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mensile della comunità di Salò ANNO LXIV - n. 2 Febbraio 2015

ANNO LXIV - n. 2 Febbraio 2015 · 5° giorno – Galway – scogliere di Moher – Tralee o Killarney 6° giorno – Tralee o Killarney – penisola di Dingle 7° giorno - Tralee

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mensiledella

comunitàdi Salò

ANNO LXIV - n. 2 Febbraio 2015

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2 Vita di parrocchia a cura della Redazione

Con il giorno delle Ceneri…Mercoledì 18 febbraio è giorno di magro e di digiuno. Per chi ha più di 18 anni e non ha ancora compiuto i 65 anni il primo giorno di Quaresima è particolarmente sacro ed è invitato – obbligato a mangiare di magro. Sappiamo in che cosa consiste magro (nel nostro menù evitare carni e insaccati) e digiuno (fare solo un pa-sto intero e gli altri a metà)… Questo è da sommare allo spirito di penitenza e conversione, tipico del periodo sacro della Qua-resima.

Venerdì dopo le Ceneri…20 febbraio – magro: alle ore 20.30 a Roè Volciano con i gruppi missionari preghiamo la Via Crucis

27 febbraio – magro: alle ore 20.45 nella Chiesa di S. Bernardino preghiamo la Via Crucis (anima il Gruppo Liturgia) 6 marzo – magro: alle ore 20.45 nella Chiesa della Visitazione preghiamo la Via Crucis (anima il gruppo Caritas)

13 marzo – magro: alle ore 20.45 nella Chiesa di S. Giovanni preghiamo la Via Crucis (animano i gruppi Famiglie)

20 marzo – magro: alle ore 20.45 Via Crucis nell’Armonia di Pasqua (anima l’Oratorio)

27 marzo – magro: alle ore 20.45 nella Chiesa di S. Giuseppe preghiamo la Via Crucis (anima il gruppo Missionario)

3 aprile – magro e digiuno: alle ore 20.45 in Duomo preghiamo la Via Crucis (animano i gruppi dei Centri di Ascolto)

Tappe della vita Sono tornati alla casa del Padre: Quecchia Umberto, anni 77 Marcuzzi Alice ved. Gracco, anni 90 Don Angelo, anni 93 Franzoni Giuseppe, anni 86 Merigo Antonio, anni 89 Danieli Mario, anni 83

Maggi Attilio, anni 66 ------------------------------------------------------------------------------

Nel decimo anniversario della morte di

FRANCESCO DOLFOe della moglie

IRMA GAMBIN i figli, i generi, la nuora e i nipoti li ricordano con immutato affetto insieme a quanti li hanno conosciuti.

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10 – 2 - 1975 10 – 2 - 2015

Un ricordo particolare e amoroso nel 40° anniversario del la scomparsa di

FAUSTINO ZANARDELLI da tutti i suoi cari.

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9 - 8 - 1953 9 - 3 - 2010La mamma Gianfranca Corpaci con Renato e M. Pia nel quinto anniversario della scomparsa del loro amatissimo

ALESSANDROlo ricordano a tutti coloro che gli vollero bene. Una S. Messa sarà celebrata Domenica 1 marzo alle ore 17,00 nella Chiesa di S. Bernardino.

1° giorno – Milano – Dublino2° giorno – Dublino – Armagh – Downpatrick – Belfast3° giorno – Belfast – Enniskillen – Lough Derg – Sligo4° giorno – Sligo – Knock – regione del Connemara – Galway5° giorno – Galway – scogliere di Moher – Tralee o Killarney6° giorno – Tralee o Killarney – penisola di Dingle7° giorno - Tralee o Killarney – Kilkenny – Dublino8° giorno – Dublino – Milano (Seguirà Programma dettagliato)

Quota globale Euro 1.505,00Supplemento camera singola Euro 350,00

IRLANDA nella terra di San Patrizio

Pellegrinaggio parrocchiale e diocesano con

il Parroco e il Vescovo Mons. Monari

Dal 10 al 17 luglio 2015 - 8 giorni (7 notti) NUMERI UTILI PER TELEFONARE: Mons. Francesco Andreis (3480421999) Segreteria . tel. 521700 FAX Vicolo Campanile 2 . . tel. 523294 Don Gianluca Guana (3492267166) Largo D. Alighieri cel. 3492267166 Don Pierluigi Tomasoni (3355212934) Via Gratarolo . tel. 40296 Mons. Francesco Bertoni (3318048427 Via Canottieri 2 tel. 520302 Chiesa di S. Bernardino Piazza S. Bernardino . . tel. 43449 Oratorio S. Filippo Neri Largo D. Alighieri . . tel. 43646 Scuola Cattolica “E. Medi” Via S. Jago 19 . tel. 40039 Padri Cappuccini Barbarano . . . tel. 20447 Caritas Zonale Via Canottieri 2 . . tel. 520843 Cinema Cristal Largo D.Alighieri . . tel. 521555

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Cari fratelli e sorelle, la Quaresima è un tempo di rinnova-mento per la Chiesa, le comunità e i singoli fedeli. Soprat-tutto però è un “tempo di grazia” (2 Cor 6,2). Dio non ci chiede nulla che prima non ci abbia donato: “Noi amiamo perché egli ci ha amati per primo” (1 Gv 4,19). Lui non è indifferente a noi. Ognuno di noi gli sta a cuore, ci conosce per nome, ci cura e ci cerca quando lo lasciamo. Ciascuno di noi gli interessa; il suo amore gli impedisce di essere in-differente a quello che ci accade. Però succede che quan-do noi stiamo bene e ci sentiamo comodi, certamente ci dimentichiamo degli altri (cosa che Dio Padre non fa mai), non ci interessano i loro problemi, le loro sofferenze e le ingiustizie che subiscono, allora il nostro cuore cade nell’in-differenza: mentre io sto relativamente bene e comodo, mi dimentico di quelli che non stanno bene. Questa attitudine egoistica, di indifferenza, ha preso oggi una dimensione mondiale, a tal punto che possiamo par-lare di una globalizzazione dell’indifferenza. Si tratta di un disagio che, come cristiani, dobbiamo affrontare.Quando il popolo di Dio si converte al suo amore, trova le risposte a quelle domande che continuamente la storia gli pone. Viviamo ora la globalizzazione dell’indifferenza. L’in-differenza verso il prossimo e verso Dio è una reale tenta-zione anche per noi cristiani. Abbiamo perciò bisogno di sentire in ogni Quaresima il grido dei profeti che alzano la voce e ci svegliano. Dio non è indifferente al mondo, ma lo

ama fino a dare il suo Figlio per la salvezza di ogni uomo. Nell’incarnazione, nella vita terrena, nella morte e risurre-zione del Figlio di Dio, si apre definitivamente la porta tra Dio e uomo, tra cielo e terra. E la Chiesa è come la mano che tiene aperta questa porta mediante la proclamazione della Parola, la celebrazione dei Sacramenti, la testimonian-za della fede che si rende efficace nella carità (cfr Gal 5,6). Tuttavia, il mondo tende a chiudersi in se stesso e a chiude-re quella porta attraverso la quale Dio entra nel mondo e il mondo in Lui. Così la mano, che è la Chiesa, non deve mai sorprendersi se viene respinta, schiacciata e ferita.Il popolo di Dio ha perciò bisogno di rinnovamento, per non diventare indifferente e per non chiudersi in se stesso. Vi invito a cercare e meditare per questo rinnovamento nella nostra realtà di Chiesa, di comunità e di singoli.1. “Se un membro soffre, tutte le membra soffrono” (1 Cor 12,26) – La Chiesa.2. “Dov’è tuo fratello?” (Gen 4,9) Le parrocchie e le comunità.3. “Rinfrancate i vostri cuori!” (Gc 5,8) Il singolo fedele.

La Parola del Parroco a cura di Mons. Francesco Andreis

Talvolta non dipende né dalla nostra buona né dalla cattiva volontà, ma da un programma o determinazione impressa nella nostra vita. Il male e il bene sembra proprio che siano esseri mostruosi che si combattono in continuità e che si

evidenzino prevalenze o dell’uno o dell’altro in forma più o meno casuale. Non ci sono i grandi elettori dell’emisfero parlamentare a determinare l’onda prevalente, eppure osserviamo in continui-tà un altalena di su e giù. Chi è che fa pendere di qua o di là la bilancia? La furbizia o abilità del Renzi o Tsipras di turno o la potenza di un “demiurgo” che dall’alto dirige in maniera arbitraria? E gli uomini si amano e si odiano, generano e uccidono, sognano e muoiono sembra che tutto avvenga in maniera au-tonoma e immodificabile Eppure c’è un Dio che vuole tutti salvi e giungano alla conoscenza della verità! Dio c’è e noi lo sentiamo e lo amiamo! Perché sentiamo questi attriti dentro di noi?

Convertitevi e credete...

È tempo di globalizzare il prendersi cura degli altri, non l’indifferenza. L’invito contenuto nel messaggio del Papa per la Quaresima è orientato verso il cambiamento di noi stessi per superare questa globalizzazione della indiffe-renza. È indispensabile la conversione a livello persona-le e comunitario. Ogni comunità ecclesiale è chiamata a diventare «un’isola di misericordia», dove uno vive per l’altro. Per accogliere l’altro (il prossimo) è necessario “fargli posto”, liberare lo spazio che, dentro di noi, ora è occupato dal “nemico dell’uomo”. Per questo… dopo il successo dello scorso anno, anche durante questa Quare-sima verrà ripetuta l’iniziativa delle “4 ore per il Signore”.

(Papa Francesco per la Quaresima 2015)

Anche da noi nella notte tra il 13 e il 14 marzo sa-ranno disponibili confessori per la celebrazione indi-viduale del sacramento. Una specie di “notte bian-ca” celebrata non all’insegna dello svago, ma dello Spirito.

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4Avvenimenti Diocesani a cura di Anna Manni da “La Voce del Popolo”

La Valle, il suo lavoro,la sua gente,la sua Banca.

sede: SALÒ - Via Bezzecca, 8 - tel. 0365 41552 - Fax 0365 43239

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Al via Misticanze/Corpus: laboratorio di teatro per tutta la comunità Comincia lunedì 26 gennaio la prima azione concreta di COR-PUS HOMINIS. Il progetto triennale, coordinato dalla Fondazio-ne Opera Diocesana San Francesco di Sales (ente capofila) e dai suoi partner (Associazione Centro Oratori Bresciani, Museo Dio-cesano, Fondazione Opera Caritas San Martino) con il sostegno di Fondazione Cariplo è finalizzato alla costruzione di una rete cittadina delle arti e della cultura in preparazione della festa del Corpus Domini. Si inizia all’insegna del teatro col laboratorio MI-STICANZE/CORPUS, iniziativa per far crescere il corpo della città attraverso l’ascolto di se stessi e degli altri fuori da schemi, ste-reotipi e imposizioni. Il laboratorio, condotto da Beatrice Faedi del Teatro delle Misti-canze, avrà come tema di riflessione il corpo e la sua crescita e si svilupperà dal 26 gennaio fino a inizio giugno, tutti i lunedì dalle 18.00 alle 19.30 a CASA FORESTI in via G. Asti a Brescia. MISTI-CANZE/CORPUS è aperto a tutti coloro che desiderano provare un’esperienza teatrale. Saranno previsti anche stage di appro-fondimento che si terranno in alcuni week-end. Al centro di MI-STICANZE/CORPUS ci sarà la persona. Ognuno infatti ha il diritto di raccontarsi ed il teatro può essere un luogo straordinario dove chiunque può con pari dignità sostare. L’obiettivo è quindi creare un teatro di comunità dove tutti hanno spazio per esprimersi.

Don Tonino Bello sulla strada della canonizzazioneMons. Domenico Amato, vicepostulatore della causa di canoniz-zazione di don Tonino Bello, è stato ospite a Brescia ai primi di gennaio, per presentare il suo libro “Tonino Bello. Una biografia dell’anima”. Il processo di canonizzazione ha già concluso la fase diocesana, con l’ascolto dei testimoni e la ricerca degli scritti edi-ti e privati che possono interessare la causa. Tutto il materiale, circa un anno fa, è stato inviato a Roma, dove avrà luogo la seconda fase del processo. Nell’intervista in occa-sione della visita, mons. Amato ha delineato la figura di questo profeta del nostro tempo, Vescovo povero con i poveri. È stato un vero profeta di pace, ma non solo. Egli era impegnato nel rin-novamento della pastorale alla luce del Concilio e nei dieci anni da Vescovo ha tradotto il Concilio a misura della Chiesa locale. Nei suoi pensieri, nelle sue parole spicca l’amore assoluto per la Chiesa, che egli ha vissuto in una duplice forma: nel servizio e nell’amore per il Papa, che rappresenta Cristo in mezzo a noi.

Presto un documento della diocesi sulle unioni non matrimonialiTradizionale l’incontro in occasione della festa di San Francesco di Sales tra il vescovo Luciano Monari e i giornalisti bresciani. Anche se il programma messo a punto dava ampio spazio alla testimonianza dell’arcivescovo di Agrigento Francesco Monte-negro sul tema dell’immigrazione, non è mancato lo spazio di confronto con mons. Monari, più volte interpellato sul dibatti-to aperto a Brescia in tema di riconoscimento delle coppie non matrimoniali. Le domande poste al Vescovo hanno avuto come riferimento il documento sottoscritto da un gruppo di esponen-ti di area cattolica del mondo politico e culturale bresciano in cui si ribadiva il no al riconoscimento a realtà diverse rispetto alla famiglia tradizionale e le conseguenti polemiche che stanno spaccando il mondo politico locale. Riaffermando il principio, già espresso nel corso del Te Deum del 31 dicembre scorso, in base al quale la famiglia fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna è portatrice di valori che possono contribuire al bene co-mune meglio di altri tipi di unioni, mons. Monari ha annunciato la prossima pubblicazione di un documento sul tema elaborato da un’apposita commissione diocesana.

Fare della vita un capolavoroNella sua lettera ai giovani il vescovo Luciano apre le porte del suo cuore e della sua esperienza, si confida come un nonno con un figlio al quale vuole consegnare i segreti del buon vivere e, come già fece Paolo VI al termine del Concilio, ribadisce la fidu-cia della Chiesa nei giovani. Scrive: “La vita è un patrimonio che riceviamo senza poterlo meritare; ma, una volta ricevuto, diven-ta compito che ci dobbiamo assumere responsabilmente. Siamo persone intelligenti, consapevoli di noi stesse; abbiamo perciò la libertà di scegliere la nostra strada tra le tante possibili... Il primo passo decisivo è scegliere di “vivere” e di non “lasciarsi vivere”.. Il progetto della società degli uomini è irrealizzabile senza un ricco patrimonio di fede che permetta all’uomo di uscire dalle sue paure, di allacciare rapporti con gli altri, di collaborare con gli altri al bene di tutti... Per questo la fede in Dio contribuisce anche al bene dell’uomo: se il mondo è creato da Dio, la fiducia in Dio facilita anche una fiducia di fondo verso il mondo; se la storia non sfugge al potere di Dio, si può guardare con speranza al futuro... Scegliete voi il cammino della vostra vita. Camminate insieme: molte cose si vedono solo attraverso gli occhi degli altri; aiutatevi a vicenda, senza gelosia e invidia, a crescere, ad amare, a lavorare per il bene di tutti. In questo sta la sorgente della vera felicità in questo mondo e nel mondo futuro”.

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5In ascolto della Parola... a cura di Oswald

La Quaresima, appena iniziata, ci chiama a schierarci con Gesù Cristo nella lotta contro il “maligno”. Ascoltare con

fede la Parola di Dio e impegnarsi con serietà alla conversio-ne sono le condizioni per aver parte alla vittoria pasquale.Domenica 22 febbraio, 1^ Domenica di Quaresima, ascolte-remo la prima lettura che è tratta dal libro della Genesi (9,8-15). In questa sacra scrittura ci viene detto che l’alleanza di Dio con Noè è il primo annuncio della Grande Alleanza che sarà compiuta da Cristo nella Pasqua, con il suo sangue prezioso. Ai tempi di Noè, l’uma-nità era corrotta e Dio diede agli uomini la pos-sibilità di salvarsi salendo sull’arca. L’accoglienza di questa offerta di salvezza fece vivere la nuova uma-nità in alleanza con Dio e l’arcobaleno ricorderà nei secoli la pace tra cielo e terra. L’arcobaleno viene qui presentato come l’ar-co di un arciere, col quale si credeva che Dio lancias-se lampi verso gli uomini, come frecce vendicatrici. Ma ora, Dio non se ne ser-ve più, anzi ne trasforma il significato, lo utilizza come strumento di un’alleanza che sorpassa tutte le aspettative, che dà un volto rasserenan-te a tutte le tempeste del dolore, da quando Dio stesso le condivide con l’uomo. L’arcobaleno diventa così segno della morte e della risurrezione di Cristo, da cui scaturisce la no-stra salvezza.Nella seconda lettura, ricavata dalla prima lettera di san Pie-tro apostolo (3,18-22), apprendiamo che come il diluvio ha fatto nuova la terra, così il battesimo fa nuovo ogni uomo. E’ la novità che nasce dalla risurrezione di Cristo ed abbraccia tutta l’umanità e l’intero creato. Pietro, dovendo spiegare il senso del Battesimo alle prime comunità cristiane, ricorda che il sacramento non ci pulisce all’esterno, ma ci risana in-teriormente per mezzo della nostra coscienza, che confida nella potente risurrezione di Cristo.Dalla sventura del diluvio che si abbattè sugli uomini, solo

Noè si è salvato: si chiuse nell’arca, senza poter provvedere alla salvezza dei suoi fratelli. Gesù, invece, non si salva da solo dalla catastrofe della morte. Rimane solidale con l’in-tera umanità, si getta nel turbine per tirarne fuori anche i peccatori abbandonati da Noè e li convince ad impegnarsi nel servizio di Dio, per rinnovare il mondo.Dal Vangelo secondo Marco (1,12-15) l’evangelista non de-scrive, come Matteo e Luca, le tre tentazioni, ma sottolinea

che Gesù, docile all’azione dello Spirito, nel deserto af-fronta Satana e le sue ten-tazioni. Gesù diventa così il nuovo Adamo vincitore del peccato. Però questa relazione di amore tra Dio e gli uomini non va bene a Satana e per questo tenta Gesù. Il deser-to è il momento decisivo, in cui sarà chiamato a scegliere lo stile con il quale essere il Messia. Il Cristo annuncerà il Regno della vicinanza e della cura di Dio per il suo popo-lo che invoca misericordia e amore.Sin dall’inizio del suo Vange-lo, Marco ci avverte: la vita di Gesù sarà nascosta e se-

greta, e avrà come punto di arrivo la croce. Il suo mistero, nel Vangelo di Marco, sarà caratterizzato da una serie di riti. Giovanni, il suo precursore, dopo averlo indicato alle folle, viene condannato a morte, e Gesù si assume tutti i rischi del cambio di guardia. Lo Spirito lo annuncia come “servo” di Isaia, la cui vita sarà offerta in sacrificio per la salvezza di tutti.Dunque siamo in cammino verso la Pasqua. Il tempo qua-resimale è un pellegrinaggio di tutto il popolo di Dio, pri-mavera della Chiesa e dell’universo, tempo favorevole per crescere nella conoscenza e nella sequela di Cristo e per la guarigione dei mali che affliggono l’uomo: pretesa di fare a meno di Dio; egoismo e discordia; sete di ricchezza e di dominio. Si tratta di un pellegrinaggio di quaranta giorni, quanti furono gli anni del cammino del popolo di Dio nel de-serto verso la terra promessa e i giorni del digiuno di Gesù.La Parola di Dio, nelle domeniche di Quaresima, ci fa rivive-re le grandi tappe della storia della salvezza che preparano la Pasqua di Cristo. Nel Vangelo Gesù si presenta come il nuovo Adamo che vince la tentazione del primo Adamo e di ogni uomo. Seguendo il Figlio amato, possiamo giungere alla trasfigurazione della nostra vita, il vero tempio di Dio, il segno dell’amore di Dio che vuole salvare il mondo; il seme che morendo diviene fonte di vita. I rimedi proposti sono quelli adoperati da Gesù e consacrati dalla tradizione: l’ascolto della Parola di Dio e la preghiera; la carità operosa; il digiuno e la sobrietà di vita per condivi-dere i propri beni con i poveri. E così sia!

Non di solo pane…

«Lo spirito sospinse Gesù nel deserto e vi rimase quaranta giorni, tentato da Satana»

In preghiera con il salmo 24/25Chi ti segue, Signore, deve prepararsi alla ten-tazione. Quando lo spirito del male ci assale, o Padre, facci conoscere le tue vie, insegnaci i tuoi sentieri. La tua Parola sia la spada che ci custodi-sce dal maligno e la misericordia venga incontro alle nostre miserie.

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6 Caritas e Vita Missionaria

dal grande librodella natura

acqua minerale

FONTE TAVINA SALÒ - tel. 0365 441511IL PIACERE DEL BERE!

SALÒ - tel. 0365 40184

MANERBA - tel. 0365 552437

RAGNO

In quest’ultimo periodo sono giunti al nostro Gruppo Missionario alcuni ringraziamenti per l’aiuto materiale

donato.L’organizzazione internazionale CBM Italia Onlus con sede in Milano, il cui impegno è volto alla prevenzione e alla cura della cecità e della disabilità nei Paesi del sud del mondo, ringrazia per la somma di 250 euro.Suora Maria Novella originaria dell’Africa che lavora a Napoli, ringrazia per la somma di 300 euro usati per so-stenere il viaggio di ritorno in Africa di David, un bimbo di quattro anni, affetto da un grave tumore nonostante le cure prestate in Italia, le cui condizioni di vita riman-gono precarissime. In questo modo è esaudito il desi-derio della mamma di poterlo riavere in famiglia.Un gruppo di carcerati del Burundi sempre in Africa, ringrazia per la somma di 500 euro ricevuti.Suor Mary Fanin, delle Suore Elisabettine, ringrazia per la somma di 350 euro, nella sua lettera dice: “Vi ringra-zio di tutto cuore per quanto ho ricevuto, frutto delle vostre iniziative a favore dei bambini di Casa Famiglia

di Burzaco (Argentina). Sono cosciente che tutto questo richiede tempo, entusiasmo, passione, convinzione che l’amore al prossimo si manifesta non solo nelle preghie-re, ma anche nella solidarietà. Le notizie che arrivano dall’Italia parlano sempre di crisi economica, di mille difficoltà però tutto questo non ha fermato la vostra creatività ed è per questo che ringrazio ciascuna di voi e chiedo al Signore benedizioni e grazie per le vostre famiglie e tanta pace”.La Superiora generale delle Suore Elisabettine, ringrazia per la somma di 500 euro a favore della comunità di Talì in Sud Sudan. Suor Maritilde Zenere scrive: “Nei giorni scorsi ho ricevuto l’offerta da parte di codesto Gruppo, frutto della generosità dei suoi membri, in tempi non facili dal punto di vista economico e finanziario. Anche a nome delle Sorelle di Talì cui è destinata l’offerta de-sidero esprimere apprezzamento riconoscente e grato a quanti hanno voluto dare il loro contributo per soste-nere la missione. A ciascuno un grazie particolare per il ricordo, la condivisione e il sostegno che rafforzano la nostra fede e incoraggiano la nostra attività. Nono-stante il clima socio-politico non sia molto tranquillo, la Comunità elisabettina di Talì va consolidando i servizi avviati. Sostenuta dalla solidarietà di molte persone po-trà concretizzare i progetti volti a diffondere la pace e lanciare un segnale di speranza in una terra bisognosa di promozione, specialmente delle donne e dei bambini ai quali le nostre Sorelle si dedicano prevalentemente. La benedizione del Signore abbondi sul Gruppo Missio-nario e sostenga ogni attività che promuove il bene, la giustizia e la pace”.

Con le varie iniziative anche il nostro Gruppo Missiona-rio desidera rispondere concretamente a quanto il Papa Francesco ha scritto nel Messaggio per la Giornata Mis-sionaria del 2014: «Dio ama chi dona con gioia (2 Cor 9,7). La Giornata Missionaria Mondiale è anche un mo-mento per ravvivare il desiderio e il dovere morale della partecipazione gioiosa alla “missione ad gentes”. Il per-sonale contributo economico è il segno di un’oblazione di se stessi, prima al Signore e poi ai fratelli, perché la propria offerta materiale diventi strumento di evange-lizzazione di un’umanità che si costruisce sull’amore».

Un grazie a quanti ci hanno dato la possibilità di aiutare le missioni con il loro contributo.

Il Gruppo Missionario

Costruire l’umanitàsull’amore

La voce delle Missioni

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7Santo del mesea cura di Luisa Madureri

L’incontro della vitaAvviene a Torino, nel 1885, con San Giovanni Bosco: non si sono mai conosciuti prima, padre Branislao e Don Bo-sco, eppure sembra che queste due anime si attendano da sempre, tanta è la subitanea intimità, la perfetta in-tesa, la completa comunione di intenti. Per padre Brani-slao l’incontro è il punto di arrivo ed insieme l’inizio di un periodo nuovo, esaltante: vivere e realizzare il carisma di Don Bosco ed è questa la sua personale via verso la santità. Entra tra i salesiani e nelle mani di Don Bosco emette i voti religiosi, il 25 marzo 1887. Tornato in Po-lonia come salesiano, ecco l’altro incontro, simbolo del suo vissuto: è con un ragazzo povero ed orfano. Padre Branislao lo prende con sè nella sua vecchia canonica e divide con lui il poco che ha: egli vede in questo il segno che Dio stesso gli indica la strada concreta per vivere il carisma di Don Bosco.

Beato Branislao Markiewicz

Storia di un’anima santaIl beato Branislao nasce nel 1842 a Pruchnik, un picco-lo centro della Galizia, da una famiglia polacca modesta, sesto di undici figli. In casa c’è un’atmosfera di profon-da ed autentica religiosità: il punto centrale della casa è dominato da un quadro della Madonna nera di Czesto-chowa. E, nel luogo centrale dell’Istituto che Branislao fonda, la statua della Vergine, circondata da particolare venerazione, è luogo d’elezione e devozione. È un ragaz-zo studioso ed appassionato di lettura, di latino e greco. Dopo l’esame di maturità, entra in seminario ed è ordi-nato sacerdote nel 1867. Inizia il suo servizio pastorale in diverse parrocchie, dove in modo particolare insegna il catechismo ai bambini poveri, profondamente desideroso di accogliere un nu-mero sempre maggiore di ragazzi e di dare loro il calore umano che tanto cercano: «Vorrei raccogliere milioni di ragazzi abbandonati, di tutti i popoli, nutrirli gratuita-mente e vestire il loro corpo ed il loro spirito», scrive. Studia per due anni filosofia, pedagogia e storia all’uni-versità di Cracovia, volendo prepararsi sempre più per lavorare con i ragazzi. Tornato dall’Italia, ormai salesiano, Padre Branislao si dedica completamente, nello spirito di Don Bosco, alla formazione della gioventù povera ed orfana. Nel 1897 fonda le Congregazioni di san Michele Arcangelo, ramo maschile e femminile. Oggi i Padri Mi-cheliti contano 28 case con 346 religiosi, mentre le suore hanno 37 case con 266 religiose. Verso la fine del 1911 si notano in Padre Branislao segni di una grande stan-chezza: il 29 gennaio 1912 muore. Ai suoi funerali tutti lo piangono con infinito affetto e gratitudine e toccano le sue mani con immaginette e medaglie, perchè già lo considerano santo.

Un rivoluzionario educatorePadre Branislao: «Educhiamo la gioventù in modo sparta-no e gli educatori devono sempre dare il buon esempio. E sebbene da noi, nelle nostre camere da letto, l’acqua geli e la temperatura arrivi a – 20 gradi, nessuno di noi ha mai indossato un indumento più caldo». Vuole sempre, in ogni momento, essere un santo: «Mi raccomando alla sua preghiera – scrive ad un Monsignore - affinchè pos-sa diventare al più presto un santo, poichè c’è bisogno di santi. Quando mancano i santi in una nazione, si fa buio

nelle teste degli uomini e la gente non vede chiaramente la strada da percorrere» e sempre si dedica al catechismo dei bambini, alla vita sacramentale degli adulti, alla lotta contro la piaga dell’alcolismo e dell’usura. «Il nuovo parro-co – dicono i suoi fedeli – è un sacerdote straordinario, che ha cura premurosa delle funzioni in chiesa, siede a lungo nel confessionale e raduna intorno a sè gli orfani».Il motto dell’educazione del Beato Branislao è un concetto caro a Don Bosco:“Lavoro e temperanza”. Così grazie alle sue eccezionali doti di comunicatore e di organizzatore, riesce a trasforma-re ragazzi sbandati in comunità, con regole ed ordinamen-ti. I ragazzi sono divisi in due gruppi i «latinisti», che si pre-parano al sacerdozio e i «professionisti» che nei laboratori dell’Istituto apprendono le tecniche di un lavoro artigiana-le, come calzolaio, sarto, canestraio, diretti da collaboratori di Padre Branislao. Nell’educare, bada all’essenziale; il cuo-re della giornata è rappresentato dalla messa quotidiana: «Tutto per la messa – scrive – perfino la notte, quando vi svegliate, correte in spirito davanti al tabernacolo e dite a Gesù che l’amate».

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8Oratorio vita quotidiana a cura dell’Oratorio S. Filippo Neri

Roma città eternaIl fatto che Roma sia stata il centro della storia per centinaia

di anni e il centro del Cristianesimo da due millenni, dà un fa-scino unico ed inimitabile. Quest’anno, avendo deciso di non riproporre la montagna, abbiamo invitato gli adolescenti ad un’esperienza invernale in città, e Roma è stata la nostra meta. In realtà i ragazzi che si sono lasciati coinvolgere sono stati pro-prio pochini, ma, come dice il proverbio, “pochi, ma buoni!!!”. Accompagnati da qualche giovane e da alcuni adulti ci siamo portati nella città eterna e, per prima cosa, abbiamo visitato le 4 Basiliche papali, le colonne su cui poggia tutta la Chie-sa: S. Giovanni in Laterano e il suo Battistero (il Battesimo) in cui abbiamo rinnovato le promesse battesimali. Santa Maria Maggiore (la Madre di Gesù) dove abbiamo affidato il Papa e la Chiesa tutta all’abbraccio amorevole della Madre di Dio. S. Paolo fuori le mura (il carisma) nella quale l’effige di tut-ti i Papi ci ricorda che il carisma obbedisce al successore di Pietro. S. Pietro (la discendenza Apostolica) nella quale, at-traverso il segno che indica la dimensione delle varie catte-drali, sono accolte e abbracciate tutte le Chiese del mondo.

Abbiamo lasciato S. Pietro per la domenica. Così abbiamo fatto una lunga coda per entrare... ma all’uscita abbiamo par-tecipato alla preghiera dell’Angelus con papa Francesco! Ci siamo concessi una passeggiata nelle piazze più famose e una breve visita al “Phanteon” mentre ci avviavamo ad ascoltare una testimonianza da parte di un monaco amico di don Gian-luca. Per un’incomprensione sulla data l’amico era a Brescia, ma questo ci ha permesso di pregare il vespro sulla tomba di S. Luigi Gonzaga. Per il lunedì abbiamo lasciato la Roma antica, il Colosseo e Fori romani, dove la cosa che ci ha più impressionato è sta-to il disordine, la disarmonia che si ottiene quando l’uomo opera per mettere in evidenza solo se stesso. Per pranzare, accoglienza dai padri Passionisti, visita del loro museo e della cella in cui viveva il loro fondatore, prima di risalire sul pullman che ci avrebbe riportati a casa. La cosa più significativa di questi giorni è stato un dono total-mente gratuito che il Signore ci ha concesso: i nostri autisti, che da trent’anni non partecipavano ad una Messa, sono sta-ti presenti con noi ogni mattina!!! Cristina

Mancano poche ore alla notte di Natale, due amici sono a casa

soli, le mogli sono fuori a fare le ulti-me spese, i due si preparano a una tranquilla serata di relax, buone lettu-re, un po’ di televisione, una comoda poltrona... ma arriva le telefonata della moglie di uno dei due: “vi siete ricor-dati dell’impegno preso?” Impegno? Quale impegno? Panico. I due avevano promesso a don Gianluca di preparare il presepio per la chiesa di San Giovan-ni. Ovviamente si sono dimenticati, perchè questa è la nostra debolezza di uomini: vivere nella dimenticanza.Che fare? In un primo tempo i due pen-sano di chiudersi in casa e non rispon-

dere al citofono... poi no, decidono di provarci, “in fondo cosa ci serve, un’i-dea, una cornice, trovata quella il pre-sepio viene su in quattro e quattr’otto”. Pensa, pensa e ripensa, gli amici rievo-cano ricordi passati, storie e leggende sul Natale, ma niente sembra adegua-to, niente sembra funzionare, i due fan-no e disfano senza concludere e ogni loro progetto sembra andare a rotoli, il poco tempo prezioso rimasto andare perduto. Invece alle loro spalle quelle storie prendono vita, una dopo l’altra in modo commovente quelle scene si animano e il presepio si compone, così quando don Gianluca suona, tutto è pronto, manca solo un ultimo “piccolo”

particolare... “è stato un miracolo...” sussurrano gli amici senza farsi sentire.Così è stata la sinfonia del Natale 2015, fino alla sera prima pensi: “sarà un di-sastro non sono pronto, non c’è niente di pronto, mi sono dimenticato tutto...” e invece ogni cosa va a posto, ci sono i catechisti con i loro numeri pronti e ben fatti, i bambini, i ragazzi, ci sono gli elettricisti, e quelli alle luci, alle musiche, ai microfoni, ci sono perfi-no i costumisti, e c’è anche l’ultimo “piccolo” particolare: Gesù bambi-no, puntuale come sempre a salvarci dalla dimenticanza con un miracolo.

Marco B.

Sinfonia di Natale 2014

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9Oratorio vita quotidiana a cura dell’Oratorio S. Filippo Neri

Il Natale è già alle nostre spalle: lasciamoci ispirare nel tepore delle nostre case, con le nostre famiglie, dalla fa-

miglia per eccellenza che con l’arrivo del piccolo Gesù ha saputo diventare un modello domestico di educazione cri-stiana amorevole e fiduciosa. Ogni giorno siamo chiamati ad essere chiesa domestica, spazio di crescita educativa e spirituale, accogliente e responsabile. Ed ecco che nel primo incontro del nuovo anno il gruppo famiglie guidato da Don Gianluca, dopo un primo momen-to di convivialità, si è ritrovato per condividere, alla luce del Vangelo di Luca (2,40) “il bambino cresceva e si fortificava pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui” riflessioni ed esperienze. In particolare, sollecitati dal testo in uso, questa volta ab-

biamo scelto di allargare il momento di riflessione interno alla coppia, anche ai nostri figli adolescenti. Questo ci ha permesso di avere un riscontro ed una verifi-ca schietta e sincera rispetto ai valori che essi ritengono di aver ricevuto da noi genitori, ma anche quelli che non sia-mo stati capaci di trasmettere loro e che invece avrebbero voluto ricevere. Un’ottima occasione di dialogo con i nostri figli, non sem-pre facile e per nulla scontato e di vero arricchimento per il gruppo. È poi davvero bello tornare al nostro focolare do-mestico portando dentro di noi la gioia di quell’incontro e soprattutto la certezza di godere dell’amore smisurato di un Padre unico: Gesù Cristo! Cristina e Marco

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Gruppo famiglie: Generazioni nuove per la città

G li adolescenti di terza media, prima, seconda, terza e quarta superio-re, si sono recati presso Montecastello per vivere una giornata di ritiro

nella pace dell’Eremo, abbarbicato sulle montagne gardesane occidentali. La giornata è iniziata alle 08:00 quando i ragazzi hanno incontrato i loro cate-chisti e il gruppo degli scout di Salò e di San Felice. Arrivati ai piedi dell’Eremo dopo un breve viaggio tra il suggestivo pano-rama della gardesana, gli adolescenti hanno raggiunto a piedi la meta. Giunti, abbiamo assistito alla meditazione guidata da don Dino, rettore dell’Eremo che ha stimolato i ragazzi sulla ragione della loro fede. In seguito è stato lasciato ai ragazzi un momento di meditazione sulle questioni poste. Dopo un gustosissimo pasto, preparato e servito dai volontari che ringrazia-mo, abbiamo condiviso in gruppi le riflessioni emerse. Le riflessioni sono state coordinate dai nostri catechisti. E infine la giornata non poteva che chiudersi con la Santa Messa presieduta da don Gianluca e concelebrata da don Dino e don Giovanni.L’esperienza vissuta ha permesso a tutti noi di interrogarci sulla solidità della nostra fede. Gruppi adolescenti

Esperienza del gruppo adolescenti

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10 Oratorio vita quotidiana a cura dell’Oratorio S. Filippo Neri

Oggi vi proponiamo una ricetta particolare utilizzata all’inizio di

Gennaio: “Pochi ma Buoni”. La pre-parazione è molto semplice, proponi-bile ogni mese e senza costi elevati; si consiglia, però, una manodopera numerosa, di varie età e passioni. Gli ingredienti principali sono studenti della scuola media (più facili da tro-vare nella stagione invernale che esti-va) ai quali vanno aggiunti, uno alla volta, un sacerdote, qualche anima-tore, cibo saporito e possibilmente grasso, una soleggiata cittadina lacu-

stre, una pista di pattinaggio, un po’ di neve (vera o finta che sia), mezzi di trasporto e amici di ogni genere, disposti ad accompagnarti ovunque. Prestare attenzione nell’amalgamare il tutto, avendo cura di controllare, ogni minuto che l’atmosfera non si spenga. Con un po’ di pazienza si ve-drà formarsi un impasto omogeneo che bisogna far riposare in cappella almeno una mezz’oretta al giorno. Lo svolgimento della ricetta è personale ma non prevede lo stesso ordine ogni volta: è cosa buona e giusta adattarla

ai propri gusti e alle esigenze altrui, ricordando sempre che ogni variazio-ne deve essere fotografata per essere di spunto nelle occasioni future. La difficoltà della preparazione è mol-to bassa, poiché tutti sono in grado di partecipare compresi fratelli, so-relle e genitori; ma si alzerà di grado se mancheranno voglia di divertirsi e stare insieme. L’ultimo consiglio è quello di non esitare a partecipare ed informarsi per l’inizio dell’INVE pros-simo. Anna, Sara, Elisa

Forse appena un mese fa, per primo, il Papa ha par-lato della terza guerra mondiale: “È una mia opi-

nione, ma sono convinto che noi stiamo vivendo una terza guerra mondiale a pezzi, a capitoli, dappertut-to. Dietro questo ci sono inimicizie, problemi politici, problemi economici……”. Dopo il ritorno dal viaggio in Corea il suo dolore lo ha manifestato con le parole: “Siamo di fronte ad un conflitto globale, ma a pezzet-ti. Nel mondo c’è un livello di crudeltà spaventosa, la tortura è diventata ordinaria. Sì, un aggressore ingiu-sto deve essere fermato, ma senza bombardare o fare la guerra”.La prima volta, il Papa lo ha annunciato dalla fine-stra, durante l’Angelus, in San Pietro e a me sono sembrate parole forti, anche troppo. Guarda caso, nel giro di pochissimo l’incredibile, efferata aggres-sione a Parigi al settimanale satirico Charlie Hebdo (credo tutti conoscano i fatti e chi sono gli aggressori) ha spalancato la porta alla parola “GUERRA” e tutti ne parlano come se fosse già iniziata. Uno di questi giorni, non ricordo su quale rete, vedo un giornalista che intervista un “Imam” residente a Londra. L’inter-vista è sconcertante. L’Iman afferma, tra le altre cose, che questi radicali difensori del Corano arriveranno

anche a Roma e tutti saranno sottomessi all’Islam. Persino il giornalista gli chiede, perplesso, se ne è convinto, se ci crede veramente e lui conferma di esserne addirittura certo.Per i lettori di romanzi è in uscita “Sottomissione” di Houellebecq che, per quanto possa aver intuito, racconta della possibilità futura di un predominio islamico. La paura corre lungo le fila di tutte queste fonti di informazione e rischia di pregiudicare l’unica possibilità di difesa cioè: il dialogo.Non posso certo io dilungarmi in possibili soluzioni di un così grave problema, ma una cosa posso pensarla e condividerla. Il dialogo può provenire solo da una pace interiore, un’apertura del cuore, che ognuno di noi cerca con tenacia per tutta la vita e mi permetto di auspicare che attraverso una forte preghiera, sì, continua, può essere interiorizzato l’aspetto fonda-mentale che la caratterizza: APERTURA. Se ne parla e se ne è parlato tanto di un’apertura al dialogo e al conseguente rispetto delle differenze sociali e cultu-rali, non solo tra i popoli, ma che incontriamo conti-nuamente nel quotidiano: forse è arrivato il momen-to che le parole trovino riscontro. Daniela C.

La terza guerra mondiale

INVE 2015: che ricetta!

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11Oratorio vita quotidiana a cura dell’Oratorio S. Filippo Neri

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Anno nuovo vita nuova si dice, infatti anche per noi scout,

quest’anno c’è stata una grossa no-vità, più precisamente il Clan del Ceppo Salò 1 si è unito al Clan Jo-nathan del S. Felice, e così siamo diventati il “Clan Jonathan del Cep-po”. La prima vera esperienza vissu-ta insieme è stata la “route inverna-le”, che è stata tutta una sorpresa.Noi abbiamo solo dato la nostra adesione, al resto ci hanno pensato i nostri capi. L’unica indicazione è stata: “Fatevi trovare lunedì 22 Di-cembre in stazione a Desenzano”. Così da lì è partita la nostra bre-ve ma intensa avventura. Lungo il viaggio abbiamo scoperto fermata dopo fermata il luogo di arrivo: Ve-nezia.Una volta arrivati a destinazione abbiamo girato un po’ per l’isola, con l’intento di provare un’attività legata al “geocaching” fino ad in-contrare i nostri Capi Clan per l’ora

di cena (i quali ci avevano detto che erano su un rifugio in mezzo alla neve...), e insieme abbiamo rag-giunto la Giudecca, piccola isola a pochi minuti da Venezia.La mattina seguente abbiamo pre-stato servizio presso la locale casa famiglia, dove ci siamo messi a di-sposizione per sistemare la stanza dei giochi dei bambini, prendendo per un attimo il loro posto e tor-nando indietro di qualche anno; a mezzogiorno abbiamo partecipato ad un pranzo in stile poco scout, tutto a base di pesce; questa era la ricompensa anticipata del servi-zio del pomeriggio: sistemare tutto l’orto e il giardino della famiglia che ci ha preparato il pranzo.Una volta finito questo servizio, a rotoloni, ci siamo recati nella sede in cui passavamo la notte e dopo un po’ di attività sul coraggio, sul pun-to della strada di ognuno di noi, ci siamo concessi un momento di re-

lax prima di cena. A chiusura della giornata siamo andati in centro a Venezia, occasione per fare attività liturgica in un centro storico quasi fantasma, ma molto suggestivo.Purtroppo però la “Route” stava giungendo a conclusione, infatti, l’indomani c’eravamo appena im-pegnati a svolgere l’ultimo servizio presso i frati del SS Redentore, nel loro immenso orto che era già tem-po di tornare a casa.È sempre così, si parte con poca vo-glia ed entusiasmo, ma tutte le vol-te, e sottolineo tutte, si svela esse-re una fantastica esperienza. Basta poco, uno zaino con lo stretto indi-spensabile e il Clan, che ogni volta diventa sempre un po’ più unito.La conclusione di questa “Route” si è svolta in piazza Duomo a Salò, la notte del 24 dicembre dove abbia-mo preparato tè caldo e Vin Brulè per augurare a tutti Buon Natale e Felice anno nuovo.

Novità in campo Scout

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12 Vita di parrocchia a cura di Renato Cobelli

I fatti di Parigi e quello che sta accadendo in molti paesi a maggioranza musulmana hanno polarizzato l’attenzione

sulla parola “dialogo”. Ci si chiede, infatti, quale dialogo sia possibile fra l’Occidente e l’arcipelago musulmano, carat-terizzato purtroppo dalla presenza di assassini. Che senso può avere, in concreto, il dialogo con qualcuno che, con le armi addosso, é disposto a sparare in nome di Dio quando le parole vengono percepite come un’offesa al Profeta e, quindi, punibili per blasfemia? Molti sostengono l’utilità di un puntuale silenzio, di una tregua, con congelamento al minimo indispensabile delle relazioni sociali.Sono convinto che questo atteggiamento neutrale sia “im-possibile” nella società attuale. Appare, infatti, non imma-ginabile rinchiudersi entro recinti ben definiti, come acca-duto nel Cinquecento quando, per evitare guerre religiose, venne stabilita la regola del “Cuius regio eius religio” (ognu-no segue la religione del territo-rio in cui abita), stabilita con la Pace di Augusta del 1555.In un certo senso, siamo come “condannati” al dialogo e al confronto quotidiano ed ovun-que. Nella nostra società glo-balizzata, dove tutti parlano di tutto e dove é in atto la sfida minacciosa di un Califfato che vuole mettere la propria ban-diera anche sulla basilica di San Pietro, si moltiplicano discorsi e dibattiti, spesso parziali e fazio-si. In questa grande confusione, ove convivono l’esaltazione dell’Islam purgato dei terroristi assieme alla cultura del disprezzo, occorre fare chiarezza.Bisogna ritornare alla riflessione seria e serena, all’analisi della situazione, al dialogo autentico fra chi é responsabile di ciò che afferma ed é mosso da sincero amore per la verità. In questo senso, é tuttora viva l’ammonizione del teologo Kung: ”Non ci sarà pace fra i popoli se non c’é pace tra le religioni”.Da più di 50 anni la Chiesa ha fatto del dialogo la bandiera del suo comportamento nel mondo, proponendo tale pras-si alle religioni ed agli Stati del mondo. Con papa Francesco si é esplicitato e ribadito il dialogo con l’Islam nell’Esorta-

zione apostolica “Evangeli gaudium”, in termini positivi e incoraggianti. Il documento, pur lasciando trasparire una certa preoccupazione per “episodi di fondamentalismo vio-lento”, raccomanda la reciprocità nell’accoglienza e nel ri-conoscimento della libertà religiosa per i cristiani, nei Paesi a maggioranza musulmana.Alle parole del Magistero ecclesiastico sono seguite inizia-tive di collaborazione e di dialogo, seppur con scarsa co-noscenza della religione e della cultura islamica. Questo programma é andato in crisi con l’attacco alle Torri gemelle dell’11 settembre 2001, che ha rappresentato uno “spar-tiacque” non superato, anzi oggi allargato in termini visto-si e allarmanti. Oggi il dialogo é rimasto limitato in alcuni ambiti specializzati e portato avanti dalla Santa Sede. Esso

sopravvive per aiutare il mondo musulmano ad uscire dalla deriva del ricorso alla violenza, dove al-cune forti correnti di pensiero vo-gliono portarlo. Per i musulmani é pertanto necessario sopravvivere come “umma” cioé come comuni-tà religiosa unita. Per i cristiani il dialogo é necessario per non rin-negare la propria storia e la pro-pria identità.Ma, allora, quale dialogo? Si tratta del dialogo del coraggio di ricominciare da capo, nonostante i fallimenti, nella certezza che la verità si fa strada nel cuore delle persone solo se viene testimonia-ta anche dalla coerenza di vita. Senza, tuttavia, illusioni e precipi-

tazioni. Ricordiamo che San Francesco riuscì ad ottenere buoni rapporti con il sultano d’Egitto mentre, nello stes-so momento, i frati evangelizzatori del Marocco vengono uccisi. Giovanni XXIII affermava che le dottrine rimangono ferme nel tempo, mentre le persone cambiano. Dialogare, in questo senso, vuol dire favorire un mutamen-to attraverso un cammino comune, allo scopo di mettere in evidenza attese e progetti condivisi, idonei a dare un futuro dignitoso a chi verrà dopo di noi. Si spera, in questo senso, che possano essere delimitati i tentativi di supremazia dei terroristi, a parole condannati da tutti, ma con scarsa con-vinzione e senza efficacia.

Quale dialogo possibile dopo i fatti di Parigi?

In copertina: Sant’AgataGiovanni da Ulma, Sant’Agata, 1475. Affresco proveniente da locali adiacenti la “Pieve” (l’antica cappel-la di S. Cristoforo, nel cimitero) e trasportato su tela nel 1957. Propone motivi goticizzanti, combinati con le nuove espressioni rinascimentali. La Santa è rappresentata con i simboli del martirio, secondo i canoni del tempo. L’opera è collocata nella controfacciata del Duomo assieme a un cospicuo gruppo di affreschi (staccati e messi su tela) di provenienza varia.

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13Notizie sociali a cura della FNP-CISL di Salò

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DOMANDA: ho letto che, con il 2015, vi saranno diverse no-vità burocratiche conseguenti alle recenti riforme: cosa dob-biamo aspettarci?

Risposta: I cittadini e le imprese, chi più chi meno, saranno interessati a nuove norme – anche in sostituzione di alcune rivelatesi inadeguate - che hanno l’obiettivo di garantire mag-gior equità e trasparenza sia nel prelievo fiscale sia nei be-nefici dello “stato sociale”. Cito di seguito le più interessanti.>>> Con il Jobs Act, per esempio, si riforma l’universo degli ammortizzatori sociali creati nel 2012 dalla Riforma Fornero. Aspi e Mini Aspi cambiano forma allo scopo di tutelare una platea più ampia di persone e di rendere più equi i sussidi di disoccupazione garantiti dal Governo. I due attuali ammor-tizzatori sociali verranno unificati in un’unica indennità la cui durata varierà proporzionalmente al periodo dei contributi maturato dal lavoratore e farà sì che chi ha lavorato molti anni riceverà per un tempo maggiore il sussidio di disoccupazione. Cambieranno anche i requisiti richiesti. Il nuovo ammortizza-tore sociale che entrerà in vigore si estende anche ai co.co.pro. e ai co.co.co. e si chiamerà NASPI. La NASPI verrà pro-gressivamente estesa e universalizzata anche a coloro che perdono il lavoro senza possibilità di reintegro. Pertanto la cassa integrazione in deroga (non quella ordinaria) e la mobi-lità scompariranno nel 2016. Esaurito il periodo di NASPI, chi rimane ancora disoccupato e versa in gravi difficoltà econo-miche, avrà diritto a un sussidio chiamato ASDI. Tutta questa materia sarà oggetto di circolari esplicative e potremo ripren-derla successivamente.

>>> A partire dal 1° Gennaio 2015 entrerà in vigore anche il nuovo ISEE (indicatore della situazione economica familiare) sempre con l’intenzione di garantire più giustizia a favore delle famiglie che richiedono i vari benefici quali Social-card, bonus energia e gas, esenzione ticket per reddito, tariffe ri-dotte per vari servizi, assegno maternità, tasse universitarie, agevolazione sui trasporti regionali, ecc. La verifica di redditi, patrimoni e composizione delle famiglie saranno più accurati. >>> Anche il modello Cud cambia grafica, si arricchisce di dati, amplia l’ambito dei destinatari e diventa “Certificazione unica”

(Cu). L’agenzia delle Entrate ha diffuso in questi giorni la bozza di modello che i sostituti di imposta (aziende ed INPS) dovran-no rilasciare. La prima novità del Cu è che, i sostituti, oltre che consegnare la certificazione ai percettori, dovranno an-che trasmetterne i dati all’Agenzia delle Entrate entro il marzo 2015. Ai lavoratori dipendenti e percettori di redditi assimilati e a quelli di lavoro subordinato, si aggiungono soggetti nuovi. Il CU/2015 diventa, infatti, anche la certificazione per i reddi-ti erogati a lavoratori autonomi (nella specie, professionisti), percettori di provvigioni comunque denominate e percettori di redditi diversi soggetti a ritenuta, a titolo d’acconto o di im-posta. >>> Per ultimo ricordo che, con la prossima dichiarazione dei redditi, l’Agenzia delle Entrate invierà telematicamente (tra-mite computer) il 730 parzialmente precompilato. Avremo modo di riparlane.

DOMANDA: Che cos’è la Dote Unica Lavoro proposta dalla Regione Lombardia?

Risposta: Dote Unica Lavoro è la nuova forma di finanziamen-to regionale per percorsi e forme di aiuto personalizzati a chi ha difficoltà a trovare un’occupazione. Mediante ESPERO che è un Ente Accreditato dalla Regione Lombardia specializzato in formazione professionale, è possibile frequentare corsi gratuiti sulle nuove tecnologie. Per maggiori informazioni ri-volgersi a: ESPERO Via Cadolini 30, 20137 Milano. Tel. (+39) 02 3655 6000 - Fax (+39) 02 3655 6014.

DOMANDA: è vero che anche nel Comune di Salò bisogna pagare l’IMU sui terreni agricoli?

Risposta: A tutt’oggi non è ancora deciso. L’ipotesi più vero-simile è che, per il 2014 e anche per il 2015 venga abolita. È possibile rivolgersi anche ai CAAF per conoscere la decisione definitiva e sistemare le eventuali pratiche ritardatarie.

Paolo VI invitava a valutare seriamente il danno che il trasferimento all’estero di capitali a esclusivo vantaggio personale può produrre alla propria Nazione . Giovanni Paolo lI avvertiva che investire ha sempre un significato morale, oltre che economico . Tutto questo - va ribadito - è valido anche oggi, nonostante che il mercato dei capitali sia stato fortemente liberalizzato e le moderne mentalità tecnologiche possano indurre a pensare che investire sia solo un fatto tecnico e non anche umano ed etico. Non c’è motivo per negare che un certo capitale possa fare del bene, se investito all’estero piuttosto che in patria. Devono però essere fatti salvi i vincoli di giustizia, tenendo anche conto di come quel capitale si è formato e dei danni sulle persone che comporterà il suo mancato impiego nei luoghi in cui esso è stato generato. Caritas in veritate, 40.

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14 Le sfide del futuroTutto questo porta a cercare di capire quale sarà l’impat-to di queste nuove condizioni climatiche e preparare così le nostre città, vecchie e nuove, contro i pericoli crescenti di tempeste e minacce, ma anche per l’approvvigiona-mento di cibo, di acqua e per la stessa sicurezza e incolu-mità degli esseri viventi.Per tutta una serie di aspetti sono evidenti molte impli-cazioni tra cause ed effetti, da quelli sullo sviluppo demo-grafico: continueremo a crescere come sino ad oggi o vi saranno dei cali sulle nascite? E poi, gli aspetti della co-municazione: continueremo a comunicare come prima o tutto dovrà passare attraverso i satelliti? Ma anche eco-nomici e di conseguenza politici ed etici, con necessità di nuove tecnologie ed energie meno impattanti.Si tratta ora di raccogliere quanti più dati possibili, cam-pioni sulle condizioni della Terra attraverso lo studio degli oceani, degli abissi e dei ghiacciai, ma anche dei vulcani,

dell’aria, delle correnti sot-tomarine e quant’altro per cercare di creare modelli computerizzati che calcoli-no i probabili eventi mete-orologici più estremi, come l’innalzamento dei mari, le zone a rischio desertificazio-ne, quelle a rischio tempeste tropicali, ma al tempo stesso studiare nuove tecnologie costruttive per case che re-sistano alle condizioni estre-me e non solo, ma evitare di costruire vicino ai corsi d’ac-qua, linee ferroviarie che re-sistano a questi mutamenti con tralicci capaci di resiste-re a tutte le turbolenze, ma anche materiali più resistenti e flessibili per insegne pub-

blicitarie e illuminazioni, porti e dighe, insomma dobbia-mo adeguarci, ma per farlo dobbiamo conoscere tutti i rischi a cui andiamo incontro e rivedere il modo stesso di concepire la città.Ma per vivere abbiamo bisogno anche di nutrirci e per consentire a tutti di farlo è doveroso tutelare la natu-ra affinché resista a tutte queste condizioni climatiche estreme, dalle inondazioni alla carenza d’acqua, dalle stagioni modificate che influiscono negativamente sulla maturazione dei prodotti agricoli, alle difficoltà di im-pollinazione da parte degli insetti, insomma, dovremo modificare modo di coltivare e, di conseguenza, anche di mangiare. Detto tutto questo mi sorge il dubbio che nell’era dell’Antropocene siano cambiate tante cose.E il detto contadino: “La néf dè febrér la sgiònfa ‘l granér” (la neve di febbraio riempie il granaio), che fine ha fatto, dal momento che la neve non la si vede neanche a dicembre in alta quota, figuriamoci in pia-nura, e così via tanti altri detti legati alle stagionalità, quale futuro?Vuoi vedere che l’Antropocene ha spazzato via anche il patrimonio fatto di certezze tramandate da generazioni della tradizione contadina dei nostri nonni, senza che ce ne accorgessimo?

Notizie utili a cura di Giovanni Ciato

L’era dell’Antropocene

In quale era geologica viviamo?Ufficialmente stiamo vivendo in un’epoca geologica chia-mata Olocene che ha avuto il suo inizio circa 11.700 anni fa, mentre l’epoca inferiore è detta Pleistocene che coin-cide approssimativamente con il termine dell’ultima fase glaciale che ha interessato l’emisfero settentrionale. Ag-giungere altro a quanto detto sarebbe eccessivo e fuori luogo rispetto alle nostre co-noscenze, sta di fatto però che molti scienziati ritengono che siamo ormai entrati in una nuova era, in quanto è la pri-ma volta che l’uomo influisce sui cambiamenti climatici, fat-to questo mai avvenuto prima, in quanto, sino ad ora, solo la natura era stata in grado di ap-portare queste variazioni.Così già negli anni ‘80 del seco-lo scorso, Eugene F. Stoermer, uno studioso di diatomee (al-ghe unicellulari), ha comincia-to a parlare di Antropocène, termine che deriva dalle paro-le greche anthrop “uomo” e cene “l’epoca attuale”. Questo termine è stato poi ripreso e sviluppato nel 2000 dal chimi-co atmosferico e premio Nobel Paul Crutzen, appunto per indicare l’attuale tempo geologico che stiamo vivendo, ca-ratterizzato da un ambiente modificato dalle attività uma-ne, coniando così ufficialmente il termine “Antropocene”.I cambiamenti provocati dall’uomo, ovvero le cause che influiscono sulla variazione del clima, sono già stati identi-ficati nei sedimenti dei ghiacciai, che rappresentano ormai un vero e proprio archivio storico delle condizioni climati-che e che hanno consentito di risalire fino agli albori della vita sulla Terra. Così come per le età storiche che hanno visto i cambiamenti delle condizioni di vita dell’uomo, si pensi all’età del ferro o a quella del bronzo dove sono stati presi come misura le capacità di forgiare i metalli e quindi di migliorare le condizioni di vita, anche per le ere geolo-giche sono di fondamentale importanza le condizioni che si vengono a determinare per effetto dei cambiamenti del clima.Ora che questi risultano in parte provocate dall’applicazio-ne di nuove tecnologie dell’homo sapiens, alcuni scienziati considerano questo l’inizio di una nuova era geologica. La discussione è aperta da tempo, con punti di vista e contri-buti diversi, ma è ormai chiaro che viviamo in un mondo diverso da quello di soli cinquant’anni fa.

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15Scuola paritaria cattolica

a cura della Scuola “E. Medi”

Il Liceo Enrico Medi anche quest’anno è stato scelto per par-tecipare al “Progetto di eccellenza”, promosso dalla Facoltà

di Scienze matematiche, fisiche e naturali dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. Grazie a questa interessante ini-ziativa, rivolta ad alcune scuole secondarie di secondo grado, gli studenti del nostro liceo scientifico hanno l’occasione di seguire, nel mese di febbraio, delle conferenze di argomento scientifico, tenute presso l’istituto stesso da docenti universi-tari, con i quali gli allievi possono interagire nel momento di dibattito previsto al termine delle stesse. La scuola ha ovviamente accolto con entusiasmo l’offerta del dipartimento di Matematica e Fisica, ritenendo l’inizia-tiva un’importante occasione per approfondire tematiche scientifiche di rilevanza, sotto la guida di specialisti di alto livello, capaci di trasmettere la loro passione per queste di-scipline. L’esperienza dello scorso anno è stata molto gradita agli studenti, che hanno seguito con interesse le conferenze

e mostrato entusiasmo per gli argomenti trattati. Il progetto non si conclude con queste conferenze, ma prosegue duran-te il periodo estivo con il Corso di eccellenza in matematica e i laboratori estivi di fisica, riservati ad un numero chiuso di studenti. Già negli anni scorsi, durante l’estate, alcuni dei nostri studenti del triennio hanno avuto la possibilità di ac-cedere a questa iniziativa, partecipando alle lezioni tenute presso l’Università Cattolica dai docenti delle facoltà di Ma-tematica e Fisica. Questa esperienza, oltre ad aver stimolato la loro curiosità, ha consentito loro di confrontarsi con coe-tanei provenienti da altri Istituti, di mettere alla prova la loro preparazione utilizzando le competenze acquisite e condur-re esperienze di fisica presso il laboratorio del dipartimento. L’incontro con il mondo universitario ha lasciato un segno positivo in questi studenti, ha fornito loro un’idea concreta di lezione universitaria e mostrato loro un percorso di studi, che qualcuno ha poi deciso di intraprendere al termine del liceo.

Scuola che prepara, educa, forma

In questa stessa ottica di apertura ver-so il mondo esterno, alla quale s’ispi-ra peraltro anche la partecipazione di molti nostri studenti agli stage presso imprese, realtà sociali e associazioni culturali della zona, vanno interpretati anche gli incontri di spiritualità, che, per consuetudine ed in conformità a quanto previsto dal Progetto Formati-vo, anche quest’anno l’Enrico Medi ha messo in calendario, in prossimità di Natale e di Pasqua. Si tratta di veri e propri “seminari”, nel corso dei quali le singole classi approfondiscono un ar-gomento peculiare del rispettivo pro-getto didattico annuale.Questa volta, nella organizzazione de-gli incontri, sono stati tenuti presente due motivi: da un lato, la funzione di socializzazione e, dall’altro, l’obiettivo di contribuire a costruire legami vera-mente inclusivi. Il compito della scuo-la, infatti, non si esaurisce nella tra-smissione di conoscenze e nemmeno nella educazione ai valori. Oggi, infatti, rappresenta una vera e propria sfida la formazione di individui solidali, dotati di senso storico e collettivo, responsa-bili, che conoscano le radici della pro-pria identità e siano coscienti del desti-no comune della umanità. In secondo luogo (ed è questo il secondo obietti-vo), occorre abituare i ragazzi ad una costante pratica di ascolto, apertura, dialogo e persino convivenza con altre

tendenze, accanto all’amore universa-le che deve essere sempre presente in comunità dotate di radici cristiane.Ricordando che oggi, più che di ma-estri (cioè di conoscitori di una o più discipline), l’umanità ha bisogno di testimoni, cioè di personaggi capaci di incarnare valori e principi nella quo-tidianità, dandone limpida e coerente testimonianza, l’Istituto ha previsto, per ogni incontro, la presenza e la re-gia di una “persona qualificata in uma-nità”.I ragazzi delle medie, proprio a motivo della loro età, sono stati invitati, dopo la lettura di alcuni brani biblici e la visio-ne di un filmato, a definire ed esporre le proprie aspettative per il futuro. Alle prime classi del liceo sono stati offerti spunti ed esemplificazioni utili ad af-frontare le problematiche e le scelte proprie della fase adolescenziale. Le seconde classi sono state impegnate a “scovare” e a distinguere le domande ed i valori considerati “fondamentali” ed imprescindibili per i ragazzi della loro età. Le terze classi hanno invece affrontato il tema della libertà religiosa e delle discriminazioni e persecuzioni cui sono sottoposti i cristiani. Impor-tante e ben calibrato é stato l’interven-to (peraltro applaudito) di padre Pier Paolo, comboniano, missionario in pa-esi islamici da oltre un trentennio. Una gentilissima suora salesiana, aggregata

all’Istituto Paolo VI di Concesio, ha il-lustrato agli studenti delle quarte (an-che sulla base di un limpido ed asciutto filmato) la figura del Papa bresciano, mettendo in risalto le problematiche (non solo religiose) del momento con-ciliare, mentre i maturandi sono stati “provocati” sul tema della famiglia dal prof. Guarneri, docente in un istituto superiore, responsabile dell’associa-zionismo cattolico genitoriale, padre di una numerosa prole. La metodologia usata per gli incontri, caratterizzata appunto dalla presenta-zione di testimoni qualificati (esperti, dicevamo prima, in umanità), ha trova-to riscontri positivi tra i ragazzi. Le do-mande, spesso pungenti e provocato-rie, sono state numerose e mirate, mai banali. Per questo, la Scuola sta prov-vedendo ad organizzare il secondo ci-clo di incontri, in vista della Pasqua: i nuovi testimoni approfondiranno le tematiche già affrontate, riprenden-do alcune provocazioni alle quali, per esigenze di tempo, non è stato dato seguito.Noi siamo convinti che la crescita dei nostri studenti passi molto attraverso queste opportunità, queste diverse occasioni di apertura verso un mon-do che non è fatto soltanto di studio, interrogazioni, verifiche, ma anche, soprattutto, di esperienze umane, di confronto, di ricerca.

Testimoni: esperti in umanità

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16 Cinema teatro Cristal a cura di Lamberto Dondio

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The Water DivinerLa ricercaÈ questo il titolo del fim presentato recentemente al Cristal. Il titolo inglese può essere tradotto in “Il cercatore d’acqua” o anche “Il rabdo-mante”. Solo che il protagonista del film, l’attore Russel Crowe (che ne è anche il regista con interpreti principali Olga Kurylenko e Jai Courtney) non si mette in viaggio alla ricerca dell’acqua ma alla ricerca dei suoi tre figli partiti come soldati inquadrati nel corpo di spedizione dell’AN-ZAC (Australian and New Zeakand Army Corps) durante la prima Guerra Mondiale. Il film è incentrato sulla battaglia di Gallipoli, detta anche battaglia dei Dardanelli.

La battaglia di Gallipoli (1915): prima guerra mondialeCon operazioni iniziate nel febbraio 1915 la Royal Navy (Regno Unito di Gran Bretagna) e la Marine Nationale (Francia) si prefiggevano di forza-re il blocco dei Dardanelli in Turchia facendo sbarcare truppe a Gallipoli per costringere l’impero ottomano, alleato di Austria e Germania, ad uscire dal conflitto. È in quello scenario che i tre figli del cercatore d’ac-qua partecipano alla guerra. Non avendo notizie da tempo il padre si reca a Gallipoli per cercare almeno le loro tombe. Riuscirà ad individua-re i luoghi ove due figli sono morti mentre troverà il terzo figlio vivo. Il film descrive con tutta la tragicità del caso quell’aspetto cruento della prima guerra mondiale che è quello della guerra in trincea che sfocia-va poi, quando le munizioni erano terminate, in assalti corpo a corpo all’arma bianca con la baionetta innestata sul fucile

Piangere sulle tombeNell’anno in cui si ricorda con varie manifestazioni i morti e gli eventi della prima guerra mondiale il film fa egregiamente la sua parte. Due agricoltori australiani sono andati a morire inTurchia in una guerra sca-tenata dalle grandi potenze di allora: il blocco austro-ungarico-turco contro quello anglo-francese-italiano e successivamente americano. Cosa avevi a che fare, agricoltore australiano, con un agricoltore turco che la guerra ha trasformato in due soldati nemici con il compito di uccidervi a vicenda e lasciare ai congiunti l’onere di cercare le vostre tombe?Viene in mente quel canto della montagna nel quale la moglie va a cercare il marito, soldato trentino arruolato nell’esercito austriaco nella prima guerra mondiale, fino alle propaggini dei monti Carpazi nell’Eu-ropa dell’Est: “Quando fui sui monti Scarpazi, miserere sentivo cantar, T’o cercato fra ‘l vento e i crepazi, ma una croce soltanto ‘o trovà, o mio sposo eri andato soldato, per difendere l’Imperator, ma la morte quas-sù hai trovato, e mai più non potrai ritornar”. Lamberto Dondio

CineforumMartedì 10 febbraio

Complicatissimo, disperato, appassionato rapporto tra madre e figlio. Scontro titanico tra due uragani umani che si confrontano a suon di urla, scenate e turpiloqui.

Mommy di Xavier Dolan

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Martedì 17 febbraioJimmy Gralton è una delle figure irlandesi più affasci-nanti (e dimenticate) del Novecento, qui messo a fuoco nella sua umanità fatta anche di fragilità e debolezze.

Jimmy’s Halldi Ken Loach

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Martedì 24 febbraioLa vera storia di Margaret Keane e di suo marito Walter, i cui dipinti dei bambini dai grandi occhi divennero un vero e proprio fenomeno negli Stati Uniti tra il 1960 e il 1970.

Big Eyes di Tim Burton

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Martedì 3 marzoStoria di un genio che sotto una pressione angosciante ha contribuito a ridurre la durata della guerra e, quindi, a salvare milioni di vite. All’ultimo respiro.

The Imitation Game di Morten Tyldum

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17Capire la Liturgiaa cura di Rosa Pollini

Filiale di Salò - Località Rive

Filiale di Salò - Piazza Vittorio Emanuele

La Quaresima è tempo che precede e dispone alla celebrazione della Pasqua. Tempo di ascolto della Parola di Dio e di conver-

sione, di preparazione e di memoria del Battesimo, di riconcilia-zione con Dio e con i fratelli, di ricorso più frequente alle “armi della penitenza cristiana” (M.R.): la preghiera, il digiuno, l’elemo-sina (Mt 6,1-6.16-18). L’inizio dei quaranta giorni di penitenza, nel Rito romano, è qua-lificato dall’austero simbolo delle Ceneri che contraddistingue la Liturgia del Mercoledì delle Ceneri. I fedeli, che accorrono nume-rosi per ricevere le Ceneri, saranno aiutati a percepire il significa-to interiore implicato in questo gesto, che apre alla conversione e all’impegno del rinnovamento pasquale. Nonostante la secolarizzazione della società contemporanea, il popolo cristiano avverte chiaramente che durante la Quaresima bisogna orientare gli animi verso le realtà che veramente conta-no; che si richiede impegno evangelico e coerenza di vita, tra-

dotta in opere buone, in forme di rinuncia a ciò che è superfluo e voluttuario, in manifestazioni di solidarietà con i sofferenti e i bisognosi. Anche i fedeli che frequentano scarsamente i sacra-menti della Penitenza e dell’Eucaristia sanno, per lunga tradizio-ne ecclesiale, che il tempo di Quaresima-Pasqua è in rapporto al precetto della chiesa di confessare i propri peccati gravi almeno una volta l’anno e di ricevere la Santa Comunione almeno una volta l’anno, preferibilmente durante il tempo pasquale.Il cammino quaresimale termina con l’inizio del Triduo pasquale, vale a dire con la celebrazione della Messa “In Cena Domini”. Nel Triduo pasquale il Venerdì Santo, dedicato a celebrare la Passio-ne del Signore, è il giorno per eccellenza dell’«Adorazione della santa Croce».

Tempo di Quaresima

La «Via Crucis». Tra i pii esercizi con cui i fedeli venerano la Passione del Signore pochi sono tanto amati quanto la Via Crucis. Attraverso il pio esercizio i fedeli ripercorrono con par-tecipe affetto il tratto del cammino percorso da Gesù durante la sua vita terrena: dal Monte degli Ulivi, al «podere chiamato Getsemani», fino al Monte Calvario dove fu crocifisso tra due malfattori (Lc 23,33), al giardino dove fu deposto in un sepol-cro nuovo, scavato nella roccia (Gv 19,40-42). Testimonianza dell’amore del popolo cristiano per il pio esercizio sono le innumerevoli Via Crucis erette nelle chiese, nei santuari, nei chiostri e anche all’aperto, in campagna o lungo la salita di una collina, alla quale le varie stazioni conferiscono una fisionomia suggestiva. La Via Crucis è sintesi di varie devozioni sorte fin dall’alto Medioevo: il pellegrinaggio in Terra Santa, durante il quale i fedeli visitano devotamente i luoghi della Passione del Signore; la devozione alle «cadute di Cristo» sotto il peso della croce; la devozione ai «cammini dolori di Cristo», che consiste nell’incedere processionale da una chiesa all’altra in memoria dei percorsi compiuti da Cristo durante la sua Passione; la de-vozione alle «stazioni di Cristo», cioè ai momenti in cui Gesù si ferma lungo il cammino verso il Calvario perché costretto dai carnefici, o perché stremato dalla fatica, o perché, mos-so dall’amore, cerca di stabilire un dialogo con gli uomini e le donne che assistono alla sua Passione. Nella sua forma attuale, attestata già nella prima metà del secolo XVII, la Via Crucis, dif-fusa soprattutto da san Leonardo da Porto Maurizio (+1751), approvata dalla Sede Apostolica ed arricchita da indulgenze, consta di quattordici stazioni.

La «Via Matris». Associati nel progetto salvifico di Dio (Lc 2,34-35), Cristo crocifisso e la Vergine addolorata sono associati anche nella Liturgia e nella pietà popolare. Come Cristo è l’«uomo dei dolori» (Is 53,3), per mezzo del quale piacque a Dio «riconciliare a sé tutte le cose, rappacificando con il sangue della sua croce [….] le cose che stanno sulla terra e quelle dei cieli» (Col 1,20), così Maria è la «donna del dolore», che Dio volle associata a suo Figlio come madre e partecipe della sua Passione. Così, sul modello della Via Crucis, è sorto il pio esercizio della Via Matris, dolorosa o semplicemente Via Matris, anch’esso approvato dalla Sede Apostolica (Leone XIII-1884). L’intuizione fondamentale è quella di considerare l’intera vita della Vergine, dall’annuncio profetico di Simeone (Lc 2,34-35) fino alla morte e sepoltura del Figlio, come un cammino di fede e di dolore: cammino articolato appunto in sette «stazioni», corrispondenti ai «sette dolori» della Madre del Signore. Il pio esercizio della Via Matris si armo-nizza bene con alcune tematiche proprie dell’itinerario qua-resimale. Infatti, essendo il dolore della Vergine causato dal rifiuto di Cristo da parte degli uomini, la Via Matris rinvia co-stantemente al mistero di Cristo servo sofferente del Signore (Is 52,13-53,12), rifiutato dal suo popolo (Gv 1,11; Lc2,1-7; 2,34-35; 4,28-29; Mt 26,47-56; At 12,1-5). Insieme alla Via Crucis, la Via Matris alimenta e prolunga la meditazione e la contemplazione del dramma salvifico della Pasqua. Essi sono modi alternativi possibili per disporsi o prolungare le celebrazioni liturgiche quaresimali.

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18 Musica e Canto a cura di Lamberto Dondio

La tentazione dello “svecchiamento”Da un po’ di tempo a questa parte si assiste ad un dibat-tito sulla musica sacra volto a conciliare la tradizione con le tendenze nuove che stanno emergendo volte quasi a voler “svecchiare” quanto sinora fatto. È dunque possibile mettere in atto questa conciliazione. Una linea guida fon-damentale, a mio avviso, che può costituire un indirizzo sull’argomento, è insita nella frase detta da Sant’Agostino: “Chi canta prega due volte”. La musica sacra è prima di tutto preghiera. Tutto il resto viene di conseguenza.Vi sono quindi dei punti cardine che vanno rispettati; essi sono desumibili da una intervista fatta dal Cardinale Ze-non Grocholewski nel 2011, anno in cui era il referente del Pontificio Istituto per la Musica Sacra e che sono sempre attuali.

Punti fondamentali ai quali attenersiCome primo punto ricordava che la musica sacra deve condurre alla nostalgia del trascendente e di conseguenza la musica sacra ci deve portare a vivere un qualcosa che rifletta questo aspetto; essa non può mai quindi costitu-ire un optional ma un qualcosa di fondamentale. Come risultato ne discende la considerazione che devono essere scartati quei canti banali che non si adattano alla preghie-ra ma che producono esclusivamente chiasso. Come secondo punto va considerato che occorre essere aperti alle innovazioni purchè non costituiscano contrasto con la tradizione della Chiesa e la sacralità della musica.

Come terzo punto occorre considerare che esiste un teo-rema imprescindibile il quale va sempre tenuto in consi-derazione: la musica sacra è parte integrante della liturgia ed è preghiera (la doppia preghiera di Sant’Agostino). Non costituisce un accessorio della preghiera ma qualcosa di essenziale. Va valorizzato anche il silenzio, componente essenziale della liturgia. Il silenzio è nemico del chias-so: sono due concetti che stanno agli antipodi; la risultante è quella dello scarto di quei canti che producono solo chiasso.Vi deve essere coerenza tra canto e preghiera in quanto entrambi partecipano a quanto si compie nella funzione liturgica ed in particolare nell’Eucarestia. Tutto quanto sopra è stato sempre affermato sia da Papa Giovanni Paolo II (si ricorda la sua frase: “basta con i canti sciatti”) che da Papa Benedetto XVI.Papa Francesco poi introduce il concetto della Musica del linguaggio del Signore, concetto che è in continuità con quello dei suoi due predecessori.

Il quarto punto è quello legato all’educazione alla musica sacra e alla sua comprensione. Per questo si dovrebbe avere un po’ più di musica sacra nelle Chiese ma, in particolare, occorrerebbe divulgare la sua conoscenza.

Musica sacra e nuove tendenze

La nostalgia del trascendenteQuinto punto: la “sacralità della musica sacra”. È questa la vera essenza della materia sulla quale discutiamo: il volare alto. Cito il Cardinale Grocho-lewski: “La sacralità viene espressa nella misura in cui si manifesta la preghiera, in quanto è nostalgia per qualche cosa, in quanto esprime una trascen-denza. Oggi, per esempio al cune musiche moder-ne che sentiamo, diciamo in televisione, non han-no nulla di trascendentale, sono un divertimento qui sulla terra, non c’è nostalgia di niente: Certo, non è facile definire cosa sia la sacralità, non è una cosa fisica come definire un materiale. Però c’è una sensibilità nella Chiesa che riconosce quel che è sacro da quello che lo è meno.Molte pagine significative sulla musica sacra le ha scritte il Cardinale Ratzinger ancora prima di diventare Papa, come si può apprezzare nella sua Opera Omnia. E lui sottolinea che la musica sacra deve portarci in un altro mondo, condurci a una nostalgia per qualcosa di trascendente. Non è sol-tanto chiasso che ci porta fuori strada. Ratzinger afferma che quando si perde questo orizzonte tra-scendentale della vita umana, tutto si riduce alla terra, anche la musica e la profondità del pensie-ro. La musica deve aprire questo spazio al trascen-dente.” Se si rispettano le linee fondamentali che sono state sino a qui evidenziate si apriranno gli spazi verso le tendenze nuove e verrà meno quel-la argomentazione che va avanti da anni volta a giudicare più le “tecniche” delle esecuzioni, che i loro contenuti.

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19I documenti della Chiesaa cura di don Pierluigi Tomasoni

Leggendo in questi giorni on line sul sito del Vaticano i discorsi pronunciati da Papa Francesco nel suo viag-

gio in Sri Lanka e nelle Filippine dal 12 al 19 gennaio, mi sono soffermato con particolare interesse sulle parole pronunciate a braccio durante la conferenza stampa nel volo da Colombo a Manila.La mia attenzione è da collegare ai tragici e doloro-si fatti di Parigi che hanno scosso il mondo intero. In quei giorni più di una volta si è parlato di religione, di libertà. Papa Francesco rispondendo ai giornalisti di lingua francese ha parlato della libertà religiosa e del diritto di espressione. Le sue parole ci aiutano a fare chiarezza su temi più volte dibattuti in questi giorni.Precisa e puntuale la domanda: “Nel rispetto delle di-verse religioni fino a che punto si può arrivare nella li-bertà di espressione, che anche quella è un diritto uma-no fondamentale?”. Altrettanto precisa e puntuale la risposta. A proposito della libertà religiosa Papa Francesco ha detto: “Parliamo chiaro. Non si può nascondere una verità: ognuno ha il diritto di praticare la propria re-ligione, senza offendere, liberamente. Così facciamo, vogliamo fare tutti. Secondo, non si può offendere, fare la guerra, uccidere in nome della propria religione, cioè in nome di Dio. A noi quello che succede adesso ci stu-pisce. Ma sempre pensiamo alla nostra storia: quante guerre di religione abbiamo avuto! Ma non si può uc-cidere in nome di Dio. Questa è una aberrazione. Ucci-dere in nome di Dio è un’aberrazione. Credo che questo sia la cosa principale sulla libertà di religione: si deve fare con libertà, senza offendere, ma senza imporre ed uccidere”.E in riferimento alla libertà di espressione ha afferma-to: “La libertà di espressione. Ognuno non solo ha la libertà, il diritto, ha anche l’obbligo di dire quello che pensa per aiutare il bene comune. L’obbligo. Pensiamo ad un deputato, ad un senatore: se non dice quello che pensa che sia la vera strada, non collabora al bene co-mune. E non solo questi, tanti altri. Abbiamo l’obbligo di dire apertamente, avere questa libertà, ma senza offendere. Non si può provocare, non si può insultare la fede degli altri, non si può prendere in giro la fede.

Papa Benedetto in un discorso aveva parlato di questa mentalità post-positivista, della metafisica post- posi-tivista, che portava alla fine a credere che le religioni o le espressioni religiose sono una sorta di sottocultu-ra, che sono tollerate, ma sono poca cosa, non fanno parte della cultura illuminata. E questa è un’eredità dell’illuminismo. Tanta gente che sparla delle religioni, le prende in giro, diciamo ‘giocattolizza’ la religione de-gli altri, questi provocano. C’è un limite. Ogni religione ha dignità, ogni religione che rispetti la vita umana, la persona umana. E io non posso prenderla in giro”. C’è un’affermazione che ci mette in guardia di fronte ad alcune affermazioni di uomini di cultura di questi giorni che hanno attribuito alla religione, in quanto tale, la responsabilità di quanto accaduto, confonden-do l’esperienza autentica del credere con l’idea ina-deguata di un “dio” che giustifica violenza e morte di qualcuno. Di fronte a coloro che ridicolarizzano la fede il Papa dice: “Ogni religione ha dignità, ogni religione che rispetti la vita umana, la persona umana. E io non posso prenderla in giro”.

Siamo chiamati a condividere queste parole con al-tre parole di Papa Francesco pronunciate l’8 gennaio, all’indomani del primo attentato nella Capitale france-se: “L’attentato di ieri a Parigi ci fa pensare a tanta cru-deltà, crudeltà umana; a tanto terrorismo, sia al terro-rismo isolato, sia al terrorismo di Stato. Preghiamo per le vittime di questa crudeltà. Tante! E chiediamo anche per i crudeli, perché il Signore cambi il loro cuore”.

Inoltre, Papa Francesco, pone in stretta relazione il diritto della libertà di espressione, condizione per la ricerca del bene comune, con il dovuto rispetto dell’altro.

Questo rapporto, tra la libertà di espressione e il ri-spetto dovuto all’altro, è la garanzia di una informazio-ne che contribuisce alla ricerca della verità. E la ricerca della verità esige una onestà intellettuale che sempre più si rende necessaria poiché da più parti è disattesa e sostituita da pregiudizi che non lasciano spazio al confronto e al dialogo.

Ogni religione ha dignitàOgni religione ha dignità,

ogni religione che rispetti la vita umana, la persona umana

FILIALE DI CUNETTONE DI SALÒVia Zette, 31 - tel. 0365 438058

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20 Accade a Salòa cura di Simone Bottura

La nuova passeggiata lungo via Tavine

Progettata la sistemazione della passeggiata pedona-le a lago lungo via Tavine, dal parcheggio del Mulino fino al confine con San Felice. Lavori programmati nel 2015. La zona in effetti reclama un’opportuna sistema-zione, funzionale ad una comoda e sicura fruizione pe-donale. L’intervento prevede un investimento di circa 500mila euro. In programma due lotti per la creazione di una passeggiata attrezzata: lungo il filare di cipressi antistante il cimitero monumentale sarà realizzato un piccolo ampliamento a sbalzo del camminamento, op-portunamente protetto con un corrimano. La progetta-zione e la direzione lavori sono in carico all’Autorità di Bacino Laghi Garda e Idro. L’opera consentirà di percor-rere in sicurezza l’intero periplo del golfo di Salò, colle-gando i 2.870 metri della passeggiata salodiana (lungo-lago Zanardelli e lungolago Antiche Rive) ai 2.050 metri del marciapiede che dal confine comunale conduce a Portese, recentemente realizzato dal Comune di San Felice.

Il 2015 porta novità nella sosta

Dal 1° gennaio sono state introdotte significative no-vità nel sistema della sosta. La principale riguarda il parcheggio in piazzale Martiri della Libertà (Italmark), dove il tempo di sosta gratuita concesso ai residenti dal lunedì al venerdì passa da 2 a 4 ore consecutive (più due rientri di mezz’ora). Sabato e domenica il tempo della sosta gratuita rimane invece stabilito in 2 ore con-secutive, più due rientri di mezzora. In programma anche l’introduzione di un’ora di so-sta gratuita per i residenti, dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 19 (esclusi i festivi), nell’autosilo di Largo Dante Alighieri (ex Civico). Il provvedimento entrerà in vigore appena saranno installati, all’ingresso del parcheggio, gli apparecchi in grado di leggere i pass in dotazione ai residenti. Ricordiamo che i pass si ritirano presso la cassa del parcheggio Italmark (piano interrato), pagan-do la quota una tantum di 10 euro. Si possono ritirare al massimo 2 tessere per famiglia.

Tanti auguri liceo Fermi L’istituto salodiano, nato nel 1965 come sezione stacca-ta del Calini di Brescia e divenuto autonomo nel 1975, compie 50 anni e festeggia il traguardo presentando un ricco calendario di eventi, a scuola e sul territorio, per ribadire la propria centralità nel panorama scolastico gardesano e valsabbino e il proprio ruolo di ente di pro-mozione culturale. Il calendario di incontri si è aperto l’8 gennaio, quando il prof. Roberto Tottoli, ex alunno del Fermi, islamista e docente universitario a Napoli, ha tenuto una conferenza sul tema «L’Islam e l’Occidente fra storia e attualità». Prossimo appuntamento il 30 gennaio alle 9.30 all’audi-torium del liceo, dove avrà luogo il convegno «La Gran-de Guerra, l’evento che cambiò la storia», con gli au-torevoli interventi di Francesco Perfetti, Marcello Zane e Mauro Grazioli. Il 6 febbraio, sempre alle 9.30, sarà proposto il convegno «Il Garda e l’arte: storia, artisti, monumenti» a cura di Valerio Terraroli.Il calendario propone poi altri eventi, tutti organizzati in collaborazione con l’Ateneo di Salò, altra istituzio-ne culturale che celebra quest’anno un anniversario importante, il 450esimo di fondazione. Tutti gli eventi sono peraltro trasmessi in diretta streaming sul canale Youtube del liceo.

I sapori del territorio in vetrina a Salò

Le tipicità altogardesane e valsabbine finiscono in vetri-na a Salò. I locali al piano terra dell’antica Torre dell’Oro-logio, porta d’ingresso alla città e, idealmente, al vasto territorio circostante, diventano infatti il «Green Line Corner» del Gal, punto informativo-espositivo conces-so gratuitamente al Gal dal Comune di Salò. «Si tratta di un luogo di grande visibilità - spiegano al Gal - che da qui ai prossimi mesi diventerà l’avamposto permanente del progetto Green Line». Il Green Corner sarà infatti un punto informativo sul progetto Green Line, presso il quale è peraltro possibile ritirare la Green Line Card, che dà diritto a sconti e agevolazioni in oltre 60 strut-ture, ma anche un punto espositivo dedicato ai produt-tori agroalimentari del territorio, uno spazio aperto a disposizione delle associazioni e delle realtà aderenti al progetto Green Line e un luogo dove ospitare eventi promozionali, mercatini, conferenze e degustazioni.

Residuato bellico nelle acque di SalòÈ stata fatta brillare mercoledì 23 dicembre, in una cava a Soprazocco di Gavardo, una bomba a mano individuata qualche settimana prima sul fondale antistante la spiaggia di via Tavine. Si tratta di un residuato della prima guerra mondiale, che era ancora potenzialmente in grado di esplodere. L’avevano notato durante un’immersione alcuni sub, che ne avevano denunciato la presenza al Comando della Polizia locale salodiana. L’area era stata quindi interdetta alla navigazione, alla balneazione e alle immersioni subacquee. Infine, ottenuti i permessi per la rimozione dell’ordi-gno, la bomba è stata recuperata dagli artificieri e fatta brillare.

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21Alla sera del terzo giorno

a cura di Bruno Marelli

21Alla sera del terzo giorno

a cura di Bruno Marelli

L’EREDITÀ DI BRUNO DOLCI

Ogni tanto ci farebbe bene domandar-ci che fine faranno le cose a cui siamo più affezionati, dopo che noi non ci sa-remo più. Oppure che possiamo farne delle cose che sono appartenute a no-stri cari e che restano abbandonate e inutili. Come ci farebbe bene doman-darci se da qualche parte c’è qualcu-no che potrebbe ridare loro una fun-zione. Oggi vi invito a guardare alle vostre cose con uno sguardo nuovo, chiedendovi se mai ci sia qualcuno che potrebbe averne più bisogno. Con generosità, confidando che la Provvidenza farà fare la scelta giusta.

IL VALORE DI UN DONO ovvero come un gesto inatteso (e la mano della Provvidenza) hanno dato buoni frutti

Ai tempi suonavo l’organo della chiesa di San Bernardino. A dirla tutta mi dividevo tra lì e l’organo del Duomo, ma a San Bernardino mi sen-tivo più a casa, perché su quell’organo ho iniziato a suonare che ero ancora un ragazzino.Sull’organo ero da solo, quasi sempre; ma due volte all’anno accadeva una cosa asso-lutamente speciale. Non ricordo quando iniziò questa storia; sta di fatto che per un po’ di anni alla messa di Natale e dell’Epi-fania erano con me Bruno Dolci con il suo violino e Vittorio Lusenti e il suo basso. Sono sicuro che tutti voi li ricordate bene, soprattutto chi abita nella zona delle Rive. Vittorio Lusenti è stato per anni il preciso sacrista della chiesa di San Bernardino;

Bruno Dolci aveva la sua bottega di torni-tore del legno, dove chi passava poteva far salotto e bere un bicchiere di vino.Si formava un bizzarro terzetto per suona-re una pastorella tradizionale. Suonavamo un solo brano, sempre lo stesso ogni anno. Non potrei dire che lo suonassimo bene, ma andava bene anche così; se non altro le note lunghe del basso di Vittorio ci faceva-no andare a tempo e la gente apprezzava.Siamo andati avanti così per anni; poi Bruno Dolci ha incontrato la fine dei suoi giorni e il terzetto si è sciolto, lasciando-mi una grande nostalgia (devo dire più per quel bicchiere bevuto al tavolino nella bot-tega di via Rive).Se la storia fosse finita lì non avrebbe senso ricordarla ora; successe invece quel gesto inatteso. Ricordo che dopo qualche tempo dalla morte di Bruno, sua moglie mi fece sapere che voleva parlarmi. Conoscevo la casa e sono andato a trovarla.

Sul tavolo della sala c’era il violino di Bruno. Sua moglie mi stava chiedendo se potevo io prendermene cura. Avrà pensa-to che ero l’unico musicista che conosce-va; i fratelli di Bruno suonavano tutti ma credo allora non ci fossero già più. Com’è, come non è mi sono ritrovato custode del violino. Ma il violino non era per me. Solo pochi giorni dopo passò da me mio figlio Giovanni; il violino era ora sul tavolo della mia sala. Lui ne fu immediatamente attratto, al punto che mi chiese se poteva tenerlo lui. Dissi subito sì a tanto entusia-smo, considerando che da parte mia non sapevo che farne.Il violino in mano di Giovanni ha ritrovato una nuova vita. Di più: è nata una passio-ne, un progetto, una ricerca che sta pro-ducendo risultati sorprendenti. Una nuova famiglia di violini indagano ora il futuro, proprio nella città che non ha mai dimenti-cato di essere la culla del violino moderno.

I VIUDÌ DI GIOVANNI E I SUOI AMICIIl violino qui accanto è uno dei prototipi che Giovanni ha realizzato con alcuni amici che partecipano a un laboratorio di liuteria che si chiama VIUDÌ. Non asso-miglia neanche un po’ al violino di Bruno Dolci (nella foto in alto). Ma è da lì che nasce. Per anni Giovanni ha portato quel violino sempre con sé. Lo ha studiato, con la passione del ricercatore. Ne ha cercato l’essenza da cui partire alla ricerca di qualcosa di totalmente nuovo. Viudì è finanziato dalla Comunità Montana nel proget-to RESTART e dalla Regione Lombardia come start-up innovativa.

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22 Invito alla lettura a cura di Nerina Lugli

ProvocazioniIn un recente volume (ed. Feltrinelli) in cui vengono presen-

tati diversi scrittori del nostro tempo con brevi saggi idonei a provocarne l’approfondimento (Baricco – Benni – De Luca

– Gordimer – Oz …) ho affrontato l’analisi offerta ed interessa-ta dello scrittore Alessandro Baricco (noto maestro nel campo della Letteratura e del Teatro) il quale si scaglia con veemenza contro i “Barbari” che hanno invaso il mondo dell’editoria e si domanda da quale motivazione tanti, troppi scrittori incapaci inondano gli scaffali delle librerie facendo smarrire ai giovani il necessario criterio della valutazione: “Il mondo dei libri è at-tualmente sotto assedio da parte dei «Barbari» che mirano solo alla commercializzazione e sono assolutamente estranei a una seria promozione culturale. Si tratta di un vero e proprio geno-cidio in cui vengono azzerati i valori fondamentali della civiltà”. In questa analisi severa si impegna a dare come spiegazione che la cultura (fa cenno agli anni cinquanta!) offriva i nomi di Pavese – Moravia – Fenoglio… e gli editori veri erano Garzanti – Einaudi – Bompiani.E oggi? L’autore si domanda e si risponde: «i Barbari» dei nostri giorni, che sono venuti ad invadere il villaggio del libro, fortu-natamente non hanno spazzato via la civiltà del libro che hanno incontrato. E conclude criticando con asprezza la situazione e affermando che molti di coloro che si adoperano per comprare questi libri non sono lettori perché seguono solo gli eventi pro-vocati dai personaggi della televisione, dello sport, del cinema e della cronaca...

Alberi custodi“Sono presenze su cui aleggia la forma di un compi-to: proteggere, custodire, ricordare. Sono segnali di memoria, anche della parola scritta. Protettori di libri come succede a Lonato nella casa-museo, dove è nata, grazie ai coniugi Da Como, una prestigiosa biblioteca”. La prof. Costanza Lonardi nei suoi “Incontri nel ver-de” ci offre settimanalmente sul Corriere (Brescia) le sue visite. Qui ci narra che, nel cortile del Palazzo dei coniugi, fondatori, venne piantato un tasso (davanti all’ingresso!) che è diventato il nume tutelare di una biblioteca che raccoglie la storia della stampa a partire dalla Genesi del libro. E conclude: “Nella sua funzione di nume tutelare dei libri e dell’imperituro destino del pensiero, si merita un rigenerato appellativo di Albero della vita”.

V i sono nella storia della Chiesa delle pagine di santità ed eroismo tali che nessuna penna potrebbe degnamente

scrivere. È il caso di Giustina, la giovinetta padovana che subì il martirio durante la persecuzione di Diocleziano. E proprio qui a visitare Giustina, gli Amici dell’Arte hanno saggiamente pensato di organizzare una visita culturale per le tante persone, come me, le quali convinte di conoscere bene quella città (tante volte visitata anche con le scolaresche!) ignoravano del tutto il santuario, dedicato ad una figura femminile di secoli tanto lontani. È stata per noi tutti (gra-zie alla sapiente organizzazione) la scoperta di un imponente santuario, ricco di testimonianze artistiche di alto livello attraverso i secoli.Molti, come me, ne ignoravano l’esistenza ed hanno avuto l’occasione di affrontare questa immensa struttura architettonica caratterizza-ta da straordinaria ricchezza di opere d’arte e preparata a testimoniare la fede in secoli tor-mentati da guerre e conflitti. Ha stupito tutti la grandiosità della mole alla cui decorazione hanno posto mano straordinari artisti di talen-

to attraverso i secoli. Grata, come tutti, agli organizzatori che hanno permesso, inoltre, nelle ore pomeridiane la visita alla mostra del pittore Corcos, uno dei protagonisti della pittura italiana tra l’Otto e il Novecento. Il pittore, ignoto a tanti, fino a quel momento, ebbe la sua formazione culturale a Firen-

ze, Napoli e soprattutto a Parigi. Al suo ri-entro diventò un raffinato rappresentante dell’arte moderna. Protagoniste della sua pittura sono le Donne ricche di charme, con toilettes all’ultima moda, assorte nella lettura, a passeggio in una fredda giornata invernale, o in una giornata di primavera che, si avverte da parte del visitatore, è sa-tura di colori e di profumi. La mostra ci ha evidenziato una pittura moderna carica di fascino.

P.S. – Mi piace sottolineare che il pittore Corcos venne chiamato dall’erede al trono Umberto di Savoia per eseguire il raffinato ritratto della giovane sposa Maria Josè che divenne l’ultima delle sue celebri modelle.

Giustina – protomartire padovana

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23Altre note...a cura di Giancarlo Giacomuzzi

Gerusalemme e la sua storia millena-ria, il Muro del Pianto e la religione

di un popolo; andarci non è un viaggio come un altro, trovandosi davanti può creare titubanza, imbarazzo e i pensie-ri corrono lontano. Accanto a questa moltitudine presente in preghiera, che si piega su se stessa, si dondola, muove la testa assorta in un cerimoniale che per secoli, pur lontana dalla sua terra, ha saputo trasmettere ai suoi figli, io ho pensato alla loro storia e mi sono sen-tito smarrito. Ho visto il loro popolo, i loro uomini, il loro peregrinare nei secoli, i paesi che li hanno ospitati, uomini poveri per la maggior parte subito riconoscibili per le barbe nere, il ricciolo sulla tempia e quegli occhi tristi, sconsolati ed an-nebbiati dalla rassegnazione. Da milio-ni quali erano non so quanti ne siano rimasti dopo gli stermini compiuti dai nazisti eppure al di là dei numeri astrat-ti io continuo a vedere anche oggi que-gli uomini: i negozianti, i fabbri, i rigat-tieri, i librai, i rabbini silenziosi e vedo le loro donne affaticate e i bambini. Se penso che tutta questa gente è diven-tata polvere e più sovente cenere per il comando di satrapi deliranti, allora mi sembra che gli antichi Profeti d’Israele fossero nel giusto quando invocavano sui loro nemici le tremende punizioni di un Dio vendicatore non ancora fatto pietoso da Cristo.

Il Muro del Pianto

L’ascolto musicale di questo mese ha il nome francese di Claude De-

bussy (1862/1918) del quale porto alla vostra attenzione il poema sinfo-nico “La Mer”, tre schizzi ricchi di co-lori e di spunti espressivi che costitui-scono un grandioso affresco ove l’im-pressionismo dell’autore diventa qui

espressione, ove la descrizione della natura diventa pretesto per un subli-me volo di fantasia. La poesia che può essere intesa come breve notazione di uno stato d’animo, decritta con chiarezza di immagini e semplicità di linguaggio, è del poeta argentino Ra-fael Arrieta (1889/1968) annoverato

fra i poeti ispano-americani. Il ritratto è di Isaak Babel (1894/1940) scritto-re sovietico, autore di “Un armata a cavallo” e “Racconti di Odessa”, un ribelle, forse un anarchico, uno spiri-to che per le troppe sofferenze subite doveva pensare alla libertà come al bene supremo.

Ma ho anche pensato che questo popolo ha trovato nei suoi artisti una forma ben diversa di vendetta ed ho pensato a Charles Chaplin, il

cineasta, che ha saputo così ben rappresentare una bontà smarrita, e tut-tavia vittoriosa, della vittima senza colpa alcuna, a Marc Chagall, il pittore, che ha saputo mutare in favole tenere e gentili le loro miserie creando nella sua pittura paesaggi che sembrano il riflesso di un anima ove l’odio e il male restano assenti e ad Isaak Babel, lo scrittore, del quale invito a leg-gere fra le opere edite da Feltrinelli “Tramonto” o “Primo amore” ove una certa crudezza realistica a volte anche insistita è tutta rivolta a rappresen-tare le vittime piuttosto che a denunciare i carnefici di un popolo che non era certo né migliore né peggiore di altri, ma sul quale si sono scatenati furore, accanimento, maledizione e linciaggio. Penso che “Il Dittatore” di Chaplin, “I musicisti” di Chagall e “Primo amore” di Babel formano da soli un trittico che, più di una storia di tanti volumi, ci può dare il senso della ebraica fatalità, la più bella e la più cristiana delle vendette.

Ricordo una piazza triste,non so in quale vecchia città.Aveva una fontana intasata,col mascherone di metallo;un sedile per l’amore,due sedili per l’oblìo,e un Cupido mutilatosopra un goffo piedestallo.Una piazza come tante,in una comune città.Ed in essa, a me accanto,passò la felicità.

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Informazioni utili

SS. MESSEDUOMO

• Prefestiva: ore 18.30 • Festive: ore 9.30 11.00 - 18.30• Feriale: ore 18.30

Chiesa di S. BENEDETTO

• Festive: ore 7.30

Chiesa di S.BERNARDINO

• Festive: ore 9.00 - 17.00 • Feriale: ore 9.00

Chiesa di S. GIUSEPPE

• Festive: ore 10.00• Feriale: ore 17.30 (esclusi: giovedì e sabato)

Chiesa di S. GIOVANNI

Solo feriale: ore 7.15

RENZANO

• Solo sabato: ore 18.00

CHIESA - CAPPUCCINI BARBARANO

• Festive: ore 10.00 -17.00• Feriale: ore 17.00

CHIESA MONASTERODELLA VISITAZIONE

• Festive e feriali: ore 8.00

IL DUOMO - n. 2 Febbraio 2015

Anno LXIV - abb. annuo Euro 11,00 - una copia Euro 1,05 - abb. sped. postale Euro 30,00

FEBBRAIOMartedì 10 ore 15,00 S. Messa al Cimitero ore 20,30 Scuola di Preghiera a Fasano (5) Mercoledì 11 Ritiro dei presbiteri a Montecastello ore 18,30 S. Messa a S. Antonio per la Madonna di Lourdes ore 20,45 in Oratorio: Catechesi degli Adulti (7)Giovedì 12 ore 20,30 a Roè Volciano incontro spiritualità giovani (4)Venerdì 13 ore 20,30 in Canonica primo incontro dei genitori dei battezzandi del 4 aprile 2015Sabato 14 ore 20,00 incontro gruppo A famiglie in Oratorio

Domenica 15 incontro dei genitori e dei ragazzi del Primo anno ICFR e dei gruppi di S. CarloMercoledì 18 giorno di magro e digiuno ore 20,30 in Duomo – Benedizione e distribuzione delle Ceneri Giovedì 19 ore 20,30 in canonica redazione de “Il Duomo”Venerdì 20 ore 20,30 a Roè Volciano Via Crucis MissionariaDomenica 22 incontro per genitori e ragazzi dei gruppi di S. Caterina ore 16,00 in Duomo: celebrazione della Via CrucisMartedì 24 ore 20,45 a Campoverde adorazione eucaristica per la vita (4)

Mercoledì 25 ore 20,30 in Canonica: Animatori dei Centri di AscoltoVenerdì 27 giorno di magro ore 20,30 Chiesa di S. Bernardino – Via Crucis (animata da Animatori Liturgia e Ministri Straordinari dell’Eucarestia)MARZODomenica 1 GIORNATA ZONALE DI AIUTO PER LA CARITAS ore 15,00 incontro zonale a Salò dei gruppi Betlemme con il vescovo Luciano (genitori e bambini) ore 16,00 in Duomo: celebrazione della Via Crucis

Giovedì 5 ore 16,30 in S. Giovanni: Esposizione e Adorazione ore 18,30 S. Messa per i benefattori della parrocchia ore 20,30 a Roè Volciano incontro spiritualità giovani (2) ore 20,30 in Canonica incontro del C.P.P. (3)

Venerdì 6 Primo venerdì del mese SS. Comunioni agli ammalati giorno di magro ore 20,30 Chiesa Visitazione – Via Crucis (Animata dall’Oratorio)Domenica 8 ore 9,00 S. Bernardino presentaz. dei battezzandi del 4 aprile ore 9,30 in Duomo S. Messa, a cui segue incontro in Oratorio per il gruppo S. Giovanni Piamarta ore 15,00 incontro zonale a Gardone per i gruppi Cafarnao ore 16,00 in Duomo: celebrazione della Via Crucis

Dir. Responsabile - Antonio Fappani con decreto del Tribunale - Autorizzazione del Tribunale di Brescia n. 6/74 dell’8 - 3 - 1974- Pubblicità: Segreteria Parrocchiale - tel. (0365) 521700 Fax. (0365) 523294- Fotocomposizione del 4/2/2015 nella Canonica di Salò - Stampa: Tipolitografia Editrice LUMINI - Travagliato (BS)- Si può trovare il bollettino anche sul sito internet: www.parrocchiadisalo.it