Upload
ngonga
View
213
Download
0
Embed Size (px)
Citation preview
Consorzi di bonifica e politiche per la bonifica: competenze, costi, funzionamento e revisioni legislative in corso: Allegati
INDAGINE CONOSCITIVA
CONSORZI DI BONIFICA E POLITICHE PER LA BONIFICA COMPETENZE, COSTI, FUNZIONAMENTO E REVISIONI LEGISLATIVE IN CORSO
Allegati
14 Uncem - Piano di comunicazione comprensori di bonifica
15 Uncem - Linee di indirizzo per il bilancio delle attività di bonifica
16 Uncem Linee guida per la redazione dei piani di classifica degli immobili
per enti gestori della bonifica
17 Linee guida per le attività di bonifica - slide
Consorzi di bonifica e politiche per la bonifica: competenze, costi, funzionamento e revisioni legislative in corso: Allegati
1
UNCEM TOSCANA Via Cavour, 15 - Firenze
La comunicazione a supporto dei comprensori di bonifica
PIANO DI COMUNICAZIONE
COMPRENSORI DI BONIFICA
2
1 Premessa
Negli ultimi anni la cultura della comunicazione pubblica ha fatto notevoli passi in
avanti. Non solo per l’introduzione di norme sempre più dettagliate (L. 150/2000)
che hanno disciplinato in maniera organica una materia estremamente complessa,
ma anche per l’accresciuta sensibilità dell’opinione pubblica e degli amministratori
locali sulla necessità di potenziare gli aspetti relazionali e comunicativi. Il principio
fondamentale è che la pubblica amministrazione non possa più agire in maniera
distaccata e distante dal volere dei cittadini, bensì compito primario delle istituzioni
è quello di costruire un rapporto di fiducia con gli utenti/cittadini, favorendo al
massimo la partecipazione alla gestione della cosa pubblica ed alla conoscenza dei
meccanismi amministrativi.
Schematizzando, i compiti di un’amministrazione attenta agli aspetti comunicativi
dovrebbero tendere a:
- Illustrare e favorire la conoscenza delle disposizioni normative;
- Illustrare le attività delle istituzioni ed il loro funzionamento;
- Favorire l’accesso ai servizi pubblici, promuovendone la conoscenza
- Favorire processi interni di semplificazione delle procedure e di
modernizzazione degli apparati;
- Promuovere l’immagine delle amministrazioni (art. 1, co. 5 L.150/2000)
Lo strumento che consente di cogliere tutti gli obiettivi suddetti è senz’altro il
Bilancio Sociale: è attraverso di esso che si dà conto dell’impiego delle risorse
rispetto ai bisogni e della capacità di massimizzazione dei risultati a parità di
risorse. Ed è grazie al Bilancio Sociale che si riesce a trasformare fredde ed
asettiche cifre, spesso incomprensibili agli occhi del cittadino comune, in risultati
attraverso una rendicontazione esplicativa e di facile lettura. Dunque conoscere per
poter giudicare.
3
Sempre più oggi si sta affermando la pretesa da parte del cittadino di ottenere
prestazioni dal servizio pubblico non solo adeguate al “prezzo” che paga in termini
di tasse, ma di un livello di efficienza pari a quello offerto dal privato. Accanto a
questo bisogno di qualità, va di pari passo quello di essere informati sul
funzionamento dei servizi e sulle prospettive di miglioramento degli stessi. Oggi il
cittadino vuole essere partecipe e soggetto attivo e non un semplice fruitore; si
aspetta, dunque, d’interagire con la pubblica amministrazione, pretendendo di
trovare personale competente, in grado di dare risposte esaurienti e comprensibili:
ha un bisogno di dialogo e confronto diretto.
Dunque comunicazione intesa anche come canale fondamentale per garantire e
stimolare la partecipazione degli amministrati. Partecipazione soprattutto nel
processo decisionale in tutte le sue fasi: dalla selezione delle priorità alla
individuazione delle soluzioni.
La capacità dell’amministrazione di assicurare il benessere della collettività, la
qualità della vita e la vivibilità e sicurezza del territorio, insomma la propria mission
istituzionale, è in larga misura legata alla sua capacità d’instaurare il dialogo e la
partecipazione degli attori sociali sul territorio. Tanto più in un ambito delicato
quale quello della bonifica ed in generale in qualsiasi tipologia di attività che
comporta un diretto esborso di risorse da parte dell’utenza a fronte di un servizio
che, spesso, non viene percepito come tale.
Ecco perché un elemento fondamentale del processo comunicativo tra ente
pubblico erogatore di servizi e cittadino è la misurazione della soddisfazione
dell’utente rispetto al servizio offerto. La customer satisfaction deve diventare un
elemento nodale delle politiche di servizio, tenendo conto che un servizio che
funziona bene rappresenta, di per sé, un’ottima comunicazione; e che una buona
comunicazione è di per sé un servizio. Nel corredo degli strumenti di una “buona
amministrazione” occorre inserire quindi a pieno titolo le tecniche di analisi dei
bisogni e rilevazione della soddisfazione rispetto alle prestazioni erogate.
4
In quest’ottica è fondamentale l’individuazione a monte dei livelli minimi di qualità
del servizio attraverso l’assunzione della Carta dei Servizi e la sua
pubblicizzazione. La “Carta” è essenzialmente volta alla tutela dei diritti degli
utenti, non tanto come mero riconoscimento formale di garanzie al cittadino,
quanto di attribuzione allo stesso di un potere di controllo diretto sulla qualità dei
servizi erogati. E’ attraverso questo documento che vengono adottati e
pubblicizzati gli standard di qualità minima del servizio ed è attraverso di esso che
il cittadino può misurare il livello di rispetto di tali standards, esercitando un
efficace potere di controllo.
Per il coordinamento durante le fasi di realizzazione del progetto e per consentire
un efficace processo di monitoraggio verrà istituito un gruppo di lavoro a livello
regionale composto dai referenti dell’Uncem, dei singoli comprensori e da esperti di
comunicazione pubblica.
2. Obiettivi
Il Piano di Comunicazione per ogni comprensorio di bonifica ha l’obiettivo prioritario
di rendere conosciuta in primis ai contribuenti ed, in generale, a tutti i cittadini
l’attività svolta dall’ente.
In particolare, come si è già avuto modo di sottolineare nella premessa, occorre
offrire un’informazione corretta e assolutamente efficace per far capire alla platea
di contribuenti quanto sia importante ed utile l’attività svolta nell’ambito della
bonifica per prevenire il verificarsi di esondazioni, e di ogni genere di sciagura
naturale, ma anche per sgombrare il campo da tutta una serie di equivoci generati
da una serie di informazioni scorrette (vedi, ad esempio, quella del M.A.B.
5
Movimento Autonomo di Base al sito www.mabonline.org/bonifica) che invogliano il
già poco incentivato cittadino a non pagare il tributo dovuto.
Spiegare il perché
La finalità fondamentale, dunque, è far comprendere quanto sia importante la
manutenzione dei corsi d’acqua, degli impianti idrovori e la realizzazione di tutte
quelle opere di bonifica in modo da consentire la prevenzione delle catastrofi
naturali e dei tanti eventi calamitosi che negli ultimi decenni si sono verificati in
Italia.
Spiegare come
Altro rilevante obiettivo, è la corretta informazione su come pagare il contributo di
bonifica, puntando a coinvolgere il cittadino, responsabilizzandolo pienamente,
anche attraverso la piena comprensione dei meccanismi che stanno alla base del
calcolo del contributo stesso.
Spiegare quali risultati sono stati conseguiti
Quale migliore incentivo per coinvolgere il contribuente e farlo sentire protagonista
di un’efficace informazione sui risultati raggiunti dall’attività di bonifica finanziata
anche grazie alle proprie tasse versate? Un’attenta ed efficace pianificazione
comunicativa delle attività svolte e dei risultati raggiunti, è la migliore risposta al
crescente scetticismo ed all’apatia che sempre più attanaglia i cittadini nei confronti
della Pubblica Amministrazione.
Informare su tutti gli aspetti fiscali legati al tributo di bonifica
Quanti contribuenti sanno e sfruttano la possibilità della deducibilità dalla
dichiarazione dei redditi del contributo di bonifica? Sarebbe interessante fare
un’analisi demoscopica, ma al di là dei numeri, comunicare bene la possibilità del
recupero integrale attraverso l’indicazione nell’apposita sezione degli oneri
deducibili, incentiva un approccio meno rigido e prevenuto.
6
3 Destinatari
Occorre dividere in due fasce il target della campagna comunicativa:
o I contribuenti e, più in generale, l’opinione pubblica che per semplificare
definiremo il target “adulti”
o I giovani in età scolastica, che costituiscono uno dei veicoli migliori per far
arrivare messaggi d’impegno civico e di responsabilizzazione ai genitori e
quindi ai contribuenti
4 Strumenti
Di seguito vengono riportate in maniera schematica le principali azioni che
dovranno essere singolarmente sviluppate e puntualizzate nel progetto esecutivo di
comunicazione.
oo Miglioramento degli aspetti comunicativi degli avvisi/cartelle di
pagamento.
Sebbene giuridicamente sia fondamentale l’emissione di avvisi di pagamento
strutturati con le modalità previste dalla normativa vigente, è possibile
conciliare quest’obbligo con una maggiore attenzione agli aspetti
comunicativi ed esplicativi. Attraverso, ad esempio, la previsione di un
allegato – un semplicissimo foglio A4 – con un sunto di tutte le informazioni
più importanti.
Dovrà essere presente il logo regionale della bonifica e un riferimento al
progetto regionale.
7
oo Azioni di potenziamento dei siti internet
Sulla base dell’analisi fatta sullo stato dell’arte dei siti internet della bonifica,
è necessario puntare ad un’omogeneizzazione delle modalità di
strutturazione dei portali esistenti, seguendo le best practices evidenziate.
1. Uniformazione delle qualità grafiche e della navigabilità ad uno
standard unico a livello regionale
2. Allineamento di tutti i siti allo standard W3C (http://www.w3c.it/)
3. Adeguamento alla normativa relativamente al trattamento della
privacy e dei cookies; inoltre superamento della mancata conformità
al Codice della Pubblica Amministrazione che prevede che la proprietà
del sito sia dell’ente di riferimento.
4. Introduzione di un meccanismo di trasferimento in automatico sul sito
regionale della bonifica di tutte le comunicazioni e delle notizie di
eventi, iniziative e manifestazioni di carattere sovra locale provenienti
dai singoli comprensori.
5. Previsione di una sezione riportante gli interventi programmati
nell’anno in corso e (facoltativo) con l’elenco degli interventi fatti negli
anni precedenti. Inoltre, verrà prevista una scheda descrittiva delle
principali opere realizzate.
6. Implementazione della sezione di consultazione della posizione del
contribuente; sezione che dovrà essere presente sul sito di ogni
comprensorio;
7. Introduzione in tutti i portali della modulistica on-line minima
indispensabile:
a. Rettifiche della posizione catastale del contribuente
b. Modulo di richiesta da parte dei privati di sopralluogo
c. Scheda standard di segnalazione intervento per gli enti pubblici
oo
oo
8
oo Attivazione del percorso per la rendicontazione sociale delle attività di
bonifica: linee guida per la redazione del Bilancio Sociale da applicare,
successivamente, in ciascun comprensorio.
oo Linee guida per la redazione della Carta dei servizi, previa individuazione
dei livelli minimi di qualità del servizio.
oo Ufficio stampa
Al quale affidare un più stringente e puntuale rapporto con la stampa locale
e non, circa le attività istituzionali della Comunità Montana per quanto
concerne la bonifica.
Si prevede il supporto all’istituzione in ogni comprensorio di bonifica di un
ufficio stampa part-time:
• Finanziamento per un anno di un addetto stampa part-time per ogni
comprensorio di bonifica delle Comunità Montane;
• Formazione degli addetti stampa;
oo Periodico informativo distribuito negli URP del comprensorio e dei Comuni
all’interno del quale precisare gli obiettivi raggiunti, quelli programmati, le
informazioni salienti del trimestrale – semestrale (scegliere la cadenza)
oo Campagna d’informazione
• Manifesti 50x70
• Brochure informativa 4 pagine rivolta ai cittadini e distribuita negli
URP delle Comunità Montane e dei Comuni. Tale brochure dovrà
essere consegnata obbligatoriamente ai nuovi contribuenti
• Predisposizione e pubblicazione di articoli sui periodici informativi dei
Comuni
9
• (Da svolgersi nella settimana della Bonifica) Incontri di
sensibilizzazione con i principali stakeholders: associazioni di categoria
economiche, patronati, associazioni ambientaliste, amministratori
locali.
oo Ottimizzazione della campagna “La Settimana della Bonifica”.
Si concorderanno assieme al gruppo di lavoro della bonifica Uncem le
principali iniziative da sviluppare sui singoli territori. In particolare, si
studierà una modalità operativa unitaria, lasciando chiaramente libertà di
manovra a ciascun comprensorio all’interno però di una cornice di eventi ed
iniziative concertate a livello regionale.
In questo contesto, è opportuno sottolineare come risulti particolarmente
importante poter coinvolgere le scuole del territorio per informare i più
giovani, i quali risultano essere il miglior canale moltiplicatore
d’informazione, vista l’attitudine a riportare alle famiglie l’oggetto degli
incontri.
Entro febbraio di ogni anno: lancio del concorso rivolto alle scuole medie
inferiori per la definizione dello slogan annuale della settimana della
bonifica e della corrispondente immagine. Le modalità di assegnazione del
premio saranno stabilite all’interno di un apposito bando redatto dall’Uncem
a livello regionale.
In preparazione del concorso è opportuno, a livello di singoli comprensori,
organizzare un calendario di seminari negli istituti scolastici tenuti da
funzionari o politici competenti in materia di bonifica. Sarà cura di Uncem
Toscana la predisposizione di un prospetto informativo semplificato tipo da
utilizzare nelle scuole per sensibilizzare gli alunni nei confronti del concorso e
più in generale del tema della bonifica.
10
Durante la Settimana della Bonifica si organizzeranno una serie di visite
guidate presso i cantieri della bonifica aperti oppure presso opere già
realizzate a livello di singolo comprensorio.
oo Corsi di formazione per operatori degli Uffici Relazione col Pubblico dei
Comuni del Comprensorio (almeno un incontro per ogni ente) nei quali
verranno fornite informazioni sulle attività e sulle funzioni della bonifica e
indicati gli strumenti operativi messi in campo dal comprensorio di bonifica
sia in termini di soddisfazione dei bisogni degli utenti, sia per recepire
osservazioni, rilievi e proposte da parte di operatori che hanno il contatto
diretto con l’utenza.
5. Monitoraggio e valutazione
Nonostante l’indubbia difficoltà nel “valutare”, per la comunicazione, fattori come la
soddisfazione,
l’efficacia e il raggiungimento dei risultati, ai quali si ricollegano “pratiche di
misurazione” altrettanto intangibili, le attività ed azioni contenute in un piano di
comunicazione non possono esimersi dall’essere monitorate.
L’attività di monitoraggio ci consente, infatti, di avere una modalità tecnica dalla
quale ricavare gli
elementi su cui basare l’attività di studio e analisi delle azioni destinate a favorire
un cambiamento
sulla base degli obiettivi fissati durante la fase di pianificazione.
Pertanto, per valutare lo stato di realizzazione delle attività previste in fase
pianificazione, verificare i risultati ottenuti nonché l’impatto e gli effetti sul contesto
11
di azione del presente piano si ritiene utile il monitoraggio dei seguenti indicatori
quantitativi:
a. comparazione tra le attività e azioni previste, i tempi indicati, i costi sostenuti ed
i risultati ottenuti;
b. verifiche periodiche effettuate, sulla base di un confronto sistematico, fra la
Struttura di
Coordinamento e l’Amministrazione Comunale;
c. verifica del numero dei comunicati stampa prodotti per ciò che attiene agli
adempimenti svolti e
giunti a buon fine dall’ufficio Stampa;
d. verifica del numero delle conferenze stampa organizzate compiutamente
dall’ufficio Stampa;
e. riscontro di tutte le pratiche e monitoraggio dell’affluenza e dei contatti licenziati
dall’URP o dall’ufficio bonifica nel ruolo di interfaccia cittadino-amministrazione:
- verifica sull’assistenza tecnico-amministrativa fornita ai cittadini;
- verifica segnalazioni e informazioni ricevute e espletate;
- gestione delle comunicazioni/informazioni pubblicate sul sito.
Inoltre, dal momento che la valutazione è un’attività che mira a capire il
differenziale tra ciò che si è posto come obiettivi da raggiungere e ciò che si è
osservato nella realtà, si ritiene utile il ricorso ad indicatori qualitativi ricavati da:
-
�� una modalità diretta, attraverso la predisposizione di adeguati sistemi e
metodologie di analisi che permettano di monitorare il gradimento dei servizi
e delle attività offerte, attuata con gli strumenti che l’Amministrazione riterrà
più opportuni, quali questionari anche on line da proporre periodicamente e
tesi a rilevare non solo il gradimento espresso rispetto alle attività
implementate ed ai servizi disponibili ma anche a quelle attività e servizi che
costituiscono le principali aspettative future dei cittadini/utenti;
��
12
�� una modalità tecnica basata sull’analisi dei comportamenti, delle aspettative
e del gradimento degli utenti attraverso la comparazione dei risultati raccolti
anche attraverso l’integrazione di quanto rilevato tramite la
somministrazione di questionari ad hoc con i dati acquisiti attraverso e-mail,
segnalazioni e proposte che offrono il vantaggio di poter effettuare un
monitoraggio continuo delle reazioni spontanee e non condizionate rispetto
alle campagne periodiche di rilevazione del gradimento degli utenti.
13
INDICE
1 Premessa............................................................................................................................................2
2. Obiettivi............................................................................................................................................4
3 Destinatari .........................................................................................................................................6
4 Strumenti ...........................................................................................................................................6
5. Monitoraggio e valutazione............................................................................................................10
1
REGIONE TOSCANA
UNCEM TOSCANA
(L.R. 34/94 – D.G.R. 846/2007 – D.D. 6525/2007)
LINEE DI INDIRIZZO UNITARIE PER
Il Bilancio delle attività di Bonifica
16 LUGLIO 2009
2
PER UNCEM TOSCANA
ELABORAZIONE A CURA DI:
Dott. Agron. Ferruccio Carrara
3
Il Bilancio per le attività di Bonifica
Sul piano normativo ordinario, il riferimento sia generale che specifico in materia di ordinamento
degli enti locali e di bilancio, è il Dlgs 18 agosto 2000 n°267, oltre alle modifiche introdotte dalla
legge costituzionale n.3 del 18 ottobre 2001.
Il bilancio annuale di previsione degli enti locali, avente carattere autorizzatorio in quanto
costituisce limite agli impegni di spesa (art. 164 T.U.E.L. 2000), è redatto in termini di competenza,
a differenza dei bilanci dello stato e della regione che sono invece formulati sia di competenza che
di cassa. Per competenza si deve intendere le “entrate che l’ente ha diritto a riscuotere e le spese che
si è impegnato a erogare durante l’esercizio finanziario, indipendentemente dal fatto che verranno in
esso effettivamente riscosse o pagate”.
I principi del bilancio contenuti nel decreto citato (art. 162) stabiliscono che:
1. Gli enti locali deliberano annualmente il bilancio di previsione finanziario redatto in termini di
competenza, per l'anno successivo, osservando i principi di unita', annualita', universalita' ed
integrita', veridicita', pareggio, finanziario e pubblicita'. La situazione corrente, come definita al
comma 6 del presente articolo, non puo' presentare un disavanzo.
2. Il totale delle entrate finanzia indistintamente il totale delle spese, salvo le eccezioni di legge.
3. L'unita' temporale della gestione e' l'anno finanziario, che inizia il 1° gennaio e termina il 31
dicembre dello stesso anno; dopo tale termine non possono piu' effettuarsi accertamenti di entrate e
impegni di spesa in conto dell'esercizio scaduto.
4. Tutte le entrate sono iscritte in bilancio al lordo delle spese di riscossione a carico degli enti
locali e di altre eventuali spese ad esse connesse. Parimenti tutte le spese sono iscritte in bilancio
integralmente, senza alcuna riduzione delle correlative entrate. La gestione finanziaria e' unica
come il relativo bilancio di previsione: sono vietate le gestioni di entrate e di spese che non siano
iscritte in bilancio.
5. Il bilancio di previsione e' redatto nel rispetto dei principi di veridicita' ed attendibilita', sostenuti
da analisi riferite ad un adeguato arco di tempo o, in mancanza, da altri idonei parametri di
riferimento.
6. Il bilancio di previsione e' deliberato in pareggio finanziario complessivo. Inoltre le previsioni di
competenza relative alle spese correnti sommate alle previsioni di competenza relative alle quote di
capitale delle rate di ammortamento dei mutui e dei prestiti obbligazionari non possono essere
complessivamente superiori alle previsioni di competenza dei primi tre titoli dell'entrata e non
4
possono avere altra forma di finanziamento, salva le eccezioni previste per legge. Per le comunita'
montane si fa riferimento ai primi due titoli delle entrate.
7. Gli enti assicurano ai cittadini ed agli organismi di partecipazione, di cui all'articolo 8, la
conoscenza dei contenuti significativi e caratteristici del bilancio annuale e dei suoi allegati con le
modalita' previste dallo statuto e dai regolamenti.
La struttura del bilancio è così definita:
1. Il bilancio di previsione annuale e' composto da due parti, relative rispettivamente all'entrata ed
alla spesa.
2. La parte entrata e' ordinata gradualmente in titoli, categorie e risorse, in relazione,
rispettivamente alla fonte di provenienza alla tipologia ed alla specifica individuazione dell'oggetto
dell'entrata.
3. I titoli dell'entrata per Province, Comuni, Citta' metropolitane ed Unioni di Comuni sono:
Titolo I Entrate tributarie;
Titolo II Entrate derivanti da contributi e trasferimenti correnti dello Stato, della regione e di altri
enti pubblici anche in rapporto all'esercizio di funzioni delegate dalla regione;
Titolo III Entrate extratributarie;
Titolo IV Entrate derivanti da alienazioni, da trasferimenti di capitale e da riscossioni di crediti;
Titolo V Entrate derivanti da accensioni di prestiti;
Titolo VI - Entrate da servizi per conto di terzi;
4. I titoli dell’entrata per le Comunità Montane sono:
Titolo I Entrate derivanti da contributi e trasferimenti correnti dello Stato, della regione e di altri
enti pubblici anche in rapporto all'esercizio di funzioni delegate dalla regione;
Titolo II Entrate Extratributarie;
Titolo III Entrate derivanti da alienazioni, da trasferimenti di capitale e da riscossioni di crediti;
Titolo IV Entrate derivanti da accensioni di prestiti;
Titolo V - Entrate da servizi per conto di terzi.
5. La parte spesa e' ordinata gradualmente in titoli, funzioni, servizi ed interventi, in relazione,
rispettivamente, ai principali aggregati economici, alle funzioni degli enti, ai singoli uffici che
gestiscono un complesso di attivita' ed alla natura economica dei fattori produttivi nell'ambito di
ciascun servizio. La parte spesa e' leggibile anche per programmi dei quali e', fatta analitica
illustrazione in apposito quadro di sintesi del bilancio e nella relazione previsionale e
programmatica.
6. I titoli della spesa sono:
5
Titolo I Spese correnti;
Titolo II Spese in conto capitale;
Titolo III Spese per rimborso di prestiti;
Titolo IV - Spese per servizi per conto di terzi.
7. Il programma costituisce il complesso coordinato di attivita', anche normative, relative alle opere
da realizzare e di interventi diretti ed indiretti, non necessariamente solo finanziari, per il
raggiungimento di un fine prestabilito, nel piu' vasto piano generale di sviluppo dell'ente. Secondo
le indicazioni dell'articolo 151 puo' essere compreso all'interno di una sola delle funzioni dell'ente,
ma puo' anche estendersi a piu' funzioni.
8. A ciascun servizio e' correlato un reparto organizzativo semplice o complesso composto da
persone e mezzi cui e' preposto un responsabile.
9. A ciascun servizio e' affidato, col bilancio di previsione, un complesso di mezzi finanziari,
specificati negli interventi assegnati, dei quale risponde il responsabile del servizio.
10.Ciascuna risorsa dell'entrata e ciascun intervento della spesa indicano:
a) l'ammontare degli accertamenti o degli impegni risultanti dal rendiconto del penultimo anno
precedente all'esercizio di riferimento e la previsione aggiornata relativa all'esercizio in corso;
b) l'ammontare delle entrate che si prevede di accertare o delle spese che si prevede di impegnare
nell'esercizio cui il bilancio si riferisce.
11. L'avanzo ed il disavanzo di amministrazione sono iscritti in bilancio, con le modalita' di cui agli
articoli 187 e 188, prima di tutte le entrate e prima di tutte le spese.
12. I bilanci di previsione degli enti locali recepiscono, per quanto non contrasta con la normativa
del presente testo unico, le norme recate dalle leggi delle rispettive regioni di appartenenza per
quanto concerne le entrate e le spese relative a funzioni delegate, al fine di consentire la possibilita'
del controllo regionale sulla destinazione dei fondi assegnati agli enti locali e l'omogeneita' delle
classificazioni di dette spese nei bilanci di previsione degli enti rispetto a quelle contenute nei
rispettivi bilanci di previsione regionali. Le entrate e le spese per le funzioni delegate dalle regioni
non possono essere collocate tra i servizi per conto di terzi nei bilanci di previsione degli enti locali.
13. Il bilancio di previsione si conclude con piu' quadri riepilogativi.
14. Con il regolamento di cui all'articolo 160 sono approvati i modelli relativi al bilancio di
previsione, inclusi i quadri riepilogativi, il sistema di codifica del bilancio ed il sistema di codifica
dei titoli contabili di entrata e di spesa, anche al fini di cui all'articolo 157.
Sostanzialmente, il bilancio è diviso in due parti, entrata e spesa, a loro volta ripartite in:
Per le entrate, in Titoli, cioè in base alla provenienza; in Categorie, come risultato della
disaggregazione dei Titoli; in Risorse, in relazione alla specifica individuazione dell’oggetto
dell’entrata.
6
Per le spese, in Titoli, in relazione ai principali aggregati economici: spese in conto capitale, spese
per rimborso di prestiti, spese per servizi per conto terzi; in Funzioni, con riferimento cioè alla
funzione degli enti; in Servizi, in relazione ai singoli uffici che gestiscono un complesso di attività;
in Interventi, in base alla natura economica dei fattori produttivi nell’ambito di ciascun servizio.
La parte relativa alla spesa è inoltre articolata per programmi, analiticamente illustrati in un
apposito quadro di sintesi del bilancio e nella relazione previsionale e programmatica.
Al bilancio annuale di previsione, gli enti locali allegano (art. 170) una relazione previsionale e
programmatica che copre un periodo pari a quello del bilancio pluriennale.
La relazione previsionale e programmatica ha carattere generale. Illustra anzitutto le caratteristiche
generali della popolazione, del territorio, dell'economia insediata e dei servizi dell'ente,
precisandone risorse umane, strumentali e tecnologiche. Comprende, per la parte entrata, una
valutazione generale sui mezzi finanziari, individuando le fonti di finanziamento ed evidenziando
l'andamento storico degli stessi ed i relativi vincoli.
Per la parte spesa la relazione e' redatta per programmi e per eventuali progetti, con espresso
riferimento ai programmi indicati nel bilancio annuale e nel bilancio pluriennale, rilevando l'entita'
e l'incidenza percentuale della previsione con riferimento alla spesa corrente consolidata, a quella di
sviluppo ed a quella di investimento.
Per ciascun programma e' data specificazione della finalita' che si intende conseguire e delle risorse
umane e strumentali ad esso destinate, distintamente per ciascuno degli esercizi in cui si articola il
programma stesso ed e' data specifica motivazione delle scelte adottate.
La relazione previsionale e programmatica fornisce la motivata dimostrazione delle variazioni
intervenute rispetto all'esercizio precedente.
Per gli organismi gestionali dell'ente locale la relazione indica anche gli obiettivi che si intendono
raggiungere, sia in termini di bilancio che in termini di efficacia, efficienza ed economicita' del
servizio.
Al bilancio annuale di previsione si allega inoltre un bilancio pluriennale di competenza (art.
171), di durata pari a quello della regione e comunque non inferiore a tre anni con osservanza dei
principi del bilancio di cui all'articolo 162, escluso il principio dell'annualita'.
Il bilancio pluriennale comprende il quadro dei mezzi finanziari che si prevede di destinare per
ciascuno degli anni considerati sia alla copertura di spese correnti che al finanziamento delle spese
di investimento, con indicazione, per queste ultime, della capacita' di ricorso alle fonti di
finanziamento.
Il bilancio pluriennale per la parte di spesa e' redatto per programmi, titoli, servizi ed interventi, ed
indica per ciascuno l'ammontare delle spese correnti di gestione consolidate e di sviluppo, anche
derivanti dall'attuazione degli investimenti, nonche' le spese di investimento ad esso destinate,
distintamente per ognuno degli anni considerati.
7
Gli stanziamenti previsti nel bilancio pluriennale, che per il primo anno coincidono con quelli del
bilancio annuale di competenza, hanno carattere autorizzatorio, costituendo limite agli impegni di
spesa, e sono aggiornati annualmente in sede di approvazione dei bilancio di previsione.
Altri documenti da allegare al bilancio preventivo di cui all’art. 172 sono il programma triennale
dei lavori pubblici di cui alla legge 11 febbraio 1994, n. 109.
Piano esecutivo di gestione
Sulla base del bilancio di previsione annuale deliberato dal consiglio, l'organo esecutivo definisce,
prima dell'inizio dell'esercizio, il piano esecutivo di gestione, determinando gli obiettivi di gestione
ed affidando gli stessi, unitamente alle dotazioni necessarie, ai responsabili dei servizi.
Il piano esecutivo di gestione contiene una ulteriore graduazione delle risorse dell'entrata in capitoli,
dei servizi in centri di costo e degli interventi in capitoli.
Il Peg non si applica per gli enti locali con popolazione inferiore a 15.000 abitanti e per le
Comunita' Montane è facoltativo.
I risultati della gestione degli enti locali sono evidenziati mediante il rendiconto, che comprende: il
conto del bilancio, che espone i risultati finali della gestione del bilancio confrontandoli con le
previsioni; il prospetto di conciliazione che, partendo dai dati finanziari della gestione corrente del
conto del bilancio, con l’aggiunta di elementi economici, raggiunge il risultato finale economico. I
valori della gestione non corrente vanno riferiti al patrimonio.
I modeli relativi al conto economico e al prospetto di conciliazione sono approvati con il
regolamento di cui all’art. 160 del D.Lgs 267/2000.
Il prospetto di conciliazione costituisce pertanto un semplice allegato al conto economico. Si
sviluppa attraverso due tabelle contrapposte,una per la riconciliazione delle entrate finanziarie,
l’altra per le spese. Ciascuna di esse evidenzia una prima parte nella quale sono riportati i dati della
contabilità finanziaria (secondo la classificazione delle categorie per l’entrata e degli interventi per
la spesa), ed una seconda che comprende tutti i fatti gestionali che non hanno generato movimenti
contabili finanziari e che attraverso il prospetto di conciliazione sono presi in considerazione per
l’applicazione dei principi di competenza finanziaria ed economica. Entrambe le tabelle partono dai
dati della finanziaria e si sviluppano in orizzontale evidenziando le integrazioni e rettifiche di natura
economica e finanziaria per giungere al valore che deve essere allocato nel conto economico (che
evidenzia secondo criteri economici gli elementi positivi e negativi dell’attività dell’ente) o nel
conto del patrimonio (che espone i risultati della gestione e riassume la consistenza patrimoniale
alla fine dell’esercizio evidenziando le variazioni intervenute rispetto alla consistenza iniziale).
Per ciò che riguarda il sistema dei controlli sugli enti locali, questo si basa su un’adeguata tutela
delle autonomie locali e sulla riduzione delle forme di controllo maggiormente pervasive.
8
I controlli interni di tipo ordinario, sono: il controllo di regolarità amministrativa e contabile, il
controllo di gestione, la valutazione della dirigenza, la valutazione e il controllo strategico ( art.
147).
Quanto ai controlli esterni sugli enti locali, la legge costituzionale n° 3 del 2001, sopprimendo i
controlli tradizionali ( CORECO), ha rafforzato il controllo “ esterno successivo alla gestione”,
affidandolo alla Corte dei Conti.
In sintesi, i documenti contabili dell’ente locale, distinti nelle tre fasi principali della
programmazione, della gestione e del rendiconto, sono:
Nelle tabelle che seguono, sono riportate esemplificazioni di entrate correnti e in conto capitale e di spese correnti e in conto capitale, per gli enti locali e le comunità montane.
• Rendiconto, che si compone di:
• Conto del bilancio • Prospetto di
conciliazione • Conto economico • Conto del
patrimonio
Variazioni di bilancio
Delibera di assestamento
Bilancio di previsione
Bilancio pluriennale
Relazione previsionale e programmatica
Piano delle opere
Piano esecutivo di gestione
FASE DI RENDICONTAZIONE
FASE DI GESTIONE
FASE DI PROGRAMMAZIONE
9
ES. DI ENTRATE CORRENTI PER LE CC.MM
I. ENTRATE DA CONTRIBUTI
1.Contrib. e trasferim. correnti dallo Stato
2.Contrib. e trasfer. correnti dalla Regione 3.Contrib. e trasfer. correnti dalla Regione per funzioni delegate 4.Contr. e trasferim. correnti da organismi comunitari e internazionali 5. Contr. e trasferim. correnti da altri Enti Pubblici
II. ENTRATE XTRATRIBUTARIE
1. Proventi da servizi pubblici
2. Proventi dei beni dell’ente 3. Interessi su anticipazioni e crediti
4. Utili netti delle aziende speciali e partecipate, dividendi da
società
ES. DI ENTRATE CORRENTI COMUNI ECC.
4. Utili netti delle aziende speciali e partecipate, dividendi da società
5. Proventi diversi
3. Interessi su anticipazioni e crediti
2. Proventi dei beni dell’ente
1. Proventi da servizi pubblici III. ENTRATE EXTRATRIBUTARIE
5. Proventi diversi
4. Contr. e trasferim. da organismi comunitari e internazionali
3. Contrib. e trasfer. correnti dalla Regione per funzioni delegate
2. Contrib. e trasfer. correnti dalla Regione 1. Contrib. e trasferim. correnti dallo Stato II. ENTRATE DA
CONTRIBUTI
3. Tributi speciali e altre entrate tributarie 2. Tasse
1. Imposte I. ENTRATE TRIBUTARIE
CATEGORIA TITOLO
10
ES. DI ENTRATE IN CONTO CAPITALE
TITOLO
CATEGORIA / CAPITOLO (solo per titolo V)
III. ENTRATE DA ALIENAZIONI, DA TRASFERIMENTI DI CAPITALE E DA RISCOSSIONI DI CREDITI
1. Alienazione di beni patrimoniali 2. Trasferimenti di capitale dallo Stato 3. Trasferimenti di capitale dalla Regione 4. Trasferim. di capitale da altri enti pubblici 5. Trasferimenti di capitale da altri soggetti 6. Riscossione di crediti
IV. ENTRATE DA ACCENSIONE DI PRESTITI
1. Anticipazioni di cassa 2. Finanziamenti a breve termine
3. Assunzione di mutui e prestiti 4. Emissione di prestiti obbligazionari
ES. DI ENTRATE DA SERVIZI PER CONTO TERZI
V. ENTRATE DA SERVIZI PER CONTO TERZI
01. Ritenute previd. e assist. al personale
02. Ritenute erariali 03. Altre ritenute al personale per conto di terzi
04. Depositi cauzionali
05. Rimborso spese per servizi per conto terzi
06. Rimborso di anticipazione di fondi per il servizio economato
11
TITOLO I: SPESE CORRENTI TITOLO II: SPESE IN CONTO CAPITALE Funzione 1: Funzioni generali di amministrazione, di gestione e controllo
Funzione 1: Funzioni generali di amministrazione, di gestione e controllo
Funzione 2: Funzioni relative alla giustizia Funzione 2: Funzioni relative alla giustizia Funzione 3: Funzioni di polizia locale Funzione 3: Funzioni di polizia locale Funzione 4: Funzioni di istruzione pubblica Funzione 4: Funzioni di istruzione pubblica Funzione 5: Funzioni relative alla cultura ed ai beni culturali Funzione 5: Funzioni relative alla cultura ed ai beni culturali Funzione 6: Funzioni nel settore sportivo e ricreativo Funzione 6: Funzioni nel settore sportivo e ricreativo Funzione 7: Funzioni nel campo turistico Funzione 7: Funzioni nel campo turistico Funzione 8: Funzioni nel campo della viabilita' e dei trasporti Funzione 8: Funzioni nel campo della viabilita' e dei trasporti Funzione 9: Funzioni riguardanti la gestione del territorio e dell'ambiente
Funzione 9: Funzioni riguardanti la gestione del territorio e dell'ambiente
Funzione 10: Funzioni nel settore sociale Funzione 10: Funzioni nel settore sociale Funzione 11: Funzioni nel campo dello sviluppo economico Funzione 11: Funzioni nel campo dello sviluppo economico Funzione 12: Funzioni relative a servizi produttivi Funzione 12: Funzioni relative a servizi produttivi TITOLO III: SPESE PER RIMBORSO PRESTITI TITOLO IV: SPESE PER SERVIZI PER CONTO DI TERZI Intervento 1: Rimborso per anticipazioni di cassa Intervento 2: Rimborso di finanziamenti a breve termine Intervento 3: Rimborso di quota capitale di mutui e prestiti Intervento 4: Rimborso di prestiti obbligazionari Intervento 5: Rimborso di quota capitale di debiti pluriennali
Le spese per Titoli e Funzioni; per Interventi per il titolo III
12
La classificazione economica e funzionale delle spese correnti
La denominazione e la numerazione degli interventi distinti per titoli della parte spesa, per province, comuni, comunità montane, unione di comuni e città metropolitane, sono le seguenti:
Titolo I spese correnti
01 Personale
02 Acquisto di beni di consumo e o di materie prime
03 Prestazioni di servizi
04 Utilizzo di beni di terzi
05 Trasferimenti
06 Interessi passivi e oneri finanziari diversi
07 Imposte e tasse
08 Oneri straordinari della gestione corrente
09 Ammortamenti di esercizio
10 Fondo svalutazione crediti
11 Fondo di riserva
La classificazione economica e funzionale delle spese in conto capitale
13
Titolo III spese per rimborso prestiti
01 Rimborso per anticipazioni di cassa
02 Rimborso di finanziamenti a breve termine
03 Rimborso di quota capitale di murui e prestiti
04 Rimborso di prestiti obbligazionari
05 Rimborso di quota capitale di debiti pluriennali
Titolo II spese in conto capitale
01 Acquisizione di beni immobili
02 Espropri e servitù onerose
03 Acquisto di beni specifici per realizzazioni in economia
04 Utilizzo di beni di terzi per realizzazioni in economia
05 Acquisizione di beni mobili, macchine ed attrezzature tecnico-scientifiche
06 Incarichi professionali esterni
07 Trasferimenti di capitale
08 Partecipazioni azionarie
09 Conferimenti di capitale
10 Concessioni di crediti e anticipazioni
14
L’attività di bonifica nel bilancio delle Comunità Montane
Innanzitutto è da premettere che le CCMM non hanno tra le entrate di bilancio il titolo relativo alle
entrate tributarie essendo enti che non hanno facoltà, diversamente dai comuni, regioni, ecc, ad
emettere tributi propri. Le entrate pertanto sono esclusivamente di natura indiretta.
Da questo punto di vista, il contributo di bonifica (contributo consortile) pur essendo un tributo
giuridicamente definito trova una diversa collocazione dal punto di vista contabile perché si
configura come un tributo derivato, un tributo cioè che non è proprio dell’Ente ma legato ad una
specifica attribuzione di funzioni (gestione della bonifica ai sensi della LR 34/94) alle CC.MM. da
parte della Regione Toscana.
Pertanto, il bilancio delle CC.MM. prevede cinque titoli di entrata come da schema seguente e
quattro titoli di spesa, che rimangono gli stessi. Il contributo consortile sarà inserito nelle entrate
extratributarie, categoria proventi diversi (il titolo I comprende entrate da contributi e trasferimenti
correnti, pertanto non interessanti la bonifica in nessun caso).
Entrate Entrate correnti
TITOLO
CATEGORIA / CAPITOLO (solo per titolo V)
I. ENTRATE DA CONTRIBUTI
E TRASFERIMENTI CORRENTI
1. Contributi e trasferimenti correnti dallo Stato 2. Contributi e trasferimenti correnti dalla Regione 3. Contributi e trasferimenti correnti dalla Regione per funzioni delegate 4. Contributi e trasferimenti da organismi comunitari e internazionali 5. Proventi diversi
II. ENTRATE EXTRATRIBUTARIE
1. Proventi da servizi pubblici 2. Proventi dei beni dell’ente 3. Interessi su anticipazioni e crediti 4. Utili netti delle aziende speciali e partecipate, dividendi da società 5. Proventi diversi
15
Entrate conto capitale
TITOLO
CATEGORIA / CAPITOLO (solo per titolo V)
III. ENTRATE DA ALIENAZIONI, DA
TRASFERIMENTI DI CAPITALE E DA RISCOSSIONI DI CREDITI
1. Alienazione di beni patrimoniali 2. Trasferimenti di capitale dallo Stato 3. Trasferimenti di capitale dalla Regione 4. Trasferimenti di capitale da altri enti pubblici 5. Trasferimenti di capitale da altri soggetti 6. Riscossione di crediti
IV. ENTRATE DA ACCENSIONE DI PRESTITI
1. Anticipazioni di cassa 2. Finanziamenti a breve termine 3. Assunzione di mutui e prestiti 4. Emissione di prestiti obbligazionari
V. ENTRATE DA SERVIZI PER CONTO TERZI
1. Ritenute previdenziali e assistenziali al personale 2. Ritenute erariali 3. Altre ritenute al personale per conto di terzi 4. Depositi cauzionali 5. Rimborso spese per servizi per conto terzi 6. Rimborso di anticipazione di fondi per il servizio economato
• Così come è strutturato il bilancio, che come detto in precedenza, deve mantenere una sua
unitarietà, le diverse voci specifiche dell’attività di bonifica dovranno pertanto essere inserite
nei vari titoli secondo il modello base di cui al DPR del 2000.
• Il fatto di non poter fare aggregazioni o diversificazioni rispetto il modello base comporta una
difficoltà nell’interpretare e valutare il ruolo rivestito dall’attività di bonifica all’interno
dell’ente CM proprio perché non potendo distinguere il dettaglio funzionale che è linearmente
collegato tra le voci che formano il “bilancio della bonifica”, tale attività risulta “mimetizzata”
nel bilancio generale dell’ente.
• Ciò è palesemente in contrasto con i principi di trasparenza e di informazione che dovrebbero
fornire gli Enti gestori della bonifica anche in relazione alle norme della LR 34/94 e sue s.m.
Ogni ente Gestore dovrebbe, infatti, fornire un quadro esauriente delle modalità di utilizzazione
delle entrate (contributi consortili ed altro) nelle diverse attività che caratterizzano la bonifica,
con un chiaro collegamento tra le voci d’entrata e di uscita.
16
• A tale scopo si ritiene opportuna l’utilizzazione dello strumento del Piano Esecutivo di
Gestione (Peg) illustrato in precedenza e che, si ricorda, rappresenta lo strumento attraverso il
quale si mettono in evidenza i piani operativi di conseguimento delle risorse, nonché di impiego
e combinazione degli interventi distinguendoli dalla pianificazione strategica e dalla
programmazione.
• Il Peg è compilato dall’organo esecutivo e può (e deve) comprendere tutte le entrate e le spese
di bilancio, per attività ricorrenti, progetti e investimenti e l’attività di bonifica si configura in
tali categorie. Il Peg si compone di una parte descrittiva e di un’analisi quantitativa basata su
elementi di tipo economico-finanziario previsti e permette di dettagliare le spese per centri di
costo.
• Con il Peg, il conseguimento dei menzionati obiettivi è affidato ai responsabili dei diversi
servizi che sono i gestori di ciascun aspetto dell’attività dell’ente e che ricevono, a tale fine, le
dotazioni di mezzi necessari per lo svolgimento dei compiti assegnati.
• Il Peg integra, quindi, il bilancio di previsione ed è collegato alla relazione previsionale e
programmatica ed ha la funzione di attuare una separazione tra la politica e la gestione
(indirizzo e controllo).
• Di seguito si riporta lo schema di processo che è necessario seguire per arrivare alla definizione
del PEG dell’attività di bonifica e, successivamente, gli schemi per la redazione del quadro
economico dell’attività di bonifica per le Comunità montane.
17
Il percorso del PEG
INDIVIDUAZIONE DEI
RESPONSABILI DEI SERVIZI
APPROVAZIONE DA
PARTE DELL’ASSEMBLEA CONSILIARE
APPROVAZIONE
DEL Peg DA PARTE DELLA GIUNTA
EVENTUALE VARIAZIONE DEL Peg
IN CASO DI MODIFICA NEI FINANZIAMENTI
INDIVIDUAZIONE DEGLI OBBIETTIVI DI CIASCUN
SERVIZIO
INDIVIDUAZIONE DELLE RISORSE DA ASSEGNARE
AI SERVIZI
ELABORAZIONE DEL Peg
ELABORAZIONE DELLA PROPOSTA DI BILANCIO
DI PREVISIONE
18
LA STRUTTURAZIONE DEL BILANCIO DELLE COMUNITA’ MONTANE
ESEMPLIFICAZIONE SCHEMATICA
19
BILANCIO DI PREVISIONE – ESERCIZIO FINANZIARIO -------------- : SINTESI DELLE ENTRATE
D E S C R I Z I O N E IMPORTI PARZIALI IMPORTI TOTALI
TITOLO 1 TITOLO 2 TITOLO 3 TITOLO 4 TITOLO 5
Avanzo di Amministrazione ENTRATE DERIVANTI DA CONTRIBUTI E TRASFERIMENTI CORRENTI DELLO STATO, DELLA REGIONE E DI ALTRI ENTI Categoria 1^ Contributi e trasferimenti correnti dallo Stato Categoria 2^ Contributi e trasferimenti correnti dalla Regione Categoria 3^ Contributi e trasferimenti dalla Regione per funzioni delegate Categoria 5^ Contributi e trasferimenti correnti da altri Enti del settore pubblico
Totale Titolo 1 ENTRATE EXTRATRIBUTARIE Categoria 1^ Proventi dei servizi pubblici Categoria 2^ Proventi dei beni dell’Ente Categoria 3^ Interessi su anticipazioni e crediti Categoria 5^ Proventi diversi
Totale Titolo 2 ENTRATE DERIVENTI DA ALIENAZIONI, DA TRASFERIMENTI DI ACPITALE E DA RISCOSSIONE DI CREDITI Categoria 1^ Alienazione di beni patrimoniali Categoria 3^ Trasferimenti di capitale dalla Regione Categoria 4^ Trasferimenti di capitale da altri Enti del settore pubblico Categoria 5^ Trasferimenti di capitale da altri soggetti Categoria 6^ Riscossione di crediti
Totale Titolo 3 ENTRATE DERIVANTI DA ACCENSIONI DI PRESTITI Categoria 1^ Anticipazioni di cassa Categoria 3^ Assunzione di mutui e prestiti
Totale Titolo 4
ENTRATE DA SERVIZI PER CONTO DI TERZI
TOTALE GENERALE DELLE ENTRATE
20
BILANCIO DI PREVISIONE – ESERCIZIO FINANZIARIO --------
PARTE I ENTRATA
Titolo
Categorie/Risorse
Accertamenti ultimo
esercizio chiuso
Previsioni definitive esercizio in corso
PREVISIONI DI COMPETENZA Per l’esercizio al quale si riferisce il presene
bilancio
Annotazioni
Codice e numero
Descrizione
Titolo I
Avanzo di Amministrazione
Di cui: AVANZO DI AMMINISTRAZIONE VINCOLATO AVANZO DI AMMINISTRAZIONE FINANZ. INVESTIMENTI AVANZO DI AMMINISTRAZIONE F/O AMMORTAMENTO AVANZO DI AMMINISTRAZIONE
1
ENTRATE DERIVANTI DA CONTRIBUTI E TRESFERIMENTI CORRENTI DELLO STATO, DELLA REGIONE E DI ALTRI ENTI PUBBLICI ANCHE IN RAPPORTO ALL’ESERCIZIO DI FUNZIONI DELEGATE DALLA REGIONE TOSCANA
1 01 Categoria 1^ Contributi e trasferimenti correnti dallo Stato
1.01.------
1.01------
1.01------
Totale Categoria 1^
BILANCIO DI PREVISIONE – ESERCIZIO FINANZIARIO --------
21
PARTE I ENTRATA
Titolo
Categorie/Risorse
Accertamenti ultimo
esercizio chiuso
Previsioni definitive esercizio in corso
PREVISIONI DI COMPETENZA Per l’esercizio al quale si riferisce il presene
bilancio
Annotazioni
Codice e numero
Descrizione
Titolo I
1 02 Categoria 2^ Contributi e trasferimenti correnti dalla Regione
1.02.------
1.02------
Totale Categoria 2^
BILANCIO DI PREVISIONE – ESERCIZIO FINANZIARIO --------
PARTE I ENTRATA
Titolo
Categorie/Risorse
Accertamenti ultimo
esercizio chiuso
Previsioni definitive esercizio in corso
PREVISIONI DI COMPETENZA Per l’esercizio al quale si riferisce il presene
bilancio
Annotazioni
Codice e numero
Descrizione
Titolo I
1 03 Categoria 3^ Contributi e trasferimenti dalla Regione per funzioni delegate
1.03.------
1.02------
Totale Categoria 3^
BILANCIO DI PREVISIONE – ESERCIZIO FINANZIARIO -------- PARTE I ENTRATA
22
Titolo
Categorie/Risorse
Accertamenti ultimo
esercizio chiuso
Previsioni definitive esercizio in corso
PREVISIONI DI COMPETENZA Per l’esercizio al quale si riferisce il presene
bilancio
Annotazioni
Codice e numero
Descrizione
Titolo I
1 05 Categoria 5^ Contributi e trasferimenti correnti da altri enti del settore pubblico
1.05.------
Totale Categoria 5^
BILANCIO DI PREVISIONE – ESERCIZIO FINANZIARIO --------
PARTE I ENTRATA
Titolo
Categorie/Risorse
Accertamenti ultimo
esercizio chiuso
Previsioni definitive esercizio in corso
PREVISIONI DI COMPETENZA Per l’esercizio al quale si riferisce il presene
bilancio
Annotazioni
Codice e numero
Descrizione
Titolo I
Riassunto Titolo I
ENTRATE DERIVANTI DA CONTRIBUTI E TRASFERIMENTI CORRENTI DELLO STATO, DELLA REGIONE E DI ALTRI ENTI PUBBLICI ANCHE IN RAPPORTO ALL’ESERCIZIO DI FUNZIONI DELEGATE DALLA REGIONE
1 01 Categoria 1^ 1 02 Categoria 2^ 1 03 Categoria 3^ 1 05 Categoria 5^
Totale Titolo I
BILANCIO DI PREVISIONE – ESERCIZIO FINANZIARIO -------- PARTE I ENTRATA
23
Titolo
Categorie/Risorse
Accertamenti ultimo
esercizio chiuso
Previsioni definitive esercizio in corso
PREVISIONI DI COMPETENZA Per l’esercizio al quale si riferisce il presene
bilancio
Annotazioni
Codice e numero
Descrizione
Titolo II
2
ENTRATE EXTRATRIBUTARIE
2 01 Categoria 1^ Proventi da servizi pubblici
2.01.------
Totale Categoria 1^
BILANCIO DI PREVISIONE – ESERCIZIO FINANZIARIO --------
PARTE I ENTRATA
Titolo
Categorie/Risorse
Accertamenti ultimo
esercizio chiuso
Previsioni definitive esercizio in corso
PREVISIONI DI COMPETENZA Per l’esercizio al quale si riferisce il presene
bilancio
Annotazioni
Codice e numero
Descrizione
Titolo II
2 02 Categoria 2^ Proventi dei beni dell’Ente
2.02.------
2.02------
Totale Categoria 2^
BILANCIO DI PREVISIONE – ESERCIZIO FINANZIARIO -------- PARTE I ENTRATA
24
Titolo
Categorie/Risorse
Accertamenti ultimo
esercizio chiuso
Previsioni definitive esercizio in corso
PREVISIONI DI COMPETENZA Per l’esercizio al quale si riferisce il presene
bilancio
Annotazioni
Codice e numero
Descrizione
Titolo II
2 03 Categoria 3^ Interessi su anticipazioni e crediti
2.03.------
Totale Categoria 3^
BILANCIO DI PREVISIONE – ESERCIZIO FINANZIARIO --------
PARTE I ENTRATA
Titolo
Categorie/Risorse
Accertamenti ultimo
esercizio chiuso
Previsioni definitive esercizio in corso
PREVISIONI DI COMPETENZA Per l’esercizio al quale si riferisce il presene
bilancio
Annotazioni
Codice e numero
Descrizione
Titolo II
2 05 Categoria 5^ proventi diversi
2.05.------ (es. proventi contribuenza ruolo di bonifica)
2.05------
2.05------
Totale Categoria 5^
BILANCIO DI PREVISIONE – ESERCIZIO FINANZIARIO -------- PARTE I ENTRATA
25
Titolo
Categorie/Risorse
Accertamenti ultimo
esercizio chiuso
Previsioni definitive esercizio in corso
PREVISIONI DI COMPETENZA Per l’esercizio al quale si riferisce il
presene bilancio
Annotazioni
Codice e numero
Descrizione
Titolo II
Riassunto Titolo II ENTRATE EXTRATRIBUTARIE
2 01 Categoria 1^ 2 02 Categoria 2^
2 03 Categoria 3^ 2 05 Categoria 5^
Totale Titolo II
26
BILANCIO DI PREVISIONE – ESERCIZIO FINANZIARIO -------- PARTE I ENTRATA
Titolo
Categorie/Risorse
Accertamenti ultimo
esercizio chiuso
Previsioni definitive esercizio in corso
PREVISIONI DI COMPETENZA Per l’esercizio al quale si riferisce il presene
bilancio
Annotazioni
Codice e numero
Descrizione
Titolo III
3
ENTRATE DERIVANTI DA ALIENAZIONI, DA TRASFERIMENTI DI CAPITALE E DA RISCOSSIONE DI CREDITI
3 01 Categoria 1^ Alienazione di beni patrimoniali
3.01.------
3.01-------
Totale Categoria 1^
BILANCIO DI PREVISIONE – ESERCIZIO FINANZIARIO --------
PARTE I ENTRATA
Titolo
Categorie/Risorse
Accertamenti ultimo
esercizio chiuso
Previsioni definitive esercizio in corso
PREVISIONI DI COMPETENZA Per l’esercizio al quale si riferisce il presene
bilancio
Annotazioni
Codice e numero
Descrizione
Titolo III
3 03 Categoria 3^ Trasferimenti di capitale dalla Regione
3.03.------
3.03-----
Totale Categoria 3^
27
BILANCIO DI PREVISIONE – ESERCIZIO FINANZIARIO -------- PARTE I ENTRATA
Titolo
Categorie/Risorse
Accertamenti ultimo
esercizio chiuso
Previsioni definitive esercizio in corso
PREVISIONI DI COMPETENZA Per l’esercizio al quale si riferisce il presene
bilancio
Annotazioni
Codice e numero
Descrizione
Titolo III
3 04 Categoria 4^ Interessi su anticipazioni e crediti
3.04.------
3.04-------
3.04……
Totale Categoria 4^
BILANCIO DI PREVISIONE – ESERCIZIO FINANZIARIO --------
PARTE I ENTRATA
Titolo
Categorie/Risorse
Accertamenti ultimo
esercizio chiuso
Previsioni definitive esercizio in corso
PREVISIONI DI COMPETENZA Per l’esercizio al quale si riferisce il presene
bilancio
Annotazioni
Codice e numero
Descrizione
Titolo III
3 05 Categoria 5^ Trasferimenti di capitale da altri soggetti
3.05.------
Totale Categoria 5^
28
BILANCIO DI PREVISIONE – ESERCIZIO FINANZIARIO -------- PARTE I ENTRATA
Titolo
Categorie/Risorse
Accertamenti ultimo
esercizio chiuso
Previsioni definitive esercizio in corso
PREVISIONI DI COMPETENZA Per l’esercizio al quale si riferisce il presene
bilancio
Annotazioni
Codice e numero
Descrizione
Titolo III
3 06 Categoria 6^ Riscossione di creditii
3.06.------
Totale Categoria 6^
BILANCIO DI PREVISIONE – ESERCIZIO FINANZIARIO --------
PARTE I ENTRATA
Titolo
Categorie/Risorse
Accertamenti ultimo
esercizio chiuso
Previsioni definitive esercizio in corso
PREVISIONI DI COMPETENZA Per l’esercizio al quale si riferisce il presene
bilancio
Annotazioni
Codice e numero
Descrizione
Titolo III
Riassunto Titolo III
ENTRATE DERIVANTI DA ALIENAZIONI, DA TRASFERIMENTI DI CAPITALE E DA
RISCOSSIONE DI CREDITI 3 01 Categoria 1^ 3 03 Categoria 3^ 3 04 Categoria 4^ 3 05 Categoria 5^
3 06 Categoria 6^
Totale Titolo III
29
IL PEG DELLA BONIFICA: QUADRO ESEMPLIFICATIVO ENTRATE
COMUNITA’ MONTANA _____________________ PIANO RISORSE ED OBBIETTIVI – ESERCIZIO _________ - PARTE ENTRATA
CENTRO DI RESPONSABILITA’ : ( numero del centro di responsabilità ) COMPRENSORIO DI BONIFICA N° ….. SERVIZIO/CENTRO DI COSTO : ( numero del servizio/centro di costo) COMPRENSORIO DI BONIFICA N° …..
CODICE
DI BILANCIO ( 1 )
NUMERO
( 2 )
DENOMINAZIONE
( 3 )
RESPONSABILE PROCEDIMENTO
ACCERTAMENTI
ULTIMO ESERCIZIO ( 4 )
PREVISIONI DEFINITE ESERCIZIO IN CORSO
( 5 )
PREVISIONE
( 6 )
TITOLO II
ENTRATE EXTRATRIBUTARIE
2.05.0180
180
Note: Per la Bonifica, il Peg inizia dal Titolo II in quanto il titolo I “entrate da contributi e trasferimenti correnti dallo Stato ecc.”, non rientra, per legge, nella tipologia delle Entrate di Settore; (1) Il codice di bilancio, qui esemplificato con i numeri 2.05.0180 significa: 2 il Titolo, 05 la Categoria e 0180 la Risorsa. (2) Il numero, es. 180, corrisponde al Capitolo del Bilancio generale. (3) La denominazione comprende il Titolo di riferimento e le specifiche/dettagliate voci di entrata, collegate al Capitolo del bilancio.
La differenza sostanziale è che nel Peg queste voci sono dettagliate, mentre nel bilancio sono raccolte in un contenitore/capitolo più grande che le comprende nel loro insieme tipologico.
(4) Gli accertamenti ultimo esercizio si riferiscono ai dati dell’ultimo Consuntivo (es. se il bilancio di previsione riguarda il 2009, gli accertamenti sono quelli risultanti dal Consuntivo 2007.
(5) Le previsioni definite esercizio in corso, sono quelle al 31/12 dell’anno precedente, nel caso esemplificato il 2008, comprensive quindi delle variazioni di bilancio (previsioni definite).
(6) E’ la previsione per le entrate del 2009.
30
Il punto ( 3 ) è naturalmente fondamentale per una lettura del bilancio bonifica, puntuale e specifica su ogni voce d’entrata. Esemplificando per maggior chiarimento, si può riportare la seguente scheda:
COMUNITA’ MONTANA _____________________ PIANO RISORSE ED OBBIETTIVI – ESERCIZIO _________ - PARTE ENTRATA
CENTRO DI RESPONSABILITA’ : ( numero del centro di responsabilità ) COMPRENSORIO DI BONIFICA N° ….. SERVIZIO/CENTRO DI COSTO : ( numero del servizio/centro di costo) COMPRENSORIO DI BONIFICA N° …..
CODICE
DI BILANCIO
NUMERO
DENOMINAZIONE
RESPONSABILE PROCEDIMENTO
ACCERTAMENTI
ULTIMO ESERCIZIO
PREVISIONI DEFINITE ESERCIZIO IN CORSO
PREVISIONE
---------------------
TITOLO II
ENTRATE EXTRATRIBUTARIE
Dato numerico da consuntivo (es.2007)
Dato numerico definito es. al 31/12/2008
Dato numerico per la previsione 2009
2.05.0180 180 Proventi contribuenza ruoli area x Comprensorio di bonifica n° y
---------------------
-------------------------
--------------------
180.1 Introito spese generali su progetti Comprensorio di bonifica n° y
----------------------
-------------------------
--------------------
180.2 Recupero spese personale tecnico operante sulla progettazione Comprensorio di bonifica n° y
---------------------
-------------------------
--------------------
180.3 Recupero spese personale amministrativo CM per le attività Comprensorio di bonifica n° y
---------------------
-------------------------
--------------------
180.4 Canoni annui utilizzazione opere idrauliche Comprensorio di bonifica n° y
----------------------
-------------------------
--------------------
TOTALE RISORSA ---------------------- ------------------------- -------------------- -------- --------
31
-------- -------- TOTALE TITOLO II ---------------------- ------------------------- --------------------Nota: Nel titolo II rientrano le entrate correnti. Nel bilancio generale, le distinte esemplificate dai numeri 180-184 non sono riportate, ma è riportato il capitolo base, nell’esempio il 180, che le raccoglie tutte come somma di entrate. Nel caso riportato, il capitolo 180 del bilancio di previsione è denominato “Proventi contribuenza bonifica L.R. 34/1994 e ss.mm.ii”. Nel titolo III che segue, rientrano le entrate in conto capitale.
COMUNITA’ MONTANA _____________________ PIANO RISORSE ED OBBIETTIVI – ESERCIZIO _________ - PARTE ENTRATA
CENTRO DI RESPONSABILITA’ : ( numero del centro di responsabilità ) COMPRENSORIO DI BONIFICA N° ….. SERVIZIO/CENTRO DI COSTO : ( numero del servizio/centro di costo) COMPRENSORIO DI BONIFICA N° …..
CODICE
DI BILANCIO
NUMERO
DENOMINAZIONE
RESPONSABILE PROCEDIMENTO
ACCERTAMENTI
ULTIMO ESERCIZIO
PREVISIONI DEFINITE ESERCIZIO IN CORSO
PREVISIONE
---------------------
TITOLO III
ENTRATE DERIVANTI DA ALIENAZIONI, DA TRASFERIMENTI DI CAPITALE E DA RISCOSSIONE
DI CREDITI
Dato numerico da consuntivo (es.2007)
Dato numerico definito es. al 31/12/2008
Dato numerico per la previsione 2009
3.03.0259 259 Finanziamento RT alle CCMM per Comprensori di Bonifica (U 539) Totale risorsa 3.03.0259
---------------------------
-----------------------------
------------------------
3.03.0260 260 Trasf. RT L.R. 34/94 (ex 83/77) (U 540) Totale risorsa 3.03.0260
---------------------------
-----------------------------
------------------------
3.03.0295 295 Trasf. RT Legge 183/ 89
32
Totale risorsa 3.03.0295
---------------------------
------------------------------
------------------------
3.03.0300 300 Finanziamento per danni alluvionali Totale risorsa 3.03.0300
---------------------------
------------------------------
------------------------
3.03.0356
356
Piano di Sviluppo Rurale Misura 2.2.6 (U 548) Totale risorsa 3.03.0356
---------------------------
------------------------------
------------------------
3.03.0701 701 Fondo rotazione progettazione bonifica (U 552 ) Totale risorsa 3.03.0701
3.05.0700 700 Introito contribuenza da ruolo Comprensorio di bonifica n° x (U 545) Totale risorsa 3.05.0700
---------------------------
-----------------------------
------------------------
3.05.0702 702 Finanz. Interventi urgenti per riduzione rischio idrogeologico (U 546) Totale risorsa 3.05.0702
---------------------------
-----------------------------
------------------------
3.05.0705 705 Introiti a fronte estrazione materiale (U 707) Totale risorsa 3.05.0705
---------------------------
------------------------------
------------------------
CENTRO DI RESPONSABILITA’ : ( numero del centro di responsabilità ) COMPRENSORIO DI BONIFICA N° ….. SERVIZIO/CENTRO DI COSTO : ( numero del servizio/centro di costo) COMPRENSORIO DI BONIFICA N° …..
CODICE
DI BILANCIO
NUMERO
DENOMINAZIONE
RESPONSABILE PROCEDIMENTO
ACCERTAMENTI
ULTIMO ESERCIZIO
PREVISIONI DEFINITE ESERCIZIO IN CORSO
PREVISIONE
---------------------
TOTALE TITOLO III --------------------------- ----------------------------- ------------------------
TOTALE
33
SERVIZIO/CENTRO DI COSTO n°- -
--------------------------- ----------------------------- ------------------------
TOTALE CENTRO DI RESPONSABILITA’ n° --
---------------------------
-----------------------------
------------------------
TOTALE GENERALE
---------------------------
-----------------------------
------------------------
Quadro esemplificativo PEG BONIFICA: PARTE SPESA
COMUNITA’ MONTANA _____________________ PIANO RISORSE ED OBBIETTIVI – ESERCIZIO _________ - PARTE SPESA
CENTRO DI RESPONSABILITA’ : 6 COMPRENSORIO DI BONIFICA N° 4 SERVIZIO/CENTRO DI COSTO : 6 COMPRENSORIO DI BONIFICA N° 4
CODICE
DI BILANCIO ( 1 )
NUMERO
( 2 )
DENOMINAZIONE
( 3 )
RESPONSABILE PROCEDIMENTO
IMPEGNI ULTIMO
ESERCIZIO CHIUSO
PREVISIONI DEFINITE ESERCIZIO IN CORSO
PREVISIONE
---------------------
TITOLO I
SPESE CORRENTI
1.04.06.01
101
Retribuzioni personale Comprensorio di Bonifica n°---
1.04.06.01 102 Contributi previdenziali a carico CM Comprensorio di Bonifica n° ---
1.04.06.01 103 Rimborso spese personale Comprensorio di Bonifica n° ---
1.04.06.01 104 Spese per personale comandato Comprensorio di Bonifica n° ---
1.04.06.01 105 Straordinari personale Comprensorio di Bonifica n° ---
TOTALE INTERVENTO 1.04.06.01
---------------------------
------------------------------
------------------------
34
1.04.06.02 107 Dotazione hardware e arredi uffici Comprensorio di Bonifica n° ---
---------------------------
------------------------------
------------------------
1.04.06.02 108 Costituzione, manutenzione, gestione e ammortamento parco auto Comprensorio di Bonifica n° ---
---------------------------
------------------------------
------------------------
1.04.06.02 109 Spese ufficio Comprensorio di Bonifica n° ---
---------------------------
------------------------------
------------------------
1.04.06.02 110 Acquisto libri,riviste e varie Comprensorio di Bonifica n° ---
---------------------------
------------------------------
------------------------
TOTALE INTERVENTO 1.04.06.02
---------------------------
------------------------------
------------------------
1.04.06.03 106 Spese formazione personale
Comprensorio di Bonifica n° ---
--------------------------- ------------------------------
------------------------
1.04.06.03 111 Convenzioni e spese legali Comprensorio di Bonifica n° ---
---------------------------
------------------------------
------------------------
1.04.06.03 112 Consulenze professionali Comprensorio di Bonifica n° ---
---------------------------
------------------------------
------------------------
1.04.06.03 113 Monitoraggio, sorveglianza e controllo stato dei luoghi Comprensorio di Bonifica n° ---
---------------------------
------------------------------
------------------------
1.04.06.03 115 Uffici di Zona Comprensorio di Bonifica n° ---
---------------------------
------------------------------
------------------------
1.04.06.03 117 Quota parte servizi CM per Comprensorio di Bonifica n° ---
---------------------------
------------------------------
------------------------
1.04.06.03 118 Convenzioni CCMM e Comuni Comprensorio di Bonifica n° ---
---------------------------
------------------------------
------------------------
1.04.06.03 119 Rimborso spese personale Comprensorio di Bonifica n° ---
---------------------------
------------------------------
------------------------
TOTALE INTERVENTO 1.04.06.03
---------------------------
------------------------------
------------------------
1.04.06.05 120 Rimborso quote ruoli di
contribuenza Comprensorio di Bonifica n° ---
---------------------------
------------------------------
------------------------
35
TOTALE INTERVENTO 1.04.06.05
--------------------------- ------------------------------ ------------------------
1.04.06.07 114 IRAP
Comprensorio di Bonifica n° ---
--------------------------- ------------------------------
------------------------
TOTALE INTERVENTO 1.04.06.07
---------------------------
------------------------------
------------------------
TOTALE TITOLO I
---------------------------
------------------------------
------------------------
TITOLO II SPESE IN CONTO CAPITALE
2.04.02.07 539 Interventi su finanz. RT per Comprensori di bonifica (E 259)
---------------------------
------------------------------
------------------------
2.04.02.07 540 Interventi di bonifica e miglioramento fondiario (E 260)
---------------------------
------------------------------
------------------------
2.04.02.07 541 Interventi su art.47 LR 34/94 Bonifica e attuazione programmi difesa del suolo (E 261)
---------------------------
------------------------------
------------------------
2.04.02.07 545 Interventi a fronte ruoli Comprensorio di Bonifica n° --- (E 700)
---------------------------
------------------------------
------------------------
2.04.02.07 546 Interventi urgenti per riduzione rischio idrogeologico (E 702)
---------------------------
------------------------------
------------------------
2.04.02.07 548 Interventi sul Piano di Sviluppo Rurale Misura 2.2.6 (E 356)
---------------------------
------------------------------
------------------------
2.04.02.07 552 Fondo Rotazione Progettazione Bonifica (E 701)
---------------------------
------------------------------
------------------------
2.04.02.07 570 Interventi per danni alluvionali (E 300)
---------------------------
------------------------------
------------------------
2.04.02.07
595
Interventi su L.183/89 (E 295)
---------------------------
------------------------------
------------------------
TOTALE INTERVENTO 2.04.02.07
2.04.03.07 707 Interventi a fronte introiti estrazione materiale (E 705)
------------------------.
---------------------------
----------------------
TOTALE INTERVENTO
36
2.04.03.07 ------------------------. --------------------------- ---------------------- TOTALE TITOLO II
------------------------ ---------------------------
----------------------
TOTALE SERVIZIO/CENTRO DI COSTO n° ----
------------------------
---------------------------
----------------------
TOTALE CENTRO DI RESPONSABILITA’ n° ----
------------------------
---------------------------
----------------------
TOTALE GENERALE
------------------------
---------------------------
----------------------
37
Negli allegati succesivi, si riporta il glossario ufficiale per i termini e significati delle dizioni che
compaiono nel bilancio e, nell’ultima serie di quadri, il rapporto ISTAT sui consuntivi di bilancio
delle C.MM Toscane relativi al 2006, dai quali è, tra l’altro, evidente come non sia possibile
individuare le cifre corrispondenti all’attività di bonifica.
Glossario
Accensione di prestiti: l’ammontare delle operazioni di indebitamento a medio e lungo termine o
“patrimoniali”, con esclusione quindi di quelle di durata inferiore all’anno.
Accertamento: l’operazione giuridico-contabile con cui l’Amministrazione appura la ragione del
credito, il soggetto debitore ed il relativo ammontare da iscrivere come competenza dell’esercizio.
Costituisce la prima fase della procedura di acquisizione delle entrate.
Avanzo e disavanzo complessivo: il risultato differenziale tra le operazioni di entrata e di spesa
complessive. Emerge solo in sede di esecuzione o di gestione del bilancio (sia di competenza che di
cassa) e misura l’eccedenza (avanzo) o l’insufficienza (disavanzo) delle risorse acquisibili o
acquisite rispetto agli impieghi effettuabili o effettuati (rispettivamente per le dotazioni di
competenza e cassa).
Bilancio (bilancio annuale di previsione): documento contabile nel quale vengono indicate in
termini previsionali le operazioni di entrata e di spesa che saranno, rispettivamente, acquisite ed
erogate nell’esercizio finanziario dal soggetto pubblico (Stato ed altri enti pubblici). E’ redatto,
secondo il DPR n. 77/95, in termini di competenza e le sue unità elementari sono la risorsa per le
entrate e l’intervento per le spese.
Bilancio consuntivo: il rendiconto finanziario che comprende i risultati della gestione di bilancio,
per le entrate (accertate, riscosse e residui attivi) e per le spese (impegnate, pagate e residui passivi).
Capacità di riscossione: il rapporto tra gli accertamenti e le riscossioni relative alla competenza di
esercizio.
Capacità di spesa: il rapporto tra gli impegni ed i pagamenti relativi alla competenza di esercizio.
Cassa: l’insieme delle somme effettivamente riscosse o pagate durante l’esercizio,
indipendentemente dal fatto che siano state accertate o impegnate in esercizi finanziari precedenti.
Categoria: l’aggregazione di più capitoli di bilancio aventi oggetto omogeneo.
Per l’entrata le categorie sono raggruppamenti di capitoli riferentisi a cespiti aventi “natura” simile.
Esse realizzano una classificazione di tipo “giuridico-finanziario”. Per la spesa, secondo il regime
contabile previsto dal DPR n.421/79, le categorie sono raggruppamenti di capitoli aventi ad oggetto
38
oneri di identico contenuto economico. Esse realizzano una classificazione di tipo economico volta
all’inserimento dei bilanci pubblici nei conti economici nazionali. Nel regime contabile previsto dal
DPR n.194/96 la classificazione economica delle spese correnti e in conto capitale si concretizza
negli ‘interventi’.
Classificazione economica: i criteri di aggregazione delle spese secondo la loro natura economica.
Con essa la spesa viene ripartita, secondo il DPR n.421/79, in Titoli e Categorie, che sono
evidenziati nei singoli stati di previsione, oltreché nei riassunti che li corredano (vedi Categoria),
secondo il DPR n.194/96 in Titoli ed Interventi.
Classificazione funzionale: i criteri di aggregazione delle spese in base alle finalità cui sono
destinate. Con essa la spesa viene ripartita, secondo il DPR n.421/79, in Sezioni, che vengono
evidenziate soltanto nei riassunti che corredano ciascuno stato di previsione, secondo il DPR
n.194/96, in Funzioni e Servizi.
Competenza: le entrate che l’ente ha diritto a riscuotere e le spese che si è impegnato ad erogare
durante l’esercizio finanziario, indipendentemente dal fatto che verranno in esso effettivamente
riscosse o pagate.
Disavanzo primario: il disavanzo delle operazioni correnti al netto della spesa per interessi.
Entrate correnti: le entrate iscritte ai primi due titoli dello stato di previsione dell’Entrata (titolo I:
“Entrate derivanti da contributi e trasferimenti correnti dello Stato, della Regione e di pubblici,
anche in rapporto all’esercizio di funzioni delegate dalla Regione”; titolo II: “Entrate
extratributarie”).
Entrate da servizi per conto di terzi: entrate percepite per conto di terzi, cui fa seguito l’uscita,
per il versamento a chi spetta di quanto riscosso.
Entrate in conto capitale: le entrate derivanti dalla alienazione di beni patrimoniali e da
trasferimenti in conto capitale.
Esercizio finanziario: il complesso delle operazioni di gestione del bilancio, ossia di esecuzione
delle previsioni di entrata e di spesa - svolte nell’anno finanziario.
Funzione: l’aggregazione delle spese correnti e in conto capitale connesse ai compiti esplicati
dall’ente nei confronti di ciascun settore istituzionale.
Impegno: la somma dovuta dall’ente a seguito di obbligazioni pecuniarie giuridicamente
perfezionate. E’ assunto sullo stanziamento di competenza di ciascun capitolo di spesa (con
esclusione dei Fondi speciali e di riserva).E’ la prima fase della procedura di esecuzione delle spese.
Indebitamento o accreditamento netto: il risultato differenziale tra le entrate e le spese finali
decurtate delle operazioni finanziarie (per le entrate: riscossione di crediti; per le spese:
partecipazioni e conferimenti, nonché anticipazioni produttive e non). Introdotto per il bilancio
39
statale, pone in evidenza il saldo positivo (accreditamento) o negativo (indebitamento) con cui si
concludono le operazioni di bilancio di natura “economica”.
Intervento: l’aggregazione delle spese correnti e in conto capitale, relative a ciascuna funzione e
servizio, secondo la natura economica dei fattori produttivi.
Pagamento: l’ultima fase della procedura di erogazione delle spese; consta delle operazioni con cui
si dà esecuzione all’ordine di pagare.
Personale di ruolo: il personale assunto in modo stabile a copertura dei posti previsti dalle
dotazioni organiche, per il quale l’amministrazione sostiene le spese.
Personale non di ruolo: il personale il cui rapporto di lavoro, seppure a tempo indeterminato, non
copre posti nei ruoli organici dell’Amministrazione.
Personale distaccato e/o comandato: il personale il cui rapporto d’impiego ha subito modifiche
che inducono ad una prestazione al di fuori dell’Amministrazione di appartenenza.
Residui attivi: le entrate accertate ma non incassate: costituiscono un credito dell’ente pubblico
(vedi “accertamenti” e “riscossioni).
Residui di nuova formazione: i residui, attivi o passivi, che vengono accertati nell’anno in cui è
stato effettuato l’accertamento o l’impegno.
Residui passivi: le spese impegnate ma non ancora pagate: costituiscono un debito dell’ente
pubblico.
Rimborsi di prestiti: l’ammontare delle operazioni di ammortamento dei debiti a medio e lungo
termine, al netto degli interessi.
Riscossione: il procedimento di acquisizione e realizzo dei crediti accertati. E’ la seconda fase della
procedura di acquisizione delle entrate.
Servizio: la disaggregazione delle spese correnti e in conto capitale riferite ai singoli uffici che
gestiscono il complesso di attività in cui si esplica ciascuna funzione svolta dall’ente.
Sezione: l’aggregazione dei capitoli di spesa aventi medesima destinazione funzionale (vedi
“classificazione funzionale”).
Spese correnti: costituiscono il Titolo I del bilancio di spesa e si articolano, secondo il DPR
n.421/79, in categorie, secondo il DPR n.194/96, in funzioni, servizi ed interventi. Sono le spese
destinate alla produzione ed al funzionamento dei vari servizi prestati dall’ente pubblico, nonché
alla ridistribuzione dei redditi per fini non direttamente produttivi.
Spese in conto capitale: costituiscono il Titolo II del bilancio di spesa e si articolano, secondo il
DPR n.421/79, in categorie, secondo il DPR n.194/96, in funzioni, servizi ed interventi. Esse
individuano tutte le spese che incidono direttamente o indirettamente sulla formazione del capitale
dell’ente pubblico.
40
Spese finali: la sommatoria dei primi due titoli del bilancio di spesa (spese correnti e spese in conto
capitale). Esse rappresentano le somme necessarie all’amministrazione per perseguire i propri scopi
o fini istituzionali. Si definiscono, per contro, “strumentali” le operazioni di spesa per il rimborso di
prestiti (Titolo III).
Spese per organi istituzionali: gli assegni ed indennità alla presidenza, compensi, indennità e
rimborsi ai componenti gli organi collegiali.
Spese per servizi per conto di terzi: le spese sostenute per conto di terzi, che sono state precedute
da entrate da parte di chi deve quanto pagato.
Stanziamento di competenza (o di cassa): la somma iscritta in bilancio di previsione su ciascun
capitolo di entrata o di uscita. Rappresenta, con riferimento all’esercizio, rispettivamente,
l’ammontare indicativo degli accertamenti (o degli incassi) realizzabili ed il limite massimo degli
impegni (o dei pagamenti) effettuabili.
Titoli di bilancio: rappresentano la più ampia aggregazione delle operazioni di entrata e di spesa.
Le entrate, secondo la loro fonte di provenienza si articolano in cinque titoli:
I - entrate derivanti da contributi e trasferimenti correnti dallo Stato, dalla Regione e di altri enti
pubblici anche in rapporto all’esercizio di funzioni delegate dalla regione;
II - entrate extratributarie;
III - entrate derivanti da alienazioni, da trasferimenti di capitale e da riscossioni di crediti;
IV - entrate derivanti da accensione di prestiti;
V - entrate da servizi per conto di terzi.
Le spese in quattro titoli:
I – spese correnti;
II - spese in conto capitale;
III - spese per rimborso di prestiti.
IV - spese per servizi per conto di terzi.
Trasferimenti: le partite finanziarie che un ente trasferisce ad altro ente o soggetto economico per
il raggiungimento di scopi istituzionali.
41
Toscana ENTRATE
TITOLO I - CONTRIBUTI E TRASFERIMENTI CORRENTI Contributi e trasferimenti correnti dallo Stato 8.020.493 7.541.764 1.362.754 Contributi e trasferimenti correnti dalla Regione 12.155.852 8.012.856 2.454.997 Contributi e trasferimenti correnti dalla Regione per funz. delegate 18.914.585 17.602.317 1.353.076 Contributi e trasferimenti da parte di organismi comun. e internaz. 24.015 19.020 - Contributi e trasferimenti correnti da altri enti del settore pubblico 29.841.889 16.110.422 9.592.940 Totale 68.956.834 49.286.379 14.763.767 TITOLO II - ENTRATE EXTRA-TRIBUTARIE Cat. 1 - Proventi dei servizi pubblici 2.739.751 1.274.902 1.163.135 Segreteria generale, personale e organizzazione 108.761 104.317 3.922 Gestione econ., finanz., progra., provv. e contr. gestio. - - - Ufficio tecnico - - - Trasporto, refezione ed assistenza scolastica - - - Valorizzazione beni di interesse storico e artistico - - - Biblioteche, musei, pinacoteche,..... - - - Turismo e sport - - - Agriturismo - - - Viabilità locale e trasporti - - - Difesa del suolo ed assetto idrogeologico e forestaz. 1.140.110 727.274 442.123 Servizi di tutela, controllo e valorizz. di risorse idriche 952.947 63.082 521.347 Prevenzione incendi - - - Servizi di protezione civile - - - Servizi socio-assistenziali e sanitari 374.933 254.581 136.840 Agricoltura - - - Industria, commercio e artigianato 30.029 18.391 16.267 Altri proventi 132.971 107.257 42.636 Cat. 2 - Proventi dei beni dell'ente 1.272.489 953.451 205.385 Cat.3 - Interessi su anticipazioni o crediti 246.840 200.184 20.598 Cat.4 - Utili netti aziende speciali e partecipate, divid. di società 7.289 7.289 - Cat.5 - Proventi diversi 8.327.141 4.190.017 2.533.337 Totale 12.593.510 6.625.843 3.922.455 TITOLO III - ENTRATE DA ALIENAZIONE DI BENI, TRASFERIMENTI DI CAPITALI E RISCOSSIONI DI CREDITI Cat.1 - Alienazioni di beni patrimoniali 1.229.472 801.603 419.030 Alienazione beni mobili e diritti reali su beni mobili 161.497 38.346 47.863 Alienazione beni immobili e diritti reali su beni immob. 401.255 301.255 97.829 di cui: - aree - - - Alienazione di beni patrimoniali diversi 666.720 462.002 273.338 Cat.2 - Trasferimenti di capitali dallo Stato 1.509.514 40.142 767.435 Cat.3 - Trasferimenti di capitali dalla Regione 20.487.966 13.514.342 9.469.645 Cat.4 - Trasferimenti di capitale da altri enti del settore 6.495.445 2.499.373 2.632.168 Cat.5 - Trasferimenti di capitali da altri soggetti 7.833.630 2.689.945 1.506.423 Cat.6 - Riscossioni di crediti 690.250 - - Totale 38.246.277 19.545.405 14.794.701 TITOLO IV - ENTRATE DA ACCENSIONI DI PRESTITI Anticipazioni di cassa 186.410 179.030 - Finanziamenti a breve termine 162.115 30.360 465.172 Assunzioni di mutui e prestiti 3.227.875 599.807 2.188.094 Emissioni di prestiti obbligazionari - - - Totale 3.576.400 809.197 2.653.266 TITOLO V - ENTRATE DA SERVIZI PER CONTO DI TERZI Totale 37.189.218 32.119.717 1.443.053 TOTALE GENERALE DELLE ENTRATE 160.562.239 108.386.541 37.577.242
42
Toscana
SPESE CORRENTI 78.142.476 52.834.660 23.258.546 SPESE IN C/CAPITALE 44.291.894 12.605.284 33.685.588 SPESE PER RIMBORSO DI PRESTITI 1.139.164 960.134 5.300 Rimborso di anticipazioni di cassa 191.087 12.057 4.116 Rimborso di finanziamenti a breve termine - - - Rimborso di quota capitale di mutui e prestiti 948.077 948.077 1.184 Rimborso di prestiti obbligazionari - - - Rimborso di quota capitale di debiti pluriennali - - - SPESE PER SERVIZI PER CONTO DI TERZI 37.189.218 26.963.079 4.424.046 TOTALE GENERALE DELLE SPESE 160.762.752 93.363.157 61.373.480
INTERVENTI CORRENTI - FUNZIONI E SERVIZI Personale
Acquisto di beni di
consumo e/o di materie
prime
Prestazioni di servizi
Utilizzo di beni di terzi Trasferimenti
Interessi passivi e
oneri finanziari
diversi
Imposte e tasse
Oneri straordinari
della gestione corrente
Ammortamenti di esercizio TOTALE
Toscana
Impegni Funzioni generali di amministr., gestione e controllo 8.923.027 741.572 15.567.992 103.362 933.413 242.639 1.148.683 24.735 - 27.685.423 Segreteria generale, personale e organizzazione 4.355.915 218.611 2.761.627 32.971 403.916 75.078 327.041 3.800 - 8.178.959 Gest. econom.,finanz.,progr.,provved. e contr. gestione 1.659.677 246.482 730.690 7.589 128.062 83.471 152.579 1.500 - 3.010.050 Ufficio tecnico 794.373 35.820 155.377 - 45.000 - 53.100 19.435 - 1.103.105 Funz. di istruz. pubbl. e alla cultura e ai beni culturali 449.820 45.173 1.139.490 17.592 535.311 - 23.973 - - 2.211.359 Trasporto, refezione ed assistenza scolastica 16.434 12.395 37.066 - 68.278 - 1.097 - - 135.270 Valorizzazione beni di interesse storico e artistico - - 13.258 - 5.000 - - - - 18.258 Altri servizi per l'istruz. e la cultura, biblioteche e musei 433.386 6.442 917.841 13.000 462.032 - 22.176 - - 1.854.877 Funzioni nel settore sportivo, ricreativo e del turismo 115.684 12.870 172.642 - 276.981 - 7.764 - - 585.941 Turismo e sport 112.149 6.989 139.310 - 135.513 - 7.528 - - 401.489 Agriturismo - - - - - - - - - - Funz. per la gest. territ. e del campo della tutela ambientale 9.646.591 1.902.075 15.849.848 40.838 4.118.693 608.938 853.672 94 500 33.021.249 Viabilità locale e trasporti 28.086 - 86.552 1.906 4.329 10.384 - - - 131.257
43
Difesa del suolo ed assetto idrogeologico e forestaz. 5.436.092 1.417.953 6.854.538 29.285 348.476 83.318 569.319 94 500 14.739.575 Servizi di tutela, contr. e valorizz. delle risorse idriche 83.675 10.068 417.857 - - 226.319 15.616 - - 753.535 Prevenzione incendi 323.555 73.195 1.458.100 2.100 14.238 247 28.429 - - 1.899.864 Servizi di protezione civile 228.315 30.701 307.967 - 75.258 - 15.015 - - 657.256 Funzioni nel settore sociale 370.037 65.319 4.929.789 28.029 3.700.325 - 32.507 - - 9.126.006 Servizi socio - assistenziali e sanitari 221.662 34.569 1.524.451 11.061 3.268.292 - 21.284 - - 5.081.319 Funzioni nel campo dello sviluppo economico 3.097.444 133.047 1.155.850 43.191 789.136 88.243 205.587 - - 5.512.498 Agricoltura 2.378.288 87.668 493.139 8.375 607.419 37.068 157.875 - - 3.769.832 Industria, commercio e artigianato 111.860 28.043 38.744 14.588 7.041 - 8.346 - - 208.622 Totale 22.602.603 2.900.056 38.815.611 233.012 10.353.859 939.820 2.272.186 24.829 500 78.142.476 Pagamenti in c/competenza Funzioni generali di amministr., gestione e controllo 7.483.606 541.668 12.068.307 58.191 398.806 241.505 904.708 17.379 - 21.714.170 Segreteria generale, personale e organizzazione 3.863.096 164.376 1.666.811 471 243.883 75.078 279.596 1.800 - 6.295.111 Gest. econom.,finanz.,progr.,provved. e contr. gestione 1.469.577 216.052 492.644 6.840 18.304 83.471 133.540 128 - 2.420.556 Ufficio tecnico 750.429 16.242 68.986 - 20.000 - 48.772 15.451 - 919.880 Funz. di istruz. pubbl. e alla cultura e ai beni culturali 414.051 29.523 410.175 17.592 177.828 - 21.782 - - 1.070.951 Trasporto, refezione ed assistenza scolastica 9.458 - - - - - 831 - - 10.289 Valorizzazione beni di interesse storico e artistico - - 13.258 - 4.157 - - - - 17.415 Altri servizi per l'istruz. e la cultura, biblioteche e musei 404.593 3.187 325.440 13.000 173.672 - 20.251 - - 940.143 Funzioni nel settore sportivo, ricreativo e del turismo 112.529 5.133 78.774 - 136.786 - 7.421 - - 340.643 Turismo e sport 109.264 950 74.188 - 83.626 - 7.185 - - 275.213 Agriturismo - - - - - - - - - - Funz. per la gest. territ. e del campo della tutela ambie. 8.749.530 721.141 8.749.154 34.139 1.641.033 608.839 681.743 94 - 21.185.673 Viabilità locale e trasporti 244.947 19.754 114.203 5.137 5.200 10.384 12.673 - - 412.298 Difesa del suolo ed assetto idrogeologico e forestaz. 4.698.534 452.801 3.837.897 24.975 157.821 83.219 432.020 94 - 9.687.361 Servizi di tutela, contr. e valorizz. delle risorse idriche 79.709 10.068 114.684 - - 226.319 15.280 - - 446.060 Prevenzione incendi 280.249 53.058 1.012.210 2.100 - 247 19.978 - - 1.367.842 Servizi di protezione civile 175.490 14.897 199.941 - 5.114 - 12.748 - - 408.190 Funzioni nel settore sociale 324.023 31.413 3.088.172 11.531 1.036.297 - 24.023 - - 4.515.459 Servizi socio - assistenziali e sanitari 201.113 17.663 1.071.798 8.295 936.558 - 16.131 - - 2.251.558 Funzioni nel campo dello sviluppo economico 2.921.409 85.748 487.480 32.177 207.610 88.243 185.097 - - 4.007.764 Agricoltura 2.298.331 56.931 277.254 8.375 160.877 37.068 144.937 - - 2.983.773 Industria, commercio e artigianato 80.310 20.675 23.277 14.588 - - 5.139 - - 143.989 Totale 20.005.148 1.414.626 24.882.062 153.630 3.598.360 938.587 1.824.774 17.473 - 52.834.660
44
Pagamenti in c/residui Funzioni generali di amministr., gestione e controllo 1.722.183 242.444 1.854.070 1.121 382.099 8.729 191.146 10.540 - 4.412.332 Segreteria generale, personale e organizzazione 474.483 121.063 622.280 48 127.056 - 39.088 5.850 - 1.389.868 Gest. econom.,finanz.,progr.,provved. e contr. gestione 250.691 24.150 155.766 749 9.767 - 19.621 640 - 461.384 Ufficio tecnico 78.205 11.978 51.742 - 20.000 - 4.749 4.050 - 170.724 Funz. di istruz. pubbl. e alla cultura e ai beni culturali 16.886 27.799 630.965 7.240 174.963 - 7.381 164 - 865.398 Trasporto, refezione ed assistenza scolastica 3.695 11.522 17.327 - 34.715 - 505 164 - 67.928 Valorizzazione beni di interesse storico e artistico - - - 7.240 - - - - - 7.240 Altri servizi per l'istruz. e la cultura, biblioteche e musei 13.191 14.881 570.062 - 139.538 - 6.876 - - 744.548 Funzioni nel settore sportivo, ricreativo e del turismo 8.564 1.741 100.190 - 81.669 - 942 - - 193.106 Turismo e sport 6.078 143 56.369 - 27.787 - 942 - - 91.319 Agriturismo - - - - - - - - - - Funz. per la gest. territ. e del campo della tutela ambie. 1.129.347 602.616 7.970.555 13.362 1.882.851 - 181.627 607 - 11.780.965 Viabilità locale e trasporti 61.450 11.720 477.175 861 6.744 - 5.245 - - 563.195 Difesa del suolo ed assetto idrogeologico e forestaz. 450.338 356.498 3.338.492 2.782 172.174 - 140.676 607 - 4.461.567 Servizi di tutela, contr. e valorizz. delle risorse idriche 41.347 216 235.897 - - - 1.614 - - 279.074 Prevenzione incendi 68.813 36.731 427.292 4.100 - - 6.513 - - 543.449 Servizi di protezione civile 39.381 15.201 115.064 - 17.917 - 3.515 - - 191.078 Funzioni nel settore sociale 59.487 46.348 1.931.621 19.062 2.489.763 - 4.103 3.450 - 4.553.834 Servizi socio - assistenziali e sanitari 47.790 17.198 473.921 2.529 2.072.024 - 1.358 - - 2.614.820 Funzioni nel campo dello sviluppo economico 178.435 43.798 584.039 260 622.653 - 23.726 - - 1.452.911 Agricoltura 113.368 23.281 376.100 - 232.139 - 18.302 - - 763.190 Industria, commercio e artigianato 3.579 5.466 5.569 - 6.000 - 168 - - 20.782 Totale 3.114.902 964.746 13.071.440 41.045 5.633.998 8.729 408.925 14.761 - 23.258.546
INTERVENTI PER INVESTIMENTI - FUNZIONI E SERVIZI
Acquisiz. di beni immobili
Espropri e servitù
onerose
Acquisto beni specifici per realizz. in
economia
Utilizzo di beni di terzi per realizz. in economia
Acquisiz. di beni mobili
macchine ed attrezz. tecnico-scientif.
Incarichi profess. esterni
Trasferim. di capitale
Partecip. azionarie
Conferim. di capitali
Concess. di crediti e
anticipaz. TOTALE
Toscana
Impegni Funzioni generali di amministr., gestione e controllo 4.304.014 - 147.767 - 455.218 41.931 418.139 219.998 1.000 - 5.588.067
45
Segreteria generale, personale e organizzazione 3.346.744 - - - 149.932 17.928 5.000 200.000 - - 3.719.604 Gest. econom.,finanz.,progr.,provved. e contr. gestione 8.000 - - - 8.000 - - - - - 16.000 Ufficio tecnico 162.000 - 27.562 - 57.764 - - - - - 247.326 Funz. di istruz. pubbl. e alla cultura e ai beni culturali - - - - 20.000 - 1.036.281 - - - 1.056.281 Trasporto, refezione ed assistenza scolastica - - - - - - - - - - - Valorizzazione beni di interesse storico e artistico - - - - - - - - - - - Altri servizi per l'istruz. e la cultura, biblioteche e musei - - - - 20.000 - 1.036.281 - - - 1.056.281 Funzioni nel settore sportivo, ricreativo e del turismo 9.561 - 37.500 - 122.775 230.081 499.217 - - - 899.134 Turismo e sport 9.561 - 37.500 - 110.000 230.081 453.785 - - - 840.927 Agriturismo - - - - - - - - - - - Funz. per la gest. territ. e del campo della tutela ambie. 4.697.508 - 270.111 - 1.970.709 378.107 21.429.619 5.000 - - 28.751.054 Viabilità locale e trasporti 45.232 - - - - - 474.500 5.000 - - 524.732 Difesa del suolo ed assetto idrogeologico e forestaz. 1.441.262 - 19.611 - 1.391.434 156.947 16.487.057 - - - 19.496.311 Servizi di tutela, contr. e valorizz. delle risorse idriche - - - - - - 769.369 - - - 769.369 Prevenzione incendi 59.500 - 9.500 - 14.409 - 59.500 - - - 142.909 Servizi di protezione civile 143.000 - 1.000 - 69.000 6.250 107.000 - - - 326.250 Funzioni nel settore sociale 175.450 - - - 59.800 - 31.803 - - - 267.053 Servizi socio - assistenziali e sanitari - - - - 21.000 - 15.148 - - - 36.148 Funzioni nel campo dello sviluppo economico 567.349 - 98.892 - 445.085 236.279 6.356.700 26.000 - - 7.730.305 Agricoltura 150.000 - 22.309 - 24.000 38.000 766.482 - - - 1.000.791 Industria, commercio e artigianato - - - - - - 179.760 5.200 - - 184.960 Totale 9.753.882 - 554.270 - 3.073.587 886.398 29.771.759 250.998 1.000 - 44.291.894 Pagamenti in c/competenza Funzioni generali di amministr., gestione e controllo 1.234.372 - 2.700 - 260.966 14.940 130.321 219.998 - - 1.863.297 Segreteria generale, personale e organizzazione 1.181.706 - - - 74.678 14.940 4.980 200.000 - - 1.476.304 Gest. econom.,finanz.,progr.,provved. e contr. gestione - - - - 920 - - - - - 920 Ufficio tecnico 2.460 - 2.700 - 25.821 - - - - - 30.981 Funz. di istruz. pubbl. e alla cultura e ai beni culturali - - - - - - 416.588 - - - 416.588 Trasporto, refezione ed assistenza scolastica - - - - - - - - - - - Valorizzazione beni di interesse storico e artistico - - - - - - - - - - - Altri servizi per l'istruz. e la cultura, biblioteche e musei - - - - - - 416.588 - - - 416.588 Funzioni nel settore sportivo, ricreativo e del turismo 2.242 - - - 3.975 - 170.790 - - - 177.007 Turismo e sport 2.242 - - - - - 128.919 - - - 131.161 Agriturismo - - - - - - - - - - - Funz. per la gest. territ. e del campo della tutela ambie. 615.388 - 8.234 - 264.800 46.637 6.406.896 5.000 - - 7.346.955 Viabilità locale e trasporti 32.232 - - - 3.154 - 17.120 5.000 - - 57.506 Difesa del suolo ed assetto idrogeologico e forestaz. 226.408 - 279 - 239.733 30.957 5.470.560 - - - 5.967.937
46
Servizi di tutela, contr. e valorizz. delle risorse idriche - - - - - - 154.312 - - - 154.312 Prevenzione incendi 25.500 - 2.256 - 11.409 - 33.990 - - - 73.155 Servizi di protezione civile 131.224 - 1.000 - 1.504 - 90.000 - - - 223.728 Funzioni nel settore sociale 10.779 - - - 4.800 - - - - - 15.579 Servizi socio - assistenziali e sanitari - - - - - - - - - - - Funzioni nel campo dello sviluppo economico 53.457 - 47.520 - 81.996 5.119 2.597.766 - - - 2.785.858 Agricoltura 250 - - - 18.600 - 470.736 - - - 489.586 Industria, commercio e artigianato - - - - - - 18.955 - - - 18.955 Totale 1.916.238 - 58.454 - 616.537 66.696 9.722.361 224.998 - - 12.605.284 Pagamenti in c/residui Funzioni generali di amministr., gestione e controllo 1.645.735 - 161.894 - 451.893 26.246 521.085 - - - 2.806.853 Segreteria generale, personale e organizzazione 210.785 - - - 135.987 2.928 181.436 - - - 531.136 Gest. econom.,finanz.,progr.,provved. e contr. gestione - - 96.294 - 66.203 - - - - - 162.497 Ufficio tecnico 2.903 - 65.600 - 9.848 - - - - - 78.351 Funz. di istruz. pubbl. e alla cultura e ai beni culturali 1.629 - - - 11.288 70.920 290.556 - - - 374.393 Trasporto, refezione ed assistenza scolastica - - - - 3.385 - - - - - 3.385 Valorizzazione beni di interesse storico e artistico 1.629 - - - - - 15.493 - - - 17.122 Altri servizi per l'istruz. e la cultura, biblioteche e musei - - - - 7.903 70.920 275.063 - - - 353.886 Funzioni nel settore sportivo, ricreativo e del turismo 22.824 - - - 5.045 85.574 1.714.276 - - - 1.827.719 Turismo e sport 22.824 - - - 5.045 85.574 151.958 - - - 265.401 Agriturismo - - - - - - 1.236.523 - - - 1.236.523 Funz. per la gest. territ. e del campo della tutela ambie. 2.426.496 - 690.555 - 920.796 852.188 17.623.333 91.622 - - 22.604.990 Viabilità locale e trasporti 461.137 - - - 12.331 88.726 456.164 91.622 - - 1.109.980 Difesa del suolo ed assetto idrogeologico e forestaz. 871.789 - 2.950 - 598.142 313.842 8.693.375 - - - 10.480.098 Servizi di tutela, contr. e valorizz. delle risorse idriche 749.421 - 464.680 - - 162.406 1.533.723 - - - 2.910.230 Prevenzione incendi 60.844 - 20.459 - 117.245 - 53.017 - - - 251.565 Servizi di protezione civile 6.930 - 465 - 43.921 34.745 7.929 - - - 93.990 Funzioni nel settore sociale 5.864 - - - 191.482 73.449 137.755 - - - 408.550 Servizi socio - assistenziali e sanitari - - - - 97.692 - 16.397 - - - 114.089 Funzioni nel campo dello sviluppo economico 451.285 - 54.371 - 509.665 94.232 4.539.650 13.880 - - 5.663.083 Agricoltura 57.234 - - - 2.000 25.860 1.037.006 - - - 1.122.100 Industria, commercio e artigianato - - - - - 1.596 50.218 - - - 51.814 Totale 4.553.833 - 906.820 - 2.090.169 1.202.609 24.826.655 105.502 - - 33.685.588
LINEE GUIDA PER LA REDAZIONE DEI PIANI DI
CLASSIFICA DEGLI IMMOBILI PER GLI ENTI
GESTORI DELLA BONIFICA
prof. Enrico Bonari prof. Massimo Rovai ing. Sandro Borsacchi dott. Ferruccio Carrara
REGIONE TOSCANA LINEE GUIDA PER I PIANI DI CLASSIFICA
2
INDICE:
PREMESSA ................................................................................................................................................................. 4
1 . CONCETTI FONDANTI ............................................................................................................................................ 5
1.1. L’ ATTIVITÀ DI BONIFICA ............................................................................................................................................... 5 1.2. IL BENEFICIO .............................................................................................................................................................. 6 1.3. IL CONTRIBUTO CONSORTILE DI BONIFICA ........................................................................................................................ 7 1.4. IL PERIMETRO DI CONTRIBUENZA ................................................................................................................................... 9 1.5. L’INDICE DI CONTRIBUENZA .......................................................................................................................................... 9
2. STRUMENTI GESTIONALI DI BASE ........................................................................................................................ 11
2.1. IL PIANO DI CLASSIFICA DEGLI IMMOBILI ........................................................................................................................ 11 2.2. CENSIMENTO DELLE OPERE DI BONIFICA ED IDRAULICHE ................................................................................................... 12 2.3. PIANO ANNUALE DELLE MANUTENZIONI ORDINARIE ....................................................................................................... 12 2.4. PIANO DI RIPARTO DELLA CONTRIBUENZA ...................................................................................................................... 12 2.5. SISTEMA INFORMATIVO TERRITORIALE (S.I.T.) ............................................................................................................... 13 2.6. QUADRO DI SINTESI DEGLI STRUMENTI DI GESTIONE ......................................................................................................... 13
3. LA VALUTAZIONE DEL BENEFICIO DEGLI IMMOBILI.............................................................................................. 15
3.1 PREMESSA................................................................................................................................................................ 15 3.2. INDICE DI CONTRIBUENZA (IC) ..................................................................................................................................... 16 3.3. INDICE TECNICO (IT) .................................................................................................................................................. 16
3.3.1. Indice di intensità delle opere di bonifica e di regimazione idraulica (Ii) ..................................................... 17 3.3.2. Indice di fragilità idraulica (If) ...................................................................................................................... 17 3.3.3. Indice di fragilità geomorfologica (Ig). ........................................................................................................ 18 3.3.4. Indice di comportamento al deflusso (Id) .................................................................................................... 19
3.3.4.1. Indice di permeabilità del suolo (Id1) ...................................................................................................................... 19 3.3.4.2. Indice di utilizzazione del suolo (Id2) ...................................................................................................................... 20 3.3.4.3. Indice di declività dei suoli (Id3) .............................................................................................................................. 21
3.3.2. Procedura di aggregazione dell’Indice tecnico ............................................................................................ 21 3.4. INDICE ECONOMICO .................................................................................................................................................. 23
3.4.1. Immobili ordinari ......................................................................................................................................... 24 3.4.2. Immobili non ordinari .................................................................................................................................. 25
4. LA FORMAZIONE DEL RUOLO DI CONTRIBUENZA ................................................................................................ 27
4.1. PREMESSA............................................................................................................................................................... 27 4.2. LE FASI PER LA FORMAZIONE DEL RUOLO DI CONTRIBUENZA .............................................................................................. 31 4.3. IL RIPARTO DELLE SPESE DI MANUTENZIONE E GESTIONE (SM) ............................................................................................ 32
4.3.1. La quota di riparto ....................................................................................................................................... 32 4.3.2. Il Coefficiente di caratterizzazione territoriale ( Φt ) ................................................................................... 34 4.3.3. Il potenziale di contribuenza ........................................................................................................................ 34 4.3.4. L’aliquota di contribuenza per Sm ............................................................................................................... 35 4.3.5. Il contributo consortile specifico .................................................................................................................. 36
4.4. IL RIPARTO DELLE SPESE DI FUNZIONAMENTO (SF) ........................................................................................................... 36 4.5. IL CONTRIBUTO CONSORTILE ....................................................................................................................................... 38
REGIONE TOSCANA LINEE GUIDA PER I PIANI DI CLASSIFICA
3
5.1 APPENDICE: IL COEFFICIENTE DI CARATTERIZZAZIONE TERRITORIALE ............................................................... 40
5.2 APPENDICE: STRUTTURA DEL PIANO DI CLASSIFICA ........................................................................................... 51
5.3 APPENDICE: STRUTTURA DEL SIT ....................................................................................................................... 54
5.4 APPENDICE: GLOSSARIO .................................................................................................................................... 55
REGIONE TOSCANA LINEE GUIDA PER I PIANI DI CLASSIFICA
4
PREMESSA
Nel tempo il concetto di bonifica è andato assumendo significati e compiti sempre più ampi ed
impegnativi, rispetto a quelli originari della garanzia della sicurezza idraulica. Inoltre, la
progressiva diffusione delle conoscenze tecniche ed informatiche - e la comparazione fra queste -
hanno ripetutamente determinato l’emergere di situazioni di complessità e di eterogeneità di
comportamento degli Enti gestori non sempre condivisibili. Anche dal punto di vista normativo
sono state spesso fornite indicazioni di carattere generale non esaustive, non vincolanti, né per gli
operatori, né per coloro che a vario titolo sono stati chiamati a pronunciarsi nel merito. Anzi, la
mancanza di un quadro unitario di riferimento normativo, ha reso sovente di difficile lettura sia i
concetti base della bonifica, sia i principali meccanismi della sua gestione, sollevando aspre
critiche e ripetute discussioni soprattutto sui non facili processi di individuazione e di corretta
determinazione della quota di compartecipazione dei proprietari degli immobili del comprensorio
alla spesa per le attività di manutenzione dei corsi d’acqua e delle opere idrauliche e di bonifica.
Se da un lato è noto che la salute complessiva di un territorio antropizzato si può misurare
soprattutto dallo stato di efficienza dei corsi d’acqua, delle opere idrauliche, di sistemazione
idraulico-forestale e di regimazione delle acque di scorrimento superficiale, dall’altro lato, è anche
vero che la scarsa visibilità generale delle attività di prevenzione dei rischi a livello territoriale
esercitate dagli Enti gestori della bonifica ha spesso portato a considerare il relativo contributo
come un’imposizione di dubbia utilità e importanza. Dalla necessità di realizzare al riguardo una
attenta opera di verifica degli indirizzi e – per quanto possibile - di ragionata condivisione dei
processi decisionali, che a vario livello intervengono nella definizione del contributo di bonifica
gravante sui beni da questa tutelati, è emersa l’opportunità di definire le linee guida per la
redazione dei piani di classifica da parte degli Enti gestori la bonifica stessa.
Il Piano di Classifica degli Immobili è, infatti, lo strumento fondamentale che consente di
ripartire le spese in funzione del beneficio goduto da ciascun bene; adeguatamente determinato con
criteri di oggettività, chiarezza, semplicità ed uniformità sul territorio di competenza. In questo
senso devono essere richiamati e/o definiti i principi e le basi normative e giuridiche, i concetti
fondanti l’esigibilità del tributo, le funzioni dell’attività di bonifica e i conseguenti benefici, i
criteri di classificazione e la metodologia per definire i benefici ricevuti dagli immobili e, infine, le
procedure per la determinazione della quota contributiva a carico della proprietà fondiaria.
La presente proposta di linee guida intende costituire un insieme condiviso di principi e
procedure - ovviamente rispettosi del quadro normativo e giurisprudenziale consolidatosi negli
anni a livello nazionale e regionale - per supportare tecnicamente gli Enti Gestori nelle attività di
bonifica e consentire loro i necessari margini di adattamento alle specificità territoriali.
Una particolare attenzione è stata rivolta alla metodologia utilizzata per identificare il beneficio
effettivamente prodotto nei confronti dei vari beni salvaguardati che, dovendo rispondere a criteri
di oggettività, chiarezza, semplicità ed uniformità sul territorio, ha fatto riferimento alla tecnica del
“classamento”, peraltro suggerita dalla stessa ANBI (Associazione Nazionale delle Bonifiche).
REGIONE TOSCANA LINEE GUIDA PER I PIANI DI CLASSIFICA
5
1 . CONCETTI FONDANTI
1.1. L’ Attività di bonifica
L'attività di bonifica trova il proprio riferimento normativo nel Regio Decreto del 1933 (R. D., 13
febbraio 1933, n. 215, Nuove norme per la bonifica integrale) e soprattutto nell’art. 44 della
Costituzione, dove gli obbiettivi principali della bonifica hanno strutturalmente rafforzato il
disegno originario contenuto nella norma originale. L’articolo 44 della Costituzione prevede,
infatti, che il legislatore ordinario promuova e imponga la bonifica della terra al fine di conseguire
il razionale sfruttamento del suolo e di stabilire equi rapporti sociali.
La norma è stata in seguito interpretata dalla dottrina nel senso di legare gli obiettivi degli equi
rapporti sociali e del razionale sfruttamento del suolo al disegno complessivo della Costituzione e,
dunque, al contesto dei valori costituzionali, dove rilievo fondamentale è riservato alla tutela della
personalità umana, intesa come qualità della vita che non può prescindere dalla razionale
utilizzazione delle risorse quali il suolo, l’acqua, l’aria e, dunque, dell’ambiente. La funzione volta
dall’attività di bonifica nella tutela della personalità umana, degli equi rapporti sociali e del
razionale sfruttamento del suolo fa sì che oggi essa sia, a pieno titolo, inquadrabile nella moderna
politica del territorio e delle risorse naturali, non soltanto agricole, ma anche paesaggistiche,
idriche, ecc. al servizio della collettività.
La Corte Costituzionale, seguita dalla giurisprudenza amministrativa, si è quindi posta in questa
direzione ed ha accolto il concetto di bonifica come non limitato esclusivamente al risanamento a
fini sanitari di zone malsane, ma identificante un'attività di recupero e di sviluppo produttivo,
soprattutto a fini agricoli, dei territori bonificati, non disgiunta da un’attività di difesa e di generale
riassetto del territorio mediante la realizzazione, la gestione, l'utilizzo e la manutenzione delle
opere idrauliche e di bonifica (Corte Costituzionale n. 66 del 24/02/1992; Consiglio di Stato Sez.
VI, n. 463/2008). Per effetto dell’evoluzione del quadro normativo è quindi possibile riconoscere
oggi agli Enti gestori della bonifica compiti e funzioni rientranti nel più generale settore della
tutela dell’ambiente e del territorio. In questa prospettiva alcune leggi regionali, tra le quali quella
della Regione Toscana (L.R. n. 34 del 1994, art. 9), ampliano adeguatamente le finalità della
bonifica anche allo sviluppo, alla tutela e alla valorizzazione delle produzioni agricole, alla difesa
del suolo, alla regimazione delle acque e alla tutela dell’ambiente e delle sue risorse naturali.
In definitiva, alla luce del quadro legislativo e dell’interpretazione giurisprudenziale le funzioni
prevalenti riconosciute all’attività di bonifica sono:
la difesa idraulica, ossia la prevenzione da esondazioni e, quindi, da eventi alluvionali e
fenomeni di ristagno. La corretta manutenzione dell’alveo dei corsi d’acqua consente, infatti,
di ridurre i livelli di piena, garantendo un più sicuro ed efficiente smaltimento delle acque ed
evitando ristagni e allagamenti; ciò assume un ruolo ancora più rilevante nel caso specifico di
aree completamente urbanizzate (residenziali e non) caratterizzate da una forte
impermeabilizzazione dei suoli. Inoltre, la costante manutenzione degli argini limita
REGIONE TOSCANA LINEE GUIDA PER I PIANI DI CLASSIFICA
6
tracimazioni e rotture riducendo l’entità e la frequenza di pericolose inondazioni di aree
abitate o con insediamenti industriali o commerciali e, conseguentemente, gravi danni a
persone e cose;
il presidio idrogeologico, ossia la prevenzione da fenomeni erosivi e franosi. L’attività di
manutenzione degli alvei e delle opere idrauliche (briglie, difese di sponda, muri di
contenimento, ecc.) consente, infatti, di regolare il deflusso delle acque in casi di abbondanti
piogge riducendo notevolmente fenomeni di natura idrogeologica che possono tradursi anche
in danneggiamento e distruzione di immobili;
il miglioramento della qualità ambientale e paesaggistica, ossia la tutela della qualità
paesaggistica e delle condizioni igienico-ambientali (evidente nel caso in cui un non
adeguato livello allo sbocco delle fognature determina per rigurgito il collasso dell’intero
apparato fognario) per cui è intuibile come il presidio del reticolo idraulico e della sua
funzionalità rappresenti un importante elemento di qualificazione del territorio.
Al riguardo è opportuno rilevare anche che la manutenzione e la sorveglianza dei reticoli e delle
opere, oltre ad avere effetti tangibili localmente, nel caso di comprensori di bonifica collocati in
contesti montani e collinari, sono altresì determinanti per il mantenimento o il raggiungimento di
una accettabile situazione di equilibrio nell'intero bacino imbrifero e dei bacini posti a valle di
questo. Infine, non deve essere sottovalutato il fatto che la possibilità di insediare le attività più
remunerative, sia agricole sia industriali, nelle più favorevoli aree di fondovalle, dipende
essenzialmente dalla realizzazione degli indispensabili interventi di regimazione e di governo del
territorio a carico delle zone poste alle quote più elevate, nelle quali i fenomeni di esodo rurale nei
passati decenni sono stati avvertiti in maggior misura.
1.2. Il Beneficio
In relazione al fatto che l’attività di manutenzione degli alvei e delle opere idrauliche consente il
regolare deflusso delle acque nel caso di eventi piovosi ordinari e straordinari, evitando
esondazioni, allagamenti e ristagni e riducendo al contempo i rischi per fenomeni erosivi e franosi,
è da sottolineare come l’accentuato processo di urbanizzazione abbia, da un lato, determinato una
progressiva riduzione della permeabilità dei suoli con la conseguente accresciuta necessità di un
tempestivo drenaggio, dall’altro, abbia abbattuto i tempi di corrivazione rendendo la rete scolante
sempre meno adeguata in caso di piogge di intensità elevata. Ciò, di fatto, sta costantemente
aumentando il rischio potenziale di fenomeni dannosi per gli immobili del comprensorio di
riferimento. Inoltre, considerato il recente sviluppo delle infrastrutture civili e industriali lungo i
corsi d’acqua, l’attività di bonifica appare sempre più funzionale anche alla diminuzione dei rischi
d’interruzione della viabilità e dell’erogazione di alcuni importanti servizi (gas, telefono, energia
elettrica, ecc.).
Quanto sopra richiama alcuni importanti vantaggi (benefici) di carattere generale:
in termini di sviluppo del territorio perché l’efficienza di un reticolo idrografico e la
conseguente riduzione del rischio idraulico hanno evidenti ricadute economiche positive sul
REGIONE TOSCANA LINEE GUIDA PER I PIANI DI CLASSIFICA
7
territorio stesso e sul suo tessuto sociale, dovute anche al miglioramento della qualità
ambientale e paesaggistica;
in termini di accessibilità (quindi agli immobili) e di fruibilità ai servizi da parte delle
comunità locali (quindi dei proprietari degli immobili).
Rispetto al quadro generale appena descritto, il concetto di beneficio sviluppato delle linee guida
è, identificato come un vantaggio diretto generale e specifico, che deriva a ogni immobile
ricadente nel perimetro di contribuenza in relazione allo svolgimento di tutte le attività di bonifica.
Come sarà meglio descritto in seguito, l’attività complessiva dell’Ente gestore è riconducibile alla
conservazione attiva del beneficio/vantaggio diretto generale, mentre le attività di manutenzione e
di gestione delle opere idrauliche sono in relazione diretta con la conservazione del
beneficio/vantaggio specifico di ciascun bene immobile presente nel comprensorio.
Nel caso in cui il comprensorio sia anche irriguo, oltre al beneficio derivante dalle attività di
bonifica così come sopra descritte e richiamate, gli immobili sottesi a opere di accumulo, di
derivazione, adduzione, circolazione e distribuzione di acque, fruiscono di un servizio aggiuntivo
determinato dalla disponibilità irrigua (o beneficio irriguo).
1.3. Il Contributo consortile di bonifica
La normativa, sia nazionale, sia regionale, pone come condizione per l’imposizione del
pagamento del contributo consortile, da parte del proprietario di un bene immobile compreso nel
perimetro di contribuenza, la sussistenza di un collegamento tra il contributo medesimo e il
beneficio che il fondo trae dalle opere di bonifica (v. Artt. 10, 11, 17 e 59 del Regio Decreto n. 215
del 1933; sentenza della Corte Costituzionale del 24 febbraio 1992, n. 66; art. 860 del Codice
civile). Al riguardo, appare di fondamentale importanza sottolineare come il contributo consortile e
il beneficio costituiscano un binomio strettissimo, che può essere definito di causa-effetto, nel
senso che il primo è necessario per la formazione e il mantenimento del secondo. La legge della
Regione Toscana n.34/1994 (“Norme in materia di bonifica”) rileva, infatti, la necessità che tale
collegamento sia di particolare rilevanza e si realizzi con la deliberazione annuale di riparto della
contribuenza da parte degli Enti gestori, in proporzione ai benefici derivanti a ciascun immobile
dall’attività esperita. La contribuenza attribuibile a un singolo immobile deve derivare pertanto
dall’individuazione di una quota percentuale rispetto all’intero, ove l’intero di riferimento
corrisponde ovviamente alla contribuenza totale che, per definizione, corrisponde al beneficio
totale.
Questo principio è stato più volte ribadito dalla giurisprudenza, la quale ha costantemente
affermato che l'obbligo di contribuire al mantenimento delle opere da parte di un Ente gestore si
fonda sul principio della proporzionalità fra beneficio ottenuto dal bene immobile sito nel
comprensorio e l’intervento sostenuto dall’Ente, tra i quali deve esistere un nesso di causalità
(Cass. n. 19509/2004). Al riguardo è stato ulteriormente precisato che non è sufficiente che
un’utilitas risulti in rapporto di derivazione causale con l’attività consortile e che si riverberi a
favore del proprietario di uno degli immobili inclusi nel perimetro consortile, ma è necessario che
REGIONE TOSCANA LINEE GUIDA PER I PIANI DI CLASSIFICA
8
tale utilitas si traduca in un vantaggio di tipo fondiario, cioè strettamente incidente sull’immobile
soggetto a contribuzione (Cass., n. 4144/1996; Cass. n. 19509/2004; Cass. Sez. Un. n. 8960/1996).
Tale vantaggio può quindi essere generale, cioè riguardare un insieme d’immobili che ricavano
analogo beneficio, ma non può essere generico, perché altrimenti sarebbe perduta l’inerenza al
fondo beneficiato, la quale è assicurata soltanto dal carattere particolare (anche se ripetuto per una
pluralità di fondi) del vantaggio stesso.
Inoltre, ad avviso della giurisprudenza, il beneficio tratto dagli immobili a seguito delle opere di
bonifica non rappresenta una miglioria, ma è di carattere conservativo e quindi deve essere
commisurato al valore dell’immobile che è preservato dalle opere in questione.
La contribuenza annuale è richiesta quindi per disporre il quantum necessario affinché sia
mantenuta l’efficienza di tali opere e siano sostenute le spese di funzionamento consortile
nell’anno di esercizio. I contributi consortili sono «direttamente imposti dalla legge per scopi
d’interesse generale» (Cassazione, sezione V, 5647/2003) e pertanto inquadrati nella categoria dei
tributi. La normativa non disciplina espressamente gli obblighi di dichiarazione e i poteri
d’accertamento, perché i ruoli sono redatti in base al catasto consortile, al piano di classifica e al
piano annuale di riparto della contribuenza, questi ultimi atti generali soggetti a pubblicazione nelle
forme di legge. Il contributo consortile è quindi un esborso di natura pubblicistica, non costituendo
in senso tecnico, il corrispettivo di una prestazione liberamente richiesta (come invece accade, ove
il consorzio eroghi anche servizi individuali e misurabili come la fornitura d’acqua),
rappresentando invece una forma di finanziamento di un servizio pubblico attraverso l’imposizione
dei relativi costi sull’area (es. bacino) che ricava, nel suo insieme, un beneficio.
Inoltre, la giurisprudenza è costante nel ritenere che la natura agricola o extra-agricola del fondo
sia ininfluente ai fini della legittimità dell’imposizione, dal momento che l’equilibrio idraulico del
territorio e il conseguente beneficio tratto dall’attività di bonifica si esplica su tutti gli immobili
appartenenti al comprensorio indipendentemente dalla loro specifica natura. Si richiamano, a
sostegno di tale argomentazione, sia l’art. 860 del codice civile che parla genericamente di beni
immobili situati nel comprensorio di bonifica, senza alcuna distinzione tra proprietà urbana e
proprietà fondiaria, sia l’art. 10 del R.D. n. 215 del 1933, che include tra quelli gravati, i beni di
pertinenza dello Stato, delle Province e dei Comuni (Cassazione Sez. Un., n. 968/1998; Cass., Sez.
un. n. 8960/1996; Cass. n. 4144/1996).
L’uguaglianza tra contributo consortile e beneficio rapportata a ogni singolo immobile o
proprietà fondiaria è stata considerata, in generale, come il prodotto risultante da una serie di
algoritmi matematici talora molto complessi da cui far scaturire la “ragione” dell’imposizione
contributiva. Non trattandosi di un corrispettivo a fronte di un servizio svolto, il contributo
consortile non ha un parametro di base (es. mq, kwh, mc ecc.) sul quale definire il contributo
stesso, ma può concretizzarsi solo in funzione di criteri che individuano il quantum contributivo
come quota proporzionale di beneficio ricadente su ogni proprietà fondiaria in ragione delle
attività svolte per la manutenzione e l’esercizio delle opere idrauliche e di bonifica e ai costi di
funzionamento consortile. Più chiaramente, il contributo consortile rappresenta il valore o la quota
di riparto tra una moltitudine di soggetti consorziati, di un insieme costituito dal totale delle spese
REGIONE TOSCANA LINEE GUIDA PER I PIANI DI CLASSIFICA
9
annue necessarie alla manutenzione e gestione delle opere idrauliche e di bonifica presenti in un
determinato territorio specificatamente identificato, comprensivo delle spese di funzionamento
della struttura preposta a tali attività.
In termini esemplificativi, ma giuridicamente e amministrativamente corretti, si può quindi
asserire che al totale delle spese necessarie per le attività di gestione, manutenzione e
funzionamento di un comprensorio corrisponde il beneficio totale di cui usufruiscono annualmente
le proprietà immobiliari / fondiarie localizzate nel comprensorio stesso. La quota consortile a
carico di ogni immobile ripartisce, quindi, il beneficio totale, secondo parametri che individuano,
differenziano e specificano la proprietà stessa rispetto alle altre proprietà del comprensorio e al
beneficio direttamente ricevuto dall’attività di bonifica.
1.4. Il Perimetro di contribuenza
Il perimetro di contribuenza individua le proprietà immobiliari che ricevono o possono ricevere
benefici dall’attività di bonifica già realizzate ovvero di quelle da attuare secondo programmi
pluriennali; trattasi, dunque, anche dell’ambito territoriale entro cui si realizza la suddivisione delle
spese per quote contributive proporzionali al beneficio, sulla base del principio della
corresponsione solidale.
I contributi consortili sono dovuti dai proprietari dei fondi agricoli ed extra agricoli (Cassazione,
Sezioni Unite, 968/98), inseriti nel perimetro di contribuenza consortile, che traggono beneficio
dalla bonifica. L’orientamento giurisprudenziale, ormai consolidato, va nel senso che l’inserimento
dell’immobile nel perimetro di contribuenza, se da un lato, non è condizione sufficiente per
sottoporre il proprietario dello stesso al pagamento, dall’altro lato, costituisce una presunzione iuris
tantum di debenza dei contributi (Cassazione, sezioni unite, n. 968/1998; Cass. n. 19509/2004;
Corte d’appello L’Aquila 7.12.2004).
1.5. L’Indice di Contribuenza
L’ammontare del contributo consortile è determinato con la deliberazione annuale di riparto
della contribuenza, in proporzione ai benefici derivanti a ciascun immobile. A tal fine il consorzio
(Ente gestore della bonifica) elabora un piano di classifica degli immobili che individua i benefici
derivanti dalle opere di bonifica, stabilisce i parametri per la quantificazione dei medesimi e
determina per ciascun immobile l’indice di contribuenza derivante dal calcolo parametrale. (L.R.
34/94 e ss.mm.ii., art. 16).
L’indice di contribuenza è definito, quindi, da un indice composto che utilizza parametri tecnici
ed economici.
Il principio fondamentale della determinazione dell’indice di contribuenza si basa sul fatto che il
vantaggio derivante a un immobile per l’attività di manutenzione e controllo/gestione del reticolo
idrografico prestata dall’Ente gestore è sostanzialmente legato a due elementi:
REGIONE TOSCANA LINEE GUIDA PER I PIANI DI CLASSIFICA
10
la localizzazione dell’immobile stesso rispetto alle specifiche caratteristiche del territorio
contermine (orografia, bacino idrografico, corsi d’acqua, terreni, ecc.) e all’entità/densità e
localizzazione delle opere di bonifica presenti;
l’entità dei valori economici degli immobili tutelati con l’attività svolta dall’Ente gestore che,
pertanto, sarà proporzionale al valore degli immobili.
Una tale impostazione metodologica consente di ripartire il beneficio secondo criteri d’equità: in
un’area caratterizzata da uno stesso indice di contribuenza, quindi omogenea per questo aspetto, il
vantaggio derivante dall’attività di bonifica sarà maggiore per gli immobili di valore più elevato.
REGIONE TOSCANA LINEE GUIDA PER I PIANI DI CLASSIFICA
11
2. STRUMENTI GESTIONALI DI BASE
Di seguito sono sinteticamente ricordati gli strumenti di gestione ordinariamente redatti dagli Enti
Gestori per svolgere l’attività di bonifica con criteri di efficienza, efficacia e trasparenza e nel
rispetto del quadro normativo e giurisprudenziale.
2.1. Il Piano di Classifica degli Immobili
Il Piano di Classifica degli Immobili (di seguito, più semplicemente, Piano di Classifica) contiene
i principi e i criteri fondamentali per procedere alla formulazione del Piano di Riparto della
Contribuenza. Nel Piano di Classifica devono essere richiamate e definiti:
le basi normative e giuridiche che inquadrano l’attività di bonifica;
i concetti fondanti l’esigibilità del tributo;
le funzioni dell’attività di bonifica e i conseguenti benefici;
i rapporti tra contribuenza e beneficio;
il rapporto tra beneficio, quota contributiva e proprietà fondiaria;
le procedure per la determinazione della quota contributiva a carico della proprietà fondiaria.
Nel Piano di Classifica è necessario prevedere una chiara e sintetica descrizione del
Comprensorio di Bonifica per quanto concerne:
il sistema idrografico e geomorfologico suddiviso per bacini e/o sottobacini;
le principali opere idrauliche e di bonifica presenti nei bacini e/o sottobacini;
l’uso del suolo e le sue possibili dinamiche evolutive;
le principali attività socio-economiche e alle loro possibili evoluzioni;
i collegamenti con gli atti di programmazione regionale, provinciale, comunale; dell’Autorità
di Bacino e degli Enti Parco;
le attività dell’Ente gestore della bonifica e relative competenze.
Al fine di meglio identificare il Comprensorio di Bonifica nelle sue diverse parti, è talvolta
auspicabile la sua articolazione in macroaree intese come unità territoriali derivanti dal
raggruppamento di bacini e/o sottobacini storicamente individuati per le loro caratteristiche
idrauliche prevalenti o da definire ex-novo in relazione alle specifiche caratteristiche di omogeneità
sotto il profilo orografico, idrogeologico e socio-economico.
Il numero delle macroaree in cui eventualmente si articola un Comprensorio può essere
autonomamente deciso dagli Enti Gestori sulla base delle proprie caratteristiche ed esigenze; in
questo caso, il Piano Annuale delle Manutenzioni Ordinarie dovrà riportare gli importi di spesa per
ciascuna macroarea nel rispetto dei criteri di economicità, trasparenza e veridicità della gestione
amministrativa e della specifica regolamentazione contabile.
Per garantire un’adeguata efficacia e tempestività degli aggiornamenti delle attività e degli
interventi svolti sul reticolo e sulle opere idrauliche e gli effetti sulle proprietà fondiarie riguardo al
livello di contribuenza, è necessario che ogni Ente gestore disponga un Sistema Informativo
Territoriale (S.I.T.) e un software di gestione dei ruoli di contribuenza integrato con il S.I.T. .
REGIONE TOSCANA LINEE GUIDA PER I PIANI DI CLASSIFICA
12
Ai fini di una migliore comprensione, in APPENDICE 5.2 è riportato l’indice di un Piano di
Classifica.
2.2. Censimento delle Opere di bonifica ed idrauliche
Il Censimento comprende le opere di difesa del suolo di cui all’Art. 9 della L.R. 34/94 che
rispondono ai requisiti di cui all’Art. 8: sia l’insieme delle opere pubbliche eseguite, quali briglie,
pennelli, difese di sponda, arginature, ecc., sia gli impianti idraulici fissi, sia gli interventi in alveo
(reticolo idraulico) per assicurare il normale deflusso delle acque.
Il Censimento delle Opere contiene l’elenco delle opere realizzate che producono un beneficio
alle proprietà immobiliari e di cui è necessario definire i costi per le manutenzioni ordinarie quali
elemento determinante per la definizione del ruolo di contribuenza. Fondamentale al riguardo è la
corretta individuazione e ufficializzazione del reticolo idraulico di competenza di ogni Ente gestore
- e dei relativi costi per le manutenzioni ordinarie quali elemento determinante del ruolo di
contribuenza - da parte della Regione Toscana.
Nel censimento si inseriscono anche le opere pubbliche già realizzate ma che per esplicare
pienamente la loro efficienza necessitano di interventi straordinari, parificati dalla corrente
normativa sui LL.PP alle nuove opere, con oneri non a carico della contribuenza.
Il Censimento delle opere è inserito nel Piano di Classifica (vedi APPENDICE 5.2).
2.3. Piano Annuale delle Manutenzioni Ordinarie
L’Ente gestore deve definire, annualmente, con proprio atto amministrativo il Piano Annuale
delle Manutenzioni Ordinarie che, a sua volta, deve essere integrato con gli strumenti di
programmazione ordinari (es. Piano Triennale delle Opere Pubbliche). Il Piano dovrà indicare gli
interventi di manutenzione ordinaria da realizzare sul reticolo idraulico interno al perimetro di
contribuenza e le relative priorità, riportando anche l’entità delle spese preventivate eventualmente
suddivise per le macroaree. Per una più efficace redazione del Piano Annuale delle Manutenzioni
Ordinarie, si ritiene opportuna la registrazione nel Censimento delle Opere degli interventi
effettuati nel corso degli anni.
Il costo annuo dedotto dal Piano Annuale delle Manutenzioni Ordinarie, unitamente a quello delle
spese di funzionamento consortile (vedi par. 4.4), costituirà la spesa totale annua da ripartire tra le
proprietà consorziate (Ruolo di Contribuenza).
2.4. Piano di Riparto della Contribuenza
Il Piano di Riparto della Contribuenza costituisce il documento amministrativo-gestionale che,
sulla base delle norme e dei principi definiti nel Piano di Classifica, stabilisce ogni anno, con
REGIONE TOSCANA LINEE GUIDA PER I PIANI DI CLASSIFICA
13
specifico provvedimento di approvazione, l’entità delle spese necessarie per lo svolgimento delle
attività dell’Ente gestore e la loro ripartizione tra i proprietari ricadenti all’interno del perimetro di
contribuenza in rapporto al beneficio goduto dalle loro specifiche proprietà immobiliari. Questo
dovrà tra l’altro richiamare i seguenti documenti:
il Piano di Classifica e il Perimetro di Contribuenza;
l’elenco degli interventi programmati per l’anno (Piano Annuale delle Manutenzioni
Ordinarie), con gli elementi valutativi necessari per oggettivare l’eventuale introduzione di
indici di efficienza in grado di correggere il contributo di alcuni beni;
l’entità della spesa annua prevista per le attività dell’Ente gestore, la quota di riparto della
stessa e le relative aliquote di riparto (vedi cap. 4);
il Ruolo di Contribuenza ossia, l’elenco dei proprietari degli immobili con il relativo
contributo consortile da pagare e tutte le informazioni di dettaglio sugli immobili di proprietà,
sul loro valore e sul beneficio.
2.5. Sistema Informativo Territoriale (S.I.T.)
Al fine di garantire un adeguato e tempestivo aggiornamento dei cambiamenti che intervengono
nel territorio gestito dai Comprensori di Bonifica, occorre costituire un sistema informativo
territoriale (S.I.T.) in grado di contenere e aggiornare tutte le informazioni che descrivono
l’idrografia, le opere idrauliche, gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria, e
quant’altro concorre a determinare l’assetto idraulico, idrogeologico e della fruibilità del territorio
di pertinenza, oltre che per la redazione e revisione dei Piani di Manutenzione (ordinaria e
straordinaria), la determinazione dei benefici (attraverso l’utilizzazione di indici), nonché il
collegamento con il Catasto Consortile. Le caratteristiche tecniche fondamentali di un S.I.T. di
questo genere sono sinteticamente riportate nella allegata scheda 5.3.
2.6. Quadro di sintesi degli strumenti di gestione
Di seguito si riporta uno schema che illustra le relazioni esistenti tra i diversi strumenti gestionali
precedentemente considerati, ciascuno dei quali appare in grado di adattarsi – pur nel rispetto di
principi e criteri analoghi per tutti gli Enti Gestori - alle specifiche caratteristiche geografiche,
fisiche, sociali, economiche, ecc. dei diversi comprensori e di assorbire con facilità i necessari
aggiornamenti e le eventuali modifiche dovute all’evolversi delle attività consortili.
REGIONE TOSCANA LINEE GUIDA PER I PIANI DI CLASSIFICA
14
(A)
Piano di Classifica
( A1 ) - Basi legislative;
- Basi giuridiche;
- Principi e criteri;
- Descrizione dei
benefici e della
contribuenza;
- Metodologia per la
loro definizione
( A2 ) Descrizione del
territorio
comprensoriale ( B1 )
Perimetro di
contribuenza
consortile;
( B )
Piano di riparto della
contribuenza
Formazione e gestione
del catasto consortile
( B3 )
Piano annuale
degli interventi
Riparto annuale
della contribuenza
( B2 )
Piano triennale
degli interventi
Ruolo di contribuenza ed
emissione del ruolo
Spesa annuale per
il funzionamento consortile
Reticolo idraulico in
competenza;
Censimento opere
idrauliche e di bonifica
in competenza;
Macro aree (Centri di
Costo) eventualmente
individuate
SIT
REGIONE TOSCANA LINEE GUIDA PER I PIANI DI CLASSIFICA
15
3. LA VALUTAZIONE DEL BENEFICIO DEGLI IMMOBILI
3.1 Premessa
Ai sensi della corrente normativa di settore, gli Enti Gestori della bonifica debbono provvedere
alla determinazione dell'entità del beneficio derivante dalle loro attività per i diversi immobili
ricadenti nel perimetro di contribuenza, attraverso un piano di classifica che contenga le proposte
per i criteri di riparto da sottoporre all'esame e all'approvazione dei competenti Organi Regionali e
che deve basarsi sul calcolo parametrale. Di contro, i riferimenti normativi, pur facendo riferimento
in modo esplicito al beneficio quale criterio da utilizzare nella classificazione degli immobili per il
riparto dei contributi, non forniscono ulteriori specifiche indicazioni sulle modalità operative per la
sua determinazione ma invitano, in ogni caso, ad attenersi ad una "filosofia" di fondo riassumibile
in questi due punti:
- il piano di classifica deve rispettare in modo inequivocabile il criterio dell'equità nella
ripartizione dei benefici;
- pur nel rispetto di soluzioni tecnicamente ineccepibili, si debbono individuare formule semplici
ed esplicative affinché si raggiungano due obiettivi: da un lato il contenimento dei costi nella
fase di emissione e riscossione dei ruoli di contribuenza, dall'altro una sufficiente chiarezza
affinché questa classificazione sia facilmente comprensibile da tutti coloro che sono chiamati a
contribuire.
Appare evidente che, fintanto che la bonifica assolveva fondamentalmente ad una funzione di
conquista di nuove terre con finalità produttive, l’entità del beneficio veniva commisurata
all’incremento di valore fondiario o di reddito derivante dalla presenza delle opere idrauliche; in tal
caso era sufficiente determinare la differenza dei valori immobiliari o dei redditi post-bonifica
rispetto a quelli ante-bonifica di ciascun immobile o di ciascuna zona omogenea del comprensorio.
Nel tempo, anche a seguito della progressiva urbanizzazione dei territori bonificati, è nata e si è
progressivamente accresciuta l’esigenza di adattare i criteri di riparto degli oneri a carico dei
proprietari degli immobili, dando sempre maggiore considerazione agli aspetti globali dei vantaggi
della bonifica e della salvaguardia idraulica quali strumenti di tutela e salvaguardia del territorio.
Negli anni, si è quindi definitivamente affermato il principio che il beneficio non deve essere più
commisurato all’incremento dei valori fondiari tra la situazione ex-post ed ex-ante l’attività di
bonifica, ma all’entità della riduzione del potenziale danno (idraulico e/o idrogeologico) evitato
all’immobile grazie all’attività di vigilanza e di manutenzione delle opere idrauliche oggi espletata
dall’Ente gestore. Da ciò si deduce che i benefici agli immobili saranno maggiori laddove il rischio
idraulico è più elevato, perché è qui che risulta maggiore l’entità del danno evitato
La metodologia proposta dalle presenti Linee Guida:
- persegue l’obiettivo di armonizzare al massimo le valutazioni e gli specifici studi
autonomamente realizzate in passato dagli Enti gestori, con le analisi, le valutazioni e le
elaborazioni realizzate in Toscana dagli Enti territoriali (Regione, Province, ecc.) preposti
a vario titolo alla gestione “pubblica” del territorio;
REGIONE TOSCANA LINEE GUIDA PER I PIANI DI CLASSIFICA
16
- intende definire un’impostazione comune a cui gli Enti gestori debbono
obbligatoriamente fare riferimento ai fini della formulazione dei rispettivi Piani di
Classifica e, in particolare, per l’individuazione del contributo esigibile in funzione del
beneficio di cui godono gli immobili.
Nella teoria estimativa sono ormai consolidati i metodi di valutazione che utilizzano parametri
tecnici ed economici in modo congiunto. Questi metodi sono stati scelti anche dall’ANBI per
l’individuazione del beneficio goduto dagli immobili all’interno di un comprensorio e sono stati
ripresi anche in queste linee guida con i necessari aggiustamenti per tenere conto sia
dell’evoluzione normativa regionale, sia della complessità dello specifico territorio. In particolare,
per tutti i parametri utilizzati per l’identificazione del beneficio specifico e generale goduto dagli
immobili, è stato utilizzato il metodo della definizione di un numero adeguato di classi omogenee,
con parametri pre-definiti, entro cui collocare il singolo bene
Nei paragrafi successivi si configura quindi l’Indice di contribuenza come un indice derivato
dall’aggregazione di alcuni indici primari il cui significato operativo e le relative modalità di
aggregazione / classazione sono di volta in volta descritti.
3.2. Indice di Contribuenza (Ic)
Come in precedenza ricordato, l’Indice di Contribuenza (Ic) è il parametro che consente di
classificare i singoli immobili sulla base del beneficio ricevuto e quindi di ripartire le spese
complessive annue, cioè il Ruolo di Contribuenza, tra le singole proprietà in ragione dei benefici
goduti dai beni immobili tutelati per le attività svolte dall’Ente gestore della bonifica. L’Indice
deriva da una classificazione parametrica del territorio corrispondente al perimetro di contribuenza
sulla base delle sue caratteristiche idrauliche e ambientali e dei valori tutelati secondo la formula di
seguito riportata:
Ic = It * Ie * Igs
dove:
It è l’Indice Tecnico che definisce i benefici in relazione alla collocazione territoriale degli
immobili;
Ie è l’Indice Economico che definisce i benefici in relazione al valore degli immobili;
Igs è l’Indice di Gestione Specifico che l’Ente gestore può introdurre per tener conto
situazioni a valenza eccezionale o transitoria che possono verificarsi in alcune aree e che
influiscono sul beneficio goduto dagli immobili in senso riduttivo (0 ≤ Igs ≤ 1) .
3.3. Indice tecnico (It)
L’Indice tecnico è un indice derivato da un calcolo parametrale che utilizza quattro indici primari:
Indice d’intensità delle opere (Ii);
REGIONE TOSCANA LINEE GUIDA PER I PIANI DI CLASSIFICA
17
Indice di fragilità idraulica (If);
Indice di fragilità geomorfologia (Ig);
Indice di comportamento al deflusso (Id)
3.3.1. Indice di intensità delle opere di bonifica e di regimazione idraulica (Ii)
L’Indice di intensità delle opere (Ii) si ottiene a livello di ciascun bacino o sottobacino in
relazione alla stima dei costi medi annui di manutenzione ordinaria delle opere in questi racchiuse.
Il criterio del costo manutentorio (quindi non di valore ma di costo) appare al momento l’unico
metodo che consente di ottenere una risposta sufficientemente omogenea a fronte di una estesa e
molto differenziata tipologia di opere presenti nei comprensori di bonifica delle diverse aree
regionali.
La determinazione dell’indice in questione non può prescindere dalla presenza di un Censimento
delle Opere Idrauliche sulla base del quale operare l’analisi dello stato di efficienza del sistema
idraulico di ogni bacino. Per ciascun bacino e/o sottobacino dovranno essere determinati i valori
medi annui per gli oneri della manutenzione ordinaria delle opere riferiti all’unità di superficie che
saranno poi ricondotti alla seguente scala di valori utilizzando la tecnica dei percentili:
Tab. 3.1 - Classi di intensità delle opere
Codice classe
in funzione del costo
medio di manutenzione
(€/ha)
Tipologia Beneficio: giudizio di
valore
Valore
Indice
Classe 5 Molto superiore alla media Molto alta 1,00
Classe 4 Superiore alla media Alta 0,75
Classe 3 Vicino alla media Media 0,50
Classe 2 Inferiore alla media Bassa 0,25
Classe 1 Molto inferiore alla media Molto bassa / Nulla 0,00
L’attribuzione di un indice di intensità delle opere uguale a zero può essere riferito a situazioni
particolari dove non vi sono opere idrauliche oppure le opere idrauliche non sono efficienti e,
quindi, non apportano beneficio alcuno agli immobili ricadenti nell’area.
3.3.2. Indice di fragilità idraulica (If)
L’Indice di fragilità idraulica (If) esprime il beneficio goduto dagli immobili in relazione alla
probabilità che possano verificarsi fenomeni di esondazione e/o di ristagni idrici. Per tale motivo,
la sua determinazione sarà effettuata sulla base delle analisi conoscitive già elaborate e condivise a
livello di PAI dalle Autorità di Bacino, a livello di PTC delle Province, dei PS dei Comuni, oltre
REGIONE TOSCANA LINEE GUIDA PER I PIANI DI CLASSIFICA
18
che sulla base di dati storici in possesso dei Consorzi e delle CC.MM e dei modelli idraulici di
simulazione specifici per il territorio di riferimento eventualmente esistenti.
Dato che le opere sono funzionali alla riduzione del rischio, è chiaro che l’analisi deve tenere
conto anche del rischio connesso alla loro assenza o all’abbandono di manutenzione; questa dovrà
portare alla classificazione del territorio di competenza dell’Ente gestore secondo le classi
suggerite nella Tabella che segue in cui sono riportati anche i valori relativi all’Indice.
Tab. 3.2 - Classi di fragilità idraulica e valori dell’indice di fragilità idraulica
Codice classe Tipologia Beneficio: giudizio
di valore
Valore If
Classe 5 Sommersione o ristagno
Eventi ordinari (Tr < 30) Molto alta 1,00
Classe 4 Sommersione o ristagno
Eventi straordinari (30 < Tr < 200) Alta 0,75
Classe 3 Allagamenti e ristagni rari
200 < Tr < 500 Media 0,50
Classe 2 Non soggette ad allagamenti
e ristagni Bassa 0,25
Classe 1 Aree collinari e montane
Lontane dal rischio allagamenti Nullo 0
3.3.3. Indice di fragilità geomorfologica (Ig).
La fragilità geomorfologica, ossia la suscettibilità a fenomeni di dissesto idrogeologico, delle aree
ha delle ripercussioni sul beneficio derivante agli immobili per l’attività dall’Ente gestore; laddove
la fragilità geomorfologica è più estesa e diffusa, infatti, il vantaggio derivante agli immobili
dall’attività di gestione della bonifica sarà più elevato rispetto ad aree dove la fragilità
geomorfologica è minore, perché in questi casi l’assenza di manutenzione farebbe aumentare
notevolmente la probabilità di eventi dannosi agli immobili a seguito degli eventi meteorici.
L’Indice di fragilità geomorfologia (Ig) dovrà essere determinato a livello dei bacini e/o
sottobacini idraulici sulla base delle valutazioni contenute nei PAI e/o negli strumenti di
pianificazione territoriale (PTC, PS, ecc.), nonché tramite l’acquisizione formale di studi specifici
effettuati dai CC.BB. e/o dalle CC.MM o da altri enti nei territori di riferimento.
In seguito, ogni area del comprensorio sarà classificata sulla base delle tipologie di fragilità
acquisite, a cui corrisponderà un giudizio qualitativo ed uno specifico valore dell’indice Ig. La
Tabella che segue riporta una possibile classificazione dei fenomeni di che trattasi.
Tab. 3.3 - Le tipologie di fragilità geomorfologica oggetto di valutazione
Classe Tipologia di fenomeno Beneficio:
giudizio di valore
Valore Ig
Classe 5 aree con frane attive Molto alta 1,00
Classe 4 aree con frane quiescenti Alta 0,75
REGIONE TOSCANA LINEE GUIDA PER I PIANI DI CLASSIFICA
19
Classe 3
aree potenzialmente franose per
caratteristiche litologiche (liv. A) Media
0,50
aree potenzialmente franose per
caratteristiche litologiche (liv. B.)
Classe 2 aree stabili e/o mediamente stabili (liv. C) Bassa 0,25
Classe1 aree di fondovalle e/o pianeggianti (liv. E) Nullo 0
3.3.4. Indice di comportamento al deflusso (Id)
L’ Indice di comportamento al deflusso (Id) ha lo scopo di valutare il beneficio derivante
dall’attività di bonifica soprattutto in relazione alla capacità di smaltimento delle acque meteoriche
da parte dei terreni. Questa dipende com’è noto da diversi elementi quali, ad esempio, la
permeabilità intrinseca dei suoli (in relazione alle specifiche caratteristiche pedologiche e
litologiche), alla specifica destinazione d’uso e al tipo di vegetazione, nonché dalla pendenza dei
suoli stessi, ecc.
Tab. 3.4 - Le tipologie di comportamento al deflusso
Codice classe Tipologia
Beneficio: giudizio di
valore Valore Id
Classe 5 Molto superiore alla media Molto alta 1,00
Classe 4 Superiore alla media Alta 0,75
Classe 3 Vicino alla media Media 0,50
Classe 2 Inferiore alla media Bassa 0,25
Classe 1 Molto inferiore alla media Molto bassa / Nulla 0,00
Nelle presenti Linee Guida, l’Indice di comportamento al deflusso (Id) si configura a sua volta
come un indice composto dai seguenti indici di rango inferiore:
- Indice di permeabilità del suolo (Id1)
- Indice di utilizzazione dei suoli (Id2)
- Indice di declività dei suoli (Id3)
E’determinato attraverso la somma ponderata dei tre indici sopra menzionati. A questi viene
attribuito un diverso “peso” attraverso il confronto a coppie così come descritto in precedenza
(vedi Paragrafo 3.2):
Idarea i-esima = Id1area i-esima* pId1 + Id2area i-esima* pId2 + Id3area i-esima* pId3
3.3.4.1. Indice di permeabilità del suolo (Id1)
REGIONE TOSCANA LINEE GUIDA PER I PIANI DI CLASSIFICA
20
L’Indice di permeabilità (Id1) pone in evidenza che i benefici derivanti agli immobili dall’attività
di bonifica sono tanto più elevati quanto più i terreni evidenziano una minore capacità di
assorbimento delle acque zenitali perché queste ultime arriveranno in maggiori quantità e con
maggiore velocità nei canali e nei corsi d’acqua mantenuti dall’Ente gestore. Una delle basi
cartografiche di riferimento per la determinazione di questo indice è infatti senz’altro costituita
dalla Carta della permeabilità dei suoli di solito redatte dalle Autorità di Bacino competenti o da
altri Enti territoriali.
Ad ogni area interessata da un determinato livello di permeabilità dovrà essere assegnato un
punteggio secondo la Tabella 3.5.
Tab. 3.5 - Classi di permeabilità del suolo e valori dell’Indice di permeabilità
Codice classe Tipologia Beneficio: giudizio di
valore
Valore Id1
Classe 5 permeabilità bassa Molto Alto 1,00
Classe 4 permeabilità media Alto 0,75
Classe 3 permeabilità medio-alta Medio 0,50
Classe 2 permeabilità alta Basso 0,25
Classe 1 permeabilità elevatissima Molto bassa / Nulla 0
3.3.4.2. Indice di utilizzazione del suolo (Id2)
L’Indice di utilizzazione del suolo (Id2) mette in evidenza la capacità del terreno di
trattenere/rallentare le acque zenitali in relazione alla specifica copertura vegetazionale (uso del
suolo); anche in questo caso, logicamente, viene assunto che il beneficio della bonifica per gli
immobili sarà maggiore laddove il terreno non riesce a trattenere/rallentare le acque superficiali
che, di conseguenza, graveranno maggiormente sulla capacità dei corsi d’acqua mantenuti
dall’Ente gestore di assorbire la riduzione dei tempi di corrivazione.
A tale scopo possono essere adeguatamente utilizzate come base cartografica di riferimento il
Corine Land Cover e/o la Carta dell’Inventario Forestale e/o la Carta dei Centri e Nuclei del SIT
della Regione Toscana che riportano l’uso del suolo e le aree urbanizzate. A ciascuna di tali aree,
caratterizzata da uno specifico uso del suolo, dovrà essere attribuito un indice e la Tabella 3.8
rappresenta una possibile attribuzione di valori.
Tab. 3.6 - Classi di uso del suolo e valori dell’Indice di utilizzazione del suolo
Codice classe Tipologia Beneficio: giudizio di valore Valore Id1
Classe 5 urbanizzato
Molto alto 1,00 aree estrattive
Classe 4 agricolo (arborato) Alto 0,75
Classe 3 pascoli e praterie
Medio 0,50
agricolo (seminativo) 0,50
REGIONE TOSCANA LINEE GUIDA PER I PIANI DI CLASSIFICA
21
Classe 2 boschi Basso 0,25
Classe 1 aree rocciose Molto bassa / Nulla 0
3.3.4.3. Indice di declività dei suoli (Id3)
L’Indice di declività dei suoli (Id3) prende in esame il comportamento al deflusso delle acque dai
suoli in relazione alla loro pendenza media; in generale, infatti, all’aumentare della pendenza dei
terreni minori sono i problemi legati al deflusso delle acque, mentre – di contro - nei terreni
pianeggianti si accrescono i problemi di ristagno idrico e, pertanto, la manutenzione del reticolo
idraulico assume un’importanza maggiore e, di conseguenza, anche il beneficio derivante dalle
opere di bonifica sarà maggiore.
Una possibile fonte per l’attribuzione dell’indice di declività a livello territoriale può essere
costituita dal DTM della Regione Toscana (Tabella 3.7).
Tab. 3.7 - Classi di declività del suolo e valori dell’Indice di declività
Codice classe Tipologia Range declività (%) Beneficio Valore Id3
Classe 5 pianeggiante 0 -5 Molto alto 1,00
Classe 4 declive 5 -10 Alto 0,75
Classe 3 pendente 10 - 20 Medio 0,50
Classe 2 molto pendente 20 - 45 Basso 0,25
Classe 1 erta, scoscesa > 45 Molto basso /
Nullo 0,00
3.3.2. Procedura di aggregazione dell’Indice tecnico
Le basi teoriche e metodologiche adottate per determinare l’Indice tecnico fanno riferimento
all’analisi multicriteriale (di seguito AMC) che è uno strumento di supporto alle decisioni usato per
analizzare problemi complessi caratterizzati da una molteplicità di obiettivi e di vincoli da
rispettare . L’AMC si è particolarmente sviluppata nell’ambito della pianificazione territoriale per
valutare alternative progettuali; in questo caso è stata utilizzata per determinare, per ogni unità
omogenea di territorio, il contributo che ciascun indice dà alla “formazione” del beneficio. Nel
nostro caso l’adattamento dell’AMC ha comportato i seguenti passaggi logici:
a. Definizione del peso relativo di ciascun indice primario
L’attribuzione dei pesi rappresenta un’operazione di gerarchizzazione che consente di definire
l’importanza relativa degli indici primari. Le tecniche di definizione delle priorità suggerite dalla
REGIONE TOSCANA LINEE GUIDA PER I PIANI DI CLASSIFICA
22
teoria dell’AMC sono diverse, ma in questo caso si suggerisce la Paired Comparison Technique
che consente un confronto semplificato utilizzando tre possibili giudizi:
1 nel caso nel caso in cui si voglia esprimere l’importanza maggiore di un indice primario
rispetto all’altro;
0 nel caso si voglia esprimere l’importanza minore di un indice primario rispetto ad un altro;
0,5 nel caso si consideri uguale importanza dei due indici primari.
Questa tecnica di valutazione è molto dinamica e di facile gestione quando sono presenti più
fattori e, soprattutto, più livelli gerarchici. Inoltre, si limita fortemente la possibilità di dare
valutazioni incongruenti e, pertanto, non è necessario effettuare un’analisi di consistenza dei
giudizi espressi. Di seguito, si riporta un esempio di Tabella da utilizzare per l’attribuzione dei pesi
agli indici primari nella quale viene introdotto anche un criterio fittizio1 per evitare che un indice
primario possa avere un peso nullo nel caso fosse ritenuto meno importante di tutti gli altri..
Tab. 3.8 – Esempio di Tabella per l’attribuzione dei pesi I. intensità (Ii) I. frag.
idraulica (If)
I. frag.
geomorfologi
ca (Ig)
I.
comportamen
to deflusso
(Id)
Criterio
Fittizio
Punteggi pesi
1,0 1,0 0,5 1,0 3,5 0,350
0,0 1,0 0,5 1,0 2,5 0,250
0,0 0,0 0,0 1,0 1,0 0,100
0,5 0,5 1,0 1,0 3,0 0,300
0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,000
Totale 10,0 1,000
I. comportamento deflusso (Id)
Criterio Fittizio
I. intensità (Ii)
I. frag. idraulica (If)
I. frag. geomorfologica (Ig)
Nota: i numeri riportati sono a puro titolo di esempio
b. definizione di scale di valutazione omogenee per ciascun indice primario
A tale scopo, si è utilizzata una scala che in fase di determinazione dell’indice di beneficio
trasforma il giudizio in un numero. E’ prevista l’applicazione di una semplice legge di variazione
dell’indice stesso in funzione della classe attribuita secondo quanto riportato nella Tabella che
segue.
Tab. 3.9 – Punteggio relativo al giudizio di valore
Giudizio di valore per l’indice i-esimo Punteggio
Nullo o molto basso 0
Basso 0,25
Medio 0,50
Alto 0,75
Molto alto 1,00
1 Nella paired comparision tecnique il criterio fittizio viene introdotto allo scopo di evitare che un attributo possa avere
peso nullo. Il criterio fittizio è, infatti, quello che perde tutti i confronti con gli altri attributi in modo che il suo peso
finale sia pari a zero.
REGIONE TOSCANA LINEE GUIDA PER I PIANI DI CLASSIFICA
23
Ogni indice primario avrà come base di riferimento una unità territoriale fissa che può essere
definita a priori (es. bacino o sottobacino nel caso dell’indice d’intensità) o variabile a seconda del
valore assunto dallo specifico indice all’interno del comprensorio (es. il comportamento al
deflusso).
Fig. 1 – La determinazione del beneficio per le diverse aree del territorio
Mediante un software GIS e specifiche funzioni di elaborazione dati, si potrà determinare il
valore di ciascun indice per ogni porzione di territorio (vedi esempio di Figura 1) che, moltiplicato
per il peso relativo e sommato agli altri indici, darà il valore finale dell’Indice tecnico. Nel caso
degli indici sopra individuati assumerà la seguente configurazione:
Itarea i-esima = Iiarea i-esima * pIi + Ifarea i-esima* pIf + Idarea i-esima* pId + Igarea i-esima * pIg
L’Ente gestore dovrà poi verificare l’opportunità di ricondurre i valori dell’Indice tecnico ai fogli
catastali o alle singole particelle catastali utilizzando, ad esempio, il criterio della media ponderata
sulla superficie.
3.4. Indice economico
L’Indice economico (Ie) ha il compito di mettere in relazione i benefici derivanti dall’attività di
bonifica con il valore del bene tutelato.
Come accennato in precedenza, una tale impostazione consente di ripartire il beneficio
complessivo fra i singoli beni immobili secondo criteri di equità: in un’area caratterizzata da uno
stesso indice tecnico e, quindi, omogenea sotto tale profilo, il vantaggio derivante dall’attività di
manutenzione e controllo delle opere idrauliche sarà maggiore per gli immobili di valore più
+ +
Iti-esimo
Iii-esimo * pIi Ifi-esimo * pIf Igi-esimo * pIg Idi-esimo * pId+ + +
Iti-esimo
Iii-esimo * pIi Ifi-esimo * pIf Igi-esimo * pIg Idi-esimo * pId+ + +
Iti-esimo
Iii-esimo * pIi Ifi-esimo * pIf Igi-esimo * pIg Idi-esimo * pId+
Iti-esimo
Iii-esimo * pIi Ifi-esimo * pIf Igi-esimo * pIg Idi-esimo * pId+
Iti-esimo
Iii-esimo * pIi Ifi-esimo * pIf Igi-esimo * pIg Idi-esimo * pId+
REGIONE TOSCANA LINEE GUIDA PER I PIANI DI CLASSIFICA
24
elevato o, secondo un’altra ottica, il danno derivante da un’ipotetica assenza o inattività nella
manutenzione e controllo sarebbe maggiore per gli immobili di valore più elevato.
In definitiva, l’Indice economico rappresenta, insieme all’Indice tecnico, uno dei due parametri
fondamentali su cui si basa il riparto della contribuenza.
3.4.1. Immobili ordinari
Nella determinazione dell’Indice economico degli immobili ordinari, ossia di quelli provvisti di
rendita catastale e reddito dominicale, è stato ritenuto equo e trasparente adottare come valore
economico di riferimento quello fiscale secondo le procedure di calcolo e di aggiornamento del
valore catastale già previste dalla normativa a fini fiscali. Sul piano operativo, quindi, le modalità
di definizione del valore di ciascun immobile dovranno anche tener conto dei criteri di
rivalutazione (Coefficiente moltiplicatore) previsti dall’UTE in funzione dell’appartenenza dei
singoli beni alle categorie degli immobili agricoli o extra-agricoli che – com’è noto - nel caso
degli immobili extra-agricoli si differenziano anche in funzione della categoria catastale
dell’immobile stesso.
Infine, per esprimere in modo più compiuto le ricadute dell’attività di bonifica nel tutelare il valore
economico di alcune categorie catastali, ad esempio in funzione della destinazione pubblica o
produttiva delle stesse, è stato introdotto un coefficiente di perequazione (Cp). Tale coefficiente
dovrà essere applicato dagli Enti gestori così come riportato nella Tabella 3.10.
Di seguito si riportano le formule per la definizione dell’Indice economico (Ie):
a) per gli immobili agricoli Ieagr = RD * Cragr * Cute * Cp
dove:
RD è il reddito dominicale
Cragr è il coefficiente di rivalutazione (attualmente pari a 1,25, corrispondente ad una
rivalutazione del 25% del reddito)
Cute è il coefficiente moltiplicatore (attualmente pari a 75)
Cp é il coefficiente di perequazione
b) per gli immobili extragricoli Ieext = RC*Crext* Cute * Cp
dove:
RC è la rendita catastale
Crext è il coefficiente di rivalutazione (attualmente pari a 1,05, corrispondente ad una
rivalutazione del 5% del reddito
Cute è il coefficiente moltiplicatore differenziato per categoria catastale (vedi Tabella)
Cp é il coeff. di perequazione
Tab. 3.10 – Coefficienti di perequazione
REGIONE TOSCANA LINEE GUIDA PER I PIANI DI CLASSIFICA
25
Categoria catastale Cute
Cp
Immobili agricoli 75 1
A e C (con esclusione delle categorie A/10 e C/1) 100 1
B 140 0,7
D e A/10 50 2
C/1 33 2
E (dotati di rendita) 100 1
3.4.2. Immobili non ordinari
Le infrastrutture superficiali di comunicazione (strade, autostrade e ferrovie) costituiscono un
caso particolare: per queste, infatti si evidenziano, da un lato, le caratteristiche di non ordinarietà
catastale in quanto non classate come immobili e, quindi non provviste di rendita ma, dall’altro, le
caratteristiche di beni assoggettabili al contributo consortile in quanto inclusi nel perimetro di
contribuenza e traenti beneficio diretto e specifico dall’attività di bonifica. In questi casi l’Ente
proprietario/gestore della infrastruttura (art. 10 del R.D. 215/33, nonché l’art. 860 C.C) è
comunque obbligato a contribuire alla spesa necessaria per l’esecuzione, la manutenzione e
l’esercizio delle opere in ragione del beneficio che traggono dall’attività consortile.
In mancanza di una tariffa catastale di riferimento, nelle presenti Linee guida si propone
l’utilizzazione di una tariffa convenzionale derivata dal catasto terreni che, nello specifico, è stata
individuata nella qualità del seminativo con la tariffa di Reddito Dominicale più alta del
comprensorio. Tale valore viene moltiplicato per un coefficiente di perequazione pari a per 3 nel
caso delle autostrade (strade a pedaggio) e a 2 nel caso delle ferrovie che, pur essendo anch’esse, a
pagamento, si sviluppano su tracciati che consentono, comunque, un maggior assorbimento delle
acque meteoriche.
Allo scopo di poter calcolare il tributo delle categorie non ordinarie, ciascun Ente gestore dovrà
costruire uno specifico dataset riportante lo sviluppo dell’area occupata da tali infrastrutture per
ogni foglio di mappa utilizzando gli strati informativi del SIT consortile.
L’indice economico è così convenzionalmente stabilito:
Ie = RDconv * Cute * Cragr * Sup * Cp
Dove:
RDconv è la rendita convenzionale come descritta in precedenza
Cute è il coeff. moltiplicatore = 75 assimilando questa tipologia di immobili ad un terreno
Cragr è il coefficiente di rivalutazione (attualmente pari a 1,25, corrispondente ad una
rivalutazione del 25% del reddito)
REGIONE TOSCANA LINEE GUIDA PER I PIANI DI CLASSIFICA
26
Sup è la superficie calcolata come descritto in precedenza
Cp é il coeff. di perequazione che assume i seguenti valori:
per le strade pubbliche non a pedaggio = 1
per le strade a pedaggio (autostrade) = 3
per le ferrovie = 2
REGIONE TOSCANA LINEE GUIDA PER I PIANI DI CLASSIFICA
27
4. LA FORMAZIONE DEL RUOLO DI CONTRIBUENZA
4.1. Premessa
Viene di seguito chiarita e approfondita la relazione esistente tra il beneficio goduto dagli
immobili e le spese di gestione come introduzione ai passi necessari alla determinazione del ruolo
di contribuenza, successivi alla definizione degli indici tecnici ed economici, e, conseguentemente,
alla definizione del contributo consortile,.
Come detto in precedenza, la Regione Toscana disciplina la bonifica attraverso le LL.RR. n. 34
del 1994 e n. 38 del 2003 (integrativa e modificativa della prima) e ss.mm.ii. Queste leggi, in linea
con il Testo Unico n. 215 del 1933, individuano l’attività di bonifica, come “[..] un mezzo
permanente finalizzato allo sviluppo, alla tutela e alla valorizzazione delle produzioni
agricole, alla difesa del suolo, alla regimazione delle acque e alla tutela dell’ambiente e delle sue
risorse naturali (Art.1 L.R. 34/94).”. All’art. 2 della L.R. 34/94) viene data, inoltre, la seguente
definizione di attività di bonifica: “il complesso degli interventi finalizzati ad assicurare lo scolo
delle acque, la sanità idraulica del territorio e la regimazione dei corsi d’acqua naturali, a
conservare ed incrementare le risorse idriche per usi agricoli in connessione con i piani di
utilizzazione idropotabile ed industriale, nonché ad adeguare, completare e mantenere le opere di
bonifica già realizzate. Costituiscono inoltre attività di bonifica, se finalizzati alla medesima, gli
interventi volti ad assicurare la stabilità dei terreni declivi ed a realizzare infrastrutture civili.”
Come specificato nell’Art. 4 della L.R. 38/2003 che sostituisce l’Art. 16 della 34/94:
“1. Il contributo consortile costituisce la quota dovuta da ciascun consorziato per le spese di cui
all`articolo 3, comma 2 e all`articolo 4, comma 1, lettera (b), nonché per le spese di
funzionamento del consorzio.
2. L`ammontare del contributo consortile e` determinato, con la deliberazione annuale di riparto
della contribuenza, in proporzione ai benefici derivanti a ciascun immobile.
3. A tal fine il consorzio elabora un piano di classifica degli immobili che individua i benefici
derivanti dalle opere di bonifica, stabilisce i parametri per la quantificazione dei medesimi e
determina per ciascun immobile l`indice di contribuenza derivante dal calcolo parametrale [..].”
Dalla lettura dell’art. 4 della LR 38/2003, traspare chiaramente il legame diretto esistente tra
opere di bonifica e beneficio; il legislatore specifica chiaramente anche la procedura necessaria per
l’individuazione dei benefici derivanti ai beni immobili tutelati dalle opere di bonifica, i parametri
per la loro quantificazione e la determinazione, per ciascuno, dell’indice di contribuenza (o indice
di beneficio).
I benefici di cui godono gli immobili sono, quindi, per una quota parte, legati alle attività
specificate al comma 1 dell’art. 4, cioè alla manutenzione e gestione delle opere idrauliche e di
bonifica (beneficio specifico) ed agli oneri a queste relativi e, per una quota parte, al
funzionamento complessivo dell’Ente gestore.(beneficio generale) e alle spese per questo
REGIONE TOSCANA LINEE GUIDA PER I PIANI DI CLASSIFICA
28
sostenute.(Fig.1) Le due categorie di spesa (A e B) sono, in effetti, diverse sia nel loro significato
che nella loro formazione.
Beneficio
Contributo Consortile
B. Spese di funzionamento consortile
A. Spese per la manutenzione e gestione delle opere idrauliche
e di bonifica
Beneficio specifico
Beneficio generale
Fig. 4.1 – La relazione tra spese, beneficio e contributo consortile
Le spese per la manutenzione e gestione delle opere idrauliche (Sm) comprendono le spese
necessarie all’organizzazione e all’esecuzione dei lavori di manutenzione sulle opere idrauliche e
di bonifica puntuali e alla manutenzione degli alvei (es. asportazione vegetazione occludente,
ricentramenti d’alveo ecc.), degli argini naturali, ecc..Incidono direttamente e in modo specifico
nella relazione tra attività di bonifica e beneficio degli immobili tanto da essere identificate, in
modo prevalente con il beneficio specifico.
Le spese di funzionamento (Sf) riguardano tutte quelle attività necessarie ad assicurare la
corretta gestione delle attività di bonifica intesa nel suo complesso. Tra queste sono da considerare
sia gli oneri per la gestione del sistema informativo dell’ente e del catasto consortile, per il
monitoraggio e il controllo sullo stato dei luoghi, per l’aggiornamento e la gestione dell’inventario
delle opere idrauliche e di bonifica, sia le spese propriamente amministrative che consentono il
mantenimento della struttura organizzativa, ecc, che incidono, indirettamente, nella relazione tra
attività di bonifica e beneficio degli immobili tanto da essere identificate, in modo prevalente, con
il beneficio generale.
A puro titolo esemplificativo, nella Fig. 4.2 è rappresentato, in modo schematico, un bacino con
un corso d’acqua (F) e diverse opere di bonifica da mantenere attive ed efficienti per la
salvaguardia degli immobili (numeri) situati ai lati di un corso d’acqua (F). Le spese di
manutenzione (Sm) sono, ovviamente, quelle riferite alla manutenzione del corso d’acqua (alveo e
sponde naturali), delle opere idrauliche presenti, briglie e difese di sponda, ecc. e si determinano
relazione alle specifiche necessità di provvedere alla manutenzione in base ai costi standard definiti
REGIONE TOSCANA LINEE GUIDA PER I PIANI DI CLASSIFICA
29
dall’Ente gestore. Tali spese sono, quindi, ripartite per ciascun immobile (contributo consortile) in
relazione ai diversi parametri tecnici ed economici che consentono di definire il beneficio ricevuto.
In definitiva, la somma dei contributi pagati (1+2+3+4+5) sarà pari al totale delle spese per i lavori
di manutenzione e le attività connesse (spese A) sostenute per l’area considerata.
Fig. 4.2 – I benefici degli immobili
In questo quadro non compaiono ovviamente le spese di funzionamento (Sf) che riguardano il
funzionamento complessivo dell’Ente e che permettono quindi indirettamente lo svolgimento delle
attività di manutenzione e gestione (ossia la formazione stessa delle Sm); di più, le Sf devono
essere considerate prioritarie perché senza l’inventario delle opere idrauliche di bonifica, senza il
monitoraggio, senza un sistema informativo territoriale, senza il catasto consortile e il suo costante
aggiornamento, ecc. non si potrebbe, infatti, procedere neppure all’identificazione delle necessità
di manutenzione e alla loro programmazione ed esecuzione.
Il riferimento più corretto ed equo per ripartire le Sf dell’Ente gestore la bonifica, è di considerare
preminente il beneficio che dall’attività di bonifica ne trae la partita catastale a cui fanno
riferimento i beni immobili tutelati in termini di riscossione del contributo consortile. La partita
catastale identifica, quindi, in modo più esatto il concetto di beneficio generale esplicato dalle Sf e
consente, quindi, una più equa ripartizione di tali spese.
Avvalendosi dell’esempio sintetico di cui sopra (fig. 4.2), se gli immobili (1) (2) (3)
appartengono allo stesso proprietario (partita catastale), avremo per questo un contributo consortile
suddiviso in due parti:
briglie
4
difese sponda
briglie
5
2
3
F
1
REGIONE TOSCANA LINEE GUIDA PER I PIANI DI CLASSIFICA
30
il contributo dovuto dal proprietario per i benefici goduti dai singoli immobili per le spese
riferite alle attività/lavori effettivamente svolti sul corso d’acqua (beneficio specifico) per cui
l’Ente gestore sostiene le Sm;
il contributo legato, nel suo complesso, al beneficio associato al bene o ai beni riuniti nella
partita, dovuto all’Ente gestore medesimo per il mantenimento di un sistema organizzativo
che consente di monitorare, valutare e coordinare le attività/lavori e che corrisponde alle Sf
(beneficio generale).
Le spese consortili totali (St = Sm + Sf) devono essere determinate annualmente e
preventivamente e costituiscono, nel complesso, le necessità finanziarie dell’Ente gestore per la
realizzazione del programma annuale di bonifica (Ruolo). All’interno di un rapporto ottimale con
le spese operative (Sm), si ritiene che le spese di funzionamento generale (Sf) (vedi Tabella 4.1)
non devono essere superiori al 30% ruolo complessivo a carico dei proprietari. Ogni quota
percentuale in riduzione sulle spese generali rispetto a quanto suggerito costituisce, senz’altro, un
indice di efficienza dell’Ente gestore.
SPESE PER LA
MANUTENZIONE E
GESTIONE DELLE
OPERE IDRAULICHE
SPESE DI
FUNZIONAMENTO
SPESA
TOTALE
ANNUA
Riparto spese nella
contribuenza
Riparto spese nella
contribuenza
Contributo per partita
catastale
sommatoria del
contributo particellare
Contributo per partita
catastale
per classi di quota
contributiva
Contributo
Consortile
REGIONE TOSCANA LINEE GUIDA PER I PIANI DI CLASSIFICA
31
Tab. 4.1 – Tipologie di costi riconducibili alle spese di funzionamento
ATTIVITÀ
PREVALENTE CC.MM.
CONSORZI DI
BONIFICA
AMMINISTRATIVA
Spese per attività e atti amministrativi di gestione ordinaria;
Acquisto mezzi e dotazioni non di cantiere e non operativi sui
cantieri;
Ammortamento mezzi di cui sopra;
Arredi e attrezzature d’Ufficio;
Personale amministrativo adibito alle mansioni elencate;
Consulenze esterne amministrative
FUNZIONAMENTO
E VARIE PERSONALE
AMMINISTRATIVO
Spese vive (riscaldamento uffici e sedi, luce, affitti, telefonia,
eventuali mutui per acquisto/ampliamento sedi, ecc,);
Spese di pubblicazione atti, di informazione all’utenza, brochure,
convegni ecc;
Spese di formazione del personale;
Adesione ad associazioni
MOVIMENTI
FINANZIARI
Interessi per mutui acquisto beni immobili (sede)
Interessi passivi per anticipazioni di cassa
Spese di tesoreria
Imposte e tasse
Fondo di riserva
Sopravvenienze passive
CATASTO
Formazione e aggiornamento del Piano di Classifica;
Formazione e aggiornamento del catasto consortile;
Formazione e gestione del Sistema Informativo Territoriale SIT
Formazione del Piano di Riparto della Contribuenza;
Formazione del Contributo consortile totale annuo;
Formazione del Riparto e del Ruolo di contribuenza consortile
annuo;
Emissione del ruolo ( spese interne e spese concessionari emissione);
Spese di front office con l’utenza;
Quote inesigibili
Rimborsi ai consorziati
ISTITUZIONALI
DI BASE
Spese per gli organi
istituzionali e attività di
rappresentanza;
Spese per corpo
elettorale
Svolgimento elezioni
4.2. Le fasi per la formazione del Ruolo di Contribuenza
Sulla base di quanto in precedenza definito, per ciascun Ente gestore il Ruolo di Contribuenza si
concretizza nella predisposizione e nella formalizzazione di un elenco dei proprietari con il relativo
contributo consortile da pagare e tutte le informazioni di dettaglio sugli immobili di proprietà, il
loro valore e beneficio. Il Ruolo di Contribuenza dovrà essere approvato annualmente dall’Ente
gestore con uno specifico atto amministrativo prima di poter procedere alla sua riscossione
secondo le normative vigenti.
REGIONE TOSCANA LINEE GUIDA PER I PIANI DI CLASSIFICA
32
Per definire il Ruolo di Contribuenza sulla base dei principi e delle metodologie in precedenza
espresse, si rende quindi necessario seguire una serie di passaggi logici e sequenziali che sono, di
seguito, descritti:
1. Definizione delle spese totali annue da mettere a ruolo e riconducibili alle due tipologie:
a. Spese di manutenzione e gestione (Sm)
b. Spese di funzionamento (Sf)
2. Ripartizione delle Spese di manutenzione e gestione (Sm)
a. determinazione della quota di riparto ossia la suddivisione delle spese di
manutenzione e gestione per le due categorie principali di immobili (agricoli ed
extra-agricolo );
b. determinazione del potenziale di contribuenza per le due categorie principali di
immobili.
c. determinazione delle aliquote di riparto per le due categorie principali di immobili.
d. determinazione del contributo consortile specifico riferito a ciascun immobile
3. Ripartizione delle Spese di funzionamento (Sf)
a. determinazione delle classi di beneficio generale
b. determinazione dell’aliquota di riparto
c. determinazione del contributo consortile generale riferito a ciascuna partita
4. Determinazione del contributo consortile (per partita catastale) - Ruolo di Contribuenza
4.3. Il riparto delle Spese di manutenzione e gestione (Sm)
4.3.1. La quota di riparto
Al fine di ripartire in maniera equa e trasparente la contribuenza tra le due principali categorie di
immobili (agricoli ed extra-agricoli, con i primi che comprendono sia i terreni che gli immobili non
ordinari) si applica una prima procedura di ripartizione che tiene conto, a livello di comprensorio di
bonifica - congiuntamente ma anche esclusivamente - sia dei valori complessivi degli immobili
(sommatoria dei singoli valori tutelati e quindi dei benefici occorsi), sia della superficie di questi (e
quindi di quanta acqua meteorica questi stessi beni apportano alla rete scolante e di cui impongono
lo smaltimento) e dalla quale dipende l’entità totale del lavoro (e quindi il complesso degli oneri
manutentori e gestionali derivati) richiesto all’Ente gestore della bonifica per mantenere costante il
beneficio derivante dalla propria attività.
Una procedura unica e condivisa per tutto il territorio regionale si impone anche per evitare che in
futuro, pur tenendo in debita considerazione l’inevitabile confronto che si è storicamente
determinato nell’ambito dei piani di classifica predisposti dai vari Enti Gestori fra le quote di
REGIONE TOSCANA LINEE GUIDA PER I PIANI DI CLASSIFICA
33
riparto delle due categorie di beni immobili sopra definite, vengano utilizzate metodologie non del
tutto trasparenti ed eque e/o basate su definizioni tecnico-matematiche non del tutto ancorate a
parametri oggettivi e immodificabili.
La procedura di seguito proposta prevede che il complesso delle spese per la manutenzione e
gestione delle attività di bonifica siano suddivise fra l’insieme degli immobili agricoli (comprensivi
di quelli non ordinari) e l’insieme di quelli extra-agricoli in maniera proporzionale alla sommatoria
dei relativi valori catastali e alla sommatoria delle rispettive superfici, corrette a livello di
comprensorio di bonifica sulla base di un coefficiente di caratterizzazione territoriale (Φtext) -
vedi APPENDICE 5.1 - che tiene conto delle specifiche caratteristiche delle superfici e dei valori
che compongono il patrimonio immobiliare presente all’interno dei comprensori.
La quota di riparto è determinata sulla base della macrotipologia di appartenenza del bene
immobile da cui deriverà, successivamente, il calcolo del tributo in forma specifica e diretta del
bene (agricolo o extra-agricolo). Per calcolare la quota di riparto si utilizzano i seguenti parametri:
superficie agricola (sup. agricola + sup. bosco)
superficie occupata dagli immobili non ordinari
superficie extra-agricola (sup urbanizzata)
valori immobili agricoli (extra-agricoli e non ordinari)
coefficiente territoriale (da definire nell’ambito del range proposto dalle presenti Linee
guida)
Si procede, quindi, utilizzando il metodo del riparto semplice diretto:
la somma (S) è suddivisa in quote direttamente proporzionali ad una unica serie di parametri
(a1, a2, a3, .., an).
si propone l’utilizzo di due parametri:
o a1 = Qr%agr media aritmetica del valore e della superficie dei beni agricoli e
non ordinari espressi in % e che indicherà la % di ruolo da attribuire ai terreni:
a1 = (S%agr + V%agr) / 2
o a2 = Qr%ext /media aritmetica del valore e della superficie dell’extra-agricolo
espressi in % corretta da un coefficiente territoriale (Φtext ) e che indicherà la % di
ruolo da attribuire ai fabbricati e categorie speciali:
a2 = (S%ext + V%ext)* Φtext / 2
essendo a1 + a2 <> 100 è necessario ricalcolare le %:
o a1% = 100 * a1 / (a1 + a2) [ Qr%agr ]
o a2% = 100 * a2 / (a1 + a2) [ Qr%ext ]
di seguito si riporta un esempio di calcolo della quota di riparto utilizzando un coefficiente di
caratterizzazione territoriale di 1,80:
REGIONE TOSCANA LINEE GUIDA PER I PIANI DI CLASSIFICA
34
4.3.2. Il Coefficiente di caratterizzazione territoriale ( Φt )
Come accennato in precedenza, il coefficiente di caratterizzazione territoriale consente una
ripartizione più equa e ponderata della contribuenza a carico dell’insieme dei terreni agricoli e
degli immobili extra-agricoli sulla base di una preventiva caratterizzazione territoriale dei
comprensori di bonifica gestiti dagli Enti, basata sull’utilizzazione di indici in grado di esprimere il
peso relativo delle due tipologie di beni caratterizzanti storicamente il comprensorio in termini di
urbanizzazione/ruralità degli stessi.
Tab. 4.2 – Range dei coefficienti di caratterizzazione territoriale
Tipologia comprensorio Φt min Φt max
agricola 1,00 2,00
intermedia 2,00 4,00
urbana 4,00 8,00
In base ai risultati ottenuti (vedi appendice 5.1), i comprensori di bonifica sono stati classificati in
tre tipologie e, per ciascuna di queste, è stato definito un range del Φt all’interno del quale, l’Ente
gestore potrà scegliere il valore specifico in funzione delle caratteristiche del territorio di
competenza e della composizione (agricola e/o extra-agricola) della relativa contribuenza.
4.3.3. Il potenziale di contribuenza
Il potenziale di contribuenza (Pc) è un parametro intermedio attraverso il quale è possibile
determinare l’aliquota di contribuenza e, successivamente, il contributo consortile specifico. Il
potenziale di contribuenza è dato dalla sommatoria dei prodotti dei tre indici che formano l’Indice
di contribuenza (vedi par. 3.1) di ciascun immobile (o particella catastale) che ricade nel
perimetro di contribuenza e che è iscritta a ruolo:
Vagr 164.758.637 Sagr 60.980,40
Vext 14.049.712.573 Sext 5.831,20
Vtot 14.214.471.210 Stot 66.811,60
V%agr 1,2% S%agr 91,3% agr 1,00
V%ext 98,8% S%ext 8,7% t 1,80
100,0% 100,0%
46,2% [ Qr%agr ] 32,3%
96,8% [ Qr%ext ] 67,7%
143,0% 100,0%
a1 = (S%agr + Vagr%) / 2
a2 = (S%ext + Vext%) * Φext / 2
a1 + a2
a1% = 100 * a1 / (a1 + a2)
a2% = 100 * a2 / (a1 + a2)
[ Qr%agr ] + [ Qr%ext ]
REGIONE TOSCANA LINEE GUIDA PER I PIANI DI CLASSIFICA
35
Pc=∑ (Iej*Itj*Igsj)
Logicamente, in funzione del fatto che è stata definita una ripartizione delle spese tra immobili
agricoli ed extra-agricoli, avremo:
1. Potenziale di contribuenza agricolo (Pcagr):
Pcagr=∑(Ieagr - j*Itagr - j*Igsagr - j)
che sarà riferito a tutti gli immobili agricoli e non ordinari.
2. Potenziale di contribuenza extra-agricolo (Pcext)
Pcext=∑(Ieext - j*Itext- j*Igsext- j)
che sarà riferito a tutti gli immobili extra-agricoli.
4.3.4. L’aliquota di contribuenza per Sm
Al fine di determinare il contributo consortile specifico, anche le aliquote di contribuenza si
distingueranno in funzione dell’appartenenza ai due raggruppamenti (agricolo e extra-agricolo) cui
corrisponderà rispettivamente:
ALagr aliquota di contribuenza per gli immobili agricoli e per gli immobili non ordinari derivata
da:
ALagr = (Sm * Qr%agr) / Pcagr
dove:
o Sm è la somma delle spese preventive annuali che sostiene l’Ente gestore per le attività di
manutenzione e gestione;
o Qr%agr è la Quota parte di spesa a carico degli immobili agricoli e non ordinari;
o Pcagr è il Potenziale di Contribuenza dato dalla sommatoria dei prodotti tra l’Indice tecnico e
l’Indice economico (e l’eventuale Indice di gestione specifico) dei j-esimi immobili agricoli e
non ordinari ricadenti nel perimetro di contribuenza come già descritto in precedenza.
Analogamente:
REGIONE TOSCANA LINEE GUIDA PER I PIANI DI CLASSIFICA
36
ALext aliquota di contribuenza per gli immobili extra-agricoli derivata da:
ALext = (Sm * Qr%ext) / Pcext,
dove:
o Sm è la somma delle spese preventive annuali che sostiene l’Ente gestore per le attività di
manutenzione e gestione;
o Qr%ext è la Quota parte di spesa a carico degli immobili extra-agricoli;
o Pcext è il Potenziale di Contribuenza dato dalla sommatoria dei prodotti tra l’Indice tecnico e
l’Indice economico (e l’eventuale Indice gestione specifico) degli j-esimi immobili extra-
agricoli ricadenti nel perimetro di contribuenza come già descritto in precedenza.
4.3.5. Il contributo consortile specifico
In conseguenza di quanto sopra, il contributo consortile specifico, ossia la quota di spesa facente
carico ad ogni immobile censito al catasto consortile e che riceve un beneficio dall’attività di
funzionamento e manutenzione ordinaria dei corsi d’acqua e delle opere idrauliche e di bonifica
idraulica, si determina utilizzando la seguente formula:
per gli immobili agricoli e non ordinari:
a g rj a g rj a g rj a g rj a g r A LI g sI eI tCc
per gli immobili extragricoli:
extjextjextjextjext ALIgsIeItCc
dove:
AL è l’aliquota di riparto
It è l’indice tecnico unitario del singolo immobile (agr o ext)
Ie è l’indice economico unitario del singolo immobile (agr o ext)
Igs è l’indice di gestione specifico, compreso tra 0 ed 1, da introdurre solo per situazioni a
valenza eccezionale e transitoria che influenzano (diminuendolo) il beneficio goduto dagli
immobili.
4.4. Il riparto delle Spese di funzionamento (Sf)
Come illustrato nel par. 4.1, all’interno del comprensorio si esplica un beneficio di tipo generale
in relazione al fatto che esiste un Ente gestore che può programmare e coordinare degli interventi
REGIONE TOSCANA LINEE GUIDA PER I PIANI DI CLASSIFICA
37
di manutenzione del reticolo idraulico sul territorio. Come ricordato in precedenza tale beneficio
coincide con le spese di funzionamento.
Il carattere generale di questo beneficio evidenzia una stretta correlazione con il numero dei beni
posseduti da ciascuna partita catastale e i relativi indici di beneficio tanto da poter affermare che è
proporzionale al contributo consortile specifico. Pertanto si è introdotto un criterio di riparto delle
spese di funzionamento in base al livello di contribuenza di ogni partita.
Per meglio dire, riprendendo la metodologia seguita per la definizione dell’indice tecnico, sono
state individuate cinque classi di beneficio generale corrispondenti ad altrettante classi di
contribuenza (vedi tab. 4.3).
Tab. 4.3 – Esempio di classamento del beneficio generale
classe di beneficio generale indice di beneficio generale es classi di contribuenza
nullo 0 0 €
basso 0,250 da 0,01 a 40,00 €
medio 0,500 da 40,00 a 80,00 €
medio.alto 0,750 da 80,00 a 200,00 €
alto 1,000 oltre 200,00 €
Nota: le classi di contribuenza sono indicate a titolo esemplificativo
Sulla base di questa classificazione, l’Ente gestore una volta determinato il contributo consortile
specifico per ciascuna partita, dovrà definire i range delle classe di contribuenza ai quali
corrisponderà il relativo livello di beneficio generale (4 o 5 classi a seconda che l’ente decida che
alcune classi di contribuenza non ricevono un beneficio generale) (vedi Tabella 4.3). Seguirà
l’applicazione della procedura descritta sotto:
o step 1 – calcolo del beneficio_virtuale per ciascuna classe di contribuenza = num_partite *
indice_beneficio
o step 2 – determinazione del beneficio_virtuale totale dato dalla somma dei benefici virtuali di
ciascuna classe di contribuenza
o step 3 – determinazione dell’indice di contribuenza unitario dato da: spese funzionamento /
beneficio_virtuale totale
o step 4 – calcolo del contributo consortile generale di ciascuna classe di beneficio generale
dato da: indice contribuenza unitario * indice_beneficio di ciascuna classe
REGIONE TOSCANA LINEE GUIDA PER I PIANI DI CLASSIFICA
38
classi di
contribuenza
num_part classe di
beneficio
generale
indice di
beneficio
generale
benefici
virtuali
contributo
consortile
generale
totale_Sf
a - da 0 a 40 € 16.682 basso 0,250 4.170,50 6,67 111.302,38
c - da 40 a 80 € 1.133 medio 0,500 566,50 13,34 15.118,76
f - da 80 a 200 € 646 medio-alto 0,750 484,50 20,02 12.930,34
i - > 200 € 399 alto 1,000 399,00 26,69 10.648,52
Totale 18.860 ben_virt ==> 5.620,50 150.000,00
ben_virt ==> 7.751,00
Totale spese funzionamento (Sf)
indice contribuenza unitario = Sf / ben_virt 26,69
contributo consortile generale = Indice contribuenza unitario * indice di beneficio generale
150.000,00
Nell’esempio sopra riportato, si è ipotizzato di dover suddividere 150.000 € di spese di
funzionamento tra un totale di 18.860 contribuenti suddivisi in 4 classi di beneficio generale e, alla
fine, il contributo consortile generale varierà da un minimo di 6,67 € per le partite catastali con un
contributo consortile specifico fino a 40 € ad un massimo di 26,69 per le partite catastale con un
contributo consortile specifico maggiore di 200 €.
4.5. Il contributo consortile
Il contributo consortile (Cc) per partita è quindi composto
o dalla sommatoria del contributo consortile specifico di ogni immobile (agricolo e extra-
agricolo) intestato alla stessa partita e derivante dalla ripartizione delle spese di manutenzione
e gestione (Sm) in ragione del beneficio (specifico)
o dal contributo consortile generale derivante dalla ripartizione delle spese di funzionamento
(Sf) a livello di ogni partita catastale in funzione del beneficio (generale)
CcgCcCcCc jext
j
jagr
n
j 00
dove:
j a g rCc è il contributo consortile specifico del singolo immobile agricolo
j e x tCc è il contributo consortile specifico del singolo immobile extra-agricolo
Ccg è il contributo consortile generale goduto dalla singola partita
REGIONE TOSCANA LINEE GUIDA PER I PIANI DI CLASSIFICA
39
L’insieme dei contributi consortili così determinati forma il Ruolo di Contribuenza, che deve
essere approvato dall’Ente gestore con uno specifico atto amministrativo per poi procedere alla sua
riscossione secondo le normative vigenti.
REGIONE TOSCANA LINEE GUIDA PER I PIANI DI CLASSIFICA
40
5.1 APPENDICE: IL COEFFICIENTE DI CARATTERIZZAZIONE TERRITORIALE
Al fine di introdurre un meccanismo di ri-equilibrio tra la contribuenza agricola e quella urbana,
le Linee Guida suggeriscono l’introduzione di un coefficiente di caratterizzazione territoriale (
Φt ).
Tale coefficiente è stato individuato sulla base di una classificazione tipologica dei comprensori
di bonifica tenendo conto delle specificità territoriali nelle quali operano gli Enti Gestori.
Il territorio regionale soggetto all’attività di bonifica è, come sappiamo, molto articolato e con
problematiche gestionali alquanto differenti: da Enti che sviluppano la loro attività in contesti
prevalentemente montani e collinari si passa ad Enti che gestiscono territori di pianura dove
l’attività è prevalentemente rivolta all’allontanamento delle acque per evitare fenomeni di ristagno
idrico e nei quali assume un ruolo importante anche il sollevamento idraulico. Oltre a questo, gli
Enti gestori operano all’interno di comprensori caratterizzati da un’evoluzione socio-economica e
del tessuto urbano e produttivo alquanto differente in relazione alla distribuzione / densità delle
proprietà immobiliari, all’uso del suolo, ai valori medi agricoli e urbani tutelati dall’attività di
bonifica, ecc..
Di conseguenza, l’utilizzazione di un sistema di riparto tra contribuenza agricola ed extra-agricola
deve tener conto di tali diversità affinché possa essere raggiunto un rapporto più equilibrato tra le
due macro-categorie chiamate al pagamento del contributo consortile. Tali macro-categorie
presentano, infatti, caratteristiche del tutto opposte:
gli immobili extra-agricoli con alti valori economici tutelati concentrati su superfici
relativamente modeste e poco permeabili alle acque meteoriche che impegnano, in tempi più
rapidi e ricorrenti, la rete scolante
gli immobili agricoli con valori economici relativamente modesti che occupano estese superfici
più permeabili tali da assicurare una miglior capacità di smaltimento delle acque meteoriche
verso la rete scolante.
Alla luce di tale premessa, il gruppo di lavoro ha proceduto alla classificazione tipologica dei
comprensori di bonifica secondo una chiave di lettura che ha tenuto conto del gradiente di ruralità /
urbanità di tali comprensori. Gli indici - riportati nella Tabella A dove vi è anche una breve
spiegazione del loro significato - sono stati individuati a partire dei dati territoriali forniti dagli enti
stessi e fanno riferimento a parametri strutturali ed economici correlati al riparto della
contribuenza.
REGIONE TOSCANA LINEE GUIDA PER I PIANI DI CLASSIFICA
41
Tabella A - Indici utilizzati per la classificazione dei comprensori di bonifica
INDICE SIGNIFICATO
valori immobiliari
totali / superficie totale
comprensorio
esprime il valore medio fondiario (ad Ha) del comprensorio e,
quanto più elevato è tale rapporto, tanto più si ipotizza
un’incidenza dei valori urbani e, conseguentemente, un
maggior livello di urbanizzazione del territorio
valori immobiliari
urbani / superficie
urbanizzata
esprime il valore medio (ad Ha) dei fabbricati (immobili
urbani) tutelati dall’attività di bonifica e, in considerazione del
fatto che, in generale, il mercato immobiliare tende a valutare
con prezzi più elevati immobili situati in contesti urbani
rispetto a contesti rurali, anche in questo caso, valori più
elevati tendono a evidenziare situazioni dove vi è una maggior
concentrazione urbana
valori immobiliari
agricoli / superficie
agricola
esprime il valore medio (ad Ha) dei terreni tutelati dall’attività
di bonifica e, anche in questo caso, i valori agricoli più elevati
o sono specifici di territori caratterizzati da alti investimenti
fondiari (vivai, vigneti, ecc.) o, come sempre più
frequentemente accade, valori agricoli mediamente più elevati
risentono dell’effetto di essere localizzati vicino a contesti
urbani
superficie urbana /
superficie
comprensorio
esprime la percentuale di superficie che, all’interno di un
comprensorio, è destinata ad usi urbani (residenziale,
produttivo, infrastrutturale). Pertanto, laddove questo valore
tende ad essere maggiore, più elevato sarà il livello di
urbanizzazione del territorio
valore immobiliare
medio / partita
catastale
esprime il valore immobiliare medio riferito al numero di
contribuenti presenti all’interno del comprensorio e, pertanto,
più è elevato questo valore, più alta è la concentrazione di
immobili urbani e, conseguentemente, il livello di
urbanizzazione del territorio
numero partite
catastali / ha superficie
esprime la densità media di partite catastali per ha di superficie
e, anche in questo caso, si è dell’avviso che laddove la densità
è più elevata maggiore è il grado di urbanizzazione del
territorio
Con la definizione degli indicatori, per la classificazione degli enti gestori, si è proceduto
utilizzando un approccio multicriteriale articolato nelle seguenti fasi:
1. Determinazione degli indicatori
REGIONE TOSCANA LINEE GUIDA PER I PIANI DI CLASSIFICA
42
2. Definizione della metodologia di normalizzazione degli indicatori
3. Normalizzazione degli indicatori e determinazione dei punteggi per ciascun comprensorio
4. Classificazione dei comprensori sulla base dei punteggi ottenuti e individuazione dei range del
coefficiente di caratterizzazione territoriale
1. Determinazione degli indicatori
Sulla base delle schede informative fatte pervenire dagli enti gestori nel corso della
sperimentazione (vedi tab. 1, 2 e 3) sono stati determinati gli indicatori riportati nella Tabella 4. E’
da sottolineare che, in base ai dati pervenuti, la classificazione è stata eseguita su ventidue enti
gestori che, pur non rispondendo all’intero universo regionale, rappresentano adeguatamente le
diverse tipologie di comprensori presenti nella nostra regione.
2. Definizione della metodologia di normalizzazione degli indicatori
Al fine di poter operare la classificazione dei comprensori è stata utilizzata una metodologia
multicriteriale il cui obiettivo è la redazione di una graduatoria a punteggi previa normalizzazione
degli indicatori che potesse consentire, di operare una sommatoria dei valori normalizzati. La
normalizzazione è stata effettuata per valori discreti procedendo, in una prima fase, alla definizione
di quattro classi per ciascun indicatore alle quali è stato dato un punteggio da 1 a 4 al crescere del
valore dell’indicatore stesso. I punteggi delle classi sono stati assegnati secondo una logica di
correlazione positiva: al crescere del valore dell’indicatore il punteggio aumenta e, questo indica
un maggior livello di urbanizzazione del comprensorio.
Nella Tabella 5 sono stati riportati, per ciascun indicatore, gli intervalli delle classi ai quali viene
poi fatto corrispondere un punteggio variabile da 1 a 4 punti. A titolo di esempio, se prendiamo
l’indicatore valori totali / superficie totale nelle ultime righe è possibile leggere i range che
consentono di attribuire i punteggi: fino a 120.000 €/ha punteggio 1; da 120.000 a 240.000 €/ha
punteggio 2, ecc..
3. Normalizzazione degli indicatori e determinazione dei punteggi per ciascun comprensorio
Una volta stabilite le classi, si è proceduto alla normalizzazione degli indicatori il cui risultato è
riportato nella Tabella 6 dove in ogni cella è riportato il punteggio assunto dall’indicatore stesso.
Ad esempio, con riferimento all’indicatore valori totali / superficie totale, alla Val di Chiana
Aretina viene assegnato punteggio 1 perché il valore assoluto di 100.125 €/ha è inferiore a 120.000
€/ha (soglia massima della classe con punteggio = 1).
Il risultato della normalizzazione è riportato in Tabella 6 dove, nell’ultima colonna, è possibile
leggere il punteggio complessivo di ogni Ente gestore.
REGIONE TOSCANA LINEE GUIDA PER I PIANI DI CLASSIFICA
43
4. Classificazione dei comprensori sulla base dei punteggi ottenuti e individuazione dei range del
coefficiente di caratterizzazione territoriale
I risultati della Tabella 6 sono stati, poi, analizzati molto accuratamente e, sulla base di tale
analisi sono state individuate tre tipologie di comprensori di bonifica:
1. comprensori a connotazione prevalentemente rurale quanto il punteggio totale derivante
dalla somma degli indicatori è inferiore ad 8 punti,
2. comprensori a connotazione intermedia con un punteggio variabile da 8 a 16 punti
3. comprensori a connotazione prevalentemente urbana con un punteggio > 16 punti e, a
ciascuna tipologia è stato assegnato un campo di variabilità del coefficiente di
caratterizzazione territoriale (Φt) come riportato nella Tabella 7.
In conclusione, una volta individuata la tipologia di appartenenza, ogni Ente gestore potrà
adottare un valore del Φtext entro il range indicato in Tabella.
REGIONE TOSCANA LINEE GUIDA PER I PIANI DI CLASSIFICA
44
Tab.1 - Valori fondiari (€) per le diverse categorie di immobili
Ente gestore ∑ valori beni
agricoli
∑ valori beni
forestali
∑ valori beni
extr. agricoli
∑ valori cat.
non ordinarie ∑ val. totali
VAL DI CHIANA ARETINA 138.071.548 952.349 2.546.382.595 7.161.075 2.692.567.567,00
VAL DI BISENZIO 6.546.311 4.275.469 747.846.077 1.151.348 759.819.204,50
VAL TIBERINA 64.040.927 11.824.029 1.463.324.429 1.539.189.384,68
MUGELLO 98.783.758 22.827.902 2.745.242.642 - 2.866.854.302,00
ALTA MAREMMA 190.205.950 31.257.049 7.570.053.046 - 7.791.516.045,46
AMIATA VAL D'ORCIA 214.195.411 23.070.396 1.638.328.434 - 1.875.594.241,96
AREA FIORENTINA 22.864.776 1.460.598 8.441.832.269 - 8.466.157.643,00
CASENTINO 60.352.323 24.528.972 1.728.945.317 - 1.813.826.612,27
CETONA 154.228.587 5.520.635 2.515.735.987 - 2.675.485.208,12
COLLINE DEL FIORA 51.031.290 9.939.595 429.995.983 - 490.966.867,80
COLLINE LIVORNESI 62.144.517 3.173.804 11.202.875.897 - 11.268.194.218,00
OMBRONE - PISTOIESE 331.551.372 66.227 17.227.038.501 - 17.558.656.100,10
OSA - ALBEGNA 205.997.156 20.746.073 2.817.958.927 - 3.044.702.156,00
PADULE DI FUCECCHIO 192.524.302 6.666.012 8.302.880.108 - 8.502.070.422,20
PRATOMAGNO 162.633.853 22.416.083 5.239.909.824 - 5.424.959.760,11
TOSC.CENTR. - intero 664.430.675 25.152.595 16.528.765.043 - 17.218.348.312,53
UFFICIO DEI FIUMI E FOSSI 146.651.319 18.107.318 14.049.712.573 - 14.214.471.210,20
VAL D'ERA - intero 150.801.500 14.899.879 4.188.809.394 12.157.617 4.366.668.390,00
VAL DI MERSE 137.794.123 34.916.742 7.359.630.105 - 7.532.340.970,07
VALDICECINA 54.007.420 20.524.185 1.719.084.780 - 1.793.616.385,59
VALLE DEL SERCHIO 18.548.728 12.226.611 2.846.065.977 - 2.876.841.316,42
VERSILIA. - MASS. 101.749.169 6.095.364 11.022.680.577 3.835.565 11.134.360.674,69
REGIONE TOSCANA LINEE GUIDA PER I PIANI DI CLASSIFICA
45
Tab. 2 – Ripartizione delle superfici per le diverse categorie di immobili
Ente gestore ∑ sup. agricola
(ha)
∑ sup. forestale
(ha)
∑ sup. extra-
agricola (ha)
∑ sup. non
ordinarie (ha) sup. totale (ha)
VAL DI CHIANA ARETINA 23.873,00 1.342,00 750,00 927,00 26.892
VAL DI BISENZIO 4.405,00 8.581,00 230,00 220,50 13.437
VAL TIBERINA 41.815,00 46.085,00 1.135,00 - 89.035
MUGELLO 34.947,77 37.730,57 1.675,00 - 74.353
ALTA MAREMMA 54.682,00 49.879,00 5.942,80 - 110.504
AMIATA VAL D'ORCIA 65.588,26 48.763,20 4.448,51 - 118.800
AREA FIORENTINA 7.407,00 4.701,00 3.410,00 - 15.518
CASENTINO 36.734,21 41.532,78 1.933,50 - 80.200
CETONA 27.336,86 7.339,86 4.554,13 - 39.231
COLLINE DEL FIORA 26.321,75 12.540,25 1.098,00 - 39.960
COLLINE LIVORNESI 24.433,15 8.331,00 2.225,13 - 34.989
OMBRONE - PISTOIESE 13.185,00 50,42 7.773,45 - 21.009
OSA - ALBEGNA 71.861,00 33.854,00 4.143,00 721,00 110.579
PADULE DI FUCECCHIO 32.895,04 10.900,89 13.184,07 - 56.980
PRATOMAGNO 45.319,82 41.608,51 4.744,42 - 91.673
TOSC.CENTR. - intero 109.850,65 43.502,06 12.772,29 - 166.125
UFFICIO DEI FIUMI E FOSSI 47.036,00 13.944,00 5.831,00 - 66.811
VAL D'ERA - intero 54.741,20 23.123,76 2.681,21 470,85 81.017
VAL DI MERSE 64.229,20 55.415,85 1.950,00 - 121.595
VALDICECINA 38.289,33 40.079,30 1.933,50 - 80.302
VALLE DEL SERCHIO 35.485,25 60.346,02 2.520,28 1.646,60 99.998
VERSILIA. - MASS. 15.601,00 10.483,00 2.869,00 1.250,00 30.203
REGIONE TOSCANA LINEE GUIDA PER I PIANI DI CLASSIFICA
46
Tab. 3 – Numero di partite per Ente gestore
Ente gestore tot_partite ditte agricole ditte extra-agricole ditte agr+extra-agricole
VAL DI CHIANA ARETINA 87.927 23.739 64.188
VAL DI BISENZIO 12.279 4.160 8.119
VAL TIBERINA 39.450 17.314 22.136
MUGELLO 35.864 8.002 27.862
ALTA MAREMMA 232.703 78.664 154.039
AMIATA VAL D'ORCIA 37.044 14.614 22.430
AREA FIORENTINA 69.496 5.828 63.668
CASENTINO 28.971 9.193 19.775
CETONA - vdchiana senese 31.921 9.678 22.243
COLLINE DEL FIORA 12.379 4.819 7.560
COLLINE LIVORNESI 103.135 16.000 87.135
OMBRONE - PISTOIESE 145.244 19.751 125.493
OSA - ALBEGNA 47.930 16.237 31.693
PADULE DI FUCECCHIO 118.406 32.161 86.245
PRATOMAGNO 88.017 18.703 58.006 11.308
TOSC.CENTR. - intero 143.362
UFFICIO DEI FIUMI E FOSSI 121.917 20.920 100.997
VAL D'ERA - intero 55.541
VAL DI MERSE 63.076 15.312 47.764
VALDICECINA 18.912 2.879 11.994 4.039
VALLE DEL SERCHIO 56.824 21.698 35.091
VERSILIA. - MASS. 148.718 43.579 105.139
REGIONE TOSCANA LINEE GUIDA PER I PIANI DI CLASSIFICA
47
Tab. 4 – Determinazione degli indicatori per ciascun Ente gestore
Ente gestore val_tot/sup_tot val_urb/ha val_agr/ha %sup_urb val_md/partita num_partite/ha
VAL DI CHIANA ARETINA 100.125,23 3.395.176,79 5.513,54 2,9% 30.622,76 3,68
VAL DI BISENZIO 56.548,89 3.251.504,68 833,34 1,7% 61.879,57 2,79
VAL TIBERINA 17.287,46 1.289.272,62 863,08 1,3% 39.016,21 0,94
MUGELLO 38.557,17 1.638.950,83 1.673,29 2,3% 79.936,83 1,03
ALTA MAREMMA 70.509,03 1.273.819,25 2.118,03 5,4% 33.482,66 4,26
AMIATA VAL D'ORCIA 15.787,83 368.287,01 2.074,88 3,7% 50.631,53 0,56
AREA FIORENTINA 545.570,15 2.475.610,64 2.009,03 22,0% 121.822,23 9,38
CASENTINO 22.616,15 894.204,84 1.084,51 2,4% 62.608,35 0,79
CETONA 68.198,51 552.407,59 4.606,81 11,6% 83.815,83 1,17
COLLINE DEL FIORA 12.286,46 391.617,47 1.568,91 2,7% 39.661,27 0,47
COLLINE LIVORNESI 322.047,04 5.034.706,24 1.993,59 6,4% 109.256,74 4,22
OMBRONE - PISTOIESE 835.773,63 2.216.139,21 25.055,31 37,0% 120.890,75 11,02
OSA - ALBEGNA 27.534,18 680.173,53 2.144,85 3,8% 63.523,93 0,67
PADULE DI FUCECCHIO 149.211,49 629.766,17 4.548,15 23,1% 71.804,39 3,60
PRATOMAGNO 59.177,45 1.104.436,33 2.128,76 5,2% 61.635,36 1,94
TOSC.CENTR. - intero 103.646,94 1.294.111,32 4.496,71 7,7% 120.103,99 1,31
UFFICIO DEI FIUMI E FOSSI 212.756,45 2.409.485,95 2.701,85 8,7% 116.591,38 2,59
VAL D'ERA - intero 53.898,17 1.562.282,75 2.128,06 3,3% 78.620,63 1,01
VAL DI MERSE 61.946,12 3.774.173,24 1.443,53 1,6% 119.416,91 0,98
VALDICECINA 22.335,85 889.105,00 951,04 2,4% 94.840,12 0,49
VALLE DEL SERCHIO 28.768,95 1.129.265,79 321,14 2,6% 50.627,22 1,60
VERSILIA. - MASS. 368.650,82 3.841.993,93 4.134,51 9,9% 74.868,95 9,53
REGIONE TOSCANA LINEE GUIDA PER I PIANI DI CLASSIFICA
48
Tab. 5 – Definizione delle classi per ciascun Ente gestore
val_tot/sup_tot val_urb/ha val_agr/ha %sup_urb val_md/partita num_partite/ha
media 165.595 1.695.644 3.639 8,9% 81.900,13 3,09
diff max-min 823.487 4.666.419 24.734 35,4% 88.339,57 10,55
max 835.774 5.034.706 25.055 37,0% 121.822,23 11,02
min 12.286 368.287 321 1,6% 33.482,66 0,47
classi e punteggi 4 4 4 4 4 4
1 120.000 800.000 2.500 5,0% 70.000,00 0,75
2 240.000 1.600.000 4.000 10,0% 85.000,00 2,00
3 360.000 3.200.000 6.500 15,0% 100.000,00 4,00
4 > 360.000 > 3.200.000 > 6,500 > 15% > 100.000 > 4,00
REGIONE TOSCANA LINEE GUIDA PER I PIANI DI CLASSIFICA
49
Tab. 6 – Normalizzazione degli indicatori
Ente gestore val_tot/sup_tot val_urb/ha val_agr/ha %sup_urb val_md/partita num_partite/ha Tot_punteggio
VAL DI CHIANA ARETINA 1 4 3 1 1 3 13
VAL DI BISENZIO 1 4 1 1 1 3 11
VAL TIBERINA 1 2 1 1 1 2 8
MUGELLO 1 3 1 1 2 2 10
ALTA MAREMMA 1 2 1 2 1 4 11
AMIATA VAL D'ORCIA 1 1 1 1 1 1 6
AREA FIORENTINA 4 3 1 4 4 4 20
CASENTINO 1 2 1 1 1 2 8
CETONA 1 1 3 3 2 2 12
COLLINE DEL FIORA 1 1 1 1 1 1 6
COLLINE LIVORNESI 3 4 1 2 4 4 18
OMBRONE - PISTOIESE 4 3 4 4 4 4 23
OSA - ALBEGNA 1 1 1 1 1 1 6
PADULE DI FUCECCHIO 2 1 3 4 2 3 15
PRATOMAGNO 1 2 1 2 1 2 9
TOSC.CENTR. -COMP.21 1 2 3 2 4 2 14
UFFICIO DEI FIUMI E FOSSI 2 3 2 2 4 3 16
VAL D'ERA - BACINO 1 1 2 1 1 2 2 9
VAL DI MERSE 1 4 1 1 4 2 13
VALDICECINA 1 2 1 1 3 1 9
VALLE DEL SERCHIO 1 2 1 1 1 2 8
VERSILIA. - MASS. 4 4 3 2 2 4 19
REGIONE TOSCANA LINEE GUIDA PER I PIANI DI CLASSIFICA
50
Tab. 7 – Classificazione dei comprensori d bonifica e attribuzione del coefficiente di caratterizzazione territoriale
Ente gestore
classi
caratterizzazione
territoriale
punteggio tot
caratterizzazione
caratterizzazione
territoriale ext - min ext - max
OMBRONE - PISTOIESE
> 16
23
urbano 4,1 8,0 AREA FIORENTINA 20
VERSILIA. - MASS. 19
COLLINE LIVORNESI 18
UFFICIO DEI FIUMI E FOSSI
8-16
16
intermedio 2,1 4,0
PADULE DI FUCECCHIO 15
TOSCANA CENTRALE 14
VAL DI CHIANA ARETINA 13
VAL DI MERSE 13
CETONA 12
VAL DI BISENZIO 11
ALTA MAREMMA 11
MUGELLO 10
PRATOMAGNO 9
VALDERA 9
VALDICECINA 9
VAL TIBERINA 8
CASENTINO 8
VALLE DEL SERCHIO 8
AMIATA VAL D'ORCIA
< 8
6
rurale 1,0 2,0 COLLINE DEL FIORA 6
OSA - ALBEGNA 6
REGIONE TOSCANA LINEE GUIDA PER I PIANI DI CLASSIFICA
51
5.2 APPENDICE: STRUTTURA DEL PIANO DI CLASSIFICA
Il Piano di Classifica è costituito da una serie di documenti organizzati come segue:
- una relazione generale,
- una serie di tavole tematiche a stampa allegate
INDICE DELLA RELAZIONE GENERALE
PARTE I
IL COMPRENSORIO E LE ATTIVITA’
1. Introduzione
1.1. la normativa in atto
1.2. le norme specifiche di riferimento al comprensorio e Consorzio/C.M.
1.3. scopo, oggetto e natura della classifica del comprensorio
2. Il comprensorio
2.1. il comprensorio (descrizione fisico-geografica e amministrativa)
2.2. cenni storici del territorio
2.3. caratteri generali
2.4. quadro fisico-ambientale
2.5. clima, regime pluviometrico, termometrico
2.6. organizzazione per bacini generali
2.7. topografia, geomorfologia e pedologia
2.8. uso del suolo
2.9. idrografia
2.10. opere idrauliche, di bonifica, ambientali, di difesa del suolo
2.11. quadro socio-economico
3. Il Consorzio/C.M. e le sue attività
3.1. cenni storici dell’ente
3.2. le attività
3.3. i programmi
PARTE II
IL PIANO DI CLASSIFICA
4. i criteri adottati
4.1. applicazione delle linee guida regionali – il coeff. territoriale
4.2. Le macroaree
4.3. Criteri di adozione dei pesi
5. Il s.i.t
5.1. il sistema informativo disponibile, gestione ed aggiornamento
5.2. il livello di precisione catastale adottato
5.3. il catasto consortile ed il Data Base
6. Indice tecnico (per ciascuna macroarea, con descrizione dei pesi scelti)
6.1. indice di intensità delle opere
6.2. indice di fragilità idraulica
6.3. indice di fragilità geomorfologica
6.4. indice di comportamento al deflusso
6.4.1. indice di permeabilità del suolo
6.4.2. indice di utilizzazione del suolo
6.4.3. indice di declività dei suoli
6.5. indice tecnico
REGIONE TOSCANA LINEE GUIDA PER I PIANI DI CLASSIFICA
52
7. Indice economico
7.1. beni agricoli
7.2. i beni extragricoli
7.3 i beni speciali
8. Indice di gestione specifico
8.1. i criteri adottati
8.2. modalità di gestione ed aggiornamento
9. Procedura di calcolo per gli scarichi
9.1 procedura di calcolo scarichi enti gestori S.I.I.
9.2 procedura di calcolo scarichi comuni
9.3 procedura di calcolo scarichi singoli
PARTE III
IL CALCOLO DELLA CONTRIBUENZA
10. Tipologia di spesa e criteri di riparto
10.1. i centri di spesa
10.2. ripartizione della contribuenza
11. Contribuenza degli scarichi
11.1. quota a carico dei gestori del S.I.I.
11.2. quota a carico dei comuni
11.3. quota a carico dei singoli scarichi
11.4. modalità di detrazione dei contributi dei gestori del S.I.I.
12. Calcolo del ruolo di contribuenza
PARTE IV
NORME PARTICOLARI
13. Norme transitorie e finali
14. Gestione, aggiornamento e manutenzione del Piano di Classifica
14.1 documenti gestionali principali
14.2 piano triennale di manutenzione
14.3 piano annuale di manutenzione
14.4 piano di riparto della contribuenza
14.5 tipologie di aggiornamento e modalità di approvazione
PARTE V
APPENDICI
15.1 Elenco documenti consultati per il piano di classifica
15.2 Elenco degli allegati della Relazione
ELENCO DEGLI ALLEGATI DELLA RELAZIONE
(le carte nelle scale ritenute più opportune ai fini del dettaglio)
I PARTE: GENERALE
1.1 carta territoriale del comprensorio (macroaree, bacini generali, idrografia, perimetro, perimetro di
contribuenza)
1.2 carta territoriale del comprensorio e regime pluviometrico
REGIONE TOSCANA LINEE GUIDA PER I PIANI DI CLASSIFICA
53
1.3 carta amministrativa (province,comuni, AATO)
1.4 carta catastale comprensorio (perimetro, perimetro di contribuenza)
1.5 elenco enti territoriali interessati (province, comuni, AATO, gestori)
1.6 elenco dei fogli catastali del perimetro di contribuenza
1.7 elenco dei fogli catastali soggetti a contribuenza (completi o in parte)
1.8 elenco dei fogli catastali esclusi (completi o in parte)
II PARTE: CENSIMENTO DELLE OPERE
2.1 carta territoriale singola macroarea bacini primari con idrografia
2.2 carta territoriale di ciascun bacino con idrografia (con Tabella)
2.3 carta territoriale di ciascun bacino con opere idrauliche (con Tabella)
III PARTE: ANALISI DELLE MACROAREE / (ANALISI DEL COMPRENSORIO)
3.1 carta territoriale singola macroarea (bacini e sottobacini, idrografia, opere idrauliche e di
bonifica,perimetro, perimetro di contribuenza)
3.2 carta catastale singola macroarea (perimetro, perimetro di contribuenza)
3.3 carta territoriale singola macroarea con classi indice intensità opere
3.4 carta catastale singola macroarea con classi indice intensità opere (con Tabella)
3.5 carta territoriale singola macroarea con classi indice fragilità idraulica
3.6 carta catastale singola macroarea con classi indice fragilità idraulica (con Tabella)
3.7 carta territoriale singola macroarea con classi indice fragilità geomorfologica
3.8 carta catastale singola macroarea con classi indice fragilità geomorfologica (con Tabella)
3.9 carta territoriale singola macroarea classi indice di permeabilità del suolo
3.10 carta territoriale singola macroarea classi indice uso del suolo
3.11 carta territoriale singola macroarea classi indice di declività del suolo
3.12 carta territoriale singola macroarea classi indice comportamento al deflusso
3.13 carta catastale singola macroarea classi indice comportamento al deflusso (con tab. attribuzione pesi e
tab. indici)
3.14 carta catastale indice tecnico (con tabelle attribuzione pesi e Tabella indici)
3.15 carta territoriale singola macroarea categorie non ordinarie (strade, ferrovie, etc.)
3.16 carta catastale singola categorie non ordinarie (strade, ferrovie, etc.) (con tab. indici)
3.17 carta territoriale singola macroarea indice di gestione specifico
3.18 carta catastale singola macroarea indice di gestione specifico
3.19 carta territoriale singola macroarea con aree urbane, sistemi fognari, depuratori del S.I.I. (con Tabella)
3.20 carta territoriale singola macroarea con ubicazione scarichi (con Tabella)
REGIONE TOSCANA LINEE GUIDA PER I PIANI DI CLASSIFICA
54
5.3 APPENDICE: STRUTTURA DEL SIT
Dal punto di vista operativo, il confine del comprensorio di bonifica è da considerare
un’invariante del S.I.T. e, di norma, deve essere identificato a livello territoriale dalle linee
di spartiacque dei comprensori così come definiti nelle normative regionali e trasferito sul
piano catastale; il sistema dovrà permettere l’attribuzione a ciascuna particella catastale dei
relativi indici tecnici ed economici necessari alla formazione del ruolo di contribuenza.
In attesa della completa realizzazione della cartografia georeferenziata e vettorializzata
per tutti i comprensori di bonifica regionali, è ammesso che gli Enti gestori utilizzino come
unità territoriale minima di riferimento per l’attribuzione dell’indice di contribuenza, il
foglio catastale.
Per quanto riguarda la costituzione tecnica del S.I.T. dovranno inevitabilmente essere
realizzate le fasi di:
vettorializzazione e georeferenziazione della cartografia già presente in ambito
consortile;
acquisizione degli strati informativi non presenti nella banca dati consortile presso gli
archivi regionali, provinciali, comunali, autorità di bacino ecc.;
vettorializzazione e georeferenziazione della rete scolante delle opere idrauliche e dei
diversi bacini idrografici che compongono il comprensorio di bonifica;
acquisizione della cartografia catastale ufficiale vettorializzata;
creazione della cartografia georeferenziata e vettorializzata degli indici tecnici sopra
descritti;
sovrapposizione tra la cartografia dell’indice tecnico finale e quella catastale;
aggancio tra il geodatabase ottenuto da l’overlay sopra menzionato e il database
censuario, al fine di ottenere per tutte le particelle catastali l’indice di beneficio.
Per consentire quanto sopra il S.I.T. dovrà contenere nella propria banca dati almeno i
tematismi sotto riportati (raccomandando al riguardo che la scala sia quella della massima
possibile precisione consentita dagli strumenti descrittivi e cartografici a disposizione):
Carta Tecnica Regionale
Carta di uso del suolo
Carta pedologica
Carta delle pendenze
Carta del regime pluviometrico
Carta dei confini comunali
Carta del reticolo idraulico e di bonifica in manutenzione
Carta dei bacini idrografici
Carta delle opere idrauliche e di bonifica
REGIONE TOSCANA LINEE GUIDA PER I PIANI DI CLASSIFICA
55
5.4 APPENDICE: GLOSSARIO
Aliquota di riparto
L'Aliquota di riparto è il quoziente fisso che deriva dal rapporto
tra spese annuali e potenziale di contribuenza che deve essere
applicato ai singoli immobili per il calcolo del contributo
consortile.
Attività di bonifica
Le attività in bonifica dell’Ente gestore si riferiscono alle
manutenzioni ordinarie eseguite sulle opere idrauliche e di
bonifica già presenti e censite, agli impianti fissi, all’esercizio
degli impianti, alle manutenzioni ordinarie eseguite negli alvei
del reticolo idraulico attribuito in competenza, alla sorveglianza,
al monitoraggio, alle progettazioni, alla gestione dei lavori, alla
programmazione e pianificazione degli interventi.
Per i rapporti tra contributo consortile e perimetro di
contribuenza v. supra Capitolo “Concetti Fondanti”.
Avviso bonario
L’avviso bonario o avviso di pagamento, è un invito a versare il
contributo generalmente emesso dall’Ente gestore, di carattere
non obbligatorio. E’ un documento attraverso cui si comunicano
ad ogni singolo proprietario, unitamente a informazioni di tipo
generale, le caratteristiche identificative delle sue proprietà
immobiliari inserite nel Perimetro di Contribuenza dal punto di
vista catastale corredate da tutti i parametri necessari per la
formazione del contributo consortile o di bonifica.
Essendo un procedimento aperto, il contribuente può richiedere
direttamente all’Ente gestore, eventuali variazioni, modifiche,
aggiornamenti o sgravi sui dati comunicati.
L’avviso bonario non è un atto impositivo perché si colloca nella
fase della c.d. riscossione “spontanea” ma, in quanto manifesta
una pretesa tributaria ormai definita, è impugnabile dinanzi al
Giudice tributario e deve pertanto rispondere agli stessi requisiti
di contenuto e di forma previsti per la cartella di pagamento.
Beneficio (Bf)
Il beneficio è il vantaggio diretto generale e specifico, che
deriva a ogni immobile ricadente nel perimetro di contribuenza
in relazione allo svolgimento di tutte le attività di bonifica. Come
sarà meglio descritto in seguito, l’attività complessiva dell’Ente
gestore è riconducibile alla conservazione attiva del
beneficio/vantaggio diretto generale, mentre l’attività di
REGIONE TOSCANA LINEE GUIDA PER I PIANI DI CLASSIFICA
56
manutenzione e di gestione delle opere idrauliche sono in
relazione diretta con la conservazione del beneficio/vantaggio
specifico di ciascun bene immobile presente nel comprensorio.
Secondo tale impostazione, il beneficio del singolo proprietario
corrisponde al contributo consortile o di bonifica.
A definire le caratteristiche del beneficio si è pronunciata
più volte la giurisprudenza di merito e di legittima v. supra
Capitolo “Concetti Fondanti”.
Beneficio totale
annuo
Il Beneficio totale annuo è, concettualmente, il beneficio
complessivo ricevuto da tutti gli immobili situati all’interno di un
determinato Perimetro di Contribuenza e corrisponde alle spese
totali annue necessarie all’Ente gestore per lo svolgimento delle
attività. Il beneficio totale annuo esprime, pertanto, un valore
indifferenziato, non esigibile.
Cartella di
pagamento
La cartella di pagamento è l’estratto del ruolo concernente il
singolo contribuente. E’ un atto impositivo di natura tributaria e
come tale è emesso con le modalità e le forme stabilite dalla
corrente normativa e dai soggetti a ciò abilitati. La cartella di
pagamento contiene, tra l’altro, l’intimazione ad adempiere
l’obbligo risultante dal ruolo entro il termine di 60 giorni dalla
notificazione con l’avvertimento che, in mancanza, si procederà
ad esecuzione forzata. La cartella deve contenere, a pena di
nullità, la motivazione della pretesa tributaria, l’indicazione del
responsabile del procedimento e le altre indicazioni richieste
dalla legge e, in particolare, dallo Statuto del Contribuente.
Avverso la cartella di pagamento si può richiedere all’Ente
impositore un riesame in autotutela del Ruolo o procedere al
ricorso in via giurisdizionale. Il ricorso non sospende comunque
l’esecutività del Ruolo e quindi l’obbligo al pagamento.
Catasto Consortile
Il Catasto Consortile comprende i dati degli immobili (terreni e
fabbricati) ricadenti nel perimetro di contribuenza consortile, i
dati dei proprietari nonché gli indice e di parametri necessari per
la determinazione del contributo consortile.
Il Catasto Consortile è formato attraverso l’acquisizione dei
dati di base conservati presso gli archivi degli uffici provinciali
dell' Agenzia del Territorio (ex U.T.E.) del Ministero delle
Finanze, a cui il Consorzio è obbligato a riferirsi per legge,
nonché regolarmente aggiornato e rettificato in base anche alle
REGIONE TOSCANA LINEE GUIDA PER I PIANI DI CLASSIFICA
57
segnalazioni dei singoli utenti.
Censimento delle
opere idrauliche e
di bonifica (Cen)
Il Censimento delle Opere Idrauliche e di Bonifica costituisce,
unitamente alla formazione del catasto consortile, la base per la
formazione del Perimetro di Contribuenza, del beneficio goduto
dagli immobili e del Contributo Consortile.
Il censimento è a carico dell’Ente gestore e deve essere attuato
su un unico modello di rilevazione definito dalla Regione.
Il censimento si effettua su tutto il Comprensorio di bonifica
affidato e deve evidenziare lo stato d’efficienza e funzionalità
delle opere e del reticolo idraulico in competenza, in modo da
distinguere la parte a carico della manutenzione ordinaria, quindi
della contribuenza, da quella straordinaria, a carico pubblico non
consortile.
Comprensorio di
bonifica (Cb)
Area geografica che delimita uno o più bacini omogenei sotto il
profilo idrografico e che sono dichiarati soggetti a bonifica (artt.
857-860 c.c.).
I Comprensori di bonifica sono stabiliti dalla Regione Toscana
con proprio atto.
La Regione Toscana attribuisce la gestione della bonifica nei
Comprensori, ai sensi e con i disposti della L.R. 34/94 e
ss.mm.ii, a Enti Gestori specificatamente individuati.
Contributo
consortile (Cc) o
Contributo
di bonifica (Cob)
Il contributo consortile o contributo di bonifica è la quota di
spesa che i proprietari degli immobili inseriti nel Perimetro di
Contribuenza devono pagare all’Ente gestore da , per concorrere
alle spese di manutenzione, di esercizio delle opere idrauliche, di
bonifica e di funzionamento dell’Ente gestore stesso.
Il Cc/Cob è fiscalmente considerato un Tributo.
Il Cc/Cob corrisponde al beneficio apportato all’immobile dalle
attività di bonifica .
Per i rapporti tra contributo consortile e perimetro di
contribuenza v. supra Capitolo “Concetti Fondanti”.
Indice
di contribuenza (Ic)
L’indice di contribuenza è un parametro, specificato nel PdC,
che consente di classificare gli immobili sulla base del beneficio
ricevuto.
Quest’indice è utilizzato per ripartire la spesa totale, cioè il ruolo
annuo, tra le diverse proprietà immobiliari inserite in un dato
REGIONE TOSCANA LINEE GUIDA PER I PIANI DI CLASSIFICA
58
Perimetro di Contribuenza, in ragione dei diversi benefici dalle
stesse goduti per le attività di bonifica svolte dall’Ente gestore.
Manutenzioni
ordinarie
Sono le attività o i lavori necessari a mantenere in efficienza e
funzionalità le opere e il reticolo idraulico attribuito in
competenza. La loro caratteristica principale è la continuità e
periodicità dell’azione nel tempo.
I costi delle manutenzioni ordinarie sono a carico per quota
parte, dei proprietari degli immobili inseriti nel Perimetro di
Contribuenza.
Manutenzioni
straordinarie
Le manutenzioni straordinarie sono lavori o interventi non
periodici e non programmabili.
Come tipologia sono assimilabili alle nuove opere.
Tali lavori hanno caratteristica di non riproposizione e cessano al
completamento dei lavori stessi.
Su queste opere, la competenza dell’Ente gestore, cioè di
manutenzione ordinaria, si attiva solo dopo il compimento dei
lavori straordinari e consegna dell’opera.
Il costi per le manutenzioni straordinarie non sono a carico dei
proprietari degli immobili inseriti nel Pc, ma a carico pubblico.
Nuove opere
Le nuove opere di bonifica, come i lavori straordinari, non sono
a carico dei proprietari degli immobili inseriti nel Perimetro di
Contribuenza né di competenza dell’Ente gestore.
Finanziariamente sono a carico pubblico regionale, totale o
parziale.
Anche su queste opere, la competenza dell’Ente gestore, cioè di
manutenzione ordinaria, si attiva dopo il compimento dei lavori e
consegna dell’opera.
Perimetro di
contribuenza (Pc)
Area amministrativa coincidente o interna al Comprensorio di
bonifica.
Comprende tutte le proprietà immobiliari che ricevono un
beneficio dall’attività di bonifica.
Il Perimetro di contribuenza è stabilito dall’Organismo titolare
della gestione della bonifica relativamente al Comprensorio ad
esso affidato con atto della Regione Toscana.
Per i rapporti tra Contributo Consortile e Perimetro di
contribuenza v. supra Capitolo “Concetti Fondanti”.
REGIONE TOSCANA LINEE GUIDA PER I PIANI DI CLASSIFICA
59
Piano di Classifica
degli immobili
(PdC)
Il PdC è il principale documento sulla base del quale ogni Ente
gestore esercita l’attività di bonifica nel Comprensorio affidato.
Il PdC contiene principi e criteri per definire le proprietà
immobiliari da inserire nel Perimetro di Contribuenza, la
descrizione delle attività di bonifica da svolgere, i benefici
derivati alla singola proprietà e le procedure per la
determinazione del Ruolo di Contribuenza.
Il PdC costituisce la base per l’elaborazione del Piano di Riparto
Annuale della Contribuenza.
Piano Annuale di
Riparto
della Contribuenza
E’ il documento che, sulla base delle norme e dei principi definiti
nel Piano di Classifica, dell’entità del fabbisogno finanziario
annuo necessario per lo svolgimento delle attività dell’Ente
gestore e definito nel bilancio preventivo, ripartisce tale
fabbisogno tra tutti i proprietari ricadenti nel Perimetro di
Contribuenza in funzione del beneficio goduto dalle loro
proprietà immobiliari.
Ruolo di
contribuenza (Rc)
E’ costituito dall’elenco di tutti i proprietari, delle relative
proprietà immobiliari, delle loro caratteristiche identificative
specifiche, del beneficio ricevuto e del contributo da
corrispondere, ai sensi del PdC.
La somma dei contributi a carico dei proprietari coincide con il
totale delle spese annue, necessarie all’attività di bonifica svolta
dall’Ente gestore che, a sua volta, corrisponde al beneficio totale
annuo garantito dall’Ente stesso.
Il ruolo deve essere approvato annualmente dall’Ente gestore.
Fase Iniziale:
� Il progetto prende avvio dall’incarico affidato ad Uncem dalla Regione Toscana (Delib. G.R. 846 del 26/11/2007 e D.D. 6525 del 17/12/2007) ai fini di impostare una nuova linea di gestione per impostare una nuova linea di gestione per l’applicazione della L.R. 34/94 e s.m.i. in materia di Bonifica e Difesa del Suolo.
Nasce il progetto per la redazione delle Linee di indirizzo unitarie per la
Gestione della Bonifica
Motivazioni a base del
progetto• Complessità, disarticolazione e difformità
del quadro regionale del Settore Bonifica;• Assenza di specifiche sui contenuti e sulle
procedureprocedure
Ogni Ente Gestore della Bonifica ha proceduto in autonomia arrivando all’utilizzo di differenti applicativi
Obiettivo delle Linee Guidafornire una base comune agli Enti Gestori della bonifica
(LR 34/94) per la redazione dei PdC:
� coerente con la normativa vigente
� coerente nell’individuazione dei benefici
� coerente nella determinazione del contributo consortileconsortile
� che renda più uniforme e chiara ai cittadini l’azione degli Enti Gestori
� che consenta agli Enti stessi margini di adattamento gestionale in relazione alle specificità territoriali
Gli elementi che costituiscono un PdC
a) Riferimenti Normativi e Gestionali
b) Descrizione del Comprensorio e delle attività dell’Ente Gestore
c) Riferimenti Giurisprudenziali
d) Definizioni, Principi e Criteri:d) Definizioni, Principi e Criteri:
� Identificazione dei benefici
� Relazione tra benefici e proprietà immobiliare
� Il valore immobiliare e la sua determinazione
� Il Perimetro di Contribuenza
� La definizione dei benefici derivanti agli immobili
� La determinazione del Contributo Consortile
RIFERIMENTI NORMATIVI E
GESTIONALI � Legge Regionale n° 34/1994 e successive modifiche e
integrazioni
� Leggi Nazionali richiamate dalla Legge Regionale
� Normative successiveNormative successive
� Delibera CRT istitutiva dei Consorzi
� Delibera CRT di approvazione atto costitutivo Ente Gestore
� Delibera CRT di approvazione dello Statuto/Regolamento di gestione
� Delibera di assegnazione del Reticolo Idraulico
Descrizione del Comprensorio e
attività dell’Ente Gestore
� descrizione del sistema idrografico e geomorfologico per bacini e/osottobacini del comprensorio;
� la descrizione quali-quantitativa delle principali opere idrauliche edi bonifica presenti nei bacini e/o sottobacini;
� la descrizione delle principali dinamiche dell’uso del suolo� la descrizione delle principali dinamiche dell’uso del suoloall’interno del comprensorio;
� la descrizione socio-economica del territorio con riferimento alleprincipali attività presenti e la sua possibile evoluzione;
� Collegamento con gli atti di programmazione territoriale Regionale,Provinciale, dell’Autorità di Bacino e Comunale, delle aree a Parco;
� Le attività dell’Ente gestore in bonifica;
� Le competenze;
PERIMETRO DI CONTRIBUENZA� Il perimetro di contribuenza (Pc) è un’area che racchiude al proprio interno
tutte le proprietà immobiliari che ricevono o possono ricevere un beneficiodall’attività di bonifica.
� Il Pc può coincidere con il perimetro comprensoriale purché i proprietari degliimmobili agricoli ed extra agricoli ricevano o possano ricevere, in ogni partedel comprensorio stesso, benefici dall’attività di bonifica.
� Le proprietà immobiliari situate in aree funzionali alla bonifica e alla sua� Le proprietà immobiliari situate in aree funzionali alla bonifica e alla suaattività ma con beneficio apportato dall’attività manutentoria e gestionaledell’Ente non significativa, tale cioè che si possa configurare un beneficiogenerico, quindi non conteggiabile, saranno poste a beneficio zero, quindiescluse dal riparto della contribuenza.
� L’elenco di tali proprietà, dovrà essere compilato dall’Ente gestore e approvatoannualmente, contestualmente all’approvazione del riparto annuo dellacontribuenza consortile (formazione del ruolo).
� Il Pc è determinato da ogni singolo Ente gestore per ogni comprensorio,successivamente al censimento delle opere idrauliche e di bonifica e al reticoloidraulico affidato in manutenzione.
La definizione dei benefici derivanti
agli immobili
Benefici generali Effetti specifici
• beneficio di presidio idrogeologico
• Conservazione e incremento dei valori immobiliari
• Miglioramento e/o mantenimento
• beneficio di • natura idraulica
• beneficio di disponibilità irrigua
• Miglioramento e/o mantenimento della fruibilità degli immobili
• La salvaguardia dell’integrità dell’immobile dai ristagni idrici e dalle esondazioni
• Il miglioramento della qualità ambientale in presenza di reti fognarie
La metodologia per l’individuazione dei
benefici (indice di contribuenza)
I benefici derivanti agli immobili dipendono da:
elementi generali:� caratteristiche idrauliche e ambientali del bacino� localizzazione dell’immobile
indice tecnico che deriva da indici primari opportunamente raggruppati che consentono
di misurare i benefici oggettivi derivanti agli immobili
� valore dell’immobile
elementi specifici:
indice economico
La determinazione dell’Indice di
contribuenza
Indice di contribuenza (Ic) =
I. tecnico (It) x I. economico (Ie) x I. gestione specifico (Igs)
Nota:Nota:� l’It è un indice oggettivo che viene assegnato agli immobili in base alla
loro collocazione territoriale
� l’Ie è un indice soggettivo che è legato al valore dell’immobile
� l’Igs è un indice che l’Ente Gestore può introdurre a sua discrezione persituazioni a valenza eccezionale e transitoria che possono verificarsi inalcuni ambiti del perimetro di contribuenza e che influenzano(diminuendolo) il beneficio goduto dagli immobili
Indice tecnico (It) è un indice derivato
dalla somma ponderata di indici primari
I. TECNICO
Indice d’intensità delle opere (Ii);
Indice di fragilità idraulica (If);
I. TECNICO
I. DECLIVITA
I. USO DEL SUOLO
I. PERMEABILITA’ SUOLIIndice di comportamento al
deflusso (Id).
Indice di fragilità geomorfologia (Ig);
La determinazione dell’indice tecnico
� riferimento all’analisi multicriteriale (Bazzani et al., 1994)� valutazione degli indici primari su una scala qualitativa omogenea
Giudizio di valore per l’indice i-esimo Punteggio nullo o molto basso 0
basso 0,25
medio 0,50
� attribuzione agli indici tecnici di pesi con la tecnica del confronto a coppie� con riferimento ad un’area omogenea, l’Indice tecnico risulta dalla
somma ponderata degli indici primari:Itarea i-esima
= Ii area i-esima * pIi + If area i-esima * pIf + Id area i-esima * pId + Ig area i-esima * pIg
medio 0,50
alto 0,75
molto alto 1,00
+ +
It i-esimo
Ii i-esimo * pIi If i-esimo * pIf Ig i-esimo * pIg Id i-esimo * pId+
La determinazione dell’indice tecnico
ciascun indice primario avrà come base di riferimentouna unità territoriale fissa definita a priori (es. ilbacino nel caso dell’indice d’intensità) o variabile(es. il comportamento al deflusso) e l’indice tecnicosarà il risultato di una somma ponderata di indiciprimari per ciascuna porzione di territorio
L’indice tecnico vienecalcolato per particellacatastale o per fogliodi mappa nei casi in cuinon sia statodigitalizzato dal Catastoquel territorio.
La determinazione
dell’Indice economico
categoria Ie
Immobili agricoli (terreni) Valore fiscale
Immobili extra-agricoli Valore fiscaleImmobili extra-agricoli
(fabbricati)
Valore fiscale
Immobili non ordinari (categoria speciale)
� censiti dall’UTE ma privi di reddito imponibile
� non censiti dall’UTE (es. dighe, strade, autostrade, ferrovie,, ecc.)
Costo di ri-costruzione
La determinazione
dell’Indice economicoL’indice economico coincide con il valore fiscale degli immobili
Per gli immobili agricoli è determinato secondo la seguente formula:
Ieagr = RD x Cragr x Cc
RD è il reddito dominicale
Cc è il coefficiente fornito dall'UTE sulla base della categoria catastale
Cr è il coefficiente di rivalutazioneCragr è il coefficiente di rivalutazione
Per gli immobili extra-agricoli è determinato secondo la seguente formula:
Ieurb = RC x Crurb x Cd
RC è la rendita catastale
Cd è il coefficiente catastale fornito dall'UTE
Crurb è il coefficiente di rivalutazione
La determinazione
dell’Indice economico
Per gli immobili non ordinari è determinato con la seguente formula:
Iecs = (Kcstd x Crid) x p
Kcstd è il costo unitario standard riferito all’unità di misura più Kcstd è il costo unitario standard riferito all’unità di misura più appropriata per il tipo di immobile (mq. mc, km, ecc.)
Crid è un coefficiente di riduzione del Kstd che viene determinatocome rapporto tra il valore fiscale e il valore di mercato degliimmobili extra-agricoli in modo da rendere omogenea la baseimpositiva per il calcolo del contributo consortile
p è la consistenza dell’immobile (mq, mc, Km, ecc.)
La determinazione del
Ruolo di Contribuenza
Il RUOLO DI CONTRIBUENZA rappresenta l’entità della spesa che deve essere ripartita tra i proprietari
degli immobili
voci di spesa principali per l’Ente Gestore:voci di spesa principali per l’Ente Gestore:
�� spesespese didi imputazioneimputazione direttadiretta (SM)(SM)
�� spesespese didi imputazioneimputazione indirettaindiretta (SF)(SF)
Entrambe le spese devono essere ripartite in base albeneficio goduto dagli immobili
S = SM + SF
Le voci di spesa del RUOLO DI CONTRIBUENZA
spese spese imputazione imputazione diretta (SM)diretta (SM)
Es. spese di manutenzione ordinariaEs. spese di manutenzione ordinaria� per assicurare la manutenzione ordinaria dei corsi d'acqua naturali e artificiali, delle opere di bonifica idrauliche
spese spese Es. spese di funzionamentoEs. spese di funzionamentospese spese imputazione imputazione indiretta (SF)indiretta (SF)
Es. spese di funzionamentoEs. spese di funzionamento� per il funzionamento degli organi amministrativi egestionali dell'Ente� per l’elaborazione ed emissione dei ruoli dicontribuenza� per la tenuta del catasto consortile
Riparto del Ruolo di Contribuenza
Riparto spesespese (S)(S)::
1. Definizione della quota di riparto tra agricoli,extra-agricoli (che comprendono anche i nonordinari)ordinari)
2. Definizione delle aliquote di riparto:1. Aliquota immobili agricoli2. Aliquota immobili extra-agricoli e non ordinari
Individuazione di macrocategorie di destinazione d’uso del suolo:
� Agricolo
� Forestale
� Urbanizzato (residenziali, produttivi, infrastrutture e categorie speciali)
Per ciascuna di queste macrocategoria segue la determinazione dei seguenti parametri:
Riparto spese (S) - (Quota di riparto)
Macrocategoria Σ Valori catastali Σ superfici catastali Coeff. Medio di permeabilità
Agricolo Σ Vcagr Σ Sagr Cmpagr = 0,4-0,7
Forestale Σ Vcbos Σ Sbos Cmpbos = 0,3-0,5
Urbanizzato ΣVcurb Nota: somma dei valori degli extra-
agricoli e non
ordinari
Σ Surb Cmpurb= 0,8-1,0
SUM = (Σ Vcagr * Σ Sagr * Cmpagr ) + (Σ Vcbos * Σ Sbos * Cmpbos ) + (Σ Vcurb *
ΣSurb * Cmpurb )
Qragr = [(Σ Vcagr * Σ Sagr * Cmpagr ) + (Σ Vcbos * Σ Sbos * Cmpbos )] / SUM
Riparto spese (S) - (Quota di riparto)
Qragr = [(Σ Vcagr * Σ Sagr * Cmpagr ) + (Σ Vcbos * Σ Sbos * Cmpbos )] / SUM
Qrurb = (Σ Vcurb * ΣSurb * Cmpurb ) / SUM
Riparto spese di manutenzione (SM)
(Aliquota di riparto (AL))Si dovranno determinare due aliquote di riparto:� ALagr� ALurb
ALagr = (S * Qragr ) / Pcagr
Dove:
S = è la somma delle spese preventive annuali che sosterrà l’Ente Gestoreper le diverse attività
Qr = è la quota parte di spesa a carico degli immobili agricoliQragr = è la quota parte di spesa a carico degli immobili agricoli
Pcagr= Potenziale di Contribuenza dato dalla sommatoria dei prodottitra l’Indice tecnico e l’Indice economico (e l’eventuale Indice di gestionespecifico) degli i-esimi immobili agricoli ricadenti nel perimetro dicontribuenza
Pcagr = ΣΣΣΣ(Iti-esimo * Iei-esimo * Igsi-esimo )
Riparto spese di manutenzione (SM)
(Aliquota di riparto (AL))
ALurb = (S * Qrurb ) / Pcurb
Dove:
S = è la somma delle spese preventive annuali che sosterrà l’Ente Gestoreper le diverse attività
Qrurb = è la quota parte di spesa a carico degli immobili extra-agricoli enon ordinari
Qrurb = è la quota parte di spesa a carico degli immobili extra-agricoli enon ordinari
Pcurb= Potenziale di Contribuenza dato dalla sommatoria dei prodottitra l’Indice tecnico e l’Indice economico (e l’eventuale Indice gestionespecifico) degli i-esimi immobili extra-agricoli e non ordinari ricadentinel perimetro di contribuenza
Pcagr = ΣΣΣΣ(Iti-esimo * Iei-esimo * Igsi-esimo )
la determinazione del Contributo Consortile
il contributo consortile è la quota di spesa facente carico ad ogni propietario diimmobili che ricevono un beneficio dall’attività di manutenzione ordinaria deicorsi d’acqua e delle opere idrauliche e di bonifica idraulica
Cc = AL * Itu * Ieu * Igsu
� AL è l’aliquota di riparto
� Itu è l’indice tecnico unitario del singolo immobile
� Ieu è l’indice economico unitario del singolo immobile che coincide con il valore del singolo immobile
� Igsu è l’indice di gestione specifica da introdurre solo per situazioni a valenza eccezionale e transitoria che influenzano (diminuendolo) il beneficio goduto dagli immobili
NOTA: logicamente con aliquote distinte e differenti per immobili agricoli ed extra -agricoli
(A)Piano di Classifica
( A1 )•Basi legislative;•Basi Giuridiche; •Principi e criteri;•Descrizione dei benefici e della contribuenza;•Metodologia per la loro definizione
( A2 )•Descrizione del territorio Comprensoriale
( B1 ) Perimetro di contribuenza consortile;
Formazione e gestione del catasto consortile
Reticolo idraulico in competenza;
Censimento opere idrauliche e di bonifica in competenza;
SCHEMA:SCHEMA:Dalla redazione del Piano di Classifica alla formazione ed emissione del Ruolo di
Contribuenza
( B )Piano di Riparto della
contribuenza
( B3 )Piano annualeDegli interventi
Riparto annuale della contribuenza
( B2 ) Piano triennale degli interventi
Ruolo di contribuenza edemissione del Ruolo
Spesa annuale per il funzionamentoconsortile
e di bonifica in competenza;
Macro aree (Centri di Costo) eventualmente individuate
SIT
Differenze con la situazione
precedente: aspetti “politici”
� Introduzione di una base comune di riferimento normativo e metodologico
� Maggior equità contributiva tra i proprietari appartenenti a diversi comprensori
� Uniformità di procedure tra Consorzi di Bonifica e Comunità Montane
� Uniformità di procedure tra Consorzi di Bonifica e Comunità Montane
� Maggiore “forza” politica alla Regione perché la gestione della bonifica diventa unitaria sul territorio
� Maggiore chiarezza per quanto riguarda i compiti di ciascun Ente Gestore (es. solo manutenzioni ordinarie; contribuenza privata solo per manutenzioni ordinarie)
� Maggiore chiarezza nelle procedura di gestione dell’attività di bonifica (es. piani annuale di gestione delle attività, ruolo di contribuenza, ecc.)
Differenze con la situazione
precedente: aspetti “metodologici”
� Identificazione dei benefici derivanti dall’attività di bonifica con i costi di gestione (accogliendo i riferimenti giurisprudenziali).
� Viene eliminata l’arbitrarietà nella determinazione delle spese fisse (quota minima)
� La ripartizione dei costi in funzione dei benefici derivanti agli � La ripartizione dei costi in funzione dei benefici derivanti agli immobili
� Introduzione di una base comune di parametri per determinare il beneficio degli immobili
� Semplificazione e trasparenza nella determinazione del beneficio
� Eliminazione del coefficiente di riduzione al suolo per la contribuenza degli immobili urbani