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Anno XXII I n. 188 MARZO 2015 Marzo 2013
A volte le lacrime sono gli occhiali per vedere Gesù.
Riv
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Par
rocc
hial
e
La Voce di Bianco Notiziario di
Formazione ed Informazione
della Parrocchia ‘Tutti i Santi” di Bianco
Anno XXIII, N.188 MARZO 2015
Direttore Responsabile PADRE ANGELO MAFFESIS
Impaginazione & Grafica
Arch. Bruno Brancatisano
--------------------
Chi desidera veder pubblicato un
articolo deve farlo pervenire al
Coordinatore di Redazione, M.C.
Caracciolo, consegnandolo in
Parrocchia o inviandolo tramite posta
elettronica, entro l’ultimo lunedì del
mese precedente quello di uscita della
rivista alle seguenti e-mail :
Il Comitato di Redazione, letto il materiale
consegnato per essere pubblicato,
valutatone il contenuto dal punto di vista
degli argomenti trattati, si riserva : a) di pubblicarlo così come pervenuto,
ossia senza apportare correzioni
grammaticali, ortografiche e sintattiche alle bozze originali.
b) qualora l’articolo superi le due pagine di modificarlo (accorciandone il contenuto) e
ciò al fine di consentire a tutti coloro che
inviano un articolo di poterlo “vedere ed avere” pubblicato sul giornalino
parrocchiale.
www.parrocchiabianco.it
facebook oratoriobianco
Il giornalino è ciclostilato
in parrocchia
SOMMARIO
ARTICOLI & RUBRICHE
Copertina Pag 1
Sommario Pag 2
Estratto del Verbale del CPP del 02.02.2015 Pag 3
La Bibbia Pag 4/5
“° incontro dei genitori della catechesi Pag 6/ 7/8
Ciao p. Achille Pag 9
G.R.IN 2015 Pag 10
Carnevale tutti in piazza Pag 11
L’arcobaleno di Dio Pag 12
Cosa succede….. Pag 13
Leggi il Vangelo nel testo e nel fumetto.. Pag 14
…e rifletti sul Vangelo Pag 15/16
I bambini del IV it del C.E. ricevono il Vangelo Pag 17
C’era una volta……. Pag 18
Le parole di Papa Francesco….. Pag 19
NUMERI TELEFONICI DA RICORDARE :
Parrocchia 0964 911558
p. ANGELO – Cell. 348 6444126
p. FRANCESCO -- Cell. 347 0872129
Reverende Suore 0964 911416 Scordino Tommaso 0964 913250
3
Estratto del Verbale del C.P.P.
del 02 gennaio 2015
a cura di Maria Cristina Caracciolo
Dopo un breve momento di preghiera, preliminarmente alla discussione sui punti all’
ordine del giorno, p. Angelo Maffeisi ricorda nuovamente che egli ha sempre inteso
lavorare con tutte le persone della parrocchia e ribadisce che, per quanto riguarda le
discussioni che si fanno all’interno del CPP queste devono essere avvolte da una certa
discrezione da parte degli stessi componenti del CPP, poiché non è pensabile che, ad es.
appena terminato il CPP si esca fuori e si racconti quello di cui si è parlato o ciò che è
avvenuto : anche la discrezione rientra nello stile comportamentale del CPP;
Quanto ai punti all’ordine del giorno:
1. Preparazione dell’ASSEMBLEA PARROCCHIALE, presentazione del
QUESTIONARIO viene distribuito il questionario che ogni componente del CPP si
impegna a discutere ed elaborare in seno al proprio gruppo in vista della allestenda
assemblea parrocchiale; La finalità è quella di capire quale servizio ogni gruppo intende
rendere alla comunità sia in proprio che collaborando in armonia con gli altri gruppi,
sempre tenendo conto del bene comune;
2. CARNEVALE di tutti. viene illustrato il programma per il carnevale ideato
dall’oratorio, che si svolgerà sabato 14 febbraio 2014 ed al quale sono invitati a
partecipare tutti i gruppi parrocchiali;
3. CARITAS: rapporto degli INCARICATI dei diversi settori della parrocchia. Anna
Brizzi ha individuato nel proprio settore ¾ famiglie; Beatrice Zappia ha individuato nel
proprio settore, che ha sotto suddiviso in 4 tipologie di bisogni, 31 famiglie; zona mare
è stato individuato qualche caso; quanto agli stranieri per i quali sono state ricevute
numerose segnalazioni, p. angelo Maffeis si recherà al Comune per accertarsi che siano
censiti e vivano effettivamente nel nostro comune; si pensa di dar vita ad una quaresima
di carità per alleviare le innumerevoli solitudini individuate e segnalate;
4.Ritorno del RINNOVAMENTO DELLO SPIRITO. Chiarimenti necessari. poiché
non è evangelico chiudere la porta in faccia a nessuno e come pastore, il parroco p.
Angelo Maffeis, che il “Gruppo del Rinnovamento Carismatico” osserverà le regole e
le condizioni poste per il loro ritorno in parrocchia, mantenendo uno spirito di preghiera
rispettoso e senza forme estranee alla religione; 5. Preparare la QUARESIMA (possibile
corso sulla Confessione?). Il corso che si terrà in preparazione alla quaresima sarà
sul sacramento della Riconciliazione ed avrà come tema : La crisi, le origini del male,
avrà la durata di quattro lezioni; Verranno aperti tre centri di ascolto, due sono stati
individuati nell’Auser e nell’associazione dei pensionati ed un altro dovrà essere
individuato; Verrà ripresa la via Crucis il Venerdì, che sarà animata dai Gruppi e si terrà
in Duomo alle 17,00 mentre in Santuario alle ore 09,00 verrà celebrata la Messa; Il CPP termina alle ore 22,30
Il prossimo CPP si terrà lunedì 2 marzo alle ore 20.00, in Duomo nei locali del salone
parrocchiale.
La Bibbia (Vangelo secondo Marco, XLVIII libro) -prima parte- a cura di Tommaso Scordino
Il Vangelo secondo Marco, composto, probabilmente, a Roma nel 65-70, è il più
piccolo, cioè il più breve ed è anche il più antico, perché scritto per primo, dei
quattro Vangeli canonici, ossia riconosciuti autentici dalla Chiesa. L’autore viene
indicato ora con il nome romano di Marco, ora con il nome ebraico di Giovanni, ora
con il nome composto di Giovanni Marco. E’ cugino di Barnaba, che è “uomo
virtuoso……e pieno di Spirito Santo e di fede” (Atti 11,24) e figura di primo piano
nella Chiesa primitiva, con il quale fonda la Comunità di Antiochia di Siria. Marco
non è un Apostolo, ma un discepolo degli Apostoli, particolarmente vicino a Pietro
di cui diventa segretario e, secondo l’antica tradizione della Chiesa, è suo fedele
interprete e lo dimostra riportandone la predicazione nel Vangelo; Pietro frequenta
la casa di Marco: “Dopo aver riflettuto, si recò alla casa di Maria, madre di
Giovanni, detto Marco, dove molti erano riuniti e pregavano” (Atti 12,12); Maria
doveva essere vedova (il marito e padre di Marco non viene mai nominato), è
donna pia e ricca, la cui grande casa, in Gerusalemme, serve come luogo di
riunione, di preghiera e come “Chiesa” per i cristiani al tempo della persecuzione
di Erode Agrippa. Ancora, secondo un’antica tradizione, la casa di Maria si
identifica con il Cenacolo dove viene celebrata dal Signore Gesù l’ultima Cena e
istituita la SS. Eucaristia, è la casa dove il Risorto appare agli Apostoli e dove, su di
loro, discende, solennemente, lo Spirito Santo nel giorno di Pentecoste. Secondo lo
storico Niceforo, la madre di Marco aveva una remota parentela con il principe
degli Apostoli, il che spiega il motivo per cui Pietro, nella sua prima lettera,
indirizzata alle comunità cristiane delle diverse province dell’Asia Minore, lo
chiama “figlio mio”: “Vi saluta la comunità che vive in Babilonia (si riferisce alla
Comunità cristiana di Roma) e anche Marco, figlio mio” (1 Pietro 5,13), sebbene
possa trattarsi anche di figliolanza spirituale per averlo rigenerato a Cristo nel S.
Battesimo. Marco, quindi, da giovane, è già in relazione con gli Apostoli,
probabilmente, sin dai giorni della Passione e Morte di Gesù e, pertanto, può,
casualmente, averLo conosciuto. C’è un episodio caratteristico nel suo Vangelo,
riferito solo da lui, che potrebbe confermare tale circostanza; l’episodio è quello
dell’adolescente (che una tradizione identifica con Marco) che la notte della cattura
di Gesù si trova, per caso, presente e sfugge agli sbirri lasciando loro il lenzuolo in
cui era avvolto: “Allora tutti lo abbandonarono e fuggirono. Lo seguiva però un
ragazzo, che aveva addosso soltanto un lenzuolo, e lo afferrarono.
Ma egli, lasciato cadere il lenzuolo, fuggì via nudo” (14,50-52).
4
Marco è vicino anche a Paolo e, nell’anno 44, assieme a Barnaba,
lo accompagna nel primo viaggio missionario; ma, durante il viaggio, di sua
iniziativa, a Perge (città della Panfilia, regione dell’attuale Turchia), non ne
conosciamo il motivo, abbandona il gruppo, cosa che comporta una temporanea
rottura con Paolo: “Salpati da Pafo, Paolo e i suoi compagni giunsero a Perge, in
Panfilia, ma Giovanni si separò da loro e ritornò a Gerusalemme” (Atti 13,13).
Verso l’anno 61 troviamo Marco a Roma con S. Paolo prigioniero: “Ti saluta
Èpafra, mio compagno di prigionia in Cristo Gesù, insieme con Marco, Aristarco,
Dema e Luca, miei collaboratori” (Filemone v. 23-24) e con S. Pietro verso l’anno
64: (1 Pietro 5,13 sopra citata). La tradizione vuole che Marco, partito da Roma,
dopo il martirio di Paolo e Pietro, abbia fondato la Chiesa di Alessandria, dove
muore; il suo corpo, intorno al IX secolo, viene traslato a Venezia; qui, la maestosa
Basilica ne tramanda il devoto ricordo. La sua festa ricorre il 25 aprile. Marco
scrive per i fedeli che provengono dal paganesimo, probabilmente per i cristiani di
Roma e, specie nei primi capitoli del suo Vangelo, ci presenta un Gesù
particolarmente restio a lasciare che la sua fama si espanda: impone spesso il
silenzio ai miracolati perché non divulghino la notizia dei suoi atti clamorosi e
impone ai demòni, con i quali combatte, di non parlare di Lui: “Guarì molti che
erano affetti da varie malattie e scacciò molti demòni; ma non permetteva ai
demòni di parlare, perché lo conoscevano” (1,34); “Venne da lui un
lebbroso,…….Ne ebbe compassione, tese la mano, lo toccò e gli disse: <<…….sii
purificato!>>. E subito la lebbra scomparve da lui ed egli fu purificato. E,
ammonendolo severamente,…….gli disse: <<Guarda di non dire niente a
nessuno;……>>” (1,40-44). Proibisce, dunque, a chi riceve un miracolo di
divulgare il fatto e ai discepoli di rivelare che Egli è il Cristo: “<<Ma voi, chi dite
che io sia?>> Pietro gli rispose: <<Tu sei il Cristo>>. E ordinò loro severamente
di non parlare di lui ad alcuno.” (8,29-30). E’ il cosiddetto “Segreto Messianico”,
espressione, con la quale lo studioso tedesco, Wihlem Wrede, nel 1901, definisce
questo strano comportamento del Gesù di Marco. In un primo momento, però, si
attribuisce alla comunità cristiana delle origini l’imposizione del silenzio alla storia
di Gesù, perchè Egli doveva essere riconosciuto come Messia e Figlio di Dio solo
dopo la Risurrezione. Oggi, in realtà, si è convinti che questo “Segreto” non è
un’invenzione della Chiesa primitiva, ma è da cercare nella stessa azione e
predicazione di Gesù. Ma che cosa vuole nascondere veramente Gesù?
Evidentemente la natura del suo essere Messia. La via della croce, il suo servire e
dare la sua vita in redenzione per tutti, è un messianismo paradossale e tragico che
costituisce per i discepoli e le folle il vero mistero di Gesù e della sua vita. Egli
vuole nascondere le sue grandi azioni per non essere frainteso e accolto come un
Messia politico, liberatore e restauratore dell’indipendenza, come un capo che guidi
Israele a dominare il mondo. E’ una lezione di silenzio anche per noi: “Solo il
silenzio è grande, il resto è debolezza”! (continua)
5
2° Incontro GENITORI della CATECHESI Bianco 22/02/2015
EDUCARE IN FAMIGLIA: FERMEZZA O PERMISSIVITA'...?
PER INIZIARE
"L'educatore “genera nuovamente” in senso spirituale... L'educazione è una
comunicazione vitale di verità e di amore... un'elargizione di umanità da parte di
ambedue i genitori" (Lettera alle famiglie 16, di S. Giovanni-Paolo II).
"L'onore è un dono sincero della persona alla persona; s'incontra con l'amore...
Genitori,
onorate i vostri figli e le vostre figlie perché sono quello che sono" (Lettera alle
famiglie 15)
PER APPROFONDIRE "Educare" significa "tirare fuori" la personalità di ciascuno, bimbo o
adolescente che sia, facendo sbocciare e fiorire le sue risorse personali.
Dovere di ogni coppia di genitori, che liberamente manda i figli al catechismo, è
aiutare i figli a diventare uomini e cristiani.
Oggi è difficile educare. La società sollecita a valutare la persona non per
quello che è, maper quello che ha e sa fare. La cultura corrente, assai poco
“evangelica”, propone valori banali (danaro, successo, piacere, potere...).
Educare richiede coerenza di vita. I genitori educano non tanto per quello che
dicono o fanno, ma per quello che sono. Devono trasmettere con la loro vita i
valori, fare sentire ai figli di essere amati e aiutarli ad amare.
Solo educando all'amore si aiutano i figli a crescere. Lo stile della vera educazione
è la FERMEZZA AUTOREVOLE. Secondo il vangelo la vera “autorevolezza” è
ministerialità (minus stare: stare in basso, mettersi a servizio): essere a servizio
della persona dei figli e promuoverne la crescita in modo credibile.
Per educare dobbiamo avere noi genitori una “filosofia” (= un programma,
un’idea) della vita autentica che vogliamo vivere e proporre ai nostri figli.
Ogni famiglia ha una sua "filosofia della vita", cioè un'interpretazione particolare
della vita, dell'amore, della coppia, della famiglia, dei soldi, delle cose...
Sembrano essere particolarmente diffuse le seguenti "filosofie della vita
famigliare":
6
7
La filosofia del successo: "Tu devi riuscire... essere il primo… sei più
bravo degli altri… devi farci onore… per questo studiare inglese…
(…conoscere le lingue è una cosa ottima… ma non per essere più degli
altri…". La filosofia della bellezza: "Tu devi essere desiderabile... devi essere bella,
giovanile, atletico… per questo fare palestra… danza… sport".
La filosofia dell'apparenza: "Che figura facciamo? Che cosa può dire la
gente... E'
importante avere la casa bella, la tutina alla moda, le scarpe da ginnastica Nike,
l'auto..."
la filosofia dell'avere: "A nostro figlio non deve mancare niente... Quando
cresce troverà tutto pronto… Egli ha già il fidanzatino, la fidanzatina..:
anche le persone sono "cose".
la filosofia del piacere: "mi piace, ho voglia... la domenica vado a Messa
se mi sento..."
Impegno fondamentale dei genitori è comunicare "BENESSERE VERO" ai figli,
cioè educarli ai valori e al senso della vita che è amore (FC 11). Educare all'amore
significa dare amore, convincere i figli che sono amati da Dio, aiutarli a capire che
l'amore è accoglienza, dono, servizio. L'amore rispetta l'altro, non ne approfitta e lo
sfrutta (…fatti furbo!); vuole il suo bene fino a sacrificarsi per lui… Che si rendano
conto i figli dei sacrifici dei genitori…
In famiglia si deve respirare la cultura dell'amore: è cultura della gratuità, della
generosità… e anche del “sacrificio”, della “rinuncia” alle cose fatue… quando è
necessario!
In famiglia si deve amare come Gesù ama (Gv 15,12) e amare gli altri come
membra di Gesù (Mt 25,40).
Dobbiamo educare senza imporre, ma rispettando il progresso “graduale”. Senza
rinunciare alla fermezza pur valorizzando e sostenendo la libertà che porta alla
rinuncia se necessario. L'educazione permissiva non favorisce la responsabilità
e il confronto con i valori. L'educazione repressiva fa odiare i valori. E’
necessario praticare fermezza autorevole e “amorevole”… alla fine i figli si
renderanno conto che lo facciamo per loro amore e…da grandi ci ringrazieranno!
SUGGERIMENTI DALLA PAROLA "Correggi il figlio e ti farà contento e ti procurerà consolazioni" (Pr 29,17)
Rispondendo, il re dirà loro: In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste
cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me. (Mt 25,40)
Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho
amati.(Gv 15,12).
8
"Voi, padri, non esasperate i vostri figli, perché non si scoraggino"
(Col 3,21)
...ma allevateli nell'educazione e nella disciplina del Signore" (Ef 6,4).
Carissimi, amiamoci gli uni gli altri, perché l'amore è da Dio: chiunque
ama è generato da Dio e conosce Dio. Chi non ama non ha conosciuto
Dio, perché Dio è amore. In questo si è manifestato l'amore di Dio per noi:
Dio ha mandato il suo unigenito Figlio nel mondo, perché noi avessimo la
vita per lui. In questo sta l'amore: non siamo stati noi ad amare Dio, ma è
lui che ha amato noi e ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione
per i nostri peccati.
Carissimi, se Dio ci ha amato, anche noi dobbiamo amarci gli uni gli altri.
Nessuno mai ha visto Dio; se ci amiamo gli uni gli altri, Dio rimane in noi
e l'amore di lui è perfetto in noi. (1Gv 4, 7-12)
PER LA VERIFICA E IL CONFRONTO IN FAMIGLIA E NEL GRUPPO:
Qual è la filosofia della vita che attualmente ispira i comportamenti della
nostra famiglia?
Nella nostra famiglia viviamo la cultura dell'amore? Educhiamo all'amore?
Come?
Siamo permissivi o repressivi o autorevoli nell'educare? Perché? Come?
PREGHIERA DEI GENITORI
Donaci, Signore, gioie pure,
dolori sopportabili, amore paziente,
lieta e forte concordia nel bene.
Donaci un pane per la nostra famiglia,
vita e virtù per educare i nostri figli.
Nelle tue mani raccomandiamo
i giorni che benigno concedi.
Donaci di consolare e nobilitare
con l'esempio e la parola
quanti incontriamo
sul nostro cammino.
Insegnaci a espiare le nostre colpe
che non ricadano sulla nostra famiglia.
Liberaci dal male
e consolaci con la tua pace.
9
CIAO P. ACHILLE
Nella nostra comunità non c’è persona o cosa che , se glielo chiedi, non sappia dire chi è e cosa ha rappresentato e continua tutt’ora a rappresentare p. Achille Valsecchi per Bianco.
Monfortano,
missionario,
indomito ed
irascibile uomo e
sacerdote di
carattere.
Ha dato vita all’oratorio, prima in una piccola stanzetta, su in canonica, nel
duomo, poi in quella che era definita “la casa del custode” delle scuole elementari
ed infine iniziando la costruzione di quello che oggi è l’imponente edificio che p.
Aldo Bolis, quando fu inaugurato, definì “la grande casa della parrocchia”, quella
dove avrebbero trovato sede le attività della parrocchia; quella dove le risa ed i
giochi dei bambini e dei ragazzi, i loro pianti le loro preghiere avrebbero trovato
ascolto ed accoglienza; quella dove gli adulti giovani e meno giovani avrebbero
trovato un luogo dove incontrarsi e confrontarsi.
Tutti hanno negli occhi le varie fasi della vita “fisica”
di p. Achille : spavaldo, forte, robusto, caparbio, lento,
tremolante, affaticato, stanco, ma sempre e comunque
combattivo.
Nonostante il suo essere un po’ burbero ha sempre
aiutato tutti coloro che gli si rivolgevano vuoi per una
parola di conforto, vuoi per qualcosa di più materiale…
Come Einstein è stato per la nostra comunità
l’inventore di un nuovo modo di stare insieme e vivere
la religione, più vero, più fraterno senza essere legati a
sciocche ed inutili superstizioni.
Ciao, p. Achille sei e rimarrai sempre nei nostri cuori, infondo Bergamo è ad un
“tiro d’aereo” .
10
Gir.In. 2014-2015
Carnevale…. tutti in piazza
A Cura di Bartolo Antonio
Quest’anno nel preparare la “festa di
Carnevale”, durante la riunione di tutti
gli animatori dell’Oratorio, riflettendo su
un’idea “lanciata” da Cristina che
proponeva di cambiare la modalità del
festeggiamento del Carnevale viste
anche le difficoltà a veder garantito il
servizio d’ordine nel caso di
un’eventuale sfilata, noi tutti abbiamo
deciso di fare e di trascorrere una
giornata di Carnevale differente dagli
altri anni da svolgersi, però, sempre
all’aperto, in mezzo e tra la gente,
ma senza la tradizionale sfilata con i
carri allegorici.
Abbiamo quindi inoltrato la domanda
all’amministrazione comunale chiedendo
sia che venisse chiuso al traffico un tratto
del corso principale della nostra cittadina
sia che ci fosse fornito il servizio d’ordine
con i vigili urbani. Il sindaco, ricevuta la
nostra richiesta, ha voluto incontrarci ed è
venuto in oratorio, di sabato ed, al termine
delle nostre attività, ascoltate le nostre
idee sulla festa di carnevale che avremmo
voluto organizzare, si è reso disponibile
11
ad autorizzare la chiusura del tratto di corso
adiacente la Biblioteca comunale - i cui locali
sono stati messi a nostra disposizione per
sistemare la strumentazione necessaria a
diffondere la musica con la quale è stato
allietato il pomeriggio dei bambini e ragazzi che
hanno partecipato con entusiasmo al nostro
Carnevale -;
il tutto con la collaborazione ……
…. per la simpatia di p. Angelo che ha scherzato
e
giocato con i bambini;
…. per la parte musicale di Pietro,
di Domenico e di Antonio B. ;
…. per i giochi dei bambini e le
imitazioni di Antonio M. ;
….per l’animazione dei bans di
Silvano, Silvana, Patrizia, Franca, e
Teresa;
….per la distribuzione delle buonissime e
gustosissime “chiacchiere” (preparate in oratorio da
Caterina, Lisa, Giovanna, Wanda e Cristina grazie
all’aiuto della impagabile Signora Rosa) di Lisa,
Mario, Domenico G.,
Totò, Giovanna e Wanda;
….per la cortesia e
gentilezza dei coniugi
Carmelo e Pinuccia;
….per l’altissimo senso
civico dei negozianti che
terminata la festa hanno
aiutato gli animatori a
raccogliere le lattine e le
bombolette spray ed a spazzare la strada dai coriandoli;
….per l’entusiasmo di tutti coloro che hanno
partecipato;
Ovviamente Vi Aspettiamo l’anno prossimo per poter
trascorrere un altro carnevale speciale e spensierato
insieme.
12
L’arcobaleno di DIO
A cura di Valentina Bivera
La quaresima per noi cristiani è un tempo di grazia in cui siamo invitati e chiamati alla
conversione, ovvero a spogliarci dell’uomo vecchio per rivestirci del nuovo, come è
avvenuto con il battesimo che abbiamo ricevuto e per cui siamo diventati figli di Dio per
mezzo dello Spirito Santo. In quel momento Dio con noi ha stabilito un’alleanza che non
dimenticherà e non romperà mai, e mi piace pensare quest’alleanza come quell’arco sulle
nubi di cui abbiamo sentito parlare nel libro della Genesi (9,8-15) la prima domenica di
quaresima. Dio disse: “Io stabilisco la mia alleanza con voi e con i vostri discendenti dopo
di voi…”(9,9)” Pongo il mio arco sulle nubi, perché sia il segno dell’alleanza tra me e la
terra…”( 9,13)”Ricorderò la mia alleanza che è tra me e voi…”(9,15). Così l’arco sulle
nubi è l’unione tra cielo e terra, fra Dio e l’uomo, un’alleanza che non dimenticherà e non
romperà mai poiché Dio è fedele sempre nonostante l’uomo non lo sia a causa del peccato,
di satana, che con i suoi mezzi diabolici tenta e allontana da Dio. Ma quell’arco sulle nubi,
l’arcobaleno diremmo, è sempre lì, impresso nel nostro cuore perché è Dio che l’ha voluto
facendo scendere in noi il Suo Santo Spirito che ci ha resi figli. Sette sono i doni dello
Spirito Santo come sette sono i colori dell’arcobaleno. Capitano le numerose tempeste di
ogni genere nella vita, ma se noi ci affidiamo alla Sua infinita Misericordia tornerà a
splendere in noi l’arcobaleno, segno che abbiamo accolto il Suo perdono e, quindi, Dio
nella nostra vita, “e non ci saranno più le acque del diluvio”(Gn 9,15) quel diluvio che ha
inondato il nostro cuore. Così mi piace pensare questo tempo di conversione: a un grande
arcobaleno impresso da Dio nel cuore di ciascuno di noi, quello stesso arcobaleno che
unisce l’intera umanità e per cui ci sentiamo tutti uniti, fratelli, figli dello stesso Padre.
Quindi siamo chiamati a far rinascere in noi
l’arcobaleno di Dio, il sereno, che ci permette
di accogliere la Sua Misericordia per noi e
nello stesso tempo permette a noi stessi di
essere Misericordiosi con gli altri nonostante le
tante avversioni che possono esserci,
lasciandoci così riconciliare con Dio e con i
fratelli, come esorta san Paolo :<<Vi
supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi
riconciliare con Dio.>> (2Cor.5,20) Ogni
giorno della nostra vita dovrebbe essere motivo
di conversione, essere capaci di rialzarci nelle
nostre debolezze senza lasciarci schiacciare da
un ripiegamento su noi stessi, infatti san Paolo dice :<<Mi vanterò quindi ben volentieri
delle mie debolezze, perché dimori in me la potenza di Cristo. Perciò mi compiaccio nelle
mie infermità, negli oltraggi, nelle necessità, nelle persecuzioni, nelle angosce sofferte per
Cristo: quando sono debole, è allora che sono forte.>> (2 Cor 12,9). Niente affanno quindi,
dal momento che sappiamo di avere un Padre che ci ama, pronto ad accoglierci nel Suo
abbraccio Misericordioso, per farci rivedere il Suo arcobaleno, l’arco dell’alleanza!
IL MIRACOLO CHE PIU’ SCUOTE
COSA SUCCEDE ALLA SOSTNZA DELPANE E DEL VINO
DOPO LA CONSACRAZIONE?
DOVE SONO DOPO CHE HANNO CEDUTO IL POSTO AL
CORPO SANGUE, ANIMA E DIVITA’ DI GESU’ CRISTO?
TORNANO AL NULLA?
Prima parte a cura di Totò Lascala
Di fronte ai misteri soprannaturali, la nostra fede trova, in genere, punti di appoggio
all’interno dell’ordine naturale. Nel caso dell’Incarnazione, per esempio, la natura umana di
Gesù è una porta che ci rende più accessibile la Fede nella sua natura divina. E’ per questo
motivo che San Tommaso, contemplando Gesù risorto, “vidi un uomo e con la fede
confessò Dio, quando disse: “Mio Signore e mio Dio”. Tuttavia trattandosi della Santissima
Eucaristia, la nostra fede non trova nessun riferimento naturale né parole capace di spiegare
convenientemente il miracolo. In questo Sacramento non solo la divinità di Cristo è celata
sotto i veli della sua umanità, ma quest’ultima si nasconde sotto i veli del pane e del vino.
Pertanto, considerando qualsiasi aspetto dell’ Eucaristia, dobbiamo riconoscere che siamo,
in un certo senso, di fronte al maggior mistero della Fede! Considerando questo, cercare di
istruirsi di più sulla transustanziazione non è forse pretendere di spiegare l’inesplicabile,
esplorare l’inesplorabile e comprendere l’incomprensibile? Non sarebbe meglio assumere
un atteggiamento di “fede cieca” come gli Apostoli, i quali hanno creduto nell’Eucaristia
durante l’Ultima Cena senza entrare in particolari dottrinali? Questa è stata l’opinione di
vari eretici. Contro il loro atteggiamento, in apparenza ragionevole, San Tommaso
argomenta: “Sebbene il potere divino operi in questo Sacramento in una maniera più
sublime e misteriosa di quello che la ragione umana possa raggiungere, … si devono
prodigare sforzi affinché sia esclusa qualsiasi impossibilità”. Inoltre, uno studio devoto –
come cercheremo con l’aiuto della grazia – può essere di sommo giovamento per la nostra
vita spirituale, poiché illumina il nostro intendimento, infiamma la nostra carità e ci arma
contro gli errori che possono deviare la nostra fede.
13
Leggi il Vangelo
nel testo & nel fumetto….e
a cura di Maria Cristina Caracciolo
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Co
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oss
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14
15
e……..Rifletti sul Vangelo
Siamo entrati in un tempo molto importante per noi cristiani, un tempo di
attesa, di preparazione. Qualcosa cambia e ce ne accorgiamo: i sacerdoti
indossano paramenti viola, prima del Vangelo non cantiamo più l’alleluia...
siamo in Quaresima. Il Vangelo stesso ci spiega perché questo tempo si
chiama così: quaresima infatti vuol dire quaranta giorni, ovvero gli stessi che
Gesù, come leggiamo all’inizio del Vangelo, passò nel deserto.
Cosa sta succedendo?
Perché Gesù va nel deserto?
Doveva preparare l’arrivo del
regno di Dio, ossia la nostra
Pasqua, la Sua morte e
Risurrezione. Sicuramente
questo può apparire un
periodo triste… i giorni che
LUI passò nel deserto furono
davvero tosti, messo alla prova
dal diavolo e insieme alle bestie
selvatiche.
Anche noi pensiamo che la
Quaresima sia un periodo triste, ma in realtà non è così, se pensiamo che
invece ci prepara alla festa più importante per noi cristiani. Certo, non è
semplice gioire pensando alla Quaresima, alla Passione di Gesù, piena di
dolore e di tradimenti, che ricorderemo durante la Settimana Santa; del
resto, chi è che gioisce per l’arrivo di una sofferenza così atroce?
Il punto è che perdiamo di vista il finale, che è il finale più maestoso e
prodigioso che si possa mai immaginare, anche, e soprattutto, per il fatto
che non è una finzione come quelle dei film, ma qualcosa di reale: Gesù
vince la morte, Gesù ritorna a vivere e non muore più, vince il male, vince le
tenebre e lo fa per tutti noi!
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Vi faccio un esempio.
Quando la vostra mamma vi aspettava, era incinta, ha passato dei mesi in
cui lei si è preparata al vostro arrivo: ha cominciato ad interrogarsi su come
sarebbe stata da mamma, ha avuto momenti di dubbi, di paure, in cui dei
pensieri brutti, dei pensieri di male, l’avranno fatta scoraggiare. Anche
materialmente, poi, preparava la casa, la vostra cameretta, arrivavano la culla
e il passeggino, e tutto ciò che sarebbe servito ad un neonato.
Ecco, potremmo immaginare la Quaresima
come il periodo della gravidanza di vostra
madre: passati questi mesi, ecco che arriva il
momento più doloroso per una donna: il parto.
E’ una sensazione molto brutta: vostra madre
sapeva già che sarebbe andata incontro ad un
dolore fortissimo, un dolore che non si può
nemmeno immaginare, fidatevi, e lo doveva fare
necessariamente, perché solo così sareste potuti nascere voi.
Ecco, allo stesso modo, la Passione di Gesù, la Sua angoscia nel
Getsemani. Una donna in travaglio soffre molto, ma alla fine ecco che dal
timore di morire, dal dolore, nasce la vita, sei nato tu, siamo nati ognuno di
noi, e la felicità è così immensa che il dolore lo si è già dimenticato.
Ecco, allo stesso modo, la Resurrezione di Gesù! Intendiamoci: nessuno
ama soffrire, ma in questi casi è proprio il passaggio attraverso questo
dolore che porta alla VITA VERA. Naturalmente questa è solo una
metafora, ma ci fa capire molto bene perché, nonostante possa essere un
periodo di prova, di sofferenza, anche un periodo di sane rinunce che ci
aiutano a crescere, questo periodo di Quaresima che precede la Pasqua
non va vissuto come un periodo triste, ma come un momento di passaggio, di
preparazione, ad una felicità molto più grande delle sofferenze e delle prove
che affronteremo: la Pasqua, la Resurrezione di Gesù, la testimonianza che
anche per noi è possibile una Vita che non finisce mai, una Vita che non
muore più.
Dai
lo
ro f
rutt
i li
ric
on
osc
eret
e.
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La consegna del Vangelo
ai bambini del IV It. del
Cammino Emmaus di
Iniziazione Cristiana
---<>---
Domenica 22 febbraio durante la Messa
delle ore 10,00 i bambini del IV it del
Cammino Emmaus di Iniziazione Cristiana
hanno ricevuto, nel corso della cerimonia
religiosa animata da loro, il Vangelo.
E’ stato emozionante assistere alla
cerimonia , molto partecipata nonostante le
cattive condizioni metereologiche ..., ha
commosso tutti vedere i piccoli ricevere e
baciare la loro copia del Vangelo.
Un plauso sia alle catechiste che hanno seguito e preparato i
bambini in maniera encomiabile che alla coppia guida dei genitori
che a suor Consiglia che ha
magistralmente coordinato il tutto.
L’augurio più sincero da parte di
tutta la comunità e che possano,
questi bambini e le loro famiglie,
improntare la loro vita seguendo il
Vangelo, camminando sempre
secondo i suoi insegnamenti e
principi.
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Il racconto che segue è molto
significativo e lo voglio presentare con
un modo molto semplice. La figura della
guida del racconto rappresenta Gesù,
nella nostra vita, che è venuto nel mondo
per indicarci la strada giusta da
percorrere senza inciampare. Ma noi come quelli della carovana, preferiamo le
strade del commercio, dell 'adulterio, del
divertimento, della pubblicità e della politica; tutte strade che pian piano
ci portano alla morte. E cosi abbiamo abbandonato la via, la verità e la
vita..
A cura di Alessi Modesto
LA GUIDA
Una carovana di mercanti abituati da molto tempo a percorrere insieme le lunghe piste d'oriente si preparava ad attraversare un grande e pericoloso deserto. Il percorso richiedeva una buona conoscenza dei luoghi e delle piste, degli ergs e delle oasi, ma anche delle abitudini degli indigeni. Così si assicurarono i servizi di una guida locale famosa per la sua esperienza. Dopo dieci giorni di rapido cammino, la colonna si arrestò contro una barriera di uomini armati, fermi attorno alla statua di una delle loro orribili divinità dall'aspetto crudele, che incombeva sulla pista.
«Non potete proseguire», gridò il capo degli uomini armati, «se non sacrificate un uomo al nostro dio! E' la regola di ogni nuova luna. Se non lo farete morrete tutti qui immediatamente!»
I mercanti si radunarono e cominciarono a parlottare tra loro. La scelta era drammatica e l'accordo molto difficile. «Noi ci conosciamo tutti da molto tempo. Siamo parenti tra di noi. Non possiamo sacrificare uno di noi per placare questo dio!»,
I loro sguardi si concentrarono tutti sulla guida...
Dopo avere immolato il pover'uomo, secondo il rito, ai piedi della statua, la carovana riprese il cammino. Ma nessuno conosceva la via e ben presto si persero nel deserto.
Morirono uno dopo l'altro di sete e di sfinimento.
cura di Vincenzo Muscolo
Una volta venne da me una signora anziana, molto umile, le dissi: “nonna – da noi le signore anziane si chiamano cosi – nonna, vuole confessarsi?” “Si, mi rispose lei.” Le chiesi: “Lei è convinta del perdono del Signore?” e lei: ” Sono certa, perchè Dio perdona tutto.” Allora le chiesi: “Come fa a essere cosi sicura?” e lei: “Se Dio non perdonasse tutto, il mondo non esisterebbe.”
Il vero potere è il servizio. Bisogna custodire la gente, aver cura di
ogni persona, con amore, specialmente dei bambini, dei vecchi, di coloro che sono più fragili e che spesso sono nella periferia del nostro cuore.
Noi possiamo camminare quanto vogliamo, noi possiamo edificare
tante cose, ma se non confessiamo Gesù Cristo, la cosa non va. Diventeremo una ONG assistenziale, ma non la Chiesa, Sposa del Signore.
Quando camminiamo senza la Croce, quando edifichiamo senza la
Croce e quando confessiamo un Cristo senza Croce, non siamo discepoli del Signore: siamo mondani, siamo Vescovi, Preti, Cardinali, Papi, ma non discepoli del Signore.
Non devo scandalizzarmi, perché la Chiesa è mia madre: devo
guardare ai peccati e alle mancanze come guarderei ai peccati e alle mancanze di mia mamma. E quando io mi ricordo di lei, mi ricordo innanzitutto di tante cose belle e buone che ha compiuto, non tanto delle mancanze o dei suoi difetti. Una madre si difende con il cuore pieno d’amore, prima che con la parole. Mi chiedo se nel cuore di molti che entrano in questa dinamica degli scandali ci sia l’amore per la Chiesa.
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INIZIA IL CORSO SULLA
CONFESSIONE
A partire da Giovedì 19 febbraio, si
terrà ogni giovedì in San Francesco
alle ore 18,00 il Corso sul Sacramento
della Riconciliazione.
Siamo tutti invitati a partecipare.
STABILITA LA DATA PER LA
SOMMINISTRAZIONE DEI
SACRAMENTI AI BAMBINI
DEL CATECHISMO.
La Diocesi ha comunicato la data per la
somministrazione dei Sacramenti della
Comunione e della Cresima:
domenica, 24 maggio alle ore 17,00.
LA PASSIONE VIVENTE
In vista della Pasqua si sta
allestendo la Passione Vivente,
tutti coloro che sono interessati a
prendervi parte potranno
partecipare alla riunione che si
terrà SABATO 7 MARZO alle
ore 20,00 presso il salone
dell’oratorio.
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GRAZIE A CHI OFFRE
LA PROPRIA DISPONIBILITA’ PER
LA PULIZIA DELLE CHIESE
Grazie a tutti i volontari e a tutte le
volontarie che si rendono disponibili a
prestare la loro opera per pulire le chiese
della nostra parrocchia. Ricordiamo che in
Duomo la pulizia viene effettuata ogni
Venerdi mattina con l’alternanza settimanale
dei seguenti gruppi: Volontari 1; Volontari
2; Azione Cattolica; Coro;Gruppo Liturgico.
DOMENICA 8 MARZO
FESTA DELLA DONNA
Auguri a te che sei una donna, a te che sei
una mamma, a te che mandi avanti la nostra
vita. Auguri per questo giorno speciale
dedicato a te che ti fai in quattro per la
famiglia; simbolicamente doniamo a tutte
Voi un rametto di mimosa come atto
d'amore per ieri, per oggi, per domani, per
quelle meravigliose creature del creato che
siete voi donne.
MESSAGGIO
DA MEDJIUGORJIE
Dato a Marija, il 25 Febbraio 2015
Cari figli!
In questo tempo di grazia vi invito
tutti: pregate di più e parlate di
meno.
Nella preghiera cercate la volontà di
Dio e vivetela secondo i
comandamenti ai quali Dio vi invita.
Io sono con voi e prego con voi.
Grazie per aver risposto alla mia
chiamata. 20 20