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Lo spazio giovani di Voce Misena - novembre 2012 + RIO DE JANEIRO LUGLIO 2013 I GIOVANI DELLE MARCHE ALLA 28 ° GMG «Andate e fate discepoli tutti i popoli» (Mt 28,19) Pastorale Giovanile Senigallia RIMA OPZIONE SECONDA OPZIONE 21 LUGLIO - 8 AGOSTO TERZA OPZIONE É possibile anche il pacchetto solo GMG per i giorni dal 23 al 28 luglio: per i costi e le modalità contattateci direttamente. Un nuovo anno che ricomincia è sempre il momento per ridefinire gli obiettivi e le scelte di fondo che caratterizzano il proprio lavoro; in modo particolare, ogni nuovo anno comporta dei cambiamenti che vengono anche dall’esterno, dalla società che si evolve, dalle esigenze che cambiano, dai nuovi problemi che si presentano e forse dai vecchi ancora da risolvere. Questo è importante, ma è sempre bene non perdere d’occhio l’obiettivo principale, quello con la “O” maiuscola, quello che se anche tutto intorno cambia, resta solido e indiscutibile. Noi giovani che ci occupiamo di 21 grammi, quando siamo in procinto di ricominciare, ci chiediamo che messaggio vogliamo passare con questi articoli, cosa vorremmo che voi lettori leggeste nelle varie esperienze e riflessioni che sono racchiuse in queste pagine; e alcune parole di Papa Benedetto XVI sono illuminanti: “Mi sembra che questo sia il punto fondamentale nella nostra cura pastorale per i giovani: attirare l’attenzione sulla scelta di Dio, che è la vita. Sul fatto che Dio c’è. E c’è in modo molto concreto. E insegnare l’amicizia con Gesù Cristo”. Ecco cosa c’è dietro alle nostre proposte, cosa non cambia e rimane sempre: la scelta di Cristo, di un’amicizia, un cammino, uno stile che è incentrato su di Lui, e in Lui trova compimento. Un progetto che punta in alto, ma rimane ancorato alla nostra realtà quotidiana, quella in cui i giovani si calano ogni giorno e che affrontano ognuno con i propri talenti, quella che vogliamo raccontarvi e di cui vogliamo rendervi partecipi, con le esperienze e le scelte diverse, ma con un comune denominatore è il motivo e lo scopo: diventare amici di Cristo e in Cristo, perché in Lui è il compimento di ogni progetto di vita buona. E ci auguriamo che voi che ci leggete e camminate con noi possiate sempre cogliere tra queste righe ciò che ci guida e ci ispira, con tutta la fatica e la bellezza di rispondere a questa missione. Cari lettori, ci auguriamo che anche quest’anno siate nostri fedeli compagni di “viaggio”! Francesca Vici Un bel giorno, mentre guidavo, mi volto ad os- servare un camion in fase estrema di sorpasso e mi colpisce vedere che il camion è tappezzato di una scritta alquanto curiosa: “dopo ogni stop c’è sempre un nuovo start.” Ad una prima ana- lisi mi sembra che questa frase sia senza senso. Parlando di stop e di start il mio pensiero vola rapidamente ai circuiti di corsa di auto e la de- duzione mi sembra logica: si parte dallo start, ci si ferma allo stop. Semplice. Perché si dovrebbe ripartire? La mia riflessione sembra concluder- si se non fosse che continuando il mio viaggio in auto mi imbatto in un semaforo. Rosso. Stop. Alcuni secondi. Verde. Start. Si accende la lam- padina dell’illuminazione! Ecco cosa significa la famosa frase del camion. E’ vero, dopo uno stop si può rimanere fermi oppure ricominciare. Mi viene in mente che è esattamente come nelle corse delle auto, lo stop coincide con lo start e che forse è così la natura stessa delle cose: ci si ferma per poi ricominciare. Così la scuola, un percorso universitario,un anno pastorale, le relazioni o semplicemente lo scorrere dei giorni. Dopo lo stop della notte, il giorno ricomincia, restart, inesorabile. Tutto ricomincia sempre. Non c’è niente di più banale, se così lo si può news definire, e nello stesso tempo sorprendente del- la certezza che ”domani è un altro giorno ed il sole sorge di nuovo” come direbbe G.Sovernigo. Troppo spesso invece le piccole fini quotidiane ci investono come fini assoluti, che non lasciano spazio agli inizi. Quanto invece saremmo più se- reni si ci ricordassimo che il giorno non finisce oggi ma ricomincia domani? Questo non per ri- mandare ciò che ci attende ma per mantenere sempre viva la speranza che non è la fine, c’è ancora domani! Penso sia bellissimo questo ri- petersi costante di anni, mesi, stagioni, giorni che non è mai monotono ma sempre diverso, for- se le azioni sono le stesse, forse monotone ma quanto stupore c’è in questa quotidianità fatta di nuove emozioni, di sorprese che veramente non hanno mai fine. Anche il cantante Nesli in una delle sue canzoni lo dice: “arriverà la fine, ma non sarà la fine”. Quanto dovrebbe essere vera questa frase per noi cristiani animati da fede, speranza e carità!Non vi lascia forse senza fiato pensare che quelle piccole fini quotidiane, agli occhi di Dio, che ci ha già conosciuto prima di formarci nel grembo materno, sono dei nuovi inizi? Desidero ora concludere con alcuni ver- setti tratti dal libro dell’Apocalisse al capitolo 21: “«…ed egli sarà il Dio con loro, il loro Dio. E asciugherà ogni lacrima dai loro occhi e non vi sarà più la morte né lutto né lamento né affanno, perché le cose di prima sono passate». E Colui che sedeva sul trono disse: «Ecco, io faccio nuove tutte le cose». E soggiunse: «Scrivi, perché queste parole sono certe e vere».” Questi versetti mi sembrano più chiari di qua- lunque altra frase. Le cose di prima sono passa- te! Dio fa nuove tutte le cose! Allora ben vengano questi stop che poi si tra- sformano in start se c’è Qualcuno che rende l’i- nizio sempre nuovo, inatteso e ricco di speranza. E’ solo nella certezza che in giorni sempre uguali Cristo può irrompere nella nostra vita per fare nuove tutte le cose che possiamo dare ad ogni nuovo giorno un nuovo inizio. Non mi rimane altro che augurarvi un buon start o perché no, anche un buono stop perché quello che state vivendo sia novità quotidiana grazie a quel Gesù che rende nuove tutte le cose. Claudia Castaldo Dalla Porta fidei In questo tempo terremo fisso lo sguardo su Gesù Cristo,“colui che dà origine alla fede e la porta a compimento” (Eb 12,2): in lui trova compimento ogni travaglio ed anelito del cuore umano. La gioia dell’amore, la risposta al dramma della sofferenza e del dolore, la forza del perdono davanti all’offesa ricevuta e la vittoria della vita dinanzi al vuoto della morte, tutto trova compimento nel mistero della sua Incarnazione, del suo farsi uomo, del condividere con noi la debolezza umana per trasformarla con la potenza della sua Risurrezione. In lui, morto e risorto per la nostra salvezza, trovano piena luce gli esempi di fede che hanno segnato questi duemila anni della nostra storia di salvezza. (…)Per fede, nel corso dei secoli, uomini e donne di tutte le età, il cui nome è scritto nel Libro della vita, hanno confessato la bellezza di seguire il Signore Gesù là dove venivano chiamati a dare testimonianza del loro essere cristiani: nella famiglia, nella professione, nella vita pubblica, nell’esercizio dei carismi e ministeri ai quali furono chiamati. Per fede viviamo anche noi: per il riconoscimento vivo del Signore Gesù, presente nella nostra esistenza e nella storia. pillole di Sono aperte le iscrizioni per la prossima GMG che si terrà a Rio de Janeiro, Brasile, a luglio 2013 Per info: in parrocchia e presso la Casa della Gioventù 071 63676 V i si t a i l si t o d el l a P G r i n n o v a t o e d a g gi o r n a to : ) w w w . p a s t o r a l e g i o v a n i l e s e n i g a l l i a . i t Pregare nel tempo di Avvento e Natale per vivere ogni giorno in ascolto della Parola, passa in parrocchia a prendere il fascicolo con il Vangelo quotidiano preparato appositamente per tutti i giovani della nostra diocesi! Sab 1, 8, 15 e 22 dic NOTTI DI AVVENTO dalle 23:00 alle 3:00 la Chiesa del Portone è aperta per te e per i tuoi amici. Saranno disponibili sacerdoti per colloqui e confessioni. Pregare nella notte, in attesa di Cristo Dom 16 dic Parlerò al tuo cuore. Incontro di preghiera per giovanissimi e giovani. Ore 16:30 in seminario. Ven 21 dic S.Messa in preparazione al NATALE, ore 18,30 in Cattedrale Messa per tutti i giovani in attesa dell’uomo nuovo

21 grammi senigallia novembre 2012

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21 grammmi senigallia novembre 2012

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Page 1: 21 grammi senigallia novembre 2012

Lo spazio giovani di Voce Misena - novembre 2012

+

Rio de JaneiRo

luglio 2013

I GIOVANI delle MArche

AllA 28° GMG

«Andate e fate discepoli tutti i popoli»

(Mt 28,19)

Pastorale Giovanile

Senigallia

Sao Luis

INFO Casa della Gioventù - via Testaferrata, 13 - Senigallia - Tel. 071 63676 - [email protected] - www.pastoralegiovanilesenigallia.it

Tutti i pomeriggi: 15.00 - 19.00

www.rio2013.com/it

www.gmgrio2013.it/

Prima oPzione

17-1 agostoPer chi vive Per la Prima volta

una gmg

San Paolo

17-23 luglio esperienza di missione

GMG a Rio

23 luglio - 1 agosto GMG

Quota 2.100,00 euro

Le scadenze per le rate di pagamento:

1° RATA 21 dicembre 2012: 600,00 euro

2° RATA 5 febbraio 2013: 600,00 euro

3° RATA 1 marzo 2013: 600,00 euro

4° RATA 3 giugno 2013: 300,00 euro

seconDa oPzione

21 luglio - 8 agosto

GMG a Rio

21-28 luglio

Missione

28 luglio - 8 agosto

Quota 2.300,00 euro

L’esperienza missionaria a scelta tra:

Sao Luis / 21 luglio - 8 agosto

Giovani in Missione

La nostra diocesi da anni è gemellata con la

diocesi brasiliana con progetti per ragazzi e

giovani donne nella favela di Vila Embratel.

(www.coloriamolavita.com)

Camaçari - Bahia / 21 luglio - 8 agosto

Giovani in missione nella ferialità

San Paolo / 22 luglio - 7 agosto

Giovani in missione nella metropoli

Recife / 21 luglio - 8 agosto

Giovani e missione

Facendo memoria del Concilio Vaticano II

Le scadenze per le rate di pagamento:

1° RATA 21 dicembre 2012: 600,00 euro

2° RATA 5 febbraio 2013: 600,00 euro

3° RATA 1 marzo 2013: 600,00 euro

4° RATA 3 giugno 2013: 500,00 euro

terza oPzione

É possibile anche il pacchetto solo GMG per

i giorni dal 23 al 28 luglio: per i costi e le

modalità contattateci direttamente.

:)

che forza la

biblioteca!!

Un nuovo anno che ricomincia è sempre il momento per ridefinire gli obiettivi e le scelte di fondo che caratterizzano il proprio lavoro; in modo

particolare, ogni nuovo anno comporta dei cambiamenti che vengono anche dall’esterno, dalla società che si evolve, dalle esigenze che cambiano, dai nuovi problemi che si presentano e forse dai vecchi ancora da risolvere.Questo è importante, ma è sempre bene non perdere d’occhio l’obiettivo principale, quello con la “O” maiuscola, quello che se anche tutto intorno cambia, resta solido e indiscutibile.Noi giovani che ci occupiamo di 21 grammi, quando siamo in procinto di ricominciare, ci chiediamo che messaggio vogliamo passare con questi articoli, cosa vorremmo che voi lettori leggeste nelle varie esperienze e riflessioni che sono racchiuse in queste pagine; e alcune parole di Papa Benedetto XVI sono illuminanti: “Mi sembra che questo sia il punto fondamentale nella nostra cura pastorale per i giovani: attirare l’attenzione sulla scelta di Dio, che è la vita. Sul fatto che Dio c’è. E c’è in modo molto concreto. E insegnare l’amicizia con Gesù Cristo”.Ecco cosa c’è dietro alle nostre proposte, cosa non cambia e rimane sempre: la scelta di Cristo, di un’amicizia, un cammino, uno stile che è incentrato su di Lui, e in Lui trova compimento.Un progetto che punta in alto, ma rimane ancorato alla nostra realtà quotidiana, quella in cui i giovani si calano ogni giorno e che affrontano ognuno con i propri talenti, quella che vogliamo raccontarvi e di cui vogliamo rendervi partecipi, con le esperienze e le scelte diverse, ma con un comune denominatore è il motivo e lo scopo: diventare amici di Cristo e in Cristo, perché in Lui è il compimento di ogni progetto di vita buona.E ci auguriamo che voi che ci leggete e camminate con noi possiate sempre cogliere tra queste righe ciò che ci guida e ci ispira, con tutta la fatica e la bellezza di rispondere a questa missione.Cari lettori, ci auguriamo che anche quest’anno siate nostri fedeli compagni di “viaggio”!

Francesca Vici

Un bel giorno, mentre guidavo, mi volto ad os-servare un camion in fase estrema di sorpasso e mi colpisce vedere che il camion è tappezzato di una scritta alquanto curiosa: “dopo ogni stop c’è sempre un nuovo start.” Ad una prima ana-lisi mi sembra che questa frase sia senza senso. Parlando di stop e di start il mio pensiero vola rapidamente ai circuiti di corsa di auto e la de-duzione mi sembra logica: si parte dallo start, ci si ferma allo stop. Semplice. Perché si dovrebbe ripartire? La mia riflessione sembra concluder-si se non fosse che continuando il mio viaggio in auto mi imbatto in un semaforo. Rosso. Stop. Alcuni secondi. Verde. Start. Si accende la lam-padina dell’illuminazione! Ecco cosa significa la famosa frase del camion. E’ vero, dopo uno stop si può rimanere fermi oppure ricominciare. Mi viene in mente che è esattamente come nelle corse delle auto, lo stop coincide con lo start e che forse è così la natura stessa delle cose: ci si ferma per poi ricominciare. Così la scuola, un percorso universitario,un anno pastorale, le relazioni o semplicemente lo scorrere dei giorni. Dopo lo stop della notte, il giorno ricomincia, restart, inesorabile. Tutto ricomincia sempre. Non c’è niente di più banale, se così lo si può n

ew

s

definire, e nello stesso tempo sorprendente del-la certezza che ”domani è un altro giorno ed il sole sorge di nuovo” come direbbe G.Sovernigo. Troppo spesso invece le piccole fini quotidiane ci investono come fini assoluti, che non lasciano spazio agli inizi. Quanto invece saremmo più se-reni si ci ricordassimo che il giorno non finisce oggi ma ricomincia domani? Questo non per ri-mandare ciò che ci attende ma per mantenere sempre viva la speranza che non è la fine, c’è ancora domani! Penso sia bellissimo questo ri-petersi costante di anni, mesi, stagioni, giorni che non è mai monotono ma sempre diverso, for-se le azioni sono le stesse, forse monotone ma quanto stupore c’è in questa quotidianità fatta di nuove emozioni, di sorprese che veramente non hanno mai fine. Anche il cantante Nesli in una delle sue canzoni lo dice: “arriverà la fine, ma non sarà la fine”. Quanto dovrebbe essere vera questa frase per noi cristiani animati da fede, speranza e carità!Non vi lascia forse senza fiato pensare che quelle piccole fini quotidiane, agli occhi di Dio, che ci ha già conosciuto prima di formarci nel grembo materno, sono dei nuovi inizi? Desidero ora concludere con alcuni ver-setti tratti dal libro dell’Apocalisse al capitolo 21:

“«…ed egli sarà il Dio con loro, il loro Dio.E asciugherà ogni lacrima dai loro occhie non vi sarà più la mortené lutto né lamento né affanno,perché le cose di prima sono passate».E Colui che sedeva sul trono disse: «Ecco, io faccio nuove tutte le cose». E soggiunse: «Scrivi, perché queste parole sono certe e vere».”Questi versetti mi sembrano più chiari di qua-lunque altra frase. Le cose di prima sono passa-te! Dio fa nuove tutte le cose!Allora ben vengano questi stop che poi si tra-sformano in start se c’è Qualcuno che rende l’i-nizio sempre nuovo, inatteso e ricco di speranza. E’ solo nella certezza che in giorni sempre uguali Cristo può irrompere nella nostra vita per fare nuove tutte le cose che possiamo dare ad ogni nuovo giorno un nuovo inizio. Non mi rimane altro che augurarvi un buon start o perché no, anche un buono stop perché quello che state vivendo sia novità quotidiana grazie a quel Gesù che rende nuove tutte le cose.

Claudia Castaldo

Dalla Porta fideiIn questo tempo terremo fisso lo sguardo su Gesù Cristo, “colui che dà origine alla fede e la porta a compimento” (Eb 12,2): in lui trova compimento ogni travaglio ed anelito del cuore umano. Lagioia dell’amore, la risposta al dramma della sofferenza e del dolore, la forza del perdono davantiall’offesa ricevuta e la vittoria della vita dinanzi al vuoto della morte, tutto trova compimento nelmistero della sua Incarnazione, del suo farsi uomo, del condividere con noi la debolezza umana per trasformarla con la potenza della sua Risurrezione. In lui, morto e risorto per la nostra salvezza,trovano piena luce gli esempi di fede che hanno segnato questi duemila anni della nostra storia disalvezza. (…)Per fede, nel corso dei secoli, uomini e donne di tutte le età, il cui nome è scritto nel Libro della vita, hanno confessato la bellezza di seguire il Signore Gesù là dove venivano chiamati a dare testimonianza del loro essere cristiani: nella famiglia, nella professione, nella vita pubblica, nell’esercizio dei carismi e ministeri ai quali furono chiamati. Per fede viviamo anche noi: per il riconoscimento vivo del Signore Gesù, presente nella nostra esistenza e nella storia.

pillole di

Sono aperte le iscrizioni per la prossima GMG che si terrà a Rio de Janeiro, Brasile, a luglio 2013Per info: in parrocchia e presso la Casa della Gioventù 071 63676Visita il sito della PG

rinnovato ed aggiornato : )

www.pastoralegiovanilesenigall ia.it

Pregare nel tempo di Avvento e Natale per vivere ogni giorno in ascolto della Parola, passa in parrocchia a prendere il fascicolo con il Vangelo quotidiano preparato appositamente per tutti i giovani della nostra diocesi!

Sab 1, 8, 15 e 22 dic NOTTI DI AVVENTO dalle 23:00 alle 3:00 la Chiesa del Portone è aperta per te e per i tuoi amici. Saranno disponibili sacerdoti per colloqui e confessioni. Pregare nella notte, in attesa di Cristo

Dom 16 dic Parlerò al tuo cuore. Incontro di preghiera per giovanissimi e giovani. Ore 16:30 in seminario.

Ven 21 dic S.Messa in preparazione al NATALE, ore 18,30 in Cattedrale Messa per tutti i giovani in attesa dell’uomo nuovo

Page 2: 21 grammi senigallia novembre 2012

Lo spazio giovani di Voce Misena - novembre 2012

In lungo e in largo si sente parlare di concilio, ri-percorriamo in alcune tappe come ci si è arrivati.Il Concilio Ecumenico Vaticano II non spuntò dal nulla come un fungo, la sue radici sono profonde, quelle immediatamente precedenti all’apertura sono due: l’uscita di un testo nel 1947 del te-ologo cattolico francesce, Congar, Vera e falsa riforma nella Chiesa e di un’opera “presuntuosa e audace” che poi si rivelerà lungimirante, di un teologo cattolico tedesco nel 1960, Kung, Rifor-ma della Chiesa e unità dei Cristiani.Congar delinea una riforma “vera” nella Chiesa, che poi si ritroverà pari pari nel concilio. Per ca-pire come mai basti pensare che il testo uscito in Francia, fu letto dall’allora nunzio apostolico a Parigi Angelo Roncalli, il futuro Giovanni XXIII. Il teologo francese vede nel modernismo una scossa necessaria data alla Chiesa, riconosce la Santità della Chiesa pur nella continua necessità

di riformare, non nella sua struttura essenziale ma nella forma storica concreta assunta da essa. La vera riforma è paziente però, non deve gene-rare uno scisma, come invece è successo con i protestanti.Kung a soli 32 anni, poco prima dell’apertura del concilio, da ai padri conciliari una sorta di ordine del giorno. Il riconoscimento del protestantesi-mo come un evento religioso, non solo politico, una rivalutazione della Bibbia, una riscoperta del battesimo come base per il sacerdozio comune, il dialogo, la liberazione del papato da condizio-namenti politici, ecc..Il 28 ottobre 1958 viene eletto Giovanni XXIII, scelto per la sua affidabilità e tendenze non trop-po rivoluzionarie; insomma un Papa di Passaggio.Subito Papa Giovanni sente l’esigenza di un con-cilio, già Pio XII aveva ipotizzato la riapertura del Concilio Vaticano I, invece Roncalli pensa ad un

Conosciamo il Concilio/0vaticano II, in continuità col primo ma verso una novità. Confida la sua intenzione al segretario di stato Tardini che l’accoglie con entusiasmo, ma quando nel gennaio del 1959 il Papa l’annuncia al collegio dei cardinali, l’accoglienza è fredda.Per concludere un prequel è necessario ar-rivare fino all’inizio della storia di cui si vuole parlare, e per questo andiamo al primo giorno, in cui tanti piccoli particolari parlano da soli: il Papa va a piedi con i vescovi in piazza S. Pie-tro; inizia il concilio senza la tiara, segno storico del potere temporale, ma con la mitria, segno del potere pastorale, vescovo di Roma tra i ve-scovi del mondo. Al termine della messa fa un discorso che inizia con Gaudet Mater Ecclesia, cioè “gioisce la madre Chiesa”, spiegando che il tempo in cui si vive è propizio per un cristiano, non si può dire che tutto va male, non è vero che nel passato non c’erano problemi, e da una

stoccata a costoro definendoli “profeti di sven-tura”. Il concilio sottoporrà non tanto la dottri-na cattolica immutabile a revisione, ma il modo di porla, secondo i nostri tempi; c’è distinzione tra deposito della fede e come questo deposito viene trasmesso. Ribadisce che la Chiesa sposa di Cristo preferisce usare la medicina della mise-ricordia piuttosto che la forza. Sottolinea che al concilio non ci sono i potenti della terra, come in passato, c’è quindi un’autonomia accresciuta.Quasi nessuno si accorse della novità di questo discorso, nessun giornale, neanche l’osservatore romano capì la freschezza delle parole del pon-tefice.To be continued...

Paolo Vagni

UNA PAROLA TRA LE ALTRE

PASTORALE

Cos’è il MSAC? Si tratta forse di Miseri Scolari Accantona Compiti? Non proprio! Esistono anche studenti che hanno voglia di impegnarsi ed essere attivi all’interno dell’ambiente scolastico e questo movimento ha proprio lo scopo di riunire questi ragazzi volenterosi. Un proverbio africano dice: “Se le formiche si mettono insieme possono spostare persino un elefante”; infatti, se i giovani rappresentano il futuro, è necessario fornire loro degli spazi di incontro per poter riflettere anche sul presente. Quest’anno abbiamo voluto iniziare alla grande con l’”Oktober Fest”, la festa d’apertura promossa dal centro nazionale del MSAC, alla Casa della Gioventù, lanciando il tema “Nes-suno escluso”. Pensiamo che sia molto importante sensibilizzare i giovani riguardo all’immigrazione e all’in-tegrazione culturale nelle scuole, il luogo in cui passiamo almeno un quarto delle nostre giornate. L’anno scorso abbiamo già affrontato l’argomento in maniera meno approfondita insieme a moltissime altre tematiche come gli stili di vita, la pace e l’ideologia. Gli incontri sono basati principalmente su dibattiti, riflessioni di gruppo , attività pratiche, ricerche e visioni di film e per questo nuovo anno abbiamo intenzione di concentrarci nuovamente, attraverso il confronto e con la testimonianza di esperti, sui grandi temi etici. Lo spirito che ci spinge ad incontrarci è la voglia di informazione, di sapere, di saziare una grande curiosità per poter concretizzare questo entusiasmo migliorando l’ambiente sco-lastico; lo studente non deve essere un personaggio passivo , una comparsa che dopo aver fatto le prove per 5 ore ogni mattina, esce da teatro e dimentica le battute: deve dare il suo contributo giorno per giorno, comprendendo l’importanza di essere il vero protagonista. Per fortuna questa consapevolezza nei ragazzi c’è, e la dimostrazione è il fatto che il gruppo MSAC quest’anno sia aumentato. Stiamo aspettando te, abbiamo voglia di migliorare il no-stro spettacolo, arricchendolo di opinioni e punti di vista; ci puoi trovare sul nostro sito e presto uscirà il giornalino ufficiale dopo il grande successo dello scorso anno.

Eleonora Biagetti e Eleonora Falini

VICARIA

I NUMERI DEL PIT

“Com’è bella la nostra Chiesa diocesana!”, ecco il mio pensiero ricorrente quando, come mem-bro della segreteria di Pastorale Giovanile, mi ritrovo a programmare il nuovo anno pastorale.Questo 2012-2013 sono certa sarà un anno particolarmente bello ed intenso se vissuto, come Papa Benedetto XVI ci indica, come occasione per rinnovare la nostra Fede, per ridare sapore alla nostra vita ed illuminarla con la luce del Vangelo.A tal proposito in diocesi si terrà un ciclo di 4 incontri riguardanti le 4 Costituzioni Conciliari e altri aventi come tema il dialogo col mondo e si cercheranno di far partire incontri di catechesi per adulti. E’ già in corso inoltre “Conoscere per amare”, un cammino promosso dall’Ufficio Catechistico diocesano, dall’Azione Cattolica e dalla Pastorale Giovanile rivolto ad educatori e catechisti, trattante i temi fondati della Bibbia ed in particolare l’Antico Testamento.Molte altre sono le collaborazioni che quest’anno si prospettano tra la Pastorale Giovanile e le varie realtà della diocesi, come quella con la Pastorale Familiare, con la quale organizzeremo la GMG diocesana del 24 Marzo 2013 ed i cammini per le giovani coppie lontane dal matrimonio. Inoltre, in collaborazione con la Pastorale Vocazionale, ogni mese è organizzata un’ora di ado-razione guidata dal titolo “Mi ami tu”, per permettere a chiunque voglia partecipare di mettersi in ascolto della volontà del Signore.Interessante è l’adesione di Caritas, Pastorale Sociale e Pastorale Giovanile al “PROGETTO POLICORO”, progetto nazionale che si pone l’obbiettivo di aiutare la realtà giovanile sul tema del lavoro, facendo crescere una sensibilità diffusa alla sua dignità e la conoscenza della dottrina sociale della Chiesa. Ad oggi sono già partite delle attività legate al turismo ed ai matrimoni solidali e si sta lavorando per portare il progetto in luce in tutta la diocesi perché possa essere una reale risorsa da poter sfruttare al meglio.Molte altre sono le attività in cantiere per questo anno, una più bella dell’altra, che purtroppo lo spazio tiranno non mi dà la possibilità di esporvi qui, ma troverete tutto nel nostro rinnovato sito internet www.pastoralegiovanilesenigallia.it, così potrete dirmi se non ho ragione nel dire: “Com’è bella la nostra Chiesa diocesana!”

Claudia Frittelli

Quando al Pit Stop si dice “famo i numeri” non si intende né fare i compiti di matematica né tanto meno contare le persone che vengono e vantarsene.”Fare i numeri al Pit”, così lo chiamano amiche-volmente gli stoppisti, significa cercare di realiz-zare i nostri sogni! Dal più strano, come suonare dal vivo sul tetto del cinema parrocchiale tutto il pomeriggio, al più profondo, realizzare la pro-pria vocazione mettendosi a servizio dell’uomo e della Chiesa.Ma cos’è il Pit Stop? Chi sono questi alieni chia-mati stoppisti?Il Pit è un oratorio per i ragazzi delle superiori. E’ stato creato dal Consiglio Pastorale Settore Giovani di Chiaravalle per rispondere all’esigen-za missionaria della Parrocchia e per rivolgere il primo e fondamentale annuncio ai ragazzi del post-Cresima.Il Pit Stop è un posto in cui ci si ricarica di rela-zioni e di affetti… infatti il logo è un distributore che ride! Gli educatori hanno quindi l’occasione di fare il primo annuncio del Vangelo ai ragazzi. Si vive la vita buona del Vangelo partendo dal-la base: le relazioni e l’attenzione alla città. Gli stoppisti sono i rappresentati di tutti i gruppi

della Parrocchia ma anche i ragazzi dei gruppi “muretto” della città. Da loro partono proposte, attività, laboratori e tanto altro. Gli educatori provano ad allargare ad altri la proposta perché i loro sogni si realizzino.Si crea così la possibilità di proporre cammini in associazioni e movimenti non appena il ragazzo, per sua crescita personale, è ben disposto ad accettarlo.Al Pit, educare alla Vita buona del Vangelo parte dal non sporcare per terra e non dire le paro-lacce, per poi passare ad amicizie libere fino a sperimentare la forza che il Vangelo dona alla propria quotidianità attraverso le Settimane di condivisione.Al centro del progetto educativo del Pit ci sono tre cose:1. Atti 2,42 stare insieme e volersi bene (ci si prova). Il Pit è FAMIGLIA e CASA: la Condivi-sione.2. Al Pit tutti sono responsabili di tutti, soprat-tutto dei più piccoli: l’Accoglienza.3. “Feel empty? Let’s recharge yourself with us”. ATTENZIONE alle tristezze e ai vuoti: l’Ascolto.

gli educatori del Pit Stop

SPAZIO SCUOLA

Un anno a scUola con il Msac

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Lo spazio giovani di Voce Misena - novembre 2012

All’inizio di un nuovo anno, dove si rimettono le mani su tante cose, si progetta, si cercano orizzonti e obiettivi da raggiungere, abbiamo pensato di conoscere una realtà bella che sta nascendo nella nostra Chiesa e nel nostro territorio. Un progetto con un obiettivo alto che vuole rispondere a un bisogno concreto di molte persone.Eccoci in compagnia di Giulia Colosio, collaboratrice della Caritas diocesana e impegnata nel progetto della Cooperativa sociale Undicesimaora.

Come è nato il progetto di questa cooperativa?La Cooperativa sociale Undicesimaora è nata a dicembre 2011, dalla collaborazione tra la Fondazione Caritas Senigallia Onlus e la Fondazione Maria Grazia Balducci Rossi per i più bisognosi Onlus, con lo scopo di migliorare la qualità della vita delle persone che vivono una situazione di povertà, tramite la creazione di luoghi di lavoro temporanei. È un progetto grande che la Caritas di Senigallia sta portando avanti, per aprire ad un nuovo modi di aiuto e di assistenza.

Perché si chiama undicesimaora?Prende spunto da un brano del Vangelo di Matteo dove il Padrone di una vigna esce a diverse ore del giorno per chiamare operai che vadano a lavorare per lui. Esce anche all’undicesima ora, l’ultima disponibile per fare un’ora di lavoro. E alla fine quel padrone richiamando tutti gli operai d quella giornata, li paga tutti con la stessa somma di denaro. “Perché ve ne state qui tutto il giorno inoperosi?

IN DIALOGO CON “Perché nessuno ci ha preso a giornata” Questo progetto si chiama Undicesimaora perché vuole cercare di dare una possibilità a tutti, agli ultimi.

Qual è quindi il suo obiettivo?Il progetto vuole rispondere al dramma della disoccupazione e delle sue conseguenze, prima fra tutte lo smarrimento della dignità umana. Al centro di ascolto della Caritas arrivano persone che non chiedono solo un sussidio, ma chiedono di poterselo guadagnare. Noi desideriamo far ritrovare la dignità alle persone dandogli la possibilità di lavorare.

In che settori lavorativi sta operando il progetto?L’ambito in cui il progetto ha cominciato a svilupparsi è quello dell’agricoltura. Ci sono dei terreni vicino a casa San Benedetto destinati in parte a orto in parte a frutteto e ad altre coltivazioni di piante aromatiche.Tra poco aprirà un punto vendita a Casa san Benedetto dove chiunque potrà acquistare i diversi prodotti. Questo aspetto è importante

Ogni volta che nella vita avviene un cambiamento è come ricominciare daccapo perché, con le situazioni, cambi anche tu e, oltre all’incognita esterna, hai anche bisogno di comprendere il nuovo-te-stesso che ti nasce dentro.In questi pochi mesi, i cambiamenti sono stati tanti: certo, erano anni che mi preparavo, ma ritrovarsi sacerdote nella realtà è diverso dal fantasticare su un lontano futuro da prete.Non riesco a fare un bilancio, perché sto ancora cercando di capire cosa il Signore mi chieda ma penso di poter ben sintetizzare la mia vita attuale con queste parole (non mie): essere prete è difficile ma bello.È certo difficile, perché è dura portare una responsabilità che, se la riuscissimo a compren-dere a pieno, ci farebbe tremare i polsi: rappresentare Dio nella vita delle persone. L’altare ed il confessionale, ma anche l’ufficio e l’oratorio diventano luoghi in cui il prete è chiamato a diventare trasparenza di Dio e, quando si è illuminati da una tale luce, ci si rende conto di quanta poca si rischia di lasciarne filtrare.Ma è bello! Bello perché ti riempie di gioia realizzare quella missione che Dio ti ha affidato, sentirti al posto giusto, arrivare ad aver nostalgia della parrocchia in quei pochi giorni al mese che, da Roma, cerchi di buttare giù qualche pagina del tuo dottorato.

Don Leonardo Pelonara

Ogni cambiamento porta con sé sentimenti pensieri e riflessioni contrastanti tra loro, ma il cambiamento è sempre un camminare verso una meta che talvolta si può raggiungere anche deviando o imboccando altre strade. Nella mia vita i cambiamenti hanno sempre suscitato in me preoccupazione sempre mista a curiosità e voglia di mettersi in gioco: questo forse deriva dal fatto che di cose nuove ne ho fatte diverse, di scelte importanti ne ho maturate già da diverso tempo e soprattutto quando penso alla mia vita amo vederla come un infinita ricchezza di cose nuove e vecchie che si amalgamano per dare forma a ciò che sono; un po’ come il vasaio che con le sue mani modella la creta, ne aggiunge un po’, mette acqua nelle sue mani, da forma e impreziosisce il tutto con piccoli ritocchi. Sicuramente l’essere giovane contribuisce a vivere le novità con più slancio: per quanto mi riguarda il cambio che ho vissu-to nei mesi scorsi con il trasferimento dalla parrocchia della Pace a quelle di Ripe, Passo Ripe e Castel Colonna è stato ed è per me un motivo di continuità e di forte arricchimento. Se penso a come sono stato salutato alla Pace e come sono stato accolto nelle nuove comunità non posso non vederci veramente una benedizione e una grazia da parte del Signore: le bene-dizioni e le grazie sono per me le persone che come prete, amico e uomo ti accompagnano nella vita. Essere accompagnati ed accompagnare è davvero un’esperienza unica per la vita del prete: l’orizzonte di chi è sacerdote si allarga in continuazione per la vastità delle relazioni più o meno forti che il Signore ti dona e che tu sei chiamato a custodire e far fruttificare. Ecco il cuore aperto e sconfinato del ministero sacerdotale che non può non essere spalancato alla novità dei legami personali e comunitari, che non può non gioire per come sei accolto dalla comunità di cui sei chiamato a diventare compagno di viaggio. Ecco dunque chi è il prete “spo-stato” (forse anche di mente!!!): un uomo, un credente, una guida, che per primo sa accogliere la novità del cambiamento testimoniarla e proporla a chi cammina con lui.

Don Filippo Savini

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La valigia è chiusa, la macchina è pronta: la strada si apre all’inizio di una nuova avventura.Lasciare il lavoro, quello serio in ufficio, per vi-vere un intero anno dedicato agli altri, un Anno di Volontariato Sociale può sembrare una scelta coraggiosa, quasi di sfida nei confronti dell’attua-le congiuntura economica; eppure, per me, si è trattata di una scelta liberante: un salutare la vita comoda e agiata per buttarsi in un’avventura che si preannuncia ricca.Ricca, sicuramente, perché piena di volti: dai volti degli amici, di cui la quotidianità è piena, ai vol-ti delle persone con cui (giorno dopo giorno) starò e per cui sarò a servizio, fino ai volti delle persone che con me condivideranno quest’e-sperienza.Alla base della mia scelta c’era un desiderio for-te di novità: da un lato, un po’ di stanchezza e demotivazione nel lavoro d’ufficio, ma dall’altra una fortissima spinta verso il servizio dovuta an-che alle molteplici attività extra lavorative che già svolgevo. La proposta di vivere, quindi, l’Anno di Volontariato Sociale, non è stata altro che il continuo logico di questo desiderio: riscoprire, nella quotidianità, come “dare sia più bello che ricevere” e come, nel servire, si può essere dav-vero “costruttori di un mondo nuovo”.Questa esperienza non si preannuncia, però, come solo un passaggio, un momento della mia vita ma vuol essere una “palestra di dono”, un luogo speciale dove testimoniare e sperimenta-re come la carità, l’accoglienza e l’ospitalità pos-sano essere di casa e come siano valori che (oggi più che mai) vadano riscoperti per ridare un po’ di speranza verso il futuro.L’anno di Volontariato Sociale, iniziato con la Santa Messa presieduta dal Vescovo Mons. Or-landoni, sarà quindi per me un’opportunità unica

per (come anche il Vescovo ci ha invitato a fare) approfondire la conoscenza di sé, risco-prendo quei lati e quegli aspetti che molto più difficilmente vengono fuori (penso, per il mio caso, alla difficoltà di dire di “no”, alla gestione delle persone e dei casi di difficoltà), ma anche per scoprire e fare esperienza di un mondo (quello del Sociale e, nello specifico, della Caritas) variegato e composto da una multiformità di esperienze e di carismi, in cui collocarsi cercando di essere il più possibile “strumento” ed il meno possibile “protago-nista”.Ecco allora che questi valori, unitamente all’impegno della vita comunitaria (sia attra-verso la partecipazione ad eventi, esercizi spi-rituali ed i pasti) si arricchiscono anche della dimensione del confronto: luogo privilegiato per l’ascolto dell’altro e strumento principe per la creazione di rapporti umani maturi. Ultimo, non per ordine di importanza, è l’a-spetto della formazione: l’Anno di Volonta-riato Sociale si distingue da altre esperienze (seppur simili nella sostanza, come il Servizio Civile) per questa particolare connotazione: è un anno in cui, oltre a darsi da fare per costruire un mondo nuovo, si cercherà di formare “alle povertà”: imparare cosa siano, da come nascano, quali dinamiche vengono innescate... sono solo alcuni degli aspetti fon-damentali da cui prende vita questo percor-so formativo. L’obiettivo prefissato è quello di scoprire come, tutti i giorni e in ciascuno, esistano delle fragilità e che tali fragilità, se ascoltate e messe in gioco, possono diventare ricchezza.

Matteo Guazzarotti

RIEMPI IL VUOTO QUELLI CHE...

perché all’interno del progetto è fondamentale raggiungere l’autosostentamento economico.Ma ci sono anche altri ambiti lavorativi, utili sempre per sostenersi, come ad esempio la falegnameria. Ci sono dei volontari falegnami che hanno dato la loro disponibilità per insegnare il mestiere a dei ragazzi con l’idea di poter fare dei lavori “all’esterno”.In futuro ci sarà la possibilità di ampliarsi anche in altri campi lavorativi.

Come ognuno di noi può contribuire al progetto?Innanzitutto comprando i prodotti, ottime verdure di stagione! Inoltre possono farsi avanti dei volontari disposti ad insegnare un mestiere. E naturalmente ognuno può utilizzare i diversi servizi offerti affidando alle persone della cooperativa i lavori di cui si ha bisogno, ad esempio un lavoro di falegnameria.

Maria Savini

COOPERATIVA SOCIALE UNDI-CESIMAORA

La notizia è di un mesetto fa: l’Unione Europea ha ricevuto, con decisione all’unanimità, il premio Nobel per la pace 2012 per aver contribuito in oltre sessant’anni ai progressi nella pace e nella riconciliazione, nella democrazia e nei diritti umani in Europa. Questa decisione, come è anche nor-male che sia, ha ottenuto riscontri positivi e allo stesso tempo critiche più o meno velate. Come già successo in precedenza nel 2009 (premio Nobel dato ad Obama, eletto da soli pochi mesi alla presidenza degli Stati Uniti), anche in questo caso forse più che l’attribuzione in sè viene contestata la tempistica. Ancora troppo recenti sono le immagini di guerra in Libia, in Medio Oriente e nei Balcani, guerre nelle quali i singoli stati dell’Unione hanno partecipato più o meno attivamente. Come si legge nella nota stampa ufficiale del riconoscimento, è sicuramente vero che ormai una guerra tra Francia e Germania sarebbe impensabile; altrettanto concreti sono stati gli sforzi a livello politico e diploma-tico messi in campo in questi decenni per eliminare eventuali contrasti armati all’interno dell’Unione e per rafforzare i valori costituenti del progetto europeo di convivenza pacifica e sovranazionale. Dopo l’annuncio del premio, il presidente del Parlamento Europeo Martin Schulz ha dichiarato che “nonostante le difficoltà economiche, l’UE resta fondamentale per la stabilità, la prosperità e la de-mocrazia. Nonostante ciò, l’identità europea è ancora abbastanza fragile e troppo subordinata agli interessi nazionali (a volte anche regionali) dei singoli paesi membri; assegnare un premio Nobel per

la pace ad un’istituzione così vasta e complessa non significa rendere omaggio ad ognuno dei suoi 500 milioni di abitanti in quanto operatori di pace: al massimo, questo riconoscimento rappresenta il migliore degli auspici immaginabili, il sogno di pace e fratellanza che ogni uomo è chiamato ad in-carnare nella realtà quotidiana. In tutto il mondo, tra i più poveri e nelle situazioni più drammatiche, (il più delle volte lontani dai riflettori della politica che conta), ci sono tanti operatori di pace che si prodigano in prima persona per un mondo migliore fondato sull’uguaglianza sociale, civile, giuridica, culturale di tutti gli uomini e donne, sulla cooperazione piuttosto che sulla sopraffazione, persone che credono fortemente nella potenza esplosiva delle parole piuttosto che in quella delle armi e che, soprattutto, a quelle parole affiancano le opere, proprio lì in quei campi di battaglia martoriati da guerre ed indifferenza, condizione ben peggiore della precedente. Bisognerebbe avere il coraggio e la lungimiranza di andare a scovare questi anonimi operatori di pace e dar loro un nome per poter poi raccontare una storia ai nostri ragazzi; questo è il modo migliore per costruire concretamente la pace e diffondere la cultura della non-violenza.

Diego Bossoletti

POLITICALLY (UN)CORRECT

Page 4: 21 grammi senigallia novembre 2012

Lo spazio giovani di Voce Misena - novembre 2012

STILI DI VITA

CREDENTI CREDIBILI – In piedi, costruttori di pace: è ora di camminareChi: io, tu, noi - che cosa: il nostro stile di vita - dove: qui - quando: ora – ma perché?. L’appello che Gesù ci rivolge “convertitevi e credete al Vangelo” è rappresentato dalla parola greca metà-noia ovvero cambiamento di mentalità (meta, mutamento, e noein, pensare), un invito ad una rivoluzione culturale che, sottolinea Papa Benedetto XVI, “ci induca ad adottare nuovi stili di vita, nei quali la ricerca del vero, del bello, del buono e la comunione con gli altri uomini per una crescita comune siano gli elementi determinanti” (Caritas in Veritate) delle nostre scelte.Lo stile di vita è l’espressione del nostro essere: se è improntato alla sobrietà - la capacità di dare alle esigenze del corpo il giusto peso senza dimenticare quelle spirituali, affettive, intellettuali, sociali - genera un modus vivendi rispettoso della dignità delle persone e dei ritmi naturali della Terra, che sa distinguere tra bisogni reali e imposti.E per imparare ad essere testimoni credibili, la Diocesi ha realizzato la Guida agli stili di vita “In piedi, costruttori di pace” con il desiderio di diffondere la gioia di vivere consapevolmente il Vangelo nelle scelte quotidiane e mostrare quanto è bello donare/si, accontentarsi del giusto, riscoprire il gusto delle relazioni vere. Ma questo lo racconteremo nelle prossime puntate, seguiteci numerosi!

Annalisa Prediletto

Quante sono le tue opere, Signore! Le hai fatte tutte con saggezza; la terra è piena delle tue creature. (salmo 103)

SANTO

Non ce la posso fare. Ho sotto gli occhi la definizione di santità del grande filosofo Kant: “E’ l’ade-guamento perfetto, automatico e senza sforzo alla legge della ragione: nessuno può dirsi santo fino a che ha un corpo”. Mi rivolgo allora a gli amici buddisti sperando in un po’ di comprensione per mia fragilità: “il santo è colui che entrando nel 162° momento e acquisendo il quarto frutto della vita religiosa, si assicura il possesso del nirvâna. L’orizzonte ultimo di questo gradino è il raccoglimento nella cessazione di idee e sensazioni”. Dalla padella alla brace. Cosa dirà il nostro Benedetto XV? “la santità cristiana non è altro che l’amore pienamente vissuto”. Beh, andiamo un po’ meglio, e continua: “Che cosa vuol dire essere santi? Spesso si è portati ancora a pensare che la santità sia una meta ri-servata a pochi eletti. San Paolo invece afferma: “In Cristo, Dio Padre ci ha scelti prima della creazio-ne del mondo per essere santi e immacolati di fronte a lui nella carità” (Ef 1,4). E parla di noi tutti. La santità, la pienezza della vita cristiana non consiste nel compiere imprese straordinarie, ma nell’unirsi a Cristo”. Ecco allora il ritratto del santo. Una persona nel cui volto vediamo non la grandezza di un eroe antico ‘senza macchia e senza paura’ (Cristo piange ed è angosciato nell’orto degli ulivi..) ma di qualcuno che per amore ha donato se stesso, corpo e anima. Senza dimenticare che, per terminare con le parole del nostro Papa, ci sono poi: “ i santi semplici, cioè le persone buone che vedo nella mia vita, che non saranno mai canonizzate. Sono persone normali, per così dire, senza eroismo visibile, ma nella loro bontà di ogni giorno vedo la verità della fede. Questa bontà, che hanno maturato nella fede della Chiesa, è per me la più sicura apologia del cristianesimo e il segno di dove sia la verità”.

Don Andrea Franceschini

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COS’É UNO STILE DI VITA

Dialogo tra latte the e caffè.

Il latte dice:sono il più

buono.

Il the:io sono il più

desiderato.

Il caffè non si è espresso!

ASCOLTO GUARDANDO

“ECCO” di Niccolò Fabi

“Di certo non ti lascerò mai andare,/ di certo non ti lascerò sparire”. Ecco. È proprio il grido diun padre che colora di un nuovo sapore umano l’ultima opera d’arte di Niccolò Fabi. “Ecco” è iltitolo dell’album ed è l’ultima traccia del cd, de-dicata alla sua Lulù, che tinge con forza tutti gli altri brani di quell’umanità che solo Niccolò e pochi altri ormai sono capaci di regalarci con la scelta accurata delle parole, con l’emozione, con la sete di bellezza di chi è curioso e non si è stancato di meravigliarsi della vita e ha scelto un mestiere che permette di arrivare a tanti. E arriva. Se “Solo un uomo” ha un’impronta più intimistica e solitaria, “Ecco” non sarebbe potuto “venire alla luce” e Niccolò forse sareb-be rimasto con la “testa chinata sul marmo” se non avesse avuto degli amici che hanno detto il loro si per realizzare questo progetto: è nata così “una buona idea”, in cui amicizia e musica suonano lo stesso ritmo, cuore a cuore, fiato a fiato. L’obiettivo è la Musica, quella vera, tra-volgente, appassionante, come la gioia di stare insieme, a costo di tralasciare un po’, a mio avvi-so, lo spessore dei testi, se confrontati con altri dello stesso autore; non di certo con altri “au-tori” del momento tra i quali Niccolò emerge, per chi vuole e sa riconoscerlo e cercarlo, come un “negozio d’antiquariato”, raro, speciale e che per questo non sta “nelle vetrine di una stra-da centrale”. Quindi, per chi sa cercare, buon ascolto!

Silvia Giuliani

“il Rosso E il BlU” di Giuseppe Piccioni

Un spaccato sulla scuola italiana: una dirigente scolastica (Margherita Buy, alias preside Giulia-na) che arriva prima la mattina per rifornire i bagni di carta igienica, controllare lo stato delle aule (utopia? forse…) e che si prende a cuore un ragazzo “difficile”; un vecchio professore di storia dell’arte (Roberto Herlitzka, alias prof. Fiorito), innamorato della sua materia, ma disil-luso e sfiduciato verso i giovani, che riscopre la passione nell’insegnamento e la fiducia nell’amo-re attraverso un’ex allieva, che non ha dimen-ticato le sue lezioni; un giovane professore di italiano (Riccardo Scamarcio, alias prof. Giovanni Prezioso), alternativo e sognatore, che scom-mette sui giovani che ha di fronte, spingendosi forse al limite, ma arrivando a scavare nel cuore di chi ha davanti; una classe, con tutte le facce dei giovani d’oggi, ognuna con i suoi tratti parti-colari e con il suo carico di esperienze e fatiche sulle spalle.Da vedere, con un occhio di ironia e uno di spe-ranza, perché se l’attuale situazione della scuola italiana non è nel momento migliore, continua-re a scommettere sull’ “istituzione” scuola è un dovere verso coloro che la abitano, studenti, insegnanti e personale e verso la società tutta, perché lì nasce quel futuro che non è solo per qualcuno, ma che interessa e coinvolge tutti.

PG CALCIO

L’inverno è ormai alle porte, il primo mese al Punto Giovane è finito, e una nuova co-munità ha cominciato da poco il proprio cammino. Anche quest’anno, dopo la pausa estiva, riparte l’esperienza del Punto Gio-vane Calcio; tante sono le novità di che riguardano i Viola, a partire dall’arrivo di 3 fuoriclasse: Anthony Nanu, Enea Barazzoni e Luca Paternoster, che si uniranno agli al-tri 22 campioni insieme al redivivo Paolo Vagni. Giunti ormai alla settima giornata di campionato la squadra del confermato mi-ster Marco Basili si appresta a continuare la serie positiva di una vittoria stagionale. Le difficoltà iniziali come ogni anno non sono mancate, ma la crescente esperienza dello staff tecnico e il carisma dei giocatori di maggior esperienza stanno portando questi ragazzi verso risultati importanti. Nono-stante il notevole impegno agonistico che tutti i componenti della squadra dimostra-no sul campo, il vero obbiettivo che il pro-getto PGC anche quest’anno si pone non è quello di primeggiare sulle altre squadre ma quello di voler condividere, nello sport,

i valori cristiani e di comunità sperimentati con il mese al PG. “Personalmente sono molto fiero di essere diventato parte di questo progetto” di-chiara uno dei nuovi “che unendo la fede all’im-pegno sportivo fa crescere nell’amicizia con il Signore, con i compagni e con gli avversari”. Vi aspettiamo numerosi per sostenerci alle partite ma ancora di più vi chiediamo di sostenerci nel-la preghiera, perché Dio ci accompagni e renda questo progetto di comunione e di fede un pro-getto d’eternità.

Enea Barazzoni

Hanno collaBoRaTo Claudia Castaldo, Chiara Pongetti, Maria Savini, Francesca Vici, Claudia Frittelli, Enea Barazzoni, Diego Bossoletti, don Leonardo Pelonara, don Andrea Franceschini, don Filippo Savini, Eleonora Biagetti, Eleonora Falini, Paolo Vagni, Matteo Guazzarotti, Giulia Colosio, Annalisa Prediletto.