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Amore e letteratura

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La poesia è un bisogno naturale dell’uomo. Ma la poesia così come viene insegnata nella scuola spesso ha poco di attraente: la poesia, infatti, non la si può “insegnare”, la si può solo “praticare”. È

questo lo spirito che informa queste pagine, nelle quali si cerca di accostarsi ai

testi poetici provando a riscoprire non solo la comprensione dell’essenza della poesia, ma anche il naturale godimento

emozionale che essa trasmette.

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Villa di Catullo, Sirmione

Caio Valerio Catullo

Page 5: Amore e letteratura

O mia LesbiaGodiamoci la vita, mia Lesbia, l'amore,

e il mormorio dei vecchi inaciditiconsideriamolo un soldo bucato.

I giorni che muoiono possono tornare, ma se questa nostra breve luce muore

noi dormiremo un'unica notte senza fine. Dammi mille baci e ancora cento,

dammene altri mille e ancora cento, sempre, sempre mille e ancora cento.

E quando alla fine saranno migliaiaper scordare tutto ne imbroglieremo il

conto, perché nessuno possa stringere in malie

un numero di baci cosí grande.

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Dante Alighier i

Tanto genti le e tanto onesta pareTanto genti le e tanto onesta pare

la donna mia quand’ el la altrui saluta,ch’ogne l ingua deven tremando muta,e l i occhi no l ’ ardiscon di guardare .

Ella s i va, sentendosi laudare ,benignamente d’umiltà vestutae par che s ia una cosa venuta

da c ie lo in terra a miracol mostrare .Mostrasi s ì piacente a chi la mira,

che dà per l i occhi una dolcezza al core ,che ‘ntender no la può chi no la prova:

e par che de la sua labbia s i movauno spir ito soave pien d’amore,

che va dicendo al l ’ anima: Sospira.

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Francesco Petrarca Casa di Petrarca, Arquà

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Erano i capei d 'oro a l 'aura sparsiErano i capei d 'oro a l 'aura sparsiche 'n mil le dolc i nodi g l i avolgea,e ‘ l vago lume oltra misura ardea

di quei begl i occhi , ch 'or ne son s í scars i ;e ' l v iso di pietosi co lor fars i ,

non so se vero o falso, mi parea:i ' che l ' ésca amorosa al petto avea,qual meravigl ia se di súbito ars i?Non era l 'andar suo cosa mortale ,ma d 'angel ica forma; e le parole

sonavan altro , che pur voce umana.Uno spirto ce leste , un vivo sole

fu quel ch ' i 'v idi : e se non fosse or tale ,piaga per al lentar d 'arco non sana.

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Che sempre amaiChe sempre amaiquesto t i s ia di

prova:che per quanto

abbia amatonon ho vissuto

abbastanzache amerò sempre

te lo ass icurol ’ amore è vita

e la vita è immortale .

Dubiti ancora, amore?

Ecco, al lora non ho altro da

mostrareche i l mio calvar io.

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Che s ia l 'amore tutto c iò che es isteChe s ia l 'amore tutto c iò che es istee c iò che noi sappiamo del l 'amore; e

può bastare che i l suo peso s iauguale a l so lco che lascia nel cuore .

Il cuore è la capitale del la mentela mente è uno stato s ingolo,

cuore e mente insieme compongonoun s ingolo continente .

La popolazione è numerosa quanto basta,

questa nazione estaticacercala : se i tu.

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HERMANN HESSE

Canto d’amoreIo sono i l cervo, i l capr io lo tutu se i l ’uccel lo e l ’albero son ioi l so le tu ed io la neve,tu i l g iorno se i , i l sogno io .Di notte dal la mia bocca dormientevola un uccel lo d’oro, f ino a te ,chiara la voce , l ’al i variopinteti canta questo canto che dice del l ’amore,questo canto che dice di me.

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Canzone d’amorePer dire cos’hai

fattodi me, non ho

parole .Cerco solo la notte

fuggo davanti al sole .

La notte mi par d’oro

più di ogni sole al mondo

sogno al lora una bel la

donna dal capo biondo.

Sogno le dolc i coseche i l tuo sguardo

annunciava,remoto paradiso

di canti r isuonava.Guardo a lungo la

nottee una nube veloce

per dire cos’ hai fatto

di me, non ho la voce .

Carta del Paese del l 'Amore

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Federico Garcia Lorca

Madrigaletto

Quattro melograniha i l tuo giardino (prendi i l mio cuore nuovo) .Quattro c ipress iavrà i l tuo giardino(prendi i l mio cuore vecchio) .Sole e luna, poi . . .nè cuorenè giardino.

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La LolaSotto l ’arancio lavapezzuole di cotone.

Sono verdi i suoi occhie viola la sua voce .

Ay, amore, sotto l ’arancio in f iore!

Scorreva nel canalel ’acqua piena di so le ,

nel piccolo ol ivetocantava un passerotto.

Ay, amore, sotto l ’arancio in f iore!

Dopo, quando la Lolaterminerà i l sapone, g iungeranno i torer i .

Ay, amore, sotto l ’arancio in f iore .

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Michelangelo Buonarroti

Amor la tua beltà non è mortale

Amor la tua beltà non è mortale:nessun volto fra noi è che pareggil ’ immagine del cor , che’nffiammi e reggicon l ’altro foco e muovi con altr ’ale .

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Plantone

Ti amoChi ama i l tuo corpo non t i

abbandonaforse quando non sf ior isce ?

Invece , chi ama l ’anima non se ne va,

f inchè essa procede sul la via del megl io .

Ecco io sono colui che non t i abbandona, ma r imane quando i l

tuo corpo sf ior isce , mentre gl i a ltr i s i sono al lontanati .

Cerca, al lora, di essere bel lo quanto più è possibi le .

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ErosEros è , fra gl i dèi , i l

p iù amicodegl i uomini , perchè è

soccorr itoredegl i uomini e medico

di quei mali chese fossero r isanati , ne

verrebbeal la st irpe umana la più grande fe l ic ità .

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Giacomo Leopardi

A SilviaSi lvia , r imembri

ancora quel tempo del la tua vita

mortale , quando beltà splendea negl i occhi

tuoi r identi e fuggit ivi , e tu, l ieta e pensosa, i l l imitare di

gioventù sal ivi? Sonavan le quiete

stanze, e le vie d ’ intorno, al tuo

perpetuo canto, al lor che al l 'opre femmini l i intenta sedevi , assai

contenta di quel vago avvenir che in mente avevi . Era i l maggio odoroso: e tu so levi

cos ì menare i l g iorno.

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Io g l i studi leggiadri talor lasciando e le sudate carte, ove i l tempo mio primo e di me s i spendea la migl ior parte , d ' in su i veroni del paterno oste l lo porgea gl i orecchi al suon del la tua voce , ed al la man veloce che percorrea la fat icosa te la. Mirava i l c ie l sereno, le v ie dorate e gl i ort i , e quinci i l mar da lungi , e quindi i l monte. Lingua mortal non dice quel ch ' io sentiva in seno.

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Che pensier i soavi , che speranze, che cor i , o Si lvia mia! Quale al lor c i apparia la vita umana e i l fato! Quando sovviemmi di cotanta speme, un affetto mi preme acerbo e sconsolato, e tornami a doler di mia sventura. O natura, o natura, perché non rendi poi quel che promett i al lor? perché di tanto inganni i f igl i tuoi? Tu pr ia che l ' erbe inaridisse i l verno,da chiuso morbo combattuta e vinta,per ivi , o tenere l la .

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E non vedevi i l f ior degl i anni tuoi; non t i molceva i l core la dolce lode or del le negre chiome, or degl i sguardi innamorati e schivi ; né teco le compagne ai dì fest ivi ragionavan d 'amore. Anche peria tra poco la speranza mia dolce: agl i anni mie i anche negaro i fati la g iovanezza. Ahi come, come passata se i , cara compagna del l ' età mia nova, mia lacr imata speme! Questo è quel mondo? Questi i di lett i , l 'amor, l 'opre , g l i eventi onde cotanto ragionammo insieme? Questa la sorte del l 'umane genti? All 'apparir del vero tu, misera, cadesti : e con la mano la fredda morte ed una tomba ignuda mostravi di lontano.

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Pablo Neruda

AMOREDonna, avrei voluto essere tuo f igl io , per bert i

i l latte dai seni come da una sorgente ,per guardarti e sentirt i al mio f ianco e avert i

nel r iso d’oro e nel la voce di cr istal lo .Per sentirt i nel le mie vene come Dio nei f iumi

e adorarti nel le t r ist i ossa di polvere e di calce,perché i l tuo essere passasse senza pena al mio

f ianco e uscisse dal la strofa –puro d’ogni male- .Come saprei amarti , donna, come saprei

amarti , amarti come nessuno seppe, mai! Morire e amartiancor più. E ancor p iù

amarti , di p iù.

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SE TU MI DIMENTICHI

Voglio che tu sappia una cosa.Tu sai com’è questa cosa:

se sguardola luna di cristallo, il ramo rosso

del lento autunno alla mia finestra,se tocco vicino al fuoco

l’impalpabile cenereo il rugoso corpo della legna,

tutto mi conduce a te,come se ciò che esistearomi, luce, metalli,

fossero piccole navi che vannoverso le tue isole che m’attendono.

Orbene,se a poco a poco cessi di amarmi

cesserò d’amarti poco a poco.Se d’improvvisoMi dimentichi,non cercarmi,

che già ti avrò dimenticata.

Se consideri lungo e pazzoIl vento di bandiere

che passa per la mia vitae ti decidi a lasciarmi sulla riva

del cuore in cui ho le radici,pensa che in quel giorno,

in quell’ora,leverò in alto le bracciae le mie radici usciranno

a cercare altra terra.Ma se ogni giorno,

ogni ora senti che a me sei destinatacon dolcezza implacabile.

Se ogni giorno salealle tue labbra un fiore a cercarmi,

ahi, amor mio, ahi mia, in metutto quel fuoco si ripete,

in me nulla si spegne nè si dimentica,il mio amore si nutre del tuo amore, amata,

e finché tu vivrai starà tra le tue bracciasenza uscire dalle mie.

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Pascol i con la sore l la Mariù

La pendola batte

Nel cuor della casaHo l’anima invasaDal tempo che fu.La pendola batte

Ribatte:mai più… mai più…mai più… mai più…la pendola oscilla

nel cuor della nottetra l’ombra interrotta

chi viene ?sei tu?La pendola oscilla

Tranquilla:mai più… mai più…mai più…mai più…sei forse qualcuno

che amai?che perdei?Che torni? Chi seiChe torni quassùUn bacio!sol uno!

Sol uno!Mai più… mai più…Mai più… mai più…

Un bacio!Oh!nemmeno!Vederti soltanto!

Sentire al tuo piantoChe m’ami anche tu!

Ridirtelo almeno!Nemmeno!

Mai più… mai più…Mai più… mai più…

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Lisbona, c ittà natale del poeta

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Andiamo Via

Andiamo via, creatura mia via verso l'Altrove. Li ci sono giorni

sempre miti e campi sempre belli. La luna che splende su chi là vaga contento e libero. Ha intessuto la

sua luce con le tenebre dell'immortalità. Lì

s'incominciano a vedere le cose, le favole narrate sono dolci come

quelle non raccontate. Là le canzoni reali-sognate sono

cantate da labbra che si possono contemplare. Il tempo lì è un

momento di allegria, la vita una sete soddisfatta, l'amore come quello di un bacio quando quel bacio è il primo. Non abbiamo bisogno di una nave, creatura mia, ma delle nostre speranze

finché saranno ancora belle, non di rematori, ma di sfrenate

fantasie. Oh, andiamo a cercar l'Altrove.

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Jacques Prévert

Pensiero

Ho pensato alla mia vitasenza di lui...

Ho conosciuto la pauraper la prima voltain quel momentola mia mente mi è

affogata in una voraginedi pensieri

e ho pensatoal giorno e alla notte, che

si inseguonosenza potersi mai incontrareho pensato al mare che alla

riva bacia la spiaggia,senza potere però mai avere,ho pensato al sole e alla luna

che non si incontreranno mai efondono il loro amore in un’ eclissi

poi ho ripreso il fiatoe la prima cosa che ho pensato è che

ti Amoin cinque lettere,

ti ho detto lacosa più grande del

mondo.

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I ragazzi che s i amanoI ragazzi che s i amano s i abbracciano r itt iContro le porte del la notteE i passanti che passano l i segnano a ditoMa i ragazzi che s i amano non sono là per nessunoEd è la loro ombra soltanto che trema nel la notteStimolando la rabbia dei passantiLa loro rabbia , i l loro disprezzo,le r isa, la loro invidia.I ragazzi che s i amano non sono là per nessunoEssi sono altroveMolto più lontani del la notteMolto più in alto del g iornoNell ’abbagl iante splendore del loro primo amore.

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Niccolò Tommaseo

A Giovinetta

T’arrisi, ti compiansi e dal tuo labbro un pio sorriso, un detto

di mal celato affettocolsi, no altro un fiore.Com’orfano fanciul che,

poveretto,giovane donna rincontri per viae lo raccolga,nel leggiadro pettoancor degnasti l’immagine mia,

ma fu virgineo sogno.A te venia riconoscente e pio,

ma sfruttato il cor mio,mio povero d’amore.

Non son per te. Tu troppo nuova ancora, io troppo antico dell’

aspro sentiero. Né medesmi dolor non

s’ addolora, né s’abbraccia il tuo col mio pensiero.

Men ch’i’non bramo e più ch’ì non ispero, sei buona, amante e

bella.Troppo è per me, sorella,

ed è poco,il tuo core.Più puro cor, più giovane del mio

forse nel tuo cammino incontrerai,

forse ingannata dall’ alto desìo,aspettando la vita invecchierai.

Forse un giorno i’dirò, meglio era assai abbandonarsi a lei,meglio abbellire i miei

pensier del suo candore.

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Non sono in queste r ive

Non sono in queste r ive f ior i così

vermigl i come le labbra

del la donna mia né i l suon

de l ’aure est ive tra

fonti e rose e gigl i

fa del suo canto più

dolce armonia,

canto che m’ ardi e piaci

t ’ interrompono solo i nostr i

baci .

Torquato Tasso

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Non vivere su questa terra come un estraneo

o come un turista del la natura.Vivi in questo mondo come nel la

casa di tuo padre:credi al grano,   al la terra, al mare

ma, prima di tutto, credi nel l 'uomo.Ama le nuvole, le macchine,   i l ibr i

ma, prima di tutto, ama l 'uomo.Senti la tristezza del ramo che si

secca,del l 'astro che s i spegne,  

del l 'animale fer ito,ma,  prima di tutto, senti la

tr istezza e i l dolore del l 'uomo.Ti diano gioia tutti i beni del la

terra:l 'ombra e la luce t i diano gioia,   le

quattro stagioni t i diano gioia,ma soprattutto,  a piene mani, t i

dia gioia l 'uomo!

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