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via Villa Cozza, 36 VERONA tel. 045 8402457 Bellamoli arredamenti Via Monte Tomba, 8 37034 MARZANA VERONA Telefono 045 908914 - 551475 via Falcona, 1 - 37100 Verona Tel. 045 976792 www.mattaranagarden.com www.fioridipaola.it Tel. 045 976103 2018 24 Lunedì 23 aprile ore 16.00 - 18.30 - 21.00 Martedì 24 aprile ore 15.30 - 17.45 - 20.30 Mercoledì 25 aprile ore 16.00 - 18.30 - 21.00 Giovedì 26 aprile ore 16.30 - 19.00 - 21.30 Lady Bird Regia: Greta Gerwig. Con: Saoirse Ronan, Laurie Metcalf, Tracy Letts, Lucas Hedges, Timothée Chalamet. Durata: 1h33’ - USA 2017 - Commedia Christine rifiuta il nome che le è stato attribuito, per usarne uno che si è scelto: Lady Bird. Odia Sacramento, dove non succede nulla, e sogna New York. Nella lotta per affermare le proprie scelte la asseconda il padre disoccupato, ma non la madre infermiera, preoccupata per il suo futuro. Sotto le mentite spoglie del racconto di formazione di area indie, Greta Gerwig, al suo debutto da regista in solitudine, confeziona un’opera generazionale e universale, capace di comunicare al di là delle barriere culturali. Dove il compagno e mentore Noah Baumbach - con cui Gerwig ha scritto Frances Ha - privilegia un contesto newyorchese intellettualmente raffinato (e le sue storture), Gerwig guarda al proprio passato in provincia, modellando l’esperienza autobiografica sulle fattezze di Lady Bird. Lady Bird è una ragazza difficile che a Sacramento - il “Midwest della California” - si sente prigioniera. Obbligata a frequentare una scuola cattolica, a coltivare amicizie poco soddisfacenti, a veder sfuggire di fronte a sé la possibilità di partecipare alla verve culturale della lontana East Coast. Lady Bird sembra prevedere tutti i passaggi narrativi obbligati del coming of age contemporaneo, ma ognuno di questi presenta una particolarità che lo rende irriducibile all’omologazione. Gli stereotipi sono spesso ribaltati e non si avverte mai l’ombra di retorica né di sentimentalismi consolatori. Di base autobiografica, la sceneggiatura di questa deliziosa commedia mescola ai ricordi dell’autrice le pagine della scrittrice di Sacramento Joan Didion e le esperienze di amici e coetanei. Anziché ricorrere all’aneddotica, Gerwig racconta la propria adolescenza in maniera scarna e schietta, CHIAMA Tel. 328.0665146 Comunale Verona GRUPPI RIONALI QUARTIERE BORGO VENEZIA http://avisbarana.wordpress.com [email protected] Per informazioni non aspettare: SCOPRI COME È SEMPLICE SALVARE UNA VITA! CHIAMA Tel. 328.0665146

2018 - teatronuovoverona.it · Lady Bird sembra prevedere tutti i passaggi ... futuro. Alcuni scelgono il crimine perché ... almeno possono godere di tre pasti al giorno e della

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tel. 045 8402457

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Via Monte Tomba, 8 37034 MARZANA VERONA

Telefono 045 908914 - 551475via Falcona, 1 - 37100 Verona

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Lunedì 23 aprile ore 16.00 - 18.30 - 21.00Martedì 24 aprile ore 15.30 - 17.45 - 20.30 Mercoledì 25 aprile ore 16.00 - 18.30 - 21.00Giovedì 26 aprile ore 16.30 - 19.00 - 21.30

Lady Bird Regia: Greta Gerwig.Con: Saoirse Ronan, Laurie Metcalf, Tracy Letts, Lucas Hedges, Timothée Chalamet. Durata: 1h33’ - USA 2017 - Commedia

Christine rifiuta il nome che le è stato attribuito, per usarne uno che si è scelto: Lady Bird. Odia Sacramento, dove non succede nulla, e sogna New York. Nella lotta per affermare le proprie scelte la asseconda il padre disoccupato, ma non la madre infermiera, preoccupata per il suo futuro.Sotto le mentite spoglie del racconto di formazione di area indie, Greta Gerwig, al suo debutto da regista in solitudine, confeziona un’opera generazionale e universale, capace di comunicare al di là delle barriere culturali.Dove il compagno e mentore Noah Baumbach - con cui Gerwig ha scritto Frances Ha - privilegia un contesto newyorchese intellettualmente raffinato (e le sue storture), Gerwig guarda al proprio passato in provincia, modellando l’esperienza autobiografica sulle fattezze di Lady Bird. Lady Bird è una ragazza difficile che a Sacramento - il “Midwest della California” - si sente prigioniera. Obbligata a frequentare una scuola cattolica, a coltivare amicizie poco soddisfacenti, a veder sfuggire di fronte a sé la

possibilità di partecipare alla verve culturale della lontana East Coast. Lady Bird sembra prevedere tutti i passaggi narrativi obbligati del coming of age contemporaneo, ma ognuno di questi presenta una particolarità che lo rende irriducibile all’omologazione. Gli stereotipi sono spesso ribaltati e non si avverte mai l’ombra di retorica né di sentimentalismi consolatori. Di base autobiografica, la sceneggiatura di questa deliziosa commedia mescola ai ricordi dell’autrice le pagine della scrittrice di Sacramento Joan Didion e le esperienze di amici e coetanei. Anziché ricorrere all’aneddotica, Gerwig racconta la propria adolescenza in maniera scarna e schietta,

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senza edulcorare nulla, dando solo l’impressione di mantenere gli episodi più divertenti o drammatici. Per fare questo si affida a una interprete sempre più sorprendente, la ventitreenne Saoirse Ronan, un miracolo di duttilità e di trasformismo. L’influenza del cinema di Solondz e Baumbach permea l’intera opera, ma Gerwig, pur consapevole di quale sia il lessico del coming of age indie, ne fornisce una versione nuova e dissacrante, e non solo per il punto di vista femminile. New York, ad esempio, terra promessa della realizzazione intellettuale, si dimostra soprattutto un luogo abitato da soggetti così preoccupati di risultare cool da divenire più vuoti e impersonali dei ragazzi di provincia. Seguire le proprie passioni, e incontrare le proprie delusioni, può portare così a una paradossale riconciliazione con la propria identità rifiutata, con quelle radici che si ignorava di amare. Molto più di un semplice racconto di formazione, con almeno due interpretazioni magistrali. Accanto alla Ronan c’è Laurie Metcalf, nel ruolo che da decenni merita: una madre amorevole e impossibile, con cui Lady Bird sviluppa un realistico e contraddittorio rapporto di amore-odio. Greta Gerwig, ha realizzato davvero un bel film, una piccola, filosofica commedia, che non pretende di cambiare il mondo ma che ricorda a genitori e figli quanta fatica e quanta sofferenza ci vogliono per diventare adulti.

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Lunedì 30 aprile ore 16.00 - 18.30 - 21.00 Martedì 1 maggio ore 15.30 - 17.45 - 20.30 Mercoledì 2 maggio ore 16.00 - 18.30 - 21.00 Giovedì 3 maggio ore 16.30 - 19.00 - 21.30

Il prigioniero coreano (Geumul)

Regia: Kim Ki-Duk.Con: Ryoo Seung-Bum, Lee Won-Geun, Choi Gwi-Hwa, Jo Jae-Ryong, Won-geun Lee. Durata: 1h54’ - Corea del Sud 2016 - Drammatico

Il prigioniero coreano: la vita di un uomo qualunque per raccontare una realtà paradossale.La barca è l’unica proprietà di Nam Chul-woo, un povero pescatore nordcoreano che utilizza il natante per dar da mangiare a sua moglie e a sua figlia piccola. Il motore, un giorno, imbrigliato dalle reti che sta recuperando, si blocca nei pressi del confine tra le due Coree e la corrente del fiume lo spinge verso la Corea del Sud. Preso in custodia dalle forze di sicurezza, Nam Chul-woo viene interrogato e trattato come una spia, ma ha una via di scampo: convertirsi al capitalismo. Percorrere le strade di Seoul, potrebbe esser un metodo per facilitare la conversione.Quanto si deve essere pazzi per dividere un popolo? Quanto la follia umana può influire sul destino di una nazione? Nell’attesa di una risposta definitiva, si erigono muri e si segnano i confini, in nome di un razionalità malata che affligge il mondo e chi lo abita. Nord, sud. Capitalismo, comunismo. Bene e male. Un conflitto che, nel 2018 va ancora avanti senza che nessuno, apparentemente, possa farci nulla.La Corea spezzata in due, è la vittima esemplare di antitetiche logiche che hanno espresso il loro vigore politico tracciando una linea e separando un popolo da se stesso.Il sudcoreano Kim ki-duk, racconta questa ferita, attraverso le vicende di un pescatore che, per un caso fortuito, si trova al di là del segno tracciato. L’errore del malcapitato funge da metafora per una minuziosa descrizione di una realtà paradossale. Le vetrine scintillanti del sud ammaliano il malcapitato, mentre il regime del nord lo richiama al dovere e al rispetto dell’ideologia. Ma tra l’ideologia e l’idiozia, il passo è breve e, quest’ultima, non attiene solo a chi decise di tracciare un solco, ma anche al popolo che, il solco, lo eresse a simbolo. Chi sta di qua e chi sta di là riproduce, senza nemmeno accorgersene, identiche dinamiche così che, le due fazioni, convinte delle proprie ragioni, mantengono in vita un’assurdità che dura da più di 70 anni.

“Il prigioniero coreano” è il popolo delle due Coree, incarnato da un umile pescatore impigliato nella sua stessa rete, con la quale lotta senza riuscire a districarsi; non riuscendo a capire, preso com’è dal panico, che più si agita e più le maglie della rete lo imbrigliano, fino a renderlo inerme. Kim ki-duk, per non essere frainteso, sceglie un linguaggio crudo, diretto e fisico; ma il suo narrare non contiene giudizi definitivi e non pretende di fornirli. Il regista sudcoreano elabora un racconto a specchio per descrivere le fatidiche due facce della stessa medaglia. Ma chi può dire cosa sia meglio fra testa e croce?

26

Lunedì 7 maggio ore 16.00 - 18.30 - 21.00 Martedì 8 maggio ore 15.30 - 17.45 - 20.30 Mercoledì 9 maggio ore 16.00 - 18.30 - 21.00 Giovedì 10 maggio ore 16.30 - 19.00 - 21.30

I segreti di Wind River (Wind River)

Regia: Taylor Sheridan.Con: Jeremy Renner, Elizabeth Olsen, Jon Bernthal, Kelsey Asbille, Julia Jones. Durata: 1h51’ - USA 2017 - Thriller

Il cacciatore si muove in silenzio sulle montagne del Wyoming. Ha una tuta bianca per mimetizzarsi con la neve e un fucile da cecchino per seminare morte. È giudice e carnefice, in un luogo dimenticato anche da Dio: la riserva indiana di Wind River. Lo Stato non si spinge in mezzo a quella natura selvaggia, e la provincia americana si trasforma ancora una volta in un sogno perduto, dove gli uomini scoprono la loro bestialità e i ragazzi non hanno futuro. Alcuni scelgono il crimine perché sentono di non poter far altro, e se finiscono in prigione tanto meglio: almeno possono godere di tre pasti al giorno e della Tv via cavo gratis.Si respirano le atmosfere dei libri di Cormac McCarthy in Wind River, lo stesso senso di perdizione e solitudine. È come se Non è un paese per vecchi abbandonasse la sabbia del deserto per trasferirsi su un’altura innevata, in un western crepuscolare. Cory (Jeremy Renner) è un uomo che combatte contro i demoni del passato. Non si è mai ripreso dalla scomparsa della figlia, e passa le sue giornate a Wind River, dando la caccia agli animali feroci. La monotonia della sua esistenza viene scossa dal ritrovamento di un cadavere congelato. Si tratta di Natalie, una giovane di grande forza d’animo che Cory ha visto crescere. Per seguire il caso, l’FBI invia una donna impreparata, poco più che adolescente, senza darle nessun supporto. La vittima era mezza indiana, e alla polizia non interessa trovare il colpevole. L’unica soluzione è creare una task force con la gente del luogo, per dare un nome a un assassino che si nasconde tra i ghiacci.Taylor Sheridan, questa volta da regista, conclude la sua trilogia sugli ultimi, sui dimenticati, che abitano lungo la frontiera americana. Aveva scritto la sceneggiatura di Sicario di Denis Villeneuve, una sanguinosa vicenda di droga al confine con il Messico, e di Hell Or High Water di David Mackenzie, la storia di una famiglia distrutta dalle banche e dalle tasse. Nei suoi film, l’America abbandona i figli più lontani, li porta alla disperazione, alla follia, e non hanno altra scelta che diventare criminali.Wind River è un urlo di disperazione, di solitudine, è un tributo a un cinema classico che non si fa più. Cory rappresenta l’antieroe, il vendicatore della notte che protegge i più deboli. La polizia locale ha sei agenti per coprire un’area vasta come il Rhode Island, dove le belve sono più degli esseri umani.Nessuno ti difende, solo la canna della tua pistola. La ragazza dell’FBI è fragile, piena di belle speranze distrutte dalla dura realtà, dalla continua presenza della morte vicino a lei. Fedele agli script precedenti, Taylor Sheridan cortocircuita thriller classico e western contemporaneo, prediligendo una drammaturgia laconica che si prende il suo tempo, che raziona le informazioni e lascia che lo spettatore faccia il suo lavoro.L’intrigo poliziesco è semplice, il suo fluire lineare, lo scioglimento dell’enigma la sola concessione alla singolarità: un flashback esplicativo, un’intuizione collettiva muta che si fa largo all’improvviso, sospendendo

l’avanzare della più tradizionale delle inchieste. Ma in fondo il soggetto è un pretesto, più importante è la geografia nella quale si iscrive, un’America marginale dove la miseria non è eccezione ma regola e il male non è un fenomeno metafisico (come per i Coen) ma un’eruzione sistemica. Naturalista, in senso zoliano, Sheridan osserva come il milieu sociale definisca i comportamenti. Jeremy Renner dona al suo cacciatore la fragilità di un uomo che ha conosciuto il dolore e ha deciso di conviverci invece di combatterlo o reprimerlo, Elizabeth Olsen incarna la giovane agente federale la cui volontà di fare bene e il sentimento di illegittimità emergono a ogni piano.

www.cantinavalpantena.it AGENZIA GENERALE di VERONA

PIER FRANCESCO DE NICOLOCRISTIANO PERUZZI

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pizze e dolci senza glutine

I loro personaggi, definiti soltanto dalle loro azioni, hanno la purezza e la densità della neve, precipitazione che contribuisce al manicheismo estetico del film. Il candore profanato dalla presenza umana, dal rosso del sangue o dal blu elettrico di un parka. In quel paesaggio ingrato e portatore di una storia ancestrale di violenza, gli uomini cavalcano motoslitte che tagliano l’immensità nevosa con la rapidità di un rasoio. Tra violenza collettiva e giustizia privata, che sostituisce un’istituzione distante e carente, I segreti di Wind River chiude sul cordoglio di una comunità indiana che per curare le sue ferite (ri)dipinge il volto e (re)inventa i riti antichi.

TESSERA INTERA RIDUZIONE* RIDUZIONE**

BIANCA 89,00 E

(E 3,30 a film)82,00 E

(E 3,04 a film)75,00 E a tessera

(E 2,78 a film)

VERDE O AZZURRA 82,00 E(E 3,04 a film)

75,00 E(E 2,78 a film)

68,00 E a tessera(E 2,52 a film)

ROSA 72,00 E(E 2,67 a film)

65,00 E(E 2,41 a film)

60,00 E a tessera(E 2,22 a film)

*per anziani, giovani in età compresa tra i 14 e i 25 anni e CRAL convenzionati dal 03/09/2018.**per iscrizioni entro il 02/07/2018

Speciale ANZIANI PER ISCRIZIONI ENTRO IL 02/07/2018 Tessera Rosa ad E 58 (E 2,15 a film).

Anche nella stagione 2018/2019 i ragazzi di età compresa tra i 14 e i 18 anni accompagnati*, potranno iscriversi al Cineforum od acquistare il singolo biglietto.

(*l’accesso in sala sarà consentito solo se accompagnati da un adulto. L’acquisto della tessera dovrà essere contestuale e dello stesso tipo di quella dell’accompagnatore pagante.)

LE TESSERE:BIANCA valida per tutte le proiezioni - VERDE valida per il serale del lunedì e del martedì e per tutti gli orari pomeridiani

AZZURRA valida per il serale del mercoledì e del giovedì e per tutti gli orari pomeridianiROSA valida per tutti gli spettacoli pomeridiani

INFORMAZIONI E ISCRIZIONI: sino al 17 maggio in orario di spettacolo, dal 21 maggio al 2 luglio dal lunedì al venerdì dalle ore 17 alle 19 oppure in orario di spettacolo. Dal 3 settembre ad inizio proiezioni dal lunedì al venerdì dalle ore 17 alle 19 oppure in orario di spettacolo.

Cinema Teatro Alcione - via Verdi, 20 - 37131 Verona - tel.045/8400848 - www.teatronuovoverona.it

CAMPAGNA ABBONAMENTI CINEFORUM ALCIONE 2018/2019Per coloro che decidono di rinnovare o di sottoscrivere un nuovo abbonamento al Cineforum Alcione per la stagione 2018/2019 i prezzi saranno gli stessi dello scorso anno e ridotti sino al 2 LUGLIO.

I FILM SARANNO 27, DA OTTOBRE A MAGGIO.ORARI PROIEZIONI:

Lunedì ore 16.00* – 18.30* – 21.00Martedì ore 15.30* – 18.00* – 20.30

Mercoledì ore 16.00* – 18.30* – 21.00Giovedì ore 16.30* – 19.00* – 21.30

(*orari pomeridiani)