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PERIODICO D’INFORMAZIONE DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE “SAN FRANCESCO D’ASSISI” DI MARINA DI CERVETERI Direttore Responsabile Don Domenico Giannandrea Fosse anche un rametto d’ulivo, una candela... Per- ché è così difficile andare al di là dell’”oggetto”? Ep- pure Gesù ha tentato di spazzar via tutto questo ma non è facile conservare nel cuore i grandi segni della fede giacché significa pensare, cercare, sforzarsi, nella vita di ogni giorno, di portare avanti qualche cosa del progetto di Dio! E questo è faticoso! Fra qualche giorno sarà la Festa della Presentazione al tempio di Gesù: Simeone proclama Gesù “Luce del mondo”. Voi tutti conoscete questa festa come la festa della “Candelora”. E credo che tutti voi, almeno i più anziani avete, qualche volta, portato a casa la candelina benedetta il 2 febbraio: i nostri anziani di- cevano che bisognava accenderla, quando uno era malato, oppure quando scoppiava un temporale, se si era in punto di morte, o ancora per proteggere la gola: tante forme della nostra tradizione popolare. Quando ero giovane prete rimanevo colpito da queste forme di devozione e mi chiedevo perché la gente avesse tanto bisogno di questi "segni". Tante volte abbiamo scherzato, in questa parrocchia, sulla folla che c'è il giorno delle "palme": sulla lotta che, a volte, si accende per arraffare un rametto di palma; tanto che, negli ultimi anni, per risolvere il problema abbiamo dovuto portare molti rami d'ulivo, in modo che ce ne fossero in abbondanza per tutti e non si litigasse per portarne a casa un ra- metto... Perché tutto questo? Da dove viene questo bisogno? Perché la gente ha bisogno di toccare con mano qualche cosa, che sia come un segno della pro- tezione del Signore? Perché è così difficile andare al di là dell'oggetto, per cogliere i grandi simboli della nostra fede? Vedete, non è un fatto recente: era così anche ai tempi antichi. Ricordate com'era ridotta al tempo di Gesù?! Si portava il bambino al Tempio per "purificarsi", si offrivano un paio di tortore o di colombi (se uno era più ricco ci voleva però un agnellotto); si ritornava a casa con la benedizione. I preti erano contenti perché avevano guadagnato un agnellotto; loro avevano la benedizione del Signore. Tutto a posto, tutto in ordine. Gesù ha tentato di spazzar via tutto questo. Perché è difficile! Ma perché è così difficile? Ve lo siete mai chiesto? Vedete, conservare nel cuore i grandi segni della fede significa pensare, cercare, sforzarsi, nella vita di ogni giorno, di portare avanti qualche cosa del progetto di Dio! E questo è faticoso. Meglio una candela, meglio un segno: abbiamo la be- nedizione del Signore, a casa portiamo un segno della sua protezione, ci sentiamo cristiani a buon mercato, senza il bisogno di sforzarci troppo. Dietro la porta di molte case c'era un tempo, adesso forse non più, un rametto di palma. Si sentivano bravi cattolici, si sentivano protetti dal Signore... tutto a posto! Quel ramo è un segno di pace, esige gesti concreti di pace... e costa tanto cercarla ogni giorno: è più semplice avere un rametto d'ulivo! Perché pensare è faticoso, perché cercare è difficile, perché comporta l'impegno della vita! Ma ci avete pensato mai? Così facendo si paga un prezzo, il prezzo più alto e più grave che l'uomo possa pagare: è il prezzo della propria libertà, della propria dignità, del diritto di pensare con la propria testa! E tutti i potenti della terra han sempre cercato questo: che gli uomini non pensino! Sono così i potenti di tutti i tempi: han sempre voluto che i loro sudditi portino le loro divise, che si mettano i loro distintivi. Anche oggi i potenti, anche nel nostro paese, hanno bisogno di "coorti" intorno a loro: che magari si vestano alla stessa maniera, che leggano gli stessi giornali, che si sentano sudditi contenti di appartenere al gregge del capo, contenti di essere da lui protetti e guidati... e che non pensino, e non cerchino! E non crediate che gli uomini religiosi non siano fra i potenti della terra. Piuttosto, ognuno accolga l’invito a cercare la luce di Gesù! Evitiamo di pensare che la luce, la vita la verità, sia in possesso di alcuni o di una casta o di un gruppo e così basti pensare come loro. Allora può succedere che a noi basti una benedizione, un segno di croce, qualche cosa da toccare con mano perché ci si possa sentire benedetti da Dio! E perché così non pensiamo, non cerchiamo, non siamo noi stessi, perché non andiamo dove ci porta il nostro cuore e la nostra mente! Non è stato spesso ridotto a rito, a obbligo esteriore, anche il Segno più grande che Gesù ci ha lasciato: l'Eucarestia? Il segno del dono totale, della vita condivisa non si riduce a volte a rito vuoto? Il segno esteriore... Il Signore ha affidato nelle nostre mani grandi simboli! Ci sarà, in chiesa, una candela da portare a casa anche quest’anno: se vorrete, la troveremo qui la sera del 2 febbraio. E non la porteremo a casa solo come un segno di protezione del Signore: ma sarà il simbolo della nostra passione per la ricerca della luce, del nostro desiderio di cercare Gesù, di portare intorno a noi la forza della Resurrezione! Perché questo è il senso della nostra fede: non un distintivo, che ci faccia sentire cattolici a buon mercato, non soltanto un segno della protezione di Dio, ma la passione della nostra vita nel cercare con tutto il cuore la luce del Si- gnore, per portare un riflesso di Lui nella vita di ogni giorno. Don Domenico PERCHÉ ABBIAMO BISOGNO DI SEGNI PER SENTIRCI “BENE”? ANNO XIII NUMERO 53 Gennaio 2018 1

ANNO XIII PERCHÉ ABBIAMO BISOGNO DI ... - Marina di …...Fra qualche giorno sarà la Festa della Presentazione ... il sindaco di Cerveteri Alessio Pascucci e il comandante della

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PERIODICO D’INFORMAZIONE DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE “SAN FRANCESCO D’ASSISI” DI MARINA DI CERVETERIDirettore Responsabile Don Domenico Giannandrea

Fosse anche un rametto d’ulivo, una candela... Per-ché è così difficile andare al di là dell’”oggetto”? Ep-pure Gesù ha tentato di spazzar via tutto questo manon è facile conservare nel cuore i grandi segni dellafede giacché significa pensare, cercare, sforzarsi,nella vita di ogni giorno, di portare avanti qualchecosa del progetto di Dio! E questo è faticoso!Fra qualche giorno sarà la Festa della Presentazioneal tempio di Gesù: Simeone proclama Gesù “Luce delmondo”. Voi tutti conoscete questa festa come lafesta della “Candelora”. E credo che tutti voi, almenoi più anziani avete, qualche volta, portato a casa lacandelina benedetta il 2 febbraio: i nostri anziani di-cevano che bisognava accenderla, quando uno eramalato, oppure quando scoppiava un temporale, se siera in punto di morte, o ancora per proteggere la gola:tante forme della nostra tradizione popolare. Quandoero giovane prete rimanevo colpito da queste forme didevozione e mi chiedevo perché la gente avesse tantobisogno di questi "segni". Tante volte abbiamo scherzato,in questa parrocchia, sulla folla che c'è il giorno delle"palme": sulla lotta che, a volte, si accende per arraffareun rametto di palma; tanto che, negli ultimi anni, perrisolvere il problema abbiamo dovuto portare moltirami d'ulivo, in modo che ce ne fossero in abbondanzaper tutti e non si litigasse per portarne a casa un ra-metto... Perché tutto questo? Da dove viene questobisogno? Perché la gente ha bisogno di toccare conmano qualche cosa, che sia come un segno della pro-tezione del Signore? Perché è così difficile andare aldi là dell'oggetto, per cogliere i grandi simboli dellanostra fede? Vedete, non è un fatto recente: era cosìanche ai tempi antichi. Ricordate com'era ridotta altempo di Gesù?! Si portava il bambino al Tempio per"purificarsi", si offrivano un paio di tortore o di colombi(se uno era più ricco ci voleva però un agnellotto); siritornava a casa con la benedizione. I preti eranocontenti perché avevano guadagnato un agnellotto;loro avevano la benedizione del Signore. Tutto a posto,tutto in ordine. Gesù ha tentato di spazzar via tuttoquesto. Perché è difficile! Ma perché è così difficile?Ve lo siete mai chiesto? Vedete, conservare nel cuorei grandi segni della fede significa pensare, cercare,

sforzarsi, nella vita di ogni giorno, di portare avantiqualche cosa del progetto di Dio! E questo è faticoso.Meglio una candela, meglio un segno: abbiamo la be-nedizione del Signore, a casa portiamo un segno dellasua protezione, ci sentiamo cristiani a buon mercato,senza il bisogno di sforzarci troppo. Dietro la porta dimolte case c'era un tempo, adesso forse non più, unrametto di palma. Si sentivano bravi cattolici, sisentivano protetti dal Signore... tutto a posto! Quelramo è un segno di pace, esige gesti concreti dipace... e costa tanto cercarla ogni giorno: è piùsemplice avere un rametto d'ulivo! Perché pensare èfaticoso, perché cercare è difficile, perché comportal'impegno della vita! Ma ci avete pensato mai? Cosìfacendo si paga un prezzo, il prezzo più alto e piùgrave che l'uomo possa pagare: è il prezzo dellapropria libertà, della propria dignità, del diritto dipensare con la propria testa! E tutti i potenti dellaterra han sempre cercato questo: che gli uomini nonpensino! Sono così i potenti di tutti i tempi: han semprevoluto che i loro sudditi portino le loro divise, che simettano i loro distintivi. Anche oggi i potenti, anchenel nostro paese, hanno bisogno di "coorti" intorno aloro: che magari si vestano alla stessa maniera, cheleggano gli stessi giornali, che si sentano sudditicontenti di appartenere al gregge del capo, contentidi essere da lui protetti e guidati... e che non pensino,e non cerchino! E non crediate che gli uomini religiosinon siano fra i potenti della terra. Piuttosto, ognunoaccolga l’invito a cercare la luce di Gesù! Evitiamo dipensare che la luce, la vita la verità, sia in possesso dialcuni o di una casta o di un gruppo e così bastipensare come loro. Allora può succedere che a noibasti una benedizione, un segno di croce, qualchecosa da toccare con mano perché ci si possa sentirebenedetti da Dio! E perché così non pensiamo, noncerchiamo, non siamo noi stessi, perché non andiamodove ci porta il nostro cuore e la nostra mente! Non èstato spesso ridotto a rito, a obbligo esteriore, ancheil Segno più grande che Gesù ci ha lasciato: l'Eucarestia?Il segno del dono totale, della vita condivisa non siriduce a volte a rito vuoto? Il segno esteriore... IlSignore ha affidato nelle nostre mani grandi simboli!Ci sarà, in chiesa, una candela da portare a casaanche quest’anno: se vorrete, la troveremo qui la seradel 2 febbraio. E non la porteremo a casa solo comeun segno di protezione del Signore: ma sarà il simbolodella nostra passione per la ricerca della luce, delnostro desiderio di cercare Gesù, di portare intorno anoi la forza della Resurrezione! Perché questo è ilsenso della nostra fede: non un distintivo, che cifaccia sentire cattolici a buon mercato, non soltantoun segno della protezione di Dio, ma la passione dellanostra vita nel cercare con tutto il cuore la luce del Si-gnore, per portare un riflesso di Lui nella vita di ognigiorno.

Don Domenico

PERCHÉ ABBIAMO BISOGNO DI SEGNI PER SENTIRCI “BENE”? ANNO XIII

NUMERO 53Gennaio 2018

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VEGLIA VEGLIA DI PREGHIERA: MARIA MADRE DELL’AMORE, DONNA DELLA TERRA

Anche quest’anno la comunità par-rocchiale di Marina di Cerveteriha voluto testimoniare la propria

fede partecipando alla messa in onore diSanta Barbara celebrata dal parroco DonDomenico nella caserma dei vigili del fuocodi via Agyllina nella frazione cerite (presentiil sindaco di Cerveteri Alessio Pascucci e ilcomandante della polizia locale Marco Scar-pellini). Così venerdì 4 dicembre, giorno incui cade la memoria della santa, un buonnumero di parrocchiani ha accompagnato ilsacerdote il quale, al termine della celebra-zione della messa, ha salutato i bambinidelle scuole di Cerenova in gita nella caserma.

Un doppio appuntamento quindi a cui i po-mieri erano preparati avendo allestito unaserie di prove ed esibizioni ad uso e consumodei piccoli rimasti affascinati dalle evoluzionidei vigili. Santa Barbara è la Santa che rap-presenta la capacità di affrontare il pericolocon fede, coraggio e serenità anche quandonon c’è alcuna via di scampo. È stata eletta,infatti, patrona dei Vigili del Fuoco, in quantoprotettrice di coloro che si trovano “in pericolodi morte improvvisa”.Prima dei saluti, la solenne benedizione delparroco a tutta la squadra ben allineata,pronta per i prossimi interventi.

SANTA MESSA PER FESTEGGIARE SANTA BARBARA NELLA CASERMA DEI VIGILI DEL FUOCO DI CERENOVA

DIOCESI

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“In questa veglia di preghiera desi-deriamo riflettere sulla figura diMaria, icona della fedeltà a Dio e

al suo progetto d’amore” ...Infine la pre-ghiera comune “affinchè ognuno di noi,possa contribuire alla realizzazione del di-segno che Dio ha da sempre per noi”.Ecco dunque come è stata presentata:Maria Madre dell’Amore, significativamentesintetizzato nelle definizioni del libretto,preparato dai giovani universitari della no-stra parrocchia e poi letto in chiesa l’8 di-cembre. “Madre di Colui che è la “nostrapace”: aiutaci a deporre ai suoi piedi tuttele nostre armature, e a lasciarci definitiva-mente conquistare da lui per diventare

veri figli di Dio, operatori di giustizia e dipace”. Maria Madre dell’Amore, “donnafedele sotto la croce, madre di tutti coloroche credono senza vedere, sostienici nelnostro incerto cammino verso una fedepiù autentica e matura, verso una resa in-condizionata al Signore, nostro Dio, CristoGesù, crocifisso e risorto”. Infine Donnadella Terra: “Maria, donna della terra, Ver-gine del lieto annunzio, canto di esultanza,Madre della grande Gioia sbocciata a Be-tlemme, rifiorita a Gerusalemme all’albadella resurrezione, preparaci a riceverel’abito nuziale per entrare nella gioia dellaPasqua eterna”. Dal Vangelo di Luca “Ecco la serva del Si-

gnore avvenga per me secondo la tua pa-rola”, meditando su questa frase del Van-gelo, Chiara Lubich, fondatrice delMovimento dei Focolarini il SUO suggeri-mento per accogliere la Parola di Dio, comeha fatto Maria “…con totale disponibilità,sapendo che non è parola d’uomo. Es-sendo Parola di Dio, contiene in sé una pre-senza di Cristo. Accogli dunque Cristo in tenella sua parola. E con attivissima pron-tezza mettila in pratica, momento per mo-mento. Se così farai il mondo rivedrà Cristopassare per le vie delle nostre modernecittà. Cristo in te, vestito come tutti, che la-vora negli uffici, nelle scuole, nei più variambienti, in mezzo a tutti”.

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Èuna giornata uggiosa quella del 27dicembre scorso, riservata alla visitadel Papa ed organizzata dal Gruppo

Parrocchiale Fidanzati 2017, che ha svoltoil corso prematrimoniale per le coppie, lequali poi, nello stesso anno, hanno celebratoil loro matrimonio. L'appuntamento è diquelli importanti e, quindi, la pioggia nonspaventa le giovani coppie soprattutto quandosono chiamate ad indossare nuovamentel'abito nuziale: un’emozione che sperimentanoquasi tutte ad eccezione di talune che non

possono farlo essendo il vestito diventatostretto perché già in dolce attesa. Evviva!!!Arriviamo in Piazza S. Pietro di buon mattino,accompagnati dall'onnipresente Don Dome-nico, nostro Parroco.Adempiute, con una certa velocità, le formalitàdei controlli di sicurezza, veniamo accoltidalle Guardie Svizzere che ci fanno entrarenella grande Sala Nervi. Non riusciamo aprendere i primi posti, a differenza dellenostre coppie di sposi novelli, alle quali, in-sieme a molte altre, viene riservato un boxproprio davanti al podio rialzato da doveprenderà la parola il Santo Padre.L'ingresso di Papa Francesco è previsto alleore 10 ma inaspettatamente entra nellagrande sala, completamente piena, alle9.30. Un fiume di gente si accalca vicino le

transenne che delimitano il percorso, che ilSanto Padre, sempre sorridente, compielentamente essendo impegnato a stringeremani che si allungano verso di lui.Grande l’emozione dei giovani sposi quandoil Papa si intrattiene con loro benedicendolied augurando ogni bene.«BUONGIORNO!!!». Cosi esordisce, sempli-cemente, il Santo Padre una volta sedutosial centro del grande podio della Sala Nervi.Si respira un’aria di gioia nella immensasala, ove si incontra tanta gente, proveniente

da ogni dove: dalla Francia, dagli Stati Uniti,dalla Spagna, dalla Polonia, dal Portogallo,dalla Colombia, dalla Siria, dall'Iraq, dall'Ar-gentina, una moltitudine di persone che sifanno notare sventolando le bandiere deiloro paesi e sentire acclamando a PapaFrancesco. Ad ogni gruppo il Papa auguraun Natale veramente Cristiano. Tra i moltigruppi di pellegrini Italiani ci siamo ancheNoi della Parrocchia S. Francesco di Assisidi Cerenova, che veniamo citati nei messaggidi saluti e di auguri. Molto simpatica la pre-senza del Golden Circus di Liana Orfei, chesi esibisce con alcuni ginnasti che fanno deicomplicati e difficili esercizi, divertendo assaiil Papa, il quale ringrazia per l’esibizione ri-cordando come l'arte circense, al pari dellabellezza, sempre ci avvicina a Dio. Ma il mo-

mento più toccante della udienza papale èquando il Santo Padre si sofferma sul signi-ficato del Natale, vissuto in quei giorni. UnNatale, purtroppo oggi snaturato, comeviene con forza sottolineato, laddove è eli-minato dalla festa ogni riferimento allanascita di Gesù: «ma senza Gesù non c'èNatale, c'è un'altra festa ma non il Natale, ese togliamo Lui, ammonisce Papa Francesco,la luce si spegne e tutto diventa finto, appa-rente. Gesù, il dono di Dio per l’umanità cheè immersa nella notte e nel torpore delsonno. Lui, inviato dal Padre, attraverso ilpiù grande gesto di amore che può esservi,è stato dono per Noi e Noi possiamo diven-tarlo per gli altri, soprattutto per coloro chemai nella loro vita hanno sperimentato at-tenzione e tenerezza. Il Natale ci spinge intale direzione». Ritorniamo a casa con ilricordo di queste semplici ma efficaci paroledel Papa, che ci dicono, attraverso l'esempiodei pastori, ai quali “apparve una grandeluce”, «come vi sia bisogno di un mondonuovo in cui non vi siano più persone rifiutate,maltrattate, indigenti».

Antonio Arseni

PAPAI NOVELLI SPOSI DELLA PARROCCHIA S. FRANCESCO DI ASSISI DI CERENOVA IN VISITA DA PAPA FRANCESCO

Q uest'anno è stato un Nataleveramente speciale! Abbiamoavuto, noi sposi del 2017, gra-

zie alla Parrocchia San Francesco d’Assisi,la possibilità di essere ricevuti in udienzadal Santo Padre. Sono state ore di emo-zionante attesa, probabilmente la stessache ci ha accompagnato al giorno delmatrimonio.... E poi una volta arrivatiascoltare le parole sempre importanti esentite di Papa Francesco che ci esorta

ancora una volta a vivere come dono pergli altri e a vivere questo Natale alla pre-senza di Gesù, perché, come ha aggiunto,«senza Gesù non è Natale: è un’altrafesta». Vedere quest'uomo così semplicee amato, seguito da tutti è stato qualcosadi indescrivibile. Ha avuto un momentoper tutti ed ogni parola che avresti volutodire moriva in gola venendo sostituitasolo da un semplice “Grazie!”.

Simona

QUEST'ANNO È STATO UN NATALE VERAMENTE SPECIALE! SPOSI

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Anche quest’anno si è ripetuto iltradizionale rito dell’apertura deipresepi preparati all’interno e al-

l’esterno della nostra chiesa. E ancora unavolta è stato il nostro parroco don Domenicoa fermarsi in preghiera davanti all’allestimentoe benedetto tutti coloro che hanno presen-ziato all’evento. La Natività...evento unicoed irripetibile. La struttura esterna ha sorpresotutti per l’originalità della struttura e delmateriale adottato (nylon e chiodi!) in cuicome sempre spiccano la Madonna e Giu-seppe, la minuscola mangiatoia dove è de-posto il piccolo Gesù e i Re Magi. Estrema-mente stilizzato ma molto significativoemerge proprio il messaggio di una Nativitàsenza orpelli, senza fastosità, come vuoleessere comunicato al mondo: l’umiltà el’assoluta modestia di una nascita che purha rivoluzionato il mondo “perché l’uomodeve gioire della bellezza del cuore non per

le vanità e apparenze”. All’interno invececon più spazio e luce a diposizione i numerosivolontari hanno lasciato libera la fantasia,creando un presepe veramente unico rea-lizzato nella più semplice delle materie: lalana. E proprio il messaggio di semplicitàvoleva essere trasmesso per ricordare anoi cristiani che Gesù era un bambino, ènato in una stalla ed era riscaldato da unbue ed un asinello. Depositato all’interno diquella struttura che è stata oggetto di am-mirazione lo scorso anno, per l’edizione2017 si è voluto costruire un presepe im-prontato alla tenerezza con pecore ricciute,pastori semiaddormentati e maialini rosa,frutto dell’opera paziente e sapiente disignore che alacremente e silenziosamentesvolgono in oratorio tanti lavori a maglia,questa volta coadiuvate da altre volontarieche si sono offerte per una realizzazionedecisamente particolare e molto apprezzata.

APERTURA TRADIZIONALE DEI PRESEPI ALL’INTERNO E ALL’ESTERNO DELLA CHIESA

PRESEPI

L a «String Art» è un'arte che, comesi evince dal nome stesso, checonsiste nell'utilizzo di fili che

possono essere di qualsiasi materiale(lana, spago, metallo, nylon) e legati ne-cessariamente attorno a un chiodo op-portunamente disposto su una tavola dilegno: il passaggio ripetuto dei fili attornoai chiodi crea la figura desiderata. Laprima ad utilizzare questa arte fu un'in-segnante inglese la quale, nel 1909, cer-cava un metodo per rendere la matematicapiù accessibile ai suoi alunni. La realizza-zione del presepe esterno 2017 ha visto

l'impiego di questa tecnica (per la realiz-zazione sono stati necessari circa 3500chiodi, 600 metri di filo polipropilene peruna tavola di legno 3x2 metri). L'immagineraffigurata presenta la Natività nella suacompletezza, includendo il cammino deiMagi verso la mangiatoia; la frase "Misento come un pastore venuto ad adorarti"deve far riflettere chi guarda il presepe: èl’azione necessaria per incontrare il Nato,che una volta diventato adulto, libererà ilmondo! Come? facendo conoscere Dio,suo Padre. Da ciò scaturisce il significato:Sentirsi= essere appartenenti; Pastore =

ultimo della categoria sociale; Venuto =qualcuno che cerca e trova; Adorarti =quando incontri qualcosa di forte devisolo ringraziare e gioire perchè ti permettedi cambiare vita.

STRING ART STRING ART: COSÌ È STATO REALIZZATO L’ORIGINALE PRESEPE ESTERNO DELLA NOSTRA CHIESA

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PROMESSE RINNOVO DELLE PROMESSE PER LA CONFRATERNITA DEL SANTO ROSARIO

L unedì 4 dicembre scorso le Con-sorelle della Confraternita del SantoRosario della nostra parrocchia

hanno rinnovato le loro promesse. Un giornorilevante per diversi aspetti: si festeggia SantaBarbara, protettrice del Corpo dei Vigili delFuoco, è l’inizio del triduo in preparazionedell’Avvento, giorno di conferma degli impegnipresi per noi Consorelle. La promessa piùimportante consiste nel prendere Maria comemodello ed esempio da seguire per tutta lanostra vita; compito arduo ed impegnativo,sicuramente. Sappiamo che la vita è un

cammino che viene affrontato passo dopopasso, giorno dopo giorno e solo con laGrazia di Cristo e della Madonna, con la pre-ghiera e con l’aiuto del Santo Rosario, pos-siamo affermare che questi percorsi portanoamore e pace, soprattutto della nostra animaperché ci avvicinano al Signore. Auguro, achiunque legga queste poche righe, di capirequale sia il suo cammino, specialmente inquando il percorso viene fatto in certi periodidell’anno come quello appunto di Avvento,consapevoli dell’impegno e della fatica masoprattutto che il Signore è grande e “grande

sarà la sua ricompensa”. La Madre Celesteci accompagni e guidi tenendoci per manolungo tutto il nostro sentiero.

Angela D'Ambrosio

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GARA DEI PRESEPI: TUTTI MOLTO BELLI E ORIGINALI VINCITORI

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A nche quest’anno sono stati nu-merosi i partecipanti al tradizionaleconcorso parrocchiale del Presepe

più bello. Ad ogni edizione cresce il numerodegli iscritti, ciò vuol dire che oltre al segnodi fede e devozione che esprime il principale

simbolo del Natale, la Natività appunto, iparrocchiani sono entusiasti di aderire adun’iniziativa che vede coinvolti, senza di-stinzione grandi e bambini; un ringraziamentoin particolare alla squadra di volontariformata da Anna Mastrandrea, Luigi Mariti

e Antonio Sannino che agli inizi di gennaiogirano per le case in cerca del presepio mi-gliore e originale. Anche se come dicono «èsempre molto difficile dover giudicare perchèquelli che abbiamo visitato sono stati tuttimolto significativi e pieni di fantasia».

1° CLASSIFICATO: WANDA BELLI Potremmo definire questo presepe “BiancoNatale”. Il tutto caratterizzato da un’atmo-sfera natalizia molto suggestiva. Ogni partico-lare è stato curato con armonia, buon gustoe diremmo anche con eleganza. In tutto que-sto splendore colpisce la semplicità e l’essen-zialità della capanna: solo semplici ramettiimbiancati, proprio a dimostrare che Gesù hadeciso di nascere in un’umile dimora.

2° CLASSIFICATO: FEDERICO OTTONARI Piccolo, ma essenziale. Riutilizzando materiale da scarto,è riuscito a creare uno scenariodinamico e veramente partico-lare.

3° CLASSIFICATO: RENATO GALLUSONonno e nipoti si sono impegnati perpreparare un presepe “artigianale”.Sì, perché tutto, dalla pavimentazionealle case, è stato costruito da loro.Molto evidente la cura dei particolari.Tutta l’ambientazione dà la sensa-zione che ogni cosa sia al posto giustoin un’armonia di colori e personaggi.

4° CLASSIFICATO: RITA PEZZOLLAE FRANCESCO ROSSINonni e nipote si sono impegnatinella costruzione accurata delle casecreando uno scenario che dà l’ideadi una grande festa. Tanti personaggiimpegnati nelle varie attività, am-bienti ricchi di particolari naturali cheti rapiscono nella grande festa delNatale.

5° CLASSIFICATO: ANTONINO PARISICon la collaborazione delletre figlie, è stato realizzatoun presepe molto bello,con personaggi che sem-brano reali e scene di vitavera. I colori e le luci rapi-scono lo sguardo e ti fannopartecipare alla grandefesta del Natale.

Segue a pag. 6

Le foto sono di Luigi Mariti

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...E POI CONTINUANO I MOMENTI DEL NATALE MOMENTI

Le foto sono di Salvatore Grasso

...e arrivata la Veglia di Natale la notte del 24 dicembre...

….e poi il 31 dicembre.. festa in oratorio...

…fino all’arrivo dei Re Magi in chiesa il 6 gennaio, giorno dell’Epifania.

Segue da pag. 5

6° CLASSIFICATO: VITTORIA ERICCARDO DI GIACOMO“Il presepe quotidiano” è il titoloche abbiamo voluto dare aquest’opera. È un presepe fuoridal comune: i personaggi altronon sono che i giocattoli dei bam-bini, le costruzioni sono ottenuteutilizzando scatole vuote discarpe o di bottiglie. Il tuttomesso insieme con estremasemplicità, ma senza trascurarei particolari, dando proprio l’ideache Gesù è lì nel suo lettino, cosìcome lo è chiunque di noi. Nonmanca però il messaggio che igenitori hanno voluto evidenziareai propri figli: “Questo presepe èdedicato ai piccoli rifugiati incerca di una nuova casa”.

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VIAGGIARE PER VISITARE POSTI ED APRIRSI ALLA VITA: 12 TAPPE IN BELGIO di Lara Eludini

DOVE

1^ TAPPA Dove: Brussels, Capitale del Belgio. La cittàaccoglie la maggior parte delle istituzionipolitiche del paese e dell’Unione europeaed è inoltre sede del Parlamento regionaledelle Fiandre.Ecco le cose che ritengo siano assoluta-mente da non perdere in questa città:

1) Grand PlaceLa piazza centrale e storica della città.Circondata dai maggiori monumenti cit-tadini e dalle belle case delle corporazioni,è ritenuta una delle più belle piazze delmondo. Non a caso è stata iscritta nel1998 nella lista del Patrimonio dell’Uma-nità dell’UNESCO. Gli edifici e i monumentisono tutti valorizzati con luci bianche:calde nei giorni feriali e luci colorate neigiorni di festa.

2) Palazzo RealeSebbene questo palazzo non sia utilizzatocome residenza reale ufficiale, esso meritadi essere visitato. È all’interno del palazzoreale di Brussels dove hanno luogo le at-tività ufficiali dei monarchi del Belgio.Viene tradizionalmente aperto al pubblicoin occasione della festa nazionale delBelgio per due mesi circa.

3) Parco e Serre reali di LaekenIl Parco di Laeken fu creato nel 1850 dalre Leopoldo II intorno al castello settecen-tesco che divenne poi la residenza reale

fissa nel 1831. Proprio per questo non èpossibile visitarlo all’interno, al contrariodel Palazzo reale. Ciò che invece è visitabileè il parco con le sue serre. Le sette serre,considerate tra le più grandi al mondo, fu-rono costruite dagli architetti Balat ed Hortain stile art nouveau. Esse sono un capolavoroarchitettonico e uno splendido patrimonionaturalistico con centinaia di rare speciebotaniche. Le serre aprono le porte al pub-blico solo per venti giorni all’anno, tra fineaprile e inizio maggio offrendo uno spetta-colo incantevole. Altre strutture all’internodel parco sono il padiglione cinese e il mo-numento alla dinastia. La passeggiata inquesto parco è un susseguirsi di scopertemeravigliose che favoriscono innumerevoliscatti fotografici.

4) Manneken e Jeaneken PissSono statue di bronzo, alte circa 50 cen-timetri, situate in due fontane diverse nelcentro storico della capitale belga. Diversesono le leggende esistenti. Quella più ac-creditata narra che Manneken (il bambino)avrebbe estinto, a suo modo, la miccia diuna bomba con la quale i nemici volevanodare fuoco alla città. Jeaneken sarebbesua sorella. 

5) Mont des ArtsÈ un complesso urbanistico situato fra ilquartiere reale e il centro storico. Comprendela Biblioteca reale del Belgio, l’Archivio diStato, il Palazzo dei Congressi, numerosimusei di belle arti, il museo di strumenti

musicali (MIM) e un giardino creato dall’ar-chitetto paesaggista René Pechère. Da quiinoltre, si può godere di una bellissima vistapanoramica sulla città.

6) Itinerario dei Murales Brussels non è solo la capitale dell’UnioneEuropea e del Belgio; è anche la capitaledel fumetto. Non è raro dunque, passeg-giando per le vie del centro imbattersi ingiganteschi murales disegnati sulle paretidei palazzi. Tra i personaggi rappresentativi sono Tintin, Asterix e Obelix.

7) Quartiere del Parlamento Si trova all’interno del Parc Leopold in posi-zione leggermente rialzata nella parte altadella città. È un complesso di edifici po-stmoderni in vetro e acciaio che all’esternonon si concedono nessun fronzolo se nonle bandiere sventolanti dell’Unione e dellenazioni europee che ne fanno parte. L’edificioprincipale ha un’enorme struttura a formadi cupola che prende il nome di “Le Capricede Dieux”, il capriccio degli dei, ed al suo in-terno si trova la Camera Parlamentare aforma di emiciclo dove si siedono gli euro-deputati. Se siete curiosi di vederla al suointerno basta presentarsi al Parlamentarium:la visita è gratuita e non è necessaria alcunaprenotazione!

8) Gastronomia: se volete assaggiare unpiatto tipico della città allora sicuramenteda provare cozze e patatine e i waffles^_^.  

1. Mont des Arts2. Parco e Serre reali di Laeken3-4. Grand Place 5. Jeaneken Pisse

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Page 8: ANNO XIII PERCHÉ ABBIAMO BISOGNO DI ... - Marina di …...Fra qualche giorno sarà la Festa della Presentazione ... il sindaco di Cerveteri Alessio Pascucci e il comandante della

Gli Uffici della Segreteria sono aperti: ORARIO INVERNALE (ottobre/maggio)- la mattina dal Lunedì al Sabato dalle ore 9.30 alle 12.30- il pomeriggio dal Lunedì al Venerdì dalle ore 15.30 alle 18.30.ORARIO ESTIVO (giugno/settembre)- Mattina dal Lunedì al Sabato dalle ore 10.00 alle 12.00- Pomeriggio dal Lunedì al Venerdì dalle ore 17.00 alle 19.00.

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AVVISI BACHECA

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Giovedì 1° febbraio in chiesa alle ore21 ci sarà un’iniziativa dei giovani uni-versitari, una proposta di preghiera.Perciò quella sera non ci sarà la lectiodivina.

Venerdì 2 febbraio è la Festa della Pre-sentazione di Gesù al tempio comune-mente chiamata Candelora, inquell’occasione al termine della SantaMessa delle ore 18 si svolgerà la chiu-sura dei presepi alla pubblica venera-zione.

I NUOVI ORIZZONTI CHE LA SCIENZA CI PREPARA: L’IPERTENSIONE ARTERIOSA

Tanto tempo fa, quando uno di una certa età saliva sull’autobus, sul treno o su qualsiasi mezzopubblico, si trovava qualche persona bene educata che ti chiedeva se volevi sederti. Ora, a parte lacarenza progressiva di bon ton, questo non avviene più per tanti motivi, a partire dall’egoisticosentirsi costantemente giovani fino all’inflazione di quanti abbiano superato gli Anta.All’inizio del secolo XX superare i 60 anni era una fortuna; significava aver superato la maggiorparte delle malattie infettive a partire dal periodo infantile (6 bambini su 10 non superavano i 3anni), essere sopravvissuti alla Spagnola (causò più vittime della I guerra mondiale, tra le 350.000e le 500.000 solo in Italia) gentile omaggio della I guerra mondiale stessa o aver lavorato per ore incampagna o nell’industria, molto al di là delle 1700 ore/anno che oggi sono la media italiana. Masiccome l’ignoranza, intesa come analfabetismo o mancanza di conoscenze, interessava più dei trequarti della popolazione ecco che l’essere anziano voleva dire essere dotato (oltre che di fortuna edi un solido patrimonio genetico) di sapienza, saggezza e conoscenza di chissà quale elisir, e cosìun posto a sedere lo trovavi. Tanto per gradire le Linee guida del 2007 della (ESH) Società Europea di Ipertensione (per inciso leLinee Guida sono la somma delle indicazioni più attendibili in materia di diagnosi e terapia di unacerta malattia) raccomandavano di raggiungere una pressione inferiore ai 140/90 mmHg negliipertesi con rischio basso e sotto i 130/80 per quelli ad alto rischio; nel 2013 la stessa ESH nonfaceva più distinzione tra basso ed alto rischio e indicava come obiettivo valori al di sotto dei 140 dimassima ed i 90 di minima. Calcolate che il 33% della popolazione Italiana maschile ed il 31% delledonne è affetto da Ipertensione (Progetto Cuore ISS), che il 19% degli uomini ed il 14% delle donnesono in una condizione di rischio maggiore (Pressione sistolica tra 140-160 e diastolica tra 90-95mmHg), e che trattamenti che riducano la pressione intorno ai 120-125/70-75 (salvo situazioniparticolari ovviamente per esempio diabetici) sembrano aumentare gli eventi cardiovascolari. Insostanza il trattamento farmacologico era indicato quando la pressione arteriosa era superiore ai160/100 (c.d. Ipertensione in stadio II e III) o anche nello stadio I in situazioni individuali mac’erano dati controversi. Quattro erano le categorie degli Ipertesi compresa quella di soggetti conPressione normale tendente ad elevata cioè chi avesse 130/85-89 che non erano Ipertesi veri epropri e sui quali non si richiedevano interventi farmacologici ma modifiche dello stile di vita.A novembre di quest’anno 2017 la American Heart Association pubblica le nuove linee guida 2017per la prevenzione, diagnosi e gestione dell’Ipertensione Arteriosa sistemica, che fa rientrare tra gliIpertesi il 42% della popolazione americana, basandosi sui dati di uno studio (SPIRIT) che valutal’associazione tra pressione sistolica alta ed eventi cardiovascolari. Un soggetto ha una pressionenormale se è inferiore ai 120/80, mentre ha una pressione elevata con 120-129 di sistolica emeno di 80 mmHg; l’iperteso di Grado I è chi abbia una pressione sistolica a 130-139 o diastolicaa 80-89 e va trattato se ha già avuto un evento cardiovascolare, o è ad alto rischio cardiovascolareo è diabetico o ha una insufficienza renale o alto rischio di aterosclerosi. Per tutte le categorie c’èsempre l’indicazione a modificare lo stile di vita.

Emanuele GalanteEmanuele Galante è nato nel 1950È medico specialista in Oncologia ed Ematologia. È stato Medico di medicina generale a Cerveteri finoa dicembre 2015, vicepresidente del Comitato etico della ASL Rm 4 e titolare dell’insegnamento di: •Statistica Medica •Metodologia della ricerca •Informatica•Malattie Infettive

Nei corsi di laurea in Scienze Infermieristiche e Fisioterapia delle rispettive facoltà dell’Università diRoma “La Sapienza” sede di Bracciano.È stato assistente volontario in varie divisioni di Oncologia di Roma, ed è autore di numerosepubblicazioni scientifiche su riviste italiane ed estere, e di relazioni scientifiche in Congressi italianied esteri.

Inauguriamo da questo numero del giornalino una nuova rubrica di carattere medico-scientifico,curata da un noto e stimato professionista di Cerveteri, dottor Carlo Emanuele Galante.

MERCATINO CARITAS PARROCCHIALEA CERENOVA: UN BUON RISULTATOANCHE SE LE FORZE SONO POCHE!È stato inaugurato l’8 dicembre il mercatinoCaritas che quest’anno, per la prima volta, èstato gentilmente ospitato nei locali della exboutique di abbigliamento “Luna” di proprietàdella famiglia Ruzzenenti in via Domenico Bar-bato. Locali ampi, spaziosi, luminosi che hannoconsentito alle volontarie della Caritas parroc-chiale di esporre tanti begli oggetti a sfondonatalizio e via via sostituiti secondo l’opportunitàdel momento. Ora infatti è esposta soprattuttomerce relativa al Carnevale e in vetrina fannobella mostra di sé costumi e maschere perbambini e altri oggetti relativi sempre al periodopiù “pazzo” dell’anno. Secondo il calendariose non dovessero subentrare variazioni il mer-catino dovrebbe rimanere aperto fino alla finedi gennaio, chiudere il mese di febbraio edeventualmente riaprire a marzo. Soddisfattodell’andamento generale lo staff della Caritasche deve sostenere sempre più famiglie in dif-ficoltà economiche e sociali; come vanno sem-pre ripetendo “purtroppo le forze sono semprepoche, le risorse ancora meno!”, anche se poiprevale il coraggio e la voglia di andare avanti.