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L'Araldo Sant'Antonio di PERIODICO DI CULTURA E D'INFORMAZIONE SOCIALE E RELIGIOSA - Direttore resp.: P. VITO MAGNO Registrazione Tribunale di Trani n° 13 del 31 Gennaio 1949 Anno 63 - n° 2 - Aprile 2012 Pasqua Associato USPI € 0,13 Istituto Antoniano Maschile dei Padri Rogazionisti - 76125 Trani (BT) Centro Socio-Educativo Antoniano - Casella Postale 550 - C.C.P. n° 995704 Tel. 0883 507133 - Fax 0883 492505 - e-mail:[email protected]

2012-04 Araldo aprile LQ

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L'AraldoSant'Antonio

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PERIODICO DI CULTURA E D'INFORMAZIONE SOCIALE E RELIGIOSA - Direttore resp.: P. VITO MAGNORegistrazione Tribunale di Trani n° 13 del 31 Gennaio 1949

Anno 63 - n° 2 - Aprile 2012

Pasqua

Associato USPI€ 0,13

Istituto Antoniano Maschile dei Padri Rogazionisti - 76125 Trani (BT)Centro Socio-Educativo Antoniano - Casella Postale 550 - C.C.P. n° 995704

Tel. 0883 507133 - Fax 0883 492505 - e-mail:[email protected]

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Carissimi amici e benefattori, dopo un inverno rigido e forse inaspettato per i feno-meni atmosferici che hanno colpito tutta la penisola

arrecando gravi disagi alla popolazione, specie a quella più indifesa, viaggiamo verso una primaverile ripresa.

Colori, suoni, odori nuovi dalla na-tura che si risveglia dal lungo letargo, contribuiscono ad alimentare nel nostro cuore un atteggiamento più ottimista verso il futuro che ci aspetta.

Tutto si risveglia a vita nuova.La Resurrezione di Cristo che festeggiamo nella Santa Pasqua realizza questa

novità di vita soprattutto del cuore, che trova nel Risorto la fonte e il fine della propria gioia e pace interiore. In Lui, così vicino alla nostra umanità possiamo guardare alla vita con più fiducia e serenità e mentre costruiamo qui sulla terra la civiltà dell'Amore ci prepariamo in Cielo una degna dimora eterna. Liberiamo allora l' Amore, la Pace, la Vita perchè in Cristo Risorto siamo stati liberati.

Si rinnova anche questa nostra rivista, strumento di comunicazione, di dialogo sereno e vero con tutti voi che nella semplicità di un gesto costante contribuite affinchè anche la carità concreta non si fermi. Da questo, traggono beneficio i ragazzi che la Provvidenza ci affida, per sostenerli nel cammino della vita da guardare sempre con fiducia e lo potranno fare soprattutto grazie al Signore Risorto, che vince ogni suggestione di male, attraverso la vostra attiva generosità.

Il Signore per mezzo della Santissima Vergine Maria, Sant'Antonio di Padova e Sant'Annibale Maria nostro amato fondatore vi benedica con la sua luce, la sua pace e la sua grazia. Con gli auguri di ogni bene.

Padre Carlo, direttore

Letteradel

Direttore

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Con l’innalzamento dell’età media, con la nuova organizzazione delle famiglie, in cui quasi sempre le mamme lavorano, con il miglioramento della qualità della vita, la possibilità di curarsi meglio e la cultura della prevenzione che sempre più si sta radicando nelle coscienze dei cittadini, gli anziani

tornano ad avere un ruolo centrale nella società. Sono lontane, seppur fatte le dovute eccezioni, le immagini dell’anziano emarginato e sedentario, che si sente inutile.

Oggi la società ritrova nel contributo delle persone d’esperienza, un valido sostegno nel mondo del lavoro e della politica. Il loro apporto, anche in termini di consigli e indicazioni, di affiancamento, per dirla con un termine preso dal gergo del mondo del lavoro, è sempre prezioso per chi intraprende un’attività. Si diceva della nuova strutturazione delle famiglie: i nonni di oggi entrano nella gestione della vita quotidiana appunto da protagonisti. Gli orari di lavoro dei genitori, richiedono, laddove fosse possibile, l’ingresso in campo dei nonni per il necessario aiuto. I nonni intervengono ormai anche nel doposcuola, aiutando i nipoti a svolgere i compiti pomeridiani.

Per non parlare della tenuta fisica che oggi le persone anziane riescono a tenere rispetto al passato: sono sempre più numerosi infatti gli uomini e le donne che risultano iscritti presso una palestra; con un appuntamento che va dalle due alle tre volte alla settimana, anche con semplici esercizi aerobici o attraverso la cosiddetta “ginnastica leggera”, anche le persone al di sopra dei sessant’anni riescono a mantenere un tenore psico – fisico invidiabile e rapporti sociali stabili. E quando intervengono problemi propri della terza età, è in quel momento che l’anziano assume un altro ruolo, che ci proietta nella sfera propriamente spiri-tuale, nell’amore verso il prossimo predicato dal Vangelo. Anche in quel caso l’anziano resta protagonista: non più in modo diretto, ma in quanto offre la possibilità ai parenti o a coloro che lo assistono di realizzare un progetto concreto di solidarietà e d’impegno. Sia quando l’anziano è attivo ed offre un contributo reale alla “causa” familiare, sia quando questi diviene oggetto di sostegno, resta sempre una preziosa risorsa: materiale quando è attivo, morale e spirituale quando non è più autosufficiente. Il conflitto generazionale di cui tanto si è dibattuto in passato è stato un pretesto per giustifi-care inefficienze e mancanze da parte delle istituzioni: si dice, per intenderci, che l’anziano che resta sul posto di lavoro, lo toglie di fatto al giovane. Ma abbiamo mai pensato che questa è una risoluzione troppo semplicistica? Un alibi che nasconde il vero problema: in Italia una razionale ed equilibrata riforma delle pensioni non è mai stata attuata e quindi è molto più facile buttarla sulla polemica genera-zionale per nascondere una mancanza delle istituzioni. In definitiva crediamo che la figura dell’anziano nella società contemporanea vada difesa, tutelata e meglio coordinata nelle varie strutture istituzionali, in modo tale da evitare conflittualità e al tempo stesso consentendo alla persona d’esperienza di trasmettere quelle competenze, quelle idee, quel bagaglio necessario per un’armonica coesistenza con le forze giovani.

Giovanni Ronco

CONTRORDINE: GLI ANZIANISONO DI NUOVO PROTAGONISTI

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I discepoli, tornati da Emmaus, narrano come hanno riconosciuto Gesù.L’aver visto li porta a parlare di lui.Noi perché non parliamo di Gesù?Perché, forse, non abbiamo ancora visto il Signore. Il narrare nasce dall’aver visto. Noi, spesso,

siamo cristiani muti. Non abbiamo ancora riconosciuto Gesù, sulla nostra strada.Manca, in noi cristiani, il narrare agli altri, ciò che Gesù ha

compiuto nella nostra vita.Parlare di Gesù agli altri, narrando ciò che Gesù ha compiuto,

significa parlare di lui, risorto, vivo.In quali fatti della tua vita, Gesù si è avvicinato a te e tu non lo

ho riconosciuto? Che cosa ti ha impedito di riconoscerlo? Mentre essi parlavano di queste cose, Gesù in persona stette

in mezzo a loro.Quando narriamo di Gesù, Gesù sta in mezzo a noi e la sua

presenza non è senza effetti. Dà pace al cuore. Gesù, infatti, ap-parendo, ai due discepoli, dice pace a voi.

Sei nella pace? Perché, nonostante la fede, che dici di avere, hai il cuore in guerra? Perché sei sempre insoddisfatto? Perché non sei in pace con gli altri? Perché la guerra, attorno a te?

La pace viene da Gesù. In un cuore senza pace, non c’è Gesù.Cominciamo a parlare di Gesù! Gesù in persona starà in mezzo a noi e noi lo riconosceremo dalla

pace nei nostri cuori. La pace del cuore è il segno della presenza di Gesù in persona.Gesù risorto dice toccatemi e mostra le mani. Luca scrive della gioia dei discepoli. La gioia nasce dal

vedere e dal toccare le mani di Gesù.Sono le mani che hanno dato gioia al lebbroso guarito; a

Pietro, salvato dalle onde.Toccare le mani di Gesù significa toccare le mani della

gioia. Gioia grande hanno provato il lebbroso, Pietro e i disce-

poli, toccati da quelle mani. Gioia grande puoi provare tu, ora, se tocchi le mani di Gesù.

Puoi prendere da Gesù, dalle sue mani, ciò che le sue mani sanno donare e le sue mani sanno donare la gioia.

Quando le tue mani sanno donare la gioia agli altri, quello è il segno vero che stai toccando le mani di Gesù e, mentre doni gioia agli altri, fai esperienza della grande gioia di Gesù dentro di te.

Don Vito Martinelli

TOCCARE LA GIOIA

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Con la lettera apostolica “Porta Fidei”, dell’ 11 ottobre 2011 il santo padre Benedetto XVI ha indetto un anno della fede che avrà inizio l’11 ottobre 2012 e

si concluderà il 24 novembre 2012. La “porta della fede” (cfr At 14,27) dice, il Santo Padre, che introduce alla vita di comunione con Dio e permette l’ingresso nella sua Chiesa è sempre aperta per noi. E’ possibile oltrepassare quella soglia quando la Parola di Dio viene annunciata e il cuore si lascia plasmare dalla grazia che trasforma. Attraversare quella porta comporta immettersi in un cammino che dura tutta la vita. Esso inizia con il Battesimo (cfr Rm 6, 4), mediante il quale possiamo chiamare Dio con il nome di Padre, e si conclude con il passag-gio attraverso la morte alla vita eterna, frutto della Risurrezione del Signore Gesù che, con il dono dello Spirito Santo, ha voluto coinvolgere nella sua stessa gloria quanti credono in Lui (cfr Gv 17,22). Professare la fede nella Trinità – Padre, Figlio e Spirito Santo – equivale a credere in un solo Dio che è Amore (cfr 1Gv 4,8): il Padre, che nella pienezza del tempo ha inviato suo Figlio per la nostra salvezza; Gesù Cristo, che nel mistero della sua morte e risurrezione ha redento il mondo; lo Spirito Santo, che conduce la Chiesa attraverso i secoli nell’attesa del ritorno glorioso di Cristo. In un contesto che soffre una profonda crisi di fede, non possiamo accettare che il sale diventi insipido e la luce sia tenuta nascosta (cfr Mt 5,13-16).

Questo anno sarà l’occasione propizia affinchè possano essere approfondite da parte dei fedeli le ragioni della fede cristiana, che ci porta all’incontro, alla comunione con una persona viva Gesù Cristo Risorto.

La fede nella Resurrezione è un dono, anche nei nostri giorni da riscoprire, da coltivare, da testimo-niare, perché il Signore conceda a ciascun cristiano di vivere la bellezza e la gioia di esserlo. Questo anno viene indetto nel ricordo del 50° anniversario dell’apertura del Concilio Vaticano II (1962) e del 20° della promulgazione del Catechismo della Chiesa Cattolica (1992).

Attraverso quindi l’approfondimento delle ragioni della nostra fede saremo aiutati ad essere sempre più testimoni credibili e gioiosi del Signore Risorto nel mondo di oggi, capaci di indicare alle tante persone in ricerca, appunto la “Porta della fede”, che spalanca lo sguardo dell’uomo su Gesù Cristo presente in “mezzo a noi, fino alla fine del mondo” (Mt.28.20). Gesù ci insegna come l’arte del vivere si impara “ in un intenso rapporto con Lui”.

Le parole di S. Paolo "So in chi ho creduto” (2 Tim. 1,12), ci aiutano a comprendere che fede è sì un dono di Dio ma che necessita della libera accettazione e corrispondenza dell’uomo a tutta la verità che Egli tramite Gesù Cristo ha rivelato. Fede e vita vivono un intreccio inseparabile ilsolo che ci rende credibili. Buon cammino.

VERSO L’ANNO DELLA FEDE

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In un paesino vicino al mare vivevano due bambini Giovanni e Michele. Il primo era figlio di poveri pescatori l’altro era il figlio del panettiere del paese. I due, si conoscevano da sempre ed ogni

giorno dopo la scuola si incontravano in spiaggia per la merenda. Lì, si radunavano i pescatori per riparare le loro reti, rottesi durante le battute di pesca. Fra tutti c’era il vecchio Giuseppe, il più anziano,. aveva i capelli candidi e quando si muovevano al vento sembravano ricci di nuvole bianche, e i suoi occhi erano di un azzurro profondo come il mare. Era da lui che correvano ogni giorno Giovanni e Michele, per ascoltare le storie di mare, di tempeste, di balene, di isole lontane… che il vecchio pescatore amava raccontare, mentre riparava le sue reti. I due bambini ascoltavano sognanti quelle av-venture mangiando i panini dolci e ancora caldi che aveva dato loro, la mamma di Michele. Un giorno arrivò in paese un ricco notabile ed anche lui aveva un figlio della stessa età dei nostri piccoli amici. Il nuovo arrivato dopo un po’ di tempo invitò Michele a casa sua per giocare con lui. Michele non credeva ai suoi occhi!! La casa del notabile era la più bella del paese e Mario aveva i giocattoli più belli che lui avesse mai visto! Ben presto Michele dimenticò il suo vecchio amico Giovanni e i loro pomeriggi sulla spiaggia.

Giuseppe comprendendo l’amarezza del piccolo Giovanni, lo guardò in silenzio, poi con la sua mano dalla pelle come cartacrespa resa scura dal sole e dalla salsedine, lo accarezzò e gli disse: - Non preoc-cuparti, dopo la tempesta torna sempre il sole! Lascia aperte le porte del tuo cuore e vedrai che non te ne pentirai. - Passò del tempo ed in paese arrivò un’altra nuova famiglia anche questa molto ricca. Un pomeriggio Michele si recò a casa di Mario per giocare come al solito ma questi gli disse: - Mi dispiace da oggi ho un nuovo amico, sai non posso più giocare con il figlio di un panettiere! – Michele non credeva alle sue orecchie allungò i panini dolci per la merenda, ma Mario con uno scatto li fece cadere in terra e con disgusto li calpestò aggiungendo: - Sai il mio nuovo amico ogni giorno mi porta biscotti fragranti e cioccolato, cosa vuoi che me ne faccia di due miseri panini! - Passarono i giorni e Michele tornò sulla spiaggia, da lontano rivedeva gli amici di un tempo ma non aveva il coraggio di farsi avanti. Anche Gio-vanni aveva visto il suo amico ma l’orgoglio gli impediva di chiamarlo. Il vecchio Giuseppe vedendo la scena che si ripeteva ormai da giorni, un pomeriggio trasse lungo sospiro poi rivolgendosi a Giovanni gli disse - Ho deciso, butterò questa rete, ogni giorno la riparo e puntualmente il giorno dopo e nuovamente rotta, ormai non c’è più nulla da fare! - Ma cosa dici ? Questa rete è ancora buona per pescare, se la butti via come farai, riparala e vedrai che come sempre tornerà come nuova e ti permetterà di pescare ancora! - Bravo Giovanni finalmente hai capito! Disse il vecchio. – Capito che? - Chiese il bambino e Giuseppe gli rispose - Vedi la tua amicizia con Michele è come questa rete, ha subito degli strappi ma si può ancora riparare e con un po’ di buona volontà tornerà più bella di prima- Si Giovanni aveva capito! Volse lo sguardo verso Michele e lo chiamò - Hei! Cosa fai ancora lì, avvicinati che Giuseppe sta per iniziare un nuovo racconto! - Michele non se lo fece ripetere due volte, con un balzo fu lì da loro, dalla borsa uscì i panini dolci. – Che bontà erano secoli che non mangiavo un panino così buono! - disse Giovanni- I panini sono quelli di sempre solo che oggi hanno un condimento in più. – disse il vecchio pescatore. – E che cosa? – chiesero in coro in due bambini - Rispose loro - Questi semplici panini, oggi sono conditi con l’amore ed hanno il profumo del perdono e vedrete che li ricorderete per tutta la vita!-

I due bambini si guardarono sorridenti e abbracciarono il vecchio pescatore che quel giorno aveva raccontato loro la sua storia più bella!

LA RETE RIPARATA

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Cari amici e benefattori, prima di tutto un grande grazie per la cura che mostrate verso di noi attraverso la vostra solidarietà. nel Centro Educativo troviamo

l'attenzione e gli aiuti necessari per crescere e avviarci così verso il nostro futuro. In que-sta pagina del giornalino vogliamo di volta in volta tenervi aggiornati sulle nostre varie attività.

Il Natale trascorso ci ha visti impegnati nel cammino di accoglienza di Gesù Bambino, e anche noi abbiamo gioito anche attravero quei semplici gesti propri del Natale, la tom-bola, il panettone, gli auguri.

A carnevale ci siamo recati nella vicina Corato, famosa per i suoi carri, per parteci-pare anche noi alla sfilata. Ma una leggera e continua pioggerellina ha fatto saltare quasi del tutto la manifestazione, ma nonostante questo imprevisto ci siamo divertiti tanto.

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Istituto Antoniano Maschile PP. Rogazionisti, Via Sant'Annibale M. Di Francia. 133 - 76125 TRANIBanco Posta - codice IBAN: IT35 N076 0104 0000 0000 0995 704 - codice BIC/SWIFT: BPPIITRRXXXBanca Prossima - codice IBAN: IT54 V033 5901 6001 0000 0012 249 - codice BIC/SWIFT: BCITITMX

UNIONE DI PREGHIERA PER LE VOCAZIONI

Cuore dolcissimo di Gesù che avendo detto: "Pregate il Padrone della Messe perchè mandi operai nella sua messe", ci hai dato fiducia di esaudirci quando questa grande grazia ti domandiamo, noi ti supplichiamo per intercessione di Sant’Annibale Maria Di Francia di mandare nella Santa Chiesa numerose e sante vocazioni alla vita sacerdotale, religiosa, missionaria e coniugale, per il bene delle anime e la gloria di Dio tuo e nostro padre. Amen

Preghiera a Sant'Antonio di Padova

Amabilissimo Sant'Antonio di Padova, che sei stato arricchito dal Signore di grazie specialissime e del dono di operare prodigi a favore di chiunque ricorre a te con viva fiducia, volgi su di me il tuo sguardo amorevole, perchè possa ottenere dalla Divina Bontà, il fervore della fede, della speranza e della carità, la grazia di comprendere ed eseguire in tutto la Divina Vo-lontà, di avere la pace della coscienza, la purezza dei comportamenti, la fedeltà e la perseveranza nel bene. Ti prego ancora o Santo Taumaturgo di difendermi dal male, di confortarmi nelle afflizioni, di provvedermi nelle necessità, di liberarmi dai pericoli e di assistermi nelle ultime ore della mia

vita, in cui confortato dalla tua presenza e assistenza possa avere la sorte di affidare l'anima mia alla grazia del Signore, per poterLo lodare, benedire e ringraziare in eterno. Amen (Sant'Annibale M. Di Francia). Istituto Antoniano Maschile - Trani (Bt)

49A GIORNAtA mONDIALE DI PREGHIERA PER LE VOCAZIONI(29.04.2012)

"Le vocazioni sono dono della carità di Dio". È questo il motivo conduttore del messaggio che il santo padre Benedetto XVI ha fatto diffondere per questa giornata. Dio ci ama, ci ama di un amore che ci precede, ci sostiene e ci chiama lungo il cammino della vita e ha la sua radice nella assoluta gratuità di Dio. Da sempre alla sorgente della chiamata divina c'è l'iniziativa dell'amore infinito di Dio che si manifesta pienamente in Gesù Cristo. A questo amore apriamo la nostra vita, infatti la misura alta della vita cristiana consiste nell'amare come Dio ci ama. Da questa apertura che dà senso alla vita intera, nasceranno e cresceranno le vocazioni.