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La Deposizione opera di Di Benedetto Antèlami datata 1178

Antelami, Deposizione (manortiz)

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La Deposizioneopera di

Di Benedetto Antèlami

datata 1178

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Epoca: Secolo XII

Description: Marble, detail of the decoration on the choir stalls inside the Cathedral on which the artist worked in about 1178.

Descrizione: Marmo, particolare della decorazione del coro all'interno del Duomo, i cui lavori iniziarono verso il 1178.

Ubicazione: Parma, Duomo http://www.thais.it/scultura/antebene.htm

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a cura di

Luigi Manfredi

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Musica di Giovanni Battista Pergolesi

(Iesi 1710-Pozzuoli 1736)

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Stabat Mater

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dal Vangelo di Giovanni cap. 19, 30-42

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• Dopo questi fatti, Giuseppe d’Arimatèa, che era discepolo di Gesù, ma di nascosto per timore dei Giudei, chiese a Pilato di prendere il corpo di Gesù. Pilato lo concesse. Allora egli andò e prese il corpo di Gesù. Vi andò anche Nicodèmo, quello che in precedenza era andato da lui di notte, e portò una mistura di mirra e di aloe di circa cento libbre.

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• Essi presero allora il corpo di Gesù, e lo avvolsero in bende insieme con oli aromatici, com’è usanza seppellire per i Giudei. Ora, nel luogo dove era stato crocifisso, vi era un giardino e nel giardino un sepolcro nuovo, nel quale nessuno era stato ancora deposto. Là dunque deposero Gesù, a motivo della Preparazione dei Giudei, poiché quel sepolcro era vicino.

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Il rilievo su una lastra (120x230cm) in breccia rosa di Verona, raffigura la Deposizione di Cristo dalla Croce,

e faceva parte di un pulpito andato distrutto nel XVI secoloL'opera è firmata in alto a destra: Antelami dictus sculptor fuit hic,

ed è datata nell’anno 1178

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Alcune notizie biografiche sull’Antèlami

• “I dati documentari relativi a Benedetto Antelami (1150ca-1230) sono assai limitati: solo due iscrizioni collocate rispettivamente nel duomo e nel battistero di Parma. Queste epigrafi, fondamentali da un puto di vista cronologico, riferiscono il nome dell’artista, Benedictus, associato all’appellativo Antelami.

• Quest’ultimo viene letto come un’indicazione di provenienza: la Val d’Intelvi, a nord del territorio comasco, vicino al confine svizzero, un tempo chiamata Valle Antelama. Benedetto sarebbe pertanto conterraneo a quegli architetti e scultori campionesi che, partecipando all’attività dei cantieri più aggiornati, compresi quelli francesi in particolare della Provenza, si rendono protagonisti della trasformazione in chiave gotica delle arti figurative” –

Marco Bona Castellotti, Percorso di storia dell’arte, I, Einaudi ed. p. 366

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La scena è collocata all’interno di una cornice dai motivi floreali incisi a niello* con al centro la Croce che divide la scena in maniera molto precisa offrendo in tal modo significati estetici e simbolici ben precisi

*tecnica particolare di incisione i cui interni venivano poi riempiti di una pasta nera vitrea

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a deporre il corpo di Cristo dalla ci sono i due personaggi ricordati dal vangelo di Giovanni:

“Dopo questi fatti, Giuseppe d’Arimatèa, che era discepolo di Gesù, ma di nascosto per timore dei Giudei, chiese a Pilato di prendere il corpo di Gesù. Pilato lo concesse. Allora egli andò e prese il corpo di Gesù. 39 Vi andò anche Nicodèmo, quello che in precedenza era andato da lui di notte, e portò una mistura di mirra e di aloe di circa cento libbre”

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“Giuseppe d’Arimatèa, che era discepolo di Gesù, ma di nascosto per timore dei Giudei, chiese a Pilato di prendere il corpo di Gesù. Pilato lo concesse”

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” Alla destra di Cristo (a sinistra per chi guarda, e dall’esterno verso la croce)

“stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria di Clèofa e Maria di Màgdala e (accanto alla madre)

il discepolo che egli amava” (Gv 19,25)e, più piccola, la personificazione della Chiesa con in mano lo stendardo

che annuncia la resurrezione, la vittoria sulle tenebre e la morte. All’interno di una ghirlanda, la rappresentazione del Sole

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“Nelle Croci medioevali è manifesto che la salvezza giunge a noi attraverso la Chiesa. Maria e Giovanni sono sempre ai lati del Cristo in croce, a rappresentare tutta la Chiesa e, in questo caso viene rappresentata, la Chiesa stessa, che raccoglie in una coppa il sangue (è l’ordine dei sacramenti, che nasce dal costato trafitto del Cristo, da cui sgorgano sangue e acqua, eucarestia e battesimo). Quando il simbolismo passa in secondo piano, il sangue viene raccolto ormai da calici tenuti da angeli (e portato verso il cielo) oppure scende semplicemente sul corpo del Trafitto e sul legno della croce” Nota sulla rappresentazione iconografica del crocifisso ed il suo messaggio teologico ed ecclesiologico di d.Andrea Lonardo

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Alla sinistra di Cristo (a destra per chi guarda) si trovano i soldati romani, alcuni che stanno in piedi, altri “dopo averlo crocifisso si divisero le sue vesti, tirando a sorte su di esse quello che ciascuno dovesse prendere” (Mt 15,24); con lo scudo, il centurione romano con la sua testimonianza di fede:”Allora il centurione che gli stava di fronte, vistolo spirare in quel modo, disse: “Veramente quest’uomo era Figlio di Dio! ”. (Mc 15,19) ”.  

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davanti al centurione romano, c’è la personificazione della Sinagoga in atteggiamento di sconfitta, con il vessillo capovolto, mentre cerca di reggersi la tiara che l’arcangelo Raffaele spinge per farla cadere

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…una divisione precisa, con un simbolismo ricco di

significati:

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La Croce:

centro della storia della salvezza

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Alla destra del Cristo, un’umanità toccata dalla luce, simboleggiata dal Sole e dallo stendardo portato dalla Ecclesia, partecipa della salvezza che partendo dalla Croce sembra trasmettersi attraverso quell’incontro struggente tra il braccio senza vita del Figlio e la mano dall’amore materno

Sole-Luce-Chiesa-Vessillo di vittoria

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Sulla sinistra del Cristo, un’umanità immersa nelle tenebre,

simboleggiate dalla Luna, e rappresentata sia dal mondo pagano (i soldati romani), sia dagli ebrei, (la Sinagoga)

che non hanno saputo, o non ha voluto vedere questo supremo atto di amore testimoniato dal Figlio

Vessillo capovolto-Sinagoga-Tenebre-Luna

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L’artista ha saputo mirabilmente tradurre con la sua arte questo

messaggio di salvezza e renderlo visibile agli occhi di

tutti i fedeli

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Da Enciclopedia Millennio, CD1, Mondadori ed.1999

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• La croce divide la scena in due parti perfettamente uguali

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• Il braccio corto della croce delimita l’altezza dello spazio praticabile del bassorilievo

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• Ad essa si allineano gli angeli in volo disposti come prolungamento ideale della croce stessa

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le figure poggiano saldamente sopra la cornice inferiore disposte ordinatamente una accanto all’altra

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Il panneggio è trattato con rigorosa geometria: le pieghe degli abiti infatti cadono con pesantezza e creano forti contrasti di luci e di ombre

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Nella parte destra il gruppo dei soldati

è sistemato su piani paralleli ed

evidenzia il tentativo da parte

di Benedetto Antelami di

raffigurare la profondità spaziale

Da Enciclopedia Millennio, CD1, Mondadori ed.1999

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• Some years later the personality of Antelami was affirmed by his fine penmanship but also with his creative ability. The acute plastic sensitivity deduced by Wiligelmo was expressed in a softer gradual tone over delicate effects of light and shade. The result was a less violent and peremptory figure of a human presence than that by Wiligelmo but enriched with interior complexities and the sadness transformed into melancholy.  

• Con una grafia affine, ma con ben altra capacità creativa, si afferma, qualche anno dopo, la personalità dell'Antelami. L'acutissima sensibilità plastica, desunta da Wiligelmo, si esprime in maniera più morbida, con passaggi graduali giocati su delicatissimi effetti di chiaroscuro; ne risultano figure di una presenza umana meno violenta e perentoria che in Wiligelmo, ma arricchite di complessità interiore; e la tristezza si è trasformata in un'alta malinconia.

• http://www.thais.it/scultura/antebene.htm

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“ Nella Deposizione , eseguita ad altorilievo, il ritmo bizantineggiante delle figure femminili in piedi alla destra del Cristo, si combina con una composizione più articolata nella raffigurazione del personaggi alla sua sinistra. L’espressività è contenuta, le figure sono realizzate con un senso plastico fino ad allora mai raggiunto dagli scultori dell’epoca romanica”

(Bertelli-Briganti-Giuliano, Storia dell’Arte Italiana, Electa-Mondadori, I, p.364)

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“Antelami modula e varia abilmente le inclinazioni dei corpi e delle teste rispetto agli assi verticali, per creare un equilibrio armonioso, ma non monotono. Le proporzioni delle figure sono assottigliate rispetto a quelle di Wiligelmo; le capigliature, le barbe e i panneggi che accennano alla volumetria dei corpi sono definiti con fitti solchi”

De Vecchi-Cerchiari, Arte nel Tempo,Bompiani 1991, p.507-508

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“…Memorabile è il gruppo di destra dei soldati intenti a dividere la veste di Cristo: le figure, scalate una dietro all’altra, realizzano la prima scansione spaziale in profondità della scultura

italiana postclassica”

De Vecchi-Cerchiari, Arte nel Tempo,Bompiani 1991, p.508

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“Tutto è bilanciato; si noti come sono relazionate reciprocamente le oblique, le verticali e le rette: perfino la scala ‘in falso’, ossia priva di appoggio, risulta solidamente ancorata perché parallela al corpo di Giuseppe d’Arimatea, che sostiene ed abbraccia con amore il crocifisso, e perché fa angolo esatto con le braccia aperte del Redentore e con la sbarra orizzontale della croce, ripresa e prolungata, sui due lati, dalle ali degli angeli”

Adorno-Mastrangelo, Arte, Correnti e Artisti, I, G.D’Anna ed. 1994, p. 277

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“E’ questo il significato più profondo del ‘classicismo’ dell’Antèlami. Di ciascun personaggio è interpretata la reazione psicologica: ogni atteggiamento, ogni gesto esprimono la partecipazione affettiva all’evento memorabile destinato a mutare le sorti dell’umanità; mai però si scende alla teatralità, alla retorica, al grido disperato. Alla drammaticità rovente della scultura provenzale e borgognona, Benedetto Antèlami oppone la calma, la sovranità, la profonda e cosciente accettazione di un fatto voluto da Dio stesso per la salvezza del mondo: il dolore esiste, ma è contenuto, interiorizzato”

Adorno-Mastrangelo, Arte, Correnti e Artisti, I, G.D’Anna ed. 1994, p. 277

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“E’ una lastra di marmo datata 1178 che inizialmente avrebbe dovuto far parte, assieme ad altri due rilievi, di un pulpito quadrangolare poggiato su quattro colonne.

La finalità liturgica spiega tanto l’esecuzione raffinata, che imita materiali più nobili normalmente impiegati nell’oreficeria, tanto la complessa impostazione iconografica. La lastra contempla scene diverse cronologicamente indipendenti tra loro, ma illustrate come un episodio simultaneo (…) La solennità della scena è affermata dalla rigorosa e quasi rituale simmetria delle figure, compassate e allineate una accanto all’altra, così che la loro funzione risulta essere più simbolica che narrativa” Marco Bona Castellotti, Percorso di storia dell’arte, I Einaudi ed. p. 366

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“Nella deposizione Antelami raggiunge l’equilibrio tra simbolismo e rappresentazione narrativa, stupisce anche la finezza tecnica. Le numerose forature puntiformi che fingono la presenza di perle sugli abiti delle donne sono un elemento che impreziosisce l’apparato ornamentale, ancora più sfarzosa è la cornice a incrostazione, cioè con parti scavate e poi riempite di pasta scura, che emulano la tecnica della niellatura, che consiste nel colmare con una lega metallica la decorazione incisa a bulino” –

Marco Bona Castellotti, Percorso di storia dell’arte, I Einaudi ed. p. 366-67

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riferimenti

Bibbia, tr. testo CEI

Adorno-Mastrangelo, Arte, Correnti e Artisti, I, G.D’Anna ed. 1994

De Vecchi-Cerchiari, Arte nel Tempo,Bompiani 1991

Bertelli-Briganti-Giuliano, Storia dell’Arte Italiana, Electa-Mondadori, 1988

Marco Bona Castellotti, Percorso di storia dell’arte, I, Einaudi ed. p. 366

http://www.thais.it/scultura/antebene.htm

Enciclopedia Millennio, CD1, Mondadori ed.1999

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fine presentazione