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MAGAZINEn.128 / 168 MARZO 2016
Apple: serve una “operazione simpatia”Inizio febbraio di quest’anno: tutti i giornali del mondo, alcuni con toni entusiastici, bat-tono la notizia del sorpasso di Alphabet, la holding di Google, nei confronti di Apple in termini di capitalizzazione di borsa. Un sor-passo avvenuto in corso di contrattazioni e non alla chiusura della giornata, dove Apple si riporta davanti. Il giorno dopo, a notizie già largamente pubblicate, Google ce la fa e chiude effettivamente le contrattazioni della giornata con una capitalizzazione di borsa di poco maggiore a quella di Apple: 533,20 contro 532,72 miliardi di dollari.
Il primato, oltre a non avere alcun valore concreto (le quotazioni di borsa sono solo una pallida rappresentazione della realtà), è decisamente effimero e dura meno di 24 ore. Il giorno successivo il valore di borsa di Apple ripassa davanti e nelle settimane successive riprende il distacco: mentre scriviamo Apple vale al NASDAQ circa 85 miliardi di dollari in più di Google (vedi grafico qui sotto). Ovviamente la notizia dell’immediato ritorno di Apple in cima alla classifica delle aziende con la maggiore capitalizzazione di borsa non viene data letteralmente da nessuno. Una toccata e fuga quella di Google, che dimostra – in una fase sicuramente delicata – la salute del gruppo ma anche la sostanziale tenuta di Apple, malgrado il “fuoco” informativo sulla perdita della leadership di borsa, notizie di cui il mercato finanziario si nutre molto più dei fatti concreti.
Questa della capitalizzazione di borsa è
una questione poco più che formale ma è la cartina al tornasole di un problema non banale che Apple dovrà affrontare, almeno nel medio termine: la società – è evidente dalla propagazione virale della notizia – sta affrontando una crisi di “simpatia”. È un effetto che capita spesso ai leader dopo qualche anno di dominio; soprattutto quan-do la leadership tecnologica e d’immagine è stata celebrata con locuzioni molto forti, come il ricorrente “Il più xxx di sempre”, da declinare secondo le situazioni: frasi che fanno andare in visibilio la “fanbase” e le platee dei keynote americani ma che inaspriscono i confronti e che inevitabil-mente sfociano in (meritati) sfottò a facile propagazione social. E in effetti tutto si può dire di Apple tranne che sia un brand ritenuto largamente “simpatico” ed inclu-sivo; anzi la sua forza in questi ultimi anni è stata proprio quella di creare un’elite di massa, un’apparente utopia che nasconde, oltre ad innegabili vantaggi commerciali, qualche effetto collaterale: non appena se ne presenta l’occasione, sono in tanti a dare addosso alla mela morsicata. Accadde già per l’antennagate, accadde per l’imperfetto debutto della app Mappe, e accadrà ogni
Testa:“Canone Rai in bolletta? Per le società danno di immagine” Abbiamo incontrato Chicco Testa, il presidente di Assoelettrica, l’associazione delle imprese elettriche incaricate di raccogliere il canone contro la loro volontà
Rai trasmetterà 8 partite degli Europei di calcio in 4K via tivùsat Rai e Eutelsat annunciano l’avvio di una collaborazione per trasmettere la TV pubblica via satellite in 4K Ultra HD 02
I big della tecnologia con Apple contro l’FBI
Come vedere le gare della MotoGP 2016 su Sky e in chiaro 10
04
TIM raddoppia il costo delle chiamate a consumo 0706
L’Ultra HD Blu-ray Panasonic sarà disponibile da aprile a 799 euroDue film in omaggio compresi con il lettore
12
IN PROVA
28
Technics Ottava Che bella musica
26
Honor 7, qualità per tutte le tasche
qual volta a Cupertino non azzeccano qual-che cosa: è capitato e – visto che Apple non è certo perfetta – capiterà di nuovo.
Dall’altra parte del confronto c’è Google, so-cietà verso la quale gli utenti sono molto più inclini al perdono, anche quando, senza mai creare eccessivo clamore, da Menlo Park arrivano servizi ancora imperfetti in beta o attività che vengono cessate prematura-mente. Google è evidentemente molto più simpatica di Apple alla grande base degli utenti e questo perché Google è anti-elite, è dichiaratamente un servizio di massa e che proprio sui numeri garantiti dalla massa sta-bilisce il suo predominio. Google agli utenti finali generalmente regala i propri servizi: con GMail prima e con tanti altri servizi poi ha varato l’economia della (finta) gratuità
spiazzando e mandando completamente fuori mercato chi gli stessi servizi voleva offrirli chiedendo un equo corrispettivo. Ov-viamente dietro questi servizi gratuiti c’è un implicito scambio: l’utente ottiene il servizio gratuitamente, sia che si tratti del browser Chrome, sia che si tratti di GMail, di Google Drive o di YouTube; in cambio accetta di essere “spiato”, profilato e di fatto venduto come merce pubblicitaria. Approfondendo questo tema ci sarebbero argomenti per appannare l’immagine di cui Google gode fra l’opinione pubblica. Eppure, Google alla gente è naturalmente simpatica; Apple no, o almeno non a tutti. E su questo a Cuper-tino, per resistere nel tempo, dovrebbero iniziare a lavorare sin da subito. Gianfranco GIARDINA
torna al sommario 2
MAGAZINEn.128 / 168 MARZO 2016
ENTERTAINMENT Rai e Eutelsat annunciano una collaborazione per portare la TV pubblica italiana via satellite in 4K Ultra HD
Rai trasmetterà 8 partite degli Europei in 4K su satelliteSi parte con 8 partite degli Europei di calcio, che saranno visibili grazie alla piattaforma satellitare gratuita TivùSat
di Roberto PEZZALI
L’Italia entra ufficialmente nel-
l’era dell’Ultra HD: grazie a una
partnership con Eutelsat e TivùSat,
la Rai trasmetterà 8 partite degli Europei
a 3840 x 2160, ovvero in Ultra HD 4K. Chi
negli ultimi anni ha comprato un TV con
pannello di nuova generazione potrà fi-
nalmente godere di ogni singolo pixel del
suo nuovo televisore. Si può quasi parlare
di miracolo perché questa volta Rai riesce
ad anticipare addirittura Sky che è sem-
pre stata la prima a introdurre le nuove
tecnologie in Italia su larga scala, dall’HD
al 3D. Rai e Eutelsat hanno annunciato di
aver avviato una collaborazione legata
all’Ultra HD, ma è l’amministratore dele-
gato di Eutelsat Renato Farina a darci in
esclusiva i dettagli più interessanti: “Non è
una sperimentazione: porteremo davvero
l’Ultra HD con la sua eccezionale qualità
a tutti gli italiani che sono in grado di rice-
vere il segnale”.
Gli Europei di calcio sono quindi un inizio,
Rai fa sul serio e il mezzo di trasmissione
non poteva che essere il satellite, l’unico
sistema che oggi ha la capacità trasmis-
siva necessaria per poter gestire senza
problemi una trasmissione che richiede
molta più banda di quella necessaria per
un normale segnale HD. Le partite interes-
sate dalla trasmissione Ultra HD saranno
quella inaugurale, Francia – Romania, se-
guita da altre 7 partite di quarti, semifinali
e finali: si parte quindi sabato 10 giugno
alle ore 21 con Benzema, Pogba e soci e
speriamo che si possa chiudere questo
evento eccezionale con una bella partita
degli azzurri il 10 luglio.
Per vedere le partite servirà TivùSatLa Rai trasmetterà le 8 partite degli
Europei su satellite Eutelsat (Hotbird a 13°
EST) tramite TivùSat, la piattaforma satelli-
tare gratuita che permette già di vedere 9
canali in HD con 5 canali Rai in alta defini-
zione (Rai 1, Rai 2, Rai 3, Rai 4 e Rai Sport).
La trasmissione sarà criptata, e per poter-
la vedere servirà quindi un TV Ultra HD
con tuner satellitare a bordo, la parabola
puntata verso Eutelsat (lo stesso satellite
da cui trasmette SKY), la CAM TivùSat
(un modulo di lettura card da inserire in
un apposito slot nel TV) e la tessera che
viene data in dotazione gratuita con il
modulo CAM. Sul sito di TivùSat è pos-
sibile sfogliare la lista dei TV Ultra HD certificati, ma è giusto dire che la CAM
funziona correttamente anche con molti
SPECIALE TIVÙSAT E L’OFFERTA SATELLITARE GRATUITA• TV free via satellite, scegliere l’impianto giusto
• Tivùsat, un mondo di canali sempre attivi
• Come si fa per vedere i canali della piattaforma gratuita TivùSat
altri TV che non sono stati certificati. Ad
oggi non esiste un decoder esterno Tivù-
Sat Ultra HD, quindi il televisore è l’unico
mezzo per accedere alle trasmissioni.
Per tutte le informazioni che riguardano
TivùSat vi rimandiamo ai nostri speciali,
raggiungibili selezionando i link presenti
nel riquadro qui sopra.
ENTERTAINMENT Annunciate modifiche importanti al palinsesto e la trasmissione in HD di Rai 1, Rai 2 e Rai 3 entro un anno
Campo Dall’Orto: “Entro un anno Rai 1, 2 e 3 in HD su DTT”L’azienda elimina l’emotainment da Rai 1 e, nell’anno degli Europei e delle Olimpiadi, punta in modo deciso sullo sport
di Alvise SALICE
L a Rai si appresta a modificare orga-
nizzazione, strategia e palinsesto in
modo significativo. L’ha dichiarato
il DG Campo Dall’Orto in un’intervista
esclusiva a Repubblica, dove ha tocca-
to anche il tema del canone in bolletta
bollando come “incomprensibili” le pole-
miche delle ultime settimane in un Paese
che da sempre lotta contro l’evasione.
Secondo il DG della Rai, l’azienda deve
puntare forte sullo sport, recuperando
su Rai Sport il terreno perso nei confronti
dei competitor. Per questo sono già in
programma 4 puntate di Sfide dedicate
agli Europei e 8 alle Olimpiadi. Ma so-
prattutto viene annunciata la trasmissio-
ne in HD di Rai 1, Rai 2 e Rai 3: “Dal punto
di vista tecnico, entro un anno Rai 1, Rai 2
e Rai 3 trasmetteranno in HD”, ha affer-
mato Campo Dall’Orto, con riferimento al
digitale terrestre poiché i tre canali citati
sono già disponibili in HD su piattaforma
TivùSat (canali 101, 102 e 103).
Notevoli le modifiche al palinsesto an-
nunciate: la prima notizia è che non ci
sarà più la cronaca nera all’interno di
Domenica in, una scelta che verrà pa-
gata in termini di ascolti ma che si alli-
nea con il concetto di servizio pubblico
portato avanti da Campo Dall’Orto. Altra
novità significativa è che su Rai 1 non
tornerano i programmi di emotainment,
termine gergale che identifica tutti quei
programmi che puntano molto sul fat-
tore emotivo. E quindi non vedremo su
Rai 1 Il dono, un programma incentrato
su atti di altruismo, vite salvata e gesti
di coraggio, ma anche Così vicini e così
lontani, che ripete il classico schema del
ricongiungimento tra parenti lontani, e Ti
lascio una canzone, il talent show con-
dotto da Antonella Clerici con protagoni-
sti giovani ragazzi tra i 10 e i 16 anni.
torna al sommario 3
MAGAZINEn.128 / 168 MARZO 2016
di Gianfranco GIARDINA
P artiamo dal fondo: sono passati già 20 giorni
dalla scadenza prevista e ancora il decreto mi-
nisteriale che deve normare l’inserimento del
canone RAI nella bolletta elettrica non c’è, anche se
iniziano a circolarne delle bozze. Questo ritardo è
l’effetto più tangibile delle difficoltà operative e or-
ganizzative che il Governo sta incontrando nel appli-
care l’inserimento in bolletta del canone deciso nella
legge di stabilità e oramai largamente comunicato
anche dai tanti spot della stessa RAI. L’unica certezza
(ma che per alcuni non è neppure poi così scontata)
è che si dovrebbe iniziare a pagare il canone dalla
bolletta di luglio con una super-rata da 70 euro, qua-
si la totalità dei 100 euro previsti per l’anno in corso;
il resto nelle bollette successive. E – contrariamente a quanto detto dal Governo e dalla RAI sul suo sito – non si pagherà affatto in 10 rate da 10 euro, da
gennaio a ottobre: infatti per quasi tutte le società
elettriche le bollette sono bimestrali e quindi il paga-
mento avverrà scaglionato in 5 o sei rate.
Il problema principale, però, come noi avevamo già
osservato in passato, è la corretta determinazione
dei cittadini nelle cui bollette inserire il canone: i dati
presenti nei database delle società elettriche non
sono sufficienti per determinare con precisione lo sta-
tus di “residente”, come ci ha spiegato Chicco Testa,
presidente di Assoelettrica, in un’intervista che tro-
vate nella pagina seguente. Quindi le società elettri-
che aspettano dall’Agenzia delle Entrate una sorta di
ricongiungimento dei dati ottenuto con l’incrocio di
altri database, primi fra tutti quelle dell’anagrafe dei
diversi comuni. Purtroppo l’attesa Anagrafe Naziona-
le della Popolazione Residente, che si sta allesten-
do, è ancora in ritardo e non arriverà prima del 2017;
non si capisce come la messa a punto del “listone
RAI”, che di fatto richiede la creazione di qualcosa
di molto simile all’Anagrafe Nazionale della Popola-
zione Residente, possa arrivare mesi prima e con un
adeguato livello di accuratezza dei dati.
Una lotta contro il tempo: la definizione di un data-
MERCATO Tarda ancora la pubblicazione del decreto ministeriale che deve normare l’inserimento del Canone RAI in bolletta
Canone RAI in bolletta: poche certezze, tranne la confusioneNon verrà staccata la luce a chi non pagherà il canone; ma sembra proprio che pagarlo non sarà un’operazione facile
base minimamente consistente, che non crei una
miriade di falsi positivi e che non si dimentichi trop-
pi potenziali pagatori per strada, non appare cosa
semplice. Anche perché, prima di emettere la super-
lista dei cittadini tenuti al pagamento (che peraltro
si poteva fare anche negli anni scorsi, anche senza
scomodare le bollette) sarà necessario dare il tempo
agli esentati e ai non possessori di TV di produrre le
opportune autocertificazioni; documenti che vanno
verificati e registrati prima di far partire le prime bol-
lette: non così scontato che ci si riesca entro luglio,
visto che il pro forma dell’autocertificazione non è
ancora stato reso pubblico e le modalità per la sua
corretta consegna non sono ancora state chiarite
dall’Agenzia delle Entrate, che a sua volta attende,
per procedere, il decreto del MiSE. Da ricordare poi
che l’autocertificazione (che si spera possa essere
inviata anche con mezzi diversi dalla Raccoman-
data) vale solo per l’anno in corso e quindi, per chi
persevera nel non possedere il TV, la procedura va
ripetuta tutti gli anni. In ogni caso, è stato chiarito
da più parti che non verrà staccata l’erogazione del-
l’energia elettrica a chi decidesse di non pagare il
canone ma continuasse a pagare regolarmente la
restante quota di bolletta. In quel caso la compagnia
elettrica si limiterà a segnalare il mancato pagamen-
to all’Agenzia delle Entrate che poi proseguirà il
recupero dell’imposta evasa tramite i propri canali.
Resta da capire come si fa, per tutti coloro che hanno
la domiciliazione bancaria o pagano con il bolletti-
no precompilato che volessero rifiutarsi di pagare il
canone (magari perché non dovuto), a fare un pa-
gamento parziale, davvero difficile da effettuare per
meri problemi operativi. Pare che il regolamento del
Ministero chiarisca che, nel caso di pagamenti par-
ziali, prima venga saldata la quota relativa all’allac-
ciamento elettrico e al relativo consumo e, solo se il
versamento è capiente, la quota canone RAI. Questo
dovrebbe mettere al riparo dai distacchi nel caso di
morosità del solo canone, fattispecie molto discussa
in questi giorni dalle associazioni dei consumatori
ma – ci sentiamo di dire – più astratta che concreta.
Insomma, un bel pasticcio reso ancora più intricato
dal fatto che resteranno alcuni cittadini saranno te-
nuti a pagare con i bollettini, come i residenti delle
isole minori (non comprese nell’anagrafe naziona-
le degli utenti elettrici) o persone che condividono
lo stesso tetto (e lo stesso abbonamento elettrico)
pur non avendo alcun rapporto di parentela, come
gli studenti fuori sede. Non resta che attendere che
venga promulgato il testo definitivo del decreto mi-
nisteriale e capire se verrà fatta maggiore chiarezza
o i tanti dubbi resteranno irrisolti fino all’arrivo delle
bollette di luglio.
torna al sommario 4
MAGAZINEn.128 / 168 MARZO 2016
di Gianfranco GIARDINA
Q uestione canone RAI in bolletta: sono giorni di
polemiche di fuoco e di incertezze. Le incer-tezze vengono dalle modalità di applicazione
del nuovo processo, che ancora ha molte aree gri-
gie e di cui non si conosce ancora la fattibilità nei
tempi previsti. Le polemiche, invece, nascono più o
meno da tutti gli attori coinvolti: i consumatori, con
grandi dubbi sul fatto che l’applicazione del canone
in bolletta possa avvenire senza generare “mostri”
e imposizioni multiple o non dovute; l’Agenzia delle
Entrate, alle prese con la necessità di allestire in fret-
ta e furia un’anagrafe dei nuclei familiari (o assimilati)
e della loro residenza; le forze politiche contrarie a
questa modalità di esazione; infine le società di for-
nitura dell’energia elettrica, chiamate a un ingrato
compito - fare l’esattore - di cui avrebbero fatto vo-
lentieri a meno. Proprio con queste abbiamo scam-
biato qualche battuta, nella persona di Chicco Testa,
nel suo ruolo di presidente di Assolettrica, l’associa-
zione confindustriale che riunisce tutte le società
elettriche. Proprio Testa nelle scorse settimane è
stato protagonista delle critiche più feroci non tanto
sul provvedimento, che pur non gli piace, ma sulle
modalità di applicazione, con il regolamento ministe-
riale, atteso per metà febbraio e che ancora adesso
non è stato promulgato.
DDAY.it: Allora, è finalmente chiusa la partita con il Governo sull’applicazione del canone RAI in bolletta?Chicco Testa: “Siamo alle ultimissime battute, il fine
tuning. Direi che sostanzialmente le procedure sono
definite…”
DDAY.it: Le critiche al provvedimento che aveva mosso nei giorni scorsi sono rientrate con le ultime formulazioni al decreto in corso di emanazione?Testa: “Sì, mi sembra che buona parte delle nostre
perplessità siano superate. L’impostazione ora è
chiara. Lo snodo chiave è lavorare bene sul siste-
ma informativo. Le aziende elettriche devono ave-
re chiarezza su a chi devono applicare il canone in
bolletta. Esiste un sistema informativo nazionale che
questo lavoro lo può fare, anche se dovranno lavo-
rare molto in questi giorni…”
DDAY.it: Come mai secondo lei si è arrivati al coin-volgimento delle società elettriche?Testa: “È un’idea che girava da molto tempo e a
cui noi avevamo sempre resistito. Vorrei che fosse
chiaro anche ai cittadini che noi non ci guadagna-
mo un quattrino e che anzi questa cosa rischia di
inquinare il rapporto di fiducia che ci deve essere tra
MERCATO Abbiamo incontrato e intervistato Chicco Testa, presidente di Assoelettrica, l’associazione delle società elettriche
Testa: “Canone RAI in bolletta? Per le società elettriche il danno di immagine è enorme”Le società elettriche sono incaricate di raccogliere il canone RAI contro la loro volontà e, per il momento, senza contropartite
un venditore di energia elettrica e il suo cliente. Noi
in questo frangente ci troviamo a trasferire ai nostri
clienti un onere che non ha alcuna relazione con
il consumo di energia elettrica e su cui non siamo
competenti. Ci si è arrivati perché evidentemente la
bolletta elettrica - come dico spesso - è un treno che
arriva sempre, al contrario di altri treni che finisco-
no su binari morti o arrivano in ritardo. E poi anche
perché la morosità della bolletta elettrica comporta
delle conseguenze pratiche evidenti, come il distac-
co del servizio; noi abbiamo evitato che il canone
possa incidere su questo aspetto chiedendo che la
morosità della componente elettrica della bolletta
venisse ben distinta da quella, che non ci compete,
del canone.”
DDAY.it: Viene da pensare che il Governo riten-ga che le società elettriche siano più efficienti nel recuperare le imposte rispetto alla Pubblica Amministrazione…Testa: “Temo che la spiegazione sia un po’ più
complessa. In realtà, il canone fino a ieri era una
‘cartella esattoriale’, chiamiamola così, separata,
un’esazione a sé. Ma così facendo c’erano circa
10 milioni di famiglie che l’evadevano. Cercare di
recuperare queste cifre che prese singolarmente
non sono enormi comporta uno sforzo enorme. In
questo modo la modalità di riscossione è molto più
semplice.”
DDAY.it: Ma non era più corretto associare il ca-none a tutti quei tributi imputati a livello familia-re, come la TARI, per esempio, annegandolo nelle tasse locali?Testa: “Ah, beh, certo, secondo me sì. Ma ahimè è
andata così… Tanto più che il TV ce l’hanno prati-
camente tutti. Voglio vedere chi è che si prende il
rischio di autocertificare che non ha il televisore”.
DDAY.it: Al di là della quota di imposte che già pa-ghiamo in bolletta, non crede che l’inserimento del canone RAI possa rappresentare un precedente importante? Non è che ci vedremo inserire in bol-letta altri tributi?Testa: “Posso rispondere solo in un modo: spero
di no. Spero vivamente di no!”
DDAY.it: Adesso operativamente cosa succederà? Voi applicherete il canone a tutte le bollette pri-vate o attendete delle “liste” dall’Agenzia delle Entrate?Testa: “Il sistema informativo nazionale, che non
dipende da noi, deve comunicare alle aziende elet-
triche la lista dei contratti di fornitura ai quali ap-
plicare il canone. Il sistema informativo crea la lista
incrociando i dati dei nostri clienti, che ha già, con
le eventuali esenzioni che fornisce l’Agenzia delle
Entrate, in modo tale che a noi venga consegnato
un database con gli utenti che devono pagare”.
DDAY.it: Ma l’Agenzia delle Entrate ha i dati del-la popolazione residente? Si è parlato di dati che devono arrivare dalle anagrafi dei singoli comu-ni ed essere anch’essi incrociati con il grande database…Testa: “È un lavoro che non dobbiamo fare noi. An-
che perché le società elettriche sanno quando un
cliente è residente se il cliente attiva un contratto di
quelli destinati ai residenti, che è solo da 3 KW per
la prima casa…”
segue a pagina 05
torna al sommario 5
MAGAZINEn.128 / 168 MARZO 2016
MERCATO
Intervista a Chicco Testasegue Da pagina 04
DDAY.it: Così tutti coloro che hanno 4,5 KW o più spariscono dalla vostra lista di “residenti”…Testa: “Certo. Per questo i dati dei nostri clienti van-
no incrociati con quelli dell’anagrafe. Ma è un lavoro
che non possiamo fare noi… Comunque non dovreb-
be essere un lavoro complesso, sono abbastanza
fiducioso…”
DDAY.it: Secondo lei quindi non ci saranno falsi positivi?Testa: “Beh, qualche problema ci sarà di sicuro,
come accade in questi casi”.
DDAY.it: Ma il cittadino al quale viene applicato il canone in bolletta e per un qualche motivo doveva esserne esentato, cercherà di lamentarsi e di recu-perare il maltolto e probabilmente lo farà con voi…Testa: “Mi dispiace ma non siamo noi i titolari delle
eventuali lamentele, devono riferirsi all’Agenzia delle
Entrate”.
DDAY.it: I vostri call center sentono già adesso un po’ di pressione per le richieste di informazioni sul canone?Testa: “Un po’, ma poca roba…”
DDAY.it: Cosa succede a chi stipula un nuovo con-tratto verso fine anno? Deve pagare il canone per tutto l’anno in corso?Testa: “Pagherà solo per la porzione di anno in cui
fruisce dell’impianto elettrico; se sottoscrive negli ul-
timi giorni dell’anno, può anche essere che questa
piccola quota la trovi in bolletta nell’anno nuovo”.
DDAY.it: Tutti parlano di dieci rate dal mese di gennaio a ottobre: ma come si concilia questa periodicità con le bollette che generalmente sono bimestrali?Testa: “Noi fatturiamo normalmente sei volte all’anno
e, anche dopo l’introduzione del canone in bolletta,
queste rimarranno bimestrali. Quindi stiamo parlan-
do di rate da poco più di 15 euro distribuite in tutte le
bollette dell’anno”.
DDAY.it: Ah, quindi si pagherà ogni due mesi e per tutto l’anno, non solo da gennaio a ottobre…Testa: “Per quest’anno dovremo fare una cosa tran-
sitoria, con un pagamento di una super-rata a luglio,
per poi seguire con la quota nelle bollette successi-
ve. Dall’anno prossimo ogni azienda seguirà il pro-
prio ritmo di fatturazione: normalmente si tratterà di
6 bollette su cui distribuire i 100 euro del canone”.
DDAY.it: Ci sono accordi con il Governo per una remunerazione per l’attività di raccolta e ridistribu-zione del canone RAI che le società elettriche sono chiamate a fare?Testa: “Per il momento non c’è ancora nulla, ma è
chiaro che non ce lo aspettiamo, bisogna trovare
una soluzione. Anche perché noi scarichiamo di costi
altri pezzi dell’amministrazione dello Stato, a comin-
ciare dalla RAI…”
DDAY.it: Avete fatto una stima dei costi?Testa: “Guardi, si tratta di qualche decina di milioni di
euro, per tutto. Ci sono almeno due voci di costo rile-
vanti: una è l’adeguamento del sistema informativo;
la parte più onerosa però è la parte amministrativa:
noi dobbiamo fare tesoreria, riversare le somme, se-
gnalare gli eventuali casi di morosità, ripulire conti-
nuamente il database, avremo affollamento sui call
center. Il tutto moltiplicato per 30 milioni di famiglie.
Se tutto questo lavoro costasse un euro per famiglia
all’anno, che è poco, saremmo già arrivati alle cifre
di cui stiamo parlando”.
DDAY.it: Beh, di certo molto meno dell’aggio di una qualsiasi rete di riscossione…Testa: “La nostra non sarebbe una commissione ma
un puro rimborso dei costi”.
DDAY.it: In questi giorni c’è stato un grande dibatti-to sull’eventualità che l’utente potesse decidere di pagare solo la quota parte della bolletta relativa al-l’energia elettrica, senza pagare quella del canone, perché magari non dovuto. Ma nei tantissimi casi di domicliazione bancaria, e tutto sommato anche con i bollettini prestampati, come si fa a fare un paga-mento parziale? È praticamente impossibile…Testa: “Ah, ha perfettamente ragione. È una doman-
da che mi faccio anch’io. Soprattutto al nord, la do-
miciliazione bancaria è prevalente. Ma mi permetta
una piccola digressione: io capisco coloro che inten-
dono sollevare una questione relativa alla legittimità
del canone. Indubbiamente molti anni fa, quando esi-
steva solo la TV pubblica, ed era effettivamente un
servizio pubblico, era abbastanza chiaro il nesso tra
canone e servizio. oggi, in presenza della pluralità di
servizi, ci sono molti canali televisivi, soprattutto sul
satellite, che offrono contenuti di servizio pubblico
perfino superiori a buone parti della programmazio-
ne RAI. Per esempio io trovo che, visto che il calcio
è il nostro sport nazionale, la messa in onda delle
partite del campionato di calcio di Serie A dovrebbe
essere considerata quasi servizio pubblico. Quindi
trovo interessanti le discussioni sulla legittimità del
canone, che ho sentito fare in queste settimane; one-
stamente trovo molto speciose e foriere di ‘grane’ da
azzeccagarbugli, le ipotesi formulate dalle associa-
zioni dei consumatori, sulla possibilità di scorporare
il canone e pagare la bolletta senza di esso”.
DDAY.it: Le vostre aziende, che anche e soprattutto in vista del passaggio al libero mercato, investono molti quattrini per le proprie campagne di comu-nicazione, non pensano che questa vicenda del canone possa creare loro un danno di immagine ingente?Testa: “Sì, questo fenomeno lo si teme. Noi in qual-
che modo abbiamo già di fronte agli occhi questo
problema. Per esempio, non tutti sanno che sulla bol-
letta gravano una serie di tributi che fanno sembrare
le società elettriche delle sanguisughe. Con il cano-
ne RAI il problema non potrà che acuirsi”.
torna al sommario 6
MAGAZINEn.128 / 168 MARZO 2016
Amazon alza la soglia della spedizione gratuita da 19 a 29 euroPer usufruire della spedizione standard gratuita su Amazon ora occorre un ordine da almeno di 29 euro Il servizio Prime diventa ancor più attraente di Emanuele VILLA
Che le grandi aziende cerchino di spingere i propri servizi forfettari non è una novità, ma che lo fac-ciano scoraggiando i loro servizi “a consumo” è una moda ben più recente: dopo il raddoppio delle tariffe voce di TIM , anche Ama-zon sembra percorrere una stra-da analoga alzando di 10 euro la soglia minima di ordine per poter usufruire della spedizione gratui-ta. Se prima la spedizione stan-dard, quella da 3 a 5 giorni per intenderci, era gratuita per ordini superiori ai 19 euro di ammontare totale, ora ce ne vogliono 29 per usufruire del medesimo servizio. Per ordini inferiori a 29 euro, la spedizione costa 2,70 euro per libri, musica, videogiochi, softwa-re, DVD e Blu-ray, mentre si paga 3,99 euro per tutti i prodotti diver-si. L’aumento della soglia minima può essere semplicemente la conseguenza di una rinegozia-zione delle tariffe tra Amazon e i suoi fornitori di servizi logistici, ma l’effetto immediato è quello di ren-dere ancor più attraente il servizio Prime, le cui tariffe non cambiano. Con 19,99 euro all’anno è possibi-le usufruire della spedizione gra-tuita da 1 giorno su un’infinità di prodotti, il che per chi fa almeno 2 o 3 acquisti l’anno da Amazon diventa un vero e proprio must.
di Emanuele VILLA
I n una mossa che definire coordinata
sarebbe riduttivo, tutta (o quasi) la
Silicon Valley si è mobilitata a favore
di Apple e contro l’FBI in quello che è
senza dubbio il caso giudiziario (e politi-
co) più importante degli ultimi anni. I fatti
sono noti: a seguito dei tragici eventi di
San Bernardino e del ritrovamento sul
luogo di un iPhone 5C appartenuto a
uno degli attentatori, l’FBI ha subito
preteso da Apple la massima colla-borazione per risalire ai contenuti al telefono, contenuti che sono criptati e
protetti dalla password del dispositivo.
Per adempiere alle richieste (presenti e
future) dell’FBI, Apple dovrebbe lascia-
re aperta una backdoor in iOS e fornire
alle autorità un software che al momen-
to non possiede, cosa che non ha alcu-
na intenzione di fare poiché creerebbe
un pericolosissimo precedente per la
sicurezza e la privacy dei propri utenti.
Risalire e decrittare i dati di un iPhone
5C si è trasformato in un caso di sicu-
rezza mondiale, tanto da condizionare il
dibattito politico statunitense e, ai nostri
fini, tutto il mondo della tecnologia. Mai
come in questo momento, aziende che
ogni giorno si danno battaglia (anche
in tribunale) si ritrovano dalla stessa
parte per difendere i propri interessi e
quelli dei clienti sparsi nel mondo. La
questione è delicatissima poichè non si
tratta di decidere se un telefono debba
essere sbloccato ma quale tra i principi
di sicurezza e riservatezza debba esse-
re prevalente. Non si può dare torto a
James Comey, direttore dell’FBI, quan-
do sostiene che sia lo stesso ideale di
giustizia a imporre limitazioni (eccezio-
nali) alla privacy e alla riservatezza, e
che tanti casi non sarebbero mai giunti
a conclusione senza violazioni auto-
rizzate alla stessa, ma al tempo stesso
come non difendere chi ritiene che le
conseguenze di una backdoor possano
essere devastanti? Chi stabilirebbe in
quel caso come e quando possa essere
usata? A che scopo ci si potrà “intrufo-
lare” nei nostri dati? Come difendersi
da possibili utilizzi malevoli da parte di
hacker e affini?
Ecco perchè tutta (o quasi) l’industria
tech si è schierata a favore di Apple
MERCATO Da Facebook a Microsoft, da Google a Yahoo: tutta la Silicon Valley si schiera con Apple
I big della tecnologia con Apple contro l’FBI Conseguenze devastanti se vince il governoAlcuni ricercatori ipotizzano persino conseguenze “orwelliane” nel caso di vittoria dell’FBI
presentando alla corte dei brief friend
of the court (Amici Curiae), documenti
non determinanti ai fini del verdetto ma
che vanno valutati dalla corte in quanto
indicativi di un sentimento diffuso. Alcu-
ne aziende, tanti competitor, hanno uni-
to i propri sforzi per dare maggiore inci-
sività alle proprie motivazioni (è il caso
di Amazon, Cisco, Facebook, Mozilla,
Nest, Slack, Whatsapp e Google), al-
tre hanno invece deciso di muoversi
indipendentemente (AT&T), altre anco-
ra, come Samsung, hanno espresso il
proprio sostegno nei confronti di Apple
senza presentare documenti formali.
Oltre a considerazioni di principio, se-
condo cui la sicurezza nazionale si fon-
derebbe proprio sull’encrypting dei dati
e non sulla sua violazione, le aziende
si muovono anche sul fronte dell’ec-
cezione legale: nelle loro dichiarazioni,
i big della Silicon Valley ritengono che
l’appiglio del governo - l’All Writs Act
- non possa essere considerato deter-
minante ai fini del giudizio: si tratta di
una legge del 1789 emendata nel 1911,
del tutto inadatta a regolamentare un
caso del 2016 che andrebbe a formare
un precedente vincolante pesantissimo
nel sistema giuridico di Common Law.
Ecco perché le aziende sostengono
che il caso dovrebbe passare dalle aule
di tribunale a quelle del Congresso:
non è possibile che una legge emanata
50 anni prima dell’invenzione del tele-
grafo possa obbligare Apple a creare
una backdoor all’iPhone o, in generale,
a normare questioni relative alla Rete, a
Internet e agli smartphone.
Chi volesse approfondire, il documen-to è pubblico e disponibile a questo indirizzo.Particolare la posizione di Samsung,
grande nemico-amico di Apple: nemico
in tribunale e fornitore di primo piano
dell’azienda. Samsung non ha ancora
deciso se presentare un documento
formale, ma ritiene che la privacy dei
propri utenti sia “estremamente impor-
tante” e prioritaria. L’azienda sostiene
che “I nostri telefoni sono dotati di cifra-
tura per proteggere la privacy e i conte-
nuti, e non hanno backdoor. Quando ci
viene richiesto, e all’interno della legge,
noi collaboriamo con le Autorità, ma
ogni richiesta di creare una backdoor
andrebbe a minare la fiducia dei con-
sumatori”.
Come se non bastasse, alcuni ricerca-
tori ed esperti di sicurezza delle univer-
sità di Stanford, Hardvard e Rice, hanno
presentato le proprie riflessioni circa
potenziali scenari futuri nel caso doves-
se vincere l’FBI, scenari che alcuni già
definiscono orwelliani (1984). Secondo
i tecnici, dovesse passare la tesi del
governo, nessuno potrebbe vietare lo
stesso dal richiedere aggiornamenti
software ad hoc che - in determinate
circostanze - registrino le conversazioni
captate dai microfoni degli Smart TV o
dalle videocamere degli stessi e le invii-
no ad agenzie esterne, per non parlare
delle webcam integrate in tutti i laptop,
nei sistemi di smart home che ormai
funzionano con comandi vocali (si pen-
si ad Amazon Echo, piuttosto diffuso in
USA) e molto altro.
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MAGAZINEn.128 / 168 MARZO 2016
di Francesco FIORILLO
A partire dal prossimo 1 aprile il prez-
zo delle chiamate a consumo verso
i telefoni fissi e i cellulari nazionali
dell’offerta Voce passerà da 10 cent a 20
cent al minuto. Inoltre, per ogni chiamata
effettuata sarà previsto uno scatto alla
risposta di 20 cent. A comunicarlo è la
stessa società tramite una nota ufficiale
apparsa sul sito web.
Il costo dell’abbonamento mensile, ha
continuato il gestore italiano, resterà
invariato, così come lo sconto del 50%,
applicabile al superamento delle 3 ore di
conversazione al mese per le chiamate
verso i telefoni fissi nazionali. Tale au-
mento, si evince dalla nota, non interes-
serà però i clienti che hanno già attivato
un’offerta integrata, ovvero comprensiva
di linea telefonica, chiamate e/o naviga-
zione Internet in un unico abbonamento
(come ad esempio Tutto, Tutto Voce, TIM
Smart, TIM Smart Fibra, Internet Senza
Limiti) oppure un’offerta aggiuntiva con
MERCATO Da aprile TIM varierà da 10 a 20 cent al minuto il costo delle chiamate a consumo
TIM raddoppia il prezzo delle chiamate voce Aumenta il costo delle chiamate verso telefoni fissi e cellulari nazionali dell’offerta Voce Costo dell’abbonamento invariato, nessun aumento per i piani tariffari “tutto compreso”
prezzi specifici verso alcune tipologie di
chiamate (come ad esempio SuperChia-
maMobile o Alice Tutto Incluso, etc.). In
queste specifiche opzioni continueranno
a valere infatti le condizioni economiche
previste dalle relative offerte. Evidente-
mente con questa mossa TIM vuole spin-
gere il più possibile i propri piani “tutto
in uno”, sui quali si sta concentrando da
tempo e che potrebbero diventare l’uni-
ca opzione percorribile nel medio perio-
do. Telecom Italia ha infine specificato
che qualora non si intendesse accetta-
re le nuove condizioni sopra indicate,
in base al Codice delle Comunicazioni
Elettroniche, si avrà la possibilità di re-
cedere il proprio contratto entro e non
oltre il 31 marzo 2016, anche passando
ad altro operatore. Tutto senza costi di
disattivazione.
MERCATO Firmato un memorandum per fornire in tutto il Paese servizi di banda ultralarga
Tiscali e Huawei insieme per i 100 Mbps in ItaliaIl servizio con tecnologia wireless LTE-TDD a 3.5 GHz renderà possibile lo streaming 4K
di Alvise SALICE
Riccardo Ruggero, AD di Aria S.p.A.
(società del gruppo Tiscali che si
occupa dei servizi LTE), ha pre-
sentato a Barcellona l’intesa raggiunta
fra la compagnia sarda e Huawei Italia.
Obiettivo delle due aziende è portare
a tutti gli utenti residenziali connettività
da 100 Mbps in download e 20 Mbps in
upload, cosa più che adeguata per tutti
gli scopi attuali, streaming 4K compre-
so. Materialmente, l’accordo fra Tiscali
e Huawei prevede l’installazione della
tecnologia Fixed Wireless Broadband
nella frequenza di 3,5 GHz, sfruttando
un’architettura di rete Wireless Fiber-to-
the-X: grazie alla fornitura hardware del
gigante cinese, Tiscali dislocherà 1.250
base station sull’intera penisola, in grado
di coprire con la rete 4G il fatidico ultimo
miglio che separa gli utenti finali dalle
centrali telefoniche. La collaborazione
italo-cinese vuol essere tale sia sul piano
sia tecnico che commerciale, ma rimar-
rà nel mondo delle idee finché le due
aziende non avranno trovato almeno un
terzo partner, che si accolli buona parte
degli investimenti. Sulla fattibilità del pro-
getto, Ruggero si dice comunque molto
ottimista: “L’Italia ha bisogno di un’infra-
struttura di rete di nuova generazione,
e il Fixed Wireless Broadband su tecno-
logia LTE, in rapido consolidamento in
molti Paesi, si è già dimostrata la solu-
zione più efficace per prestazioni e con-
venienza laddove è stata implementa-
ta.” Inutile aggiungere che la prospettiva
concreta di poter vendere lo streaming
in 4K non tarderà ad attrarre l’attenzione
dei fornitori di contenuti multimediali.
Diritto all’oblio contro gli Smart TV spioniGli Smart TV registrano i comandi vocali, tra cui anche potenziali conversazioni private. Bruxelles si sta muovendo per la regolamentazione Si ipotizza l’ingresso di un Diritto all’Oblio anche in quest’ambito di Emanuele VILLAGli Smart TV delle ultime gene-razioni, complici i sistemi cloud-based di riconoscimento vocale, possono memorizzare le informa-zioni impartite a voce dall’utente e addirittura i video ripresi con le webcam di cui sono dotati. Il tema è al centro di un nuovo rapporto dall’Osservatorio Europeo del-l’Audiovisivo, che arriva proprio nel momento in cui a Bruxelles si discute sui contenuti del Ge-neral Data Protection Regulation (GDPR) che dovrebbe essere va-rato a breve. Il rapporto sostiene che la regolamentazione dei TV Smart debba riguardare cinque ambiti distinti, ma soprattutto la protezione dei dati, la comuni-cazione degli stessi, la tutela dei privati e i diritti umani. Il rapporto sostiene inoltre che la legisla-zione in via di sviluppo (GDPR) debba integrare quella in essere offrendo tutele maggiori come la possibilità per gli utenti di oppor-si al trattamento dei dati persona-li per scopi secondari. Il rapporto associa per la prima volta il con-cetto di Diritto all’Oblio nei con-fronti dei dati memorizzati dagli Smart TV: gli utenti devono poter richiedere al fornitore del servizio la cancellazione di tutto ciò che li riguarda. Infine, si sostiene che il Regolamento UE debba preve-dere la possibilità di trasferimen-to dei dati tra Paesi diversi solo se quello di destinazione offre tutte le garanzie necessarie per garantire il rispetto delle norme del Regolamento stesso.
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MAGAZINEn.128 / 168 MARZO 2016
di Emanuele VILLA
I l 1° marzo 2016 è stato un momento
importante nel processo di sviluppo
digitale del Paese, e in particolare
della sanità pubblica. Sono infatti stati
aboliti i classici “blocchetti rossi” con le
prescrizioni di farmaci ed esami clinici e
al loro posto è entrato in vigore un siste-
ma di prescrizione totalmente (o quasi)
digitale. Nonostante la complessità
dell’infrastruttura informatica, il mecca-
nismo di funzionamento dovrebbe es-
sere del tutto indolore per il paziente
(forse un po’ meno per il medico): per
prescrivere farmaci, visite ed esami, il
medico dovrà semplicemente accedere
a un database centralizzato e associare
– tramite codici identificativi – i famaci
da prescrivere al codice fiscale dell’as-
sistito, ottenendo in tempo reale infor-
mazioni determinanti come le esenzioni
parziali o totali.
La digitalizzazione sarà però completata
solo in una seconda fase: ora il medico
consegna al paziente un piccolo fogliet-
MERCATO Il glorioso “blocchetto rosso” del medico di base va in pensione. Lo sostituisce (gradualmente) la ricetta elettronica
Ricetta di carta addio. Medici e farmacie diventano 2.0 Si semplifica l’iter, si riducono i costi e si possono comprare farmaci dietro prescrizione anche dove non si ha la residenza
to in formato A5 con un codice a barre
da consegnare al farmacista che – a sua
volta – inserisce i codici riportati e, una
volta ottenuta luce verde, consegna i
farmaci e registra i codici, l’acquisto av-
venuto, il calcolo del ticket e eventuali
esenzioni vigenti nella regione di resi-
denza del paziente. Il foglietto funge da
piano d’emergenza nel caso di malfun-
zionamenti, assenza di linea, aggiorna-
menti di sistema e via dicendo: se dota-
to di promemoria rilasciato dal medico,
l’assistito potrà ricevere i farmaci anche
se la farmacia è in black out.
Il sistema al momento non è valido per
esami e visite specialistiche ma lo sarà
a breve, mentre fino a fine 2017 è esclu-
sa la prescrizione di stupefacenti, ossi-
geno e farmaci con piano AIFA.
Ma la novità più importante, specie per
chi viaggia molto, è che i farmaci pos-
sono essere ritirati su tutto il territorio
nazionale: finora la ricetta tradizionale
valeva solo nella regione presso la qua-
le era stata emessa (residenza), nono-
stante nel tempo alcune regioni aves-
sero previsto un particolare sistema di
rimborsi. Dal 1 marzo è possibile farsi
prescrivere farmaci dal proprio medico
di base, poi partire per un viaggio di la-
voro e ritirarli in una farmacia a 1.000 km
di distanza pagando la stessa cifra che
si pagherebbe alla farmacia sotto casa.
Vantaggi? Molti: a parte l’eliminazione
(totale o parziale) della carta e dei costi
di stampa, la ricetta elettronica dovreb-
be porre fine alla falsificazione delle
ricette e al furto dei ricettari, fenomeni
tutt’altro che infrequenti. I medici, inve-
ce, non sembrerebbero del tutto sod-
disfatti poiché l’elaborazione dei dati,
codici ed esenzioni varie sarebbe una
nuova complicazione che rischia di in-
cidere (negativamente) sul tempo della
visita. Tra qualche mese potremo tirare
le prime somme.
di Gaetano MERO
Secondo quanto riportato dal quotidiano britannico The Guar-dian, l’Unione Europea avrebbe
rinviato l’approvazione di una norma
che mette al bando gli elettrodomesti-
ci poco efficienti per paura di incorrere
in quello che è già stato ribattezzato lo
scandalo del tostapane. Spieghiamoci
meglio: secondo la fonte citata, l’Unione
Europea avrebbe paura che una norma
del genere, mettendo al bando parte
dei piccoli elettrodomestici in uso in UK
(ma anche altrove, a dire il vero), venga
strumentalizzata dalla stampa inglese e
usata a sostegno della Brexit, il referen-
dum che chiederà ai cittadini del Regno
Unito di scegliere se rimanere o meno
in Europa il 23 giugno prossimo.
La notizia ha fatto il giro del mondo ed
è stata ribattezzata toastergate proprio
perché la regolamentazione riguarda i
piccoli apparecchi che utilizziamo ogni
MERCATO Per The Guardian, l’Unione Europea avrebbe deciso di ritardare la norma sull’efficienza energetica degli elettrodomestici
L’Unione Europea bloccata dallo “scandalo del tostapane” La norma sarebbe stata ritardata per evitare strumentalizzazioni a favore della Brexit da parte della stampa inglese
giorno come tostapane, bollitori e aspi-
rapolvere: a sostegno di ciò è arrivato
il Tweet di un eurodeputato britannico
che si lamentava delle prestazioni della
sua nuova toastiera dando inspiegabil-
mente la colpa all’UE. Il fatto che sia
diventato lo scandalo del toastapane
dipende unicamente da quel tweet.
In sostanza il piano europeo prevede
l’adozione di nuovi standard energetici
integrando la direttiva Ecodesign, che
le aziende saranno obbligate a rispet-
tare, la quale innalza i livelli di efficienza
energetica, durata, riparabilità e pos-
sibilità di riciclo dei prodotti. La legge
doveva entrare in vigore già lo scorso
anno e ora si trova in una nuova fase di
stallo in attesa che passi l’onda antieu-
ropea, alzatasi in vista del referendum,
dicono le fonti istituzionali ascoltate
dalla testata. Eppure secondo le prime
stime i cittadini europei potrebbero ri-
sparmiare entro il 2030 l’equivalente
di 10 milioni di tonnellate di CO₂ rag-
giungendo alti livelli di efficienza di cui
beneficerebbe l’ambiente oltre ad una
riduzione non indifferente delle bollette
di energia elettrica.
Sulla vicenda si è espressa anche Sylvie
Feindt direttore del Digital Europe, l’or-
ganismo che rappresenta le società
dell’elettronica di consumo nel Vecchio
Continente tra cui Apple, Microsoft e
Google affermando che “i regolamenti
per la progettazione ecocompatibile
sono stati contestati e la Commissione
Europea è particolarmente sensibile
sull’argomento” in quanto teme ulteriori
attacchi dalla stampa. La materia effet-
tivamente, continua Feindt, coinvolge
“un ampio contesto politico” tra cui l’im-
minente referendum.
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MAGAZINEn.128 / 168 MARZO 2016
di Gianfranco GIARDINA
È partito l’iter parlamentare della proposta di legge
congegnata dall’intergruppo innovazione della
Camera dei Deputati sulla sharing economy (pri-
ma firmataria è l’On. Veronica Tentori, con altri tra cui
l’On. Stefano Quintarelli) che dovrà normare, anche
dal punto di vista fiscale, le attività dei privati legati alla
sempre più diffusa sharing economy.
È il caso, per esempio, delle attività di affitto abitazioni
di breve durata, tanto per intenderci quelle interme-
diate da piattaforme come Airbnb. Finora queste at-
tività sono largamente sfuggite alla visibilità del fisco,
scatenando anche l’ira degli operatori professionali
(gli albergatori, nel caso degli affitti) che hanno visto
erodersi una parte sempre più rilevante del proprio
mercato a favore di queste nuove forme di condivi-
sione. Va chiarito che la norma non tende a regolare
le attività di ordine professionale (come per esempio
Uber) che sono soggette alle disposizioni di legge già
previste per le categorie interessate, sia dal punto di
vista degli adempimenti che della fiscalità; la proposta
di legge presentata oggi alla Camera è finalizzata a
chiarire come si possono e devono comportare i privati
che, condividendo qualcosa con altri privati, ne ricavi-
no un guadagno. Come dicevamo è il caso di Airbnb,
ma anche di Blablacar, Eatwith o Taskrabbit (non an-
cora presente attivamente in Italia). Su tutti i proventi
che derivano da queste attività, secondo la proposta di
legge i cittadini avranno una tassazione agevolata pari
al 10% fino a un massimo guadagno annuale di 10mila
euro; oltre questa cifra, che può comunque essere
superata, l’aliquota applicata diventa quella marginale
del cittadino, ognuno secondo il proprio profilo fiscale;
ovverosia, i proventi oltre il tetto dei 10mila euro si cu-
mulano con i restanti redditi del cittadino e su di essi
vanno pagate ulteriori tasse.
Ovviamente una tassazione del 10% è assolutamente
moderata, rispetto alla tassazione degli operatori pro-
fessionali. Ma va ricordato che i cittadini “condivisori”
non sono in condizione di detrarre le spese che sono
necessarie, per esempio, per l’allestimento dell’appar-
tamento che condividono e quindi si trovano, rispetto
agli operatori professionali, con un “gap” di impatto fi-
scale dei costi che non può essere trascurato.
Un’altra importante novità riguarda la responsabilità
civile derivante dalle attività di sharing: in alcuni casi
l’Authority della Concorrenza e del Mercato potrà sta-
MERCATO Partito l’iter di un progetto di legge per normare le attività di condivisione tra cittadini, come gli affitti di breve termine
Sharing economy: verso tasse al 10% sui proventi Tassazione agevolata al 10% per i primi 10mila euro annui di reddito. Le piattaforme in Italia diventano sostituto d’imposta
bilire l’obbligatorietà di una copertura assicurativa a
carico dei cittadini che condividono il bene (per esem-
pio chi guida la macchina in caso di car sharing o chi
affitta il proprio appartamento). Una norma questa che,
se verrà applicata con attenzione ai casi particolari e
senza penalizzare eccessivamente i “condivisori” oc-
casionali, appare decisamente sensata.
Le piattaforme come sostituto d’imposta Ma dovranno essere presenti in ItaliaLa complicazione sta nel fatto che le piattaforme che
gestiscono l’attività di condivisione (che normalmen-
te sono straniere) sono chiamate a fare da sostituto
d’imposta, trattenendo il 10% alla fonte, in modo da
assicurare all’erario le entrate che altrimenti sarebbe-
ro lasciate alla correttezza dei singoli nel compilare la
propria dichiarazione dei redditi. Per poter fare questa
operazione, le società che gestiscono le piattaforme
devono avere un’organizzazione stabile nel nostro
Paese, in modo tale da avere una partita IVA e un codi-
ce fiscale con il quale compiere l’operazione di sostitu-
to d’imposta: questa condizione non sarà sempre facile
da soddisfare, visto che i servizi, soprattutto quando
sono emergenti, sono erogati interamente dall’estero.
La finalità pare essere anche quella di censire queste
piattaforme e quindi verificarne il giro d’affari generato
nel nostro Paese per applicarvi la fiscalità italiana: tanto
è vero che la proposta di legge prevede l’istituzione
di un opportuno registro delle piattaforme di sharing
“autorizzate” presso l’Authority della concorrenza. Non
è chiaro al momento come potrà funzionare l’eventua-
le “enforcement” a carico delle piattaforme che non
adempiano e che non siano presenti come persone
giuridiche nel nostro Paese. Fermarle sul nostro territo-
rio con clamorosi interventi di filtro su Internet parreb-
be complicato e forse sproporzionato. Le piattaforme,
come sostituto d’imposta, dovranno altresì emettere la
documentazione comprovante i compensi erogati nel
corso dell’anno e le trattenute fiscali operate in modo
da permettere al cittadino la corretta compilazione del
modello Unico o del 730. Infatti, la singola piattaforma
non può sapere se, magari operando su più piattafor-
me, il singolo cittadino ha sfondato la soglia del 10mila
euro annui, che è cumulata e non da intendersi per
singolo sito. Quindi starà poi al cittadino riportare nella
propria dichiarazione dei redditi le cifre percepite e le
tasse già pagate grazie al meccanismo del sostituto
d’imposta, per poi calcolare, nel caso di superamento
cumulato dei 10mila euro, se sono necessarie integra-
zioni fiscali e di che entità. Inoltre, tra i compiti della
piattaforma, anche chiedere (e verificare?) che i pro-
pri clienti siano in possesso delle polizze assicurative
eventualmente richieste dall’Authority italiane: possibi-
le ma non facile. Infine, le piattaforme (quelle registra-
te) saranno chiamate a contribuire ai costi dell’Authority
con un “gettone” che può arrivare al massimo allo 0,08
per mille del proprio fatturato (ma non è chiaro se si
parla di fatturato nazionale o globale, il che ovviamen-
te non sarebbe sensato); inoltre devono redigere un
opportuno documento di politica aziendale, che descri-
va la natura del rapporto con i propri clienti e che non
contenga disposizioni che richiedano esclusive, tariffe
obbligatorie o eventuali trattamenti punitivi o preferen-
ziali su determinati utenti.
Parte la fase di consultazione pubblica Su Web i commenti dei cittadiniLa proposta di legge entra ora per tre mesi in una fase
di consultazione pubblica in cui ogni cittadino potrà
esprimere il proprio parere e dare i propri consigli per
una correzione di tiro sugli aspetti che giudica più cri-
tici. Il testo completo e la piattaforma di gestione dei
commenti si trova qui. Chiunque abbia qualcosa da
dire, lo faccia: una volta che i principi della democrazia
arrivano fino al singolo cittadino, meglio approfittarne.
E d’altronde non poteva esserci occasione migliore per
una condivisione veramente pubblica di una legge sul-
la Sharing Economy.
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MAGAZINEn.128 / 168 MARZO 2016
MOTO GP - CALENDARIO 2016 20 MARZO, ore 20:00 - GP QATAR, ESCLUSIVA SKY3 APRILE, ore 21:00 - GP ARGENTINA, ESCLUSIVA SKY10 APRILE, ore 21:00 - GP USA, ESCLUSIVA SKY24 APRILE, ore 14:00 - GP SPAGNA JEREZ, ESCLUSIVA SKY 8 MAGGIO, ore 14:00 - GP FRANCIA, DIRETTA TV 8 E SKY 22 MAGGIO, ore 14:00 - GP ITALIA, DIRETTA TV 8 E SKY 5 GIUGNO, ore 14:00 - GP SPAGNA CATALUNYA, ESCLUSIVA SKY 26 GIUGNO, ore 14:00 - GP OLANDA, ESCLUSIVA SKY 17 LUGLIO, ore 14:00 - GP GERMANIA, DIRETTA TV 8 E SKY 14 AGOSTO, ore 14:00 - GP AUSTRIA, DIRETTA TV 8 E SKY21 AGOSTO, ore 14:00 - GP REPUBBLICA CECA, DIRETTA TV 8 E SKY 4 SETTEMBRE, ore 15:00 - GP GRAN BRETAGNA, ESCLUSIVA SKY 11 SETTEMBRE, ore 14:00 - GP SAN MARINO, DIRETTA TV 8 E SKY25 SETTEMBRE, ore 14:00 - GP SPAGNA ARAGÓN, ESCLUSIVA SKY 16 OTTOBRE, ore 7:00 - GP GIAPPONE, DIRETTA TV 8 E SKY23 OTTOBRE, ore 7:00 - GP AUSTRALIA, ESCLUSIVA SKY 30 OTTOBRE, ore 8:00 - GP MALESIA, ESCLUSIVA SKY 13 NOVEMBRE, ore 14:00 - GP SPAGNA VALENCIA, DIRETTA TV 8 E SKY
di Roberto FAGGIANO
Sky ha presentato il calendario del-
le gare di Moto GP del 2016 che
saranno trasmesse in esclusiva su
Sky Sport e di conseguenza anche delle
8 gare che saranno liberamente visibili
sul canale TV 8 del digitale terrestre.
Le gare in chiaro saranno 8 sulle 18 com-
plessive e concentrate più che altro nel
periodo estivo. Il commento di Guido
Meda dovrebbe essere sempre lo stesso
dei canali Sky ma interrotto dalla pubbli-
cità, con la gara non sempre visibile nel
riquadro. Per le gare che invece verran-
no trasmesse in differita ci sarà un’ampia
sintesi della Moto GP e un riassunto delle
categorie minori. Per gli abbonati ci sa-
ranno anche le dirette streaming su Sky
Go e Sky Online. Nel riquadro, il calen-
dario di tutte gli appuntamenti con l’ora
di partenza (italiana) della gara di Moto
GP e l’indicazione delle gare trasmesse
in chiaro e in diretta sul canale TV 8 del
digitale terrestre. Per chi volesse seguire
legalmente tutte le gare in diretta senza
l’abbonamento a Sky Sport, le alternati-
ve sul digitale terrestre sono pochissime:
l’unica possibilità è quella di essere vicini
alle zone di confine e seguire le gare sui
canali svizzeri della RSI (in SD), caduta
invece l’alternativa per chi abita in pro-
vincia di Trento e Bolzano, dato che da
quest’anno i diritti TV per l’Austria sono
passati dai canali ORF a Servus TV.
MERCATO Sky ha comunicato il calendario delle gare della Moto GP 2016, si parte il 20 marzo
Ecco come vedere la MotoGP 2016 in chiaro8 gare su 18 complessive saranno trasmesse in diretta sul canale TV 8 del digitale terrestre
di Roberto FAGGIANO
F ino a pochi giorni fa nessuno aveva
acquistato i diritti tv dei Campionati
Europei di calcio che si svolgeran-
no in Francia dal 10 giugno al 10 luglio. Il
motivo di questo apparente disinteres-
se era la cifra altissima richiesta dalla
UEFA, si parlava di oltre 100 milioni di
Euro: la Rai aveva già speso moltissimo
per avere i diritti delle Olimpiadi di Rio,
Mediaset ha già speso un patrimonio
per i diritti delle partite di Champions
League mentre Sky valutava costi e
benefici dell’operazione rimanendo
nell’ombra. Una tattica che alla fine ha
MERCATO Con un colpo a sorpresa, Sky acquista tutti i diritti tv degli incontri di EURO 2016
A Sky i diritti tv per gli Europei di calcio in FranciaRai trasmetterà in diretta gli incontri della nostra Nazionale e una selezione delle altre partite
pagato perchè sembra che la UEFA
abbia ridotto le sue pretese rendendo
appetibili i pacchetti per i diritti in chiaro
e quelli della pay-tv. Il risultato è che per
fortuna non dovremo seguire le partite
dalla radiolina ma potremmo sederci co-
modamente in poltrona per tifare i nostri
eroi. In dettaglio quindi Sky trasmetterà
in diretta per i propri abbonati tutti e 51
gli incontri previsti mentre la Rai potrà
trasmettere in chiaro e in diretta 27 par-
tite. Più precisamente la Rai trasmette-
rà in chiaro e in diretta le partite della
Nazionale, quindi almeno 3 della prima
fase eliminatoria e magari tutte e 7 se
i nostri calciatori dovessero approdare
alla finale. Inoltre potrà trasmettere in
diretta una selezione delle partite scelte
tra gli ottavi di finale, i quarti di finale, le
semifinali e la finale del 10 luglio.
Foxconn compra Sharp per 5,6 miliardi di euroLa taiwanese Foxconn si aggiudica Sharp, azienda leader nella produzione di pannelli LCD e TV. Gli equilibri di mercato potrebbero risentirne, soprattutto Foxconn si potrà affacciare direttamente sul mercato consumer di Gaetano MERO
Come anticipato, con una mossa di circa 700 miliardi di Yen, pari a 5,6 miliardi di euro, Foxconn ha ac-quisito Sharp, società leader nella produzione di pannelli LCD e tra le più longeve del Giappone. L’ac-quisto potrebbe dare i suoi frutti molto presto, segnando di fatto un importante cambiamento nell’in-tero settore tecnologico. La tratta-tiva, afferma Terry Gou fondatore ed attuale presidente di Foxconn, è durata più di quattro anni. La multinazionale taiwanese, divenu-ta famosa per l’assemblaggio dei prodotti Apple oltre che di console come PS4 e Xbox One e il tablet Kindle, aveva infatti già avanzato diverse proposte. Sharp è redu-ce da un lungo periodo di crisi finanziaria, dopo aver accumulato debiti per 4,4 miliardi di dollari, av-vicinandosi pericolosamente alla bancarotta. Ciò nonostante, non è stato facile per il Giappone lascia-re uno dei suoi fiori all’occhiello, il governo giapponese era infatti intervenuto attraverso l’Innovation Network Corp. of Japan, un fondo partecipato messo a disposizione delle aziende nipponiche in diffi-coltà, ma l’offerta si era rivelata non congrua a risanare i conti di Sharp. Foxconn otterrà con l’operazione il controllo del 65,9% dell’azienda, e soprattutto otterrà il know-how in fatto di produzione industriale di pannelli, che potrebbero essere usati per soddisfare le esigenze di altri clienti oppure per entrare di-rettamente sul mercato forte di un marchio più che consolidato.
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MAGAZINEn.128 / 168 MARZO 2016
Con Mr. Robot arrivano Hacker cospirazioni e poteri fortiPer tutti i “quasi orfani” di Person of Interest arriva in prima serata Mr. Robot Un appuntamento in esclusiva su Premium di Michele LEPORI
Sicurezza, privacy e protezione dei dati personali: sono questi i temi di fondo della nuova serie esclusiva di Mediaset Premium Mr. Robot, progetto a tinte fosche a metà stra-da fra la Millennium Trilogy di Stieg Larson e quel Person of Interest che da anni incolla i fan davanti alla TV. Prodotti di questo tipo vivono su dettagli di trama da rivelare ad arte: il protagonista Elliot Alderson nella vita di tutti i giorni è un inge-gnere informatico depresso e con gravi disturbi sociopatici. Nel priva-to, Elliot è un hacker spietato che non fa differenza fra uomini e mac-chine e mette a nudo i segreti di persone e corporazioni. Avvicinato dall’anarchico-insurrezionalista Mr. Robot e la sua società di hacker F-Society, Elliot potrebbe iniziare a seguirne gli ideali di liberazione del mondo dai colossi finanziari e politici che lavorano nell’ombra per soggiogare le persone.Mr. Robot è la nuova esclusiva di
Mediaset Premium annunciata in
pompa magna dall’AD Franco Ricci:
“Mr. Robot” è la serie tv che ha stupi-
to Hollywood e nel 2016 si è meritata
sette riconoscimenti di prima gran-
dezza: due Golden Globes, tre Critics
Choice Awards, il WGA Award e l’AFI
Award. Siamo orgogliosi di presen-
tarla in esclusiva ai clienti Premium.
Sarà in onda sia in modalità lineare
sul canale Premium Stories, sia on
demand sul servizio streaming Pre-
mium Play, disponibile gratuitamen-
te per tutti gli abbonati”.
di Roberto PEZZALI
D ove sono i TV Panasonic? Al CES
di Las Vegas si era visto solo il
top di gamma Ultra HD Premium,
ma a Francoforte, alla convention euro-
pea di presentazione dei nuovi prodot-
ti, l’azienda giapponese ha tirato fuori
i suoi assi nella manica. Tra questi c’è
il nuovo DX800, disponibile nei due
tagli da 50” e 58”, che rappresenta
sicuramente il più spinto tentativo di
Panasonic di realizzare un TV che sia
bello da vedere in tutti i sensi, imma-
gine e look.
Realizzato interamente in lega di allu-
minio, il nuovo DX800 ricorda nella for-
ma una lavagna per le linee precise e
il particolare supporto, con un risultato
che potrebbe non piacere a tutti. Un
cambiamento comunque netto rispet-
to a quanto Panasonic ci ha abituato,
ma non bisogna ridurre il DX800 ad
una esclusiva scelta a livello di design:
Panasonic su questo TV ha curato an-
che la sezione video e la parte audio. Il
TV integra infatti le tecnologie 4K Pro
VIERA e HDR, e proprio per questo
motivo può fregiarsi della certificazio-
ne Ultra HD Premium.
La serie DX800, come gli altri TV top
TV E VIDEO Alla convention europea di Francoforte Panasonic svela la nuova gamma Viera
Panasonic presenta i TV della serie DX800 La serie DX800 punta sulla qualità audio - video e su un nuovo design molto elegante
di gamma Panasonic, supporta già lo
streaming HDR di Amazon (ma in Italia
non c’è) e a breve riceverà la certifica-
zione per supportare anche lo strea-
ming HDR di Netflix. Per i più attenti
alle sigle, tra qualche mese dovrebbe
arrivare anche la certificazione THX:
noi non crediamo molto a questi “bolli-
ni”, tuttavia c’è chi li reputa importanti.
Passando dal video all’audio nella
base del nuovo DX800 Panasonic ha
inserito anche una soundbar con 12
speaker, due tweeter, quattro midran-
ge e 6 woofer per una resa sonora che
sicuramente migliora quanto offerto
sugli altri TV “sottiletta”. La piattaforma
smart resta Firefox OS, ma entro l’esta-
te dovrebbe arrivare un importante
update relativo alla gestione delle app:
si spera che in questo modo Panasonic
possa colmare il gap con altre piatta-
forme smart. Ancora nessuna idea per
quanto riguarda prezzi e disponibilità.
ENTERTAINMENT Netflix promette di raggiungere le 600 ore di contenuti in 4K nel 2016
Netflix: 600 ore di 4K, saranno soprattutto Serie TVConfermato anche l’arrivo dell’HDR. La realtà virtuale per ora è considerata “poco matura”
di Gaetano MERO
N etflix renderà fruibili oltre 600 ore
di contenuti in 4K entro la fine
dell’anno. A confermarlo è stato il
vicepresidente della sezione innovazio-
ne del famoso servizio streaming Chris
Jaffe, durante una conferenza tenutasi
presso il MWC di Barcellona.
Gli abbonati al pacchetto Premium che
cominciano a pregustare la visione di
grossi titoli cinematografici sul proprio
sistema Ultra HD rimarranno però delu-
si: il catalogo, in base a quanto illustra-
to da Jeffe, sembra si baserà principal-
mente su Serie TV, contenuti originali
e programmi TV. Alle già 300 ore di-
sponibili in altissima
definizione si aggiun-
geranno dunque, tra
gli altri titoli, le nuo-
ve stagioni di House
Of Cards (in USA) e
Orange Is The New
Balck. A quanto pare
le grandi major hol-
lywoodiane sono an-
cora piuttosto restie
nei confronti dello streaming UHD, tra
i motivi c’è indubbiamente la volontà di
provare a spingere il neonato Ultra HD
Blu-Ray. Jaffe ha confermato che Net-
flix è anche al lavoro su contenuti HDR,
il nuovo formato ad alta gamma dinami-
ca che promette un’immagine più reali-
stica e che costituirà probabilmente un
compagno ideale per il 4K. I primi con-
tenuti in HDR saranno la prima stagio-
ne della serie Marco Polo ed il secondo
capitolo del telefilm Daredevil. Durante
la conferenza il vicepresidente ha inol-
tre chiarito la posizione della società
sui contenuti per la realtà virtuale (VR)
dichiarando di non vedere allo stato
attuale grandi opportunità nella tecno-
logia, considerata ancora poco matura,
per i propri servizi on demand.
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MAGAZINEn.128 / 168 MARZO 2016
Star Wars: Il risveglio della Forza il 13 aprile in Home VideoDisney annuncia che il campione d’incassi al botteghino 2015 arriverà il 13 aprile Tante esclusive e contenuti inediti per la versione Blu-ray di Michele LEPORI
Star Wars Episodio VII: il risveglio della Forza sarà disposnibi-le a partire dal 13 apri-le. Lo ha comunicato Disney, insieme alle caratteristiche di que-sto atteso titolo. Note-vole la mole di conte-nuti extra disponibile nella sola edizione in alta definizione: ad accompagnare la versione estesa del film con sce-ne eliminate mai viste al cinema ci saranno, nell’ordine:- I segreti de Il Risveglio della For-za: Un Viaggio Cinematico: la clas-sica carrellata di interviste, making of e come è nata l’idea del film;- La Lettura a Tavolino: per riper-correre i momenti dell’incontro fra membri del cast vecchi e nuovi per la lettura della sceneggiatura;- Costruzione di BB-8: la nascita del droide che ha conquistato i fan;- Creazione delle creature: per scoprire i segreti degli effetti spe-ciali delle creature del film;- Progetto di battaglia: tutto sul combattimento nella neve tra Rey e Kylo Ren;- John Williams: la settima sinfonia: per gli appassionati delle musiche di Star Wars;- ILM: la magia visiva della Forza: vita, morte e miracoli di effetti spe-ciali e computer grafica del film;- Forza per il cambiamento: come il brand di Star Wars ed i suoi attori contribuiscano alla beneficenza;Grande enfasi anche alle ver-sioni digitali, con iTunes Store e Play Store in prima fila ad offrire l’acquisto a 16,99€ per la versione HD e 13,99€ per quella SD senza contenuti speciali.
di Massimiliano ZOCCHI
Alla convention europea di Franco-
forte, Panasonic non ha sempli-
cemente tolto i veli alle sue linee
di TV per il 2016, ma anche annunciato
il lancio definitivo del Player Ultra HD
Blu-ray, che come ricordiamo fu il primo
ad essere mostrato (CES 2015) ma ven-
ne poi superato dal Samsung in quanto a
“release date”. Ora invece il primo Ultra
HD Panasonic è pronto ad approdare in
Europa: lo vedremo anche da noi entro
aprile con un prezzo di listino di 799
euro, il che peraltro ha colpito positiva-
mente poichè le ultime voci lo volevano
sul mercato a 100 euro in più.
Ma non è tutto, nel prezzo saranno an-
che inclusi due Ultra HD Blu-ray: Mad
Max Fury Road e San Andreas. Scelta a
quanto pare azzeccata, dato che il pri-
mo dei due si è appena aggiudicato ben
6 statuette alla notte degli Oscar, per
scenografia, montaggio, sonoro, mon-
taggio sonoro, costumi e trucco. Non
proprio della stessa fattura il secondo,
ma di sicuro impatto scenico e sono-
ro per testare a dovere le capacità del
nuovo lettore giapponese. DMP-UB900
è senza dubbio un player allo stato del-
l’arte: oltre ad essere compatibile con
il neonato formato Ultra
HD Blu-ray e con HDR, è
dotato di processore Pa-
nasonic 4K High Precision
Chroma con capacità di
upscaling 4K fino a 60 fps.
La circuitazione interna
tiene separate le sezioni
audio e video e la certifica
THX è garanzia di qualità:
a livello di connessioni,
UB900 dispone di doppia uscita HDMI
ed è compatibile con le codifiche HEVC
e VP9. Sarà inoltre un player audio da
tenere in grande considerazione grazie
al supporto Hi-res (DSD, ALAC, FLAC
e WAV), oltre a un dispositivo smart in
tutto e per tutto grazie al Wi-Fi, alla com-
patibilità DLNA e al supporto di svariati
servizi di streaming tra cui Netflix e You-
Tube (in America anche Amazon).
TV E VIDEO Alla convention europea di Francoforte, Panasonic svela i dettagli del nuovo lettore
L’Ultra HD Blu-ray Panasonic arriva ad aprileSarà disponibile nel nostro Paese a metà aprile, al prezzo di 799 euro con due film omaggio
ENTERTAINMENT The Revenant arriverà su supporto digitale il 5 maggi, anche in Ultra HD Blu-ray
The Revenant arriva in UHD Blu-ray. Anche in ItaliaL’Ultra HD Blu-ray potrà avvalersi di una versione combo comprensiva di Blu-ray standard
di Michele LEPORI
C inque nomination. Cinque anni
passati accarezzando il sogno di
entrare nel gotha del cinema senza
però mai riuscire ad afferrare la sfuggen-
te statuetta: la scorsa notte, finalmente,
il riconoscimento tanto ambito arriva con
l’acclamazione di pubblico e critica per la
miglior interpretazione da protagonista
con The Revenant - Redivivo che pone
fine al digiuno dell’attore americano.
A celebrare il successo della pellicola,
un coro di supporti digitali e fisici: iTunes
Store, Google Play, Chili TV, TIMVision e
Wuaki ospiteranno il capolavoro digitale
dal 30 aprile, mentre per gli appassionati
collezionisti sono previste ben 3 edi-
zioni in Ultra HD Blu-ray (4K Ultra HD),
Blu ray e DVD in vendita nei negozi dal
5 maggio. L’edizione in Ultra HD Blu-ray,
già comparsa negli store online d’oltral-
pe, potrà avvalersi di un’edizione combo
comprensiva del Blu-ray 4K e di quello
standard, video in 2160p codificato in
HEVC e audio inglese in DTS-HD MA
(ancora qualche incertezza per l’italiano).
Abbastanza povera la dotazione di extra,
considerando che al momento è annun-
ciato un solo documentario a corredo: A
World Unseen– A Documentary of The
Revenant.
Ispirato alla storia vera dell’esploratore
Hugh Glass, abbandonato a sé stesso
ed ad uno spietato, gelido inverno dopo
che un orso ha attaccato la compagnia di
esploratori di cui faceva parte, Revenant
ha fatto incetta di premi prestigiosi qua-
li 3 Golden Globes, 5 BAFTA, 1 premio
DGA per la Miglior Regia, 1 premio SAG
per il Miglior Attore (a Di Caprio, appun-
to) ed infine i 3 Oscar per Miglior Attore
Protagonista, Miglior Regia e Miglior Fo-
tografia.
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MAGAZINEn.128 / 168 MARZO 2016
iPad Air è al capolinea In arrivo un iPad Pro da 9,7’’Secondo 9To5Mac fonti attendibili danno per imminente il lancio di un iPad Pro da 9.7” Il nuovo modello non sarebbe un’aggiunta alla gamma, dovrebbe sostituire l’iPad Air di Massimiliano ZOCCHI
Voci insistenti danno per certo un evento Apple il 15 marzo. I pro-dotti di cui si dovrebbe parlare sono molti, ma secondo 9To5Mac anche iPad sarà un protagonista del keynote con una novità forse inaspettata: un iPad Pro da 9,7’’. La fonte anonima di 9To5Mac conferma che il nuovo iPad da 9.7” verrà presentato in quell’oc-casione e si chiamerà iPad Pro 9.7; inoltre, non si tratterà di un elemento ulteriore di una gamma ormai completa, ma del sostituto di iPad Air 2. L’iPad Pro di taglia più piccola erediterà molte speci-fiche dal fratello maggiore, come il processore A9X e il display con supporto per Apple Pencil. Se-condo la fonte ci sarà anche lo Smart Connector, che servirà per agganciare una versione ridotta della Smart Keyboard, trasfor-mando quindi la linea iPad da 9.7” in qualcosa di più professionale, lasciando il compito del sempli-ce svago a iPad Mini. Il prezzo di questo nuovo modello dovrebbe tuttavia restare in linea con quel-lo della gamma Air, come accade ormai da diverse generazioni. Al tempo stesso la produzione del primo iPad Air e della prima ge-nerazione di iPad Mini verrà gra-dualmente abbassata fino a inter-rompersi, per sfoltire la gamma e mantenere il focus su pochi pro-dotti come da tradizione Apple.
di Gaetano MERO
I l display Amoled di Galaxy S7, lo
smartphone di punta presentato da
Samsung al Mobile World Congress,
è il migliore di sempre nonostante sia
analogo a quello del predecessore. Ad
affermarlo è l’autorevole Display Mate,
azienda specializzata in test, calibrazio-
ni e analisi di tutte le tipologie di monitor
esistenti in commercio. Secondo la fon-
te, la tecnologia Amoled ha compiuto
passi da gigante negli ultimi anni fino ad
arrivare all’apice della classifica; non per
niente pare che ci stia facendo un pen-
sierino anche Apple per le prossime ver-
sioni di iPhone. Il Galaxy S7 e l’S7 Edge
presentano la versione più recente della
tecnologia Amoled; il primo è dotato di
un Quad HD da 2.560 x 1.440 pixel - con
tecnologia proprietaria Diamond Pixel -
da 5,1’’ con ben 577 ppi distribuiti su un
substrato di vetro resistente, il modello
curvo presenta invece un 5,5 pollici con
la stessa risoluzione ma densità diffe-
rente con 535 ppi spalmati su un sub-
strato di vetro misto a plastica flessibile
in modo da otte-
nere le due
aree di vi-
sualizzazione
curve ai lati.
Samsung ha
deciso di uti-
lizzare per il
modello piat-
to lo stesso
schermo del-
l’S6, consi-
derando che
aumentare la
r i so luz ione
sarebbe sta-
to inutile per
l’occhio uma-
no, e si è concentrata principalmente
sulla luminosità e su una gestione più
intelligente della stessa. I test eseguiti
hanno dimostrato che l’S7 ha un display
più luminoso del 24% rispetto alla pre-
cedente generazione, raggiungendo i li-
velli del Note 5 che può contare però su
uno schermo più ampio e con una den-
sità inferiore di 518 ppi. Con l’S7 Sam-
sung introduce un metodo rinnovato di
controllo della luminosità: grazie, infatti,
all’Ambient Light Sensor il telefono è in
grado in memorizzare le impostazioni
dell’utente combinate alla luce ambien-
tale e di riproporle al momento oppor-
tuno, quando ci si ritrova in una stanza
con le stesse condizioni. La risposta di
contrasto alla luce esterna, grazie alla
maggiore luminosità, ha registrato i pic-
chi più alti del settore garantendo un
buon livello di leggibilità in condizioni di
forte luce ambientale, inoltre la Screen
Reflectance (la capacità di riflettere la
luce diretta esterna) misurata dal labo-
ratorio è del 4,6
per cento, il
valore più
basso otte-
nuto con uno
smartphone.
Il Samsung
Galaxy S7
p e r m e t t e
inoltre di ge-
stire tonalità
e saturazione
del colore al-
l’utente, una
funzione già
d ispon ib i le
su S6 ma
r a r a m e n t e
presente in
altri smartphone. Qui troviamo quattro
modalità: Display Adaptive che adatta
automaticamente lo schermo ai conte-
nuti visualizzati, Amoled Photo, Amoled
Cinema e Basic Screen Mode. La gam-
ma cromatica è molto estesa e precisa,
secondo le rilevazioni di Display Mate,
anche in questo caso al top della cate-
goria. Non per niente l’indice di preci-
sione dei colori (Absolute Colour Accu-
racy) misurato con la modalità base ha
restituito come risultato un incredibile
1,5 JNCD - Just Noticeable Color Diffe-
rence. La spiegazione di Display Mate è
molto semplice: “insieme a Galaxy Note
5 e Galaxy S6, il dispositivo ha il miglior
display in assoluto in quanto ad accura-
tezza dei colori. È il migliore che abbia-
mo mai misurato in uno smartphone o
tablet, ed è visualmente indistinguibile
dalla perfezione”. Ottimo anche il lavoro
effettuato con la polarizzazione del di-
splay, utile a respingere la luce del sole.
Completa il quadro il display always-on,
disponibile su entrambi gli S7, grazie al
quale visualizzare in qualsiasi momento
con un colpo d’occhio allo schermo le
informazioni essenziali come ora, no-
tifiche e appuntamenti. La porzione di
schermo sempre accesa necessita di un
irrisorio 3% rispetto ai consumi totali del
monitor, merito della tecnologia Amoled
che lascia spenti i pixel neri, anche qui
Samsung ha comunque previsto la re-
golazione automatica della luminosità
dei pixel attivi salvaguardando l’autono-
mia. L’efficienza energetica dei display
Amoled di Sam-
sung è aumen-
tata dal 2013
del 56% tutta-
via la società
d’analisi tra S6
ed S7 non ha
rilevato grosse
differenze in tal
senso.
MOBILE Secondo un’analisi di Display Mate, l’Amoled del Samsung Galaxy S7 è il migliore del settore
Il Galaxy S7 ha il display migliore in assolutoIl merito è delle ottimizzazioni effettuate dal produttore concentrandosi sulla luminosità
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MAGAZINEn.128 / 168 MARZO 2016
Arriverà in estate il prossimo “flagship killer” One Plus 3Previsto entro l’estate il debutto del nuovo smartphone del marchio asiatico, che andrà a collocarsi tra i top della categoria, con caratteristiche premium a un prezzo concorrenziale di Dario RONZONI
In una recente intervista rilasciata a CNET, il co-fondatore di OnePlus, Carl Pei, ha svelato i primi dettagli riguardanti il nuovo smartphone top di gamma del marchio cine-se. OnePlus 3, questo il nome del device, dovrebbe vedere la luce entro il prossimo giugno. Sul mer-cato da soli tre anni, OnePlus si è ritagliata una piccola ma affezio-nata fetta di clientela grazie ai suoi smartphone di qualità alta venduti a prezzi concorrenziali. Ad ampli-ficare l’hype attorno al marchio cinese ha contribuito anche il pe-culiare sistema di vendita, basato su un meccanismo a invito. Niente pubblicità, nessun negozio fisico e solo qualche sporadico strappo alla regola in occasione del Black Friday o di ricorrenze particolari. Ultimamente, tuttavia, viste le re-centi decisioni riguardanti One-Plus 2 e OnePlus X, la compagnia sembra sempre più orientata alla vendita libera. Pei non ha antici-pato alcun dettaglio tecnico sul nuovo top di gamma, ma si augu-ra che OnePlus 3 possa fare brec-cia nei cuori degli utenti come già avvenuto col capostipite One, che nel 2014 colpì l’opinione pubblica grazie a un design accattivante, specifiche tecniche di tutto rispet-to e materiali di qualità.
di Alvise SALICE
P are proprio che Apple ci abbia
ripensato: per il rilancio a prez-
zi accessibili di un iPhone con
schermo Retina da 4 pollici non verrà
impiegato il numeretto che richiama
la gloriosa quinta generazione, an-
cora presente in milioni di tasche. Il
nuovo smartphone mid-range della
casa di Cupertino dovrebbe chiamar-
si semplicemente iPhone SE, Special
Edition. La presentazione ufficiale, a
lungo rumoreggiata per il 15 marzo,
è attesa invece per il 21 dello stesso
mese, nell’ambito dell’apposito even-
to Apple. L’iPhone SE, che dovrebbe
venire lanciato intorno ai 500 $, oltre
al dislay Retina da 4 pollici vanterà
caratteristiche vicine ai top di gamma:
stando ai rumor ufficiosi dovrebbe in-
fatti montare un chip Apple A9 e una
fotocamera iSight da 12 Megapixel,
nonché supportare il touch ID, l’Apple
Pay via NFC, e infine la funzionalità
Hey Siri Always-on. All’evento ufficiale
Apple, dove Tim Cook e soci mostre-
ranno (tra le altre cose) anche nuovi
cinturini per Apple Watch, dovrebbe
venire infine presentato il nuovo iPad
Air da 9.7 pollici: dimensioni da iPad
Air e chipset da iPad Pro, a comincia-
re dal processore Apple A9X. L’atteso
crocevia, insomma.
MOBILE Pare che Apple abbia deciso di abbandonare il numero “5” lasciando solo Special Edition
iPhone SE verrà presentato (forse) il 21 marzoIl nuovo iPhone avrà schermo Retina da 4”, chip Apple A9 e fotocamera iSight da 12 Megapixel
MOBILE Era nell’aria dallo scorso novembre ed ora è arrivata la conferma ufficiale dall’azienda
Microsoft cambia idea sul porting delle app AndroidIl porting delle app Android su Windows 10 Mobile è morto; lunga vita a Project Islandwood
di Mirko SPASIANO
L o scorso aprile, alla Build Develo-
per Conference, Microsoft aveva
annunciato la propria intenzione di
rilasciare degli strumenti per gli svilup-
patori, i cosiddetti “bridge”, per facilita-
re il porting delle app delle piattaforme
mobile concorrenti su Windows 10 Mo-
bile. I tool per il porting delle app An-
droid e iOS sono stati classificati rispet-
tivamente con i nomi Project Astoria
e Project Islandwood. Unitamente a
questi due, erano stati annunciati anche
altri due bridge con il nome di Project
Centennial e Project Westminster, ri-
spettivamente per il porting delle app
Win32 e delle web app. Lo scorso no-
vembre erano trapelate delle indiscre-
zioni secondo le quali Microsoft stesse
incontrando serie difficoltà tecniche per
lo sviluppo di Project Astoria, a segui-
to delle quali avrebbe sospeso il pro-
getto per il porting delle app Android.
Recentemente, il colosso statunitense
ha finalmente commentato queste voci
per bocca di Kevin Gallo, il quale ha di-
chiarato che non è necessario portare
avanti due bridge
per la conversione
di una medesima
app presente su
due piattaforme
distinte. Inoltre, ha
aggiunto che la
filosofia alla base
dei bridge è quella
di rendere il por-
ting su Windows
di app esistenti il più semplice possibile
e che gli investimenti che Microsoft sta
garantendo a Project Islandwood lo ren-
deranno facilissimo. L’annuncio di Kevin
Gallo arriva dopo che Microsoft ha an-
nunciato di aver acquisito Xamarin, una
startup che mette a disposizione degli
sviluppatori degli strumenti che gli con-
sentano di compilare, con un singolo
linguaggio di programmazione, delle
app che possano girare su tutte le principali piattaforme mobile. Per que-
sta ragione, Microsoft ha suggerito, agli
sviluppatori che non fossero interessati
al porting delle proprie app, di provare
Xamarin per realizzare delle app cross-
platform. Al di là delle difficoltà tecniche
che possono aver frenato il progetto,
c’è di più. Project Islandwood consente
di convertire le app per iOS in vere e
proprie app universali, mentre Project
Astoria avrebbe reso le app Android
compatibili soltanto con la piattaforma
mobile di Windows. Inoltre, data la mag-
giore diffusione di app per la produttivi-
tà e per il business su iOS, questa scelta
non sorprende affatto. Del resto, se si
considerano le recenti proposte hard-
ware di Acer e HP, sembra che Windows
10 Mobile stia assumendo sempre più i
contorni di un sistema operativo votato
al mondo business.
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MAGAZINEn.128 / 168 MARZO 2016
WhatsApp abbandona i vecchi sistemi operativiI team di sviluppo di WhatsApp ha annunciato che entro la fine del 2016 terminerà il supporto a BlackBerry, Symbian S60, Nokia S40, oltre agli obsoleti Android 2.1 e 2.2 e Windows Phone 7.1. Dalla nascita di WhatsApp le quote di mercato sono cambiate. Nel 2009 oltre il 70% dei de-vice era targato BB o Nokia, con Goo-gle, Apple e Microsoft con solo il 25%. Oggi, invece, i tre colossi dominano con il 99.5% dello share (Stati Uniti). Per questo il team di sviluppatori, in accordo con il management, ha deciso di interrompere il supporto ai sopra-citati sistemi operativi. Non è stato specificato se l’app sparirà dai relativi store o se non verrà più aggiornata, anche perché uno dei motivi ufficiali è che questi sistemi non offrono più le necessarie garanzie di performance adatte agli sviluppi futuri.
GADGET Nessuna rivoluzione, potenziamento delle qualità
In arrivo il drone DJI Phantom 4 Evita gli ostacoli e supera i 70 km/h
di Alvise SALICE
N essuna rivoluzione, ma un consistente potenziamento delle qualità che hanno
reso il Phantom la serie di droni più desiderata sul mercato: è quanto annunciato
da DJI per la quarta versione del suo quadricottero. A balzare all’occhio è un de-
sign più stiloso e al passo coi tempi, uno chassis alla cui migliorata compattezza s’ac-
compagnano una maggior leggerezza e una superiore aerodinamicità: non stupisce
che Phantom 4, in modalità Speed Mode, sia in grado di superare i 70 Km/h. Oltre alla
velocità, il drone offre anche una ragguardevole autonomia: grazie alla nuova batteria
da 5.350 mAh, P4 promette un tempo di volo fino a 28 minuti. La novità più accattivan-
te consiste però nell’Obstacle Sensing System, che sfruttando una duplice telecamera
frontale consente al Phantom 4 di mappare la presenza di ostacoli lungo il percorso,
tracciarne la distanza e infine evitarli in autonomia. Funzionenon ancora predisposta
per il rilevamento di oggetti a 360°, ma in attesa di una futura generazione provvista di
telecamere su tutti i lati, l’Obstacle Sensing
System risulterà già molto utile agli utenti
che impiegheranno spesso il pilotaggio au-
tomatico (TapFly). Grandi notizie anche per
fotografi e videomaker: il Phantom 4 può
registrare filmati fino al 4k@30fps, anche
viaggiando in Speed Mode. 1.599 € il prez-
zo di lancio, con ordini già aperti.
In Svezia il primo supermercato in cui si fa tutto con l’appÈ stato inaugurato a gennaio il primo negozio di alimentari automatizzato in Svezia di Gaetano MERO
La cortesia e la preparazione dei commessi in un supermercato è quel valore aggiunto che molte volte può decretare il successo o meno di un’attività. Questo però non vale se parliamo del piccolo negozio di alimentari di Viken, un paesino della Svezia abitato da poco più di quattromila anime, in cui non troveremo impiegati o cas-sieri ma dovremo fare tutto da soli. L’idea è venuta a un trentanovenne esperto in IT, tale Robert Ilijason, che una sera si è trovato alle prese con la fame del proprio bimbo e la dispensa vuota. Dopo aver percor-so svariati km prima di trovare un esercizio aperto, a Ilijason è sem-brato necessario avviare una pro-pria attività, aperta 24 ore al giorno e senza l’ausilio di personale. Tutto è svolto dal cliente in completa au-tonomia, basta scaricare l’app sullo smartphone o tablet, registrarsi ed avvicinare il dispositivo all’ingres-so per entrare. Ogni prodotto è dotato di un codice da scansiona-re attraverso la fotocamera, l’app provvederà a memorizzare la spe-sa e ogni fine mese sarà recapitata al cliente una fattura con il conto da pagare. Massima attenzione è stata data naturalmente alla sicu-rezza per scongiurare i tentativi di furto: i 45 metri quadri del self-service sono sorvegliati a distanza grazie a sei videocamere, inoltre un sms avverte Ilijason ogni volta che entra un cliente. La sfida più grande, ammette il proprietario, è quella di riuscire ad avvicinare i residenti più anziani e che hanno poca familiarità con la tecnologia. Nel frattempo gli affari cominciano a dare i loro frutti, i primi clienti si dicono soddisfatti per l’assenza di code e la rapidità con cui si pos-sono effettuare gli acquisti oltre al fattore convenienza, vista l’assen-za dei costi del personale.
di Roberto PEZZALI
Vodafone guarda al futuro e corre
velocissima: dopo aver coperto il
95% della popolazione con la rete
4G e portato i servizi in fibra in oltre
200 città, Vodafone ha raggiunto qual-
che giorno fa, a Milano e per la prima
volta in Italia, la velocità di 10 Gbps su
fibra e gli 1.2 Gbps su connessione 4G.
Un record che non richiede apparati
particolari: la tecnologia usata e gli stru-
menti messi a disposizione da Huawei
per il test sono disponibili sul mercato,
e Vodafone ha confermato che a Milano
esiste già un primo cliente business che
può beneficiare di questa connessione
in fibra ultraveloce. L’unico requisito è
un particolare modem, oltre ovviamen-
te a una configurazione particolare di
una porta in centrale. Ancora manca
un’ offerta commerciale dedicata ai
clienti consumer, ma l’azienda è già in
grado oggi di fornire questa soluzione
a tutti i clienti business connessi alla
fibra (FTTH) che necessitano di velo-
cità particolari, anche in tagli che sono
più piccoli dell’esagerato 10 Gbps. Per
quanto riguarda l’LTE Vodafone ha toc-
cato gli 1.2 Gbps aggregando più bande
(5 frequenze): la dimostrazione è stata
fatta in laboratorio utilizzando ricevitori
ad hoc perché al momento non esisto-
no terminali con un modem in grado
di collegarsi a una rete dotata di tale
velocità - ci spiega Fabrizio Rocchio,
Technology Director di Vodafone - ma
a breve dovrebbero arrivare i primi mo-
delli sul mercato. Non è comunque una
questione di velocità di picco: 1.2 Gbps
a un solo utente probabilmente non ser-
vono a nulla, ma avere a disposizione
1.2 Gbps vuol dire offrire a un gruppo di
utenti connessi velocità individuali ben
più elevate di quelle attuali. Fabrizio
Rocchio (e noi anche), si augura anche
che l’evoluzione della rete mobile pos-
sa portare alla creazione di piani dati
più flessibili: difficile che si arrivi a una
soluzione “flat” come per le utenze do-
mestiche, ma sicuramente nei prossimi
mesi / anni la quantità di traffico mobile
generato da un utente salirà insieme
alla velocità delle reti e gli operatori sa-
ranno costretti ad adeguarsi.
MOBILE Non è ancora disponibile un’offerta commerciale dedicata ai clienti consumer
Vodafone da record: fibra 10 Gbps e LTE 1.2Un’azienda di Milano già viaggia in fibra a 10 Gbps, a breve LTE con picchi di 1.2 Gbps
www.audiogamma.it
Disegnataper ascoltareI nuovi diffusori CM10 S2 sono indubbiamente belli,grazie alle loro linee pulite ed alle finiture di qualitàsuperiore. Ma come per tutte le realizzazioni Bowers& Wilkins la forma deve seguire la funzione, graziealla doppia cupola dell’unità alti ed alla tecnologiatweeter-on-top non crederete quanto bene lamusica può suonare.
133_bw_CM10_pgp_ddy.qxp:- 8-03-2016 18:01 Pagina 1
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MAGAZINEn.128 / 168 MARZO 2016
Samsung inizia la distribuzione dei dischi SSD da 16 TBPM1633a di Samsung sarà il primo disco a stato solido da 2,5” con la capacità di 16 TB Non ancora comunicati i costi che saranno presumibilmente molto elevati Nel corso dell’anno arriveranno anche tagli di memoria inferiori di Andrea ZUFFI
È iniziata la distribuzione da parte di Samsung del disco a stato soli-do con la capacità record da 16 TB (15,36TB reali). Secondo il colosso coreano dell’elettronica, questo compatto disk drive, annunciato lo scorso anno in California al Flash Memory Summit, è il più capace al mondo nella categoria degli SSD da 2,5”. La dimensione del drive è un fattore non trascurabile per le aziende che potranno così ridurre gli ingombri nei propri server uti-lizzando rack da 2,5 anzichè 3,5”, migliorando la capacità di storage e tempi di accesso ai dati. Vista la mole di dati che sarà possibile scri-vere velocemente sui nuovi dischi, Samsung mette a disposizione strumenti specifici per la protezio-ne e il restore dei dati in caso di interruzioni dell’alimentazione. Il prezzo del Samsung PM1633a da 16 TB non è ancora stato ufficia-lizzato ma sarà con tutta probabi-lità ancora proibitivo per gli utenti consumer,. La buona notizia per i comuni mortali è che nel corso del-l’anno usciranno dischi SSD della stessa linea con tagli di memoria da 8 TB, 4 TB, 2 TB, 1 TB e 0,5 TB a costi sicuramente più accessibili.
di Andrea ZUFFI
M icrosoft ha iniziato a mostra-
re messaggi pubblicitari nella
schermata di blocco di Windows
10. Per il momento si ha notizia dell’appa-
rizione della pubblicità solamente di un
gioco, Rise Of The Tomb Raider e sola-
mente negli Stati Uniti. È possibile infatti
che al quartier generale di Redmond ab-
biano deciso di sondare il terreno con i
soli utenti americani. In Italia per ora non
si hanno ancora segnalazioni circa l’ar-
rivo della pubblicità nella schermata di
blocco di Windows 10, ma è solo questio-
ne di tempo perché Microsoft aveva pre-
sentato questa novità già nel corso del
2015. Per gli utenti c’è però una buona
notizia. I “consigli per gli acquisti” si po-
tranno disabilitare con pochi click dalle
schermate di configurazione del sistema
operativo: basterà posizionarsi su Impo-
stazioni/Personalizzazione/Schermata di
blocco e disattivare la voce “Visualizza
informazioni, suggerimenti e altro nella
schermata di blocco”. Se l’opzione non
fosse visibile bisogna controllare che
la casella “Sfondo” sia su “Immagine” o
“Presentazione”. La manovra di Micro-
soft, seppur annunciata in passato e di-
retta conseguenza della gratuità di Win-
dows 10 (per i possessori di una licenza
Windows 7 e 8), potrebbe far storcere il
naso a più di un utente. E potrebbe non
essere tutto: il peggio potrebbe ancora
venire con uno dei futuri aggiornamenti
del sistema operativo, peraltro obbliga-
tori. Cosa succederebbe, infatti, se in
una delle prossime build sparisse dalla
schermata delle personalizzazioni pro-
prio il “flag” di disattivazione della pub-
blicità? Ci si potrebbe magari trovare
nella stessa situazione dei clienti Kindle
e Fire di Amazon che per non avere pub-
blicità sui dispositivi devono pagare un
sovrapprezzo, o rinunciare allo sconto,
se proprio si vuole vedere il bicchiere
mezzo pieno.
PC Microsoft coerente con un annuncio dello scorso anno: in Windows 10 arriva la pubblicità
Pubblicità della schermata di blocco di Windows 10Le inserzioni pubblicitarie si possono disabilitare facilmente con un click. Almeno per ora
PC Il mini PC Raspberry Pi3 festeggia i 4 anni con la nuova release Pi3 Model B aggiornata
Il PC Raspberry Pi3 ora ha Wi-Fi e BluetoothPiù potenza, processore a 64 bit , Wi-Fi e Bluetooth integrati. Manca solo il supporto al 4K
di Franco AQUINI
R aspberry aggiorna la sua popolare
all-in-one PC board alla versione
3 potenziando il processore e ag-
giungendo la connettività Wi-Fi 802.11n
e Bluetooth 4 (con BLE). Novità che la
comunità di sviluppatori del mini PC ac-
coglieranno a braccia aperte, in particolar
modo per quanto riguarda la connettività,
che fino ad oggi ha costretto a consuma-
re una delle porte USB disponibili. Tra le
due, sicuramente la connettività Bluetooth
sarà quella più apprezzata. Viene infatti
usata per dialogare con i sensori dispo-
nibili e in questa versione è disponibile
anche in BLE (Bluetooth
Low Energy). Raspberry Pi
infatti, più che come vero
e proprio PC, viene usato
nel mondo dell’IoT, dove
permette di realizzare un
sistema compatto ed eco-
nomico per elaborare dati
ambientali come tempe-
ratura, presenza di fumo,
umidità e altro. Il limite
resta solo la fantasia degli sviluppatori.
Questa terza release potenzia molto il
processore e le prestazioni: troviamo, in-
fatti, un ARM Cortex A53 quad-core da 1.2
GHz su architettura 64 bit, che non solo
aumenta le prestazioni di un buon 50%
con applicazioni a 64 bit, ma spinge di
molto le prestazioni anche in presenza di
codice a 32 bit. La RAM è di 1 GB, come la
versione precedente. A chi chiedeva ad
alta voce il supporto 4K risponde diretta-
mente Eben Upton, CEO di Raspberry Pi
Foundation. Upton sottolinea l’importan-
za che ha avuto, nella decisione di non
implementare un codec video che sup-
portasse l’UltraHD, mantenere la retro-
compatibilità con le precedenti genera-
zioni, soprattutto alla luce degli 8 milioni
di dispositivi venduti. Chi non ha bisogno
dell’UltraHD può comunque costruire,
senza avere particolari competenze tec-
niche, un ottimo media player. Raspberry
Pi dispone, infatti, di uscita HDMI, audio
e video composito combinato in un jack
da 3.5mm, porta Ethernet, 4 porte USB,
GPIO a 40 pin, Camera Interface (CSI),
Display Interface (DSI) e slot microSD. Il
tutto a 35 dollari.Raspberry Pi
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MAGAZINEn.128 / 168 MARZO 2016
Sony dà l’addio a PlayStation TV in America ed EuropaSony ha annunciato che terminerà a breve la distribuzione di PlayStation TV in America ed Europa In Asia curiosamente il dispositivo continua ad essere distribuito di Francesco FIORILLO
Sony ha annunciato che la sua pe-riferica PlayStation TV non verrà più distribuita in America e in Euro-pa. Ad onor del vero, le consegne di tale periferica erano già state interrotte alla fine del 2015, nei mercati americani ed europei, ma la conferma ufficiale è giunta solo adesso. Il device, qui trovate la nostra esaustiva prova, è pensato per lo streaming video (Remote Play) da PS4 e permette di giocare sulla TV sia i titoli PlayStation Vita, sia alcuni giochi digitali editati ori-ginariamente su PSP e PlaySta-tion. La notizia della sua prematu-ra scomparsa non sorprende più di tanto: nonostante sia uscita nel 2013, PlayStation TV non è riuscita nell’intento di fare breccia nei cuori dei videogiocatori, neppure dopo l’importante taglio al prezzo. E ora largo a PlayStation VR, la next big thing in ambito videoludico.
di E.VILLA e F. FIORILLO
D opo l’annuncio di Oculus, ormai
risalente a qualche mese fa, è
toccato anche a HTC svelare gli
ultimi dettagli del proprio headset per
la realtà virtuale, che in realtà è un kit
completo che comprende anche i con-
troller. Il prodotto è stato posizionato
sul mercato europeo a 899 euro, un
prezzo premium considerando che ol-
tre al kit in questione ci sarà bisogno di
un PC “di supporto” dalla potenza gra-
fica notevole. Inevitabile, come spesso
accade, il parago-
ne con l’analoga
versione statuni-
tense, il cui prezzo
è stato annunciato
poche ore prima
dell’apertura del
Mobile World Con-
gress di Barcellona
ed è di 799 dollari.
Fermo restando
che il fortissimo
apprezzamento del dollaro sull’eu-
ro (2015) rende l’ipotesi della parità
un’idea ormai sepolta, tutto sommato
poteva andare molto peggio: consi-
derando le sale tax americane (più
o meno 8%), il prodotto costerà a un
cittadino statunitense circa 860 dollari,
pari a 790 euro (tasso di cambio 1.09),
100 in meno rispetto a quanto verrà a
costare da noi. In Gran Bretagna il pro-
dotto costerà 689 sterline, pari circa a
880 euro. Le consegne sono previste
per il mese di aprile. Come anticipato
al momento dell’annuncio, al prezzo di
HTC Vive vanno aggiunti 74,42 euro
per le spese di spedizione, ma questo
pare non aver scoraggiato i soliti early
adopter, disposti a tutto pur di mettere
le mani sull’ultimo ritrovato tecnologi-
co. Soprattutto, questo dimostra che
l’hype attorno alla realtà virtuale è de-
cisamente notevole.
GAMING Finalmente svelato anche il prezzo europeo di HTC Vive. Consegne previste per aprile
HTC Vive costa 899 euro, 200 in più di OculusNonostante il prezzo, le vendite vanno a gonfie vele: prenotate 15.000 unità in soli 10 minuti
di Mirko SPASIANO
L a Video Electronic Standards As-
sociation (VESA) ha annunciato lo
standard DisplayPort 1.4, con il qua-
le potremo collegare un display 8K a PC
portatili, tablet, smartphone e ad altri di-
spositivi attraverso un cavo che si innesti
nella relativa porta USB Type-C.
Il connettore DisplayPort è particolarmen-
te diffuso in ambito business, a dispetto
dell’HDMI che viene utilizzato preva-
lentemente in ambito consumer. Nono-
stante l’interfaccia fisica dello standard
DisplayPort sia proprietaria, il relativo pro-
tocollo si è evoluto nel tempo per dialoga-
re con altri connettori, come ad esempio
le porte Thunderbolt e, appunto, le USB
Type-C. Con l’annuncio di ieri, però, non è
ancora chiaro se lo standard DisplayPort
abbandonerà del tutto il connettore pro-
prietario a favore di quello tipico della
USB Type-C. d ogni modo, la versione 1.4
è davvero un bel passo avanti rispetto al
DisplayPort 1.3, già ampiamente utilizza-
to nei PC di nuova generazione e la cui
larghezza di banda supporta al massimo
due display 4K. Oggi, a causa dell’enor-
me banda richiesta, si fatica ancora a
trasferire un video 4K in tempo reale
attraverso una porta USB Type-C. Ma
la VESA ha annunciato di aver trovato
il modo di trasferire addirittura i video
8K attraverso un’avanzata tecnica di
compressione. Sarà, infatti, una tecno-
logia denominata Display Stream Com-
pression (DSC), integrata nel DisplayPort
1.4, a comprimere i video in piccoli pac-
chetti, senza pregiudicare la resa finale
del video. Entro il 2020 è previsto che i
televisori 8K possano ritagliarsi il proprio
spazio, giusto in tempo per le Olimpiadi
di Tokyo, che saranno riprese, appunto, in
8K. Ad oggi, soltanto Sharp sta commer-
cializzando un TV 8K, alla modica cifra di
oltre 120.000 euro, ma si spera che, per
allora, questa tecnologia diventi decisa-
mente più accessibile. In caso contrario,
in barba allo standard DiplayPort 1.4, sa-
ranno davvero pochi gli eletti che potran-
no rifarsi gli occhi.
PC VESA annuncia la compatibilità dello standard DisplayPort 1.4 con risoluzioni fino all’8K
Il DisplayPort 1.4 è pronto per l’8K: ma i display?I TV e i display 8K non sono ancora arrivati sul mercato ma la tecnologia è pronta ad accoglierli
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MAGAZINEn.128 / 168 MARZO 2016
GAMING Nella prima versione, il device per la realtà aumentata potrà contare su diverse app e su tre progetti videoludici
Hololens ai blocchi di partenza: 3 giochi per rifarsi gli occhiFragments, Young Conker e RoboRaid saranno utili per saggiare le potenzialità del visore anche in questo particolare ambito
di Francesco FIORILLO
I l keynote di Phil Spencer nel corso di
un recente evento Microsoft sembra
lasciare pochi dubbi a riguardo: nel
prossimo futuro le divergenze fra Xbox
One e PC verranno appianate.
L’Xbox One, grazie all’oramai prossima
implementazione delle Universal app di
Win 10, diverrà una sorta di ibrido conso-
le/PC, mentre lo store Xbox presente su
Personal Computer allargherà il suo cata-
logo proponendo diversi titoli destinati in
precedenza alla macchina da gioco del-
l’azienda americana. Tra le tante novità
annunciate (ecco un video che riassume
l’intero evento), spiccano di certo l’arrivo
su PC di Gears of War: Ultimate Edition e
Forza Motorsport 6: Apex. Lo sparatutto
di Epic è già disponibile a sorpresa su
Windows Store, mentre il titolo a base di
curve millimetriche e bolidi da 300 cavalli
potrà essere scaricato nel corso della pri-
mavera, in modalità free to play. Pronto
per utilizzare le DirectX 12, la più recente
incarnazione delle API Microsoft, il simu-
latore sviluppato da Turn 10 sarà infatti
uno spin-off a tutti gli effetti e potrà con-
tare su venti tracciati e su una selezione
di 63 vetture. Nel corso della conferenza
non sono mancati poi gli annunci minori,
come la conferma della terza stagione del
picchiaduro Killer Instinct su PC e Xbox
One (atteso per il 29 marzo), e le speci-
fiche inerenti all’ultimo aggiornamento
software del sistema Xbox One, che arri-
verà con l’update di marzo. Nel dettaglio,
è prevista un’estensione della Party Chat
fino ad un massimo di 16 utenti, la possi-
bilità di acquistare giochi Xbox 360 retro-
compatibili dallo store Xbox One e, per
finire, il trasferimento completo di obiettivi
e caratteristiche social dai vecchi “titoli
360”. Ovviamente all’evento di San Fran-
cisco c’è stato anche spazio per l’imman-
cabile versione di Minecraft da giocare in
VR con il visore Oculus Rift.
GAMING Nuovi titoli destinati in precedenza alla console di Redmond giungono ora su PC
Microsoft: Xbox One e PC saranno una cosa solaGears of War è già disponibile, mentre Forza Motorsport 6: Apex arriverà in primavera
di Francesco FIORILLO
D al mare della grande rete sono
emersi alcuni dettagli relativi al
lancio di HoloLens Development
Edition, versione speciale del viso-
re Microsoft pensata appositamente
per gli sviluppatori. Secondo quanto
indicato in un comunicato stampa,
prontamente rimosso dalla stessa
Microsoft (ma ancora presente sulle
pagine virtuali di AllGamesBeta), la
Development Edition di HoloLens può
essere già preordinata, ha un prezzo
di 3.000 dollari e verrà consegnata a
partire dal prossimo 30 marzo. Il de-
vice incentrato sulla realtà aumentata,
in questa sua prima edizione, verrà di-
stribuito insieme a una pratica video-
guida, realizzata dallo stesso colosso
americano, e accompagnato da tre
app videoludiche, utili per saggiare le
potenzialità del visore anche in questo
particolare ambito. Attraverso un post
pubblicato sul suo blog, Kudo Tsunoda
(vice presidente corporate di Micro-
soft) ha inoltre svelato i nomi di questi
primi progetti.
Fragments porta i giocatori sulla sce-
na di un crimine, senza allontanarli
ovviamente dalla comodità della loro
dimora. Grazie alla realtà aumentata
si può indagare su vari indizi, risol-
vere enigmi e parlare addirittura con
personaggi digitalizzati, seduti magari
sul divano buono del salotto. Lo stes-
so Tsunoda si è detto particolarmen-
te colpito da questa app che, stando
alle sue parole, riuscirà nell’intento di
fondere la linea di demarcazione tra il
mondo digitale e quello reale.
Young Conker, il secondo progetto al-
legato a HoloLens, è invece una sorta
di gioco di piattaforme con protagoni-
sta lo scoiattolo di Rare. La particolari-
tà è che gli immancabili dislivelli da su-
perare, tramite salti millimetrici, sono
qui sostituiti dal mobilio presente nelle
nostre cucine e nelle camere da letto.
RoboRaid, mostrato all’E3 2015 con
il nome di Project X-Ray, è infine uno
sparatutto in prima persona che ci ve-
drà impegnati contro l’ennesima inva-
sione aliena. I nemici sbucheranno let-
teralmente dalle pareti, sfonderanno
muri e invaderanno le stanze di casa.
Non solo applicazioni ludiche ac-
compagneranno comunque questa
Development Edition di HoloLens.
HoloStudio, infatti, permetterà agli
sviluppatori di creare facilmente espe-
rienze in realtà aumentata e insegnerà
loro come utilizzare i vari modelli di
interazione propri del visore, come lo
sguardo, il puntamento tramite gesti e
l’implementazione del riconoscimento
vocale.
All’appello non mancherà neppure
una versione avanzata di Skype, che
permetterà agli utenti collegati di inte-
ragire tra loro e, soprattutto, di condi-
videre il nuovo mondo olografico pen-
sato da Microsoft.
torna al sommario 20
MAGAZINEn.128 / 168 MARZO 2016
di Roberto FAGGIANO
Technics ha esposto per la prima volta
al pubblico un esemplare funzionan-
te del giradischi SL 1200, annunciato
alla scorsa edizione dell’IFA di Berlino e
mostrato al CES di Las Vegas. Durante
l’esibizione tenutasi a Bristol, in Gran Bre-
tagna, era presente anche il progettista
Testuya Itani che ha raccolto la delusione
degli appassionati riguardo al prezzo di
listino fissato per il giradischi (almeno per
i primi 1200 pezzi della tiratura limitata e
numerata), pari a circa 4.000 euro. Per
molti il sogno di riavere un pezzo storico
a un prezzo accessibile, circa 500 euro
era l’ultimo listino del “vecchio” 1200, è
brutalmente sfumato. E qui i colleghi in-
glesi di What hi-fi hanno chiesto spiega-
zioni al progettista, svelando i retroscena
dell’operazione, quando Itani ha messo
in luce come il nuovo SL 1200 sia solo
in apparenza uguale al vecchio modello,
ma sia in realtà un prodotto del tutto nuo-
vo, escluso il coperchio parapolvere.
Il progetto di rimettere in pista il 1200
nasce nel 2014 ma i progettisti ancora
non sapevano che tutti i macchinari e
gli stampi di produzione dello storico
giradischi erano andati distrutti o grave-
mente danneggiati, esclusi gli stampi del
coperchio anti polvere. Da qui l’impos-
sibilità di sfruttare le economie di scala
sui macchinari e di conseguenza è par-
tito un progetto quasi completamente
nuovo, che solo esteticamente appare
uguale allo storico 1200. In particolare ci
si è ispirati al modello SP 10 che era in
effetti molto più costoso del 1200 ed era
venduto senza braccio di lettura. I punti di
forza del nuovo 1200 sono il motore per
la trazione diretta del piatto e appunto il
piatto, che è 3 volte più pesante rispetto
a quello del 1200 originale. Al momento
comunque il giradischi non è ancora in
veste definitiva: rimangono piccoli detta-
gli da rifinire per avere i primi esemplari
della versione limitata, attesa per l’estate.
Itani ha confermato l’arrivo di un modello
più economico, non a tiratura limitata, a
fine 2016, inizio 2017, ma che sicuramen-
te resterà lontano dai prezzi dell’edizione
“storica”.
HI-FI E HOME CINEMA I progettisti svelano perchè il nuovo SL1200 ha un prezzo così distante da quello del vecchio modello
Sono troppi 4.000 euro per il nuovo giradischi Technics?Sotto la pelle è un giradischi tutto nuovo, dal motore al piatto. Tra fine 2016 e inizio 2017 arriverà un modello più economico
A questo punto appassionati e deejay
si mettano il cuore in pace: il vecchio
SL-1200 da “battaglia” non c’è più e non
ritornerà; il nuovo 1200 sarà un giradischi
per audiofili dal portafogli rigonfio da esi-
bire ed ascoltare nel “salotto buono”. Il
tempo ci dirà se questa operazione sarà
un successo o meno.
di Roberto FAGGIANO
P anasonic amplia la sua gamma di
diffusori multiroom All Connected
audio con quattro nuovi modelli. il
diffusore All5 ( 249 euro) è un modello a
prova di schizzi d’acqua e umidità, ideale
per essere sistemato in bagno o in cuci-
na, sfrutta un sistema di altoparlanti ste-
reo con un woofer passivo per la gamma
bassa e un larga banda con potenza di
20 watt. Questo modello ha anche una
batteria integrata con autonomia di 6 ore.
Il diffusore All6 (299 euro) è destinato a
chi desidera una qualità sonora degna di
diffusori molto più grandi, gli altoparlanti
utilizzati formano un sistema stereo con
woofer e tweeter con potenza di 40 watt.
Una caratteristica esclusiva è il condotto
HI-FI E HOME CINEMA Panasonic presenta quattro nuovi diffusori multiroom della linea All
Panasonic ha un diffusore multiroom impermeabileL’All5 resiste all’umidità e agli schizzi d’acqua, è una scelta ideale per il bagno e la cucina
reflex Long Aero Stream Port si riesce
a ottenere una gamma bassa altrimenti
difficile da ascoltare da un diffusore così
compatto. L’All 6 puà essere utilizzato
anche in coppia per un ascolto stereo
oppure può fungere da diffusore sur-
round in collegamento con la soundbar
della gamma All 70T. Il modello All 7CD
(399 euro) più che un diffusore è un vero
sistema stereo in miniatura che com-
prende il lettore CD, un ingresso USB, la
radio e una piccola memoria interna da
4 GB dove archiviare musica compressa
oppure il contenuto di un CD in qualità
WAV. Dalla presa USB si possono anche
riprodurre file FLAC fino a 192 KHz. Gli
altoparlanti in configurazione stereo pre-
vedono un tweeter acupola e uno spe-
ciale midwoofer Twisted Port. Il diffusore
All 9 (349 euro) si colloca al top di gam-
ma per avere i migliori risultati sonori, pur
mantenendo dimensioni ancora compat-
te. Gli altoparlanti formano un sistema 2.1
con un woofer in comune ai due canali
con potenza complessiva di 80 watt. Sul
diffusore troviamo anche una presa USB
per chiavette di memoria e sei tasti pro-
grammabili per un uso diretto.
Tutti i nuovi modelli sono controllabi-
li con l’applicazione Panasonic Music
Streaming, compatibile con Spotify e
con TuneIn. Inoltre è possibile collegare
uno smartphone a un diffusore All con il
Bluetooth e diffondere la musica via wi-fi
ad altri altoparlanti connessi in rete. Per
quanto riguarda la disponibilità. gli All 6
e 9 arriveranno in aprile, All 7CD arriva in
maggio mentre l’All 5 arriverà in giugno.
HI-FI E HOME CINEMA
Marshall Major II La cuffia social
Marshall ha lanciato Major II (149 euro) una cuffia con una caratteristica singolare: la presa minijack non serve solo per un collegamento alla sor-gente in caso di batteria esaurita, ma utilizzando il Bluetooth questa presa serve per collegare un’altra cuffia e far ascoltare la stessa musica ad un’altra persona. Major II mantiene lo stile vintage di tutti i prodotti Mar-shall, con finiture nere in pelle e det-tagli in metallo: per il controllo delle telefonate e del volume c’è una rotella sul padiglione sinistro e i padiglioni sono ripiegabili. La cuffia impiega due trasduttori da 40 mm realizzati su specifiche, l’impedenza è di 64 ohm mentre la sensibilità è di 99 dB. Il collegamento Bluetooth è con aptX con 30 ore di autonomia, in dotazione un cavetto minijack spiralato.
torna al sommario 21
MAGAZINEn.128 / 168 MARZO 2016
di Massimiliano ZOCCHI
Tesla Model 3 è una vettura fonda-
mentale nei piani dell’azienda di
Elon Musk, dato che sarà la prima
ad offrire buona autonomia (si parla di
oltre 320 km) a un prezzo ragionevole:
35.000 dollari senza incentivi. Si sape-
va che sarebbe stata presentata a bre-
ve ma mancava una conferma ufficiale:
qualche giorno fa, Tesla ha iniziato a
distribuire gli inviti per l’evento di pre-
sentazione che si terrà il 31 marzo a Los
Angeles.
In particolare il famoso proprietario
Tesla norvegese, Bjorn Nyland, ha rice-
vuto e pubblicato sul suo blog l’invito,
in quanto più volte vincitore del refer-
ral program di Tesla. Tramite il suo sito
web, i suoi video e la sua disponibilità
ha convinto molti potenziali clienti ad
acquistare una Tesla, vincendo quindi
egli stesso una Model X, oltre ad ap-
punto questo viaggio. Questo è il testo
ricevuto da TeslaBjorn direttamente dal
customer service Tesla:
“Congratulazioni per aver vinto un
viaggio all’imminente evento di pre-
sentazione di Model 3. Grazie per il
tuo supporto al referral program, e
per la tua spinta alla rivoluzione elet-
trica. Siamo felici di annunciare che la
Model 3 verrà svelata martedì 31 mar-
zo a Los Angeles, California”.
Contemporaneamente alla diffusione
di questi inviti sono arrivati dei rumor
da un utente del Tesla Motors Club,
che dichiara di aver parlato con una
fonte anonima interna a Tesla, la qua-
le avrebbe rivelato alcuni particolari
della nuova vettura. Secondo queste
voci, Model 3 dovrebbe somigliare alla
Model S, ma più piccola e con qualche
dettaglio di lusso in meno, come i se-
dili in pelle. La riduzione di costo sarà
raggiunta soprattutto grazie a batterie
meno capienti, e direttamente prodot-
te da Tesla nella nuova GigaFactory in
Nevada.
I pre-ordini prenderanno il via il giorno
seguente in tutto il mondo, con un anti-
cipo di 1.000 dollari.
AUTOMOTIVE Goodyear e altri importanti produttori di pneumatici presenti al Salone di Ginevra
Eagle-360, lo pneumatico del futuro di GoodyearGoodyear ha presentato un concept di uno pneumatico sferico a levitazione magnetica Presentato anche il più classico Intelligrip, prototipo di pneumatico connesso e smart
AUTOMOTIVE La certezza della notizia arriva dagli inviti recapitati ai vincitori dei concorsi
Tesla Model 3, attesa finita: arriva il 31 marzo La Tesla Model 3, l’auto che cambierà il mercato, sarà presentata il 31 marzo a Los Angeles
di Massimiliano ZOCCHI
Al Salone di Ginevra, Goodyear ha
presentato il concept di Eagle-360
(clicca qui per il video di presenta-
zione), uno pneumatico-sfera a levitazio-
ne magnetica. Secondo il concept (al mo-
mento solo un rendering) Eagle-360 sarà
collegato a ipotetiche auto del futuro tra-
mite una nicchia a levitazione magnetica,
sistema utilizzato anche per trasferirgli il
moto. Niente più ammortizzatori con le
forze magnetiche ad attutire le asperità
della strada e una rumorosità nettamente
inferiore. Oltre a questo, il battistrada po-
trebbe essere creato con la tecnica della
stampa 3D, personalizzandolo a seconda
del tipo di applicazione. Eagle-360 ha un
disegno ispirato a un particolare tipo di
corallo per assicurare presa e sicurez-
za. Inoltre, il fondo delle scanalature si
comporta come una spugna: si indurisce
quando asciutta e diventa morbida quan-
do è bagnata, per variare le prestazioni
in ogni situazione. Un occhio di riguardo
anche al traffico e ai parcheggi del futuro,
grazie alle manovre a 360 gradi che que-
sta soluzione potrebbe permettere.
Più vicino alla realtà odierna invece In-
telliGrip, un concept derivato dallo pneu-
matico con chip incorporato già visto lo
scorso anno. Grazie all’avanzato sistema
di sensori incorporati e alla struttura del
battistrada, IntelliGrip può percepire le
condizioni meteo e le variazioni del man-
to stradale. Questi dati, unitamente alle
misurazioni di tem-
peratura e pres-
sione, vengono
trasmessi via
wireless al com-
puter centrale
della vettura,
che li interpreta
e reagisce di conseguenza, ad esempio
riducendo la velocità. Secondo il General
Manager Luca Crepaccioli, anche Intelli-
Grip è studiato pensando alle auto con-
nesse e autonome del prossimo futuro,
che necessiteranno di soluzioni nuove e
sono una sfida per tutto il settore come
non si presentava da molti anni. Per rag-
giungere questi traguardi è fondamenta-
le la collaborazione con le principali Case
automobilistiche e con le migliori aziende
del settore, come nel caso del microchip
incorporato in IntelliGrip, sviluppato insie-
me ad Huf, uno dei principali produttori
mondiali di sistemi elettronici per il setto-
re automotive.
Primo incidente con colpa per Google CarUna delle vetture autonome di Google ha colpito il fianco di un autobus. Nessuna grave conseguenza di Giulio MINOTTI
Dopo 2,3 milioni di chilometri e 17 incidenti causati da errori umani, l’auto a guida autonoma di Google sembra aver commesso il suo primo incidente con colpa. L’inci-dente, riportato qualche giorno fa al California Department of Motor Vehicles, ha visto coinvolti una Lexus RX450h, aggiornata alla guida autonoma, e un autobus del servizio pubblico locale. Lo scon-tro è stato causato da una cattiva interpretazione dell’intelligenza artificiale di una situazione molto comune: Google Car, cercando di aggirare alcuni sacchi di sabbia posizionati su un tombino, non ha valutato correttamente l’avvi-cinarsi di un autobus e l’ha col-pito. Sia l’operatore di bordo sia l’intelligenza artificiale dell’auto si sono accorti del bus ma entrambi, pensando che il mezzo rallentas-se o si fermasse per far passare la vettura, hanno lasciato che questa si spostasse al centro della corsia. Purtroppo così non è stato e il bus è stato colpito sulla fiancata dalla parte frontale dell’auto. Le velocità erano molto basse con il mezzo pubblico che procedeva a 24 km/h e la Google Car a 3 soli km/h. Secondo il colosso di Mountain View, la dinamica dell’incidente evidenzia qualche responsabilità da parte della Google Car: “Se la nostra auto non si fosse mossa la collisione non ci sarebbe stata”.Gestire molte variabili in frazioni di secondo può mettere in difficol-tà anche i sistemi tecnologici più avanzati, soprattutto in condizioni di elevato traffico. Ma Google non demorde e sicuramente trarrà be-neficio da questa esperienza.
torna al sommario 22
MAGAZINEn.128 / 168 MARZO 2016
di Massimiliano ZOCCHI
Al Salone di Ginevra, Nissan non
ha deluso le aspettative e tra le
novità presentate a farla da pa-
drone sono state sicuramente X-Trail e
Qashqai, presentati in una inedita ver-
sione Premium Concept. E poi un an-
nuncio che forse era un po’ inaspettato:
Nissan avrà un pilota automatico già il
prossimo anno, e lo vedremo proprio su
Qashqai.
Nissan ha giocato molto coi materiali
e con i colori, ottenendo due modelli
molto vicini a quella che potrebbe es-
sere una versione di serie, senza troppi
stravolgimenti. In entrambi ritroviamo
particolari della carrozzeria color rame,
ripreso poi anche nelle razze dei cerchi,
per entrambi da 20”. Decisi anche gli
accostamenti tra colori lucidi e opachi.
Nel caso di X-trail poi il cofano e il tetto
sono realizzati in vera fibra di carbonio,
creando un netto contrasto con il bian-
co opaco del resto della carrozzeria,
a sua volta in contrasto con il nero e il
rame dei paraurti e minigonne. Lavori di
rifinitura anche negli interni che si arric-
chiscono di particolari in carbonio oltre
a pelli di pregio e contrasti di colore che
riprendono quelli delle tinte esterne.
Nissan però punta forte soprattutto sul-
la tecnologia, e IDS Concept è il miglior
biglietto da visita, qui a Ginevra al suo
debutto europeo. Il prototipo è un vei-
colo elettrico al 100% con 60 kWh di
batterie che assicurano fino a 550 km
di autonomia per singola carica. Ma non
solo, IDS è dotata dei migliori sistemi
di guida assistita sviluppati da Nissan,
conosciuti col nome di Nissan Intelli-
gent Driving. Nissan ha annunciato che
nei prossimi 4 anni partirà un program-
ma per portare la guida autonoma alla
grande massa a prezzi accessibili, e
la road map si divide in tre fasi. La pri-
ma, già nel 2017, consiste nell’offrire la
Single-Line Control, ovvero permettere
ai veicoli di essere condotti autonoma-
mente all’interno di parametri specifici
di velocità, mantenendo la traiettoria e
la distanza all’interno della stessa cor-
sia. Si passerà poi al Multiple-Lane Con-
trol, che consentirà al veicolo anche di
cambiare corsia in piena sicurezza, per
arrivare poi al 2020, anno in cui arriverà
Inner-City, che consentirà alla vettura di
gestire anche gli incroci e le svolte ur-
bani senza l’intervento del conducente.
Durante il 2016 Nissan organizzerà dei
test drive per evidenziare la maturità già
raggiunta da queste tecnologie.
AUTOMOTIVE Rumor avevano anticipato le novità Nissan del Salone: ma la Casa non ha deluso
Tante le novità Nissan al Salone di GinevraPilota automatico e un concept elettrico La Concept elettrica IDS al suo debutto europeo e Qashqai e X-Trail in versione Premium Ma l’annuncio più importante è che anche Nissan avrà il suo pilota automatico dal 2017
AUTOMOTIVE Potremo recarci a lavoro e fare scampagnate in collina senza sudore e fatica
Shimano Steps trasforma la tua bici in una e-bikeTrasforma la bici in un sistema a marce automatico che si adatta a percorso e pedalata
di Gaetano MERO
Shimano Steps è il sistema e-bike a
marce automatiche prodotto dalla
casa nipponica. L’impianto moto-
rizzato, che potrà essere installato sulla
maggior parte delle bici in commercio,
promette di coprire lunghi percorsi con
una sola carica e di adattarsi facilmente
al tipo di strada, pianeggiante o salita,
grazie a un sistema intelligente di cambio
automatico elettronico chiamato Di2 che
raggiunge fino a 11 velocità. La centralina
capirà da sola come passare al giusto
rapporto monitorando velocità e caden-
za della pedalata. Il mozzo in abbinata è
lo Shimano Nexus, nelle versioni da 8 a
11 velocità compatibile con freni a disco,
il kit comprende corona singola da 38 o
44 denti e pedivella da 170 o 175 mm di
lunghezza. Steps dispone della modalità
di camminata servoassistita che supporta
il ciclista quando trasporta la bici a pie-
di (l’intero sistema supera i 5 kg a cui va
aggiunto il peso del mezzo). Se durante
la pedalata si è costretti a fermarsi, la
funzione Start Mode seleziona la marcia
inferiore per farci ripartire in tranquillità.
Tutto può essere regolato manualmente,
luci comprese, grazie al telecomando
integrato posizionato ad altezza manu-
brio, un ciclocomputer con display mo-
nocromatico ci terrà informati in tempo
reale sulla carica residua della batteria
e sulla distanza percorsa. La batteria ha
una capacità di 418 Wh (circa 100 km di
autonomia a seconda dell’uso) e riesce a
raggiungere l’80% di carica in 2 ore, per
ricaricarla completamente 4 ore.
Shimano Steps sarà disponibile presso i
rivenditori specializzati, non si hanno al
momento informazioni sul prezzo.
Tesla Model X arriva in Europa con la Signature EditionTesla in Europa mostra la nuova Model X pronta per la vendita Ma al momento solo chi ha prenotato la Signature Edition può comprarla sborsando 160.000 euro di Massimiliano ZOCCHI
Al Salone di Ginevra fa la sua pri-ma comparsa la Tesla Model X, al debutto europeo nella sua veste finale, pronta per la vendita. Già in vendita negli Stati Uniti, è ora pre-vista la distribuzione nel Vecchio Continente. Per ora però potran-no configurarla e ordinarla solo i clienti che l’avevano preordinata, che riceveranno la Signature Edi-tion per un costo più alto del nor-male: circa 160.000 euro. Il prezzo italiano è ancora sconosciuto, ma quella indicata è una stima ve-rosimile visto quello che hanno dovuto sborsare i clienti in Fran-cia, Germania e Olanda. Alla Ker-messe svizzera, Tesla ha messo in mostra il modello top di gamma, la P90D, con 90 kWh di batterie, autonomia fino 450 km e sistema AWD. Diversamente dalla Model S, è pensata per nuclei familiari più grandi, grazie a 7 posti veri, con gli ultimi due reclinabili per ot-tenere grande capacità di carico. Particolare distintivo sono le por-tiere posteriori ad ali di gabbiano, controllate da due motori elettrici ciascuna. È disponibile la ricarica da normali colonnine (AC 22 kW e Chademo tramite adattatore) ma soprattutto tramite i Tesla Su-perCharger, a 120 kW di potenza. Dopo questa prima fase dedicata ai preordini, partiranno le normali ordinazioni, con consegne in base alla capacità produttiva.
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MAGAZINEn.128 / 168 MARZO 2016
di Massimiliano ZOCCHI
Secondo molti addetti ai lavori, Hyun-
dai Ioniq è la novità più importante
del Salone di Ginevra 2016. C’è chi
la definisce semplicemente come l’anti-
Prius, ma la sua particolarità è che per
la prima volta un costruttore propone un
modello in tre varianti, tutte eco-friendly,
con diversi target di consumatori.
In realtà il palco era quasi tutto per la
versione ibrida plug-in (che ufficialmen-
te prende il nome di Ioniq Plug-in) e per
la Ioniq Electric 100% elettrica, dato che
della ibrida classica si sapeva ormai qua-
si tutto. Partendo dalla prima, il motore
benzina da 1.6 litri Gdi è associato a un
motore elettrico da 45 kW di potenza,
alimentato da 8.9 kWh di batterie, che
possono assicurare fino a 50 km di auto-
nomia 100% elettrica. Range decisamen-
te interessante, adatto ai cicli urbani, ma
che non ha limiti di utilizzo grazie al mo-
tore a combustione che interviene appe-
na le batterie sono scariche. Restava un
dubbio sul tipo di ricarica, e Hyundai ha
deciso per la carica lenta in AC.
La più attesa era sicuramente la decli-
nazione totalmente elettrica, di cui si
sapeva ancora poco, tranne l’autonomia
già comunicata, 250 km, garantita da 28
kWh di batterie. Qualcuno si aspettava
forse di più, per rompere la soglia psico-
AUTOMOTIVE Disponibilità da inizio del prossimo anno, non ancora noto il prezzo
Hyundai Ioniq con CarPlay e Android Auto 250 km di autonomia e ricarica da 100 kWPresentata Hyundai Ioniq: la tecnologia non manca e si punta forte anche sull’elettrico
logica dei 300 km, e questo porrà Ioniq
Electric in diretta competizione con la
Nissan Leaf o o con la Kia Soul EV, piut-
tosto che con le future Bolt (Ampera-e in
Europa) o Tesla Model 3.
Hyundai, diversamente da altre case
asiatiche, ha deciso di adottare quello
che è stato scelto come standard euro-
peo, ovvero il Combo CCS, che in que-
sto caso permetterà la ricarica lenta in
AC fino a 6.6 kW (quindi 4-5 ore) oppure
in DC fino a 100 kW, il doppio di quanto
permette la concorrenza. Al momento la
maggior parte dei caricatori sono limita-
ti a 50 kW, ma appena saranno diffusi
quelli di seconda generazione, Ioniq po-
trà caricarsi in soli 24 minuti fino all’80%.
Il motore qui, essendo l’unico, sale a 88
kW di potenza con una coppia di 295
nm, come sempre disponibile a zero giri,
per una velocità massima di 165 km/h.
Ma Ioniq nasconde anche un discreto
lavoro fatto sugli interni, eleganti e mo-
derni, con un cuore tecnologico, grazie
alla compatibilità con Apple CarPlay
e Android Auto. Inclusi anche i servizi
TomTom Live, e la possibilità della ricarica
wireless del proprio smartphone. Tutte
le informazioni principali durante la gui-
da sono assicurate dal display da 7”. La
tecnologia non si ferma solo all’intratte-
nimento, ma è dedicata anche alla guida
e alla sicurezza. I sistemi che troveremo
on board sono Autonomous Emergency
Braking, Lane Keep Assist System, Blind
Spot Detection, Rear Cross Alert e Smart
Cruise Control.
I prezzi per il momento sono ancora sco-
nosciuti, e le prime vendite sono attese
per l’inizio del 2017.
Fari LED “alta risoluzione” nella macchina del futuroSviluppato un sistema di illuminazione per auto che permette una distribuzione della luce più personalizzabile, intelligente ed efficace di Alvise SALICE
La compagnia tedesca Fraunhofer ha messo appunto un sistema di luci adattive, dove un LED è costi-tuito da oltre 1.000 pixel, ciascu-no dei quali può venire acceso o spento in autonomia. “Grazie ad una così alta risoluzione, è pos-sibile modificare la distribuzione della luce nel minimo dettaglio” ha dichiarato il dott. Hermann Opper-mann, a capo del progetto, entu-siasta all’idea di poter soprattutto cambiare a piacimento l’intensità dell’illuminazione in base a lumi-nosità stradale, distanza dall’auto che precede e che proviene sulla corsia opposta, ecc. I ricercatori di Fraunhofer hanno collegato 4 moduli da 256 pixel ca-dauno (di dimensione 125 micron) a un processore-guida principale che controlla elettronicamente tut-ti i 1.024 LED pixel. Per raggiunge-re un simile risultato, mantenendo una solida connessione col chip guida e un buon livello di raffred-damento, due sono gli approcci perseguiti in laboratorio. La prima tecnica consiste nel montare il chip in un telaio a griglia in lega di oro e stagno, che tiene i pixel distanziati di circa 15 micron. Il se-condo approccio si basa su di una nano-spugna porosa in oro, che può comprimersi ed espandersi assorbendo eventuali irregolarità geometriche del chip.Se consideriamo che l’odierna fanaleria a LED sfiora al massimo i 100 pixel autonomi, capiamo come una simile tecnologia possa tradursi in un balzo esponenziale.
AUTOMOTIVE In occasione del Salone di Ginevra, le dichiarazioni dell’AD di Fiat su Apple
Marchionne: Apple non dovrebbe fare auto da solaSecondo l’AD di Fiat, Apple dovrebbe affidarsi a un costruttore di auto per la sua iCar
di Giulio MINOTTI
I n un’intervista in occasione del Salo-
ne di Ginevra, Sergio Marchionne è
tornato a parlare di Apple e della sua
futura iCar, consigliando all’azienda di
Cupertino di riflettere bene prima di lan-
ciarsi in questo complesso business.
“Se hanno tanta fretta di produrre una
macchina, consiglierei loro di sdraiarsi e
aspettare fino a quando la sensazione
passa. Malattie come questa vanno e
vengono, guariscono, non sono letali”.
Secondo l’AD Fiat ci sono già molti pro-
duttori di auto con impianti in grado di
assemblare una potenziale Apple Car.
Sarebbe quindi più sensato sviluppare
una partnership tra uno dei grandi colos-
si del settore automobilistico e l’azienda
di Cupertino, piuttosto che realizzare da
zero una nuova fabbrica.
Inoltre Marchionne, qualche tempo fa,
si era dimostrato favorevole ad un pos-
sibile accordo, tra FCA e gruppi hi-tech
come Google e Apple. Ad un analista
che gli domandava se fosse disponibile
a sviluppare questo tipo di partnership,
Marchionne aveva risposto definendo
possibile l’accordo aggiungendo: “Pen-
so che dovremmo incoraggiare un dia-
logo di questo tipo”. Dobbiamo, infine, ri-
cordare che alcuni mesi fa erano circolati
dei rumor su una possibile collaborazio-
ne tra Apple e BMW per la realizzazione
di una vettura basata sulla i3.
torna al sommario 24
n.128 / 168 MARZO 2016
SCIENZA E FUTURO
La cella solare che replica l’occhio delle faleneI ricercatori dell’Univeristà di Surrey, UK, con il Professor Ravi Silva a capo dell’équipe, hanno sviluppato una cella fotovoltaica (la più potente al mondo) costituita da un sottilissimo foglio di grafene, che riproduce le impareggiabili capacità di assorbi-mento-luce osservate negli occhi della falena. Si tratta di un foglio di grafene con spessore atomico, composto da atomi di carbonio disposti in un reticolo a nido d’ape con la capacità di immagazzinare la luce anche senza trovarsi a contatto con una fonte diretta, il reticolato in grafene infatti riesce ad assorbire persino le onde che rimbalzano sugli oggetti al chiuso. Spiegando come il grafene sia 200 volte più resistente dell’acciaio e vanti una conducibilità elettrica maggiore del rame, Silva ha lasciato intendere come questo materiale potrà trovare applicazione in diversi rami del cosiddetto Internet of Things, nonché nella fornitura di energia a innumerevoli dispositivi.
di Roberto FAGGIANO
Tutte le case automobilistiche si lan-
ciano nel settore dei SUV compatti,
quelli lunghi poco più di 4 metri,
adatti più che altro al traffico cittadino
ma con linee moderne e filanti.
Toyota ha praticamente inventato il SUV,
o crossover che dir si voglia, con la RAV
4 ma mancava ancora nella categoria
emergente dei piccoli crossover ed
ecco quindi il nuovo modello C-HR, de-
rivato da un concept dello scorso anno
e con linee piuttosto originali, anche se
forse già viste in alcuni dettagli. La parte
più interessante è la motoristica che si
rifà in gran parte a quella della nuova
Prius, con il motore ibrido da 1.800 cc
con ciclo Atkinson ed efficienza dichia-
rata del 40% con 122 CV di potenza.
In alternativa sarà comunque disponibile
anche il recente benzina turbo da 1.200
cc da 115 CV. La dotazione comprende
tutti i più moderni sistemi di assistenza
alla guida come l’anti collisione e la se-
gnalazione di cambio corsia, mentre per
l’intrattenimento a bordo c’è un ampio
display touch in plancia che segnala an-
che il modo di funzionamento ibrido.
Una nota importante per questa vettura
è il fatto che verrà costruita in uno sta-
bilimento in Turchia, che diventa quindi
il terzo polo costruttivo di vetture ibride
Toyota in Europa, dopo quelli inglese e
francese. La nuova C-HR sarà in vendi-
ta dalla fine del 2016.
AUTOMOTIVE Toyota coglie l’occasione del Salone di Ginevra per presentare le sue novità
C-HR è il piccolo crossover ibrido di ToyotaLa C-HR, dalle moderne linee di un piccolo SUV, è disponibile anche con motore ibrido Sfrutta il motore da 1.800 cc della Prius o un benzina 1.200 cc e sarà prodotta in Turchia
AUTOMOTIVE 100 auto possono restituire energia all’edificio
Sede Nissan alimentata dalle Leafdi Massimiliano ZOCCHI
I l vehicle-to-grid è un sistema grazie al quale un veicolo elettrico può - in caso di
necessità - restituire alla rete l’energia accumulata per sopperire a picchi di ri-
chiesta o in caso di emergenze. Nissan è da tempo al lavoro su questa soluzione,
tanto che la utilizzerà direttamente per il suo quartier generale francese.
Il nuovo edificio disporrà di 100 stazioni di ricarica bidirezionali grazie alle quali i
veicoli della gamma Nissan Zero Emission potranno acquisire energia elettrica nelle
ore non di punta, con la possibilità di “restituirla” secondo il fabbisogno (e quando
l’energia costa di più). Ed è interessante sapere che la collaborazione tecnica per
queste speciali colonnine di ricarica è proprio con la nostrana Enel.
Oltre a ciò, l’edificio avrà anche un sistema di accumulo di energia pari a 1 MWh,
(grazie al partner specialista Eaton) costituito da 64 batterie derivate dal recupero di
quelle operanti su altrettante Nissan Leaf, e riutilizzate in una seconda vita, alimen-
tate da un impianto di generazione solare.
Questa griglia intelligente consentirà di gestire al meglio l’energia necessaria, pri-
vilegiando il prelievo dalla rete nelle fasce orarie più convenienti e con maggiore
sovraproduzione, per poi rimetterla in circolo nelle ore di punta, garantendo un
risparmio economico
ed energetico consi-
derevole. Secondo
la vision di Nissan
questa soluzione
potrà essere usata in
altre sedi, oltre a es-
sere una tecnologia
che in futuro potrà
essere integrata nei
centri abitati.
Italdesign GTZero Supercar italiana a emissioni zeroIl futuro delle supercar a emissioni zero è qui La nuova concept car di Italdesign mette in mostra una serie di caratteristiche che potrebbero presto vedere la luce nella produzione di serie di Dario RONZONI
È stata svelata al Salone di Gine-vra la nuova Italdesign GTZero, una supercar elettrica con un’au-tonomia dichiarata di 500 chi-lometri. Si tratta di una Concept Car, non destinata a una messa in produzione imminente, ma le solu-zioni adottate dagli ingegneri del marchio italiano, parte del gruppo Volkswagen, possono già fin d’ora tratteggiare interessanti scenari fu-turi. La supercar, una sportiva 2+2 con carrozzeria da shooting brake, è basata su un telaio modulare in fibra di carbonio, ma è ovviamen-te la propulsione il pezzo forte del progetto. Lo “zero” nel nome è un chiaro riferimento alle emissioni della vettura, spinta da tre motori elettrici in grado di sviluppare 483 CV complessivi. L’autonomia è di 500 chilometri e per raggiunge-re l’80% di energia disponibile è sufficiente un tempo di carica di mezz’ora. La velocità massima, au-tolimitata, è di 250 chilometri orari, mentre altri dati, come accelera-zione e peso, non sono stati resi noti. Gli interni, futuristici e mini-malisti, sono caratterizzati da una massiccia presenza di comandi touch, con l’unico comando fisico rappresentato dal freno a mano. Si tratta di n’auto che difficilmente potremo possedere ma che dimo-stra la tendenza dei prossimi anni nel settore automotive.
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MAGAZINEn.128 / 168 MARZO 2016
di Massimiliano ZOCCHI
I l brand Honor è ormai tutt’altro che secondario: ne
è un esempio Honor 7, che a un prezzo di 349 euro
(con street price in realtà più basso, come al so-
lito) offre caratteristiche tecniche, design, e qualità
costruttiva che possono impensierire anche qualche
top di gamma. Abbiamo potuto provarlo per diverso
tempo, e possiamo quindi dare un parere su questo
modello che nasconde cose davvero interessanti.
Buona cura dei dettagliPartendo dalla confezione, l’imballo si presenta di-
scretamente rifinito, anche all’interno, con una cura
tipica dei modelli top. Salta subito all’occhio la cura
nel dettaglio e i buoni materiali utilizzati. Honor 7 ha
un corpo unibody metallico, interrotto solo nelle par-
ti terminali da plastica, colorata in modo simile, che
nasconde le antenne del dispositivo. I bordi sono
piatti, con solo gli angoli smussati in finitura lucida,
un particolare che lo rende più bello alla vista e aiuta
un poco la presa. Le linee esterne sono molto pulite,
con il tasto di accensione e il bilanciere del volume
entrambi sul lato destro. Sul lato inferiore trova posto
la presa micro USB al centro tra due griglie, una per
altoparlante e una per microfono. Da segnalare qui
la perfetta simmetria, sia orizzontale che verticale:
dalla parte opposta troviamo la presa cuffie, un se-
condo microfono e il sensore IR. Infine il lato sinistro
è “minimal”, con solo il carrellino schede (dual nano
SIM, oppure uno slot da dedicare alla Micro SD) con
poco più sotto un piccolo tasto chiamato tasto smart,
configurabile a piacere. Sul retro, con design del tutto
simili ad altri modelli Huawei già visti, il sensore della
fotocamera principale è posizionato al centro con a
fianco il dual flash LED. Subito sotto il riquadro leg-
germente ribassato è il sensore di impronte digitali.
La scocca non può essere rimossa per cui anche la
batteria non è accessibile.
TEST Un’ottima alternativa per chi cerca buone prestazioni e un aspetto che si avvicina top di gamma spendendo un po’ meno
Honor 7: buono per chi vuole spendere “il giusto”La qualità costruttiva e qualche funzione particolare lo spingono più in alto di quanto direbbe il suo prezzo di 349 euro
Qualche novità per distinguersi Lo smart buttonOrmai è arcinoto come sia molto difficile innovare nel
settore degli smartphone oppure proporre qualcosa
che distingua il proprio prodotto dalla massa. Honor
7 non vuole stravolgere il concetto di smartphone
aggiungervi qualche particolare non usuale.
Il primo di questi plus è lo Smart Button, ovvero un
piccolo pulsante fisico che si trova sul lato sinistro,
che può essere personalizzato in una apposita se-
zione delle impostazioni, per far sì che richiami di-
rettamente app o funzioni a noi congeniali. Lo stes-
so tasto può essere utilizzato per tre diversi scopi,
richiamati dalla pressione singola, quella doppia e
quella prolungata. Tra le scelte troviamo tutti i prin-
cipali servizi del telefono, ma anche le singole appli-
cazioni. Inoltre, la funzione è attiva anche a schermo
bloccato: se lo sblocco è protetto da codice o lettu-
ra dell’impronta, l’app designata non si apre senza
effettuare la relativa procedura. Al contrario, una
funzione come la torcia tramite i LED posteriori, non
richiedendo interazione con il display, si può attivare
anche a schermo bloccato. Un’idea semplice, diver-
tente da usare e che in tante situazioni ti toglie di im-
paccio e velocizza notevolmente alcune operazioni.
Una seconda feature interessante, sempre in qual-
che modo legata alla dotazione di Honor 7, è la repli-
ca telecomandi tramite il sensore IR posto nella par-
te alta. Questo componente funziona in accoppiata
con l’app preinstallata Controller Intell, realizzata in
collaborazione con Tiqiaa.
Nella schermata iniziale dell’applicazione si ha la
possibilità di scegliere di creare un telecomando
virtuale per TV, Condizionatore, STB, Lettore DVD e
altro, oltre alla funzione di autoapprendimento. Una
volta selezionato il tipo di apparecchiatura andremo
a scegliere la marca, per poi passare a una breve
fase di verifica di funzionamento. Nella nostra prova
abbiamo creato e utilizzato diversi telecomandi per
categorie diverse di prodotti, e tutti hanno funziona-
to molto bene al primo colpo. Non sempre la replica
lab
video
Honor 7BELLO E FUNZIONALE, GLI MANCA SOLO UN PIZZICO DI CARATTERE 349,00 €Honor 7 ci ha stupito per i buoni materiali e la qualità costruttiva generale, soprattutto per qualche piccolo particolare che lo rende non solo bello ma anche utile. Tuttavia il design in questo caso è anche un’arma a doppio taglio, ed essendo quasi identico ad altri modelli perde un po’ di fascino, suggerendo una sensazione di “già visto”. Dal punto di vista invece della user experience si batte bene con i concorrenti della stessa fascia di mercato e come prestazioni non ha nulla da invidiare ai competitor diretti; di sicuro può essere tenuto in seria considerazione da chi cerca un device con buone caratteristiche tecniche al giusto prezzo, rivolgendosi comunque a un brand ormai apprezzato.
COSA CI PIACE COSA NON CI PIACEBuoni materialiTasto smart programmabileOttima autonomia
Sensore Impronte un po’ scomodoFotocamera nella media
Qualità Longevità Design Semplicità D-Factor Prezzo
8 8 7 9 8 88.0
segue a pagina 27
MAGAZINE
torna al sommario 27
MAGAZINEn.128 / 168 MARZO 2016
ha già tutte le funzioni del telecomando originale, ma
il problema può essere arginato sfruttando la funzio-
ne di auto apprendimento.
Segnaliamo anche la presenza del sensore di im-
pronte digitali, che è tutt’altro che una funzionalità
innovativa ma non è facile da trovare in terminali da
300 euro di listino. Leggermente incassato sotto il
livello della scocca, sembra un pulsante (come quel-
lo degli iPhone, per intenderci) ma è solo una zona
sensibile al tocco, che però può sfruttare anche del-
le mini gesture. È possibile visualizzare l’ultima app
aperta facendo uno slide verso l’alto sul sensore, op-
pure verso il basso per aprire l’area delle notifiche.
Oltre a questo diversi tipi di tocco in diverse situazio-
ni abilitano reazioni diverse. Tenendo premuto il sen-
sore si può tornare direttamente alla home, oppure
se ci si trova nella schermata mirino viene scattata
una foto, molto comodo soprattutto se si tratta di un
autoscatto. Allo stesso modo si può rispondere a
una chiamata o interrompere una sveglia. Insomma,
molto più di un semplice sblocca schermo o confer-
ma di identità, dando più senso a un componente
che si presta bene a diverse funzioni. E’ giusto dirlo
però, la posizione può non essere comoda a tutti,
poiché non in tutte le situazioni viene naturale por-
tare il dito sul retro. Sicuramente può essere molto
d’aiuto programmare più impronte per avere mag-
giori possibilità di trovarsi con la giusta impugnatura
al momento giusto.
Huawei ha cercato di offrire originalità al suo devi-
ce anche tramite l’utilizzo di temi grafici particolari
e animati. I colori molto accesi e alcune soluzioni
grafiche sono più in linea con alcuni mercati esteri,
ma di sicuro contribuiscono a rendere il device tutto
fuorché anonimo.
Buona potenza senza esagerarePer quanto riguarda le specifiche tecniche, Honor 7
ha in dote un SoC Kirin 935 octa-core da 2.2 GHz di
clock, supportato da 2 GB di RAM e 16 GB di stora-
ge interno (3 GB di RAM nella versione da 64 GB di
storage). Questo processore non esattamente la pri-
ma scelta in modelli di primo piano fa tutto sommato
egregiamente il suo lavoro, rimanendo stabile e sen-
za scaldare molto anche dopo le consuete sessioni
di gioco un po’ impegnative con i soliti noti come
Asphalt Airborne. Il display da 5.2” è di tipo IPS con
risoluzione Full HD, con buon angolo di visione e
una resa cromatica apprezzabile, piuttosto brillante
il che non guasta. Discreta la resa dei contrasti e
buona la luminosità massima, che permette di usare
il telefono anche in condizioni esterne senza partico-
lari problemi: solo un piccolo appunto sul sensore di
luminosità, che tende ad abbassarla un po’ troppo, e
sul fatto che il display si riempie di impronte con una
certa facilità, La connettività come lecito aspettarsi è
completa, con la rete cellulare fino a LTE a 300 Mbps
e il Wi-Fi AC su 5 GHz.
Il classico benchmark con Antutu non è mai una
stima precisa delle potenzialità di un device, ma è
comunque utile a capire il range in cui poter classifi-
care ciò che abbiamo in mano. Nel caso di Honor 7 la
posizione in graduatoria è la tredicesima, denotando
appunto una potenza di calcolo tutto sommato me-
dia, lontana dalla base ma anche dai top di gamma
che costano più del doppio. Nell’utilizzo quotidiano
non si notano incertezze se non in rarissimi casi.
Il sistema operativo è Android 5.0, con la solita per-
sonalizzazione Emui, qui nella versione 3.1. Non si
tratta di una modifica troppo invasiva, se non per
la nota mancanza di un sotto menu, e la presenza
di tutte le app installate nei vari scroll della home.
Dovrebbe arrivare anche l’aggiornamento a Marsh-
mallow 6.0, che pare sia già in fase di beta test prima
del rilascio al pubblico.
Fotocamera discreta con un tocco “asiatico”Nella corsa alle specifiche tecniche, Honor ha pun-
tato forte sulle fotocamere. Su Honor 7 troviamo una
camera principale da 20 Mpixel e una frontale da
8 Mpixel. Sulla fotocamera posteriore è presente la
messa a fuoco tramite rilevamento di fase, che as-
sicura scatti rapidi, anche se a volte fatica un po’ in
condizioni di luce tenue. Niente di trascendentale per
le impostazione degli scatti, ma non manca nulla di
ciò che può essere utile, come la modalità notturna,
panorama o l’HDR, con l’interfaccia sempre molto
chiara e facilmente comprensibile. Sul fronte video la
registrazione arriva fino a una risoluzione Full HD, con
messa a fuoco che fa bene il suo dovere. Sia in interni
che in esterni le foto sono buone, solo con qualche
piccola limitazione sui dettagli più fini, specie in con-
dizioni di scatto difficili. In sostanza, nonostante i tanti
mega pixel, la fotocamera principale è allineata alle
tante che troviamo nella fascia media di mercato: sen-
za infamia e senza lode. Nota positiva per la camera
frontale, che grazie agli 8 Mpixel e al LED che illumina
il volto, restituisce dei selfie un po’ sopra la media.
Come impostazioni aggiuntive, accessibili dalla barra
di selezione del tipo di scatto, troviamo delle opzioni
un po’ particolari, che a dir la verità ricordano un po’ le
manie e le mode tipicamente asiatiche. Oltre al Light
Painting (già visto su Huawei P8) e al livello regolabile
di bellezza, la più strana è Yummy per enfatizzare le
foto del cibo e condividerle poi sui social network.
Batteria che stupisce Il resto è nella mediaIn un periodo dove anche i device con le batterie più
capienti non ottengono grandi risultati, Honor 7 si
piazza sopra la media. La batteria (non rimovibile) è
da 3.100 mAh, che dovrebbe assicurare buone pre-
stazioni. E infatti è così, con l’autonomia che supera
quasi sempre la giornata di utilizzo, arrivando anche
in caso di uso non intensivo al secondo giorno, an-
che se poi si deve arrendere, e non riesce a portare
a termine anche la seconda tornata. Tutto il resto è
perfettamente nella media della sua fascia di merca-
to. L’audio non è mai incerto e l’altoparlante anche se
mono è adeguato. Il browser internet è quasi sempre
ben fluido, coadiuvato anche dall’LTE, ma in generale
l’esperienza è positiva, non abbiamo mai riscontrato
blocchi, scatti o rallentamenti.
TEST
Honor 7 segue Da pagina 26
Anche con foto con oggetti molto lontani il det-taglio è buono, anche se c’è una piccola tendenza alla sovraesposizione.
In scenari interni la fotocamera offre un buon bilanciamento all’illuminazione artificiale, con i colori che appaiono appena più chiari del reale.
MAGAZINE
torna al sommario 28
MAGAZINEn.128 / 168 MARZO 2016
di Roberto FAGGIANO
L a rinascita della gamma Technics passa anche
attraverso il sistema Ottava C-500, molto bello
da vedere ma con un prezzo importante, pari a
1.800 euro. Si tratta comunque del modo più econo-
mico per entrare nel mondo Technics e la formula del
tutto compreso sarà molto attraente per chi non ama
le complicazioni. Le linee eleganti poi potrebbero avvi-
cinare anche un pubblico che il marchio Technics non
l’ha mai sentito nominare. Il sistema Ottava è formato
da una sola unità di elettronica che comprende un
lettore CD, un ingresso USB per chiavette di memo-
ria, una sezione network player con Wi-Fi, Airplay e
Bluetooth per ascoltare musica archiviata su server e
dispositivi mobili nonché l’amplificatore. I due diffusori
sono estremamente compatti per essere facilmente
posizionabili in ambiente ma nascondono un progetto
molto originale e innovativo per fornire prestazioni di
tutto rispetto. La dotazione è completata dal teleco-
mando che si affianca all’utilizzo dell’applicazione per
il controllo di tutte le funzioni. La compatibilità con file
musicali è completa, dal semplice MP3 fino al DSD da
5,6 MHz, sia da chiavette USB, sia da PC (previa instal-
lazione del software dedicato) o con DLNA.
L’unità centrale è larga 36 cm e profonda circa 25 cm,
quindi facilmente posizionabile su qualsiasi ripiano, te-
nendo conto che sul pannello superiore c’è il lettore di
compact disc. Sul pannello frontale troviamo solo l’ac-
censione e i tasti per il volume, ma altri comandi sono
di tipo touch all’interno del display centrale; quest’ulti-
mo ha la luminosità regolabile fino allo spegnimento.
Il meccanismo del lettore CD è invece manuale, il co-
perchio in vetro ruota sul perno posteriore a cui è fis-
sato e l’inserimento del disco è manuale. Il vano per
il CD ha una coreografica retro illuminazione che può
comunque essere spenta per chi non ama questi detta-
gli. Sul pannello frontale, anzi per la precisione al di sot-
to, ci sono anche una presa per la cuffia e un ingresso
USB, quasi nascosti su fondo nero per non turbare la
TEST Abbiamo provato il nuovo sistema completo Technics, è il più accessibile del marchio anche se ha un prezzo importante
Technics Ottava, bello e con ottime prestazioniElegante e soprattutto con importanti contenuti tecnologici. Ha la connessione wireless ma non dimentica il Compact Disc
linea del frontale. Molto ben rifinito anche il telecoman-
do con tasti grandi e ben individuabili anche al tatto.
Non servono molti ingressiL’Ottava comprende già il lettore CD, il network player,
il Bluetooth e un ingresso USB, pertanto non servi-
rebbero altri ingressi ma si può comunque contare
su un ingresso digitale ottico (magari per il televisore)
e l’ingresso USB per il computer. Avremmo visto vo-
lentieri anche un ingresso analogico per una ulteriore
sorgente, magari l’imminente giradischi Technics, ma il
sistema lavora tutto su segnali digitali e quindi sarebbe
stato necessario aggiungere una sezione di conver-
sione A/D. Invece si poteva aggiungere la radio DAB
presente sul sistema 700, soprattutto considerando
che l’applicazione di controllo per ora non prevede le
radio web; ma comunque è previsto un aggiornamento
dell’applicazione entro l’estate con l’aggiunta di vTuner
e Spotify Connect. Per i diffusori ci sono connettori pro-
prietari da usare con i cavi forniti in dotazione, in prati-
ca si realizza un sistema di bi-amplificazione dato che
tweeter e woofer hanno i loro amplificatori dedicati.
Un applicazione che sta crescendoL’app Technics Music è molto curata dal punto di vista
grafico e rende al meglio sui tablet, da qui si posso-
no controllare quasi tutti i parametri del sistema, si
può accedere alla musica archiviata sul dispositivo
oppure accedere a un server con DLNA. Al momento
l’app manca dell’accesso alle radio web e dei servizi di
streaming, ma ci assicurano che a breve queste lacu-
ne verranno colmate. Però si ha l’impressione che del
controllo tramite app si possa anche fare a meno, utiliz-
zando il tradizionale telecomando e seguendo l’ampio
display frontale.
Un diffusore molto particolareI diffusori in dotazione al sistema Ottava meritano una
dettagliata descrizione perché sono molto diversi dal
solito e ricchi di soluzioni originali. Si parte da un picco-
lo parallelepipedo che misura 11 cm di lato per la base
ed è alto circa 28 cm, la finitura è molto curata e tutti i
lati sono rivestiti in tessuto perché gli altoparlanti non
sono disposti solo frontalmente.
segue a pagina 29
lab
video
Technics OttavaUN SISTEMA DA NON SOTTOVALUTARE 1.800,00 €Il nuovo Technics Ottava non è solo un bel sistema da piazzare in salotto e mostrare agli amici, suona davvero bene e riesce a fornire presta-zioni sonore sorprendenti in relazione alle minuscole dimensioni dei diffusori. Pur essendo dotato di un network player completo di Wi-Fi, Bluetooth e AirPlay, pensiamo che il suo utilizzo più indicato sia quello tradizionale con i CD, per rilassarsi sulla poltrona preferita e ascoltare buona musica in pieno relax. Si può sperare che un utente distratto possa acquistare l’Ottava solo perché è bello, accorgendosi poi che le sue prestazioni musicali sono eccellenti. Dopo queste considerazioni anche il prezzo, pur elevato in assoluto, diventa pienamente giustificato.
COSA CI PIACE COSA NON CI PIACEPrestazioni sonore eccellentiDesign e finiture elegantiIngombro limitato
Prezzo elevatoApplicazione migliorabileNessun ingresso analogico
Qualità Longevità Design Semplicità D-Factor Prezzo
9 9 9 9 8 88.7
torna al sommario 29
MAGAZINEn.128 / 168 MARZO 2016
TEST
Technics Ottavasegue Da pagina 28
All’interno ci sono due midwoofer con cono da 8 cm e 3
tweeter a cupola da 12 mm, i woofer sono posizionati in
modo simmetrico e contrapposto: uno è orientato ver-
so il basso, l’altro verso l’alto con aperture di uscita su
tutti e quattro i lati. Il volume compreso tra i due woofer
racchiude uno speciale condotto reflex a spirale che
aiuta a rafforzare la gamma bassa anche in un volume
così piccolo. I tre tweeter invece occupano lo spazio
superiore del diffusore e hanno diverse angolazioni
per diffondere i suoni a 270°, in modo da ricreare più
facilmente un credibile palcoscenico anche quando i
diffusori vengono posizionati troppo vicini tra loro, per
esempio ai lati del sistema. Inoltre ogni tweeter è allog-
giato in un minuscolo condotto a tromba che migliora
ulteriormente la dispersione. La particolare disposizio-
ne degli altoparlanti impone alcune precauzioni nel
posizionamento: in particolare il costruttore consiglia
posizionare i diffusori ad almeno 5 cm dalla parete po-
steriore (ma l’ideale è 30 cm) e
ad almeno 60 cm da quelle la-
terali. Inoltre il cavo di collega-
mento in dotazione, piatto e di
qualità migliorabile, ci dice che
woofer e tweeter sono pilotati
direttamente da un amplificato-
re dedicato per ciascuna delle
due sezioni, la potenza è di 2 x
40 watt (4 ohm, 0,5% THD) per
i woofer e 2 x 10 watt (4 ohm,
0,5% THD) in classe D. Potenza
all’apparenza assai modesta
ma che – come vedremo - non
pregiudica le prestazioni in un
progetto curato.
Molto interessante anche il grande
lavoro di progettazione svolto sul-
l’unità centrale nella quale ritrovia-
mo alcune delle soluzioni studiate
da Technics per i sistemi superiori,
in particolare il circuito Jeno – Jit-
ter Elimination and Noise Shaping
Optimization - che svolge un ruolo
fondamentale per le prestazioni
sonore del sistema. Detto in parole
povere il circuito Jeno elimina ogni
traccia di rumore e fluttuazioni del
segnale digitale che andrebbe a
turbare la precisa modulazione del
segnale musicale. Per pilotare ade-
guatamente i diffusori c’è poi un profondo intervento
di circuitazioni DSP e di equalizzazione che portano
questi piccoli diffusori a prestazioni che meritano di
essere ascoltate.
Un sistema piacevole da usare e da ascoltarePer il test del sistema abbiamo posizionato i diffusori a
circa tre metri tra loro per avere la migliore situazione
d’ascolto, i cavi dei diffusori sono abbastanza lunghi
anche per questo scopo. La connessione al web in wi-fi
è molto stabile grazie alle doppie antenne di ricezione,
il tutto si svolge dal menù iniziale senza usare l’applica-
zione. L’illuminazione del vano CD è sin troppo forte e
abbiamo preferito spegnerla mentre il display frontale
ha diversi gradi di illuminazione fino allo spegnimento
completo. Dobbiamo confessare che ci siamo avvici-
nati con una certa diffidenza a questo sistema, ci sem-
brava più uno stereo da mettere in bella evidenza in
salotto più che un vero sistema hi-fi. E invece è bastato
il primo CD riprodotto per farci rapidamente ricredere.
Quello che colpisce di più è l’ampiezza e la profondità
del palcoscenico virtuale ricostruito, degno dei migliori
sistemi con diffusori di dimensioni nettamente supe-
riori, non di rado c’è anche una buona riproduzione
in senso verticale, cosa assai rara in generale. Poi stu-
pisce la gamma bassa, profonda e dinamica con ogni
genere musicale ma soprattutto realistica con la mu-
sica classica e le grandi orchestre sinfoniche. I bassi
più profondi giungono senza il minimo rimbombo e
sfiorando la sensazione di impatto fisico delle percus-
sioni. Se poi pensiamo alla ridotta potenza disponibile
lo stupore aumenta. La gamma acuta è estremamente
dettagliata ma mai stridente, restituendo con grande
realismo ogni strumento musicale o la sue riproduzio-
ne elettronica. Difficile trovare limiti qualitativi alla resa
sonora, non solo in relazione al prezzo. Forse l’unico
punto relativamente debole è la riproduzione vocale,
a volte con un corpo non ottimale, ma sono dettagli
che spesso derivano più dalla registrazione e vengono
esaltati dalla resa ottimale delle altre frequenze.
Il bello è che per ottenere queste prestazioni non ser-
ve usare i costosi Flac a 96 o 192 kHz, ma basta già
un normale CD. In breve l’Ottava è molto piacevole da
ascoltare, con qualsiasi genere musicale e a ogni livel-
lo di pressione sonora, bisogna fare i complimenti ai
progettisti perché raggiungere queste prestazioni da
diffusori così piccoli non deve essere stato facile.
GADGET Dalla Francia arriva una curiosa soluzione per godersi al meglio la musica live
Mettersi le cuffie al concerto per ascoltare meglioUn device e un’app consentono di gestire e personalizzare l’audio ricevuto dal banco mixer
di Dario RONZONI
P uò sembrare strano indossare un
paio di cuffie nel bel mezzo di un
concerto. Ma chi ne frequenta molti,
soprattutto quelli di musica più “vivace”
(rock, dance, metal...), sa bene che la
pressione sonora può essere eccessiva
e l’acustica drammatica, al punto da non
farci godere lo spettacolo. Augmented
Acoustics è una startup francese che
al recente World Mobile Congress di
Barcellona ha presentato Peeble (da
non confondere con lo smartwatch), un
sistema in grado di riprodurre in cuffia le
performance live dei musicisti. Peeble è
di fatto un piccolo device da portare al
collo, che riceve il segnale audio inviato
direttamente dal banco mixer del
concerto. Basta collegare un paio
di cuffie e il gioco è fatto.
In aggiunta, un’app per smartpho-
ne consente all’utente di gestire
e personalizzare l’audio ricevuto,
per rendere l’esperienza di ascol-
to ancor più appagante e coinvol-
gente. Questo video spiega bene:
peccato sia solo in francese. Pee-
ble potrebbe essere la soluzione
ideale, ovviamente a pagamento, per
gli organizzatori di eventi in cerca di
entrate extra, oppure un escamotage
per trasformare ambienti per nulla adat-
ti alle performance live in perfette sale
da concerto. Del resto, sarebbero suf-
ficienti una band che suona, un po’ di
microfoni, un mixer e tanta gente con-
nessa al proprio Peeble per dar vita a
un’interessante esperienza sonora col-
lettiva, indipendentemente dalla natura
del luogo scelto per il concerto.
MAGAZINEEstratto dal quotidiano online
www.DDAY.itRegistrazione Tribunale di Milano
n. 416 del 28 settembre 2009
direttore responsabileGianfranco Giardina
editingClaudio Stellari, Maria Chiara Candiago,
Alessandra Lojacono, Simona Zucca
EditoreScripta Manent Servizi Editoriali srl
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