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Cimitero di XII Morelli - Opere di restauro e riparazione post sisma RELAZIONE STRUTTURALE DI ILLUSTRAZIONE SINTETICA E DI CALCOLO 1 1. PREMESSA La presente relazione è stata redatta in conformità alla DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA REGIONALE 26 SETTEMBRE 2011, N. 1373, recante l'individuazione della documentazione attinente alla riduzione del rischio sismico necessaria per il rilascio del permesso di costruire e per gli altri titoli edilizi, alla individuazione degli elaborati costitutivi e dei contenuti del progetto esecutivo riguardante le strutture e alla definizione delle modalità di controllo degli stessi, ai sensi dell'art. 12, comma 1 e dell'art. 4, comma 1 della L.R. n. 19 del 2008. 2. CONTESTO EDILIZIO E CARATTERISTICHE GEOLOGICHE UBICAZIONE DELL’INTERVENTO Il complesso di edifici oggetto d’intervento, attualmente consacrato e dunque adibito a funzioni religiose e civili di inumazione, si trova in zona a ridosso del centro della frazione XII Morelli in Comune di Cento (BO), precisamente in via Maestra Grande. Foto 1. Ubicazione del cimitero all’interno dell’abitato della frazione di Dodici Morelli

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Cimitero di XII Morelli - Opere di restauro e riparazione post sisma

RELAZIONE STRUTTURALE DI ILLUSTRAZIONE SINTETICA E DI CALCOLO

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1. PREMESSA

La presente relazione è stata redatta in conformità alla DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA REGIONALE 26

SETTEMBRE 2011, N. 1373, recante l'individuazione della documentazione attinente alla riduzione del

rischio sismico necessaria per il rilascio del permesso di costruire e per gli altri titoli edilizi, alla

individuazione degli elaborati costitutivi e dei contenuti del progetto esecutivo riguardante le strutture

e alla definizione delle modalità di controllo degli stessi, ai sensi dell'art. 12, comma 1 e dell'art. 4, comma

1 della L.R. n. 19 del 2008.

2. CONTESTO EDILIZIO E CARATTERISTICHE GEOLOGICHE

UBICAZIONE DELL’INTERVENTO

Il complesso di edifici oggetto d’intervento, attualmente consacrato e dunque adibito a funzioni

religiose e civili di inumazione, si trova in zona a ridosso del centro della frazione XII Morelli in Comune

di Cento (BO), precisamente in via Maestra Grande.

Foto 1. Ubicazione del cimitero all’interno dell’abitato della frazione di Dodici Morelli

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Di seguito si riporta la pianta del cimitero come risulta dai rilievi effettuati per la redazione del presente

progetto:

Figura 2. Pianta del cimitero della frazione di Dodici Morelli con evidenziati i periodi storici di costruzione delle varie porzioni

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1970

1984−1985

1989−1991

1974 (no elaborati grafici progetto)

1957−59 ORATORIO E MURO RECINZIONE (no elaborati grafici progetto)

1959

1965

1996−1997 (no elaborati grafici progetto)

CARATTERISTICHE GEOLOGICHE, MORFOLOGICHE E IDROGEOLOGICHE DEL SITO

L'edificio si trova in contesto al limitare del centro urbano, in una zona di urbanizzazione molto recente,

successiva alla seconda guerra mondiale.

L’area oggetto di studio rientra nel settore meridionale del grande bacino subsidente padano.

Esso è costituito superficialmente da sedimenti Olocenici di piana alluvionale, a cui segue, in profondità,

una coltre di sedimenti incoerenti di età Pliocenica e Quaternaria con depositi riferibili a vari ambienti

deposizionali, in particolare: marini, deltizi, lagunari e fluvioplaustri.

La parte superiore di tali sedimenti è rappresentata da depositi Quaternari continentali in continuità con

i sedimenti superficiali, con spessori variabili che raggiungono i valori massimi a SE di Ferrara (circa 200

m.).

In particolare, il territorio in esame è caratterizzato da n. 2 unità geologiche fondamentali:

a) Unità più profonda costituita da terreni depositatisi nei periodi del Miocene sup. e del Pliocene inf. I

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termini più alti sono rappresentati da sabbie e arenarie con limitate intercalazioni argillose. Alla base vi

sono argille e marne con banchi arenacei-marnosi. Questi sedimenti sono deformati da pieghe, faglie

inverse e ricoprenti, con assi allungati ad andamento NO-SE;

b) Unità superiore costituita da sedimenti del Pliocene med.-sup. caratteristici di un ambiente

deposizionale marino poco profondo, in progressiva colmazione. La base di questo complesso è situata

a profondità variabile. Solo la base del Quaternario presenta generalmente profondità tra 2000 e 2800

m.

L’assetto attuale del territorio ferrarese è conseguenza dell’evoluzione della rete idrografica

superficiale ed a fenomeni di subsidenza naturale ed antropica.

Nell'area d’indagine sono state eseguite, nel 2011 n. 2 prove penetrometriche statiche (C.P.T.) mediante

penetrometro tipo Gouda da 12 tonnellate di spinta. In particolare è stata eseguita una CPT a – 30,00

metri da p.c. (CPT 13) ed una CPT a - 15,00 metri da p.c. (CPT 12).

Dall’interpretazione dei dati relativi alle prove effettuate, risulta che la successione litostratigrafica

dell’area in esame è caratterizzata:

• da un'alternanza di argilla limosa e limo argilloso fino -17,6 metri da p.c. Nella CPT 12 è presente

uno strato di sabbia limosa tra -6,8 e -8,0 metri da p.c.;

• da sabbia limosa da -17,60 a -21,60 metri da p.c.;

• da un'alternanza di argilla limosa e limo argilloso fino alla massima profondità indagata.

Per la determinazione del valore della velocità della Vs, é stata utilizzata la CPT 13, spinta

sino a – 30 metri dal p.c. : nel caso specifico è risultato: VS 30 = 182,08 m/s.

Nel 2014, in corrispondenza del presente progetto, sono state eseguite ulteriori prove, in particolare

una prova pentrometrica statica CPT con punta elettrica e piezocono spinta fino ad una profondità di 30

m e un sondaggio a carotaggio continuo, spinto fino ad una profondità di 20 m, con prelievo dei

campioni indisturbati di suolo.

Successivamente, sono state eseguite le indagini di laboratorio già descritte nella relazione geologica

allegata al presente progetto, le quali hanno evidenziato che il terreno è suscettibile di liquefazione,

come evidenziato dalle tabelle di sintesi fornite dalla Geotea Srl e allegate alla presente.

Sviluppando la formula della velocità equivalente delle onde di taglio per le prospezioni di sismica

passiva realizzate, i terreni indagati ricadono nell’intervello m/sec 180 < VS30 < m/sec 360, con un valore

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di Vs30 medio pari a 224 m/sec.

Sulla base dei valori di Vs30 determinati, è possibile assegnare una categoria di tipo C al suolo del sito,

tuttavia, vista la suscettibilità dei terreni alla liquefazione, gli stessi appartengono alla categoria S2.

Detta classificazione può suscitare una certa apprensione per il futuro, ma si ritiene che, per la semplice

riparazione dei danni che è prevista nel progetto attuale, la cosa non rappresenti un problema, non

intervenendo direttamente sulle fondazioni degli edifici e non avendo le stesse, negli eventi pregressi

del 20 e 29 maggio 2012, riportato significative lesioni o cedimenti.

Qualora si provvedesse, invece, ad ampliamenti del cimitero ovvero a nuove inumazioni nel campo non

ancora utilizzato, è necessario fare riferimento, per la progettazione, alla DETERMINAZIONE n° 1105 del

03/02/2014 del SERVIZIO GEOLOGICO, SISMICO E DEI SUOLI DIREZIONE GENERALE AMBIENTE E DIFESA

DEL SUOLO E DELLA COSTA della Regione Emilia Romagna, “APPROVAZIONE DI "INDICAZIONI SULLA

DOCUMENTAZIONE TECNICA DA PRODURRE A SUPPORTO DELLA RICHIESTA DI CONTRIBUTI PER

INTERVENTI DI CONSOLIDAMENTO DEL TERRENO DI FONDAZIONE IN CASO DI RIPARAZIONE,

RIPRISTINO CON MIGLIORAMENTO SISMICO O DEMOLIZIONE E RICOSTRUZIONE DI EDIFICI

DICHIARATI INAGIBILI CHE ABBIANO RIPORTATO DANNI DA LIQUEFAZIONE, A SEGUITO DELLA

SEQUENZA SISMICA CHE HA INTERESSATO LA PIANURA EMILIANA NEL MAGGIO-GIUGNO 2012" .

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3. DESCRIZIONE GENERALE DELLA STRUTTURA E INTERVENTI DI PROGETTO

RILIEVO STORICO – CRITICO DEL COMPLESSO

Il cimitero di XII Morelli fu realizzato per stralci successivi, mantenendo un progetto di base unitario,

infatti attualmente esso è percepibile come un unico organismo, e la datazione cronologica è stata

evidenziabile solo tramite la ricerca storica compiuta presso l’ archivio storico comunale di Cento.

Il nucleo primigenio fu compiuto tra il 1957 ed il 1991, mentre l’ ampliamento, posto ad est fu realizzato

tra il 1996 ed il 1997.

Le fasi realizzative, in dettaglio, furono le seguenti:

1957-1959: oratorio e muro di recinzione, realizzato originariamente fino ad un’altezza di due metri.

1959: porticato e loculi sul lato destro dell’ oratorio

1965:porticato e loculi sul lato sinistro dell’ oratorio

1970: porticato e loculi lungo il lato meridionale

1974:porticato e loculi lungo il lato settentrionale e cappella tra lato ovest e sud

1984-85: porticato occidentale

1989-91: corpi perpendicolari ai lati sud e nord

1996-97: ampliamento nuovo cimitero

Il corpo più antico è realizzato su base rettangolare, impostato emisimmetricamente rispetto all’

oratorio. Il piccolo edificio presenta due fornici laterali, tramite i quali avviene il collegamento con il

nuovo cimitero.

Il fabbricato dell’ oratorio è realizzato in mattone bolognese a due teste, coronato da timpano

triangolare, l’ apparato decorativo consiste in paraste di ordine ionico poggianti su basamento, fregio

sommitale cornici in cemento alla porta ed ai fornici.

Il cimitero, nella sua globalità, ha mantenuto un impianto unitario impostato sul colonnato con colonne

coronate da capitello ascrivibile al dorico; il porticato ha un interasse abbastanza regolare di circa 3,70

ml, e la trabeazione continua in cemento armato presenta fregi in rilievo colore terracotta, ai quattro

angoli sono ricavate altrettante cappelle gentilizie.

STRUTTURE IN ELEVAZIONE

Nucleo 1957-1959: oratorio e muro di recinzione

Il fabbricato dell’ oratorio è realizzato in mattone bolognese a due teste e sormontato da una

cordolatura continua in calcestruzzo armato, coronato da timpano triangolare, con copertura in

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laterocemento, in parte realizzata con lastre prefabbricate.

I muri perimetrali primigeni, di spessore minimo s=28 cm e realizzati originariamente fino ad un’altezza

di due metri, sono realizzati in mattone bolognese a due teste, intervallati da pilastri di dimensione 28 x

28 cm inseriti nella trama e ricoperti con listelli pseudo faccia a vista, con basamento spiccante dalla

fondazione, di spessore pari a 30 cm, realizzato in calcestruzzo armato.

Nucleo 1959: porticato e loculi sul lato destro dell’ oratorio

La struttura in elevazione dei loculi e del colonnato è in calcestruzzo armato, in particolare il porticato

presenta una trabeazione continua, realizzata sempre in calcestruzzo armato.

Il solaio di collegamento tra i loculi e la trabeazione del porticato è realizzato in laterocemento, con i

travetti in calcestruzzo armato realizzati in opera. Con ogni probabilità esiste una trave, realizzata in

spessore di solaio, che collega il colonnato ai loculi in corrispondenza di ciascun capitello.

La struttura in calcestruzzo armato costituente i loculi appare completamente indipendente dal muro di

recinzione, e da questi staccato di pochi centimetri.

Nucleo 1965: porticato e loculi sul lato sinistro dell’ oratorio

La struttura in elevazione dei loculi e del colonnato è in calcestruzzo armato, in particolare il porticato

presenta una trabeazione continua, realizzata sempre in calcestruzzo armato.

Il solaio di collegamento tra i loculi e la trabeazione del porticato è realizzato in laterocemento, con i

travetti in calcestruzzo armato realizzati in opera. Con ogni probabilità esiste una trave, realizzata in

spessore di solaio, che collega il colonnato ai loculi in corrispondenza di ciascun capitello.

La struttura in calcestruzzo armato costituente i loculi appare completamente indipendente dal muro di

recinzione, e da questi staccato di pochi centimetri.

Nucleo 1970: porticato e loculi lungo il lato meridionale

La struttura in elevazione dei loculi e del colonnato è in calcestruzzo armato, in particolare il porticato

presenta una trabeazione continua, realizzata sempre in calcestruzzo armato.

Il solaio di collegamento tra i loculi e la trabeazione del porticato è realizzato in laterocemento, con i

travetti in calcestruzzo armato realizzati in opera. Con ogni probabilità esiste una trave, realizzata in

spessore di solaio, che collega il colonnato ai loculi in corrispondenza di ciascun capitello.

La struttura in calcestruzzo armato costituente i loculi appare completamente indipendente dal muro di

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recinzione, e da questi staccato di pochi centimetri.

Nucleo 1974: porticato e loculi lungo il lato settentrionale e cappella tra lato ovest e sud

La struttura in elevazione dei loculi e del colonnato è in calcestruzzo armato, in particolare il porticato

presenta una trabeazione continua, realizzata sempre in calcestruzzo armato.

Il solaio di collegamento tra i loculi e la trabeazione del porticato è realizzato in laterocemento, con i

travetti in calcestruzzo armato realizzati in opera. Con ogni probabilità esiste una trave, realizzata in

spessore di solaio, che collega il colonnato ai loculi in corrispondenza di ciascun capitello.

La struttura in calcestruzzo armato costituente i loculi appare completamente indipendente dal muro di

recinzione, e da questi staccato di pochi centimetri.

Nucleo 1984-85: porticato occidentale

La struttura in elevazione dei loculi e del colonnato è in calcestruzzo armato, in particolare il porticato

presenta una trabeazione continua, realizzata sempre in calcestruzzo armato.

Il solaio di collegamento tra i loculi e la trabeazione del porticato è realizzato in laterocemento, con i

travetti in calcestruzzo armato realizzati in opera. Con ogni probabilità esiste una trave, realizzata in

spessore di solaio, che collega il colonnato ai loculi in corrispondenza di ciascun capitello.

La struttura in calcestruzzo armato costituente i loculi appare completamente indipendente dal muro di

recinzione, e da questi staccato di pochi centimetri.

Con l’ampliamento del 1984-85 è stato innalzato il muro di recinzione perimetrale del cimitero che, dagli

originari 2 m di altezza, è passato ad oltre 4. Non sono stati, nell’occasione, prolungati i pilastri in

calcestruzzo che contraddistinguevano il primo muro eretto, in compenso sono stati prolungati i

mattoncini pseudo faccia a vista che ne segnavano la posizione.

Nucleo 1989-91: corpi perpendicolari ai lati sud e nord

La struttura in elevazione dei loculi e del colonnato è in calcestruzzo armato, in particolare il porticato

presenta una trabeazione continua, realizzata sempre in calcestruzzo armato.

Il solaio di collegamento tra i loculi e la trabeazione del porticato è realizzato in laterocemento, con i

travetti in calcestruzzo armato realizzati in opera. Con ogni probabilità esiste una trave, realizzata in

spessore di solaio, che collega il colonnato ai loculi in corrispondenza di ciascun capitello.

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Nucleo 1996-97: ampliamento nuovo cimitero

La struttura in elevazione dei loculi e del colonnato è in calcestruzzo armato, in particolare il porticato

presenta collegamenti realizzati mediante una soletta piena, realizzata sempre in calcestruzzo armato,

che collega i pilastri ai loculi retrostanti.

Il coperto dei padiglioni, inaccessibile al momento dei sopralluoghi, presumibilmente è realizzato in

laterocemento, con manto di copertura in tegole.

I muri perimetrali realizzati in corrispondenza dell’ultimo ampliamento, di spessore minimo s=30 cm,

sono realizzati in mattone doppio UNI a due teste, presumibilmente collegati con barre di acciaio al

basamento spiccante dalla fondazione, di spessore pari a 30 cm, realizzato in calcestruzzo armato.

Elaborati costituenti il rilievo storico – critico del complesso cimiteriale:

Tavola 01 – Rilievo dello stato di fatto – Piante

Tavola 02 – Rilievo dello stato di fatto - Prospetti e sezioni

Tavola 03 – Rilievo delle lesioni e del degrado – Piante

Tavola 04 – Rilievo delle lesioni e del degrado - Prospetti e sezioni

Elaborato 07 – Relazione storico critica

Elaborato 08 – Documentazione fotografica sullo stato di fatto

Oltre alla presente relazione, che, in allegato, riporta i rapporti di prova delle indagini e delle prove

eseguite sui materiali e sulle strutture esistenti.

DANNI AI MANUFATTI A SEGUITO DEGLI EVENTI SISMICI DEL MAGGIO 2012

A seguito degli eventi sismici del 20 e 29 maggio 2012, il cimitero ha riportato danni significativi ad alcune

strutture verticali, con lesioni sui muri perimetrali e lesioni ad alcune colonne in calcestruzzo, in

particolar modo localizzate presso quelle dell’ultimo ampliamento 1996-97, come evidenziato nella

documentazione fotografica allegata al presente progetto.

Altri danni, di minore gravità, riguardano i giunti realizzati a livello dei solai nei padiglioni del nucleo

storico del cimitero, che hanno mostrato una marcata tendenza ad allargarsi e a creare lesioni ai solai e

ai loculi.

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Anche il coperto della Chiesa ha risentito di alcuni danni: in particolare si è verificato un tentativo di

sfilamento dei travetti del coperto dal cordolo perimetrale. Essendo però, questi realizzati in

calcestruzzo armato in opera ed evidentemente collegati al cordolo medesimo, non si sono registrati

particolari problemi alla struttura nel suo complesso.

Infine, restano da registrare i danni al coperto dei padiglioni, interessati da caduta di coppi e tegole, che,

a loro volta, in alcuni casi, sono andate a danneggiare il manto di padiglioni sottostanti.

Per la verifica puntuale di tutti i danni rilevati, comunque, si rimanda alla relazione fotografica di rilievo

dello stato attuale, che descrive puntualmente tutte le tipologie e l’estensione dei danni rilevati.

TIPOLOGIA DI INTERVENTO PROPOSTA E PRINCIPALI INTERVENTI DI PROGETTO

A ripristino dell'agibilità complessiva del complesso cimiteriale, per l’eliminazione delle condizioni di

pericolo e la riparazione e il reintegro degli elementi non strutturali e strutturali, si prevedono interventi

di tipo locale sulle strutture verticali, sui giunti e sui solai, in modo da non alterare significativamente il

comportamento delle strutture così come pensate, anche in considerazione del buon comportamento

complessivo che le stesse hanno mostrato durante la crisi sismica del 2012.

Per quanto concerne i muri perimetrali, il progetto prevede di incrementarne la resistenza e la stabilità

mediante interventi di scuci e cuci, a riparazione delle lesioni passanti sui muri perimetrali del prospetto

nord e sud del cimitero, in particolare in corrispondenza della grossa lesione già oggetto di precedenti

interventi sul lato nord.

E’ prevista inoltre la creazione di giunti strutturali nei punti in cui questi sono necessari, ossia al confine

tra zone di ampliamento realizzate in periodi diversi.

Infine, sempre sulle murature perimetrali, sono presenti due lesioni che si estendono anche al

basamento in calcestruzzo armato: in questi punti si prevede di intervenire con cuciture armate,

inserendo entro traccia delle barre in acciaio in grado di ricostituire l’originaria resistenza trasversale del

basamento medesimo.

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Per quanto riguarda i solai dei padiglioni, è prevista la risarcitura delle lesioni mediante piccole cuciture

armate, ottenute inserendo barre di acciaio entro piccole tracce nei diversi travetti e nelle pignatte, e

chiudendo poi le stesse con malta antiritiro per impieghi strutturali.

Per il rinforzo e il miglioramento dei collegamenti tra cordoli in calcestruzzo armato e solai, nei punti

maggiormente esposti, in corrispondenza dell’ingresso principale al cimitero, nei bagni pubblici e

all’interno della piccola Chiesa cimiteriale, è prevista la risarcitura delle lesioni, attraverso l’impiego di

malta bicomponente e rete rinforzata in fibra di vetro .

Per quanto riguarda paramenti a loculi dei padiglioni, è prevista la risarcitura delle lesioni, attraverso

colature in pressione di malta bicomponente nelle lesioni più gravi, mentre le lesioni più lievi saranno

riprese con semplici stuccature.

In aderenza ai muri di confinamento della navata della chiesetta, in corrispondenza dei solai di

copertura, saranno inserite due tiranti in acciaio per ovviare al pericolo di sfilamento dei travetti dai

cordoli perimetrali in facciata, per ridurre il rischio della formazione di lesioni nel piano per le pareti

laterali e assicurare un comportamento scatolare e monolitico alla struttura.

Si è scelto di operare in questo modo, anche se leggermente irrituale rispetto al rifacimento e al

consolidamento del coperto, in quanto la copertura economica dell’intervento non consente di operare

indistintamente su tutti i ripristini da eseguire, per cui si è scelta una strada che portasse al medesimo

grado di sicurezza conseguendo, nel contempo, un risparmio economico.

Tra gli interventi è prevista la sostituzione di due architravi di fornici presenti ai lati dell’oratorio,

gravemente danneggiati dal sisma del maggio 2012, come si può evincere dalla documentazione

fotografica di progetto, in particolare alle foto n. 42 e 43.

Gli architravi attuali, in cemento armato, presumibilmente prefabbricati, hanno un appoggio laterale

insufficiente, e saranno sostituiti da nuove strutture costituite da profili laminati in acciaio tipo HEA 140

di adeguata lunghezza, in grado, cioè, di fornire un appoggio correttamente dimensionato rispetto alle

sollecitazioni cui è soggetto.

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Il calcolo di verifica della soluzione progettuale proposta, eseguito tramite un foglio di calcolo, nonché i

particolari costruttivi della sostituzione degli architravi, sono presenti in allegato al presente

documento.

Poiché la struttura delle fornici è assolutamente simmetrica rispetto alla chiesetta centrale, peraltro

anch’essa del tutto simmetrica rispetto al prospetto frontale, si è provveduto a verificare uno solo degli

architravi, essendo il secondo del tutto analogo, sia come dimensione che come carichi sopportati.

Sulla zona di ampliamento del cimitero di più recente realizzazione, anni 1996-97, è prevista la

riparazione di tre pilastri, danneggiati dal sisma del maggio 2012, mediante l’apposizione di fibre di

carbonio, a rinforzo degli stessi.

Come si può evincere dalla documentazione fotografica di progetto, in particolare alle foto n. 48, 49, 50,

51, 52, 53 e 54, i tre pilastri sorreggono due lastre, fra di loro giuntate, in cemento armato, che

costituiscono la copertura del padiglione più recente del Cimitero (1996-97).

A causa della discontinuità posta al di sopra di essi, i pilastri sono stati fortemente sollecitati, e

necessitano di una riparazione che li riporti alle originarie condizioni strutturali.

Il progetto presentato si propone, mediante l’utilizzo delle fibre di carbonio, di ottenere i seguenti

risultati:

1. ripristino dell’originaria rigidezza del nodo lastra – pilastro;

2. confinamento dell’estremità superiore del pilastro al fine di conferire allo stesso un significativo incremento della resistenza a taglio e della capacità deformativa.

Tale intervento ha anche un effetto benefico nei confronti della potenziale instabilità delle barre

longitudinali laddove, come nel caso in esame, il passo delle staffe sia molto rado.

La deprecabile scelta progettuale adottata, ossia di sostenere entrambe le porzioni di solaio con il

medesimo pilastro, purtroppo, non consente interventi diversi dal solo ripristino, in quanto lo

sdoppiamento dei pilastri, che costituirebbe l’intervento strutturalmente corretto, oltre ad essere

fortemente impattante sul profilo architettonico, non è realizzabile in quanto le limitate risorse

economiche a disposizione per l’intervento non lo consentono. Si è deciso, pertanto, di intervenire

rinforzando il pilastro mediante l’inserimento di fasce in FRP, in particolare fibre di carbonio. Il calcolo di

verifica della soluzione progettuale proposta, nonché i particolari costruttivi degli interventi previsti,

sono presenti in allegato al presente documento.

E’ prevista una revisione delle coperture dei padiglioni, andando a rimuovere completamente le tegole

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RELAZIONE STRUTTURALE DI ILLUSTRAZIONE SINTETICA E DI CALCOLO

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nei punti in cui, nei solai di sottotetto, si sono presentate infiltrazioni di acqua provenienti dal coperto.

E’ successivamente prevista la sostituzione delle impermeabilizzazioni nei fabbricati o nelle porzioni

degli stessi in cui le stesse sono state strappate dagli eventi sismici.

Molte tegole, poi, saranno da sostituire in quanto in parte cadute e in parte rotte dall’impatto con altre

tegole provenienti dal coperto della Chiesa e dei padiglioni più alti.

E’ inoltre previsto il rifacimento della bindella in rame a coronamento dell’impermeabilizzazione del

coperto della zona di ampliamento 1996-97, che è stata in parte rimossa, per motivi di sicurezza, dopo

gli eventi sismici del 2012 in quanto incombente sul porticato.

E’ infine previsto il rifacimento dei canali di gronda in rame a coronamento dell’impermeabilizzazione

del coperto delle zone storiche del Cimitero, che sono stati in gran parte danneggiati dalle tegole

smosse o cadute in corrispondenza degli eventi sismici, così come quella dei discendenti staccati o

mancanti, peraltro in minima parte rispetto al totale degli esistenti.

Elaborati costituenti progetto esecutivo delle strutture del complesso cimiteriale:

Tavola 05 – Progetto – Piante

Tavola 06 – Progetto – Prospetti, sezioni e particolari costruttivi

Oltre alla presente relazione, che, in allegato, riporta i rapporti di prova delle indagini e delle prove

eseguite sui materiali e sulle strutture esistenti.

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RELAZIONE STRUTTURALE DI ILLUSTRAZIONE SINTETICA E DI CALCOLO

14

4. NORMATIVA TECNICA DI RIFERIMENTO

I criteri progettuali contenuti nella presente relazione fanno riferimento alla normativa vigente ed in

particolare:

- Legge n°1086 del 5 Novembre 1971 “Norme per la disciplina delle opere di conglomerato cementizio armato, normale e precompresso ed a struttura metallica”

- D.M. 11 Marzo 1988 “Norme tecniche riguardanti le indagini sui terreni e sulle rocce, la stabilità dei pendii naturali e delle scarpate, i criteri generali e le prescrizioni per la progettazione, l’esecuzione ed il collaudo delle opere di sostegno delle terre e delle opere di fondazione”

- D.M. 20 novembre 1987 “Norme Tecniche per la progettazione, l'esecuzione ed il collaudo degli edifici in muratura e per il loro consolidamento”;

- D.M. 14 Febbraio 1992 “Norme tecniche per il calcolo, l’esecuzione ed il collaudo delle strutture di cemento armato normale e precompresso e per le strutture metalliche”

- D.M. 9 Gennaio 1996 “Norme tecniche per il calcolo, l’esecuzione ed il collaudo delle strutture in cemento armato normale e precompresso e per le strutture metalliche”

- D.M. 16 Gennaio 1996 “Norme Tecniche relative ai “Criteri generali per la verifica di sicurezza delle costruzioni e dei carichi e sovraccarichi”

- Norma UNI 9502 rev. Maggio 2001” verifica al fuoco strutture in c.a.”

- Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n° 3274 del 20.03.2003 pubblicata sul supplemento ordinario n. 72 della G.U. n. 105 del 08.05.2003 “ Primi elementi in materia di criteri generali per la classificazione sismica del territorio nazionale e di normative tecniche per le costruzioni in zona sismica” con le modifiche apportate dall’Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n° 3316 del 10.10.2003.

- D.M. 14 Settembre 2005 "Norme Tecniche per le Costruzioni".

- Eurocodice 2. Progettazione delle strutture di calcestruzzo. Parte 1-1: Regole generali e regole per gli edifici.

- Eurocodice 8. Indicazioni progettuali per la resistenza sismica delle strutture. Parte 1-1: Regole generali - Azioni sismiche e requisiti generali per le strutture.

- Eurocodice 8. Indicazioni progettuali per la resistenza sismica delle strutture. Parte 1-2: Regole generali per gli edifici.

- D.M. 14 Gennaio 2008 "Nuove Norme Tecniche per le Costruzioni".

- Circolare 2 febbraio 2009 n. 617/C.S.L.L.PP. – istruzioni per l’applicazione delle “Nuove norme tecniche per le costruzioni” di cui al D.M. 14 Gennaio 2008.

- DPCM 9 febbraio 2011 - Valutazione e riduzione del rischio sismico del patrimonio culturale con riferimento alle norme tecniche per le costruzioni di cui al decreto ministeriale 14 gennaio 2008

- Deliberazione di Giunta Regionale Emilia – Romagna 23 maggio 2011 n. 687, in attuazione della L.R. 19/2008.

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15

5. CRITERI DI PROGETTAZIONE

DETERMINAZIONE DEL LIVELLO DI CONOSCENZA RAGGIUNTO

Analisi della documentazione progettuale reperita

Purtroppo non è stato possibile reperire il progetto strutturale delle diverse fasi di realizzazione del

complesso, benché, per contro, si siano reperiti alcuni disegni architettonici di progetto, su cui sono

riportati in maniera quasi corretta le posizioni e le dimensioni dei pilastri.

Le sezioni del progetto architettonico reperite sono essenzialmente corrispondenti allo stato attuale,

mentre le piante non lo sono, ma semplicemente a causa di modifiche dimensionali che, per quanto

apparentemente non irrilevanti (oltre 40 cm di differenza sulle facciate principali) in realtà non

modificano sostanzialmente il comportamento strutturale del complesso.

Indagini eseguite e livello di conoscenza acquisito

Per sopperire alla mancanza di dati sui materiali derivanti dall’assenza di collaudo statico (e conseguenti

prove sui materiali originari) si è deciso di eseguire una serie di indagini, in parte anche distruttive, sul

complesso.

La campagna di indagini strumentali è iniziata con l’esecuzione di saggi mediante la rimozione

dell’intonaco e/o rivestimenti per scoprire la superficie in calcestruzzo degli elementi strutturali (travi,

pilastri, nodi, ecc…) e per determinarne le dimensioni. In alcuni di questi saggi è stato rimosso

puntualmente il copriferro in calcestruzzo per scoprire le armature longitudinali e le staffe in modo da

poter verificare la tipologia della barra e misurarne il diametro con un calibro di precisione.

In accordo con la committenza si è deciso di non prelevare barre di armatura dagli elementi strutturali

per non arrecare danni all’edificio limitandosi all’esecuzione di saggi diretti per valutare le

caratteristiche e lo stato di conservazione delle stesse.

La conoscenza delle caratteristiche meccaniche del calcestruzzo indurito in sito può essere stimata

mediante l’uso combinato di diverse tecniche di indagine che si possono raggruppare in prove di tipo

non distruttivo e distruttivo in base al tipo di invasività che il loro impiego comporta nei confronti della

struttura oggetto di studio. In particolare la campagna di indagini in oggetto è stata condotta mediante i

metodi non distruttivi costituiti da rilievi pacometrici e battute sclerometriche oltre che mediante il

metodo distruttivo del carotaggio.

La caratterizzazione meccanica del calcestruzzo avviene mediante la determinazione della sua

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16

resistenza a compressione, pertanto l’unica prova che consente di effettuare una misura diretta della

resistenza in sito del calcestruzzo è la prova a compressione alla pressa in laboratorio su campioni

cilindrici di calcestruzzo indurito prelevati in sito mediante carotaggio. Tutte le altre tipologie di indagine

non effettuano una misura diretta di resistenza ma misurano parametri fisici che possono essere

correlati alla resistenza mediante un’opportuna calibrazione dipendente dalle caratteristiche e proprietà

del calcestruzzo indagato. Pertanto tutte le prove di tipo non distruttivo non possono sostituire i

carotaggi, ma devono essere impiegate a supporto dei carotaggi stessi in modo da consentire una più

vasta ed economica campagna di indagini. I risultati delle diverse prove non distruttive svolte in uno

stesso punto di indagine possono essere combinati per sopperire alle imprecisioni di ciascuno di essi.

Data l’epoca di costruzione piuttosto recente dell’ultimo ampliamento, l’acciaio presente nelle strutture

di quest’ultimo è stato caratterizzato come un Feb44K, con un valore caratteristico di snervamento fy =

430 MPa.

Le prove ed il rilievo geometrico delle strutture metteranno il progettista in grado di redigere il rilievo

strutturale che sarà allegato al progetto esecutivo, e che sarà costituito di tavole grafiche e rilievo

fotografico.

Anche il dettaglio delle prove, svolte dallo Studio Ingenium, Ing. Roberto Ordonselli e Ing. Andrea

Canucoli, sarà allegato alla relazione di calcolo del progetto esecutivo e ne costituirà parte integrante.

Pertanto, per quanto già detto, sulla base di quanto rilevato e rimarcate le carenze di documentazione

riscontrate, il livello di conoscenza che ci si prefigge di raggiungere sarà il livello LC1 del D.M. 14 Gennaio

2008 "Nuove Norme Tecniche per le Costruzioni", ossia livello di conoscenza limitato.

Il livello di conoscenza LC1 si intende raggiunto quando:

1. sia stato effettuato il rilievo geometrico

2. siano state effettuate verifiche in situ limitate sui dettagli costruttivi

3. siano state effettuate indagini in situ limitate sulle proprietà dei materiali

Il fattore di confidenza da applicare alle proprietà dei materiali, sulle porzioni non storice del complesso,

ossia agli ampliamenti del 1996 – 97, sarà, pertanto, FC=1,35.

FATTORE DI CONFIDENZA

In relazione al livello di conoscenza raggiunto, è stato calcolato il fattore di confidenza Fc (Linee Guida –

§4.2). Esso è stato ottenuto attraverso l’assegnazione dei fattori di confidenza parziali (Fck, con k=1, 2, 3,

4) riportati in Tabella 4.1, associati alle quattro categorie d’indagine ed al livello di approfondimento in

esse raggiunto. I valori dei fattori parziali di confidenza assunti per la valutazione della sicurezza sismica

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RELAZIONE STRUTTURALE DI ILLUSTRAZIONE SINTETICA E DI CALCOLO

17

nello stato attuale sono riportati nella tabella che segue:

Rilievo geometrico rilievo geometrico completo, con restituzione

grafica dei quadri fessurativi e deformativi

Fc1= 0

Identificazione delle

specificità

storiche e costruttive della

fabbrica

restituzione parziale delle fasi costruttive e

interpretazione del comportamento strutturale

fondate su: (a) limitato rilievo materico e degli

elementi costruttivi associato alla

comprensione e alla verifica delle vicende di

trasformazione (indagini documentarie e

tematiche, verifica diagnostica delle ipotesi

storiografiche); (b) esteso rilievo materico e

degli elementi costruttivi associato alla

comprensione delle vicende di trasformazione

(indagini documentarie e tematiche)

Fc2= 0,06

Proprietà meccaniche dei

materiali

limitate indagini sui parametri meccanici

dei materiali

Fc3= 0,06

Terreno e fondazioni disponibilità di dati geotecnici e sulle

strutture fondazionali; limitate indagini sul

terreno e le fondazioni

Fc4= 0,03

Il fattore di confidenza Fc, pertanto, risulta (Linee Guida – Eq. 4.1):

∑=

+=4

1

1K

FckFc

Fc = 1,15

STORIA SISMICA

Come descritto, il complesso cimiteriale ha subito diversi danni, fortunatamente piuttosto lievi, a

seguito degli eventi del 20 e 29 maggio 2012. In particolare si segnalano i seguenti eventi (per brevità si

riportano solo gli eventi con magnitudo superiore a 4.0 – fonte: INGV, http://cnt.rm.ingv.it/tdmt.html)

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18

Event-Id Data Ora (UTC) Lat Lon Prof

(Km) Mag Distretto Sismico

7223244280 12/06/2012 01:48:36 44.88 10.888 10.8 Ml:4.30 Emilia-Romagna, Modena

7223125200 03/06/2012 19:20:43 44.9 10.94 9.2 Ml:5.10 Emilia-Romagna, Modena

7223081840 31/05/2012 19:04:04 44.89 10.98 8.7 Ml:4.20 Emilia-Romagna, Modena

7223079380 31/05/2012 14:58:21 44.88 10.867 5.8 Ml:4.00 Emilia-Romagna, Reggio nell'Emilia

7223048150 29/05/2012 10:55:57 44.89 11.01 6.8 Ml:5.30 Emilia-Romagna, Modena

7223047300 29/05/2012 09:30:21 44.892 11.053 1.2 Ml:4.20 Emilia-Romagna, Modena

7223046800 29/05/2012 08:40:58 44.892 10.962 5.3 Ml:4.20 Emilia-Romagna, Modena

7223046650 29/05/2012 08:25:51 44.901 10.943 3.2 Ml:4.50 Emilia-Romagna, Modena

7223045800 29/05/2012 07:00:03 44.85 11.09 10.2 Ml:5.80 Emilia-Romagna, Modena

7222991940 25/05/2012 13:14:05 44.883 11.108 10 Ml:4.00 Emilia-Romagna, Modena

7222968210 23/05/2012 21:41:18 44.868 11.251 4.8 Ml:4.30 Emilia-Romagna, Modena

7222936370 21/05/2012 16:37:31 44.851 11.348 10.4 Ml:4.10 Emilia-Romagna, Modena

7222922570 20/05/2012 17:37:14 44.88 11.38 3.2 Ml:4.50 Emilia-Romagna, Ferrara

7222919980 20/05/2012 13:18:02 44.831 11.49 4.7 Ml:5.10 Emilia-Romagna, Ferrara

7222917530 20/05/2012 09:13:21 44.879 11.241 3.1 Ml:4.20 Emilia-Romagna, Modena

8222913820 20/05/2012 03:02:50 44.86 11.1 10 Ml:4.90 Emilia-Romagna, Modena

8222913232 20/05/2012 02:03:53 44.89 11.23 6.3 Ml:5.90 Emilia-Romagna, Modena

7222911530 29/05/2012 23:13:27 44.898 11.258 6.2 Ml:4.10 Emilia-Romagna, Modena

Tabella 3 - Eventi sismici recenti

Nel seguito si riporta la mappa con la PGA registrata nel cratere sismico il 29 maggio. L’accelerazione è

espressa in g.

0.05

0.05

0.05

0.05

0.05

0.05

0.05

0.05

0.05

0 .05

0.065

0.065

0.065

0.06

5

0.065

0.065

0.06

5

0.06

5

0 .0 8

0.08

0.080.08

0.08

0.08

0.08

0.08

0.095

0.095

0.095

0.09

5

0.095

0.095

0.09

5

0.11

0.11

0.11

0.11

0.11

0.11

0.11

0.12

5

0.125

0.125

0 .12

5

0.125

0.125

0.12

5

0.14

0.14

0.14

0 .14

0.14

0.14

0.155

0.155

0.15

5

0.155

0.155

0.15

5

0 .17

0.17

0.17

0.17

0.17

0.17

0.185

0.185

0. 185

0.185

0.185

0.2

0.20.2

0.2

0.2

0. 20 .2 15

0.215

0.21

5

0.215

0.23

0.23

0.23

0.23

0.245

0.245

0.245

0.24

5

0.260.2

6

0.26

0.26

0.275

0.275

0.275

0.27

5

Crevalcore

Cento

Camposanto

Revarino

San Felice sul PanaroMedolla

Mirandola

Cavezzo

San Prospero

San PossidonioConcordia

Finale Emilia

Bomporto

Nonantola

Novi

Carpi

10.7 10.8 10.9 11 11.1 11.2 11.3 11.4 11.544.6

44.65

44.7

44.75

44.8

44.85

44.9

44.95

45

45.05

45.1

0.06

0.08

0.1

0.12

0.14

0.16

0.18

0.2

0.22

0.24

0.26

Figura 4 - individuazione del cratere e valori della PGA misurati dall’evento del 20 maggio 2012. La zona bianca centrale indica valori superiori a 0.27g

AZIONE SISMICA

Secondo quanto previsto nelle Linee Guida al punto 2.4, l’azione sismica di riferimento è valutata in

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RELAZIONE STRUTTURALE DI ILLUSTRAZIONE SINTETICA E DI CALCOLO

19

relazione ad una vita di riferimento VR così definita:

VR = VN x CU

dove VN è la vita nominale a cui viene riferita la valutazione della sicurezza e CU la classe d’uso (Linee

Guida – §2.4; D.M. 14 gennaio 2008 – 2.4.1 e 2.4.2; Circolare 2 febbraio 2009, n° 617 – C2.4.1 e C2.4.2)

assegnata sulla base delle caratteristiche del bene e del tipo d’uso.

In relazione quindi al periodo di riferimento VR ed allo stato limite considerato, a cui è associata una

determinata probabilità di superamento PVR nella vita di riferimento, può essere valutato il periodo di

ritorno di riferimento dell’azione sismica TR:

)1ln( VR

RR P

VT

−−=

In tabella sono riportati i parametri assunti e la conseguente vita di riferimento per il bene in esame e i

valori di periodo di riferimento dell’azione sismica TR per lo Stato Limite di Salvaguardia della Vita (SLV)

(Linee Guida – §2.3 e 2.4).

L’azione sismica è stata valutata in conformità alle indicazioni riportate al capitolo 3.2 del D.M. 14

gennaio 2008 “Norme tecniche per le Costruzioni”.

In particolare il procedimento per la definizione degli spettri di progetto per i vari Stati Limite per cui

sono state effettuate le verifiche è stato il seguente:

• definizione della Vita Nominale e della Classe d’Uso della struttura, il cui uso combinato ha portato

alla definizione del Periodo di Riferimento dell’azione sismica.

• Individuazione, tramite latitudine e longitudine, dei parametri sismici di base ag, F0 e T*c per tutti e

quattro gli Stati Limite previsti (SLO, SLD, SLV e SLC); l’individuazione è stata effettuata

interpolando tra i 4 punti più vicini al punto di riferimento dell’edificio.

• Determinazione dei coefficienti di amplificazione stratigrafica e topografica.

• Calcolo del periodo Tc corrispondente all’inizio del tratto a velocità costante dello Spettro.

I dati così calcolati sono stati utilizzati per determinare gli Spettri di Progetto nelle verifiche agli Stati

Limite considerate.

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AZIONE SISMICA IN FUNZIONE DEL SITO

Comune Cento

Latitudine 44,797535°

Longitudine 11,300715-°

Classe d'uso CU III

Vita nominale VN 50 anni

Vita di riferimento VR 75 anni

Probabilità di riferimento PVR 0,10%

Periodo di riferimento TR 712 anni

Tipologia strutturale Struttura mista in muratura e c.a.

Categoria sottosuolo S2

Amplificazione topografica T1

Duttilità Bassa

Figura 5. Quadro di riferimento per le azioni sismiche

Tabella 6 - Caratteristiche considerate per la valutazione dell’azione sismica

Nel D.M. 14 gennaio 2008 le forme spettrali sono definite, per ciascuna delle probabilità di superamento

nel periodo di riferimento PVR, a partire dai valori dei seguenti parametri su sito di riferimento rigido

orizzontale:

• ag accelerazione orizzontale massima al sito;

• F0 valore massimo del fattore di amplificazione dello spettro in accelerazione orizzontale;

• T*c periodo di inizio del tratto a velocità costante dello spettro in accelerazione orizzontale.

Per la stima del valore dell’accelerazione di riferimento del sito ag, il D.M. 14 gennaio 2008 ha adottato i

valori di pericolosità definiti dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (GdL MPS, 2004: http:

//zonesismiche.mi.ingv.it) per l’intero territorio nazionale su un reticolo di lato pari a circa 5 km.

Nell’Allegato A alle Norme Tecniche per le Costruzioni (D.M. 14 gennaio 2008) sono fornite le indicazioni

necessarie per ottenere i parametri dell’azione sismica per una generica coordinata geografica ed un

generico periodo di ritorno. In tabella sono riportati i valori di ag, F0 e T*c per il sito in esame, e i valori di

SS e CC, dipendenti dalla tipologia di suolo e dallo stato limite considerato, necessari per la definizione

degli spettri di risposta elastici in accelerazione così come previsto dal D.M. 14 gennaio 2008.

I parametri sismici da considerare, pertanto, sono i seguenti:

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21

Stato Limite Tr [anni] ag [g] Fo Tc*[s]

Operatività (SLO) 30 0,040 2,549 0,255

Danno (SLD) 50 0,053 2,468 0,267

Salvaguardia vita (SLV) 475 0,154 2,589 0,271

Prevenzione collasso (SLC) 975 0,206 2,538 0,277

Periodo di riferimento per l'azione sismica: 100

Tabella 7 - Parametri sismici di riferimento

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RELAZIONE STRUTTURALE DI ILLUSTRAZIONE SINTETICA E DI CALCOLO

22

6. VALUTAZIONE DELLA SICUREZZA PRE E POST INTERVENTO

L’utilizzo del livello LV1 di analisi, sebbene risulti principalmente idoneo per lo studio della vulnerabilità

a scala territoriale (Linee Guida – §1.1), consente di ottenere una preliminare valutazione della

vulnerabilità globale del manufatto attraverso una stima dell’accelerazione al suolo e del periodo di

ritorno corrispondente al raggiungimento dei diversi stati limite.

L’analisi è stata sviluppata attraverso l’applicazione del modello semplificato per la valutazione

dell’accelerazione corrispondente allo stato limite di salvaguardia della vita umana (SLV) per la tipologia

“Chiese, luoghi di culto ed altre strutture con grandi aule, senza orizzontamenti intermedi” (Linee Guida

– § 5.4.3).

Si è fatto quindi ricorso ai parametri della scheda di rilievo del danno e della vulnerabilità in cui

l’accelerazione massima al suolo corrispondente ai diversi stati limite può essere correlata ad un

indicatore numerico, l’indice di vulnerabilità iV, ottenuto attraverso una opportuna combinazione di

punteggi assegnati ai diversi elementi di vulnerabilità e di presidio antisismico. La scheda per il rilievo del

danno e della vulnerabilità delle chiese è stata utilizzata nelle emergenze sismiche a partire dal 1995; la

notevole mole di dati raccolti (oltre 4000 chiese) ha consentito, attraverso elaborazioni statistiche, di

stabilire una relazione tra l’azione sismica ed il danno, in funzione di un parametro di vulnerabilità della

chiesa.

Situazione pre - intervento iv = 0,708

asldS = 0,030 m/s2

aslvS = 0,120 m/s2

TSLD < 30 anni

TSLV = 209 anni

L’indice di sicurezza sismico è dato dal rapporto tra il periodo di ritorno TSLV dell’azione sismica che porta

allo stato limite di salvaguardia della vita ed il corrispondente periodo di ritorno di riferimento TR,SLV.

IS,SLV = 0,44

Il valore dell’indice sopra riportato, relativamente basso, testimonia anche numericamente l’elevata

vulnerabilità della chiesa.

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RELAZIONE STRUTTURALE DI ILLUSTRAZIONE SINTETICA E DI CALCOLO

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Situazione post - intervento

La strategia di intervento sulla chiesa adottata per migliorarne il comportamento sismico e diminuirne

l’indice di vulnerabilità è quella dell’inserimento di trasversali in modo da assicurare il comportamento

d’assieme del fabbricato fornendo un efficace vincolo contro la formazione di lesioni nel piano.

L’indice di vulnerabilità post intervento risulta pari a:

iv = 0,583

Il valore dell’accelerazione al suolo post intervento, corrispondente allo stato limite di

salvaguardia della vita (SLV), risulta pari a:

aslvS = 0,154 m/s2

Il periodo di ritorno post intervento, corrispondente al raggiungimento dello stato limite

considerato (SLV) risulta:

TSLV = 475 anni

a cui corrisponde un indice di sicurezza pari a:

IS,SLV = 1

Come è evidente, gli interventi hanno ridotto notevolmente la vulnerabilità dell’edificio, che, in effetti,

per la condizione in esame risulterebbe addirittura adeguato.

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RELAZIONE STRUTTURALE DI ILLUSTRAZIONE SINTETICA E DI CALCOLO

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7. CLASSIFICAZIONE DEGLI INTERVENTI

Da un punto di vista strutturale, gli interventi più significativi che saranno eseguiti sugli edifici costituenti

il complesso cimiteriale sono i seguenti:

1. riparazione e rinforzo di tre pilastri dell’ampliamento 1996-97 mediante l’inserimento di fasce in

FRP, in particolare fibre di carbonio;

2. inserimento di due tiranti in acciaio per ovviare al pericolo di sfilamento dei travetti dai cordoli

perimetrali in facciata della Chiesa cimiteriale.

Le norme tecniche per le costruzioni approvate con il D.M. 14 gennaio 2008 definiscono quale

intervento di riparazione o intervento locale quello che riguarda “singole parti e/o elementi della

struttura e interesseranno porzioni limitate della costruzione”, purché “non siano prodotte sostanziali

modifiche al comportamento delle altre parti e della struttura nel suo insieme e che gli interventi

comportino un miglioramento delle condizioni di sicurezza preesistenti”.

Le stesse norme definiscono di “miglioramento” quegli “interventi che siano comunque finalizzati ad

accrescere la capacità di resistenza delle strutture esistenti alle azioni considerate”, eseguibili qualora

non sia obbligatoria “adeguare” la costruzione.

Le esemplificazioni riportate nella Circolare esplicativa n.617 del 2 febbraio 2009 chiariscono che

l’elemento discriminante tra “intervento locale” e “intervento di miglioramento” sia non tanto

l’estensione dello stesso (sia in termini assoluti che relativi alla dimensione dell’unità strutturale),

quanto la “condizione che l’intervento non cambi significativamente il comportamento globale della

struttura, soprattutto ai fini della resistenza alle azioni sismiche, a causa di una variazione non

trascurabile di rigidezza o di peso”.

Per il complesso in oggetto, l’intervento di cui al punto 1, di sola cerchiatura con elementi in FRP,

segnatamente fibra di carbonio, di colonne degradate, che non interessi i nodi trave-pilastro, non si

ritiene possa produrre sostanziali modifiche al comportamento delle altre parti e della struttura nel suo

insieme: lo schema statico e quello sismo-resistente restano sostanzialmente immutati e le rigidezze dei

singoli elementi - con nodi invariati - non aumentano in modo sostanziale, restando peraltro la posizione

e la resistenza delle potenziali cerniere plastiche di fatto invariate.

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Per quanto riguarda l’intervento classificato al punto 2 dell’elenco di cui sopra, la Circolare applicativa n.

617 del 2 febbraio 2009 sulle norme tecniche per le costruzioni approvate con il D.M. 14 gennaio 2008,

sugli interventi locali o di riparazione, cita che “Interventi di ripristino o rinforzo delle connessioni tra

elementi strutturali diversi (ad esempio tra pareti murarie, tra pareti e travi o solai, anche attraverso

l’introduzione di catene/tiranti) ricadono in questa categoria, in quanto comunque migliorano anche il

comportamento globale della struttura, particolarmente rispetto alle azioni sismiche.”

E’, inoltre, da tener presente che, nel contesto del complesso cimiteriale di XII Morelli, l’intervento di

riparazione e l’intervento locale rappresentano la sola strada percorribile e, conseguentemente, la sola

possibilità di migliorare, seppur gradualmente, le condizioni di sicurezza delle costruzioni che lo

costituiscono

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8. MATERIALI

La prima parte del complesso cimiteriale della frazione XII Morelli del Comune di Cento fu realizzata

negli anni 50 e 60 del secolo scorso.

Per la struttura, di tipo misto, secondo quanto riportato dalle poche specifiche di progetto reperite,

sono stati impiegati inerti di tipo siliceo, cemento tipo 600 (travi e solai) e 730 (pilastri), acciaio tipo Aq

50-60. Le parti in muratura portante sono state realizzate con mattone pieno bolognese.

Nel seguito si riporta la descrizione dei materiali e dei prodotti ad uso strutturale introdotti per il

ripristino dell’agibilità complessiva.

MATERIALI ESISTENTI

ELEMENTI RESISTENTI CEMENTO ARMATO

Si allegano i risultati delle “Prove alla compressione su conglomerati di cemento”, eseguite in data 21

maggio 2014 dal “Laboratorio Sperimentale Materiali da Costruzione TEMA Aut. Min. LL.PP.

24029/1983”, accluse al rapporto di prova dello Studio Ingenium, che si è occupato delle prove

sperimentali sui materiali.

Visto il buon comportamento delle travature e dei pilastri delle zone storiche del complesso cimiteriale,

si è optato per il prelievo di carote solamente presso l’ampliamento del 1996 – 97, che presenta, inoltre,

l’anomalia, pur essendo di realizzazione piuttosto recente, di non avere reperibili i progetti dello stesso,

ne’ architettonici ne’, tantomeno, strutturali.

La scelta si è rivelata piuttosto azzeccata, in quanto le prove hanno messo in evidenza risultati piuttosto

modesti, con una resistenza cubica, per i due campioni, pari a 14,5 e 18,3 MPa rispettivamente.

Anche le correlazioni eseguibili dai risultati delle prove non distruttive eseguite con lo sclerometro, e

sempre allegate al rapporto di prova dello Studio Ingenium, hanno messo in evidenza la cattiva qualità

dei getti eseguiti.

ELEMENTI RESISTENTI ACCIAIO TIPO Aq 50

Si riportano le caratteristiche meccaniche degli acciai definiti Aq.50, classificati in conformità alle

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disposizioni dell’epoca1.

− tensione di snervamento, fy non inferiore a 270 N/mm2;

− tensione di rottura, fu compresa tra 500 e 600 N/mm2;

− allungamento a rottura, A10φ non inferiore al 16%.

ELEMENTI RESISTENTI ACCIAIO TIPO Aq 60

Si riportano le caratteristiche meccaniche degli acciai definiti Aq.60, classificati in conformità alle

disposizioni dell’epoca.

− tensione di snervamento, fy non inferiore a 310 N/mm2;

− tensione di rottura, fu compresa tra 600 e 700 N/mm2;

− allungamento a rottura, A10ø non inferiore al 14%.

ELEMENTI RESISTENTI IN MURATURA

In accordo con la Tabella C8A.2.1 e C8A.2.2 della Circolare 2 febbraio 2009 n. 617/C.S.L.L.PP. – istruzioni

per l’applicazione delle “Nuove norme tecniche per le costruzioni”, si riportano le caratteristiche

meccaniche delle murature esistenti.

1 G.M. Verderame, A. Stella, E. Cosenza; “Le proprietà meccaniche degli acciai impiegati nelle strutture in c.a.

realizzate negli anni ‘60” - Dipartimento di Analisi e Progettazione Strutturale, Università degli Studi di Napoli

Federico II, Italy - X Congresso Nazionale “L’ingegneria Sismica in Italia”, Potenza-Matera 9-13 settembre 2001

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MATERIALI DI PROGETTO

ELEMENTI RESISTENTI IN C.A.

nome Rck

[N/mm2]

ρ [kN/m3]

fck

[N/mm2]

fcd

[N/mm2]

E

[kN/mm2] αcc ν γc

C25/30 30 25 24,9 14,1 31 0,85 0,20 1,5

BARRE ARMATURA.

nome σ

[N/mm2]

Fyk

[N/mm2]

Es

[N/mm2]

ρ [kN/m3]

n εuk γs

B450C 260 450 206000 78 15 67,5‰ 1,15

ELEMENTI RESISTENTI IN MURATURA

Nei modelli di calcolo, per gli elementi resistenti artificiali da impiegare con funzione resistente, sono

state applicate le prescrizioni riportate al § 11.10.1 del DM 14.01.2008.

MAT. TIPO ELEMENTO CATEGORIA DIR.FOR. φ fbk f’bk sp PESO n° (%) (N/mm2) (N/mm2) cm N

M1 Laterizio Semipieno I Verticale 44,7 12 1,6 30 12,80

MALTE

In sede di progetto, si è considerato l’impiego di malta a prestazione garantita di classe M10

MAT. TIPO fbk TIPO MALTA fk fkV0 ρ E G n° (N/mm2) (N/mm2) (N/mm2) (N/m3) (N/mm2) (N/mm2)

M1 Laterizio Semipieno 10,62 M10 5,3 0,2 14500 5470 2188

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9. SICUREZZA E PRESTAZIONI ATTESE

VITA NOMINALE, CLASSI D’USO E PERIODO DI RIFERIMENTO

Le “Norme Tecniche per le costruzioni” , D.M. 14 Gennaio 2008, definiscono le azioni sismiche su

ciascuna costruzione in relazione ad un periodo di riferimento VR che si ricava, per ciascun tipo di

costruzione, moltiplicandone la vita nominale Vn per il coefficiente d’uso Cu.

L’edificio, ad uso religioso, è classificato come struttura opera ordinaria con vita nominale di progetto

Vn = 50 anni

come evidenziato nella Tabella 2.4.I delle stesse “Norme Tecniche per le costruzioni”

Per quanto riguarda la classe d’uso, poiché la costruzione, almeno due volte l’anno, prevede

affollamenti significativi, senza contenuti pericolosi e senza funzioni pubbliche o strategiche importanti,

la struttura risulta in classe III, per la quale il coeficiente d’uso Cu, di correzione del periodo di

riferimento, risulta pari a 1,5 (Tabella 2.4.II delle “Norme Tecniche per le costruzioni”).

VR = Vn * Cu = 50 * 1,5 = 75 > 35anni VR = Vn = 75 anni

AZIONI SULLE COSTRUZIONI

AZIONI PERMANENTI

Ai sensi del D.M. 14 Gennaio 2008 - “Norme Tecniche per le costruzioni” i carichi permanenti sono

valutati sulla base delle dimensioni effettive dell’opera e dei pesi dell’unità di volume dei materiali

costituenti.

Per gli orizzontamenti i carichi permanenti portati ed i carichi variabili si assumono uniformemente

distribuiti. Il peso proprio degli elementi divisori interni sugli orizzontamenti è ragguagliato ad un carico

permanente uniformemente distribuito (g2k), definito in funzione del peso proprio per unità di

lunghezza (G2k) delle partizioni.

Solaio in laterocemento di spessore 16 + 4 cm = 266 daN/m2

Impermeabilizzazione superiore = 30 daN/ m2

Intonaco inferiore = 30 daN/ m2

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Totale carichi permanenti e portati = 326 daN/ m2

AZIONI VARIABILI

Si riportano di seguito i valori caratteristici e/o nominali delle azioni variabili da utilizzare nel progetto e

destinazioni d’uso dell’edificio, espressi in funzione delle diverse categorie come indicato in tabella 3.1.II

del D.M. 14/01/2008:

Cat. Ambiente di destinazione qk

kN/m2

Qk

kN

Hk

kN/m

A Ambienti ad uso residenziale.

Sono compresi in questa categoria i locali di abitazione e relativi servizi, gli alberghi. (ad esclusione delle aree suscettibili di affollamento)

2,00 2,00 1,00

D1 Ambienti ad uso commerciale

Negozi

4,00 4,00 2,00

H2 Coperture e sottotetti praticabili Secondo categoria di appartenenza

Tab. 1 Valori dei carichi d’esercizio per le diverse categorie d’edificio

Copertura accessibile per sola manutenzione = 100 daN/ m2

CARICO NEVE

Il carico neve sulle coperture viene valutato con la seguente espressione:

Qs = µ(i) x Qsk x Ce x Ct = 80 daN/ m2

dove:

Zona II : qsk =1,00 KN/mq as= 15,00 m.s.l.m

Coefficiente di forma delle coperture : µ(i) =0,80 0°≤ α≤ = 30°

Coefficiente di esposizione normale: Ce = 1.0

Coefficiente termico: Ct = 1.0

Calcolo carico neve NTC08

Dati di Ingresso

Zona II qsk 1 kN/m2

as [m] 15 Ct 1

Topografia Normale Ce 1

α [°] 0 μ1 0,80

qs 0,80 kN/m2

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10. COMBINAZIONI DELLE AZIONI

COMBINAZIONE SLU CON SOLI CARICHI PERMANENTI

Nmin = γg × Gk Gk= carichi permanenti γg= 1.0

COMBINAZIONE SLU CON CARICHI PERMANENTI ED ACCIDENTALI

Nmax = γg × Gk + γq [ Q1k + Si (ψ0i × Qik)]

Gk= carichi permanenti;

Q1k= carico accidentale dominante;

Qik= carichi accidentali non dominanti γg= 1.3 γq= 1.5 ψ= ψ0

COMBINAZIONE DEI CARICHI VERTICALI

Per l'analisi sismica dell'edificio si fa riferimento alla seguente combinazione di carico:

N = Gk + ∑i ((ψ2i × Qik)

Gk= carichi permanenti;

Qik= carichi accidentali ψ= ψ2

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11. VERIFICHE DI SICUREZZA E RISULTATI SIGNIFICATIVI

Nella valutazione della sicurezza e per il predimensionamento degli interventi di progetto, si è optato

per un’analisi dei meccanismi locali, soprattutto per non modificare il comportamento strutturale

dell’intero complesso che, come abbiamo visto in precedenza, ha dimostrato di comportarsi molto bene

anche con accelerazioni al suolo molto significative.

E’ stata, pertanto, eseguita una verifica sul collegamento dei travetti di copertura della Chiesa con il

solaio in laterocemento.

La verifica è stata effettuata sui meccanismi nel piano, in particolare sulla resistenza a taglio dell’intera

parete, ipotizzando efficaci i tiranti che si è previsto di posare in sommità alla stessa.

Il calcolo è stato effettuato con il software Strutture in Muratura, IV edizione, della Grafill, aggiornato al

marzo 2013.

Il software esegue i calcoli agli stati limite, secondo quanto previsto dal D.M. 14 Gennaio 2008 e

Circolare 2 febbraio 2009 n. 617/C.S.L.L.PP. – istruzioni per l’applicazione delle “Nuove norme tecniche

per le costruzioni” di cui al D.M. 14 Gennaio 2008: i risultati sono allegati in calce alla presente.