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A T T I DEL CAPITOLO GENERALE ELETTIVO DELLORDINE DEI PREDICATORI CELEBRATO A ROMA DAL 1 AL 21 SETTEMBRE 2010 SOTTO LA PRESIDENZA DI FRA BRUNO CADORÉ DOTTORE IN SACRA TEOLOGIA MAESTRO DELLORDINE ROMA CURIA GENERALIZIA DI SANTA SABINA 2010

A T T I - Order of preachers del Capitolo Generale Elettivo – Roma 2010 6 intercessione per il lavoro che compiono coloro a cui hanno trasmesso la tradizione dell‟Ordine, contribuendo

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Page 1: A T T I - Order of preachers del Capitolo Generale Elettivo – Roma 2010 6 intercessione per il lavoro che compiono coloro a cui hanno trasmesso la tradizione dell‟Ordine, contribuendo

A T T I

DEL CAPITOLO GENERALE ELETTIVO

DELL‟ORDINE DEI PREDICATORI

CELEBRATO A ROMA

DAL 1 AL 21 SETTEMBRE 2010

SOTTO LA PRESIDENZA DI

FRA BRUNO CADORÉ

DOTTORE IN SACRA TEOLOGIA

MAESTRO DELL‟ORDINE

ROMA

CURIA GENERALIZIA DI SANTA SABINA

2010

Page 2: A T T I - Order of preachers del Capitolo Generale Elettivo – Roma 2010 6 intercessione per il lavoro che compiono coloro a cui hanno trasmesso la tradizione dell‟Ordine, contribuendo

Traduzione in italiano

a cura del Centro Espaces “Giorgio La Pira” – Pistoia

Traduzioni e revisioni di: Alessandro Cortesi, Aldo Tarquini,

Daniele Aucone, Alberto Coco, Elettra Giaconi.

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LETTERA DI PROMULGAZIONE

Miei cari fratelli in San Domenico,

Con la presente lettera promulgo gli Atti del Capitolo Generale cele-

brato a Roma dal 1 al 21 settembre 2010.

Desidero innanzi tutto, insieme a tutti voi, esprimere la nostra profon-

da gratitudine a fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa che nei nove anni appena

trascorsi ha svolto il servizio di Maestro dell‟Ordine. La sua attenzione a

ciascuno di noi, la cura che ha manifestato nel promuovere la missione

dell‟Ordine nella sua interezza all‟interno della Famiglia Domenicana e con

essa, il suo impegno nelle situazioni prioritarie sono stati e restano per noi

tutti una grande testimonianza di fraternità evangelica e apostolica.

Gli Atti di questo Capitolo si aprono con un unico Prologo, dedicato al

ministero della predicazione. È così indicato all‟Ordine ciò che costituisce

l‟essenziale per ciascuno e per l‟insieme delle comunità. Non solamente

l‟essenziale in termini di obiettivi dei nostri impegni apostolici concreti. Ma

più radicalmente l‟essenziale che anima il cuore della nostra vita, di noi che

siamo «totalmente dediti alla evangelizzazione della Parola di Dio». La no-

stra risposta alla Parola indirizzata da Dio a tutta l‟umanità non sta forse nel

desiderio di consacrare tutta la nostra vita a mostrare questa Parola che vie-

ne ad incontrare l‟umanità e a dialogare con essa, rivelandosi come la via, la

verità e la vita?

Situando così la missione di predicatori al cuore della vocazione

dell‟Ordine e di ciascuno di noi, il Capitolo ha inteso ricordare come la pre-

dicazione costituisca il cuore, il supporto e il dinamismo delle diverse di-

mensioni della nostra vita. Su questa base il Capitolo, sostenuto dal lavoro

delle commissioni capitolari, ha definito alcuni orientamenti per i prossimi

tre anni. In virtù della missione di predicazione, ci invita ad avere a cuore la

costruzione di comunità che siano focolai viventi di fraternità, di studio e di

preghiera, luoghi di rinvigorimento nella fede e nella speranza e di proposta

di ospitalità e di dialogo per il mondo. Animati dal desiderio della predica-

zione, ci dobbiamo dotare dei mezzi dello studio perché le nostre

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Atti del Capitolo Generale Elettivo – Roma 2010

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comunità siano allo stesso tempo case di predicazione e di studio. Per assi-

curare al meglio la nostra missione, e nella maggiore giustizia possibile tra

noi, siamo invitati a porre in atto tra noi gli strumenti più efficaci per una

solidarietà concreta. Perché i frati possano ovunque realizzare la predicazio-

ne con gioia e in libertà è richiesto uno sforzo nei prossimi sei anni per ade-

guare le strutture delle nostre «sante predicazioni» alle esigenze apostoliche

come anche alle risorse umane disponibili. In breve, pur trattandosi sempre

della medesima missione di predicazione, queste richieste esigono di ritor-

nare sempre alla realtà concreta della nostra vita di predicatori, in modo tale

che noi stessi, in quanto «predicatori», continuiamo ad attingere con costanza

le nostre forze alla grazia del Vangelo.

Questo è proprio il compito principale di un Capitolo: a partire

dall‟esperienza dei frati diffusa ovunque nel mondo, e basandosi sulla rifles-

sione condotta dai capitolari stessi, si tratta di attualizzare la nostra missione

e invitare ciascuno a «bere al proprio pozzo», a ritornare con gioia e deter-

minazione al cuore della propria vocazione. In questo spirito invito i frati, le

comunità e le Province a trovare tempi e modi per leggere questi Atti acco-

gliendoli come un invito a prendere la loro parte nell‟incessante opera di

«fondazione dell‟Ordine».

Alcune attenzioni prioritarie al bene apostolico comune sono state de-

finite per gli anni a venire e rimesse all‟attenzione del Maestro dell‟Ordine.

Nel medesimo tempo i capitolari hanno sottolineato come sia essenziale alla

nostra tradizione che tutti, animati da un medesimo desiderio di unanimità,

si impegnino personalmente in questo compito di riorganizzazione.

Facendo eco ad alcune valutazioni condotte in diversi luoghi, è appar-

so necessario da qui al 2016 semplificare i vari livelli di organizzazione del-

le nostre entità. Province, Vice-Province, Vicariati Provinciali dovrebbero

essere i tre livelli da mantenere. Questa «ristrutturazione» richiederà tempo

ed attenzione perché mantenendo l‟obiettivo di aggiustare al meglio struttu-

re e predicazione, i doni e le caratteristiche di ogni entità si dispieghino per

il servizio più grande della missione della predicazione. È evidente che un

tal genere di cambiamenti deve coinvolgere tutti perché si tratta del bene

dell‟Ordine. Dovremo in particolare mettere in opera all‟interno delle Pro-

vince la reciprocità più feconda possibile con i Vicariati Provinciali e la più

grande collaborazione possibile tra le entità.

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Lettera di promulgazione

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In questa medesima prospettiva di aggiustamento delle forze, delle ne-

cessità, e dei mezzi, il Capitolo ci invita ad organizzare ancora in primo luo-

go la solidarietà tra di noi, a sostegno delle entità più fragili ed allo scopo di

sostenere e promuovere i progetti prioritari dell‟Ordine. Nella misura in cui

sapremo mettere in opera tale solidarietà potremo sviluppare meglio le no-

stre pratiche di raccolta di fondi («fund raising») a vantaggio dell‟Ordine,

cosa a cui richiama il Capitolo.

Il Capitolo si è iscritto nella continuità degli intenti del Capitolo di

Bogotà per quanto riguarda lo studio. Ha inteso ricordare la necessità di

continuare a valutare e promuovere il ruolo dei centri di studio nell‟Ordine e

la loro collaborazione, e quello delle istituzioni poste direttamente sotto la

giurisdizione del Maestro dell‟Ordine. Queste istituzioni sono dell‟Ordine

tutto intero ed a tale titolo è sollecitata la disponibilità delle Province e dei

frati. Non si tratta di «tenere» alcune istituzioni perché sono esistite da sem-

pre, o per mantenere una «reputazione». Si tratta piuttosto di promuovere e

sviluppare queste istituzioni in ciò che esse apportano di prioritario per la

nostra missione comune: la conoscenza critica di san Tommaso d‟Aquino,

lo studio storico delle fonti della nostra tradizione a fortiori avvicinandosi al

Giubileo, lo studio della Parola, la ricerca e l‟insegnamento in teologia. Tan-

ti ambiti in cui si svolge questa «vocazione allo studio» che dobbiamo porta-

re insieme per il maggior profitto di tutti, cercando di mettere in atto la mi-

glior sinergia possibile tra il servizio di questo bene comune e l‟attuazione

nelle Province di questi medesimi obiettivi dello studio.

Con scelta deliberata il Capitolo ha deciso di non trattare tutte le que-

stioni importanti della vita domenicana, piuttosto di inserirsi nell‟insieme

costituito dai capitoli precedenti. Per tale ragione vi sono alcune realtà della

nostra vita, comunitaria, fraterna, apostolica che non sono affrontate in que-

sti Atti. Tuttavia, al di là degli Atti, la celebrazione di un Capitolo è anche

un momento importante di incontro di frati, di costituzione dell‟unanimità

tra di noi, di scoperta – si potrebbe quasi scrivere, di «contemplazione» –

degli impegni apostolici degli uni e degli altri, di solidarietà con i popoli, di

destini condivisi con essi. Alcuni dei nostri frati – e sono numerosi – si tro-

vano ad affrontare gravi difficoltà che si rendono presenti nei luoghi di frat-

tura del mondo. Altri hanno il pesante compito di inventare come svolgere

la loro creatività apostolica in mondi nuovi, con le loro proprie esigenze.

Alcuni sono anziani e malati e, con l‟aiuto dei loro fratelli, si impegnano a

rendere questi anni di invecchiamento un momento di azione di grazie e di

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Atti del Capitolo Generale Elettivo – Roma 2010

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intercessione per il lavoro che compiono coloro a cui hanno trasmesso la

tradizione dell‟Ordine, contribuendo in tal modo a costruire l‟Ordine. Altri,

più giovani – e sono anch‟essi numerosi – entrano nell‟Ordine desiderosi di

ricevere in modo creativo questa tradizione che tutti devono avere a cuore di

trasmettere.

Questa diversità di fratelli è la forza del nostro Ordine e la sua gioia.

Nell‟Ordine, i mondi di riferimento e le culture, comprese quelle ecclesiali e

teologiche, sono diversi. La nostra vocazione è far sì che questa diversità di-

venga un luogo di crescita e di condivisione del Vangelo tra di noi, nella

stima reciproca degli uni per gli altri nella loro differenza e particolari-

tà,senza condizioni previe ma accogliendo la grazia di averli tutti come fra-

telli e di portare con tutti una medesima missione. Attraverso questa diversi-

tà, la Luce del Vangelo di verità si fa ogni giorno più viva, si afferma come

il dono della gioiosa libertà che ci rende liberi e ci conduce verso

l‟unanimità. In tal senso il nostro desiderio di divenire predicatori della gra-

zia per l‟umanità intera ci conduce a voler vivere della grazia della fraterni-

tà.

Ringraziando calorosamente fr. Francesco Maria Ricci, Segretario ge-

nerale del Capitolo, la mia gratitudine si indirizza a tutti coloro che hanno

preparato questo Capitolo e ne hanno consentito la celebrazione. Per l‟inter-

cessione della Madre di Dio e di San Domenico Dio ci doni in abbondanza

la forza dello Spirito nel cui soffio desideriamo essere inviati al mondo co-

me frati predicatori.

Dato a Roma, nel nostro Convento di Santa Sabina il 5 ottobre dell‟anno del

Signore 2010, memoria del beato Raimondo da Capua.

L. @ S.

Fra Bruno Cadoré, O.P.

Maestro dell‟Ordine

Fra Christophe Holzer, O.P.

Segretario

Prot. 50/10/828 Roma 2010 – Doc. ufficiali

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DEFINIRONO

SOTTO LA PRESIDENZA DI

FRA BRUNO CADORÉ

MAESTRO

DELL’ORDINE DEI PREDICATORI

Ex-Maestri dell’Ordine

09. fra Timothy RADCLIFFE, Provincia d‟Inghilterra

28. fra Carlos Alfonso AZPIROZ COSTA, Provincia Argentina

di Sant‟Agostino

Priori provinciali

01. fra Francisco Javier CARBALLO FERNÁNDEZ, Provincia di Spagna

02. fra Gilbert NARCISSE, Provincia di Tolosa

04. fra Riccardo BARILE, Provincia San Domenico in Italia

05. fra Daniele CARA, Provincia Romana di Santa Caterina da Siena

06. fra Francesco LA VECCHIA, Provincia di San Tommaso d‟Aquino in Italia

08. fra Hans-Johannes BUNNENBERG, Provincia di Teutonia

09. fra John FARRELL, Provincia d‟Inghilterra

10. fra Krzysztof POPŁAWSKI, Provincia di Polonia

11. fra Esteban PÉREZ DELGADO, Provincia di Aragona

12. fra Benedikt Tomáš MOHELNÍK, Provincia di Boemia

13. fra Anto GAVRIC, Provincia di Croazia, Annunciazione B M V

15. fra José Manuel VALENTE DA SILVA NUNES, Provincia di Portogallo

16. fra Miguel de BURGOS NÚÑEZ, Provincia Betica

17. fra Bernard M. VOCKING, Provincia di Olanda

18. fra Patrick LUCEY, Provincia d‟Irlanda

19. fra Gonzalo Bernabé ITUARTE VERDUZCO, Provincia San Giacomo in

Messico

20. fra Juan José SALAVERRY VILLARREAL, Provincia San Giovanni

Battista del Perú

21. fra José Gabriel MESA ANGULO, Provincia San Ludovico Bertrando di

Colombia

25. fra Javier GONZÁLEZ IZQUIERDO, Provincia Nostra Signora del Rosario

27. fra Domien Dolf VAGANÉE, Provincia Santa Rosa in Belgio

28. fra Pablo SICOULY, Provincia Argentina di Sant‟Agostino

29. fra Brian Martin MULCAHY, Provincia San Giuseppe negli Stati Uniti

d‟America

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Atti del Capitolo Generale Elettivo – Roma 2010

8

30. fra Paul GATT, Provincia San Pio V di Malta

31. fra Andre DESCÔTEAUX, Provincia San Domenico del Canada

32. fra Emmerich VOGT, Provincia del SS. Nome Gesù negli Stati Uniti

d‟America

34. fra Dietmar SCHON, Provincia della Germania Superiore e dell‟Austria

35. fra Michael MASCARI, Provincia di Sant‟Alberto Magno negli Stati Uniti

d‟America

36. fra Kevin SAUNDERS, Provincia dell‟Assunzione B M V di Australia e

Nuova Zelanda

37. fra Edmilson de OLIVEIRA, Provincia Fra Bartolomeo de Las Casas in Brasile

38. fra Didier BOILLAT, Provincia dell‟Annunciazione B M V in Svizzera

40. fra Joseph NGO SI DINH, Provincia Regina dei Martiri in Vietnam

41. fra Quirico PEDREGOSA, Provincia delle Filippine

42. fra Christopher T. EGGLETON, Provincia San Martino de Porres negli

Stati Uniti d‟America

44. fra Alexis PÁEZ OVARES, Provincia San Vincenzo Ferrer in America

Centrale

45. fra Charles UKWE, Provincia San Giuseppe Operaio in Nigeria

46. fra Joseph KARUKAYIL, Provincia dell‟India

83. fra Reginald Adrián SLAVKOVSKÝ, Provincia Nostra Signora del Rosario

in Slovacchia Priori vice-provinciali

43. fra James CHANNAN, Vice-Provincia Figlio di Maria del Pakistan

84. fra Roger HOUNGBEDJI, Vice-Provincia Sant‟Agostino in Africa

Occidentale Vicari generali

07. fra Mate BARNA, Vicariato Generale di Ungheria

23. fra Juan José ESCOBAR VALENCIA, Vicariato Generale Santa Caterina da

Siena dell‟Equador

24. fra Félix FERNÁNDEZ RODRÍGUEZ, Vicariato Generale San Lorenzo

Martire del Cile

39. fra Philippe COCHINAUX, Vicariato Generale San Tommaso d‟Aquino in

Belgio

47. fra Justin ADRIKO, Vicariato Generale della Repubblica Democratica del

Congo

48. fra Mark JAMES, Vicariato Generale dell‟Africa Australe

49. fra Celestine HUANG, Vicariato Generale Regina della Cina

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Partecipanti

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80. fra Jacek SZPRĘGLEWSKI, Vicariato Generale dei SS. Angeli Custodi

della Lituania, Lettonia ed Estonia

81. fra Maciej RUSIECKI, Vicariato Generale della Russia e Ucraina

82. fra Marcos Luis ESPINEL ARAÚZO, Vicariato Generale della Santa Croce

di Porto Rico Definitori

01. fra Jesús Antonio DÍAZ SARIEGO, Provincia di Spagna

02. fra Manuel RIVERO, Provincia di Tolosa

03. fra Pascal-René LUNG, Provincia di Francia

04. fra François DERMINE, Provincia San Domenico in Italia

05. fra Aldo TARQUINI, Provincia Romana di Santa Caterina da Siena

06. fra Santo PAGNOTTA, Provincia San Tommaso d‟Aquino in Italia

08. fra Andreas BORDOWSKI, Provincia di Teutonia

09. fra John O‟CONNOR, Provincia d‟Inghilterra

10. fra Grzegorz CHRZANOWSKI, Provincia di Polonia

11. fra Martín GELABERT BALLESTER, Provincia di Aragona

12. fra Mikuláš BUZICKÝ, Provincia di Boemia

13. fra Stipe JURIC, Provincia di Croazia, Annunciazione B M V

15. fra José Filipe DA COSTA RODRIGUES, Provincia di Portogallo

16. fra Antonio PRAENA SEGURA, Provincia Betica

17. fra Antoon L. BOKS, Provincia di Olanda

18. fra Terence CROTTY, Provincia d‟Irlanda

19. fra Jorge Rafael DÍAZ NÚÑEZ, Provincia San Giacomo in Messico

20. fra Luis GALINDO SILVA, Provincia San Giovanni Battista del Perú

21. fra Carlos Ariel BETANCOURTH OSPINA, Provincia San Ludovico

Bertrando di Colombia

23. fra Giovanny PAZMIÑO, Vicariato Generale Santa Caterina da Siena

dell‟Equador1

25. fra Bonifacio GARCÍA SOLÍS, Provincia Nostra Signora del Rosario

27. fra Bernard M. DE COCK, Provincia Santa Rosa in Belgio

28. fra Jorge SCAMPINI, Provincia Argentina di Sant‟Agostino

29. fra Dominic IZZO, Provincia San Giuseppe negli Stati Uniti d‟America

30. fra John XERRI, Provincia San Pio V di Malta

31. fra Henri de LONGCHAMP, Provincia San Domenico del Canada

32. fra Bryan KROMHOLTZ, Provincia del SS. Nome Gesù negli Stati Uniti

d‟America

1 Eletto prima della costituzione del Vicariato.

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Atti del Capitolo Generale Elettivo – Roma 2010

10

34. fra Günter REITZI, Provincia della Germania Superiore e dell‟Austria

35. fra Gerald STOOKEY, Provincia di Sant‟Alberto Magno negli Stati Uniti

d‟America

36. fra Anthony WALSH, Provincia dell‟Assunzione B M V di Australia e

Nuova Zelanda

37. fra José Almy GOMES, Provincia Fra Bartolomé de Las Casas in Brasile

38. fra René AEBISCHER, Provincia dell‟Annunciazione B M V in Svizzera

40. fra Joseph DO NGOC BAO, Provincia Regina dei Martiri in Vietnam

41. fra Norberto CASTILLO, Provincia delle Filippine

42. fra Wilmo Ariel CANDANEDO GUEVARA, Provincia San Martino de

Porres negli Stati Uniti d‟America

44. fra Estuardo LÓPEZ MILIÁN, Provincia San Vincenzo Ferrer in America

Centrale

45. fra Ignatius MADUMERE, Provincia San Giuseppe Operaio in Nigeria

46. fra Mannes AMIRTHA RAJ, Provincia dell‟India

83. fra Damián MAČURA, Provincia Nostra Signora del Rosario in Slovacchia

Soci dei Definitori

01. fra Juan Luis MEDIAVILLA GARCÍA, Provincia di Spagna

02. fra Henry DONNEAUD, Provincia di Tolosa

03. fra Jean-Jacques PÉRENNÈS, Provincia di Francia

04. fra Giorgio CARBONE, Provincia San Domenico in Italia

06. fra Ciro CAPOTOSTO, Provincia San Tommaso d‟Aquino in Italia

08. fra Peter L. KREUTZWALD, Provincia di Teutonia

10. fra Wojciech PRUS, Provincia di Polonia

18. fra Simon ROCHE, Provincia d‟Irlanda

19. fra Alejandro María LATAPÍ DÍAZ, Provincia San Giacomo in México

21. fra Diego Orlando SERNA SALAZAR, Provincia San Ludovico Bertrandi

di Colombia

29. fra Joseph FOX, Provincia San Giuseppe negli Stati Uniti d‟America

31. fra Jean-Jacques ROBILLARD, Provincia San Domenico del Canada

32. fra Miguel ROLLAND, Provincia del SS. Nome Gesù negli Stati Uniti

d‟America

35. fra Pat NORRIS, Provincia di Sant‟Alberto Magno negli Stati Uniti

d‟America

40. fra Thomas Aquinas NGUYEN TRUONG TAM, Provincia Regina dei

Martiri in Vietnam

41. fra Patricio A. APA, Provincia delle Filippine

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Partecipanti

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42. fra Leobardo ALMAZÁN ESTÉVEZ, Provincia San Martino de Porres negli

Stati Uniti d‟America

45. fra Michael AKPOGHIRAN, Provincia San Giuseppe Operaio in Nigeria

46. fra Dominic MENDONÇA, Provincia dell‟India

Delegati dei Vicariati

01. fra Miguel Ángel GULLÓN PÉREZ, Vicariati della Provincia di Spagna

03. fra Claver BOUNDJA, Vicariati della Provincia di Francia

11. fra Jorge FRANCO LÓPEZ, Vicariato Regionale in America latina della

Provincia di Aragona

15. fra Julio GONÇALVES CANDEEIRO, Vicariati della Provincia di Portogallo

16. fra Manuel UÑA FERNÁNDEZ, Vicariato Provinciale in Venezuela della

Provincia Betica

18. fra Carlyle FORTUNE, Vicariati della Provincia d‟Irlanda

25. fra Luis Ángel CUADRADO GARCÍA, Vicariati della Provincia Nostra

Signora del Rosario

25. fra Felicísimo MARTÍNEZ DÍEZ, Vicariati della Provincia Nostra Signora

del Rosario

29. fra David ADILETTA, Vicariati della Provincia San Giuseppe negli Stati

Uniti d‟America

35. fra Rogelio FERNÁNDEZ ARDAYA, Vicariato Provinciale in Bolivia

della Provincia di Sant‟Alberto Magno negli Stati Uniti d‟America

31. fra Prudence HATEGEKIMANA, Vicariati della Provincia San Domenico

del Canada

36. fra Peter KOBAKINA, Vicariato Provinciale nelle Isole Salomone della

Provincia dell‟Assunzione B M V dell‟Australia e Nuova Zelanda

40. fra Joseph Tran Trung LIEM, Vicariato Provinciale nel Canada della

Provincia Regina dei Martiri in Viatnam

Socio del Priore Provinciale al Capitolo Generale

03. fra Jean Claude LAVIGNE, Provincia di Francia2

Delegato

10. fra Jacek BUDA, eletto dai frati della Provincia di Polonia assegnati fuori

dai confini della stessa Provincia (LCO 407, 7°)

2 Al posto del Priore Provinciale di Francia eletto Maestro dell‟Ordine.

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Atti del Capitolo Generale Elettivo – Roma 2010

12

Delegati dei Conventi

sotto l’immediata giurisdizione del Maestro dell’Ordine

32. fra Michael SHERWIN, assegnato nel Convento Sant‟Alberto Magno di

Friburgo

38. fra Charles MOREROD, assegnato nel Convento Santi Domenico e Sisto di

Roma

10. fra Edmund JASIULEK, assegnato nel Convento Santa Maria Maggiore di

Roma

HANNO ANCHE PARTECIPATO AL CAPITOLO

Soci del Maestro dell’Ordine e Sindaco dell’Ordine

fra Márcio COUTO, Socio per la Vita Intellettuale

fra Prakash LOHALE, Socio per la Vita Apostolica

fra Wojciech DELIK, Socio per le Province dell‟Europa centrale e orientale

fra Javier M. POSE, Socio per le Province dell‟America Latina e dei Caraibi

fra Allan WHITE, Socio per le Province dell‟Europa settentrionale-occidentale

e del Canada

fra José Bernardo VALLEJO MOLINA, Sindaco dell‟Ordine

Perito

fra Philippe TOXÉ, Perito in Diritto canonico (cf. ACG 1998 Bologna, n. 196)

Frate cooperatore

fra Marcel CÔTÉ (cf. ACG 2004 Cracovia, n. 295)

Membri della Famiglia Domenicana invitati dal Maestro dell’Ordine

suor Breda CARROLL, Monaca

suor Sarina PINTAUDI, Monaca

suor Fabiola VELÁSQUEZ MAYA, Presidente di Dominican Sisters

International

suor Rose Ann SCHLITT, Direttrice di Dominican Volunteers International

signora Belen TANGCO, della Fraternita laica

signora Yuliya SHCHERBININA, della Fraternita laica

Segretariato

fra Francesco RICCI, Segretario generale

fra Juan Pablo CORSIGLIA, Vice-segretario

fra Alejandro CROSTHWAITE, Vice-segretario

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Partecipanti

13

Cronista

fra Lawrence LEW

Per le Pubbliche Relazioni

Fra Massimo ROSSI

Moderatori

fra Paul PHILIBERT

fra Yvon POMERLEAU

fra César VALERO

Interpreti

fra Jean-Ariel BAUZA-SALINAS

fra Raymond BOGNE

fra Sixto José CASTRO

fra Bruno CLIFTON

fra Didier CROONENBERGHS

fra Mark EDNEY

fra Neil FERGURSON

fra Emilio GARCÍA

fra Thomas-Marie GILLET

fra Vito T. GÓMEZ

fra Carlos IZAGUIRRE

fra Mario JABARES

fra Victor LAROCHE

fra Paul-Dominique MASICLAT

fra Olivier POQUILLON

fra Carlos QUIJANO

fra Juan Martín TORRES QUEVEDO

suor Laetitia YOUCHTCHENKO

Collaboratori

fra Matteo Luigi MONTALCINI

fra Reno MUSCAT

fra Domenico SPADAFORA.

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Atti del Capitolo Generale Elettivo – Roma 2010

14

SIGLE

ACG Atti del Capitolo Generale

CIC Codex Iuris Canonici (Codice di Diritto Canonico)

CIDALC Conferenza Interprovinciale Domenicana dell‟America latina e dei

Caraibi

CLIOP Commissione Liturgica Internazionale O. P.

CRID Centro di Ricerche e Dialogo Interreligioso

DOFA Debilidades Oportunidades Fortalezas Amenazas (= Debolezze

Opportunità Forze Rischi) = MOFF = SWOT

DSI Dominican Sisters International (Suore Domenicane Internazionali)

DVI Dominican Volunteers International (Volontariato Domenicano

Internazionale)

IAOP Inter Africa O. P.

IDEO Istituto Domenicano di Studi Orientali – Il Cairo

IDF Fondazione Domenicana Internazionale

IDYM Movimento Giovanile Domenicano Internazionale = MJDI

IEOP Inter Europa O. P.

JIP Giunta Iberica dei Provinciali

LCM Libro delle Costituzioni delle Monache O. P.

LCO Libro delle Costituzioni e delle Ordinazioni dei Frati O. P.

MJDI Movimento Giovanile Domenicano Internazionale = IDYM

MOFF Menaces Opportunités Forces Faiblesses (= Rischi Opportunità

Forze Debolezze) = DOFA = SWOT

ONG Organizzazione Non Governativa

SED Società degli Editori Domenicani

SWOT Strengths Weaknesses Opportunities Threats (= Forze Debolezze

Opportunità Rischi) = DOFA = MOFF

PUST Pontificia Università San Tommaso d‟Aquino – Roma

UST Università San Tommaso – Manila

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CAPITOLO I

COMUNICAZIONI

1. Comunichiamo che con lettera circolare, datata Roma 29 dicembre 2009,

il Maestro dell‟Ordine, fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa, a norma del

LCO 413 § II, ha convocato il Capitolo Generale Elettivo da celebrarsi a

Roma dal giorno 1 al giorno 21 settembre 2010.

2. Comunichiamo che il Maestro dell‟Ordine, a norma del LCO 414, ha

nominato Segretario generale del Capitolo fr. Francesco Maria Ricci e

come Vice-segretari fr. Juan Pablo Corsiglia e fr. Alejandro Crosthwaite,

rispettivamente figli delle Province San Tommaso d‟Aquino in Italia,

Argentina di Sant‟Agostino e Santissimo Nome di Gesù negli Stati Uniti

d‟America.

3. Comunichiamo che il Maestro dell‟Ordine ha invitato ad assistere al

Capitolo Generale Elettivo i seguenti membri della Famiglia Domenicana:

le suore di vita contemplativa, Suor Breda Carroll del monastero S. Caterina

da Siena, Drogheda, Irlanda, e Suor Sarina Pintaudi del monastero Matris

Domini di Bergamo, Italia; le suore di vita apostolica Fabiola Velásquez

Maya, della Congregazione delle suore Domenicane della Carità della Pre-

sentazione, Presidente di Dominicans Sisters International, e Rose Ann

Schlitt della Congregazione Dominicans Sisters of Adrian of Michigan USA,

Direttrice di Dominicans Volunteers International; i membri delle Fraternite

laiche domenicane, la signora Belen Tangco delle Filippine e la signorina

Yuliya Shcherbinina dell‟Ucraina.

4. Comunichiamo che il Maestro dell‟Ordine ha invitato i seguenti membri

della Curia Genaralizia: fr. Márcio Couto, Socio per la vita intellettuale,

fr. Prakash Lohale, Socio per la vita apostolica, fr. Allan White, Socio per

l‟Europa Occidentale e per il Canada, fr.Wojciech Delik, Socio per

l‟Europa Centrale e Orientale e fr. Javier M. Pose, Socio per l‟America

latina e i Caraibi. Ha invitato anche fr. José Bernardo Vallejo Molina,

Sindaco dell‟Ordine.

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Atti del Capitolo Generale Elettivo – Roma 2010

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5. Comunichiamo che il Maestro dell‟Ordine ha invitato al Capitolo

Generale fr. Philippe Toxé, figlio della Provincia di Francia, come Perito

in Diritto Canonico.

6. Comunichiamo che fr. Bonifacio García Solís, fr. Quirico Pedregosa e

fr. Henri de Longchamps hanno esaminato le lettere testimoniali dei vocali il

pomeriggio del 31 agosto e la mattina del 1 settembre.

7. Comunichiamo che il Maestro dell‟Ordine, ascoltati i capitolari e a norma

del LCO 417, § I, 3°, ha designato come revisori del testo degli Atti del

Capitolo fr. Norberto Castillo, fr. Gilbert Narcisse e fr. Jesús Díaz Sariego.

8. Comunichiamo che il Capitolo Generale è iniziato il giorno 1 settembre

2010 con la S. Messa votiva dello Spirito Santo, concelebrata da tutti i ca-

pitolari e presieduta da fr. Carlos Azpiroz Costa.

9. Comunichiamo che il Capitolo ha approvato le norme generali di proce-

dimento opportunamente proposte ai frati capitolari.

10. Comunichiamo che il Maestro dell‟Ordine il 1 settembre ha presentato la

Relazione sullo stato dell‟Ordine (il documento firmato a Roma il 29

aprile era stato inviato in precedenza ai capitolari). La presentazione è

stata seguita da riunioni per gruppi linguistici e da scambi di domande e

risposte con il Maestro dell‟Ordine nell‟aula capitolare.

11. Comunichiamo che dopo il Capitolo Generale di Bogotà (28 luglio-15

agosto 2007) il Maestro dell‟Ordine ha nominato i seguenti collaboratori:

- fr. Bernardino Prella, Socio per le Province di Italia e Malta (15.10. 2007)

- fr. Antonio Garcia Lozano, Socio per le Province della Penisola Iberica (18.10.2007)

- fr. Olivier Poquillon, Delegato Permanente O.P. presso l‟ONU (15. 11.2007)

- fr. Brian Pierce, Promotore generale per le Monache (08.01.2008) - fr. Javier Pose, Socio per le Province dell‟America Latina e dei Caraibi

(07.02.2008) - fr. Allan White, Socio per le Province dell‟Europa settentrionale-

occidentale e per il Canada (21.04.2008)

- fr. Hilario Siñgian, Socio per le Province dell‟Asia e del Pacifico (10. 06.2008)

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Capitolo I - Comunicazioni

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- fr. Edward Ruane, Direttore DVI (22.06.2008) - fr. Wojciech Delik, Socio per le Province dell‟Europa centrale e orien-

tale (01.10.2008) - fr. Prakash Lohale, Socio per la vita apostolica (02.10.2008) - fr. Carlos Rodríguez Linera, Promotore generale di Giustizia e Pace

(24.10.2008) - fr. Vito Gómez García, Postulatore Generale (07.11.2008) - fr. Enrique Sariego García, Segretario di IDYM (2009)

Altri uffici della Curia Generalizia

- fr. Juan Pablo Corsiglia, direttore editoriale di Analecta (01.07.2008) - fr. Gerardo Wilmer Rojas Crespo, Archivista dell‟Ordine (01.09.

2008) - fr. Jarosław Kruś, Responsabile dell‟Ufficio Libri (2009) - fr. Umberto Frassineti, Bibliotecario (2007-2009), e successivamente

fr. Miguel Itza (2010).

12. Comunichiamo che dopo il Capitolo di Bogotà (2007) sono stati consa-

crati vescovi i seguenti frati: fr. Augustine Di Noia, Arcivescovo titolare

di Oregon City – USA (16.06.2009) e fr. Paul Nguyên Thai Hop, Vescovo

di Vinh – Vietnam (13.05.2010).

13. Comunichiamo che il Santo Padre ha nominato: S. E. Mons. fr. Jean-

Louis Bruguès, già Vescovo di Angers, Arcivescovo ad personam (10.11.

2007); S.E. Mons. fr. Anthony Colin Fisher, già Vescovo titolare di Bu-

runi e Ausiliare di Sydney, Vescovo di Parramata – Australia (08.01.

2010); S.E. fr. Mons. Dominik Duka, O.P., già Vescovo di Hradec Králo-

vé, Arcivescovo di Praga – Repubblica Ceca (13.02.2010).

14. Comunichiamo che il Santo Padre ha nominato Mons. fr. Jean-Louis

Bruguès, Segretario della Congregazione per l‟Educazione Cattolica

(10.11.2007); fr. Joseph Ellul e Lorenzo Piretto, Consultori del Pontificio

Consiglio per il Dialogo Interreligioso (21.11.2007); fr. Francolino Gonç-

alves, membro della Pontificia Commissione Biblica (31.12.2007); fr. Jan

Sliwa, Consultore della Congregazione per il Clero (30.12.2008); fr.

Charles Morerod, Segretario generale della Commissione Teologica In-

ternazionale (21.04.2009); fr. Augustine Di Noia, Segretario della Con-

gregazione per il Culto Divino (16.06.2009); fr. Bruno Alessio Esposito,

Consultore della Congregazione per la Dottrina della Fede (14.07.2009);

fr. Serge Thomas Bonino e fr. Gilles Emery, membri della Commissione

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Atti del Capitolo Generale Elettivo – Roma 2010

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Teologica Internazionale per un nuovo quinquennio (25.07. 2009); fr.

Miguel Ángel San Román Pérez, ufficiale della sezione Cina della Con-

gregazione per l‟Evangelizzazione dei Popoli (18.01. 2010); fr. Wojciech

Giertych, teologo della Casa Pontificia, membro del Comitato Pontificio

per i Congressi Eucaristici Internazionali (05.03.2010); fr. Bruno Alessio

Esposito, referendario del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica

(22.05.2010).

15. Comunichiamo che dal gennaio 2007 sono stati promossi Maestri in Sa-

cra Teologia: fr. Francesco Compagnoni, della Provincia San Domenico

in Italia (17.12.2007); fr. Augustine Thompson, della Provincia del San-

tissimo Nome (17.12. 2007); fr. Guido Vergauwen, della Provincia di

Santa Rosa in Belgio (02.05.2008); fr. Albert Nolan, del Vicariato Gene-

rale del Sudafrica (02.05.2008); fr. Guy-Thomas Bedouelle, della Provin-

cia di Francia (22.07.2008); fr. Johannes Baptist Brantschen, della Pro-

vincia Svizzera (19.08.2008); fr. Ignace Berten, del Vicariato Generale

del Belgio meridionale (07.11. 2009) e fr. Gustavo Gutiérrez, della Pro-

vincia di Francia (07.11.2009).

16. Comunichiamo che il Maestro dell‟Ordine, con il voto del Consiglio Gene-

ralizio, ha eretto la Vice Provincia di Sant‟Agostino in Africa Occidentale

con Decreto del 24 maggio 2009 entrato in vigore l‟8 luglio 2009.

17. Comunichiamo che il Maestro dell‟Ordine, a norma del LCO 398 § III,

dopo la celebrazione del Capitolo Generale del 2007 ha fatto la visita ca-

nonica alle seguenti Province e Vicariati dell‟Ordine: Provincia delle Fi-

lippine (26.08-27.09.2007), Provincia Romana di Santa Caterina da Siena

(10-23.02.2008), Provincia di San Tommaso d‟Aquino in Italia (24.02-

11.03.2008), Vicariato Generale del Belgio meridionale (17-24.03. 2008),

Provincia di San Domenico in Italia, incluso il Vicariato di Turchia della

stessa Provincia (30.03-25.04.2008), Provincia Bartolomé de las Casas in

Brasile (12-30.07.2008), Provincia San Domenico del Canada (24.08-

18.09.2008), Vicariato dell‟Africa dell‟Est della Provincia di San Giusep-

pe degli USA (01-08.12.2008), Vicariato Generale dell‟Africa del Sud

(08-17.12.2008), Vicariato Provinciale di Rwanda e Burundi della Pro-

vincia del Canada (01-08.02.2009), Vicariato Regionale dell‟Africa Oc-

cidentale della Provincia di Francia (08-20.02.2009), Provincia dell‟India

(06-28.03.2009), comunità dello Sri Lanka della Provincia delle Filippine

(28-31.03.2009), Provincia di Boemia (04-12.06. 2009), Provincia de San

Giuseppe Operaio in Nigeria e Ghana (01-22.09. 2009), Vicariato Gene-

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Capitolo I - Comunicazioni

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rale di Russia e Ucraina (12-23.10.2009), Provincia di Slovacchia (23-

31.10.2009), Vicariato della Repubblica Dominicana della Provincia di

Spagna, Vicariato della Provincia di Tolosa in Haiti, Vicariato della Pro-

vincia d‟Irlanda in Trinidad, Vicariato della Provincia d‟Inghilterra nelle

Indie Occidentali, Comunità di Aruba della Provincia di Colombia (01-

23.12.2009), Vicariato Regionale in Spagna della Provincia del Rosario

(26.02-08.03.2010).

18. Comunichiamo che il Maestro dell‟Ordine, dopo la celebrazione del Ca-

pitolo Generale del 2007 ha visitato anche le seguenti Province e Vicariati

dell‟Ordine: Provincia di Croazia (8-17.10. 2007), Provincia della Ger-

mania Superiore e Austria (17-26.10.2007), Vicariati Regionali in Vene-

zuela delle Province Bética e N. S. del Rosario (3-15.12.2007), Vicariato

di Cuba della Provincia Bética (16-21.12. 2007), Provincia di Malta

(27.04-01.05.2008), Vicariati della Provincia del Canada e della Provin-

cia del Rosario in Giappone (14-30.06.2008), Vicariato Regionale

dell‟America del Sud della Provincia di Aragona (30.07-08.08.2008), Vi-

cariato Regionale della Provincia del Vietnam in Canada (Calgary) (22-

24.08.2008), Comunità di Saint Louis della Provincia Sant‟Alberto Ma-

gno negli USA (09-15.04.2009), alcune comunità della Provincia San

Giuseppe negli USA (15.04-02.05.2009), Provincia di Colombia (01-

13.07.2009), Vicariati Regionali della Provincia di Sant‟Alberto Magno

(USA) e della Provincia di Teutonia in Bolivia (13-20.07.2009), Vicariato

Generale di Ungheria (10-13.02.2010), Scuola Biblica di Gerusalemme

(19.03-23.03.2010), Comunità di Hong-Kong e Macao della Provincia del

Rosario (05-13.04.2010), comunità del Cairo in Egitto della Provincia di

Francia (22-25.04.2010).

19. Comunichiamo che negli ultimi anni il Maestro dell‟Ordine ha predicato i

seguenti ritiri alle monache contemplative dell‟Ordine riunite per Paesi o

regioni, e cioè: alle Monache della Federazione Notre-Dame des Prechêurs

nel nostro Monastero di Chalais (22-30.09.2008, alle Monache della Spa-

gna a Caleruega – Spagna (01.10.2010, alle monache dell‟Italia a Roma –

Italia (14-18.06.2010).

20. Comunichiamo che il Maestro dell‟Ordine ha partecipato al funerale di fr.

Dominique Renouard ( Bogotà, 30.07.2007) a Lione e a Éveux, La Tou-

rette, L‟Arbresle - Francia (17-19.08.2007).

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Atti del Capitolo Generale Elettivo – Roma 2010

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21. Comunichiamo che il Maestro dell‟Ordine ha partecipato alla riunione

«Interfederale» delle Federazioni delle Contemplative in Spagna (Cale-

ruega 14-17.03.2008).

22. Comunichiamo che il Maestro dell‟Ordine ha partecipato all‟ IEOP - Bu-

dapest (25-27.03.2008).

23. Comunichiamo che il Maestro dell‟Ordine (eletto dall‟Unione dei Supe-

riori Generali) ha partecipato alla XII Assemblea Generale Ordinaria del

Sinodo dei Vescovi su «La Parola di Dio nella vita e missione della Chie-

sa» (05-26.10.2008).

24. Comunichiamo che il Maestro dell‟Ordine ha partecipato alla riunione dei

Consigli di Provincia delle quattro Province degli Stati Uniti d‟America a

Orlando - Florida (28.04-01.05.2009).

25. Comunichiamo che il Maestro dell‟Ordine ha partecipato alla riunione

della JIP (Giunta Iberica dei Provinciali) a León, Virgen del Camino

(30.05-01.06.2009).

26. Comunichiamo che il Maestro dell‟Ordine ha fatto una visita

all‟Assemblea della Federazione delle Contemplative «San Domenico»

(España) a Caleruega (01-02.06.2009).

27. Comunichiamo che il Maestro dell‟Ordine ha partecipato all‟Assemblea

del MJDI-IDYM a Fatima – Portogallo (05-07.08.2009).

28. Comunichiamo che il Maestro dell‟Ordine ha partecipato al Capitolo Ge-

nerale delle Domenicane della Presentazione di Tours – Francia (07-

09.08. 2009).

29. Comunichiamo che il Maestro dell‟Ordine ha partecipato con il Consiglio

Generalizio all‟Incontro dei nostri frati domenicani Vescovi a Caleruega -

Spagna (25-30.09.2010).

30. Comunichiamo che il Maestro dell‟Ordine ha partecipato al Dies Acade-

micus dell‟Università di Friburgo – Svizzera (13-15.11.2009).

31. Comunichiamo che il Maestro dell‟Ordine ha partecipato all‟Assemblea

del CIDALC a Jundiaí, San Paolo, Brasile (30.01-01.02.2010).

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Capitolo I - Comunicazioni

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32. Comunichiamo che il Maestro dell‟Ordine ha partecipato all‟Udienza ge-

nerale del Papa nella quale è stata tenuta la catechesi su San Domenico

(03.02.2010).

33. Comunichiamo che il Maestro dell‟Ordine ha fatto una visita fraterna alle

Suore Domenicane di Santa Cecilia a Nashville, USA in occasione della ce-

lebrazione del loro 150° anniversario (24-26.06.2010).

34. Comunichiamo che il Maestro dell‟Ordine ha fatto una visita fraterna ai

Monasteri e alle comunità della regione meridionale degli USA: Marbury,

New Orleans, Lufkin e Houston (26.06-02.07.2010).

35. Comunichiamo che Sua Santità il Papa Benedetto XVI, rappresentato dal

Cardinale Saraiva Martins, Prefetto della Congregazione per le Cause dei

Santi, ha beatificato, il 28 ottobre 2007, 498 martiri del secolo XX in

Spagna. Guidava il gruppo di frati, religiose e laici della Famiglia dome-

nicana – in tutto 76 – l‟ex Maestro dell‟Ordine, Beato Bonaventura Gar-

cia Paredes.

36. Comunichiamo che Sua Santità il Papa Benedetto XVI il 12 ottobre 2008

ha canonizzato la Beata Narcisa de Jesús Martillo Morán (1832-1869),

vergine laica, nata a Nobol nella diocesi di Guayaquil (Ecuador), che du-

rante la sua infanzia e fanciullezza ricevette la formazione cristiana in una

parrocchia fondata e retta dai frati del nostro Ordine da quasi trecento an-

ni, e che poi morì tra le domenicane del convento denominato del Patro-

cinio nella città di Lima (Perù).

37. Comunichiamo che Sua Santità il Papa Benedetto XVI l‟11 ottobre 2009 ha

canonizzato il Beato Francisco Coll y Guitart (1812-1875), sacerdote pro-

fesso del nostro Ordine che, costretto dalle leggi civili contro la vita religio-

sa in Spagna, visse la sua fedeltà al carisma domenicano nella condizione di

«frate esclaustrato». Viaggiò instancabilmente per la Catalogna, fu apostolo

di sacerdoti, diffuse con perseveranza la devozione del Rosario e fondò la

Congregazione delle Suore Domenicane dell‟Annunziata.

38. Comunichiamo che nei giorni 2-3 di settembre i capitolari, divisi in grup-

pi linguistici e per regioni si sono confrontati sui nomi di chi avrebbe po-

tuto essere eletto per l‟ufficio di Maestro dell‟Ordine. I coordinatori dei

gruppi linguistici sono stati fr. Mark James, fr. Kevin Saunders, fr. Phi-

lippe Cochinaux e fr. Esteban Pérez Delgado.

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Atti del Capitolo Generale Elettivo – Roma 2010

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39. Comunichiamo che sabato 4 settembre sotto la presidenza del Maestro

uscente, fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa, è stato tenuto il “tractatus”

previo all‟elezione del Maestro dell‟Ordine.

40. Comunichiamo che domenica 5 settembre fr. Timothy Radcliffe, ex-

Maestro dell‟Ordine, ha presieduto la Messa dello Spirito Santo. Succes-

sivamente i frati vocali, riuniti a norma del LCO, hanno canonicamente

eletto come Maestro dell‟Ordine fr. Bruno Cadoré, Priore Provinciale del-

la Provincia di Francia. Fr. Bruno ha accettato l‟elezione e, nella cappella

del Capitolo, ha fatto la professione di fede prescritta e il giuramento di

fedeltà. Immediatamente è stata inviata per fax la notificazione formale

dell‟elezione alla Santa Sede:

FRATRES ORDINIS PRÆDICATORUM CURIA GENERALITIA Convento S. Sabina (Aventino) Piazza Pietro d‟Illiria 1 – 00153 ROMA

Roma, 5 settembre de 2010

Eminenza Reverendissima

Il Capitolo Generale dell‟Ordine dei Predicatori, riunito in Roma presso il Sale-sianum, Le porge il saluto più filiale e deferente nel Signore Gesù. Il 1° settembre con la celebrazione della Santa Messa, presieduta dal Maestro dell‟Ordine uscente, fr. Carlos Azpiroz Costa, è iniziato il Capitolo Generale Elettivo. Oggi domenica 5 settembre 2010, i frati capitolari dopo la Santa Messa « de Spiritu Sancto » e aver invocato la guida e l‟ispirazione dello Spirito Santo nel-le loro decisioni, si sono radunati nell‟aula capitolare e hanno dato inizio al processo per la valida elezione dell‟87° Maestro dell‟Ordine dei Frati Predica-tori, secondo le procedure prescritte dalle nostre Costituzioni. Avvenuta l‟elezione è con immensa gioia e con sentimenti di gratitudine al Si-gnore che sono onorato di comunicare al Santo Padre Benedetto XVI, mediante questo messaggio a Vostra Eminenza, che i frati capitolari hanno debitamente e validamente eletto

Fr. BRUNO CADORÉ della Provincia di Francia

che ha accettato la sua elezione.

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Capitolo I - Comunicazioni

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Insieme a tutti i partecipanti al Capitolo Generale, fra Bruno Cadoré, implora l‟Apostolica Benedizione su tutto l‟Ordine dei Predicatori nel mondo e sul pro-sieguo dei lavori capitolari. Nel ringraziarLa doverosamente, mi confermo di Vostra Eminenza devotissimo nel Signore,

Fra Francesco Maria Ricci, O.P. Segretario Generale del Capitolo

Sua Eminenza Reverendissima TARCISIO Card. BERTONE, SDB Segretario di Stato CITTÀ del VATICANO

* * * S E G R E T E R I A D I S T A T O PRIMA SEZIONE - AFFARI GENERALI

Città del Vaticano 8 settembre 2010

Reverendo Padre,

nell‟occasione della sua elezione a superiore dell‟Ordine dei Predicatori, sono

felice di trasmetterle i ferventi voti di sua Santità Benedetto XVI nel momento

in cui assume il suo nuovo incarico, insieme ai suoi incoraggiamenti e

l‟assicurazione della sua preghiera secondo la sua intenzione. Possa l‟Ordine

continuare la sua missione, nella fedeltà costante allo spirito di San Domenico e

che la ricerca della verità si mantenga sempre al servizio dell‟unità per il bene

della Chiesa. Affidando alla Vergine Maria, nostra Signora del Rosario, la fe-

condità del vostro lavoro, il Santo Padre accorda di gran cuore, a Lei e ai Frati

Predicatori di tutto il mondo, una particolare benedizione apostolica.

Sia certo, Reverendo Padre, dei miei auguri cordiali per lei e dei miei sentimen-

ti devoti nel Signore.

+ F. Filoni

Sostituto

Fra Bruno Cadoré O.P.

Maestro dell‟Ordine dei Predicatori ROMA

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Atti del Capitolo Generale Elettivo – Roma 2010

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41. Comunichiamo che in seguito all‟elezione di fr. Bruno Cadoré, Priore

Provinciale della Provincia di Francia, a Maestro dell‟Ordine, è entrato a

far parte del Capitolo Generale fr. Jean Claude Lavigne nella sua qualità

di Socio del Priore Provinciale della stessa Provincia.

42. Comunichiamo che il Maestro dell‟Ordine, ascoltati i capitolari, a norma

del LCO 417 § I, 4°, ha confermato la distribuzione, preparata in pre-

cedenza, dei membri e dei presidenti delle seguenti commissioni capitolari:

SEQUELA DI CRISTO (spagnolo)

ITUARTE VERDUZCO Gonzalo Bernabé - Presidente

CARA Daniele DE OLIVEIRA Edmilson EGGLETON Christopher T. ESPINEL ARAÚZO Luis Marcos FRANCO LÓPEZ Jorge GOMES José Almy LÓPEZ MILIÁN Estuardo PAZMIÑO Giovanny PÉREZ DELGADO Esteban RODRIGUES José Filipe SALAVERRY VILLARREAL Juan José SCHLITT Rose Ann SERNA SALAZAR Diego Orlando XERRI John

SEQUELA DI CRISTO (francese)

HOUNGBEDJI Roger - Presidente

ADRIKO Justin

BOILLAT Didier BUZICKÝ Mikuláš CANDEEIRO Julio Gonçalves CÔTÉ Marcel DE COCK Bernard M. DERMINE François DÍAZ NÚÑEZ Jorge Rafael MOHELNÍK Benedikt Tomáš PAGNOTTA Santo PINTAUDI Sarina SZPRĘGLEWSKI Jacek VAGANÉE Domien A.

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Capitolo I - Comunicazioni

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STUDIO (francese)

MOREROD Charles - Presidente BARILE Riccardo CAPOTOSTO Ciro CARBONE Giorgio CHRZANOWSKI Grzegorz COUTO Márcio DÍAZ SARIEGO Jesús Antonio DO NGOC BAO Joseph GAVRIC Anto GELABERT BALLESTER Martín O‟CONNOR John SCAMPINI Jorge SHERWIN Michael TANGCO Belen

MINISTERO DELLA PAROLA (spagnolo)

MARTÍNEZ DÍEZ Felicísimo - Presidente

ALMAZÁN ESTÉVEZ Leobardo CUADRADO GARCÍA Luis Ángel DE BURGOS NÚÑEZ Miguel ESCOBAR VALENCIA Juan José FERNÁNDEZ ARDAYA Rogelio FERNÁNDEZ RODRÍGUEZ Félix GALINDO SILVA Luis GULLÓN PÉREZ Miguel Ángel MESA ANGULO José Gabriel NUNES José Manuel Valente da Silva PÁEZ OVARES Alexis RIVERO Manuel ROLLAND Miguel Bartolomé de Las Casas TARQUINI Aldo UÑA FERNÁNDEZ Manuel VELÁSQUEZ MAYA Fabiola VOCKING Bernard M.

MINISTERO DELLA PAROLA (inglese)

MENDONÇA Dominic - Presidente

ADILETTA David BORDOWSKI Andreas DE LONGCHAMP Henri GATT Paul

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Atti del Capitolo Generale Elettivo – Roma 2010

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HUANG Celestine JAMES Mark LIEM Joseph Tran Trung LOHALE Prakash MADUMERE Ignatius NORRIS Pat PEDREGOSA JR. Quirico PERENNES Jean-Jacques PRAENA SEGURA Antonio ROCHE Simon

SHCHERBININA Yuliya STOOKEY Gerald

FORMAZIONE (inglese)

FARRELL John - Presidente AKPOGHIRAN Michael AMIRTHA RAJ Mannes BUDA Jacek CARROLL Breda CASTILLO Norberto

CROTTY Terence HATEGEKIMANA Prudence JURIC Stipe KARUKAYIL Joseph LA VECCHIA Francesco MAČURA Damián MULCAHY Brian Martin REITZI Gunter

GOVERNO (francese)

LUNG Pascal-René - Presidente AEBISCHER René BARNA Máté BOUNDJA Claver COCHINAUX Philippe DONNEAUD Henry JASIULEK Edmund LAVIGNE Jean Claude NARCISSE Gilbert NGO SI DINH Joseph ROBILLARD Jean-Jacques WHITE Allan

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Capitolo I - Comunicazioni

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GOVERNO (inglese)

MASCARI Michael A. - Presidente APA Patricio A. CARBALLO FERNÁNDEZ Francisco Javier CHANNAN James DELIK Wojciech GARCÍA SOLÍS Bonifacio IZZO Dominic KOBAKINA Peter NGUYEN TRUONG TAM Thomas Aquinas POPŁAWSKI Krzysztof RADCLIFFE Timothy RUSIECKI Maciej SCHON Dietmar Thomas SLAVKOVSKÝ Reginald Adrián

AMMINISTRAZIONE ECONOMICA (inglese - spagnolo)

LUCEY Patrick - Presidente BETANCOURTH OSPINA Carlos Ariel BOKS Antoon L. CANDANEDO GUEVARA Wilmo Ariel DESCÔTEAUX André FORTUNE Carlyle KREUTZWALD Peter L. LATAPÍ DÍAZ Alejandro María MEDIAVILLA GARCÍA Juan Luis PRUS Wojciech VALLEJO MOLINA José Bernardo OGT Emmerich WALSH Anthony

CONSTITUZIONI E ORDINAZIONI

SICOULY Pablo Carlos - Presidente BUNNENBERG Johannes FOX Joseph GONZÁLEZ IZQUIERDO Javier POSE Javier M. TOXÉ Philippe UKWE Charles

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Atti del Capitolo Generale Elettivo – Roma 2010

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43. Comunichiamo che il Capitolo Generale ha approvato come moderatori

delle sessioni plenarie fr. Yvon Pomerleau, fr. Paul Philibert e fr. César

Valero, proposti in precedenza dal Maestro dell‟Ordine.

44. Comunichiamo che i Soci del Maestro dell‟Ordine come pure il Sindaco

dell‟Ordine e gli altri ufficiali hanno presentato le rispettive relazioni che

sono state messe a disposizione dei membri del Capitolo.

45. Comunichiamo che durante il Capitolo fr. Olivier Poquillon ha presentato

una relazione sul suo compito nella delegazione permanente dell‟Ordine

presso l‟ONU a Ginevra. Da parte sua fr. José Bernardo Vallejo Molina,

Sindaco dell‟Ordine ha presentato la relazione della sua gestione, a norma

del LCO 569.

46. Comunichiamo che il 12 settembre il Preposito Generale della Compa-

gnia di Gesù, Reverendo Padre Adolfo Nicolás, ha fatto visita al Capitolo

Generale.

47. Comunichiamo che il 14 settembre hanno visitato il Capitolo Generale i

prelati domenicani che lavorano nella Santa Sede: Sua Eminenza Reve-

rendissima Cardinal fr. George Cottier, teologo emerito della Casa Ponti-

ficia; Sua Eccellenza Reverendissima Monsignor fr. Augustine Di Noia,

Segretario della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sa-

cramenti; Sua Eccellenza Reverendissima Monsignor fr. Jean-Louis Bru-

guès, segretario della Congregazione per l‟Educazione Cattolica, e fr.

Wojciech Giertych, teologo della Casa Pontificia.

48. Comunichiamo che il 15 settembre ha visitato il Capitolo Generale il Se-

gretario della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata, Monsi-

gnor Joseph W. Tobin, C.SS.R., che ha portato i saluti del Prefetto della

Congregazione, il Cardinal Franc Rodé, C.M.

49. Comunichiamo che il Capitolo Generale ha concluso formalmente i suoi

lavori il 21 settembre, con una Messa concelebrata. L‟Eucarestia è stata

presieduta da fr. Bruno Cadoré, Maestro dell‟Ordine, che ha tenuto anche

l‟omelia.

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CAPITOLO II

PROEMIO

IL MINISTERO DELLA PREDICAZIONE

La predicazione e il segno di identità dell’Ordine

50. Ci sono molti simboli domenicani: l‟abito, lo stemma, il cane con la fiac-

cola ai piedi di Domenico. Però c‟è un solo segno di identità, un codice gene-

tico, per i membri dell‟Ordine, della Famiglia Domenicana: è la predicazione

per la salvezza dell‟umanità (Costituzione Fondamentale, LCO 1§ IV), il mini-

stero della Parola (officium Verbi), la missione evangelizzatrice. Il Capitolo

Generale celebrato a Roma ha voluto ricordare a tutta la Famiglia Domenicana,

monache, frati, suore di vita apostolica e laicato domenicano, questo nostro se-

gno di identità, mentre ci avviciniamo al giubileo del 2016. Le monache, dedite

soprattutto alla preghiera, partecipano al ministero della predicazione ascol-

tando la Parola, celebrandola e proclamando il Vangelo con l‟esempio della lo-

ro vita. Allo stesso modo i frati cooperatori sono incorporati al ministero della

predicazione mediante il fedele compimento della loro professione nell‟Ordine.

Il Concilio Lateranense IV si era lamentato che «nessuno spezzava il pa-

ne della Parola ai fedeli». Domenico intuì che qui stava la radice dei mali della

Chiesa del suo tempo e decise che questa sarebbe stata la sua missione e quella

dei suoi seguaci. Fu un‟intuizione profetica, perché la predicazione della Buona

Novella è l‟inizio del processo che conduce alla fede, alla conversione al Van-

gelo, alla costruzione della comunità cristiana, all‟umanizzazione della vita sul-

lo stile di Gesù. Questa continua ad essere la missione specifica dell‟Ordine in

una Chiesa che ha bisogno essa stessa di evangelizzazione e in un mondo pieno

di opportunità, ma anche abitato dal non-senso e dalla sofferenza. L‟importanza

della nostra missione richiede da noi il buon uso della Parola e delle parole.

(Nelle preghiere per i predicatori del vecchio messale domenicano, la prima

preghiera era per chiedere la grazia della predicazione, la seconda per chiedere

l‟uso appropriato della parola).

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Atti del Capitolo Generale Elettivo – Roma 2010

30

Sin dall‟inizio dobbiamo ricordare che le varianti della predicazione e

dell‟evangelizzazione sono state molteplici nella tradizione domenicana:

l‟omelia e l‟insegnamento, la parola orale e la parola scritta, l‟espressione arti-

stica, la comunicazione virtuale, il dialogo interpersonale, la testimonianza del-

la vita… Perché la predicazione non si riducesse al sermone o all‟omelia, già

Umberto di Romans parlava di «predicare oltre la predicazione». Ma vogliamo

anche ricordare che l‟annuncio esplicito del Vangelo deve essere l‟aspirazione

fondamentale di tutte queste varianti in modo tale che in tutti i ministeri apo-

stolici dell‟Ordine si debba cercare di giungere a questo annuncio esplicito del

Vangelo. Questo suppone che il predicatore abbia prima creduto al Vangelo,

come Maria, «colei che ha ascoltato la Parola» e comporta anche di essere di-

sposti al dialogo e a dar la parola agli altri.

La predicazione e la vita domenicana

51. La predicazione non è solo una funzione, un compito, una missione. Per

la Famiglia Domenicana la predicazione è una forma di vita, uno stile di vita, è

la vita vere apostolica che Domenico ha voluto per sé e per i suoi seguaci. Il

nostro impegno come domenicani non è solo condurre una vita di predicazione,

ma una vita che è in se stessa predicazione, una vita che predica. Domenico ha

concepito il suo progetto di fondazione in funzione della predicazione. Questo è

stato il propositum vitae che presentò ai Papi Innocenzo III e Onorio III per

l‟approvazione in maniera tale che tutti gli elementi della vita domenicana sono

ispirati dal ministero della Parola e devono orientarsi a questo ministero.

Questa ispirazione e questo orientamento ci consentono di parlare di pre-

ghiera e di liturgia domenicane, di contemplazione e di studio domenicani, di

osservanza regolare domenicana, di professione domenicana dei consigli evan-

gelici… La predicazione configura la nostra vita. Questo spiega la stretta rela-

zione tra la vitalità della vita domenicana e la vitalità del ministero della Parola

nell‟Ordine. Quando la missione evangelizzatrice è viva, tutti gli elementi della

nostra vita sono vivi: la preghiera, la contemplazione, lo studio, il dialogo co-

munitario, la vita fraterna. E quando tutti questi elementi sono vivi è viva anche

la missione evangelizzatrice.

La predicazione domenicana è un annuncio teologico-profetico del Van-

gelo e una comunicazione della grazia ai bisognosi e agli esclusi del nostro

mondo. Annunciamo il mistero della salvezza che si è rivelato in Cristo croci-

fisso e risuscitato. Questo annuncio insegna, commuove, guarisce, infonde gio-

ia e illumina le diverse realtà, le culture, le tradizioni religiose e richiede al pre-

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Capitolo II – Il ministero della predicazione

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dicatore un esercizio permanente di misericordia e di compassione. Al tempo

stesso è una predicazione che sostiene la speranza cristiana nel compimento fi-

nale che Dio desidera per questa umanità e per questa creazione.

La predicazione e la comunità

52. Domenico considerava così importante il ministero della predicazione

che volle affidarlo alla comunità. Fin dalle origini furono attribuite alla comu-

nità domenicana diverse funzioni essenziali in relazione alla predicazione:

1) Garantire la permanenza e continuità della predicazione e non lasciarla

all‟arbitrio degli individui. 2) Sostenere i frati e le suore nelle loro iniziative e

nei loro progetti apostolici soprattutto nei momenti di stanchezza, di scorag-

giamento, e di tentazioni di abbandono. 3) Accreditare con la vita evangelica

(preghiera, povertà, comunione dei beni, vita fraterna, solidarietà con i poveri e

le vittime…) la verità e l‟efficacia di trasformazione del Vangelo predicato.

4) Aiutarci reciprocamente ad ascoltare il grido di dolore dell‟umanità.

In questo senso, i membri della comunità domenicana sono obbligati mo-

ralmente ad una condotta evangelica, per non screditare il ministero della predi-

cazione e lo stesso messaggio predicato. Di fatto, nelle origini domenicane si

chiedeva ai visitatori di allontanare da questo ministero i frati la cui condotta

non fosse in accordo col Vangelo predicato. La Comunità de La «Hispaniola» e

il sermone di Antonio de Montesinos, di cui stiamo celebrando i 500 anni, sono

un esempio eccellente della relazione essenziale tra la comunità e la predica-

zione, della forza profetica della predicazione domenicana che purtroppo non

sempre è stata esercitata con lo stesso vigore evangelico.

La nostra predicazione da parte di una comunità fraterna, plurale e dialo-

gante deve diventare un segno che risana in una Chiesa e in una società attra-

versata da continue divisioni, scontri e polarizzazioni.

La predicazione e la formazione domenicana

53. Umberto di Romans afferma ripetutamente: «L‟unico maestro del predi-

catore è lo Spirito santo». Senza dubbio predicatore non si nasce ma si diventa.

Il compito principale della formazione domenicana è precisamente quello di

«formare un predicatore domenicano». Per questo lo zelo per la predicazione

deve essere già presente fin dal primo discernimento vocazionale. Naturalmente

le motivazioni vocazionali non sono chiare e definitive fin dall‟inizio. Passano

attraverso vari filtri durante la vita. Però se lo zelo per la predicazione non si

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Atti del Capitolo Generale Elettivo – Roma 2010

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evidenzia già nella formazione iniziale nei candidati, si può dubitare della riu-

scita della loro scelta vocazionale per l‟Ordine dei Predicatori. Richiama

l‟attenzione il fatto che alle origini dell‟Ordine la maggiore e più efficace pro-

mozione vocazionale ebbe luogo per mezzo della predicazione dei frati. La pre-

dicazione nelle chiese domenicane attirò la maggior parte dei nuovi candidati.

Le vocazioni di Giordano di Sassonia e Reginaldo d‟Orléans sono rimaste e-

semplari.

Del resto la predicazione deve essere criterio, riferimento e proposito nel

corso di tutto il periodo della formazione iniziale e nei programmi di formazio-

ne permanente. Le sfide della formazione oggi sono infinitamente differenti

nelle diverse entità dell‟Ordine, in ragione delle diverse circostanze culturali,

sociali, politiche ed economiche dei popoli e dei continenti. Di questo si deve

tener conto nella formazione dei predicatori domenicani. Tuttavia siamo consa-

pevoli che stiamo formando dei domenicani per una missione internazionale,

per la Chiesa universale e in un mondo globalizzato. Per quanto si sentisse a

suo agio prima ad Osma, poi a Fanjeaux e infine a Tolosa, Domenico non si

fermò nel suo impegno di fondatore finché non ottenne l‟approvazione di un

nuovo Ordine di Predicatori, transdiocesano e universale. La predicazione do-

menicana è una predicazione ecclesiale (in medio Ecclesiae). Però Domenico

non la volle circoscritta ai limiti di una diocesi, di un monastero o di un chio-

stro. La volle universale.

La predicazione e lo studio

54. Anche lo studio, come gli altri elementi della vita domenicana, fin dalle

origini dell‟Ordine, ha un carattere essenzialmente apostolico. Fa parte della

contemplazione domenicana. Alberto Magno, Tommaso d‟Aquino, Caterina da

Siena, Francisco de Vitoria, Bartolomé de las Casas… sono esempi vivi di uno

studio come ascolto del grido di dolore del mondo e come ricerca appassionata

della verità. Il contatto con l‟umanità sofferente ha permesso loro di rompere le

barriere del pensiero unico.

Il cuore umano ha il desiderio di Dio. C‟è una certa gratuità nella ricerca

della verità. Questo è già un aiuto alla predicazione, perché colui che contempla

desidera trasmettere ciò che ha contemplato. In questo senso lo studio non è un

semplice esercizio accademico di dialettica o di retorica, né ha fine in se stesso,

destinato solo all‟accumulazione di erudizione e conoscenze. Il fine dello studio

domenicano è la predicazione. La «casa di studi» è la «casa di predicazione».

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Capitolo II – Il ministero della predicazione

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L‟uomo evangelico (vir evangelicus) che era Domenico aveva chiaro fin

dal principio il proposito e la finalità dello studio, per sé e per i suoi frati: la

predicazione. E l‟ambito dello studio non aveva per lui limiti. Domenico ascol-

tava e scrutava con fede la Parola di Dio, era attento agli orientamenti della

Chiesa, prestava particolare attenzione alle culture nascenti del suo tempo. In

relazione a questi tre ascolti, lo studio ci conferisce l‟intelligenza della Scrittu-

ra, rafforza la contemplazione che ci trasforma in amici di Dio e risveglia la no-

stra preoccupazione per tutte le quaestiones disputatae sulla giustizia, la pace, i

diritti umani, la sofferenza dei poveri, degli esclusi e delle vittime, che ci inter-

pellano. Allo stesso tempo lo studio e la ricerca della verità si trasformano in un

esercizio di misericordia e di compassione.

San Domenico e i primi frati studiarono per entrare in contatto con gli e-

retici e per discutere e dialogare con loro sulla base degli strumenti filosofici

del loro tempo. Lo studio continua ad essere necessario oggi nell‟Ordine non

solo per l‟insegnamento ma anche e soprattutto per il ministero della evangeliz-

zazione, per il dialogo con la cultura. Dato che il mondo è il campo dove si se-

mina la Parola di Dio (Mt. 13, 18), il nostro studio si deve realizzare in dialogo

con la cultura contemporanea, con le altre religioni e deve tenere sempre pre-

sente la causa dei più poveri e degli esclusi. Senza uno studio attento del mondo

non possiamo essere i suoi interlocutori e i suoi evangelizzatori.

Come ha detto la Commissione della predicazione nella lettera indirizzata

all‟Ordine nel 2008, è necessario ascoltare il mondo prima di predicare. Proba-

bilmente San Vincenzo Ferreri voleva dire la stessa cosa quando diceva di

«predicare dopo il silenzio». Viviamo in un mondo complesso nel quale si stan-

no esaurendo le fonti di senso. Per questo il predicatore deve ascoltare con atten-

zione le caratteristiche culturali del nostro mondo e discernere i segni dei tempi.

Guardando il mondo attuale l‟umanità si sente sempre più preoccupata

per il suo futuro. Malgrado i progressi delle scienze e della tecnologia e i loro

contributi allo sviluppo economico e al progresso, la famiglia umana non rea-

lizza una crescita integrale. Povertà di massa, disuguaglianze ingiuste, esclusio-

ni e discriminazioni, conflitti sanguinosi, moltiplicarsi di vittime, rischi ecolo-

gici, gravi problemi di bioetica… continuano a preoccupare la nostra socie-

tà. La crisi economica ha coinvolto perfino i paesi più ricchi, mettendo in

evidenza la debolezza del sistema economico mondiale. Un‟onda culturale di

secolarismo e l‟oblio della trascendenza pongono molte persone, soprattutto i

giovani, nel rischio di perdere il senso della vita. La società del benessere è una

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Atti del Capitolo Generale Elettivo – Roma 2010

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società ricca di piaceri e scarsa di senso, ricca di mezzi e scarsa di fini, ricca di

politica e povera di mistica. E questo modello di società del benessere è usato

dai mezzi di comunicazione come paradigma per tutte le altre società. La nostra

predicazione è chiamata a smascherare queste idolatrie.

Tuttavia ci sono anche segni dei tempi che danno speranza. La crescente

sensibilità per problemi ecologici ed economici; l‟impegno di molte persone per

la causa della giustizia, della pace, dei diritti umani, lo spirito di solidarietà e le

diverse forme di volontariato, la rinascita della sensibilità mistica e la nostalgia

dell‟esperienza religiosa, lo spirito di dialogo tra le culture e le religioni, il con-

solidamento dei processi democratici… sono tutti segni che invitano alla spe-

ranza e fanno confidare di nuovo in una cultura della vita. Sono segni che ci

stimolano a continuare a fare della predicazione domenicana una «predicazione

della grazia» (paedicator gratiae).

Lo studio domenicano non deve ignorare queste quæstiones disputatæ del

mondo attuale. Messo di fronte a questa situazione, l‟Ordine ha davanti a sé la

sfida di rinnovare con vigore e fiducia lo zelo per la predicazione del Vangelo

come messaggio di speranza. Per questo deve riprendere con coraggio le sue

priorità apostoliche.

La predicazione e la sequela di Gesù

55. Gesù fu un predicatore itinerante. Domenico volle seguire Gesù con que-

sto stesso stile di vita, facendo il predicatore itinerante. Egli parte da Osma e di

fronte alle nuove realtà che incontra decide di non tornare a Osma ma di cercare

nuove risposte. Intraprende così un lungo cammino personale che lo conduce

alla fondazione del nuovo Ordine dei Predicatori. La sua nuova fondazione ha

come progetto fondamentale (propositum vitae) una predicazione realizzata a

partire dalla comunità. In questo progetto però Domenico considera irrinuncia-

bile la testimonianza evangelica della vita, la sequela fedele di Gesù (sequela

Christi). Questo stile di vita evangelica che Domenico adotta per sé e per i suoi

seguaci, contrasta con i modelli di vita abituali nella Chiesa e nella cristianità

del tempo. Attraverso una vita evangelica Domenico si pone in sintonia con i

piccoli e i poveri che sono i primi destinatari del Vangelo.

Domenico nota la capacità di attrazione che esercitano sui fedeli quei

predicatori che si distinguono per forme di vita evangelica. Decide allora di in-

traprendere il ministero della predicazione accreditandolo con una vita evange-

lica. Imitando e seguendo Cristo, annuncia il Vangelo come una parola di gra-

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Capitolo II – Il ministero della predicazione

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zia, di misericordia e di compassione. La prima comunità domenicana in Ame-

rica riprodusse fedelmente questo modello di predicazione itinerante che nasce

dalle viscere di una vita evangelica.

L‟efficacia della predicazione richiede l‟attenzione per tutti gli elementi

che caratterizzano l‟imitazione di Gesù. Gli elementi costitutivi della nostra vita

comune, come la preghiera e lo studio, la vita comunitaria, la pratica dei consi-

gli evangelici, le osservanze regolari… debitamente armonizzati tra di loro so-

no vitali e irrinunciabili per conservarci fedeli e fecondi nel ministero della pre-

dicazione.

Umberto di Romans diceva che non è la stessa cosa predicare e fare ser-

moni. Un sermone si può imparare a memoria e ripeterlo o si può preparare con

una buona biblioteca teologica. Ma quello che è predicare, predicare… è possi-

bile solamente a partire dall‟esperienza di fede, dall‟esperienza credente, dalla

lettura credente della realtà. Per questo, per essere predicatore si richiede come

presupposto una vita sullo stile di Gesù - una vera sequela Christi – con tutti gli

elementi che animano e nutrono la dimensione contemplativa e credente del

predicatore.

La predicazione e il governo

56. Il ministero della predicazione è il proposito specifico del nostro Ordine,

della nostra vita e della nostra missione. Deve essere anche il proposito o

l‟obiettivo finale del governo, dell‟esercizio dell‟autorità e dell‟obbedienza. Per

questo il criterio apostolico non può essere assente dall‟esercizio del governo

quando c‟è da animare i frati e le comunità, quando c‟è da stabilire priorità apo-

stoliche, quando c‟è da aprire o chiudere presenze apostoliche… La predicazio-

ne deve essere anche motivo e criterio definitivo nell‟esercizio della missione.

Ugualmente l‟obbedienza nell‟Ordine è soprattutto obbedienza alla missione

che ci affida la comunità. È l‟obbedienza che abbiamo promesso nel fare la pro-

fessione nell‟Ordine dei Predicatori.

La negligenza nell‟esercizio dell‟autorità e del governo inevitabilmente

porta con sé l‟indebolimento della vita e della missione domenicane. La respon-

sabilità nell‟esercizio del governo è la responsabilità verso la missione della

predicazione. Tuttavia in una cultura dell‟autonomia e dei costumi democratici

è necessario ripensare l‟esercizio dell‟autorità e dell‟obbedienza e trovare nuo-

ve mediazioni. L‟esercizio dell‟autorità e dell‟obbedienza nella vita domenica-

na, già dal tempo di Domenico, si comprende solo a partire dall‟esercizio del

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Atti del Capitolo Generale Elettivo – Roma 2010

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dialogo comunitario. È la prima legge del governo domenicano che Domenico

ha scelto per i suoi seguaci.

Fin dall‟epoca di San Domenico, i frati sono vissuti in conventi o case, si

sono organizzati in Province e hanno eletto un Maestro, come segno e strumen-

to dell‟unità dell‟Ordine (LCO 396). Queste tre istituzioni hanno un significato

speciale e costituiscono il fondamento saldo per sostenere la vita comune e la

missione della predicazione. Alla luce delle esigenze e delle circostanze mute-

voli della missione, riteniamo che sia necessario rivedere le strutture che garan-

tiscono il nostro progetto apostolico: semplificarle, chiarirle e definire il pro-

cesso di governo.

La predicazione e l’economia

57. Domenico di Guzman ci ha lasciato come eredità la povertà e sul letto di

morte ha condannato qualsiasi frate avesse mancato alla santa virtù della pover-

tà evangelica. Non era una preoccupazione moralistica che ispirava queste pa-

role di Domenico. Era piuttosto lo zelo della predicazione. La povertà evangeli-

ca era e continua ad essere per l‟Ordine ciò che rende credibile il ministero di

evangelizzazione. Tuttavia un elementare realismo ci dice che la nostra vita, la

nostra formazione, la nostra missione, le nostre istituzioni… hanno bisogno di

denaro per sostenersi. Questo ci obbliga a pensare e ripensare sempre la sfida

della povertà evangelica, ci obbliga a ricercare sempre nuove e significative

forme di povertà. La ricerca di fondi oggi è una nuova forma di mendicità.

Il ricordo delle origini ci può aiutare nella nostra ricerca. «Fra loro tutto

era comune» (Atti 4, 32). Fondando l‟Ordine dei Predicatori Domenico volle

rinnovare l‟ideale della vita apostolica. Tratteggiò un modello di predicazione

secondo cui si deve predicare non solo con le parole ma anche con la testimo-

nianza di una vita evangelica sia a livello personale che comunitario. Elemento

essenziale di questa testimonianza evangelica era la comunione fraterna dei be-

ni e dei servizi, l‟amministrazione comune, la condivisione di tutto: i talenti, il

patrimonio culturale e spirituale, le risorse umane e materiali… e tutto in fun-

zione della missione della predicazione. Tutto era in comune per testimoniare al

mondo la nuova umanità voluta dal Padre, realizzata in Cristo per mezzo dello

Spirito.

Oggi siamo invitati ad amministrare la nostra economia a partire da que-

sti presupposti della povertà evangelica. È necessario riesaminare costantemen-

te la nostra concezione di povertà e soprattutto le nostre pratiche in relazione

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Capitolo II – Il ministero della predicazione

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all‟uso dei beni materiali e culturali: nuove forme di mendicità, nuove forme di

comunione dei beni, soprattutto in quest‟epoca in cui si corre il rischio della

privatizzazione della nostra vita religiosa. Siamo invitati ad adottare nuovi stili

di sobrietà e austerità in un mondo caratterizzato in modo paradossale da spre-

chi vergognosi e da povertà disumane. La crescente consapevolezza che le ri-

sorse naturali del pianeta sono limitate, rende particolarmente significativo il

voto di povertà nella vita religiosa e nella vita domenicana. In questo contesto

siamo chiamati ad essere testimoni del Vangelo che ci libera da tanti falsi idoli le

e culturale utilizzando i criteri del Regno di Dio e non quelli dei regni mondani.

Nell‟uso del nostro patrimonio materiale, culturale e spirituale, la povertà

evangelica ci spinge a vivere del nostro lavoro come la maggior parte degli

uomini, a coltivare stili di vita personale di sobrietà e austerità, a condividere i

nostri beni senza dar luogo a economie private, a mettere tutto il nostro patri-

monio a servizio solidale degli esclusi e degli impoveriti, a mettere tutte le no-

stre risorse umane ed economiche a servizio della predicazione.

La professione, le Costituzioni e le nostre vite

58. Il libro delle Costituzioni rappresenta il miglior progetto di vita domeni-

cana. Non è uno strumento estraneo alla nostra vita. Manifesta il cuore della vi-

ta e della missione domenicane e riflette le mediazioni di questa vita e di questa

missione. Il libro delle Costituzioni esprime così con chiarezza la nostra voca-

zione e la nostra missione come predicatori della verità, della grazia e della mi-

sericordia, seguendo le orme di Domenico. Il Capitolo ha voluto sottolineare

alcuni criteri destinati a favorire la piena realizzazione della nostra vita e della

nostra missione nelle diverse regioni dell‟Ordine e soprattutto alcuni criteri di

collaborazione tra le diverse entità dell‟Ordine e della Famiglia Domenicana.

Le Costituzioni che teniamo nelle nostre mani quando facciamo la pro-

fessione dimostrano ciò che implica questa professione nell‟Ordine dei Predica-

tori. Siamo predicatori per vocazione e professione. Per noi che abbiamo fatto

la professione, la predicazione non è un semplice obbligo. È la nostra identità,

la nostra ragione di essere, la nostra vocazione. Predichiamo non per un obbligo

o per un comando esterno e disciplinare, ma per zelo apostolico, perché non

possiamo non predicare. «Guai a me se non predico il Vangelo» (1 Cor 9, 16).

In tutto questo sono in gioco due cose. In primo luogo la coerenza con la

nostra professione, con la parola pubblica e solenne che abbiamo pronunciato

davanti alla Chiesa e al mondo al momento della nostra professione. In secondo

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Atti del Capitolo Generale Elettivo – Roma 2010

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luogo, la fedeltà alla nostra missione di predicatori. Una vita senza missione

compiuta è una vita vuota e fallita. Per questo conviene stare attenti al consiglio

che dava Umberto di Romans già nel secolo XIII: «Alcuni frati non predicano

mai perché sono sempre impegnati a prepararsi a predicare». Ricordiamo qui

con gratitudine i nostri confratelli malati e anziani che si mantengono fedeli alla

predicazione nella testimonianza carica di valore della loro vita evangelica.

Quando la vita avanza e ci guardiamo indietro ci rendiamo conto che

quello che c‟è stato di genuinamente domenicano nella nostra vita sono state la

predicazione e la vita evangelica.

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CAPITOLO III

LA SEQUELA DI CRISTO

Contesto e vita religiosa

59. Riconosciamo che noi frati predicatori siamo convocati dal Signore Gesù

per un‟esperienza di Dio, a camminare con Lui. Il medesimo Signore ha

chiamato frater Dominicus (ACG 1998 Bologna n. 165) e la prima comu-

nità domenicana dell‟isola La Española. Queste esperienze richiedono ri-

sposte nuove di fronte a realtà diverse e ricche di sfide. Il Nuovo Mondo

di oggi esige ancora una predicazione profetica e creativa, sostenuta da

una vita comunitaria coerente.

60. [Petizione] Rendiamo grazie al Signore per le nostre comunità impegnate

nel processo di dialogo con gli uomini e le donne di oggi, specialmente

con gli esclusi, anche a costo di incomprensioni, di minacce e a rischio

della propria vita. Chiediamo a tutti i frati che li accompagnino in modo soli-

dale e fraterno in rapporto al loro contesto culturale, ecclesiale e sociale.

61. [Esortazione] Esortiamo le nostre comunità a far memoria dei 15 anni di

martirio di fra Pierre Claverie, assassinato in Algeria il 1 agosto 1996, i

30 anni di martirio delle nostre sorelle domenicane di Maryknoll, Ita Ford

e Maura Clark, vittime in El Salvador il 2 dicembre 1980 (ACG 1983

Roma n.254); l‟assassinio di fra Carlos Morales il 20 gennaio 1982, in

Guatemala, i ventisei (13 frati e 13 suore) martiri del Congo nel 1964 e la

fucilazione di fra Domink Barac in Croazia il 17 novembre 1945.

Progetto comunitario

62. [Ordinazione] Con l‟intento di escludere dalla nostra vita ogni elemento

di privatizzazione, di relativismo e di clericalizzazione, ma anche con

l‟intento di riconoscere e integrare gli autentici carismi dei frati, e con

l‟intento di recuperare il senso genuino delle nostre comunità come vere

domus praedicationis, ordiniamo che l‟elaborazione, la revisione e la cor-

rezione del progetto comunitario (LCO 311, § II) di ogni convento o casa

tenga conto di quanto segue:

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Atti del Capitolo Generale Elettivo – Roma 2010

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1. Fare l‟analisi della realtà interna e esterna a partire dallo schema

SWOT,1 con il proposito di individuare gli aspetti che dobbiamo

migliorare, e quelli che devono essere rafforzati. Devono essere

considerate le ambiguità del mondo, ma anche le opportunità che

questo ci offre per vivere il nostro carisma (ACG 2007 Bogotà, II

Amare il mondo, nn. 46-98).

2. Rivedere il nostro stile di vita ponendolo a confronto con il Vange-

lo, le Costituzioni e le scelte fondamentali che negli ultimi Capitoli

l‟Ordine ha compiuto. Questa revisione dovrà indicare quali sono i

compiti e le azioni prioritarie di ogni comunità negli anni seguenti.

3. Rivedere metodi, contenuti ed effetti della predicazione della vita

comunitaria nel suo contesto, in modo tale che si possano impostare

strategie adatte per renderla più creativa, comprensibile, credibile e

operatrice di riconciliazione nel mondo attuale.

4. Proporre strategie di studio sui temi come la vita religiosa domeni-

cana, l‟attualizzazione teologica, la società della conoscenza, la

globalizzazione, le nuove tecnologie, l‟autonomia della scienza e

delle arti, la bioetica, la giustizia e la pace, l‟ecologia, ecc… e il lo-

ro impatto sulla nostra vita comune e sulla nostra missione.

5. Programmare spazi e tempi di penitenza e di riconciliazione che ga-

rantiscano la qualità della relazione umana così necessaria nella vita

fraterna.

63. [Petizione] Perché i progetti comunitari siano effettivamente compiuti in

modo adeguato, chiediamo ai Priori provinciali, Priori e Superiori che e-

sercitino il loro compito di guida e animazione in modo creativo e costante.

64. [Commissione] Raccomandiamo ai Priori provinciali che nelle loro riu-

nioni regionali compiano una verifica su come si attua l‟applicazione dei

Capitoli Generali, particolarmente in ciò che concerne la vita comunitaria

come nutrimento della predicazione.

1 Analisi SWOT (Strengths Weaknesses Opportunities Threats); DOFA (Debilidades Oportunidades

Fortalezas Amenazas) MOFF (Menaces Opportunités Forces Faiblesses). In italiano: Forze Debolezze

Opportunità Rischi.

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Capitolo III – La sequela di Cristo

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Vita fraterna

65. Ricordiamo che, secondo la regola di Sant‟Agostino e tenendo conto che

Domenico chiedeva ai suoi frati «comunità e obbedienza», la vita comune

è un elemento essenziale e irrinunciabile del nostro carisma di predica-

zione.

66. [Esortazione] Esortiamo tutti i frati a realizzare un processo di conversio-

ne personale al fine di attualizzare e, se necessario, di recuperare il senso

e la necessità della vita comune in modo tale che non ci autodispensiamo

dal compimento dei doveri comunitari e non ci priviamo della gioia di vi-

vere in comunità.

67. [Commissione] Poiché la formazione pone le basi per una adeguata espe-

rienza della nostra vita comune, raccomandiamo ai responsabili della

formazione di cercare e ampliare piani e strategie di formazione umana

che contemplino diversi aspetti come il valore della verità e della giusti-

zia, la risoluzione dei conflitti, il lavoro in gruppo e le relazioni interper-

sonali.

68. [Petizione] Date le difficoltà che si presentano nella prima assegnazione

dei frati dopo la formazione istituzionale, chiediamo alle comunità che li

accolgano con particolare apertura e fiducia, e ai superiori che li accom-

pagnino più da vicino nel loro percorso di ambientamento e di incorpora-

zione (cf. Fr. Damian Byrne, Lettera sulla prima assegnazione).

Consigli evangelici

69. Ricordiamo che i consigli evangelici sono mezzi per raggiungere la per-

fezione della persona mediante una relazione ordinata con Dio, con se

stessi, con il prossimo e con i beni materiali e testimoniano al mondo at-

tuale – abbondante di piacere ma povero di senso – cammini alternativi di

felicità e qualità della vita. L‟ispirazione evangelica dei voti ci rende libe-

ri per il ministero nel mondo. Questa è la dimensione profetica e escato-

logica dei voti che ci fa essere vicini a coloro che sono privi di libertà a

causa dell‟oppressione dei loro fratelli, a coloro che vivono in solitudine

perché non contano per nessuno, e a coloro che soffrono la povertà con le

sue drammatiche conseguenze.

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Atti del Capitolo Generale Elettivo – Roma 2010

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70. [Esortazione] Esortiamo i frati e specialmente i Superiori ad accompagna-

re, rispettando il foro interno (CIC 630 par. 5) quei frati che stanno vi-

vendo situazioni critiche di solitudine, isolamento, tristezza, doppia vita,

comportamenti sessuali impropri ecc… (ACG 2004 Cracovia nn. 215-

218; ACG 2007 Bogotà n. 182), per aiutarli a superarle e per reintegrarli

nella vita fraterna.

71. [Commissione] Raccomandiamo ai Priori e Superiori di cercare strategie e

piani terapeutici concreti, insieme a specialisti della materia, per il supe-

ramento di condizioni di dipendenze e di crisi che alcuni frati soffrono.

72. [Esortazione] Il nostro voto di povertà dev‟essere sempre un segno co-

munitario di solidarietà e di credibilità della nostra predicazione (ACG

2007 Bogotà n.185). Pertanto esortiamo i frati a vivere affettivamente ed

effettivamente la povertà evangelica e la scelta dei poveri e degli esclusi

(ACG 2004 Cracovia nn. 229 e 238; ACG 2007 Bogotà n.188).

73. [Commissione] Ricordiamo a tutti i frati che sono incompatibili con la no-

stra vita domenicana la mancanza di austerità, la resistenza a contribuire

ai fondi comuni, le proprietà e i beni personali e la mancanza di traspa-

renza nell‟economia comune. Raccomandiamo ai Provinciali, Priori e Su-

periori, con i loro consigli, di affrontare questi problemi e di risolverli.

(ACG 2007 Bogotà nn. 86 e 88).

Vita liturgia e di preghiera

74. [Ringraziamento] Ringraziamo la Commissione Liturgica Internazionale

dell‟Ordine per il lavoro compiuto a favore della vita liturgica domenica-

na. Incoraggiamo la Commissione a continuare questo compito.

75. [Petizione] Constatando che molte Province non hanno ancora compiuto

la traduzione e l‟adattamento dei diversi libri del Proprium Ordinis Prae-

dicatorum nelle diverse lingue moderne, rivolgiamo a tutte le Province

dell‟Ordine che non l‟hanno ancora fatto le seguenti richieste:

1. le autorità provinciali o interprovinciali prendano contatto con la

Commissione Liturgica Internazionale dell‟Ordine al fine di comu-

nicare i nomi dei responsabili della Commissione provinciale o in-

terprovinciale della liturgia e lo stato attuale delle traduzioni delle

diverse parti del Proprium Ordinis Paedicatorum.

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Capitolo III – La sequela di Cristo

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2. Le Commissioni provinciali o interprovinciali di liturgia prima di

inviare traduzioni alla Curia Generalizia per l‟approvazione, pren-

dano contatto con la Commissione Liturgica Internazionale

dell‟Ordine che potrà dare loro indicazioni utili in vista di una pre-

parazione più adeguata delle traduzioni dei testi e della presentazio-

ne dei riti.

3. Siano diffusi nei conventi e nelle case dei frati, nei monasteri di

monache, negli Istituti di suore e nelle Fraternite laiche le informa-

zioni provenienti dalla Commissione Liturgica Internazionale dell‟

Ordine, in particolare il bollettino INFO/CLIOP.

76. [Petizione] Chiediamo al Maestro dell‟Ordine che la composizione della

Commissione Liturgica Internazionale dell‟Ordine sia più rappresentativa

delle nostre diversità (Famiglia Domenicana, continenti, culture) in modo

che la sua ricerca tenga conto dei differenti approcci teologici e pastorali

in tale ambito.

77. [Raccomandazione] La preghiera del Rosario ha un posto privilegiato nel-

la nostra tradizione (ACG 2007 Bogotà n. 96). La pratica personale e/o

comunitaria di questa preghiera (LCO 67 § II) favorisce una conversione

personale e comunitaria, ci apre ad uno spirito di povertà e ci avvicina ai

poveri. Raccomandiamo perciò alle comunità di integrare nel loro proget-

to di vita comune una attenzione alla preghiera del Rosario, e nel progetto

di vita apostolica (LCO 311) attività che favoriscano l‟evangelizzazione

per mezzo di questa devozione popolare.

78. [Petizione] Chiediamo che l‟espressione oratio privata (LCO 40 e 66 § I)

sia sostituita dall‟espressione oratio secreta,2 più conforme alla nostra

tradizione domenicana.

79. [Commissione] Tenuto conto del fatto che alcuni frati ed anche alcune en-

tità dell‟Ordine trascurano la celebrazione comune della liturgia (Relatio

del Maestro dell‟Ordine n. 88) incarichiamo il Maestro dell‟Ordine di in-

dirizzare una lettera a tutti i frati sul tema della vita liturgica, in particola-

re sulla liturgia delle ore nei suoi diversi ritmi quotidiani, in funzione del-

le esigenze del diritto e della vita domenicana.

2 Humbertus de Romanis, Opera de vita regulari, ed. J.-J. Berthier, Roma 1888, vol. I, pp. 153.170 e

172. Cf. Mt 6, 5-6.

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Atti del Capitolo Generale Elettivo – Roma 2010

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La vita comune

80. [Esortazione] La tradizione dell‟Ordine considera che lo spirito di parte-

cipazione e di responsabilità comune nell‟organizzazione della nostra vita

religiosa e apostolica passa attraverso la convocazione regolare dei capi-

toli e dei consigli (LCO 7 § II e 312). È disdicevole che alcune comunità

non rispettino sempre tali disposizioni (Relatio del Maestro dell‟Ordine n.

102). Di conseguenza esortiamo i Priori e Superiori a convocare i capitoli

più volte durante l‟anno come è prescritto.

81. [Esortazione] Esortiamo i Priori e Superiori a sottolineare il valore del si-

lenzio, della clausura, dell‟abito e delle opere di penitenza (LCO 40). An-

che se questi elementi non sono i più importanti della nostra vita religio-

sa, nondimeno concorrono ancor oggi alla specificità e alla realizzazione

fruttuosa del nostro ministero apostolico.

82. [Esortazione] La Relatio del Maestro dell‟Ordine (87) ci ricorda

l‟importanza della mensa comune per la nostra vita. Per questo esortiamo

i Priori e Superiori a invitare i frati a parteciparvi abitualmente.

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CAPITOLO IV

LO STUDIO

Lo studio nell’Ordine

83. A proposito del ruolo dello studio nella vita domenicana, rinviamo ai Ca-

pitoli Generali di Providence (ACG, nn. 104-143), di Cracovia (ACG nn.

124-160) e di Bogotá (ACG nn. 99-130).

84. Esistono talvolta tensioni tra differenti concezioni della teologia e della

Chiesa; i frati vi sono coinvolti. Il progresso della Tradizione e dunque

della predicazione, implica che i teologi riflettano su domande nuove alla

luce della fede, e non si accontentino di ripetere le risposte già date. Si

tratta di un servizio esigente che la Chiesa aspetta dall‟Ordine, come mo-

stra il fatto che san Tommaso d‟Aquino diventò dottore della chiesa mal-

grado certe incomprensioni a cui si era trovato di fronte durante la sua vi-

ta e che sono continuate dopo la sua morte. Più recentemente fr. Marie-

Joseph Lagrange, attraverso la sua ricerca paziente e perseverante, ha reso

un servizio dello stesso tipo.

85. [Petizione] Per questa ragione, chiediamo al Postulatore Generale di fare

della beatificazione di fr. Marie-Joseph Lagrange, modello di ricerca ese-

getica e teologica, una causa prioritaria.

Coordinamento e Programmazione per la vita intellettuale

86. Affinché il coordinamento e la progettazione della vita intellettuale

dell‟Ordine siano efficaci, devono essere basati su una visione universale,

prendendo in considerazione i talenti e i bisogni dei frati e delle istituzio-

ni impegnate in attività intellettuali ed il bisogno urgente di rinnovamento

della vita intellettuale dell‟Ordine. Questo coordinamento e progettazione

devono essere svolti a livello provinciale, regionale, e globale. Il Maestro

dell‟Ordine è aiutato in questo (LCO 90) dai frati delle Province, dalle

riunioni regionali dei Reggenti degli studi, dal Socio per la vita intellettu-

ale e dalla Commissione Permanente per la promozione dello studio

nell‟Ordine.

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Atti del Capitolo Generale Elettivo – Roma 2010

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Livello provinciale

87. A livello provinciale, questo lavoro di coordinamento e progettazione è

svolto dal Priore Provinciale (ACG 2007 Bogotá, nn. 122-128), assistito

dal Reggente degli studi della Provincia (ACG 1984 Cracovia, nn. 144-

160) e dalla sua Commissione per la vita intellettuale, in cooperazione col

Maestro dell‟Ordine (LCO 89).

88. [Commissione] Incarichiamo il Maestro e i suoi Soci di chiedere infor-mazioni ai Reggenti durante le Visite e di far inserire nei loro rapporti annuali una menzione che riferisca se le raccomandazioni fatte dal Ca-pitolo Generale di Providence (ACG 2001 Providence, 143: a proposi-to dei permessi per studenti qualificati e volenterosi di intraprendere studi di dottorato senza dilazione indebita), siano state seguite nel pe-riodo a cui si riferisce il rapporto.

Livello regionale

89. Negli ultimi anni, vi è stata una consapevolezza crescente del bisogno di

cooperazione e progettazione a livello regionale (ACG 2007 Bogotà, n. 118).

90. [Commissione] Perciò, incarichiamo tutti i Reggenti degli studi di ogni

regione di incontrarsi almeno una volta durante i tre anni che precedono

un Capitolo Generale. I Reggenti devono scegliere fra loro un coordinatore.

91. [Commissione] Incarichiamo il Socio per la vita intellettuale di rendere

note in anticipo a livello mondiale le riunioni regionali dei Reggenti degli

studi, così che i Reggenti delle altre regioni possano parteciparvi come ospiti.

92. I compiti principali delle Riunioni Regionali dei Reggenti degli Studi do-

vranno includere:

1. una valutazione della presenza e della disponibilità dei frati impe-

gnati in attività intellettuali nella regione;

2. una valutazione delle necessità finanziarie e delle risorse per queste

attività e una proposta di strategie regionali per condividerle o pro-

muoverle;

3. lo sviluppo di progetti di collaborazione;

4. l‟aiuto alla condivisione di servizi e strutture nella regione, come

biblioteche, servizi di stampa, capacità di produzione di audio

/video, siti web, ecc…

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Capitolo IV – Lo studio

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Livello mondiale

93. La necessità di poter contare su un‟istanza di concertazione con compe-

tenza e missione specifiche a livello generale esige una conoscenza della

situazione e la descrizione del ruolo della Commissione Permanente per

la promozione degli studi nell‟Ordine (LCO 90 § II; Relatio del Maestro

dell‟Ordine, n. 61).

Analisi SWOT

94. [Commissione] Incarichiamo ogni Centro di studi istituzionali, di studi

complementari e di studi speciali, nonché ogni Università sotto

l‟immediata giurisdizione del Maestro dell‟Ordine di fornire un‟analisi

SWOT (forze debolezze opportunità e rischi) da inviare al Socio per la vi-

ta intellettuale prima del prossimo Capitolo Generale.

Commissione Permanente per la promozione degli studi nell’Ordine

95. Riformuliamo gli obiettivi della Commissione Permanente per la promo-

zione degli studi nell‟Ordine e modifichiamo la sua composizione, indican-

do alcune funzioni specifiche, e definendo alcuni termini in vista

dell‟elaborazione di un vero piano strategico per la vita intellettuale in tutto

l‟Ordine.

Obiettivo della Commissione

96. Occorre che la Commissione Permanente per la promozione degli studi

nell‟Ordine possa realizzare gli obiettivi fondamentali descritti da LCO 90,

cioè assistere e sostenere il Maestro dell‟Ordine nella missione intellettuale

dell‟Ordine, e stimolare ed organizzare la collaborazione delle Province tra

di loro e nei confronti delle istituzioni sotto l‟immediata giurisdizione del

Maestro dell‟Ordine.

97. [Ordinazione] Di conseguenza, ordiniamo che la Commissione Perma-

nente per la promozione degli studi nell‟Ordine si assicuri che i Centri

accademici e di ricerca elaborino piani strategici e valuti la realizzazione

di questi piani.

Membri della Commissione

98. [Ordinazione] Ordiniamo che i membri della Commissione Permanente

per la promozione degli studi nell‟Ordine siano:

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Atti del Capitolo Generale Elettivo – Roma 2010

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1. il Socio del Maestro dell‟Ordine per la vita intellettuale, presidente

della Commissione;

2. i coordinatori dei Reggenti delle differenti regioni che compongono

l‟Ordine;

3. un rappresentante delle istituzioni accademiche sotto l‟immediata

giurisdizione del Maestro dell‟Ordine, nominato dal Maestro

dell‟Ordine;

4. due altri membri nominati dal Maestro dell‟Ordine di cui, se ciò è

possibile, almeno uno sia legato alle nostre università.

99. [Ordinazione] Ordiniamo che i membri della Commissione Permanente

per la promozione degli studi nell‟Ordine nominati dal Maestro

dell‟Ordine siano nominati per sei anni.

Compiti principali della commissione

100. [Ordinazione] Ordiniamo che la Commissione Permanente per la promo-

zione degli studi nell‟Ordine assista il Maestro dell‟Ordine e il Socio per

la vita intellettuale nei seguenti campi:

1. la pianificazione e la ripartizione delle risorse umane e finanziarie dell‟

Ordine nel campo dello studio (Relatio del Maestro dell‟Ordine, n. 66);

2. la promozione della formazione dei futuri professori;

3. la revisione della Ratio studiorum generalis Ordinis Fratrum Prœ-

dicatorum;

4. la valutazione delle analisi «SWOT» di ogni centro, (ACG 2007

Bogotà, n. 120);

5. la preparazione di un rapporto sulla validità dei centri di studi

dell‟Ordine prima di ogni Capitolo Generale;

6. l‟aiuto per l‟elaborazione della relazione che il Socio per la vita intel-

lettuale deve presentare al Capitolo Generale, e l‟elaborazione delle

proposte che devono essere presentate al Capitolo;

7. la creazione di una rete delle biblioteche;

8. la verifica dello stato delle pubblicazioni che dipendono dal Mae-

stro dell‟Ordine e la realizzazione di una politica di pubblicazione e

di diffusione.

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Capitolo IV – Lo studio

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Entrata in funzione della Commissione

101. [Ordinazione] Ordiniamo che la Commissione Permanente per la promo-

zione degli studi nell‟Ordine entri in funzione, nella sua nuova composi-

zione, al termine del mandato della Commissione attuale.

102. [Ordinazione] Ordiniamo che le regioni che non hanno un coordinatore

regionale dei Reggenti ne nominino uno prima di giugno 2011. Questa e-

lezione può farsi per corrispondenza; il responsabile di questo processo

iniziale è il Reggente della Provincia più antica della regione.

Riunioni Generali dei reggenti degli studi

103. Il Capitolo Generale di Bogotà (ACG, n. 119) previde un incontro genera-

le dei Reggenti degli studi. Tale incontro ha evidenziato il bisogno di

questo tipo di riunioni per il futuro. Perciò…

104. [Commissione] Incarichiamo il Socio per la vita intellettuale dell‟Ordine

di convocare una riunione di tutti i Reggenti degli studi dell‟Ordine du-

rante l‟anno che precede il Capitolo Generale elettivo. I compiti di questa

riunione generale sono analoghi a quelli degli incontri regionali dei Reg-

genti degli studi.

Le istituzioni sotto l’immediata giurisdizione del Maestro dell’Ordine

105. Le istituzioni sotto l‟immediata giurisdizione del Maestro dell‟Ordine

contribuiscono alla vita intellettuale nell‟Ordine intero: formazione di

professori per gli studi, affiliazione di istituti...

106. [Raccomandazione] Raccomandiamo uno sviluppo delle collaborazioni

tra tutte le istituzioni accademiche dell‟Ordine, per esempio in ordine allo

scambio di professori o di ricercatori per periodi limitati.

107. Come tutte le istituzioni accademiche dell‟Ordine, le istituzioni sotto

l‟immediata giurisdizione del Maestro dell‟Ordine si confrontano con le

difficoltà di reperimento accademico che minacciano a volte la loro esi-

stenza nel breve periodo (come nel caso dell‟École biblique et archéolo-

gique française di Gerusalemme e dell‟Istituto storico), o a medio termine

(Università pontificia San Tommaso d‟Aquino e impegno dei frati alla

Facoltà di teologia dell‟Università di Friburgo). Considerata la durata di

una formazione accademica, il ricambio deve essere pianificato in tempo

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Atti del Capitolo Generale Elettivo – Roma 2010

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e richiede una solidarietà di tutte le entità della Famiglia Domenicana

(Relatio del Maestro dell‟Ordine, n. 61).

108. [Commissione] Incarichiamo il Socio per la vita intellettuale di mettere in

atto una politica di selezione dei possibili futuri insegnanti e ricercatori

per le istituzioni sotto l‟immediata giurisdizione del Maestro dell‟Ordine.

109. [Commissione] Incarichiamo il Maestro dell‟Ordine di elaborare degli

statuti del «fondo per l‟amministrazione delle entità sotto l‟immediata

giurisdizione del Maestro dell‟Ordine». Questo fondo dovrà tra l‟altro fi-

nanziare borse di studio ai frati o alle suore in vista del loro eventuale fu-

turo insegnamento nelle istituzioni sotto l‟immediata giurisdizione del

Maestro dell‟Ordine, o della loro eventuale futura attività nell‟Istituto

Storico e nella Commissione Leonina.

École biblique et archéologique française di Gerusalemme

110. [Commissione] Incarichiamo l‟École biblique et archéologique française di

Gerusalemme di preparare per il prossimo Capitolo Generale un rapporto

sulla sua identità francese, in relazione a tre elementi: 1. il vantaggio

dell‟appoggio politico della Repubblica francese; 2. la difficoltà di trovare

professori francofoni; 3. il fatto che l‟esegesi contemporanea si redige soprat-

tutto in inglese. Questo rapporto dovrebbe anche indicare il vantaggio che at-

tualmente rappresenta per la Scuola la sua presenza a Gerusalemme, e chiari-

re la relazione tra il convento di Saint-Étienne e la Scuola.

111. [Petizione] Chiediamo al Maestro dell‟Ordine di inviare due frati docenti

all‟École biblique et archéologique française di Gerusalemme da qui a cin-

que anni.

Facoltà di teologia dell‟Università di Friburgo

112. L‟impegno dell‟Ordine in seno alla Facoltà di teologia dell‟Università di

Friburgo è regolato da un accordo trilaterale con lo Stato di Friburgo e la

Conferenza dei vescovi svizzeri. Questo accordo assicura il carattere ec-

clesiale e civile della facoltà. L‟accordo è soggetto al rinnovo nel 2015 e

le parti devono comunicare la loro posizione nel 2013.

113. [Raccomandazione] Raccomandiamo al Maestro dell‟Ordine, Gran Can-

celliere della Facoltà di teologia di Friburgo, di vigilare, al momento dei

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Capitolo IV – Lo studio

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negoziati che precederanno la decisione sull‟accordo, perché siano garan-

tite le condizioni che permettono alla Facoltà di conservare il suo caratte-

re di centro internazionale di formazione teologica.

114. Nei prossimi cinque anni, due degli attuali professori domenicani di Fri-

burgo andranno in pensione.

115. [Petizione] Per questo chiediamo al Socio per la vita intellettuale di co-

minciare da ora, con l‟aiuto dei frati di Friburgo, a trovare alcuni frati che

possano insegnare alla Facoltà di teologia di Friburgo fra cinque anni.

Pontificia Università San Tommaso d‟Aquino a Roma (Angelicum)

116. Nei prossimi cinque anni, un quarto degli attuali professori domenicani

dell‟Università pontificia San Tommaso d‟Aquino andranno in pensione.

Sarà allora particolarmente difficile trovare nuovi frati che occupino le

funzioni di responsabilità nell‟Università.

117. [Petizione] Per questo chiediamo al Socio per la vita intellettuale di co-minciare da ora, con l‟aiuto dell‟Università pontificia San Tommaso d‟Aquino, a trovare alcuni frati e alcune suore che possano insegnare in questa Università nei prossimi cinque anni.

118. [Ordinazione] Ordiniamo all‟Università pontificia San Tommaso d‟Aquino di includere nella sua analisi detta «SWOT» e nel suo piano strategico uno studio sulla possibilità di gestire meglio il numero di pro-fessori, tenuto conto della concorrenza locale e del numero di frati dispo-nibili nell‟Ordine, grazie al passaggio ad una sola lingua di insegnamento, almeno in certe facoltà o certi cicli. Ciò dovrebbe permettere di servire il più grande numero possibile di studenti e di ridurre il carico salariale.

Istituto storico dell‟Ordine

119. [Petizione] Chiediamo al Maestro dell‟Ordine di aggregare da qui al pros-

simo Capitolo Generale due frati all‟Istituto storico dell‟Ordine, come

membri ordinari.

Questioni particolari

Dialogo con le scienze contemporanee

120. [Raccomandazione] Raccomandiamo l‟impegno dei frati nel dialogo, a

partire dalla teologia e dalla filosofia, con le scienze contemporanee

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Atti del Capitolo Generale Elettivo – Roma 2010

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(scienze sociali, fisica, biologia, economia, ecologia, salute...). Questo

impegno implica che i frati possano formarsi in questi campi, o approfon-

dire una formazione preliminare.

Società degli Editori Domenicani

121. [Petizione] Chiediamo al Presidente della Società degli Editori Domeni-

cani (SED), che riceve il patronato del Capitolo, di invitare alle sue riu-

nioni tutte le case editrici professionali dell‟Ordine per allargare la coope-

razione internazionale.

Tecnologia per l‟apostolato intellettuale

122. I precedenti Capitoli Generali dell‟Ordine hanno individuato la proclama-

zione del Vangelo attraverso i vari strumenti tecnologici di comunicazio-

ne una priorità dell‟Ordine (ACG 2001 Providence, nn. 95-99; ACG 2007

Bogotà, n. 111; ACG 1984 Cracovia, nn. 93-94; ACG 2001 Providence, n.

201).

123. [Esortazione] Alla luce di ciò, esortiamo i frati, in collaborazione con gli

altri membri della Famiglia Domenicana, a utilizzare strumenti tecno-

logici, (come Internet, così come è stato fatto ad esempio da DOMUNI

[www.domuni.eu] e Dominicos [www.dominicos.org]) e ad allargare i

confini delle loro attività apostoliche per raggiungere quelle persone che

non sarebbero altrimenti in grado di beneficiare del loro servizio.

Istituto Dominicano di Studi Orientali del Cairo

124. [Raccomandazione] Tenuto conto dell‟importanza che riveste la cono-

scenza dell‟Islam, raccomandiamo alle diverse entità dell‟Ordine di ricor-

rere alle risorse dell‟Istituto domenicano di studi orientali (IDEO) del

Cairo, e di collaborare alla vita di questo Istituto.

Ricerca di fondi

125. [Esortazione] Incoraggiamo le Province, tutte le istituzioni della Famiglia

Domenicana, ed ogni frate ad interessarsi attivamente alla ricerca di fon-

di. Ciò è in armonia con la nostra tradizione domenicana di mendicità e

diventa sempre più necessario specialmente per favorire l‟accesso dei fra-

ti e delle suore ad una buona formazione e alla vita delle nostre istituzio-

ni.

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Capitolo IV – Lo studio

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Memorie

126. [Ringraziamento] Ricordiamo con gratitudine il servizio di riflessione e di

ricerca teologica che il nostro fratello Edward Schillebeeckx (1914-2009)

ha reso all‟Ordine, alla Chiesa ed all‟umanità, e invitiamo la nuova gene-

razione di frati a studiare ed a conoscere la sua opera.

127. [Ringraziamento] Riconosciamo con gratitudine il lavoro di rinnovamen-

to della teologia morale compiuta dal nostro fratello Servais-Théodore

Pinckaers (1925-2008) che ci ha aiutati a leggere l‟opera di san Tommaso

alla luce delle fonti bibliche e patristiche, e ci ha offerto strumenti teolo-

gici per raccogliere le sfide morali del nostro tempo.

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CAPITOLO V

IL MINISTERO DELLA PAROLA

Formazione

128. [Raccomandazione] Raccomandiamo a tutte le entità dell‟Ordine di inviare

i nuovi missionari in qualche Istituto o programma di formazione missiona-

ria nei luoghi di destinazione o negli altri centri e scuole di missiologia, per

garantire una effettiva inculturazione, che si esprime nell‟apprendimento

della lingua e nell‟adeguato assorbimento della cultura che si pretende di

evangelizzare.

129. [Raccomandazione] Raccomandiamo che in tutti i centri di formazione

dell‟Ordine si includa lo studio della teologia della comunicazione come

preparazione per l‟esercizio del ministero della Parola.

Predicare ai bambini e ai giovani

130. Il Capitolo Generale di Avila nel 1986 ha individuato il mondo dei giova-

ni come una priorità della nostra missione (cf. ACG 1986 Avila nn. 67-

71).

131. In quanto predicatori di speranza siamo provocati a trovare vie creative ed

effettive di contatto con i giovani, ad incontrarli con rispetto e apertura,

ad ascoltare i loro più profondi desideri e aspirazioni, ad imparare le loro

realtà e il loro linguaggio ed a rispondere alla loro ricerca di significato

alla luce del Vangelo.

132. [Congratulazione] Ringraziamo i frati e le suore dell‟Ordine che sono già

impegnati in ogni genere di ministero a contatto con i bambini, gli adole-

scenti e i giovani.

133. [Raccomandazione] Riconoscendo il ruolo effettivo delle Istituzioni edu-

cative cattoliche, in particolare quelle amministrate dall‟Ordine, in quanto

luoghi di contatto e piattaforme di testimonianza del Vangelo di speranza,

raccomandiamo alle Province di sostenere la presenza e il ministero dei

frati nelle scuole cattoliche, nei collegi e università.

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Atti del Capitolo Generale Elettivo – Roma 2010

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134. [Raccomandazione] Per i medesimi motivi sopra presentati raccoman-

diamo alle entità dell‟Ordine, laddove è possibile, di stabilire ministeri

nei quali bambini, adolescenti o giovani si possano incontrare per attività

sociali, culturali educative e religiose.

135. [Congratulazioni] Riconoscendo la necessità di portare il messaggio del

Vangelo nel mondo delle scuole statali e private, nei collegi e università,

raccomandiamo il lavoro pastorale dei frati che in esso già operano come

insegnanti, cappellani ecc… e incoraggiamo altri a fare lo stesso laddove

è possibile.

Predicazione con i mezzi della comunicazione sociale

136. [Commissione] Demandiamo al Maestro dell‟Ordine il compito di nomi-

nare un promotore generale per le comunicazioni sociali da affiancare al

Socio per la vita apostolica; i suoi compiti comprenderanno tra l‟altro:

1. promuovere l‟uso dei mass media specialmente l‟uso di Internet

nelle diverse entità dell‟Ordine;

2. sostenere i frati già impegnati in questi ministeri e incoraggiarli a col-

laborare con altre entità;

3. elaborare un database di tutti i frati nell‟Ordine che sono impegnati

negli ambiti della radio, televisione, internet, stampa, produzione di

film e DVD;

4. elaborare un database di tutti i siti web domenicani con attenzione

alla predicazione della Parola;

5. radunare frati che operano nella produzione di film e DVD per esa-

minare come essi possano arricchire la missione dell‟Ordine (cf.

ACG 2004 Cracovia n. 96);

6. coordinare il lavoro del webmaster e tutti i lavori connessi a

internet.

137. [Congratulazioni] Ci congratuliamo con tutti i frati, suore e laici

dell‟Ordine che hanno sviluppato modi di predicazione creativi e innova-

tivi in internet offrendo ritiri on-line, insegnamento a distanza, counse-

ling, omelie e promozione di vocazioni. Riconosciamo che durante la

preparazione di questo Capitolo e durante i suoi lavori l‟uso creativo di

video e di internet ha mostrato una modalità di uso della moderna tecno-

logia in termini vantaggiosi.

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Capitolo V – Il ministero della Parola

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138. [Raccomandazione] Raccomandiamo ad ogni entità dell‟Ordine di dare ai

frati in formazione l‟opportunità di sviluppare le proprie abilità nell‟uso

responsabile delle moderne tecnologie (ACG Cracovia 2004 n.233) e di

prepararli per il loro impegno nell‟apostolato con i media.

139. [Raccomandazione] Il sito web dell‟Ordine è un mezzo di predicazione ed

offre anche informazioni sull‟Ordine. Per tale ragione deve essere acces-

sibile, attraente e presentato in modo professionale. Per assicurare che il

sito web rifletta il volto dell‟Ordine raccomandiamo che il Webmaster la-

vori sotto la direzione del Promotore per le comunicazioni sociali.

Collaborazione tra le entità

140. [Petizione] Nel momento attuale mentre vi sono entità - tra cui alcune di grande storia e tradizione - che si stanno indebolendo dal punto di vista numerico, altre si sono rafforzate. Chiediamo alle Province che abbondano di vocazioni di manifestare particolare attenzione alle possibilità di presen-za e di collaborazione di frati nelle entità che necessitano di aiuto. Questa collaborazione deve essere definita con un accordo chiaro che precisi le ca-ratteristiche richieste, le peculiarità della missione, i termini concordati per

il suo inizio e la verifica periodica. Tale collaborazione deve essere anche aperta ad altri rami della Famiglia Domenicana in modo tale da rafforzare la missione.

141. [Raccomandazione] Nel rispetto delle caratteristiche di ogni Vicariato e Provincia raccomandiamo a queste entità di condividere i carismi indi-viduali, come pure le risorse di mente, cuore e finanze; e dove le Province e i Vicariati condividono il medesimo territorio e area linguistica rac-comandiamo di orientare le necessità comuni nella collaborazione apo-stolica, nel mettere insieme personale e gruppi di insegnanti e nel rimuo-vere ostacoli che impediscono il movimento da una entità ad un‟altra.

Missioni

L‟Ordine in Africa

142. Dal 1976 IAOP è stata la struttura continentale che ha contribuito a svi-

luppare la collaborazione delle entità domenicane africane negli ambiti

della formazione, missione, scambio di studenti e superamento delle bar-

riere linguistiche promuovendo l‟apprendimento del francese e

dell‟inglese.

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Atti del Capitolo Generale Elettivo – Roma 2010

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143. [Petizione] Chiediamo al Maestro dell‟Ordine di promuovere e coordina-

re un appoggio continuato dell‟Ordine ai progetti stabiliti specialmente

per Sankofa in Yamoussoukro, l‟Istituto domenicano a Ibadan e la casa di

formazione a Kinshasa e per altri progetti apostolici in corso.

144. [Raccomandazione] Raccomandiamo a tutte le Province e ai Vicariati, in particolare a quelli in Africa, di sostenere la missione dei frati della casa di S. Guillaume Courtet nell‟Isola de La Réunion della Provincia di Tolo-sa - il cui territorio copre La Réunion, Madagascar, Mauritius, Seychelles, Comore - e collaborare nel loro piano di rafforzamento della presenza dell‟Ordine nell‟Oceano indiano.

145. [Petizione] Celebriamo come segno di vitalità dell‟Ordine, nel 2012, il

centenario della missione ininterrotta in Africa, che iniziò con la missione

nella Repubblica democratica del Congo. Altre entità hanno celebrato lì

50 anni di esistenza. Chiediamo ad altre Province di valutare la possibilità

di stabilire nuove fondazioni dell‟Ordine in Africa.

146. [Raccomandazione] Raccomandiamo alla Provincia di Portogallo di sti-

molare la presenza domenicana in Mozambico con qualcuno dei frati del-

la stessa Provincia e di altre entità che possano aggregarsi.

L‟Ordine in Haiti

147. [Petizione] Chiediamo al Maestro dell‟Ordine di promuovere la missione

a Haiti. Raccomandiamo alle Province di Tolosa e di Colombia di rag-

giungere un accordo per inviare frati al Vicariato di Haiti.

Collaborazione con la Famiglia Domenicana

148. I laici domenicani in quanto membri dell‟Ordine domenicano formano

una sola famiglia con le monache i frati e le suore e condividono la mis-

sione apostolica dell‟Ordine e della Chiesa. In quanto frati il nostro com-

pito è accogliere e coordinare la nostra missione di predicazione tra i

membri dell‟Ordine.

149. [Raccomandazione] Raccomandiamo ai diversi rami della Famiglia Do-

menicana di stabilire in ogni entità una scuola o laboratorio di predicazio-

ne aperto a tutti i membri della Famiglia Domenicana e ad altri, offrendo

loro formazione per divenire predicatori della Parola in tutte le sue forme:

liturgiche e non liturgiche secondo la vocazione di ciascuno.

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Capitolo V – Il ministero della Parola

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150. [Raccomandazione] Raccomandiamo ai responsabili della Famiglia Dome-

nicana nello stesso Paese o località di promuovere e facilitare un ritiro co-

mune o un‟assemblea per tutti i membri della Famiglia Domenicana alme-

no una volta ogni tre anni nelle entità dove ancora non si fa.

151. [Esortazione] Al fine di raggiungere i cuori di molti, specialmente dei

giovani, nella nostra predicazione, esortiamo tutti i membri della Famiglia

Domenicana ad utilizzare le arti, la musica, il teatro, le rappresentazioni,

la letteratura, facendo uso delle moderne tecnologie.

Volontariato Domenicano Internazionale

152. [Congratulazioni] Registriamo con piacere il decimo anniversario del Vo-

lontariato Domenicano Internazionale (DVI) come progetto missionario

comune della Famiglia Domenicana. Abbiamo potuto constatare i passi

realizzati per la fattibilità di questo progetto e siamo testimoni

dell‟impegno generoso dei volontari dei cinque continenti. Ci rallegriamo

con le comunità di invio e quelle di accoglienza dei volontari, elementi

fondamentali per la riuscita di questo progetto.

153. [Petizione] Chiediamo al Maestro dell‟Ordine di continuare a promuovere

DVI e alle nostre comunità di farsene carico inviando e accogliendo i vo-

lontari.

Collaborazione col Movimento Giovanile Domenicano

154. [Congratulazioni] Celebriamo con gioia il cammino del Movimento Gio-

vanile Domenicano, la sua crescita in alcuni luoghi dell‟Ordine e la sua

costituzione in nuovi paesi soprattutto durante gli ultimi dodici anni. Ri-

conosciamo come segno di speranza per l‟Ordine i gruppi di giovani che

lo costituiscono, che vivono la loro missione all‟interno della Famiglia

Domenicana, con diversità nei modi di appartenenza, ma uniti

nell‟opzione comune per i valori domenicani a partire dai quali hanno de-

ciso di vivere per Gesù Cristo come centro della propria vita.

155. [Esortazione] Esortiamo i frati affinché continuino a dare impulso, uniti a

tutta la Famiglia Domenicana, alla predicazione fra i giovani, offrendo la

propria collaborazione nell‟accompagnare i diversi gruppi uniti al Movi-

mento e appoggiando la creazione di altri nuovi.

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Atti del Capitolo Generale Elettivo – Roma 2010

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156. [Esortazione] Incoraggiamo i giovani del nostro Movimento ad appro-fondire sempre più l‟ideale di San Domenico e renderlo vita della propria vita, assumendo impegni di fondo come giovani predicatori nella Chiesa, con la parola e l‟esempio, a partire dalla compassione e dalla mi-sericordia. Li incoraggiamo anche ad approfondire la loro formazione, ad essere fonte di ispirazione per altri giovani, ad associarsi maggiormente con uno Statuto riconosciuto dalla Commissione Internazionale del IDYM, a costituire un fondo economico che aiuti la sua crescita e la sua orga-nizzazione, e a fortificare la comunicazione apostolica tra i suoi membri.

Salvaguardia della creazione

157. [Raccomandazione] Riconoscendo nel nostro mondo l‟immensità e la complessità dei problemi ecologici e riconoscendo le nuove aggressioni della scienza alla vita umana, raccomandiamo che ogni comunità nell‟Ordine dedichi un incontro di studio annuale per essere meglio in-formati riguardo all‟esistenza e alla natura di alcuni aspetti della salva-guardia della creazione (umana e non-umana) al fine di inserire tale que-stione in modo più efficace nella nostra predicazione.

158. [Esortazione] Riconoscendo i segni carichi di speranza della crescita dell‟etica ambientale e dell‟ecologia umana nel mondo secolare, esortia-mo i membri della Famiglia Domenicana ad entrare in un dialogo più pro-fondo con interlocutori competenti nella società riguardo a questi temi, al-la luce del concetto fondativo e profondo della Chiesa della salvaguardia della creazione.

159. [Raccomandazione] Raccomandiamo che il Reggente degli studi indivi-dui, incoraggi e sostenga alcuni frati a specializzarsi nei campi della scienza, dell‟etica medica e dell‟etica ambientale sia attraverso program-mi di studio sia nello stabilire centri dove è possibile, data l‟urgente ne-cessità per l‟evangelizzazione della cultura in questi ambiti.

160. [Esortazione] Riconoscendo la necessità di offrire una testimonianza cre-

dibile al mondo, di essere un segno di solidarietà con coloro che hanno

meno in un mondo spesso dominato dal consumismo, e per custodire la

creazione per le generazioni future, esortiamo i frati a porre attenzione nel

loro agire in comunità e nella vita di ministero a quei comportamenti che

hanno impatto sull‟ambiente (ad es. il riciclo di materiali, i mezzi di tra-

sporto, il controllo dei termostati, l‟uso dell‟elettricità e dell‟acqua,

l‟isolamento degli ambienti, le costruzioni ecologiche, il paesaggio).

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Capitolo V – Il ministero della Parola

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Dialogo inter-religioso

161. L‟importanza del dialogo inter-religioso è stata affermata da tutti gli ulti-

mi Capitoli generali (ACG 1986 Avila, n. 22 e ACG 2007 Bogotà, n. 82).

Nuovi elementi nel contesto odierno rendono il nostro impegno nel dialo-

go interreligioso ancor più importante di prima: essi sono la crescita della

violenza commessa in nome della religione che tocca i cristiani in molti

Paesi e l‟attivismo indebito di alcuni gruppi evangelicali.

162. [Raccomandazioni] Raccomandiamo che i formatori educhino i frati nel-

la formazione iniziale e successiva per dare loro almeno una conoscenza

di base delle altre religioni e per promuovere riflessioni sulla teologia del-

le religioni nelle nostre facoltà domenicane e centri di studio. Le risorse

dei nostri centri specializzati dovrebbero essere usate per questo scopo.

163. [Congratulazioni] Ci congratuliamo per il considerevole lavoro che molti

frati individualmente e istituti specializzati dell‟Ordine stanno condu-

cendo nell‟ambito del dialogo con le culture e con le religioni, special-

mente con l‟Islam, divenuto sempre più necessario negli ultimi anni.

164. [Raccomandazione] Raccomandiamo alle Province di sostenere i seguenti

Istituti dal punto di vista finanziario e con risorse umane: IDEO (Istituto

domenicano per gli studi orientali, Cairo), comunità di Istanbul (Turchia),

Centro per la Pace (Lahore, Pakistan), CRID (Centro di Ricerche e dialo-

go interreligioso, Pontianak, Indonesia), Cattedra delle tre religioni (Va-

lencia, Spagna), S. Tommaso (Avila, Spagna).

165. [Esortazione] Esortiamo i Soci per la vita apostolica e per la vita intellet-

tuale a continuare ad organizzare le «Journées Romaines Dominicaines»

dove frati e suore impegnati nel dialogo interreligioso con l‟Islam e altre

grandi religioni hanno l‟occasione di incontrarsi ogni quattro anni. Chie-

diamo loro anche in questi incontri di informare i partecipanti sulla situa-

zione dei luoghi dove sono richieste risorse umane e materiali come la I-

slamic Studies Library presso l‟Istituto Domenicano di Ibadan (Nigeria).

Giustizia e pace

166. [Petizione] Chiediamo al Co-Promotore Generale di Giustizia e Pace di

costituire un‟efficace rete internazionale di informazione, che promuova

lo scambio all‟interno della Famiglia Domenicana e con la Curia a S. Sa-

bina, entro gennaio 2012.

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Atti del Capitolo Generale Elettivo – Roma 2010

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167. [Ordinazione] Ordiniamo che la Commissione Internazionale di Giustizia

e Pace compili un elenco dei compiti e obiettivi precisi per i Promotori

Generali, Regionali e Provinciali (ACG 2007 Bogotà n.69), specifichi la

divisione del lavoro tra i due Co-Promotori Generali e presenti tutto que-

sto al Consiglio generale per l‟approvazione entro maggio 2011.

168. [Raccomandazione] Raccomandiamo che la Commissione Internazionale

di Giustizia e Pace guidi una riflessione teologica e una discussione in

tutte le entità dell‟Ordine per il prossimo Capitolo Generale sulla tradi-

zione domenicana dell‟apostolato di Giustizia e Pace, considerando le tre

principali priorità stabilite attualmente dalla Commissione.

Studi regionali su situazioni di conflitto

169. [Petizione] Chiediamo ai Soci del Maestro dell‟Ordine per le diverse re-

gioni che promuovano in ognuna di esse uno studio teologico sulla situa-

zione di conflitto che esiste in quella regione, perché si ascolti la voce

dell‟Ordine in favore della pace, della giustizia sociale e dell‟armonia tra

i popoli.

Scuole di predicazione

170. [Petizione] Chiediamo al Socio per la vita intellettuale dell‟Ordine di

promuovere la creazione di scuole o centri di predicazione nell‟Ordine,

favorendo la comunicazione tra di essi. Ugualmente si incarichi di creare

nella pagina web dell‟Ordine un link per offrire a tutta la Famiglia Do-

menicana documentazione sulla formazione per la predicazione, che in-

cluda informazioni su detti centri di predicazione esistenti nell‟Ordine.

V centenario della predica di Montesinos

171. [Petizione] Chiediamo ai frati di tutto l‟Ordine che per la IV domenica di

Avvento del 2011 in tutte le chiese dipendenti dall‟Ordine si legga o si

predichi sul sermone pronunciato da Antonio Montesinos a la Espaniola

nella IV domenica di Avvento del 1511: sia una sorta di memoria collet-

tiva di tale avvenimento in cui, a nome della Chiesa, fu difesa la dignità

umana.

Cuba

172. [Petizione] In considerazione del successo dell‟Aula e del Centro Fr. Bar-

tolomé del las Casa a Cuba, luogo di riflessione e dialogo interculturale in

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Capitolo V – Il ministero della Parola

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funzione da 12 anni, chiediamo alle entità in grado di farlo, di offrire la

loro collaborazione a questo progetto.

Le migrazioni

173. Dichiariamo che uno dei segni dei tempi attuali è la migrazione, sia a li-

vello internazionale sia all‟interno dei singoli Paesi. Questo fenomeno in-

cide nel mutamento sociale, economico, politico culturale e religioso dei

popoli, dell‟umanità. Oggi, la domanda di Montesinos: «questi, non sono

uomini?» acquista maggior vigore e si fa universale di fronte alla amplis-

sima mobilità umana che è percepita e affrontata in modi molto diversi,

dall‟accoglienza e solidarietà fino alla xenofobia.

174. [Congratulazioni] Valutiamo positivamente le diverse iniziative di studio

del fenomeno e di accompagnamento dei migranti, specialmente quando

esse sono compiute in collaborazione tra diverse entità dell‟Ordine, della

Famiglia Domenicana e con altre istanze ecclesiali.

175. [Esortazione] Esortiamo tutti i frati a sviluppare una particolare sensibili-tà che tenga presente non solo la tragica condizione di molti migranti, ma anche le loro speranze e i loro apporti alle società che li ricevono. La no-stra itineranza dovrebbe renderci più capaci di identificarci con i migranti e camminare con loro; così le nostre diverse forme di predicazione do-vranno promuovere la inclusione e i diritti umani fondamentali ed evitare qualsiasi stereotipo che possa in qualche modo disumanizzare l‟altro. È importante riconoscere e approfondire le forme nelle quali la migrazione sta trasformando, arricchendo e interpellando la Chiesa e l‟Ordine per po-ter annunciare il Vangelo a tutte le genti e proclamare che Dio non fa pre-ferenza né di persone né di culture.

Popoli indigenti

176. Nel commemorare i 500 anni dell‟arrivo dell‟Ordine nel «Nuovo Mondo»

e riconoscendo che la predicazione della prima comunità a La Hispaniola

segnò un processo di riconoscimento dei popoli originari (indigeni):

177. [Congratulazioni] Ci rallegriamo con tutti i frati e con la Famiglia Domeni-

cana e li incoraggiamo perché continuino con entusiasmo e impegno la loro

predicazione missionaria in questi luoghi e con i popoli indigeni.

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Atti del Capitolo Generale Elettivo – Roma 2010

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178. [Congratulazioni] Ci rallegriamo in modo particolare con i frati che

promuovono dialoghi inter- e intra-culturali in centri di ricerca antro-

pologici e teologici, come ad es. il Centro di studi Ak‟kutan fra Barto-

lomé de Las Casas in Alta Vera Paz - Guatemala, e in altri centri simili in

America dove i domenicani cercano di contemplare meglio il volto di

Cristo a partire dall‟esperienza storica e attuale dei popoli autoctoni.

179. [Petizione] Chiediamo ai Superiori maggiori nel cui territorio si trovano

queste missioni, a non lesinare sforzi per continuare ad appoggiare i frati

e le comunità che accompagnano con generosità i popoli indigeni.

180. [Petizione] Chiediamo ai Priori provinciali, Vice-provinciali e ai Vicari

delle missioni tra i popoli indigeni di diffondere la conoscenza del lavoro

che si compie, al fine di mantenere viva la presenza dell‟Ordine in questi

luoghi e motivare altri frati a collaborare per un tempo determinato in

queste missioni.

Ministero parrocchiale

181. [Esortazione] La nostra presenza nelle parrocchie è un tema che richiede

ancora una riflessione. Il Capitolo Generale di Roma 1983 nn. 38-42 ha

trattato con ampiezza il tema delle parrocchie domenicane. Esortiamo i

frati a studiare di nuovo questa documentazione ancora vigente.

182. [Raccomandazione] Raccomandiamo alle nostre comunità che hanno la

cura delle parrocchie di promuovere come elementi prioritari della mis-

sione domenicana in queste comunità: il ministero della Parola, la forma-

zione biblica e teologica dei laici e la vita consacrata, l‟impegno evange-

lico con i più poveri e la vicinanza a coloro che si sono allontanati dalla

Chiesa. Nello stesso tempo favoriscano la collaborazione apostolica con

altri ambiti di predicazione delle chiese particolari, specialmente la pasto-

rale sociale, l‟impegno per i diritti umani, l‟appoggio ad alcune pastorali

specializzate e la formazione teologica degli operatori pastorali.

183. [Raccomandazione] Dato che il nostro apostolato è per propria natura

comunitario, raccomandiamo ai frati che lavorano nelle parrocchie di raf-

forzare la collaborazione con la Famiglia Domenicana, di curare la digni-

tà della liturgia, di armonizzare il loro servizio apostolico al popolo di

Dio con le esigenze della vita conventuale e di fare di questa missione un

lavoro che sia visibilmente comunitario.

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Capitolo V – Il ministero della Parola

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184. [Raccomandazione] Raccomandiamo ai Priori provinciali e ai loro consi-

gli di studiare in modo dettagliato le necessità reali di una chiesa partico-

lare per accettare o meno una parrocchia o per mantenere la presenza in

alcune di esse. Allo stesso modo raccomandiamo loro di assicurare un

impegno apostolico realmente comunitario.

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CAPITOLO VI

LA FORMAZIONE

185. Il fine della nostra formazione è la preparazione di un predicatore dome-

nicano. La peculiare predicazione domenicana deve essere il punto di ri-

ferimento creativo di tutti gli altri aspetti della formazione umana, spiritu-

ale, intellettuale e pastorale. Lo zelo comune nel condividere i frutti della

contemplazione della Parola Dio fornisce l‟ambiente in cui tutti noi cre-

sciamo come predicatori, costituisce una cultura di missione.

186. [Ordinazione] In vista della formazione di un predicatore domenicano,

ordiniamo che i formatori e le loro équipes di formazione leggano ed ap-

plichino gli Atti del Capitolo di Cracovia sulle vocazioni e la formazione

(c. 5) e la Lettera ad un formatore del Capitolo di Bogotà (c. 5). In conti-

nuità con quanto affermarono i nostri confratelli al Capitolo di Bogotà, li

incoraggiamo “a familiarizzare con la ricca documentazione dell‟Ordine

sulle vocazioni e la formazione” (ACG 2007 Bogotà, n.197).

187. [Congratulazione] Lodiamo il buon lavoro attualmente svolto nella mis-

sione della formazione dei predicatori domenicani a tutti i livelli. Deside-

riamo di seguito presentare alcuni mezzi per sviluppare il lavoro dei Capi-

toli di Cracovia e Bogotà sulla formazione.

Il promotore delle vocazioni e l’ammissione dei candidati

188. La cura delle vocazioni rafforza il nostro lavoro pastorale con i giovani,

incita i giovani frati a prender parte ad attività di promozione della voca-

zione, stimola la collaborazione della Famiglia Domenicana ed in partico-

lare le preghiere delle nostre monache. Inoltre incoraggia la nostra comu-

nità a vivere visibilmente le ampie dimensioni della vita domenicana

(LCO, 165.1).

189. [Ordinazione] Basandoci sull‟esperienza positiva di diverse entità

dell‟Ordine, ordiniamo che sia nominato un Promotore delle vocazioni in

ogni Provincia, Vice-Provincia e Vicariato (ACG 2004 Cracovia, n. 265).

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Atti del Capitolo Generale Elettivo – Roma 2010

68

Se possibile, la promozione e direzione delle vocazioni dovrebbe essere il

suo compito primario.

190. [Esortazione] Data la diversità dei candidati che oggi entrano nell‟Ordine,

in relazione all‟età, al bagaglio teologico e culturale, esortiamo i Promo-

tori delle vocazioni e le Commissioni addette alle ammissioni, a verificare

adeguatamente l‟idoneità dei candidati prima di ammetterli alla nostra

particolare forma di vita consacrata domenicana. Non possiamo chiedere

ai candidati «di essere perfettamente motivati, piuttosto dovrebbero avere

la capacità di maturare in modo graduale e di integrarsi gioiosamente nel-

lo stile di vita che professiamo». (ACG 2004 Cracovia, n. 263).

La formazione dei formatori

191. [Raccomandazione] Raccomandiamo al Maestro dell‟Ordine di istituire

un corso di orientamento per nuovi formatori (sia per i maestri dei novizi

che degli studenti), così che anch‟essi, come formatori, possano essere

formati nel contesto del nostro comune carisma domenicano, della nostra

legge e della nostra missione. (ACG 2004 Cracovia, n. 274).

192. [Raccomandazione] Raccomandiamo che si svolga un regolare incontro

regionale di tutti i formatori (ACG 2004, n. 272; ACG 2007 Bogotà, n.

219). Questo incontro dovrebbe creare un forum in cui discutere temati-

che relative alla formazione comune ed aprire strade per una profonda

collaborazione nella regione.

La comunità di formazione

193. [Esortazione] In armonia con Bogotà n. 216, esortiamo i Priori Provincia-

li, Vice-Provinciali e Vicari Generali con i loro rispettivi consigli in ogni

entità, ad esaminare regolarmente la comunità di formazione e l‟ambiente

nel quale si svolge la formazione, ed a garantire la necessaria conformità

fra la vita che diciamo di vivere e quella che effettivamente viviamo.

194. [Raccomandazione] Una casa di formazione ha tanto il dovere, quanto il

piacere di educare i frati nella funzione del governo domenicano. Quindi

si raccomanda la pratica, già stabilita nelle case di formazione di diverse

Province, di coinvolgere coloro che hanno voti semplici in incontri di

comunità diversi dal Capitolo Conventuale (LCO 6-7).

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Capitolo VI – La formazione

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L’autentica formazione intellettuale domenicana

195. [Raccomandazione] Al fine di promuovere un‟autentica formazione intel-

lettuale domenicana, specialmente là dove non siano presenti Centri cul-

turali domenicani, si raccomanda la collaborazione fra le varie entità

dell‟Ordine.

196. [Esortazione] Esortiamo il Socio per la vita intellettuale a facilitare questa

collaborazione in cooperazione con i Soci delle regioni interessate e con i

Reggenti degli studi. Fra le varie risorse condivise potrebbe esserci lo

scambio di professori domenicani fra le varie entità.

197. [Esortazione] Esortiamo formatori e professori ad essere generosi se e

quando richiesti per il servizio a monache, sorelle e laici domenicani.

I Frati cooperatori

198. [Esortazione] Esortiamo i formatori dei frati cooperatori a studiare e met-

tere in pratica LCO 217-220, ACG 2004 Cracovia, nn. 248-259, affinché i

frati cooperatori possano svolgere il loro preciso ruolo nell‟apostolato di

predicazione dell‟Ordine e la loro specifica parte nella vita e nel governo

delle nostre comunità.

La formazione permanente

199. [Esortazione] Esortiamo tutti i frati ad acquisire le capacità richieste nella

pratica pastorale contemporanea della Chiesa. Oggigiorno è necessario, in

relazione alla formazione iniziale e permanente, porre profonda attenzio-

ne ai problemi della vera maturità, della sessualità, delle tendenze com-

portamentali e del voto di castità. La formazione permanente dovrebbe

promuovere una consapevolezza della distinzione fra la familiarità e quei

limiti professionali e ministeriali, che sono essenziali per un efficace mi-

nistero oggi. (ACG 2007 Bogotà, n.223).

200. [Esortazione] Riconoscendo che la formazione per un domenicano non ha

mai fine, poiché è sempre in crescita, esortiamo ogni frate a coltivare una

genuina maturità personale, la pratica della preghiera, la fedeltà ai voti, la

vita comune, lo studio continuo ed una attiva solidarietà con i poveri. Tut-

ti questi elementi sono necessari per essere un “predicatore di grazia” e

un vero testimone.

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CAPITOLO VII

IL GOVERNO

Ristrutturare le entità dell’Ordine

201. [Commissione/Ordinazione] Ordiniamo che il Maestro dell‟Ordine e tutti

i frati delle entità interessate inizino un processo di riorganizzazione delle

strutture di governo, al fine di promuovere la missione apostolica ed una

regolare osservanza dei frati. Alla fine di questo processo, che dovrebbe

essere completato entro il 2016, ci saranno, come entità autonome

dell‟Ordine, solamente Province e Vice-Province. Esisteranno anche con-

venti e case sotto l‟immediata giurisdizione del Maestro dell‟Ordine. A

livello provinciale, in aggiunta ai conventi ed alle case nei territori delle

province, alcune province avranno Vicariati Provinciali, così come con-

venti e case fuori dal territorio della provincia. Alla luce di questa ridu-

zione delle tipologie di entità presenti nell‟Ordine, tutti i Vicariati Gene-

rali esistenti devono seguire la procedura suggerita al n. 206. Inoltre tutti i

Vicariati Regionali attualmente esistenti dovranno essere nominati alla fi-

ne di questo processo Vicariati Provinciali. I conventi o case che alla fine

del processo non sono integrati in una Provincia o in un Vicariato Provin-

ciale, saranno riconosciute come comunità fuori dal territorio della pro-

vincia. Il Priore Provinciale, il Vice-provinciale devono fare una visita

annuale a queste comunità e possono nominare un Vicario per tali con-

venti e case. (cf. LCO 345).

Emendamenti alle strutture dell’Ordine e transizione alle nuove strutture

202. [Commissione] Dato che le modifiche definitive della Costituzione

dell‟Ordine richiedono l‟approvazione di tre Capitoli Generali, l‟attuazione

della riorganizzazione delineata nella Disposizione n. 201 non avrà effetto

fino al 2016. Tuttavia sarà necessario un periodo di transizione con norme

concrete e procedure esistenti. Dunque si dà incarico al Maestro

dell‟Ordine di:

1. preparare una lista di ordinazioni del LCO che dovrebbero esse-

re modificate dai prossimi due Capitoli Generali fino a quando

questa riorganizzazione sarà definitivamente approvata;

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Atti del Capitolo Generale Elettivo – Roma 2010

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2. offrire assistenza ed indicazioni concrete alle Province ed ai Vi-

cariati coinvolti in questa riorganizzazione.

203. [Ordinazione] A questo scopo cominciamo con la seguente disposizione:

1. LCO 257 § I, 1, che due terzi dei vocali (25) siano affiliati alla

Vice-Provincia non appena costituita;

2. LCO 407 § I, 7 e LCO 409-bis, il numero “venti” (20) sia cam-

biato in “venticinque” (25).

Vicariati: Generali e Provinciali

204. [Ordinazione] Ordiniamo che il Maestro ed il suo consiglio non costitui-

scano ulteriori Vicariati Generali.

205. [Ordinazione] Al fine di rafforzare la vita e la missione domenicana, or-

diniamo che dal 2016 tutti i Vicariati Generali si conformino ad una delle

entità dell‟Ordine esposte nella Ordinazione n.201. Ogni Vicariato Gene-

rale dovrà iniziare un processo, con l‟assistenza di un Socio del Maestro

dell‟Ordine, al fine di determinare quale struttura giuridica possa meglio

rafforzare lo stile di vita e la missione domenicana.

206. [Raccomandazione] Raccomandiamo ai Vicariati Generali di attuare le

seguenti procedure in modo da potersi adeguare entro il 2016 alla riorga-

nizzazione esposta nella Ordinazione n.201.

1. Se il Vicariato Generale possiede il numero di frati e conventi

richiesto, può richiedere di diventare una Vice-Provincia. Se il

numero di frati e conventi è insufficiente per diventare una Vi-

ce-Provincia, il Vicariato Generale può integrarsi in un‟altra

Provincia, o diventare un Vicariato Provinciale o una o più case

di una Provincia extra territorium.

2. Il Vicariato Generale si unisca con una o più entità per divenire

una Vice-Provincia o un Vicariato Provinciale più forte.

3. Durante questo periodo di transizione, tutti i Vicari Generali e

Soci del Maestro, coinvolti in tale processo, devono essere invi-

tati ad incontrarsi con il Maestro dell‟Ordine per discutere ri-

guardo alle loro scelte e agli aspetti problematici.

4. Per ogni Vicariato Generale il processo dovrà essere valutato

annualmente con un rapporto scritto inviato dal Vicario Genera-

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Capitolo VII – Il governo

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le al Maestro dell‟Ordine in modo tale che possano essere offer-

ti aiuto e assistenza nel periodo di transizione.

5. Gli statuti dei Vicariati Generali dovranno essere rivisti alla luce

della riorganizzazione esposta nella ordinazione n.201 e della enti-

tà alla quale si conformeranno a partire dal 2016.

207. [Raccomandazione] Raccomandiamo che una Provincia con un Vicariato

Provinciale con meno di 15 vocali o senza un convento intraprenda un

processo con i frati di quel Vicariato, che deve essere completato entro il

2016 al fine di determinare quale struttura giuridica sia la più adatta a raf-

forzare la sua vita e la sua missione domenicana. Il Vicariato Provinciale

può essere rafforzato per raggiungere i requisiti proposti per un Vicariato

Provinciale, oppure può integrarsi direttamente in un‟altra Provincia o

fondersi con una o più entità per diventare una Vice-Provincia o un Vica-

riato Provinciale più forte. In quanto parte di questo processo gli statuti

provinciali e vicariali dovranno essere rivisti e corretti secondo necessità.

Altrimenti, il Vicariato Provinciale può diventare una o più case di una

Provincia extra territorium. In tal caso, gli statuti del Vicariato Provincia-

le devono essere aboliti.

Province e Vice-Province

208. [Ordinazione] Al fine di rafforzare la vita domenicana e la missione, or-

diniamo che entro il 2016 le Province e Vice-Province, dove sia il caso, si

conformino ad una delle entità dell‟Ordine descritte nella Ordinazione n.

201. Ogni Provincia o Vice-Provincia deve iniziare un processo con

l‟assistenza di un Socio del Maestro dell‟Ordine per determinare quale

struttura giuridica rafforzerebbe al meglio il suo stile di vita e la missione

domenicana.

209. [Raccomandazione] Raccomandiamo il seguente percorso alle Province (e

se adeguato alle Vice-Province) al fine di conformarsi entro il 2016 alla ri-

organizzazione descritta nell‟Ordinazione n. 201:

1. se la Provincia non ha un numero sufficiente di frati o di con-

venti per restare una Provincia può diventare una Vice-

Provincia o un Vicariato Provinciale. Nel caso che non posseg-

ga i requisiti di un Vicariato Provinciale, può diventare una o

più case di una Provincia extra territorium;

2. la Provincia può fondersi con una o più entità per restare una

Provincia o divenire una Vice-Provincia;

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Atti del Capitolo Generale Elettivo – Roma 2010

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3. durante questo tempo di transizione, tutti i Priori provinciali e i

Soci del Maestro coinvolti in tale processo dovranno essere in-

vitati ad un incontro con il Maestro dell‟Ordine al fine di discu-

tere le loro opzioni e aspetti problematici;

4. il processo per ogni Provincia dovrà essere valutato ogni anno

in un rapporto scritto da inviare da parte del Priore Provinciale

al Maestro dell‟Ordine in modo tale che in questo tempo di

transizione possano essere offerti alla Provincia sostegno e assi-

stenza;

5. nel caso in cui cambi la struttura giuridica della Provincia o Vi-

ce-Provincia, gli statuti dell‟entità devono essere rivisti per es-

sere conformati alla nuova struttura giuridica entro il 2016.

Riconfigurazione delle Regioni

Bolivia

210. [Ordinazione] Riconoscendo il progresso di collaborazione in atto tra i

frati di entrambi i Vicariati, ordiniamo che le Province di Teutonia e di S.

Alberto Magno, USA, intraprendano i passi richiesti per stabilire strutture

fraterne, apostoliche, amministrative e economiche in vista della erezione

di una Vice-Provincia in Bolivia per il 2013.

Venezuela

211. [Petizione] Riconoscendo il progresso fatto nell‟integrazione dei frati del

Progetto Comune nella Provincia di Nostra Signora del Rosario in Vene-

zuela, chiediamo al Priore Provinciale di quella Provincia di continuare

ad accompagnare i frati soprattutto negli studi istituzionali e complemen-

tari, nella vita comunitaria e nell‟apostolato in vista di giungere

all‟obiettivo di una eventuale Vice-Provincia del Venezuela. Similmente

chiediamo al Priore Provinciale della Provincia Betica di sondare con i

frati del suo Vicariato vie di collaborazione per mezzo di assegnazioni, in

una qualsiasi delle forme descritte nelle Costituzioni, mantenendo affilia-

zione alle rispettive Province di origine, oppure offrendo alcune delle loro

case per sistemare uno dei momenti della formazione, o per mezzo di altri

strumenti.

Caraibi

212. [Congratulazioni] Ci congratuliamo per l‟iniziativa dei frati del Vicariato

Generale di Puerto Rico di esplorare l‟opzione di integrarsi in una delle

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Capitolo VII – Il governo

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Province degli Stati Uniti di America; ed incoraggiamo tale processo che

è in linea con quanto è stato detto in questo Capitolo riguardo alle opzioni

da prendersi da parte di tutti i Vicariati Generali dell‟Ordine.

213. [Petizione] Riguardo ai Vicariati anglofoni della Provincia di Inghilterra e

della Provincia di Irlanda, chiediamo:

1. che i due Priori Provinciali rafforzino i legami tra i Vicariati e le

Province di origine; che promuovano e sostengano la vita co-

mune e i progetti comuni in un modo solidale e impegnato così

da rafforzare lo stile di vita e missione domenicana;

2. che ogni anno i Vicari Provinciali con i loro consigli si incon-

trino per pianificare una comune collaborazione apostolica e in-

tervicariale, allo scopo di integrarsi in un unico Vicariato Pro-

vinciale.

214. [Petizione] Chiediamo ai Vicari Provinciali della Repubblica Dominicana e

Cuba con i loro consigli di collaborare maggiormente in vista di divenire

un unico Vicariato Provinciale in accordo con il processo delle loro Provin-

ce di origine in Spagna. Inoltre sosteniamo la loro attuale collaborazione

nei progetti di formazione e nei centri di vita intellettuale. Queste entità

continueranno a richiedere aiuto economico alle loro Province al fine di far

progredire la loro missione.

215. [Petizione] Chiediamo al Priore Provinciale della Provincia di Tolosa di

sviluppare una piena vita domenicana a Haiti mediante l‟incremento della

partecipazione dei frati haitiani nella vita del Vicariato come anche con il

supporto di altre Province e Vicariati come Colombia e Repubblica de-

mocratica del Congo. Chiediamo anche al Priore Provinciale di rafforzare

la collaborazione con i Vicariati della Repubblica Dominicana e di Cuba.

216. [Raccomandazione] Raccomandiamo un incontro annuale tra i Vicari nella

regione con il Socio per l‟America latina e Caraibi al fine di esplorare mo-

dalità di collaborazione e ministero apostolico.

Penisola Iberica

217. [Congratulazioni] Ci congratuliamo con i frati della Penisola Iberica (JIP)

per la loro partecipazione al Progetto 2016 in vista di giungere ad una

nuova entità domenicana che rafforzerà la vita domenicana e la missione

nella regione.

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Atti del Capitolo Generale Elettivo – Roma 2010

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Congresso dei Frati cooperatori

218. [Petizione] Chiediamo al Maestro dell‟Ordine di nominare un comitato di

frati cooperatori per organizzare un congresso internazionale dei frati coo-

peratori con l‟obiettivo di una revisione e di un rinnovamento della voca-

zione e del ministero del frate cooperatore domenicano nel nostro tempo.

Governo delle Istituzioni accademiche

219. [Commissione] Incarichiamo il Maestro dell‟Ordine di nominare una

commissione per formulare misure concrete richieste per il trasferimento

dell‟Università di Santo Tomas (UST) Manila alla giurisdizione della

Provincia Domenicana delle Filippine, come deciso nel n. 120 degli AGC

Caleruega. Il lavoro di questa commissione dev‟essere completato e sot-

toposto al Maestro dell‟Ordine e del suo consiglio per approvazione e in-

tegrazioni entro il 2013.

220. [Commissione] Incarichiamo il Maestro dell‟Ordine di proporre cambia-

menti negli Statuti della Università Pontificia di S. Tommaso d‟ Aquino

(PUST), all‟interno dell‟attuale processo di riscrittura degli Statuti della

PUST. Questi cambiamenti potranno includere i seguenti punti:

1. la creazione di un Consiglio di garanti, i cui membri siano no-

minati dal Maestro dell‟Ordine in qualità di Gran Cancelliere

dell‟Università. La nomina dei membri sia basata

sull‟esperienza e abilità nell‟offrire un contributo di competenza

professionale nel governo dell‟Università, inclusi gli ambiti delle

finanze, del personale, dell‟organizzazione e pianificazione.

2. la nomina di un Vice Cancelliere per l‟Università che potrebbe

fungere da moderatore del Consiglio di garanti.

Governo delle Comunità locali

221. [Ordinazione] Ordiniamo che per l‟approvazione del Sindaco conventuale

da parte del Priore Provinciale siano apportai i seguenti cambiamenti in

LCO 328:

§ II. – Sia istituito dal Priore con il consenso del Consiglio conven-

tuale e con l‟approvazione del Priore Provinciale.

§ III. – Sia istituito per tre anni, e possa essere istituito per un altro

triennio immediatamente successivo, ma non per un terzo, tranne in

casi di necessità.

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Capitolo VII – Il governo

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Visite canoniche del Maestro dell’Ordine

222. [Petizione] Nel corso dei nove anni del mandato di Maestro dell‟Ordine

sono previste due visite canoniche in ogni entità (LCO 398 § II). Chie-

diamo che una sia compiuta sotto la presidenza del Maestro dell‟Ordine,

accompagnato di preferenza dal Socio legato all‟entità, l‟altra sia compiu-

ta in via ordinaria sotto la presidenza del Socio legato all‟entità, accom-

pagnato da un altro frate che non necessariamente debba essere un mem-

bro della Curia generalizia.

Organizzazione della visita presieduta dal Maestro dell‟Ordine

223. Almeno con sei mesi di anticipo un questionario è inviato al Provinciale e

discusso nel suo consiglio. Il Provinciale invia un breve rapporto in cui

sono trattate le seguenti questioni:

1. numero dei frati, numero di conventi e case, demografia

dell‟entità;

2. tipi di attività apostoliche;

3. sfide da rilevare;

4. strutture di formazione religiosa e intellettuale;

5. agenda proposta per la visita.

Durante la visita:

6. incontro delle comunità e dei frati secondo le modalità precisate

dal Maestro dell‟Ordine;

7. incontro con le diverse istituzioni provinciali (consigli, commis-

sioni e altro);

8. incontro informale della Famiglia domenicana;

9. visita di un monastero.

Nella misura del possibile, al fine di assicurare una più grande unità della

Provincia con le sue diverse entità, i Vicariati Provinciali e Regionali so-

no visitati nel corso della medesima visita canonica da un frate nominato

dal Maestro dell‟Ordine. Inoltre sempre nella misura del possibile, il Ma-

estro dell‟Ordine o un suo delegato faranno una visita alle altre Province

della regione che condividono progetti comuni.

Le conclusioni saranno inviate nel mese che segue la visita.

Il Socio legato all‟entità vigilerà per assicurare il regolare svolgimento

della visita canonica.

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Atti del Capitolo Generale Elettivo – Roma 2010

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Organizzazione della visita presieduta da un Socio o da un altro frate

224. Almeno sei mesi prima, un questionario è inviato al Provinciale (vedi sopra).

Durante la visita:

1. incontro con ciascuna comunità;

2. incontro dei frati che lo desiderano secondo le modalità decise

dal frate che presiede la visita;

3. incontro delle diverse istituzioni della Provincia.

Le conclusioni saranno inviate nel mese seguente alla visita.

Il Socio legato all‟entità vigilerà per assicurare il regolare svolgimento

della visita canonica.

Visite canoniche del Priore Provinciale

225. [Esortazione] Ricordiamo ai Priori provinciali la necessità di visitare ca-

nonicamente le loro case di formazione ogni anno e le loro comunità due

volte durante il loro mandato (LCO 340). Per quel che riguarda la ricezio-

ne delle conclusioni della visita canonica, il Capitolo Generale di Provi-

dence ha proposto una procedura (ACG 2001 Providence, n. 457).

Procedure per l’elezione del Maestro dell’Ordine

226. [Commissione] Affidiamo al Maestro dell‟Ordine il compito di provvede-

re a far sì che prima del prossimo Capitolo Generale elettivo sia inviato ai

capitolari un testo di procedura riguardo all‟elezione del Maestro

dell‟Ordine. Questo testo potrebbe ispirarsi al testo qui di seguito stabilito

a partire dall‟esperienza dei precedenti Capitoli elettivi.

Sessioni in gruppi linguistici

227. [Raccomandazione] Tre sessioni in gruppi linguistici sono organizzate prima del tractatus. Il presidente di ogni gruppo linguistico è nominato

dal presidente del Capitolo.

Nel corso della prima sessione:

1. i frati sono invitati a scrivere il nome o i nomi dei frati che desi-

derano sottoporre alla discussione;

2. il presidente enuncia i nomi proposti in ordine alfabetico dando

il numero per ciascun nome;

3. il presidente invita in seguito il gruppo a discutere su ciascuno

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Capitolo VII – Il governo

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dei nomi, sempre in ordine alfabetico;

4. al termine della discussione, ogni frate propone, per iscritto, al

massimo tre nomi di frati che egli desidera ascoltare nella terza

sessione del gruppo linguistico;

5. al momento dell‟incontro del gruppo di coordinamento, ogni

gruppo linguistico presenta al presidente del Capitolo i nomi

scelti da ogni gruppo come anche il numero di menzioni per o-

gni frate;

6. quando tutti i nomi sono conosciuti, il presidente del Capitolo

con il comitato di coordinamento stabilisce la lista dei frati

menzionati per trasmetterla ai gruppi linguistici;

7. se la lista compilata contenesse nomi di frati che non sono pre-

senti al Capitolo, saranno convocati quelli che il comitato di co-

ordinamento avrà deciso a maggioranza di invitare.

Nel corso della seconda sessione:

8. la lista è trasmessa ai gruppi linguistici che sceglieranno per i-

scritto, per ascoltarli, i cinque frati che avranno ottenuto un nu-

mero più alto di menzioni;

9. il segretario generale organizza l‟agenda delle visite nei diversi

gruppi.

Nel corso della terza sessione:

10. i frati ascoltano i diversi frati invitati e pongono loro le doman-

de che desiderano;

11. al termine di questa discussione, il gruppo decide nuovamente

per iscritto i nomi dei frati che propone per la discussione al

momento del tractatus. Questa lista sarà in seguito consegnata al

presidente del Capitolo per scritto.

Il tractatus

228. Il tractatus inizia con una preghiera.

Il presidente del Capitolo presiede il tractatus. Questo tractatus è animato

da un moderatore assistito da un secondo moderatore.

Il presidente comunica la lista dei frati già proposti nei gruppi linguistici e

invita i capitolari a proporre altri nomi se lo desiderano.

I frati proposti, in ordine alfabetico secondo il cognome, dispongono, se

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Atti del Capitolo Generale Elettivo – Roma 2010

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lo desiderano, di quindici minuti al massimo di presentazione davanti ai

capitolari, sulla base di alcune domande comuni a tutti e definite dal co-

mitato di coordinamento.

Dopo questa presentazione, il frate in questione è pregato di lasciare

l‟assemblea e si apre una discussione per periodi di quindici minuti rin-

novabili a richiesta della maggioranza dei capitolari.Ogni capitolare di-

spone di un massimo di tre minuti per esprimere la sua opinione.

Quando questa discussione è terminata il frate è invitato a rientrare nella

sala se è capitolare e la procedura prosegue finché tutti i frati proposti so-

no stati incontrati.

Il tractatus si conclude con una breve preghiera a San Domenico.

Ricezione degli Atti dei Capitoli Generali

229. [Esortazione] Esortiamo i Priori provinciali e i loro consigli a trovare i

mezzi efficaci non solamente per tradurre e diffondere gli Atti dei Ca-

pitoli generali, ma anche per far conoscere e applicare il loro contenu-

to ai conventi e case delle loro Province, Vice-Province e Vicariati

(ACG Bogotà, n.227).

La Curia generalizia

230. [Commissione] Perché la Curia generalizia possa aiutare il Maestro

dell‟Ordine a compiere i suoi compiti in modo efficace, incarichiamo il

Maestro dell‟Ordine di valutare le necessità e le sfide che si presentano

all‟Ordine in modo tale che egli possa:

1. rivedere la composizione della Curia e gli ambiti per cui Soci e

Promotori sono necessari;

2. precisare gli ambiti di competenza di ciascuno di essi e le ne-

cessarie collaborazioni tra di loro;

3. consultare i Provinciali dei frati sollecitati prima delle nomine e

assegnazioni che saranno necessarie.

231. [Commissione] Incarichiamo il Maestro dell‟Ordine, in sintonia con il

Sindaco dell‟Ordine e il Presidente di IDF, di stabilire un ufficio di soli-

darietà incaricato di seguire i progetti finanziati dall‟Ordine la cui respon-

sabilità potrebbe essere di:

1. definire le procedure di scelta di questi progetti e assicurare la

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Capitolo VII – Il governo

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trasparenza nella loro selezione;

2. aiutare a formulare questi progetti secondo norme professionali;

3. assistere i promotori di questi progetti in materia di ricerca di

fondi, di gestione economica e amministrativa, in particolare in

materia di contabilità e destinazione delle risorse e dello svilup-

po di questi progetti;

4. seguire il settore del mecenatismo e del partenariato a livello in-

ternazionale;

5. diffondere informazioni riguardanti i progetti sostenuti;

6. coordinare gli sforzi per ricercare i fondi nelle diverse regioni

dell‟Ordine per questi progetti;

7. garantire che le intenzioni dei donatori siano rispettate e che

questi ultimi siano ringraziati e riconosciuti per i loro contributi.

Questo ufficio potrà anche aiutare nella formulazione di progetti non fi-

nanziati dall‟Ordine e assicurare il coordinamento della ricerca di fondi

da parte delle diverse entità.

Le Fraternità Laiche Domenicane

232. [Ordinazione] «L‟Ordine dei predicatori è costituito da coloro che, per la

professione (per coloro che seguono i consigli evangelici, le monache e i

frati) o per l‟impegno verso il Maestro dell‟Ordine (per i membri delle

fraternità laiche e sacerdotali che s‟impegnano a un modo di vita evange-

lico adatto alla loro condizione) sono integrati all‟Ordine» (ACG 2001

Providence, n. 418). Per eliminare alcune ambiguità ricordiamo che la

nozione di «vita religiosa» designa la vita consacrata dei membri di un I-

stituto religioso con la professione di voto pubblico di osservare i consigli

evangelici e la vita fraterna in comune. In tal senso la nozione di vita reli-

giosa non è applicabile ai laici chiamati a vivere la loro partecipazione ai

tria munera Christi nel mezzo delle realtà temporali. Per tale ragione è

necessario promuovere e accompagnare la formazione del laicato dome-

nicano sulla base di una solida ecclesiologia e della teologia del laicato.

I laici incorporati all‟Ordine partecipano al carisma di San Domenico se-

condo «l‟unità fraterna nell‟unica missione della predicazione della Paro-

la di Dio» (ACG 2001 Providence, n. 416). Allo stesso tempo, questa uni-

tà si realizza in forme distinte di vita domenicana. Ciò si traduce in forme

giuridiche diverse (Costituzione fondamentale, § IX).

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Atti del Capitolo Generale Elettivo – Roma 2010

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Tenuto conto della distinzione, dell‟autonomia e della specificità dei laici

domenicani, e dei frati, ordiniamo ai frati di rispettare il nostro diritto so-

prattutto nei seguenti casi:

1. la responsabilità morale dell‟Ordine: l‟Ordine non è per nulla

responsabile di un laico domenicano, eccetto i casi in cui abbia

ricevuto un mandato da un frate che ha autorità, almeno nelle

tre seguenti situazioni: la sua presa di parola pubblica (confe-

renze; pubblicazioni; internet); le sue attività nelle istituzioni

civili o ecclesiastiche; ogni atto da parte sua condannabile dalla

giustizia (civile o ecclesiastica);

2. il governo dell‟Ordine: se un laico domenicano può partecipare

a un organo di governo dell‟Ordine, come invitato o esperto,

non può in alcun modo aver posto abitualmente in queste mede-

sime istanze né avere diritto di voto;

3. l‟amministrazione dei beni: laici domenicani (o non domenica-

ni) contribuiscono con la loro competenza all‟amministrazione

dei nostri beni. Nella gestione dei nostri beni i laici domenicani

non possono in alcun modo agire contro le nostre leggi (LCO

555), alienare un bene dell‟Ordine, amministrare al di fuori del

controllo dell‟Ordine (casa, Provincia, Ordine).

Le Fraternità Sacerdotali Domenicane

233. [Commissione] Incarichiamo il Maestro dell‟Ordine di rivedere la regola

delle Fraternità Sacerdotali Domenicane (LCO 149 § II-151), in modo ta-

le che sia presa in maggiore considerazione la forma di vita specifica del

prete secolare.

I frati in situazioni irregolari o difficili

234. [Esortazione] Quando facciamo la nostra professione, domandiamo la mi-

sericordia di Dio e quella dei nostri fratelli. Non possiamo predicare la

misericordia se non la doniamo e riceviamo all‟interno del nostro Ordine.

Talvolta un frate può avere un bisogno tutto particolare di tale misericor-

dia perché si è allontanato dalla vita comune e dal suo impegno a seguire

i voti. Siamo legati dalla nostra professione a fare tutto il possibile per ac-

coglierlo nuovamente all‟interno dell‟Ordine: «C‟è più gioia in cielo per

una pecora perduta che torna all‟ovile che per novantanove altre che sono

rimaste» (cf. Lc 15,7). Dobbiamo credere nella sua vocazione e nella sua

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Capitolo VII – Il governo

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capacità di onorare i suoi voti anche se egli pensa che sia difficile da parte

sua viverli. È un‟espressione della nostra speranza cristiana.

Talvolta, giunti al punto in cui il suo allontanamento dalla vita religiosa è

talmente irreversibile ed il bene comune è posto in pericolo, la misericor-

dia e la verità esigono dai suoi Superiori misure chiare per risolvere la si-

tuazione irregolare, per il suo bene e per quello dell‟Ordine. Per questo

esortiamo i Superiori maggiori a risolvere le situazioni irregolari dei frati

con un intervento fraterno. Un frate è in situazione irregolare quando non

si trova abitualmente in una casa o in un convento. «Abitualmente» signi-

fica condividere la vita comune quotidiana, restando salva la situazione

del frate che, per motivi apostolici o di salute o di studio, ha ricevuto

l‟autorizzazione previa e scritta dal suo Superiore maggiore (CIC 665, §

1; LCO 441). La posizione di questi frati che vivono fuori del convento è

regolata dallo Statuto di Provincia (LCO 336). Un altro modo di regolare

è, in certe condizioni, l‟exclaustrazione (CIC 686, §1).

Per gli altri casi (fuggitivi, frati che rifiutano l‟obbedienza…), dopo aver

constatato che molte situazioni non sono state gestite adeguatamente, e-

sortiamo i Superiori maggiori a porre in atto le procedure prescritte dal

nostro diritto (LCO 294; LCO 45-bis) e dal diritto canonico (CIC 694-

704). Inoltre, secondo la gravità delle situazioni irregolari, dopo un di-

scernimento del Provinciale, diverse sanzioni possono essere imposte,

giuste e proporzionate alla difficoltà incontrata, con un precetto formale:

tempo di ritiro monastico, interdizione a pubblicare e a stampare sotto

qualsiasi forma, interdizione a parlare in pubblico, interdizione da ogni

tipo di accompagnamento (umano, psicologico, spirituale), limitazione

del ministero, sospensione del potere di confessare (CIC 974), sospensio-

ne dal ministero, tempo di allontanamento fisico, privazione della voce

attiva… Un ammonimento del Superiore maggiore potrà accompagnare

queste sanzioni. Un accompagnamento psicologico e spirituale sarà tal-

volta raccomandato. Si veglierà sull‟oggettività della procedura al fine di

rispettare la giustizia e la carità fraterna come anche l‟equilibrio tra

l‟aspetto propriamente penale e l‟aspetto medicinale della pena. La ragio-

ne di questa esortazione trova giustificazione nella considerazione del be-

ne comune, del bene del frate, dei rischi di aggravamento o di scandalo

per l‟Ordine e per la Chiesa e, in certi Paesi, di responsabilità giuridica.

Per alcuni frati in situazione difficile, la discussione tra Superiori maggio-

ri in vista di una assegnazione in un‟altra entità, può essere talvolta una

soluzione positiva per quei frati in difficoltà nella loro Provincia di origi-

ne, tenendo conto dei rischi civili e penali in cui si può incorrere.

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Atti del Capitolo Generale Elettivo – Roma 2010

84

Predicare la riconciliazione e la guarigione

235. Nella crisi attuale degli abusi sessuali, fisici e emotivi sui minori e altre

persone vulnerabili nella Chiesa, offriamo la nostra più sincera vicinanza

e le nostre preghiere a tutti coloro che hanno sofferto così profondamente.

Siamo afflitti soprattutto perché alcuni dei nostri frati domenicani hanno

commesso questi terribili atti. Chiediamo perdono ai nostri fratelli e sorel-

le che hanno subito, da parte di chierici e religiosi, abusi sessuali che

hanno prodotto in loro traumi profondi e perdita della fede.

236. [Ordinazione] Cercando di essere predicatori di riconciliazione e guari-

gione che proviene da Cristo (LCO 2 II) ordiniamo che:

1. I Priori provinciali e i loro Consigli assicurino che le loro entità

abbiano chiare e dettagliate politiche e procedure (ACG 2001

Providence 266; lettera del Maestro 30 maggio 2008 prot.

50/08/575) che indirizzino in modo appropriato la prevenzione,

la cura pastorale e assicurino una rigorosa applicazione delle

norme del diritto canonico e della legge civile in risposta alle

accuse di abusi sessuali compiuti da nostri frati in modo tale che

i diritti della vittima che accusa e del frate accusato siano protet-

ti e mantenuti.

2. Queste azioni e procedure devono essere poste in atto a partire

da gennaio 2012 con copie distribuite ai frati delle entità e una

copia inviata al maestro dell‟Ordine.

3. Tutti i Priori provinciali (Superiori maggiori) dovranno assi-

curare che le proprie entità siano in sintonia con i Programmi di

Sicurezza ambientale offerti nelle Diocesi o dalle Conferenze

religiose. Laddove non vi siano tali programmi si devono usare

quelli più seguiti come sono formulati da altre entità domenicane.

4. Tutti i Priori provinciali (Superiori maggiori) devono assicurare

che i frati siano resi consapevoli dell‟importanza di chiari limiti

nel ministero a cominciare dal tempo della formazione iniziale.

5. Fino al prossimo Capitolo Generale tutte le entità dell‟Ordine

devono offrire una riparazione spirituale per il peccato di abuso

sessuale sui minori e sulle persone vulnerabili da parte di chie-

rici e religiosi che ha provocato traumi e turbato la fede di così

tante persone (ad es. un‟ora santa tenuta regolarmente, recita

comune di salmi penitenziali, ecc…).

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Capitolo VII – Il governo

85

237. [Commissione] Incarichiamo il Maestro dell‟Ordine con il suo consiglio

che da gennaio 2011 emani norme di applicazione delle procedure della

Chiesa nel trattare il crimine della violazione del sesto comandamento del

Decalogo con un minore, da parte di un chierico, con particolare riferi-

mento al canone 695.

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CAPITOLO VIII

L’AMMINISTRAZIONE ECONOMICA

238. [Dichiarazione] Dichiariamo che in accordo con LCO 569 il Sindaco

dell‟Ordine fr. Josè Bernardo Vallejo Molina O. P., ha presentato un re-

soconto della sua amministrazione a partire dalla sua nomina. Questo re-

soconto è stato approvato.

239. [Dichiarazione] Dichiariamo che in accordo con LCO 569 il Sindaco

dell‟Ordine fr. Josè Bernardo Vallejo Molina O. P., ha presentato i conti

della Curia generalizia per gli anni finanziari 2007-2009. Questi conti so-

no stati approvati.

240. [Dichiarazione] Dichiariamo che in accordo con LCO 572, il Sindaco

dell‟Ordine fr. Josè Bernardo Vallejo Molina O. P., ha presentato i conti

personali del Maestro dell‟Ordine. Questi conti sono stati approvati.

241. [Dichiarazione] Dichiariamo che il Sindaco dell‟Ordine fr. Josè Bernardo

Vallejo Molina O. P., ha presentato i seguenti conti:

1. Fondo Angelicum

2. Fondo di solidarietà

3. Fondo san Domenico

4. Fondo Francisco de Vitoria

5. Fondo Dominique Renouard

6. Fondo del Maestro dell‟Ordine

7. Fondo Leonina

8. Fondi amministrativi per le entità sotto l‟immediata giurisdizione

del Maestro dell‟Ordine.

Questi conti sono stati approvati.

242. [Dichiarazione] Dichiariamo che in accordo con LCO 571 i conti dei

conventi e istituti sotto l‟immediata giurisdizione del Maestro dell‟Ordine

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Atti del Capitolo Generale Elettivo – Roma 2010

88

sottomessi come d‟obbligo al Maestro sono stati approvati dai rispettivi

Consigli. Questi conti sono stati approfonditamente verificati dal Consi-

glio economico dell‟Ordine e approvati dal Maestro dell‟Ordine e dal

Consiglio generalizio.

243. [Ordinazione] Ordiniamo che nell‟anno in cui ci riuniamo per il Capitolo

Generale la Relazione del Sindaco dell‟Ordine sia approvata dal Maestro

e dal suo Consiglio dopo essere stata studiata analizzata e presentata dal

Consiglio economico dell‟Ordine. La Relatio deve esser presentata

all‟assemblea generale del Capitolo insieme alla Relazione del Maestro.

244. [Ordinazione] Ordiniamo che il Sindaco dell‟Ordine e il Consiglio eco-

nomico dell‟Ordine formulino lo Statuto amministrativo dell‟Ordine dopo

aver consultato tute le entità e lo presentino al prossimo Capitolo Genera-

le per l‟approvazione (LCO 553).

245. [Raccomandazione] Raccomandiamo che alcune visite canoniche del Ma-

estro dell‟Ordine o dei suoi Soci, Priori provinciali, Vice-provinciali, Vi-

cari Generali e Priori Regionali includano una visita economica se auspi-

cabile o necessaria.

246. [Conferma] Confermiamo che i frati in formazione ricevano una prepara-

zione nelle materie economiche e amministrative come sottolineato a

Roma e nei successivi Capitoli (ACG 1983 Roma; ACG 1986 Avila

n.175; ACG 2001 Providence n. 402; ACG 2004 Cracovia n. 340; ACG

2007 Bogotà n. 259)

247. [Ordinazione] Ordiniamo che il Sindaco dell‟Ordine con il suo Consiglio

economico organizzi ogni tre anni incontri regionali su questioni ammini-

strative e economiche con i Sindaci Provinciali e i Provinciali, Vice-

provinciali e Vicari Generali (ACG 2001 Providence n. 403).

248. [Ordinazione] Ordiniamo che il seguente testo sostituisca LCO 567:

I Priori Provinciali, Vice-provinciali, Vicari Generali e direttori delle isti-

tuzioni sotto l‟immediata giurisdizione del Maestro dell‟Ordine, con

l‟assistenza dei loro Sindaci sono responsabili di inviare direttamente al

Maestro dell‟Ordine entro il 31 agosto di ogni anno i seguenti documenti:

1. La relazione economica annuale. Questa è una presentazione com-

plessiva della situazione economica delle entità. Dovrà includere

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Capitolo VIII – L‟amministrazione economica

89

dettagli delle entrate, spese, attivo, passività, e fondi annuali come

pure i progetti rilevanti intrapresi o progettati. Se l‟entità ha diversi

Vicariati, conventi, case o istituti questo rapporto dovrà offrire det-

tagli sulla situazione economica di ognuno di essi. Lo schema di

questa relazione può variare a seconda degli usi locali ma deve in-

cludere tutte le informazioni sopra richieste. Un esempio di schema

sarà disponibile presso il Sindaco dell‟Ordine.

2. Il questionario contribuzioni (deduzioni-tasse). Questo è utilizzato

per calcolare le contribuzioni annuali delle entità dell‟Ordine. Sulla

base di questo questionario le entità richiedono le deduzioni che sono

consentite per spese di formazione, donazioni ad altre entità

dell‟Ordine e spese mediche e di assistenza dei frati. Il questionario

dovrà essere inviato ogni anno dal Sindaco dell‟Ordine e il suo sche-

ma dovrà essere il medesimo per tutte le entità.

Contributi all’Ordine

249. [Ordinazione] Ordiniamo che il contributo annuale di ogni Provincia Vi-

ce-Provincia e Vicariato Generale sia stabilito secondo la formula appro-

vata negli Atti del Capitolo Generale di Bogotà 2007, n. 261. In questa

formula dovranno essere incluse le spese mediche e di assistenza con il

medesimo criterio usato per le spese della formazione.

250. [Ordinazione] Ordiniamo che l‟ammontare di spesa che il Maestro

dell‟Ordine può autorizzare senza il suo Consiglio non superi la quota di

euro 50.000.

251. [Ordinazione] Ordiniamo che il Maestro dell‟Ordine istituisca un assi-

stente del Sindaco dell‟Ordine per aiutarlo ed anche per coordinare la so-

lidarietà e gli sforzi di ricerca di fondi per progetti di sviluppo della mis-

sione delle entità dell‟Ordine e delle istituzioni e case sotto l‟immediata

giurisdizione del Maestro dell‟Ordine. L‟assistente potrà collaborare con

il Sindaco per compiere le seguenti attività:

1. assicurare meccanismi di rendicontazione e trasparenza;

2. stabilire un processo di controllo e verifica;

3. pubblicare periodicamente (all‟interno dell‟Ordine e con i potenziali

donatori) informazioni sul progresso dei progetti.

4. coordinare gli sforzi in diverse regioni dell‟Ordine per sviluppare i

progetti sopra menzionati.

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Atti del Capitolo Generale Elettivo – Roma 2010

90

252. [Ordinazione] Ordiniamo che il Sindaco dell‟Ordine faccia una relazione

annuale sul fondo di solidarietà ai Priori Provinciali, Vice Provinciali e

Vicari Generali (ACG 2007 Bogotà n. 273).

253. [Ordinazione] Ordiniamo che il Maestro dell‟Ordine e il Consiglio ge-neralizio destinino dal Fondo di solidarietà euro 1.000.000 per l‟Angelicum in vista dei grandi lavori di riparazione dell‟Angelicum stesso (ACG 2007 Bogotà n. 134).

254. [Ringraziamento] Ringraziamo tutti coloro che hanno prestato il loro aiu-

to nel raccogliere il Fondo di Solidarietà dell‟Ordine, in particolare le

Suore domenicane di Bethlehem in Olanda.

International Dominican Foundation

255. [Ringraziamento] Ringraziamo fr. Mark Edney e i quattro provinciali

USA per il loro lavoro per IDF e i loro sforzi di reperimento di fondi.

256. [Petizione] Chiediamo al Maestro dell‟Ordine di nominare un frate a

tempo pieno come Presidente di IDF per i prossimi tre anni.

257. [Petizione] Chiediamo alle regioni dell‟Ordine di partecipare attivamente

alla ricerca di fondi per i progetti dell‟Ordine approvati e per i fondi di

solidarietà dell‟Ordine. Il compito del Fondo di solidarietà è di sostenere

questi sforzi. Siamo grati a IDF e alle regioni dell‟Ordine per la loro ge-

nerosità nel sostenere i progetti dell‟Ordine approvati e i fondi di solida-

rietà dell‟Ordine.

258. [Ordinazione] Ordiniamo al Sindaco dell‟Ordine con il Consiglio econo-

mico in collaborazione con il Presidente di IDF di stabilire i criteri per va-

lutare gli esiti dei loro sforzi di reperimento fondi. IDF dovrebbe essere

verificato annualmente.

Sussidi

259. [Ordinazione] Ordiniamo al Sindaco dell‟Ordine di includere nel budget

della Curia generalizia un sussidio annuale per le seguenti entità:

1. Pontificia Università San Tommaso (Angelicum) euro 150.000 da

destinare alle spese di ordinaria amministrazione.

2. Convento dei santi Domenico e Sisto all‟Angelicum euro 40.000

(Bogotà 2007 n.276).

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Capitolo VIII – L‟amministrazione economica

91

3. Inter-Africa (IAOP) euro 100.000 distribuiti proporzionalmente se-

condo il numero dei frati di ogni sub-regione per la formazione ini-

ziale dei frati.

4. Asia-Pacifico euro 30.000 per progetti di formazione.

5. America latina e Caraibi (CIDALC) euro 25.000 per progetti regio-

nali.

6. Europa centrale e orientale euro 25.000 per progetti regionali.

7. International Dominican Foundation (IDF) fino ad un massimo di

euro 75.000 annuali, senza andare oltre il 50% del budget annuale

di IDF.

Costi del Capitolo

260. [Ordinazione] Ordiniamo che il costo del Capitolo Generale debba essere

condiviso in modo equo, riflettendo la parte nella quale ogni entità con-

tribuisce annualmente al bilancio ordinario dell‟Ordine ma dove i singoli

capitolari non paghino più del 3% dei costi totali del Capitolo. Le spese di

viaggio sono divise equamente e i costi amministrativi in modo propor-

zionale. Ogni capitolare paga l‟attuale spesa diaria (AGC 2007 Bogotà

n. 286).

Riconoscimento

261. [Ringraziamento] Ringraziamo il Sindaco dell‟Ordine fr. José Bernardo

Vallejo Molina O.P. per il suo grande contributo per migliorare l‟ammini-

strazione economica dell‟Ordine.

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CAPITOLO IX

LIBRO DELLE COSTITUZIONI

262. NOTE PREVIE

Per una presentazione più chiara dei cambiamenti di LCO fatti nel Capito-

lo, procediamo nello stesso modo in cui già è stato fatto negli Atti dei Ca-

pitoli generali precedenti1.

Viene mantenuto l‟ordine numerico LCO. Ad ogni numero segni partico-

lari indicano se il testo è stato approvato per la prima, la seconda o la ter-

za volta:

*** costituzione confermata (da tre Capitoli)

** costituzione approvata (da due Capitoli)

* costituzione incoata (da un Capitolo)

(nota: con l‟indicazione [O] si annota se l‟approvazione o

l‟incoazione della costituzione è stata fatta con ordinazione)

ordinazione votata per la seconda volta, che abroga la ordinazione prece-

dente

ordinazione accolta per la prima volta

[A] testo abrogato

I nuovi testi sono stampati in caratteri “corsivi”.

Poiché per una buona interpretazione dei mutamenti apportati è neces-

sario conoscere il testo precedente e la sua storia, i riferimenti ai capito-

li precedenti sono presentati con le seguenti sigle:

1 Cf. ACG Roma, n. 307; Avila, n. 188; Oakland, n. 208; Messico, n. 248; Caleruega, cap. IX, p. 90;

(Bologna) n. 240; (Providence) Bologna, n. 240; Providence, cap. X, p. 149; Cracovia, n. 352 e Bogo-

tà, n. 288.

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Atti del Capitolo Generale Elettivo – Roma 2010

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C = Caleruega 1995

B = Bologna 1998

P = Providence 2001

K = Cracovia 2004

Bo = Bogotà 2007

Questo Capitolo ha cambiato un certo numero di testi in modo tecnico

senza mutamento della sostanza della legge. L‟espressione abbreviata

“Tecn” indicherà i mutamenti fatti sia per adattare le nostre leggi con il

CIC, sia per armonizzare i testi con altri numeri di LCO, sia per un sem-

plice cambiamento redazionale.

Secondo LCO 285 § I alcune ordinazioni fatte nel Capitolo Generale di

Caleruega (1995) sono state approvate in questo Capitolo e sono state de-

finitivamente inserite in LCO. Queste ordinazioni sono indicate con

l‟espressione “Inserz. def.”, cioè LCO 191 § III, LCO 566 e Atti di Cale-

ruega n.149 (in LCO 560 § II).

263. (Tecn)

40. Cost. – All‟osservanza regolare appartengono tutti quegli elementi

che costituiscono la vita domenicana e la regolano secondo la disciplina

comune. Tra questi occupano il primo posto la vita comune, la celebra-

zione della liturgia e l‟orazione privata segreta1, l‟osservanza dei voti, lo

studio assiduo della verità e il ministero apostolico. Per osservare fedel-

mente tutte queste pratiche sono di aiuto la clausura, il silenzio, l‟abito e

le opere di penitenza.

264. (Tecn)

66. Cost. - § I Poiché la contemplazione delle realtà divine ed il colloquio

intimo e familiare con Dio sono da ricercare non solo nelle celebrazioni

liturgiche e nella lettura della parola di Dio, ma anche nell‟assidua ora-

zione privata segreta, i frati pratichino con diligenza questa forma di ora-

zione.

265. (Bo n. 292)

**[O] 93. Cost. - § III Il reggente viene proposto dal capitolo provinciale e

1 Humbertus de Romanis, Opera de vita regulari, Ed. J.-J. Berthier, Roma, 1888, vol. I, pp. 153, 170 e

172. Cf. Mt 6,5-6.

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Capitolo IX – Libro della Costituzioni

95

istituito dal maestro dell‟Ordine per un quadriennio fino al successivo

capitolo provinciale. Può anche essere proposto per una seconda istitu-

zione, ma non una terza volta. Durante il suo incarico…

266.

139. Ord. – I frati terranno sempre presente che i loro pubblici interventi

(nei libri, sui giornali, alla radio e alla televisione e negli altri mezzi della

comunicazione sociale) hanno ripercussioni non soltanto su se stessi, ma

anche sui loro confratelli, sull‟Ordine e sulla Chiesa. Per la scelta dei loro

giudizi, perciò, vigilino assiduamente a far crescere lo spirito del dialogo

e della mutua responsabilità sia con i confratelli sia con i superiori. Pre-

stino poi una particolare e critica attenzione a questo dialogo con i supe-

riori maggiori, quando le loro affermazioni e i loro scritti riguardano que-

stioni controverse e di un certo rilievo.

267. (C, n. 172; B, n. 251)

(Insert. def.) 191 Ord. - § III – Salvo quanto è prescritto al n. 207, il diritto di esamina-

re spetta al convento in cui il frate ha fatto il noviziato o in cui è attual-

mente assegnato; gli esaminatori sono religiosi designati dal priore pro-

vinciale o dal priore conventuale col suo consiglio, secondo quanto stabi-

lito nello statuto di provincia. L‟esame si può fare anche fuori del con-

vento di noviziato o di assegnazione.

268.

*[O] 257. Cost. - § I – 1° Il Maestro dell‟Ordine, con il consenso del suo con-

siglio, può erigere una vice-provincia, purché essa abbia almeno, nel terri-

torio assegnatole, due conventi propriamente detti e venticinque vocali,

due terzi dei quali devono essere affiliati, e possa con i propri mezzi rea-

lizzare le condizioni richieste per la costituzione di una nuova provincia.

2° A capo della vice-provincia come superiore maggiore è il vice-

provinciale , eletto dal capitolo della vice-provincia. La vice-provincia ha

gli obblighi e i diritti della provincia.

*[A] § II. – Nei territori ove non esiste né provincia né vice-provincia , per le

esigenze locali o per la ragionevole speranza di fondarvi l‟Ordine in mo-

do permanente, il maestro dell‟Ordine , ascoltati prima i frati da assegna-

re al vicariato, col consenso del suo consiglio e interpellato il consiglio

della provincia interessata, può erigere un vicariato generale con un terri-

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Atti del Capitolo Generale Elettivo – Roma 2010

96

torio determinato, che sarà retto dagli statuti elaborati dallo stesso vicaria-

to e approvati dal maestro dell‟Ordine con il suo consiglio. In questo ca-

so, il vicario generale viene istituito per la prima volta dal maestro

dell‟Ordine per un quadriennio, dopo aver ascoltato i frati del vicariato.

Le relazioni tra questo vicariato generale e gli altri vicariati eventualmen-

te ivi esistenti devono essere determinate secondo il n. 395.

269.

*[A] 258. Cost. - § I – Se una provincia per un triennio non ha avuto tre con-

venti o trentacinque vocali assegnati nella stessa provincia ed ivi abitual-

mente residenti, il maestro dell‟Ordine, udito il suo consiglio, dichiari che

essa non ha più il diritto di partecipare ai capitoli generali come provin-

ciale riduca a vice-provincia o a vicariato generale, a norma del n. 257, §

I a meno che il capitolo generale non sia già stato convocato.

§ II - Quando…

§ III – Se in certe regioni…

270.

285. Ord. - § I – Le ordinazioni che sono rimaste in vigore per cinque due

capitoli consecutivi e sono state approvate nel sesto terzo capitolo vengo-

no inserite nel libro delle costituzioni e delle ordinazioni. Se non sono

state inserite devono ritenersi abrogate a meno che siano istituite nuo-

vamente dal capitolo generale.

271. (Tecn)

318. Cost. – Spetta al consiglio:

1° - 3° (come nel testo)

4° dare l‟approvazione „de moribus‟ richiesta dal nostro diritto per

gli esaminandi o per gli ordinandi. (pro ordinibus suscipiendis)

5°-6° (come nel testo)

272.

328. Ord. - § I Qualunque frate che abbia voce attiva può essere istituito

sindaco del convento, purché sia veramente idoneo a questo incarico

§ II. – Viene istituito dal priore con il consenso del consiglio con-

ventuale e con l‟approvazione del priore provinciale.

§ II. III – Viene istituito per un triennio e può essere confermato

per un altro triennio successivo non però per un terzo se non con il con-

senso del priore provinciale in casi di necessità.

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Capitolo IX – Libro della Costituzioni

97

273.

*[A] 332. Cost. - § I. – Il superiore della casa è istituito dal priore provinciale

per un triennio dopo aver ascoltato i frati della casa, o dal priore regiona-

le se si tratta di un frate assegnato nel vicariato regionale, a meno che gli

statuti del vicariato non dispongano diversamente. Può essere istituito

nella stessa maniera per un secondo triennio immediatamente successivo

ma non per un terzo

§ II. – Terminato il triennio, il priore provinciale o regionale è te-

nuto a istituire il superiore entro un mese. Tuttavia il superiore della casa

resti in carica fino a quando il suo successore non sia presente nella casa,

a meno che il priore provinciale non abbia stabilito diversamente.

274. (Bo, n. 300)

348. Ord. - § I – Quando il priore provinciale cessa dall‟ufficio secondo il

n.344 § I, sarà vicario della provincia, secondo quanto è stabilito nello

statuto della provincia: o il priore del convento dove il prossimo capitolo

provinciale dovrà essere celebrato, o, se questo convento non abbia il pri-

ore, il priore del convento dove è stato celebrato l‟ultimo capitolo e così

all‟indietro; o il priore che nella provincia è più anziano di professione o

lo stesso priore provinciale che ha cessato l‟ufficio.

275.

[A] 373. Ord. – Tra le diverse questioni, nel consiglio di provincia si devono

trattare:

1° l‟istituzione o amozione del priore regionale e del priore con-

ventuale;

2° la presentazione o l‟amozione del parroco, udito il capitolo della

comunità a cui è affidata la parrocchia ;

3°-7° (come nel testo)

276. (Bo, n. 303)

378. - § I. – In ogni provincia vi sia un sindaco che abbia cura dei beni

della provincia secondo le norme stabilite per l‟amministrazione.

**[O] § II. – Il frate che viene incaricato di questo ufficio, può essere rinnovato

per una volta successiva, non però una terza volta,

*[O] se non con il consenso del maestro dell‟Ordine.

277.

*[A] 384. Cost. - § I. – Quando una provincia ha fuori del suo territorio, in

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Atti del Capitolo Generale Elettivo – Roma 2010

98

qualche nazione o regione, almeno quindici vocali e un convento pro-

priamente detto, il capitolo provinciale può riunirli in un vicariato regio-

nale provinciale, affinché possano essere meglio coordinate l‟attività a-

postolica e la vita regolare dei frati.

§ II. – Spetta al vicariato regionale:

1° avere propri statuti approvati dal capitolo provinciale;

2° celebrare propri capitoli a norma degli statuti del vicariato;

3° ammetter i candidati al noviziato e alla prima professione;

4° ammetter alla professione solenne e agli ordini sacri, a meno che

nello statuto della provincia non sia disposto diversamente.

384. Cost. - § I Quando la provincia ha almeno quindici vocali e un con-

vento formale in qualche nazione o regione fuori del suo territorio, il ca-

pitolo provinciale li può costituire in vicariato provinciale per consentire

che le attività apostoliche e la vita regolare dei frati vi si possano meglio

coordinare

§ II. - Il vicariato provinciale è retto dallo statuto elaborato dal

capitolo provinciale ed approvato dal maestro dell‟Ordine.

278.

[A] 389. Ord. – Dove mancano le condizioni indicate nel n. 384 per il vicariato

regionale, il capitolo provinciale può istituire un vicariato provinciale ed ela-

borare per esso uno statuto speciale. Se vi sono almeno dieci vocali, essi

hanno diritto di eleggere il vicario provinciale; altrimenti detto vicario sia i-

stituito dal priore provinciale, consultati i frati.

279.

407. Cost. – Al capitolo generale elettivo partecipano e hanno voce:

§ I. – Nell‟elezione del maestro dell‟Ordine:

1°-3° (come nel testo)

*[A] 4° i priori vice-provinciali e i vicari generali di cui al n. 257 § II;

5° - 6° (come nel testo)

*[O] 7° dalla provincia che ha da almeno venticinque fino a cento frati asse-

gnati nei vicariati o nelle case che la provincia stessa ha fuori dei confini

della provincia, un delegato eletto tra di loro e da loro, secondo lo statuto

della provincia; dalla provincia invece che ha da 101 a 200 frati assegnati

nei vicariati, si elegga un secondo delegato; e così di seguito;

8° (come nel testo)

§ II. – (come nel testo)

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Capitolo IX – Libro della Costituzioni

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280.

*[A] 408. Cost. – Al capitolo generale dei definitori prendono parte e hanno

voce:

1°-3° (come nel testo)

4° i delegati eletti dalle singole vice-province e vicariati generali;

5° i delegati degli altri vicariati scelti a norma del n. 409-bis, esclu-

si però i priori regionali e i vicari provinciali;

6° (come nel testo).

281.

*[A] 409. Cost. - Al capitolo generale dei priori provinciali prendono parte e

hanno voce:

1°-3° (come nel testo)

4° i singoli vice-provinciali e vicari generali;

5° i delegati dei vicariati, scelti fra i priori regionali e i vicari pro-

vinciali a norma del n.409-bis;

6° un delegato dei frati assegnati direttamente alle case sotto

l‟immediata giurisdizione del maestro dell‟Ordine se tutti i frati professi

sono meno di cento, due delegati se sono cento o più, eletti a norma del n.

409-ter.

282.

* [O] 409-bis. Cost. – Le singole province che hanno almeno venticinque frati

assegnati nei vicariati o nelle case della stessa provincia fuori dei confini

della provincia, hanno il diritto di mandare al capitolo generale o dei de-

finitori o dei priori provinciali un delegato eletto fra di loro e da loro, se-

condo lo statuto della provincia. Tale scelta sia fatta dal maestro

dell‟Ordine con il suo consiglio, in modo tale che una metà di queste

province sia rappresentata in un capitolo e l‟altra metà nell‟altro.

283.

[A] 452. Ord. – Quanto poi all‟elezione dei superiori, si proceda nel modo

seguente:

1°- 6° (come nel testo)

7° prima gli scrutatori e poi i vocali, cominciando dal più anziano

di professione, depongano la loro scheda piegata nell‟urna aperta;

8°-16° (come nel testo)

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Atti del Capitolo Generale Elettivo – Roma 2010

100

284.

*[A] 465. Cost. – L‟elezione del priore conventuale richiede la conferma del

priore provinciale, o del priore regionale se si tratta di un frate assegnato

nel vicariato regionale ed eletto per un convento dello stesso vicariato, se

lo statuto del vicariato regionale non provvede altrimenti (cf. appendice

n. 20)

285.

*[A] 481. Cost. - §I. –Riguardo alla conferma o alla cassazione dell‟elezione

del priore regionale e alla sua accettazione, si osservino le norme stabilite

nei nn. 465-473.

§ II. – Il diritto di istituire il priore regionale si devolve al priore

provinciale, salvo il n. 373, 1°:

1° quando il vicariato, nel tempo della vacanza del priore regionale,

non ha le condizioni di cui al n. 384; in questo caso tuttavia,

nell‟istituzione del vicario si devono tenere presenti i nn. 483-484;

2° quanto tutti i vocali hanno rinunciato alla propria voce, né siano

stati riammessi dal priore provinciale;

3° quando, per qualunque motivo, entro sei mesi dalla conoscenza

della vacanza, il priore regionale non è stato eletto o postulato;

4° quando nel corso dell‟elezione, ci furono sette scrutini inutili

(cfr. 480, II, 2°);

5° quando i frati, cassata la prima elezione, eleggono nuovamente

lo steso frate, a meno che quella elezione non sia stata cassata solo per di-

fetto di forma e non per la persona dell‟eletto;

6° quando sono già state fatte due elezioni o al massimo tre, con-

fermate dal priore provinciale ma non accettate dagli eletti; in questo ca-

so, infatti, il priore provinciale, dopo la seconda elezione, può,e dopo la

terza deve, istituire lui stesso il priore regionale.

286.

*[A] 482. Cost. – Le norme stabilite dei nn. 477-481 per l‟elezione del priore

regionale, fatte le debite mutazioni, valgono anche per l‟elezione del vi-

cario provinciale (cf. n.389).

287.

*[A] 483. – Quando il vicario provinciale deve essere istituito dal priore pro-

vinciale, siano consultati prima i frati che, secondo le norme del n. 478,

avrebbero voce attiva nell‟elezione (cf. appendice n. 24).

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Capitolo IX – Libro della Costituzioni

101

288.

499. Ord. - § III – Se invece i vocali non possono facilmente riunirsi

1° (come nel testo)

2° trascorso il tempo stabilito per la ricezione delle schede, il priore

provinciale o il vicario regionale con il proprio consiglio o con due scru-

tatori approvati dal consiglio ne facciano lo spoglio a norma del n. 480, §

IV, 1°-4°;

3°-5° (come nel testo).

289. (C, n. 149)

(Inserz. def.) 560. Ord. - § I. Gli enti dell‟Ordine definiscano tramite i Capitoli o negli

statuti le modalità delle operazioni relative ai beni economici (ammini-

strazione; cura del denaro, di azioni, obbligazioni e simili; depositi e

cambi nelle banche) secondo le condizioni peculiari del luogo. .

§ II. – In ogni provincia si stabiliscano norme etiche riguardanti gli am-

biti del reperimento e della collocazione del denaro. Il Priore provinciale

con il suo consiglio deve prendersi cura di ciò, dopo aver ascoltato il

consiglio economico e il promotore o la commissione provinciale di Giu-

stizia e Pace. In considerazione di queste norme la provincia e le singole

case considerino in quali banche (cf. § III) riporre i propri fondi e a quali

società sia opportuno partecipare.

§ II. § III. – Il denaro venga collocato esclusivamente in banche pubbli-

che, la cui sicurezza sia accertata, e sotto il nome della rispettiva persona

giuridica e dell‟istituto cui il denaro appartiene, in conformità al prescritto

del n. 555.

§ III. §IV. – La banca sia scelta dall‟amministratore stesso, col consenso

del superiore (K, n. 384)

290. (C, n. 194; B, n. 287)

(Inserz. def.) 566. Ord. - § I. Ogni anno il sindaco di provincia, della vice-provincia e

del vicariato generale consegnino al rispettivo consiglio una relazione

accurata e completa delle entrate e uscite, dei debiti e dei crediti della

medesima entità, delle gestioni da loro tenute e della situazione economi-

ca dell‟entità; presentino anche un preventivo per l‟anno seguente. Tutte

queste relazioni devono essere approvate dai rispettivi consigli. Il sindaco

deve presentare una sua relazione economica ogni mese al superiore

dell‟entità.

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Atti del Capitolo Generale Elettivo – Roma 2010

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291. (Bo, nn. 261 e 313)

567. Ord. – Ogni anno, entro la fine del mese di agosto, i priori provincia-

li, i priori vice-provinciali, i vicari generali e i responsabili delle istituzio-

ni sotto l‟immediata giurisdizione del maestro dell‟Ordine, con l‟aiuto dei

loro sindaci sono tenuti ad inviare al maestro dell‟Ordine:

1° La relazione economica annuale, cioè, la presentazione completa

della situazione economica della propria entità. Entrate, spese, crediti e

debiti, bilancio preventivo, ed anche le decisioni prese o programmate

siano descritte ad una ad una. Se poi l‟entità comprende più vicariati,

conventi, case o istituti, si deve fare la stessa cosa per ognuno di essi.

Benché il formulario di questa relazione possa variare da luogo a luogo,

essa deve contenere tutti questi elementi richiesti. Per facilitare la compi-

lazione sarà disponibile presso il sindaco dell‟Ordine un esempio di for-

mulario.

2° La risposta sui contributi di tassazione, necessaria per calcolare

le contribuzioni annue delle entità dell‟Ordine. Dalla risposta infatti si

dedurrà la quantità di beni erogati per la formazione dei frati e per la sa-

lute dei frati, e per il sostegno di altre entità dell‟Ordine, e quanti beni ri-

mangano disponili per la contribuzione. A tal fine sia inviato ogni anno

dal sindaco dell‟Ordine un questionario la cui forma deve essere unica per

tutte le entità.

(NB: ordinazione votata per la seconda volta, che abroga

l‟ordinazione previa, fatti salvi i testi approvati la prima volta: „vica-

riati, conventi‟ e „per la salute dei frati‟).

292. [Dichiarazione] Dichiariamo abrogate le ordinationes approvate dai Ca-

pitoli Generali a partire da River Forrest (1968) fino a quello di Caleruega

(1995) escluso, e che non sono state inserite in LCO (2010).

293. [Abrogazione] Abroghiamo le seguenti ordinazioni del Capitolo Generale

di Caleruega nn. 53, 76, 86, 139, 148, 159, 160, 161.

294. [Ordinazione]

Ordiniamo che le case sotto l‟immediata giurisdizione del Maestro

dell‟Ordine paghino come contributo ordinario il 6% delle loro entrate.

(C, n. 140)

295. [Ordinazione] Ordiniamo che, nel caso in cui dovessero insorgere urgen-

ze particolari nell‟Ordine, il Maestro con il suo Consiglio possa stabilire

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Capitolo IX – Libro della Costituzioni

103

contributi straordinari fino al 10% del bilancio ordinario dell‟Ordine. (C,

n. 146)

296. [Dichiarazione] Dichiariamo che le seguenti ordinazioni del Capitolo

Generale di Bologna (1998), Providence (2001), Cracovia (2004) e Bogo-

tà (2007) sono state considerate abrogate o compiute:

1. Bologna n. 57, riguardante l‟istituzione di una commissione per la

missione dell‟Ordine nell‟ex URSS.

2. Providence n.289, riguardante la nomina di una commissione di e-

sperti per esaminare il ruolo dei frati cooperatori nell‟Ordine e il ca-

rattere dell‟Ordine come istituto clericale.

3. Providence n.165, riguardante la relazione della PUST al prossimo

Capitolo.

4. Cracovia n. 166, riguardo alla revisione e soppressione

dell‟amministratore unico per il convento e la PUST.

5. Cracovia n. 167, riguardante la celebrazione di un Capitolo conven-

tuale ad modum capituli provincialis.

6. Bologna n. 187, riguardo ad una relazione per il prossimo Capitolo

sull‟efficacia delle strutture regionali dell‟Ordine.

7. Bologna n.203, riguardo alla pubblicazione di una nuova edizione

di LCO.

8. Bogotà n. 240, riguardo all‟inserimento di una versione di LCO in

latino nel sito web dell‟Ordine.

9. Bogotà n. 240, riguardo alla nomina di una commissione per la

pubblicazione di una nuova edizione di LCO.

297. [Commissione] Incarichiamo la Curia generalizia dell‟Ordine di pubblica-

re una editio typica nel sito web ufficiale dell‟Ordine dopo ogni Capitolo

Generale che presenti in modo più chiaro i differenti tipi di legislazione

dell‟Ordine, ad es. constitutio approbata et confirmata (obbligante), ordi-

natio „permanens‟ (obbligante), constitutio in fieri (non ancora obbligan-

te), ordinatio in transitu (obbligante ma non ancora tra le ordinazioni

permanenti). Questa editio typica dovrà indicare chiaramente quando una

constitutio in fieri o una ordinatio in transitu è stata introdotta ed anche le

sue successive conferme da parte dei Capitoli Generali. Dovrà anche in-

cludere una lista di tutte le ordinazioni dei Capitoli Generali non incluse

in LCO, attualmente in vigore.

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Atti del Capitolo Generale Elettivo – Roma 2010

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298. [Commissione] In preparazione del prossimo Capitolo Generale inca-

richiamo la Curia generalizia di predisporre una lista delle ordinazioni in

vigore che devono essere riviste dalla Commissione Capitolare, il cui

contenuto corrisponda alle competenze di detta commissione.

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RINGRAZIAMENTI

299. Il Capitolo Generale Elettivo di Roma ringrazia tutte le istituzioni e tutti i

singoli che hanno collaborato alla preparazione e al buon svolgimento del

Capitolo, in particolare:

- la Curia Generalizia dell‟Ordine dei Predicatori che ha accolto il Capi-

tolo fraternamente;

- la comunità e il convento di Santa Sabina per l‟ospitalità fraterna;

- i frati e le suore che hanno lavorato moltissimo: la segreteria, gli ad-

detti alla traduzione simultanea e alla traduzione dei testi, coloro

che hanno preparato le celebrazioni liturgiche, coloro che hanno

redatto i processi verbali e tutti coloro che, con diversi ruolo, hanno

prestato il loro aiuto per lo svolgimento del Capitolo.

SEDE DEL PROSSIMO CAPITOLO GENERALE

300. Annunciamo che il prossimo Capitolo Generale che sarà dei Definitori,

dovrà essere celebrato in un convento della Provincia di Croazia, in un

periodo compreso tra la fine del mese di luglio e la fine di agosto

dell‟anno 2013, come sarà determinato in seguito.

SUFFRAGI PER I VIVI

301. In suffragio del nostro SS.mo Papa Benedetto XVI, pastore supremo di

tutta la Chiesa e benignissimo benefattore del nostro Ordine, ogni

Provincia celebri una messa.

Per Fr. Bruno Cadoré, Maestro dell‟Ordine, ogni Provincia celebri una

messa.

Per Fr. Timothy Radcliffe e fr. Carlos A. Azpiroz Costa, ex-maestri

dell‟Ordine ogni Provincia celebri una messa.

Per tutto l‟Ordine episcopale, per i Soci del Maestro dell‟Ordine, per il

Procuratore generale dell‟Ordine, e per i nostri benefattori e per tutto

l‟Ordine dei Predicatori, ogni Provincia celebri una messa.

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Atti del Capitolo Generale Elettivo – Roma 2010

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SUFFRAGI PER I DEFUNTI

302. Per le anime degli ultimi sommi pontefici defunti, papa Giovanni Paolo I

e Giovanni Paolo II, ogni Provincia celebri una messa.

Per l‟anima di fr. Damian Byrne, ultimo Maestro dell‟Ordine defunto.

Per le anime dei frati e delle suore dell‟Ordine, morti dall‟ultimo Capito-

lo Generale, questa volta si chiede a ogni Provincia di celebrare solo

una messa solenne per tutti insieme.

Quando si intenda soddisfare a questi suffragi, sia per i vivi che per i

morti, lo si indichi in una bacheca, di modo che i frati del convento,

avvisati per tempo, abbiano cura di partecipare alla messa da celebrar-

si secondo questa intenzione.

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Questi sono gli Atti del Capitolo Generale Elettivo di Roma, celebrato dal

1° al 21 settembre 2010, alle cui copie stampate e provviste di sigillo del

Maestro dell‟Ordine si presti fede come al testo originale.

Ordiniamo a tutti i Superiori delle Province, dei conventi e delle case di far

leggere accuratamente e pubblicare quanto prima questi Atti, nei conventi e

case soggetti alla propria giurisdizione, e di curare che siano diligen-

temente osservati da tutti.

Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.

Dato a Roma, nel convento di S. Sabina, il giorno 21 settembre dell‟anno

del Signore 2010

Fra Bruno Cadoré, O.P.

Maestro dell‟Ordine

Fra Gilbert Narcisse, O.P.

Priore Provinciale della Provincia di Tolosa

Fra Norberto Castillo, O.P.

Definitore della Provincia delle Filippine

Fra Jesús Dìaz Sariego O.P.

Definitore della Provincia di Spagna

Fra Francesco Maria Ricci, O.P.

Segretario generale

Fra Alejandro Crosthwaite, O.P.

Vicesegretario

Fra Juan Pablo Corsiglia, O.P. Vicesegretario

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APPENDICE I

S. S. BENEDETTO XVI

Udienza Generale

Mercoledì 3 febbraio 2010

San Domenico di Guzmàn

Cari fratelli e sorelle,

la settimana scorsa ho presentato la luminosa figura di Francesco

d‟Assisi, quest‟oggi vorrei parlarvi di un altro santo che, nella stessa epoca, ha

dato un contributo fondamentale al rinnovamento della Chiesa del suo tempo.

Si tratta di san Domenico, il fondatore dell‟Ordine dei Predicatori, noti anche

come Frati Domenicani.

Il suo successore nella guida dell‟Ordine, il beato Giordano di Sassonia,

offre un ritratto completo di san Domenico nel testo di una famosa preghiera:

“Infiammato dello zelo di Dio e di ardore soprannaturale, per la tua carità senza

confini e il fervore dello spirito veemente ti sei consacrato tutt‟intero col voto

della povertà perpetua all‟osservanza apostolica e alla predicazione evangeli-

ca”. È proprio questo tratto fondamentale della testimonianza di Domenico che

viene sottolineato: parlava sempre con Dio e di Dio. Nella vita dei santi,

l‟amore per il Signore e per il prossimo, la ricerca della gloria di Dio e della

salvezza delle anime camminano sempre insieme.

Domenico nacque in Spagna, a Caleruega, intorno al 1170. Apparteneva

a una nobile famiglia della Vecchia Castiglia e, sostenuto da uno zio sacerdote,

si formò in una celebre scuola di Palencia. Si distinse subito per l‟interesse nel-

lo studio della Sacra Scrittura e per l‟amore verso i poveri, al punto da vendere i

libri, che ai suoi tempi costituivano un bene di grande valore, per soccorrere,

con il ricavato, le vittime di una carestia.

Ordinato sacerdote, fu eletto canonico del capitolo della Cattedrale nella

sua diocesi di origine, Osma. Anche se questa nomina poteva rappresentare per

lui qualche motivo di prestigio nella Chiesa e nella società, egli non la interpre-

tò come un privilegio personale, né come l‟inizio di una brillante carriera eccle-

siastica, ma come un servizio da rendere con dedizione e umiltà.

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Atti del Capitolo Generale Elettivo – Roma 2010

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Non è forseuna tentazione quella della carriera, del potere, una tentazione

da cui non sono immuni neppure coloro che hanno un ruolo di animazione e di

governo nella Chiesa? Lo ricordavo qualche mese fa, durante la consacrazione

di alcuni Vescovi: “Non cerchiamo potere, prestigio, stima per noi stessi. Sap-

piamo come le cose nella società civile, e, non di rado nella Chiesa, soffrono

per il fatto che molti di coloro ai quali è stata conferita una responsabilità, lavo-

rano per se stessi e non per la comunità” (Omelia. Cappella Papale per

l‟Ordinazione episcopale di cinque Ecc.mi Presuli, 12 Settembre 2009).

Il Vescovo di Osma, che si chiamava Diego, un vero e zelante pastore,

notò ben presto le qualità spirituali di Domenico, e volle avvalersi della sua col-

laborazione. Insieme si recarono nell‟Europa del Nord, per compiere missioni

diplomatiche affidate loro dal re di Castiglia. Viaggiando, Domenico si rese

conto di due enormi sfide per la Chiesa del suo tempo: l‟esistenza di popoli non

ancora evangelizzati, ai confini settentrionali del continente europeo, e la lace-

razione religiosa che indeboliva la vita cristiana nel Sud della Francia, dove

l‟azione di alcuni gruppi eretici creava disturbo e l‟allontanamento dalla verità

della fede. L‟azione missionaria verso chi non conosce la luce del Vangelo e

l‟opera di rievangelizzazione delle comunità cristiane divennero così le mète

apostoliche che Domenico si propose di perseguire. Fu il Papa, presso il quale il

Vescovo Diego e Domenico si recarono per chiedere consiglio, che domandò a

quest‟ultimo di dedicarsi alla predicazione agli Albigesi, un gruppo eretico che

sosteneva una concezione dualistica della realtà, cioè con due principi creatori

ugualmente potenti, il Bene e il Male. Questo gruppo, di conseguenza, disprez-

zava la materia come proveniente dal principio del male, rifiutando anche il

matrimonio, fino a negare l‟incarnazione di Cristo, i sacramenti nei quali il Si-

gnore ci “tocca” tramite la materia, e la risurrezione dei corpi. Gli Albigesi sti-

mavano la vita povera e austera – in questo senso erano anche esemplari – e cri-

ticavano la ricchezza del Clero di quel tempo. Domenico accettò con entusia-

smo questa missione, che realizzò proprio con l‟esempio della sua esistenza po-

vera e austera, con la predicazione del Vangelo e con dibattiti pubblici. A que-

sta missione di predicare la Buona Novella egli dedicò il resto della sua vita. I

suoi figli avrebbero realizzato anche gli altri sogni di san Domenico: la missio-

ne ad gentes, cioè a coloro che ancora non conoscevano Gesù, e la missione a

coloro che vivevano nelle città, soprattutto quelle universitarie, dove le nuove

tendenze intellettuali erano una sfida per la fede dei colti.

Questo grande santo ci rammenta che nel cuore della Chiesa deve sempre

bruciare un fuoco missionario, il quale spinge incessantemente a portare il pri-

mo annuncio del Vangelo e, dove necessario, ad una nuova evangelizzazione: è

Cristo, infatti, il bene più prezioso che gli uomini e le donne di ogni tempo e di

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S. S. Benedetto XVI – Udienza generale

111

ogni luogo hanno il diritto di conoscere e di amare! Ed è consolante vedere co-

me anche nella Chiesa di oggi sono tanti – pastori e fedeli laici, membri di anti-

chi ordini religiosi e di nuovi movimenti ecclesiali – che con gioia spendono la

loro vita per questo ideale supremo: annunciare e testimoniare il Vangelo!

A Domenico di Guzman si associarono poi altri uomini, attratti dalla

stessa aspirazione. In tal modo, progressivamente, dalla prima fondazione di

Tolosa, ebbe origine l‟Ordine dei Predicatori. Domenico, infatti, in piena obbe-

dienza alle direttive dei Papi del suo tempo, Innocenzo III e Onorio III, adottò

l‟antica Regola di sant‟Agostino, adattandola alle esigenze di vita apostolica,

che portavano lui e i suoi compagni a predicare spostandosi da un posto

all‟altro, ma tornando, poi, ai propri conventi, luoghi di studio, preghiera e vita

comunitaria. In particolar modo, Domenico volle dare rilievo a due valori rite-

nuti indispensabili per il successo della missione evangelizzatrice: la vita co-

munitaria nella povertà e lo studio.

Anzitutto, Domenico e i Frati Predicatori si presentavano come mendi-

canti, cioè senza vaste proprietà di terreni da amministrare. Questo elemento li

rendeva più disponibili allo studio e alla predicazione itinerante e costituiva una

testimonianza concreta per la gente. Il governo interno dei conventi e delle pro-

vince domenicane si strutturò sul sistema di capitoli, che eleggevano i propri

Superiori, confermati poi dai Superiori maggiori; un‟organizzazione, quindi,

che stimolava la vita fraterna e la responsabilità di tutti i membri della comuni-

tà, esigendo forti convinzioni personali. La scelta di questo sistema nasceva

proprio dal fatto che i Domenicani, come predicatori della verità di Dio, dove-

vano essere coerenti con ciò che annunciavano. La verità studiata e condivisa

nella carità con i fratelli è il fondamento più profondo della gioia. Il beato

Giordano di Sassonia dice di san Domenico: “Egli accoglieva ogni uomo nel

grande seno della carità e, poiché amava tutti, tutti lo amavano. Si era fatto una

legge personale di rallegrarsi con le persone felici e di piangere con coloro che

piangevano” (Libellus de principiis Ordinis Praedicatorum autore Iordano de

Saxonia, ed. H.C. Scheeben, [Monumenta Historica Sancti Patris Nostri Domi-

nici, Romae, 1935]).

In secondo luogo, Domenico, con un gesto coraggioso, volle che i suoi

seguaci acquisissero una solida formazione teologica, e non esitò a inviarli nelle

Università del tempo, anche se non pochi ecclesiastici guardavano con diffi-

denza queste istituzioni culturali. Le Costituzioni dell‟Ordine dei Predicatori

danno molta importanza allo studio come preparazione all‟apostolato. Domeni-

co volle che i suoi Frati vi si dedicassero senza risparmio, con diligenza e pietà;

uno studio fondato sull‟anima di ogni sapere teologico, cioè sulla Sacra Scrittu-

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Atti del Capitolo Generale Elettivo – Roma 2010

112

ra, e rispettoso delle domande poste dalla ragione. Lo sviluppo della cultura

impone a coloro che svolgono il ministero della Parola, ai vari livelli, di essere

ben preparati. Esorto dunque tutti, pastori e laici, a coltivare questa “dimensio-

ne culturale” della fede, affinché la bellezza della verità cristiana possa essere

meglio compresa e la fede possa essere veramente nutrita, rafforzata e anche di-

fesa. In quest‟Anno Sacerdotale, invito i seminaristi e i sacerdoti a stimare il

valore spirituale dello studio. La qualità del ministero sacerdotale dipende an-

che dalla generosità con cui ci si applica allo studio delle verità rivelate.

Domenico, che volle fondare un Ordine religioso di predicatori-teologi, ci

rammenta che la teologia ha una dimensione spirituale e pastorale, che arricchi-

sce l‟animo e la vita. I sacerdoti, i consacrati e anche tutti i fedeli possono tro-

vare una profonda “gioia interiore” nel contemplare la bellezza della verità che

viene da Dio, verità sempre attuale e sempre viva. Il motto dei Frati Predicatori

- contemplata aliis tradere – ci aiuta a scoprire, poi, un anelito pastorale nello

studio contemplativo di tale verità, per l‟esigenza di comunicare agli altri il

frutto della propria contemplazione.

Quando Domenico morì nel 1221, a Bologna, la città che lo ha dichiarato

patrono, la sua opera aveva già avuto grande successo. L‟Ordine dei Predicato-

ri, con l‟appoggio della Santa Sede, si era diffuso in molti Paesi dell‟Europa a

beneficio della Chiesa intera. Domenico fu canonizzato nel 1234, ed è lui stesso

che, con la sua santità, ci indica due mezzi indispensabili affinché l‟azione apo-

stolica sia incisiva. Anzitutto, la devozione mariana, che egli coltivò con tene-

rezza e che lasciò come eredità preziosa ai suoi figli spirituali, i quali nella sto-

ria della Chiesa hanno avuto il grande merito di diffondere la preghiera del san-

to Rosario, così cara al popolo cristiano e così ricca di valori evangelici, una ve-

ra scuola di fede e di pietà. In secondo luogo, Domenico, che si prese cura di

alcuni monasteri femminili in Francia e a Roma, credette fino in fondo al valore

della preghiera di intercessione per il successo del lavoro apostolico. Solo in

Paradiso comprenderemo quanto la preghiera delle claustrali accompagni effi-

cacemente l‟azione apostolica! A ciascuna di esse rivolgo il mio pensiero grato

e affettuoso.

Cari fratelli e sorelle, la vita di Domenico di Guzmàn sproni noi tutti ad

essere ferventi nella preghiera, coraggiosi a vivere la fede, profondamente in-

namorati di Gesù Cristo. Per sua intercessione, chiediamo a Dio di arricchire sempre la Chiesa di autentici predicatori del Vangelo.

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APPENDICE II

RELAZIONE DEL MAESTRO DELL’ORDINE

SULLA SITUAZIONE DELL’ORDINE

NOI

Fr. Carlos Alfonso AZPIROZ COSA O.P.

PROFESSORE IN SACRA TEOLOGIA

E UMILE MAESTRO E SERVO

DELL‟INTERO ORDINE DEI PREDICATORI

1. In conformità con LCO 417 § II, 3° presento la mia Relatio de statu Or-

dinis al Capitolo Generale Elettivo che, a Dio piacendo, si riunirà a Roma

a partire dal 1 settembre 2010. Il Capitolo Generale, che possiede la su-

prema autorità nell‟Ordine, è la riunione dei frati rappresentanti delle

Province per trattare e definire ciò che riguarda il bene di tutto l‟Ordine e

– è il caso del prossimo Capitolo – per eleggere il Maestro dell‟Ordine

(LCO 405). A conclusione dei nove anni come Maestro dell‟Ordine è im-

possibile limitare queste pagine all‟ultimo triennio dopo il Capitolo Gene-

rale di Bogotà (2007). Intendo offrire qui alcune impressioni che conside-

ro le più rilevanti. Mi permetto perciò di segnalare alcune premesse che

aiuteranno a leggere queste pagine all‟interno di un quadro più ampio.

2. Nel discutere questa Relatio in diverse sessioni del Consiglio Generale ab-

biamo convenuto nel desiderio di offrire un documento che sia realistico e

nel contempo pratico, indicando alcuni temi che riteniamo debbano essere

trattati e definiti nel Capitolo Generale. Eviterò, nella misura del possibile

le considerazioni teoriche su tematiche generali. Penso che, soprattutto nei

„Prologhi‟ dei differenti capitoli degli Atti dei Capitoli Generali, possiamo

incontrare riflessioni su diversi aspetti della vita e della missione

dell‟Ordine. Questi testi e le „Lettere all‟Ordine‟ dei Maestri dell‟Ordine –

specialmente negli ultimi vent‟anni – hanno aiutato a comprendere quale

sia l‟ampiezza e la larghezza, l‟altezza e la profondità della vita e della mis-

sione dell‟Ordine (cf. Ef 3,18). 1

1 Ho deciso di ricordarli all‟inizio di ogni tema in cui si divide questa Relatio per facilitare in tal mo-

do lo studio dei diversi temi secondo la prospettiva degli ultimi Capitoli Generali e degli ultimi Mae-

stri dell‟Ordine.

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Atti del Capitolo Generale Elettivo – Roma 2010

114

3. Desidererei che questo documento fosse letto come continuazione dei due

testi preparati per il Capitolo Generale dei Definitori – Cracovia 2004 – e

per il Capitolo Generale dei Provinciali – Bogotà 2007 – pubblicati come

Appendice dei rispettivi Atti capitolari. Le tre Relationes si completano a

vicenda ed insieme offrono una analisi più ampia e realistica della situa-

zione generale dell‟Ordine a partire dal 2001. 2

4. Il principio di sussidiarietà – così importante nel governo dell‟Ordine –

deve essere tenuto presente, a partire dalla lettura dei diversi testi o do-

cumenti che sono stati preparati per il prossimo Capitolo Generale, in par-

ticolare:

a. Le relazioni dei Soci del Maestro, dei Promotori Generali e de-

gli altri ufficiali della Curia Generalizia (cf. LCO 430).

b. Le relazioni dei diversi Priori Provinciali, Vice-Provinciali e Vi-

cari Generali che offriranno una visione più precisa della situazio-

ne dell‟Ordine (cf. LCO 416).

c. La lista delle ordinazioni, petizioni e raccomandazioni dell’ul-

timo Capitolo Generale dei Priori Provinciali (2007) al Maestro

dell‟Ordine o ai suoi soci e ufficiali della Curia. Per questo non si

farà riferimento ad essi allo scopo di alleggerire il presente testo.

2007-2016

“Guai a noi se non predichiamo il vangelo!”

(cf. 1Cor 9,16)

INTRODUZIONE

Verso la celebrazione degli 800 anni della conferma dell’Ordine

5. A partire dalla prima domenica di Avvento del 2006 fino all‟Epifania del

2008 abbiamo celebrato il giubileo per gli 800 anni della prima comunità

dell‟Ordine:3 il monastero di Santa Maria di Prouilhe. In tal modo abbia-

mo potuto rinnovare la nostra gratitudine per la presenza e la vocazione

delle nostre contemplative al cuore dell‟Ordine. La radice dalla quale si

nutre la nostra predicazione è la contemplazione profonda della nostra fe-

de. Così abbiamo compreso con maggiore profondità che l‟adeguato rin-

2 Le stesse sono state pubblicate all‟interno degli Atti dei Capitoli e si possono consultare in Internet

(cf. pagina web del Capitolo Generale 2010).

3 Cf. ACG 1989 (Oakland) n. 147, 1º .

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Appendice II – Relazione sulla situazione dell‟Ordine

115

novamento4 delle nostre monache è fondamentale anche per il rinnova-

mento di tutto l‟Ordine.1

6. Da quel momento abbiamo proposto di iniziare una novena di anni che

avrà il suo culmine, a Dio piacendo, nel VIII Centenario della conferma

dell‟Ordine dei Predicatori per mezzo della Bolla Religiosam Vitam di

Papa Onorio III (22.12.1216). I vocali dell‟ultimo Capitolo Generale

(Bogotà 2007) hanno chiesto che il tempo tra questi due anniversari

(2006-2016) ci rinnovi nella nostra vocazione (cf. ACG 2007 n. 51). I te-

mi che sono stati proposti alla nostra riflessione per ogni anno di questa

„novena‟ serviranno da guida a questa Relatio.2

7. Fra Paolo da Venezia, testimone al processo di canonizzazione di san

Domenico, racconta che „il maestro Domenico‟ invitava i suoi fratelli che

lo accompagnavano nel cammino: “Camminate, pensiamo al nostro Sal-

vatore”. Testimonia anche che “dovunque si trovava Domenico parlava

sempre di Dio o con Dio”, confessando anche che “mai lo aveva visto ira-

to, agitato o turbato, né per la fatica del cammino, né per altra causa ,

ma al contrario, sempre lieto nelle tribolazioni e paziente nelle avversi-

tà”.3 Questo tratto di gioia aiuterà anche noi a camminare lieti, pensando

al Salvatore, come lo faceva il Nostro Padre. In particolare desidero sotto-

lineare che quest‟anno celebriamo il V Centenario dell‟arrivo della prima

comunità di frati nell‟isola di Haiti o Quiqueya, a cui nel 1492 fu dato il

nome di La Hispaniola (isola che oggi è divisa tra Repubblica dominica-

na e Haiti). Tale anniversario ci presenta alcune sfide, ci interroga

sull‟ardore missionario dell‟Ordine, sulla nostra disponibilità

all‟itineranza, a partire dal modo di vita degli apostoli. San Domenico

continua ad essere il nostro ideale: partendo dalla sua Caleruega, terra dei

natali, passando attraverso l‟ambiente universitario di Palencia, parteci-

pando al Capitolo di Osma, scoprendo una nuova realtà ben oltre i Pire-

nei, impegnandosi nella predicazione a Tolosa e nei dintorni, fondando

l‟Ordine, predicando con i suoi frati in molte città e regioni, alimentando

nel suo cuore il desiderio di andare presso i cumani.

4 Cf. Concilio Vaticano II – Decreto Perfectae Caritatis sull‟adeguato rinnovamento della vita reli-

giosa. 1 Cf. Relatio de statu Ordinis ACG 2007 (Bogotà) n.208.

2 Questo è stato lo schema di una sommaria presentazione riguardo alla situazione dell‟Ordine offerta

ai nostri frati vescovi riuniti per la prima volta a Caleruega alla fine del settembre 2009: il suddetto

incontro si è realizzato a richiesta di alcuni tra di essi invitati alla XIV Assemblea del CIDALC riuni-

ta a Santiago del Cile all‟inizio del 2004. 3 Cf. Acta Canonizationis S.Dominici – Ed. A. Walz OP in MOPH XVI (Roma 1935) 161.

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Atti del Capitolo Generale Elettivo – Roma 2010

116

8. In tale contesto che ci inviterà tra pochi anni a celebrare con rinnovata

speranza i 50 anni dall‟inizio, sviluppo e conclusione del Concilio Vati-

cano II (1962-1965) ci si presentano varie questioni: Qual è stato il risul-

tato del Concilio per noi? È stato recepito in modo corretto? Nella rice-

zione del Concilio che cosa abbiamo fatto bene? Che cosa è stato insuffi-

ciente o è stato equivocato? Che cosa ci resta da fare?

9. Il Papa Benedetto XVI in un discorso che potrebbe essere definito „pro-

grammatico‟ si è riferito esplicitamente a questo tema. Senza forzare troppo

l‟argomento, potremmo interrogarci su tutto ciò che l‟Ordine, per mezzo

dei suoi Capitoli Generali e Provinciali ha riflettuto, ha trattato, ha definito

a partire dal Capitolo Generale di Bogotà nel 1965 e particolarmente dal

Capitolo Generale di River Forrest nel 1968, il quale - secondo la modalità

di inchoatio cum ordinatione - promulgò il LCO.

10. In questo medesimo messaggio, il Sommo Pontefice segnalava che da un

lato esiste una interpretazione che potrebbe chiamarsi „ermeneutica della

discontinuità e della rottura‟. Ma c‟è anche la „ermeneutica della riforma‟,

del rinnovamento nella continuità dell‟unico soggetto Chiesa, che il Si-

gnore ci ha dato, che cresce nel tempo e si sviluppa, ma permanendo

sempre il medesimo, unico soggetto del popolo di Dio in cammino. È ve-

ro, nella discontinuità degli avvenimenti storici siamo invitati a scoprire

la continuità del mistero della Chiesa, ed anche la continuità del carisma

di san Domenico nell‟Ordine che egli pose in medio Ecclesiae.4

11. Di fronte ad un dato evidente – un grande cambiamento generazionale

nell‟Ordine – l‟incorporazione di nuove vocazioni, la fondazione di nuove

Province, la presenza dell‟Ordine in nuovi paesi nel predicare in nuove cul-

ture, ci sono presentate nuove domande, sono richieste nuove risposte, un

nuovo ardore, nuovi metodi, nuove espressioni.5

12. La generazione che ha ricevuto immediatamente il Concilio Vaticano II e

ha cercato di tradurlo in pratica ora deve accogliere e ascoltare le do-

mande che provengono da coloro che sono nati e cresciuti dopo il Conci-

lio. A questi ultimi l‟esperienza dell‟immediato post-Concilio è total-

mente estranea, a molti, compresi i loro genitori, non è stata trasmessa la

fede. Essi non fanno riferimento ad una „tradizione orale‟ o vitale relativa

4 Cf. Benedetto XVI, Discorso ai membri della Curia romana, 22 dicembre 2005.

5 Cf. Giovanni Paolo II, Discorso ai Vescovi del CELAM, Haiti, 12 ottobre 1984; Discorso inaugurale

della IV Conferenza Generale dell‟Episcopato Latinoamericano, Santo Domingo, 12 ottobre 1982.

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Appendice II – Relazione sulla situazione dell‟Ordine

117

a questo adeguato rinnovamento.6 Questi frati – nostri fratelli – interro-

gano „oggi‟ coloro che li precedono nel cammino della vita domenicana,

così come la generazione precedente interrogò „ieri‟ i propri fratelli più

anziani. È certo, ogni cambio generazionale offre le sue luci e le sue om-

bre, gioie speranze, tristezze e angosce. L‟Ordine ha bisogno di atmosfera

di libertà, di slancio missionario, di creatività e di un impegno maturo

nell‟ambito della giustizia e della pace propri di una generazione che ha

dato molto alla Chiesa. Nello stesso tempo, come richiedono molti tra i

frati più giovani, ha anche bisogno oggi di visibilità certa, di fedeltà alla

propria storia e alla tradizione, sentimento di appartenenza per mezzo di

una vita fraterna in comunità che celebra la sua fede nella liturgia ecc. Se

consideriamo che ogni frate che fa professione inserisce la sua vita e la sua

storia nella vita e nella storia dell‟Ordine, ciò significa che „questo fratello‟

– in un certo senso – non sarà più il medesimo, così pure l‟Ordine, analo-

gamente, non sarà più il medesimo quando lo accoglie al suo interno.

13. Scrivo a coloro che conoscono l‟Ordine specialmente le comunità della

propria Provincia. Per questo non sono necessarie maggiori spiegazioni o

dettagli. Fedeli al principio quod omnes tangit ab omnibus tractari et ap-

probari debet – espresso in qualche misura nella frase di Umberto di Ro-

mans bonum enim quod communiter approbatur et facile promovetur7 –

si pone una domanda chiave: che cosa devono sapere riguardo all’Or-

dine i frati capitolari per poter trattare, definire e legiferare con sa-

pienza? Il contenuto di queste pagine desidera in modo prioritario, se-

gnalare ciò che credo debba essere tenuto in considerazione dal Capitolo

nelle circostanze attuali. Alcune ombre che possono apparire oggi nel no-

stro modo di vivere la missione come frati predicatori appaiono tanto più

nitidamente quanto più brilla la vocazione che per pura grazia abbiamo

ricevuto da Dio, nella chiesa per mezzo dell‟Ordine. Il Capitolo potrà trat-

tare e definire, ispirarci e animarci a riformare ciò che necessita di essere

riformato, a restaurare ciò che dobbiamo restaurare, a rinnovare ciò che

esige rinnovamento, a rifondare – nel senso di ritornare a ciò che è fon-

damentale – ciò che necessita di essere ancorato più profondamente nel

progetto di San Domenico. In diversi contesti storici, lungo otto secoli di

storia, i Capitoli Generali non hanno temuto di assumere con libertà e de-

cisione queste sfide e tante altre, fedeli all‟amore iniziale.8

6 Cf. Fr. Jean-Louis Bruguès OP, nostro fratello vescovo, Segretario della Congregazione per

l‟Educazione Cattolica, conferenza: Formazione al sacerdozio tra secolarismo e modelli ecclesiali,

L‟Osservatore Romano 3 giugno 2009. 7 Humbertus de Romanis, Expositio Regulae, XVI in Opera de vita regulari (ed. Berthier I p. 72), cf.

LCO 6. 8 Cf. Relatio de statu Ordinis [ACG 2007 (Bogotà) nn. 199 e 208].

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Atti del Capitolo Generale Elettivo – Roma 2010

118

2007

“Camminiamo fedeli all’amore iniziale per avere la vita”

(cf. Apoc 2,4 Gv 10,10)

I. LE NOSTRE CONTEMPLATIVE9

LCO nn. 141-143 e 146

14. L‟anno dedicato specialmente a riflettere sulle nostre contemplative ci ha

aiutato a ricordare la precedenza logica, storica e teologica della vita con-

templativa nella nostra missione. Questa celebrazione ha contribuito

grandemente a scoprire con maggiore profondità l‟appartenenza delle no-

stre contemplative all‟Ordine, l‟amore di San Domenico per loro,

l‟ossigeno che dalla loro vita proviene alla Santa Predicazione. Oltre alla

relazione del Promotore Generale per le monache contemplative

dell‟Ordine,10 vanno aggiunte alcune precisazioni.

15. Il Capitolo Generale del 1989 (Oakland) si occupò in modo speciale delle

monache e ordinò al Maestro dell‟Ordine la formazione di una Commis-

sione Internazionale con alcuni compiti concreti.11 La Commissione ha i-

niziato a funzionare e i suoi membri sono andati rinnovandosi in accordo

al ritmo previsto.12 Benché inizialmente vi siano state alcune difficoltà

nell‟accettazione della Commissione in quanto tale da parte di alcune

monache o monasteri, con il passare degli anni (già 20 anni!) la Commis-

sione ha lavorato in conformità alle regole stabilite senza minacciare la

potestà propria delle Priore locali e delle Priore federali.

9 Cf. ACG 1983 (Roma) nn. 280-281; ACG 1989 (Oakland) Cap. VII – Le monache; ACG 1992 (Mes-

sico) n. 126; ACG 1995 (Caleruega) n. 95; ACG 1998 (Bologna) nn. 156-159; ACG 2001 (Providen-

ce) Cap. V – Le monache; cf. ACG 2007 (Bogotà) n. 45 “Lettera alle monache dell‟Ordine dei Predi-

catori”; cf. Fr. Bonaventura García de Paredes, Lettera alle monache e suore (25.12.1926) [Analecta

35 (1927) 122-127]; Fr. Aniceto Fernández, Lettera alle monache (12.11.1968) [Analecta 77 (1969)

22-25], Lettera di promulgazione del testo provvisorio del Liber Constitutionum Monialium O.P

(LCM) (22.07.1971) [Analecta 80 (1972) 368-371]; Fr. Damian Byrne, Lettera alle monache di pre-

sentazione del LCM (14.01.1987) [Analecta 95 (1987) 19]; Lettera alle monache dell‟Ordine (maggio

1992) [Analecta 100 (1992) 20-42]; Fr. Timothy Radcliffe, Lettera Una vita contemplativa

(29.04.2001) [Analecta 109 (2001) 63- 87; IDI 393 (maggio 2001) 123-142]. 10

Cf. Relazione del Promotore Generale per le Monache al Capitolo Generale (B.1). 11

Cf. ACG 1989 (Oakland) nn. 154-155. 12 Oltre alle monache membri della Commissione (cambiamo ogni tre anni in conformità ad un piano

stabilito) dal 1989 si sono succeduti tre Promotori Generali: fr. Viktor Hofstetter (1989-1999), fr. Ma-

nuel Merten (1999 – 2008) e l‟attuale, fr. Brian Pierce (a partire dal 2008). Ad essi va la mia gratitudine

personale per il loro importante ministero. Una menzione speciale ai Procuratori Generali fr. Joseph

Nguyen Thang (2001-2004) e fr. Robert Ombres (a partire dal 2004) generosi nell‟assumere un servizio

in cui si trattano e si risolvono molti problemi in rapporto con le contemplative.

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Appendice II – Relazione sulla situazione dell‟Ordine

119

16. Al Capitolo Generale del 2001 (Providence) ci fu una commissione specia-

le per le Monache e gli atti, tra le altre cose, esortavano a richiedere al Ma-

estro dell‟Ordine che in prima persona o per mezzo di un delegato facesse

visita ogni due o tre anni alle comunità in riferimento a LCM 228 § III.13

Sono molto pochi i monasteri che lo hanno fatto. La gran parte delle comu-

nità contemplative non ha ricevuto una visita in nome del Maestro da molti

anni. Le comunità che hanno richiesto questa visita, alcune continuano a

farlo ogni tre o quattro anni, ne hanno potuto constatare i benefici. Le altre?

Forse sono presenti paure e pregiudizi a partire da esperienze non felici del

passato?

17. Nel momento di discernere il presente e il futuro delle comunità contempla-

tive, ho notato che nella formazione o nel modo di vivere questa dimensio-

ne nella clausura papale (cf. LCM 37)14 hanno il primato molte volte alcuni

aspetti materiali – la relazione con l‟edificio del monastero, alcuni aspetti

delle norme riferite alla clausura (mezzi che assicurano il fine della vita

contemplativa) – senza un ordine necessario alla finalità stessa della voca-

zione contemplativa. Se a ciò aggiungiamo – fuori contesto – alcune note

sull‟ „autonomia effettiva di ogni monastero‟ (che per essere realmente „ef-

fettiva‟ deve essere valutata, sottoposta a discernimento, e studiata in ac-

cordo alle esigenze e circostanze attuali) il risultato talvolta è veramente

preoccupante. In certe occasioni, il ricorso a trovare vocazioni all‟estero

sembrerebbe essere l‟unica via di uscita. Personalmente mi sono opposto in

via di principio a questo, tenendo in considerazione che l‟Ordine ha mona-

steri nei medesimi paesi dai quali provengono molte delle giovani candida-

te. Un‟altra cosa molto diversa sarebbe facilitare la formazione di queste

giovani nei monasteri della loro terra o regione; favorire la collaborazione e

l‟interscambio delle monache per via di accordi tra le comunità di diversi

paesi o, infine, formare giovani di altri paesi ma per inviarle ad intraprende-

re fondazioni in quei paesi ecc…15

18. Insieme con la Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata devo rilevare

l‟importanza delle Federazioni, in particolar modo di quelle che compiono il

loro mandato nella animazione della vita contemplativa in differenti paesi e

13

Liber Constitutionum Monialium OP; Cf. ACG 2001 (Providence) nn. 343-344. Si tratta della visita

canonica (cf. LCM 227 § III; 3) o la visita riguardante il governo interno e le leggi disciplinari dell‟Ordine,

salvi restando i diritti dell‟Ordinario del luogo (cf. LCM 228 § III). 14

Cf. CIVC et SVA, Instructio Verbi Sponsa sulla vita contemplativa e la clausura delle monache

(13.05.1999). 15

È ciò che sta facendo, ad esempio, il Monastero de la Encarnación a Cangas de Narcea (Spagna)

con una fondazione in India e il Monastero Corpus Christi a Farmington Hills (USA) che sta aiutando

una fondazione in Vietnam.

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Atti del Capitolo Generale Elettivo – Roma 2010

120

regioni.16 L‟accompagnamento del governo federale è chiave per affrontare le

sfide accennate, in particolar modo l‟isolamento dei monasteri,

l‟invecchiamento delle comunità, la formazione delle giovani, la scarsità di

vocazioni in molti paesi. Come nota particolare, che si aggiunge agli incontri

di formazione che ogni Federazione è solita organizzare regolarmente, segna-

lo che nel marzo del 2008 si è realizzato a Caleruega (Spagna) un incontro per

monache professe solenni di età inferiore a 60 anni appartenenti ai monasteri

delle tre Federazioni di questo Paese. Credo che sia stato un segno elo-

quente di speranza. Non potrebbe essere una buona iniziativa per altri pa-

esi e regioni?

19. L‟anno giubilare ha offerto una opportunità perché le nostre sorelle con-

templative potessero intraprendere molte e varie iniziative centrate spe-

cialmente in ciascun monastero. Come uno dei frutti di questa esperienza,

alcune comunità hanno compreso la necessità di unirsi o di fondersi con

altre, si sono intraprese nuove fondazioni, alcune sopprimendo comunità

per dare luce ad altre. In questo momento la nostra Curia è impegnata ad

aiutare soprattutto le nuove fondazioni in India, in Vietnam e in Bolivia.

20. Gli sforzi fatti nell‟attuazione della petizione dei Capitoli di Providence e

di Cracovia in riferimento ad alcuni monasteri, chiamati „santuari‟ legati

in modo speciale alla vita del nostro padre San Domenico, purtroppo non

sono giunti a maturazione. Alcuni progetti presentati come Maestro

dell‟Ordine per queste comunità non sono stati accettati o semplicemente

non sono stati presi in considerazione.

21. Diverse lettere alle varie Federazioni o regioni e a tutte le contemplative

sono state inviate per accompagnarle nel loro cammino. Oltre alle visite a

numerose comunità, ho predicato ritiri per le monache di diverse Federa-

zioni o regioni.17

22. Chiedo al Capitolo Generale che esorti tutti i frati, in particolar modo i

16 Cf. ACG 1992 (Messico) n. 126. Nell‟Ordine esistono al momento attuale le seguenti Federazioni

di Monache: in Spagna (con monasteri in altre regioni): Federación de Santo Domingo, Federación de

la Inmaculada Concepción e Federación Nª. Sª. del Rosario; in Italia (Federazione Santa Caterina e

Federazione San Domenico); in Francia e altri monasteri legati alla Federazione Notre Dame des Prê-

cheurs; in Peru (Federación Nuestra Señora del Rosario); in Messico (Federación Nuestra Señora de

Guadalupe); in Giappone: Association under the title of “St. Mary” of Monasteries in Japan e negli

Stati Uniti (Association of the monasteries of nuns of the Order of Preachers in the United States of

America). 17 Cf. Relatio per il Capitolo Generale 2007 n. 35; a queste si aggiungono un ritiro alle comunità della

Federation Notre Dame des Prêcheurs nel settembre 2008; è previsto un secondo ritiro per le comunità

della Spagna e un altro per quelle dell‟Italia (entrambi nel mese di giugno 2010).

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Appendice II – Relazione sulla situazione dell‟Ordine

121

Priori Provinciali, perché collaborino e facilitino, tenendo conto delle ca-

pacità e dei talenti di ogni frate, la cura monialium. In tale prospettiva

penso che sia importante che le nostre comunità contemplative ricevano

la formazione biblica e teologica adeguata alla loro missione. La nostra

mutua appartenenza alla Famiglia Domenicana favorisce la crescita nella

fraternità in conformità allo spirito dell‟Ordine. Nella nuova visione e

nella prospettiva con cui la Chiesa oggi considera il ruolo e la presenza

della donna, è importante superare, quando esistano, alcune forme di tute-

la da parte dei frati che possano limitare di fatto l‟autonomia dei monaste-

ri delle monache.18

23. Fino al termine del suo mandato come Maestro dell‟Ordine, fr. Timothy

Radcliffe ha consultato i monasteri sulla necessità di cambiamenti nel

LCM secondo il processo indicato nello stesso (n.182). Dopo aver studia-

to attentamente le petizioni che furono inviate, dopo aver compiuto le

consultazioni necessarie, ho giudicato che non era opportuno né necessa-

rio continuare questo processo. Sono persuaso che le monache, essendo

coscienti delle difficoltà che molte comunità stanno attraversando, devo-

no trattare, definire e decidere sul proprio futuro nonostante il diritto del

Maestro dell‟Ordine e dei Capitoli Generali di dare ordinazioni (cf. LCM

180, 4° e 5°). La soluzione in questo momento non sta in alcuni cambia-

menti possibili nel LCM, ma nei medesimi monasteri e nelle federazioni,

ai quali compete di essere artefici di un adeguato rinnovamento per rivita-

lizzare le comunità conformemente alla loro missione nella chiesa.

24. La beatificazione di Suor Josefina Sauleda Paulis (1885.1936), prima

contemplativa martire dell‟Ordine elevata all‟onore degli altari il

28.10.2007, è stato uno dei segni più eloquenti e provvidenziali del giubi-

leo 2007.

18 Cf. Istruzione Verbi Sponsa n. 26.

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Atti del Capitolo Generale Elettivo – Roma 2010

122

2008

“L’anima mia magnifica il Signore”

(Lc 1,46)

II. IL SANTO ROSARIO, MEMORIA, TEOLOGIA, PIETÀ POPOLARE19

(LCO 39-75; 129 e 153)

25. L‟anno 2008 è stato dedicato specialmente alla promozione di questo

strumento privilegiato che unisce la nostra contemplazione e predicazio-

ne. Certamente nell‟Ordine si promuove il Rosario non solamente come

scuola di orazione e di devozione ma anche come strumento eccellente

per la predicazione. A partire dalla lettera apostolica Rosarium Virginis

Maria20 e dalla celebrazione dell‟Anno del Rosario (2002-2003) sono

state numerose e molto interessanti le iniziative e le attività realizzate nel-

le Province.

26. Ispirato da questo evento ecclesiale, dopo una impasse durata alcuni anni

è stato nominato nel 2007 un Promotore Generale del Rosario: fr. Louis-

Marie Ariño Durand. Ho inviato una lettera all‟Ordine per iniziare la ce-

lebrazione di un Anno del Rosario per la Famiglia Domenicana. Si lavora

anche con impegno nella pagina web dedicata alla diffusione ed alla pro-

mozione del Rosario, ecc. Tuttavia è imprescindibile sottolineare

l‟importanza dei Promotori nazionali o regionali, o i Segretariati che

promuovono il lavoro in équipe con la Famiglia Domenicana. Il modello

di lavoro di alcune Province è degno di lode e di essere imitato.

27. Penso che sarebbe importante rinnovare le Confraternite del Rosario21

in una modalità attualizzata come forse è il caso delle Equipes du Rosaire

in Francia.22 Infine l‟esistenza in quasi tutti i paesi di santuari mariani si-

gnificativi, deve invitarci ad un lavoro pastorale in comunione con la Fa-

miglia Domenicana promuovendo i pellegrinaggi nei quali si pongano in

19 Cf. Fr. Aniceto Fernández, Allocuzione sul Rosario (12.07.1963) [Analecta 71 (1963) 304-308]; Fr.

Vincent de Couesnongle, L‟apostolato del Rosario (31.05.1976) [Analecta 84 (1976) 445-448]; Fr. Da-

mian Byrne, Lettera sul Rosario (02.09.1985) [Analecta 93 (1985) 116-121]; Fr. Timothy Radcliffe,

Conferenza Pregare il Rosario (90° Pellegrinaggio del Rosario, Lourdes) Ottobre 1998 [Analecta 106

(1998) 319-331]; Fr. Carlos A. Azpiroz Costa, Lettera all‟inizio dell‟Anno del Rosario (01.01.2008) [A-

nalecta 116 (2008) 9-15]; Lettera Una Evangelizzazione di vicinanza: una Grazia, le Equipes du Rosaire

(11.02.2010) [IDI 481 (aprile 2010) 96 ss.]. 20 Promulgata da Giovanni Paolo II il 16.10.2002 al compiersi del 25º anno dall‟inizio del suo ponti-

ficato e dopo 120 anni dall‟Enciclica Supremi apostolatus officio del Papa Leone XIII (1.09.1883). 21

Cf. LCO 153. 22 Cf. Lettera Una evangelizzazione di vicinanza: una grazia, le Equipes du Rosaire (11.02.2010);

[IDI 481 (aprile 2010) 96 ss.].

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Appendice II – Relazione sulla situazione dell‟Ordine

123

risalto l‟orazione, la contemplazione, lo studio, la predicazione e la prati-

ca del Santo Rosario.

28. La promozione e la predicazione del Rosario offrono anche alcuni inter-

rogativi in relazione con la nostra vita religiosa secondo LCO. Non stia-

mo perdendo in qualche modo nell‟Ordine il sentimento della devozione

popolare? Questa dimensione della nostra vita non ci avvicinava forse so-

prattutto ai più poveri? La devozione del Rosario e altre manifestazioni di

pietà analoghe non hanno aiutato a formare in un certo modo la nostra

cultura religiosa? (LCO 39-54)

2009

“In principio era il Verbo”

(Gv 1,1)

III. SAN DOMENICO, PREDICATORE DELLA GRAZIA23

LCO 98-105

Fondati per la predicazione

29. San Domenico volle fondare un Ordine che fosse e si chiamasse „dei Pre-

dicatori‟. Questa è la nostra vocazione e missione. Ogni Capitolo Genera-

le ci offre l‟opportunità per domandarci con semplicità e magnanimità: a

chi siamo inviati oggi?

30. Diverse esperienze in questi anni hanno suscitato in noi una riflessione rin-

novata su ciò che significa il desiderio di san Domenico di fondare un Ordine

in medio Ecclesiae. Da tale prospettiva ci è sempre stata insegnata la necessi-

tà di sentire cum Ecclesia, vivere in comunione con la Chiesa. Come stiamo

servendo oggi la Chiesa? Quali difficoltà si presentano? In qual modo influi-

scono le nostre ideologie in questo cammino? Nessuno può dire di non avere

una propria ideologia: il luogo di nascita, l‟educazione e formazione ricevuta,

le diverse circostanze della vita, tutto confluisce a modellare la propria ideo-

23

Paolo VI, Esortazione Apostolica Evangelii Nuntiandi (08.12.1975); Benedetto XVI, Catechesi

all‟Udienza Generale dedicata a San Domenico di Guzman (03.02.2010); Vincent de Couesnongle, Con-

ferenza Quid sibi velit hodie Verbum loqui (Cosa significa predicare oggi?) (20.09.1982) [Analecta 90

(1982) 153-159]; Damian Byrne, Lettera Il ministero della predicazione (20.05.1989) [Analecta 97

(1989) 65-72; IDI 269 (settembre 1989) 114-122]; Cf. Fr. Carlos A. Azpiroz Costa, L‟annuncio del

Vangelo nell‟Ordine dei Predicatori (07.11.2002) in ACG 2004 (Cracovia) Appendice II; Messaggio di

Natale (30.11.2008) [IDI 467 (Dicembre 2008) 271-274].

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Atti del Capitolo Generale Elettivo – Roma 2010

124

logia. Come un „codice genetico‟, la nostra cultura o il modo di vedere ci ac-

compagna ovunque andiamo. Facilmente si definisce come „ideologica‟ la

posizione di un fratello o di una sorella che non pensa come noi, senza che

sia riconosciuta la carica ideologica delle proprie parole e attitudini. La sfida

consiste nella docilità per „saper-lasciarsi-dire-qualcosa‟ e non pretendere di

esaurire nello spazio limitato della propria ideologia l‟ampiezza, l‟altezza, la

larghezza e la profondità del messaggio del Vangelo che siamo chiamati a

predicare.

31. Proprio lì si manifesta il mistero della nostra comunione e missione, con

la Chiesa e a nome della Chiesa (così come lo indica la professione pub-

blica dei consigli evangelici nella vita religiosa).

32. Questa comunione implica prima di tutto di creare le possibilità di dialo-

go, di discernimento e – come non ricordarlo – di obbedienza ecclesiale e

religiosa. Questo appartiene alla nostra stessa Professione di fede e Pro-

fessione domenicana. La nostra professione religiosa dei consigli evange-

lici nell‟Ordine è pubblica e solenne, e in quanto tale è accolta „in nome

della Chiesa‟. La nostra professione di fede (credo) e la nostra professio-

ne religiosa (voti pubblici e solenni) non precedono forse dal punto di vi-

sta teologico qualsiasi altro tipo di „professione‟, „professionalità‟ o anche

„professionalismo‟? (cf. LCO 1 § V; 101 § I).

33. In tal senso si presentano non poche difficoltà nelle diverse Province e in

tutto l‟Ordine in rapporto agli interventi pubblici o a dichiarazioni (libri,

periodici, riviste, radio, televisione, etc.) e permessi per la pubblicazione

(libri, articoli). Lo spazio della Relatio non è il luogo adatto per una di-

scussione su questo argomento. Tuttavia è importante che il Capitolo Ge-

nerale, garantendo la libertà che la buona Notizia del Vangelo ci offre, ri-

cordi e attualizzi i criteri che le nostre Costituzioni offrono come indica-

zioni per le nostre pubblicazioni (LCO 139 e 139 bis). Sono sufficienti

questi testi di LCO? Non dobbiamo pronunciare parole di grazia e di veri-

tà così come lo esige la natura della nostra professione religiosa e lo sot-

tolinea LCO 1 §III e VI, in comunione e dialogo maturo con i nostri supe-

riori e Pastori?

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Appendice II – Relazione sulla situazione dell‟Ordine

125

2010

“Come lo annunceranno, se non sono stati inviati?”

(Rom 10,15)

IV LA MISSIONE DELLA PREDICAZIONE24

(LCO 106-123)

34. Il Capitolo Generale Elettivo – come ho già ricordato – si riunisce nel mo-

mento in cui l‟Ordine celebra i 500 anni della prima comunità di frati in

America, il Nuovo Mondo! Questa comunità continua ad essere un model-

lo per noi in quanto ha integrato in qualche modo le dimensioni della nostra

vita e missione: la vita apostolica in povertà radicale, la predicazione co-

raggiosa e impegnata, la difesa degli esclusi, la denuncia delle ingiustizie,

la preoccupazione comunitaria per offrire un messaggio comune, la rela-

zione con i fratelli che in Europa – il „vecchio mondo‟ – studiavano e inse-

gnavano in particolare nell‟Università di Salamanca, ecc. Le quaestiones

disputatae più urgenti di ogni tempo e di tutti i tempi continuano ad essere

le nostre? Fr. Antonio de Montesinos domandava nel suo celebre sermone

dell‟Avvento del 1511: „Forse che questi non sono uomini?‟ davanti

all‟oppressione della schiavitù a cui erano sottomesse le popolazioni origi-

narie di La Hispaniola da parte di molti di quelli che lo ascoltavano predi-

care. Quali sono le domande che offriamo oggi ai destinatari della nostra

predicazione?

35. Siamo predicatori del Vangelo di Gesù Cristo e come sentir parlare di lui se

nessuno lo predica? E chi predicherà se non saranno inviati? Fr. Vincent de

Couesnongle ci aiuta a domandarci „dove stanno i miei cumani?” L‟itine-

ranza è un elemento essenziale della nostra sequela di Gesù secondo la vita

degli apostoli. L‟itineranza domenicana non è fuga, non è vita vagabonda o

di giramondo, non è visita di curiosità o di turismo, ma è e sarà „invio‟. Il Ca-

pitolo deve offrire una parola rinnovando l‟importanza della missione come

invio. Non abbiamo forse dimenticato con troppa facilità l‟insistenza sulla

nostra tradizione missionaria come plantatio Ecclesiae et plantatio Ordinis?

24 Fr. Vincent de Couesnongle, Conferenza Le quattro priorità apostoliche di Quezon City e di Wal-

berberg (01.06.1981) [IDI 195 (Ottobre 1983) 125-140]; Fr. Damian Byrne, Lettera Il compito

dell‟evangelizzazione oggi (05.05.1988) [Analecta 96 (1988) 159-168, IDI 259 (Ottobre 1988) 114-

123]; Fr. Timothy Radcliffe, Lettera Inviati alla missione (03.04.1994) [Analecta 102 (1994) 16-36;

IDI 319 (Aprile 1994) 62-80]; Fr. Carlos A. Azpiroz Costa, Lettera Camminiamo con gioia e pensia-

mo al nostro Salvatore – alcune pennellate sull‟itineranza domenicana (24.05.2003) [Analecta 111

(2003) 259-295; IDI 413 (2003) 151-180]; Congregazione per la Dottrina della Fede, Nota dottrinale

su alcuni aspetti della evangelizzazione (03.12.2007).

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Atti del Capitolo Generale Elettivo – Roma 2010

126

36. Come le espressioni „vita apostolica‟ o „missione‟ sintetizzano soprattutto

la nostra vocazione, l‟espressione „evangelizzazione‟ descrive senza dubbio

il nostro modo di vita (cf. LCO 1 § III). Durante il pontificato di Giovanni

Paolo II si è insistito nell‟invito ad una „nuova evangelizzazione‟. Nelle vi-

site canoniche in molte Province i giovani si sentono soprattutto chiamati

ad essa. Come accogliamo questo desiderio accompagnandolo, purifican-

dolo e facendolo maturare?

37. Specialmente i nostri frati giovani, incorporati di recente nell‟Ordine, de-

siderano rispondere a questo invito mediante nuovi ministeri e areopaghi

(in particolare quelli che offrono i nuovi mezzi moderni di comunicazio-

ne). Sono frati che appartengono ad una generazione che ha portato con

sé un enorme cambiamento culturale!25 Oggi siamo testimoni di nuovi

modi di predicazione attraverso Internet, video conferenze, blogs e forum,

ecc. Non possiamo fare a meno di sostenere e promuovere queste nuove

iniziative.26

38. In ogni modo dobbiamo rinnovare il senso classico della „missione‟. La

„missione‟ sottolinea l‟importanza dell‟‟invio‟ e di „chi invia‟ (Rom

10,16): il Maestro dell‟Ordine, il Priore Provinciale e il Priore conventua-

le in conformità con le nostre Costituzioni. In tal senso è importante tener

conto prima dei propri progetti o realizzazioni personali, dell‟importanza

della pianificazione apostolica‟ a livello conventuale, provinciale e uni-

versale (che compete in special modo al Capitolo Locale, Provinciale o

Generale) [cf. LCO 6-7; 106-107; 405].

39. Non posso tener nascosto che si percepisce una certa mancanza di disponi-

bilità da parte dei frati ad essere inviati soprattutto ai più poveri, alla mis-

sione che tradizionalmente chiamiamo ad gentes, ad aggiungersi a progetti

lontani dal proprio ambiente culturale (benché nel territorio della propria

Provincia), lontani dalla propria famiglia, lasciando dietro di sé le „sicurez-

ze‟ che determinati ambienti ci offrono. Questa mancanza di disponibilità o

di generosità molte volte è „razionalizzata‟ facilmente sulla base delle più

diverse, delle più curiose ed anche capricciose motivazioni: la propria rea-

lizzazione, la visione personale sui propri talenti, il desiderio di una certa

sicurezza nei confronti del futuro, incluso il desiderio di una carriera (acca-

demica, professionale…). A volte si presentano anche obiezioni di coscien-

za confondendo le proprie emozioni, sentimenti, l‟autocoscienza (coscienza

25 Cf. Benedetto XVI, Messaggio per la Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali 2009. 26

Ricordo tra altre: Radio Preaching Forum, Prison Preaching Network e il progetto Gospel in

action.

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Appendice II – Relazione sulla situazione dell‟Ordine

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psicologica) con il giudizio della ragion pratica, che la nostra professione

nelle mani del superiore ha elevato soprannaturalmente al livello di un vero

atto di fede in Dio e nei fratelli nelle cui mani abbiamo fatto professione

(coscienza morale).27 Forse noi superiori non stiamo sbagliando anche

nell‟invio quando permettiamo senza obiezioni che un frate rifiuti una as-

segnazione?

40. Torna ad essere urgente una risposta adeguata alla domanda: a chi siamo

inviati? San Domenico desiderava andare ai cumani senza lasciare il suo

impegno nella realtà circostante, ma intanto non dubitava nell‟inviare fra-

ti verso le regioni più lontane. Una certa dialettica tra „intellettuali‟ e

„missionari‟ che ha segnato gran parte della nostra storia è stata superata

per mezzo della magnanimità di molti tra i nostri fratelli in diverse epo-

che (la feconda relazione tra frati missionari de La Hispaniola e i profes-

sori di Salamanca continua ad essere un modello da imitare).

41. La questione tocca specialmente il governo dell‟Ordine. Se nel fare la pro-

fessione di obbedienza abbiamo posto le mani nelle mani di altri fratelli,

abbiamo rinunciato ad una certa autogestione delle nostre capacità e talenti.

Queste doti non restano nascoste a coloro che essendo nostri superiori ci

inviano ad una missione. Che significa oggi aver professato nelle mani di

un fratello a cui abbiamo riconosciuto una certa autorità? Siamo coscienti

che ciò significa che „altri‟ ci invieranno ad una missione che forse non è

quella che preferiamo ma che “le necessità dell‟Ordine e la nostra utilità in

Cristo” la suggeriscono? (cf. LCO 271 § III; Formula della assegnazione,

Appendice n. 13).

42. L‟Ordine si struttura in Province, ma dobbiamo stare attenti di fronte ad

una „eccessiva provincializzazione‟ (provincialismo?) che a volte rende

realmente molto difficile una reale ed effettiva pianificazione, collabora-

zione o „unanimità‟ necessaria al momento di assicurare la missione co-

mune di tutto l‟Ordine. I Capitoli Generali segnalano al Maestro

dell‟Ordine determinate necessità o priorità ma la susseguente messa in

opera di questi progetti può fallire per la mancanza di risposta. Le deci-

27 Paolo VI esprime questa importante distinzione, a mio parere, in un modo assai chiaro e pedagogi-

co: “La coscienza, soprattutto, è la persona che pensa a se stessa; il pensiero del pensiero; lo specchio

interiore dell‟ esperienza; ed è ordinariamente psicologica: la persona si percepisce, si ricorda, si giu-

dica, discute su se stessa con se stessa, si conosce. In tale quadro interiore risalta specialmente

l‟avvertenza riguardo all‟uso della propria libertà, sia che essa preceda o segua l‟atto - in un certo sen-

so - creativo della volontà personale, cioè, riguardo la espressione responsabile della persona che pen-

sa ed è libera; tale avvertenza si chiama coscienza morale” (Udienza Generale, 2 agosto 1972).

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Atti del Capitolo Generale Elettivo – Roma 2010

128

sioni di un Capitolo Provinciale riviste e corrette dal Maestro dell‟Ordine

non esprimono solamente un „controllo‟ prevenuto, ma anche il senso di

appartenenza di una Provincia all‟Ordine e alla sua missione nella Chiesa

e nel mondo.

43. Anche se mi riferirò più precisamente a questo nel trattare il tema del go-verno dell‟Ordine (le diverse entità previste in LCO), per varie ragioni as-sistiamo al progressivo indebolimento di presenze missionarie che l‟Ordine non dovrebbe abbandonare. La nostra missione in Etiopia, per vari motivi, ma sempre all‟interno di questo quadro indicato, ha dovuto essere sospesa. Essendo realistici, è molto difficile iniziare o accompa-gnare presenze missionarie se queste non dipendono realmente da una Provincia in concreto. Altre entità potranno aggiungersi e collaborare in modi diversi, ma la responsabilità istituzionale dev‟essere affidata ad una determinata Provincia.

44. Mi domando se nel momento di sostenere nuove presenze in territori di mis-

sione non sarà possibile ripensare la presenza domenicana in luoghi dove ab-

bondano e sovrabbondano agenti di evangelizzazione mentre mancano frati

predicatori in molti angoli del pianeta. Talvolta non rimaniamo in determina-

ti luoghi solamente per „inerzia storica‟, cioè „subendo la storia‟ anziché as-

sumere liberamente le sfide proprie del tempo? In tale prospettiva il Capitolo

può offrire una parola di grazia e di verità che spinga e favorisca una forma-

zione più missionaria, che vada oltre „le frontiere‟.

45. Finalmente si è potuta aprire la missione nella Guinea equatoriale (diocesi di Malabo). La missione è stata affidata per l‟Ordine alla Provincia di Spagna (con la collaborazione della Provincia di Colombia). Dopo un processo di dialogo e di chiarificazione in cui si è riaffermato il principio di collaborazione tra le Province, l‟Ordine ha assegnato il territorio di Myanmar (ex Birmania) alla Provincia del Rosario, con l‟impegno since-ro di collaborazione da parte della Provincia delle Filippine. Ma ci sono altre frontiere nelle quali abbiamo bisogno di rafforzare la nostra presen-za. La Provincia del Vietnam sta esplorando la possibilità di aprire una missione in Thailandia. La Provincia dell‟India è stata invitata formal-mente a sondare la possibilità d iniziare una missione in Zambia con la collaborazione del Vicariato Generale del Sudafrica.

46. La missione in Cina è stata affidata alla Provincia del Rosario e al Vica-

riato Generale di Cina (Taiwan). È importante che le Province che hanno

frati desiderosi di aggregarsi a tale missione possano collaborare con al-

cune di queste entità. Riserviamo al Capitolo Generale il compito affinché

queste entità possano riferire con maggiori dettagli la situazione.

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Appendice II – Relazione sulla situazione dell‟Ordine

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47. Purtroppo non è stato possibile fino ad ora fondare una presenza

dell‟Ordine in Romania. Durante la visita canonica alle tre Province ita-

liane nel 2008 ho chiesto ad esse che focalizzassero il loro impegno mis-

sionario in collaborazione per fortificare prima di tutto le nostre presenze

in Turchia (Vicariato della Provincia di san Domenico) e Grecia (Provin-

cia di san Tommaso). Confidiamo che possano finalmente farlo anche sa-

crificando altre presenze nel territorio della penisola.

48. È vero che ogni Provincia dovrebbe in linea di principio avere una missione

fuori dal suo territorio. Comprendo che per molte sia impossibile, ma ritorno

a domandarmi: non è desiderabile che una Provincia si impegni istituzio-

nalmente e non solo con „volontari occasionali‟ a collaborare con altre entità

che abbaino a che fare con Vicariati Provinciali o Regionali? Il modo di col-

laborazione in queste nuove frontiere è vario: pastorale, intellettuale, per la

formazione, etc. Oggi – insisto – emerge più chiaramente che non possono

essere separati i diversi aspetti della missione come Predicatori.

49. La nostra presenza in Africa Orientale necessita di un numero maggiore

di frati che collaborino con la Provincia di Saint Joseph. La nuova Vice

Provincia di sant‟Agostino in Africa Occidentale ha iniziato una espe-

rienza carica di novità a Yamoussoukro. Non ci sono frati che parlano o

desiderano parlare francese in modo tale da aggregarsi a questa missione?

I Carabi pure contano una presenza missionaria rilevante per mezzo di

molti Vicariati. Non ci sono altre Province che sono disposte a collabora-

re? In molte entità con un buon numero di frati in formazione si rende ne-

cessaria la presenza di religiosi con esperienza per integrare le comunità

formative.

50. Nel medesimo territorio delle Province ci sono presenze missionarie im-

portanti tra popolazioni indigene: rilevo la zona pastorale che comrpende

Chiapas (Provincia del Messico); Alta e Bassa Verapaz in Guatemala

(Provincia del Centroamerica); Puyo in Ecuador; la regione della selva

amazzonica in Perù; ecc. Senza dubbio è necessario un nuovo rinnova-

mento dello zelo missionario. Molti ricordiamo che prima della svolta po-

litica avvenuta in Nicaragua negli anni „80 molti frati di diversa naziona-

lità furono in questo Paese. Cosa è accaduto dopo? Oggi in Nicaragua vi-

vono solamente sei frati! L‟entusiasmo del momento non è sufficiente.

Non basta lo spirito missionario di qualche fratello, è necessaria la dovuta

pianificazione da parte delle Province a livello istituzionale, decisioni di

governo e costanza nel mantenerle.

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Atti del Capitolo Generale Elettivo – Roma 2010

130

51. Un altro aspetto che deve richiamare la nostra attenzione è il fatto di esse-

re presenti nei cambiamenti culturali con una certa paralisi (o come se

questi cambiamenti non fossero avvenuti). Ci tiriamo indietro di fronte ai

nuovi modelli culturali (o anticulturali?). Senza dubbio sappiamo predica-

re nel contesto di una società secolarizzata? O forse ci siamo secolarizzati

anche noi stessi? Non abbiamo confuso la „inculturazione‟ con un sem-

plice o superficiale „mimetismo‟? Comprendiamo la sfida che implica an-

che evangelizzare la cultura o le culture? Ci rendiamo conto che la nostra

miglior predicazione è il nostro modo di vivere il Vangelo? Possiamo par-

lare di una predicazione in comunità e in collaborazione quando

l‟individualismo ci conduce a privatizzare anche in certo qual modo la

nostra presenza missionaria?

2011

"Tutti li abbiamo uditi dire nelle nostre lingue le meraviglie di Dio" (Atti 2,11)

V. PREDICAZIONE E CULTURA – PREDICAZIONE COMUNITARIA

1. Predicazione e cultura: il nostro studio32

LCO 76-97; 226-245

52. I Capitoli Generali hanno offerto sempre importanti direttive circa il no-

stro studio personale e comunitario; hanno anche riflettuto

sull‟importanza dei nostri Centri di Studi. LCO 92 offre un elenco dei di-

versi tipi di Centri di Studi: Centro di Studi Istituzionali, Centro di Studi

Superiori, Centro di Studi Speciali, Centro di Formazione Permanente.

Nel definirli si sottolinea sempre la "comunità". In questo senso vengono

in mente due "definizioni" che nonostante il contesto medievale da cui

sono tratte, aiutano ancora oggi, a comprendere l‟ importanza della nostra

applicazione allo "studio" come attività personale e comunitaria e di con-

seguenza l‟importanza dei nostri "Centri di Studi". Conosciamo le parole

di Sant‟ Alberto Magno nel descrivere il nostro modo di vita e il nostro

modo di intendere lo studio: "In dulcedine societatis quærere verita-

tem”33. d‟altra parte, riferendomi ai nostri Centri di studio (Studia) vale la

32

Fr. Damián Byrne, Lettera Il ruolo dello studio nell‟Ordine (30.05.1991) [Analecta 99, 1991, 60-68;

IDI 292 (Ottobre 1991) 130-139]; Fr. Timothy Radcliffe, La sorgente della speranza - Lo studio e

l‟annuncio della Buona Notizia (21.11.1995) [Analecta 103, 1995, 385-405; IDI 337 (Gennaio 1996) 2-

22]; ACG 2001 (Providence) Cap. III, La vita intellettuale - Misericordia Veritatis, nn. 104-135. 33 Sant‟Alberto Magno, Lib. VIII Politicorum (Ed. Parisiensis) VIII, 803-804.

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Appendice II – Relazione sulla situazione dell‟Ordine

131

pena ricordare quello che Alfonso X, re della Castiglia, scrisse: "Studio è

il congiungimento - cioè l‟unione - di maestri e studenti in un luogo, con

la volontà e il proposito di apprendere un sapere”34.

53. Il fondamento e l‟ unità del nostro studio, la sua ragione di essere ed il

suo sostegno costante è la Parola di Dio che leggiamo nella Sacra Scrittu-

ra, proclamiamo nella lode divina e nella celebrazione dell‟Eucaristia ,

tentiamo di penetrare per mezzo dello studio e consegniamo agli uomini e

donne di ogni tempo mediante la predicazione, facendo crescere in essi la

vita divina. Ma questa Parola di Dio che è unica e rimane per sempre, è

anche multiforme e deve essere tradotta ed interpretata in modo che possa

essere annunciata e ricevuta da tutti e tutte, ciascuno secondo la propria

lingua e cultura, (cf. Ratio Studiorum Generalis cap. V e VII). Questa u-

nità e pluralità del nostro studio ha conseguenze molto concrete

nell‟organizzazione della formazione iniziale e nella pianificazione dei

nostri Centri di Studi.

54. Continua ad essere Maestro e guida nella nostra formazione intellettuale e

spirituale san Tommaso d‟Aquino. La sua sintesi continua a essere attua-

le. Non si tratta di una moda che va e viene. Già il Capitolo Generale del

1980, Walberberg, insisteva su ciò (ACG n. 103, 5. Venti anni più tardi il

Capitolo Generale di 2001, Providence, lo rendeva ancora più evidente,

(ACG nn. 104-124)35.

55. L‟ultimo Capitolo Generale del 2007 (Bogotà) ha ordinato di celebrare un

incontro di Reggenti e la necessità di realizzare una "pianificazione stra-

tegica". Al di là delle parole, alcuni discutevano sull‟utilizzo della parola

"strategia" in questo contesto, la questione centrale consiste nel pensare,

definire e concretizzare una politica in materia di studi che integri le ne-

cessità di tutto l‟Ordine, attraverso le Province, i Centri sotto l‟immediata

giurisdizione del Maestro dell‟Ordine, etc.

56. Ogni frate arriva all‟Ordine con un patrimonio culturale e teologico. A

volte le Province non offrono una certa versatilità nell‟elaborare pro-

grammi di formazione intellettuale più personalizzati, tenendo conto de-

gli studi che i nostri giovani hanno già fatto, o nel discernere fin dalla

formazione iniziale quali siano i loro talenti. Ciò non significa scom-

mettere su un "destino manifesto" bensì prepararli in determinate aree o

34

Alfonso X, Las siete partidas, 2ª Partida , Cap. 31. 35

Cf. Benedetto XVI, Angelus (28.01.2007); conferenza preparata per l‟incontro con l‟Università de-

gli Studi di Roma La Sapienza, prevista per il 17.01.2008 e poi annullata.

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Atti del Capitolo Generale Elettivo – Roma 2010

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materie senza con ciò pretendere di legare il loro futuro ad un posto de-

finito. Sorprende verificare che veneriamo figure come quelle di Sant‟

Alberto Magno e San Tommaso d‟ Aquino, per citare solamente due dei

nostri santi affezionati allo studio, senza scorgere in essi la docilità ai

cambiamenti, all‟itineranza domenicana - mai incompatibile con

quell‟espressione del Beato Giordano: "La regola dei frati Predicatori è

questa: vivere onestamente, studiare e insegnare,; quelle stesse tre cose

che chiese Davide al Signore, quando disse: insegnami la bontà, la

scienza e la disciplina [cf. Salmo 118 (119), 66]"36.

57. Ciò che ho detto per il tema della "missione" vale anche per quello degli

studi: la necessità di una maggiore disponibilità e docilità dei frati al mo-

mento di intraprendere studi complementari o post-lauream. Spetta alla

Commissione per la vita intellettuale e al Reggente degli studi dire una

parola al Priore Provinciale circa le necessità e le opportunità della Pro-

vincia in materia. Quando il Capitolo Generale del 2007 si è riferito alla

necessità di delineare una "strategia" in materia di studi (politica cultura-

le, a livello dell‟Ordine in generale) credo che anche questo spetti diret-

tamente ad ogni Provincia.

58. Benché un frate si senta inclinato a studiare o insegnare una determinata

materia, dobbiamo accettare la possibilità di altre alternative come un ve-

ro invio, tenendo nuovamente conto delle “necessità della Provincia e la

propria utilità in Cristo” di ogni frate. Oltre ai talenti naturali e alla docili-

tà naturale si esige una disponibilità soprannaturale all‟obbedienza. Con-

stato che molti frati vivono una vera crisi quando è chiesto loro di studia-

re o dedicarsi a discipline o aree del sapere per il quale essi non "avevano

optato" previamente. In alcuni casi non si è optato per qualcosa, ma sem-

plicemente si reclama una determinata "missione intellettuale" semplice-

mente perché si ama quello che si ama e nient‟altro. Quando come supe-

riori ci arrendiamo davanti a queste difficoltà non stiamo forse ostacolan-

do tanto la missione dell‟Ordine come quella del frate?

59. Sull‟esempio di San Domenico, giovane universitario a Palencia in tempi

difficili e di fame nera, scopriamo che i libri (lo studio e – aggiungo - i ti-

toli accademici), non sono specchi in cui contemplarci bensì finestre che

ci aiutano a comprendere di più la realtà. È evidente l‟interesse ad acqui-

sire i gradi o titoli accademici. Come ogni buona intenzione, esso deve

essere purificato. Si tratta di un interesse reale per lo studio e la predica-

36

Gerardo di Frachet, Vitæ Fratrum, ed. Reichert, MOPH t. 1, II pars, cap. XLV, III.

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Appendice II – Relazione sulla situazione dell‟Ordine

133

zione? La stessa vocazione è purificata nel tempo con la formazione ini-

ziale e fino alla morte. La distanza tra i propri desideri o aspettative e la

chiamata vocazionale ad essere predicatori che viene da Dio è infinita.

Spetta ai Priori Provinciali, ed alle autorità parificate, la decisione in que-

sta materia avendo ascoltato, come si è detto, il Reggente degli studi e la

Commissione per la vita intellettuale.

60. Davanti alle sfide del nostro tempo, caratterizzate dalla perdita del senso

della vita,dei valori e dall‟ indebolimento della ragione che provoca sia

posizioni relativistiche che fondamentaliste, rileggendo le "priorità" che

l‟Ordine assunse nel 1977 e che volli tornare a leggere nel 1986 in chiave

di "frontiere"-priorità e frontiere che considero assai attuali e profetiche,

sottolineo l‟importanza di contare specialmente su frati dediti alla Filoso-

fia, (cf. ACG 2001 Providence, nn. 118-120), la Bibbia e la Teologia

Fondamentale.

61. L‟Ordine conta alcuni Centri di Studi sotto la giurisdizione del Mae-

stro, (questo non significa che le Province non siano anche responsabili

di essi). All‟incontro dei Reggenti riunito nel novembre del 2009, si è

chiesta una parola al riguardo. I capitolari avranno a disposizione la re-

lazione di detto Congresso. Constato le enormi difficoltà e la necessità

di - a volte - complesse negoziazioni ogni volta che si chiede ad una

Provincia un professore per questi Centri. Spetta specialmente al Capi-

tolo Generale un‟orientazione circa questi Centri di fronte all‟impegno

ineludibile dell‟Ordine verso essi. Il Maestro dell‟Ordine, da solo, non

può offrire una parola definitiva rispetto al futuro di ognuno di quei

Centri che – insisto - appartengono a tutto l‟Ordine e non sono "del Ma-

estro". Siamo realmente disposti a continuare a mantenere queste istitu-

zioni sotto la giurisdizione del Maestro dell‟Ordine? Come possiamo

garantire la loro missione quando le Province che in passato hanno con-

tribuito generosamente inviando professori agli stessi non possono più

farlo oggi? Altre Province cercano contemporaneamente di mantenere e

rafforzare i propri centri di studio e sembra che non possano permettersi

di rinunciare ai propri professori.

62. Pontificia Università San Tommaso d‟Aquino (Angelicum). L‟ultima

visita canonica alla comunità ed il Capitolo Generale di Bogotà, hanno

raccomandato di migliorare le condizioni di lavoro dei professori. Entro

le possibilità dell‟Ordine si è destinato a ciò una rilevante parte del bi-

lancio preventivo. In tempo utile - conformemente agli Statuti - è stato

nominato un nuovo Rettore e con lui un nuovo gruppo di lavoro. Credo

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Atti del Capitolo Generale Elettivo – Roma 2010

134

sia essenziale che tanto il Rettore come il Priore della comunità possano

lavorare in stretta collaborazione, rispettando sempre le sfere di governo

di ognuno. È stata realizzata una "guida" che aiuti al momento di identi-

ficare e convocare nuovi professori, facilitando anche la collaborazione

tra l‟Università ed il Maestro dell‟Ordine, poiché ogni Facoltà conosce

concretamente quali sono le sue necessità al momento di assumere do-

centi. Spetta al Maestro dell‟Ordine - una volta individuati gli stessi –

invitarli ed assegnarli, dopo aver dialogato con i rispettivi Provinciali.

Devo riconoscere che non è sempre facile. I diritti del Maestro sono sta-

biliti chiaramente nelle Costituzioni, ma in certe occasioni si capisce

che le Province, come si diceva sopra, debbano anche contare su profes-

sori preparati per i propri Centri di Studi. Credo che oggi sia imprescin-

dibile trovare un modo di collaborazione che permetta ai frati docenti di

potere insegnare tanto nei Centri della propria Provincia come in quelli

sotto la giurisdizione del Maestro dell‟Ordine, o perfino in Centri di al-

tre Province, dividendo il proprio tempo e la propria presenza. Infine,

insisto che, dato il numero di frati e la speciale conformazione della

comunità del Convento dei SS. Domenico e Sisto, sarebbe necessario

celebrare opportunamente, almeno ogni tre anni, in coincidenza magari

con l‟elezione del Priore conventuale, un Capitolo Conventuale ad mo-

dum Capituli Provincialis, come è stato suggerito a suo tempo e come

l‟ha richiesto l‟ultimo Capitolo Generale, ACG 2007 Bogotà, n. 135.

63. I frati dell‟Albertinum, Facoltà di Teologia di Friburgo. Negli ultimi anni è

stato rinnovato il corpo di professori, in conformità al complesso processo

che deve seguirsi. Tornano a ripetersi le difficoltà nel momento di chiamare

ed assegnare i frati a questo compito. Un segno di fiducia nell‟Ordine è sta-

ta la nomina di fr. Guido Vergauwen a Rettore dell‟Università. Il Congres-

so dei Reggenti ed il Capitolo dovranno dire all‟Ordine una parola sulla

presenza dei Domenicani in Friburgo.

64. La Scuola Biblica di Gerusalemme continua a essere un Centro di alto li-

vello per gli studi Biblici. Oltre ai problemi comuni ad altre istituzioni già

menzionate, è importante sottolineare che i frati vivono in un contesto che

rende un po‟ difficile trovare la serenità necessaria per il loro compito, di

lì l‟importanza dell‟appoggio dell‟Ordine al loro ministero. Il progetto "la

Bibbia nelle sue tradizioni" continua ad essere importante, sebbene debba

adeguarsi alle possibilità reali, soprattutto finanziarie.

65. L‟Università San Tommaso di Manila (Filippine) continua ad essere

l‟Università Cattolica più grande in Asia. L‟UST ha vissuto un tempo di

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Appendice II – Relazione sulla situazione dell‟Ordine

135

non poche turbolenze. Si è cercato di accompagnare il processo ma vi so-

no ancora ferite aperte. Una cosa deve essere chiara, tanto per questa U-

niversità come per altri Centri o Istituzioni dove il Maestro dell‟Ordine è

il Gran Cancelliere: questo ruolo non deve né può ridursi ad un titolo pu-

ramente decorativo o protocollare. Ogni Centro dell‟Ordine deve assume-

re la missione dell‟Ordine in conformità alle sue leggi (LCO), ai Capitoli

Generali, ecc.. Ritengo che il processo iniziato nel Capitolo Generale del

1995 (Caleruega) non sia stato sufficientemente accompagnato. Il prossi-

mo Capitolo Generale deve dire un parola chiara e indicare linee di azio-

ne al nuovo Maestro dell‟Ordine affinché possano risolversi certe que-

stioni ancora pendenti. La comunità dei frati dal 1995 è sotto la giurisdi-

zione della Provincia delle Filippine e l‟Università come tale è sotto la

giurisdizione del Maestro. Questa situazione ha favorito una certa ambi-

guità nel governo e nell‟amministrazione causando non poche difficoltà e

malintesi. Questi inconvenienti si sono andati a poco a poco risolvendo,

benché si aspetti una definizione circa il tema. In questo processo, devo

ringraziare specialmente fr. Quirigo Pedregosa per il suo generoso impe-

gno a favore dell‟Ordine, la sua Provincia e l‟Università.

66. Concludendo questa sezione della Relatio direi che una delle sfide più

importanti che dobbiamo assumere è – sinteticamente - la seguente: al-

cune Province con molte vocazioni non dispongono di risorse umane e

materiali per formare o creare Centri propri, a volte non hanno formatori

in numero sufficiente, professori o spazi adeguati. Altre Province hanno

Centri accademici, risorse economiche, frati molto bene formati ma non

hanno vocazioni! Come articolare una politica nella quale si condivida-

no professori e risorse finanziarie per assicurare il futuro della missione

dell‟Ordine? Che compito spetta a questi Centri di alti studi sotto la giu-

risdizione del Maestro dell‟Ordine? Come possono alcune Province of-

frire agevolazioni affinché frati di altre entità possano formarsi o fre-

quentare studi post-istituzionali? O ancora: come immaginare la presen-

za di professori di alcune Province nei Centri di Studi o case di forma-

zione di altre che non li hanno?

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Atti del Capitolo Generale Elettivo – Roma 2010

136

2. Predicazione comunitaria: la vita comune 37

(LCO 2-16)

67. Non possiamo stancarci di sottolinearlo: l‟Ordine ,come ogni istituto reli-

gioso nella Chiesa, si caratterizza come tale perché come frati facciamo la

nostra professione attraverso voti pubblici e viviamo la vita fraterna in

comunità, (cf. CIC c. 607, § 2). I nostri voti sono pubblici perché sono

stati accettati dai nostri legittimi superiori a nome della Chiesa. I nostri

voti sono solenni perché -riconosciuti come tali dalla Chiesa - manifesta-

no la radicalità evangelica del nostro impegno (cf. CIC 1192, § 1 e 2). La

testimonianza pubblica che i frati danno a Cristo e alla Chiesa porta con

sé la separatio mundi propria del carattere e della finalità dell‟Ordine, (cf.

CIC c. 607 § 3).

68. San Domenico chiese ai suoi frati "vita comune ed obbedienza". In questo

tempo di preparazione al Giubileo per gli 800 anni della conferma

dell‟Ordine, dobbiamo ripensare, ricordare, la teologia della vita reli-

giosa riconoscendo la ricchezza profonda della parola religione / religio-

so: ri-scegliere (tornare a scegliere); re-legare (tornare a legare la cosa

slegata); ri-leggere (tornare a leggere). Dobbiamo tornare a scegliere, tor-

nare a unire, tornare a leggere, specialmente per quanto riguarda la pro-

fessione dei consigli evangelici e la vita fraterna in comunità.

69. In un contesto che poco alla volta dà importanza sempre maggiore alla

"intimità" non abbiamo occultato o annacquato quella "pubblicità" della

nostra vita evangelica? In certe occasioni la difesa della "privacy" può

arrivare a indebolire l’ecclesiale, il senso della nostra appartenenza alla

Chiesa e la nostra vita religiosa vissuta a nome della Chiesa, alla mini-

ma espressione, al puramente opinabile o a sterili discussioni di caratte-

re puramente "ecclesiastico."

37

Cf. ACG 1977 (Quezon City) Cap. IV – La nostra vita religiosa nel mondo di oggi; ACG 1980

(Walberberg) Cap. IV – La nostra vita religiosa nel mondo di oggi, Cap. V – La vita comune; ACG

1983 (Roma) Cap. XIII - Il governo e la vita religiosa; ACG 1986 (Avila) Cap. VII - La vita religiosa;

ACG 1989 (Oakland) Cap. II – La vita comune; ACG 1992 (Messico) Cap. III – La vita comune; ACG

1995 (Caleruega) Cap. III – La vita comune fraterna; ACG 1998 (Bologna) Cap. III – La formazione

e la vita comune; ACG 2001 (Providence) Cap. IV - La vita contemplativa e la vita comune; ACG

2004 (Cracovia) Cap. IV – La vita comune; ACG 2007 (Bogotà) Cap. IV – Passione per la vita do-

menicana – La vita fraterna. Cf. Fr. Damian Byrne, Lettera La vita comune (25.11.1989) [Analecta

96, 1988, 178-186; IDI 262 (gennaio 1989) 2-12]; fr. Timothy Radcliffe, Lettera Promessa di Vita

(25.02.1998) [Analecta 106, 1998, 24-56; IDI 361 (Aprile 1998) 82-104]; fr. Carlos A. Azpiroz Costa

OP, Lettera Siete tutti fratelli (08.08.2009) [IDI 474 (Settembre 2009) 181-195].

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Appendice II – Relazione sulla situazione dell‟Ordine

137

70. Normalmente si parla di "secolarizzazione" o "secolarismo" nella vita

religiosa. Senza volere identificare i due concetti ed evitando in questo

contesto un‟analisi degli stessi, penso che l‟origine di queste tendenze

ivi compreso il fondamento del cosiddetto "indifferentismo della vita re-

ligiosa" 38 che riduce la vita religiosa ad un minimo e sbiadito comune

denominatore o si arrende davanti al "puramente professionale", consi-

sta nella "privatizzazione" della nostra professione pubblica. Senza che

ce ne accorgiamo, molte dimensioni della nostra vita consacrata espres-

se nei voti pubblici e solenni, vengono ridotte alla sfera privata, e per-

tanto a qualcosa di opzionale. In questo stesso senso, che cosa significa

concretamente oggi la radicalità alla quale ci impegniamo? Credo che le

Province e conventi debbano operare un discernimento serio e sereno,

prendendo le decisioni opportune, secondo la responsabilità che il LCO

riconosce loro.

71. La nostra predicazione manifesta in qualche modo lo stile della nostra vi-

ta fraterna in comunità. La vita comunitaria non è un "optional" per la vita

religiosa domenicana. In una certa misura è l‟ humus dove matura la no-

stra vita e missione. La vita comunitaria si manifesta nel governo e - dob-

biamo insistere sempre su questo tema - la qualità della vita comunitaria

ha a che fare con la qualità del governo. Le comunità che non si riunisco-

no, che non pregano insieme, non condividono la mensa quotidiana, e non

si riuniscono per pianificare, valutare, trattare e definire la loro vita, non

sono feconde. Colpisce come la paura o le prevenzioni da parte dei supe-

riori di fronte a possibili conflitti, fa sì che nascondiamo i nostri problemi.

Quello che non si discute in comunità, al momento e nel luogo opportuno,

finisce per essere deciso nei corridoi, fuori dello spazio e del tempo ne-

cessario per le nostre riunioni, si risolve solamente in maggioranze fragili

e cangianti. Questo fa capire perché in numerose visite canoniche si deve

ordinare che almeno una volta al mese la comunità si riunisca in confor-

mità alle diverse possibilità che LCO prevede, cf. LCO 6-7 ed ACG 2001

Providence, nn. 272-275.

72. Si può constatare in molti ambiti della nostra società un certo modello "bi-

polare" che si manifesta anche in opzioni filosofiche, politiche ed ideologie

che non favoriscono una vera comunicazione, (dialogo), né la "unanimità"

necessaria per garantire la nostra vita e missione. Si presentano determinate

opzioni come diametralmente opposte, esclusive ed escludenti, (sono forse

segnali di posizioni "neo-manichee"?). È urgente che come frati possiamo

38

Cf. Congregatio pro Institutis Vitæ Consacratæ et Societatibus vitae apostolicae (CIVC et SVA),

Istruzione «Congregavit nos in unum Christi amor» - La vita fraterna in comunità (02.02.1994) n. 46.

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Atti del Capitolo Generale Elettivo – Roma 2010

138

trovare il tempo e lo spazio opportuni per dialogare seriamente su questo.

Determinate dialettiche che teoricamente respingiamo in aree del realismo

metafisico, grazie alla nostra formazione intellettuale e alla nostra fede, nel-

la pratica, si trasformano senza darci peso in modelli di esclusione, opposti,

irreconciliabili, che ricorrono a "etichette" per combattersi reciprocamente.

Il linguaggio e lo speciale dinamismo dei mezzi di comunicazione ci si at-

taccano senza che ce ne rendiamo conto. Forse l‟Ordine non può offrire un

segno della sua unità-unanimità in una Chiesa che sembra a volte immer-

gersi in sterili discussioni ecclesiastiche, di partito, ideologiche? Il proble-

ma non sta nel fatto che esistano queste discussioni, posizioni o ideologie.

Il problema è che esse acquistano tinte esclusive ed esclusorie e non am-

mettono sfumature (l‟analogia!). Il carattere specialmente sapienziale del

nostro modo di avvicinarci alla realtà esige questo discernimento.

2012

"Va e di’ ai miei fratelli..."

(Gv. 20,17)

VI. LE DOMENICANE E LA PREDICAZIONE39

LCO 144-146

73. Le note metafore dell‟ "albero" o perfino della "famiglia", lo sappiamo,

non esauriscono, per tutti i figli e le figlie di s. Domenico, tutta la profon-

da ricchezza di quel senso di mutua appartenenza che nasce dal ricono-

scere san Domenico come padre comune. La liturgia, lex orandi - lex cre-

dendi, nell‟invitarci a celebrare i santi e le sante dell‟Ordine non ci offre

il senso ultimo della missione condivisa? Non ricordiamo ogni 7 di no-

vembre a tutti i Santi e Sante del nostro Ordine? L‟orazione di Colletta di

detta festa non risulta un bell‟ invito a condividere la nostra missione40?

74. Il 14.05.2005 è stato beatificata a Roma la fondatrice delle Suore Domeni-

cane Missionarie del Rosario: Suor Ascensión Nicol Goñi (1868-1940); il

39

Fr. Buenaventura García de Paredes: Lettera alle Monache e alle Suore [Analecta 35 (1927) 122-

127]; Fr. Aniceto Fernández: Lettera alle Suore (12.11.1968) [Analecta 77 (1969) 25-28]; Fr. Damián

Byrne: Lettera Insieme in Missione - Le Religiose" 10.11.1990 [Analecta 98, 1990, 251-259; IDI 283

(dicembre 1990) 163-172] e lettera Insieme nella collaborazione - La collaborazione nella Famiglia

Dominicana (17.05.1991) [Analecta 99, 1991, 52-58; IDI 289 (giugno 1991) 82-88]; Fr Timothy Ra-

dcliffe alla Famiglia Domenicana (Manila 2000): Messaggio Lodare, Benedire, Predicare. La missio-

ne della Famiglia Domenicana (29.10.2000) [Analecta 108, 2000, 264-279; IDI 388 (Dicembre 2000)

272-286]. 40

Cf. ACG 2001 (Providence) n. 429 e testo dell‟orazione di Colletta di detta Festa.

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Appendice II – Relazione sulla situazione dell‟Ordine

139

28.10.2007, sempre a Roma, nove suore martiri della guerra civile spagno-

la, (due suore Domenicane dell‟Insegnamento dell‟Immacolata Concezione

e sette suore Domenicane dell‟Annunciata); infine il 22.11.2009 fu beatifi-

cata in Nazareth la Madre Marie-Alphonsine Danil Ghattas (1843-1927),

laica domenicana, fondatrice delle Suore del Santo Rosario, prima congre-

gazione autoctona della Terra Santa. Più che un mero dato della Postula-

zione Generale dell‟Ordine, senza dubbio questo fatto è un segno che mani-

festa in qualche modo la feconda presenza apostolica delle nostre sorelle41.

Ho potuto constatare questo fatto specialmente nei miei viaggi e nelle mie

visite, vedendo il coraggio e zelo pastorale di tante donne in mezzo a con-

dizioni molte volte estreme , (nelle quali noi frati non siamo presenti). Ciò

è stato per me uno dei più grandi insegnamenti di questi anni di ministero

come Maestro dell‟Ordine.

75. Esiste una misteriosa e stretta relazione tra la Parola e la donna. È

l‟esperienza di una moltitudine di donne domenicane che, chiamate per

nome, non hanno resistito al fascino di quella Parola divina pronunciata

nella loro vita, donne che con la diligenza di Maria corrono per i sentieri

di tante storie umane portando nel ventre quella Parola a chi ha fame e se-

te di verità, a tutti, perfino a quelli che non sanno che la cercano. Questa

moltitudine di donne infaticabili dispensatrici della Parola con mani e

cuore di madre, sono quel ventre fecondo, lo spazio in cui Dio può incon-

trare l‟uomo, e l‟uomo Dio42.

76. Il Sinodo dei Vescovi sulla Parola di Dio nella vita e nella missione della

Chiesa, celebrato nell‟ ottobre del 2008, ha segnalato esplicitamente il si-

gnificato analogico dell‟espressione "Parola di Dio" un canto a più voci43.

Dobbiamo comprendere anche il significato analogico delle espressioni

"predicazione", "annuncio", "testimonianza", "evangelizzazione" della Pa-

rola, cf. LCO 1 § III. La predicazione non è una parola o realtà "equivoca"

il cui significato convenga a differenti cose senza relazione alcuna tra esse.

Non è nemmeno una realtà o parola "univoca" che si predichi in vari sensi

ma sempre con lo stesso ed unico significato. Credo che per comprendere

la ricchezza sinfonica della Chiesa dobbiamo ritornare al senso più profon-

do dell‟analogia metafisica, del linguaggio, della predicazione.

41

Cf. Relazione del Postulatore Generale per le nostre cause di beatificazione e canonizzazione al

Capitolo Generale (B.10). 42

Cf. Suor M. Viviana Ballarin OP, Servire la Parola con cuore e mani di madri [Allocuzione nella XII

Assemblea Ordinaria del Sinodo dei Vescovi su La Parola di Dio nella vita e nella missione della Chie-

sa, in IDI 466 (Novembre 2008) 244 ss]. 43

Sinodo dei Vescovi, XII Assemblea Generale Ordinaria, Instrumentum Laboris n. 9; cf. Messaggio

del Sinodo al Popolo di Dio (24.10.2008).

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Atti del Capitolo Generale Elettivo – Roma 2010

140

77. In questa Relazione vorrei citare specialmente il lavoro svolto negli ultimi

quindici anni dal Dominican Sisters International (DSI). Credo che questo

sia il luogo opportuno per ringraziare le nostre consorelle Margaret Or-

mond, attualmente Priora Generale delle Dominican Sisters of Peace, e Fa-

biola Velásquez (Domenicane della Presentazione) attuale Coordinatrice

Internazionale44

78. Data l‟autonomia degli Istituti Religiosi Femminili Domenicani "associa-

ti" all‟Ordine, (cf. CIC c. 580), non spetta al Capitolo Generale definire

aspetti relativi al governo e alla missione di queste Congregazioni. Tutta-

via, le Suore Domenicane costituiscono un ramo dell‟Ordine che continua

ad apportare notevole vitalità, grande coraggio missionario, ed un elo-

quente senso dell‟itineranza. Non possiamo negare che perfino molti dei

giovani che entrano nell‟Ordine provengono da contatti con le nostre suo-

re attraverso le loro scuole, i gruppi giovanili, le missioni. Esse ci invita-

no a fondare l‟Ordine in luoghi dove si trovano da molto tempo ed in cui

non esiste ancora una presenza stabile dei nostri frati (ad esempio: Zam-

bia, Zimbabwe).

79. Personalmente preoccupa il futuro di alcune Congregazioni native - la

maggior parte di esse di diritto diocesano - in Africa, o anche in Asia o

America Latina, soprattutto quelle che sono isolate, né possono contare su

una collaborazione da parte nostra per la formazione. In alcuni casi hanno

anche difficoltà a vivere e mantenersi.

80. In diverse regioni del mondo, molte Congregazioni tradizionali sperimen-

tano una notevole diminuzione di vocazioni, specialmente in alcune re-

gioni dell‟Europa, America del Nord ed Australia, benché non soltanto

qui. D‟altra parte, la creatività e straordinaria mobilità di fronte alle sfide

che devono assumere, le ha portate a promuovere processi di unione o fu-

sione. Ricordo in particolare la Congregazione delle Suore di Santa Cate-

rina da Siena e la sua "ri-unione" nel 2005 a partire dalle due Congrega-

zioni che, già appartenenti allo stesso istituto fondato dalla Madre Gerine

Fabre, dovettero separarsi a un certo punto per ragioni storiche, (la regio-

ne francese italiana). Un altro esempio recente l‟hanno offerto sette Con-

gregazioni degli Stati Uniti che si sono unite nella nuova Congregazione

Dominican Sisters of Peace (aprile 2009)45.

44

Quest‟anno DSI celebra la sua VI Assemblea Generale e 15 anni di vita. Cf. Relazione DSI per il

Capitolo Generale (D. 5). 45

Le Congregazioni che si unirono erano: Dominican Congregation of St. Rose of Lima (Oxford, MI),

Dominican Sisters, Congregation of St. Mary (New Orleans LA), Dominican Sisters of Great Bend

(Great Bend, KS), Dominican Sisters, St. Mary of the Springs (Columbus, OH), Dominicans of St. Ca-

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Appendice II – Relazione sulla situazione dell‟Ordine

141

81. Dopo diversi Capitoli impegnati ad approfondire il rapporto tra "Ordine" e

"Famiglia”46 sottolineo la necessità di crescere nella reciprocità e collabo-

razione in onore alla missione comune che abbiamo davanti. In questo sen-

so credo sia teologicamente necessario riflettere sulla dimensione del "Do-

no" e la natura del "Ministero", favorendo la collaborazione, la reciprocità,

la complementarietà ed evitando - in un mondo che ci spinge a questo -

qualunque tipo di competizione così come un egualitarismo che non tiene

conto della diversità.

82. È anche imprescindibile un discernimento teologico profondo sul tema del-

la "potestà" senza identificarlo univocamente con il concetto sociologico di

"potere". L‟esperienza della Commissione sulla predicazione è stata impor-

tante. Si sono esplorati i più diversi temi. La mia paura è che tutta la que-

stione si riduca solamente alla "omelia" nella "celebrazione liturgica", per-

dendo di vista la dimensione della "predicazione" come San Domenico e

l‟Ordine l‟hanno concepita in quasi otto secoli di vita.

2013

"Avvenga in me secondo la tua Parola"

(Luca 1, 38,)

VII. MARIA: CONTEMPLAZIONE E PREDICAZIONE DELLA PAROLA47

( LCO 2-55; 56-75)

83. Vogliamo vivere la nostra sequela di Cristo secondo l‟esempio di San Do-

menico, come è stato attualizzato nel corso di questi quasi 8 secoli, special-

mente attraverso i Capitoli Generali, le nostre leggi - e costituzioni e - ciò che

è il migliore esempio - i nostri santi e sante. È vero che la santità di tanti frati

e suore non si riduce a quelli che sono stati beatificati o canonizzati in questi

ultimi anni. Ma è anche vero che in tutti quegli uomini e quelle donne, in un

modo domenicano, genuino ed originale per ogni tempo e circostanza, am-

miriamo la predicazione come abbondanza della contemplazione.

tharine (St Catharine, KY), Eucharistic Missionaries of St. Dominic (New Orleans, LA), e Sisters of

St. Dominic of the Immaculate Heart of Mary (Akron, OH). 46

Cf. ACG 1998 (Bologna) n. 148; ACG 2001 (Providence) nn. 415-421. 47

Cf. Sacra Congregatio pro Religiosis et Institutis Saecularibus, Instructio La dimensione contem-

plativa della vita religiosa (12.02.1980); Fr. Vincent de Couesnongle, Conferenza La dimensione

contemplativa della vita dominicana (30.06.1982) [IDI 200 (marzo 1983) 33-48]; Fr. Paul Murray,

Conferenza Recuperando la dimensione contemplativa (12.07.2001) [ACG 2001, (Providence) nn.

246-263].

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Atti del Capitolo Generale Elettivo – Roma 2010

142

84. Non ogni opera buona è predicazione, né la predicazione assorbe tutta

l‟evangelizzazione. Questa è una questione chiave per la formazione ini-

ziale. Il Capitolo Generale del 2007, (Bogotà, nn. 208 e 209), pur riferen-

dosi alla formazione iniziale, ci ha posto molte domande che devono tro-

vare risposta in ogni tempo e luogo. La gratia prædicationis deve essere

chiesta con umiltà ed essere cercata con tutto il cuore. Ma, dobbiamo es-

sere sinceri, esige uno stile di vita che la sostenga. Questa è una questione

chiave non solo per la formazione iniziale, bensì per tutta la nostra vita

domenicana, se davvero vogliamo imitare la vita degli apostoli secondo il

modello ideato da san Domenico: una vita apostolica in senso pieno, nella

quale la predicazione e l‟insegnamento devono derivare dall‟abbondanza

della contemplazione, (cf. LCO 1 § IV). Questo ha conseguenze molto

concrete nell‟organizzazione della nostra vita, delle nostre opzioni e prio-

rità apostoliche, etc. Siamo convinti che la vita comune, i consigli evan-

gelici, la liturgia e la preghiera, lo studio, l‟osservanza regolare, non solo

contribuiscono alla gloria di Dio e alla nostra santificazione, ma servono

anche direttamente alla salvezza degli uomini?

85. Il nostro Capitolo Generale, in questo cammino di rinnovamento verso

quel Giubileo del 2016, deve attuare una rilettura esigente circa la fonte

della nostra predicazione: la contemplazione. Non è questo il luogo per

discutere della “vita contemplativa". Tuttavia, in occasione dell‟VIII cen-

tenario della fondazione della prima comunità contemplativa, tutti i mo-

nasteri dell‟Ordine hanno riflettuto sul tema "Predicazione" e "Contem-

plazione". Riguardo alla contemplazione, è stato raccolto materiale im-

portante in risposta alle seguenti domande: come contemplo? Che cosa

contemplo? Come ha cambiato la mia vita la contemplazione? Che cosa

posso dire alla Famiglia Dominicano sulla contemplazione?

86. La lettura di queste risposte - che in nessun modo possono limitarsi alla

vita delle nostre sorelle contemplative - porta a pensare seriamente alle

diverse dimensioni della nostra vita quotidiana che devono essere riviste

per il Capitolo Generale. Vari di questi aspetti sono stati anche considera-

ti nelle visite canoniche alle Province e comunità. Tutti si riferiscono spe-

cialmente alla nostra consacrazione religiosa, alla Liturgia e la preghiera,

e all‟osservanza regolare.

87. Gli ultimi Capitoli Generali hanno offerto considerazioni su molti di questi

temi. Tuttavia, credo che spetti al prossimo dire una parola chiara sui diver-

si elementi o pratiche che assicurano l‟osservanza regolare: il silenzio, la

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Appendice II – Relazione sulla situazione dell‟Ordine

143

clausura, l‟uso dell‟abito, la nostra mensa comune48 . Non possiamo dimen-

ticare che la grande maggioranza dei giovani che entrano oggi nell‟Ordine

si sentono chiamati alla vita comunitaria. Molti di essi intendono la missio-

ne, sia da un punto di vista logico, che teologico ed esistenziale, come

“frutto” di questa vita comunitaria che si manifesta attraverso quegli ele-

menti o pratiche. Molti frati delle generazioni precedenti sono entrati

nell‟Ordine assai giovani, dopo essere passati attraverso le Scuole Aposto-

liche, e dall‟Ordine hanno voluto poi abbracciare il mondo con le sue mol-

teplici sfide. Le nuove generazioni arrivano già all‟Ordine con esperienze

del mondo molto varie (studi superiori) esperienze di lavoro, esperienze

professionali, esperienze molto diverse nell‟ambito della sessualità, ecc.. In

questo senso conoscendo già "il mondo", cercano in qualche modo nella vi-

ta religiosa quello che il "mondo" non ha potuto offrir loro.

88. Permettetemi di dire che se la nostra principale priorità deve essere

l‟autentico rinnovamento della nostra missione apostolica; non potremo af-

frontare questa enorme sfida senza segnalare con la profondità che merita

la celebrazione comune della liturgia tra i principali doveri della nostra vo-

cazione. Dobbiamo riconoscere con umiltà che a poco a poco l‟abbiamo

trasformata in qualcosa di facoltativo, sacrificando sull‟altare del "lavoro" o

dell‟ “efficienza" la nostra profonda necessità di intimità - personale e co-

munitaria - con il Signore, cioè - permettetemi l‟espressione - “il senso del

soprannaturale". Questo nuoce all‟esistenza stessa e alla qualità della nostra

48 Cf. LCO 40. Le Costituzioni ed. 1932, (chiamate comunemente di Gillet), si riferiscono a obser-

vantiis monasticis in conformità con le Costituzioni di V. M. Jandel [cf. COP 1868-1872: Declaratio

I-De Ordine Præedicatorum, n. 14,; cf. COP 1868-1872: Declaratio I – De Ordine Praedicatorum

(n.14); cf. COP 1932 n. 4 § e il titolo del Caput IV. Prima Pars, Libro IV: DE DISCIPLINA REGU-

LARI ET OBSERVANTIIS MONASTICIS, nn. 591-626,].

Nel Capitolo Generale del 1965 (Bogotà) si cambia l‟espressione observantiis monasticis con

observantiis regularibus, al plurale, [ACG 1965 n. 88 (inchoatio) e n. 188 (inchoatio): DE OBSER-

VANTIIS VITAE REGULARIS]. Negli Atti dello stesso Capitolo Generale 1965, il CAPUT III si in-

titola: DE REGULARI OBSERVANTIA (al singolare). Risalta tra le Admonitiones il n. 228: "Capitu-

lum Generalii sollicitum de bono Ordinis et Fratrum, etsi videtur minuisse vel reduxisse quasdam ob-

servantias regulares prout erant in Const. nullo modo voluit relaxationi indulgere, sed potius fovere

actuosam deditionem orationi, studio et apostolatui ea mensura quam exigunt tempora nostra. "Quod

ut feliciter contingat, acriori cum studio exerceatur oportet christiana mortificatio et diligentiori cura

sensus custodiantur", (Paulus VI, ad Capitula Generalia Religiosorum, 23 maii 1964). Recolant ergo

fratres nostri verba Christi: „Orate et vigilate‟, et unusquisque sciat se eo magis in virtute progredi quo

magis personali mortificationi et orationi deditus erit”.

Il testo di LCO promulgato dal Capitolo Generale del 1968 (River Forrest), usa l‟espressione:

Regulari observantia, al singolare. La parola observantia in LCO è usata 13 volte e solo al singolare.

Di queste 13 volte, in 7 casi è unita alla parola regularis [1 § IV; 39 (2 volte); 40; 46; 54; 83; 89 § I,

5°; 187 § II; 222; 341, 2°; 459 § I; ed. 1998 App. 5: Declarationes et Protestationes]. I contenuti

dell‟osservanza regolare sono gli elementi che costituiscono la vita domenicana e la ordinano per

mezzo della disciplina comune (cf. LCO 40).

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Atti del Capitolo Generale Elettivo – Roma 2010

144

vita liturgica (LCO 56-75). Quando dico "lavoro" non voglio riferirmi allo

"studio", alla "predicazione" e alla "missione", perché - lo sappiamo - il no-

stro studio e la nostra missione di predicazione, si alimentano specialmente

della fervorosa celebrazione comune della liturgia e dell‟orazione, cf. LCO

1 § IV. La disattenzione verso questa dimensione della nostra vita in molte

delle nostre Province e comunità ha oggi il suo prezzo.

89. Da vari anni la Commissione Internazionale di Liturgia ha continuato a la-

vorare intensamente alla pubblicazione dei nostri libri liturgici, (Proprio O.

P.), armonizzando la nostra tradizione col rinnovamento liturgico concilia-

re49. Dobbiamo domandarci due cose: in primo luogo se questo lavoro è

giunto effettivamente ed affettivamente ai nostri frati. Se alcune di queste

risposte sono negative perché ciò è successo. In secondo luogo dobbiamo

riconoscere che esiste nelle nuove generazioni una nuova sensibilità per la

liturgia, mi riferisco alle questioni teologiche di fondo da una parte e a

quelle estetiche in secondo luogo. A questo si aggiunge anche l‟abbandono

dell‟attenzione alla nostra vita liturgica e perfino - è necessario riconoscerlo

con sincerità - una certa banalizzazione nelle nostre celebrazioni che ha

provocato a sua volta una reazione del tutto comprensibile. Non abbiamo

sviluppato un atteggiamento minimalista riguardo alla liturgia e alla pre-

ghiera comunitaria? (LCO 56-75). È giusto attribuire questo al Concilio

Vaticano II? A partire dalla promulgazione del Motu Proprio Summorum

Pontificum sull‟uso del Messale Romano del 1962 (07.07.2007) si è avuta

una certa discussione sulle sue implicazioni per la nostra vita liturgica con-

ventuale. Questo poi, ha messo sul tappeto la questione circa la possibilità

o meno di utilizzare l‟antico Rito O.P.

90. Urge un‟analisi seria e - benché sembri impossibile dirlo così - appassio-

nata su questi temi. Non possiamo ridurci ancora una volta a definire la

dinamica della nostra consacrazione e missione nei termini – ripeto - di

nuovi manicheismi: "buoni" vs. "cattivi"; "generazione del „70" vs. "nuo-

ve generazioni". Se così facessimo, non solamente rinunceremmo al reali-

smo dell‟inevitabile cambiamento generazionale, ma anche alla ricchezza

della fraternità "inter-generazionale", tra diverse generazioni, e "intra-

generazionale", tra frati che appartengono alla stesso generazione. Non

possiamo rinunciare ad una tradizione viva, a quella fiducia, della quale

siamo eredi, nel prendere parte alle quæstiones disputatæ del nostro tem-

po come ha espresso il Capitolo Generale del 2001 a proposito della mis-

sione intellettuale dell‟Ordine come misericordia veritatis50.

49

Cf. Relazione del Presidente della Commissione Liturgica al Capitolo Generale (B. 9). 50

ACG 2001 (Providence) nn. 104-117, specialmente il n. 115.

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Appendice II – Relazione sulla situazione dell‟Ordine

145

91. Il Sinodo dei Vescovi del 2008,dedicato a "La Parola di Dio nella vita e la

missione della Chiesa" ha insistito molto sulla lettura orante della Parola

di Dio (Lectio Divina) e - in logica relazione col Sinodo precedente

sull‟Eucaristia nella vita e la missione della Chiesa - sull‟importanza della

celebrazione della liturgia. Entrambe le Assemblee sinodali hanno fatto

riferimento alla vita consacrata, alle nostre celebrazioni, ecc. Le nostre

chiese conventuali continuano ad essere centri di predicazione, vita litur-

gica, comunitaria e di irradiazione apostolica? (LCO 126).

92. Negli ultimi anni sono stati pubblicati una serie di documenti ecclesiali

circa questo tema. L‟assoluta mancanza di considerazione degli stessi da

parte di alcuni fa sì che altri frati esigano o desiderino la loro applicazione

senza far sì che le comunità possano - con sincerità - riconoscere che col

tempo si è sviluppata in molti luoghi una prassi liturgica, contraria alle

norme ecclesiali.

93. In definitiva, dobbiamo rinnovarci recuperando il profondo senso teologi-

co, la ricchezza, la bellezza della nostra liturgia e le tradizioni della nostra

vita domenicana. Questo esige disciplina. Potremo realmente discutere

sulla liturgia senza paure né pregiudizi e tornare a scoprire alcune rubri-

che piene di senso che dimostrano che sempre preghiamo Dio sia col no-

stro corpo che con il nostro spirito? Saremo capaci di riconoscere

l‟importanza dell‟abito nella vita religiosa, il suo uso negli atti comuni?

Non abbiamo provocato noi stessi in altri frati e nei più giovani le reazio-

ni che subito critichiamo per giustificare il nostro desiderio che niente

cambi?

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Atti del Capitolo Generale Elettivo – Roma 2010

146

2014

“Effonderò il mio spirito sopra ogni uomo

e diverranno profeti i vostri figli e le vostre figlie;

i vostri anziani faranno sogni, i vostri giovani avranno visioni.

(Gl 3,1)

VIII. IL LAICATO DOMENICANO E LA PREDICAZIONE51

LCO 149-153

94. Quest‟anno celebriamo il 725° anniversario della prima Regola del Laica-

to Domenicano, promulgata nel 1285 dal Maestro dell‟Ordine Fra Munio

de Zamorra. Il Sinodo dei Vescovi per la Vita Consacrata (1994) e

l‟Esortazione post-sinodale Vita Consacrata hanno insistito sulla necessi-

tà della comunione e della collaborazione con i laici per garantire un rin-

novato dinamismo spirituale e apostolico. Hanno fatto anche riferimento

alla creazione di “laici volontari” e “associati”52. A partire

dall‟approvazione della Regola del Laicato Domenicano da parte della

Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata, un po‟ alla volta è stata

facilitata l‟organizzazione delle strutture delle fraternità secolari in tutto il

mondo a livello provinciale o nazionale, regionale o continentale e gene-

rale. Voglio ringraziare Fra Jerry Stookey e fra David Kammler per il

ruolo che hanno avuto in questo senso. La fine del mandato del primo e

l‟inizio del mandato del secondo sono avvenuti nel contesto del Congres-

so Internazionale delle Fraternità Laiche Domenicane (marzo 2007 in Ar-

gentina). Il risultato è stato l‟approvazione di una serie di “dichiarazioni”

sulla Regola che possono servire alle differenti realtà, così come prevede

la stessa Regola, attraverso i Direttori nazionali, ecc.

95. Ora si presentano nuove sfide: la promozione del Laicato domenicano ol-

tre le fraternite laicali tradizionali. I Capitoli Generali di Roma (1983),

Avila (1986) e Bologna (1998) hanno fatto riferimento alle “nuove ag-

gregazioni” o “associazioni” di laici domenicani. Infatti molte Congrega-

zioni di Suore e anche molti frati e Province dell‟Ordine, hanno creato

gruppi a loro “associati” o nuovi gruppi che non seguono la Regola delle

Fraternità (ex Terz‟Ordine). Penso che – un po‟ alla volta – il Promotore

51

ACG 1983 (Roma) nn. 282-286; ACG 1986 (Avila) nn. 85-96; ACG 1992 (Messico) n. 128; ACG

1998 (Bologna) nn. 171-177; ACG 2001 (Providence) nn. 440-446; Fra Damian Byrne, Lettera I laici

e la missione dell‟Ordine (23.11.1987) [Analecta 95 (1987) 279-284]; Fra Timothy Radcliffe, Mes-

saggio alla Famiglia Domenicana (Assemblea di Manila 2000): Lodare, Benedire, Predicare. La mis-

sione della Famiglia Domenicana (29.10.2000) [Analecta 108 (2000) 264-279; IDI 388 (Dicembre

2000) 272-286]. 52

Giovanni Paolo II, Vita Consecrata nn. 54-56.

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Appendice II – Relazione sulla situazione dell‟Ordine

147

del Laicato Domenicano dovrà aiutare la nascita di una rete di collabora-

zione tra tutto il Laicato domenicano e non sola tra le fraternità Laiche

sotto la Regola.

96. Il progetto nato dal Capitolo di Bologna ha dato luogo alla creazione del

Volontariato Domenicano Internazionale (DVI)53. È uno dei compiti che

– per l‟organizzazione e la promozione – i frati condividono con le suore

(DSI). I frutti di questi primi dieci anni sono promettenti e dobbiamo raf-

forzarli. La chiave sta nel contare su comunità domenicane che “inviano”

e su altre che “ricevono” i candidati. Il compito dei co-promotori è quello

di coordinazione di questa promettente iniziativa. Ringrazio particolar-

mente Sr Rose Ann Schlitt per il suo paziente e generoso impegno per

DVI.

97. Il Movimento Giovanile Domenicano Internazionale (MJDI-IDYM), ha

avuto dagli ultimi Capitoli Generali espressioni di riconoscimento con

l‟invito ai frati, alle comunità e alle Province per la sua promozione. La sua

stessa fisionomia e ricchezza come “Movimento”, “Giovanile”, “Domeni-

cano” e “Internazionale” manifesta allo stesso tempo naturali sfide. Essere

un Movimento consente che i gruppi aggregati, nel loro stile, nella con-

formazione e nel modo di essere, siano molto differenti tra di loro. I Gio-

vani si fanno adulti, cambiano facilmente i punti di riferimento a motivo

del cambiamento di luogo di studio, di lavoro e di occupazione. L’identità

domenicana fondata, secondo quanto sono soliti dire i giovani del MJDI-

IDYM, sui quattro pilastri (comunità, preghiera, studio, missione) è come

un patrimonio che si riceve e che deve essere confermato e portato a matu-

razione con l‟aiuto degli altri rami dell‟Ordine. In questo senso MJDI-

IDYM esige la presenza dei formatori e di chi li accompagni, li assista e li

consigli. L‟Internazionalità non permette a volte che giovani di molti pae-

si (specialmente quelli dell‟America latina e dei Caraibi, dell‟Asia e

dell‟Africa) possano partecipare sempre attivamente alle Assemblee.

L‟Ordine deve comprendere che lavorare con i giovani ha una dimensione

vocazionale importantissima. E non mi riferisco specificamente alle “voca-

zioni per la vita consacrata” ma alla vocazione umana, cristiana e domeni-

cana in generale. Nonostante gli Statuti di MJDI-IDYM, abbiamo speri-

mentato la difficoltà per il momento di contare su un Segretario/a Esecuti-

vo/a, eletto o proposto dal gruppo coordinatore. Per questo, insieme a DSI,

stiamo lavorando ad un‟altra proposta, che assicuri sempre la presenza di

un frate e una suora dell‟Ordine nella Curia Generalizia (Santa Sabina) che

lavorino insieme per aiutare i membri del Movimento e in particolare il

53

Cf. ACG 1998 Bologna, nn. 166-170.

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Atti del Capitolo Generale Elettivo – Roma 2010

148

gruppo Coordinatore nei diversi ambiti, come per esempio: la comunica-

zione, la coordinazione e l‟organizzazione delle attività, la provvista di ma-

teriale per la formazione, ecc., rispettando sempre l‟iniziativa dei giovani

eletti come coordinatori dell‟Assemblea. Allo stesso tempo, considero che

MJDI-IDYM deve fare sforzi per cooptare molti gruppi giovanili domeni-

cani che, presenti in diversi Paesi, non conoscono o non si sentono membri

del Movimento. Per questo bisogna avere una visione ampia e senza altri

requisiti per invitarli data la loro condizione di “Movimento”.

98. Vale la pena ricordare l‟esistenza delle Fraternite Sacerdotali secondo

la Regola approvata a suo tempo dalla Congregazione per gli Istituti di

Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica. Poche Province si sono

dedicate a rinnovare decisamente questo ramo della Famiglia Domenica-

na. Vi sono però eccezioni degne di rilievo. Il Socio per la Vita Apostoli-

ca si è proposto tra le sue priorità di far conoscere questa Regola e di

promuovere alcune iniziative su questo tema.

2015

"Se rimanete nella mia parola, siete davvero miei discepoli;

conoscerete la verità e la verità vi farà liberi".

(Gv 8, 31-32)

Cristo ci ha liberati per la libertà!

(Gal 5, 1)

IX DOMENICO: GOVERNO, SPIRITUALITÀ E LIBERTÀ54

99. La comunione e l‟universalità del nostro Ordine caratterizzano anche il

suo governo. A ciò aiuta la partecipazione organica e proporzionata di

tutte le parti per realizzare il fine proprio dell‟Ordine (LCO 1§ VII). Il

governo domenicano – a suo modo comunitario – promuove la partecipa-

zione di tutti i frati, la loro libertà e responsabilità per la cosa pubblica

(res publica). Ai frati che hanno emesso la professione pubblica e solenne

mediante il voto di obbedienza fino alla morte sono stati concessi la voce

e il voto per trattare e definire nel Capitolo, a diversi livelli, ciò che è ne-

cessario per assicurare il bene comune. Questo suppone partecipazione e

54

Fr. Timothy Radcliffe, Lettera: Libertà e responsabilità domenicana - Verso una spiritualità del

governo (10.05.1997) [Analecta 105 (1997) 165-197; IDI (Luglio-Agosto 1997) 135-156]; fr. Carlos

A. Azpiroz Costa, Conferenza che ha il medesimo titolo [Angelicum 81 (2004) 431-444]; Messaggio

di Natale 2006 [IDI 447 (Dicembre 2006) 269-271]; Fr. Robert Ombres, La autorità religiosa nei

Frati Predicatori in quanto Ordine mendicante [Angelicum 85 (2008) 947-963]; CIVC et SVA, Istru-

zione Faciem tuam, Domine, requiram - Il servizio della autorità e l‟obbedienza (11.05. 2008).

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Appendice II – Relazione sulla situazione dell‟Ordine

149

responsabilità. La legislazione dell‟Ordine concede ampio spazio a queste

dimensioni a tutti i livelli: generale (Capitoli generali), provinciale (Ca-

pitoli provinciali, Statuti di Provincia) e locale (capitoli e diverse riunioni

analoghe) per valutare, decidere, definire e pianificare la nostra missione.

100. La cultura e le culture influiscono sul nostro modo di vivere il governo

domenicano. Siamo sempre più coscienti delle diversità, ma non sempre è

facile conciliarle. Queste difficoltà, vere sfide, si fanno più evidenti, per

esempio nelle Province con Vicariati o quando si portano avanti progetti

di collaborazione. Non si può negare una certa sfiducia nell‟autorità nelle

società occidentali, per motivi diversi da quelli che si riscontrano in altri

ambienti. Il soggettivismo esagerato in alcuni Paesi o regioni, la corru-

zione e la disorganizzazione in altri, sono attitudini che penetrano nel no-

stro modo di vivere e di governare in molti posti.

101. A volte non è facile trovare chi si faccia carico dei servizi dell‟autorità.

Altre volte si aspetta che i Priori Provinciali o i priori locali risolvano tutti

i problemi. A volte i Capitoli provinciali non prendono decisioni e si ri-

manda tutto al nuovo Provinciale (una specie di Messia che poi sarà cro-

cifisso?).

102. A livello locale, ci sono comunità dove il Priore deve fare tutto quello che

nessuno vuole fare. Tuttavia l‟esercizio del dialogo, la pazienza e la fer-

mezza, la perseveranza nelle decisioni, l‟abitudine a mantenere le riunioni

in forma regolare, la disciplina nel modo di preparare, celebrare e dare

continuità ai capitoli e consigli, ottengono abbondanti frutti nelle comu-

nità locali e provinciali.

103. A volte si rileva una certa “fuga di responsabilità” (o di partecipazione). Il

problema c‟è quando non si dà importanza al valore di queste mediazioni;

ciò si può manifestare in diversi modi:

1. Di fronte alla mancanza di risposta alle comunicazioni a diversi li-

velli: comunicazioni, richiesta di informazioni o di relazioni, docu-

menti, ecc. sia quelle che arrivano dalla Curia generalizia come quelle

che le curie provincializie inviano alle comunità e che le comunità

sollecitano dai loro frati.

2. Quando si evita di prendere decisioni, specie quelle che riguardano

direttamente le persone (i frati) per paura che venga turbata la pace.

Questo di solito crea nuovi problemi o li rimanda ad un futuro non

lontano. La Pace è la tranquilitas ordinis. Una tranquillità senza or-

dine può ottenere che ciascuno faccia quello che vuole e che nessuno

“disturbi” o “interferisca” nella vita degli altri; sarebbe il caos,

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Atti del Capitolo Generale Elettivo – Roma 2010

150

l‟anarchia per la mancanza di una direzione nella missione! e perché

ciascuno si chiuderebbe e si concentrerebbe nel “suo” (la “sua” vita, il

“suo”tempo, la “sua” missione). Un ordine senza tranquillità può dar

luogo all‟autoritarismo, ad un silenzio complice e codardo,

nell‟impossibilità di un‟autentica correzione fraterna.

104. Il governo domenicano non è un “arcano” (cf. ACG 2007 Bogotà, n 224)

ma suppone una conoscenza teorica (senso e fondamento delle norme,

ecc.) e anche la prudenza e l‟esperienza pratica nella sua applicazione. È

necessario coltivare le due dimensioni. Ci manca la conoscenza delle no-

stre leggi (a volte su questioni elementari). Spero che la nuova edizione

del LCO preparata per il Capitolo Generale ci aiuti.

105. Molte volte si nota una certa leggerezza nel qualificare come “legalismo”

ciò che semplicemente si esige come principio di coerenza data la natura

sociale dell‟essere umano. Potremmo comprendere la liberazione del po-

polo eletto dalla schiavitù dell‟Egitto senza la legislazione del Sinai? Alla

dimensione naturale della legge, dell‟autorità, del bene comune si unisce

un senso teologale della nostra vita in comunione con la Chiesa. Invece

del nostro modo di comprendere il governo dell‟Ordine il miope positivi-

smo giuridico che si desidera evitare!

106. Il governo – nel nostro caso – riflette i nostri principi teologici e spirituali

(supremazia della grazia, ma non “spiritualismo” disincarnato; valore del-

le istituzioni e del diritto, il senso della legge come insegnamento in ordi-

ne al bene comune e alla virtù, il rispetto per la persona e la libertà). Ciò

suppone che l‟esercizio del governo implica questi principi filosofici e te-

ologali, si vede chiaramente quando il LCO presenta l‟obbedienza, ma

anche quando si presenta il ventaglio di norme che costituiscono la nostra

legislazione (cf. LCO 275) o quando si descrive l‟ufficio del Priore locale

o del Priore Provinciale.

107. Il documento “Il servizio dell‟autorità e l‟obbedienza” della Congrega-

zione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica

(11.05.2008) ha dato orientamenti che dobbiamo accogliere e applicare

anche nell‟Ordine.

108. Nelle mie visite ho potuto constatare che gli Atti dei Capitoli Generali o

Provinciali non sono letti dalla maggior parte dei Frati. Perfino i Priori

Provinciali – in non pochi casi – sembra che non si sentano vincolati nel

momento che li devono rendere operanti. Non mette ciò in pericolo la no-

stra abilità per governare noi stessi?

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Appendice II – Relazione sulla situazione dell‟Ordine

151

109. Nello stesso senso vorrei riferirmi alle lettere conclusive delle visite ca-

noniche, sia quelle fatte dal Maestro dell‟Ordine o dai suoi delegati, sia

quelle dei Priori Provinciali. Sono studiate con attenzione e messe in pra-

tica? Risultano per caso troppo “indirette”. Sembrerebbe che se qualcosa

non è direttamente ordinato, viene ignorato. Oso dire che a volte perfino

le stesse ordinazioni sono passate sotto silenzio. Non si sottovaluta così il

valore della visita e dell‟autorità di chi la fa o lo stesso valore della parola

data o offerta per il bene comune?

110. Rispetto agli Atti dei Capitoli generali, le ordinazioni, raccomandazioni e

esortazioni al Maestro dell‟Ordine e alla sua Curia di solito sono abbon-

danti. Credo che si sia lavorato sempre per metterle in pratica. Che suc-

cede con gli ordini dati ai Provinciali, ai Reggenti degli studi o ai frati in

generale? Non stiamo diventando per caso irresponsabili?

111. Come ho detto poco sopra si constata che la corrispondenza della Curia

Generalizia spesso non ha risposte dalle Province. Un esempio è signifi-

cativo, specialmente di fronte alle enormi difficoltà che si presentano in

questo ambito: dopo gli Atti del 2001 (Providence) quante volte è stato

chiesto alle Province di mandare i loro protocolli per i casi di abusi ses-

suali, dipendenze, ecc? (ci sono Province che non l‟hanno ancora redatto

o inviato).

112. In questo stesso senso la corrispondenza del Sindaco dell‟Ordine o la ri-

chiesta di informazioni, resoconti, in conformità con le direttive degli

stessi Capitoli generali, non riceve risposte da numerose entità.

113. Gli Atti dei Capitoli provinciali frequentemente non fanno riferimento a-

gli Atti dei Capitoli generali. Forse significa che i Capitoli generali –

massima autorità dell‟Ordine – sono irrilevanti? Gli Atti dei Capitoli pro-

vinciali molte volte non sono nemmeno letti dai frati della Provincia. For-

se gli Atti sono troppo esortativi e non abbastanza direttivi? Qual è il pro-

blema al riguardo? All‟occorrenza gli Atti dei Capitoli provinciali sem-

plicemente non si applicano o vi si fa resistenza aspettando altre istanze

(Consiglio intermedio allargato o il prossimo Capitolo Provinciale perché

tutto torni come prima). Non è questa la dimostrazione di un problema

nella gestione della res-publica o della mancanza di impegno per essa?

114. A volte i Provinciali non possono o non vogliono esercitare la loro autorità.

Si tratta di una autorità che i frati gli hanno affidato attraverso una elezione e

che il Maestro dell‟Ordine ha confermato. Il Priore Provinciale – secondo il

diritto della Chiesa – è Superiore maggiore e Ordinario (cf. CIC 134).

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Atti del Capitolo Generale Elettivo – Roma 2010

152

115. Anche in materia economica dobbiamo riflettere seriamente circa l‟uso o

no dell‟autorità che ci è stata affidata. Perché con troppa frequenza si veri-

fica la mancanza di un resoconto o di una contabilità chiara e trasparente –

conforme alla nostra condizione di religiosi – a livello personale, locale o

provinciale? Le Province a volte non forniscono alla Curia l‟informazione

necessaria in materia economica. Succede che ci siano reticenze per contri-

buire ai diversi Fondi di solidarietà comuni, richieste di aiuto ad altre entità

bisognose, ecc. Forse perché non ci si fida che questo denaro sarà speso

correttamente? Allo stesso tempo: quanti prestiti che generosamente ha

concesso la Curia non sono mai stati restituiti per errori nelle spese? Poi

debbono essere condonati dalla Curia perché non si può fare più nulla. I

frati vengono formati alla trasparenza attraverso preventivi, chiari e oppor-

tuni rendiconti? Si chiede conto delle spese ai frati o alle nostre diverse isti-

tuzioni?

116. In certi casi i Consigli di Provincia limitano la funzione di un Provinciale

invece di sostenerlo, animarlo e confortarlo nel suo corretto adempimento.

Si tratta di paura dell‟autorità? Non si legano spesso le mani al Provinciale?

Ciò non provoca una certa paralisi? Non è causa di un certo rifiuto ad ac-

cettare assegnazioni, uffici o incarichi da parte dei frati? Il Consiglio, senza

dubbio ha una certa responsabilità nel controllo della gestione del governo

della Provincia, ma ciò non significa ostacolare le necessarie decisioni di

governo o quanto è stato stabilito nel Capitolo Provinciale.

117. Ciò che possiamo dire sull‟autorità del Priore Provinciale si può applicare

anche al governo delle comunità locali (case o conventi). Forse la man-

canza dell‟esercizio della giusta autorità non lascia le nostre comunità in

situazioni di anarchia o di caos? Una volta di più: non provoca anche una

certa privatizzazione della vita religiosa?

Le strutture o le diverse entità dell’Ordine

118. Nei Capitoli generali del 1980 (Walberberg) e del 1983 (Roma) si fece una

revisione delle strutture di governo – possiamo dire “le diverse entità” – al

fine di garantire più efficacemente la missione dell‟Ordine e la sua im-

piantazione. Lo schema stabilito distingue le entità che possiamo chiamare

sotto la diretta autorità del Maestro dell‟Ordine (Province, Vice-Province e

Vicariati Generali) da quelle dipendenti dall‟autorità del Priore Provinciale

(Vicariati Regionali e Vicariati Provinciali) Per ogni entità il LCO deter-

mina una certa “matematica costituzionale” tenendo conto del numero dei

frati vocali, il numero dei conventi, ecc. Ma LCO determina pure il criterio

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Appendice II – Relazione sulla situazione dell‟Ordine

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per la partecipazione delle diverse entità – includendo i Vicariati Regionali

e Provinciali – al Capitolo Generale.

119. Senza dubbio il contesto di quegli anni era diverso da quello attuale. Si

percepiva nell‟Ordine un certo ottimismo, un certo aumento delle voca-

zioni e una impronta missionaria molto marcata. Detto sommariamente,

non si poteva prevedere per quelle entità che avrebbero potuto garantire

l‟impiantazione dell‟Ordine fino a svilupparsi in una Provincia, quello

che sperimentiamo 30 anni dopo. Allora certamente si privilegiava una

visione missionaria dell‟Ordine. Da questo punto di vista si garantiva la

partecipazione di queste entità (come pure quella dei conventi che sono

direttamente sotto la giurisdizione del Maestro dell‟Ordine) al Capitoli

generali. La situazione attuale richiede una seria riflessione sul tema, sen-

za per questo perdere lo zelo missionario che i diversi Vicariati apportano

all‟Ordine.

120. Alcune domande nascono dagli stessi frati, altre preoccupazioni sono arri-

vate in forma di petizione per gli ultimi Capitoli generali. Si è soliti pen-

sare che le strutture di governo in alcuni vicariati non si armonizzano con

la tradizione dell‟Ordine (promozione del voto generale e stile di governo

per assemblee e non attraverso rappresentanti, ecc.). A volte – forse per

quello che ho appena segnalato – i Vicariati si considerano più “demo-

cratici” delle Province a cui appartengono. Ci sono Vicariati che sono più

piccoli di molte comunità locali e nonostante sono considerati con una

certa autonomia (quando non è indipendenza). Alcuni si interrogano sulla

rappresentatività dei Vicariati ai Capitoli Generali. Allo stesso tempo ci

sono Vicariati che non sono considerati come meritano dalle rispettive

Province. Questo si concilia con lo stile di governo dell‟Ordine?

121. Dopo il 1983 le entità che sono state erette in maniera autonoma come

Province sono: la Provincia dell‟India (Vice-Provincia nel 1987, Provin-

cia nel 1997); la Provincia di S. Giuseppe Operaio in Nigeria (Vice-Pro-

vincia nel 1985, Provincia nel 1993); La Provincia Slovacca (Vice-Pro-

vincia nel 1990, Provincia nel 2003); la Provincia San Vincenzo Ferreri

del Centro America (Vice-Provincia nel 1992, Provincia nel 2006); la Vi-

ce-Provincia di Sant‟Agostino in Africa Occidentale (2009).

122. Rispetto ai Vicariati Generali, è opportuno insistere sul contesto nel quale

fu formulato il n. 257 §II del LCO. Un momento privilegiato di forte spe-

ranza nella missione dell‟Ordine e del numero di vocazioni locali! Senza

determinare un numero di frati o di comunità conventuali per la sua ere-

zione canonica, si cercava di impiantare l‟Ordine con un primo passo isti-

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Atti del Capitolo Generale Elettivo – Roma 2010

154

tuzionale.

123. A partire dal 1983, nessun Vicariato Generale è stato eretto in Vice-

Provincia o Provincia. Permangono in questa situazione i Vicariati Gene-

rali di San Pio V nella Repubblica Democratica del Gongo (1963), il Vi-

cariato Generale del Sudafrica (1968), il Vicariato Generale Regina della

Cina (1976), il Vicariato Generale dei Santi Angeli Custodi in Lituania,

Lettonia ed Estonia (1993), il Vicariato Generale di Russia e Ucraina

(1993), il Vicariato Generale della Santa Croce di Porto Rico (1993).

124. Al contrario, da allora diverse Province sono state ridotte allo stato di Vi-

cariato Generale: Vicariato Generale di San Tommaso d‟Aquino nel Bel-

gio meridionale (1990) ,Vicariato Generale di San Lorenzo in Cile

(1994), Vicariato Generale di Ungheria (1996), Vicariato Generale di

Santa Caterina da Siena in Equador (2007). Ci sono Province che date le

circostanze pensano a questa possibilità. Di fatto il n. 258 § II del LCO

prevede la riduzione di una Provincia non solo alla condizione di Vice

Provincia ma anche a quella di Vicariato Generale55

125. Il fatto di ridurre una Provincia alla condizione di Vicariato Generale mo-

difica la sua relazione rispetto alla Curia generalizia? Darebbe

l‟impressione che in concreto l‟unica differenza fosse nella sua rappre-

sentazione ai Capitoli generali. Come assicurare un accompagnamento

più valido che non si riduca semplicemente ad un cambiamento di stato

giuridico? Questo cambiamento non mette in pericolo a volte l‟integrità

della vita domenicana espressa nel nostro modo di governare? Anche qui

si mette in gioco in alcuni casi lo stile di governo basato sul “voto univer-

sale” (come in un‟assemblea) e non attraverso dei frati che sono eletti

come rappresentanti per i Capitolo (che genera fiducia, stime e non è vin-

colante oppure attraverso un mandato). È sufficiente l‟accompagnamento

previsto nel LCO 395?

126. Da diversi anni i nuovi Priori Provinciali generalmente sono stati invitati

alla Curia generalizia durante le riunioni plenarie del Consiglio per pre-

sentare in qualche modo le loro entità, discutere argomenti e avere la pos-

sibilità di incontrare il Maestro, i soci e gli altri ufficiali della Curia. A

partire dal 2009 abbiamo preferito organizzare a Roma un incontro

(workshop) per i nuovi Provinciali, specialmente perché si conoscano tra

di loro e possano lavorare insieme su diversi temi e condividere le loro

esperienze sui problemi e le sfide più importanti che ha il ministero per il

55

Cf. ACG 1998 (Bologna) n. 255; ACG 2001 (Providence) n. 483; ACG 2004 (Cracovia) n. 361.

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Appendice II – Relazione sulla situazione dell‟Ordine

155

quale sono stati eletti dai loro frati e confermati dal Maestro dell‟Ordine.

Questo ha dato ottimi risultati e si pensa di ripeterlo.

127. In questa stessa linea si sono tenuti incontri regionali dei Sindaci di Pro-

vincia (o di entità analoghe)56. Anche a livello di Province si sono or-

ganizzati incontri di Priori o superiori e di economi, con una dinamica

simile. Lo sappiamo, ciò che è ben accetto a tutti si promuove con rapi-

dità e facilità57.

128. Molte delle difficoltà relative al governo e all‟amministrazione (che assi-

curano la nostra missione: la predicazione) nascono dalla mancanza di

una pianificazione adeguata della nostra vita apostolica. I frati devono es-

sere preparati in ordine a questo piano, e in questo senso bisogna coordi-

nare le forze, tenendo conto dell‟unità, del vigore e della continuità della

nostra missione. Questa pianificazione deve farsi carico delle necessità at-

tuali della Chiesa, della stessa Provincia o Vicariato, e anche della futura

evoluzione dei problemi (cf. LCO 107).

129. Non possiamo ripetere oltre la discussione “comunità piccole” vs. “comu-

nità grandi”. Tutto dipende dalla missione di ciascuna comunità e non si

può uniformare il nostro stile di presenza in regioni e luoghi tanto diversi

sebbene il convento formale continui a favorire certi aspetti della nostra

vita e del governo: diversità di ministeri, ricchezza della vita comune,

maggiore libertà per l‟itineranza, possibilità per lo studio, la preghiera

comune, l‟elezione dei priori. Distinzione – nei conventi con un numero

adeguato di frati – tra Capitolo e Consiglio, periodicità e rotazione delle

funzioni, compiti e incarichi. Non possiamo dimenticare che la Provincia

non si definisce come una mera collezione di case. La Provincia garanti-

sce la missione dell‟Ordine in un Paese o regione e le comunità sono par-

te di questa missione e non abbazie autonome.

130. A livello locale, nonostante molte resistenze, devo dire che le comunità

che cercano di delineare il proprio progetto comunitario di vita e di mis-

sione promuovono con maggiore facilità il bene comune e la responsabi-

lità dei frati. Questo tipo di pianificazione ci rende coscienti della nostra

partecipazione alla cosa pubblica (res publica), evita la privatizzazione

della vita religiosa e il conseguente individualismo. Generalmente quelli

che non vedono la necessità di pianificare in comunità sono quelli che

56

Si sono svolti due incontri regionali di economi (Sindaci) uno per l‟America latina e i Caraibi (Ar-

gentina, agosto 2009) e uno per l‟Africa (Sudafrica, novembre 2009). 57

Cf. LCO 6.

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Atti del Capitolo Generale Elettivo – Roma 2010

156

non vogliono che alcuno dica qualcosa sulle loro attività o ministeri.

131. A livello dell‟Ordine il Capitolo Generale deve esaminare la raccomanda-

zione dell‟ultimo Capitolo Generale e dire una parola al riguardo (ACG

207 Bogotà n 243). Tenendo presente questo testo si sono sviluppate al-

cune iniziative per il prossimo Capitolo Generale; sono state consultate

tutte le province sulla durata, la preparazione e la metodologia dello stes-

so58. Perciò è importante che questo sia valutato opportunamente per mi-

gliorare la preparazione e la celebrazione dei futuri Capitoli generali.

132. Gli ultimi Capitoli Generali hanno segnalato la necessità di accompagnare

i processi dei diversi Vicariati che condividono il territorio di uno stesso

Paese o regione. Penso che il prossimo Capitolo Generale debba segna-

lare un termine preciso per i casi di Bolivia e Venezuela. Anche se si sono

fatti alcuni passi, credo che ancora siano insufficienti.59

133. In riferimento ai Caraibi60, una regione senza entità autonome salvo il Vica-

riato Generale di Porto Rico (che pure sta ripensando sul suo statuto giuri-

dico), si manifestano con chiarezza le difficoltà sopra menzionate. È neces-

sario che il Capitolo possa suggerire un modo esplicito di collaborazione

tra le entità, con un quadro effettivo di azione e termini di tempo realistici.

La collaborazione potrebbe esserci principalmente tra le entità di lingua

spagnola (Porto Rico, Repubblica Dominicana e Cuba) e quelle di lingua

inglese Vicariato di Trinitad della Provincia di Irlanda e Vicariato

dell‟india dell‟Est della Provincia di Inghilterra). Il Vicariato della Repu-

blica Dominicana specialmente dopo il terremoto, ha intensificato la sua

presenza e l‟aiuto in Haiti. Non si potrebbe immaginare anche Haiti dentro

il contesto di collaborazione delle entità di lingua spagnola?

134. Due strade sono percorribili: la nomina di un Vicario del Maestro

dell‟Ordine per la regione (fino ad ora è il Socio dell‟America latina e i

Carabi), che possa risiedere nella stessa visitando con maggiore frequenza

l‟area e organizzando iniziative comuni. Il secondo mezzo potrebbe es-

sere l‟organizzazione di una Assemblea regionale (ad modum capituli)

contando anche sulla partecipazione di Priori Provinciali interessati per-

ché si prendano decisioni comuni per essere presentate al Maestro

dell‟Ordine.

58

Cf. ACG 1998 (Bologna) n. 194. 59

L‟Ordine in Bolivia: cf. ACG 2004 (Cracovia) n.294 e ACG 2007 (Bogotà) n.232; l‟Ordine in Ve-

nezuela cf. ACG 2004 (Cracovia) n.302 e ACG 2007 (Bogotà) n.234. 60

L‟Ordine nei Caraibi: cf. ACG 2004 (Cracovia) n. 293 y ACG 2007 (Bogotà) n. 231.

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Appendice II – Relazione sulla situazione dell‟Ordine

157

135. Nell‟aprile 2009 ho potuto partecipare alla riunione dei Consigli delle

quattro Province degli Stati Uniti d‟America. Una esperienza che non si

realizzava da molti anni e che è risultata molto positiva. Ho raccomandato

che si ripeta ogni tre anni, come fanno le entità del CIDALC, coincidendo

all‟inizio con gli anni in cui si celebrano i Capitoli generali. Da questa ri-

unione possono scaturire petizioni e proposte all‟Ordine di maggiore peso

e riflessione.

136. Il Capitolo Generale di Bogotà ha fatto riferimento all‟accompagnamento

delle “entità più deboli dell‟Ordine allo scopo di incrementare promuovere

la loro vitalità (ACG 2007 Bogotà, n. 234). Non basta un elenco. Gli stessi

Provinciali possono testimoniarlo al prossimo Capitolo Generale. Come

farlo?, che fare? Dette Province sono disposte ad accettare iniziative che

vengono da altre Province? Siamo coscienti che stiamo parlando dello stes-

so Ordine e che nessuna Provincia può chiamarsi a sua misura “indi-

pendente” dall‟Ordine a livello universale e anche delle altra Province?

137. In generale le strutture della nostra vita che il LCO propone e delinea

hanno dimostrato di essere adeguate. Il problema è che molte entità non si

muovono in linea con quanto il LCO prevede. C‟è un certo rifiuto ad in-

traprendere cose difficili. Abbiamo perso la fiducia nello stesso nostro

modo di vivere? Quali sono gli inconvenienti che ritardano e addirittura

paralizzano l‟esercizio di questa autorità. Non genera questo vuoto la pri-

vatizzazione della nostra vita religiosa e il conseguente individualismo

del quale tutti ci lamentiamo poi?

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Atti del Capitolo Generale Elettivo – Roma 2010

158

2016

“Guai a noi se non predichiamo il Vangelo!”

(cf. 1Cor 9,16)

X L’ORDINE DEI PREDICATORI: IERI, OGGI E DOMANI61

138. Il futuro dell‟Ordine passa per la fedeltà alla nostra missione come l‟ha voluta e vissuta San Domenico, come fu approvata dal vescovo Fulco e come è stata confermata dal Papa Onorio III. Nel corso di questa storia di diversi secoli, l‟Ordine ha saputo essere fedele alla sua vocazione, ha pro-clamato che il nostro Dio è vivo, che egli è il Dio della vita e che in lui e-sistono la radice della dignità e la speranza dell‟uomo che è chiamato alla vita62. In questa missione abbiamo voluto dare testimonianza di una vita totalmente consacrata, come olocausto a Dio. Questo ci ha portato molte volte a morire in determinati luoghi per nascere in altri. In questo senso un nugolo di testimoni continua ad animarci.

139. Non possiamo restare semplicemente paralizzati o anche a piangere le no-

stre ferite. Non siamo immuni dal pericolo dell‟autocommiserazione.

Dobbiamo scoprire nuovi modi e nuovi luoghi di presenza! Ci sono pro-

vince che continuano a dibattersi – anche di fronte a circostanze comple-

tamente diverse – per mantenere tutte le presenze senza comprendere che

bisogna cercare nuove rotte.

140. Questo tempo di preparazione per il Giubileo può risultare provvidenziale

per un autentico rinnovamento spirituale a cui nessuno può sottrarsi. Que-

sto richiede una profonda riflessione e conversione da parte di ogni frate,

di ogni comunità, di ogni Provincia e da parte di tutto l‟Ordine.

141. I temi su cui stiamo riflettendo in questi anni a partire dal 2007 vogliono essere una proposta di formazione permanente che ci aiuti in questo cammino. Dove è che l‟Ordine sta lavorando bene? Cosa vediamo in que-ste entità? Cosa ci dicono esse? Dove è che l‟Ordine sta morendo? Cosa

61

Fra Vincent de Couesnongle: Conferenza Accoglienza e formazione dei giovani (23.04.1976) [IDI

205-206 (dicembre 1976) 245-262]; Fra Damian Byrne, Lettera Sulla formazione (18.11.1991) [Ana-

lecta 99 (1991) 217-226; IDI 296 (Gennaio 1992) 2-12]; Lettera su La prima assegnazione

(24.05.1990) [Analecta 98 (1990) 108-113; IDI 279 (Settembre 1990) 98-104]: Fra Timothy Radclif-

fe, Lettera: La formazione (ai nostri frati nella formazione iniziale) (13.02.1999) [Analecta 107

(1999) 255-278; IDI 373 (Maggio 1999) 104-124]; ACG 1986 (Avila) n. 137: Lettra a un novizio (e a

tutti coloro che non hanno mai abbandonato la loro formazione); ACG 2007 (Bogotà ) nn. 196-202:

Lettera a un formatore. 62

Giovanni Paolo II, Discorso ai partecipanti al Capitolo Generale di Roma (05.09.1983).

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Appendice II – Relazione sulla situazione dell‟Ordine

159

vediamo? Cosa ci viene detto? Cosa è che “oggi” attrae i giovani all‟Ordine? Di che cosa hanno bisogno? La tendenza a ridurre la sfida delle vocazioni a una risposta di condanna non ci serve: condanniamo i “giovani” che non sono come quelli di “ieri”, i promotori delle vocazioni che non sanno fare il loro lavoro, i formatori perché i candidati se ne van-no, le comunità di formazione o semplicemente l‟Ordine perché – di-ciamo – non sa attirare le vocazioni! In molti casi non siamo capaci di ri-flettere e discernere personalmente sulla nostra vita, su quello che dob-biamo cambiare.

142. Penso che in un certo senso non abbiamo solo bisogno di scoprire nuovi

mezzi ma anche – e a volte è più importante – riscoprire gli autentici “an-

tichi mezzi”. In effetti, è lì che l‟Ordine sta lavorando bene. Saper usare

le nostre leggi e costituzioni può risolvere molti problemi con il sistema

di Capitoli, superiori e consigli, ecc.

143. È vero che le statistiche non dimostrano di per sé la vitalità di una Provin-

cia o entità. Tuttavia, insieme a questa relazione si propongono alcune

statistiche significative. Esse segnalano in qualche modo dove l‟Ordine

ha vocazioni, il numero approssimativo di frati in formazione (novizi e

studenti), ecc.

144. Come ho detto più sopra, in molte Province c‟è un buon numero di voca-

zioni ma le stesse vivono non poche difficoltà per formarle data la man-

canza di risorse. In altre Province non ci sono vocazioni ma le possibilità

economiche sono buone. Come condividere queste risorse quando vi sono

luoghi dove non si accettano le vocazioni che bussano alla porta dell‟Ordine

per mancanza di mezzi?

145. Un‟altra difficoltà segnalata negli ultimi capitoli generali è la mancanza

di formatori preparati per questo compito. Infatti questo è un ruolo che ri-

chiede molta dedizione e preparazione. In diverse regioni si sono fatti

seminari e incontri per formatori con buoni risultati. Penso che il Capitolo

deve insistere con queste iniziative. Allo stesso tempo dobbiamo appro-

fittare degli strumenti che in molti paesi e regioni sono offerti dalle Con-

ferenze dei religiosi, dalle Chiese locali, ecc.

146. Le nostre preoccupazioni sono anche quelle della Chiesa. Le preoccupazioni

della Chiesa sono anche le nostre. È necessario conoscere anche i docu-

menti, le direttive e i suggerimenti che la Chiesa offre per la nostra rifles-

sione con docilità (capacità di farci dire qualcosa) e senza presunzioni63.

63

Tra gli altri documenti segnalo per esempio: Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le

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Atti del Capitolo Generale Elettivo – Roma 2010

160

147. Un altro aspetto che richiede una adeguata revisione è quello di continu-

are a insegnare (a volte improvvisando) con diversi modelli di forma-

zione, cambiando più volte luogo per i novizi e i frati studenti. La forma-

zione – di per sé una tappa di molti cambiamenti – richiede una certa sta-

bilità o un ambiente che dia serenità agli animi perché i nostri formandi

possano realmente discernere la loro vocazione. Sorprende che nel mo-

mento in cui si pensa di risolvere il tema della formazione spostando i

formandi da un luogo all‟altro, i frati professi solenni, ordinati o no, che

si dedicano pienamente al ministero, abbiano tante difficoltà a essere as-

segnati ad altri luoghi specialmente alle case di formazione.

148. La Chiesa e i nostri Capitoli Generali hanno insistito sull‟importanza e il

ruolo di tutta la comunità nel processo formativo dei nostri frati (per que-

sto si parla di “comunità formativa”). Abbiamo considerato questo aspet-

to chiave della formazione? Teniamo conto di ciò che esige LCO per la

formazione dei conventi nei quali fiorisce realmente la vita domenicana

regolare e apostolica? (cf LCO 180 § I e 215).

149. Quando parliamo della formazione dei nostri frati è necessario insistere

sull‟integrazione dei diversi aspetti della nostra vita: formazione spirituale,

formazione intellettuale, formazione apostolica. Non si tratta di aspetti me-

ramente giustapposti, ma di diverse dimensioni della nostra vocazione.

Spesso si considerano separati (si vive e si formano i frati agli elementi del-

la vita religiosa; i frati studiano forse in un centro non domenicano, si man-

dano a svolgere vari compiti pastorali in altri luoghi). Come si integrano

queste dimensioni? È qui che risulta chiave la composizione della comunità

formativa! Non bisogna dimenticare l‟orizzonte finale di tutta la formazio-

ne domenicana: la predicazione che è la nostra missione. La capacità alla

predicazione deve essere tenuta presente specialmente quando si discerne la

vocazione dei nostri frati in formazione.

150. Un tema molto importante è quello della necessità di aiutare i nostri frati

in formazione a pianificare i loro progetti. Quanto ai candidati agli Ordini

sacri questo comporta di aiutarli a scoprire la vocazione religiosa dome-

nicana come la terra fertile, il contesto “a partire dal quale” germina e

verrà poi esercitato il ministero presbiterale e non semplicemente come

Società di Vita Apostolica: Orientamenti sulla formazione negli Istituti religiosi (02.02.1990); La col-

laborazione tra Istituti per la formazione (08.12.1998). Congregazione per l‟Educazione Cattolica: I-

struzione sui criteri di discernimento vocazionale in relazione con le persone di tendenza omosessua-

le prima della loro ammissione al seminario e agli ordini sacri (31.08.2005); Orientamenti per l‟ uso

delle competenze dl la psicologia nell‟ammissione e nella formazione dei candidati per il sacerdozio

(13.06.2008).

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Appendice II – Relazione sulla situazione dell‟Ordine

161

un mezzo “per arrivare” al sacerdozio (come se l‟ordinazione dispensasse

dopo dalle esigenze proprie della vita religiosa domenicana). Non si favo-

risce questo modello nel modo come si vive e si esercita il ministero pre-

sbiterale nell‟Ordine oggi?

151. Il beato Giordano di Sassonia definì San Domenico “Sacerdote santissimo

di Dio, confessore ammirabile e predicatore insigne”64. Il nostro padre ha

dato la sua impronta all‟Ordine (e non mi riferisco con questo esclusiva-

mente ai frati ordinati). Per questo si tratta di formare le nostre vocazione in

questa dimensione e spiritualità sacerdotale propria dell‟Ordine. Questo si-

gnifica che vogliamo formare i nostri giovani perché siano mediatori e non

burocrati; intercessori e non meramente intermediari; solidali e compassio-

nevoli con i peccatori senza essere complici; servitori di Dio e degli uomini

e delle donne del nostro tempo senza sperare di essere serviti; difensori di

quelli che sbagliano e non loro accusatori; ponti e non muri che separano;

infine pastori del gregge che ci viene affidato nei nostri diversi ministeri

apostolici, non impresari o funzionari.

152. Gli ultimi Capitoli generali hanno riflettuto molto sulla vocazione dei fra-

ti cooperatori. Successive commissioni hanno studiato il tema e hanno da-

to le loro conclusioni. Alcune Province hanno reagito e hanno dedicato

rinnovati sforzi alla promozione e alla cura di questa vocazione65.

153. Fra Timothy Radcliffe, come Maestro dell‟Ordine scrisse a tutti i Priori

Provinciali sulla promozione vocazionale66. Mi rimetto a questo testo sot-

tolineando tra le altre cose: l‟importanza di avere almeno un promotore vo-

cazionale (le Province che lo hanno nominato consentendogli di dedicarsi

prioritariamente a questo ufficio sanno che il suo ruolo è importantissimo e

i frutti evidenti); la necessaria cura delle vocazioni attraverso delle comu-

nità che vivano le diverse dimensioni della vita domenicana; il lavoro pa-

storale con i giovani; aggiungere i nostri giovani frati in attività di promo-

zione vocazionale; la collaborazione con la Famiglia domenicana e – un

aspetto che abitualmente sottovalutiamo – la necessaria “visibilità” della

nostra vita e della nostra missione.

64

Preghiera del Maestro Giordano a San Domenico (incipit). 65

Cf. ACG 1998 (Bologna) nn. 135-145; ACG 2001 (Providence) nn. 284-291; ACG 2004 (Cracovia)

nn. 248-259. 66

Lettera Vocazioni per l‟Ordine, IDI 379 (gennaio 2000) 2-3.

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Atti del Capitolo Generale Elettivo – Roma 2010

162

Te Deum laudamus67

154. Si sono compiuti 750 anni dalla canonizzazione di San Domenico e alla fine

di questa Relazione torno a fare riferimento al V centenario della prima co-

munità di frati in America latina. Quei frati – anche se pochi – desideravano

vivere in maniera integrale gli elementi e le dimensioni del nostro Ordine.

Ci siamo riempiti di gioia per la canonizzazione di Fra Francisco Coll y

Guitart, frate e sacerdote tanto impegnato nella predicazione itinerante in

tempi molto difficili come quelli dell‟esclaustrazione imposta dalle autorità

civili del suo tempo. Un frate così vicino alle monache contemplative, alle

fraternità laiche e fondatore di una Congregazione di suore (Le Suore Do-

menicane dell‟Annunziata) ci viene presentato nelle attuali circostanze co-

me un altro segno della Provvidenza per l‟Ordine. Voglia il Signore, per in-

tercessione di San Domenico, darci il coraggio del futuro per essere fedeli

alla nostra sequela di Cristo, secondo la vita apostolica in povertà e itine-

ranza.

155. Alla fine del mandato che i frati mi hanno affidato il 14 luglio 2001, desi-

dero ringraziare Dio, San Domenico e tutto l‟Ordine per questo dono e per

tutto quello che ho ricevuto da parte di tanti frati e suore. Nel mio personale

Te Deum, vorrei ricordare semplicemente tre frati che con fedeltà e grande

generosità hanno collaborato con me nell‟esercizio di questo ministero a

favore dell‟Ordine…ora ci aspettano nella casa del Padre: fra Jesús Her-

nando ( Roma 07.01.2002), fra Dominique Renouuard ( Bogotà

30.07.2007) e fra Chrys McVey ( Woshington 29.06.2009). Chiedo an-

cora una volta la misericordia di Dio e quella dell‟Ordine, come ho fatto

agli albori della mia vita religiosa, ma ora lo faccio con maggiore insistenza

costatando con più realismo i miei limiti, errori e peccati.

156. Mi rallegro di salutare a modo di conclusione i miei fratelli Priori Provin-

ciali, Vice-Provinciali e Vicari Generali, i frati definitori, delegati e altri

vocali del prossimo Capito Generale Elettivo usando le parole della se-

conda Lettera di Giovanni: “Molte cose avrei da scrivervi, ma non ho vo-

luto farlo con carta e inchiostro; spero tuttavia di venire da voi e di poter

parlare a viva voce, perché la nostra gioia sia piena” (2Gv 1, 12).

67

Fra Vincent de Couesnongle: Lettera Il coraggio del futuro (06.01.1975) [Analecta 83 (1975) 47-

48]; Lettera Tre preoccupazioni (22.12.1975) [Analecta 84 (1976) 344-347]; Lettera Alla soglia del

1980 – tre nuove preoccupazioni (01.12.1979) [IDI 254 (Dicembre 1979) 199-201].

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Appendice II – Relazione sulla situazione dell‟Ordine

163

157. A tutti gli altri frati, alle mie sorelle contemplative e di vita apostolica, ai

membri delle fraternità laiche, sacerdotali e agli altri gruppi associati

all‟Ordine ai giovani del MJDI e volontari del DVI, la mia gratitudine nel

Signore.

158. Miei fratelli e sorelle in San Domenico, abbiamo sempre coscienza della

nostra missione, del senso delle necessità vere e profonde di tutti i destina-

tari della nostra predicazione. Camminiamo poveri, liberi, forti e amorosi

verso Cristo, compiendo con gusto, semplicemente, umilmente, con forza,

come volontà del Signore, la nostra missione di predicare il Vangelo e il

dovere che deriva dalle circostanze nelle quali ci troviamo, Facciamo su-

bito, bene e gioiosamente quello che ora la Chiesa e il mondo aspettano da

noi, anche quando superi immensamente le nostre forse e ci richieda la vita.

Roma dal Convento di Santa Sabina, sede della Curia Generale, 29 aprile, festa

di Santa Caterina da Siena, dell‟anno del Signore 2010.

Fra Carlos A. Azpiroz Costa O.P.

Maestro dell‟Ordine

Prot.: 50/10/360 – Relatio M.O.

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Atti del Capitolo Generale Elettivo – Roma 2010

164

APPENDICE III

COMUNICAZIONI

PER LA CELEBRAZIOEN DEL CAPITOLO GENERALE ELETTIVO

FRATRES ORDINIS PRÆDICATORUM

CURIA GENERALITIA

Convento S. Sabina (Aventino)

Piazza Pietro d‟Illiria 1 – 00153 ROMA

Roma 23 giugno 2010

Beato Innocenzo V (Pietro di Tarantasia)

Sua Santità Benedetto XVI

Santo Padre,

A conclusione del mandato che i miei fratelli frati mi hanno affidato nove

anni fa mi permetta di esprimerle con semplicità filiale i miei sentimenti, fedele

a ciò che Pietro scrisse nella sua prima lettera: “riversate in lui ogni vostra pre-

occupazione perché egli ha cura di voi” (1Pt 5,7) confidando in colui che Santa

Caterina non ha dubitato di chiamare „dolce Cristo in terra‟.

Oggi è per me un‟occasione provvidenziale nel partecipare all‟Udienza

Generale, poterla salutare e consegnarle questa lettera. Infatti celebriamo la

memoria del beato Innocenzo V, Papa. Fra Pietro di Tarantasia (1224-1276) fu

maestro e professore in S. Teologia a Parigi. Il Capitolo Generale del 1259 gli

affidò, insieme a Tommaso d‟Aquino e Alberto Magno, la redazione della pri-

ma Ratio Studiorum generalis dell‟Ordine. Partecipò al Concilio di Lione del

1274 e fu eletto successore di Pietro, primo Papa dell‟Ordine, nel 1276. Morì il

22 giugno del medesimo anno.

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Appendice III – Comunicazioni per la celebrazione del Capitolo Generale Elettivo

165

Santità, il Signore mi ha concesso di conoscerla personalmente quando

Ella era Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede. In ognuno dei

nostri incontri ho percepito il suo ascolto attento ed il suo interesse per ognuno

dei temi su cui abbiamo conversato (…).

Ricordo anche altri brevi incontri mi hanno dato l‟occasione di salutarla

già come sommo Pontefice: in occasione della beatificazione di suor Ascensión

Nicol Goñi O.P.; a conclusione delle celebrazioni della Giornata per la Vita

Consacrata; nell‟accoglierla ogni anno a partire dal 2006 e rallegrarmi della sua

presenza a S. Sabina in occasione della processione e della Messa del Mercole-

dì delle Ceneri; in occasione delle due Assemblee Generali Ordinarie del Sino-

do dei Vescovi del 2005 e del 2008 a cui ho partecipato („Eucaristia‟ e „Paro-

la‟); infine nella indimenticabile Udienza Generale dello scorso 3 febbraio che

Ella ha dedicato a san Domenico di Guzman. Nella memoria del mio cuore ha

un posto speciale l‟udienza privata che Ella mi ha concesso il 5 novembre 2005

(…).

In primo luogo desidero ringraziarla per il suo ministero compiuto in ge-

sti e parole. Grazie per aiutarci a sviluppare la dimensione culturale della nostra

fede evitando di essere sedotti dalla tentazione o dalla „fuga‟ del relativismo o

del fondamentalismo. Tra tanti altri documenti e messaggi sottolineo in special

modo le sue tre Lettere Encicliche e – come non ammetterlo! – le catechesi che

– per ovvie ragioni - sono giunte in modo profondo a tutti i figli e le figlie di

san Domenico: gli Ordini mendicanti, san Domenico, sant‟Alberto Magno e san

Tommaso d‟Aquino!

A questa azione di grazie iniziale si impone da parte mia anche una ri-

chiesta di perdono per tutto ciò che non è stato forse all‟altezza di quanto san

Domenico avrebbe desiderato in medio Ecclesiae da parte dei suoi figli e delle

sue figlie: contemplative, frati, religiose di molte Congregazioni, membri delle

Fraternite laicali e sacerdotali, giovani della Famiglia domenicana intera. Chie-

do perdono in particolar modo per quanto io personalmente avrei potuto decide-

re, fare, omettere o tacere, non essendo fedele al ministero che mi è stato confi-

dato nove anni fa.

La gratitudine e la richiesta di perdono esigono anche di rinnovare davan-

ti a Voi l‟offerta della mia vita al Signore e alla Chiesa: rinnovo nelle sue mani

la mia professione di fede religiosa in virtù del Battesimo, della Confermazio-

ne, dei voti solenni nell‟Ordine e dell‟Ordine sacro (…)

Infine la mia preghiera al Signore perché La benedica invitandoLa ogni

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Atti del Capitolo Generale Elettivo – Roma 2010

166

giorno e tutti i giorni - e attraverso di Lei - tutta la Chiesa alla triplice profes-

sione di Fede, Speranza e amore di Pietro:

“Tu sei il Messia il Figlio del Dio vivente” (Mt 16,16)

Signore, dove andremo, tu solo hai parole di Vita eterna” (Gv 6,68)

Signore, tu lo sai; lo sai che io ti amo” (Gv 21,17).

Azione di grazie, richiesta di perdono, offerta, preghiera di intercessione.

L‟Eucaristia abbraccia tutte queste prospettive e dimensioni della preghiera cri-

stiana: Nel nominarLa ogni giorno nel sacrificio della Messa La seguirò ricor-

dandoLa sempre (tornerò a porla nel mio cuore). Oggi è per me incoraggiamen-

to supplicarla di ricordare anche me davanti al Signore e alla Vergine del Rosa-

rio.

Chiedendo la Benedizione Apostolica per tutto l‟Ordine prima di un nuo-

vo Capitolo Generale La abbraccio in Cristo e Maria, e prendo commiato sem-

plicemente, con un saluto che Le dice tutto: ¡hasta cada Eucaristía!

Fra Carlos A. Azpiroz Costa O.P.

Maestro dell‟Ordine

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Appendice III – Comunicazioni per la celebrazione del Capitolo Generale Elettivo

167

S E G R E T E R I A D I S T A D O

PRIMA SEZIONE AFFARI GENERALI

Vaticano, 26 giugno 2010

Reverendissimo Padre,

animato da sentimenti di filiale confidenza e devozione nei confronti di

Sua Santità Benedetto XVI ha avuto la bontà di inviarLe una lettera affettuosa

in occasione anche del prossimo inizio del Capitolo Generale dell‟Ordine dei

Predicatori.

Il Papa risponde con viva gratitudine a questo suo nobile gesto di comu-

nione ecclesiale chiedendo a Dio e per tutti i figli spirituali di san Domenico di

Guzmàn, che nella fedeltà al Vangelo, alla Tradizione e al magistero della

Chiesa, così come al proprio carisma, continuino configurandosi radicalmente

alla mansuetudine del Cuore di Cristo e seguendo le sue orme siano costanti

nella preghiera, umili nell‟ascolto della parola divina, saldi nella speranza e ar-

denti nella carità traendo coraggio sempre dall‟esempio e dall‟intercessione dei

santi domenicani.

Con tali desideri e invocando la protezione della Nostra Signora del Ro-

sario, il Sommo Pontefice le imparte una speciale Benedizione Apostolica che

con affetto estende a tutti i frati della sua comunità.

Approfitto con piacere dell‟opportunità, Reverendissimo Padre, per e-

sprimerLe la testimonianza della mia sincera stima in Cristo.

+ Fernando Filoni

Sostituto

Rev.mo P.Carlos A.AZPIROZ COSTA, O.P.

Maestro generale dell‟Ordine dei Predicatori

Convento di Santa Sabina

ROMA

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Atti del Capitolo Generale Elettivo – Roma 2010

168

FRATRES ORDINIS PRÆDICATORUM

CURIA GENERALITIA

Convento S. Sabina (Aventino)

Piazza Pietro d‟Illiria 1 – 00153 ROMA

Roma, 30 aprile 2010

Festa di San Pío V

S.E. Franc Card. RODÉ,

Prefetto della Congregazione

per gli Istituti di Vita Consacrata

e le Società di Vita Apostolica

Presente

Prot. 50/10/361 Roma 2010

Eminenza Reverendíssima,

Incoraggiato una volta di più dalla sua sollecitudine a favore della Vita

Consacrata e dalla vicinanza all‟Ordine dei Predicatori, ho la gioia di comuni-

carle quanto segue:

Per grazia di Dio, a partire dal 1 settembre e fino al 21 dello stesso mese

i frati dell‟Ordine dei Predicatori (Domenicani) ci riuniamo in CAPITOLO GE-

NERALE ELETTIVO. Inizialmente il Capitolo avrebbe dovuto celebrarsi a Banga-

lore (India); tuttavia per gli episodi di violenza contro alcune comunità cristiane

all‟inizio del 2008, il Capitolo si celebrerà a Roma (al Salesianum).

In questo tempo ci prepariamo per l‟VIII centenario della Bolla “Religio-

sam Vitam” del Papa Onorio III con la quale fu confermato l‟Ordine dei Pre-

dicatori (1216-2016). Questo ci sta aiutando per un rinnovamento interiore,

mentre riflettiamo ogni anno – a partire dal 2006 – su diversi temi fondamentali

della nostra vita e missione, cercando di essere fedeli all‟amore iniziale (cf. Ap

2,4).

L‟Ordine si riunisce in Capitolo Generale per trattare e definire, valutare

e progettare i diversi aspetti della nostra vocazione come predicatori in medio

Ecclesiae “utili per la salvezza delle anime” secondo le parole di Onorio III.

Conforme al così detto “sistema pluricamerale domenicano” i Capitoli

Generali si succedono ordinariamente ogni tre anni (per molti anni furono

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Appendice III – Comunicazioni per la celebrazione del Capitolo Generale Elettivo

169

annuali) con il seguente ritmo: Capitolo Generale Elettivo (riunisce i Priori

Provinciali e i delegati di ogni Provincia chiamati Definitori), Capitolo Ge-

nerale dei Definitori (riunisce i delegati di ogni Provincia) e Capitolo Generale

dei Priori Provinciali (riunisce i Provinciali e le autorità analoghe). I tre tipi di

Capitolo hanno la stessa autorità. Esclusivamente al Capitolo Generale Elettivo

compete anche l‟elezione del Maestro dell‟Ordine.

I primi giorni del prossimo Capitolo Generale saranno dedicati special-

mente all‟ascolto, riflessione e dialogo sulla Relatio Magistri Ordinis e altre re-

lazioni preparate per il Capitolo. In questo clima si prepara anche l‟elezione del

Maestro dell‟Ordine. Successivamente le diverse commissioni continueranno a

lavorare sulle diverse tematiche: predicazione e missione, studio, vita fraterna e

comunità, vocazioni e formazione, governo ed economia, costituzioni, Famiglia

Domenicana, ecc.

Condivido con lei questo momento così importante per l‟Ordine chieden-

do umilmente la sua preghiera, la benedizione e – se possibile – un messaggio

di speranza al Capitolo. Al momento opportuno la inviterò per fare una visita

alla nostra Assemblea capitolare (in linea di massima dopo l‟elezione del Mae-

stro). Forse preferisce riservare a questo momento le sue parole di incoraggia-

mento per confermarci nella nostra missione.

In conformità con il CIC c. 592, § 1, aggiungo alla presente la mia Rela-

tio preparata per il Capitolo e le statistiche che sono state inviate alla Segreteria

di Stato lo scorso 1 aprile (con i dati aggiornati al 31 dicembre 2009).

Ringraziandola per il suo ministero a favore della vita religiosa e della

speciale vicinanza all‟Ordine di San Domenico, chiedo allo Spirito Santo che la

illumini nel suo compito perché possa discernere nel suo delicato lavoro quale è

la volontà del Padre, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto (cf. Rm 12,2).

Fraternamente in Cristo, obbediente, casto e povero

Fra Carlos A. Azpiroz Costa O.P.

Maestro dell‟Ordine

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Atti del Capitolo Generale Elettivo – Roma 2010

170

CONGREGAZIONE

PER GLI ISTITUTI DI VITA CONSACRATA

E LE SOCIETÀ DI VITA APOSTOLICA

Città del Vaticano, 9 luglio 2010

Prot. n. 38688/2004

Prot. n. YD 15/2010

Molto Stimato Fra Carlos,

Desidero ringraziarla per la lettera con la quale ha avuto l‟amabilità di

comunicarmi la celebrazione del Capitolo Generale Elettivo dell‟Ordine che a-

vrà luogo il prossimo mese di settembre.

Mi è gradita l‟occasione per inviarle il mio saluto cordiale, per lei e per

ciascuno dei capitolari, da estendere anche a tutti i membri dell‟Ordine.

Un‟assemblea capitolare costituisce sempre un avvenimento centrale che

segna e determina spiritualmente la vita dell‟Ordine intero. La celebrazione di

questo Capitolo vi trova nella preparazione dell‟VIII centenario della Bolla Re-

ligiosam Vitam del Papa Onorio III con la quale fu confermato l‟Ordine dei

Predicatori (1216-2016) e ciò vi sta aiutando per un rinnovamento interiore,

mentre riflettete sui temi fondamentali che rafforzano la vostra vocazione e

missione in medio Ecclesiae “utili par la salvezza delle anime”.

Insieme a voi invoco l‟azione vivificante dello Spirito che favorisca

l‟esperienza spirituale e susciti il dinamismo di lavoro e di scelte nella ricerca

unicamente della realizzazione della missione dell‟Ordine. Sarà un tempo privi-

legiato per rileggere la propria storia, interpretarla collegialmente e progettare,

con l‟aiuto di Dio, un futuro di speranza, perché è Lui che riempie il vostro

cuore e gli dà senso.

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Appendice III – Comunicazioni per la celebrazione del Capitolo Generale Elettivo

171

In conformità con il CIC c. 592, § 1, mi ha inviato anche la Relatio Magi-

stri Ordinis preparata per il Capitolo. La ringrazio dell‟invio con la certezza che

il contatto con la vita e la missione dell‟Istituto per mezzo della lettura di essa e

dell‟apporto di ognuno di voi sarà di grande aiuto nella revisione e progettazio-

ne apostolica dell‟Ordine.

Caro Maestro Generale e Padri Capitolari, con ammirazione e gratitudine

per quello che siete e fate nella Chiesa e per il mondo, chiedo a nostra Signora

del Rosario e a San Domenico che sostengano i vostri sforzi, ed il lavoro e di-

scernimento capitolare dia molti frutti nell‟annuncio della Parola di Dio e nella

testimonianza della carità.

Con viva cordialità.

Franc Card. Rodé, C.M.

Prefetto

Rev.do Fra CARLOS ALFONSO AZPIROZ COSTA

Maestro Generale dell‟Ordine dei Predicatori

ROMA

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INDICI

INDICE DELLE COSTITUZIONI E ORDINAZIONI

DI CUI SI TRATTA IN QUESTI ATTI

I. Costituzioni approvate

93 § III pag. 94 n. 265 (cum ordinatione)

378 § II pag. 97 n. 276 (partim, cum ordinatione)

II. Costituzioni incoate

257 § I, 1° pag. 95 n. 268 (cum ordinatione)

332 pag. 97 n. 273

378 § II pag. 97 n. 276 (partim, cum ordinatione)

384 pag. 97 n. 277

407 § I, 4° pag. 98 n. 279

407 § I, 7° pag. 98 n. 279 (cum ordinatione)

408 4° e 5° pag. 99 n. 280

409 4° e 5° pag. 99 n. 281

409-bis pag. 99 n. 282 (cum ordinatione)

465 pag. 100 n. 284

481 pag. 100 n. 285

482 pag. 100 n. 286

483 pag. 100 n. 287

III. Costituzioni abrogate

257 § II pag. 95 n. 268 (prima vice, partim)

258 § I pag. 96 n. 269 (prima vice, partim)

332 pag. 97 n. 273 (prima vice, partim)

IV. Ordinazioni inserite definitivamente

191 § III pag. 95 n. 267

560 § II pag. 101 n. 289

566 § I pag. 101 n. 290

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174

V. Ordinazioni accettate per due volte

348 § I pag. 97 n. 274

567 pag. 102 n. 291

VI. Ordinazioni accettate per la prima volta

139 pag. 95 n. 266

285 § I pag. 96 n. 270

328 § II pag. 96 n. 272

§ III pag. 96 n. 272

452 7° pag. 99 n. 283 (partim)

499 § III 2° pag. 101 n. 288 (partim)

VII. Ordinazioni abrogate

373 2° pag. 97 n. 275 (partim)

389 pag. 98 n. 278

VIII. Cambiamenti tecnici

40 pag. 94 n. 263

66 pag. 94 n. 264

318 4° pag. 96 n. 271

INDICE DELLE NOTE GIURIDICHE DEI NUMERI

Abrogazione Confermazione Dichiarazione Ringraziamento Congratulazione

Cap Num Cap Num Cap Num Cap Num Cap Num

IX 293 VIII 246 VIII 238 III 74 V 132

VIII 239 IV 126 V 135

VIII 240 IV 127 V 137

VIII 241 VIII 254 V 152

VIII 242 VIII 255 V 154

IX 292 VIII 261 V 163

IX 296 V 177

V 178

VI 187

VII 212

VII 217

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Indici

175

Ordinazione Commissione Petizione Raccomandazione Esortazione

Cap Num Cap Num Cap Num Cap Num Cap Num

III 62 III 64 III 60 III 77 III 61

IV 97 III 67 III 63 IV 106 III 66

IV 98 III 71 III 68 IV 113 III 70

IV 99 III 73 III 75 IV 120 III 72

IV 100 III 79 III 76 IV 124 III 80

IV 101 IV 88 III 78 V 128 III 81

IV 102 IV 90 IV 85 V 129 III 82

IV 118 IV 91 IV 111 V 133 IV 123

V 167 IV 94 IV 115 V 134 IV 125

VI 186 IV 104 IV 117 V 138 V 151

VI 189 IV 108 IV 119 V 139 V 155

VII 201 IV 109 IV 121 V 141 V 156

VII 203 IV 110 V 140 V 144 V 158

VII 204 V 136 V 143 V 146 V 160

VII 205 VII 201 V 145 V 149 V 165

VII 208 VII 202 V 147 V 150 V 175

VII 210 VII 219 V 153 V 157 V 181

VII 221 VII 220 V 166 V 159 VI 190

VII 232 VII 226 V 169 V 162 VI 193

VII 236 VII 230 V 170 V 164 VI 196

VIII 243 VII 231 V 171 V 168 VI 197

VIII 244 VII 233 V 172 V 182 VI 198

VIII 247 VII 237 V 179 V 183 VI 199

VIII 248 VIII 251 V 180 V 184 VI 200

VIII 249 VIII 253 VII 211 VI 191 VII 225

VIII 250 IX 297 VII 213 VI 192 VII 229

VIII 252 IX 298 VII 214 VI 194 VII 134

VIII 258 VII 215 VI 195

VIII 259 VII 218 VII 206

VIII 260 VII 222 VII 207

IX 294 VIII 256 VII 209

IX 295 VIII 257 VII 216

VII 227

VIII 245

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INDICE GENERALE

LETTERA DI PROMULGAZIONE 3

DEFINITORI (Elenco dei membri del Capitolo) 7

SIGLE 14

CAPITOLO I COMUNICAZIONI 15

CAPITOLO II PROEMIO – IL MINISTERO DELLA PREDICAZIONE 29

La predicazione e il segno di identità dell‟Ordine 29

La predicazione e la vita domenicana 30

La predicazione e la comunità 31

La predicazione e la formazione domenicana 31

La predicazione e lo studio 32

La predicazione e la sequela di Gesù 34

La predicazione e il governo 35

La predicazione e l‟economia 36

La professione, le Costituzioni e le nostre vite 37

CAPITOLO III LA SEQUELA DI CRISTO 39

Contesto e vita religiosa 39

Progetto comunitario 39

Vita fraterna 41

Consigli evangelici 41

Vita liturgica e vita di preghiera 42

Vita comune 44

CAPITOLO IV LO STUDIO 45

Lo studio nell‟Ordine 45

Coordinamento e Programmazione per la Vita Intellettuale 45

Livello provinciale 46

Livello regionale 46

Livello mondiale 47

Analisi SWOT 47

La Commissione permanente per la promozione

degli studi nell‟Ordine 47

Obiettivo della commissione 47

Membri della commissione 47

Compiti principali della commissione 48

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Atti del Capitolo Generale Elettivo – Roma 2010

178

Entrata in funzione della commissione 49

Riunioni Generali dei Reggenti degli Studi 49

Le istituzioni sotto l‟immediata giurisdizione del Maestro dell‟Ordine 49

École biblique et archéologique française di Gerusalemme 50

Facoltà di teologia dell‟Università di Friburgo 50

Università pontificia San Tommaso d‟Aquino

a Roma (Angelicum) 51

Istituto storico dell‟Ordine 51

Questioni particolari 51

Dialogo con le scienze contemporanee 51

Società degli Editori Domenicani 52

Tecnologia per l‟Apostolato intellettuale 52

Istituto Domenicano di Studi Orientali del Cairo 52

Ricerca fondi 52

Memorie 53

CAPITOLO V IL MINISTERO DELLA PAROLA 55

Formazione 55

Predicazione ai bambini e ai giovani 55

Predicazione con i moderni mezzi di comunicazione sociale 56

Collaborazione tra le entità 57

Missioni 57

L‟Ordine in Africa 57

L‟Ordine in Haiti 58

Collaborazione con la Famiglia Domenicana 58

Volontariato Domenicano Internazionale 59

Collaborazione con il Movimento Giovanile Domenicano 59

Salvaguardia della creazione 60

Dialogo Inter-religioso 61

Giustizia e Pace 61

Studi regionali su situazioni di conflitto 62

Scuole di predicazione 62

V Centenario della Predicazione di Montesinos 62

Cuba 62

Le migrazioni 63

Popoli indigeni 63

Ministero parrocchiale 64

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Indici

179

CAPITOLO VI LA FORMAZIONE 67

Il promotore delle vocazioni e l‟ammissione dei candidati 67

La formazione dei formatori 68

La comunità di formazione 68

L‟autentica formazione Intellettuale Dominicana 69

I Frati cooperatori 69

La Formazione permanente 69

CAPITOLO VII IL GOVERNO 71

Ristrutturazione delle entità dell‟Ordine 71

Emendamenti delle strutture dell‟Ordine

e transizione alle nuove strutture 71

Vicariati: Generali e Provinciali 72

Province e Vice-Province 73

Riconfigurazione delle Regioni 74

Bolivia 74

Venezuela 74

Caraibi 74

Penisola Iberica 75

Congresso dei Frati cooperatori 76

Governo delle Istituzioni Accademiche 76

Governo delle Comunità locali 76

Visite canoniche del Maestro dell’Ordine 77

Organizzazione delle visite presiedute dal Maestro

dell‟Ordine 77

Organizzazione delle visite presiedute da un Socio

o da un altro frate 78

Visite canoniche del Priore Provinciale 78

Procedure per l’elezione del Maestro dell’Ordine 78

Sessioni in gruppi linguistici 78

Il tractatus 79

Ricezione degli Atti dei Capitoli Generali 80

La Curia Generalizia 80

Le Fraternite Laiche Domenicane 81

Le Fraternite Sacerdotali Domenicane 82

I frati in situazioni irregolari o difficili 82

Predicare la riconciliazione e la guarigione 84

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Atti del Capitolo Generale Elettivo – Roma 2010

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CAPITOLO VIII L‟AMMINISTRAZIONE ECONOMICA 87

Contributi all‟Ordine 89

International Dominican Foundation 90

Sussidi 91

Costi del Capitolo 92

Riconoscimento 92

CAPITOLO IX COSTITUZIONI E ORDINAZIONI 93

NOTE INTRODUTTIVE 93

RINGRAZIAMENTI 105

SEDE DEL PROSSIMO CAPITOLO GENERALE 105

SUFFRAGI PER I VIVI 105

SUFFRAGI PER I DEFUNTI 106

APPENDICE I S. S. BENEDETTO XVI 109

Udienza Generale: San Domenico di Guzmán 109

APPENDICE II RELAZIONE DEL MAESTRO DELL‟ORDINE

SULLA SITUAZIONE DELL‟ORDINE 113

Introduzione 114

I. Le nostre Contemplative 118

II. Il Santo Rosario, memoria, teologia, pietà popolare 122

III. San Domenico, Predicatore della Grazia 123

IV. La Missione della Predicazione 125

V. Predicazione e Cultura - Predicazione Comunitaria 130

1. Predicazione e cultura: il nostro studio 130

2. Predicazione comunitaria: la vita comune 136

VI. Le Dominicane e la Predicazione 138

VII. Maria: Contemplazione e Predicazione della Parola 141

VIII. Il Laicato Domenicano e la Predicazione 146

IX. Domenico: Governo, Spiritualità e Libertà 148

Le strutture o le diverse entità dell‟Ordine 152

X. L‟Ordine dei Predicatori: ieri, oggi e domani 158

Te Deum laudamus 162

APPENDICE III COMUNICAZIONI DEL CAPITOLO GENERALE ELETTIVO 165

INDICI 173

Indice delle Costituzioni e Ordinazioni di cui si tratta in questi Atti 173

Indice delle note giuridiche dei numeri 174

Indice generale 177