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Poste Italiane s.p.a. - Sped. Abb. Postale - D.L. 353/2003 L. 27/02/2004-N.46 a.1-c.2-CNS LE Segue a pag. 15 La spinta del cuore e della ragione L a stagione del volontariato in Puglia riprende nuovo vigore. Lo vogliono i vo- lontari e le organizzazioni di vo- lontariato, numerosissime in Pu- glia, che in questi anni, sostenute anche dai CSV e dalle risorse della L. 266/1991 hanno avviato una fase di consolidamento della loro identità e delle loro compe- tenze, e nei casi più avanzati costruendo reti e collaborazioni e interlocuzioni con tutti i soggetti del territorio; lo vuole la Regione Puglia che con l’Osservatorio Re- gionale del Volontariato, final- mente operativo, sta tentando di governare il fenomeno attraverso una fase conoscitiva puntuale e completa, poi una fase promozio- nale della cultura del volontariato e del dono e dell’associazionismo democratico, infine creando gli opportuni canali istituzionali at- traverso i quali fare passare le istanze, le proteste e le proposte del volontariato. Tutte le più recenti ricerche sul campo dimostrano che dal 2000 in poi nella nostra Regione sono nate innumerevoli realtà di volontariato, soprattutto nell’area dei diritti civili, dell’ambiente e della cultura. Le politiche econo- miche tagliano la spesa sociale? Allora i cittadini si organizzano per evitare la barbarie dell’erosio- ne dei diritti e lo smantellamento del welfare! L’ambiente viene assalito dai predatori e dagli affa- risti, a volte alleati con finti ambientalisti? I volontari, sponta- neamente prima e poi in forma associata, città per città, si orga- nizzano, acquisiscono competenze e ribattono colpo su colpo! Si perde l’identità, la memoria, la conoscenza del bene culturale di Segue a pag. 3 Segue a pag. 11 Segue a pag. 12 APPROFONDIMENTO Analisi dei bisogni del territorio "Io non credo che il volontariato vada inteso come produttore ed erogatore di servizi soltanto. Intanto è generatore di coscienza critica, è fattore di cambiamento della realtà, più che titolare di un assistenzialismo inerte". (Don Tonino Bello, da "Chiesa di parte") Disabilità, cultura, terza età, diritti civili: gli organismi di settore nati all’interno del CSV Salento hanno orga- nizzato occasioni di confronto e partecipazione. Creare reti è fondamentale per il lavoro sul territorio e per consolidare l’associazionismo locale. Si profila delicato e complesso il passaggio di ge- stione dalla sanità penitenziaria a quella pubblica, come prevede un decreto dell’aprile scorso. L’obiettivo? Costituire nelle carceri veri e propri presidi ospedalieri. Carcere e tutela del diritto alla salute Consulte, un’estate di solidarietà LA FRASE DEL MESE PAG.5 DOSSIER Diritti civili, un’altra sfida PAGG. 8-9 L’OPINIONE di Luigi Russo Volontariato, verso un nuovo protagonismo Aprire nuovi scenari di protagonismo, costruire una nuova Puglia sociale, garante dei diritti. Il 18 settembre a Bari presso la Fiera del Levante. Mensile dell’associazionismo salentino Settembre 2008 - Anno III - n. 24

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Volontariato Salento - mensile delle associazioni di volontariato della provincia di Lecce

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La spinta del cuoree della ragione

La stagione del volontariatoin Puglia riprende nuovovigore. Lo vogliono i vo-

lontari e le organizzazioni di vo-lontariato, numerosissime in Pu-glia, che in questi anni, sostenuteanche dai CSV e dalle risorsedella L. 266/1991 hanno avviatouna fase di consolidamento dellaloro identità e delle loro compe-tenze, e nei casi più avanzaticostruendo reti e collaborazioni einterlocuzioni con tutti i soggettidel territorio; lo vuole la RegionePuglia che con l’Osservatorio Re-gionale del Volontariato, final-mente operativo, sta tentando digovernare il fenomeno attraversouna fase conoscitiva puntuale ecompleta, poi una fase promozio-nale della cultura del volontariatoe del dono e dell’associazionismodemocratico, infine creando gliopportuni canali istituzionali at-traverso i quali fare passare leistanze, le proteste e le propostedel volontariato.

Tutte le più recenti ricerchesul campo dimostrano che dal2000 in poi nella nostra Regionesono nate innumerevoli realtà divolontariato, soprattutto nell’areadei diritti civili, dell’ambiente edella cultura. Le politiche econo-miche tagliano la spesa sociale?Allora i cittadini si organizzanoper evitare la barbarie dell’erosio-ne dei diritti e lo smantellamentodel welfare! L’ambiente vieneassalito dai predatori e dagli affa-risti, a volte alleati con fintiambientalisti? I volontari, sponta-neamente prima e poi in formaassociata, città per città, si orga-nizzano, acquisiscono competenzee ribattono colpo su colpo! Siperde l’identità, la memoria, laconoscenza del bene culturale di

Segue a pag. 3 Segue a pag. 11

Segue a pag. 12

APPROFONDIMENTO

Analisi dei bisogni del territorio

"Io non credo che il volontariato vada inteso come produttore ed erogatore di servizi soltanto.Intanto è generatore di coscienza critica, è fattore di cambiamento della realtà,

più che titolare di un assistenzialismo inerte".(Don Tonino Bello, da "Chiesa di parte")

Disabilità, cultura, terza età, diritti civili: gli organismidi settore nati all’interno del CSV Salento hanno orga-nizzato occasioni di confronto e partecipazione.Creare reti è fondamentale per il lavoro sul territorio eper consolidare l’associazionismo locale.

Si profila delicato e complesso il passaggio di ge-stione dalla sanità penitenziaria a quella pubblica,come prevede un decreto dell’aprile scorso.L’obiettivo? Costituire nelle carceri veri e propripresidi ospedalieri.

Carcere e tutela deldiritto alla salute

Consulte, un’estatedi solidarietà

LA FRASE DEL MESE

PAG.5

DOSSIER

Diritti civili,un’altra sfida

PAGG. 8-9

L’OPINIONE

di Luigi Russo Volontariato, verso unnuovo protagonismo

Aprire nuovi scenari di protagonismo, costruire una nuova Puglia sociale, garante dei diritti.Il 18 settembre a Bari presso la Fiera del Levante.

Mensile dell’associazionismo salentino Settembre 2008 - Anno III - n. 24

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Fissata al 31 ottobre la scadenza per i progetti

E'stata fissata al 31 ottobre2008 la scadenza per lapresentazione delle pro-

gettualità che andranno a valerenell'annualità 2009/2010.

Le linee guida per la progetta-zione, nonostante le richieste deglienti di una nuova definizione cheavesse potuto tener conto delleistanze emerse dalla valutazionedelle progettazioni precedenti, sonosempre quelle del 2006.

Alla linea di partenza, nella solaregione Puglia si presentano circa500 enti, di cui oltre un centinaio dinuove matricole, a fronte di un untrend di posti a bando che è stabileo tendente al ribasso.

Sempre più, quindi, elementodiscriminante nelle fasi di valuta-

zione dei progetti, sarà l'investi-mento di risorse umane, strutturali efinanziarie atto a favorire e valoriz-zare l'esperienza dei ragazzi che sa-ranno coinvolti nei progetti.

Un concetto sicuramente plausi-bile nell'ottica dell'etica che sostienee sostanzia l'idea del Servizio Civilecome palestra di formazione alla cit-tadinanza attiva delle nuove genera-zioni, ma anche rischia di distanziarei futuri volontari da una dimensionefondamentale del privato sociale: ilvolontariato delle ODV che si com-pone di un nutritissimo gruppo di“piccole” associazioni animate esostenute dall'abnegazione dei sociprima ancora che dai mezzi finanzia-ri. È innegabile infatti, che una pale-stra di cittadinanza attiva, che non

può non essere anche di cittadinanzasolidale, possa non essere totalmenteefficace se propone come modellooperativo solo quel tessuto socialeche disponga di risorse e strutture inabbondanza.

Un'ancora di salvezza per i pic-coli enti, potrebbe comunque esserrappresentata dai criteri aggiuntividi valutazione della Regione Pugliaattesi per il 20 settembre. Se infattisarà riconfermata la possibilità dicoprogettazione sperimentata nellafinestra 2007, si aprirà alle piccoleassociazioni la possibilità di costi-tuire rete e recuperare in tal modocompetitività con gli altri enti.

Come ogni anno, il servizio diconsulenza sul Servizio Civile delCentro Servizi Volontariato Salento è

a disposizione delle ODV per l'assi-stenza e il supporto nelle procedure discrittura e presentazione dei progetti.

Luca Spagnolo

Il Csv cerca professionisti espertiObiettivo: costituire una lista diesperti per garantire competenza,professionalità e trasparenza.Nell'area Bandi del sito www.csvsa-lento.it trovate l'avviso pubblico(scadenza 30 settembre) con leindicazioni per inviare la propriacandidatura.Si cercano professionisti, laureaticon laurea magisteriale o speciali-stica, esperti in: progettazione so-ciale e animazione sociale; monito-riaggio e valutazione finanziari;comunicazione sociale.

Corso di formazione “Contaci2008”Il Csv Salento organizza un corsodi formazione base sulla tenuta deilibri contabili e, in particolare, sul-l'utilizzo di un apposito programmacontabile informatico. Il corso (6incontri della durata di 2h ciascuno,rivolto a 15 partecipanti per corso)si terrà presso le sedi territoriali diCasarano e Tricase, nei mesi di set-tembre e ottobre. Si parte daCasarano il 15 settembre. Per info eadesioni: tel. 0832.392640

Nuovo regolamento per il CSVSalento È stato approvato dall'assembleadei soci riunita a Tricase l’1 agostoscorso. Il regolamento consta di 21articoli e rafforza alcuni principifondamentali per la vita associativadel CSVS tra cui quelli di pari

opportunità, imparzialità, apartiti-cità, democraticità, rispetto dell'o-norabilità delle persone e dei soci,trasparenza, gratuità ed efficienza.Riviste e razionalizzate anche lemodalità per diventare "soci" e"aderenti" al CSVS.

Carta della Rappresentanza delVolontariatoSi continuano a raccogliere osser-vazioni sulla Carta della Rappre-sentanza per il Volontariato, pubbli-cata sotto forma di bozza, con l'o-biettivo di arrivare entro il 5 ottobreal testo definitivo. La Carta è fruttodi un percorso avviato nel 2005 dalCentro Servizi di Genova e fatto pro-prio da CSVnet. La trovate sul sitowww.csvsalento.it e si può com-mentare inviando un’email a [email protected]

On line l’Osservatorio regionaledelle Politiche SocialiIl sito (www.osservatoriosocialepu-glia.it) è dedicato alla raccolta deidati sociali del territorio pugliese conuna sezione specifica per il sistemainformativo regionale (SISR). Aluglio è stata avviata la rilevazionedella spesa sociale dei Comuni, conla collaborazione della Regione e inaffiancamento a Istat, RagioneriaGenerale dello Stato e Ministerodella Solidarietà. A breve sarà dispo-nibile il link alla piattaforma infor-matica CONSIP per partecipare allarilevazione.

Beni confiscati alle mafie, dallaRegione un contributo alle asso-ciazioni Due decreti destinano 100mila euroalla Cooperativa “Terre di Puglia –Libera Terra” e altri 100mila all’As-sociazione Libera di don Ciotti.La cooperativa, di giovani pugliesi,gestisce terreni agricoli e altri beniconfiscati alla Scu.L’associazione sosterrà il progettoMOMArt, per la trasformazione diun’ex discoteca di Adelfia (Ba),centrale di spaccio e illegalità, inluogo di sviluppo sociale e civileper i giovani pugliesi.

Bandi 266Pubblicata il 9 settembre scorso,sul n. 211 della Gazzetta Ufficialedella Repubblica Italiana, laDirettiva 29 luglio 2008 che stabili-sce le modalità per la presentazionedi progetti sperimentali di volonta-riato per il bando della legge 266 daparte delle organizzazioni di volon-tariato. La scadenza è prevista perle ore 12.00 del 24 ottobre 2008.Maggiori info sul sito www.csvsa-lento.it, sezione Bandi.

"Sportello @mico" Il gruppo informale "Associazionedi promozione sociale S.c.a.t" diBarletta cerca partner istituzionali,economici e associativi per avviarela 1ª fase del progetto "sportello@mico" in Puglia nell’ambito delBando "Giovani idee per una

Puglia migliore".Si tratta di uno sportello telematicoamministrativo e turistico per servi-zi pubblici di utilità sociale e parte-cipazione democratica. Maggioriinfo sul sito www.csvsalento.it

Corso di formazione per forma-tori di SCNL'Ufficio Nazionale per il ServizioCivile organizzerà a Roma, neigiorni 13, 14, 15, 16 e 17 ottobre2008 un corso di formazione per iformatori accreditati ma privi del-l'esperienza di servizio civile. Tuttigli enti interessati devono dare lapropria adesione entro e non oltre il28 settembre 2008 inviando un’e-mail a [email protected], utilizzando l’apposita sche-da d'iscrizione.

Servizio Civile Nazionale - Anno 2009Entro il 31 ottobre 2008 gli enti diservizio civile iscritti agli albi posso-no presentare progetti di ServizioCivile Nazionale da realizzarsi, nel2009, in Italia e all'estero.Gli enti iscritti nell'albo nazionaledovranno inviare i progetti all'Uf-ficio nazionale. Quelli iscritti aglialbi regionali e delle Province auto-nome dovranno inviarli agli ufficiregionali e provinciali dove sono lesedi di attuazione di progetto accre-ditate. I progetti da realizzarsi all'e-stero dovranno pervenire esclusiva-mente all'Ufficio nazionale.

Il Servizio Civile precluso alle piccole ODV?

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Fidas, grande successo per la Festa del donatore

Consulte di settore, un'estate all'insegna della solidarietàNumerosi e partecipati gli eventi per promuovere il volontariato e l'associazionismo locale

Insieme a bambini e ragazzi per spiegare il valore del donare il sangue

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Tanti gli eventi estivi organizza-ti dalle Consulte di Settore delCentro Servizi Volontariato Sa-

lento, volti a promuovere il volonta-riato, i valori della solidarietà, l'asso-ciazionismo locale.Gli eventi sono parte dei progetti chele singole consulte stanno realizzandoattraverso un lungo percorso di con-fronto, condivisione e progettazionepartecipata finalizzato, fra l'altro, allacreazione di reti come utile e necessa-rio strumento di lavoro nel territorio.

CONSULTA DISABILITÀ: il 7 Lu-glio sono stati inaugurati tre sportelliinformativi “InformaHandicap”, avvia-ti nei comuni di Alessano, Casarano eLecce. Gli sportelli offrono informa-zione, documentazione, consulenza le-gale, specialistica e orientamento allepersone disabili e le loro famiglie, perfavorire la loro autonomia ed integra-zione. Nei giorni 8 e 9 agosto laConsulta Disabilità ha poi organizza-to, ad Alessano e Montesardo“Solidaria 2008”, manifestazione cul-turale e sportiva volta a valorizzare lediversità, e annullare le disuguaglian-ze. Si sono susseguiti eventi di sportsenza barriere (bocce, tennis tavolo incarrozzina, basket in carrozzina), diteatro con la Compagnia di attori Sordi"Instabilia" e di musica con i Dee Jay diMondoradio, la consegna dei premi"Capo Leuca Solidarietà", il concertolive dei "Ladri di carrozzelle". Le sera-te sono state accompagnate da ospitiillustri del mondo della musica, sport etelevisione.

CONSULTATERZA ETA': “Raccon-tandoci” è il nome del progetto avviatoil 21 Luglio dalla Consulta, che ha posto

i giovani e gli anziani a confronto sulvolontariato in un ciclo di 6 incontripresso la struttura dell'Ass.ne “Marinadi Torrechianca”.Prendendo spunto dalle ricerche effet-tuate dal CSVS ‘Giovani mutanti dalprofondo inespresso’ e ‘Custodi dellamemoria costruttori di legami’, i parte-cipanti si sono confrontati su cosa siaper loro il volontariato, su quali formeesistano per attuarlo e principalmentesulla loro concreta esperienza. Il proget-to ha previsto anche uno sportelloinformativo bisettimanale su volontaria-to, anziani e disabilità, a disposizione ditutte le Odv del settore che volesserooffrire informazione e consulenza suqueste tematiche.

LA CONSULTA CULTURA,SPORT INFANZIA E ADOLE-SCENZA, attraverso il progetto“PartecipAttivi”, ha realizzato 3 eventinel territorio della provincia di Lecce.Sabato 12 e Domenica 13 Luglio, nelborgo rinascimentale di Roca Nuova, siè svolta la manifestazione “Il mondo

che vorrei - Le città rinnov-Abili”: dueserate all’insegna di laboratori creativi,teatro e danza, ecologia e ambiente,turismo e sport senza barriere con di-mostrazioni pratiche di ippoterapia,degustazione di vini e stand gastrono-mici di cibi locali e thailandesi, e la pre-sentazione di una mostra permanente diarti pittoriche.È stata organizzata inoltre una confe-renza dal titolo “L'associazionismo e ilmovimento per la decrescita felice” acui è intervenuto Maurizio Pallante,presidente dell’Ass.ne Movimento perla decrescita felice. Sabato 2 agosto, a Patù e Castrignanodel Capo, si è svolta “Finibus Terrae –Notte Bianca al borgo antico”.Obiettivo della serata era valorizzarela cultura e le radici del territorioattraverso la riscoperta di luoghi,sapori, musica ed abilità di un tempo.Patù ha visto la realizzazione di unamostra archeologica, un'escursioneguidata presso il sito messapico diVereto, il monumento “Centopietre” ela necropoli di “Camporè”. A Ca-

strignano del Capo, il borgo antico haripreso a vivere con le attività di musi-cisti, giocolieri, artisti di strada, ladegustazione di prodotti tipici. Hannoanimato la serata: “La Tribù deiSempre Allegri - Carovana dei Poeti”,la Compagnia di Giocolieri, Poeti,Musici, Teatranti e Saltimbanchi, ilConcerto Jazz del Martin Jacobsen5tet. Evento conclusivo della serata èstato il concerto degli “Officina Zo蔓Tutti te paru”, svoltosi il 23 e 24Agosto sul lungomare di Torre SanGiovanni, è stato l'ultimo dei tre even-ti organizzati dalla Consulta CulturaSport Infanzia e Adolescenza. Dueserate di musica teatro sport e standgastronomici per festeggiare il volon-tariato e testimoniare che insieme, inrete, (.... “tutti te paru” appunto!) èmeglio! Di particolare rilievo la dimo-strazione di Aikido e lo spettacolo delcoro “Gymel Chorus”.

LA CONSULTA DIRITTI CIVILI,IMMIGRATI, DETENUTI, EXDETENUTI, ha collaborato conMondoradio alla realizzazione dell'e-vento “Al centro dei diritti”, svoltosiad Alessano il 28 agosto. In program-ma un incontro-dibattito su DonTonino Bello per mettere al centrodella riflessione la tutela dei diritticivili, il rispetto della vita umana, gra-zie al suo esempio, alla sua testimo-nianza e al suo forte impegno per lapace e la vita umana. A seguito deldibattito, lo spettacolo teatrale“Seven” di Giobbe Covatta, attoremolto impegnato nel sociale, per ladifesa dei diritti umani e testimonial diAmref e Save the Children.

Rosa Leo Imperiale

Il 25 ed il 26 luglio la Fidas haorganizzato il Convegno“Giovani, Donazione, Comu-

nicazione e Associazione” e ilfestival canoro “La Goccia d’Oro”per la Festa del donatore, durantela quale è stato proiettato il dvdsulla donazione del sangue realiz-zato in collaborazione con il Csvs.

L'iniziativa ha visto l'inter-vento della scuola, con le inse-gnanti che hanno coordinato ilavori artistici dei ragazzi. È stataevidenziata anche l'importanzadel dialogo che si instaura traFidas, scuola, parrocchie, ammi-nistrazione, Asl e le altre associa-

zioni che operano nel mondo delvolontariato socio-sanitario. Ini-ziative come questa dunquedanno la possibilità di avvicinar-si sempre più al problema “emer-genza sangue” ed incrementare ledonazioni. Alla fine della seratasono stati premiati i bambini eragazzi che hanno elaboratododici cartelloni molto significa-tivi. Al Festival Canoro “La Goc-cia d’Oro” hanno partecipatobambini e giovani, dai 6 anni insu, accompagnati dal gruppomusicale “Lolacorre” compostoda giovani artisti di Gagliano.Durante la serata sono stati pre-

miati anche i donatori di sangueche hanno ricevuto Diplomi diBenemerenza, medaglie di Bron-

zo, medaglie d’argento, targhed’argento e medaglie d’oro.

Mimina Sergi

“Finibus Terrae – Notte Bianca al borgo antico”. Sabato 2 agosto, a Patù e Castrignano del Capo.

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Opera volontaria e imprese socialiLe difficoltà di mantenere la specificità dell'azione volontaria,

tra sfide e pulsioni di sviluppo anche dall'interno del privato sociale

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Ben venga che ci si interro-ghi su quale sia l'essenzaautentica dei tanti fenome-

ni umani e sociali che si raccolgo-no sotto vari nomi: volontariati,privati sociali, terzi settori, orga-nizzazioni non profit e simili.Sono fenomeni che riflettono scel-te di vita di molti, in contesti sem-pre più aperti alla scala nazionale,mentre cresce l'attenzione verso imaggiori problemi sociali delmondo, grazie anche alla visibilitàdelle immigrazioni extracomuni-tarie. Sarebbe enormemente re-strittivo affrontare tale tematicasulla sola scala dei vicinati discambio reciproco o unilaterale. Iltema dei volontariati è stato ogget-to, in Italia, di intense riflessioni,dibattiti, proposte di riforma, so-prattutto in due periodi di tempotra loro in successione: la finedegli anni Novanta e una fase dipiù netta contrapposizione fraopzioni e proposte operative, aper-ta nel 2001. L'iniziativa revisioni-stica di questo secondo periodo siè concentrata su vistose propostedi modifica della legge quadro delvolontariato (legge 266/91) e dellalegge delega relativa all'impresasociale. C'è una divaricazione ditesi tra chi difende la specificitàdell'azione volontaria nel segno diuna continuità con la legge quadroda coloro che propendono adassorbire tutte le forme di privatosociale nella razionalizzazione delmercato, a non separare attivitànon profit da quelle for profit. Daqui, in questo secondo caso, lavolontà di assemblare in testi unicile molte leggi esistenti.

Va richiamato un documentodel 20 aprile 2002 presentato daalcuni dei maggiori sostenitoridella continuità e specificità delvolontariato e che unisce il Colle-gamento nazionale dei centri diservizio del volontariato, il Forumpermanente del terzo settore, ilCentro nazionale per il volontaria-to e il Convol.

Nel documento si prende posi-zione chiara a favore del manteni-mento della l. 266/91 “per argina-re la deriva economicistica dellasocietà”. Il documento rafforza lasua opzione contro ogni tentativo

di riordino semplificatorio dellalegislazione in esame esprimendo“un chiaro rifiuto dello strumentodella delega al Governo, e invecea favore di una discussione parla-mentare”. I diritti della personadevono avere la prevalenza suquelli dell'impresa economica,con riguardo a valori etici, il vo-lontariato autentico viene ricono-sciuto anche come soggetto politi-co non partitico. Ma nel loro insie-me i progetti normativi sembranopuntare alla revisione per assem-blare le varietà e le autonome nor-mative di tali organizzazioni, ridu-cendo la netta separazione traimprese non profit e for profit. Lasottolineatura dei valori di gratuitànell'impegno dei volontari e l'en-fasi sul non profit democratico èvista quasi con sospetto in certiambienti: il dono personale e gra-tuito non sarebbe la vera motiva-zione ma lo sarebbe la motivazio-ne politica-partitica e l'impegno apotenziare il ruolo pubblico, mo-venti ritenuti entrambi come inap-propriati.

Nel timore di questi orienta-menti è nata la “Carta dei valoridei volontari”, per precisare la spe-cificità dei volontariati: il vo-lontario è la persona che mette adisposizione, spontaneamente egratuitamente, parte del propriotempo e delle proprie capacità,come dono ad altri in condizioni dimaggiore bisogno; le organizza-zioni di volontariato si ispirano aiprincipi della partecipazionedemocratica con azioni e proposteculturali per la pratica di cittadi-nanza solidale, per rimuovere lecause delle diseguaglianze econo-miche, culturali, sociali, religiose epolitiche. Personalmente sono permantenere, anche in sede normati-va, la specificità dell'azione volon-taria anche perchè la persistenzadelle attuali norme di legge èessenziale proprio oggi in societàsempre più gravate dai conflitti diinteressi. Non si possono ignorarele sfide e le pulsioni di sviluppoche nascono anche dall'internostesso del "privato sociale" e cheportano una parte crescente delmondo dei volontariati a cercare difar crescere management e

imprenditorialità anche nelle im-prese con finalità non prevalente-mente lucrative. La contrapposi-zione frontale deve esserci peropporre cooperative e imprese chevogliono restare sociali alla spieta-tezza delle logiche di competizio-ne brutalmente economicistiche.

Nel varare la legge quadro delvolontariato i suoi più attentisostenitori hanno sottolineato che

la legge si limitava a normarequelle organizzazioni che volesse-ro aprire rapporti collaborativi conlo Stato, in particolare lo Statosociale. Oggi richiamiamo queldistinguo e cominciamo a propor-re spazi nuovi di sperimentazionedei volontariati da sottrarre airevisionismi e assumere comenuovi spazi di creatività.

Luigi Conte

Pagamento Iva: verso l'esenzione per le associazioni di volontariato

Esentare le associazioni divolontariato dal paga-mento dell'Iva per l'ac-

quisto di beni e mezzi per i loroservizi: è quanto prevede, alpunto 17, la risoluzione delParlamento Europeo del 22 apri-le 2008 - “Contributo del volon-tariato alla coesione economicae sociale” - invitando la Com-missione a considerare insiemeagli Stati membri la possibileesenzione dal pagamento, nellaprospettiva della revisione delledisposizioni sull'Iva, previstaper il 2010. E' in questa logicache Gabriele Brunini, presi-dente delle Misericordie d'Italia,ha sollecitato la CommissioneEuropea ed il Governo Italianoad adoperarsi per introdurre l'a-gevolazione nel più breve tempopossibile, senza attendere il2010. Nel frattempo le associazioni“dovrebbero continuare a pagarel’Iva che, essendo indetraibile,

si trasforma in un onere assaigravoso per lo svolgimento delleattività”, ha sottolineato Brunininella lettera inviata al presidentedella Commissione Europea,José Manuel Barroso, al presi-dente del Consiglio italiano,Silvio Berlusconi, al comissarioeuropeo alla Fiscalità e Unionedoganale, Laszlo Kovàcs e alministro delle Finanze italiano,Giulio Tremonti. “Se il Parla-mento Europeo ha riconosciutoil valore del volontariato solle-vando la questione dell’esenzio-ne dall' Iva – continua Brunini –appare ingiusto attendere ancoradue anni per uno sgravio concre-to di cui il volontariato ha urgen-te bisogno. Per le associazioni infatti doverpagare l’Iva sui mezzi che usaper i propri servizi significaavere meno risorse da destinarea tutti cittadini, a cominciare daipiù bisognosi”.

SM

L'indicazione in una risoluzione del Parlamento Europeo dell'aprile scorso

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Analisi dei bisogni del territorio: una fotografia in chiaroscuroMolte le criticità che i cittadini si trovano ad affrontare, latente l’intervento delle politiche.

Il volontariato chiamato alla sfida della partecipazione

Ladri di carrozzelle: la musica senza barriere

Settembre 2008 5

La prossima pubblicazionedel bando sulla perequazio-ne sociale è stata occasione

per interrogarsi sui problemi dellanostra regione, sulle criticità sucui innestare l’intervento delleodv perché possano proporsi nel-l’ideare progetti come vere prota-goniste e costruttrici del cambia-mento, in una prospettiva di lungadurata rispondente ai bisogni dellaregione.

Capire il territorio per indivi-duare insieme priorità e possibilisoluzioni è il filo conduttore diuna ricerca condotta da espertiregionali sui bisogni del sistemaPuglia, per definire gli ambiti diintervento del bando e fornire alleassociazioni un quadro chiaro sucui sviluppare interventi efficientied efficaci. Un’analisi questa dacui, anche attraverso il confrontodiretto con le odv, è emersa unamaglia di criticità regionali esnodi problematici su cui risultanoancora scarse sia le risposte dellasocietà civile che del settore pub-blico: l’assenza trasversale di unapresenza attiva di reti, sia tra leassociazioni che tra di esse e idiversi mondi vitali, attraverso cuiintraprendere azioni condivise e

collettive di lotta al bisogno; ladisconnessione a livello territoria-le tra i capoluoghi (o i grandi cen-tri urbani) e le periferie, in cui icittadini si ritrovano sempre più“ai margini”; la condizione delledonne, il cui “carico” è aggravatodal dover sopperire alle funzionidi una serie di servizi che risultanoprecari, se non del tutto assenti,oltre che da una sempre più mar-cata sperequazione nelle possibili-tà di accesso ai vari livelli di arti-colazione della vita quotidiana,sociale, culturale e lavorativa.

Emerge complessivamente unafotografia in chiaroscuro di unasocietà che stenta sempre più araggiungere “la fine del mese”, in

cui le famiglie lamentano semprepiù situazioni di “criticità econo-mica” e una consistente riduzionein termini di generali capabilities,a causa di un sistema produttivotradizionalistico che non riesce acompetere con le nuove economieemergenti e non sembra adeguatoné a creare occupazione duratura esolida, né ad assorbire le numero-se figure professionali presenti sulterritorio: i tanti giovani altamentequalificati che sono costretti ademigrare nelle più attraenti e ric-che aree del nord Italia. Una “fugadi cervelli” che comporta un irre-versibile impoverimento del capi-tale umano e sociale della regione.

Se a questo si aggiungono

anche le problematiche di unapopolazione che fa registrare deitrend di progressivo invecchia-mento, il quadro diviene ancorapiù problematico. Di fronte a tantifocolai di bisogno non vi è statoancora un concreto intervento daparte delle politiche nei diversilivelli e settori di competenza.

Situazione emersa e conferma-ta anche durante i diversi focusrealizzati con le associazioni, ov-vero con quei volontari che da te-stimoni attivi operano accanto albisogno, a stretto contatto con iportatori di situazioni difficili,poveri, donne, anziani, disabili,immigrati, e che conoscono bene idati emersi dalla ricerca: “sono leamministrazioni che non li cono-scono o forse fanno finta di nonconoscerli”, ha detto la presidentedi un'associazione per disabili.

E forse soltanto attraverso lapropositività e la progettualitàconcreta delle organizzazioni divolontariato e le conseguenti rica-dute sul territorio, probabilmenteanche la pubblica amministrazio-ne sarà invogliata a rimboccarsi lemaniche.

Giovanni MonteduroDaria Caione

Alessano. Arrivano alle20.30 di mercoledì 6agosto a bordo di due

Iveco carichi di strumenti musi-cali, t-shirt, borsoni e tanti sorri-si. Sono i Ladri di Carrozzelle, ilgruppo musicale multiforme, chevaria, si evolve e che di volta involta può cambiare il numero deisuoi musicisti, anche se il veronumero lo fanno sul palco, ognivolta che si esibiscono dando ilmeglio di loro stessi ed emozio-nando la platea. Con PaoloFalessi, chitarrista del gruppo,abbiamo fatto un viaggio lungo lastoria nata nell’estate 1989 in unvillaggio turistico, dove alcuniragazzi scoprono la comune pas-sione per la musica e decidono didare vita ad un gruppo musicale.

“La formazione iniziale presentasubito alcune particolarità – cidice Paolo –. Quasi tutti i fonda-tori sono affetti da distrofiamuscolare e stanno in carrozzina,ma a loro non interessa minima-mente. Nel corso degli anni laformazione si è arricchita dinuovi “ladri” e attualmente ilgruppo è formato da dieci musi-cisti, di cui 7 con disabilità, conl'ambizioso progetto di diffonde-re un'immagine nuova dellediverse abilità attraverso la musi-ca. Nel 1995 viene costituita unacooperativa sociale per realizzareun progetto pilota per l’integra-zione dei disabili nel mondo dellamusica”. I Ladri hanno alle spal-le 5 album in studio, 2 albumlive, 6 singoli, 7 dischi realizzati

per progetti specifici, oltre aivideo “Distrofichetto 1994” e“Equilibrio instabile 2005”.“Distrofichetto è lo specchio del'progetto Ladri' – afferma Paolo–, una cinica ironia che tenta dicomunicare un messaggio senzafare prediche; vi è poi Ho parlatocol vento, dove si sente l’influen-za della tradizione cantautorialeitaliana, e Diversi da chi, chenasce a tavolino per diventareuna sigla radiofonica e che ora èuno dei momenti centrali dellenostre esibizioni dal vivo”.

La formazione “è cambiatanel corso del tempo – aggiungePaolo –. Purtroppo questo è iltasto più dolente della nostrabella avventura; nel corso deglianni, a causa del progredire della

patologia dei musicisti fondatori,abbiamo perso 4 ragazzi meravi-gliosi che sono stati sostituiti daaltri musicisti. Siamo comunquesempre un gruppo molto numero-so che macina migliaia di chilo-metri ogni anno con oltre 100concerti che ci tengono lontani dacasa ma vicini a tantissimi amici.I nostri tour entrano anche nellescuole, sono poi più di 200 i con-certi realizzati all’interno di pro-getti finalizzati a temi come lasensibilizzazione sulle diverseabilità, la diversità come valore,l’autoimprenditorialità, la pace, ilrispetto per l’ambiente”. Perché'Ladri di carrozzelle'? RispondePaolo: “perché con le biciclettenon sapremmo che farci”.

Donato Melcarne

Intervista al gruppo che ha animato Solidaria 2008 ad Alessano.L'ambizione di diffondere un'immagine nuova della disabilità

APPROFONDIMENTO

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Anche nel territoriale di Ca-sarano la situazione, seppurcon qualche distinguo in

merito alla specificità settoriale diintervento, non sembra differenteda quella evidenziata nel territorialedi Maglie e Tricase. Dalla mappatu-ra a disposizione risultano presentie attive 56 associazioni, di cui il75% rientra nei criteri previsti dallaLegge Quadro su Volontariato(266/91) per le OdV.Su 56 associazioni totali sono 42 leorganizzazioni di volontariato, dicui 25 sono iscritte nel registroregionale, 6 le Associazioni di pro-mozione sociale e 8 le Associazionidi associazioni. Complessivamentele 42 OdV inducono ad ipotizzareuna presenza solida dell'associazio-nismo, ma la realtà emersa dal datostatistico inizia a divergere dallaconcretezza nel momento in cui siinizia a “dare un volto” alle diverse

realtà associative, a considerarne imomenti di “vitalità”, e soprattutto ,a valutare l'advocacy nella piùampia dimensione sociale. Eccoallora emergere un associazionismoche potremmo definire ibrido, pocodefinito e con gravosi attriti. Unarealtà che ancora è lontana dalla fasedi maturità, un puzzle che attende diessere composto. Ed è proprio inquesto che rientra il compito piùarduo della Delegazione territoriale,la missione, più che mission, dell'es-sere catalizzatore di rete, fornendomomenti di aggregazione e promuo-vendo attività di formazione allarete, della rete e nella rete. E i primirisultati di questo impegno nonhanno mancato di emergere già dal-l'esperienza della Consulta cultura,sport, infanzia e adolescenza. Uncantiere di rete e aggregazione cheha permesso a diverse associazionidi conoscersi, progettare e realizzare

insieme un evento. Quest'impegno rappresenta la sfidache il Centro Servizi dovrà acco-gliere per il futuro, soprattutto in unterritorio in cui iniziano a presentar-si oltre alle problematiche di unapopolazione che “invecchia”, anchei gravosi problemi della disoccupa-zione e le difficoltà crescenti ditante famiglie che “non riescono agiungere dignitosamente a finemese”. Una situazione dovuta ingran parte alla crisi del calzaturiero,settore produttivo trainante, maanche alla perdita di competitivitàdegli altri settori tradizionali su cuisi basava l'economia dei luoghi. Atali problematiche è da aggiungereanche la presenza sempre crescentedi immigrati, con i tenti problemiche ne derivano, soprattutto nell'im-pattarsi con una cultura “tradiziona-lista” e con un territorio che li vedeancora come i diversi. Certamente

come nella notte più cupa c'è sem-pre una stella che splende nel cielo,anche nel territoriale di Casaranonon mancano esperienze associati-ve che, pur con non poche difficol-tà, rappresentano dei tasselli portan-ti per la contaminazione di una cul-tura di solidarietà. Associazioni checaparbiamente, passo dopo passo,riaprono i tanti “sentieri interrotti”diventando catalizzatori di legami epropulsori di rinnovamento. ECCO GLI AMBITI DI AZIONE: Diritti civili e Immigrazione:

associazioni 16 Donazioni: 18Cultura/Sport/Infanzia Adolescenza:

20Disabilità: 6Territorio/ambiente: 5Protezione Civile: 9Terza età: 2Altro: 6

Giovanni Monteduro

Casarano, un puzzle da ricomporreL'associazionismo di Casarano dalla piccola maglia alla grande rete: una missione per il futuro

Grazie alla continua e pressante at-tività posta in essere ormai datempo dal “Comitato Un Cordoneper la Vita” per l'istituzione inPuglia della Banca del Sangue delCordone Ombelicale – sia conun’opera fattiva di sensibilizzazio-ne e informativa nel tessuto socialesia con raccolta di firme – laRegione Puglia, dopo aver formal-mente istituito la prima BancaRegionale presso S. GiovanniRotondo, ha finalmente deliberato ilprogetto “Rete Regionale per il pre-lievo e la raccolta del sangue pla-centare”. Sono stati così fissati i cri-teri per l’accreditamento dei centridi raccolta del sangue del cordoneombelicale che entrano a far partedella rete regionale nonché le pro-cedure per il prelievo e la raccolta.Il progetto ha individuato, in primabattuta, come centri di prelievo eraccolta di sangue placentare gliospedali pubblici e le strutture pri-vate nei quali, per l'anno 2007, sisono registrate un numero di nasci-te superiori alle mille unità: a Lecceil "Vito Fazzi" e il "Card. G.Panico" di Tricase, a Foggia l'A.O.

Ospedali Riuniti e la E. E. "CasaSollievo della Sofferenza" di S.Giovanni Rotondo; a Bari l'A.O.Consorziale Policlinico, la CDC."Santa Maria", la ST. Di Venere, ilP. O. Bari Sud, il "San Paolo", la ST.Osp. di Corato, il "Miulli" diAcquaviva delle Fonti, il P.O. "V.Emanuele II" di Bisceglie e la ST."S.M.M. Laureto" di Putignano; aBrindisi la ST. "Perrino" a TarantoST. "SS. Annunziata" e ST. "S.G.Moscati". La notizia rappresenta di per séancora una volta, un evidente rico-noscimento della fondatezza dellanota battaglia di civiltà condotta inmateria del Comitato Un Cordoneper la Vita, che pur dopo aver rag-giunto questo ulteriore importantetraguardo persisterà nel suo impe-gno, vigilando sui tempi di messa inatto e di messa a regime di tali cen-tri e, al contempo continuerà nellamassiccia e capillare opera di sensi-bilizzazione per la formazione diuna cultura alla donazione e delladonazione del cordone ombelicale.Donare, in questo caso, costituisceun modo aggiuntivo e supplemen-

tare di trovare una terapia compa-tibile per soggetti che necessitanodi un trapianto e non hanno alter-native di cura. Inoltre, anche in relazione allaattuale normativa dettata in mate-ria – con Ordinanza del MinistroSacconi che ha trasfuso quella pre-cedente del 2007 del MinistroTurco ed ha congelato il cd decre-to “milleproroghe” fino al 29 feb-braio 2009 – il Comitato UnCordone per la Vita non può cheugualmente insistere nell’intentodi far valere presso gli organi deci-sionali regionali l’opportunità diistituire a Lecce una secondaBanca del Cordone per l’area SudPuglia. L'attuale normativa inmateria dunque, innovando sullaprecedente incentrata esclusiva-mente sulla donazione del sangueda cordone ombelicale - utilizzabi-le per tutti i possibili fruitori - haprevisto anche il prelievo e la con-servazione cosiddetta autologasolidale, riservata cioè per se stessie previo consenso ad una successi-va donazione per trapianto in casodi necessità, incidendo evidente-

mente sul numero di cordoniombelicali da conservare e soprat-tutto sulla durata della disponibili-tà ematica destinata al singolo eben individuato soggetto. Istituirea Lecce una seconda Banca delCordone per l’area Sud Puglia con-sentirebbe una più efficace e razio-nale organizzazione del servizionon solo per quanto concerne iltrasferimento dei campioni ematicia distanza molto più ridotta rispet-to a San Giovanni Rotondo, conriduzione notevole dei costi, maanche per quanto attiene alla loroconservazione per gli inevitabilisovraccarichi per l’unica BancaCordonale di conservazione previ-sta. L'iniziativa favorirebbe anchela crescita culturale del nostro ter-ritorio con la nascita di un secondopolo di studio e di ricerca in mate-ria, peraltro in linea con il progettoa livello universitario della isti-tuenda Facoltà di Medicina pressoil locale Ateneo.

Avv. Alessia FerreriPresidente Comitato

Un Cordone per la Vita

Al via il progetto di Rete regionale per il prelievo e la raccolta del sangue placentare

Fissati i criteri per l'accreditamento dei centri e le procedure. Prossimo obiettivo? Istituire a Lecce una seconda Banca del Cordone per l’area Sud Puglia

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Anche se il fenomeno si pre-sta a diverse chiavi di lettu-ra, l'associazionismo nell'e-

stremo lembo del Salento presentasempre più una vocazione pretta-mente culturale. “La ricchezza di unterritorio – come evidenzia EugenioCordella, presidente dell'Associa-zione Culturale 2000 – non è soloquella economica in senso stretto,ma si completa con l'ambiente, lacultura, l'associazionismo che fannol'identità di una comunità”.

Un associazionismo che non èsolo assistenza ai disabili o aglianziani – come ha affermato LuigiRusso, presidente del Csvs – maanche, soprattutto nelle comunitàrurali sempre più ai margini dalledinamiche dei grandi centri urbani,animazione e cultura. In questo sisostanzia la “voglia di comunità”, il

bisogno di ritrovarsi insieme nellepiazze, il desiderio di uscire dallamonotonia quotidiana. “L'Associa-zione Culturale 2000 è nata perquesto – dice Eugenio – per ani-mare una comunità sempre più rin-chiusa nell'individualismo e privadi momenti di valorizzazione econdivisione sociale”.

Anche se relativamente giovane(nasce infatti nel dicembre del2000) l'associazione ha continuatoa perseguire, con “la caparbietà dichi ama il proprio paese e la forzacontaminatrice di chi opera per glialtri in modo gratuito e disinteres-sato”, il miglioramento delle condi-zioni morali, culturali ed economi-che della comunità, promuovendoanche lo sviluppo della cooperazio-ne tra i giovani, momenti di coesio-ne sociale e di crescita responsabile

e sostenibile del territorio. “Non poche sono state le ostilità,

soprattutto nel dialogo con i ruoliamministrativi, e non pochi i mo-menti di demoralizzazione – conti-nua Eugenio – però negli anni il no-stro progetto ha contaminato anche ipiù restii al coinvolgimento”.

Il merito è stato proprio crederein un progetto di “libertà” del faredisinteressatamente, andare oltre ivecchi cippi stereotipati e gli inte-ressi di parte. “Una libertà che hatrovato gesto concreto in una testatagiornalistica 'free press' locale,'Paese Nostro', gestito gratuitamenteda una redazione volontaria graziealla quale si mantiene viva e si ali-menta l'opinione pubblica e lo spiri-to critico del dialogo democratico”.

Ma l'associazione non è statasolo cultura e informazione. Inpoco più di sei anni è stato realiz-zato un parco comunale per i bam-bini del paese e una villetta dedica-ta a Padre Pio, in cui molti anzianipossono ritrovarsi e “fare comuni-

tà”: “due iniziative apparentemente'normali' dove tali interventi sonorealizzati dagli organi amministra-tivi, ma eccezionali per la nostracomunità dove ancora da anni si at-tende il completamento della piaz-za centrale del paese, mancano unprogetto di ottimizzazione dellaqualità urbana, gli spazi per l'aggre-gazione giovanile, e gli anziani so-no sempre più soli e relegati ai soli-tari ambienti domestici”.

Qui si intravede il ruolo futuroche anche l'associazionismo cultu-rale può apportare nelle tante realtàa gravitazione rurale della nostraprovincia, per “concretizzare pie-namente l'advocacy del volontaria-to liminare”. Accogliere la sfida deitempi, uscire allo scoperto favoren-do momenti di confronto e di inte-razione senza rinunciare alla nostraidentità e libertà, è la vera grandesfida che si pone all'associazioni-smo culturale.

Giovanni Monteduro

L'Associazione Culturale 2000: una presenzaresponsabile nell'estremo lembo della provincia

L'associazionismo culturale: un valore sempre più importante per la collettività

Il Seme della Speranza. “A sostegno dei bisognosi”

L’associazione di volonta-riato “Il Seme della Spe-ranza” è stata creata nel

1995 da un gruppo di volontari edopera principalmente nel SudSalento. Abbiamo pensato di par-larne con la nuova presidentessa,Alessandra Marsigliante.Di cosa vi occupate principal-mente?Lottiamo per l’integrazione socia-le, per i diritti di minori, giovanied anziani. Diamo sostegno allefamiglie in molti modi: dal bancoalimentare al diritto allo studio.Abbiamo il dopo scuola per ottofamiglie. Partecipiamo inoltre amolte manifestazioni che coinvol-gono la cittadinanza. Recente-mente abbiamo collaborato all’or-ganizzazione di due serate: una adAlessano con uno spettacolo tea-trale comico con attori sordomutie un’altra a Montesardo dove sisono esibiti artisti locali e la banddi disabili “I Ladri di Carroz-zelle”. Inoltre ogni anno promuo-viamo la festa “Strada Pittando”.Ci spieghi un po’ come è organiz-zato il banco alimentare.Noi collaboriamo con la Caritas,distribuendo il cibo agli emarginatiuna volta al mese. Lavoriamo prin-cipalmente ad Alessano e Mon-tesardo, dove attualmente sono benquaranta le famiglie bisognose. E “Strada Pittando”?

È una manifestazione di stradaper bambini che si svolge da benquindici anni ad Alessano. Gliscolari delle elementari sono invi-tati a disegnare con i gessi sulcorso. I temi sono soprattutto ilrispetto dell’ambiente, la pace,l’amore, l’amicizia, tutti temi so-ciali liberamente interpretati.Progetti per il futuro?Sono già in cantiere diversi corsiserali su varie materie indirizzatia tutti, soprattutto a chi lavora enon può frequentare la scuola dimattina.“Il seme della speranza”,inoltre, è un’associazione che vaovunque e che, se c’è da fare, par-tecipa anche in rete a sostegno dibisognosi ed emarginati.

Sara Beaujeste D’Arpe

I cellulari usati? Per finanziare opere sociali

Potrebbe rendersi operativaanche nel Salento l’idea diuna campagna di solidarietà

sociale che nasconde anche una fi-nalità ambientale: riciclare cellula-ri usati per finanziare nuove strut-ture d'accoglienza.

A livello europeo, più di unapersona su quattro cambia il pro-prio telefono ogni dodici mesi,generando un'incredibile volumedi rifiuti elettronici solo in minimaparte riutilizzati. Su oltre 100 mi-lioni di telefonini venduti in Euro-pa ogni anno ne vengono riciclatisolo 2,5 milioni, con un'enormedispersione nell'ambiente di so-stanze nocive. Si tratta molto spes-so di apparecchi ancora funzio-nanti, oppure facilmente riparabi-li: allungarne la vita, trasformandoil rifiuto in risorsa economica rein-vestibile in attività sociali è l'o-biettivo della campagna “Dona-phone, il telefono solidale”, ideatasulla scorta di esperienze simili inEuropa dalla Caritas Ambrosianacon la collaborazione del Comunedi Milano, del consorzio Farsi Pros-

simo e della cooperativa socialeVestisolidale. Le parrocchie, gliuffici comunali, le biblioteche e icentri sportivi dell'hinterland mi-lanese ospitano contenitori di co-lore rosa nei quali riporre i proprivecchi telefoni che vengono poiceduti alla Prirnatech di CiniselloBalsamo, azienda specializzata inricondizionamento dei rifiuti elet-tronici, i cosiddetti Raee, a cui èstato affidato il loro riposiziona-mento e la vendita sui mercati deiPaesi in via di sviluppo. Parte deiproventi (3 euro a telefonino) ven-gono girati alla Caritas per costrui-re a Milano una nuova strutturad'accoglienza per donne con bam-bini in difficoltà. Il riscontro dell'i-niziativa è stato fino a oggi positi-vo, con una media di 6 mila ap-parecchi ogni mese e la prospetti-va di raggiungere in un anno 200mila euro. Da quest'estate è partitala seconda fase con l'obbiettivo èestendere l'esperienza a tutto il ter-ritorio regionale.

Ci proviamo anche noi ?Luigi Conte

Dalla Caritas di Milano un'idea per riciclare rifiutielettronici e promuovere solidarietà.

Alessandra Marsigliante

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Dove sta andando la nostra umanità? Dai processi per il G8 di Genova, alle nuove ondate di xenofobia e la “cac-cia ai rom”, alle leggi sull’immigrazione, all’esportazione di armi verso i paesi sconvolti da guerre civili, allatratta di esseri umani e soprattutto donne. Percorso negli orrori della usurpazione dei diritti umani, tra denuncee assordanti silenzi. Con la voce di chi ha il potere per dire, Amnesty International, la Conferenza europea diVerona, le parole e la testimonianza di don Tonino Bello.

Si è tenuta a Verona dal 3 al 7 settembre scor-si, presso il Cum (Centro Unitario per laCooperazione Missionaria) la Conferenza

europea “Liberiamo le donne dalla tratta”, orga-nizzata dall’Unione Mondiale delleOrganizzazioni Femminili Cattoliche: è un’asso-ciazione internazionale di fedeli di diritto pubbli-co riconosciuta dal Pontificio Consiglio per ilaici, che riunisce organizzazioni femminili o lacomponente femminile di associazioni e movi-menti di tutto il mondo attivi nelle chiese localicon l’obiettivo principale di promuovere la for-mazione, la presenza, la partecipazione e la corre-sponsabilità delle donne cattoliche nella Chiesa enella società. Aderiscono a questo organismocirca 100 associazioni da tutti i continenti, inEuropa sono rappresentati Spagna, Francia,Svizzera, Germania, Olanda, Lussemburgo,Danimarca, Norvegia, Finlandia, Gran Bretagna,Polonia, Lituania, Rep. Ceca, Slovacchia,Ungheria, Italia, Austria, Malta, Grecia. La Con-ferenza ha come primo obiettivo l’essere un’oc-casione di conoscenza e condivisione, stimolandoil contributo attivo di tutte le donne, guidate dalprincipio di importanza primaria dei rapportiumani. Sono stati quattro giorni di lavoro e con-fronto cui io ho partecipato in rappresentanza del-l’Arcidiocesi di Scutari in Albania, di IntegraOnlus e SeiUgl in Italia. I lavori si sono concen-trati sulla realtà della tratta in Europa e la legisla-zione vigente, la tratta nei paesi di provenienza enei paesi di sfruttamento e le cause, la dottrinasociale della Chiesa a servizio della persona

umana in Europa, l’Unione Mondiale delleOrganizzazioni Femminili Cattoliche e le sfidedell’Europa, il valore del lavorare insieme comedonne. Combattere la tratta, secondo il protocollodi Palermo vuol dire promuovere i diritti dellapersona umana, tutelare le vittime, stimolarecooperazione tra i paesi. Partendo da questi con-cetti hanno portato la propria testimonianza aVerona 16 stati europei. Un excursus dettagliatoche traccia la mappa del globo con le linee deltraffico, dall’America Latina al nord dell’Europa.

La tratta degli esseri umani, donne, uomini ominori, a scopo sessuale, lavorativo, per accatto-naggio o traffico degli organi è comunque unfenomeno raccapricciante e cruento, globale, inconstante mutamento e purtroppo in crescita negliultimi anni, un mercato al terzo posto tra i profit-ti dell’illegalità mondiale, dopo le armi e la droga.Ha colpito in particolare la presentazione dellasituazione delle donne nigeriane in Italia, espostada Esohe Aghatise, Presidente del’AssociazioneIroko onlus di Torino: il 50% delle vittime di trat-ta nel mondo sono nigeriane, subiscono non solola violenza fisica, ma anche una tremenda pres-sione psicologica.

Prima della partenza le “maman” sottopongo-no le ragazze a riti particolari detti “sciu sciu”,con cui prelevano loro frammenti di pelle, unghie,capelli e le obbligano ad ingerire liquidi facendogiurare la restituzione del debito fatto per il viag-gio in Italia. In questo modo non è necessario perloro il controllo sulla strada, loro stesse si auto-controllano convinte delle conseguenze fatali dei

riti, in caso di una loro ribellione, sui familiari osui figli che hanno lasciato in Nigeria. L’art. 18della legge 40 del ‘98, rende l’Italia un paese age-volato per la lotta alla tratta e la difesa delle vitti-me perché – unica l’Italia insieme agli Usa – con-cede alle vittime il permesso di soggiorno per seimesi per motivi umanitari, che potrà essere con-vertito in permesso di lavoro o di studio, indipen-dentemente dal fatto che le ragazze denuncino omeno i loro sfruttatori.

La tratta cresce perchè in occidente c’è unaforte domanda da parte dei clienti, ci sarà semprefinchè ci saranno i clienti. Viviamo in una societàin crisi di valori e punti di riferimento. Che biso-gna fare? Dove andrà l’Europa? La Conferenzaha adottato un documento finale indirizzato alParlamento Europeo, ai diversi Governi e alleistituzioni sociali ed ecclesiali. La complessità ela transnazionalità del fenomeno richiede unimpegno politico concordato a livello europeo intermini di protezione sociale, repressione ed azio-ne giudiziaria. Nessuna azione potrà avere suc-cesso se non coinvolgerà insieme i paesi di origi-ne, di transito e di destinazione e se non si giun-gerà ad un forte coordinamento delle indagini nel-l’ambito dei singoli stati da cui provengono igruppi criminali. E ciò sarà possibile solo con unoscambio di notizie che consenta ai diversi paesieuropei di avere visione, metodo e piani comuniper sconfiggere questa gravissima piaga.

Klodiana ÇukaPresidente Integra Onlus

Dirigente Nazionale Sei Ugl

La schiavitù delle donne nel nostro tempo. Dove va l’Europa?La Conferenza europea di Verona ha fatto il punto sulle strategie di contrasto della tratta.

Occorre un impegno politico in termini di protezione sociale, repressione, azione giudiziaria

DOSSIER

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Sulle tracce di don Tonino Bello, dell’eccezionale esperienza divita, di uomo e di cristiano per mettere al centro del dibattitoun tema scomodo che negli ultimi tempi ha suscitato polemi-

che e schieramenti di parte: la tutela delle vite umane, ovunque essesiano, qualsiasi colore abbiano, qualsiasi nazionalità o provenienzageografica. Attorno a questo focus si è sviluppato l’incontro-dibatti-to ad Alessano, città natale del monsignore, giovedì 28 agosto, orga-nizzato dall'emittente radiofonica Mondoradio in collaborazione conla Consulta Diritti civili del Centro servizi volontariato Salento. Unaserata gremita di gente e di partecipazione sentita che si è avviata conla messa in onda, su uno schermo gigante, della lezione tenuta da donTonino ad Assisi, nel dicembre del 1992, poco prima che la malattialo costringesse all’immobilità. Un pubblico composto, stretto attornoa un’immagine e una voce familiari, di un’attualità che farebbe pen-sare alla profezia.

Molte le voci che si sono susseguite nel corso della serata. Dalpresidente del CSV Salento Luigi Russo, a Marcello Bello, fratello diDon Tonino, Giancarlo Piccinni, vice presidente Fondazione DonTonino Bello, monsignor Vito De Grisantis,Vescovo di Ugento-SantaMaria di Leuca, Don Tonio Dell'Olio, già segretario nazionale di PaxChristi, Luigi Nicolardi, Sindaco di Alessano.

Il valore religioso di don Tonino, quel valore che supera le bar-riere e i tempi e arriva con tutta la sua urgenza e immediatezza oggitra noi, è stato il tema approfondito dal vescovo monsignor Vito DeGrisantis. Quel cristianesimo adulto di cui don Tonino è stato testi-mone d’eccellenza, gli fa eco Luigi Russo “che trova una dimensio-ne di impegno per il bene comune, che è volto di Cristo nelle piaghedi chi soffre, perché soffre di marginalità, di esclusione, di non rico-noscimento della propria identità”. Ed è proprio alla scoperta delvolto di Cristo e dell’uomo in don Tonino che si rifà don TonioDell’Olio, come criterio per evangelizzare e per costruire la pace e lagiustizia, “perché non vi è alcuna differenza tra Natascia che ci aiutanella gestione domestica e a cui non sapremmo mai rinunciare, e ilragazzo beccato a rovistare nei rifiuti, perché ha fame e che per ilfatto di aver fame commette un reato e deve essere bloccato e rim-patriato”. La giustizia non si costruisce a beneficio di alcuni e adanno di molti, l’unica dimensione della giustizia possibile è insom-ma quella della totalità che nulla esclude.

“Continuare negli insegnamenti di don Tonino, tradurli nelle pras-si della quotidianità, sono gli obiettivi principali della Fondazione,costruendo percorsi culturali per tutti” spiega Giancarlo Piccinni ancheintercettando il volontariato, quello autentico di cui ci lascia traccia lostesso don Tonino. “Il volontariato è generatore di coscienza critica,fattore di cambiamento della realtà, più che titolare di un assistenziali-smo inerte” sono le parole di don Tonino con cui il fratello MarcelloBello, nella commozione dei presenti, chiude la serata.

Vergogne d’Italia: il rapporto2008 di Amnesty International

Dalla parte della giustizia

Sotto accusa le nuove ondate di xenofobia e discriminazione, l'enfasi sulla questione sicurezza

Sono passati sessant’anni dallaDichiarazione universale deidiritti dell’uomo, imperiosa

affermazione di un’umanità che al-l’indomani della Seconda GuerraMondiale voleva voltare pagina edire “mai più” alle violenze. Ep-pure quella che nel 1948 apparivacome l’embrione di una nuova co-scienza collettiva, con le sue pro-messe di uguaglianza e giustizia,oggi appare niente più che un pro-clama senza senso in moltissimipaesi dove continuano applicazioniindiscriminate della pena di morte,abusi, violenze, violazioni di dirittisu vasta scala.

In questo storico anniversario,presentando il rapporto 2008, Am-nesty International rileva che la tor-tura è ancora presente in almeno 61paesi, processi iniqui si celebranoin almeno 54 stati mentre in 77 nonè consentita la libera espressionedelle proprie idee. La violazionedei diritti dell’uomo secondo l’or-ganizzazione continua ad essere,dunque, moneta corrente in granparte del pianeta e anzi si è aggra-vata in Europa, a causa di normeche mirano a limitare l’immigrazio-ne e a portare avanti la “guerra alterrorismo”.

Ma non serve andare lontano.Sotto accusa la stessa Italia: e sonoun album degli orrori, un duroattacco alle nostre coscienze, le pa-gine del Rapporto dedicate al no-stro paese. I processi per il G8 diGenova, i casi di rendition nellalotta al terrorismo, le nuove ondatedi xenofobia e la “caccia ai rom”, leleggi sull’immigrazione, l’esporta-zione di armi verso i paesi sconvol-ti da guerre civili.

Vergogna d’Italia, quello cheun tempo era definito il Bel Paeseora si sta trasformando in un “paesepericoloso” agli occhi degli osser-vatori internazionali, scosso daondate di intolleranza veicolate estrumentalizzate da una “politicadella paura” e da “risposte demago-giche alle tematiche dell’Immi-grazione” messe in atto dalla classepolitica, come sottolineato nel 2007dall’Alto Commissariato delle Na-zioni Unite per i rifugiati (Unhcr).

Le pagine sulla discriminazionee la xenofobia sono, di fatto, quellemaggiormente legate alla cronacadi questi giorni e ai toni dell’ultimacampagna elettorale che si è in gran

parte giocata sulla “questione sicu-rezza”, sulla creazione e manipola-zione di paure e tendenze xenofobeda parte di politica e media. Ma ilrapporto parte da qualche meseprima, risalendo al fatto di cronacache diede inizio alla questione ru-mena: l’omicidio di Giovanna Reg-giani il 31 ottobre 2007 del quale èstato accusato un cittadino di que-sta nazionalità. In quell’occasionerappresentanti istituzionali e politi-ci di diverso orientamento hannoinvocato il pugno di ferro su mi-gliaia di persone che nulla avevanoa che fare con la vittima, trasfor-mando la violenza su una donna inuna “testa d’ariete” per sfondare laparete del pudore, dell’equilibrioistituzionale, del rispetto dei dirittiumani e aprire la strada alla discri-minazione e all’erosione dei diritti.Inizia così la campagna mediaticasulla sicurezza e contro i rumeni,accompagnata da numerosi casi diattacchi a campi rom, e si moltipli-cano le grida d’allarme delle tanteorganizzazioni internazionali chehanno manifestato la loro preoccu-pazione per la creazione di una re-torica anti-rom e anti-immigrati nelnostro paese.

In linea con questa escalationdell’intolleranza, ultimo episodiodi uno scriteriato allineamento del-la politica sulle posizioni della dis-criminazione, nel corso del primoConsiglio dei Ministri, il 21 maggioscorso a Napoli, è stato approvatoun insieme di modifiche e propostenormative che prevedono pesantirestrizioni e nuove figure di reatoche colpiscono soprattutto gli im-migrati. Tra l’altro il cosiddetto“pacchetto sicurezza” contiene undecreto legge che rende circostanzaaggravante di qualsiasi reato il fattodi essere stato commesso da unimmigrato irregolare e un disegnodi legge che propone di considerarereato l’ingresso e il soggiorno irre-golare in Italia. Amnesty Interna-tional, insieme a molte altre ongitaliane e internazionali, ha espres-so allarme per la riforma normati-va, accompagnata da diverse di-chiarazioni in linea con la segnala-ta tendenza a stigmatizzare interigruppi di persone, in particolare irom e i migranti irregolari. E concampagne come queste si può starcerti che il pregiudizio aumenterà.

Daria Caione

Un incontro dibattito su don Tonino organizzato dallaconsulta diritti civili CSV Salento, sui temi scottanti eattuali dei suoi insegnamenti al centro di una manifesta-zione che si è svolta ad Alessano il 28 agosto scorso.

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Settembre 2008 10

Maestro unico? No grazie!Questa sembra essere laposizione delle diverse

agenzie educative e delle associa-zioni di volontariato che si occupa-no di infanzia. Il coro polemico e diforte disappunto sulla "riforma" delministro dell'Istruzione, Maria Stel-la Gelmini, e la novità inserita inexstremis del ritorno al maestrounico, sembra non acquietarsineanche di fronte alle più roseeaspettative "nell'ambito degli obiet-tivi di contenimento" della spesapubblica. Le apparenti motivazionidi ordine pedagogico espresse dalministro, in base alle quali la figuraunica "risponde a una scelta peda-gogica precisa: il fatto per il bambi-no di avere un unico punto di riferi-mento, in continuità con la figuramaterna”, appaiono discutibili. Lapolemica trova un attimo di treguanelle parole del Presidente Luigi

Donateo dell’Associazione “Grup-po genitori insieme” di Parabita(Le) che a partire dalla sua espe-rienza come padre e come volonta-rio nell’area infanzia, ritiene che“per bambini cosi piccoli è impor-tante avere una figura di riferimen-to unica che in qualche misura con-tinui l’attività di crescita del picco-lo come farebbe una madre o unpadre….”.

Le diverse agenzie educative eil mondo del volontariato non sem-brano, però, condividere pienamen-te questa posizione o, meglio, nedenunciano l’inadeguatezza. Fran-cesca De Donno, dirigente dellascuola Primaria "V. M. Maselli" diCutrofiano (Le) ritiene che “le isti-tuzioni scolastiche costituirannoclassi affidate ad un unico inse-gnante e funzionanti con venti-quattro ore settimanali diversamen-te dal modulo attuale 'base' di 27

ore” . La manovra, quindi, non hanessuna motivazione di ordinepedagogico, non rappresenta unnostalgico ritorno della figura unicané tantomeno si potrebbe pensaread un intervento in funzione del-l’interesse superiore del minore. Lanostra scuola primaria, come dimo-strano i dati Ocse-Pisa, è di altissi-mo livello, seconda in Europa, otta-va nel mondo, rappresenta il fioreall'occhiello del nostro sistema edu-cativo, e viene sacrificata dunquesull'altare dei tagli di Tremonti. Acontestare questa scelta anche ilSir, l’agenzia dei vescovi, che nonha dubbi: ripristinarlo è un errore,soprattutto dopo che la scuola ita-liana negli ultimi anni, con buonirisultati, aveva puntato sull'èquipedi maestri.

Don Francesco dell’associazio-ne Fra Cristoforo di Copertino sot-tolinea: “La reintroduzione del

maestro unico rischia di vanificarel’impegno che negli ultimi anni havisto nascere equipe di professioni-sti impegnati ad articolare e specia-lizzare i saperi in una pluralità diinterventi”.

Passata la romantica evasione diun tuffo nostalgico al passato, non sipossono non rispettare i cambiamen-ti sociali e culturali di cui le stessefamiglie sono il riflesso. Tornare allafigura unica può compromettere ilprocesso di identificazione con l’a-dulto di riferimento perché investiredi tale portata educativa un unicomaestro riduce la pluralità degliesempi educativi con cui identificar-si...E se poi questa unica figura nonfosse adeguata?

Agata FrisennaPsicologa-Consulente Consulta

Infanzia e AdolescenzaCSV Salento

Ritorno al maestro unico: le nuove sfide della scuola

Numerose proteste si stanno solle-vando in questi giorni nel paese,dal Nord al Sud, a causa del piano

di riequilibrio degli organici degli inse-gnanti di sostegno. Da una parte a livellonazionale aumenta il numero complessivodegli insegnanti di sostegno ma dall’altravengono “tagliati” posti dove il rapportotra insegnanti e alunni disabili è più alto diquello previsto dalla finanziaria 2008, enello stesso tempo vengono ridotti i servi-zi comunali agli alunni disabili a causa deltaglio dell’Ici. A livello nazionale il nume-ro degli insegnanti di sostegno dovrebbecrescere e arrivare per l’anno scolasticoche sta per cominciare a 93 mila su untotale di circa 180 mila alunni.

Ma se in alcune zone il numero di in-segnanti di sostegno sarà confermato eperfino incrementato, in altre (come alSud) ci sarà una drastica riduzione che èstata già fonte di proteste. In Sardegna edin Sicilia, passando per la Campania, mol-ti insegnanti di sostegno sono stati sposta-ti nell’organico degli insegnanti comuni, equesta situazione sta generando il giustoallarme delle famiglie. Il ministero asse-gna i posti a livello nazionale alle singoleregioni che poi devono organizzare i sin-goli plessi scolastici.

Secondo Salvatore Nocera, vicepresi-

dente della Fish (Federazione Italiana peril Superamento dell’Handicap), “a livellonazionale non ci sono tagli, anzi c'è l'e-missione in ruolo di 10mila insegnanti”.

La Finanziaria 2008 infatti prevedeche ci sia un posto di insegnante di soste-gno ogni due studenti, in media. Ciò valeper ogni provincia, ma di fatto al Nord c'èun posto di sostegno ogni tre studenti, alSud un posto ogni 1,5: al Sud i posti devo-no essere tagliati e mandati al Nord. Unasituazione destinata a creare problemi,anche perché “al Nord ci sono miglioricondizioni, seppur con meno insegnanti,perché ci sono più servizi e collaborano glienti locali. E' stato fissato un tetto dinumero di alunni, per le classi con disabi-li, proprio per permettere un rapporto pro-ficuo con tutti gli insegnanti: 20 alunniquando in classe c'è un disabile, 25 quan-do ce ne sono due. Inoltre nella prassinelle scuole sono presenti circa il 20% dialunni con difficoltà di apprendimentonon riconducibili alla disabilità e quindinon certificabili, che comunque necessita-no di risorse supplementari. E' necessariotrovare risorse finanziarie e umane ancheper questi problemi, pena il collasso dellaqualità dell'integrazione e di tutto il siste-ma dell'istruzione”.

Donato Melcarne

Integrazione scolastica: Squilibri tra Nord e Sud dell'Italia

Dalla Provincia supportosocio-pedagogico

per gli studenti sordiMolte le criticità nel piano di riequilibrio degli organicidegli insegnanti di sostegno per gli alunni disabili Sarà attivo anche durante questo l'anno scolastico

appena avviato il servizio di attività extrascolasti-che di supporto socio-pedagogico in favore di stu-

denti sordi, promosso dalla Provincia di Lecce. In con-creto dal prossimo 15 ottobre fino al 31 maggio 2009 laProvincia comparteciperà alla spesa che le famigliesosterranno per tale servizio, fino a un massimo di 450euro mensili. Il servizio, che rientra in un insieme diinterventi integrati e funzionali a far emergere potenziali-tà e capacità psico-attitudinali dei ragazzi sordi, persegueproprio l'obiettivo di promuovere l’autodeterminazionedei bambini e ragazzi che vivono questa disabilità, favo-rendone lo sviluppo adeguato della personalità e, soprat-tutto, l’inclusione sociale. Ad espletare il servizio sarà unoperatore-educatore che verrà individuato d’intesa con ilServizio sociale professionale dell’ente e che non dovràavere alcun rapporto di parentela o legame affettivosignificativo con la famiglia. Gli operatori saranno quin-di scelti da una short list, che sarà realizzata attraverso unapposito avviso pubblico messo a disposizione del-l’Ufficio e delle famiglie. Nella prospettiva di costituirela short list possono presentare la propria candidaturacoloro che possiedono un diploma di Istituto Magistraleo Liceo Pedagogico, per quanto riguarda i bambini fre-quentanti dal nido alle scuole elementari, e laurea trien-nale o specialistica in Pedagogia o affine per quantoriguarda i ragazzi delle scuole medie inferiori e superio-ri. Le attività di supporto socio-pedagogico sono previsteinfatti in favore di ragazzi sordi che frequentano le scuo-le pubbliche di ogni ordine e grado, dal nido alle supe-riori. Nel caso in cui uno studente si esprima solo attra-verso la lingua italiana dei segni, per chi voglia presenta-re la propria candidatura come operatore sarà necessariol'attestato Lis di assistente alla comunicazione.

SM

La nuova riforma scolastica prevede l’abolizione dal 2009 dei tre maestri. Tra un coro di polemiche.

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Settembre 2008 11

Costituire nelle carceri unvero e proprio presidioospedaliero: è quanto ri-

guarderà anche il penitenziarioleccese di Borgo San Nicola sullabase del decreto dell’aprile scorsocon cui il Governo, secondo quan-to previsto dalla finanziaria 2007,stabilisce il passaggio di gestionedell’assistenza sanitaria dal Mini-stero della Giustizia alle Asl. Unpassaggio che, previsto inizial-mente per settembre, dovrebbescattare dal 1° ottobre. Alla basec’è il principio che prevede (D.lgs2229 del’99) il diritto dei detenutialle cure sanitarie al pari di ognialtro individuo, e che, data la par-ticolarità dell’ambito penitenzia-rio, richiede per essere concretiz-zato determinati requisiti, regole,criteri a cui attenersi.

“Ancora prima del decreto diaprile la direzione del carcere diLecce ha preso contatti con la Aslper evidenziare problematiche – af-ferma Franco Sanapo, direttoresanitario della Asl di Lecce –. Lequestioni riguardavano in particola-re l’assistenza psichiatrica, con lanecessità di costituire un’appositaunità penitenziaria composta da psi-chiatra, psicologo e assistente so-ciale, e l’area della tossicodipen-denza, a cui abbiamo risposto in-viando uno dei nostri medici”.Emanato il decreto di aprile, si è co-stituito a Lecce un tavolo tecnicoche deve riferire alla Regione Pu-glia sul fronte dei locali, delle at-trezzature sanitarie e del personale.

“I locali dove si eroga l’assi-stenza penitenziaria devono averedeterminati requisiti – continuaSanapo –, allo stesso modo devo-no essere verificate le attrezzature,e c’è la questione del personaleche con la nuova gestione dovràessere preso in carico dall’aziendasanitaria. Va detto che nelle pub-bliche amministrazioni tra sanità egiustizia ci sono contratti e inqua-dramenti molto diversi, e con ilpassaggio alla Asl scattano incom-patibilità tra il lavoro in carcere equello in ospedale che vannoaffrontate proprio nella logica dicreare in carcere un presidio ospe-daliero, che avrà quindi un propriodirettore sanitario.

Questo vuol dire che chiara-mente se c’è necessità di un’assi-stenza ospedaliera il detenutodeve essere portato in ospedale,

ma il presidio comunque dovràessere organizzato per garantire lecure primarie – penso a medicinagenerale, specialistica, assistenzafarmaceutica e protesica - l’assi-stenza psichiatrica e quella per farfronte alla tossicodipendenza, undipartimento per la prevenzione eper le vaccinazioni”. Timori diuno scadimento del servizio legatoproprio alla difficoltà di gestione,logistica e finanziaria, del passag-gio alla sanità pubblica li haespressi il Sappe (Sindacato auto-nomo polizia penitenziaria). “Ilsistema penitenziario ha un suomodo di funzionare che chiama incausa anche la sicurezza – sottoli-nea Federico Pilagatti, segretarioregionale Sappe – con questo pas-saggio di gestione si creanoincompatibilità per cui medici einfermieri, diventando dipendentiAsl, dovranno scegliere necessa-riamente tra operare in ospedale oin carcere. Questo comporterebbeil rischio di una forte carenza dipersonale in carcere a partire dal1° ottobre, con perdita di compe-tenze e professionalità, e questo asua volta potrà creare tensioni edisordini tra i detenuti, ad oggicirca 1200 persone”. Tra loro sonomolti i casi di tossicodipendenza,alcolismo, malattie croniche, pato-logie psichiatriche, e il sovraffol-lamento non fa che aggravare lesituazioni. Non sono lontani pur-troppo, nelle carceri italiane, inumeri del 2006, che portarono ilGoverno a varare il provvedimen-to di indulto.

“Non si può pensare ad un pre-sidio ospedaliero in carcere comead un qualunque altro ospedale –precisa Pilagatti – il carcere è unastruttura particolare, con moltecomplessità e problematiche dadover gestire. Probabilmente sa-rebbe utile far slittare ancora,

dopo il 1° ottobre, l’entrata invigore della nuova gestione, e nelfrattempo pensare ad una specificaformazione di personale nell’otti-

ca del lavoro in carcere, con lecaratteristiche e le peculiarità checomporta”.

Sara Mannocci

Creare presìdi ospedalieri per tutelare il diritto alla saluteDelicato il passaggio di gestione dalla sanità penitenziaria a quella pubblica

Continua l'agitazione in Pu-glia per la delibera regiona-le n° 1170 del 1 luglio 2008

che pone le basi per una pericolosaderiva verso una privatizzazioneselvaggia della riabilitazione psi-chiatrica e soprattutto che rischiadi trasformare la riabilitazione inmera contenzione.

L'argomento è stato trattato neldossier nel numero precedente delmensile Volontariato Salento.

Nella provincia di Lecce, pereffetto di alcune more contenutenella delibera, si era determinata lasospensione improvvisa delle atti-vità riabilitative offerte dai CentriDiurni di riabilitazione psicosocia-le di Lequile, Campi Salentina eStrudà.

Il fronte di protesta salentinonei giorni successivi alla deliberasi è mosso con manifestazionipresso il Dipartimento di SaluteMentale della Provincia e la Di-rezione Generale dell'ASL otte-nendo l'attenzione dei media e didiversi rappresentanti politici edinfine un incontro con l'Assessorealla Sanità della Regione Puglia,Alberto Tedesco, avvenuto a mar-gine dell'appuntamento per la pre-sentazione del piano regionaledella salute.

Al momento attuale si è riusci-ti ad ottenere la riapertura dei cen-tri diurni con una proroga trime-strale agli operatori e l'impegno

allo studio di soluzioni di piùampio respiro.

Muro contro muro invece fragiunta regionale e movimento diprotesta per la modifica della deli-bera che istituisce il cosiddetto“vuoto per pieno”. La giunta sidimostra poco disposta all'acco-glienza delle richieste di emenda-mento proposte dal coordinamentodelle famiglie, delle associazioni edelle parti sociali coinvolte nellavicenda.

In un incontro del 4 settembre,svoltosi nella sede della presidenzaregionale, il gruppo di rappresen-tanza del coordinamento è riuscitoa discutere con il dirigente di setto-re dott. Longo, intervenuto in vecedegli attesi presidente Vendola eassessore Tedesco, la ragione delleproposte di emendamento di variarticoli della delibera ed in manie-ra particolare degli articoli 7 e 9che concernono i finanziamenti egli accreditamenti delle struttureprivate di riabilitazione e il concet-to stesso di riabilitazione. Tuttavianonostante il dichiarato impegnoalla valutazione di tali emenda-menti, la posizione predominanteda parte della Regione è quella didifesa dell'impianto concettualedella delibera. Si profila quindi unanuova stagione di proteste e mani-festazioni.

Luca Spagnolo

Salute Mentale in Puglia: la delibera non si tocca!

Ottenuta la riapertura dei Centri diurni, ma si profila una stagione di proteste

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Settembre 2008 12DALLA REGIONE PUGLIA

Che ci sia carenza di infra-strutture sociali pare che asaperlo siano non solo i

cittadini pugliesi ma anche le isti-tuzioni. Infatti ben 12 milioni dieuro provenienti dall'asse III delPO FESR 2007-2013 saranno de-stinati, attraverso un avviso pub-blico, proprio alla realizzazione distrutture e interventi innovativi.L'avviso è volto a favorire la rea-lizzazione su tutto il territorio re-gionale di una rete di strutturesocioassistenziali o sociosanitariee un sistema di interventi, che ab-biano carattere innovativo e speri-mentale. L'obiettivo è quello diaccrescere la dotazione di infra-strutture sociali e l'offerta di quali-tà sul territorio regionale. Desti-natari dell'avviso i comuni puglie-si, in forma singola o associata, gliorganismi di diritto pubblico, leIpab, le imprese no profit, le coo-perative sociali e i consorzi, maanche le organizzazioni di volon-tariato e di promozione sociale, glienti ecclesiastici, le fondazioni egli altri soggetti privati aventicaratteristiche di piccola e mediaimpresa.

Tre le linee di finanziamentopreviste. La prima riguarda ristrut-turazioni e/o adeguamenti funzio-nali di strutture e di servizi già au-torizzati al funzionamento, laseconda linea riguarda la realizza-zione di nuove strutture sociali,socioeducative e sociosanitarie, laterza linea è per iniziative e inter-venti di carattere sperimentale,che mutuino buone pratiche edesperienze innovative già realiz-zate in altri contesti regionali.Questa ultima è la linea di finan-

ziamento a cui possono accederele organizzazioni di volontariato,anche attraverso associazioni tem-poranee di scopo con altri sogget-ti privati.

Tra gli obiettivi di questa lineala promozione dell'esigibilità deidiritti sociali dei soggetti svantag-giati e dei loro nuclei familiari; ilmiglioramento della conoscenzadel sistema dei bisogni e del siste-ma di offerta dei servizi sociali esociosanitari; la promozione del-l'inclusione sociale e sociolavora-tiva rivolta prioritariamente aidiversamente abili, alle donne solecon figli, o vittime di abuso, vio-lenza e tratta, minori e giovani chevivono in situazione fortemente arischio di devianza, immigrati eneocomunitari, persone in condi-zione di povertà estrema, personesottoposte a misure restrittivedella libertà personale ovvero amisure alternative alla pena.

L'avviso, che porta la scadenzaprorogata al 10 ottobre 2008, indi-vidua anche le aree prioritarie diintervento. Tra queste, gli anzianie la non autosufficienza, la disabi-lità, abuso e maltrattamento, acco-glienza immigrati, disagio e de-vianza minorile.

Per la terza linea sono concedi-bili risorse fino ad un massimo di500 mila euro per i soggetti pubbli-ci e di 200 mila per quelli privatisenza alcun cofinanziamento.

L'avviso è scaricabile on linedal sito della Regione Puglia all'in-dirizzo www.regione.puglia.it nel-l’area riservata a Puglia Sociale,nella sezione avvisi pubblici inscadenza.

Serenella Pascali

In Puglia si pensa allenuove strutture sociali

Si tratta di un bando dell’assessorato regionale allasolidarietà sociale per 12 milioni di euro complessivi.Coinvolte anche le associazioni di volontariato.

La parte sociale della Fiera del Levante

Il 16 settembre un Forum dedicato alle politiche di genere. Ad organiz-zarlo, i due assessorati regionali alla solidarietà e al lavoro, con la Reteregionale delle Consigliere di Parità, i Comitati e le Commissioni PariOpportunità. “Unirsi per contare” è lo slogan attorno al quale verrannopresentati i temi più importanti del settore: dagli organismi di parità inItalia e in Europa, ai piani di azioni positive del programma obiettivo2008 della L. 125, ai piani dei tempi e degli orari e i patti sociali di gene-re previsti dalla legge regionale 7 del 2007, alla presentazione dellebuone prassi da parte dei comitati. Il Forum che si svolgerà presso ilpadiglione convegni sala 152 della Fiera del Levante a Bari a partiredalle ore 11 per concludersi nel pomeriggio alle 16.30.

Che cos’è e dove va il volontariato in Puglia? Le organizzazioni regio-nali che si occupano del volontariato, Osservatorio regionale delVolontariato, CSV, Co.Ge. e OdV per la prima volta insieme il 18 set-tembre 2008 dalle ore 10 alle ore 14 presso la Sala Convegni delPadiglione 152 della Fiera del Levante, si incontrano per aprire nuoviscenari di protagonismo e costruire la nuova Puglia sociale, più equa epartecipativa, garante dei diritti di tutti. Partecipano: Nicola Marzanodell’Osservatorio regionale del volontariato; Luigi Russo presidente delCoordinamento Regionale dei Centri di; Anna Maria Semitaio dell’isti-tuendo Comitato di Gestione. Grande spazio sarà lasciato al dibattito perfavorire l’interlocuzione con le associazioni di volontariato della Puglia.Conclude i lavori l’assessore alla solidarietà sociale Elena Gentile.

Sempre il 18 settembre nel pomeriggio a partire dalle ore 15.00 presso laSala Convegni del Padiglione 152 della Fiera del Levante si affaccia lavetrina sull’Osservatorio Sociale Regionale che presenta i risultati delprimo anno di attività. Presenti gli assessori provinciali e i maggioriesperti dell’osservatorio regionale.

S.P.

16 e 18 settembre due giornate interamente dedicate al sociale

Trasporto scolastico disabili: nuove soluzioniUna circolare dell’assessorato regionale alla solidarietà

sociale supera i dubbi sulle interpretazioni di competenze e fornisce suggerimenti e opportunità

Non si è fatta attendere larisposta della regione dopola paventata minaccia di

lasciare a casa i ragazzi disabili per-ché le province non assicurano più iltrasporto scolastico verso gli istitutisuperiori. Attualmente in Puglia iltrasporto scolastico verso gli istitutisuperiori viene garantito con modali-tà disomogenee sul territorio regio-nale: in alcuni casi è un serviziogarantito dall'amministrazione pro-vinciale, in altri casi è assicurato daicomuni, in altri ancora tramite unacollaborazione tra comuni e provin-cia; in ultimo, lo stesso servizio inalcune aree risulta disomogeneo odiscontinuo. A prevalere in questomomento è la situazione nella qualeil Comune si fa carico di assicurare iltrasporto degli alunni disabili fre-quentanti le scuole medie superiori,quasi sempre direttamente erogandoil servizio, oppure assicurando uncontributo economico alla famiglia,compensativo rispetto all’assenzadel servizio.

Per mettere fine alla disomoge-nità di erogazione del servizio e

anche per bloccare la minaccia diun'assenza totale del servizio, laregione Puglia annuncia l'imminen-za di una nuova legge.

Nel frattempo, per far sì che ilservizio venga garantito e per noncreare alibi a nessuno, la regione haemanato una circolare di indirizzosul trasporto dei ragazzi disabili fre-quentanti le scuole superiori. La cir-colare informa i comuni e gli ambititerritoriali pugliesi che è possibileutilizzare, per l'anno scolastico 2008– 2009 una parte delle risorse riser-vate all'area disabilità nei pianisociali di zona. È possibile ancheattivare progetti a carattere provin-ciale, sovrambito, coordinati dallaprovincia competente, a cui ciascunambito territoriale compartecipafinanziariamente per la realizzazionedel servizio. Nel nostro territorio, lamaggior parte degli ambiti territoria-li ha aderito al progetto sovrambitodella Provincia di Lecce e tra pochigiorni il servizio dovrebbe essere giàattivo.

S.P.

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Settembre 2008 13

Qual'è il problema di fondoche la ricerca ha cercato diportare alla luce? Lo

abbiamo chiesto a Serenella Mo-lendini, Consigliera di parità re-gionale e della Provincia di Lecce. Dott.sa Molendini, lei ha sottoli-neato che l'area presa in consi-derazione nell'indagine è carat-terizzata da disoccupazione eanche da un forte tasso di mobi-lità delle donne nel mercato dellavoro. Qual'è la ragione di fon-do, e in che modo la ricerca hacercato di focalizzarla?Il punto centrale era indagare lepolitiche di conciliazione, chenella nostra Regione sono partitesolo da circa due anni, con lalegge 19 sull'integrazione dei ser-vizi sociosanitari e la numero 7del 2007. Così si è centrata l'atten-zione sull'importanza di struttureper l'infanzia e per gli anziani edelle politiche di solidarietà. Illavoro di cura nei confronti deifamiliari è infatti quello che si po-ne sempre a carico delle donne. Com'è la situazione sul fronte diqueste strutture e servizi persupportare il lavoro di curadelle donne?Per quanto riguarda le struttureper l'infanzia, la percentuale dicopertura per la fascia 0-3 anni

arriva appena all'1,7%, un livellolontanissimo rispetto al 33% ri-chiesto dagli obiettivi di Lisbona,anche considerando il 22% a cui siattesta l'Emilia Romagna e la me-dia italiana pari a circa il 9%. Bi-sogna aggiungere che c'è un fortetasso di dimissioni dal lavoro do-po la maternità, e che nelle coppiecon figli il tasso di occupazionefemminile si dimezza. Occorrequindi agire sul piano legislativo,sul fronte regionale, e anche conazioni concrete come Consiglieradi parità. In che modo quindi si potrebbe-ro concretizzare gli interventi?Certamente occorre che siano au-mentate le strutture per l'infanzia,gli anziani e la disabilità. E unaltro elemento importante riguar-da l'organizzazione del lavoro,cercando di contrastare la rigiditàdegli orari.Andando quindi verso la flessi-bilità?Una flessibilità che chiaramentenon significhi precarietà, ma chevoglia dire riuscire ad organizzaree modulare il lavoro a secondadelle proprie esigenze. Quali sono gli elementi essenzia-li emersi dalle interviste alledonne?Ci ha sorpreso molto che nel

momento in cui abbiamo chiestocosa ostacola il lavoro, cosa sipotrebbe fare per promuovere laconciliazione, tra le risposte èemerso anche il non porsi il pro-blema, esprimendo la volontà dirimanere a casa ed accudire i figli.In alcuni casi cioè sembra manca-re la consapevolezza di poter con-ciliare tra più esigenze, e vieneposto molto in primo piano ilruolo della donna solo comemadre. E qual'è allora in questi casi iltipo di risposta?

Occorre certamente lavorare sulpiano culturale, contro alcuni ste-reotipi che persistono. E pensareanche che dovrebbe essere remu-nerato il lavoro di cura delle don-ne che rimangono a casa. Va sotto-lineato inoltre che dalle donneemerge anche la denuncia dei costielevati dei servizi, un aspetto sucui si dovrebbe intervenire. Leazioni quindi deve procedere sutre piani, quello culturale, delpotenziamento delle strutture edella riorganizzazione del lavoro.

Sara Mannocci

Quali i fabbisogni, le criticità, le esi-genze delle donne nel mercato dellavoro nell'area del medio e basso

Salento? Una risposta cerca di fornirla laricerca condotta nell’ambito del progetto“Salento Donna”, sostenuto dal Fondosociale europeo, dal Ministero del Lavoroe delle Politiche sociali e dalla RegionePuglia, e che ha come soggetto attuatoreChromakey Group. Un dato di fondo è chenella provincia di Lecce la differenza tra iltasso di occupazione maschile e quellofemminile nel 2007 si attesta intorno aicirca 29 punti percentuali, le donne quindioccupano una posizione di debolezza nelmercato del lavoro salentino.

Per cercare di analizzare le ragioni diquesta debolezza, dunque, l'indagine ha rea-

lizzato una mappatura dei servizi a sostegnodelle donne esistenti sul territorio, un'analisiqualitativa dei bisogni delle donne che lavo-rano, soprattutto sul fronte della conciliazio-ne tra vita familiare e vita professionale.

Il territorio considerato è composto da68 comuni del medio e basso Salento, conuna notevole presenza di piccole e medieimprese del settore manifatturiero, agrico-lo e del terziario. La scelta di concentrarel’attenzione su quest’area è stata guidataproprio dalla natura della struttura econo-mica e produttiva che la contraddistingue:i settori industriali più importanti per l’e-conomia del territorio salentino leccesesono infatti quelli in cui tradizionalmentela componente femminile è più presente.

S.M.

Donne e lavoro, le sfide della conciliazioneUna ricerca condotta nell'ambito del progetto Salento Donna indaga su bisogni,

servizi, strutture nell'area del medio e basso Salento

“Gli strumenti? Agire sul fronte culturale,potenziare i servizi, riorganizzare il lavoro”

Intervista a Serenella Molendini, Consigliera di parità della Regione Puglia e della Provincia di Lecce

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Tutti insieme...“Differentemente”Riduzione rifiuti e raccolta differenziata. Bilancio positivo per le azioni di sensibilizzazione

sulle spiagge attivate dal Laboratorio di Educazione Ambientale. Da ottobre le iniziative nelle scuole

Settembre 2008 14

Sei tappe sulle spiagge salentine ecirca cento persone per ogniappuntamento, tra adulti e bambi-

ni: è positivo il bilancio della campagnaestiva di informazione e sensibilizza-zione in tema di riduzione della produ-zione di rifiuti e incremento della rac-colta differenziata nell'ambito del pro-getto “Differentemente”. Un'iniziativadi finanziamento regionale e di ampiorespiro, attuata nell'area della provin-cia di Lecce dal Laboratorio diEducazione Ambientale (Lea) dellaProvincia in collaborazione con ilCentro Esperienza Mediterraneo diVeglie. Le azioni del progetto “Diffe-rentemente” vogliono promuovereuna nuova economia del rifiuto, pro-cedendo attraverso sinergie e collabo-razioni che partano dal mondo dellascuola per arrivare in modo efficacealle famiglie e influire sui comporta-

menti domestici, fornendo un sensoeconomico al riutilizzo di materia ecreando le basi per stabili e duraturilivelli di differenziazione del rifiuto.La campagna estiva del progetto inparticolare, dal 9 al 17 agosto, ha vistole principali località turistiche diMelendugno e Ugento coinvolte inazioni di sensibilizzazione ecologica,attività ludiche ed educative per foca-lizzare l'attenzione sulle tematicheambientali, con un accento particolarealle modalità di riciclo dei rifiuti eriutilizzo dei materiali. E nei mesi diottobre e novembre le azioni prosegui-ranno in quaranta scuole elementari emedie della provincia, dove gli stu-denti saranno interessati da giochididattici sui rifiuti, visite ad aziendeche praticano la raccolta differenziataed azioni che coinvolgeranno anche igenitori. Il progetto nel suo complesso

quindi, puntando ad accrescere la sen-sibilità e la consapevolezza dellepopolazioni, parte da una scarsa diffu-sione della raccolta differenziata sulterritorio. “A livello provinciale illivello di diffusione si attesta in mediatra l'8% e il 9% - sottolinea RenatoPacella, direttore del Lea –, nei singo-li territori c'è una situazione a macchiadi leopardo, con punte del 30% maanche realtà in cui si è appena tra l'1%

e il 3%. Un problema grave si ponecon i comuni costieri, che non pro-muovendo azioni anche sulle spiaggeabbassano la media del livello di rac-colta. La situazione va gestita e risol-ta, la Regione Puglia sta pensando adazioni forti per passare nell'arco di unanno dall'attuale media regionale del14% ad una del 25-30%”. Una nuova economia del rifiuto, inuna logica di recupero della materia,riutilizzo e riciclaggio, porterebbe nonsolo a risultati di tutela dell'ambientema anche ad un consistente risparmiomonetario limitando costosi smalti-menti e creando inedite opportunitàimprenditoriali. Opportunità che aloro volta produrrebbero occupazionee ricchezza distribuita, sottraendograndi guadagni a pochi operatori edalle ecomafie.

Sara Mannocci

Tra Anoressia e “Globesity” Eurispesmonitora on-line i disturbi alimentari

Se si osserva oggi lo scenarioglobale dell’alimentazione cisi trova davanti a una situazio-

ne antinomica. Da una parte c’è l’opulento occiden-te, in bilico tra anoressia e obesità;dall’altra i paesi in via di sviluppo eil “terzo mondo”, dove il problema èla scarsità di cibo e la fame. In Italiasono 3mila le persone affette da dis-turbi del comportamento alimentare.Secondo i dati del Ministero dellaSalute, altre 9mila persone l’anno siammalano, di queste 3mila500 dianoressia e 6mila di bulimia. Lafascia d’età più esposta è quella tra12 e 25 anni.Questi dati sono quanto rilevato daEurispes, che ha monitorato il webtra il 28 luglio e il 6 agosto, indivi-duando 260 blog italiani pro-anores-sia, bulimia o più in generale dedi-cati ai disturbi dell’alimentazione. La novità è riuscire proprio graziealle nuove tecnologie a comunicaresu questi temi, sinora vissuti nellasegretezza. “Il web ha interrotto que-sto isolamento. Oggi i giovani, in par-ticolar modo le ragazze, hanno trova-to un mezzo per socializzare purrimanendo isolati”, dice Eurispes.Esiste un identikit delle “pro-anaaddicted”: ragazze in media di 17anni, che hanno come traguardo 40kg di peso, ma spesso arrivano ai 30.La maggior parte dei siti sono costi-tuiti da un diario alimentare cheriporta tutto quello che le autricihanno mangiato e le calorie. I sitisono coloratissimi e non mancano

foto delle “thininspiration”, masecondo Eurispes “sul web si leggetra le righe molta sofferenza chederiva da episodi traumatici vissutinell'infanzia, abusi e violenze fisi-che o psicologiche, da un cattivorapporto con i genitori o, semplice-mente, dal fallimento di una storiad’amore”.Quanto all’obesità, Eurispes defini-sce “globesity” la diffusione di que-sto fenomeno a livello mondiale.Nel 2005, nel nostro paese gli adul-ti colpiti da questa patologia erano4.700.000, con un incremento dicirca il 9% rispetto al 2000. In parti-colare, si contano un 4% di bambinie di adolescenti obesi e circa il 24%in sovrappeso.È un fenomeno con un forte trend dicrescita, soprattutto per i bambinioltre i sei anni: tra i 6 e i 17 anni,sarebbero in sovrappeso il 27%circa dei maschi e il 21% delle fem-mine.Analizzando la presenza di bambinie adolescenti con eccesso di pesoper regione, in Campania, con il36%, si registra la percentuale mag-giore, mentre in Val d'Aosta, 14,3%,la più bassa. Inoltre, se si studia il contesto fami-liare emerge che, in presenza dientrambi i genitori in soprappeso, iragazzi con lo stesso disturbo sono il34%; se nessuno dei genitori è affet-to da eccesso di peso, la percentualescende al 18%.

Sara Beaujeste D’Arpe

Aumenta l’uso della Cannabis inItalia, la cocaina non fa più tendenza

Il sottosegretario alla Presidenzadel Consiglio con delega inmateria di tossicodipendenze, il

sen. Carlo Giovanardi ha illustrato aPalazzo Chigi la “Relazione annua-le al Parlamento sullo stato delletossicodipendenze in Italia per l’an-no 2007”, commentando così i datiesposti: “L'impianto della leggesulla droga Fini-Giovanardi ha rettoe in particolare l'introduzione dellasoglia quantitativa hadispiegato piena-mente i suoi effettipositivi”.

I principi a cui siatterrà il Governorestano, quindi, quel-li di ritenere un ille-cito drogarsi e quellodi affiancare allarepressione e allaprevenzione anche una decisa azio-ne di recupero.

Dai dati emersi dalla Relazionegli italiani risultano abbastanza con-sapevoli dei rischi per la salute con-nessi al consumo di droghe (89,8%):l’84,6%, infatti, disapprova l'uso diqualunque sostanza illegale. Per lacannabis, il 70% esprime preoccupa-zione e l'80% ne biasima il consumo.

Per quanto riguarda l’eroinaemerge dall’analisi che resta stabileil numero dei consumatori, mentre ilconsumo di cocaina non evidenziadifferenze rispetto al 2006: sembraessersi quindi esaurita questa“moda”. Si registrano solo leggeriincrementi nel consumo di sostanze

stimolanti e allucinanti rispetto glianni precedenti, mentre aumenta ladiffusione dell'uso di cannabis:l'1,4% degli italiani di età compresatra i 15 ed i 64 anni la usa frequen-temente. Vi è un incremento, quindi,sia del consumo “occasionale” chedi quello più frequente: interessantenotare come l’aumento maggiore siè osservato tra ragazze e donne.

La discoteca è il luogo indicatodagli studenti dove èpiù facile reperiretutte le sostanze, maanche nella scuola èpossibile facilmenteapprovvigionarsi espacciare.

Si conferma assaidiffuso il “policonsu-mo”, soprattutto didroga e alcool combi-

nati, e i consumatori di droghehanno un rischio una volta e mezzapiù elevato di essere anche consu-matori di alcool.

I principali interventi per la pre-venzione sono stati rivolti a studen-ti, famiglie e comunità locali. Perquanto riguarda la prevenzionemirata sono importanti da sottoli-neare gli interventi rivolti ai giovaninei cosiddetti contesti ricreazionali,quali stadi, rave, concerti, pub.

Dal canto loro le Forze del-l’Ordine hanno aumentato del 200%i controlli sulle strade per guida instato di ebbrezza e sotto l’effetto didroghe.

Sara Beaujeste D’Arpe

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Kaltra, uno sperduto villaggiodi contadini tra le montagnedell’Albania e la numerosis-

sima famiglia dei Buronja sono i pro-tagonisti di questo romanzo di AnildaIbrahimi, giovane scrittrice albaneseche scrive in italiano. Sullo sfondodella storia di un Paese insanguinatoda guerre e rivoluzioni si snoda lavicenda di Saba, una “sposa-bambi-na”. Ancora quindicenne quandoviene data in sposa al cognato inseguito alla morte della sorella, sol-tanto con la vecchiaia e diventandosuocera Saba conoscerà e potrà final-mente godere di quel potere e quelprestigio che la società attribuiscealle donne anziane, veri perni delclan.

Saba non conosce e non conosce-rà mai l’amore del marito per cui ilmatrimonio con lei rappresenta solol’inevitabile rimedio alla poco onore-vole vedovanza; la sua unica fonte digioia saranno i numerosi figli cheavrà. Tra matrimoni combinati perstringere e saldare alleanze tra fami-glie, pomeriggi passati sul qilimaccanto al camino nella stanza delledonne dopo la giornata trascorsa neicampi, scorre tumultuosa la sua vita,

mentre gli uomini bevono silenziosiil raki in cortile, preoccupati soltantodi far sparare presto il fucile peravvertire il villaggio quando nascequalche figlio maschio. Ben prestoperò arriva l’ombra sanguinosa dellaguerra a oscurare la serenità deiBuronja.

Tutti gli uomini della famiglia,che combattono per la loro patriacome partigiani, vengono catturatidai tedeschi e fucilati. Dopo averconosciuto il dolore per la perdita deisuoi fratelli, Saba accoglie con entu-siasmo l’avvento del comunismomalgrado la degenerazione del regi-me le procurerà sofferenze indicibili.Ma saranno anche situazioni bizzarree imbarazzanti a affannare Saba che,infatti, non riesce ad accasare unafiglia contadina perché il consigliodel partito si rifiuta di concedere il

permesso per farla studiare da cuoca,e farle così acquisire uno stato socia-le che la renderebbe appetibile per unuomo come sposa. “Rosso come unasposa” è dunque un affascinanteviaggio nel folklore coloratissimo diun mondo appena oltre le nostrecoste, fatto di llokum serviti agliospiti insieme al caffè turco, fatture,storie di kurveria sussurrate nei bar e

di fondi di caffè forieri di destini ine-luttabili.

La scrittura limpida e fluida sicaratterizza per l’uso della linguaquantomai ironico e pungente e tutta-via non estraneo a momenti di inten-so lirismo. Tra le opere migliori dellagiovane generazione degli scrittorimigranti.

Michela Santoro

IN LIBRERIA

Segue da Pag.1

La spinta del cuore e della ragione

Settembre 2008 15

In un periodo di grandi dibattitiintorno alla questione dell’aborto,spinoso terreno di scontro ideolo-

gico che sembra riportarci moltoindietro nel tempo – proprio nel fatidi-co anno degli anniversari del ’68 e del’78 – l’editoria propone due importan-ti lavori per ricordare la complessastoria delle battaglie politiche per idiritti delle donne in Italia.

Il cofanetto Futuro Femminile I.Passioni e ragioni nelle voci del fem-minismo dal dopoguerra a oggi (tredocumentari e un libro), curato dallagiovane giornalista Lorella Reale, rac-conta le tappe più significative delmovimento femminista italiano co-minciato nel 1945 e snodatosi fino aigiorni nostri in due determinanti onda-te successive.

La prima, dal ’45 al ’68, caratte-rizzata dalla rivendicazione della pari-tà di diritti rispetto all’uomo (il dirittodi voto, la parità salariale, l’accessoalle professioni e alle cariche politi-che). La seconda ondata, dal 1968 aigiorni nostri, con il movimento impe-gnato a portare avanti la riflessionesulla diversità del pensiero femminilee le battaglie sull’autodeterminazionedelle donne sia sul piano sociale chepersonale (aborto, divorzio, sessuali-tà). Una vera e propria rivoluzione checondizionerà in maniera profonda ecapillare la legislazione e la societàitaliane.

I filmati documentano le tappe diquesto percorso, attingendo agli archi-vi della Rai e al repertorio musicale ecinematografico di quegli anni, connumerose interviste alle protagonistestoriche del movimento femminista. Illibro invece è una sorta di mappaturadelle realtà e attività femministeattualmente esistenti in Italia. InVogliamo anche le rose, cofanetto condvd e libro edito da Feltrinelli, AlinaMarazzi (già autrice del bellissimodocumentario “Un’ora sola ti vorrei”)si concentra sulla rivoluzione sessualeda metà degli anni ’60 al 1977. Laregista porta la sua ricerca su un piano

più intimo e privato, raccogliendo letestimonianze diaristiche di tre donneappartenenti a classi sociali e di pro-venienze geografiche differenti, mon-tate con materiali visivi da film speri-mentali o in super8, immagini direpertorio degli anni compresi tra il‘67 e il ’79 e fondi privati. “Ho volutoripercorrere la storia delle donne tra lametà degli anni 60 e la fine degli anni70 – spiega nelle note di regia AlinaMarazzi - per metterla in relazione, apartire dal 'caso italiano', con il nostropresente globale, conflittuale e con-traddittorio.

Con l'intenzione di offrire unospunto di riflessione su temi ancoraoggi parzialmente irrisolti o addiritturaplatealmente rimessi in discussione”.

Michela Santoro

Donne e rivoluzione

Rossa come una sposa

Settembre 2008 – Anno III - n.24Iscritto al n. 916 del Registro della Stampa del Tribunale di Lecce il 24/01/2006

Redazione: Sergio De Cataldis, Valentina D’Amico, Serenella Pascali, Silvana Sarli, Luigi Conte, Donato Melcarne, Mimina Sergi, Michela Santoro, Sara Mannocci,

Michele Rosafio, Sara D’Arpe, Giovanni Monteduro, Daria Caione, Luca Spagnolo.

Mensile delle associazioni di volontariato della Provincia di Lecce

Direttore Responsabile: Luigi Russo

sede: Centro Servizi Volontariato Salento - via Gentile, 1 - LecceTel. 0832.392640 – Fax 0832.391232 – Direttore: 3356458557

Stampa: SERAFINO ARTI GRAFICHE - TRICASE Tel e Fax 0833 541866

di Anilda Ibrahimi, Einaudi

cui la Puglia è ricchissima? I cittadini volontari lavorano per promuoverecultura e tradizioni. E così via. Come dire: i volontari, antenne attente eresponsabili sul territorio, analizzano lo stato dei bisogni, e poi con crea-tività attivano percorsi e risposte per la crescita della cultura civile e socia-le, sempre più al di fuori dei percorsi tradizionali di partecipazione, com-prese le associazioni più blasonate.

Il volontariato del futuro, verso il quale occorre porre la più grandeattenzione è quello che si mobilita intorno a quattro fuochi di azione, chesono in qualche modo l’interpolazione dei bisogni attuali e futuri delnostro territorio regionale.

Innanzitutto lavorare per diminuire la distanza tra città e periferia: sista verificando una sempre più grande marginalizzazione delle areedecentrate, con la chiusura dei piccoli presidi ospedalieri, con la difficol-tà dei piccoli centri ad avviare servizi sociali essenziali, con un impoveri-mento progressivo dal punto di vista economico delle famiglie che hannosempre più difficoltà ad avere accesso perfino ai bisogni primari, e fannosempre più ricorso al credito bancario per la sopravvivenza.

In secondo luogo la difficoltà di attivare, per campanilismi o indivi-dualismi o inefficienze, le reti sociali, quelle che generano qualità dei ser-vizi, economia di rete, efficacia delle risposte; i volontari devono pro-muovere reti di solidarietà, tentando anche di indurre negli altri soggetti,dalla politica all’economia queste buone prassi.

Il sistema formativo, e quindi l’accesso al lavoro, è l’altra grande cri-ticità; in questi anni si è seminato know-how ma non essendosi attivato unsistema economico e di impresa locale è ripresa in maniera massiccia l’e-migrazione, soprattutto dei cervelli.

Se l’economia e l’impresa fanno fatica, i primi a subire le conseguen-ze di tutto questo sono i giovani e le donne, e quindi di fatto l'ambito dellepari opportunità è ancora difficile e da percorrere, a partire, come si stafacendo, dalle buone leggi regionali. Ma ci sono, ovviamente, “dispari”opportunità anche per i soggetti deboli, soprattutto i disabili.

Insomma, un piano di sviluppo del volontariato del futuro, non potràtrovare la sua energia soltanto nella “buona volontà” o nella carità, maoggi sempre più nella combinazione cuore-ragione: analizzare, progetta-re, agire, verificare… ripartire.

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