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3. INDIVIDUAZIONE DEI SOGGETTI CON COMPITI DI SICUREZZA In merito ai soggetti che hanno compiti di sicurezza si segnalano
1. Committente: I.N.Ri.M. Istituto Nazionale di Ricerca Metrologica – Strada delle
Cacce, 91 – 10135 Torino (TO) – Tel. +(39) 011/39191 (centralino), +39
011/3919255 (portineria), +(39) 011/3919256 (magazzino) – FAX +(39) 011/346384 - C.F. 09261710017 - e-mail: [email protected]
2. Coordinatore per la sicurezza in fase di progettazione (CSP): Ing. Fulvio Giani
STUDIO TECNICO DI INGEGNERIA ING. FULVIO GIANI - Via Giuseppe Giacosa,
21bis – 10125 Torino (TO) - Tel./fax +(39) 011/655084 – e-mail: [email protected]
A cura del coordinatore per la sicurezza in fase di esecuzione (CSE), prima dell'inizio delle singole fasi di lavoro, saranno raccolti i nominativi dei datori di lavoro delle
imprese esecutrici e dei lavoratori autonomi e di quanti hanno compiti di sicurezza in fase di esecuzione.
4. INDIVIDUAZIONE, ANALISI E VALUTAZIONE DEI RISCHI IN RIFERIMENTO ALL’AREA E ALL’ORGANIZZAZIONE DEL CANTIERE, ALLE LAVORAZIONI E ALLE LORO INTERFERENZE
4.1 Rischi connessi all’area di cantiere
4.1.1 Rischi in relazione alle caratteristiche dell’area di cantiere
L’area di cantiere è all’interno di un area recintata di proprietà dell’Istituto Nazionale di Ricerca Metrologica di Torino, attivo al momento dei lavori. Si opererà all’aperto in
zone di transito e in zone a verde, all’interno di locali tecnici e di un tunnel esistente di collegamento impiantistico e all’interno dei fabbricati. Le aree di supporto dovranno essere costituite almeno dai seguenti spazi :
1) area dove sono concentrati gli apprestamenti quali refettorio, locale guardaroba e servizi igienici;
2) zona in cui è identificato uno spazio recintato per l’esecuzione dei lavori e per lo stoccaggio del materiale di consumo. I locali di riposo e servizi igienici e l’area di stoccaggio materiali e attrezzature
saranno posizionati in area idonea, da concordare in forma definitiva con la Direzione Tecnica della Struttura, all’esterno del fabbricato. La localizzazione del cantiere in aree
distinte, una operativa e le altre di supporto, risulta necessaria per la gestione della sicurezza del cantiere. In merito agli apprestamenti igienico sanitari (spogliatoio, servizi igienici e mensa identificati in blocchi prefabbricati) questi saranno posizionati
all’esterno tra le palazzine come da planimetria allegata. Nei pressi è presente un piazzale che facilita la manovra. L’ingresso si pedonale che veicolare è soggetto a
guardiania. Il percorso di avvicinamento dall’ingresso alla zona degli apprestamenti igienico sanitari attraversa la zona di scavo e comporta la dotazione per il tempo necessario di passerella veicolare e di passerelle pedonali.
Per l’esecuzione di alcune lavorazioni sarà necessario predisporre le necessarie misure di sicurezza per l’esecuzione materiale delle stesse nonché la messa in sicurezza delle
aree in cui si svolgeranno le medesime. Si ricorda infatti che l’istituto continuerà le proprie normali attività durante lo svolgimento dei lavori oggetto del presente Piano.
Tutto questo comporta traffico veicolare e pedonale all’interno dell’area e la gestione delle interferenze con la attività produttiva che questo comporta.
4.1.1.a Scelte progettuali e organizzative, procedure, misure
preventive e protettive
In merito al rischio di investimento da veicoli all’interno del complesso, tale rischio va contenuto con l’introduzione di segnaletica da porre sui percorsi, formando, addestrando e informando i lavoratori sulla attività di prevenzione dell’incidente e
dando opportuna informazione a quanti sono autorizzati ad accedere per carico/scarico nei pressi del cantiere.
Per quanto attiene alle misure da adottare si prescrive: 1) rispetto delle prescrizioni dettate dal Codice della Strada circa la circolazione veicolare e pedonale;
2) mantenimento permanentemente in chiusura e segnalazione delle aree utilizzate
dal cantiere, al fine di separare chiaramente l’area di lavoro da quella di transito, evitando così incaute immissioni di persone e veicoli non autorizzati;
3) momentanee interruzioni del transito pedonale e veicolare o delle lavorazioni, al fine di evitare l’insorgenza di situazioni potenzialmente pericolose; 4) interdizione di determinate aree ai pedoni, ai veicoli e al parcheggio, perché
interessate dall’area o dalla attività di cantiere. Le opere incidono sulla viabilità interna ed esterna dell’istituto e possono causare caduta di oggetti o materiali sui luoghi di
lavoro; 5) i lavoratori nel transito tra le aree di cantiere e quelle di produzione esistenti, che rimarranno attive, dovranno indossare indumenti ad alta visibilità.
I lavoratori esterni presenti nella struttura (DUVRI) ed i dipendenti dell’ I.N.Ri.M. (informazione interna) dovranno essere informati sui rischi presenti.
4.1.1.b Misure di coordinamento atte a realizzare quanto previsto
alla lettera a) Per quanto attiene alle misure di coordinamento, in riferimento ai rischi derivanti dalla circolazione pedonale e stradale in prossimità dell’area di cantiere, si prescrive
assistenza agli autisti dei mezzi in manovra, al fine di prevenire pericoli dati dai veicoli e dai pedoni in transito. Tutto il personale, preventivamente all’ingresso in cantiere,
dovrà essere formato e informato sui rischi e sulle conseguenti procedure da adottare per prevenire l’incidente. All’ingresso del cantiere i fornitori dovranno essere informati sulle procedure di accesso e sull’atteggiamento da mantenere sui percorsi veicolari
interni al complesso. Inoltre dovranno verificare di possedere i mezzi idonei per ingombro e peso per accedere all’area di intervento.
- Utilizzata dai movieri per indurre gli utenti
della strada interna al complesso al
rallentamento e ad una maggiore prudenza.
Può essere movimentata anche con
dispositivi meccanici -
- I conducenti hanno l'obbligo di arrestarsi
qualora il moviere mostri la paletta dal lato
rosso e devono ripartire o proseguire la
marcia soltanto se viene mostrato il lato
verde -
4.1.2 Presenza di fattori esterni che comportano i rischi per il cantiere
In merito all’ambiente circostante in cui si opera, essendo nei pressi di una struttura con attività di ricerca e formazione, per l’area di intervento si introducono dei rischi
generati dal contatto con attività e persone estranee alle attività produttive del
cantiere e quindi la necessità di procedure di coordinamento idonee. Inoltre sono presenti rischi caratteristici dello stato degli spazi che sono nei pressi del cantiere:
Nel complesso sono presenti strade interne, asfaltate e con segnaletica orizzontale. Si sottolinea la difficoltà di lavorare in alcune zone del cantiere con spazi ristretti in
corso di esecuzione e per l’installazione di impianti e macchinari.
Traffico pedonale: alcuni percorsi pedonali abitualmente utilizzati risultano inglobati nell’area di cantiere.
Traffico veicolare: le vie interne al complesso dell’I.N.Ri.M. su cui si affaccia il cantiere sono percorse da traffico veicolare interno.
Attività dell’Istituto: per tutta la durata dei lavori negli spazi circostanti il complesso
di ricerca metrologica sarà attivo. Possibilità di presenza di nidi di vespe, di calabroni o di altre specie nocive, in quanto
si opera in uno spazio verde all’aperto. Non sono presenti altri cantieri nelle vicinanze. Presenza di sotto servizi evidenti o occulti (tubazioni, fognature, gas, acqua, etc.)
4.1.2.a Scelte progettuali e organizzative, procedure, misure preventive e protettive Traffico pedonale : verranno all’occorrenza interdetti gli accessi ai pedoni in alcune
fasi di lavorazione, con opportune segnalazioni. Traffico veicolare : verranno indicati i percorsi e le aree che sono interdetti ai veicoli
in alcune fasi di lavorazione.
Attività dell’Istituto: per tutta la durata dei lavori i datori di lavoro saranno tenuti ad una continua azione di formazione e di informazione nei confronti dei lavoratori in
modo da scongiurare interferenze con le attività lavorative in corso con acquisizione di informazioni nel corso delle riunioni di coordinamento e con quanto sarà indicato nel DUVRI aziendale.
Sulle aree esposte è possibile che siano presenti o nidi di vespe o calabroni o rettili o altri animali selvatici o depositi organici per la presenza di volatili. Nelle fasi di
bonifica dei luoghi verificare la presenza di nidi di vespe o calabroni o altro che possono determinare punture con conseguente shock anafilattico o avvelenamenti. Nel caso provvedere alla rimozione dei nidi effettuata da personale formato e
informato all’uopo, mediante adeguati protezioni date da indumenti idonei, guanti e maschere facciali. Per prima cosa individuare l'ubicazione del favo. Seguire le
frequenti traiettorie di volo che compie l'insetto, in quanto tende a raggiungere il nido frequentemente. Una volta individuato il nido, occorre valutare le condizioni per eliminarlo onde pianificare l'intervento di personale formato e informato sulle
specifiche modalità di intervento. Ricognizione e messa in sicurezza di tutti i servizi individuati anche con l’ausilio del
personale tecnico del Centro.
4.1.2.b Misure di coordinamento atte a realizzare quanto previsto alla lett. a) Per quanto attiene alle misure di coordinamento da adottare si prescrive:
1) verifica, da parte di personale preposto, del rispetto delle prescrizioni dettate dal Codice della Strada, circa la circolazione pedonale e veicolare;
2) assistenza a terra agli autisti dei mezzi in manovra, al fine di prevenire pericoli dati dai veicoli e dai pedoni in transito;
3) verifica del mantenimento permanentemente in chiusura delle aree utilizzate, al
fine di separare chiaramente l’area di lavoro da quella di transito ed evitare, così, incaute immissioni di personale non autorizzato;
4) momentanee interruzioni del transito pedonale o delle lavorazioni, al fine di evitare l’insorgenza di situazioni potenzialmente pericolose;
5) interdizione di determinate aree ai pedoni
6) convenire con la direzione lavori e con l’istituto I.N.Ri.M. le modalità di accesso, l’utilizzo di quali percorsi, che portano alla area di cantiere e le possibilità di
stazionamento al di fuori delle aree di cantiere. Attività dell’Istituto : in considerazione della specifica problematica, l’azione di
coordinamento comporterà la posa di segnaletica e avvisi da parte dell’I.N.Ri.M.
Centro e l’attività di informazione a cura del RSPP e del RLS dell’I.N.Ri.M., con procedura di avviso relativa al fatto, che si effettuano lavorazioni all’interno della
struttura. Attenta valutazione del DUVRI con riunioni di condivisione e di adeguamento del documento.
Per tutta la durata dei lavori i datori di lavoro saranno tenuti ad una continua azione di formazione e di informazione nei confronti dei lavoratori in modo da scongiurare
interferenze con le attività lavorative in corso. L’attività di coordinamento dovrà essere continuamente aggiornata nelle riunioni di
sicurezza e coordinamento, da effettuarsi prima di ogni operazione tra il CSE, i vari datori di lavoro, RLS e rappresentanti della Committenza.
4.1.3 Rischi che le lavorazioni di cantiere possono comportare per l’area circostante Produzione di polveri e inquinamenti fisici : esecuzione di lavorazioni che
comportano l’emissione di polveri anche verso l’esterno. Emissione di rumore : esecuzione di lavorazioni (opere di scavo e uso di attrezzatura
da cantiere) che comportano l’emissione di rumore anche verso l’esterno.
Sostanze chimiche : si utilizzano sostanze (prodotti per edilizia, etc.) che, non idoneamente utilizzate, possono comportare rischio chimico trasversale dal cantiere
all’ambiente circostante. Impiantistica in uso al complesso: si opera nei pressi di un Istituto di Ricerca
Metrologica con impiantistica in uso, che non può essere compromessa.
Ingresso incauto : persone possono incautamente avventurarsi nell’area di cantiere.
4.1.3.a Scelte progettuali e organizzative, procedure, misure
preventive e protettive Polveri e inquinamenti fisici : si devono mettere in atto procedure di abbattimento
delle polveri con getto d’acqua durante opere che ne producono. Per evitare emissioni nell’ambiente di inquinanti di natura fisica, quali polveri, tali da
rappresentare pericoli per l’ambiente circostante o per le persone, si adotteranno procedure di attenuazione dei rischi. Sulla parte, soggetta ad azione meccanica che genera polveri, sarà diretto un getto d’acqua adeguato, che abbatterà le polveri che
si andranno a formare. Per quanto riguarda i gas di scarico dei mezzi di cantiere, si prescrive che i motori non debbano essere tenuti accesi, qualora tali mezzi non siano
in funzione. Rumore : valutazione preventiva delle emissioni di rumore verso l’esterno e
introduzione delle necessarie metodologie di abbattimento. Prima dell’inizio delle
lavorazioni, sarà comunicata dall’istituto l’esistenza di specifici vincoli o fasce orarie di rispetto, in modo da adottare le misure conseguenti e darne comunicazione alle
ditte, o lavoratori autonomi, presenti in cantiere. Si potranno utilizzare schermi acustici su telai per idonee attività di abbattimento del rumore.
Sostanze chimiche : non si prevede l’emissione nell’ambiente di inquinanti di natura
chimica, tali da rappresentare pericoli per l’ambiente circostante, in quanto le sostanze chimiche attualmente previste – prodotti chimici per edilizia - rientrano nei
materiali per l’edilizia ampiamente conosciuti e sperimentati, la cui manipolazione controllata, nel rispetto delle schede di sicurezza specifiche, non comporta particolari pericoli. Comunque, i contenitori di tali prodotti, non dovranno essere dispersi
nell’ambiente, ma, una volta vuoti, dovranno essere adeguatamente richiusi e conferiti a discarica, secondo le disposizioni previste per tali rifiuti.
Impiantistica in uso al complesso : si tratterà di coordinare con la direzione lavori le procedure per non danneggiare (e essere danneggiati da) gli impianti ancora attivi, che possono essere coinvolti nelle lavorazioni. Si coordinerà l’attività con le squadre
interne al complesso, per disattivare, o mettere in sicurezza o proteggere, le componenti dell’impianto, che possono essere danneggiate. Risultano prioritari la
conservazione e il mantenimento in esercizio degli impianti ancora attivi, in uso alla struttura funzionante. Qualunque fuori servizio dovrà essere concordato con la
struttura stessa. Occorre inoltre che sia ben chiaro l’assetto di rete, lo stato delle apparecchiature di manovra (chiusa, aperta, messa a terra) e la posizione dei dispositivi di sicurezza. Il
lavoro elettrico deve essere eseguito su impianti non attivi e privi di carica elettrica, dopo aver effettuato tutte le misure per prevenire il rischio elettrico. Quindi è bene
ricordare le cinque regole che la buona norma ritiene fondamentali per il lavoro elettrico fuori tensione : 1) Definire la zona di lavoro;
2) Sezionare tutte le parti attive presenti all’interno della zona di lavoro; 3) Prendere provvedimenti contro le richiusure;
4) verificare che l’impianto sia fuori tensione; 5) Eseguire l’eventuale messa a terra ed in cortocircuito. Al termine dei lavori devono essere rimossi gli attrezzi, le apparecchiature utilizzate
e l’eventuale collegamento di messa a terra ed in cortocircuito. A questo punto devono essere allontanati gli operatori che sono contestualmente avvertiti
(particolare cura nella comunicazione con operatori di diversa nazionalità) che le parti attive su cui si è operato vanno considerate nuovamente in tensione. Solo dopo una ripetuta, e dichiarata ad alta voce punto per punto, verifica che tutto è
nuovamente in sicurezza, si potranno allora rimettere in tensione le parti attive interessate dai lavori.
Ingresso incauto : Per impedire l’accesso, anche involontario, dagli spazi della struttura ai vari spazi di cantiere, da parte di persone non autorizzate o non addette ai lavori, nelle zone corrispondenti agli interventi, dovranno essere adottati tutti
quegli opportuni accorgimenti, in relazione alle caratteristiche del lavoro stesso. Questi accorgimenti sostanzialmente consistono nella chiusura degli accessi ai luoghi
di lavoro e nella perimetrazione completa delle aree di cantiere e di supporto allo stesso con recinzioni strutturalmente adeguate Inoltre posizionamento di cartellonistica di informazione, di avviso e di interdizione di accesso agli spazi di
cantiere e di supporto al cantiere.
4.1.3.b Misure di coordinamento atte a realizzare quanto previsto
alla lettera a)
Potendo concorrere più imprese, si richiede da parte dei datori di lavoro una attenta valutazione del rischio e la definizione di procedure condivise tra i vari soggetti
operanti. L’attività di coordinamento dovrà essere continuamente aggiornata nelle riunioni di sicurezza e coordinamento, da effettuarsi prima di ogni operazione tra il
CSE, i vari datori di lavoro, il Committente e i RLS. Particolare cura dovrà essere tenuta nelle modalità, nelle sequenze e nella tempistica delle operazioni.
4.2 Rischi connessi all’organizzazione del cantiere
4.2.1 Rischi in relazione alle modalità di accesso dei mezzi di fornitura dei materiali In merito alla organizzazione del cantiere, nella riunione di preparazione alla attività è
stato definito l’accesso al cantiere, il percorso dedicato, gli accessi alla zona operativa e alla area di supporto. Inoltre sono indicate le zone di deposito e di stazionamento
delle attrezzature (autogru, miniescavatori). Le interferenze, che la circolazione dei mezzi dei fornitori esercita riguardano, considerando ovviamente la circolazione ordinaria, che è governata dalle norme del codice della strada, l’ingresso o l’uscita dei
mezzi dal cantiere e lo stazionamento per operazioni di carico – scarico mezzi ed attrezzature. In particolare comportano possibili rischi :
1) l’ingresso o l’uscita dei mezzi dal cantiere; 2) le operazioni di cantiere che coinvolgono aree adiacenti; 3) le operazioni di montaggio e smontaggio di apprestamenti di notevole ingombro;
4) lo stazionamento per operazioni di carico – scarico materiali, strutture prefabbricate, mezzi ed attrezzature.
4.2.1.a Scelte progettuali e organizzative, procedure, misure
preventive e protettive
Il fornitore, previa attivazione di procedura di preavviso, da concordare in sede di prima riunione di sicurezza e coordinamento, potrà accedere al cantiere dall’ingresso
carraio (sorvegliato da guardiania), provenendo da Strada delle Cacce. L’ingresso veicolare e il percorso veicolare dedicato, dall’ingresso al cantiere, saranno convenuti nella stessa occasione. Le ditte fornitrici, dovranno preventivamente verificare, in
loco, le vie di accesso consentite ed assicurarsi che i loro mezzi possano accedere alle varie postazioni di cantiere in modo adeguato. In caso contrario dovranno dotarsi di
mezzi idonei. Analoghe considerazioni per i mezzi di scarico e sollevamento. L’ingresso pedonale sarà limitato dall’accesso predisposto e il percorso pedonale
dedicato, dall’ingresso al cantiere, dovrà essere convenuto nella stessa occasione.
4.2.1.b Misure di coordinamento atte a realizzare quanto previsto
alla lettera a)
Operando nei pressi di una struttura con attività di laboratorio, formazione e utenze estranee alle lavorazioni, sarà necessario formare e informare le maestranze stesse -
mediante opportune riunioni - sull’adozione di quei comportamenti di attenzione e cautela necessari. In merito alle procedure di accesso dei fornitori, sarà necessario
attuare procedure concordate tra i diversi soggetti operanti nel cantiere, per l’utilizzo
e per la destinazione e per lo stoccaggio, anche momentaneo, dei carichi. Per l’accesso di mezzi, questo dovrà essere adeguatamente preannunciato e assistito da
quanti sono presenti nel cantiere. Potendo concorrere più imprese si richiede, da parte dei datori di lavoro, una attenta valutazione del rischio e la definizione preventiva di tali procedure. L’attività di coordinamento dovrà essere continuamente aggiornata
nelle riunioni di sicurezza e coordinamento, da effettuarsi prima di ogni operazione tra il CSE, il Committente, i vari datori di lavoro e i RLS. Particolare importanza assume
l’evento diversificante tra chi semplicemente scarica materiali a magazzino o nelle zone di stoccaggio predisposte e tra chi pone in opera, effettuando di fatto una lavorazione. Nel secondo caso sarà necessario acquisire il P.O.S..
4.2.2 Rischi connessi alla dislocazione degli impianti di cantiere
Il Complesso è già esistente e dispone di tutti i necessari allacciamenti ai servizi quali gas, acqua, energia elettrica, telefoni e fognature.
Per la realizzazione degli interventi oggetto del presente appalto non si prevede la necessità di ulteriori allacciamenti o potenziamenti dei servizi esistenti.
IMPIANTO ELETTRICO DI CANTIERE : per l’impianto elettrico di cantiere si individua il rischio di elettrocuzione. Sarà necessario installare un quadro generale per ciascuna
zona di intervento, o utilizzo, allacciata da tecnici specializzati. Per quanto riguarda le singole derivazioni si prescrive come dotazione minima un quadro secondario di zona
(ASC) conforme alle norme CEI17.13/4) con prese IP67 protette da interruttore differenziale con Idn non inferiore a 30 mA (CEI64-8/7art.704.471).
- Quadro elettrico generale - - Quadro elettrico secondario - - Prolunghe
elettriche da
cantiere -
ADDUZIONE ACQUA AL CANTIERE : per l’impianto di adduzione acqua si individua il rischio di rotture che possono cagionare allagamenti e inquinamenti della rete in
utilizzo.
IMPIANTO DI SOLLEVAMENTO : si consideri che nella zona di intervento si rendono necessarie macchine per il sollevamento utili alla movimentazione verticale dei carichi, quali gru su automezzo. Si dovranno infatti installare macchinari sulla copertura del
locale tecnico, oltre alla movimentazione dei materiali e attrezzature di cantiere.
Dovrà essere quindi fornito il nominativo del manovratore ed il datore di lavoro dovrà
dichiarare se ha effettuato un idoneo addestramento per l’uso e la manovra del mezzo. In caso di più operatori autorizzati anche di imprese diverse dovrà essere
messa agli atti per iscritto la procedura di coordinamento e la documentazione relativa all’addestramento. Si verifichi sempre la solidità del piano di appoggio dell’automezzo con gruetta, si mantenga sempre ad almeno 5 m dalle linee elettriche e si realizzi la
delimitazione della zona di scarico.
Tale scelta è diretta conseguenza dell’analisi del rischio che il datore di lavoro dovrà effettuare per ogni singola e nuova installazione, tenendo conto delle possibili conseguenze della interferenza dei carichi ovvero del passaggio degli stessi su luoghi
dove possono generare pericoli; la riduzione del rischio in esame dovrà prevedere: l’adozione delle necessarie misure per assicurare la stabilità del mezzo e del carico;
l’esistenza di dispositivi di segnalazione acustici e luminosi; l’esistenza di dispositivi di frenatura atti ad assicurare il pronto arresto del carico e
del mezzo e, quando necessario, la sua gradualità;
la visibilità perfetta dal posto di manovra di tutte le zone di azione del mezzo e la predisposizione di un servizio di segnalazione svolto con lavoratori incaricati, nei
casi di impossibilità di controllo (dal posto di manovra) di tutta la zona di azione del mezzo.
Nel caso di più imprese con apparecchi di sollevamento operanti nella stessa zona di lavoro, un idoneo livello di sicurezza può essere conseguibile mediante l’unicità di
direzione tecnica del cantiere e con la previsione di un servizio di coordinamento interaziendale con compiti, oltre che di programmazione e di coordinamento, anche di
gestione di efficaci sistemi di intercomunicazione. Documentazione a corredo della macchina: Tutti gli apparecchi di sollevamento sonno
soggetti alla Marcatura CE, a dichiarazione di conformità, di libretto di istruzioni e di targa riportante marcatura CE, fabbricante, serie e tipo, anno fabbricazione, numero
di serie e caratteristiche tecniche. Attrezzature per sollevamento del carico:
Utilizzare brache delle seguenti tipologie: brache in catena metallica (coefficiente di sicurezza 5), brache di fune di acciaio ISO 2408 (coefficiente di sicurezza 5), brache
di fibre sintetiche e naturali (coefficiente di sicurezza 10). Si prescrive l’immediato allontanamento dal cantiere di ogni braca che risulti
danneggiata, anche modestamente.
Per le funi attuare verifica trimestrale tenendo conto delle seguenti considerazioni: 1) I ganci per gli apparecchi di sollevamento devono essere provvisti di chiusura
dell’imbocco o devono essere conformati in modo da impedire lo sganciamento
delle funi, delle catene o degli altri organi di presa. 2) È assolutamente vietato l’utilizzo di ganci o funi di carico improvvisati e non
regolamentati. 3) Le fasce devono sempre essere integre ed adeguate al carico da sollevare.
Sulla fasce, catene e brache ci si attenga a quanto segue:
1) Esaminare sempre lo stato dei tiranti prima del sollevamento. 2) Non usare mai tiranti danneggiati.
3) Non usare i tiranti con carichi superiori alla loro portata. 4) Non usare i tiranti con divergenza al vertice superiore a 120°; oltre tale limite la
portata varia gradatamente con piccole variazioni dell’angolo.
5) Quando, per il ripetersi di manovre sempre uguali, si verifica un’usura
concentrata nell’asola o in un altro breve tratto della fune, si può prolungare la vita del tirante proteggendo quel tratto di fune.
6) Non piegare mai i tiranti in prossimità dei manicotti, delle impalmature, dei capicorda.
7) Quando si usano tiranti composti, tenere conto della variazione di portata con il
variare dell’angolo al vertice. 8) Proteggere sempre la fune che va a contatto con spigoli vivi.
9) Evitare di schiacciare i tiranti sotto il carico, interponendo opportuni spessori fra il carico ed il piano di appoggio.
10) Non togliere i tiranti da sotto un carico, se il carico stesso appoggia ancora sui
tiranti. 11) Evitare di piegare una fune di acciaio su piccoli perni o ganci. La portata di una
fune decresce rapidamente, e in modo difficilmente controllabile, quando essa viene piegata su un diametro inferiore a 6 volte il proprio diametro. Per esempio, la piegatura su di un perno uguale a 2 volte il diametro della fune può ridurre la
portata a circa il 50% della portata originale. 12) Quando si usano i tiranti a scorsoio controllare che l’angolo tra le funi non sia
superiore a 120°. 13) Tenere i tiranti lontano da operazioni di taglio e saldatura e in generale dalle
fonti di calore intenso, l’anima tessile comincia ad alterarsi a 100° ed il manicotto di alluminio a 150° C.
14) Conservare i tiranti in luoghi asciutti e lubrificarli regolarmente per evitare la
corrosione. 15) Non abbandonare i tiranti sul terreno dove possono essere schiacciati da ruote o
cingoli di veicoli. 16) Si consiglia il taglio di brache deteriorate in modo da assicurarsi che nessuno ne
faccia uso, inconsapevolmente, rischiando la propria ed altrui incolumità.
17) Ogni 3 mesi verificare le funi in acciaio. Non dovranno essere presenti i seguenti difetti : per le funi : fili rotti, schiacciamenti infiascature, ”occhi”, tagli,
allungamenti; per i manicotti : deformazioni, schiacciamenti, usure, incisioni; per i ganci: deformazioni, allungamenti, incisioni; per i capicorda : deformazioni, allungamenti, schiacciamenti, lasco per perni; per gli anelli e campanelle :
deformazioni, tagli, allungamenti. 18) Le brache in fune d’acciaio devono essere tolte dal servizio e distrutte quando :
La fune presenta diminuzione del diametro del 10% o più. Uno o più trefoli rotti, ammaccature, piegature,”occhi schiacciati”, infiascature. Uno o più trefoli sono allentati e sporgenti dalla fune anche col carico applicato. Il totale dei fili rotti su
una lunghezza di 6 diametri della fune supera il 10% dei fili costituenti tutti i trefoli rotti. I manicotti presentano : Deformazioni, usure, tagli con riduzione del
diametro anche in un solo punto del 5% o più. Gli accessori presentano : segni di deterioramento. La piegatura e la raddrizzatura ripetitiva di un cavo causa un affaticamento del materiale
19) Proteggere mediante carter le cinghie e le pulegge degli organi di trasmissione delle macchine da cantiere.
BETONIERA: deve essere piazzata in modo stabile e sicuro; il pedale di sgancio del bicchiere deve essere protetto da idonea custodia; il volante che comanda il
ribaltamento deve avere i raggi accecati; il pignone di trasmissione del moto e i denti della corona applicata alla vasca devono essere protetti con idoneo carter.
LE SEGHE CIRCOLARI: devono essere provviste di: cuffia registrabile; coltello divisorio
in acciaio posto posteriormente alla lama a distanza non superiore a 3 mm dalla
dentatura; schermi fissi ai due lati della lama nella parte sporgente sotto il piano di
lavoro.
POSTAZIONI FISSE DI LAVORO : per qualsiasi postazione di lavoro fissa, poiché collocata sotto l'area di rotazione di impianti di sollevamento, si individua il rischio dovuto a caduta di materiale dall’alto.
4.2.2.a Scelte progettuali e organizzative, procedure, misure preventive e protettive Per l’impianto elettrico di cantiere le scelte comportano :
a) realizzazione impianti elettrici adeguati e conformi alle specifiche norme con la produzione di tutti i certificati richiesti; b) al termine della giornata lavorativa persona incaricata per iscritto dalla impresa
esecutrice, il cui nominativo sarà comunicato al CSE, avrà l’obbligo di verificare che il cantiere sia lasciato in sicurezza; è fatto divieto di lasciare parti di impianto elettrico di
cantiere in tensione, senza i dovuti avvisi e senza che questo sia provvisto delle sicurezze previste dalle normative; c) posizionare i cavi in modo da evitare danni per usura meccanica ed in modo che
non intralcino i lavori; d) verificare lo stato di conservazione dei cavi e segnalare eventuali danneggiamenti;
e) installazione di impianto di luci nelle parti di cantiere in cui non è possibile l’illuminazione naturale; f) impianto di terra come da Norma.
Adduzione acqua al cantiere : individuazione del percorso della condotta e cautele nelle fasi di allacciamento o modifica. Le operazioni devono essere sempre eseguite da
personale specializzato. In merito all’impianto di sollevamento : le misure organizzative da adottarsi in quanto possono essere presenti in cantiere in alcune fasi mezzi di sollevamento interferenti
sono le seguenti: 1) Non è ammessa la interferenza fra elementi rigidi di mezzi di sollevamento ed altri
ostacoli fissi (nel nostro caso corpi di fabbrica o impianti o macchinari). 2) Allo scopo di evitare l'interferenza fra mezzi di sollevamento non è ammessa l'utilizzazione di sistemi di arresto del mezzo e del carico.
3) Devono essere predisposte misure tali da: a) Evitare la possibilità di incrociamento tra i bracci dei mezzi di sollevamento se
presenti più macchine; b) Garantire la presenza di lavoratori specificamente incaricati di svolgere il servizio di segnalazione.
4) Qualora i mezzi di sollevamento appartengano ad imprese diverse, le imprese devono individuare un unico direttore di cantiere per le manovre ed effettuare un
servizio di coordinamento interaziendale, che svolga compiti di programmazione e di coordinamento, e gestisca efficaci sistemi di intercomunicazione fra gru interferenti.
5) La fornitura a caldo delle operazioni con mezzi di sollevamento comporta la redazione di P.O.S. specifico. Saranno adottate le misure organizzative contro i rischi di caduta di materiale
dall’alto, elettrici, cesoiamento, stritolamento. Inoltre: Attenzione ai carichi sospesi; Controllare il bilanciamento e l’aggancio dei
carichi; Utilizzare l’elmetto di protezione per la gestione del rischio residuo; Impedire il transito di persone nella zona che interessata da un’eventuale caduta di elementi, attrezzi o altro; Nei lavori che comportano la contemporanea attività a quote diverse,
le operazioni devono essere delimitate anche in senso orizzontale con intavolati o reti,
per la protezione contro la caduta di materiali dal piano di montaggio al piano di
lavoro sottostante; In corrispondenza delle zone di transito e di stazionamento a terra, devono essere allestite robuste tettoie di protezione.
Postazioni fisse di lavoro : si prescrive che le postazioni fisse di lavoro in presenza di carichi sospesi debbano essere dotate di tettoia di protezione, con tavolato dello spessore di cm 5 e di altezza inferiore ai 3 m. Questa misura si rende necessaria per
ridurre il rischio che comporta la caduta di materiale dall’alto.
4.2.2.b Misure di coordinamento atte a realizzare quanto previsto
alla lettera a)
L’utilizzo dello stesso impianto da parte di soggetti produttivi diversi comporta una precisa azione di coordinamento. L’attività di coordinamento dovrà essere continuamente aggiornata nelle riunioni di sicurezza e coordinamento, da effettuarsi
prima di ogni operazione tra il CSE, i vari datori di lavoro delle imprese che concorrono all’opera e i RLS. Eventuali adeguamenti dell’impiantistica, convenuti e resi
necessari dalla evoluzione dei lavori, comportano l’intervento solo di personale specializzato e l’aggiornamento dei documenti di certificazione.
4.2.3 Rischi connessi alle zone di deposito attrezzature e di stoccaggio materiali e rifiuti; inoltre dislocazione delle zone di carico/scarico. Deposito materiali pericolosi : in merito all’area di stoccaggio di materiali pericolosi,
quali vernici, solventi, acidi, si individuano rischi quali getti, schizzi, allergeni, movimentazione manuale dei carichi, caduta materiale dall’alto.
Deposito manufatti : in merito all’area di stoccaggio dei manufatti si individuano i rischi durante le fasi di movimentazione degli stessi quali caduta di materiale, rischi dovuti alla movimentazione manuale dei carichi e ribaltamento. Area di stoccaggio materiali : in merito all’area di stoccaggio dei materiali si
individuano i rischi durante le fasi di movimentazione dei materiali quali caduta di materiale, rischi dovuti alla movimentazione manuale dei carichi e ribaltamento.
Zona in cui è stato identificato uno spazio recintato per lo stoccaggio temporaneo di materiale di scavo/demolizione.
4.2.3.a Scelte progettuali e organizzative, procedure, misure
preventive e protettive
Deposito materiali pericolosi : a) evitare il contatto diretto con materiali allergizzanti, installare adeguata
cartellonistica di avviso e segnalazione; b) dotare il deposito di tettoia in modo da non esporre i materiali a irraggiamento
diretto; c) verificare l’idoneità degli apparecchi di sollevamento in uso, specie per quanto attiene i ganci e i sistemi di imbracatura del materiale movimentato; nelle operazioni
eseguite nel raggio di azione di apparecchi di sollevamento, usare il casco di protezione della testa ;
d) movimentare i carichi pesanti (>25 kg) con ausilio di appositi attrezzi ed apparecchi di sollevamento; se non è possibile l’uso di attrezzature apposite per la movimentazione di carichi pesanti, intervenire in più persone; usare DPI idonei a
gestire il rischio residuo; e) nella documentazione del cantiere deve essere presente la scheda di sicurezza di
ogni singolo prodotto stoccato nel deposito. Deposito manufatti : verificare l’idoneità degli apparecchi di sollevamento in uso,
specie per quanto attiene i ganci e i sistemi di imbracatura del materiale movimentato; nelle operazioni eseguite nel raggio di azione di apparecchi di
sollevamento, usare il casco di protezione della testa ; movimentare i carichi pesanti (>25 kg) con ausilio di appositi attrezzi ed apparecchi di sollevamento; se non è possibile l’uso di attrezzature apposite per la movimentazione di carichi pesanti,
intervenire in più persone.
Area di stoccaggio materiali : verificare l’idoneità degli apparecchi di sollevamento in uso specie per quanto attiene i ganci e i sistemi di imbracatura del materiale movimentato; nelle operazioni eseguite nel raggio di azione di apparecchi di
sollevamento usare il casco di protezione della testa ; movimentare i carichi pesanti (>25 kg) con ausilio di appositi attrezzi ed apparecchi di sollevamento; se non è
possibile l’uso di attrezzature apposite per la movimentazione di carichi pesanti, intervenire in più persone.
Zona in cui è stato identificato uno spazio recintato per lo stoccaggio temporaneo di materiale di scavo/demolizione : si tratterà di recintare in modo opportuno il cumulo
di tale materiale, senza eccedere nella altezza dello stesso, scegliendo una zona idonea in modo da non creare intralcio al proseguimento dei lavori.
4.2.3.b Misure di coordinamento atte a realizzare quanto previsto
alla lettera a)
L’attività di coordinamento dovrà essere continuamente aggiornata nelle riunioni di sicurezza e coordinamento, da effettuarsi prima di ogni operazione tra il CSE, i vari
datori di lavoro e i RLS. Procedura di carico e scarico materiale o attrezzature fuori dall'area recintata : nel
caso che per motivi di economia di lavorazione fosse necessario attivare operazioni di carico - scarico di materiale o attrezzature al di fuori dell'area recintata si procederà come segue.
Preventivamente, previo avviso a chiunque possa essere interessato nell’istituto dall'operazione si installeranno barriere stradali e segnaletiche e appositi cartelli e si
delimiterà l'area interessata. Si procederà alle operazioni di carico - scarico tenendo conto che il carico sospeso potrà passare solo sulle aree delimitate preventivamente.
Eventuali aree di stoccaggio fuori dal cantiere dovranno essere recintate e segnalate.
4.2.4 Rischi connessi alle eventuali zone di deposito dei materiali con pericolo d’incendio o d’esplosione Deposito bombole: in merito ai depositi di materiali pericolosi si individuano i rischi di esplosioni e/o incendio.
Accatastamenti di materiale con carico di incendio: in merito ai depositi di materiali
potenzialmente infiammabili si individuano i rischi di incendio.
4.2.4.a Scelte progettuali e organizzative, procedure, misure preventive e protettive
Deposito bombole:
L’area destinata al deposito di materiali con pericolo d’incendio o di esplosione dovrà essere identificata in concorso con l’Ufficio Sicurezza dell’istituto I.N.Ri.M. in adiacenza alla viabilità principale del cantiere e la sua posizione sarà stabilita in sede
di prima riunione. L’area in questione dovrà essere recintata con rete in plastica stampata ancorata a
pali metallici infissi nel terreno e dotata di tutte le opportune segnaletiche di sicurezza in prossimità dell’ingresso.
Per quanto attiene ai depositi di bombole di gas compressi, dovranno essere predisposti appositi locali delimitati da recinzioni in rete metallica (per consentire la ventilazione naturale e ridurre il rischio di esplosione) ed indicazioni di pericolo di
scoppio e divieto di fumare. Detti depositi dovranno inoltre rispettare le distanze minime di sicurezza come prescritto dalle vigenti normative.
Dovranno essere disposti mezzi portatili di estinzione incendi, opportunamente segnalati, che dovranno essere oggetto di verifiche periodiche di funzionalità. Si raccomanda di separare i gruppi di bombole per tipo di gas e le bombole piene da
quelle vuote segnalandone le caratteristiche con appositi cartelli visibili. Le bombole dovranno essere vincolate in posizione verticale; periodicamente, si
dovrà verificare il buon funzionamento dei raccordi, delle valvole, dei tubi e dei cannelli. I tubi flessibili dovranno essere protetti da eventuali calpestamenti che possano danneggiarli.
Accatastamenti di materiale con carico di incendio: L’area destinata al deposito di materiali con carico di incendio dovrà essere identificata
in concorso con l’Ufficio Sicurezza dell’istituto I.N.Ri.M. in adiacenza alla viabilità principale del cantiere e la sua posizione sarà stabilita in occasione della prima
riunione di coordinamento.
4.2.4.b Misure di coordinamento atte a realizzare quanto previsto alla lett. a)
L’attività di coordinamento dovrà essere continuamente aggiornata nelle riunioni di
sicurezza e coordinamento da effettuarsi prima di ogni operazione tra il CSE, i vari datori di lavoro e i RLS. Chi introduce il rischio di incendio ed esplosione deve essere
autonomamente dotato di mezzi di spegnimento e formato e informato sul loro utilizzo.
4.3 Rischi connessi alle lavorazioni
4.3.1 Scomposizione delle lavorazioni in fasi ed eventuali sottofasi di lavoro Si tratta di un cantiere di lavori di manutenzione straordinaria all’interno della sede
I.N.Ri.M. di Torino in Strada delle Cacce n. 91. Si suddividono le singole lavorazioni in fasi di lavoro e, quando la complessità
dell'opera lo richiede, in sottofasi di lavoro. Ai fini della sicurezza, nel seguito sono individuate le singole lavorazioni significative o apprestamenti da realizzare che si prevedono nel cantiere in oggetto.
Art. 01 – Opere per l’allestimento cantiere
Art. 02 - Apprestamenti di sicurezza per i lavori in quota Art. 03 – Opere di scavo Art. 04 – Opere di impiantistica elettrica
Art. 05 – Opere di impiantistica fluido-meccanica ed aeraulica Art. 06 – Opere di impiantistica termica e di distribuzione e rilevazione gas
Art. 07 – Opere murarie e di assistenza muraria Art. 08 – Opere di reinterro e ripristini Art. 09 – Opere stradali
Art. 10 – Opere di bonifica MCA Art. 11 – Opere in ambienti confinati
Art. 12 – Opere di bonifica serbatoi di gasolio Art. 13 – Opere di bonifica intercapedini da isolamento in lana di vetro
Art. 14 – Opere di demolizione
ART. 01 - OPERE PER L’ALLESTIMENTO CANTIERE
Nella attività di allestimento cantiere si considerano le seguenti sottofasi :
1. Trasporto dei materiali necessari all’allestimento nell’area di cantiere. 2. Delimitazione dell’area di cantiere e delle aree di servizio con recinzioni con
caratteristiche di alta visibilità e impenetrabilità.
3. Delimitazione e confinamento degli accessi, dei percorsi veicolari e pedonali del cantiere con cancelli, barriere e recinzioni anche mobili per adeguare gli spazi
anche in funzione del procedere dei lavori.
4. Allestimento delle aree di supporto e servizio al cantiere nello spazio esterno del
complesso. 5. Posizionamento delle attrezzature per l’esecuzione delle attività in funzione del
procedere dei lavori. 6. Allestimento e delimitazione aree di stoccaggio materiali. 7. Allacciamenti impianti di cantiere.
Sono interessate a questa fase le maestranze operanti in questa lavorazione e quanti
esterni sono coinvolti da questa operazione. Deve essere attivata una procedura di preavviso scritto ai responsabili dell’I.N.RI.M., prima dell'inizio delle operazioni, di posizionamento di cartellonistica, transennamenti, esecuzione recinzioni o quanto altro
necessario. E' necessario segnalare la data, il luogo e la durata del cantiere a quanti operano nei pressi dell'area di intervento, posta a ridosso di un istituto di ricerca che
rimarrà attivo. Il datore di lavoro deve valutare le lavorazioni necessarie ad allestire il cantiere, il pericolo insito in questa lavorazione, il rischio e quindi la probabilità del
danno, le procedure per prevenire l’incidente e i dispositivi di protezione individuale necessari per gestire il rischio residuo. E’ prescrizione di sicurezza che tutta la documentazione relativa all’opera in esecuzione debba essere custodita in luogo
protetto del cantiere. Inoltre l’evidenza anagrafica dei dati espressi sul cartello di
cantiere è misura di sicurezza indispensabile. Tutti i lavoratori operanti in cantiere a
qualsiasi titolo dovranno essere muniti di un cartellino di identificazione personale, nel quale siano riportate le generalità del lavoratore, del datore di lavoro, della ditta di
dipendenza e la fotografia. Il documento dovrà essere conforme al D. Lgs. N. 81/2008 e s.m.i.. Il cartellino dovrà essere indossato in vista, ma in modo da non costituire intralcio per il lavoratore stesso.
FOTO TESSERA
Cognome e nome __________________
Nato il ___________________________
a _______________________________
data di assunzione _________________
Datore di lavoro ________________
Sede ____________________________
P. IVA ___________________________
Autorizzazione al subappalto _______
- Tesserino per lavoratori dipendenti -
FOTO TESSERA
Cognome e nome __________________
Nato il ___________________________
a _______________________________
Committente ________________
Sede ____________________________
P. IVA ___________________________
- Tesserino per lavoratori autonomi -
Nel complesso sono presenti strade interne, asfaltate e con segnaletica orizzontale.
I servizi igienici e i baraccamenti (ufficio di cantiere, blocco spogliatoio, mensa) saranno installati in luogo idoneo all’esterno delle palazzine. In particolare, occorrerà
posizionare l’area di cantiere in modo da evitare interferenze sia con l’attività produttiva del sito, sia con le stesse attività di cantiere. Effettuandosi attività di scavo,
per la posa di tubazioni, che coinvolgeranno anche la sede stradale, si dovrà prevenire il rischio di interferenza con l’area di scavo posta tra l’Edificio L e l’Edificio 5, allestendo il cantiere in area raggiungibile dai mezzi attraverso percorsi che non
coinvolgano la suddetta area. In alternativa predisporre passerelle veicolari.
Procedura di installazione blocchi prefabbricati :
Arrivo il cantiere, il lavoratore sale sul container
e si assicura a linea vita esistente per
agganciare i ganci di sollevamento
.
Linea vita che deve essere predisposta su
ogni blocco prefabbricato per consentire le
operazioni prevenendo il rischio di caduta
dai bordi
Operazione di sollevamento e di installazione
Il lavoratore sale sul container e si assicura a
linea vita esistente per sganciare i ganci di
sollevamento. Sempre assistenza alla base
della scala per evitare che scivoli o sbandieri.
Nella presente fase si individuano i rischi con le relative prescrizioni operative, misure preventive e protettive da prendere:
Rischi di investimento da parte dei mezzi meccanici:
1) per l’accesso al cantiere degli addetti ai lavori devono essere predisposti percorsi sicuri; 2) la circolazione dei veicoli deve essere regolata con norme il più possibile simili a
quelle della circolazione sulle strade pubbliche e la velocità deve essere limitata;
3) per l’accesso degli addetti ai lavori devono essere approntati percorsi sicuri e,
quando possibile, separati da quelli meccanici; 4) la movimentazione dei carichi a mezzo di apparecchi di sollevamento deve essere
segnalata affinché il personale non addetto possa allontanarsi; 5) il percorso dei carichi da movimentare non deve interferire con le lavorazioni in corso;
6) le vie d’accesso al cantiere e quelle corrispondenti ai percorsi interni devono essere illuminate secondo le necessità diurne o notturne e mantenute costantemente in
condizioni soddisfacenti. Rischi movimentazione di carichi :
1) movimentare i carichi pesanti (>25 kg) con ausilio di appositi attrezzi ed apparecchi di sollevamento (gruetta, ecc.);
2) se non è possibile l’uso di attrezzature apposite per la movimentazione di carichi pesanti, intervenire in più persone.
Rischi scivolamenti, cadute a livello : 1) mantenere in ottimali condizioni le vie di transito e l’area dei posti di lavoro; la
pulizia e l’ordine sono misura di prevenzione del danno 2) indossare idonee calzature dotate di suole antiscivolo.
Rischi caduta di materiale dall’alto: 1) verificare l’idoneità degli apparecchi di sollevamento in uso specie per quanto
attiene i ganci e i sistemi di imbracatura del materiale movimentato; 2) nelle operazioni eseguite nel raggio di azione di apparecchi di sollevamento usare il
casco di protezione della testa per gestire il rischio residuo e stare al di fuori della zona interessata la sollevamento.
Rischi elettrici: 1) realizzare impianti elettrici adeguati e conformi alle specifiche norme;
2) collegare le macchine di cantiere all’impianto elettrico solo in assenza di tensione; 3) posizionare i cavi in modo da evitare danni per usura meccanica ed in modo che non intralcino i lavori;
4) verificare lo stato di conservazione dei cavi e segnalare eventuali danneggiamenti.
Rischi di caduta dall’alto: 1) Controllare la stabilità delle opere provvisionali in uso e dei parapetti realizzati;
2) Realizzare parapetti completi; 3) Utilizzare scale solide e posizionate in modo
corretto; 4) Utilizzare imbracature con cordino di sicurezza per i lavori in quota assicurandolo a punto sicuro.
5) Nella posa dei baraccamenti i lavoratori in fase di rimozione delle brache e dei ganci di sollevamento devono indossare imbracatura e assicurarsi a punto sicuro o
linea vita con cordino di trattenuta.
Sulla base delle considerazioni sopra esposte si può formulare la seguente valutazione
dei rischi che tiene conto del livello di probabilità e della entità del danno anche in funzione delle condizioni al contorno e si esprime in un valore I.A. denominato indice
di attenzione graduato, a seconda della gravità, da 1 a 5 (Circolare ANCE n. 335/1996). Indice di attenzione graduato I.A. = 2
Confinamento degli spazi interni agli edifici dove è necessario intervenire :
Per l’area interna : esecuzioni di partizioni con pareti provvisorie in teli tesati su struttura o pareti provvisorie anche in cartongesso ai piani di intervento con
operazioni di montaggio e smontaggio per ogni lotti.
- Esempio di esecuzioni di partizioni
antipolvere e di confinamenti con pareti
provvisorie, dotata di passaggio apribile in
porta in lamiera. L’ingombro è segnalato ed è
presente la specifica cartellonistica -
Questa attività si rende necessaria per evitare che gli interventi puntuali all’interno degli edifici coinvolgono terzi che operano nella struttura e sono estranei ai lavori.
Sono interessate a questa fase le maestranze operanti in questa lavorazione e quanti
esterni sono coinvolti da questa operazione. Deve essere attivata una procedura di preavviso scritto ai responsabili della sede INRIM, prima dell'inizio delle operazioni, di posizionamento di cartellonistica, transennamenti, esecuzione recinzioni, partizioni o
quanto altro necessario. E' necessario segnalare la data, il luogo e la durata del cantiere a quanti operano nei pressi dell'area di intervento, posta all’interno di un
palazzo con uffici o altre attività attivo al momento dei lavori. Il datore di lavoro deve valutare le lavorazioni necessarie ad allestire il cantiere, il pericolo insito in questa lavorazione, il rischio e quindi la probabilità del danno, le procedure per prevenire
l’incidente e i dispositivi di protezione individuale necessari per gestire il rischio residuo.
ART. 02 - APPRESTAMENTI DI SICUREZZA PER I LAVORI IN QUOTA
Per intervenire all’adeguamento dell’impiantistica presente, è necessario montare
apprestamenti per i lavori in quota, con piani di lavoro e parapetti di protezione a tutte le quote di intervento.
All’esterno e all’interno del fabbricato, all’interno del cavedio principale sotterraneo per i servizi, a fronte di una altezza di piano di lavoro superiore a 2,00 m, non è
possibile usare unicamente ponti su cavalletti (cavalletti da muratore), ma risulta necessario montare trabattelli per posare in quota il materiale ed eseguire alcune lavorazioni in altezza. Inoltre è bene evidenziare che le scale, anche quelle doppie,
non possono essere usate come piano di lavoro. Non è quindi permesso operare a cavalcioni sulle scale doppie e, con tutte le due mani impegnate, eseguire una
lavorazione. Lo stesso dicasi per le scale appoggiate. L’utilizzo delle scale a pulpito dovrà essere conforme al libretto di uso e manutenzione. Sarà necessario sui fronti aperti e sui bordi realizzare parapetti completi su tutti i
fronti che presentano il rischio di caduta nel vuoto.
In merito agli apprestamenti utilizzati si evidenzia quanto segue : Per i lavori in quota si dovranno utilizzare trabattelli omologati e gli operatori
dovranno essere agganciati con cordino di trattenuta da imbracatura di sicurezza a punto sicuro ogni qual volta si debba gestire il rischio residuo.
Verificare la presenza di parapetti idonei sugli apprestamenti.
La base dovrà essere posizionata su terreno non cedevole e piano. L’utilizzo dovrà rispettare le indicazioni formulate dal costruttore e lo specifico
libretto di manutenzione ed uso del macchinario. Prima dell’uso bisognerà sempre verificare il corretto posizionamento. Per quanto riguarda l’imbracatura anticaduta prima di indossarla sarà sempre
necessario leggere attentamente le istruzioni d’uso e manutenzione, in quanto il cattivo uso del DPI può creare un grave pericolo per l’utilizzatore.
Il punto di ancoraggio deve avere una resistenza adatta a sopportare le sollecitazioni a cui deve essere sottoposto ed essere compatibile con l’imbragatura utilizzata.
- Lavoratore dotato di dispositivi anticaduta
costituito di imbracatura per il corpo e di
doppio sistema di collegamento a punto
sicuro di ancoraggio. In questo modo è
possibile superare ogni nodo rimanendo
sempre assicurato a punto sicuro. Dotazione
di elmetto con sottogola indispensabile -
- Montaggio del trabatello in ogni sua parte conformemente al libretto di uso e manutenzione -
I trabattelli sono dei dispositivi di protezione collettiva che sostengono gli operatori e il
materiale durante l’esecuzione di lavori edili in altezza. Le operazioni di montaggio, trasformazione e smontaggio di tali strutture richiedono l’utilizzo di sistemi di arresto delle cadute che tengano conto dei problemi legati a fattore di caduta, tirante d’aria
ed effetto pendolo. L’operatore, seguendo l’apposito schema di montaggio, imposterà il trabatello curandone in particolare la tracciatura, la distanza dalla struttura, gli
ancoraggi e/o i rampanti antiribaltamento e verificando l’orizzontalità dei traversi. Dopo aver individuato la collocazione della botola d’accesso al primo piano, isserà da terra una coppia di montanti alla cui parte superiore avrà precedentemente fissato un
anticaduta retrattile EN 360 con il cavo allungato ed agganciato, tramite il connettore terminale, alla sua parte inferiore. Finito il piano l’operatore dovrà assicurare il
ponteggio alla struttura con almeno due ancoraggi. Dopo avere predisposto al punto di attacco dorsale dell’imbracatura anticaduta EN 361 (2) un cordino con assorbitore di energia EN 355 (4), l’operatore salirà sulla scaletta, in prossimità della botola, fino
a raggiungere il connettore terminale dell’anticaduta retrattile precedentemente predisposto e aggancerà anch’esso al punto di attacco dorsale. A questo punto
l’operatore, assicurato dall’anticaduta retrattile, potrà salire in sicurezza sul primo piano e completare il montaggio delle due campate adiacenti inserendo cancelletto, parapetti diagonali e ferma piedi. Per proseguire il montaggio sarà necessario spostare
l’anticaduta retrattile EN 360 sui montanti successivi: per assicurarsi durante la fase di sgancio dell’anticaduta retrattile, l’operatore utilizzerà il cordino con assorbitore di
energia EN 355. Per accedere al secondo piano l’operatore dovrà predisporre, sul montante interno in prossimità della botola di accesso, una fettuccia d’ancoraggio EN 795. A questo punto egli dovrà salire sulla scaletta senza superare con la vita
l’apertura della botola e assicurarsi alla fettuccia precedentemente predisposta con il cordino con assorbitore di energia EN 355 . Una volta in piedi sul secondo piano, il
cordino dovrà risultare teso in modo che l’operatore si trovi a lavorare in trattenuta, senza il rischio di caduta . A questo punto l’operatore potrà fissare il montante più
vicino, agganciarsi ad esso mediante l’anticaduta retrattile EN 360 e procedere con il
montaggio come per il piano precedente. Attenzione! Durante il montaggio e lo smontaggio del trabatello è obbligatoria la presenza di un kit di emergenza (6) per il
soccorso tempestivo di un operatore in difficoltà, specialmente in caso di sospensione inerte.
- Trabattello -
- Operatore sempre assicurato-
- Cordini di trattenuta con connettori -
- Imbracatura -
- L’elmetto dovrà essere
possibilmente regolabile e
dotato di sottogola a norma
EN 397 -
L’ uso delle scale è consentito solo se è impossibile usare dispositivi di protezione
collettivi per il lavoro in quota diversi. Nel caso sempre assistenza a terra con lavoratore che tiene la scala e se lavoratore opera a quota superiore a 2 m linea di
vita verticale o assicurato a punto sicuro.
Utilizzo sicuro scale portatili in quota –
Esempio n.1 (a sinistra)
L’addetto è sempre agganciato alla linea vita,
e un’eventuale caduta è contrastata
efficacemente da dispositivo anti-caduta di
tipo guidato (particolare A). La linea vita sarà
ancorata a punto fisso da individuarsi in loco,
tramite idonei dispositivi di trattenuta
(connettori o nodi passanti). L’apprestamento
sarà tenuto teso da un contrappeso
(particolare B), il che permette al dispositivo
di svolgere il proprio lavoro in caso di
necessità: infatti, se la fune non fosse
sufficientemente tesa, la caduta non potrebbe
essere contrastata, in quanto il dispositivo
anti-caduta di tipo guidato, in normali
condizioni di lavoro, scorre
semplicemente lungo la linea vita (per
permettere la risalita dell’operatore) e si
blocca solo in caso di adeguata tensione
della fune.
- In alto: accessori per utilizzo sicuro delle
scale portatili; a sinistra, dispositivo anti-
caduta di tipo guidato (particolare A); a
destra, contrappeso (particolare B) -
Utilizzo sicuro scale portatili in quota –
Esempio n.2 (a sinistra)
Il dispositivo anticaduta retrattile contiene la
fune alla quale l’operatore può agganciarsi
tramite il cordino di trattenuta con connettori.
Il recuperatore (si veda il particolare) deve
essere assicurato a punto fisso da trovarsi in
loco, tramite una fettuccia di ancoraggio
debitamente fissata. Anche questa soluzione
prevede l’utilizzo dei DPI descritti in
precedenza (kit anticaduta e elmetto di
protezione del capo con sottogola).
- In basso: particolari del recuperatore (a
sinistra) e della fettuccia di ancoraggio (a
destra) -
In ogni caso, per i lavori in quota (altezza del piano di lavoro > 2 m) all’interno degli
edifici e dei cunicoli, sono da preferirsi trabattelli. In caso di lavori non in quota, in alternativa alle scale si prescrivano ponti su cavalletti, i quali hanno un piano di lavoro
più largo e permettono di operare in maniera più ergonomica.
- Esempio di trabatello, per lavori n quota - - Esempio di ponte su cavalletto, per lavori
non in quota -
L’area in cui si interviene dovrà essere di volta in volta opportunamente recintata e segnalata. I percorsi di fuga devono essere immediatamente essere resi agibili a
fronte di una emergenza. Attenzione alla fase di restituzione della zona di intervento. Non usare impropriamente scale di fortuna.
Per le opere di demolizione del camino in c.a. (presso l’edificio 9) e per il passaggio
delle tubazioni lungo le facciate degli Edifici 6 e 7, si rende necessaria l’installazione di ponteggi.
Si considerano le seguenti sottofasi che si ripresentano nell’area di cantiere, in diversi punti, nonché le azioni tecniche generali necessarie alla realizzazione di un ponteggio
fisso esterno a tubo e giunto: Progetto del ponteggio: necessario se il manufatto è eseguito in maniera difforme
alla autorizzazione ministeriale o superiore ai 20 m. PiMUS: redazione da parte de datore di lavoro dell’impresa che monta il ponteggio. Definizione dell’area di stoccaggio dei materiali: presuppone un’area di scarico delle
componenti del ponteggio. Predisposizione del sito: presuppone la verifica dell’idoneità del sito e della
effettuabilità delle condizioni di montaggio. Assemblaggio componenti: si considera l’assemblaggio al piano di partenza o
tracciamento e l’assemblaggio ai piani superiori (previa installazione ed utilizzo di
linea vita temporanea) e quindi l’allestimento dei piani di lavoro, dei sottopiani di protezione, dei parasassi, degli intavolati, dei parapetti, delle andatoie passerelle,
dei balconi di carico, dei castelli di tiro, delle scale, etc.. Disassemblaggio dei componenti e loro evacuazione: si considera lo smontaggio
(previa installazione ed utilizzo di linea vita temporanea), il momentaneo accatastamento, il carico su automezzi e le procedure di allontanamento dall’area di cantiere.
MONTAGGIO/SMONTAGGIO PONTEGGIO Nei lavori in quota, devono essere adottate, seguendo lo sviluppo dei lavori stessi,
adeguate impalcature o ponteggi o idonee opere provvisionali o comunque precauzioni atte a eliminare i pericoli di caduta di persone e di cose conformemente ai punti 2,
3.1, 3.2, e 3.3 dell’allegato XVIII del D. Lgs. 81/08 e s.m.i.. Le operazioni di montaggio e smontaggio devono essere effettuate secondo quanto previsto nel cosiddetto PiMUS (Piano di montaggio, uso e smontaggio), documento
redatto in modo specifico per ogni opera provvisionale. Le opere provvisionali devono essere caratterizzate da alcuni indispensabili requisiti:
risultare efficaci per tutto il tempo della loro esistenza; essere stabili; essere realizzate in modo idoneo e con materiale controllato, resistente,
adeguatamente dimensionato; essere collegate intrinsecamente e, quando è il caso, reciprocamente fra loro in
modo sicuro; essere mantenute in efficienza per l’intera durata del lavoro;
essere montate e poste in uso da personale esperto sotto la sorveglianza di un preposto competente e responsabile.
Il personale incaricato (addetti e preposti), anche se in possesso di comprovata esperienza lavorativa, deve comunque frequentare specifici corsi di formazione
organizzati da enti abilitati e superare le relative prove di verifica. È infine fondamentale ricordare che è necessario ricorrere alla progettazione ogni qual
volta l’opera provvisionale o parte di essa differisce da quanto previsto dal fabbricante.
Le operazioni di montaggio e smontaggio del ponteggio devono, in linea di massima,
rispettare le seguenti prescrizioni: a) presenza continua di un preposto che sorvegli le operazioni di persona e dia le
opportune indicazioni ai montatori, assicurandosi che il ponteggio venga assemblato conformemente al progetto e a regola d’arte; b) le operazioni devono essere eseguite da personale esperto, che si trovi in condizioni
fisiche soddisfacenti al momento dell’effettuazione dei lavori; il personale addetto deve inoltre aver ricevuto una formazione specifica (la partecipazione ai corsi, le cui
caratteristiche sono stabilite in sede di Conferenza Stato Regioni e Provincie autonome, è obbligatoria sia per gli addetti al montaggio/smontaggio che per i preposti);
c) il personale deve essere dotato di attrezzi appropriati (chiavi a doppia stella/dinamometriche), i quali, quando non sono utilizzati, devono essere riposti in
apposita custodia o essere assicurati mediante idoneo dispositivo per impedirne la caduta accidentale; d) il personale addetto deve essere dotato dei necessari DPI, quali casco, guanti,
scarpe e soprattutto di uno dei seguenti sistemi anticaduta: un sistema composto da una linea di ancoraggio posta sul lato interno della stilata,
sopra l’ultimo impalcato, e da un’imbracatura completa di bretelle, cosciali e dispositivo di trattenuta, quest’ultimo composto da moschettone e/o altro dispositivo
scorrevole di attacco, cordino e assorbitore di energia. Il sistema di trattenuta deve impedire una caduta libera superiore a 1,5 metri; il sistema è utilizzabile solo quando la posizione della linea di ancoraggio e la lunghezza del dispositivo di
trattenuta dell’imbracatura impedisce al lavoratore, in caso di caduta, di toccare il suolo.
- Fase montaggio con linea -
un sistema, più adatto al ponteggio a tubo e giunto, composto da una imbracatura completa di bretelle e cosciali, con due funi di trattenuta dotate di “pinza” da
ponteggio o “moschettone di grande diametro” in sostituzione dell’abituale moschettone.
La doppia fune consente spostamenti senza rischio di caduta dall’alto, poiché almeno
un connettore rimane sempre agganciato. Le “pinze” da ponteggio o i “moschettoni di grande diametro” devono sempre essere
applicati ai correnti, ai traversi o ai montanti interni. In quest’ultimo caso, utilizzando il ponteggio a tubo e giunto, se il montante interno non è sufficientemente lungo
(almeno ad altezza uomo), occorre applicare un dispositivo che eviti lo scorrimento
della “pinza” verso l’alto (ad esempio un morsetto). Anche con questo sistema la possibile caduta libera deve essere limitata a un massimo di 1,5 metri lungo tutti i lati
del ponteggio prospicienti il vuoto. È necessario sottolineare che questo sistema è utilizzabile solo se non sono possibili cadute che comportino una sollecitazione della “pinza” a flessione (ad esempio contro
uno spigolo o simili). Per il montaggio e lo smontaggio degli elementi posti in prossimità delle testate, nel caso in cui il cordino dell’imbracatura sia più lungo
dell’altezza di caduta consentita, è necessario arrestare il fissaggio della linea di ancoraggio o della pinza al penultimo montante. In questo modo si contiene la caduta entro 1,5 metri con lo stesso segmento di fune
di trattenuta utilizzata per montare gli elementi precedenti. e) tutti gli elementi del ponteggio da utilizzare devono essere controllati prima del loro
impiego, e devono essere eliminati quelli che presentino deformazioni, rotture e corrosioni pregiudiziali per la resistenza del ponteggio; f) rispetto della successione delle fasi di montaggio, così come indicate dal costruttore
al capo VI dell’autorizzazione ministeriale. Il tutto, quando necessario, coordinato con l’eventuale piano di sicurezza.
Le operazioni di montaggio devono procedere per piani finiti secondo la seguente successione:
1) posa dei montanti, dei traversi e dei correnti o dei telai (ad acca o a portale) e delle aste; 2) completamento del parapetto con il relativo fermapiede;
3) posa dell’impalcato completo, eseguito dal piano inferiore, e delle scale di collegamento;
4) spostamento della linea di ancoraggio, quando prevista, al piano superiore (questa operazione può precedere la n. 3 in funzione delle caratteristiche degli elementi di fissaggio della linea d’ancoraggio). Ciò permette di agganciare l’imbracatura per
montare gli elementi del piano superiore; 5) fissaggio degli ancoraggi del ponteggio, dove previsti, eseguito dai piani completati
(senza necessità dell’imbracatura). Questa successione va ripetuta per il montaggio dei piani superiori. Le operazioni di smontaggio devono seguire il seguente procedimento:
1) posizionamento della linea di ancoraggio, quando prevista, necessaria all’aggancio dell’imbracatura anticaduta;
2) rimozione dei fermapiede; 3) smontaggio dei correnti di parapetto e dei montanti oppure dei telai e delle aste; 4) rimozione dell’impalcato dal piano sottostante;
5) smontaggio di traversi e correnti (tubo e giunto o multidirezionale); 6) rimozione degli ancoraggi del ponteggio;
7) spostamento della linea di ancoraggio, quando prevista, necessaria all’aggancio dell’imbracatura anticaduta; g) nel corso del montaggio si deve:
- impedire lo scivolamento degli elementi di appoggio; - garantire la capacità portante degli elementi di appoggio;
- verificare la distanza fra ponteggio ed edificio; - verificare la verticalità dei montanti; - verificare l’orizzontalità dei correnti e dei traversi;
- verificare l’assetto operativo dei dispositivi di collegamento (spine, blocchi); - verificare la messa in opera degli ancoraggi e delle diagonali seguendo il normale
progredire del montaggio ed in conformità ai disegni esecutivi; - verificare che il traverso più alto del ponteggio in corso di montaggio non superi di 4
metri l’ultimo ordine di ancoraggi;
h) movimentazione sicura dei carichi (elementi del ponteggio, tavole di legno) con
idonea imbracatura, per evitare lo svincolo e la caduta accidentale; i) per l’accesso ai vari piani del ponteggio e delle impalcature ci si deve servire di scale
a mano in legno o metallo; queste non devono essere disposte l’una in prosecuzione dell’altra, ma in posizione sfalsata e devono essere più lunghe di 1 metro rispetto al piano di arrivo, a meno che altri dispositivi garantiscano una presa sicura (nel caso in
cui la scala sia posizionata in prossimità di un montante del ponteggio, ad esempio, questo può essere considerato dispositivo sostitutivo).
Le scale devono essere ben sistemate e vincolate agli intavolati del ponte. La base d’appoggio deve essere stabile e la scala va bloccata in modo da impedirne lo scivolamento e il ribaltamento.
Sbandamenti, slittamenti, rovesciamenti e oscillazioni devono essere assolutamente evitati, con soluzioni diverse da adottare a seconda dei casi.
In commercio si trovano, ad esempio, speciali sistemi di graffaggio per la trattenuta di scale di servizio agli elementi del ponteggio metallico; j) divieto di salire o scendere lungo i montanti;
k) divieto di gettare dall’alto elementi del ponteggio; l) divieto di sostare sotto i carichi sospesi;
m) delimitazione della zona di montaggio, per evitare danni a cose e persone estranee al cantiere.
Progetto e documentazione (Articolo 133 e 134 D.Lgs. 81/08 e s.m.i.)
I ponteggi di altezza superiore a 20 metri e quelli per i quali nella relazione di calcolo non sono disponibili le specifiche configurazioni strutturali utilizzate con i relativi
schemi d’impiego, nonché le altre opere provvisionali, costituite da elementi metallici o non, oppure di notevole importanza e complessità in rapporto alle loro dimensioni ed ai sovraccarichi, devono essere eretti in base ad un progetto comprendente:
a) calcolo di resistenza e stabilità eseguito secondo le istruzioni approvate nell’autorizzazione ministeriale;
b) disegno esecutivo. Dal progetto, che deve essere firmato da un ingegnere o architetto abilitato a norma di legge all’esercizio della professione, deve risultare quanto occorre per definire il
ponteggio nei riguardi dei carichi, delle sollecitazioni e dell’esecuzione. Copia dell’autorizzazione ministeriale e copia del progetto e dei disegni esecutivi
devono essere tenute ed esibite, a richiesta degli organi di vigilanza, nei cantieri in cui vengono usati i ponteggi e le opere provvisionali di cui sopra. Nei cantieri in cui vengono usati ponteggi deve essere tenuta ed esibita, a richiesta degli organi di
vigilanza, copia della documentazione di cui al comma 6 dell’articolo 131 del D. Lgs. 81/08 e copia del piano di montaggio, uso e smontaggio (Pi.M.U.S.), in caso di lavori
in quota, i cui contenuti sono riportati nell’allegato XXII. Le eventuali modifiche al ponteggio, che devono essere subito riportate sul disegno, devono restare nell’ambito dello schema-tipo che ha giustificato l’esenzione
dall’obbligo del calcolo.
Formazione degli addetti al montaggio, smontaggio e trasformazione del ponteggio La formazione dei preposti e degli addetti al montaggio, smontaggio e trasformazione
dei ponteggi, costituisce un obbligo a carico del datore di lavoro ai sensi del D. Lgs. 81/08 e s.m.i..
La norma impone sia ai preposti che agli addetti la partecipazione a corsi di formazione teorico – pratica, con verifica finale, per i quali precisa gli argomenti da
trattare:
a) la comprensione del piano di montaggio, smontaggio e trasformazione del
ponteggio (PiMUS);
b) la sicurezza durante le operazioni di montaggio, smontaggio e trasformazione del ponteggio, con riferimento alla legislazione vigente; c) le misure di prevenzione dei rischi di caduta di persone o di oggetti;
d) le misure di sicurezza in caso di cambiamento delle condizioni meteorologiche pregiudizievoli alla sicurezza del ponteggio;
e) le condizioni di carico ammissibile; f) qualsiasi altro rischio che le suddette operazioni di montaggio, smontaggio o trasformazione possono comportare.
Nella presente fase si individuano i rischi con le relative prescrizioni operative, misure preventive e protettive da prendere:
Rischi di caduta dall’alto: 1) Controllare la stabilità delle opere provvisionali e dei parapetti realizzati;
2) Realizzare parapetti completi; 3) Utilizzare scale solide e posizionate in modo corretto;
4) Utilizzare imbracature con cordino di sicurezza per i lavori in quota; 5) Utilizzare trabattello come da libretto di manutenzione ed uso e con lavoratori dotati di imbracatura assicurata con cordino di trattenuta a punto sicuro e con
operatori a terra dotati di casco di protezione con sottogola; 6) Il trabattello dovrà essere montato/smontato solo da personale qualificato.
Rischi urti, colpi, impatti, compressioni: 1) Attenzione negli spostamenti nel cantiere;
2) Evitare di lasciare in opera oggetti sporgenti; 3) Utilizzare l’elmetto di protezione con sottogola.
Rischi punture, tagli, abrasioni: 1) Tenere pulito e in ordine il luogo di lavoro;
2) Schiodare le tavole di legno e non disperdere i chiodi; 3) Utilizzare guanti e scarpe di sicurezza;
4) Tenere saldamente i materiali e le attrezzature che si maneggiano; 5) Evitare di lasciare oggetti sporgenti pericolosi e non segnalati.
Rischi scivolamenti, cadute a livello: 1) Attenzione negli spostamenti nel cantiere;
2) Tenere il piano di lavoro sgombro da attrezzature, materiali, macerie o altro capace di ostacolare il cammino degli operatori.
Rischi di caduta di materiale dall’alto: 1) Attenzione ai carichi sospesi;
2) Controllare il bilanciamento e l’aggancio dei carichi; 3) Utilizzare l’elmetto di protezione; 4) Impedire il transito di persone nella zona che interessata da un’eventuale caduta di
elementi, attrezzi o altro; 5) Nei lavori che comportano la contemporanea attività a quote diverse, le operazioni
di montaggio devono essere delimitate anche in senso orizzontale con intavolati o reti, per la protezione contro la caduta di materiali dal piano di montaggio al piano di
lavoro sottostante;
6) In corrispondenza delle zone di transito e di stazionamento a terra, devono essere
allestite robuste tettoie di protezione.
Movimentazione manuale dei carichi: 1) Movimentare i carichi pesanti (>25 kg) con ausilio di appositi attrezzi ed apparecchi di sollevamento;
2) Se non è possibile l’uso di attrezzature apposite per la movimentazione di carichi pesanti, intervenire in più persone.
Rumore: 1) Se e quando possibile evitare la sovrapposizione di rumori;
2) Utilizzare macchine e attrezzature insonorizzate; 3) Utilizzare otoprotettori.
Rischi di elettrocuzione: 1) Utilizzare materiale elettrico solo dopo attenta verifica di personale esperto;
2) Informarsi sulla corretta esecuzione dell’impianto elettrico; 3) Usare spine di sicurezza omologate CEI;
4) Usare attrezzatura con doppio isolamento; 5) Controllare i punti di appoggio delle scale metalliche;
6) Evitare di lavorare in ambienti molto umidi o bagnati; 7) Utilizzare scarpe di sicurezza.
Sulla base delle considerazioni sopra esposte si può formulare la seguente valutazione dei rischi che tiene conto del livello di probabilità e della entità del danno anche in
funzione delle condizioni al contorno e si esprime in un valore I.A. denominato indice di attenzione graduato, a seconda della gravità, da 1 a 5 (Circolare ANCE n. 335/1996). Indice di attenzione graduato I.A. = 3
ART. 03 - OPERE DI SCAVO
Sarà necessario eseguire scavi per preparazione alle attività impiantistiche, attività di
completamento e opere accessorie. Gli scavi in oggetto sono finalizzati all’esecuzione delle opere di realizzazione di nuovi tratti di sottoservizi e adeguamento dell’esistente; data la presenza nelle aree di
intervento di numerosi sottoservizi esistenti (reti fognarie, idriche, elettriche e termo fluidiche) le operazioni di scavo dovranno essere eseguite con cautela prevedendo
eventuali limitati interventi manuali. Si prevede inoltre l’eventuale taglio e demolizione di parti della pavimentazione esistente e successivo ripristino.
Si descrivono i rischi potenziali connessi alla presente lavorazione e le misure da
attuare per ridurre tali rischi: Cadute dall’alto: ai lavoratori deve essere fatto esplicito divieto di avvicinarsi alla base
della parete di attacco e, in quanto necessario in relazione all'altezza dello scavo o alle condizioni di accessibilità del ciglio della platea superiore, la zona superiore di pericolo
deve essere almeno delimitata mediante opportune segnalazioni spostabili col proseguire dello scavo. Nelle operazioni di scavo per i cavidotti il bordo della trincea dovrà sempre essere recintato.
Allagamento dello scavo: Deve essere approntato un programma di pronto intervento
per il salvataggio delle persone sorprese da irruzioni d’acqua e previste le attrezzature necessarie. Gli esposti al rischio, gli incaricati degli interventi di emergenza e tutti gli addetti al cantiere devono essere informati e formati sul comportamento da tenere e
addestrati in funzione dei relativi compiti.
Urti, colpi, impatti, compressioni: le attività che richiedono sforzi fisici violenti e/o repentini devono essere eliminate o ridotte anche attraverso l’impiego di attrezzature idonee alla mansione. Gli utensili, gli attrezzi e gli apparecchi per l’impiego manuale
devono essere tenuti in buono stato di conservazione ed efficienza e quando non utilizzati devono essere tenuti in condizioni di equilibrio stabile e non devono
ingombrare posti di passaggio e di lavoro.
Scivolamenti, cadute a livello: i percorsi pedonali interni al cantiere, anche al fondo dello scavo devono sempre essere mantenuti sgombri da attrezzature, materiali, macerie o altro capace di ostacolare il cammino degli operatori; gli ostacoli fissi
devono essere opportunamente segnalati e/o protetti; le vie d’accesso al cantiere e quelle corrispondenti ai percorsi interni devono essere illuminate secondo le necessità
diurne e notturne. Elettrici: prima dell’inizio delle attività deve essere effettuata una ricognizione dei
luoghi di lavoro al fine di individuare la eventuale esistenza di linee elettriche o interrate e stabilire le idonee precauzioni per evitare possibili contatti diretti o indiretti
con elementi in tensione (si faccia riferimento alla documentazione di rilievo, ma si faccia anche attività di constatazione diretta prima dello scavo e durante lo scavo); per le opere presso impianti rilevati procedere a mano con cautela; i percorsi e la
profondità delle linee interrate o in cunicoli devono essere rilevati e segnalati in superficie quando interessano direttamente la zona di lavoro.
Rumore: le attrezzature devono essere correttamente mantenute e utilizzate, in
conformità alle indicazioni del fabbricante, al fine di limitarne la rumorosità eccessiva;
durante il funzionamento le cabine ed i carter degli escavatori devono essere mantenuti chiusi; il personale non strettamente necessario alle lavorazioni dovrà
allontanarsi dalla zona interessata e gli addetti dovranno adottare, se del caso, i dispositivi di protezione individuale conformi a quanto indicato nel rapporto di valutazione rumore; la zona di lavoro delle macchine a rumorosità elevata deve essere
perimetrata e segnalata con cartelli.
Rischi vibrazioni: in caso di uso di macchine per gli scavi verificare che le stesse siano dotate di impugnatura antivibrante; utilizzare guanti imbottiti in grado di assorbire le vibrazioni.
Caduta materiale dall’alto: è vietato costituire depositi di materiali presso il ciglio degli
scavi. Qualora tali depositi siano necessari per le condizioni del lavoro, si deve provvedere alle necessarie puntellature; l’attività di scavo deve essere preceduta da una valutazione della consistenza e delle caratteristiche del terreno; tutti gli addetti
devono comunque fare uso dell’elmetto di protezione individuale per gestire il rischio residuo.
Investimento: nei lavori di escavazione con mezzi meccanici deve essere vietata la
presenza degli operai nel campo di azione dell'escavatore e sul ciglio del fronte di attacco; in tutti i casi deve essere vietato l’intervento concomitante di attività con mezzi meccanici e attività manuali.
Polveri, fibre: nelle attività di scavo la diffusione delle polveri e fibre deve essere
ridotta al minimo irrorando periodicamente le superfici di scavo ed i percorsi dei mezzi meccanici; qualora la quantità di polveri e fibre presenti superi comunque i limiti tollerati devono essere forniti ed utilizzati indumenti di lavoro e DPI idonei alle attività.
Indice di attenzione graduato (I.A.) = fase di lavoro potenzialmente rischiosa
Per le opere di scavo di profondità non superiore a 1 m si dovrà:
- Prima di eseguire gli scavi, valutare le condizioni del terreno ed individuare il
corretto sistema di protezione dei lavoratori che dovranno operare all'interno degli scavi. Per scavi in terreni incoerenti con profondità tali da costituire un
sistema instabile o saranno previsti sempre idonei sistemi di prevenzione e protezione;
- posizionare idonea cartellonistica di avviso per la segnalazione degli scavi,
riportante i divieti da osservare; - installare apprestamenti di sicurezza per lavori di scavo;
- quando necessario gli scavi saranno coperti o comunque protetti mediante idonee barriere poste lungo l'intero perimetro di scavo, al fine di prevenire cadute accidentali all'interno degli scavi.
I lavoratori addetti agli scavi dovranno essere opportunamente protetti e dovranno attenersi a regole e procedure precise sia durante l' esecuzione degli scavi, sia
durante i lavori all'interno di essi. I seguenti fattori causano la maggior parte di incidenti e ferite più o meno gravi : -Assenza di idonei sistemi di protezione
-Omesso controllo di trincee e relativi sistemi di protezione -Disposizione pericolosa di carichi su aree a rischio frana
-Sistemi di entrata e di uscita dagli scavi non sicuri
Tutti gli scavi sono pericolosi, in
quanto essi sono in genere instabili. Se essi sono stati eseguiti a sezione
ristretta si correrà il rischio addizionale di mancanza di ossigeno, concentrazione di fumi tossici,
accumulo di acqua. Oltre alle misure generali di prevenzione e protezione
nei confronti dei singoli Rischi, i lavoratori addetti dovranno attenersi alle istruzioni fornite ed osservare le
necessarie misure di prevenzione e protezione.
Si tratta di scavi a sezione obbligata, con notevole sviluppo longitudinale, di
profondità in genere non elevata e con possibile disomogeneità litologica
e strutturale dei terreni attraversati. Tali situazioni sono caratterizzate da
spazi spesso ristretti e pertanto si configurano come ambiti operativi angusti. Tra i principali fattori di
rischio, oltre a quanto indicato nel paragrafo precedente, sono da
menzionare: posizionamento disordinato di
utensili sui bordi;
vibrazioni dovute a utensili e macchine operatrici, quali martelli
pneumatici, gru, paranchi e scavatrici;
presenza di mezzi d’opera nei
dintorni.
DISPOSIZIONE PERICOLOSA DI CARICHI SU AREE A RISCHIO FRANE I materiali di risulta degli scavi posti in corrispondenza del posto di lavoro sono
pericolosi se posti nelle vicinanze di una trincea in cui sono posti lavoratori. Tali detriti possono determinare, a causa del peso applicato sul terreno circostante, una frana o
possono crollare essi stessi all'interno degli scavi, causando gravi ferite o la morte. Si dovrà provvedere alla protezione dei lavoratori in uno o più dei seguenti modi: - Posizionamento materiali di risulta degli scavi a congrua distanza di cigli degli scavi
- Utilizzare un idoneo sistema di trattenuta o di copertura del materiale in modo che non possa cadere all'interno degli scavi.
- Allorché il sito non consenta il posizionamento dei detriti a distanza di sicurezza (almeno 60 cm dal ciglio) occorrerà ubicarli provvisoriamente in altro luogo.
DEMOLIZIONE PARTI DI PAVIMENTAZIONE ASFALTATA Dove è presente l’asfalto si dovrà effettuare il taglio della pavimentazione asfaltata a
mezzo di clipper.
INSTALLAZIONE RECINZIONI DEL CANTIERE, ACCESI E SEGNALAZIONI,
CIRCOLAZIONE DELLE PERSONE E DEI MEZZI
- Prima dell’inizio dei lavori tutta l’area dei lavori deve essere recintata con reti,
pannelli pieni o a listelli distanziati e per cantieri molto estesi anche con nastri, per impedire che estranei vi possano accedere. - I nastri colorati possono rilevarsi utili per indicare le zone da non valicare.
- Devono essere esposti opportuni cartelli di divieto e di pericolo conforme alle Norme - In zone trafficate (da pedoni o da veicoli) la recinzione deve essere illuminata.
- All’ingresso del cantiere deve essere esposto un cartello d’identificazione - Per l’accesso al cantiere degli addetti e dei mezzi di lavoro sono predisposti percorsi e, ove occorrono, mezzi di accesso sicuri.
- All’interno del cantiere, la circolazione degli automezzi e delle macchine semoventi è regolata da norme analoghe a quelle della circolazione su strade pubbliche, la velocità
è limitata a seconda delle caratteristiche dei percorsi e dei mezzi. - Per l’accesso degli addetti ai rispettivi luoghi di lavoro sono approntati percorsi sicuri e, quando necessario, separati da quelli dei mezzi meccanici. Occorrerà predisporre,
presso le aree di scavo che coinvolgono la sede stradale, passerelle pedonali. Nel caso in cui non sia possibile ai mezzi l’accesso attraverso percorsi alternativi, predisporre
anche passerelle veicolari - Nei tratti prospicienti il vuoto, le strade, i viottoli, le scale con gradini e simili sono
provvisti di parapetto. - Le vie di accesso al cantiere e quelle corrispondenti a percorsi interni sono illuminate secondo le necessità diurne e notturne.
TRASPORTO E DISCESA DELLE MACCHINE DAGLI AUTOMEZZI DI TRASPORTO
Le grandi macchine per lo scavo e il movimento terra sono trasportate sul posto di lavoro mediante appositi carrelloni trainati da altri automezzi. Alcune attrezzature di dimensioni più ridotte, come bob cat miniescavatori, minipale, combinati) sono
direttamente trasportate sul cassone degli autocarri. In tutti i casi, salvo quando il carico e lo scarico delle attrezzature viene effettuato con la stessa gru dell’autocarro,
la salita e la discesa dei mezzi avviene attraverso pedane fissate al carrellone o da applicare sul bordo del cassone. La struttura dei carrelloni, progettata per ridurne al minimo l’altezza del pianale e per essere attrezzata con robuste pedane di carico a
movimento automatico o bilanciato, rende più agevole la salita e la discesa delle macchine.
Negli autocarri invece, la notevole altezza dei cassoni e le dimensioni delle pedane mobili necessariamente limitate per questioni di ingombro e di peso, obbligano a superare o discendere pendenze più elevate. In questo caso sono presenti maggiori
rischi di stabilità per i mezzi, cedimento delle pedane, urti e investimenti nei confronti dei lavoratori a terra.
Sistemazione o rotazione pedane
Nel caso delle pedane montate a mano sui cassoni è presente il rischio da movimentazione
manuale del carico, quello derivante da un imperfetto aggancio e blocco degli appoggi
superiori delle pedane al cassone e non allineamento degli appoggi inferiori. Le pedane
incernierate al carrellone, sono invece mosse da elementi idraulici che ormai hanno quasi
totalmente sostituito il vecchio e pericoloso sistema di bilanciamento a molla. Questo sistema
di bilanciamento nel passato ha creato infortuni gravi e mortali per movimenti intempestivi
dovuti a cattivo funzionamento del sistema di bilanciamento. Nella manovra delle pedane
incernierate è presente rischio di urti e investimenti.
Pedane incernierate ai carrelloni
Il conducente blocca l’automezzo nella
postazione di scarico predeterminata verifica
che i margini di manovra siano
sufficientemente ampi e che l’area non sia
transitata da altri mezzi; quindi allontana a
distanza di sicurezza il personale presente e
procede alla manovra di rotazione delle
pedane tenendo sempre sotto controllo l’area
spazzata dalla loro traiettoria. Nel caso che le
pedane siano bilanciate con il sistema a molla
e debbano quindi essere azionate
manualmente, il manovratore dovrà agire con
azione di spinta sulla pedana, posizionandosi
dalla parte opposta rispetto alla direzione del
movimento.
Nella manovra di discesa del mezzo sarà
sempre presente un operatore a terra di
ausilio al manovratore e per controllare l’area
di manovra.
Pedane mobili
Il miniescavatore è trasportato sul posto da
autocarro con cassone munito di pedane-
rampe mobili.
L’operatore dell’escavatore è addetto alla
discesa del mezzo. L’operatore si assicura che
l’autocarro sia frenato e posizionato in piano;
sistema le estremità superiori delle pedane-
rampe sul margine del cassone e le vincola
tramite le apposite linguette di innesto.
Quindi sale sul cassone mette in moto il
mezzo e inizia la manovra di discesa con
l’ausilio delle segnalazioni del personale a
terra posizionato a distanza di sicurezza.
LA SICUREZZA DEGLI OPERATORI
Posizione degli autisti degli autocarri
Poiché la cabina dell’autocarro non costituisce una protezione
sufficiente contro i possibili urti e investimenti da parte dei
mezzi di movimento terra i conducenti, durante il carico
dell’autocarro, non debbono rimanere al posto di guida. Essi
dovranno sistemarsi fuori del campo di azione delle macchine,
in posizione prestabilita, possibilmente in diretta visione dei
manovratori dei mezzi semoventi.
Durante il carico di terreno i conducenti devono
abbandonare la cabina di guida e si posizionano oltre
una barriera ottica posta ad almeno dieci metri dalla
postazione dell’escavatore. Il manovratore
dell’escavatore, prima di iniziare le manovre di carico,
dovrà accertare che il conducente sia sceso dalla
cabina e abbia raggiunto la zona di sicurezza delimitata
dalla barriera ottica.
Se necessario un operatore a terra dovrà assistere e dirigere
gli autisti dei mezzi in manovra.
Scavi in presenza di impianti e servizi
In via preliminare l’impresa che procede agli scavi deve
essere informata attraverso mappe e disegni sulla posizione
dei sottoservizi.
Com’è noto anche per modesti scavi in questi casi si fa ormai
quasi sempre uso di miniescavatori la cui visibilità dal posto
di manovra è buona per lo scavo ma non sufficiente per
avvistare in tempo utile la presenza di condutture di impianti
o servizi. Occorre quindi che il personale a terra eserciti una
continua vigilanza a supporto del manovratore per segnalare
tali presenze. In questi casi è sempre presente il rischio di
urti e investimenti da parte dell’escavatore.
La squadra di lavoro è composta da due persone: il
manovratore del miniescavatore e il lavoratore di
supporto per la segnalazione di impianti e per
procedere, in presenza di essi a effettuare operazioni di
asportazione terreno con la pala. Il miniescavatore
opera in postazione fissa mentre il personale a terra si
dispone a distanza di sicurezza fuori dal raggio di
azione del mezzo di terra debba superare la barriera di
sicurezza e avvicinarsi il manovratore disattiva il
circuito idraulico dei comandi o spegne il motore ed
esce dall’abitacolo.
LE CARATTERISTICHE DEI POSTI DI MANOVRA DELLE MACCHINE OPERATRICI La stabilità dei mezzi è regolata dal manuale d’istruzioni che deve essere a corredo e
di qualsiasi macchina e a disposizione del manovratore. Il rischio d’infortunio dovuto al ribaltamento è ridotto al minimo dalle caratteristiche della cabina e dall’uso della cintura di sicurezza.
GESTI CONVENZIONALI
PROCEDURA PER SOTTOSERVIZI
Le attività di scavo comportano l’interferenza con numerosi sottoservizi (linee telefoniche, fibra ottica, tubazioni per trattamento acque bianche e nere). Occorrerà
pertanto adottare adeguati accorgimenti per effettuare le attività di interramento tubazioni. In particolare: Le maestranze devono avere a disposizione la mappa dei sottoservizi prima
dell’inizio dei lavori, onde poterli localizzare con buona approssimazione Tutti gli addetti agli scavi devono essere informati circa il contenuto della mappa.
Oltre alla localizzazione in planimetria, occorrerà conoscere anche le profondità dei sottoservizi, per poter individuare le aree a rischio e la sua qualità
In base alle informazioni di cui sopra, procedere nelle attività di scavo in maniera
graduale, utilizzando preferibilmente attrezzature manuali nelle immediate vicinanze dei sottoservizi
Per quel che riguarda le tubazioni di metano interferenti con le opere di scavo (presso l’Edificio 5), si prescrive la preventiva inertizzazione degli impianti prima di procedere
ATTIVITÀ ALL’INTERNO DEL CAVEDIO
Si raccomanada di essere dotati di sistemi di illuminazione autonoma e di verificare ogni volta che lo spazio non sia assimilabile a spazio confinato. Si ricorda che il DPR
177/2011 è rivolto sia alle imprese che direttamente operano in ambienti sospetti di inquinamento o confinati, sia alle imprese che esternalizzano tali attività - si applica a “chiunque svolga attività lavorativa nel settore degli ambienti confinati (compresi gli
appaltatori). Tenendo conto però che alcune disposizioni si applicano solo ai datori di lavoro committenti”. In particolare qualsiasi attività lavorativa nel settore degli
ambienti sospetti di inquinamento o confinati può essere svolta: “unicamente da imprese o lavoratori autonomi qualificati in ragione del possesso di particolari requisiti”. Il principale requisito per tutte le imprese che lavorano in questi ambienti è
l’integrale “applicazione delle disposizioni in vigore su valutazione dei rischi, sorveglianza sanitaria e gestione delle emergenze”. Dunque ciascuna impresa deve
avere “personale esperto (esperienza almeno triennale nei lavori in ambienti confinati o sospetti di inquinamento) in misura non inferiore al 30% della forza lavoro e assunto con contratto di lavoro subordinato e a tempo indeterminato”. Tuttavia le attività
possono essere svolte da imprese che utilizzino personale assunto con altre tipologie contrattuali “(es: Co. Co. Pro., Associato in Partecipazione, Tempo Determinato, ecc.)
e/o in esecuzione di un contratto di appalto purché i contratti siano stati preventivamente certificati”. Effettuazione dell’attività di “informazione e formazione di tutto il personale, compreso il datore di lavoro se attivo, mirata alla conoscenza dei
fattori di rischio”. Deve essere con verifica di apprendimento e deve essere oggetto di aggiornamenti; possesso e relativo addestramento all’uso di dpi, strumentazione,
attrezzature di lavoro idonei alla prevenzione dei rischi specifici della attività svolta (secondo quanto previsto dagli artt. 66, 121 e all. IV p.3 TUSIC); avvenuta effettuazione di attività di addestramento per le procedure di sicurezza di tutto il
personale impiegato nelle attività lavorative in ambienti confinati o sospetti di inquinamento compreso il datore di lavoro (secondo quanto previsto dagli artt. 66,
121 e all. IV p.3 TUSIC); attestazione dell'assolvimento, da parte dell'impresa, degli obblighi legislativi e contrattuali nei confronti di INPS, INAIL e Cassa Edile. Per le attività esternalizzate “il subappalto deve essere espressamente autorizzato dal datore
di lavoro committente e certificato (come l’appalto)” ai sensi del Titolo VIII Capo I del D.Lgs. 276/2003. “Anche per le imprese e lavoratori autonomi che lavorano in
‘subappalto’ si applica integralmente” il D.P.R. 177/2011; individuazione da parte del datore di lavoro committente di un “proprio rappresentante in possesso di adeguate
competenze (esperienza triennale)” e formazione.
ART. 04 - OPERE DI IMPIANTISTICA ELETTRICA
Si prevede l’esecuzione di impianti elettrici a servizio come da progetto.
Le opere descritte nel presente documento, si riferiscono al progetto di adeguamento degli impianti elettrici del Complesso INRIM ubicato in Torino, strada delle Cacce 91.
Nell’esecuzione delle opere dovranno essere rispettati i seguenti criteri fondamentali: ottemperare alle esigenze del Committente; realizzare gli impianti in conformità alle
vigenti prescrizioni normative e legislative; realizzare impianti funzionali, flessibili e facilmente manutenibili; realizzare impianti, utilizzando componenti affidabili certificati.
Il Complesso è costituito da due zone individuate con l’acronimo di: zona “ex CNR”, includente le palazzine/edifici denominati: edificio 2 Termodinamica,
edificio 3 mensa e biblioteca, edificio 4 dinamometria, edificio 5 centrale elettrica e termica, edificio 6 masse e volumi, edificio 7 lunghezze, edificio 8 galleria misure di precisione, edificio 9 campioni di forza;
zona “IEN”, includente le palazzine/edifici denominati: edificio A, edificio B, edificio C, edificio D, edificio L, edificio M, edificio O, edificio Q, edificio R, edificio Y, edificio
Z. La destinazione d’uso del Complesso è di laboratorio di ricerca e uffici. I lavori da
eseguire possono essere riassunti secondo i seguenti capitoli d’opera: Adeguamento cabina ricezione MT alla norma CEI 0-16. Adeguamento cabina elettrica edificio 5.
Alimentazione e collegamento della cabina elettrica edificio 5 sull'anello mt 6,3kV esistente.
Adeguamento impianti elettrici edificio 6 e edificio 8 (galleria). Adeguamenti alimentazioni su quadri di piede fabbricati. Adeguamento sotto centrale termica.
Adeguamento centrale frigorigena. I tecnici abilitati per l’installazione degli impianti elettrici sono operai specializzati in
grado di svolgere in maniera autonoma con competenza, usando gli attrezzi in modo razionale e tenendo conto delle norme in vigore in materia di sicurezza del lavoro e di protezione dell'ambiente.
P.ES. (Persona ESperta): Una PES è una persona con conoscenze tecniche teoriche e
con un’esperienza tali da permetterle di analizzare i rischi derivanti dall’elettricità e a svolgere i lavori elettrici in piena sicurezza. Una PES può svolgere lavori elettrici FUORI TENSIONE e IN PROSSIMITÀ; P.AV. (Persona AVvertita): Una PAV è una
persona che è a conoscenza dei rischi derivanti dall’elettricità ed è in grado di svolgere i lavori elettrici in piena sicurezza. Di norma una PAV viene istruita da una PES o da
una persona che comunque possiede le giuste conoscenze tecniche; in ogni caso, una PAV non può svolgere lavori sotto tensione e in prossimità in autonomia, bensì deve essere affiancata da una PES (per lavori in prossimità) e da una PEI (per i lavori sotto
tensione) – PE.I. (PErsona Idonea; Una PEI è una persona in possesso dei requisiti per poter svolgere tutti i tipi di lavori elettrici, compresi quelli SOTTO TENSIONE;
Lavoro SOTTO TENSIONE: Lavoro elettrico eseguito su quadri, apparecchiature, o comunque parti attive di impianti elettrici che sono sotto tensione (ovvero collegate, attive e nel loro normale funzionamento); Lavoro FUORI TENSIONE: Lavoro elettrico
eseguito su quadri, apparecchiature o parti di impianti elettrici normalmente in funzione a cui viene tolta tensione per l’esecuzione del lavoro; Lavoro IN PROSSIMITÀ: Lavoro elettrico eseguito entro una certa distanza dalle parti attive di
una qualsiasi apparecchiatura elettrica in condizioni di normale funzionamento e
quindi in tensione.
Gli impianti previsti devono essere realizzati in conformità alle prescrizioni contenute
nel progetto. Prima di iniziare l’attività deve essere effettuata una ricognizione dei luoghi dei lavori
al fine di individuare la eventuale esistenza di linee elettriche aeree o interrate e stabilire le idonee precauzioni per evitare possibili contatti diretti o indiretti con elementi in tensione. Il soggetto dell’impresa affidataria che effettua queste verifiche
e le successive lavorazioni deve essere in possesso di adeguata formazione e questa deve essere documentata per iscritto al Committente. La scelta degli impianti e delle
attrezzature elettriche per le attività da porre in atto deve essere effettuata in funzione dello specifico ambiente di lavoro, verificandone la conformità alle Norme di Legge e di Buona Tecnica. Per quanto riguarda tutte le attività di lavoro sugli impianti
elettrici, in tensione e fuori tensione, la Norma CEI 11-27 costituisce il riferimento per la valutazione del rischio e la scelta per le misure di sicurezza. La nomina del
responsabile dell’impianto, da trasmettere per iscritto alla Committenza, comporta l’individuazione di una figura delegata dal datore di lavoro per lo svolgimento delle attività tecnico organizzative necessarie alla corretta esecuzione dei lavori che
comportano un rischio elettrico (CEI EN 50110 punto 4.3). I percorsi e le profondità delle linee interrate o in cunicolo in tensione devono essere rilevati e segnalati in
superficie quando interessano direttamente la zona di lavoro. Devono essere altresì formulate apposite e dettagliate istruzioni scritte per i preposti e gli addetti ai lavori in prossimità di linee elettriche.
In merito alle principali misure di prevenzione si prescrive : Realizzare impianti elettrici adeguati e conformi alle specifiche norme.
Collegare le macchine di cantiere all’impianto elettrico solo in assenza di tensione. Verificare lo stato di conservazione dei cavi e segnalare eventuali danneggiamenti. Alla fine della giornata lavorativa non lasciare impianti o parti sotto tensione.
Utilizzare materiale elettrici solo dopo attenta verifica di personale esperto. Informarsi sulla corretta esecuzione dell’impianto elettrico.
Usare spine di sicurezza omologate CEI. Usare attrezzatura con doppio isolamento. Controllare i punti di appoggio delle scale metalliche.
Evitare di lavorare in ambienti molto umidi o bagnati. Utilizzare scarpe di sicurezza.
Tutti gli utensili meccanizzati devono essere identificabili mediante targhette metalliche e ispezionati frequentemente.
I cavi elettrici devono essere in perfette condizioni .
Gli attacchi alle prese e alle utilizzazioni devono essere in ottimo stato. Non estrarre mai le spine facendo trazione sui cavi.
Non operare mai con apparecchi elettrici con le mani bagnate. Inserire e disinserire sempre le spine con interruttore aperto.
Proteggere i cavi conduttori da calpestii. Se è necessario apporre dei cartelli segnaletici. Non abbandonare mai l’apparecchio in tensione o peggio, in movimento, prima di
allontanarsi togliere la tensione e staccare la spina di alimentazione. Sono assolutamente proibite lampade portatili a 220 V. Occorre inoltre che sia ben
chiaro l’assetto di rete, lo stato delle apparecchiature di manovra (chiusa, aperta, messa a terra) e la posizione dei dispositivi di sicurezza. Il lavoro elettrico deve essere eseguito su impianti non attivi e privi di carica elettrica, dopo aver effettuato tutte le
misure per prevenire il rischio elettrico. Quindi è bene ricordare le cinque regole che la
buona norma ritiene fondamentali per il lavoro elettrico fuori tensione :
1) Definire la zona di lavoro; 2) Sezionare tutte le parti attive presenti all’interno della zona di lavoro;
3) Prendere provvedimenti contro le richiusure; 4) verificare che l’impianto sia fuori tensione; 5) Eseguire l’eventuale messa a terra ed in cortocircuito.
Al termine dei lavori devono essere rimossi gli attrezzi, le apparecchiature utilizzate e l’eventuale collegamento di messa a terra ed in cortocircuito. A questo punto devono
essere allontanati gli operatori che sono contestualmente avvertiti (particolare cura nella comunicazione con operatori di diversa nazionalità) che le parti attive su cui si è operato vanno considerate nuovamente in tensione. Solo dopo una ripetuta, e
dichiarata ad alta voce punto per punto, verifica che tutto è nuovamente in sicurezza, si potranno allora rimettere in tensione le parti attive interessate dai lavori.
Si tenga presente che l’installazione degli impianti elettrici avverrà successivamente all’installazione degli impianti fluido-meccanici, negli spazi utili lasciati da questi ultimi. Pertanto, sarà necessario il coordinamento tra le Imprese Esecutrici per evitare
eccessive interferenze, che comporterebbero, in fase esecutiva, rischi dovuti a posture incongrue, urti ed all’eventuale compresenza di attività.
Si provvederà ad operazioni per la posa dei canali e delle tubazioni e per la posa dei
macchinari, al montaggio canaline, all’inserimento di cavi e cordini ed al successivo cablaggio in assenza di tensione :
1. Tubazioni e canali - Esecuzione apprestamenti per prevenire la caduta dall’alto
- Tracciamento generale delle reti e del controsoffitto con la posizione degli organi di manovra ed apparecchi da rendere ispezionabili - Montaggio canali
- Montaggio tubazioni - Montaggio canaline degli impianti elettrici ed impianti
- Montaggio terminali degli impianti (corpi illuminanti, ecc.) - Inserimento cavi e cordini - Cablaggio in assenza di tensione
Indice di attenzione graduato (I.A.) = fasi di lavoro potenzialmente rischiose
2. Macchinari - Tracciamenti - Movimentazione materiali con mezzi meccanici idonei dallo scarico autocarro al
collocamento sul luogo di lavoro - Scelta del metodo più idoneo per prevenire la caduta dall’alto, preferendo mezzi
collettivi a quello individuale, esecuzione apprestamenti per prevenire la caduta dall’alto (si ricorda che l’interpiano tra solai comporta l’uso di trabattelli in quanto i normali cavalletti da muratore non sono sufficienti)
- Scelta del metodo più idoneo per trasportare, sollevare e posizionare le apparecchiature
- Preparazione dello spazio di posa con esecuzione di tracce e posa di tubazioni o di canali - Preparazione e assemblaggio degli elementi
- Montaggio apparecchiature - Cablaggio in assenza di tensione
- Verifica attenta di quanto eseguito - Opere di verifica e di collaudo preventive alla messa in servizio
- Consegna dell’impianto in condizione di sicurezza
- Pulizia area di lavoro
Indice di attenzione graduato (I.A.) = fasi di lavoro potenzialmente rischiose
Nella presente fase si individuano i rischi con le relative prescrizioni operative, misure preventive e protettive da prendere:
Rischi di caduta dall’alto:
1) Controllare la stabilità delle opere provvisionali e dei parapetti; 2) Realizzare parapetti completi; 3) Utilizzare trabattelli come da manuale d’uso e manutenzione;
4) Utilizzare scale solide e posizionarle in modo corretto.
Rischi caduta di materiale dall’alto: 1) Attenzione ai carichi sospesi e al passaggio al di sotto dei piani di lavoro; 2) Disposizione corretta del materiale sulle opere provvisionali;
3) Controllare il bilanciamento e l'aggancio dei carichi; 4) Elmetto.
Rischi scivolamenti, cadute a livello:
1) Attenzione negli spostamenti nel cantiere; 2) Tenere pulito e in ordine il luogo di lavoro.
Rischi urti, colpi, impatti compressioni: 1) Attenzione negli spostamenti nel cantiere;
2) Evitare di lasciare in opera oggetti sporgenti; 3) Utilizzare l’elmetto di protezione.
Rischi punture, tagli, abrasioni: 1) Tenere pulito e in ordine il luogo di lavoro;
2) Scarpe di sicurezza; 3) Presa salda del materiale e delle attrezzature che si maneggiano; 4) Guanti.
Rischi elettrici:
1) Utilizzare materiale elettrico (cavi, prese) solo dopo attenta verifica di personale esperto (elettricista);
2) Informarsi sulla corretta esecuzione dell'impianto elettrico;
3) Usare spine di sicurezza omologate CEI; 4) Usare attrezzature con doppio isolamento;
5) Controllare i punti di appoggio delle scale metalliche; 6) Evitare di lavorare in ambienti molto umidi o bagnati; 7) Scarpe di sicurezza.
Rischi rumore:
1) Se e in quanto possibile evitare la sovrapposizione di rumori; 2) Usare macchine e attrezzature insonorizzate; 3) Otoprotettori (cuffie antirumore, tappi auricolari).
Rischi movimentazione manuale di carichi:
1) Movimentare i carichi pesanti (>25 kg) con ausilio di appositi attrezzi ed apparecchi di sollevamento;
2) Se necessario intervenire in più persone.
Sulla base delle considerazioni sopra esposte si può formulare la seguente valutazione dei rischi che tiene conto del livello di probabilità e della entità del danno anche in
funzione delle condizioni al contorno e si esprime in un valore I.A. denominato indice di attenzione graduato, a seconda della gravità, da 1 a 5 (Circolare ANCE n. 335/1996). Indice di attenzione graduato I.A. = 3
MOVIMENTAZIONE CON MEZZI DI SOLLEVAMENTO Per ridurre i rischi conseguenti alla movimentazione con mezzi ed accessori di sollevamento si prescrivono le seguenti regole comportamentali relative ai vari
accessori ed alle procedure da seguire per il corretto sollevamento di materiali. I mezzi di sollevamento devono essere appropriati all'uso che se ne deve fare
Le funi vanno verificate trimestralmente a cura del titolare dell'impresa o di un suo incaricato;
l'uso degli apparecchi di sollevamento è limitato a personale esperto ed
adeguatamente formato; ogni mezzo di sollevamento deve recare una apposita targa indicante la portata
massima ammissibile e, quando questa varia con l'inclinazione dei bracci di lavoro, il carico ammissibile deve essere indicato per tutte le condizioni d'uso;_ nell’esercizio
dei mezzi di sollevamento e di trasporto si devono adottare le necessarie misure per assicurare la stabilità del mezzo e del suo carico. A tal fine sui mezzi di sollevamento devono essere riportate le portate massime ammissibili, anche in funzione alle
possibili variazioni d'uso stessa indicazione deve essere riportata al posto di comando.
Quando dal posto di manovra non vi sia la perfetta visibilità dell'area di sollevamento e trasporto del materiale, è obbligatorio predisporre un servizio di segnalazioni svolto con lavoratori incaricati.
i posti di lavoro e di passaggio devono essere idoneamente difesi contro la caduta o investimento di materiali in dipendenza dell'attività lavorativa. Le manovre per il
sollevamento e trasporto del carico devono essere disposte in modo da evitare il passaggio dei carichi sospesi sopra i lavoratori e sopra i luoghi per i quali l'eventuale caduta del carico può costituire pericolo. Quando non è possibile segregare l'area
sottostante e non si possa evitare il passaggio dei carichi sull'area di lavoro, è necessario utilizzare sistematicamente i segnalatori acustici e luminosi.
i ganci, le funi e le catene utilizzate per il sollevamento e trasporto dei carichi devono portare un contrassegno con incisa la loro portata massima
le funi e le catene devono avere un coefficiente di sicurezza di almeno 6 per le funi
metalliche, 10 per le funi composte di fibre e 5 per le catene. Le estremità libere delle funi, sia metalliche che composte di fibre, devono essere provviste di
impiombatura o legatura o morsettatura. l’imbracatura dei carichi deve essere effettuata usando mezzi idonei per evitare la
caduta del carico o il suo spostamento nella primitiva posizione di ammaraggio
i ganci devono essere provvisti di dispositivo di chiusura dell'imbocco o essere conformati, per particolare profilo della superficie interna o limitazione dell'apertura
d'imbocco, in modo da impedire lo sganciamento delle funi, delle catene e degli altri organi di presa ;
Procedure di imbragaggio: effettuata l’imbragatura, controllare la buona equilibratura del carico facendo
innalzare lentamente e di poco il carico, successivamente alla revisione di imbracatura, si può iniziare a sollevare il carico
avendo cura che esso avvenga verticalmente, i tiri inclinato sono proibiti,
se gli imbragatori sono più di uno, solo uno è può impartire segnali gestuali, o la
partenza, i successivi movimenti e gli arresti devono essere graduali e non bruschi, il carico sospeso non va guidato con le mani ma con funi o ganci, non va spinto ma
solo tirato, è vietato sostare sotto carichi sospesi, o deposto il carico sopra adeguati appoggi,
allentare il tiro per controllare che non vi siano cadute o spostamenti di parte di
carico prima e a seguito della rimozione dell’imbracatura, se l’imbracatura rimane appesa al gancio di trasporto, occorre sistemarli
adeguatamente. Si prevedono le seguenti misure di prevenzione per il sollevamento di carichi:
le manovre degli automezzi devono essere guidate a terra da un preposto, utilizzando come mezzi di comunicazione vocale e gestuale .;
tutti gli addetti devono essere informati e formati in particolar modo su: il peso dei carichi, il centro di gravita o il lato più pesante, le modalità di lavoro corrette ed i rischi in caso di inosservanza.
ALZA BOBINE FRENATO PER FUNI
Rischi evidenziati dall’analisi dei pericoli e delle situazioni pericolose durante il lavoro: - urti, colpi, impatti, compressioni - schiacciamento
- tagli, abrasioni - movimentazione manuale dei carichi
- Attrezzo per sollevamento bobine -
Misure di prevenzione e protezione
Prima dell’uso: - verificare che le dimensioni del cavalletto siano compatibili con le dimensioni delle
bobine e che siano accettabili le sollecitazioni trasmesse dalle stesse, anche in conseguenza della frenatura - è vietato agli estranei transitare o sostare nelle immediate vicinanze del cavalletto
con bobina in movimento
- nel caso di linee aeree in piano, disporre il cavalletto in corrispondenza dell’estremo
opposto a quello in cui verrà eseguito il primo amarro (in corrispondenza dell’estremo più basso nel caso di linee con dislivelli)
- piazzare il cavalletto alzabobine su terreno solido e in piano all’estremità della tratta - provvedere ad un adeguato ancoraggio del telaio del cavalletto alzabobine al suolo per evitare ogni rischio di ribaltamento o spostamento
- disporre la bobina sul cavalletto infilando l’assale nella bobina e bloccarlo con gli appositi coni. Fissare ai lati della bobina le apposite raggiere.
Durante l’uso: - evitare strisciamenti contro il suolo del conduttore o del cavo in uscita
- modulare in modo appropriato l’azione del freno idraulico - tenere sotto controllo lo stato del cavo in uscita per potere segnalare
immediatamente eventuali difetti - bloccare la rotazione della bobina in attesa che siano terminate le operazioni di regolazione e taglio del cavo
Dopo l’uso:
- se il cavo non risulta totalmente svolto, provvedere al taglio dopo avere accertato che non vi siano tiri residui
- provvedere all’abbassamento della bobina agendo sull’apposito dispositivo del cavalletto - rimuovere gli ancoraggi al suolo e l’eventuale collegamento a terra del cavalletto
- pulire ed eventualmente lubrificare l’attrezzo
Dispositivi di Protezione Individuale - guanti - calzature di sicurezza
- elmetto
Indice di attenzione graduato (I.A.) = fase di lavoro potenzialmente rischiosa
ART. 05 - OPERE DI IMPIANTISTICA FLUIDO-MECCANICA ED AERAULICA I tecnici abilitati per l’installazione degli impianti fluidomeccanici e aeraulici sono
operai specializzati in grado di svolgere il lavoro, di posa e allaccio canali dell’acqua e dell’aria, in maniera autonoma con competenza, usando gli attrezzi in modo razionale e tenendo conto delle norme in vigore in materia di sicurezza del lavoro e di
protezione dell'ambiente. Gli impianti previsti devono essere realizzati in conformità alle prescrizioni contenute
nel progetto. Si tenga presente che l’installazione degli impianti elettrici avverrà successivamente all’installazione degli impianti fluido-meccanici, negli spazi utili lasciati da questi ultimi.
Pertanto, sarà necessario il coordinamento tra le Imprese Esecutrici per evitare eccessive interferenze, che comporterebbero, in fase esecutiva, rischi dovuti a posture
incongrue, urti ed all’eventuale compresenza di attività. Si provvederà ad operazioni per la posa dei canali e delle tubazioni e per la posa dei
macchinari :
1. Tubazioni e canali - Tracciamenti
- Movimentazione materiali dallo scarico autocarro al collocamento sul luogo di lavoro - Scelta del metodo più idoneo per prevenire la caduta dall’alto, preferendo mezzi collettivi a quello individuale
- Esecuzione apprestamenti per prevenire la caduta dall’alto - Scelta del metodo più idoneo per trasportare, sollevare e posizionare le
apparecchiature - Preparazione dello spazio di posa con esecuzione di tracce e posa di tubazioni o di canali
- Preparazione e assemblaggio degli elementi. - Montaggio apparecchiature.
- Verifica attenta di quanto eseguito - Opere di verifica e di collaudo preventive alla messa in servizio - Consegna dell’impianto in condizione di sicurezza
- Pulizia area di lavoro
Indice di attenzione graduato (I.A.) = fasi di lavoro potenzialmente rischiose 2. Macchinari
- Tracciamenti - Movimentazione materiali con apparecchiature idonee dallo scarico autocarro al
collocamento sul luogo di lavoro - Scelta del metodo più idoneo per prevenire la caduta dall’alto, preferendo mezzi collettivi a quello individuale
- Esecuzione apprestamenti per prevenire la caduta dall’alto - Scelta del metodo più idoneo per trasportare, sollevare e posizionare le
apparecchiature - Preparazione dello spazio di posa con esecuzione di tracce e posa di tubazioni o di canali
- Preparazione e assemblaggio degli elementi - Montaggio apparecchiature
- Verifica attenta di quanto eseguito - Opere di verifica e di collaudo preventive alla messa in servizio
- Consegna dell’impianto in condizione di sicurezza
- Pulizia area di lavoro
Indice di attenzione graduato (I.A.) = fasi di lavoro potenzialmente rischiose
Si prevedono in particolare i seguenti interventi sulla rete distributiva :
- Nuova rete distributiva acqua calda/refrigerata, lunghezza circa 250 m, tubazioni M/R, DN 100, compresa coibentazione con isolante a celle chiuse spessore 32 mm e
lana minerale spessore 30 mm, finitura lamierino Al. - Rimozione tubazioni esistenti e smaltimento a discarica del materiale di risulta.
Si tenga presente che le tubazioni devono essere movimentate con metodi sicuri, che non pregiudichino l’incolumità dei Lavoratori rispetto al verificarsi di infortuni e/o
malattie professionali. Qualora il luogo di lavoro non sia sufficientemente spazioso per installare le tubazioni in Sicurezza, occorrerà adottare adeguate procedure di prevenzione dei rischi. Si ricordi che, per non incorrere in lesioni dorso-lombari da
movimentazione manuale dei carichi, un uomo adulto può sollevare carichi di portata massima pari a 25 kg, altrimenti dovrà essere assistito o con l’ausilio di apparecchi di
sollevamento, oppure movimentando i carichi in gruppi di più persone. Durante l’installazione delle tubazioni nei cavedii, potrebbe verificarsi l’impraticabilità di
entrambe le ipotesi, in quanto l’angustia dei luoghi e le interferenze con gli impianti esistenti potrebbe comportare l’impossibilità sia di movimentazione in gruppi superiori a 2 unità, sia di utilizzo di apparecchi di sollevamento, eccessivamente ingombranti
rispetto al contesto. In questi casi, si prefigurano tre possibili alternative: 1) Demolizione della soletta dei cavedii, per crearsi lo spazio necessario alla calata
dall’alto del materiale con apparecchi di sollevamento, trasporto a livello con carrelli manuali tipo transpalltes e sollevamento in gruppo; si faccia riferimento alle prescrizioni sulle attività di demolizione
2) Predisposizione di opportune vie di accesso interrate per movimentare i tubi verso il cavedio; si faccia riferimento alle prescrizioni relative alle attività di scavo
3) Sezionamento delle tubazioni in componenti tali da poter essere movimentate a mano e introdotte da un solo addetto, e saldatura delle stesse sezioni in loco.
In merito all’installazione delle tubazioni, si effettueranno unioni tramite saldatura. Tali lavorazioni saranno svolte all’esterno e, soprattutto, all’interno dei cunicoli, dove è
collocata la maggior parte della rete. Si profila, pertanto, rischio di incendio legato ai lavori a caldo. Si adotti la seguente procedura a prevenzione del rischio: Dotazione preventiva di estintori in numero sufficiente; si dovrà procedere al
controllo visivo degli stessi, verificandone l’integrità e la carica, nonché l’avvenuto controllo periodico semestrale
Schermatura di tutti i manufatti combustibili o comunque suscettibili di danneggiamento; nel caso in cui non sia possibile allontanare il materiale in questione, si provveda a coprire l’area con coperte antifiamma integre ed in numero
sufficiente Presenza di addetti antincendio durante tutta la durata dei lavori
- Estintore portatile -
- Coperta antifiamma -
Si tenga presente, inoltre, che la attività di impiantistica, in prossimità dell’Edificio 5, interferiscono con tubazioni di gas metano e serbatoi di gasolio, il che rende i luoghi in
questione a rischio esplosione. Si dovrà provvedere, pertanto, alla preventiva intertizzazione, prima di procedere con le opere di impiantistica e accessorie (scavi, demolizioni ecc.).
Infine, si adottino le seguenti misure preventive durante gli interventi nei cunicoli, per scongiurare rischi di esplosione:
Aerare l’ambiente, evitando di lavorare in luoghi chiusi; per favorire l’aerazione, demolire preventivamente i muri in corrispondenza degli inserimenti degli impianti; lasciare le botole di accesso aperte, ricordandosi di segnalare e recintare la zona per
prevenire rischi di caduta Allontanare qualsiasi deposito di polvere in prossimità dei luoghi nei quali si
effettuano lavori a caldo Controllare lo stato dell’impianto elettrico di cantiere, con particolare attenzione alle
prolunghe; allontanare ogni componente con isolamento danneggiato; utilizzare solo
quadretti secondari di zona che dispongano di interruttore differenziale magnetotermico con Idn <= 30 mA
Nella presente fase si individuano i rischi con le relative prescrizioni operative, misure preventive e protettive da prendere:
Rischi di caduta dall’alto:
1) Controllare la stabilità delle opere provvisionali e dei parapetti; 2) Realizzare parapetti completi; 3) Utilizzare scale solide e posizionarle in modo corretto.
Rischi caduta di materiale dall’alto:
1) Attenzione ai carichi sospesi e al passaggio al di sotto di trabattelli; 2) Disposizione corretta del materiale sulle opere provvisionali; 3) Controllare il bilanciamento e l'aggancio dei carichi;
4) Elmetto.
Rischi scivolamenti, cadute a livello: 1) Attenzione negli spostamenti nel cantiere; 2) Tenere pulito e in ordine il luogo di lavoro.
Rischi urti, colpi, impatti compressioni:
1) Attenzione negli spostamenti nel cantiere; 2) Evitare di lasciare in opera oggetti sporgenti;
3) Utilizzare l’elmetto di protezione.
Rischi punture, tagli, abrasioni:
1) Tenere pulito e in ordine il luogo di lavoro; 2) Scarpe di sicurezza;
3) Presa salda del materiale e delle attrezzature che si maneggiano; 4) Guanti.
Rischi elettrici: 1) Utilizzare materiale elettrico (cavi, prese) solo dopo attenta verifica di personale
esperto (elettricista); 2) Informarsi sulla corretta esecuzione dell'impianto elettrico; 3) Usare spine di sicurezza omologate CEI;
4) Usare attrezzature con doppio isolamento; 5) Controllare i punti di appoggio delle scale metalliche;
6) Evitare di lavorare in ambienti molto umidi o bagnati; 7) Scarpe di sicurezza.
Rischi rumore: 1) Se e in quanto possibile evitare la sovrapposizione di rumori;
2) Usare macchine e attrezzature insonorizzate; 3) Otoprotettori (cuffie antirumore, tappi auricolari).
Rischi movimentazione manuale di carichi:
1) Movimentare i carichi pesanti (>25 kg) con ausilio di appositi attrezzi ed
apparecchi di sollevamento; 2) Se necessario intervenire in più persone.
Rischi incendio e/o esplosione:
1) Dotare l’area di mezzi estinguenti idonei e in numero sufficiente;
2) Presenza di addetti antincendio per tutta la durata delle attività 3) Allontanamento/schermatura di ogni manufatto/materiale combustibile o
suscettibile di danneggiamento 4) Allontanare ogni fonte di innesco prima di lavorare in luoghi potenzialmente a
rischio di esplosione o incendio
Sulla base delle considerazioni sopra esposte si può formulare la seguente valutazione dei rischi che tiene conto del livello di probabilità e della entità del danno anche in funzione delle condizioni al contorno e si esprime in un valore I.A. denominato indice
di attenzione graduato, a seconda della gravità, da 1 a 5 (Circolare ANCE n. 335/1996). Indice di attenzione graduato I.A. = 3
ART. 06 – OPERE DI IMPIANTISTICA TERMICA E DI DISTRIBUZIONE E
RILEVAMENTO GAS
L’esecutore dell’impianto termotecnico e gas è un operaio specializzato in grado di svolgere in maniera autonoma con competenza i lavori necessari per la costruzione, il montaggio e la manutenzione di installazioni impianti termotecnici e gas, usando gli
attrezzi in modo razionale e tenendo conto delle norme in vigore in particolare in materia di prevenzione degli infortuni di sicurezza e di protezione dell'ambiente.
Per la esecuzione dell’impianto termico comprensivo della rete sviluppato nelle seguenti fasi: - Movimentazione materiali dallo scarico autocarro al collocamento sul luogo di lavoro;
- Scelta del metodo più idoneo per prevenire la caduta dall’alto, preferendo mezzi collettivi a quello individuale; si ricorda che l’interpiano tra i vari solai non consente di
operare in sicurezza con normale cavalletto da muratore - Scelta del metodo più idoneo per trasportare, sollevare e posizionare le apparecchiature
- Preparazione dello spazio di posa con esecuzione di tracce e posa di tubazioni di distribuzione e corpi scaldanti e/o refrigeranti. Preparazione e assemblaggio delle
tubazioni e delle canalizzazioni. Montaggio apparecchiature; - Verifica attenta della idoneità della distribuzione con prove di carico;
- Opere di verifica e di collaudo preventive alla messa in servizio; - Consegna dell’impianto in condizione di sicurezza; - Pulizia area di lavoro
Indice di attenzione graduato (I.A.) = fasi di lavoro potenzialmente rischiose
Nella presente fase si individuano i rischi con le relative prescrizioni operative, misure preventive e protettive da prendere:
Rischi di caduta dall’alto:
1) Controllare la stabilità delle opere provvisionali e dei parapetti; 2) Realizzare parapetti completi; 3) Utilizzare scale solide e posizionarle in modo corretto.
Rischi caduta di materiale dall’alto:
1) Attenzione ai carichi sospesi e al passaggio al di sotto dei piani di lavoro; 2) Disposizione corretta del materiale sulle opere provvisionali; 3) Controllare il bilanciamento e l'aggancio dei carichi;
4) Elmetto.
Rischi scivolamenti, cadute a livello: 1) Attenzione negli spostamenti nel cantiere; 2) Tenere pulito e in ordine il luogo di lavoro.
Rischi urti, colpi, impatti compressioni:
1) Attenzione negli spostamenti nel cantiere; 2) Evitare di lasciare in opera oggetti sporgenti; 3) Utilizzare l’elmetto di protezione.
Rischi punture, tagli, abrasioni:
1) Tenere pulito e in ordine il luogo di lavoro; 2) Scarpe di sicurezza;
3) Presa salda del materiale e delle attrezzature che si maneggiano;
4) Guanti.
Rischi elettrici:
1) Utilizzare materiale elettrico (cavi, prese) solo dopo attenta verifica di personale esperto (elettricista) ;
2) Informarsi sulla corretta esecuzione dell'impianto elettrico;
3) Usare spine di sicurezza omologate CEI; 4) Usare attrezzature con doppio isolamento;
5) Controllare i punti di appoggio delle scale metalliche; 6) Evitare di lavorare in ambienti molto umidi o bagnati; 7) Scarpe di sicurezza.
Rischi rumore:
1) Se e in quanto possibile evitare la sovrapposizione di rumori; 2) Usare macchine e attrezzature insonorizzate; 3) Otoprotettori (cuffie antirumore, tappi auricolari).
Rischi movimentazione manuale di carichi:
1) Movimentare i carichi pesanti (>25 kg) con ausilio di appositi attrezzi ed apparecchi di sollevamento;
2) Se necessario intervenire in più persone. Rischi calore, fiamme, esplosioni :
1) non rimuovere le protezioni dalle attrezzature che producono calore; 2) non utilizzare sostanze infiammabili in corrispondenza di fonti di calore;
3) eventuale presenza di estintore in prossimità. Sulla base delle considerazioni sopra esposte si può formulare la seguente valutazione
dei rischi che tiene conto del livello di probabilità e della entità del danno anche in funzione delle condizioni al contorno e si esprime in un valore I.A. denominato indice
di attenzione graduato, a seconda della gravità, da 1 a 5 (Circolare ANCE n. 335/1996). Indice di attenzione graduato I.A. = 3
ART. 07 – OPERE DI MURATURA E DI ASSISTENZA MURARIA
Esecuzione, come da progetto, di tutte le opere di muratura e di assistenza muraria.
Devono essere quindi eseguiti tutti gli interventi edili connessi alla realizzazione degli impianti ed in particolare: ripristino finitura superficiale zone di intervento (asfalto, ghiaietto o prato); ripristino dei cordoli di delimitazione delle eventuali aree a verde;
formazione di fori, sigillatura ed impermeabilizzazione negli ingressi ai fabbricati; formazione di passaggi e forometrie; sigillatura tracce e successivo ripristino
compresa lisciatura ed intonacatura; riquadrature attraversamenti; sigillature di tutti gli attraversamenti ; risistemazione di eventuali parti danneggiate. Gli attraversamenti delle pareti per entrare all’interno dei fabbricati dovranno essere eseguiti con
inserimento di controtubi sulle pareti all’interno delle quali passano le nuove tubazioni, con successiva sigillatura e finitura con collari flangiati di chiusura. Dovranno essere
previste compartimentazioni REI all’interno dei fabbricati, le sigillature degli attraversamenti devono essere eseguite con materiali tali da garantire il grado di compartimentazione (collari, mastici, ecc.).
E’ ora necessario suddividere le fasi individuate in specifiche sottofasi :
1. Esecuzione di intonaci esterni e interni come da progetto esecutivo
Per la lavorazione in oggetto si provvederà alle seguenti operazioni: - Movimentazione materiali dallo scarico autocarro al collocamento sul luogo di lavoro (inerti, leganti, prodotti preconfezionati, etc.)
- Esecuzione apprestamenti per prevenire la caduta dall’alto - Preparazione malta per intonaco
- Movimentazione materiale all’interno del cantiere - Preparazione dei supporti su cui applicare - Applicazione su supporti preparati
- Pulizia area di lavoro
Indice di attenzione graduato (I.A.) = fase di lavoro potenzialmente rischiosa 2. Esecuzione opere di assistenza muraria
Per la lavorazione in oggetto si provvederà alle seguenti operazioni: - Esecuzione apprestamenti per prevenire la caduta dall’alto
- Movimentazione materiali dallo scarico autocarro al collocamento sul luogo di lavoro (laterizi, inerti, leganti, prodotti preconfezionati, etc.) - Preparazione malta
- Movimentazione materiale all’interno del cantiere - Tagli laterizi e blocchi
- Formazione scanalature e tracce - Coibentazione ed isolamento ove necessario - Assistenza alla posa per opere da elettricista, da idraulico, da termotecnico e dove
richiesto - Pulizia area di lavoro
Indice di attenzione graduato (I.A.) = fase di lavoro potenzialmente rischiosa
3. Esecuzione opere di sottofondo per pavimento Per la lavorazione in oggetto si provvederà alle seguenti operazioni:
- Movimentazione materiali dallo scarico autocarro al collocamento sul luogo di lavoro (inerti, leganti, prodotti preconfezionati, etc. )
- Preparazione malta del massetto di sottofondo
- Movimentazione materiale all’interno del cantiere
- Getto del massetto - Livellatura e lisciatura
- Pulizia area di lavoro Indice di attenzione graduato (I.A.) = fase di lavoro potenzialmente rischiosa
4. Esecuzione opere di posa pavimento e rivestimenti
Piastrelle in gres fine porcellanato. Per la lavorazione in oggetto si provvederà alle seguenti operazioni: - Movimentazione materiali dallo scarico autocarro al collocamento sul luogo di lavoro
(prodotti ceramici, gres, collanti, prodotti preconfezionati, etc.) - Preparazione prodotti per incollaggio o stuccatura
- Posa in opera pavimentazioni e zoccoli - Pulizia area di lavoro
Indice di attenzione graduato (I.A.) = fase di lavoro potenzialmente rischiosa
5. Esecuzione opere di posa contro-soffitti, schermi di rivestimento e pannelli leggeri di divisione
Per la lavorazione in oggetto si provvederà alle seguenti operazioni: - Esecuzione apprestamenti per prevenire la caduta dall’alto - Movimentazione materiali dallo scarico autocarro al collocamento sul luogo di lavoro
(pannelli, schermi di rivestimento, strutture metalliche, leganti, collanti, prodotti preconfezionati, etc. )
- Posa della struttura di sostegno dei pannelli - Preparazione prodotti per incollaggio o stuccatura - Posa dei pannelli
- Pulizia area di lavoro
Indice di attenzione graduato (I.A.) = fase di lavoro potenzialmente rischiosa Per gli impianti elettrici in particolare si evidenzia per adeguamento degli impianti di
servizio: luce-forza motrice-speciali-impianto di terra. L’intervento prevede le seguenti opere edili ed accessorie:
Assistenze murarie (forometrie per passaggi canali e tubazioni, scanalature per realizzazione impianti incassati, opere di piccola carpenteria per staffaggi, posa quadri, ricompartimentazioni REI nell’intorno delle canalizzazioni e tubazioni
elettriche (il ripristino della muratura REI eccedente la forometria di passaggio è esclusa dall’opera elettrica), ecc..).
Adeguamento e realizzazione degli accessi alla cabina (vedi tav. G02), includente: le demolizioni e ripristini delle murature, la fornitura e posa in opera di nuove porte di accesso e griglie di areazione.
Attività all'interno del cunicolo esistente nel tratto di collegamento tra l’edificio 5 con gli edifici 6 e 7 (vedi tav. G03), includente: ripristino canalizzazioni e bonifica cavi
esistenti; fornitura e posa in opera di n.2 canaline metalliche 400x100mm predisposte come vie cavi per i nuovi collegamenti.
Per Cabina edificio 5. L’intervento prevede opere accessorie edili:
Assistenze murarie (forometrie per passaggi canali e tubazioni, scanalature per realizzazione impianti incassati, opere di piccola carpenteria per staffaggi, posa
quadri, ricompartimentazioni REI nell’intorno delle canalizzazioni e tubazioni
elettriche (il ripristino della muratura REI eccedente la forometria di passaggio è
esclusa dall’opera elettrica), ecc..). Ripristino delle doghe dei controsoffitti e dei quadrotti eventualmente presenti nelle
zone interessate alle lavorazioni. Per adeguamento degli impianti di servizio luce-forza motrice-speciali-impianto di
terra: Opere accessorie edili quali assistenze murarie (forometrie per passaggi canali e
tubazioni, scanalature per realizzazione impianti incassati, opere di piccola carpenteria per staffaggi, posa quadri, ricompartimentazioni REI nell’intorno delle canalizzazioni e tubazioni elettriche (il ripristino della muratura REI eccedente la
forometria di passaggio è esclusa dall’opera elettrica), ecc..).
Per adeguamento Centrale Frigorigena: Assistenze murarie (forometrie per passaggi canali e tubazioni, scanalature per
realizzazione impianti incassati, opere di piccola carpenteria per staffaggi, posa
quadri, ricompartimentazioni REI nell’intorno delle canalizzazioni e tubazioni elettriche (il ripristino della muratura REI eccedente la forometria di passaggio è
esclusa dall’opera elettrica), ecc..).
Nella presente attività si individuano i rischi con le relative prescrizioni operative, misure preventive e protettive da prendere:
Rischi di caduta dall’alto: 1) Controllare la stabilità delle opere provvisionali e dei parapetti;
2) Realizzare parapetti completi; 3) Chiudere o delimitare le aperture nei solai; 4) Utilizzare scale solide e posizionarle in modo corretto;
5) Imbracature di sicurezza per lavori in quota; 6) Utilizzo di cavalletti da muratore per opere con piano di lavoro sotto i due metri e
opere provvisionali più complesse (trabattelli come da libretto di manutenzione ed uso, montati da personale e preposti qualificati).
7) All’interno del cunicolo è necessario operare in quota con ausilio del trabatello.
Rischi caduta di materiale dall’alto:
1) Attenzione ai carichi sospesi e al passaggio al di sotto di trabattelli; 2) Disposizione corretta del materiale sulle opere provvisionali; 3) Controllare il bilanciamento e l'aggancio dei carichi;
4) Elmetto.
Rischi scivolamenti, cadute a livello: 1) Attenzione negli spostamenti nel cantiere; 2) Tenere pulito e in ordine il luogo di lavoro.
Rischi urti, colpi, impatti compressioni:
1) Attenzione negli spostamenti nel cantiere; 2) Evitare di lasciare in opera oggetti sporgenti; 3) Utilizzare l’elmetto di protezione.
Rischi punture, tagli, abrasioni:
1) Tenere pulito e in ordine il luogo di lavoro; 2) Schiodare le tavole di legno e non disperdere i chiodi;
3) Scarpe di sicurezza;
4) Presa salda del materiale e delle attrezzature che si maneggiano;
5) Guanti.
Rischi elettrici: 1) Utilizzare materiale elettrico (cavi, prese) solo dopo attenta verifica di personale
esperto (elettricista);
2) Informarsi sulla corretta esecuzione dell'impianto elettrico; 3) Usare spine di sicurezza omologate CEI;
4) Usare attrezzature con doppio isolamento; 5) Controllare i punti di appoggio delle scale metalliche; 6) Evitare di lavorare in ambienti molto umidi o bagnati;
7) Scarpe di sicurezza.
Rischi radiazioni non ionizzanti: 1) Le eventuali operazioni di saldatura devono essere segnalate; 2) Occhiali e/o schermi facciali per la protezione degli occhi.
Rischi rumore:
1) Se e in quanto possibile evitare la sovrapposizione di rumori; 2) Usare macchine e attrezzature insonorizzate;
3) Otoprotettori (cuffie antirumore, tappi auricolari). Rischi cesoiamento, stritolamento:
1) Limitare con mezzi materiali il percorso delle parti mobili di macchine o segregare la zona pericolosa;
2) Disporre comandi di arresto di emergenza. Rischi movimentazione manuale di carichi:
1) Movimentare i carichi pesanti (>25 kg) con ausilio di appositi attrezzi ed apparecchi di sollevamento;
2) Se necessario intervenire in più persone. Rischi polveri, fibre:
1) Indumenti di lavoro e DPI idonei; 2) Eventualmente sottoporsi a sorveglianza sanitaria.
Rischi getti, schizzi:
1) Idonei gambali ed indumenti protettivi impermeabili;
2) La pressione della pompa e la distanza dalla parete da trattare devono essere proporzionate alle caratteristiche del materiale.
Rischi allergeni:
1) L’utilizzo di sostanze capaci di azioni allergizzanti deve essere preceduto da una
valutazione delle schede di sicurezza del materiale stesso effettuata con la collaborazione del medico competente;
2) Guanti protettivi, “creme barriera”, maschere per la protezione del viso, indumenti protettivi, maschera per la protezione delle vie respiratorie.
Sulla base delle considerazioni sopra esposte si può formulare la seguente valutazione dei rischi che tiene conto del livello di probabilità e della entità del danno anche in
funzione delle condizioni al contorno e si esprime in un valore I.A. denominato indice di attenzione graduato, a seconda della gravità, da 1 a 5 (Circolare ANCE n.
335/1996). Indice di attenzione graduato I.A. = 3
ART. 08 – OPERE DI REINTERRO E RIPRISTINI
Il reinterro deve essere eseguito a mezzo di terreno stabilizzato (macinato), per un
rapido assestamento del terreno stesso e consentire quindi in tempi brevi la posa del manto di finitura in asfalto (dove presente) costituito da: strato di ghiaia rullata dello spessore di circa 30 cm; strato di tout-venant bitumato spessore 10 cm, steso e
rullato in opera; tappeto di usura (binder) in conglomerato bituminoso, rullato in opera, spessore 4,0 cm. Gli spessori di cui sopra si intendono a lavoro ultimato, dopo
la rullatura. Il manto di finitura, al termine dei lavori, deve risultare perfettamente complanare ed omogeneo al manto esistente. Per le zone a prato il reinterro, dopo la posa della sabbia, deve essere eseguito con il materiale di risulta dello scavo,
adeguatamente compresso; gli ultimi 20 cm sono completati con terreno vegetale seminato.
Nell’esecuzione del reinterro occorre prestare particolare cura di ricaricare lo scavo man mano che a causa dei successivi assestamenti si verifichino cali del materiale di riempimento, affinché la finitura superficiale risulti omogenea, perfettamente in piano
e non soggetta a cedimenti.
RINTERRO E RIPRISTINO PROVVISORIO SUI PERCORSI VEICOLARI La generatrice superiore del conglomerato bituminoso dovrà essere posta allo stesso
livello della pavimentazione esistente senza bombature ne’ avvallamenti o
slabbrature. Se lo scavo è stato preceduto dal taglio della pavimentazione con fune e dischi per
facilitare lo scavo stesso con mezzi meccanici, prima della posa del conglomerato bituminoso occorrerà procedere alla irrorazione della pavimentazione esistente con emulsione bituminosa per facilitare l’aderenza fra la pavimentazione esistente ed il
nuovo strato di conglomerato messo in opera possibilmente a caldo. Qualora il sottofondo esistente sia formato con calcestruzzo, il rinterro dovrà essere
eseguito con sabbia e misto granulare stabilizzato opportunamente pilonati a strati e quindi si riformerà il sottofondo in calcestruzzo dello stesso spessore di quello esistente.
RIPRISTINO DEFINITIVO
Trascorsi 30 giorni dal ripristino dello scavo e della messa in opera del conglomerato bituminoso e comunque a costipazione avvenuta, si procederà al completamento del
ripristino mediante la stesa di conglomerato bituminoso del tipo chiuso o tappeto. Si dovrà procedere nel seguente modo: pulizia della zona su cui si deve operare ed allontanamento di tutti i materiali
eterogenei posti lungo la zona dell’intervento; scarifica;
irrorazione della zona con emulsione bituminosa; stesa a caldo del conglomerato bituminoso, compressione e rullatura;
Lo spessore del conglomerato non può essere inferiore a cm 3. La larghezza del ripristino deve essere almeno pari a 2,5 volte la larghezza dello scavo
misurato nel suo punto di massima larghezza. Ad opere ultimate la parte superiore della zona ripristinata deve essere pari alla pavimentazione della strada esistente senza bombature, avvallamenti, slabbrature;
non deve essere impedito il regolare deflusso delle acque meteoriche, non devono risultare ristagni di acqua. Pozzetti, caditoie e quant’altro devono essere riposizionate
in quota.
LE PROCEDURE DI SICUREZZA PER LA POSA DEL CONGLOMERATO BITUMINOSO
Il datore di lavoro deve: formalizzare i metodi e le procedure di lavoro definendo le modalità d’impiego delle
misure di protezione collettiva presenti, dei dispositivi di protezione individuale da indossare e le misure igieniche da adottare;
limitare al minimo possibile il numero dei lavoratori esposti o che possono essere
esposti ai fumi e ai vapori che si sviluppano nella stesa a caldo dei conglomerati bituminosi;
provvedere perché tutti i lavoratori siano specificatamente informati, formati e addestrati per effettuare lavorazioni che possono esporre anche ad agenti cancerogeni/mutageni;
provvedere alla regolare e sistematica pulizia delle macchine e delle attrezzature adibite alla messa in opera dei conglomerati bituminosi.
I DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE L’adozione di idonei DPI è strettamente connessa con i livelli di esposizione riscontrati
nel corso della valutazione dei rischi. Si ritiene necessario, come misura precauzionale, che il datore di lavoro metta a disposizione del lavoratore dispositivi i
protezione individuale (DPI) delle vie respiratorie dotati di filtrazione di classe europea A1P1. Si suggerisce, inoltre, di valutare l’adozione di respiratori a filtro elettroventilati
con caschetto o cappuccio per la protezione delle vie respiratorie, che spesso combinano alla protezione respiratoria la protezione del viso e degli occhi e la protezione del capo e, soprattutto, possono essere corredati di filtri più efficaci del tipo
A2P2. Rispetto ai respiratori a filtro, questi elettrorespiratori garantiscono un comfort maggiore e la resistenza respiratoria è molto bassa, poiché l’atto respiratorio è libero
in quanto il flusso d’aria prelevato dalla pompa viene filtrato preventivamente e, quindi, inviato al caschetto o al cappuccio. Per tale motivo questi respiratori possono essere utilizzati per lunghi periodi, risultando molto utili anche quando è necessario
combinare diverse protezioni. I respiratori a filtro elettroventilati hanno anche il vantaggio di dotare i lavoratori di un copricapo di protezione della testa dai raggi
solari e dagli agenti chimici e di fornire, inoltre, un’adeguata protezione degli occhi. La dotazione minima di DPI certificati CE e in possesso dell’apposita nota informativa è la seguente:
respiratori a filtro costruiti in conformità alla norma EN 405 del tipo FFA1P1; tuta e guanti idonei alla protezione dai fumi e dalle polveri provenienti dalla stesa del
conglomerato bituminoso. Le tute devono avere un idoneo grado di vestibilità e i guanti dovranno avere anche un certo grado di resistenza meccanica (si consiglia almeno un fattore di protezione
3221) ed entrambi, nei mesi invernali, devono avere anche un certo grado di resistenza al freddo e, se necessario, essere impermeabili; calzature di sicurezza
(antinfortunistiche). MISURE IGIENICHE
Il datore di lavoro deve assicurare che i lavoratori addetti alla messa in opera dei conglomerati bituminosi:
dispongano di servizi igienici e spogliatoi appropriati e adeguati; ripongano gli indumenti da lavoro negli armadietti individuali posizionati sia nello
spogliatoio, in uno scomparto separato dagli abiti civili, sia nell’unità mobile o fissa
presente nel cantiere; a causa della capacità degli IPA di essere assorbiti attraverso la pelle, è essenziale programmare la pulizia periodica di questi indumenti da lavoro;
abbiano a disposizione la dotazione minima di DPI in conformità alla Norma da riporre in armadietti individuali posti nelle unità produttive, controllati e puliti dopo
ogni utilizzazione o, in alternativa, monouso.
Il datore di lavoro deve provvedere, anche attraverso il capo cantiere, a far riparare
o sostituire i DPI, prima di ogni nuova utilizzazione; non assumano cibi e bevande e non fumino durante la produzione e la messa in
opera dei conglomerati bituminosi. INFORMAZIONE E FORMAZIONE
Il datore di lavoro deve fornire ai lavoratori le informazioni e le istruzioni che derivano dalla valutazione del rischio effettuata nella messa in opera dei conglomerati
bituminosi, per quanto riguarda: - gli effetti delle sostanze cancerogene/ mutagene e chimiche pericolose che si possono sviluppare in certe condizioni lavorative e i rischi supplementari dovuti al
fumo; - le precauzioni e le procedure di lavoro e le misure igieniche da osservare;
- i dispositivi di protezione individuale da impiegare e il loro corretto impiego; - il significato della segnaletica di sicurezza, oltre ovviamente a quella stradale. Il datore di lavoro deve assicurare ai lavoratori una formazione e un addestramento
adeguato anche in relazione ai rischi presenti nelle aree adibite alle lavorazioni.
SORVEGLIANZA SANITARIA I lavoratori addetti alla messa in opera dei conglomerati bituminosi devono essere
sottoposti a sorveglianza sanitaria a cura di un medico competente nominato dal datore di lavoro. Si consiglia di integrare gli accertamenti con l’esecuzione di spirometria annuale o biennale.
Si ritiene utile, inoltre, inserire nel programma di accertamenti sanitari degli addetti alla produzione e messa in opera dei conglomerati bituminosi il monitoraggio biologico
del 1idrossipirene urinario. CONCLUSIONI
Sebbene il bitume non rientri nell’elenco delle sostanze pericolose, le lavorazioni che espongono a vapori e a fumi di bitume devono essere considerate tra quelle che
espongono ad agenti chimici pericolosi; questo in quanto, dal punto di vista chimicotossicologico, i loro componenti presentano non solo un elevato potere irritante nei confronti delle mucose dell’apparato respiratorio degli esposti ma contengono
tracce di idrocarburi policiclici aromatici che rendono questi materiali veicoli di sostanze cancerogene.
Le lavorazioni che espongono a vapori e a fumi di bitumi dovranno essere sottoposte ad accurata valutazione del rischio con specifico monitoraggio ambientale e biologico al fine di verificare i livelli d’esposizioni agli IPA e i conseguenti livelli di assorbimento
professionale degli stessi. Negli impianti di produzione, una periodica e accurata attività di controllo e
manutenzione degli impianti, con particolare riferimento alle possibili sorgenti di emissione di materiali inquinanti (nastri trasportatori, bocchette di prelievo dai depositi, tenuta dei giunti e guarnizioni dei silos, funzionamento dei componenti di
sicurezza ecc.), consentirà di prevenire fenomeni di dispersione di materiali e la loro conseguente diffusione nell’ambiente circostante, nonché situazioni di emergenza
(rilasci di materie prime, perdite dai serbatoi ecc.). Nei cantieri di stesa, i livelli di esposizione a materiale particellare e, in particolare, al particolato inalabile e respirabile, risultano, in genere, assai contenuti e, di norma,
inferiori al limite di 3 mg/m3 previsto dall’ACGIH per la polvere respirabile. I livelli di esposizione a IPA sono, tuttavia, statisticamente superiori ai livelli di concentrazione di
queste sostanze presenti negli ambienti di vita. Tuttavia, la concentrazione ambientale degli IPA nell’ambiente di lavoro del cantiere di stesa deriva non solo dal processo di
stesa, ma anche da alcuni contributi dovuti alla presenza di inquinanti atmosferici di
fondo (area industriale, traffico in aree metropolitane e/o in cantieri stradali e
autostradali ecc.), alle emissioni dei motori degli automezzi che operano nel cantiere e alla possibilità di assorbimento cutaneo, in particolare, sugli addetti alla vibrofinitrice,
dovuto al contatto diretto con gli indumenti di lavoro sporchi e con le parti meccaniche delle macchine. Le azioni da porre in atto per garantire le migliori condizioni di sicurezza dovranno
prevedere i seguenti interventi: - interventi sulle procedure e sui materiali scelta di tecnologie di applicazione e
adozione di conglomerati bituminosi tali da richiedere per la loro “stesa” le minori temperature, comunque inferiori a 160 °C (bitumi speciali, tecniche a minor temperatura ecc.);
- interventi sulle attrezzature dotazione per il banco di stesa di appositi pannelli protettivi, con possibilità di inserimento di impianti di aspirazione o di ventilazione per
eliminare e/o disperdere l’eccesso dei fumi e dei vapori prodotti dalla lavorazione; - dotazione, per gli scarichi delle macchine da cantiere, di cartucce e/o marmitte catalitiche, capaci di ridurre al minimo le emissioni delle stesse macchine. Sarebbe
auspicabile che le nuove macchine vibrofinitrici fossero dotate di cabine o tettoie ventilate atte a proteggere l’operatore dalle eccessive esposizioni da inalazione di
materiale particellare (fumi di bitume, scarichi di motori a combustione interna); - dispositivi di protezione individuali i lavoratori devono disporre di idonei dispositivi di
protezione delle mani, dei piedi, del corpo e delle vie respiratorie. L’adozione di queste misure di sicurezza e un’accorta attività di periodica manutenzione delle macchine consentirà una gestione del cantiere in sicurezza,
prevenendo fenomeni di sovraesposizione e/o di emergenza.
Per ripristinare le vie interne interessate dalle opere di scavo si prevede infine la formazione dei sottofondi delle strade e dei parcheggi e l’esecuzione di asfaltatura. Inoltre opere accessorie all’esecuzione di marciapiedi e percorsi pedonali.
Si individuano le seguenti sottofasi di lavorazione:
1) preparazione, delimitazione e pulizia dell’area;
2) movimento di autocarri e macchine operatrici;
3) preparazione del fondo; 4) fornitura del conglomerato bituminoso;
5) stesura del manto con vibro finitrice; 6) rullaggio; 7) finitura manuale;
8) pulizia finale dell’area e apertura al traffico veicolare e pedonale.
Per quanto rigurda la formazione di sottofondi è prevista la formazione di fondazione stradale in misto stabilizzato a cemento dello spessore di 20 cm su piano di appoggio precedentemente preparato con la provvista e stesa di misto granulare anidro dello
spessore di 20 cm. Per quanto riguarda la bitumatura è prevista la formazione di pavimentazione
bituminosa costituita da strato di base in misto granulare bitumato steso con vibrofinitrice o a mano, dello spessore di 10 cm steso in opera a due riprese e cilindrato a regola d’arte con rullo di adatto peso ancorato allo strato sottostante con
emulsione bituminosa. È inoltre prevista la formazione di soprastante tappeto di usura in calcestruzzo
bituminoso dello spessore compreso di 3-4 cm steso con vibrofinitrice ancorato allo strato sottostante con emulsione bituminosa.
Si evidenzia la presenza di aiuole con verde che dovranno essere assolutamente ripristinate.
Nella presente fase si individuano i rischi con le relative prescrizioni operative, misure preventive e protettive da prendere:
Rischi urti, colpi impatti e compressioni : 1) gli utensili, gli attrezzi e gli apparecchi per l’impiego manuale devono essere tenuti
in buono stato di conservazione e quando non utilizzati devono essere tenuti in condizioni di equilibrio stabile e non devono ingombrare posti di passaggio o di lavoro.
Rischi elettrici : 1) realizzare impianti elettrici adeguati e conformi alle specifiche norme;
2) collegare le macchine di cantiere all’impianto elettrico solo in assenza di tensione; 3) posizionare i cavi in modo da evitare danni per usura meccanica ed in modo che
non intralcino i lavori; 4) verificare lo stato di conservazione dei cavi e segnalare eventuali danneggiamenti.
Rischi rumore : 1) le attività di compattamento e rullaggio sono di per sé rumorose pertanto è
necessario limitare la presenza di personale allo stretto necessario. Rischi vibrazioni :
1) le attività di compattamento e rullatura comportano l’impiego di macchine che possono trasmettere vibrazioni al corpo dell’operatore; tali macchine devono risultare
dotate di tutti i dispositivi tecnici più efficaci per la protezione degli addetti; 2) utilizzare guanti imbottiti in grado di assorbire le vibrazioni; 3) i lavoratori incaricati ed i manovratori di mezzi meccanici devono essere sottoposti
a sorveglianza sanitaria specifica.
Rischi movimentazione di carichi : 1) movimentare i carichi pesanti (>25 kg) con ausilio di appositi attrezzi ed
apparecchi di sollevamento;
2) se non è possibile l’uso di attrezzature apposite per la movimentazione di carichi
pesanti, intervenire in più persone.
Rischi di investimento da parte dei mezzi meccanici: 1) per l’accesso al cantiere degli addetti ai lavori devono essere predisposti percorsi sicuri;
2) la circolazione dei veicoli deve essere regolata con norme il più possibile simili a quelle della circolazione sulle strade pubbliche e la velocità deve essere limitata;
3) per l’accesso degli addetti ai lavori devono essere approntati percorsi sicuri e, quando possibile, separati da quelli meccanici; 4) la movimentazione dei carichi a mezzo di apparecchi di sollevamento deve essere
segnalata affinché il personale non addetto possa allontanarsi; 5) il percorso dei carichi da movimentare non deve interferire con le lavorazioni in
corso; 6) le vie d’accesso al cantiere e quelle corrispondenti ai percorsi interni devono essere illuminate secondo le necessità diurne o notturne e mantenute costantemente in
condizioni soddisfacenti.
Rischi polveri e fibre: 1) la diffusione di polveri e fibre deve essere ridotta al minimo irrorando
periodicamente le superfici di scavo; 2) l’esposizione degli operatori di macchine deve essere ridotta utilizzando attrezzature ed impianti dotati di cabina climatizzata;
3) qualora la quantità di polvere superi comunque i limiti tollerati devono essere forniti ed utilizzati indumenti di lavoro e DPI idonei.
Calore e fiamme: 1) durante le operazioni di fornitura e stesa del conglomerato bituminoso è necessario
allontanare dall’area di lavoro tutto il materiale facilmente infiammabile; 2) le attrezzature ed i loro accessori devono essere conservate, posizionate, utilizzate
e mantenute in conformità alle indicazioni del fabbricante; 3) nelle immediate vicinanze delle zone di lavoro è necessario tenere a disposizione idonei estintori portatili e gli addetti devono fare uso dei DPI atti ad evitare bruciature
per contatto con materiale ad alta temperatura, in particolare: scarpe con suola anticalore, guanti, indumenti protettivi.
Rischi connessi alla presenza di bitume e fumo: 1) deve essere evitato il traboccamento di materiale ad elevata temperatura dagli
apparecchi di riscaldamento e dai recipienti o cassoni per il loro trasporto; 2) i trasportatori, le tramogge e gli scarichi dei bruciatori devono essere costruiti o
protetti in modo da evitare la produzione e la diffusione di fumi oltre i limiti accettabili; 3) gli addetti devono fare uso di occhiali, maschere per la protezione delle vie
respiratorie, guanti, scarpe con suola termoisolante e indumenti di protezione. Devono inoltre essere sottoposti a sorveglianza sanitaria.
Sulla base delle considerazioni sopra esposte si può formulare la seguente valutazione dei rischi che tiene conto del livello di probabilità e della entità del danno anche in
funzione delle condizioni al contorno e si esprime in un valore I.A. denominato indice di attenzione graduato, a seconda della gravità, da 1 a 5 (Circolare ANCE n.
335/1996). Indice di attenzione graduato I.A. = 3
ART. 09 – OPERE STRADALI
Si prevede la demolizione della pavimentazione in asfalto esistente, dei manufatti
edilizi e delle parti di pavimentazioni pedonali come da progetto. I materiali di risulta verranno allontanati e smaltiti alle pubbliche discariche secondo le modalità di Legge. Si considera il trasporto il loco di attrezzi manuali ed elettrici per le opere di rimozione
della pavimentazione presente.
Si considerano le seguenti sottofasi che si presentano nell’area di cantiere
dell’I.N.RI.M. a Torino: rimozione del massetto esistente
movimentazione macerie su mezzo cassonato trasporto verso area di smaltimento
Sarà necessario porre in atto una predisposizione di un programma degli interventi necessari per la demolizione di opere a firma del responsabile di cantiere. Il
programma deve contenere le seguenti informazioni da compilare in fase di esecuzione: DPI necessari; Segnaletica; Identificazione aree operative; Organizzazione viabilità del cantiere; Interferenza con altre fasi di lavoro; Sbarramenti
e recinzioni; Verifiche statiche e puntellamenti; Zone di stoccaggio materiale di demolizione; Interferenze con impiantistica del cantiere esistente; Metodologia per
l’abbattimento delle polveri e il loro confinamento.
Nella presente fase si individuano i rischi con le relative prescrizioni operative, misure preventive e protettive da prendere:
Rischi urti, colpi impatti e compressioni:
1) attenzione negli spostamenti nel cantiere;
2) evitare di lasciare in opera oggetti sporgenti; 3) utilizzare macchine dotate delle necessarie protezioni degli organi in
movimento.
Rischi punture, tagli, abrasioni: 1) verificare che le attrezzature utilizzate (pale, carriole, motoseghe,...) siano in
ottime condizioni di manutenzione;
2) durante l’uso di attrezzi manuali indossare guanti e scarpe adeguati; 3) utilizzare macchine ed elettroutensili dotate delle necessarie protezioni;
4) utilizzare macchine da taglio (tipo clipper) solo se dotate delle protezioni degli organi in movimento e di cuffie in grado di intercettare le schegge;
5) utilizzare macchine dotate di dispositivo che non permetta il riavviamento
automatico della macchina a seguito di ritorno della energia elettrica.
Rischi elettrici: 1) realizzare impianti elettrici adeguati e conformi alle specifiche norme; 2) collegare le macchine di cantiere all’impianto elettrico solo in assenza di
tensione; 3) posizionare i cavi in modo da evitare danni per usura meccanica ed in modo che
non intralcino i lavori; 4) verificare lo stato di conservazione dei cavi e segnalare eventuali
danneggiamenti.
Rischi scivolamenti, cadute a livello:
1) mantenere in ottimali condizioni le vie di transito e l’area dei posti di lavoro;
2) indossare idonee calzature dotate di suole antiscivolo.
Rischi rumore:
1) in caso di esecuzioni di operazioni rumorose (> a 80 dB(A)) utilizzare adeguati dpi tipo tappi o cuffie auricolari specifiche;
2) le attrezzature devono essere correttamente mantenute e utilizzate, in
conformità alle indicazioni del fabbricante, al fine di limitarne la rumorosità eccessiva;
3) durante il funzionamento gli schermi e le paratie delle attrezzature devono essere mantenute chiuse e dovranno essere evitati i rumori inutili.
Rischi vibrazioni: 1) in caso di uso di macchinari verificare che gli stessi siano dotati di impugnatura
antivibrante; 2) utilizzare guanti imbottiti in grado di assorbire le vibrazioni.
Rischi movimentazione di carichi: 1) movimentare i carichi pesanti (>25 kg) con ausilio di appositi attrezzi ed
apparecchi di sollevamento; 2) se non è possibile l’uso di attrezzature apposite per la movimentazione di
carichi pesanti, intervenire in più persone. Rischi polveri:
1) la diffusione di polveri e fibre deve essere ridotta al minimo irrorando periodicamente le superfici da demolire;
2) l’esposizione degli operatori di macchine deve essere ridotta utilizzando attrezzature ed impianti dotati di cabina climatizzata;
3) qualora la quantità di polvere superi comunque i limiti tollerati devono essere
forniti ed utilizzati indumenti di lavoro e DPI idonei; 4) fare uso di apposite maschere per la protezione delle vie respiratorie ed
indossare indumenti idonei in particolare durante la fase di demolizione massetto esistente.
Sulla base delle considerazioni sopra esposte si può formulare la seguente valutazione dei rischi che tiene conto del livello di probabilità e della entità del danno anche in
funzione delle condizioni al contorno e si esprime in un valore I.A. denominato indice di attenzione graduato, a seconda della gravità, da 1 a 5 (Circolare ANCE n. 335/1996). Indice di attenzione graduato I.A. = 3
In relazione alla specifica demolizione da effettuare è fondamentale procedere alla
preliminare individuazione dei preposti, a cui devono essere comunicati per iscritto i compiti loro affidati in questa operazione complessa, legata a molteplici rischi di esposizione dei lavoratori, quali cadute e investimenti di materiali, schiacciamento
dovuto a parti demolite, ecc. L’attività delle diverse persone occupate nei lavori di demolizione va coordinata e
sottoposta al controllo di un responsabile. Il CSE dovrà esaminare le scelte tecniche e tecnologiche effettuate in relazione all’intervento di demolizione, soprattutto per quanto attiene all’utilizzo delle
attrezzature necessarie allo svolgimento delle lavorazioni. Tali scelte comportano quanto segue:
Scelta dei DPI necessari ad effettuare le operazioni di demolizione: guanti, occhiali chiusi, cuffie antirumore, mascherine antipolvere, scarpe antinfortunistiche.
Predisposizione di una idonea segnaletica conforme al D. Lgs. n. 81/2008 e s.m.i.
idonea sia per il periodo diurno che notturno che evidenzi i rischi presenti nelle singole aree di intervento.
Identificazione delle aree operative e organizzazione della viabilità di cantiere e verifica dell’assenza di fasi di lavoro dalla cui interferenza possono derivare rischi ai lavoratori (ad esempio presenza di personale in aree adiacenti a quelle in cui si
interviene). Interdizione con idonei sbarramenti della zona interessata allo demolizione delle
persone non addette, alle quali deve essere fatto divieto di avvicinamento, sosta e transito.
Scelta e identificazione delle zone destinate allo stoccaggio del materiale proveniente
dalla demolizione. Dovrà essere in particolare identificata l’area in cui avverrà lo scarico delle macerie sui mezzi di trasporto (o meglio il carico degli stessi) al fine di
verificarne la compatibilità con l’organizzazione più generale della viabilità nel cantiere.
Verifica delle possibili interferenze delle operazioni di demolizione con linee elettriche
o con altri impianti e in caso positivo adottare tutte le misure necessarie per eliminare i rischi evidenziati.
Verifica della eventuale presenza di materiali contenenti amianto; in caso affermativo la rimozione deve avvenire nel rispetto della normativa vigente.
Sulla base delle considerazioni sopra esposte si può formulare la seguente valutazione dei rischi che tiene conto del livello di probabilità e della entità del danno anche in
funzione delle condizioni al contorno e si esprime in un valore I.A. denominato indice di attenzione graduato, a seconda della gravità, da 1 a 5 (Circolare ANCE n.
335/1996). Indice di attenzione graduato I.A. = 3
ART. 10 – OPERE DI BONIFICA MCA
In data 26/03/2012, come risulta da verbale di sopralluogo dell’ASL 2603/2807/2012,
veniva verificata la tenuta della messa in sicurezza degli accoppiamenti flangiati, contenenti guarnizioni in amianto, rimasti in essere al termine dei lavori di bonifica del coibente in amianto, in matrice friabile, posto a rivestimento delle tubazioni e degli
impianti a servizio della Centrale di Condizionamento (operazioni di bonifica eseguite dalla Ditta CO-VER Industrial S.r.l. in data 16/02/2012).
Nel corso del sopralluogo si è accertato che gli accoppiamenti flangiati erano stati messi in sicurezza mediante polite natura e idonee etichettature riportanti la presenza di amianto, inoltre molte delle stesse erano state ricoperte da coppelle in alluminio. A
vista non si era riscontrata la presenza macroscopica di materiale in amianto pertanto si era potuto procedere con la restituibilità degli ambienti bonificati.
Si dovrà ora procedere alla rimozione del materiale contenente amianto precedentemente bonificato.
Si identificano le seguenti sottofasi effettuate da personale qualificato. L’attività dovrà
quindi comportare il ricorso ad una impresa qualificata, obbligatoriamente iscritta all’Albo Nazionale Gestori Ambientali Categoria 10, al SISTRI, in qualità di produttore
e detentore di rifiuti pericolosi, e anche alla Categoria 5, nel caso che effettui la raccolta ed il trasporto:
Rimozione di coppelle in alluminio ove presenti.
Rimozione di elementi in materiale contenente amianto (già messi in sicurezza). Sigillatura delle parti rimosse (in glove bags).
Stoccaggio provvisorio del materiale di risulta in area recintata e segnalata. Aspirazione di polveri e residui. Analisi classificazione e caratterizzazione dei singoli rifiuti da smaltire.
Sostituzione dei manufatti in MCA rimossi. Trasporto e smaltimento di tutti i materiali rimossi in idonee discariche, in
conformità alle vigenti normative. RIMOZIONE AMIANTO:
Si evidenzia la letteratura tecnica di seguito riportata: Si consideri che la pericolosità dell’amianto consiste nel rilasciare fibre potenzialmente
inalabili e nella estrema suddivisione cui tale fibre possono giungere. L’esposizione a tali fibre è responsabile di patologie gravi ed irreversibili, prevalentemente dell’apparato respiratorio, che si manifestano dopo molti anni dall’esposizione. La
bonifica dell’amianto, può eseguirsi con uno dei seguenti tre interventi: a) rimozione, b) incapsulamento, c) confinamento. Chi intende rimuovere materiali contenenti
amianto deve predisporre un Piano di Lavoro, prima dell’inizio dei lavori. Questo Piano deve prevedere le misure necessarie per garantire la sicurezza e la salute dei lavoratori e la protezione dell’ambiente esterno. Copia del Piano di Lavoro è a
disposizione dell’Organo di Vigilanza, unitamente ad altri dati integrativi, e se questo non rilascia prescrizioni entro termini stabiliti, i datori di lavoro possono eseguire i
lavori, ferma restando la loro responsabilità per quanto riguarda l’osservanza delle disposizioni di Legge. Per quanto riguarda i DPI con riferimento al settore specifico dei lavori di bonifica da
amianto questi consistono in: a) indumenti, tute integrali con cappuccio,
b) guanti di protezione, c) calzari a perdere,
d) DPI delle vie respiratorie che nei vari casi possono essere respiratori isolanti o
respiratori a filtro secondo un criterio guida per la scelta basato sul grado di protezione richiesto in rapporto alla concentrazione di fibre d’amianto aereo disperse.
Per la rimozione di guaine in MCA presenti sulle tubature del complesso già messe in sicurezza, si ricorda che l’amianto compatto, per sua natura non tende a liberare fibre e il pericolo sussiste solo se segato, abraso o deteriorato. Si può affermare che il
materiale, oggetto di bonifica, ha subito solo stress termici e da agenti atmosferici, e la sua vita operativa è stata l’apposizione iniziale (che è stata l’unica lavorazione
meccanica) e la attuale operazione di smontaggio. Per quanto riguarda le prescrizioni generali di igiene e sicurezza del lavoro durante gli interventi sulla copertura del fabbricato è necessario procedere alla segnalazione e delimitazione temporanea delle
aree in cui avvengono le operazioni di rimozione che possono dar luogo a dispersione di fibre. La diffusione delle polveri deve essere evitata con opere di incapsulamento.
Le guaine non devono essere né frantumate né prima, né dopo la rimozione e liberate dai vincoli di fissaggio senza rotture. Occorre evitare il più possibile il numero di lavoratori esposti. I materiali isolanti dovranno essere raccolti e insaccati.
Successivamente si procederà allo stacco delle guarnizioni da eventuali fissaggi con l’ausilio di utensili manuali ed insaccamento immediato previa bagnatura. Il tempo di
stoccaggio in loco deve essere ridotto al minimo indispensabile. Per i lavori di rimozione dei manufatti contenenti amianto presenti in copertura si
considerano le seguenti modalità operative: - Prima di eseguire la rimozione, tutte le parti amovibili se presenti, saranno
preventivamente aspirate, con un aspiratore dotato di filtro “HEPA” (che rimarrà a
disposizione in cantiere per tutta la durata dei lavori). - Per l’ingresso e uscita dal cantiere verrà utilizzata idonea cabina di
decontaminazione a tre stadi (zona pulita, locale doccia, zona sporca). - I DPI monouso al termine di ogni turno di lavoro ed a lavori conclusi, dovranno
essere decontaminati superficialmente con un panno umido (in pronto utilizzo
unitamente ad un secchio colmo d’acqua), depositati al’interno di un sacco (contenitore appositamente costituito all’interno del cantiere) che sarà fatto
implodere mediante collegamento alla manichetta dell’aspiratore dotato di filtri assoluti (al fine di estrarne l’aria potenzialmente contaminata), sigillato, contrassegnato e successivamente conferito allo smaltimento unitamente agli altri
rifiuti prodotti. - Al ricevimento del verbale di autorizzazione di fine lavori/assenza residui da parte
del funzionario preposto al controllo, si procederà alle opportune metodiche per la dismissione finale del cantiere.
- Si provvederà all’incapsulamento delle strutture di confinamento e dei dispositivi di
protezione individuale a perdere (gli stessi saranno sempre collocati all’interno di un contenitore appositamente costituito all’interno del cantiere).
- Si proseguirà quindi alla rimozione delle strutture di confinamento ed alla restituzione dell’ambiente utilizzato per le operazioni di bonifica dei manufatti contenenti amianto.
L’impresa che eseguirà l’opera, in questo caso di rimozione, dovrà avere le peculiarità
specifiche per questo genere di lavorazione. In sintesi dovrà aver espletato le seguenti prescrizioni: 1) Nominare un tecnico gestore del cantiere, che può essere anche il titolare
dell’impresa, che deve effettuare un apposito corso di formazione di 50 ore presso un credibile ente organizzatore.
2) Nominare un medico del lavoro competente che eseguirà un protocollo sanitario iniziale e periodico di mantenimento su tutto il personale dell’impresa coinvolto
nelle operazioni di bonifica.
3) Tutti i lavoratori coinvolti devono effettuare una visita di idoneità al lavoro ed una
visita di controllo periodico ogni anno. 4) Tutti i lavoratori coinvolti sul cantiere di bonifica devono aver frequentato un corso
di formazione di 30 ore presso un ente erogatore qualificato. 5) Devono essere previsti dispositivi di protezione delle vie respiratorie, maschere tipo
P3 oppure FFP3, per tutti i lavoratori compresi i ricambi e le scorte.
6) Devono essere previsti in eguale misura tute di tivek e guanti di gomma per ogni lavoratore che manipola il materiale contenente amianto o che frequenta le zone di
lavoro. 7) Deve essere effettuato un piano di lavoro ogni volta che si intende avviare un
piano di bonifica. Questo piano sarà a disposizione dell’ASL territorialmente
competente rispetto al cantiere. 8) Deve essere acquisita o noleggiata una struttura mobile adeguata a permettere ai
lavoratori di entrare e uscire dall’area di lavoro in modo sicuro con docce e chiuse d’aria.
Si consideri inoltre che è necessario distinguere tra Piano di Lavoro e P.O.S.
dell’impresa esecutrice. Il Piano di Lavoro è a disposizione della ASL competente, mentre il P.O.S. deve essere valutato dal CSE. Si prescrive di produrre due diversi
documenti.
PROTEZIONI INDIVIDUALI E PROCEDURE PER L’IGIENE DEL PERSONALE Durante le operazioni di manipolazione di materiali contenenti amianto gli addetti dovranno indossare adeguate protezioni individuali.
A tale scopo sono considerate "adeguate": maschera semifacciale in gomma con filtro del tipo P3
tuta integrale monouso Prima dell’inizio della lavorazione gli addetti dovranno indossare la tuta ad esclusione del cappuccio, la maschera, controllare l’adesione della stessa al volto coprendo il
filtro con il palmo della mano ed ispirando leggermente trattenendo il respiro per qualche secondo in modo da verificare che non vi siano ingressi d’aria dai bordi, infine
indossare il cappuccio; al termine del lavoro gli addetti dovranno togliersi la tuta, dopo averla inumidita a spruzzo nella zona delimitata, continuando ad indossare la maschera che sarà tolta in una zona distante dall’area delimitata. La tuta dovrà essere
inserita in un sacco di plastica e smaltita insieme agli altri rifiuti classificati. Eventuali pause lavorative che comportino la rimozione della maschera (ad esempio la
pausa per il pranzo) dovranno comportare la stessa procedura di fine turno. Lo stesso per qualunque allontanamento anche momentaneo dal cantiere di bonifica. Il consumo dei pasti potrà avvenire soltanto fuori della zona delimitata.
N.B. I dispositivi di protezione individuale (DPI) devono soddisfare i requisiti stabiliti dalla Legge.
La ditta che esegue i lavori è tenuta allo smaltimento rifiuti nel rispetto degli adempimenti previsti (denuncia annuale, registro di carico e scarico, formulario di trasporto) mediante ditta autorizzata (qualora non sia autorizzata essa stessa).
Il committente ha l’obbligo di vedersi restituire copia del formulario di identificazione, mentre non e’ obbligato alla tenuta dei registri e alla denuncia annuale, a meno che
non sia produttore abituale di rifiuti speciali. ELENCO ATTREZZATURE
Attrezzature per la rimozione: - Cassetta attrezzi completa;
- Raschietti, spazzole, scalpelli vari, cutter. Altre attrezzature:
- Aspirapolvere dotata di filtro assoluto;
- Avvitatore a batteria a bassa velocità;
- Cassetta pronto soccorso.
DESCRIZIONE SIGILLATURA Si prevede la rimozione di guarnizioni in MCA confinate all’interno di glovebag (confina e consente la lavorazione).
Se necessario si potrà controllare la tenuta del glove bag con l'ausilio del kit di fialette fumogene. Comprimere con delicatezza il sacco per creare sovrapressione e per
scoprire se vi sono fuoriuscite di fumo. Inserire le braccia nelle maniche guantate del glove bag. Impregnare abbondantemente e lasciare il MCA all’interno e poi rimuovere il sacco.
PROCEDURE SPECIFICHE DI ACCESSO ED USCITA ZONA DI BONIFICA A) Accesso alla zona di bonifica L’operatore si spoglia dei propri indumenti e veste i DPI nel locale pulito dell’unità
di decontaminazione quindi accede attraverso i locali successivi alla zona di bonifica.
B) Uscita dalla zona di bonifica - L’operatore si spoglia dei DPI monouso tranne la maschera e li inserisce in apposito
sacco nel locale sporco dell’U.D.;
- Prosegue accedendo al locale doccia dove sotto il getto di acqua toglie la maschera e procede alla decontaminazione mediante doccia di se stesso e della maschera per
il riuso; - Procede verso il locale pulito attraverso la chiusa d’aria per rivestirsi dei propri
abiti.
All’ingresso dell’U.D. verrà apposto cartello di pericolo specifico, divieto di accesso ai non addetti, locandina con le procedure di ingresso e fuoriuscita.
Nello svolgimento del lavoro saranno prese tutte le precauzioni per proteggere le zone adiacenti non interessate dai lavori ed interdette a chiunque non addetto.
CARTELLONISTICA SPECIFICA
In merito al cantiere di smaltimento amianto sarà necessario fare affidamento su quanto prescritto nel Piano di Lavoro a disposizione della ASL. In particolare si
evidenzia la etichettatura inerente il rischio specifico consistente nella lettera “a” in corsivo nella lettera “R” maiuscola; lo scopo di queste piastrine è che siano fissate ai glove bags , su cui sono state confinate le guaine ricoperte con doppio strato di
polietilene di spessore adeguato, perfettamente sigillate ed accuratamente legate, per evitare che l’amianto venga inavvertitamente disturbato. Prima dell’inizio dei lavori
sarà necessario approntare la delimitazione della zona di intervento mediante apposita rete e apposizione di segnaletica specifica. Quindi cartello di pericolo derivante dalla bonifica (punto esclamativo “!” in campo giallo cartello triangolare) e cartello di
divieto di accesso agli estranei. Inoltre cartello di obbligo di utilizzo dei DPI (maschera, guanti e tuta). Inoltre utilizzo di nastro in polietilene con dicitura
“attenzione pericolo amianto” di colore giallo e nero impiegato per delimitare la zona di lavoro.
Segnaletica di sicurezza da installare in cantiere nella fase di bonifica di amianto
Tipologia cartello Informazione
trasmessa
Collocazione in
cantiere
Responsabile
installazione e controlli
Maschera obbligatoria
In prossimità delle
aree di lavoro per
gestire il rischio
residuo
Direttore tecnico di
cantiere
Copriscarpe
obbligatorie
In prossimità delle
aree di lavoro per
gestire il rischio
residuo
Direttore tecnico di
cantiere
Tuta monouso
obbligatoria
In prossimità delle
aree di lavoro per
gestire il rischio
residuo
Direttore tecnico di
cantiere
Facciale con filtro
Obbligatorio
In prossimità delle
aree di lavoro per
gestire il rischio
residuo
Direttore tecnico di
cantiere
Guanti protettivi
Obbligatori
In prossimità delle
aree di lavoro per
gestire il rischio
residuo
Direttore tecnico di
cantiere
Vietato l'accesso ai
non addetti ai lavori
In corrispondenza
dell’area dove si
interviene con la
bonifica
dell’amianto,
all’interno del
cantiere
Direttore tecnico di
cantiere
Quindi si identificano i seguenti rischi :
Rischi caduta di persone dall’alto : allestire idonei parapetti sui fronti verso il vuoto. Rischi urti, colpi impatti e compressioni : utilizzare macchine dotate delle necessarie
protezioni degli organi in movimento.
Rischi punture, tagli, abrasioni : 1) verificare che le attrezzature utilizzate siano in ottime condizioni di manutenzione; 2) durante l’uso di attrezzi manuali indossare guanti e scarpe adeguati;
3) utilizzare macchine dotate di dispositivo che non permetta il riavviamento automatico della macchina a seguito di ritorno della energia elettrica.
Rischi elettrici : 1) realizzare impianti elettrici adeguati e conformi alle specifiche norme;
2) collegare le macchine di cantiere all’impianto elettrico solo in assenza di tensione; 3) posizionare i cavi in modo da evitare danni per usura meccanica ed in modo che
non intralcino i lavori; 4) verificare lo stato di conservazione dei cavi e segnalare eventuali danneggiamenti.
Rischi scivolamenti, cadute a livello : 1) mantenere in ottimali condizioni le vie di transito e l’area dei posti di lavoro;
2) indossare idonee calzature dotate di suole antiscivolo.
Rischi caduta di materiale dall’alto : 1) verificare l’idoneità degli apparecchi di sollevamento in uso specie per quanto
attiene i ganci e i sistemi di imbragatura del materiale movimentato;
2) nelle operazioni eseguite nel raggio di azione di apparecchi di sollevamento usare il casco di protezione della testa.
Rischi da fibre di amianto : 1) utilizzare idonei sistemi di incapsulamento e DPI;
2) il personale addetto alla rimozione dovrà essere formato e informato ed essere in possesso di attestati di abilitazione alla professione;
3) verificare l’idoneità tecnica delle attrezzature in dotazione. Rischi rumore : in caso di esecuzioni di operazioni rumorose tipo l’uso seghe circolari,
motoseghe, ecc (> a 80 dba) utilizzare adeguati dpi tipo tappi o cuffie auricolari specifiche.
Rischi movimentazione di carichi : movimentare i carichi pesanti (>25 kg) con ausilio di appositi attrezzi ed apparecchi di sollevamento; se non è possibile l’uso di
attrezzature apposite per la movimentazione di carichi pesanti, intervenire in più persone.
Rischi di investimento : 1) predisporre adeguati percorsi pedonali e di circolazione per i mezzi tipo
autobetoniere o autopompe con affissione di adeguata segnaletica; 2) vietare la presenza di persone nel corso di manovre dei mezzi e moto in
retromarcia degli stessi; 3) utilizzare esclusivamente mezzi d’opera dotati di segnalazioni acustiche e
luminose;
4) tutti i percorsi devono avere adeguate pendenze trasversali necessarie ad evitare il
ribaltamento dei mezzi e l’eventuale investimento delle persone.
Sulla base delle considerazioni sopra esposte si può formulare la seguente valutazione dei rischi che tiene conto del livello di probabilità e della entità del danno anche in funzione delle condizioni al contorno e si esprime in un valore I.A. denominato indice
di attenzione graduato, a seconda della gravità, da 1 a 5 (Circolare ANCE n. 335/1996). Indice di attenzione graduato (I.A.) =4
ART. 11 – OPERE IN AMBIENTI CONFINATI
In questa fase si prevedono alcune attività in cunicoli con spazi ristretti assimilabili ai
luoghi confinati. Gli ambienti confinati sono tutti i luoghi che sono abbastanza ampi da permettere ad una persona di entrarci dentro per eseguire dei lavori, che non sono stati previsti perché ci si lavori all’interno e che hanno aperture di accesso e di uscita
limitate, ristrette. Si richiama l’art. 66 del D. Lgs. 9 aprile 2008 n. 81:
“Lavori in ambienti sospetti di inquinamento” - È vietato consentire l’accesso dei lavoratori in pozzi neri, fogne, camini, fosse, gallerie e in generale in ambienti e recipienti, condutture, caldaie e simili, ove sia possibile il rilascio di gas deleteri, senza
che sia stata previamente accertata l’assenza di pericolo per la vita e l’integrità fisica dei lavoratori medesimi, ovvero senza previo risanamento dell’atmosfera mediante
ventilazione o altri mezzi idonei. Quando possa esservi dubbio sulla pericolosità dell’atmosfera, i lavoratori devono essere legati con cintura di sicurezza, vigilati per tutta la durata del lavoro e, ove occorra, forniti di apparecchi di protezione.
L’apertura di accesso a detti luoghi deve avere dimensioni tali da poter consentire l’agevole recupero di un lavoratore privo di sensi.
L’art. 2 del D.P.R. n. 177/2011 prevede che qualsiasi attività lavorativa, nel settore
degli ambienti sospetti di inquinamento o confinati, possa essere svolta unicamente da imprese o lavoratori autonomi che siano in possesso dei requisiti previsti dallo stesso articolo. In particolare il comma 1, lett. C), del citato articolo prevede, quale requisito
obbligatorio, la “presenza di personale, in percentuale non inferiore al 30 % della forza lavoro, con esperienza almeno triennale relativa a lavori in ambienti confinati,
assunta con contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato ovvero anche con altre tipologie contrattuali o di appalto, a condizione, in questa seconda ipotesi, che i relativi contratti siano stati preventivamente certificati ai sensi del titolo VIII, Capo I,
del decreto legislativo 10 settembre 2003, n. 276. Tale esperienza deve essere necessariamente in possesso dei lavoratori che svolgono le funzioni di preposto
impiegato su quello specifico lavoro che esegue le attività di cui all’art. 1, comma 2, indipendentemente dal numero complessivo della forza lavoro della stessa azienda. Qualora l’appaltatore si avvalga di professionalità attraverso forme contrattuali diverse
da quelle del rapporto di lavoro subordinato a tempo indeterminato, è necessario che i relativi contratti siano certificati ai sensi del Titolo VIII Capo I, D. Lgs. n. 276/2003.
In merito al ricorso al subappalto, si fa presente che l’art. 2, comma 2, del D.P.R. n. 177/2011 prevede che “in relazione alle attività lavorative in ambienti sospetti di inquinamento o confinati non è ammesso il ricorso a subappalti, se non autorizzati
espressamente dal datore di lavoro committente e certificati ai sensi del titolo VIII, Capo I, del decreto legislativo 10 settembre 2003, n. 276, e successive modificazioni e
integrazioni. Le disposizioni del presente regolamento si applicano anche nei riguardi delle imprese o dei lavoratori autonomi ai quali le lavorazioni vengano subappaltate”. La certificazione dei contratti di lavoro, prevista dal D.P.R. n. 177/2011, assume una
valenza obbligatoria e non più facoltativa (art. 75, D.lgs. n. 276/2003) in quanto si vuole evitare, sulla scorta dei gravi incidenti avvenuti in passato, l’utilizzo di personale
non specializzato in attività ad alto rischio di infortuni. Per quanto concerne l’ambito di applicazione, il regolamento “si applica ai lavori in ambienti sospetti di inquinamento di cui agli articoli 66 e 121 del decreto legislativo 9
aprile 2008, n. 81, e negli ambienti confinati di cui all’allegato IV, punto 3, del medesimo decreto legislativo” (art. 1, comma 2, del D.P.R. n. 177/2011). Inoltre,
come previsto dall’art. 1, comma 3 del D.P.R. n. 177/2011, le disposizioni di cui agli art. 2, comma 2 (subappalto), e 3, comma 1 e 2 (coordinamento), sono vigenti
unicamente “in caso di affidamento da parte del datore di lavoro di lavori, servizi e
forniture all’impresa appaltatrice o lavoratori autonomi all’interno della propria azienda
o di una singola unità produttiva della stessa, nonché nell’ambito dell’intero ciclo produttivo dell’azienda medesima, sempre che abbia la disponibilità giuridica, a norma
dell’art. 26, comma 1, del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81, dei luoghi in cui si svolge l’appalto o la prestazione di lavoro autonomo”. Pertanto la restante parte del D.P.R. n. 177/2011 è applicabile anche a chi svolge i lavori in ambienti confinati o
sospetti di inquinamento senza ricorso ad appaltatori o a lavoratori autonomi esterni. In caso di appalto o subappalto di lavori in ambienti sospetti di inquinamento o
confinati, così come definiti rispettivamente, dagli artt. 66 e 121 e dall’allegato IV, punto 3, del D.lgs. n. 81/2008, il committente è obbligato ad applicare l’art. 26 del citato decreto ed anche il D.P.R. 177/2011. La verifica dell’idoneità tecnico
professionale consta nell’acquisizione non solo del certificato di iscrizione alla camera di commercio, industria e artigianato (art. 26, comma 1, lett. A) D. Lgs. n. 81/2008),
ma anche di questo previsto dall’art. 2 del dpr n. 177/2011. Pertanto, per quanto interessa il caso di specie, in merito ai provvedimenti sanzionatori da adottare qualora un datore di lavoro non ottemperi alle prescrizioni in materia di certificazione dei
contratti contenute nel D.P.R. 177/2011, è applicabile, nei confronti del committente, la sanzione concernente la non corretta verifica della idoneità tecnico professionale
delle imprese appaltatrici o dei lavoratori autonomi prevista dall’art. 26, comma 1, lett. A) e sanzionata dall’art. 55, comma 5, lett. B), D.lgs. n. 81/2008.
MISURE DI PREVENZIONE DA ATTUARE
- Informazione, formazione e addestramento dei lavoratori - Applicazione della procedura confined space (Delimitazione area durante lavori,
Personale in assistenza all’esterno del luogo confinato, Messa in sicurezza del luogo confinato) - Applicazione della procedura di emergenza e soccorso
- Illuminazione di sicurezza - Sistema di comunicazione di emergenza (es. ricetrasmittente)
- Verifica preliminare atmosfera luogo confinato (analizzatore) - Dispositivo di discesa e recupero (treppiede)
DPI DA UTILIZZARE PER INGRESSO NEL LUOGO CONFINATO - Scarpe antinfortunistiche
- Occhiali di protezione - Guanti da lavoro contro i rischi meccanici / chimici - Tuta di protezione (es. tivek)
- Imbracatura di sicurezza - Mascherina di protezione
- Elmetto MISURE DI EMERGENZA SPECIFICA
Il dispositivo di discesa comprende un dispositivo di ancoraggio al quale viene collegata la combinazione di un sistema di arresto della caduta, di un dispositivo di
recupero e di un argano. Il dispositivo di ancoraggio è identificato in dispositivo a tre piedi (treppiedi) con corda di recupero e imbracatura indossata da operatore.
Esecuzione di un sistema di salvataggio che consenta ad un operatore di salvare sé stesso o altri operatori. Esso permette di sollevare o di abbassare la persona soccorsa
in un posto sicuro con personale formato informato e addestrato all’attività. Il dispositivo è fissato su treppiede.
CARATTERISTICHE SPECIFICHE DELL’AMBIENTE DI LAVORO
Luogo non destinate allo stazionamento fisso di lavoratori con accesso per l’entrata e l’uscita di difficile utilizzo e con condizioni di ventilazione sfavorevole in cui può
verificarsi un evento incidentale importante, che può portare ad un infortunio grave o mortale, in presenza di agenti chimici pericolosi (ad esempio, gas, vapori, polveri).
DEFINIZIONE DELLE ATTREZZATURE E DPI PER ACCESSO E RECUPERO IN EMERGENZA
Il lavoratore dovrà essere dotato di idonei DPI di posizionamento, trattenuta, discesa, salita e di arresto caduta. Dovrà inoltre essere dotato di altri tipi di DPI (per la protezione della cute e delle vie respiratorie). Modalità di accesso all’ambiente
confinato. Indossato il tipo di DPI respiratorio, i lavoratori accedono al luogo di lavoro utilizzando cinture di sicurezza e funi di adeguata lunghezza per garantire lo
svolgimento del lavoro e un rapido recupero in condizioni di emergenza; in particolare un lavoratore deve sempre assistere dall’esterno presso l’apertura di accesso ed essere in grado di recuperare un lavoratore infortunato e/o colto da malore nel più
breve tempo possibile e secondo quanto stabilito nelle procedure di emergenza
INDIVIDUAZIONE DELLE FASI OPERATIVE DA COMPIERE Eliminazione del rischio alla fonte. Verifica dall’esterno dell’atmosfera interna.
Valutazione dell’attività da eseguire. Materiali e attrezzature. Ventilazione dell’ambiente (se necessario aumentare il numero di aperture, ventilazione meccanica). Verifica dell’aria contenuta nell’ambiente confinato. Identificazione del
contaminante. Determinazione della sua concentrazione. Verifica della percentuale di ossigeno e se carente procedere a bonifica. Gestione del soccorso e della emergenza.
Quindi si identificano i seguenti rischi :
Asfissia: presenza/impiego di gas che si sostituiscono all’O2 ( azoto usato per bonifica
e/o inertizzazione, gas di saldatura, ecc.); formazione di CO2 attraverso vari processi biologici (fermentazione, decomposizione sostanze organiche); reazioni chimiche di ossidoriduzione di sostanze (combustione con rilascio di CO2, di NH3, di H2S, ecc.).
Utilizzare analizzatore di gas e indossare mascherina di protezione delle vie aeree.
Incendio/esplosione: presenza di gas/vapori/nebbie infiammabili o polveri combustibili, unitamente ad una sorgente di innesco (elettricità statica, utilizzo di fiamme libere, fenomeni di attrito, scariche atmosferiche, ecc.).
Non utilizzare fiamme libere o attrezzi che possano produrre scintille in presenza di gas. Tenere estintori a portata di mano.
Intossicazione: impropria bonifica di tubazioni e/o recipienti; liquidi e solidi emettono gas tossici in presenza di aria o vapori d’acqua (zolfo, fosfuri che emettono fosfina a
contatto di acidi ed acqua o vapore, ecc.); reazioni chimiche di decomposizione o fermentazione; rilasci accidentali da valvole o altre sorgenti di emissione; residui di
materiali stoccati. Attenzione a presenza di liquidi o materiali nocivi. Indossare idonei DPI.
Folgorazione: attrezzature di lavoro/utensili con alimentazione elettrica inadeguata, pareti interne bagnate.
Non utilizzare scale metalliche. Elettroutensili adeguati. Indossare calzature idonee.
Caduta: utilizzo di scale inadeguate o impiegate in modo improprio, mancato utilizzo o
utilizzo scorretto dei DPI anticaduta. Parapetti completi sui fronti verso il vuoto.
Annegamento: presenza di liquidi o solidi finemente suddivisi, che possono risultare letali per saturazione e occlusione delle vie respiratorie.
Sistema di recupero e altro uomo sempre presente al di fuori di luogo confinato.
Ustioni: contatto con parti a temperatura elevata o molto bassa, ingresso in macchine termiche.
Schiacciamento: caduta di carichi, ecc. Non sostare in zona con possibilità di caduta gravi e indossare casco di protezione.
Sulla base delle considerazioni sopra esposte si può formulare la seguente valutazione dei rischi che tiene conto del livello di probabilità e della entità del danno anche in
funzione delle condizioni al contorno e si esprime in un valore I.A. denominato indice di attenzione graduato, a seconda della gravità, da 1 a 5 (Circolare ANCE n.
335/1996). Indice di attenzione graduato (I.A.) =4
ART. 12 – OPERE DI BONIFICA SERBATOI DI GASOLIO
Si prevede la attività di bonifica serbatoi di gasolio al di fuori dell’edificio n. 5 . I
serbatoi sono interrati all’esterno delle palazzine e appaiono dismessi. La procedura per la bonifica comporta le prescrizioni per le attività nei luoghi confinati.
Inoltre a fronte della presenza di combustibile all’interno dei serbatoi il datore di lavoro deve valutare preliminarmente il rischio di incendio. L’accesso ai luoghi di
lavoro per le attività di bonifica deve avvenire soltanto dopo aver adottato le necessarie misure di prevenzione e protezione collettive ed individuali (squadra antincendio e emergenza con dotazioni e addestramento). Dall’esito della valutazione
del rischio devono essere definite e messe in atto le misure di prevenzione e protezione specifiche che devono essere indicate come procedure di lavoro sicuro. Tali
procedure di lavoro devono essere scritte, precise e dettagliate per ogni fase lavorativa indicando le criticità ed i corretti modi di operare (all’interno del POS individuazione delle persone e delle competenze, identificazione dei rischi in ogni fase
lavorativa, e le modalità di lavoro sicuro nonché i dispositivi collettivi di prevenzione e protezione, i DPI, la segnaletica, compresa quella per la delimitazione dell’area, le
procedure per gestire l’emergenza). La effettuazione delle attività prevede la qualifica come da DPR 177/2011. Tali lavorazioni necessitano di un supervisore addestrato alla
specifica mansione che ha il ruolo di mettere in comunicazione datore di lavoro, preposto e i lavoratori. È necessario che la squadra addetta alle operazioni sia di consistenza numerica adeguata, e comunque composta di almeno due persone. I
lavoratori individuati devono essere fisicamente idonei e con capacità psico-attitudinali adeguate e possedere sufficiente esperienza lavorativa per quel tipo di attività
(addestramento, informazione e formazione conformi al DPR 177/2011). In relazione alle misure di prevenzione da applicare ai luoghi di lavoro occorre verificare l’idoneità delle vie di accesso/uscita (anche in caso di recupero del lavoratore e di emergenza).
Per quanto riguarda i dispositivi di protezione individuali i lavoratori dovranno indossare i DPI previsti dalla valutazione dei rischi, relativa allo specifico lavoro e al
luogo in cui viene svolto. In particolare saranno necessarie maschere per la protezione delle vie respiratorie e se necessario a seguito di valutazione con apparecchio sistema di respirazione artificiale autonomo. Il lavoratore dovrà inoltre essere dotato di idonei
DPI di posizionamento, trattenuta, e di arresto caduta come da norma per opere di accesso e recupero a luogo confinato serbatoio. Ai fini di limitare i danni in caso di
incidenti è necessario predisporre un adeguato sistema di comunicazione e di allarme tra il personale presente in cantiere per consentire una rapida chiamata in caso di emergenza. In caso di emergenza i lavoratori della squadra di emergenza, dovranno
operare all’evacuazione dei lavoratori non esitando dal far intervenire i VVFF come da procedure di sicurezza interne al complesso stesso. I dispositivi di protezione
individuale (DPI) sono volti alla protezione, oltre che del corpo attraverso indumenti specifici, alla protezione del corpo contro la caduta dall’alto.
Tutte queste attività dovranno essere concordate con la Committenza e dovranno prevedere segnalazioni, confinamenti e recinzioni temporanee delle zone di intervento.
ATTIVITA’ DI BONIFICA E SMALTIMENTO SERBATOIO INTERRATO Si prescrive la formazione del personale addetto alla vigilanza, la formazione,
addestramento e informazione del personale addetto ai lavori e la predisposizione di idonei sistemi di intervento in caso di emergenza tutto conformemente al DPR
177/2011. Infatti si evidenzia come per alcune delle operazioni da eseguire, ad esempio la pulizia e smaltimento dei fondami, sia previsto l’ingresso di personale
all’interno dei manufatti. Si dovrà valutare la zona pericolosa ai fini di incendio e
scoppio; in genere quella in cui si prevede la presenza di vapori infiammabili. Un’utile
indicazione per il calcolo del volume (sfera) è data dalla formula contenuta nella Norma CEI 31/35 - G.B. 5.1.1. - e comunque la distanza dal centro di pericolo è
generalmente compresa fra gli 8 e 10 metri, oltre la quale dovranno essere posizionate tutte le fonti di innesco. Si prevede operazione di controllo con idonea attrezzatura dell’atmosfera interna al serbatoi e ai pozzetti prima di qualunque
ingresso.
Si esaminano di seguito le singole fasi con i relativi rischi: 1) PREDISPOSIZIONE DEL CANTIERE:
Operativamente la fase comprende: - delimitazione dell’area
- scollegamento utilities esterne (elettricità, acqua ecc..) - taglio e sigillatura delle condutture, previa bonifica e controllo dell’atmosfera - demolizione dei manufatti: elementi in superficie, ecc.
- sgombero e pulizia dell’area soggetta ai lavori - predisposizione area di lavoro.
Il committente prima di procedere alla predisposizione del cantiere deve considerare
ulteriori fattori sui quali operare oltre quelli già predisposti con la realizzazione del POS:
- gli spazi di manovra delle macchine operatrici e dei mezzi pesanti
- la distanza macchina/uomo - la portata delle solette
- la distanza da edifici confinanti - la posizione del serbatoio nel sottosuolo - la distanza del serbatoio da muri portanti, perimetrali, di sostegno di strutture
site in aree dismesse - la verifica di potenziali disturbi a fondamenta di stabili ed altro
- la verifica dell’eventuale presenza di sostanze pericolose, es. Amianto, con valutazione dei rischi correlati ad ex attività in siti dismessi e/o abbandonati, il controllo della presenza di sorgenti ionizzanti
- la verifica preliminare della documentazione esistente sulla storia del serbatoio, dimensioni, posizione e configurazione geometrica, la sostanza contenuta
- informazione e formazione del personale - predisposizione di procedure di sicurezza
Attrezzature, Macchine, Impianti - In questa fase di predisposizione del cantiere le macchine utilizzate sono quelle operatrici di cantiere, di movimentazione e scavo
(ruspe, pale meccaniche, ecc.); le attrezzature sono quelle utilizzate per le demolizioni e per lo sgombero delle aree, per il montaggio delle opere provvisionali, per lo smontaggio e il taglio delle tubazioni.
1.1) PREDISPOSIZIONE E ORGANIZZAZIONE DELLE EMERGENZE
Inserendola nella fase di preparazione del cantiere si vuole definire l’emergenza come una vera sottofase di lavoro. Essa comunque attraversa tutta l’attività lavorativa, proprio perché nel POS sono state definite le procedure sia comportamentali che
tecniche. Infatti sia nel caso di presenza di prodotti infiammabili e/o per la presenza di sostanze
tossiche non infiammabili o altre ancora, le procedure operative per l’emergenza sono condizione essenziale per la formazione degli addetti che utilizzeranno la loro
conoscenza a partire dalla preparazione del cantiere.
Va premesso in ogni caso che, nel caso di presenza di sostanze infiammabili, l’attività
di vigilanza è di competenza dei VVFF, e che in tal senso, all’interno del documento di valutazione deve essere definito, ai sensi del Decreto Ministeriale del 10 Marzo 1998 la
qualità del rischio d’incendio (basso, medio, alto) con la conseguente predisposizione del piano di emergenza relativo.
Attrezzature: altri DPI non di routine quali autorespiratore, maschere antigas a pieno facciale, dotate di filtri specifici e/o alimentate dall’esterno in sovrapressione d’aria;
imbragature per il recupero dell’uomo; tute monouso antistatiche; estintori, cassetta di pronto soccorso il cui contenuto va definito dal medico competente, misuratori di gas free.
Impianti: per l’alimentazione dell’aria alle maschere, per l’estrazione e/o immissione d’aria nel serbatoio.
- Maschera a pieno facciale - - rilevatore multigas per spazi confinati -
2) APERTURA DEL CHIUSINO E’ l’operazione che viene effettuata prima di predisporre l’ingresso degli operatori
nell’impianto; essa comprende, come preliminare iniziale, il controllo dell’esplosività all’interno del pozzetto anche se nel POS non è stata evidenziata la presenza di infiammabili.
L’area operativa all’intorno è già stata predisposta, il sistema per le emergenze attivato, è stato avviato l’impianto per l’aspirazione dei vapori. Il sollevamento del
chiusino può avvenire manualmente con l’ausilio di attrezzature e/o con macchine. E’ obbligatoria la presenza di un sovraintendente i lavori (preposto interno da
identificare), il che definisce anche che la composizione minima della squadra operativa deve essere di tre persone, di cui due addetti alle operazioni subordinate.
Attrezzature manuali: paranchino, piede di porco, chiave, mazza, altre d’uso cantieristico (antiscintilla se in presenza di infiammabili: berillio, bronzo). Esplosimetro
in esecuzione antideflagrante dotato di sonda per l’inserimento nel chiusino. Macchine: di cantiere con braccio estendibile oltre la zona di pericolo, dotate di gancio e fune per il sollevamento di carichi.
Impianti: di aspirazione vapori, motore in esecuzione antideflagrante, dotati di filtri a carbone attivo; l’aspirazione è ritenuta di maggior garanzia rispetto alla ventilazione
perché evita l’accumulo di vapori pesanti di difficile dispersione. 3) PULIZIA POZZETTO
La profondità dei pozzetti è variabile, da 1 m a 1, 50 m e in alcuni casi superiore, per cui viene considerata, prima dell’ingresso dell’operatore, anche il tipo di cautela da
adottare. Prima dell’accesso del personale viene eventualmente rimossa la fase liquida
sovrastante il fondo (acque meteoriche, condense, perdite) con l’utilizzo di mezzi
esterni. Sotto aspirazione costante dei vapori l’operatore, con un ausilio di scala e assistito
all’esterno, si cala all’interno del pozzetto ed effettua l’asportazione manuale (con idonea attrezzatura) della fanghiglia residua. Effettua lo scollegamento delle tubazioni, previa loro bonifica.
Attrezzature: scala, imbragatura di sicurezza, treppiede con verricello, utensileria
(antiscintilla se l’atmosfera è infiammabile), pompa manuale o alimentata ad aria compressa. Impianti: di aspirazione vapori, motore in esecuzione antideflagrante, dotati di filtri a
carbone attivo: l’aspirazione è ritenuta di maggior garanzia rispetto alla ventilazione perché evita l’accumulo di vapori pesanti di difficile dispersione.
4) APERTURA PASSO D’UOMO L’apertura del passo d’uomo avviene generalmente con l’utilizzo di chiavi manuali o
meccaniche (alimentate ad aria compressa); dopo aver estratto la bulloneria il chiusino viene rimosso e sollevato, in genere con l’ausilio di mezzi di sollevamento.
Nelle situazioni in cui, a causa della vetustà dell’impianto non si riuscisse a rimuovere la bulloneria, si pone il divieto di eseguire tagli con l’utilizzo del cannello o con
dispositivi elettrici, in presenza di sostanze infiammabili. L’operatore opera posizionandosi sopra il boccaporto oppure dal bordo del pozzetto con idonee chiavi allungate.
Attrezzature: chiavi fisse o snodate a T, paranchini, scale.
Macchine: le macchine per il sollevamento sono quelle di cantiere (vedi fase di predisposizione del cantiere). Impianti: gli impianti sono di aspirazione vapori.
5) ASPIRAZIONE FASE LIQUIDA Se l’ambiente interno del serbatoio, per l’originale provenienza del contenuto, non è a rischio di infiammabilità in condizioni normali, si può procedere all’introduzione del
pescante per l’aspirazione della fase liquida. In presenza di infiammabili (nel nostro caso gasolio) sono necessarie alcuni provvedimenti preliminari.
Attrezzature: esplosimetro in esecuzione antideflagrante per la misura dell’atmosfera interna, pompa manuale o alimentata ad aria compressa per l’aspirazione di liquidi.
Impianti: di aspirazione della fase liquida (furgoni o camion attrezzati).
In questa fase sono ipotizzabili rischi conseguenti a incendio/esplosione ed emissione di vapori (gas); quindi onda d’urto e fumi/odori che potrebbero coinvolgere attività o insediamenti esterni al cantiere.
6) INGRESSO PERSONALE E PULIZIA INTERNA
E’ sicuramente l’operazione più delicata perché comporta l’ingresso di un operatore all’interno dell’impianto attraverso il passo d’uomo. L’attività di pulizia può durare alcuni minuti o frazioni d’ora, sino ad alcune ore in condizioni di stress ambientale
elevato. Previamente viene misurata l’esplosività dell’atmosfera interna, viene attivato il sistema di aspirazione dei vapori fino al raggiungimento di condizioni di sicurezza
verificate con misuratore idoneo. L’ingresso avviene solitamente con scala. Vengono calate all’interno le attrezzature
necessarie all’attività.
L’operatore procede con illuminazione, in genere proveniente da lampade, e provvede
alla raccolta e all’allontanamento delle morchie e dei cascami giacenti sul fondo. I secchi riempiti vengono tirati verso l’uscita del boccaporto dall’addetto esterno. Le
pareti interne vengono raschiate e pulite, tutti i residui raccolti sono smaltiti come rifiuto. Terminata la pulizia l’addetto esce aiutato dall’esterno. Al termine di questa fase è
misurata la presenza di atmosfera esplosiva. Verrà effettuata subito la messa in sicurezza.
Attrezzature: scale (per profondità superiori a 2 m, se non è possibile accedere al fondo con scala fissa, è da utilizzarsi una scala portatile dotata di ganci di trattenuta).
E’ da escludersi l’uso di scale semplici all’italiana anche se sporgenti di un metro dal boccaporto.
Spazzole, secchi, pale, raschietti, stracci e quant’altro necessario all’ottenimento di un rifiuto finale bonificato e pronto per il recupero e/o la rottamazione. Imbragatura di sicurezza dotata di cavo per il recupero, verricello o carrucola montata
su treppiede per il recupero dell’uomo. Lampada di sicurezza a basso voltaggio < 25 V, a tenuta stagna, o a sovrapressione interna.
Impianti: per estrazione continua e ricircolo dell’aria (20-30 ricambi/ora).
7) MESSA IN SICUREZZA Il serbatoio dismesso, oltre essere svuotato e bonificato, deve essere messo in sicurezza fino alla eventuale rimozione e smaltimento o comunque fino a quando non
sussistano reali condizioni di fattibilità di tale adempimento.
Messa in sicurezza temporanea: operazione contraddistinta dall’adozione di misure che, oltre ad assicurare condizioni di non contaminazione residua del terreno, elimina il rischio d’incendio e scoppio, che potrebbe essere determinato da vapori residui in
concentrazioni superiori al limite inferiore di infiammabilità (tipico il caso dei vapori di benzina/solventi che vengono trattenuti dalla superficie metallica delle pareti interne
del serbatoio e che anche dopo una bonifica superficiale possono essere rilasciati); elimina anche la possibilità di sfondamento del contenitore svuotato. Comunque tutte le misure prese oltre ad assicurare condizioni di sicurezza, devono anche poter essere
rimosse, per garantire il definitivo smaltimento e/o il riutilizzo del manufatto. Questa attività comprende quindi quali sottofasi dopo la pulizia, la sabbiatura interna,
la riparazione (saldatura), il rivestimento interno, il riempimento con inerti, da valutarsi perché difficilmente reversibile e più idoneo per evitare cedimenti strutturali.
Messa in sicurezza definitiva: nel caso in cui il serbatoio dismesso venga mantenuto nel sottosuolo e la rimozione non sia tecnicamente e/o (economicamente) fattibile.
Tale intervento è caratterizzato dall’effettuazione di opere che garantiscono in via permanente la staticità del sito e, soprattutto, la sicurezza ambientale: in particolare, questa operazione, consiste nel riempimento con materiali inerti.
In questo caso specifico i serbatoi non verranno rimossi e si procederà quindi al riempimento degli stessi con sabbia.
Messa in sicurezza - Inertizzazione Quando per necessità tecniche* e/o compatibilità economiche, ottenuta deroga
dall’Organo di Vigilanza, una volta bonificato l’impianto, esso debba essere mantenuto in sito è possibile procedere alla sua inertizzazione. Essa viene realizzata con il
riempimento di materiale inerte. Questa soluzione è determinata dal fatto che i lamierati, nel tempo, a causa della loro porosità potrebbero rilasciare vapori di
idrocarburi: la presenza di correnti vaganti potrebbe generarne l’innesco di un
incendio. Il riempimento viene effettuato con sabbia silicea o argilla espansa; viene
quindi sigillato il passo d’uomo. L’operazione di travaso del materiale è realizzata direttamente dal cassone di un
mezzo pesante dotato di tramoggia sino al riempimento del serbatoio. (* Le necessità tecniche potrebbero essere quelle determinate dalla posizione del serbatoio: adiacente a muri portanti, sotto solette poste a copertura di passaggi, sotto
costruzioni.)
Attrezzature: da cantiere, pale; per la sigillatura finale (saldatura). Macchine: mezzo dotato di tramoggia di scarico
ANALISI DEI RISCHI
In generale i rischi verso l’esterno saranno: emissione di rumore, valutabile come quello prodotto nelle attività di generica cantieristica; emissione di polvere come sopra; danni a terzi per mancata segnalazione o delimitazione del cantiere; incendi ed
esplosione; danneggiamenti all’impiantistica presente.
In ciascuna fase si individuano i rischi con le relative prescrizioni operative, misure preventive e protettive da prendere:
Fattori di rischio: Rischio da incendio e/o esplosione per la presenza di vapori infiammabili, solventi
Rischio di esposizione a sostanze chimiche (liquidi, vapori, gas, fumi, polveri, colle, vernici, solventi)
Rischio da movimentazione manuale dei carichi Rischio di cadute determinate da condizioni organizzative per mancanza di procedure
adeguate
Rischio trasversale dovuto a condizioni climatiche esasperate, a movimentazione dei carichi, procedure inadeguate per far fronte all’emergenza, disergonomia delle
attrezzature di protezione individuale Rischio di esposizione a rumore Rischio trasversale dovuto a movimento delle macchine, organizzazione del cantiere
Danni:
Morte, ustioni Intossicazioni e irritazioni mucoso – cutanee Pneumopatie
Lesioni tendinee/muscolari, osteoarticolari, da schiacciamento Traumi da schiacciamento
Danni all’apparato muscolo-scheletrico Ipoacusie
Interventi: Rischio da incendio e/o esplosione per la presenza di vapori infiammabili
Verifica delle condizioni di infiammabilità/esplosione delle sostanze presenti: schede tecniche e tossicologiche
Misura dell’esplosività degli ambienti (esplosimetro)
Controllo dell’atmosfera interna al serbatoio Misurazione del LEL
Bonifica ambienti con aspirazione dei vapori Equipotenzializzazione delle masse interagenti (serbatoio/macchine) con l’utilizzo di
pinze in esecuzione antideflagrante
Verifica delle condizioni di infiammabilità/esplosione della specifica sostanza
presente: scheda tecnica e tossicologica, verifica del LEL: i limiti di infiammabilità devono essere inferiori all’8%
Ventilazione continua Aspirazione dei vapori Mantenimento dell’equipotenzializzazione delle masse interagenti
(serbatoio/impianto di aspirazione, serbatoio/impianto esterno di ventilazione) Predisposizione di misure di emergenza e richiesta soccorso
Impianti elettrici a norma Uso di DPI antistatici Uso di attrezzature antiscintilla
Divieto di fumare Segnaletica
Formazione e informazione Rischio di esposizione a sostanze chimiche
Verifica preliminare delle schede tecniche e tossicologiche relative alle sostanze (miscele, colle, resine)
Costante aspirazione dei vapori (gas) Ventilazione continua (Aspirazione)
Aspirazione continua Utilizzo DPI specifici Verifica preliminare delle schede tecniche e tossicologiche relative alle polveri
(sabbia) Utilizzo di indumenti protettivi antistatici di protezione del corpo
Aspirazione Verifica preliminare della scheda tecnica e tossicologica relativa all’elettrodo
(escludere il cadmio)
Utilizzo di indumenti protettivi antistatici di protezione del corpo Aspirazione dei fumi di saldatura
Controlli periodici del medico competente Segnaletica Formazione e informazione
Rischio da movimentazione manuale dei carichi
Utilizzo di ausili meccanici Utilizzo di macchine per la movimentazione
Rischio di cadute determinate da condizioni organizzative per mancanza di procedure adeguate (Rischio organizzativo)
Formazione e informazione Vigilanza di un preposto (da identificare) Utilizzo di imbragature anticaduta
Scale
Rischio trasversale dovuto a condizioni climatiche esasperate, a movimentazione dei carichi, organizzazione del cantiere, procedure inadeguate per far fronte all’emergenza, disergonomia delle attrezzature di protezione individuale (Rischio
organizzativo) Formazione e informazione
Vigilanza di un preposto (da identificare) Assistenza del secondo operatore
Utilizzo di robot per la pulizia interna dove possibile
Maschera a pieno facciale alimentata a sovrapressione d’aria (EN 139)
Pause di lavoro programmate dal medico competente Sorveglianza da parte di tecnico esperto
Rischio di esposizione a rumore DPI idonei
Formazione e informazione Controllo del Medico Competente
SICUREZZA NEI LAVORI IN SPAZI CONFINATI
I tanti incidenti mortali accorsi a persone che per svolgere una loro attività sono entrati in locali definiti “spazi confinati”, richiede certamente un’attenta riflessione.
In questa sede, vogliamo richiamare l’attenzione su alcune definizioni, sulle norme applicabili e sulla necessità di attuare un’attenta attività di prevenzione e di controllo.
Si ricorda che è sempre necessario svolgere attività formativa ed informativa ed eseguire i necessari sopralluoghi con personale abilitato per la verifica di agibilità degli
spazi confinati con il rilascio delle corrispondenti certificazioni: - Certificato di Agibilità, per l’accesso ad uno spazio confinato;
- Certificato di Gas Free, per definire la pericolosità di un ambiente in relazione al rischio incendio/esplosione;
- Certificato di Non Pericolosità, per eseguire specifici lavori in serbatoi o spazi
chiusi che hanno contenuto sostanze pericolose.
Secondo il Decreto Del Presidente Della Repubblica 14 settembre 2011, n. 177 potranno svolgere attività lavorativa in ambienti confinati o sospetti d’inquinamento unicamente imprese o lavoratori autonomi qualificati in ragione del possesso di
specifici requisiti. Per quanto riguarda i requisiti necessari per la qualificazione delle imprese e lavoratori autonomi, si prevede che tali soggetti dovranno garantire
l’integrale applicazione delle vigenti disposizioni in materia di valutazione dei rischi, sorveglianza sanitaria e misure di gestione delle emergenze; inoltre dovrà esserci anche l’integrale e vincolante applicazione anche del comma 2 dell’articolo 21 del D.
Lgs. n. 81/2008 e s.m.i.. Si prevede anche che sia presente personale (in percentuale non inferiore al 30% della forza lavoro) con esperienza almeno triennale relativa a
lavori in ambienti sospetti d’inquinamento o confinati, assunta con contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato ovvero anche con altre tipologie contrattuali o di appalto, a condizione, in questa seconda ipotesi, che i relativi contratti siano stati
preventivamente certificati ai sensi del Titolo VIII, Capo I, del D.Lgs. 276/2003. Tale esperienza, comunque, dovrà essere necessariamente in possesso dei lavoratori
chiamati a svolgere le funzioni di preposto.
DEFINIZIONI
Spazio confinato : un locale, normalmente munito di un accesso non agevole, il cui spazio è delimitato da un fondo, pareti laterali ed, eventualmente, un cielo. Costituiscono esempi di spazi confinati: serbatoi, silos, cisterne, tini, vasche, pozzi
ecc.
Locale o spazio NON pericoloso per le persone : locale o spazio per il quale: - il contenuto di ossigeno e' uguale o superiore al 19,5% in volume (v. NFPA 306);
- le sostanze tossiche (gas o vapori), sono entro i limiti delle concentrazioni ammesse
(v. tabelle "Threshold Limit Value" A.C.G.I.H., ultima edizione).
Limite inferiore di esplosività (lower explosivity level: l.e.l.) : è la minima quantità, espressa in percento in volume, di vapori o gas che miscelati con l'aria alla pressione barometrica di 760 mmHg e a temperatura di 15oC forma una miscela
esplosiva.
Limite superiore di esplosività (upper explosivity level: u.e.l.) : è la massima quantità, espressa in percento in volume, di vapori o gas che miscelati con l'aria alla pressione barometrica di 760 mmHg e a temperatura di 15 oC forma una miscela
esplosiva.
Stato di gas free : e' la condizione in cui viene a trovarsi un locale o spazio dopo la completa asportazione della fase liquida e la totale eliminazione dei vapori e dei gas infiammabili, (sia ab e/o adsorbiti nelle strutture del locale e/o nei residui
eventualmente presenti) in modo che la sua atmosfera rimanga invariata nel tempo al variare della temperatura e della pressione ambiente.
Stato di non pericolosità : è la condizione in cui viene a trovarsi un locale o spazio
la cui atmosfera, indipendentemente dalla maggiore o minore completezza dell'asportazione della fase liquida e dei residui solidi, ha un contenuto di gas e/o vapori infiammabili inferiore al l.e.l. o superiore al u.e.l. o comunque inferiore al 10%
del l.e.l., (percentuale stabilita convenzionalmente per gli idrocarburi dalla National Fire Protection Agency NFPA 306) che possa rimare in tali condizioni per
un tempo determinato. Norme di riferimento
D.P.R. 177/2011 - Regolamento recante norme per la qualificazione delle imprese e dei lavoratori autonomi operanti in ambienti sospetti di inquinamento o confinanti, a
norma dell'articolo 6, comma 8, lettera g), del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81. Art. 66, D. Lgs. 81/2008 - Lavori in ambienti sospetti di inquinamento
1. E' vietato consentire l'accesso dei lavoratori in pozzi neri, fogne, camini, fosse, gallerie e in generale in ambienti e recipienti, condutture, caldaie e simili, ove sia
possibile il rilascio di gas deleteri, senza che sia stata previamente accertata l'assenza di pericolo per la vita e l'integrità fisica dei lavoratori medesimi, ovvero senza previo risanamento dell'atmosfera mediante ventilazione o altri mezzi idonei. Quando possa
esservi dubbio sulla pericolosità dell'atmosfera, i lavoratori devono essere legati con cintura di sicurezza, vigilati per tutta la durata del lavoro e, ove occorra, forniti di
apparecchi di protezione. L'apertura di accesso a detti luoghi deve avere dimensioni tali da poter consentire l'agevole recupero di un lavoratore privo di sensi.
CONDIZIONE 1 Stato di gas free : è la condizione in cui viene a trovarsi un locale o spazio dopo la
completa asportazione della fase liquida e la totale eliminazione dei vapori e dei gas infiammabili, (sia absorbiti e/o adsorbiti nelle strutture del locale e/o nei residui eventualmente presenti) in modo che la sua atmosfera rimanga invariata nel tempo al
variare della temperatura e della pressione ambiente.
Tabella riepilogativa delle sostanze monitorate e valori limite:
Sostanza Valori Limite Adottati/Consigliati (TLV-TWA 8h)
O2 19.50 % - 21.00 % Vol
Infiammabili 10% LEL
H2S 10 ppm
SO2 2 ppm
Voc Totali 1 ppm
Benzene 1 ppm
Radiazioni * 1 mSv/annuo
CO (consigliato) 25 ppm
Certificato di Gas Free : Il certificato rilasciato da tecnico qualificato deve essere
allegato al permesso di lavoro del Committente. Sul permesso di lavoro devono essere riportate le attività specifiche per le quali è richiesto il certificato “Gas Test Entrant Atmospheric Test Form”.
Sul permesso di lavoro deve essere riportato il numero del “Gas Test Entrant Atmospheric Test Form” che resta valido solo per le attività specificate nel work
permit. N.B. Non sono previste prescrizioni.
CONDIZIONE 2
Stato di non pericolosità : è la condizione in cui viene a trovarsi un locale o spazio la cui atmosfera, indipendentemente dalla maggiore o minore completezza dell'asportazione della fase liquida e dei residui solidi, ha un contenuto di gas e/o
vapori infiammabili inferiore al L.E.L. o superiore al U.E.L. o comunque inferiore al 10% del L.E.L. (percentuale stabilita convenzionalmente per gli idrocarburi dalla
National Fire Protection Agency NFPA 306) che possa rimanere in tali condizioni per un tempo determinato. Certificato di non pericolosità : Permette di effettuare lavori a freddo (es.
manutenzioni meccaniche, smontaggi, lavaggi, ecc.) quando non è possibile raggiungere uno “Stato di Gas Free” o al fine di mettere in opera ulteriori misure
correttive per l’ottenimento del certificato di “Gas Free”. Il “Certificato di Non Pericolosità” prevede l’inserimento di prescrizioni specifiche e
vincolanti per lo svolgimento delle attività in esso indicate. Il “Certificato di Non Pericolosità” prevede una scadenza temporale.
PROCEDURA DI ACCESSO E GESTIONE DELL’EMERGENZA IN SPAZIO CONFINATO
Prima di iniziare qualunque attività la procedura, che viene proposta, prevede che debba essere rilasciato un permesso di lavoro da parte del datore di lavoro
committente. Gli elementi essenziali di questo documento devono permettere di identificare: il luogo dove si verifica l’intervento, il nominativo del preposto, i
nominativi degli operatori addetti all’intervento, qual è la natura del lavoro, la descrizione delle condizioni di lavoro e dei pericoli previsti (sostanze pericolose, rischio biologico, gas infiammabili, polveri combustibili, etc.), le misure di protezione da
adottare ed i dispositivi di protezione individuali, le attrezzature di lavoro messe a
disposizione, i servizi che debbono essere isolati (tubazioni, condotte, griglie, energia) e le misure da porre in atto in caso di emergenza. Il permesso di lavoro può essere
rilasciato, previa verifica di tutta la documentazione necessaria da parte del rappresentante del datore di lavoro committente, costituita dalla idoneità tecnico amministrativa e dalle qualifiche del personale della azienda che accede. La prima
attività preventiva, a qualunque ingresso, è la verifica dell’atmosfera all’interno del luogo confinato. Il monitoraggio dell’atmosfera confinata avviene con sensori e con
analizzatori dell’ossigeno e dei gas tossici e, nel caso, con esplosimetri. La modalità di esecuzione del monitoraggio deve seguire scrupolosamente standard e linee guida predefinite. A fronte di specifica necessità, dovrà essere individuato il sistema di
ventilazione, naturale o forzata, più adeguato per il rinnovamento e il mantenimento delle condizioni di sopravvivenza all’interno del pozzo, in funzione della atmosfera e
della attività che dovrà essere svolta.
La seconda attività è la verifica di tutti i dispositivi di protezione individuale e le
attrezzature utilizzate. Nel nostro caso la protezione delle vie respiratorie, la protezione del capo da urti e i dispositivi di trattenuta, a prevenzione della caduta nel vuoto, assumono una certa priorità. Il sistema di comunicazione tra chi entra e chi
all’esterno vigila deve essere adeguato ed efficiente. Per consentire l’accesso al pozzo è necessario creare un punto di ancoraggio, a cui andranno collegati un sistema di
arresto caduta e un sistema di sollevamento manuale. Il punto di ancoraggio può essere creato mediante un dispositivo portatile a tre piedi e l’accesso potrà avvenire o tramite scala o in sospensione. Nel primo caso il lavoratore con imbracatura si
assicurerà a un dispositivo di arresto caduta retrattile, con cui potrà scendere e risalire la scala in sicurezza. Inoltre il lavoratore si collegherà anche al sistema di
sollevamento, che permetterà, al compagno soccorritore rimasto in superficie, di
recuperarlo in caso di criticità. Nel secondo caso l’operatore dovrà essere calato dal
collega rimasto in superficie, che dovrà poi recuperarlo al termine dei lavori o in caso di emergenza. È inoltre necessario un sistema di arresto caduta retrattile
supplementare, che garantisca l’incolumità dell’operatore che rimane sospeso. A fronte della criticità diventa fondamentale il dispositivo di ancoraggio a tre piedi, su cui sono stati installati un anticaduta retrattile e un sistema di calata e sollevamento e
il soccorritore formato e addestrato per questa evenienza. Questi, che sovraintende in posizione di sicurezza, deve dare immediato allarme chiamando la squadra di
emergenza, che deve sempre essere preventivamente allertata. Non deve entrare nel luogo confinato, se non in sicurezza, senza prima organizzare l’intervento con altri soccorritori e aver avvisato i Vigili del Fuoco e il Servizio 118. La squadra di soccorso,
che esegue il salvataggio, deve indossare DPI adeguati al tipo di intervento. Nel caso risulti impossibile estrarre l’operatore dall’ambiente confinato, è necessario fargli
respirare aria pulita, prelevata dall’esterno del locale e immessa con ventilazione forzata. Una volta estratto l’infortunato dall’ambiente confinato, con il sistema di sollevamento precedentemente descritto, si dovrà procedere al suo trasporto con
l’utilizzo dei mezzi di movimentazione opportuni, ma anche prevedere di ricorrere alla rianimazione cardiorespiratoria, quando necessario.
Sistema a treppiede per il recupero del lavoratore che costituisce il punto di ancoraggio, a cui
andranno collegati un sistema di arresto caduta e un sistema di sollevamento manuale.
ART. 13 – OPERE DI BONIFICA INTERCAPEDINI DA ISOLAMENTO IN LANA DI
VETRO
DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE IN DOTAZIONE
Sono già stati prodotti i documenti che certificano l’assenza di asbesto nella lana di
vetro. Durante la rimozione della lana di vetro e il suo allontanamento dai cavedii ciascun operatore deve essere dotato di specifici dispositivi di protezione individuale. In particolare si evidenzia la protezione del capo e delle vie respiratorie per la gestione
del rischio residuo. La prima deve realizzarsi mediante un elmetto, un cappuccio sottostante e degli occhiali con lenti trasparenti in policarbonato UNI EN 166. La
protezione delle vie respiratorie è affidata a facciali filtranti (FF) con grado di protezione P3 ovvero semi-maschere con filtro intercambiabile avente analogo fattore di protezione (norma UNI EN 149). Buona prassi, è che l’operatore abbia i capelli non
eccessivamente lunghi e la barba opportunamente rasa. Ciò al fine di limitare l’accumulo di fibre sul volto e veicolarle alle vie respiratorie in momenti successivi
ovvero trasportarle in altro ambiente.
- Facciale Filtrante - - Occhiali - - Casco -
In merito alla protezione delle mani, dei piedi e del corpo questa deve essere realizzata mediante una tuta in “tyvek” od altro materiale avente analogo fattore di
protezione ovvero, con una tuta in cotone rinforzato. Nel merito, tuttavia al termine di ciascun turno lavorativo, il lavoratore, prima di recarsi in altri ambiti lavorativi del
centro, dovrà effettuare un’aspirazione accurata della tuta stessa, al fine di asportarne la componente fibrosa rimasta adesa. Al termine della giornata lavorativa, la tuta dovrà essere conferita presso un contenitore dei rifiuti e smaltita come il materiale
rimosso. Nei mesi estivi, la tuta dovrà essere indossata quale indumento da lavoro esclusivo, fatta salva l’ovvia biancheria intima. Nella stagione invernale od intermedia,
potranno essere indossati capi di adeguata pesantezza che, tuttavia, dovranno essere costituiti all’esterno da tessuto sintetico facilmente aspirabile ai fini dell’asportazione della componente fibrosa residua rimasta adesa. Tutti gli indumenti da lavoro
dovranno tassativamente essere sottoposti a lavaggio da parte del datore di lavoro, mediante un puntuale sistema di raccolta, trattamento e riconsegna o sostituzione.
Per la protezione dei piedi devono essere indossate calzature antinfortunistiche con eventualmente, dei copri scarpe in materiale analogo a quello della tuta ed in relazione al grado di polverosità associato alla lavorazione. Per la protezione delle
mani, devono essere indossati guanti in grado di offrire una sensibilità adeguata al tatto, ma anche un’efficace resistenza al taglio.
- Tuta - - Scarpe - - Guanti -
Procedura di utilizzo dei Dispositivi di Protezione Individuale
Indossare gli specifici dispositivi di protezione individuale quindi: 1) Indossare la tuta monouso in tyvek o cotone :
avere cura di controllare che per i polsi e le caviglie, l’entrata dell’aria sia opportunamente ostacolata dagli elastici di ritenuta;
controllare la tenuta della “chiusura lampo”; indossare il cappuccio solo dopo aver indossato la maschera di protezione delle
vie respiratorie;
nel caso di interventi che prevedono l’applicazione di ingenti quantitativi di materiale ovvero qualora quest’ultimo sia costituito da manufatti a matrice
scarsamente stabile, dovranno essere indossati dei copri scarpe di tessuto analogo a quello della tuta, avendo cura di farli scorrere sotto la parte finale di quest’ultima.
2) Indossare la maschera di protezione delle vie respiratorie, dotata di grado di
filtrazione P3, i guanti e gli occhiali: indossare la maschera di protezione delle vie respiratorie, controllandone
preventivamente l’integrità degli elastici o dei lacci di ritenuta e serrando gli stessi adeguatamente;
quindi verificare, chiudendo i filtri con le mani e soffiando dell’aria all’interno, che
questa fuoriesca subendo una certa resistenza ovvero, inspirando, che la maschera si avvicini al volto e quindi non vi siano perdite dovute ad una misura
inadeguata ovvero ad un errato utilizzo; indossare gli occhiali e i guanti verificandone la tenuta ai polsi.
Dispositivi di protezione collettiva
Il materiale di cui trattasi, ha la caratteristica intrinseca di liberare fibre se sottoposto ad azione meccanica di disturbo. Tale azione si esplica con la normale manipolazione e pertanto quanto sopra appare inevitabile. Il veicolo delle fibre nell’ambiente
circostante e da questo alle vie respiratorie, è rappresentato dall’aria. Di seguito si andranno ad indicare le soluzioni più adeguate relativamente alla rimozione del
materiale.
FASI LAVORATIVE
La preparazione dell’ambiente di lavoro in generale prevede che : - l’area di lavoro, al fine di impedire un inquinamento delle zone circostanti, deve
essere adeguatamente isolata. Al contempo, occorre garantire un sufficiente
ricambio d’aria per evitare un ristagno delle fibre nella stessa ed un aumento della loro concentrazione;
- per il ricambio dell’aria, deve essere installato un sistema dedicato di ricambio basato su maniche di estrazione di aspirazione, opportunamente dimensionate ed in grado di garantire non meno di 3/4 ricambi d’aria/ora;
- le aperture presenti dovranno essere sigillate con teli di materiale plastico autoestinguente in unico strato, fissati alle strutture esistenti con nastro
adesivo. Ove venisse a mancare una parete, questa dovrà essere costituita appositamente con montanti in ferro e correnti in legno, fissandovi il telo in materiale plastico con il nastro adesivo o graffe metalliche;
- la collocazione della manica di aspirazione dovrà essere tale da garantire una corretta gestione dei flussi d’aria;
- per l’accesso e l’uscita dovrà essere posizionato un box di decontaminazione tra l’esterno e l’area di lavoro. La funzione di questo elemento è di garantire un
ambito ove gli operatori possano effettuare un’operazione di decontaminazione, e riporre i DPI monouso impiegati. Il box di decontaminazione sarà dotato di ambiente pulito, ambiente intermedio per il lavaggio e ambiente sporco e sarà
realizzato con teli di polietilene su struttura di legno. Ogni passaggio deve avere dimensioni adeguate a consentire l’uscita dei pacchi di materiale da smaltire; le
aperture devono essere realizzate dagli stessi teli sopraccitati opportunamente sagomati e dotati nella parte bassa di un corrente in legno finalizzato ad evitarne l’oscillazione incontrollata e ad offrire un adeguata resistenza all’aria in
entrata.
Al termine di qualsiasi lavorazione, l’area di lavoro dovrà essere sottoposta ad accurata pulizia. Questa dovrà prevedere un’aspirazione a filtri assoluti di tutta la
pavimentazione e degli spazi in cui si riscontra l’accumulo del materiale rimosso. I residui di grosse dimensioni dovranno essere raccolti a mano ed insaccati direttamente. L’operatore, terminata l’operazione precedente, dovrà entrare nel box di
decontaminazione seguendo quanto di seguito riportato: - eseguire una pulizia con stracci umidi (inumidendoli in un secchio d’acqua
appositamente collocato) a perdere, della tuta in tyvek, facendosi aiutare eventualmente da un altro operatore. Gli stracci dovranno essere passati uniformemente su tutto l’indumento;
- mantenendo indossati i guanti, l’operatore dovrà arrotolare la tuta su se stessa, dall’interno verso l’esterno, ed insaccarla nell’apposito contenitore predisposto
all’interno del box; - togliere i guanti, i copriscarpe, la maschera monouso (anche questa va insaccata) o la semi-maschera a filtri intercambiabili, ed uscire all’esterno;
- sigillare l’entrata dell’area di cantiere al fine d’impedire l’accesso a terzi; - spegnere l’estrattore dopo un quarto d’ora dall’uscita dal cantiere.
E’ estremamente importante che l’operazione di taglio dei materiali avvenga in un
ambito di lavoro ben definito, fatta salva un’eventuale finitura. Il pannello od il feltro così come le coppelle, devono essere tagliati e sagomati,
attraverso l’uso esclusivo di attrezzi manuali.
I residui di taglio (sfridi) devono essere insaccati immediatamente. Le parti di coibentazione che presentano al termine dell’intervento complessivo, parti
debolmente legate alla matrice o in vista, devono essere ridotte al minimo tecnicamente possibile e successivamente ricoperte con specifico nastro di saldatura.
Il caso particolare è dato dalla presenza del rivestimento metallico esterno ed interno dei tubi pre-formati.
In funzione di un’elevata precisione di taglio, quest’ultimo deve essere eseguito mediante l’uso di attrezzi meccanici ad alta velocità. Il materiale, sottoposto all’azione della lama circolare, libera ingenti quantitativi di fibre e sfridi di metallo, che devono
essere opportunamente captati. La captazione deve essere effettuata esclusivamente mediante l’uso di appositi aspiratori dotati di filtro assoluto.
Alla bocca del tubo di aspirazione dovrà essere collegata una cappetta opportunamente conformata, al fine di garantire un’adeguata captazione dell’inquinante (di forma pressappoco simile a quella del disegno sotto riportato).
In merito, la distanza del pezzo da sottoporre a taglio, rispetto alla cappetta, non
dovrà essere superiore a 50 cm. Date le micro turbolenze d’aria che potrebbero generarsi in prossimità dei bordi dell’entrata della cappetta stessa di aspirazione,
parte dell’inquinante potrebbe non essere captata. Le dimensioni della cappetta dovranno essere le seguenti: - Altezza non inferiore ai 40 cm;
- Larghezza non inferiore a 50 cm; - Profondità non superiore a 30 cm.
L’aspiratore dovrà avere caratteristiche tecniche adeguate a garantire la minor perdita di carico possibile dal punto di emissione dell’inquinante fino al punto d’innesto della manica di aspirazione con la cappetta.
Se le dimensioni dell’area di lavoro lo consentono, l’apposita strumentazione deve essere collocata all’interno del confinamento. Diversamente, ma sempre se vi è un
quantitativo di materiale ingente da sottoporre a taglio, deve essere approntata all’esterno dell’area, in un luogo opportunamente dedicato, una cabina in teli di polietilene ove collocare un banco su cui eseguire le operazioni di taglio e dotata di un
impianto di aspirazione posto il più vicino possibile alla fonte. La cabina deve essere realizzata come di seguito illustrato:
Note:
a) All’interno della cabina di taglio deve essere collocato un sacco ove collocare gli scarti della lavorazione;
b) Se il manufatto supera, in termini di lunghezza, le dimensioni del banco di taglio, deve essere creato un foro su un lato della cabina attraverso il quale inserire il manufatto stesso.
Opportunamente, il banco di taglio deve essere provvisto di una prolunga esterna alla cabina stessa, al fine di impedire uno sbilanciamento del manufatto.
Lo schema che segue, rappresenta una vista dall’alto della zona di lavoro.
L’operatore dotato dei necessari dispositivi di protezione individuale, colloca il
manufatto su un banco dotato di un punto di captazione delle polveri. Quest’ultimo può essere costituito da un aspiratore dotato di filtri assoluti, con caratteristiche equivalenti a quello impiegato all’interno dell’area confinata. La posizione della bocca
della manichetta deve essere fissa e strutturata in funzione della tipologia di pezzi da sottoporre a taglio. Va verificata preventivamente l’efficacia della misura.
Complessivamente, si ritiene utile fare una distinzione: - nel caso di ambienti a volume limitato e per manufatti che presentano un
rivestimento in tela di vetro od alluminio, anche parziale, se l’operazione di taglio e/o sagomatura degli stessi è svolta con la necessaria accuratezza, non è necessario
installare il sistema di estrazione dell’area. - La procedura prevede quindi, in sintesi, il confinamento dell’area di lavoro con sigillatura delle aperture del locale ed installazione di pre-filtri atti a garantire l’entrata
dell’aria ed impedire al contempo, una eventuale, seppure estremamente limitata, fuoriuscita dell’inquinante;
- la collocazione all’interno dell’area di lavoro di un aspiratore dotato di filtri assoluti “HEPA” ovvero, qualora le dimensioni dell’ambiente non lo consentano, della sola
manichetta di captazione localizzata, ai fini dell’abbattimento dell’inquinante aerodisperso. - Si ritiene altresì utile che il personale comunque, prima di uscire dall’area di lavoro,
esegua una decontaminazione seguendo la stessa prassi precedentemente indicata.
Si evidenzia che la rimozione non deve essere necessariamente fatta da personale dell’impresa specializzata in tali lavorazioni. E’ tuttavia fondamentale che l’impresa interessata provveda ad effettuare una specifica valutazione del rischio dotando il
proprio personale dei dispositivi di protezione individuale previsti oltreché, addestrandolo opportunamente.
E’ un lavoro di preparazione che, pur nella distinzione dei compiti, consente a due o più imprese di operare contemporaneamente.
Si ritiene possa quindi venir meno il principio di segregazione dell’area.
Ciò che è opportuno, è che la rimozione del materiale in fibra di vetro avvenga con le dovute cautele; che il personale operi con i dispositivi di protezione individuale
correttamente indossati; che sia fornito degli strumenti necessari ovvero: - cutter per sagomare il materiale isolante; - elettroutensili (seghe circolari) per tagliare il materiale isolante;
- un aspirapolvere con alimentazione a batterie ricaricabili e dotato di filtro HEPA, per recuperare gli eventuali residui di materiale che dovessero derivare dalla specifica
lavorazione; - un sacco ove riporre il materiale grossolano di scarto.
Al termine degli interventi viene restituita l’area in condizioni di sicurezza.
In merito alla possibilità di ferirsi con taglierino si prescrive di indossare specifici guanti UNI EN 388 antitaglio (grado di protezione 5 – pittogramma martello). Utilizzare il cutter evitando di effettuare il taglio presentando la lama contro sé stessi.
Accanto agli strumenti di lavoro è necessario avere a disposizione anche dispositivi di protezione individuale quali:
- guanti di protezione - adeguate calzature protettive
- maschere per proteggere le vie respiratorie - dispositivi di sicurezza per il cantiere quali estintori di media capacità L’infortunio è dovuto a un fattore di rischio controllabile con procedure pianificate con
corretto utilizzo di attrezzo manuale avendo cura di non tagliare offrendo la lama verso il corpo. In generale, la causa può essere imputata all’abbassarsi dell’indice di
attenzione del Lavoratore, a cui deve contrapporsi la sensibilizzazione del Datore di Lavoro circa tale pericolo. Pertanto, si prescrive all’Impresa di implementare l’attività di informazione, formazione e addestramento, il cui obbligo cade sul Datore di Lavoro,
come da D. Lgs. 81/08 s.m.i. artt. 36,37 comunicando al lavoratore la procedura corretta e a gestire il rischio residuo con l’adozione di DPI guanto di protezione
antitaglio grado di protezione 5 – pittogramma martello.
Quindi si identificano i seguenti rischi :
Rischi caduta di persone dall’alto : allestire idonei parapetti sui fronti verso il vuoto.
Utilizzare se necessario piccoli trabattelli come da manuale d’uso e manutenzione. Rischi urti, colpi impatti e compressioni : utilizzare macchine dotate delle necessarie
protezioni degli organi in movimento.
Rischi punture, tagli, abrasioni :
1) verificare che le attrezzature utilizzate siano in ottime condizioni di manutenzione; 2) durante l’uso di attrezzi manuali indossare guanti e scarpe adeguati;
3) utilizzare macchine dotate di dispositivo che non permetta il riavviamento automatico della macchina a seguito di ritorno della energia elettrica.
Rischi elettrici : 1) collegare le macchine di cantiere all’impianto elettrico solo in assenza di tensione;
2) posizionare i cavi in modo da evitare danni per usura meccanica ed in modo che non intralcino i lavori;
3) verificare lo stato di conservazione dei cavi e segnalare eventuali danneggiamenti.
Rischi scivolamenti, cadute a livello :
1) mantenere in ottimali condizioni le vie di transito e l’area dei posti di lavoro; 2) indossare idonee calzature dotate di suole antiscivolo.
Rischi caduta di materiale dall’alto : 1) verificare l’idoneità degli apparecchi di sollevamento in uso specie per quanto
attiene i ganci e i sistemi di imbragatura del materiale movimentato; 2) nelle operazioni eseguite nel raggio di azione di apparecchi di sollevamento usare il
casco di protezione della testa. Rischi da fibre di lana di vetro :
1) utilizzare idonei sistemi di isolamento e DPI; 2) il personale addetto alla rimozione dovrà essere formato e informato;
3) verificare l’idoneità tecnica delle attrezzature in dotazione. Rischi rumore : in caso di esecuzioni di operazioni rumorose tipo l’uso seghe circolari,
motoseghe, ecc (> a 80 dba) utilizzare adeguati dpi tipo tappi o cuffie auricolari specifiche.
Rischi movimentazione di carichi : movimentare i carichi pesanti (>25 kg) con ausilio di appositi attrezzi ed apparecchi di sollevamento; se non è possibile l’uso di
attrezzature apposite per la movimentazione di carichi pesanti, intervenire in più persone.
Sulla base delle considerazioni sopra esposte si può formulare la seguente valutazione dei rischi che tiene conto del livello di probabilità e della entità del danno anche in
funzione delle condizioni al contorno e si esprime in un valore I.A. denominato indice di attenzione graduato, a seconda della gravità, da 1 a 5 (Circolare ANCE n.
335/1996). Indice di attenzione graduato (I.A.) =4
ART. 14 – OPERE DI DEMOLIZIONE
In questa fase si prevedono opere di demolizione di un camino in cemento armato.
Inoltre si prevedono opere di demolizione accessorie alle attività edili ed impiantistiche: Demolizioni di pareti, per l’inserimento degli impianti all’interno dei locali
Demolizioni in punti localizzati nella soletta dei cunicoli, per facilitare l’inserimento dei tubi. Si prevede di aspotare parte della soletta nel percorso che va dall’Edificio 5
all’Edificio 2; per gli altri Edifici, la situazione è da definire, sebbene il percorso verso l’Edificio 4b presenta problematiche simili ed è quindi probabile un’attività analoga
Tutte le attività di demolizioni possono generare attività di bonifica per rinvenimento
di materiali da bonificare imprevisto.
Bisognerà operare come da progetto e conformemente alle prescrizioni fornite. I materiali di risulta verranno allontanati e smaltiti alle pubbliche discariche secondo le
modalità di Legge. Si considera il trasporto il loco di attrezzi manuali ed elettrici per le opere di
demolizione e rimozione. Si considerano le seguenti sottofasi che si presentano nell’area di cantiere di Strada delle Cacce a Torino:
1) montaggio di ponteggio di servizio; 2) rimozione di camino;
3) movimentazione macerie su mezzo cassonato; 4) trasporto verso area di smaltimento.
Sarà necessario porre in atto una predisposizione di un programma degli interventi necessari per la demolizione di opere a firma del responsabile di cantiere. Il
programma deve contenere le seguenti informazioni da compilare in fase di esecuzione: DPI necessari;
Segnaletica; Identificazione aree operative;
Organizzazione viabilità del cantiere; Interferenza con altre fasi di lavoro;
Sbarramenti e recinzioni; Verifiche statiche e puntellamenti; Zone di stoccaggio materiale di demolizione;
Interferenze con impiantistica del cantiere esistente; Metodologia per l’abbattimento delle polveri e il loro confinamento.
In merito al camino da demolire, si tenga presente che questo è stato costruito precedentemente all’entrata in vigore della Legge 257/1992, la quale ha proibito il
commercio di amianto in Italia. Pertanto, non si esclude la presenza di asbesto nelle tubazioni che dalle caldaie nell’Edificio 5 portano all’esterno i gas di scarico. Pertanto,
le demolizioni dovranno essere precedute da opportuna attività di ricognizione, al fine di rinvenire le tubazioni di cui sopra ed effettuare i campionamenti e le analisi conseguenti. In caso di ritrovamento di fibre di amianto all’interno dei tubi, occorrerà
mettere in pratica, previa sospensione dell’attività, la procedura di bonifica di MCA come da precedenti prescrizioni.
Nella presente fase si individuano i rischi con le relative prescrizioni operative, misure
preventive e protettive da prendere:
Rischi urti, colpi, impatti, compressioni: 1) Attenzione negli spostamenti nel cantiere; 2) Evitare di lasciare in opera oggetti sporgenti;
3) Utilizzare macchine dotate delle necessarie protezioni degli organi in movimento.
Rischi punture, tagli, abrasioni 1) Verificare che le attrezzature utilizzate (pale, carriole, martello demolitore...) siano in ottime condizioni di manutenzione;
2) Durante l’uso di attrezzi manuali indossare guanti e scarpe adeguati; 3) Utilizzare elettroutensili dotati delle necessarie protezioni;
4) Utilizzare macchine da taglio tipo clipper, solo se dotate delle protezioni degli organi in movimento e di cuffie in grado di intercettare le schegge; 5) Utilizzare macchine dotate di dispositivo che non permetta il riavviamento
automatico della macchina a seguito di ritorno della energia elettrica.
Elettricità:
1) Realizzare impianti elettrici adeguati e conformi alle specifiche norme; 2) Collegare le macchine di cantiere all’impianto elettrico solo in assenza di tensione; 3) Posizionare i cavi in modo da evitare danni per usura meccanica ed in modo che
non intralcino i lavori; 4) Verificare lo stato di conservazione dei cavi e segnalare eventuali danneggiamenti.
Rischi scivolamenti, cadute a livello: 1) Mantenere in ottimali condizioni le vie di transito e l’area dei posti di lavoro;
2) Indossare idonee calzature dotate di suole antiscivolo.
Rischi polveri: 1) Fare uso di apposite maschere per la protezione delle vie respiratorie ed indossare indumenti idonei, in particolare durante la fase di demolizione completa di camino in
c.a. esistente.
Rumore: 1) In caso di esecuzioni di operazioni rumorose tipo l’uso di attrezzi per le demolizioni, etc (> a 80 dBA) utilizzare adeguati DPI tipo tappi o cuffie auricolari specifiche.
Vibrazioni:
1) In caso di uso di attrezzature manuali verificare che le stesse siano dotate di impugnatura antivibrante; 2) Utilizzare guanti imbottiti in grado di assorbire le vibrazioni.
Movimentazione manuale dei carichi:
1) Movimentare i carichi pesanti (>25 kg) con ausilio di appositi attrezzi ed apparecchi di sollevamento; 2) Se non è possibile l’uso di attrezzature apposite per la movimentazione di carichi
pesanti, intervenire in più persone.
Rischi da fibre di amianto (in caso di rinvenimento): 1) Sospensione della attività, confinamento del rinvenuto e/o utilizzare idonei sistemi
di incapsulamento e DPI;
2) il personale addetto alla bonifica dovrà essere formato e informato ed essere in
possesso di attestati di abilitazione alla professione; 3) verificare l’idoneità tecnica delle attrezzature in dotazione.
4) Attivazione della pratica di bonifica come da Norma Effettuare la Verifica di Stabilità e conservazione delle strutture da demolire;
Effettuare le opere di rafforzamento e/o puntellamento per evitare crolli improvvisi durante la demolizione; Sorveglianza di un Preposto, alfine di evitare qualsiasi
interferenza con la stabilità delle strutture adiacenti al corpo oggetto della demolizione; Come indicato all’interno del Titolo IV, l’elenco e la successione delle fasi lavorative devono essere descritte all’interno del POS; utilizzo di ponteggi che siano di
servizio completamente indipendenti dalla struttura da demolire; la lavorazione non può essere effettuata al di sopra del camino oggetto di demolizione; il materiale di
risulta deve essere convogliato in canali appositi posti ad un altezza max da terra di 2 ml. Tali canali devono essere saldamente raccordati e non accessibili al passaggio di una persona nel lato superiore; per ovviare al sollevamento delle polveri ci deve
essere una continua bagnatura del muro di demolizione e del materiale di risulta; l’area di lavoro a terra deve essere idoneamente sbarrata e recintata, resa accessibile
solo una volta terminata la discesa del materiale di risulta. Nel caso di rinvenimento di MCA sospendere le lavorazioni e porre in atto procedura di bonifica.
Sulla base delle considerazioni sopra esposte si può formulare la seguente valutazione dei rischi che tiene conto del livello di probabilità e della entità del danno anche in
funzione delle condizioni al contorno e si esprime in un valore I.A. denominato indice di attenzione graduato, a seconda della gravità, da 1 a 5 (Circolare ANCE n.
335/1996). Indice di attenzione graduato I.A. = 3
4.3.2 Rischi connessi all’allestimento del cantiere
4.3.2.a Scelte progettuali e organizzative, procedure, misure preventive e protettive Si premette che è fondamentale, per la comprensione di quanto segue, l’attenta
consultazione degli elaborati grafici relativi all’allestimento cantiere, ove presenti. Questi vengono realizzati tenendo conto del succedersi delle varie fasi di lavoro.
Infatti l’elaborato relativo all’allestimento del cantiere è documento dinamico che deve essere aggiornato nel tempo ed in fase di esecuzione.
Delimitazione delle aree operative e di supporto al cantiere.
Sarà necessario installare la cartellonistica idonea, le segnalazioni e le protezioni per i lavoratori che opereranno nell’area aperta. In modo che i lavoratori operino nelle
condizioni di sicurezza più alte possibili questi devono utilizzare indumenti ad alta visibilità. All’interno dell’area si devono individuare le aree dedicate, a seconda della
fase in cui si opera. Le vie d’accesso pedonale e carraio saranno diversificate. In fase di montaggio del cantiere sarà necessario posizionare cartellonistica idonea. E' fondamentale rispettare
tipologia e distanza dei segnali, rispettare il tipo ed il numero dei segnali complementari (coni, delineatori, etc..), installare la segnaletica luminosa. Si
individuano le seguenti sotto fasi: - Posizionamento della cartellonistica e delle transenne provvisorie e mobili. - Trasporto e scarico e stoccaggio temporaneo mediante autogrù del materiale per
realizzazione recinzioni supplementari all’interno dell’area già delimitata dalla recinzione esistente.
- Montaggio della recinzione con ausilio di mezzi meccanici. - Affissione sulla recinzione della tabella informativa con anagrafica di cantiere.
- Affissione sulla recinzione della specifica cartellonistica. - Realizzazione di un impianto elettrico e di illuminazione (anche negli aspetti di sicurezza).
- Allacciamento alla rete idrica.
4.3.2.b Misure di coordinamento atte a realizzare quanto previsto alla lettera a)
In merito alle procedure di allestimento cantiere sarà necessario attuare misure di
preavviso all’inizio dell’operazione di occupazione di uno spazio all’interno di una struttura con impianti in attività. Potendo concorrere più imprese si richiede da parte
dei datori di lavoro una attenta valutazione del rischio e la definizione preventiva di tali procedure. L’attività di coordinamento dovrà essere continuamente aggiornata nelle riunioni di sicurezza e coordinamento da effettuarsi prima di ogni operazione tra
il CSE, i vari datori di lavoro e i RLS.
4.3.3 Rischio di investimento da veicoli circolanti nell’area di
cantiere In merito al rischio sopra evidenziato si segnala la possibilità di incidente durante le
operazioni per la fermata per il carico o per lo scarico. In questo ambito è possibile occorrere nell’incidente di investimento. Si evidenzia inoltre che tale rischio transita da
una lavorazione ad un’altra: infatti durante le opere di rifornimento del cantiere e di scavo tale rischio coinvolge anche quanti sono estranei a quella fornitura.
4.3.3.a Scelte progettuali e organizzative, procedure, misure
preventive e protettive
I lavoratori dovranno sempre indossare abiti o sopra abiti ad alta visibilità. Tutti gli spostamenti di mezzi del cantiere dovranno essere preceduti da avviso acustico e
assistiti da personale a terra. In particolare per la attività di fornitura, che può comportare l’arrivo in cantiere di personale nuovo al contesto.
4.3.3.b Misure di coordinamento atte a realizzare quanto previsto alla lettera a) In merito alle procedure per prevenire il rischio di investimento sarà necessario che tutti i lavoratori mettano in atto le procedure sopra citate. Potendo concorrere più
imprese si richiede da parte dei datori di lavoro una attenta valutazione del rischio e la definizione preventiva di tali procedure. L’attività di coordinamento dovrà essere
continuamente aggiornata nelle riunioni di sicurezza e coordinamento da effettuarsi prima di ogni operazione tra il CSE, i vari datori di lavoro e i RLS. Nel caso di transito
del rischio da una lavorazione all’altra, il rischio residuo deve essere gestito con l’utilizzo di dispositivi di protezione individuale, quali abiti ad alta visibilità, e formazione ed informazione di lavoratori. I datori di lavoro dovranno dimostrare
l’attività di formazione e informazione nei confronti dei lavoratori.
4.3.4 Rischio di seppellimento
Il rischio è individuabile nelle opere di scavo oggetto di questo intervento. Tale rischio è specifico per chi esegue la lavorazione, ma transita esponendo quanti si trovano in cantiere durante queste fasi.
4.3.4.a Scelte progettuali e organizzative, procedure, misure preventive e protettive
Per prevenire rischi di seppellimenti :
definizione dei declivi degli scavi, armatura degli stessi, delimitazione o sbarramento delle zone pericolose con barriere idonee e segnalate;
controllare le pareti dello scavo e se è il caso provvedere ad eliminare irregolarità
(disgaggi); armatura degli scavi o definizione di idonea inclinazione delle scarpate.
Esecuzione di trincee e pozzi : il pericolo è dovuto alla ristrettezza della sezione di scavo, per cui anche una piccola frana o distacco di un blocco possono provocare gravi
infortuni. Pertanto: quando lo scavo supera i metri 1,50 di profondità, le pareti verticali delle trincee
devono essere convenientemente armate. Prestare particolare attenzione dopo le piogge e verificare che nessuno sopprima qualche puntello dell’armatura;
le pareti inclinate devono avere pendenza di sicurezza;
non armare pareti inclinate con sbattacchi orizzontali poiché i puntelli ed i traversi possono slittare verso l’alto, per effetto della spinta del terreno;
l’attraversamento delle trincee e degli scavi in genere deve essere realizzato mediante passerelle larghe almeno 60 cm se destinate al passaggio pedonale ed almeno 120 cm se destinate al trasporto di materiale, munite sui due lati di
parapetto con fasce fermapiede. il bordo dello scavo deve essere munito di ciglio parasassi. Quindi parapetto di
almeno 1 m con tavola fermapiede di almeno 20 cm; le tavole di armatura sporgeranno dal ciglio di scavo di 30 cm; la larghezza dello scavo sarà proporzionale alla profondità della trincea quindi fino a
2 m di larghezza almeno 0,75 m, di seguito per 3 m almeno 0,8 m, per 4 m almeno 0,9 m, oltre 4 almeno 1 m.
4.3.4.b Misure di coordinamento atte a realizzare quanto previsto
alla lettera a) Potendo concorrere più imprese si richiede da parte dei datori di lavoro una attenta valutazione del rischio e la definizione preventiva di tali procedure. L’attività di
coordinamento dovrà essere continuamente aggiornata nelle riunioni di sicurezza e coordinamento da effettuarsi prima di ogni operazione tra il Responsabile della
Sicurezza del Committente, i vari datori di lavoro e i RLS. I datori di lavoro dovranno dimostrare l’attività di informazione, formazione ed addestramento nei confronti dei lavoratori.
Procedure di emergenza da attuare nelle operazioni di scavo :
nel caso di franamenti delle pareti è necessario attuare le procedure di emergenza che comprendono: l’evacuazione dei lavoratori dallo scavo, la definizione della zona di
influenza della frana, l’intervento eventuale della squadre di soccorso interne e/o
esterne, la programmazione degli interventi tecnici necessari per rimettere in sicurezza lo scavo. Nel caso di transito del rischio da una lavorazione all’altra, il rischio
residuo deve essere gestito con l’utilizzo di dispositivi di protezione individuale e informazione, formazione e addestramento di lavoratori.
4.3.5 Rischio di annegamento Il rischio è individuabile nelle opere di scavo per le opere di adeguamento
dell’impiantistica presente nell’istituto I.N.Ri.M. per rotture accidentali. Tale rischio è specifico per chi esegue la lavorazione, ma transita esponendo quanti si trovano in
cantiere durante queste fasi.
4.3.5.a Scelte progettuali e organizzative, procedure, misure preventive e protettive
Nel caso di allagamento dello scavo dovuto a circostanze naturali o a infiltrazioni di
condutture in pressione è necessario attuare le procedure di emergenza che comprendono l’evacuazione dei lavoratori dallo scavo, la delimitazione dell’area “a
rischio” anche di smottamenti conseguenti, l’intervento eventuale delle squadre di soccorso esterne e/o interne, l’attivazione immediata di idonei sistemi di deflusso delle acque; la ripresa dei lavori dovrà essere condizionata da una valutazione delle
superfici di scavo e dalla messa in atto di procedure o sistemi protettivi per garantirne la stabilità.
4.3.5.b Misure di coordinamento atte a realizzare quanto previsto
alla lettera a)
Potendo concorrere più imprese si richiede da parte dei datori di lavoro una attenta valutazione del rischio e la definizione preventiva di tali procedure. L’attività di
coordinamento dovrà essere continuamente aggiornata nelle riunioni di sicurezza e coordinamento da effettuarsi prima di ogni operazione tra il CSE, i vari datori di lavoro
e i RLS. I datori di lavoro dovranno dimostrare l’attività di informazione, formazione e addestramento nei confronti dei lavoratori. Nel caso di transito del rischio da una lavorazione all’altra, il rischio residuo deve
essere gestito con l’utilizzo di dispositivi di protezione individuale e informazione, formazione e addestramento di lavoratori.
4.3.6 Rischio di caduta dall’alto
Il rischio è individuabile nelle opere di allestimento apprestamenti e di adeguamento impianti e delle opere accessorie in tutte le varie fasi. Si evidenzia come le opere all’esterno ed all’interno del fabbricato n. 5 comportano
l’allestimento di opere provvisionali più complesse di un normale cavalletto da muratore quali trabattelli e ponteggi fissi.
Tra le carenze maggiormente riscontrate, secondo la letteratura tecnica, si segnalano: montaggio effettuato da addetti senza uso di DPI e da operatori sprovvisti di qualifica idonea; montanti e relativi parapetti sono spesso inferiori alle misure previste dalla
norma; assenza o rimozione di elementi (parapetti, piani di calpestio, testate); botole
dei piani calpestio mantenute aperte; castelli di carico inadeguati (caratteristiche degli impacchi, degli elementi..etc).
4.3.6.a Scelte progettuali e organizzative, procedure, misure
preventive e protettive In merito agli apprestamenti utilizzati si evidenzia quanto segue : per i lavori in quota si dovranno utilizzare trabattelli omologati o ponteggi fissi e gli operatori dovranno
essere agganciati con cordino di trattenuta da imbracatura di sicurezza al parapetto. Verificare la presenza di parapetti idonei sugli apprestamenti. La base dovrà essere
posizionata su terreno non cedevole e piano. L’utilizzo dovrà rispettare le indicazioni formulate dal costruttore e lo specifico libretto di manutenzione ed uso del macchinario. Prima dell’uso bisognerà sempre verificare il corretto posizionamento.
Per quanto riguarda l’imbracatura anticaduta prima di indossarla sarà sempre necessario leggere attentamente le istruzioni d’uso e manutenzione, in quanto il
cattivo uso del DPI può creare un grave pericolo per l’utilizzatore. Il punto di ancoraggio deve avere una resistenza adatta a sopportare le sollecitazioni a cui deve essere sottoposto ed essere compatibile con l’imbragatura utilizzata.
Interventi/Disposizioni/Procedure per ridurre i rischi
A seguito della valutazione dei rischi sono riportati, in maniera non esaustiva, gli interventi/disposizioni/procedure volte a salvaguardare la sicurezza e la salute dei lavoratori:
Il ponte su ruote non è soggetto ad alcun obbligo normativo riguardante la documentazione da tenere in cantiere durante il loro uso tranne il caso in cui la
stabilità del trabattello venga assicurata da stabilizzatori; infatti in questo modo il trabattello diviene a tutti gli effetti un ponteggio fisso e quindi necessita dell'autorizzazione ministeriale per cui al momento dell'acquisto deve essere
corredato dal libretto di uso e manutenzione. Per la salita e la discesa dai trabattelli di altezza inferiore ai 5 m sprovvisti di scalette
interne, salire arrampicandosi dall'interno del ponte (mai dall'esterno per il verificarsi di ribaltamenti).
Non utilizzare mai trabattelli di altezza superiore ai 5 m sprovvisti di scale per
l'accesso agli impalcati. Adibire alle operazioni di montaggio, smontaggio e uso del ponteggio fisso solo
personale esperto (Art.136 del D.lgs. n.81/08), che non soffra di disturbi legati all'altezza. La disposizione va applicata anche nel montaggio dei trabattelli
Prima del montaggio del trabattello o del ponteggio fisso provvedere al controllo di
tutti gli elementi che lo costituiscono ed in particolare: a) scartare i tubi che non sono diritti o con estremità deformate
b) scartare i giunti che presentano ossidazioni o fessurazioni c) eliminare le tavole in legno che presentano fessurazioni, nodi passanti di
notevole dimensioni o evidenti segni di deterioramento oppure, per quelle metalliche, eliminare quelle che presentano ossidazioni.
l trabattello è da considerarsi tale quando la sua stabilità è assicurata anche senza
disattivazione delle ruote; quando la stabilità non è assicurata contemporaneamente alla mobilità allora l'opera provvisionale è da considerare ponteggio fisso e quindi
soggetto alla relativa normativa. Verificare la presenza di regolare parapetto (alto almeno 1 metro, con tavola
fermapiede, corrente superiore e corrente intermedio) su tutti i piani in uso del
trabatello; nel caso del ponteggio fisso, inoltre, i correnti intermedi dovranno avere
un interasse massimo di 60 cm (Allegato XVIII del D.lgs. n.81/08). Verificare la
verticalità dei montanti con livello o pendolino. Per il trabattello, accertarsi che il piano di scorrimento delle ruote risulti livellato. Per
Utilizzare tavole di legno per gli impalcati aventi spessore e larghezza non inferiori di 4x30 cm o 5x20 cm (Allegato XVIII del D.lgs. n.81/08).
Per le tavole metalliche verificare la funzionalità del perno di bloccaggio e il suo
effettivo inserimento. Non utilizzare pannelli per casserature per formare l'impalcato del
trabatello/ponteggio. Verificare la presenza di scale interne per la salita e la discesa dal
trabattello/ponteggio, non poste l'una in prosecuzione dell'altra.
Per il trabattello, verificare che le ruote del ponte in opera siano saldamente bloccate attraverso l'idoneo dispositivo di bloccaggio e l'impiego di cunei o stabilizzatori.
Utilizzare le scale interne per la salita e la discesa dal trabatello ricordandosi di chiudere sempre la botola delle scale interne.
Per la salita e discesa da trabattelli di altezza superiore ai 5m sprovvisti da scalette
interne alternate è necessaria la gabbia di protezione della scala, altrimenti usare la cintura di sicurezza agganciata alla fune a mezzo dispositivo anticaduta (Art. 115 del
D.lgs. n.81/08). Utilizzare il trabattello rispettando altezza massima consentita (senza aggiunte di
sovrastrutture), portata massima, e numero di persone ammesse contemporaneamente all'uso.
Non si deve mai depositare materiale in eccesso sugli impalcati, bensì deve
rimanere solo il materiale strettamente necessario per la lavorazione in corso; è necessario mantenere il materiale in ordine e assicurare un transito sicuro
sull'impalcato; evitare carichi concentrati (Art. 124 del D.lgs. n.81/08). Non spostare mai il trabattello quando sugli impalcati si trovano lavoratori o carichi
di materiali e lo spostamento deve avvenire lentamente nel senso del lato maggiore
per evitare ribaltamenti. Verificare la stabilità del piano di appoggio del trabattello (Art.140 del D.lgs.
n.81/08). Verificare che il carico del trabattello sul terreno sia opportunamente ripartito con
tavoloni, qualora il terreno non risulti ben livellato o di portanza adeguata.
Nel caso in cui il ponte sia esposto a vento forte o intemperie è necessario sospendere i lavori.
Verificare, durante lo spostamento del trabattello, che non ci siano interferenze con linee elettriche aeree.
Non avvicinarsi mai a distanze inferiori ai 5 m dalle linee elettriche (Art. 83 del D.lgs.
n.81/08).
D. Lgs. n. 81/08 e s.m.i. - Sezione VI Ponteggi Movibili - Art. 140 Ponti su ruote a torre I ponti su ruote devono avere base ampia in modo da resistere, con largo margine di
sicurezza, ai carichi ed alle oscillazioni cui possono essere sottoposti durante gli spostamenti o per colpi di vento e in modo che non possano essere ribaltati.
Il piano di scorrimento delle ruote deve risultare livellato; il carico del ponte sul terreno deve essere opportunamente ripartito con tavoloni o altro mezzo equivalente.
Le ruote del ponte in opera devono essere saldamente bloccate con cunei dalle due parti o sistemi equivalenti.
I ponti su ruote devono essere ancorati alla costruzione almeno ogni due piani; e' ammessa deroga a tale obbligo per i ponti su ruote a torre conformi all'allegato
XXIII.
La verticalità dei ponti su ruote deve essere controllata con livello o con pendolino.
I ponti, esclusi quelli usati nei lavori per le linee elettriche di contatto, non devono essere spostati quando su di essi si trovano lavoratori o carichi.
Manutenzione e per ogni utilizzo Mantenere la struttura pulita specialmente nei punti di giunzione. Lubrificare, se
necessario, i manicotti.
Spazzolare gli stabilizzatori a vite per asportare vernice o sporcizia depositata. Se i componenti non si dovessero agganciare comodamente, verificare e rimuovere
la presenza di corpi estranei come pittura, terra, ecc. Non colpire la struttura con martelli o oggetti pesanti. Mantenere puliti i nottolini dei davanzali e delle spalle.
Maneggiare i componenti con cura. Nel caso di ruggine, spazzolare, dare una mano di antiruggine e verniciare.
Non devono essere utilizzati componenti danneggiati o inadatti. Consultare sempre il produttore per eventuali informazioni riguardanti pezzi di ricambio e modalità di utilizzo del trabattello.
Conservare il trabattello in luogo asciutto ed al coperto. Non conservare il prodotto in ambienti acidi o all'aperto.
Il trabattello non è garantito sulla zincatura se utilizzato in ambiente salmastro. Evitare l'utilizzo in zone marittime. In questo caso richiedere un trabattello in
alluminio o in acciaio verniciato. Evitare il contatto con acido o sostanze corrosive che danneggerebbero
inevitabilmente il prodotto.
L’eventuale imbracatura e sistemi anticaduta devono essere controllati prima di ogni utilizzo e sottoposti a regolamentare verifica periodica come previsto dalle norme
vigenti. Per prevenire i rischi caduta di persone dall’alto durante le opere sopra evidenziate:
allestire idonei parapetti in quota; per accedere in quota utilizzare scale adeguate in modo corretto, trabattelli omologati o predisporre appositi camminamenti.
I parapetti devono essere completi in ogni parete e meccanicamente idonei. Le scale, in particolare quelle doppie, non possono essere usate come piano di lavoro.
In molte lavorazioni gli operatori sono soliti posizionarsi a cavalcioni sulla sommità e operare con entrambi le mani libere. Tale operazione è estremamente pericolosa e
non può essere consentita. La scala non è attrezzo idoneo allo stazionamento in altezza, ma è attrezzo con gradini o pioli sui quali una persona può salire o scendere. Nel caso di utilizzo in lavori superiori a 2 m assicurarsi con DPI. La scala deve essere
sempre corredata da dichiarazione di conformità. L’utilizzatore deve disporre del manuale d’uso e manutenzione. La scala utilizzata deve essere della tipologia
appropriata rispetto al lavoro da svolgere. Il personale deve essere stato valutato idoneo alla mansione e adeguatamente “formato” ed addestrato all’uso della scala fornita. La scala deve essere integra in ogni suo elemento (piedini, gommini, gradini,
ecc..) ed è in buono stato di conservazione. La scala deve essere installata in luogo sgombro da eventuali materiali quali ferri di armatura ecc., e libero da interferenza
per passaggio di mezzi o persone. La scala deve essere posizionata in modo da appoggiare su una superficie regolare, fissa, non scivolosa, stabile e non cedevole. Durante l’esecuzione dei lavori una persona deve esercitare da terra una continua
vigilanza. L’operatore deve lavorare in posizione frontale alla scala, evitando lavori ingeneranti spinte laterali della scala. L’operatore deve mantenere il proprio baricentro
all’interno dei montanti della scala. Se si opera ad altezza superiore a 2 m, il lavoratore deve utilizzare un adeguato dispositivo di tenuta del corpo che mantiene la
persona all’interno dei montanti, con un cordino di posizionamento vincolato in
tensione durante il lavoro. La scala deve essere utilizzata da una sola persona per
volta limitando il peso dei carichi da trasportare nel rispetto della portata massima dichiarata dal costruttore.
In merito all’utilizzo di tavole gialle per cassero da carpenteria, come piano di calpestio e lavoro su ponteggi e cavalletti, si vieta assolutamente l’adozione, in quanto
queste non sono idonei per operare.
4.3.6.b Misure di coordinamento atte a realizzare quanto previsto
alla lettera a)
Potendo concorrere più imprese si richiede da parte dei datori di lavoro una attenta valutazione del rischio e la definizione preventiva di tali procedure. L’attività di coordinamento dovrà essere continuamente aggiornata nelle riunioni di sicurezza e
coordinamento da effettuarsi prima di ogni operazione tra il CSE, i vari datori di lavoro e i RLS. Sulla precedenza di utilizzo di tali apprestamenti sarà necessario che i vari
datori di lavoro condividano una procedura comune e che questa sia accettata da tutti. Al datore di lavoro spetta la vigilanza sulla integrità dell’allestimento succedendo ad altra impresa che lo ha utilizzato.
4.3.7 Rischi di esposizione ad inquinanti atmosferici o insalubrità dell’aria
In merito ai rischi di esposizione ad inquinamenti atmosferici, che possono causare insalubrità dell’aria, provenienti dall’ambiente esterno al momento della stesura del presente Piano di Sicurezza e Coordinamento nel cantiere in oggetto non si prevede la
presenza di inquinamenti (soprattutto fumi, nebbie, gas, vapori) tali da creare problemi per le maestranze presenti.
4.3.7.a Scelte progettuali e organizzative, procedure, misure
preventive e protettive
In caso di riscontrata presenza di tali fonti inquinanti causati da specifico incidente (prevalentemente sotto forma di nubi tossiche anche sviluppate durante le azioni di
spegnimento a seguito del contatto con gli agenti estinguenti), occorrerà l’immediato abbandono dei luoghi di lavoro o deposito in attesa del ripristino delle condizioni di
sicurezza. Qualora il personale operante in cantiere fosse stato esposto alle sostanze pericolose liberate durante l’evento accidentale, dovrà essere immediatamente verificato il suo stato di salute e sottoposto a sorveglianza sanitaria adeguata.
4.3.7.b Misure di coordinamento atte a realizzare quanto previsto alla lettera a)
In caso di accertata presenza di inquinanti atmosferici che possono determinare condizioni di pericolo in corrispondenza dei luoghi di intervento ed allo stato attuale
non individuate, all’atto della prima riunione di sicurezza e coordinamento si dovrà informare tutte le maestranze operanti nel cantiere dei rischi individuati, delle misure
da adottare, delle procedura da adottare in caso di pericolo.
Sempre in tale caso prima dell’inizio di qualsivoglia intervento (impianto cantiere
compreso) il CSE dovrà provvedere ad aggiornare il presente Piano di Sicurezza e Coordinamento e darne comunicazione ai soggetti interessati.
Potendo concorrere più imprese si richiede da parte dei datori di lavoro una attenta valutazione del rischio e la definizione preventiva di tali procedure. L’attività di coordinamento dovrà essere continuamente aggiornata nelle riunioni di sicurezza e
coordinamento da effettuarsi prima di ogni operazione tra il CSE, i vari datori di lavoro e i RLS.
4.3.8 Rischi di instabilità delle pareti o delle volte (lavori in galleria)
In merito ai rischi di instabilità delle pareti o delle volte per lavori in galleria, al
momento della stesura del presente Piano di Sicurezza e Coordinamento nel cantiere in oggetto non si prevede lo svolgimento di lavorazioni che inducano tale rischio.
4.3.8.a Scelte progettuali e organizzative, procedure, misure
preventive e protettive In merito ai rischi di instabilità delle pareti o delle volte per lavori in galleria, al momento della stesura del presente Piano di Sicurezza e Coordinamento nel cantiere
in oggetto non si prevede lo svolgimento di lavorazioni che inducano tale rischio.
4.3.8.b Misure di coordinamento atte a realizzare quanto previsto alla
lettera a) In caso di accertata necessità di opere di questo tipo che possono determinare
condizioni di pericolo in corrispondenza dei luoghi di intervento ed allo stato attuale non individuate, all’atto della prima riunione di sicurezza e coordinamento si dovrà
informare tutte le maestranze operanti nel cantiere dei rischi individuati, delle misure da adottare, delle procedura da adottare in caso di pericolo. Inoltre sarà necessario aggiornare il presente Piano di Sicurezza e Coordinamento.
4.3.9 Rischi connessi ad estese demolizioni o manutenzioni
In merito ai rischi connessi alle demolizioni si evidenzia che questi si possono presentare nella fase di parziale demolizione di muratura esistente e della
pavimentazione esterna per le opere di adeguamento impiantistico dell’I.N.Ri.M..
4.3.9.a Scelte progettuali e organizzative, procedure, misure preventive e protettive
L’attività delle diverse persone occupate nei lavori di demolizione va coordinata e
sottoposta al controllo di un responsabile. Il datore di lavoro dovrà effettuare scelte tecniche e tecnologiche, in relazione all’intervento di demolizione, soprattutto per
quanto attiene all’utilizzo delle attrezzature necessarie allo svolgimento delle lavorazioni. Tali attività comporta :
La scelta dei DPI necessari ad effettuare le operazioni di demolizione: casco,
guanti, occhiali chiusi, cuffie antirumore, mascherine antipolvere, scarpe antinfortunistiche, brache di sicurezza complete di bretelle e cosciali.
La predisposizione di una idonea segnaletica conforme al D. Lgs. 81/08 e s.m.i., idonea sia per il periodo diurno che notturno, che evidenzi i rischi presenti nelle singole aree di intervento.
La identificazione delle aree operative e organizzazione della viabilità di cantiere e la verifica dell’assenza di fasi di lavoro dalla cui interferenza possono derivare rischi
ai lavoratori (ad esempio presenza di personale in aree sottostanti a quelle in cui si interviene).
Interdizione con idonei sbarramenti della zona interessata alle opere di rimozione
di muratura delle persone non addette, alle quali deve essere fatto divieto di avvicinamento, sosta e transito.
Scelta e identificazione delle zone destinate allo stoccaggio del materiale proveniente dalla rimozione. Dovrà essere in particolare identificata l’area in cui avverrà lo scarico delle macerie sui mezzi di trasporto (o meglio il carico degli
stessi) al fine di verificarne la compatibilità con l’organizzazione più generale della viabilità nel cantiere.
Verificare le possibili interferenze delle operazioni con linee elettriche o con altri impianti e in caso positivo adottare tutte le misure necessarie per eliminare i rischi
evidenziati. Verifica della eventuale presenza di materiali contenenti amianto; in caso
affermativo la rimozione deve avvenire nel rispetto della normativa vigente
Per il contenimento dei materiali di risulta ove possibile dovranno essere impiegate
ceste e cassoni resistenti allo specifico utilizzo idonei a non consentire la fuoriuscita anche minima di materiali. E’ necessario adottare idonee precauzioni per evitare che vengano arrecati danni alle
murature e agli impianti sottostanti a causa dell’uso del martello demolitore.
4.3.9.b Misure di coordinamento atte a realizzare quanto previsto
alla lettera a) Tali opere possono determinare condizioni di pericolo in corrispondenza dei luoghi di
intervento, all’atto della prima riunione di sicurezza e coordinamento, si dovrà informare tutte le maestranze operanti nel cantiere dei rischi individuati, delle misure
da adottare, delle procedura da adottare in caso di pericolo. Il Coordinatore in fase di esecuzione dovrà esaminare le scelte tecniche e tecnologiche effettuate in relazione all’intervento di demolizione, soprattutto per quanto attiene
all’utilizzo delle attrezzature necessarie allo svolgimento delle lavorazioni.
4.3.10 Rischi di elettrocuzione In linea generale quando elementi delle reti di distribuzione di elettricità, possono
costituire pericolo per i lavori di costruzione oppure possono essere danneggiati dagli stessi, devono essere presi immediati accordi con le Società, Aziende, Enti, Consorzi o
privati esercenti tali reti, al fine di mettere in atto le misure di sicurezza necessarie prima dell’inizio dei lavori e, se necessario, provvedendo alla loro disattivazione. I lavoratori possono essere esposti anche a rischi generati dal danneggiamento
dell’impianto elettrico di cantiere.
4.3.10.a Scelte progettuali e organizzative, procedure, misure
preventive e protettive
Avvertenze per prevenire il contatto con linee aeree in tensione (informazione e avviso);
misure per prevenire l’intercettazione di cavi o condutture sotterranee da parte di macchine operatrici (cartografia, informazione e avviso);
realizzare impianti elettrici adeguati e conformi alle specifiche norme;
collegare le macchine di cantiere all’impianto elettrico solo in assenza di tensione; posizionare i cavi in modo da evitare danni per usura meccanica ed in modo che non
intralcino i lavori; verificare lo stato di conservazione dei cavi e segnalare eventuali danneggiamenti; utilizzare esclusivamente attrezzi elettrici del tipo in doppio isolamento;
collegare le macchine di cantiere all’impianto elettrico solo in assenza di tensione; posizionare i cavi in modo da evitare danni per usura meccanica ed in modo che non
intralcino i lavori; verificare lo stato di conservazione dei cavi e segnalare eventuali danneggiamenti. I lavoratori devono sempre avere a vista la presa a cui è allacciato l’elettro utensile
con cui stanno operando. Devono essere consegnate al CSE le certificazioni previste dal D.M. 37/2008 per l’impianto di cantiere e per l’impianto di messa a terra.
4.3.10.b Misure di coordinamento atte a realizzare quanto previsto
alla lettera a)
Per le reti aeree in generale si prevede, in caso di coinvolgimento, l’effettuazione di riunione preventiva tra il CSE, i datori di lavoro e i RLS e il direttore dei lavori per
l’individuazione dei provvedimenti conseguenti e la definizione delle conseguenti misure di sicurezza da adottare. Si ricorda come, in caso di linee elettriche sotto tensione, qualora ci si debba avvicinare a meno di m 5.00 dai conduttori occorrerà
provvedere alla disattivazione degli impianti ovvero adottare idonee cautele. Per gli impianti interni a cura dell’impresa, verificata la presenza di impianti ancora
attivi con l’utilizzo di tutte le tecnologie idonee per effettuare questa indagine in sicurezza; di caso in caso si individueranno i provvedimenti conseguenti e la
definizione delle conseguenti misure di sicurezza da adottare e il coordinamento da attuarsi. Per l’impianto di cantiere e per l’impianto di messa a terra nel corso dell’opera
possono rendersi necessari adeguamenti e modifiche : risulterà quindi necessario che queste siano eseguite da personale specializzato e le modifiche e gli adeguamenti
siano sempre certificati. In merito alle operazioni da eseguire sui quadri in assenza di tensione si dettaglia quanto segue. Il datore di lavoro deve valutare i rischi di natura elettrica a cui sono esposti i lavoratori e provvedere ad addestrare i lavoratori,
individuare le procedure di sicurezza da adottare, assegnando compiti specifici in base all’effettiva formazione e capacità del lavoratore. Il preposto che sta seguendo la
lavorazione deve provvedere ad assicurare la corretta messa in atto delle procedure previste per l’esecuzione dei lavori. In ogni caso sarà necessario sempre : individuare e delimitare la zona di lavoro, informare gli operatori sul tipo di lavori da eseguire,
verificare lo stato delle attrezzature collettive da utilizzare e verificare che ogni operatore abbia i necessari DPI. Occorre inoltre che sia ben chiaro l’assetto di rete, lo
stato delle apparecchiature di manovra (chiusa, aperta, messa a terra) e la posizione dei dispositivi di sicurezza. Il lavoro elettrico deve essere eseguito su impianti non
attivi e privi di carica elettrica, dopo aver effettuato tutte le misure per prevenire il
rischio elettrico. Quindi è bene ricordare le cinque regole che la buona norma ritiene fondamentali per il lavoro elettrico fuori tensione :
1) Definire la zona di lavoro; 2) Sezionare tutte le parti attive presenti all’interno della zona di lavoro; 3) Prendere provvedimenti contro le richiusure;
4) verificare che l’impianto sia fuori tensione; 5) Eseguire l’eventuale messa a terra ed in cortocircuito.
Al termine dei lavori devono essere rimossi gli attrezzi, le apparecchiature utilizzate e l’eventuale collegamento di messa a terra ed in cortocircuito. A questo punto devono essere allontanati gli operatori che sono contestualmente avvertiti (particolare cura
nella comunicazione con operatori di diversa nazionalità) che le parti attive su cui si è operato vanno considerate nuovamente in tensione. Solo dopo una ripetuta verifica si
potranno allora rimettere in tensione le parti attive interessate dai lavori.
4.3.11 Rischio di esposizione a rumore Tale rischio è individuabile in tutte le lavorazioni che si andranno ad eseguire in
cantiere con particolare attenzione a tutte quelle lavorazioni che richiedono l’utilizzo di mezzi meccanici ed alle operazioni di scavo e demolizione. Si precisa che la contemporaneità di funzionamento dei macchinari, deve essere oggetto di
un’approfondita analisi di ogni sottofase di lavorazione, con la quale devono essere messe in evidenza le sovrapposizioni di funzionamento dei macchinari necessari al
completamento di ogni fase di lavorazione e definite le criticità.
4.3.11.a Scelte progettuali e organizzative, procedure, misure preventive e protettive
In merito alla valutazione previsionale di impatto acustico del cantiere l’impresa dovrà
tenere conto di quanto segue: valutare i superamenti rispetto ai limiti di legge; ricercare e definire interventi di mitigazione tecnicamente fattibili per proteggere i recettori esistenti; richiedere domanda in deroga per i superamenti non contenibili con
interventi di mitigazione fattibili fino ai valori concessi dal regolamento acustico. Quindi tenendo conto che alla mitigazione acustica sull’esterno contribuiscono anche i
tamponamenti esistenti con la loro efficacia acustica, l’impresa dovrà valutare l'impatto del cantiere (rumore) nelle sue successive fasi di lavoro, tenendo conto dei recettori presenti per ciascuna fase e ricercando le mitigazioni (schermature o altro)
fattibili in sicurezza e compatibili con lo sviluppo del cantiere. La tipologia di tali mitigazioni sarà scelta nel rispetto della legge e per proteggere i recettori interni
(lavoratori) e esterni (edifici più prossimi) nei limiti richiesti dalla normativa vigente. Per l’esecuzione di operazioni rumorose ( > a 80 dBa) utilizzare adeguati dpi tipo tappi o cuffie auricolari specifiche; seguire le indicazioni del medico competente.
Barriere mobili da cantiere - Pannelli antirumore
Riducono il rumore : Le barriere antirumore da cantiere rappresentano la soluzione al
contenimento del disturbo e dell’inquinamento acustico generato dai lavori e dai mezzi di
cantiere in prossimità delle zone da non disturbare. La leggerezza e la semplicità di
installazione dei pannelli rendono questa tipologia di barriera particolarmente adatta per
risolvere disturbi temporanei.
Modulari e versatili : I pannelli antirumore da cantiere sono elementi modulari, flessibili e
componibili, studiati per essere facilmente installati nei cantieri edili sia sulle normali
recinzioni per cantiere sia su ponteggi ed impalcature.
Facili da montare : I pannelli antirumore sono leggeri e facili da movimentare. Sono
provvisti di occhielli metallici sui bordi specifici accessori di fissaggio che consentono la loro
installazione su qualsiasi tipo di supporto. Il pannello antirumore è adatto sia per interno sia
per l’ambiente esterno. Si usa per in tutti i casi in cui è richiesta una riduzione dell’impatto
acustico delle attività sui ricettori sensibili. Si installano con il lato fonoassorbente rivolto
verso la zona sorgente del disturbo.
Impieghi : Barriere antirumore temporanee e mobili nei cantieri edili, circoscritte all’area
fonte del disturbo; Schermature fonoassorbenti per gruppi elettrogeni o unità esterne dei
condizionatori d’aria; etc. .
4.3.11.b Misure di coordinamento atte a realizzare quanto previsto alla lettera a) Potendo concorrere più imprese si richiede da parte dei datori di lavoro una attenta
valutazione del rischio e la definizione preventiva di tali procedure. L’attività di coordinamento dovrà essere continuamente aggiornata nelle riunioni di sicurezza e
coordinamento da effettuarsi prima di ogni operazione tra il CSE, i vari datori di lavoro e i RLS. Si evidenzia come questo rischio transita dalla lavorazione che lo produce a quanti eseguono altre lavorazioni nelle vicinanze. Il rischio quindi residuo dovrà essere
gestito dall’uso di DPI idonei da quanti ne sono interessati.
4.3.12 Rischio di esposizione e sostanze chimiche In merito agli inquinamenti chimici prodotti dal cantiere non si prevede l’emissione nell’ambiente di inquinanti di natura chimica tali da rappresentare pericoli per le
maestranze, in quanto le sostanze chimiche attualmente previste (silicone, malte, vernici, ecc.) rientrano nei materiali per l’edilizia ampiamente conosciuti e
sperimentati. In ogni caso qualunque prodotto dovrà essere manipolato o utilizzato conformemente alla specifica scheda di sicurezza.
4.3.12.a Scelte progettuali e organizzative, procedure, misure
preventive e protettive
Qualora il personale operante in cantiere fosse stato esposto alle sostanze pericolose liberate durante un evento accidentale, dovrà essere immediatamente verificato il suo stato di salute e sottoposto a profilassi e sorveglianza sanitaria adeguata.
Il personale presente dovrà essere adeguatamente informato e formato sulla corretta modalità di esecuzione del lavoro e sulle attività di prevenzione da porre in
essere. E’ fatto divieto di fumare, mangiare o bere sul posto di lavoro. Attenersi scrupolosamente alle schede di sicurezza dei prodotti utilizzati.
4.3.12.b Misure di coordinamento atte a realizzare quanto previsto alla lettera a)
Si prescrive che il C.S.E. acquisisca le schede di sicurezza dei prodotti utilizzati e,
prima del loro impiego, il datore di lavoro valuti il rischio (Metodo Regione Piemonte) e informi le maestranze addette alle applicazioni, dei rischi d’impiego e delle norme di
primo soccorso. Si richiede di fornire al CSE le valutazioni del rischio chimico conformi alla normativa vigente. In caso di accertata presenza di inquinanti chimici che possono determinare condizioni
di pericolo in corrispondenza dei luoghi di intervento ed allo stato attuale non individuate, all’atto della prima riunione di sicurezza e coordinamento si dovrà
informare tutte le maestranze operanti nel cantiere dei rischi individuati, delle misure da adottare, delle procedura da adottare in caso di pericolo. Sempre in tale caso prima dell’inizio di qualsivoglia intervento il CSE dovrà provvedere
ad aggiornare il presente Piano di Sicurezza e Coordinamento e darne comunicazione ai soggetti interessati.
Potendo concorrere più imprese si richiede da parte dei datori di lavoro una attenta valutazione del rischio e la definizione preventiva di tali procedure. L’attività di coordinamento dovrà essere continuamente aggiornata nelle riunioni di sicurezza e
coordinamento da effettuarsi prima di ogni operazione tra il CSE, i vari datori di lavoro e i RLS. Si evidenzia come questo rischio transita dalla lavorazione dove le sostanze
sono utilizzate a quanti eseguono altre lavorazioni nelle vicinanze. Il rischio quindi residuo dovrà essere gestito dall’uso di DPI idonei da quanti ne sono interessati o con sfasamenti spaziali e temporali.
4.3.13 Rischio di esposizione a temperature estreme o eccessivi sbalzi di temperatura
Con riferimento alle maestranze, relativamente alle temperature, si evidenziano situazioni estreme che possono creare situazioni di disagio o di pericolo. In caso di
temperature elevate, ad esempio per lavori che si dovessero eseguire nei mesi estivi, il personale potrà essere soggetto a: problemi respiratori, disidratazione per eccessiva
sudorazione, colpi di calore. In caso di temperature basse queste possono comportare sensazione di disagio e mancanza di sensibilità con percezione alterate di strumenti manuali e situazioni di pericolo.
4.3.13.a Scelte progettuali e organizzative, procedure, misure preventive e protettive
In caso di esposizione dei lavoratori al caldo, che può essere dovuta anche alla
ristrettezza dell’ambiente di lavoro, si raccomanda di dare la possibilità ai lavoratori di brevi e frequenti pause in ambienti freschi e di fornire acqua potabile fresca a volontà. I lavoratori devono indossare indumenti adeguati ed essere formati ed informati del
rischio a cui sono soggetti per esposizione al calore. Si ricorda come il colpo di calore sia un brusco innalzamento della temperatura interna dovuto alla ostacolata
dispersione del calore. Le condizioni ambientali determinanti perché si verifichi il colpo di calore sono: temperatura esterna elevata, aumento dell'umidità relativa (che ostacola l'evaporazione del sudore) e ventilazione assente o ridotta (soprattutto se
viene svolta attività fisica intensa). Questi tre fattori si potenziano a vicenda, per cui
potremo avere un malessere per temperature ambientali non elevate, ma con alta umidità relativa e ventilazione assente (la cosiddetta afa). I sintomi sono
rappresentati da senso di mancamento, nausea, vomito, aumento della temperatura corporea, mal di testa, debolezza, vertigini, ronzii alle orecchie, piloerezione (pelle d'oca) al torace ed arti superiori, brividi, respirazione frequente, aumento della
frequenza cardiaca, crampi muscolari, disturbi mentali che possono arrivare allo stato di incoscienza o limitarsi ad una incoerenza nel parlare. L'insieme di questi sintomi
variamente combinati tra loro rappresenta l'esaurimento da calore che precede il colpo di calore, il quale è caratterizzato da un peggioramento progressivo, con aumento della temperatura corporea fino a 40°C - 41°C, delirio, coma o crisi convulsive. È
molto importante riconoscere i primi segni dell'esaurimento da calore: in questa fase, infatti, potremo evitare complicazioni cercando un luogo più fresco, interrompendo
l'attività fisica e aumentando l'assunzione di acqua. Se i sintomi sono sin dall'inizio gravi o la persona soccorsa stenta a riprendersi occorre chiamare immediatamente il 118.
Cosa fare : Portare la persona colpita in un luogo fresco, possibilmente ventilato. Sdraiarla con le gambe leggermente sollevate. Togliere gli indumenti Usare un
ventilatore per favorire l'evaporazione della pelle bagnata, o, se possibile far stare il soggetto in un ambiente con aria condizionata. Eseguire, per ridurre gradualmente la
temperatura, spugnature con acqua fresca sui polsi, fronte, collo, inguine. Porre una borsa di ghiaccio sul capo. Integrare i liquidi persi dando da bere acqua o bevande di gusto leggermente salato. Consultare un medico. E’ necessario in presenza di caldo e
afa mettere in atto semplici provvedimenti rappresentati, soprattutto nei soggetti a rischio, da: Bere una maggiore quantità di liquidi; Non bere liquidi che contengono
alcol, caffeina o molto zuccherati; Restare nelle ore centrali della giornata in un ambiente ventilato (in questo caso la famigerata "corrente d’aria" è utile) o in un ambiente con aria condizionata; L'uso dei ventilatori elettrici può essere utile; Fare un
bagno o una doccia; Indossare abiti leggeri e di colore chiaro, con tessuti che non ostacolano la traspirazione; Se si viaggia in auto o si sta all’interno di macchine
operatrici utilizzare l’aria condizionata Controllare con maggior frequenza i lavoratori esposti al rischio e accertarsi che facciano pause in ambienti freschi ed assumano una quantità idonea di liquidi.
Si prescrive pertanto che le lavorazioni debbano essere interrotte in caso di
temperature particolarmente elevate e che il personale non sia sottoposto a turni di lavoro particolarmente prolungati e che abbia a disposizione acqua potabile fresca a volontà; invece in caso di temperature rigide i lavoratori debbono indossare adeguati
indumenti protettivi e non essere sottoposti a turni di lavoro prolungati e, se le temperature sono particolarmente rigide, le lavorazioni debbono essere sospese.
4.3.13.b Misure di coordinamento atte a realizzare quanto previsto
alla lettera a) In linea generale occorrerà verificare la temperatura esterna al fine di non esporre i lavoratori a condizioni particolarmente gravose che possano incidere sull’attenzione da
prestare alle attività in corso di espletamento. Potendo concorrere più imprese si richiede da parte dei datori di lavoro una attenta
valutazione del rischio e la definizione preventiva di tali procedure. L’attività di coordinamento dovrà essere continuamente aggiornata nelle riunioni di sicurezza e coordinamento da effettuarsi prima di ogni operazione tra il CSE, i vari datori di lavoro
e i RLS.
4.3.14 Rischio di esposizione ad agenti patogeni
In merito ad agenti patogeni di origine biologica si ricorda che dovranno essere effettuati allacciamenti e adeguamenti di impianti esistenti nel sottosuolo. Nel caso di transito del rischio da una lavorazione all’altra, il rischio residuo deve essere gestito
con l’utilizzo di dispositivi di protezione individuale e formazione, informazione ed addestramento di lavoratori.
4.3.14.a Scelte progettuali e organizzative, procedure, misure
preventive e protettive Prima della ripresa dei lavori, dopo un inquinamento accidentale durante le opere di
allacciamento, dovrà essere effettuata una preventiva valutazione ambientale,
seguita da una eventuale bonifica del sito; il personale presente dovrà essere adeguatamente informato, formato e addestrato sulla corretta modalità di
esecuzione del lavoro e sulle attività di prevenzione da porre in essere. E’ fatto divieto di fumare, mangiare o bere sul posto di lavoro. Chi opera a tali lavorazioni dovrà indossare l’equipaggiamento idoneo (guanti, stivali,
maschere per la protezione delle vie respiratorie, eventuali tute monouso) e seguire una rigorosa igiene personale, che deve comprendere, ad intervento ultimato, anche
il lavaggio accurato delle mani, dei guanti, delle calzature e delle attrezzature utilizzate.
4.3.14.b Misure di coordinamento atte a realizzare quanto previsto
alla lettera a)
Chi opera a queste rimozioni impiantistiche o agli allacciamenti deve informare tutti i presenti del rischio a cui sono esposti e curare che lo smaltimento della risulta avvenga nel modo più opportuno. Potendo concorrere più imprese si richiede da parte
dei datori di lavoro una attenta valutazione del rischio e la definizione preventiva di tali procedure. L’attività di coordinamento dovrà essere continuamente aggiornata
nelle riunioni di sicurezza e coordinamento da effettuarsi prima di ogni operazione tra il Responsabile della Sicurezza del Committente, i vari datori di lavoro e i RLS.
4.3.15 Rischio bellico
Al momento della stesura del presente Piano di Sicurezza e Coordinamento nel cantiere in oggetto non si prevede lo svolgimento di lavorazioni che inducano tale rischio. Si fa presente infatti che sono state già effettuate opere di scavo su questi
terreni negli anni ’60-’70, si ritiene quindi scarsamente probabile il rinvenimento di ordigni bellici in un’area già così pesantemente manomessa. Il lotto è stato coinvolto
in episodi bellici ma quanto precedentemente esposto limita il rischio.
4.3.15.a Scelte progettuali e organizzative, procedure, misure preventive e protettive
Al momento della stesura del presente Piano di Sicurezza e Coordinamento nel
cantiere in oggetto non si prevede lo svolgimento di lavorazioni che inducano tale rischio in quanto gli scavi saranno eseguiti in terreni già così pesantemente
manomessi. Comunque nei pressi dell’area interessata dal cantiere in oggetto era presente un aeroporto militare interessato dal secondo conflitto mondiale L’aeroporto fu
bombardato nella notte del 13 luglio 1943 da aerei della RAF con bombe di grosso e grossissimo calibro, subendo una parziale distruzione. Nella zona che un tempo ospitò
gli hangar e le officine, venne costruita l'area ricerca del CNR, in cui trovano attualmente sede quattro Istituti già del CNR, parte dell'Istituto nazionale di ricerca metrologica e una stazione del Laboratorio di Fisica dell'Ambiente Urbano del
Dipartimento di Fisica dell'Università di Torino. Non si prescrive tuttavia una ricerca superficiale in quanto la zona interessata dallo scavo appare già pesantemente
manomessa e attraversata da sotto-servizi a profondità maggiori.. COMUNQUE SI PRESCRIVE LA SEGUENTE PROCEDURA A FRONTE DELLE EMERGENZE: Nel caso in cui venga ritrovato qualsiasi residuato bellico si dovranno interrompere
immediatamente le lavorazioni e ci si dovrà comportare come segue. Innanzi tutto è necessario avvertire le Forze dell’Ordine e attenersi alle seguenti
attenzioni : 1) Non toccare e non spostare quanto rinvenuto; 2) Nel dubbio considerare quanto si è rinvenuto sempre un residuato;
3) Allontanarsi e fare allontanare chiunque; 4) Posizionare un punto di riferimento (dobbiamo segnalare dove è);
5) Osservare per poter descrivere (dobbiamo saper descrivere cosa abbiamo trovato e quindi è necessario raccogliere elementi); 6) Se è possibile documentare fotograficamente;
7) Delimitare l’area con nastro bicolore bianco rosso; 8) Nel caso che sia completamente esposto stimare la lunghezza e il diametro.
Si segnala quindi il rinvenimento al Comando Carabinieri (o altra forza dell’ordine) che, a sua volta, circoscrive il sito e informa la Prefettura. Quest’ultima comunica formalmente il ritrovamento al Comando militare e al Sindaco, ciascuno per le proprie
competenze. Il Sindaco quale Ufficiale di Governo ed Autorità locale di protezione civile, determina
le prime misure che sarà necessario porre in atto, come intervento preliminare di messa in sicurezza, ai fini della salvaguardia della pubblica e privata incolumità, in attesa dell’espletamento delle operazioni di bonifica.
La bonifica consiste, indipendentemente dal tipo di ordigno ritrovato e dal luogo di rinvenimento, nella disposizione degli opportuni provvedimenti atti a rendere
inavvicinabile da terzi il sito tramite, ad esempio, la realizzazione di una recinzione fissa posta a debita distanza dall’ordigno e/o l’emanazione di apposita ordinanza di
divieto d’uso dei suoli, o altro ancora in relazione allo specifico caso. Successivamente gli Artificieri competenti, a seconda del tipo di residuato e del luogo di ritrovamento (centro abitato, periferia, campagna, etc.), individuano una procedura
differente per il trasporto o il disinnesco dell’ordigno stesso.
4.3.15.b Misure di coordinamento atte a realizzare quanto previsto alla lettera a)
In caso di accertate condizioni di pericolo in corrispondenza dei luoghi di intervento ed
allo stato attuale non individuate, all’atto della prima riunione di sicurezza e coordinamento si dovranno informare tutte le maestranze operanti nel cantiere dei
rischi individuati, delle misure da adottare, delle procedura da adottare in caso di pericolo. Inoltre sarà necessario aggiornare il presente Piano di Sicurezza e Coordinamento.
4.4 Rischi connessi alle interferenze tra le lavorazioni
4.4.1 Analisi delle interferenze tra le lavorazioni con riferimento alla loro durata e concatenazione (cronoprogramma)
All’interno dell’area di cantiere varie attività concorrono all’esecuzione dell’opera,
sovrapponendosi nello spazio e nel tempo. Si generano così interrelazioni simultanee e successive tra lavoratori che concorrono a lavorazioni diverse.
Ai fini della sicurezza, si individuano le seguente lavorazioni che possono essere definite omogenee svolte all’interno di ogni singolo intervento :
Art. 01 – Opere per l’allestimento cantiere Art. 02 - Apprestamenti di sicurezza per i lavori in quota
Art. 03 – Opere di scavo Art. 04 – Opere di impiantistica elettrica Art. 05 – Opere di impiantistica fluido-meccanica ed aeraulica
Art. 06 – Opere di impiantistica di distribuzione e rilevazione gas Art. 07 – Opere murarie e di assistenza muraria
Art. 08 – Opere di reinterro e ripristini Art. 09 – Opere stradali Art. 10 – Opere di bonifica MCA
Art. 11 – Opere in ambienti confinati Art. 12 – Opere di bonifica serbatoi di gasolio
Art. 13 – Opere di bonifica intercapedini da isolamento in lana di vetro Art. 14 – Opere di demolizione
Si evidenzia così come il rischio di incidente e la conseguente attività di prevenzione, non siano solo caratteristiche della singola lavorazione, ma anche nell’interazione di
più attività. Il piano di sicurezza e coordinamento è la risposta tecnica ai possibili rischi di più imprese e/o lavoratori autonomi operanti in cantiere. Il piano identifica le
fasi lavorativi effettuate da soggetti diversi che si svolgeranno contemporaneamente in cantiere fissando le regole per evitare l'insorgere di rischi dovuti in modo specifico alle sovrapposizioni spaziali e temporali. Individuate le contemporaneità di lavorazione
sarà cura del CSE in fase di aggiornamento esecutivo del piano, coordinare quelle lavorazioni compiute da soggetti diversi, imprese e/o lavoratori autonomi, mentre
quelle che confluiscono in un unico soggetto impresa, saranno coordinate all'interno del soggetto stesso. Si individuano quali fasi critiche quelle situazioni in cui le contemporaneità e le
sovrapposizioni di esecuzione sono presenti in modo pressante.
Sarà necessario identificare in esecuzione gli spazi di cantiere di competenza dei vari soggetti operanti e regolare l’operatività nelle riunioni di sicurezza e coordinamento. In alcune fasi i lavoratori che concorrono a lavorazioni diverse entrano in contatto tra
di loro. Si evidenziano, inoltre, alcune situazioni che trasmettono il rischio di incidente da una
lavorazione all’altra. I percorsi per la movimentazione dei carichi ed il dislocamento dei depositi devono essere scelti in modo da evitare quanto più possibile le interferenze con zone in cui si
trovano persone.
I percorsi pedonali interni al cantiere devono sempre essere mantenuti sgombri da
attrezzature, macerie o altro capace di ostacolare il cammino degli operatori. Tutti gli addetti devono indossare calzature idonee. Per ogni postazione di lavoro è necessario
individuare la via di fuga più vicina. Deve altresì provvedersi per il sicuro accesso ai posti di lavoro in piano e in elevazione. Le vie d’accesso al cantiere e quelle corrispondenti ai percorsi interni devono essere illuminate secondo le necessità diurne
e notturne. Prima di iniziare le attività deve essere effettuata una ricognizione dei luoghi dei lavori
al fine di individuare la eventuale esistenza di linee elettriche aeree o interrate e stabilire le idonee precauzioni per evitare possibili contatti diretti o indiretti con elementi in tensione.
All’interno del cantiere la circolazione degli automezzi e delle macchine semoventi deve essere regolata con norme il più possibile simili a quelle della circolazione sulle
strade pubbliche e la velocità deve essere limitata a seconda delle caratteristiche e condizioni dei percorsi e dei mezzi. I lavoratori non devono essere esposti al rischio di investimento trasversale tra le lavorazioni.
Per l’accesso degli addetti ai rispettivi luoghi di lavoro devono essere approntati percorsi sicuri e, quando necessario, separati da quelli dei mezzi meccanici.
La scelta del metodo più idoneo per prevenire la caduta dall’alto, preferendo mezzi
collettivi a quello individuale (trabattello, parapetto sugli affacci sul vuoto e dispositivi di trattenuta idonei) comporterà un attento coordinamento tra i soggetti operanti.
Indice di attenzione graduato (I.A.) di lavorazioni interferenti tra loro = fase di lavoro potenzialmente rischiosa
4.4.2 Prescrizioni per lo sfasamento spaziale o temporale delle lavorazioni interferenti e modalità di verifica del rispetto delle stesse
Sarà cura del CSE nelle riunioni di coordinamento con i datori di lavoro e i RLS
verificare che si ottimizzi il coordinamento tra le lavorazioni in modo che, sia spazialmente che cronologicamente, le stesse non interferiscano diminuendo la percentuale di rischio insita nel fatto stesso che è stata intrapresa una lavorazione. In
queste riunioni sii valuterà la compatibilità del Piano di Sicurezza e Coordinamento con il reale andamento dei lavori, aggiornando, se necessario, il cronoprogramma.
In relazione ai rischi prevedibili collegati alle modalità di ogni singola lavorazione e all'impiego delle attrezzature presenti in cantiere, alle sostanze o materiali impiegati nel corso della lavorazione, alla mobilità delle maestranze e all'organizzazione
generale del cantiere, il CSE - nel corso delle riunioni di coordinamento - avrà cura di coordinare le varie lavorazioni effettuate da soggetti diversi ed in particolare:
a) Sarà necessario, nel corso delle riunioni di coordinamento, valutare la somma dei rischi generati dalla esecuzione contemporanea di lavorazioni effettuate da soggetti imprese diversi individuando le misure di protezione e prevenzione conseguenti alla
valutazione e il documento di valutazione POS dovrà essere aggiornato in occasione di significative modifiche del processo produttivo;
b) Sarà necessario, nel corso delle riunioni di coordinamento, ordinare la priorità di utilizzo da parte di soggetti diversi degli apparecchi di sollevamento, impedire la contemporaneità di utilizzo dei posti di lavoro sovrapposti (concomitanza temporale e
spaziale), vietare l'inizio di determinate lavorazioni prima che ne siano state terminate altre se queste elevano la percentuale di rischio.
Le norme generali di coordinamento prevedono l'obbligo per le imprese di rispettare
le condizioni sotto indicate (si precisa che quando si parla di impresa s'intende imprese e/o lavoratori autonomi):
è vietato l'accesso al cantiere e l'inizio delle lavorazioni alle imprese e/o lavoratori autonomi appaltanti o sub-appaltanti dirette e indirette prima che queste abbiano prodotto al coordinatore in fase di esecuzione dei lavori i documenti richiesti, in
particolare il POS deve essere presentato prima dell’ingresso in cantiere e, in ogni caso l’ingresso in cantiere non può avvenire se non previa approvazione scritta del
POS da parte del CSE; l’individuazioni di soggetti che non hanno rispettato questa procedura comporta l’immediata sospensione della lavorazione, l’allontanamento dell’impresa inadempiente e la ammonizione scritta;
è vietato l'accesso al cantiere e l'inizio delle lavorazioni alle imprese e/o lavoratori autonomi appaltanti o sub-appaltanti dirette e indirette prima che queste siano
entrate in possesso e abbiano preso in visione il presente documento Piano di Sicurezza nei temi previsti dalla Legge, in ogni caso l’ingresso in cantiere non può avvenire se non previa accettazione scritta del Piano da parte delle imprese e/o
lavoratori autonomi appaltanti o sub-appaltanti dirette e indirette; l’individuazione di soggetti che non hanno rispettato questa procedura comporta l’immediata
sospensione della lavorazione, l’allontanamento dell’impresa inadempiente e la ammonizione scritta;
tutte le persone che accedono al cantiere pur non essendo imprese e/o lavoratori autonomi appaltanti o sub-appaltanti autorizzati (p.e.: visitatori, trasportatori di materiali, rappresentati di commercio, fornitori a caldo, addetti al servizio di
vigilanza ecc.) dovranno essere accompagnate a vista da personale di cantiere predisposto all’uopo ed attenersi alle norme di comportamento indicate
dall'accompagnatore e dal piano di sicurezza ed essere dotati a cura del personale di cantiere predisposto all’uopo dei DPI necessari;
ciascun datore di lavoro dovrà mettere a disposizione, almeno dieci giorni prima
dell'inizio dei lavori, copia del presente piano al rappresentante per la sicurezza dei lavoratori aziendale RLS;
ciascun datore di lavoro dovrà consultare il rappresentante dei lavoratori aziendale circa il contenuto dei piani stessi; identica consultazione dovrà avvenire ogni qual volta verranno apportate modifiche significative ai piani dopo le riunioni di
coordinamento; nel caso di presenza contemporanea in cantiere di più imprese o lavoratori
autonomi, deve sussistere tra i datori di lavoro uno scambio d'informazioni reciproche intese ad eliminare o ridurre rischi dovuti ad interferenze lavorative nell'ottica della prevenzione dell'incidente; in particolare le interazioni spaziali e
temporali dovranno essere considerate con particolare attenzione all’atto dell’esecuzione;
durante l'esecuzione dei lavori in cantiere i datori di lavoro devono limitare al minimo il numero dei lavoratori esposti ad uno specifico rischio;
durante l'esecuzione dei lavori in cantiere i datori di lavoro dovranno privilegiare
l'utilizzo di protezioni collettive rispetto alle misure di protezione individuale; durante l'esecuzione dei lavori in cantiere i datori di lavoro ed i lavoratori autonomi
dovranno limitare l'uso di agenti chimici e fisici pericolosi e dovranno provvedere ad usare sostanze, preparati, materiali scegliendoli tra quelli di minor pericolosità. Il CSE dovrà ricevere la scheda di sicurezza specifica del prodotto utilizzato. Il datore
di lavoro, conformemente alla Norma, dovrà elaborare la valutazione del rischio chimico per la tutela dei lavoratori subordinati;
i datori di lavoro delle imprese appaltanti o sub-appaltanti devono avere attuato nei confronti dei lavoratori subordinati quanto previsto dalla Norma e dalle altre leggi e
regolamenti vigenti in materia di istituti relazionali d'informazione, formazione,
addestramento ed istruzione al fine di prevenire i rischi lavorativi;
per quanto attiene la viabilità di cantiere si rammenta, oltre che alla necessità di osservare le norme contenute nella trattazione allestimento cantiere e opere
provvisionali, con particolare riferimento alle aree di deposito, parcheggi, vie di transito, l'obbligo di provvedere alla manutenzione delle vie di transito (inghiaiatura, livellamento superficiale, togliere neve, eliminare pozzanghere, ecc.) di evitare il
deposito di materiali nelle vie di transito e in posti che possono ostacolare la normale circolazione e comunque al di fuori delle aree definite, di evitare accatastamenti non
conformi alle norme e al buon senso, di materiali sfusi o su bancale, di evitare la percorrenza delle vie di transito con automezzi in genere limitandola allo stretto necessario e comunque solo per operazioni di carico e scarico di materiali e attuando
tutte le cautele per evitare il rischio di investimento. Eventuali danneggiamenti alle strutture sopra citate dovranno essere immediatamente rimossi a cura dell'impresa
che ha provocato il danno o la cattiva condizione d'uso. In caso di controversia sarà l'impresa appaltatrice principale provvedere al ripristino delle normali condizioni di cantiere segnalando al CSE eventuali inadempienze del soggetto non ottemperante.
In ogni caso l’impresa appaltatrice è la diretta responsabile del mantenimento in efficienza di tutti gli apprestamenti relativi alla viabilità;
per quanto riguarda l'uso di strutture adibite a servizi igienico assistenziali di proprietà di un'impresa, le stesse potranno essere utilizzate dalle altre imprese
appaltanti o sub-appaltanti previa autorizzazione anche verbale dell'impresa proprietaria (l'autorizzazione può essere concessa solo se vengono rispettati gli standard igienici di legge); il mantenimento delle adeguate condizioni di pulizia e di
manutenzione delle citate strutture compete all'impresa che le detiene salvo accordo raggiunto con gli altri datori di lavoro che le utilizzano (pulizia giornaliera). In ogni
caso l’impresa appaltatrice è la diretta responsabile del mantenimento in efficienza di tutti gli apprestamenti igienico sanitari e che questi siano sufficienti per tutto il personale, anche dei subappaltatori, presente in cantiere secondo i seguenti
standard: gabinetti con lavabi, acqua corrente (anche calda), materiale detergente e per asciugarsi. Spogliatoio con armadietti a doppio scomparto dotati di chiave,
quando ai lavoratori per ragioni di salute e di decenza non si può chiedere di cambiarsi in altri locali. Sono richiesti inoltre: capacità sufficiente, aerazione, illuminazione, difesa dalle intemperie, riscaldamento e disponibilità di sedili. Visto il
tipo di attrezzatura e le condizioni di posa in opera, l'aerazione e l'illuminazione saranno sempre assicurate da serramenti apribili; l'illuminazione naturale sarà
integrata dall'impianto di illuminazione artificiale, l'aerazione naturale in caso di altezza netta interna fra m 2.40 e 2.70, sarà integrata da aerazione forzata. Locale di ricovero da usarsi durante le intemperie, i pasti, le pause di riposo, deve essere
dotato di sedili, tavolo lavabile e va riscaldato durante la stagione fredda. In questo locale è opportuno sistemare lo scaldavivande e tenere le bevande confezionate, ad
esempio l'acqua minerale, in caso di mancanza dell'acqua potabile. Docce riscaldate, di dimensioni sufficienti, con acqua calda e fredda, con mezzi detergenti e per asciugarsi; esse devono essere installate e tenute in condizioni appropriate di igiene,
"quando il tipo di attività e la salubrità lo esigono"; per il cantiere in questione i servizi igienici e locali di ricovero (blocchi prefabbricati) saranno posizionati in idonea
area all’esterno del fabbricato; per quanto attiene l'uso di apparecchi di sollevamento tipo autogru, cestelli,
piattaforme ecc., gli stessi potranno essere utilizzati dalle altre imprese appaltanti o
sub-appaltanti previa autorizzazione anche verbale dell'impresa proprietaria (l'autorizzazione può essere concessa solo se vengono rispettati gli standard di
sicurezza di legge); il mantenimento delle adeguate condizioni di sicurezza e di manutenzione dei citati impianti compete all'impresa che li detiene salvo accordo
raggiunto con gli altri datori di lavoro che li utilizzano. L'uso degli apparecchi di
sollevamento è comunque sempre limitato a personale esperto delle imprese o dei
lavoratori autonomi. Si attueranno procedure specifiche di utilizzo previa consultazione con il CSE durante le riunioni di coordinamento;
per quanto attiene l'uso dell'impianto elettrico di cantiere, lo stesso potrà essere utilizzato dalle altre imprese appaltanti o sub-appaltanti previa autorizzazione anche verbale dell'impresa proprietà (l'autorizzazione può essere concessa solo se vengono
rispettati gli standard di sicurezza di legge); il mantenimento delle adeguate condizioni di sicurezza e di manutenzione del citato impianto compete all'impresa
che li detiene salvo accordo raggiunto con gli altri datori di lavoro che lo utilizzano, ma sempre effettuato da personale abilitato. Eventuali modifiche dell'impianto o eventuali manutenzioni potranno avvenire solo con l'intervento di personale
elettricamente addestrato, abilitato e nel rispetto delle norme vigenti in materia; di questi interventi deve essere informato il CSE nel corso delle riunioni di
coordinamento; per quanto attiene l'uso di macchine operatrici, macchine utensili, attrezzi di lavoro,
lo stesso potrà essere concesso alle altre imprese appaltanti o sub-appaltanti previa
autorizzazione anche verbale dell'impresa proprietaria (l'autorizzazione può essere concessa solo se vengono rispettati gli standard di sicurezza di legge); il
mantenimento delle adeguate condizioni di sicurezza e di manutenzione delle macchine e attrezzi compete all'impresa che li detiene salvo accordo raggiunto con
gli altri datori di lavoro che le utilizzano L'uso delle macchine e attrezzature citate è tuttavia concesso solo al personale in possesso di adeguata formazione ed addestramento;
per quanto attiene l'uso di opere provvisionali di vario tipo (ponteggi, scale semplici e doppie, ponti metallici a cavalletti o a tubi e giunti, ponti in legno, ponti a
cavalletto o trabattelli ecc.), lo stesso potrà essere utilizzato dalle altre imprese appaltanti o sub-appaltanti previa autorizzazione anche verbale dell'impresa proprietaria (l'autorizzazione può essere concessa solo se vengono rispettati gli
standard di sicurezza di legge); il mantenimento delle adeguate condizioni di sicurezza e di manutenzione delle citate opere compete all'impresa che li detiene
salvo accordo raggiunto con gli altri datori di lavoro che le utilizzano. Le eventuali modifiche da apportare alle opere provvisionali potranno essere eseguite solo dall’impresa proprietaria avendo cura che vengano rispettati gli standard di sicurezza
di legge; per quanto riguarda i ponteggi o opere assimilabili queste dovranno essere montate, mantenute,modificate, smontate da personale qualificato con appositi corsi
e diretto da personale abilitato da specifico corso. Si dovrà provvedere alla redazione di PiMUS come da norma.
a fronte di condizioni di non contemporaneità si utilizzano le schede generali e
particolari di quelle lavorazione attivata in quel periodo;
I vari Datori di Lavoro con i loro P.O.S. ( Piano di Sicurezza Operativo conforme al D. Lgs. N. 81/2008 e s.m.i. ) offriranno al CSE la documentazione indispensabile per attivare il necessario coordinamento. Il POS dovrà essere consegnato al CSE trenta
giorni prima dell’ingresso in cantiere per la necessaria valutazione. Chiunque venga sorpreso in cantiere senza aver ottemperato a questa prescrizione sarà identificato,
ammonito e allontanato dal cantiere in quanto la carenza documentale è di per sé condizione di rischio di incidente in quanto rende impossibile al CSE la possibilità di valutare se sono sufficienti le condizioni di sicurezza applicate dall’impresa per lo
specifico cantiere in cui va a operare. Questa inadempienza è grave in quanto non consente il necessario coordinamento. Il P.O.S. è predisposto dall’impresa prima della
consegna dei lavori. Il documento sancisce per l’impresa l’autonomia organizzativo funzionale nel definire l’organizzazione dei lavori in cantiere. I contenuti del
documento riguardano l’analisi e la valutazione dei rischi legati alla logistica del
cantiere, le macchine e le attrezzature adoperate, gli impianti, l’organizzazione del
lavoro e le procedure di sicurezza e devono essere conformi al D. Lgs. N. 81/2008 e s.m.i. .
4.4.3 Rischi connessi a interferenze tra le lavorazioni Nel cantiere vi sono lavorazioni che richiedono la presenza contemporanea in cantiere
di lavoratori addetti alla esecuzione di opere diverse, sia sullo stesso piano sia a piani diversi del cantiere nel suo complesso. Dovendo sovrapporre le lavorazioni al fine di
ridurre la durata complessiva dei lavori, si deve lavorare per evitare il più possibile interferenze che possano determinare rischi aggiuntivi per la sicurezza dei lavoratori, ai sensi del D. Lgs. n. 81/2008 e s.m.i., e sono stati prescritti dispositivi e
metodologie di sicurezza aggiuntive per un miglioramento dei livelli di sicurezza. Si ricorda che il rischio può transitare da una lavorazione all’altra coinvolgendo lavoratori
non impegnati in quella specifica attività. In particolare nel cantiere in oggetto si dovrà prestare attenzione alla presenza dei dipendenti e dei visitatori del complesso I.N.Ri.M., che rimarrà attivo durante i lavori, anche con attività di laboratorio.
In merito ai rischi ed alle procedure di prevenzione maggiormente idonee nell’ottica
delle interferenze tra le lavorazioni, si dettaglia quanto segue.
Rischi caduta di persone dall’alto : 1) allestire ponti su ruote con piani di lavoro, parapetti e sottopiani di protezione
conformi alle Autorizzazioni Ministeriali;
2) per accedere in quota utilizzare scale adeguate in modo corretto, trabattelli omologati o predisporre appositi camminamenti;
3) utilizzare trabattelli come da manuale d’uso e manutenzione ed opportuni dispositivi di trattenuta.
Rischi punture, tagli, abrasioni : 1) durante l’uso di attrezzi manuali indossare guanti e scarpe adeguati; utilizzare
elettro utensili dotati delle necessarie protezioni; 2) utilizzare macchine da taglio solo se dotate delle protezioni degli organi in
movimento e di cuffie in grado di intercettare le schegge;
3) utilizzare macchine dotate di dispositivo che non permetta il riavviamento automatico della macchina a seguito di ritorno della energia elettrica.
Rischi elettrici :
1) realizzare impianti elettrici adeguati, conformi alle specifiche norme e certificati; 2) collegare le macchine di cantiere all’impianto elettrico solo in assenza di tensione;
3) verificare lo stato di conservazione dei cavi e segnalare eventuali danneggiamenti; 4) alla fine della giornata lavorativa non lasciare impianti o parti sotto tensione.
Rischi scivolamenti, cadute a livello :
1) mantenere in ottimali condizioni le vie di transito, l’area dei posti di lavoro, i piani di trabattelli o piani di lavoro;
2) indossare idonee calzature dotate di suole antiscivolo.
Rischi caduta di materiale dall’alto :
1) verificare l’idoneità degli apparecchi di sollevamento in uso specie per quanto attiene i ganci e i sistemi di imbracatura del materiale movimentato;
2) nelle operazioni eseguite nel raggio di azione di quanti operano a quota superiore usare il casco di protezione della testa ;
3) per quanti lavorano in quota legare al corpo gli attrezzi di lavoro che facilmente
possono cadere.
Rischi vibrazioni : 1) in caso di uso di attrezzature manuali verificare che le stesse siano dotate di
impugnatura antivibrante;
2) utilizzare guanti imbottiti in grado di assorbire le vibrazioni.
Rischi movimentazione di carichi : movimentare i carichi pesanti (>25 kg) con ausilio di appositi attrezzi ed apparecchi di sollevamento; se non è possibile l’uso di attrezzature apposite per la movimentazione di carichi pesanti, intervenire in più
persone.
Rischi getti, schizzi, allergeni, polveri :
1) evitare il contatto con materiali allergizzanti con l’uso di adeguati dpi; 2) consultare le schede di sicurezza dei prodotti utilizzati prima dell’uso; 3) utilizzo di adeguati DPI per polveri prodotto di lavorazione.
Rischi urti, colpi impatti, compressioni :
1) Le attività che richiedono sforzi fisici violenti e/o repentini devono essere eliminate o ridotte anche attraverso l’impiego di attrezzature idonee alla mansione.
2) Gli utensili, gli attrezzi e gli apparecchi per l’impiego manuale devono essere tenuti
in buono stato di conservazione ed efficienza e quando non utilizzati devono essere tenuti in condizioni di equilibrio stabile (es. riposti in contenitori o assicurati al
corpo dell’addetto) e non devono ingombrare posti di passaggio o di lavoro. 3) I depositi di materiali in cataste, pile e mucchi devono essere organizzati in modo
da evitare crolli o cedimenti e permettere una sicura e agevole movimentazione.
Rischi di cesoiamento e stritolamento : il cesoiamento e lo stritolamento di persone
tra parti mobili di macchine e parti fisse delle medesime o di opere, strutture provvisionali o altro, deve essere impedito limitando con mezzi materiali il percorso
delle parti mobili o segregando stabilmente la zona pericolosa. Qualora ciò non risulti possibile deve essere installata una segnaletica appropriata e devono essere osservate opportune distanze di rispetto; ove del caso devono essere disposti comandi di arresto
di emergenza in corrispondenza dei punti di potenziale pericolo.
Rischi di investimento : per l’accesso al cantiere degli addetti ai lavori e dei mezzi di lavoro devono essere predisposti percorsi sicuri. Deve essere comunque sempre impedito l’accesso di estranei alle zone di lavoro. All’interno del cantiere la circolazione
degli automezzi e delle macchine semoventi deve essere regolata con norme il più possibile simili a quelle della circolazione sulle strade pubbliche e la velocità deve
essere limitata a seconda delle caratteristiche e condizioni dei percorsi e dei mezzi. Per l’accesso degli addetti ai rispettivi luoghi di lavoro devono essere approntati percorsi sicuri e, quando necessario, separati da quelli dei mezzi meccanici. Le vie
d’accesso al cantiere e quelle corrispondenti ai percorsi interni devono essere illuminate secondo le necessità diurne o notturne e mantenute costantemente in
condizioni soddisfacenti.
Rischi da polveri e fibre : nelle lavorazioni che prevedono l’impiego di materiali in
grana minuta o in polvere oppure fibrosi e nei lavori che comportano l’emissione di polveri o fibre dei materiali lavorati, la produzione e/o la diffusione delle stesse deve
essere ridotta al minimo utilizzando tecniche e attrezzature idonee. Le polveri e le fibre captate e quelle depositatesi, se dannose, devono essere sollecitamente raccolte ed eliminate con i mezzi e gli accorgimenti richiesti dalla loro
natura. Qualora la quantità di polveri o fibre presenti superi i limiti tollerati e comunque nelle operazioni di raccolta ed allontanamento di quantità importanti delle
stesse, devono essere forniti ed utilizzati indumenti di lavoro e DPI idonei alle attività ed eventualmente, ove richiesto, il personale interessato deve essere sottoposto a sorveglianza sanitaria.
Rischi da allergeni : tra le sostanze utilizzate in edilizia, alcune sono capaci di azioni
allergizzanti (riniti, congiuntiviti, dermatiti allergiche da contatto). I fattori favorenti l’azione allergizzante sono: brusche variazioni di temperatura, azione disidratante e lipolitica dei solventi e dei leganti, presenza di sostanze vasoattive. La sorveglianza
sanitaria va attivata in presenza di sintomi sospetti anche in considerazione dei fattori personali di predisposizione a contrarre questi tipi di affezione. In tutti i casi occorre
evitare il contatto diretto di parti del corpo con materiali resinosi, polverulenti, liquidi, aerosoli e con prodotti chimici in genere, utilizzando indumenti da lavoro e DPI
appropriati (guanti, maschere, occhiali etc.). Rischio da infezione di microrganismi : prima dell’inizio di eventuali lavori di bonifica
deve essere eseguito un esame della zona e devono essere assunte informazioni per accertare la natura e l’entità dei rischi presenti nell’ambiente e l’esistenza di eventuali
malattie endemiche. Sulla base dei dati particolari rilevati e di quelli generali per lavori di bonifica, deve essere approntato un programma tecnico-sanitario con la determinazione delle misure da adottare in ordine di priorità per la sicurezza e l’igiene
degli addetti nei posti di lavoro e nelle installazioni igienico assistenziali, da divulgare nell’ambito delle attività di informazione e formazione. Quando si fa uso di mezzi
chimici per l’eliminazione di insetti o altro, si devono seguire le indicazioni dei produttori. L’applicazione deve essere effettuata solamente da persone ben istruite e protette. La zona trattata deve essere segnalata con le indicazioni di pericolo e di
divieto di accesso fino alla scadenza del periodo di tempo indicato. Gli addetti devono essere sottoposti a sorveglianza sanitaria e devono utilizzare indumenti protettivi e
DPI appropriati.
4.4.3.a Misure protettive e preventive
Potendo concorrere più imprese si richiede da parte dei datori di lavoro una attenta valutazione del rischio e la definizione preventiva delle procedure più idonee per
evitare che l’interferenza tra lavorazioni diverse comporti l’incidente. Questo comporta la condivisione tra i vari soggetti operanti delle procedure di prevenzione dell’incidente. L’attività di coordinamento dovrà essere continuamente aggiornata
nelle riunioni di sicurezza e coordinamento da effettuarsi prima di ogni operazione tra il CSE, i vari datori di lavoro e i RLS. Nel caso di transito del rischio da una lavorazione
all’altra, il rischio residuo deve essere gestito con l’utilizzo di dispositivi di protezione individuale e formazione ed informazione di lavoratori.
4.4.3.b Dispositivi di protezione individuale In merito ai rischi connessi a più lavorazioni, la possibilità di interferenza spaziale e
cronologica, comporta un rischio residuo, che può essere gestito con dispositivi di protezione individuale. Molti rischi specifici di una lavorazione transitano alle altre
lavorazioni. Quando un rischio è proprio di una lavorazione, questo è trattato e risolto nel POS dell’impresa esecutrice. Il rischio che transita ad un’altra lavorazione deve essere contenuto con sfasamenti temporali o spaziali o con l’adozione di DPI idonei, da
parte dei lavoratori coinvolti estranei a quella lavorazione.
Casco : è necessario utilizzarlo per proteggersi da urti, colpi, impatti per la protezione dalla caduta dall’alto di oggetti. Concorrendo più lavorazioni nello stesso tempo sarà utile attuare le seguenti misure di prevenzione : nei luoghi di lavoro a più livelli
utilizzare sempre il casco; rendere disponibile in cantiere informazioni adeguate su ogni DPI utilizzato in funzione del rischio lavorativo; il casco deve essere consegnato
individualmente al lavoratore. Dispositivi di trattenuta : è necessario utilizzarlo per proteggersi da caduta dall’alto.
Concorrendo più lavorazioni nello stesso tempo sarà utile attuare le seguenti misure di prevenzione : ogni qualvolta non sono attuabili misure di protezione collettiva, si
possono utilizzare i DPI; per lavori di breve entità sulle macchine, posa trabattelli, etc.; si devono utilizzare le imbracature di sicurezza con bretelle e fasce gluteali, univocamente ad una idonea fune di trattenuta che limiti la caduta a non più di 1,5 m,
e terminare in un gancio di sicurezza del tipo a moschettone. L’uso della fune deve avvenire in concomitanza a dispositivi ad assorbimento di energia (dissipatori) perché
anche cadute da altezze modeste possono provocare forze d’arresto elevate; verificare che il DPI riporti il marchio CE su tutti gli elementi costruttivi. Farsi rilasciare la dichiarazione di conformità CE; attenersi alle disposizioni e informazioni messe a
disposizione dall’azienda sull’uso del DPI; periodicamente verificare l’integrità dei componenti e segnalare tempestivamente al responsabile di cantiere eventuali
anomalie riscontrate durante l’uso.
Cuffie e otoprotettori : è necessario utilizzarlo per proteggersi dal rumore. Concorrendo più lavorazioni nello stesso tempo sarà utile attuare le seguenti misure di prevenzione: la caratteristica ideale di un DPI contro il rumore è quello di assorbire le
frequenze sonore pericolose per l’udito, rispettando nello stesso tempo le frequenze utili per la comunicazione e per la percezione dei pericoli. E’ indispensabile nella scelta
dei DPI valutare prima l’entità del rumore; la scelta del DPI deve tenere conto di diversi fattori, fra cui la praticità di un tipo rispetto ad altri, per soddisfare ogni esigenza di impiego possiamo scegliere se utilizzare cuffie antirumore, inserti
auricolari monouso o archetti; verificare che il DPI riporti la marcatura CE, risultando conforme alle norme tecniche nazionali o di altri Paesi della Comunità Europea;
attenersi alle disposizioni e informazioni messe a disposizione dall’azienda sull’uso del DPI; mantenere in stato di efficienza e sempre puliti i DPI; il DPI va consegnato individualmente al lavoratore che lo userà ogni qualvolta si eseguono lavorazioni che
comportino il rischio rumore.
Guanti : è necessario utilizzarli per proteggersi da punture, tagli, abrasioni, vibrazioni, calore freddo. I guanti devono proteggere le mani contro uno o più rischi o da prodotti e sostanze nocive per la pelle. A seconda della lavorazione o dei materiali
si dovrà far ricorso ad un tipo di guanto appropriato: guanti per uso generale lavori con rischi meccanici (tela rinforzata): resistenti a tagli, abrasioni, strappi, perforazioni
uso: maneggio di materiali da costruzione, costruzioni di carpenteria leggera,
movimentazione manuale dei carichi; guanti di protezione contro il calore: resistenti
all’abrasione, strappi, tagli e anticalore; uso: lavori di saldatura o di manipolazione di prodotti caldi.
Verificare che il DPI riporti la marcatura CE, risultando conforme alle norme tecniche nazionali o di altri Paesi della Comunità Europea; rendere disponibile in azienda informazioni adeguate su ogni DPI utilizzato in funzione del rischio lavorativo; i guanti
in dotazione, devono essere costantemente tenuti a disposizione e consegnati al lavoratore individualmente sul luogo di lavoro; segnalare tempestivamente al
responsabile di cantiere eventuali anomalie riscontrate durante l’uso. Occhiali : è necessario utilizzarli per proteggersi da radiazioni (non ionizzanti),
proiezioni di particelle, polveri, fibre. Concorrendo più lavorazioni nello stesso tempo sarà utile attuare le seguenti misure di prevenzione : l’uso degli occhiali di sicurezza è
obbligatorio ogni qualvolta si eseguano lavorazioni che possono produrre lesioni agli occhi per la proiezione di schegge o corpi estranei; e lesioni possono essere di tre tipi: meccaniche: schegge, trucioli, aria compressa, urti accidentali; ottiche: irradiazione
ultravioletta, luce intensa, raggi laser; termiche: liquidi caldi, corpi estranei caldi; gli occhiali devono avere sempre schermi laterali per evitare le proiezioni di materiali o
liquidi di rimbalzo o comunque di provenienza laterale; per gli addetti alla saldatura elettrica ad arco voltaico, gli occhiali o lo schermo devono essere di tipo inattinico,
cioè di colore o composizione delle lenti (stratificate) capace di filtrare i raggi UV (ultravioletti) e IR (infrarossi) capaci di portare lesioni alla cornea e al cristallino, e in alcuni casi anche la retina; le lenti degli occhiali devono essere realizzate in vetro o in
materiale plastico ( policarbonato); verificare che il DPI riporti la marcatura CE, risultando conforme alle norme tecniche nazionali o di altri Paesi della Comunità
Europea. Attenersi alle disposizioni e informazioni messe a disposizione dall’azienda sull’uso del DPI; gli occhiali o la visiera devono essere tenuti ben puliti, consegnati individualmente al lavoratore e usati ogni qualvolta sia necessario; segnalare
tempestivamente al responsabile di cantiere eventuali anomalie riscontrate durante l’uso.
Calzature di sicurezza : è necessario utilizzarli per proteggersi da urti, colpi, impatti e compressioni, punture, tagli e abrasioni, calore, fiamme, freddo. Concorrendo più
lavorazioni nello stesso tempo sarà utile attuare le seguenti misure di prevenzione : scarpe di sicurezza con suola imperforabile e puntale di protezione; nei luoghi di
lavoro utilizzare sempre la calzatura di sicurezza idonea all’attività (scarpa, scarponcino, stivale); rendere disponibile in cantiere informazioni adeguate su ogni DPI utilizzato in funzione del rischio lavorativo; le calzature di sicurezza devono essere
consegnate individualmente al lavoratore.
Maschera antipolvere, apparecchi filtranti o isolanti : i pericoli per le vie respiratorie sono essenzialmente di due tipi:1) deficienza di ossigeno nella miscela inspirata 2) inalazione di aria contenente inquinanti nocivi, solidi (amianto, polveri), gassosi (fumi
e vapori di combustione o di sintesi) e liquidi (nebbie prodotte da attrezzature o macchinari).
Per la protezione degli inquinanti che possono essere presenti nei singoli ambienti di lavoro, si può scegliere fra i seguenti DPI: 1) maschere antipolvere monouso: per polvere e fibre;
2) respiratori semifacciali dotati di filtro: per vapori, gas nebbie, fumi, polveri e fibre; 3) respiratori semifacciali a doppio filtro sostituibile: per gas, vapori, polveri;
4) apparecchi respiratori a mandata d’aria: per isolarsi completamente dall’atmosfera esterna, usati per verniciature a spruzzo o sabbiature.
La scelta dell’uno o dell’altro DPI deve essere fatta stabilendo preventivamente il tipo
di inquinamento presente; verificare che il DPI riporti il marchio di conformità CE;
attenersi alle disposizioni e informazioni messe a disposizione dall’azienda sull’uso del DPI; sostituire i filtri ogni qualvolta l’olfatto segnala odori particolari o quando
diminuisce la capacità respiratoria; segnalare tempestivamente al responsabile di cantiere eventuali anomalie riscontrate durante l’uso; il DPI va consegnato individualmente al lavoratore che lo userà ogni qualvolta si eseguono lavorazioni che
comportino il rischio rumore.
Indumenti protettivi particolari : attenersi alle disposizioni e informazioni messe a disposizione dall’azienda sull’uso del DPI; periodicamente verificare l’integrità dei componenti e segnalare tempestivamente al responsabile di cantiere eventuali
anomalie riscontrate durante l’uso; il DPI va consegnato individualmente al lavoratore che lo userà ogni qualvolta si eseguono lavorazioni che comportino il rischio
particolare.
5. MISURE DI COORDINAMENTO RELATIVE ALL’USO COMUNE DI APPRESTAMENTI, ATTREZZATURE, INFRASTRUTTURE, MEZZI E SERVIZI DI PROTEZIONE
5.1 Uso comune di apprestamenti
5.1.1 Trabattelli; ponti su cavalletti; impalcati; parapetti; andatoie; passerelle; ponteggi fissi
Per quanto attiene l'uso di opere provvisionali di vario tipo (scale semplici e doppie, ponti metallici a cavalletti o a tubi e giunti, ponti in legno, ponti a cavalletto o trabattelli ecc.), lo stesso potrà essere utilizzato dalle altre imprese appaltanti o sub-
appaltanti, previa autorizzazione dell'impresa proprietaria (l'autorizzazione può essere concessa solo se vengono rispettati gli standard di sicurezza di legge); il
mantenimento delle adeguate condizioni di sicurezza e di manutenzione delle citate opere compete all'impresa che li detiene salvo accordo raggiunto con gli altri datori di lavoro che le utilizzano. Le eventuali modifiche da apportare alle opere provvisionali
potranno essere eseguite solo dall’impresa proprietaria, avendo cura che vengano rispettati gli standard di sicurezza di legge; per quanto riguarda i ponteggi o opere
assimilabili queste dovranno essere montate, mantenute, modificate, smontate da personale qualificato con appositi corsi e diretto da personale abilitato da specifico corso con attestati.
In merito ai parapetti è invalsa nei cantieri la consuetudine di usarli come fonte di tavole da utilizzare per svariati usi. A nessuno sarà consentito manometterli e i datori
di lavoro dovranno concorrere alla sorveglianza e al mantenimento in efficienza dell’apprestamento. In merito ai piani dei ponteggi è invalsa nei cantieri la consuetudine di rimuovere le
tavole, che possono essere di intralcio per alcune lavorazioni. A nessuno sarà consentito manometterli e i datori di lavoro dovranno concorrere alla sorveglianza e al
mantenimento in efficienza dell’apprestamento. In questo cantiere saranno in uso trabattelli e ponteggi fissi.
5.1.2 Gabinetti; locali per lavarsi; spogliatoi; refettori; locali di ricovero e di riposo; dormitori; camere di medicazione;
infermerie; recinzioni di cantiere Per quanto riguarda l'uso di strutture adibite a servizi igienico assistenziali di proprietà di un'impresa, le stesse potranno essere utilizzate dalle altre imprese appaltanti o
sub-appaltanti, previa autorizzazione scritta dell'impresa proprietaria (l'autorizzazione può essere concessa solo se vengono rispettati gli standard igienici di Legge); il
mantenimento delle adeguate condizioni di pulizia e di manutenzione delle citate strutture compete all'impresa che le detiene, salvo accordo raggiunto con gli altri
datori di lavoro che le utilizzano (pulizia giornaliera). In ogni caso l’impresa appaltatrice è la diretta responsabile del mantenimento in efficienza di tutti gli apprestamenti igienico sanitari e che questi siano sufficienti per tutto il personale,
anche dei subappaltatori, presente in cantiere secondo i seguenti standard: gabinetti
con lavabi, acqua corrente (anche calda), materiale detergente e per asciugarsi.
Spogliatoio con armadietti a doppio scomparto (sporco – pulito) dotati di chiave. Sono richiesti inoltre:capacità sufficiente, aerazione, illuminazione, difesa dalle intemperie,
riscaldamento e disponibilità di sedili. Visto il tipo di attrezzatura e le condizioni di posa in opera, l'aerazione e l'illuminazione saranno sempre assicurate da serramenti apribili; l'illuminazione naturale sarà integrata dall'impianto di illuminazione artificiale,
l'aerazione naturale in caso di altezza netta interna fra m 2.40 e 2.70, sarà integrata da aerazione forzata. Locale di ricovero da usarsi durante le intemperie, i pasti, le
pause di riposo, deve essere dotato di sedili, tavolo lavabile e va riscaldato durante la stagione fredda. In questo locale è opportuno sistemare lo scaldavivande e tenere le bevande confezionate, ad esempio l'acqua minerale, in caso di mancanza dell'acqua
potabile. Docce riscaldate, di dimensioni sufficienti, con acqua calda e fredda, con mezzi detergenti e per asciugarsi; esse devono essere installate e tenute in condizioni
appropriate di igiene, "quando il tipo di attività e la salubrità lo esigono".
5.2 Uso comune di attrezzature
5.2.1 Autogrù; cestelli; elevatori; piattaforme aeree
Per quanto attiene l'uso di apparecchi di sollevamento tipo autogru, cestelli, elevatori a cavalletto e a palo ecc., gli stessi potranno essere utilizzati dalle altre imprese
appaltanti o sub-appaltanti previa autorizzazione scritta dell'impresa proprietaria (l'autorizzazione può essere concessa solo se vengono rispettati gli standard di sicurezza di legge); il mantenimento delle adeguate condizioni di sicurezza e di
manutenzione dei citati impianti compete all'impresa che li detiene salvo accordo raggiunto con gli altri datori di lavoro che li utilizzano. L'uso degli apparecchi di
sollevamento è comunque sempre limitato a personale esperto delle imprese o dei lavoratori autonomi. Si attueranno procedure specifiche di utilizzo previa consultazione con il CSE durante le riunioni di coordinamento.
In merito alla autogrù che può essere necessaria in alcune fasi del cantiere in oggetto,
come per la movimentazione di materiali e attrezzature di cantiere, si evidenzia quanto segue : Prima dell’uso : verificare che nella zona di lavoro non vi siano linee elettriche aeree
che possano interferire con le manovre; controllare i percorsi e le aree di manovra, approntando gli eventuali rafforzamenti; verificare l’efficienza dei comandi; ampliare
con apposite plance la superficie di appoggio degli stabilizzatori; verificare che la macchina sia posizionata in modo da lasciare lo spazio sufficiente per il passaggio pedonale o delimitare la zona d’intervento.
Durante l’uso : segnalare l’operatività del mezzo col girofaro; preavvisare l’inizio delle manovre con apposita segnalazione acustica; attenersi alle segnalazioni per procedere
con le manovre; evitare, nella movimentazione del carico, posti di lavoro e/o di passaggio; eseguire le operazioni di sollevamento e scarico con le funi in posizione verticale; illuminare a sufficienza le zone per il lavoro notturno con i dispositivi ottici;
segnalare tempestivamente eventuali malfunzionamenti o situazioni pericolose; non compiere su organi in movimento operazioni di manutenzione; mantenere i comandi
puliti da grasso, olio, etc. Dopo l’uso : non lasciare nessun carico sospeso; posizionare correttamente la macchina raccogliendo il braccio telescopico ed azionando il freno di stazionamento;
eseguire le operazioni di revisione e manutenzione necessarie al reimpiego della
macchina a motori spenti; nelle operazioni di manutenzione attenersi alle indicazioni
del libretto della macchina. Presso ogni cantiere deve essere depositata copia della lettera firmata dalle imprese
con l'indicazione dell'unico direttore di cantiere e delle procedure adottate. Tale documento deve essere messo a disposizione anche del Coordinatore per l'Esecuzione di ogni singolo cantiere.
Nel caso di interferenze determinate dalle autogrù o equivalenti utilizzate nel cantiere si evidenzia come questo riveste una certa importanza in fase di montaggio delle gru
o di scarico di macchinari o attrezzature. Se si opera al di fuori delle aree delimitate si prescrive per gli operatori indumenti ad alta visibilità e il posizionamento di cartellonistica conforme al Codice della Strada.
Gestione delle operazioni di sollevamento con gruette e cestelli: non è consentita la
movimentazione di carichi fuori dall'area di cantiere, se non previo accordo con il CSE, formalizzato con verbale, e sotto la sorveglianza del preposto dell'impresa principale e con la predisposizione di segnaletica idonea.
Quando il mezzo viene utilizzato a servizio di imprese diverse da quella principale, occorre la verifica, da verbale sottoscritto dall'impresa principale e dalle imprese
utilizzatrici che queste ultime abbiano formato e informato il personale sulle modalità di movimentazione e di aggancio/sgancio dei carichi e di segnalazione con il gruista. Il
gruista, salvo diversi accordi scritti, deve appartenere all'impresa principale e sarà dotato di indumenti ad alta visibilità. La sua formazione dovrà essere documentata e la sua eventuale sostituzione è sottoposta alle condizioni sopra indicate.
Indice di attenzione graduato (I.A.) = fase di lavoro lievemente rischiosa
In merito ai rischi evidenziati dall’analisi dei pericoli e delle situazioni pericolose durante il lavoro queste sono : caduta dall’alto, elettrici, contatto con linee elettriche
aeree, caduta materiale dall’alto, rumore. In merito alle misure di prevenzione ed istruzione per gli addetti prima dell’uso :
-verificare l’assenza di strutture fisse e/o linee elettriche aeree che possano interferire con la rotazione -controllare la stabilità della base d’appoggio
-verificare l’efficienza dei fine corsa elettrici e meccanici, di salita, discesa e traslazioni -verificare la presenza del carter al tamburo
-verificare l’efficienza della pulsantiera -verificare il corretto avvolgimento della fune di sollevamento -verificare l’efficienza della sicura del gancio
-verificare l’efficienza del freno della rotazione. In merito alle misure di prevenzione ed istruzione per gli addetti durante l’uso:
-manovrare il mezzo da una postazione sicura o dalla cabina -avvisare l’inizio della manovra col segnalatore acustico -attenersi alle portate indicate dai cartelli
-eseguire con gradualità le manovre -durante lo spostamento dei carichi evitare le aree di lavoro ed i passaggi
-non eseguire tiri di materiale imbracati o contenuti scorrettamente -durante le pause di lavoro scollegare la chiave di accensione -segnalare tempestivamente eventuali anomalie.
In merito alle misure di prevenzione ed istruzione per gli addetti per la manutenzione: -verificare lo stato d’usura delle parti in movimento
-controllare le parti meccaniche -segnalare eventuali anomalie.
Indice di attenzione graduato (I.A.) = fase di lavoro potenzialmente rischiosa
In merito alle autogrù necessarie per opere di montaggio, si evidenzia quanto segue :
Prima dell’uso: -verificare che nella zona di lavoro non vi siano linee elettriche aeree che possano
interferire con le manovre -controllare i percorsi e le aree di manovra, approntando gli eventuali rafforzamenti
-verificare l’efficienza dei comandi -ampliare con apposite plance la superficie di appoggio degli stabilizzatori -verificare che la macchina sia posizionata in modo da lasciare lo spazio sufficiente per
il passaggio pedonale o delimitare la zona d’intervento.
Durante l’uso: -segnalare l’operatività del mezzo col girofaro -preavvisare l’inizio delle manovre con apposita segnalazione acustica
-attenersi alle segnalazioni per procedere con le manovre -evitare, nella movimentazione del carico, posti di lavoro e/o di passaggio
-eseguire le operazioni di sollevamento e scarico con le funi in posizione verticale -illuminare a sufficienza le zone per il lavoro notturno con i dispositivi ottici
-segnalare tempestivamente eventuali malfunzionamenti o situazioni pericolose -non compiere su organi in movimento operazioni di manutenzione -mantenere i comandi puliti da grasso, olio, etc.
Dopo l’uso:
-non lasciare nessun carico sospeso -posizionare correttamente la macchina raccogliendo il braccio telescopico ed azionando il freno di stazionamento
-eseguire le operazioni di revisione e manutenzione necessarie al reimpiego della macchina a motori spenti
-nelle operazioni di manutenzione attenersi alle indicazioni del libretto della macchina.
5.2.2 Mezzi d’opera Le macchine utilizzate debbono possedere, funzionanti, tutti i dispositivi di sicurezza previsti e debbono essere mantenute in efficienza mediante regolare manutenzione.
Gli operatori debbono essere opportunamente addestrati sull’uso della macchina ed informati su eventuali rischi particolari presenti nei luoghi di lavoro. Infatti in molti
casi gli incidenti sono conseguenti all’esecuzione di manovre errate; in particolare: Investimento di persone o cose nell’area di lavoro : durante le manovre deve essere
vietata la presenza delle persone nell’area di lavoro dei mezzi, mediante idonea segnaletica e delimitazione dell’area. In caso di scarsa visibilità, è necessaria
l’assistenza di una persona a terra che dia indicazioni all’operatore indossando indumenti ad alta visibilità. Il terreno non deve essere scivoloso per permettere il tempestivo arresto della macchina e garantirne il fermo durante la sosta; è questo il
caso di transito del rischio da una lavorazione all’altra, dove il rischio residuo deve essere gestito con l’utilizzo di dispositivi di protezione individuale, quali abiti ad alta
visibilità, e formazione ed informazione di lavoratori. Ribaltamento del mezzo con rischio di schiacciamento di persone e danneggiamento di
opere, impianti ed automezzi : il mezzo può essere utilizzato su terreni in pendenza
solo nei limiti indicati dal costruttore. In tali casi, quando è possibile, è preferibile l’uso
dei mezzi cingolati, più stabili di quelli gommati. In presenza di terreni particolarmente scoscesi ed impervi è consigliabile affidare il mezzo ad operatori molto esperti.
Quando è presente il rischio di ribaltamento del mezzo è necessaria l’adozione di strutture di protezione contro il ribaltamento (DROPS). Il ribaltamento può prodursi anche a causa di irregolarità del percorso, di franamento del fondo (soprattutto
operando presso il ciglio della strada o del piano di manovra) scivolamento su fondi bagnati o fangosi, esecuzione di manovre errate o imprudenti (brusche accelerazioni o
sterzate, carico sbilanciato, velocità eccessiva, ecc.). Rischi derivanti dal cattivo stato di manutenzione della macchina (vibrazioni e rumore
eccessivi): l’esecuzione programmata della manutenzione, la verifica periodica dell’idoneità della macchina e la verifica della rumorosità della stessa permettono di
intervenire tempestivamente per prevenire il rischio; Uso improprio della macchina: deve essere assolutamente vietato (sollevamento di persone con la pala o con il cucchiaio dello scavatore, trasporto di persone su cassoni
o altre parti della macchina non attrezzate per tale scopo, uso delle macchine come mezzi di sollevamento).
Tutte le macchine devono essere dotate di marchio CE e conformi alle norme secondo la specifica "Direttiva Macchine”.
Si faccia riferimento alla norma sugli obblighi di valutazione da parte del datore di lavoro delle vibrazioni e del rumore.
5.2.3 Macchine utensili in cantiere Per quanto attiene l'uso di macchine utensili, attrezzi di lavoro, lo stesso potrà essere
concesso alle altre imprese appaltanti o sub-appaltanti previa autorizzazione anche verbale dell'impresa proprietaria (l'autorizzazione può essere concessa solo se
vengono rispettati gli standard di sicurezza di legge); il mantenimento delle adeguate condizioni di sicurezza e di manutenzione delle macchine e attrezzi compete all'impresa che li detiene salvo accordo raggiunto con gli altri datori di lavoro che le
utilizzano L'uso delle macchine e attrezzature citate è tuttavia concesso solo al personale in possesso di adeguata formazione ed addestramento.
Indicazioni generali : in base alle normative vigenti tutti i macchinari utilizzati in cantiere devono essere: realizzati in conformità ai requisiti specifici di sicurezza richiesti dal tipo di impiego per il quale sono utilizzati; dotati di marcatura CE e
libretto di istruzioni per l’uso e per la corretta manutenzione;dichiarazione di conformità dove sono indicate le norme in base alle quali l’apparecchio è stato
costruito e certificato. Requisiti di sicurezza dei principali componenti : indipendentemente dalle attestazioni e i marchi di qualità, è importante poter effettuare verifiche generali di quei componenti il cui funzionamento anomalo può
essere fra le principali cause di incidenti ed infortuni.
5.2.4 Impianti elettrici di cantiere; impianti di terra e di protezione contro le scariche atmosferiche
Per quanto attiene l'uso dell'impianto elettrico di cantiere, lo stesso potrà essere utilizzato dalle altre imprese appaltanti o sub-appaltanti previa autorizzazione scritta
dell'impresa proprietà (l'autorizzazione può essere concessa solo se vengono rispettati gli standard di sicurezza di legge); il mantenimento delle adeguate condizioni di
sicurezza e di manutenzione del citato impianto compete all'impresa che li detiene
salvo accordo raggiunto con gli altri datori di lavoro che lo utilizzano, ma sempre effettuato da personale abilitato. Eventuali modifiche dell'impianto o eventuali
manutenzioni potranno avvenire solo con l'intervento di personale elettricamente addestrato, abilitato e nel rispetto delle norme vigenti in materia; di questi interventi deve essere informato il CSE nel corso delle riunioni di coordinamento. Tutti gli
impianti dovranno essere forniti di certificazione di legge conforme al D.M. 37/2008 da adeguare dopo ogni modifica o intervento.
5.2.5 Impianti antincendio; impianti di evacuazione fumi Precauzioni generali di prevenzione incendi: Si produca il certificato di frequenza al corso specifico dei lavoratori addetti alla estinzione degli incendi. Chiunque introduca
con le sue lavorazioni il rischio di incendio deve introdurre i mezzi di prevenzione ed estinzione idonei ed in sede di coordinamento informare e formare quanti sono
interessati dalle lavorazioni. Il cantiere è un luogo in cui è elevato il rischio di incendio, sia per la presenza di materiali infiammabili sia per la tipologia di alcune lavorazioni. Il rischio di incendi può essere limitato attraverso una attenta
programmazione dei lavori ed uno scrupoloso controllo delle lavorazioni maggiormente a rischio. Una attenta istruzione delle maestranze in ordine a tale pericolo e sulle
procedure di primo intervento su focolai di incendio sarà obbligatoria in questo cantiere in quanto è orientata a ridurre il rischio da incendi.
In ogni caso deve essere sempre garantita la presenza di un addetto antincendio per l’intero svolgimento dell’opera, in possesso di documentazione comprovante la frequenza di un corso di antincendio presso strutture specializzate.
Ogni singola Impresa e/o Lavoratore Autonomo, per la propria specifica lavorazione, dovrà introdurre gli opportuni mezzi di estinzione incendio nelle quantità e del tipo
necessario e informare quanti sono coinvolti dalla lavorazione. E’ opportuno applicare le seguenti precauzioni: -in luoghi con particolare rischio di incendio o esplosione per presenza di gas, vapori e
polveri infiammabili o esplosive è vietato fumare, saldare, smerigliare o introdurre fiamme libere;
-se eventualmente devono essere fatti lavori di saldatura, smerigliatura e molatura in vicinanza di materiali e strutture infiammabili devono essere adottati schermi e ripari idonei;
-nel caso in cui recipienti metallici o tubazioni che hanno contenuto liquidi infiammabili debbano essere sottoposti a taglio o saldatura, tali operazioni potranno essere
eseguite solo da personale esperto e dopo le aver adottato le necessarie precauzioni (riempiendo tali recipienti di acqua, di sabbia etc. ovvero facendo effettuare la bonifica del contenitore da ditta specializzata);
-effettuare il rifornimento di carburante di automezzi e attrezzature a motore spento; -non gettare mozziconi di sigaretta all’interno di depositi ed all’interno di ambienti
dove sono presenti materiali o strutture incendiabili; -evitare l’accumulo di materiali infiammabili in luoghi a pericolo di incendio; -non travasare liquidi infiammabili provocando spandimenti. Se ciò dovesse accadere
provvedere immediatamente ad asciugarli; -non esporre le bombole di gas combustibile e comburente a forti fonti di calore;
-gli estintori di tipo adeguato alle sostanze eventualmente infiammabili devono essere in luogo facilmente raggiungibile; -le uscite di sicurezza ed i presidi antincendio devono essere facilmente accessibili.
Principio d’incendio: qualora dovesse manifestarsi un principio di incendio è
necessario attenersi alle seguenti regole generali: mantenere la calma; intervenire immediatamente azionando i sistemi di allarme e segnalazione eventualmente
esistente e, se istruiti, utilizzando i mezzi antincendio a disposizione (estintori portatili, etc...); richiedere l’intervento dei superiori; in ogni caso attivarsi ai fini dell’intervento di persone o di mezzi opportunamente preposti a questo tipo di
emergenza e, in caso di loro assenza, richiedere l’intervento dei Vigili del Fuoco; impedire l’accesso al cantiere a persone estranee.
Richiesta intervento dei Vigili del Fuoco: All’atto della richiesta di intervento ai Vigili del Fuoco, oppure all’autorità di Pubblica Sicurezza, specificare chiaramente: proprio
nome e mansioni; natura dell’incendio (tipo dei materiali infiammati, quantitativi, distribuzione, etc.); esatta ubicazione del cantiere e dell’incendio.
Per incendi modesti: intervenire tempestivamente con estintori di tipo adeguato e operatore formato e informato; a fuoco estinto accertarsi del totale spegnimento delle braci; non permettere l’accesso delle persone se non dopo avere arieggiato i locali.
Per incendi di vaste proporzioni: dare l’allarme e fare allontanare tutte le persone;
accertarsi che nessuno stia usando eventuali ascensore ed intervenire sull’interruttore di alimentazione dei motori, mettendoli fuori servizio; intervenire sui comandi di
spegnimento degli impianti di ventilazione e condizionamento; i materiali infiammabili devono essere allontanati, l’alimentazione elettrica e l’alimentazione del gas devono essere interrotte nella zona interessata dall’incendio; mettere in funzione eventuali
impianti fissi di spegnimento; richiedere l’intervento dei Vigili del Fuoco.
Uso degli estintori: Dopo aver scelto l’estintore più idoneo ed averlo messo in funzione è necessario: iniziare lo spegnimento del focolaio più vicino sino a raggiungere il focolaio principale dirigendo il getto alla base delle fiamme; porre attenzione a non
erogare su impianti ed apparecchiature in tensione sostanza conduttrici della corrente elettrica (acqua e schiuma), ma utilizzare esclusivamente estintori di tipo omologato
per tale scopo; evitare sprechi dell’agente estinguente; non operare contro vento né contro persone.
5.2.6 Impianti di adduzione acqua, gas ed energia di qualsiasi tipo; impianti fognari
Il cantiere è stato strutturato in zone di intervento e zone di supporto. Risulta
pertanto necessario alimentare entrambe le zone con impianti di adduzione acqua ed energia elettrica.
5.3 Uso comune infrastrutture
5.3.1 Viabilità principale di cantiere per mezzi meccanici; percorsi pedonali
Viabilità interna allo spazio operativo del cantiere:
In linea generale, all’interno dell’area operativa di cantiere, la circolazione degli automezzi e delle macchine di cantiere viene regolata da norme analoghe a quelle
della circolazione su strada pubblica (nuovo codice della strada) e la velocità dovrà essere limitata in funzione delle caratteristiche dei percorsi, dei mezzi utilizzati e delle lavorazioni da effettuare. In caso di necessità di adeguamento il Coordinatore per
l’esecuzione, con Direttore dei lavori, i RLS ed i datori di lavoro, durante le riunioni di coordinamento, dovranno individuare i tracciati interni al cantiere, tali da non creare
pericolo per gli altri utenti delle strutture o intralcio per le normali attività. Per quanto attiene al mantenimento in efficienza delle vie di transito si prevede: -la bagnatura periodica dei percorsi in cui è possibile sollevare polvere;
-l’obbligo di provvedere alla manutenzione delle vie di transito (inghiaiatura, livellamento superficiale, eliminazione pozzanghere ecc.);
-evitare il deposito di materiali nelle vie di transito e in posti che possono ostacolare la normale circolazione e comunque al di fuori delle aree definite; -evitare accatastamenti non conformi alle norme e al buon senso di materiali sfusi o
pallettizzati che possono invadere le vie di transito; -evitare la percorrenza delle vie di transito con automezzi in genere, limitandola allo
stretto necessario e comunque solo per operazioni di carico e scarico di materiali. Eventuali danneggiamenti dovranno essere immediatamente ripristinati a cura
dell’impresa che ha provocato il danno o la cattiva condizione d’uso. In caso di controversia sarà l’impresa appaltatrice principale a dover provvedere al ripristino delle normali condizioni di cantiere segnalando al C.S.E. eventuali inadempienze del
soggetto inottemperante.
Nel complesso sono presenti strade interne, asfaltate e con segnaletica orizzontale. Norme di accesso per il personale non coinvolto nelle lavorazioni e per il personale di
sopralluogo e di ispezione : Si prescrivono norme comportamentali dirette alle persone che pur interessate alle
lavorazioni, non operano materialmente nell’area di cantiere, ma che accedono ad esso per esigenze di controllo e verifica, conduzione, approvvigionamento, manutenzione, del cantiere e delle attrezzature utilizzate nei lavori. Fanno parte di
tale categoria tutte le persone che pur operando a vario titolo nell’ambito del cantiere, non hanno, per funzione, mansione o procedura lavorativa, una presenza costante nel
cantiere e non possono conoscere con precisione la localizzazione e la tipologia delle lavorazioni in corso al momento del loro ingresso. L’esigenza di un controllo all’ingresso del cantiere è perciò estesa non solo agli
estranei in senso stretto, ma anche agli addetti ai lavori non costantemente presenti; ne consegue che pure il direttore dei lavori, il committente o suoi rappresentanti, il
responsabile dei lavori ed il CSE, dovranno segnalare la propria presenza al direttore di cantiere prima di accedervi.
In generale si prescrive la seguente procedura comportamentale:
Autorizzazione all'accesso all'area di cantiere: se necessario, potranno accedere alle
aree di lavorazione solo persone preventivamente autorizzate dal Direttore di Cantiere, il quale annoterà sul giornale dei lavori data, ora, nome e motivo della visita. Di norma il Direttore di Cantiere, o un suo incaricato, dovrà accompagnare gli
estranei nel cantiere.
Condizioni di accesso: il consenso all'accesso al cantiere dovrà essere valutato dal Direttore di Cantiere in funzione delle lavorazioni e delle loro condizioni di rischio. In caso di incertezza, il Direttore di Cantiere sentirà preventivamente il CSE.
D.P.I. prescritti: chiunque acceda all'area di cantiere dovrà essere dotato di DPI
specifici delle lavorazioni in corso. A tal fine dovrà essere sempre disponibile in cantiere una scorta di elmetti puliti da fornire ai “visitatori”, i quali dovranno necessariamente indossarli ed avere un abbigliamento che pur non specifico, sia
adeguatamente protettivo in relazione ai luoghi visitati ed alle lavorazioni in corso; è questo il caso di transito del rischio da una lavorazione a persone estranee a questa; il
rischio residuo deve essere così gestito con l’utilizzo di dispositivi di protezione individuale e formazione ed informazione di lavoratori.
Comportamento: chiunque acceda all'area di cantiere è tenuto ad osservare scrupolosamente quanto indicatogli all’ingresso dal Direttore di Cantiere, dal datore di
lavoro, dai dirigenti e dai preposti ai fini della protezione individuale e collettiva. La mancata osservanza delle disposizioni ricevute autorizza il direttore di cantiere ad
espellere immediatamente il trasgressore avvisando dell’accaduto il CSE. Procedura di accesso improvviso o di emergenza: Si possono verificare tali situazioni
nel caso che ci siano nell'area di cantiere impianti ed attività ad esso estranei, che possono necessitare di sopralluoghi o interventi di manutenzione non programmata o
d’emergenza, in orari o periodi di chiusura del cantiere. Trattandosi di esigenze non programmabili, non è possibile in sede di progetto individuare precise procedure per tali evenienze variabili anche al variare di coloro
che, all’atto dei lavori, saranno incaricati dei controlli. Si fa pertanto prescrizione di concordare in sede di prima riunione di coordinamento,
che dovrà svolgersi prima dell’effettivo inizio dei lavori, le procedure di accesso di emergenza, nelle ore in cui l'area di lavorazione non è presidiata dall’appaltatore. Le indicazioni minime dovranno riguardare:
- individuazione delle ditte che all’epoca saranno titolari di appalti di manutenzione; - luogo di deposito di planimetria aggiornata secondo lo stato dei lavori riportante
percorsi e posizione dei materiali e delle attrezzature; - indicazione dei percorsi da tenersi costantemente sgombri da materiali e macchinari; zone da tenere sgombre da materiali e macchinari.
5.3.2 Aree di deposito materiali, attrezzature e rifiuti di cantiere
In merito alla organizzazione del cantiere in sede di prima riunione saranno definite nel dettaglio le aree dedicate e la tematica è diffusamente trattata in altre parti del
Piano.
5.3 Uso comune di mezzi e servizi di protezione collettiva
5.4.1 Segnaletica di sicurezza; avvisatori acustici; illuminazione di emergenza; mezzi estinguenti In fase di montaggio del cantiere sarà necessario posizionare cartellonistica stradale
come da Norma. E’ fondamentale rispettare: tipologia e distanza dei segnali, posizionarli sul lato indicato nello schema ed in posizione verticale, rispettare il tipo ed
il numero dei segnali complementari (coni, delineatori, etc.), installare la segnaletica orizzontale e quella luminosa indicata. Il cantiere, nella sua fase iniziale di installazione, è un elemento di disturbo per l'automobilista e deve essere visualizzato
il più chiaramente possibile; ciò si può ottenere utilizzando pellicole microprismatiche fluoro-rifrangenti, che hanno una maggiore visibilità notturna ed una maggiore
luminanza durante il giorno. Sarà necessario tracciare segnaletica orizzontale. Per la segnaletica orizzontale gialla le caratteristiche di base fanno riferimento alla Norma UNI EN 1436.
Cartello da esporre in cantiere in luogo protetto e conosciuto : Il cartello dovrà
riportare i nominativi ed i numeri di telefono (eventualmente gli indirizzi) dei posti ed organizzazioni di pronto intervento per i diversi casi di emergenza che si dovessero presentare in cantiere. Le indicazione ed i numeri di telefono evidenziati nel seguente
pannello dovranno essere verificate in cantiere prima dell’inizio dei lavori ed adeguatamente aggiornate. Il cartello, tra i vari luoghi, dovrà esse esposto anche
dove è organizzata la postazione telefonica del cantiere (anche telefono cellulare), elemento indispensabile per la gestione delle emergenze.
Avvisatori acustici : sarà installata una sirena per avvisare tutti i lavoratori di una situazione di emergenza e per invitarli a radunarsi nel punto di raccolta che sarà
condiviso da tutte le aziende presenti in cantiere.
Mezzi estinguenti : occorrerà prevedere un numero adeguato di estintori dislocati nelle aree interessate da lavorazioni potenzialmente rischiose (impermeabilizzazioni, lavorazioni che necessitano in generale l’utilizzo di fiamme libere, lavorazioni in cui si
utilizzano materiali potenzialmente infiammabili), in prossimità delle aree di stoccaggio di materiali potenzialmente infiammabili e in prossimità delle aree di
deposito bombole. Chiunque introduca il rischio di incendio o esplosione dovrà introdurre autonomamente mezzi di estinzione (estintori, coperte, etc.) idonei ed essere formato e informato sul loro utilizzo.
5.4.2 Attrezzature per primo soccorso; servizi di gestione delle emergenze
Piano di emergenza ed evacuazione : Per ogni postazione di lavoro è necessario individuare una via di fuga e deve essere individuato un punto sicuro di raccolta per le maestranze del cantiere ad evacuazione avvenuta. Dovrà essere attuato un attento
coordinamento in modo che il piano di emergenza e la individuazione del punto di raccolta siano condivisi da tutti i soggetti operanti nel cantiere. Potendo concorrere più
imprese si richiede da parte dei datori di lavoro una attenta valutazione del rischio e la definizione preventiva di tale procedura. L’attività di coordinamento dovrà essere
continuamente aggiornata nelle riunioni di sicurezza e coordinamento da effettuarsi
prima di ogni operazione tra il CSE, i vari datori di lavoro e i RLS.
Norme di comportamento in caso di emergenza : Si prescrivono norme comportamentali relative alle situazioni di emergenza nell'ambito delle aree di cantiere. In generale, per ogni postazione di lavoro è necessario individuare una via di
fuga, da mantenere sgombra da ostacoli o impedimenti, che il personale potrà utilizzare per la normale circolazione ed in caso di emergenza, l'ordine dell'area di
cantiere è il primo punto di qualunque procedura di emergenza. Le vie di fuga devono convergere in un punto di raccolta sicuro, in cui gli evacuati sono tenuti a radunarsi per consentire al responsabile del cantiere di verificare se tutte le persone presenti in
cantiere hanno potuto portarsi al sicuro. In un punto conosciuto e segnalato del cantiere, in genere l’ufficio, dovrà essere disponibile sempre un telefono (anche
portatile) per le segnalazioni d’allarme; accanto all’apparecchio telefonico, dovrà essere apposta una tabelle riportante i principali numeri di soccorso (Carabinieri, VVFF, pronto soccorso, polizia municipale, Italgas, etc.) ed i numeri di reperibilità
dell’appaltatore, del CSE, del responsabile dei lavori, della DL, etc.
Soccorso agli infortunati : Se si presenta la necessità di prestare soccorso ad una persona infortunata ricordare di attivarsi per fare intervenire personale abilitato al
soccorso e fare riferimento al manuale pratico "Il Primo Soccorso nel Cantiere" del C.P.T. di Torino. In ogni caso deve essere sempre garantita la presenza di un addetto al pronto soccorso per l’intero svolgimento dell’opera, in possesso di documentazione
comprovante la frequenza di un corso di primo soccorso presso strutture specializzate. In caso di ferie, malattia, assenza, etc. l’addetto deve essere sostituito da un altro
lavoratore con le stesse caratteristiche di formazione. Si ricorda che è necessario: - agire con prudenza non impulsivamente né sconsideratamente; - non sottoporre l'infortunato a movimenti inutili;
- non muovere assolutamente i traumatizzati al cranio o alla colonna vertebrale ed i sospetti di frattura;
- non premere o massaggiare quando l'evento può aver causato lesioni profonde; - non somministrare bevande o altre sostanze; - slacciare gli indumenti che possono costituire ostacolo alla respirazione;
- in ogni caso attivarsi ai fini dell’intervento di persone o di mezzi per le prestazioni più urgenti e per il trasporto dell'infortunato al più vicino posto di pronto soccorso.
Servizi sanitari di pronto intervento : In cantiere dovranno essere presenti le seguenti dotazioni: in funzione del numero di lavoratori presenti, del tipo di lavorazione da
effettuare, della vicinanza delle strutture di pronto soccorso ed ospedaliere si prevede la dotazione di un pacchetto di medicazione contenente i presidi sanitari indispensabili
per prestare le prime immediate cure ai lavoratori feriti o colpiti da malore improvviso con dotazioni idonee sino a 15 persone presenti in cantiere. Il contenuto del pacchetto di medicazione dovrà rispettare quanto previsto dalla Norma. Lo stesso sarà custodito
nel locale adibito a locale di medicazione (ovvero in altra collocazione stabilita in accordo con il C.S.E e conosciuta da tutti i lavoratori), la sua ubicazione sarà
segnalata con appositi cartelli e la chiave del locale sarà custodita dal capo cantiere o in sua assenza da persona delegata e responsabile. Una tabella riportante i nominativi ed i numeri di telefono (eventualmente gli indirizzi) dei posti ed organizzazioni di
pronto intervento per i diversi casi di emergenza, che si dovessero presentare in cantiere, dovrà essere affissa in modo visibile sulle pareti esterne dell’ufficio di
cantiere e copia dovrà essere tenuta nel pacchetto di medicazione a cura del capo cantiere.
6. PRESCRIZIONI RELATIVE AI PIANI OPERATIVI DI SICUREZZA
6.1 Prescrizioni generali in merito alla redazione e gestione dei POS
Contenuti minimi del piano operativo di sicurezza : il POS deve essere redatto a cura di ciascun datore di lavoro delle imprese esecutrici e successive modificazioni, in riferimento al singolo cantiere interessato; esso deve contenere almeno i seguenti
elementi:
a) i dati identificativi dell'impresa esecutrice, che comprendono: 1) il nominativo del datore di lavoro, gli indirizzi ed i riferimenti telefonici della sede
legale e degli uffici di cantiere;
2) la specifica attività e le singole lavorazioni svolte in cantiere dall'impresa esecutrice e dai lavoratori autonomi sub-affidatari;
3) i nominativi degli addetti al pronto soccorso, antincendio ed evacuazione dei lavoratori e, comunque, alla gestione delle emergenze in cantiere, del rappresentante
dei lavoratori per la sicurezza, aziendale o territoriale, ove eletto o designato;
4) il nominativo del medico competente ove previsto; 5) il nominativo del responsabile del servizio di prevenzione e protezione;
6) i nominativi del direttore tecnico di cantiere e del capocantiere;
7) il numero e le relative qualifiche dei lavoratori dipendenti dell'impresa esecutrice e dei lavoratori autonomi operanti in cantiere per conto della stessa impresa;
b) le specifiche mansioni, inerenti la sicurezza, svolte in cantiere da ogni figura
nominata allo scopo dall'impresa esecutrice; c) la descrizione dell'attività di cantiere, delle modalità organizzative e dei turni di
lavoro;
d) l'elenco dei ponteggi, dei ponti su ruote a torre e di altre opere provvisionali di notevole importanza, delle macchine e degli impianti utilizzati nel cantiere;
e) l'elenco delle sostanze e preparati pericolosi utilizzati nel cantiere con le relative schede di sicurezza;
f) l'esito del rapporto di valutazione del rumore;
g) l'individuazione delle misure preventive e protettive, integrative rispetto a quelle contenute nel PSC quando previsto, adottate in relazione ai rischi connessi alle proprie
lavorazioni in cantiere; h) le procedure complementari e di dettaglio, richieste dal PSC quando previsto;
i) l'elenco dei dispositivi di protezione individuale forniti ai lavoratori occupati in cantiere;
l) la documentazione in merito all'informazione ed alla formazione fornite ai lavoratori occupati in cantiere.
In cantiere è previsto che vengano conservati i seguenti documenti per ogni impresa esecutrice :
Copia del certificato di iscrizione alla C.C.I.A.A. (Visura Camerale) Iscrizione alla camera di commercio, industria ed artigianato con oggetto sociale inerente alla
tipologia dell’appalto; Organigramma dirigenziale della Società, con indicazione del soggetto individuato
quale Datore di Lavoro (art.2 comma 1 lettera “b” del D. Lgs. 81/08), di cui dovranno essere forniti i dati anagrafici completi. Si dovrà anche indicare, se
presente, il nominativo del preposto (art.2 comma 1 lettera “e” del D. Lgs. 81/2008), di cui dovranno essere forniti i dati anagrafici completi e le mansioni
svolte. Si fornirà inoltre il nominativo del Legale Rappresentante; Numero dei lavoratori occupati in cantiere con relative mansioni;
Registro degli infortuni (in visione);
Documentazione equivalente del vecchio Libro Matricola;
Notifica preliminare ai sensi dell’art. 99 del D. Lgs. 81/2008;
Piano di Sicurezza e di Coordinamento ai sensi dell’art. 100 del D. Lgs. 81/08; Lettera di incarico del Coordinatore per la sicurezza in fase di progettazione ed
esecuzione (comprensiva dei dati anagrafici completi di domicilio);
Eventuali verbali di sopralluogo redatti dal Coordinatore per la sicurezza in fase di esecuzione;
Denuncia degli impianti elettrici di messa a terra;
Denuncia dei dispositivi di protezione contro le scariche atmosferiche; Libretto della gru a torre e/o dell’apparecchio di sollevamento con portata superiore
a 200 kg, o comunicazione all’ISPESL per il suo collaudo
Piano Operativo di Sicurezza ex. art. 89 comma 1 lettera “h” (P.O.S.) delle ditte presenti in cantiere in occasione del sopralluogo ispettivo;
Copia dei contratti di appalto/subappalto in corso d’opera;
Autorizzazione Ministeriale alla costruzione dei ponteggi metallici fissi;
Relazione tecnica con descrizione degli elementi del ponteggio e disegno esecutivo;
Libretto di Uso e Manutenzione del trabattello e di tutti i macchinari e apprestamenti presenti
Dichiarazione di Organico Medio Annuo (DOMA);
Documento Unico di Regolarità Contributiva (DURC)
Idoneità alla mansione del personale presente in cantiere; Dichiarazione di non essere oggetto di provvedimenti di sospensione o interdittivi di
cui all’art. 14 del D. Lgs. N. 81/2008 e s.m.i.
7. INDIVIDUAZIONE, ANALISI E VALUTAZIONE DEI RISCHI PER
L’AMBIENTE CIRCOSTANTE L’AREA DI CANTIERE, IN RELAZIONE AL SUO INSEDIAMENTO E ALLE ATTIVITÀ SVOLTE
In particolare è bene definire il transito del rischio dal cantiere, all’ambiente circostante. Si evidenzia quanto comporti un cantiere di adeguamento dell’impiantistica a servizio di un Istituto di Ricerca Metrologico come descritto, messo
in atto all’interno di un complesso attivo al momento dell’intervento.
Il cantiere comporta le seguenti attività : occupazione degli spazi in cui va ad operare e degli spazi di supporto presa di possesso, preparazione, delimitazione e sgombero dell’area dove si
interviene adattamento dei luoghi alla tipologia dell’intervento
movimento di materiale e di attrezzature con macchine operatrici ed impianti di sollevamento
formazione trabattelli e piani di lavoro
opere di scavo, demolizione e di rimozione che producono polveri, rumore e vibrazioni
opere in ambienti confinati rimozione MCA approvvigionamento e trasporto interno di materiali per il cantiere
fornitura e posa nuovi materiali adeguamenti dell’impiantistica presente
opere murarie e di assistenza muraria agli impiantisti pulizia e movimentazione dei residui di lavorazione o della risulta
smontaggio di tutti gli allestimenti, apprestamenti e macchinari approntati per le lavorazioni
restituzione degli spazi alla normale attività degli impianti
Queste attività comportano dei rischi per l’ambiente circostante, che sono evidenziati
dall’analisi dei pericoli e delle situazioni pericolose durante il lavoro di seguito elencate e commentate : cadute dall’alto : nel cantiere di adeguamento dell’impiantistica a servizio di un
Istituto di Ricerca Metrologico così come descritto le perdite di stabilità dell’equilibrio di persone, che possono comportare cadute da un piano di lavoro ad un altro, posto
a quota inferiore (di norma con dislivello maggiore di 2 metri), devono essere impedite con misure di prevenzione, generalmente costituite da parapetti di trattenuta applicati a tutti i lati liberi di travi, impalcature, piattaforme, ripiani,
balconi, passerelle e luoghi di lavoro o di passaggio sopraelevati. Qualora risulti impossibile l’applicazione di tali protezioni, devono essere adottate misure collettive,
o personali, atte ad arrestare con il minore danno possibile le cadute. A seconda dei casi possono essere utilizzate: superfici di arresto costituite da tavole in legno o materiali semirigidi; reti o superfici di arresto molto deformabili; dispositivi di
protezione individuale di trattenuta o di arresto. Lo spazio, corrispondente al percorso di eventuale caduta, deve essere reso preventivamente libero da ostacoli,
capaci di interferire con le persone in caduta, causandogli danni o modificandone la traiettoria. Tutto questo comporta per l’attività del complesso la presenza di installazioni di sicurezza che interferiscono con i suoi spazi e l’interdizione di accesso
ad aree e locali. Quindi interferenza con la normale attività operativa e necessità di operazioni di coordinamento con il cantiere e le sue maestranze.
urti, colpi, impatti, compressioni : nel cantiere di adeguamento dell’impiantistica a
servizio di un Istituto di Ricerca Metrologico come descritto le attività, che richiedono sforzi fisici violenti e/o repentini, devono essere eliminate o ridotte, anche,
attraverso l’impiego di attrezzature idonee alla mansione. Gli utensili, gli attrezzi e gli apparecchi per l’impiego manuale devono essere tenuti in buono stato di conservazione ed efficienza e, quando non utilizzati, devono essere tenuti in
condizioni di equilibrio stabile (es. riposti in contenitori o assicurati al corpo dell’addetto) e non devono ingombrare posti di passaggio o di lavoro. I depositi di
materiali, in cataste, pile e mucchi, devono essere organizzati in modo da evitare crolli o cedimenti e permettere una sicura ed agevole movimentazione. Tutto questo comporta per l’attività dell’istituto la presenza di zone di magazzino e di supporto al
cantiere, con interferenza con la normale attività operativa e necessità di operazioni di coordinamento con il cantiere e le sue maestranze.
punture, tagli, abrasioni : nel cantiere di adeguamento dell’impiantistica a servizio di un Istituto di Ricerca Metrologico così come descritto deve essere evitato il contatto del corpo dell’operatore, che esegue attività di cantiere, con elementi taglienti o
pungenti o comunque capaci di procurare lesioni. Tutti gli organi lavoratori delle apparecchiature devono essere protetti contro i contatti accidentali. Dove non sia
possibile eliminare il pericolo, o non siano sufficienti le protezioni collettive (delimitazione delle aree a rischio), devono essere impiegati i DPI idonei alla
mansione (calzature di sicurezza, guanti, grembiuli di protezioni, schermi, occhiali, etc.). Questo comporta interferenza con la normale attività operativa e necessità di operazioni di coordinamento con il cantiere e le sue maestranze.
vibrazioni : nel cantiere di adeguamento dell’impiantistica a servizio di un Istituto di Ricerca Metrologico così come descritto, qualora non sia possibile evitare l’utilizzo
diretto di utensili ed attrezzature, comunque, capaci di trasmettere vibrazioni al corpo dell’operatore, queste ultime devono essere dotate di tutte le soluzioni tecniche più efficaci per la protezione dei lavoratori (es.: manici antivibrazioni,
dispositivi di smorzamento, etc.) ed essere mantenute in stato di perfetta efficienza. I lavoratori addetti devono essere sottoposti a sorveglianza sanitaria e deve essere
valutata l’opportunità di adottare la rotazione tra gli operatori. Tutto questo comporta per l’attività dell’istituto la presenza di attività che possono comportare la generazioni di vibrazioni, che possono essere trasmesse alle strutture dell’edificio,
con interferenza con la normale attività operativa dell’istituto e necessità di operazioni di coordinamento con il cantiere e le sue maestranze.
scivolamenti, cadute a livello : nel cantiere di adeguamento dell’impiantistica a servizio di un Istituto di Ricerca Metrologico così come descritto i percorsi, per la movimentazione dei carichi ed il dislocamento dei depositi, devono essere scelti in
modo da evitare quanto più possibile le interferenze con zone in cui si trovano attività di ricerca. I percorsi pedonali interni al cantiere devono sempre essere
mantenuti sgombri da attrezzature, materiali, materiale di demolizione, macerie o altro, capace di ostacolare il cammino degli operatori. Tutti gli addetti devono indossare calzature idonee. Per ogni postazione di lavoro è necessario individuare la
via di fuga più vicina. Deve altresì provvedersi per il sicuro accesso ai posti di lavoro in piano, in elevazione e in profondità. Le vie d’accesso al cantiere e quelle
corrispondenti ai percorsi interni, devono essere illuminate secondo le necessità diurne e notturne. Tutto questo comporta per l’attività la presenza di aree dedicate destinate a percorso di accesso alle aree di lavorazione del cantiere e conseguente
necessità di operazioni di coordinamento con il cantiere e le sue maestranze. elettrici : nel cantiere di adeguamento dell’impiantistica a servizio di un Istituto di
Ricerca Metrologico così come descritto, prima di iniziare le attività deve essere effettuata una ricognizione dei luoghi dei lavori, al fine di individuare la eventuale
esistenza di linee elettriche aeree o interrate e stabilire le idonee precauzioni per
evitare possibili contatti diretti o indiretti con elementi in tensione. I percorsi e la
profondità delle linee interrate o in cunicolo in tensione, devono essere rilevati e segnalati in superficie quando interessano direttamente la zona di lavoro. Devono
essere altresì formulate apposite e dettagliate istruzioni scritte per i preposti e gli addetti ai lavori in prossimità di linee elettriche. La scelta degli impianti e delle attrezzature elettriche per le attività edili deve essere effettuata in funzione dello
specifico ambiente di lavoro, verificandone la conformità alle norme di Legge e di buona tecnica. La realizzazione di interventi sull’impiantistica di cantiere o di
adeguamento di impianti del complesso, sarà caratterizzata da una sequenza operativa articolata e dalla possibilità di effettuare "fuori servizio" degli impianti elettrici, con predisposizione di adeguate misure organizzative per limitare la durata
e l'entità dei disservizi. Tutto questo comporta, per l’attività dell’istituto una interferenza con la normale attività operativa e la conseguente necessità di
operazioni di coordinamento con il cantiere e le sue maestranze. rumore : nel cantiere di adeguamento dell’impiantistica a servizio di un Istituto di
Ricerca Metrologico così come descritto le attrezzature del cantiere devono essere
correttamente mantenute e utilizzate, in conformità alle indicazioni del fabbricante, al fine di limitarne la rumorosità eccessiva. Quando il rumore di una lavorazione o di
una attrezzatura non può essere eliminato o ridotto, si devono porre in essere protezioni collettive quali la delimitazione dell’area interessata e/o la posa in opera di
schermature supplementari della fonte di rumore. Se la rumorosità non è diversamente abbattibile è necessario adottare i dispositivi di protezione individuali conformi a quanto indicato nel rapporto di valutazione del rumore e prevedere la
rotazione degli addetti alle mansioni rumorose. Tutto questo comporta per l’attività dell’istituto la presenza di attività che possono comportare la generazione di rumore
che può essere trasmessa alle strutture dell’edificio, con interferenza con la normale attività operativa e necessità di operazioni di coordinamento con il cantiere e le sue maestranze.
cesoiamento, stritolamento : nel cantiere di adeguamento dell’impiantistica a servizio di un Istituto di Ricerca Metrologico così come descritto il cesoiamento e lo
stritolamento di persone tra parti mobili di macchine e parti fisse delle medesime o di opere, strutture provvisionali altro, deve essere impedito limitando con mezzi materiali il percorso delle parti mobili o segregando stabilmente la zona pericolosa.
Qualora ciò non risulti possibile, deve essere installata una segnaletica appropriata e devono essere osservate opportune distanze di rispetto; ove del caso devono essere
disposti comandi di arresto di emergenza, in corrispondenza dei punti di potenziale pericolo. Tutto questo comporta, per l’attività dell’istituto, la presenza di attività che possono comportare segregazione, anche momentanea, di percorsi e spazi con
interferenza con la normale attività operativa e necessità di operazioni di coordinamento con il cantiere e le sue maestranze.
caduta materiale dall’alto : nel cantiere di adeguamento dell’impiantistica a servizio di un Istituto di Ricerca Metrologico così come descritto le perdite di stabilità incontrollate dell’equilibrio di masse materiali in posizione ferma o nel corso di
maneggio e trasporto manuale o meccanico ed i conseguenti moti di crollo, scorrimento, caduta inclinata su piani o verticale nel vuoto, devono, di regola, essere
impediti mediante la corretta sistemazione delle masse o attraverso l’adozione di misure atte a trattenere i corpi in relazione alla loro natura, forma e peso. Gli effetti dannosi conseguenti alla possibile caduta di masse materiali su persone o cose,
devono essere eliminati mediante dispositivi rigidi o elastici di arresto, aventi robustezza, forme e dimensioni proporzionate alle caratteristiche dei corpi in caduta.
Quando i dispositivi di trattenuta o di arresto risultino mancanti o insufficienti, deve essere impedito l’accesso involontario alle zone di prevedibile caduta, segnalando
convenientemente la natura del pericolo. Tutti gli addetti devono comunque fare uso
dell’elmetto di protezione personale. Tutto questo comporta la presenza di attività
che possono comportare segregazione, anche momentanea, di percorsi e spazi con interferenza con la normale attività operativa e la necessità di operazioni di
coordinamento con il cantiere e le sue maestranze. movimentazione manuale dei carichi : nel cantiere di adeguamento dell’impiantistica
a servizio di un Istituto di Ricerca Metrologico così come descritto la movimentazione
manuale dei carichi deve essere ridotta al minimo e razionalizzata, al fine di non richiedere un eccessivo impegno fisico del personale addetto. In ogni caso è
opportuno ricorrere ad accorgimenti quali la movimentazione ausiliata o la ripartizione del carico. Il carico da movimentare deve essere facilmente afferrabile e non deve presentare caratteristiche, tali da provocare lesioni al corpo dell’operatore,
anche in funzione della tipologia della lavorazione. In relazione alle caratteristiche ed entità dei carichi, l’attività di movimentazione manuale deve essere preceduta ed
accompagnata da una adeguata azione di informazione e formazione, previo accertamento, per attività non sporadiche, delle condizioni di salute degli addetti. Tutto questo comporta per l’attività dell’istituto la presenza di attività che possono
comportare segregazione, anche momentanea, di percorsi e spazi con interferenza con la normale attività operativa e necessità di operazioni di coordinamento con il
cantiere e le sue maestranze. polveri, fibre: nel cantiere di adeguamento dell’impiantistica a servizio di un Istituto
di Ricerca Metrologico così come descritto nelle lavorazioni che prevedono l’impiego di materiali in grana minuta o in polvere oppure fibrosi e nei lavori che comportano l’emissione di polveri o fibre dei materiali lavorati, la produzione e/o la diffusione
delle stesse deve essere ridotta al minimo utilizzando tecniche e attrezzature idonee. Le polveri e le fibre captate e quelle depositatesi, se dannose, devono essere
sollecitamente raccolte ed eliminate con i mezzi e gli accorgimenti richiesti dalla loro natura. Qualora la quantità di polveri o fibre presenti superi i limiti tollerati e comunque nelle operazioni di raccolta ed allontanamento di quantità importanti delle
stesse, devono essere forniti ed utilizzati indumenti di lavoro e DPI idonei alle attività ed eventualmente, ove richiesto, il personale interessato deve essere
sottoposto a sorveglianza sanitaria. Tutto questo comporta per l’attività dell’istituto la presenza di attività che possono comportare segregazione, anche momentanea, di percorsi e spazi con interferenza con la normale attività operativa e necessità di
operazioni di coordinamento con il cantiere e le sue maestranze. Sarà necessario confinare gli spazi oggetto di lavorazione con teli di pvc tesati su strutture portanti
idonee. Particolare attenzione nelle attività di bonifica MCA. getti, schizzi : nel cantiere di adeguamento dell’impiantistica a servizio di un Istituto
di Ricerca Metrologico così come descritto nei lavori a freddo e a caldo, eseguiti a
mano o con apparecchi, con materiali, sostanze e prodotti che danno luogo a getti e schizzi dannosi per la salute, devono essere adottati provvedimenti atti ad impedirne
la propagazione nell’ambiente di lavoro, circoscrivendo la zona di intervento. Gli addetti devono indossare adeguati indumenti di lavoro e utilizzare i DPI necessari. Tutto questo comporta per l’attività dell’istituto la presenza di attività che possono
comportare segregazione e confinamento, anche momentanei di percorsi e spazi con interferenza con la normale attività operativa e necessità di operazioni di
coordinamento con il cantiere e le sue maestranze. gas, vapori : nel cantiere di adeguamento dell’impiantistica a servizio di un Istituto
di Ricerca Metrologico così come descritto nei lavori a freddo o a caldo, eseguiti a
mano o con apparecchi, con materiali, sostanze e prodotti che possono dar luogo, da soli o in combinazione, a sviluppo di gas, vapori, nebbie, aerosol e simili, dannosi
alla salute, devono essere adottati provvedimenti atti a impedire che la concentrazione di inquinanti nell’aria superi il valore massimo tollerato indicato nelle
norme vigenti. La diminuzione della concentrazione può anche essere ottenuta con
mezzi di ventilazione generale o con mezzi di aspirazione localizzata seguita da
abbattimento. In ambienti confinati deve essere effettuato il controllo del tenore di ossigeno, procedendo all’insufflamento di aria pura secondo le necessità riscontrate
o utilizzando i DPI adeguati all’agente. Deve comunque essere organizzato il rapido deflusso del personale per i casi di emergenza. Qualora sia accertata o sia da temere la presenza o la possibilità di produzione di gas tossici o asfissianti o la irrespirabilità
dell’aria ambiente e non sia possibile assicurare una efficace aerazione ed una completa bonifica, gli addetti ai lavori devono essere provvisti di idonei respiratori
dotati di sufficiente autonomia. Deve inoltre sempre essere garantito il continuo collegamento con persone all’esterno in grado di intervenire prontamente nei casi di emergenza. Tutto questo comporta per l’attività dell’istituto la presenza di attività
che possono comportare segregazione e confinamento, anche momentanei di percorsi e spazi con interferenza con la normale attività operativa e necessità di
operazioni di coordinamento con il cantiere e le sue maestranze. allergeni : nel cantiere di adeguamento dell’impiantistica a servizio di un Istituto di
Ricerca Metrologico così come descritto tra le sostanze utilizzate in edilizia, alcune
sono capaci di azioni allergizzanti (riniti, congiuntiviti, dermatiti allergiche da contatto). I fattori favorenti l’azione allergizzante sono: brusche variazioni di
temperatura, azione disidratante e lipolitica dei solventi e dei leganti, presenza di sostanze vasoattive. La sorveglianza sanitaria va attivata in presenza di sintomi
sospetti anche in considerazione dei fattori personali di predisposizione a contrarre questi tipi di affezione. In tutti i casi occorre evitare il contatto diretto di parti del corpo con materiali resinosi, polverulenti, liquidi, aerosoli e con prodotti chimici in
genere, utilizzando indumenti da lavoro e DPI appropriati (guanti, maschere, occhiali etc.). Tutto questo comporta per l’attività dell’istituto la presenza di attività che
possono comportare segregazione, anche momentanea di percorsi e spazi con interferenza con la normale attività operativa e necessità di operazioni di coordinamento con il cantiere e le sue maestranze.
colpo di calore : nel cantiere di adeguamento dell’impiantistica a servizio di un Istituto di Ricerca Metrologico così come descritto si raccomanda di dare la
possibilità ai lavoratori di brevi e frequenti pause in ambienti freschi e di fornire acqua potabile fresca a volontà. I lavoratori devono indossare indumenti adeguati ed essere formati ed informati del rischio a cui sono soggetti per esposizione al calore.
Questo comporta interferenza con la normale attività operativa e necessità di operazioni di coordinamento con il cantiere e le sue maestranze.
contaminazione di impianti : nel cantiere di adeguamento dell’impiantistica a servizio di un Istituto di Ricerca Metrologico così come descritto le opere possono cagionare infezioni di origine idrica oppure interruzione di erogazioni per possibilità di
intercettare accidentalmente tubazioni durante opere. Questo comporta interferenza con la normale attività operativa e necessità di operazioni di coordinamento con il
cantiere e le sue maestranze. emergenza : nel cantiere di adeguamento dell’impiantistica a servizio di un Istituto
di Ricerca Metrologico così come descritto per ogni postazione di lavoro è necessario
individuare una “via di fuga”, da mantenere sgombra da ostacoli o impedimenti, che il personale potrà utilizzare per la normale circolazione ed in caso di emergenza.
Tutto questo comporta l’utilizzo, anche momentaneo, di percorsi e spazi con interferenza con la normale attività operativa o con percorsi legati all’evacuazione della struttura e necessità di operazioni di coordinamento con il cantiere e le sue
maestranze. incendio : nel cantiere di adeguamento dell’impiantistica a servizio di un Istituto di
Ricerca Metrologico così come descritto nei lavori effettuati in presenza di materiali, sostanze o prodotti infiammabili, esplosivi o combustibili, devono essere adottate le
misure atte ad impedire i rischi conseguenti. In particolare: le attrezzature e gli
impianti devono essere di tipo idoneo all’ambiente in cui si deve operare; le
macchine, i motori e le fonti di calore eventualmente preesistenti negli ambienti devono essere tenute inattive; gli impianti elettrici preesistenti devono essere messi
fuori tensione; non devono essere contemporaneamente eseguiti altri lavori suscettibili di innescare esplosioni od incendi, né introdotte fiamme libere o corpi caldi; gli addetti devono portare calzature ed indumenti che non consentano
l’accumulo di cariche elettrostatiche o la produzione di scintille e devono astenersi dal fumare; nelle immediate vicinanze devono essere predisposti estintori idonei per
la classe di incendio prevedibile; all’ingresso degli ambienti o alla periferie delle zone interessate dai lavori devono essere poste scritte e segnali ricordanti il pericolo. Nei lavori a caldo con bitumi, catrami, asfalto e simili devono essere adottate misure
contro i rischi di: traboccamento delle masse calde dagli apparecchi di riscaldamento e dai recipienti per il trasporto; incendio; ustione. Durante le operazioni di taglio e
saldatura deve essere impedita la diffusione di particelle di metallo incandescente al fine di evitare ustioni e focolai di incendio. Gli addetti devono fare uso degli idonei dispositivi di protezione individuali. Anche la definizione di punto di raccolta potrà
comportare modifiche allo stato attuale, come la costituzione e la cura dei presidi antincendio. In ogni caso nelle lavorazioni l’utilizzo di sostanze infiammabili dovrà
essere limitato al minimo indispensabile. La presenza di bombole con gas compresso o di reti gas può altresì presentare il rischio di esplosione. In cantiere dovrà essere
inoltre sempre presente una squadra con personale antincendio opportunamente formato e informato. Questo comporta interferenza con la normale attività operativa e necessità di operazioni di coordinamento con il cantiere e le sue maestranze.
8. ORGANIZZAZIONE PREVISTA PER IL SERVIZIO DI PRONTO
SOCCORSO, ANTINCENDIO ED EVACUAZIONE DEI LAVORATORI Si prescrivono norme comportamentali relative alle situazioni di emergenza
nell'ambito delle aree di cantiere.
In generale, per ogni postazione di lavoro è necessario individuare una via di fuga, da mantenere sgombra da ostacoli o impedimenti, che il personale potrà utilizzare per la normale circolazione ed in caso di emergenza; l'ordine dell'area di cantiere è il primo
punto di qualunque procedura di emergenza. Le vie di fuga devono convergere in un punto di raccolta sicuro, in cui gli evacuati sono tenuti a radunarsi per consentire al
responsabile del cantiere di verificare se tutte le persone presenti in cantiere hanno potuto portarsi al sicuro.
In un punto conosciuto e segnalato del cantiere, in genere l’ufficio presso la struttura uffici adiacente, dovrà essere disponibile sempre un telefono per le segnalazioni
d’allarme; accanto all’apparecchio telefonico, dovrà essere apposta una tabelle riportante i principali numeri di soccorso ( Carabinieri, VVFF, pronto soccorso, polizia municipale, Italgas, etc.) ed i numeri di reperibilità dell’appaltatore, del CSE, del
responsabile dei lavori, della DL, etc.
Soccorso agli infortunati: se si presenta la necessità di prestare soccorso ad una persona infortunata ricordare di attivarsi per fare intervenire personale abilitato al
soccorso e fare riferimento al manuale pratico “Il Primo Soccorso nel Cantiere” del C.P.T. di Torino. In ogni caso deve essere sempre garantita la presenza di un addetto al pronto soccorso per l’intero svolgimento dell’opera, in possesso di documentazione
comprovante la frequenza di un corso di primo soccorso presso strutture specializzate. Agire con prudenza non impulsivamente né sconsideratamente; non sottoporre
l'infortunato a movimenti inutili; non muovere assolutamente i traumatizzati al cranio o alla colonna vertebrale ed i sospetti di frattura; non premere o massaggiare quando l'evento può aver causato lesioni profonde; non somministrare bevande o altre
sostanze; slacciare gli indumenti che possono costituire ostacolo alla respirazione; in ogni caso attivarsi ai fini dell'intervento di persone o di mezzi per le prestazioni più
urgenti e per il trasporto dell'infortunato al più vicino posto di pronto soccorso.
Prevenzione incendi: vedere scheda specifica. Se nell’area di intervento esistono
presidi antincendio attivi, se questi devono essere eventualmente esclusi per motivi di lavorazione, devono essere sempre tempestivamente ripristinati. In ogni caso deve
essere sempre garantita la presenza di un addetto antincendio per l’intero svolgimento dell’opera, in possesso di documentazione comprovante la frequenza di un corso di antincendio presso strutture specializzate. Dotazione di estintori e di coperte
antifiamma.
Procedure d'emergenza: per ogni postazione di lavoro è necessario individuare una via di fuga, da mantenere sgombra da ostacoli o impedimenti, che il personale potrà utilizzare per la normale circolazione ed in caso di emergenza. Nel caso di lavorazioni
in edifici su più scale è opportuno organizzare il lavoro in modo che una scala, anche esterna, rimanga comunque percorribile in caso di necessità. Si prescrive l'ordine
dell'area di cantiere come primo punto di qualunque procedura di emergenza.