversamente Moda' è stato quello di coinvolgere alunni e docenti, sui temi del diverso e della diversità, dallo straniero differente per lingua, cultura e religione, alla persona diversamente abile. La peculiarità e la versatilità dell’indirizzo Abbigliamento e Moda, con riferimento ai problemi della diversità motoria, relazionata ad una vestibilità funzionale, dal punto di vista oggettivo ed emotivo psicologico (diversità alla moda), si sono sposati con il fine di poter migliorare la qualità della vita nei soggetti diversamente abili. Sono state affrontate le problematiche relative alla vestibilità finalizzata all’autonomia. Sono stati creati abiti che verranno indossati sia dagli studenti del corso Abbigliamento e Moda che dai diversamente abili che sfileranno insieme. Consapevoli che la conoscenza delle problematiche altrui, avvicina e sensibilizza gli studenti alle “diversità” altrimenti sconosciute, dai diversamente abili si può apprendere la loro condizione di vita e le modalità con cui affrontano le difficoltà e la loro diversa dimensione della vita. Affrontare tali tematiche con serietà, approfondimento e concretezza ha costituito grande stimolo per i nostri studenti e li ha resi molto più ricettivi verso tali problematiche. Le parole del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ne sono concreta testimonianza: "Tale consapevolezza è certamente elemento essenziale nella stessa formazione della coscienza civile, e su di essa può fondarsi il contributo attivo delle più giovani generazioni alla causa della protezione e del progresso dei diritti umani nel mondo, e dunque della tolleranza, della convivenza, della democrazia e della pace". Il progetto operativo troverà suo naturale compimento in una sfilata che lo renderà visibile sul territorio, venerdì 1 febbraio alle 10, presso il centro Culturale Salvador Allende. A corredo della sfilata, verrà presentato un intrattenimento effettuato dai ragazzi della scuola Einaudi-Chiodo. La durata della manifestazione sarà di due ore circa fonte: cittadellaspezia.com – 1 febbraio 2013

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Giochi sonori all’Ospedale di Perugia Sono quelli donati dalla FIADDA Umbria (Famiglie Associate per la Difesa dei Diritti degli Audiolesi) alla Clinica Otorinolaringoiatrica del Polo Ospedaliero Santa Maria della Misericordia di Perugia, che saranno utili per le valutazioni e le osservazioni audiologiche e logopediche, nei confronti dei bimbi con disabilità sensoriale I bambini con disabilità sensoriale che si recheranno presso la Clinica Otorinolaringoiatrica del Polo Ospedaliero Santa Maria della Misericordia di Perugia, potranno presto trovare tredici nuovi giochi sonori durante le sedute di logopedia, che verranno donati alla struttura dalla FIADDA Umbria (Famiglie Associate per la Difesa dei Diritti degli Audiolesi), Associazione federata alla FISH Regionale (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), impegnata da anni per tutelare i diritti delle persone con disabilità sensoriale e in particolare per favorire la pratica dello screening audiologico neonatale. «La nostra Associazione – ha spiegato la stessa FIADDA Umbria in una lettera inviata alla dirigenza dell’Ospedale perugino – ha ricevuto in donazione dalla Cooperativa Farmacentro Servizi e Logistica di Perugia una serie di giochi sonori che abbiamo intenzione di donare per l’utilizzo all’interno dell’aula di logopedia attiva presso la Clinica Otorinolaringoiatrica dell’Ospedale Santa Maria della Misericordia. I giochi saranno utili alla logopedista per le valutazioni e le osservazioni audiologiche/logopediche. La Clinica ha sempre dimostrato nei nostri confronti disponibilità e tra noi è nata una fattiva collaborazione per cui sembra utile condividere quello che abbiamo a favore dei bambini piccoli neo-diagnosticati allo screening audiologico neonatale». fonte: superando.it – 1 febbraio 2013

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La vela per curare disabili e adolescenti in crisi

Si chiama ‘Doppiavela solidale’ il progetto che, grazie ad uomini appassionati di mare, ha recuperato una scialuppa della nave dragamine per trasformarla in una barca a vela con una missione solidale: scuola di vela e, al tempo stesso, scuola di vita ai ragazzi che vivono un disagio psichico o sociale.

La barca, ribattezzata Calypso in onore di Cousteau, avrà come skipper un poliziotto ed è ormeggiata a Peschiera, presso il porto Manfredi. In modo particolare, l’idea è nata da un gruppo di poliziotti velisti e per tale motivo sulla randa dell’imbarcazione si staglia il logo della Polizia di Stato, che con tale iniziativa intende adoperarsi nel sociale per stare a fianco della gente, soprattutto dei più bisognosi. Il progetto è nato a Savona e fondamentale per il suo decollo è stato l’incontro con l’associazione di volontariato ‘Progetto Calypso’ presieduta da Gianpietro Righetti e specializzata in vela terapia. Quest’ultima, infatti, a partire dal 2010, ha messo a disposizione la sua imbarcazione.

Il progetto ‘Doppiavela solidale’

“La potenzialità formativa della pratica velica è davvero notevole – ha detto Domenico Caruso, collaboratore tecnico alla Scuola Allievi Agenti di Polizia di Peschiera, che insieme al collega Stefano Rattazzi, poliziotto di quartiere a Savona, è l’anima del progetto –. Aiuta a creare spirito di squadra, ad accrescere l’autostima, il senso di responsabilità di ogni membro dell’equipaggio verso l’altro, il rispetto dei ruoli altrui e delle regole imposte dal comandante. La barca a vela, insomma, diventa una società in miniatura, dove le dinamiche di gruppo si amplificano e dove eventuali conflitti, giocoforza, vanno risolti con la massima celerità. La presenza del poliziotto, poi, aiuta a sensibilizzare al rispetto della legge e dell’autorità, educando i giovani al concetto di legalità”.

Dal 2010 sono stati numerosi, diverse decine, i ragazzi che hanno partecipato alle lezioni teoriche sulle norme di sicurezza e sulla teoria della navigazione, per poi rendersi protagonisti della uscite in barca a vela sul Garda. Si tratta principalmente di adolescenti difficili, talvolta affidati ai servizi sociali, ma anche di adulti affetti da patologie, come la sindrome di Down.

“Le uscite in barca si svolgono in media con sei ragazzi, più un educatore professionale, uno psicologo e due uomini di equipaggio, mentre a volte si uniscono anche i genitori”, ha spiegato Righetti. “Con alcune associazioni – ha continuato – organizziamo anche dei piccoli lavori a terra, in un cantiere di Castelnuovo, e stiamo approntando una sorta di barca-scuola da tenere in secca per abituare più agevolmente i ragazzi disabili alle manovre”.

I risultati di tali impegni già si vedono: i poliziotti promotori del progetto, infatti, sono stati premiati in occasione dei festeggiamenti per il patrono della Polizia di Stato San Michele Arcangelo e alcuni psicologi sono già al lavoro per stendere un dossier scientifico sulla valenza educativa e di recupero del progetto.

fonte: ecodellevalli.tv – 1 febbraio 2013

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Fare volontariato aiuta ad invecchiare bene Fare volontariato da anziani fa bene. È questo il primo e principale risultato emerso dalla ricerca “L’apporto del volontariato alla promozione dell’invecchiamento attivo e della solidarietà tra generazioni” del Cesvot realizzata a cura della Fondazione Zancan. L’indagine è stata realizzata coinvolgendo due gruppi di lavoro (a Pisa e a Firenze) composti da rappresentanti di cinque associazioni (Arci Solidarietà, Anteas, Uisp Solidarietà, Aics Solidarietà e Auser) e somministrando un questionario a 213 anziani soci. Dal rapporto, i cui risultati saranno pubblicati prossimamente nella collana “I Quaderni” del Cesvot, emerge che il volontariato è una componente importante dell’invecchiamento attivo: «La dimensione del dono e della relazionalità è un elemento in più che facilita l’invecchiamento positivo», spiega Elena Innocenti, ricercatrice della Fondazione Zancan, «è uno degli aspetti fondamentali, insieme alla buona salute e a uno stile di vita corretto». Eppure mancano politiche mirate a favorire l’impegno e la partecipazione nella terza età. «L’approccio è maggiormente orientato alla prevenzione della malattia piuttosto che alla promozione della partecipazione». Anche se in questo senso qualcosa si sta muovendo. «Quattro regioni negli ultimi anni hanno inserito l’invecchiamento attivo e la valorizzazione della componente anziana della popolazione nelle loro politiche», continua Innocenti, «attraverso iniziative come il servizio civile per gli anziani: il Veneto con la legge 9 del 2010, la Liguria con la legge 48 del 2009, l’Umbria con la legge 14 del 2012, la provincia autonoma di Trento con la legge 11 del 2008». «L’indagine», sottolinea Patrizio Petrucci, presidente del Cesvot, «trae origine dall’esperienza della “Carta del volontariato toscano per l’invecchiamento attivo” promossa da Cesvot e pubblicata con il patrocinio del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, quale risultato del dialogo tra cinque realtà associative toscane». E aggiunge «gli esiti di questa ricerca potranno essere utili per promuovere il volontariato intergenerazionale, ri-orientare l’intervento pubblico, ridurre i rischi di conflitto tra generazioni progettando delle azioni basate sull’ascolto, sull’incontro di responsabilità, sulla partecipazione. Auspichiamo che questo nostro impegno aiuti a valorizzare il patrimonio di idee e progetti delle associazioni toscane e contribuisca a meglio concertare efficaci politiche pubbliche». fonte: vita.it – 4 febbraio 2013

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La disabilità entri nella campagna elettorale: "Tut ti a scuola" scende in piazza

Davanti a Montecitorio ragazzi disabili e le loro famiglie si improvvisano giornalisti per interrogare la politica sui temi della disabilità e dell'inserimento scolastico. Con la richiesta di evitare le risposte in "politichese" e parlare chiaro sui programmi e le intenzioni ROMA - Nove semplici domande. Nove perché a cui politici e istituzioni dovranno rispondere in maniera diretta e precisa. E' quello che chiedono i ragazzi disabili e le loro famiglie su iniziativa di Tutti a scuola Onlus oggi, lunedì 4 febbraio, in piazza Montecitorio, nel luogo simbolo della politica italiana. Chiedono che la politica, troppo spesso indifferente o troppo occupata su altre questioni, prenda sul serio le loro richieste e faccia entrare il tema della disabilità in campagna elettorale. Hanno organizzato una sorta di flash mob, uno scherzo che riproduce invece quella che è una triste realtà: ci saranno dei ragazzi disabili travestiti da finti giornalisti, che porranno domande vere a dei finti candidati premier. E questi ultimi o non risponderanno affatto, o lo faranno in politichese, esattamente come troppo spesso purtroppo avviene nella realtà. Convinta del fatto che escludere i ragazzi disabili dalla scuola significa negargli l'opportunità di condurre una vita normale e dignitosa, Tutti a scuola Onlus si occupa da anni della sensibilizzazione in favore dei diritti dei disabili in particolar modo nel settore della scuola e della formazione. Fornisce assistenza ai genitori di alunni disabili e svolge un'intensa attività di monitoraggio della condizione dei bambini e ragazzi disabili nelle scuole italiane. "Oggi in Italia ci sono 202.467 alunni disabili, ma a fronte dell'aumento di questi ragazzi - denuncia l'associazione - si assiste ad una riduzione del numero di insegnanti di sostegno". La richiesta di una spiegazione a questa contraddizione, che finisce per scaricare ulteriormente sulle famiglie e sugli operatori scolastici rimasti il problema, è la prima domanda che i finti giornalisti porranno ai finti premier. Altro tema caldo delle domande riguarderà quanto previsto, e mai attuato, dalle leggi sui diritti dei disabili già in vigore: quando la continuità didattica diverrà un valore da affermare nell'interesse dell'alunno disabile, come previsto dalla legge 104/92? E come si potrà realizzare l'effettiva integrazione in classe se si abroga il limite massimo di alunni disabili per classe (legge 133/2008 sulla formazione delle classi)? E ancora: quando la scuola potrà assicurare ai bambini disabili l'abbattimento delle barriere architettoniche come previsto sempre dalla legge 104/92 e dai decreti successivi? Anche la formazione specialistica in tema di disabilità per insegnanti, presidi e collaboratori scolastici sarà al centro dell'iniziativa: si sottolineerà la necessità che i docenti curriculari svolgano corsi di formazione e aggiornamento sulla disabilità, cosa che, stando ad una ricerca dell'Invalsi del 2006, solo il 30% degli insegnanti ha fatto. Ma anche i dirigenti scolastici dovrebbero ricevere una formazione ad hoc: sempre secondo i dati Invalsi, solo il 25% di loro possiede un titolo di specializzazione o ha frequentato corsi sull'integrazione dei disabili, quando invece il criterio della competenza specifica dovrebbe essere alla base della loro nomina. Infine l'ultima richiesta riguarderà gli enti locali: quando comuni e province attiveranno, cosi come previsto dalla legge 104, le figure professionali degli assistenti all'autonomia e alla comunicazione per gli alunni disabili? E' previsto l'arrivo di due pullman da Napoli, città in cui ha sede Tutti a scuola Onlus, e la presenza di varie altre associazioni e comitati romani che hanno aderito all'iniziativa fonte: superabile.it - 4 febbraio 2013

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Ci sono messaggi che fanno battere il cuore Con un SMS o una telefonata al numero 45501, è possibile donare 2 o 5 euro per salvare oltre 300 bambini gravemente cardiopatici nati in Africa, Asia, Est Europa. L’iniziativa promossa dalla Fondazione “aiutare i bambini” è valida dal 4 al 24 febbraio 2013. Nei Paesi più poveri di Africa, Asia ed Est Europa centinaia di migliaia di bambini sono in attesa di un’operazione al cuore che salvi loro la vita. Nel mondo infatti nascono ogni anno circa 1 milione di bambini affetti da cardiopatie e malformazioni cardiache congenite. Nei Paesi avanzati vengono operati, in quelli dove mancano le strutture ospedaliere e il personale medico in grado di realizzare interventi così complessi le loro speranze sono legate all’aiuto della solidarietà internazionale. La Fondazione “aiutare i bambini” dal 2005 attraverso la campagna “Cuore di bimbi” raccoglie fondi per salvare i bambini cardiopatici che nascono nei Paesi più poveri, attraverso tre differenti modalità. Per il 2013 l’obiettivo è operare nel complesso 310 bambini. Verranno infatti realizzate 10 missioni di medici italiani volontari nei seguenti Paesi: Kazakistan (con il team degli Ospedali Riuniti di Bergamo), Cambogia (con il team dell’Ospedale Niguarda di Milano), Uzbekistan (con un team misto degli Ospedali Riuniti e dell’Ospedale Niguarda), Eritrea (con il team dell’Ospedale G. Pasquinucci di Massa) e Kurdistan (con il team del Policlinico di San Donato Milanese). Cambogia e Cameroun sono invece i due Paesi nei quali la Fondazione sosterrà i costi delle operazioni per le famiglie dei bambini più poveri. Infine, altri bambini arriveranno in Italia da Albania, Kosovo e Zimbabwe per essere sottoposti a intervento qui da noi, perché nei loro Paesi mancano oltre che i medici anche le strutture ospedaliere adeguate. Per salvare la vita di 310 bambini gravemente cardiopatici servono 269.000 euro. Tutti possono contribuire a sostenere la campagna “Cuore di bimbi” della Fondazione “aiutare i bambini” con un SMS o una telefonata da rete fissa al numero 45501: il valore della donazione è di 2 euro oppure 5 euro a seconda della modalità scelta e dell’operatore telefonico. L’iniziativa è valida dal 4 al 24 febbraio 2013. Per informazioni: www.aiutareibambini.it Durante ogni singola missione all’estero, della durata mediamente di una settimana, i medici volontari riescono ad operare circa dieci bambini, e a visitarne un centinaio. Ma il loro compito non si limita a questo: hanno un ruolo importante anche nella formazione dei medici locali e nel verificare la presenza di attrezzature adeguate presso gli ospedali del posto. Alcune missioni invece, in particolare quelle in Eritrea programmate in accordo con il Ministero della Salute locale, hanno l’obiettivo di prevenire l’insorgenza di cardiopatie reumatiche attraverso visite specialistiche. Grazie a “Cuore di bimbi”, dal 2005 ad oggi sono stati operati e salvati 737 bambini gravemente cardiopatici, per un impegno economico da parte di “aiutare i bambini” che ha superato 1 milione di euro. Sostengono l’iniziativa anche alcuni personaggi del mondo dello spettacolo da tempo vicini ad “aiutare i bambini”: Federica Panicucci, protagonista dello spot televisivo e radiofonico realizzati per promuovere la campagna, Max Pisu, Anna Valle, Katia Follesa, Angelo Pisani, Camila Raznovich, Mirko Vucinic, Luisa Corna. Numero di SMS: 45501 Periodo: 4 - 24 febbraio 2013 Il valore della donazione sarà di 2 euro per ciascun SMS inviato da cellulari TIM, Vodafone, WIND, 3, PosteMobile, CoopVoce e Noverca. Sarà di 2 euro per ciascuna chiamata fatta allo stesso numero da rete fissa TeleTu e TWT e di 2/5 euro per ciascuna chiamata fatta allo stesso numero da rete fissa Telecom Italia, Infostrada e Fastweb. fonte: social.tiscali.it – 5 febbraio 2013

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Arte accessibile: spazio alla fantasia dei ragazzi

È con l'arte che si prova a oltrepassare le barriere della diversità. Non c'è condizione sociale, né fisica che possa impedire l'integrazione culturale e una convivenza civile. È questo lo spirito con cui nasce la Biennale Arte Insieme, una manifestazione che ha come obiettivo quello di accrescere la cultura dell’inclusione, far conoscere i principali protagonisti dell’arte contemporanea e agevolare l'accessibilità al patrimonio culturale e museale anche a persone con disabilità visiva. Il progetto coinvolge in primis i ragazzi delle scuole che potranno partecipare all'iniziativa con delle proprie opere d'arte visiva e composizioni di musica. Attraverso le loro opere i ragazzi affronteranno il tema della manifestazione: il Terzo Paradiso del maestro Michelangelo Pistoletto, un concetto importante in cui la natura (il Primo Paradiso) e l’artificio (il Secondo Paradiso) devono traboccare insieme per non distruggersi a vicenda. “Il progetto del Terzo Paradiso consiste nel condurre l’artificio, cioè la scienza, la tecnologia, l’arte, la cultura e la politica a restituire vita alla Terra, congiuntamente all'impegno di rifondare i comuni principi e comportamenti etici, in quanto da questi dipende l'effettiva riuscita di tale obiettivo. Terzo Paradiso significa il passaggio ad un nuovo livello di civiltà planetaria, indispensabile per assicurare al genere umano la propria sopravvivenza. Il Terzo Paradiso è il nuovo mito che porta ognuno ad assumere una personale responsabilità in questo frangente epocale.” Su questo tema i ragazzi dei licei artistici e delle accademie delle belle arti dovranno confrontarsi realizzando un'opera d’arte visiva, fruibile anche con il tatto. Per la Musica le scuole medie con indirizzo musicale, i licei musicali e i conservatori possono partecipare con una composizione libera che nasca da un brano che il Maestro Piovani ha realizzato per la manifestazione. Il comitato scientifico che si occupa della valutazione è composto da nomi insigni quali Philippe Daverio, critico d’arte, Alessio Vlad, direttore artistico del teatro dell’Opera di Roma e Angelo Foletto, critico musicale. Le scuole elementari (del quarto e quinto anno) e medie inferiori possono aderire al progetto realizzando un totem sensoriale che consiste in un punto informativo per non vedenti inerente un monumento architettonico o un museo del territorio. Rendere le opere della collezione fruibili ad un pubblico disabile è invece il compito dei musei di arte moderna e contemporanea che parteciperanno all'iniziativa. I lavori artistici presentati dagli studenti e i percorsi accessibili proposti dai musei saranno fruibili nel periodo maggio - giugno 2013. Il convegno conclusivo si svolgerà a Ancona con la partecipazione dei grandi nomi della manifestazione: Michelangelo Pistoletto, Nicola Piovani e Philippe Daverio. Un altro appuntamento è previsto venerdì 24 maggio 2013, momento in cui a Ancona gli studenti esporranno il proprio Terzo Paradiso. Le adesioni sono aperte fino al 15 febbraio. Per la scheda adesione dei Musei visita. http://www.museoomero.it/main?p=arteinsieme-2013-musei&idLang=3 fonte: disabili.com – 6 febbraio 2013

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Easy Way e il decennale della Fondazione Vodafone

Fra i progetti finanziati anche un'app per segnalare l'accessibilità dei luoghi

Dieci candeline e 373 progetti finanziati. La Fondazione Vodafone Italia ha festeggiato il suo primo decennio di vita nel nuovo quartier generale meneghino dell'operatore britannico, il Vodafone Village. La realtà nasce con l'obiettivo di sostenere iniziative socialmente utili. Dal 2002 sono stati messi sul piatto 65 milioni di euro, equamente distribuiti lungo tutta la penisola (36% al nord, 25% al centro, 22% al sud e 16% ad associazioni o enti con più sedi a livello nazionale). "In questi dieci anni l'elemento chiave è stata la continuità degli investimenti unita alla realizzazione di iniziative che sono state in grado di sostenersi e continuare a operare anche dopo l'intervento", ha dichiarato il Ceo di Vodafone Italia. Nella lunga lista dei progetti finanziati, cattura la nostra attenzione Easy Way, applicazione dedicata alla segnalazione collettiva di barriere architettoniche. Disponibile gratuitamente sia per iOs sia per Android, l'app sviluppata in collaborazione con la Federazione italiana per il superamento dell'handicap invita gli utenti a condividere con la comunità le informazioni sui luoghi caratterizzati da scarsa accessibilità e mette al contempo a disposizione le informazioni inserite per farsi un'idea di cosa aspettarsi quando ci sta recando da qualche parte. Dalla presenza di parcheggi dedicati a chi ha difficoltà motorie ai servizi igienici per i disabili: è tutto schedato. Si può effettuare una ricerca per nome, posizione geografica o vicinanza dal luogo in cui ci si trova. Otto le categorie in cui avvicendarsi (arte e cultura, farmacie, shopping, dormire, mangiare, tempo libero, trasporti e servizi). Quando un contesto si rivela più o meno favorevole viene contrassegnato da una faccina sorridente, perplessa o triste. Tornando al decennale della Fondazione, durante l'evento è stato firmato il protocollo di intesa ' Insieme a scuola di Internet' con il ministero dell'Istruzione, quello per lo Sviluppo Internazionale e l'Associazione nazionale comuni italiani. Ad appoggiare i gomiti sui banchi saranno cittadini di età superiore ai 55 anni e Vodafone selezionerà 500 studenti da far salire in cattedra. fonte: gadget.wired.it –6 febbraio 2013

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La Casa del Sole cerca un volontario

La Fondazione offre un'esperienza di condivisione con i tre ragazzi con disabilità lieve che a Milano stanno sperimentando un percorso di autonomia abitativa

La Casa del Sole cerca un volontario. Si tratta di un progetto sperimentale di appartamento protetto, dove vivono tre persone con disabilità, gestito a Milano dalla Fondazione Don Gnocchi. La Fondazione ora cerca un volontario disponibile a fazre un’esperienza di vita in condivisione con tre giovani con lieve disabilità e un buon livello di autonomia. Il volontario dovrà abitare nell’appartamento e garantire la sua presenza in linea di massima dalle ore 19 alle 9 del mattino successivo, dare disponibilità nell’aiutare i ragazzi a prepararsi al mattino per uscire di casa e la sera per andare a letto, e un contributo nel mantenere in ordine e pulito l’ambiente di vita. In cambio avrà vitto e alloggio. Dal lunedì al venerdì, dalle ore 17 alle 20, sarà presente un educatore che segue i progetti individualizzati dei ragazzi nella prospettiva di promuovere l’ampliamento delle autonomie e delle competenze personali.Per informazioni o chiarimenti contattare: Fondazione Don Gnocchi Centro “S. Maria Nascente” - Servizio Volontari “Tempo Libero” - Daria Dassa, (tel. 02-40.30.85.85, e-mail: [email protected]) fonte: vita.it – 7 febbraio 2013

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Giocare tutti insieme, con gli stessi giochi

In una parola “inclusione”, ovvero il concetto fondamentale che sta alla base del Progetto “GiocAbile”, lanciato a Formello, in provincia di Roma, dalle locali Cooperative Sociali Sinergie e Il Sorbo, con l’obiettivo di raccogliere i fondi necessari ad acquisire una giostra girevole accessibile, per i giardini pubblici della città. Un’iniziativa che merita certamente di essere sostenuta e anche imitata altrove

«Vorremmo vedere i giardini pubblici di Formello riempirsi di bambini di tutti i tipi, capaci di giocare insieme, con la possibilità di usare gli stessi identici giochi, senza che nessuno rimanga in disparte a guardare. Ma per vedere esaudito questo sogno, bisogna impegnarsi e far sì che l’ambiente che ci circonda sia in grado di accoglierci tutti alla stessa maniera, far sì che i giochi del parco pubblico siano accessibili da tutti, bambini con handicap e non».

Questo era stato il desiderio espresso da Sinergie e dal Sorbo, due piccole cooperative sociali di Formello, Comune di circa 12.000 abitanti a nord-ovest di Roma, situato all’interno del Parco Regionale di Veio. E così, con molta praticità, passando rapidamente dalle parole ai fatti, è stato lanciato il Progetto GiocAbile, con un sito internet dedicato e una pagina Facebook, allo scopo di sostenere una campagna di raccolta fondi mirata a quei 20.000 euro circa che serviranno per acquisire una giostra girevole Eibe, «scelta – come spiegano i promotori della bella iniziativa – perché è un gioco di gruppo, dove condividere emozioni ed esperienze e perché permette ai bambini di provare il “brivido della velocità”, girando, girando e girando, fino a far veder loro il mondo scorrere davanti agli occhi, come un insieme di colori e sensazioni». Una scelta, per altro, attuata dopo una ricerca lunga e accurata e dopo avere incontrato alcuni consulenti esperti.

“Giocare tutti insieme, con gli stessi giochi”, in una parola, inclusione. E il progetto lanciato a Formello – una cittadina dove si stima vi siano almeno due bambini su cento con disabilità motorie – merita senz’altro di essere concretamente sostenuto (la raccolta fondi procede, ma è ancora agli inizi del suo percorso) e anche imitato in altri Comuni del nostro Paese.

fonte: superando.it – 7 febbraio 2013

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La Danza Integrata, un progetto fortemente inclusiv o È stato avviato in questo mese di febbraio, presso la Real Academia de España a Roma, e si protrarrà fino a maggio, un Laboratorio di Danza Integrata, aperto a danzatori e persone sia con disabilità (fisiche e cognitive), sia normodotate. «La danza contemporanea e il movimento scenico – viene illustrato nella presentazione – sono gli elementi su cui si fonda il progetto, con l’esplorazione del movimento che si concentra sulle Tecniche Somatiche (Alexander, Body Mind Centering) e sulla Contact Improvisation. La danza si arricchisce quando sono i nuovi movimenti ad entrarvi, quando il nostro corpo diverso racconta storie in modo diverso, quando si aggiungono voci diverse». Responsabile dell’iniziativa è Marisa Brugarolas, creatrice spagnola e ricercatrice specializzata in Danza Integrata, responsabile dell’associazione spagnola Ruedapiés e con esperienze di formazione, oltreché nel proprio Paese, anche negli Stati Uniti e nei Paesi Bassi. L’intento dell’iniziativa, come spiegano i promotori, è sostanzialmente quello di «creare un linguaggio comune tra diverse abilità, riuscendo ad integrare ballerini normodotati e ballerini con disabilità. Inoltre, con la divulgazione di questo innovativo, ma sempre più diffuso, modo di approcciare il mondo della danza, ci si augura di far conoscere a un pubblico sempre più esteso, comprese anche e soprattutto le persone con disabilità, un progetto fortemente inclusivo». Per ulteriori approfondimenti: [email protected] . fonte: superando.it – 7 febbraio 2013

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"Apriti Sesamo!" Primo Concorso nazionale per la fr uizione sensoriale dei luoghi di interesse culturale

Il Ministero per i Beni e le Attività Culturali promuove un’occasione riservata ai giovani creativi per l’elaborazione di idee innovative che favoriscano la comprensione e la realizzazione di percorsi comunicativi del patrimonio culturale. Il concorso è promosso e coordinato dalla Direzione Generale per il paesaggio, le belle arti, l’architettura e l’arte contemporanee - Servizio architettura e arte contemporanee, con la collaborazione del Centro per i servizi educativi del museo e del territorio della Direzione Generale per la valorizzazione del patrimonio culturale, dell'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti - Onlus e dell'Ente Nazionale Sordi - Onlus.

Il concorso ha lo scopo di promuovere e sostenere progetti pilota/idee innovative, per favorire la fruizione sensoriale dei luoghi di interesse culturale con specifico riferimento ad un pubblico con disabilità. Le “idee” che partecipano al concorso dovranno essere concretamente realizzabili e facilmente spendibili nel vasto panorama della cognizione, aperta a tutti i suoi aspetti critico-scientifici ed emotivi.

I progetti dovranno essere di supporto ad un’utenza ampliata, che raccoglie problemi specifici delle disabilità sensoriali così come sociali e culturali, per permettere un rapporto interattivo e partecipativo con i contenuti e i concetti espressi dai linguaggi della cultura artistica contemporanea. Le nuove tecnologie ed i nuovi strumenti comunicativi dovranno essere utilizzati per rendere l’arte facilmente comprensibile.

Il concorso si propone specificamente i seguenti obiettivi:

- stimolare ed incentivare la diffusione, nelle giovani generazioni, di una cultura della progettazione attenta all’eliminazione delle barriere sensoriali;

- valorizzare la creatività in funzione di progetti di comunicazione del patrimonio culturale indirizzata ad un’utenza ampliata;

- contribuire alla ricerca, all’elaborazione e alla diffusione di modalità innovative, originali, di superamento dei problemi legati alla vivibilità e fruibilità degli spazi – da intendersi non solo come accessibilità fisica ma come percezione degli stessi;

- contribuire ad accrescere una cultura della partecipazione, della condivisione, per lo sviluppo delle capacità di indagine personale, di lettura critica del dato reale sia esso manufatto artistico, territorio urbano o paesaggistico.

Nell’ambito di tale iniziativa, il concorso premierà le migliori idee, realizzabili anche in forma prototipale, riguardanti progetti creativi legati all’arte e all’architettura contemporanee, per favorire la fruizione sensoriale dei luoghi della cultura. Le proposte presentate dovranno afferire ad una delle seguenti aree tematiche, di cui si riportano i rispettivi obiettivi specifici:

- a) Progetti per l’applicazione di strumenti tecnologicamente innovativi per il superamento delle barriere sensoriali in edifici e luoghi pubblici e privati aperti alla pubblica fruizione, destinati alla conoscenza e comprensione dell’arte contemporanea, nonché per facilitare la percezione degli spazi dell’architettura, come dei contesti urbani e paesaggistici.

- Obiettivo di questa area tematica è il rilancio di una cultura della progettazione orientata alla scienza e alla tecnologia, con specifico riferimento allo sviluppo di software innovativi. Saranno quindi ammesse in questo ambito le invenzioni di

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processo e di comunicazione che costituiscano soluzioni innovative per la migliore conoscenza del patrimonio artistico, architettonico e paesaggistico.

- A titolo meramente esemplificativo, possono rientrare in questa categoria progetti quali: prodotti e piattaforme ‘user friendly’ con una forte valenza informativa sui luoghi interessati; prodotti e applicazioni online incentrati sul multilinguismo e sulle nuove forme culturali contemporanee; prodotti e piattaforme online che favoriscano la fruizione sensoriale.

- b) Progetti per il miglioramento della comunicazione relativa al patrimonio culturale, con particolare attenzione alla cultura contemporanea

- Obiettivo di questa area tematica è progettare nuove modalità d’interazione con il patrimonio culturale (nelle sue diverse accezioni di bene culturale materiale e immateriale) attraverso modelli di fruizione che implichino una forte componente legata al fattore esperienziale, alla memoria, alla possibilità di esplorare ed approdare a diversi livelli di conoscenza del bene, sia esso un’opera d’arte, un manufatto architettonico, o un sistema complesso quale una città o addirittura un territorio con un’estensione più difficilmente leggibile e perimetrabile.

- A titolo meramente esemplificativo, rientrano in questa categoria progetti quali: guide didattiche, pannelli informativi, modelli, in forme anche combinabili tra loro.

- Possono presentare le proposte progettuali: - singoli cittadini italiani, o comunque residenti in uno dei Paesi dell’Unione Europea,

che alla data di pubblicazione del bando abbiano un’età compresa fra i 18 e i 40 anni;

- gruppi di lavoro “informali” (per gruppo di lavoro informale si intende un insieme di persone raggruppatesi per l’occasione ma non connotate da nessuna figura giuridica e societaria), costituiti da un massimo di 5 giovani, cittadini italiani o comunque residenti in uno dei Paesi dell’Unione Europea che, alla data di pubblicazione del bando, abbiano un’età compresa fra i 18 e i 40 anni. Il referente del gruppo per i rapporti con il MiBAC sarà unico e ufficialmente nominato dagli interessati. Ciascun componente del gruppo “informale” può partecipare alla presentazione di una sola domanda di candidatura;

- associazioni, enti, organizzazioni comunque denominate, senza fini di lucro, già formalmente costituite. Nel caso di specie, i partecipanti dovranno dichiarare che la gestione del progetto sarà affidata ad una rappresentanza di uno o più giovani cittadini italiani o comunque residenti in uno dei Paesi dell’Unione Europea che, alla data di pubblicazione del bando, abbiano un’età compresa fra i 18 e i 40 anni. Anche in questo caso dovrà obbligatoriamente essere designato un capogruppo in qualità di referente unico per i rapporti con il MiBAC.

- La partecipazione è del tutto libera e gratuita. - Al bando e alla relativa applicazione per la compilazione online della domanda di

candidatura si potrà accedere dai seguenti siti: www.beniculturali.it, www.pabaac.beniculturali.it e www.sed.beniculturali.it.

- Inoltre, la documentazione sarà accessibile ad un pubblico con disabilità sensoriale ai siti dell’Unione Italiana Ciechi ed Ipovedenti (www.uiciechi.it) e dell’Ente Nazionale Sordi (www.ens.it).

- E’ possibile compilare la candidatura entro le ore 12.00 del 30 aprile 2013. - Il progetto vincitore sarà premiato con un valore in denaro di euro 5.000,00, messo

a disposizione da parte del MiBAC. - http://www.bandi.pabaac.beniculturali.it/bandi/apriti-sesamo

fonte: nonprofitonline.it – 8 febbraio 2013

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Distrofia di Duchenne, dal 10 al 24 febbraio sms al 45503 per Parent Project Onlus L’ambizioso obiettivo, che si prefigge l’associazione di genitori Parent Project Onlus, con la Campagna di raccolta fondi “SOStienilo anche tu. Ha la distrofia di Duchenne”, è quello di finanziare il primo progetto di sperimentazione clinica focalizzato sullo studio dei fattori di rischio per la perdita di densità ossea e fratture nella distrofia di Duchenne. Lo studio, che avrà la durata di 24 mesi e sarà guidato dalla Prof.ssa Maria Luisa Bianchi, del Centro Malattie da fragilità Metaboliche Ossee, Istituto Auxologico Italiano IRCCS di Milano, coinvolgerà sei centri clinici italiani. Si tratta del primo studio clinico, condotto su 70 pazienti Duchenne di età compresa tra i 6 e i 18 anni affetti da distrofia muscolare di Duchenne (DMD), specificamente mirato a identificare e valutare i fattori metabolici e genetici associati con un alto rischio di perdita di massa ossea e fratture. La scelta dei diversi parametri da studiare è stata determinata dall’analisi dei risultati ottenuti in precedenti studi, già pubblicati o in corso di pubblicazione, che hanno permesso di individuare, al di là dei già noti effetti della terapia steroidea e della ridotta funzione muscolare, almeno altri tre aspetti implicati nella genesi della fragilità ossea in questa malattia: attivazione di citochine osteotropiche, alterazione del metabolismo della vitamina D, caratteristiche genetiche associate alla malattia. Il reclutamento dei pazienti eleggibili per lo studio è avvenuto mediante il Registro Pazienti DMD/BMD Italia. Per sostenere la Campagna “SOStienilo anche tu. Ha la distrofia di Duchenne”, dal 10 al 24 febbraio 2013, si può inviare un SMS al 45503 dai cellulari personali Tim, Vodafone, Wind, 3, Poste Mobile, CoopVoce e Nòverca per donare 2 euro, oppure chiamare il numero da rete fissa Telecom, Fastweb per donare 2 o 5 euro o TWT per donare 2 euro. Per informazioni www.parentproject.it. fonte: osservatoriomalattierare.it – 11 febbraio 20 13

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Fantasia contro la demenza: ecco gli Alzheimer Café , terapia «contro la solitudine»

La nascita di luoghi di aggregazione per affrontare una malattia che troppo spesso si gestisce «chiusi in casa»

Sono pochi, ma aumentano di numero. Lavorano, resistono e mietono successi utilizzando innovative terapie di supporto non farmacologico per anziani: gli Alzheimer cafè, ancora poco conosciuti, sono più affollati di una volta, concordano le Onlus. Anche se, lamenta Vittorio Tarantini, 80 anni, da 20 al fianco della moglie malata e oggi pilastro della Federazione Alzheimer, «verso questo morbo c’è davvero troppo pudore: a mostrarlo ci si vergogna, chi ne soffre esce troppo poco di casa». I numeri, come scriviamo domenica 10 sulle pagine del Corriere dedicate alla Città del Bene, a guardarli sono scioccanti: 20.000 anziani non autosufficienti solo a Milano, per il 60% colpiti da Alzheimer. E potrebbero raddoppiare di qui al 2050.

Tutto da soli - In questo dramma che noi, a differenza di quanto accade nel resto d’Europa, tendiamo a gestire fino all’ultimo dentro casa, le famiglie sono troppo sole: tanto che il non profit resta spesso l’unica sponda cui disperatamente aggrapparsi. Sull’assistenza domiciliare di supporto, ad esempio, c’è una terribile emergenza. «Ci vogliono volontari, basterebbe che i vicini di quartiere offrissero il loro aiuto qualche ora al mese per dare un po’ di respiro a chi si prende cura dei malati 24 ore su 24», esorta Tarantini. «Con l’Alzheimer non si riesce a improvvisare, per questo offriamo anche operatori specializzati capaci di grande empatia nella relazione d’aiuto», ribatte dall'associazione Seneca Roberta Garbagnati. Certo è che le famiglie non possono restare senza appoggi: «Il burn out da sovraccarico emotivo colpisce parenti, badanti e se sopraesposti persino i volontari».

Gli aiuti flessibili - Le famiglie, stremate, possono appoggiarsi talvolta sui ricoveri temporanei gratuiti che sono prescritti dal medico di base. Preziosi perché offrono al care-giver un po’ di tregua e ai medici l’occasione per aggiornare la terapia farmacologica. Oltre a questi ci sono i Centri diurni e i numerosi Punti fragilità delle Asl. Ma non basta. Non basta proprio. «Il maggior nemico della demenza è la solitudine. Se l’anziano smette di avere relazioni e si chiude in se stesso gli acciacchi parranno invalidanti prima ancora che lo diventino davvero» avverte Ilaria Maccalli di Aima che ospita gruppi di mutuo auto-aiuto per familiari, servizi di supporto per il disbrigo di pratiche e burocrazia e progetti per valorizzare la memoria degli anziani. Da qui, dalla necessità di spezzare l’isolamento dei nuclei familiari, è nata tempo fa l’idea di costituire gli Alzheimer Cafè, centri di aggregazione ludica, «più di vita che non di malattia», come dice Cristina Manuli dell’omonima Fondazione. «La ricerca lavora per trovare le cure non farmacologiche più efficaci e innovative: dalla biodanza alla musicoterapia, ai laboratori teatrali, all’arte-terapia a seconda dei casi». E pare che servano. «Tutto pur di dare sollievo al care giver e arginare il decadimento dell’anziano spronandolo a sfruttare le sue risorse residue», precisa ancora Anna Giuliani di Sacumè onlus attiva a Sesto San Giovanni con il progetto «Tenendosi per mano». A fine giornata, garantisce, «un sorriso ripaga di tutto».

fonte: milano.corriere.it – 11 febbraio 2013

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Il primo Premio Giornalistico su Malattie e Tumori Rari

Si può partecipare sino al 18 febbraio a questo premio, che è il primo del genere in Europa, voluto per sensibilizzare i mass-media sui diversi aspetti delle Malattie e dei Tumori Rari, per migliorare le competenze sulle fonti medico-scientifiche e l’approccio alla comunicazione sui problemi vissuti dai malati e dai loro familiari. A organizzarlo sono l’O.Ma.R. (Osservatorio Malattie Rare), la Fondazione Telethon e Orphanet Italia Non sempre brilla per qualità l’informazione scientifica e in particolare quella sulle Malattie Rare È stato prorogato al 18 febbraio il termine di partecipazione alla prima edizione del Premio Giornalistico Omar per le Malattie e i Tumori Rari, iniziativa organizzata dall’ O.Ma.R. (Osservatorio Malattie Rare), testata giornalistica interamente dedicata a tali temi, dalla Fondazione Telethon e da Orphanet Italia. Si tratta del primo concorso del genere in Europa, destinato in maniera specifica alle Malattie e ai Tumori Rari e per questa prima edizione sono in palio cinque premi per un totale di 13.000, con due premi assoluti (3.500 euro), che andranno rispettivamente alle categorie Stampa e web e Audio e video, mentre gli altri tre premi speciali (2.000 euro ciascuno), saranno assegnati a elaborati di qualsiasi tipologia, purché inerenti argomenti specifici (il Premio Celgene per i Tumori Rari, il Premio InterMune per le Malattie Rare del Polmone e il Premio Shire per la Terapia Domiciliare). La premiazione è in programma per l’11 marzo a Riva del Garda (Trento), nel corso della Convention scientifica di Telethon, che ospiterà anche il terzo Convegno delle Associazioni amiche della Fondazione. Come spiegano i promotori, «questo premio intende sensibilizzare i mass-media sui diversi aspetti delle Malattie e dei Tumori Rari, migliorare le competenze sulle fonti medico-scientifiche e l’approccio alla comunicazione sui problemi che vivono i pazienti e i loro familiari». Finalità, queste, che hanno trovato un pieno appoggio anche da parte dei pazienti, delle istituzioni scientifiche e del mondo della stampa e dell’editoria. E infatti, UNIAMO-FIMR (Federazione Italiana malattie Rare) e il CNMR (Centro Nazionale Malattie Rare) dell’Istituto Superiore di Sanità sono partner dell’iniziativa, che è patrocinata anche da Eurordis, la Federazione Europea delle Associazioni di Pazienti impegnati sulle Malattie Rare, dall’Ordine dei Giornalisti, dalla FNSI (Federazione Nazionale della Stampa Italiana), dall’ASR (Associazione Stampa Romana), dalla FIEG (Federazione Italiana Editori di Giornali), dall’ASMI (Associazione Stampa Medica Italiana), dall’USPI fonte: superando.it – 11 febbraio 2013

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Giornata europea dell'epilessia, campagna informati va nelle scuole

Se all'improvviso... un bambino viene colto da una crisi epilettica a scuola? E' la domanda più frequente che gli insegnanti rivolgono ai neurologi e che ha dato il nome alla Campagna di sensibilizzazione nelle scuole promossa dai neurologi della Lega italiana contro l'Epilessia (Lice) in occasione della Giornata europea per l'Epilessia, 11 febbraio 2013. Diciassette regioni coinvolte, 150 scuole previste, oltre 700 insegnanti e circa 15.000 bambini: questi i numeri dell'iniziativa organizzata allo scopo di informare e sensibilizzare insegnanti e bambini di prima e seconda elementare sulla malattia neurologica più diffusa al mondo che, ancora oggi, suscita tanti pregiudizi. Nel nostro Paese, l'epilessia conta oltre 500.000 malati, circa 30.000 casi nuovi all'anno e un'incidenza particolarmente elevata nei bambini. Tra i più piccoli, la fascia d'età più a rischio è quella sotto il primo anno di vita. La campagna "Se all'improvviso.." cercherà di colmare quelle lacune sulla conoscenza della epilessia, emerse dalla survey condotta dalla Lice sui docenti di scuola primaria e pubblicata sulla rivista Epilepsy and Behavior.1 Dall'indagine risulta che ben il 44% degli insegnanti dichiara di avere o aver avuto un bambino con epilessia in classe, ma che solo i 2/3 di questi e' stato informato dai genitori.

Le difficoltà dei genitori nei confronti della malattia sono state riscontrate anche dagli stessi insegnanti: infatti, il 64% di questi non si sente in grado di gestire un bambino con una crisi epilettica in atto, mentre il 57,9 degli intervistati pensa di dover porre un oggetto in bocca al bambino durante una crisi. Il 24,7% pensa che l'epilessia metta a rischio le capacità di apprendimento del bambino e il 32,8% pensa che la malattia sia un impedimento per l'attività motoria e ricreativa. A differenza di quanto comunemente si creda, l'epilessia non incide in modo significativo sulle capacità di apprendimento del bambino, tanto meno sulle sue possibilità di gioco: se non soffre di forme gravi, il bambino epilettico può prendere parte a tutte le attività che vengono svolte in classe.

In caso di crisi epilettica in classe, non bisogna mai infilare oggetti in bocca né tantomeno cercare di bloccare la persona. Far sì, invece, che il bambino non si faccia male, sfilando gli occhiali e ponendo, se possibile, un cuscino sotto la testa. Sono queste alcune delle conoscenze di base sull'epilessia che verranno fornite nelle scuole attraverso il progetto "Se all'improvviso.." che aiuterà gli insegnanti e i bambini a conoscere l'epilessia e a non averne paura, anche attraverso l'impiego strumenti adatti ai più piccoli, come la fiaba Sara e le sbiruline di Emily, una brochure che propone un percorso ludico educativo e un poster con illustrazioni a fumetti relativo alle prime manovre di soccorso da effettuare in caso di crisi epilettica. Oltre alla finalità informativa, il progetto 'Se all'improvviso..' prevederà anche un'indagine tra gli insegnanti con l'obiettivo di capire come l'epilessia viene percepita all'interno della scuola e di valutare l'impatto della attività proposte in classe sulla conoscenza della malattia. I risultati preliminari dell'indagine verranno comunicati in occasione della Giornata nazionale per l'epilessia 2013, che quest'anno si celebra il 5 maggio, con iniziative in tutta Italia.

fonte: superabile.it – 12 febbraio 2013

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Yoyopiederuota: quando la disabilita' fa canesto co n l'abilita'

Segnaliamo con piacere un progetto pensato per i più piccoli, per raccontare l'incontro tra la disabilità e l'abilità. Si tratta di YoYo Piederuota, la storia che la compagnia Santibribagnti sta portando nei teatri d'Italia, e che si è guadagnata la Menzione speciale giuria adulti Giocateatro Torino 2012 "per aver saputo raccontare l'amicizia che va al di là delle barriere"oltre alla Menzione speciale giuria bambini Giocateatro Torino 2012 "perchè ci è piaciuto molto!". La storia è una vicenda di integrazione, di conoscenza reciproca attraverso uno straordinario strumento di unione come può essere lo sport. Giovanni e Giorgia sono i due protagonisti, entrambi chiamati Yo. Lui, troppo alto e con due grandi piedi per correre. Lei, troppo arrabbiata e con due grandi ruote per forza. Due personaggi che mettono attenzione all'uso e alla scoperta del corpo, in un caso libero da impedimenti, nell'altro costretto su una sedia a rotelle. E sarà attraverso un atto fisico come la pratica del basket che si svilupperà il terreno di confronto tra i due. Accettazione di se stessi e conseguente accettazione dell'altro è la prima tappa per una strada lastricata di consapevolezze, che sarà il loro cammino di crescita. Nelle intenzioni dei promotori, vi era la ricerca di una leggerezza nel raccontare ai bambini una storia di "diversità", pur emozionando i piccoli spettatori (ricordiamo che lo spettacolo è pensato per bambini dai sei anni in su) su aspetti sensibili in loro, come la competizione, l'amicizia tra maschio e femmina, il bisogno di omologazione. Chi volesse non perdersi lo spettacolo, queste le prossime date: 14 febbraio 2013 - Teatro Alfieri - Asti 15 febbraio 2013 - Teatro I Portici - Fossano (CN) 13 marzo 2013 - Teatro Stabile - Trieste 14 marzo 2013 - Auditorium S. Anna - Verbania 19 marzo 2013 - Barberino del Mugello (FI) 20 marzo 2013 - CinemaTeatro Magenta - Magenta (MI) Info Santibriganti Teatro tel +39 - 011.643038 www.santibriganti.it [email protected] fonte: disabili.com – 12 febbraio 2013

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Lo shiatsu e le persone cieche: un rapporto in cres cita Dalla nascita della disciplina in Giappone ai corsi di formazione dell'Accademia italiana Shiatsu Do di Firenze: il maestro Sauro Fani racconta la storia, gli sviluppi e le potenzialità di una pratica che, inizialmente, era svolta soprattutto da persone cieche. E che ancora oggi rappresenta una preziosa opportunità Si è concluso a Firenze il nono corso Shiatsu dedicato a ciechi ed ipovedenti, realizzato dall'Accademia Italiana Shiatsu Do, in collaborazione con il Consiglio Regionale Uici della Toscana. Giunto oramai alla sua nona edizione, ha visto in questi quasi 10 anni la partecipazione di circa un centinaio di non vedenti ed ipovedenti provenienti da tutta Italia. A raccontare il senso di questa iniziativa, soprattutto in relazione con le persone non vedenti, è il maestro Sauro Fani. "Per cercare di fare chiarezza e sgomberare i molti luoghi comuni, potremmo dire che lo shiatsu, è considerata una disciplina ‘evolutiva', la cui espressione tecnica si basa sul portare una serie di pressioni con il palmo della mano, con il pollice e con il gomito su determinate zone del corpo, e lungo percorsi energetici riconosciuti e studiati da millenni; proprio a causa del sostegno, l'avvolgenza e la cura che l'operatore porta nell'accompagnare colui che riceve il trattamento, si riscontra la diversità con alcune forme di massaggio tradizionale dove si hanno impastamenti, sfregamenti, manipolazioni ecc, direttamente sulla pelle. Lo shiatsu, di origine giapponese, nella sua forma di massimo rispetto per l'essere, si esercita sulla persona vestita, adagiata su comodi futon". Come forma di terapia manuale dapprima denominata "Anma", questa tecnica nasce in Giappone all'inizio del ventesimo secolo. Come ricorda Sauro Fani, "fin dagli inizi del ventesimo secolo, la pratica dello Shiatsu era quasi totalmente appannaggio dei ciechi, che potevano così garantirsi il sostentamento economico. Nel Giappone occupato dopo la seconda Guerra mondiale, il generale Douglas MacArthur proibì la pratica di ogni medicina tradizionale, quale agopuntura, moxibustione e Shiatsu, ritenendo queste tecniche non scientifiche e pertanto superflue. Di conseguenza, molti terapisti persero il lavoro e tanti giapponesi ciechi si trovarono nella più completa disperazione, al punto da arrivare, in alcuni casi, al suicidio". Ad attivarsi fu allora l'associazione giapponese dei Ciechi, che inviò un appello alla scrittrice ed insegnante statunitense sordo-cieca Helen Keller, chiedendo la sua intercessione. "La Keller scrisse al presidente degli Stati Uniti Harry Truman - riferisce Fani - che a sua volta fece pressione sul Generale MacArthur, affinché questi cambiasse la legge in vigore. Gli esperti di Shiatsu ed Agopuntura ciechi del Giappone onorano ancora la memoria di Helen Keller: a Tokyo è stata istituita una scuola di Shiatsu ed Agopuntura, soprattutto per i ciechi, chiamata appunto The Helen Keller Institute. Ma è agli inizi degli anni novanta - continua - che lo Shiatsu ha sviluppato un percorso autonomo, producendo forme originali e creando nuovi spazi. Oggi abbiamo professionisti shiatsu non vedenti, che prestano la loro opera presso centri anziani, palestre, o in studi privati, e alcuni fisioterapisti e psicoterapeuti, che hanno integrato lo Shiatsu nella loro professione. Ma l'aspetto più importante che preme sottolineare, è il potente valore d'integrazione sociale che questa disciplina estrinseca attraverso la sua diffusione". Per quanto riguarda i corsi di formazione per persone non vedenti, "da circa 10 anni - riferisce Fani - la sede fiorentina dell'accademia Italiana Shiatsu Do, organizza questi percorsi formativi, grazie ad istruttori ed assistenti che, nel tempo, hanno maturato le necessarie competenze al fine di poter trasmettere con efficacia e semplicità le particolari tecniche e posture utilizzate. Infatti, a differenza di quel che avviene nei corsi tradizionali, dove ogni posizione o sequenza viene dimostrata visivamente agli alunni che in un secondo momento dovranno ripeterla, qui verrà verbalizzato ogni movimento che gli allievi andranno poi ad eseguire, accompagnandoli così in un lavoro sia individuale che di gruppo.

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Paradossalmente, considerando che i corsi sono adattati alle specifiche necessità di chi non vede o vede poco, ma che non vogliono e non debbono essere ad loro esclusivo appannaggio, gli allievi vedenti inseriti in questi corsi trovano particolarmente prezioso questo doppio canale di formazione visiva ed uditiva, innescando così quell'integrazione tra ciechi e vedenti, che nasce da un comune linguaggio del corpo. Il corso prevede un primo incontro introduttivo, nel quale iniziano a muovere i primi passi in questa disciplina. Per chi intende poi proseguire la formazione, le lezioni avranno scadenza mensile, e saranno essenzialmente basate su esperienze pratiche. Non è richiesta alcuna preparazione in particolari discipline o materie: l'unica cosa necessaria è la curiosità di scoprire una disciplina che, se affrontata con passione, può cambiare davvero il nostro modo di essere e di rapportarsi con il mondo che ci circonda". fonte: superabile.it – 13 febbraio 2013

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A Carpi, dove la disabilità continua a fare cultura

Nuovo appuntamento, il 16 febbraio a Carpi (Modena), per la quarta edizione di “Nati per vincere?”, iniziativa nata allo scopo di sensibilizzare sul tema della diversità, partendo dallo specifico àmbito della disabilità. La pianista con sindrome di Down Erika Govi, l’associazione musical Gospel Sound e Claudio Imprudente, gli ospiti della giornata, che prevede anche esibizioni di cani guida per non vedenti

Dopo l’avvio, nel gennaio scorso, con il giovane chitarrista non vedente Noè Socha – evento di cui abbiamo ampiamente riferito – prosegue a Carpi (Modena) il percorso della quarta edizione di Nati per vincere?, iniziativa nata allo scopo di sensibilizzare sul tema della diversità, partendo dallo specifico àmbito della disabilità, per volontà di alcune associazioni locali (Il Tesoro Nascosto – Associazione Genitori Figli con Disabilità; ANMIC Modena – Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi Civili; ASPHI Bologna – Avviamento e Sviluppo di Progetti per ridurre l’Handicap mediante l’Informatica; ANGSA Emilia Romagna – Associazione Nazionale Genitori Soggetti Autistici), con la collaborazione del Comune di Carpi, delle Istituzioni scolastiche, del CIP Emilia Romagna (Comitato Italiano Paralimpico), dell’Istituto dei Ciechi Cavazza di Bologna e della Polisportiva San Marinese.

Il prossimo appuntamento è in programma per sabato 16 febbraio (Parrocchia di Quartirolo, Via Marx, 109, ore 8.45-12), quando la cittadinanza e gli studenti delle scuole elementari e medie (ingresso libero) potranno incontrare Erika Govi, pianista carpigiana con sindrome di Down, il coro dell’associazione musicale Gospel Sound di Carpi e Claudio Imprudente, giornalista, scrittore e presidente del Centro Handicap di Bologna, noto anche come “l’uomo con la tavoletta trasparente”, in riferimento al metodo che usa per comunicare.

A seguire – per gli studenti delle scuole primarie e secondarie di primo grado – è prevista l’esibizione dei cani guida che i Lions donano alle persone non vedenti.

Vale infine la pena ricordare che è sempre in svolgimento, fino al 15 marzo, il concorso letterario nazionale di poesie e racconti brevi Nati per Vincere? Persone disabili e affettività, con sezioni dedicate ad adulti e studenti.

fonte: superando.it – 14 febbraio 2013

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Come aiutare i figli disabili nel distacco dalla fa miglia

Un progetto pilota rivolto a persone disabili adulte e alle loro famiglie per avviare un percorso di progressivo distacco verso una vita autonoma attraverso la sperimentazione, in piccoli gruppi, della vita in un luogo diverso dalla propria abitazione familiare durante i fine settimana, seguita da una fase di confronto in una serie di incontri serali.

“Autonomia in famiglia e dalla famiglia” è il nome di questo progetto, promosso dall’associazione Progetto per la vita, in collaborazione con Fondazione Casa del Volontariato, Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi, con il patrocinio del Comune di Carpi e con il contributo Confederazione italiana agricoltori e associazione Il tesoro nascosto.

Cosa succederà ai nostri figli ‘dopo di noi’? Che ne sarà dei nostri cari quando, una volta cresciuti loro ed invecchiati noi genitori, dovranno ‘cavarsela da soli’? E’ a partire da questo interrogativo angosciante per le famiglie dei disabili, che è nato il progetto di cui sono responsabili le psicologhe e psicoterapeute Raffaella De Santis e Vera Morselli.

Sabato 23 febbraio 2013 DALLE 9 ALLE 12.30 alla presenza di numerosi esperti si terrà un’assemblea presso la Casa del Volontariato di via Peruzzi 22 a Carpi, nel corso della quale ragazzi e famiglie potranno affrontare ed approfondire, nel ruolo di protagonisti, le tematiche principali che accompagnano la vita adulta ed il percorso di autonomia.

Da novembre 2012 questi ragazzi hanno iniziato i primi week end in autonomia, esperienze che saranno presentate come progetti pilota nella giornata del 23, evidenziando le eventuali problematiche e difficoltà dei ragazzi e delle famiglie coinvolte.

fonte: volontariamo.com –14 febbraio 2013

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Osservatorio Nazionale sulla condizione delle perso ne con disabilità

Il primo Programma d’azione italiano per la promozione dei diritti e l’integrazione delle persone con disabilità è stato approvato ieri dall’Osservatorio Nazionale sulla condizione delle persone con disabilità, che ha sede presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. L’approvazione del Programma segna un importante risultato nel campo delle politiche a favore delle persone con disabilità e arriva dopo l’invio, lo scorso mese di novembre, del primo Rapporto italiano alle Nazioni Unite sulla implementazione della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità nel nostro Paese. Il programma, che ha respiro biennale, individua le aree prioritarie verso cui indirizzare azioni e interventi per la promozione e la tutela dei diritti delle persone con disabilità, in una prospettiva coerente e unitaria, al fine di contribuire al raggiungimento degli obiettivi generali della Strategia europea sulla disabilità 2010-2020 e della Convenzione ONU ratificata dall’Italia nel 2009. Il testo dovrà essere sottoposto a lettura nel Consiglio dei Ministri e al parere della Conferenza Unificata, per poi essere adottato come Decreto del Presidente della Repubblica. “Esprimiamo vivo apprezzamento per il risultato conseguito - hanno commentato il Ministro Elsa Fornero e il Sottosegretario Maria Cecilia Guerra - in primo luogo per il clima di grande collaborazione che ha caratterizzato il lavoro di esponenti delle amministrazioni, rappresentanti delle parti sociali e delle federazioni e delle associazioni delle persone con disabilità”. fonte: lavoro.gov.it – 14 febbraio 2013

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Assistenza a studenti disabili, importante accordo tra Università, CAF e il Patronato Acli

Grazie a un accordo tra l'Università con il CAF ed il Patronato Acli di Sassari, gli studenti disabili iscritti all'Ateneo potranno rivolgersi allo sportello di via Roma 130 a Sassari e ottenere gratuitamente consulenza per una serie di servizi. Più in particolare, il CAF ed il Patronato Acli di Sassari forniranno assistenza per quanto attiene la miglior gestione del contributo assegnato dall'Università di Sassari agli studenti disabili per retribuire i tutor che li supportano nelle attività didattiche e nella vita universitaria in genere.

L'intesa è stata raggiunta grazie alla disponibilità del CAF e del Patronato Acli di Sassari nella persona dei direttori dei servizi Vincenzo Delogu e Silvia Vagnoni, attraverso la mediazione degli uffici dell'Università, d'intesa con la Commissione di Ateneo per le problematiche degli studenti disabili. Gli uffici delle Acli si trovano a Sassari in via Roma 130 e gli sportelli riservati agli studenti portatori di disabilità sono aperti nei giorni lunedì e giovedì dalle ore 10.00 alle ore 12.00; telefono: 079/2829212; e mail [email protected] e [email protected].

fonte: buongiornoalghero.it – 15 febbraio 2013

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Accessibilita' della cultura: la sottotitolazione i n tempo reale La sottotitolazione a distanza è uno strumento utile per rendere fruibili eventi pubblici anche da parte di persone sorde, ancora usato troppo poco Come non manchiamo di dire spesso e volentieri, accessibilità non sono solo scalini invalicabili, ma anche gli ostacoli nel godere, ad esempio, del proprio tempo libero e della cultura. Grazie agli amici dell'Associazione CulturAbile Onlus facciamo un piccolo focus sulla situazione della fruizione di eventi pubblici (che possono essere un meeting, un consiglio di amministrazione, una lezione universitaria, o la messa) da parte di persone sorde. L'accesso a questo tipo di momenti dovrebbe essere un diritto che ciascuno può pretendere, poiché tanto la legislazione Italiana quanto la Convenzione sui Diritti della Persona con Disabilità lo indicano come tale. Ancora pochi sono però oggi gli eventi pubblici che lo rendono un diritto applicato. Un modo per consente alle persone sorde di seguire adeguatamente un evento è quello di realizzarne una sottotitolazione in tempo reale. Come ricordato dagli amici di CulturAbile, la sottotitolazione in diretta può essere realizzata con diverse tecniche, dalla scrittura veloce alla stenotipia al riconoscimento del parlato (respeaking); le modalità di erogazione del servizio sono essenzialmente due: in presenza e a distanza. Con la prima modalità, l'operatore è fisicamente presente sul luogo dell'evento ed eroga il servizio di sottotitolazione: la sua postazione (nella maggior parte dei casi composta solo da un computer e dal programma di videoscrittura/stenotipia o riconoscimento del parlato) è collegato ad un proiettore, che consente di proiettare quanto scritto in modo da essere letto e fruito da chi ne ha bisogno. Con la seconda modalità, un collegamento web (anche con chiavetta) consente all'operatore in remoto di ascoltare, nel vincolo della massima riservatezza, quanto viene detto nella sede dell'evento, e di trascriverlo o 'tradurlo' in sottotitoli. In questo modo, le persone che hanno bisogno dei sottotitoli ne potranno fruire tramite web. Le informazioni, infatti, confluiranno su un'apposita pagina dedicata, a cui saranno connessi soltanto l'operatore e le persone che leggono i sottotitoli. Modalità inclusive, quindi, che potrebbero davvero consentire di far uscire dall'esclusione molte persone sorde da momenti culturali a cui invece hanno pieno diritto. Per chi volesse saperne di più su queste tecniche, rimandiamo alla pagina dedicata dell'associazione. fonte: disabili.com – 18 febbraio 2013

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Laboratori di web radio per bimbi con bisogni speci ali

«L’ambiente radiofonico – spiegano infatti i responsabili di ProgettoAutismo FVG – è particolarmente adatto a bambini con disturbi della comunicazione anche legati allo spettro autistico, perché permette di canalizzare l’espressività e le predisposizioni di ciascuno». Nasce da tale concetto l’iniziativa voluta dalla Fondazione Radio Magica, insieme alla stessa Associazione friulana Ci eravamo già occupati, qualche tempo fa, di Radio Magica, la piattaforma online curata dall’omonima Fondazione, dotata di web radio e dedicata a bambini e ragazzi da 0 a 13 anni, alle famiglie e alle scuole. Ora, grazie a un programma voluto insieme all’Associazione ProgettoAutismo FVG, si è deciso di avviare un laboratorio sperimentale di nove mesi, per almeno una dozzina di bimbi che frequentano il Centro Diurno di quella stesSa Associazione, progetto del costo di circa 20.00 euro, finanziato per la metà dalle organizzazioni promotrici, che ora cercano le risorse necessarie a completarlo. «L’ambiente radiofonico – spiegano i responsabili di ProgettoAutismo FVG – è particolarmente adatto a bambini con disturbi della comunicazione anche legati allo spettro autistico, perché permette di canalizzare l’espressività e le predisposizioni di ciascuno attraverso tecniche e strumenti che permettono di superare vincoli relazionali». E in tal senso, grazie al supporto di un’équipe medico-scientifica e di professionisti della radio, Radio Magica crea appunto laboratori su misura nei quali il bambino, con le sue abilità, è protagonista dei contenuti che egli stesso contribuisce a realizzare assieme a un gruppo di pari. In tal modo, oltre a massimizzare gli stimoli che derivano dal lavoro di squadra, si consente ai bimbi di apprendere nuove competenze e di ricevere immediata soddisfazione nel vederle applicate su compiti non banali, a contenuto artistico ed intellettivo, ciò che ne rafforza l’autostima, con evidenti benefìci nella sua vita quotidiana fonte: superando.it – 18 febbraio 2013

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Malattie rare. Italia protagonista della VI Giornat a Mondiale

Appuntamento il 28 febbraio per l'evento che dà voce ai 30 milioni di pazienti solo in Europa. Le organizzazioni di pazienti di malattie rare uniranno le forze per sensibilizzare l’opinione pubblica e i politici. Quest'anno il messaggio sarà affidato a uno spot italiano che verrà trasmesso in tutto il mondo.

“Malattie rare senza frontiere”. È questo lo slogan che il 28 febbraio 2013 accompagnerà la VI Giornata Mondiale per le malattie Rare, ideata e promossa dalla European Organisation for Rare Disease (EURORDIS) e dal suo Consiglio delle Alleanze Nazionali. Dal suo lancio, nel 2008, la Giornata delle Malattie Rare ha coinvolto progressivamente i Paesi dell’Unione Europea, gli Stati Uniti, fino ad arrivare ai 63 Paesi attuali, divenendo di fatto un momento mondiale di solidarietà e visibilità dei malati rari. Lo slogan di quest’anno è stato scelto perché si vuole puntare l’attenzione sulla cooperazione e la collaborazione. Sottolinea la necessità di lavorare insieme condividendo conoscenze e risorse, abbattendo le frontiere che emarginano ed oscurano le malattie rare e coloro che ne sono colpiti. “Malattie Rare senza frontiere” significa, infatti, sviluppare una straordinaria rete mondiale di solidarietà costruttiva in grado di far uscire le malattie rare e i pazienti dal loro isolamento e dalla loro solitudine. In Italia, secondo Uniamo, la Federazione italiana delle malattie rare, questo messaggio è “doppiamente importante perché, nonostante i passi avanti fatti negli ultimi anni, la tempestività della diagnosi, l’accesso, la disponibilità e il livello di qualità dell’assistenza medica e riabilitativa non sono uguali in tutte le Regioni”. “La comunità dei malati rari – afferma la Federazione in una nota - deve sapere che non è sola ma può contare su una rete che affronta problemi comuni. Esistono più di 6.000 malattie rare che affliggono più di 60 milioni di persone in Europa e negli Stati Uniti. Molte malattie rare sono genetiche, croniche e spesso invalidanti con un impatto importante nel quotidiano. La ricerca sulle malattie rare avrebbe enormi opportunità di successo se si raccogliessero a livello internazionale i finanziamenti e si organizzassero i gruppi di ricerca e i gruppi di pazienti in una coordinata e comune azione in rete oltre i confini nazionali”. L’Italia protagonista della Campagna internazionale Il video ufficiale della Giornata mondiale delle Malattie Rare 2013, ispirato allo slogan e che accompagna lo spettatore in un viaggio magico che sostiene la necessità di una cooperazione internazionale nel campo delle malattie rare per trovare soluzioni e speranze, vede protagonista l’Italia. EURORDIS, infatti, ha affidato la realizzazione dello spot virale della Giornata a Carlo Hintermann, regista del docu-film su una malattia rara, la Xeroderma Pigmentosum: The Dark Side of the Sun, vincitore di numerosi premi. Italiani anche gli attori protagonisti dello spot: Margherita Petroni (Associazione Italiana Sindrome di Noonan ANGELI NOONAN Onlus)e Simone Gaito (Associazione Parent Project onlus), entrambi pazienti rari. Le immagini utilizzate nella campagna di comunicazione sono tratte dallo spot e dal suo messaggio finale. Il regista, gli animatori e la produzione, la Citrullo International, come i piccoli attori, hanno offerto la loro opera pro bono.

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L'idea portante del promo, ha spiegato Carlo Hintermann, è stata quella di usare una tecnica mista di riprese live action e animazione come in The Dark Side of the Sun. In questo caso l'animazione è stop motion, realizzata con pupazzi di plastilina. “Gli animatori Lulù Cancrini e Marco Varriale hanno fatto un bel lavoro nel ricostruire questo universo fantastico, così come Giancarlo Leggeri e Piero Lassandro, rispettivamente direttore della fotografia e montatore. La vera sorpresa sono stati i due protagonisti Simone Gaito e Margherita Petroni, che quasi fossero attori navigati hanno reso la parte live action credibile e toccante. Tutti hanno partecipato a titolo gratuito ma con grande professionalità e passione. Per questo ricordo anche il montatore del suono Giuseppe D'Amato, i realizzatori della sezione CGI Simon Mazzamuto e Roberta Tripodi e il colorist Gabriele Gianni. In ultimo – conclude Hintermann - l'aver concesso i diritti per l'utilizzo della canzone I Saved the World Today da parte di Annie Lennox degli Eurythmics e della Sony Music mi sembra un grande valore aggiunto che testimonia come il tema delle malattie rare trovi una sponda in artisti di grandissimo profilo”. Verso un Piano nazionale malattie rare 2013/2016 Il 2013 è l’anno in cui verrà varato il Piano nazionale delle malattie rare, come previsto dalle Raccomandazioni del Consiglio d’Europa, di cui il Governo italiano ha presentato nel dicembre 2012 una prima proposta. La bozza del Piano ha recepito parte delle proposte emerse dalla Conferenza Nazionale Europlan organizzata da UNIAMO Federazione Italiana Malattie Rare onlus insieme agli altri attori istituzionali della comunità delle Malattie rare. Il Ministero della Salute ha dato modo alle associazioni di pazienti, alle società scientifiche e agli stessi presidi della rete nazionale di poter migliorare concretamente la proposta di piano attraverso una consultazione pubblica conclusa nei primi giorni di febbraio 2013. “L’applicazione di un piano nazionale per le malattie rare – secondo Uniamo - è un importante passo avanti verso un alto e uniforme livello qualitativo dell’assistenza al malato raro, soprattutto se sarà prevista una modalità di valutazione dei risultati e la sua sostenibilità economica e finanziaria nel tempo”. La Campagna italiana Questa campagna coinvolge tutti coloro che sono interessati alle malattie rare e alla condizione dei malati rari: pazienti, associazioni di pazienti, ricercatori, associazioni e industrie del farmaco e delle biotecnologie, professionisti della salute, media, accademici. Si rivolge in particolare ai responsabili politici, alle autorità pubbliche e al grande pubblico per sensibilizzarli a sostenere il progresso delle politiche socio-sanitarie in questo ambito. In Italia si sono mobilitate oltre 100 città con eventi di sensibilizzazione che vanno da convegni scientifici a incontri nelle scuole, da feste in piazza a punti informativi nelle farmacie. A tutti UNIAMO FIMR Onlus, che coordina la Giornata per l’Italia, fornisce manifesti, locandine, spille, palloncini celebrativi e opuscoli informativi grazie al contributo di Farmindustria Informazioni sono reperibili sul sito di UNIAMO http://www.uniamo.org , nella sezione riservata alla Giornata, insieme a tutti gli eventi che si svolgono in tutta Italia. fonte: quotidianosanita.it – 18 febbraio 2013

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Agenzia mobilità Roma propone Banca dati nazionale permessi disabili “I comuni avrebbero uno strumento efficace per autorizzare i veicoli” L’Agenzia Roma Servizi per la Mobilità si propone di promuovere l’introduzione di una Banca Dati Nazionale Dei Permessi per la raccolta dei dati delle persone con disabilità e delle targhe dei veicoli da essi utilizzate. Lo ha annunciato oggi a Milano Marco Volpe responsabile del Servizio Permessistica di Agenzia per la mobilità di Roma Capitale. “I comuni avrebbero uno strumento efficace per autorizzare i veicoli alla circolazione nelle proprie Ztl, senza che il titolare del permesso abbia l’onere di comunicarli - ha spiegato Volpe intervenendo al seminario dell’Anglat, sul “Contrassegno unificato disabili europeo – Cude” nell’ambito della Borsa Internazionale del Turismo (Bit) - e verrebbero limitati gli abusi di quanti non hanno diritto al contrassegno o lo utilizzano in maniera impropria’’. L’Agenzia per la mobilità prevede di introdurre “a breve” il contrassegno speciale per persone con disabilità secondo il nuovo formato europeo, dotato di chip Rfid che permette il riscontro dell’originalità’ e della validità del permesso. Due le fasi: prima gestendo le sole domande presentate direttamente per il rilascio di primi contrassegni o la concessione di rinnovi e/o duplicati; in un secondo momento contattando tutti i titolari di contrassegno senza scadenza per la sostituzione con il nuovo permesso europeo. Perché introdurre il Chip Rfid Da un’indagine condotta a Roma “è emerso l’utilizzo di un numero molto elevato di permessi intestati a soggetti deceduti. Tali contrassegni, non più validi perché revocati d’ufficio dalla nostra Agenzia grazie a verifiche anagrafiche mirate, vengono però utilizzati – ha sottolineato Volpe – per sostare gratuitamente nelle aree tariffate sfruttando l’attuale impossibilità degli organi accertatori deputati al controllo di riscontrarne immediatamente l’originalità’ e la validità. L’introduzione del chip Rfid e la contestuale adozione da parte degli organi accertatori di specifici lettori, consentirà agli stessi di verificare rapidamente la validità del permesso speciale di circolazione. Attraverso questo strumento, sarà possibile – ha spiegato il tecnico di Agenzia - perseguire coloro che abusano di un titolo autorizzativo di cui non hanno diritto. Permessi validi a Roma: 62.114 (150.689 targhe associate) Permessi altri comuni 8.318 (19.621 targhe associate) Permessi validi totali 70.432 (170.310 targhe associate) Agenzia per la mobilità ha sottoscritto la ‘’Lettera di intenti sul contrassegno disabili’’ proposta da Anglat (Associazione di categoria che ha lo scopo di migliorare, relativamente ai trasporti, le normative in vigore onde consentire a tutti i disabili di fruire del diritto alla mobilita’ con la quale si chiede tra l’altro di realizzare il ‘’Contrassegno unificato disabili europeo – Cude, per migliorare il diritto alla mobilità di tutti i cittadini italiani ed europei; realizzare un sito web con percorsi, varchi di accesso, numeri di telefono per segnalare il transito di un disabile; istituire un numero verde di supporto ai turisti disabili; un registro informatico accessibile a comuni e polizia stradale per il controllo della validità dei permessi e la determinazione di criteri medico legali per la concessione o il rinnovo del contrassegno disabili. fonte: ilvelino.it – 18 febbraio 2013

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Magnifiche interferenze che fanno scoprire le abili ta' differenti

Ritorna a maggio la 15esima edizione del festival delle Abilità differenti: spazio all'arte in tutte le sue forme! Magnifiche interferenze, rotture improvvise e impreviste della realtà che invitano a fermarsi per un secondo e a valutare quello che ci circonda con occhi diversi. E' questo il tema di quest'anno del Festival Internazionale delle Abilità Differenti che con il titolo, appunto, Magnifiche interferenze, torna per la sua 15esima edizione. Dal 4 al 14 maggio 2013, dunque, Carpi, Correggio, Modena e Bologna ospiteranno la manifestazione promossa dalla Cooperativa Sociale Nazareno che celebrerà l'arte in tutte le sue forme. Spazio dunque a spettacoli di danza, musica e teatro, ai dibattiti, ai convegni ed ai laboratori, oltre a una mostra d'arte nella quale opere di artisti di nota fama saranno esposte assieme ad opere di artisti cosiddetti 'irregolari', intendendo pittori che non hanno avuto una formazione di tipo tradizionale. L'edizione 2013 si aprirà con il Sidecar Tour promosso dal motoclub UISP di Carpi e dal motoclub di San Martino in Rio che accompagneranno i protagonisti della manifestazione in un tour enogastronomico sulle frecce a tre ruote. La fascia diurna del festival ospiterà laboratori di danza, arti marziali, ceramica e musica che saranno aperti a scuole e centri socio-riabilitativi. Una cornice inusuale accoglierà lo spettacolo teatrale Zigulì, tratto dall'omonimo libro di Massimiliano Verga. Lo spettacolo, dedicato ad un'esperienza di paternità estrema con un figlio con disabilità, viene portato in scena dall'attore Francesco Colella, con la regia di Francesco Lagi. Il Teatro Asioli di Correggio ospiterà la sesta edizione dell'Open Festival, concorso rassegna dedicato ad esibizioni di teatro e danza, realizzati da compagnie integrate di artisti in erba. Come negli anni scorsi, l'Istituto San Tomaso di Correggio e la Fondazione Bellelli Contarelli collaboreranno all'implementazione dell'Open Festival. La Compagnia Teatrale Manolibera si cimenterà a Carpi nella rappresentazione di un'opera di Flannery O' Connor, mentre a Correggio la compagnia della Cooperativa Nazareno, assieme alla Compagnia Teatrale 'Gli Opliti' del Liceo Corso di Correggio, rappresenterà 'Il Borghese Gentiluomo' di Molière. La città di Modena, nell'innovativa location del Museo Casa Enzo Ferrari, ospiterà uno spettacolo musicale sperimentale che vedrà collaborare la Band Scià Scià, composta da artisti con abilità differenti, l'orchestra della scuola A.Pio di Carpi e affermati cantanti operistici internazionali della Fondazione Luciano Pavarotti, sotto la direzione artistica del M. Paolo Andreoli. A condurre la serata, due testimonial d'eccezione: Paolo Cevoli e Claudia Penoni, tra i comici più amati di Zelig. La Cooperativa Nazareno sta inoltre progettando di realizzare 'Delizie d'orchestra', un concerto nel quale l'Orchestra Nazareno, insieme a noti musicisti, realizzerà un kitchen-concert, durante il quale verranno espresse musicalmente le varie fasi di preparazione del cibo in un polisensoriale show-cooking, realizzato in collaborazione con la Cooperativa Sociale Botteghe e Mestieri, un noto chef internazionale e Cucine Angelo Po. La splendida cornice di Casa Mantovani, a Bologna, farà da teatro alla tappa bolognese del Festival che ospiterà, oltre alla mostra delle opere realizzate dagli ospiti della residenza, ad un'esibizione di musica partenopea. Tre convegni vedranno protagonista un approccio differente alla psicopatologia, ai disturbi specifici dell'apprendimento ed al diritto alla salute. Questi momenti verranno realizzati in collaborazione con il il Prof. Strippoli e Scuola Centrale di Formazione. fonte: disabili.com – 18 febbraio 2013

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Arte, inaugurata a Potenza mostra 'Amore diversamen te abile' Inaugurata la mostra di pittura e poesia ‘Amore diversamente abile’ allestita nell’atrio del Palazzo di Città in piazza Matteotti a Potenza. A darne notizia l’amministrazione comunale di Potenza. Una trentina le tele della ventisettenne Sandra Mancino e quaranta le poesie di Enzo De Lorenzo. Una sorta di “commento reciproco” quello offerto dalle opere esposte, secondo quanto spiegato dalla Mancino nel corso della serata. Il fil rouge – come si legge nella nota - è infatti, la fede in Cristo e, in tutti i quadri, così come in tutte le poesie, la presenza dello Spirito Santo è percepibile, quasi palpabile sia per chi quelle opere le ha realizzate, sia per quanti le osservano, stando a quanto ci riferiscono. Paesaggi, ritratti, nudi, animali, disegni astratti, un trionfo di colori è quello che quasi esplode dalle tele della Mancino, che ha cominciato con i chiaroscuri del carboncino, per approdare agli oli, in grado di esprimere la freschezza della sua giovane età e la profondità di sentimenti maturati anche attraverso la sua esperienza nel santuario mariano francese. Provato nel fisico da una disabilità che lo accompagna dalla nascita e nel morale da diverse vicende non felici che hanno segnato il suo rapporto con la società, lo psicologo Enzo De Lorenzo resta fondamentalmente un “innamorato della vita” come lui stesso ama definirsi e ha ringraziato quanti hanno reso possibile questo suo sogno. Sarà possibile visitare la mostra fino al 3 marzo tutti i giorni, domenica esclusa, dalle 8 alle 20. fonte: basilicatanet.it – 19 febbraio 2013

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Psichiatria e videoarte: Il bambino con le braccia larghe

Un percorso interattivo per raccontare la storia di Paolo Gnetti – già ricostruita in un libro dal fratello – e per attraversare tutta la linea evolutiva del percorso della psichiatria italiana: è aperta sino al 22 febbraio, al Museo Laboratorio della Mente di Roma, l’esposizione multimediale intitolata “InSideOut. Il bambino con le braccia larghe” Il disagio psichico è un tema delicato di cui si parla poco e con molto pudore. Alla luce di questa consapevolezza, il Museo Laboratorio della Mente di Roma, in collaborazione con il Laboratorio Aye Aye, ha realizzato InSideOut. Il bambino con le braccia larghe, esposizione multimediale composta da immagini, disegni e interviste, per descrivere una storia paradigmatica di tante altre esperienze di malattia. Vi si narra la vita di Paolo Gnetti – già ricostruita dal fratello Carlo nel libro Il bambino con le braccia larghe (Ediesse, 2010) – secondo una modalità in cui il pubblico ha la possibilità di interagire direttamente. La mostra, allestita presso la Sala della Pace di Palazzo Valentini, sede della Provincia di Roma, resterà aperta ai visitatori fino al prossimo 22 febbraio. Come dichiarano gli organizzatori, si tratta di un’iniziativa voluta per attuare «un ribaltamento del punto di vista tradizionale, rendendo tangibile e visibile il passaggio da una dimensione corale a una dimensione intima e personale». Gli utenti, infatti, si ritrovano immersi in uno spazio dove “dentro e fuori” si alternano e mediante schermi touch screen rivivono la vita di Paolo. «Si tratta di attraversare tutta la linea evolutiva del percorso della psichiatria italiana pre-legge 180 e post – spiega Pompeo Martelli, direttore del Museo Laboratorio della Mente – passando per tutte le esperienze: manicomio, comunità terapeutica, casa-famiglia e infine residenza sanitaria assistita. La famiglia Gnetti ha condiviso un pezzo della propria storia, una scelta che serve a contrastare il pregiudizio che c’è intorno alla schizofrenia». InSideOut si ispira anche alle recenti risoluzioni del Parlamento Europeo sulla salute mentale e al Piano d’Azione sulla Salute Mentale per l’Europa dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (gennaio 2005). Ricorda Martelli che la riuscita del progetto è stata possibile grazie al crowdfunding [“contributo in sinergia”, N.d.R.] e al sostegno della Provincia di Roma, di Cariparma, della CGIL-SPI e del Centro Studi e Ricerche Santa Maria della Pietà Associazione ONLUS. «Siamo convinti – conclude il direttore del Museo Laboratorio della Mente – che la salute mentale non possa essere ridotta solo a una relazione terapeutica. È fondamentale il ruolo della comunità e delle associazioni dei familiari dei pazienti, che rappresentano uno stimolo e un supporto ai percorsi di cura in ambito psichiatrico». Dopo Roma la mostra proseguirà e raggiungerà altre città italiane fonte: superando.it – 19 febbraio 2013

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“Diversamente Moda” alle sfilate di Milano

È un riconoscimento prezioso, quello arrivato all’associazione napoletana ANIDA, con l’invito giunto a “Diversamente Moda” – progetto sartoriale attivo da tre anni, nell’àmbito del quale lavorano in maggioranza persone con disabilità – a partecipare alla Settimana della Moda Donna di Milano, prestigioso evento in programma dal 20 al 26 febbraio

Diversamente Moda, il progetto sartoriale di alta moda promosso da tre anni dall’associazione napoletana ANIDA (Associazione Nazionale Italiana Diversamente Abili), nel quale lavorano in maggioranza persone con disabilità, sarà presente alla Settimana della Moda Donna, prestigioso evento organizzato dalla Camera Nazionale della Moda, in programma a Milano dal 20 al 26 febbraio.

«Si tratta – dichiara Giuseppe Sannino, presidente dell’ANIDA – del riconoscimento di anni di lavoro basato sull’autofinanziamento dei nostri Soci e svolto nell’indifferenza pressoché generale». «All’inizio – prosegue – sembrava una pazzia: disabili sensoriali, motori, psichici e giovani stilisti che insieme producevano alta moda a Napoli. La prima sfilata si tenne nel 2010 al Castel dell’Ovo, l’ultima è stata nel suggestivo scenario di Napoli Sotterranea. Le foto hanno fatto il giro del mondo. Nessuno ci ha aiutato, le Istituzioni hanno solo promesso e mai mantenuto».

«Oggi dunque – conclude Sannino – l’invito della Casa della Moda è un’occasione importante per presentare il progetto a una platea qualificata ed internazionale, dalla quale imparare e farsi apprezzare».

In tal senso va segnalato anche che il presidente della manifestazione milanese Mario Boselli, si è impegnato a mettere in contatto il laboratorio napoletano con le varie case di moda, in vista di possibili collaborazioni future.

fonte: superando.it – 20 febbraio 2013

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Lotta all'Alzheimer: Mirella e l'amore per il marit o negli scatti di Fausto Podavini

Si intitola "Mirella" il reportage, durato quattro anni, realizzato dal fotografo romano, che nei giorni scorsi ha ricevuto il prestigioso World press photo nella categoria "Daily Life Stories". L'autore: "l lavoro è nato in maniera spontanea, senza una vera progettualità. Poi una cosa mi è balzata agli occhi: l'amore spropositato di questa donna verso il marito" L'amore incondizionato di una donna verso il marito affetto, negli ultimi anni della sua vita, da una malattia lenta e degenerativa, l'Alzheimer. Si intitola "Mirella" il reportage realizzato da Fausto Podavini, fotografo romano, che venerdì scorso si è aggiudicato il premio più prestigioso: il World press photo nella categoria "Daily life stories". Il lavoro, durato quattro anni, è un racconto delicato e mai scioccante, della quotidianità di questa coppia: Mirella, e Luigi, da 43 anni insieme. Costretti a lottare, negli ultimi sei, contro una malattia che offusca i ricordi, trasforma le persone e cambia la vita di tutti coloro che ne sono coinvolti. A partire proprio da chi è più vicino e si dedica con dedizione a prendersi cura del malato. "Il lavoro è nato in maniera spontanea, senza un a vera progettualità. Faccio reportage sociali, quindi vado sempre alla ricerca di storie un po' nascoste - racconta l'autore - Quando sono entrato in contatto con questa coppia, quindi, non ho capito subito quali potessero essere le potenzialità del racconto. Poi una cosa mi è balzata agli occhi: l'amore spropositato di questa donna verso il marito. Ho capito che doveva essere quella, e non la malattia, la chiave lettura". Negli scatti di Podavini non c'è un dolore ricercato né la sottolineatura di una grande sofferenza, ma il racconto dei piccoli gesti d'amore che chi assiste un malato compie giorno dopo giorno: dalla somministrazione delle medicine alla doccia del mattino fino al bacio della buonanotte. "Non fotografare l'Alzheimer è stata una scelta, perché si tratta di una malattia che non tocca solo la persona affetta da demenza ma coinvolge tutte le persone più care e più strette. Volevo cercare di raccontare un soggetto sotto questo aspetto: Mirella appunto". Il reportage segue l'evolversi della malattia fino alla morte di Luigi. "La lunghezza del lavoro è venuta un po' naturale, non è facile realizzare un lavoro all'interno di un appartamento con gli stessi personaggi. Volevo anche arrivare alla fine naturale della storia - aggiunge Podavini - perché questo è un tipo di lavoro che non si poteva fermare prima. Se avessi voluto raccontare solo la malattia avrei fatto probabilmente un lavoro più breve, di una settimana dieci giorni". fonte: superabile.it – 20 febbraio 2013

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A Milano una mostra sulle malattie rare In Europa ne soffrono 20-30 milioni di persone, in Italia circa due milioni. Parliamo delle malattie rare, patologie la cui incidenza non è superiore a 5 individui su 10mila abitanti, secondo la definizione stabilita dalla Commissione Europea. Sono circa 7mila patologie, spesso fatali o croniche invalidanti, che rappresentano nel loro complesso circa il 10% delle malattie che affliggono l’umanità: il 75% delle malattie rare colpisce i bambini e l’80% ha origine genetica. LA MOSTRA - Per sapere qualcosa in più su questo particolare universo, e sulla quotidianità di chi vive con una malattia rara, inaugura a Milano la mostra "FotografRARE: tra il dire e il fare Un percorso interattivo alla scoperta delle malattie rare" (il 22 febbraio alle 18.30 nella Sala Colonne della Fabbrica del Vapore, via Procaccini 4). Attraverso l’uso della fotografia, la messa in scena di performance artistiche, il coinvolgimento in prove esperienziali e l’utilizzo di strumenti multimediali, il visitatore viene guidato verso la complessa realtà e quotidianità di chi vive con una malattia rara. «Nel mese della celebrazione della giornata mondiale delle malattie rare – spiega Fabrizio Seidita, presidente dell’Associazione Italiana Glicogenosi e ideatore della mostra – abbiamo voluto dare vita a una campagna di informazione e sensibilizzazione non convenzionale sul tema, con l’obiettivo di cercare di liberare dall’isolamento i circa 2 milioni di malati rari presenti nel nostro Paese». TRE SEZIONI - Il percorso espositivo si articola in tre sezioni: uno spazio multimediale, una mostra fotografica e la stanza dell’esperienza. Lo spazio multimediale, attraverso la videoproiezione di filmati autoprodotti, introduce il visitatore nel complesso mondo delle malattie rare. Video che raccontano, in pochi minuti, la difficoltà della diagnosi e di come il semplice prelievo di una goccia di sangue dal tallone dei bambini appena nati, il cosiddetto screening neonatale, renderebbe possibile diagnosticare circa 40 malattie metaboliche rare permettendo da subito una terapia che eviterebbe sofferenze e disagi. La mostra fotografica ospita una collettiva di 6 lavori, alcuni di fotografi professionisti, altri di familiari di pazienti o degli stessi malati che hanno voluto rappresentare, anche simbolicamente, la loro condizione. La stanza delle esperienze è un luogo dove sono esposti e messi a disposizione dei visitatori alcuni oggetti sviluppati per facilitare le attività quotidiane delle persone con disabilità che vengono utilizzati nella terapia occupazionale (una terapia non farmacologica che vuole ottenere la massima autonomia possibile): l’allacciabottoni, l’infila giacca, le pinze prensili, le posate good grips. SPETTACOLI - Il 23 febbraio e il 2 marzo alle 15.30 sono in programma spettacoli della compagnia Teatro Magro di Mantova che, coinvolgendo soggetti affetti da malattie rare, accompagnerà i visitatori in un percorso originale alla scoperta di queste patologie. La mostra è promossa e realizzata dall’Associazione Italiana Glicogenosi con il patrocinio del Comune di Milano. FotografRARE: tra il dire e il fare Fabbrica del Vapore - Palazzina Liberty Via Procaccini 4, Milano Fino al 17 marzo Apertura dal martedì al venerdì dalle 16 alle 19 (al mattino su prenotazione per le scuole contattando il numero 338 8364187); sabato e domenica dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 19 Ingresso gratuito fonte: corriere.it – 21 febbraio 2013

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Ascensore guasto? Niente paura, ci sono i volontari Quando l’ascensore si guasta e tu abiti al settimo piano, di solito è già una scocciatura. Se hai novant’anni o sei su una sedia a rotelle e non lo aggiustano in giornata, comincia ad essere un problema più serio. Se poi arriva il tecnico e ti dice sospirando che per sistemarlo ci vuole un pezzo di ricambio che va ordinato e chissà quando arriva, allora sei decisamente nei guai. Le tue possibilità di uscire di casa e procurarti anche solo la spesa e i medicinali, in un attimo diventano prossime allo zero. Nelle case popolari, dove in alcuni stabili vivono prevalentemente anziani, disabili e malati e dove le strutture spesso risalgono agli anni ’60 e ’70, l’incidenza di questo tipo di difficoltà è nettamente più alta che altrove. Quello descritto non è un caso così infrequente e purtroppo capita che gli ascensori degli anni ’60 abbiano bisogno di pezzi di ricambio da costruire su misura perchè sono ormai fuori produzione. Così, per vedere l’ascensore funzionante può capitare di aspettare anche quindici giorni. E succede anche che, nel tentativo di limitare il ripetersi dei malfunzionamenti, si decida di sostituire il vecchio ascensore con uno più nuovo. Anche in questo caso nascono i problemi. Anzi, anche peggio. Tra muri da spaccare, vecchio impianto da scardinare e installazione di quello nuovo, può volerci anche un mese. E nel frattempo chi è anziano o disabile resta prigioniero in casa. Un problema che tocca dunque migliaia di persone, se pensiamo che tra Torino e provincia, nelle case Atc vivono 17mila ultrasessantacinquenni e cinquemila disabili. Per questo, Atc ed Exe.Gesi, la società che si occupa della manutenzione , hanno deciso di costruire insieme ai volontari di Auser e Cpd una rete di supporto per gli inquilini più in difficoltà. In caso di necessità, ad esempio una visita medica o una dialisi, Cpd metterà a disposizione dei disabili il “servizio di messa in strada” con un mezzo specializzato: una speciale carrozzina cingolata capace di salire e scendere i gradini senza difficoltà e senza rischi di ribaltamento. Auser, invece, andrà in soccorso agli anziani che non se la sentono di affrontare le scale con le borse, portando la spesa o i farmaci a domicilio a chi ne avrà bisogno. Si tratta però di un servizio di pronto intervento, da destinare unicamente alle emergenze, dal momento che si fonda sull’attività di volontari. Ma sarà comunque un aiuto in più per chi, di fronte al cartello “guasto” sull’ascensore, lanci una richiesta d’aiuto. L’iniziativa si chiama «Sos Fragilità» e per chiedere l’aiuto dei volontari sarà sufficiente segnalare la propria situazione di difficoltà al numero verde Atc 800 30 10 81, lo stesso utilizzato per segnalare il guasto. fonte: lastampa.it – 21 febbraio 2013

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Diversità come risorsa, ecco come nasce «CinEthic» Al via la II edizione della rassegna cinematografica al Cineporto di Bari il sostegno di Apulia Film Commission BARI - Cinema, etica e disabilità. Sembrano semplici sostantivi distinti nei loro contenuti, invece accorpati creano una dimensione altra che prende il nome di “CinEthic” una realtà pugliese che ha lo scopo di evidenziare quanto la diversità si possa trasformare in risorsa sia socialmente che artisticamente. Ieri si è aperta nel capoluogo pugliese la II edizione della rassegna cinematografica “CinEthica – energia Diversamente rinnovABILE”, realizzata con il sostegno di Apulia Film Commission. Il ciclo di proiezioni, tutte ad ingresso gratuito, prevede dopo la prima serata altri tre appuntamenti, che si terranno al Cineporto di Bari con cadenza settimanale. Oltre alle proiezioni, la rassegna sarà arricchita dal prezioso contributo di attori e di personalità del mondo dello spettacolo. IL FILM - Ha inaugurato l’iniziativa la pellicola “Un sapore di ruggine e ossa” di Jacques Audiard. La visione del film è stata introdotta dall’attrice Carmela Vincenti, con una lettura di alcuni passi di romanzi, biografie e racconti che affrontano da più punti di vista la disabilità. Per il secondo appuntamento, che si terrà martedì 26 febbraio, è previsto “Oasis” di Lee Chang-Dong, che verrà introdotta dall’attore Renato Curci (Circoforum), con interventi di teatro immagine e teatro di figura sviluppati attraverso progetti che sia in Italia che all’estero erano centrati su contesti di disagio sociale. Il 5 marzo, sarà la volta di “Sulle mie labbra” di Jacques Audiard, pellicola alla quale farà da apertura Michele Stella – uno dei promotori dell’evento - che affronterà la tematica del disagio psichico attraverso un monologo teatrale. Infine, martedì 12 marzo, Licia Lanera e Riccardo Spagnulo della compagnia teatrale Fibre Parallele, annunceranno la visione del film “L’estate di Giacomo” di Alessandro Comodin mettendo in scena una breve performance di teatro di ricerca. La rassegna nasce grazie all'omonima associazione, attiva dal 2011 sul territorio nazionale, che si occupa di promuovere la cultura cinematografica intorno a temi di valore etico e sociale. Cardine del progetto “CinEthica – Energia Diversamente rinnovABILE”, vincitore di “Principi Attivi” 2010, bando indetto dalla Regione Puglia, è stata l'attenzione alle diverse abilità attraverso un percorso interattivo nelle scuole e nei cinema. L’IDEA - Il progetto è nato dalla riflessione sul legame che unisce cinema e disabilità, un binomio protagonista della cultura degli ultimi vent'anni per varie ragioni. La prima è che il cinema resta uno dei luoghi principe della rappresentazione della disabilità, grazie alla forza delle immagini che rendono la settima arte capace di dare “forma”, “identità” ad uno degli elementi centrali del pianeta handicap: il corpo. Il secondo motivo vede la disabilità svincolarsi dal primato della riabilitazione e dell’assistenza per divenire oggetto di riflessione culturale. Poi c’è l’aspetto didattico: il film mezzo per confrontarsi attraverso il duplice binario del film realistico, con personaggi disabili protagonisti, o di quello metaforico in cui dolore e diversità vengono affrontati attraverso allegorie. L’intento è stato quello di favorire un’integrazione reale, abbattere le barriere e condividere un percorso di riflessione e conoscenza reciproca. Il progetto si è concluso nel 2012 con il festival “CinEthica – Energia Diversamente rinnovABILE”, concorso di cortometraggi interpretati da attori disabili o aventi come soggetto la rappresentazione delle diverse forme di handicap. Punto di forza del progetto sono state le collaborazioni e le partnership con le diverse realtà protagoniste degli eventi in programma, quali: il Comune di Bari, la Fondazione Apulia Film Commission, il Multicinema Galleria, la Fish Onlus Puglia, l’Unione Italiana Ciechi Puglia, la Coop. Phoenix, l’Associazione Italiana contro l'epilessia, la Mediateca Ledha ed il Ciss Ong. Grazie al prezioso network di relazioni, creatosi durante lo scorso anno, l’associazione CinEthic è stata chiamata a curare la sezione cortometraggi all’interno del Festival Nazionale delle Arti Strambe “Le fate matte” di Gavoi (13-15 luglio 2012) dedicato alle diverse abilità in arte. La collaborazione con “Le fate matte” continuerà per l’edizione 2013. Ma il festival di Gavoi non è il solo con cui CinEthic ha avuto il piacere di collaborare. Infatti, durante il primo anno di attività ha curato in cooperazione con l’Unione Italiana Ciechi un workshop di scrittura braille per il festival “Diversarte – La diversabilità in arte si racconta”. fonte: corriere.it – 21 febbraio 2013

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Raccontare le storie che cambiano l'Italia.

Un concorso di scrittura per il volontariato Il Centro Nazionale per il Volontariato e il Cesvot (Centro Servizi al Volontariato della Toscana), in collaborazione con il Giornale Radio Sociale (www.giornaleradiosociale.it ), lanciano l'iniziativa "L'Italia migliora. Le storie per il cambiamento". L'obiettivo dell'iniziativa è raccogliere testi scritti dai protagonisti del volontariato e diffonderli nei media e nel terzo settore. E' aperto al contributo di tutti quelli che hanno voglia di scrivere, testimoniando la propria esperienza: storie di volontari, storie di associazioni, storie di chi ha beneficiato dell'attività di volontariato. Gli scritti devono pervenire entro il 20 marzo all'indirizzo [email protected] . I migliori verranno premiati con la pubblicazione in un e-book scaricabile gratuitamente e che sarà diffuso ai mezzi di informazione e ai giornalisti che seguiranno il Festival del Volontariato "Villaggio Solidale" in programma a Lucca dall'11 al 14 aprile. Alcune verranno presentate nel corso del seminario "Il giornalismo è sociale" che si terrà proprio a Lucca all'interno del Festival del Volontariato sabato 13 aprile che vedrà come ospiti penne note del giornalismo italiano. Una selezione di scritti verrà recitata nel corso dell'evento da attori professionisti. Le storie dovranno avere una lunghezza massima di 7000 battute spazi compresi e devono essere raccontate dai protagonisti. Nei casi in cui queste siano particolarmente originali e interessanti è ammesso anche presentarle curate da altri (altri volontari, giornalisti, comunicatori) e raccontate in terza persona. Per informazioni: festivalvolontariato.it , [email protected] , tel. 0583 419500. fonte: confinionline.it – 21 febbraio 2013

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Un'estate da volontari? Ecco come fare Non bastano buona volontà ed entusiasmo, ingredienti necessari ma non i soli per partecipare a una delle tante proposte di volontariato nei cosiddetti campi di lavoro estivi promossi da ong e associazioni in giro per il mondo. Occorre, infatti, prepararsi e programmare per tempo anche perché è proprio nei primi mesi dell’anno che le organizzazioni pianificano le iniziative. Oltretutto quasi tutte le realtà mettono in campo dei corsi e degli incontri di formazione, perché all’incontro con gli ex bambini di strada, o con un progetto di rafforzamento sociale in un Pvs occorre arrivare preparati. In questa agile guida si possono trovare alcune proposte adatte a tutti anche se i giovani sono tra i destinatari privilegiati. C’è l’Africa proposta da Arché (in Zambia in un progetto di prevenzione dell’Aids tra i preadolescenti) e da Amani for Africa (Kenya e Zambia in progetti con ex bambini di strada); l’India delle Case del Sorriso di Cesvi, ma anche il resto del globo dai Balcani al Sud America senza dimentica il nord Africa e i Caraibi con Ibo Italia, Arci Cultura e Sviluppo, Fondazione Aiutare i bambini e Ipsia l’ong delle Acli. Un’esperienza che può cambiare la vita o semplicemente un modo utile e perché no, divertente per trascorrere le vacanze estive affiancando come volontari i cooperanti e conoscere popoli, società, Paesi al di là delle cartoline. Nella guida si possono trovare le proposte e gli indirizzi per contattare le associazioni. fonte: vita.it – 21 febbraio 2013

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Le Malattie Rare nelle Scuole Primarie Manifesti, materiale cartaceo e anche un libricino su un bimbo affetto da una Malattia Rara: tutto è stato inviato dall’Asmara (Associazione Sclerodermia e altre Malattie Rare) alle Scuole Primarie di Roma e successivamente diffuso a livello nazionale, a cura dalle Istituzioni Scolastiche. La bella iniziativa è stata promossa in vista della Giornata Internazionale delle Malattie Rare del 28 febbraio Bella e pienamente riuscita l’iniziativa promossa dall’Asmara di Roma (Associazione Sclerodermia e altre Malattie Rare), in vista della Giornata Internazionale delle Malattie Rare del 28 febbraio. Infatti, insieme a UNIAMO-FIMR, la Federazione Italiana Malattie Rare – che coordina i vari eventi annualmente promossi per la Giornata Internazionale – l’Asmara ha voluto far conoscere questa realtà nelle Scuole Primarie della Capitale, inviando materiale cartaceo, manifesti, pieghevoli e il libriccino Siamo piccoli ma cresceremo e ci sposeremo, realizzato dalla stessa Asmara e contenente un racconto dedicato a un bimbo bambino affetto dalla rara ittiosi congenita di tipo feto Arlecchino. Dal canto suo, l’Ufficio Scolastico ha chiesto una lettera ufficiale a UNIAMO, a supporto dell’iniziativa, e «il risultato – come sottolinea con giustificato orgoglio Maria Pia Sozio, presidente dell’Asmara – è stato al di sopra di ogni aspettativa. Oltre infatti alla bella azione nelle scuole di Roma, la notizia della Giornata delle Malattie Rare, insieme al poster, al materiale esplicativo e al libriccino Siamo piccoli ma cresceremo e ci sposeremo, è stata inviata alle Direzioni Regionali di tutto il territorio italiano». fonte: superando.it – 26 febbraio 2013