2011-11-13 La Foto Perfetta 2

  • Upload
    mauchiz

  • View
    215

  • Download
    0

Embed Size (px)

Citation preview

  • 8/3/2019 2011-11-13 La Foto Perfetta 2

    1/14

    LA DOMENICADIREPUBBLICA DOMENICA 13NOVEMBRE 2011NUMERO 352

    CULT

    CATTANEO E ISAACSON

    Il libro

    IRENE BIGNARDI

    La guerra delloppioe altre avventurecon Ghosh la storiadiventa romanzo

    Allinterno

    Lintervista

    CRISTINA NADOTTI

    George R.R. Martinil re del fantasyOdio gli imitatoridi Tolkien

    La mostra

    ACHILLE BONITO OLIVA

    Ecco i Surrealistila pattuglia di Bretonche voleva dareforma allinconscio

    Il concerto

    DINO VILLATICO

    Il grande Gergievraggela limpeto

    e la fantasiadi Ciaikovskij

    Ziggy Stardust & C.Tutti gli alter egodi David Bowie

    Spettacoli

    GIUSEPPE VIDETTI

    Altan e il CavaliereDal 1990 semprecon lombrello

    Lattualit

    SIMONETTA FIORI

    ALESSANDRO BARICCO

    laltro. Intanto mi va di parlare di libri, in un momento in cui nonsembra pi cos importante dirsi quali sono belli e quali no, litigar-ne un po, pronunciarsi. Pi facile che lo si faccia coi film, o con lapolitica. Eppure i libri sono ancora l, a migliaia, e continuano a de-clinare una civilt di piaceri pazienti che in modo piuttosto silen-zioso collabora a ridisegnare lintelligenza e la fantasia collettive.Tutto quel che si pu fare per dare evidenza a una simile liturgia mi-te, lo si deve fare. E allora eccomi qui a fare la mia parte.

    Ma c anche, alla fine, unaltra ragione, perfino pi importan-te, almeno per me. Ho cercato di riassumerla nel titolo di questoprogetto lungo un anno. Una certa idea di mondo. Il fatto che miriesce sempre pi difficile dire cosa vedo quando mi guardo intor-

    no, e perfino il concentrarsi su un particolare spicchio di questogran spettacolo non sembra portare molto lontano: si finisce perimpelagarsi in tecnicismi che magari mettono a fuoco il dettaglio,ma perdono la mappa complessiva, lunica che conta davvero.

    (segue nelle pagine successive)

    Una certaideadi mondo

    BARICCOALESSANDRO

    I miglioricinquanta libriche ho lettonegli ultimidieci anniIncominciail viaggioa puntatedello scrittoresu Repubblica

    DISEGNODIMANUELEFIOR

    Le nuove regoledel genio

    meglio visionariche intelligenti

    La copertina

    Diecianni fa ho cambiato citt. E fin qui, chi se ne fre-ga. Solo che cambiando citt ho lasciato nella vec-chia tutti i libri che avevo letto, e sono entrato inuna casa in cui non cera un libro mio. Quindi ades-so, l dentro, ci sono dieci anni di libri miei, gli ulti-mi dieci anni: li tengo uno di fianco allaltro, non in

    ordine alfabetico o per tipologia, ma nellordine in cui li ho aperti(un sistema, tra laltro, che consiglio: le sere che ti annoi, passi aguardare i dorsi e, se hai voglia, come ripercorrere pezzi della tuavita, basta lasciare che il gusto dei giorni in cui li hai tenuti in manoritorni su: e lo fa, eccome se lo fa). Questa la ragione per cui sonoin grado di dire, con una certa esattezza, quali sono i migliori cin-

    quanta libri che ho letto negli ultimi dieci anni. Un tantino pi dif-ficile spiegare come mai ho deciso di dedicare a ognuno di loroun articolo, passandone uno alla settimana, per un anno, ogni d o-menica.

    Perch li leggano anche altri, direi. E gi basterebbe. Ma c del-

    Repubblica Nazionale

  • 8/3/2019 2011-11-13 La Foto Perfetta 2

    2/14

    LA DOMENICAs 36

    DOMENICA 13 NOVEMBRE 2011

    Novembre 1971: un ancora oscuro musicistasi inventa la figura di una rockstar aliena

    di nome Ziggy Stardust. la prima trasformazionedelluomo che pi di tutti anticip e cambi la musica,

    la moda, larte. Come racconta ora il concept book definitivo

    SpettacoliStarman

    Bowiedivent

    Quando

    1974

    1962

    1963

    1964

    1965 1966 1967 1968

    1969

    1970

    1971

    19721973

    David

    IL LIBRO

    Any Day Now. David Bowie. Gli anni londinesi: 1947-1974curato da Kevin Cann uscir il 23 novembre per Arcana(336 pagine, 39,50 euro). Definito dal Daily Expresslibro musicale del decennio, raccoglie 850 documentifotografici (alcuni illustrano queste pagine) che ricostruisconoquasi giorno per giorno la vita di David Bowie dalla nascitaallapice del successo con la pubblicazione di Diamond DogLautore stato per quasi ventanni il curatore del larchiviodi Bowie e ha avuto accesso a rarissimi memorabilia locandine e biglietti dei concerti, copertine e ritagli di rivistee una miriade di fotografie affiancati da interv istea centinaia di amici e collaboratori del Duca Bianco

    Il libro prenotabile da oggi online su www.lafeltrinelli.it

    TRASFORMAZIONI 1955.A scuola a Bromley, un sobborgo di Londra (DELLPUBLISHING);1962.A quattordici anni, prima dellincidente allocchio (COLLEZIONEDELLAUTORE);1963.A Londra (ROYAINSWORTH/DAVIDBOWIE COLLECTION);1964.Primo servizio fotografico da professionista (DEZOHOFFMAN/REX FEATURES); 1965.Alla Emi (EMI); 1966. Il David modernista dei primi mesi del 66 (PICTORIAL PRESS/ALAMY);1967.Uno dei primiesper imenti col trucco (GERALD FEARNLEY); 1968.Nellappartamento di Tony Visconti a Lexham Gardens (RAY STEVENSON/REX FEATURES);1969.Ai Paddington Street Gardens (KENNETH PITT);1970.Nellestate a Haddon Hall (KEITH MACMILLAN/DAVID BOWIEARCHIVE); 1971.Foto per la quarta di copertina di Oh You Pretty Things (BRIAN WARD/DAVID BOWIEARCHIVE/TERRY PASTOR);1972.Si prepara a salire sul palco (BYRON NEWMAN); 1973.Servizio fotografico perAladdin Sane (DUFFYARCHIVE); 1974.Foto per la copertina di Diamond Dogs (TERRY ONEILL/GETTY IMAGES)

    GIUSEPPE VIDETTI

    1955

    Repubblica Nazionale

  • 8/3/2019 2011-11-13 La Foto Perfetta 2

    3/14

    LA DOMENICAs 30

    DOMENICA 13 NOVEMBRE 2011

    La copertina

    Vi racconto i migliori cinquanta libri che ho letto negli ultimi

    dieci anni. Cos vi parlo di quello che mi piace e non mi piacedel mondo. Non i libri pi belli della mia vita, quella sarebbeunaltra cosa. Alessandro Baricco incomincia il suo viaggioa puntate ogni domenica su RepubblicaPrimo titolo: Open di Andre Agassi,il ragazzo che odiava il tennisma doveva finire la partitache poi la stessa che giochiamo tutti

    Mi resta ancora del gioco, noneh, non lha scritto lui, daccordo. Lha scritto J. R. Moehringer, uno che nel2000 ha vinto il Pulitzer per il giornalismo: e che, obbiettivamente, di unabravura mostruosa. Non bisogna pensare per che si sia limitato a fare daghostwriter: gl i riuscito di dare ad Agassi una voce (una vita l aveva gi, e mi-cidiale) e una diabolica abilit nel raccontare. Risultato: di Moehringer tiscordi subito e ti ritrovi in viaggio con un Agassi che non ti saresti mai aspet-tato e che non smette un attimo di parlare. Se parti, non scendi pi fino al-

    lultima pagina. Roba che i famigliari protestano e sul lavoro non combinipi un granch.

    In genere, quando un libro riesce a ottenere un simile risultato contieneuna di queste quattro domande: chi lassassino? Il protagonista trover sestesso? Ma alla fine si sposeranno? Chi dei due vincer? Openne contiene tre

    su quattro, e le intreccia molto bene: le possibilit di sottrarsi alla trap pola so-no pari a zero. (Manca lomicidio, ma se si largheggia un po, lidea di far alle-nare il proprio figlio di sette anni tirandogli 2.500 palline al giorno assomigliamolto a una specie di avvelenamento metodico, e quella era lidea di educa-zione che aveva in testa il padre di Agassi).

    Adesso che sono stato ad ascoltarlo, so che Agassi ha vissuto come giocavaa tennis, cio i piedi ben dentro al campo, ad aggredire la pallina mentre sale(tutti buoni a prenderla mentre scende), immaginando tutto a una velocitirragionevole, e collezionando sciocchezze mostruose e invenzioni sublimi.Intanto che faceva tutto questo, cercava un senso alla sua vita, e se si ritornacon la mente a quel pagliaccio in hot pants di jeans e capelli tinti sparati sullatesta che giocava come un flipper, la cosa risulta poco credibile: ma non seapri il libro e gli dai una chance. Alla fine bisogna arrendersi, sembrava defi-ciente ma non lo era. O almeno: era intelligente in un modo molto barbaro, equindi affascinante.

    Non sarebbe poi stato molto differente, il giovane Werther, se solo nasce-va nel 1970 a Las Vegas. Tutto molto superficiale, ma quando ad esempio ti facapire le porzioni di vita che possono viaggiare in una pallina da tennis cheschizza su del cemento, in assenza di qualsiasi profondit, e nellossessiva ri-cerca di poche linee dipinte di bianco, unidea te la fai, molto fisica, di come

    (seguedalla copertina)

    altra parte, come si faa stare zitti, con tuttoquel che accade intorno,

    e soprattutto se ti guadagni il panelavorando con lintelligenzae il gusto? un lusso che nonci si pu permettere. Alla finemi son ricordato di una cosache ho imparato dai vecchi: falliparlare di quello che veramenteconoscono e amano, e capirai cosapensano del mondo. (Chiediglicome si immaginano il Paradiso,se vuoi capire cosa pensanodella vita: non so pi chi lha detta,ma vera). Io di cose che conoscodavvero, e amo senza smetteremai, ne ho due o tre. Una i libri.Mi venuta un giorno questa idea:che se solo mi fossi messo l

    a parlare di loro, prendendone unoper volta, solo quelli belli, senzasmettere per un po beh,ne sarebbe venuta fuoriinnanzitutto una certa ideadi mondo. Cerano buonepossibilit che fosse la mia.Dunque eccoci qua. Vorrei solopuntualizzare che ci sar di tutto,romanzi, saggi, fumetti, libriappena usciti, testi forse gi sparitidal Catalogo: purch abbianoforma di libro. E vorrei ricordareche non sono i cinquanta libri pibelli della mia vita, quella sarebbestata unaltra cosa, una speciedi Canone personale che non misarebbe mai venuto in mentedi fare: sono il frutto del caso, di ciche casualmente ho letto in un

    pezzo della mia vita, niente di pi.Non ci sar Viaggio al terminedella notte, per capirsi (lho lettoquando avevo ventanni).NAnna Karenina (me lo tengoper qualche lungo degenza,augurandomi di non leggerlo mai).Ho semplicemente sceltoi migliori cinquanta libritra quelli che ho letto di recente.Sono quelli di cui parlocon gli amici, quando abbiamofinito di litigare su film e politica.Si meritavano qualcosa di pi.

    (a.b.)

    ALESSANDRO BARICCO

    (Comprato perch me lhanno consigliato due amici,tutte due pi giovani di me, tutte due sceneggiatori.Sempre fidarsi degli sceneggiatori, quando leggono)

    B

    RIPRODUZIONE RISERVATA

    D

    Repubblica Nazionale

  • 8/3/2019 2011-11-13 La Foto Perfetta 2

    4/14

    s 31

    DOMENICA 13 NOVEMBRE 2011

    IL LIBRO

    Andre Agassi,

    Open. La mia storia

    Einaudi Stile Libero

    DISEGNODIMANUELEFIOR

    linfinito possa correre sulla pel le del mondo senza prendersi la briga di scen-dere in qualche altro posto, nel sottosuolo. Serve giusto una mente altrettan-to veloce e leggera, e poi tutto ritorna a posto.

    Agassi aveva (ha) una mente di quel tipo, e ce lavevano (magari in modoun po pi rudimentale) quelli intorno a lui. (Gente capace di dire frasi comequesta: Andre, certe persone sono termometri, altre termostati. Tu sei un ter-mostato. Non registri la temperatura in una stanza, la cambi. Brutale, sem-plicistico, ma anche vero, in un certo modo, e molto utile se te lo dicono quan-do stai per uscire per la prima volta con la donna dei tuoi sogni). Pallina dopopallina, volano le domande e le risposte su lla vita, schizzando sul cemento deipensieri, e alla fine quella a cui assisti ununica, grande, affascinante parti-ta giocata da un ragazzo contro il buco nero che si porta dentro: che poi lastessa partita che giochiamo tutti, lo si voglia o no. Ne ho letto infiniti reso-conti, e quello di Agassi ha una sua elementare bellezza sintetica che vale pidi mille centrini letterari (romanzi alluncinetto, non so se mi spiego). Sul fi-

    nire della carriera, quando ormai vinceva e perdeva da secoli, quando avevagi ricominciato da capo un paio di volte, quando stava in campo solo graziealle iniezioni di cortisone, i giornalisti iniziarono a chiedergli come mai nonsmetteva. Era una domanda giusta, giustamente porta a uno che non avevamai smesso di pensare Io odio il tennis. Ecco la risposta di Agassi: cos

    che mi guadagno da vivere. E poi mi resta ancora del gioco. Non so quanto,ma un po ce n. Ho in mente decine di domande a cui vorrei esser capacedi rispondere con una cos barbara esattezza. ( Se ad esempio mi chiedete per-ch non smetto di scrivere, vi beccate una conferenza di almeno mezzora).

    Tutto sommato, lunica cosa del libro che mi spiaciuta i l finale. Leroe sisposa, vince e scopre se stesso. Lieto fine, ma non questo che mi spiaciu-to. che leroe scopre il senso della vita iniziando ad occup arsi degli altri, i suoifigli innanzitutto, ma anche gli altri veri : apre una scuola per bambini che nonhanno la possibilit di studiare. Volontariato. Tutti felici. Sipario. che io nonci credo. A me risulta che la ricerca del senso una sorta di partita a scacchi,molto dura e solitaria, e che non la si vince alzandosi dalla scacchiera e an-dando di l a preparare il pranzo per tutti. ovvio che occuparsi degli altri fabene, ed un gesto cos dannatamente giusto, e anche inevitabile, necessa-rio: ma non mi mai venuto da pensare che potesse c entrare davvero con ilsenso della vita. Temo che il senso della vita sia estorcere la felicit a se stessi,

    tutto il resto una forma di lusso dellanimo, o di miseria, dipende dai casi.Peraltro, anche possibile che mi sbagli. giusto un pensiero istintivo un certo modo di vedere il mondo.

    so quanto. Ma un poce n

    RIPRODUZIONE RISERVATA

    Repubblica Nazionale

  • 8/3/2019 2011-11-13 La Foto Perfetta 2

    5/14

    LA DOMENICAs 32

    DOMENICA 13 NOVEMBRE 2011

    Il suo primo Berlusconi risale al 1990: mascella larga,sorriso perenne, tacco alto, doppiopetto. Oggi lo disegnain pantofole e canotta.Dalla sua casa-rifugio il grandevignettista si racconta mentre esce un suo nuovo libro:A volte un malumore reattivo, altre un disagio profondodovuto allimpotenza: ecco cosa ha ispirato il mio lavoro

    LattualitCipputi & caporali

    Altan.I miei ventun anni

    col Cavalier BananaAQUILEIA (Udine)

    ora, il cavalier Silvio Banana come losalutiamo? Lideale sarebbe far fin-ta di niente. Finalmente, che silen-zio. Dopo gli eccessi da commedia,la grancassa, i funambolismi circen-si, ecco linsperata quiete. Si capisceche per Altan, un italiano dalla paro-la sobria e dal gesto essenziale, il ber-lusconismo debba aver funzionatoda agente allergizzante. I nomi chenon corrispondono pi alle cose, leformule precotte, le campanellerotte, come le chiama lui. Limpaz-zimento e la resa. In questi anni, conammirevole tenacia, ci ha messo di-nanzi alle nostre insensatezze, neltentativo forse di restituire senso aci che non laveva pi. Sono com-battuto tra la testardaggine della vo-lont e la malinconia della ragione,dice il suo alter ego dalla copertina diTunnel, la nuova raccolta di vignetteche uno straordinario romanzo pergrafismi dellultimo decennio (Gal-lucci). Non c pi tempo per lotti-mismo, solo per uneroica ostinazio-ne.

    E per comprenderne leccentri-cit, quel suo essere diversamenteitaliano, quella distanza-vicinanzasu cui si esercitano molti esegeti, bi-sogna venire nella sua casa rurale di

    Aquileia, dove tutto sembra suggeri-re una segreta armonia. La stradadallaerodromo Altan chiamacos laeroporto immersa nel ver-de fiammeggiante dellautunno,ininterrotti filari di pioppi che rac-contano un paese non ancora ridise-gnato dai capannoni. Un rassicuran-te giardino in stile pimpesco introdu-ce alla grande magione di pietra, cir-condata dalle cascine duna vecchiaazienda agricola. un lascito di mio

    nonno, imprenditore e senatore delRegno. Venimmo a viverci sul finiredegli anni anni Settanta insieme amia moglie Mara. Lei voleva tornar-sene in Brasile, cos mio padre ci offrquesta casa. Mara fa strada tra i ce-spugli di lantane e ortensie, riem-pendo di vitalit i lunghi silenzi delsuo Checco. Doveva essere un geni-tore attento, Carlo Tullio Altan, oltreche studioso insigne. stato fonda-mentale anche nel mio lavoro. Da luiho imparato parecchio, sullItalia esul carattere degli italiani, come sia-mo fatti, i nostri vizi antichi. Negli ul-timi anni venne a vivere dallaltraparte del giardino, cos riuscivamo aparlare ogni giorno. Talvolta sinfu-riava. Aveva fatto la Resistenza nelpartito dAzione. Aveva scritto librisulla religione civile degli italiani.Nutriva una concezione sacra dellapatria e della comunit, e ora le vede-va perdute.

    Laristocratica famiglia Altan risa-le al XIV secolo, un dipinto cinque-centesco al primo piano ne riprodu-ce su uno sfondo agreste il rigogliosoalbero genealogico. C anche un ca-

    valiere veneziano giustiziato nel Set-tecento in piazza San Marco. Gliavevano intimato di stare lontanodalla laguna, ma lui non rispett lin-giunzione, sorride Altan, forse unpo fiero di quellavo ribelle. Una sto-ria antica, prima di entrare nelloffi-cina in cui nascono i suoi omini dallosguardo acquoso e dal boccolo ribel-le, creature deformi ma depositariedi verit ultime i figli dei Cipputi edei Busdazzi o mostruose e basta.Con il pennarello ora tratteggia un in-solito Silvio Banana in apparente di-sarmo, la canottiera al posto del dop-piopetto.

    stato il malessere a ispirare ilmio lavoro in questi anni. Talvolta unmalumore reattivo, che provocavauna risposta immediata. Talvolta undisagio pi profondo, che quellodellimpotenza.

    Tunnel il titolo di questultimaraccolta. prevista unuscita?Al momento bisogna pensare che

    se ne pu uscire. Pi in l non mi spin-gerei.

    Quando ci siamo entrati?Parecchio tempo fa. Una mia vec-

    chia vignetta riproduce un ominocon la testa infilata nel water: Stocercando la luce in fondo al tunnel.Ne deduco che non sia una storia bre-ve.

    Come nato il cavalier Banana?La prima vignetta con Berlusconi

    risale al 90. Lo ritrassi con Craxi. Ladidascalia recitava: Sono come ReMida. Tutto quello che toccano di-venta loro.

    Quasi una profezia.Prima delle elezioni del 2001,

    Gianni Agnelli disse che non erava-mo una Repubblica delle Banane. vero, scrivevo io, non siamo una Re-pubblica delle Banane, ma del Cava-lier Banana. La banana divent cosun segnale, un termometro.

    Paragonabile allombrello?

    Quello per riguarda pi da vici-no il nostro popolo, o meglio riguar-da situazioni in cui ci siamo messinoialtri. Penso allombrello di Berti-notti: con autoscatto. La banana un

    gingillo, talvolta una spilletta dei fe-delissimi.

    Mascella larga, quarantaquattrodenti, tacchetto colorato...

    Il tacchetto variopinto come uncartello stradale che richiama lat-tenzione. O segnala un pericolo.

    Anche in pantofole, rinuncia alsorriso ma non al tacco.

    Come il pilone dello stadio, quan-do da bambino a Bologna andavo al-le partite. Non riuscivo mai a vedereil campo. Cos gli italiani si sono tro-vati davanti questo carattere da com-media dellarte, e non hanno potutoevitare di vederlo. Specie negli ultimianni, quando ha smesso di governa-re continuando a portare in scena ilsuo personaggio.

    Il berlusconismo stato un regi-me?

    Penso di s, nella forma che han-

    no queste cose nella nostra epoca. Iregimi autoritari sono unaltra fac-cenda. Nessuno in questi anni ci haimpedito di parlare. Anche se qual-cuno ha pagato sul piano professio-

    nale: penso a giornalisti come Biagi eSantoro, che sono stati cacciati dallaTv pubblica.

    La politologia sudamericana di-stingue dicta-dura da dicta-blanda

    Ecco, una cosa cos. Una rotturademocratica condotta pian pianino,senza dare nellocchio: un pezzo diCostituzione di qua, una leggina di l.Quel che mi ha colpito non solo la-fasia dellinformazione televisiva, itelegiornali che non danno pi le no-tizie fondamentali, ma soprattutto losvuotamento del linguaggio, ridottoa slogan e parole dordine. Al postodel pensiero, la formula precotta. In-vece dellanalisi, un agitare di cam-panelle rotte. Uno spettacolo peno-so, a cui non s sottratto nessuno.

    Mettiamo da parte la banana eprendiamo lombrello del popolo disinistra?

    Uno degli effetti pi perniciosi delberlusconismo che tutto scivola-to al livello pi basso. E questo ci ri-guarda tutti: alla fine non siamo di-versi dagli altri. Siamo tutti indiscipli-nati, come i ragazzini a scuola. Misembra che in questi anni il centro-sinistra abbia perso di vista le prio-rit, ossia trovare una risposta alledomande. Abbiamo continuato a ti-rarci i righelli sulla testa. Nella vec-chia sinistra cera rispetto per uni-dea comune. E si contenevano i vizi.

    Il berlusconismo in una vignetta?Un giorno finir, dice una si-

    gnora. Ahim, mi toccher pulire,le risponde unaltra. Una specie di al-luvione continua, poi per occorretogliere il fango.

    Quante generazioni occorreran-no?

    Mah, non si pu prevedere. Cre-do che dipenda dalla nostra capacit

    di reagire. Queste cose vanno un pocome a palla di neve: il primo avvioche difficile.

    Il sentimento prevalente?Langoscia per la quantit di per-

    sone che non studiano n lavorano.Il futuro diventato una prospettivanebbiosa. Quando vado al cinema,una delle cose che mi emozionano dipi il riconoscimento della cosaben fatta. Non so, il saggio finale inSaranno famosi. La cosa ben fatta importante. Oggi il berlusconismomi appare come un enorme tempoperso, un vuoto che si riempito dicosacce.

    Una delle vignette pi personalirecita: Mi sento moderato, speria-mo che passi.

    Questo fine settimana mi sentomoltissimo moderato. Abbiamo bi-sogno di far cambiare umore ai mer-cati, e non questione da poco. Spe-riamo che mi passi, ossia speriamo

    che le condizioni cambino. Ma oggianche Cipputi si sente rassicuratodalla scelta di Monti: lo reputa un ri-medio necessario.

    RIPRODUZIONE RISERVATA

    SIMONETTA FIORI

    IN PIGIAMA. La vignetta che Altan ha disegnato per la Domenica di Repubblica

    Nella pagina accanto, Francesco Tullio Altan e alcune delle vignette raccolte in Tunnel

    ALTAN

    E

    Repubblica Nazionale

  • 8/3/2019 2011-11-13 La Foto Perfetta 2

    6/14

    s 33

    DOMENICA 13 NOVEMBRE 2011

    Prospettive

    Ci siamo trovati davanti questo carattere della commedia dellarte e non abbiamo potuto evitare di vederlo

    Regime

    C stata una rottura democratica senza dare nellocchio: un pezzo di Costituzione di qua, una leggina di l...

    Tunnel

    Al momento bisogna pensare che se ne pu uscire. Pi in l non mi spingerei

    Ombrello

    Riguarda pi da vicino il nostro popolo, o meglio riguarda situazioni in cui ci siamo messi noi stessi

    IL LIBRO

    Tunneldi Francesco Tullio Altan

    (Gallucci, 245 pagine,16,50 euro)

    in libreria: raccoglie oltreduecento vignette

    tra le pi recenti pubblicatesuRepubblicaelEspresso

    Repubblica Nazionale

  • 8/3/2019 2011-11-13 La Foto Perfetta 2

    7/14

    LA DOMENICAs 34

    DOMENICA 13 NOVEMBRE 2011

    La poesia non mai stata il mio scopoSono anti-poeta per carattere, per rifiuto

    Cos amava dire uno dei pi grandi letteratifrancesi del Novecento. Ora un volumeraccoglie i suoi scritti e disegnisegreti. E rivela quali eranoi suoi sogni nel cassetto

    LineditoVocazioni mancate

    VALERIO MAGRELLI

    PaulValry

    Volevo fare larchitettopossibile che un poeta detesti essere tale? possibile che un autore, tradotto dai maggio-ri scrittori del suo tempo, neghi la propria na-

    tura? Al netto di ogni vezzo o vanit, la rispo-sta a queste domande risiede in un unico no-me: Paul Valry. I suoi rapporti con la lirica,infatti, furono a dire poco controversi, comerisulta da una serie di sconcertanti confes-sioni: Provo repulsione per la Cosa Lettera-ria, affermava, e ancora: Sono anti-poetaper carattere, per rifiuto, oppure: La lette-ratura non la mia preoccupazione princi-pale, e infine: La poesia non mai stato ilmio scopo, ma uno strumento, un esercizio.Poeta suo malgrado, bench arrivato ai ver-tici della fama (quando mor, nel 1945, Char-les De Gaulle non esit a concedergli i fune-rali di Stato), egli in realt si spinse fino a sag-giare le pi diverse materie.

    Insomma, ormai assodato che dietrolautore di impeccabili alessandrini si nasco-se un pensatore versatile e curioso, rivolto aproblemi epistemologici, estetici, politici,come a questioni dordine filosofico e scien-tifico. Luogo deputato del suo laboratoriomentale furono le venticinquemila paginedeiCahiers. Proprio dalla caverna magica di

    tali taccuini provengono gli spunti pi inat-tesi, come quelli su cui si concentra un volu-me di Giorgio Pigafetta e Patricia Signorile:Paul Valry architetto (Jaca Book).

    Il libro non costituisce certo una sorpresa,

    visto che gi nel 1923 Valry diede alle stam-pe un dialogo in prosa, Eupalino o larchitet-to, che in Italia fu commentato da GiuseppeUngaretti e in seguito tradotto da Vittorio Se-reni. Logico che due fra i nostri maggiori poe-

    ti del Novecento si siano occupati di chi com-pose i versi dellaGiovane Parcao delCimite-ro marino. Ma quale fu, in effetti, la conce-zione che Valry ebbe di una materia tantoapparentemente distante dalla letteratura?Molte indicazioni al riguardo ci giungono daitesti inediti che arricchisconoPaul Valry ar-chitetto. Il volume offre una ventina di pagi-ne divise in due parti e tradotte in italiano,sia pure con qualche svista: Lezione sullar-chitettura (1943-1944) e Schizzi. Disegno.

    Architettura, ovvero una serie di appuntiche lo scrittore redasse un anno prima dellamorte. Laspetto stenografico di tali docu-menti lascia emergere vari nodi tematici,ma senza mai svilupparli. Tanto pi neces-sari appaiono i contributi dei curatori, cheaffrontano lopera di Valry da due prospet-tive complementari. Come storico dellar-chitettura, Pigafetta ricorda che il poeta fupartecipe di un ambiente che cercava dicontemperare la radice accademica dellar-chitettura con le spinte verso la modernit.Le sue posizioni si collegano quindi a quel-

    le di protagonisti quali Albert Laprade, PaulTournon e Auguste Perret.Le tesi di Valry emergono appunto da

    questa splendida stagione culturale ormaial tramonto. Pigafetta le riassume cos: lar-

    chitettura non ha modello in natura e non unarte di imitazione, ma chiama piuttostoalla esplorazione dello sguardo. Si tratta diuna disciplina eminentemente cinestetica,che cio, per essere compresa, esige il movi-

    mento dellosservatore. Ci che pi conta,per, che il suo nucleo artistico ed espressi-vo risieda nellatto costruttivo: ecco cosa laavvicina alla letteratura in genere e alla poe-sia in particolare, in quanto arte del fare(dal greco poiein). Altro punto essenziale:larchitettura sempre subordinata a rap-porti armonici. Sotto questo profilo, essa in-trattiene stretti legami con la musica.

    Valry, dunque, si colloca nella scia del-linsegnamento pitagorico (perfettamenteillustrato in un film per linfanzia come i l di-sneyano Paperino e la matemagica) e fu unfervente ammiratore di Matila Ghyka, chenegli anni Trenta conobbe un ampio succes-so con uno studio sulla proporzione aurea,intitolatoIl numero doro.

    Rispetto allintervento di Pigafetta, Patri-cia Signorile si concentra piuttosto sul ver-sante letterario e filosofico. Il suo testo ha ilmerito di collocare le posizioni di Valry in unricchissimo plesso culturale, dove spiccano inomi di George Simmel, Martin Heidegger,Hannah Arendt e Walter Benjamin. Se que-

    stultimo, nel 1930, nota: La differenza fra unarchitetto buono e uno cattivo consiste ogginel fatto che il cattivo cede a tutte le tentazio-ni, mentre quello buono vi resiste, lo scritto-re francese gli fa eco: Le citt moderne han-

    no rovinato larchitettura [] Non c pi re-lazione sensibile tra forma e materia, poichla costruzione appare invasa dal cemento edal metallo. Valry, che dichiar daver vo-luto essere architetto, am la pietra, il taglio,

    la misura. Un libro come questo ci fornisce lechiavi per comprendere la sua avventura in-tellettuale, presentando lautore negli inedi-ti panni di pittore e disegnatore.

    RIPRODUZIONE RISERVATA

    IL LIBRO

    Si intitola Paul Valryarchitetto il librodi Giorgio Pigafettae Patricia Signorile

    che, muovendoda alcuni appuntiinediti contenutineiCahiers(alcuni di questi,insieme ai disegni,sono pubblicatiin queste pagine),ricostruiscela passionedel poeta franceseper larchitetturaPubblicato da JacaBook (240 pagine,26 euro) in libreriada domani

    Repubblica Nazionale

  • 8/3/2019 2011-11-13 La Foto Perfetta 2

    8/14

    s 35

    DOMENICA 13 NOVEMBRE 2011

    Ho un debole del quale mi scuso o mi glorifico assai so-vente: un debole per larchitettura. Tale stato il mioprimo grande amore delle arti. Dir molto male del-

    larchitettura moderna perch questa sensibilit ingenuache mi trovo delledificio non ha trovato che eccitazioni disofferenza nelle costruzioni delle epoche recenti. Ma lav-venire stesso di questa grande arte che mi appare molto oscu-ro. Si piange sul passato abolito ma s i piange sul futuro pro-babile. Questo futuro mette in discussione lesistenza stessadellarchitettura come arte e di conseguenza lesistenza del-larchitetto. Tutto ci che si riassume in questa proposizio-

    ne interrogativa: larchitetto deve scomparire di fronte al-lingegnere? Ecco tutto. In effetti i procedimenti, i materiali,le esigenze, le condizioni economiche ecc. tendono a ridur-re il ruolo dellartista in materia di costr uzione a quello di undecoratore di unopera che si costruisce, si compie, raggiun-ge la perfezione indipendentemente da ogni considerazioneestetica e che non pu raggiungere questa perfezione che aprezzo di questa indipendenza. Qui, conviene dissipare unaconfusione enunciata tra lutilit e leffetto emotivo non in-tellettuale.

    ***

    Come pensare larchitettura? Dallutile allinutile.

    ***

    Larchitettura larte della volont affermata in atti compiu-ti. Rende sensibile una volont.

    ***

    Sullarte da venire. Larte fare qualcosa, che, potendo esserediversa a seconda dei nostri mezzi fisici, si distingue per la sua

    esistenza nella realt una volta compiuta [...]. Si tratta, insom-ma, di una necessit che si mostra soltanto nellarbitrario, odella quale larbitrario la condizione; o di una disuguaglian-za che si dichiara in piena uguaglianza. Per questo il caso ilnome che sovente diamo al fatto iniziale dello spirito che unidea felice o piuttosto unidea che diventa felice e si scrive.

    ***

    Tutta la questione la seguente: unarte pu essere sostitui-ta da una tecnica? [...] Larchitetto deve scomparire di fron-te allingegnere? Quali differenze tra loro? La costruzione del-lingegnere pu risultare da unanalisi convergente, da unprogramma di condizioni. Queste condizioni sono esprimi-bili. Larchitettura come arte larte di dare allo sguardo cidi cui costruire un sistema di figure conforme alla natura del-lo sguardo. [...] Si pu concepire una differenziazione tale chelarchitettura si sviluppi in monumenti inutili. Pura costru-zione dellocchio. [...] Larchitetto lartista che usa la libertche lasciano i bisogni soddisfatti delle utilit e necessit.

    ***

    Ci che vedo mi parla, ma talvolta mi canta senza parole.

    Traduzione Marina Leoni 2011 Editoriale Jaca Book Spa

    Larte della volont

    dallutile allinutilePAUL VALRY

    RIPRODUZIONE RISERVATA

    LE TAVOLE

    Dallalto a sinistra in senso orario,prospettiva urbana (1931);studio di costumi (1928);porto visto da una finestra (1928);

    studio prospettico (1937);prospettiva urbana (1926);schizzo architettonico (1931);Santa Maria in Ara Coeli a Roma (1937)Nella foto, Paul Valry nel 1935

    Repubblica Nazionale

  • 8/3/2019 2011-11-13 La Foto Perfetta 2

    9/14

    s 37

    DOMENICA 13 NOVEMBRE 2011

    Il giornoin cui nacque, a Londra, l8gennaio del 1947, Elvis Presley fe-steggiava il dodicesimo com-pleanno e il pittore americanoJackson Pollock iniziava la sua ri-voluzionaria action painting. Per

    David Bowie non furono solo coinciden-ze. Pi tardi avrebbe rivelato che avevascrittoGolden Years(uno dei brani dellal-bumStation to Station) con la segreta spe-

    ranza che il re del rock & roll la cantasse.Quanto a Pollock, avrebbe confidato:Realizz il suo primo quadro con la tec-nica del dripping il giorno in cui nacqui,quindi so distinguere da un chilometro seuna cosa stata dipinta prima o dopo. Ascrutare giorno per giorno infanzia, ado-lescenza ed esordi di David Bowie, che agennaio compie sessantacinque anni, siscoprono talmente tanti segnali, coinci-denze, arcani, premonizioni, illumina-zioni, intuizioni e iniziazioni da metterein crisi anche il pi cavilloso dei biografi.Non Kevin Cann, per oltre due decennisuo personale archivista, che riuscito acompilare una meticolosa, maniacalecronologia dei primi ventisette anni, dal-la nascita come David Robert Jones nelquartiere londinese di Brixton alle primesortite come sassofonista dei Kon-Rads,quando quindicenne incroci per la pri-ma volta Mick Jagger; dagli stage conLindsay Kemp, che gli trasmise larte diMarcel Marceau, allinvenzione di una

    primitiva incarnazione androgina di popsinger con il branoVelvet Goldmine; dallapubblicazione in sordina di Space Oddity stellare capolavoro che impieg tre an-ni a esser compreso e proprio in questigiorni diventato un libro per bambiniper mano dellillustratore canadese An-drew Kolb alla trionfale ascesa di ZiggyStardust, una delle pi seducenti, ambi-gue e contagiose maschere della storia delrock; dallincisione dellinquietante Dia-mond Dogsalla partenza per gli Usa in cer-ca di una definitiva dimensione dartista finalmente vate del pop contempora-neo.

    Come si raggiunge un successo diqueste dimensioni?, scrive lautore nel-lintroduzione aAny Day Now. Gli annilondinesi: 1947-1974pubblicato da Arca-na. Qui trovate tutto, ma poi tocca a voiaggiungere lunicit del fattore genio e diun certo esoterismo che regola la sua ispi-razione. Il regista Stanley Kubrick, che haesercitato uninfluenza profonda sullacarriera di David, parlando dei suoi filmcomment: Sta al pubblico scoprire leidee, il brivido della scoperta le rende an-cora pi potenti. Fu certamente2001:Odissea nello spazio il film che gli fecescattare la scintilla di Space Oddity, Star-maneLife on Mars, i capolavori del primoperiodo, insieme alla vocalit tipicamen-te cockney dellAnthony Newley di Fee-ling Good e il timbro oscuro di Scott

    Walker, tormentato cantante dei WalkerBrothers innamorato di Jacques Brel, il se-greto trait-dunion tra Sinatra e il DucaBianco.

    A guardare le foto del sassofonista ado-lescente gi sintuisce che il ragazzo eraavanti. Un intrigante mod ingentilito dalperfetto grooming dandy; biondo, ele-gante, carismatico gi a quellet. Avreb-be potuto fermarsi l, era gi un personag-gio. Ma nella testa aveva un frullato di Ku-brick e Nietzsche, Elvis e Dylan, Andy

    Warhol e Carnaby Street, psichedelia eavanguardia. Avesse esordito oggi, loavrebbero eliminato al primo insuccesso;

    nessun discografico pazienterebbe seianni prima del trionfo. Nonostante Mor-rissey (Smiths) a posteriori abbia senten-ziato The Man Who Sold the World il mi-glior disco di David Bowie, il mondo po-co o niente sapeva di lui prima di ZiggyStardust. Paradossale che ventanni dopoproprio Morrissey abbia spacciato persua una frase che Bowie aveva pronun-ciato ancor prima di diventare star: Dapiccolo desideravo tutto tranne la nor-malit. Essere corrotto mi sembrava fan-tastico. Nel destino di David era scrittoche avrebbe fatto e detto tutto prima ditutti. Bisex? Transgender? Intersex? Tra-sgressivo? Lo era ancor prima che i termi-ni entrassero nel linguaggio comune; perla copertina di Hunky Doryscelse una fo-to in cui era sessualmente indefinibile;leggendarie le sue fellatio on stage ingi-nocchiato davanti alla chitarra del fidoMick Ronson. Artista di culto adorato co-me un semidio? Anche Michael Jacksonammise di dovere molto alle arti mimiche

    di Bowie. Glam rock? Tutti suoi discepoli.New romantic anni Ottanta? Pallide imi-tazioni. Punk rock e grunge? Kurt Cobainsinchin a sua maest cantando unos-sequiosa versione di The Man Who Sold

    the World. Senza Bowie non avremmoavuto lElton John di Rocket Man, e nep-pure lo slandro teatrino pop di Lady Ga-Ga. Difficile trovare nella storia del rockuna star che abbia sostenuto ogni scel-ta/svolta della sua carriera con tanto stileed erudizione.

    Novembre 1971, quarantanni fa: dopoquattro capolavori underground, Bowieentra in studio determinato a trascinare il

    rock fuori dalla comfort zone in cui Bea-tles e Rolling Stones lavevano accomo-dato. Il suo nuovo manager, Tony Defries,sa quanto vale quel che bolle in pentola.Incontra a New York il boss della Rca, le-tichetta di Elvis. Non avete niente di gros-so dagli anni Cinquanta, lo aggredisce,con David Bowie potete prendere in ma-no le sorti degli anni Settanta, come i Bea-tles hanno fatto con i Sessanta. Furono idischi di Norman Carl Odam, un bizzarroartista texano che si era battezzato The Le-gendary Stardust Cowboy e pretendeva diprodurre psychobilly music, a ispirare ilpersonaggio di Ziggy Stardust. Raccontalartista: Allinizio del 1971 incontrai undirigente della Mercury che mi mise furti-vamente in mano un paio di singoli.Ascoltali, mi disse, non sarai pi lostesso dopo. A casa quasi soffocai quan-do misi sul piattoParalyzedeI Took a Tripon a Gemini Spaceship. Lintegrit, lone-st e il guizzo brutale e innocente di quel-lartista semisconosciuto mi rapirono.

    Ero diventato suo fan a vita, e Ziggy avevatrovato il suo cognome.Il potente concept album The Rise

    and Fall of Ziggy Stardust and the Spidersfrom Mars esce il 6 giugno 1972: Bowiesi cala nei panni di una rockstar alienavenuta a portare messaggi di spe-ranza sulla Terra nei suoi ultimicinque anni di vita: finir divo-rato dalladorazione dei fan,dal sesso promiscuo e dalladroga. Bowie viene risuc-chiato dal personaggiofin dal concerto diapertura deltour, alRainbowTheatredi Lon-d r a ,a g o -s t o1972;g r up-po dispalla iRoxy Musiccon Brian Eno,costumi di Kansai

    Yamamoto. Una notteche ancora a ripensarcivengono in brividi. Conlaiuto della troupe di mimi diLindsay Kemp, Bowie mette inscena lodissea del suo eroe fino allostraziante finale in cui, come unasessua-ta, esangue Garland, Ziggy esegue il suocanto funebre (RocknRoll Suicide) acca-sciandosi sul palcoscenico. Nel giro diuna settimana mezza Londra ha i capellicolor carota e il taglio alla David Bowie.La Ziggymania aggredisce il mercato rockcon una tale prepotenza e morbosit chealla fine del tour dopo molti trionfiamericani lo stesso Bowie devastatodal bipolarismo e dagli eccessi che condi-vide col suo alter ego. Luglio 1973, con-certo finale allHammersmith Odeon diLondra (in sala c anche D. A. Penne-

    baker, il documentarista che aveva filma-to Dylan in Dont Look Back). Dopo avercantatoLove Me Do dei Beatles a un pub-blico in delirio, il divo annuncia: Non solo lultima data del tour, questo lulti-mo concerto che faremo. Panico. Deli-rio. Lacrime da beatlesmania. Ma non Bowie che parla, Ziggy. Una trovata ge-niale. Uccidendo la sua formidabile in-venzione scenica, Bowie sta salvando lasua carriera. Una frenesia di quelle di-mensioni lo avrebbe divorato. O condan-nato alla routine che aveva ridotto Elvis auna caricatura.

    Lultima volta che lo abbiamo incon-trato, nel 2002 due anni dopo si sot-toposto a un intervento di angioplasticae a causa dei problemi cardiaci le sue ap-parizioni sono diventate assai sporadi-che ( di questo giorni la notizia che la-scer la Emi e sta negoziando un nuovocontratto discografico) ancora parla-va con entusiasmo della sua creatura.La saga per me non mai finita, ci dis-

    se. Il mio sogno di produrre contem-poraneamente un film, uno spettacoloteatrale e un evento multimediale legatoa Ziggy Stardust. E lo far.

    MEMORABILIA

    In questa pagina, foto, documentipersonali, copertine di giornali,locandine di serate in locali comeil Witch Doctor, nellEast Sussex,nel luglio 1965, o al South LondonBeat Show nel novembre 63C anche il contratto per il primo

    album con la Decca Recordscontrofirmato dal padre. In alto,i genitori di David. Nella foto grandela prima apparizione fotograficadi Ziggy nel gennaio 72

    RIPRODUZIONE RISERVATA

    Repubblica Nazionale

  • 8/3/2019 2011-11-13 La Foto Perfetta 2

    10/14

    LA DOMENICAs 38

    DOMENICA 13 NOVEMBRE 2011

    NextCottimo 2.0

    Recensire un film, trascrivere un biglietto da visita, cliccare su una pubblicitper dimostrare che funziona, dichiarare su Facebook che mi piace un sitoSono sempre di pi i mini-impieghi offerti dal Web, mansioni serialida effettuare in pochissimi minuti e pagate pochissimoPer una giornata abbiamo provato anche noicosa vuol dire essere un lavoratore della folla

    RICCARDO STAGLIAN

    Microlavoratori di tutto il mondo, uniamoci.Le nuove corve digitali non devono co-glierci impreparati. Ieri sera, per dire, ne hofatte cinque diverse. Trascritto un bigliettoda visita. Redatto una breve recensione ci-nematografica. Tentato di descrivere delle

    foto piuttosto astratte con parole chiave il pi possibile sensa-te. Finto di entusiasmarmi per un sito di scommesse online,dandogli un mi piace su Facebook. E infine cliccato su duediverse pubblicit di Google di negozi che vendono abiti damatrimonio, come se dovessi sposarmi a breve.

    Questa febbrile, innaturale, mercenaria attivit internettia-na mi ha preso quasi unora. Per un compenso complessivo diun dollaro e 65 centesimi. Si scrivecrowdworking, lavoro del-la folla, e sembra una cosa bella, democratica, che profuma difuturo. Ma si legge cottimo 2.0 e puzza di laboratori clandesti-

    ni, sfruttamento e alienazione di un passato dickensiano o diun presente cantonese. In un gioco al ribasso delle retribuzio-ni che non conosce tregua.

    Piccolo passo indietro. Il tasso di occupazione nel mondo si ristretto. Siamo passati in ventanni dal 62,3 al 61,2 per cento.Il fenomeno particolarmente acuto in Occidente. Dal 2007 al2010 la disoccupazione giovanile in Spagna passata dal 18 al41 per cento, in Irlanda dal 9 al 28, in Italia dal 20 al 28. Un re-cente rapporto McKinsey distingue tra mestieri trasformativi,transazionali e internazionali. I primi, manifatturieri, sono sta-ti i primi a traslocare in Oriente, dove costavano dieci volte me-no. I secondi, routinari come i call center o i servizi di sportello,vengono sempre pi automatizzati, ma lelemento umano an-

    cora prevale. I terzi, ad alto val ore aggiunto, sono gli unici a nontemere la concorrenza delle macchine. I microlavori della mianotte internettiana, le cui offerte si moltiplicano sul Web, si col-locano sul confine mobile tra luomo e la macchina. Per ades-so sono compiti una tacca sopra rispetto alle capacit cogniti-ve di un algoritmo. E vengono retribuiti di conseguenza. Uncentesimo, cinque, cinquanta.

    David Autor, docente al Mit di Boston, sullEconomistha de-finito questa tendenza come lo svuotamento dei lavori inter-medi, che porta a una bipolarizzazione tra buoni lavori da unaparte e lavori commodity, a valore scarsissimo, dallaltra. E al-lora percorriamoli per bene i gironi del nuovo inferno telema-tico delloccupazione, che ci porta la delocalizzazione in casa,facendola entrare dalla porta (per lAdsl) del computer. Perchci che per noi o un americano una miseria, per un indiano oun filippino ancora una fortuna. Cos, mentre noi riflettiamose vale la pena investire cinque minuti, che magari diventanodieci perch la connessione lenta o quindici perch i link nonfunzionano come dovrebbero, in un compito che frutter se

    tutto va bene un decimo di un caff, un nostro concorrente suun fuso orario pi sfortunato lavr gi preso perch per luiequivale a un piatto intero di riso.

    Lindirizzo pi famoso probabilmente Mechanical Turk diAmazon. Il nome allude a un automa, creato nel 1770 da un in-ventore ungherese, apparentemente in grado di giocare ascacchi (in realt nascondeva al suo interno un maestro in car-ne e ossa). Devi iscriverti e cominciare a vedere quali Hit (Hu-man Intelligence Task) la piattaforma offre. La variet cambiamolto a seconda di dove vivi. Per un americano ci sono oltre

    duemila possibilit. Per un povero italiano si riducono a circa250. Per il primo della lista pagano due centesimi, per sembrafacilissimo: trascrivere un video di dieci secondi. Mi butto. Ilproblema, per, che il rumore di sottofondo tanto alto danon capire quasi niente. Con tre dubbi su venti parole megliolasciar perdere. Nel secondo c da tradurre delle frasi dal man-darino al cinese (50 centesimi). Nel terzo si tratta di valutare lapertinenza dei risultati di certe ricerche e delle foto relative inun sito di commercio elettronico. La categoria di prova bam-bini. Il primo risultato da votare un passeggino. Il secondo una grata per evitare che i bimbi si facciano male avvicinando-si troppo a un caminetto. Il terzo un completino da neonato.E cos via. Alla fine avr guadagnato un centesimo al minuto.Una specie di metodo Stanislavskij in scala per capire cosa pro-vano gli occupanti di Wall Street pensando agli stipendi medida dieci milioni di dollari degli amministratori delegati delleprime duecento aziende americane.

    Devo fare cassa. Su Microworkers ci sono una cinquantina

    di lavori disponibili. Per intascare altri venti centesimi, accettodi dichiarare sulla bacheca di Facebook che mi piace un sitodi gioco dazzardo italiano (solo per rispondere agli amici in-creduli perder poi altri dieci minuti). Accrediteranno la som-ma solo dopo aver verificato che lapprezzamento rimasto inbella mostra per due giorni di seguito. Rilancio con un compi-to da 0,30 dollari. Ovvero cliccare su alcune pubblicit per di-mostrare che funzionano. Se accetti di abbonarti, dare un giu-dizio e commentare un certo canale di YouTube te ne promet-tono addirittura 0,55. un video del solito casin online chepunta sul lavoro hard discount per diventare una celebrit in-ternettiana. Il compito meglio retribuito consiste nello scrive-re un post su un blog cherimandi a un sito che sioccupa di far uscire digalera su cauzione lepersone. Dal momentoche il piazzamento suGoogle molto sensibi-le al numero di altri sitiche rimandano al tuo,non sorprende perchfiorisca questindustriadi induzione al link.

    Non mi piace lam-biente, troppe attivitborderline. Mi dirigoverso Clickworker che,essendo di propriet te-desca, immagino piserio. Ci sono 123milaoccasioni e 1.758 personeonline. Riempio un piccolo questionario emi mettono alla prova per la redazione di te-sti in italiano su una recensione da 90 a 120 parole di un film ascelta. Mi misuro sullultimo Sorrentino. Il responso arriva lin-domani, perch il componimento dovr essere valutato da oc-chio umano. Sono idoneo. Dieci centesimi per il disturbo e so-no qualificato per altre avventure simili. bello sentirsi valo-rizzati. Finch dura, perch esistono gi software, come Stat-sMonkey, in grado di scrivere cronache essenziali di eventisportivi. una tendenza che crescer giura Paul Sloane, au-tore del libroA Guide to Open Innovation and Crowdsourcing,ma ci sono solo alcuni compiti che puoi suddividere in questomodo. Parcellizzando le mansioni, il costo del lavoro decre-scer ulteriormente spostandosi verso lAsia, com successoper quello fisico. Possiamo immaginare un mondo in cui sem-pre meno persone lavorano in ufficio e sempre pi da casa,svolgendo incombenze che poi qualcuno assembler. Potr

    deprimere i salari, ma almeno ridurr il traffico, commentacon il classico humour inglese. Potrei andare a cercar fortunasu CloudCrowd, ShortTask, MySocialJobs, ma le tariffe noncambierebbero. Oppure chiedere consigli a un conoscente sucome diventare testimonial su Facebook per unazienda. Iquasi mille euro per i tre mesi in cui, nome darte Felice di Ste-so, ha dovuto evangelizzare i suoi amici elettronici sui benefi-ci di una marca di materassi, mi sembravano un incubo. Ma gioggi sono diventati un sogno.

    RIPRODUZIONE RISERVATA

    3

    Trascriverecosa si dice in un video

    di 10 secondi

    1 MINUTO2

    CENTESIMI

    2

    1

    Trascrivereun biglietto da visita

    1 MINUTO10

    CENTESIMI

    Mille clicper un pugno

    di centesimi

    Descriverecon dei tagalcune foto

    5 MINUTI20

    CENTESIMI

    Repubblica Nazionale

  • 8/3/2019 2011-11-13 La Foto Perfetta 2

    11/14

    s 39

    il fenomenodelladelocalizzazionedellaproduzione nei paesi,generalmente asiatici,dove il costo del lavoro molto pi basso

    Outsourcing

    la tendenza ad affidarele mansioni tradizionalmente

    svolte dai propri dipendentia una collettivit indistinta:Wikipedia lesempiopi celebre

    Crowdsourcing

    evoluzione del crowdsourcing:consiste nel parcellizzareun compito in mini mansioniche possono essere svolteda casa, collegandosia piattaforme online

    Crowdworking

    Human Intelligence Task,ovvero il modoin cui Mechanical Turk,il servizio di crowdworkingdi Amazon, chiama i singolicompiti da assegnare

    Hit

    il marketing che avvienesui social network: semprepi aziende assoldanonon professionisti comeloro testimonial su Facebook

    Tutti a casa

    Possiamo immaginare un mondo in cuisempre meno persone lavorano in ufficioe sempre pi da casa. Potr deprimere i salari,ma almeno ridurr il traffico...

    Social Media Marketing

    PAUL SLOANE

    Autore diA Guide to Open Innovation and Crowdsourcing

    DOMENICA 13 NOVEMBRE 2011

    4

    Trovare

    la voce di Wikipediapi pertinenteper illustrare

    un determinatoargomento

    3 MINUTI4

    CENTESIMI

    5

    Valutare

    la pertinenzadei risultati di certericerche e delle foto

    relative in un sitodi commercio elettronico

    20 MINUTI20

    CENTESIMI

    6

    Dichiarare

    sulla propria bachecadi Facebook

    che mi piaceun sito

    1 MINUTO20

    CENTESIMI

    7

    Cliccare

    su alcune pubblicitper dimostrare

    che sono efficaci

    1 MINUTO30

    CENTESIMI

    8

    Abbonarsi,dare un giudizioe commentareun certo canale

    di YouTube

    5 MINUTI55

    CENTESIMI

    9

    Scrivere

    un post su un blogche rimandi

    a un determinato sito(per rialzare cos

    il suo piazzamentonelle ricerche di Google)

    10 MINUTI

    1.5 DOLLARI

    10

    Recensire

    un filmcon 90-120 parole

    5 MINUTI10

    CENTESIMI

    Tempo di lavoroe guadagno

    di un crowdworker

    3.21DOLLARI

    IN 50 MINUTI

    Microworkers

    Clickworker

    Mechanical Turk

    Repubblica Nazionale

  • 8/3/2019 2011-11-13 La Foto Perfetta 2

    12/14

    MacaronAl confine tra dolcee salato, Massimo Bottura(La Francescana, Modena)

    farcisce le piccolemeringhe con una cremadi foie grase lamelle di tartufo

    LA DOMENICAs 40

    DOMENICA 13 NOVEMBRE 2011

    Il suo profumo ne avvolge il mistero: nessuno sa perchalcuni esemplari sono enormi, altri minuscoli,

    alcuni stordiscono per laroma, altri non hanno odoreQuel che certo che la stagione iniziata e sar pi lunga del solitoE i nuovi chef si sbizzarriscono ma senza dimenticare la tradizione

    I saporiDal sottosuolo

    RIPRODUZIONE RISERVATA

    LICIA GRANELLO

    ScrivevaBrillat Savarin: Il tartufo pu rendere le donne pi te-nere e gli uomini pi amabili. Chiss se il celebre gastro-in-tellettuale francese aveva ragione. Certo, una cucchiaiata difonduta o un gomitolo di tagliolini battezzati con abbondan-ti lamelle di magnatum pico supportano il buon umore co-me poche altre gourmandise. Potere del profumo. Il tartufo

    bianco, infatti, il cibo pi olfattivo del mondo, un con-centrato di molecole mirabilmente odorose addossate unaallaltra in un fungo ipogeo (sotterraneo) di dimensioni va-riabili. Un gioiello della natura che nasce dalle spore dellan-no precedente in tarda primavera e comincia una lenta, si-lenziosa gestazione destinata a durare fino allautunno inol-trato. Il mistero lo avvolge. Nessuno riesce a spiegare perchesistano esemplari da pochi grammi e altri che sfiorano il chi-lo (esistono davvero!), n perch uno sia tanto pi profuma-to di un altro. Si sa invece che colore, consistenza e tipologiadi aromi sono in qualche modo figli della terra in cui si svi-luppano, degli alberi dai pioppi ai castagni, dalle querce al-le betulle le cui radici custodiscono le spore.

    Questo e poco altro, dice la scienza. In compenso, la cuci-na ha una frequentazione privilegiata, se non lunghissima (ilMedioevo lo condann come cibo demoniaco), tutta con-centrata nelle settimane che introducono allinverno. Non acaso, i piatti che gli dedicano le tradizioni regionali sono so-prattutto caldi: risi, paste, creme, con la sola eccezione dellacarne cruda (comunque un alimento robusto). Il tartufo

    bianco aggiunge sapore ai sapori, creando assemblaggi digusti dalla grande complessit aromatica, dalla fonduta pie-montese ai tagliolini marchigiani cotti nel brodo di carne, fi-no al fagiano coi funghi della gastronomia toscana.

    Ma i cuochi di nuova generazione hanno fatto un passo in-dietro, recuperando lispirazione originaria, quella tutta dainalare. Se fino a qualche anno fa, larrivo in tavola del piatti-no con fazzoletto bianco e pepita odorosa faceva sobbalzarecuori e nasi, oggi si va oltre. Scoperta anni fa da Ferran Adrila grattugia Microplane trasforma il tartufo in una nuvola im-palpabile, espandendo in maniera esponenziale le superficidi contatto con lossigeno. Risultato, profumi amplificati amille. In pi, il tartufo viene veicolato da piatti che mortifica-no sapidit e sapori ruffiani, in favore di preparazioni leggia-dre, che esaltano le molecole aromatiche invece di inglobar-le: tartare di scampi, polentine croccanti, macaron a bassis-simo tasso zuccherino.

    In caso vi vogliate cimentare con uno dei profumi pi sen-suali, regalatevi una gita nelle citt del tartufo, che a novem-bre ospitano fiere e feste, in un tripudio di degustazioni e pas-serelle per i cani da trifola. Periodo destinato a prolungarsi,questanno, vista la mancanza di pioggia a settembre e letemperature ancora miti. In caso di acquisto, avvolgetelo in

    una pezzuola e mettetelo in frigo in un contenitore ben chiu-so, meglio se in compagnia di qualche uovo: la porosit delguscio vi garantir la pi buona frittata tartufata lasciando in-tatto il prezioso gioiello per la vostra ricetta del cuore.

    Tutta una questionedi naso

    Pino, funghie midolloPaolo Lopriore (Il Cantodella Certosa di Maggiano,Siena), battezza col tartufoil midollo sbollentato,porcini crudi, spumadi resina di pino e nepitella

    ZabaionePer Alessandro Boglione(Castello di GrinzaneCavour, Cuneo),

    tuorlo cotto a bassatemperatura,zabaione al parmigiano,nocciole e tartufo

    Tartufobianco

    Carne crudaCarpaccio tagliato sottile,condito con emulsionedi olio extravergine,profumato daglio, pepenero e sale. Un quarto doradi riposo a temperaturaambiente. Aggiungereil tartufo prima di servire

    TaglioliniCottura al dente in acquasalata o brodo di carne,abbondante burro fusoo rag di fegatini di pollocome condimentoe naturalmente il tartufo

    Vanno servitiin piatti caldissimi

    FondutaAmmollata la fontina dopcoperta di latte per alcuneore, si scioglie il compostoa bagnomaria, primadi incorporare un tuorloduovo ogni 100 grammifino a quando si addensaSopra, scaglie di tartufo

    UovaUna noce di burro scioltae sfrigolante, due bianchifritti a fuoco vivacecon poco sale. Una voltarappresi, si adagianosopra i rossi, coprendoqualche secondoPer finire lamelle di tartufo

    1

    2

    3

    Repubblica Nazionale

  • 8/3/2019 2011-11-13 La Foto Perfetta 2

    13/14

    s 41

    DOMENICA 13 NOVEMBRE 2011

    Tartufo bianco (tuber magnatum)dAlba, citt mercato mondialedel tartufo bianco

    Risotto profumatoallo champagne con lamelledi tartufo bianco

    Spaghetti con salsa di sedanoe lamelle di tartufo

    Tartufo bianco a lamelle sottiliideale per pasta, risotti, carnicrude e cotte

    Tartufo bianco di Acqualagna(in provincia di Pesaro Urbino)seconda capitale del tartufobianco dopo Alba. Questannosi tiene la quarantaseiesima fieranazionale del tartufo bianco

    RIPRODUZIONE RISERVATA

    Sulla strada

    D

    Andavamo

    al mercatodi DoglianiCARLO PETRINI

    Gliindirizzi

    1.

    2.

    3.

    4.

    5.

    DOVE COMPRARE

    TARTUFI PONZIOVia Vittorio Emanuele 26Alba (Cn)Tel. 0173-440456

    TARTUFI NACCIVia Zara 110. Frazione CorazzanoSan Miniato (Si)

    Tel. 0571- 462846

    TARTUFI TOFANIVia Bellaria 37Acqualagna (PU)Tel. 0721-798918

    ACQUALAGNA TARTUFIPiazza Mattei 9/bis

    Acqualagna (PU)Tel. 0721- 799310

    DOVE MANGIARE

    LOCANDA DEL PILONEFrazione Madonna di Como 34

    Alba (Cn)Tel. 0173-366616Chiuso marted e mercoled,men da 60 euro

    PEPENERO

    Via IV novembre 13San Miniato (Si)Tel. 0571-419523Chiuso marted, men da 35 euro

    LA GINESTRA(con camere)Passo del Furlo 168

    Acqualagna (PU)Tel. 0721-797033Chiuso luned, men da 35 euro

    Chicco Cerea gestisce con la famigliail relais Da Vittorio, alle porte di Bergamo,dove la cucina, firmata da tre stelle Michelin,coniuga magnificamente materie prime

    di altissimo livello e cucina di territorioCome in questa ricetta ideataper i lettori di Repubblica

    LA RICETTA

    Ingredienti per 4 persone

    450 gr. di patate

    2 cipolle bianche4 tuorli duovo

    60 gr. di parmigiano

    grattugiato

    tartufo bianco a piacere

    100 gr. di burro

    130 gr. di latte

    sale, pepe qb

    noce moscata

    Pur di patate, rosso duovo, cipolla e tartufo

    Affettare le cipolle in piccoli dadi, stufarlein casseruola con un filo dolio extravergine dolivaa fuoco molto dolce per unora e mezza, bagnandodi tanto in tanto con un goccio dacqua. Separarei rossi dai bianchi e conservarli a temperaturaambiente. Lessare le patate con la buccia,poi sbucciarle e passarle con lo schiacciapatateMantecare la polpa di patate con burro e latte,per ottenere un pur liscio e soffice. Aggiustaredi sale e pepe e profumare con un pizzico di nocemoscata. Adagiare un cucchiaio di cipolle sul fondo

    del piatto e coprirle con il pur di patate. Posizionarenel centro il tuorlo duovo, condire con una spolveratadi parmigiano e con un po di sugo delle cipolleServire ben caldo con abbondante tartufo

    i fronte al pellegrinaggio laicoche in autunno passa in Langaper lamelle di tartufo cos sottiliche ci mettono qualche secon-do di svolazzi prima di caderenel piatto, vado indietro con lamente e rivivo una realtprofondamente diversa. AnniSessanta: ho visto il furgoncinodella ditta Giacomo Morra di Al-ba (il re dei tartufi bianchi, tra imassimi artefici della loro noto-riet internazionale) andare almercato di Dogliani e caricare inmedia un quintale e mezzo ditartufi a settimana. Anni Settan-ta: una cena casalinga memo-rabile con Francesco Guccini,chiamato a suonare per la cau-sa in cambio soltanto di pro-messe gastronomiche, in cuimangiammo una quantit ditartufi che se dovessimo procu-rarci oggi occorrerebbe un mu-tuo e sarebbe pi convenientepagare qualsiasi cachet.

    Non eravamo snob: il tartufobianco cera in abbondanza eaveva prezzi abbordabili. Delresto, tra i ricordi non manca lasua presenza fissa in stagionesulle tavole anche pi semplici,contadine. Se ne faceva un usogastronomico normale, simi-le a quello degli altri prodottidella terra. Tutto era (economialocale, competizione tra i cerca-tori, integrazione dellagricol-tura, piacere della condivisione

    e della convivialit) tranne lostatus symbol che diventatooggi, visti i suoi prezzi. Uno-stentazione di ricchezza cosstonata che quasi me lo fa piace-re meno. Costa caro non soltan-to perch una riconosciuta ec-cellenza tra le eccellenze. Pur-troppo il quintale e mezzo a set-timana di Giacomo Morra ce lopossiamo scordare: la devasta-

    zione dei nostri terreni, la man-canza di cura per le aree

    non coltivate, losconquasso eco-

    logico e lab-bandono dellavita rurale fan-no s che ce nesia sempre di

    meno e sianosempre meno

    quelli che lo sannotrovare, complici an-

    che autorit che ne auto-rizzano la ricerca troppo in anti-cipo, compromettendone lacompleta maturazione.

    DOVE DORMIRE

    LA TERRAZZA SULLE TORRIViale Torino 6 12051Alba (Cn)Tel. 0173-440741Camera doppia da 90 euro,colazione inclusa

    7047 BOUTIQUE HOTEL

    Via San Goro 1San Miniato (Si)Tel. 0571-1695294Camera doppia da 80 euro,colazione inclusa

    LOCANDA DELLABBAZIAVia PianacceAcqualagna (PU)Tel. 0721-700016Camera doppia da 100 euro,colazione inclusa

    ILLUSTARZIONEDICARLOS

    TANGA

    5

    4

    Repubblica Nazionale

  • 8/3/2019 2011-11-13 La Foto Perfetta 2

    14/14

    LA DOMENICAs 42

    DOMENICA 13 NOVEMBRE 2011

    Per tutti il folle e caoticoMr. Bean. Ma lui, razionale,disciplinato e molto serio,

    lo odia:Non mi piace. Assomigliaa me quando avevo dieci anni

    E adesso, tra cinemae teatro, cerca il tempodi dedicarsialla sua vera passione,le corse dauto

    Sono un uomo sposatoe ho due figli. Un po di rischili devo pur correreda qualche altra parte, no?

    ROMA

    controllo la parola dordi-ne di Rowan Atkinson. La ri-sorsa a cui si aggrappa conpi forza, lespressione ver-bale che salta fuori continuamente daisuoi discorsi. Per esempio, nel rievo-care gli studi giovanili di ingegneria:Mi piaceva lidea di un mondo sotto-posto a un preciso controllo. Oppurequando spiega la sua sfrenata passio-ne per le corse dauto: Mi piace guida-re perch solo io ho il controllo. O an-cora il suo amore-odio per il cinema: Ifilm sono opere complesse, non possoaverne mai il totale controllo. Un ri-tornello. Anzi, una vera ossessione.Lontana anni luce dalluniverso caoti-co e stralunato di Mr. Bean la suamaschera pi celebre, adorata da mi-lioni di spettatori, folle protagonista dicentinaia di scenette diventate cult.Due fotogrammi-simbolo, nel mare digag: lui che per sbaglio, in cucina, fini-sce per infilarsi un tacchino sulla testa;o che al ristorante usa un lembo dellatovaglia come bavaglino, per poi alzar-si facendo rovesciare la tavola appa-recchiata. Situazioni comiche ad alto

    tasso di irrazionalit, di disordine. Incontrasto con lautodisciplina di chi leha create e interpretate.

    Certo, non un caso raro. Accadespesso che attori votati a divertire ilpubblico siano nella vita reale timidi,dimessi, tristi. quasi un luogo comu-ne. Ma in Atkinson questa schizofrenia particolarmente accentuata: Lo

    ammetto esordisce sono uno cheride pochissimo. Penso ci siano pochimotivi, in questo mondo difficile ecomplicato, per essere allegri. Guar-diamo la crisi globale: politici e finan-zieri hanno provocato il disastro e oradovrebbero risolverlo. Questo s che involontariamente comico, anche senon affatto divertente. Quanto a me,non sono un tipo naturalmente spiri-toso: riesco a esserlo solo se mi trasfor-mo in qualcun altro. Non sono un in-trattenitore di amici in serate convi-viali, non faccio battute a ripetizione.

    Anzi, direi che sono proprio un uomoserio. Forse perch al contrario deimiei personaggi tutti a loro modovelleitari non mi faccio illusioni, sume stesso o su ci che mi circonda .

    Ma incontrando lattore in un po-meriggio dautunno romano, nella sa-letta riservata di un hotel a cinque stel-le non si resta sorpresi solo dal suocarattere austero. A stupire anchelatteggiamento: formale, leggermen-te snob. Il modo di vestire ricercato,inappuntabile: completo blu di altasartoria, camicia lilla, cravatta viola.

    Altro che gli abiti da grande magazzinoe la fisicit scomposta di Mr Bean. vero, sono un uomo elegante con-ferma lui e ho regalato questa miacaratteristica anche allultimo perso-

    naggio che ho portato sullo schermo,Johnny English: una spia un po im-branata, che per sul versante fashionnon ha nulla da invidiare al re degliagenti segreti, James Bond. Osser-vazione ironica, ma detta senza nem-meno accennare a un sorriso.

    Ed un paradosso per un uomo dispettacolo che da decenni fa ridereogni tipo di pubblico, dai bambini chelo adorano agli adulti di qualsiasi fa-scia sociale. Tutti catturati dal talentocomico di questo cinquantaseienne diprovincia figlio della working class in-glese, compagno di scuola di TonyBlair, che a ventanni essendo cosbrillante nelle materie scientifiche etecniche si iscrive a ingegneria: Di-sciplina precisa, sicura, controllabile:come piace a me. Subito dopo la suavita cambia. Prima lincontro col futu-ro regista Richard Curtis che negli an-ni successivi diventer il suo principa-le collaboratore. Poi la scoperta delle

    sue potenzialit interpretative. A uncerto punto racconta ho capito diavere una faccia. Ero appena sbarcatoa Oxford. E qualcuno, sapendo cheavevo partecipato a spettacolini in

    passato, mi chiede se voglio salire sulpalcoscenico. Per capire se sono adat-to, mi guardo allo specchio: e, per laprima volta, vedo gli aspetti divertentidel mio viso. Esploro la mia gamma diespressioni. E mi dico che in fondo farridere una cosa bella. Soprattutto intempi di crisi. Una rivelazione. Cos fi-nisce per abbandonare le materie tec-niche e buttarsi nella recitazione, asuon di gag: radio, teatro, un po di te-levisione. Poi la consacrazione in pa-tria con una serie tv di culto, la comedyin costume Black Adder. Partecipa an-che a film di successo: chi non ricordail suo prete strambo in Quattro matri-moni e un funerale?

    Ma lexploit planetario arriva conMr. Bean. Figura comica che dal 1990entra nelle case di mezzo mondo, di-venta unicona pop, si trasferisce sulgrande schermo con pellicole come

    Mr. Bean Lultima catastrofeeMr.Beans Holiday. Col tempo, per, ilcreatore diventa insofferente alla sua

    maschera e decide di abbandonare ilpersonaggio. Senza per riuscire a li-berarsene del tutto: Ormai ho capitoche dovr sempre farci i conti. Non nesoffro pi: ho accettato che Mr. Beanfaccia parte del mio bagaglio, che de-vo a lui il grosso della popolarit. Masia ben chiaro: non ci somigliamo af-fatto. Il suo carattere ricorda il mio diquando avevo dieci anni, un bambi-no intrappolato in un corpo da adulto.Spero davvero che quello strano omi-no egoista, cos incapace di interagirecon gli altri, cos adorabilmente e in-sopportabilmente inglese e insulare,sia scivolato via dalla mia persona-lit. Un addio, a quanto pare, defini-tivo: S, possiamo dire che Mr. Bean andato in pensione. Non mi piace ri-vederlo nemmeno quando viene ri-trasmesso in tv: se sono a casa di ami-ci e loro mi chiamano per guardarlo,scappo.

    Il suo mondo professionale adesso altrove. Nella fortunata serie spionisti-co-comica di Johnny English: i duefilm usciti finora (uno ancora nellenostre sale) al botteghino sono andatipi che bene. E poi nel teatro. Qualcheanno fa, Atkinson ha incantato Londracome protagonista del musicalOliver!.Un classico. E ora annuncia di volertornare in scena: Quando mi sono ri-

    trovato sul palco mi sono subito senti-to a mio agio. Per questo il prossimoanno vi stupir con un nuovo proget-to. Ma non aggiunge altri particolari.Per scaramanzia, certo. Ma anche peruna forma di distacco dal suo lavoro,quasi di pigrizia: vero, apparente-mente non sono uno che sempre inattivit. Non faccio molti film, e ci met-to tanto tempo a farne uno: il prezzoda pagare per essere coinvolto in tuttele fasi della realizzazione, dallideazio-ne alla produzione. Sono un tipo diworkaholicmolto particolare. Moltopoco seriale.

    Forse perch la sua passione vera altrove, nel collezionare macchinedepoca: Le adoro tutte, dalle AstonMartin alle Rolls. E, soprattutto, nelbrivido della velocit, nelle corse dau-to: S, questa la mia grande avventu-ra. Purtroppo a causa del mio lavoronon posso gareggiare spesso: quandogiro un film devo firmare polizze assi-

    curative che mi costringono a smette-re di correre almeno tre mesi primache comincino le riprese. E poi, a lavo-ro terminato, quasi sempre la stagionedelle corse finita. Cinema e motori:

    un binomio che evoca attori belli, tostie un po dannati, come Steve Mc-Queen o Paul Newman. Rowan Atkin-son non somiglia affatto a quei divi delpassato. Ma condivide con loro leb-brezza del lanciarsi a oltre duecentochilometri allora: Mi piace tanto spiega perch agli antipodi del miolavoro. Fare film stressante. unat-tivit in cui impossibile avere il con-trollo totale. Ho tentato in passato diesercitarlo, senza mai riuscirci. Quan-do guido da solo unauto sportiva, in-vece, dipende tutto da me. Certo,quando gareggi sei nervoso, hai un podansia da prestazione: ma nel mio ca-so prevale il lato rilassante, terapeuti-co. Una fascinazione che ha rischiatodi costargli cara: lo scorso agosto si schiantato con la sua McLaren controun albero nel Cambridgeshire. Sonoun uomo sposato da oltre ventanni eho due figli minimizza lui un podi rischi li devo correre da qualche al-tra parte, no? E comunque sono statofortunato, ho solo avuto qualche pro-blema alla spalla e ora sto benissimo.

    Lamore per le auto per non siesprime solo sulle piste o sui circuiti.C anche il relax dei viaggi: Mi piacein particolare girare per la Francia, lI-talia, la Spagna. Niente scenari esotici,la vecchia Europa va benissimo. Lo

    scorso anno ho fatto un bel giro sullavia Emilia: certo, devo dire che da voi leregole della strada sono interpretate inmodo abbastanza elastico. E qui ilricordo delle peripezie stradali nel no-stro Paese gli strappa il primo e uni-co sorriso.

    RIPRODUZIONE RISERVATA

    LincontroMaschere

    FOTO

    CONTRASTO

    Rido pochissimo,penso che oggici siano pochi motivi

    per essere allegriNon mi faccioillusioni su mestesso o su ciche mi circonda

    Rowan Atkinson

    CLAUDIA MORGOGLIONE