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Anno III Numero 1 ORIZZONTI Pag.1
Stampa in proprio a cura del Clan “La Lanterna” - responsabile: Stefano Bonci
Impaginazione e progetto grafico a cura di: Andrea Macco.
Anno III Numero 1 ORIZZONTI Pag.2
F.S.E. Gruppo Ge 1° c/o Istituto Sacro Cuore - Via L. Stallo 18
F.S.E. Gruppo Ge 3° c/o Parrocchia di S. Zita - V. di S. Zita 2
Per informazioni: Capo gruppo Paolo Ferrari: 010 -211214 - don Franco: 010-542463
A voi tutti un bentornato e un sentito
BUON ANNO !
E non è a caso che porgo a voi, lettori di
Orizzonti, quest‟augurio anche se con
qualche giorno di ritardo. Che sia
veramente un Buon 2003 vissuto a pieno !
Vi chiederete il perché di quest‟augurio
tanto accorato. Ora vi spiego.
L‟altra sera, tornato dal lavoro, riflettevo
su questo: ma perché il tempo non ci basta
mai? Vorremmo una settimana di 10
giorni, di cui 5 dedicati alle cose che ci
spettano (lo studio, il lavoro, la famiglia
ecc…) e gli altri 5 a fare ciò che ci piace di
più. E invece no! I giorni sono “solo” 7 e il
tempo scorre inesorabile … ci sfugge.
Così ci ritroviamo sempre a correre,
sempre affannati (o quasi), con la
consapevolezza che potevamo fare di più
se “ … solo avessimo avuto più
tempo…”.
Addirittura ragionando tra noi arriviamo
ad attribuire tutta la colpa al tempo, unico
r e s p o n s a b i l e d i o g n i n o s t r a
manchevolezza, unico problema da
risolvere.
Il tempo è prezioso … Devo trovare il
tempo … Il tempo è tiranno …
E mentre pensavo queste cose, ho iniziato
ad analizzare la mia settimana “tipo”; ho
cercato di capire come io [fatelo anche voi
è utile: parlo di me ma solo per raccontare
di una persona che conosco un po‟ meglio
di altre :-P) ] utilizzo il MIO tempo. E ho
avuto una sorpresa: il tempo non esiste!
“Si, vabbe‟, questa raccontala ad un altro/
a”, mi direte. No, vi dico, il tempo non
esiste e ve lo posso dimostrare. Ora,
trascurando il tempo che utilizzo per
sopperire a bisogni fisiologici quali
dormire e mangiare (qualche volta tra
l‟altro anche le cene sono pretesti per non
sfamarsi solamente), la mia settimana è
organizzata in maniera regolare da
“appuntamenti” (termine generico, ci
siamo capiti …) ben precisi. Ogni cosa che
faccio la faccio perché … la reputo giusta,
mi appassiona, ci credo veramente, ne
sono innamorato, …
Per le cose che contano nella mia scala di
valori, c‟è sempre “tempo”. “Ma allora –
direte voi – come mai ogni tanto anche tu
sei affannato, di corsa, in ritardo, senza
tempo?”. Bhe‟, ho cercato di capire anche
questo. Per quanto mi riguarda il tempo
non mi basta quando non lo organizzo, non
sono cioè coerente con me stesso. E, salvo
imprevisti come la coda in sopraelevata, è
solo colpa della mia incapacità di
programmare i vari miei impegni e
appuntamenti. È naturale che non si può
avere ogni ritaglio di tempo perfettamente
incastonato in uno schema a prova di
bomba. Ma caso vuole (caso???) che più il
tempo è ben organizzato, meglio si
(Continua a pagina 3)
“Tempus fugit”
Editoriale
Anno III Numero 1 ORIZZONTI Pag.3
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Impaginazione e progetto grafico a cura di: Andrea Macco.
riescono a trovare momenti per sé,
momenti di relax, momenti per non star lì
con l‟orologio in mano. Sono poi proprio i
momenti di “avanzo” a darci un po‟ di
respiro: quei minuti passati con un amico/a
a ragionare su come siamo cambiati e a
ricordare il passato, quei momenti insieme
a rider di una cosa buffa, quegl‟istanti in
più passati abbracciati alla persona a cui
vogliamo bene, quegl‟attimi sdraiato sul
letto a ripercorrere gli avvenimenti
accaduti durante la giornata, a ragionare
sulle scelte fatte, a ringraziare Dio per ciò
che mi ha donato, riconoscendo che Lui è
il centro della mia esistenza e senza di Lui
nulla mi riesce. Guai a perdere queste
occasioni!
Non è il tempo però ad esserci nemico.
Spesso siamo noi a non saperlo trattare
come NOSTRO, a non dargli un‟anima.
Buon anno ancora quindi, da vivere
intensamente per realizzare il progetto che
Dio ha su di noi, trasformando cioè in
VITA (espressione dell‟Amore che Cristo
ci ha insegnato vivendo), tutto ciò che il
mondo definisce TEMPO.
Buona Strada
Il C.C.
Tigre dagli Artigli Lucenti.
(Continua da pagina 2)
Scoutismo: “Associazione italiana guide e scouts d’EUROPA cattolici” a cura di Pipistrello silente e disponibile pag. 4
Scoutismo: “La nascita delle aquile randagie” a cura di Bisonte riflessivo pag. 8
Vita di fede: “Messaggio ai giovani” a cura di Procione attento pag. 11
Vita all’aperto: “Consigli per la cucina Trapper” a cura di Koala volenteroso pag. 14
Notizie e voci dalle diverse unità del Gruppo pag. 16
IN QUESTO NUMERO:
Anno III Numero 1 ORIZZONTI Pag.4
F.S.E. Gruppo Ge 1° c/o Istituto Sacro Cuore - Via L. Stallo 18
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Per informazioni: Capo gruppo Paolo Ferrari: 010 -211214 - don Franco: 010-542463
“Scout d’Europa, Scout d’Europa, … ma se io non sono mai andato più in là di Montoggio con gli Scout!” Anche tu in ques ta condizione? O sei fra i tanti che si sono già spinti oltre, fino a gustare le meraviglie della Lomellina (Mortara, Vigevano e dintorni) con indosso una bella uniforme Scout? In tutti e due i casi puoi pur sempre pensare che l’Europa, quella con la E maiuscola, sia un po’ lontana. Per quanto riguarda le G u i d e , i n v e c e , c i racconteranno qualcosa al ritorno dalla Polonia. Per tutti gli altri non c’è problema, allacciatevi le cinture e pronti a partire per un tour virtuale attraverso le frontiere. Ah! Dimenticavo; poiché avete pagato il biglietto più economico, il pacchetto di viaggio comprende quattro sole fermate; ma sono più che sufficienti! Prima fermata: Bruxelles. E‟qui, nella
capitale del Belgio, che hanno sede un gran
numero di organismi e istituzioni che
regolano la vita dell‟Unione Europea. In
particolare la Commissione Europea che è
un po‟ come il governo di tutti i Paesi
dell‟Unione. Ci sono anche
a l c u n e i m p o r t a n t i
istituzioni comunitarie che
non hanno sede a
Bruxelles; fra queste la più
importante è il Parlamento
europeo, che si riunisce a
Strasburgo, in Francia, ed è
composto da uomini e
donne eletti direttamente
da centinaia di milioni di
cittadini europei.
La cosa più interessante
che sta succedendo in
questo periodo a Bruxelles,
è il gran lavoro che si sta
facendo per scrivere una
Convenzione Europea. Cos‟è? Detto in due
parole è un insieme di principi, di regole e di
propositi che regoleranno la vita dei paesi
dell‟Unione e quindi anche di tutti i cittadini
europei. Se prendete in mano un libro di
storia, vedrete (anche senza studiarlo) che
non ci sono mai stati nella storia dei paesi
(Continua a pagina 5)
Associazione Italiana Guide e Scout
d'Europa Cattolici
In primo piano
Anno III Numero 1 ORIZZONTI Pag.5
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dell‟Unione Europea 60 anni (tanti ne sono
passati dalla fine della seconda guerra
mondiale) senza guerre, scontri, odio e
atrocità di ogni genere. Be‟ il fatto che oggi
si scriva la Convenzione, ci sia la moneta
unica e compagnia bella è forse la pagina di
storia più bella che mai ci sia capitato di
leggere.
Seconda tappa: Colonia. Siamo in
Germania; il 1 novembre 1956 a
Co lon ia s i incon t rano una
cinquantina di giovani capi Scout
tedeschi e alcuni capi francesi, fra di
essi vi sono cattolici, evangelici,
ortodossi. Da questo loro incontro
prende vita la "Federazione dello
Scoutismo Europeo".
Alla fine di tre giorni di dibattito,
a Colonia viene redatto un
documento in dieci articoli: lo Statuto
Federale. Il primo articolo dice: "Viene
fondata, con il nome di "Federazione dello
Scoutismo Europeo", una associazione scout
internazionale, composta di sezioni
nazionali e il cui scopo è di praticare lo
scoutismo di Baden-Powell, nel quadro
dell'ideale europeo, interpretato su basi
cristiane e che postula l'idea di un'Europa
unita".
La Federazione adotta, come emblema
ufficiale per tutte le associazioni, una croce
di Malta ad otto punte caricata da un giglio
d'oro. Non è una scelta casuale dato che
viene effettuata proprio nel giorno di Tutti i
Santi, giorno nel quale la Chiesa proclama
solennemente a tutta la terra le otto
Beatitudini, simboleggiate per la F.S.E.
proprio dalle otto punte della croce del suo
e m b l e m a .
Nel novembre 1956, unitamente alla nascita
della Federazione, prende vita, in maniera
formale, l'associazione tedesca della F.S.E.,
mentre i capi francesi registrano
ufficialmente la loro associazione solo nel
1958.
Sarà poi la volta di altre associazioni
nazionali; l‟Associazione Italiana nasce nel
1976.
Nel corso
del
tempo la
F e d e r a z io n e s i è
trasformata in “Unione Internazionale delle
Guide e Scout d‟Europa”, ma comunque
continua a voler creare una vera comunità di
vita dei giovani dei diversi paesi d'Europa, al
di sopra delle frontiere nazionali. Uniti dalla
Preghiera e dall‟azione scout, si rafforza la
nostra appartenenza a una comune casa
Europea (che, come dice Giovanni Paolo II,
può essere composta da diversi appartamenti
con le loro specifiche caratteristiche)
costruendo la conoscenza reciproca dei
diversi popoli, la collaborazione e l‟amicizia
fra tutte le nazioni.
La UIGSE-FSE riunisce associazioni di
confessione cattolica romana e accoglie, in
uno spirito di apertura ecumenica
(Continua da pagina 4)
(Continua a pagina 6)
Anno III Numero 1 ORIZZONTI Pag.6
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i n s e p a r a b i l e d a l l a
speranza di un ritorno
a l l 'un i ta ' sp i r i tua le
d e l l 'E u r o p a , a n ch e
associazioni Riformate o
appartenenti alla Chiesa
Ortodossa Orientale. E' il
caso della Germania e
della Svizzera (dove sono
presenti associazioni o
componenti evangeliche)
o della Romania (dove e'
presente una componente
ortodossa orientale). Ogni
Gruppo della F.S.E.
appartiene ad una Chiesa
e accoglie soci di quella
confessione.
La UIGSE-FSE è stata
riconosciuta dal Consiglio
d'Europa con statuto consultivo il 12 marzo
1980 ed ha come Associazioni membri :
Albania, Austria, Belgio, Canada, Francia,
Germania, Italia, Lituania, Lussemburgo,
Polonia, Portogallo, Romania, Spagna,
Svizzera, Ungheria.
Ok, siamo stati fermi a lungo, … adesso
spostiamoci un po‟ più a sud…
Terza fermata: Roma. Anzi: Città del
Vaticano. Siamo riusciti ad avere
un‟udienza dal Papa… sentiamo un po‟ che
dice a proposito dell‟Europa ai giovani:
“Giovani d’Europa, siete nella primavera
della vita, e vi scoprite alberi in fiore,
chiamati a diventare carichi di frutti.
Sappiate apprezzare le singolari
opportunità che vi si offrono ogni giorno.
Nonostante i suoi problemi questo è un
tempo straordinario, un momento
favorevole, nel quale ciascuno deve sapersi
assumere a pieno le proprie responsabilità:
personali e sociali. Non dimenticate perciò
quali sono le vostre radici. L’albero che
vuole crescere e portare frutti, deve con le
sue radici attingere alimento dal terreno
buono. Giovani d’Europa, il Vangelo è
questo terreno in cui porre le radici del
vostro avvenire! Nel Vangelo vi si fa
incontro Cristo. Scoprite e gustate la sua
amicizia, invitatelo a essere vostro
compagno nel viaggio di ogni giorno. Egli
solo ha parole di vita eterna.
… Giovani d‟Europa siate al servizio della
vita e costruttori di pace. Si parla
continuamente di paca, ma non si smette di
fare la guerra. La vecchia Europa ben
conosce questa realtà disumana. Cari
giovani respingete le ideologie ottuse e
violente, tenetevi lontano da ogni forma di
nazionalismo esasperato e intolleranza. A
voi è affidata la missione di aprire nuove
vie di fratellanza per costruire un‟unica
famiglia umana, approfondendo la legge
della reciprocità del dare e del ricevere, del
dono di sé e dell‟accoglienza dell‟altro…
Voi siete il volto giovane dell‟Europa. Il
futuro del Continente, come del mondo
intero, vi appartiene, se saprete seguire il
cammino che Cristo vi indica. Siate le sue
mani e il suo cuore, per i vostri fratelli e le
vostre sorelle: il cuore per amare e pregare,
le mani per lavorare, costruire e servire.”
Credo proprio si rivolgesse a ciascuno di
noi.
Quarta tappa: Genova. Per la
precisione: casa nostra, oppure la
(Continua da pagina 5)
(Continua a pagina 7)
Anno III Numero 1 ORIZZONTI Pag.7
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nostra sede, la nostra tana, …Qualcuno
di voi penserà in questo momento fra sé e sé:
radici cristiane d‟Europa, pace mondiale,
libertà di religione, libertà delle Nazioni,
riunificazione dei Cristiani: sono tutte grandi
e importanti sfide per la nostra epoca; ma
cosa posso farci io, da solo? Posso dare un
qualche contributo personale?
E io* vi rispondo: sì, tu da solo puoi mettere
qualche cosa in movimento, perché ogni
buona risoluzione, ogni pronta assunzione di
un compito comincia sempre nell‟uomo
singolo.
Per quanto i singoli sforzi debbano poi
essere riuniti per potersi esplicare a più vasta
scala, resta il fatto che il sì di una singola
persona, dato con generosità e mantenuto nel
proprio ambiente con fedeltà, può davvero
innescare e promuovere efficacemente
profondi cambiamenti per il bene.
*chi parla è sempre quel signore anziano
vestito di bianco.
E noi tutti abbiamo promesso o vogliamo
promettere di essere fedeli…
Bene, il viaggio è finito. Spero non vi abbia stancato troppo, perché adesso c’è parecchio lavoro da fare; c’è da fare l’Europa! Anzi di più: gli Scout d’Europa! Buona Caccia.
Pipistrello silente e disponibile
Chi non ne avesse avuto abbastanza, può consultare le fonti da cui sono stati anche estrapolati alcuni brani riportati nelle quattro tappe del viaggio. - Su Unione Europea e Convenzione: http://europa.eu.int http://european-convention.eu.int dove si possono trovare i link ai documenti redatti dalla convenzione dei giovani europei e si può dire la propria in un forum. - Su Associazione e FSE-Uigse: www.fse.it che contiene anche i link alle pagine di www.uigse.org - Per quanto riguarda i discorsi del Papa sull’Europa: ci sono indubbiamente infiniti siti Web che toccano l’argomento, ma per chi preferisce fare il tradizionalista c’è un opuscoletto di poche pagine: Enzo Bianco, Lettera agli Europei che il Papa non sa di aver scritto, Elle di ci, Torino, 1997. (E’ il numero 170 della collana “Mondo Nuovo”, curata dai Salesiani).
Anno III Numero 1 ORIZZONTI Pag.8
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Per informazioni: Capo gruppo Paolo Ferrari: 010 -211214 - don Franco: 010-542463
Talvolta è necessario fermarsi un momento e guardare le tracce che qualcuno prima di noi ha lasciato per capire se ci troviamo sul sentiero corretto e per verificare se stiamo andando nella giusta direzione. Buona Strada
Bisonte Riflessivo
La legge n. 5 art. 3 (9 gennaio 1927)
dell'Opera Nazionale Balilla (ONB) decreta
lo scioglimento dei Riparti Scout nei centri
inferiori a 20.000 abitanti ed obbliga ad
apporre, ai restanti, le iniziali ONB sulle
proprie insegne.
Il 24 gennaio il S. Padre
Pio XI con suo chirografo
scioglie Egli stesso i
R e p a r t i A S C I
(Associazione Scout
Cattolici Italiani), citando
il Re Davide (2 RE 24,14):
"Se dobbiamo morire sia
per mano vostra, o
Signore, piuttosto che per
mano degli uomini".
Il 9 aprile 1928 il
Consiglio dei Ministri modifica la legge ONB
che col decreto n. 696, firmato dal capo del
Governo Mussolini e dal Re, dichiara
soppresso lo Scoutismo. Nell‟ultima udienza
all'ASCI in Arcivescovado, tra le lacrime, alla
presenza del Card. Tosi, sono simbolicamente
deposte sull'altare e consegnate "le fiamme"
dei Riparti milanesi.
Ma se è soppresso lo Scautismo, alcuni Capi
sono decisi a serbare fede alla "Promessa" e
alla Legge": Giulio Cesare Uccellini Capo del
MI II, che prenderà il nome di Kelly durante
la resistenza, e Andrea Ghetti Scout del MI
XI, detto Baden, che definisce così la
clandestinità delle Aquile randagie: "Il
movimento Scoutistico clandestino nella
mentalità di Kelly aveva un duplice scopo:
mantenere l'idea di personalità, di libertà, di
autonomia, di fraternità e preparare i quadri
per il momento della ricostruzione, avere una
forza propria di resistenza ideologica per
impedire ai giovani di accettare una sola
visuale della vita, della storia, della politica.
Il valore di questo
sta nel fatto che
furono dei ragazzi
a dire NO al
fascismo, quando
tutti si piegavano
nonostante le
d e n u n c e c o n
interrogatori alle
sedi fasciste e alla
Questura, ma il
n o s t r o N O
rimaneva intatto".
Ha così origine il primo gruppo cattolico
antifascista che inizia il periodo della
‘Giungla Silente’ ed è composto mediamente
da 20-25 iscritti perché man mano che
crescono devono partire per i vari fronti
militari. Fare Scoutismo in divisa vuol dire
amare totalmente il metodo, avere
(Continua a pagina 9)
La nascita delle AQUILE RANDAGIE
Scoutismo nella storia
Anno III Numero 1 ORIZZONTI Pag.9
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convinzioni salde, coraggio per affrontare le
conseguenze giuridiche come l'arresto dei
genitori, la perdita dei vari benefici del
Fascio: che per gli adulti significava come
minimo la perdita del posto di lavoro e per i
giovani l‟esclusione dalla scuola, per tutti il
sopruso e la violenza, anche fisica, delle
squadre fasciste.
Le aquile randagie sono senza sede e le
informazioni per le uscite intere o
pomeridiane della domenica sono lasciate in
alcuni monumenti storici intorno a Piazza del
Duomo, ovviamente senza data e firma. I
fascisti cercano d'infiltrarsi nelle aquile
randagie senza mai riuscire a prenderli perché
sono sistematicamente depistati. Per non
rimanere isolati s'instaura una fitta
corrispondenza con Scout stranieri che durerà
per tutto il tempo della clandestinità e che
permetterà, alle aquile randagie, di
m a n t e n e r s i s e m p r e a g g i o r n a t e
metodologicamente con l'evoluzione dello
Scautismo mondiale.
Saranno mantenute, per tutto il periodo della
clandestinità, le tradizioni dell'inaugurazione
dell'anno Scout in settembre, la visita il
pomeriggio di Natale all'Ospedale dei
Bambini, la festa di
Carnevale, il ripetere
insieme la formula
della Promessa il 23
aprile in comunione
ideale con tutti gli
Scout del mondo, il
Campo di S. Giorgio,
il Campo Estivo. I
collegamenti fra le
aquile randagie sono
mantenuti mediante la
pubblicazione della
rivista 'Il Club dei Ceffi' che verrà sostituita
da 'Estote Parati' fino al 1940.
Nel 1933 superando grandi difficoltà, una
delegazione di cinque aquile randagie,
aggregata al contingente svizzero, partecipa al
Jamboree di Gödöllo (Ungheria) ed
incontrano Baden-Powell per la prima volta.
Nel 1935 Baden (Andrea Ghetti) si laurea in
filosofia rifiutando di indossare 'la camicia
nera', obbligatoria durante la discussione
della tesi; nel corso della festa di laurea
comunica la sua decisione d'entrare in
seminario e l'imminente partenza.
Nel settembre del 1936 Kelly (Giulio
Uccellini) partecipa ad un Pellegrinaggio di
Scout stranieri a Lourdes e fa voto di
condurne uno ufficiale dell'ASCI qualora
questa sia ricostruita integralmente. Questo
voto sarà sciolto da oltre 400 Scout ASCI nel
1954.
Nell'agosto del 1937 le aquile randagie
partecipano al Jamboree di Voghelenzang
(Olanda) inseriti nella delegazione Scout
della Corsica. Il 9 agosto Kelly, Baden e suo
fratello Vittorio incontrano Baden-Powell
che li riceve ufficialmente come delegazione
italiana; ad essi esprime con parole di
omaggio la sua solidarietà, sebbene senta
tutta la preoccupazione di esporre dei giovani
al rischio di una vita clandestina e concede
l'investitura di Capo a Kelly e l‟incarico di
conservare lo spirito dello scautismo e di
diffonderlo tra la gioventù italiana, fuori da
ogni forma associativa che comportasse
vincoli diversi da una coesione morale: tale
prudenza è suggerita dalla necessità di evitare
incidenti diplomatici, che possano assurgere
ad importanza internazionale. Il gesto di B.-P.
pone le premesse per il riconoscimento
(Continua da pagina 8)
(Continua a pagina 10)
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ufficiale delle aquile randagie quale gruppo
c o n t i n u a t o r e
dell'ASCI, unico
autorizzato a
riconoscere e
fondare nuovi
Reparti dopo la
ricostruzione.
Il 25 marzo 1939
Baden è ordinato
sacerdote nel
D u o m o d i
M i l a n o
dall'Arcivescovo Schuster e diventa
Assistente spirituale delle aquile randagie. Il
9 settembre avviene la prima salita in Val
Codera, scoperta da un'aquila randagia,
„paradiso perduto‟ sconosciuto e con
possibilità di fuga in Svizzera.
L'addetto alla Segreteria Vaticana, Monsignor
Montini, in un colloquio con Baden
sull'opportunità o meno di continuare lo
Scautismo in forma clandestina, non esita a
dichiarare che 'conviene' continuare a
conservare il metodo e lo spirito dello
Scautismo nella prospettiva di un futuro,
sostenendo la tesi che è buona cosa
mantenere vive tali forze intatte; nel caso di
ritorno a una libera forma di vita sociale, esse
avrebbero validamente contribuito al
rinnovamento del mondo giovanile pur
nell'eventualità del pericolo che la vita
clandestina comporta.
Nel 1940 iniziano le guerre in Albania,
Somalia e Libia, Grecia. Le aquile randagie
mantengono una fitta corrispondenza con gli
Scout al fronte e nei campi di
concentramento, causando un intervento
dell'ufficio Censura Corrispondenza di Roma
insospettito da alcuni termini come "aquile
randagie, estote parati, traccia" pensando si
tratti di un codice cifrato e scatta una severa
inchiesta militare.
Il 4 ottobre 1942 su un quotidiano si legge:
"E' stato trasportato all'ospedale Maggiore,
trovato privo di sensi e sanguinante sullo
stradale tra Niguarda e Bresso. Versa in
gravi condizioni per le lesioni in tutto il
corpo (rottura di tre costole, commozione
cerebrale) e la frattura della clavicola
sinistra tanto che non si è potuto
interrogarlo, ma non è dato sapere in quali
circostanze sia stato investito". E‟ in questo
modo che viene diffusa la notizia
dell‟agguato teso dagli squadristi fascisti a
Kelly che in bicicletta stava raggiungendo le
sue aquile randagie in uscita. Kelly rimarrà
menomato nell'udito dell'orecchio destro che
gli causerà anche la perdita dell'equilibrio.
Inizia l'esperimento Scautistico nel Seminario
Teologico della Diocesi Ambrosiana a
Venegono con due direttrici: una
propagazione dello Scautismo per opera
diretta dei novelli sacerdoti e la seconda
costituzione di un Reparto Scout tra i chierici
del seminario.
Nell'inverno 1943, di ritorno in bici da una
uscita a Caronno le aquile randagie vengono
sorprese da un bombardamento aereo. Il 26
luglio durante la Messa al Campo Estivo delle
aquile randagie con una squadriglia di romani
e parmensi a Colico, un fattore annuncia la
caduta del Fascio che provoca un naturale
scoppio di gioia e commozione di tutti; Baden
(Continua da pagina 9)
(Continua a pagina 11)
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si riprende e urla: "la Messa continua". Si
profila la possibilità della ricostruzione
dell‟ASCI sciolta nel 1928 e l'Arcivescovo
Schuster incoraggia il risorgere dell'ASCI
lombarda e approva i quadri dirigenti
lombardi da tempo preparati. Grazie alle
Aquile randagie, ha avvio la rinascita
dell‟ASCI…
Kelly e Baden.
Kelly nasce a Milano l‟11 marzo 1904 e
muore il 22 marzo 1957 a Milano per un
t u m o r e a l l o s t o m a c o ;
Baden nasce a Milano l‟11 marzo 1912 e
muore il 5 agosto 1980 a Tours in Francia a
seguito di un incidente d‟auto durante il
Campo di Clan in bicicletta del MI I „La
Rocchetta‟ di cui era Assistente. Baden è il
paroliere delle canzoni Scout: Madonna
degli Scout, Il richiamo della Strada, La luna
sulle vette, Col cappellone ed un giglio d‟or.
Bibliografia
Lord Baden-Powell, Scautismo per ragazzi,
editrice Nuova Fiordaliso
Mario Sica, Storia dello Scautismo in Italia
don Giorgio Basadonna, ...Sempre pronto!
un profilo di don Andrea Ghetti, editrice
Ancora, 1994
Arrigo Luppi, L'inverno e il Rosaio
Il testo è tratto da Vito Cagnoni.
(Continua da pagina 10)
Messaggio a noi giovani
Vita di fede
Un fraterno saluto a tutti ! Se avete letto gli articoli delle pagine precedenti, a partire dall’Editoriale, fino ad arrivare alle Aquile Randagie vi sarete accorti che un sottile ma robusto filo unisce i temi trattati: è quello della fede. E’ il filo della fede che ha fatto sì che persone come Kelly e Baden portassero avanti i valori e ciò in cui credevano (ed è anche grazie a loro che noi siamo qui oggi!), è il filo della fede che intreccia la nostra storia con quella degli di molti altri Scouts e Popoli dell’Europa, è il filo della Fede che trasforma la nostra vita, dando al nostro tempo (vedasi editoriale) qualcosa in più e di diverso.
E’ il filo della fede che cerca di tirarci pian piano un po’ più su, verso il Signore, anche se a volte pare facciamo di tutto per “rimanere in basso”, trascinati dal peso dell’egoismo, della superficialità, della comodità, e via dicendo. E’ il filo della fede che ci unisce non solo tra di noi, ma anche con il nostro nuovo Arcivescovo, Mons. Tracisio Bertone, il quale, proprio per rafforzare il legame con i giovani, ha voluto dedicare a loro un incontro molto speciale (avvenuto lo scorso 1 Febbraio nella Chiesa di San Siro) ed un messaggio altrettanto incisivo. Ne riporto qui di seguito solo uno stralcio
(Continua a pagina 12)
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ma spero possa essere sufficiente per trasmettervi una dose di carica e di entusiasmo, nonché darvi l’opportunità di
riflettere un poco con voi stessi, per sentirvi alfine “legati “ un po’ più vicini al Signore. Buona strada!
Procione attento
<< Cari Giovani, vorrei sottolineare il
vostro essere persona e dunque la vostra
dignità intrinseca costituita dalla vostra
anima e dalla vostra corporeità, dalla
vostra capacità di
pensare e di
amare, dal vostro
essere uomini e
donne, in cui si
c o n c e n t r a n o
originali qualità
u m a n e t u t t e
protese alla vita,
alla realizzazione
dei vostri sogni,
alla vostra felicità.
Ne sono segnali concreti il lavoro che
assumete, l‟amore di una vostra famiglia,
la partecipazione alla vita sociale, il
conseguimento di un ideale missionario, di
vita consacrata.
Voi valete per la vostra naturale apertura
alla verità, alla giustizia, alla solidarietà,
alla pace, per la capacità di farvi domande
di senso, interrogativi sui valori per cui
valga la spesa di vivere (e questo fare
domande nuove, domande vere, domande
ispirate dall‟umanesimo del Vangelo è in
se stesso un valore prezioso che può dare
un deciso dinamismo ad un mondo talora
bloccato da mezze verità e menzogne). E‟
quanto mai logico dire allora con Giovanni
Paolo II, che i “giovani sono il futuro della
Chiesa e della società”, e crederci per
l‟affidabilità della persona.
Giovani che cosa dite di voi stessi? Avete
colto le vere ragioni dei vostri impegni, ma
anche i motivi delle vostre crisi e dei vostri
errori? Come mantenete e sviluppate la
vostra dignità giovanile così come Gio-
vanni Paolo II la viene delineando nei suoi
incontri con voi?
Da parte mia,
vorrei che la
r i t r o v a t a
consapevolezza
della vostra
dignità fugasse
q u e l l o
scoraggiamento
che talora vi
prende di fronte
a difficoltà, e
non sono poche, che vi possono
paralizzare, per cui vi lasciate cadere le
braccia, vi lasciate consumare da surrogati,
al momento piacevoli, ma di corto respiro
e ingannatori.
Vorrei in particolare che i giovani esposti
in questo momento a qualche sofferenza
(Continua da pagina 11)
(Continua a pagina 13)
Voi giovani valete per la vostra naturale
apertura alla verità, alla giustizia, alla
solidarietà, alla pace, per la capacità di farvi
domande di senso, interrogativi sui valori per
cui valga la spesa di vivere . E’ quanto mai
logico dire allora con Giovanni Paolo II, che i
“giovani sono il futuro della Chiesa e della
società”, e crederci per l’affidabilità della
persona.
Anno III Numero 1 ORIZZONTI Pag.13
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fisica, spirituale, mentale, affettiva, in
situazioni di malattia, di
depressione, di handicap,
d i marg ina l i t à , d i
reclusione..., aiutati da
noi, riprendessero un
cammino di speranza.
Vorrei che nella nostra
G e n o v a i g i o v a n i
partecipassero alla messa della vita, dove
si opera, dove si decide, da forti,
accettando di esserci con il coraggio delle
idee nuove che derivano dalla vostra fede
nel Vangelo coniugata con la vostra
cultura, con la praticità nel concretarle,
con la costanza nel resistere alle inevitabili
delusioni ed insuccessi. Che non sono però
l‟ultima parola. La gente di mare sa che
ogni lunga attraversata ha per sé il prezzo
di qualche tempesta. Ma vi si prepara e
decide lo stesso di salpare.
L‟Apostolo Giovanni scrivendo ai giovani
della sua Chiesa ha messo in chiaro che
quanti vogliono seguire il Maestro nella
missione di dare alla vecchia terra il
profilo nuovo del Regno di Dio si
espongono a dei rischi: vi è un “maligno
insidioso da vincere”, un mondo sbagliato
da rettificare. E qui Giovanni non poteva
non ricordare le ultime parole del Maestro,
il discorso di addio, il suo testamento nel
Cenacolo durante l‟ultima Cena, parole
che lui ha riportato fedelmente nel suo
Vangelo:
“Se il mondo vi odia, sappiate che prima
di voi, ha odiato me... Perché io vi ho
scelti dal mondo, per questo il mondo vi
odia. Ricordatevi della parola che vi ho
detto: un servo non è più grande del suo
padrone. Se hanno
p e r s e g u i t a t o m e ,
perseguiteranno anche
voi... Vi ho detto queste
cose, perché abbiate
pace in me. Voi avrete
tribolazione nel mondo,
ma abbiate fiducia; io
ho vinto il mondo ” [Gv 15,18-20; 16,33].
Si può tranquillamente dire che se un
cristiano non avesse niente da soffrire per
esserlo, non lo è veramente. Ma
attenzione: non è mestiere di Gesù far
soffrire i suoi tanto per farlo, ma perché,
come dice S. Giovanni, delle forze
negative interiori ed esteriori tagliano le ali
per volare alto, quali l‟egoismo, la
sopraffazione, l‟autosufficienza. Sicchè
quello che chiede Cristo è la lotta e un
sacrificio non fine a se stessi ma per una
vittoria, una arrampicata per una vetta, una
attraversata sofferta di mare per un
approdo.
[…] Certamente tutto ciò che è prova,
vuole lotta, richiede coraggio. Lo disse con
parole indimenticabili e tra le più
applaudite ancora il papa a Tor Vergata: “
Cari Giovani, è difficile credere in un
mondo così? Nel 200 è difficile credere?
Sì, è difficile! Non è il caso di
nasconderlo. E‟ difficile, ma con l‟aiuto
della grazia è possibile. ” >>
[i brani son stati tratti dal “Messaggio ai giovani” di
mons. Tarcisio Bertone, Arcivescovo di Genova,
paragrafi 10, 11, 12,14]
(Continua da pagina 12)
“La gente di mare sa che ogni
lunga attraversata ha per sé il
prezzo di qualche tempesta.
Ma vi si prepara e decide lo
stesso di salpare.”
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Cari fratelli scout, la cucina trapper,
ahimè, è sempre stata dolorosa e deludente
per gli inesperti, proprio per questo motivo
volevo donare ad essi un poco della mia
modesta esperienza.
Un po’ di storia…
Innanzitutto trapper o trappeur è il nome
che veniva dato al copricapo dei cosiddetti
“mountain-man” o esploratori delle terre
fredde (Alaska, Canada,
nord America), questi
uomini vivevano in
solitario in case di legno
costruite lontano dalle
città e dai paesi, come i
nostri rifugi alpini. Il
loro compito era di
g u i d a r e c h i l i
ingaggiasse per le vie impervie della
montagna, di salvaguardare la flora e la
fauna da chi la minacciasse, quindi abili
anche nel seguire le tracce. Vivendo
lontano dai centri abitati, era raro per loro
scendere a valle, quindi dovevano
arrangiarsi per quanto riguardava il
nutrimento in particolare, soprattutto
quando partivano per escursioni di qualche
giorno, di conseguenza cacciavano la
selvaggina badando, essendo naturalisti, a
non sprecare niente, infatti il loro
copricapo generalmente era fatto con
pellicce di piccoli animali, quali marmotte,
tassi, manguste… A questo punto in
qualche modo il nutrimento, in particolar
modo la carne, necessitava di essere cotta
per poter essere cnsumata, i metodi erano
diversi: affumicare, cuocere alla brace,
salare, essiccare, per quanto era possibile
portavano cibo al sacco, ma non era
sufficiente, infatti caricavano carne fresca
per i primi giorni, ortaggi, verdure, bacche,
ecc.. appunto tra i metodi prima visti vi è
la cottura alla brace,
usata anche dai
gauchos in Argentina,
da chiunque si
avventurasse in viaggi
lontani dalla civiltà a
contatto con la natura.
In diversi paesi viene
praticata, l‟unica differenza che riscontra
con i tanto popolari barbecue è la
semplicità con cui viene praticata, unici
utensili: coltello serramanico, fantasia,
spezie e arte culinaria,
niente griglie, solo spiedi o griglie di legna
verde preparate al momento, niente carta
stagnola o piastre, solo pietre piatte
arroventate e pulite.
!!! basti pensare alle differenze di carico,
provate a portare griglie, piastre, carte,
spiedi, ecc.. !!!
(Continua a pagina 15)
Alcuni consigli per la cunia trapper
Vita all’aperto
Anno III Numero 1 ORIZZONTI Pag.15
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Suddividiamo in pillole alcuni consigli
pratici:
1) procurarsi la legna giusta è importante,
innanzitutto deve essere secca!!
Assolutamente importante distinguere
legna verde da quella secca.
Legna da evitare: pino, abete e simili (poca
brace)
Legna consigliata: quercia, castagno,
nocciolo, e altra
2) il fuoco va alimentato molto
all‟accensione e lasciato consumare nel
tempo lasciando una piccola parte ancora
viva.
3) Gli spiedini possono essere di varie
forme, tra i più tipici: forcole, spiedi e
griglie.
Importante costruire lo strumento in modo
che regga il cibo evitando che cada,
abbastanza lungo per poterlo avvicinare
alla brace senza scottarsi, e robusto di
diametro, altrimenti potrebbe bruciarsi.
NB !! lo spiedo non si regge a mano !!, lo
si poggia vicino al fuoco incastrato con
pietre o altro.
4) La disposizione
d e l l e p i e t r e
dipende dai tipi di
spiedi che si
vogliono usare, si
può creare un
canalino dove si
andrà poi a
spostare la brace
per cuocere gli spiedini già pronti, oppure
far scaldare una pietra abbastanza sottile
per usarla come bistecchiera.
5) Impara a riconoscere gli stati di cottura
dei cibi, aspetta pazientemente che tutto
sia pronto e cotto a puntino, altrimenti
perderai la gustosità dei piatti che vorrai
preparare.
Ricorda: “L‟ingrediente principale è la tua
fantasia”.
(Continua da pagina 14)
Il mare è una cosa bellissima
e il mondo non sarebbe così bello senza le sue
ricchezze
e noi lo disruggiamo con il petrolio e i rifiuti.
Leonardo Milanti,
lupetto Branco Arcobaleno
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Il 6 ottobre 2002 siamo andati ad
Arenzano. Siamo stati in un prato con
ipavoni e le papere. C‟è stato il passaggio
delle vecchie coccinelle, che c‟hanno
regalato tante cose: lo scooby Doo, un
braccialetto con le perline bianche e
azzurre, una matita e un foglio bruciato
con scritto un biglietto. La Luisetta ha
portato una torta all‟albicocca che
abbiamo mangiato. Abbiamo giocato allo
sparviero e abbiamo cantato delle canzoni
gioiose.
Ci siamo divertite tanto, ma ci è
dispiaciuto che le vecchie coccinelle siano
passate alle guide perché ci stanno molto
simpatiche.
Prima della partenza per Genova abbiamo
giocato al fazzolettone, ma senza le
vecchie il gioco era diverso.
Le setiglie non ci sono più perché le capo
sono passate e la Sara, che è la capo
cerchio, ha detto che siamo una unica
famiglia felice.
Durante il viaggio di ritorno una di noi si è
messa a piangere e le altre erano tristi per
il passaggio delle coccinelle vecchie.
Siamo arrivati a casa e i genitori ci hanno
accolte benevolmente.
La sestiglia verde
Gita ad Arenzano
Notizie dal Cerchio “Stella Nascente”
A Villa Pallavicino
L‟1/12/2002 abbiamo fatto la prima gita
insieme alle cocci del
prato. Era una
giornata molto
importante perché
abbiamo formato le
nuove sestiglie.
Le cocci nuove
erano talmente
tante che abbiamo
dovuto fare
un‟altra sestiglia,
la sestiglia
“verde”.
Siamo arrivate e abbiamo visitato un
museo dove si trovavano reperti storici
primitivi ed egiziani.
Dopo siamo usciti e
abbiamo
percorso un
sentiero per
arrivare a un
lago dove
abbiamomangiato,
giocato e cantato.
P o i a b b i a m o
giocato per conto
(Continua a pagina 17)
Anno III Numero 1 ORIZZONTI Pag.17
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nostro, nel tempo libero e dopo ci hanno
chiamato in cerchio per fare diverse prove:
la prima era di trovare un sacchetto dove
c‟erano degli alimenti e a occhi chiusi
bisognava riconoscere l‟alimento
dall‟odore; nella seconda bisognava
memorizzare degli oggetti in un tot di
secondi e poi
d i r l i
ricordandoseli
tutti. La terza
prova era
quella di
assaggiare a
occhi chiusi
dei cibi e riconoscerli.
Infine ogni coccinella doveva andare a
cercare il suo cartoncino che dal colore si
capiva di che sestiglia eri.
E le vecchie sono diventate capi, vice o
terze di sestiglia. Le sestiglie sono molto
belle, la gita è stata altrettanto bella e ogni
coccinella è contenta della sua nuova
sestiglia.
La nostra sestiglia (gialla) è formata da
Martina Boero (capo), Giorgia De Stefano,
Joanna Brizzi (terza di sestiglia), Chiara
Salve, Camilla Grillone (vicecapo).
Buon volo dalla sestiglia Gialla
(Continua da pagina 16)
Il sabato ci ritroviamo con le nostre
amiche coccinelle per giocare e divertirci;
un gioco che ci piace molto è palla-scout:
ci si divide in due squadre e si attacca il
fazzolettone ai pantaloni. Bisogna arrivare
nel cerchio avversario e appoggiarci la
palla, senza essere "“scalpati”. Se si viene
scalpati si è eliminati dal gioco per 15
secondi; vince la squadra che ha messo più
volte la palla nel cerchio avversario.
Insomma la riunione è proprio divertente.
Veniamo alle coccinelle per divertirci, ci
piace e si imparano un sacco di cose sulla
natura e sugli animali.
La nostra capo è Sarah ed è molto
simpatica, sorride sempre e ci fa sentire a
nostro agio in tutti i momenti che
passiamo alle coccinelle.
La sestiglia azzurra
La riunione
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Alcune settimane fa uno strano invito è stato
recapitato a tutti i Lupetti del CdA: “la VVLL
Travels ha organizzato
per voi un magnifico tour
turistico fra le meraviglie
del Medio Oriente”. Una
bella vacanza! Era
proprio quello che ci
voleva! E così ben 13
Lupetti dei due Branchi
del nostro gruppo si
sono diretti al luogo
p r e f i s s a t o p e r
l‟appuntamento in quel
di Vigevano. E indovinate un
po‟… scorgendo fra la nebbia… si! c‟erano
tutti i CdA della Regione Nord-Ovest.
Subito l‟organizzazione si è messa in moto:
ognuno è stato imbarcato su uno dei dieci
pullman a nostra disposizione e il viaggio
vero e proprio ha avuto inizio. Certo non tutti
erano proprio abituati a guidare dei mezzi
così ingombranti e già alla sera qualche
pullman aveva bisogno di un buon
carrozziere, ma fra una palma e una sfinge, il
deserto e qualche oasi, possiamo dire di aver
visto quasi tutto il Medio Oriente: Turchia,
Libano, Israele, Egitto, Siria, Iran, Palestina,
… bei posti insomma! E ovunque siamo
passati abbiamo incontrato i più strani
personaggi pronti a chiederci favori in cambio
di un visto sul passaporto e di una ricaricata
alle nostre carte di credito (ebbene sì, in
Branco abbiamo le carte di credito,
ovviamente speciali).
Inoltre abbiamo notato una cosa curiosa: agli
angoli delle strade di questi posti dove è
vissuto Gesù, spesso sono raffigurate le cose
che Lui ha detto o
ha fatto; così si è
tenuta una sfida
fra comitive di
pullman diversi
per imitare nel
modo migliore le
scene che abbiamo
visto. Ma non è
stata l‟unica sfida:
con i nostri potenti
mezz i abb iamo
p r o v a t o una sfida a scalpi fra
i finestrini dei pullman in movimento; cose da
stunt-man, anche se alla fine di queste
acrobazie i pullman erano letteralmente
distrutti. Sarà anche per questo che il viaggio
di ritorno è stato effettuato con l‟autostop!
Quel che è sicuro è che più di 60 lupi di quelli
più anziani, con la pelliccia color del tasso,
hanno cacciato per due giorni facendo del
proprio meglio e la giungla ha udito fragoroso
il loro Grande Urlo lanciato a gran voce,
pensando ai fratellini dei loro Branchi che
erano a casa.
Ci vediamo al prossimo viaggio organizzato
dalla VVLL Travels e fino ad allora… Il
favore della Giungla vi accompagni!
Buona Caccia.
}TdqeuR (Akela)
Il viaggio in Medio Oriente dei C.d.A.
Notizie dai Branchi
Anno III Numero 1 ORIZZONTI Pag.19
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I giorni 18 e 19 Gennaio si sono riuniti, a
Vigevano, i C.d.A. di genova 1, Genova 3,
Mezzago1, Mortara1, Vigevano1,
Busnago1, Vimercate 1, Solbiate 1,
Albino1, Induno 1, Varese 1.
Noi del C.d.A. di Genova 1 e Genova 3
siamo arrivati in ritardo perché abbiamo
perso coincidenza a Alessandria perché il
treno per Alessandria era in ritardo.
Intanto che aspettavamo il treno abbiamo
fatto una partita di WolfBall e infine
abbiamo preso il treno per Mortara.
Arrivati a Mortara abbiamo subito preso il
treno per Vigevano.
Arrivati a Vigevano dei VVLL
del Branco di
Vigevano ci
h a n n o
accompagnato
con le loro
m a c c h i n e
all‟oratorio di S.
Maria Pellegrina.
Subito siamo corsi
al campo di calcio
dove abbiamo fatto
il grande urlo di tutti
i C.d.A.
Dopo il grande urlo siamo andati
nell‟oratorio per dividerci in squadre con a
capo un “tour operator”. Io ero con Kaa
del Genova 1, Marco B. e altri bambini di
altri gruppi.
Dopo esserci riuniti, abbiamo mangiato
pasta (al ragù o in bianco) e panini.
Finito di mangiare abbiamo cominciato il
gioco “viaggiando” in autobus di cartone e
abbiamo attraversato le frontiere di
Libano, Palestina, Kurdistan, Pakistan e
Israele.
Alla fine abbiamo sistemato i nostri
stuoini e i sacchi a pelo e siamo andati a
dormire.
Durante la notte io ho avuto un po‟ di
freddo alla testa anche se il riscaldamento
era acceso.
La mattina dopo ci siamo alzati con la
canzone “Lupo salta
su” e abbiamo fatto
ginnastica con i
n o s t r i “ T o u r
operator”.
Dopo abbiamo
fatto colazione
ma non con i
“Tour operator”
ma coi nostri
branchi, poi
a b b i a m o
chiamato i l fachiro
Casimiro per riavviare il nostro viaggio
nelle terre mediorientali.
Nel nostro tour abbiamo superato le
frontiere che ci mancavano e cioè Iraq,
Kuwait, Turchia e Arabia Saudita, da
questi stati e da altri abbiamo ricevuto
degli oggetti che sono serviti a fare una
(Continua a pagina 20)
La caccia dei C.d.A. di Regione
Notizie dai Branchi
Anno III Numero 1 ORIZZONTI Pag.20
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Il 19/10/02 noi del Riparto siamo partiti da
Genova col trenino di Casella per Crocetta.
Arrivati, siamo andati su dei prati poco
sopra il centro abitato facciamo un
Quadrato. Il capo delle Alci, Francesco,
riceve una specialità, tre specialità
maggiori ed ESPLORATORE SCELTO.
Subito dopo viene chiamato dal Clan e così
diventa un Rover.
Poi tocca ad Emanuele andare in Clan e
dopo di lui a Michele. (Fabrizio confida
sulle Poste Italiane per dare a tutti i
distintivi). (Vedrete poi le foto fatte da
Paolo Ferrari).
Dopo facciamo una mula insieme a Paolo
Ferrari e a Paolo Falco (ex capo-Clan di
Viterbo trasferitosi ora a Genova).
Stranamente subito dopo facciamo un altro
Quadrato. Tutti ci chiediamo come mai e
subito Fabrizio ci dà la risposta: i due
Riparti (SAN GIORGIO e IMPEESA) si
stanno di nuovo per dividere e diventare
così indipendenti, distinti e con due
Caporiparto. I due Caporiparto sono:
Fabrizio per il Riparto SAN GIORGIO e
Matteo per il Riparto IMPEESA.
Si celebra una cerimonia Solenne per il
nuovo caporiparto con Paolo Ferrari.
Paolo Semino torna di nuovo come Aiuto-
Caporiparto di Fabrizio (che confusione!!).
Quindi (dopo la cerimonia) ci dividiamo
nei due Riparti.
Noi formiamo le nuove S.q. che sono: Tori:
Stefano Ghio, Paolo Macco, Claudio,
Daniele Passerini; Volpi: Giovanni,
Andrea, Emanuele; Castori: Andrea,
Giovanni, Davide, Gianluca, Tomas.
Poi torniamo a casa dopo un pomeriggio
pieno di novità.
Spero che quelli passati in Clan si trovino
bene (e che sistemino perle feste Merlo,
come tutti sperano).
Buona caccia e saluti da
Paolo Macco
Passaggi dal riparto in Clan
Notizie dai Riparti
cosa che vi spiegherò dopo.
Poi ci hanno chiamato in cerchio per fare
una corsa con gli autobus “all‟ultimo
bullone”: dovevamo prendere della stoffa
dagli altri autobus per riuscire a vincere; il
mio tour, purtroppo, ha guadagnato solo un
pezzo di stoffa (preso dal sottoscritto) e con
gli oggetti che ci hanno dato i vari Stati
abbiamo fatto una scenetta a quadri statici.
Alla fine della caccia abbiamo fatto il
grande urlo di tutti i C.d.A. della Regione.
Il mio giudizio di questa caccia è che è
stata veramente entusiasmante.
Andrea Cassia
Br. Fiore Rosso.
(Continua da pagina 19)
Anno III Numero 1 ORIZZONTI Pag.21
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Impaginazione e progetto grafico a cura di: Andrea Macco.
«A che serve un albero se non fa ombra?
A che serve la fortuna senza la carità?
A che serve una vacca se non dà latte?
A che serve la bellezza senza la virtù?
A che serve un piatto pieno senza
l‟interruzione di servirlo?
A che cosa serve la mia esistenza senza la
tua presenza, o Signore?»
Ogni tempo di riposo rappresenta per
l‟uomo un‟ottima occasione di riflessione
sul proprio lavoro, sul proprio studio, sulle
proprie relazioni e sulla propria esistenza.
E‟ angosciante per l‟uomo, che vuole sfug-
gire dai supremi interrogativi riguardanti la
vita, riflettere su se stesso e sulla propria
esistenza!
Meglio non pensarci, meglio vivere del
“non senso”? Meglio distrarsi stordendosi
nella molteplicità delle occupazioni quoti-
diane e degli intrattenimenti sociali? Riflet-
tere sul senso della propria vita comporta
un peso enorme, perché ci si sente, in un
primo momento, profondamente schiacciati
dalla responsabilità nei confronti di se stes-
si e degli altri. Responsabilità
nell‟amministrare i propri talenti al fine di
custodire la creazione.
E‟ sconvolgente sentirsi responsabili della
costruzione del mosaico della creazione. E‟
sconvolgente sentirsi responsabili delle pro-
prie scelte che si ripercuotono su tutto
l‟universo. Sarebbe meglio non pensarci!
Già Pascal riteneva “mostruosa”
l‟indifferenza dell‟uomo nei confronti del
senso della vita. Nella nostra società consu-
mistica e ricca si uccide, ci si uccide, si vio-
lenta come se fosse un gioco al massacro
solo per riempire i vuoti, per sconfiggere la
noia, per distogliere dal pensare a quella
che è la vera condizione umana, il “non
senso” provoca drammi interiori molto più
profondi di un semplice turbamento.
L‟uomo non può rimanere passivo di fronte
alla vita. Deve piuttosto rendersi conto di
essere protagonista attivo, co-creatore di
quel mosaico dell‟esistenza che Dio ha pro-
gettato. Bisogna vivere nella ricerca conti-
nua del proprio posto all‟interno dell‟opera
della creazione. Quella creazione che Dio
ha avviato e che spetta all‟uomo portare a
compimento. E‟ necessario trovare il pro-
prio ruolo a servizio della società e cui si
vive. Solo allora, quando avremo donato la
vita, solo quando l‟avremo messa al servi-
zio degli altri, potremo dire di avere
“realizzato la nostra vita”, averle dato un
senso. Solo allora saremo diventati adulti
spiritualmente, intellettualmente e fisica-
mente, perché l‟uomo si realizza non quan-
do si chiude in se stesso e nel proprio egoi-
smo, ma quando si apre al mondo, agli altri,
all‟altro. La vita d‟altronde, è dono! Un do-
no d‟amore. Anzi, la vita è amore, perché la
vita è servizio gratuito agli altri.
L’incaricata regionale Branca Scolte
Donare i propri talenti è il senso della vita
Riflessione dal Fuoco
Anno III Numero 1 ORIZZONTI Pag.22
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Cosa mi abbia spinto quell‟estate ad
accettare di camminare per sei giorni di
fila con uno zaino enorme per sentieri che
di tale non avevano poi molto, cosa mi
abbia spinto a mangiare per sei giorni di
fila pastine e carni in scatola, ho bisogno
che qualcuno me lo spieghi…forse la mia
s a r à s t a t a
solamente una
f o l l i a
m o m e n t a n e a ,
forse non ho
a s c o l t a t o
l ‟ u n d i c e s i m o
articolo dello
scout (Lo scout
non è uno
sciocco), ma
fatto sta che
nell‟anno del Signore 2002, nel mese di
Agosto, 4° giorno di quel mese infausto
che verrà ricordato, almeno da me, come il
mese della pazzia, ho seguito da fedele
cane segugio (ma non ero una Renna?
Mah…valle a capire certe mentalità…)
alcune persone, vestite in modo strano,
verso le cinque del mattino, su un pullman
con la destinazione scritta nitidamente:
Valnontey…sarà tutto un sogno, penso tra
me, (data l‟ora presta, poteva esserlo
benissimo). Da quella piazza, dedicata alla
Vittoria, dove erano ancora evidenti i resti
di un concerto dei Buio Pesto, che non mi
hanno fatto dormire per tutta una notte,
salgo su tale corriera e mi riaddormento…
fino alla Val d‟Aosta, dove mi accorgo con
grande disappunto che è tutto reale…un
personaggio che tutti
chiamavano FANO
mi porge una fascina
di fogli da rilegare…
do una mano a questi
ragazzi a preparare
certi libretti di
m e d i t a z i o n e …
continuo a non
capirci niente…ma
arrivati ad Aosta
succede un fatto
veramente strano…scendo da questa
corriera e mi caricano di un fardello
abbastanza pesante, continuo a non capire
e il signor Fano chiama tutti all‟attenzione
e parla per ore…mi si staccano i
collegamenti cerebrali e improvvisamente,
come in un film a spezzoni mi ritrovo a
camminare in mezzo ai boschi e a pensare
alla ragione e alla scienza, con argomenti
riguardanti la fisica e la clonazione, la
(Continua a pagina 23)
WELCOME TO (GREAT) PARADISE Ovvero: Una Grandissima Pazzia Chiamata
Campo Mobile (o route)
Notizie dal Clan “La Lanterna”
Anno III Numero 1 ORIZZONTI Pag.23
Stampa in proprio a cura del Clan “La Lanterna” - responsabile: Stefano Bonci
Impaginazione e progetto grafico a cura di: Andrea Macco.
relatività e la fede. Cosa è successo?
Continuo a camminare per ore in mezzo la
natura ansimando, cercando di rendermi
conto che non posso farcela e cercando una
scusa per farmi portare lo zaino…ma tutti
mi guardano con uno sguardo incoraggiante
e mi convincono ad andare avanti con
coraggio, poiché la Strada da percorrere è
tanta e il mio fiato, purtroppo, è poco…
Passa la prima giornata e ognuno cerca un
riparo adatto alla notte; fortunatamente
vicino al lago ci sono delle malghe
abbandonate che sembrano abitabili, un
ragazzo che sembra conoscermi mi chiama
in una malga e con molta disponibilità lo
aiuto a montare la tendina dentro la
casetta…cena a base di pasta Knorr…il mio
fegato inizia già a rimpiangere i risotti di
mia madre e i barbecue all‟aperto, le folli
corse in bicicletta al mare e le estenuanti
giornate in ambulanza a lavorare, la caccia
alle ragazze e le occhiate furtive ai
potenziali concorrenti. La notte arriva con
una rapidità inaudita e il capo di questo
gruppetto di gente invita tutti a riflettere…
oramai mi ritrovo coinvolto e ho capito che
di questa realtà faccio parte anche io. Che
prova mi fa affrontare il Signore in questi
giorni? Mi addormento molto rapidamente
e la mattina dopo…altra marcia sotto il sole
cocente e altre riflessioni e altre pastine
Knorr mi scorrono davanti agli occhi;
ormai rassegnato le ingollo e scopro che
quando fa freddo queste ti danno sollievo e
ti riaprono gli occhi ormai chiusi dalla
stanchezza e dal freddo…ormai mi sento di
potere affrontare ogni cosa…ma Ogni Cosa
davvero…ed ecco che infida arriva anche la
pioggia che, come una battuta molto cattiva
e molto sottile, si infila dentro il corpo e
appesantisce una situazione già sgradevole
e faticosa…ma si continua con la gioia nel
cuore e la stanchezza nl corpo…oramai non
c‟è più speranza…bisogna arrivare alla fine
del percorso e non bisogna più guardarsi
alle spalle in ricerca del passato ma
guardare al futuro sempre tenendo conto
che le esperienze del passato sono utili e
che le cadute (reali, come ho sperimentato
durante il cammino e metaforiche) rendono
l‟uomo più cauto e avveduto nelle scelte. In
questa maniera ho passato sei giorni della
mia preziosissima estate a camminare e a
pensare alla mia vita e alla mia fede in
compagnia di ragazzi che si sono rivelati
tutti dei grandissimi amici, a partire da
Procione Attento, che per sei giorni mi ha
offerto un tetto (e che tetto!) dove dormire,
la sua gioia e la sua fede nel Signore, poi
ringrazio Ermellino Fiero, che con le sue
“bombe” ricostituenti mi ha permesso di
ritornare a casa…poi anche Puledro
Veloce, che mi ha tenuto alto il morale…
ringrazio anche Orsetto Laborioso che mi
ha dato l‟ispirazione per lo zaino super –
leggero e Koala Volenteroso che ha guidato
la colonna, rendo partecipe dei miei
ringraziamenti Fenicottero Taciturno che
aveva sempre qualcosa da ridire su Zichichi
(la mascotte del Campo Mobile) e infine il
CC Tigre dagli Artigli Lucenti, che mi ha
fatto capire che ci sono persone molto
meno allenate di me a camminare in
montagna (ihihihihihih!!!!!!!!).
Buona Caccia (e BS) da
Renna Affabile
(Continua da pagina 22)
Anno III Numero 1 ORIZZONTI Pag.24
F.S.E. Gruppo Ge 1° c/o Istituto Sacro Cuore - Via L. Stallo 18
F.S.E. Gruppo Ge 3° c/o Parrocchia di S. Zita - V. di S. Zita 2
Per informazioni: Capo gruppo Paolo Ferrari: 010 -211214 - don Franco: 010-542463
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Diret tore responsabile : Stefano Bonci (Tigre dagli artigli lucenti)
Redazione (in ordine alfabetico) : Andrea Bisso (Orsetto Laborioso) - Michele Di Siena - Francesco Fabbrini (Ermellino fiero) – Andrea Macco (Procione attento) - M a t t e o M a g n a n i ( K o a l a volenteroso) – Francesco Meduri - Emanuele Merlo - Andrea Nadotti (Fenicottero taciturno) – Emanuele
Roggio (Mangusta fedele) -
Federico Serra (Puledro veloce)– Daniel Spada - Patricio Spallarossa (Renna Affabile)
La Redazione
CONCORSO “ DISEGNA TU LA COPERTINA”
La copertina di questo numero se l’è aggiudicata LEONARDO MILANTI (lupetto Branco Arcobaleno) al quale presto andrà una copia omaggio del nuovo Canzionere scout in stampa. E’ stata una cosa ben fatta !!! Anche per il prosimo numero attendiamo le VOSTRE copertine!! Ricordiamo che la migliore, oltre a essere pubblicata, verrà premiata con copia omaggio del CANZONIERE! Buon Lavoro!
Hanno collaborato: don Franco, Gianluca Tammaro (Pipistrello Silente e disponibile), Paolo Ferrari (CG, Bisonte Riflessivo), Valerio Gasparini (Rana Assorta e Sincera), Cerchio “Stella Nascente”, Paolo Macco, Andrea Cassia, Leonardo Milanti, l’incaricata Regionale Branca Scolte.