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ai miei figli - storia900bivc.it · 2017. 12. 5. · I “meravigliosi” legionari Storie di fascismo e Resistenza in provincia di Vercelli a cura di Piero Ambrosio. 4 Nota del curatore

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ai miei figli

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© 2015 Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporaneanel Biellese, nel Vercellese e in ValsesiaVarallo, via D’Adda, 6

Sito web: http://www.storia900bivc.itE-mail: [email protected]

Vietata la riproduzione anche parziale non autorizzata

In copertina: Merico Zuccari, attorniato da suoi uomini e militari tedeschi (archivio fotografico del-l’Istituto)

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I “meravigliosi” legionariStorie di fascismo e Resistenza in provincia di Vercelli

a cura di Piero Ambrosio

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Nota del curatore

Rispetto alla prima edizione degli articoli, nella rivista “l’impegno”, sono state apportate alcunecorrezioni nei testi nonché alcune precisazioni e integrazioni negli apparati delle note (ed è stata ag-giunta un’appendice con alcune biografie e altre informazioni utili per più articoli), senza tuttavia am-pliarli rispetto all’insieme delle conoscenze nel frattempo acquisite e della più vasta bibliografia sul-l’occupazione nazifascista della provincia e sulle formazioni militari in essa operanti (in primis la “Ta-gliamento” e altri reparti della Guardia nazionale repubblicana): per questi aspetti rinvio ai miei saggipubblicati nei volumi Sui muri del Vercellese, Sui muri della Valsesia, Sui muri del Biellese, a curamia e di Gladys Motta, editi dall’Istituto rispettivamente nel 1985, 1986, 1989, e soprattutto a nume-rosi articoli pubblicati nella rivista “l’impegno” (tra cui, in particolare, il mio La repressione del dis-senso durante la Rsi in provincia di Vercelli nei documenti del Cpc e in altre serie conservatenell’Acs, in “l’impegno”, a. XXXI, n. s., n. 2, dicembre 2011) e nel sito web dell’Istituto, in cui sitrova anche una bibliografia essenziale. Per quanto concerne il 63o battaglione “M” e la legione “Ta-gliamento” rinvio anche a una breve bibliografia in appendice.

Molte notizie riportate nei documenti pubblicati o citati in questo volume possono inoltre essereconfrontate con quelle riportate nei notiziari giornalieri del Comando generale della Guardia nazionalerepubblicana per Mussolini e i massimi gerarchi della Rsi editi (per quanto riguarda la provincia diVercelli) nel volume da me curato I notiziari della Gnr della provincia di Vercelli all’attenzione delduce, Borgosesia, Isr Vc, 19801 e Varallo, Isrsc Bi-Vc, 20122, e-book.

I testi dei documenti sono riprodotti integralmente e con interventi redazionali ridotti al minimo:sono cioè stati corretti errori di dattilografia ma non sono stati effettuati interventi ortografici o sintat-tici, né correzioni di nomi di persona e di località, né di riferimenti temporali con il segno di interpun-zione della notazione decimale anziché sessagesimale. Nel caso di errori e storpiature evidenti sonostati talvolta indicati in corsivo tra parentesi quadre i nomi esatti oppure è stato fatto seguire un sic,tuttavia si è preferito (di norma) evitare di rimarcare errori ricorrenti di toponimi, come ad esempioper i comuni di Alagna Valsesia, Borgo Vercelli, Cigliano, Fontanetto Po, Motta de’ Conti, Pray, Tri-no, Valle Mosso, Varallo e per località come Baranca, nonché l’uso del minuscolo per indicare le zoneBiellese e Vercellese. Non è stato possibile controllare l’esattezza di tutti i nomi citati.

I casi di dubbi o di illeggibilità degli originali sono stati segnalati con punti interrogativi in corsivotra parentesi o con sic. Abbreviazioni e acronimi sono di norma sciolti a p. 200.

Si tenga inoltre presente che alcune località a cui i documenti attribuiscono qualifica di frazioneerano state unite nel periodo fascista ad altri comuni e sono tornate nel dopoguerra a essere sedi comunaliautonome; in altri casi comuni autonomi sono stati accorpati nel dopoguerra ad altri comuni. Si ricordiinoltre che, all’epoca, i comuni del Canavese (dopo la Liberazione aggregati alla provincia di Torino)facevano parte della provincia di Aosta.

La responsabilità della veridicità delle notizie pubblicate è, naturalmente, esclusivamente degli autoridei documenti pubblicati o consultati.

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“Exegi monumentum aere perennius”: ho eretto un monumento più duraturo del bron-zo. Con queste orgogliose parole il poeta latino Orazio rivendicava per la sua opera la glo-ria immortale che deriva dalla vittoria della poesia sul tempo e sulla materialità, essendocapace nel suo caso di travalicare i secoli e di giungere fino a noi, bene prezioso cui rivol-gersi per il conforto dell’anima o il piacere dello spirito. Più modestamente, ma non sen-za un briciolo d’orgoglio o di compiacimento intellettuale, e sicuramente con la coscien-za di avere svolto un servizio alla memoria e alla storia del nostro territorio e forse ancheoltre, proponiamo quanto raccolto, studiato e rielaborato ne “l’impegno” da Piero Ambro-sio, direttore dell’Istituto dal dicembre 1980 all’agosto 2009 e della rivista da quando uscìnel 1981 fino al dicembre 2010, a proposito della storia dei reparti militari fascisti e del-le istituzioni della Repubblica sociale che operarono in provincia di Vercelli nel periododella guerra di liberazione.

Uno dei luoghi comuni cari a chi ama manifestare giudizi riduttivi sulla produzione sto-riografica relativa alla Resistenza concerne il mancato o fazioso studio delle fonti con-trapposte a quanto prodotto in ambienti partigiani: questo è vero, e solo in parte, se ci ri-feriamo alla raccolta di testimonianze orali. I nostri archivi, infatti, sono ricchi di memo-rie in forma di diari, memoriali, audio e videointerviste raccolte da antifascisti e partigia-ni e non hanno granché, per non dire quasi nulla, che derivi da ambienti fascisti o filofasci-sti. Questo anche per la riluttanza a concedere interviste da parte di chi era stato dall’altraparte in tempo di guerra e per la scarsa propensione a confessare pubblicamente le pro-prie esperienze fasciste da parte dei protagonisti: le rare e storicamente preziose ecce-zioni sono quasi tutte conservate nella nostra biblioteca, a disposizione dei lettori senzalimitazioni. Per quanto riguarda invece le fonti militari e istituzionali di matrice fascista,la raccolta di saggi pubblicata in questa edizione elettronica non ha bisogno di particolaripresentazioni, essendo abbondantemente indicativa dell’attenzione onnicomprensiva concui l’Istituto ha analizzato tutte le fonti utili per ricostruire il quadro storico del periodo1943-1945, compresi i documenti prodotti in sede di giustizia nel dopoguerra, senza di-menticare altre risorse che sono state oggetto di pubblicazioni a sé stanti, come i notiziaridella Gnr. Che ci siano ancora fonti da esplorare è assodato, in particolare si potrebberocitare quelle giudiziarie come il Tribunale speciale per la difesa dello Stato della Rsi ol’archivio della Questura di Vercelli, ma più per la definizione di dettagli storici su singoliepisodi che non per l’interpretazione d’insieme. Così come, caduto il vincolo di consulta-bilità, saranno gli archivi giudiziari della Corte d’assise straordinaria o, forse in misurameno significativa, i documenti delle commissioni per l’epurazione a ragguagliarci ulte-riormente sulle vicende della guerra di liberazione. Sulle prospettive di ulteriore appro-fondimento storiografico l’Istituto si deve limitare a proporre una dichiarazione di intenti

Presentazione

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la cui credibilità trova alimento nella continuità con l’esperienza dei precedenti quarant’an-ni, di cui dobbiamo essere riconoscenti a Piero Ambrosio, anche per come ha saputo darealla rivista dell’Istituto una vocazione scientifica scrupolosa e riconosciuta anche in am-bienti accademici, in qualità di direttore ma anche di autore di saggi imprescindibili perqualunque bibliografia sul tema.

Il volume, in edizione elettronica, si aggiunge ad una produzione che da qualche tempoabbiamo messo a disposizione del pubblico allo scopo di rendere consultabili testi ormainon più in catalogo o di difficile reperibilità, oppure, ed è una strada che si apre con questainiziativa, per raccogliere in forma più organica e immediatamente fruibile testi già di-sponibili nella sezione on line della rivista in ordine cronologico di pubblicazione.

Abbiamo la convinzione che una più attenta e profonda conoscenza dell’ultima versio-ne storica del fascismo italiano, quella della Repubblica sociale, potrebbe aiutare la co-scienza collettiva a sgravarsi del più dannoso residuo che il nostro Paese, anche inconsa-pevolmente, ha ereditato da quella cultura, cioè la fiducia cieca nell’uomo della provvi-denza cui delegare il proprio destino.

Varallo, aprile 2015 Enrico Pagano, direttore dell’Istituto

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La documentazione conservata nel fascicolo “Dicembre 1943: inizio azioni contro iribelli”, del Gabinetto riservato della Prefettura repubblicana di Vercelli, integrata con al-cuni documenti dei fascicoli “Richiesta di rinforzi e novità al Ministero” e “Rapporti colComando Tedesco”, della stessa serie1, ci fornisce un quadro assai significativo della si-tuazione degli organismi periferici della Repubblica sociale italiana nella sua fase inizialee dei primi, feroci e infruttuosi, tentativi di stroncare il “ribellismo”.

Il capo della provincia Michele Morsero2, inviato dal governo mussoliniano, era giun-to a Vercelli il 25 ottobre e si era subito impegnato energicamente per ricostituire il “fa-scio” e, man mano che gli giungevano segnalazioni di azioni partigiane, per prendere lenecessarie misure contro un fenomeno che lo preoccupava.

Sono note le difficoltà in cui si dibatté la Federazione fascista repubblicana vercellesein quegli ultimi mesi del 1943 e il progressivo isolamento in cui si trovò a operare3: idocumenti qui pubblicati testimoniano altresì problemi di carattere generale: gli stessi or-ganismi nazionali della Rsi (i ministeri, i comandi dell’esercito, dei carabinieri, della po-lizia, della Milizia volontaria per la sicurezza nazionale, della Guardia nazionale repubbli-cana) non riuscivano a coordinarsi con le autorità tedesche d’occupazione e neppure tra diloro.

Il principale problema dei fascisti, quello dell’instaurazione di forme di potere, per de-lega dei tedeschi, nelle zone occupate dalle armate hitleriane, si stava infatti scontrandocon una presenza sempre più combattiva dei partigiani e degli operai.

Morsero agì subito, come si è detto, con brutale accanimento per “ripristinare l’ordi-ne” nella provincia. Ma le sue richieste di invio di contingenti di militari non trovaronoper il momento risposta e l’invio di reparti di camicie nere risultò insufficiente4; intantoi partigiani attaccavano le caserme e disarmavano i carabinieri (che, spesso, non oppone-vano resistenza, suscitando prima sospetti e diffidenza poi l’ira sua e dei gerarchi fasci-sti); gli operai, appoggiati dai partigiani, scioperavano; tra le file fasciste si avevano i pri-mi caduti. Il capo della provincia si rivolse al Comando tedesco, invocando gli “opportuniinterventi” poiché “le deprecate azioni dei ribelli aumenta[va]no di giorno in giorno einflui[vano] negativamente su orientamento [della] popolazione” precisando di non disporredi “forza di polizia sufficiente” e aggiungendo che la situazione lo preoccupava “per difesaeconomia nazionale e per affermare prestigio autorità”.

Sul tema del “prestigio” Morsero insistette in un fonogramma al ministro degli Inter-ni, Buffarini Guidi, segnalando che l’“impotenza [della] reazione mentre causa[va] mag-giore attività bande armate lede[va] prestigio autorità”.

Le ripetute richieste di “reparti per prevenire reprimere ovvero anche [in] alcuni casisolo [per] dimostrazione [di] forza” alla fine furono accolte: fu inviato a Vercelli il 63o

Dicembre 1943: iniziano le azioni contro i “ribelli”

Le azioni partigiane, gli scioperi, le rappresaglie

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battaglione “M”, della neocostituita Guardia nazionale repubblicana5, agli ordini di Meri-co Zuccari6, un fanatico che, subito dopo l’8 settembre (prima ancora che fosse procla-mata la Repubblica sociale), si era messo al servizio dei tedeschi. Il reparto giunse a Ver-celli il 19 dicembre7. Zuccari ricevette subito da Morsero le direttive per una energicaazione contro i partigiani che, tra l’altro, nei “giorni tra quindici et diciassette [...avevano]imposto sciopero [negli] stabilimenti [dei] comuni [di] Crevacuore Pray et Borgosesia” eche “domina[vano] situazione comuni Varallo Borgosesia Crevacuore et Coggiola”.

Il primo compito del battaglione fu dunque quello di recarsi in Valsesia, “pacificarla” espostarsi poi in Valsessera e nel Biellese. Zuccari emanò subito bandi per l’adozione di“misure di rigore” in tutta la zona in cui si erano sviluppati scioperi e in cui più minacciosaera la presenza partigiana.

Iniziò la triste stagione delle rappresaglie, delle fucilazioni, delle minacce di incen-diare i paesi i cui abitanti avessero osato sparare contro i militi.

Sono noti gli episodi di Borgosesia, di Crevacuore, di Cossato, di Biella, di Tollegno,dove anche inermi cittadini e alcuni giovanissimi (un quattordicenne e due quindicenni)furono fucilati perché bisognava dare un esempio: può essere tuttavia interessante riper-correre la cronaca di quei giorni mediante gli appunti di Morsero, i promemoria del suosegretario particolare, il centurione della Milizia volontaria per la sicurezza nazionale EnzoLipartiti, i fonogrammi inviati ai vari organismi della Rsi e ai comandi germanici. Da essitraspare un senso di panico, unito alla volontà disperata di reagire, di imporsi, sopra tuttoe sopra tutti.

Morsero commentò con un “bene” il testo del fonogramma comunicante la notizia del-l’arresto del podestà di Varallo, Giuseppe Osella8, contro il quale vi era l’accusa di “forni[re]armi e vettovaglie ai ribelli”. Guai agli oppositori! E Zuccari, nelle stesso fonogramma,espresse, forse nel modo più appropriato, il pensiero delle “autorità” fasciste: “deve giun-gere il momento della resa dei conti”! La resa dei conti per gli operai che scioperavano,per i partigiani, per la popolazione, per chi in passato aveva ricoperto cariche amministra-tive o in organismi fascisti e non aveva aderito alla Repubblica di Salò.

Oltre alle rappresaglie fasciste anche i tedeschi iniziarono le azioni e, non paghi dellefucilazioni effettuate, avanzarono richieste di centinaia di ostaggi per cercare di dominarecol terrore.

L’intendimento nazifascista era quello di spezzare, con le rappresaglie e la violenza gra-tuita, i legami tra “i vari gruppi di ribelli e la massa operaia”, di creare rancore verso i par-tigiani. L’ondata di terrore rischiò di lasciare un segno pesante: non mancarono momentidi sfiducia e anche di ostilità, soprattutto nelle zone più provate, e gli operai, rimasti senzal’appoggio militare dei partigiani, furono costretti a riprendere il lavoro. Ma, dopo pochigiorni, i “ribelli” ripresero con slancio le loro azioni, gli operai, ai primi di gennaio, sce-sero nuovamente in sciopero: il legame tra i resistenti si rinsaldò.

1 dicembre[Corrispondenza] All’Eccellenza Gambara Capo di Stato Maggiore dell’Esercito.

RomaPer pregarti di far esaminare la possibilità di far destinare nella mia provincia (a Ver-

celli) un Reparto di reclute ed un contingente di militari di ritorno dalla Germania. Mi faresticosa molto gradita nonché utilissima sotto vari aspetti. Ti ringrazio anticipatamente. Af-fettuosamente credimi tuo aff.mo M. Morsero9.

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2 dicembre[Corrispondenza] All’Eccellenza Barracu Sottosegretario alla Presidenza del Consi-

glio dei Ministri. MadernoCaro Barracu, ti sarei molto grato se interessassi il Ministero della difesa o altro co-

mando competente per fare destinare alla mia provincia e più precisamente a Vercelli unReparto di reclute ed un contingente di militari di ritorno dalla Germania. Ovvie sono levarie ragioni che mi consigliano a cercare di ottenere quanto sopra.

Sicuro del tuo interessamento, ti ringrazio.Molto cordialmente tuo aff. mo Michele Morsero

3 dicembre[Corrispondenza] Al Comando Militare Regionale di AlessandriaReparto Reclute da assegnare alla Provincia di VercelliSarei grato a codesto Comando se esaminasse la possibilità e la opportunità di asse-

gnare alla mia provincia un Reparto di Reclute ed un contingente di militari in rientro dallaGermania. Ringrazio. Il Capo della Provincia (Michele Morsero)

[Appunto]10 Chiesto l’aiuto anche provvisorio all’Eccellenza Zerbino11 ed al Coman-do Legione Carabinieri Torino.

4 dicembre[Appunto]12 Sentito direttamente per invio rinforzi alla Zona Milizia Torino (a mezzo

C. te Legione). Conferito e riferito al C[omandante] Ted[esco] (?).

6 dicembre[Appunto]13 Alle ore 17 telefonato Comando Generale Milizia, in mancanza dell’Ecc.

Ricci parlato con Capo di Stato Maggiore Generale Chiappe richiedendo rinforzi per ne-cessità locali. Risposto di non essere in grado di darne, eventualmente prendere accordicon Mittica14.

[Fonogramma]15 [Alla] Direzione Generale Polizia Ministero Interni. RomaGab. 2209 Situazione Provincia particolarmente biellese consigliami chiedere urgen-

za rinforzo polizia locale punto Prego esaminare possibilità distaccare anche temporanea-mente contingente da Torino punto Morsero Capo Provincia16.

[Fonogramma]17 [All’]Eccellenza Mischi Comandante Generale Carabinieri. BresciaGab. 2210 Situazione locale et particolarmente biellese obbligami pregarti disporre

possibilità assegnazione questa Provincia almeno altri cinquanta carabinieri armati puntoGrazie Morsero Capo Provincia18.

10 dicembre[Appunti]19 Ore 18,30. Presenti Questore20, Magg. CC. Aquilini, Vice com. (?)Telef[onato] al Col. Scognamiglio chiedendo aiuto per rinforzi.Ore 19,20 Maderno - Gabinetto Interno. Conferito Vice Capo Gabinetto chiedendo in-

tervento per avere almeno 50 uomini (Pol[izia]. o CC) anche temporaneamente.

13 dicembre[Appunti]21 Ore 12,25. Ho comunicato all’interprete del Comando Tedesco, sig.ra

Bigazzi, che nella scorsa notte i ribelli hanno attaccato Serravalle ed hanno disarmato i

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Carabinieri. Ho pure fatto presente che sembra che stanotte vogliano ripetere l’attacco.Ho pregato la signora di riferire quanto sopra al Comandante.

Ore 12,30. Ho telefonato al Commissario Prefettizio del Comune di Trivero ed in suaassenza ho parlato col Segretario al quale ho chiesto notizie sulla sepoltura del CamerataPonzecchi Brunello22.

Il Segretario Comunale mi ha comunicato che i funerali hanno avuto luogo stamanementre la Messa nella Cappella del Cimitero sarà celebrata domattina.

Ho fatto rilevare al Segretario Comunale di aver mancato non comunicando tempesti-vamente a questa Prefettura l’ora dei funerali perché era vivo desiderio dell’Ecc. inviarviuna rappresentanza.

Il Commissario si è scusato dicendo che la comunicazione l’aveva fatta ai Carabinierie quindi credeva di aver assolto il suo compito.

[Fonogramma a mano]23 [Al] Comando Tedesco Piazza di Vercelli e per conoscenza:Comandante Guardia Repubblicana Vercelli, Comando Gruppo Carabinieri Vercelli, Que-store Vercelli

Gab. 2307 Ritengo utile informarvi che le deprecate azioni dei ribelli aumentano digiorno in giorno et arrecano danni gravissimi materiali oltre che influire negativamente suorientamento popolazione et quindi su ordine pubblico. Sarebbe necessario reazione im-mediata ad ogni loro azione, ma per le ragioni più volte esposte in ogni circostanza che viè stata sempre segnalata, non abbiamo forza di polizia sufficiente per provvedervi. Ho ri-chiesto uomini et armi ma ad oggi Comandi superiori non hanno potuto evadere richieste.Situazione preoccupami per difesa economia nazionale e per affermare prestigio autorità.Pregasi rappresentare situazione superiormente per opportuni interventi. Morsero CapoProvincia Vercelli

14 dicembre[Fonogramma a mezzo corriere postale] [All’]Eccellenza Guido Buffarini Ministro

Interni - Maderno. Divisione Gab. /R. N. di prot. 16 Urgentissimo EspressoPer doverosa comunicazione con preghiera di disporne la trasmissione (non potendo

trasmettere cifrato) at Direttore Generale Polizia - Roma - che su mia richiesta rinforzirichiedeva sua volta precisazioni, informo:

Riferimento nostro Gab. 2209 6 corrente et Vostro numero 57712/442 punto Ribelliin questa Provincia et particolarmente zona Biellese et Valsesia da oltre una settimanacontinuano con crescendo attività terroristica con incendi stabilimenti assassinii ferimentiruberie con gravi danni economia locale et nazionale punto Tale situazione et sopra tuttoimpotenza reazione mentre causa virgola ripeto virgola maggiore attività bande bene ar-mate lede prestigio autorità et produce sconforto et panico popolazione civile obbligataassecondare attività criminose non sentendosi protetta punto Carabinieri cui rendimentoest molto discutibile24 appena sufficienti ricoprire fabbisogno minimo normale servizi estazioni punto Guardia Repubblicana forze limitatissime impegnate numerosi servizi fissipunto Agenti pochi disponibili et in massima non idonei particolare servizio emergenzapunto Comandi Tedeschi avvertiti et richiesti rinforzi sostengono dovere noi provvederesimili casi riservandosi azione gran stile secondo loro piano prestabilito punto Pure vo-lendo attendere tale intervento per decisiva azione gran polizia militare ed alla quale con-verrebbe partecipare più che urgente et opportuno necessita quanto meno avere disponibi-le reparto manovra di almeno duecento uomini con armi adeguate per prevenire reprimere

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ovvero anche taluni casi solo dimostrazione forza sia per risultati diretti anche parziali siaper riflessi popolazione et generali punto Richiesti da tempo ripetuti rinforzi ComandoGenerale Arma et legione Torino et Comando Generale Guardia Repubblicana ma nullaottenuto punto Ragioni esposte at giustificazione richiesta precisazioni codesta Direzio-ne di cui sopra punto Morsero Capo Provincia Vercelli

15 dicembre[Appunti]25 Ore 12. Questore mi informa che Torino (Questura) dopo aver sentito Roma

Direz[ione PS] nel caso est disposta darmi rinforzi.Ore 16,30 circa. Venuto a conoscenza che ribelli a Crevacuore hanno ordinato sciope-

ro per 48 ore in vari stabilimenti26.Ore 17 circa. Telefonato all’Ecc. Zerbino prospettando situazione (?) ripetendo richiesta

rinforzi. In via di rinforzi esaminerebbe il caso (?) richiesti.Ore 18. Saputo che [i ribelli] minacciano far altrettanto domani 16 in altre località Pray

e Coggiola.Avvisati i tedeschi (Segret. e Colamussi27) ore 18,30.[Promemoria per l’Eccellenza]28 Ore 16,35. Ho comunicato al Comando tedesco a

mezzo del dott. Hamm la notizia ricevuta dal Comando Milizia circa l’occupazione dellefabbriche di Crevacuore da parte dei ribelli.

Ore 16,35. La Stipel mi comunica che non è possibile avere la comunicazione coi Ca-rabinieri e col Podestà perché i telefoni sono guasti.

Ho richiesto comunicazione con un privato.Ore 16,40. Ho parlato col posto pubblico di Crevacuore che mi ha riferito che stama-

ne alle otto dei ribelli hanno fatto uscire gli operai dagli stabilimenti ed hanno fatto loroun discorso.

Mi ha comunicato inoltre che i ribelli hanno tagliato i fili telefonici del comune e deicarabinieri.

Richiesto se i Carabinieri avevano subito qualche rappresaglia mi ha risposto che sta-vano tutti bene perché da pochi minuti erano andati a ritirare la posta.

Ore 16,45. Il segretario dei sindacati dei Lavoratori dell’Industria comunica su segna-lazione del delegato di zona che tutti gli stabilimenti del comune di Crevacuore sono insciopero per intimazione dei ribelli a lasciare il lavoro.

Pare che la stessa cosa debba accadere domattina agli stabilimenti di Pray.Ore 17,20. Ho comunicato al Comando Tedesco a mezzo della signora Bigazzi che a

seguito della comunicazione fatta al dott. Hamm i ribelli avevano imposto agli operai de-gli Stabilimenti di Crevacuore uno sciopero di due giorni. Avevano pure imposto ai pro-prietari di pagare le due giornate.

Sembrerebbe inoltre che domani i ribelli si recherebbero a far scioperare gli operai diPray.

Ore 18. La comunicazione di cui sopra l’ho comunicata personalmente al dott. Hamm,presente nel mio ufficio unitamente al Comandante della 28a Legione.

Ore 20,15. L’Ecc. il Capo della Provincia ha telefonato al Segretario Particolare del-l’Ecc. il Ministro dell’Interno, dott. Bevilacqua ed ha fatto presente che già aveva parlatoal Capo di Gabinetto per avere qualche aiuto di forza contro i ribelli.

Finora non ha ottenuto niente. La questione diventa sempre più grave in quanto questagente non vedendo alcuna reazione alza un po’ troppo la testa ed incita anche la massa ope-

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raia a fare degli scioperi. Sorgono inoltre tentativi di convivenza tra operai e ribelli. Ne-cessita reagire, ma per questa reazione occorrono almeno 200 uomini bene armati in atte-sa di quella grande azione di polizia che in seguito sarà fatta dai reparti alleati. Occorreparare queste mosse: invece non si può far niente perché non si hanno forze disponibili.

Il Capo della Provincia ha infine pregato Bevilacqua di riferire tutto quanto sopra al-l’Ecc. Buffarini pregandolo di ritelefonargli nella mattinata di domani. Gli ha inoltre co-municato che poco prima aveva spedito un fonogramma espresso urgentissimo all’Ecc.Buffarini con preghiera di trasmetterlo all’Ecc. Tamburini, perché nella provincia di Ver-celli non si è autorizzati a trasmettere il cifrato.

Alla comunicazione erano presenti il Questore, il Maggiore dei Carabinieri ed il Co-mandante della Guardia Repubblicana29.

[Fonogramma] [All’]Eccellenza Zerbino. Prefettura TorinoRiferimento conversazione telefonica ore 17 circa di oggi sarebbe necessario che tu

disponessi invio mia disposizione per ore sei domattina reparto formazione (CC PS etCCNN) di non meno 200 con mezzi idonei punto Gradirei tue comunicazioni rassicurantipunto Grazie punto Capo Provincia Morsero30.

Trasmette: Capit. Enzo Lipartiti. Riceve: Mercadante[Espresso-Urgentissimo] Al Comando Generale Guardia Repubblicana - Posta da Cam-

po n. 707e, per norma All’Ispettorato della Guardia Repubblicana in Torino (corso Fiume, 8) e

per doverosa conoscenza e notizia Al Ministero degli Interni - Gabinetto MadernoDivisione Gab./R. N. prot. 21. Oggetto: Ribelli. Richiesta rinforzi.Da qualche tempo l’atteggiamento criminoso dei cosiddetti ribelli alla macchia va

estrinsecandosi in delitti vari e verso la popolazione e verso esponenti del Partito e versogli appartenenti alle CC. NN. ed ai Carabinieri.

Tali incresciosi episodi aumentano di giorno in giorno di numero e di intensità perchéi detti ribelli constatano la mancata nostra efficace reazione.

La situazione è preoccupante e nell’interesse dell’economia nazionale e nell’interes-se di quella locale nonché per i riflessi negativi che tali azioni hanno sul morale della po-polazione che è portata, volente o nolente, a fare buon viso ai ribelli stessi.

Tale situazione incide anche sulla riorganizzazione dell’Esercito.Sarebbe stato e sarebbe necessario provvedere a tempestive reazioni talvolta anche

fortissime ma purtroppo le forze a mia disposizione sono talmente esigue che appena èpossibile fare fronte ai normali servizi di istituto ed a qualche servizio speciale di emer-genza. Per queste considerazioni che non sono sfuggite allo scrivente sino dal primo mo-mento, chiedevo sino dai primi del corrente mese a conferma di altre richieste, dei rinfor-zi all’Arma dei Carabinieri, alla Polizia e, dopo aver interessato in merito anche i Coman-di della Legione locale ed il Comandante dell’Ispettorato della Guardia Repubblicana inTorino, il giorno 6 corrente mese mi rivolgevo a codesto Comando Generale per avererinforzi. Ma tutte le mie richieste non hanno potuto essere ad oggi evase.

Ritengo necessario ed opportuno riprospettare quanto sopra con la preghiera di volertenere presente la situazione che si va sempre più acuendo, pregando di adottare quei pos-sibili provvedimenti che possano permettere, anche in attesa di quella che è ritenuta la piùutile e necessaria azione di gran polizia militare che dovrebbero fare i reparti alleati, unaopportuna azione preventiva e più ancora una reazione tempestiva atta a dare la sensazionedella autorità, del prestigio, della forza.

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Ritengo anche utile aggiungere che da alcuni sintomi si ha la sensazione che giornal-mente, forse per l’intervento di emissari nemici e sovversivi, si appalesino sempre piùstrettamente legati i vari gruppi di ribelli con la massa operaia.

Oggi in particolare alcune bande hanno imposto in alcuni stabilimenti lo sciopero ob-bligando i datori di lavoro a corrispondere i salari anche durante detto sciopero.

Il Capo della Provincia (Michele Morsero)

17 dicembre[Telegramma]31 [All’]Eccellenza Buffarini Ministro Interni - MadernoGab. R 25 Situazione prospettata telefono et con miei espressi quattordici et quindici

corrente numero sedici et ventuno Gab/R perdura con sintomi et manifestazioni peggio-ramento anche settore lavoro punto Confermo urgenza richiesta nota Morsero Capo Pro-vincia Vercelli.

18 dicembre[Appunti]32 Ore 16,30. Chiesto alla Zona Milizia a Torino rinforzi parlando con Gen.

(?).Ore 18. Conferito a mezzo telefono coll’Ecc. Tamburini Capo della Polizia confer-

mando precedenti segnalazioni scritte e telegrafiche circa situazione provincia precisan-do necessità assoluta invio rinforzi in provincia di entità molto superiore alle primitiverichieste a causa dell’aggravamento della situazione.

Annunciato anche promessa avuta da Ecc. Buffarini circa invio immediato rinforzi.Alle ore 19 del 18 dicembre 1943 l’aiutante Maggiore del Comando Zona Milizia di

Torino comunicava all’Ecc. il Capo della Provincia di Vercelli che il Gen. Nicchiarelliavrebbe messo a disposizione un Reparto della Divisione (sic) Montebello se avesse avu-to dalla Prefettura di Vercelli 1000 litri di benzina e 1000 litri di nafta.

Il Capo della Provincia rispondeva di non avere il carburante richiesto e che comunquenon giustificava tale richiesta eccessiva per l’effettiva necessità del trasporto del repartoda Novara a Vercelli.

Ore 20,15. Comunicato mezzo telefono Gen. Nicchiarelli a Brescia. Ottenuta autoriz-zazione immediato trasferimento reparto della Montebello da Novara a Vercelli con mez-zi trasporto forniti da Vercelli.

Gen. Nicchiarelli farà conoscere direttamente ordine a Comando Zona Milizia di To-rino.

Ore 20,20. Telefonato Novara Comando Montebello. Parlato con ufficiale servizioGuidetta annunciando permesso ottenuto da gen. Nicchiarelli per immediato trasferimen-to del reparto a Vercelli33.

Da comunicare al Console Millo urgentemente automezzi si troveranno a Novara ore21,30.

[Fonogramma] Trasmesso alla Direzione Generale Polizia - Ministero Interni Romagiorno 18 dicembre 1943-XXII, ore 24,10.

Si trascrive fonogramma inviatovi quattordici corrente tramite Interni MadernoCopiare testo telegramma (sic)34.Seguito: oggi aggiungasi che giorni tra quindici et diciassette corrente ribelli hanno

imposto sciopero stabilimento comuni Crevacuore Pray et Borgosesia punto Detti domi-nano situazione comuni Varallo-Borgosesia-Crevacuore et Coggiola punto Carabinieri co-

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stituiscono elemento negativo anzi pericoloso molti fattisi disarmare maggioranza passi-va punto Morsero Capo Provincia

Trasmette: Aquilini. Riceve: Amoriello

19 dicembre[Appunto]35 Da Maderno ore 21,40 a mezzo telefono Ecc. Buffarini annuncia invio

rinforzi in settimana.

20 dicembre[Appunto]36 Ore 20,50. Il Com.te del Btg. “M” di ritorno da Gattinara ha riferito:1. Che i Carabinieri si sono fatti disarmare senza opporre resistenza malgrado avesse-

ro avuto ordine di difendersi ad oltranza. Li ha portati a Vercelli.2. Di aver sequestrato un autocarro ai ribelli, che inseguiti l’avevano abbandonato per-

ché colpito da bombe. Targa NO 12596.3. Di aver condotto a Vercelli 3 giovani del 1925.4. Di essersi spinto con il reparto fino a Romagnano Sesia [No] perché gli era stato

segnalato movimento di ribelli. Nessun incidente sul ritorno. Ha diffidato i Carabinieri diRomagnano a non farsi disarmare.

21 dicembre[Fonogramma] Da Prefettura at Comando 63o Btg. “M’’ Guardia RepubblicanaMezzo lettera riservata per ore otto di oggi 21 prego precisare dettagliata forza effet-

tiva presente e disponibile per impiego cotesto reparto già datomi complessivamente etapprossimativamente in oltre trecento et arrivo 19 sera più complementi assicurativi inarrivo nella giornata del 20 corrente punto Precisate anche armamento munizioni et auto-mezzi efficienti punto Quanto sopra per avere certa cognizione possibilità impiego repar-to et giudicare se rispondente o non at esigenze presenti et eventuali nonché per poter ri-ferire superiormente punto Capo Provincia Morsero

Trasmette: Cent. Lipartiti. Riceve: 1o Csq. Paglianti[Rapporto] Guardia Nazionale Repubblicana 63o Btg. “M” TagliamentoProt. N. 44/Ris. All’Eccellenza il Prefetto della Provincia di Vercelli. Situazione for-

za, armamento, munizionamento e automezzi, 63o Btg. “M”Rif. Fono del 20 corr.37 trasmetto i dati richiesti: Forza effettiva: ufficiali n. 17, sot-

tufficiali n. 34, truppa n. 306. Totale n. 357. Forza presente: ufficiali n. 16, sottufficiali n.34, truppa n. 290. Totale n. 336. Fra i 290 Legionari sono compresi anche i 14 che si tro-vano a Chiari e che rientreranno domani o dopo. Armamento: moschetti mod. 91 n. 425,fucili mitr. Breda n. 26, mitragliatrici tedesche T42 n. 13, mortai Brixia da 45/mm n. 4,mortai da 81 n. 6, cannoni anticarro da 37/mm n. 3. Munizionamento: cartucce per mo-schetto n. 36.500, cartucce per fucile mitragl. n. 62.000, cartucce per mitragliatrice T42n. 110.000, proiettili per pezzi da 37/mm n. 1.344, bombe a mano n. 4.000

Automezzi efficienti: autocarri Fross Bussing n. 6, autocarri Ford n. 13, autovetture n.2, motociclette n. 2

Il Comandante del Battaglione (1o Seniore Zuccari Merico)[Corrispondenza] Al Sig. Comandante del 63o Btg. “M” della Guardia Repubblicana -

Sede e, per conoscenza Al Comando Provinciale della Guardia Repubblicana (28a LegioneM. V. S. N.) - Sede

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Gab/r. 36. Ore 4. Direttive per azione contro ribelli et ordine pubblico in genere (di-mostrazione di forza ripristino dell’autorità in determinate zone et paesi, neutralizzazioneattività terroristica dei ribelli et loro cattura, rastrellamento et fermo favoreggiatori)

Situazione generale: quella notavi et illustratavi personalmente con carta 1:250.000da me e dal Comandante 28a Legione ieri.

Situazione particolare: quella già comunicatavi di presenza et più precisamente: i cen-tri ove maggiormente hanno svolta la loro azione delittuosa e terroristica con incendi, ra-pine, furti, assassinii, ferimenti, imposizione di scioperi presso vari stabilimenti, disarmocarabinieri, ecc. sono:

Varallo, Scopa, Alagna; Borgosesia, Crevacuore, Coggiola, Praj, Trivero, Serravalle;Mosso S. Maria, Villenuovo (sic), Andorno Micca, Tollegno, Pralungo; Biella, Pollone,Graglia, Sordevolo, Occhieppo, Netro; Piedicavallo; Gattinara, Cossato.

Notizie ed avvertimentiI ribelli sono riuniti in diverse bande. La Banda che opera nella zona di Borgosesia è al

Comando del comunista Moscatelli38.Non tutti i gruppi sono collegati.Ad oggi, secondo le informazioni più o meno attendibili, i gruppi operanti avevano quasi

sempre una forza oscillante tra i 10 ed i 70 uomini. Solo a Crevacuore si è detto esserecirca 250.

Alcuni gruppi di ribelli si dice avrebbero il Comando e si raccoglierebbero nelle se-guenti località:

- Zona Cima Cucco (circa 300)- Zona di Oropa (Monte Mucrone)- Moncerchio (vi dovrebbe essere la banda di Moscatelli di Borgosesia)- Zona Cellio, Breja (dorsale Sesia, Lago d’Orta)- nella cascina Campanile nei pressi di Monte S. Maria (sic) si riunirebbero dei ribelli,

così in una villa di un industriale biellese, nei pressi di S. Paolo Cervo vi era o vi è ancoraun comando di ribelli.

In generale essi si rifugiano nella zona montana del Biellese e della Valsesia, zone chesi prestano molto ad imboscate e ad occultamenti.

Sono discretamente riforniti di viveri, molto bene di denaro.Sono per lo più bene armati. Qualche reparto pare abbia anche dei cannoni.Le bande sono composte di elementi eterogenei (ex militari, comunisti, prigionieri an-

gloamericani tra i quali qualche ufficiale inglese, giovani del 24-25).In questi ultimi giorni hanno spadroneggiato e forse spadroneggiano ancora in alcuni

paesi specie in Borgosesia e Varallo, bloccando talvolta anche le strade di accesso.Altri ribelli sono al piano e vivono più o meno occultati nei paesi.Le popolazioni in genere danno aiuto e si manifestano favorevoli a detti elementi.Azione dei Carabinieri: negativa.Bisogna fare molta attenzione ed accogliere le informazioni con molta riserva specie

quelle che potrebbero indurre a recarsi in determinate località per sorprendere gruppi diribelli: ritenuto utile farlo, andarvi con adeguata forza e prendere le misure precauzionalidel caso. Mantenere il massimo segreto nella zona obiettivo: velocità, riservatezza, sor-presa sono i fattori di riuscita.

Servirsi molto di guide sicure: prendere accordi preventivi e tempestivi col Coman-dante la 28a Legione. Mantenere contatto con Comandi e reparti tedeschi.

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Concetti di massima per le operazioni a svolgersiPoiché le bande operano improvvisamente ed in paesi molto distanti tra essi e da Ver-

celli e sono sempre autocarrate, non è sufficiente fare “le puntate” e rientrare in sede aVercelli, non sarebbe da escludere il ritorno immediato delle bande!...

Occorre portarsi con forte contingente di truppa (bene armata) in una determinata zona,affrontare i ribelli se vi fossero, dare comunque dimostrazione di forza alla popolazione,raccogliere informazioni e rastrellare arrestare anche eventuali favoreggiatori o personesospette ovvero antinazionali-antifascisti (ove possibile vi saranno forniti anche nomina-tivi); poi lasciare un presidio nel paese più importante e meglio ubicato nella zona di azio-ne per ragioni di viabilità, comunicazioni, ecc. e procedere col grosso delle forze in altrosettore più o meno laterale con lo stesso criterio; poi fare lo sbalzo in avanti con ugualemetodo e ritirare (o meglio prima ridurre) i presidi prima lasciati nelle località preceden-temente controllate e sorpassate.

Nella zona dove gli operai hanno scioperato per intimazione di ribelli, si deve far ri-prendere il lavoro. In questa particolare azione dovete servirvi del Funzionario e degli Agentidi P. S. della località più vicina.

A secondo della reazione e dei risultati che potranno essere raggiunti agendo in brevetempo, così come in via di massima indicato in precedenza, con sbalzi - normalmente -giornalieri, si procederà all’esame della nuova situazione creatasi e si giudicherà il da far-si e cioè la possibilità e la opportunità di attaccare ormai definitivamente il grosso dei ribellio quei determinati gruppi nelle loro sedi con le sole Vostre forze od in collaborazione coni camerati Germanici, ovvero chiedere ed attendere ulteriori rinforzi, ovvero ancora at-tendere la grande azione di polizia militare già prestabilita, come noto, da parte di TruppeTedesche.

CollegamentiMantenere, sfruttando tutti i mezzi possibili, il maggiore collegamento con lo scriven-

te, con la Vostra base e con il Comando della 28a Legione, sia in movimento, sia durante leazioni e nelle soste, anche per mettermi in condizioni di potervi rintracciare, in ogni mo-mento, per qualsiasi emergenza nuova.

NovitàTrasmettere le novità di mano in mano che si verificano fatti e circostanze degne di

nota e tali da poter influire sull’andamento generale della situazione. Comunque, duranteil periodo che resterete in azione, prego rimettermi giornalmente, entro le ore 18 relazio-ne giornaliera e succinta dei vari fatti della giornata.

Servizi di O. P. a VercelliDovete lasciare a Vercelli almeno cinquanta uomini (dei cinquanta disponibili per im-

piego esterno) con un ufficiale ed un aiutante, per eventuali servizi di O. P. con relativearmi ed automezzi.

Prego accusare ricevuta citando solo numero e data.Il Capo della Provincia (Michele Morsero)[Bando] Trasmesso dal Comando Militare della Valsesia1 - Con effetto immediato vengono adottate le misure di rigore in tutta la zona di Va-

rallo - Borgosesia - Crevacuore - Pray - Vallemosso - Mosso S. Maria - Cossato - Masse-rano - Quarona e Serravalle39.

2 - Chiunque sia trovato in possesso di armi o di materiale esplosivo senza autorizza-zione sarà fucilato.

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3 - Chiunque dia aiuto di qualsiasi genere ai ribelli o comunque li protegga, sarà fuci-lato.

4 - L’ingresso nel paese è permesso soltanto ad una persona alla volta.5 - Il coprifuoco viene anticipato alle ore 17.6 - I paesi i cui abitanti sparassero contro un milite della Guardia Nazionale Repub-

blicana o altro agente della Forza pubblica o ad un militare germanico, saranno incendiati.7 - L’uccisione di un milite della Guardia Naz. Repubblicana, o di altro agente della

forza pubblica o di un militare germanico costerà la vita a dieci individui del luogo.8 - Il transito delle persone nelle strade tra le ore 17 e le 6 del mattino è consentito

solo ai muniti di speciale permesso dallo scrivente.9 - La chiusura degli esercizi pubblici è fissata un’ora prima del coprifuoco.F.to Il Comandante Militare della Zona Io Seniore ZuccariTrasmette: Sotto Capo Manipolo De Filippis. Riceve: Savoca alle ore 9,20[Promemoria per l’Eccellenza] Ore 9,30. Il Commissario Prefettizio di Biella40 co-

munica che tutti gli operai della città sono in sciopero.Ore 9,35. Il Centurione Lipartiti comunica al Comando Tedesco a mezzo del dott. Hamm

che tutti gli operai di Biella hanno iniziato lo sciopero.Comunica inoltre che il 63o Battaglione “M” è partito in mattinata alla volta di Borgo-

sesia e pertanto sarebbe opportuno inviare a Biella immediatamente almeno una compa-gnia di rinforzo.

Ore 9,45. L’Ecc. Morsero ha richiesto al Capo della Provincia di Aosta l’invio di rin-forzo sul confine della provincia per eventuali rinforzi alle truppe tedesche operanti in Biel-la.

Ore 10. L’Ecc. Morsero ha chiesto al Capo della Provincia di Novara l’invio di rinforzisul confine della provincia per eventuali rinforzi alle truppe Tedesche operanti in Biella.

Ore 10,05. Il Comandante Militare Tedesco della Piazza di Vercelli ha comunicato al-l’Ecc. Morsero di aver disposto per l’invio di una compagnia di militari tedeschi a Biella.

Ore 10,10. Il Commissario Prefettizio di Biella ha comunicato all’Ecc. Morsero checirca 200 ribelli sono alle porte di Biella.

L’Ecc. gli ha risposto che entro le ore 11 una compagnia di tedeschi sarebbe giunta aBiella. Ha raccomandato la calma.

Ore 10,35. L’Ecc. Morsero ha parlato con l’Ecc. Uccelli, Capo della Provincia di Mi-lano per sapere se avevano disposto l’invio di rinforzi di Carabinieri della Legione “Pa-strengo” di cui alla lettera diretta al Comandante Generale dell’Arma. Tali rinforzi sononecessari per fronteggiare la situazione creatasi stamani nel Biellese e nella Valsesia.

Ore 11,05. Il Capo della Provincia di Aosta ha comunicato all’Ecc. Morsero di averdisposto perché 100 CC. NN. si spostino da Ivrea su Biella.

Il reparto si porterà sulla strada tra Zubiena e Mongrando ed il Comandante ne daràcomunicazione. L’arrivo è previsto per le ore 15.

Ore 11,10. Il Commissario di P. S. di Biella ha comunicato all’Ecc. Morsero l’uccisio-ne di un soldato tedesco a Tollegno. Il Comandante dei Carabinieri ed il Comandante Te-desco di Biella si sono recati sul posto.

Il Capo della Provincia ha comunicato l’invio di rinforzo di 10 agenti ed un Commissa-rio oltre alla compagnia dei soldati Tedeschi.

Ore 11,30. L’Eccellenza comunica al Commissario Prefettizio di Biella che il repartoCC. NN. (Guardia Nazionale Repubblicana), inviato dal Capo della Provincia di Aosta ver-

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so Biella, preciserà tempestivamente la località dove si fermerà e precisamente sulla di-rettrice Ivrea-Biella (Mongrando - Zubiena).

Ore 11,45. Il Comandante la 28a Legione informa il Capo di Stato Maggiore dell’Ispet-torato Prima Zona di Torino sulla situazione e chiede l’immediato invio di almeno altridue battaglioni, per cercare di fermare e stroncare definitivamente l’azione dei ribelli eripristinare l’ordine nella Provincia. Detto Comandante informa inoltre il Capo di StatoMaggiore che il Battaglione “M” già arrivato a Vercelli, la sera del 19 corrente ha già ini-ziato le operazioni su Borgosesia41. Fa nel contempo presente che la Forza del Battaglio-ne in questione è di 300 uomini e quindi insufficiente al fabbisogno.

Ore 11,50. La Direzione Stipel comunica che la richiesta, fatta da questa Prefettura,per il Ministero degli Interni (Maderno), alle ore 9,30, non è possibile ancora ottenerlaperché il detto Ministero ha tutte le linee occupate con urgentissime richieste dalle altreProvincie e che noi seguiremo in ordine di precedenza.

Ore 11,55. Il Questore comunica che l’ordine a lui dato dall’Ecc. Morsero, alle ore 10circa, di rappresentare la situazione e le altre richieste relative di forza all’Ecc. Tamburi-ni, non è stato potuto effettuare ancora.

Ore 12,15. L’Eccellenza è chiamato dal Segretario Particolare del Capo Provincia diMilano, che gli riferisce di non essere nella possibilità di poter inviare rinforzi di Carabi-nieri e che il Capo Provincia Uccelli, dopo aver interessato il Comando Generale dell’Ar-ma, è stato da questi informato che la richiesta è stata fatta di nuovo al Comando LegioneCarabinieri di Torino.

Poiché il predetto Segretario nelle telefonate ha informato il Capo Provincia della pre-senza in Milano dell’Ecc. Buffarini, gli è stato detto dall’Ecc. Morsero di rivolgere pre-ghiera, tramite Uccelli, di volerlo chiamare al telefono, per ragguagliarlo sulla difficilesituazione del Biellese, aggravatasi da questa mattina.

[Telegramma]42 [Al] Comando Generale Arma Carabinieri. BresciaGab/R/29 Riferimento vostra 17 corrente43 giunta ieri at tutto oggi necessarissimo rin-

forzo richiesto non est ancora giunto punto Situazione odierna ne richiede ancora di piùpunto Prego informare Ministero Interni punto Morsero Capo Provincia Vercelli

[Promemoria] Ore 12,30. Il Centurione Lipartiti, a mezzo dei Carabinieri di Roma-gnano Sesia [No], ha parlato con il Capo Manipolo della Guar. Naz. Rep., inviato dal Capodella Provincia di Novara a disposizione della nostra provincia, il quale ha comunicato leseguenti forze a disposizione e dislocate come appresso: 44 a Romagnano - 30 a Borgo-manero [No] - 40 a Gozzano [No].

Ore 12,40. L’Ecc. Morsero ha parlato con l’Ecc. Buffarini a cui ha segnalato ed illu-strato l’odierna situazione nel Biellese.

Gli ha chiesto ancora almeno un Battaglione di rinforzo, perché le forze attuali nonbastano. Ha segnalato anche di non poter impiegare le squadre di Polizia Federale44 per-ché sciolte e non attrezzate.

L’Ecc. Buffarini ha assicurato che provvederà inviare rinforzi, comprese anche dellesquadre di Polizia Federale ben attrezzate.

Gli ha offerto anche un rinforzo di Carabinieri, ma l’Ecc. Morsero ha fatto le sue ri-serve, insistendo per l’invio del battaglione.

Ha confermato situazione critica che si va diffondendo sempre più. Ha messo in parti-colare evidenza lo sciopero totalitario. Lo ha informato che il Battaglione “M”, avuto deirinforzi, operava su Borgosesia e che Compagnia Tedesca aveva raggiunto Biella.

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L’Ecc. Buffarini diceva di rendersi perfettamente conto della situazione che, sebbenepiù grave, era un po’ uguale a quella delle altre province e che quindi contava sul sanguefreddo di Morsero che lui ben conosceva.

Ore 12,50. L’Ecc. Morsero ha parlato con Trabucco al quale ha comunicato che i rin-forzi avrebbero già dovuto essere arrivati.

Gli ha raccomandato la calma, assicurandolo che noi tutti non li abbandonavamo.Ore 12,55. L’Ecc. Morsero [ha parlato] con il Capo della Polizia, Ecc. Tamburini, se-

gnalando le novità sulla situazione Biellese creatasi nella mattinata. Ha richiesto dei rin-forzi perché sia il Battaglione che gli agenti già messi a disposizione erano impegnati nelleoperazioni di Polizia. Necessitavano pertanto ancora almeno 500 uomini ben armati45. Circagli agenti l’Ecc. Morsero ha fatto presente che fra di essi vi era del malumore perché era-no stati qui mandati senza alcun denaro e con una indennità di L. 10 ciascuno. L’Eccellenzaha provveduto a pagare la differenza della mensa ma ciò non bastava. L’Ecc. Tamburini haallora disposto che venissero retribuiti dei premi nella misura di L. 1.000 per i funzionari,L. 500 per i sottufficiali e di L. 300 per tutti gli agenti.

L’Ecc. Morsero ha infine nuovamente insistito per l’invio di altra forza.Ore 15,45. L’Ecc. Morsero ha dato disposizioni al Comandante del 63o Battaglione “M”

per lo sbarramento della strada che da Biella va a Borgosesia.A tale scopo il Comandante del Battaglione prenda gli opportuni accordi con il Comando

Tedesco di Biella perché il servizio sia fatto in comune accordo.Ore 16,10. L’Ecc. Morsero ha parlato con il Commissario Prefettizio di Biella ed ha

pregato di far sapere al Colonnello Tedesco della Piazza di Vercelli, presente nel comune,che desidera siano presi collegamenti con il Primo Seniore Comandante il 63o Battaglio-ne “M” per lo sbarramento sulla strada Biella-Borgosesia e precisamente tra Mosso S. Mariae Crocemosso, questo per evitare infiltrazioni verso Cossato.

Ore 17. Il Centurione Lipartiti ha richiesto al Comune di Zubiena se era transitato unreparto di Milizia. Ha avuto risposta negativa.

Ore 17 10. Il Centurione Lipartiti ha richiesto al Comune di Mongrando se era transi-tato un reparto di militi. Ha avuto risposta negativa.

Ore 18. Il Centurione Lipartiti ha parlato col Capo della Provincia di Aosta per chiede-re notizie sul mancato arrivo del reparto promesso per le ore 15.

Il Capo della Provincia di Aosta ha risposto che aveva avuto assicurazione del trasferi-mento del reparto. Tuttavia si sarebbe interessato per conoscere la destinazione.

Ore 18,10. L’Ecc. Morsero ha richiamato Borgosesia per precisargli compiti per do-mani46, nella zona industriale di Crevacuore, ecc. e di tenersi molto in collegamento colcolonnello Tedesco; ha chiesto inoltre di confermargli la situazione di Biella. Il Coman-dante del 63o Battaglione “M” ha comunicato di aver cercato di far riprendere il lavoroagli operai (regolandosi secondo eventi - resistenza - forza disponibile). Sembra che i ri-belli siano a nord ed a est di Varallo mentre a sud non ce ne sono.

Ore 18,45. L’Ecc. Morsero ha conferito con il Colonnello Tedesco di ritorno da Biel-la per nota situazione.

Ore 19. Il Capo della Provincia di Aosta ha parlato col Centurione Lipartiti e gli ha co-municato che il reparto, partito da Ivrea per raggiungere Vercelli alle ore 15, era dovutoritornare per un guasto ad una macchina. Sarebbe ripartito immediatamente.

[Telegramma] [Al Ministero dell’]Interno Gabinetto - Maderno. Precedenza assolutaN. 018311 punto Stamane sciopero operai si è esteso quasi tutti stabilimenti biellese

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per imposizione ribelli che hanno occupato alcuni paesi et minacciano città di Biella pun-to Pure stamani nel comune di Tollegno occupato dai ribelli venivano uccisi due soldatitedeschi et prelevati ufficiale tedesco et capitano comandante compagnia Carabinieri Biellaperò fuggito et ricoverato ospedale47 punto Nella città di Biella per quanto vienci comuni-cato si lamentano un militare tedesco morto et altro ferito48 punto Guardia repubblicanainviata Borgosesia per fronteggiare ribelli perdeva conflitto con questi due legionari mentrealtro rimaneva ferito punto49 Stessa Guardia Repubblicana procedeva arresto 60 personetra favoreggiatori et ribelli punto Per fronteggiare situazione urgono forti rinforzi guardierepubblicane convenientemente armate punto Situazione ore venti relativamente tranquil-la perché città Biella libera et dominata da truppe tedesche punto Borgosesia et zone limi-trofe dominate da reparti guardia repubblicana punto Azione continuerà domani punto Inaccordo con autorità militare tedesca emanate ordinanza restrittive per tutte zone interes-sate nella reazione punto Capo Provincia Morsero50

[Fonogramma] Trasmesso dal Comando 63o Btg. “M” Borgosesia alle ore 9,10. Al CapoProvincia Vercelli

Nell’abitato di Borgosesia e dintorni pattuglie di CC. NN. si sono scontrate contro nu-clei ribelli aprendo il fuoco da entrambe le parti.

Due CC. NN. sono cadute in imboscate da colpi di pistola provenienti da dentro le case.Tre partigiani giacciono sul suolo esanimi51. I feriti non sono per ora controllabili e

sono in nostre mani numero sei partigiani della banda Moscatelli che già hanno confessa-to.

Sono in mie mani anche sessanta individui sospetti e non estranei ai delitti di ieri e pre-cedenti. Si sta procedendo all’inchiesta per riassodare le varie responsabilità.

È risultato in modo indubbio che il Podestà di Varallo, Osella, fornisce armi e vettova-glie ai ribelli. Questo è stato da me questa notte tratto in arresto52.

Molte preziose notizie sono in mio possesso. La situazione locale è quasi normale. Ipartigiani sono allarmati così pure la popolazione della zona.

Deve giungere il momento della resa dei conti. Gli operai degli stabilimenti lavorano.Ho emanato un bando53 che è stato già trasmesso per conoscenza a Vostra Eccellenza.

Questa mattina verranno giustiziati i maggiori responsabili e continuate le rappresaglie.Appena possibile continuerò azione secondo ordine di Vostra Eccellenza.

I miei legionari sono magnifici, pieni di spirito, di sacrificio e di abnegazione. Portatenostro saluto a papà54.

Firmato Primo Seniore ZuccariTrasmette: sotto capo Manipolo De Filippis. Riceve: Savoca ore 9,10

22 dicembre[Promemoria] Biella. Ore 9,45. Commissario Landolfi ammalato55.Commissario aggiunto Nicolò è stato chiamato al Comando Tedesco.Parla all’apparecchio il Maresciallo Mele.Novità: in questo momento il Comando tedesco sta affiggendo dei manifesti in cui il

coprifuoco viene portato alle ore 17 ed i negozi per oggi rimangono chiusi. Portano purealtre disposizioni riguardanti gli operai56. Nessuno di essi si è presentato stamane al lavo-ro.

Le tramvie hanno sospeso il traffico per ordine del Comando Tedesco.Ore 9,50. Novità da Presidio Milizia di Borgosesia. Parla il Centurione Ragonese.

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Dopo le novità trasmesse con fonogramma delle ore 9,10 nessuna altra novità degna dinota.

La popolazione è calma.Oltre la compagnia di manovra sono stati dislocati i reparti intorno al paese e bloccate

tutte le strade.Il Primo Seniore Zuccari ha confermato quanto sopra.Ore 10,05. Il Commissario Prefettizio di Biella comunica che sulla Piazza San Cassia-

no alle ore 9 il Comando Tedesco della Piazza ha fucilato sette individui di cui non si co-noscono i nominativi57.

Altre novità nessuna.Il Comando Tedesco desidera cento ostaggi i cui nominativi devono essere loro dati

entro stamattina. Tali nominativi devono essere forniti dal Commissario di P S. in accordocol Commissario Prefettizio.

Siccome nella situazione relativa alla parte politica ha notizie maggiori e migliori ilBoggio58, interesserà anche lui per avere questi nominativi.

Il Boggio è in continuo contatto con i Comandi Tedeschi i quali apprezzano la sua ope-ra. Questo lo dà come notizia perché ha visto ieri come è stato trattato.

I ribelli hanno preso come ostaggio l’ex-podestà di Biella, Grand’Uff. Giuseppe Ser-ralunga59 e non si sa quale sorte gli sia toccata60.

Ore 10,30. Il Capo della Provincia ha parlato con l’Ecc. Ricci al quale ha riferito sullasituazione del Biellese e della Valsesia. In modo particolare ha riferito sull’opera del 63o

Battaglione “M” e sul lavoro da esso compiuto.Ha inoltre comunicato che nella giornata di ieri il 63o Battaglione “M” ha avuto due

morti.[Fonogramma] All’Ecc. il PrefettoGiorno 22 ore 11 comunico di aver giustiziato n. 10 fra partigiani e favoreggiatori com-

preso il Podestà di Varallo punto61 Proseguiranno operazioni secondo note disposizioniimpartite Eccellenza punto Primo Seniore Zuccari

Trasmette: Sottocapomanipolo Melloni. Riceve: Savoca[Promemoria] Ore 11,30. Il Commissario di P. S. di Biella ha comunicato al Cav. Aqui-

lini che nella notte i ribelli avevano effettuato una incursione su Mongrando rompendo iltelefono ed incendiando l’esattoria62.

Ore 11,45. Il Centurione Flores del Btg. di Aosta ha comunicato da Biella al Cent. Li-partiti di avere a Mongrando 100 militi a disposizione del Capo della Provincia di Vercel-li. Egli ha raggiunto Mongrando alle ore 2 di questa notte, invece che alle ore 15 di ieri,perché l’autocarro si era guastato ed aveva dovuto rientrare ad Ivrea per le riparazioni.

Il Cent. Lipartiti ha confermato al Cent. Flores le disposizioni già date ieri al Podestàdi Mongrando, e cioè che al reparto deve essere data tutta l’assistenza necessaria ed unaottima sistemazione. Gli ha inoltre comunicato di presentarsi subito: al CommissarioPrefettizio di Biella, al Commissario di P. S. di Biella ed al Comando Militare Tedesco diBiella.

Ore 11,45. Il sottocapo del personale del Ministero degli Interni - Direzione GeneraleP. S. - Roma - ha parlato col Comandante della 28a Legione chiedendo se tutti i funzionarierano arrivati. Il Comandante gli ha risposto che dei 6 inviati uno non era arrivato ed unaltro doveva essere in giornata restituito perché elemento inetto.

Dal Seniore Colamussi è stato pure fatto presente la necessità di inviare qui a Vercelli

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in sostituzione dei due, almeno un funzionario ed un ufficiale di Polizia molto in gambaper poter prendere gli agenti alla mano.

Il De Ambrosi ha assicurato che avrebbe inviato su un ufficiale di polizia molto in gam-ba.

Ore 12,05. Ha telefonato il Commissario Trabucco comunicando che il Capitano deiCarabinieri di Biella ha ripreso servizio, cosa poco gradita.

Il Seniore Colamussi ha consigliato il Trabucco di rivolgersi immediatamente al Co-mando Tedesco, di rappresentargli la cosa e nel contempo di provvedere a toglierlo dimezzo.

Ore 12,45. Il Comandante della Legione ha parlato con Boggio di Biella il quale gli hacomunicato che il Capitano dei Carabinieri ferito ieri è stato sostituito col parigrado ca-pitano Crimi, elemento notoriamente antifascista il quale ha svolto un’opera deleteria neiconfronti delle truppe alleate ed a favore dei nemici.

Il Seniore Colamussi ha consigliato Boggio di rappresentare la cosa al ComandanteTedesco e che sarebbe stato opportuno che si fosse dato ordine a detto Capitano di rien-trare immediatamente a Vercelli ad evitare la continuazione della sua opera deleteria.

Ore 13. Il Comandante la 28a Legione ha parlato col Centurione Simoni e gli ha tra-smesso le novità di stamane con preghiera di riferirle all’Ecc. Morsero.

Ore 18. Il Segretario del Comitato dell’O. N. B. ha comunicato al Centurione Lipartitiche nella mattinata elementi ribelli avevano asportato tutti i mobili dal comitato Comuna-le di Cossato.

Ore 18,20. Il Centurione Lipartiti ha comunicato al Centurione Vecchia della 15a Le-gione Guardia Repubblicana di Brescia le novità da trasmettere all’Ecc. Morsero63:

“Situazione Biellese stazionaria - Il Comando Tedesco d’accordo con il CommissarioPrefettizio ha pubblicato un manifesto invitando la popolazione a riprendere il lavoro do-mani.

Gli ostaggi per il momento sono sospesi. Il coprifuoco è stato riportato alle ore 20,3064.Il Battaglione “M” nel pomeriggio si è allontanato da Borgosesia per ignota destina-

zione.Nella mattinata i ribelli hanno asportato i mobili dell’O. N. B. di Cossato”65.Ore 19,10. Il Commissario Prefettizio di Biella, in relazione ad accordi intervenuti col

Comando Tedesco della Piazza di Vercelli rende noto:“ferme restando le disposizioni emanate dal Comando Tedesco in data di ieri 21-12-

43, sotto i numeri 2-3-4-6 e 10 dell’apposito manifesto e soppresse quelle sotto i numeri1 e 5, le altre disposizioni vengono modificate come appresso:

7 - A decorrere dal 23 corrente il coprifuoco viene ripristinato alle ore 20,30. Gli eser-cizi pubblici devono ancora restare chiusi; ristoranti, trattorie e locande possono peròrestare aperti fino alle ore 17,30.

8 - Fra le 20,30 e le 6 del mattino è permesso il transito soltanto a coloro che sonomuniti di speciale autorizzazione dal Comando Tedesco; medici, ostetriche possono cir-colare, limitatamente all’esercizio delle loro funzioni, per casi urgenti.

9 - È ripristinata la circolazione delle tramvie, ferrovie elettriche biellesi e di tutti glialtri veicoli fino alle ore 20.

I viaggiatori in arrivo a Biella dalle stazioni ferroviarie dopo le ore 20 debbono esseremuniti, come lasciapassare, del biglietto ferroviario.

I viaggiatori che usufruiscono dei treni in partenza da Biella prima delle ore sei del

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mattino devono esibire, come lasciapassare, il biglietto ferroviario di cui dovranno mu-nirsi il giorno precedente.

Biella 22-12-43. Il Commissario Prefettizio Trabucco66

Ore 19,20. Il Comandante del 63o Battaglione “M”, alle ore 19,20 ha comunicato alCenturione Lipartiti quanto segue:

“Stamane dalle 11 alle 12 un gruppo di ribelli a Cossato hanno devastato il Municipio,la Caserma dei Carabinieri, la Gil ed altri uffici pubblici.

La popolazione ha preso parte attiva alla dimostrazione sventolando bandiere rosse esalutando col pugno chiuso.

Arrivato a Cossato attraverso Crevacuore col battaglione, ove ho fatto fucilare un ebreofavoreggiatore dei ribelli67, ho arrestato buon numero di ribelli trovati in possesso di armie munizioni. Ho l’intenzione di fucilarne parecchi68.

Chi non si presenterà al lavoro sarà passibile alla pena di morte. Ho emanato in propo-sito un bando69.

I ribelli mi avevano lanciato la sfida a recarmi a Varallo. Io ho immediatamente manda-to sul posto alcuni militi con un motociclista che hanno scorrazzato in lungo ed in largosenza vedere l’ombra dei ribelli”.

[Telegramma] Al Ministero dell’Interno. Gabinetto - Maderno. Precedenza assolutaN. 018311 punto In Provincia situazione invariata punto Ribelli impossessavansi ieri

due autocorriere una delle quali est stata oggi rinvenuta abbandonata punto Stamane nelcentro città di Biella da parte autorità tedesche sono state fucilate sei persone punto InBorgosesia sempre stamane sono state fucilate da Guardie Repubblicane dieci persone tracui Podestà Varallo Sesia punto Situazione ore 20 tranquilla in dette località punto Prose-guono operazioni di polizia punto Capo Provincia Morsero

23 dicembre[Fonogramma] Ai Podestà di: Varallo - Borgosesia, Crevacuore, Pray, Vallemosso,

Mosso S. Maria - Cossato - Masserano - Quarona - SerravalleN. 2509 di Pr. I Podestà dei Comuni interessati sono autorizzati a pubblicare un mani-

festo che conferma quello emanato dal Comando Militare70 in data 21-12-1943 ad esclu-sione dell’art. 4 che resta soppresso e dell’art. 5 ove le ore 17 devono diventare ore 19.

L’art. 8 dove le stesse ore 17 diventeranno 19 deve essere aggiunto in sostituzione delleparole “speciale permesso dello scrivente” le seguenti “speciale permesso dell’Autoritàdi Pubblica Sicurezza se in loco o del Podestà”.

Il nuovo manifesto deve contenere il seguente nuovo articolo: ordino la immediataripresa del lavoro in tutti gli stabilimenti, officine, ecc.71 Chiunque ostacolasse il pre-sente particolare ordine sarà passato per le armi.

Firmato: Morsero Capo della ProvinciaEntro le ore 17 di oggi dare assicurazione dell’avvenuta pubblicazione e dare le novità.

Spedire per corriere espresso due copie del manifesto.Comune di Varallo, riceve Mossotti - Segr. Capo ore 14,40Comune di Borgosesia, riceve Cesa - Segr. Capo ore 14,15Comune di Crevacuore, riceve Cesa - Segr. Capo ore 14,15Comune di Pray, riceve App[licato] Del Buono ore 10,10 del 24-12Comune di Vallemosso, riceve ...Comune di Mosso S. Maria, riceve Guelpa - Segr. Capo ore 15,10

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Comune di Cossato, riceve De Giovanni Segr. Capo ore 9,30 del 24-12Comune di Masserano, riceve...Comune di Quarona, riceve Cesa - Segr. Capo ore 14,15Comune di Serravalle, riceve Cesa - Segr. Capo ore 14,15[Promemoria] Ore 10,40. Il Centurione Lipartiti ha chiesto la comunicazione con Bre-

scia - Comando Legione - per sapere notizie dell’Ecc. Morsero.Gli è stato risposto che l’Ecc. Morsero è partito alla volta di Vercelli alle ore 8,50.Ore 11,55. Il Centurione Lipartiti ha parlato col Segretario Comunale di Varallo dal

quale ha saputo che tutti gli operai indistintamente hanno ripreso il lavoro.Necessita la nomina di un Commissario Prefettizio. Per ora nessun’altra novità degna

di nota.Ore 12. Il Centurione Lipartiti ha parlato col Segretario Comunale di Borgosesia il quale

gli ha comunicato che tutti gli operai hanno ripreso il lavoro. Nessun’altra novità da se-gnalare.

Ore 12,15. Il Centurione Lipartiti ha parlato col Commissario Prefettizio di Biella elo ha pregato di inviargli alle ore 16 un fonogramma circa le novità del comune di Biella.

[Appunto]72 Ore 16,40. L’Ecc. Morsero parla con l’Ufficiale di servizio al ComandoZona Guardia Repubblicana di Torino “Pieroni Gino” per comunicargli che ha assoluto edurgente bisogno di parlare col Gen. Mittica quindi lo faccia avvertire.

[Promemoria] Ore 17,50. Il Capitano Lipartiti ha ricevuto il fonogramma da Quaronache qui di seguito si trascrive: “Manifesti coprifuoco verranno affissi punto Situazionelocale normale punto Podestà Santini”. Trasmette Re alle ore 17,50.

Ore 18,20. Ricevuta assicurazione dal Comune di Varallo circa l’affissione del bandodi cui al fonogramma n. 2509.

Ore 18,30. Ricevuta assicurazione dal Comune di Borgosesia circa l’affissione del ban-do di cui al fonogramma n. 250973.

Ore 18,45. Il Commissario di P. S. di Biella ha confermato che la situazione a Biella ènormalissima.

[Fonogramma] Ore 18. Dall’Eccellenza Morsero Vercelli per l’Eccellenza Ricci - Bre-scia

Confermoti quanto riferito ieri ore 10,30 et cioè che reparto 63o ha ben operato senzaperdite giorno 20 sera su zona Gattinara punto Giorno 21 tutto Battaglione operava zonaBorgosesia scontrandosi con ribelli ai quali causava due morti et altre perdite non potuteprecisare et avendo due legionari colpiti morte ed uno ferito punto Battaglione ha giusti-ziato 10 ribelli et favoreggiatori in zona Borgosesia punto Riferito al Duce quanto sopraelogiando reparto punto Giorno 22 procedeva altra azione territorio di Crevacuore et Cos-sato senza perdite et passando per armi tre ribelli et favoreggiatori punto Battaglione rien-trava ieri sera 22 Vercelli punto Oggi avuto luogo Vercelli solenni funerali legionari senzaincidenti punto Domani Battaglione riprenderà azione altra zona Valsesia punto Lo stessofaceva nelle azioni dal 20 al 22 numerosi arresti et sono in corso lavori istruttoria puntoPer fronteggiare situazione sono necessari altri rinforzi richiesti anche Ministero Internipunto Richiesta ha carattere massima urgenza punto Morsero

Trasmette: Cent. Lipartiti. Riceve: Passeri ore 22,45 (ritardato impossibilità comuni-cazione)

[Telegramma] [Al Ministero dell’]Interno. Gabinetto - Maderno018507 punto Giornata odierna trascorsa senza incidenti rilievo punto Misure energi-

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che adottate hanno fatto sì che buona parte operai ha ripreso oggi lavoro et si prevede chedomani tutti stabilimenti funzioneranno regolarmente punto Oltre esecuzioni comunicatetelegramma ieri sono state pure fucilate da guardia repubblicana due individui at Cossatoet uno at Crevacuore et dalle autorità germaniche altre quattro persone in Tollegno pun-to74 Oggi hanno avuto luogo in Vercelli solenni onoranze funebri con larga partecipazioneautorità et cittadinanza dei due legionari caduti Borgosesia punto Ore venti situazionepermane tranquilla punto Necessita sempre rinforzo reparti guardia per marcia manovrafronteggiare possibili e prevedibili azioni di infiltrazione et aggiramento punto Capo Pro-vincia Morsero

24 dicembre[Telegramma] [Al Ministero dell’]Interno. Gabinetto - Maderno. Precedenza assolutaN. 018507 punto Solo oggi si est venuti at conoscenza che ufficiale Massari Ferdinan-

do appartenente squadra azione Muti di Milano in servizio speciale informativo mentretrovavasi ieri comune Praj unitamente Brigadiere Milizia Strada Baragiotti di Milano ven-ne conflitto con alcuni ribelli che colpivano mortalmente Brigadiere et ferivano braccioMassari punto75 At cura di questa Prefettura ferito veniva ricoverato ospedale Biella oveoggi mi sono recato visitarlo punto Giornata odierna trascorsa senza incidenti punto Mae-stranze stabilimenti industriali hanno ripreso lavoro sospendendolo pomeriggio comeconsuetudine natalizia punto Capo Provincia Morsero

[Telegramma] [Al] Capo Provincia Vercelli.Prot. N. 600/OP Giunti nota località76 soltanto ore sedici causa incidente automobili-

stico fortunatamente senza gravi conseguenze. Nota imboscata non est stata fatta at Mas-serano ma nei pressi di Trivero punto Ho dato at industriale Bozzalla di Coggiola l’ordinedi prendere subito contatto con partigiani di intimargli immediata liberazione fascisti diCoggiola et dintorni punto77 Habet accettato l’incarico punto At Cossato lavoro est statoripreso così pure in quasi tutte le località zona punto Ufficio telegrafico farà servizio tuttala notte punto Prego confermarmi ordini impartitimi iersera tenendo presente l’incaricoaffidato at Bozzalla punto Zuccari

[Fonogramma a mano] Al Comandante 63o Btg. “M” 1o Sen. Zuccari CrocemossoDivisione Gab. N. di prot. 2336. Ore 24. Riferimento telegramma 600 odierno punto

Se incarico Bozzalla avrà esito favorevole non avendo completata azione tutta zona conve-nuta est necessaria permanenza reparto zona stessa per svolgimento ulteriori azioni pre-stabilite punto In questo caso et ritenendosi opportuno cambiare località per sede coman-do indicare tutta urgenza appena possibile nuova sede punto Caso esito negativo missioneBozzalla lascio a voi sicuro conoscitore vostro reparto decisione opportunità possibilitàconseguente logica azione immediata ovvero procrastinarla tenendo presente le varie par-ticolari et più precise informazioni su terreno armamento forza atteggiamento favoreg-giatori ecc. che voi certamente avrete potuto raccogliere su partigiani in questione puntoComunque anche non ritenendo opportuno immediata possibilità azione legata esito ne-gativo incarico Bozzalla dovete restare zona per continuare piano prestabilito ma tenendoa Coggiola et immediate vicinanze per poter controllare persone detto paese speciale di-staccamento punto Ulteriori decisioni sempre riferimento esito negativo incarico Boz-zalla resterebbero subordinate at vostre comunicazioni in merito precisanti anche nuovesituazioni eventualmente determinatesi punto Cercate mantenere maggiore collegamentopossibile et mancanza altri mezzi celeri et anche per segretezza usare motociclista punto

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Gradirò conoscere particolari su segnalatomi incidente automobilistico punto Mattinatadomani 25 verrà ufficiale con scorta per portare pacchi dono inviati oggi da Comando Ge-nerale et offerta Dopolavoro locale punto Possibilmente tra ore 9-12 fate guardare stradaCossato-Lessona-Strona-Crocemosso punto Capo Provincia Morsero

25 dicembre[Appunto] Da riferire al Capo della Provincia. Alle ore 19,15 di ieri sera, dal Coman-

do Generale della Guardia Nazionale Repubblicana, ha telefonato il Generale Minchiarel-li (sic), chiedendo dell’Eccellenza il Capo della Provincia; l’Ecc. non trovandosi in Uffi-cio il Generale ha lasciato detto: che alle ore 9 di questa mattina 25 andante, il Capo dellaProvincia, telefonasse al Comando Generale, chiedendo del sopradetto Generale Minchia-relli per comunicazioni urgenti. Beretta

[Appunti] Ore 15,45. Chiamato per telefono al numero 1387 di Brescia il Gen. Nic-chiarelli ed avuta risposta che il Generale era assente è stato chiesto al Comando Genera-le della Guardia Repubblicana S.E. Ricci. Avutone il numero del telefono privato, si è cer-cato di averne comunicazione, ma inutilmente.

Ore 16,20. Chiamato al telefono il Capo di Stato Maggiore del Comando Generale dellaGuardia Repubblicana.

Ore 16-17 cercato di parlare con Ecc. Ricci - Gen. Nicchiarelli - Capo S.M. ma im-possibile: non si sentiva. (?). La sera lunga conferenza chiarificatrice su impiego et atteg-giamento Zuccari con lui78.

26 dicembre[Telegramma] [Al Ministero dell’]Interno. Gabinetto - Maderno. Precedenza assolutaN. 018507 punto Ieri reparto Guardia Repubblicana in azione nella Vallemosso et re-

parto tedesco recatosi improvvisamente stessa zona senza preavviso si scambiavano reci-procamente per ribelli punto Seguì scambio colpi arma da fuoco punto Si lamenta la per-dita di un legionario79 mentre altri tre rimanevano feriti punto Notte scorsa gruppo ribellipenetrati caserma carabinieri comune Mottalciata disarmavano i quattro militari compo-nenti la stazione punto Nessun altro incidente ha oggi turbato ordine pubblico in Provinciapunto Capo Provincia Morsero

[Telegramma] [Al] Generale Nicchiarelli Brescia telefono n. 1387Ore 9 Gab/r 36 Giornata 25 corrente verso ore dieci per errore dovuto ad equivoco

ritenendosi reciprocamente partigiani verificavasi at distanza scontro at fuoco tra repartibattaglione “M” operanti nella zona di propria competenza della Vallemosso et Valsesia inlocalità Crocemosso-Vallemosso con reparto tedesco di presidio a Biella destinato ope-rare quel settore et improvvisamente et insaputamente portatosi zona Vallemosso puntoNostro reparto aveva tre feriti et un morto dovuto pare specialmente colpo mortaio puntoNon ancora avuto notizie perdite tedesche punto Chiarito immediatamente doloroso equi-voco entrambi reparti riunivansi at Crocemosso per esaminare eventuale ulteriore svilup-po azione poi rientravano rispettive sedi punto Fatto ancora presente comandi tedeschiassoluta necessità maggiore contatto et collegamento tra truppe comunque operanti pun-to Rinnovata eguale raccomandazione anche comando nostri reparti punto Non si escludeche incidente sia stato causato ad opera partigiani richiedenti improvviso intervento tede-schi ovvero indicando at questi come banda ribelli nostro reparto punto Morsero

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1 Conservati nell’Archivio di Stato di Vercelli (ASV), fondo Prefettura repubblicana 1943-1945,Gabinetto, serie I, mazzo 65.

2 Se ne veda la biografia in appendice.3 Su questi aspetti (e, più in generale, per informazioni sommarie sulla provincia di Vercelli nel periodo

della Repubblica sociale italiana) si vedano: ROSALDO ORDANO, La vita politica. Cronache vercel-lesi. 1910-1970, Vercelli, La Sesia, 1972; PIERO AMBROSIO, Un lembo di Rsi: la provincia di Ver-celli, capitolo introduttivo a I notiziari della Gnr della provincia di Vercelli all’attenzione del duce,Borgosesia, Isr Vc, 19801; Varallo, Isrsc Bi-Vc, 20122, e-book; nonché P. AMBROSIO, L’occupa-zione nazifascista, nella trilogia PIERO AMBROSIO - GLADYS MOTTA (a cura di), Sui muri del Ver-cellese, Sui muri della Valsesia e, soprattutto, Sui muri del Biellese, Borgosesia, Isrsc Vc, 1985,1986 e 1989.

4 Il primo reparto di camicie nere inviato in una zona della provincia che stava diventando “nevral-gica”, la Valsesia, fu attaccato poco dopo il suo arrivo a Varallo, il 2 dicembre: azione che impressio-nò fortemente i fascisti, che non erano in grado di valutare le forze dei partigiani, a quell’epoca nonnumerosi, ed erano anzi convinti di avere di fronte un nemico assai più agguerrito di quanto non fossein realtà. Sull’episodio di Varallo si vedano PIETRO SECCHIA - CINO MOSCATELLI, Il Monte Rosa èsceso a Milano, Torino, Einaudi, 1958, p. 127 e ss. (con errore di data) e, soprattutto, ENZO BAR-BANO, Lo scontro a fuoco di Varallo del 2 dicembre 1943, Borgosesia, Isr Vc, 19821 e Varallo,Isrsc Bi-Vc, 20082.

5 Sul 63o battaglione “M”, sulla legione “Tagliamento”, sul 115o battaglione “Montebello” e altribattaglioni “M” della Guardia nazionale repubblicana operanti in provincia di Vercelli durante la Re-pubblica sociale italiana si veda in appendice. Sul 63o battaglione e sulla legione “Tagliamento” si ve-dano anche altri articoli riediti in questo volume. Sulla Guardia nazionale repubblicana si veda l’intro-duzione di P. AMBROSIO, I notiziari della Gnr della provincia di Vercelli all’attenzione del duce,cit.

6 Se ne veda la biografia in appendice.7 Non appena giunto a Vercelli, Zuccari occupò d’autorità i locali della caserma Conte di Torino,

forzando anche la porta di un ufficio, chiusa a chiave, e si rifiutò di presentarsi al colonnello RaoulRivalta, comandante militare provinciale, per le consegne, affermando di non riconoscere alcuna au-torità militare ma solo l’autorità politica. Il giorno seguente fece ordinare al tenente comandante l’au-todrappello e “consegnatario” del materiale e dei locali di sgomberare la caserma entro mezzogiorno.Il colonnello Rivalta segnalò l’accaduto al capo della provincia, pregandolo di “richiamare il Coman-dante del Battaglione ad una maggiore comprensione dei suoi doveri di cameratismo e di responsabi-lità, essendo ingiustificabile la leggerezza” con cui aveva agito.

8 Se ne veda la biografia in appendice.9 Il generale Gastone Gambara rispose il 24 dicembre: “Non è possibile, per ora, aderire al Tuo

desiderio, poiché quanto Tu richiedi non dipende da me”.10 Del segretario particolare del capo della provincia, Enzo Lipartiti.11 Paolo Zerbino, nato il 21 giugno 1905 a Carpeneto (Al), squadrista, si era iscritto al fascismo

nel marzo 1922 ed era stato segretario federale a Vercelli dal 28 novembre 1935 al al 27 febbraio1940, quando era stato trasferito ad Alessandria. Nel 1938 fu tra i firmatari del “Manifesto della raz-za”. Nel 1941 fu nominato prefetto della provincia di Spalato. Nel settembre del 1943 aderì al Partitofascista repubblicano. Dopo essere stato commissario della Federazione di Roma, nel mese di otto-bre fu nominato capo della provincia di Torino. Il 7 maggio 1944 fu nominato sottosegretario agli Internidella Rsi; il 21 settembre assunse inoltre l’incarico di commissario straordinario per il Piemonte; infineil 12 febbraio 1945 divenne ministro dell’Interno. Fu fucilato a Dongo (Co) il 28 aprile 1945 assiemead altri gerarchi fascisti.

12 Manoscritto di Morsero.13 Di Lipartiti.14 Postilla manoscritta di Morsero: “Riferito a Mittica direttamente ed a mezzo Com.te Legione.

Risposto NN”.Domenico Mittica, squadrista, generale della Milizia, ispettore della I zona della Guardia naziona-

le repubblicana, componente il Tribunale speciale straordinario che dall’8 al 10 gennaio 1944 si riunìa Verona per giudicare i membri del Gran consiglio del fascismo che avevano votato l’ordine del gior-

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no Grandi, morì il 12 gennaio 1944 nei pressi di Greggio, in seguito allo scoppio di uno pneumatico eal conseguente ribaltamento dell’auto su cui viaggiava, con il centurione Fabiani (che riportò solo fe-rite, così come l’autista).

15 Cifrato, trasmesso alle ore 18.16 Il capo della polizia Tamburini rispose il 14 dicembre: “Pregasi fare proposte concrete in merito

at rinforzi richiesti e precisare motivi”. Morsero inviò lo stesso giorno le precisazioni richieste (si vedail fonogramma n. 16 di prot.).

17 Trasmesso alle ore 18.18 Il generale Archimede Mischi rispose il 10 dicembre: “Ho interessato la legione di Torino per-

ché provveda a inviare il necessario rinforzo di militari dell’Arma a Vercelli” e il 17: “Non potendo, lalegione di Torino, fornire il noto rinforzo per Vercelli, ho interessato la Divisione ‘Pastrengo’ di Milanoperché provveda subito in conseguenza, traendo il personale occorrente dalle legioni dipendenti cheabbiano disponibilità di militari”.

Sui “vari incresciosi incidenti” che si verificarono in quei giorni a Biella si veda la Relazione deicarabinieri sulle attività dei ribelli nella provincia, in ASV, serie citata, mazzo 65, edita in P. AM-BROSIO, “Oltre duecento ribelli armati...”. I rapporti dei carabinieri. 30 novembre 1943 - 28febbraio 1944, in “l’impegno”, a. IV, n. 1, marzo 1984, qui riedito. In conseguenza di quegli episodil’8 dicembre Morsero, d’intesa con il Comando militare tedesco della provincia, decretò l’anticipodel coprifuoco alle 20.30, la chiusura degli esercizi pubblici e varie altre misure e invitò la popolazione“a svolgere serenamente le attività singole e collettive e ad astenersi da ogni atto e commento chepo[tesse] essere considerato di acquiescenza e solidarietà con gli elementi perturbatori”. Sentito ilComando militare tedesco della città, affidò al commissario prefettizio di Biella, coadiuvato dai localiorgani di polizia, “l’incarico di disciplinare il movimento operaio”, cercando di ridurre al minimo i turniche andassero oltre le ore fissate per il coprifuoco. Si veda il manifesto qui riprodotto a p. 33.

19 Di Morsero, manoscritti e siglati.20 Cesare Rossi, che sarà sostituito alla fine di dicembre dallo squadrista Amedeo Sartoris.21 Di Lipartiti.22 Bruno Ponzecchi, segretario del fascio di Ponzone, era stato fucilato l’11 dicembre dal distac-

camento “Piave”, dopo un intervento dei partigiani al Lanificio Giletti, di cui era direttore. I fascisti gliintitoleranno nel luglio 1944 la brigata nera della provincia di Vercelli. Si vedano L’azione dei distac-camenti della Brigata d’assalto Garibaldi, in “Il Combattente”, numero speciale, gennaio 1944,edito in “l’impegno”, n. 0, aprile 1981; ANELLO POMA - GIANNI PERONA, La Resistenza nel Bielle-se, Parma, Guanda, 1972 e Biella, Giovannacci, 1978, pp. 86-87; CLAUDIO DELLAVALLE, Operai,industriali e partito comunista nel Biellese. 1940-1945, Milano, Feltrinelli, 1978, p. 80.

23 Redatto personalmente da Morsero (vi è la minuta di suo pugno).24 Sull’atteggiamento dei carabinieri, che il governo di Salò volle incorporare nella Guardia nazio-

nale repubblicana, si veda, per quanto riguarda la provincia di Vercelli, P. AMBROSIO, I notiziari del-la Gnr della provincia di Vercelli all’attenzione del duce, cit., pp. XXI e 2 (nella 2a edizione allepp. 22 e 36).

25 Manoscritti di Morsero.26 Sugli scioperi di dicembre nel Biellese e nella Valsesia si vedano: L’azione dei distaccamenti,

cit.; GIANNI ZANDANO, La lotta di liberazione nella provincia di Vercelli. 1943-1945, Vercelli,Sete, 1957, pp. 55-56 (con alcune imprecisioni); P. SECCHIA - C. MOSCATELLI, op. cit., p. 112 e ss.(con imprecisioni); GUIDO QUAZZA, Un diario partigiano, in La Resistenza italiana, Torino, Giap-pichelli, 1966, p. 152 e ss.; A. POMA - G. PERONA, op. cit., p. 89 e ss.; C. DELLAVALLE, op. cit., p.92 e ss.

27 Seniore Egidio Colamussi, comandante della 28a legione della Milizia volontaria per la sicurez-za nazionale dal 3 dicembre, in sostituzione di Mario Uboldi, sarà a sua volta sostituito nel mese digennaio 1944 da Attilio Giovannelli.

28 Questo e gli altri promemoria furono redatti da Lipartiti. Accanto alle singole notizie vi è in alcu-ni casi la sigla dell’estensore.

29 In un appunto manoscritto di Morsero si legge: “Ore 20.10 presente Questore telef[onato] aMaderno (Segret. dell’Ecc. Buff[arini] Bevilacqua) ripetendo le solite preoccupazioni”. Inoltre, lo stessoappunto ci informa che: “Ore 20 circa o poco prima telefonato al Comand. Ispett[orato] Guardia Rep.

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Torino (parla anche il Com.te Colamussi). Ore 20 Questore telefonato al Questore di Torino per in-sistere su richiesta rinforzi per domani 16”.

30 Zerbino rispose alle ore 23 dello stesso giorno: “Non est possibile mandare quanto richiestoper improvvise necessità locali”.

31 Annotazione manoscritta: “Spedito alle ore 11.50”.32 Il primo appunto è di Morsero, manoscritto, il secondo di Lipartiti; gli altri sono manoscritti,

privi di elementi che ne consentano un’attribuzione certa (si suppone però che siano dello stesso Li-partiti).

33 Il battaglione “Montebello” giungerà a Biella, proveniente da Novara, il 26 gennaio 1944. Sivedano la segnalazione della Questura al capo della provincia di Vercelli, 26 gennaio 1944, in ASV,serie citata, mazzo 66, e quella dei carabinieri, riportata nella Relazione dei carabinieri sulle attivitàdei ribelli nella provincia, cit., edita in P. AMBROSIO, “Oltre duecento ribelli armati...” . I rap-porti dei carabinieri. 30 novembre 1943 - 28 febbraio 1944, cit.

34 Il fonogramma a cui si fa riferimento è qui riportato (si veda sopra).35 Manoscritto, è redatto su carta intestata “Il segretario federale di Vercelli”; la firma è illeggibile.36 Manoscritto, probabilmente di Lipartiti.37 In realtà il fonogramma era del 21 dicembre (si veda sopra).38 Se ne veda la biografia in appendice.39 Nella copia del bando reperita (la si veda riprodotta a p. 34), che presenta alcune varianti di

forma e l’inversione dei punti 4 e 5, non vi è alcun riferimento a Serravalle Sesia, che è invece presen-te in un bando successivo (riprodotto a p. 37).

40 Baldassarre Trabucco. Aveva assunto l’incarico all’inizio del mese di novembre. Si veda il ma-nifesto del 6 novembre 1943, in P. AMBROSIO - G. MOTTA (a cura di), Sui muri del Biellese, cit., p.97.

41 In realtà il 63o battaglione, giunto a Vercelli il 19 dicembre, aveva operato il 20 nella zona diGattinara e Romagnano Sesia (No). Si veda sopra, appunto del 20 dicembre.

42 Annotazione manoscritta: “Spedito alle ore 12,20”.43 Si veda la nota 18.44 Istituita nel novembre 1943, inquadrando le squadre d’azione (il neosquadrismo), ebbe vita

effimera, sia a causa delle incessanti lotte intestine tra i gerarchi fascisti, sia per effetto della costituzio-ne della Guardia nazionale repubblicana. Appartenevano a questo corpo i trenta militi che formaronoil plotone che eseguì la condanna a morte dei gerarchi processati per tradimento dal Tribunale specia-le straordinario di Verona l’11 gennaio 1944.

45 Tamburini il 21 dicembre telegrafò al Comando generale della Gnr: “Poiché situazione provinciadi Vercelli tende at diventare sempre più delicata et difficile et ribelli habet occupato alcuni comuni etminacciano città Biella pregasi compiacersi inviare subito at disposizione capo della provincia altroreparto Guardia nazionale repubblicana non inferiore at duecento uomini”.

46 Chi si è finora occupato della ricostruzione degli avvenimenti del dicembre 1943 nel Biellese ein Valsesia si è posto l’interrogativo sui motivi della rinuncia del 63o battaglione a procedere nella suaopera di repressione in val Sessera (si vedano, ad esempio, le considerazioni di C. DELLAVALLE, op.cit., pp. 98-99, dove si ritiene però, erroneamente, che la partenza del reparto da Borgosesia siaavvenuta il 23). Il battaglione, infatti, il 22 dicembre si fermò alcune ore a Crevacuore (si vedano idocumenti qui pubblicati e i testi citati nella nota 67) e si spostò quindi verso Cossato.

Zuccari aveva avuto in un primo momento, come si è visto, l’ordine di Morsero di recarsi nellazona di Mosso Santa Maria-Croce Mosso, per istituire posti di blocco. Quest’ordine fu probabil-mente modificato, disponendo che il battaglione si recasse a Cossato. In questa località infatti si eranoverificati episodi che non potevano non preoccupare il capo della provincia: una azione popolare il 20dicembre (“Ore 14 una fiumana di persone proveniente dalle vallate limitrofe si riversarono in quel-l’abitato costringendo operai uscire stabilimenti protestando aumento paga e razione viveri. Detti operaiusciti da stabilimenti si accodarono ai dimostranti percorrendo vie paese, alcuni cantando bandierarossa”. Rapporto dei carabinieri di Biella, 21 dicembre 1943, in ASV, serie cit., mazzo Resistenza 1)e attacchi alla caserma dei carabinieri il 20 (“Ore 17 circa, 500 uomini e donne tentavano irruzionecaserma”) e il 21 (“Ore 13 circa, cento ribelli armati di mitraglie, moschetti e bombe a mano hannoassaltato caserma”. Rapporto citato).

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Un’altra azione di partigiani, cui prenderà parte anche la popolazione, avverrà inoltre il mattinodel 22 (si veda il promemoria del 22 dicembre ore 19.20).

47 Sullo sciopero a Tollegno e sullo scontro si vedano: “L’informatore alpino”, n. 11, 30 dicembre1943; L’azione dei distaccamenti, cit.; P. SECCHIA - C. MOSCATELLI, op. cit., pp. 115-116 (conalcune inesattezze); A. POMA - G. PERONA, op. cit., p. 98 (dove si ritiene che l’ufficiale dei carabinieriferito fosse il capitano Francesco Crimi. Questi invece, come risulta dal promemoria del 22 dicem-bre, sostituì a partire da quella data il comandante la compagnia). Il capitano Crimi era stato in prece-denza comandante del Presidio militare di Biella. Si vedano due ordinanze da lui firmate nel settembre1943 in P. AMBROSIO - G. MOTTA, Sui muri del Biellese, cit., pp. 69 e 72.

Secondo la testimonianza di Luigi Moranino “Pic” nello scontro tra la pattuglia del “Bandiera” e inazifascisti furono uccisi due tedeschi (un ufficiale e un graduato) e fu ferito un graduato. Il capitanodei carabinieri ferito fu lasciato libero. Questa versione coincide con quella de L’azione dei distacca-menti, cit.

48 Secondo L’azione dei distaccamenti, cit., si trattava di un sergente che aveva tentato di attac-care la pattuglia del distaccamento “Fratelli Bandiera” che era scesa a Biella (rione Riva) per preleva-re l’ex podestà Giuseppe Serralunga (si veda più avanti). Secondo A. POMA - G. PERONA, op. cit.,p. 98, si sarebbe trattato invece di “un soldato tedesco ucciso e disarmato da uno sconosciuto”. Nonè stato trovato riscontro alla notizia del soldato ferito: probabilmente si tratta del militare (o graduato)ferito a Tollegno.

49 I due fascisti caduti erano le camicie nere scelte Gianni Tartaglio, da Genova, ed Enzo Landi, daFirenze. Si veda “La Provincia Lavoratrice”, 23 dicembre 1943.

50 Il manifesto, firmato dal capo della provincia e dal comandante della Piazza di Vercelli, è ripro-dotto a p. 35.

51 Sugli scontri del 21 dicembre tra fascisti del 63o battaglione e partigiani del distaccamento “Gram-sci” si vedano: “L’informatore alpino, n. 11, 30 dicembre 1943 e P. SECCHIA - C. MOSCATELLI, op.cit., p. 133. Negli scontri furono uccisi due partigiani: Renato Guzzon, ventiduenne, e Angelo Berto-ne, ventiseienne.

52 Commento di Morsero a margine: “Bene”.53 Si riferisce al bando il cui testo è riportato alle pp. 16-17 e che è riprodotto a p. 34.54 Morsero era stato infatti convocato in udienza da Mussolini (si veda la nota 63).55 Commento di Morsero a margine: “Pessimo soggetto”.56 Il manifesto del Comando germanico della provincia di Vercelli (firmato solo dal comandante

della Piazza di Vercelli e datato Biella, 21 dicembre 1943) differisce in alcuni punti dal manifesto fir-mato congiuntamente con Morsero. Lo si veda riprodotto qui a p. 36 e in P. AMBROSIO (a cura di),La Resistenza biellese: storia, documenti, immagini, Borgosesia-Biella, Isr Vc - Comitato manife-stazioni per il conferimento della medaglia d’oro al valor militare per la Resistenza a Biella e al Bielle-se, 1981, p. 18.

57 I fucilati di piazza San Giovanni Bosco (comunemente detta piazza San Cassiano o del Gallovecchio) furono: i civili Carlo Giardino, commesso cinquantunenne, Norberto Minarolo, agricoltorequarantanovenne, Aurelio Mosca, lattoniere ventitreenne, Pierino Mosca, cardatore cinquantunenne,Francesco Sassone, manovale cinquantacinquenne, e i partigiani Basilio Bianco, diciannovenne, daGrimaldi (Cs), che non rivelò le proprie generalità, e Alfredo Baraldo, meccanico diciottenne, cheriuscì fortunatamente a salvarsi. Il giorno precedente era stato ucciso senza motivo, in un bar dellacittà, Angelo Cena, esercente quarantadueenne.

Si vedano “L’informatore alpino”, n. 11, 30 dicembre 1943; P. SECCHIA - C. MOSCATELLI, op.cit., pp. 117-118; A. POMA - G. PERONA, op. cit., pp. 99-100; C. DELLAVALLE, op. cit., p. 98; TAVO

BURAT [GUSTAVO BURATTI], A disdeut agn an piassa dël Gal, estratto da “Ij brandé”, 1980;CESARINA BRACCO, Evaso, in “l’impegno”, a. II, n. 4, dicembre 1982, pp. 42-44.

58 Franco Boggio. Se ne veda la biografia in appendice.59 Si veda L’azione dei distaccamenti, cit. Azione compiuta dal distaccamento “Fratelli Bandie-

ra”. L’ex podestà “fu rilasciato per le informazioni avute sulla sua posizione in contrasto con i fascistirepubblicani”.

60 In calce vi sono appunti manoscritti di Morsero: “Fra ore 9.30-10 Boggio (?) collegamenti conFed[erazione] è utile. Raccomandato a Com[missario] Pref[ettizio], Comm. PS., Boggio di cercare

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molto delicatamente di far opera di attenuazione in alcuni casi con Comando Tedesco (pane, fucila-zioni ecc.) però mantenendo tono di grande energia. Far invitare operai a riprendere il lavoro. Inca-ricato Com.te Colamussi di andare a Biella per sentire di persona”.

61 I fucilati di Borgosesia furono: i civili Mario Canova, operaio quindicenne, Giuseppe Fontana,piccolo industriale cinquantanovenne, Angelo Longhi, operaio quarantaquattrenne, Silvio Loss, com-merciante ventinovenne, Giuseppe Osella, industriale trentottenne (se ne veda la biografia in appendi-ce), Renato Topini, studente ventenne, e i partigiani Enrico Borandi, diciassettenne, Adelio Bricco,diciannovenne, Emilio Galliziotti, ventenne, Renato Rinolfi, ventiduenne. Inoltre Virginio Toniol, ope-raio trentaduenne, fu ferito mortalmente, senza motivo, nel pomeriggio del 21 e morì all’ospedale alle8.15 del giorno seguente. Si vedano “L’informatore alpino”, n. 11, 30 dicembre 1943; P. SECCHIA -C. MOSCATELLI, op. cit., p. 132 e ss.; Quando bastava un bicchiere d’acqua. Processo alla le-gione Tagliamento. Requisitoria del dott. Egidio Liberti, Borgosesia, Isr Vc, 1974, pp. 76-78 e150-155; le parti della sentenza (emessa nell’agosto 1952 dal Tribunale militare territoriale di Milanoa conclusione del lungo procedimento penale a carico di Zuccari e di altri appartenenti alla “Taglia-mento”) relative a episodi avvenuti in provincia di Vercelli in P. AMBROSIO, “In nome del popoloitaliano”. La sentenza contro Zuccari e altri ufficiali della legione “Tagliamento”, in “l’impe-gno”, a. V, n. 2, giugno 1985, articolo qui riedito.

62 Si veda L’azione dei distaccamenti, cit., dove l’operazione (compiuta dal distaccamento “Bixio”)è erroneamente datata 23 dicembre.

63 Morsero era stato ricevuto in udienza da Mussolini, assieme ai capi delle province di Torino,Cuneo, Bologna, Firenze, Perugia, Como, Forlì e ai commissari federali di Roma, Torino, Bologna.Sarà nuovamente ricevuto, assieme ai capi delle province piemontesi e di Imperia, Parma e Rovigoall’inizio di marzo del 1944. Si veda “La Provincia Lavoratrice”, 30 dicembre 1943 e 9 marzo 1944.

64 Non sono state reperite copie di un altro manifesto del Comando tedesco con disposizioni perla ripresa del lavoro il 23 dicembre. Probabilmente Lipartiti si riferisce al manifesto del commissarioprefettizio citato nel promemoria delle 19.30.

65 Il testo del fonogramma trasmesso in alcuni punti è diverso rispetto a quanto indicato nel pro-memoria: si comunica che il Comando tedesco pubblicherà un manifesto; che il coprifuoco è fissatoalle ore 20.30 per la città di Biella; che i ribelli avevano asportato i mobili dell’Opera Balilla di Cos-sato la sera precedente: quest’ultimo particolare è errato, come si può rilevare dalle comunicazionidel segretario dell’Onb di Cossato e di Zuccari citate nei promemoria rispettivamente delle ore 18 e19.20. Lipartiti nel fonogramma precisò inoltre che gli era “stato impossibile comunicare con segrete-ria del Duce et con Maderno, malgrado ripetuti solleciti”.

66 Il testo del manifesto affisso differisce da quello riportato nel promemoria per quanto riguardal’art. 1 (“Vengono adottate, con effetto immediato, misure di rigore per Biella e tutto il Biellese”) chenon è soppresso.

67 Il fucilato fu Remo Fava Frera, scultore, di anni 39. A Crevacuore furono inoltre compiuti nu-merosi arresti e furono devastate e incendiate abitazioni di antifascisti. Si vedano “L’informatore alpi-no”, n. 11, 30 dicembre 1943; A. POMA - G. PERONA, op. cit., p. 99; C. DELLAVALLE, op. cit., p.98; Quando bastava un bicchiere d’acqua, cit., p. 31 e, specialmente, P. AMBROSIO, “In nome delpopolo italiano”, cit.

68 I fucilati furono Ido Boschetto, operaio ventitreenne, e Giovanni Battista Pizzorno, capo filatorequarantaduenne. Si vedano “L’informatore alpino”, n. 11, 30 dicembre 1943; A. POMA - G. PERONA,op. cit., p. 99; C. DELLAVALLE, op. cit., p. 99; Quando bastava un bicchiere d’acqua, cit., pp. 76-77 e P. AMBROSIO, “In nome del popolo italiano”, cit.

69 Lo si veda riprodotto a p. 37. È sostanzialmente identico a quello del 21 dicembre (salvo va-rianti di forma), con l’aggiunta dell’art. 10 rivolto agli operai di Cossato.

70 Si tratta del citato bando qui riportato (si veda sopra) e riprodotto a p. 34. Si tenga conto del-l’inversione dei punti 4 e 5 nella versione a stampa, segnalata alla nota 39.

71 Il corsivo corrisponde a sottolineatura nel testo originale.72 Manoscritto, probabilmente di Lipartiti.73 Lo si veda riprodotto a p. 38.74 Alfonso Strippoli, quindicenne, fucilato alle ore 11.30 del 22 dicembre; Giacomo Ianno, qua-

rantaduenne, fucilato alle ore 11.45, Pietro Pastore, quattordicenne, fucilato alle ore 12; Angelo Mar-

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tinazzo, trentottenne, fucilato alle ore 13. Si vedano A. POMA - G. PERONA, op. cit., p. 100 e C.DELLAVALLE, op. cit., p. 98.

75 Si vedano “L’informatore alpino”, n. 11, 30 dicembre 1943; C. DELLAVALLE, op. cit., p. 99;Notiziario della Gnr del 12 gennaio 1944, in P. AMBROSIO, I notiziari della Gnr della provincia diVercelli all’attenzione del duce, cit., p. 3 (nella 2a edizione a p. 37).

76 Croce Mosso. Sulla base dei documenti qui pubblicati si possono ricostruire meglio di quantonon fosse stato possibile in precedenza i movimenti del 63o battaglione: il 22 il battaglione mosse daBorgosesia verso Crevacuore dove, alle ore 15, fucilò il Fava Frera, e Cossato, dove fucilò Boschet-to e Pizzorno alle ore 22; la stessa sera rientrò a Vercelli dove, il 23, si svolsero i funerali dei duecaduti di Borgosesia; il 24, alle ore 16, il reparto giunse a Croce Mosso. Ne consegue che gli episodidi Valle Mosso dove il 23, tra 1’altro, furono fucilati tre operai, non sono attribuibili a questo reparto.Sulla vicenda non sono stati reperiti documenti nell’archivio della Prefettura. I fucilati furono: GinoCamozza, diciannovenne, Ugo Lanzone, quarantenne, Francesco Panichi, ventisettenne. Si vedano“L’informatore alpino”, n. 11, 30 dicembre 1943; G. ZANDANO, op. cit., p. 56; P. SECCHIA - C. MO-SCATELLI, op. cit., p. 115; A. POMA - G. PERONA, op. cit., p. 100; G. QUAZZA, op. cit., p. 157; C.DELLAVALLE, op. cit., p. 99 (con data errata). Pare accertato, da testimonianze raccolte da GianniPerona, che la fucilazione (avvenuta alle ore 13) sia stata effettuata dai tedeschi (questa è la tesi soste-nuta anche da Gianni Zandano e da Guido Quazza. Claudio Dellavalle accenna anche a truppe fasci-ste provenienti da Biella).

77 Si trattava di sette fascisti di Coggiola, tra cui il segretario Carlo Gambetti, prelevati il 22 di-cembre dal distaccamento garibaldino “Matteotti”, che furono rilasciati la sera del 26. Si vedano te-legramma del podestà di Coggiola al capo della provincia, in ASV, serie cit., m. 65 e C. DELLAVALLE,op. cit., p. 99 (con data errata). Carlo Gambetti, nato il 5 giugno 1894 a Mosso Santa Maria, capi-tano degli alpini nella prima guerra mondiale, grande invalido di guerra e decorato di medaglia d’ar-gento. Fu podestà di Coggiola e poi commissario prefettizio: ricopriva questo incarico il 13 luglio 1944,quando fu fucilato dai partigiani.

78 Manoscritto di Morsero. Il capo della provincia aveva inviato alle ore 22 un fonogramma aZuccari: “Prego comandante venire da me subito conferire per relazionarmi attività svolta tra ieri etoggi”. Non sono stati reperiti altri documenti che consentano di comprendere quali “chiarificazioni”siano intercorse tra Morsero e Zuccari né, per ora, documentazione sufficiente a ben comprendere iloro rapporti. È certo però che il capo della provincia rimproverava a Zuccari di non mantenere conlui i necessari contatti. Si veda, ad esempio, una disposizione del 25 gennaio 1944: “Prego [...] volerrelazionare sulle operazioni che il Battaglione effettua, onde evitare che si vengano a conoscere fatti ecircostanze da altre fonti”. ASV, serie cit., m. 65.

79 Milite scelto Enrico Bonacina.

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Riprendiamo la trattazione, avviata con un altro articolo1, sulle azioni dei “ribelli” neimesi dell’inverno 1943-44, così come sono riportate in serie di documenti della Rsi. Dopoaver presentato documenti inediti della Prefettura repubblicana fascista relativi al dicem-bre 1943, prendiamo ora in esame una serie di rapporti dei carabinieri, pure inediti, sul-l’attività dei “ribelli” in un arco temporale più ampio, che va, grosso modo, dalle primeazioni partigiane di un certo rilievo (fine novembre-inizio dicembre 1943) al primo vastorastrellamento nazifascista nel Biellese (febbraio 1944).

I documenti pubblicati2 non trattano di tutte le azioni compiute dai partigiani in quelperiodo ma solo degli episodi in seguito ai quali intervennero i carabinieri, cioè da un latosi tratta di fatti di competenza ordinaria dell’Arma (prelevamenti, uccisioni, ecc.) e dal-l’altro di segnalazioni di presenza di “ribelli” in varie località, di scioperi e manifestazionipartigiane e operaie. Né si può ritenere che tutte le azioni attribuite nei rapporti a “ribelli”siano state compiute da partigiani: in molti casi non è facile, ad esempio, distinguere, auna prima lettura, tra prelevamenti effettuati da partigiani e rapine commesse da veri e propridelinquenti.

I rapporti che più interessano sono ovviamente quelli relativi a scioperi e manifesta-zioni, utili per una accurata ricostruzione delle lotte operaie in quel periodo, rapporti chetestimoniano, ancora una volta, il legame instaurato a partire proprio dal mese di dicem-bre, tra partigiani e classe operaia, legame che, come è già stato osservato, non si spezzòneanche in seguito alle feroci rappresaglie compiute dai tedeschi e dai militi della “Ta-gliamento”3 ma, nonostante momenti di sfiducia, di sconforto, si rafforzò quando, ai pri-mi di gennaio, gli operai scesero nuovamente in sciopero e trovarono al loro fianco i par-tigiani, il loro “braccio armato”.

Questi rapporti, a differenza di quelli pubblicati nell’articolo precedente, non dannoun quadro preciso, dettagliato della situazione della provincia di Vercelli: hanno una loropeculiarità e vanno letti sotto una luce e con chiavi di interpretazione diverse. Bisognainnanzi tutto tenere conto che gli autori di questi rapporti erano i carabinieri, che avevano,sì, una buona conoscenza delle situazioni locali, derivante anche da una estesa rete di sta-zioni disseminate nella provincia, ma che “aderivano” assai freddamente alla Repubblicasociale, concedendo una collaborazione “fiacca e parziale”. L’atteggiamento dei militaridell’Arma, incorporati forzatamente assieme alla Milizia volontaria per la sicurezza na-zionale nella neocostituita Guardia nazionale repubblicana, è spesso anzi di adesione al-l’antifascismo: non sono pochi i casi, ad esempio, di caserme disarmate con il consensodei militari. Non si può affermare che questa fosse una situazione generalizzata, soprat-tutto in zone dove l’influenza politica del movimento antifascista e partigiano tardò a farsisentire, ma è certo che, complessivamente, il comportamento dei carabinieri suscitò so-

“Oltre duecento ribelli armati...”

I rapporti dei carabinieri. 30 novembre 1943 - 28 febbraio 1944

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spetti, diffidenze fin dall’inizio nei gerarchi fascisti. Abbiamo già avuto modo di segnalareche non solo gli elementi della Gnr provenienti dalla Milizia non si fidavano dei carabi-nieri e non perdevano occasione per sottolineare nei loro rapporti che, durante assalti di“ribelli” a caserme, i carabinieri non reagivano, ma che lo stesso capo della provinciaMichele Morsero4, rivolse nel dicembre 1943 ripetute richieste agli organismi centralidella Rsi per ottenere contingenti di militari e di camicie nere, per “pacificare” il Biellesee la Valsesia, precisando che il rendimento dei carabinieri era molto discutibile. Del restoè noto che la fusione tra carabinieri e Milizia, per la costituzione della Gnr, fu ben pocofelice e che non durò molto: parecchi carabinieri passarono nelle fila partigiane e quelliche rimasero nei ranghi della Gnr nel mese di agosto del 1944 furono arrestati e deportatiin Germania5.

La stessa assenza, in questi rapporti, di riferimenti ad alcuni episodi che ebbero comeprotagonisti tedeschi o fascisti, eccidi e rappresaglie in particolare (o, se trattati, il modoin cui lo sono: brevi, frettolosi accenni), sta inoltre quasi a voler sottolineare la estraneitàdei carabinieri rispetto ai metodi feroci usati dai nazifascisti per “ristabilire l’ordine”.

L’analisi dei codici linguistici ci fornisce poi alcuni elementi per meglio comprende-re l’atteggiamento dei relatori di fronte alla Resistenza. Intanto non vi è un uso indiscrimi-nato dei termini “ribelli” e “banditi”: ci sembra di poter cogliere un tentativo da parte deicarabinieri di volere, per quanto possibile, operare delle distinzioni tra episodi che ebbe-ro come protagonisti partigiani e altri i cui autori non erano, con certezza, partigiani o erano“ignobili malfattori [che] abusando del glorioso nome dei partigiani si presenta[vano] pressoindustriali e commercianti e con false dichiarazioni o con minacce a mano armataestorc[evano] denaro, viveri, indumenti e altri generi”6. Non è infrequente nei rapporti, l’usodi termini quali “ignoti”, “sconosciuti”, “individui armati”. I carabinieri ci sembrano cioèpiù attenti, rispetto agli elementi della ex Milizia, a cogliere queste differenze: nei noti-ziari quotidiani redatti dal Servizio politico del Comando generale della Gnr, sulla basedelle informazioni, dei rapporti provenienti dalle varie province, ogni azione viene inveceinvariabilmente attribuita a “ribelli”, “banditi”, “terroristi”. Con un confronto tra i testi deirapporti dei carabinieri (anche di alcuni qui pubblicati) e quelli dei notiziari giornalieri delComando generale della Guardia nazionale repubblicana per Mussolini e i massimi gerar-chi della Rsi7 è possibile rilevare appunto questa manipolazione (accanto ad altre ancheben più importanti e significative)8.

I funzionari del Servizio politico del Comando generale della Gnr, per motivi ancorada studiare a fondo, molto spesso intervenivano infatti sui rapporti che giungevano lorodalla periferia, minimizzando o esagerando la portata di un fatto, oppure non inoltrandoper periodi anche lunghi talune notizie. Ci sembra importante segnalare alcune omissionisignificative: nei notiziari giornalieri della Gnr non compaiono quasi mai le notizie, ri-portate invece nei rapporti dei carabinieri qui pubblicati, su manifestazioni, su comizi dicapi partigiani, su interventi di partigiani a favore della popolazione, quali distribuzione distoffa, cuoio e altri generi prelevati in fabbriche o, in altri casi, ben occultati, in cantine dipossidenti. Come interpretare queste omissioni: si può pensare che si tratti di semplicesottovalutazione? Appare improbabile. E, d’altronde, per giungere a conclusioni che nonsiano semplici ipotesi sarebbe necessario poter confrontare sistematicamente i rapportitrasmessi ogni settimana dalle varie province a Brescia e i testi dei notiziari giornalieridel Comando generale della Gnr e potrebbe essere di qualche utilità almeno un raffrontosistematico relativo alle nostre zone: ciò permetterebbe, se non di verificare complessi-

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vamente la linea dei responsabili del Servizio politico del Comando generale della Gnr, diavere alcuni interessanti elementi per far luce su un problema di non secondaria importan-za per la ricostruzione della storia della Rsi.

Ancora alcune considerazioni. In questi rapporti si nota che frequentemente i relatorigonfiano, spesso a dismisura, il numero dei partecipanti alle azioni: questo criterio, se ècomune anche alla maggior parte dei notiziari della Gnr, ci sembra tuttavia qui utilizzatonon solo, e forse non tanto, per giustificare impotenza operativa, ma per mascherare inalcuni casi la collaborazione con i partigiani stessi.

Non si colgono invece i criteri che informano i notiziari redatti da elementi della Gnrprovenienti dalla Milizia: autoesaltazione, iperboli, affermazioni perentorie, omissioni edeformazioni interessate, falsità spudorate.

Si tratta, in ogni caso, di documenti di parte, che si devono leggere con le dovute cau-tele; potrebbe inoltre essere proficuo anche in questo caso un approfondito confronto contestimonianze. Comunque, al di là di limiti e di inesattezze, abbiamo ritenuto opportuna laloro pubblicazione perché non ci pare vano continuare a studiare la Resistenza anche ri-correndo a documenti “dell’altra parte”9.

30 novembre 1943Dalla Tenenza di Varallo si comunica che alle ore 11,30, provenienti da Omegna [No],

due autocarri targati NO portanti circa 30 ribelli armati mitragliatrici e trainanti un picco-lo cannone, entravano rapidamente in Borgosesia, sventolando il tricolore e cantando “ban-diera rossa”10.

1 dicembreLa Compagnia di Biella comunica che alle ore 20,30 in Andorno Micca sei individui

armati di moschetto e pistola si presentavano nella trattoria gestita da Zambelli Pierinoportando via liquori, una stilografica, generi alimentari. Dopo aver inutilizzato l’apparec-chio telefonico del locale si allontanavano.

2 dicembreCon fonogramma firmato Magg. Comandante del Gruppo si informa che in Varallo Sesia

un gruppo di ribelli inutilizzava il telefono pubblico sparando sulla piazza, lanciando bom-be a mano nell’esercizio Caffè Centrale e contro il Municipio. Ferivano alla coscia sini-stra il Carabiniere Lanati Giuseppe, uccidevano con due colpi di pistola il Csq. della G.N.R.Guida Leandro rifugiatosi in una casa privata. S’impossessavano di un autocarro, che poiabbandonavano a 4 km. circa da Varallo Sesia, e si dirigevano verso Novara. Si ritiene chetra i ribelli vi siano stati dei feriti11.

In Vallemosso, circa 30 individui armati asportavano macchina “Augusta” targa 8496.Nello stesso giorno, penetravano nei locali del lanificio di Vallemosso asportando di-

verse pezze di stoffa, e incendiando un magazzino dello stabilimento stesso12.5 dicembreIn borgata Piane di Mosso S. Maria circa venti militari ribelli armati, penetravano nei

locali della ditta Ferdinando Frascani asportando cuoio e tomaie13.Alice Castello. Alcuni sconosciuti, favoriti dall’oscurità, alle ore 0,30, assalivano a colpi

di rivoltella e lancio di bombe a mano una pattuglia di legionari della Guardia NazionaleRepubblicana addetti alla sorveglianza esterna del deposito di munizioni sito in località“Brik delle Vigne” [recte brich, Colle della Vigna]. Due Militi rimanevano feriti legger-mente e venivano trasportati nell’Ospedale Civile di Vercelli14.

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6 dicembreAlcuni ribelli armati e mascherati, penetravano nello stabilimento tessile Fratelli Fau-

della in Pavignano di Biella, distruggendo, mediante bombe incendiarie, un magazzino edil reparto finissaggio dello stabilimento stesso. Danni ingentissimi15.

In Vallemosso, circa 50 elementi ribelli armati di armi automatiche e bombe a mano,facevano una manifestazione sulla piazza della stazione, distribuendo alcuni pezzi di cuoioad operai che uscivano dalle fabbriche. I predetti, uccidevano l’appuntato della Guardia diFinanza e ferivano la guardia Burocco Giuseppe, mentre uscivano dal caffè della Stazio-ne16.

Biella Piazzo: 4 sconosciuti dichiarandosi agenti P.S. asportavano da privativa tabac-chi, denaro liquido e buoni fruttiferi postali.

7 dicembreTre sconosciuti, presumibilmente ribelli, si presentavano alla abitazione di certo Ros-

si Battista e di Santhià Guglielmo di Saluggia dai quali si facevano vendere rispettivamen-te farina di frumento, farina di granoturco ed un vitello. Alcune ore dopo gli stessi ritorna-vano in Saluggia e si ripresentavano nell’abitazione dei suddetti facendosi consegnare lasomma versata per l’acquisto della merce di cui sopra. Successivamente si allontanavanoportando seco il Rossi Battista ed il figlio Luigi del Santhià Guglielmo.

Biella. Circa 12 individui mascherati, armati, penetravano nei locali della tipografiaSateb (ex-sede del giornale “Il Popolo Biellese” ed ora de “Il lavoro Biellese”) e, dopoaver intimato al custode di ritirarsi e proceduto alla inutilizzazione del telefono e dellaluce, distruggevano i macchinari della tipografia ed appiccavano il fuoco al locale17.

10 dicembreBianzè. Cinque sconosciuti, giunti su automobile sprovvista di targa, e qualificandosi

per ribelli acquistavano da certo Gusmaroli Ernesto kg. 200 di riso. Effettuato l’acquistosi qualificavano per appartenenti alla polizia Germanica ed invitavano il Gusmaroli a se-guirli. Successivamente si recavano nella trattoria denominata “Tre Merli” sita in dettocomune per consumare il pasto indi si allontanavano portando seco anche un certo CarràMario ed altra persona non identificata.

Crevacuore. Circa 30 ribelli facenti parte di una banda di 200 (?) armati aggredivano lalocale caserma dei Carabinieri, disarmato il piantone, asportavano circa 150 pagliericciesistenti in un deposito18.

Ponzone Trivero. Una quarantina di ribelli armati, giunti su autocarro, penetravano neilocali del lanificio Giletti asportando ingenti quantitativi di stoffe nonché lire 600 mila incontanti. Parte della stoffa veniva dagli stessi distribuita alla popolazione. Successivamentesi prelevavano il segretario di quel Fascio che uccidevano, ed abbandonavano il cadaverein contrada Bugliana (sic) del detto comune19. Otto di essi spostatisi sulla strada Trivero-Mosso S. Maria disarmavano il carabiniere Mora Paolo. Poscia si sono allontanati dire-zione Cascina Campanile situata montagna comune Mosso S. Maria ove sono annidati cir-ca 600 ribelli.

11 dicembre[Tollegno]. Ore 11,30 circa in seguito at intervento Arma et pubblica sicurezza per fare

riprendere lavoro operai quello stabilimento filatura una quarantina ribelli armati di armiautomatiche appostati su collina sovrastante sparavano contro forza pubblica. Militari Armaet agenti P.S. reagivano sparando. Carabiniere ausiliario Martini Giuseppe riportava feritaal piede destro guaribile giorni 20 s.c., restava anche ferito lievemente sottufficiale P.S.

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Ore 13 circa eseguita battuta vicina zona collinosa non si sono verificati scontri.Ore 15 intervenuta truppa tedesca a mezzo manifesto sono stati diffidati operai Tolle-

gno riprendere lavoro lunedì venturo pena severe rappresaglie20.Un gruppo di ribelli armati, si presentavano presso lo stabilimento Fratelli Fila di Tri-

vero di Portula (sic), facendosi consegnare dal proprietario 40 pezze di panno grigio ver-de. Il giorno seguente, una ventina di altri ribelli, sempre a mano armata, irrompevano neilocali del Comune di Praj reclamando la consegna di armi. Avutane risposta negativa per-ché colà non si trovavano armi gli stessi si facevano consegnare una macchina da scriveregià di proprietà di quel Fascio, allontanandosi per ignota destinazione. Successivamente sirecavano presso la ditta Tonella Giovanni di Praj facendosi consegnare dallo stesso pro-prietario n. 90 coperte.

Nella notte, tra il 10 e l’11 corrente, altri ribelli a mezzo di autocarro asportavano nu-merosi materassi accantonati alla Frazione Giunchio del Comune di Ailoche21.

12 dicembreSerravalle Sesia. Circa 30 ribelli armati di armi automatiche, aggredivano quella ca-

serma dei Carabinieri e dopo aver disarmato il personale ivi esistente, asportavano diversiquantitativi di armi e arredamenti militari22.

14 dicembreCirca 30 ribelli, armati, dopo aver circondato il fabbricato, irrompevano nei locali della

caserma dei carabinieri di Scopa Sesia, immobilizzando il piantone e rendendo inutilizza-bile il telefono. Successivamente si impossessavano di armi, munizioni, nonché di 71 fu-cili da caccia ivi depositati da privati cittadini e vari materiali di equipaggiamento di altamontagna.

Cinque individui, armati, qualificatisi per militari dell’arma si presentavano presso l’abi-tazione del legionario in licenza Rota Olivo abitante in Miagliano di Andorno Micca, fa-cendosi consegnare un moschetto e sei caricatori, in suo possesso.

15 dicembreVerso le ore 16, un gruppo di otto ribelli armati di fucili mitragliatori, moschetti e bom-

be a mano, si è recato presso il distaccamento dei vigili del fuoco di Borgosesia, sito infrazione Montrigone in detto comune. Costoro, con minaccia a mano armata, costringe-vano gli undici vigili del fuoco presenti, senza armi, a consegnare un fusto di benzina di200 litri e due latte di 17 litri ognuna. Ottenuto tale carburante sequestrarono la macchinaFiat 22, adibita a carro attrezzi da incendio, sulla quale caricavano la benzina e con l’auti-sta, vigile Ramella Carlo, del luogo, partirono in direzione di Grignasco (Novara)23.

Circa 40 individui ribelli, mascherati ed armati, aggredivano il posto di avvistamentodella Milizia Art[iglieria] Contraerea sito in località San Carlo del Comune di Graglia; in-timata la resa ai quattro militi che presidiavano il posto e reso inutilizzabile l’impianto te-lefonico, gli stessi si allontanavano diretti sulle vicine montagne portando seco una tren-tina di coperte, sei moschetti e relative munizioni nonché viveri.

Vallemosso. Due sconosciuti presumibilmente ribelli accompagnavano in quella caser-ma dei carabinieri due individui che qualificavano per ladri. Entrati nei locali mentre unodei due minacciava con le armi in pugno il Comandante la Stazione, imponendogli di trat-tenere in caserma i due fermati ed impedendo al sottufficiale di uscire dall’ufficio. Un’oradopo sopraggiungeva nella caserma un altro individuo elegantemente vestito il quale ordi-nava ai primi due di portare fuori dalla caserma i fermati, che da accertamenti successiva-mente disposti, sono risultati essere due Capo Squadra della Milizia contraerea di Biella.

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16 dicembreCirca 20 ribelli armati, si sono recati in Crevacuore ed hanno intimato ad opifici della

zona di sospendere il lavoro [e] contemporaneamente distruggevano i cavi telefonici diquel centralino producendo una interruzione del servizio ed intimando all’operaio addettodi astenersi dall’effettuare le necessarie riparazioni24.

Buronzo. Circa 100 ribelli armati giunti su tre autocarri aggredivano quella casermadei carabinieri e dopo avere disarmato il piantone ed altri due militari che dormivano aspor-tavano un apparecchio telefonico, un apparecchio radio ricevente, armi, munizioni e ma-teriale di equipaggiamento.

Coggiola. Circa 50 ribelli, aggredivano quella caserma dei carabinieri disarmando tremilitari. Successivamente si recavano in quel Municipio asportando due apparecchi radio,12 paia di sci, 13 maschere antigas, tre brande, una macchina da scrivere, una cinquantinadi coperte ed alcuni gagliardetti di quel Fascio.

Nello stesso giorno, circa 200 ribelli armati si recavano nel territorio del Comune diPraj Biellese imponendo agli operai di quegli stabilimenti di abbandonare il lavoro. Alcu-ni di detti ribelli si recavano negli uffici sindacali locali, invitando i dirigenti ad aumenta-re la paga degli operai del 75%25.

In S. Eurosia del Comune di Pralungo quattro individui di cui uno mascherato penetra-vano nell’abitazione del M[ilite] V[olontario] Givone Primo della 1a Legione Guardia Re-pubblicana, in permesso, uccidendolo a colpi di arma da fuoco.

Borgosesia. Circa una ventina di ribelli armati disarmavano i carabinieri Ferrero Se-condo e Mioco Mario in servizio di pattuglia presso quello stesso scalo ferroviario.

Varallo Sesia. Circa 100 ribelli armati invadevano quella caserma dei Carabinieri, di-struggevano l’apparecchio telefonico, disarmavano il Comandante interinale della tenen-za ed otto militari ivi presenti, ed asportavano munizioni, due autovetture di servizio edaltro materiale esistente in caserma.

Contemporaneamente altri ribelli, in numero rilevante bloccavano tutte le vie di ac-cesso al paese, ed occupavano la stazione ferroviaria ed il centralino telefonico, disarma-vano due militari di pattuglia e quattro militari di ritorno dalla perlustrazione e saccheg-giavano alcuni magazzini privati asportando benzina ed altri materiali.

Indi irrompevano nei locali della Banca di Novara asportando registri e valori in dena-ro liquido ed in buoni. Terminata l’azione un individuo che si presume fosse il Capo deiribelli, riuniva la popolazione nella piazza principale di Varallo, facendo ivi convenire purela banda musicale alla quale faceva suonare la “Marcia Reale” e facendo esporre alle casebandiere tricolori26.

Sempre nello stesso giorno altri ribelli montati su autocarro, giungevano a Borgose-sia, presentandosi in quegli stabilimenti e invitando le maestranze a radunarsi sulla piazzaove venivano arringati dal noto comunista “Moscatelli Vincenzo”27.

17 dicembrePralungo. Cinque sconosciuti ad ora imprecisata della notte aggredivano nella propria

abitazione un milite che trovavasi colà in licenza uccidendolo28.Un numero imprecisato di ribelli armati, presentatosi presso la direzione di vari stabi-

limenti industriali di Coggiola e Portula di Coggiola (sic), imponevano agli operai di ab-bandonare il lavoro. Agli operai stessi riunitisi successivamente sulla piazza, venivano ri-volte parole inneggianti a Badoglio nonché invitanti ad astenersi dal lavoro sino a quandole loro paghe non fossero state aumentate del 65%.

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19 dicembreOre 19 gruppo ribelli in perfetto assetto di guerra con armi leggere e pesanti hanno

disarmato quattro carabinieri stazione di Gattinara. Ore 20,30 gruppo ribelli penetravanostabilimento Cartiera Italiana di Serravalle Sesia disarmando guardie giurate dello stabili-mento stesso.

20 dicembreOre 11,55 gruppo ribelli in due autocarri giungevano Masserano disarmando carabi-

nieri e tre militari presenti. Ore 13,30 gruppo ribelli invaso caserma Guardia Finanza diGhislarengo disarmando i militari ed asportando armi.

Ore 14. Oltre 200 individui provenienti dalle vallate vicine si riversavano in Cossatoobbligando aumenti paga e razioni viveri. Molti operai si accodarono ai dimostranti per-correndo le vie del paese al canto di “bandiera rossa”. Alle ore 18 circa 200 operai disar-mati hanno circondato caserma dei Carabinieri Cossato coll’intenzione di invaderla senzariuscirvi.

Ore 19 gruppo ribelli disarmava Carabinieri di Andorno Micca inutilizzando il telefo-no.

Stabilimenti industriali di Crevacuore - Praj - Coggiola, ancora inattivi. Gli operai diBorgosesia hanno ripreso normale lavoro.

Ore 11 gruppo ribelli asportava motocicletta di proprietà del Segretario Comunale diPortula che in precedenza era già stato minacciato.

21 dicembreSciopero in quasi tutti gli stabilimenti biellesi per imposizione dei ribelli che hanno

occupati alcuni paesi e minacciavano città di Biella. Pure stamani nel comune di Tollegno,occupato dai ribelli, venivano uccisi due soldati tedeschi e prelevati ufficiale tedesco eCapitano Comandante compagnia Carabinieri Biella, però fuggito e ricoverato Ospedale29.

Nella città di Biella per quanto vienci comunicato si lamentano un militare tedescomorto ed altro ferito. Guardia Repubblicana inviata Borgosesia per fronteggiare ribelliperdeva conflitto con questi, due legionari, mentre altro rimaneva ferito. Stessa GuardiaRepubblicana procedeva arresto circa 60 persone fra favoreggiatori et ribelli. Per fron-teggiare situazione urgono forti rinforzi Guardie Repubblicane convenientemente arma-te. Situazione ore 20 relativamente tranquilla perché città Biella libera e dominata da trup-pe tedesche. Borgosesia et zone limitrofe dominate da reparti Guardia Repubblicana. Azio-ne continuerà domani. In accordo con autorità militare tedesca emanata ordinanza restrit-tiva per tutte zone interessate nella reazione30.

Partigiani hanno occupato stanotte fabbrica filatura Tollegno. Stamane ore 6,45 parti-giani hanno impedito partenza treno da Sagliano Micca a Biella.

3 gennaio 1944Verso le ore 13 una quarantina di ribelli armati di fucili mitragliatori, lanciabombe, mo-

schetti e pistole automatiche assalivano il magazzino vendita monopolio di stato di Varal-lo Sesia asportando circa 30 kg. di tabacchi, parecchi pacchi di fiammiferi, ecc. Con-temporaneamente alcuni di essi a mano armata si presentavano al dirigente il servizio fer-roviario facendosi consegnare il denaro esistente in cassa ammontante a lire 406. La ful-mineità con la quale venivano perpetrate le due contemporanee aggressioni ed il rapidoeclissarsi dei ribelli rendeva vano l’intervento dei militari prontamente accorsi appenainformati, nonostante la disparità numerica ed il loro armamento ridotto. Stessa segnala-zione viene fatta dalla Guardia Nazionale Repubblicana Comando 28a Legione.

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Mongrando. Ore 22,10 quindici ribelli armati di pistole e bombe a mano, presentatisiabitazione fratelli Siletti, industriali, imponevano consegna L. 50.000 et autofurgoncinoFiat targato 13819 per valore L. 20.000. Detti ribelli, prima di allontanarsi, rompevanocavo telefonico del paese.

Ore 19,50 in Sala dodici banditi armati pistola, entrati casa Giubasso Giuseppe, d’anni60, sotto minaccia armi si facevano consegnare quattro maiali et generi alimentari valoreL. 12. 000.

4 gennaioOre 11,50 numero sei ribelli armati presentatisi nello spaccio n. 1 di Serravalle Sesia

della locale Cartiera Italiana, asportavano scatole di generi alimentari vari, per il valore diL. 6693 allontanandosi poi rapidamente montati su autovettura dirigendosi verso Borgo-sesia.

Il Comando Carabinieri comunica pure che a seguito segnalazione del 3 corrente, i ri-belli nella stessa giornata recatisi alla tipografia Zanfa di Varallo ordinavano 300 manife-sti affiggendoli all’imbrunire sulle mura (sic) della città.

Verso le ore 4 una squadra ribelli penetrati nello stabile dell’albergo Italia di VaralloSesia, dopo aver bloccato la comunicazione telefonica ed immobilizzato il custode sottola minaccia delle armi asportavano dalla stalla n. 4 bovini del valore complessivo di L.8.000.

Ore 15 ottanta ribelli armati, dopo avere bloccato le vie d’accesso a Crevacuore edessersi assicurati che la caserma dell’arma era disarmata, penetravano nell’abitazione diCiceri Pietro commissario fascio repubblicano asportando parte suppellettili. S’impadro-nivano parimenti di un autofurgone Fiat di proprietà della società Garlanda. Verso le ore16,30 dopo aver interrotto la linea telefonica si allontanavano in direzione di Postua31.

Alle ore 9 del 2 corrente quattro sconosciuti a mano armata presentatisi alla portineriadella manifattura lane di Borgosesia si facevano accompagnare dal custode Turlo Zefferi-no nella vicina autorimessa dalla quale asportavano un’automobile “Lancia Augusta” diproprietà del dott. Bader di Borgosesia.

10 gennaioOre 9,30 in Andorno Micca una quindicina di ribelli armati dopo aver bloccato le vie di

accesso al Municipio, penetrava nell’Ufficio Polizia Urbana disarmando le due guardiecomunali della propria rivoltella.

11 gennaioOre 10,30 una decina di ribelli armati hanno imposto la totale sospensione dal lavoro

negli stabilimenti tessili di Trivero. Gli operai sono stati fatti uscire dalle fabbriche.Nella mattinata, ribelli presentatisi stabilimento Bozzalla e Lesna di Coggiola preten-

devano che venissero pagati agli operai le 192 ore. Al rifiuto del direttore hanno fatto uscirele maestranze dallo stabilimento. Dopo circa un quarto d’ora si ripresentavano dal diretto-re che prelevavano come ostaggio, dichiarando che l’avrebbero rilasciato solamente quandosarebbero state pagate le 192 ore suddette. Il direttore risponde al nome di Harrj Luigi.Gli stessi ribelli si portavano quindi dalla ditta Barberis Canonico Giovanni sita in localitàPratrivero, obbligando gli operai ad uscire dallo stabilimento. In seguito si portavano dalladitta Zegna Ermenegildo di Trivero ed alla filatura Piemonte sempre obbligando gli operaiad astenersi dal lavoro32.

Alle ore 16 viene telefonato dal Commissariato di P.S. di Biella che il direttore dellostabilimento Bozzalla e Lesna di Coggiola ha inviato a mezzo di ribelle al proprietario dello

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stabilimento stesso residente in quel Comune, un biglietto nel quale era scritto che se eglinon avesse fornito un taglio di abito ad ogni operaio dipendente al prezzo di lire 100, do-mani il lavoro non sarebbe stato ripreso ed il Direttore non sarebbe stato rilasciato. Chie-sto ripetutamente l’intervento del locale Comando Tedesco, sino alle ore 16 nulla è statodisposto. Il proprietario teme fortemente rappresaglie.

Un centinaio di ribelli si presentavano presso gli stabilimenti Bozzalla e Lesna ed im-ponevano a quelle maestranze la immediata cessazione dal lavoro.

Nel lanificio Cartotto di Chiavazza su 110 operai solo 10 di essi si sono presentati allavoro.

L’Ufficio di P. S. di Biella ha telefonato alle ore 13 comunicando i seguenti dati rela-tivi agli stabilimenti dove gli operai si erano astenuti dal lavoro: Barberis-Zegna, Piemon-te di Trivero, Bozzalla e Lesna di Coggiola.

La Stazione di Carabinieri di Crevacuore alle ore 14,30 ha informato che una cinquan-tina di ribelli armati dopo aver interrotto comunicazioni telefoniche e dopo aver bloccatostrade, facevano scioperare operai stabilimenti Crevacuore; Filatura Trabaldo, Conte Sterzi,Bozzalla. Allontanavansi ore 9 verso Coggiola.

12 gennaioOre 19 viene comunicato che in Sagliano Micca un gruppo di ribelli tenta sfondare la

porta del magazzino di stoffe di certo Pria. Il magazzino in parola contiene stoffe per unvalore di circa due milioni. Comando Tedesco in Biella informato.

Il comando Stazione di Serravalle Sesia comunica: ieri sera 11 corrente un gruppo ar-mato di ribelli presentavasi al messo comunale di Postua tale Genziano Anselmo, facen-dosi consegnare le chiavi del palazzo comunale e dell’edificio scolastico accedendo neilocali ed asportando ruoli imposte e tasse del comune per l’anno 1944. Gli invasori si al-lontanavano poco dopo senza recare altri danni alle persone e materiale ivi esistente33.

Il Comando Stazione dell’Arma di Crevacuore comunica: stamani ore otto operai notistabilimenti hanno ripreso lavoro.

13 gennaioNella notte dal 13 al 14 gennaio, verso le ore una individui armati presentatisi diretto-

re succursale Banca Popolare di Novara sita nel comune di Buronzo, tale Torti, impone-vangli con le armi di aprire la cassa dell’istituto e consegnargli il denaro ivi contenuto. Irapinatori gli rilasciavano una ricevuta dopo essersi fatti redigere una dichiarazione dal Tortiche l’ammontare dallo stesso consegnato, rispondeva alla somma di lire 100.000. Gli sco-nosciuti si allontanavano affermando di avere urgenza dato che dopo le ore 5 dovevanotrovarsi oltre Biella e che l’automezzo di cui disponevano non era troppo in buona effi-cienza. Gli stessi parlando tra di loro, affermarono che sarebbero ritornati in quel comuneper recarsi alla Cassa di Risparmio.

Ieri Crevacuore alcuni ribelli hanno minacciato i dirigenti della ditta Bozzalla ed han-no prelevato uno dei dirigenti stessi a nome Reganzone.

In Praj sono andati dalla ditta Pietro Togna, lanificio ed hanno prelevato uno dei diri-genti a nome Togna Flaminio mentre il fratello Adolfo riusciva a fuggire.

16 gennaioOre 19,50 in contrada “Ronco” Cossato sette individui vestiti abito civile di cui uno

mascherato ed armato pistola, fecero irruzione in casa colonica Maffeo Vittorino anni 59,contadino, qualificandosi per agenti della forza pubblica, perquisirono abitazione aspor-tando lire 365 e due orologi di metallo da uomo.

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17 gennaioOre 10 tre ribelli armati si presentarono al segretario comunale di Andorno Micca in-

giungendogli di consegnare una macchina da scrivere, ma alle rimostranze del predetto - ilquale il giorno prima aveva dovuto consegnare altra macchina - desistevano allontanando-si. Mezz’ora dopo, probabilmente gli stessi ribelli si presentavano al custode dell’ufficioUnione Sindacati Lavoratori Industria di Andorno Micca, obbligandolo sotto la minacciadelle armi a consegnare una macchina da scrivere “Olivetti” portatile, della carta per mac-china, allontanandosi subito verso la frazione Bioglio (sic).

Ore 15,30. In Borgosesia un gruppo di ribelli ha collocato due mine verso la metà delponte in muratura che attraversa il torrente Sesia che congiunge la frazione Aranco allastrada provinciale di Borgosesia-Vercelli. L’esplosione delle mine non ha intaccato la strut-tura del ponte34.

Ore 17,30. In Tavigliano circa cento ribelli armati sono penetrati nei depositi vini diproprietà Nelva Delfo, asportandone parte e distribuendo alla popolazione locale circa 15ettolitri di vino pregiato, vermouth e marsala, causando un danno di L. 35.000 circa.

18 gennaioGruppo ribelli collocava una mina sulla linea ferroviaria Novara-Varallo all’altezza del

sottopassaggio S. Quirico strada provinciale Borgosesia-Novara. L’esplosione provocavalo spostamento e la rottura del tratto di binario per la lunghezza di circa nove metri. Il pontenon riportava avarie salvo lieve incrinatura al parapetto destro.

19 gennaioOre 15 circa in Sagliano Micca un gruppo di ribelli armati si faceva consegnare dal-

l’autista Rossetti Francesco di Anselmo di anni 29, residente a Pralungo, 18 casse conte-nenti 900 bottiglie di vino barolo di proprietà di Coda Giuseppe fu Giacomo, residente aBiella, commerciante, causando danno L. 38.000 circa. Detti ribelli obbligavano il Ros-setti ad accompagnarli col proprio autocarro alla frazione Orio Mosso del comune di Quit-tengo ivi veniva scaricata la merce lasciandolo in libertà verso le ore 20 dello stesso gior-no.

Ore 21 in Alice Castello alla cascina Tabia, tre individui di cui uno indossava la divisamilitare, penetrati mano armata nell’abitazione di Fiorani Pietro, agricoltore, lo derubava-no di lire 6.000 in biglietti di stato e lire 68.000 in buoni fruttiferi sui quali è stato postoil fermo.

20 gennaioNotte 19 at 20 corrente, ora imprecisata, localit Mulino comune Callabiana ignoti,

penetrati salone lavorazione fabbrica tessuti Del Grosso Virginio, asportavano metri 37stoffa pettinato, metri 180 articoli tecnici cotone greggio, metri 70 stoffa gabardino mi-sta ed una cinghia di cuoio per lavaggi per un valore di lire settantamila.

21 gennaioOre 20,30 in Candelo tre ribelli appartenenti scaglione Vallemosso penetravano abita-

zione Viana Clara anni 40 negoziante tessuti rapinandola della somma di L. 13.000 nonchédi un braccialetto in oro.

23 gennaioOre 20 in Lessona, frazione Baraggia, sei ribelli armati di fucile mitragliatore, pistole

e bombe a mano, penetrati nella cabina elettrica S.I.E. Dinamo, dopo aver imposto ai dueguardiani di allontanarsi con le rispettive famiglie collocarono quattro ordigni esplosivi(uno dei quali inesploso) nei trasformatori provocandone la distruzione di essi e la rottura

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dei vetri della cabina, arrecando un danno complessivo di lire ottocentomila alla societàpredetta.

Ore 20 in Brusnengo presso locanda Commercio, Coggiola Anselmo di anni 18, con-tadino, veniva ferito al torace destro da un colpo di rivoltella sparatogli a bruciapelo dasconosciuto eclissatosi col favore dell’oscurità. Il ferito si trascinò nel vicino cortile delDopolavoro ove veniva rinvenuto poco dopo dal Dr. Marchese e dal Commissario Prefet-tizio del Comune che lo trasportarono all’ospedale di Masserano. È risultato dalle indagi-ni che il Coggiola faceva parte già di una banda di ribelli e che aveva fatto ritorno al paesefino a quando era stato colpito dallo sconosciuto. È stato disposto il suo piantonamentonell’ospedale di Biella ove è stato successivamente ricoverato.

24 gennaioOre 22,30 in Mongrando venti ribelli sconosciuti armati si presentarono allo stabili-

mento di Graziano Severino ed imposero al figlio la consegna dell’autofurgoncino che ri-portarono dopo dieci minuti dileguandosi verso Zubiena.

Ore 10. Un gruppo di ribelli armati si sono presentati a Praj, presso lo stabilimentodella ditta Trabaldo facendosi consegnare 15 litri di benzina; verso le ore 13 hanno requi-sito un motocarro di proprietà del magazzino Trasporti Gondrand di Praj; verso le ore 16hanno fucilato davanti alla porta del cimitero di Praj Tisi Arnaldo, perché spacciatosi percapo ribelle si faceva consegnare danaro dalla popolazione. Indi si sono allontanati versoCoggiola.

25 gennaioOre 4 in Mongrando tre individui sconosciuti armati di fucile mitragliatore si presen-

tarono ad Andreo Amilcare da Mongrando, negoziante facendosi consegnare l’autocarroFiat 508. Gli stessi alle ore 9,30 restituirono l’autocarro.

Ore 13. In Crevacuore reparti germanici di battuta per la cattura di ribelli trovato [Vita-le] Vercella Baglione di anni 39 da Coggiola, contadino, in possesso di pistola, l’hannofucilato. È stata ordinata la rimozione del cadavere ed il seppellimento immediato.

Ore 10. In Mosso S. Maria oltre 200 ribelli armati scesi dalle vicine montagne, dopoaver appiccato il fuoco alla porta d’ingresso della tipografia di Grotti Mario si imposses-sarono di una macchina da stampa, relativi caratteri nonché inchiostri e carta arrecandogliun danno di oltre 100.000 lire. I ribelli durante la loro attività criminosa bloccarono le viedi accesso al paese con squadre armate di mitragliatrici35.

26 gennaioOre 12 gruppo ribelli giunto a Borgosesia su autocarro asportava dal locale consorzio

agrario kg. 90 di saponette, q. 35 di riso, q. 2 di pasta, kg. 450 di zucchero, kg. 446 dimarmellata, q. 10 di farina granoturco e q. 6 nafta.

Dallo stesso gruppo venivano in seguito prelevati il Comm. Pascale Mario, Commis-sario Prefettizio di Borgosesia e l’industriale Magnia [recte Magni] Giovanni, direttoredella tessitura lane locale. Il gruppo di ribelli si allontanava poscia in direzione di VaralloSesia36.

Ore 12,30. Gruppo ribelli giunto a Borgosesia su automezzi asportarono in danno delgrossista Alfredo Oreste, la seguente merce: 5 casse contenenti 85 mastelli di marmella-ta, 15 scatole contenenti pollo in gelatina, 200 pezzi di sapone per stoviglie, 10 latte diliquorizia, 6 casse di articoli liquorizia per un valore di L. 20.000 circa.

In Biella, proveniente da Novara è giunto un reparto del 115o Btg. G.N.R. con 20 uffi-ciali e 350 uomini di truppa al comando del Ten. Col. Languso [recte: Languasco] Aurelio.

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27 gennaioOre 21,45 sei individui armati e mascherati in Callabiana si presentarono nell’abita-

zione di Gibello Davide in Borgata Casa Rossa N. 150 e sotto la minaccia delle armi siimpossessarono di un quantitativo imprecisato di stoffe, camicie, fazzoletti, filati e lana,un tessuto artistico, un orologio d’argento, una lampadina dinamo, una pezza flanella, cin-que pacchetti di sigarette nazionali e due salumi, il tutto valente circa 160 mila lire.

Nel pomeriggio, una diecina di ribelli armati, si recavano al Campeggio di Trivero diproprietà del Conte Ermenegildo Zegna, da dove, in danno dello stesso, asportavano ven-tidue materassi di lana, dirigendosi poi con la refurtiva verso il Monte Cerchio (comunedi Mosso S. Maria) dove gli stessi sono accampati.

28 gennaioRibelli armatisi presentarono al direttore dello stabilimento Zegna di Trivero al quale

dichiararono che se la ditta avesse ancora consegnato una sola pezza di stoffa alle autoritàgermaniche, avrebbero fatto saltare con la dinamite tutto lo stabilimento.

In Serravalle Sesia, un gruppo armato di ribelli presentatosi nei negozi di generi ali-mentari, dei commercianti Marchese Mario e Saini Cesare entrambi con negozio in corsoUmberto I, asportarono lardo, formaggio, burro e generi alimentari vari causando un dan-no di lire 1500 al Marchese e circa L. 400 al Saini37.

Ore 15,30. Sulla strada provinciale Mongrando-Occhieppo [Inferiore] due sconosciu-ti apparentemente disarmati vestiti in grigio scuro età anni trenta fermarono Potasso Ric-cardo di Angelo autista ditta Graziano Severino, facendosi consegnare autofurgoncino valorelire 25.000.

29 gennaioAlcuni ribelli zona di Coggiola durante la mattinata recatisi nell’esattoria comunale di

Coggiola, hanno asportato il registro delle imposte e pare si siano impossessati di unasomma giacente in cassa sulle 100.000 lire. Di poi penetravano nei locali dei tre istitutibancari e si facevano consegnare da ciascuno circa 20.000 lire. Nel pomeriggio alcuni diessi raggiungevano Praj Biellese, ritornando a Coggiola poco dopo.

Ore 19,30. In Muzzano quattro ribelli armati di pistola si presentarono nell’abitazionedi Dondana Luigi nato a Camburzano, Commissario Prefettizio di Muzzano e lo costrin-sero accompagnarli all’abitazione di Peraldo Pietro, residente a Muzzano, Centurione dellaMilizia. Quivi giunti invitarono quest’ultimo accedere in strada per conferire. Questi, vi-sto dalla finestra predetto commissario, aderì, seguito da Bertoldi Franco, capo manipolomilizia, residente a Muzzano nella medesima casa. Appena aperta la porta i quattro scono-sciuti sparavano vari colpi di pistola contro Peraldo e Bertoldi, colpendo anche il Donda-na mentre cercava ripararsi nell’interno dell’abitazione. Il Bertoldi, sebbene gravementeferito, scaricava prontamente la sua pistola contro gli aggressori, colpendone, a quanto egliritiene, almeno due, che però dileguavansi senza lasciare traccia. Dondana e Peraldo sonodeceduti. Bertoldi trovasi ricoverato ospedale Biella grave stato38.

31 gennaioOre 20,30. Tre persone vestite in borghese, armate di pistola ed alquanto avvinazzate39

irruppero, sfondando la porta d’ingresso nell’abitazione dell’industriale Ciocchetti Gio-vanni di Giuseppe, nato a Biella il 7 ottobre 1896, ivi residente, via Quintino Sella 17, dopodi aver sparato due colpi di pistola alla figlia del suddetto Ciocchetti Sandra, classe 1921,che trovavasi sul balcone. Indi condussero madre e figlia alla loro caserma. Indi i tre sfon-davano la porta della casa. Inviati sul posto i carabinieri Marchesello Francesco, Parero

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Enzo, Actis Dama Pietro e Garafi Carmelo, trovarono la porta sfondata e da vicini di casaappresero che le due donne erano state condotte altrove, probabilmente da ribelli, i qualiavevano lasciato detto che sarebbero ritornati poco tempo dopo. Il Carabiniere Marche-sello, per procedere alla cattura dei tre sconosciuti, qualora fossero ritornati, dispose glialtri militari all’ingresso dello stabile, con ordine di sparare contro chiunque si fosse av-vicinato senza rispondere alla parola d’ordine o farsi riconoscere, e quindi salì nell’abita-zione predetta per mettersi in contatto telefonico con il comando dei carabinieri, senzaperò riuscirvi subito, perché i fili erano stati rotti ed occorrevano alcuni minuti per ricon-giungerli.

Nel frattempo si avvicinarono tre borghesi sconosciuti i quali alle rituali intimazionidei carabinieri non risposero con la parola d’ordine né si qualificarono, per cui i due mi-litari fecero fuoco contro di loro, che però risposero con colpi di pistola e col lancio didue bombe a mano.

Essendo quasi subito dopo giunto sul posto altro contingente di carabinieri e di militi,venne chiarito l’equivoco ed il conflitto ebbe termine senza conseguenza da ambo le parti.A questo punto però i militi adducendo che i due carabinieri avevano fatto fuoco contro diloro sol- 40.

Ore 20,30 tre persone vestite in borghese, armate di pistola ed alquanto avvinazzateirruppero, sfondando la porta d’ingresso nell’abitazione dell’industriale Ciocchetti Gio-vanni di Giuseppe, residente in Biella, dopo di aver sparato due colpi di pistola alla figliadel suddetto, Ciocchetti Sandra che trovavasi sul balcone. Indi, puntando le rivoltelle aquest’ultima - rimasta illesa - ed alla di lei madre Colombo Letizia, chiesero del marito,ed avutane risposta ch’egli era assente, i tre si qualificarono militi appartenenti al 115o

Battaglione “M”, prelevarono le due donne, le condussero nella loro caserma e le riac-compagnarono a casa circa ore 21,30 dopo di averle sottoposte ad interrogatorio.

2 febbraioOre 13,30 tre individui armati si impossessavano in Varallo Sesia di un camioncino tar-

gato 64717 TO di proprietà della S.A. Fiat di Torino.4 febbraioQuattro corrente, ore 16 circa, in Cellio due sconosciuti armati si presentavano nel-

l’abitazione di certo Della Setta Alfredo di Enrico, facendosi consegnare kg. 50 lardo, ri-cavato dalla macellazione di un suino per uso famiglia.

5 febbraioOre 19, in Biella tre individui armati di pistola si presentavano in casa di Barbera Lo-

dovica vedova Ramella fu Agostino di anni 66 abitante in Biella, rapinandola di tre catened’oro, tre braccialetti d’oro, cinque anelli oro e un orologio oro, valenti complessivamen-te lire 25.000, nonché lire 25.000 biglietti banca e indi si dileguavano nella vicina campa-gna sparando alcuni colpi di rivoltella. Seguito indagini.

6 febbraioOre 15,30 carabinieri Marchetto Bruno, Ansalone Alfio, Bernabè Guerrino trovandosi

a diporto a Biella, su indicazione avuta dal figlio della rapinata, procedevano fermo tre gio-vinastri ritenuti sospetti autori rapina. Mentre li accompagnavano in caserma uno di essi sidava alla fuga e, sebbene inseguito e fatto segno a tre colpi di pistola da parte del carabi-niere Ansalone Alfio, confusosi tra la folla riusciva a dileguarsi41.

8 febbraioOre 20,45 in Vigliano Biellese quattro sconosciuti penetrarono mano armata abitazio-

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ne mugnaio Clerico Mario fu Giuseppe, asportando lire 1500 circa biglietti banca ed as-segni bancari, due tagli stoffa uomo, un abito confezionato, due paia di scarpe e tre salamiil tutto valore complessivo lire 5000 circa nonché lire 800 biglietti di banca, un taglio abito,un vestito da uomo, il tutto valente circa lire 3.000, appartenente a Dindo Camillo, garzo-ne del Clerico, allontanandosi per ignota destinazione.

10 febbraioOre 13,30 in Andorno Micca quattro sconosciuti armati pistola e moschetto, qualifi-

catisi partigiani imposero direttore stabilimento Grosso e Valz, sig. Guasco Amilcare fuMaggiorino, consegnare loro autovettura “Lancia Augusta” targata 7162 VC, di proprietàdella ditta stessa, promettendo restituzione.

12 febbraioOre 17 in Borgosesia alcuni individui armati presentatisi portineria locale stabilimen-

to “Manifattura Lane” si facevano consegnare dal portinaio Liotti Giovanni di Carlo d’anni51, numero 21 pezze panno grigio verde.

14 febbraioOre 7,40 in frazione Cossila [di] Biella il milite fascista in abito civile Bartolin Augu-

sto di Pietro, mentre attendeva il tram proveniente da Oropa veniva ucciso con cinque colpidi pistola sparatigli da uno sconosciuto allontanandosi immediatamente per ignota desti-nazione.

15 febbraioOre 10, sei ribelli in Falcero di Vallemosso presentatisi nello stabilimento tessile Fra-

telli Garlanda hanno preso ostaggio industriale Garlanda Ugo fu Albino podestà di Lesso-na allontanandosi ignota destinazione su automobile targa imprecisata.

Ore 8,30. Gruppo ribelli armati ha assalito le succursali delle sottoindicate banche im-possessandosi dei valori esistenti ammontanti a circa due milioni: Banca di Novara, BancaCommerciale Italiana, Cassa Risparmio di Biella ed Istituto S. Paolo di Torino.

Ore 15. Sei individui armati in Varallo Sesia si presentavano alla manifattura “Rotondi”del luogo, facendosi consegnare 30 litri di benzina destinata manutenzione macchine del-la manifattura stessa, per un valore di lire 200 circa.

17 febbraioOre 22 in Cossato cinque ribelli armati uccisero a colpi di pistola propria abitazione

Carta Enrico anni 45 elettricista. Altri ribelli armati ore tre del 18 andante in Mosso S.Maria hanno fucilato una donna et ore dodici stesso giorno altre quattro donne et setteuomini, tutti non ancora identificati42.

18 febbraioSecondo notizie confidenziali si ha motivo di ritenere che durante la scorsa settimana

un aereo nemico avrebbe rifornito di armi, munizioni e generi di conforto qualche bandadi ribelli del Biellese. In particolare viene riferito che la nota banda capeggiata dal comu-nista Moscatelli, esistente nella zona di Varallo Sesia precisamente accampata in localitàRimella, avrebbe ricevuto in tale circostanza circa cinquanta fucili mitragliatori con ab-bondante munizionamento, diverse casse contenenti cioccolato e molti pacchi di sigaret-te di marca inglese.

20 febbraioOre 15 circa in Quarona tre sconosciuti appartenenti a bande armate presentavansi abi-

tazione sig. Fioranzo (sic), della manifattura Lana e si facevano consegnare armata manola somma di lire 5.000.

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21 febbraioTre sconosciuti appartenenti a bande armate presentavansi abitazione sig. Fioranzo, a

Quarona, e si facevano consegnare la somma di lire 7.00043.Ore 17. Gruppo individui mano armata presentatisi al Consorzio Agrario di Varallo Se-

sia si facevano consegnare q. 5 di riso e q. uno di pasta, allontanandosi poscia per l’altaValsessera (sic). I suddetti hanno lasciato una ricevuta a firma illeggibile. Danno arrecatoaggirasi su lire 1400.

22 febbraioDue ribelli armati fucile “Mitra” dopo aver tentato invano indurre piantone aprire por-

te caserma carabinieri Serravalle Sesia, qualificatisi fascisti asserendo voler conferireurgentemente con comandante stazione sparavano numerosi colpi arma contro finestracentrale caserma senza conseguenze. Contemporaneamente altro gruppo armati nell’abi-tato prelevato presso propria abitazione tale Resta Romualdo di Francesco, panettiere,allontanavansi. Il Resta rilasciato subito dopo in libertà veniva ricoverato ospedale Gatti-nara per ferite riportate ad opera ribelli.

23 febbraioOre 2 ribelli collocavano una mina nel tubo scarico acqua posto altezza primo pilastro

ponte ferroviario in muratura comune S. Quirino (sic) linea Varallo-Novara sito confinecomuni Borgosesia et Grignasco. Esplosione provocava apertura contro pilastro larga circaun metro del diametro. Nessun danno alle persone. Transito momentaneamente sospesoet viene effettuato con trasbordo.

25 febbraioOre 11 circa alcuni armati entravano nell’ufficio della Federazione Lavoratori agricoli

ed asportavano una macchina da scrivere marca Olivetti, una radio rurale, carte e busted’ufficio. La rapina è avvenuta in Varallo Sesia.

26 febbraioIn frazione Montana Francia [recte montana Affrancia] del comune di Borgosesia alcu-

ni individui armati si presentavano nell’abitazione di certa Calzini Maria, ivi residente eprelevavano due militi della G.N.R. appartenenti alla 33a Legione con stanza ad Imperia,che ivi si trovavano in licenza breve di giorni tre più due; detti militi sono Fallauger Paoloe Ferri Alberto. La licenza era scaduta il 24 corrente ed era stata fruita presso la zia mater-na suddetta.

28 febbraioGiorno 28, ore 17,30 una diecina banditi sconosciuti armati fucili mitragliatori et pi-

stole abiti civili in Zubiena catturavano et condussero seco località sconosciuta GivonePietro di Celestino, ivi residente, commerciante. Dopo entrarono ufficio postale et di-strussero apparecchi telegrafico et telefonico tenendo sotto minaccia armi supplente Val-lanzasca Maria fu Pietro ivi residente.

Ore 11. Stamane, ore 11, tre individui a mano armata intimarono titolare ricevitoria P.T. di Rosazza la consegna della cassa e vi asportarono lire duemila.

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1 PIERO AMBROSIO, Dicembre 1943: iniziano le azioni contro i “ribelli”, in “l’impegno”, a. 3,n. 4, dicembre 1983, p. 10 e ss., qui riedito, a cui si rinvia per confronti tra le due serie di documenti.

2 “Relazione dei carabinieri sulle attività dei ribelli nella provincia”, dattiloscritto di venti pagine,conservato nell’Archivio di Stato di Vercelli (ASV), fondo Prefettura Repubblicana 1943-45, Gabi-netto, serie 1, mazzo 65.

3 Sul 63o battaglione “M”, sulla legione “Tagliamento”, sul 115o battaglione “Montebello” e altribattaglioni “M” della Guardia nazionale repubblicana operanti in provincia di Vercelli durante la Re-pubblica sociale italiana si veda in appendice. Sul 63o battaglione e sulla legione “Tagliamento” si ve-dano anche altri articoli riediti in questo volume.

4 Se ne veda la biografia in appendice.5 Sulla deportazione dei carabinieri si veda: P. AMBROSIO, I notiziari della Gnr della provincia

di Vercelli all’attenzione del duce, Borgosesia, Isr Vc, 19801, pp. 78-81 e 97 e Varallo, Isrsc Bi-Vc, 20122, e-book, pp. 97-100 e 113.

6 Il Comando di Zona dei Partigiani, Avviso alla popolazione, Zona di Biella, 14 dicembre 1943,copia in ASV, mazzo 65.

7 I notiziari della Gnr sono conservati nell’archivio della Fondazione Micheletti di Brescia.8 Sui notiziari della Gnr si veda l’introduzione a P. AMBROSIO, I notiziari della Gnr della provin-

cia di Vercelli all’attenzione del duce, cit., p. XIX e ss. della prima edizione e p. 19 e ss. della se-conda.

9 Per evitare di appesantire inutilmente le note con continui riferimenti ad altri testi, indichiamo, unavolta per tutte, le principali opere che hanno trattato di alcuni degli episodi, qui riportati, relativi aimesi di dicembre 1943 (soprattutto) e di gennaio e febbraio 1944 (in minor misura): PIETRO SECCHIA

- CINO MOSCATELLI, Il Monte Rosa è sceso a Milano, Torino, Einaudi, 1958, pp. 114-115, 124-130, 133 e ss, 167; ANELLO POMA - GIANNI PERONA, La Resistenza nel Biellese, Parma, Guanda,19721, Biella, Giovannacci, 19782, pp. 84-87, 95 e ss., 129 e ss.; CLAUDIO DELLAVALLE, Operai,industriali e partito comunista nel Biellese. 1943-45, Milano, Feltrinelli, 1978, pp. 79-80, 94-95e ss., 101 e ss.; GIANNI ZANDANO, La lotta di liberazione nella provincia di Vercelli, Vercelli,Sete, 1957, p. 49 e ss.; GUIDO QUAZZA, La Resistenza italiana, Torino, Giappichelli, 1966, p. 152e ss. (diario dell’autore); P. AMBROSIO (a cura), I notiziari della Gnr della provincia di Vercelliall’attenzione del duce, cit., pp. 111; L’azione dei distaccamenti della Brigata d’assalto Gari-baldi, in “Il combattente”, numero speciale, gennaio 1944, edito in “l’impegno”, n. 0, aprile 1981.Sulle azioni dei distaccamenti garibaldini si veda anche la serie di articoli di A. POMA, Parliamo deiprimi distaccamenti garibaldini biellesi, in “l’impegno”: Il “Carlo Pisacane”, a. I, n. 1, dicembre1981, Il “vecchio Piave”, a. II, n. 2, giugno 1982, Il “Fratelli Bandiera”, a. III, n. 2, giugno 1983,Il “Nino Bixio”, a III, n. 3, settembre 1983. Altre opere in cui si trovano singoli riferimenti a episodiriportati nei rapporti dei carabinieri qui riprodotti saranno citate di volta in volta.

Tra questi rapporti dei carabinieri e altri documenti e fonti edite vi sono talvolta discordanze didate e relative al numero di morti e di feriti in scontri a fuoco che non sempre abbiamo ritenuto disegnalare, così pure non abbiamo ritenuto di rettificare dati palesemente inesatti per quanto riguardail numero dei partigiani partecipanti alle varie azioni, il loro armamento, ecc. Nelle note che seguonosi è tentato, per quanto possibile di indicare i distaccamenti autori delle varie azioni, sulla base di ele-menti che ne rendano certa l’attribuzione (altri documenti, testimonianze, fonti edite, ecc.); in caso didubbi abbiamo preferito invece omettere indicazioni che potrebbero rivelarsi inesatte: ciò soprattuttoper le azioni dei mesi di gennaio e di febbraio, sulle quali la documentazione è assai scarsa.

10 Si trattava di garibaldini delle formazioni valsesiane comandate da Cino Moscatelli, che aveva-no occupato Omegna (No), assieme a due distaccamenti di Filippo Beltrami, per un’azione dimostra-tiva.

11 Sull’attacco al Municipio di Varallo, in cui era stato allogato un presidio della Gnr, si veda ENZO

BARBANO, Lo scontro a fuoco di Varallo del 2 dicembre 1943, Borgosesia, Isr Vc, 19821 e Varal-lo, Isrsc Bi-Vc, 20082. In P. SECCHIA - C. MOSCATELLI, op. cit., l’indicazione della data è errata (11dicembre).

I partigiani feriti in quest’azione secondo il resoconto pubblicato ne “Il combattente”, cit., furonocinque, secondo una testimonianza di Cino Moscatelli, citata da Barbano, op. cit., p. 76, furono set-te.

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12 Si trattava di una partita di panno militare destinata ai tedeschi. L’azione fu compiuta da unasquadra del distaccamento “Piave”.

13 Azione compiuta dal distaccamento “Piave”. Parte del cuoio fu distribuita il giorno seguente allapopolazione.

14 Nel notiziario del Servizio politico del Comando generale della Gnr del 10 dicembre la notiziaviene riportata in questi termini: “Formazioni di ribelli hanno attaccato la polveriera di Alice Castel-lo. Si lamentano due camicie nere ferite. Situazione ristabilita” (il corsivo è mio).

15 Azione compiuta dal distaccamento “Fratelli Bandiera”. Si veda “Diario storico della 2a brigataGaribaldi Ermanno Angiono Pensiero”, con data errata (25 dicembre).

16 Nel notiziario della Gnr del 20 dicembre non si accenna alla manifestazione e alla distribuzionedi cuoio agli operai.

17 Azione compiuta dal distaccamento “Bixio”. Si veda TIMO [Primo Corbelletti], Noi della VII!Storia di partigiani garibaldini, Ivrea, Giglio Tos, [1945], p. 10.

18 Azione compiuta dal distaccamento “Pisacane”.19 Azione compiuta dal distaccamento “Piave”. Anche in questo caso il notiziario della Gnr (30

dicembre) omette la notizia della distribuzione di stoffa alla popolazione. Il segretario del fascio diPonzone era Bruno Ponzecchi, a cui i fascisti intitoleranno la brigata nera della provincia di Vercelli.Le fonti citate alla nota 9 che riportano l’episodio lo datano 11 dicembre; così pure il citato notiziariodella Gnr.

20 Secondo L’azione dei distaccamenti, cit. e A. POMA - G. PERONA, op. cit., l’episodio avven-ne il 10 dicembre.

21 Azione compiuta dal distaccamento “Pisacane”.22 Azione compiuta dal distaccamento “Gramsci”. Si veda P. AMBROSIO, Rappresaglia kaputt,

Borgosesia, Isr Vc, 1979, p. 16 e documento in appendice.23 Azione del distaccamento “Gramsci”. Secondo un rapporto della Tenenza dei carabinieri di Va-

rallo al Ministero dell’Interno (riportato in P. SECCHIA - C. MOSCATELLI, op. cit., p. 167) questoepisodio sarebbe invece avvenuto il 16 dicembre.

24 Azione del distaccamento “Pisacane”.25 Idem.26 I notiziari della Gnr del 26 e del 30 dicembre riportano l’azione compiuta dal distaccamento

“Gramsci” a Varallo nei seguenti termini: “Circa venti ribelli armati hanno occupato la stazione inter-rompendo le comunicazioni telefoniche e telegrafiche e asportando L. 6.366”. Il compilatore dei no-tiziari per le massime autorità della Rsi forse non ritenne credibile l’affermazione secondo cui l’azionesarebbe stata compiuta da ben cento partigiani. Per quanto riguarda il comizio tenuto da Moscatelli:nel primo notiziario non ve n’è traccia; solo nel notiziario del 30 dicembre il relatore informerà il ducee i gerarchi che “i ribelli dopo aver prelevato 300 mila lire e valori vari presso la banca popolare diNovara”, avevano “organizzato un comizio sulla piazza del paese”.

27 Se ne veda la biografia in appendice.28 Ripetizione (con particolare diverso) della notizia già riportata alla data del 16 dicembre. Se-

condo il notiziario della Gnr del 30 dicembre il nome del milite era Onorato e non Primo.29 Azione del distaccamento “Fratelli Bandiera”. Nel notiziario della Gnr del 30 dicembre la noti-

zia dell’uccisione dei due tedeschi è indicata come avvenuta a Vercelli.30 Copia dei bandi emessi si trova nell’archivio dell’Istituto. Essi furono inoltre pubblicati ne “il

Biellese” e nei volumi Sui muri del Vercellese, Sui muri della Valsesia, Sui muri del Biellese, a curamia e di Gladys Motta, editi dell’Istituto rispettivamente nel 1985, 1986, 1989.

31 Azione compiuta dal distaccamento “Pisacane”.32 Azione compiuta dai distaccamenti “Pisacane” e “Matteotti”.33 Azione del distaccamento “Pisacane”.34 Azione compiuta da una squadra composta da uomini del “Pisacane” e del “Gramsci”. Si veda

P. AMBROSIO, Rappresaglia kaputt, cit., p. 12.35 Azione compiuta dai distaccamenti “Piave” e “Bandiera”. Si veda FRANCO CHIORINO, Per non

dimenticare, Candelo, Anpi, [1948], pp. 32-34. Secondo il “Rapporto del mese di gennaio 1944della Brigata d’Assalto n. 2 Biella” all’azione avrebbero partecipato circa settanta uomini, bloccandoil paese dalle 6 alle 18. In questo rapporto è indicata la data del 21 gennaio. La macchina tipografica

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doveva servire per stampare il “Corriere Biellese” come organo della Federazione comunista biellese(e non “L’informatore alpino”, come si legge in A. POMA - G. PERONA, op. cit., p. 120; si veda aquesto proposito A. POMA, Il “vecchio Piave”, cit.).

36 Azione compiuta da partigiani del “Gramsci”. Si veda P. AMBROSIO, Rappresaglia kaputt, cit.,p. 34.

37 Idem, documento in appendice.38 Peraldo era membro della sezione di Novara del Tribunale speciale per la difesa dello Stato.

L’azione fu condotta da alcuni partigiani del “Bixio”. Si veda TIMO, op. cit., p. 12.39 Si trattava di militi del 115o battaglione “M” (si veda più avanti).40 A questo punto il rapporto è interrotto e a esso fa seguito, come si può notare, un’altra versio-

ne, sintetica, dello stesso episodio.41 Questo rapporto, nella copia consultata, è cancellato da alcuni tratti di penna.42 Si trattava di spie fucilate dal distaccamento “Piave”.43 Ripetizione della notizia precedente? Si noti la diversa indicazione dell’ammontare della somma

prelevata.

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I “mattinali” delle questure venivano inviati ogni mattina ai capi delle province per in-formarli degli episodi verificatisi la sera precedente e nel corso della notte.

Abbiamo preso in considerazione oltre quattrocento documenti della Questura di Ver-celli1, relativi al periodo dall’ottobre 1943 all’aprile 19452, inviati al capo della provinciaMichele Morsero3. In essi compaiono notizie di contravvenzioni, fermi e arresti per mo-tivi annonari4, per indagini di polizia giudiziaria o di pubblica sicurezza5, per infrazioni alleleggi sulla protezione antiaerea e sul coprifuoco6, per favoreggiamento a ex prigionieri diguerra angloamericani7 evasi dai campi di concentramento dopo l’8 settembre 1943, a “ri-belli” e “sovversivi”8. Vi sono inoltre notizie sulle incursioni aeree, di fermi per identifi-cazione e di arresti di ebrei e di familiari di renitenti alla leva o di partigiani.

Lo schema dei mattinali è fisso: i rapporti sono divisi in due parti: la prima, denomina-ta “novità”, contiene le notizie di cui si è detto e la seconda è relativa agli spettacoli pub-blici in programma a Vercelli la sera precedente9. In ogni mattinale vi è inoltre l’indica-zione dei nomi dei funzionari di servizio in Questura durante la notte10.

A partire dal 16 gennaio 1944 i mattinali iniziano con le notizie relative alla situazionegenerale della provincia, con un’attenzione particolare per gli avvenimenti relativi a Biellae alla situazione negli stabilimenti biellesi (notizie su eventuali astensioni dal lavoro o sulla“normalità” della situazione).

Si tratta di documenti di tipo abbastanza particolare, che possono apparire di non gran-dissima importanza se paragonati ad altri documenti storici più “immediati” rispetto al pesoe al significato dell’informazione, ma che, al contrario, si rivelano molto utili per un qua-dro più preciso, per una ricostruzione complessiva dell’antifascismo e della Resistenzanelle nostre zone11 che, per quanto riguarda soprattutto il Vercellese (la zona cioè a cui siriferisce la maggior parte delle notizie contenute nei mattinali), deve ancora essere com-piuta12.

30 ottobre 1943Le sottoindicate persone [tutte abitanti a Vercelli] sono state fermate per indagini di

indole politica: Siviero Amerino, antifascista; Palestro Giuseppe, antifascista; Jaffe Sil-vio, ebreo antifascista; Soggia Floriano, antifascista; Arona Aristide, antifascista; Bernar-di Carlo, antifascista; Negro Rinaldo, antifascista; Braghin Carlo; Fiorini Bartolo, antifa-scista; Pisenti Enrico, sovversivo.

31 ottobre 1943Sono stati eseguiti nella notte due pattuglioni per identificazione e controllo delle per-

sone e proceduto a fermi di numerose persone che dopo la identificazione sono state rila-sciate.

“Nella notte sono stati eseguiti due pattuglioni”

I “mattinali” della Questura di Vercelli. Ottobre 1943 - aprile 1945

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1 novembre 1943Nella notte sono stati eseguiti due pattuglioni che procedettero alla identificazione di

numerosi individui che circolavano nelle ore notturne. Non sono stati fatti fermi.9 novembre 1943Tonon Giovanni, residente a Bolzano: dichiarato in contravvenzione per inosservanza

alle norme sulla protezione antiaerea.15 novembre 1943Le sottoindicate persone sono state dichiarate in contravvenzione per inosservanza alle

norme sulla protezione antiaerea: Borghetto Carlo, Castellaro Edoardo, Pennisi Arman-do, Garella Maria [tutti] da Vercelli; Zangherati Guerrina da Trino V.

Capelletto Francesco, residente a Vercelli: tratto in arresto perché in una perquisizio-ne operata nella sua abitazione, a richiesta delle autorità germaniche, sono state rinvenutetre rivoltelle ed un fucile da caccia abusivamente detenute.

21 novembre 1943Calligaris Giovanni, domiciliato a Mongrando, comunista: tratto in arresto perché or-

ganizzatore e favoreggiatore di partigiani nel comune di Donato.23 novembre 1943Risè Ettore, qui residente, capo stazione Ffss: fermato per indagini di polizia politica.1 dicembre 1943Ruffino Elena in Ghittino, residente a Salasco: fermata perché sospetta di favoreggia-

mento a prigionieri di guerra inglesi.2 dicembre 1943Montobbio Gaspare, qui residente: fermato per indagini di polizia politica.Le sottoindicate persone [qui residenti13] sono state dichiarate in contravvenzione per

inosservanza alle norme sulla protezione antiaerea: Fumarco Natale, Casalone Armando.3 dicembre 1943Cattin Augusta, qui residente: dichiarata in contravvenzione per inosservanza alle nor-

me sulla protezione antiaerea.4 dicembre 1943In ossequio alle vigenti disposizioni ministeriali sono stati tratti ieri in arresto i sotto-

indicati ebrei [qui residenti]: Ciocchetti Albertina, Ciocchetti Salvatore, Franchetti Olga.5 dicembre 1943Ghisio Giuseppina, residente Tricerro, casalinga: tratta in arresto perché resasi respon-

sabile di favoreggiamento nell’occultamento di prigionieri inglesi evasi da campi di con-centramento.

12 dicembre 1943L. O., qui residente, negoziante in calzature: tratto in arresto e denunciato perché si è

rifiutato di vendere un paio di scarpe ad una sfollata, dietro presentazione di buono rila-sciato dalla locale Federazione dei fasci. Il negozio del suddetto è stato chiuso a tempoindeterminato. In ottemperanza alle vigenti disposizioni ministeriali sono stati tratti inarresto i sottonotati ebrei: Weiss Desiderio, Weiss Irma, Weiss Hilda, Weiss Alfredo.

13 dicembre 1943Ghisio Pietro, qui residente esercente trattoria “Piemonte”: tratto in arresto perché

padre di un disertore. Tamisari Agostino, residente Milano: tratto in arresto e qui accom-pagnato da militari tedeschi e militi della Mvsn perché nella locale “locanda Roma” face-va del disfattismo.

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23 dicembre 1943Nervi Ernesto, Negrino Giovanni, residenti a Gattinara: tratti in arresto e denunciati al

Tribunale speciale per la difesa dello Stato perché responsabili di favoreggiamento a ban-de armate di ribelli.

La scorsa notte il fattorino Rosso Vittore verso le 19,30 è stato fatto segno da parte diuna pattuglia della Milizia a colpi di moschetto. Il predetto è stato ricoverato nel localeospedale e giudicato guaribile in giorni 10 s. c.

31 dicembre 1943I sottoindicati giovani sono stati tratti in arresto perché renitenti alla leva: Nodari An-

gelo, residente a S. Germano, classe 1925, Savazzini Dante, res. S. Germano, classe 1924.2 gennaio 1944Nella scorsa notte l’ordine pubblico nella provincia non è stato turbato da alcun inci-

dente.3 gennaio 1944Alle ore 21,15 di ieri sera, su segnalazione del Comando provinciale militare, è stato

inviato nel comune di Albano Vercellese un nucleo di legionari del 63o batt[aglione] “M”14

unitamente ad un sottufficiale di Ps per rintraccio e cattura di un individuo sconosciutoseguito da altri i quali si aggiravano in atteggiamento sospetto in quella località. I predettinon vennero rintracciati perché fuggiti.

I legionari operarono una perquisizione che ha portato al rinvenimento di un fucile dacaccia e di una pistola automatica. Il detentore è stato tratto in arresto.

Gli stessi operanti fermarono altresì un ufficiale sbandato perché non presentatosi al-l’autorità militare come da bando 31 dicembre.

La scorsa notte in provincia è trascorsa senza incidenti.4 gennaio 1944Rondano Leandro, residente a Trino V. della classe 1925: tratto in arresto perché reni-

tente alla leva. Accompagnato al distretto militare e arruolato.I sottoindicati sono stati tratti in arresto a Trino V. e denunciati al Tribunale militare di

Torino perché padri di disertori: Mancini Andrea, Cognasso Delfino.Fassone Pietro, qui abitante: tratto in arresto perché tentava di disarmare un legionario

della Gnr.In Biella truppe germaniche hanno effettuato nella giornata di ieri alcune perquisizioni

ed hanno operato alcuni fermi. Nessun’altra novità degna di rilievo da segnalare.5 gennaio 1944Il comm. agg. dr. Nicolò ha comunicato che ieri sera mentre trovavasi a Varallo Sesia

in un albergo, unitamente ai quindici agenti colà inviati di servizio, da Biella, gli si presen-tarono sulla porta cinque o sei ribelli armati imponendogli di lasciare immediatamenteVarallo.

Oltre a ciò i ribelli disarmarono cinque agenti togliendo loro la pistola d’ordinanza. Adun sesto agente tolsero anche la tessera di riconoscimento personale.

Temendo rappresaglie il dr. Nicolò a mezzo di un torpedone ha lasciato Varallo portan-dosi con gli agenti a Biella.

6 gennaio 1944Ieri sera il treno Varallo-Novara, alla fermata della stazione di Borgosesia veniva assa-

lito da un gruppo di ribelli armati i quali individuati sul convoglio stesso due legionari liprelevavano portandoli seco.

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Alle ore 16,30 di ieri in località Rondò di Serravalle Sesia sono stati prelevati dai ri-belli un capitano e quattro legionari appartenenti al battaglione d’assalto qui di stanza.

Due dei quattro legionari sono stati feriti. Il capitano sembra che sia deceduto e deglialtri due legionari si ignora la sorte.

Poglio Natale, residente a Biella: fermato per indagini di polizia politica.7 gennaio 1944La scorsa notte è trascorsa tranquilla in tutta la provincia.8 gennaio 1944Stamani in Biella gli operai di due reparti dello stabilimento Rivetti e gli operai dello

stabilimento Reda, pur presentatisi allo stabilimento, si sono astenuti dal lavoro. Sul po-sto si sono recati il commissario dr. De Palma ed il comm. agg. cav. Nardocci con agentidi Ps. Fino a questo momento nessuna altra novità di rilievo.

Nava Ercole, residente a Vigevano [Pv]: fermato per indagini di polizia politica.9 gennaio 1944A Biella nessuna novità.I sottoelencati individui sono stati fermati per indagini di polizia politica: Ciocca Ade-

lino, residente a Formigliana, Negro Pierino, residente a Pralungo.11 gennaio 1944Alle ore 8,25 di stamane venne comunicato dall’ufficio Ps di Biella che tutti gli operai

di quegli stabilimenti hanno regolarmente ripreso il lavoro15.A Biella stamane si sono verificate le seguenti astensioni dal lavoro: stabilimento Ri-

sta 400 operai, stabilimento Magliola 100 operai, stabilimento Pria 400 operai, stabili-mento Badà 100 operai, stabilimenti Rivetti 10 per cento (1.000 operai lavorano), stabili-mento Pagani 80 operai. Negli stabilimenti di Valle Mosso, Tollegno, Cossato e Coggio-la, tutti gli operai hanno ripreso regolarmente il lavoro.

12 gennaio 1944Stamane si sono astenuti dal lavoro negli stabilimenti del Biellese i seguenti operai:

stabilimento Bozzalla di Coggiola circa 1000 operai, stabilimento Zegna di Trivero 880operai, stabilimento fratelli Fila di Coggiola circa 1000.

Nella città di Biella nulla da segnalare.Arbone [recte Arlone] Giovanni, residente Andorno Micca: tratto in arresto per motivi

di indole politica.13 gennaio 1944Le comunicazioni telefoniche con Biella sono interrotte e si è in attesa di conoscerne

il motivo.14 gennaio 1944Tutti gli stabilimenti di Biella e del Biellese sono in completa attività di lavoro. Il com-

missario di Ps di Biella non viene tenuto informato dalle autorità militari italo-germani-che delle novità sulle operazioni del Biellese.

Le sottoindicate [persone] sono state tratte in arresto, perché resesi responsabili difavoreggiamento verso prigionieri di guerra inglesi: Morganti Santa, Morganti Alda, resi-denti a Ronsecco.

15 gennaio 1944A Biella e comuni limitrofi gli stabilimenti lavorano al completo. Nessun’altra novità

da segnalare.Ieri sono stati tratti in arresto e consegnati al locale comando germanico quattro pri-

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gionieri di guerra inglesi, catturati nel comune di Casanova Elvo. Per favoreggiamento deiprigionieri stessi sono stati inoltre arrestati i seguenti individui: Barali Giuseppe, residenteSanthià, agricoltore, Simone Attilio, residente Casanova Elvo, panettiere, Tamagno Carlo,residente Casanova Elvo, contadino.

È stato pure tratto in arresto Orecchia Mario della classe 1924, garzone di campagna,per renitenza alla leva.

16 gennaio 1944In provincia nessuna novità da segnalare durante la scorsa notte.I sottoindicati individui sono stati tratti in arresto e consegnati al locale comando del

Distretto militare, trattandosi di militari sbandati che non hanno risposto alla chiamata allearmi: Simeoni Gino, da Castello Godego [Tv], residente Fontanetto Po, Piazza Gaspare,domiciliato ad Agrigento, Carelli Angelo, domiciliato a Bitonto (Bari).

Pollone Andrea, residente Fontanetto Po, agricoltore: dichiarato in contravvenzioneperché nel suo domicilio venne trovato un fucile da caccia che pur avendolo denunciato,non aveva consegnato all’autorità competente giusta bando prefettizio.

18 gennaio 1944Nella scorsa notte nessuna novità da segnalare in provincia.A Biella e comuni limitrofi il lavoro ferve.A seguito di segnalazione telefonica, ieri sera, alle ore 23,45, è stato provveduto al-

l’invio di un torpedone con tre agenti a Casanova Elvo per provvedere in unione con l’Ar-ma al trasporto a Vercelli di sei prigionieri di guerra inglesi catturati in quel territorio iquali sono stati direttamente consegnati al Comando tedesco nelle prime ore di stamane.

Le sottoindicate [persone] sono state tratte in arresto perché indiziate di favoreggia-mento a prigionieri di guerra inglesi: Marengo Anna, qui residente, dottoressa ostetrica,Rossi Bianca, qui residente, impiegata.

19 gennaio 1944A Biella nessuna novità.La scorsa notte è trascorsa tranquilla in provincia16.Reda Emilio, residente a Cossila San Grato: tratto in arresto ed accompagnato al loca-

le Distretto militare per regolarizzare la sua posizione militare essendo della classe 1924.Molinari Ester Giuseppina, residente a Coggiola: tratta in arresto perché sospetta favo-reggiatrice di ribelli, ed in seguito scarcerata e diffidata a sensi di legge, non essendo emerseresponsabilità a suo carico.

20 gennaio 1944A Biella e comuni limitrofi nulla da segnalare.Tutti gli stabilimenti lavorano17.21 gennaio 1944In Biella e paesi limitrofi situazione normale18.22 gennaio 1944Pezzana Pietro, qui residente: fermato per indagini di polizia politica.Garrione don Antonio, Gallardi rag. Pietro, Mandosio avv. Luigi, Martinetti don Cesa-

re [tutti] qui resident[i]: i suddetti sono stati fermati stamane, per ordine superiore.24 gennaio 1944Corte Paolo Camillo, avvocato: tratto in arresto perché colpito da mandato cattura

emesso Tribunale provinciale straordinario.Dolcino Maria Carmen: fermata per indagini polizia politica.

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25 gennaio 1944In Biella situazione normale19.Gli stabilimenti di Agostinetti in Coggiola e la Filatura di Tollegno, non lavorano per-

ché manca la corrente elettrica. Si prevede che lo stabilimento di Tollegno verso le ore 10di oggi sarà probabilente riattivato.

Collomb Ivonne in Grassi da Varallo, Bosatra Enrica da Varallo: le suddette personesono state qui accompagnate da un milite del 63o btg. “M” e messe a disposizione di que-sto Ufficio, perché favoreggiatrice (sic) dei ribelli.

Regis Giovanni, residente a Borgosesia: fermato per indagini di polizia politica.26 gennaio 1944Nei comuni di Valle Mosso, Coggiola, Trivero, Crevacuore, la rete telefonica e della

energia elettrica è interrotta, perché ieri sera verso le ore 23, alcuni ribelli hanno lanciatouna bomba nella centrale elettrica di Valle Mosso.

27 gennaio 1944Gli stabilimenti di Biella lavorano tutti, ad eccezione delle fabbriche di Reda, Cerruti

e Garlanda, che sono state invitate a sospendere il lavoro dalla direzione della Sip, permancanza di energia per guasti causati alla centrale elettrica di Ponte S. Martino. Nellazona di Valle Mosso, Coggiola, Trivero e Crevacuore la linea telefonica è tuttora sospesaper noto incidente segnalato ieri.

Vola Francesco: arrestato perché colpito mandato cattura Tribunale provinciale straor-dinario di Vercelli. Giustetto Teresio Pasquale: fermato per essere presentato Commis-sione provinciale per confino ed ammonizione.

28 gennaio 1944Guasco Antonietta da Trino: fermata per ordine superiore.29 gennaio 1944Gli stabilimenti nella zona di Coggiola, Valle Mosso, Trivero, Crevacuore, non lavora-

no per mancanza di energia elettrica.Drago Anna da Vercelli: arrestata per favoreggiamento a prigionieri di guerra inglesi.Perotti Michele: fermato per ordine superiore.Basano Giuseppe: fermato per indagini polizia politica.Bianca Rossi da Vercelli: arrestata per favoreggiamento a prigionieri di guerra inglesi.30 gennaio 1944Il podestà di Occhieppo Superiore è stato tratto in arresto dalla Gnr perché fortemente

indiziato di favoreggiamento ai ribelli.Piazzo Aldo da Crescentino: fermato per ordine superiore.Capitani Oreste da Vercelli: qui accompagnato dal capo squadra Gnr Gadina e messo a

disposizione del commissario Nardocci.1 febbraio 1944Bottero Enrico da Formigliana: fermato per regolare la propria posizione militare es-

sendo della classe 1913. Ferrara Giovanni da Biella: arrestato per aver obbligato il pro-prio figlio Ermanno della classe 1925 a non presentarsi alla chiamata alle armi.

Ieri sera verso le ore 22,30, sulla strada Porta Casale-Cappuccini alcuni alpini venuti adiverbio con dei militari si scambiavano alcuni colpi di moschetto, senza conseguenze.

2 febbraio 1944Centinaia di operai del Cotonificio Poma hanno dovuto sospendere il lavoro per man-

canza di materie prime.

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Ferraris Carlo da Borgo Vercelli: arrestato per propaganda antinazionale e corruzionedi ufficiali Esercito repubblicano.

3 febbraio 1944La rete telefonica Vercelli-Biella è interrotta.4 febbraio 1944In Biella circola la voce che truppe germaniche hanno catturato un numero imprecisa-

to di ribelli.Tutti gli stabilimenti lavorano.Bertini Adolfo da Vercelli: arrestato per disfattismo e per diffusione di notizie allar-

mistiche.6 febbraio 1944P. G.: fermato perché proprietario del locale ove quattro alpini del battaglione Aosta

avevano portato viveri sottratti al vettovagliamento della caserma. Viveri ricuperati e con-segnati ai militari (cap. Molinari).

10 febbraio 1944Zaninetti Angelo nato a S. Pietro (Aosta), residente ad Ailoche, Moglia Alfonso nato a

Cureggio [No], residente a Crevacuore: i suddetti sono stati arrestati per favoreggiamentoai ribelli della zona di Noveis.

Mazzucchetti Angelo, da Pralungo, residente a Biella: fermato dalla Gnr per indaginidi polizia politica.

11 febbraio 1944Gli agenti comandati di pattuglia dalle ore 20 alle 22 in città, hanno diffidato diversi

proprietari di stabili, perché tenevano aperto il portone d’accesso del fabbricato dopo leore 21.

12 febbraio 1944Anselmino Giacomo da S. Germano V., ex vigile del fuoco: arrestato perché responsa-

bile di offesa al Duce.Novaria Fermo da Brusasco Torinese (sic): fermato per misure [di Ps] et indagini di

polizia politica.Gli agenti comandati di servizio di pattuglia in città dalle ore 20 alle ore 22, hanno dif-

fidato n. 6 proprietari di stabili, perché tenevano aperto il portone d’accesso al fabbricatodopo le ore 21.

14 febbraio 1944Cabrino Elvezio: fermato per indagini di polizia politica. Rossi Sante da Vercelli: fer-

mato dai militi del btg. “M” per indagini di polizia politica, è stato poi rilasciato in libertà.15 febbraio 1944Saccagno Rosanna da Vercelli: dichiarata in contravvenzione perché sorpresa a circo-

lare durante lo stato di allarme aereo.Hatfreld George, Dodman Edward: prigionieri inglesi catturati dalla polizia tedesca nei

pressi del comune di Palazzolo e accompagnati in questo ufficio.Ieri sera verso le ore 19,45 in questa piazza Torino è stata lanciata una bomba a mano

ad opera di ignoti. Nessun danno a persone o a cose.17 febbraio 1944Montarolo Carlo da Trino Vercellese: fermato per indagini di polizia politica in segui-

to a richiesta della Questura di Milano. Il medesimo è stato messo a disposizione del Co-mando compagnia carabinieri per essere tradotto a Milano.

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Borgo Efisio da Bezzecca [Tn]: fermato per indagini di polizia politica.Re dr. Emilio da Vercelli, proprietario dello stabile sito in questa via F.lli Ponti n. 1:

dichiarato in contravvenzione perché alle ore 23 di ieri sera lasciava il portone dello sta-bile aperto.

Baucero Alessandro da Vercelli: arrestato perché traghettava sul fiume Sesia militariche si davano alla diserzione.

19 febbraio 1944Facelli Domenico da Vercelli, comunista schedato: arrestato per arruolamento di ri-

belli. Casolaro Enrico Carlo da Vercelli: arrestato perché commissario comunista del cam-po ribelli “Matteotti”.

Quaglio Giovanni da Torrazzo: arrestato perché propalatore di notizie allarmistiche (let-tera censurata).

Acquadro Felice da Savigliano Micca (sic): fermato per misure perché renitente allaleva (classe 1925).

21 febbraio 1944Le sottonotate persone sono state fermate dai legionari “M” perché responsabili di

favoreggiamento ai ribelli: Sizzano Giorgio da Trivero; Zegna Luciano da Trivero, PretteQuinto da Postua; Caccia Brando Antonio da Guardabusone (sic).

Borgnana Natalina da Trivero, Santus Benvenuto da Trivero: fermate e trattenute qualiostaggi perché rispettivamente moglie e padre del noto industriale Santus, comunista fa-voreggiatore delle bande di ribelli.

22 febbraio 1944Ieri in Mosso S. Maria leg[ionari] del 63o btg. “M” hanno fucilato dei ribelli. Oggi avran-

no luogo a Mosso S. Maria i funerali delle 12 persone che furono uccise dai ribelli. Unarappresentanza degli operai degli stabilimenti siti in detto comune parteciperà ai funeralistessi.

Scavardone Giuseppe da Vercelli: fermato dai legionari del battaglione “M” perchésprovvisto di documenti di identificazione e indiziato quale appartenente a bande di ribellidell’Istria.

Vallaro Alberto detto “il trinese” da Vercelli: arrestato perché responsabile di offese alDuce.

23 febbraio 1944In Mosso S. Maria si sono svolti ieri i funerali delle 12 persone trucidate dai ribelli.

Nessun incidente.Finocchiaro Orazio da Zaveno [Laveno?, Va]: arrestato dai legionari del btg. “M” per-

ché responsabile di propaganda antinazionale.Guelpa Giovanni da Mosso S. Maria, segretario comunale: accompagnato in Questura

da un legionario del btg. “M” perché responsabile di favoreggiamento a bande di ribelli.Anino Enrico da Vercelli: fermato per indagini di polizia politica.Vercella Barbis Pietro da Coggiola, Bruera Rosa in Fasano da Torino: i suddetti sono

stati arrestati perché sospetti di favoreggiamento a bande di ribelli.Gubernati Ermanno da Vigliano Biellese: arrestato perché responsabile di propaganda

disfattista (lettera censurata).24 febbraio 1944Coda Ugo da Vandorno Biella: arrestato perché indiziato omicidio militare tedesco,

consumato in Biella il 21-12-1943.

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Borla Luigi da Trino Vercellese: arrestato da questi agenti di polizia perché assegnatodalla locale Commissione provinciale al confino di polizia.

Caramella Marino da Prarolo, soldato appartenente al corpo aeronautico di Asti: fer-mato perché in licenza, ha ritardato la presentazione al corpo.

25 febbraio 1944Le sottonotate persone sono state arrestate dai legionari del btg. “M”, perché respon-

sabili di favoreggiamento ai ribelli: Macconi Giovanni da Serravalle Sesia; Borgo Andreada Torino; Busa Ernesto da Trivero; Busa Francesco da Trivero; Iengra [recte Ferrara] Ric-cardo da Serravalle Sesia; Saccardi Ugo da Serravalle Sesia.

26 febbraio 1944Le sottonotate persone sono state arrestate dai legionari btg. “M”, perché facenti parte

di bande di ribelli: Bisio Remo da Valle Mosso; Taglia [recte Tallia] Paride da Strona.27 febbraio 1944Malloni Giovanni da Pray Biellese: accompagnato a questo ufficio dai legionari del

btg. “M” perché comunista.Bonardi Cesare da Borgosesia: arrestato dai legionari del btg. “M” perché responsabi-

le di favoreggiamento ai ribelli.Casolaro Enrico da Vercelli: commissario politico della banda di ribelli di Coggiola,

riconsegnato alla Questura dal comando btg. “M”.28 febbraio 1944Formaggio Giuseppe, residente frazione Cappuccini, manovale: fermato perché respon-

sabile attività antifascista.Petrini Vincenzo, qui abitante, negoziante in automobili: fermato perché responsabile

di oltraggio all’indirizzo del Duce.Rosso Carlo, Ciocca Franco, Lavarino Mario, Grassino Giuseppe [tutti residenti a San-

thià], Tonello Renzo residente a Torino, sfollato a Saluggia, Donato Carlo residente a Sa-luggia, Lovo Lino nato NoventaVicentina [Vi] residente a Santhià, Casalicchio Aurelio natoa Corboia [Ro], residente a Santhià, Aimaro Dante nato a Moncrivello residente a Bianzè:fermati perché aventi obblighi di leva. Nella stessa giornata sono stati consegnati al localeDistretto militare.

29 febbraio 1944In Biella nessun incidente si è verificato nella giornata di ieri. Molti stabilimenti han-

no sospeso il lavoro per la nota deficienza di energia elettrica. Alcuni lavorano per i tede-schi.

Carrero Giacomo da Borgosesia; Massotti [recte Mossotti] Domenica da Borgosesia:i suddetti sono stati qui accompagnati dalla Gnr perché favoreggiatori di ribelli.

Bona Pierino da Strona; Salussola Mercurino da Valle Mosso: qui accompagnati dailegionari del 115o btg “M”, perché elementi pericolosi in linea politica.

Bruno Guido da Vercelli: fermato per indagini di polizia politica.2 marzo 1944Chas Moore Albert, prigioniero inglese evaso dai campi di concentramento: accompa-

gnato in questo ufficio dai legionari del btg. 115 Gnr. Il medesimo è stato preso in conse-gna dalla Gendarmeria tedesca di Novara.

4 marzo 1944Castoro Severino da Vercelli, sovversivo: fermato per indagini, perché indiziato quale

autore diffusione manifestini sovversivi nello stabilimento Chatillon.

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5 marzo 1944Bariosco Marco da Vercelli, Miotto Maria da Vercelli: i suddetti sono stati fermati per

indagini, perché indiziati autori diffusione manifestini sovversivi nello stabilimento Cha-tillon.

Le sottonotate persone sono state arrestate dai legionari del 63o btg. “M” in Borgose-sia, per favoreggiamento ai ribelli: Borgia Ottavio, Allegra Edoardo, Carisio Florindo, Bri-gnone Secondo, Lorenzetti [recte Lorenzet] Elio, Coffetti Achille.

6 marzo 1944Gli stabilimenti di Biella che hanno ultimato il periodo di ferie hanno ripreso questa

mattina regolarmente la loro attività. Sono inoperosi solamente gli opifici che hanno ini-ziato con ritardo il periodo delle ferie.

A Coggiola lo stabilimento “Bruno Ventre e Bardella”, a seguito della morte del pro-prietario, rimarrà chiuso per la giornata di oggi.

Le sottonotate persone sono state arrestate dai legionari del 63o btg. “M”, per favoreg-giamento ai ribelli: Castellana Carlo da Cigliano; Bollea Emiliano da Cigliano.

7 marzo 1944I sottonotati individui sono stati fermati dai legionari della 63a leg[ione] (sic) “M” per

favoreggiamento ai ribelli: Pella Guido da Andorno Micca; Lace Alfredo da Andorno Mic-ca.

9 marzo 1944Isacco Mario, Cossardo Mario, Corlao Giuseppe, Ferrarotti Alessandro, De Filippi

Giuseppe, Balocco Enrico, Borla Teresio, Ardissone Bernardo, Ottavis Severino, GorleroGiovanni, Ferraris Giovanni, Crosio Adriano, Mosso Pierino, Fossarello G. Battista, Man-cini Luigi, Bodiglio Guanzito, Bozzacco Ferruccio, Cattaneo Michele, Traversa Carlo,Aducco Mario, Forlano Mario: i suddetti 21 giovani tutti da Trino Vercellese, sono statifermati dalla Gnr perché sorpresi a cantare “Bandiera rossa” sulla tramvia intercomunaleTrino-Vercelli.

Sereno Luigi da Vercelli: arrestato per propaganda disfattista fra i militari.Ricaldone Giovanni da Lenta: arrestato dalla Gnr perché favoreggiatore di ribelli.10 marzo 1944Lo stabilimento “Fila” di Cossato rimarrà chiuso per due giorni per mancanza di mate-

rie prime.Gorlero Giuseppe da Trino Vercellese, Forlano Mario da Trino Vercellese: i suddetti

due giovani sono stati arrestati dalla Gnr perché sorpresi a cantare l’inno sovversivo “Ban-diera rossa”.

Don Moreno Felice da Varallo Sesia: fermato per indagini di polizia politica perchésospetto di favoreggiamento a ribelli.

11 marzo 1944In Biella l’autorità germanica ha disposto la chiusura degli esercizi pubblici e di pub-

blico spettacolo per i giorni 11, 12 e 13 corrente mese, ad eccezione dei ristoranti chepotranno aprire solo dalle ore 11,30 alle 12,30 e dalle 17,30 alle 19,30 a causa uccisionedel militare SS.

13 marzo 1944Prella Bernardino Giuseppe da Vercelli, giornalista: fermato per indagini di polizia

politica.Garrione don Antonio: fermato per indagini di polizia politica.

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14 marzo 1944Breaker Jon (sic) nato a Colbourne Council Houses (sic) 8-4-1912, prigioniero ingle-

se evaso: arrestato a Valle Mosso dai militi della legione “Tagliamento”.Olivero Aldo da Crescentino: fermato per indagini di polizia politica, perché propala-

tore di notizie allarmistiche.15 marzo 1944Ieri alle ore 14 due individui armati di pistola, penetrati nella Cassa di risparmio, filia-

le di Coggiola, asportavano lire 60.000. Nessun danno a persone.P. E., qui abitante: dichiarato in contravvenzione per trasgressione all’ordinanza capo

provincia data 3-11-1944 XXIII, per aver dato alloggio a P. P. e P. A., entrambi della classe1924, senza notificarli alla Questura.

16 marzo 1944Muraro Romana da Gaglianico: fermata perché recidiva in propalazione di notizie al-

larmanti (lettera censurata).19 marzo 1944Bernard Valentino, nato a Victoria (Australia): prigioniero di guerra accompagnato in

Questura dalla Gendarmeria tedesca.20 marzo 1944Le sottonotate persone sono state fermate dai militi della Gnr, in una operazione di

rastrellamento nei pressi di Creola (sic), perché renitenti alla leva: Borra Mario, classe1926, da Isolella [Borgosesia], Bergamaschi Angelo, classe 1924, da Milano, ParraviciniEttore, classe 1924, da Limbiate [Mi], Borra Giuseppe, classe 1924, da Isolella [Borgo-sesia].

Carmelita Moscatelli n. Usellini, domiciliata a Varallo, madre del Capitano20 Mosca-telli21: qui accompagnata dalla Gnr.

Crosta Angelo da Busto Arsizio [Va]: fermato perché sospetto di connivenza con i ri-belli.

21 marzo 1944Bertagnolio Armando da Cossato: arrestato perché responsabile di propaganda sovver-

siva.22 marzo 1944Lozzia Pilade da Torino: fermato per indagini di polizia politica per ordine superiore.Ramella Edoardo da Biella: fermato per indagini di polizia politica perché propalatore

di notizie false e allarmistiche (lettera censurata).Passera Mario da Varallo: fermato dalla Gnr per connivenza con i ribelli.23 marzo 1944La notte scorsa territorio Andorno Micca venivano uccisi da sconosciuti un sergente

magg. ed un cap. magg. Gnr più tre sorelle con la mamma che erano in loro compagnia. Unmilite ferito trovasi ricoverato ospedale civile Biella. Forza pubblica si è recata sul posto.

Ferraris Giuseppe da Vercelli: arrestato perché colpito da mandato di cattura emessoil 21-3-1944 da locale Tribunale provinciale straordinario.

Raso Giuseppe da Vercelli: fermato perché padre di un disertore.24 marzo 1944In Biella ieri sera alle ore 18 nel salone del Fascio si è celebrata la ricorrenza della

fondazione dei Fasci. Presenziavano il commissario prefettizio, il comandante del Presi-dio, il comandante della Gnr ed il capitano dei carabinieri. I fascisti iscritti in numero di

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220 e le fasciste in numero di 67 hanno prestato giuramento e ritirata la tessera. Nessunincidente. Tutti gli stabilimenti lavorano.

In Varallo Sesia sono stati sequestrati n. 113 materassi, n. 27 coperte, 9 cuscini, 7 fe-dere per materassi, a suo tempo consegnati all’Istituto convitto d’Adda di quella città dal-l’ex podestà Osella22 per essere consegnati ai ribelli della zona.

25 marzo 1944[Biella]. Gli stabilimenti di Faudella e Blotto non lavorano per mancanza di energia

elettrica.Oggi alle ore 15 sempre in Biella avranno luogo i funerali dei due legionari trucidati

dai ribelli.Le sottonotate persone sono state qui accompagnate dalla Gnr in istato di arresto per-

ché ribelli: Guidotti Guerrino, residente a Varallo Sesia; Zaninetti Mario, residente a Bor-gosesia.

Boggio Delmo da Vercelli: arrestato perché colpito da mandato di cattura emesso dalTribunale provinciale straordinario di Vercelli.

Bessone Giovanni da Olcenengo: fermato perché padre di un disertore.Martini Luigi da Vercelli: fermato perché padre di un disertore.Camandona Delfino Alessandro da Cascine S. Giacomo: fermato perché padre di un

disertore.Di Stefano Domenico da Graglia Biellese: fermato dalla Gnr perché disertore.27 marzo 1944[Biella]. Tutti gli stabilimenti lavorano eccetto quelli di: Baselli, Cautti, Breda, Blotto

Baldo che hanno dovuto sospendere il lavoro per mancanza di energia elettrica.Moscatelli Marcello da Varallo Sesia: arrestato dalla 63a legione (sic) “Tagliamento”

perché fratello del famigerato comunista Moscatelli, capo banda di ribelli.28 marzo 1944[Biella]. Lo stabilimento di Poma Felice non lavora per mancanza di materie prime.Le sottonotate persone sono state qui accompagnate dalla Gnr perché genitori di di-

sertori: Ogliaro Oddone, Artiglia Primitiva, Lorio Maddalena, [tutti] da Vigliano Biellese,Perazzo Maria, da Biella Vernato; Ceria Giuseppe, Gelone Venere, Pella Giuseppina, Fur-lanetto Maria [tutti] da Vigliano Biellese.

Brovarone Aldo della classe 1924 da Vigliano Biellese: arrestato perché disertore.Jaffe Silvio da Casale Monferrato [Al], ebreo: fermato per essere inviato al campo di

concentramento.Bidens Antonio da Pollone: qui accompagnato dalla Gnr; arrestato in seguito a richie-

sta della Questura di Genova perché sospetto antifascista.30 marzo 1944Bracco Mario, della classe 1923: fermato per regolarizzare la sua posizione militare.Bonino Luigi Riccardo da Pralungo, medico chirurgo: arrestato dalla Gnr perché re-

sponsabile di attività a favore dei ribelli.31 marzo 1944[Biella]. Tutti gli stabilimenti lavorano ad eccezione di quello “Poma” che rimarrà ino-

peroso sino a lunedì prossimo, per mancanza di materie prime.Scaglia Giovanni da Coggiola: arrestato perché sospetto favoreggiatore di ribelli.1 aprile 1944In Biella lo stabilimento Cerruti non lavora in seguito alla morte del proprietario.

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In Coggiola gli stabilimenti Bozzalla ed Octir non lavorano per mancanza di energiaelettrica.

I seguenti nominativi, tutti da Collobiano, Bodo Giovanni, Treccate [recte Trecate]Eusebio, Bertin Guerrino, Ferranti Giuseppe, Perotti Ernesto, Viazzo Carlo, sono statifermati dalla legione “Tagliamento” e qui accompagnati, perché, pur abitando nelle imme-diate vicinanze della zona in cui la notte scorsa vennero rimossi alcuni pali di sostegno filidi una linea elettrica, hanno dichiarato di non aver udito rumori sospetti.

Falabino Alessandro da Olcenengo: fermato dalla legione Tagliamento perché sospet-to politico.

3 aprile 1944Gli stabilimenti di: Bossetti, Buratti, Cerruti, Reda, Octir, Rivetti, Filatura di Tollegno,

Rista, Rivetti Virgilio, Poma, Scandoni, Garlanda, Boglietti, Boschetti, non lavorano permancanza di energia elettrica23.

De Simone Giacomo da Roasio: fermato per indagini di polizia perché renitente allaleva e presunto ribelle.

5 aprile 1944Alle ore 23 di ieri sera, tre sconosciuti armati di pistola, aggredivano un sergente della

Gnr Tonato Giovanni e il milite richiamato Zini Guido che si trovavano di servizio al postodi blocco di Cavaglià. I suddetti trasportati al locale ospedale maggiore venivano ricovera-ti con prognosi riservata.

Ciceri Pietro da Crevacuore: fermato per indagini di polizia politica.6 aprile 1944[Biella]. Il reparto tessitura dello stabilimento Sapit non lavora per mancanza di ener-

gia elettrica.8 aprile 1944Gli stabilimenti Borsetti, Parna, Boglietti e F.lli Fila di Coggiola hanno sospeso il la-

voro per mancanza di energia elettrica.D. C. da Lesa (Novara) attualmente incorporato nel battaglione alpini di stanza a Ver-

celli: fermato per ordine superiore.9 aprile 1944Abate Francesco da Pettinengo, attualmente incorporato nel battaglione alpini, di stan-

za in Vercelli: è stato fermato per indagini di natura politica.10 aprile 1944Gli stabilimenti industriali hanno sospeso il lavoro a causa delle festività pasquali.11 aprile 1944I seguenti stabilimenti di Biella hanno sospeso il lavoro per mancanza di energia elet-

trica: Borsetti, Cerruti, Octir, Rivetti, Blotto Baldo, Filat. Tollegno, Sapit, Rivetti Virgi-nio. Anche lo stabilimento Bozzalla di Coggiola non lavora per lo stesso motivo. Gli sta-bilimenti Reda e Rista di Biella non lavorano per mancanza di materiale.

12 aprile 1944Tutti gli stabilimenti lavorano ad eccezione degli opifici Borsetti e Poma Felice che

hanno sospeso la lavorazione, il primo per mancanza di energia ed il secondo per mancan-za di materie prime.

14 aprile 1944G. L. da Roncole di Busseto (Parma) trattenuto a disposizione del comando 1o btg.

autonomo fanteria di stanza a Vercelli.

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Ieri sera verso le ore 18,30 in uno dei reparti del locale ospedale maggiore il sergenteVitolo Michele della legione “Tagliamento” della Gnr, nel maneggiare una bomba a manone provocava lo scoppio. Il Vitolo riportava ferite multiple. Poiché la responsabilità delfatto cade esclusivamente sul sottufficiale predetto, lo stesso è piantonato nell’ospedaleda legionari della stessa legione, in attesa di procedimento disciplinare.

Questa notte, verso le ore 0,30, veniva ricoverato presso l’ospedale maggiore di que-sta città il soldato Venturelli Arturo di anni 20 da Modena, appartenente al 1o reggimentofanteria. Il Venturelli veniva medicato per ferite multiple al viso con sospetta frattura dellamandibola e giudicato guaribile in gg. 50. Lo stesso ha dichiarato di essere stato malme-nato da alcuni arditi nei pressi della locale stazione ferroviaria.

15 aprile 1944[Biella]. Gli stabilimenti: Poma, Boglietti, Octir, Borretti, Buratti, hanno sospeso il

lavoro per mancanza di energia elettrica.16 aprile 1944Lasagna Giuseppe da Vercelli, arrestato perché colpito ordine cattura Tribunale straor-

dinario.17 aprile 1944[Biella]. N. 13 stabilimenti hanno sospeso la lavorazione per mancanza di energia.18 aprile 1944Servetto dr. Renato da Biella: fermato per ordine superiore in conseguenza di indagini

di polizia politica.19 aprile 1944Orgiazzi Maria da Valbella [Cravagliana]: fermata perché propalatrice di notizie allar-

mistiche (lettera censurata).21 aprile 1944[Biella]. Tutti gli stabilimenti lavorano ad eccezione dello stabilimento Poma, che ha

sospeso il lavoro per mancanza di materie prime.Cometti Agostino da Varallo Sesia: fermato per essere inviato al lavoro in Germania.23 aprile 1944Raschio Franco, nato a Pallanza [No, ora Vb] 2-6-1924, residente a Biella, soldato presso

il 6o deposito misto provinciale di Vercelli: fermato per accertamenti politici perché so-spettato di propaganda antifascista.

24 aprile 1944I sottonotati individui sono stati tratti in arresto perché colpiti da ordine di cattura

emesso dal pubblico accusatore del locale Tribunale provinciale straordinario: Dorato Lino,Giordano Bruno, Montagnini Giovanni [tutti] da Trino Vercellese. Celotti Maria in Burattida Biella: fermata per accertamenti in seguito a revisione di corrispondenza.

25 aprile 194424

Novità particolari della notte: nessuna.Cerutti Camillo da Novara: arrestato perché favoreggiatore di elementi ribelli.26 aprile 1944Rosso Ermogeno, agente effettivo alla Questura di Torino: arrestato perché colpito da

ordine di cattura emesso in data 21-3-44 dal Tribunale militare regionale di guerra di To-rino, siccome imputato di diserzione.

27 aprile 1944[Biella]. Tutti gli stabilimenti lavorano ad eccezione dell’opificio Felice Poma che ha

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dovuto sospendere la lavorazione per mancanza di materie prime.Questa notte sono stati trasportati all’ospedale civile di Biella 5 individui feriti da col-

pi di arma da fuoco. Gli stessi, tutti da Valdengo, si presume siano stati aggrediti da ele-menti ribelli. In Valdengo è stato inoltre rinvenuto il cadavere di un individuo ucciso nel-l’aggressione di cui sopra.

Monella Gabriele da Quarona Sesia: arrestato dai legionari del btg. “M” perché favo-reggiatore di elementi ribelli.

29 aprile 1944Gli stabilimenti: Poma, Garlanda, Filatura di Tollegno non lavorano per mancanza di

materie prime.30 aprile 1944Carrera Ugo da Gaglianico: fermato per accertamenti in seguito a lettera revisionata.

Sutto Ines da Borgo d’Ale: fermata per accertamenti in seguito a lettera revisionata.1 maggio 1944Verso le ore 0,30 di questa notte militari tedeschi, per motivi ignoti, hanno aperto il

fuoco contro una pattuglia di agenti di polizia, in servizio in questa città, uccidendo l’agenteeffettivo Mancini e l’agente ausiliario Sciacca.

2 maggio 1944Due legionari della Gnr sono stati questa notte ricoverati nell’ospedale di Biella per

ferite da arma da fuoco. Si sconoscono per ora i motivi del ferimento. Dalle ore 0,30 alleore 1,10 questa provincia è stata in allarme aereo non seguito da incursione.

Colombo Gaetano da Magnago [recte Magnano], Mirata Carlo da Magnago [recte Ma-gnano], Marauca Gioacchino da Salussola, Rabascio Mario da Cavaglià: fermati perché siastenevano dal lavoro in occasione del 1o maggio.

3 maggio 1944Galetto Michele da Torino: fermato perché sospetto di attività sovversiva.4 maggio 1944La scorsa notte questa provincia è stata in allarme aereo, non seguito da incursione,

dalle ore 23,20 alle ore 1.Ieri mattina nel territorio del comune di Pezzana l’ardito Tombolini Vincenzo apparte-

nente al 1o btg. arditi di stanza a Vercelli rimaneva ucciso da un colpo di fucile mitraglia-tore partito accidentalmente da un’arma in postazione e brandeggiata da un ardito dellostesso battaglione.

7 maggio 1944Dellarole Luigi da Asigliano: fermato per accertamenti in seguito a lettera censurata.8 maggio 1944Carletta Maria in Dellarole da Asigliano: fermata per accertamenti in seguito a lettera

censurata.9 maggio 1944Fiore Alfonso da Desana; fermato perché autore dell’affissione di manifestini sovver-

sivi in Desana.11 maggio 1944Carletti Pasquale residente a Torino e sfollato a Lamporo: arrestato su richiesta tele-

grafica della Questura di Torino e colà tradotto.12 maggio 1944Andreane [recte Andreone] Domenico da Rive Vercellese: arrestato perché sospetto

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autore distribuzione manifestini sovversivi. Furlano Carlo da Rive: arrestato perché so-spetto autore distribuzione manifestini sovversivi e perché fratello di un disertore.

Sigando Carlo da Rive Vercellese: arrestato per offese al fascismo e per aver distruttogli emblemi fascisti nella sede comunale di Rive.

Andreone Giovanni da Rive Vercellese: arrestato perché trovato in possesso di un fu-cile a retrocarica a due canne con 96 cartucce e per offese al fascismo e per aver distruttogli emblemi fascisti nella sede comunale di Rive.

13 maggio 1944[Biella]. Tutti gli stabilimenti lavorano eccetto l’opificio Pria che ha sospeso la lavo-

razione per il normale periodo di ferie.Micotti Dante da Coggiola: fermato per indagini di polizia politica.22 maggio 1944Calegarin [recte Callegarin] Silvio da Pratrivero: fermato per misure di polizia politi-

ca. Miraglia rag. Piero, residente a Vercelli: dichiarato in contravvenzione per infrazionealle norme oscuramento.

24 maggio 1944Pastore Ottavio da Vercelli: fermato per misure di Ps per essere presentato alla Com-

missione per i provvedimenti di polizia.25 maggio 1944Bioni Ercole da Alagna Sesia: fermato per accertamenti in seguito a revisione di cor-

rispondenza.26 maggio 1944[Biella]. Dalle ore 0,15 alle ore 1,30 la città è stata in allarme aereo non seguito da

incursione.Mellini Luigi da Cossato, Rabino Angela in Mellini da Cossato: i suddetti sono stati

fermati perché proposti per l’assegnazione al confino di polizia.Cametti G. Battista da Gattinara: fermato perché incitatore di operai all’astensione dal

lavoro.29 maggio 1944Nessuna novità da segnalare circa l’incursione aerea di ieri oltre quelle già note.31 maggio 1944Gallardi Pietro da Vercelli: fermato per essere interrogato circa attività politica.3 giugno 1944Iacassi Carluccio da Cerrina Monferrato [Al]: fermato per ordine dell’ecc. il capo del-

la Provincia.6 giugno 1944Casalino Margherita, Butto Maria, Casalino Ernesta, Businaro Rosina, Pasino Dome-

nica, Fantino Giovanna, Bago Marianna, Piovesan Emilio, Corona Maria, Porta Teresa, Pe-razzo Teresa, Baragioli Teresa, Gibin Luciana, Mazzola Rosina, Trinchero Maddalena, Gre-gori Carolina, Zarino Maddalena, Bisetti Luigia, Prassi Alfredo, Sassi Anacleto: le sud-dette 20 persone, tutte residenti a Vercelli, sono state fermate perché astenutesi dal lavo-ro (mondariso).

7 giugno 1944Volta Parigi Ermenegilda, Comini Ines, Picco Maria Rosa, Bertotti Camillo, Poggi

Eleonora, Pozzetti Adelaide ved. Artone, Stacchino Antonio: le suddette 7 persone, tutteresidenti in Vercelli, sono state fermate perché si sono astenute dal lavoro (mondariso).

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Questa notte alle ore 22,30 sono stati rinvenuti nel viale Garibaldi, viale Margherita,viale G. D’Annunzio, via Francesco Donati ed altre vie della città, sempre nei pressi delloscalo ferroviario diversi manifestini tricolori, con scritte: “W l’esercito rosso”, “W Romaliberata”, “W i partigiani”.

10 giugno 1944Barberis Pierina, Novaria Caterina, Carenzo Caterina, Ferraris Paolina, Burocco Ma-

ria, Opezzo Giuseppina, Opezzo Pietro: le suddette 7 persone, tutte da Stroppiana, sonostate fermate perché, quali mondariso, si sono astenute dal lavoro. Sono inoltre sospettatedi aver fatto propaganda fra le compagne di lavoro.

Prato Giuseppe da Stroppiana: fermato perché sospetto istigatore delle mondariso diStroppiana.

11 giugno 1944Alle ore 5 di questa mattina scoppiava un incendio nella caserma della Gnr di Biella

Piazzo. L’incendio prontamente domato dai vigili del fuoco ha prodotto lievi danni e siritiene opera di elementi sbandati.

12 giugno 1944Facchini Antonio da Viancino Crova: arrestato perché autore di scritte sovversive.13 giugno 1944Fusco Enzo nato ad Altavilla Irpina [Av] il 7-3-1921, ivi residente, ardito della morte

presso il 3o btg. Sedicente. Fermato per indagini perché qualificatosi per il vero Fusco Enzoquale ufficiale decorato eroe dell’A[frica] O[rientale] I[taliana].

14 giugno 1944Busi Rosina, Inverardi Teresa, Busi Evelina, Viviani Maria, Scalvini Maria, De Lorenzi

Emilia, Scalvini Rubes [tutte] da Rezzato [Bs]: le suddette persone, impiegate in questaprovincia in qualità di mondariso, sono state ieri fermate perché si astenevano dal lavoro:vennero in seguito rilasciate.

Martigani Leonardo Giuseppe da Bolladella di Cairate [Va]: fermato perché pronun-ciava frasi offensive nei confronti del Duce.

Campaci Maria da Vercelli, Guglielmati Terchio da Asigliano, Clirsi Pietro: le suddet-te persone sono state fermate perché sorprese a circolare durante il coprifuoco.

15 giugno 1944Rastellato Clelia, Borella Pasquale, Rastellato Florindo, Degan Rita, Scolaro Loris,

Scolaro Maria, Grapeggia Fernando, Genova Bruno, Tresi Maria, Bertipaglia Rosa [tutti]da Conselve [Pd]: le suddette 10 persone, occupate in qualità di mondariso in questa pro-vincia, sono state fermate perché astenutesi dal lavoro25.

16 giugno 1944Fasano Pietro da Vercelli: fermato dalla Gendarmeria tedesca.Bacco Ernesto da Cavaglià: fermato per connivenza con ribelli. Di Aspro Carlo, Melen

Enrico, Alice Antonio Enrico [tutti] da Cavaglià: fermati per sospetta connivenza con ri-belli.

17 giugno 1944Zarino Eugenio da Vercelli fraz. Cappuccini: arrestato perché informatore di ribelli.Ronza Giovanni, Grasso Luigi, Savino Carlo [tutti] da Tronzano: fermati perché sospetti

favoreggiatori di ribelli. Cannobio Filippo da Vercelli, Magnaghi Carlo residente a S.Margherita Ligure [Ge], Alessio Lorenzo da Santhià, Massa Antonio da Olcenengo: fer-mati perché sospetti favoreggiatori e finanziatori di ribelli.

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Sacco Vincenzo da Cassino [Fr], Alessio Bruno da Vettignè [Santhià]: fermati perchédisertori e sospetti di appartenere a bande armate di ribelli.

18 giugno 1944Zarino Salvatore, qui residente: dichiarato in contravvenzione per inosservanza alle

norme dell’oscuramento.21 giugno 1944Bonanno Angelo da Vercelli, Ascè Guglielmo da Santhià, Giangravè Paolo da Salusso-

la: i suddetti sono stati fermati a Salussola per sospetta convivenza (sic) con i ribelli.Marullo Vitaliano da Vercelli: fermato per accertamenti di polizia politica.Beccaro Giovanni da Vigevano [Pv], Cerra Angelo da Palestro [Pv]: fermati per favo-

reggiamento a ribelli.22 giugno 1944P. E., P. L., C. R., B. G., [tutte] da Vercelli: fermate perché “sfaccendate” ed avviate al

lavoro dal sindacato dei lavoratori dell’agricoltura per la monda del riso.F. V. da Monselice [Pd], R. B. da Piacenza d’Adige [Pd]: fermati perché “sfaccendati”

ed avviati all’Unione lavoratori dell’agricoltura per essere impiegati nei lavori di monda.26 giugno 1944Clemente Tullio da Sali Vercellese: qui accompagnato dal capitano Marconi Alfredo

della compagnia S. Marco, perché responsabile di aver favorito la fuga di molti militari.Cardano Mario, Palestro Eusebio da Stroppiana: i suddetti sono stati fermati a Strop-

piana perché renitenti alla leva.Tommasino Vittorio da Trino Vercellese: fermato per accertamenti politici.28 giugno 1944Rosso Antonio da Vercelli: costituitosi spontaneamente perché colpito da ordine di cat-

tura del Tribunale provinciale straordinario di Vercelli.29 giugno 1944Sassone Francesco e Abate Carlo da Palestro [Pv]: fermati perché sorpresi a circolare

durante le ore del coprifuoco30 giugno 1944Coppo Alfredo da Vercelli, Ardizzone Giuseppe da Vercelli: fermati perché sorpresi a

circolare durante le ore del coprifuoco. Masoero Giovanni da Desana: fermato perchésorpreso a circolare durante le ore del coprifuoco e sprovvisto di documenti di identifica-zione. Brusotto Giuseppe da Crescentino, Sitzia Carluccio da Torino, sfollato a Moncri-vello, Cicchelli Giuseppe da Palazzolo, Dell’Aquila Giuseppe da Torino, sfollato a Palaz-zolo, Ferraris Domenico da Moncrivello, Ferraris Secondino da Moncrivello, Slanzi Rinoda Palazzolo: fermati perché renitenti alla leva.

1 luglio 1944Loggia Paolo da Borgo d’Ale: fermato perché sorpreso a circolare durante le ore del

coprifuoco.Gianoglio Carlo da Asti: ucciso da militari della compagnia della morte di guardia al

posto di blocco di Porta Torino, perché, autista di una autobotte non si fermava all’intima-zione dell’alt.

Ferraris Giovanni da Vercelli: fermato perché appartenente a bande armate di ribelli.5 luglio 1944Ferraris Carlo da Borgo Vercelli: fermato perché sorpreso a circolare durante le ore

del coprifuoco.

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6 luglio 1944Marcone Mario da Pezzana, Squara Giovanni da Vercelli: fermati perché sorpresi a

circolare durante le ore del coprifuoco.7 luglio 1944Pozzi Aldo da Busto Arsizio [Va]; fermato dagli arditi al posto di blocco strada Asiglia-

no, per regolare la sua posizione militare.8 luglio 1944Pitton Linda da Vercelli, Perego Ernestina da Vercelli: fermate perché sorprese a cir-

colare in bicicletta durante le ore di divieto. Saccani Carmela da Gottolengo [Bs], RegianiElvira da Casalmaggiore [Cr], Pettazzini Angiolina da Casalmaggiore: fermate perché sor-prese a circolare in bicicletta durante le ore di divieto.

9 luglio 1944A causa dell’interruzione della linea telefonica non si hanno notizie da Biella26.11 luglio 1944Non si hanno notizie da Biella.Nulla da segnalare per gli altri Comuni della Provincia27.12 luglio 1944Bellettato Giulio da Vercelli: fermato alla stazione ferroviaria di Santhià, perché spac-

ciatosi quale ufficiale della polizia germanica si intrometteva in una operazione di servi-zio eseguita da organi di polizia cercando di farsi consegnare l’individuo che era stato fer-mato, asserendo di volerlo accompagnare ai competenti comandi germanici.

14 luglio 1944Moretto Stefano, Bertotto Giannino, Borelli Carlo, Piasio Casdove in Borelli [tutti]

da Vercelli: i suddetti sono stati dichiarati in contravvenzione perché circolavano in bici-cletta dopo le ore 21.

Pino Agostino, Rigazio Giovanni, Rossi Giuseppe [tutti] da Cigliano: fermati per inda-gini circa la trebbiatura del grano.

15 luglio 1944Sarasso Giuseppe da Vercelli: fermato perché sorpreso a circolare durante le ore di

coprifuoco senza la prescritta autorizzazione.Caranto Pietro da Cigliano: fermato perché propagandista fra gli agricoltori perché non

iniziassero i lavori di trebbiatura del grano.17 luglio 1944Barone Salvatore da Tronzano: fermato perché renitente alla leva.Ghigo Paola da Borgo d’Ale: fermata perché madre di capo ribelli.Ghigo Marcello da Borgo d’Ale: fermato perché appartenente a bande di ribelli.Guglielmina Albina da S. Germano Vercellese, Gallo Maria da Vercelli: fermate per-

ché sorprese a circolare durante le ore di coprifuoco.18 luglio 1944Poy Giovanni da Torino: fermato alle ore 24 perché circolava in ora del coprifuoco

senza autorizzazione.20 luglio 1944Padini [recte Padino] Felice, Zucca Giuseppe, Costa Felice [tutti] da Santhià: fermati

per indagini di polizia politica.Strada Teodoro da Vicolungo [No]: fermato perché sorpreso a circolare durante le ore

di coprifuoco senza la prescritta autorizzazione28.

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23 luglio 1944Viola Ezio da Pray Biellese: fermato per favoreggiamento a ribelli.Castini Francesco da Vercelli: fermato perché sorpreso a circolare durante le ore del

coprifuoco e per oltraggio e resistenza alla forza pubblica.24 luglio 1944Ieri formazioni aeree nemiche hanno sorvolato il territorio di questa provincia sgan-

ciando bombe e mitragliando abitanti di Fontanetto Po e Brusnengo.A Cossato veniva spezzonato un treno. Si lamentano vittime e danni.Balossino Eusebio da Vercelli: arrestato perché disertore.Conti Carlo da Vercelli: fermato per indagini di polizia politica.Scarparo Antonio da Vercelli: fermato perché divulgatore di manifestini sovversivi.Testa Luigi da S. Giusto Canavese [Ao, ora To], Cattabiani Dante da Castelnovolotto

[?]: fermati perché renitenti alla leva.25 luglio 1944Questa notte alle ore 1,45 venivano lanciate contro gli stabili contrassegnati con i nu-

meri 25 e 27 di questo corso Repubblica 5 bombe a mano che hanno provocato la rotturadi saracinesche e vetri. Nessun danno a persone.

Casarotti Ariente, Ferrante Luigi, Casalino Armando [tutti] da Vercelli: fermati perchésorpresi a circolare durante le ore del coprifuoco.

Barone Lilia da Vercelli: fermata per indagini di polizia politica.Mino Oreste da Borgosesia: fermato per indagini di polizia politica, perché sospetto

di aver appartenuto a bande armate di ribelli.26 luglio 1944La giornata del 25 luglio è trascorsa senza novità.27 luglio 1944Ore 3 circa. Aerei nemici lanciavano sulla città alcuni spezzoni incendiari, uno dei quali

cadeva in via Galileo Ferraris, danneggiando il selciato della via.30 luglio 1944Macchieraldo [recte Machieraldo] Alfredo da Santhià: arrestato perché resosi respon-

sabile di propaganda antinazionale.31 luglio 1944Bordone Pierino, Morchino Giorgio da Pezzana: dichiarati in contravvenzione perché

circolavano durante l’allarme aereo. Le sottonotate persone sono state fermate dalla Gnrdel lavoro, perché al passaggio di un treno di militari lanciavano grida sediziose: AlunniGiovanni, Guassora Celestino, Buffa Serafino, Travostino Felice, Servardone Pietro, Gia-ra Remo, Teglia Pietro [tutti] da Vercelli.

1 agosto 1944Questa notte verso le ore 1,30 in questa piazza Cavour venivano lanciate da ignoti tre

bombe a mano contro la libreria Giovannacci, provocando la rottura delle saracinesche edun principio di incendio subito domato dall’intervento del vigili del fuoco. Nessun dannoa persone.

Merlo Carlo da Lenta: fermato per indagini di polizia politica.Cominetti Guido da Varallo: fermato perché sorpreso a circolare durante le ore del

coprifuoco senza la prescritta autorizzazione.2 agosto 1944Mondino Giovanni da Mazzè [Ao, ora To], Balocco Stefano da Borgo d’Ale, Morisio

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Antonio da Mazzè, Ghigo Giovanni da Tronzano: fermati dalla Brigata nera, perché sospettidi appartenere a bande di ribelli.

3 agosto 1944Ghelfi Mario da Vercelli: fermato perché sorpreso a circolare in bicicletta durante le

ore di divieto.5 agosto 1944Cerruti Emilio da Comino [recte Camino, Al]: fermato per accertamenti circa la di lui

posizione militare.6 agosto 1944Moggio Enrico da Torino, Chio Vittorio, Ronco Giuseppe, Artioli Pietro [tutti] da Cre-

scentino, Molinaro Pietro da Cavaglià: i suddetti sono stati fermati per indagini di poliziapolitica.

7 agosto 1944Verso le ore 19,05 di ieri una formazione [aerea] nemica bombardava e mitragliava questa

città. Lievi danni alle linee ferroviarie e nessuna vittima accertata.N. 25 persone sono state dichiarate in contravvenzione perché sorprese a circolare

durante lo stato di allarme aereo.8 agosto 1944Numero 8 persone sono state ieri dichiarate in contravvenzione perché sorprese a cir-

colare durante lo stato di allarme aereo senza la prescritta autorizzazione.11 agosto 1944Proveniente da Maderno [Bs] ha pernottato all’albergo “Pesce d’oro” l’ecc. Pierotti,

prefetto ispettore dell’alimentazione per il Piemonte. Alle ore 9,30 parte per Torino.12 agosto 1944A Salussola questa notte verso le ore 24, ignoti, che si presume ribelli, hanno asporta-

to dalla stazione ferroviaria diverse centinaia di biglietti di 3a classe, L. 1.300, l’apparatotelegrafico e le chiavi degli scambi dei binari. Verso le ore 3 di questa notte ignoti faceva-no esplodere sulla linea ferroviaria Torino-Milano un ordigno esplosivo causando il dera-gliamento di una locomotiva e di un carro merci. Nessun danno a persone.

Casotto Domenica, Fossati Teresa da Vercelli: dichiarate in contravvenzione perchésorprese a circolare in bicicletta durante le ore di divieto.

13 agosto 1944Protta Elda da Vercelli: arrestata perché trovata in possesso di documenti di identifi-

cazione falsificati.Gioia prof. Axel, da S. Damiano d’Asti [At]: dichiarato in contravvenzione perché sor-

preso a circolare durante lo stato di allarme aereo, senza la prescritta autorizzazione.Andreone Giovanni da Trino Vercellese, Maritano Pietro da Cigliano, Pegani Vitaliano

da Ronsecco, Pregnolato Antonio da Palestro [Pv], Ponsetto Attilio da Caluso [Ao, ora To],Vismara Antonio da Lonate Pozzolo [Va], Andreone Aldo da Costanzana, Corradino Pietroda Borgo Vercelli, Costanzo Giovanni da Motta dei Conti, Saibeni Costantino da Milano:i suddetti venivano fermati in seguito ad un controllo eseguito sui ciclisti indi identificatie rilasciati. Oltre ai suddetti sono state fermate identificate e rilasciate, per lo stesso mo-tivo, altre 200 persone, tutte da Vercelli.

15 agosto 1944Dalle pattuglie comandate per il controllo ai ciclisti sono state fermate circa 80 per-

sone, identificate e rilasciate.

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18 agosto 1944Nelle prime ore di stamane elementi ribelli interrompevano a mezzo di esplosivo i binari

della linea Biella-Santhià nei pressi di Salussola.Casanova Giulia in Grasso da Vercelli: fermata per indagini di polizia politica.Gaetani Elsa da Vercelli: fermata per indagini di polizia politica.Ieri sono stati fermati dalle pattuglie comandate per il controllo ai ciclisti circa 50

persone, identificate e rilasciate.20 agosto 1944Gibin Norma da Vercelli: dichiarata in contravvenzione perché sorpresa circolare in

bicicletta durante le ore di divieto.23 agosto 1944Pertusa [recte Pertusi] Carmela da Vercelli, infermiera: fermata per indagini di polizia

politica.24 agosto 1944Questa notte aerei nemici hanno sorvolato questa città lanciando razzi luminosi e sgan-

ciando bombe nei pressi della cascina Ranza, oltre fiume Sesia.Altre bombe sono state sganciate nei pressi di Bianzè, non si lamentano né vittime né

danni.28 agosto 1944Verso le ore 23 di ieri alcuni individui armati si sono presentati presso il Municipio di

Crescentino, facendosi consegnare dal capo guardia alcune armi che erano state rinvenutesu un’automobile abbandonata. Si allontanavano quindi per ignota direzione senza altri in-cidenti.

3 settembre 1944Verso le ore 22,30 di ieri elementi sconosciuti ritenuti ribelli facevano saltare mediante

esplosivo un tratto della linea ferroviaria Torino-Milano, fra le stazioni di S. Germano eOlcenengo. Non si lamentano vittime. Linea riattivata.

4 settembre 1944Questa notte alcuni aerei nemici hanno sorvolato questa città sganciando alcune bom-

be sullo stabilimento Chatillon e provocando lievi danni. Altre bombe sono state sgancia-te nei pressi della cascina Ranza oltre fiume Sesia, senza provocare danni. Non si lamen-tano vittime.

Altri aerei hanno sganciato alcune bombe nei pressi del posto di blocco di Chiavazza(Biella), colpendo lievemente un padiglione della Sip.

Altre bombe sono state sganciate nel comune di Pralungo. Lievi danni a fabbricati. Silamentano due feriti leggeri.

7 settembre 1944Ieri sera elementi ribelli hanno prelevato i militari in servizio al posto di blocco di questa

via per Olcenengo.8 settembre 1944Questa notte cinque sconosciuti armati, ritenuti ribelli, nella stazione ferroviaria di

Crescentino hanno ucciso un militare tedesco ferendone un altro.Spettacoli pubblici sospesi per lutto nazionale.10 settembre 1944Soggia Floriano, Arona Aristide da Vercelli: i suddetti sono stati fermati per indagini

polizia politica.

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11 settembre 1944Alle ore 11,30 di ieri aerei nemici spezzonavano e mitragliavano la stazione ferrovia-

ria di Rive Vercellese. Si lamentano 1 morto, 3 feriti e due carri ferroviari incendiati edalcuni danneggiati dal mitragliamento.

Pesenti [recte Pisenti] Enrico da Vercelli: fermato per indagini di polizia politica.12 settembre 1944Ieri sera in una osteria di Greggio veniva assassinato da due sconosciuti un militare

appartenente alla divisione S. Marco. I due banditi asportavano il mitra, la pistola e le bombea mano che erano in dotazione al militare.

15 settembre 1944Questa notte elementi ribelli mediante esplosivo facevano saltare un binario della li-

nea ferroviaria Torino-Milano, tra le stazioni di Saluggia e Livorno Ferraris. Il trafficoferroviario si svolge normalmente sul binario intatto.

Fassone Pietro da Vercelli: contravvenzione alle norme sull’oscuramento.16 settembre 1944Sansalvadore Vincenzo da S. Germano Vercellese: fermato perché disertore.17 settembre 1944Verso le ore 19 di ieri alcuni aerei nemici hanno sorvolato la linea ferroviaria Vercelli-

Casale sganciando alcune bombe nei pressi della stazione di Pertengo. La linea è stata in-terrotta e si presume che potrà essere riattivata entro la giornata di oggi. Nessun danno apersone.

Quaranta Ettore da Vercelli: fermato per inosservanza alle norme relative al coprifuo-co. Crismancich Giovanna (sic) da Trieste: fermato perché sospetto appartenente a bandedi ribelli.

19 settembre 1944Questa notte elementi ribelli hanno interrotto mediante esplosivo un binario della li-

nea ferroviaria Milano-Torino, nei pressi di Livorno Ferraris. Il traffico si svolge regolar-mente sull’altro binario rimasto intatto.

20 settembre 1944Castoro Severino Giuseppe, Facelli Domenico da Vercelli: dichiarati in contravven-

zione perché, quali ammoniti politici, si allontanavano dal proprio domicilio senza la pre-ventiva autorizzazione dell’autorità di Ps.

23 settembre 1944Nella mattinata di ieri aerei nemici in due ondate hanno sorvolato questa città sgan-

ciando bombe sul ponte ferroviario sul fiume Sesia. La stessa opera è stata colpita in duepunti. Si lamentano quattro feriti. Si presume che il traffico potrà essere riattivato fra qual-che giorno.

24 settembre 1944Ieri, a scopo di sabotaggio, elementi ribelli facevano saltare mediante esplosivo en-

trambi i binari della linea ferroviaria Milano-Torino sul ponte sul canale Cavour tra le sta-zioni di Santhià e S. Germano. Un binario è stato riattivato ed il traffico si svolge rego-larmente.

26 settembre 1944Nel pomeriggio di ieri aerei nemici hanno effettuato una azione di mitragliamento su

Venaria di Lignana provocando un incendio in un cascinale prontamente domato dai vigilidel fuoco di Vercelli subito accorsi. Non si lamentano vittime.

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Alle ore 20,45 ed alle ore 23,30 altri aerei nemici effettuavano azioni di mitragliamentoe di spezzonamento nel comune di Borgo Vercelli. Non si lamentano vittime né danni.

27 settembre 1944Verso le ore una di questa notte nella trattoria “Fontana” di Santhià sconosciuti ritenuti

ribelli uccidevano a colpi di arma da fuoco un tenente della G[uardia] r[epubblicana]c[onfinaria]. Rimaneva altresì ferito il proprietario dell’esercizio.

28 settembre 1944Verso le ore 18 di ieri militi armati qualificatisi appartenenti alla legione “Muti” impe-

divano ai militari comandati in servizio sull’autostrada nei pressi del comune di Greggiodi assumere il sevizio stesso facendo presente che per evitare una eventuale sparatoria nondovevano più farsi vedere. Lo stesso pare sia avvenuto a Balocco e nelle zone limitrofe.Comando Sicurezza “Buch” informato.

In Biella situazione normale.Nulla da segnalare per gli altri Comuni della Provincia.30 settembre 1944Raviglione Francesco, segretario comunale di Valle S. Nicolao: tradotto a Vercelli in

stato di arresto dalla Gnr di Biella per essere messo a disposizione del capo della provin-cia.

1 ottobre 1944Verso le ore 17,30 elementi ribelli attaccavano nei pressi di Trino Vercellese militari

tedeschi di passaggio. Un’ora dopo mentre automezzi della Brigata nera di Vercelli giun-gevano sul posto per dare man forte, venivano attaccati da altri ribelli; uno squadrista ri-maneva ferito.

Alle ore 23,45 mentre gli automezzi della Brigata rientravano a Vercelli, venivano fattisegno a mitragliamento da parte di un aereo nemico. Si lamentano 4 morti e 6 feriti.

Alle ore 3,30 un aereo nemico sorvolava la città di Vercelli sganciando alcuni spezzoniincendiari ed effettuando azione di mitragliamento. Si lamenta un morto; nessun dannomateriale.

2 ottobre 1944Verso le ore 21 di ieri un aereo nemico effettuava una azione di mitragliamento su questa

città. Non si lamentano vittime né danni.4 ottobre 1944Leone Luigi da Vercelli: fermato per indagini di polizia politica.6 ottobre 1944Verso le ore 21,30 di ieri sera alcuni ribelli armati si presentavano presso il municipio

di Crescentino ed asportavano un apparecchio radio ricevente.13 ottobre 1944Questa notte verso le ore due un numero imprecisato di individui sconosciuti ritenuti

ribelli, tentava di attaccare il posto di blocco sito sulla via per Olcenengo. Il tentativo ve-niva frustrato dal pronto intervento dei militari in servizio che con il fuoco delle armi indotazione fugavano gli attaccanti.

Verso le ore 22 di ieri un gruppo di ribelli armati si presentava presso il caseificio diTortolone Giovanni da Oldenico impossessandosi di un quintale di burro e di un maiale.

15 ottobre 1944Al posto di sorveglianza e segnalazione della regione Isola sono state notate dalle ore

2 alle ore 4,30 segnalazioni luminose effettuate da elementi sconosciuti.

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Alle ore 2,30 i militari dello stesso posto aprivano il fuoco contro una macchina cheall’intimazione dell’alt non si fermava. L’automezzo svoltava in una strada laterale e rispon-deva al fuoco allontanandosi quindi per direzione ignota.

Verso le ore 20 di ieri sera elementi ribelli entravano nella stazione ferroviaria di S.Germano e dopo aver immobilizzato il personale di servizio danneggiavano l’apparecchiotelegrafico, il blocco scambi e scassinavano la cassaforte asportando lire 5.000. Gli appa-rati telegrafici sono stati riparati mentre gli scambi sono ancora inutilizzati. I predetti siallontanavano dirigendosi verso Santhià.

16 ottobre 1944Verso le ore 0,30 di questa notte i militari del posto di s[orveglianza e di] s[egnalazione]

di strada Asigliano e porta Milano sparavano alcuni colpi di arma da fuoco per fugare ele-menti sconosciuti che si aggiravano nelle vicinanze dei posti stessi.

17 ottobre 1944Al posto di sorveglianza e segnalazione strada per Gattinara verso le ore 24 venivano

notate segnalazioni luminose e lanci di razzi. I militari di servizio intervenivano con le armiin dotazione fugando i disturbatori.

Mischiatti Secondo da Vercelli: fermato per indagini di polizia politica.18 ottobre 1944Verso le ore 20 di ieri cinque sconosciuti armati sulla strada Vercelli-Cappuccini apri-

vano il fuoco contro i militari germanici uccidendone uno e ferendone un altro. Sono incorso indagini.

Verso le ore 0,30 di questa notte sconosciuti tentavano di interrompere la linea telefo-nica nei pressi del posto di s[orveglianza e di] s[egnalazione] di porta Milano. Gli stessivenivano posti in fuga dai militari di servizio che intervenivano facendo uso delle armi.

19 ottobre 1944Questa notte, nei pressi del posto di s[orveglianza e di] s[egnalazione] della strada di

Olcenengo elementi disturbatori venivano fugati dal fuoco delle armi in dotazione ai mi-litari del posto stesso.

21 ottobre 1944Questa notte elementi disturbatori sparavano un colpo di pistola contro i militari in

servizio al posto di s[orveglianza e di] s[egnalazione] della strada per Olcenengo e quindisi allontanavano per ignota direzione.

Verso le ore 6 di questa mattina elementi ribelli si presentavano presso la sede muni-cipale di Oldenico asportando i registri dei quadrupedi e l’apparecchio telefonico.

Zamboni Pietro da Leno [Bs]: fermato in seguito ad azione di rastrellamento da partedella pattuglia di questo ufficio perché sullo stradale salutava alla comunista col pugnochiuso. Tacchi Mario Gaetano da Lonate Pozzolo [Va]: fermato in seguito ad azione di ra-strellamento da parte di una pattuglia di questo ufficio, perché indossante la divisa dei ri-belli e perché trovato in possesso di un coltello a lama fissa.

22 ottobre 1944Cortellino Giacomo da Trieste: fermato da agenti di questo ufficio perché sospetto

appartenere a bande armate di ribelli.23 ottobre 1944Verso le ore 22,15 di ieri elementi sconosciuti sparavano alcune raffiche di mitra con-

tro i militari del posto s[orveglianza e di] s[egnalazione] di porta Milano. I militari stessirispondevano al fuoco e fugavano gli sconosciuti.

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24 ottobre 1944Verso le ore 20 di ieri sera in questa piazza Cavour quattro individui che si aggiravano

attorno ad un autocarro carico di riso diretto ad Udine esplodevano un colpo di pistola controil tenente Barzilai Attilio di questo C[entro] c[ostituzione] g[randi] u[nità dell’esercito] chesi era avvicinato all’automezzo allo scopo di accertarsi delle intenzioni dei suddetti. Il Bar-zilai restava leggermente ferito ad un braccio e gli sconosciuti si dileguavano per ignotadirezione.

Oppezzo Pietro da Stroppiana, cl. 1926: fermato da pattuglia di questo ufficio perchérenitente alla leva.

26 ottobre 1944Verso le ore 22,30 di ieri elementi ribelli prelevavano e disarmavano i militari di ser-

vizio al posto di s[orveglianza e di] s[egnalazione] della regione Isola. I militari stessi ve-nivano restituiti poco dopo.

Alle ore 0,30 si verificava un secondo attacco allo stesso posto di s[orveglianza e di]s[egnalazione]: nel conflitto a fuoco che ne seguiva rimaneva ferito un serg. magg. del-l’esercito.

Altri elementi disturbatori tentavano di avvicinarsi al posto di s[orveglianza e di]s[egnalazione] della strada per Gattinara, fugati dal fuoco delle armi in dotazione ai mili-tari di servizio.

28 ottobre 1944Acquadro Paolo da Vercelli: fermato perché sospetto organizzatore associazione sov-

versiva.30 ottobre 1944Verso le ore 22,30 di ieri elementi disturbatori sparavano una ventina di colpi di arma

da fuoco contro i militari in sevizio al posto di s[orveglianza e di] s[egnalazione] dellaregione Isola. I militari stessi rispondevano al fuoco e fugavano gli aggressori.

Verso le ore 21 di ieri sera due sconosciuti si presentavano presso la latteria di Lariz-zate asportando q. 1,06 di burro.

31 ottobre 1944Verso le ore 22 di ieri i militari del posto di s[orveglianza e di] s[egnalazione] di Biella

aprivano il fuoco contro elementi disturbatori che facevano segnalazioni luminose, fugan-doli.

1 novembre 1944Verso le ore 22,30 di ieri elementi ritenuti ribelli sparavano alcune raffiche di armi

automatiche contro i militari del posto di s[orveglianza e di] s[egnalazione] della stradaper Trino. I militari del posto stesso reagivano con le armi in dotazione fugando gli ag-gressori.

5 novembre 1944Ieri verso le ore 13,30 apparecchi nemici sganciavano numerose bombe sul ponte fer-

roviario sul fiume Sesia interrompendolo in 4 punti. Si lamentano un morto e due feriti.Le linee ferroviarie per Milano e Pavia sono interrotte e si effettua il trasbordo.

Salis Giuseppe, Bernotti Giuseppina in Salis da Camino [Al]: fermati perché sospettifavoreggiatori di ribelli.

Bausardo Giuseppe da Trino: fermato per misure politiche e sospetti in genere.8 novembre 1944Verso le ore 20,45 di ieri veniva rinvenuto affisso ad una colonna dei portici del caffè

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Marchesi di questa città, un manifestino sovversivo con la dicitura “Italiani, insorgere ecombattere non è azione di domani. L’insurrezione nazionale è già iniziata ed è prossimal’ora della battaglia decisiva. Il Comitato di liberazione nazionale per l’Alta Italia”. Si èprovveduto a staccare detto manifestino.

9 novembre 1944Ieri sera a Quinto Vercellese veniva proditoriamente assassinato il m[arescia]llo della

X flottiglia Mas Zerbinati Guglielmo29, di anni 27. La salma del predetto è stata trasporta-ta presso questo ospedale maggiore. Sono in corso indagini.

10 novembre 1944Moscone Cesare, detenuto presso le carceri di Vercelli: verso le ore 20-21 di ieri elu-

dendo la vigilanza delle guardie carcerarie, riusciva ad evadere.11 novembre 1944Pegoraro Antonio da Vercelli, guardia carceraria, Vincenti Ignazio da Vercelli, guardia

carceraria: fermati perché sospetti favoreggiatori della fuga del detenuto.12 novembre 1944Verso le ore 6,30 di questa mattina elementi ribelli, attaccavano con sorpresa il posto

di s[orveglianza e di] s[egnalazione] sito sulla strada per Gattinara e disarmavano i militariivi in servizio.

Questa notte un aereo nemico sganciava alcune bombe nei pressi del posto di bloccodi Sant’Agata sito alla periferia della città di Biella. Nessuna vittima e nessun danno.

Briglia Eraldo da Vercelli: dichiarato in contravvenzione perché sorpreso a circolarein bicicletta durante le ore in divieto.

13 novembre 1944Verso le ore una di questa notte elementi sconosciuti sparavano alcuni colpi di arma da

fuoco contro i militari del posto di s[orveglianza e di] s[egnalazione] sito sulla strada perGattinara. I militari rispondevano al fuoco e fugavano gli aggressori.

Verso le ore 20,30 sconosciuti lanciavano alcuni sassi contro i militari del posto dis[orveglianza e di] s[egnalazione] sito sulla strada per Olcenengo colpendo un militare cheè stato ricoverato al locale ospedale civile. Col fuoco delle armi in dotazione i soldati diservizio fugavano gli sconosciuti.

Questa mattina verso le ore 8 elementi ribelli dopo essere penetrati nei locali delmunicipio di S. Germano asportavano tre macchine da scrivere e danneggiavano l’appa-recchio telefonico. Dopo pochi minuti gli stessi si allontanavano con un carrettino a manocarico di sacchi di grano probabilmente rubato ad agricoltori della zona. Altro gruppo diribelli rapinavano un camioncino e con esso si diressero alla volta di Carisio.

Nel pomeriggio di ieri sulla strada Desana-Lignana è stato rinvenuto il cadavere di unmilitare ucciso con un colpo di arma da fuoco alla nuca.

Bava Mario da Vercelli: arrestato per detenzione di armi.Briglia Eraldo da Vercelli: dichiarato in contravvenzione perché sorpreso a circolare

in bicicletta durante le ore di divieto.16 novembre 1944Cattin Giovanna, Paganin Piera, da Vercelli: fermate perché chiedevano telefonicamente

al posto di s[orveglianza e di] s[egnalazione] strada per Olcenengo notizie di caratteremilitare.

Zarino Walter da Vercelli: dichiarato in contravvenzione perché sorpreso a circolarein bicicletta durante le ore di divieto.

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20 novembre 1944Scansetti Angelo da Vercelli: fermato perché sorpreso a circolare durante le ore del

coprifuoco senza la prescritta autorizzazione.24 novembre 1944Bossola dr. Pierino, Di Chiara Giuseppe, Belcastro Nicola, Marasco Francesco, Bo-

schetti Ida, Corbano Rosa, Marasco Maria, Balosso Maria: le suddette persone sono statefermate quali ostaggi per l’uccisione del m.llo Zerbinati della X Mas, avvenuta tempo ad-dietro a Quinto Vercellese.

25 novembre 1944Verso le ore 4 di questa notte elementi disturbatori si avvicinavano al posto di

s[orveglianza e di] s[egnalazione] sulla strada di Asigliano e venivano prontamente fugatidalle armi in dotazione ai militari di servizio.

Cecchi Celso già residente a Roma: fermato perché sorpreso a svolgere opera disgre-gatrice e sovversiva fra gli ex sbandati accantonati in una caserma di questa città.

28 novembre 1944Nel pomeriggio di ieri tre individui armati si sono presentati presso la Riseria Brusa-

sco di Livorno Ferraris asportando un quantitativo imprecisato di riso.29 novembre 1944Vigone Luigia, Monteleone Franco, Sironi Ferdinando, Dragone Alberto, Negro Do-

menico, Scardapane Gaetano [tutti] da Vercelli: dichiarati in contravvenzione perché cir-colavano durante lo stato di allarme aereo senza la prescritta autorizzazione.

Maiocchi Roberto, senza fissa dimora: fermato perché circolava durante le ore delcoprifuoco senza la prescritta autorizzazione.

1 dicembre 1944Rosso Andrea Antonio da Vercelli fermato perché contravventore alla libertà vigilata e

perché sorpreso circolare durante il coprifuoco sprovvisto di regolare autorizzazione.Palazzolo Rodolfo da Vercelli titolare albergo Repubblica: dichiarato in contravven-

zione perché dava alloggio a persona sprovvista di documenti.2 dicembre 1944Zanvercelli Pasquale, residente a Crescentino per sfollamento: fermato perché sospetto

organizzatore di bande armate di ribelli.5 dicembre 1944Questa notte verso le ore 1 elementi ribelli penetravano nei locali della Latteria indu-

striale vercellese di Larizzate e dopo aver reso inutilizzabile l’apparecchio telefonico aspor-tavano kg. 88 (sic).

6 dicembre 1944Verso le ore 23 di ieri sera è stata trasportata al locale ospedale maggiore la salma di

un maresciallo della polizia germanica.Il cadavere presenta due ferite d’arma da fuoco al cuore. Si sconoscono i motivi del-

l’uccisione.10 dicembre 1944Massa Luigi, Pollo Riccardo, da Vercelli: i suddetti sono stati qui accompagnati da militi

della Brigata nera “Bruno Ponzecchi”, perché facenti parte di bande armate.12 dicembre 1944Vernenti Carlo da Trino Vercellese: fermato perché sospetto di appartenere a bande

ribelli.

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13 dicembre 1944Gianadda Ciocchetti Camillo da Vercelli: fermato per accertamenti perché trovato in

possesso di documenti ritenuti non legali.14 dicembre 1944Stamane verso le ore 7 sono stati rinvenuti in questa piazza della stazione alcuni mani-

festini di carattere sovversivo.15 dicembre 1944Bellardone Antonio, Mazzucchetti Giovanni, da Villata: arrestati perché disertori.18 dicembre 1944Corsini Francesco, Pozzo Guido, da Vercelli: dichiarati in contravvenzione per infra-

zione alle norme sull’oscuramento.19 dicembre 1944Ferragata [recte Ferragatta] Eusebio, cl. 1926, Giulia Renato, cl. 1926, Ghisio Luigi-

no, cl. 1926, Vicario Francesco, cl. 1925, [tutti] da Stroppiana: arrestati dalla squadra po-litica della Questura perché disertori.

20 dicembre 1944Dalle ore 22,45 alle ore 3 della notte decorsa elementi ribelli attaccavano il posto di

blocco sulla via per Olcenengo. Gli stessi venivano messi in fuga dalla pronta reazione deimilitari di guardia.

21 dicembre 1944Giuberchio Piero da Vercelli: fermato per indagini di polizia politica.29 dicembre 1944Ieri sera verso le ore 19,30 nei giardini pubblici nei pressi di questa stazione ferrovia-

ria è stato rinvenuto da agenti di questo ufficio un moschetto modello ’91, abbandonato daignoti.

Verso le ore 15 di ieri elementi ribelli prelevavano da agricoltori del comune di Collo-biano due capi di bestiame bovino.

Ferringhetti Faustino da Vercelli, esercente trattoria Tripoli: fermato per indagini dipolizia politica.

30 dicembre 1944Ieri sera verso le ore 22 un automezzo proveniente da Torino e diretto a Milano avente

a bordo elementi Brigata nera “Resega”, elementi della “Folgore” e della “X” [Mas] giuntonei pressi di Greggio e precisamente al km. 63 dell’autostrada Torino-Milano veniva inve-stito da una mina fatta esplodere da parte dei ribelli. Accertati finora sei morti e dieci fe-riti.

31 dicembre 1944Pedrola don Remo da Vercelli: fermato per indagini di polizia politica.4 gennaio 1945Melotti Egidio da Vercelli: fermato per indagini di polizia politica.5 gennaio 1945Cervini Gottardo da Vercelli: fermato per indagini di polizia politica.Innocenti Alessandro da Vercelli: fermato dalla Questura di Novara e qui accompagna-

to per accertamenti in linea politica.10 gennaio 1945Nella giornata di ieri in provincia da parte di aerei nemici sono state effettuate le se-

guenti azioni di mitragliamento:

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ore 11: mitragliamento treno viaggiatori scalo ferroviario Borgo Vercelli. Nessunavittima. Danneggiata in modo grave la locomotiva.

ore 14,30: mitragliamento di un treno merci tra S. Antonino e Saluggia. Un ferito.Locomotiva resa inutilizzabile.

ore 15: mitragliamento littorina scalo ferroviario Santhià. Si lamentano 16 morti e 48feriti di cui 30 gravi. Danni al materiale rotabile non ancora accertati.

ore 15: mitragliamento tenuta Ponticelli di Crescentino. Nessun danno a persone od acose.

ore 15: mitragliamento di un autotreno nei pressi di Livorno Ferraris. Nessuna vittima.15 gennaioBenedetto Francesco da Torino: fermato per accertamenti circa la posizione militare.19 gennaio 1945Gottardi Giovanni, Angela Antonio, Bellardi Davide [tutti] da Borgomasino [Ao, ora To],

Poliodori [recte Polidori] Quinto da Mazzè [Ao, ora To]: fermati perché sospetti apparte-nere a bande armate di ribelli.

Vernetti don Giuseppe da Biella: fermato perché indiziato di propaganda antinazionale.22 gennaio 1945Minotti Iginio da Cabiate [Co]: fermato perché ricercato quale assente arbitrario da

reparto militare.25 gennaio 1945Verso le ore 6 di stamane nella stazione ferroviaria di Santhià uno sconosciuto, ritenu-

to ribelle, sparava un colpo di pistola contro un militare tedesco, uccidendolo. Lo stesso,dopo aver sparato ancora alcuni colpi in un ufficio della stazione, senza arrecare danni, siallontanava perdendosi nell’oscurità.

26 gennaio 1945Alle ore 17 di ieri veniva fucilato in Cigliano tale Fiorillo Orazio, disertore della Gnr,

ribelle, autore di numerose aggressioni e rapine a mano armata nel territorio di Bianzè eCigliano, catturato dal battaglione Rap di Cigliano.

Bonardo Annita, Negro Enrica, Rubino Piera, Cena Ester, Caloscio Onorina [tutte] daVercelli, Del Piano Alessandra da Zumaglia, Landucci Pietro da Vercelli, Sereno Giusep-pe da Vercelli: tutte le suddette persone sono state fermate per indagini di polizia politica.

27 gennaio 1945Vavassori Rosina da Vercelli: fermata perché sorpresa a circolare durante le ore del

coprifuoco senza la prescritta autorizzazione e perché sprovvista di documenti di identifi-cazione.

2 febbraio 1945Verso le ore 1 della decorsa notte sconosciuti sparavano una raffica di mitra contro gli

agenti del posto di blocco di Asigliano, senza conseguenze.7 febbraio 1945Rato Giovanni da Vercelli: arrestato perché disertore.8 febbraio 1945Cagnoni Ercole, Cavallari Pia, da Borgo Vercelli: fermate per ordine della polizia ger-

manica.11 febbraio 1945Alle ore 21 di ieri elementi ribelli bloccavano nella stazione di S. Germano il treno

merci 8920 proveniente da Vercelli. Dopo aver imposto al personale di servizio di abban-

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donare il convoglio, perquisivano tutti i vagoni e sparavano contro un carro ove trovavanoquattro militari tedeschi e parecchi civili, ferendo gravemente uno di questi ultimi, e pre-levando i quattro militari.

Successivamente staccata la locomotiva con due vagoni scudo, la avviavano a tutta for-za verso Santhià. Detta locomotiva, priva di controllo, nella stazione di Tronzano cozzavacontro il treno viaggiatori in partenza per Vercelli. Danni al materiale e nessuna vittima. Ilcivile ferito a S. Germano, tal Perillo Marco, da Torino veniva ricoverato in questo ospe-dale maggiore ove decedeva.

Questa notte elementi sabotatori interrompevano la linea telefonica tra Caresanablot eQuinto Vercellese.

12 febbraio 1945Verso le ore 23 di ieri elementi ribelli sparavano alcune raffiche di mitra contro gli

agenti in servizio di posto di blocco porta Casale. Gli stessi ribelli venivano fugati dal fuo-co del personale del posto di blocco.

13 febbraio 1945Grosso Vittorio da Desana: arrestato perché disertore.14 febbraio 1945Tutti i locali di pubblico spettacolo sono chiusi per lutto cittadino30.17 febbraio 1945Molinari Bianca da Vercelli: fermata per ordine del comando polizia germanica.23 febbraio 1945Alle ore 22,30 di ieri venivano trasportati in questo ospedale maggiore la salma di un

militare tedesco ed un milite della compagnia o[rdine] p[ubblico] ferito, provenienti daTrivero.

24 febbraio 1945Alle ore 18,40 di ieri elementi ribelli danneggiavano gli apparecchi telefonici e tele-

grafici della stazione ferroviaria di S. Germano e prelevavano il capo stazione e la di luimoglie.

Acquadro Mario da Vercelli: fermato per indagini di polizia politica.1 marzo 1945Biella. Non si hanno notizie a causa dell’interruzione della linea telefonica.Livorno Ferraris. Ieri sera elementi ribelli si presentavano presso il Municipio e di-

struggevano un apparecchio telefonico. Indi asportavano coperte, scarpe ed altro materia-le di pertinenza dell’Opera Balilla che trovavasi nei locali del Municipio.

2 marzo 1945Verso le ore 1,30 della decorsa notte, il questore di Vercelli, Sartoris Amedeo mentre

si trovava in ispezione al posto di blocco sulla strada per Trino, ove si era verificata unasparatoria con elementi ribelli, veniva colpito da arma da fuoco alla testa rimanendo ucci-so. Si stanno svolgendo attivissime indagini per stabilire le cause che hanno determinatol’uccisione.

Alle ore 0,40 al posto di blocco di porta Casale, l’agente di Ps Trinchero Eugenio ri-maneva ferito da un colpo partito accidentalmente dal moschetto dell’agente Rigolone Luigi,ivi di servizio.

6 marzo 1945Alle ore 0,40 di questa notte è stato fucilato in Cigliano Melano Battista cl. 1921 da

Rivalta Torinese (sic), disertore ed appartenente a bande di ribelli31.

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7 marzo 1945A causa dell’interruzione telefonica non si hanno notizie da Biella32.8 marzo 1945Questa notte verso le ore 2 gli agenti del posto di blocco di porta Torino uditi gli spari,

iniziarono anch’essi sparatorie. Inviato sul posto rinforzo, si è potuto stabilire che primi asparare erano stati due tedeschi che eseguivano esercitazioni notturne. Non si lamentanodanni né feriti.

13 marzo 1945Alle ore 3,30 di questa notte sono state trasportate al locale ospedale maggiore le sal-

me di quattro militari germanici, carbonizzate. Si sconoscono le cause del decesso.19 marzo 1945Ieri sera verso le ore 22, aerei nemici sganciavano alcune bombe sull’abitato del co-

mune di Motta dei Conti, arrecando la morte di 8 persone e ferimento di altre due.Questa notte gli agenti in servizio al posto di porta Torino, hanno sparato molti colpi

contro ombre sospette. Inviato sul posto rinforzo. Nessuna conseguenza.20 marzo 1945In Biella, nel pomeriggio di ieri, al posto di blocco per Ponderano, in seguito ad attac-

co di elementi ribelli, rimanevano uccisi due legionari della Brigata nera e feriti altri tre.21 marzo 1945Servizio di vigilanza alle carceri: nessuna novità. Servizio di vigilanza ai posti di bloc-

co: nessuna novità33.Stamane verso le ore 8, aerei nemici hanno mitragliato il tramvai di Trino. Non si la-

mentano danni, né a persone né a cose.Questa notte alle ore 24 circa, uno sconosciuto telefonava al centralino di questo cor-

po di guardia, chiedendo se il commissario Nardocci fosse in Questura. Avutane rispostanegativa, informava che il posto di blocco di porta Milano era stato attaccato da ribelli,consigliando di mandare rinforzi. Detta notizia però è risultata falsa, in seguito a telefona-ta al posto di blocco suddetto.

22 marzo 1945Non sono ancora pervenute notizie da Biella.23 marzo 1945In Biella eccezion fatta per gli stabilimenti colpiti da provvedimenti di chiusura e di

quelli che lavorano a ritmo ridotto per mancanza di energia elettrica e combustibile la si-tuazione può considerarsi normale.

Alle ore 7,15 di stamane quattro aerei nemici nei pressi di Borgo Vercelli mitragliava-no sei autocarri e quattro carri ferroviari incendiandone alcuni. Nessuna vittima.

Stamane azione di mitragliamento da parte di aerei nemici veniva pure effettuata a Tron-zano. Un morto ed alcuni feriti.

24 marzo 1945Cappello Carlo, militare di sanità, Cagliero Mario, militare di sanità, entrambi addetti

al deposito comitato centrale Croce rossa italiana di Milano, fermati perché assenti arbi-trari.

26 marzo 1945In Biella attività lavorativa normale, fatta eccezione per le fonderie Officine riunite cui

provvedimento sospensione scade domani. Alcuni stabilimenti minori sono inoperosi permancanza di energia.

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27 marzo 1945Questa notte elementi ribelli hanno attaccato il posto di blocco al ponte sul fiume Po

in territorio di Trino Vercellese e poscia a cannonate danneggiavano il ponte stesso. I mi-liti della Brigata nera sono stati costretti a ripiegare su Trino.

1 aprile 1945Questa notte, elementi ribelli nella stazione di S. Germano Vercellese aprivano il fuo-

co con armi automatiche e bombe a mano contro il treno viaggiatori n. 1215 provenienteda Torino. Alcuni militari che viaggiavano su detto treno rispondevano al fuoco, fugandogli aggressori. Si lamentano due feriti, serg. Masole Giuseppe, residente a Novara e Ro-mani Racchio da Vercelli (civile), che sono stati ricoverati presso l’ospedale maggiore diVercelli.

Gonella Giovanni da Vercelli, Bianchi Zaverino da Trino Vercellese: i suddetti sono statifermati perché sospetti favoreggiatori di ribelli.

2 aprile 1945Non si hanno notizie da Biella.Verso le ore 17 di ieri aerei nemici hanno mitragliato due autocarri civili sullo stradale

Borgo d’Ale-Cigliano. Si lamenta un morto, certo Giva Giuseppe residente a Torino.Verso le ore 18 aerei nemici hanno mitragliato alcuni automezzi nei pressi della fra-

zione Cappuccini distruggendoli. Si lamentano due morti: un militare tedesco ed un civileitaliano certo Musso Camillo di Vercelli.

Nulla da segnalare per altri Comuni della Provincia.Controllo posti blocco: nessuna novità.Controllo servizio carceri: nessuna novità.4 aprile 1945Da notizie non ancora accertate sembrerebbe che questa notte, elementi ribelli entrati

in Santhià abbiano attaccato quel presidio del btg. Alpini. Si lamenterebbe la morte di unalpino.

Verso le ore 23,30 di ieri, elementi ribelli, in Trino Vercellese attaccavano una pattu-glia di quel presidio della Brigata nera. Alla pronta reazione gli aggressori si dileguavano.Nessuna vittima.

Ronchi Maria, da Novara: arrestata perché profferiva frasi avverse al fascismo.5 aprile 1945A causa dell’interruzione della linea telefonica non si hanno notizie da Biella.Nulla da segnalare per gli altri Comuni della Provincia.Controllo servizio posti blocco: nessuna novità.Controllo servizio vigilanza carceri: nessuna novità.

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01 I documenti sono conservati nell’Archivio di Stato di Vercelli (serie Prefettura, Gabinetto, maz-zo 67). Sono intestati “Questura di Vercelli. Mattinale” (dal 27 aprile 1944 l’intestazione è “PrefetturaRepubblicana”), sono firmati dal questore (fino al 31 dicembre 1943 da Cesare Rossi, dal 1 gennaio1944 al 1 marzo 1945 da Amedeo Sartoris, dal 2 al 27 marzo dal reggente Geremia Nardocci, esuccessivamente da Giovanni Amato), nella maggior parte dei casi sono protocollati (a partire dal 19gennaio 1944) e talvolta sono vistati o siglati dal capo della provincia Michele Morsero. Normalmen-te la data del protocollo è quella del giorno successivo, in alcuni casi tuttavia vi sono mattinali proto-collati con ritardi da tre a cinque giorni. A partire dal settembre 1944 è vistata o siglata la maggiorparte dei mattinali; inoltre in alcuni casi i documenti recano sottolineature o appunti di Morsero (adesempio: “alla stampa”, ecc.).

02 Ovviamente sono conservati anche mattinali precedenti: ad esempio, del settembre 1943 esi-stono quelli dal 1 al 10, del 25 e del 28 (sono stati esclusi dalla pubblicazione in quanto trattano soloargomenti di carattere annonario, così come ne sono stati omessi alcuni di ottobre).

Del periodo considerato mancano quelli dei giorni: 1-22, 24, 27, 29 ottobre 1943; 4, 5, 24 no-vembre; 8, 28 dicembre; 10, 31 gennaio 1944; 9, 13, 18, 20 febbraio; 6, 19, 20 maggio; 27 giugno;19, 28 luglio; 9, 10, 14, 21, 22, 25-27, 30 agosto; 2, 5 settembre; 5, 12 ottobre; 27 dicembre; 7, 11,28, 30 gennaio 1945; 6, 18, 22, 26-29 febbraio; 4, 11, 12, 14, 28-31 marzo; 3 aprile e dal 6 aprilein poi.

03 Se ne veda la biografia in appendice.04 Soprattutto per infrazioni alle leggi per la repressione del “mercato nero”: queste notizie (nume-

rose) sono state omesse.05 Non sono ovviamente state pubblicate le notizie relative a episodi per nulla connessi alle vicen-

de antifasciste e resistenziali (fermi e arresti per furti, truffe, violenze, prostituzione, ecc.). Così pure,in alcuni casi sono stati omessi nomi di persone, nell’incertezza che le vicende trattate avessero moti-vazioni politiche.

06 Queste notizie sono particolarmente numerose nei mesi di febbraio e, soprattutto, luglio-agosto1944.

07 Queste notizie sono particolarmente numerose nel periodo dicembre 1943 - giugno 1944.08 Particolarmente a partire dal gennaio 1944.09 La pubblicazione della seconda parte dei documenti è ovviamente stata omessa.10 Funzionari citati: commissari aggiunti: Geremia Nardocci (già in servizio prima del 25 luglio 1943,

citato fino al 1 febbraio 1944), Varricchio (idem, citato fino al 23 marzo 1944), Giulio Panvini Rosati(idem, citato fino al 16 luglio 1944), Bertini (citato il 23 dicembre 1943), Nicolò Farias (citato dal 17gennaio al 29 maggio 1944), Achille Sayeva (citato dal 16 febbraio 1945 al 26 marzo 1945); vicecommissari: Uberto Molinari (citato dal 31 dicembre 1943 al 9 aprile 1944), Vittorio Santangelo (dal1 gennaio al 5 aprile 1945); vice commissari aggiunti: Petriccione (già in servizio prima del 25 luglio1943, citato fino al 5 gennaio 1944), Francesco Frangipane (citato dal 19 dicembre 1944 al 1 aprile1945); vice commissari ausiliari: Mario De Nozza (citato dal 10 aprile 1944 al 16 gennaio 1945),Pietro Spanò (dal 12 aprile 1944 al 4 aprile 1945), tenenti: Silvio Torti (citato dal 6 ottobre 1944 al23 gennaio 1945); sottotenenti: De Rosa (citato dal 30 settembre al 30 ottobre 1944), Sismondi (dal1 al 3 ottobre 1944), Ormezzano (dal 2 al 14 ottobre 1944), Filippo Bilardo (dal 4 ottobre 1944 al5 aprile 1945), Policrate Luciani (dal 17 al 25 marzo 1945); marescialli: Giuseppe De Vecchi (citatodal 4 maggio 1944 al 20 febbraio 1945), Paolo Mele (citato il 5 maggio 1944), Sante Verga (citatodal 10 maggio 1944 al 1 aprile 1945), Bartolomeo Belsuini (dal 31 maggio 1944 all’8 febbraio 1945),Domenico Ballo (dal 2 giugno al 16 settembre 1944), Eligio Zenone (dal 27 settembre al 30 ottobre1944), Benvenuto Perini (dal 24 dicembre 1944 al 10 marzo 1945), Valenzano (citato il 27 marzo1945). Nelle ultime settimane di guerra, e precisamente a partire dal 13 marzo 1945, vi è inoltre l’in-dicazione dei funzionari addetti alla sorveglianza dei posti di blocco, delle carceri e delle pattuglie.

11 Non pochi degli antifascisti qui citati sono stati biografati in PIERO AMBROSIO, La repressionedel dissenso durante la Rsi in provincia di Vercelli nei documenti del Cpc e in altre serie conser-vate nell’Acs, in “l’impegno”, a. XXXI, n. s., n. 2, dicembre 2011: si tratta di Enrico Anino, GiacomoAnselmino, Giovanni Arlone, Pietro Artioli, Emiliano Bollea, Annita Bonardo, Luigi Riccardo Bonino,Natalina Borgnana, Efisio Borgo, Luigi Borla, Silvio Callegarin, Celso Cecchi, Paolo Camillo Corte,Felice Costa, Antonio Facchini, Pietro Gallardi, Luigi Grasso, Alessandro Innocenti, Pilade Lozzia,

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Luigi Mandosio, Luigi Mellini, Carlo Merlo, Pietro Molinaro, Felice Padino, Ottavio Pastore, Car-mela Pertusi, Enrico Pisenti, Angela Rabino, Benvenuto Santus, Antonio Scarparo, Floriano Soggia,Carmelita Usellini, Angelo Zaninetti, Pasquale Zanvercelli. Altri, già deferiti al Tribunale speciale perla difesa dello Stato o condannati al confino politico, o sottoposti ad altri provvedimenti di polizia duranteil ventennio, sono stati biografati in P. AMBROSIO, Vercellesi, biellesi e valsesiani deferiti al Tribu-nale speciale fascista, in “l’impegno”, sette puntate apparse a partire dal n. 1 del 1987 al n. 3 del1990; ID, Vercellesi, biellesi e valsesiani al confino politico (1926-1943), in “l’impegno”, quattropuntate apparse a partire dal n. 1 del 1992 al n. 2 del 1993; ID, Vercellesi, biellesi e valsesiani in-ternati durante la seconda guerra mondiale (1940-43), in “l’impegno”, n. 2, agosto 1996; ID, Ver-cellesi, biellesi e valsesiani ammoniti durante il regime fascista, in “l’impegno”, a. XXXI, n. s., n.1, giugno 2011: si tratta di Alfredo Machieraldo e Marcello Moscatelli (deferiti al Tribunale speciale);Aristide Arona, Giovanni Calligaris, Domenico Facelli, Giovanni Negrino, Ernesto Nervi (condannatial confino); Silvio Jaffe (internato); Pierino Bona, Ottavio Borgia, Severino Castoro (ammoniti).

12 Alcuni dati ci sono stati utili, ad esempio, per la ricerca sull’antifascismo in provincia di Vercelli:i documenti conservati nell’Archivio centrale dello Stato per il periodo della Rsi non sono, per quantoconcerne le serie e le buste da noi finora consultate, sufficienti per una ricostruzione organica: molti“fascicoli personali” di antifascisti compresi nel Casellario politico centrale contengono infatti solo pochidocumenti, spesso privi di alcuni dati essenziali (data, località e motivo dell’arresto) che invece com-paiono nei “mattinali”.

13 Si intende ovviamente Vercelli.14 Sul 63o battaglione “M” della Guardia nazionale repubblicana, sulla legione “Tagliamento” e gli

altri battaglioni “M” operanti in provincia di Vercelli durante la Repubblica sociale italiana, nonché suibattaglioni “M” della Milizia volontaria per la sicurezza nazionale, sull’ordinamento e i gradi della Miliziae della Gnr si veda in appendice.

15 Aggiunta manoscritta: “Sono gli stabilimenti in sciopero il 10-1”.16 Identica comunicazione fu data con i mattinali del 21-24, 28, 29 gennaio; 18, 10, 14-17, 24,

25, 27, 28 febbraio; 15, 8-10, 12-14, 16, 19-21, 29-31 marzo; 1-3, 13, 14, 16, 18-20, 22-26, 28,29, 30 aprile; 3, 5, 7, 8, 10-18, 21-24, 27, 28, 30 maggio; in tutti i mattinali di giugno eccetto quellidell’11 e del 16; in quelli dall’1 all’8 e del 21 luglio.

17 Identica comunicazione fu data con i mattinali del 21-26 e 28 gennaio; 1, 4-8, 10-12, 14-17,19, 21-28 febbraio; 15-18, 20-23, 26, 29, 30 marzo; 2, 7, 13, 14, 20, 22-26, 28, 30 aprile; 1-5, 8-12, 15-18, 21-27, 30, 31 maggio; 1-3, 5-10, 12-17, 19-24, 26, 28, 30 giugno; 1, 3-8, 21, 22, 24-26, 31 luglio; 2-5, 7, 8, 11, 12, 17, 23 agosto.

18 Identica comunicazione fu data con i mattinali del 22, 23, 24, 28 gennaio.19 Identica comunicazione fu data con i mattinali del 26, 29, 30 gennaio; del 1, 2, 5-8, 10-12, 14-

17, 19, 21-28 febbraio; in quelli di marzo eccetto quelli del 6, 7, 11, 24; in tutti quelli di aprile eccettoquelli del 1 e del 5; in tutti quelli di maggio eccetto quello del 29; in tutti quelli di giugno eccetto quellodell’11; del 18, 21-27, 29, 31 luglio; del 1-8, 11-13, 15-20, 23, 24, 28, 29, 31 agosto; in tutti quellidi settembre eccetto quello del 4; in tutti quelli di ottobre eccetto quello del 18; in tutti quelli di novem-bre eccetto quello del 12; in tutti quelli di dicembre, gennaio, febbraio; del 3, 5, 6, 16-18, 24, 25, 27marzo; 1, 4 aprile.

20 Corretto a mano in “noto”.21 Se ne veda la biografia in appendice.22 Se ne veda la biografia in appendice.23 La notizia è ripetuta nel mattinale del 4 aprile.24 Vi sono due mattinali datati 25 aprile: mentre nel primo si comunica che non vi sono state par-

ticolari novità, il secondo contiene la notizia pubblicata.25 Aggiunta manoscritta: “Rilasciate in giornata”.26 Identica comunicazione fu data con i mattinali dei giorni seguenti fino al 20 luglio.27 Identica comunicazione fu data con i mattinali del 12, 13, 15-18, 20, 22-26, 29-31 luglio; 1-4,

6-8, 11-13, 15-20, 23, 28, 29, 31 agosto; in tutti quelli di settembre eccetto quello del 4; in tutti quellidi ottobre eccetto quello del 18; in tutti quelli di novembre eccetto quello del 13; in tutti quelli di di-cembre e di gennaio; in tutti quelli di febbraio eccetto quelli dell’11 e del 23; in tutti quelli di marzoeccetto quelli del 2 e del 23; e in quelli del 1, 4, 5 aprile.

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28 Fu nuovamente arrestato la notte successiva.29 Figlio di Pio Zerbinati, redattore responsabile de “La Provincia Lavoratrice”, organo della Fe-

derazione vercellese del Pfr, fu ucciso nella propria abitazione. Si veda anche la relazione del 5 di-cembre 1944 dell’ispettore generale di zona al capo della polizia (nell’articolo “È continuata un’ac-centuata attività sovversiva”. Le relazioni al capo della polizia nel 1944-45, in “l’impegno”, a.XXVII, nuova serie, n. 1, giugno 2007, qui riedito; la notizia è a p. 152), in cui è citato come appar-tenente al Btg. S. Marco di Vercelli.

30 Il lutto era stato decretato per le vittime di un bombardamento avvenuto domenica 11.31 In una successiva comunicazione, in pari data, la Questura precisò che era stato fucilato dal 3o

battaglione Rap alle 6.30.32 Identica comunicazione fu data con i mattinali dell’8, 9, 10, 13, 15 marzo.33 Identica comunicazione (con variazioni di forma, il termine “vigilanza” è sostituito da “ispezio-

ne”, “sorveglianza” e successivamente da “controllo” che dal 26 marzo è definitivo) fu data con i mattinalidel 22-27 marzo e 1, 4, 5 aprile.

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Proseguendo una prassi instaurata in anni precedenti1, anche nel 1944 le varie questu-re d’Italia inoltrarono al capo della polizia relazioni sulla situazione politica ed economi-ca delle rispettive province2.

Le relazioni seguono uno schema fisso, riportando dapprima notizie sull’attività dei“ribelli” e sulle azioni di rastrellamento, sulla situazione industriale e su quella alimenta-re, valutazioni dello “spirito pubblico”, a cui si aggiungono, talvolta, notizie di visite di altiufficiali, di cerimonie di giuramento di truppe3, di partenza di scaglioni di queste per laGermania, di sentenze del Tribunale straordinario provinciale, di manifestazioni varie pro-mosse dalla Prefettura.

È da rilevare che, per quanto riguarda le bande partigiane, le notizie sulla loro disloca-zione e la loro consistenza sono assai imprecise, così come le notizie fornite al capo del-la polizia sulle operazioni di rastrellamento sembrano sottostare più alle regole della pro-paganda che a quelle di un’informazione obiettiva a un superiore.

Tuttavia, da queste relazioni, per molti versi burocratiche, emergono talvolta, accantoa espressioni trionfalistiche sull’“altissimo morale” e sull’“entusiasmo” delle truppe,ammissioni significative: oltre alle difficoltà della vita quotidiana, soprattutto per le mas-se lavoratrici (del resto già documentate in relazioni degli anni precedenti4), non si na-scondono la “viva apprensione” dei lavoratori che temono di essere inviati in Germania,l’apatia, il disorientamento, la sfiducia e, addirittura, il “senso di panico”.

Relazione del 20 febbraio 19445

Anche nella corrente settimana sono continuate le attività dei ribelli con sporadici as-sassini e ritorsioni (sic) di denaro ad Istituti bancari ed a industriali del Biellese.

Da parte del Capo della Provincia [Michele Morsero6] è stata superiormente prospet-tata l’assoluta necessità di mantenere presidi nei punti più nevralgici della Valsesia e delBiellese, nonché per intraprendere una decisiva azione contro i ribelli stessi in quanto èstato possibile notare una sintomatica disgregazione fra gli appartenenti alle varie bande.

Tutte le aziende industriali e commerciali continuano nella loro immutata attività.La situazione alimentare della provincia è invariata. Continua implacabile l’azione de-

gli organi di polizia per stroncare la borsa nera.Il 18 corrente è partito da questa città alla volta della Germania, un forte contingente di

truppe che è stato accompagnato tra il più vivo entusiasmo della folla plaudente.Nello stesso giorno il Capo della Provincia ha visitato due importanti stabilimenti di

Biella prendendo contatto con circa 4.000 operai ai quali ha esaurientemente illustrata laportata delle recenti decisioni emanate dal Governo circa la socializzazione delle indu-strie. Ha inoltre tenuto rapporto a tutti gli industriali della zona ai quali ha dato le oppor-

"È palese la sfiducia ed il collasso spirituale"

Le relazioni della Questura di Vercelli al capo della polizia nel 1944

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tune direttive affinché i suddetti provvedimenti voluti dal Duce per il popolo, trovino lapiù completa ed immediata applicazione.

Il giorno 15 corrente è qui improvvisamente giunto l’Ecc. il Maresciallo Graziani che,accompagnato da ufficiali germanici e dalle Autorità cittadine, ha visitato una caserma dellacittà dove sono alloggiati numerosi soldati italiani rimpatriati recentemente dalla Germa-nia. Il Maresciallo tra il vivo entusiasmo dei presenti ha parlato alle truppe sui principalidoveri dell’ora.

Relazione del 28 febbraio 1944Nella settimana decorsa è continuata l’attività dei ribelli la quale, come in passato, ha

degenerato in massacri di inermi cittadini e nelle estorsioni di denari e cose a danno prin-cipalmente di Istituti Bancari e industriali.

Sono continuate le azioni di rastrellamento da parte di reparti del 63o Battaglione “M”Tagliamento7 di stanza in questa città, operazioni che hanno portato alla cattura di una trentinadi banditi fra i quali alcuni prigionieri inglesi.

Sette di costoro catturati con le armi in pugno sono stati passati per le armi in una piaz-za del comune di Mosso Santa Maria e precisamente nello stesso posto in cui il giornoprecedente i ribelli avevano trucidato 12 inermi cittadini della zona.

Tutti gli stabilimenti industriali della provincia continuano nella loro immutata attività.Qualche apprensione sul pericolo di una eventuale sospensione di lavoro si va però deter-minando a causa della minor distribuzione di energia per uso industriale da parte della Soc.Elettrica Piemontese, riduzione originata dalle condizioni atmosferiche sfavorevoli e dallascarsità delle riserve idriche per cui il Capo della Provincia si è molto interessato onderidurre al minimo tali conseguenze.

La situazione alimentare è invariata, continua implacabile l’azione degli organi di poli-zia per stroncare la borsa nera.

Il 26 corrente si è riunito per la prima volta in questa città il Tribunale ProvincialeStraordinario che ha emesso due sentenze di condanne a carico di due note persone dellacittà rivelatesi a mezzo della stampa di spiccato sentimento antifascista dopo gli avveni-menti del 25 luglio scorso.

Alla seduta che si è svolta regolarmente e legalmente, ha assistito un discreto numerodi persone. Nessun incidente.

Il 24 andante è qui improvvisamente giunto l’Ecc. Renato Ricci Comandante Generaledella Gnr che ha preso contatto con le maggiori autorità militari e politiche della Provin-cia nonché con i comandanti gli organi di Polizia. Ha poi visitato reparti di un battaglione“M” qui di stanza rivolgendo ai giovani parole di saluto e di incitamento.

Relazione del 5 marzo 1944Anche nella corrente settimana è continuata l’attività dei ribelli nelle note zone della

provincia.Sono continuate le azioni di rastrellamento da parte dei reparti di questo 63o Battaglione

“M”, azioni che hanno portato all’arresto di numerose persone responsabili in particolaredi favoreggiamento ai ribelli stessi.

Persiste tuttora la necessità della costituzione di presidi armati nonché di avere unamaggiore forza a disposizione allo scopo di poter agire sempre con maggiore decisione,almeno nel particolare e più nevralgico settore della Valsesia.

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Tutti gli stabilimenti della provincia hanno continuato la loro attività, che è stata peròsensibilmente ridotta a causa delle note deficienze di energia elettrica.

Il 3 corrente mese in un reparto di questo stabilimento fibre tessili “Chatillon” sonostati rinvenuti alcuni manifestini incitanti gli operai allo sciopero. Sono stati al riguardooperati alcuni fermi. Nessun incidente ha però turbato la normale attività dello stabilimentostesso.

La situazione alimentare permane invariata. Continua a lamentarsi la mancanza dei grassie dei prodotti ortofrutticoli.

Anche nella corrente settimana è continuato l’entusiastico affluire in questa città dinumerosissime reclute. Sono pure continuate le partenze per la Germania di forti nucleidi truppe dell’Esercito Repubblicano con altissimo morale da parte dei partenti e tra ilsempre crescente entusiasmo da parte della popolazione.

Relazione del 12 marzo 1944Anche nella decorsa settimana è continuata l’attività dei ribelli nelle note zone della

provincia, specialmente nella Valsesia dove in questi ultimi tempi l’attività dei suddetti haassunto una particolare gravità.

A Varallo Sesia, essi circolano armati per le vie cittadine, non solo a piccoli gruppi matalvolta a squadre. Di notte effettuano posti di blocco nel centro e nella periferia della città,sottoponendo a controllo persone e automezzi. Sono armati di fucili mitragliatori, alcunidei quali di tipo modernissimo ed hanno abbondante munizionamento che si ritiene sia statoloro fornito a mezzo di aerei nemici.

A seguito delle brillanti operazioni di rastrellamento condotte recentemente da repartidi questa Legione Gnr “Tagliamento”, nuclei superstiti di ribelli, che agivano nei territoridell’alto Biellese e della Valsessera, si sono ritirati riunendosi alle bande armate capeg-giate dal noto Moscatelli8 ed accampate come è noto nella zona montana sita tra i territoridei comuni di Cravagliana e Rimella.

Al riguardo, è stato riferito da fonte fiduciaria, che in dette località gli stessi avrebbe-ro costruito numerose postazioni di mitragliatrici. Recentemente alcuni aerei dell’eser-cito germanico hanno lanciato bombe sull’abitato del comune di Rimella, sede del loroquartier generale colpendo e danneggiando gravemente alcune case di abitazione. Non sisono lamentate vittime tra la popolazione.

Il 9 corrente alcuni dei suddetti ribelli facevano brillare due mine sotto un ponte sitonelle immediate vicinanze di Borgosesia distruggendo un’arcata ed interrompendo la li-nea ferroviaria Novara-Varallo.

Nel pomeriggio di venerdì 10 corrente a Biella tre ciclisti rimasti sconosciuti uccide-vano a colpi di arma da fuoco un ufficiale italiano incorporato nelle SS germaniche.

La restante attività dei ribelli ha continuato ad essere caratterizzata da rapine, estorsio-ni ed assassini di inermi cittadini.

È in corso da alcuni giorni e continua tuttora, una decisa azione da parte di formazioniitalo-germaniche contro i ribelli della Valsesia.

Il lavoro negli stabilimenti della provincia è continuato regolare sebbene su scala ri-dotta a causa delle ferie anticipate concesse alle maestranze, giusta ordini superiori, inconseguenza della limitata disponibilità dell’energia elettrica dovuta alla siccità. In pro-vincia non si sono verificati movimenti o comunque segni di solidarietà con gli sciope-ranti delle altre città.

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La situazione alimentare permane invariata. La distribuzione dei generi di prima ne-cessità avviene in modo abbastanza regolare. Continua però a lamentarsi la mancanza digrassi e dei prodotti ortofrutticoli.

Continua inflessibile l’azione degli organi di polizia annonaria per la repressione delmercato nero.

Lo spirito pubblico è caratterizzato da una viva apprensione che serpeggia nelle masseoperaie per il reclutamento di operai di ambo i sessi per la Germania. Contribuisce adaumentare il malcontento la insufficienza delle razioni dei viveri e la esiguità delle rimu-nerazioni che alcune categorie, specie i piccoli impiegati, percepiscono in confronto del-l’alto costo della vita.

Sono continuate le partenze per la Germania di altri reparti dell’Esercito Repubblica-no con altissimo morale dei partenti e tra l’entusiasmo della popolazione.

Il 10 corrente si è riunito per la seconda volta il Tribunale Provinciale Straordinarioper discutere la causa di due responsabili di attività antifascista. È stata pronunciata unasentenza di condanna ad anni 6 di reclusione.

Nello stesso giorno nella locale Casa dell’Agricoltore l’Ecc. il Capo della Provinciaha tenuto rapporto a numerosi agricoltori della provincia ai quali ha illustrato l’attuale si-tuazione dell’agricoltura Nazionale ed ha loro impartito le direttive per l’avvenire.

Relazione del 20 marzo 1944Anche nella decorsa settimana è continuata l’attività dei ribelli nelle note zone della

Provincia e specialmente nella Valsesia.Si ha notizia che nella zona di Rimella le bande armate al comando del famigerato Mo-

scatelli si sono in questi giorni ulteriormente rafforzate essendosi ad esse uniti altri sban-dati provenienti da alcune località dell’alto Biellese. Le stesse ammonterebbero ad un fortenumero di uomini e sarebbero dotate di armi automatiche e di abbondante munizionamen-to.

Sono in corso vaste azioni di rastrellamento in quella zona, azioni che hanno portatofinora al probabile annientamento di circa 200 banditi e alla cattura di altri.

Nelle alture circostanti il Comune di Andorno Micca il 16 corrente reparti germanicie del 115o Battaglione “M” sono riusciti a circondare una forte aliquota di ribelli. Nelcombattimento immediatamente seguito questi ultimi lasciavano sul terreno 60 cadaveried un numero ancora imprecisato di feriti. Sono stati catturati forti quantitativi di armi e dimateriale bellico.

La restante attività dei ribelli ha continuato a degenerare in rapine, estorsioni ed assas-sini di inermi cittadini.

Il lavoro negli stabilimenti industriali della provincia è continuato regolare.La situazione alimentare permane invariata. Continua a lamentarsi la insufficienza del-

le razioni, la mancanza dei grassi e dei prodotti ortofrutticoli.Continua l’energica azione dei competenti organi di polizia per stroncare la borsa nera.Lo spirito pubblico continua ad essere caratterizzato da una viva apprensione fra le masse

degli operai per il loro reclutamento per la Germania.Il disorientamento della maggior parte della popolazione circa l’indirizzo politico da

seguire è manifesto. È palese la sfiducia ed il collasso spirituale. Cionondimeno sono peròevidenti, in alcuni settori cittadini, la buona volontà nonché la concreta opera tendente allaricostruzione della Nazione.

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Relazione del 27 marzo 1944Anche nella decorsa settimana l’attività dei ribelli è continuata con qualche sintomo di

accentuazione nelle zone dell’alto Biellese e della Valsesia caratterizzata come per il pas-sato da azioni di brigantaggio e da assassini di inermi cittadini.

La sera del 22 corrente in Andorno Micca elementi ribelli prelevavano un Vice Capo-squadra ed un Legionario del 115o Btg. “M” di stanza a Biella e tre donne che uccidevanosuccessivamente nei pressi di quel cimitero.

Continuano le azioni di rastrellamento da parte di reparti della Gnr.Il lavoro negli stabilimenti è continuato regolare.Il preannunciato sciopero dei tessili, a cui avrebbero dovuto aderire anche i ferro-tran-

vieri, non si è verificato.La situazione alimentare permane invariata. La popolazione si lamenta della insuffi-

cienza delle razioni e della mancanza dei grassi. È continuata la implacabile ed energicaazione degli organi di polizia contro la “borsa nera”. Il costo della vita è sempre in aumen-to arrecando serie difficoltà fra gli operai e specie fra gli impiegati.

Lo spirito pubblico continua a manifestare una apatia ed un disorientamento circa l’in-dirizzo politico da seguire. È palese la sfiducia ed il collasso spirituale. Ciò non di menosono però evidenti in alcuni settori cittadini la buona volontà nonché la concreta operatendente alla ricostruzione della Patria.

Nell’elemento operaio continua il malumore per la questione dei minimi di paga e deicottimi. In questo caso sarebbe augurabile che le preannunciate previdenze fossero al piùpresto ed in modo definitivo attuate, per tranquillizzare e ridare la fiducia agli interessati.

Continua una viva apprensione fra le maestranze per il reclutamento per la Germania.Il 23 corrente, in questo Capoluogo e nei principali centri della Provincia è stato cele-

brato con una particolare solennità, improntata alla severità del momento, l’anniversariodella fondazione dei Fasci.

Nella manifestazione tenutasi in questa città, e alla quale ha preso parte larga rappre-sentanza della popolazione, si è celebrato la cerimonia del giuramento degli iscritti al Pfr,dei Podestà e Commissari Prefettizi, dei Capi delle Pubbliche Amministrazioni e dei di-pendenti statali. Il Capo della Provincia con facile e persuasiva parola ha illustrato a tutti ipresenti il significato e la portata dell’avvenimento e li ha invitati a voler dare tutta la loroattività e se necessario la loro vita per la rinascita della grande Madre Patria. Ha inoltreillustrato agli intervenuti l’analogia del 23 Marzo 1919 al 23 Marzo 1944, mettendo inrilievo come nelle due circostanze, la situazione dell’Italia fosse particolarmente grave, eidentiche le forze occulte che tentavano di minacciare la struttura nazionale e che comeallora dette forze saranno vinte e stroncate. Ha incitato i giovani ad accorrere sempre piùnumerosi alle armi perché solamente nel combattimento e con il sangue l’Italia Repubbli-cana potrà riscattare l’onta del disonore e potrà ridiventare grande rispettata e temuta. L’au-stera manifestazione si è chiusa inneggiando al Duce ed al Führer.

Relazione del 2 aprile 1944Nella settimana scorsa i ribelli hanno compiuto le solite azioni di brigantaggio con l’uc-

cisione di alcuni inermi cittadini.Le azioni di rastrellamento, compiute da parte di reparti della Gnr, hanno condotto alla

cattura di alcuni banditi che sono stati immediatamente giustiziati perché trovati in pos-sesso di armi.

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Il lavoro negli stabilimenti si è svolto regolare sebbene l’attività in alcuni sia stata al-quanto ridotta a causa della mancanza di energia elettrica.

La situazione alimentare permane invariata. Si lamenta la scarsità delle razioni e la man-canza dei grassi.

Il costo della vita tende sempre ad aumentare arrecando serio disagio tra gli operai especie fra gli impiegati.

Continua inflessibile l’azione degli organi di Polizia per stroncare il fenomeno della“borsa nera”.

L’opinione pubblica si dimostra apatica circa l’indirizzo politico da seguire.Sempre nella scorsa settimana, da questo Capoluogo sono partiti per le zone di adde-

stramento, un battaglione di Arditi ed il battaglione “San Marco” tra il vivo entusiasmo deipartenti e della larga rappresentanza della popolazione che faceva ala al loro passaggio.

Presente il Capo della Provincia e le principali Autorità militari e civili, si è pure svol-ta la cerimonia della consegna del gagliardetto da parte delle donne fasciste della città, adun battaglione arditi.

Alla manifestazione che è stata improntata dalla severità del momento, hanno preso partelarghe rappresentanze di tutte le categorie sociali della cittadinanza.

Con lo stesso entusiasmo si è svolta ieri, nella locale caserma “Tagliamento” la ceri-monia della consegna delle “M” alle reclute che si sono mostrate meritevoli.

Relazione del 10 aprile 1944Anche nella scorsa settimana è continuata l’attività dei ribelli caratterizzata come per

il passato, in azioni di brigantaggio e assassini di inermi cittadini. Nella mattinata del 6corrente, in località S. Maria di Quarona Sesia, 20 militi della Gnr venivano fatti segno diuna imboscata da parte di alcuni ribelli armati, cadendo vittime del dovere. Le salme im-mediatamente trasportate a Varallo sono state nella giornata stessa visitate dal Capo dellaProvincia subito recatosi sul posto.

Sono in corso operazioni di rastrellamento contro i ribelli, che dopo compiuto il de-litto si sono allontanati verso la montagna.

In tutta la Provincia, in segno di lutto cittadino, sono stati sospesi gli spettacoli pubbli-ci.

L’accaduto ha prodotto nella popolazione la più viva costernazione. Tutti invocano unadecisa azione che valga una buona volta a stroncare la nefanda attività di questi fuori leggeassoldati dall’oro nemico.

Molti stabilimenti della Provincia hanno sospeso il lavoro a causa della nota mancanzadella energia elettrica.

La situazione alimentare permane invariata. Continua a lamentarsi la mancanza dei grassie la scarsità delle razioni alimentari. Continua implacabile l’azione degli Organi di Poliziacontro la “borsa nera”.

L’opinione pubblica continua a dimostrare una evidente apatia circa l’indirizzo politi-co da seguire. A ciò contribuisce in parte il disagio cui le categorie operaie ed impiegati-zie sono costrette a subire a causa del continuo aumento del costo della vita, nonché l’in-fluenza della propaganda avversaria.

Il 7 c. m. è stata qui celebrata la cerimonia del giuramento di altri 3.680 appartenentiall’Esercito Repubblicano e la consegna del labaro al locale Reggimento S. Marco. Lamanifestazione, alla quale ha presenziato il Capo di Stato Maggiore dell’Esercito e larghe

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rappresentanze del popolo, è riuscita austera ed imponente e si è svolta in clima pieno dipatriottismo e di ardente desiderio di combattere.

Alla sfilata delle truppe ha preso parte la Compagnia locale degli Agenti ausiliari in abitoborghese che ha destato vivissima ammirazione da parte del Generale Mischi, per l’altogrado di istruzione, per la impeccabilità dello sfilamento, nonché per la saldissima disci-plina dimostrata.

Il Capo di Stato Maggiore ha espresso il suo altissimo e vivo elogio, ed ha elargito allacompagnia lire 2.000 di premio.

Relazione del 16 aprile 1944È continuata anche nella decorsa settimana la consueta attività dei ribelli, nelle zone

della Valsesia e dell’alto Biellese.Secondo notizie attendibili le bande armate capeggiate dal noto Moscatelli, sarebbero

attualmente qualche migliaio di elementi, e oltre alle zone di Rimella e Cravagliana agi-rebbero ora anche nelle zone dei comuni di Fobello e Cervatto.

Si ha pure notizia della costituzione di un’altra banda formata da elementi sfuggiti alleoperazioni di rastrellamento condotte dalla Gnr e che si sarebbe acquartierata nel comunedi Rassa.

Questa banda si servirebbe di automezzi asportati a privati e sarebbe dotata di armi au-tomatiche modernissime fornite da aerei nemici.

Stamane si sono svolti in questa città solenni onoranze funebri alle salme dei valorosi20 legionari vittime della nota imboscata cui si è riferito nella relazione precedente.

Oltre al Comandante Generale della Gnr, vi hanno partecipato le principali Autorità po-litiche e militari di Vercelli e province limitrofe, rappresentanti delle Forze Armate tede-sche, tutte le organizzazioni locali dipendenti dal Partito e numerosa folla, che ha reso uncommovente e riverente saluto alle valorose vittime dell’odio antifascista e assoldati al-l’oro nemico.

Il lavoro negli stabilimenti della Provincia è continuato regolare sebbene alcuni di essisiano stati costretti a rallentare la loro produzione a causa della nota deficienza di energiaelettrica.

L’attività commerciale è alquanto ridotta a causa delle restrizioni imposte dall’attivitàbellica e dal diminuito potere di acquisto da parte delle classi meno abbiette (sic!).

La situazione alimentare permane invariata.In questi ultimi giorni è stata effettuata una distribuzione di zucchero per due mesi. Il

mercato degli ortaggi è soddisfacente.La popolazione continua a lamentare la insufficienza delle razioni ed in special modo

della mancanza dei grassi.Favorevole impressione e commenti ha prodotto la notizia che a datare dal 20 corrente

le razioni del pane e dei generi da minestra saranno sensibilmente aumentate. Nel valutarenella giusta portata il provvedimento stesso la cittadinanza formula voti affinché al piùpresto anche gli altri generi, e specialmente i grassi, siano aumentati.

Lo spirito pubblico continua ad essere caratterizzato dal noto smarrimento verso l’in-dirizzo politico da seguire. A ciò contribuisce come altre volte è stato segnalato il conti-nuo crescente costo della vita e la propaganda nemica.

Continua inflessibile l’azione degli organi competenti contro il fenomeno della borsanera.

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Relazione dell’8 maggio 1944È continuata nella decorsa settimana l’attività dei ribelli caratterizzata come per il pas-

sato da azioni di brigantaggio e di assassini.Secondo quanto è stato fiduciariamente riferito il noto bandito Moscatelli Vincenzo

sarebbe stato completamente esautorato dai componenti la sua banda. Lo stesso si aggire-rebbe nella zona del Biellese con il proposito di abbandonare la zona.

Il suo posto in seno alla banda sarebbe stato assunto da tale Zaquini9 di Varallo il cuicompito principale sarebbe la riorganizzazione delle bande operanti in Valsesia.

È stato pure riferito che in una località non ancora precisata della Valsesia si è stabilitoil Comando di una nuova banda formata finora da una decina di elementi agli ordini di cer-to Rondi Cesare ex sergente della Scuola di Alpinismo di Aosta.

Si ha la certezza che i ribelli vengano armati di armi automatiche e riforniti da aereinemici.

Pure la zona di Trivero risulta essere nuovamente battuta da elementi ribelli vuolsi di-slocati sul versante tra la Valsesia e la Valsessera. Alcuni gruppi degli stessi, che dichiara-no essere alle dipendenze della banda Moscatelli, si sono fatti notare in questi ultimi gior-ni nelle frazioni del Comune di Trivero. Sono armati di mitra, di pistole mitragliatrici rus-se, di qualche mitragliatrice e di bombe a mano. Gli stessi, sempre secondo le notizie fi-duciarie, farebbero spesso uso di muli per trasporto di viveri e materiali, sulla mulattieraPiancone versante Valsessera e Valsesia.

Il lavoro negli stabilimenti della Provincia è continuato regolare. La giornata del 1o

Maggio è trascorsa nella massima calma e nessuno degli operai di questa Provincia haaderito all’invito del Comitato di Liberazione Nazionale di abbandonare il posto di lavoro.

La situazione alimentare permane invariata. È continuata l’azione degli Organi di Poli-zia contro la “Borsa nera”. Lo spirito pubblico permane invariato.

Domenica scorsa con l’intervento di tutte le autorità cittadine e con il concorso di lar-go pubblico nella Basilica di S. Andrea di questa città si è svolta una funzione propiziatriceper la vittoria delle armi dell’Italia Repubblicana.

Nel pomeriggio del 6 corrente il Cappellano Militare Antonio Ledda in una piazza cit-tadina presenti numerose rappresentanze di ogni classe sociale della popolazione, ha ce-lebrato la giornata del sacrificio e della fede. La manifestazione si è svolta in un ardenteclima di patriottismo.

Nella notte del 1 corrente una pattuglia della Polizia Repubblicana a causa di un fataleincidente è stata fatta segno di colpi di arma da fuoco da parte di una pattuglia germanica.Due guardie di Ps riportavano gravi ferite in conseguenza delle quali poco dopo decedeva-no. Alle solenni onoranze funebri svoltesi in questa città hanno partecipato le massimeautorità locali con una vasta rappresentanza delle forze armate Italo Tedesche, nonché moltopubblico.

Il giorno 5 corrente si è riunito il Tribunale Provinciale Straordinario che ha pronun-ciato una sentenza di condanna ad anni 1 e mesi sei di reclusione.

Sabato è improvvisamente qui deceduto l’Ecc. Monsignore Montanelli, Arcivescovodi Vercelli.

Relazione del 15 maggio 1944L’attività dei ribelli nelle note zone della Provincia è diminuita d’intensità. Le opera-

zioni di rastrellamento che continuano a svolgersi hanno condotto all’annientamento di

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nuclei ed alla cattura di banditi, alcuni dei quali, presi con le armi in pugno, sono stati fu-cilati immediatamente.

A seguito dell’atto di clemenza del Duce a favore degli sbandati risultano essersi pre-sentati agli appositi luoghi di concentramento 318 giovani già rifugiatisi nelle montagnedel Biellese.

Il lavoro negli stabilimenti è continuato regolare ad eccezione di alcuni che in conse-guenza del consumo dell’energia elettrica rimangono chiusi per qualche giorno della set-timana. Le maestranze si mantengono calme e nel complesso disciplinate.

L’andamento del commercio continua ad essere caratterizzato da una sempre maggio-re rarefazione dei prodotti ed in special modo dei manufatti, dovuta soprattutto alla diffi-coltà dei mezzi di trasporto che a sua volta incide non indifferentemente sulla deficienzadi approvvigionamento delle materie prime.

Nei settori tessili e dell’abbigliamento permane tuttora il blocco ordinato dalle Auto-rità Tedesche. È fortemente sentita la necessità di un sollecito sblocco presso la produ-zione od i grossisti di una parte della merce depositata, onde poter fronteggiare le richie-ste dei consumatori e porre in condizioni le aziende di sopperire alle ingenti spese gene-rali.

La situazione alimentare è invariata. Continua a lamentarsi la mancanza dei grassi e lapopolazione auspica che questo importante problema venga al più presto risolto. Il merca-to degli ortaggi è soddisfacente.

È continuata l’energica azione degli organi dipendenti contro la “borsa nera”.Lo spirito pubblico permane invariato sebbene in molti strati si tenda a manifestarsi un

sempre più forte senso di fiducia e di equilibrio.La giornata dell’Esercito celebratasi il 9 Maggio è trascorsa in una atmosfera di arden-

te patriottismo. Al locale Teatro Civico presenti autorità politiche e militari, rappresen-tanze delle forze armate Italo Tedesche e numerose truppe e popolo il Capo della Provin-cia ed il Comandante questo Centro Costituzioni Grandi Unità hanno parlato alle truppeed al popolo esaltando l’impresa Africana voluta dal Duce e compiuta mercé l’eroismodel soldato Italiano contro la coalizione demoplutocratica e massonica. Un particolare ap-pello è stato rivolto ai giovani perché accorrano sempre più numerosi nelle file dell’Eser-cito Repubblicano che dovrà riscattare l’onta del tradimento e dare alla Patria ed al popoloitaliano grandezza e pace con giustizia.

È seguito in Municipio un ricevimento in onore agli Ufficiali di stanza in Vercelli.Nel pomeriggio sono state effettuate visite ai soldati degenti negli ospedali ai quali

sono stati offerti doni.Nella mattinata dello stesso giorno si sono svolti i funerali dell’Ecc. l’Arcivescovo di

Vercelli, alla presenza del Cardinale Arcivescovo di Torino e di diversi Vescovi delle Dio-cesi vicine e con l’intervento delle maggiori autorità politiche e militari e numeroso pub-blico.

Relazione del 22 maggio 1944Nulla di notevole da segnalare circa l’attività dei ribelli in Provincia la cui azione per

quanto diminuita di intensità continua ad essere caratterizzata da sporadiche rapine e qual-che assassinio.

Tali crimini si possono imputare a nuclei di veri e propri briganti che già riunitisi a bandedi ribelli, oggi, agiscono di propria iniziativa.

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Questi elementi hanno a loro carico delitti di gravi entità, e, forse già evasi dalle casedi pena, vivono ancora da fuori legge per ragioni ovvie.

Continua la presentazione degli sbandati ai centri di raccolta. Il lavoro negli stabilimentiprosegue regolare. Pure invariata è la situazione alimentare.

È continuata la rigorosa azione contro la borsa nera.Pure invariato permane lo spirito pubblico sebbene, come è già riferito in precedenti

relazioni, tende a manifestarsi in un sempre più forte senso di fiducia e di comprensione.Il 19 corrente si è nuovamente svolta una riunione del Tribunale Provinciale Straordi-

nario che ha pronunciato una sentenza di assoluzione per non aver commesso il fatto acarico di certo Lemmi da Biella.

Relazione del 28 maggio 1944Nella corrente settimana l’attività dei ribelli è stata particolarmente caratterizzata da

atti di sabotaggio contro le ferrovie interessanti questa Provincia.Infatti il 24 corrente sono stati collocati due tubi di gelatina sul ponte ferroviario sul

fiume Dora della linea Torino-Milano che scoppiavano al passaggio di un treno merci pro-vocando il deragliamento della locomotiva e di numerosi vagoni, nonché la rottura dellelastre metalliche di copertura del ponte.

Pure nel pomeriggio dello stesso giorno un altro ordigno esplosivo scoppiava al pas-saggio di un treno sulla stessa linea nel tratto S. Germano-Santhià, causando la rottura diuna trentina di metri di binario.

Il 25 corrente un altro ordigno esplodeva sulla linea ferroviaria Biella-Novara nei pressidella stazione Masserano, causando danni alla macchina.

Sono stati immediatamente iniziati i lavori per il pronto riattamento dei danni prodotti.Nel pomeriggio del 26 nei pressi della fermata del tram di Occhieppo Inferiore, sco-

nosciuti che si ritiene appartenenti a bande di ribelli uccidevano a colpi di arma da fuocoil maresciallo comandante il Distaccamento Gnr di Biella Piazzo ed un borghese che sitrovava in sua compagnia.

Nulla da segnalare circa l’attività degli stabilimenti della Provincia il cui lavoro prose-gue regolare.

La situazione alimentare è invariata. Si lamenta la mancata distribuzione di alcuni ge-neri contingentati quali: formaggio, salumi e marmellata e la insufficienza della razionedei grassi. La distribuzione degli altri generi è regolare.

Lo spirito pubblico permane invariato, sebbene buona parte della popolazione pur con-tinuando a mantenere un senso di disagio per la presente situazione non abbia mancato dimostrare una certa fiducia al ritorno della normalità, specie a seguito del bando del Ducesulla franchigia concessa agli sbandati.

Il numero degli sbandati presentati ai centri di raccolta, noto a tutto il 26 corrente è di1.463. Questa cifra è però suscettibile di sensibile aumento non appena saranno pervenutii dati da parte del Distretto Militare. All’alba dello stesso giorno sono iniziate le azioni direpressione contro i superstiti ribelli ancora alla macchia.

Il 23 corrente è partito da questa città tra l’altissimo spirito dei partenti e l’entusiasmodella popolazione uno scaglione di 700 elementi dell’Esercito Repubblicano.

Il 26 corrente il Tribunale Provinciale Straordinario ha pronunciato una sentenza dicondanna ad anni 5 di reclusione ed una di assoluzione per insufficienza di prove con con-seguente rinvio degli atti al Tribunale Speciale per la Difesa dello Stato.

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Relazione del 5 giugno 1944Nulla di notevole da segnalare circa l’attività dei ribelli nella Provincia, la cui azione

continua ad essere caratterizzata da atti di vero brigantaggio e di sabotaggio.L’attività lavorativa negli stabilimenti è continuata regolare. La massa operaia si man-

tiene calma. Vivo interesse ha destato in essa la notizia delle recenti disposizioni emanateper un sempre maggiore incremento delle mense e degli spacci aziendali.

Continua l’afflusso nelle zone interessate delle mondine che nel complesso si man-tengono disciplinate ed attaccate al lavoro.

Lo spirito pubblico è invariato. La popolazione segue con evidente interesse e com-prensione l’eroica lotta dei soldati germanici per la difesa di Roma.

Pure immutata è la situazione alimentare della Provincia. Continua sempre più impla-cabile l’azione degli organi competenti per stroncare il fenomeno della “borsa nera”.

Nella mattinata del 28 maggio u. s. alcuni aerei nemici hanno sganciato molte bombedirompenti sulla periferia nord della città, colpendo alcuni stabilimenti, magazzini, casecivili ed operaie ed una scuola. Veniva pure interrotta la linea ferroviaria Vercelli-Santhià.Le perdite tra la popolazione civile ammontano a 19 morti e 97 feriti. Il capo della Provin-cia accompagnato dal sottoscritto e da altre Autorità si è immediatamente recato sui luo-ghi colpiti impartendo le disposizioni per l’immediata opera di soccorso. Sono subito sta-ti iniziati i lavori di riattamento della linea ferroviaria colpita.

Il contegno della popolazione è stato esemplare.I funerali delle vittime si sono svolti con la totale partecipazione di tutta la cittadinanza

e con l’intervento di tutte le Autorità politiche e militari.È in corso una sottoscrizione per raccogliere somme a favore dei sinistrati con la spon-

tanea ed unanime adesione di tutti.

Relazione del 10 giugno 1944Nulla di particolare da segnalare nei riguardi dell’attività dei ribelli della Provincia che

continua ad essere caratterizzata come per il passato da assassinii, rapine e da qualche attodi sabotaggio.

Il 3 corr., mediante esplosivo veniva danneggiata una arcata del ponte ferroviario sultorrente Elvo della linea ferroviaria Santhià-Arona interrompendo il traffico. Il 9 correnteil ponte ferroviario sul torrente Rovasenda è stato parzialmente distrutto con mine ed iltraffico interrotto. In entrambi i casi sono stati immediatamente iniziati i lavori per il riat-tamento delle linee.

Il lavoro negli stabilimenti procede regolare.Anche nell’agricoltura si lavora alacremente. Continua la monda e il trapianto del riso.

In questi ultimi giorni alcuni sparuti gruppetti di mondine hanno tentato di sospendere illavoro avanzando pretesti di miglioramenti salariali e dell’alimentazione. Il tempestivointervento della forza pubblica ed il fermo di alcune delle interessate ha avuto salutareeffetto di modo che il lavoro è stato subito ripreso. Nessuna novità nel campo dell’ali-mentazione: la distribuzione dei generi di prima necessità avviene abbastanza regolarmen-te. Continua però a lamentarsi la mancanza dei grassi, specie in questi ultimi tempi in cuila distribuzione della carne non avviene più settimanalmente ma ogni 15 giorni.

Regolare si mantiene il mercato ortofrutticolo. In questo campo la maggior parte dellapopolazione, specie la classe impiegatizia, lamenta l’esosità dei prezzi che sono saliti aprezzi impossibili.

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Lo spirito pubblico nella maggioranza della popolazione continua a manifestare un sensodi apatia e di smarrimento verso i gravi problemi dell’ora. A ciò ha inciso profondamenteil fatto dell’andamento delle operazioni militari sui vari fronti di guerra. La notizia dellacaduta di Roma, specie nella parte più sana della popolazione, è stata appresa con coster-nazione e con virile comprensione.

Si manifesta sempre più palese un senso di fiducia verso una imminente ripresa delcombattimento delle Forze Armate della Repubblica Sociale Italiana che al fianco dei va-lorosi camerati germanici sapranno assestare un colpo mortale alI’odiato nemico e conciò ridare all’Italia ed al mondo la Città Eterna e quella giusta pace da tutti attesa.

Durante la scorsa settimana, presenti il Comandante Generale della Gnr Ricci ed ilGenerale Germanico Tensfeld è partita per la zona d’impiego la prima legione d’assalto“Tagliamento” qui di stanza, tra il vivo entusiasmo dei partenti e salutata calorosamentedalla cittadinanza che faceva ala al suo passaggio.

Le donne fasciste per l’occasione hanno offerto doni ai valorosi.

Relazione del 10 giugno [?] 194410

Nella decorsa settimana il fenomeno ribellistico in provincia è continuato a manife-starsi con azioni violente ai danni di persone o cose.

Continuano le operazioni di rastrellamento condotte su vasta scala da elementi italianie tedeschi.

Il lavoro negli stabilimenti, eccezion fatta per quelli ausiliari o protetti, subisce un ral-lentamento nel ritmo produttivo dovuto unicamente alle difficoltà nel rifornimento dellematerie prime.

La massa operaia si mantiene apparentemente calma e per il momento non dà segni diinsofferenza.

La situazione alimentare permane invariata. Continua a manifestarsi nella popolazioneun senso di pessimismo circa le operazioni militari in corso sui vari scacchieri della guer-ra.

Relazione del 5 luglio 1944La situazione dei ribelli in Provincia tende a migliorare per le azioni di rastrellamento

in atto da parte di forze italo-germaniche.L’attività lavorativa negli stabilimenti e opifici della Provincia come pure della campa-

gna procede abbastanza regolare, la classe operaia si mantiene apparentemente calma; nonsi esclude però che essa possa risentire della situazione che attualmente si verifica nelleprovince limitrofe, ove come è noto quelle maestranze sarebbero in sciopero da alcunigiorni. In questi giorni circa il 30% degli operai dello stabilimento Piaggio di Biella han-no abbandonato il lavoro; di questi il 20% tutti oriundi toscani si sono allontanati arbitra-riamente per raggiungere le loro famiglie per cercare di portarle in salvo; la rimanenzatutti operai locali si sono allontanati per motivi più o meno plausibili ma sempre dipen-denti della situazione del momento. Nulla da segnalare nel campo alimentare la cui situa-zione permane stazionaria e la cui mancata distribuzione di alcuni dei generi tesserati, vedigrassi, formaggi, marmellata, ecc., va determinando un disagio ed un senso di sempremaggior tensione nella massa lavoratrice e impiegatizia.

Lo spirito pubblico continua ad essere alquanto depresso. Nella maggior parte dellapopolazione propende a manifestarsi un senso di panico sia per la piega presa dalla situa-

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zione bellica in generale sia per le voci più o meno fondate che continuamente vengonodiffuse circa l’invio in massa di italiani in Germania.

In questi ultimi giorni, nei pressi della città sono stati passati per le armi due fuori leg-ge catturati armati durante operazione di rastrellamento. L’avvenimento ha prodotto nellapopolazione notevole impressione.

1 Si veda, ad esempio: PIERO AMBROSIO, La crisi del “fronte interno”. Le relazioni del que-store di Vercelli al capo della polizia nel 1942, in “l’impegno”, a. XII, n. 2, agosto 1992. Si trattavaallora di relazioni trimestrali.

2 Le relazioni (in questo caso settimanali) sono state reperite all’Archivio centrale dello Stato, nellaserie Ministero dell’Interno, Direzione generale della Pubblica sicurezza, Divisione affari generali eriservati, 1944-1945, categoria C 2, b. 8.

3 Vercelli era sede del Centro costituzione grandi unità dell’esercito.4 Si vedano, ad esempio, le citate relazioni del 1942.5 Per brevità omettiamo alcuni dati che si ripetono identici o quasi in tutte le relazioni, ricordando,

una volta per tutte, che esse sono sempre intestate “Questura di Vercelli”, indirizzate “All’Ecc. il Capodella Polizia (le prime due alla “Sede di campagna”, le successive a Valdagno), recano quale indica-zione dell’oggetto “Situazione politica ed economica della Provincia” (talvolta con lievi variazioni diforma) e sono sempre firmate dal questore Amedeo Sartoris.

Le relazioni risultano spedite prevalentemente di lunedì o di domenica (fanno eccezione solo leultime quattro). Il numero di protocollo è “1.740 Div. Gab.”, a eccezione delle relazioni del 20 e 27marzo (per le quali il numero è 5.149).

L’intestazione “Questura di Vercelli” fu inizialmente apposta con un timbro in alto a sinistra; larelazione del 2 aprile fu redatta su carta intestata della “Regia Questura di Vercelli”, su cui il riferimen-to alla monarchia e il simbolo di Casa Savoia furono cancellati e sostituiti dall’indicazione “Repubbli-cana”; a partire dall’8 maggio su carta intestata a stampa “Questura Repubblicana di Vercelli” con ilsimbolo fascista a sinistra (di questo periodo fanno eccezione le relazioni del 28 maggio e del 10 giu-gno, redatte su carta intestata a mezzo di timbro).

Da rilevare che alcuni passi delle relazioni (solitamente quelli relativi alla situazione dei “ribelli”, airastrellamenti, alla situazione alimentare e allo spirito pubblico) furono oggetto di stralci effettivamenteinviati, dalla segreteria, al capo della polizia, come risulta da numerosi appunti vergati sulle relazioni.

6 Se ne veda la biografia in appendice.7 Sui battaglioni “M” della Milizia volontaria per la sicurezza nazionale, sull’ordinamento e i gradi

della Milizia e della Guardia nazionale repubblicana, sul 63o battaglione “M”, la legione “Tagliamento”e altri battaglioni “M” operanti in provincia di Vercelli durante la Repubblica sociale italiana si veda inappendice.

8 Se ne veda la biografia in appendice.9 Mario Zaquini, nato il 30 gennaio 1905 a Varallo, avvocato, socialista. Fu tra i promotori della

Resistenza valsesiana. Dopo la guerra fu consigliere comunale di Varallo, dove morì il 25 settembre1969.

10 Sulla relazione, protocollata in arrivo l’11 agosto, il destinatario appose due punti interrogativiaccanto alla data del 10 giugno: che questa sia errata sembra indubitabile, ma le informazioni contenu-te nella relazione non consentono tuttavia una più precisa datazione.

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Il “diario storico-militare” del 63o battaglione “M”1 dal 1 marzo all’11 agosto 1944,manoscritto su un apposito registro2 e firmato dal comandante Giuseppe Ragonese, con-sta di centoventun pagine3, di cui sono qui pubblicate le prime settantotto, fino al 6 giu-gno, giorno della partenza del reparto da Vercelli per le Marche4.

Secondo le istruzioni per la compilazione, contenute nello stesso registro, il diarioriporta “data e giorno della settimana, dislocazione dei reparti al mattino, ordini ricevuti edati, operazioni eseguite e truppe che vi parteciparono, stato atmosferico”.

Il diario documenta le azioni del battaglione in Valsesia e Valsessera e in zone limitro-fe, queste ultime nell’ambito di operazioni coordinate con altri reparti, in alcuni casi an-che alle dipendenze delle forze armate tedesche. Facendo un riscontro con le notizie tra-smesse dai comandi delle compagnie contenute in una serie di fonogrammi inviati al co-mando di battaglione nel mese di aprile5, si nota tuttavia che non tutte quelle di rilievo sonotrascritte nel diario e che, talvolta, vi sono discordanze o inesattezze.

Il 63o battaglione “M” della Guardia nazionale repubblicana (uno dei due costituenti,dal 1 marzo 1944, la legione “Tagliamento”6) era articolato in tre compagnie, dislocateprevalentemente a Pray, Fobello e Rimasco7, la cui forza variava dal centinaio di uominidella 1a e della 2a agli ottanta-novanta della 3a. Esse avevano a disposizione, secondo quantorisulta dai citati fonogrammi, due o tre auto, una motocicletta e un autocarro ciascuna,mentre la 1a disponeva anche di un carro armato.

I comandanti delle tre compagnie erano i tenenti Carlo De Mattei, Antonio Fabbri, GuidoAlimonda, promossi capitani a metà del mese di maggio8.

Dati caratteristici del diario sono l’ostentazione di sicurezza e la retorica, che gronda,si può dire, quasi da ogni pagina: significativa è la descrizione della morte di un milite aMottalciata, il cui “ultimo grido” sarebbe stato quello di “Viva l’Italia, viva il Duce”. E quandonon si tratta di retorica si è comunque di fronte all’uso di un linguaggio standardizzato e,spesso, iperbolico: l’attività delle pattuglie del battaglione è sempre “intensa”, le infor-mazioni raccolte sono sempre “ottime”, così come “ottimi” vengono quasi sempre defini-ti i risultati delle azioni; la reazione di fronte agli attacchi partigiani è sempre “immediatae potente” e immancabilmente causa la “precipitosa fuga” degli avversari, le cui azioni sono,perlopiù, classificate come imboscate, naturalmente definite “vilissime”: mentre non siconsidera, evidentemente, tale un’azione di rastrellamento in abiti civili, come quella com-piuta ai primi di maggio nella zona di Curino.

Se non è il caso di dilungarci su questi aspetti, su cui abbiamo già avuto modo di sof-fermarci altrove9, vale forse la pena di sottolineare ancora una volta l’incapacità dei co-mandanti del reparto in questione e, più in generale, dei vertici della Rsi, di comprendereil fenomeno partigiano e la sua tattica: incapacità che traspare spesso dalle pagine del dia-

“L’entusiasmo dei legionari è indescrivibile”

Il diario del 63o battaglione “M” della “Tagliamento”. 1 marzo - 6 giugno 1944

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rio, sia, semplicemente, laddove si annota che l’azione contro i “banditi” è rimasta “senzaesiti” perché questi si erano nel frattempo dileguati, sia in annotazioni come quelle rela-tive al rastrellamento compiuto in Valsesia nel mese di aprile, quando i fascisti credetterodi aver completamente sgominato i reparti partigiani, mentre questi, rimasti sostanzial-mente indenni, furono ben presto in grado di riprendere la loro attività10.

Marzo 19441 mercoledìDislocazione del 63o Btg.ne in Pray Biellese. La 2a Compagnia invia un plotone alla

cartiera di Serravalle Sesia per reprimere un eventuale sciopero degli operai dello stabili-mento. Il progetto dello sciopero era stato segnalato ieri.

Il Plotone provvede a costituire dei blocchi volanti sulla strada Gattinara-Borgosesia.Vengono bloccati tutti i telefoni.

Tutto è stato calmo ed il Plotone rientra in serata a Pray. Per i reparti rimasti a Pray ècontinuato l’addestramento.

Tempo buono. Cielo scoperto.

2 giovedìIl Battaglione è dislocato a Pray Biellese. Nessun reparto è in movimento. Tutto il

Battaglione continua l’istruzione formale e l’addestramento sulle armi.Tempo buono. Cielo leggermente coperto.

3 venerdìIl Battaglione è dislocato a Pray Biellese.Un Plotone della 2a compagnia al comando del S.C.M. Poggi Angelo viene inviato a

Ciliano per compiervi un’operazione di polizia resasi necessaria in seguito ad informa-zioni ricevute sul movimento dei banditi. I reparti rimasti in Pray continuano l’addestra-mento. A sera il plotone partito stamani non è ancora rientrato.

Tempo buono. Asciutto. Cielo scoperto.

4 sabatoIl Battaglione è dislocato a Pray meno un Plotone della 2a Cp. inviato ieri a Ciliano per

compiervi un’operazione di polizia. I reparti dipendenti sono in addestramento.Nella serata il Cent. Menegozzo del Comando Legione viene fatto segno al suo pas-

saggio a Serravalle Sesia a colpi di moschetto ed a lancio di bombe a mano. Fortunatamen-te la vile aggressione è rimasta senza esito.

Pure nella serata rientra da Ciliano il Plotone della 2a Compagnia. Il S.C.M. Poggi ri-ferisce che non vi è nulla di rilevante da segnalare nell’operazione da lui svolta.

Tempo buono. Asciutto. Cielo scoperto.

5 domenicaDislocazione del Battaglione a Pray Biellese.Al mattino tutti i reparti intervengono alla Messa al campo celebrata dal nostro Cap-

pellano.Non vi sono novità rilevanti.Tempo buono. Cielo sereno.

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6 lunedìDislocazione del Reparto a Pray.Nelle prime ore un reparto si è recato a Crevacuore dove ha incendiato tre case di pro-

prietà di banditi che si trovano attualmente alla macchia. Nel pomeriggio viene effettuatauna puntata nella zona Crevacuore-Borgosesia-Postua, con lo scopo di rintracciare ele-menti sospetti segnalati da nostri informatori. Continua la fruttuosa raccolta di notizie circai movimenti dei banditi nella zona della Valsesia.

Tempo buono. Cielo scoperto.

7 martedìIl Battaglione è dislocato a Pray Biellese.Alle prime ore del giorno un reparto al comando del S.C.M. Poggi e S.C.M. Mazzanti-

ni è partito per Varallo, dove, bloccando le strade, ha proceduto all’arresto di un banditoarmato, nonché al fermo di alcune persone sospette che vengono accompagnate sotto scortaa Vercelli.

Nella mattinata una pattuglia procede ad una puntata su Postua, dove sono discesi ban-diti durante la notte. Vengono raccolti elementi utili per le successive operazioni di poli-zia.

In serata rientra il reparto [partito] nella notte per Varallo. Durante il ritorno viene fat-to oggetto a due imboscate; in seguito alla prima rimane ferito il legionario Rocchi Giu-seppe al terzo medio inferiore gamba destra.

Tempo buono - asciutto - cielo scoperto.

8 mercoledìDislocazione del Battaglione a Pray.Un reparto comandato dal S.C.M. Mazzantini continua il blocco a Borgosesia. Un re-

parto al comando del Cent. Ponton presenzia a Postua i funerali dei due Caduti Fascisti.Una pattuglia inviata in esplorazione sulle colline a Nord di Postua scorge tre individuiche si nascondono e che, inseguiti, riescono a dileguarsi. Un’altra pattuglia ispeziona lastrada fino a Serravalle Sesia. A sera tutti i reparti rientrano a Pray.

Tempo buono - cielo scoperto.

9 giovedìDislocazione del Battaglione a Pray.Continua il blocco a Borgosesia. Nulla di notevole da segnalare. I reparti di Pray con-

tinuano l’istruzione formale e l’addestramento al combattimento. Continua la raccolta frut-tuosa di notizie sul movimento e dislocazione dei banditi.

Tempo buono. Cielo scoperto.

10 venerdìDislocazione del Battaglione a Pray.Durante la notte allarme a Borgosesia ed a Pray per avvistati movimenti di banditi con-

fermati da lanci di razzi.Niente di notevole però accade. Il mattino vengono fermati a Borgosesia quattro indi-

vidui sospetti ed un bandito che trovavasi colà in licenza. Una pattuglia inviata al Rondò hafermato il proprietario di quell’Osteria perché indiziato di connivenza con i banditi.

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Vengono minuziosamente perlustrate le strade di Crevacuore-Borgosesia e Gattinara.A Borgosesia viene svolta un’azione di fuoco contro un gruppo di banditi presso il cimite-ro, che fuggono raggiungendo i monti della Val Sesia.

Tempo buono. Cielo scoperto.

11 sabatoBattaglione in movimento.Alle ore 3 il Battaglione parte da Pray Biellese autotrasportato per raggiungere Bor-

gosesia, dove sarà alle dipendenze del 15o Reggimento Polizia Germanico per le opera-zioni che vi dovranno essere svolte.

Alle 4 viene effettuato lo stabilito appuntamento con il Comando Tedesco.Alle ore 5 il Battaglione sempre autotrasportato parte e punta su Varallo.Alle ore 6 giunge a Roccapietra dove rimane a Presidio. Una pattuglia inviata in perlu-

strazione fuori dell’abitato di Roccapietra ha uno scontro in seguito al quale un banditorimane ucciso. Vengono catturati due renitenti alla leva.

Tempo buono - cielo scoperto.

12 domenicaBattaglione in movimento.Alle ore 7 il Battaglione autotrasportato raggiunge Varallo come disposto dal Coman-

do 15o Rg.to S.S. Polizia germanico, viene però fatto tornare a Roccapietra con i seguenticompiti:

a) rastrellare la zona di Civiasco.b) rastrellare la zona verso Foresto.Ambedue i compiti vengono espletati senza aver incontrati banditi.Nel pomeriggio il Comando del 15o Rg.to Polizia Tedesca, che è rimasto in Varallo

senza presidio, richiede una compagnia a protezione. La compagnia parte alle ore 20 alcomando del S.C.M. Poggi. L’azione lungo la Valsesia viene compiuta dal reparto Germa-nico, dal reparto della milizia di Milano a cui si è aggiunta la squadra cannoni del nostroBattaglione col cannone da 37.

Alle ore 19,30 vengono sparate da quota 981 (est di Roccapietra) alcune raffiche sullacorriera della S.A.F.T. requisita per trasporto truppa. Danni lievissimi. Viene risposto alfuoco con raffiche di T.42. Vengono requisite autovetture il cui sequestro non è stato de-nunciato.

Tempo buono. Cielo scoperto.

13 lunedìDislocazione del Battaglione a Roccapietra con una compagnia distaccata a Varallo.Nella mattinata un reparto viene inviato a Cavaglia per perlustrare la zona. Una pattu-

glia inviata in perlustrazione sulle pendici di Quota 981, da dove ieri i banditi spararonocon armi automatiche. Durante l’esplorazione il S.C.M. Ghirelli Edolo cade da 10 metrifrantumandosi la base cranica. Ricoverato all’Ospedale civile di Varallo, dove viene co-mandata una squadra di 4 legionari, versa tuttora in gravi condizioni. Una pattuglia effettuaun appostamento sulla mulattiera Roccapietra-Cavaglia, dalle ore 19 alle ore 21, rimastosenza esito.

Il S.C.M. Mazzantini parte con una pattuglia alle ore 19 diretto alla frazione di Cilimo

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(est di Roccapietra) per operare degli arresti. Rientra alle ore 23 senza aver effettuato alcunarresto.

Nella serata rientra il reparto della 2a Cp. di formazione al comando del S.C.M. Poggi,inviato ieri a Presidio di Varallo.

Tempo buono - cielo leggermente coperto.

14 martedìDislocazione del Btg.ne: Roccapietra.La 2a Compagnia al comando del S.C.M. Poggi Angelo effettua una puntata a Cervarolo

e Camasco.Una pattuglia comandata dal S.C.M. Prezioso effettua appostamenti sui monti circo-

stanti Roccapietra. Nel tardo pomeriggio vengono arrestati in un casello ferroviario neipressi di Roccapietra due giovani, uno della classe 1924 ed uno della classe 1926, già fa-centi parte della banda Moscatelli11.

Il S.C.M. Ghirelli è sempre all’ospedale di Varallo e le sue condizioni permangonosempre gravi benché si possa notare un lievissimo miglioramento.

Tempo costantemente buono - cielo scoperto.

15 mercoledìDislocazione del Battaglione: Roccapietra.Puntate di numerose pattuglie sui monti circostanti Roccapietra. Niente di notevole da

segnalare. I reparti in Roccapietra continuano l’istruzione.Continua la raccolta d’informazioni sul movimento e dislocazione dei banditi.Tempo buono - freddo asciutto - cielo scoperto.

16 giovedìBattaglione in movimento.Il Battaglione parte alle ore 7 da Varallo risalendo il corso della Sesia fino a Valmaggia

di dove prosegue fino a Rimasco seguendo la strada carrozzabile. Da Rimasco una compa-gnia prosegue sino a Carcoforo, ed un’altra compagnia fino a Rima S. Giuseppe.

Nonostante l’accurato perlustramento fatto durante la marcia a paesi, frazioni e casci-ne, non si trova traccia né di banditi né di renitenti alla leva. Notizie ottenute a Carcoforosegnalano che il passo Baranca, unico passaggio per andare a Rimella, è coperto da più di3 metri di neve e si può valicare solo usando gli sci. Corre voce che un fratello del fami-gerato Moscatelli si trovi in Val Sermenza, ma quest’oggi è stato impossibile trovare trac-cia.

Durante le operazioni di oggi sono state requisite due macchine sprovviste di denun-cia.

Tempo buono. Temperatura fredda e secca. Cielo scoperto.

17 venerdìBattaglione in movimento.Il Comando di Battaglione e la 2a Compagnia giungono alle ore 6,30 a Varallo dove si

sistema il Presidio.La 1a Compagnia al comando del C.M. Fabbri per un’azione da compiersi unitamente

alle truppe tedesche su Piedicavallo: si prevede che resterà in azione per 3 giorni.

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Durante la mattinata un plotone della 2a Compagnia ed un plotone del 1o Battaglionecompiono un’azione verso Crevola dove sono segnalati dei banditi. A conclusione dell’azionevengono catturati 4 renitenti alla leva provenienti da Lambrate (Milano), che si avviavanoper raggiungere la banda Moscatelli.

Tempo buono. Temperatura media. Cielo scoperto.

18 sabatoDislocazione del Battaglione a Varallo meno la 1a Compagnia che si trova ancora in

operazione.Nella mattinata viene effettuata una puntata a carattere esplorativo in direzione del Ponte

della Gula.A tarda sera rientra la compagnia di formazione al comando del C.M. Fabbri Anto-

nio che ha operato durante gli ultimi due giorni con le truppe tedesche verso Piedica-vallo.

Tempo costantemente buono - cielo leggermente coperto.

19 domenicaDislocazione del Battaglione a Varallo.Alle ore 7 un autocarro con a bordo una squadra di fucilieri comandata dal C.sq. Coc-

cetta viene fatta oggetto di una vile imboscata nei pressi di Quarona. I legionari reagisco-no immediatamente con il fuoco delle armi individuali ed automatiche. Nello scontro cadesul campo dell’onore la CN “M” Carotti Silvano. Ordinata l’azione di rappresaglia vengo-no incendiate alcune case di partigiani che sono tuttora alla macchia, nell’abitato di Varal-lo-Borgosesia-Quarona.

Tempo leggermente umido. Cielo leggermente coperto.

20 lunedìBattaglione in movimento.Nella mattinata il Battaglione parte autotrasportato da Varallo e rientra a Vercelli, dove

si riunisce tutta la legione per un ben meritato e brevissimo periodo di riposo.Tempo buono. Cielo scoperto.

21 martedìBattaglione tutto riunito a Vercelli.Giornata di riposo durante la quale i legionari si assestano nella caserma e provvedono

a eseguire quei piccoli lavori indispensabili per l’acquartieramento della truppa. Una ali-quota di legionari comincia i bagni, le uniformi e gli oggetti di corredo vengono steriliz-zati.

Presso il Comando di Btg.ne continua la raccolta di notizie sul movimento e la dislo-cazione dei banditi. Pratiche, interrogatori ecc., vengono esaminate e portati a termine.

Tempo buono. Cielo leggermente coperto.

22 mercoledìBattaglione riunito in Vercelli alla caserma Tagliamento.I reparti riprendono l’istruzione formale e la pratica d’armi. Continua il bagno per la

truppa e la sterilizzazione dei corredi.

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I legionari cominciano a fluire per Vercelli portando ovunque una nota d’allegria e difierezza che sollevano l’animo ed il morale di tutti. Anche gli altri soldati di stanza a Ver-celli guardano, non senza invidia, i nostri giovani legionari la cui baldanza si impone ovun-que.

Nelle vie risuonano le nostre belle canzoni mentre ovunque si parla già delle nuove gestacompiute dalla Tagliamento.

Tempo buono. Cielo leggermente coperto.

23 giovedìBattaglione riunito a Vercelli - Caserma Tagliamento.Continuano sempre l’istruzione formale e l’addestramento al combattimento.Vengono ultimati il bagno truppa e la sterilizzazione dei corredi.Tempo discreto. Umidità. Cielo leggermente coperto.

24 venerdìBattaglione riunito a Vercelli - Caserma Tagliamento.Continua l’addestramento al combattimento.I reparti provvedono alla riparazione delle armi.I legionari intervengono ad uno spettacolo rappresentato al Dopolavoro dai Battaglio-

ni S. Marco.Tempo discreto. Leggera umidità. Cielo leggermente coperto.

25 sabatoBattaglione riunito a Vercelli. Caserma Tagliamento.Non ha sosta l’addestramento dei legionari. La pratica d’armi viene curata meticolosa-

mente ed i giovani soldati seguono con passione questa istruzione, della quale compren-dono l’enorme importanza. In tutti c’è la convinzione che la legione Tagliamento dovrà primao poi raggiungere il fronte Sud, quindi ci si prepara non tanto per i combattimenti di oggima per quelli di domani.

A Vercelli da quando è rientrata la Tagliamento sembra rinata la vita; l’entusiasmo re-gna in quelle vie più pregne di tanto mortifero nauseante disfattismo.

Tempo buono. Cielo quasi completamente scoperto.

26 domenicaBattaglione a Vercelli. Caserma Tagliamento.Alle ore 9 tutta la Legione presenzia alla Messa al campo che Padre Antonio consacra

sul suo altarino militare. Alla fine della S. Messa la preghiera del Legionario prima dellabattaglia si alza dal cortile della caserma e, spandendosi per l’aria, dice a tutti quali sianoil nostro sentimento, la nostra fede. Dopo il primo rancio i legionari godono della liberauscita fino alle 15.

Tempo buono. Cielo leggermente coperto.

27 lunedìBattaglione a Vercelli. Caserma Tagliamento.I reparti continuano l’istruzione formale e l’addestramento al combattimento, alla quale

i legionari partecipano con passione ed entusiasmo.

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Tutti i servizi procedono regolarmente.Tempo buono. Cielo scoperto.

28 martedìBattaglione a Vercelli. Caserma Tagliamento.Durante tutto il mattino i reparti continuano l’addestramento. Nel pomeriggio i legio-

nari nuovi arrivati compiono esercitazioni di tiro con 6 caricatori e 2 bombe a mano.Nel pomeriggio il Comando di Battaglione riceve un ordine di operazione relativo ad

un’azione da effettuare nelle prime ore di domani nella zona di Sordevolo. Parteciperannoall’azione la 1a e 2a Cp. del 63o Btg., la 5a Cp. del 1o Btg.ne12, rinforzate da due squadremortai da 81, una squadra mortai da 45 ed una squadra di pezzi da 37/mm. Lo scopo del-l’azione è quello di attaccare e distruggere le bande ribelli sistemate nella zona compresafra Sordevolo-Monte Mucrone-Colma di Mombarone-Monte Muanda.

L’operazione sarà comandata personalmente dal Comandante la Legione. La partenza èfissata per le ore 1 di domani.

Tempo buono. Cielo scoperto.

29 mercoledì1a e 2a Cp. in movimento - 3a Comp. a Vercelli.I reparti sono pronti per la partenza fissata per le ore 1. Alle ore 12,35 allarme aereo;

i preparativi per la partenza non vengono però sospesi.Alle ore 1 precise i reparti lasciano la Caserma Tagliamento autocarrati, e raggiungo-

no Muzzano alle ore 3,20, dove vengono lasciati gli automezzi concentrati nella piazza dellachiesa; a loro protezione viene lasciata la squadra pezzi da 37/mm.

Alle ore 4 la 1a/63o lascia Muzzano e passando per Sordevolo-Cascina Pizza-PianoColombaro-punto trigonometrico di q[uota] 1.446 (Monte Muanda)-[cascina] Muanda-q.1.410-Cascina Sette Fontane-Rio asciutto-Stizza-Bosoni raggiunge Verney alle ore 10,45con lo scopo di attaccare e distruggere le bande ribelli ivi segnalate. A Verney vengonorilevate tracce di passaggio, ed in qualche baita anche la permanenza dei banditi che, a quantorisulta dal ridicolo cartello affisso alla baita, appartengono alla 2a Brigata d’assalto Gari-baldi. Niente di notevole però da segnalare da parte della 1a/63o.

Alle ore 5 parte da Muzzano la 2a/63o che forma la 1a colonna, e attraversando il Cana-le dei Saraceni, Castagneto, Bagneri e [illeggibile], raggiunge [illeggibile]. Suo scopo è diannientare i banditi annidiati a [illeggibile], ma la nostra colonna al suo arrivo non trovache baite abbandonate che portano però le tracce della permanenza dei banditi.

Pure alle ore 5 parte da Muzzano la 2a colonna costituita dalla 5a/1o Btg. e da 2 squadremortai da 81, la quale attraverso Sordevolo-Pianette-Seneer, raggiunge la Trappa, doveannidati nell’omonimo Convento della Trappa avrebbero dovuto trovarsi dei banditi, men-tre nei sotterranei dello stesso avrebbero dovuto esserci magazzini di viveri dei ribelli.Ma, malgrado l’accurata visita fatta al Convento personalmente dal Comandante del 63o

Btg., non è stato possibile trovare né banditi né magazzini.Verso le 12 le 3 colonne si riuniscono alla Trappa di dove iniziano, unite, la marcia di

ritorno a Sordevolo. A Sordevolo intanto si sono radunati gli autocarri lasciati la notte aMuzzano.

Alle ore 16 i reparti autotrasportati partono da Sordevolo ed attraversando Biella, rien-trano a Vercelli.

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La 3a Cp. ha ripetuto nel pomeriggio i tiri con il moschetto e con bombe a mano.Tempo buono - cielo coperto. Temperatura media.

30 giovedìBattaglione a Vercelli. Caserma Tagliamento.I legionari, incuranti delle fatiche del giorno precedente, riprendono alacremente l’ad-

destramento. Anche l’istruzione formale viene molto curata, anche perché il giorno 6 delmese prossimo avrà luogo la cerimonia del giuramento, e la consegna degli “M” ai legio-nari che se lo sono meritato. Si sente già a distanza, come una cosa che rende irrequieti,quell’entusiasmo tipico che caratterizza tutte le feste militari.

La giornata trascorre senza fatti di particolare importanza.Tempo buono. Cielo scoperto.

31 venerdìBattaglione a Vercelli - Caserma Tagliamento.Al mattino bagno truppa. Continua l’istruzione formale. Nel pomeriggio addestramen-

to al combattimento. Nemmeno un minuto della giornata dedicata all’istruzione, vieneperduto. Tutto ha carattere di urgenza per questi legionari che saranno presto chiamati adassumere la responsabilità di rappresentare l’Italia davanti alla Storia.

Tempo buono. Cielo scoperto. Temperatura media.

Aprile 19441 sabatoBattaglione riunito a Vercelli. Caserma Tagliamento.Alla sveglia i legionari anziché indossare l’uniforme di marcia mettono la “divisa bel-

la”. È giorno di festa oggi: c’è il giuramento e la consegna della rossa “M” Mussoliniana aigiovani legionari che se la sono guadagnata nei recenti combattimenti.

Alle ore 8 ha inizio l’ammassamento della Legione che alle 9 viene presentata dal Co-mandante, alla presenza delle autorità civili e militari, al Capo della Provincia. Dopo averrivolto alcune parole con le quali consacra l’eroismo e l’adamantina fedeltà della Legio-ne, che l’8 settembre non ha esitato a seguire la via dell’onore, il 1o Sen. Comandante leg-ge la formula del giuramento. Il “lo giuro”, sicuro, potente dei legionari risuona nell’am-pio cortile della Caserma, va oltre, entra nel cuore di tutti coloro che italianamente sento-no e credono.

Anche la consegna degli “M”, punteggiata da applausi di gentili fanciulle, per ogni le-gionario che si avvicina al palco per avere il suo ambito e ben guadagnato premio, si svol-ge in modo rapido ed austero. La commozione e l’entusiasmo sono grandi ma si taglia cortoperché alla Tagliamento non c’è tempo da perdere; ci si deve preparare per fare la guerra.

Nel pomeriggio viene concessa la libera uscita come per i giorni di festa, ed i legiona-ri escono impettiti, ingranditi dal solenne giuramento che stamani hanno prestato.

Presso il Comando di Btg.ne si lavora sodo, c’è una grossa operazione in vista ed illavoro di preparazione non manca.

Tempo buono. Cielo scoperto. Temperatura primaverile.

2 domenicaBattaglione riunito in Vercelli. Caserma Tagliamento. Al mattino ore 9 S. Messa nel

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cortile della Caserma. Addestramento formale ed al combattimento per reparti dipenden-ti, durante tutta la mattinata e nelle ore pomeridiane passate per l’istruzione. I legionarinostri sono meravigliosi e riescono cari per quel loro inesauribile entusiasmo del qualehanno ormai fatto una ragione di vita.

Tempo buono. Cielo scoperto. Temperatura mite.

3 lunedìBattaglione in Vercelli. Caserma Tagliamento.Mentre i reparti dipendenti continuano il loro addestramento, il Comando Battaglione

comincia il duro lavoro di preparazione per il movimento di tutto il Battaglione che saràimpegnato da domani in un’operazione di grande polizia a grande raggio. A sera mentre ireparti rientrano dalle varie istruzioni arriva l’ordine di movimento.

Tutta la serata durano i preparativi per la partenza, prima della mezzanotte tutto è pron-to.

Tempo buono. Cielo scoperto. Temperatura mite.

4 martedìBattaglione in movimento.Alle ore 6 il Battaglione muove da Vercelli con le seguenti direttive di marcia.La 1a Cp. deve raggiungere il paese di Boccioleto in Val Sermenza; la 2a e la 3a Cp. con

il Comando di Btg.ne debbono raggiungere Bannio Anzino [No] immediatamente alle spalledei passi della Dorchetta e di Baranca.

Il movimento procede regolare e nel tardo pomeriggio sono raggiunti da tutti i repartigli obbiettivi assegnati.

Domani all’alba cominceranno le operazioni quindi rancio ed a riposare subito dopoaver disposto le guardie molto cautamente.

Tempo buono. Cielo scoperto. Temperatura che si irrigidisce mano a mano che si sale.

5 mercoledìBattaglione in operazione.La 1a Cp. che muove da Boccioleto alle ore 7 passa per Piana-Casopra-Oro Negro-Or-

lino, punta molto decisamente su Roy dove riesce a catturare buona parte del materialesanitario esistente nell’infermeria dei banditi, i quali sono fuggiti precedentemente sottoil fuoco di una pattuglia della 4a Cp. comandata dal S. Tenente Colombo. Quindi si ferma aFobello in attesa della 2a/63.

La 2/63 e la 3/63 muovono alle ore 6 da Bannio Anzino per puntare la prima sul PassoBaranca la seconda al Passo della Dorchetta. Entrambi i passi sono raggiunti a mezzogior-no circa con immani difficoltà per via della neve altissima che in qualche tratto sprofondain qualche altro diventa ghiacciaio.

Mentre la 3/63 passa attraverso la Dorchetta senza essere ostacolata e raggiunge pri-ma di sera Rimella dove si trova pure il Comando Legione, la 2/63 ed il Com./63 trovanoal passo Baranca una certa resistenza da parte dei banditi che hanno piazzata un’arma auto-matica pesante su un punto obbligato. Benché i legionari siano quasi immobilizzati dallaneve, pure il loro fuoco di reazione è tanto sollecito e preciso che ben presto i banditi sidanno alla fuga abbandonando le armi ed un ferito il quale, essendo intrasportabile, vienefinito. La villa Lancia, l’albergo Baranca ed un’altra casa che servivano di ricovero ai ban-

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diti vengono date alle fiamme. La villa Lancia, che conteneva esplosivo di tipo inglese,salta per aria.

Durante il breve ma violento combattimento resta ferito ad una gamba il S. TenenteMazzantini Giorgio, il quale, dato la quasi impraticabilità del Passo viene rimandato indie-tro insieme all’Ufficiale Medico S. Ten. Scolari, ad una scorta di 4 uomini comandata dalS. Ten. Bischi Giulio, ed alla squadra mortai da 81 comandata dal S. Ten. Siboli Tullio.

A tarda notte, verso le ore 24, la 2/63 ed il Com./63 raggiungono Fobello dove incon-trano la 1/63.

Quivi il Comando Btg.ne e la 2a compagnia sostano accantonandosi in attesa di or-dini.

L’operazione è stata dura ma è riuscita. I bandi[ti] hanno dovuto abbandonare i loro nididi aquile dove non credevano certamente che noi saremo arrivati, ed ora si aggirano in pic-coli gruppi sbandati e disarmati che cadranno molto presto nelle nostre mani. Tutta la zonaè tornata sotto il controllo nostro e la stragrande potenza di Moscatelli appare ora comeuna beffa alle popolazioni del luogo.

Tempo buono. Cielo scoperto. Temperatura fredda ai passi. Mite a Fobello.

6 giovedìComando, 2/63, 1/63, a Fobello, 3/63 a Rimella.In Fobello al mattino vengono compiute azioni di polizia nel paese e nei dintorni sino

a Roy. Molte case vengono perquisite, in alcune delle quali esistono ancora indubbie trac-ce della permanenza dei banditi. In una villa dei Lancia di Fobello viene trovata una auto-vettura Lancia, fuori serie sprovvista di permesso di circolazione e che le indagini fattefanno supporre sia stata qui portata per uso dei banditi; pertanto viene requisita per contodel Comando Btg.ne.

Nel pomeriggio viene preso collegamento con il Comando di Legione in Rimella dalquale si apprende che anche per il 1o Btg.ne le operazioni sono andate bene.

Nel ritorno da Rimella il Com.te del Btg.ne riceve la triste notizia che 20 Legionaridel 1o Btg.ne sono caduti durante la notte, in un’imboscata tesa loro nei pressi di Quarona,e brutalmente trucidati. Vi sono pure feriti 1 Ufficiale e 2 Legionari.

Tempo buono. Cielo scoperto. Temperatura mite.

7 venerdìBattaglione dislocato come il giorno precedente.Continuano durante tutta la giornata le operazioni di polizia e di rappresaglia nel paese

e dintorni. Anche nella valle di Roy è intensa l’attività delle nostre pattuglie. Molti reni-tenti alla leva si presentano tra i quali anche un partigiano. Vengono operati molti fermi. Sieffettuano con alacrità gli interrogatori dei fermati molti dei quali vengono tratti in arre-sto. Nella mattinata il milite Bottan della 2a Cp. viene ferito dallo scoppio di esplosivocontenuto in una casa.

Nel pomeriggio viene effettuato il collegamento telefonico con Rimella.

8 sabatoBattaglione in movimento verso Varallo.Nella mattinata continuano gli interrogatori ed i fermi.Verso le 12 arriva l’ordine di partenza con la seguente direttiva di marcia:

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Fobello-Ponte bivio per Rimella (qui ci si incontra con il Comando Legione e con la3/63) - Varallo.

Il movimento avviene senza che avvenimenti degni di nota abbiano ad impedirlo. Varal-lo è raggiunta all’imbrunire. Tutti i muri sono tappezzati dalle scritte portanti i nomi deinostri gloriosi Caduti, e la promessa solenne di vendicarli.

Gli uomini vengono accantonati nelle scuole. Il Comando viene posto all’AlbergoModerno insieme con il Comando Legione.

Tempo variabile. Pioviggina durante tutto il pomeriggio. Temperatura mite.

9 domenicaBattaglione riunito a Varallo nelle Scuole.Alle ore 10 la truppa assiste alla S. Messa nella chiesa centrale di Varallo, quindi viene

lasciata a riposo per tutta la giornata. Presso il Comando di Btg.ne ferve il lavoro di asse-stamento del carteggio trascurato nei giorni passati. Anche gli interrogatori si susseguonosenza sosta con risultati eccellenti.

Tempo buono. Cielo scoperto. Temperatura mite.

10 lunedìIl Comando di Btg.ne la 1a e la 3a Compagnia a Varallo - La 2a Cp. parte alle ore 6 per

raggiungere Fobello dove si sistema a presidio con il compito di effettuare continui pattu-gliamenti nelle zone limitrofe alla suaccennata località. Anche le Alpi di Baranca vengonopresidiate da una squadra.

A Varallo continuano gli interrogatori dei prigionieri e vengono eseguite piccole ope-razioni di polizia locali.

Tempo buono. Cielo scoperto. Temperatura mite.

11 martedìDislocazione del Battaglione: Com.do Btg.ne - 1a Cp. - 3a Cp. a Varallo - 2a Cp. a Fo-

bello.Alle ore 4 in seguito ad ordine di operazione ricevuto dal Comando Legione, la 1a e la

3a Compagnia guidate dall’Australiano fatto prigioniero partono per controllare la zonadelle montagne sovrastanti Roccapietra dove, a detta del prigioniero, dovrebbe essere na-scosto Moscatelli ed esservi seppelliti due mortai da 81.

Il Comando di Btg.ne marcia con la 1a Cp. Malgrado le ricerche siano fatte minuzio-samente l’operazione ha esito negativo. I reparti impiegati rientrano a Varallo nel pome-riggio verso le ore 15. La 2a Cp. segnala di essersi normalmente stabilita in Fobello senzaaver trovate novità degne di nota.

Tempo buono. Cielo coperto - temperatura mite.

12 mercoledìCom.do Btg.ne - 1a Cp. - 3a Cp. a Varallo - 2a Cp. a Fobello.Procedono a Varallo le operazioni di polizia locali. Vengono bruciate le case di Zac-

quini13 (sic) noto sovversivo comunista del luogo del quale è ben conosciuta l’attività par-tigiana. In dette case al contatto con il fuoco scoppia gran numero di munizioni. 2 Plotonidella 1a Cp. prestano servizio ed isolano l’incendio affinché non si propaghi ad altri abita-ti.

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Anche la 2a Cp. da Fobello segnala normale attività di polizia locale.Tempo buono - Cielo leggermente coperto - Temperatura mite.

13 giovedìCom.do Btg.ne 1a Cp. - 3a Cp. a Varallo. 2a Cp. a Fobello.Si susseguono senza sosta gli interrogatori dei prigionieri con buoni risultati.Normale attività di polizia da parte dei reparti dipendenti. Niente di notevole viene

segnalato dalla 2a Cp.Tempo discreto - Cielo coperto - Temperatura mite.

14 venerdìCom.do Btg.ne - 1a Cp. - 3a Cp. a Varallo. 2a Cp. a Fobello.I reparti dipendenti procedono al loro assestamento. Molte barbe e molti capelli cado-

no. Dopo questo lungo periodo di fatiche finalmente i baldi Legionari del “Tagliamento”hanno avuto una giornata per farsi “belli” ed a sera tutto il reparto ha un altro aspetto.Meravigliosi questi nostri giovani e vecchi legionari!

Dopo tante fatiche è bastata loro una giornata per tornare belli e freschi come se aves-sero sempre riposato; ognuno di loro ha sentita vicina la morte, ma che importa!, la lorofede è grande, immensa. Essi combattono per la loro Italia, per il loro Duce e niente li puòfermare, nessuno li può abbattere.

Tempo buono - cielo scoperto - temperatura mite.

15 sabatoCom.do Btg.ne 1a Cp. - 3a Cp. a Varallo. 2a Cp. a Fobello.Nella mattinata il Comando di Btg.ne riceve l’ordine di rientrare a Vercelli con i repar-

ti dipendenti rimasti in Varallo. La 2a Cp. rimarrà a Fobello.Il movimento avrà inizio alle ore 14 e la truppa sarà autocarrata.Alle ore 12 vengono fucilati nove dei prigionieri catturati perché confessi partigiani o

favoreggiatori.Alle ore 13,30 viene inviato un plotone della 1a Cp. sulla mulattiera Roccapietra-Qua-

rona con il compito della protezione della strada dove passerà l’autocolonna. Questo Plo-tone raggiunge a piedi Quarona dove tutto il Btg.ne si è fermato per aspettarlo.

Fanno parte della colonna anche i 5 autocarri portanti le salme dei 20 gloriosi Cadutidi Quarona. Arrivo a Vercelli verso le ore 18.

Tempo buono - Cielo leggermente coperto - Temperatura mite.

16 domenicaComando Btg.ne -1a Cp. - 3a Cp. a Vercelli. 2a Cp. a Fobello.Alle ore 8 hanno inizio i funerali solenni dei 20 gloriosi Caduti di Quarona.Il Comandante Generale Ricci è presente tra i Legionari della Tagliamento e vive il loro

dolore. Molte sono le rappresentanze delle forze armate italiane e germaniche ed innu-merevoli le corone. Anche la popolazione di Vercelli partecipa al nostro lutto.

Alla Cattedrale le Salme ricevono l’assoluzione da Padre Antonio nostro Cappellano.Parla un Cappellano del Comando Generale e la sua parola alata commuove ed esalta. Da-vanti alle salme dei nostri Eroi il Gen. Ricci consegna la Fiamma di combattimento al Col.Zuccari14 il quale giura che la Tagliamento la porterà di vittoria in vittoria. Quindi il cor-

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teo si muove ed i nostri Ragazzi vengono accompagnati alla loro ultima dimora. Essi sonocon noi! Noi li sentiamo vicini nei momenti difficili come un incitamento. Il Loro ricor-do è un monito che non bisogna dimenticare e che noi non dimenticheremo. Saremo sem-pre pronti a tutto dare senza esitazione come Essi hanno dato. Quello che conta oggi è lasalvezza dell’Italia: questa è la meta, ed Essi ce la indicano e la illuminano con il loro eroi-smo.

Tempo buono - Cielo scoperto - Temperatura mite.

17 lunedìCom.do Btg.ne - 1a Cp. - 3a Cp. a Vercelli - 2a Cp. a Fobello.La 1a Cp. si sposta nella mattinata per recarsi a Pray dove si stabilisce a Presidio.La 2a Cp. continua le operazioni di polizia nel territorio di Fobello e segnala che non vi

è nessuna novità degna di nota.Tempo cattivo - Piove - Temperatura fredda.

18 martedìComando di Btg.ne e 3a Cp. a Vercelli - 1a Cp. a Pray - 2a Cp. a Fobello.La 1a Compagnia segnala numerosi movimenti di piccoli nuclei di banditi che compio-

no azioni di disturbo e di rapina contro pacifici borghesi. Viene inoltre segnalata la pre-senza di un posto di blocco dei banditi in località Ponzone.

Niente di nuovo da parte della 2a Cp.Tempo discreto - Piove a tratti - Temperatura media.

19 mercoledìComando Btg.ne e 3a Cp. a Vercelli - 1a Cp. a Pray - 2a Cp. a Fobello.La 3a Cp. parte alle ore 14 per raggiungere Rimasco dove si stabilisce a Presidio.Nella zona di Rimasco sono segnalati movimenti di banditi.L’azione alle Alpi Portile che doveva essere effettuata dalla 3a Cp. viene sospesa. Nella

notte la 3a Cp. effettua l’azione di sbarramento in concomitanza con l’azione che svolge la4a Cp. nella zona di Varallo.

La 2a Compagnia effettua numerose azioni di pattuglia senza risultato.Tempo discreto - Piove nel pomeriggio - Temperatura fredda.

20 giovedìComando di Btg.ne a Vercelli.1a Cp. a Pray - 2a Cp. a Fobello - 3a Cp. a Rimasco.La 1a Cp. continua con le azioni d’appostamento e di perlustrazione nella zona del San-

tuario del Cavallero. Nella notte vengono inviati in questa zona 2 plotoni al comando ri-spettivamente del S. Ten. Mazzoni e dell’Aiut. Fiorineschi. L’azione ha esito negativo.

Anche la 3a e la 2a Cp. intensificano le loro operazioni di polizia continuando la rac-colta di informazioni sul movimento e la dislocazione dei banditi.

Tempo buono - Cielo leggermente coperto - Temperatura mite.

21 venerdìComando di Btg.ne a Vercelli.1a Cp. a Pray - 2a Cp. a Fobello - 3a Cp. a Rimasco.

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La 1a Cp. continua la sua attività di pattuglie che rimangono tutte senza esito. Vengonocomandate pattuglie anche in abito [borghese] che raccolgono preziose informazioni.

La 2a Cp. manda due plotoni rispettivamente al comando del S. Ten. Guidicini Giulianoe del S. Ten. De Filippis nella zona di Boccioleto per un’azione di perlustrazione.

22 sabatoComando di Btg.ne a Vercelli.1a Cp. a Pray - 2a Cp. a Fobello - 3a Cp. a Rimasco.La 1a Compagnia in concomitanza con la 5a Cp. compie un’azione su Ponzone dove erano

stati segnalati una 50na di Banditi. A Ponzone però non veniva riscontrato nulla d’anorma-le.

La 2a Cp. a Fobello continua le azioni di polizia ma si ha l’impressione che la zona siaormai pacifica.

Anche la 3a Cp. continua le sue operazioni di polizia che si svolgono con buoni risulta-ti.

Tempo buono - Cielo coperto - Temperatura mite.

23 domenicaComando Btg.ne a Vercelli.1a Cp. a Pray - 2a Cp. a Fobello - 3a Cp. a Rimasco.La 1a Cp. segnala il rientro a Pray delle pattuglie comandate da Csq. Berneschi che era

uscita il giorno 20 c.m. Durante un appostamento questa pattuglia ha catturato 5 partigianicon tutto il loro armamento. Tra questi vi è un ex-prigioniero sloveno che ha date ottimeinformazioni.

Vengono effettuati altri appostamenti ma senza nessun risultato.Da parte della 2a normali attività di pattuglia.La 3a Compagnia effettua numerose azioni di pattuglia. In un’azione all’Alpe Portile

vengono catturati 3 prigionieri mentre altri 4 vengono uccisi in combattimento. Nelloscontro rimane ferito leggermente al capo il SCM. Pesciarelli Ugo.

Tempo buono - Cielo scoperto - Temperatura mite.

24 lunedìComando Btg.ne a Vercelli - 1a Cp. a Pray - 2a Cp. a Fobello - 3a Cp. a Rimasco.Il CM. De Mattei prende il comando titolare della 1a Cp. Diversi appostamenti sono

rimasti senza risultato. Un plotone al comando del SCM. Mazzoni diretto al Monte S.Bernardo. Il plotone non è rientrato in giornata.

Azioni di pattuglia nella zona di Fobello e di Rimasco da parte della 2a e 3a Cp.Nel pomeriggio il comando di Btg.ne si sposta a Pray dove si stabilisce il Comando

tattico.Tempo buono - Cielo scoperto - Temperatura mite.

25 martedìComando di Btg.ne a Rimasco - 1a Cp. a Pray - 2a Cp. a Fobello - 3a Cp. a Rimasco.Tutte le compagnie dipendenti svolgono azioni di perlustramento. Questo continuo

movimento di pattuglie dà degli ottimi risultati. I banditi non si sentono più sicuri in nes-sun luogo ed hanno così la vita impossibile. La zona è già più calma benché vengano anco-

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ra segnalati movimenti di piccoli nuclei che compiono atti di rapina sempre a danno deicivili.

Tempo buono - Cielo scoperto - Temperatura mite.

26 mercoledìComando Btg.ne e 3a Cp. a Rimasco - 1a Cp. a Pray - 2a Cp. a Fobello.La 1a Cp. compie una visita all’Ospedale Civile di Borgosesia in cerca di eventuali ban-

diti feriti ed ivi ricoverati. Non ne ha trovato nessuno.Continuano le azioni di pattuglie isolate svolte dai reparti dipendenti. La 2a Cp. cattura

a Cervatto alcuni renitenti alla leva e presunti partigiani che dopo essere stati interrogativengono avviati al Comando Legione.

Anche a Rimasco vengono arrestati dalla 3a Cp. alcuni disertori e renitenti alla leva.Nel pomeriggio il Comando Tattico di Btg.ne si sposta a Pray.

Tempo buono - Cielo scoperto - Temperatura mite.

27 giovedìComando di Btg.ne e 1a Cp. a Pray - 2a Cp. a Fobello - 3a Cp. a Rimasco.La 1a Cp. compie due azioni rispettivamente con un plotone nella zona dell’Alpe Sel-

letto e Alpe Albarei e sui sentieri che portano al monte Camparient. Il plotone comandatodall’aiutante Fiorineschi agisce in concomitanza con la 3a Compagnia che rastrella il MonteCamparient. Questo plotone riesce a catturare 7 prigionieri, 4 presi all’Alpe Boscosa e 3all’Alpe di Campo.

La 2a Cp. segnala l’attività di pattuglie in perlustrazione.Il Comandante di Battaglione si reca nella mattinata a Novara per prendere ordini da

quel Comando Provinciale per un’azione da compiersi contro i banditi che sono segnalatinella zona a Nord del Lago Maggiore.

Tempo buono - Cielo scoperto - Temperatura mite.

28 venerdìComando di Btg.ne e 1a Cp. a Pray - 2a Cp. a Fobello - 3a Cp. a Rimasco.La 2a e 3a Compagnia continuano le loro azioni di pattuglia che rimangono senza risul-

tato. Continua presso questi reparti la raccolta di notizie sui movimenti e la dislocazionedei banditi.

Il Comando di Btg.ne e la 1a Cp. si spostano alle ore 22,30 autocarrati per raggiungereFondotoce [No]. Il Cent. Ragonese prende il Comando di un Btg.ne di formazione forma-to dalla 1a e dalla 4a Cp. che deve compiere una operazione di polizia nella zona a N. delLago Maggiore, in collaborazione con i reparti della G.N.R. di Novara.

Tempo discreto - Cielo coperto - Temperatura mite.

29 sabatoComando di Btg.ne - 1a Cp. in movimento nella zona N. del Lago Maggiore. 2a Cp. a

Fobello. 3a Cp. a Rimasco.Il Comando di Btg.ne e la 1a Cp. giungo[no] alle ore 3,30 a Fondotoce dove ricevono

ulteriori ordini di operazioni. L’azione che si svolge anche con l’ausilio dell’aviazionetedesca dà però scarsi risultati. I reparti del Btg.ne impiegati rientrano autocarrati alle ri-spettive sedi nel tardo pomeriggio.

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La 2a Cp. continua le sue azioni di pattuglia nelle zone limitrofe a Fobello. Vengonocatturati 3 renitenti alla leva.

Anche la 3a Cp. continua le operazioni di polizia nella zona di Rimasco.Tempo buono - Cielo scoperto - Temperatura mite.

30 domenicaComando di Btg.ne e 1a Cp. a Pray - 2a Cp. a Fobello - 3a Cp. a Rimasco.Presso tutti i reparti dipendenti continua la raccolta di notizie relative ai movimenti e

dislocazione dei banditi.Anche l’attività delle pattuglie in perlustrazione è sempre intensa.Tempo buono - Cielo scoperto - Temperatura mite.

Maggio 19441 lunedìComando di Btg.ne e 1a Cp. a Pray - 2a Cp. a Fobello - 3a Cp. a Rimasco.Dalla pattuglia comandata dall’Aiutante Fiorineschi vengono catturati a M[onte] Tovo

2 renitenti alla leva. In una cascina vengono rinvenuti vecchi fucili da caccia rivelanti ilpassaggio di banditi.

Al Comando della 2a Cp. in Fobello si presentano spontaneamente alcuni renitenti edisertori che vengono inviati a Vercelli al Comando Legione. In questa zona la popolazio-ne è contenta di non vedere più “patrioti” e di poter godere di un ordine tutelato da leggigiuste.

A Rimasco, sede della 3a Cp. continua l’attività delle pattuglie in perlustrazione. Nes-suna novità degna di rilievo.

La giornata del 1o Maggio che doveva essere una giornata di sciopero generale è statainvece una giornata calmissima, ed il lavoro è continuato regolarmente in tutte le fabbri-che. Questa è la più bella dimostrazione dell’ordine assicurato dalla Legione “Tagliamen-to” in questa zona delicata per la sua vasta attrezzatura industriale.

Tempo buono - Cielo scoperto - Temperatura mite.

2 martedìComando di Btg.ne e 1a Cp. a Pray - 2a Cp. a Fobello - 3a Cp. a Rimasco.Mentre continuano le azioni delle pattuglie presso il Comando della 1a Compagnia

fervono gli interrogatori dei prigionieri ultimamente catturati. Vengono raccolte ottimeinformazioni che consentono lo sviluppo di ulteriori azioni.

La 2a Compagnia effettua numerose azioni di pattuglia nella zona di Val di Roy, Rimel-la e Ponte della Gula.

La 3a Compagnia perlustra le zone limitrofe a Rimasco senza rilevare niente di inte-ressante da segnalare.

Tempo buono - Cielo scoperto - Temperatura mite.

3 mercoledìComando di Btg.ne e 1a Cp. a Pray - 2a Cp. a Fobello - 3a Cp. a Rimasco.A Pray vengono compiuti i preparativi per un’azione combinata di pattuglie da svolger-

si nel triangolo Crevacuore-Brusnengo-Lozzolo dalla 1a Compagnia.La 2a Compagnia effettua una ricognizione ad Alpe Baranca per rinvenire un’arma pe-

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sante che era stata segnalata abbandonata dai banditi in fuga il giorno del passaggio da Pas-so Baranca della 2a Cp. La ricognizione ostacolata dall’alto strato di neve e da alcune vastefrane di roccia, ha avuto esito negativo. Nella zona non vengono segnalati movimenti dibanditi.

La 3a Cp. continua le perlustrazioni nella zona di Rimasco.Tempo buono - Cielo coperto - Temperatura mite.

4 giovedìComando di Btg.ne e 1a Cp. a Pray - 2a Cp. a Fobello - 3a Cp. a Rimasco.Intense azioni di pattuglie effettuate dalla 1a Cp. Una pattuglia comandata dal SCM.

Mazzoni procede al fermo ed all’arresto di numerosi ricercati, tra i quali il nominato No-bile Egidio che viene ucciso dal SCM. Mazzoni nel tentativo di fuggire sulla strada Casadel Bosco-Lozzolo. Alle ore 23 partono due squadre al comando dell’Aiutante Fiorine-schi con il compito di sorprendere e distruggere la banda di Gemisto15 segnalata all’AlpePanin.

Niente di notevole segnala la 2a Cp. da Fobello. Questa zona sembra essere ormai moltotranquilla.

Un plotone della 3a Cp. al Comando del SCM. Bischi parte in autocarro da Rimasco eraggiunge Boccioleto da dove prosegue a piedi per perlustrare la zona a N. di Rossa. Ven-gono rilevate tracce del passaggio di banditi che risalgono ad una quindicina di giorni ad-dietro.

Tutta la zona di Rimasco è tranquilla.Tempo buono - Cielo scoperto - Temperatura mite.

5 venerdìCom.do Btg.ne e 1a Cp. a Pray - 2a Cp. a Fobello - 3a Cp. a Rimasco.Le due squadre della 1a Cp., comandate dall’Aiut. Fiorineschi sono rientrate, l’azione

ha avuto esito negativo perché i banditi non erano più nella zona segnalata.Parte una pattuglia comandata dal SCM. Mazzoni che ha il compito di ricercare prigio-

nieri inglesi segnalati e che vengono avvistati in località Biancone. Nello scontro avvenu-to tutti i 6 ex-prigionieri vengono uccisi.

La zona di Fobello continua a rimanere tranquilla e le azioni di pattuglia della 2a Cp.rimangono tutte senza esito.

Un plotone della 3a Cp. al comando del SCM. Pompili compie una perlustrazione adAlagna. La zona da una quindicina di giorni è tranquilla.

Tempo buono - Cielo scoperto - Temperatura mite.

6 sabatoComando di Btg.ne e 1a Cp. a Pray - 2a Cp. a Fobello - 3a Cp. a Rimasco - 1o Plotone 3a

ad Alagna.Una pattuglia al comando del CM. De Mattei travestita da partigiani si reca nella loca-

lità di Flecchia onde sorprendere alcuni favoreggiatori dei banditi. L’azione non ha datoesito.

Niente di notevole da segnalare da parte della 2a Cp. che continua le azioni di pattugliein perlustrazione.

Il plotone della 3a Cp. distaccato ad Alagna al comando del SCM. Pompili ha perlustra-

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ta la zona Alagna-Bocchetta delle Pisse. Vengono catturati 5 renitenti alla leva ed avviati aVarallo al Comando del 1o Btg.ne.

Nella zona di Rimasco nulla da segnalare.Tempo buono - Cielo scoperto - Temperatura mite.

7 domenicaComando di Btg.ne e 1a Cp. a Pray - 2a Cp. a Fobello - 2 Plot. 3a Cp. a Rimasco - 1 Plot.

3a Cp. ad Alagna.Parte una pattuglia della 1a Cp. al comando del SCM. Schianchi Sergio, tutti vestiti in

abito civile, per rastrellare la zona di Curino.Una pattuglia al comando del SCM. Mazzoni si porta in autocarro fino a Borgosesia di

dove raggiunge a piedi il ponte di Isolella per compiervi un appostamento che non dà esitoalcuno.

Niente di notevole da segnalare da parte della 2a Cp. nella zona di Fobello.Il Plotone della 3a Cp. distaccato ad Alagna perlustra per l’intera giornata le zone limi-

trofe senza rilevare cose degne di nota. Anche nella zona di Rimasco la situazione è piùche mai tranquilla.

Tempo buono - Cielo leggermente coperto - Temperatura mite.

8 lunedìComando Btg.ne e 1a Cp. a Pray. 2a Cp. a Fobello. 3a Cp.: 2 plotoni a Rimasco - 1 plot.

ad Alagna.Due staffette inviate da SCM. Schianchi comandante della pattuglia della 1a Cp. uscita

ieri, avvertono il comando presidio di Pray, che l’ufficiale suindicato ha preso contattocon una banda di ribelli insieme alla quale, secondo l’accordo, doveva attaccare la nottePray. Il CM. De Mattei invia immediatamente un plotone al comando del SCM Mazzoni ilquale prende contatto con il SCM. Schianchi ed insieme decidono di tendere un’imbosca-ta ai banditi con i quali era fissato il convegno. Questa imboscata non è possibile in quantoi banditi, per ragioni ignote, non arrivano sul posto del convegno. Il SCM Mazzoni decidedi perlustrare la località di S. Maria di Curino sempre molto frequentata dai banditi. Bloc-cate tutte le entrate del paese, il SCM. Schianchi, che già conosce la località, si porta al-l’altezza dell’osteria sulla porta della quale vigila un bandito contro il quale l’ufficiale apreil fuoco uccidendolo. Nasce una violenta sparatoria tra i legionari ed un gruppo di 13 ban-diti comandati dal Gemisto che si trovano nell’osteria. Al rumore della sparatoria anche ilSCM. Mazzoni si porta sotto con i suoi uomini. Dopo mezz’ora di ostinata e violentissimalotta la resistenza viene domata ed i banditi lasciano sul terreno 11 morti, un altro vienefatto prigioniero, mentre Gemisto benché ferito riesce a fuggire. Viene pure tratto in ar-resto il magazziniere del Consorzio locale, favoreggiatore dei ribelli e detentore abusivod’armi.

Da parte nostra si contano le seguenti perdite: 1 morto: serg. Baraldi Renzo. SCM.Schianchi ferito.

Sono inoltre feriti i seguenti legionari: CNs. Munari - CN. Poggio - CNs. Dilseni - CNs.Gennari - CN. Archetti - CNs. Lauro - CNs. Ferrato.

All’arrivo del CM. De Mattei viene passato per le armi il magazziniere.Stoico e fiero il comportamento di tutti i feriti. Meraviglioso lo slancio con il quale

tutti i legionari hanno combattuto.

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Alle ore 22 partono i due plotoni della 2a Cp. diretti a Campello Monti [No] ed a Forno[No], come da ordini ricevuti con ordine di operazioni no 15 del superiore Comando Le-gione. Niente da segnalare nelle zone di Rimasco e di Alagna.

Tempo buono - Cielo scoperto - Temperatura mite.

9 martedìComando Btg.ne e 1a Cp. a Pray - 2a Cp. a Fobello - 3a Cp. 2 plot. a Rimasco - 1 plot. ad

Alagna.Due squadre della 1a Cp. al comando dell’Aiut. Fiorineschi partono per compiere un

appostamento sul ponte immediatamente precedente il bivio Guardabosone-Borgosesia,dopo passato Crevacuore. L’appostamento ha esito negativo.

I due plotoni della 2a Cp. al comando del CM. Fabbri, partiti ieri sera da Fobello, arri-vano dopo una marcia resa estremamente faticosa dalla pioggia e dal fango nonché dallanebbia, a Campello Monti dove non viene rilevata presenza di banditi. Notizie raccolte sulposto c’informano dell’esistenza di un’infermeria di banditi situata a Forno. Il CM Fabbridecide immediatamente di partire per Forno e con una marcia rapidissima si porta con idue plotoni in tale località. Individuata la casa adibita ad infermeria viene intimata la resaai banditi i quali rispondono col fuoco delle loro armi.

Dopo un’ostinata lotta durata circa mezz’ora veniva ucciso un bandito e catturati 8.Venivano pure catturate 2 donne, una delle quali moglie di un bandito, ed un renitente allaleva. Gli 8 banditi catturati vengono passati per le armi, mentre le due donne ed il renitentevengono avviati al Comando Legione.

I due plotoni raggiungono Chesio [No] a piedi, dove si uniscono al Com. Btg.ne, e congli altri reparti del 1o Btg.ne che hanno partecipato all’azione di Valle Strona [No], e di quiautocarrati rientrano a Fobello che raggiungono verso le ore 21.

Niente da segnalare nella zona di Rimasco.Il plotone della 3a Cp. distaccato ad Alagna procede al fermo e all’arresto di numerosi

renitenti alla leva che vengono inviati al Comando Legione a Vercelli. Vengono inoltresequestrate numerose automobili non denunciate molte delle quali erano spesso usate daibanditi.

Tempo buono - Cielo scoperto - Temperatura mite.

10 mercoledìComando Btg.ne e 1a Cp. a Pray - 2a Cp. Fobello - 3a Cp. 2 plotoni a Rimasco - 1 Plot.

ad Alagna.Partenza di due squadre della 1a Cp. al comando del SCM. Mazzoni, per compiere un

appostamento al ponte precedente il bivio Guardabosone-Borgosesia, dopo passato Cre-vacuore. L’appostamento ha esito negativo.

Nulla di notevole da segnalare da parte della 2a Cp.Il plotone della 3a Cp. distaccato ad Alagna rientra a Rimasco.Tempo buono - Cielo scoperto - Temperatura mite.

11 giovedìComando Btg.ne e 1a Cp. a Pray - 2a Cp. a Fobello - 3a Cp. a Rimasco.Presso la 1a Cp. a Pray alla presenza del Comandante della Legione, si svolgono le

onoranze funebri del Caduto Leg. Baraldi Renzo, caduto sul campo dell’onore a S. Maria

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di Curino il giorno 8. Durante la commovente ed austera cerimonia si può leggere sul voltodei Legionari la volontà ferrea di continuare la lotta fino all’estremo sacrificio, e quandoil Comandante della Legione rievoca la bella ed eroica figura del Caduto, i loro occhi tra-discono l’orgoglio di sentirsi legionari forti e pieni di fede risoluti a conseguire ad ognicosto quella vittoria che farà di nuovo grande l’Italia.

Normale attività di pattuglie della 2a Cp. in perlustrazione. Nulla di rilevante da segna-lare.

La 3a Cp. si sposta autocarrata, da Rimasco a Curino dove si stabilisce a presidio.Tempo discreto - Piove un po’ nel pomeriggio - Temperatura mite.

12 venerdìComando di Btg.ne e 1a Cp. a Pray - 2a Cp. a Fobello - 3a Cp. a Curino.Escono alcune pattuglie della 1a Cp. per perlustrare alcune località della zona di Coggio-

la. Le perlustrazioni danno esito negativo.A Fobello la situazione continua a mantenersi calmissima. Vengono perlustrate dalla

2a Cp. alcune località in Val di Roy. Niente di rilevante da segnalare.La 3a Cp. spostatasi ieri a Curino inizia un utile lavoro di raccolta informazioni sulla

situazione della zona.Tempo buono - Cielo leggermente coperto - Temperatura mite.

13 sabatoComando Btg.ne e 1a Cp. a Pray - 2a Cp. a Fobello - 3a Cp. a Curino.Nulla di notevole da segnalare da parte della 1a Cp. in Pray.A Fobello vengono catturati da una squadra della 2a Cp., due renitenti alla leva che ven-

gono avviati al Comando Legione a Vercelli.Due plotoni della 3a Cp. al comando del SCM Pompili e dell’Aiut. Manca si sono por-

tati rispettivamente su Mezzana e su Strona per attaccare le squadre dei banditi Ilvo e Giu-seppe che giusta informazioni si dovrebbero trovare in queste località.

Nulla si è trovato a Strona mentre a Mezzana e precisamente nella frazione di Muli-nengo (sic) il SCM. Pompili cattura un bandito armato di nome Moro, non meglio qualifi-cato, appartenente alla banda di Ilvo che sembra essersi spostata ora nella zona di Ivrea.

Tempo buono - Cielo scoperto - Temperatura mite.

14 domenicaComando di Btg.ne e 1a Cp. a Pray - 2a Cp. a Fobello - 3a Cp. a Curino.La 1a Cp. procede alla fucilazione alla schiena in località Crevacuore del bandito e tra-

ditore Mallana Francesco.In un incidente dovuto alla rottura di una sponda di un autocarro, rimangono feriti sulla

strada Pray-Trivero due militi della 1a Cp.Vengono effettuate pattuglie volanti per appostamenti nei dintorni delle varie posta-

zioni. Esito negativo.La 2a Cp. distacca un plotone a Campello Monti [No] con il compito di perlustrare tut-

ta la zona di Forno, Piana del Pozzo, Massone, Alpe Loccia, allo scopo di attaccare e di-struggere i gruppi sbandati della banda Rutto.

Niente da segnalare da parte della 3a Cp.Tempo buono - Cielo scoperto - Temperatura mite.

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15 lunedìComando Btg.ne e 1a Cp. a Pray - 2a Cp. a Fobello - 3a Cp. a Curino - 1o Plot. 2a Cp. a

Campello Monti [No].La 1a Cp. effettua puntate di pattuglie volanti che hanno il compito di sorprendere even-

tuali banditi che tentassero di attaccare le postazioni.Continuano le azioni di pattuglie in perlustrazione nei pressi di Fobello ed in Val di Roy.Il plotone staccato a Campello Monti svolge intensa attività perlustrativa. Nessuna

novità.Un plotone della 3a Cp. perlustra la zona circostante il bivio della strada Gattinara-Biel-

la-Buronzo dove è stata attaccata nella mattinata una macchina Germanica. Vengono trova-te le tracce dei banditi che dopo il colpo si sono dati alla fuga. Viene perlustrata pure lazona di Masserano. Nessuna novità.

Tempo buono - Cielo scoperto - Temperatura mite.

16 martedìComando Btg.ne e 1a Cp. a Pray - 2a Cp. a Fobello - 1 Plot. 2a Cp. a Campello Monti -

3a Cp. a Curino.Due pattuglie della 1a Cp. rispettivamente al comando del SCM. Mazzoni e dell’Aiut.

Fiorineschi compiono un’azione in località del Santuario di S. Emiliana dove erano statisegnalati una trentina di banditi. L’azione non ha dato però esito e nemmeno si possonotrovare traccie tali da indicare la permanenza di banditi in questa località.

Continua l’azione del Plotone della 2a Cp. distaccato a Campello Monti.I Vice Brig. Luccotti e Bertelli, della 3a Cp. inviati in abito civile nella zona di Mottal-

ciata, raccolgono utili informazioni sulla dislocazione e la forza di una banda che operanella zona.

Tempo buono - Temperatura mite - Cielo leggermente coperto.

17 mercoledìComando Btg.ne e 1a Cp. a Pray - 2 Plot. 2a Cp. a Fobello - 1 Plot. 2a Cp. a Campello

Monti - 3a Cp. a Curino.La 1a Cp. effettua alcune azioni di pattuglie al comando del Ten. Mazzoni e del Brig.

Binda, per la ricerca di alcuni renitenti alla leva e disertori nonché di alcuni elementi so-spetti.

Niente di notevole da segnalare da parte della 2a Cp. in Fobello.Dal plotone distaccato a Campello Monti vengono date alle fiamme alcune baite che

risultavano abitate dai banditi fino a qualche giorno fa.Alle ore 4,30 la 3a Cp. attacca in località Mottalciata le cascine Mondova [recte Mon-

dovà] e Caprera [Cossato] nelle quali risultavano asserragliati elementi ribelli. Mentre nellaprima cascina i banditi vengono catturati senza resistenza, i fuori legge rinchiusi nella ca-scina Caprera aprono il fuoco contro i Legionari. Nello scontro cade colpito al cuore ilMil. Siani Clemente. Il suo ultimo grido è quello di “W. l’Italia, W. il Duce”: il grido glo-rioso di tutti i nostri Caduti che ci precedono nel cielo purissimo degli Eroi. Anche 3 ban-diti cadono colpiti a morte dal fuoco preciso delle armi legionarie.

Risultato dell’operazione: 3 banditi uccisi in combattimento - 17 fucilati dopo pocheore dalla cattura, cattura di un grande bottino di armi e munizioni.

Tempo buono - Cielo scoperto - Temperatura mite.

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18 giovedìComando Btg.ne e 1a Cp. a Pray. 2a Cp. 2 Plotoni a Fobello - 1 Plotone a Campello

Monti [No] - 3a Cp. a Curino.Azioni di pattuglie effettuate dalla 1a Cp. rimangono senza esito.Rientra il plotone della 2a Cp. da Campello Monti a Fobello. La zona continua ad esse-

re tranquilla.Niente di notevole da segnalare da parte della 3a Cp.Tempo discreto - Cielo leggermente coperto - Temperatura mite.

19 venerdìComando Btg.ne e 1a Cp. a Pray. 2a Cp. a Fobello. 3a Cp. a Curino.La 1a Cp. effettua degli appostamenti diurni e notturni nei pressi delle postazioni di

Pray e di Pray Alto. Alle ore 10 si presenta al comando della 1a Cp. un renitente alla leva.Durante il mattino parte da Fobello diretto ad Ornavasso [No], dove prenderà parte ad

un’azione combinata con altri nostri reparti, un plotone della 2a Cp. al comando del Ten.De Filippis. Il plotone sosta durante la notte a Campello Monti [No].

Niente da segnalare da parte della 3a Compagnia.Tempo discreto - Cielo leggermente coperto - Temperatura mite.

20 sabatoComando Btg.ne e 1a Cp. a Pray - 2a Cp. 2 Plot. a Fobello ed 1 plotone in marcia verso

Ornavasso [No] - 3a Cp. a Curino.Nulla di rilevante durante tutta la giornata.Alle ore 20 il Comando Btg.ne e la 1a Cp. partono autocarrati da Pray diretti a Cambia-

sca [No] (Nord di Intra). Alle ore 19 parte la 3a Cp. da Curino autocarrata alla volta di Ro-vegro.

Il plotone della 2a Cp. prosegue la sua marcia da Campello Monti ed arriva alle ore 22ad Ornavasso senza aver incontrato ostacoli degni di nota.

Per le ore 24 tutti i reparti si trovano approntati sulle loro posizioni di partenza.Tempo buono - Cielo scoperto - Temperatura mite.

21 domenicaBattaglione in movimento [Alto Novarese].1 Plotone della 1a Cp. marcia su Caprezzo al comando del Ten. Bischi. Gli altri due

plotoni al comando rispettivamente del Ten. Mazzoni e del S. Ten. Fiorineschi marcianosull’Alpe della Pala e circondano il paese di Miazzina. Non avendo trovato qui nulla di ri-levante, continuano la marcia su l’Alpe Cavallotti.

I plotoni della 3a Cp. al comando rispettivamente del Ten. Pesciarelli, S. Ten. Pompilied Aiut. Manca puntano sulla località di Cresta, Rifugio e Cascina Borella, senza trovarenulla di rilevante; 2 plotoni proseguono la marcia sull’Alpe Cavallotti che viene attaccatain concomitanza con i due plotoni della 1a Cp.

I banditi asserragliati nell’albergo, dopo aver sparato alcune raffiche di mitra sui legio-nari, si danno alla fuga. Nell’albergo, che viene dato alle fiamme, viene catturato un di-screto bottino di armi, viveri e munizioni. Tracce di sangue denunciano la presenza di fe-riti tra i fuori legge. Dopo l’azione i plotoni della 3a Cp. rientrano a Runchio e di qui conil resto della compagnia a Rovegro. I plotoni della 1a Cp. rientrano a Cambiasca. Il plotone

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che aveva operato nella zona di Caprezzo rientra a Cambiasca dopo aver catturato un reni-tente alla leva.

Il plotone della 2a Cp. parte nella mattinata da Ornavasso per compiere un’azione nellazona di S. Maria del Baden.

Dopo un breve ma intenso fuoco i banditi, protetti dalla fitta nebbia, si danno alla fuga.Il plotone rientra nel pomeriggio ad Ornavasso.

Alle ore 16 tutti i reparti si concentrano ad Ornavasso, di dove partono autocarrati di-retti alle rispettive sedi che raggiungono nella serata.

Tempo discreto. Pioviggina nel pomeriggio - Temperatura mite.

22 lunedìComando Btg.ne e 1a Cp. a Pray - 2a Cp. a Fobello - 3a Cp. a Curino.Una pattuglia autocarrata al comando del Brig. Ferro, si reca a Coggiola nella mattina-

ta, dove era stata segnalata la presenza di tre banditi che compivano furti nello spaccioaziendale della ditta Bozzalla. L’operazione ha esito negativo.

Azioni di pattuglia della 2a Cp. nella zona di Fobello ed in Val di Roy, che danno esitonegativo.

Nessuna novità degna di nota da parte della 3a Cp.Tempo buono - Cielo scoperto - Temperatura mite.

23 martedìComando Btg.ne e 1a Cp. a Pray - 2a Cp. a Fobello - 3a Cp. a Curino.Partono due squadre della 1a Cp. al Comando del Ten. Mazzoni, per perlustrare l’abita-

to di Roncole (Postua), dove è stata segnalata la presenza di Gemisto, precedentementeferito nell’azione di S. Maria di Curino. Non avendo trovato nulla a Roncole la pattuglia sispinge fino all’Alpe di Gavala. Qui, due militi che escono da una casa perquisita, scorgono4 banditi che alla vista dei legionari si danno a precipitosa fuga. Durante l’azione di fuocoche ne segue un bandito rimane ferito, mentre gli altri tre riescono a dileguarsi nel bosco.Viene catturato un moschetto e una borsa piena di bombe a mano. Le due squadre rientra-no alle ore 19 senza nessun’altra novità degna di nota.

Alle ore 20 escono due squadre al comando del Ten. Mazzoni per effettuare un appo-stamento a Masseranga (Coggiola) nei locali della Privativa Italia dove sono segnalati so-vente dei banditi. Durante il mattino si presentano al comando della 1a Cp. 5 disertori.

Nessuna novità degna di nota nella zona della 2a Cp., che continua a rimanere comple-tamente calma.

Nulla da segnalare da Curino, dove la 3a Cp. effettua numerosi appostamenti che nondanno esito.

Tempo buono - Cielo leggermente coperto - Temperatura mite.

24 mercoledìComando Btg.ne e 1a Cp. a Pray - 2a Cp. a Fobello - 3a Cp. a Curino.Una squadra della 1a Cp. al comando del Brig. Binda Silvio effettua un appostamento

alla Cooperativa di Coggiola, la squadra rientra nel pomeriggio. L’appostamento ha datoesito negativo. L’appostamento effettuato dal Ten. Mazzoni a Masseranga (Coggiola) con-tinua per tutta la giornata. Nella mattinata si presentano spontaneamente al comando della1a Cp. in Pray 7 disertori.

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Nulla da segnalare di notevole da parte della 2a e della 3a Cp. che effettuano azioni dipattuglie che rimangono senza esito.

Tempo discreto - Cielo coperto - Temperatura mite.

25 giovedìComando Btg.ne e 1a Cp. a Pray - 2a Cp. a Fobello - 3a Cp. a Curino.Alle ore 1,15 rientrano le 2 squadre comandate dal Ten. Mazzoni che erano partite il

giorno 23 u. s. per Masseranga. L’appostamento non ha dato risultato alcuno. Alle ore 2partono 2 squadre della 1a Cp. al comando dell’infaticabile Ten. Mazzoni, e si portano aNovara dove agiscono agli ordini del Federale.

Viene attaccata una cascina ad 1 Km. circa da Novara dove erano stati segnalati deibanditi. Questi ultimi, evidentemente avvertiti in precedenza, si danno alla fuga, e la casci-na viene così trovata completamente vuota. Le 2 squadre rientrano a Pray alle ore 12. Alleore 6,30 del mattino la postazione della 1a Cp. situata a Pray Alto viene attaccata da ungruppo di banditi. Il mil. Medici Albino viene colpito a morte ed il mil. Fogli Claudio vie-ne ferito gravemente in più parti del corpo. Il pronto intervento del M.S. Menegazzo e dialcuni Legionari fuga i banditi ed evita che il milite Fogli venga finito e le armi catturate.Nella mattinata si presentano al comando della 1a Cp. 3 sbandati di cui 2 disertori e 1 re-nitente.

La 2a Cp. effettua numerose puntate in Val di Roy, che rimangono però tutte infruttuo-se essendo la zona ormai completamente pulita dai banditi.

Nulla da segnalare da parte della 3a Cp. in Curino.Tempo buono - Cielo leggermente coperto - Temperatura mite.

26 venerdìComando Btg.ne e 1a Cp. a Pray - 2a Cp. a Fobello - 3a Cp. a Curino.Alle ore 15 partono due plotoni della 1a Cp. rispettivamente al comando del Ten. Maz-

zoni e del S. Ten. Bischi; il primo si reca ad Ailoche, perlustra le località di Venarolo ePiasca dove incendia le case di alcuni noti banditi, in ottemperanza a quanto ordinato dalSuperiore Comando Legione in base allo scadere del Bando del Duce. Il secondo si portaa Fervazzo e Pianceri Alto dove vengono date alle fiamme le case di alcuni noti banditi nonpresentatisi. La squadra del Brig. Binda Silvio si scontra con un gruppo di 4 banditi deiquali uno rimane morto e l’altro ferito. I due plotoni rientrano a Pray alle ore 20.

La 2a Cp. effettua appostamenti a Cervatto ed al Ponte della Gula, i quali rimangonoperò senza esito.

In seguito ad informazioni raccolte, un plotone della 3a Cp. al comando del S. Ten. Pom-pili esegue una puntata ad Occhieppo per sorprendervi alcuni banditi, ma questi, evidente-mente avvertiti in precedenza, si eclissano per cui l’azione ha esito negativo.

Tempo buono - Cielo scoperto - Temperatura mite.

27 sabatoComando Btg.ne e 1a Cp. a Pray - 2a Cp. a Fobello - 3a Cp. a Curino.Alle ore 9 in Pray hanno luogo le onoranze funebri del Caduto Mil. Medici Albino, alla

presenza del Comandante il 1o Btg.ne.Alle ore 22 un plotone della 1a Cp. al comando del Ten. Mazzoni parte per compiere

un’azione all’Alpe di Noveis.

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Nulla di notevole da segnalare da parte della 2a e 3a Cp.Tempo buono - Cielo scoperto - Temperatura buona.

28 domenicaBattaglione in movimento alle prime ore del mattino, prendendo le seguenti disloca-

zioni: 1a Cp. rimane a Pray con il compito di presidiare la zona. 2a Cp. è con un plotone aFobello - 1 plotone a Barranca - 1 plotone ad Alagna.

Il Comando di Compagnia rimane a Fobello. 3a Cp. assume la dislocazione nelle se-guenti località site sulla strada Biella-Mongrando-Ivrea: Biella-Mongrando (con squadrestaccate in abitati siti sino a Bollengo) Bollengo-Ivrea [Canavese].

Il Comando di Btg.ne, funge da Comando del Gruppo di Battaglia formato dai repartidella Legione “Tagliamento” che si stendono fino a Rivara Canavese.

Durante il movimento, le macchine trasportanti il Comando di Btg.ne, il Maggiore Ra-gonese ed il suo Aiutante Maggiore in 2a Tenente Sardo Enrico, vengono fatte segno aduna vilissima imboscata. Numerose raffiche d’armi automatiche, colpi di moschetto ed unnutrito lancio di bombe a mano, causano la morte del motociclista, Mil. [il nome non èindicato], il ferimento del Mil. Belelli Antenore, del Mil. Bonafede e dell’Ufficiale ger-manico di collegamento Hans. L’immediata e potente reazione di fuoco volge in precipi-tosa fuga i banditi.

A sera tutti i reparti si trovano nelle località fissate dall’ordine di movimento e il Co-mando di Battaglione che ha presa sede in un albergo della città di Ivrea.

Tempo buono - Cielo scoperto - Temperatura mite.

29 lunedìComando di Btg.ne a Ivrea [Ao, ora To]. 1a Cp. a Pray. 2a Cp 1 Plot. a Fobello - 1 Plot.

a Barranca - 1 Plot. ad Alagna. 3a Cp. 1 Plot. a Biella - 1 Plot. a Mongrando - 1 Plot. aBollengo [Ao, ora To].

Durante il mattino vengono presi i primi contatti con il Colonnello germanico checomanda le operazioni. I reparti prendono posizione per sbarrare da postazioni poste sullastrada, eventuali infiltrazioni che i banditi tentassero per sfuggire alla ricerca dei repartiItalo-germanici in manovra.

La giornata trascorre calma senza nessuna novità degna di nota.Tempo buono - Cielo scoperto - Temperatura mite.

30 martedìComando Btg.ne a Ivrea. 1a Cp. a Pray. 2a Cp. 1 Plot. Fobello - 1 Plot. Barranca - 1 Plot.

Alagna. 3a Cp. Com.e 1 Plot. Mongrando - 1 Plot. Biella - 1 Plot. Bollengo.Affluiscono al Comando di Ivrea numerosi giovani renitenti alla leva e disertori fattivi

pervenire dai reparti schierati da Biella a Rivara. Durante le prime ore del mattino alcunenostre postazioni poste sulla strada Ivrea-Rivara vengono fatte segno a colpi d’arma dafuoco. A sera i giovani fermati vengono avviati al Comando Tedesco.

Tempo buono - Cielo scoperto - Temperatura leggermente calda.

31 mercoledìComando Btg.ne a Ivrea. 1a Cp. a Pray. 2a Cp. 1 Plot. Fobello - 1 Plot. Barranca - 1

Plot. Alagna. 3a Cp. 1 Plot. Mongrando - 1 Plot. Biella - 1 Plot. Bollengo.

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Continua l’afflusso dei giovani renitenti al Comando a Ivrea il quale li avvia regolar-mente al Comando germanico.

Il Mag. Ragonese esegue un’ispezione ai reparti che si trovano dislocati sulla stradaBiella-Ivrea-Rivara.

Da parte della 1a e 2a Compagnia vengono compiute azioni di pattuglie in perlustrazio-ne. Nessun esito.

Tempo buono - Cielo scoperto - Temperatura leggermente calda.

Giugno 19441 giovedìComando Btg.ne Ivrea. 1a Cp. a Pray. 2a Cp. 1 Plot. Fobello - 1 Plot. Barranca - 1 Plot.

Alagna. 3a Cp. 1 Plot. Biella - 1 Plot. Mongrando - 1 Plot. Bollengo.Nulla di notevole da segnalare da parte dei reparti dipendenti.Il Btg.ne viene preavvisato che domani riceverà il cambio dal Btg. Pontida per rientrare

a Vercelli.Con immensa gioia dei Legionari viene comunicato che la Legione partirà nei prossi-

mi giorni per il Fronte Meridionale. L’entusiasmo è immenso. Finalmente la nostra “Ta-gliamento” avrà il suo posto davanti all’odiato nemico e salverà ancora una volta col san-gue l’onore d’Italia.

Tempo buono. Cielo scoperto. Temperatura leggermente calda.

2 venerdìComando Btg.ne a Ivrea. 1a Cp. a Pray. 2a Cp. 1 Plot. a Fobello - 1 Plot. a Barranca - 1

Plot. Alagna. 3a Cp. 1 Plot. Biella - 1 Plot. Mongrando - 1 Plot. Bollengo.Durante il mattino e tutto il pomeriggio si lavora alacremente per il trasferimento del-

le Compagnie con i rispettivi materiali dalle loro attuali dislocazioni a Vercelli. Il 1o Btg.ne“Pontida” dà il cambio sul posto.

Per le ore 23 tutto il Battaglione si trova di nuovo riunito in Vercelli. L’entusiasmo deilegionari è indescrivibile. In tutti è un’ansia di far presto e di far bene che sorprende, sem-bra che i nostri petti si siano gonfiati sotto la spinta di quell’emozione e di quella fierezzache sembra togliere il respiro. Anche la tromba che suona il silenzio sembra perdersi inquest’entusiasmo che non vuol conoscere riposo. Solo a notte tarda la caserma si addor-menta e sembra quasi vegliare con tenerezza su quei giovani dallo spirito splendido chenon lancia che un segno, una meta: rifare a tutti i costi l’Italia.

Tempo buono - Cielo scoperto - Temperatura leggermente calda.

3 sabatoBattaglione riunito a Vercelli - Caserma Tagliamento.Continua intensissima l’istruzione formale.Il lavoro per i preparativi per la partenza, che è ormai fissata per lunedì prossimo, è

immenso. Presso il comando di Btg.ne ed i Com. di Compagnia, è tutto un far presto; sidistribuiscono materiali, se ne versano altri, si preparano elenchi, ecc., e tutto questo vie-ne fatto con allegria, eppure con la massima scrupolosità. L’entusiasmo ci dà sempre nuo-va energia; non esistono intralci; ogni difficoltà viene sormontata con l’aiuto di una splen-dida collaborazione.

Nel pomeriggio arrivano cinquecento complementi che vengono subito ripartiti fra le

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varie compagnie. Anche in questi nuovi arrivati l’entusiasmo è immenso e la gioia di esse-re venuti a far parte della Tagliamento è visibile nei loro giovani volti.

La sera il Capo della Provincia offre un rancio d’onore a tutti gli Ufficiali durante ilquale porge il suo saluto ed il suo ringraziamento alla nostra bella Legione che sta perscendere in campo contro l’odiato nemico.

Viene distribuita ad ogni Ufficiale una catenina con una medaglietta ricordo offerta dalladonne Fasciste di Vercelli. Domani una simile catenina con medaglietta verrà distribuitaad ogni Legionario.

Tempo buono. Cielo scoperto. Temperatura discretamente calda.

4 domenicaBattaglione riunito a Vercelli alla caserma “Tagliamento”.Continua alacremente l’istruzione formale da parte delle compagnie dipendenti che si

preparano per la sfilata di domani.Anche l’addestramento al combattimento viene scrupolosamente curato con lo spirito

di chi sa che domani avrà davanti a sé l’odiatissimo nemico.A sera quando viene concessa la libera uscita, i legionari sciamano per le vie della cit-

tà, di questa città che sta vivendo con noi giornate piene di entusiasmo.Davanti al caffè Marchesi un gruppo folto di militi canta per tutta la serata le canzoni

della Patria che oggi è in armi per difendere l’onore del Santo nome d’Italia.Tempo buono. Cielo scoperto. Temperatura calda.

5 lunedìBattaglione riunito a Vercelli. Caserma “Tagliamento”.Giorno di grande festa questo, per la nostra gloriosa Legione. Il Gen. Ricci ed il Gen.

Tensfeld16.Alle 9 la Legione, ammassata in cortile della Caserma viene passata in rassegna dal

Colonnello Comandante.Alle 9,15 la legione sfila per il corso con la compagnia a blocco di nove e si ammassa

in piazza Garibaldi. Il Comandante precede la legione a cavallo seguito dal suo AiutanteMaggiore.

Alle ore 10 arrivano il Comandante Generale Ricci e il Gen. germanico Tensfeld i qua-li passano in rivista l’ammassamento. Quindi la Legione sfila con le compagnie a bloccodi nove per il viale della stazione, in un punto del quale si trova il palco sul quale prendonoposto il Gen. Ricci ed il Gen. Tensfeld.

La Legione sfila meravigliosamente, e gli occhi dei legionari che con lo scatto fulmi-neo dell’“Attenti a sinistra”, si puntano sul palco, promettono tanta dedizione e tanto entu-siasmo. Il Colonnello che guarda i suoi ragazzi dall’alto del suo cavallo sorride commos-so. Domani egli li porterà al fuoco ancora una volta. Ancora una volta la Tagliamento daràalla storia una pagina di gloria da aggiungere al grande libro che tutti gli eroismi dei nostriCaduti, di tutte le Armi e di tutti i corpi, hanno scritto per la loro Italia.

La gente che ci vede passare ci saluta commossa ed i loro visi si stampano nei nostrianimi come un’impressione dolorosa, una delle tante che ci ricordano la nostra terra tra-dita. Ma il nostro entusiasmo sorpassa tutto e tutti e si spande per tutta la città che, tuttafremiti, non sa gridare che un nome: “Italia”!

A Mezzogiorno c’è rancio speciale per i Legionari della “Tagliamento”.

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Alla mensa degli Ufficiali onorata dalla presenza del Comandante Generale Ricci e dalGen. germanico Tensfeld, siedono numerosi ospiti di ambo i sessi. Anche qui l’entusia-smo è grande, ed i discorsi tenuti dal Gen. Ricci e dal Gen. Tensfeld vengono accolti congrandi applausi e grida di W il Duce e W l’Italia.

Una sola cosa rattrista i Legionari. Le M rosse che tanto amano dovranno essere tolte.Ma anche questa nube è passeggera. Nel cortile della caserma, ritto su di una automobile,il Gen. Ricci annuncia che la Tagliamento partirà per il fronte e dimostrerà come gli “M”di Mussolini sanno combattere e vincere. La gioia dei Legionari a questo annuncio è inde-scrivibile, e la caserma tutta risuona di un nome gridato, scandito a gran voce da tutti i pre-senti: Duce, Duce!! Roma o morte! A Roma!

Il Colonnello, i Comandanti di Btg.ne, ed i comandanti di Compagnia vengono posciaaccompagnati dal Gen. Ricci al Quartier Generale e presentati al Duce, il quale consegnaloro la Bandiera di Combattimento. Intanto in caserma continuano alacremente i prepara-tivi della partenza che avverrà nella prossima notte.

Tempo buono. Cielo leggermente coperto. Temperatura calda.

6 martedìBattaglione in movimento da Vercelli a Bologna.Alle ore 2 il Battaglione parte a mezzo ferrovia, unitamente al 1o Btg.ne, alla volta di

Bologna. I materiali seguono autocarrati assieme con la compagnia AA.CC. [autocarri].Il viaggio viene compiuto senza che si debbano rilevare novità degne di nota. L’entusia-

smo dei legionari è sempre grandissimo. Vengono incontrati treni carichi di profughi pro-venienti da Roma. L’entusiasmo dei nostri giovani ha su di loro un effetto galvanizzante.Con voce tremante chiedono “Dove andate?”. “A Roma” rispondono i Legionari; e dagliocchi di quelle madri che tutto hanno lasciato laggiù, in mano al barbaro nemico, sgorganocopiose lacrime che sono di commozione e di orgoglio.

Alle ore 20 il convoglio giunge allo scalo ferroviario di S. Ruffillo a Bologna, dove èad aspettare il Sig. Colonnello Comandante. La truppa viene accampata nel parco di unavilla sita di fronte alla Stazione. L’entusiasmo è sempre immenso ed i nostri legionari ac-cettano con spensierata allegria le prime fatiche ed i primi disagi della guerra. Anche lebuche delle bombe che hanno sconvolto il terreno del parco sono oggetto d’allegre con-statazioni da parte di questi giovani soldati che lavorano intensamente a rizzare le tende.

Tempo buono. Cielo leggermente coperto. Temperatura calda.

1 Sui battaglioni “M” della Milizia volontaria per la sicurezza nazionale, sull’ordinamento e i gradidella Milizia e della Guardia nazionale repubblicana, sul 63o battaglione “M”, la legione “Tagliamento”e altri battaglioni “M” operanti in provincia di Vercelli durante la Repubblica sociale italiana si veda inappendice.

2 Il diario risulta materialmente scritto da persone diverse. Le pagine qui pubblicate sono statetrascritte integralmente e fedelmente, seguendo anche l’uso della punteggiatura e delle maiuscole e

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riportando gli eventuali errori ortografici e quelli relativi all’indicazione delle località. Si è cercato inol-tre di controllare l’esattezza dei nomi delle persone citate, apportando, in alcuni casi, le necessariecorrezioni. Per quanto possibile i nomi degli appartenenti al battaglione citati nel diario solo con ilcognome sono stati aggiunti nell’indice dei nomi di persona.

3 Per il periodo seguente probabilmente il diario fu manoscritto su altri registri.Fotocopia di questo volume del diario è conservata nell’archivio dell’Istituto. Alcuni passi furono

citati nella requisitoria pronunciata dal vice procuratore militare Egidio Liberti nel corso del processocontro il comandante della legione, Merico Zuccari, e altri ufficiali della stessa, celebrato nel 1952 difronte al Tribunale militare territoriale di Milano, pubblicata con il titolo Quando bastava un bicchie-re d’acqua, Borgosesia, Isr Vc, 1974. Alcuni passi furono anche pubblicati, non sempre fedelmente,in: PIETRO SECCHIA - CINO MOSCATELLI, Il Monte Rosa è sceso a Milano. La Resistenza nel Biel-lese nella Valsesia e nella Valdossola, Torino, Einaudi, 1958; GIORGIO PISANÒ, Gli ultimi in gri-gioverde. Storia delle forze armate della Repubblica sociale italiana, Milano, Fpe, 1967, pp.1.887-1.908; e, ripresi da queste opere, in BRUNO POZZATO, Sui sentieri della 50a brigata Gari-baldi, Biella, Giovannacci, 1979.

Alcune notizie riportate nel diario compaiono anche nei notiziari giornalieri del comando generaledella Guardia nazionale repubblicana per Mussolini e i massimi gerarchi della Rsi. Si veda PIERO

AMBROSIO, I notiziari della Gnr della provincia di Vercelli all’attenzione del duce, Borgosesia,Isr Vc, 19801, Varallo, Isrsc Bi-Vc, 20122, e-book.

4 Per il periodo seguente si veda RAFFAELLA FRANZOSI (a cura di), Il 63o battaglione “M” nelleMarche e in Lombardia, in “l’impegno”, a. XXVII, n. s., n. 2, dicembre 2007.

5 Fotocopia dei fonogrammi è conservata nell’archivio dell’Istituto ed è stata edita in P. AMBRO-SIO (a cura di), Legionari in Valsesia e nel Biellese. Un mese di vita del 63o battaglione della“Tagliamento”, in “l’impegno”, a. XXVIII, n. s., n. 1, giugno 2008, articolo riedito in questo volu-me.

6 La legione era stata costituita con la fusione del 63o battaglione “M”, giunto a Vercelli il 19 di-cembre 1943, e del battaglione giovanile “Camilluccia” (giunto a Vercelli il 22 gennaio 1944) di cui ilcomandante generale della Gnr Renato Ricci il 29 febbraio aveva disposto la revoca dello sciogli-mento.

Nel diario i reparti e i gradi sono solitamente scritti in forma abbreviata. Sono usati indifferente-mente sia i gradi della ex Milizia volontaria per la sicurezza nazionale sia quelli della Guardia nazionalerepubblicana (che, in parte, erano identici a quelli dell’esercito).

7 Questa dislocazione fu assunta a partire dal 18-20 aprile e mantenuta fino alla fine di maggio perla 1a e 2a compagnia, mentre la terza si trasferirà a Curino il 12 maggio e successivamente sarà impe-gnata in un’azione sulla Serra.

8 Sono citati con questo grado nei fonogrammi a partire dal 17 di quel mese. In quel periodo fu-rono probabilmente disposte altre promozioni: infatti l’aiutante Giuseppe Fiorineschi il 21 maggio ècitato nel diario come sottotenente.

9 Si veda, ad esempio, l’introduzione ai citati notiziari della Gnr. Se l’autoesaltazione è forse ine-vitabile nei diari militari, vi è da notare tuttavia che il diario in questione è privo di almeno una dellecaratteristiche di altri documenti analoghi, quale, ad esempio, la contabilità precisa degli avversari cat-turati o dei renitenti presentatisi: non infrequentemente si ricorre infatti a formulazioni generiche.

10 Oltre all’introduzione ai citati notiziari della Gnr, per quanto riguarda questi aspetti in generale,si veda, a proposito particolarmente delle vicende citate, P. AMBROSIO, Scacco matto alla “Taglia-mento”, in Scriviamo un libro insieme, Vercelli, Cassa di risparmio di Vercelli, 1984, pp. 46-54.

11 Su Cino Moscatelli si veda la breve biografia in appendice.12 Si riferisce al battaglione “Camilluccia”.13 Mario Zaquini era in realtà socialista. Nato il 30 gennaio 1905 a Varallo, avvocato, fu tra i pro-

motori della Resistenza valsesiana. Dopo la guerra fu consigliere comunale di Varallo, dove morì il 25settembre 1969.

14 Se ne veda la biografia in appendice.15 Francesco Moranino. Se ne veda la biografia in appendice.16 La frase è incompleta nell’originale. Willy Tensfeld era il comandante delle SS nell’Italia nord-

occidentale.

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La documentazione relativa ai reparti della Repubblica sociale italiana operanti in pro-vincia di Vercelli è assai scarsa: tra le non molte carte reperite figura un registro dei fono-grammi inviati dal 25 aprile al 30 maggio 1944 dalle tre compagnie del 63o battaglione“M” della Guardia nazionale repubblicana (uno dei due costituenti la legione “Tagliamen-to”)1 al comando del battaglione. Questi tre reparti erano dislocati rispettivamente a Pray,Fobello e Rimasco. La loro forza variava dagli ottanta-novanta uomini della 3a compagnia,al centinaio della 1a e della 2a; avevano a disposizione due o tre auto, una motocicletta e unautocarro ciascuna; la 1a disponeva anche di un carro armato.

Le tre compagnie erano comandate rispettivamente da Carlo De Mattei, Antonio Fab-bri e Guido Alimonda, capimanipolo, che saranno promossi centurioni il 17 maggio2.

Il 63o battaglione, comandato dal seniore Merico Zuccari3, era giunto a Vercelli il 19dicembre 1943: il capo della provincia, Michele Morsero4, l’aveva subito inviato in Val-sesia e in Valsessera con l’ordine di stroncare il nascente movimento partigiano. Fuci-lazioni, rappresaglie, incendi di baite si erano susseguiti a ritmo incalzante durante tuttol’inverno. Il 5 aprile 1944 (nel frattempo, con la fusione, avvenuta il 1 marzo, con ilbattaglione giovanile “Camilluccia”, era stata costituita la legione5) aveva iniziato un ra-strellamento in grande stile contro le formazioni garibaldine operanti in Valsesia, cheerano riuscite però a sganciarsi e a filtrare attraverso le maglie dell’accerchiamento,con perdite limitate. Dieci giorni dopo, non trovando più traccia di partigiani, Zuccari siera convinto di aver praticamente sgominato “la banda del famigerato Moscatelli6”. Neisuoi rapporti al comando generale della Guardia nazionale repubblicana affermò, conottimismo davvero eccessivo, che la banda non esisteva più e, addirittura, che “Mo-scatelli, dopo aver perduto i contatti con i suoi uomini, era riparato in Svizzera”.

I fonogrammi inviati dalle tre compagnie al comando superiore sono relativi proprioai giorni seguenti il rastrellamento. Ecco le informazioni che se ne ricavano.

Il 25 aprile il comando della 2a compagnia, distaccata a Fobello, comunica al co-mando di battaglione che, durante la notte precedente, alcuni apparecchi si erano aggi-rati ininterrottamente nella zona e che erano state effettuate segnalazioni, con lo scopodi ottenere lanci destinati ai partigiani, ma con esito negativo.

Chiede poi l’autorizzazione a distaccare un reparto a Cervatto, “per ragioni di sicu-rezza e di maggiore controllo della zona”, e richiede una motocicletta, indispensabileper il servizio di staffetta e collegamento, “considerato che Fobello è unita a Cervattoda una strada non percorribile con automezzi”.

Sempre il 25 aprile, la 3a compagnia comunica invece che un plotone si è recato aCarcoforo per perlustrare la zona a ovest del torrente Egua, dove era stato segnalato ilpassaggio di banditi, senza tuttavia “rinvenire alcuna traccia”.

Legionari in Valsesia e nel Biellese

Un mese di vita del 63o battaglione della “Tagliamento”

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Il giorno seguente la 2a compagnia segnala che una pattuglia ha rinvenuto in localitàBaraccone cento litri di benzina, che erano evidentemente stati occultati da qualchesquadra partigiana.

La 3a compagnia comunica l’avvenuta fucilazione di due partigiani, catturati duran-te un’azione all’alpe Portile, Teresio Mandelli e Giusto Calligana, e che si sono presentatisette renitenti alla leva.

Il 28 il comando della 3a compagnia relaziona su un’azione compiuta da un plotonenella zona del monte Barone: “Partito alle ore 22.30 da Rimasco per Scopello in auto-carro, ha iniziato la marcia da Scopello per Valfinale alle ore 22.30, seguendo la mulat-tiera che da Scopello porta alla Bocchetta della Boscarola e da questa a Valfinale. DaValfinale ha proseguito lungo il sentiero Alpe Lavazzola, perlustrando la zona fino a rag-giungere Monte Barone. Notato il passaggio di banditi, già avvistati ieri, che nella fugasi sono diretti verso l’Alpe Campo dove sono stati trovati nella stessa giornata di ieri dareparti della 1a compagnia”.

Il giorno seguente è la 2a a segnalare un’azione di perlustrazione, compiuta nei duegiorni precedenti nella zona di Sabbia, dove ha anche effettuato un appostamento, “senzaincontrare nulla di anormale”.

Ancora la 3a informa che un plotone ha perlustrato la zona tra Boccioleto, Rossa, Cer-va e che “da informazioni prese sul posto nella zona non si è notato alcun passaggio dipartigiani da più di una settimana”.

Il 1 maggio il comando della 2a compagnia comunica che il giorno precedente eragiunto a Fobello un reparto di truppe germaniche per il recupero di quattro salme dimilitari uccisi un mese prima dai partigiani, rinvenute nei pressi della chiesa della Ma-donna del Rumore (Rimella).

Sul trasporto delle salme, relaziona il giorno seguente: “Sono state scortate da duesquadre, una di mitraglieri e una di fucilieri. Si fa rilevare che al ponte della Gula, ove siè recato il nostro reparto, non vi erano i due carabinieri che avrebbero dovuto effettua-re il riconoscimento della salma del loro capitano” (si trattava di Francesco Magliola).

Il 3 maggio la compagnia dislocata a Rimasco segnala un’azione di perlustrazione:“Come da ordini ricevuti, stamane alle ore 5.30 una pattuglia al comando del sottoca-pomanipolo Pompili Giuliano è partita in autocarro alla volta di Campertogno. Giunta aCampertogno alle ore 6.30 la pattuglia ha iniziato a perlustrare la zona lungo il sentieroRusa, Boracche, I Ronchi, Canvaccia, Alpe Campo. Dalle informazioni assunte sul postosi è accertato che i banditi sono stati sull’Alpe Campo circa un mese fa. Nelle baite sinotano infatti tracce remote del pernottamento dei banditi. Al momento la zona è tran-quilla”.

Il giorno seguente lo stesso comando informa che un plotone è partito all’alba inautocarro per perlustrare la zona a nord di Rossa, dove era stato segnalato “un gruppodi banditi feriti o ammalati” e precisa che sono state notate “tracce del passaggio deibanditi” risalenti a una quindicina di giorni prima e che “tutta la zona rimane tranquilla”.

Sempre il comando della 3a compagnia, il 6, comunica che un plotone, distaccato ilgiorno precedente ad Alagna, ha perlustrato la zona della Bocchetta delle Pisse e arrestatocinque renitenti alla leva.

Il giorno seguente informa che lo stesso plotone ha perlustrato la zona da Pede-monte all’alpe Fun Flua. Due giorni dopo è il comando della 2a compagnia ad avere novitàda segnalare: due pattuglie al comando dei capisquadra Paolatto e Bonazzoli avevano in-

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fatti perlustrato le zone di Rimella e valle del Roy, dove era stato rinvenuto materiale esplo-sivo dei ribelli.

La 3a compagnia l’11 maggio viene trasferita a Curino e quella dislocata a Fobelloresta quindi l’unico reparto fascista operante in zona. Il 14 un suo plotone viene distac-cato a Campello Monti [No], in valle Strona, dove rimarrà fino al 18.

Una nuova azione è segnalata il 20 maggio: un reparto di trenta uomini viene inviato aOrnavasso [No], nella bassa valle d’Ossola; e infine un’altra, in cui sono impegnati tre uf-ficiali, due sottufficiali e una cinquantina di legionari, è segnalata il 28.

I fonogrammi non forniscono solo notizie delle azioni militari: in essi si trova spessotraccia anche delle difficoltà di carattere organizzativo dei reparti. Ad esempio il 25 aprileil comando della 2a compagnia segnala che “non è ancora arrivato il sapone e il paccoposta che doveva pervenire il 19 aprile” e prega di continuare le indagini. Fa poi presen-te che l’olio per le armi inviato non è sufficiente e ne richiede “al più presto possibilealmeno due litri per avere quel tanto di scorta indispensabile” e infine ripete una richie-sta “per razzi di segnalazione che dovranno essere in parte per pistola e in parte a mano”.Il giorno seguente prega il comando del battaglione di mandare “il medico almeno unavolta alla settimana”.

Il 12 maggio il comandante della compagnia segnala ai superiori che “giungono gior-nalmente a questo comando domande da parte degli abitanti che chiedono l’autorizzazionedi andare ad abitare alpi per portare le bestie al pascolo” e chiede istruzioni in merito.Comunicazione, questa, assai significativa e in grado di rendere l’idea di quella che dovevaessere, in quel periodo, la situazione nei paesi occupati dalle milizie fasciste.

Qualche giorno dopo il comando della compagnia segnala che il milite scelto EfrenTravagli, “che figurava nell’elenco dei legionari provenienti da Vercelli non è rientrato”e prega di fare accertamenti.

Il 16 maggio chiede che si provveda con urgenza all’invio di sapone per barba elegacci per scarpe “anche a pagamento” e il 27 che i famosi razzi, richiesti un meseprima, sono “arrivati troppo tardi”.

Il comando della 1a compagnia, dislocata a Pray, il 25 aprile 1944 comunica chealcune pattuglie hanno compiuto “perlustrazioni per rastrellare feriti partigiani” senzatuttavia trovare “nessuna traccia di questi”, bensì “numerose e ottime informazioni” eche una delle squadre ha accertato la morte di un partigiano, avvenuta durante un ra-strellamento.

Comunica inoltre che durante la notte “si sono aggirati per oltre mezz’ora sul presidioapparecchi di sconosciuta nazionalità straniera: come da ordine ricevuto sono stati ac-cesi i falò. Non sono avvenuti lanci nella zona, anche perché da parecchi punti si vede-vano segnalazioni, cosa che ha certo disorientato i piloti. Da informazioni avute pare ilanci siano avvenuti nella zona di Flecchia”.

Il giorno seguente dapprima comunica “che tutte le bombe gettate dagli aerei nemi-ci e distribuite alla 1a, alla 2a ed alla 3a compagnia sono da ritirarsi perché prive di cap-sule detonanti”, mentre più tardi precisa che “è possibile innesto detonanti, nostro pos-sesso, alle bombe a mano distribuite 2a e 3a compagnia. Dotazione delle bombe 1a com-pagnia già caricate. Se possibile provvederemo noi per ritiro bombe 2a e 3a compagniae invio quelle nostro possesso attive”.

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Il 27 informa che l’azione di un plotone ha avuto esito favorevole, essendo stati cattu-rati sette partigiani.

Il 1 maggio, alle 17, comunica che in tutta la zona gli operai si sono presentati regolar-mente al lavoro e che “nessun incidente ha turbato l’ordine pubblico”.

Tre giorni dopo segnala l’uccisione, a Casa del Bosco, del ricercato Egidio Nobile, chesarebbe stato “fatto segno di alcuni colpi di arma da fuoco mentre cercava di fuggire”, e ilfermo, a Lozzolo, “di certo Castelletta Astor, noto sovversivo e propagandista”.

Il giorno seguente comunica che, secondo informazioni assunte dal reparto dell’aiu-tante Fiorineschi, una non meglio precisata “località infestata da banditi” era stata “ab-bandonata da essi il giorno 30 aprile” e che prosegue l’azione di un reparto agli ordinidel sottocapomanipolo Mazzoni, i cui portaordini hanno comunicato il fermo di dueprigionieri inglesi. Più tardi informa che sei ex prigionieri australiani sono stati uccisi inuno scontro in località Piancone.

Il 7 maggio segnala un’azione di rastrellamento nella zona di Curino. Cinque giornidopo comunica che è stato ucciso un partigiano, “non identificato perché privo docu-menti”, e il giorno seguente che è stato “fucilato a Crevacuore il bandito Mallana Fran-cesco”.

La sera del 17 maggio il comando della 3a compagnia, di stanza a Curino dall’11, rela-ziona sullo svolgimento di un’azione iniziata nel cuor della notte: “Oggi alle ore 2 la com-pagnia è partita in automezzi per raggiungere la zona di Mottalciata ed effettuare l’azionecontro la banda ivi dislocata, giusto ordini del superiore comando di legione. I banditi tro-vavansi nelle cascine Mandova [recte Mondovà] e Caprera: nella prima erano in numero diundici, nella seconda in nove. Mentre i primi furono catturati di sorpresa, ciò non è potutoavvenire per i secondi i quali aprirono il fuoco sugli uomini di punta della compagnia. Tredei banditi rimasero uccisi nello scontro, mentre gli altri sei vennero catturati. Come daautorizzazione del superiore comando di legione, i diciassette superstiti furono passati perle armi a Mottalciata. I banditi facevano parte del pattuglione volante Edis della forza diventiquattro uomini di cui il capo, certo Mitra B. V.7, era assente perché a rapporto e glialtri tre erano in licenza, due a Vercelli e uno a Novara”. Segue l’elenco del materiale re-cuperato: alcuni moschetti e pistole, centocinquanta bombe a mano e un centinaio di cari-catori per moschetti. Nel fonogramma si precisa che “parecchie armi e munizioni non fu-rono potute recuperare perché distrutte dall’incendio scoppiato nella cascina Caprera aseguito di lancio delle bombe a mano da parte nostra. Perdite nostre: caduto in combatti-mento la camicia nera Siani Clemente di Gaetano classe 1926”.

Il 18 il comando della 1a compagnia segnala due arresti: quello dello sbandato ErcoleMinacci di Carlo, classe 1922, residente a Pratrivero, avvenuto la sera precedente, equello di certo Franco Magliocco di Pietro, classe 1922.

Il 20 comunica che il giorno precedente è stato rinvenuto nei pressi di Postua uncadavere, “identificato per quello del bandito Conton [recte Canton, Enrico] di Portula” eaggiunge che “si suppone che sia uno dei banditi della banda del Gemisto8 ucciso nell’azionedell’alpe Gavala”.

Tre giorni dopo comunica che si sono presentati spontaneamente cinque disertoridelle classi 1922-24; il giorno seguente che se ne sono presentati altri sette, delle classi1914-17 e 1922; il 25 che si sono presentati tre sbandati, di cui due disertori e un reniten-te, appartenenti alle classi 1922 e 1925.

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Il 24 anche il comando della 3a compagnia comunica di aver “avviato al comando le-gione quattro renitenti alla leva”. Due giorni dopo lo stesso comando informa di aver in-viato a Occhieppo, in seguito a informazioni ricevute, il caposquadra Bertelli in borghese“per assumere maggiori dettagli circa la permanenza dei banditi in paese. Venuti a cono-scenza che i banditi di solito la sera si adunavano nella osteria Poma circa alle ore 20 ilplotone, al comando del sottotenente Pompili, provvide a circondare la casa. I banditi, forsevenuti a conoscenza dell’arrivo dei legionari, non si presentarono. Perlustrata la zona efatti diversi appostamenti il plotone è rientrato”.

Per quanto riguarda gli aspetti più generali della vita dei reparti, in diversi fonogram-mi si trovano notizie di difficoltà di carattere organizzativo e relative a episodi vari.

Il 28 aprile il comando della 1a compagnia richiede “viveri: lardo, vino e sigarette”.Il giorno seguente precisa che “a tutt’oggi abbiamo somministrato viveri a prigionieriper giornate cinquantatré. Urge invio viveri comprese sigarette, verdura e sale di cuisiamo completamente sprovvisti”. Il 30 che “i viveri prelevati da questo comando dicompagnia erano sufficienti per giornate sei per cento uomini, più due per cento a sec-co, cioè fino al giorno 2 maggio. A tutto oggi sono invece state consumate 637 razioni,in quanto alla forza della nostra compagnia in media abbiamo avuti tredici uomini insussistenza ed una media di venticinque-trenta prigionieri, ai quali abbiamo sommini-strato pane e minestra. Per quanto riguarda invece i viveri a secco è stata consumatauna giornata. Nel provvedere al rifornimento dei viveri si prega codesto comando avoler tener conto, pur essendo a conoscenza delle difficoltà, la necessità di adeguare laquantità dei grassi ed in particolar modo dell’olio. Si raccomanda vivamente l’invio delsale e delle sigarette, di cui siamo completamente sprovvisti. La richiesta ha carattered’urgenza in quanto non sarebbe possibile preparare il secondo rancio di domani”.

L’indomani segnala che anche la benzina è stata esaurita e che la nafta è ridotta acinque litri. Il 3 informa che tutto il carburante è stato consumato, il 4 ripete: “Siamo com-pletamente sprovvisti di carburante, occorre a mezzo camion viveri, che dovrà immanca-bilmente giungere a questa compagnia nella giornata di domani, inviare carburante”.

Stessa comunicazione viene inviata il 13 e, ancora, il 27 (“tutti gli automezzi sonoimpossibilitati a muoversi perché sprovvisti completamente carburante”) e il 28 (“urgeinvio carburante”).

Nel mese di maggio si registrano anche alcuni incidenti, tra cui due curiosi: il 12 unmotociclista della 1a compagnia, mentre si reca al ponte della Gula per ritirare docu-menti della 2a, giunto a Varallo, per evitare un carretto che gli attraversa la strada, va asbattere contro un muro. Il 14 si rompe la sponda di un camion e alcuni legionari, cherientrano da Trivero, “ove si erano recati per fare il bagno”, cadono: due di questi re-stano feriti e vengono ricoverati all’ospedale di Varallo.

Il registro dei fonogrammi copre, come si è detto, solo un breve arco di tempo,concludendosi il 30 maggio.

Nei giorni seguenti il battaglione fu riunito a Vercelli. Infatti il comando generale dellaGuardia nazionale repubblicana, convinto dalle assicurazioni di Zuccari che i ribelli dellaValsesia erano stati messi in condizione di non potersi riorganizzare e anche (o forse so-prattutto) in considerazione della ripresa dell’offensiva alleata, in ossequio alle disposi-zioni tedesche di sguarnire tutte le zone di non rilevante interesse strategico per concen-

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trare invece gli sforzi contro gli angloamericani avanzanti, aveva deciso di destinare la“Tagliamento” alla zona del fronte.

1 Sui battaglioni “M” della Milizia volontaria per la sicurezza nazionale, sull’ordinamento e i gradidella Milizia e della Guardia nazionale repubblicana, sul 63o battaglione “M”, la legione “Tagliamento”e altri battaglioni “M” operanti in provincia di Vercelli durante la Repubblica sociale italiana si veda inappendice.

2 Nei fonogrammi sono usati indifferentemente sia i gradi della Milizia volontaria per la sicurezzanazionale sia quelli della Guardia nazionale repubblicana.

3 Se ne veda la biografia in appendice.4 Se ne veda la biografia in appendice.5 Il giorno precedente il comandante generale della Gnr Renato Ricci aveva disposto la revoca

dello scioglimento del battaglione “Camilluccia” (giunto a Vercelli il 22 gennaio 1944).6 Se ne veda la biografia in appendice.7 Vincenzo Biscotti, nato il 27 gennaio 1921 a Peschici (Fg), residente a Pralungo, attaccafili. Nel

maggio del 1937 fu arrestato per propaganda sovversiva. Interrogato, coinvolse il compaesano Giu-seppe Negro, attaccafili trentacinquenne, che fu condannato a due anni di confino. Avendo ammessogli addebiti, fu inviato in riformatorio. Prestò servizio militare come paracadutista nella “Folgore”. Nelsettembre 1943 aderì al movimento partigiano nel Biellese, con il nome di battaglia di “Mitra I”, di-ventando, nella primavera del 1944, vicecomandante della 2a brigata “Garibaldi”. Nel gennaio 1945lasciò la formazione per costituire una brigata “Matteotti”. Cadde il 3 febbraio 1945 nei pressi di Pol-lone, assieme al fratello Antonio (“Mitra II”, nato il 12 gennaio 1925 a Tavigliano). Fu decorato dimedaglia d’argento al valor militare alla memoria.

8 Francesco Moranino. Se ne veda la biografia in appendice.

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Nel 1944 e nei primi mesi del 1945 furono inviate al capo della polizia della Repubblicasociale relazioni periodiche sulla situazione politica ed economica delle rispettive pro-vince non solo dalle varie questure1 ma anche da ispettori generali di polizia di zona. L’ispet-tore competente per il Vercellese, il Biellese e la Valsesia aveva sede a Novara2.

Le relazioni dal 19 aprile al 2 luglio erano quindicinali3, a partire da questa data diven-nero mensili4. Non esiste copia della relazione dell’aprile 1945.

Anche per il periodo qui preso in considerazione esistono relazioni della Questura (men-sili al capo della polizia e quindicinali al capo della Provincia)5.

Alcune notizie sono riportate in entrambe le relazioni, spesso con lo stesso testo.Rispetto alle relazioni della Questura, quelle dell’ispettore di Ps hanno spesso notizie

più complete e dettagliate e inoltre in alcuni casi i rilievi negativi sembrano, in queste, piùrimarcati.

Anche queste relazioni, così come quelle della Questura, seguono uno schema fis-so. Nella prima parte, dedicata alla situazione politica, sono riportate notizie sull’attivitàdei “ribelli” e su atti di sabotaggio, su episodi di propaganda antifascista, nonché su attidi repressione del movimento antifascista, a cui seguono valutazioni dello “spirito pub-blico” e a cui si aggiungono, talvolta, notizie di incursioni aeree nemiche.

Nella seconda parte, dedicata alla situazione economica, vengono fornite informa-zioni sulla situazione industriale, agricola e, talvolta, su quella commerciale, e infine am-pi cenni a quella alimentare e, talvolta, a scioperi.

È da rilevare che anche in queste relazioni (così come in quelle della Questura) lenotizie riguardanti le bande partigiane sono imprecise (e talvolta assai fantasiose).

Tuttavia, anche da queste relazioni, per molti versi burocratiche, emergono ammis-sioni significative: oltre alle difficoltà della vita quotidiana, soprattutto per le masse la-voratrici, non si nasconde che lo spirito pubblico “è depresso in dipendenza del disagioeconomico ed alimentare”, della durata della guerra, “nonché dell’adozione di provve-dimenti di rigore da parte delle Forze di Polizia e di sicurezza germaniche e italiane”,così come non mancano riferimenti ai timori di deportazioni in Germania.

Da segnalare infine che alcuni passi delle relazioni (solitamente quelli relativi alla si-tuazione dei “ribelli”, ai rastrellamenti, alla situazione alimentare e allo spirito pubblico)furono oggetto di stralci effettivamente inviati, dalla segreteria, al capo della polizia,come risulta da numerosi appunti vergati sulle relazioni stesse.

Relazione del 2 agosto 19446

La situazione politica della Provincia di Vercelli, nel mese di luglio 1944 XXII è rima-sta stazionaria: nella zona bassa, ad eccezione di qualche Comune, come Olcenengo, Quinto,

“È continuata un’accentuata attività sovversiva”

Le relazioni al capo della polizia nel 1944-45

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Carisio, Casanova, l’ordine si è mantenuto normale, mentre nella zona alta, cioè nel biel-lese e nella valsesia, vi è stata sempre palese attività sovversiva.

Si sono deplorate diffusioni di foglietti sovversivi a Vercelli, a firma “Il fronte dellagioventù dell’indipendenza nazionale e per la libertà” incitanti i giovani alla diserzione edil popolo alla rivolta, a Borgo Vercelli, a firma “N.O.L.I.”, a Biella, a firma “Il partito co-munista italiano” e “Il comitato di liberazione nazionale”, a Pralungo e Cossila, a firma “Ilcomitato di difesa della donna”.

Ad Andorno Micca, nei cui pressi si troverebbe una banda di partigiani con a capocerto Biscotti Vincenzino, è stato affisso un manifestino intitolato: “Bando di franchigia”ed altri manifestini a sfondo comunista, incitanti la popolazione ad uccidere fascisti e te-deschi, sono stati affissi sui muri delle principali vie di Cigliano ad opera di ribelli.

Risulta anche diffuso nel biellese il giornale “L’Unità”.A Vercelli è stato arrestato il 23 luglio scorso certo Scarparo Antonio, di anni 63,

siccome trovato in possesso di tre manifestini sovversivi a firma “Il comitato comuni-sta Vercellese”.

L’apatia di gran parte della popolazione verso l’indirizzo politico da seguire si è an-cora più diffusa, tramutandosi in alcuni centri in una accentuata avversione al Fasci-smo Repubblicano.

In genere si è rivelato un senso di pessimismo e di disorientamento, in dipendenzadelle operazioni militari sui vari fronti. Ma in alcuni ambienti non è mancata la fiducianella ripresa della Germania anche per l’impiego delle armi segrete.

Viva impressione ha prodotta la notizia dell’attentato al Führer.Le popolazioni si sono mantenute calme.Gli operai negli stabilimenti hanno atteso regolarmente al lavoro pur non nascon-

dendo una certa inquietudine a causa delle precettazioni per il lavoro in Germania.Lo spirito pubblico è apparso sempre depresso, e su ciò ha influito fortemente la

propaganda nemica. In questi ultimi giorni, poi, si è intensificato il timore di bombarda-menti aerei nemici. Già il 7 luglio, verso le ore 2,30, apparecchi nemici lanciarono sullacittà di Vercelli uno spezzone incendiario, che causò lievi danni al selciato di via GalileoFerrari, spararono, senza conseguenze, alcuni colpi di mitraglia in direzione dell’ospe-dale territoriale “La Bertagnetta”, e successivamente, il 23 detto mese, dodici quadri-motori bombardarono lo scalo ferroviario di Fontaneto Po, colpendo il fabbricato viag-giatori, alcuni vagoni di un treno merci carico di cemento e tre case adiacenti. In quest’ul-tima incursione si lamentarono un morto e due feriti.

Il ribellismo, sempre annidato nelle montagne del biellese e della valsesia, ha conti-nuato la sua solita attività, caratterizzata da assassinii, rapine, sabotaggio.

Oltre a vari ferimenti, si registrano le uccisioni dell’industriale Bertotto Giuseppe,podestà di Vagli Mosso (sic), del segretario municipale dello stesso comune e di un militedella “Muti”, per essersi opposti ad un prelevamento di tabacchi da parte di un gruppodi ribelli, di tre militi del battaglione “Pontida”7 in uno scontro presso il posto di bloccodi Cossato, di certa Gazzena Maria per schegge di bomba lanciata nella casa del di lei suo-cero Rossi Giov. Battista, rimasto gravemente ferito, di due militi della Gnr, assaliti al postodi blocco di Pralungo, dell’ex segretario del Fascio di Piatto, Squillario Renzo, prelevatodalla propria abitazione, di due allievi militi del battaglione “Pontida”, attaccati di sorpre-sa alla postazione di blocco della Gnr di Andorno Micca, di Pintor Arturo, capo stazione diMongrando, e moglie, siccome genitori di tre figli iscritti al Fascio Repubblicano, del milite

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della Gnr Zanetta Luigi, in Gaglianico, di Maggia Adelchi, di Boggio Sala Pietro e figlioGiuseppe, e di certo Cerruti, prelevati il 12 luglio dalle rispettive abitazioni in MezzanaMortigliengo, siccome ritenuti filo-fascisti.

Secondo segnalazioni, i cadaveri di queste ultime quattro persone, sarebbero statiutilizzati dai banditi per la fabbricazione di sapone da bucato.

Di alcuni altri cittadini e militi italiani e tedeschi prelevati o catturati dai ribelli si igno-rano le sorti.

Numerose sono le rapine di danaro, di automezzi, di generi alimentari, di tabacchi,consumate nel mese di luglio dai banditi, come numerosi sono gli atti di sabotaggio com-messi in danno delle ferrovie, di linee telegrafiche e telefoniche e di stabilimenti industriali,anche con uso di esplosivi.

Sono tuttora in corso vaste azioni di polizia e di repressione contro i ribelli condotteda reparti italiani e germanici.

Situazione economicaLa situazione economica non ha subito sostanziali cambiamenti.L’andamento del lavoro nei vari stabilimenti è stato piuttosto regolare, ma l’attività

industriale si è mantenuta sempre ridotta per la deficienza di materie prime.In grave disagio versa il commercio, sia per la sempre maggiore rarefazione delle

merci sia per le aumentate difficoltà di scambio e di trasporto.Nell’agricoltura sono continuati i lavori stagionali; nella zona bassa della provincia

la trebbiatura si è svolta in modo abbastanza regolare, pur non essendo mancate daparte dei ribelli gravi minacce a proprietari di trebbiatrici e ad agricoltori di non trebbia-re e di non consegnare il grano agli ammassi.

Nel settore alimentare la situazione è rimasta invariata.Si sono rilevate lagnanze per la mancata o ritardata distribuzione di alcuni generi,

particolarmente della carne, la cui razione è stata anche ridotta, e sono continuate sem-pre in modo accentuato le deplorazioni da parte delle popolazioni per la insufficienzadei grassi (gr. 150 al mese per persona) e per l’alto costo della vita.

Gli organi competenti hanno svolto intensa opera per combattere il mercato nero,ma questo è sempre esteso, specie per i grassi e per la carne.

Relazione del 2 settembre 1944La situazione politica della Provincia di Vercelli, durante il mese di agosto 1944-XXII,

nel suo complesso, non ha subito sostanziali cambiamenti rispetto al mese precedente.Sempre palese è stata l’attività sovversiva, particolarmente nel Biellese con diffu-

sione di libelli e con scritte contro il Duce e il Fascismo e inneggianti alla “Russia” ed a“Stalin”.

Sono stati rinvenuti a Vercelli, in piazza Cavour, alcuni manifestini del “Fronte dellagioventù”, ed a Borgovercelli diverse copie del giornale antifascista “Italia combatten-te”.

Apatia ed avversione al Partito Fascista Repubblicano è continuata a rilevarsi in granparte della popolazione, e, per le vicende militari sui vari fronti, si è diffuso un fortenervosismo in quasi tutti i ceti sociali.

Soprattutto sono state oggetto di commenti le operazioni nella Francia Settentrionalee Meridionale, venendo giudicate assai sfavorevoli alla Germania.

Lo spirito pubblico è apparso ancora disorientato e depresso anche in dipendenza della

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propaganda nemica attraverso la radio, che è sempre molto ascoltata, del movimento ri-bellistico, vieppiù accentratosi, e dell’adozione di provvedimenti di rigore da parte delleForze di Polizia e di sicurezza germaniche e italiane, che hanno continuato ad operare ra-strellamenti su vasta scala in quelle località ove maggiormente è stata segnalata l’attivitàdei partigiani.

Aggravata è stata la preoccupazione ancora dalle frequenti incursioni aeree nemi-che, a volte seguite da lancio di bombe e da mitragliamenti, come si è verificato a Ver-celli, dove sono state colpite la linea ferroviaria ed adiacenze e la Montecatini, nei pressidi Caresana, di Salasca (sic), di Crova e in località Baraggia del Comune di Carisio.

Fortunatamente per tali incursioni non si sono deplorate vittime. Si sono avuti pochidanni solo alla linea ferroviaria e alla Montecatini in Vercelli. Il ribellismo, sempre anni-dato nelle montagne del Biellese e della Valsesia e reso più audace, tanto da spostarsianche in località del basso Vercellese, dall’andamento delle operazioni militari nella FranciaSettentrionale e Meridionale, e dai rifornimenti, a mezzo di aerei nemici, di armi ed altrigeneri, ha continuato la sua solita attività criminosa: assassinii, saccheggi, rapine, sa-botaggio, attacchi a posti di blocco.

Oltre a vari ferimenti di militari italiani e tedeschi, in imboscate o in conflitti, si re-gistrano le uccisioni della operaia fascista Del Piano Colombina, prelevata dalla propriaabitazione in Vigliano Biellese, del Milite della Gnr Mazza Ernesto, di anni 17, fatto se-gno a colpi di arma da fuoco sullo stradale Varallo-Quarona da parte di ribelli nascostidietro una scarpata, del guardiano notturno della Ditta Sapit, in località Ponte Cervo diChiavazza, di Zanotti Adolfo, controllore dell’Ufficio Provinciale accertamenti agricoli,in Salussola, del Vice Brigadiere del Btg. “Pontida” Brignamini Cristoforo, in conflittoin una zona boschiva fra Pralungo e Andorno Micca, ove eseguiva una ispezione conuna esigua pattuglia di Legionari, del Milite ventenne Franco Fanetti, colpito da mitra-glia sullo stradale di Strona, mentre viaggiava con altri camerati in una autovettura delBtg. “Pontida”.

L’autore dell’assassinio della Del Piano Colombina, identificato per Freguglia Guido,detto Aldo, della classe 1921, veniva il 17 agosto arrestato a Ponderano e quindi impic-cato in Vigliano Biellese, nei pressi della casa della Del Piano. Si ricercano i correi delFreguglia: tali Elio, Stalin, Saffa, Muta, Gavetta, tutti appartenenti a bande di comuni-sti.

Si deplora, inoltre, la uccisione di due sottufficiali tedeschi, ad opera dei banditi, inun’imboscata nei pressi del Comune di Roasio. In dipendenza di ciò, il giorno 9 Agosto,verso le ore 11, in Roasio, un reparto delle SS Germaniche di stanza in Biella, fucilava n.11 persone del luogo, prelevate dalle rispettive abitazioni.

Successivamente, per l’identico motivo, impiccava 5 ostaggi, portati sul posto daaltra località, di cui non è stata possibile l’identificazione, e nello stesso giorno e dallostesso reparto di SS, nei pressi del ponte sul torrente Rovasenda, sito sulla provincialeGattinara-Biella, venivano impiccati altri sei ostaggi, di cui due identificati. Si lamenta-no, infine, i prelevamenti di alcuni civili e militari italiani e germanici, di cui si ignoranole sorti.

Numerose sono le rapine di danaro, di automezzi, di stoffe, di generi alimentari e ditabacchi, per un ingente valore, consumate nel mese di agosto dai banditi.

Dalla sola succursale di Borgo d’Ale della Banca Popolare di Novara, ribelli aspor-tavano L. 450.000, rilasciando una ricevuta intestata “50a Brigata Garibaldi”.

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Molti sono gli atti di sabotaggio commessi in danno delle ferrovie, con uso di esplosivie con altri mezzi sulle linee Milano-Torino-Biella-Vercelli; Biella-Torino; Biella-Santhià,nonché in danno di linee telegrafiche e telefoniche.

Già hanno avuto luogo vaste operazioni contro i fuori legge annidati nella Valsesiacondotte da truppe italiane e germaniche ed altre ne sono in corso in Provincia.

Il 25 agosto, nella zona (sic) di Tronzano, Pray e Pianceri, reparti tedeschi in azioni dirastrellamento hanno operato il fermo di oltre 150 persone, avviate tutte nello stesso gior-no, a mezzo ferrovia a Torino.

Il clero ed organizzazioni dipendenti e la stampa cattolica non hanno dato luogo arilievi specifici col loro comportamento, pur mantenendo larvatamente celata la loroavversione al Fascismo.

Situazione economicaLa situazione economica è rimasta stazionaria.Nelle industrie l’attività lavorativa si è svolta regolarmente, sebbene alquanto dimi-

nuita a causa della deficienza della energia elettrica.Nel campo commerciale si è sempre deplorata la insufficienza dei generi dovuta spe-

cialmente alle difficoltà dei trasporti.La trebbiatura del grano nella zona del basso Vercellese è stata quasi ultimata, pro-

segue nella zona collinosa e montana, ma le operazioni sono in parte ostacolate da dif-ficoltà di carattere ambientale e dalla deficienza di carburante.

Fino agli ultimi del mese di agosto sono stati conferiti agli ammassi circa 127.000quintali di frumento e tutti dalla zona del basso Vercellese in quanto nelle altre zone iconferimenti sono stati resi impossibili dalle imposizioni dei ribelli, i quali in molti Co-muni hanno intimato agli agricoltori la distribuzione diretta del grano senza formalità disorta.

Per la imminente campagna di raccolta del riso si prevedono difficoltà non indiffe-renti per la deficienza di mano d’opera, il cui reclutamento è reso difficile dal fatto chei lavoratori non intendono riconoscere l’attività degli uffici di collocamento ondemantenere la propria libertà di azione e imporre salari e condizioni di lavoro a loro pia-cimento. Infatti, i salari richiesti si aggirano sulla base di L. 200 giornaliere, pari a quat-tro volte quelli della campagna scorsa. Pure difficili si prevedono le operazioni di treb-biatura ed essiccazione del risone, nonché della preparazione dei terreni alla prossimasemina del grano per la mancanza di carburante e di carbone.

Nel settore alimentare è continuata a verificarsi la mancanza di alcuni dei principaligeneri. La distribuzione della carne è stata effettuata quindicinalmente e in quantità al-quanto scarsa; quale assegnazione grassi sono stati distribuiti solo 150 grammi di bur-ro per persona. Ciò è stato motivo di vivissime lamentele da parte delle popolazioni. Ilcosto della vita è alto e tende sempre ad aumentare con grave disagio e sacrificio spe-cie delle classi meno abbienti.

Attiva opera è stata svolta dagli organi competenti per la lotta contro il mercato nero,ma questo si è manifestato sempre su larga scala in dipendenza della maggiore rarefa-zione di alcuni generi di prima necessità.

Relazione del 3 ottobre 1944La situazione politica della Provincia di Vercelli, durante il mese di settembre 1944-

XXII, si è mantenuta pressoché invariata rispetto al mese precedente.

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È continuata un’accentuata attività sovversiva e antifascista, specialmente nel Biellesee nella Valsesia, zone queste infestate dai ribelli.

Sono stati rinvenuti a Vercelli diversi manifestini antifascisti dattilografati a firma “Ilcomitato di liberazione nazionale della Provincia di Vercelli”, a Collombiano (sic) alcunecopie di un volantino intitolato “Italia combattente” e a Biella, in alcuni reparti dello sta-bilimento tessile della Ditta Rivetti, foglietti di propaganda del Partito di azione.

Si è sempre manifestata una larga apatia o avversione al Pfr e, per le vicende militarinon favorevoli e la propaganda del nemico si è vieppiù ingenerata nella quasi maggio-ranza delle popolazioni la sfiducia nell’esito vittorioso del conflitto. Non sono, però,mancati in alcuni ambienti la volontà di lottare ad oltranza e la fiducia della ripresa dellaGermania, della quale si ammira la tenace difesa e dalla quale si attende un prossimo im-piego delle armi segrete.

Lo spirito pubblico è apparso sempre depresso in dipendenza del disagio economi-co ed alimentare, della durata della guerra e dell’accresciuta attività ribellistica, nonchédell’adozione di provvedimenti di rigore da parte delle Forze di Polizia e di sicurezzagermaniche e italiane.

E la preoccupazione è stata resa più grave dalle frequentissime incursioni aeree ne-miche, parecchie delle quali sono state seguite da lancio di bombe, o di spezzoni e damitragliamento, come si è verificato a Vercelli dove, in giorni diversi, sono stati colpitiil Corso Novara, un impianto elettrico di trasformazione dello Stabilimento “Chatillon”e il raccordo ferroviario, sul fiume Sesia, su cui, per i gravi danni subiti, è interrotto iltraffico, a Chiavazza, dove è stato colpito un padiglione della Sip, a Biella, a Pralungo,più volte a Trino Vercellese, dove sono stati colpiti un convento di suore francescane euna colonna di automezzi germanici, in testa alla quale si trovavano due autovetturedella Brigata Nera in servizio di staffetta, nei pressi della stazione di Rive, dove un trenoveniva fatto segno a mitragliamento, in località Venaria di Lignana, dove fra un gruppodi cascine, un padiglione rimaneva incendiato, sulla ferrovia Vercelli-Casale nel trattofra le stazioni di Asigliano e Pertengo.

Per tali attacchi nemici si sono lamentati a Vercelli un morto e quattro feriti, a Bielladue feriti, a Pralungo due feriti, a Trino Vercellese otto morti, di cui quattro militi, eventisei feriti, di cui otto militi, a Rive un morto.

L’ordine pubblico si è mantenuto calmo.Il ribellismo ha intensificato la sua attività di violenza contro persone e cose.Si registrano parecchi ferimenti ed uccisioni, ad opera di fuori legge, di militi italiani

e tedeschi in imboscate o in conflitti e in attacchi a posti di blocco, nonché la uccisionea Pavignano di certo Guglielmini Edilio, ivi residente, per aver fornito al Comando dellaGnr di Biella indizi circa gli autori del prelevamento di un milite.

Altri militari italiani e tedeschi, nonché un ferroviere, certo Michelone Eraldo, sonostati prelevati e di essi si ignorano le sorti.

In conseguenza da parte delle Autorità tedesche si è proceduto a fucilazioni di o-staggi ed a rastrellamenti nonché ad incendio di alcune case.

Sempre ad opera di banditi armati sono state consumate numerose rapine di danaroin danno di privati e di enti, di automezzi, di benzina agricola, di bovini, di cavalli, ditessuti di qualità diverse, di generi alimentari (riso, frumento, burro, formaggi, zucche-ro) e di tabacchi.

Molti sono gli atti di sabotaggio commessi in danno delle Ferrovie: si sono provocati

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deragliamenti di convogli vuotati dei viaggiatori e del personale di servizio, interruzionidi binari, danneggiamenti di ponti, mediante uso di esplosivi, in diversi tratti della lineaMilano-Torino, sulle linee Biella-Valle Mosso, Biella-Novara, a Carpignano Sesia [No]; ela sera del 10 settembre, nella stazione di Tronzano, due banditi armati, dopo aver immo-bilizzato il Capostazione e il manovale di servizio, tagliavano i fili telefonici in direzionedi Santhià e Brianzé (sic).

Si sono, poi, verificati conflitti tra ribelli e militi di scorta ai treni nelle stazioni diCarpignano Sesia [No], ove ad opera di fuori legge perdevano la vita due civili, fra cui unasuora, ed altre cinque persone rimanevano ferite, e di Salussola, ove si lamentavano quat-tro feriti militari, di cui due tedeschi, oltre a due feriti borghesi.

Continuano attivamente le operazioni di polizia contro i ribelli: di essi già parecchiultimamente sono stati uccisi, fra cui un famigerato capo banda “Capitan Tempesta”ed alcuni altri feriti o catturati.

Nulla di rilievo da segnalare circa l’attività del clero, della stampa e delle associazionicattoliche.

Situazione economicaLa situazione economica della Provincia di Vercelli non ha subito cambiamenti.L’attività industriale si è mantenuta contratta per la deficienza delle materie prime,

ed altrettanto dicasi di quella commerciale per il ristagno degli affari dovuto alla rarefa-zione dei prodotti, al razionamento e contingentamento dei generi ed alla difficoltà deimezzi di trasporto.

Negli stabilimenti industriali il lavoro è proceduto abbastanza regolare e nelle mae-stranze è perdurata un’apparente calma.

Solo nello stabilimento della S. A. Piaggio si è verificata un’arbitraria astensione dallavoro della quasi totalità degli operai, essendosi fra essi determinato il timore di essereinviati in Germania per il fatto che le Autorità tedesche avrebbero prelevato materiali diprecisione dallo stabilimento stesso.

Nell’agricoltura le operazioni di trebbia del grano sono state portate a termine.Al 30 settembre sono stati conferiti all’ammasso: ql. 198.033 dei 220.000 preventi-

vati. È in corso da parte delle Autorità competenti l’identificazione degli agricoltori ina-dempienti, a carico dei quali saranno adottati provvedimenti di rigore.

Pure al 30 settembre sono stati conferiti agli ammassi: qli. 17.343 di granoturco,qli. 2.303 di segale, qli. 11.812 di avena, qli. 238 di orzo, qli. 498 di ravizzone, qli. 4.975di patate. I dati relativi al granoturco e alle patate devono ritenersi provvisori, essendotuttora in corso la raccolta.

Le operazioni di raccolta del riso risentono della carenza di mano d’opera, special-mente di quella immigrata, nonché delle elevate maggiorazioni salariali da parte dei la-voratori, i quali si rifiutano di accogliere il contratto di lavoro recentemente approvatodalle autorità sindacali, che fissa una paga giornaliera di L. 120 per gli uomini e di L.100 per le donne. Inoltre, non pochi sono i lavoratori che pretendono la corresponsio-ne totale o parziale del salario in natura e comunque in quantità superiore a quella deter-minata dalle disposizioni vigenti.

Anche la limitata disponibilità di carburante inciderà di non poco sulla sollecita treb-biatura del risone e sgranatura del granoturco, nonché sui lavori della prossima campa-gna di semina del grano.

Nel campo alimentare la situazione è diventata più precaria sia per la sempre maggiore

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rarefazione dei prodotti che per le peggiorate condizioni dei trasporti, le quali incidononotevolmente sul costo.

A Vercelli la distribuzione dei generi tesserati di prima necessità è stata piuttosto re-golare, ma non altrettanto può dirsi per gli altri centri.

La deficienza dei grassi è stata sempre motivo di vive lamentele da parte delle popola-zioni.

Gli organi di polizia hanno attivamente ed energicamente continuato la loro operaper combattere il mercato nero, per la prevenzione e repressione di qualsiasi altro reatoe per il mantenimento dell’ordine.

Relazione del 3 novembre 1944La situazione politica della Provincia di Vercelli nel mese di ottobre 1944 non ha su-

bito sostanziali cambiamenti rispetto al mese precedente.Il partito comunista e gli altri sovversivi hanno sempre svolto attiva propaganda.

Essi tendono a spingere la popolazione alla rivolta contro le forze fasciste e tedesche.A Vercelli sono stati rinvenuti manifestini sovversivi a firma “Il comitato di libera-

zione nazionale per la Provincia di Vercelli”, incitanti i giovani a sottrarsi al rastrella-mento da parte degli organi di polizia; a firma “comitato provinciale per l’indipendenzae la libertà” alcuni in lingua italiana incitanti i contadini a non consegnare i prodotti aifascisti e ai tedeschi ed altri in lingua tedesca incitanti i militari della Wehrmacht a de-sistere dalla guerra; a firma “comitato provinciale di agitazione”, incitanti i lavoratoriagricoli a pretendere salari superiori a quelli stabiliti dalle organizzazioni sindacali; a fir-ma “il fronte della gioventù per l’indipendenza nazionale e la libertà”, incitanti la popo-lazione alla rivolta, ed altri foglietti dal titolo “comitato giovanile per l’onore d’Italia” afirma “per il comitato Rigi Lagiuscola, un ragazzo qualunque”.

Manifestini sovversivi e antifascisti sono stati pure diffusi a Biella a firma “comitatobiellese del fronte della gioventù”, incitanti i fascisti a disertare le file, ed a firma “comi-tato di liberazione nazionale”, incitanti la popolazione ad armarsi ed a tenersi pronta perl’insurrezione generale.

La sera del 15 ottobre, poi, un aereo nemico ha lanciato su Vercelli numerose copiedi manifestino antifascista intitolato “Italia combatte” con data 10 detto mese.

In gran parte della popolazione si è ancora rilevata indifferenza nei confronti del Pfred è perdurata la sfiducia nell’esito vittorioso del conflitto.

Lo spirito pubblico si è palesato sempre depresso per le difficoltà alimentari e l’altocosto della vita, per le vicende non favorevoli della guerra, per l’attività ribellistica, cheè spesso causa di gravi provvedimenti restrittivi da parte delle Autorità, e per la intensapropaganda nemica.

Comunque, l’ordine si è mantenuto tranquillo.A Vercelli, nel Teatro civico, è stato celebrato l’anniversario della Marcia su Roma

alla presenza delle Autorità politiche, civili e militari Italo-Germaniche della Provincia econ l’intervento di larghe rappresentanze delle organizzazioni politiche, d’arma e ope-raie e numerosa folla. Ha commemorato con alta parola la storica data il Capo dellaProvincia, e la cerimonia si è svolta con austera solennità intonata al momento, venen-do chiusa al grido di “Duce, Italia, Führer”.

Nel ribellismo pare si notino sintomi di disgregazione. Esso ha continuato la solitaattività di violenza contro persone e cose.

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Si registrano, in imboscate o scontri in diverse località, le uccisioni di 4 militi dellaGnr, fra cui il S. Tenente Bonazzi Alfredo del Btg. “Pontida”, e di tre militari tedeschi ed iferimenti di 12 militi della Gnr e di 6 militari tedeschi.

In Miagliano di Andorno Micca è rimasta ferita anche una donna, che trovavasi atransitare nel momento in cui una pattuglia di militi della Gnr in servizio di perlustrazioneveniva fatta segno a colpi d’arma da fuoco ad opera di fuori legge appostati.

Sono stati, poi, prelevati il Tenente Colonnello Orsenego, Comandante del DistrettoMilitare di Vercelli, mentre trovavasi nella Cascina Brusciana, e il Sottobrigadiere dellaG. Repubblicana di Finanza Trevisan Rodolfo, che stava a Villata presso i famigliari inlicenza di convalescenza. Di essi si ignorano le sorti.

Si aggiunge che il 4 ottobre, alle ore 20, in Saluggia, un sottufficiale e 14 uominidella Compagnia Op [Ordine pubblico] di Vercelli, componenti il posto fisso sul ponte fer-roviario del Fiume Dora si rendevano irreperibili con l’armamento in dotazione e si ritie-ne che i medesimi siano stati catturati dai ribelli.

Sono state consumate numerose rapine od estorsioni di danaro in danno di privati edi enti, di automezzi, di bovini, di suini, di tessuti vari, di generi alimentari (riso, fru-mento, burro, formaggio ecc.), nonché di due apparecchi telegrafici, dei quali uno indanno dell’ufficio telegrafico di Salussola e l’altro in danno della Stazione Ferroviariadello stesso Comune.

Sono state, inoltre, asportate cinque pistole alle guardie municipali di Pessana (sic)e di Ronsecco, altre tre allo stabilimento della Società Anonima Fila di Cossato ed una,assieme ad altri oggetti, ad un agricoltore di Livorno Ferraris.

Alcuni atti di sabotaggio sono stati commessi contro la Stipel, abbattendo diversipali telegrafici nella località fra Partengo (sic) e Rive e nei territori dei Comuni di Miglia-no [recte Vigliano Biellese], di Ghislarengo e di Candelo, ed altri contro le ferrovie, con-sistenti nell’asportazione dalla stazione di Salussola di 3 spine di contatto del commuta-tore telegrafico e nella rottura del tasto trasmittente, per cui rimanevano interrotte le co-municazioni, subito riparate, nel danneggiamento degli impianti telefonici e telegrafici edel blocco di scambio dei binari della stazione di S. Germano Vercellese, dove per altroveniva scassinata la cassaforte e sottratto il danaro contenuto in L. 5.040,90, nel danneg-giamento, mediante esplosivo, dello scambio lato Biella della stazione di Salussola e di1.500 metri di rotaia in altri tre punti della linea Biella-Santhià, per cui veniva interrotto iltraffico, riattivato entro 24 ore, nella interruzione di un tratto di binario della linea ferro-viaria Biella-Santhià nei pressi del ponte sul naviglio S. Damiano, pure subito riparato.

Infine, si deplora l’atto di sabotaggio contro lo stabilimento della S. A. Piaggio, dove,oltre alla distruzione col fuoco di un trasformatore elettrico, venivano danneggiati 7mozzi per motori di aeroplani e macchine di precisione.

Continuano attivamente da parte delle Forze italo-germaniche larghe azioni di ra-strellamento, che hanno già portato all’annientamento ed alla cattura di numerosi ban-diti ed al sequestro di quantitativi di armi e di equipaggiamento.

Il clero, la stampa e le organizzazioni cattoliche hanno continuato a non dar luogo aspecifici rilievi con il loro comportamento, pur mantenendo immutata la loro larvataopposizione al Regime.

Situazione economicaLa situazione economica della Provincia di Vercelli è rimasta pressoché invariata. Negli

stabilimenti le maestranze hanno lavorato in modo regolare, ma tuttora contratta è stata

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l’attività industriale, per la deficienza di materie prime e per la limitata disponibilità del-l’energia elettrica.

Ridotto si è sempre mantenuto il commercio per la rarefazione dei prodotti e per ilrazionamento ed il contingentamento dei generi.

Nell’agricoltura i lavori di raccolta del riso, della semina del grano si sono svolti normal-mente, per quanto intralciati dal maltempo.

La situazione alimentare è venuta a trovarsi in sempre maggior disagio per la crisidei trasporti.

La distribuzione dei generi tesserati sia a Vercelli che negli altri Comuni della Provin-cia si è effettuata in modo irregolare.

Non sono stati distribuiti legumi, pasta, uova, formaggio duro, marmellata. Sullarazione dei grassi, già insufficiente, sono stati distribuiti grammi 100 di burro per per-sona, ma non in tutti i Comuni.

Ciò ha provocato vive lagnanze da parte delle popolazioni.Serie apprensioni sono poi sorte per la deficienza della legna da ardere e del carbo-

ne, e si invoca da tutti un pronto intervento delle competenti Autorità per la risoluzionedel grave problema.

Il costo della vita, già alto, tende ad aumentare.È continuata con energia l’azione degli organi di polizia contro il mercato nero, ma

questo, nonostante le gravi misure repressive sempre adottate, è andato aumentando diintensità a causa della crescente rarefazione dei prodotti.

Relazione del 5 dicembre 1944La situazione politica della Provincia di Vercelli nel mese di novembre 1944-XXIII è

rimasta pressoché invariata.Da parte dei sovversivi è stata sempre svolta attiva propaganda, specie nella zona

alta, cioè nel Biellese e nella Valsesia. Il partito comunista in particolare ha spiegato un’in-tensa attività diretta ad incitare gli operai dell’industria a pretendere rivendicazioni dicarattere salariale e alimentare, invitandoli a scioperare qualora le richieste venisseronegate, e ciò allo scopo di provocare disordini e approfittarne per i suoi piani criminosi.

Propriamente, si domanda la concessione entro il prossimo Natale del 30% suglistipendi e salari fissati dalla legge sulla Socializzazione, un anticipo di L. 5.000 per icapi famiglia e di L. 4.000 per gli altri, il 75% della indennità di guerra da corrispondersia coloro che per ragioni indipendenti dalla propria volontà sono assenti dal lavoro, non-ché una maggiore distribuzione di generi alimentari, di vestiario e di combustibili.

A Vercelli, in alcune vie, si sono rinvenuti diversi manifestini inneggianti a Stalin ealla data del 7 novembre, ed altri foglietti sovversivi sono stati trovati negli stabilimenti“Caffè Rossa” e “Chatillon”. Nella stessa città, poi, sotto i portici del corso Repubblicaè stato trovato affisso ad una colonna uno stampato a firma “Il comitato di liberazionenazionale per l’Alta Italia” del seguente tenore: “Italiani insorgete, combattere non è azionedi domani. L’insurrezione nazionale è già iniziata ed è prossima l’ora della battaglia de-cisiva”.

Frequenti sono stati i rinvenimenti di manifestini sovversivi vari a Biella, dove, peraltro, risultano diffuse parecchie pubblicazioni di carattere comunista a firme: “Il co-mitato di liberazione nazionale di Biella”, “Il comitato di liberazione nazionale per l’AltaItalia”, “I gruppi di difesa della donna e per l’assistenza ai combattenti della libertà”.

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Nella maggioranza della popolazione si è sempre notato un senso di disorientamento edi avversione al Pfr, ed è persistita in molti la sfiducia nell’esito vittorioso del conflitto.

Lo spirito pubblico è apparso sempre depresso a causa delle difficoltà alimentari e diapprovvigionamento del combustibile, dell’alto costo della vita, delle vicende non favore-voli della guerra, dell’attività ribellistica e della continua propaganda nemica.

Va aggiunto, poi, il timore per le incursioni aeree nemiche, seguite da mitragliamentodi alcuni automezzi sulla provinciale di Trino Vercellese, e da lancio di bombe e di spezzo-ni su Vercelli, dove venivano colpiti il ponte sul fiume Sesia, rimasto gravemente danneg-giato, ed una casa colonica, rimasta distrutta, mentre si lamentavano un morto e sei feriti;sull’abitato di Cossato, dove venivano colpiti il fabbricato del Presidio della Gnr, il Muni-cipio e le scuole, lamentandosi danni ed un ferito leggero; sul territorio di Motta dei Con-ti, dove subiva gravi danni una casa agricola, e su Biella nei pressi della Centrale elettrica,senza danni né vittime.

L’ordine si è mantenuto calmo.Negli stabilimenti industriali di Valle Mosso e di Andorno Micca si sono verificate

sporadiche manifestazioni di protesta contro i datori di lavoro, che, in obbedienza degliordini ricevuti, non avevano accolto alcune pretese degli operai, risolvendosi in unosciopero bianco della durata di due ore, senza che si lamentassero incidenti di sorta.

Il ribellismo, che infesta specialmente le zone del Biellese e della Valsesia, ha conti-nuato la sua solita attività.

In aggressioni od imboscate, ad opera dei fuorilegge, sono stati uccisi con colpi diarma da fuoco un militare tedesco e 4 militari italiani, fra cui il maresciallo ZerbinatiGuglielmo8 del Btg. S. Marco di Vercelli, e feriti 5 militari tedeschi, fra cui il Comandan-te delle SS Germaniche di Biella in modo leggero, un militare italiano e l’agente di Ps Be-doni Walter, sullo stradale fra Rondissone [To] e Chivasso [To], mentre conduceva una mac-china del Ministero dell’Interno per trasporto di corrispondenza, macchina che venivaasportata dai partigiani.

Si deplorano anche i ferimenti di tre civili, cioè di tal Graziano Giuseppe, nella pro-pria abitazione in Crescentino, e di due donne che si trovavano in un treno fatto segnoa colpi di mitra nei pressi della stazione di Masserano.

Sono stati, poi, prelevati un milite della Gnr e l’agente di Ps Dondé Giuseppe, addet-to al Commissariato di Polizia di Biella.

Sono state consumate numerose rapine di denaro in danno di privati e di Enti, diautomezzi, di tessuti vari, di bovini, di cavalli, di apparecchi telefonici, di macchine dascrivere, di generi alimentari (riso, frumento, burro, formaggio, salumi) di tabacchi, disale, nonché di ingenti quantitativi di materiale per costruzione baraccamenti, elettricoe meccanico di pertinenza delle Officine di riserva della Fiat di Lenta e di Rovasenda.

Sempre ad opera di partigiani parecchi atti di sabotaggio sono stati commessi ai dannidelle linee telefoniche in diverse località, mediante abbattimento di pali o taglio ed a-sportazione di fili, in danno della linea elettrica ad alta tensione attraversante il fiumeCervo, con uso di esplosivo, e contro le ferrovie, danneggiando gli impianti telefonici etelegrafici della stazione di Vergnasco e della stazione di S. Germano Vercellese, da dove,per altro, venivano asportate L. 2.815, e interrompendo la linea ferroviaria Biella-Nova-ra, mediante brillamento di alcune mine, una prima volta sul ponte del torrente dell’Os-sola e la seconda su di un tratto di binario fra le stazioni di Cassato (sic) e Masseranao(sic). Infine, si deplora l’atto di sabotaggio contro l’Officina di Pavignano della ditta Piag-

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gio, dove si producono mozzi di elica per aeroplani, provocando un incendio nel localedestinato a cabina elettrica, danneggiando macchine e strumenti vari e trafugando tutti icalibri di controllo.

Sono tuttora in corso azioni di rastrellamento contro i ribelli che già hanno portatoalla cattura di numerosi elementi, tra i quali alcuni capi di bande, e fruttato un ingente bot-tino di armi, munizioni, materiale vario e viveri.

Per l’amnistia concessa dalla magnanimità del Duce ed a seguito di attiva propagan-da svolta dal Capo della Provincia e dal Commissario Federale di Vercelli tra le masse ruralidella zona bassa si sono presentati alle Autorità circa mille giovani sbandati di ogni cetosociale, traviati dalla subdola propaganda nemica e finora rimasti sordi al richiamo dellaPatria. Costoro sono stati accantonati in una caserma, in attesa di destinazione, e in ognu-no appare evidente la soddisfazione del ravvedimento.

Situazione economicaLa situazione economica della Provincia di Vercelli è rimasta stazionaria.Negli stabilimenti industriali l’attività è continuata a svolgersi molto stentatamente

per la deficienza delle materie prime e del carbone.Contratto si è mantenuto il commercio per la crescente scomparsa dei prodotti e

per la penuria dei mezzi di trasporto.Nell’agricoltura, in conseguenza delle avversità atmosferiche del mese di ottobre e

della deficienza della mano d’opera e di mezzi strumentali, le operazioni di raccolta delriso si sono protratte anche nel mese di novembre. Il quantitativo di risone raccolto,però, è stato di gran lunga inferiore alle previsioni.

Anche le semine del frumento sono state inferiori ai piani preventivati (circa il 50%),a causa del cattivo tempo e della deficienza di carburante e di bestiame da lavoro.

La situazione alimentare è stata sempre in grande disagio.In molti Comuni, fra cui l’importante centro industriale di Biella, non è stata effet-

tuata la distribuzione di riso, burro, formaggio, carne, zucchero, marmellata ecc., ciòsarebbe dovuto soprattutto alle difficoltà dei mezzi di trasporto.

Le popolazioni hanno sempre lamentato in modo accentuato la deficienza dei grassie il rialzo dei prezzi dei generi.

Gli organi di polizia hanno continuato a svolgere energica ed attiva opera per la re-pressione del mercato illegale, che per la rarefazione dei prodotti diviene sempre piùesoso.

Relazione del 4 gennaio 1945Nel mese di dicembre 1944, la situazione politica della Provincia di Vercelli, nel suo

complesso, è piuttosto migliorata rispetto al mese precedente.Al centro dell’attenzione pubblica è stato il memorabile discorso del Duce a Milano,

venendo favorevolmente commentato in tutti gli strati sociali.Le feste di Natale sono trascorse senza incidenti di rilievo. In quasi tutti gli stabili-

menti e aziende, per particolare interessamento del Capo della Provincia, sono stati di-stribuiti pacchi natalizi che, unitamente alla distribuzione degli altri generi razionati, hannopermesso alle famiglie anche più modeste di trascorrere lietamente la ricorrenza, dimo-strando così quanto sia vivo l’interessamento del Fascismo verso i lavoratori.

A cura del Dopolavoro provinciale è stata, inoltre, allestita nel Capoluogo una gran-de festa a premio per tutti gli appartenenti alle Forze Armate, comprese quelle Germani-

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che. Ma, da parte dei sovversivi è stata sempre svolta attiva propaganda, specialmente neicentri industriali della Zona del Nord, tendente a sobillare le masse operaie.

A Vercelli in una piazza, nei pressi della stazione ferroviaria, sono stati rinvenuti al-cuni manifestini sovversivi, incitanti i giovani a non lavorare per i tedeschi e ad arruolarsifra le formazioni partigiane, e su qualche muro cittadino si è rilevata la scritta “Abbasso ilDuce e il suo padrone”.

Altri volantini sovversivi e antinazionali sono stati diffusi a Biella, alcuni dei qualiincitanti allo sciopero generale insurrezionale.

L’antifascismo è ancora diffuso e molti sono rimasti sempre nell’indifferenza e nel-l’attesa.

Il 30 dicembre è stato arrestato tale Boggio Franco9 fu Ottavio, alias Pitarello (sic, maFilarello), residente a Biella, il quale, come annunciatore di “Radio Baita” installata nellavilla Schneider di detta città dal Comando SS Germaniche allo scopo di far propaganda frale formazioni partigiane e indurle al ravvedimento, aveva abusato del suo incarico, dandosiad una campagna di critica contraria al Fascismo e denigrando membri del Governo e au-torità della Provincia.

Il clero, la stampa cattolica e le associazioni dipendenti hanno continuato a non darluogo a rilievi, pur mantenendo inalterata la loro avversione al Fascismo e alla Repub-blica Sociale Italiana. In questi ultimi tempi si sono lamentati alcuni casi sporadici diattività antifascista da parte di sacerdoti, nei confronti dei quali sono stati adottati op-portuni provvedimenti.

Lo spirito pubblico, per quanto impressionato dalle parole del Duce nel discorso diMilano e dalla vittoriosa offensiva tedesca sul fronte occidentale, è da considerarsi tut-tora depresso in dipendenza delle gravi difficoltà alimentari, del costo della vita, che èsempre alto e tende ad aumentare, del prolungarsi della guerra e della attività ribellisti-ca, che spesso provoca rigorose reazioni da parte delle Forze di sicurezza italo-germa-niche.

Sfavorevole impressione ha, inoltre, prodotta la notizia radiofonica, pubblicata an-che dai giornali, della imminente abolizione della indennità di guerra fin qui corrispostaad alcune categorie di lavoratori.

L’ordine si è mantenuto normale.È perdurata in modo sensibile l’attività dei partigiani contro persone e cose nella

zona Nord della Provincia. Nella zona Sud, invece, per effetto delle azioni di rastrella-mento compiute nel mese di Novembre, vi è stata tranquillità.

In aggressioni o scontri, ad opera dei fuori legge, sono rimasti uccisi con colpi diarma da fuoco due militari tedeschi e due militari italiani, e feriti quattro militari tede-schi e cinque militari italiani, nonché la moglie del Dr. Andreone, medico condotto di S.Germano, aggredita nella propria abitazione.

Va rilevato il grave episodio avvenuto sull’autostrada Torino-Milano nei pressi delComune di Greggio, dove lo scoppio di una mina elettrica al passaggio di un automez-zo, con a bordo elementi della Brigata Nera “Resega”, della Divisione Folgore e della XFlottiglia Mas, causava la morte di sei persone ed il ferimento di altri dieci.

Risultano, poi, prelevati in località diverse, sette militi della Gnr, e di essi si sconosconofinora le sorti.

Sono state consumate numerose rapine di denaro in danno di privati e di enti, di auto-mezzi, di benzolo, di nafta, di tessuti vari, di bovini, di cavalli, di generi alimentari (farina,

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riso, frumento, salumi, ecc.) di tabacchi e di sale, nonché di ingenti quantitativi di materia-le per costruzione ed altri vari oggetti di proprietà delle officine di riserva Fiat di Roasioe di Lenta.

Sempre ad opera di partigiani sono stati commessi molti atti di sabotaggio contro lelinee telefoniche di diverse località, mediante abbattimento di pali, danneggiamento edasportazione di pali ed apparati, oltre quelli contro le linee elettriche ad alta tensione inComune di S. Germano, sparando colpi di arma da fuoco dentro una cabina, in Gaglia-nico, asportando circa 120 mt. di filo di rame, e in Lenta, mediante uso di esplosivo.

È stato, poi, mitragliato un treno nei pressi della stazione ferroviaria di Carpignano Sesia[No], per cui rimaneva leggermente ferito un viaggiatore.

Sono sempre in corso operazioni di polizia contro i ribelli, che hanno già fatto con-seguire la cattura di diversi elementi, qualcuno dei quali ucciso per aver fatto uso diarmi o perché trovato in possesso di armi.

Situazione economicaLa situazione economica della Provincia di Vercelli è da considerarsi sempre disagia-

ta.Negli stabilimenti industriali il lavoro è proceduto con ritmo sempre più rilento per

la crescente mancanza di materie prime, di carbone e di mezzi di trasporto.Sempre ridotta è stata l’attività commerciale per la rarefazione dei prodotti.L’attività produttiva agricola è entrata nella forzata sosta invernale.Per la mancanza di mano d’opera, gli agricoltori attualmente si trovano in difficoltà

per provvedere al taglio della legna sia per soddisfare i bisogni aziendali sia per ottem-perare agli obblighi del conferimento agli ammassi.

Sfavorevolmente è stato commentato il nuovo provvedimento di requisizione dei ca-valli, che viene a colpire duramente le aziende agricole, già deficitarie di mezzi di lavoroe di bestiame da lavoro.

Il conferimento agli ammassi, nonostante le difficoltà del momento, è procedutoabbastanza regolare, tanto che per i principali cereali, frumento e granoturco, le previ-sioni sono state raggiunte e superate.

Per il risone la campagna 1944 ha segnato una produzione deficiente sia quantitati-vamente che qualitativamente.

Nel settore alimentare la situazione si è mantenuta grave.La irregolare distribuzione dei generi tesserati e la rarefazione dei prodotti hanno

inciso fortemente sulle masse operaie e impiegatizie. Le popolazioni hanno sempre vi-vamente lamentato la deficienza dei grassi e del combustibile. Gli organi di polizia han-no proseguito con intensa attività la lotta contro il mercato nero che, purtroppo, si èsviluppato sempre più esosamente.

Relazione del 6 febbraio 1945Nel mese di gennaio 1945-XXIII, la situazione politica della Provincia di Vercelli è

andata in declino rispetto al mese precedente, divenendo piuttosto difficile.Specie nella zona Nord, è stata svolta attiva propaganda da parte dei sovversivi ten-

dente a sobillare le masse operaie.Diversi manifestini sovversivi sono stati rinvenuti a Biella a firma “I garibaldini del

Biellese” e “I gruppi di difesa della donna e per l’assistenza ai combattenti della libertà”,nell’abitato del Comune di Salasco, a firma “Il comitato di liberazione nazionale”, a S. Ger-

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mano Vercellese, incitanti i giovani precettati dal Distretto Militare a non rispondere allachiamata. A Vercelli alcuni foglietti antifascisti sono stati affissi in via Duomo, ed altrimanifestini sovversivi sono stati trovati nei pressi dello stabilimento Setvis, a firma “Il co-mitato di agitazione di fabbrica”, incitanti gli operai a protestare contro l’eventuale licen-ziamento di mano d’opera ed a pretendere rivendicazioni salariali ed alimentari.

In gran parte della popolazione si è tuttora notato un contegno passivo ed indiffe-rente nei riguardi del Pfr, e, per l’andamento sfavorevole delle operazioni belliche suivari fronti tenuti dall’esercito tedesco, si è in molti accentuata la sfiducia nell’esito vit-torioso del conflitto.

L’atteggiamento del clero, della stampa e delle associazioni cattoliche verso la Rsi ècontinuato ad apparire riservato.

Lo spirito pubblico è apparso profondamente depresso, a causa delle gravi difficol-tà alimentari, dell’alto costo della vita, del prolungarsi della guerra e delle continue azio-ni di molestia dei ribelli.

Vi ha anche influito la intensificata attività aerea nemica, mediante mitragliamenti espezzonamenti lungo le linee ferroviarie, sulle stazioni ferroviarie di Olcenengo, Salus-sola, S. Antonino di Saluggia, Livorno Ferraris, Borgovercelli, Santhià, e su strade dicomunicazioni, comprese quelle campestri, contro gli abitati di Pratrivero e Borgover-celli e contro alcune aziende agricole, per cui si deplorano vittime e danni.

In particolare va rilevata la incursione del 9 gennaio sulla stazione ferroviaria di San-thià, dove quattro aerei mitragliavano una littorina in sosta, provocando la morte di 24persone e il ferimento di altre 50.

L’ordine si è mantenuto calmo.Il ribellismo, che infesta specialmente le zone del Biellese e della Valsesia, ha conti-

nuato la sua solita attività contro persone e cose.Si registrano le uccisioni, ad opera dei fuori legge, di tal Castagneri Aldo, di anni 20,

da Pollone, ritenuto traditore, di certa Salino Elisabetta in Unia, cui già era stato asportatoun automezzo, di Luccani Ida, residente a Muzzano, insegnante elementare, iscritta alFascio Repubblicano di Biella, di Bellini Maria Laura, di anni 16, figlia dello squadristadella Brigata Nera di Biella Bellini Angelo, mentre in imboscate o scontri sono stati uc-cisi un milite della Gnr, un soldato alpino e sette militari tedeschi, fra i quali il CapitanoHolbert della Gendarmeria Zug, di stanza a Biella. Ha perduto anche la vita in una ag-gressione, nella stazione di Santhià, un ferroviere tedesco.

Risultano, poi, prelevati l’insegnante elementare del comune di Occhieppo Inferio-re, Tiraudi Anna in Ottavi, il V[ice] Brigadiere di polizia ausiliaria Frera Luigi, che trovava-si a Chiavazza in licenza concessagli dalla Scuola di perfezionamento di Corzano [Bs],l’agente di polizia ausiliaria Monteferrario Renzo del Reparto di Vercelli, che stava in brevelicenza a Vogliano (sic), gli agenti del Nucleo provinciale di polizia economica GavareseAlessandro, Giribaldi Francesco e Ferramosca Giuseppe, mentre trovavansi a SerravalleSesia in servizio per la requisizione degli alberghi, 20 militari di servizio al posto di bloc-co Cigliano, nonché un militare della Gendarmeria germanica.

Inoltre, nei pressi del comune di Cerrione, il 15 gennaio furono catturati alcuni mi-litari italo-germanici, che viaggiavano in una autocorriera, venendo liberati dopo qual-che giorno, dietro consegna da parte del Comando Militare germanico di altrettanti ri-belli rastrellati.

Sono state consumate numerose rapine di danaro, di automezzi, di benzolo, di gasolio,

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di tessuti vari, di bovini ed altro bestiame, di generi alimentari (farina, riso, frumento, gra-noturco, lardo, burro, salumi ecc.), di zucchero, di tabacchi e di sale.

Vari atti di sabotaggio sono stati commessi contro le linee telefoniche e telegrafichedi diverse località, mediante danneggiamento, abbattimento ed asportazione di pali, non-ché contro le linee ferroviarie con uso di esplosivi e con altri mezzi.

Proseguono le operazioni di polizia contro i ribelli, di cui parecchi sono rimasti uc-cisi ed altri catturati in attacchi sferrati da due plotoni della Gnr e della Brigata Nera incollaborazione col 15o Btg. Polizei nei territori di Castelletto Cervo e di Zimone.

Situazione economicaLa situazione economica della Provincia di Vercelli, in linea generale, è continuata a

mantenersi in disagio.Sempre contratta è stata l’attività industriale e commerciale, per la deficienza delle

materie prime, del carbone e dei mezzi di trasporto, e per la rarefazione dei prodotti.L’agricoltura ha tuttora risentito della mancanza di mano d’opera.Nel settore alimentare la situazione non ha subito modificazioni nel Capoluogo, do-

ve sono stati distribuiti quasi tutti i generi di prima necessità.Nell’importante centro di Biella, invece, si è deplorato un peggioramento. Durante il

mese di gennaio, per la deficienza dei trasporti, non è stata effettuata alcuna distribu-zione di generi tesserati in detto Comune, che peraltro manca di produzione locale.

I provvedimenti emanati dal Comitato Interministeriale dei prezzi in materia econo-mica ed alimentare, favorevolmente accolti dalla popolazione, hanno in seguito provo-cato disparati commenti, in quanto è venuta a mancare quella tempestività di esercizioper ovvie avversità di depositi, di disponibilità di mezzi e particolarmente per mancanzadi trasporti.

Fra i commercianti non ammessi poi a continuare la loro attività è sorto un veromalcontento, perché alcuni hanno visto cessare la fonte dei loro ingenti guadagni, edaltri, invece, in ispecie i più modesti, hanno avuto precluso l’unico cespite della lorosussistenza.

Da parte delle popolazioni è stato sempre manifestato vivo malcontento per la defi-cienza dei grassi, del combustibile e del sale, deficienza che ha alimentato la borsa nera.

Gli organi di polizia hanno proseguito con la massima energia la loro attività per com-battere il mercato illegale, per la prevenzione e repressione di qualsiasi altro reato e peril mantenimento dell’ordine.

Relazione del 7 marzo 1945La situazione politica della provincia di Vercelli, nel mese di febbraio 1945-XXIII, è

da considerarsi ancora piuttosto difficile.Essa ha risentito sempre della propaganda sovversiva e disfattista attivamente svol-

ta, specie tra le classi operaie.A Vercelli, in corso Fiume, sono stati rinvenuti diversi manifestini a firma “Comitato

provinciale del fronte per la gioventù”, incitanti alla rivolta, ed altri volantini, a firma “lafederazione comunista Biellese”, sono stati trovati a Biella, incitanti i lavoratori allo scio-pero generale insurrezionale e ad unirsi alle bande partigiane per combattere i tedeschie i fascisti.

Sono state, poi, rilevate numerose scritte sovversive sui muri dell’abitato di Stroppia-na, inneggianti ai ribelli ed agli anglo-americani, ed alcune altre sul muro di una casa di

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Caresana, sita di fronte al palazzo Comunale, contro il Duce e Hitler ed inneggianti allearmate di Stalin.

La maggioranza della popolazione si è tuttora mantenuta indifferente od avversa alPfr, ed in molti, per gli insuccessi dell’Esercito Tedesco, si è accresciuta la sfiducia nel-l’esito vittorioso del conflitto.

Il clero, la stampa e le associazioni cattoliche hanno continuato a non dar luogo arilievi, pur coltivando sentimenti di ostilità verso la Rsi.

Lo spirito pubblico si è palesato maggiormente stanco per le gravi difficoltà econo-miche, per il prolungarsi della guerra e per l’attività ribellistica, che talune volte ha pro-vocato rigorose reazioni da parte delle Forze Italo-Germaniche.

Va aggiunto, poi, il terrorismo aereo nemico, che si è svolto con azioni di mitraglia-mento e lancio di bombe su Vercelli, dove, colpito un rifugio antistante alla stazioneferroviaria, si sono lamentati sei morti e tre feriti, sulla linea ferroviaria Milano-Torino,tra S. Germano Vercellese ed Olcenengo, rimasta temporaneamente interrotta, sulla sta-zione ferroviaria di Salussola, dove è stata danneggiata una vettura in sosta, e su San-thià, nei pressi della stazione ferroviaria, senza che si verificassero danni, all’infuoridella rottura di numerosi vetri di alcune case.

L’ordine si è mantenuto calmo. Solo si rileva che, a Biella, la sera del 25 febbraioscorso, in seguito alla notizia della uccisione di due legionari, ad opera di fuori legge,nel vicino Comune di Savigliano [recte Vigliano Biellese], i militi della Compagnia Op[Ordine pubblico] di Bergamo, alla quale appartenevano i disgraziati, usciti dalla casermacon alla testa il loro Comandante, iniziarono una sparatoria per le vie principali della città,provocando il panico della popolazione, fra cui, nella confusione, rimasero ferite da armada fuoco una ventina di persone, in modo più o meno grave, e molte altre per percosse.

Non si deplorarono maggiori conseguenze per il pronto intervento del Comandantedel Battaglione Pontida, il quale diede ordine ai suoi uomini di uscire e ristabilire a qua-lunque costo l’ordine pubblico.

La vita cittadina, rimasta paralizzata, poté normalizzarsi solo il giorno appresso mercél’opera di persuasione delle autorità locali, ma il fatto diede lo spunto ad elementi sov-versivi per fare opera sobillatrice fra le classi operaie, divulgando notizie allarmistiche,tanto che al lunedì le maestranze provenienti dai paesi vicini non si presentarono al la-voro ed alcuni opifici dovettero sospendere o ridurre la loro attività produttiva. Al mar-tedì la situazione si chiarì e gli operai ritornarono regolarmente al lavoro. Il Capo dellaProvincia ha chiesto severi provvedimenti nei confronti dei responsabili.

Il ribellismo ha intensificato la sua attività delittuosa.In aggressioni, imboscate, attacchi a posti di blocco e scontri sono stati uccisi, ad

opera dei fuori legge, tredici militi italiani e sei militari tedeschi, e feriti 26 militari italianie 12 militari tedeschi.

Sono stati anche assassinati una guardia comunale ed un commerciante di Salascopoco dopo prelevati dalle rispettive abitazioni, Allais Clementina nella sua rivendita ditabacchi in Ronsecco, ritenuta traditrice, Berrone Firmino, da Vercelli, impiegato pres-so l’Opera Balilla di Como, prelevato in una osteria di Villata, l’agricoltore Sarasso An-tonio ed una sua figlia a Santhià, Salussoglia Giovanni, titolare di un negozio di privati-va in Santhià, certo Bonardi Antonio, che sarebbe stato informatore dei partigiani e concostoro forse venuto poi in disaccordo. Altri due civili sono stati feriti.

Risultano, poi, catturati tredici militi del Distaccamento Gnr di Saluggia, attaccati mentre

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transitavano nell’abitato di Bianzè, 14 militi della Brigata Nera, catturati ai posti di bloccosul ponte Po fra Trino Vercellese e Camino, tre militi della Brigata Nera, in Costanzana, aseguito di un conflitto, un ufficiale ed un soldato italiani e 4 militari tedeschi, di cui dueferrovieri, nella stazione ferroviaria di Olcenengo, otto militari del battaglione Pontida alposto di blocco sito sulla via Impero di Biella, quattro militari e due civili in una osteria diCostanzana, l’agente di Ps Canadese della Compagnia autonoma di Valdagno [Vi], mentresi trovava a Candelo per visita ai famigliari, col fratello ed un altro giovane diciassettenne,nove militi della Gnr ferroviaria nella stazione di Tronzano Vercellese, quattro agenti diPs del posto di blocco di Trino Vercellese, oltre al Maresciallo Belsuini della Squadra po-litica, di transito da colà, ed un altro agente di Ps e un sergente dell’Esercito Repubblica-no del posto di blocco di porta Torino.

Altri militari sono stati catturati al posto di avvistamento n. 12, sito in Comune diLivorno Ferraris, dopo una breve sparatoria, e nelle Officine Piaggio di Savigliano [rectePavignano] alcuni guardiani e l’intero nucleo della Gnr, compreso un sottufficiale germa-nico, addetti al servizio di vigilanza. Infine, sono stati prelevati il capo stazione di S. Ger-mano Vercellese e la di lui moglie, i quali consta che siano stati uccisi.

Sempre ad opera dei fuori legge, sono state consumate numerose rapine di generi ali-mentari (riso, farina, lardo, burro, formaggio, ecc.) di bovini, di tessuti e filati, di tabac-chi, di automezzi, di danaro, di petrolio agricolo e nafta, in danno di privati, nonché di uten-sili, di materiale elettrico, di materiale per costruzioni ed altro in danno delle Officine diriserva Fiat di Lenta.

Molti sono gli atti di sabotaggio commessi in danno delle linee telegrafiche, in dannodelle linee telefoniche, in diverse località, mediante abbattimento di pali ed asportazionedi fili ed apparati, e contro le ferrovie, distruggendo o danneggiando mezzi rotabili edimpianti, mediante uso di esplosivo, sulla linea Biella-Novara ed in diverse altre dellaProvincia.

In dipendenza del danneggiamento del binario corrispondente alla strada Vigliano-Candelo, effettuato la notte del 27 febbraio, il Comando Polizia Germanica ha provve-duto al fermo di una ventina di persone della zona, come ostaggi, già in parte rilasciate,ed inflitto al Comune la multa di un milione di lire.

Sono state eseguite operazioni di polizia da parte delle Forze italo-germaniche, chehanno portato alla uccisione di alcuni ribelli, fra cui i fratelli Biscotti Vincenzo ed Anto-nio di Pralungo, noti come capi-bande, ed alla cattura di diversi altri elementi.

Nel capoluogo di Vercelli, poi, il 20 febbraio è stato eseguito un rastrellamento adopera di reparti della Gnr e della Polizia Germanica allo scopo di effettuare un controllodelle persone residenti in città. Sono state fermate circa 500 persone, le quali dopo gliaccertamenti del caso sono state rilasciate nella giornata stessa ad eccezione di una qua-rantina più o meno sospette, trattenute dai detti reparti.

Situazione economicaMolto disagiata è stata tuttora la situazione economica della provincia di Vercelli.L’attività industriale si è ancora più ridotta per le deficienze di materie prime e di

combustibile.Il commercio si è mantenuto in grandi difficoltà per la rarefazione dei prodotti e per

la crisi dei trasporti, crisi che le Autorità competenti si adoperano a superare in qualchemodo.

Nell’agricoltura si è riscontrata sempre la mancanza di mano d’opera.

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La situazione alimentare è rimasta stazionaria. È stata effettuata la distribuzione deigeneri tesserati in quasi tutti i Comuni della Provincia; è stata anche distribuita, dopo unalunga pausa, una razione di grammi 50 di sale per persona.

Il mercato ortofrutticolo è stato discretamente rifornito di frutta; è scarseggiata, inve-ce, la verdura per essere stati praticati prezzi sensibilmente inferiori a quelli delle provin-ce limitrofe.

Ha determinata una certa preoccupazione la deficienza di grano. A fronteggiare leesigenze, dal 21 febbraio il pane è stato confezionato con una percentuale dell’80% difarina di riso e del 10% di farina di segale.

Le popolazioni hanno sempre lamentato la deficienza dei grassi e del sale, generiquesti che il mercato clandestino offre a prezzi sommamente esosi.

Attiva è stata l’opera degli organi di Polizia per la repressione dei reati annonari.

1 Si veda PIERO AMBROSIO (a cura di), “È palese la sfiducia ed il collasso spirituale”. Le re-lazioni della Questura al capo della polizia nel 1944, in “l’impegno”, a. XIV, n. 1, aprile 1994, quiriedito.

2 Le relazioni sono state reperite nell’Archivio centrale dello Stato, nella serie Ministero dell’In-terno, Direzione generale della Pubblica sicurezza, Divisione affari generali e riservati, 1944-1945,categoria C 2, b. 8.

3 Le relazioni di questo periodo sono datate rispettivamente: 19 aprile, 2 maggio, 16 maggio, 1giugno, 17 giugno, 2 luglio.

4 Pubblichiamo qui solo quelle mensili, a partire da quella del 2 agosto, poiché per il periodo pre-cedente sono state edite le relazioni della Questura (nell’articolo citato alla nota 1).

Le relazioni quindicinali sono edite invece nel sito web dell’Istituto, nelle pagine dedicate all’occu-pazione nazifascista della provincia di Vercelli, dove si possono trovare anche le relazioni della Que-stura dall’ottobre 1944 all’aprile 1945 (si veda la nota seguente).

5 Nel fascicolo sono conservate quelle del 3 ottobre, 3 novembre, 2 gennaio, 1 febbraio, 1 marzo,1 aprile al capo della polizia e del 3 novembre al capo della Provincia (il testo di questa è praticamen-te identico a quella mensile al capo della polizia). Alcune furono edite in DOMENICO ROCCIA, Il giel-lismo vercellese, Vercelli, La Sesia, 1949, pp. 73 e ss. (tutte quelle qui citate, salvo quelle di febbraioe di marzo). Nel volume sono pubblicate anche le relazioni del 29 agosto, del 14 settembre e del 14dicembre, inesistenti nel fascicolo.

6 Per brevità omettiamo alcuni dati che si ripetono identici o quasi in tutte le relazioni, ricordando,una volta per tutte, che esse sono sempre intestate “Ispettore generale di polizia di zona”, indirizzateal Ministero dell’Interno, Direzione generale di Polizia, Maderno, recano quale indicazione dell’og-getto “Provincia di Vercelli. Situazione politico-economica. Relazione mensile” (talvolta con lievi va-riazioni di forma) e l’avvertenza “Riservatissima”. La firma, sempre identica, è illeggibile.

Altre indicazioni sono: “Prot. n. 03, risposta al foglio del 6-4-1944 XXII n. 18/0183/441” (per lerelazioni fino al 2 agosto) e “Prot. n. 10, risposta al foglio del 9-8-1944 XXII n. 103-19-441-0183”(per le relazioni seguenti). A partire dal 2 maggio le relazioni furono redatte su carta con intestazionea stampa.

7 Sul battaglione “Pontida”, sui battaglioni “M” della Milizia volontaria per la sicurezza nazionale(poi della Guardia nazionale repubblicana), sull’ordinamento e i gradi della Milizia e della Gnr, e sualtri battaglioni “M” operanti in provincia di Vercelli durante la Repubblica sociale italiana si veda inappendice.

8 Si veda anche il mattinale della Questura del 9 novembre (qui edito a p. 83), dove è citato comemaresciallo della X flottiglia Mas.

9 Se ne veda la biografia in appendice.

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Il 19 dicembre 1943, in seguito alle ripetute richieste di rinforzi avanzate dal capo dellaprovincia, Michele Morsero1, ai vertici della Repubblica sociale, giunse a Vercelli, prove-niente da Chiari (Brescia), il 63o battaglione “Tagliamento”2. Questo reparto, che avevafatto parte della Milizia volontaria per la sicurezza nazionale, sciolta dopo il 25 luglio, eracomandato da Merico Zuccari3. Dopo l’8 settembre, questi, prima ancora della costitu-zione della Rsi, si era messo, con i suoi uomini, a disposizione dei tedeschi. Quando, nelmese di dicembre, era stata costituita la Guardia nazionale repubblicana (che inquadrò ireparti della ex Milizia e i carabinieri), il battaglione era stato incorporato in essa.

Il capo della provincia inviò subito il battaglione in Valsesia e in Valsessera con l’ordi-ne di stroncare il nascente “ribellismo”. Il 1 marzo 1944, con la fusione del 63o battaglio-ne e del battaglione giovanile “Camilluccia”, fu costituita la legione “Tagliamento”, arti-colata in due battaglioni, rispettivamente agli ordini del maggiore Giuseppe Ragonese edel maggiore Oreste Menegozzo.

La “Tagliamento” operò prevalentemente a Vercelli, in Valsesia e Valsessera; compìtuttavia operazioni anche in Valstrona (Novara) e nella valle di Gressoney (Aosta). In quasitutte queste zone compì una serie raccapricciante di delitti e di atrocità.

Il 6 giugno 1944, dopo esser sfilata il giorno prima a Vercelli davanti al generale Ricci,comandante della Gnr, la legione partì per le retrovie del fronte adriatico, nelle Marche. Inseguito operò in Emilia, nel Veneto e in Lombardia, dove, ancora, si distinse per ogni ge-nere di efferatezze. Il reparto si arrese il 3 maggio 1945, in provincia di Trento, dopo cheil suo comandante era partito, inosservato, verso il confine svizzero.

Dopo la liberazione delle varie zone in cui la legione aveva operato, in seguito alla pre-sentazione di “numerose denunce relative ai fatti di sangue, ai saccheggi, alle violenze diogni genere perpetrate dai legionari” e ai rapporti inviati agli uffici giudiziari dalle stazio-ni dei carabinieri e dalle questure, iniziarono procedimenti penali nei confronti di alcunisuoi appartenenti.

Il primo procedimento fu avviato nella provincia di Pesaro, liberata nell’inverno del1944, mentre, dopo la liberazione di Bologna, fu iniziata un’azione penale contro il co-mandante della legione, Zuccari, e sessantacinque suoi dipendenti, al Tribunale militareterritoriale di quella città. Altri procedimenti furono aperti nelle sezioni speciali delle cortidi assise di Vercelli, Bergamo, Vicenza e Brescia. Tutti i procedimenti (ad eccezione diquello relativo ai fatti commessi in provincia di Pesaro, per i quali procedeva ad istrutto-ria formale il giudice istruttore del Tribunale militare di Bologna) furono unificati dinanzial pubblico ministero della sezione speciale della Corte di assise di Brescia, poiché gliultimi atti di cui erano accusati Zuccari e i suoi erano appunto stati compiuti nel territoriodi quella provincia.

“In nome del popolo italiano”

La sentenza contro Zuccari e altri appartenenti alla legione “Tagliamento”

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Il Tribunale di Brescia, essendo emerse nel corso dell’istruttoria “questioni di caratte-re militare influenti nel giudizio”, l’8 novembre 1947 dichiarò la propria incompetenzaper materia e ordinò la trasmissione degli atti al Tribunale militare territoriale di Milano.Il 9 dicembre il giudice istruttore del Tribunale militare di Bologna dichiarò la propriaincompetenza per territorio, rimettendo gli atti alla Procura militare del Tribunale milita-re di Milano. Il procedimento nei confronti di Zuccari e degli altri imputati fu pertantoradicato in questo Tribunale.

Il giudice istruttore proseguì e completò la complessa istruttoria, pronunciando nu-merose sentenze di proscioglimento per amnistia e rinviando a giudizio, mediante stral-cio degli atti, alcuni imputati, che furono giudicati nel 1949. Con sentenza del 30 maggio1952 dichiarò quindi chiusa la formale istruttoria e rinviò a giudizio gli imputati, revocan-do inoltre il beneficio della libertà provvisoria nei confronti di alcuni di essi. Alla primaudienza, il 25 giugno 1952, comparve in stato di detenzione solo l’imputato Guido Ali-monda. Il Tribunale ordinò di procedere in legittima contumacia degli imputati latitanti,uno dei quali, Oreste Menegozzo, si costituì nel corso del dibattimento, il 7 agosto. Il 26luglio, essendo emersi nuovi gravi fatti a carico di Giuseppe Ragonese, il Tribunale ordinòlo stralcio degli atti e la separazione del procedimento nei confronti di questo imputato.

Nel corso dell’istruttoria dibattimentale furono uditi trecentodiciassette testimoni.Il 28 agosto 1952, dopo che la corte si era ritirata in camera di consiglio per la deci-

sione, fu pronunciata la sentenza4. Ne pubblichiamo i passi (della parte relativa al giudiziodi fatto) relativi agli episodi avvenuti in provincia di Vercelli5.

«Il Tribunale militare territoriale di Milano, composto dai signori: gen. brig. FerrariGino, presidente, dr. Olivi Beniamino, giudice relatore, col. ftr. Nuzzi Savino, giudice, t.col. Cannata Vincenzo, giudice, t. col. Bruna G. Battista, giudice, ha pronunciato la seguentesentenza nella causa contro6:

1 - Zuccari Merico, nato a Sau Vetra [recte Saavedra] (Argentina) il 4-11-1906, ultimodomicilio in Montefasano [recte Montefano] (Macerata), 1o seniore comandante la legio-ne Gnr “Tagliamento”, latitante;

2 - Ravaglia Silvio, nato a Cesena (Forli) il 20-1-1906 e residente in Genova, impiega-to bancario, s. ten. di fanteria di complemento ed ex seniore della legione Gnr “Taglia-mento”, latitante;

3 - Menegozzo Oreste, nato il 20-1-1910 a Pordenone (Udine) e residente ad AzzanoDecimo (Udine), seniore comandante di battaglione della legione “Tagliamento”, detenu-to dal 7 agosto 1952;

4 - Ragonese Giuseppe, nato a Tusa [Me] il 7-3-1909 e residente a Genova, tenente art.compl. ex seniore comandante il 63o btg. della legione Gnr “Tagliamento”, latitante;

5 - Rastelli Nello, nato il 30-10-1914 a Roma ed ivi residente, già centurione coman-dante di comp. della Gnr “Tagliamento”, latitante;

6 - Alimonda Guido, nato a Cagliari il 23-4-1911 ed ivi residente già centurione co-mandante di compagnia della legione Gnr “Tagliamento”, detenuto dal 5-1-1952;

7 - Fabbri Antonio nato a Trieste il 28-7-1915 ed ivi domiciliato, già centurione co-mandante di compagnia della legione Gnr “Tagliamento”, latitante;

8 - Silvestri Enrico, nato a Bevagna (Perugia) il 10-8-1918, residente in Torre di Ba-rattano (Perugia), tenente fanteria complemento ex c. manipolo comandante int[erinale]di compagnia della legione Gnr “Tagliamento”, latitante;

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9 - De Mattei Carlo, nato a Tortona [Al] il 16-10-1906 ed ivi domiciliato, capo mani-polo della legione Gnr “Tagliamento”, latitante;

10 - Sardo Enrico, nato a Ferrara il 30-1-1919 ed ivi residente, sottotenente di com-plemento ed ex c. manipolo della legione Gnr “Tagliamento”, libero;

11 - Cavaterra Ennio, nato a Nemi [Roma] il 5-6-1916 ed ivi residente, ex c. manipolodella legione Gnr “Tagliamento”, latitante;

12 - Muzzi Pietro, nato il 26-6-1914 a Siena ed ivi residente, ex capo manipolo dellalegione Gnr “Tagliamento”, latitante;

13 - De Filippis Alfonso, nato il 7-2-1921 a Roma ed ivi residente, ex capo manipolodella legione Gnr “Tagliamento”, latitante;

14 - Agostini Dante, nato a Roma il 18-11-1923 ed ivi residente, ex capo manipolodella legione Gnr “Tagliamento”, latitante;

15 - Boidi Federico, nato a Torino il 26-6-1902 e residente a Padova, ex capo manipo-lo capo dell’Ufficio politico della legione Gnr “Tagliamento”, latitante;

16 - Cavallazzi Arrigo, nato il 4-8-1903 a Bologna già domiciliato a Ferrara, ex ser-gente addetto all’Ufficio politico della legione Gnr “Tagliamento”, latitante;

17 - Leo Goffredo, nato il 22-11-1924 a Roma ed ivi domiciliato, ex sergente addettoall’Ufficio politico della legione Gnr “Tagliamento”, latitante.

Imputati:Zuccari Merico:aiuto al nemico (art. 5 d[ecreto] l[egislativo] l[uogotenenziale] 27-7-1944 n. 159 in

rel[azione agli] artt. 51 c[odice] p[enale] m[ilitare di] g[uerra] e 110 c[odice] p[enale] peravere: tra il settembre 1943 ed il maggio 1945, in territorio dello Stato italiano, qualecomandante di un reparto della Gnr delle forze armate della pseudo repubblica sociale ita-liana (prima 63o battaglione “M” e poi legione “Tagliamento”) con azione diretta, o conordini ed istruzioni a propri dipendenti, e col consentire l’azione di questi in tal senso,commesso fatti intesi a favorire le operazioni militari ed i disegni politici del tedesconemico invasore, a nuocere alle operazioni delle forze armate del legittimo Stato italiano,ed a menomare la fedeltà dei cittadini dello Stato stesso: partecipando alla lotta contro ipartigiani per la guerra di liberazione; attuando e facendo attuare, anche contro le popola-zioni civili, rastrellamenti, sevizie, uccisioni, saccheggi, incendi e distruzioni, sequestridi persona ed arbitrarie perquisizioni [...]7.

Tutti gli altri:di aiuto al nemico (art. 5 d.l.l. 27-7-1944 n. 159 in rel. agli artt. 51 c.p.m.g., 110 c.p.)

per avere, fra il settembre 1943 ed il maggio 1945, in territorio dello Stato italiano, qualicomponenti il 63o btg. “M” Tagliamento e la legione d’assalto della Gnr “Tagliamento”,compiuto atti diretti a favorire le operazioni militari ed i disegni politici del tedesco ne-mico invasore, a nuocere alle operazioni delle forze armate del legittimo Stato italiano eda menomare la fedeltà dei cittadini dello Stato stesso. [...]8.

In pubblica udienza sentito il p.m. e gli imputati che col loro difensore hanno avuto perultimi la parola [...]9.

L’8 settembre 1943 l’imputato Zuccari Merico trovavasi in servizio alle armi quale se-niore della Mvsn: comandava il 63o btg. Camicie nere, incorporato nella divisione “Cen-tauro” che, al comando del generale Calvi di Bergolo, era attestata nelle immediate vici-nanze di Roma, schierata a difesa della capitale.

Come è noto la divisione Centauro non fu impegnata in combattimenti di qualche enti-

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tà contro le truppe tedesche dirette all’occupazione di Roma; ed una delle cause dell’ina-zione di questo importante raggruppamento di forze militari risultò poi essere, comeemerse dalle inchieste e dai procedimenti penali cui dette luogo la mancata difesa di Roma,l’atteggiamento dei reparti della Milizia volontaria sicurezza nazionale in essa divisioneincorporati. Invero dopo il colpo di Stato del 25-7-1943 la Milizia aveva cessato pratica-mente di esistere come corpo armato autonomo ed era stata incorporata nei reparti delRegio Esercito, assumendo pure gli esteriori distintivi comuni alle altre armi. Tali prov-vedimenti presi nei confronti di un organismo militare che per anni aveva fruito di parti-colari privilegi e dell’autonomia, non mancò di suscitare negli elementi più fanatici e menoadusati alla comune disciplina dell’Esercito, un particolare risentimento, che il breve de-corso di tempo ed i tumultuosi avvenimenti susseguitisi contribuirono ad aumentare.Merico Zuccari non tardò, immediatamente dopo l’8 settembre 1943, a prendere posizio-ne con gran parte del suo reparto contro il legittimo governo.

Infatti già il 12 settembre 1943 egli era in contatto con i comandi tedeschi, onde otte-nere l’incorporazione del suo reparto nelle forze armate tedesche, ancor prima della fon-dazione della Repubblica sociale italiana, che ponendosi come organismo antitetico e an-tagonista rispetto al Regno d’Italia, volle esigere riconoscimento e servizio dai militariitaliani.

Il seniore Zuccari non attese pertanto il ripristino nel territorio occupato dalle truppetedesche di una parvenza di governo retto da italiani ed immediatamente si pose ai loroservizi.

Il 63o battaglione non cessò mai pertanto di esistere, e riorganizzato con l’immissionedi nuovi effettivi fu presto in condizioni di servire agli scopi militari del tedesco invasore.

L’inchiesta giudiziaria e la successiva istruttoria condotta da numerosi giudici stabilìcome primo episodio di collaborazionismo militare quello che alla rubrica di ZuccariMerico porta il numero uno e cioè l’uccisione di Fava Frera Remo avvenuta il 22 dicem-bre 1943 in Crevacuore: ma l’inizio dell’attività bellica a sostegno dei tedeschi da partedel 63o btg. risale a parecchie settimane prima.

Non a caso il battaglione era stato trasferito dalle vicinanze di Roma a Vercelli. Il Pie-monte era stata la prima regione d’Italia in cui l’appello alla resistenza contro gli invasoritedeschi, lanciato dal governo legittimo del re, era stato accolto, ed in conseguenza eranoimmediatamente sorte organizzazioni a carattere militare, alcune delle quali comandate edirette da ufficiali del Regio Esercito, non arresisi ai tedeschi. In tutta la regione la resi-stenza all’occupazione tedesca era vivissima in tutti gli strati della popolazione; in alcunezone del Piemonte la stessa occupazione tedesca non poteva considerarsi realmente avve-nuta ed il controllo delle autorità germaniche realmente efficace.

Non a caso pertanto il reparto comandato dallo Zuccari fu inviato a Vercelli, essendosirivelato pronto e fedele servitore dell’invasore.

[...]10

Primo episodio figurante nel capo di imputazione di Merico Zuccari, quale ipotesi dicausa ostativa all’applicazione dell’amnistia a carico dello stesso, è dunque la già ricorda-ta uccisione di Fava Frera Remo11. Il fatto fu denunziato dai Carabinieri di Crevacuore allaProcura del Regno presso la Corte di assise speciale di Vercelli in data 23 aprile 1946.Nel corso dell’istruttoria e del dibattimento furono uditi alcuni testimoni oculari, tra cuiBussi Gabriele, Bussi Pier Carlo e Piazzale Teresa.

Dagli atti di causa si rileva che il Fava Frera Remo era un pacifico commerciante di

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Torino, sfollato in Crevacuore a causa dei bombardamenti. Nulla è risultato che potessegiustificare l’accusa con la quale fu portato a morte, secondo cui egli dovesse essere co-munista ed ebreo.

Un reparto del 63o btg. giunse verso le ore 15 del 22 dicembre 1943 in Crevacuore alcomando dello Zuccari.

Egli immediatamente si insediò nello stabile del Municipio, dove lo raggiunse, perchéchiamato, l’avv. Gabriele Bussi, allora in funzione di delegato del podestà del paese.

Intanto un gruppo di militi, ai quali erasi aggiunto un tal [Pietro] Ciceri12, che risultòessere spia del luogo e che successivamente venne giustiziato dai partigiani, si presentòall’abitazione del Fava Frera ed ivi, dopo aver devastato il magazzino di antiquariato che ilcommerciante teneva presso l’abitazione e prelevato valori e libretti di banca, trascinaro-no il disgraziato per le vie del paese: la teste Piazzale Teresa vide passare il triste corteodalla finestra della sua abitazione.

Il Fava veniva spinto avanti a scudisciate e calci e condotto nel cortile del Municipio.Ivi lo Zuccari aveva dato ordine al Bussi Gabriele di radunare gli industriali del paese; quandoarrivarono i militi con il Fava Frera, lo Zuccari si presentò all’ingresso del Municipio chedava sul cortile, e lanciò l’ordine ai suoi uomini di fucilare il Fava, ordine che i militiimmediatamente posero in esecuzione. I testi Bussi Pier Carlo e Bussi Gabriele dichiara-rono all’udienza di aver personalmente udito e visto lo Zuccari dare l’ordine di morte epresentata a loro dal presidente una fotografia dell’imputato latitante Zuccari esistente agliatti del processo immediatamente lo riconobbero.

Ma l’incursione tragica di Crevacuore doveva ancora avvenire quando già a Borgosesiai cadaveri di dieci fucilati giacevano sul selciato della piazza13 ed un altro giovane era spi-rato in seguito a ferite e sevizie all’ospedale. La città di Borgosesia14 è un centro operosodella provincia di Vercelli che domina gli ingressi alle vallate che si dirigono verso l’altocorso del fiume Sesia. In questa zona impervia ed abitata da una rude popolazione di mon-tanari era da mesi in corso l’organizzazione di un forte nucleo di partigiani, i quali si avva-levano del generale appoggio della popolazione, onde resistere ai tentativi più volte effet-tuati in precedenza dalle truppe tedesche e dai fascisti di stabilire un efficiente controllosulla regione.

In Borgosesia era il centro di rifornimento di tale nucleo di partigiani, comandato daCino Moscatelli15.

La spedizione di Borgosesia era stata concertata appunto allo scopo di stroncare, nelcuore della regione valsesiana, il movimento armato dei partigiani di Moscatelli. Invero il63o btg. giunse improvviso e inaspettato a Borgosesia nella mattinata del 21 dicembre 1943:immediatamente furono instaurati posti di blocco alle uscite della città, venne occupato ilMunicipio, venne effettuato un rastrellamento in grande stile nel centro e nelle frazioni, etutti gli uomini trovati sul posto, e particolarmente le persone più cospicue della città nonchégli individui particolarmente indiziati, vennero trascinati in Municipio dove lo Zuccariimmediatamente insediò il suo quartier generale, iniziando gli interrogatori dei fermati inuna ininterrotta successione. Nel frattempo i partigiani di Moscatelli si erano fatti vivi e,come lo stesso teste Moscatelli ebbe a dichiarare in udienza, ebbero luogo due scontri neidintorni di Borgosesia. Nella frazione Agnona i contendenti lasciarono sul terreno un mortociascuno e ad Aranco, altra frazione di Borgosesia, i militi ebbero uno dei loro ucciso nelloscontro. Queste perdite valsero a maggiormente irritare lo Zuccari il quale fece intensifi-care gli arresti ed iniziò le investigazioni. I fermati venivano radunati nel salone centrale

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del Municipio, scortati dai militi, e tra di loro venivano a volta a volta chiamati coloro chedovevano essere interrogati. I maggiori indiziati venivano rinchiusi nell’ufficio del segre-tario comunale, dove verso le ore 15 del giorno 21 dicembre venne portato un partigiano(sic) ferito al ventre, certo Toniol Virginio, che pur ferito sanguinante venne lasciato indetta stanza per diverse ore, quindi interrogato e percosso durante l’interrogatorio, ed in-fine portato all’ospedale dove poco dopo venne a morte. Tra i fermati nel pomeriggio del21 dicembre vi fu il podestà di Varallo Sesia Osella Giuseppe16. Era costui un cospicuoindustriale del luogo, che i fascisti accusavano di essere sovvenzionatore dei partigiani,come infatti era. Egli venne prelevato nella sua abitazione, interrogato dallo Zuccari, quindilasciato libero, ed ancora arrestato durante la notte tra il 21 e il 22 e fucilato con altri 9 lamattina del 22 dicembre.

Quanto successe nel Municipio di Borgosesia il 21 dicembre nel pomeriggio ed il 22mattina, nonché la tragica notte tra i due giorni citati, è stato narrato diffusamente al Tri-bunale da numerosissimi testi oculari. Merico Zuccari ed i suoi uomini erano decisi a stron-care il movimento di resistenza della città e a tal fine usarono tutti i mezzi. L’Osella, quan-do fu nuovamente arrestato fu percosso e schernito dai militi in presenza di tutti i fermati,affinché costoro potessero rendersi conto di quanto era riservato agli avversari dei fasci-sti, anche ai più rispettabili e cospicui. Gli fu messo in testa un casco coloniale e additatoai presenti con le parole: “Ecco il vostro podestà”. L’Osella mantenne, nonostante le per-cosse subite durante la notte e le minacce, un contegno di dignità e di fierezza. Tutti i testipresenti e non presenti ai fatti dal Moscatelli al Franceschini Gilberto, a Godio Riccardo,a Buratti Giuseppe, confermarono dinanzi al Tribunale questo contegno dell’Osella ed imaltrattamenti che egli ebbe a subire.

La notte trascorse nel Municipio di Borgosesia in mezzo alla tragica apprensione deifermati, al continuo andirivieni di ufficiali e di militi: molti dei fermati affermano che du-rante gli interrogatori furono udite grida strazianti provenire dalla stanza in cui venivanoeffettuati gli interrogatori.

Ad essi presiedeva lo Zuccari, circondato da suoi ufficiali, e pare anche da alcuni tede-schi. Verso l’alba, nella stanza del segretario rimanevano una diecina di persone partico-larmente indiziate: tra cui l’Osella ed il teste Franceschini Gilberto17.

Quest’ultimo venne liberato all’ultimo momento, poco prima della fucilazione del-l’Osella e di nove altri. La fucilazione avvenne verso le ore 11 del 22 dicembre 1943: aimorituri venne negata l’assistenza religiosa, come ebbe a dichiarare il parroco di Borgo-sesia all’udienza, monsignor Mario Longo Dorni.

La fucilazione avvenne per ordine e sotto la direzione di Zuccari, come tutti i testiebbero a confermare. Il plotone di esecuzione fu formato da militi del btg., ed il comandodel plotone fu affidato ad un ufficiale inferiore del battaglione sul cui nome vi furono con-trastanti deposizioni, sulle quali il Collegio intende in seguito soffermarsi. Intanto gli al-tri fermati vennero, dopo l’ammonizione dello Zuccari, posti in libertà.

Il teste Moscatelli che ebbe a conoscere bene i fucilati afferma che l’Osella aveva fa-vorito effettivamente con varie contribuzioni il movimento partigiano da lui capeggiato; eil [Mario] Canova era una staffetta dell’intendenza partigiana, il [Renato] Topini era un gio-vane partigiano combattente, mentre il [Giuseppe] Fontana era stato catturato in sostitu-zione del figlio che non era stato trovato in casa. Comunque sembra che quasi tutti i fuci-lati fossero in contatto con il movimento di resistenza più o meno attivamente partecipan-dovi. È convincimento del Collegio che la fucilazione di Borgosesia sia avvenuta non tan-

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to allo scopo di effettuare una rappresaglia per l’uccisione dei militi avvenuta il giornoprima in combattimento, ma allo scopo di stroncare, con l’uccisione di coloro che le de-lazioni avevano indicato come attivi resistenti o comunque favoreggiatori, le forze parti-giane della zona, intimidendo i sopravvissuti.

La presenza del delatore Ciceri, detto “maschera di ferro” perché portava un passamon-tagna per non farsi riconoscere è prova di quanto sopra. Quanto all’uccisione del Toniol,11a vittima di Borgosesia, che non figura tra coloro che sono indicati al numero due delleipotesi ostative all’amnistia nel capo di imputazione di Zuccari Merico, e cioè i dieci so-prannominati, è chiaramente stabilito che essa pure avvenne ad opera dei militi della “Ta-gliamento”. Al proposito è da osservare che, su richiesta del pubblico ministero è stataordinata la legazione agli atti della cartella clinica al nome di Toniol Virginio, esistenteall’ospedale dei Poveri Infermi di Borgosesia. Dicesi nella parte dedicata all’anamnesi chenel pomeriggio del giorno 21 dicembre 1943 alle ore 18 venne trasportato in quell’ospe-dale il Toniol Virginio da militi della Tagliamento. Le condizioni del Toniol apparivano gra-vissime: a stento il ferito ha potuto riferire quanto segue: “Ritornavo dal mio lavoro e cioèdalla Cartiera italiana di Serravalle verso le ore 15.30; giunto nei pressi di Aranco vennifermato da due militi che mi chiesero la carta di identità. Mentre mi accingevo ad estrarreil portafoglio dalla tasca dei pantaloni uno dei militi mi sparò un colpo al basso ventre esubito dopo venni portato alla sede del comando nel Municipio di Borgosesia, ove venniinterrogato da un ufficiale che credo sia stato il comandante. Volevano sapere da me il nomedel partigiano che aveva ucciso un fascista, ma io non sapevo nulla. Allora venni percossoa pugni e a calci in un modo violento tanto che svenni e non ricordo più nulla fin dopo ilmio ingresso all’ospedale”.

All’esame obbiettivo, dicesi nella cartella clinica: “Omissis. Esaminando l’addome sivede una ferita d’arma da fuoco situata sulla linea mediana poco sopra al pube. Tutta la pelledell’addome è tumefatta e arrossata. Anche la faccia è gonfia e la regione orbitale destrapresenta una tumefazione con ecchimosi verosimilmente causata da percosse. Si è purenotata perdita di sangue dal naso. Omissis”.

In effetti il Toniol fu trattenuto ferito e sanguinante, in condizioni gravissime, nel Mu-nicipio di Borgosesia per molte ore, ed interrogato e percosso. Ciò è confermato dal te-ste Franceschini Gilberto che fu rinchiuso nella stessa stanza con il Toniol che a detta delteste, venne costretto a camminare colle mani legate nonostante egli chiedesse di essereslegato per comprimersi il ventre. Solo per l’intervento di un tedesco egli venne portatoall’ospedale.

Questo episodio, di particolare gravità e ferocia, il Collegio ha ritenuto di rilevarepoiché, pur non essendo previsto, come qui sopra accennato, nella contestazione riferen-tesi all’episodio di Borgosesia, ben può rientrare nell’ipotesi più ampia e meno determi-nata che figura al capo di imputazione relativamente alle sevizie particolarmente efferateche lo Zuccari avrebbe inferto agli arrestati, genericamente indicati, tra i quali il capo diimputazione prevede solo alcuni nominativi. La generalità e l’indeterminatezza della con-testazione relativa alle sevizie particolarmente efferate permette pertanto al Collegio dinon violare le precise norme di legge che impediscono la condanna per fatti non contesta-ti includendo il Toniol Virginio, come nelle richieste del pubblico ministero, tra le vitti-me di sevizie particolarmente efferate ad opera dell’imputato Zuccari. Invero il Toniol,dopo il ferimento e l’arresto, fu percosso con calci e pugni, fu tenuto legato e fu portatoall’ospedale solo dopo molte ore, sì da comprometterne definitivamente l’esistenza. Se i

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calci e i pugni non possono evidentemente costituire sevizie particolarmente efferatequando il soggetto offeso è in normali condizioni fisiche, ben possono essere consideratitali quando comminati ad un soggetto già minorato da grave ferita, secondo l’interpreta-zione più accreditata del Supremo collegio (cass. pen. II, 17-9-46 n. 1.431).

Di tali sevizie particolarmente efferate è responsabile primo lo Zuccari, e a lui vannoaddebitate come causa ostativa per l’applicazione dell’amnistia. Infatti egli dirigeva gli in-terrogatori, egli interrogò il Toniol, egli fu quindi a conoscenza delle sue condizioni e lastessa omissione nell’ordinarne l’immediato ricovero, lasciandolo legato e senza assisten-za, costituisce di per sé sevizia.

La difesa dello Zuccari ha cercato di dimostrare, a parziale discarico dell’imputato, chel’ospedale di Borgosesia era in una zona infestata dai partigiani, e che quindi i militi nonavrebbero potuto accedervi senza grave pericolo. La circostanza è inesatta, in quanto l’edi-ficio dell’ospedale trovavasi nella zona chiusa dai posti di blocco dei militi, come ebbe adichiarare il direttore dell’ospedale. Ma basta a dimostrare l’inesattezza dell’asserto laconsiderazione relativa al fatto che il Toniol venne trasportato finalmente all’ospedale versole ore 18.30 dai militi, ora in cui d’inverno sono già calate le tenebre. Ben poteva quindiessere trasportato prima all’ospedale il Toniol, che venne ferito e catturato verso le ore15.30, ora in cui la luce diurna avrebbe permesso ai militi una miglior difesa, se veramen-te la zona fosse stata minacciata dai loro avversari.

L’episodio di Borgosesia, come sopra si è detto, figura al numero due dell’ipotesi osta-tive dell’amnistia a carico di Merico Zuccari, Muzzi Pietro e Ravaglia Silvio. Per quantoattiene alla responsabilità dello Zuccari, essa è chiaramente provata da quanto già esposto,come responsabilità preminente nel concerto criminoso, direttiva e determinante. Con loZuccari erano a Borgosesia parecchi ufficiali del battaglione, tra i quali il Ravaglia, il Muzzi,l’Alimonda ed altri degli attuali imputati. Al Ravaglia si fa carico di aver contribuito effi-cacemente in complotto con lo Zuccari alla fucilazione dei dieci arrestati: invero il Rava-glia era aiutante maggiore di battaglione, e per la natura delle sue funzioni è molto proba-bile che egli abbia avuto parte attiva negli interrogatori ed in quanto successe a Borgose-sia in quei giorni. Ma in questo come in altri episodi l’attività dello Zuccari, se questi pre-sente, risulta determinante ed assorbente. D’altro canto nessuna prova è emersa a caricodel Ravaglia circa un suo effettivo e determinante concorso nell’uccisione dei dieci mar-tiri di Borgosesia, anche se è poco probabile quanto da lui dichiarato in sede di interroga-torio istruttorio, che cioè egli si sia allontanato dal Municipio perché non gli reggeva l’ani-mo di assistere a quanto stava succedendo.

Per quanto riguarda il Muzzi egli venne indicato come comandante del plotone di ese-cuzione che fucilò i dieci soprannominati dal suo ex commilitone tenente Socco Pietro,nel corso di un interrogatorio che questi ebbe a subire in data 10 marzo 1946, nel corso diuna seduta nel palazzo comunale di Borgosesia, dal Comitato di liberazione di Borgose-sia. Questo interrogatorio, il cui originale verbale figura agli atti, venne confermato comeavvenuto veramente e senza intimidazioni dai membri del Comitato anzidetto, sentiti al-l’udienza quali testi. Nessun valore peraltro di prova può essere dato a questo verbale equindi alle dichiarazioni del Socco, il quale può aver dichiarato quanto in esso contenutoperché spinto da personale desiderio di discarico, visto che nei suoi confronti era penden-te pure procedimento penale per collaborazionismo.

Altro indizio, e questo seriamente rilevabile, è quello contenuto nelle dichiarazioni resein udienza dal fratello di Giuseppe Osella, teste Osella Augusto. Questi disse che aveva

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sentito in paese, da voci ivi circolanti, che il comandante del plotone di esecuzione erastato l’imputato Muzzi. Per quanto grave possa essere considerato questo indizio, prove-niente da dichiarazioni di un teste ineccepibile, il Collegio non ritiene che esso solo pos-sa costituire prova concreta circa la responsabilità del Muzzi. Vero è che in quel tragicogiorno fu difficile che gli abitanti di Borgosesia si preoccupassero di venire a conoscenzadel nominativo del comandante del plotone di esecuzione, mentre ancor c’erano i cadave-ri distesi sulla piazza. Né al Muzzi né al Ravaglia può essere riconosciuta responsabilità diconcorso con lo Zuccari per l’uccisione di Borgosesia.

Quanto alle sevizie particolarmente efferate che sarebbero state inferte ai fucilandi nellastanza del segretario comunale ed in quella del podestà di Borgosesia, così come risultanella stessa ipotesi ostativa alla amnistia per i tre imputati sopra nominati, il Collegio ri-tiene che forti indizi siano emersi a carico degli imputati ed in particolare dell’imputatoZuccari Merico, che indicherebbero che tali sevizie sono state effettivamente inferte adalcuni degli arrestati poi fucilati. Parecchi testi hanno narrato che nel corso della nottefurono uditi gemiti ed urla di dolore provenienti dalla stanza degli interrogatori; tracce disangue e di capelli strappati furono rinvenute dal segretario comunale quando la tempestafu cessata ed il reparto si allontanò dalla città; il cavalier Osella fu percosso, a detta so-prattutto del teste Franceschini Gilberto, con un pendolo d’orologio, e secondo altri testitorturato con acuminati coltelli ma gli stessi familiari dell’Osella hanno riferito all’udienzadi non aver riscontrato alcuna traccia di sevizie sul corpo del loro congiunto quando ven-nero a prelevarlo dopo la fucilazione. Pertanto il Collegio ritiene che non sia stata rag-giunta prova sufficiente circa le sevizie particolarmente efferate, come la dizione dellalegge e l’interpretazione costante della Suprema corte ritengono debbano verificarsi, purnel convincimento, convalidato da quanto emerso e provato nel caso Toniol, che la crudel-tà dello Zuccari e dei suoi uomini non sia stata inferiore in questa occasione a quella chein altri episodi essi dimostreranno, come nel corso della presente narrativa sarà dimostra-to.

La giornata del 22 dicembre 1943 non vide solamente la morte ad opera del 63o btg.del Fava Frera a Crevacuore e dei dieci martiri di Borgosesia, ma portò la morte anche nelpaese di Cossato, centro della provincia di Vercelli a poca distanza da Borgosesia. Quivifurono uccisi, su ordine dello Zuccari, nella piazza di Cossato, Boschetti Ivo [recte Ido] ePizzorno Giovan Battista18. L’episodio figura al numero 4 della rubrica19 a carico di Zuc-cari, nonché figurava a carico del Ragonese Giuseppe, la cui posizione venne stralciata dalpresente procedimento con ordinanza di questo Tribunale. La sera del 22 dicembre il 63o

btg. arrivò in forze a Cossato, al comando dello Zuccari, e mentre i militi trovavansi schieratiper le vie del paese, il comandante Zuccari, insieme con il Ragonese si insediò nel Muni-cipio. Quivi convocarono il podestà Gallo Giovanni, che svillaneggiarono, mentre pattu-glie di militi irrompevano in alcune case del paese, arrestando il Boschetti ed il Pizzornoche, a dire del Ragonese, erano stati trovati in possesso di armi, circostanza questa che ilpadre del Pizzorno, udito quale teste all’udienza, fermamente esclude. Comunque i duevennero trucidati sul posto, nella piazza di Cossato, per ordine dello Zuccari, da un ploto-ne di esecuzione formato di militi, al comando, pare, del tenente [Cesare] Melloni, posciadeceduto.

La responsabilità di tale grave fatto di sangue risale allo Zuccari, indicato da tutti i testicome colui che comandava il reparto e che ordinò la fucilazione, ed a lui tale fatto va im-putato come causa ostativa all’applicazione dell’amnistia.

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I numeri cinque, sei della rubrica Zuccari riguardano due episodi di devastazioni e sac-cheggi compiuti ai danni, il primo di Ballarati Aldo, il secondo di Scaramiglia Luigi20. Aproposito osserva il Collegio che per quel che riguarda la devastazione del caffè ristoran-te della stazione di Quarona avvenuta l’11 aprile 1944 ai danni di Ballarati Aldo, si tratta diun episodio avvenuto ad opera di militi comandati dal sottotenente Pucci e dal capitano[D’]Agostini, come deducesi dalla deposizione di Ballarati Aldo. Costui era stato indicatoai militi come favoreggiatore di partigiani e perciò, secondo gli ordini e le direttive gene-rali e costanti dello Zuccari, soffrì sui suoi beni la vendetta dei militi. Quanto all’episodion. 6, e cioè il saccheggio di danaro, titoli oggetti d’oro ed abbigliamento per un valore totaledichiarato di L. 180.000, avvenuto in Roccapietra di Varallo Sesia in danno di ScaramigliaLuigi fu Rocco in data 17-1-1943, esiste agli atti la sola denuncia del danneggiato, denun-cia da lui inviata al capo della provincia di Vercelli in data 3-11-1944. La denuncia accusagenericamente i militari del 63o btg. M. Tagliamento, e di tale denuncia non vi è confermagiurata da parte del danneggiato, il quale è deceduto.

In data 1o marzo 1944 un importante avvenimento ebbe luogo a Vercelli: il 63o btg. M.Tagliamento si unì al 1o btg. Camilluccia, comandato dal capitano Aldo D’Agostini, e daquesta unione nacque la prima legione d’assalto “M. Tagliamento”. Il btg. Camilluccia, ched’ora in poi seguirà la sorte e le vicende del 63o btg., era stato formato dall’entusiasticainiziativa del D’Agostini con giovani pressoché adolescenti nativi per lo più del Lazio, tantoche, prima della fusione chiamavasi battaglione giovanile Camilluccia. D’Agostini, cherisulta peraltro essere stato prosciolto per amnistia dall’accusa di collaborazionismo, eraun ufficiale permeato di fanatico idealismo, ma non pertanto portato ai limiti ossessiviche si riscontrano nello Zuccari.

Prova ne è quanto già rilevato dal p.m. nella sua requisitoria21, e si desume principal-mente dagli atti esistenti in proposito, riflettenti l’insanabile dissidio di metodo esistentetra lo Zuccari e D’Agostini che finì in seguito per essere privato del comando del btg.,ormai plasmato ai sistemi di ferocia e di terrore dal comandante Zuccari. Comunque co-desta fusione portò lo Zuccari al comando di una forza militare considerevole, che glipermise di moltiplicare i presidi nella Valsesia e di iniziare azioni a vasto raggio tendential rastrellamento radicale della Valsesia, fin nelle più riposte vallate montane. Tutto ciòagevolmente può rilevarsi dall’esame degli atti del presente procedimento, e tutto ciò èchiaramente emerso nel corso delle udienze di escussione dei testimoni uditi in dibatti-mento relativamente agli episodi dal numero sette al numero diciannove compreso dellarubrica di Merico Zuccari.

In questo vasto complesso di azioni militari, condotte dalla legione Tagliamento cosìformatasi, si riscontra, ad avviso del Collegio una unitarietà di metodi, nella condotta del-le azioni militari e nel comportamento dei comandanti dei presidi, che deve attribuirsi alledirettive dello Zuccari ed all’entusiasta collaborazione dei subalterni, tra i quali sono de-gni di memoria, per l’importanza del loro concorso nelle più importanti azioni di sangue,gli imputati Rastelli Nello, Fabbri Antonio ed Alimonda Guido. Il Rastelli Nello apparte-neva al btg. Camilluccia sin dal settembre 1943 e nel marzo 1944 assumeva il comandodella 1a compagnia dello stesso battaglione, contemporaneamente assumendo il comandodel Presidio di Varallo Sesia. Quivi ebbe luogo, il giorno 3 aprile 1944, l’uccisione deidue giovani Crespi Carlo Alberto e Berardelli Pier Celestino22. Di tale fatto di sangue esisteagli atti denuncia sottoscritta dal padre del Crespi, Angelo Crespi, inviata al Comando ca-rabinieri di Varallo Sesia in data 13 maggio 1946. L’Angelo Crespi venne udito quale teste

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al dibattimento in data 1o luglio 1952 e nel corso della sua deposizione presentò al Tribu-nale l’originale di una missiva arrecante tutti gli esteriori requisiti dell’autenticità, nellaquale il comandante del Presidio di Varallo Sesia comunicava all’ufficiale dello stato civi-le di Varallo il decesso dei due giovani con le seguenti parole: “Oggi alle ore 19 è stataeseguita la fucilazione alla schiena di Berardelli Pier Celestino di Michele e di GilardiElena nato a Torino il 27-5-1919, celibe, residente in Torino, via Cristoforo Colombo n.3, capo banda e organizzatore di ribelli (trovato in possesso di armi ed esplosivi) e di Cre-spi Carlo Alberto nato a Vigevano, via Guglielmo Oberdan n. 15, disertore, ribelle, rapina-tore (trovato in possesso di armi). Firmato: il comandante del distaccamento tenente Ra-stelli Nello”.

Il teste Angelo Crespi narrava quindi al Tribunale interessanti particolari circa l’ucci-sione del figlio. Il 4 aprile 1944 egli era stato avvertito che il figlio era stato ucciso a Va-rallo e ivi, da Vigevano, s’era immediatamente recato. Alla fine della Messa al campo chesi stava celebrando nella piazza per i militari egli s’era rivolto al Rastelli per conoscere imotivi dell’uccisione del figlio. Questi gli rispose che i due giovani erano stati fucilati dalplotone di esecuzione comandato dal tenente Colombo, presente al colloquio, chiosandola narrazione del fatto con la frase: “Cosa volete, oggi a me domani a te”, frase che pare siastata pronunciata anche dal Colombo. Il Rastelli gli mostrò inoltre la somma di L. 160.000che egli aveva trovato addosso al Crespi Carlo Alberto e che non restituì più alla famigliae con la quale sembra che si sia acquistato una motocicletta. In effetti il Crespi Carlo Al-berto, come il padre ebbe a precisare, era stato inviato dalla famiglia presso la villa del-l’amico Berardelli per sottrarsi alle chiamate fasciste. Quivi i due amici erano rimasti,aiutando i partigiani di Moscatelli: il Crespi, figlio di un industriale, era con tutta evidenzain possesso di ingenti somme ed è convincimento del Collegio che questa circostanza siastata non ultimo motivo della sua morte.

Comunque dalle risultanze di causa, il Collegio si è formato il convincimento che lamorte dei due poveri giovani sia stata determinata dal concorso del Rastelli con il Colom-bo, pure essendo responsabile in concorso l’imputato Zuccari, che senza dubbio da Ver-celli diede ordine di fucilazione.

Il Crespi ed il Berardelli vennero fucilati a ridosso del muro del cimitero di VaralloSesia: in quello stesso punto fu fucilato il giovane Cereda Alberto23. Costui venne uccisoin data 25 aprile 1944, ed il teste Crespi Angelo lo seppe dai guardiani del cimitero, chegli riferirono che il Cereda era stato arrestato alla stazione di Varallo mentre scendeva daltreno con l’accusa di essersi arbitrariamente allontanato dal reparto. Il teste si incaricò diavvertire la famiglia e di provvedere alla tumulazione del cadavere. Anche di questa ucci-sione deve essere ritenuta la responsabilità in concorso dello Zuccari e del Rastelli.

Il teste Michele Berardelli ha affermato all’udienza che il 3 aprile 1944 il Rastelli fecepubblicare ed affiggere sui muri della città un manifesto così concepito: “Legione Taglia-mento Distaccamento di Varallo comunicato: quest’oggi sono stati fucilati i banditi Be-rardelli Piero di Torino, Crespi Carlo di Vigevano, organizzatori di bande ribelli, rapinato-ri a mano armata trovati in possesso di armi e di esplosivi. Traditori della Patria. Varallo 3aprile 1944. Il Comandante del Distaccamento Nello Rastelli”. Lo sdegno dei familiariper tali inaudite frasi nei confronti dei loro poveri congiunti ben è compreso dal Collegio,che non può non rilevare che in questa come in altre occasioni, il cinismo e la menzogna,a copertura delle proprie malefatte, costituirono l’esecrabile metodo in particolare degliimputati Zuccari e Rastelli.

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L’uccisione del giovane partigiano Foglia Attilio, nato a Scopa Sesia il 21-1-1921, dicui al n. 9 della rubrica Zuccari24 è stata denunciata alla Questura di Vercelli dal coman-dante la Tenenza di Varallo Sesia in data 20 gennaio 1947. Nessuno dei testi citati relativa-mente a questo episodio si è presentato all’udienza, salvo il firmatario della denuncia ca-pitano Arturo Bellini, il quale non ha potuto se non confermare il rapporto stesso senzaaggiungere ulteriori particolari. Pare che l’uccisione del Foglia sia avvenuta nel corso delgrande rastrellamento compiuto dalla Tagliamento nella settimana di Pasqua 1944 nellaValsesia e di cui sarà parola qui appresso. Comunque, non esistendo altra prova sull’episo-dio, la denuncia di per sé deve essere considerata prova insufficiente e pertanto l’episodionon può essere considerato quale causa ostativa all’applicazione dell’amnistia per MericoZuccari.

Il n. 10 della rubrica Zuccari, addebitato quale causa ostativa all’applicazione della am-nistia anche al nominato Rastelli, riflette le conseguenze tragiche e disastrose dei rastrel-lamenti che la legione Tagliamento ebbe a compiere nell’alta Valsesia tra il dicembre 1943ed il giugno 194425. In particolare la più gran parte di distruzioni, saccheggi e ruberie ef-fettuati dalla Tagliamento in quella zona ebbero a verificarsi nel grande rastrellamento dicui è già stata fatta memoria, e che ebbe luogo nella settimana precedente alla Pasqua 1944.Di questa vasta azione militare, che lo Zuccari impostò per ordine diretto dei tedeschi esotto il loro controllo, sono rimaste larghe tracce agli atti di causa e particolarmente neldiario storico del 63o btg26. Partendo dalle basi operative di Varallo Sesia, di Boccioleto edi Bannio Anzino [No], il 63o btg. articolato in 3 compagnie iniziava il 5 aprile 1944 ilrastrellamento. Una colonna raggiungeva il passo di Baranca, un’altra si dirigeva attraver-so la Valstrona a Fobello e la terza da Varallo, lungo la strada per Pray, si dirigeva versoQuarona.

Le valli della Valsesia non erano ancora del tutto sgombre dalla neve recente: il 5 apri-le la villa Lancia, l’albergo Baranca erano saccheggiati e dati alle fiamme. Diecine e die-cine di abitazioni in alta montagna, le cosiddette “casere”, che il più delle volte conteneva-no la quasi totalità dei beni che l’arida terra montana fornisce ai suoi abitatori, venivanodate alle fiamme.

Dinanzi al Tribunale sono sfilati per oltre tre udienze, e precisamente nelle udienze del1-2-3 luglio 1952, circa cinquanta testi, i quali hanno narrato, con i sinceri accenti dei mon-tanari, le terribili vicende che essi ebbero a soffrire, nei beni e nelle persone, da parte deimiliti della legione Tagliamento. Non vi è dubbio che i sistemi usati nel corso dei rastrel-lamenti sono stati fra i più feroci e inumani che mai le forze tedesche e fasciste abbianousato nei confronti dell’inerme popolazione: il teste Strambo Giuseppe ha riferito che egliebbe incendiata la casera in montagna completamente arredata e provvista di legna da ar-dere e di foraggi; in paese gli fu saccheggiata la sua casa di abitazione, gli fu requisita unamanza, che i militi macellarono e mangiarono, ed egli stesso fu tratto in arresto con tuttala famiglia perché suo figlio non si era presentato alle armi. Dallo stesso Zuccari egli fuinterrogato, nel Municipio di Rimella, dove era insediato il quartier generale della Taglia-mento la sera del 5 aprile.

Dago Attilio ebbe anche lui la casera incendiata e fu arrestato come ostaggio. Fu inter-rogato dallo Zuccari e frustato dallo Zuccari in persona: prima dell’arresto poté assistereall’incendio sistematico di tutte le case lungo il percorso da Campello Monti a Rimella.Calzino Bernardo ebbe incendiate tre baite ed i militi gli rapinarono una capra. GiacobinoOrsola ebbe incendiata una casa di otto locali, tutti arredati, ed egual danno ebbe a soffrire

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la sorella. Bigliotti Delfina ebbe la casa incendiata in frazione Piana S. Maria di Fobello,perché suo figlio Paolo che militava fra le file partigiane non si era presentato. Le fu im-pedito da Zuccari e dall’imputato Fabbri di salvare qualche suppellettile della casa, ed anzifu tratta in arresto, e rinchiusa nell’Albergo della Posta di Fobello ed ivi selvaggiamentepercossa. Pure la casa bruciata ebbe Sfardini Enrico, perché il figlio Ubaldo non si erapresentato. Lo Sfardini venne arrestato e successivamente rilasciato perché il figlio Ubal-do era stato catturato e fucilato, sempre dai militi della Tagliamento. Falcione Piero fuarrestato con tre figlie e con loro portato a Varallo Sesia. La casa gli fu bruciata e nientepoté salvare. Bigliotti Giuseppina ha narrato al Tribunale il caratteristico metodo usato daimiliti della Tagliamento per incendiare le case. Il giorno 8 aprile, e cioè il sabato santo, imiliti entrarono in casa sua, cacciarono gli abitanti e posero una bomba incendiaria all’in-terno. Niente fu potuto salvare, salvo quattro mucche. Sua figlia e la domestica furonoarrestate e condotte a Varallo.

Giacobini Giustina ebbe bruciata la casa, catturati i due figli che furono deportati inGermania. E così, oltre ai testi citati, decine di altri hanno deposto dinanzi al Tribunalecirca le terribili malefatte della Tagliamento in quel periodo. L’azione di incendi e sac-cheggi era stata chiaramente preordinata e prevista in tutti i punti di appoggio che il Mo-scatelli ed i suoi partigiani potevano avere in Valsesia; si trattava di intimidire una voltaper tutte le popolazioni del luogo, sviluppando peraltro una situazione di permanente al-larme sociale, che potesse determinare una assoluta sottomissione alle autorità fascistedi tutti i cittadini della regione. Allo scopo di ottenere questo risultato i metodi usati dalloZuccari e dai suoi uomini non differivano alcunché, e forse li superavano per l’intensità eper la molteplicità degli episodi, da quelli usati dalle truppe tedesche in situazioni analo-ghe, ma in territorio straniero27.

La tipicità del comportamento dello Zuccari e dei suoi uomini in queste occasioni derivadal fatto obiettivamente rilevabile che si trattava di azioni svolte contro cittadini italiani econtro beni di cittadini italiani, nei confronti dei quali lo Zuccari usava gli atroci sistemidei comandanti di truppe coloniali contro gli indigeni in rivolta.

La responsabilità dei fatti di cui al numero dieci della rubrica Zuccari va addebitata an-zitutto ad esso Zuccari, come colui che personalmente diresse ed ordinò tutte le impresedi cui a quel numero del capo di imputazione. Le stesse imprese figurano al capo “c” dellarubrica Rastelli: l’imputato Rastelli Nello è stato rinviato a giudizio dal giudice istruttoreper rispondere anche di queste azioni criminose, come fatti ostativi, evidentemente per-ché, nella sua qualità di comandante del Presidio di Varallo, che come si è detto fu unadelle basi di operazioni per il grande rastrellamento di aprile, era il presunto efficace col-laboratore alle azioni stesse in concorso con il suo comandante. Di tutti i testi uditi sul-l’argomento uno solo, certo Zanoletti Giacomo, ha fatto specificamente il nome di Ra-stelli, mentre diciannove hanno con insistenza ripetuto il nome del Fabbri come di coluiche, insieme allo Zuccari è additato dal pubblico riconoscimento come presente a Fobel-lo, presente ed emanante ordini precisi sul luogo degli incendi e degli arresti. Di tutto ciòil Collegio terrà conto quando, in sede di valutazione della figura del collaborazionista Fab-bri Antonio dovrà esprimere il suo giudizio. Per ora non può che escludere qualsiasi ob-biettiva imputabilità per questi fatti a carico dell’imputato Rastelli Nello.

[...]28

Il dodicesimo episodio della rubrica Zuccari riguarda il ferimento seguito da morte diRasario Giuseppe, avvenuto il 13 aprile 1944 in Valduggia. Di questo episodio esiste de-

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nuncia a pag. 55 del volume A esami testimoniali, a firma del padre Rasario Leone fu Car-lo.

Il povero Rasario Giuseppe era un operaio della ditta F.lli Conti di Valduggia. Il giorno13 aprile 1944 verso le ore 1.30 si trovava all’ingresso dello stabilimento in procinto diiniziare il suo turno di lavoro. Ad un tratto scorse arrivare un camion di militi della Taglia-mento che, fermatisi, circondarono la fabbrica al solito scopo di effettuare le loro arbi-trarie ed illegittime perquisizioni ed arresti. Come quasi tutti i suoi colleghi, il Rasariofuggì preso dal terrore: i militi entrarono nello stabilimento sparando all’impazzata, ed unodi essi, scorto il Rasario che fuggiva in cortile, gli sparò addosso ferendolo gravemente.

Poco dopo, raccolto in casa dai proprietari della fabbrica, il Rasario decedeva. Del fattoè stata data testimonianza all’udienza dal padre Rasario Leone, da Buratti Vincenzo e daCrevola Giovanni: nessuno dei testi ha potuto dare notizia circa l’identità dello sparatore,che comunque era un milite che nel momento in cui sparava a Rasario Giuseppe eseguivafedelmente gli ordini e le direttive di Merico Zuccari, che considerava tutti coloro chenon appoggiavano l’invasore come suoi personali nemici.

La denuncia relativa al tredicesimo episodio trovasi al foglio 45 rapporti e denuncie, afirma del maresciallo comandante la stazione di Varallo Sesia in data 8 luglio 1949 direttaall’ufficio istruzione militare di Milano. In essa si denunciava l’uccisione effettuata in data15 aprile 1944 alle ore 12.30 presso il cimitero di Varallo Sesia, da parte di un repartodella Tagliamento di Scotti Giovanni, Gagliardi Natale, Moretti Mario, Gallizia Carlo, Fer-raris Fedele, Pellegatti Nicola, e dei prigionieri inglesi evasi Miller Fred, Brown William,Mac Kraken [recte James Mc Crachen] di Camphel [recte Campbell]. L’uccisione di questiinfelici è addebitata quale causa ostativa all’applicazione della amnistia a carico di Zucca-ri e di Rastelli. Quest’ultimo in quel periodo, come già si è visto, fu comandante del Pre-sidio di Varallo, ed ivi compì queste ed altre imprese. Dell’episodio hanno parlato dinanzial Tribunale i testi Falcione Delfina, Ferraris Giuseppe, Gallizia Teresa, i genitori di trevittime. La teste Falcione Delfina, madre di Moretti Mario, ha narrato che il figlio si erasbandato all’8 settembre e non aveva collaborato né con i partigiani né con i fascisti. In-sieme ad un altro figlio egli fu arrestato dai militi della Tagliamento e fucilato a Varalloinsieme con gli altri otto. Il teste Ferraris Giuseppe, padre di Ferraris Fedele ha dichiaratoche il figlio fu preso dai militi a Cravagliana mentre si trovava a passeggio con la fidanzata.Fu portato a Varallo nell’edificio scolastico requisito dal Rastelli e ivi interrogato e trat-tenuto una quindicina di giorni. Il teste e sua figlia si interessarono presso lo Zuccari perottenere la liberazione del Fedele; la figlia arrivò anche ad offrire allo Zuccari la sommadi 120.000 lire per ottenere la liberazione del fratello. Lo Zuccari rifiutò la somma, ag-giungendo che il Ferraris Fedele era un “pessimo delinquente”. La teste Gallizia Teresa,sorella di Gallizia Carlo, ha dichiarato al Tribunale che l’8 aprile 1944 i militi vennero acasa sua ad arrestare il fratello, in Fobello. Il fratello non era partigiano. Di lui non ebbepiù notizie.

Le deposizioni di questi tre testimoni, ad avviso del Collegio, sono sufficienti per chia-rire l’episodio dei nove fucilati. Invero la fucilazione avvenuta il 15 aprile 1944 presso ilcimitero di Varallo Sesia rappresentava una delle dirette conseguenze del rastrellamentoin grande stile effettuato nei giorni precedenti dalla legione Tagliamento. Anche la pre-senza dei tre ex prigionieri inglesi è con tutta evidenza dovuta alla “ripulitura della Valse-sia”. La diretta partecipazione è stata chiaramente provata dalle dichiarazioni del teste Fer-raris Giuseppe, il quale si è rivolto ad impetrare per il figlio al Rastelli e allo Zuccari, ri-

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cevendone la risposta già citata. È agevole dedurre pertanto che se lo Zuccari e il Rastellierano a conoscenza e avevano già deciso in merito alla sorte del povero Fedele Ferraris,così pure delle altre otto vittime essi sono responsabili, ed esse vanno ad aggiungersi alloro già pesante fardello.

Il 6 maggio 1944, alle ore 14.30, vennero fucilati nel cimitero di Varallo Sesia altridue partigiani: Varalli Silvio e Strepponi Giovanni Battista29. La denuncia di tale fatto ècontenuta nel rapporto già citato dei carabinieri di Varallo Sesia in data 8 luglio 1949. Diessi hanno parlato diffusamente all’udienza i testi don Giuseppe Del Signore, CravaroliGaudenzio. Don Giuseppe Del Signore, parroco di un piccolo paese vicino a Varallo, Lo-carno Sesia, ricevette ai primi di maggio 1944 la visita di un partigiano nella casa parroc-chiale, il quale gli chiese se poteva ospitare un altro partigiano gravemente ferito. Nonessendo sicura la casa parrocchiale lo fece ospitare nella sua casa paterna. Dopo due o tregiorni si presentarono alla parrocchia il tenente Pucci della Tagliamento con alcuni militi,i quali perquisirono la canonica e la chiesa e il campanile alla ricerca dei due partigiani.Viste vane le ricerche, i militi si sparsero per il paese compiendo violenze sino a che ilDel Signore, visto che minacciavano di bruciare l’intero paese, si decise a rivelare il na-scondiglio. Il tenente Pucci lo colpì con pugni e schiaffi e quindi lo fece salire sul camionassieme al ferito che era il nominato Varalli Silvio e al compagno che l’assisteva, Streppo-ni Giovanni Battista. Li portarono a Varallo e qui, mentre egli veniva interrogato, il Varallie lo Strepponi vennero fucilati. Il teste dovette soffrire ancora per molto tempo delle an-gherie ad opera della Tagliamento. Nel corso di interrogatori fu percosso dall’imputatoRastelli e minacciato. Quindi fu sottoposto a procedimento penale da parte del Tribunalespeciale per la difesa dello Stato di Torino e prosciolto.

Il teste Cravaroli Gaudenzio vide arrivare il camion con i due partigiani e il prete, men-tre trovavasi detenuto all’albergo Italia. Il teste Cesare Moscone, giudice del Tribunale diBiella, trovavasi detenuto all’albergo Italia, in quei giorni, ed aveva già assaggiato la bruta-lità del Rastelli e dei suoi uomini. Egli era in una stanza del predetto albergo, legato manie piedi, quando furono introdotti nella stanza il Del Signore e i due partigiani. Dopo unamezz’ora circa, e dopo che don Del Signore ebbe subito le invettive del suo indegno con-fratello padre Intreccialagli, cappellano della Tagliamento, i partigiani vennero fatti scen-dere e portati al cimitero dove furono fucilati. Aggiungeva il teste di non sapere chi ordinòil fuoco alla fucilazione dei due: sicuramente poteva dire però che in quel giorno a Varalloc’erano solo due ufficiali: il Rastelli, comandante, ed il sottotenente Colombo.

Questo episodio in cui venne fucilato un povero partigiano ferito ed un altro suo com-pagno dimostra, se ve ne fosse ancor bisogno, i metodi spicci e crudeli del nominato Ra-stelli, del quale va riconosciuta la responsabilità di questo ulteriore fatto di sangue unita-mente al suo comandante Zuccari Merico.

Gli episodi 15o e 16o della rubrica Zuccari concernono i fatti di sangue intervenuti inS. Maria di Curino l’8 e 9 maggio 194430, per i quali non esiste denuncia agli atti, fatti chesono emersi nel corso degli interrogatori istruttori e convalidati dalla diffusa narrazioneche in essi è contenuta nel citato diario storico del 63o btg.

L’azione di S. Maria di Curino venne condotta dalla prima compagnia del 63o btg., dicui, dal 24 aprile 1944, aveva assunto il comando l’allora capo manipolo Carlo De Mattei.L’8 maggio 1944, dopo una serie di perlustrazioni di pattuglie in abito civile nella zonaintorno a Pray, sede del Comando di compagnia, che nei giorni precedenti il De Matteiaveva disposto tentando di mettersi in contatto con i partigiani del luogo per condurli in

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una imboscata, un plotone al comando del tenente [Giuseppe] Mazzoni, come testualmen-te dice il diario storico “decide di perlustrare la località di S. Maria di Curino sempre moltofrequentata dai banditi. Bloccate tutte le entrate del paese, il sottocapo manipolo [Sergio]Schianchi che già conosceva la località si porta all’altezza dell’osteria sulla quale vigila unbandito contro il quale l’ufficiale apre il fuoco uccidendolo. Nasce una violenta sparatoriafra i legionari ed il gruppo di tredici banditi comandati dal Gemisto31 che si trovano nel-l’osteria. Al rumore della sparatoria anche il sottocapo manipolo Mazzoni si porta sottocon i suoi uomini. Dopo mezz’ora di ostinata violentissima lotta la resistenza viene doma-ta ed i banditi lasciano sul terreno 11 morti, un altro viene fatto prigioniero, mentre il Ge-misto benché ferito riesce a fuggire. Viene pure tratto in arresto il magazziniere del Con-sorzio locale, favoreggiatore dei ribelli e detentore abusivo di armi. Da parte nostra sicontano le seguenti perdite: un morto: serg. Baraldi Renzo. [...] All’arrivo del capo mani-polo De Mattei viene passato per le armi il magazziniere”32.

Il teste Foglia Noè fu fermato la sera dell’8 maggio 1944 a circa un chilometro da S.Maria di Curino dai militi della Tagliamento. Questi gli chiesero se aveva visto dei parti-giani e alla sua risposta negativa lo lasciarono andare. Mentre stava giungendo a casa, dopocirca un quarto d’ora, udì una sparatoria. Il mattino dopo, verso le sei, vide il cadavere diPagliazzo Giovanni, steso sulla piazza. Gli dissero che il Pagliazzo era stato ucciso da unufficiale venuto di fuori dopo il conflitto.

Il teste Locca Silvio riferiva che la sera dell’8 maggio 1944 arrivò nel suo esercizio ungruppetto di partigiani che sedutosi ad un tavolo ordinò tre aranciate. Il teste si avviò as-sieme ad un partigiano, che pare fosse il Gemisto alias Moranino, verso la cantina, mentreuno dei partigiani si alzò dal tavolo per montare la guardia davanti alla porta dell’esercizio.Appena fu sulla soglia, il partigiano venne colpito da una raffica di mitra e ucciso. Da ogniparte, dalla porta e dalle finestre furono sparati colpi di mitra contro i partigiani che benpresto, pur reagendo al fuoco, furono sopraffatti. Nel conflitto furono uccisi 9 partigianie 2 vennero feriti, mentre tra i militi ci furono 1 morto e 7 feriti circa, tra cui il tenenteSchianchi, il quale per tal motivo cedette il comando al tenente Mazzoni. Tutti i feriti ven-nero portati alla casa del parroco. Il tenente Mazzoni scrisse un biglietto, che mandò alComando di compagnia di Pray: in seguito giunsero due camion sopra uno dei quali furo-no posti i militi feriti, mentre sopra l’altro vennero fatti montare il teste Locca, un parti-giano prigioniero e certo Pagliazzo Giovanni. Questi era il locale magazziniere del Con-sorzio agrario, che era stato catturato dai militi, sembra, perché sospetto favoreggiatoredei partigiani.

Verso l’alba giunse, proveniente dalla strada di Pray, una macchina da cui scese un uf-ficiale che i militi dissero chiamarsi De Mattei, il quale chiese ai militi chi fossero i pri-gionieri, e perché vi fosse un prigioniero di più e cioè il Pagliazzo Giovanni. Il De Matteiera accompagnato da un civile, il quale, evidentemente al corrente di quanto era avvenutoa S. Maria di Curino, lo informò che si trattava del magazziniere. Al che il De Mattei sirivolse al Pagliazzo, dicendo: “Ah, vigliacco, sei tu il magazziniere?” e contemporanea-mente estrasse la pistola sparando tre colpi contro il Pagliazzo, uccidendolo. Il teste Loc-ca Silvio si trovava in quel momento accanto al Pagliazzo; egli aggiungeva che non avevaconosciuto il De Mattei fino a quel momento, ma che in seguito aveva potuto identificarecon assoluta certezza l’ufficiale che aveva sparato al Pagliazzo nella persona del De Mat-tei, in quanto era stato prigioniero nelle scuole di Pray, in mano ai militi della Tagliamentocomandati dal De Mattei, per parecchi giorni ed ivi aveva più volte visto il De Mattei, udi-

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to i militi chiamarlo con tal nome, aggiungendo che al momento dell’uccisione del Pa-gliazzo il De Mattei zoppicava.

Il teste Settia don Antonio, parroco di S. Maria di Curino, dichiarava all’udienza che lasera dell’8 maggio 1944, dopo una sparatoria proveniente dal retro della casa parrocchia-le, gli furono portati in casa dai militi parecchi feriti e tra questi un ufficiale che sentìchiamare “Schiano”. Nella canonica trascorse la notte anche il prigioniero Pagliazzo, manon era presente nel momento in cui il Pagliazzo venne portato fuori dalla canonica. Egliperò, verso l’alba, udì una scarica che non sapeva precisare se fosse provenuta “da armaautomatica oppure da pistola”. Poco dopo vide il Pagliazzo cadavere che presentava sulcapo i segni di vari colpi di arma da fuoco. In paese sentì dire che l’ufficiale che avevaucciso il Pagliazzo rispondeva al nome di De Mattei.

A domanda del difensore dell’imputato De Mattei rispondeva di non aver sentito in paesediscussioni sul nome dell’ufficiale che aveva ucciso il Pagliazzo. Sempre a richiesta delladifesa del De Mattei, rispondeva che dopo l’uccisione del Pagliazzo aveva presentato lamoglie e la figlia di questi ad un ufficiale con un braccio anchilosato, al quale disse disbrigarsela con i parenti della vittima, aggiungendo: “Avete ucciso uno dei vostri”, inten-dendo dire che il Pagliazzo era un simpatizzante fascista, al che il tenente rispose: “Fateche sia un eroe, lo iscriveremo nell’albo d’oro”.

Ciò avvenne qualche ora dopo l’uccisione. Durante la notte nella canonica egli avevavisto due ufficiali, ma non quello con cui parlò in quell’occasione. Aggiungeva, sempre arichiesta, di non sapere se il Pagliazzo era stato ucciso sopra il camion oppure a terra; ilcadavere l’aveva visto a terra. Aveva notato che i colpi sulla testa del Pagliazzo erano più ditre, ma non sapeva se si trattasse di fori d’entrata o d’uscita.

L’uccisione del Pagliazzo Giovanni figura al n. 16 del capo di imputazione di ZuccariMerico, nonché quale unico fatto costituente ipotesi di causa ostativa per l’applicazionedell’amnistia a carico dell’imputato Carlo De Mattei. Il difensore del De Mattei ha propo-sto una vigorosa difesa tendente a dimostrare la non responsabilità del suo difeso in ordi-ne alla uccisione di cui è parola per i seguenti motivi, e per le seguenti circostanze emer-genti:

1 - il teste Locca non sarebbe testimone degno di fede, sia per il decorso del tempo siaper le contraddizioni in cui è caduto riscontrabili nel raffronto della deposizione resa dalui in istruttoria con quella resa all’udienza;

2 - l’identificazione dell’ufficiale che sparò al Pagliazzo nella persona del De Mattei èstata, da parte del Locca, arbitraria ed incerta;

3 - esiste la prova che il De Mattei a quel tempo non zoppicava, ed è falso che il DeMattei avesse l’accento “centrale” e non piemontese come asserisce il Locca, risultandoil De Mattei nativo e dimorante nella città piemontese di Tortona.

Il Collegio in verità si è riproposto tutti questi quesiti in omaggio alla ricerca della verità,che è suo dovere, ed anche alla appassionata difesa che il latitante De Mattei ha ricevutoad opera della sorella, che più volte ha deposto all’udienza, nonché ad opera di altri testinon conferenti alla materia di causa, che la difesa ha fatto udire in udienza.

Innanzitutto il Collegio ritiene che il teste Locca sia testimone assolutamente attendi-bile, sia per le circostanze che lo videro presente ed in condizioni di poter perfettamenteudire e vedere, sia per il nesso logico e la continuità complessiva e sostanziale delle testi-monianze da lui rese anche a distanza di anni, sia infine perché non è emerso in causa alcunmotivo previsto dalla legge che giustifichi un’invalidazione della sua testimonianza. Né

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peraltro le contraddizioni in cui egli sarebbe caduto all’udienza, rispetto alla deposizioneistruttoria sono tali, se pur esistono, da poter comunque porre in dubbio l’accusa che ilteste formula, in modo preciso e incontrovertibile, nei confronti dell’imputato De Mat-tei, come l’uccisore del Pagliazzo.

Si tratterebbe anzitutto, a detta della difesa, della circostanza secondo la quale il Pa-gliazzo sarebbe stato ucciso mentre era a terra, così ha dichiarato il Locca all’udienza, enon sul camion, come il Locca avrebbe dichiarato dinanzi al giudice istruttore in data 29settembre 1948. Il Collegio ha voluto a questo proposito eseguire un diligente raffrontodei due verbali di interrogatorio del Locca, dal quale ha rilevato che non è affatto vero cheil Locca abbia dichiarato dinanzi al giudice istruttore che il Pagliazzo è stato ucciso men-tre era sopra il camion anziché a terra; in verità il Locca in istruttoria non ha detto nulla aquesto proposito, e la mancata precisazione della circostanza non può indurre il Collegioa ritenere che il teste intendesse dire ciò che in effetti non ha detto. D’altra parte le ragio-ni con le quali il Locca ha spiegato al Tribunale la identificazione dell’ufficiale da lui ef-fettuata sono quanto mai attendibili, dato che non è controversia in causa circa la deten-zione sofferta dal Locca a Pray e altrettanto è certo, perché risulta dal diario storico, cheil Comando della prima compagnia del 63o btg. era in quei giorni a Pray, e che il coman-dante della compagnia era l’imputato De Mattei.

Per quanto attiene all’asserzione del teste circa il fatto che il De Mattei era zoppicanterisulta in causa, perché l’ha dichiarato l’imputato presente Alimonda, che il De Mattei ri-mase ferito in combattimento nei primi di dicembre 1943 e, secondo 1’Alimonda, avreb-be zoppicato per un paio di mesi.

La difesa dell’imputato De Mattei ha richiesto la citazione quale teste del medico cheebbe a curare il De Mattei per la ferita riportata, il quale, udito all’udienza, dichiarava chepur trattandosi di ferita comminuta era impossibile che alla distanza di sei mesi il De Matteizoppicasse ancora. Senonché, ad avviso del Collegio, è quantomeno sorprendente che nellaprima compagnia del 63o btg. ci fosse un solo ufficiale che zoppicasse, e che quello vengaindicato essere il De Mattei di cui risulta la ferita recente. Comunque è convincimentodel Collegio che questa circostanza non possa ritenersi valida come prova di una erroneaidentificazione da parte del teste Locca, come pure non sia da tener in alcun conto l’evi-dente errore del Locca che ha asserito che l’accento dell’ufficiale che sparò al Pagliazzoera un accento “centrale” e non piemontese, in quanto non si può pretendere da un oste diun paese di montagna che riesca di primo acchito a distinguere i vari accenti regionali eche di un fenomeno auditivo labile ed incerto possa ritenere memoria per un lungo decor-so di anni.

In verità, oltre la deposizione del Locca, sono emerse a carico del De Mattei altre pro-ve ed indizi collaterali che confortano il convincimento del Collegio circa la responsabi-lità del De Mattei relativamente alla uccisione del Pagliazzo. Tra questi la frase già ripor-tata più sopra del diario storico: “All’arrivo del capo manipolo De Mattei viene passatoper le armi il magazziniere”, circa la quale è da osservare che esiste indubbiamente un nessologico tra la morte del magazziniere e l’arrivo del De Mattei a S. Maria di Curino, tale cheil compilatore del diario ha accomunato le due circostanze in un unico rilievo; e cioè chenon può essere avvenuto se non in conseguenza di un avvenimento che colpisce la memo-ria e le facoltà riproduttive del compilatore stesso con immediato vigore. Inoltre, e vera-mente “ad abundantiam” il teste don Settia non ha esitato ad affermare all’udienza che inpaese si faceva il nome del De Mattei quale autore del crimine e che nel paese stesso non

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era mai sorta discussione alcuna circa l’identità dello sparatore. Quanto poi al rilievo del-la difesa circa il numero dei colpi riscontrati dal Settia sulla faccia del Pagliazzo, è dicomune conoscenza che tre colpi di pistola sparati a bruciapelo sulla faccia di un uomonon possono lasciare tracce ben definite e circoscritte. La testa, si sa, non è una massamuscolare dove le pallottole possono delineare i fori precisi, ma è un complesso di ossa,cartilagini e materia molle in cui le pallottole producono certamente molto scompiglio.

Per quanto precede il Collegio esprime il proprio pieno convincimento che esista provacompleta e tranquillante della responsabilità del De Mattei in ordine al fatto a lui conte-stato come causa ostativa alla applicazione dell’amnistia nei suoi confronti.

Il 17o episodio che figura alla rubrica di Zuccari, concerne l’uccisione dei partigianidott. Casaburro [recte Casaburo Sossio] Vito, Castoldi Mario [recte Gastaldi Giovanni“Marco”], Maneghini [recte Meneghini] Bruno, Maneghini Gino [recte Meneghini Luigi],De Micheli Piero [recte Pietro], De Micheli Lino, Corà Adriano, Comoli Luigino e GodiAmelio [recte Aurelio], avvenuta il 9 maggio 1944 a Forno di Valstrona, episodio che èpure contestato, come causa ostativa all’applicazione dell’amnistia, agli imputati latitantiFabbri Antonio e De Filippis Alfonso. Il grave fatto di sangue venne denunciato in data 20-6-1946 dalla Questura di Novara al pubblico ministero presso la Corte di assise specialedi Novara, a firma del questore dott. Di Guglielmo. Nella primavera del 1944, come risul-ta dalla denuncia, le formazioni partigiane della zona avevano organizzato in Forno diValstrona un ospedaletto in cui venivano ricoverati i partigiani feriti e ammalati che nonpotevano più oltre sopportare la dura vita d’alta montagna. L’infermeria era situata in unacasa nel centro del paese ed ivi prestava servizio in qualità di medico il dott. Vito Casabur-ro, mentre il Godi fungeva da infermiere. All’alba del 9 maggio 1943, racconta il teste donGiulio Zolla parroco del paese, i militi, sopraggiunti in paese, iniziarono una sparatoriacontro l’infermeria. Si trattava di un reparto della 4a compagnia del 63o btg., comandatodal Fabbri e dal De Filippis, i quali, fruendo della sorpresa, fecero immediatamente pri-gionieri i partigiani che si trovavano nell’infermeria, dopo averne ucciso uno all’atto del-l’irruzione. Il buon parroco si affrettò ad andare sul luogo e quivi ebbe un colloquio con ilFabbri ed il De Filippis, impetrando per la salvezza dei superstiti. Rassicurato dal Fabbri,egli andò a celebrare la messa ed aveva appena finito che si sentì chiamare in piazza doveil sottotenente De Filippis lo aspettava.

Nella piazza erano gli otto giovani colle mani legate dietro la schiena e addossati aduna palizzata: il De Filippis ordinò a don Zolla di confessarli e questi procedette alla con-fessione, ancora tre volte impetrando per la salvezza dei fucilandi, due volte recandosi dalDe Filippis perché il Casaburro l’aveva pregato di far presente la sua qualità di medico estra-neo alle parti contendenti, ed una volta per i fratelli Meneghini che chiedevano che di lorofosse risparmiato almeno uno, affinché potesse ritornare dalla mamma sola e bisognosa.Il don Zolla ricevette per tutta risposta l’ordine di De Filippis di far presto e di non sec-carlo e poco dopo vide l’esecuzione degli otto giovani, comandata dallo stesso De Filip-pis, il quale finì con un colpo di grazia alla nuca uno dei giovani che si contorceva. Il testeseppe poi che il tenente Fabbri aveva telefonato ad un suo superiore dal telefono pressol’albergo Leone, e che allo sconosciuto interlocutore egli aveva detto che non aveva ilcoraggio di eseguire l’ordine di fucilazione e che gli stato risposto di eseguirlo. Dopo l’ese-cuzione il teste parlò con il Fabbri, il quale non gli volle fornire alcuna spiegazione del-l’accaduto e chiesto dal sacerdote se poteva fare i funerali rispose che dei cadaveri non gliimportava niente.

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La teste Artemisia Meneghini, madre dei due fratelli Meneghini Bruno e Gino uccisiin quell’occasione, dichiarava all’udienza che da quanto aveva sentito in paese dopo l’uc-cisione era voce che i partigiani non si fossero difesi, circostanza questa affermata anchedal teste Calletti Albino, che era il capo partigiano che aveva provveduto all’organizzazio-ne dell’infermeria e che vi era stato ricoverato sino all’8 maggio 1944. Questi affermavache il Godi fu ucciso subito perché si era affacciato alla finestra al rumore dei primi spari.Precisava quindi che uno dei due fratelli De Micheli era ferito, che il Corà era ammalatodi pleurite e il Comoli affetto da un male simile. Degli altri, i due Meneghini si erano re-cati all’infermeria per salutare il Casaburro ed ivi avevano pernottato e l’altro De Michelisi trovava colà per assistere il fratello, mentre il Godi fungeva da infermiere. Altrettantodichiarava il teste Coppo Giuseppe, anch’egli capo partigiano della zona, il quale aggiun-geva che all’infermeria di Forno c’erano un paio di mitra tenuti inattivi presso l’ingressoin conformità agli ordini che egli aveva impartito affinché l’infermeria stessa venisse ri-spettata dagli avversari.

Osservava il Collegio che in verità i partigiani della zona dimostrarono in questa occa-sione troppa confidenza nella cavalleria e nel sentimento d’onore militare e nell’umanitàdei loro avversari. L’episodio di Forno di Valstrona è uno dei più feroci e dei più inutil-mente spietati di quelli che figurano nel capo di accusa degli attuali imputati. La fucilazio-ne di medici e feriti costituisce, ad avviso del Collegio, un delitto di tali enormi propor-zioni, che il fermarsi a ulteriormente considerarlo significherebbe prolungare vieppiù uncommento che scaturisce dalla natura stessa del fatto. All’imputato Zuccari Merico, checon le sue direttive e i suoi ordini rese possibile un tale fatto, e agli imputati Fabbri Anto-nio e De Filippis Alfonso che con tanta criminosa solerzia adempirono a tali ordini, il fat-to di cui è parola deve attribuirsi in responsabilità concorsuale e deve essere ritenuto qua-le causa ostativa all’applicazione dell’amnistia nei loro confronti.

Al numero 18 della rubrica Zuccari figura un episodio di requisizione arbitraria me-diante minaccia a mano armata di metri 2.407 di tessuto ai danni di Ballarani Tarcisio, av-venuto il 19 maggio 1944 in Piode di Scopello.

Figura agli atti una domanda del danneggiato diretta all’ill.mo sig. procuratore della Re-pubblica in Vercelli in data 4-3-1948, denuncia che il Ballarani ha confermato in udienza,significando che il tessuto di cui è parola si trovava in un magazzino sito nella casa parroc-chiale di Piode di Valsesia. Quivi il 10 maggio 1944 giunsero i militi della Tagliamento,comandati da un ufficiale sconosciuto, requisirono la stoffa e bastonarono il parroco. Lastoffa fu portata a Varallo e quindi usata in pagamento di manifattura di divise. Dette circo-stanze vennero confermate dai testi Guidotti e Monte Corradino.

Osserva che questo episodio non può essere ritenuto come costituente uno dei fattiprevisti dall’art. 3 del d.l. 22-6-1946 come ostativi all’amnistia in esso decreto regolata.Comunque esso è uno dei tanti episodi che valgono a confortare l’opinione di questo Col-legio circa i metodi usati dagli ufficiali e dai militi della Tagliamento nei confronti deibeni dei cittadini italiani e rientra comunque nel quadro d’assieme delle attività illegali daquesto reparto compiute nel corso dell’occupazione nazifascista del territorio italiano asostegno del nemico tedesco invasore.

Con rapporto in data 10-12-1947 il comando della Stazione dei carabinieri di Mottal-ciata denunciava al giudice istruttore militare presso il Tribunale militare di Bologna l’ec-cidio di 20 partigiani fucilati in quel comune il 17 maggio 1944, ad opera di un repartodella legione Tagliamento. Tre di costoro erano stati uccisi in combattimento presso la

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cascina Caprera e la cascina Mondovà, mentre i rimanenti diciassette erano stati fucilatiad opera dello stesso reparto presso il cimitero di Mottalciata.

Questo episodio figura al n. 19 del capo di imputazione di Zuccari Merico ed altresìcome unica causa ostativa per l’applicazione dell’amnistia nei confronti dell’imputatoGuido Alimonda33. Questi, presente in stato di detenzione fin dall’inizio del dibattimento,dichiarava in sede di interrogatorio che nella notte tra il 16 e il 17 maggio 1944 egli avevaricevuto l’ordine direttamente dal comando di legione di recarsi con la sua compagnia, laterza del 63o btg., nella zona di Mottalciata, e precisamente nei pressi delle cascine Ca-prera e Mondovà, dove si trovavano delle formazioni partigiane. Così infatti era avvenuto,ed egli, col suo reparto, aveva assalito di sorpresa i partigiani rinchiusi nelle cascine, i qualidopo breve resistenza, e dopo aver avuto la perdita di tre uomini, si erano arresi ed eranostati fatti prigionieri. Il suo reparto ebbe una sola perdita. Ufficiali subalterni in quell’azioneerano stati il tenente [Angelo] Poggi e il sottotenente [Giuliano] Pompili.

Da Mottalciata, all’alba del 17, 1’Alimonda telefonò all’imputato Zuccari, il quale gliordinò di disporre per la fucilazione in Mottalciata di tutti i catturati.

Egli eseguì l’ordine, ed incaricò del comando del plotone di esecuzione uno dei duesubalterni, quale dei due egli ben non ricordava. Verso le 12.30 i 17 sopravvissuti venivanofucilati presso il cimitero di Mottalciata, alla presenza dell’Alimonda e del maggiore Giu-seppe Ragonese, comandante del 63o btg. nonché dell’aiutante maggiore di btg. tenenteSardo.

Il teste don Giovanni Rizzollo, parroco di Mottalciata, dichiarava all’udienza di averassistito spiritualmente i morituri prima dell’esecuzione e di aver assistito alla esecuzio-ne stessa; altrettanto dichiarava il teste don Flavio Bobbola, parroco di Cossato, il qualeaffermava altresì, che trovandosi con don Rizzollo nel Municipio di Mottalciata, aveva par-lato con un capitano della Tagliamento, che non riconosceva nell’imputato presente Ali-monda, scongiurando di salvare la vita ai partigiani, magari facendoli deportare in Germa-nia. Nuovamente interrogato il capitano Alimonda dichiarava che era stato lui stesso aconvocare il parroco in Municipio per l’assistenza ai prigionieri, ma che non ricordava seil sacerdote gli avesse chiesto di mandare i giovani in Germania anziché fucilarli; che co-munque egli avrebbe risposto in ogni caso che la decisione non dipendeva da lui ma dalcomandante della legione.

Oltre a questi testi è sfilata dinanzi al Tribunale nelle udienze dedicate all’istruttoria ditale episodio la dolorosa teoria dei parenti delle vittime, i quali peraltro nulla potevanoaggiungere alle risultanze dei fatti, essendo per la maggior parte assenti da Mottalciata edavendo rinvenuto i propri parenti fucilati ammucchiati presso il cimitero, a cui mancavanoper la maggior parte le scarpe e i portafogli, mentre l’imputato Alimonda, interrogato,escludeva che ai cadaveri dei fucilati fossero state tolte le scarpe, mentre i portafogli,secondo le istruzioni da lui avute in proposito dal Comando della Legione erano stati re-quisiti ed inviati al predetto Comando.

L’aperta confessione dell’imputato Guido Alimonda, circa la sua attiva e diretta parte-cipazione all’eccidio di Mottalciata, in cui trovarono la morte 17 giovani di cui alla rubri-ca, ha di molto facilitato al Collegio il convincimento relativamente alle modalità ed allecircostanze dell’episodio. Peraltro il difensore dell’imputato Alimonda ha prospettato alCollegio una diversa versione dei fatti dalla quale scaturirebbero differenti conseguenzein ordine alla responsabilità dell’Alimonda. È stato detto che il maggiore Ragonese erastato inviato sul posto dal comandante Zuccari onde riuscire a vincere, con il proprio in-

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tervento di superiore gerarchico, la presunta riluttanza dell’Alimonda a porre in esecuzio-ne l’ordine sanguinario. Come già si è detto, il Tribunale si è spogliato dell’azione penalenei confronti del Ragonese Giuseppe, rimettendo gli atti relativi al p.m. ai sensi dell’art.477 c.p.p. In questa sede pertanto il Collegio esamina la posizione del Ragonese nei fattidi Mottalciata unicamente per i riflessi che da essa possono sorgere nei riguardi dell’im-putato Alimonda. Questi, nota il Collegio, non ha mai sostenuto una simile versione negliinterrogatori cui è stato sottoposto ed il Collegio opina che, con la franchezza che gli sideve riconoscere, egli l’avrebbe apertamente dichiarato, qualora ne fosse stato a conoscen-za. È francamente impensabile che l’imputato, a suo parziale discarico, non abbia prospet-tato al Tribunale le circostanze relative alle sue manifestazioni di riluttanza, qualora que-ste ci fossero state. La verità è che l’Alimonda nulla fece per sottrarsi all’ordine a luiimpartito ed anzi lo assolse con la rigidità che gli è caratteristica. Il maggiore Ragonese,secondo il convincimento del Collegio, non giunse a Mottalciata il mattino del 17 maggio1944 per presiedere alla fucilazione dei 17 partigiani, ma per commemorare dinanzi aimiliti della compagnia la morte del commilitone caduto nei combattimenti svoltisi la not-te precedente, e comunque il suo intervento sarebbe stato superfluo. Invero nel registrofonogrammi del 63o btg.34, del cui originale il Collegio è venuto in possesso a mezzo delconsigliere di Stato Lionello Levi, si legge alla pag. 27 nel fonogramma diretto da Curinoalle ore 20.30 del 17-5-1944 dal Comando 3a compagnia al Comando di legione: “comeda autorizzazione del superiore Comando di legione i 17 superstiti furono passati per learmi a Mottalciata”.

Il valore dell’espressione “autorizzazione” contenuta nel fonogramma non deriva dal-l’attribuzione ad esso di un significato attinente alla definizione giuridico-amministrativadella parola stessa, ma da quell’interpretazione più comune e meno tecnica che ad essapossono dare individui che non l’usano per comunicazioni di giuridico rilievo. E cioè ilCollegio opina che tale parola sia stata usata dall’Alimonda in considerazione della prassidei reparti dipendenti dalla Tagliamento in simili occasioni: catturati dei prigionieri parti-giani o sospetti tali la fucilazione di essi derivava come legittima conseguenza, secondole direttive, dal fatto obbiettivo della loro cattura. Comunicata la notizia al comandante dilegione, l’assenso di questi costituiva un avvenimento sicuro e previsto, così che, nellecomunicazioni di servizio, era naturale che ad esso corrispondesse un termine significan-te l’adesione del comandante la legione ad un fatto normale, come era quello della fucila-zione dei partigiani catturati.

Niente pertanto è emerso in causa che giustifichi delle conclusioni di attenuazione dellaresponsabilità dell’Alimonda in ordine al fatto contestato. Il suo concorso, con il suo co-mandante di legione, nell’uccisione dei 17 partigiani risulta pertanto decisivo e determi-nante e pertanto il Collegio opina che tale fatto costituisca una causa ostativa alla applica-zione dell’amnistia nei di lui confronti, come nei confronti del coimputato Zuccari Meri-co. [...]

Il Collegio ha ritenuto di dover trattare unitariamente i fatti ascritti alla rubrica degliimputati Boidi Federico, Cavallazzi Arrigo e Leo Goffredo35, in quanto costoro facevanoparte di quell’Ufficio politico investigativo che, nell’ambito della legione Tagliamento,aveva un’organizzazione a sé stante, un’attività peculiare per metodi e finalità. Queste ca-ratteristiche dell’organismo di cui è parola si riscontrano con tutta evidenza dai documen-ti esistenti agli atti, e di cui è indubbia l’autenticità, di cui è stata data lettura nel corso deldibattimento, in ispecie dal pubblico ministero nella sua requisitoria, nonché dalle depo-

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sizioni dei numerosi testi che ebbero ad esperimentare i metodi dei componenti del pre-detto ufficio. La legione Tagliamento si considerava anzitutto un organismo di polizia acarattere militare e, dipendendo gerarchicamente dalle S.S. tedesche, aveva finito per imi-tare in parecchi particolari quell’efficiente organizzazione germanica. Invero l’ufficio po-litico investigativo è una novità per dei reparti italiani, anche di polizia: in effetti le S.S.tedesche avevano sempre dato molta importanza ad uffici di informazione che potesserofornire adeguati aggiornamenti sulle attività dei ribelli nei paesi occupati, e che potesseroindirizzare e guidare le formazioni militari nei rastrellamenti.

Nel fascicolo “Documenti presentati dal Cons[igliere] di Stato Lionello Levi” alla pag.31 e segg. figura l’originale di una circolare a firma dello Zuccari con cui, in data 7 luglio1944, questi disponeva il riordinamento degli uffici del Comando di legione. Sotto la voce“Ufficio politico investigativo” la circolare diceva: “è alle dirette ed esclusive dipendenzedel comandante la legione che ne è il capo. Onde dirimere dubbi e chiarire false interpre-tazioni è opportuno far presente che la funzione ed i compiti dell’Upi sono esclusivamen-te e squisitamente politici. Suoi campi d’azione sono quindi le organizzazioni antifascisteo comunque antinazionali, le associazioni sovversive, la propaganda disfattista o comuni-sta, l’attività nemica (spionaggio, sabotaggi, propaganda ecc.) e tutti i reati in genere a sfon-do politico. A nessun altro organo o reparto in seno alla legione è concessa la prerogativadello svolgimento della predetta attività - quanto mai delicata e speciale - e pertanto ogniemergenza, ogni avvenimento, ogni segnalazione o sospetto del genere dovranno essereurgentemente comunicati al competente Upi legionale per il di più a praticarsi”.

Questa circolare, di cui è stata data lettura dal pubblico ministero nel corso della re-quisitoria, delinea assai chiaramente le caratteristiche di questo importante organo dellalegione Tagliamento, che lo Zuccari considerava con tutta evidenza il più importante e pre-diletto. Ma già prima della data della circolare l’Ufficio politico era efficiente e funzio-nante. A Vercelli esso aveva sede al Comando della legione, era diretto dal s. ten. FedericoBoidi il quale, nonostante la giovanissima età, disimpegnava con serietà e con zelo il suocompito.

Ai predetti membri dell’Ufficio politico della Tagliamento sono invero addebitate, inconcorso con lo Zuccari, le sevizie particolarmente efferate a cui sarebbero stati sotto-posti i dieci fucilati di Borgosesia, tra cui l’Osella Giuseppe, già considerate non sussi-stenti o comunque non sufficientemente provate dal Collegio in sede di trattazione del-l’episodio relativo. Primo episodio, quindi, prima serie di episodi, che il Collegio ritienedi dover prendere in considerazione, è quello relativo alle sevizie particolarmente effera-te a cui furono sottoposti Mossotti Pietro, Bellotti Francesco36, prof. Ermenegildo Ber-tola37 e certo Barbero fra il dicembre 1943 ed il febbraio 1944. Tali sevizie sono addebi-tate allo Zuccari in concorso con il Boidi, il Cavallazzi ed il Leo. Di questi fatti esiste agliatti una denuncia a firma di Mossotti Pietro, presentata dallo stesso alla Stazione dei cara-binieri di Varallo Sesia in data 13-4-1946, inoltrata alla Corte di assise straordinaria diVercelli. In detta denuncia il Mossotti diffusamente raccontava quanto da lui sofferto nel-le carceri della Tagliamento in Vercelli, dove rimase dal dicembre 1943 al 19 gennaio 1944:il teste non ebbe a subire particolari torture, mentre queste a dir suo, subirono certi Fran-cesco Bellotti, prof. Ermenegildo Bertola e Barbero. Nella denuncia significava comeautori delle sevizie il Boidi ed alcuni militi.

La denuncia veniva confermata dal Mossotti all’udienza del 27 giugno mentre all’udienzadel 10 giugno deponeva il teste Barbero Giacomo Oreste, che sarebbe “certo Barbero”

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del capo di imputazione. Egli dichiarava che era stato arrestato il gennaio 1944 mentre sitrovava in negozio a Vercelli e portato alla caserma della Tagliamento, nella stessa Vercel-li, dove fu interrogato per una prima volta da certo capitano [Gino] Pignotti, dal tenenteBoidi e dai militi [Aleramo] Spada e Nardo: i militi lo percossero con cinghie, calci dirivoltella e pugni, mentre il Boidi e il Pignotti lo ingiuriavano. Quindi fu trasportato in cortiledove fu legato ad una panca con una catena e così legato fu trasportato alla cascina Uccel-lone, vicino al paese di Caresana, dove furono trovati dieci inglesi colà nascosti.

La sera stessa fu riportato in caserma dove subì un nuovo interrogatorio, questa voltapresieduto dal solo Boidi, nella stessa stanza e con gli stessi sistemi e percosse del pri-mo. Riportato in cella, verso l’una e trenta del giorno sei, nel cuore della notte fu ricon-dotto nella stanza dell’ufficio politico, insieme al condetenuto Bellotti.

Quivi furono legati ognuno su di una sedia in due stanze intercomunicanti, a torso nudo.Cominciarono gli interrogatori diretti da Boidi e le continue fortissime percosse infertedai militi con nerbi di bue, cinghie di giberne e calci di pistole finché il teste fu ridottocoperto di sangue: perdeva sangue dalla bocca, dagli occhi e dalle orecchie, tanto che te-meva di essere leso internamente. Questo durò fino alle 4.30 ed il teste era ridotto in talestato pietoso che per rianimarlo gli buttarono addosso un secchio di acqua. Consimile trat-tamento subiva alternativamente il Bellotti, che il teste poteva vedere dal posto in cui era.

Ad un certo momento il Bellotti, che era meno robusto del Barbero e già da 25 giornisubiva un simile trattamento cadde svenuto con la sedia cui era legato ed un milite di cui ilteste non conosceva il nome gli calpestò con calci la bocca. Gli ruppe i denti provocando-gli perdita di sangue mentre il Bellotti permaneva svenuto. Successivamente, verso le ore6 del mattino, fu messo a confronto, in presenza dello Zuccari, con i dieci prigionieri in-glesi ed il giorno 7, dalle 11 di sera alle 4.30 del giorno 8 subì insieme col Bellotti unaltro interrogatorio con le medesime sevizie e torture.

Il teste era sicurissimo che tali sedute fossero presiedute dal Boidi. Invero dopo la li-berazione, egli si era informato sul Boidi e sulla sua famiglia e sua moglie si era recata aTorino dal padre del Boidi, perché voleva intentare causa civile contro il Boidi per rifusio-ne di danni patrimoniali subiti nella vicenda. Infatti la moglie del Barbero, Zucco Ester inBarbero, citata a comparire quale teste, dichiarava all’udienza del 26 luglio 1952 che ave-va conosciuto l’imputato Boidi perché fu lui stesso a dirle, nella caserma della Tagliamen-to in Vercelli, che suo marito sarebbe stato fucilato.

Affermava che aveva potuto ben constatare che si trattava del Boidi, come di quelloche arrestò e trattenne suo marito nella caserma in Vercelli, perché sentì bene quando questideclinò le sue generalità nell’udienza del 30-3-1944 al Tribunale militare di Torino duran-te il processo che fu celebrato a carico di suo marito accusato di aver nascosto i prigio-nieri inglesi.

Ricordava di aver parlato con il Boidi fuori dal Tribunale e di averlo chiamato col suonome. A Vercelli aveva visto suo marito dopo che era stato arrestato e dopo il primo inter-rogatorio: era in condizioni pietose per le percosse ricevute, nero in faccia tanto che almomento non lo riconosceva. Confermava di essere stata a Torino, dopo la liberazione, aparlare con l’avvocato Boidi, padre di Federico Boidi, ivi residente in corso Vinzaglio 5bis, per poter conoscere il nome del denunciante che aveva fatto arrestare dal Boidi suomarito. L’avv. Boidi gli aveva risposto che non sapeva più dove si trovava il figlio.

Il teste on.le Bertola Ermenegildo dichiarava che era stato arrestato nel gennaio 1944dai militi della Tagliamento, in seguito alla confessione, resa sotto tortura, di uno dei com-

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ponenti la formazione di salvataggio dei prigionieri inglesi dal teste capeggiata. Fu cattu-rato di notte e portato alla caserma della Tagliamento. Fu sottoposto a sevizie per costrin-gerlo a rivelare i particolari dell’organizzazione. Le sevizie consistevano in violente fusti-gazioni con nerbo di bue sulla schiena, in percosse con calcio della pistola alla faccia ealla testa ed in escavazione del palmo della mano con un coltello acuminato. Gli interro-gatori e le relative torture venivano eseguiti in una stanza denominata “Ufficio politico”, ilteste non conosceva il nome del capo. Ricordava, tra coloro che furono ristretti in quelcarcere e sui quali constatò i segni delle torture: Bellotti Francesco, successivamentefucilato, un certo Ivan di nazionalità bulgara ed un suo concittadino di nome Barbero. Potéconstatare sulle parti visibili del corpo dei suoi compagni i segni evidenti delle bruciatureprovocate da sigarette accese: i connotati facciali del Bellotti e dell’Ivan erano deformatiper le percosse ricevute. Anche colui che ebbe a rivelare il suo nome sotto tortura, certoMastrovitti, presentava segni evidenti di torture subite.

La storia del povero Bellotti è stata raccontata anche da altri testi, e particolarmentedal teste Moscatelli, che ebbe a narrare, all’udienza, come il giovane Bellotti fosse statoliberato dal carcere in seguito ad uno scambio di prigionieri intercorso tra il Moscatellied il Comando tedesco, che si era fatto consegnare i prigionieri partigiani in mano dellaTagliamento con la forza, e li aveva ricondotti a casa con garanzia di vita salva. Invece ilBellotti era stato ucciso nel suo domicilio da elementi della Tagliamento, in spregio allapromessa fatta dal Comando tedesco.

Il Collegio osserva che le testimonianze sopra riportate meritano piena fede: che il Boidipresiedesse agli interrogatori e alle relative torture è circostanza assolutamente certa;invero, oltre alla testimonianza del Barbero e di sua moglie, il Collegio ha potuto prende-re visione non verbalizzata del fascicolo processuale relativo al processo svoltosi a Tori-no il 30 marzo 1944 dinanzi al Tribunale militare del tempo, in cui furono sottoposti agiudizio il Barbero, il Mastrovitti e il Bertola. Il Boidi fu il teste principale di quel pro-cesso.

Piena fede merita la testimonianza del teste Barbero, per quel che riguarda le sevizieda lui sofferte e quelle sofferte dal giovane Bellotti. Che si tratti di sevizie particolarmen-te efferate, e come tali debbano costituire causa ostativa all’applicazione dell’amnistia,appare chiaramente sulla scorta della giurisprudenza della Suprema corte di cassazione. Ilpercuotere l’arrestato con un nerbo di bue, con violenza tale fino a farlo svenire, nonchénel caso del Bellotti, il calcio finale sui denti, costituiscono, ad avviso del Collegio sevi-zie particolarmente efferate.

Così pure, nel caso del Barbero, costituiscono sevizie particolarmente efferate le per-cosse con nerbo di bue e calcio di pistola alla faccia sino a provocare fuoriuscita del san-gue dalla bocca, dagli occhi e dalle orecchie. Tanto più se si tenga conto che tali sevizievennero inferte a più riprese, chiaramente indicando negli autori un animo meditatamentemalvagio.

Si pensi che il Bellotti fu sottoposto a quel trattamento per 25 giorni, che il Barbero vifu sottoposto una notte dopo l’altra, e così pure il Bertola.

Quanto all’aspetto subbiettivo non vi è dubbio che il Boidi ed i suoi aiutanti detteroprova di crudeltà, insensibilità, mancanza di ogni sentimento di umanità, con l’effetto discemare grandemente la resistenza delle vittime.

La presenza del Boidi agli interrogatori non può ovviamente essere considerata comeuna semplice assistenza senza partecipazione attiva. Risulta agli atti che egli era il capo

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dell’Ufficio politico, dicono i testi che egli presiedeva gli interrogatori, egli menò vantodella felice riuscita dell’operazione di polizia che condusse all’arresto dei componenti l’or-ganizzazione di assistenza ai prigionieri; perciò tali sevizie devono considerarsi da lui volutee determinate, in concorso con il suo comandante di legione, colonnello Zuccari, dellacui corresponsabilità non vi può essere dubbio, dal momento che lo stesso teste Barberoha riferito che dopo le torture venne interrogato dallo Zuccari, che peraltro era superiorediretto del Boidi, e che quindi non può che esserne stato a conoscenza, e aveva approvatoe istigato alla commissione dei gravi delitti che nell’ufficio politico si commettevano. [...]

In data 6 giugno 1944 la legione Tagliamento lasciava la zona del Vercellese, nella qua-le aveva stazionato sin dal settembre (sic) 1943, per essere inviata nelle Marche, e preci-samente nella provincia di Pesaro e Urbino, nelle lontane retrovie del fronte, che alloratrovavasi in movimento nella zona di Ancona. In verità i militi della Tagliamento, e con essii loro ufficiali, ritenevano di essere inviati direttamente al fronte, onde poter combatterecontro gli Alleati: ma il comando tedesco, da cui la legione Tagliamento sempre dipeseper l’impiego, riteneva evidentemente che questo reparto fosse ben più utile nell’esecu-zione di compiti di polizia militare, in attività di presidio e di sorveglianza di zone partico-larmente delicate, come già aveva dimostrato nei lunghi mesi trascorsi nel Vercellese dovela sua azione, se pur aveva dato frutti precari, aveva lasciato larghe tracce e solchi profon-di».

Dopo l’esposizione degli episodi, il giudice relatore passò (nella parte della sentenzarelativa al giudizio di diritto) a esaminare e motivare la competenza, per materia e territo-rio, del Tribunale militare di Milano a giudicare gli imputati: ritenne opportuno innanzitutto considerare la natura militare dei reati contestati (tutti gli imputati, tranne il Caval-lazzi, alla data dell’8 settembre 1943 prestavano servizio militare nei ranghi delle Forzearmate italiane) e citò la giurisprudenza in proposito.

Proseguì con l’illustrazione delle valutazioni del Collegio sulla “natura giuridica dellaRepubblica sociale sia riguardo al diritto internazionale, sia riguardo al diritto positivoitaliano”, contestando e rigettando teorie esposte da difensori degli imputati: i giudici sisoffermarono ampiamente sugli aspetti che avevano fatto della Rsi un “ente” alle dipen-denze dell’occupante tedesco (“un peculiare modo di esercitare l’occupazione del terri-torio italiano da parte dello Stato germanico”) e, dal punto di vista dell’ordinamento ita-liano, “un organismo con nessuna veste giuridica”, concludendo che alla Rsi non poteva“essere riconosciuta legittimità alcuna, né ai suoi atti, né agli ordini dell’autorità da essacostituita”.

Il Collegio ritenne poi di esporre alcune considerazioni relative ai partigiani, dimo-strandone la qualità di legittimi belligeranti, sia per quanto riguarda l’ordinamento inter-nazionale sia nell’ambito dell’ordinamento italiano.

I giudici affrontarono quindi alcune questioni sollevate dalla difesa (errata composi-zione del Consiglio, improcedibilità dell’azione penale nei confronti di alcuni imputati,rifiuto di citazione di testi) motivando il rigetto delle richieste.

Passando all’esame delle singole responsabilità degli imputati “il Collegio, fornendoil giudizio logico su ciascuno di essi, ricono[bbe] la sussistenza di cause ostative all’ap-plicazione dell’amnistia” nei confronti di Zuccari “per la sua responsabilità diretta o inconcorso con i suoi dipendenti” in trentadue episodi, dieci dei quali avvenuti in provinciadi Vercelli e uno in provincia di Novara. Provata “la responsabilità dello Zuccari in tutti gli

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omicidi perpetrati su suo diretto ordine” e affermato il concorso “con i suoi subalterni intutti i casi in cui costoro applicavano alla lettera gli ordini riferentisi al trattamento deipartigiani catturati, o di coloro ritenuti tali” (fucilazione immediata) con il ricorso a nu-merosi documenti provenienti dall’archivio della legione, nella sentenza fu evidenziato,in risposta all’arringa della difesa (secondo cui Zuccari sarebbe stato portato a commette-re i reati ascrittigli “perché determinato dal fine di conseguire la vittoria e difendere l’onoredella Patria”) che nessuna circostanza poteva attenuare le responsabilità dell’imputatoessendo stata “ampiamente dimostrata la particolare intensità del tradimento operato dal-lo Zuccari ai danni del legittimo governo”.

Esaminando la posizione di Silvio Ravaglia, il Collegio ritenne che non fosse stata rag-giunta “prova sufficiente del suo concorso”, ma di non poterlo prosciogliere “con formu-la assolutoria, ritenendo che le sue funzioni non erano [state] di lieve importanza”.

La responsabilità, in concorso con Zuccari, fu invece riconosciuta nei confronti di NelloRastelli (“comune delinquente il quale ha trovato nella legione Tagliamento e nel periodoeccezionale in cui ebbe a servire in essa la propizia occasione per mettere in pratica e sfo-gare le proprie negative attitudini”) e le richieste della difesa di concessione di attenuantifurono respinte.

Complessa fu la trattazione delle responsabilità di Guido Alimonda: la difesa aveva in-fatti proposto, gradatamente, un gran numero di cause obiettive che avrebbero escluso lapunibilità dell’imputato (per aver agito nell’adempimento di un ordine superiore, per averritenuto di obbedire a un ordine legittimo, per aver agito in stato di necessità). Il Collegioprovò invece la piena corresponsabilità dell’imputato, concedendo tuttavia alcune attenuantie diminuenti (“in considerazione delle particolari sollecitazioni psicologiche che l’[aveva-no] indotto alla collaborazione” e “in omaggio a [due] decorazioni” al valor militare otte-nute nel lungo periodo di servizio militare prima dell’8 settembre 1943), rifiutandone al-tre (“l’incessante attività guerresca contro i partigiani non può essere considerata di lieveentità”) e sentenziando inoltre la fruibilità degli indulti previsti da alcuni decreti presiden-ziali (l’imputato non fu ritenuto latitante nel periodo che precedette il suo arresto, avve-nuto a Cagliari il 5 gennaio 1952, perché l’ordine di cattura della Corte di assise straordi-naria di Brescia non era stato diramato alla polizia e ai carabinieri dell’isola).

Per quanto riguarda Antonio Fabbri, provata la sua corresponsabilità, il Collegio riten-ne di non dover concedere attenuanti né diminuenti, anche in considerazione del perdu-rante stato di latitanza.

Lunga fu pure la trattazione delle responsabilità di Carlo De Mattei: provata la respon-sabilità del reato ascrittogli, il Collegio si soffermò a considerare le controdeduzioni pro-spettate dalla difesa (non punibilità per aver agito non con coscienza e volontà, per averagito in obbedienza a ordini ricevuti o ritenuti tali per errore di fatto e, subordinatamente,per aver agito in stato di necessità) rigettandole tutte; considerando tuttavia che per quan-to ne sussistesse il fondato sospetto, non risultava che avesse “partecipato in concorso dialtre uccisioni”, il Collegio ritenne di concedere le attenuanti generiche.

Per quanto riguarda Pietro Muzzi, non essendo emerse prove sufficienti dell’imputa-zione contestatagli, fu decisa l’applicazione dell’amnistia e la revoca del mandato di cat-tura nei suoi confronti.

Il Collegio stabilì poi di dover concedere attenuanti all’imputato Alfonso De Filippis,pur esistendo prova della sua responsabilità, in considerazione “della giovanissima età almomento dei fatti” (ventitré anni).

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Passando infine alla trattazione della posizione di Federico Boidi, accertata la respon-sabilità dell’imputato e rigettate le istanze della difesa (non punibilità per aver agito in statodi necessità) e la richiesta di diminuzione della pena, il Collegio ritenne di concedere leattenuanti “in considerazione della giovane età” (ventidue anni)38.

Il Tribunale dichiarò quindi Zuccari, Menegozzo, Rastelli, Alimonda, Fabbri, De Mat-tei, Sardo, Cavaterra, De Filippis, Agostini, Boidi e Cavallazzi colpevoli del reato ascrittoe condannò Zuccari, Rastelli, Fabbri, Cavallazzi all’ergastolo, Cavaterra, Boidi, De Filip-pis alla pena di ventiquattro anni di reclusione, Agostini a ventidue anni di reclusione, DeMattei a venti anni, Alimonda a diciotto, di cui tredici condonati, Menegozzo e Sardo asedici, di cui undici e otto mesi condonati.

Tutti furono inoltre condannati alla degradazione, all’interdizione perpetua dai pubbli-ci uffici e alle altre conseguenze di legge e al pagamento, in solido, delle spese proces-suali. Il Tribunale dichiarò invece di non doversi procedere nei confronti di Ravaglia, Sil-vestri, Muzzi e Leo, essendo i reati loro ascritti estinti per intervenuta amnistia e ordinòla revoca dei mandati di cattura emessi nei loro confronti.

Immediatamente i due imputati detenuti, Menegozzo e Alimonda, e i difensori degliimputati latitanti presentarono ricorsi al Tribunale supremo militare per annullamento dellasentenza39. Il difensore di Ragonese presentò ricorso per annullamento delle ordinanzeemesse nel corso del dibattimento (stralcio degli atti e procedimento separato).

Il 26 aprile 1954 il Tribunale supremo militare sentenziò sui ricorsi prodotti: dichiaròinammissibili i ricorsi di Ragonese, Silvestri e Cavallazzi, accolse quelli di Alimonda, Sardoe Menegozzo, dichiarando il reato estinto per amnistia, rigettò quelli di Zuccari, Rastelli,De Mattei, Cavaterra, De Filippis, Boidi e Agostini. In applicazione del dpr 19 dicembre1953, n. 922, ridusse la pena a Zuccari, Rastelli e Cavallazzi (dieci anni di reclusione) aCavaterra, De Filippis, Boidi e Agostini (due anni) e condonò totalmente la pena inflitta aDe Mattei; ordinò inoltre la scarcerazione di Alimonda e Menegozzo, se non detenuti peraltra causa, e la revoca dei mandati di cattura nei confronti di De Mattei e Sardo.

Avverso questa sentenza l’imputato Fabbri (ricoverato in stato di detenzione all’ospe-dale militare di Verona) interpose un nuovo ricorso al Tribunale supremo il giorno stessoin cui gli fu notificata (4 gennaio 1955). Il Tribunale, il 3 febbraio 1956, annullò la senten-za “per mancata costituzione del rapporto processuale e rinv[iò] al Tribunale militare diMilano per nuovo esame”.

Questo Tribunale il 29 marzo dello stesso anno dichiarò di non doversi procedere acarico del Fabbri per il reato di aiuto al nemico per intervenuta amnistia e che, per quantoriguardava gli altri reati di cui era accusato, doveva essere assolto rispettivamente perchéerano stati commessi in stato di necessità, per adempiere a un dovere, perché non costi-tuenti reato e per non aver commesso i fatti40, e ne ordinò pertanto la scarcerazione, senon detenuto per altra causa.

Il Tribunale dichiarò inoltre di non doversi procedere a carico di Ragonese per il reatodi aiuto al nemico per intervenuta amnistia e che, per quanto riguardava gli altri reati, do-veva essere assolto per non aver commesso i fatti, per averli compiuti in adempimento diun dovere, perché non costituenti reato41.

Con successive ordinanze, nel 1959 e nel 1962, il Tribunale militare di Milano dichia-rò estinti per amnistia i reati di aiuto al nemico nei confronti di De Filippis42, Agostini eBoidi43, Zuccari44 e Cavallazzi45, revocando gli ordini di carcerazione e disponendo pertutti la cessazione dell’esecuzione della condanna.

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Dei dodici condannati (su diciassette giudicati) dal Tribunale militare di Milano nel1952 solo tre quindi (Menegozzo, Alimonda e Fabbri) scontarono alcuni mesi di carcere;gli altri erano emigrati verso gli accoglienti lidi dell’America latina, da cui molti tornaro-no dopo la promulgazione dell’amnistia, senza aver scontato un giorno di carcere.

Come ebbe a sostenere Georges Clemenceau, primo ministro francese all’inizio delNovecento, “la giustizia militare sta alla giustizia come la musica militare sta alla musi-ca”.

1 Se ne veda la biografia in appendice.2 Per alcune notizie sul 63o battaglione “M” e sulla legione “Tagliamento” e per una bibliografia

essenziale si veda in appendice.3 Se ne veda la biografia in appendice.4 All’epoca della redazione di questo articolo l’originale della sentenza (di cui era stata acquisita

fotocopia dall’Istituto nel 1974) era conservato nell’archivio del Tribunale militare territoriale di Tori-no (l’autorizzazione alla pubblicazione fu concessa dal presidente del Tribunale il 24 ottobre 1984);successivamente gli atti processuali furono trasferiti all’Archivio di Stato di Milano, dove, nel corso diuna ricognizione effettuata da ricercatori dell’Istituto alcuni anni fa, non risultò presente.

5 Pubblichiamo inoltre i passi relativi a un eccidio perpetrato dalla “Tagliamento” a Forno di Valstrona(in provincia di Novara, al confine con la Valsesia) perché facente parte della vasta azione antiparti-giana sviluppata dalla legione contro le formazioni partigiane valsesiane.

Un’altra parte della sentenza fu pubblicata con il titolo Guerra civile o guerra di liberazione?,in “l’impegno”, n. 3, dicembre 1989 ed è riedita nel sito web dell’Istituto.

6 Nell’elenco che segue non sono stati riportati i dati relativi a paternità e maternità, stato civile,indirizzo, nonché lo status di “alfabeta, incensurato” (che riguarda tutti gli imputati).

7 Seguono sessantatré capi di accusa, di cui diciassette relativi a episodi avvenuti in provincia diVercelli e uno in provincia di Novara. Omettiamo l’elenco poiché gli episodi sono ampiamente de-scritti più avanti; tuttavia dove necessario i capi d’imputazione sono riportati in nota.

8 Segue l’elenco degli altri imputati e dei reati specifici a essi singolarmente ascritti.9 Omettiamo la premessa sulle vicende processuali.10 Omettiamo il riferimento a un episodio avvenuto in un’altra provincia.11 Su questo episodio si veda anche PIERO AMBROSIO, Dicembre 1943: iniziano le azioni con-

tro i “ribelli”. Le azioni partigiane, gli scioperi, le rappresaglie nei documenti inediti della Pre-fettura repubblicana fascista, in “l’impegno”, a. III, n. 4, dicembre 1983, qui riedito.

12 Pietro Giuseppe Ciceri, nato il 9 giugno 1896 a Suno (No), dopo aver risieduto a Quarona, nelsettembre 1939 si trasferì a Crevacuore, dove gestì un laboratorio ciclistico. Squadrista, sciarpa litto-rio. Durante l’occupazione nazifascista partecipò a rastrellamenti, distinguendosi per ferocia. Dopo la

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Liberazione fu processato, in stato di latitanza, dalla Sezione speciale della Corte d’assise di Vercelliche, l’8 novembre 1946, lo condannò a trent’anni di reclusione. Quando furono svolte ricerche perl’esecuzione della sentenza si scoprì che era deceduto il 6 maggio 1945 in Valtellina, a Val Masino(So).

13 Il capo d’imputazione al numero 2 della rubrica di Zuccari è: “uccisione, dopo sevizie partico-larmente efferate, di Giuseppe Osella, Renato Rinolfi, Giuseppe Fontana, Mario Canova, Silvio Loss,Angelo Longhi, Enrico Borandi, Adelio Bricco, Emilio Galliziotti, Renato Topini il 22 dicembre 1943a Borgosesia”. Su questo episodio si veda anche P. AMBROSIO, Dicembre 1943: iniziano le azionicontro i “ribelli”, cit.

14 Durante la Resistenza (e all’epoca del processo a cui si riferisce questa sentenza) Borgosesianon aveva ancora acquisito lo status di città (che sarà concesso con decreto del 13 dicembre 1957).

15 Se ne veda la biografia in appendice.16 Se ne veda la biografia in appendice.17 Si veda la sua testimonianza nel video Episodi della Resistenza valsesiana, b/n e col., 40', da

me realizzato nel 1987 per l’Istituto.18 Su questo episodio si veda anche P. AMBROSIO, Dicembre 1943: iniziano le azioni contro i

“ribelli”, cit.19 L’episodio di cui al n. 3 della rubrica Zuccari fu trattato più avanti, essendo ascritto anche alle

rubriche di Boidi, Cavallazzi e Leo.20 I capi d’imputazione sono così formulati nella rubrica Zuccari: “5o devastazione del caffè risto-

rante della stazione di Quarona (Vercelli), ai danni di Aldo Ballarati, per un valore dichiarato di L.400.000, l’11 aprile 1944; 6o saccheggio di denaro, titoli, oggetti d’oro e d’abbigliamento, ai danni diLuigi Scaramiglia, per un valore dichiarato di L. 180.000, il 17 gennaio 1944 a Roccapietra di Varal-lo Sesia”.

21 La requisitoria del vice procuratore militare Egidio Liberti fu pubblicata dall’Istituto nel 1974,con il titolo Quando bastava un bicchiere d’acqua.

22 L’episodio figura al numero 7 dei capi di imputazione contro Zuccari.23 L’episodio figura al numero 8 dei capi di imputazione contro Zuccari.24 La rubrica riporta come località dell’uccisione di Attilio Foglia, il 7 aprile 1944, “Forno di Fo-

bello (Vercelli)”: in realtà avvenne nei pressi del Baranca, nel territorio del comune di Fobello.25 Al numero 10 della rubrica delle imputazioni a carico di Zuccari risulta: “incendio e saccheggio

della Villa Lancia, dell’Albergo Baranca di proprietà di Alessandro e Giacinto Marchialli, di case aVarallo di proprietà di Ezio Zaquini, Leo Colombo, Pietro Rastelli e di altre a Castagneia di Breianonché di ottantatré cascinali a Fobello, Rimella e dintorni, dal dicembre 1943 al giugno 1944”.

26 Il diario per il periodo dal 1 marzo al 6 giugno 1944 è stato edito nell’articolo Il diario del 63o

battaglione “M”, in “l’impegno”, a. XI, n. 2, agosto 1991, qui riedito.27 Sulla repressione attuata all’inizio di aprile del 1944 in val Mastallone si veda ALBERTO LOVAT-

TO, “Volontari per forza”: lavoratori civili in Germania. Il caso di Fobello, in “l’impegno”, a.VI, n. 3, settembre 1986.

28 L’undicesimo capo d’accusa della rubrica Zuccari riguarda un episodio avvenuto il 6 aprile 1944in provincia di Brescia, non commesso dalla “Tagliamento” e che “non si sa per quale ragione finì perfigurare nel capo di imputazione di Zuccari”.

29 L’episodio figura al numero 14 dei capi di imputazione contro Zuccari.30 Il capo d’imputazione al numero 15 della rubrica Zuccari è: “uccisione dei partigiani Luigi Dalle

Tezze, Sante Favaro, Erio Botti, Enrico Maucci, Benvenuto Zoppis, Pierino Vercellina, Adriano Boe-ro, Elio Fontanella, Dino Giacopuzzi l’8 maggio 1944 in conflitto a Santa Maria di Curino. Al numero16 figura l’uccisione “del civile Giovanni Pagliazzo il 9 maggio 1944 ad opera del capo manipolo DeMattei”.

31 Francesco Moranino: se ne veda la biografia in appendice.32 Il brano del diario è riportato con alcune inesattezze formali. Il testo esatto e completo può essere

letto a p. 124.33 Il capo d’imputazione è: “uccisione di venti partigiani, tra cui Vettorello Bruno, Morecchio Bru-

no [recte Luigi], Sereno Livio [recte Elivio Carlo] in attacco di sorpresa alle cascine Mondovà e Ca-prera, e Cangemi Mario, Ginardi [recte Finardi] Guido, Grosso Riccardo, Buratto Francesco, Ber-

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totti Rombaldo [recte Rambaldo], Costa Ugo, Bianchetto Renato, Bianchetto Eraldo, Ferrari Ber-nardo [recte Bernardino], Montaruli Luigi [recte Nicola], Aglietti Aldo, Colletta [recte Coletta] Ma-rio, Belli Luciano, Mozzon [recte Mizzon] Giuseppe, Melo Vildo, Colli Silvio, Merlin Ernesto me-diante fucilazione il 17 maggio 1944 in Mottalciata”. I primi tre citati furono uccisi alla cascina Capre-ra, nella frazione Castellengo di Cossato, mentre i partigiani sorpresi alla cascina Mondovà furonotutti catturati e fucilati al cimitero di Mottalciata.

34 Sui fonogrammi del 63o battaglione per il periodo dal 25 aprile al 30 giugno 1944 si veda l’ar-ticolo Legionari in Valsesia e nel Biellese. Un mese di vita del 63o battaglione della “Taglia-mento”, in “l’impegno”, a. XXVIII, nuova serie, n. 1, giugno 2008, qui riedito.

35 Corrispondenti al numero 3 della rubrica Zuccari: “sevizie particolarmente efferate commessetra il dicembre 1943 e il febbraio 1944 in provincia di Vercelli ai danni di Pietro Mossotti, FrancescoBellotti, Ermenegildo Bertola, Giacomo Oreste Barbero ad opera dei componenti l’Ufficio politicocomandato dal tenente Boidi e agli ordini diretti del comandante Zuccari”.

36 Francesco Bellotti, nato l’11 ottobre 1901 a Borgosesia, operaio linotipista a Milano, comuni-sta. Ritornato in Valsesia, nel settembre 1943 aderì al movimento partigiano, svolgendo compiti diinformatore. Catturato il 30 dicembre a Varallo a causa di una delazione, fu tradotto nelle carceri diVercelli, dove subì pesanti interrogatori e torture. Fu liberato il 9 febbraio 1944 nel primo scambio diprigionieri effettuato in Valsesia tra tedeschi e partigiani. Il 18 marzo fu nuovamente arrestato a Varalloda una pattuglia della “Tagliamento” e ucciso a pochi passi dalla sua abitazione. Sulla sua liberazionesi veda PIERO AMBROSIO, Rappresaglia kaputt. Serravalle Sesia, febbraio 1944, Borgosesia, IsrVc, 1979.

37 Ermenegildo Bertola, nato il 12 luglio 1909 a Vercelli. Insegnante di filosofia (fu poi preside diliceo e libero docente di Storia della filosofia medievale all’Università Cattolica di Milano). Nel no-vembre del 1943 costituì una commissione per l’espatrio clandestino degli ex prigionieri di guerra al-leati. In seguito contribuì a organizzare (in rappresentanza della Democrazia cristiana) il Comitato diliberazione nazionale di Vercelli, di cui divenne presidente. Per la sua attività clandestina (svolta con ilnome di copertura “Dottor Terzi”) fu arrestato nel gennaio 1944 e nel gennaio 1945. Rilasciato enuovamente ricercato, si dovette rifugiare nel Monferrato. Partecipò alla liberazione di Torino. Tra il1945 e il 1946 fu segretario della Federazione vercellese della Dc e fu consigliere comunale di Ver-celli fino al 1952. Dopo essere stato eletto alla Costituente e alla Camera dei deputati nel 1948, fueletto senatore nel 1968 (nel secondo governo Leone, fu sottosegretario per il Tesoro) e nel 1972.Dal 1974 al 1980 fu consigliere scientifico dell’Istituto per la storia della Resistenza in provincia diVercelli. Morì il 25 giugno 2000 a Vercelli. Su di lui si veda MARCO NEIRETTI, Ermenegildo Bertola,in ENRICO PAGANO (a cura di), “Tra i costruttori dello stato democratico”. Vercellesi, biellesi evalsesiani all’Assemblea costituente, Varallo, Isrsc Bi-Vc, 2010.

38 Non ci occupiamo della trattazione delle responsabilità di Menegozzo, Silvestri, Sardo, Cava-terra, Agostini, Leo poiché i reati a essi ascritti ritenuti dal Collegio cause ostative all’applicazionedell’amnistia non furono commessi in provincia di Vercelli.

39 Il primo ricorso registrato dal cancelliere militare fu quello presentato dal difensore di Agostiniil 28 agosto (lo stesso giorno in cui era stata emessa la sentenza), l’ultimo fu quello presentato daidifensori di Silvestri il 1 settembre.

40 Nel primo caso il riferimento è alla fucilazione di Forno di Valstrona, negli altri casi a esecuzioniavvenute in altre province.

41 In questa sentenza si fa riferimento a cinque episodi (indicati con lettere alfabetiche) di cui nonsi forniscono gli estremi, mentre nella rubrica delle imputazioni della sentenza del 28 agosto 1952 sifaceva riferimento solo all’episodio di Mottalciata. Gli altri episodi sono evidentemente quelli emersinel corso dell’istruttoria per i quali era stato richiesto lo stralcio e il rinvio a giudizio separato. In baseai documenti consultati non è stato possibile stabilire la correlazione tra i capi di accusa e le singolemotivazioni di assoluzione.

42 Ordinanza del 5 agosto 1959.43 Ordinanza del 27 ottobre 1959.44 Ordinanza del 1 dicembre 1959.45 Ordinanza dell’8 novembre 1962.

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Appendice

Ordinamento della Mvsn e della GnrLa Milizia volontaria per la sicurezza nazionale fu istituita con decreto legge nel gen-

naio 1923, col compito di difendere la “rivoluzione fascista” e garantire l’ordine pubbli-co: rispondeva alla necessità del governo fascista di crearsi una propria forza armata (erainfatti posta alle dirette dipendenze di Mussolini e costituita perlopiù da ex squadristi).Nel suo ordinamento una zona corrispondeva a una divisione del regio esercito, una legio-ne a un reggimento, una coorte a un battaglione, una centuria a una compagnia, un manipo-lo a un plotone. Il Piemonte costituiva la I zona.

Gradi della Milizia (tra parentesi i corrispondenti gradi dell’esercito): primo caporaled’onore (maresciallo dell’Impero), caporale d’onore (generale di gruppo d’armate o mare-sciallo d’Italia), primo comandante generale (generale comandante di corpo d’armata inguerra), comandante generale (generale di corpo d’armata), luogotenente generale (generaledi divisione), console generale (generale di brigata), console (colonnello), 1o seniore (te-nente colonnello), seniore (maggiore), centurione (capitano), capo manipolo (tenente),sottocapomanipolo (sottotenente), primo aiutante, aiutante capo (maresciallo maggiore),aiutante (maresciallo), primo capo squadra (sergente maggiore), caposquadra (sergente ovice brigadiere dei carabinieri), vice caposquadra (caporal maggiore), camicia nera scelta(caporale), camicia nera (soldato o allievo carabiniere)1.

Il 26 luglio 1943 il governo Badoglio ordinò che la Milizia fosse sciolta e che i suoiappartenenti entrassero a far parte dell’esercito, agli ordini del generale di Corpo d’arma-ta Quirino Armellini.

La Repubblica sociale italiana costituì nel dicembre 1943 la Guardia nazionale repub-blicana con la fusione dei reparti dell’ex Milizia volontaria per la sicurezza nazionale,dell’Arma dei carabinieri e del Corpo di polizia dell’Africa italiana.

Gradi della Gnr (tra parentesi i corrispondenti gradi dell’esercito della Rsi, se diver-si): generale (generale di corpo d’armata), tenente generale (generale di divisione), mag-gior generale (generale di brigata), colonnello, tenente colonnello, maggiore, capitano,tenente, sottotenente, primo aiutante (maresciallo maggiore), aiutante capo (maresciallomaggiore), aiutante (maresciallo), brigadiere (sergente maggiore), vice brigadiere (ser-gente), milite scelto (caporal maggiore), milite (caporale), allievo milite (soldato)2.

I battaglioni “M” in provincia di VercelliI battaglioni “M” (dall’iniziale del cognome del duce) furono unità scelte della Milizia

volontaria per la sicurezza nazionale, costituite durante la seconda guerra mondiale, po-tenziando battaglioni d’assalto distintisi in combattimento, addestrati con corsi speciali.Tra questi il 63o battaglione d’assalto “M” della legione “Tagliamento”, di Udine, il batta-

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glione d’assalto “M” Pontida, il 29o battaglione d’assalto “M”, il 115o battaglione d’assal-to “M” Montebello che, durante la Repubblica sociale, inquadrati nella Guardia nazionalerepubblicana, operarono anche in provincia di Vercelli.

Il 63o battaglione “M”, agli ordini del seniore Merico Zuccari, subito dopo l’8 settem-bre 1943 si aggregò, assieme ad altri reparti, alla II divisione paracadutisti tedesca e i suoicomponenti pronunciarono il giuramento militare tedesco. Dapprima impiegato sullemontagne appenniniche in operazioni di rastrellamento degli ex prigionieri angloameri-cani fuggiti dai campi di concentramento, alla fine di novembre fu inviato a Chiari (Bs). Ilreparto giunse a Vercelli il 19 dicembre e nei giorni seguenti fu inviato in Valsesia e nelBiellese, dove si distinse per una raccapricciante serie di delitti e di atrocità.

All’arrivo a Vercelli la forza del 63o battaglione era di diciassette ufficiali, trentaquat-tro sottufficiali, trecentosei uomini di truppa: in totale trecentocinquantasette elementi,di cui trecentoventidue effettivamente presenti. L’armamento era costituito da quattrocen-toventicinque moschetti, ventisei fucili mitragliatori, tredici mitragliatrici tedesche, quattromortai da 45 mm, sei mortai da 81 mm, tre cannoni anticarro da 37 mm, quattromila bom-be a mano e una dotazione di circa duecentomila cartucce e circa milletrecento proiettiliper i cannoni. Aveva a disposizione diciannove autocarri, due automobili e due motociclette.

Era composto in buona parte da uomini provenienti dall’Italia centrale e dalle regionidel Nord-Est: risulta, ad esempio, da un elenco di centosessantun iscritti al Partito fasci-sta repubblicano che cinquantadue (pari al 32,30%) erano romani, altri diciannove (11,80%)provenivano da regioni del Centro, quarantaquattro (27,33%) dal Nord-Est, trentaquattro(21,12%) dal Nord-Ovest, sei (3,73%) dalle regioni insulari, uno (0,62%) dal Sud, men-tre di cinque (3,10%) non è individuabile la regione di provenienza. Dai dati disponibili laseconda regione per numero di appartenenti al battaglione risulta il Friuli (ventotto).

Il 1 marzo 1944, con la fusione del 63o battaglione e del battaglione giovanile “Camil-luccia” (giunto a Vercelli il 22 gennaio 1944, di cui il comandante generale della Gnr Re-nato Ricci il 29 febbraio aveva disposto la revoca dello scioglimento), fu costituita, alcomando di Zuccari, la legione “Tagliamento”.

I due battaglioni furono posti agli ordini rispettivamente del maggiore Giuseppe Rago-nese e del maggiore Oreste Menegozzo. La “Tagliamento” operò prevalentemente a Ver-celli, in Valsesia e in Valsessera; compì tuttavia operazioni anche in valle Strona (Novara)e nella valle di Gressoney (Aosta). Il 6 giugno, dopo essere sfilata il giorno prima a Ver-celli davanti al generale Renato Ricci, comandante generale della Guardia nazionale re-pubblicana, la legione partì per le Marche3.

Il battaglione “Pontida”, comandato dal maggiore Carlo Zanotti, articolato su quattrocompagnie, fu inviato in provincia di Vercelli per sostituire la legione “Tagliamento”: fis-sò inizialmente la propria sede a Vercelli (dal 1 al 28 giugno 1944) e successivamente aBiella (dal 29 giugno 1944 all’aprile 1945). Nell’agosto 1944 entrò a far parte della divi-sione “Etna”, assumendo la denominazione di 3o battaglione d’assalto “Pontida”. Il repartooperò, oltre che in provincia di Vercelli, anche in val d’Ossola e nel Canavese.

Il 115o battaglione “Montebello” (che pure entrò a far parte della divisione “Etna”),articolato su quattro compagnie, operò nel Biellese dal 26 gennaio 1944 fino al 28 aprile1945. Al suo comando si avvicendarono il tenente colonnello Aurelio Languasco, il maggio-re Alessandro Manfredi, il capitano Fernando Travaglini e il maggiore Eugenio Sanchini. Ilreparto compì cicli operativi anche in val d’Aosta, in val d’Ossola, nel Cuneese e nel Co-masco.

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Il 29o battaglione “M” (comandato dal maggiore Paolo Arbizzoni, articolato su tre com-pagnie) operò in Valsesia dal febbraio all’ottobre 1944. Anch’esso nell’agosto 1944 fuincorporato nella divisione “Etna”.

Franco BoggioNato il 26 marzo 1899 a Mosso Santa Maria, residente a Biella. Cugino del podestà di

Varallo, Giuseppe Osella.Partecipò alla prima guerra mondiale con il grado di capitano di cavalleria di comple-

mento; si iscrisse al fascio biellese nel 1921, senza ricoprire incarichi. Rappresentante dizona dell’Agip. Nel settembre 1943 partecipò alla costituzione del fascio repubblicano. Il27 dicembre fu nominato giudice del Tribunale provinciale straordinario di Novara.

Accusato di “attività antinazionale nella sua qualità di annunciatore della stazione emit-tente clandestina denominata Radio Baita in Biella” (installata nel mese di novembre nellasede della polizia tedesca, che cercava “di favorire un accordo diretto tra tedeschi e parti-giani prendendo un tono antifascista che divenne [...] aspramente polemico”), fu arrestatoil 30 dicembre 1944 per “denigrazione del Duce e oltraggio alle autorità Repubblicane”,schedato nel Cpc come antifascista, espulso dal Pfr e denunciato alla Commissione pro-vinciale per i provvedimenti di polizia, che il 27 gennaio 1945 lo condannò a cinque annidi confino. Fu tuttavia solo segregato in una camera dell’ex caserma della polizia di Biel-la, dove ricevette un trattamento di favore. Il 18 aprile fu trasferito a Milano.

Dopo la Liberazione la Questura di Vercelli emanò un ordine di arresto nei suoi con-fronti, per il reato di collaborazionismo, ma le ricerche furono infruttuose, essendosi nelfrattempo reso latitante. Nel giugno 1946 la Corte straordinaria d’assise pronunciò sen-tenza di non luogo a procedere, essendo il reato estinto per amnistia. Proseguì l’attività dirappresentante commerciale. Nel 1959 si trasferì a Courmayeur (Ao). Morì il 22 maggio1973 a Milano.

Francesco Moranino (Gemisto)Nato il 6 febbraio 1920 a Tollegno, ivi residente, impiegato della Gioventù italiana del

littorio.Il 18 gennaio 1941 fu arrestato in seguito alla scoperta del gruppo antifascista “Go-

mirc” (Gruppo operai movimento italiano rivoluzionario comunista) che aveva costituito.Deferito al Tribunale speciale per la difesa dello Stato, l’8 aprile fu condannato a dodicianni di reclusione, a sei mesi di arresto, all’interdizione perpetua dai pubblici uffici e allalibertà vigilata. Fu detenuto a Civitavecchia (Rm) e a Castelfranco Emilia (Mo).

Scarcerato il 26 agosto 1943, dopo l’8 settembre fu uno dei primi organizzatori delmovimento di liberazione nel Biellese. Comandante del distaccamento “Pisacane”, poi della50a brigata d’assalto Garibaldi “Nedo” e successivamente commissario politico della XIIdivisione, fu una delle figure più note della Resistenza.

Dopo la Liberazione ricoprì incarichi nel Partito comunista. Eletto deputato all’As-semblea Costituente, fece parte del terzo governo De Gasperi (1947) come sottosegreta-rio alla Difesa. Rieletto alla Camera dei deputanti nel 1948, nel 1951 fu nominato segre-tario della Federazione mondiale della gioventù democratica. Nello stesso anno, ingiusta-mente accusato di aver fatto uccidere cinque sospette spie e le mogli di due di loro, fucostretto a riparare in Cecoslovacchia. Nel 1953 fu nuovamente eletto deputato e ritornòin Italia, ma due anni dopo (essendo stata approvata una nuova autorizzazione a procedere

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per la stessa imputazione) fu ancora costretto a espatriare. Processato in contumacia, il22 aprile 1956 fu condannato all’ergastolo. La sentenza fu confermata anche dalla Corted’assise d’appello. Nel 1958, in seguito a rilievi sollevati sullo svolgimento delle indaginie del processo, il presidente della Repubblica Giovanni Gronchi commutò la pena in diecianni di reclusione.

Il 27 aprile 1965, in occasione del ventennale della Resistenza, fu graziato dal presi-dente della Repubblica Giuseppe Saragat, ma rifiutò il provvedimento e tornò in Italia solol’anno seguente, quando fu riconosciuto che l’episodio per cui era stato condannato era unatto di guerra e fu amnistiato.

Nel 1968 fu eletto senatore nel collegio di Vercelli.Morì il 18 giugno 1971 a Grugliasco (To)4.

Michele MorseroNato il 9 ottobre 1895 a Torino, diplomato in ragioneria, interventista, combattente

nella prima guerra mondiale con il grado di sottotenente in un reparto di fanteria, fu feritoe decorato di medaglia d’argento. Poi una vita dedicata al fascismo: squadrista dal 1921,partecipò alla marcia su Roma; ufficiale della Milizia volontaria per la sicurezza nazionaledalla fondazione, comandante di reparti di Roma e, successivamente, delle legioni di Cre-mona e di Torino, partecipò come volontario alla campagna d’Etiopia (dove comandò unbattaglione e fu nuovamente decorato di medaglia d’argento) e alla guerra di Spagna (sem-pre al comando di un battaglione di camicie nere, ottenendo la promozione a console).Durante la seconda guerra mondiale prestò servizio nell’esercito in Africa settentrionalee sul fronte greco-albanese, col grado di tenente colonnello. Il 1 novembre 1942 fu nomi-nato segretario federale del Partito a Lucca, dove, pochi mesi dopo, lo colse il crollo delregime.

Il 21 ottobre 1943 fu nominato capo della provincia di Vercelli, dove giunse il 25 edove assunse anche le funzioni di federale, fino al 23 marzo 1944, quando l’incarico fuassegnato a Gaspare Bertozzi. Si impegnò energicamente per la riorganizzazione della Fe-derazione fascista, per la ricostruzione delle forze armate e per la repressione del movi-mento partigiano.

Nel pomeriggio del 26 aprile 1945, mentre ormai i partigiani stavano entrando in Ver-celli, abbandonò la città, con una colonna di oltre duemila uomini, in un inutile tentativo difuga. Fermato a Castellazzo Novarese da una brigata garibaldina valsesiana, fu dapprimaprocessato il 1 maggio dal Tribunale militare di Novara, che lo rinviò, per competenza ter-ritoriale, al Tribunale militare di Vercelli, dove fu giudicato per direttissima il giorno se-guente, condannato a morte in base a decreto del Comitato di liberazione nazionale AltaItalia e giustiziato il pomeriggio stesso.

Vincenzo Moscatelli (Cino)Nato il 3 febbraio 1908 a Novara, tornitore meccanico.Giovane attivista comunista, nel settembre del 1927 espatriò clandestinamente in Sviz-

zera per frequentare una scuola di partito; successivamente frequentò un corso a Berlinoe la scuola internazionale di Mosca. Nel gennaio del 1930 fu inviato a Parigi, al “centroestero” del partito e, nel mese di agosto, in Italia per organizzare la lotta clandestina con-tro il fascismo. L’8 novembre fu arrestato dalla polizia a Bologna e denunciato al Tribuna-le speciale per la difesa dello Stato come “fiduciario interregionale del partito comunista

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per l’Emilia e Romagna e per avere svolta intensa attività e propaganda a favore della orga-nizzazione del disciolto partito comunista”.

Rinviato a giudizio il 24 marzo 1931, con altri, per ricostituzione del Partito comuni-sta, appartenenza allo stesso, propaganda sovversiva, uso di documenti falsi ed espatrio clan-destino, un mese più tardi fu condannato a sedici anni e sei mesi di reclusione, a 20.000lire di multa, all’interdizione perpetua dai pubblici uffici e a tre anni di libertà vigilata. Lapena gli fu ridotta a sette anni in seguito al decreto di amnistia e indulto emesso in occa-sione del decennale della marcia su Roma. Successivamente gli furono condonati altri dueanni. Fu detenuto nelle carceri di Volterra (Pi), Civitavecchia (Rm) e Alessandria, da cui fuscarcerato il 7 novembre 1935 e tradotto a Varallo, dove si era nel frattempo trasferita lafamiglia.

Nel gennaio del 1936 si trasferì a Borgosesia e si occupò alla Cartiera italiana di Ser-ravalle Sesia. L’8 marzo 1937 fu fermato dai carabinieri, presentato alla Questura e incar-cerato “perché sospettato di aver scritto frasi sovversive sui muri della ritirata della car-tiera”. Fu segnalato al giudice di sorveglianza che lo assegnò a una casa di lavoro “per ladurata minima di un anno”. Successivamente il Ministero dell’Interno ne dispose l’asse-gnazione al confino. Tuttavia la Commissione provinciale per i provvedimenti di polizia,nella seduta dell’8 luglio decise di soprassedere, “non essendo risultati confermati i so-spetti”, proponendo invece una diffida, in considerazione del fatto che aveva “presentatouna dichiarazione scritta con cui manifestò il suo fermo intendimento di ripudiare i prin-cipi comunisti”.

Il 13 settembre 1938 fu inserito nell’“elenco delle persone pericolose da arrestare indeterminate contingenze” e per le quali si proponeva l’invio al confino in caso di guerra econtinuò a essere vigilato “non avendo dato prove concrete di ravvedimento”.

Dopo l’8 settembre 1943 fu tra i promotori e organizzatori della Resistenza in Valse-sia e nel Verbano-Cusio-Ossola, diventando commissario politico del Raggruppamento del-le divisioni “Garibaldi” operanti in queste zone e commissario di guerra del Comando mi-litare zona Valsesia del Corpo volontari della libertà.

Dopo la Liberazione fu sindaco di Novara su designazione del Comitato di liberazionenazionale, membro della Consulta nazionale, deputato alla Costituente. Durante il terzogoverno De Gasperi (1947) fu sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri.Senatore di diritto nel 1948, successivamente fu deputato per due legislature.

Nell’ambito del Pci fu dirigente delle federazioni di Novara, Verbania, Torino, Aosta eCuneo, nonché membro del comitato centrale. Fu anche consigliere comunale a Novara esuccessivamente a Borgosesia. Nel 1974 fu tra i fondatori dell’Istituto per la storia dellaResistenza in provincia di Vercelli, di cui fu il primo presidente.

Morì il 31 ottobre 1981 a Borgosesia5.

Giuseppe OsellaNato il 14 febbraio 1905 a Grignasco (No), da una famiglia di industriali. Aderì al fa-

scismo nell’agosto 1922. Segretario politico della sezione Partito nazionale fascista delpaese natale dal 1927 al 1929. Consigliere delegato della Samit di Borgosesia. Dopo es-sere stato rettore supplente dell’Amministrazione provinciale di Vercelli nel 1939, nel 1942fu nominato podestà di Varallo. Nonostante l’adesione al fascismo fu sostanzialmente diestrazione, formazione e tendenze liberali e monarchiche e non disdegnò contatti con ele-menti antifascisti, come Cino Moscatelli.

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Dopo l’8 settembre 1943 partecipò alle riunioni del costituendo Cln e in seguito man-tenne contatti con i partigiani. Fu fucilato il 22 dicembre 1943 a Borgosesia, con altri novepatrioti valsesiani. Alla sua memoria il 4 novembre 1978 fu conferita la croce al valormilitare.

Merìco ZuccàriNato il 4 novembre 1906 a Saavedra (Argentina), da genitori originari di Montefano

(Mc), che rimpatriarono l’anno seguente. Frequentò scuole di agraria a Macerata, Genovae Todi (Pg), diplomandosi perito nel 1925.

Iscrittosi al fascio il 6 luglio 1922, partecipò alla marcia su Roma. Nel periodo in cuivisse al paese d’origine partecipò attivamente a contrasti in seno al fascismo locale. In unainformativa dei carabinieri del luglio 1929 si legge che era “attaccabrighe ed incline allaviolenza” e che già nel 1924 era stato condannato per lesioni.

Chiamato alle armi nell’aprile del 1926, fu sottoposto a ferma abbreviata fino al mesedi ottobre in una compagnia di sussistenza. Ammesso alla scuola ufficiali di fanteria di Spo-leto (Pg), il 28 luglio 1930 fu nominato sottotenente. Dal gennaio 1933 al novembre 1934prestò servizio in Libia. Nel febbraio 1935 fu richiamato, destinato a un battaglione dicamicie nere coloniali con il grado di capomanipolo e prese parte ad azioni militari in Africaorientale, dove fu decorato di croce di guerra. Rimpatriato, nel 1937 fu trasferito alla 68a

legione della Milizia volontaria per la sicurezza nazionale. Promosso centurione, dal gen-naio al novembre 1938 fu nuovamente in Libia.

Durante la seconda guerra mondiale combatté sul fronte greco-albanese, dove, il 4 di-cembre 1940, rimase ferito, con menomazione del braccio destro. Il 3 agosto 1942 fu de-corato di medaglia di bronzo al valor militare. Nel novembre dello stesso anno fu inqua-drato nella 6a legione universitaria della Milizia. Nel maggio 1943 fu trasferito, con il gradodi seniore, al 41o battaglione, che alla fine del mese di giugno confluì nel Gruppo batta-glioni “Tagliamento” della divisione legionaria corazzata “Centauro”.

Caduto il fascismo, il 16 agosto fu collocato in congedo assoluto ma, dopo l’annunciodell’armistizio con gli angloamericani, il 9 settembre si presentò al 63o battaglione dellaMilizia6. Il 28 novembre fu promosso al grado di 1o seniore.

Dal 19 dicembre 1943 al 5 giugno 1944 operò in provincia di Vercelli7. Il 24 maggiofu promosso colonnello. Arresosi con il suo reparto il 3 maggio 1945 in provincia di Trento,dopo essere svenuto due volte durante le trattative, fuggì in Svizzera e in seguito riparò inArgentina.

Il 28 agosto 1952 il Tribunale militare territoriale di Milano lo condannò all’ergastoloe all’interdizione perpetua dai pubblici uffici. Il 26 aprile 1954 il Tribunale supremo mili-tare gli ridusse la pena a dieci anni di reclusione. In seguito alla condanna fu dapprimanuovamente collocato in congedo assoluto, con degradazione, e infine, il 29 luglio 1955,espulso dall’esercito.

Ritornato in Italia dopo l’amnistia dell’11 luglio 1959, morì il 5 dicembre dello stessoanno a Montefano8.

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1 I gradi della Mvsn furono stabiliti con regio decreto 15 marzo 1923, n. 967, convertito in leggeil 7 aprile 1925. Il regio decreto 4 agosto 1924, n. 1.292, previde anche il grado di “proconsole”, chetuttavia non fu mai attribuito. I gradi di primo seniore, sottocapomanipolo, primo aiutante, aiutantecapo, aiutante, primo caposquadra, vice caposquadra e camicia nera scelta furono istituiti il 6 febbra-io 1936, con regio decreto n. 320, per i reparti mobilitati ed estesi il 9 luglio dello stesso anno, conregio decreto n. 1.524 anche agli appartenenti ai reparti ordinari. Questi decreti istituirono anche laqualifica (non grado) di primo centurione, analogamente a quella di primo capitano dell’esercito, in-trodotta con regio decreto 28 marzo 1915, n. 339, in cui era stabilito che per ottenerla erano neces-sari dodici anni di servizio con il grado di capitano.

Hitler e Mussolini erano caporali d’onore. Il grado di primo comandante generale fu istituito il 15marzo 1923 e attribuito al quadrumviro Emilio De Bono.

2 Con decreto legislativo dell’8 dicembre 1943 e decreto legislativo del duce del 18 dicembre1943, n. 921, Ordinamento e funzionamento della Guardia nazionale repubblicana.

3 Sul 63o battaglione e sulla legione “Tagliamento” si vedano: GIORGIO PISANÒ, Gli ultimi in gri-gioverde. Storia delle forze armate della Repubblica Sociale Italiana, Milano, Fpe, 1967; Quan-do bastava un bicchiere d’acqua, Borgosesia, Isr Vc, 1974 (requisitoria del vice procuratore mili-tare Egidio Liberti al processo celebrato di fronte al Tribunale militare territoriale di Milano nel 1952);PIERO AMBROSIO, Rappresaglia kaputt. Serravalle Sesia, febbraio 1944, Borgosesia, Isr Vc, 1979;P. AMBROSIO (a cura di), I notiziari della Gnr della provincia di Vercelli all’attenzione del duce,Borgosesia, Isr Vc, 19801 e Varallo, Isrsc Bi-Vc, 20122, e-book; P. AMBROSIO, Scacco matto alla“Tagliamento”, in Scriviamo un libro insieme, Vercelli, Cassa di risparmio di Vercelli, 1984; PIE-RO AMBROSIO - GLADYS MOTTA (a cura di), Sui muri del Vercellese. Settembre 1943-aprile 1945,Borgosesia, Isr Vc, 1985; P. AMBROSIO - G. MOTTA (a cura di), Sui muri della Valsesia. Settembre1943-aprile 1945, Borgosesia, Isr Vc, 1986; CARLO MAZZANTINI, A cercar la bella morte, Mon-dadori, 1986, Marsilio, 1995; P. AMBROSIO - G. MOTTA (a cura di), Sui muri del Biellese. Settem-bre 1943-aprile 1945, Borgosesia, Isr Vc, 1989; P. AMBROSIO (a cura di), Guerra civile o guerradi liberazione?, in “l’impegno”, a. IX, n. 3, dicembre 1989 (dalla sentenza contro Merico Zuccari ealtri appartenenti alla legione “Tagliamento”); ALESSANDRO ORSI, Un paese in guerra. La comunitàdi Crevacuore tra fascismo, Resistenza, dopoguerra, Borgosesia, Isr Vc,19941, Varallo, Isrsc Bi-Vc, 20012; RAFFAELLA FRANZOSI (a cura di), Il 63o battaglione “M” nelle Marche e in Lombar-dia, in “l’impegno”, a. XXVII, n. s., n. 2, dicembre 2007; SONIA RESIDORI, Il massacro del Grap-pa. Vittime e carnefici del rastrellamento del settembre 1944, Verona, Cierre Edizioni, 2007; S.RESIDORI, Una legione in armi. La Tagliamento tra onore, fedeltà e sangue, Verona, Cierre Edi-zioni, 2013; e, ovviamente, gli articoli già pubblicati ne “l’impegno” qui riediti.

4 Per approfondimenti si veda: FEDERICO CANEPARO, Vittorio Flecchia, Francesco Moranino,Pietro Secchia, in ENRICO PAGANO (a cura di), “Tra i costruttori dello stato democratico”. Ver-cellesi, biellesi e valsesiani all’Assemblea costituente, Varallo, Isrsc Bi-Vc, 2010.

5 Per approfondimenti si vedano: [PIERO AMBROSIO, a cura di] Ricordo di Cino Moscatelli, Bor-gosesia, Isr Vc, 19821, Varallo, Isrsc Bi-Vc, 2011, e-book, nel sito web dell’Istituto; P. AMBROSIO

(a cura di), Il comunista e la regina. Leggende, miti, errori e falsità. Scritti su Cino Moscatelli,Varallo, Isrsc Bi-Vc, 2014.

6 Prima ancora che fosse costituita la Repubblica sociale italiana, il 63o battaglione (compostoperlopiù da uomini provenienti dall’Italia centrale e dalle regioni del Nord-Est), assieme ad altri re-parti, entrò a far parte della II divisione paracadutisti tedesca e i suoi componenti pronunciarono ilgiuramento militare tedesco. Impiegato dapprima sulle montagne appenniniche in operazioni di rastrel-lamento degli ex prigionieri angloamericani fuggiti dai campi di concentramento, alla fine di novembrefu inviato in provincia di Brescia e nel mese di dicembre in provincia di Vercelli.

7 Il 63o battaglione entrò a far parte della neocostituita Guardia nazionale repubblicana. Il 1 marzo1944 si fuse con il battaglione giovanile “Camilluccia”, dando vita alla legione “Tagliamento”, che inseguito operò nelle Marche, nel Veneto e in Lombardia, dove si distinse ancora per ogni genere diefferatezze.

8 Per approfondimenti si veda: FRANCESCO DOMIZI, Merico Zuccari. Cenni biografici sul co-mandante della legione Gnr “Tagliamento”, in “l’impegno”, a. XXIX, n. s., n. 2, dicembre 2009.

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Referenze bibliografiche

Dicembre 1943: iniziano le azioni contro i “ribelli”. Le azioni partigiane, gli scioperi,le rappresaglie nei documenti inediti della Prefettura repubblicana fascista, in “l’im-pegno”, a. III, n. 4, dicembre 1983.

“Oltre duecento ribelli armati...” . I rapporti dei carabinieri. 30 novembre 1943 - 28febbraio 1944, in “l’impegno”, a. IV, n. 1, marzo 1984.

I “mattinali” della Questura di Vercelli. Ottobre 1943-aprile 1945, in “l’impegno”, a.VI, n. 3, settembre 1986.

“È palese la sfiducia ed il collasso spirituale”. Le relazioni della Questura al capo dellapolizia nel 1944, in “l’impegno”, a. XIV, n. 1, aprile 1994.

Il diario del 63o battaglione “M”, in “l’impegno”, a. XI, n. 2, agosto 1991.

Legionari in Valsesia e nel Biellese. Un mese di vita del 63o battaglione della “Taglia-mento”, in “l’impegno”, a. XXVIII, nuova serie, n. 1, giugno 2008.

“È continuata un’accentuata attività sovversiva”. Le relazioni al capo della polizianel 1944-45, in “l’impegno”, a. XXVII, nuova serie, n. 1, giugno 2007.

“In nome del popolo italiano”. La sentenza contro Zuccari e altri ufficiali della legio-ne “Tagliamento”, in “l’impegno”, a. V, n. 2, giugno 1985.

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Abbreviazioni, acronimi*

aiut.: aiutanteart.: artiglieriabrig.: brigadiere, brigatabtg., btg.ne: battaglionec., corr.: correnteCass.: CassazioneCC: carabinieriCCNN: camicie nerecent: centurionecl.: classec.m.: capo manipoloc.m.: corrente mesec.n.: camicia neracns.: camicia nera sceltacol.: colonnellocom., com.te, c.te: comandantecomp.: compagniacompl.: complementocp.: compagniac.p.: codice penalecpp: codice di procedura penalecsq.: caposquadradiv.: divisionedl: decreto leggedll: decreto legislativo luogotenenzialedpr: decreto presidente della RepubblicaEcc.: EccellenzaFFSS: Ferrovie dello Statoftr: fanteriagab.: gabinettogen.: generaleGil: Gioventù italiana del littorioGnr: Guardia nazionale repubblicanaleg.: legionario

mag.: maggioreMas: motoscafo armato silurante o moto-

scafo anti sommergibilemil.: militem.s.: milite sceltoMvsn: Milizia volontaria per la sicurezza

nazionaleOnb: Opera nazionale balillaOP: ordine pubblicopen.; penalePfr: Partito fascista repubblicanoplot.: plotonepm: pubblico ministeropr.: protocolloPS: Pubblica sicurezzaPT: Poste e telegrafir., ris.: riservatarg.to: reggimentoSA: società per azionisc: salvo complicazionis.c.m.: sottocapomanipoloSE: Sua Eccellenzaseg., segr: segretarioserg.: sergenteSie Dinamo: Società idroelettrica DinamoSip: Società idroelettrica PiemonteSS: Schutz-staffeln (squadre di protezione)s.ten.: sottotenenteStipel: Società telefonica interregionale

Piemonte e Lombardiat.col.: tenente colonnelloten.: tenenteuff.: ufficialeUpi: Ufficio politico investigativou.s.: ultimo scorso

* varianti: maiuscolo/minuscolo, puntato o non puntato

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Abate, Carlo 74Abate, Francesco 69Acquadro, Felice 64Acquadro, Mario 87Acquadro, Paolo 82Actis Dama, Pietro 51Aducco, Mario 66Aglietti, Aldo 191Agostini, Dante 163, 188, 191Aimaro, Dante 65Alessio, Bruno 74Alessio, Lorenzo 73Alfredo, Oreste 49Alice, Antonio Enrico 73Alimonda, Guido 106, 136, 162, 168, 170, 178,

181, 182, 187-189Allais, Clementina 158Allegra, Edoardo 66Alunni, Giovanni 76Amato, Giovanni 90Ambrosio, Piero 27-32, 54-56, 90, 91, 105,

135, 160, 189-191, 198Amoriello, del Ministero degli Interni 14Andreo, Amilcare 49Andreone, Aldo 77Andreone, Domenico 71Andreone, Giovanni 72, 77Andreone, medico 154Angela, Antonio 86Anino, Enrico 64, 90Ansalone, Alfio 51Anselmino, Giacomo 63, 90Aquilini, della Prefettura di Vercelli 14, 21Aquilini, maggiore dei carabinieri 9Arbizzoni, Paolo 194Archetti, camicia nera 124Ardissone, Bernardo 66Ardizzone, Giuseppe 74Arlone, Giovanni 60, 90Armellini, Quirino 192Arona, Aristide 57, 78, 91Artiglia, Primitiva 68Artioli, Pietro 77, 90Ascè, Guglielmo 74

Bacco, Ernesto 73Bader, Giovanni 46Badoglio, Pietro 44, 192Bago, Marianna 72Ballarani, Tarcisio 180

Ballarati, Aldo 170, 190Ballo, Domenico 90Balocco, Enrico 66Balocco, Stefano 76Balossino, Eusebio 76Balosso, Maria 84Baragioli, Teresa 72Baragiotti, brigadiere della Mvsn 25Baraldi, Renzo 124, 125, 176Baraldo, Alfredo 30Barali, Giuseppe 61Barbano, Enzo 27, 54Barbera, Lodovica 51Barberis, Pierina 73Barbero, Giacomo Oreste 183-186, 191Bariosco, Marco 66Barone, Lilia 76Barone, Salvatore 75Barracu, Francesco Maria 9Bartolin, Augusto 52Barzilai, Attilio 82Basano, Giuseppe 62Baucero, Alessandro 64Bausardo, Giuseppe 82Bava, Mario 83Beccaro, Giovanni 74Bedoni, Walter 152Belcastro, Nicola 84Belelli, Antenore 131Bellardi, Davide 86Bellardone, Antonio 85Bellettato, Giulio 75Belli, Luciano 191Bellini, Angelo 156Bellini, Arturo 172Bellini, Maria Laura 156Bellotti, Francesco 183-185, 191Belsuini, Bartolomeo 90, 159Beltrami, Filippo Maria 54Benedetto, Francesco 86Berardelli, Michele 171Berardelli, Pier Celestino 170, 171Beretta, della Prefettura di Vercelli 26Bergamaschi, Angelo 67Bernabè, Guerrino 51Bernard, Valentino 67Bernardi, Carlo 57Berneschi, Domenico 120Bernotti, Giuseppina 82Berrone, Firmino 158

Indice delle persone

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Bertagnolio, Armando 67Bertelli, Aldo 127, 140Bertin, Guerrino 69Bertini, Adolfo 63Bertini, commissario aggiunto di Ps 90Bertipaglia, Rosa 73Bertola, Ermenegildo 183-185, 191Bertoldi, Franco 50, 56Bertone, Angelo 30Bertotti, Camillo 72Bertotti, Rambaldo 191Bertotto, Giannino 75Bertotto, Giuseppe 143Bertozzi, Gaspare 195Bessone, Giovanni 68Bevilacqua, segret. di Buffarini Guidi 11, 12, 28Bianchetto, Eraldo 191Bianchetto, Renato 191Bianchi, Zaverino 89Bianco, Basilio 30Bidens, Antonio 68Bigazzi, interprete 9, 11Bigliotti, Delfina 173Bigliotti, Giuseppina 173Bilardo, Filippo 90Binda, Silvio 127, 129, 130Bioni, Ercole 72Bischi, Giulio 116, 123, 128, 130Biscotti, Antonio 141, 159Biscotti, Vincenzo (Mitra I) 139, 141, 143, 159Bisetti, Luigia 72Bisio, Remo 65Bobbola, Flavio 181Bodiglio, Guanzito 66Bodo, Giovanni 69Boero, Adriano 190Boggio, Delmo 68Boggio, Franco 21, 22, 30, 154, 194Boggio Sala, Pietro 144Boidi, Aldo 183-186, 188, 190, 191Boidi, Federico 163, 182-184, 188Bollea, Emiliano 66, 90Bona, Pierino 65, 91Bonacina, Enrico 32Bonafede, Franco 131Bonanno, Angelo 74Bonardi, Antonio 158Bonardi, Cesare 65Bonardo, Annita 86, 90Bonazzi, Alfredo 150Bonazzoli, Giano 137Bonino, Luigi Riccardo 68, 90Borandi, Enrico 31, 190Bordone, Pierino 76

Borella, Pasquale 73Borelli, Carlo 75Borghetto, Carlo 58Borgia, Ottavio 66, 91Borgnana, Natalina 64, 90Borgo, Andrea 65Borgo, Efisio 64, 90Borla, Luigi 65, 90Borla, Teresio 66Borra, Giuseppe 67Borra, Mario 67Bosatra, Enrica 62Boschetti, Ida 84Boschetto, Ido 31, 32, 169Bossola, Pierino 84Bottan, milite della “Tagliamento” 116Bottero, Enrico 62Botti, Erio 190Bozzacco, Ferruccio 66Bozzalla, industriale di Coggiola 25Bracco, Cesarina 30Bracco, Mario 68Braghin, Carlo 57Breaker, John 67Bricco, Adelio 31, 190Briglia, Eraldo 83Brignamini, Cristoforo 145Brignone, Secondo 66Brovarone, Aldo 68Brown, William 174Bruera, Rosa 64Bruna, G. Battista 162Bruno, Guido 65Buffa, Serafino 76Buffarini Guidi, Guido 7, 10, 12-14, 18, 19, 28Burat, Tavo v. Buratti, GustavoBuratti, Giuseppe 166Buratti, Gustavo 30Buratti, Vincenzo 174Buratto, Francesco 191Burocco, Giuseppe 42Burocco, Maria 73Busa, Ernesto 65Busa, Francesco 65Busi, Evelina 73Busi, Rosina 73Businaro, Rosina 72Bussi, Gabriele 164, 165Bussi, Pier Carlo 164, 165Butto, Maria 72

Cabrino, Elvezio 63Caccia, Brando Antonio 64Cagliero, Mario 88

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Cagnoni, Ercole 86Callegarin, Silvio 72, 90Calletti, Albino 180Calligana, Giusto 137Calligaris, Giovanni 58, 91Caloscio, Onorina 86Calvi di Bergolo, Giorgio Carlo 163Calzini, Maria 53Calzino, Bernardo 172Camandona, Delfino Alessandro 68Cametti, G. Battista 72Camozza, Gino 32Campaci, Maria 73Canadese, agente di Ps 159Caneparo, Federico 198Cangemi, Mario 191Cannata, Vincenzo 162Canova, Mario 31, 166, 190Canton, Enrico 139Capelletto, Francesco 58Capitan Tempesta, partigiano 148Capitani, Oreste 62Cappello, Carlo 88Caramella, Marino 65Caranto, Pietro 75Cardano, Mario 74Carelli, Angelo 61Carenzo, Caterina 73Carisio, Florindo 66Carletta, Maria 71Carletti, Pasquale 71Carotti, Silvano 111Carrà, Mario 42Carrera, Ugo 71Carrero, Giacomo 65Carta, Enrico 52Casaburo Sossio, Vito 179, 180Casalicchio, Aurelio 65Casalino, Armando 76Casalino, Ernesta 72Casalino, Margherita 72Casalone, Armando 58Casanova, Giulia 78Casarotti, Ariente 76Casolaro, Enrico 65Casotto, Domenica 77Castagneri, Aldo 156Castellana, Carlo 66Castellaro, Edoardo 58Castelletta, Astor 139Castini, Francesco 76Castoro, Severino 65, 79, 91Cattabiani, Dante 76Cattaneo, Michele 66

Cattin, Augusta 58Cattin, Giovanna 83Cavallari, Pia 86Cavallazzi, Arrigo 163, 182, 183, 186, 188, 190Cavaterra, Ennio 163, 188, 191Cecchi, Celso 84, 90Cena, Angelo 30Cena, Ester 86Cereda, Alberto 171Ceria, Giuseppe 68Cerra, Angelo 74Cerruti, Emilio 77Cerruti, filofascista 144Cerutti, Camillo 70Cervini, Gottardo 85Cesa, Cesare 23, 24Chas Moore, Albert 65Chiappe, Umberto 9Chio, Vittorio 77Chiorino, Franco 55Cicchelli, Giuseppe 74Ciceri, Pietro Giuseppe 46, 69, 165, 167, 189Ciocca, Adelino 60Ciocca, Franco 65Ciocchetti, Albertina 58Ciocchetti, Giovanni 50, 51Ciocchetti, Salvatore 58Ciocchetti, Sandra 50, 51Clemenceau, Georges 189Clemente, Tullio 74Clerico, Mario 52Clirsi, Pietro 73Coccetta, Mario 111Coda, Giuseppe 48Coda, Ugo 64Coffetti, Achille 66Coggiola, Anselmo 49Cognasso, Delfino 59Colamussi, Egidio 11, 21, 22, 28, 29, 31Coletta, Mario 191Colli, Silvio 191Collomb, Ivonne 62Colombo, Gaetano 71Colombo, Leo 190Colombo, Letizia 51Colombo, sottotenente della “Tagliamento” 115,

171, 175Cometti, Agostino 70Cominetti, Guido 76Comini, Ines 72Comoli, Luigino 179, 180Coppo, Alfredo 74Coppo, Giuseppe (Pippo) 180Corà, Adriano 179, 189

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Corbano, Rosa 84Corbelletti, Primo (Timo) 55, 56Corlao, Giuseppe 66Corona, Maria 72Corradino, Pietro 77Corsini, Francesco 85Corte, Paolo Camillo 61, 90Cortellino, Giacomo 81Cossardo, Mario 66Costa, Felice 75, 90Costa, Ugo 191Costanzo, Giovanni 77Cravaroli, Gaudenzio 175Crespi, Angelo 170, 171Crespi, Carlo Alberto 170, 171Crevola, Giovanni 174Crimi, Francesco 22, 30Crosio, Adriano 66Crosta, Angelo 67

Dago, Attilio 172D’Agostini, Aldo 170Dalle Tezze, Luigi 190De Ambrosi, della Direzione della Ps 22De Bono, Emilio 198De Filippi, Giuseppe 66De Filippis, Alfonso 17, 20, 120, 128, 163, 179,

180, 187, 188Degan, Rita 73De Giovanni, segretario comunale 24Del Buono, impiegato comunale 23Del Grosso, Virginio 48De Lorenzi, Emilia 73Del Piano, Alessandra 86Del Piano, Colombina 145Della Setta, Alfredo 51Dell’Aquila, Giuseppe 74Dellarole, Luigi 71Dellavalle, Claudio 28-32, 54Del Signore, Giuseppe 175De Mattei, Carlo 106, 120, 123, 124, 136,

163, 175, 176-179, 187, 188, 190De Micheli, Lino 179, 180De Micheli, Pietro 179, 180De Nozza, Mario 90De Palma, commissario di Ps 60De Rosa, sottotenente di Ps 90De Simone, Giacomo 69De Vecchi, Giuseppe 90Di Aspro, Carlo 73Di Chiara, Giuseppe 84Di Guglielmo, questore 179Di Stefano, Domenico 68Dilseni, Bruno 124

Dindo, Camillo 52Dodman, Edward 63Dolcino, Maria Carmen 61Domizi, Francesco 198Donato, Carlo 65Dondana, Luigi 50Dondé, Giuseppe 152Dorato, Lino 70Dottor Terzi v. Bertola, ErmenegildoDrago, Anna 62Dragone, Alberto 84

Elio, partigiano 145

Fabbri, Antonio 106, 110, 111, 125, 136, 162,170, 173, 179, 180, 187, 188, 189

Fabiani, centurione della Mvsn 28Facchini, Antonio 73, 90Facelli, Domenico 64, 79, 91Falabino, Alessandro 69Falcione, Delfina 174Falcione, Piero 173Fallauger, Paolo 53Fanetti, Franco 145Fantino, Giovanna 72Farias, Nicolò 59, 90Fasano, Pietro 73Fassone, Pietro 59Fava Frera, Remo 31, 32, 164, 165, 169Favaro, Sante 190Ferragatta, Eusebio 85Ferramosca, Giuseppe 156Ferrante, Luigi 76Ferranti, Giuseppe 69Ferrara, Ermanno 62Ferrara, Riccardo 65Ferrari, Bernardino 191Ferrari, Gino 162Ferraris, Carlo 63, 74Ferraris, Domenico 74Ferraris, Fedele 174, 1755Ferraris, Giovanni 66, 74Ferraris, Giuseppe 67, 174Ferraris, Paolina 73Ferraris, Secondino 74Ferrarotti, Alessandro 66Ferrato, Spartaco 124Ferrero, Secondo 44Ferri, Alberto 53Ferringhetti, Faustino 85Ferro, Mario 129Finardi, Guido 191Finocchiaro, Orazio 64Fiorani, Pietro 48

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205

Fioranzo (?), quaronese 52, 53Fiore, Alfonso 71Fiorillo, Orazio 86Fiorineschi, Giuseppe 119, 121-123, 125, 127,

128, 135, 139Fiorini, Bartolo 57Flores, centurione della Mvsn 21Fogli, Claudio 130Foglia, Attilio 172, 190Foglia, Noè 176Fontana, Giuseppe 31, 166, 190Fontanella, Elio 190Forlano, Mario 66Formaggio, Giuseppe 65Fossarello, G. Battista 66Fossati, Teresa 77Franceschini, Gilberto 166, 167, 169Franchetti, Olga 58Frangipane, Francesco 90Franzosi, Raffaella 135Frascani, Ferdinando 41Freguglia, Guido (Aldo) 145Frera, Luigi 156Fumarco, Natale 58Furlanetto, Maria 68Fusco, Enzo 73

Gadina, caposquadra della Gnr 62Gaetani, Elsa 78Gagliardi, Natale 174Galetto, Michele 71Gallardi, Pietro 61, 72, 90Gallizia, Carlo 174Gallizia, Teresa 174Galliziotti, Emilio 31, 190Gallo, Giovanni 169Gallo, Maria 75Gambara, Gastone 8, 27Gambetti, Carlo 32Garafi, Carmelo 51Garella, Maria 58Garlanda, Ugo 52Garrione, don Antonio 61Gastaldi, Giovanni (Marco) 179Gavarese, Alessandro 156Gavetta, partigiano 145Gazzena, Maria 143Gelone,Venere 68Gemisto v. Moranino, FrancescoGennari, Paolo 124Genova, Bruno 73Genziano, Anselmo 47Ghelfi, Mario 77Ghigo, Giovanni 77

Ghigo, Marcello 75Ghigo, Paola 75Ghirelli, Edolo 109, 110Ghisio, Giuseppina 58Ghisio, Luigino 85Ghisio, Pietro 58Giacobini, Giustina 173Giacobino, Orsola 172Giacopuzzi, Dino 190Gianadda Ciocchetti, Camillo 85Giangravè, Paolo 74Gianoglio, Carlo 74Giara, Remo 76Giardino, Carlo 30Gibello, Davide 50Gibin, Luciana 72Gibin, Norma 78Gioia, Axel 77Giordano, Bruno 70Giovannelli, Attilio 28Giribaldi, Francesco 156Giubasso, Giuseppe 46Giuberchio, Piero 85Giulia, Renato 85Giuseppe, partigiano 126Giva, Giuseppe 89Givone, Pietro 53Givone, Primo (o Onorato) 44, 55Godi, Aurelio 179, 180Godio, Riccardo 166Gonella, Giovanni 89Gorlero, Giovanni 66Gorlero, Giuseppe 66Gottardi, Giovanni 86Grandi, Dino 28Grapeggia, Fernando 73Grassino, Giuseppe 65Grasso, Luigi 73, 90Graziani, Rodolfo 94Graziano, Giuseppe 152Graziano, Severino 49Gregori, Carolina 72Gronchi, Giovanni 195Grosso, Riccardo 191Grosso, Vittorio 87Grotti, Mario 49Guasco, Amilcare 52Guasco, Antonietta 62Guassora, Celestino 76Gubernati, Ermanno 64Guelpa, Giovanni 23, 64Guglielmati, Terchio 73Guglielmina, Albina 75Guglielmini, Edilio 147

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206

Guida, Leandro 41Guidetta, ufficiale del btg. “Montebello” 13Guidicini, Giuliano 120Guidotti, valsesiano 180Guidotti, Guerrino 68Gusmaroli, Ernesto 42Guzzon, Renato 30

Hamm, del comando tedesco 11, 17Hans, ufficiale tedesco 131Hary, Luigi 46Hatfreld, George 63Hitler, Adolf 143, 198Holbert, capitano tedesco 156

Iacassi, Carluccio 72Ianno, Giacomo 31Ilvo, partigiano 126Innocenti, Alessandro 85, 90Intreccialagli, Antonio 112, 118, 175Inverardi, Teresa 73Isacco, Mario 66Ivan, bulgaro 185

Jaffe, Silvio 57, 68, 91

Lace, Alfredo 66Lanati, Giuseppe 41Landi, Enzo 30Landolfi, commissario di Ps 20Landucci, Pietro 86Languasco, Aurelio 49, 193Lanzone, Ugo 32Lasagna, Giuseppe 70Lauro, camicia nera scelta 124Lavarino, Mario 65Ledda, Antonio 100Lemmi, biellese 102Leo, Goffredo 163, 182, 183, 188, 190, 191Leone, Luigi 80Levi, Lionello 182, 183Liberti, Egidio 31, 135, 190, 198Liotti, Giovanni 52Lipartiti, Enzo 8, 12, 14, 17-19, 21-24, 27-29,

31Locca, Silvio 176-178Loggia, Paolo 74Longhi, Angelo 31, 190Longo Dorni, Mario 166Lorenzet, Elio 66Lorio, Maddalena 68Loss, Silvio 31, 190Lovatto, Alberto 190Lovo, Lino 65

Lozzia, Pilade 67, 90Luccani, Ida 156Luccotti, vice brigadiere della “Tagliamento” 127Luciani, Policrate 90

Macconi, Giovanni 65Machieraldo, Alfredo 76, 91Maffeo, Vittorino 47Maggia, Adelchi 144Magliocco, Franco 139Magliola, Francesco 137Magnaghi, Carlo 73Magni, Giovanni 49Maiocchi, Roberto 84Mallana, Francesco 126, 139Malloni, Giovanni 65Manca, Giuseppe 126, 128Mancini, agente di Ps 71Mancini, Andrea 59Mancini, Luigi 66Mandelli, Teresio 137Mandosio, Luigi 61, 91Manfredi, Alessandro 193Marasco, Francesco 84Marasco, Maria 84Marauca, Gioacchino 71Marchese, Mario 50Marchese, medico 49Marchesello, Francesco 50, 51Marchetto, Bruno 51Marchialli, Alessandro 190Marchialli, Giacinto 190Marcone, Mario 75Marconi, Alfredo 74Marengo, Anna 61Maritano, Pietro 77Martigani, Leonardo Giuseppe 73Martinazzo, Angelo 31Martinetti, don Cesare 61Martini, Giuseppe 42Martini, Luigi 68Marullo, Vitaliano 74Masole, Giuseppe 89Massa, Antonio 73Massa, Luigi 84Massari, Ferdinando 25Mastrovitti, vercellese 185Maucci, Enrico 190Mazza, Ernesto 145Mazzantini, Carlo 198Mazzantini, Giorgio 108, 109, 116Mazzola, Rosina 72Mazzoni, Giuseppe 119, 120, 123-125, 127-

130, 139, 176

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207

Mazzucchetti, Angelo 63Mazzucchetti, Giovanni 85Mc Crachen, James 174Medici, Albino 130Melano, Battista 87Mele, Paolo 20, 90Melen, Enrico 73Mellini, Luigi 72, 91Melloni, Cesare 169Melo, Vildo 191Melotti, Egidio 85Menegazzo, milite scelto 130Meneghini, Artemisia 180Meneghini, Bruno 179, 180Meneghini, Luigi 179, 180Menegozzo, Oreste 107, 161, 162, 188, 189,

191, 193Mercadante, della Prefettura di Torino 12Merlin, Ernesto 191Merlo, Carlo 76, 91Michelone, Eraldo 147Micotti, Dante 72Miller, Fred 174Millo, console della Mvsn 13Minacci, Ercole 139Minarolo, Norberto 30Mino, Oreste 76Minotti, Iginio 86Mioco, Mario 44Miotto, Maria 66Miraglia, Piero 72Mirata, Carlo 71Mischi, Archimede 9, 28, 99Mischiatti, Secondo 81Mitra I v. Biscotti, VincenzoMittica, Domenico 9, 24, 27Mizzon, Giuseppe 191Moggio, Enrico 77Moglia, Alfonso 63Molinari, Bianca 87Molinari, capitano degli alpini 63Molinari, Uberto 90Molinaro, Pietro 77, 91Mondino, Giovanni 76Monella, Gabriele 71Montagnini, Giovanni 70Montanelli, Giacomo 100Montarolo, Carlo 63Montaruli, Nicola 191Monte, Corradino 180Monteferrario, Renzo 156Monteleone, Franco 84Montobbio, Gaspare 58Mora, Paolo 42

Moranino, Francesco (Gemisto) 123, 124,129, 135, 139, 141, 176

Moranino, Luigi (Pic) 30Morchino, Giorgio 76Morecchio, Luigi 190Moreno, don Felice 66Moretti, Mario 174Moretto, Stefano 75Morganti, Alda 60Morganti, Santa 60Morisio, Antonio 76Moro, partigiano 126Morsero, Michele 7-14, 16-20, 22-32, 40, 57,

90, 93, 136, 161, 195Mosca, Aurelio 30Mosca, Pierino 30Moscatelli, Marcello 68, 91Moscatelli, Vincenzo (Cino) 15, 20, 27, 28, 30-

32, 44, 52, 54, 55, 67, 68, 95, 96, 99, 100,110, 111, 116, 117, 135, 136, 165, 166, 171,173, 185, 195, 196

Moscone, Cesare 83, 175Mosso, Pierino 66Mossotti, Domenica 65Mossotti, Pietro 23, 183, 191Motta, Gladys 27, 29, 30, 55, 198Munari, camicia nera scelta 124Muraro, Romana 67Musso, Camillo 89Mussolini, Benito 30, 31, 40, 192, 198Muta, partigiano 145Muzzi, Pietro 163, 168, 169, 187, 188

Nardo, milite 184Nardocci, Geremia 60, 62, 88, 90Nava, Ercole 60Negrino, Giovanni 59, 91Negro, Domenico 84Negro, Enrica 86Negro, Giuseppe 141Negro, Pierino 60Negro, Rinaldo 57Neiretti, Marco 191Nelva, Delfo 48Nervi, Ernesto 59, 91Nicchiarelli, Niccolò 13, 26Nicolò, commissario aggiunto di Ps 20Nobile, Egidio 123, 139Nodari, Angelo 59Novaria, Caterina 73Novaria, Fermo 63Nuzzi, Savino 162

Ogliaro, Oddone 68

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Olivero, Aldo 67Olivi, Beniamino 162Opezzo, Giuseppina 73Opezzo, Pietro 73, 82Ordano, Rosaldo 27Orecchia, Mario 61Orgiazzi, Maria 70Ormezzano, sottotenente di Ps 90Orsenego, ufficiale dell’Esercito 150Orsi, Alessandro 198Osella, Augusto 168Osella, Giuseppe 8, 20, 31, 68, 166, 168, 169,

183, 190, 194, 196Ottavis, Severino 66

Padino, Felice 75, 91Paganin, Piera 83Pagano, Enrico 191, 198Paglianti, Libero 14Pagliazzo, Giovanni 176-179, 190Palazzolo, Rodolfo 84Palestro, Eusebio 74Palestro, Giuseppe 57Panichi, Francesco 32Panvini Rosati, Giulio 90Paolatto, Ferdinando 137Paolo, fobellese 173Parero, Enzo 50Parravicini, Ettore 67Pascale, Mario 49Pasino, Domenica 72Passera, Mario 67Passeri, del Ministero dell’Interno 24Pastore, Ottavio 72, 91Pastore, Pietro 31Pedrola, don Remo 85Pegani, Vitaliano 77Pegoraro, Antonio 83Pella, Giuseppina 68Pella, Guido 66Pellegatti, Nicola 174Pennisi, Armando 58Peraldo, Pietro 50Perazzo, Maria 68Perazzo, Teresa 72Perego, Ernestina 75Perillo, Marco 87Perini, Benvenuto 90Perona, Gianni 28, 30-32, 54-56Perotti, Ernesto 69Perotti, Michele 62Pertusi, Carmela 78, 91Pesciarelli, Ugo 120, 128Petriccione, vice commissario aggiunto di Ps 90

Petrini, Vincenzo 65Pettazzini, Angiolina 75Pezzana, Pietro 61Piasio, Casdove 75Piazza, Gaspare, 61Piazzale, Teresa 164, 165Piazzo, Aldo 62Picco, Maria Rosa 72Pierotti, prefetto ispettore 77Pignotti, Gino 184Pino, Agostino 75Pintor, Arturo 143Piovesan, Emilio 72Pisanò, Giorgio 135, 198Pisenti, Enrico 57, 79, 91Pitton, Linda 75Pizzorno, Giovanni Battista 31, 32, 169Poggi, Angelo 107-110, 181Poggi, Eleonora 72Poggio, camicia nera 124Poglio, Natale 60Polidori, Quinto 86Pollo, Riccardo 84Pollone, Andrea 61Poma, Anello 28, 30-32, 54-56Pompili, Giuliano 123, 126, 128, 130, 137, 140,

181Ponsetto, Attilio 77Ponton, Manlio 108Ponzecchi, Bruno 10, 28, 55Porta, Teresa 72Potasso, Riccardo 50Poy, Giovanni 75Pozzato, Bruno 135Pozzetti, Adelaide 72Pozzi, Aldo 75Pozzo, Guido 85Prassi, Alfredo 72Pregnolato, Antonio 77Prella, Bernardino Giuseppe 66Prette, Quinto 64Prezioso, Piero 110Pria, industriale 47Protta, Elda 77Pucci, Giorgio 170, 175

Quaglio, Giovanni 64Quaranta, Ettore 79Quazza, Guido 28, 32, 54

Rabascio, Mario 71Rabino, Angela 72, 91Ragonese, Giuseppe 20, 106, 121, 131, 132,

161, 162, 169, 181, 182, 188, 193

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Ramella, Carlo 43Ramella, Edoardo 67Rasario, Giuseppe 173, 174Rasario, Leone 174Raschio, Franco 70Raso, Giuseppe 67Rastellato, Clelia 73Rastellato, Florindo 73Rastelli, Nello 162, 170-175, 187, 188Rastelli, Pietro 190Rato, Giovanni 86Ravaglia, Silvio 162, 168, 169, 187, 188Raviglione, Francesco 80Re, Emilio 64Re, impiegato comunale 24Reda, Emilio 61Reganzone, dirigente d’azienda 47Regiani, Elvira 75Regis, Giovanni 62Residori, Sonia 198Resta, Romualdo 53Ricaldone, Giovanni 66Ricci, Renato 9, 21, 24, 26, 94, 104, 118, 133,

134, 135, 141, 161, 193Rigazio, Giovanni 75Rigolone, Luigi 87Rinolfi, Renato 31, 190Risè, Ettore 58Rivalta, Raoul 27Rizzollo, Giovanni 181Rocchi, Giuseppe 108Roccia, Domenico 160Romani, Racchio 89Ronchi, Maria 89Ronco, Giuseppe 77Rondano, Leandro 59Rondi, Cesare 100Ronza, Giovanni 73Rossetti, Francesco 48Rossi, Battista 42Rossi, Bianca 61, 62Rossi, Cesare 28, 90Rossi, Giovanni Battista 143Rossi, Giuseppe 75Rossi, Sante 63Rosso, Andrea Antonio 84Rosso, Antonio 74Rosso, Carlo 65Rosso, Ermogeno 70Rosso, Vittore 59Rota, Olivo 43Rubino, Piera 86Ruffino, Elena 58Rutto, Bruno 126

Saccagno, Rosanna 63Saccardi, Ugo 65Sacco, Vincenzo 74Saffa, partigiano 145Saibeni, Costantino 77Saini, Cesare 50Sala, Giuseppe 144Salino, Elisabetta 156Salis, Giuseppe 82Salussoglia, Giovanni 158Sanchini, Eugenio 193Santangelo, Vittorio 90Santhià, Guglielmo 42Santhià, Luigi 42Santini, podestà di Quarona 24Santus, Benvenuto (figlio) 64Santus, Benvenuto (padre) 64, 91Saragat, Giuseppe 195Sarasso, Antonio 158Sarasso, Giuseppe 75Sardo, Enrico 131, 163, 181, 188, 191Sartoris, Amedeo 28, 87, 90, 105Sassi, Anacleto 72Sassone, Francesco (palestrese) 74Sassone, Francesco (biellese) 30Savazzini, Dante 59Savino, Carlo 73Savoca, della Prefettura di Vercelli 17, 20, 21Sayeva, Achille 90Scaglia, Giovanni 68Scalvini, Maria 73Scalvini, Rubes 73Scansetti, Angelo 84Scaramiglia, Luigi 170, 190Scardapane, Gaetano 84Scarparo, Antonio 76, 91, 143Scavardone, Giuseppe 64Schianchi, Sergio 124, 176Schiano, ufficiale della “Tagliamento” 177Sciacca, agente ausiliario di Ps 71Scognamiglio, colonnello 9Scolari, sottotenente medico 116Scolaro, Loris 73Scolaro, Maria 73Scotti, Giovanni 174Secchia, Pietro 27, 28, 30-32, 54, 55, 135Sereno, Elivio Carlo 190Sereno, Giuseppe 86Sereno, Luigi 66Serralunga, Giuseppe 21, 30Servardone, Pietro 76Servetto, Renato 70Settia, don Antonio 177-179Sfardini, Enrico 173

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210

Sfardini, Ubaldo 173Siani, Clemente 127, 139Siboli, Tullio 116Sigando, Carlo 72Siletti, fratelli 46Silvestri, Enrico 162, 188, 191Simeoni, Gino 61Simone, Attilio 61Simoni, centurione 22Sironi, Ferdinando 84Sismondi, sottotenente di Ps 90Sitzia, Carluccio 74Siviero, Amerino 57Sizzano, Giorgio 64Slanzi, Rino 74Socco, Pietro 168Soggia, Floriano 57, 78, 91Spada, Aleramo 184Spanò, Pietro 90Squara, Giovanni 75Squillario, Renzo 143Stacchino, Antonio 72Stalin, partigiano 145Strada, Teodoro 75Strambo, Giuseppe 172Strepponi, Giovanni Battista 175Strippoli, Alfonso 31

Tallia, Paride 65Tamagno, Carlo 61Tamburini, Tullio 12, 13, 18, 19, 28, 29Tartaglio, Gianni 30Teglia, Pietro 76Tensfeld, Willy 104, 133-135Testa, Luigi 76Timo v. Corbelletti, PrimoTiraudi, Anna 156Tisi, Arnaldo 49Togna, Adolfo 47Togna, Flaminio 47Tombolini, Vincenzo 71Tommasino, Vittorio 74Tonato, Giovanni 69Tonello, Renzo 65Toniol, Virginio 31, 166-169Tonon, Giovanni 58Topini, Renato 31, 166, 190Torti, direttore di banca 47Torti, Silvio 90Tortolone, Giovanni 80Trabucco, Baldassarre 19, 22, 23, 29Travagli, Efren 138Travaglini, Fernando 193Traversa, Carlo 66

Travostino, Felice 76Trecate, Eusebio 69Tresi, Maria 73Trevisan, Rodolfo 150Trinchero, Eugenio 87Trinchero, Maddalena 72Turlo, Zefferino 46

Uboldi, Mario 28Uccelli, Oscar 17, 18Usellini, Carmelita 67, 91

Valenzano, maresciallo di Ps 90Vallanzasca, Maria 53Vallaro, Alberto 64Varalli, Silvio 175Varricchio, commissario aggiunto di Ps 90Vavassori, Rosina 86Vecchia, centurione della Gnr 22Venturelli, Arturo 70Vercella Baglione, Vitale 49Vercella Barbis, Pietro 64Vercellina, Pierino 190Verga, Sante 90Vernenti, Carlo 84Vernetti, don Giuseppe 86Vettorello, Bruno 190Viana, Clara 48Viazzo, Carlo 69Vicario, Francesco 85Vigone, Luigia 84Vincenti, Ignazio 83Viola, Ezio 76Vismara, Antonio 77Vitolo, Michele 70Viviani, Maria 73Vola, Francesco 62Volta Parigi, Ermenegilda 72

Weiss, Alfredo 58Weiss, Desiderio 58Weiss, Hilda 58Weiss, Irma 58

Zambelli, Pierino 41Zamboni, Pietro 81Zandano, Gianni 28, 32, 54Zanetta, Luigi 144Zangherati, Guerrina 58Zaninetti, Angelo 63, 91Zaninetti, Mario 68Zanoletti, Giacomo 173Zanotti, Adolfo 145Zanotti, Carlo 193

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Zanvercelli, Pasquale 84, 91Zaquini, Ezio 190Zaquini, Mario 100, 105, 117, 135Zarino, Eugenio 73Zarino, Maddalena 72Zarino, Salvatore 74Zarino, Walter 83Zegna, Ermenegildo 50Zegna, Luciano 64Zenone, Eligio 90Zerbinati, Guglielmo 83, 84, 152

Zerbinati, Pio 92Zerbino, Paolo 9, 11, 12, 27, 29Zini, Guido 69Zolla, Giulio 179Zoppis, Benvenuto 190Zucca, Giuseppe 75Zuccari, Merico 8, 14, 17, 20, 21, 25-27, 29,

31, 32, 118, 135, 136, 140, 161-175, 177,179-184, 186-191, 193, 197, 198

Zucco, Ester 184

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212

Affrancia (Borgosesia) 53Africa orientale 197Africa settentrionale 195Agnona (Borgosesia) 165Agrigento 61Ailoche 43, 63, 130Alagna Valsesia 15, 72, 123-125, 131, 132, 137Albano Vercellese 59Alessandria 9, 27, 196Alice Castello 41, 48, 55Altavilla Irpina (Av) 73America latina 189Ancona 186Andorno Micca 15, 41, 43, 45, 46, 48, 52, 60,

66, 67, 96, 97, 143, 145, 150, 152Aosta 17, 19, 21, 100, 193, 196Aosta, valle 193Aranco (Borgosesia) 48, 165, 167Argentina 197Asigliano Vercellese 71, 73, 75, 84, 86, 147Asti 74Azzano Decimo (Ud) 162

Bagneri (Muzzano) 113Balocco 80Bannio Anzino (No) 115, 172Baraggia (Carisio) 145Baraggia (Lessona) 48Barattano (Gualdo Cattaneo, Pg) 162Bergamo 158, 161Berlino 195Bevagna (Pg) 162Bezzecca (Tn) 64Bianzè 42, 65, 78, 86, 148, 159Biella 8, 15, 17-26, 28-31, 41, 42, 43, 45-52,

54, 57, 59-73, 75, 80, 83, 86-89, 93, 95, 97,102, 104, 113, 127, 131, 132, 143, 145-149,151-159, 175, 193, 194

Biellese 8-10, 15, 17-19, 21, 22, 28, 29, 31,39, 40, 52, 60, 64, 93, 95-97, 99-101, 141-145, 147, 151, 152, 156, 193, 194

Bioglio 48Bitonto (Ba) 61Boccioleto 115, 120, 123, 137, 172Bolladella (Cairate, Va) 730

Bollengo (Ao, ora To) 131, 132Bologna 31, 134, 161-163, 180, 195Bolzano 58Borgo d’Ale 71, 74-76, 89, 1450Borgo Vercelli 63, 74, 77, 80, 86, 88, 143, 144,

156Borgomanero (No) 18Borgomasino (Ao, ora To) 86Borgosesia 8, 13, 15-20, 22-25, 29, 31, 32, 41,

43-46, 48, 49, 52, 53, 59, 62, 65, 66, 68, 76,95, 107-109, 111, 121, 124, 125, 165-169,183, 190, 191, 196, 197

Breia 15Brescia 9, 13, 18, 22, 24, 26, 40, 54, 161, 162,

187, 190Brescia, provincia 198Brusasco Cavagnolo (To) 63Brusnengo 49, 76, 122Bulliana (Trivero) 42Buronzo 44, 47, 127Busseto (Pr) 69Busto Arsizio (Va) 67, 75

Cabiate (Co) 86Cagliari 162, 187Cairate (Va) 73Callabiana 48, 50Caluso (Ao, oraTo) 77Camasco (Varallo) 110Cambiasca (No) 128, 129Camburzano 50Camino (Al) 77, 82, 159Campbell (Australia) 174Campello Monti (Valstrona, No) 125-128, 138,

172Campertogno 137Canavese 131, 193Candelo 48, 150, 159Cappuccini (Vercelli) 62, 65, 73, 81, 89Caprezzo (No) 128, 129Carcoforo 110, 136Caresana 145, 158, 184Caresanablot 87Carisio 83, 143, 145Carpeneto (Al) 27

Indice dei luoghi*

* Di ogni frazione è indicato, tra parentesi, il comune capoluogo; per i comuni al di fuori della provinciadi Vercelli sono indicate le province di appartenenza all’epoca (solo per i comuni del Canavese è in-dicato anche il cambio di provincia nell’immediato dopoguerra).

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Carpignano Sesia (No) 148, 155Casa del Bosco 123, 139Casale Monferrato (Al) 68Casalmaggiore (Cr) 75Casanova Elvo 61, 143Cascine San Giacomo ora San Giacomo Vercel-

lese (v.)Cassino (Fr) 74Castagneia (Breia) 190Castelfranco Emilia (Mo) 194Castellazzo Novarese (No) 195Castellengo (Cossato) 191Castelletto Cervo 157Castello Godego (Tv) 61Cavaglià 69, 71, 73, 77Cavaglia (Varallo) 109Cecoslovacchia 194Cellio 15, 51Cerrina Monferrato (Al) 72Cerrione 156Cerva (Rossa) 137Cervarolo (Varallo) 110Cervatto 99, 121, 130, 136Cesena (Fo) 162Chesio (Valstrona, No) 125Chiari (Bs) 14, 161, 193Chiavazza (Biella) 47, 78, 145, 147, 156Chivasso (To) 152Cigliano 66, 75, 77, 86, 87, 89, 107, 143, 156Cilimo (Varallo) 109Civiasco 109Civitavecchia (Rm) 194, 196Coggiola 8, 11, 13, 15, 25, 32, 44-47, 49, 50,

60-62, 64-69, 72, 126, 129Colbourne (Port Colbourne?, Canada) 67Collobiano 69, 85, 147Comasco 193Como 31, 158Conselve (Pd) 73Corboia (Ro) 65Corzano (Bs) 156Cossato 8, 15, 16, 19, 22-26, 29, 31, 32, 45,

47, 52, 60, 66, 67, 72, 76, 143, 150, 152,169, 181

Cossila (Biella) 52, 61, 143Costanzana 77, 159Courmayeur (Ao) 194Cravagliana 95, 99Cremona 195Crescentino 62, 67, 74, 77, 78, 80, 84, 86, 152Crevacuore 8, 11, 13, 15, 16, 19, 23-25, 29,

31, 32, 42, 44-47, 49, 62, 63, 69, 108, 109,122, 125, 126, 139, 164, 165, 169, 189

Crevola (Varallo) 67, 111

Croce Mosso (Valle Mosso) 19, 25, 26, 29, 32Crova 73, 145Cuneese 193Cuneo 31, 196Cureggio (No) 63Curino 106, 124, 126-30, 135, 138, 139, 182Cusio 196

Desana 71, 74, 83, 87Donato 58Dongo (Co) 27

Emilia-Romagna 161, 196Etiopia 195

Falcero (Valle Mosso) 52Ferrara 163Fervazzo (Coggiola) 130Firenze 30, 31Flecchia (Pray) 123, 138Fobello 99, 106, 115-132, 136-138, 172-174,

190Fondotoce (Verbania, No) 121Fontanetto Po 61, 76, 143Foresto (Borgosesia) 109Forlì 31Formigliana 60, 62Forno (Valstrona, No) 125, 126, 179, 180,

189, 191Francia 144, 145Friuli 193

Gaglianico 67, 71, 144, 155Gattinara 14, 15, 24, 29, 45, 53, 59, 72, 82, 83,

107, 109, 127, 145Genova 30, 162, 197Germania 8, 9, 40, 93-97, 105, 142-144, 147,

148, 173, 181Ghislarengo 45, 150Giunchio (Ailoche) 43Gottolengo (Bs) 75Gozzano (No) 18Graglia 15, 43, 68Greggio 28, 79, 80, 85, 154Gressoney (Ao), valle 161, 193Grignasco (No) 43, 53, 196Grimaldi (Cs) 30Grugliasco (To) 195Guardabosone 64, 125

Imperia 31, 53Intra (Verbania, No) 128Isolella (Borgosesia) 67, 124Istria 64

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214

Ivrea (Ao, ora To) 17, 18, 19, 21, 126, 131, 132

Lambrate (Milano) 111Lamporo 71Larizzate (Vercelli) 82, 84Laveno (Va) 64Lazio 170Leno (Bs) 81Lenta 66, 76, 152, 155, 159Lessona 26, 48, 52Libia 197Lignana 79, 83, 147Limbiate (Mi) 67Livorno Ferraris 79, 84, 86, 87, 150, 156, 159Locarno (Varallo) 175Lombardia 161, 198Lonate Pozzolo (Va) 77, 81Lozzolo 122, 123, 139Lucca 195

Macerata 197Maderno (Bs) 9, 10, 12-14, 18, 19, 23-26, 28,

31, 77, 160Magnano 71Marche 106, 161, 186, 193, 198Masseranga (Portula) 129, 130Masserano 16, 23-25, 45, 49, 102, 127, 152Mazzè (Ao, ora To) 76, 77, 86Mezzana Mortigliengo 126, 144Miagliano 43, 150Miazzina (No) 128Milano 17, 18, 25, 28, 31, 58, 63, 67, 77, 85,

88, 109, 111, 153, 154, 162, 174, 186, 188,189, 191, 194, 197

Modena 70Moncerchio 15Moncrivello 65, 74Monferrato 191Mongrando 17-19, 21, 46, 49, 50, 58, 131,

132, 143Monselice (Pd) 74Montefano (Mc) 162, 197Montrigone (Borgosesia) 43Mosca 195Mosso, valle 26Mosso Santa Maria (ora Mosso) 15, 16, 19, 23,

29, 32, 41, 42, 49, 50, 52, 64, 94, 194Motta de’ Conti 77, 88, 152Mottalciata 26, 106, 127, 139, 180, 181, 182,

191Molinengo (Soprana) 126Muzzano 50, 113, 156

Nemi (Rm) 163

Netro 15Novara 13, 17, 18, 29, 41, 49, 56, 65, 69, 70,

85, 89, 121, 130, 139, 142, 179, 193, 194,195, 196

Novara, provincia 186, 189Novarese 128Noventa Vicentina (Vi) 65

Occhieppo (imprecisato) 15, 130, 140Occhieppo Inferiore 50, 102, 156Occhieppo Superiore 62Olcenengo 68, 69, 73, 78, 81, 83, 85, 142, 156,

158, 159Oldenico 80, 81Omegna (No) 41, 54Oriomosso (Quittengo) 48Ornavasso (No) 128, 129, 138Oropa (Biella) 15, 52Ossola, valle 138, 193, 196

Padova 163Palazzolo Vercellese 63, 74Palestro (Pv) 74, 77Pallanza (Verbania, No) 70Parigi 195Parma 31Pavignano (Biella) 42, 147, 152, 159Pedemonte (Alagna Valsesia) 137Pertengo 79, 147, 150Perugia 31Pesaro-Urbino, provincia 161, 186Peschici (Fg) 141Pettinengo 69Pezzana 71, 75, 76, 150Piacenza d’Adige (Pd) 74Piana di Santa Maria (Fobello) 173Pianceri (Pray) 130, 146Piancone (Trivero) 139Piane (Mosso Santa Maria) 41Piasca (Ailoche) 130Piatto 143Piazzo (Biella) 102Piedicavallo 15, 110, 111Piemonte 27, 164, 192Piode 180Pollone 15, 68, 141, 156Ponderano 88, 145Ponzone (Trivero) 28, 42, 55, 119, 120Pordenone 162Portula 43, 44, 45, 139Postua 46, 47, 64, 108, 129, 139Pralungo 15, 44, 48, 60, 63, 68, 78, 141, 143,

145, 147, 159Prarolo 65

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Pratrivero (Trivero) 46, 72, 139, 156Pray 8, 11, 13, 15, 16, 23, 25, 43-45, 47, 49,

50, 65, 76, 106-109, 119-132, 136, 138, 146,172, 175, 176, 178

Quarona 16, 23, 24, 52, 53, 71, 98, 111, 116,118, 145, 170, 172, 190

Quinto Vercellese 83, 84, 142Quittengo 48

Rassa 99Rezzato (Bs) 73Rima 110Rimasco 106, 110, 119-26, 136, 137Rimella 52, 95, 96, 99, 110, 115-117, 122, 137,

138, 172, 190Rivalta di Torino (To) 87Rivara (To) 131, 132Rive 71, 72, 79, 147, 150Roasio 69, 145, 155Roccapietra (Varallo) 109, 110, 117, 118, 170,

190Roma 8-11, 13, 21, 27, 31, 84, 103, 104, 134,

162-164, 195-197Romagnano Sesia (No) 14, 18, 29Ronco (Cossato) 47Roncole (Busseto, Pr) 69Roncole (Postua) 129Rondissone (To) 152Rondò (Serravalle Sesia) 60, 108Ronsecco 60, 77, 150, 158Rosazza 53Rossa 123, 137Rovasenda 152Rovegro (San Bernardino Verbano, No) 128Rovigo 31Rusa (Campertogno) 137

Saavedra (Argentina) 162, 197Sabbia 137Sagliano Micca 45, 47, 48, 64Sala Biellese 46Salasco 58, 145, 155, 158Sali Vercellese 74Saluggia 42, 65, 79, 86, 150, 156, 158Salussola 65, 71, 74, 77, 78, 145, 148, 150,

156, 158San Carlo (Graglia) 43San Damiano d’Asti (At) 77San Germano Vercellese 59, 63, 75, 78, 79, 81,

83, 86, 87, 89, 102, 150, 152, 154, 155, 158,159

San Giacomo Vercellese 68San Giusto Canavese (Ao, ora To) 76

San Paolo Cervo 15San Pietro (ora Saint-Pierre, Ao) 63Santa Margherita Ligure (Ge) 73Santa Maria (Curino) 124, 125, 129, 175-178Sant’Antonino (Saluggia) 86, 156Sant’Eurosia (Pralungo) 44Santhià 61, 65, 73-76, 79-81, 86, 87, 89, 102,

103, 146, 148, 156, 158Scopa 15, 43, 172Scopello 137, 180Sermenza, valle 110, 115Serravalle Sesia 9, 15, 16, 23, 24, 29, 43, 45-

47, 50, 53, 60, 65, 107, 108, 156, 167, 196Siena 163Sordevolo 15, 113Spagna 195Spalato (ora Split, Croazia) 27Spoleto (Pg) 197Strona 26, 65, 126, 145Strona (No), valle 125, 138, 193Stroppiana 73, 74, 82, 85, 157Suno (No) 189Svizzera 136, 195, 197

Tavigliano 48, 141Todi (Pg) 197Tollegno 8, 15, 17, 20, 25, 30, 42, 43, 45, 60,

71, 194Torino 9, 11-13, 18, 24, 27, 29, 31, 59, 64, 65,

67, 70, 71, 74, 75, 77, 85-87, 89, 146, 163,165, 171, 175, 184, 185, 189, 191, 195, 196

Torrazzo 64Tortona (Al) 163, 177Trento 197Trento, provincia 161Tricerro 58Trieste 81, 162Trino 58, 59, 62, 63, 65, 66, 70, 74, 77, 80, 82,

84, 87-89, 147, 152, 159Trivero 10, 15, 25, 42, 43, 46, 47, 50, 60, 62,

64, 65, 87, 100, 126, 140Tronzano Vercellese 73, 75, 77, 87, 88, 146,

148, 159Tusa (Me) 162

Udine 192

Val Masino (So) 190Valbella (Cravagliana) 70Valdagno (Vi) 105, 159Valdengo 71Valduggia 173, 174Valle Mosso 16, 23, 26, 32, 41, 42, 43, 48, 52,

60, 62, 65, 67, 148, 152

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Valle San Nicolao 80Valmaggia (Varallo) 110Valsesia 8, 10, 15-17, 21, 24, 26-29, 40, 93-

97, 99, 100, 106-109, 136, 140, 142, 143,145-147, 151, 152, 156, 161, 170, 172-174,180, 189, 193, 194, 196

Valsessera 8, 29, 53, 95, 100, 106, 136, 161,193

Valstrona (No) 161, 172Valtellina 190Vandorno (Biella) 64Varallo 8, 13, 15, 16, 19, 20, 21, 23, 24, 27,

41, 44, 45, 46, 49, 51-55, 59, 62, 66-68, 70,76, 95, 98, 100, 105, 108-111, 116-119, 124,135, 140, 145, 166, 170-175, 180, 183, 190,191, 194, 196

Veglio Mosso 143Venaria (Lignana) 79, 147Venarolo (Ailoche) 130Veneto 161, 198Verbania 196Verbano 196Vercellese 57, 79, 87, 142, 145, 146, 186Vercelli 7-14, 16-19, 21, 22, 24, 25, 27-30, 32,

41, 48, 55, 57, 58, 61, 62, 63, 64-89, 91, 92,

99-101, 103, 105, 106, 108, 111-115, 118-120, 122, 125, 126, 132, 134-136, 138-141,143-145, 147, 149, 150-154, 156-159, 161,164, 165, 169-172, 180, 186, 187, 189-191,193-196

Vercelli, provincia 9, 27-29, 31, 39, 54, 91, 105,134, 136, 141, 142, 144, 146-151, 153, 155,157, 160, 162, 189, 191-193, 197, 198

Vergnasco (Cerrione) 152Verona 27, 188Vettignè (Santhià) 74Viancino (Crova) 73Vicenza 161Vicolungo (No) 75Victoria (Australia) 67Vigevano (Pv) 60, 74, 171Vigliano Biellese 51, 64, 68, 145, 150, 156, 158,

159Villanova Biellese 15Villata 85, 150, 158Volterra (Pi) 196

Zimone 157Zubiena 17, 18, 19, 49, 53Zumaglia 86

Page 218: ai miei figli - storia900bivc.it · 2017. 12. 5. · I “meravigliosi” legionari Storie di fascismo e Resistenza in provincia di Vercelli a cura di Piero Ambrosio. 4 Nota del curatore

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Indice

Nota del curatore p. 4

Presentazione ” 5

Dicembre 1943: iniziano le azioni contro i “ribelli” ” 7

“Oltre duecento ribelli armati...” ” 39

“Nella notte sono stati eseguiti due pattuglioni” ” 57

“È palese la sfiducia ed il collasso spirituale” ” 93

“L’entusiasmo dei legionari è indescrivibile” ” 106

Legionari in Valsesia e nel Biellese ” 136

“È continuata un’accentuata attività sovversiva” ” 142

“In nome del popolo italiano” ” 161

Appendice ” 192

Referenze bibliografiche ” 199

Abbreviazioni, acronimi ” 200

Indice delle persone ” 201

Indice dei luoghi ” 212

Piero Ambrosio

Nato a Vercelli nel 1951, residente in Valsesia dall’inizio degli anni settanta. Direttore dell’Istituto dal1980 al 2009; vice presidente (dal 2002) poi presidente dell’Archivio fotografico Luciano Giachetti -Fotocronisti Baita, di Vercelli, dal 2004 al 2014. Ha pubblicato volumi di storia della Resistenza, delfascismo e dell’antifascismo e numerosi articoli nella rivista “l’impegno”, di cui è stato promotore edirettore fino al 2010. Ha inoltre realizzato alcuni video per l’Istituto e curato mostre e cataloghi perl’Istituto e per l’Archivio.