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Distribuzione gratuita esclusivamente in formato digitale senza pubblicità www.lineatrad.com - italia: www.lineatrad.it - internazionale: www.lineatrad.eu Anno 6 - n°57 - 2017 - € 0,00 Rebis vincitori come miglior testo al Premio Andrea Parodi © foto: Gianfilippo Masserano Aeham Ahmad vincitore del Premio Lineatrad 2017

Anno 6 - n°57 - 2017 - 0,00

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Distribuzione gratuita esclusivamente in formato digitale senza pubblicitàwww.lineatrad.com - italia: www.lineatrad.it - internazionale: www.lineatrad.eu

Anno 6 - n°57 - 2017 - € 0,00

Rebis

vincitori

come miglior testo al

Premio Andrea Parodi

© foto: Gianfilippo Masserano

Aeham Ahmad

vincitore del

Premio Lineatrad

2017

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Editoriale

Sommario

di Loris Böhm

n. 57 - 2017Contatti: [email protected] - www.lineatrad.com - www.lineatrad.it - www.lineatrad.eu

57/2017

Eventi Cronaca Interviste Recensioni Argomenti Womex 2017

07—07 Tre Martelli

22—22 Kérkim in tournée

08—08 Festival PopolareItaliano

10—10 Uvernada 2017 21—21 Intervista aSilvio Trotta

20—20 The Irish Festival of Oulu

18—18 Una chitarra tra Napolie il mondo

16—16 Festival du Chant de Marin de Paimpol

30—30 Calum Stewart

04—04 Premio Lineatrad 2017a Aeham Ahmad

23—23 Beatrice Campisi

24—24 Canto SpontaneoX edizione

Attraversiamo, noi di Lineatrad, un momento di grandi cambia-menti; questi cambiamenti ri-

guardano sia l’aspetto sfogliabile che l’aspetto televisivo dei nostri media.

Non si tratta di scelte dovute a nostra schizofrenia, bensì dovute all’instabi-lità ormai cronica di tutti gli operatori che lavorano nella musica folk in Italia.

Chi il giorno prima si professa nostro partner e il giorno dopo si dimentica di esserlo, per il semplice fatto che do-vremmo “ricordarglielo” in continua-zione, evidentemente non sa quello che vuole ed ha dei grossi problemi che nessuno (tantomeno noi) può risolver-gli. Stesso discorso per coloro che af-fermano di “bastare a se stessi”, salvo poi inondarci di comunicati stampa con “preghiera-supplica di pubbli-cazione”. Beh, noi di Lineatrad non siamo fessi, distingueremo i soggetti con cui lavorare dai soggetti da evitare accuratamente: chi non è nostro part-ner non può aspettarsi di avere spazio assicurato sul nostro media, dopotutto non chiediamo denaro in cambio.

Stiamo verificando da diversi mesi a questa parte che nel resto d’Europa esistono organizzazioni più affidabili, con i quali costruire “seriamente” in sinergia il futuro della musica folk.

In Italia purtroppo imperversa una sorta di mafia che strozza qualsiasi iniziativa sul nascere... vanifica il la-voro che da molti anni, gratuitamente, abbiamo messo sul piatto: a queste condizioni noi non ci stiamo, salviamo il salvabile nostrano e ci orientiamo su larghi orizzonti. Alcuni festival europei hanno già dato piena disponibilità alla partnership, e molti altri stanno valu-tando con interesse la possibilità; per noi è davvero un grosso passo in avanti ma siamo consapevoli che ce lo me-ritiamo e onoreremo gli impegni e gli accordi stipulati.

Naturalmente il Premio Lineatrad, dal prossimo anno, avrà maggiori pro-babilità di essere assegnato ad un fe-stival straniero piuttosto che ad uno italiano, ma non dipende da noi.

Gli echi del Premio 2017 ad Aeham Ahmad stentano ad attenuarsi... si è

trattato indubbiamente di un premio giusto dato ad una persona giusta, non avvezza a ricevere premi, che ha manifestato un irrefrenabile entusia-smo, ripreso dalle nostre telecamere, e ha dedicato pubblicamente il pre-mio alle sofferenze del suo popolo siriano... seguito da una lunghissima ovazione da parte del pubblico.

Sono momenti che non si dimen-ticano facilmente: carichi di umane emozioni, di consapevoli promesse.

Siamo tuttavia fieri di leggere che il duo Rebis (già vincitore del Premio Li-neatrad 2015), ha vinto il premio per il miglior testo al Premio Andrea Parodi, e che Giuditta Scorcelletti, sempre esaltata nelle nostre pagine, ha vinto il premio per la migliore interpretazione, e che i nostri amici Aksak Project comun-que si sono portati a casa la menzione dei concorrenti... segno inequivocabile che Lineatrad ci vede bene, sa giudi-care il valore di un artista.

Evitiamo comunque di commentare l’asso pigliatutto di quest’anno, che si è aggiudicata quasi tutti i premi in palio e

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www.lineatrad.comwww.womex.com/virtual/lineatrad

ANNO 6 - N. 57 - 2017via dei Giustiniani 6/1 - 16123 Genova

Direttore Editoriale:Loris Böhm - [email protected]

Consulente alla Direzione:Giovanni Floreani - [email protected]

Responsabile Immagine e Marketing: Annamaria Parodi - [email protected]

Responsabile Ufficio Stampa: Agostino Roncallo - [email protected]

Hanno collaborato in questo numero:Giustino Soldano, Muriel LeNy,

uffici stampa vari festivals

Pubblicazione in formato esclusivamente digitale a distribuzione gratuita

completamente priva di pubblicità.Esente da registrazione in Tribunale

(Decreto legislativo n. 70/2003, articolo 7, comma 3)

Womex 2017

ASCOLTATE SU RADIO CITTA’ BOLLATEwww.radiocittabollate.it

la trasmissione An TriskellOGNI GIOVEDÌ ALLE ORE 21:30

31—31 Eleonora Bordonaro

32—32 Recensioni albumAcadie

32—32 Recensioninovità discografiche

Lineatrad Television è realizzata sulla piattaforma

La lettura è realizzata sulla piattaforma

Partner web:

Lineatrad con il:

che davvero ha poco a che vedere con la musica folk-world... ma guardacaso è un’artista locale.

Ci sarebbe tanto da discutere su questi “contest” e sul criterio di sele-zione usato dai giurati, per far vincere sempre nomi legati all’organizzazione: Lineatrad non sarà mai loro partner.

Ma veniamo a noi: questo quarto nu-mero del 2017, uscito “di corsa” per colpa (merito) di tanti eventi, festival e rassegne di fine anno, rappresenta il nostro saluto al 2018.

Quello che non riusciamo a trasmet-tere con la web-tv, lo pubblichiamo su queste pagine, oppure creiamo una doppia versione, per chi predilige la lettura piuttosto che la visione. Per cui le recensioni e le interviste sono sem-pre presenti, mentre gli articoli li tro-vate solo sul magazine e ovviamente i concerti solo sulla tv.

La televisione in particolare sta an-dando molto bene: ogni settimana mettiamo in linea servizi, interviste, novità discografiche e concerti, per il-lustrare tutte le novità quasi in tempo

reale, diversamente dal magazine che, per colpa della periodicità, spesso non riesce ad agire con tempismo sull’in-formazione.

Non c’è da sorprendersi se tutti i prossimi nostri investimenti saranno rivolti verso le trasmissioni televisive e l’incremento delle tecnologie.

Riteniamo chiusa l’esperienza con l’applicativo That’s Music perché poco utilizzato dai lettori e per niente aggior-nato dai suoi creatori... aspettiamo un segnale di “rilancio” per riprendere la collaborazione.

Chiudo (per ora) le trasmissioni con alcune strofe propiziatorie che mi sono dilettato di scrivere.Gradirei che il duemiladiciottonon finisse in un quarantotto.Su facebook meno casottotroppe accuse di complottocon la regola del biscottoe la musica, “virtuale”, sempre sotto...La musica deve stare nel salotto:quello buono e “reale”, ecco il vero botto!Con Lineatrad, come giusto motto!

Buon autunno folkettaro! ❖

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Cronaca

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Non poteva essere una cerimonia più attesa ed esaltante, que-

sta premiazione riser-vata ad uno degli artisti più misconosciuti ed allo stesso tempo ca-rismatici della scena mondia le : Aeham Ahmad.

Il terzo premio Line-atrad, diventato ambi-tissimo tra i musicisti, è stato un evento davvero particolare; innanzitutto la cornice di pubblico, tre-pidante, attento, ed alla fine esploso in una autentica ova-zione nei confronti di questo in-credibile artista siriano-palestinese, distante anni luce dallo show busi-ness, refrattario agli atteggiamenti da star, eppure grande musicista, soprattutto grande uomo che, incu-rante della sua incolumità, ha suo-nato in zone devastate dalla guerra per dare conforto alle popolazioni oppresse dai terroristi dell’Isis.

Finora ne ha parlato solo la cro-naca internazionale come una “curiosità” quasi stravagante, ma nessuno aveva ancora pensato di premiarlo per il suo gesto artistico di grande umanità.

Conoscere questa persona è stato per me motivo di orgoglio. Il suo concerto ha letteralmente tra-scinato il compassato pubblico ge-novese, che ha cantato a squarcia-gola all’unisono fino alla fine. Così miticamente carismatico sul palco,

così timido, ossequioso e genuina-mente orgoglioso di aver ricevuto quel bel trofeo di argento lavorato nel vetro di Murano, un’opera pre-gevole ma mai tanto quanto chi l’ha ricevuta. La sensazione che ho avuto è di aver premiato davvero la persona giusta, al momento giusto.

Anche per questo motivo ho vo-luto coinvolgere Alessandra Ra-vizza, vincitrice con il duo Rebis del Premio Lineatrad 2015, che cono-sce perfettamente le lingue arabe, a pronunciare il discorso della con-segna: si è trattato quasi di un sim-bolico passaggio di testimone, una cerimonia che oltretutto ha pure portato fortuna ad Alessandra, che ha vinto il mese dopo il premio come miglior testo al Premio An-drea Parodi.

Al termine del concerto, che potete rivedere integral-

mente “on demand” sul canale Lineatrad Televi-sion, il nostro premiato ci ha sorpreso tutti... l’abbiamo ripreso con la telecamera mentre afferrava il trofeo e sollevandolo al cielo, scendeva dal palco per mesco la rs i in

mezzo al pubblico fe-stante, come se avesse

vinto un oscar.Una simile esplosione di

felicità ha contagiato il pub-blico che l’ha circondato per

congratularsi. Persino gli organiz-zatori del festival sono rimasti sba-lorditi per questo lunghissimo epi-logo di esaltazione collettiva.

Adesso, con il senno del poi, ab-biamo il dovere di far crescere que-sto Premio nel 2018, allargarlo ai festival internazionali nostri partner ed a platee prestigiose.

Chissà quale sarà il prossimo nome fortunato, e quale sarà il prossimo festival fortunato... per-ché, come ho dichiarato nella con-ferenza stampa di presentazione del Festival Musicale del Mediter-raneo 2017 (visibile su Lineatrad Television), il festival che ospita un artista premiato ha il merito di re-alizzare una programmazione arti-stica di qualità superiore rispetto a tutti gli altri festival, per cui un mo-tivo di orgoglio che equivale esso stesso ad un premio. ❖

PREMIO LINEATRAD 2017AD AEHAM AHMADIL LEGGENDARIO PIANISTA DI YARMOUK

di Loris Böhm

Il 2 settembre, alle ore 20.30nell’ambito del Festival

Musicale del Mediterraneo,partner Lineatrad

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Cronaca

Le varie fasi della premiazione:

1) il mio discorso iniziale; 2) Aeham ringrazia, osservato da Alessandra Ravizza e Davide Ferrari, direttore del festival;3) il momento della consegna del premio;4) Aeham dialoga con il pubblico, dopo il concerto;5) foto ricordo finale.

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Eventi

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Recensioni

Spettacolare riunione di amici e musicisti per fe-steggiare i quarant’anni di attività di uno dei gruppi storici più conosciuti in Piemonte: i Tre

Martelli.Durante la serata saliranno sul palco diversi musici-

sti che hanno fatto la storia di questo gruppo, e anche amici musicisti. I nomi confermati per ora sono: Fabio Rinaudo (Liguriani, Birkin Tree), Stefano Valla e Da-niele Scurati, Gianni Coscia, Silvio Peron, Ettore “Bani” Losini, Piercarlo Cardinali, Marion Reinhard, Stefano Faravelli, e gli ex-martelli: Fernando Raimondo, Clau-dio Gigli, Bernadette Da Dalt, Simone Boglia, Lorenzo “Lampo” Boioli.

Ricordiamo la loro discografia:

Lo storico gruppo Tre Martelli è in-dubbiamente una porta di accesso alle tradizioni musicali del Piemonte, dal momento che in tutti questi anni hanno riscostruito pazientemente l’eredità musicale del triangolo geografico tra le colline del Monferrato, le alture delle Langhe e la pianura alessandrina, con qualche estensione alle aree del Cana-vese e delle Quattro Province. Hanno così raccolto un imponente reperto-rio di ballate, canzoni rituali, melodie strumentali e balli tradizionali come brando, monferrina, curenta, burea, scottish, mazurka, valzer, polka e molti altri. L’accuratezza delle ricerche sul campo e l’attenzione alle va-riazioni stilistiche di questi territori, insieme all’energia dei con-certi e alla matura creatività dell’ensemble, hanno fatto guada-gnare al gruppo entusiastiche accoglienze di pubblico e di critica sfociate in numerosi concerti, tour e partecipazioni a trasmissioni radiofoniche di rilievo non solo in Italia ma anche in buona parte d’Europa.Questo album è stato esplicitamente concepito in occasione dei 40 anni dalla costituzione dei Tre Martelli. Raccoglie registrazioni

live inedite a partire dal loro primo concerto del 1977 via via fino al 2017 ed alcune registrazioni in studio realiz-zate appositamente per “40 gir” com-presa la title-track nel cui testo si cela la “dichiarazione di intenti” di questo 12° lavoro del gruppo piemontese.Estrapolare i brani da inserire nello spa-zio di un cd tra centinaia di ore di regi-strazioni live effettuate nell’arco tempo-rale di 40 anni non è stata cosa semplice e dunque si è scelto di privilegiare quelli inediti nei loro precedenti album ad ec-cezione di alcune “versioni alternative” ritenute particolarmente interessanti,

ma, soprattutto, come la band afferma: “Sono prevalsi fattori emozionali piuttosto che tecnici. Di noi c’è la storia, i ricordi, gli errori, le tristezze, le gioie, i sogni.”Chi non conosce i Tre Martelli grazie a questo cd potrà scoprirli in modo sintetico lungo tutta la loro storia e la loro evoluzione musicale.Chi già li conosce potrà apprezzare brani mai incisi in precedenza e completare una discografia imperdibile per ogni amante della musica tradizionale piemontese.

TRE MARTELLI & AMIS 40 GIR 1977-2017

Comunicato stampa

Felmay fy 824740 anni di inediti e raritàRegistrazioni dal vivo

2017 - 40 gir 1977-20172014 - Ansema2012 - Canté ‘r Paròli2005 - Tra cel e Tèra2002 - Semper Viv2000 - Car der Steili

1995 - Omi e Paiz1991 - Brüzè Carvé1987 - La Tempesta1985 - Giacu Trus1982 - Trata Birata1978 - Danza di Luglio

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Eventi

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FESTIVAL POPOLARE ITALIANO CANTI E CORDE, MANTICI E OTTONI

Comunicato Stampa

Direzione artistica: Stefano SalettiRoma - Teatro Villa Pamphilj - ingresso 5 euroDall’8 ottobre al 19 novembre: 4 domeniche (ore 11.30) tra tradizione innovazione

Torna il “Festival Popolare ita-liano - Canti, corde, mantici e ottoni” con quattro appunta-

menti la domenica mattina al Tea-tro Villa Pamphilj a Roma.

Si parte l’8 ottobre con Lucilla Galeazzi & Stefania Placidi, quindi il 22 ottobre Lamorivostri, il 5 no-vembre Canio Loguercio & Alessan-dro D’Alessandro, il 19 novembre il Cafè Loti di Nando Citarella, Stefano Saletti, Pejman Tadayon: tutti artisti della scena italiana – e non solo – che faranno conoscere la forza di una tradizione musicale che si rin-nova continuamente e mantiene intatto il suo fascino.

Il sottotitolo “Canti e corde, man-tici e ottoni” vuole testimoniare la varietà di sonorità, di strumenti e di stili che da sempre caratterizzano la musica popolare, folk, etnica, world. E’ la musica dell’incontro, capace di far dialogare tradizioni regionali differenti, ritmi e dialetti distanti, ma capaci di aprirsi al mondo e di contaminarsi creando nuovi linguaggi espressivi.

Un insieme di musiche e di sto-rie che rappresentano un patrimo-nio da tramandare e riscoprire per non perdere la memoria musicale - vero elemento identificativo di una comunità e di una nazione - ma pronto a reinventarsi, ad aprirsi al mondo, alle musiche che arrivano dai tanti migranti e artisti che vi-vono ormai stabilmente in Italia, di dialogare con le altre sponde del Mediterraneo e oltre.

Nella prima edizione, che si era tenuta al Baobab di Roma - un luogo che nasceva come centro di accoglienza per immigrati e si era trasformato anche in un centro po-liculturale - si sono alternati alcuni dei più importanti rappresentanti della scena popolare italiana, tra i quali Riccardo Tesi, Agricantus, Rocco De Rosa, Novalia, Orchestra Bottoni, Fink e Bigazzi, TaMa Trio di Nando Citarella, Mauro Palmas e Pietro Cernuto, i Kabìla, Lavinia & Semilla, Giuliana De Donno e Ga-briella Aiello, Unavantaluna, Lucilla Galeazzi, Banda Ikona, Raffaella Misiti e le Romane, Têtes de Bois.

Il Festival, con la direzione arti-stica di Stefano Saletti (polistru-mentista e compositore, alla guida della Banda Ikona e di diversi en-

semble internazionali di world mu-sic), si propone come nuovo spazio per la musica popolare, folk, etnica, world della Capitale. Un laboratorio di idee che nel nome dell’incontro e dello scambio si sta affermando come una vera e propria officina creativa.

Calendario e programma

8 ottobre 2017 ore 11.30 – Lucilla Galeazzi & Stefania Placidi: “Io vi canto” 22 ottobre 2017 ore 11.30 - Lamo-rivostri: “Rosabella e altre storie”5 novembre 2017 ore 11.30 – Ca-nio Loguercio & Alessandro D’Ales-sandro: “Canti, ballate e ipocon-drie d’ammore”19 novembre 2017 ore 11.30 – Cafè Loti: Citarella/Saletti/Tadayon “Incontri nei caffè del Mediterra-neo”

Lamorivostri

Lucilla Galeazzi

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Eventidomenica 8 ottobreLucilla Galeazzi & Stefania Placidi: “Io vi canto”

Da molti anni sulla scena nazio-nale ed internazionale, Lucilla Ga-leazzi torna ai suoi primi amori: la canzone tradizionale contadina e la canzone tradizionale urbana. Il tutto è condito dalle sue composi-zioni, cantilene, canti di protesta, canzoni d’amore e di rabbia! coa-diuvata dalla sapiente voce e chi-tarra di Stefania Placidi.

domenica 22 ottobreLamorivostri: “Rosabella e altre storie”

Tre voci, tre modi di essere ar-tiste, tre sguardi sul mondo della musica tradizionale italiana, rom, d’autore, popolare. Con Lavinia Mancusi (voce, violino, chitarra, percussioni), Monica Neri (orga-netto, lira calabrese, ciaramella, percussioni), Rita Tumminia (orga-netto, voce, percussioni)

domenica 5 novembreCanio Loguercio & Alessandro D’A-lessandro: “Canti, ballate e ipo-condrie d’ammore”

Un concerto colto e popolare di “ballate e canzoni d’ammore” a fil’e voce fra struggimenti, giaculatorie, smarrimenti. Il mondo visionario-

elettrico di Canio Loguercio, autore e interprete in scena, rivisitato da Alessandro D’Alessandro, autore degli arrangiamenti, in chiave acu-stica e loops ritmico-melodiche. Vincitori del Premio Tenco 2017 nella sezione dialetto.

domenica 19 novembreCafè Loti: Citarella/Saletti/Tadayon “Incontri nei caffè del Mediterra-neo”

Tre musicisti da anni impegnati nella ricerca sulle musiche popolari del Mediterraneo e dell’Oriente, si incontrano in un progetto che di-venta un ponte tra musica “colta” e popolare. Con Nando Citarella (voce, tammorre, chitarra bat-tente), Stefano Saletti: (bouzouki, oud, voce), Pejman Tadayon (saz, oud, setâr, ney, voce). ❖

Teatro Villa Pamphilj Villa Doria Pamphilj Via di San Pancrazio 10 - P.zza S. Pancrazio 9/a,  00152 ROMA Orario segreteria: dal martedì alla domenica dalle 10,00 alle 18,00Info e prenotazioni: tel. 06 5814176 dal martedì alla domenica - [email protected] a teatro: BUS 870 – 982 – 44 – 44F - (e nelle vicinanze 710 e 871) FM 3 (Roma/Viterbo) fermata Quattro VentiUfficio stampa: Fabiana Manuelli - [email protected]

Cafè Loti: Citarella/Saletti/Tadayon

Canio Loguercio & Alessandro D’Alessandro

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Eventi

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UVERNADA 2017:IL FESTIVAL

Comunicato Stampa

L’anteprima il 31 ottobre 2017 Teatro Concordia, VenariaDal 2 al 5 novembre 2017 - La Festa!Antico Palazzo Comunale e Pala CRS - SaluzzoMusica & Concerti - Cibo del Territorio - Birre Artigianali - Liuteria - Stage

Dopo un’estate di grande mu-sica nelle Terre del Monviso, Occit’amo lancia la sua coda

autunnale. Un’anteprima torinese, una notte di danze dal profondo sud alle Alpi, con un’anima elettro-nica, e quattro giorni di grande mu-sica a Saluzzo, la città che accoglie per il terzo anno di fila la kermesse autunnale.

Musica, gusto del territorio e le birre artigianali, le danze, la liu-teria, insomma, una grande festa d’autunno!

Gli ospiti, nuovamente, interna-zionali. Il vento balcanico continua a soffiare – dopo il grande successo estivo di Goran Bregovic – e da Sa-rajevo arriva iL fenomeno Dubioza Kolektiv. Al loro fianco Africa Unite System of a Sound saranno prota-gonisti di un live + dj set per offrire alla serata i suoni dub del più im-portante e longevo gruppo reggae italiano. E non solo, Velhada occi-tana, dall’entroterra di Nizza i Fifres e tambours dau pais nissart, dalla Valle Susa gli Autre Chant, le star del balèti d’oltralpe Castanha é Vi-novèl, dalla Valle Vermenagna i So-nadors, e ovviamente LOU DALFIN. Domenica, come da tradizione, la maratona del ballo con i varaitini Paure Diau, i provenzali Ben Aqui e, invitato d’eccezione, il Trio Pa-trick Bouffard capitanato dal “ghi-rond-hero” che ha rivoluzionato il metodo bourbonnais di suonare la ghironda.

Il Pala CRS sarà per tre giorni non soltanto la capitale della musica occitana ma anche il luogo dove gustare i sapori delle terre del Mon-viso – con il servizio FOOD e BIRRE ARTIGIANALI - e il punto d’incon-tro dell’artigianato, con alcuni tra i migliori liutai italiani e francesi che porteranno a Saluzzo i loro labora-tori e mostreranno il proprio lavoro. Stage di danza con la regina del ballo occitano Daniela Mandrile, la-boratorio di Tamburi a Cornice del Sud Italia e del Mediterraneo  con Simone Campa  per chiudere il fitto programma.

Non mancherà un “fuori porta” con l’anteprima al teatro Concordia di Venaria: una serata dedicata alla musica tradizionale … reinventata. Elettronica e dub di Gran Bal Dub e Claudio Cavallo saranno le protago-niste di una sfida nord-sud, con la pizzica de La Paranza del Geco ad aprire le danze.

27 anni di FESTA LOU DALFIN, 6 di UVERNADA!

L’Uvernada cresce ancora. Con l’edizione 2017 si giunge alla se-sta edizione dell’appuntamento autunnale, sei anni in cui la Festa di Lou Dalfin (quest’anno è la ven-tisettesima) è divenuta l’appunta-mento intorno al quale le genti oc-citane, e non solo, si ritrovano per una grande rassegna di musica e danza.

La Festa dei Lou Dalfin saluta i festin estivi per omaggiare la sta-gione fredda in arrivo. Prima del tempo delle veglie nelle stalle, ecco un grande raduno, in uno spazio simbolico, che diviene cuore delle Terre del Monviso. Al Pala CRS tre giorni con i sapori del territorio e le birre artigianali!

L’ospite “balcanico” I Dubioza Kolektiv è il gruppo musicale un-derground più noto in Bosnia Erze-govina. Si formano nel 2003 e uno dei fattori che ha sempre contribuito alla loro inesauribile spinta creativa è la necessità di dar voce alle pro-blematiche sociali del loro paese e allo stesso tempo l’esigenza di por-tare fuori dai confini nazionali le tradizioni balcaniche, spogliate da tutti quegli stereotipi che i media esteri hanno coltivato. I Dubioza Kolektiv non sono la solita band da balkan music, piuttosto li si può paragonare a un’esplosiva miscela di balkan e attitudine punk con in-fluenze indo-pakistane e accenni all’elettronica. In ogni caso il risul-tato finale è assolutamente vincente e i numeri parlano chiaro: il singolo “Free Mp3 (The Pirate Bay Song)”, tratto dall’ultimo album “Happy ma-chine”, ha raggiunto, in poche setti-mane, più di 3 milioni e mezzo di vi-sualizzazioni su Youtube diventando una vera e propria hit. “Happy Ma-chine”, uscito il 5 febbraio 2016, è il settimo album della band e vede la partecipazione dell’icona no global Manu Chao, che presta la voce nel brano “Red Carpet” e di Roy Paci, che compare nel brano di chiusura dell’album, una rivisitazione molto particolare di “24.000 baci” di Adriano Celentano.

Occit’amo Festival porta con sé una scia, una chiusura di stagione delle danze e dei canti Viene nei giorni della festa di LOU DALFIN, si chiama UVERNADA

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EventiLa formula: un fine settimana per conoscere le terre occitane

Uvernada quest’anno si pone a cavallo tra San Martino e il lungo fine settimana che lo segue. Ecco così che il Festival potrà essere oc-casione per una gita nelle Terre del Monviso.

I Musei di Saluzzo - Antico Pa-lazzo Comunale, Pinacoteca, Torre Civica, Casa Pellico, Castiglia, Museo della Civiltà Cavalleresca, Museo della Memoria Carcera-ria, Museo Civico Casa Cavassa -, gli agriturismi del territorio, le lo-cande delle vallate circostanti per brevi gite fuori porta… aspettando la musica. Ecco il ricco menù di un’offerta che ripropone il format estivo del Festival Occit’amo, tanto apprezzato dal pubblico. Coloro che dall’Italia e dall’Europa sce-glieranno questa meta ai piedi del Monviso non avranno soltanto mu-sica serale, ma potranno godere di un pacchetto che include il buon cibo della tradizione occitana in decine di osterie e ristoranti, il ter-ritorio con escursioni nelle vicine vallate o nella pianura con i suoi centri storici, le bellezze architetto-niche che narrano gli antichi fasti della Capitale del Marchesato e la storia medievale (dall’Abbazia di Staffarda al Monastero di S. Maria della Stella a Rifreddo).

Martedì 31 novembre – Teatro Concordia – ingresso unico € 12Giovedì 2 novembre – Antico Palazzo Comunale – ingresso gratuitoVenerdì 3 sabato 4 novembre - Pala CRS

Food e Birre Artigianali delle Terre del MonvisoIngresso Intero € 10Ingresso gratuito per i bambini sotto i 10 anniDomenica 5 novembre – PALA CRS – ingresso unico € 5Prevendite circuiti TICKETONE, PIEMONTETICKET e VIVATICKETInfo www.occitamofestival.it Facebook @occitamo @uvernada @loudaldin @fondazioneamletobertoniFondazione Amleto Bertoni, piazza Montebello 1, SaluzzoTel. 0175-43527 Cell. 346-9499587 - www.fon-dazionebertoni.it

Stage & Laboratori

SABATO 4 NOVEMBRE 2017Fondazione Amleto Bertoni, Piazza Montebello 1 / Saluzzo (CN)orario: 15.30/18.00

Daniela Mandrile nata a Caraglio in Valle Grana, a partire dalla fine degli anni 70 ha svolto attività di studio e diffusione nel campo della danza occitana. 

Con oltre 30 anni d’esperienza e centinaia di corsi al suo attivo, Da-niela Mandrile è la prima ad aver codificato l’insegnamento e avviato un percorso di ricerca e divulga-zione delle danze occitane. Par-tendo dalle valli occitane, passando per la Provenza fino alla Guasco-gna e arrivando alle zone basche-occitane, Daniela Mandrile guiderà gli allievi in un viaggio a passo di danza, svelando segreti e tradi-zioni di un patrimonio vasto e ricco, quale quello delle danze occitane.

Stage di Danze di Langue-doc e Guascogna: LA CALHA, LOU BRANLOU, LA MAZURCA TUORTA, LOU CONGOS ISCRIZIONI telefoniche DANIELA MANDRILE – tel 339 7950104Costo € 10 (il pagamento avverrà direttamente allo stage)

SABATO 4 NOVEMBRE 2017Scuola APM Alto Perfezionamento Musicale / Sa-luzzo (CN)orario: 10.00/13.00 - 15.00/18.00

Laboratorio di Tamburi a Cornice del Sud Italia e del Mediterraneocon Simone Campa

Un percorso laboratoriale pratico e teorico di studio sia specifico sia comparativo dei vari strumenti, de-dicato ai tamburi a cornice dell’area del Mediterraneo. Stili e ritmi tradi-zionali e tecniche contemporanee. 

Si apprenderanno nozioni base e intermedie, secondo il livello di preparazione del singolo parteci-pante, del tamburreddhu - tambu-rello salentino (pizzica pizzica del Salento e della Bassa Murgia), del tamburello nella Calabria, Sicilia, Basilicata, del  tammurro (tam-

morra) dell’area vesuviana e cam-pana. Si analizzeranno e confronte-ranno diversi tamburi a cornice del Mediterraneo come il daf (Turchia e Iran), il defi (Grecia), ed il bendir (Maghreb e Nordafrica). 

Si affronteranno inoltre i fonda-menti dell’utilizzo funzionale dei tamburi a cornice del Sud Italia per l’accompagnamento al ballo ed al canto (ballo sul tamburo vesuviano, pizzica pizzica, sonu a ballo Aspromontano), e l’orche-strazione con le percussioni tradi-zionalmente abbinate: castagnette napoletane e castagnola pugliese, cimbali, sonagli, sistri ed oggetti di uso quotidiano utlizzati come stru-menti quali cucchiai in legno e me-tallo, bicchieri e bottiglie. 

L’organizzazione fornirà uno strumento (tamburo a cornice) a chi non ne fosse provvisto, previa richiesta all’atto dell’iscrizione. Il laboratorio è adatto a qualsiasi li-vello di preparazione, da segnalare all’atto dell’iscrizione: il percorso di apprendimento sarà personalizzato e prevederà momenti di studio sia individuale sia di gruppo. ISCRIZIONI telefoniche presso FONDAZIONE AM-LETO BERTONI – tel. 0175-43527Costo € 50  (il pagamento avverrà la mattina stessa dello stage)Vi è la possibilità, previo prenotazione, di acqui-stare tamburelli salentini o tammorre napoletane.

Simone CampaMusicista, percussionista, direttore arti-

stico, attore e performer, ricercatore, suo-noterapeuta. 

Fonda nel 1999 la Compagnia Artistica La Paranza del Geco di Torino, di cui è di-rettore artistico e musicista, con cui si esi-bisce in tutta Italia ed in Europa, Africa e

Africa Unite System of a Sound

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Medio Oriente realizzando oltre 800 spetta-coli e concerti.

È attivo in ambito teatrale curando, diri-gendo ed interpretando musiche di scena e sonorizzazioni con percussioni e strumenti musicali acustici: ha lavorato con l’attore e regista statunitense John Turturro (Fiabe Ita-liane / Italian Folk Tales - produzione Teatro Stabile Torino, 2010), il regista Cesare Lievi ed il compositore Germano Mazzocchetti (Leonce und Lena - produzione TPE Teatro Piemonte Europa, 2016), l’attore Silvio Or-lando (La Vita Davanti a Sé di R.Gay - pro-duzione Il Circolo dei Lettori / Festival Torino Spiritualità 2017), gli attori Maria Amelia Monti, Alessio Boni ed il drammaturgo Edo-ardo Erba (Lo Stesso Mare - produzione CMC Nido di Ragno, 2017), il regista e at-tore di Commedia dell’Arte Antonio Fava. 

È ideatore e direttore di numerosi progetti artistici di Commedia dell’Arte in chiave musicale, teatro di strada, carnival parade (Carrus Navalis/The Ship of Fools - copro-duzione Shademakers UK e The London Mayor’s Thames Festival 2010; Korsanlar/Parata Pirata - produzione Izmir Interna-tional Theatre Festival 2015) e world mu-sic (AFROTARANTA - sostenuto dalla Co-operazione Internazionale della Regione Piemonte, 2003 e Om Kosmos Genesthai - produzione Torino Spiritualità 2015), in cui le arti tradizionali italiane sono punto di partenza per un incontro ed un dialogo artistico, multidisciplinare ed interculturale con le tradizioni europee ed extraeuropee. Ha partecipato come rappresentante della musica tradizionale italiana ad importanti festival internazionali di cinema e di folklore (Fesfop - Louga, Senegal 2009 e 2010; Fe-stival Cinéma Méditerranéen de Bruxelles 2014; Festival de Fès de la Culture Amazigh - Fes, Marocco 2016).

La sua esperienza nel settore lo ha por-tato a realizzare per la Commissione Euro-pea una conferenza sul tema “Performing Arts and Traditional Music as tools of inter-cultural dialogue and mutual understan-ding - Le Arti Performative e le Musiche Tradizionali come strumento di dialogo in-terculturale” in occasione del Meeting In-ternazionale dell’Erasmus+ Project, svolto presso il Parlamento Europeo a Bruxelles (Belgio, gennaio 2017). Ha tenuto lezioni di musica popolare italiana e arti tradizio-nali presso il MIM Musée des Instruments de Musique di Bruxelles (Belgio), la Biblio-theca Alexandrina (Alessandria d’Egitto), il Conservatorio G.F. Ghedini di Cuneo (Italia), la Facoltà di Lettere dell’Università di Cra-covia (Polonia), l’Izmir Akdeniz Akademisi - Accademia del Mediterraneo di Izmir ed EGE University (Turchia). 

Ha ideato e diretto concerti, performance e street parade per Slow Food (opening ce-remony di Terra Madre - Salone del Gusto 2014 e 2016, Cheese 2015). Ha svolto studi e ricerche “sul campo” legate a tradi-zioni musicali e coreutiche etniche e rituali in Italia, Senegal, Marocco, Turchia, Egitto, approfondendo le tradizioni spirituali sufi e gnawa e la cultura pre-cristiana e pre-islamica del Mediterraneo. Collabora stabil-mente con Università, Consolati e Istituti di Cultura Italiana, Conservatori e Festival in Italia, Francia, Belgio, Inghilterra, Turchia; con antropologi, terapeuti ed insegnanti di discipline olistiche ed orientali sviluppando percorsi di utilizzo terapeutico e curativo del Suono (La Tarantola: il Ritmo del Co-smo Interiore con lo specialista di ipnosi regressiva Alfonso Crosetto - produzione il Circolo dei Lettori 2016). E’ inoltre idea-tore e direttore artistico del primo festival di musica e cultura pugliese del Piemonte

Torino Attarantàta, sostenuto dalla Regione Piemonte e dalla Città di Torino, giunto nel 2017 alla sua undicesima edizione. Si è esibito in Belgio, Grecia, Portogallo, Francia, Inghilterra, Germania, Svizzera, Olanda, Polonia, Egitto, Montecarlo, Tur-chia, Marocco, Montenegro, Senegal. 

Dal 1995 studia ed approfondisce nume-rosi strumenti della tradizione popolare ita-liana: canto, polifonie tradizionali e chitarra battente con il liutaio, musicista e ricerca-tore Mario Grimaldi (Mesoraca, Crotone), lira calabrese con l’antropologo e musicista Ettore Castagna (Re Niliu - Cosenza, Cala-bria), canto, polifonie d’Occitania e tamburi a cornice del Maghreb con Manu Therón (Lo Cor de La Plana - Marsiglia, Francia), tecniche vocali e canti tradizionali del Sud Italia con Anna Cinzia Villani (Maglie, Pu-glia) e Dario Muci (Puglia), canto tradizio-nale e tamburello salentino con Giancarlo Paglialunga (Nardò, Puglia), organetto dia-tonico con Massimiliano Morabito (Cister-nino, Puglia), canti e musiche tradizionali del Gargano con i musicisti del Progetto Calalasera (Gargano, Puglia), della Murgia con Gianni Amati, balli tradizionali dell’A-spromonte Meridionale e della Valle del Sant’Agata con Agata Scopelliti (Cataforío, Calabria), strumenti, balli e tradizioni vesu-viane e campane con gli studiosi Lello D’A-jello e Anna Perrotta (Napoli), il suonatore Raffaele Inserra (Gragnano, Napoli), i musi-cisti Damadakà (Napoli).

Ha studiato musica jazz e sax tenore, contralto, soprano e baritono alla Scuola Civica / Corsi di Formazione Musicale della Città di Torino con i jazzisti Carlo Actis Dato, Alfredo Ponissi, Susanna Gramaglia, Igor Sciavolino. Maggiori informazioni su www.simonecampa.com

31 ottobre 2017 – dalle ore 21.00Teatro Concordia - Venaria Reale, Corso PucciniOre 21.00 - SIMONE CAMPA & LA PARANZA DEL GECO quintetto acusticoOre 22.30 - SERGIO BERARDO & MADASKI - GRAN BAL DUBOre 23.30 - MASCARIMIRI in PIZZICA DANCE HALL PARTY pizzica elettronica Ore 00.30 - Clash! MASCARIMIRI vs. GRAN BAL DUB

2 novembre 2017, ore 21.00 Antico Palazzo Comunale, Salita al Castello - Sa-luzzo

Velhada occitanaUna serata d’altri tempi tra storia, musica

e parole. L’idea è di fare un salto nella tradizione

occitana delle valli alpine, raccontando le serate che si passavano nella stalla, le ve-glie tradizionali in cui si faceva trascorrere il tempo tra racconti, canzoni e musiche. Un gruppo di suonatori e cantori delle valli accompagneranno il pubblico in un viag-

Lou Dalfin

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Eventigio attraverso la cultura occitana nel suo aspetto musicale. Strumenti del territorio alpino - violini, clarinetto, fisarmonica, or-ganetto e ghironda - per arrivare all’Occita-nia “grande” con le cornamuse, gli oboi, i flauti, galobet e fifre.

Alcuni musicisti Lou Dalfin faranno da padroni di casa - Sergio Berado, Dino Tron, Chiara Cesano – e introdurranno altri mem-bri di gruppi delle vallate.

La serata sarà aperta con la consegna della bandiera verde di Legambiente “Caro-vana delle Alpi 2017” all’Unione Montana Valle Maira da parte di Vanda Bonardo, responsabile nazionale Alpi Legambiente.Ingresso gratuito

3 novembre 2017, dalle ore 19.00 Pala CRS, SaluzzoAfrica unite system of a soundDubioza kolektiv

AFRICA UNITE SYSTEM OF A SOUND è un viaggio, un dialogo tra le due teste pensanti di Africa Unite. Due stili di intendere la mu-sica messi a confronto in un clash che al-terna le selezioni di Bunna alle elaborazioni live dub delle stesse da parte di Madaski. Reggae, roots, dub, elettronica, unite sotto il comune denominatore del sound che, da sempre, ha influenzato la loro produzione musicale. Gran profusione di basse fre-quenze con costante attenzione al far muo-vere la dance hall.

I DUBIOZA KOLEKTIV si formano nel 2003 e uno dei fattori che ha sempre contribuito alla loro inesauribile spinta creativa è la ne-cessità di dar voce alle problematiche so-ciali del loro paese, la Bosnia, e allo stesso tempo l’esigenza di portare fuori dai con-fini nazionali le tradizioni balcaniche, spo-gliate da tutti quegli stereotipi che i media esteri hanno coltivato. I Dubioza Kolektiv non sono la solita band da balkan music, piuttosto li si può paragonare a un’esplo-siva miscela di balkan e attitudine punk con influenze indo-pakistane e accenni all’elettronica. In ogni caso il risultato fi-nale è assolutamente vincente e i numeri parlano chiaro: il singolo “Free Mp3 (The Pirate Bay Song)”, tratto dall’ultimo album “Happy machine”, ha raggiunto, in poche settimane, più di 3 milioni e mezzo di vi-sualizzazioni su Youtube diventando una vera e propria hit. “Happy Machine”, uscito il 5 febbraio 2016, è il settimo album della band e vede la partecipazione dell’icona no global Manu Chao, che presta la voce nel brano “Red Carpet” e di Roy Paci, che compare nel brano di chiusura dell’al-bum, una rivisitazione molto particolare di “24.000 baci” di Adriano Celentano.Ingresso unico € 10Prevendite online sui circuiti ticketone, PIEMON-TETICKET e VIVATICKET

Vendita diretta presso la Fondazione Amleto Ber-toni (senza costi di prevendita) Vendita diretta alle casse di UVERNADA 2017Ingresso gratuito ai bambini sotto i 10 anniPortatori di Handicap – ingresso a pagamento + accompagnatore omaggioLocal Food delle Terre del Monviso e Birre Arti-gianali al Pala CRS per l’intero festival

4 novembre 2017, dalle ore 19.00 – Pala CRS, SaluzzoFifres e tambours dau pais nissart - Autre Chant Castanha é vinovèl - SonadorsLou Dalfin

I FLAUTI E TAMBURI fanno parte dell’an-cestrale tradizione del paese nizzardo, delle valli interne più precisamente. Questa pra-tica musicale in realtà non si è mai persa ma negli ultimi due decenni ha subito una rinascita grazie a molti giovani musicisti che hanno deciso di reinventare il reperto-rio. E così queste street band declinate alla provenzale hanno ripreso linfa e diffuso la loro effervescenza artistica ben al di fuori della loro regione.

AUTRE CHANT Il gruppo nasce nel 2011 dall’incontro dei fratelli Rizzo con l’organet-tista e occitanista chiomontino Alessandro Strano. La sorprendente intesa musicale fra i tre fa sì che già dalle prime prove si rie-sca a trovare una scaletta divertente sia per chi ascolta e sia per chi balla. Nell’estate 2012 collabora con il gruppo anche Ilario Olivetti, che porta con sè una ventata di no-vità sonore. Nel 2014 si uniscono Alessan-dro Zolt con vari strumenti folk e Erica Fa-zion al violino, e infine nel 2015 avviene la svolta elettrica con Martina Sangrali al basso e Giancarlo Abaldo alla batteria... Dopo un

primo disco autoprodotto uscito nel 2016 subentra Ivano Roberto alla batteria.

CASTANHA É VINOVÈL, duo di musici-sti della regione di Beziers nato nel 2007, propone canzoni e arie da danzare del re-pertorio tradizionale occitano. Ghironda, fisarmonica, canto e ritmi si fondono in un suono che segue il puro spirito del ballo popolare. Castanha é Vinovèl incitano e invitano alla danza un pubblico multigene-razionale. Fin dai loro primi live, grazie alla formula innovativa e frizzante ideata, sono diventati le star dei balèti di tutta la regione occitana francese.

SONADORS Dalla Valle Vermenagna Dario e Roberto Avena riunisco intorno a sé una big band di musicisti che si pone in quel solco ancestrale di instancabili animatori di Feste dei Coscritti, Feste delle Leve, Matri-moni e Festin della loro enclave. Da tempo immemore a Vernante e negli altri paesi si suonano fisarmonica e clarino e si ballano courenta e balet. Non soltanto per il pub-blico esterno, per i turisti, ma per la propria soddisfazione o gioia e divertimento perso-nale quasi come momento liberatorio dove ognuno ritrova se stesso, il proprio paese, la propria storia, la propria lingua ance-strale. E quella gioia la percepisci dai sorrisi dei ballerini, dall’allegria dei suonatori: non musi lunghi, seri, distaccati ma ragazzi sor-ridenti, orgogliosi di far vedere cosa hanno trasmesso loro i propri antenati.

LOU DALFIN Fondato da Sergio Berardo, il gruppo nasce nel 1982 con l’obiettivo di rivisitare la musica tradizionale occitana. Una “line-up” acustica (ghironda, fisarmo-niche, violino, plettri, clarinetto, flauti) e un repertorio di brani storici e popolari – sia strumentali che vocali - caratterizzano il percorso artistico della formazione origina-ria. Con quest’approccio vengono registrati due LP: “En franso i ero de grando guero”

Gran Bal Dub

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nel 1982 e “L’aze d’alegre” nel 1984. Dopo uno stop di 5 anni, Lou Dalfin “resuscita” nell’autunno del 1990: Sergio riunisce at-torno a sé vari musicisti delle più diverse estrazioni musicali - folk, jazz e rock. L’inizio di questa seconda esperienza ha rappre-sentato il naturale momento di transizione del gruppo dalla formula acustica a quella attuale. Accanto agli strumenti più tipici della tradizione - vioulo, pivo, armoni a se-mitoun, pinfre, arebebo, viouloun, ecc. – vengono introdotti basso, batteria, chitarra e tastiere. È il nuovo suono di Lou Dalfin che cela un ideale e un fine esplicito: ren-dere la tradizione occitana fruibile dal mag-gior numero di persone, perché le radici culturali di pochi divengano patrimonio di tutti. Oggi, dopo 34 anni di carriera, 12 al-bum realizzati, un impressionante numero di collaborazioni e più di 1300 concerti, Lou Dalfin si sta dedicando alla nuova avventura discografica “Musica Endemica” che ha vi-sto la luce il 1 aprile 2016 e a collaborazioni prestigiose: la musica occitana incontra l’elettronica nell’E.P. Gran Bal Dub. Il pro-getto nasce da un’idea di Sergio Berardo e Madaski, co-fondatore degli Africa Unite e uno dei più grandi esponenti della musica elettronica nella sua versione dub. Ingresso unico € 10

Prevendite online circuito TICKETONE e PIEMON-TETICKET Vendita diretta presso la Fondazione Amleto Ber-toni (senza costi di prevendita)Vendita diretta alle casse di UVERNADA 2017 - Ingresso gratuito ai bambini sotto i 10 anniPortatori di Handicap – ingresso a pagamento + accompagnatore omaggioLocal Food delle Terre del Monviso e Birre Arti-gianali al Pala CRS per l’intero festival

5 novembre 2017 – Pala CRS, Saluzzodalle ore 10.00 – expo liuteriadalle ore 15.00 – i concerti Paure Diau - Ben Aqui - Patrick Bouffard

PAURE DIAU è un gruppo di Musica Oc-citana nato a metà del 2015. Ideato ini-zialmente da Lorenzo Giusiano con Valerio Levet, residenti nella media e alta Valle Va-raita e con il nome di “Esprit Rebel” (Spi-rito Ribelle), successivamente con l’acqui-sizione di Elia Dutto e Elena Berardo si è cambiato il nome in Paure Diau. Dopo varie vicissitudini, verso la metà del 2016 si sono aggiunti il chitarrista Francesco Cotta e il bassista Paolo Gastaldi. Con le nuove ac-

quisizioni e con il tempo il gruppo si è piano piano amalgamato e unito, anche grazie al fatto che i ragazzi si conoscessero già in parte fuori dall’ambiente musicale.

Definito da alcuni il “ghirond-hero” per eccellenza PATRICK BOUFFARD è senza dubbio uno dei più significativi suonatori di ghironda in Francia; originario dell’Au-vergne, porta avanti la tradizione dell’uso di questo strumento fin dal 1975. Estimatore dei virtuosismi chitarristici di Angus Young tende a trasporre quello stile al suo stru-mento nella ricerca di quella brillantezza e di quel groove che richiamano i bassi della fisarmonica e i bordoni della cornamusa. Una star nel mondo della musica folk, una chicca che mancava all’Uvernada! ❖Ingresso unico € 5Vendita diretta alle casse di UVERNADA 2017Local Food delle Terre del Monviso e Birre Arti-gianali al Pala CRS per l’intero festivalInfo www.occitamofestival.it Facebook @occitamo / Instagram occitamofestival@uvernada / @loudalfin / @fondazioneamletobertoniFondazione Amleto Bertoni, piazza Montebello 1, SaluzzoTel. 0175-43527 Cell. 346-9499587 - www.fondazionebertoni.it

Patrick Bouffard

Dubioza Kolektiv Banda Briga

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IL FESTIVAL DEI CANTI DI MARE DI PAIMPOL FESTEGGIA IL SUO TRENTENNALE

Comunicato Stampa

2-3-4 agosto 2019sono le dateda non dimenticare

Quest’anno ci siamo propo-sti come media-partner del Festival du Chant de Marin

de Paimpol, trovando subito entu-siasmo da parte degli organizzatori, che evidentemente avevano trovato in Lineatrad un interlocutore serio e professionale... Come tutti sanno, ne è scaturita una collaborazione significativa, culminata con la tra-sferta in Bretagna e la produzione di un lungo documentario ad illu-strare le fasi salienti del festival di quest’anno, visibile integralmente su Lineatrad Television.

Si è trattato di amore a prima vista, tra noi e la meravigliosa cit-tadina portuale di Paimpol, la sua gente appassionata, civile, gentile, l’incantevole isola di Brehat, rag-giungibile con circa mezz’ora di tra-ghetto, l’impeccabile (direi pignola) organizzazione curata dall’associa-zione del Festival e dal suo Presi-dente Pierre Morvan.

Tornare in Italia con gli occhi lucidi e un senso di nostalgia per il breve periodo di soggiorno tra-scorso, è stato il logico risultato.

Da quel momento in poi si è lavo-rato per consolidare il partenariato, che già è ufficiale per la prossima edizione. Questa volta saremo pre-senti 24 ore su 24 con tutta l’attrez-

zatura, seguiremo le riunioni, par-teciperemo al galà finale.

Considerando poi che il Presi-dente Pierre Morvan vuole fare un super-festival con i migliori artisti in circolazione, è probabilissimo che il Premio Lineatrad 2019 sia con-segnato proprio in questo festival bretone.

I percussionisti giapponesi Gocoo, l’11 agosto

Il mitico gruppo tuareg Tinariwen, il 13 agosto

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EventiVeniamo dunque al comunicato del Presidente,

per presentare la prossima edizione del trentennale.Dall'Africa alle Americhe, dai paesi celtici alle

strade dell'oriente, dal sud alle isole, il Festival dei canti di mare e della musica dei mari del mondo ha già fatto viaggiare molto, e ancor più fatto sognare... Per la prossima edizione (2, 3 e 4 agosto 2019), vi proponiamo di dare una rapida occhiata allo spec-chietto retrovisore per un... "BEST OF"

Il prossima edizione è quella dei 30 anni del Festi-val, fondato nel 1989. Per celebrare adeguatamente l'anniversario, il Festival dei canti di mare vuole rivi-sitare i migliori momenti delle sue programmazioni che si sono evidenzati nel porto di Paimpol e entu-siasmando gli spettatori, edizione dopo edizione.

Una sorta di viaggio spaziometrale, questa volta, per un "best-of", come si dice in inglese ed anche in bretone! Senza nostalgia, ma con un forte desiderio di rivivere alcuni momenti festivalieri privilegiati... e la volontà di immaginarne degli altri per i prossimi 30 anni!

Una piccola retrospettiva che, naturalmente, non escluderà le novità e le scoperte che saranno an-cora la peculiarità del festival di Paimpol. Ancora una volta, il Festival sarà dedicato a viaggiare, ai sogni e alle fughe, ad incontrare, alla gioia e all'alle-gria, ai paesaggi ... con sempre gli stessi valori che sono il radicamento e l'apertura.

Sul programma, la world music, le canzoni dei marinai, la musica bretone e il festoù-noz ... e gli "artisti di strada" diventano un mar-chio di fabbrica di Paimpol. Per non parlare delle mo-stre, delle animazioni per i giovani, delle degustazioni dei prodotti locali ... e delle duecento barche tradizio-nali, allo stesso tempo at-tore e magnifico scenario del Festival.

Il Festival dei canti di mare, il quarto Festival della Breta-gna per importanza, ti dà ap-puntamento per la sua quat-tordicesima edizione Venerdì 2, Sabato 3 e Domenica 4 Agosto 2019 presso il porto di Paimpol. Per un trenten-nale memorabile! ❖

Sopra e sotto, scorci del porto invaso da 200 imbarcazioni storiche e dal pubblico di 150.000 visitatori

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UNA CHITARRA TRA NAPOLI E IL MONDO

Comunicato Stampa

Conversazioni con Mauro Di Domenicoa cura di Donato ZoppoRogiosi Editore(152 pagine, euro 20.00 – cd allegato)Prefazioni di Ennio Morricone e Michelangelo Iossa

Una chitarra in riva al mondo: Mauro Di Domenico si racconta in un nuovo libro

Ennio Morricone, Massimo Ra-nieri, Pino Daniele, Eugenio Ben-nato, Inti-Illimani, Nuova Compagnia di Canto Popolare, Mauro Pagani, Phil Manzanera, Giancarlo Giannini, Luis Sepulveda, Roberto De Simone, Nicola Piovani, Giuseppe Tornatore, Phil Palmer, Maurizio Scaparro: tutti questi grandi artisti sono una piccola parte dei nomi con cui Mauro Di Domenico ha suonato nel corso della sua lunga attività. Avvicinarsi alla vicenda artistica di Mauro Di Domenico significa sco-prire un oceano di collaborazioni e amicizie in Italia e all’estero, con lavori nel mondo della discografia, del teatro e del cinema, da Roberto Vecchioni a Elvio Porta, da Arisa a Mariano Rigillo. Significa scoprire una storia musicale ricchissima, nata nella sua Napoli con il papà, il famoso tenore Lello Di Domenico, e cresciuta in giro per il mondo, sem-pre accanto alla fedele chitarra.

Venerdì 29 settembre 2017 – in concomitanza con la presentazione ufficiale alla Settima Edizione della Mostra Rock! al Palazzo delle Arti di Napoli – Rogiosi Editore pubblica Una chitarra tra Napoli e il mondo: conversazioni con Mauro Di Do-menico, a cura di Donato Zoppo. È un libro ricco ed emozionante che viaggia tra ricordi, aneddoti, testi-monianze e riflessioni del popolare chitarrista napoletano, raccolti da Zoppo in una lunga e appassionata conversazione nella quale l’artista si è messo a nudo, raccontando quasi mezzo secolo di carriera, dalla formazione avvenuta a Napoli con il maestro Eduardo Caliendo ai più recenti progetti dedicati a Ennio Morricone e Pino Daniele.

Allievo prediletto di mostri sa-cri della chitarra del ‘900 come Eduardo Caliendo e Alirio Diaz, da-gli anni ’70 ad oggi Mauro Di Do-menico ha lavorato con i grandi, diventando uno dei più stimati e affidabili chitarristi italiani, studioso e conoscitore sopraffino delle mu-siche popolari, in particolare quelle latino-americane che ha approfon-dito negli anni ‘80 e ‘90 in giro per il mondo con i gloriosi Inti-Illimani. Una chitarra tra Napoli e il mondo approfondisce tutto il suo percorso, dall’apprendistato negli anni ‘70 al trionfale lavoro sulle musiche di Ennio Morricone, dagli anni ‘80 con Musicanova, Eugenio Bennato, Maurizio Scaparro e Elvio Porta al ventennio di musica con Massimo Ranieri, dalla straordinaria espe-rienza con Mauro Pagani fino all’ul-timo progetto – ancora inedito – de-

dicato alla musica di Pino Daniele, con il quale Mauro ha avuto un sin-cero rapporto di amicizia e stima.

Richiestissimo come accompa-gnatore (“l’accompagnatore ide-ale”, lo ha definito Morricone, che ha anche composto per lui il brano Non telefonare), Di Domenico ha deciso di aprire lo scrigno delle me-morie e di raccontarsi: lo ha fatto in testo avvincente, arricchito da foto storiche (tutti scatti inediti prove-nienti dal suo archivio privato) e un cd allegato. Il disco contiene rarità dall’archivio personale di Di Dome-nico: brani giovanili incisi privata-mente con Eduardo Caliendo, brani dal vivo con Nuova Compagnia di Canto Popolare, Musicanova, Eu-genio Bennato, Inti-Illimani e Mas-simo Ranieri, infine sette inediti per sola chitarra registrati nel 2017, tra i quali spiccano Creuza de ma di Fabrizio De André, Quando di Pino Daniele e Non telefonare, il brano che Morricone ha scritto per Mauro. Una chitarra tra Napoli e il mondo si apre con le prefazioni di Ennio Morricone, che ha scritto un’affettuosa lettera a Mauro, e Mi-chelangelo Iossa, uno dei più auto-revoli opinionisti musicali italiani.

Il cd:Mauro Di Domenico. Una chitarra tra Napoli e il mondo [Rarità, live e inediti]

Parte I: tarantelle dai ’70 ai ‘90

1) Tarantella Caprese (E. Caliendo)Napoli 1972.

2) Tarantella cu Pulecenella (E. Caliendo)Napoli 1976.

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Eventi3) Vintitré li fronne (anonimo)Nuova Compagnia di Canto Popolare.Palau de la Música/ Palacio de la Música, Bar-cellona, febbraio 1982.

4) a. Antidotum (anonimo) / b. Taranta (M. Di Domenico)Nuova Compagnia di Canto Popolare.Lione 1996.

Parte II: Briganti in Sudamerica (1986-2000)

5) Canzone della buonasera (Eugenio Bennato; M. Di Domenico)provino Executive Studio, Napoli, dicembre 1986.

6) a. Brigante se more (C. D’Angiò/E. Bennato) / b. A’ morte e zì Frungillo (C. D’Angiò/E. Bennato): Napoli, estate 1995.

7) a. Alturas (H. Salinas) / b. Mercato nero alla montemaranese (M. Di Domenico) / c. Ferruc-cio Amendola / d. La flor de la canela (Chabuca Granda):a. diretta radio-tv, Bonn, maggio 1986;b. Medellin, aprile 1986;c. Sala doppiaggio, Roma, 2000.d. Registrazione privata notturna durante il copri-fuoco, Lima, aprile 1986.

Parte III: Massimo, Mauro, Lello e Agata... (2002-2003)

8) a. Se bruciasse la città - finale (G. Bigazzi/E. Polito/T. Savio) / b. Agata (G. Pisano/G. Cioffi) / c. Omaggio a Lello Di DomenicoMassimo Ranieri (voce), Mauro Di Domenico (chi-tarra).a. Teatro Di Verdura, Palermo, estate 2003;b. Stadio Arechi, Salerno, estate 2002;c. Stadio Arechi, Salerno, estate 2002.

Parte IV: Non telefonare: un inedito Mauro Di Domenico (2017)

9) Creuza De mä (F. De Andrè/M. Pagani, trascr. M. Di Domenico)Forward Studio, Roma, 2017.

10) Zapateado (Regino Sainz De La Maza):Forward Studio, Roma, 2017.

11) Milonga (Jorge Cardoso):Forward Studio, Roma, 2017.

12) Recuerdo a Patiño (Alegrias) (Paco De Lucia):Forward Studio, Roma, 2017.

13) a. citazione Chaconne (Partita n. 2 in re mi-nore per violino solo) (Johann Sebastian Bach, trascr. A. Segovia) / b. Playing Love/La leggenda del pianista sull’oceano (Ennio Morricone, trascr. M. Di Domenico):Forward Studio, Roma, 2017.

14) Non telefonare (inedito dedicato a Mauro da Ennio Morricone, trascr. M. Di Domenico):Forward Studio, Roma, 2017.

15) Quando (Pino Daniele, trascr. M. Di Domenico):Forward Studio, Roma, 2017.

Mauro Di Domenico:

Nato a Napoli il 17 agosto 1955, figlio del celebre tenore Lello Di Do-menico (tra le più famosi e apprez-zate al mondo voci della canzone napoletana) e allievo del maestro Eduardo Caliendo, Mauro Di Dome-nico è una delle figure più poliedri-che, affascinanti e apprezzate della musica italiana.

Figlio d’arte, allievo prediletto di uno dei grandi della chitarra par-tenopea, Di Domenico dalla fine degli anni ’70 avvia una lunga e ricca carriera in giro per il mondo: chitarrista prima dei Musicanova con Eugenio Bennato (1979-1982), poi della Nuova Compagnia di Canto Popolare (1983), infine per moltis-simi anni degli Inti Illimani, proprio con il popolarissimo gruppo cileno gira il mondo, diventando così uno dei musicisti italiani più esperti e competenti in materia di musica latina, andina e sudamericana. I suoi studi con personalità magi-strali come Alirio Diaz e Paco Peña completano il suo apprendimento delle musiche popolari campesine e latino-americane.

Prima col padre Lello, poi con gli Inti Illimani, suona in quasi tutti le nazioni: questo “noma-dismo culturale e musicale” lo porta a conoscere Luis Sepulveda, Compay Segundo, Angel e Isabel Parra, figure imponenti con le quali realizza il progetto multi-mediale Nati in riva al mondo (2003), che vede anche la parte-cipazione di Ferruccio Amendola, Cloris Brosca. Dieci anni dopo il suo nuovo album solista Border-line Stories, ancora una volta con grandi ospiti: Roberto De Simone, F. Murray Abraham, Shel Shapiro, Enrico Lo Verso e molti altri.

Dal 1986, per oltre vent’anni è stato tra i principali collaboratori di Massimo Ranieri, in teatro, al ci-nema, in tv, in concerto e in studio di registrazione. Ha curato gli ar-rangiamenti e la direzione musicale di album importanti come Oggi o dimane, con Ranieri ha suonato nei più importanti teatri italiani e stranieri.

La sua chitarra è presente in Domani e Creuza de ma 2004 di Mauro Pagani, in album di Roberto Vecchioni, Nicola Piovani, Alfie Boe, Rosario Jermano, Luigi Cinque e molti altri. Ha suonato anche con Arisa e Maria Nazionale. È autore di musiche per il teatro, il cinema e la tv, in Italia e all’estero: ha lavorato con nomi come Mariano Rigillo, Maurizio Scaparro e Elvio Porta.

Nel 2007 debutta uno dei suoi progetti più ambiziosi: Di Domenico Plays Morricone, una personale ri-lettura dei più famosi brani di Ennio Morricone, che per l’occasione ha composto un pezzo scritto proprio per Mauro. Il concerto vede la par-tecipazione di Giuseppe Tornatore, Giuliano Montaldo e Giancarlo Gian-nini, che sarà anche in tournée con Mauro e il suo gruppo, che girerà l’Italia.www.maurodidomenico.com

Donato Zoppo:

Nato a Salerno nel 1975. Scrive per Audio Review, Jam e Rocke-rilla. Dal 2007 conduce il pro-gramma “Rock City Nights” sulle frequenze di Radio Città BN. Ha prodotto “Guitar Dancing In The Light”, doppio album di tributo in-ternazionale a Carlos Santana, ha curato per Cramps “L’Anthologia Progressive”. È l’ideatore della ras-segna TranSonanze. È autore di vari libri su nomi storici come King Crimson, Area, PFM e Genesis; il suo libro su Lucio Battisti ha vinto nel 2011 il premio nazionale “Note di carta”. ❖www.donatozoppo.it

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2020

Cronaca

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THE IRISH FESTIVAL OF OULU 2017

Comunicato Stampa

Nuova partnership Lineatrada questo straordinario festival “Irish oriented”che rimpiazza “Eire!” a Bondeno

Viene giustamente considerato il festival irlandese più a nord del mondo, Irish Festival of

Oulu, in Finlandia. Aggiungiamo noi, è anche uno dei migliori esi-stenti riguardanti l’Irlanda.

Basta guardare il programma per rendersi conto che non scherzano affatto, questi nostri nuovi partner: Dervish e Altan su tutti... niente male davvero questa edizione 2017, che come sempre cade in autunno, dal 4 all’8 ottobre.

Peccato davvero non aver avuto il tempo di organizzarsi per presen-ziare a questa kermesse... la Fin-landia è una terra ricca di attrattive, costellata di moderne cittadine, di cui Oulu è un esempio lampante. Il freddo stimola l’ingegno, e so-prattutto in questa città è partico-larmente fervente la vita culturale, e gli scambi che ne derivano con Paesi tipo l’Irlanda non possono far

altro che produrre eventi di grande valore, come The Irish Festival.

Ci complimentiamo con Brent Cassidy, Direttore del festival, per la perfetta organizzazione.

Ricordiamo agli appassionati di Lineatrad intenzionati a seguire questo festival l’anno prossimo, che in Irish Festival of Oulu non trovate soltanto concerti, ma una infinità di corsi rigurdanti la cultura irlandese: dalle danze alla gastro-nomia, passando dal cantautorato e dal teatro... gli incontri nei pub, i dibattiti e le proiezioni cinemato-grafiche sono il corollario di questo evento.

Nel 2018 il festival di Oulu par-teciperà insieme agli altri festival internazionali partner di Lineatrad, alla selezione per il Premio Line-atrad al miglior gruppo (o solista) partecipante ai festival (esclusiva riservata solo ai nostri partner). ❖

La presentazione dell’Irish Festival di Oulu nel telegiornale di Lineatrad Television

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Interviste

INTERVISTA A SILVIO TROTTA, DIRETTORE ARTISTICODI PIFFERI MUSE E ZAMPOGNE

di Loris Böhm

Abbiamo qui con noi Silvio Trotta, direttore artistico di Pifferi Muse e Zampogne di Arezzo, vorremmo sa-pere da lui qualche novità riguardo l’edizione di quest’anno, per esempio se la sala del Circolo Aurora utilizzata quest’anno sarà sempre quella supe-riore o ci sarà il trasferimento a quella inferiore.

Il festival si terrà al Circolo Au-rora, come si verifica da ventuno anni ormai, e ancora nella sala superiore perché i lavori nella sala sottostante non sono ancora termi-nati. Quindi accoglieremo il pub-blico nella solita sala con la solita intimità: la sala permette di ascol-tare i suoni di questi strumenti in modo molto vero e vivo, e ci tengo che ciò avvenga appunto riguardo a strumenti della tradizione così importanti, come sono le ance, gli organetti, le ciaramelle... ascoltarli realmente come sono. Quindi an-cora nella sala superiore, e le date saranno l’8 e il 9 dicembre; avremo un prologo come consuetudine da

più di dieci anni con l’edizione Suo-nare@folkest, il giorno prima, cioè il giorno 7.

Come anticipazione posso dire che dovrebbe venire un grandis-simo gruppo del sud che torna ad Arezzo dopo più di quindici anni: gli Uaragniaun dalla Puglia con una formazione in cui ci sarà anche Nico Berardi. Questa è l’anticipa-zione che posso dire, sto lavorando sul programma... vi aspettiamo allora alla ventiduesima edizione del festival. (NdR abbiamo appreso poco prima della pubblicazione di questo numero che il concerto del gruppo Uaragniaun è saltato, invece dovrebbero essere presenti i Tre Martelli dal Piemonte. Il programma è ancora in fase di definizione, per cui vi invitiamo a tenervi aggiornati sul nostro canale televisivo).

Farà piacere rivedere Silvio Teot, nostro vecchio collaboratore della ri-vista... vi ricordiamo che questo fe-stival è un partner da diversi anni di

Lineatrad, che è sempre presente per riprendere e documentare l’evento.

Per ora non posso anticipare al-tro. Ci sarà anche uno stage di ance tradizionali con la nostra Francesca Barbani, su internet e sui social fra poco metteremo tutti gli orari e vi avviseremo per tempo. Ad Arezzo tra l’altro in quei giorni ci sono i mercatini nel bellissimo cen-tro storico.

Un’altra cosa... quest’anno ormai è già quasi finito, abbiamo già asse-gnato il Premio Lineatrad ad Aeham Ahmad, l’anno prossimo partecipe-rete anche voi alle selezioni del Pre-mio, potendo disporre di un’ante-prima, un nominativo che parteciperà al vostro festival da proporre?

Non c’è nessun problema, diamo la totale disponibilità e collabo-riamo. Anzi colgo l’occasione, ci tengo, per ringraziarti personal-mente per il lavoro che fai per noi “matti” della world music, da qua-rant’anni; per noi è prezioso e ci dà la forza di continuare.

...per pura passione, ricordiamolo!Certamente, tu lo sai, totalmente

per pura passione... immaginatevi un festival come Pifferi Muse e Zampogne si articola senza nes-sun tipo di finanziamento pubblico, quindi potete immaginare i sacrifici che facciamo come Musicanti del Piccolo Borgo e anche del Circolo Aurora che ospita da tanti anni il fe-stival. Per cui saremmo contenti di partecipare a questo Premio.

Grazie Silvio, arrivederci allora a Dicembre al festival. ❖

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Argomenti

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La world music dei Kërkim nella tournée che parte dal tacco dello Stivale e arriva in Europa

Comunicato stampa

Continua il viaggio della band pugliese che a novembre farà tappa anche in Francia

Un lungo viaggio iniziato a feb-braio 2017, 20 concerti e un tour che conta ormai migliai di

chilometri percorsi. Continua la for-tunata tournée dei Kërkim che par-tendo dal tacco dello Stivale e dopo aver suonato in gran parte delle Re-gioni del Sud e Centro Italia, sta rac-cogliendo grande consensi anche nei Club e Festival Europei dedicati alla world music.

Infatti dopo aver fatto tappa nei mesi scorsi in Germania (Mannheim, Dresda, Vornbach), Uk (Londra), Bul-garia (Sofia, Plovdiv) e Repubblica Ceca (Kolin), a novembre la band presenterà il proprio album in Fran-cia portando sul palco un repertorio ricco di contanimazioni e ricerca: sabato 18 al Portail CouCou di Sa-

lon de Provence e domenica 19 a Le Moolotov di Marsiglia. Non mancano i live nel Sud Italia, la band infatti nelle prossime settimane farà tappa il 21 ottobre al Libertine Caffè Boutique di Campobasso, il 22 ottobre al BarFly di Circello (Benevento) e il 28 ottobre a Soleto (Lecce). Un’idea in continuo movimento, un’appassionata ricerca tra le trame sinuose delle espressioni musicali del Mediterraneo; in viaggio per le capitali europee, sul palco i Ker-kim sono: Morris Pellizzari - chitarra, saz e voce Bruno Galeone - fisarmonicaManuela Salinaro - batteria, percussioni Gianpaolo Saracino - violino.

Il progetto Kërkim nasce a Lecce nel Novembre del 2012 sulla scia di un percorso di ricerca musicale che vuole

legare tutte le terre del bacino del Me-diterraneo attraverso lo studio delle sonorità: musica mediorientale, fla-menco, Balkan, folk salentino e cam-pano, Grecia e Albania. Da quest'ul-tima terra prende il nome, nel suo si-gnificato di ricerca e osservazione, un continuo movimento reso possibile dal dialogo, essenza della worldmusic.

La band intreccia le esperienze e le provenienze musicali di ogni singolo componente, tracciando una strada comune nel viaggio che dalle coste salentine attraversa la Croazia, fa tappa in Macedonia e dalle fisarmo-niche Rom arriva ai clarinetti turchi, saluta la Grecia e infine torna in Italia, portando nelle composizioni quelle frequenze, quei ritmi e quei colori, ri-letti e riarrangiati. ❖

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Argomenti

BEATRICE CAMPISIIl nuovo brano musicale “AVÒ”in radio a partire dal 3 novembre

Comunicato stampa

Il brano “Avò” racconta una sto-ria vera di violenza e di riscatto, di acquisizione di una dignità

strappata troppo presto.Una dignità ricostruita con fatica,

giorno dopo giorno, con la sempli-cità profonda con cui le donne de-cidono di alzare la testa e superare le difficoltà semplicemente vivendo e donando altra vita.

La vita che torna come in un cer-chio, dunque, che si ripete, modifi-candosi, traendo linfa da sé stessa e rigenerandosi in nuova vita.

Il brano della cantautrice Bea-trice Campisi sarà in rotazione ra-diofonica a partire dal 3 novembre.

“Avò” anticipa la pubblicazione del primo progetto discografico di Beatrice Campisi, “il gusto dell’in-giusto”, in programma per dicem-bre.

L’album prodotto da Cobert Edi-zioni Musicali è stato realizzato con il supporto del MiBACT e di SIAE, nell’ambito dell’iniziativa “Sillumina - Copia privata per i giovani, per la cultura”.

La produzione artistica è del can-tautore statunitense Jono Manson con la partecipazione di ospiti d’ec-cezione, fra i quali si ricorda Clau-dio Lolli.

Chi è Beatrice Campisi?

Beatrice Campisi è una cantau-trice di origini siciliane appassio-nata di musica d’autore italiana, jazz e canzone popolare.

Sin da giovane inizia a studiare pianoforte, canto e teatro, com-pone i suoi primi brani e parte-cipa a importanti rassegne mu-sicali (fra cui il M.E.I. d ’au to re d i Faenza , Musica donna Festival presso il teatro Brancati di Catania, Catania Jazz presso il teatro Metropo-litan di Catania, Bellini opera gala presso il Te-atro Antico di Taormina, “Luig i Tenco, marzo 2017. In qualche parte del mondo” sul palco di Spaziomusica Pavia, “La storia del Tenco” con Enrico De Angelis e Antonio Silva).

Mentre si appassiona agli studi classici (termi-nati nel Febbraio 2016 con il conseguimento della Laurea Magistrale in Filologia Classica presso l’Università degli Studi di Pavia), prosegue la sua formazione artistica attra-verso corsi e stages (tra cui il campus formativo

per cantautori organizzato presso il C.E.T di Mogol).

Trasferitasi a Pavia si inserisce nella nuova scena musicale, ini-ziando la collaborazione con i mu-sicisti attualmente coinvolti nella realizzazione del progetto, “il gusto dell’ingiusto”. ❖

Nel web:

Facebook: https://www.facebook.com/campisibeatrice/

Youtube: https://www.youtube.com/channel/UClAWJqU-f9iHE2Cf0sAqQlsQ

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Cronaca

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CANTO SPONTANEO: X EDIZIONE DISOBBEDIENZA

Comunicato stampa

E l’uomo che non ha più il gusto del mistero che non ha passione per il vero che non è coscientedel suo stato è come un animale ben pasciuto.E pensare che c’era il pensiero che riempiva anche nostro malgrado le teste un po’ vuote.

G. Gaber

Sono queste le parole scelte da Giovanni Floreani, direttore artistico di Canto Spontaneo,

per introdurre uno degli eventi più significativi dell’intera manifesta-zione. Omaggio alla illogica alle-gria gaberiana, lo spettacolo del narratore, musicista e giornalista musicale Gerardo Ferrara e dell’ar-pista italo svizzero Raoul Moretti centrava uno degli aspetti del tema di riflessione di questa edizione. Giunto al suo decennale, nel segno della disobbedienza.

Un tema aperto a molte inter-pretazioni, senza volontà alcuna di definirne contorni e ruoli, qui inteso come una necessità, bru-ciante ed impellente, di non tacere, di esprimere al contrario il proprio sentire, uscendo dalla sovrastante dinamica di sistema, in un gioco di rovesciamento di ruoli che ne per-metta, anche, a tratti, una leggera ed ironica derisione.

Se portato all’interno di una ma-nifestazione come Canto Sponta-neo, nata nel 2008 per volontà di Novella del Fabbro e Giovanni Flo-reani (Associazione Culturale Fur-clap, Udine) con lo scopo di esplo-rare la vocalità all’interno di un contesto complesso quale la realtà multilinguistica del Friuli, questo concetto si traduce in pura espe-rienza creativa.

Spazio di riflessione, condivisione e fruizione del fatto artistico, che della disobbedienza esprime il suo lato costruttivo, capace di restitu-ire dignità ed essenza all’essere umano “con la certezza che in un futuro non lontano, al centro della vita ci sia di nuovo l’uomo”.

Le parole di Gaber sono quindi uno specchio in cui riflettere e riflet-tersi per una lettura che ne rispetti l’intenzione sottesa, la volontà di di-sobbedire a tutte quelle regole che in qualche misura impediscono la democrazia, generano una non de-mocrazia.

Una disobbedienza che nem-meno si sente, quella che nell’era pre-social faceva agire socialmente in modo naturale, creando spon-taneamente spazi di aggregazione nelle piazze e nelle strade e che oggi si trova costretta ad operare a livello individuale, se è vero che viviamo quotidianamente il para-dosso di essere connessi continua-mente essendo sempre più soli. Necessario quindi che parta da una spinta personale, diretta verso l’obiettivo più difficile, quello di di-sobbedire a se stessi.

L’edizione 2017 si muove all’in-terno di questo filo conduttore, pro-ponendo molte angolazioni interpre-tative, che si sviluppano nella con-sueta cornice del canto e della voca-lità, campi espressivi veicolati dalla tradizione e dalla sperimentazione.

A suo modo frutto della rifles-sione sulla disobbedienza, la scelta di abbandonare la storica connota-zione di Festival per lasciare spazio all’idea di un contenitore più am-pio, quale Canto Spontaneo è di-ventato nel corso degli anni. Simile ad un carrozzone, con i suoi viaggi, percorsi e temi che si susseguono e si intrecciano nel suo svolgersi in luoghi e tempi diversi, si relaziona, in Italia e all’estero, con realtà, isti-tuzioni e artisti fortemente attratti dal mondo arcaico popolare, in un’ottica di prosecuzione ed attua-lizzazione della tradizione.

La Croce di Lorena

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Cronaca

E’ l’omaggio allo scultore Pinuc-cio Sciola a dare l’avvio alla mani-festazione. Ad un anno esatto dalla sua scomparsa, avvenuta il 13 maggio del 2016, nella suggestiva cornice del Giardino Sonoro di San Sperate, vicino Cagliari, Strepitz & Area Project (Giovanni Floreani, Paolo Tofani, Evaristo Casonato e Claudio Milano) presentano SOUN-DStories, lavoro di sperimentazione sonora che sposa idealmente l’evo-cazione suggerita dalle opere dello scultore sardo.

Sciola, artista e uomo di cultura, è noto maggiormente per aver rea-lizzato in pietra di basalto e calcare le Pietre Sonore. Scolpite con tratti paralleli e intersecati, queste pie-tre, toccate e sfregate, generano melodie ipnotiche e avvolgenti che rimandano, nel loro richiamo an-cestrale, al paesaggio sonoro del territorio da cui nascono. “Il suono contenuto nelle pietre ha attraver-sato le ere”, racconta l’artista, “è conservato all’interno di questa materia che pare ferma e priva di vita, e invece si rivela sonora. Den-tro la pietra chiusa e oscura è ri-chiusa anche la luce” (www.pinuc-ciosciola.it). Pietra viva, pietra che respira, e che il progetto SOUN-DStories accosta alla narrazione di

Gerardo Ferrara con alcune testi-monianze sulla drammatica que-stione dell’ergastolo ostativo, uno dei tanti angoli visuali per leggere la disobbedienza.

E’ proprio la Sardegna la prima delle regioni o macroaree scelte dal direttore artistico, Giovanni Flo-reani, come luoghi a cui dedicare ogni anno una finestra esclusiva. Territori in cui è il canto ad avere un’importanza significativa e che offrono stimolanti opportunità di

costruire nuove collaborazioni, come in questo caso, il partena-riato con l’ISRE, Istituto Superiore Regionale Etnografico (www.isre-sardegna.it), che porta il progetto SOUNDStories attraverso l’isola con gli appuntamenti di fine giugno a Nuoro (Museo Etnografico), Sas-sari e Dolianova (Ca).

Spalato e Vienna, le città europee toccate dalla carovana Canto Spon-taneo, con nuove rotte che vedono aprirsi una rete di collaborazioni con l’Istituto Italiano di Cultura di Zagabria e l’Università di Spalato (ed un progetto futuro dedicato alla Via della Seta) e con lo Sko-dagasse Festival di Vienna. Prota-gonisti Strepitz e Marisa Scuntaro, la canterina e ricercatrice friulana che da anni dedica le sue ricerche sul campo alle varietà linguistiche del Friuli Venezia Giulia. Testimo-nianza preziosa di una memoria salvata dall’oblio, quale la ripresa di alcune tradizioni che sembravano ormai andate in disuso e che grazie a Canto Spontaneo hanno ripreso a vivere.

Dalla Croce di Lorena o San Marco, scolpita nel legno di noc-ciolo dalle mani sapienti di Leo Gracco, distribuita fra i presenti alla Processione di Givigliana come simbolo di benedizione e prote-

Coro Marmolada

Tenore di Oniferi

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Cronaca

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zione dei raccolti, al recupero del percorso sacro profano Ho viag-giato verso Sant’Anna che ogni anno, alla fine di luglio, porta a co-noscere l’antico sentiero che col-lega nell’Alta Val Degano, in Friuli, il paese di Rigolato a Salars.

“Se all’alba dei tempi il suono, il canto, la danza hanno rivelato la segreta armonia della creazione”, racconta Floreani, “oggi nella frat-tura tra Uomo e Natura, che ha allontanato l’uomo dalla sua stessa casa, Poesia e Scienza insieme, possono riavvicinare ed indicare all’uomo la via per un ritorno alla sua vera natura”.

Il rapporto Natura/Cultura fa da sfondo ad una serie di iniziative e perfomance nel mese di agosto. A partire da Natura, Cultura, Ar-chè della danzatrice Sonia Di Gen-naro a conclusione del convegno dal titolo “Alimentazione, Salute, Sostenibilità Ambientale, Identità Territoriale” all’interno della mani-festazione “Gnaus - una comunità dentro una radice” (10-12 agosto) organizzata dal Comune di Verze-gnis (Ud).

Protagonista un alimento di umili origini ma di ricca sostanza nutri-tiva: il gnau, la rapa, nella sua va-riante carnica, ora iscritto nell’e-

lenco dei prodotti agroalimentari nazionali.

Alla terra, alle pietre e all’acqua è legato lo spettacolo Pietra Acqua Luce Suono di Pietro Pirelli, andato in scena venerdì 11 agosto alla Verzegnis Arena. Una collabora-zione, quella tra Canto Spontaneo e Comune di Verzegnis, già speri-mentata lo scorso anno, all’interno del simposio di scultura interna-zionale dedicato al marmo rosso locale Rosso Verzegnis: una pietra dal grande cuore, che ha prose-guito il suo cammino in Sardegna, a San Sperate, dove in occasione del ricordo dello scultore Pinuccio Sciola, il vicesindaco Franco Sulli ha consegnato alla Fondazione a lui intestata una mezza luna di marmo rosso di Verzegnis.

Dal giardino sonoro di Sciola alle pietre sonore del fiume Ta-gliamento, l’altra metà della luna presente nell’Arena di Verzegnis, particolare dedica all’artista sardo, come la visione in apertura di un estratto del documentario di Franco Fais Sciola oltre la pietra.

Non definire il proprio fare arti-stico è, per il compositore, musici-sta ed esperto in tecnologie sonore e visive Pietro Pirelli, intervistato in merito alla disobbedienza, un’esi-

genza, un atto di indipendenza at-traverso cui esprimere la volontà di non essere collocati in un contesto artistico determinato quanto piut-tosto di coincidere semplicemente con ciò che si fa. Una diversa comunicazione che arriva a toc-care corde misteriose dell’essenza dell’essere, nella natura come nell’arte (www.pietropirelli.it).

E la performance Pietra Acqua Luce Suono conferma la sugge-stione con la presenza di un idro-fono, lo strumento di sua creazione per suonare la luce, una struttura composta da dischi trasparenti contenenti dell’acqua e sospesi in delicato equilibrio a tre cavi di ac-ciaio che, stimolati dal suono, risuo-nano e generano un moto ondoso che si trasmette a schermi luminosi generando suggestive progressioni di forme. Agito dalle voci della cor-namusa e del duduk di Giovanni Floreani, insieme ai canti di alcune voci femminili, le vibrazioni muo-vono i veli d’acqua donando attimi di pura bellezza evocativa ad un pubblico immerso nel buio e nella magia.

Il viaggio nel delicato equilibro tra natura e cultura procede con il percorso Ta Lipa Pot, in Val Resia (Parco delle Prealpi Giulie), una delle zone più fertili per tradizioni popolari e musicali. Boschi, ca-scate, ruscelli a fare da sfondo ad alcune esecuzioni di musica re-siana - Sandro Quaglia, bunkula Si-mone Quaglia e Federico Lonardi, zytyra - friulana - Giovanni Floreani, cornamusa e Gianfranco Lugano, gaita galiziana- e irlandese - An-tonia Werning, uillean pipe - in so-ste scelte come punti strategici del sentiero circolare permanente che si sviluppa attorno alla frazione di Stolvizza. Un progetto realizzato grazie alla collaborazione di Canto Spontaneo con l’Asocacjun Muzeo od tih Rozajanskih Judi/Associa-zione culturale Museo della Gente della Val Resia (www.rezija.com).

Alcuni percorsi collaterali si in-tersecano trasversalmente al ca-

Giovanni Floreani nella Chiesa di Givigliana

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Cronaca

lendario degli eventi. Primo fra tutti lo spazio dedicato ai giovani, oggi ormai comunenemente raccolti sotto il termine di “Under 35”. Con Evoluzione, Tratto e Musica e Arte in Libertà, si delinea la programma-zione di progetti realizzati in parte-nariato con l’Associazione FARE di Udine, collettivo di giovani artisti e tecnici nato con l’idea di condivi-dere formazione e produzione arti-

stica all’interno di una progettualità basata sul crowfunding e su bandi europei. Giovani che già dallo scorso anno affiancano l’organizza-zione di Canto Spontaneo e con la loro presenza offrono iniziative mu-sicali, teatrali e letterarie di grande interesse. Il Futurismo in Arte in Libertà con gli studenti dell’Istituto Malignani di Udine (maggio 2017), il tratto (segno, traccia, memoria,

idea) in Tratto e Musica con per-formance e installazioni a cura di giovani artiste italiane e straniere (la veneziana Laura di Nardo, il soundpainting del trio franco giap-ponese Nekko - novembre 2017).

Punto di Incontro nasce dalla sperimentazione di Giovanni Flo-reani e Paolo Tofani Krsna Prema che insieme all’oboe di Evaristo Ca-sonato e alle percussioni di Peppe “drumz” Costa - Yosonu restitui-scono al flusso di suoni naturali e artefatti (complici il cister, il du-duk, le cornamuse di Floreani e i live eletronics di Tofani) un’identità emersa dal caos, in cui frammenti armonici e dissonanti fanno da specchio alle diverse esperienze e ai diversi sentieri che hanno trac-ciato le loro appartenenze musicali e culturali.

Presentato a Colloredo di Soffum-bergo (Ud) nel giardino di Ema-nuela e Diego a luglio scorso, lo spettacolo sarà ripreso a novembre a Berlino.

Terza edizione per Canti al Vino, la manifestazione che unisce in-sieme l’eccellenza enogastrono-mica della Regione con proposte musicali e culturali in tema. Forte-

Giovanni Floreani

Processione di Givigliana

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Cronaca

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mente sostenuta dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Farra d’Isonzo (Go), ha visto la presenza di trii vocali femminili, le Vocincon-suete (Elisa Ulian, Chiara De Santi e Annalisa Ponton) di area bisiacca e friulana e le triestine Orsa Minore (Adriana Giacchetti, Daniela Gat-torno, Chiara Minca). Gran finale al Farra Wine Festiva con Strepitz (24-26 agosto).

Le giornate centrali di Canto Spontaneo, come di consueto, partono da Udine, ma in anticipo di una settimana rispetto alle pre-cedenti edizioni, quando la Pro-cessione di Givigliana si svolgeva la prima domenica di ottobre. Sa-bato 23 settembre, nello spazio di co-working Lino’s & Co. (l’ex storica tipografia Doretti), apertura con il Grop Corâl Gjviano, un omaggio alla tradizione musicale del paese di Givigliana, nell’Alta Val Degano, da cui Canto Spontaneo trae la sua origine. Coro nato nel 1975 con il preciso intento di raccogliere, dif-fondere e salvare l’eredità cultu-rale e musicale dei propri antenati, tiene a precisare, per voce del suo direttore, quanto ancora sia legato al canto spontaneo nella sua in-terpretazione, rigorosamente a tre voci e senza arrangiamenti.

Con il suo repertorio, fatto di canti solo tramandati oralmente, pre-

cede la rilettura e l’analisi del teatro canzone di Giorgio Gaber Sto bene, proprio ora, proprio qui di Ge-rardo Ferrara e Raoul Moretti. Un omaggio all’artista che meglio di chiunque altro ha saputo rendere eterno il paradosso esistente nell’a-nimo umano, sempre percorso da inquietudini, dubbi e contrasti. L’illogica allegria serpeggia tra il pubblico mentre si ascoltano brani come L’ingenuo, La parola io o Se ci fosse un uomo e spinge scher-zosamente Ferrara a elaborare un motto che ben si adatta allo spirito di questa edizione: Siate illogici e sarete disobbedienti!

All’iniziale disorientamento pro-vocato dalla notizia, di un improv-viso malore del sacerdote don Loris della Pietra che ne avrebbe impe-dito la presenza, la Processione di domenica 24 settembre nel paese di Givigliana acquisisce una nuova veste, velata di un mistico senso profano, con la sacralità mantenuta grazie all’antico canto patriarichino di derivazione aquileiense inter-pretato dalle voci dei Cantuors di Sant’Jacom di Rigolato (Ud). Raro esempio di cantoria, sostenuta dal prezioso lavoro di recupero di pre Zef Cjargnel, don Giuseppe Car-niello, da oltre quarant’anni impe-gnato nella ricerca sul campo nel territorio friulano.

E’ alle parole del presbitero catto-lico Alberto Maggi, dell’Ordine dei Servi di Maria, lo stesso di David Maria Turoldo, che vengono affi-date le riflessioni sul tema della disobbedienza. “Obbedire è un verbo assente nei Vangeli”, recita un attore a cui è affidata la lettura dei suoi scritti, “Gesù mai chiede obbedienza a sè, mai chiede agli uomini di obbedire a Dio, tanto-meno chiede agli uomini di obbe-dire ad altri uomini”.

Il magico silenzio delle monta-gne della Carnia accoglie i canti del Coro Marmolada di Venezia, prima di pranzo. Lunga carriera alle spalle, sotto la guida del maestro Lucio Finco fino al 2009, seguito da Claudio Favret, il coro ha prodotto incisioni e pubblicazioni editoriali tra cui spicca la ricerca sulle villotte friulane, mantovane ma soprattutto veneziane, raccolte nel libro intito-lato “Sia benedéte le ricamadore” contenente 36 canti accompagnati da commenti e notazioni musicali

Processione di Givigliana

Particolare chiesa Givigliana

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Cronaca

delle melodie, trascritte da registra-zioni effettuate con anziane cante-rine che hanno permesso di met-tere in salvo un piccolo serbatoio di memoria musicale.

Alla radice dei canti c’è l’estem-poraneità dell’espressione affettiva di un momento, racconta il suo presidente, Giorgio Nervo, un tes-suto affettivo che la vita di un coro rispecchia nel tempo, vissuto come una famiglia in cui crescere e con cui condividere la vita.

Nella chiesa di Ludaria (Rigolato, Ud) si svolge il concerto conclu-sivo della giornata, con ancora un omaggio alla Sardegna. Interpreti d’eccezione i Tenore San Gavino di Oniferi, il gruppo di canto polifo-nico barbaricino presente a Parigi alla sede dell’Unesco nel 2005 in occasione del riconoscimento del canto a tenore come patrimonio immateriale dell’umanità.

Composto da tre fratelli, France-sco (voche), Carmelo (mesu ‘oche) e Giovanni (contra) Pirisi e da Giu-seppe Brau (bassu), il quartetto ha narrato con parole e canti di questa antichissima tradizione vocale, con esempi tratti dal repertorio di canto di ispirazione letteraria (sa seria), a ballo (sa lestra), di cui meglio noto è il passu torrau e di mutos, canti

legati a forme poetiche estempora-nee di cui più diffusi sono i poemi a gara, in ottava rima.

I tenore di Oniferi si sono sem-pre contraddistinti per la scelta dei testi: dagli autori più noti della letteratura sarda, quali ad esempio Peppino Mereu, Montanaru, Re-mundu Piras a quelli meno cono-sciuti, incontrati lungo il loro cam-mino e che portano in sè tematiche attuali, a testimonianza della vitalità

di un patrimonio capace di rigene-rarsi senza creare una rottura con la tradizione.

Canto Spontaneo prosegue il suo viaggio nella riflessione sulla disob-bedienza con un simposio che si svolgerà il prossimo 12 novembre a Villacaccia di Lestizza (Ud) con contributi provenienti da ambiti di pensiero legati alla scienza e alla filosofia.

Un luogo dove raccogliere gli spunti e le riflessioni per future pro-gettualità.

La conclusione ufficiale è prevista a Udine nel periodo natalizio, con il canto delle cornamuse, che sarà preceduto da una serie di eventi a Salerno, Milano e Napoli incentrati su una rilettura e rielaborazione dei Vangeli Apocrifi.

Con un cenno al tema della pros-sima edizione, lanciato come di consueto dall’altare della Chiesa di Ludaria: il ritorno.

Quello di un viaggiatore della vita che al suo rientro porta con sè le conoscenze acquisite e le condi-vide con gli altri per guardare in-sieme al futuro. ❖

www.furclap.itOrietta Fossati

Partecipanti Canto Spontaneo

Tenore di Oniferi

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CALUM STEWART: TALES FROM THE NORTH

Comunicato stampa

(Earlywood Music)

Tales from the North è il nuovo album in anteprima del suonatore di Uilleann piper, Calum Stewart. Ispirandosi alla sua educazione a Garmouth, nel

nord della Scozia, il nuovo album celebra le leggende, i paesaggi, le avventure e le persone che hanno gio-cato un ruolo fondamentale nella sua infanzia.

Lo stile lirico di Calum è da tempo basato nella mu-sica tradizionale del Nord della Scozia, parla dell'ispi-razione sui "Racconti del Nord". L'autore dice: "Il mio nativo nord della Scozia è una terra ricca di storia e leggenda; antichità profondamente radicate nel pae-saggio ardito. Questo album si concentra veramente sulle storie, sulle leggende e sui luoghi di casa che squillano nella mia identità e nel mio stile compositivo. È davvero speciale poter riuscire a incarnare questa ispirazione in un album e dare una voce musicale alle leggendarie leggende, racconti e luoghi precedenti che hanno formato la mia identità, sia musicalmente che personalmente".

Suo primo album solista, in primo luogo per le sue composizioni, Tales from the North è un vero e pro-

prio riflesso dello stile potente ed espressivo di Calum. Anche se Calum è un musicista scozzese che suona quello che di solito è considerato uno strumento irlan-dese, non c'è dubbio che si tratta di un album con forti influenze scozzesi radicate nelle leggende della storia scozzese. Detto questo, c'è sicuramente un elenco di musicisti inter-celtico nel CD:

Éamon Doorley (Bouzouki) e Tony Byrne (Chitarra) sono entrambi irlandesi, famosi musicisti che si esibi-scono con Danú e la Julie Fowlis band.

Ronan Pellen (Cittern), Yann Le Bozec (contrab-basso) e Gilles Le Bigot (Chitarra) sono tutti prove-nienti dalla Bretagna e senza dubbio alcuni dei mi-gliori musicisti della scena musicale bretone.

Lauren MacColl e James Alexander (violino) sono entrambi nativi nella zona nel nord della Scozia che crea l'ispirazione dell'album. Entrambi i musicisti sono figure iconiche della musica scozzese - Lauren come suonatore e James come suonatore e promotore di musica nella regione scozzese di Moray.

Ross Saunders (Mànran) proviene dalla Scozia cen-trale e insieme alla registrazione delle percussioni Ross ha anche mixato l'album.

Tutti questi talenti si uniscono per creare un album da 10 brani registrato nell'estate del 2017; ispirato all'amore di un uomo per la ricca storia della sua terra natale, accanto al suo amore per la musica tradizio-nale in tutte le forme.

Calum è molto richiesto sia per concerti che per le registrazioni; con lavori recenti tra cui la registra-zione con la London Philharmonic Orchestra presso gli studi di Abbey Road per i compositori Thomas New-man e Howard Shore, nonché collaborazioni con Nitin Sawhney e recentemente con la cantante scozzese Julie Fowlis, che fa parte della sua band live negli ul-timi tre anni.

Tales from the North sarà ufficialmente distribuito il 17.10.2017 con un tour di lancio nel Regno Unito che si svolgerà all'inizio 2018. Le date e le tappe del tour saranno annunciati nel novembre 2017.

Per ulteriori informazioni su Calum, visitate il sito www.calum-stewart.com ❖

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ELEONORA BORDONARO: CUTTUNI E LAMÉ

(Finisterre Label & Management)

Comunicato stampa

A partire dal 28 Ottobre 2017 sarà disponibile su tutte le piattaforme Cuttuni e lamé. Trame streuse di una cantastorie, primo disco firmato da Eleo-

nora Bordonaro (autrice anche di quattro brani) e rea-lizzato a quattro mani con il polistrumentista e compo-sitore Puccio Castrogiovanni.

L’album - anticipato dall’uscita del singolo “Cuttuni e lamé” - è prodotto dall’etichetta romana Finisterre e distribuito da Felmay, e vanta la collaborazione di al-cuni dei musicisti siciliani più rappresentativi: da Alfio Antico allo storico gruppo de I Lautari, dal talento jazz del pianista Seby Burgio alla capacità compositiva del cantautore Mario Incudine. 

“Streuse vuol dire bizzarre, originali. Canta storie perché vengo da Paternò che in Sicilia è il paese dei cantastorie, quelli che, con la chitarra e il cartellone, andavano in giro per le piazze e il tetto dell’auto era il loro palco”

Il disco, interamente cantato in siciliano e inciso in Sicilia, comprende tredici brani, in parte tradizionali e in parte originali.

L’universo femminile e gli affetti, ad esso legati, sono il filo conduttore di questo lavoro, raccontati attraverso uno sguardo che dal generale si fa più vicino, intimo, perso-nale. E una terra - la Sicilia - sempre a fare da sfondo.

Canti tradizionali o ispirati alla tradizione che raccon-tano pregiudizi, vizi diffusi, peculiarità, dubbi e sogni delle donne siciliane. Poi il campo si restringe e le tante donne diventano una sola che osserva, vola di fantasia, canta.

Ecco allora la musicalità delle lingue: il siciliano, an-tichissimo lemma necessario per esprimere ogni sfu-matura dell’emozione, e il gallo-italico di San Fratello (provincia di Messina), fusione di dialetti del nord Italia e del sud della Francia.

L’intera sceneggiatura si svolge attraverso i tredici brani che compongono l’album come i quadri di una abile canta storie che - accompagnata da strumenti tradizionali - riempie il suono di sfumature blues, ma-nouche, latine e di mille trame originali, antiche, streuse (bizzarre, originali). ❖

DOVE ACQUISTARE IL DISCO:negozi on-line sulle seguenti piattaforme:www.finisterre.itwww.soundcloud.comwww.amazon.itiTunes

LIVE:Eleonora Bordonaro - vocePuccio Castrogiovanni - mandolino, scacciapensieri, percussioniRosario Moschitta - chitarra Michele Musarra - basso

CREDITS:Etichetta FINISTERRE Label & Management - RomaProdotto da Erasmo TregliaProduttore artistico Puccio Castrogiovannicon la complicità di Michele MusarraAssistente alla produzione Pietro Carfì, Marianna Fazzi, Giordano TregliaRegistrato e mixato da Michele Musarra, Opengatemultimedia Studio - Palagonia (Catania)Masterizzato da Andrea De Bernardi, Eleven Mastering - Busto Arsizio (Milano)Foto Renè Purpura

CONTACTS:www.eleonorabordonaro.cominfo@[email protected]

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MAGGIE SAVOIE: ON COURT

di Giustino Soldano

Originaria del Nouveau-Brunswick (Canada), auto-didatta, impara a suonare la chitarra quand’era an-cora una decenne; alcuni anni dopo s’iscrive agli studi di chitarra classica all’Università di Moncton, che in seguito abbandona per dedicarsi ad una vita da giro-vaga. Dopo sette anni si concentra di nuovo sulla mu-sica e fonda il gruppo de Les Bluecharms. Nel 2015

Questo gruppo folk canadese del Nouveau-Brunswick, era conosciuto in passato col nome di “Prenez Garde”. Ne fanno parte i quattro musicisti: Dominique Breau: voce principale, narrazione, cucchiai, scacciapensieri e piedi; Marie-Andrée Gaudet: violino e voce; Julien Breau; basso e voce e Jacques Blinn: chitarra, mando-lino, tastiere e voce, che ha sostituito il chitarrista Nico-las Basque, membro della precedente formazione dei Prenez Garde.

I quattro musicisti sono pieni di brio, umorismo e di un’energia apparentemente inesauribile e suonano in perfetta sintonia. Dominique, è un bravissimo comme-diante che riesce a coinvolgere e a far ridere il pubblico, anche quello non francofono, con la sua mimica irresi-stibile; si percepisce la sua bravura anche solamente ascoltandolo nell’album “Le p‘tit bonhomme”, prodotto

esce il suo primo album da solista “Le sage du bois de chauffage”. Nel 2017 esce l’album “On court” in cui suona in trio con la violinista Marie-Andrée Gaudet, appartenente anche al gruppo “Seconde Nation”, e con il contrabbassista Rémi Arsenault dei “The Ba-ckyard Devils”. La voce di Maggie, un po’ acerba e a volte stridula, accompagnata dai suoni particolari e ri-verberanti della chitarra a risuonatore, ci offre dei ritmi che spaziano dal melodioso al country.

SECONDE NATION: LE P’TIT BONHOMME

di Giustino Soldano

dal gruppo. Bravissima anche la violinista Marie-An-drée che scorre le dita sul suo strumento a una velocità impressionante.

Molto trascinanti i brani “Tilaritintou”, “Béatrice Reel à Fériole Reel trad. Acadienne” e “Hélas”.

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RecensioniLES BLUECHARMS: FINANCE MOÉ

di Giustino Soldano

Quattro giovanissime musiciste del Nouveau-Brunswick, di cui fanno parte Maggie Savoie: voce, chitarre, armonica e percussioni; Louise Poirier: batte-ria e voce; Isabelle Savoie: voce, mandolino e basso e Marie-Christine Arpin: voce e chitarra, che hanno tratto ispirazione per il nome del gruppo da quello di una par-ticolare esca per la pesca, a forma di mosca. Nel 2017 hanno prodotto il loro primo album “Finance moè”: un EP con cinque brani. La loro musica spazia dal manou-

THE BACKYARD DEVILS:HONKYTONK HEARTBREAKER

di Giustino Soldano

che al bluegrass, al folk, al rock. Pur suonando discre-tamente, mancano un poco d’armonia e di sintonia tra loro, inoltre dovrebbero dedicarsi ad un numero minore di stili e perfezionarsi nella loro esecuzione, per evitare una macedonia di cui non si appezza il gusto. Come indicato emblematicamente sul retro della copertina dell’album, hanno ancora molta strada da fare.

Quattro musicisti originari di Moncton, scatenati e pieni d’energia che, come descrivono sul loro sito, suo-nano una musica avvincente che cattura rapidamente l’attenzione del pubblico. Tale gruppo è composto da Erik Arsenault: voce principale e chitarra acustica; Chris

Belliveau: voce, chitarra e lap steel; Dillon Robicheau: banjo e mandolino e Rémi Arsenault, fratello del primo: voce e contrabbasso. Hanno all’attivo due album: uno omonimo del gruppo, uscito nel 2011 e “Honkytonk Heartbreaker” del dicembre 2014. Sempre dal loro sito, apprendiamo che in quest’ultimo album il loro stile è più personale e i brani girano attorno a storie raccolte sulla strada, riguardanti viandanti poco raccomanda-bili, donne maliziose, cuori infranti, Dio, camionisti e cowboys. A noi piacciono molto le loro voci, soprattutto quella graffiante di Erik, e ci entusiasmano il loro stile musicale, una riuscita miscela di country, bluegrass, blues e rockabilly e l’energia che trasmettono.

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01 - Jarmo RomppanenNordic MandolinZBR03 - (2017)Jarmo Romppanen è un suonatore di man-dolino, un compositore e un musicista au-tonomo dalla Finlandia, che è uno dei paesi nordici dell’Europa settentrionale. Questi paesi condividono tra loro alcune tradizioni folcloristiche e di ballo.Romppanen ha pubblicato il suo terzo album solista chiamato Nordic Mandolin; l’album è pieno di musica fresca, ariosa e convincente, la musica si basa su melodie nordiche e sulla musica tradizionale da ballo; polska, schot-tische, polka, mazurka, valzer; le splendide canzoni sono eseguite con uno stile mandoli-nistico contemporaneo.Questo album è il risultato di 25 anni di esperienza e di intenso studio del mandolino e della musica popolare nordica.La musica è disponibile per lo streaming e il caricamento delle piattaforme digitali più conosciute.Romppanen ha precedentemente pubblicato due registrazioni attraverso la propria eti-chetta Zebo Records; Päre: Hausjärvi Beat (ZBR01) e Nordic Choro II (ZBR02). Que-sta registrazione è pubblicata con il sostegno finanziario di Svenska kulturfonden e Musii-kin edistämissäätiö.

02 - Adriano SanginetoSynantys(2017) Anteprima assoluta di questo talentuoso ar-pista cresciuto in una famiglia di liutai, sem-pre in contatto con gruppi e artisti di primo piano. Lo stato dell’Arte in ambito arpistico, nessun dubbio, per “Synantys”, del quale par-leremo sul prossimo numero. Contiene dieci brani votati alla sperimentazione, su una base celtica evidente. Per ora si sa ancora poco sulla genesi di questa produzione musicale, che dura esattamente quaranta minuti: Adriano collabora in diversi progetti musicali ed è piuttosto prolifico nelle produzioni discogra-fiche... i titoli sono: Breizh Bro, Celtic Rhap-sody, Thule, Branle d’Ecosse, Four Elements, Harp Pipe Star of Munster, Metropolis, Yan Lin, Supernova, Foilte Mabon Crop Circle.

03 - CabitUnico FiglioFelmay - fy8248 - (2017)L’idea di un disco interamente dedicato alla tradizione natalizia ligure nasce dalla lunga esperienza dei Cabit dedicata alle cornamuse nella musica popolare e dalla passione per il repertorio natalizio durante le feste. La ricerca

e la raccolta di canzoni quasi dimenticate, le-gate alla regione Liguria è stato il passo verso la realizzazione di questo primo cd, nel quale sono raccolte filastrocche, poesie (sia religiose, sia laiche) che abbracciano tutto il periodo delle festività di fine anno. Le tradizioni pre-senti nel disco sono alcune tra le più rappre-sentative della tradizione ligure, le quali sono state selezionate grazie alla collaborazione di etnomusicologi e musicisti della tradizione. Sono stati coinvolti diversi artisti, che con la loro passione e competenza hanno completato il materiale di questo affresco sonoro.Questo viaggio nelle melodie natalizie della re-gione Liguria non è solo un disco ma un docu-mento storico e tangibile che dimostra quanto sia variegato e ricco di sfumature il panorama tradizionale di questa terra. Nel disco sono raccolte testimonianze tuttora viventi come quella dei campanari liguri o dei canti a bor-done di Ceriana o del piffero (oboe popolare) delle Quattro Province o della ghironda usata dai trovatori che in passato erano transitati per la regione. Un lavoro unico e originale che porta alla luce i diversi aspetti religiosi e laici del periodo di festa più atteso dell’anno.I Cabit ossia Davide Baglietto (polistrumenti-sta e compositore, da lungo tempo ricercatore e studioso della tradizione musicale ligure) ed Edmondo Romano (compositore e musicista che ha lavorato con molte formazioni in am-bito world, folk, etno, progressive, cantauto-rale … con le quali ha inciso più di 100 lavori discografici) sono un gruppo nato nel 2000 che interpreta il repertorio della tradizione popolare italiana : dalle danze del folkore cen-tro-meridionale alle danze del nord Italia fino alla musica tradizionale europea, arrangiando i brani per due cornamuse, flauti, ghironda, clarinetto, piffero e percussioni.Nel periodo natalizio, da anni, propongono in concerto brani tradizionali delle festività di vari paesi europei. L’album “Unico Figlio” è il primo lavoro interamente dedicato alla musica tradizionale natalizia ligure.

04 - Burgos Buschini DUOEntreveraDOSFelmay - fy8246 - (2017) EntreveraDOS è un sincero omaggio alla mu-sica dell’Argentina, la terra di origine di Ho-racio e Carlos. La loro intesa si dimostra del tutto naturale fin dai primi accordi di una toc-cante zamba, uno dei ritmi prediletti dei due artisti, e per altro uno dei ritmi più suggestivi del Nord-Ovest argentino. E poi arriva “El duende” e la magia prende forma, l’ispirazione li porta a navigare tra una milonga, una cha-carera, un gato, un tango. Tutte melodie della

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tradizione argentina, giocate su uno sponta-neo e semplice interplay tra chitarra e con-trabbasso. Il risultato è una musica che arriva diretta al cuore, di ascolto semplice, intimo, melancolico, ispirato e rispettoso della tradi-zione, con un tocco molto personale, ricco di struggente espressività e modernità stilistica, meritevole di un attento ascolto. Non c’è for-mazione d’assieme più piccola, eppure succede che il duo, proprio perché intimo e serrato, quando si genera l’alchimia, schiuda un imma-ginario decisamente più ampio e variegato.La storia di “EntreveraDOS” nasce con l’a-nima in Argentina, per la precisione a Cor-doba, dove Carlos “el tero” Buschini è nato e dove Horacio Burgos, originario di Buenos Aires, si è fatto adottare. La musica che ne scaturisce profuma intensamente di terra ar-gentina. Lo si avverte ad ogni angolo di questa città di suoni: nel comune respiro e nelle ca-ratteristiche dei ritmi, nelle armonie inconfon-dibili, nel disegno delle linee melodiche. Ma c’è di più; ad una seconda camminata nelle sue strade, affiorano i tratti di una modernità di stile che disegna un volto nuovo a una tradi-zione coloratissima e variegata fatta di zambe e milonghe, di chacarere e di tanghi, di viaggi, di nostalgie e di lontananza. Horacio e Carlos vagano nel mondo con i loro strumenti, s’in-contrano fugacemente nei backstage, promet-tendosi future collaborazioni.L’alchimia prende finalmente vita sulle sponde serene del Lago d’Orta: un concerto insieme e questa registrazione, frutto spontaneo della fugacità di quest’incontri e, proprio per que-sto, autentico e verace. Nettare saporoso, che non è solo il lavoro di una giornata a microfoni aperti in uno studio di registrazione milanese, ma è il disegno di decenni di note parallele le cui linee sinuose convergono felicemente in questo lavoro.

05 - Mugham SoulsTraditional Music of Modern AzerbaijanFelmay - fy8253 - (2017) Mugham Souls è l’incontro eccezionale di due cantanti Pierre De Trégomain e Gochag Askarov, che rappresentano due ambiti e due linguaggi musicali semi-improvvisati: jazz e Mugham. Questi due cantanti - uno cresciuto nella tradizione jazz europea e l’altro nella cul-tura classica del Mugham – sono riusciti a con-ciliare e non semplicemente a giustapporre le loro due diverse grammatiche musicali.Pierre De Trégomain e Gochag Askarov, sem-brano capirsi perfettamente come se stessero lavorando insieme da anni, ma l’idea di con-dividere il palco insieme ha preso forma solo nel 2016, quando Pierre De Trégomain ha sco-

perto l’album di Gochag Askarov, Mugham: Traditional Music of Azerbaijan (Felmay) e ha deciso di studiare la tecnica vocale del Mugham con lui a Baku. Questa originale coppia di can-tanti ha sviluppato uno stile musicale, definito jazz-mugham, adattando lo stile melodico non metrico del Mugham con il lessico improvvi-sativo del jazz. Questo genere è oggi divenuto molto popolare fra alcuni degli esponenti della musica tradizionale contemporanea dell’Azer-baijan citiamo fra gli altri i pianisti Novrasli, Isfar Sarabsky ed Emil Mammadov. Il canto Mugham richiede una particolare tecnica vo-cale che esplora la naturale capacità della voce per la fioritura, che nella terminologia musicale azerbaijana prende il nome di zengule. Le voci che non sono in grado di produrre questa mo-dulazione sono inadatte per il canto Mugham. La voce di Pierre, forte ed espressiva, dotata di un timbro caldo e potente, ha questa partico-larità, fatto quanto mai sorprendente per un cantante europeo. Le lezioni quotidiane con Gochag, con pratiche lunghe diverse ore ogni giorno, hanno consentito a Pierre di padroneg-giare la tecnica vocale in un buon numero di brani Mugham in meno di un mese e portato all’idea di realizzare un programma musicale che abbinasse Mugham e tecniche di improvvi-sazione jazz, registrato in un concerto di grande successo tenutosi a Baku nel novembre 2016, la cui registrazione presentiamo in questo album.Gochag Askarov (1978) appartiene alla nuova generazione di musicisti Mugham. Ha studiato musica e canto tradizionale al Baku Music Col-lege e al Conservatorio Nazionale. La sua car-riera internazionale è iniziata nel 2007 quando fu invitato alla BBC e successivamente al WO-MAD festival di Londra. Nel 2009 ha vinto il primo premio al prestigioso International World Music Festival di Samaracanda (Uzbeki-stan) e da allora continua ad esibirsi in impor-tanti festival di world music in Europa e Asia.Il cantante e compositore francese Pierre De Trégomain (1974) ha vinto nel 2008 il primo premio Crest Jazz Vocal (in Francia) diven-tando una figura centrale nel canto jazz fran-cese ed europeo. Col suo quartetto ha parteci-pato a tournè in tutta Europa guadagnandosi una solida reputazione professionale. La sua passione per l’improvvisazione e la sua pro-pensione alla musica trascendentale lo hanno portato ad esplorare nuovi orizzonti, dal canto contro tenorile barocco al canto di ispirazione Sufi, permettendogli di acquisire un profondo controllo delle proprie potenzialità vocali e la capacità di esprimere al meglio le emozioni in musica. Oltre che col suo quartetto Pierre De Trégomain collabora con musicisti di vario ge-nere dall’elettronica alla classica.

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