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era il 28
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AREADRIA – AUMENTO DI CAPITALE
Presidente, signor sindaco, cari consiglieri,
la Società AERADRIA spa, partecipata al 17,73% dal Comune, tramite Rimini Holding spa, versa
in una drammatica situazione di tensione finanziaria ed economica. La marcata difficoltà finanziaria
è tale da comportare differimenti nel pagamento dei debiti, ivi comprese quelle relative alle
scadenze fiscali.
Si legge infatti nella Relazione sulla gestione, redatta dagli Amministratori della società, che la
medesima “evidenzia un significativo incremento dell’indebitamento finanziario netto, con
preponderanza della quota a breve rispetto alla quota a lungo termine” e che “gli affidamenti
bancari a disposizione della società sono stati interamente utilizzati”.
Tale situazione, per ammissione degli stessi amministratori, è ascrivibile ai significativi impegni
assunti con i vettori e al deliberato Piano degli investimenti per la realizzazione di interventi
strutturali e di sviluppo.
La Società AERADRIA spa ha infatti approvato nel corso degli anni un Piano Pluriennale degli
Investimenti che prevede importanti interventi da effettuarsi attraverso il reperimento delle
necessarie risorse economiche sul mercato del credito e dai soci, mediante richieste di aumento di
capitale.
Per essere più espliciti, il Piano degli investimenti si regge sui seguenti presupposti:
1. che le contemplate previsioni di costi e ricavi si verifichino nel concreto al fine di assicurare
le necessarie condizioni di equilibrio economico-finanziario;
2. che il sistema bancario conceda alla società un importante prestito - 16 milioni di euro – di
cui 9 milioni da reperire entro il 2011, per far fronte ad impegni già assunti
3. che i soci (e quindi i cittadini) versino 6 milioni di euro sottoscrivendo l’aumento di capitale
oggi in approvazione.
Almeno queste sono le intenzioni dichiarate.
Pur prendendo per buone le previsioni dei flussi di ricavi e costi esposti nel Piano Pluriennale degli
Investimenti mi chiedo se il sistema bancario concederà agevolmente tale consistente
finanziamento, e con i tempi dettati dagli impegni già assunti (ossia 9 milioni di euro entro l’anno)
E’ noto che le banche si basano sull’esame dei bilanci sociali.
Andiamo quindi anche noi a vedere i conti della società.
Il bilancio di esercizio chiuso al 31/12/2010 espone una perdita di esercizio di € 6.206.793. La
società di revisione – Deloitte & Touche spa, una delle “big five” del pianeta, a seguito dei controlli
sui conti della società ha stabilito che la perdita va aumentata dell’importo di € 1.435.000, portando
così la perdita effettiva a € 7.641.793. In altre parole la società ha distrutto valore, in un solo anno,
per un importo di € 7.641.793.
Il Collegio sindacale della società, organo deputato alla vigilanza sull’osservanza della legge e dello
Statuto, concorda con la società di revisione.
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Ma il collegio sindacale, tecnicamente, dice qualcosa di più. Se la perdita è di € 7.641.793 significa
che la “suddetta perdita è di entità tale da produrre una diminuzione del capitale oltre un terzo,
facendo così rientrare la Società nelle previsioni di cui all’art. 2446 del codice civile”.
L’articolo in parola. disciplina una situazione di grave crisi patrimoniale della società, imponendo
agli amministratori la convocazione, senza indugio, dell’assemblea degli azionisti per gli opportuni
provvedimenti. E se la situazione perdura l’Assemblea degli azionisti è obbligata a ridurre il
capitale in proporzione alle perdite accertate. In mancanza gli Amministratori e il Collegio
sindacale devono chiedere al Tribunale che venga disposta la riduzione di capitale in ragione delle
perdite.
In altre parole l’aumento di capitale di 6 milioni di euro è destinato a ripianare la perdita di
esercizio al fine di ristabilire gli equilibri patrimoniali stabiliti dalla legge e non al sostegno del
Piano degli investimenti. E di questo dovremmo oggi discutere. Del ripianamento della perdita e
non del sostegno al Piano degli Investimenti. Ma evidentemente gli Amministratori della società
non brillano per chiarezza!!!
Del resto in Commissione Bilancio si è parlato di importanza degli investimenti, di crescita
significativa e dell'importanza di Rimini e financhè tessendo le lodi della pista!
Poco, anzi nulla, di denaro perchè i bilanci in Commissione non li avevamo!
- Circa la pista tengo a precisare che a livello infrastrutturale l'aeroporto di Rimini ha una pista di
2963 metri di lunghezza. Non è corta ma non è neanche da record. Verona è più o meno lunga
uguale, qualcosa in più (3068 m.) e Falconara è lunga 1 solo metro meno di quella di Rimini ( 2962
mt), mentre Milano Malpensa è lunga 3920 mt Roma Fiumicino (che ha 3 piste) ha la più lunga di
3900 mt!
- Circa la crescita, si Rimini è uno degli aeroporti che cresce di più, in termini di traffico in
Europa, ma se gli incrementi di traffico sono alla fine finanziati da Aeradria (vedi operazione Air
Dolomiti) è chiaro che il dato lascia il tempo che trova!
- Si vuole lavorare sinergicamente con Bologna?
Potrebbe essere una idea ma nel qual caso come?
Il traffico non si sposta da Bologna per magia, visto che in ogni caso l'aeroporto di Bologna rimane
il principale della regione e che di aereoporti ne abbiamo 4 (Bo, Forli, Rimini, Falconara) in un
raggio di 120 km!
Ma torniamo ai conti!
C’è da aspettarsi quindi che per il sostegno al Piano degli investimenti perverranno ulteriori
richieste di aumento di capitale a brevissimo termine. Altrimenti gli investimenti programmati non
si faranno. Non è fuori luogo rammentare che nel mese di maggio il Comune di Rimini, tramite
Rimini Holding spa, ha già effettuato un versamento di € 1.165.653 euro per un aumento di capitale
deliberato nel 2008!
Veniamo al ricorso al credito.
Il Piano prevede la richiesta al sistema bancario di 16 milioni, di cui 9 milioni subito, entro l’anno,
in tre rate di pari importo, per far fronte a impegni già assunti.
Dalla relazione della società di revisione risulta testualmente che “gli Amministratori hanno
indicato che l’iter relativo alla concessione di tale finanziamento è ancora in fase di istruttoria e che
non risulta possibile fornire una previsione sulle tempistiche e sulle modalità di tale erogazione”.
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E’ quindi verosimile che tali finanziamenti non ci saranno, in tutto o in parte.
La situazione dei conti, risultante dal bilancio e dalle relazioni di sindaci e revisori, non sarà
certamente invitante per le banche!!!
Significa quindi che sarà chiamato ancora una volta a rimediare il cittadino con un ulteriore
aumento di capitale sociale?
Lo stesso Collegio sindacale, nella relazione al bilancio, datata 20.07.2011, riporta testualmente :”la
mancanza di concreti elementi in ordine alla disponibilità del sistema bancario a fornire, in tutto o
in parte, le suddette risorse finanziarie impedisce al Collegio sindacale di dare un giudizio sulla
fattibilità del Piano degli investimenti presentato”.
Si vuol evidentemente dire che l’unica fonte di finanziamento di una “allegra” gestione sono le
tasche dei cittadini.
Infatti il Collegio sindacale raccomanda di “porre in essere una importante azione di contenimento
delle spese relative all’ordinario funzionamento societario”
Riprendiamo dalla relazione sulla gestione alcune voci di spesa:
spese generali € 2.700.000 con un incremento del 90.56% rispetto al 2009
costi operativi € 5.800.000 con un incremento del 61.49% rispetto al 2009
Tra le spese generali spiccano le consulenze per un importo di € 1.094.300, raddoppiate rispetto al
2009 e quadruplicate rispetto al 2006. E’ pensabile che un’impresa sana che opera su un mercato
concorrenziale spenda più del 10% del proprio fatturato in consulenze?
Altra voce delle spese generali: i costi amministrativi, pari a € 1.318.834, il doppio rispetto al
2009.
Tra i costi operativi ritroviamo costi per marketing e promozioni, ammontanti a € 4.567.229, il
doppio rispetto al 2009. E’ plausibile che un’impresa di tale natura spenda quasi la metà del suo
fatturato in costi di marketing?
Una gestione oculata e responsabile del denaro pubblico da parte degli Amministratori, come
suggerito anche dal collegio sindacale, avrebbe consentito di contenere la perdita di esercizio entro
limiti accettabili sotto il profilo aziendale e politico e garantire lo sviluppo della società.
Purtroppo i dati di bilancio ci consegnano i risultati di una gestione disinvolta e superficiale, giunta
al capolinea.
Non è fuori luogo che la società di revisione Deloitte & Touche ha concluso la sua relazione con
una sinistra frase: “ a causa degli effetti connessi alle incertezze descritte – e da noi sopra riportate -
e del rilievo relativo alla perdita di esercizio sottostimata, non siamo in grado di esprimere un
giudizio sul bilancio di esercizio di Aeradria spa al 31.12.2010”.
Un modo elegante per dire: l’azienda è decotta. Non ha più nulla da spendere. Non ha più credito.
Unica fonte da mungere, sempre quella, il socio pubblico. Cioè il cittadino. Grazie Amministratori
di Aeradria spa!
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Ma sia ben chiaro un aspetto: siamo favorevoli all’Aeroporto Internazionale di Rimini e San Marino
e al suo sviluppo. Per il bene del territorio. Ma non a questa gestione.
Con le motivazioni esposte, esprimo il mio voto contrario all’aumento di capitale di AERADRIA
SPA.
Rimini, 28 luglio 2011
Carla Franchini
Movimento 5 stelle Rimini