Upload
others
View
4
Download
0
Embed Size (px)
Citation preview
3
LA FORZA DELLE IDEE E DELLA FANTASIA
Anche quest’anno siamo arrivati alla fine della scuola, abbiamo portato a compimento la nostra
missione; non è stato facile, ma che cosa lo è? Abbiamo dovuto combattere contro molti nemici: la
noia che subentra alla routine, gli impegni scolastici, le interrogazioni, le attività pomeridiane;
malgrado tutto, grazie ai ragazzi della redazione, siamo riusciti a produrre il secondo numero, che
speriamo risulti ancora più bello e interessante del primo.
Il nostro compito è quello di mantenere accesa la fiaccola della fantasia e dell’intelligenza creativa
che si alimenta con le idee che nascono dalla parte spirituale dell’essere umano.
Nel nostro piccolo speriamo di aver dato il nostro contributo alla battaglia per la civiltà contro la
barbarie dilagante, mostrando alcune vie percorribili che si possono realizzare anche senza grandi
mezzi a disposizione; bastano un foglio di carta una penna o un computer, ma quelli li possiamo
fornire noi, ma soprattutto serve una mente piena di idee bellissime.
4
CONTRO LA MAFIA
ll giorno 21 marzo la nostra scuola ha partecipato alla Giornata per le vittime innocenti delle mafie
nel nome di Falcone, Borsellino, Peppino Impastato e tantissimi altri caduti per il loro impegno
civile contro la prepotenza mafiosa, organizzata da LIBERA, che si occupa di gestire e riqualificare in
attività economiche legali i beni espropriati alle
cosche. I nostri ragazzi, dopo l’appello, usciti
dalla scuola con i loro insegnanti, hanno
raggiunto il piazzale Fellini, zona Grand Hotel, da
cui è partito un corteo molto folto e variopinto
di bandiere colorate, che ha percorso il viale
Principe Amedeo fino a raggiungere piazza
Cavour, dove hanno ascolto, con grande interesse, l’elenco dei nomi delle vittime innocenti della
mafia letto dalle autorità presenti tra cui il sindaco Gnassi e il vescovo Lambiase; uno degli oratori
ha ripetuto con foga la frase di Peppino Impastato divenuta celebre: “La mafia è una montagna di
merda”; la giornata ha avuto il suo culmine con il discorso di don Ciotti tenuto simbolicamente a
Locri e trasmesso in diretta su un maxi schermo. Alla fine i ragazzi sono tornati a casa più
consapevoli del fenomeno mafioso, che oltre ad essere un fenomeno criminale e violento è un
freno allo sviluppo civile ed economico del nostro paese, che ruba soprattutto a loro, il futuro.
CRONACA E ATTUALITA’
prof. Bruno M.A. Esposito
5
Violenza sulle donne/ femminicidio
Al giorno d'oggi la violenza sulle donne e il
femminicidio sono fenomeni sempre più frequenti.
Vengono colpite solo le donne, donne innocenti di
qualsiasi età, donne indifese.
Negli ultimi anni ci sono stati casi di ogni genere; le
donne vengono uccise, persino torturate fino alla
morte. C’è un senso nel commettere un omicidio o un femminicidio?
Molti si chiedono perché chiamarli femminicidi e non omicidi?
Beh, bisogna specificare che gli omicidi sono omicidi che riguardano tutti; spesso si ha una morte
dovuta a colpi di pistola o accoltellamenti, mentre i femminicidi riguardano solo donne, donne di
qualsiasi età che vengono torturate, seviziate fino alla morte.
I femminicidi sono atti compiuti da uomini, uomini che perdono la ragione. Ma si può veramente
chiamarli uomini?
Io direi proprio di no, sono solo orchi che non rispettano le donne, persone troppo possessive che
arrivano a fare cose inimmaginabili, persone senza cuore.
In italia ci sono stati tanti casi di donne scomparse, ad esempio il caso Ragusa che va avanti da
tantissimi anni; si è scoperto poi solo ora che il marito era il colpevole anche se per me lo era sin
dall’inizio…
Ci sono state donne sfregiate sotto casa dal proprio marito o dal proprio compagno, ci sono state
donne seviziate e tenute segregate per tanti anni in tutto il mondo.
Perché esistono queste
brutalità?!?! Perché bisogna
arrivare proprio a questo ?
Perché ammazzare e poi
trovare persino piacere in
quello che si fa?
Diciamo basta, a tutta questa
brutalità, che avvelena e degrada la mente umana. Siamo in un mondo che pian piano va a rotoli,
6
un mondo dove ogni giorno c’è un omicidio, dove ogni giorno ci sono attentati, dove ogni giorno si
ha la paura di uscire di casa perché ora come ora si è in un mondo pericoloso, in un mondo molte
volte folle.
Basta, basta!
Smettiamo di vivere in un mondo del genere, dove le donne sono considerate degli oggetti.
Viviamo finalmente in un mondo migliore !
Rita Igbinomwhanhia II F
7
MAD WORLD-GARY JULES All around me are familiar faces Worn out places, worn out faces Bright and early for their daily races Going nowhere, going nowhere Their tears are filling up their glasses No expression, no expression Hide my head I want to drown my sorrow No tomorrow, no tomorrow And I find it kind of funny I find it kind of sad The dreams in which I'm dying Are the best I've ever had I find it hard to tell you I find it hard to take When people run in circles It's a very, very mad world mad world Children waiting for the day they feel good Happy Birthday, Happy Birthday And I feel the way that every child should Sit and listen, sit and listen Went to school and I was very nervous No one knew me, no one knew me Hello teacher tell me what's my lesson Look right through me, look right through me And I find it kind of funny I find it kind of sad The dreams in which I'm dying Are the best I've ever had I find it hard to tell you I find it hard to take When people run in circles It's a very, very mad world, mad world Enlarging your world Mad world
Traduzione Intorno a me ci sono visi familiari Luoghi consumati, visi consumati È luminoso ed è presto per le loro gare giornaliere Non vanno da nessuna parte, non vanno da nessuna parte. E le loro lacrime riempiono i loro bicchieri Nessuna espressione, nessuna espressione Nascondo la mia testa, voglio affogare il mio dolore Nessun domani, nessun domani. E lo trovo piuttosto divertente E allo stesso tempo lo trovo piuttosto triste I sogni nei quali sto morendo Sono i migliori che io abbia mai avuto Trovo difficile dirtelo Perché è difficile da accettare Quando le persone corrono in cerchio È un mondo davvero folle I bambini aspettano il giorno in cui si sentiranno bene Buon compleanno, buon compleanno. Mi sento nel modo in cui ogni bambino dovrebbe sentirsi Siediti e ascolta, siediti e ascolta. Sono andato a scuola ed ero così nervoso Nessuno mi conosceva, nessuno mi conosceva Buongiorno maestra, mi dica qual è la mia lezione, Guardami dentro, guardami dentro E lo trovo piuttosto divertente E allo stesso tempo lo trovo piuttosto triste I sogni nei quali sto morendo Sono i migliori che io abbia mai avuto Trovo difficile dirtelo Perché è difficile da accettare Quando le persone corrono in cerchio È un mondo davvero folle, mondo folle Si amplia il tuo mondo Folle mondo
8
Commento:
Questa canzone, racconta un aspetto della vita del cantante. Una vita piena di tristezza e di
solitudine, una vita arida. Gli sembra di vivere in un mondo molto buffo e assurdo; sogna un altro
mondo, un'altra vita, una vita dove morire sia la cosa più bella che gli possa capitare.
Il mondo in cui vive gli sembra un mondo folle, pieno di persone folli, pieno di cose folli...
Nella vita in cui vive vede anche bambini, bambini che aspettano il giorno per loro più felice, il
giorno dove tutte le attenzioni sono rivolte a loro, il giorno del loro compleanno..
I bambini molte volte sono persone incomprese, persone che autonomamente non potrebbero
vivere in un mondo folle come questo. I bambini devono solo ascoltare in silenzio, ascoltare quello
che dice questo folle mondo, quello che dicono queste persone folli.
L’autore sembra dirci che lui è intrappolato in questo mondo assurdo... ma che pure noi siamo
intrappolati in questo folle mondo.
Rita Igbimnowhanhia II F
9
GLI “SPOMENIK”
Spomenik: una parola che fa pensare a una navicella, o a un satellite fuori orbita, o addirittura a
una forma di vita extraterrestre. Il suo significato invece è, nella traduzione letterale dalla lingua
slovena, monumento.
Gli spomenik, quindi, sono una serie di monumenti eretti tra il 1960 e il 1980 sotto le direttive
dell’allora presidente della Jugoslavia Josip Broz Tito, da un gruppo di architetti, per
commemorare i caduti durante la liberazione del territorio dall’occupazione degli eserciti nazi-
fascisti. Ma non solo; con questi monumenti Tito mirava anche a creare un punto d’incontro tra i
vari Paesi che componevano lo Stato jugoslavo e a creare una linea politico-economica in materia
di turismo in modo da avvicinarsi gradatamente alla cultura occidentale.
Fino alla morte di Tito, nel 1990, gli spomenik erano meta di una gran numero molto variegato di
turisti, soprattutto europei; sfortunatamente il decennio che ne seguì portò alla distruzione di
moltissimi di questi siti, a causa dei conflitti interni. Infatti dopo la morte di Tito la Jugoslavia si
disgregò; i popoli che egli aveva cercato di unificare adesso cercavano di avere uno la supremazia
sull’altro distruggendo ciò che non si identificava con la loro propria nazione.
Attualmente è rimasta in piedi solo una piccola parte di questi spomenik, alcuni dei quali sono stati
ristrutturati su iniziativa delle città dove sono collocati.
Nonostante la loro rilevanza storica e artistica , durante gli anni gli spomenik hanno perso la loro
capacità attrattiva, restando così sconosciuti a gran parte della popolazione mondiale.
Tafa Dajana V A
CULTURA E INTRATTENIMENTO
10
Progetto: “Sport senza barriere” Invitati l’atleta Lorenzo Major e la squadra di Basket in carrozzina di Forlì all’Istituto Tecnico Marco Polo di Rimini Nelle giornate di venerdì 7 e sabato 8 aprile, le classi II E, II F, III A, III E e IV A, hanno partecipato al
progetto “Sport senza barriere” proposto dalla prof.ssa di educazione fisica, Giulia D’Intino.
Un progetto già iniziato verso dicembre 2016, con la partecipazione alla marcia Oltre le barriere
(architettoniche e culturali) e al torneo di basket per atleti con disabilità organizzato
dall’Associazione sportiva Ag23 di Santarcangelo. Il
percorso si riferisce al modo in cui vediamo lo sport,
un modo nuovo di vederlo. Spesso consideriamo lo
sport come un’attività per pochi, siamo noi i primi a
porci davanti delle barriere, dei limiti al nostro poter
fare. Questo succede spesso quando temiamo il
giudizio degli altri. Questo progetto, durato un anno,
ci ha invece mostrato e dimostrato il contrario. Lo sport è, e deve essere, di tutti.
Nella prima giornata si è svolto l’incontro con l’atleta Lorenzo Major, paraplegico dal 2001 a causa
di un incidente automobilistico ed attualmente agonista in quattro differenti discipline, che si è
presentato ai ragazzi per dimostrare quanto lo sport possa cambiare la vita e il nostro modo di
vederci. Lo stesso Major ci rivela: “La mia vita a 30 anni era un sogno. Ero un atleta, un campione.
Poi sono andato incontro all’appuntamento più importante della mia vita, al quale mi sono
presentato fisicamente pronto. Mi sono ritrovato steso su un letto con una sconosciuta che mi
lavava, come si può lavare una macchina fuori d’estate, e che mi metteva le mutande pulite. E così
mi sono posto il mio primo obiettivo: mettermi da solo le mutande pulite. Lo sport è ciò che mi ha
aiutato in questo e che mi ha fatto riprendere in mano la mia vita ”. Finisce il suo racconto con
queste parole rivolte ai ragazzi che ha davanti: “Vivete la vita al 100%, vivetela al massimo ma
sempre concentrati su essa, con lucidità. Perché potreste non accorgervi quando vi succede
qualcosa di brutto, ma potreste non accorgervi neanche quando vi succede qualcosa di bello”.
Nella seconda giornata invece le classi sono state invitate a toccare con mano il tema affrontato
nella testimonianza di Lorenzo, grazie alla partecipazione di una squadra di basket in carrozzina.
11
La “Wheelchair Basket Forlì” è una squadra fondata dalla comunità Papa Giovanni XXIII che da 10
anni segue un progetto di basket integrato,
con una squadra di atleti con disabilità
sostenuti da alcuni atleti normodotati che
gareggiano allo stesso loro modo, con alcune
piccole differenze per quanto riguarda il
punteggio.
A parlare dell’iniziativa è il presidente
Daniele Fabbri : “L’idea è nata per dare spazio a tutti i ragazzi disabili interessati a praticare il
basket, creando una vera e propria squadra, aiutandoli sia da lato del fisico sia per quanto
riguarda la parte delle emozioni, che secondo noi è la più importante!”
La squadra, dopo aver spiegato le regole ha invitato 6 alunni alla volta a sedersi sulle sedie a
rotelle e a giocare per 10 minuti contro la squadra titolare di Forlì.
L’attività è riuscita molto bene ed i ragazzi, oltre a essersi divertiti, hanno capito che l’essere
umano possiede delle risorse che a volte non crede di avere.
Ada Giannini IV B
CONSIGLI DI VIAGGIO
Nell'articolo dello scorso
numero, ho consigliato ai lettori
del Giornalino, l'esperienza di
una lettura, in questo, desidero
proporre un'esperienza di
viaggio da fare quest'estate in treno. Dal 01 giugno torna, dopo il successo dell'anno scorso, il
collegamento ferroviario diretto delle Ferrovie Tedesche ed Austriache Monaco-Rimini che ogni
venerdì e sabato collegherà la Baviera a Cesena e Rimini e che il sabato e la domenica ripartirà
12
verso Monaco passando per Cesena, Bologna, Verona, Trento, l'Alto Adige e l'Austria fino al 10
Settembre. Ogni weekend estivo quindi sarà possibile sfruttare il collegamento ferroviario per
partire e scoprire nuove mete e fare esperienze uniche, come godersi un'opera all'Arena di
Verona, visitare il Museo d'Arte Moderna di Rovereto, scoprire Trento e la sua storia, visitando
anche il Muse, il museo di Scienze Naturali, ammirare lo stile Mitteleuropeo degli edifici del Centro
di Bolzano, stupirsi delle meraviglie di Innsbruck, come il non lontano Mondi di Cristallo ed anche
infine rimanere affascinati dalla vivace ed accogliente Monaco di Baviera, il tutto con un unico
biglietto e prezzi vantaggiosi, se si acquistano in anticipo. Come avete capito, molti sono i luoghi
che si possono visitare; vi propongo qui qualche suggerimento. Una tappa da non perdere lungo
questo asse ferroviario è Verona. Una città che con la sua storia di oltre 2000 anni offre la
possibilità di vivere esperienze uniche, sopratutto grazie al suo eccezionale patrimonio artistico-
culturale. Una storia che si potrà
incontrare in piazza Bra, dove si
affaccia l'Arena, ma che è anche sede
di eventi annuali, come i mercatini
gastronomici e artigianali o gli eventi
sportivi. Poi, si prosegue con una visita
in Piazza delle Erbe e il suo mercato.
Interessante, poi quest'anno fare una
visita alla mostra su un'artista amante
di donne, cavalli e teatro, come Touluse Lautrec, aperte fino al 03 Settembre a Palazzo Forti, che
si trova nelle vicinanze delle imponenti Arche Scaligere. Un'escursione al Lago di Garda renderà
l'esperienza unica. Altra località da visitare è quella di Rovereto, seconda città della provincia di
Trento, che offre grandi motivi d'interesse. Come il Mart, Museo d'Arte Moderna, un'esperienza
speciale. Una marcia sul Sentiero della Pace è consigliata per chi ama praticare attività sportive.
Altro luogo la cui visita è una bella opportunità di arricchimento personale è la città di Trento.
Trento è una città dalla storia millenaria, dove la cultura italiana e la tradizione mitteleuropea si
fondono. Una passeggiata rilassante per il centro storico, darà la possibilità di ammirare la
splendida Piazza Duomo, le facciate affrescate dei palazzi nobiliari cinquecenteschi ed anche il
Castello del Buonconsiglio. Una bella esperienza, sempre a Trento, è possibile farla al MUSE,
Museo delle Scienze Naturali, che ha aperto da pochi anni, ma che ha riscosso un importante
successo. Esso è stato progettato da Renzo Piano ed offre un'architettura unica con spazi
13
interattivi e contenuti multimediali. Un'altra tappa consigliata, ma molte ce ne sono lungo il
percorso ed invito a scoprire quali sono sul sito megliointreno.it, è Innsbruck. Una città molto
vivibile, di stampo imperiale ed importante luogo d'attrazione per gli amanti dell'architettura
moderna, visto i numerosi edifici progettati dai cosiddetti archistar, come il Centro Commerciale
Kaufhaus Tyrol Departement Store progettato da David Chipperfield o Dominique Perrault che ha
riqualificato la via principale, la Maria-Theresien-Straße. Questi edifici si possono ammirare
passeggiando fra ristoranti, caffè e negozi di artigianato locale, in particolare una bella opportunità
sarà la visita presso Tiroler Heimatwerk. Poi, ogni due ore dalla stazione centrale della città
austriaca, una navetta porterà al Mondo di Cristallo, un museo a cielo aperto che vanta come
elemento comune, i cristalli Swaroski. Capolinea del collegamento estivo per la Baviera è Monaco.
La capitale bavarese è una città che offre diverse attrazioni, da cui partono diverse strade
tematiche, come la Strada Romantica o quella del cristallo; è una città sede di numerosi musei,
per citarne uno la pinacoteca, il Deutsche Museum ed il BMW Welt, dedicato alla storia della
celebre casa automobilistica. Non mancano, infine, i luoghi di divertimento, tra cui i Biergarten,
che daranno la possibilità di apprezzare la birra di qualità. Insomma, molteplici sono le destinazioni
raggiungibili con un convoglio nato per portare turisti teutonici in Riviera, ma che può essere una
bella opportunità per gli italiani che vogliono partire e scoprire tanti luoghi di una bellezza unica.
Grazie a tutti Voi, gentili lettrici e lettori, la mia esperienza al giornalino termina qui perché
quest'anno, se Dio vuole, mi diplomerò. E' stata una bella ed interessante esperienza che mi ha
aiutato a migliorarmi, e questo grazie anche ai proff. responsabili del progetto e ai vari redattori
che si sono succeduti negli anni in cui ho partecipato a lavoro di giornalista in erba.
Alessandro Romano V E
14
La verità d’un sogno
Sognavo un mondo che potesse essere grande abbastanza per tenerci tutti stretti.
Sognavo che un giorno avrei rivisto tutti quelli che per un motivo o per un altro mi avevano
lasciata lì, piccola, ma non indifesa.
Quel giorno mi ricordo che ero sul letto della mamma e del babbo ed un attimo dopo ero immersa
in un sonno profondo.
Sognavo che tutte quelle belle parole che sentivo dire dalla gente intorno a me, un bel giorno si
sarebbero avverate.
Erano parole forti, di pace, di bellezza.
Dicevano che un giorno saremmo stati felici, senza dover scontrarci ancora con guerre e sangue.
Io li ascoltavo, anche se ero ancora piccola per poterli comprendere.
Dicevano che presto l’uomo avrebbe trovato il giusto equilibrio nell’affrontare le cose, che non
avrebbe odiato, ma amato e che non avrebbe solo parlato, ma anche ascoltato.
Il tempo poi è volato ed io inizio a svegliarmi e a guardarmi intorno.
Inizio a muovere le gambe e le braccia per avere il controllo dello spazio che sto occupando.
Il tempo sembra avermi trasportato nel mondo che sognavo quel giorno, ma ora il letto dei miei
inizia a starmi stretto.
Mi sfioro i capelli e poi le ciglia, proprio come facevo alla mamma quella volta.
Provo a chiamare qualcuno, ma in casa non c’è nessuno.
POLO POESIA
I CLASSIFICATA – SEZIONE PROSA XIV Edizione del Premio “Morena Ugolini”
15
Il babbo torna più tardi, la mamma invece, da un po’ di tempo, ha deciso di guardarci da lassù.
Lentamente mi alzo, senza capire ancora cosa sia successo.
Qualcosa era cambiato, ma francamente era difficile da individuare.
Ricordo che all’inizio del mio sogno c’era qualcuno che mi diceva che sarei cresciuta e che insieme
a me anche il mondo si sarebbe allargato ed evoluto.
Quelle parole, ora, le sento cosi tanto vere, che quasi inizio a sentirmi estranea a questo mondo.
La meraviglia che mi descrivevano da piccola è ancora là fuori, il problema è che ora nessuno la
guarda più.
Abito in centro e qui la meraviglia sono le persone.
Le osservo e sembrano compiere gesti simili e spesso stupidi.
A volte pronunciano parole solo per fare rumore, oppure se ne stanno zitte per paura di esprimere
la propria idea.
Vivo in un mondo strano, ma tutto sommato mi piace, mi incuriosisce.
Ormai è buio, mi stendo sul letto e provo a riordinare le idee.
Non è facile trovare parole precise per descrivere questo mondo.
Dovremmo imparare a guardare con occhi sinceri e franchi, così che ognuno possa vederlo a
proprio modo, il mondo e che possa sognarselo, il futuro.
Sogno un mondo libero e sincero, che sia di tutti e di nessuno.
Ada Giannini IV B
A TE di Aliona Bolani IV D
SBAGLI PERFETTI di Greta Casadei II A
IL DOMANI di Vanna Righetti II D
IMMAGINANDO di Alice Verati II D
UN DOMANI LONTANO di Sofia Cugnigni III A
DESIDERI di Daniil Ternovskiy II A
Poesie segnalate dalla Giuria della XIV Edizione del Premio “Morena Ugolini”
16
LA NOTTE DI UN FUTURO PASSATO E la notte arriva ancora.
E tu ancora tremi per i fantasmi
Che ti porti dentro
Malvagi e incancellabili
Ma sai di poterli sconfiggere
Perché combatti
Per quella piccola luce
Che indicherà tremante la via d’uscita
In fondo al buio del tuo passato.
La speranza vede l’invisibile
Tocca l’intangibile
Raggiunge l’impossibile.
Federico Sani IIIA
II CLASSIFICATA – SEZIONE POESIA XIV Edizione del Premio “Morena Ugolini”
17
SOLE Un futuro pieno,
come la luna in questa notte nero cristallo.
Pensieri veloci
Mi invadono la mente
Di una vita piena di SOLE.
E un sorriso mi sfugge,
perdendosi nel buio della notte.
Giada Vici III A
C’è un’amica che nessuno ringrazia mai abbastanza per esserci sempre accanto.
Dopo molto tempo se ne va, ma solo quando pensa che è ora di finire questa amicizia.
È la compagna di ogni secondo di ogni minuto, di sempre; con lei si vive di tutto: felicità, gioia,
dolore, pianti ecc…
È grazie a lei cambi in meglio.
È la professoressa più severa di tutte; prima ti fa fare la verifica, poi ti spiega la lezione.
Non ci lascia passare niente, ci rinfaccerà ogni rimpianto, ogni conto in sospeso e non ci lascerà
tranquilli finché non risolveremo il problema.
Lo fa per insegnarci, per farci ragionare e riflettere sulla nostra identità, sempre incerta, sul nostro
futuro sempre sul filo del rasoio.
III CLASSIFICATA – SEZIONE POESIA XIV Edizione del Premio “Morena Ugolini”
18
E nessuno la ringrazia, nessuno si rende conto della sua presenza; è sempre in disparte, non si fa
vedere, emerge quando hai bisogno, nel momento in cui cadi e nel momento in cui dovrai fare i
conti con lei.
Infine lei non chiede niente in cambio per tutte le malefatte che le hai inflitto, per tutte le volte
che l’hai denigrata, mandata quel paese.
Eppure lei è sempre lì con te, nel bene e nel male ti supporterà.
Nonostante sia sempre qui, a noi pare quasi sconosciuta.
Non le possiamo parlare, lei nemmeno lo fa.
E allora come facciamo ad essere amici?
Domanda a cui nemmeno io so dare una risposta.
Arrivati a questo punto vi starete chiedendo di chi sto parlando.
Lei è la VITA, l’amica a cui dobbiamo la nostra esistenza.
Ringraziarla ogni tanto non sarebbe una cattiva idea … diamoci da fare come lei si dà da fare per
noi, perché ci vuole bene e cerca di tenerci stretti per il più tempo possibile.
La vita è certamente un sentiero impervio dove bisogna camminare senza sosta, correre cercando
di scappare dalla morte, è una via fatta di sassi sui cui si inciampa, ma ci sarà sempre un modo per
risorgere.
Il valore della vita verrà compreso dall’uomo solo quando ci fermeremo a pensare cosa vuol dire
davvero vivere.
La prendiamo come una cosa scontata, normale, quotidiana ma non apprezzeremo il valore della
vita finché non la perderemo o la vedremo perdere davanti ai nostri occhi.
Perciò invece di denigrarla, prenderla in giro e giocarle brutti scherzi, accettiamola, cerchiamo di
vivere delle esperienze bellissime e piene di passione.
Infine, basta lasciare un bel ricordo, un’impronta al mondo, a quel punto la tua vita continuerà a
vivere nonostante sia terminata.
Martina Persano II F
19
Cammino per i corridoi di una scuola. Ogni giorno, da sette mesi. Ma ancora, nel percorrerli, sale
un’emozione del tutto nuova. E’ il mio primo anno in una scuola superiore.
Cammino curiosa, ma anche un po’ spaventata, non sempre mi sento all’altezza, non sempre mi
sento pronta. Ho studiato la lezione, ma se le domande
cambiano, saprò rispondere?
Ho lo zaino e i quaderni, ma ogni volta mi sembra di aver
dimenticato qualcosa.
Cammino per i corridoi assorta, pensando a chi incontrerò
quel giorno, durante il mio primo anno a scuola. Da
insegnante.
Mai come quest’anno però mi sono sentita una studentessa.
Ho avuto così tanto da imparare e così tanto da ricordare dei
miei anni passati dall’altra parte della classe, seduta nei
banchi proprio come i miei allievi ora. Spesso non si
immaginano che anche noi insegnanti siamo stati al loro posto, ma a me è servito molto ricordarlo,
per comprenderli meglio, in ogni loro battaglia e aspettativa. E soprattutto per non farli copiare
durante i compiti in classe. Di trucchi ne conoscevo anche io.
Ricordo che ci sono stati anni in cui ero arrabbiata con il mondo, tanto da non volerne far parte. Le
disparità e le ingiustizie che vedevo mi facevano sentire estranea alla terra che mi aveva dato casa
fino ad allora. L’avere tutto, a discapito di chi non aveva niente, mi faceva rinnegare me stessa. E il
non sapere perché mi avessero gettato nella parte ricca del mondo mi tormentava. Non volevo più
niente da un mondo che non sapeva custodire tutti. E che non mi capiva.
Io al tempo stesso non capivo a cosa servisse fare tutto ciò che mi dicevano di fare.
Non vivevo bene. Sempre arrabbiata. Senza fiducia. E senza più niente da dare, visto che non ne
avevo neanche per me. Poi ho capito che non poteva funzionare così. Ho capito che non è un
sorteggio a farti cadere in una o l’altra parte del mondo. In una famiglia o in un’altra. Non siamo
palline di una roulette. Rosso o nero. Un caso.
20
Ho capito che a volte gli altri ci dicono cosa fare solo per mostrarci qualcosa di diverso da ciò che
siamo abituati a vedere. Per poi capire se ci sorprende o ci allontana.
Ho capito che il luogo che si vive aiuta a capire chi si è, e che ciò che si ha può essere dato, ma
prima bisogna scoprire di aver qualcosa da dare.
Da allora ho iniziato a vivere cercando di dare il massimo in ogni cosa. Cercando di moltiplicare ciò
che di bello avevo, per non bruciare tutto nel rogo della rabbia. E sprecare così, anche io come il
mondo che tanto rinnegavo, le cose che mi erano state date. Per questo ogni giorno cerco di fare
del mio meglio, in ogni situazione che sono chiamata a vivere, in ogni incontro che faccio. Ci metto
tutta me stessa, anche nelle cose che mi fanno fare fatica.
E in questo anno passato ho cercato di fare lo stesso qui, al Marco Polo.
Durante il mio primo anno a scuola.
Non so cosa sia passato di me, non so cosa sia stato raccolto o gettato dei miei gesti e delle mie
parole, ma so che io l’ho vista la bellezza. Perché non sono più arrabbiata con il mondo. Perché ora
il mio sguardo si posa sugli incontri che faccio, si posa negli occhi della gente e non contro la gente.
E di incontri quest’anno ne ho fatti. Anche, e soprattutto, con me stessa.
prof.ssa Giulia D’Intino
I PROVINCIALI DI PALLAVOLO
Nella giornata di giovedì 5 aprile si è disputato il torneo provinciale di pallavolo femminile, presso
la palestra dell'ITT “Marco Polo” di Marebello di Rimini.
La competizione prevedeva la partecipazione di sei squadre provenienti dagli Istituti del nostro
territorio.
La squadra di casa, l'ITT “Marco Polo”, il liceo classico “Giulio Cesare-Valgimigli” di Rimini, il liceo
scientifico “Alessandro Serpieri” di Viserba, l'ITES “Roberto Valturio” di Rimini, l'IPSAR “Saverio
Savioli” di Riccione e infine l'istituto IPSAR “Sigismondo Malatesta” di Rimini.
Le pretendenti al titolo provinciale erano divise in due gironi composti da tre squadre. Da un lato si
sfidavano “Marco Polo”, “ Malatesta” e “Serpieri” dall'altro si affrontavano “Valturio”, “Savioli” e
“Giulio Cesare-Valgimigli”.
21
La prima partita della mattinata ha visto affrontarsi le padrone di casa contro le tenaci avversarie
del “Malatesta”.
La sfida è iniziata con il tipico saluto a centrocampo delle due compagini per augurarsi “Buon
Incontro”.
L'arbitro ha poi fischiato l'inizio della partita. Le avversarie sono partite subito aggressive ma le
nostre atlete hanno risposto con altrettanta grinta, aggiudicandosi il primo punto per poi acquisire
un largo vantaggio che ha consentito loro di vincere il primo set.
Anche il secondo set è stato vinto dalla nostra squadra, che giocando sulle ali dell' entusiasmo, ha
vinto in scioltezza.
Para Elena, promettente giocatrice del Marco Polo, a causa di un infortunio al ginocchio, non ha
potuto giocare e quindi ha svolto il ruolo di allenatrice della propria squadra.
In quanto tale ha deciso il sestetto iniziale composto da: Casadei Lucia, numero 5, Raffaelli Lucia,
numero 8, Celetti Letizia, numero 9, Tonti Noemi, numero 15, Sartini Chiara, numero 1 e Verati
Alice, numero 7.
In contemporanea sull'altro campo si svolgeva la partita tra “Valturio” e “Valgimigli”, incontro che
ha sancito la vittoria dell'istituto tecnico.
Dai risultati dei gironi, sono state selezionate le due squadre finaliste, quella del liceo scientifico
“Alessandro Serpieri” e quella del “Marco Polo”
La partita è stata fin da subito molto equilibrata con scambi piuttosto lunghi e attacchi devastanti
da parte delle due formazioni.
Il primo set è stato vinto dalle ospiti ma, nel set successivo, dopo un finale al cardiopalma, le
nostre hanno pareggiato.
Nel terzo set, quello decisivo per decretare la vincitrice del torneo provinciale, anch'esso molto
equilibrato, ha prevalso la maggior tecnica della compagine in trasferta rispetto alla nostra,
decretando cosi la squadra del liceo scientifico “Serpieri” vincitrice del torneo.
La nostra squadra è uscita con onore, a testa alta perché ha giocato bene dando il massimo su ogni
pallone, non risparmiandosi mai.
Arianna Palmieri III E
22
My first long journey without my parents began with a long trip from Rimini to Bergamo by bus. I
was exhausted because I hadn’t gone to bed, but also really excited.
We landed in Dublin at noon and we met our guide, Jamie. Then we met our host parents:
Amonn, a tall guy with practically no hair, a little bit overweight and with a great sense of humor;
Elaine, his wife, a very determined woman, with long black hair;
Sam, their son, a very reserved 15 year-old boy, was shy with us but not with his parents;
Holly, their daughter, always in conflict with her parents, an 18 year-old girl, incredibly similar to
her mother;
And their two dogs, Harry and Hermione.
On the first day we had a tour of the neighborhood, and we socialized with our new family. The
following morning was our first school day in Dublin. In fact, it wasn’t exactly a school, it was the
back of a church. In the afternoon we had a tour of the city centre with Jamie. Then nothing
interesting happened until Saturday, when we went to an abandoned prison of the XVIII Century.
There still was a very dark
atmosphere in that building. In the
following hours we went to
Glendalough Lake, a very big lake. On
Sunday we had a free day, so we
could go wherever we wanted and
do whatever we wanted. We went to
the city port on foot, we returned to
the city centre, we bought some
Coke. In the second week we visited a lot of churches, like St. Patrick’s cathedral and a lot of
museums, like the Wax Museum.
On the second Saturday we went to Birr castle, in central Ireland. It’s an old castle, which now has
a very big and exotic garden and also a little scientific museum created by a family that lived in
23
that castle, in which there were a lot of
scientists. On Sunday we went to the Cliffs of
Moher, a fantastic complex of cliffs in the
extreme west of Ireland. The place is actually
very windy and in particular, the cliffs are
one of the most windy places in the whole
world! In the visitor centre there is a big hall
in which there is an explanation of the
history of the cliffs and of how they have formed. Then there is another entrance for the real
complex of the cliffs. We were freezing out there because there was a lot of wind indeed. We
walked a very dangerous path with only stairs and no handrail, and there were few meters
between us and the overhanging. In the last week we went to the Guinness store in Dublin, a real
neighborhood in the city, where they explained us how beer was brewed. On Saturday, which was
our last day in Dublin, we went to the Dunmore caves, a complex of caves in central Ireland.
I definitely recommend this trip to all the people who want to live an incredible and exciting
experience.
Carlo Cavallazzi II F
La nostra classe ha aderito all’iniziativa della libreria riminese Viale dei Ciliegi 17 “Adotta l’autore –
speciale in lingua” nel primo quadrimestre con il fine di sviluppare nuove competenze, imparare e
comprendere la scrittura in lingua straniera, far scoprire il piacere della lettura anche ai meno
appassionati.
L’obiettivo del progetto è stato quello di leggere ciascuno almeno due opere dello scrittore inglese
di narrativa per ragazzi Aidan Chambers, una tradotta in italiano e l’altra in lingua originale, per poi
incontrare l’autore e dialogare con lui sui temi e altri aspetti legati ai suoi romanzi. Presa iniziativa,
la prof.ssa Pesaresi ha suddiviso la classe in tre gruppi assegnando a ciascuno un titolo in italiano,
scegliendo tra: Danza sulla mia tomba, Cartoline dalla terra di nessuno e Quando eravamo in tre;
infine ha ordinato online 19 copie del testo in inglese Dying to know you, che in italiano è stato
tradotto sempre da Rizzoli, con il titolo “Muoio dalla voglia di conoscerti”.
24
L’attesa è stata lunga prima che arrivassero
tutte le copie; solo dopo Natale è stato possibile
iniziare il progetto.
La lettura del libro in italiano è stata
supervisionata dal prof. Esposito, con il quale
abbiamo letto il libro in italiano individualmente
a casa con una precisa scadenza. Arrivato il
giorno prestabilito, l’insegnante ci ha assegnato
il compito di realizzare al computer una scheda
riassuntiva di uno dei tre libri suddivisi per ogni gruppo. Successivamente, il prof. le ha corrette e
le ha riconsegnate in classe. La lettura di Dying to know you è stata invece realizzata sia in
maniera collettiva, attraverso la lettura ad alta voce in classe con la prof.ssa Pesaresi sia in
maniera autonoma a casa con successiva discussione in classe dei contenuti e del lessico del
romanzo. Abbiamo discusso dei temi e delle parole utilizzate dall’autore ponendoci domande e
ascoltando i pareri e pensieri di ognuno di noi. Pensiamo che il progetto svolto abbia portato a una
serie di lezioni diverse dal solito, in modo positivo, un progetto che ha saputo cogliere anche chi
non è mai stato interessato in modo particolare alla lettura. Le impressioni sui libri letti sono state
differenti poiché una parte di noi ha trovato i romanzi monotoni e banali, altri invece hanno
apprezzato la lettura trovandola coinvolgente grazie agli argomenti delicati trattati in modo
profondo da Aidan.
L’incontro con l’autore è stato maggiormente apprezzato per il suo carattere socievole e per le
parole spese nei suoi discorsi molto significativi. Essi sono stati d'ispirazione, ci ha colpito in
maniera particolare il suo modo di essere disponibile e sempre pronto a dare una risposta
soddisfacente, ci è sembrata una persona colta che può insegnare tanto sulla vita. Ciò non toglie
che molti di noi hanno trovato difficoltà nella comprensione linguistica durante l’intervista,
perdendo così l’attenzione.
Grazie a lui abbiamo imparato il valore della lettura e della scrittura, scoprendo il piacere di
leggere in lingua straniera portando così a una conclusione positiva dell’esperienza.
Francesca Faragona, Giada Giampieri, Giorgia Mariotti III G
25
After the interview with all the teenagers, the writer Aidan Chambers remained in the room, and
some of us seized the opportunity to engage in a discussion with him. So while he was finishing to
talk with two other girls, we were looking at each other, wondering what to ask him.
We really wanted to get into conversation with him, but we didn't know how. We finally got the
idea from one of us’ – a girl in the group’s glasses (similar to the Harry Potter’s ones) - to ask him a
question about an award he won. He was very friendly, we took the courage to ask him, and he
answered some questions we didn’t have the time to ask him before.
He was flattered because of the strong interest we showed him and replied us with enthusiasm.
Here’s the interview, unfortunately we didn’t take notes, because it all happened very naturally
and we just wanted to interact a little more with him. The following script is what we remember
about the talk we had with Aidan Chambers.
Michela: What did you think when you got to know you had won a prize over J.K. Rowling?
A.C:You know, if that had happened when I was young, then that would have been different.
When you are young you are still very excited, you can't believe your book really made it, you win
a prize and that's awesome. When you are late in age you think ‘oh okay, good’ as you often don't
even agree with the choices the prize givers make, so most of the time you probably have the one
you see as your best book not being considered or prized, rather the one you think it's your worst
book winning a very important award.
But, eventually, that doesn't matter anymore, you get that the first thing you have to care about is
being fine with yourself and writing about the things you know are relevant to you.
Then he wanted to know if we had picked the writer for the project or if our teacher had. Ms
Pesaresi explained to him that the bookshop VialedeiCiliegi 17 had already chosen the author,
whereas we had had the opportunity to pick the books to read. He was a bit disappointed to hear
that, he immediately asked us if there was anyone who eventually hadn’t liked his novels. Our
teacher told him the truth, she admitted that lots of us hadn’t. He was both happy to hear that
answer and upset not to have been asked any questions from those who didn’t enjoy his works.
26
How brilliant! He was willing to know the reasons why some of us didn’t like his novels and asked
us to send him an email with more questions.
Michela: What would you recommend to a
beginner that hadn’t been reading much or to
improve the spreading of reading among
teenagers as you said it to be an important
thing/task to be a reader?
AC: Well, the benefits of reading especially out
loud, as I told before [in the conference], are
fundamental. You should be reading in class, at
least for an hour a day. Teachers should really
do something about this. When you read your brain really trains itself somehow, and that's
fantastic. It has a development of its cognitive functions and the white matter (the one improving
brain communication) increases and gives people the chance of reading better. That’s science.
Even the task you had of reading a book in a different language, undergoing intensive language
instruction, shows significant size growth in parts of the brain that involve learning new material
and spatial navigation, further strengthening the argument for reading.
Your brain is rewired by reading. The best ways of doing it are by:
1. Reading aloud;
2. Reading different types of texts;
3. Reading different times the same book if you have/want to;
4. Discuss the book with your books friends/group.
Giada: Are you reading any books at the moment?
AC: Yes, I am. I’m currently reading a thriller, a type of book that I usually don’t read. I like it a lot
because the main character, a detective, has a particular personality, he is both intriguing and
funny. The book is similar to the classic thrillers but unique at the same time. I’m reading it
because I think it is important to read various types of books that can extend your mentality and
develop your mind.
27
Adela: In a previous interview you said that you have a library with 5000 books in it, have you
already read all them?
AC: No, I’ve already read 85% of it. I’m a slow reader, I like to focus on the details of every single
book and I use to read the ones I feel I need to more than once, they are usually the more knotty
ones, this is the reason why I haven’t read all of them yet.
Barbara: Are you writing something at the moment?
I’m trying to write a book always on teenage problems, but I don’t have clear ideas on it and I
don’t know if it will transform in something concrete.
This was the last question, surely, this was an interesting talk, none of us had ever talked to a
writer before, so this experience was almost unrealistic for some of us but we enjoyed it a lot
(talking about the students who wrote this part of the article and the talk done after the general
interview).
Giada Bernardini, Michela Tentoni III G
Quest'anno, nel mese di febbraio tutte le prime, a turni sono andate a Mondaino.
Questa uscita fa parte di un progetto, ideato qualche anno fa dalle professoresse di matematica
Tonini e Pulcini, chiamato “I love math” e pensato per i ragazzi con difficoltà in matematica e in
inglese.
L'esperienza è però altrettanto costruttiva per gli altri componenti della classe che hanno
l'opportunità di conoscersi ed approfondire relazioni, svolgendo altre attività.
Durante i tre giorni, chi doveva recuperare, partecipava ai corsi tenuti dai docenti delle due
materie.
28
Invece chi non aveva bisogno di
recuperare, partecipava alle altre
attività, tra le quali passeggiate e
giochi di gruppo.
Nei giorni passati insieme, abbiamo
dormito in una casa della
Parrocchia di Laureto, ci siamo
aiutati, e abbiamo imparato a
convivere con persone nuove.
Nel mio turno eravamo 44 ragazzi;
ad ogni pasto, colazione, pranzo e cena, sei ragazzi a turno dovevano apparecchiare, servire i tavoli
e pulire la sala.
Il primo giorno siamo arrivati alla casa verso le 10:00 di mattina e dopo sistemato le valige siamo
andati a fare una passeggiata.
Dopo pranzo i ragazzi che avevano il recupero sono rimasti nella casa, invece gli altri sono andati a
Mondaino, camminando per circa un'ora.
Arrivati là ci aspettava un signore, ex insegnante, travestito da Dante Alighieri che ha fatto
travestire tre ragazzi e ci ha portato
in giro per il paese raccontandoci la
sua storia.
Alla fine ci ha portato dentro una
tavernetta dove ci ha spiegato come
si fa il formaggio di fossa e che lì si
tiene la gara del bacio più lungo, che
quest'anno deve superare le dodici
ore per poter battere il record.
Dopo il racconto ci ha fatto
assaggiare il formaggio di cui ci aveva
parlato.
Il giorno seguente, in mattinata, i ragazzi che non seguivano i corsi sono andati con il prof. fino a
Saludecio, passando per il bosco, infatti ci siamo divertiti molto a passare in mezzo al fango e agli
alberi.
29
Nel pomeriggio invece siamo rimasti li nella casa, a fare qualche gioco all'aperto e poi abbiamo
guardato un film in inglese, perché a camminare non ce la facevamo più.
Entrambe le sere abbiamo giocato a numeri e la seconda sera si vedevano anche molto bene le
stelle.
L'ultimo giorno siamo andati in un paesino vicino, chiamato Cerreto,
dove c'eravamo solo noi praticamente e dove abbiamo giocato a nascondino.
Dopo pranzo invece, tutti insieme abbiamo pulito la casa, dividendoci i compiti.
Alle ore 15,30 siamo partiti per tornare a Rimini.
Sono stati tre giorni molto belli e significativi, le passeggiate erano faticose ma molto divertenti e i
corsi di recupero non erano troppo difficili, perché eravamo tutti insieme, era quello l'importante!
Credo che i ragazzi che non hanno partecipato si siano persi qualcosa...
Noi , quest'esperienza la rifaremmo!
Francesca Ubaldi, Sofia Pipicella e Silvia Paci I C
30
L’edificio del “Marco Polo” è stato pensato e creato come colonia estiva per volere di Mussolini,
infatti è a forma di “M”.
E’ stata aperta come colonia nel 1930 con 700 bambini.
Il “Marco Polo” come lo conosciamo oggi è stato aperto e inaugurato come scuola nel 1968-1969,
accogliendo il primo anno di apertura solo 4 studenti, mentre ora siamo circa 800.
Ci sono state molte riforme e cambiamenti da quando la scuola è stata aperta, sono cambiate
soprattutto le regole sui soggiorni linguistici, i quali una volta erano pagati quasi interamente dallo
stato.
Insomma il nostro “Marco Polo” si è evoluto fino ad oggi e continuerà ad evolvere nel tempo.
Moltissime cose sono state aggiunte, e aggiornate, come i computer le lavagne multimediali
mentre i soggiorni sono diventati a pagamento.
IL DIVIETO DEL FUMO
Da poco è stato aggiornato il divieto di fumo, infatti il regolamento ora vieta l’uso di sigarette
(anche elettroniche) all’interno di tutto il perimetro scolastico, in base all’articolo 32 della
costituzione sulla tutela dell’individuo e dal decreto legislativo 81/2008 e questo per:
1. prevenire l'abitudine di fumare;
2. fare della scuola un ambiente "sano", della legalità e che faciliti nelle persone scelte
consapevoli orientate alla salute propria e altrui;
3. incoraggiare i fumatori a smettere di fumare;
4. promuovere attività educative di lotta al tabagismo;
31
I VIAGGI STUDIO
(come la penso io)
I viaggi studio (soggiorni linguistici) sono cambiati a mio parere in modo radicale, prima non
c’erano molte scelte, anche se il viaggio te lo pagava lo stato, e la nostra scuola è sempre stata
rinomata per questo e penso che lo rimarrà sempre.
Ora come ora però i viaggi che si possono fare sono molto variegati, e i costi sono molto
convenienti rispetto al prezzo e al tempo di permanenza.
L’anno scorso sono andata ad Edimburgo (sono in seconda), e il viaggio oltre a essere stato
bellissimo mi ha aiutato molto nel migliorare il mio inglese; avevo quasi la sufficienza invece ora
ho la media del 7,5; ho imparato davvero tantissimo stando lassù.
Sono andata in una famiglia scozzese, sono stati gentilissimi con me e la mia compagna; tra l’altro
a mio parere non è molto consigliato mandare la propria figlia o figlio i primi anni da solo; in
coppia o in tre è comodo e ci si aiuta l’un l’altro anche nelle situazioni quotidiani.
Inoltre i soggiorni sono contati come giorni scolastici.
LE MATERIE ESTINTE
Nel corso degli anni con l’avvento delle nuove tecnologie molte materie sono “sparite dalla
circolazione”, tra le quali:
1. Dattilografia, che consisteva nell’imparare a scrivere con la macchina da scrivere
senza guardare, infatti c’era una vera e propria tecnica molto specifica che si imparava
con gli anni. La dattilografia era una disciplina professionale completa che ha avuto una
grande evoluzione ed è entrata in ogni settore, in ogni lavoro d'ufficio e spesso, negli
scorsi decenni, era associata alla stenografia.
2. Stenografia, che consiste nella scrittura abbreviata delle parole attraverso simboli, i
quali dovevano essere imparati tutti a memoria e ce ne era uno per ogni parola.
3. Computeristica, era lo studio approfondito dei computer.
4. Propaganda, materia in cui si studiava la pubblicità e il commercio.
5. Tecnica dei trasporti, che era la materia che studiava i trasporti e le prenotazioni.
Insomma per me studentessa di oggi scrivere quest’articolo è stato un vero e proprio
tuffo nel passato.
Cristina Pancini II A
34
INDICE
Foto di copertina: il “Marco Polo” ieri e oggi
La forza delle idee e della fantasia Pag. 3
CRONACA E ATTUALITA’
La manifestazione di Libera a cura della Redazione Pag. 4
Violenza sulle donne di Rita Igbinomwanhia II F Pag. 5
CULTURA E INTRATTENIMENTO
Mad World di Rita Igbinomwanhia di II F Pag. 7
Gli “Sponenik” di Dajana Tafa V E Pag. 9
IL MONDO DELLA SCUOLA
Sport senza barriere (il basket in carrozzina) di Ada Giannini IV B Pag. 10
Rubrica viaggiando col Marco Polo:
Da Rimini alla Baviera passando per luoghi unici di Alessandro Romano di V E Pag. 11
Polo poesia Pag. 14
- La verità d’un sogno (1° classificata premio M. Ugolini 2017 – sezione prosa)di Ada Giannini di IV B - Poesie segnalata dalla giuria del premio M. Ugolini – Ed. 2017 - A te di Aliona Bolani IV D - Sbagli perfetti di Greta Casadei II A - Il domani di Vanna Righetti II D - Immaginando di Alice Verati II D - Un domani lontano di Sofia Cugnini III A - Desideri di Daniil Ternovskiy II A - La notte di un futuro passato (2° classificata premio M. Ugolini 2017 – sezione poesia) di Federico
Sani III A - Sole (3° classificata premio M. Ugolini 2017 – sezione poesia) di Giada Vici III A
Amica: riflessioni di Martina Persano di II F Pag. 17
Un anno di scuola della prof.ssa Giulia D’Intino Pag. 19
5 aprile 2017 (Gare provinciali di pallavolo) di Arianna Palmieri III E Pag. 20
Il mio soggiorno a Dublino (articolo in lingua inglese) di Carlo Cavallazzi II F Pag. 22
Progetto “ADOTTA L’AUTORE”di F. Faragona, G. Giampieri, G. Mariotti III G Pag. 23
Incontro con l’autore (a cura della classe IIIG) Pag. 25
3 giorni a Mondaino di Sofia Pipicella, Silvia Paci e Francesca Ubaldi I C Pag. 27
Il Marco Polo ieri e oggi di Cristina Pacini II A Pag. 30
35
La redazione
(Trova l’intruso!)
CAPOREDATTORE
prof. Bruno M. A. Esposito
REDATTORI Ada Giannini IV B
Carlo Cavallazzi II F
Martina Persano II F
Rita Igbinomwanhia II F
Alessandro Romano V E
COLLABORATORI Arianna Palmieri III E
Silvia Paci I C
Francesca Ubaldi I C
Sofia Pipicella I C
Vanna Righetti II D
Sofia Cugnigni III A
Federico Sani III A
Ferdinando De Luca III A
Giada Vici III A
Aliona Bolani IV D
Greta Casadei II A
Alice Verati II D
Daniil Ternovskiy II A
VICECAPOREDATTORE
prof.ssa Giulia D’Intino
Jessica Valentini II F
Nabou Gueye II F
Cristina Pacini II A
Dajana Tafa V A