17
* Donna, anima e creatura femineo sempiterno universale incarnazione umana del divino semplice natura, acqua-di-pace colma di presenza e di splendore terra di rotonda compiutezza fonte originale dell’altezza dolce risorgiva della grazia che sgorga dal suo cuore e la misura, luce che divampa dalle mani rosa che si dona al suo mistero gioia del domani: tenera e crudele forte e inafferrabile è la vita. Donna, punto e fondamento portatrice viva dell’essenza infinita gioia salvatrice voce che sussurra dentro il vento acqua e aria, linfa e nutrimento culla d’accoglienza e caldo amore cura che guarisce il mondo intero dal suo male madre di materia originale dono suo costante e duraturo passo primo, soglia universale terra per i naufraghi in abisso sponda più lontana e prossimale stella che risplende all’orizzonte isola di luce in mezzo al mare. Donna, profumo di pane sfornato che mi riempie gli occhi e fa beato e sfama quella voglia che ho di dentro e mi riporta al centro mi riconduce a casa, al focolare miele distillato dal dolore ostia consacrata a questa vita tutta da pregare incarnato amen di splendore, bella, che tu sia benedetta forma di sapienza universale che brilla nella luce del tuo sguardo gaia nel tepore del tuo cuore confidente alunna dell’azzurro maestra infaticabile d’amore luna del silenzio e del sentire

Antebe - specimen antologico

Embed Size (px)

DESCRIPTION

 

Citation preview

Page 1: Antebe - specimen antologico

* Donna, anima e creatura femineo sempiterno universale incarnazione umana del divino semplice natura, acqua-di-pace colma di presenza e di splendore terra di rotonda compiutezza fonte originale dell’altezza dolce risorgiva della grazia che sgorga dal suo cuore e la misura, luce che divampa dalle mani rosa che si dona al suo mistero gioia del domani: tenera e crudele forte e inafferrabile è la vita. Donna, punto e fondamento portatrice viva dell’essenza infinita gioia salvatrice voce che sussurra dentro il vento acqua e aria, linfa e nutrimento culla d’accoglienza e caldo amore cura che guarisce il mondo intero dal suo male madre di materia originale dono suo costante e duraturo passo primo, soglia universale terra per i naufraghi in abisso sponda più lontana e prossimale stella che risplende all’orizzonte isola di luce in mezzo al mare. Donna, profumo di pane sfornato che mi riempie gli occhi e fa beato e sfama quella voglia che ho di dentro e mi riporta al centro mi riconduce a casa, al focolare miele distillato dal dolore ostia consacrata a questa vita tutta da pregare incarnato amen di splendore, bella, che tu sia benedetta forma di sapienza universale che brilla nella luce del tuo sguardo gaia nel tepore del tuo cuore confidente alunna dell’azzurro maestra infaticabile d’amore luna del silenzio e del sentire

Page 2: Antebe - specimen antologico

buona di pazienza e d’armonia: la tua dolcezza culla e riconsola la pieta inconsolabile del mondo - dài luce, senso e compiutezza ad ogni cosa vera della vita, dacché tu stessa credo in fondo sia la meraviglia, fra le straordinarie la gioia, la bellezza, la poesia il misterioso fiore della vita che adorna – e un poco inanimisce quest’ecatombe muta di macerie… Ah, quanto vorrei averti, fossi mia!

*

Page 3: Antebe - specimen antologico

Antebe, dolcissima creatura spalanca la mattina al mondo intero! Ti vedo e ti risento in ogni cosa che vive in questo mare universale: nel cuore minimale della luce nell’atomo immortale nel palpito che vibra in fondo al cielo! Sei sacra, come la natura: tu sei la forza eterna della vita nell’equilibrio attivo che governa: sei il fatto straordinario che son vivo: sei l’innocenza chiara al divenire necessario, forte ed insensato come l’esistere di tutto questo vario particolare nulla del presente: sei goccia scintillante di rugiada che tremolando imperla la sua rosa e sogni nel mistero della cosa che inesplicata vive tra la gente: sei lo squarcio aperto sulla notte primordiale e vera l’oceanico stupore che nasconde il numinoso mare della luce: sei l’onda che ci segna e ci misura il nome impronunciabile del tempo, la forza, la memoria, la cintura che ci tiene avvinti a questo dove: sei l’imbuto del silenzio in bocca al suono che è giù nel buco bianco d’ogni tuono l’istante che precede l’esplosione reale che divenga l’accidente l’onnipresenza viva del mistero il muro indubitabile e infinito: sei la fiamma interna al mio respiro: sei nei gesti di una mamma che cucina, sei nella calma gioia del suo dono nel chioccolio del sugo che sobbolle l’acciottolio dei piatti nella spuma: sei il profumo d’amore di una casa il dolce focolare, il vino antico e l’angelo custode della pace: sei la fortuna di avere un tetto quando fuori piove a catinelle e di lampi infuria il temporale, di restare al caldo ben protetto sotto le coperte del lettone odorose e fresche di bucato mentre in cuor trabocca l’emozione: sei la femmina che dorme in ogni donna e aspetta solo un uomo per uscire:

Page 4: Antebe - specimen antologico

sei un segreto di luce e di speranza il raggio che s’infila nella stanza accarezzando bordi e superfici: sei l’infinito viaggio della vita delizia più sottile e levigata che emana dalle stesse sue radici: sei il sole che riscalda l’amicizia: sei l’arcana musica del cielo il sorriso limpido dell’aria e il colore mistico del tempo: sei un palazzo di nuvole e pensieri: sei la luce viva dei miei occhi: sei l’altrove eterno del mio ieri e il sempiterno ora del mio mai: sei le parole che devo ancora scrivere: sei un gioco che comincia sempre e dura poco, ma non finisce mai: sei tutto ciò che sei e che niente può dire come te essendo tu parola di te stessa precisa, innominabile, stupenda.

Page 5: Antebe - specimen antologico

*

Per il tuo dolce, semplice mistero spezzerò queste catene dissigillando l’occhio del mio cuore dimenticando il nome ed il dolore di essere un umano: ti vedrò affiorare nello specchio luccicante e puro del mattino ai primi fuochi dell’alba nella serena aura innamorata liscia di polvigli e di festuche nel divenire magico del tempo nel fiore ancora chiuso del silenzio nel suono iridescente della luce io finalmente, spero, ti vedrò.

* Nel vento luminoso del tuo sguardo io sento palpitare un grande cielo sospeso nell’azzurro il soffio d’oro sospiro di una stella che poi muore

Page 6: Antebe - specimen antologico

solcato dalla scia di una cometa che apre lo scenario al nostro raggio nell’orizzonte eterno che ci chiama al viaggio per il nulla solo andata che noi siamo specchio alla misura e alla distanza mai doma la speranza di sentirlo il suono originale come l’amore che ci insegna tutto del mistero di quella parolina senza nome limpida di acqua e dolce fuoco (dimmela, tesoro: fammela sentire) che porto incisa dentro, in fondo al sole che ogni giorno, io, ti porto in dono come un ritratto duplice e crudele che si disegna addosso piano piano nel chiaroscuro stesso della vita…

Page 7: Antebe - specimen antologico

* Dovunque tu guardi fiorisce, rotondo come del cielo i campi a primavera… Soffio di luce, chiaro del mondo miracolo infinito, ché sei vera! Corpo di mille incanti, gli occhi tuoi sfolgoranti stelle d’oro blu: dolce culla, soffice tepore cuore e amore immenso solo tu! … stupefacente anima, poesia d’ogni cosa fondo e senso vero: dono stupendo della vita mia…

Page 8: Antebe - specimen antologico

* Quando poi mi abbraccia tutto dentro come allora che ti arriva l’onda al mare come un’acqua che fluisce lentamente quello sguardo che promana dai tuoi occhi e scaturisce limpido, sottile come un fuoco che divampa all’improvviso il desiderio stesso del sorriso che ti sboccia in bocca, caldo e vero, solamente allora io ritrovo al di là del male il capo del mio filo ingarbugliato ed il mondo intero sul tuo viso; e capisco a un tratto d’esser vivo se in un lampo torna la ragione la bellezza, il cuore, l’armonia perché la luce calda del tuo amore è il sole che discioglie la malìa dell’inverno in canti a primavera e fiorisce l’albero del mondo come di stelle il cielo nella sera quando sorgono in me le fuggitive ombre delle musiche silenti di colori splendidi e stranieri che mi parlano di te, dei tuoi misteri…

Page 9: Antebe - specimen antologico

*

Nell’incantevole sentiero del tuo sguardo libero e solenne quando sale io sento nella luce delle stelle all’estremo limite del mondo se il fuoco delle cose che ci sono accende dall’interno il tuo silenzio che ascolta questo tacito sentire la tua schiva, leggerissima malìa come l’ombra di una nuvola che passa: sai di dolce vento e cose perse di bei ricordi cari in fondo al cuore… Tu conosci quelle strade fuori mano dove nessuno passa per andare che curvano fin dietro l’orizzonte confinano col cielo e poi sovente si spingono all’interno fino al sole ai bordi di un silenzio originale: compagna deliziosa, bianca luna che sorge in un tramonto eccezionale: sei la mia alba ma purtroppo è scritto in qualche pagina di libro a questo mondo come un segreto lutto in fondo al cuore che un giorno, io ti perderò: sarai solo un ricordo che scompare dalla testa lentamente ma non muore perché è eterno l’attimo e il volere nel sospiro che mi spacca dentro l’indicibile, l’immane nostalgia di questa soglia breve ed infinita che non porta a nulla e non ritorna e non arriva mai la giusta via lunga come un giorno di farfalla come questa vita che tu hai.

Page 10: Antebe - specimen antologico

* Di fuoco santo lingua originale soffio dello spirito universo petalo di luce in bianca rosa palpitante croce dentro il sole dai superni troni dei confini misteriosa cosa cade, attraverso tempi il divenire fermo dei destini siderali eventi di stupore cosmi degli arcani vènti musicali e connettivi mistici animanti meraviglia limpida di rivi oltre il gran mistero oltre il bianco e il nero oppositivi nel dirompente tuono del silenzio rotolando il cuore degli amanti di materia ultima in materia, sempre vergine, sempre più essenziale di cielo liscia sfoglia in chiaro cielo e di vuoto in vuoto che risale mondo dentro il mondo interiore fuori dell’interno pura infinità per giungere, queste nostre labbra in un solo respiro di vita perituro attimo immortale… che resisterà?

Page 11: Antebe - specimen antologico

* Non farà mai notte e neanche sera su questo angolo di cielo abbandonato come una spoglia di nessun valore (perché è invisibile ciò che è più essenziale) come un radioso guscio di splendore il sole palpitante in mezzo al cuore se resterà la luce del tuo sguardo di pane biondo, caldo e profumato a dare qualche senso al grande vuoto di questo sgomentevole silenzio che in ogni cosa esce dall’interno ai secoli dell’uomo, alle stagioni la misteriosa soglia, l’intervallo quando la stella passa fra le mani e più non la riprendi se provi ad afferrare il tuo pensiero il vero del tuo nulla se rispondi alla domanda che tu in fondo sei e sono anch’io, e tutti quanti siamo se voglio immaginare che domani midollo nutriente e prelibato ancora potrò suggere e gustare il bello dai tuoi occhi che io amo e stupore, e musica, e sorriso e luce che scolora sul tuo viso miracoloso e fragile respiro instabile equilibrio di cristallo stupefacente bolla di paure

Page 12: Antebe - specimen antologico

di meraviglie incolte e gioie pure se ancora nei tuoi occhi dolci e vivi come nei pozzi limpidi del mare l’azzurro che cammina in fondo al cielo e ti graffia il cuore specchio troverà, d’amore e luce quest’infinito essere del mondo. Perché se chiudi gli occhi alla natura e poi t’immergi dentro, nel profondo anche il cielo chiude l’apertura spalancata a giro dell’immenso e il mondo si dilegua in un puntino come quando sfugge il palloncino dalla mano al bimbo che io penso mentre lo segue in alto a scomparire velato dal suo flebile lamento volteggiar soluto all’ascensione con la speranza fioca che ritorni come un vento: nella disperazione… È questa, la verità dei giorni.

*

Page 13: Antebe - specimen antologico

Chiari, d’acqua e di candore in silenzioso urlo trasformati orli di cruore assottigliati gli occhi tuoi belli chiudesti in repentina fine, al mondo troppo forte e troppo immane come sigilli colmi di tesori. Bimbo di mollica profumata soffio di silenzio e di sapore grumolo di luce e calda vita arabesco inquieto che sfiorisce brivido di nuvola e riflesso crespo velo nell’immoto mare delle cose assorte, indifferenti: dalla soglia più non mi reclami amor di dolci vezzi e nutrimenti e addosso più non ti risento accarezzarmi il cuore ché ti ha rubato il vento: or se ti cercan, le mie braccia non stringono che il vuoto dell’assenza! Di fuoco goccia, ombra e fumo nero tornasti, facola, nel sole immenso della vita sul cammino che ti sorprese, al verno, lo spietato freddo della morte e del mistero conoscesti infine il vero. Dove sei? L’infinita distanza ci divide l’abissale vicinissimo confine il dove del sempre e del mai l’eterno ora del mio tempo.

Page 14: Antebe - specimen antologico

*

Ci penso spesso, sai? … anche se di tempo ne è passato: il punto che non scorre e non ritorna l’irreparabile l’imperituro mai… Prima fu un soffio, un dubbio, un esitare… un silenzioso nulla dentro al cuore a misurare il colpo… Poi mi dicesti piano “È finita”. E il mondo si diruppe in uragano e dappertutto cadde in fondo al mare di questa solitudine infinita… Da allora la mia vita non ha senso.

Page 15: Antebe - specimen antologico

* I ricordi dolci che ho di te sono brani di un poema millenario che nessuno ha scritto o concepito; sono pezzi del mio cuore accoltellato, suoni di un silenzio che ho ascoltato forse insieme a te - sono raggi di quel sole che ho sognato perso dentro il blu: sono nodi di un pensiero che ho pensato se ricordo più… È un ritorno dopo anni al mio paese le case aperte, rotte e diroccate le chiese con gli altari profanati la notte a mezzogiorno, il sole nero a picco sulla vita ed il suo vero che si dice morte: così diverse cose familiari nessuno che conosca chi son io o che mi riconosca neppure un Argo che mi venga incontro per darmi il benvenuto col suo addio… Ma perché, perché l’acqua verticale degli specchi non tollera sosterre mia figura? Perché, mi scoppiano in frantumi quelli ancora intatti che io trovo dei fiumi che dirompono tonanti come le terre dentro le cascate le cateratte gonfie ed animate non appena con lo sguardo incrocio gli occhi e sfioro con il cuore i sentimenti se nell’inverno spento e dolceamaro io vado ancora in cerca dell’estate? Senti, è un amo conficcato nella carne viva la ferita di questo gran boato universale nel silenzio muto ed infinito, che significa la vita? Buie reliquie del mattino foglie dell’ultima estate

Page 16: Antebe - specimen antologico

la più breve della vita mia che nell’urlo lugubre del vento cadon come stelle in litania dal cielo una ad una, inesorate spiccate dalle mani del silenzio capriole dentro il vuoto le scintille di punti indivisibili e sottili come in un fuoco d’acqua soffocato: e sono lacrime mischiate con la pioggia che solo un vero amico sa notare ti riconosce in viso e ti raccoglie - dove il pianto di speranza disperò fatalmente, dolce, piano piano spoglia di quel sogno luminoso ombra di un sorriso che si spense sguardo rotto, sempre più lontano… E son parole vere a labbra chiuse che il tempo, irredimibile distrattamente più non ci perdona.

Page 17: Antebe - specimen antologico