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Roberto Zecchini 18/05/05 pagina 1 di 37 AGENTI CHIMICI E POLVERI GAS Materia allo stato gassoso AERIFORMI Un solo stato della materia VAPORI Materia allo stato di vapore POLVERI Sono dispersioni di materie solide in aria. Si formano dalle materie prime sottoposte a lavorazione NEBBIE Sono dispersione di particelle liquide in aria AGENTI CIMICI AEROSOL Due o più stati di materia FUMI Sono dispersioni di materie solide in aria. Si formano inseguito a reazioni chimiche, cambiamenti di stato, non hanno la stessa composizione chimica della materia originale Le vie di penetrazione degli agenti chimici sono la VIA RESPIRATORIA, VIA DIGERENTE, VIA CUTANEA. In base agli effetti che gli agenti chimici possono sulla salute sono state codificate delle frasi di rischio ( R ) e di comportamento consigliato (S). La via di penetrazione più pericolosa è quelle inalatoria perché il sistema respiratori ha una superficie di circa 100m 2 . In questo caso l’effetto dell’esposizione è legato alla solubilizzazione dei principi attivi che entrando in circolo manifestano al loro azione sugli organi bersaglio. Le varie sostanze, in base allo loro azione possono essere classificate come: ASFISIANTI, AD AZIONE SISTEMICA, ALERGIZZANTI, INFIAMMABILI O ESPLOSIVE.

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AGENTI CHIMICI E POLVERI

GAS Materia allo stato gassoso AERIFORMI Un solo stato della materia VAPORI Materia allo stato di vapore

POLVERI Sono dispersioni di materie solide in aria. Si formano dalle materie prime sottoposte a lavorazione

NEBBIE Sono dispersione di particelle liquide in aria

AGENTI CIMICI AEROSOL

Due o più stati di materia

FUMI Sono dispersioni di materie solide in aria. Si formano inseguito a reazioni chimiche, cambiamenti di stato, non hanno la stessa

composizione chimica della materia originale

Le vie di penetrazione degli agenti chimici sono la VIA RESPIRATORIA, VIA DIGERENTE, VIA CUTANEA. In base agli effetti che gli agenti chimici possono sulla salute sono state codificate delle frasi di rischio ( R ) e di

comportamento consigliato (S). La via di penetrazione più pericolosa è quelle inalatoria perché il sistema respiratori ha una superficie di circa 100m2 .

In questo caso l’effetto dell’esposizione è legato alla solubilizzazione dei principi attivi che entrando in circolo manifestano al loro azione sugli organi bersaglio. Le varie sostanze, in base allo loro azione possono essere classificate come: ASFISIANTI, AD AZIONE SISTEMICA, ALERGIZZANTI, INFIAMMABILI O ESPLOSIVE.

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POLVERI Le polveri possono distinguersi in PNEUMOCONIOGENE E NON PNEUMOCONIOGENE LE POLVERI PNEUMOCONIOGENE SONO QUELLE CHE ESPLICANO LA LORO AZIONE SULL’APPARATO RESPIRATORIO E SI POSSONO DISTINGUERE IN

le polveri inerti non alterano la struttura dell’apparato respiratorio, non determinano la l’insorgenza di malattie organiche significative né effetti tossici. Accumulandosi degli alveoli possono determinare … Esempi di polveri inerti sono: ossidi di alluminio, amido,calcare, ossido di ferro, caolino, cellulosa, gesso, aerosol di marmo, saccarosio, silicio

POLVERI INERTI (O FASTIDIOSE)

LE POLVERI INTERESSATE SONO TUTTE QUELLE CHE RIESCONO A PENETRARE NELL’APPARATO RESPIRATORIO –POLVERE TOTALE O INALABILE- Sono più pericolose, alterano la struttura degli alveoli in modo permanente, possono provocare reazioni con tessuti di tipo collageno di gravità variabile. Non consentono la reversibilità dell’azione. Tipici esempi di polveri fibrogene sono quelle che contengono silice cristallina e amianto

POLVERI FIBROGENE (O SCLEROGENE)

LE POLVERI INTERESSATE SONO TUTTE QUELLE CHE RIESCONO A PENETRARE NEGLI ALVEOLI POLMONARI–FRAZIONE RESPIRIRABILE-

LE POLVERI NON PNEUMOCONIOGENE SONO QUELLE CHE CONTENGONO SOSTANZE CHE PRODUCONO UN DANNO ANCHE SU DI UN ALTRRO ORGANO, OLTRE CHE SUL POLMONE. DOPOL’INALAZIONE IL PRINCIPIO ATTIVO VIENE PORTATO IN CIRCOLO E RAGGIUNGE L’ORGANO BERSAGLIO.

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APPARTENGONO A QUESTA CATEGORIA LE POLVERI CHE CONTENGONO METALLI , SALI O SOSTANZE ORGANICHE, VENGONO CONSIDERATE TUTTE L EPOLVERI IN GRADO DI PENETRARE NEL SISTEMA RESPIRATORIO

DEFINZIONI IMPORTANTI PARTICELLE DISPERSE TOTALI Tutte le particelle circondate da aria in un volume FRAZIONE INALABILE Frazione in massa delle particelle aerodisperse totali che viene inalata attraverso il naso e la

bocca FRAZIONE EXTRATORACIA Frazione in massa di particelle inalate che non penetra oltre la faringe FRAZIONE TORACICA Frazione in massa delle particelle inalate che penetra oltre la laringe FRAZIONE TRACHEOBRONCHIALE Frazione in massa delle particelle inalate che penetra oltre la laringe ma non penetra nelle vie

respiratorie non ciliate FRAZIONE RESPIRABILE Frazione in delle particelle inalate che penetra nelle vie respiratorie non ciliate (ALVEOLI) <

5 nm (micron)

Convenzione inalabile Specifica di riferimento per gli strumenti di campionamento quando interessa la frazione inalabile Previste anche C. extratoracica, toracica, tracheobronchiale, respirabile.

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CAMPIONAMENTO DELLE POLVERI I parametri da considerare nel campionamento delle polveri sono: le polveri totali aerodisperse le caratteristiche e le proprietà tossiche delle sostanze costituenti le polveri Le polveri sono determinate per numero/volume [n°/cm3] , e quantità di particelle in un volume [mg/m3]. La determinazione delle polveri vie fatta facendo passare un volume noto di aria attraverso un filtro sul quale si separa e si raccoglie la polvere. La velocità di sedimentazione delle polveri è funzione del : diametro, densità, forma e peso . Le particelle con diametro fino a 1nm restano a lungo in sospensione, mentre quelle con diametro superiore a 20nm sedimentano rapidamente. LA DETERMINAZIONE DELLE POLVERI TOTALI è SEMPRE NECESSARIA (TIPIZZAZIONE E QUANTIFICAZIONE) , mentre la DETERMINAZIONE DELLA FRAZIONE RESPIRABILE (QUELLA CHE RAGGIUNGE LE VIE RESPIRATORI NON CILIATE - ALVEOLI) , ASSUME PARTICOLARE IMPORTANZA NEL CASO DELL’ESPOSIZIONE AD AMIANTO ED ALLA SILICE CRISTALLINA. I filtri utilizzati possono essere a struttura fibrosa (irregolare e poco utilizzata) o porosa, anche in questi caso hanno particolare importanza la dimensione dei pori,lo spessore e la resistenza la flusso. L’efficienza della filtrazione dipende dal tipo di filtro, dalla velocità di filtrazione, dalla distribuzione granulometrica delle particelle. SEPARATORI GRANULOMETRICI ELUTRIATORI Si basano sulla velocità di sedimentazione delle particelle. La corrente d’aria scorre in modo laminare, le particelle

più pesanti si depositano prima, le altre sono raccolte in un filtro che costituisce il secondo stadio del sistema. CICLONI L’aria viene sottoposta a rotazione e per forza centrifuga le polveri più pesanti si depositano, le rimanenti sono

catturate dal filtro

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IMPATTATORI INERZIALI

Sfruttano la brusca deviazione impressa al flusso dell’aria da un ostacolo, le particelle più leggere seguono il flusso dell’aria, quelle più pesanti sedimentano. Si può realizzare una serie decrescente di sedimentazioni.

ESPLODIBILITA’ DI GAS E VAPORI E POLVERI L’esplodibilità di miscele di gas, vapori e polveri in aria è uno dei pericoli che occorre considerare quando si affronta la valutazione dei rischi derivanti dalla presenza, produzione o manipolazione di sostanze. Per definizione occorre ricordare che qualsiasi sostanza nelle opportune condizioni di pressione e temperatura brucia. Miscele di combustibili ed aria esplodono entro un intervallo compreso tra il limite inferiore di infiammabilità (sotto combustibile ed il limite superiore di infiammabilità insufficiente, sopra comburente insufficiente). Quanto maggiore è l’ampiezza di questo intervallo tanto maggiore è la possibilità che si verifichi un evento dannoso. Anche le sostanze solide in aria possono rappresentare un pericolo di esplosione. E’ il caso delle polveri che, se sospese in aria (nubi) possono presentare quella miscelazione tra combustibile e comburente che è condizione principale per il verificarsi del fenomeno. L’innesco è sempre rappresentato da una fonte di energia (sorgente di innesco) fuoco – arco elettrico – superfici calde, saldatura, autoaccensione, reazioni chimiche, ecc. [la temperatura di autoaccensione è la temperatura più bassa alla quale una miscela combustibile-comburente si accende spontaneamente] La pressione sviluppata nell’esplosione dipende dalla quantità di combustibile presente in miscela. Le caratteristiche di esplodibilità dei gas, vapori e polveri dipendono dalla natura del comburente, pressione, temperatura, presenza di gas inerti o altri gas infiammabili.

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SOSTANZE INSTABILI O REATTIVE Le sostanze reattive sono quelle che polimerizzano violentemente, si decompongono, condensano o reagiscono con se stesse oppure in presenza di altre sostanze che funzionano da catalizzatori o , infine, che possono reagire violentemente con l’acqua. Sono pericolosi i composti contenti diversi atomi di azoto perché reagiscono formando azoto gassoso

(nitrato di metile, N-nitrodimetillamina, nitrometano, trinitrometano)

Anche le anidridi sono instabili (anidride acetica, anidride malleica, anidride italica, anidride trifluoroacetica)

Inoltre le sostanze che a contatto con l’aria possono essere per ossidabili sono pericolose perché possono provocare decomposizioni esplosive

acetali,eteri,derivati vinilici, vinilaceteni, aldeidi)

Altre sostanze reagiscono con acqua anidride acetica , clorato di acetile, cloruro di alluminio, carburo di calcio, ossido di calcio, solfato di etile, anidride malleica, acido fosforico, ossido di propilene, sodio, mutilato di sodio Ossidante Combustibile Perossido di sodio Combustibile Acido nitrico Ammina Acetilene Rame Clorati Acidi

Clorato di Potassio Zolfo Cloriti Acidi Ipocloriti Acidi Nitroderivati Alcali Metalli alcalini Acqua

Alcune sostanze possono diventare pericolose quando entrano a contatto con altre

Etere Aria

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Nitriti Ammonio

METODOLOGIA PER LA VALUTAZIONE DEI RISCHI DI ESPOSIZIONE AGLI AGENTI CHIMICI PERICOLOSI Secondo il D.Lgs, 25/02 integrazione del D.Lgs 626/94. Il Datore di Lavoro deve effettuare la valutazione dei rischi prima di iniziare l’attività lavorativa, ovvero prima di apportare modifiche al ciclo produttivo o alle sostanze utilizzate. La valutazione dei rischi deve considerare NATURA, CARATTERISITCHE DI PERICOLOSITA’ E QUANTITATIVI DELLE SOSTANZE CHIMICHE PRESENTI MODO DI UTILIZZO , MISURE DIPREVENZIONE PROTEZIONE RISULTATI DEI MONITORAGGI AMBIENTALI EFFETTUATI ENTITA’ DELL’ESPOSIZIONE (NUMERO LAVORATORI, TIPO, DURATA, FREQUENZA) EFFETTI DELLE MISURE MESSE IN ATTO VALORI LIMITE DI ESPOSIZIONE TLV-TWA VALORI BIOLOGICI (IBE) RISULTATI CONTROLLI SANITARI EVENTUALI MISURE DA METTERE IN ATTO Le attività in cui sono presenti le attività pericolose sono: produzione; manipolazione; immagazzinamento, trasporto ed eliminazione, trattamento rifiuti. PER GLI AGENTI CANCEROGENI TROVA APPLICAZIONE ANCHE IL TITOLO VIII DEL Dlgs 626/94 COME MODIFICATO DAL D.lgs. 66/00. Gli AGENTI CHIMICI considerati sono quelli classificati o classificabili come:

• Sostanze Pericolose -> gia classificate dal Dlgs.52/97 –CLASSIFICAZIONE ED ETICHETTATURA DI SOSTANZE PERICOLOSE-(esplosivi, comburenti,estremamente infiammabili, infiammabili, molto tossici, tossici, , nocivi, corrosivi, irritanti, sensibilizzanti, cancerogeni, mutageni, tossici per il ccilo riproduttivo,

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• Preparati Pericolosi -> che possono comportare rischio a causa della loro natura o per il modo in cui sono utilizzati o presenti sul luogo di lavoro. Agenti chimici a cui è stato assegnato un limite di esposizione (anche ACGIH).

LE DISPOSIZIONI DEL D.lgs. 52/00 NON SI APPLICANO ALL’AMIANTO (D.Lgs. 277/91) E ALLE SOSTANZE PERICOLOSE SOLO PER L’AMBIENTE. Al termine della valutazione il rischio potrà essere MODERATO o NON MODERATO NOTA: IL TERMINE MODERATO PUO’ TRARRE IN INGANNO, LA TRADUZIONE più CORRETTA SEMBRA ESSERE :” NULLO O INESISTENTE” . IN TUTTI GLI ALTRI CASI IL RISCHIO DEVE ESSERE CONSIDERATO NON MODERATO. LA DEFINIZIONE DI RISCHIO MODERATO NON E’ APPLICABILE ALLE SOSTANZE CANCEROGENE, MUTAGENE O SOSPETTE, perché QUANTITà ANCHE PICCOLE DI INQUINANTE POSSONO RAGGIUNGERE L’ORGANO BERSAGLIO E DARE INIZIO AL PROCESSO. Gli obblighi a carico del datore di lavoro possono variare leggermente se dalla valutazione (valutazione nel senso del D.Lgs 626/94) risulti un rischio moderato(nullo) oppure non moderato MODERATO (NULLO) VALUTAZIONE DEI RISCHI

INFORMAZIONE E FORMAZIONE DEGLI OPERATORI NONMODERATO VALUTAZIONE DEI RISCHI

INFORMAZIONE E FORMAZIONE MISURE SPECIFICHE DI PROTEZIONE E PREVENZIONE DISPOSITIVI IN CASO DI INCIDENTI O EMERGENZE SORVEGLIANZA SANITARIA COMUNICAZIONE ENTI CONTROLLORI

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RACCOLTA INFORMAZIONI Uno dei passaggi maggiormente significati della valutazione dei rischi è la raccolta di informazioni. Nel caso degli agenti pericolosi occorre considerare tutti i prodotti e i composti, anche attraverso l’esame delle schede di sicurezza. DEFINZIONE DEI VALORI LIMITE DI ESPOSIZIONE PROFESSIONALE I valori limite di esposizione professionale sono riportati: D.Lgs. 626/94 All.VIII Valori limite (anche biologici) D.Lgs. 626/94 + Dir.Ce 98/24 Piombo Dir Ce 2000/39 agenti specifici D.Lgs. 626/94 + Dlgs 66/2000 benzene, polveri di legno, CVM DEFINIZIONE DELLE MANSIONI E DELLE ATTIVITÀ Personale. Tempo di esposizione, agente, ecc. DEFINZIONE DELL EMISURE Già ADOTTATE VALUTAZIONE PRELIMINARE DELGI EFFETTI E DELLE VIE DI CONTATTO (serve ad indirizzare il monitoraggio) A questo punto si può già arrivare ad una prima conclusione, se nell’ambiente non sono presenti (utilizzate o prodotte) sostanze o preparati e pericolosi, non è necessario approfondire oltre la valutazione , il rischio è inesistente[nullo]. Se sono presenti sostanze e preparati pericolosi occorre definire una STRATEGIA di campionamento che porti a quantificare le sostanze presenti. Il rischio, oltre che alla probabilità che si verifiche l’evento e alla gravità degli effetti, è sicuramente funzione dell’esposizione del lavoratore all’agente pericoloso.

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Essendo E l’esposizione, I la concentrazione dell’agente e t il tempo di esposizione si può arrivare ad affermare che

E= I* t

Ma avendo prove che la tossicità di una sostanza è nulla al di sotto di un limite di concentrazione Io Si può affermare che l’esposizione di un lavoratore e data dalla differenza di concentrazione tra il liomite di non effetto e il

valore misurato ,moltiplicato il tempo di esposizione.

E= (I- Io) * t

Quando I (cioè la concentrazione misurata – statisticamente attendibile) è inferiore di Io (limite di esposizione) , allora l’esposizione E sarà = 0

Graficamente è utile riprodurre un grafico DOSE-EFFETTO di una qualsiasi sostanza

Assieme alla valutazione dei rischi si svilupperà la gestione dei rischi tendente al non azzeramento dell’esposizione, ma la suo contenimento entro un limite accettabile. [per le sostanze cancerogene non si può stabilire una soglia di rischio]

Dose

Effetto

Dose al di sotto della quale non si verificano effetti

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Per valutare il rischio di esposizione è quindi necessario disporre dei “LIMITI DI ESPOSIZIONE” per il più ampio numero di agenti. VALORI LIMITE DI ESPOSIZIONE LAVORATIVA La risposta agli stimoli esterni non è uguale per tutti gli individui; alcuni presentano una particolare sensibilità ad alcuni agenti nocivi (ATOPIA) I Valori Limite non tengono conto della possibilità di variazioni individuali, pertanto devono considerarsi come limite di “accettabilità” e non di “sicurezza”, al fine di prevenire danni alla salute. I Valori Limite servono a valutare il rischio di esposizione ad un agente.

MAC LIVELLO DI UN AGENTE NOCIVO NELL’ARIA CHE NON DEVE MAI ESSERE SUPERATO (nota: esistono anche i MAC Russi, indicano il livello di una agente per il quale nessun esposto ha effetti. Questi limiti sono più bassi dei

TLV )

VALORI LIMITE DI esposizione OCCUPAZIONALE europei (OEL) sono proposti da SCOLE (Scientific Comitee on occupazionale Exposured) ed adottati dalla COMMISSIONE (nel caso di valori indicativi) o dal CONSIGLIO (valori obbligatori). SI riferiscono ad uan popolazione di lavoratori sani (alcuni più sensibili potrebbero non essere protetti).

VELP (VALORI LIMITE DI ESPOSIZIONE) sono obbligatori e perché recepiti con direttiva CEE.

Legno 5 mg/m3 Benzene 1 ppm (cute) CVM 3 ppm PB inorganico 0,15 mg/m3 Amianto serpentino (crisolito) 0,6 ff/ml Amianto Anfiboli (crocidolite & Co) 0,2 ff/ml

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PROCEDURE SCOEL PER LA FISSAZIONE DEL LIMITE Raccolta dati scientifici Identificazione degli effetti avversi e critici Definizione di un NOAEL e di LOAEL Decisione su di un fattore di incertezza - spesso 100 e 1000 per i cancerogeni Definizione di un OEL (VLEP) TWA ed eventualmente OEL STEL , eventuale notazione CUTE se la sostanza può avere effetti per assorbimento cutaneo NOAEL (NOT OBSERVED ADVERSE EFFECT LEVEL) = quantità massima si sostanza somministrata per qualsiasi via che non ha prodotto qualsiasi effetto LOAE (LOWEST OBSERVED ADVERSE EFFECT LEVEL) = quantità minima di una sostanza somministrata per qualsiasi via che ha prodotto un qualsiasi effetto

MAC = LOAEL * 70 * 0,01 / 10 [mg/m3] Peso corporeo standard fattore sicurezza volume di aria inalato in 8 ore

I limiti più noti (ed utilizzati) sono comunque quelli proposti all’ ACGIH : i TLV Secondo la definizione i limiti sono individuati considerando che QUASI tutti i lavoratori esposti non presentino effetti derivanti dall’esposizione. TLV (TWA)- time weight adverage - concentrazione media ponderata nel tempo (8 h al giorno x 40 H settimanali) di una sostanza , alla quale si ritiene che possano essere esposti quasi tutti i lavoratori senza effetti negativi TLV (STEL) –short term exposure limits – concentrazione alla quale si ritiene che il lavoratori possano essere esposti continuativamente per brevi periodi senza: irritazioni, danni cronici irreversibili, alterazioni dello stato di vigilanza Il TLV STEL è il valore che è possibile

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raggiungere per un periodo non maggiore di 15’ e per non più di 4 volte nella giornata lavorativa, con un intervallo di almeno 60’. Rimane l’obbligo di rispettare comunque anche il TLV TWA TLV CEILING Concentrazione di una sostanza che non deve ami essere superata in qualsiasi momento dell’attività lavorativa.

FORMULE DI CONVERSIONE TLV (mg/m3) = TLV (ppm) * PM (g) / 24,45 TLV (ppm) = TLV (mg/m3) * 24,45 /PM (g)

I TLV ambientali sono più bassi rispetto a quelli delle attività lavorative (I lavoratori sono considerati esposti e sono oggetto di specifica sorveglianza sanitaria, le popolazioni no e quindi I limiti sono più cautelativi)

TLV miscela di sostanze CON EFFETTI OMOGENEI = C1/TLV1 + C2/TLV2 + C3/TLV3 * Cn/TLVn … SE IL RISULTATO è > DI 1 SI E’ SOPRA LA TLV

Gli S TEL sono utilizzati quando l’esposizione è caratterizzata da un’alta concentrazione di breve durata E’ SUFFICIENTE CHE UNO SOLTANTO DEI TLV SIA SUPERATO PER PRESUMERE CHE ESISTA UN POTENZIALE RISCHIO PER LA SALUTE Le metodiche da utilizzare nelle misurazioni ambientali sono definite da diverse norme, tra le altre si cita la UNI EN 689. In linea teorica dovrebbe essere il campionamento dovrebbe essere eseguito sull’intero turno di lavoro, ma questa misura , oltre che costosa potrebbe essere poco significativa, basti pensare alle fluttuazione di concentrazione di agente nocivo che potrebbero verificarsi e non essere rilevate su di una misurazione media. Quindi la norma aiuta nella definizione del metodo più adatto e propone un approccio “formale” ed un approccio “statistico” entrambi caratterizzati dalla possibilità di eseguire un numero di misurazioni ridotte, sempre con confronto con i Valori limite.

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Nella procedura formale devono essere verificate le seguenti condizione: concentrazione media dell’esposizione significativa (tavole di riferimento) eventuali picchi di esposizione contenti nello STEL ogni concentrazione deve essere minore del Valore Limite (negativo con una sola misura superiore) condizioni di lavoro ripetitive ed omogenee nel lungo periodale concentrazioni non devono cambiare si calcola l’indice di concentrazione di esposizione professionale se l’indice è minore 0,1 nel primo turno allora siamo < VL se ogni indice di almeno tre turni è < 0,25 l’esposizione è < di VL se gli indici di almeno tre turni sono < 1 la media geometrica è < 0,5 l’esposizione è < VL Se i punti di cui sopra non sono verificati NON è possibile utilizzare la procedura per ottenere risultati significativi APPROCCIO STATISTICO per confrontare la concentrazione di esposizione professionale con il VL Dopo avere eseguito le misure di esposizione il confronto utilizza il VL . Le misure prevedono: selezione di gruppo di lavoratori omogenei esecuzione di almeno 6-7 misure identificazione di un modello di distribuzione In base alla probabilità di superamento si hanno tre livelli Probabilità < 0,1% = esposizione sotto il VL (verde) Probabilità 0,1 – 5% = esposizione < VL ma vanno fatte misure periodiche (arancio) Probabilità > 5% è probabile il superamento del VL (rosso) NOTA : ESEMPIO DI CALCOLO DI TLV TWA.

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SE HO UNA CANCENTRAZIONE MEDIA DI UN INQUINANTE DI 0,12 mg/m3 per un periodo di 6 ore, a quale concentrazione TWA corrisponde? Soluzione TWA(8) = tempo esposizione (decimale) * concentrazione misurata / 8 (ore TWA) => 6 * 0,12/8 =0,09

STATISTICA PER IGIENE INDUSTRIALE *da definire Le misurazioni possono variare da luogo a luogo, o nel tempo. Le variabili possono essere di tipo qualitativo o quantitativo La statistica fornisce gli strumenti per eseguire un basso numero di misure ma sufficiente a prendere decisioni rispetto a livelli reali di esposizione. I dati per poter essere utilizzati devono essere Ordinati, cioè devono essere conteggiate le osservazioni con identica misura che si sono verificate in un determinato intervallo di tempo. Il numero che deriva dal conteggio di misure uguali è detto FREQUENZA . L a Frequenza può essere Assoluta -> semplice conteggio dei valori uguali Relativa -> n° conteggiato/ n° totale osservazioni Cumulativa -> % di osservazioni fino al valore considerato/n° totale Se poniamo in ascisse i valori delle misure e sull’asse delle ordinate il valore delle frequenze otterremo un grafico simile a quello sottostante.

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0

2

4

6

8

10

Frequenza

1 3 5 8 10 12 15 18 19

Valori

generalmente nella misurazione di aerodispersi i valori di frequenza tendono a distribuirsi secondo una curva lognormale le misure possono essere

Media aritmetica M Somma valori /n°misure Media geometrica G la G di un insieme di N numeri è la radice N-esima

del prodotto dei numeri. Moda MO Valore più frequente in un gruppo di misure

Misure della tendenza centrale Calcolano valori centrali della distribuzione

Mediana Valore che divide la distribuzione in due parti uguali, esattamente il 50% degli x sono minori della mediana, ed esattamente il 50% degli x sono maggiori della mediana

Intervallo di variazione Differenza fra valore massimo e valore minimo Varianza VAR varianza di X (VARx) media degli scarti dalla media

elevati al quadrato ;deviazione standard al quadrato Deviazione standard SD media quadratica degli scarti dalla media, radice

quadrata della varianza S = √(S2) Deviazione std.geometrica GSD Antilogaritmo della deviazione standard dei logaritmi

dei valori Coefficiente di Variazione

Misura della Dispersione Esprimono la tendenza dei valori a differire tra loro

Percentili 25% Indica la % di valori riscontrati fino al limite

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diagramma a barre grafico che rappresenta i valori corrispondenti a varie categorie per mezzo dell'altezza delle barre diagramma di dispersione grafico di una distribuzione bivariata, in cui ogni punto rappresenta una osservazione congiunta di due variabili, la forma della nuvola di punti ne mostra la relazione (lineare, curvilinea, e così via) e la dispersione dei punti mostra la forza dell'associazione

Platino Palladio Rodio Iridio Formula chimica Platino ( Pt) Palladio (Pd) Rodio (Rh) Iridio (Ir) Presenza in Questi metalli sono particolarmente presenti nei gas di scarico delle marmitte catalitiche (in forma di composti clorurati), ma possono essere presenti anche in ornamenti e nei materiali odontoiatrici. L’esposizione (Pt, Pd e Rh) lavorativa è essenzialmente riconducibile alle raffineria (composti clorurati o ammoniacali), nella produzione di marmitte catalitiche, in oreficeria ed elettronica TLV Il valore di sicurezza TLV per il Pt Effetti

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I composti clorurati ed ammoniacali del gruppo possono provocare ASMA Genotossicità e teratogenicità Pt > Rh > Pd Cancerogenità (non dimostrato nell’uomo) Sensibilizzazione e allergizzante Asma bronchiale come conseguenza dell’esposizione a composti ammoniacali e clorurati di Pt Eczema da contatto per Pd, Pt e Rh crociata con Ni

Piombo Formula chimica Pb Presenza in Il piombo è stato usato come additivo alla benzina per molti anni e quindi era praticamente ubiquitario nelle zone con elevato traffico veicolare, ma esistono anche numerosi tipi di lavorazioni interessate da esposizioni a Pb:

• fonderie del Pb • fabbriche di ceramiche • verniciatori • costruzione di batterie al Pb • saldatori • produzione di materie plastiche (Pb stabilizzante) • produzione proiettili

Effetti Il Pb ha effetti sul sistema nervoso maggiori sui bambini che sugli adulti,nei bambini il Pb si deposita principalmente nel cervello.

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I denti da latte dei bambini sono stati usati come marker di esposizione. Il Pb inorganico viene assorbito per via respiratoria o gastrointestinale, il Pb organico anche attraverso la cute. I lavoratori assorbono il metallo prevalentemente per inalazione. Sono assorbite più facilmente le particelle fini solubili. Si possono avere effetti di esposizione al Pb ambientale o occupazionale, in particolare tra i lavoratori (0,7 mg/l) Il 90 – 95% del Pb presente nell’organismo è legato ai globuli rossi, ma il 90% del piombo dell’organismo si lega al fosforo e al calcio e si deposita nelle ossa e nei denti. Dalle ossa il metallo viene rimosso lentamente nel corso di mesi o di anni. Il Pb è escreto dall’organismo attraverso urine e feci, tracce di metallo possono essere comunque trovate anche nei capelli e nel latte materno. Il Pb ha effetti embriotossici documentati tanto che la legislazione definisce livelli di esposizione più severi per le donne fertili. Gli effetti clinici sono i seguenti Intossicazione acuta nei bambini (PICA) che leccavano le vernici a base di Piombo Impregnazione Saturnina disturbi neurologici con piombemia maggiore di 40 µg/dl , i testi di esposizione sono l’ALA deidratasi eritocitaria e la zincoprotoporfirina eritocitaria. Intossicazione cronica con encelofalopatia e neuropatia a causa dell’effetto diretto del metallo sul tessuto nervoso, arterisclerosi, paresi radiale della mano (fa le corna), velocità motoria laterata Intossicazione cronica con ipertensione arteriosa, alterazione dei sistemi di regolazione presso ria a livello renale Terapia la terapia consiste nell’allontanamento del piombo dal corpo attraverso l’azione di sostanze chelanti (EDTA) a base di zinco Test di esposizione al Pb: La Piombemia è sicuramente un test biologico molto preciso che permette di valutare l’esposizione, secondo la legge (277/91 modificato da 626/94) i valori di Piombemia (piombo ematico) devono essere di 60- 70mg//dl nell’uomo 40 mg/dl nella donna fertile

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La Piomburia è la concentrazione del Pb nelle urine dopo trattamento chelante La Piombemia indica l’esposizione recente La piomburia l’esposizione pregressa L’ALA deidratsi è un indice di esposizione al piombo, il valore si alza quando la Piombemia supera i 40 mg/dl Note da domande Sintomi di esposizione a Piombo alcali: agitazione, onirismo terrifico Ecefalopatia : esposizione cronica a piombo adulto e esposizione dei bambini Coproporfine IBE del Piombo Artropatia gottosa Nervo radiale Il piombo altera il metabolismo del ferro dell’emoglobina

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Mercurio Formula chimica Hg In molecola come Metilmercurio MeHg Presenza in Il mercurio organico è presente nei pesci e negli organismi marini che tendono ad accumularlo, mentre il Mercurio inorganico è presente in alcuni tipi di amalgame dentarie e dei fumi di lavorazioni delle amalgame. TLV Il valore di sicurezza TLV Effetti Il Mercurio organico(dei pesci) ha effetto teratogenico (malformazioni genetiche) mentre Il Mercurio inorganico può avere effetto embriotossico . La tossicità del Mercurio organico è circa 10 – 20 volte superiore a quella del Mercurio inorganico. La malattia di Minamata è un’intossicazione da Mercurio registrata in Giappone a causa dell’ingestione di pesce fortemente contaminato, che ha provocato la nascita di numerosi bambini deformi. Sembra che il Mercurio inorganico possa avere effetti sul sistema riproduttivo maschile e una tossicità indiretta sull’embrione materno. L’assorbimento di Mercurio organico per via gastrointestinale è limita, tuttavia valori maggiore di Hg si rilevano in soggetti portatori di più di 5 otturazioni. E’ possibile determinare sia il Hg urinario , sia Hg ematico (0,7 mg/l) Note da domande Altera la fosfatasi alcalina

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Influisce sulla colinesterasi eritococitaria Tra i sintomi si può annoverare il tremore , l’alterazione della scrittura e l’insufficienza renale acuta Il mercurialismo cronico consiste in sindromi nevralgiche

Arsenico Formula chimica As Presenza in L’As è presente nell’ambiente a causa dell’inquinamento da combustibili fossili (petrolio e carbone) , in forma inorganica viene utilizzato anche nell’industria del vetro e dei coloranti. L’Arsina (ASH3 -3) è un composto tossico. L’arsenico organico (ARSENOBETAINA) è presente nei pesci (dalla catena alimentare delle alghe marine) e da questi passano all’uomo. TLV Effetti L’arsenico è un metalloide che presenta degli stati di ossidazioni instabili e tossici durante la metabolizzazione (+4). L’As è essenziale al metabolismo umano e animale, i composti INORGANICI sono tossici, mentre quelli organici come l’ARSENOBETAINA, non sono tossici (metabolizzati da altro organismo vivente). L’As è l’unico elemento cancerogeno per l’uomo ma non per gli animali da esperimento. L’As inorganico è assorbito per via respiratoria o gastrointestinale, una volta assorbito viene metilato e dimetilato divenendo in questo modo molto tossico.

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L’As inorganico ha un metabolismo rapido, si ritiene che il 50% dell’As assorbito venga eliminato entro 48 ore. L’esposizione cronica ad As provoca *note da domande Neuropatie periferiche Alterazioni vascolari (fino alla gangrena del piede), alterazioni cutanee come l’ipercheratosi e l’iperpigmentazione, (L’arsenico è cancerogeno) neoplasie polmonari e cutanee, L’Arsenico ha azione epatotossica e prova lesioni epatiche. Stomatiti e gengiviti Il Monitoraggio biologico può essere effettuato attraverso il dosaggio dell’As nelle urine e nel sangue. Nelle urine è possibile individuare l’As totale, l’As organico derivante dalla dieta (Acido dimetilarsinico e Acido metilarsonico) e, più significativo l’As inorganico. L’Arsenobetaina è la componente dell’arsenico organico presente nelle urine derivante dalla dieta

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Cadmio Formula chimica Cd Presenza in Il Cd viene dispersa nell’ambiente durante la fusione dei minerali contenti Cd, con gli scarichi industriali, inceneritori ad oli minerali o carbone, nei fertilizzanti (in combinazione con l’ammoniaca), nei molluschi e nel fumo di sigarette. L’esposizione occupazionale è forte dove si producono leghe metalliche nelle industri galvaniche e nella produzione di vernici e pigmenti. TLV Il valore di sicurezza TLV per il ng/m3 Effetti La maggior parte del Cd si assorbe per via respiratoria, ha un’emivita di circa 20 anni e si lega alla metallotionina , si deposita nell’organismo nel rene > fegato > tiroide > pancreas > altri tessuti . A distanza di mesi ed anni il Cd ritorna in circolo e viene escreto con l’urina (saliva e bile) in maniera maggiore nell’anziano rispetto al giovane. Oltre i 300 ppm il Cd non viene assorbito. Sintomatologia clinica: riduzione della funzione renale aumento della metallotionina.

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Concentrazioni elevate di Cd aumentano l’incidenza Osteoporosi Deformazioni osse dell’arterisclerosi, dei tumori alla prostata e al rene. Il Cd è antagonista del Calcio osseo cui tende a sostituirsi Test di esposizione: Cd urinario < 10 mg/l ; Proteinuria < 200 mg/l; metallotionina urinaria Note da domande* Beta 2 microglobuline Deposito nel rene Neoplasie prostatiche Cancro alla prostata Metallotionina Osteoporosi Malformazioni osse Il cadmio è presente nel fumo di sigaretta (anche benzene) Malattia specifica ITAI ITAI Polmonite chimica da fumi Enfisema polmonare Ipertensione Arteriosclerosi Assorbimento anche cutaneo Colorazione gialla denti

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Benzolo Formula chimica C6H6 Presenza in Il Benzolo (o Benzene) è stato utilizzato come solvente di mastici e collanti dell’industria della gomma e della calzatura, ma dal 1963 il suo utilizzo po’ avvenire solo a ciclo chiuso oppure deve essere sostituito dal Toluolo. Inoltre dal Benzolo si ottengono le sostanze coloranti denominate Ammine Aromatiche. Il Benzolo è contenuto nella percentuale del 1-2% delle Benzine. L’esposizione professionale al Benzolo è presente tra gli addetti alla lavorazione del petrolio, distillazione vendita di benzina. Mentre la popolazione è esposta a Benzolo come conseguenza dell’inquinamento veicolare. Il Benzolo è presente anche nel fumo delle sigarette. TLV Limite per attività lavorativa 1ppm Effetti Il Benzolo ha come via principale di introduzione nell’organismo i polmoni , ma è possibile anche l’assorbimento per via cutanea. Il Benzolo si accumula nei tessuti ricchi di grasso in particolare nel cervello, nei surreni e nel midollo osseo (malattie del sangue). Circa il 50% del Benzolo inalato viene eliminato attraverso i polmoni; nella prima fase è eliminato il Benzolo presente nel sangue, nella seconda fase quello presente nella cute e nei muscoli, poi , nel corso di alcuni giorni , viene eliminato quello accumulato nei tessuti lipidici.

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Il Benzolo è metabolizzato dal fegato. Tossicità acuta: il benzolo è irritante per la cute e le mucose oculari e respiratorie Tossicità cronica: gli effetti sono a carico del sistema empoietico (sangue) anemia, piastrinopeina, petecchie, emorragie. L’esposizione a Benzolo provoca Leucemie mieloide anche distanza di mesi o anni. Altri tipi di tumore possono interessare il cervello o i polmoni. Monitoraggio biologico : aria espirata ;nelle urine (acido trans-trans- mucoico) , nel sangue L’acido trans trans mucoico e l’acido S-fenilmercapturico possono essere usati come indicatori dell’esposizione a IPA e benzolo derivante dal traffico veicolare. Note da domanda Mielotossico Mutageno Emopoietico Leucemie

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Toluolo o toluene Presenza in Il Toluolo o toluene è utilizzato come sostituto del benzene nelle lavorazioni industriali a causa delle sue proprietà di solvente. In particolare solvente per gomma, vernici e inchiostri. TLV Il valore di sicurezza TLV Effetti Il toluolo viene metabolizzato sia attraverso la via respiratoria che cutanea (assorbimento cutaneo maggiore rispetto al benzene) Il Toluolo tende ad accumularsi nei grassi ed è solo in parte eliminato attraverso per via aerea e con le urine. Il Toluolo è irritante per la cute e le mucose, l’esposizione acuta provoca effetti sul sistema nervoso (confusione, vertigine, perdita di coscienza) – (ricordare i drogati di toluolo). L’esposizione della cute a toluolo provoca irritazioni e dermatiti , l’esposizione cronica anoressia, nausea, astenia, irritabilità, insonnia inoltre si è dimostrato che il Toluolo ha un’azione epatossica con danni per il fegato Essendo il fegato l’organo bersaglio del toluolo, i test raccomandati sono l’esame emocromo-citometrico e di funzionalità epatica e dell’acido iponurico nelle urine Note da domande* Iponurico Ippurico

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Cromo appunti da lezione Il Cromo è presente nell’industria galvano plastica, dei coloranti, nella concia delle pelli, nei calzaturifici, nella fotografia, nella produzione di cementi, negli scarichi industriali, come scarico delle centrali a carbone e delle fonderie di prima fusione. Il Cromo è un metallo essenziale che secondo la concentrazione può avere azione tossica seconda la dose assorbita Esistono varie forme del cromo:

• Cromo Metallico • Cromo Bivalente • Cromo trivalente • Cromo tetravalente

Il Cromo è un metallo essenziale, ha azione preinsulinica e partecipa al metabolismo dei glucidi Il Cromo e presente assieme al Ferro nella catena respiratoria Il Cromo è utile nel metabolismo dei lipidi Il Cromo protegge (entro certe dosi) dalle infezioni Il Cromo VI viene assorbito prevalentemente per via respiratoria (ma anche dalla cute e dal sistema gastrointestinale) . All’interno dell’organismo il Cromo 6 diviene Cromo IV che altera il DNA , poi successivamente diviene Cromo II legandosi all’ALBUMINA . Il Cromo è eliminato prevalentemente con l’urine Il Cromo IV è assorbito più velocemente del Cromo III Il Cromo è irritante per le vie respiratorie Il Cromo produce la perforazione dei setti nasali Il Cromo produce lesioni cutanee ad occhio di uccello Il Cromo ha la proprietà di produrre lesioni cutanee in modo > del Nickel Il Cromo ha la proprietà di ledere le mucose Il Cromo provoca eczema da contatto (specie nei muratori con il cemento)

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Il Cromo produce lesioni alle vie digerenti -> esofagite, gastrite, ulcere gastroduodenali Il Cromo escreto con le urine produce danni a carico del RENE e del TUBOLO PROSSIMALE con proteinuiria a Basso Peso molecolare Il Cromato di Piombo è Cancerogeno TLV AICGH 1991 CR III 500 µg/m3 CRVI-esa- solubile 50 µg/m3 CRVI- esa- insolubile 10 µg/m3

I Valori medi di riferimento sono 0,1 – 0,2 µg/litro di urina (corretti per miglioramento dei fattori procedurali preanalitici Note da domande Tubolo prossimale Perforazione setti nasali Eczema da cemento Carcinoma polmonare Fegato + rene+respiratorio+cute+ mucosa+ gastroenterico

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Agricoltura Attualmente il lavoro agricolo ha le seguenti caratteristiche: Meccanizzazione delle lavorazioni con l’utilizzo di nuove tecnologie e mansioni ripetitive Coincidenza dell’ambiente di vita con l’ambiente di lavoro (come i cinesi …) Molteplicità delle mansioni e dei rischi Carenza di interventi e di leggi specifiche Assenza di un reale sistema di controllo dei fitofarmaci L’incidenza degli infortuni sul lavoro è elevata (simile all’edilizia) con una maggiore gravita (+ incidenti mortali), infortuni estesi anche a persone anziane, maggiore frequenza nelle ore centrali e nei mesi estivi. Esposizione a rischio biologico con Zoonosi (brucellosi, Idatosi, Rickettsiosi, afta epizotica, tetano, malaria, leptospirosi, ecc. Le patologie più frequenti sono: ALLERGOPATIE (dermatiti, asma, congiuntiviti, riniti)

Agenti chimici: fitofarmaci e ditiocarbammati Agenti biologici: pollini, acari, miceti, contatto con peli di animali

DERMOPATIE Si sviluppano su base allergica (come sopra), per contatto meccanico o con agenti irritanti chimici o biologici

BRONCOPNEUMOPATIE Originate da Allergopatie o per esposizione ad agenti irritanti chimici ( fitofarmaci o concimi), biologici(batteri, miceti, ecc.)

ZOONOSI Considerate infortuni MALATTIE DA AGENTI FISICI

Rumore, Vibrazioni (sindrome tunnel carpale)

MELATOMI ED EPITELIOMI Raggi UV

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Particolarità del lavoro in serra Nelle serre si sviluppa un microclima particolare caratterizzato da temperature medio-alte, umidità relativa alta, bassi ricambi d’aria. I rischi per i lavoratori sono i seguenti:

1. Esposizione a potenziali dosi elevate di fitofarmaci 2. Sfavorevoli condizioni microclimatiche 3. Esposizione a rumore e vibrazioni 4. Posizioni di lavoro non ergonomiche

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FITOFARMACI Sotto la generica dizione di “Pesticidi” sono compresi diversi composti come: INSETTICIDI Attivi contro gli insetti ERBICIDI O DISERBANTI Attivi contro fanerogame superiori ANTICRITTOGRAMMICI O FUNGHICIDI Attivi contro crittogame parassitarie Altri prodotti specifici contro Inoltre contro acari, nematodi, molluschi e roditori In Italia si consuma il 2% dell’intera produzione mondiale, i più utilizzati sono i fungicidi > insetticidi > erbicidi. Tra i principi attivi presenti si è ridotto l’uso di DDT e suoi derivati ed è aumentato l’uso di esteri fosforici e carbammati. I casi di intossicazione riguardano principalmente gli esteri fosforici e i carbammati. In base alla legge 2/12/1975 i medici devono segnalare all’ASL i casi di intossicazione da pesticidi La composizione dei pesticidi può influenzare la loro pericolosità nei confronti dell’uomo, ad esempio se alcune sostanze contenute aumentano l’effetto delle altre. E’ importante conoscere l’indice di biodegradabilità dei pesticidi sia per i lavoratori che per i consumatori. Attualmente i Fitofarmaci sono suddivisi in due classi. Solamente coloro che sono in possesso del “patentino” rilasciato dalla Asl possono acquistare ed utilizzare fitofarmaci di classe 1. Esistono infine limiti di legge all’utilizzo di prodotti contenenti DDT, blindano, antibiotici, chemioterapici, composti organofosforici e pre l’etichettatura delle confezioni. Tutti i nuovi pesticidi prima di poter essere commercializzati devono essere sottoposti a sperimentazione, ma per vari motivi è sempre difficile venire a conoscenza degli esiti delle sperimentazioni.

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PREVENZIONE . nell’impiego in serre l’uso dei fitosanitari presenta problemi analoghi a quelli dell’utilizzo di qualsiasi altro componente tossico industriale. I problemi sorgono per l’applicazione della legge 626/94 agli agricoltori in quanto la stessa si applica solo ai lavoratori dipendenti mentre generalmente, nelle aziende agricole, il proprietario esegue da solo i lavori. Gli agricoltori dovrebbero essere sottoposti a visita medica prima dell’inizio della stagione dell’uso dei fitosanitari per allontanare i lavoratori non idonei e al termine della stagione. NON DEVONO UTILIZZARE FITOFARMACI I SOGGETTI IN CATTIVE CONDIZIONI DI SALUTE, I SOGGETTI AFFETTI DA

DERMATITE ALLERGICA O BRONCOPNEUMOPATIA, I MINORENNI E LE DONNE IN GRAVIDANZA E ALLATTAMENTO. NEGLI AGRICOLTORI ECHE USANO ESTERI FOSFORICI E CARBAMMATI VA DETERMINATA LA COLINESTERASI EMATICA

(test di effetto e non di dose). I fattori che influenzano maggiormente il pericolo di intossicazione sono:

• Scarsa conoscenza dei rischi legati all’utilizzo • Mancanza di un locale specifico di deposito • Etichettatura non idonea • Mancato utilizzo di DPI • DPI non idonei • Tecnica di irrorazione non corretta • Tecnica di preparazione non corretta • Mancato rispetto del tempo per il reingresso in campo • Combustione di rami e foglie trattate con pesticidi

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Classificazion

e Principi attivi Effetti

Organofosforici ESTERI FOSFORICI sono composti in forma liquida originariamente usati a fini bellici. Gli ESTERI FOSFORICI sono assunti per via gastroenterica, respiratoria o transcutanea: sono rapidamente metabolizzati e danno fenomeni di tossicità acuta. I metabolici vengono espulsi per via urinaria subito dopo qualche ora dall’esposizione, raggiunge il massimo dopo 24 ore e termina dopo 4-5 giorni. GLI ESTERI FOSFORICI SONO INIBITORI DELL’ACETILCOLINESTERASI Gli ESTERRI FOSFORICI agiscono sul sistema nervoso, sul sistema parasimpatico (occhi=miosi; ghiandole esocrine salivari, bronchiali e sudoripare) (cuore =brachicardia ; bronchi = costrizione) , sul sistema ortosimpatico … Nella maggioranza dei casi di esposizione acuta la morte avviene per asfissia da paralisi dei muscoli respiratori . LA DIAGNOSI SI EFFETTUA CON IL DOSAGGIO DELL’ACETILCOLINESTERASI. IL TRATTAMENTO È CON DOSI DI ATROPINA

Organclorati (derivati DDT) Idrocarburi alogenati (fumiganti) Vegetali (piretro e derivati)

Insetticidi

Olii minerali

L’uso degli organo clorati è stato fortemente ridotto con disposizione di legge a causa della lunga persistenza nell’ambiente e perché sono sospettati di provocare il cancro. Attualmente possono esser utilizzati sono in ambienti chiusi contro parassiti domestici. Vengono tuttavia utilizzati in paesi del terzo mondo a causa del loro basso costo. I composti possono essere assorbiti per via cutanea, respiratoria e digestiva, una volta metabolizzati si accumulano nei tessuti grassi e in particolare nel sistema nervoso. L’emivita del DDT e di circa 4 anni , gli altri prodotti hanno una persistenza minore. I metabolici dell’uomo sono il diclorodifenildicloroetano e l’acido diclorodifenilacetico. La dose letale per l’uomo e di circa 30 g (DL50 nel ratto 250mg/kg) L’intossicazione acuta produce effetti sul sistema nervoso (irritabilità, vertigine. Prostrazione, tremori e convulsioni) . L’esposizione cronica provoca dermopatie e lesioni epatiche, si sospetta siano cancerogeni. Gli insetticidi cloroorganici alterano l’elettroencefalogramma

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Carbammati Dittocarbammati Composti dello zolfo e del rame Diamine e triazine

Fungicidi Anticrittogrammici

paraquat Molluschucidi Rodenticidi

I carbammati sono meno tossici degli esteri fosforici, hanno una persistenza maggiore nell’ambiente, ma si accumulano di meno. La tossicità acuta varia da (DL50) 1 mg/kg a 1 g/kg. I carbammati sono assorbiti per via respiratori, cutanea e digestiva e sono INIBITORI DELLA COLINESTERASI. IL TRATTAMENTO È CON DOSI DI ATROPINA I Dittiocarbammati (non sono inibitori della colinesterasi) sono usati prevalentemente come anticrittogrammici e in misura minore come erbicidi. I dittiocarbammati hanno un potente effetto irritante ed allergizzante, provocano eritema, lesioni cutanee, asma. Nelle intossicazioni acute vi è interessamento cerebrale e sofferenza epatica.

Note da domande* Famer Lung –Polmone del contadino Dittiocarbammati -> allergie DDT – induzione enzimatica Trattamento con Atropina DDT-> accumulo nel tessuto adiposo (Cervello) Clororganici EEG

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CO Il CO (Ossido di Carbonio) è un gas con densità simile a quella dell’aria, è inodore e incolore e quindi non può essere comunemente avvertito dall’uomo. Il CO si sviluppa dalla combustione incompleta di una qualunque sostanza contente Carbonio ( C ) (legno, combustibili tradizionali, sostanze organiche). Il CO hHa la caratteristica di reagire con l'eme (Hb), con la quale ha un'affinità circa 300 volte superiore rispetto all'ossigeno, formando carbossiemoglobina (HbCO) . Gli scarichi delle automobili contengono circa il 5-10% di CO, il gas degli altiforni può arrivare a contenere il 30-40% di CO. Esposizione professionale a CO si può avere nelle fonderie, nelle fornaci, nelle vetrerie e nei lavori di saldatura. FISIOLOGIA: in condizioni normali il catabolismo dell’emoglobina produce CO che è quindi normalmente presente nel nostro organismo legata all’eme nella misura del 0,4 – 0,7% di (HbCO) rispetto al totale dell’emoglobina presente . L'inquinamento da CO ha come effetto fisiopatologico diretto l'aumento della frazione ematica di HbCO e la conseguente alterazione degli scambi di O2 (ossigeno) a livello circolatorio e dei tessuti. TOSSICITA’: La tossicità dell’ossido di carbonio è riferita ad una serie di elementi: ridotto assorbimento polmonare di ossigeno ridotto trasporto dell’ossigeno dai polmoni ai tessuti a causa della formazione di HbCO ridotta utilizzazione dell’ossigeno ai tessuti a causa : ridotta cessione dell’ossigeno da parte dell’eme

della formazione di legami tra CO e Fe2+ con altre emoproteine (mioglobine e citocromo)

SINTOMATOLOGIA: gli avvelenamenti da CO possono essere acuti o subacuti, si discute se possa esistere un quadro cronico derivante da una serie di esposizioni subacute.