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91 Particella Libera Una semplice applicazione dell’equazione di Schrödinger riguarda una particella il cui potenziale è costante (V=0). Scriviamo l’equazione di Schrödinger nella sua forma completa: E z y x m h V E V z y x m h 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 8 cui per 0 ma 8

8S2 ¸¸ < < V E Particella Libera ¹ ma 0 V · è un’equazione differenziale lineare omogenea del II ordine a ... Se l’operatore momento e posizione sono calcolabili ... Particella

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91

Particella Libera

Una semplice applicazione dell’equazione di Schrödinger riguarda una particella il

cui potenziale è costante (V=0).

Scriviamo l’equazione di Schrödinger nella sua forma completa:

Ezyxm

h

V

EVzyxm

h

2

2

2

2

2

2

2

2

2

2

2

2

2

2

2

2

8

cuiper

0 ma

8

92

Particella Libera

Se una funzione è esprimibile come un prodotto di più funzioni

ne deriva che l’Hamiltoniano è dato dalla somma degli Hamiltoniani rispettivi:

e l’energia è data dalla somma delle energie lungo i tre assi.

Queste uguaglianze vanno sotto il nome di “tecnica di separazione delle variabili”

zyx

E Ex Ey Ez

x y

z

93

Particella Libera

Ammettiamo che la nostra funzione abbia queste caratteristiche e sostituiamo alla

i valori e dividiamo per i medesimi

Tale equazione è separabile in tre diverse equazioni del tipo

così per y e z

zyx

zyxz

z

y

y

x

x

zyxz

yxy

zxx

zy

zyxzyxzyxzyx

EEEEzyxm

h

Ezyxm

h

Ezyxm

h

2

2

2

2

2

2

2

2

2

2

2

2

2

2

2

2

2

2

2

2

2

2

2

2

111

8

8

8

xx

x

Exm

h

2

2

2

2 1

8

94

Particella Libera

L’equazione precedente rappresenta l’equazione di Schrödinger per il caso di una

particella libera in una situazione monodimensionale le cui soluzioni sono del tipo

e verificando

xxx E

xm

h

2

2

2

2

8

senkxAxx

dx

dx Ax k coskx;

d 2x

dx 2 Ax k

2senkx

95

Particella Libera

Sostituendo la soluzione particolare nell’equazione agli autovalori, otteniamo

Da cui

L’unica limitazione al valore dell’energia per una particella libera è che E 0

)(8

)()(8

)()(

8

2

2

2

2

2

2

2

2

2

2

senkxAEsenkxAkm

h

senkxAEsenkxkAm

h

senkxAEx

senkxA

m

h

xxx

xxx

xxx

2

2

2

22 88

h

mEk

h

mEk xx

96

Particella Libera

Estendiamo il caso ad una situazione tridimensionale

Questo può essere ridotto ad una somma di funzioni sinusoidali e quindi globalmente è una

funzione sinusoidale.

Quindi esisterà un’onda che, nel caso monodimensionale, sarà massima per certi valori di x.

Equazione di

de Broglie

senkzsenkysenkxAAA zyxzyx

xxx

xx

x

xxx

p

h

p

h

m

mp

h

vmpmvm

pE

mE

h

mEhh

mEk

22

22222

2

2

2

2

con 2

12

22

2

2

8

22

97

Particella Libera

L’equazione differenziale da risolvere

è un’equazione differenziale lineare omogenea del II ordine a coefficienti costanti.

Le sue soluzioni si ottengono con l’aiuto di una equazione ausiliaria che in questo caso è

Le cui radici sono

Per cui la soluzione più generale dell’equazione differenziale è

08 2

2

2

2

xx

x Exm

h

08

2

22

h

mEx

xx mE

hh

mE2

282

2

ikxikx

xmEhi

xmEhi

BeAe

ececxx

2

2

2

22

1

0xE

98

Particella Libera

Verifichiamo sulla soluzione particolare:

Se l’operatore momento e posizione sono calcolabili esattamente.

Abbiamo trovato che l’indeterminazione sul momento p è nulla e quella sulla

posizione x è infinita e cioè

forma indeterminata

Ae ikx

ˆ p hi

2

x

ˆ x x

ikxikxikx

ikxikxikx

cAexAeAex

Aeikhi

Aex

hiAep

ˆ

22ˆ

px 0

99

Particella in una scatola

monodimensionale

Prendiamo in considerazione il problema di una particella vincolata a muoversi in

una buca ad una dimensione.

Questo esempio ci permette di applicare i postulati quantistici e mostra

contemporaneamente come hanno origine i livelli energetici discreti di una

particella vincolata a muoversi in una regione discreta dello spazio.

Consideriamo la situazione illustrata. La particella è vincolata a muoversi in una

buca ad una dimensione di lunghezza a.

Per trovare le energie permesse e le

funzioni d’onda della particella si

deve risolvere l’equazione agli

autovalori

0 a x

nnn E

V

V

100

Particella in una scatola

monodimensionale

La ricerca della soluzione è più conveniente se si divide il sistema in tre parti:

1) 1) Particella all’esterno della buca

2) 2) Particella all’interno della buca

3) 3) Particella ai confini della buca

4) 1) L’equazione in questo caso sarà (posto V= ):

xx

xx

xxx

xxxxx

dx

d

h

m

dx

d

Edx

d

m

h

perndomoltiplica

EVdx

d

m

h

2

2

2

2

2

2

2

2

2

2

2

2

2

2

ovvero )(8

0)(8

1

8

101

Particella in una scatola

monodimensionale

Considerazioni:

Dal punto di visto matematico, non esiste una funzione che derivata due volte sia

uguale ad infinito per la stessa funzione.

Dal punto di vista geometrico, la derivata seconda della funzione rappresenta la sua

curvatura che non può avere valore infinito.

Dal punto di vista fisico, dato che la probabilità di trovare la particella è data da

* e l’unica possibilità in questo caso è che =0.

Per cui la probabilità di trovare la particella fuori della buca è zero.

102

Particella in una scatola

monodimensionale

2) All’interno della buca l’equazione agli autovalori assume la forma (posto V=0):

Questa è un’equazione differenziale del II ordine le cui soluzioni sono funzioni

che, differenziate due volte contengono le funzioni iniziali moltiplicate per una

costante, come le funzioni seno e coseno.

xxx

xxx

Eh

m

dx

d

Edx

d

m

h

2

2

2

2

2

2

2

2

8

08

senkxAxx

103

Particella in una scatola

monodimensionale

3) In termini matematici, il problema consiste nella applicazione delle condizioni al

contorno. La condizione che sia ad un sol valore impone che la funzione si

annulli agli estremi della buca, vale a dire

che è verificato per dove n è un numero intero e da cui

0)(

00)0(

0)0()(

asenkAa

senkA

a

xx

xx

xx

2

22

2

22 8

e a

nE

h

mk

a

nk x

nka

104

Particella in una scatola

monodimensionale

Ne consegue che le energie permesse della particella sono:

n=1,2,3 …

I vincoli imposti dalle condizioni al contorno limitano l’energia a valori discreti.

Il valore di E è inversamente proporzionale al quadrato delle dimensioni della buca

e alla massa della particella. Quando le dimensioni della buca sono grandi il valore

dell’energia diminuisce e all’aumentare della massa anche la distanza tra i livelli

diminuisce.

2

22

22

222

88 ma

hn

ma

hnEx

105

Particella in una scatola

monodimensionale

Dobbiamo definire i valori della costante A in

per far questo si adotta un processo detto di normalizzazione.

Una funzione si dice normalizzata quando

Sostituendo e* con le rispettive espressioni analitiche e tenendo conto che è

a coefficienti reali:

senkxAxx

a

dx0

1*

1sen

2

0

dx

a

xnA

ax

106

Particella in una scatola

monodimensionale

Il risultato finale è:

AUTOFUNZIONE

AUTOVALORE

2

22

2

2

8

sen2

22

12

1

ma

hnE

a

xn

a

aA

aA

aA

n

x

xx

x

107

Particella in una scatola

monodimensionale

2nn

2

2

8

9

ma

h

2

2

2ma

h

2

2

8ma

h

0

n nE

3

2

1

Un aspetto interessante è

la relazione tra l’energia

dello stato e il numero di

nodi della funzione

d’onda. Un nodo è un

punto in cui la funzione

d’onda si annulla.

Trascurando i nodi agli

estremi della buca, nello

stato caratterizzato da

n=2 c’è un nodo, per n=3

due nodi, ecc. Al

crescere del numero dei

nodi della funzione

aumenta l’energia dello

stato corrispondente.

108

Particella in una scatola

monodimensionale

Considerazioni:

Per il medesimo valore del numero quantico n l’energia risulta inversamente

proporzionale alla massa della particella ed al quadrato della lunghezza della buca.

Così, come la particella diventa più pesante e la buca più larga i livelli energetici

diventano sempre più vicini. Solamente quanto la quantità ma2 è dello stesso ordine

di h2 è possibile misurare sperimentalmente i livelli energetici quantizzati.

Quando si ha a che fare con dimensioni dell’ordine del grammo e del centimetro i

livelli sono così poco separati da apparire un continuo. Pertanto la formula

quantomeccanica porta ad una risultato che coincide con quello classico per sistemi

di dimensioni tali che ma2 >> h2 . Questo è un modo di esprimere il “principio di

corrispondenza”.

109

Particella in una scatola

monodimensionale

Un altro aspetto importante messo in luce dalle soluzioni del problema della

particella nella buca è la relazione tra l’energia dello stato ed il numero di nodi

della funzione d’onda. Un nodo è un punto in cui la funzione d’onda si annulla.

Trascurando i nodi agli estremi della buca, nello stato caratterizzato da n=2 vi è un

solo nodo; per n=3 vi sono due nodi e in generale nello stato caratterizzato dal

numero quantico n sono presenti n-1 nodi. E’ una proprietà generale delle funzioni

d’onda che al crescere del numero dei nodi della funzione aumenta l’energia dello

stato corrispondente.

Ricordandoci la relazione di de Broglie

Se la lunghezza d’onda diminuisce, il momento, e quindi l’energia cinetica della

particella, diventano più grandi.

h

p

h

mv

T 1

2mv2

p2

2m

110

Particella in una scatola

monodimensionale

Misuriamo, ora, la componente del momento lungo la direzione x di un insieme di

particelle identiche che si trovano nello stato ad energia più bassa.

L’operatore adatto per il calcolo del momento è

ed opera sulla funzione così:

È evidente che 1 non è autofunzione di e pertanto per il IV postulato una serie

di misure di non daranno il medesimo risultato.

Si deve quindi ricorrere al teorema del valor medio per calcolare il valore di

aspettazione di :

dx

dih

dxdi

2

p x1 ih

2d

dx Asenx

a

ih

2

A

acos

x

a

ˆ p x

ˆ p x

ˆ p x

ˆ p x 1

1 ˆ p x1dx0a

12dx0

a 0

111

Particella in una scatola

monodimensionale

Sostituendo:

e risolvendo l’integrale:

ˆ p x 1

Asenx

a i

h

2A

acos

ax

dx0

a

A2sen2 x

adx0

a

0

ˆ p x 1

Asenx

a i

h

2A

acos

ax

dx0

a

A2sen2 x

adx0

a

i senx

a cos

x

ad

ax0

a

a

sen2 x

ad

ax0

a

112

Particella in una scatola

monodimensionale

il valor medio del momento

misurato su un gran numero di

particelle è zero.

a t per x = 0 t = 0 per x = a t = p

i sent costdt0

a

a

sen2tdt0

a

i

22sent cos tdt0

a

a

sen2tdt0

i

2sen2tdt0

a

1 cos2t

2dt0

poichè sent 1 cos2t

2

i2

1

2sen2td(2t)0

a

1

2dt cos2td0

t0

i

4send0

a

1

2

1

21

2cos2td20

t

se 2t =

=i

4cos

0

2

a

1

2

1

4cosd0

2

=i

411

a

1

2

1

4sen

0

2

0

a

1

2

1

40

0

a

2

0 2

a

0

a

0 1

a1

0

1 0

113

Particella in una scatola

monodimensionale

Consideriamo ora il quadrato del momento nella direzione x:

Questa volta 1 risulta autofunzione di ed una serie di misure di su un

insieme sistemi identici darà sempre il medesimo risultato, in pratica l’autovalore è

ˆ p x2

h2

4 2

d2

dx2

ˆ p x2x

h2

4 2

d2

dx2 Asen

ax

h2

4 2

2

a2Asen

ax

ˆ p x2

ˆ p x2

(px2)1

2 2

a2 2mEx

(px )1 2mEx 12

114

Particella in una scatola

monodimensionale

Il postulato del valor medio vuol significare che se vengono eseguite molte misure

di px la frequenza con cui si ottiene

è uguale a quella del risultato

ed il valor medio di sarà uguale a zero. L’aspetto significativo è l’impossibilità

di conoscere a priori se il risultato sarà positivo o negativo. Si può dire che esiste

una indeterminazione nella conoscenza del momento ed il valore di questa

indeterminazione è uguale a

(px )1 2mEx 12

(px )1 2mEx 12

ˆ p x

2 2mEx 12

115

Particella in una scatola

monodimensionale

In modo analogo si può dire che se è noto che la particella nella buca è nello stato n la sola cosa che possiamo dire sulla posizione della particella è che si trova in qualche punto della buca, cioè l’indeterminazione della coordinata x della particella è la dimensione a della buca.

È interessante calcolare il prodotto dell’indeterminazione della posizione e del momento di una particella nella buca, che risulta:

L’indeterminazione assumerà il valore minimo per n=1 e con questo valore si ottiene:

Questa è una delle formulazionu del principio di indeterminazione di Heisemberg, che afferma che la misura simultanea della posizione e del momento di una particella non può essere realizzata con un’accuratezza superiore alla costante di Planck h.

xpx a2(2mEx )1

2 2a 2mn2h2

8ma2 2a

nh

2a nh

xpx h

116

Particella in una scatola

monodimensionale

Un’altra proprietà delle soluzioni di una particella in una buca è che l’integrale <1|2> è nullo. Infatti si può dimostrare che per tutte le funzioni d’onda che caratterizzano il moto della particella nella buca vale la relazione seguente:

Quando vale una relazione di questo tipo si dice che le funzioni sono ortogonali.

NOTA: il valore dell’integrale relativo ad una coppia qualsiasi di funzioni della

particella nella buca può essere espresso sinteticamente mediante la relazione:

Quest’ultima grandezza gode delle seguenti proprietà:

L’espressione precedente vuol dire che ciascuna funzione è normalizzata e che tutte

le coppie di funzioni sono ortogonali. Quando è verificata una relazione di questo

tipo si dice che le funzioni formano un insieme ortonormale.

1 |2 0 per i j

1 |2 ij dove ij è la delta di Kronecker

ij 1 per i j e ij 0 per i j.

117

Particella in una scatola

tridimensionale

Estendiamo il problema di una particella nella buca al caso tridimensionale cioè

consideriamo il problema di una particella in una scatola a tre dimensioni.

L’equazione agli autovalori che descrive il

moto della particella all’interno della

scatole assume la forma:

ovvero nella forma più esplicita:

Con la tecnica di separazione delle variabili:

x

y

z

0

b

c

a

V

2

2m2 E

2

x22

x22

x2

2mE2

x y z e E Ex Ey Ez

118

Particella in una scatola

tridimensionale

La generica autofunzione normalizzata che avevamo precedentemente ricavato era:

Che per y e z sarà:

Da cui

y 2

bsen

ny

b

z 2

csen

nz

c

x 2

asen

nx

a

n x y z

n 8

abcsennx

ax senny

by sennz

cz

119

Particella in una scatola

tridimensionale

Ed

a, b, c sono le dimensioni della buca rispetto ai tre assi, ovviamente se la buca è

cubica a=b=c e si potrà scrivere:

Se avremo il livello energetico più basso possibile.

E Ex Ey Ez

E h2

8m

nx2

a2

ny2

b2

nz2

c2

E h2

8mnx

2 ny2 nz

2

nx ny nz 1

120

Particella in una scatola

tridimensionale

Vediamo ora lo stato che segue immediatamente quello a più bassa energia.

Questo stato è caratterizzato da un numero quantico uguale a 2 e da due numeri quantici uguale a 1 e conseguentemente

Questa energia può essere ottenuta attraverso tre combinazione dei numeri quantici

Questi tre stati hanno il medesimo valore dell’energia e si dicono degeneri

E 3

4

h2

ma2

E h2

8ma2nx

2 ny2 nz

2 h2

8ma2(11 4)

3

4

h2

ma2

112

121

211

zyx nnn

121

Particella in una scatola

tridimensionale

ESEMPIO:

Consideriamo una molecola di butadiene:

essendo gli elettroni delocalizzati, essi si trovano in

una scatola monodimensionale di lunghezza pari alla

somma delle lunghezze di due doppi legami più uno

semplice,cioè:

2(1,35 Å)+1,54 Å=5,78 Å

I livelli di energia del butadiene sono dati dalla formula

C C C C H

H H

H

H

H

eVneVn

eVa

nE x

xx 2

2

2

2

2

12,1)78,5(

59,3759,37

C C C C

122

Particella in una scatola

tridimensionale

Per il principio di esclusione di Pauli, ogni livello può ospitare al massimo due

elettroni con spin opposto, per cui quattro elettroni andranno ad occupare i primi

due livelli. Eccitando la molecola, un elettrone passa dallo stato n=2 allo stato n=3.

La particella nella scatola è un ottimo

modello matematico per descrivere i

fenomeni che si osservano

sperimentalmente.

n=1

n=3

n=2 eccitamento

e- e-

12223 4500060,5)23(12,1 cmeVEEE

123

Teoria delle perturbazioni

Solo per pochi sistemi è possibile ottenere le soluzioni esatte dell’equazione di

Schrödinger. Per tutti gli altri problemi è necessario cercare ed ottenere soluzioni

approssimate. Due metodi approssimati servono essenzialmente allo scopo:

-il metodo della variazione lineare e

-la teoria delle perturbazioni.

La teoria delle perturbazioni si rivela molto utile quando il problema da risolvere è

simile ad un problema già risolto esattamente. In termini matematici ciò significa

che le soluzioni all’ordine zero del problema

sono note e deve essere risolto il nuovo problema

0000ˆmmm E

mmm E

124

Teoria delle perturbazioni

Si scrive l’Hamiltoniano nella forma seguente

dove il secondo termine rappresenta una perturbazione del primo. Il termine è un

moltiplicatore arbitrario.

.....ˆˆˆ 10