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Anno IV Numero 1018 Martedì 27 Dicembre 2016, S. Giovanni AP AVVISO Ordine 1. ORDINE: Progetto “Un Farmaco per Tutti” 2. Ordine:ENPAF: Previdenza - scadenze Notizie in Rilievo Scienza e Salute 3. “il caffè verde risveglia il metabolismo ?” 4. Lʼ invecchiamento è reversibile, topi anziani "ringiovaniscono" grazie a una terapia genica Prevenzione e Salute 5. Colazioni meno «magre» per stare ben svegli e ridurre le calorie totali 6. Christmas blues, perché a natale aumentano malinconia e ansia? 7. È l’inverno la stagione più letale: uccide 20 volte più dei colpi di calore Meteo Napoli Martedì 27 Dicembre Variabile Minima: 8°C Massima: 16°C Umidità: Mattina = 60% Pomeriggio = 70% “IL CAFFÈ VERDE RISVEGLIA IL METABOLISMO ?Molte persone pensano che il caffè verde sia un rimedio per risvegliare il metabolismo e quindi mantenersi magri e in forma. Vero o falso? : Anche se la caffeina contenuta nel caffè verde viene assorbita più lentamente dall’organismo e rimane in circolo per tempi più lunghi rispetto al caffè nero, tuttavia non è sufficiente assumere una bevanda da un forte potere energizzante come il caffè verde pensando di risvegliare il metabolismo. Infatti non esistono sostanze che da sole possano avere questo effetto su metabolismo, ma nell’ambito di un regime alimentare corretto, unito all’esercizio fisico, anche bere caffè verde può però essere un piccolo coadiuvante. Non si pensi però che il caffè verde si prepari come il caffè nero: il caffè verde deve la sua caratteristica colorazione e proprietà al fatto che il chicco è crudo e non tostato come invece nel caffè nero. Dal chicco non tostato si ottiene una tisana dal blando sapore di caffè che differisce dal caffè nero classico soprattutto per la quantità e la qualità della caffeina. Inoltre, il caffè verde mantiene l’acido clorogenico , presente in elevate quantità nel chicco di caffè non tostato che però si riduce durante la tostatura, responsabile degli effetti benefici del caffè sul controllo dei livelli di sangue nel diabete, per esempio. Attenzione però: il caffè verde, assunto in quantità elevate, può dare gli stessi effetti indesiderati del caffè nero come per es. aumento della pressione, nausea, vomito, mal di testa, tachicardia oltre a ridurre l’assorbimento di ferro dagli alimenti, ad aumentare la concentrazione di calcio nelle urine e aumentare quindi il rischio di calcoli renali nelle persone predisposte. (Humanitas) SITO WEB ISTITUZIONALE : www.ordinefarmacistinapoli.it E-MAIL: [email protected] ; [email protected] SOCIAL Seguici su Facebook Diventa Fan della nostra pagina www.facebook.com/ordinefarmacistinapoli iBook Farmaday Proverbio di oggi….…….. Doppo ‘o pericolo tutte quante so’ sapute… FALSO

A 1 RISVEGLIA IL METABOLISMO ? · 2018. 4. 18. · il caffè verde, assunto in quantità elevate, può dare gli stessi effetti indesiderati del caffè nero come per es. aumento della

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Anno IV – Numero 1018 Martedì 27 Dicembre 2016, S. Giovanni AP

AVVISO Ordine

1. ORDINE: Progetto “Un

Farmaco per Tutti”

2. Ordine:ENPAF: Previdenza

- scadenze

Notizie in Rilievo

Scienza e Salute

3. “il caffè verde risveglia il

metabolismo ?”

4. Lʼ invecchiamento è

reversibile, topi anziani

"ringiovaniscono" grazie a

una terapia genica

Prevenzione e Salute 5. Colazioni meno «magre»

per stare ben svegli e

ridurre le calorie totali

6. Christmas blues, perché a

natale aumentano

malinconia e ansia?

7. È l’inverno la stagione

più letale: uccide 20 volte

più dei colpi di calore

Meteo Napoli

Martedì 27 Dicembre

Variabile

Minima: 8°C Massima: 16°C Umidità: Mattina = 60%

Pomeriggio = 70%

“IL CAFFÈ VERDE RISVEGLIA IL

METABOLISMO ?”

Molte persone pensano che il caffè verde sia un rimedio per risvegliare il metabolismo e quindi mantenersi magri e in forma. Vero o falso?

: Anche se la caffeina contenuta nel caffè verde viene assorbita più lentamente dall’organismo e rimane

in circolo per tempi più lunghi rispetto al caffè nero, tuttavia non è sufficiente assumere una bevanda da un forte potere energizzante come il caffè verde pensando di risvegliare il metabolismo. – Infatti non esistono sostanze che da sole possano avere questo effetto su metabolismo, ma nell’ambito di un regime alimentare corretto, unito all’esercizio fisico, anche bere caffè verde può però essere un piccolo coadiuvante. Non si pensi però che il caffè verde si prepari come il caffè nero: il caffè verde deve la sua caratteristica colorazione e proprietà al fatto che il chicco è crudo e non tostato come invece nel caffè nero. Dal chicco non tostato si ottiene una tisana dal blando sapore di caffè che differisce dal caffè nero classico soprattutto per la quantità e la qualità della caffeina. Inoltre, il caffè verde mantiene l’acido clorogenico, presente in elevate quantità nel chicco di caffè non tostato che però si riduce durante la tostatura, responsabile degli effetti benefici del caffè sul controllo dei livelli di sangue nel diabete, per esempio. Attenzione però: il caffè verde, assunto in quantità elevate, può dare gli stessi effetti indesiderati del caffè nero come per es. aumento della pressione, nausea, vomito, mal di testa, tachicardia oltre a ridurre l’assorbimento di ferro dagli alimenti, ad aumentare la concentrazione di calcio nelle urine e aumentare quindi il rischio di calcoli renali nelle persone predisposte. (Humanitas)

SITO WEB ISTITUZIONALE: www.ordinefarmacistinapoli.it

E-MAIL: [email protected]; [email protected] SOCIAL – Seguici su Facebook –Diventa Fan della nostra pagina www.facebook.com/ordinefarmacistinapoli

iBook Farmaday

Proverbio di oggi….…….. Doppo ‘o pericolo tutte quante so’ sapute…

FALSO

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PAGINA 2 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno IV – Numero 1018

SCIENZA E SALUTE

LʼINVECCHIAMENTO è REVERSIBILE, topi anziani "ringiovaniscono" grazie a una terapia genica

Eʼ bastato "riprogrammare" le cellule dei roditori per allungare la loro vita del 30%. La tecnica funziona anche su campioni umani

Un gruppo di ricercatori statunitensi è : È quanto emerge da uno studio descritto sulla rivista Cell. È la prima volta che si dimostra che il processo di invecchiamento non ha un'unica direzione e che potrebbe essere reversibile. La tecnica di "riprogrammazione" delle cellule si è rivelata efficace anche su campioni umani in provetta. UN COCKTAIL DI QUATTRO GENI - Nell'esperimento i ricercatori hanno utilizzato una versione "ridotta" della tecnica introdotta nel 2006 dal giapponese Shinya Yamanaka. Quest'ultima ha dimostrato come far tornare "bambine" le cellule adulte grazie a un cocktail di quattro geni, chiamati Oct-3/4, Sox2, c-Myc, e Klf4. Le cellule così ottenute sono pluripotenti, ossia capaci di seguire diverse direzioni nello sviluppo, e vengono pertanto chiamate cellule staminali pluripotenti indotte. La tecnica prevede che le cellule adulte siano immerse nel cocktail di geni per circa 3 settimane. Per applicarla su animali vivi gli scienziati hanno deciso di abbreviare i tempi a soli 4 giorni. I RISCHI - L'obiettivo non era infatti riportare le cellule dei topi anziani ad essere nuovamente bambine, ma farle ringiovanire "solo un po'", cioè quanto basta per garantire una buona salute. Un'impresa non facile, considerando che uno dei rischi maggiori di questa stimolazione delle cellule in animali vivi è la formazione di tumori. Per questo motivo il gruppo californiano ha integrato il cocktail di geni con un antibiotico a largo spettro, nella giusta quantità per impedire la formazione di tumori senza altri effetti collaterali. I TEST SULLE CELLULE - Il primo passo è stato quello di sperimentare la tecnica su colture di cellule umane e di topo. Il risultato? Tutte sono "ringiovanite", nel senso che le disfunzioni molecolari associate all'età si sono ridotte. Incoraggiati da questo risultato, gli studiosi hanno somministrato la stessa terapia a topi vivi, utilizzati come modello dell'invecchiamento precoce. Gli animali erano stati infatti modificati in modo da avere una malattia genetica rara chiamata progeria. I TEST SUI TOPI ANZIANI - Nei topi anziani è stato iniettato quindi il cocktail di geni in modo da far regredire le cellule nel tempo, ma in modo parziale, assieme all'antibiotico. I ricercatori hanno osservato così che negli animali sono migliorate le condizioni del sistema cardiovascolare, così come quelle di pancreas e muscoli. Non sono comparsi tumori e in generale la loro vita si è allungata del 30%, ossia da una media di 18 mesi a 24 mesi. ANCORA LONTANI I TEST SULL'UOMO - Nonostante il successo, il passo verso un'eventuale sperimentazione di questa tecnica nell'uomo non sarà breve. "I topi non sono esseri umani e sappiamo che sarà molto più complesso ringiovanire una persona". "Lo studio dimostra che, a differenza di quanto si riteneva, l'invecchiamento è un processo 'plastico', sul quale si può intervenire". (Tgcom24)

riuscito a "RINGIOVANIRE" alcuni topi anziani allungando la loro vita del 30% grazie a un'innovativa terapia genica.

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PAGINA 3 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno IV – Numero 1018

SCIENZA E SALUTE

COLAZIONI MENO «MAGRE» PER STARE BEN SVEGLI E RIDURRE LE CALORIE TOTALI

Alla mattina una certa quantità di grassi (purché della qualità giusta) può essere funzionale. «Chi fa regolarmente colazione è meno predisposto al sovrappeso»

Quando si parla del rapporto fra grassi e salute ci si sofferma sempre sulla loro quantità e qualità. MA NON POTREBBE AVERE UN RUOLO ANCHE IL MOMENTO DI CONSUMO?

A suggerirlo sono due recenti studi. Nel primo, pubblicato su Nutrition, ricercatori australiani e cinesi, dopo aver esaminato le abitudini alimentari e alcuni parametri relativi al sonno di quasi 1.500 adulti, hanno osservato l’esistenza di un’associazione fra cene ricche di grassi e brevità del sonno.

E com’è noto, dormire un sufficiente numero di ore viene considerato un fattore importante per mantenersi in salute. Nello stesso studio, un buon apporto di grassi a colazione è risultato invece associato con una minore probabilità di appisolarsi durante la giornata.

PRIMA COLAZIONE: E che una colazione non troppo “magra” possa offrire dei vantaggi lo conferma

anche il secondo studio. In questa ricerca, 235 uomini e donne hanno registrato i loro consumi alimentari per 16 giorni. Analizzando i dati, i ricercatori hanno visto che : chi appena alzato assumeva un’elevata percentuale delle calorie giornaliere ne introduceva

complessivamente meno nella giornata. Inoltre, i grassi a colazione risultavano più importanti rispetto a carboidrati e proteine nel

ridurre l’assunzione di calorie negli altri pasti. «Contrariamente a quanto si ritiene - una buona prima colazione non aumenta il rischio di eccedere con le calorie totali. Chi fa regolarmente colazione è meno predisposto al sovrappeso e all’obesità. E la prima colazione deve prevedere, oltre ai carboidrati, anche proteine e grassi, per la loro capacità di prolungare il senso di sazietà. Qualche mandorla, noce o nocciola, un bicchiere di latte o yogurt interi, un uovo sono una buona scelta perché oltre a proteine e grassi contengono vitamine e minerali di fondamentale importanza».

EFFETTI SUL SONNO E quanto ai possibili effetti negativi sul sonno di una cena troppo ricca di grassi? «Non eccedere con i grassi e con le calorie - e lasciare intercorrere un tempo adeguato prima di coricarsi sono comportamenti virtuosi per favorire un sonno tranquillo». (Salute, Corriere)

PERCHÉ IL “SACCHETTO” CHE CONTIENE I TESTICOLI È COSÌ RUGOSO?

Tecnicamente si chiama scroto e non sempre è rugoso. Ma non dipende dalle persone, dipende dalle situazioni.

Non sempre il "sacchetto" che contiene i testicoli è rugoso. Chi ne possiede uno si sarà accorto che quando fa molto caldo, o dopo un bagno bollente, lo scroto è invece piuttosto liscio e “rilassato”. Quando al contrario fa freddo, o dopo una doccia gelata, si ritrae verso il corpo, raggrinzendosi. Ciò dipende dall’azione dei muscoli presenti nello scroto stesso, che lo avvicinano all’addome quando fa freddo e lo allontanano quando fa caldo. L'unico limite del David di Michelangelo.

L’OBIETTIVO? Adattarsi agli sbalzi di temperatura dell’ambiente, visto che la funzione dello scroto è

mantenere i testicoli a una temperatura (35 °C) costante e più bassa di quella interna del corpo, adatta alla produzione degli spermatozoi. (Salute, Focus)

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PAGINA 4 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno IV – Numero 1018

PREVENZIONE E SALUTE

CHRISTMAS BLUES, PERCHÉ A NATALE AUMENTANO MALINCONIA E ANSIA?

Chiamato dagli americani “Christmas blues” ad indicare una sensazione di leggera depressione, forse più malinconia mista ad ansia che stride con l’allegra atmosfera di luci e gioia che tipicamente si associa al periodo delle feste di Natale.

Si tratta di un fenomeno piuttosto diffuso che può colpire sia chi è già

affetto da depressione e ansia, ma può presentarsi anche in chi, per i

più diversi motivi, non riesce a entrare in sintonia con il “clima

del Natale”.

Ricordiamo tutti le campagne natalizie della Coca-Cola, o i film come

“Miracolo nella 34aStrada” che hanno in parte plasmato la nostra

immagine del Natale come sinonimo di gioia, buoni sentimenti,

generosità e famiglia – spiega il dottor Paolo Amami, neuropsicologo

dell’ospedale Humanitas.

Uscendo però dalla pubblicità e dalla rappresentazione cinematografica del Natale, in realtà non

sempre il Natale fa emergere sentimenti di gioia che, se vengono a mancare, e fa capolino invece il

“Christmas blues” con il carico di sentimenti quali ansia, tristezza e malinconia, sembra quasi di

violare una regola aurea.

Il fatto che il periodo del Natale possa stimolare sentimenti di malinconia o l’aggravamento dei

sintomi in persone che già soffrono di depressione è stato notato a partire dagli anni ‘30 da psicologi

americani che proprio nel periodo a cavallo delle feste del Natale in cui notavano una esacerbazione

dei sintomi e un aumento dei ricoveri.

Senza però arrivare ai disturbi clinici, il Natale può certamente costituire una sorta di amplificatore sei

sentimenti di ansia e malinconia.

Alcune persone possono vivere un sentimento di inadeguatezza, una sorta di senso di colpa per non

riuscire ad essere felici ed entusiasti, come il particolare periodo pretenderebbe.

È come se il Natale, in cui tutto e luci, gioia, allegria e buoni sentimenti, creasse una sorta di

imposizione ad essere in un certo modo, situazione che può diventare un’angoscia per chi non riesce

ad adeguarsi.

Inoltre, il Natale è anche sinonimo di calore familiare e per quelle persone che per i motivi più svariati

non hanno la possibilità di trascorrere il Natale in famiglia, questo può diventare motivo di ulteriore

mancanza, inadeguatezza al periodo, ansia e malinconia.

In particolare l’ansia può essere un’emozione che “esplode” durante le festività natalizie dovuta anche

ai mille impegni che si susseguono in questo periodo:

organizzazione di cene, partecipazione ad eventi, il ben noto “stress da regalo”, oppure

l’obbligo di dover incontrare persone che in realtà non si ha nessuna voglia di incontrare, sono

tutti elementi che potrebbero contribuire alla comparsa di stress e frustrazione nei soggetti più

predisposti con veri e propri stati d’ansia da Natale. (Salute, Humanitas)

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PAGINA 5 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno IV – Numero 1018

PREVENZIONE E SALUTE

È L’INVERNO LA STAGIONE PIÙ LETALE: UCCIDE 20 VOLTE PIÙ DEI COLPI DI CALORE

Le basse temperature favoriscono ictus e infarti e stare in luoghi chiusi avvantaggia la possibilità di trasmissione di virus e batteri che portano a influenza e polmoniti

Nonostante in estate le morti per afa facciano più “notizia”,

infatti con il freddo si muore 20 volte di più che con il gran caldo e non solo per influenza.

Analisi su 74 milioni di decessi Lo ha dimostrato uno studio condotto in 13 paesi del mondo (tra cui l’Italia), pubblicato dalla rivista Lancet, secondo cui a uccidere non sono tanto i giorni di picco negativo della temperatura quanto i periodi

prolungati di temperature un po’ sotto la media. La ricerca ha analizzato ha analizzato oltre 74 milioni di morti attribuibili a caldo e freddo, trovando che le temperature estreme, in un senso o nell’altro, sono responsabili di meno dell’1% della mortalità totale. La grande maggioranza delle morti attribuibili alla temperatura, oltre il 7% del totale è dovuta invece a giorni in cui la colonnina di mercurio è sotto la temperatura ottimale, mentre solo lo 0,42% in estate quando fa più caldo del normale. In inverno negli Stati Uniti la mortalità è in genere dal 10 al 15 % più alta rispetto al periodo estivo. COME IL FREDDO IMPATTA SU DI NOI L’effetto, è maggiore nei paesi a climi temperati dove qualche giorno di freddo più intenso del normale uccide di più probabilmente perché le persone, gli ambienti e le case sono meno attrezzati per le basse temperature. I modi in cui il freddo può influire negativamente sulla nostra salute sono ictus e attacchi cardiaci, perché il sangue diventa più denso, aumentando il rischio della formazione di coaguli; la tendenza a stare in luoghi chiusi più a contatto con gli altri, poi, favorisce la trasmissione di

virus e batteri e quindi malattie infettive, come influenza e polmoniti; infine, ci sono più incidenti stradali a causa delle strade ghiacciate e si contano alcune morti

per incendi provocati da stufe e camini (oltre a qualche morte accidentale per cadute sul ghiaccio o attacchi di cuore dopo aver spalato il vialetto di casa).

MORTI DA CALORE PIÙ EVIDENTI «Le evidenze che abbiamo trovato - concludono gli autori - hanno conseguenze importanti per pianificare interventi di salute pubblica che minimizzino le conseguenze di temperature avverse». Anche perché la maggior parte dei piani di salute pubblica legati alle condizioni atmosferiche si concentrano sulle ondate di calore. Questo può essere dovuto anche al fatto che i picchi di decessi si concentrano in pochi giorni nell’estate, mentre il freddo può causare un aumento dei decessi da raffreddamento che però si verificano fino a tre o quattro settimane dopo una l’ondata di basse temperature. (Salute, Corriere)

È L’INVERNO IL PERIODO PIÙ PERICOLOSO per la SALUTE

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PAGINA 6 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno IV – Numero 1018

Progetto “UN FARMACO PER TUTTI”

Progetto per contrastare la povertà sanitaria.

FARMACIE COME ADERIRE:

Clicca sul link sottostante e compila il form in modo da avere le informazioni utili riguardo il luogo di consegna del contenitore per la raccolta dei farmaci.

http://www.ordinefarmacistinapoli.it/ordineNuovo/news/1097-un-farmaco-per-tutti

Ordine dei Farmacisti della Provincia di Napoli

La Bacheca

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PAGINA 7 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno IV – Numero 1018

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PAGINA 8 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno IV – Numero 1018

ENPAF: CONTRIBUTI PREVIDENZIALI

Sono iscritti d'ufficio all'ENPAF e tenuti al versamento dei contributi previdenziali e assistenziali obbligatori tutti gli iscritti agli Albi professionali degli Ordini provinciali

( art. 21 del DLCPS n. 233/1946)

L'iscrizione o la cancellazione dall'Albo professionale producono effetto ai fini della iscrizione o della cancellazione dall'ENPAF dalla data di adozione della relativa

deliberazione da parte del Consiglio direttivo dell'Ordine. Non potranno essere prese in considerazione pertanto deliberazioni di cancellazione con effetto retroattivo rispetto alla data di adozione. E' pertanto necessario che l'istanza di cancellazione venga presentata dall'interessato in tempo utile per consentire al Consiglio di adottare la delibera entro la fine dell'anno solare, diversamente è dovuto il contributo anche se l'iscrizione è stata conservata per un solo giorno nel corso dell'anno (art. 3 dello statuto dell'ENPAF).

I contributi previdenziali sono dovuti da tutti gli iscritti agli albi degli Ordini provinciali dei farmacisti, essi vengono riscossi tramite bollettini bancari, l'ENPAF, di

norma, ricorre alla cartella esattoriale, localmente notificata dai concessionari territorialmente competenti, nel caso in cui l'iscritto nell'anno precedente abbia omesso in tutto o in parte di versare la contribuzione dovuta utilizzando i bollettini bancari trasmessi, ovvero abbia posto in essere una evasione contributiva non denunciando nei termini la modifica della propria condizione giuridica che gli ha fatto perdere il diritto alla riduzione contributiva. Nelle ipotesi indicate la cartella esattoriale reca anche la sanzione civile che viene applicata sul contributo omesso.

Il contributo previdenziale ENPAF è stabilito in cifra fissa, tuttavia ove l'iscritto appartenga ad alcune categorie ha la possibilità di chiedere la riduzione del

contributo in particolare: riduzione nella misura del 33,33%, del 50% ovvero dell'85%

A. agli iscritti che esercitino attività professionale in relazione alla quale siano soggetti per legge all'assicurazione obbligatoria ovvero ad altra forma di previdenza obbligatoria;

B. agli iscritti che si trovino in condizione di disoccupazione involontaria con inserimento nelle liste anagrafiche dei competenti Centri per l'impiego.

La riduzione massima dell'85% può essere conservata per non più di cinque anni contributivi complessivi, una volta superato questo periodo il soggetto che permanga in stato di disoccupazione ha diritto alla riduzione massima del 50% in quanto equiparato all'iscritto che non esercita attività professionale;

riduzione nella misura del 33,33% ovvero del 50% per gli iscritti i quali non esercitino attività professionale;

riduzione nella misura massima del 33,33%, del 50% ovvero dell'85% per gli iscritti che siano titolari di pensione diretta (vecchiaia, anzianità, invalidità) erogata dall'ENPAF e nel contempo non esercitino attività professionale;

riduzione nella misura del 33,33% ovvero del 50% per gli iscritti che siano titolari esclusivamente di pensione erogata da Ente di previdenza diverso dall'ENPAF e non esercitino attività professionale (tale disposizione avrà effetto a decorrere dal 2005 per l'anno 2004 temporaneamente trova ancora applicazione l'ipotesi precedente).

Chi sceglie di versare il contributo previdenziale in misura ridotta otterrà una prestazione pensionistica proporzionalmente ridotta.

ISCRIZIONE

CONTRIBUTI

DECORRENZA

RIDUZIONI

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PAGINA 8 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno IV – Numero 1018

Non hanno diritto alla riduzione del contributo previdenziale ENPAF

i titolari di farmacia, i soci di società che gestiscono farmacie private ai sensi della legge n. 362/1991 i collaboratori di impresa familiare e in genere tutti gli associati agli utili della farmacia.

Non hanno diritto ad alcuna riduzione gli iscritti che: svolgano attività professionale in relazione alla quale non sono soggetti ad altra previdenza

obbligatoria oltre a quella dell'ENPAF (attività svolta in regime di collaborazione coordinata e continuativa ovvero con apertura di partita IVA, borse di studio non assoggettate all'obbligo della contribuzione alla Gestione Separata INPS):

La riduzione del contributo previdenziale non è attribuita d'ufficio a chi si trovi in una delle condizioni indicate dal Regolamento (art. 21) bensì viene riconosciuta soltanto dietro presentazione della relativa domanda redatta sulla modulistica predisposta dagli Uffici.

A partire dalla contribuzione posta in riscossione per l’anno 2014 sono stati modificati i termini di decadenza previsti dall’art. 21 del Regolamento per la presentazione della domanda di riduzione del contributo previdenziale o di attribuzione del CONTRIBUTO DI SOLIDARIETÀ.

La domanda di riduzione (o di riconoscimento del contributo di solidarietà) può essere presentata nello stesso anno in cui si intende beneficiarne, purché il possesso della condizione per usufruirne si protragga per almeno sei mesi e un giorno nel corso dell’anno stesso;

Il termine di decadenza per presentare la domanda è fissato al 30 settembre dell’anno in cui si intende beneficiare della riduzione o del contributo di solidarietà ma è prorogato al 31 dicembre nel caso in cui il periodo utile ai fini della maturazione del diritto (sei mesi e un giorno) si consegua dopo il 30 settembre ma entro il 31 dicembre;

I nuovi iscritti, a pena di decadenza, devono presentare domanda entro il 30 settembre dell’anno successivo a quello di iscrizione;

Il termine per i nuovi iscritti è prorogato al 31 dicembre, nel caso in cui il periodo utile ai fini della maturazione del diritto alla riduzione (riguardante l’anno successivo a quello dell’iscrizione) si consegua dopo il 30 settembre ma entro il 31 dicembre.

Coloro che si iscrivano a partire dal 1° gennaio 2004 hanno facoltà di

chiedere di versare il contributo di solidarietà in luogo della contribuzione previdenziale seppure nella forma ridotta prevista; oltre al contributo di solidarietà

l'iscritto dovrà versare anche quello per la gestione assistenza e per l'indennità di maternità. gli iscritti che esercitino attività professionale in relazione alla quale siano soggetti all'assicurazione

generale obbligatoria ovvero ad altra previdenza obbligatoria e che non abbiano redditi professionali esenti da contribuzione previdenziale:

gli iscritti che si trovino in condizione di disoccupazione involontaria. La contribuzione di solidarietà e/o la riduzione contributiva massima non potranno essere conservate in ogni caso per più di cinque anni complessivi.

I TERMINI PER PRESENTARE LA DOMANDA PER ESSERE AMMESSI A VERSARE IL CONTRIBUTO DI SOLIDARIETÀ SONO GLI STESSI INDICATI PER LA RIDUZIONE.

Casi particolari

TERMINI DI DECADENZA

Chi può optare per il contributo di solidarietà

Contributo di solidarietà