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Un pUnto di riferimento nell'Universo degli acqUisti NE/TN0027/2008 quadrimestrale di informazione della cooperativa trentina di acquisti alberghi e ristoranti Valsugana un territorio per tutti i gusti EcoristorazionE il nuovo marchio per la sostenibilità ambientale i social mEdia nEllE aziEndE come hanno cambiato il modo di lavorare sErVizi di laVandEria E nolEggio come utilizzarli e perché convengono? intollEranzE alimEntari cosa sono e come distinguerle

Aprile 2013

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Aprile 2013

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Un pUnto di riferimento

nell'Universo degli acqUisti

NE/TN0027/2008

quadrimestrale di informazione della cooperativa trentina di acquisti alberghi e ristoranti

Valsugana un territorio per tutti i gustiEcoristorazionEil nuovo marchio per la sostenibilità ambientalei social mEdia nEllE aziEndEcome hanno cambiato il modo di lavoraresErVizi di laVandEria E nolEggio come utilizzarli e perché convengono?intollEranzE alimEntaricosa sono e come distinguerle

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1 - Gestornews 1/2013

Quadrimestrale della Cooperativa Gestorvia Maccani 181/A – trento tel. 0461 826506 – Fax 0461 429378 www.gestor.it – [email protected]

Direttore responsabile: Franco Delliguanti

registrazione n. 1358 – 7 maggio 2008 del registro stampa del tribunale di trento

realizzazione e stampa: saturnia - trento

Anno III – n. 1 MAGGIo 2013

sommario 2 AppuntAmentoAsseMbleA Gestor

5 IntervIstAVAlsuGAnA: un terrItorIo per tuttI I GustI

10 ecorIstorAzIone un nuoVo MArChIo per lA sostenIbIlItà AMbIentAle In trentIno

13 IntervIstA CAMpIonAtI DI sCI norDICo DellA VAl DI FIeMMe

16 Focus I soCIAl MeDIA nelle AzIenDe

19 IntervIstA A torbole Il prIMo hotel "pAssIVo" Del MonDo

23 Focus serVIzI DI lAVAnDerIA e noleGGIo DellA bIAnCherIA neGlI hotel e neI rIstorAntI

31 Il personAggIo Il GrAnD hotel bellAVIstA DI leVICo rACContA lA storIA Del terrItorIo

38 Focus IntollerAnze AlIMentArI CosA sono e CoMe DIstInGuerle

42 Il prodotto GlI AGruMI

gestorBArAuMentAno I soCI DI GestorbAr

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l’ appuntamento con l’assemblea dei soci per l’approvazione del bilancio di esercizio, è da sempre conside-

rata l’ occasione per un incontro in cui confrontarsi sull’andamento della nostra cooperativa, per fare una riflessione sul-le sfide affrontate nell’ultimo anno con uno sguardo a quelle future. anche il 2012, nonostante le generali difficoltà economiche del momento, per gestor si chiude un anno con un segno positivo, re-gistrando un incremento del fatturato del 3%. Un risultato che deriva dalla compa-razione degli acquisti effettuati a parità del numero dei soci, senza considerare le nuove aziende entrate in cooperativa nell’ultimo anno, che sono state ben 56. questo importante risultato è per noi motivo di orgoglio e spinta propulsiva per confermare continuamente la nostra mis-sion. ci troviamo infatti a dover fare una considerazione rilevante per affrontare il domani: dobbiamo domandarci in quale rapporto è la nostra cooperativa con il contesto economico in cui si trova ad operare il socio. la costante ricerca del miglior prezzo delle materie prime e di consumo da assicurare ai propri soci, ef-fettuata da sempre da gestor, sembra non bastare più per garantire la capacità

di realizzare il progetto dell’imprendito-re. ci troviamo nella insolita condizione di tentare di intervenire per aiutare i nostri soci a trovare maggiore respiro da un punto di vista finanziario, nel cercare di dare loro gli strumenti per agevolare il rapporto con le banche per l’abbattimen-to del costo dei servizi e per l’accesso al credito. Un’esigenza comune agli impren-ditori che operano nel settore della risto-razione e della ricettività, emersa anche nel corso dell’incontro con gli albergatori di cortina d’ampezzo che si è svolto il 2 aprile scorso organizzato da federalber-ghi Belluno dolomiti e dalla locale asso-ciazione degli albergatori. il progetto as-sicurativo che abbiamo avviato lo scorso anno e che ha permesso al socio un ri-sparmio di circa 120.000 euro è una pri-ma risposta alla quale si aggiunge il nuovo accordo siglato con la Banca di trento e Bolzano che garantisce condizioni van-taggiose e uniche sulle carte di credito. affinché gli sforzi sinora prodotti siano efficaci, occorre che l’operatore abbia ben chiara la propria identità aziendale e che sia consapevole che il rapporto ban-ca-impresa è una delle relazioni fonda-mentali per poter vivere da protagonisti e con serenità il proprio lavoro. con questo presupposto, la seconda parte della no-stra assemblea vedrà un momento ina-spettato, di spettacolo e intrattenimento al tempo stesso; sarà una sorta di utile manuale di istruzioni per indirizzare i soci nel condurre i rapporti con gli istituti ban-cari. a guidarci in questo percorso sarà il professor luca erzegovesi, docente di economia degli intermediari finanziari e finanza aziendale presso l’Università di trento, che, insieme ad altri esperti del settore, approfondiranno la conoscenza di strumenti e metodi adeguati per una gestione più consapevole ed efficace del-le risorse finanziarie.

nives tisidirettore

accesso al credito e nUove forme di assicUraZionegestor risponde alle esigenZe reali dei sUoi soci con dUe progetti innovativi

© lesniewski - Fotolia - © macae - Fotolia© tesgro tessieri - Fotolia - © hlphoto - Fotolia© peshkova - Fotolia - © Marco2811 - Fotolia© Delphimages - Fotolia - © heros1973 - Fotolia© olivier le Moal - Fotolia - © riccardo bruni - Fotolia© goghy73 - Fotolia - © tesgro tessieri - Fotolia© Dudarev Mikhail - Fotolia

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CArI soCI, n nel ringraziarvi per un 2013 che

anche per merito vostro è iniziato positivamente, voglio invitarvi a

prendere parte ad un momento di con-fronto generale della nostra assemblea contando in una vostra numerosa parte-cipazione. ritengo che solo attraverso la reciproca conoscenza che porta al con-fronto e al rafforzamento del gruppo si può uscire vittoriosi da questa fase di im-passe generale.

mi dispiace non aver potuto mantenere l’impegno che mi ero preso all’inizio del mio mandato di riuscire ad incontrare personalmente ognuno di voi. purtrop-po i molteplici impegni personali non mi hanno permesso di portare a termine quanto promesso.

questa prossima assemblea può rap-presentare l’occasione per incontrarci e conoscerci oltre che l’occasione per discutere della particolarità di questo non bel momento per il nostro settore e per l’economia in generale. anche grazie all’intervento del prof. luca erzegovesi – docente dell’Università degli studi di trento - che ci illustrerà con il suo team come gestire al meglio i rapporti con gli istituti bancari che devono diventare sempre più nostri partner di fiducia in un momento in cui l’accesso al credito rap-presenta, per tutti noi, una delle maggiori difficoltà.

vi aspetto numerosi quindi il 14 mag-gio presso il ristorante prime rose di levico!

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PROGRAMMA DEI LAVORI

Ore 16.00 – 17.30: ASSEMBLEA ORDINARIA

Ordine del Giorno

1. Relazione del Presidente; 2. Approvazione Bilancio di esercizio 2012: Relazione del Consiglio di Amministrazione,

Relazione del Collegio Sindacale e delibere conseguenti; 3. Elezione delle cariche sociali e definizione dei compensi;

Ore 17.30: Intervento del Direttore Generale della Banca di Trento e Bolzano dott. Nicola Calabrò

APERITIVO SALATO

Ore 18.30: “Tra le onde della crisi. Tracciare una rotta per aiutare le imprese a finanziarsi in acque sicure.” Intervengono il Prof. Luca Erzegovesi dell’Università degli Studi di Trento ed il Dott. Michele Menghini Dottore Commercialista.

A seguire Cena Sociale con ricche sorprese

Il Presidente Giorgio Sembenotti è lieto di invitarla alla

ASSEMBLEA ORDINARIA GESTOR

Martedì 14 maggio 2013 _ ore 16.00Ristorante Prime Rose – Levico Terme

Si prega di dare gentile conferma

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serviZi Bancari personaliZZatie agevolaZioni per i soci gestorsottoscritto Un accordo con la BtB

s i rafforza l’alleanza tra gestor e la Banca di trento e Bolzano. in un momento particolarmente delica-

to per le aziende, per le quali non è sem-plice la gestione della propria attività an-che in relazione all’accesso al credito, e con il rischio che ciò possa rendere diffi-coltoso il rapporto con gli istituto banca-ri, avere un partner di riferimento, di fi-ducia, che offra condizioni mirate ad agevolare il percorso di un’azienda diven-ta fondamentale. in questa direzione va l’ulteriore impegno che la cooperativa compie per semplificare il lavoro dei pro-

pri soci e soddisfarne le esigenze. con l’accordo commerciale sottoscritto tra il presidente gestor giorgio sembenotti, e il direttore generale della Btb nicola ca-labrò, gli oltre 400 soci gestor potranno usufruire di un’ampia gamma di servizi bancari innovativi a condizioni vantag-giose. gli imprenditori del settore della ristorazione potranno disporre di un’of-ferta bancaria completa, agevolata e in-tegrata di servizi personalizzati: dal con-to corrente al pos setefi in comodato d’uso, ai finanziamenti dedicati a specifi-che esigenze del comparto, come ad esempio l’anticipo transato pos. inoltre la

nicola calabròdirettore generale btb

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Btb, viene incontro alle richieste delle imprese anche con l’ora-rio continuato di apertura delle filiali dalle 8 alle 20, nelle sedi di trento e di Bolzano, orario che sarà esteso nel corso dell’anno anche ad altre filiali della regione. Un servizio pensato soprat-tutto per gli operatori economici, per permettere loro di coniu-gare le proprie esigenze di tempo rispetto agli orari tradizionali della banca. i soci gestor potranno usufruire dei servizi offerti dalla convenzione in qualsiasi delle 41 filiali Btb sparse sul terri-torio trentino. soddisfatto il presidente gestor sembenotti, che sottolinea come “specie in questo momento di particolare confusione e difficoltà economica diventa quanto mai impor-tante per la cooperativa instaurare rapport di collaborazione e fiducia con istituti di credito locali che attraverso delle azioni mirate siano da supporto ai nostri colleghi e soci e che diventino per noi dei veri e propri partner finanziari”. il direttore generale della Btb parla, da parte sua, di gestor come di “un’eccellenza del territorio”, ponendo l’accento sul ruolo importante della co-operativa nel riuscire ad assicurare alle imprese socie vantaggi e condizioni uniche negli acquisti. “siamo orgogliosi di poter estendere la collaborazione anche con le aziende che fanno parte di gestor – conclude calabrò – offrendo prodotti innova-tivi che permettono di affrontare con efficacia le attività alber-ghiere e della ristorazione, in un contesto economico sempre più impegnativo, guardando con fiducia al futuro”.

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valsUgana: Un territorio per tUtti i gUstiil presidente dell’apt stefano ravelli ha amBiZiosi progetti per il fUtUro

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stefano ravellipresidente apt valsugana

i l territorio della valsugana si pre-senta con mille sfaccettature e innu-merevoli occasioni da offrire ai suoi

visitatori, essendo in grado di soddisfare amanti della natura, dello sport, dell’arte, della cultura. pergine spettacolo aperto, ma anche arte sella, i suoni delle dolo-miti e le feste medioevali, gli impianti sci-istici della panarotta ma anche le cime incontaminate del lagorai, e poi i laghi, le passeggiate, gli eventi sportivi e tanto al-tro ancora: ce n’è davvero per tutti i gusti.il presidente dell’apt, stefano ravel-li, conferma tutto questo e svela anche quali sono le strategie che l’azienda di

promozione turistica sta studiando per dare una sempre maggiore visibilità al territorio.“il nostro è un territorio molto ampio, perché parte da pergine, comprende tut-ta la valsugana e anche l’area del tesino, con tante specificità e unicità che rappre-sentano da una parte un’opportunità ma anche una difficoltà di coordinamento”.

e voi come vi gestite in questo? come riuscite a captare le diverse richieste dei visitatori e come le soddisfate?

“quello che abbiamo iniziato a fare già dall’anno scorso è intanto cercare di ca-

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pire cosa vuole il mercato, indipendentemente da quello che il territorio ha da offrire, per cercare di adattare quelle che sono le richieste di mercato agli aspetti caratteristici delle nostre zone. abbiamo iniziato a fare una campagna che si chiama «e tu di che vacanza sei?», partendo dal fatto che abbiamo tutte queste opportunità per presentarci con qualcosa di esclusivo e unico di alto profilo per ogni tipologia di cliente o turista che possiamo avere, dalla vacanza in bicicletta per gli amanti delle due ruote al relax offerto dalle nostre terme di levico, vetriolo e roncegno, dalle offerte per le famiglie a quelle per i più gio-vani che praticano sport o amano la cultura inserita in un palco-scenico naturale come arte sella, una cosa che nessuno riesce a copiarci. abbiamo avviato anche un percorso di turismo rurale, dando alla possibilità di dormire in baita o ancora con l’iniziati-va «adotta una mucca». abbiamo poi la richiesta che riguarda i campeggi, molti dei quali sui laghi, che vanno molto bene con il mercato tedesco e olandese. per quanto riguarda infine il pe-riodo invernale, ecco che con i mercatini di natale di pergine, levico, caldonazzo e le due stazioni sciistiche della panarotta e delle funivie lagorai riusciamo ad accontenatare le richieste dei nostri ospiti”.

che tipo di turismo si sta sviluppando in valsugana? non è certamente un turismo di massa...

“dipende. il turismo di massa lo puoi fare nel momento in cui vendi un prodotto bello e fatto. quella che è la fotografia del mercato in questo momento è che tutti adesso stanno condu-cendo la battaglia sui prezzi, che è una battaglia di un turismo di massa in cui noi siamo già perdenti in partenza. penso che noi dobbiamo concentrarci sulla qualità sia dei servizi, sia delle uni-cità del territorio. faccio un esempio con i campeggi che hanno settemila posti letto; certo non è il turismo che si vede a rimini o a riccione, ma il successo sta nell’individuare e intercettare numeri alti di turisti. sicuramente il turismo non di massa lo ab-biamo anche per esempio per quanto riguarda il discorso dei rifugi, delle passeggiate in montagna, lo scorso anno abbiamo fatto diverse iniziative anche in val dei mocheni che hanno ri-scosso notevole successo di pubblico e certamente quando sto parlando di grande pubblico non mi riferisco alla massa ma mi riferisco agli amanti della natura ai quali piace camminare tre-cinque ore e che a fine giornata si portano a casa le carte che hanno trovato lungo il percorso. anche questo è un altro aspet-to che ci permette di distinguerci a livello non solo nazionale ma internazionale”.

A proposito di prezzi, in passato ci sono state anche delle proposte di un turismo cosiddetto low cost che hanno fatto discutere gli albergatori. per voi sono state una cattiva pubblicità o una possibilità di business?

“le settimane low cost sono state fatte nel periodo invernale, e se consideriamo che prima venivano vendute solo dodici set-timane bianche – stiamo parlando nello specifico del tesino – e ne sono state poi vendute millecinquecento grazie a queste iniziative, con delle indagini dirette sulla spesa dei clienti che alla fine si attestava intorno ai 350-400 euro alla settimana, il risultato direi che è stato ottimo. logicamente è stata una pro-vocazione nata un po’ dalle esigenze di mercato promossa dagli operatori in primis e che poi hanno trovato l’appoggio degli im-piantisti e anche per questo sostenuta anche da parte nostra. ma devo dire che quella iniziativa è stata un gradito successo perché siamo riusciti a sovvertire quello che era un pronostico iniziale e cioè che non si può fare qualità a basso costo. e’ stato dimostrato l’esatto contrario questo perché si è scomposta l’of-ferta obbligatoria di una settimana a pensione completa con lo

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skipass, a invece cinque giorni con pernottamento e prima cola-zione e la possibilità per l’ospite di scegliersi le lezioni di sci o il noleggio dell’attrezzatura, pranzi e cene dove voleva lui. e’ una cosa che ha funzionato e che ha fatto conoscere le nostre offer-te non solo nel vicino veneto che rappresenta il nostro bacino di utenza più ampio, ma anche a roma, in puglia e in sicilia”.

vi siete affidati anche al web e al cinema. recentemente avete infatti lanciato una campagna di comunicazione con cartelli e video per promuovere il territorio.

“si. Uno dei limiti che credo abbiamo è quello di non renderci più conto delle bellezze nelle quali viviamo e le diamo per scon-tate. per questo motivo abbiamo fatto venire dei videomaker anche stranieri che hanno scattato le loro foto e girato i loro vi-deo immortalando il nostro territorio e costruendo le diverse tipologie di vacanza che possiamo offrire valorizzando quello che noi diamo per scontato: poter vedere le mucche al pascolo, poter parlare direttamente con i produttori di miele o formag-gio... sono tutti degli aspetti unici che noi abbiamo e che la gente sta cercando. sono sei filmati, tutti divisi per temi, che saranno pubblicati in rete che durano non più di quattro minuti, molto accattivanti. credo che siamo di fronte ad un cambio totale del mercato, perché se fino a qualche anno fa bisognava inseguire quello che non avevamo in un certo senso, adesso invece con il fatto che siamo di fronte ad una crisi e una difficoltà economica,

tutti stanno andando a ricercare i veri valori, di guadagnarsi la vetta della montagna senza andare con l’elicottero, di impara-re a fare lo strudel di mele all’interno dell’agritur... e avere delle testimonianze e dei racconti di chi ci racconta le esperienze e quello che c’era venti-trent’anni fa è un valore aggiunto che ave-vamo perso. abbiamo infine trovato degli accordi commerciali interessanti con delle sale cinematografiche per trasmettere video un po’ più lunghi nei cinema di alcune zone d’italia”.

cosa manca ancora alla valsugana secondo lei? di cosa c’è bisogno ad esempio a livello infrastrutturale?

“io oserei dire una cosa molto semplice, e cioè la consapevolez-za di vivere in uno dei posti più belli del mondo. abbiamo poco orgoglio proprio e molte volte non conosciamo abbastanza il no-stro territorio o diamo per scontate le nostre ricchezze, come una qualità della vita molto alta, un livello di sicurezza altissimo e un servizio sanitario che funziona. manca anche la capacità di ragionare congiuntamente tra operatori turistici, imprenditori, enti pubblici e commercianti, su degli obiettivi comuni, soprat-tutto in questo periodo di crisi come questo. dal punto di vista infrastrutturale infine, di cose da fare ce ne sarebbero tante, ad esempio liberare il lago di caldonazzo dalla strada statale e la ferrovia che la circondano e trasformarla in un’oasi, realizzare un campo da golf da diciotto buche e sviluppare un turismo con-gressuale perché le strutture ci sono”.

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la parola agli alBergatori della valsUgana“la fUnivia della panarotta, il centenario della grande gUerra e la via aUgUsta: sono tante le risorse sU cUi pUntare”

m olti dei progetti in cantiere anti-cipati dal presidente dell’apt della valsugana stefano ravelli,

sono condivisi e auspicati anche dagli al-bergatori del territorio, soci gestor. ma non solo. coincide anche l’analisi delle sfaccettate possibilità offerte dal paesag-gio e dalla valle ai propri ospiti. Alberto Bettucchi, titolare del ristoran-te prime rose di levico, non ha dubbi: “la valsugana ha tante risorse, dalle monta-gne ai laghi alle terme, che bisognerebbe sfruttare come meglio possibile. possia-mo dire che non ci sono molte regioni

con tutte queste caratteristiche insieme. secondo me si deve puntare proprio sulla natura, sulla gastronomia, sulle cose salu-bri che sono cose che tutti al giorno d’oggi ricercano. e infatti tutti si stanno un po’ attrezzando con i centri benessere, con i cibi biologici, così come abbiamo fatto noi nel nostro ristorante. adesso anche noi offriamo prodotti bio. credo che anche in questo momento di crisi occorra puntare sulla qualità. a livello infrastrutturale, per quanto riguarda levico, bisogna fare qual-cosa per attirare ancora di più le famiglie e ringiovanire la clientela. forse finora ci siamo un po’ adagiati su un tipo di cliente-

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la un po’ datata, diciamo così. Un’occasio-ne sarebbe la realizzazione della funivia che arriva fino in panarotta. specialmente d’estate potrebbe aiutarci molto perché si metterebbe in moto un carosello di sport, passeggiate, escursioni in bicicletta. Un’al-tro progetto del quale si è parlato molto è il campo da golf. queste richieste, che arrivano un po’ da tutti gli operatori turi-stici della zona, albergatori e ristoratori, potrebbero fornire un’occasione di diver-timento in più ai nostri ospiti”.daniele Acler, titolare dell’Hotel cri-stallo di levico, punta soprattutto su un turismo sulle due ruote, che combacia perfettamente con le caratteristiche del territorio, e lo fa partendo dalla sua espe-rienza personale, essendo lui stesso una guida di mountain bike. “i nostri punti di forza sono sicuramente i percorsi per la mountain bike, le propo-ste di un tipo di vacanza attiva, partendo dalle strade militari, e poi lungo i sentieri che scendono dalla montagna fino al lago. e poi appunto i laghi, perché declinandoli sul mercato tedesco sappiamo quanta in-fluenza ha il lago di garda come attratti-va e quindi i laghi di levico e caldonazzo sono un’altra risorsa fondamentale. sul tipo di ospiti che abbiamo qui in zona, posso dire che il turismo tradizionale si è preso una vacanza dalla quale proba-bilmente non tornerà più. con questo intendo dire che il vacanziere che viene due settimane o anche tre con tutta la fa-miglia, che arriva con la macchina carica

di attrezzatura, che vive poco il territorio e che fa la pensione completa è un model-lo che era valido fino agli anni ottanta o addirittura sessanta. non sempre gli im-prenditori turistici e dell’accoglienza in primis, e a seguire tutti gli anelli della ca-tena deputati all’ospitalità dei turisti han-no avvertito questo e di conseguenza non sempre sono state messe in campo tutte le risorse per fare veramente accoglien-za in sintonia con le richieste attuali. ad esempio, per quanto riguarda il discorso del turismo per i ciclisti, non basta offri-re solo i servizi ma anche la conoscenza e le capacità all’interno della struttura. c’è bisogno di far dialogare le varie compo-nenti del territorio, organizzando anche incontri periodici con albergatori, conta-dini, gestori dei rifugi per trovare un pun-to di sintesi tra tutte le risorse che abbia-mo per innalzare la qualità dell’offerta. Un’occasione per mettere alla prova tutto questo potrebbe essere l’appuntamento, nel 2014, con il centenario della prima guerra mondiale che vede il trentino davvero protagonista di quelle tragiche vicende. non è osare troppo pensare di organizzare qui da noi un convegno mon-diale e una settimana di eventi, magari a maggio, e coniugare questa offerta cultu-rale con delle proposte sportive, sfruttan-do i cento chilometri dei forti e i sentieri della pace, mettendo a punto un program-ma forte e accattivante”.verena neff, che gestisce castel pergi-ne insieme a theo schneider, uno dei luo-

ghi più suggestivi della zona, sottolinea come la valsugana è riuscita a mantene-re intatta la sua natura, il suo ambiente, diventando attraente e interessante da visitare anche per questo. “ciò che rende speciale questa valle è il verde che la cir-conda, il suo essere rimasta incontamina-ta rispetto ad altre zone come ad esem-pio la valle dei laghi o riva del garda, l’arte che è conservata ad arte sella con la quale collaboriamo e che resta un po-sto unico al mondo, infine il collegamento diretto con venezia, grazie anche alla via augusta e con il treno che attraversa la valsugana, passando per Bassano fino a raggiungere la città lagunare. questa comunicazione con venezia è un fattore storico importante che conserviamo e molto spesso i nostri ospiti raggiungono spesso venezia. per quanto riguarda la ti-pologia di turisti, da noi ce ne sono diver-si. in albergo abbiamo molte persone che vengono dall’estero, particolarmente at-tente alla cultura, alla storia e alla cucina del territorio. cosa manca? soprattutto nelle basse stagioni, in settembre, giugno o maggio, un’offerta di un’ospitalità più ampia. se io ad esempio propongo ai tu-risti di fare delle passeggiate sul lagorai o al lago, spesso non trovano strutture aperte che li accolgano. consideri che lo scorso anno si è potuto fare il bagno an-che a metà ottobre. allora magari anche in questi periodi, occorrerebbe che le strutture ricettive e ristorative fossero aperte come ad agosto”.

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to

l a provincia autonoma di trento ha sottoscritto il 16 febbraio 2012, in-sieme al comune di trento, un ac-

cordo di programma con le associazioni di categoria del comparto ristorativo trentino, denominato “ecoristorazione trentino”. si tratta di un marchio che cer-tifica che le attività ristorative che deci-dono di farne parte attivano azioni fina-lizzate alla riduzione dell’ impatto ambientale derivante dal loro lavoro, tra-mite la riduzione dei rifiuti e dei consumi idrici ed energetici, oltre che l’azione di sensibilizzazione della clientela. marco niro, funzionario dell’agenzia provincia-

le per la protezione ambientale, referen-te del progetto, ci spiega meglio di cosa si tratta. “il progetto nasce dalla volontà di rendere riconoscibile lo sforzo dei risto-ratori trentini impegnati per l’ambiente attraverso un percorso che prevede il ri-lascio di un marchio. l’obiettivo principa-le è quello di far sì che questo progetto favorisca una riduzione dei rifiuti nel ser-vizio di ristorazione e più in generale un livello più alto di sostenibilità intesa a tre-centosessanta gradi. siamo partiti nella primavera del duemilaundici e in quell’oc-casione si è costituito un tavolo di lavoro tra provincia di trento, comune di tren-

ecoristoraZioneUn nUovo marchio per la sosteniBilità amBientale in trentino, anche a tavola! sono già 47 i ristoratori che hanno aderitogestor fornisce il supporto logistico al progetto

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to e le principali associazioni di categoria del comparto ristora-tivo, quindi asat, Unat, agriturismi, associazioni di ristoratori e confesercenti. da qui si è poi deciso di fare una sperimentazio-ne sul campo e di preparare un disciplinare. sulla base di quest’ultimo, dal marzo 2012 è possibile per i ristoratori trenti-ni richiedere questo marchio, rispettando le azioni obbligatorie del disciplinare e raggiungendo il punteggio minimo con le azio-ni facoltative”.

cosa prevede il disciplinare? “prevede numerose azioni, sono sette obbligatorie e dicianno-ve facoltative, che il ristoratore deve rispettare. le elenco solo le prime. la più significativa è la presenza di un menù a filiera trentina. cioè il ristoratore deve garantire una proposta dove almeno tre portate a scelta siano costituite da ingredienti prin-cipali provenienti dal territorio trentino, questo sia per quanto riguarda la coltivazione delle materie prime che eventualmen-te l’allevamento se si tratta di prodotti di derivazione animale, sia per quello che riguarda la lavorazione e la distribuzione del prodotto, deve essere svolto tutto a livello locale, chiaramente per una riduzione dei trasporti e delle emissioni legate al tra-sporto. questa è un’azione importante perché connota subito la proposta del servizio di ristorazione e al tempo stesso ha un valore non solo ambientale ma anche economico, valorizzando le produzioni del territorio. sempre nel campo alimentare c’è un’azione che richiede di inserire nel menù almeno due ingre-dienti biologici. se il ristoratore riesce ad inserirne di più viene premiato con un punteggio tanto più alto quanti più ingredienti biologici ottiene fino ad un massimo di quattro punti e mezzo. viene poi richiesta l’eliminazione dei prodotti monodose, come ad esempio le confezioni per il sale e l’olio che si aprono e si butta l’involucro, per limitare la produzione di rifiuti. abbiamo un’altra azione importante che è quella relativa alla sommini-strazione dell’acqua, ovvero al ristoratore è richiesto di servire in via esclusiva o acqua minerale che provenga dalla filiera tren-tina e quindi da fonti del territorio, o di promuovere l’acqua del rubinetto. tra le altre azioni obbligatorie, una riguarda l’illumi-nazione e l’impiego di punti luce a ridotto consumo energetico, un’altra l’utilizzo di prodotti per le pulizie che siano ecologici e in possesso del marchio ecolabel che certifica che hanno ridot-to il loro inquinamento sia idrico che atmosferico”.

ci sono degli incentivi, delle agevolazioni per chi decide di aderire?

“il marchio può essere richiesto in modo totalmente gratui-to dal ristoratore e già questa è una prima forma di incentivo perché normalmente marchi di questo tipo prevedono il versa-mento di una quota iniziale e poi di una annuale. la provincia di trento ha finanziato l’attivazione inoltre di un servizio di help desk, per cui i ristoratori che vogliono ottenere informazioni sul marchio e avere una consulenza anche sul mantenimento del marchio stesso possono contattare gratuitamente questo servizio. c’è innanzitutto questo tentativo di rendere a costo zero l’accesso al marchio. infine il marchio stesso dà un’agevo-lazione nella richiesta di contributi per investimenti fissi che le imprese possono fare ai sensi della legge 6 del 1999, in que-sto caso c’è una maggiorazione prevista del 3% del contributo nel caso in cui il ristoratore che fa richiesta abbia già il mar-chio. inoltre c’è tutta un’azione di promozione e comunicazio-ne che facciamo attraverso il web e i social network, non solo noi come provincia ma anche le associazioni che sono coinvolte nell’accordo di programma. abbiamo chiesto e ottenuto da vi-sittrentino, il portale della trentino sviluppo, l’inserimento di una sezione dedicata all’ecoristorazione e questo le dà visibi-lità anche nei confronti del turista. e poi stiamo organizzando

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una serie di eventi nella formula di una cena-spettacolo, che combina uno spettacolo teatrale con una cena con prodotti del territorio, e un corso di ecocucina. per quanto riguarda sempre l’aspetto della comunicazione, abbiamo da poco aperto un blog, www.ecoristorazionetrentino.it, dove vengono pubblicate in-terviste a ristoratori che hanno ottenuto il marchio, ricette eco-sostenibili, consigli su come nella vita di tutti i giorni adottare delle buone pratiche”.

Finora in quanti hanno aderito? ”finora sono stati 47 ristoratori, ma ne stanno arrivando già altri”.

cosa bisogna fare per entrare a farne parte? “Basta andare sul sito istituzionale del progetto, www.eco.provincia.tn.it, entrare nella sezione dedicata all’ecoristorazio-ne e accedere alla domanda di rilascio del marchio, scaricare il file, compilare le due pagine e indicare quali sono le azioni fa-coltative scelte e mandarle via mail o fax alla provincia. viene effettuata a questo punto una verifica da parte di un esperto, indipendente, che certifichi che effettivamente all’interno dell’esercizio il disciplinare è rispettato. se non ci sono partico-lari intoppi, nel giro di un paio di mesi si ottiene il marchio. que-ste verifiche possono poi avvenire anche nel corso del tempo, a sorpresa, anche dopo aver ottenuto il marchio”.

In questo progetto gestor fornisce un supporto logistico. possiamo spiegare meglio di cosa si tratta?

“con gestor ci siamo accordati sulla possibilità di inserire una sorta di sezione ecoristorazione all’interno del suo catalogo, es-sendo un gruppo di acquisto particolarmente importante fre-quentato da un numero significativo di ristoratori e albergatori. consentire loro di conoscere quali sono i fornitori gestor che offrono prodotti conformi al disciplinare dell’ecoristorazione può essere sicuramente più agevole, e anche trovare quei pro-dotti a prezzo conveniente è importante”.

la società punto3 di ferrara, si è occupata di redigere il discipli-nare del progetto ecoristorazione e adesso fornisce supporto e assistenza sia ai ristoratori che intendono ottenere il marchio, sia alla provincia per tutte quelle che sono le iniziative volte a migliorare il progetto e a farlo conoscere agli utenti finali. filip-po lenzerini, che fa parte della società, spiega che “per la com-pilazione del disciplinare si è presa come spunto una realtà già esistente nel nord europa, in finlandia, norvegia e svezia dove

viene rilasciata un’analoga certificazione che si chiama nordic swan for restaurant. quel disciplinare però non era adatto alla ristorazione italiana e trentina, basti pensare che per loro il chi-lometro zero sono mille chilometri perché hanno filiere agricole differenti dalla nostra e quindi abbiamo proceduto a riadattarlo al contesto trentino. siamo poi passati ad una fase sperimen-tale, testando quei possibili criteri in cinque ristoranti trentini diversi tra di loro, una pizzeria, un agriturismo, un ristohotel, un ristorante di alto livello e un altro di medio, e abbiamo cercato di capire quali di quei criteri fossero realmente attuabili. abbia-mo quindi creato un mix di valutazione sull’efficacia ambientale delle soluzioni, sulla fattibilità e sulla base di questi due criteri abbiamo redatto il disciplinare definitivo. abbiamo puntato su un testo attuabile e migliorabile in futuro, in base a come cam-bieranno le esigenze. il progetto non riguarda solo una tipologia di attività, ma ristoranti, agriturismi, mense... ”. anche lenzeri-ni sottolinea il ruolo importante di gestor in questo progetto. “Uno degli elementi fondamentali di questa iniziativa è rappre-sentato dalla scelta di alcune forniture come detergenti, carta, asciugamani, o ancora alimentari che noi chiediamo siano biolo-giche o trentine. e uno degli aspetti più complicati per il ristora-tore è individuare dove trovare questi prodotti. gestor in que-sto ci ha aiutati nel voler andare a segnalare nel proprio albo di fornitori, che è tra l’altro molto ricco, quelli che possono offrire ai soci della cooperativa soluzioni idonee al nostro disciplinare. questo significa che un ristorante socio di gestor non dovrà più preoccuparsi, nel momento in cui decide di aderire al marchio ecoristorazione, di come trovare i prodotti perché all’interno di gestor ci sono fornitori in grado di dare tutti i prodotti che ser-vono per ottenere il marchio”.

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l a val di fiemme ha vissuto questo inverno due settimane di emozioni incredibili, di impegno intenso, di

soddisfazioni e di importanti riconosci-menti. dal 20 febbraio al 3 marzo si sono svolti i mondiali di sci nordico, un evento che ha portato in trentino oltre 8 mila persone, tra atleti, giornalisti, staff, spon-sor, e addetti alla sicurezza. Una vetrina di respiro internazionale, che ha avuto si-gnificative ricadute, anche economiche, per il territorio. lo dimostrano i dati rela-tivi al turismo: gli hotel situati nelle valli hanno ospitato 40.000 turisti (10.000 in val di fiemme, 10.000 in val di fassa,

8.000 nelle valli vicine e 12.000 con pre-notazione diretta).abbiamo fatto un bilancio, che non può che essere positivo con queste cifre, con il presidente del comitato organizzato-re pietro de godenz, nonché presidente dell’apt della val di fiemme. “questi numeri hanno superato di molto le nostre aspettative. noi puntavamo ad avere tra i duecentocinquanta-trecento-mila spettatori, ne abbiamo avuti invece oltre quattrocentomila. e’ andata molto bene anche per il medagliere: 63 meda-glie sono state assegnate a 14 paesi tra cui svizzera, polonia, germania, austria,

campionati di sci nordico della val di fiemme: Un sUccesso mondiale per tUtto il trentino

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pietro de godenzpresidente comitato organizzatore

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Gastrofresh è un’azienda leader nel commercio di prodotti freschi regionali. Noi contiamo sui prodotti genuini della nostra terra e offriamo un assortimento completo accompagnato da un servizio di fiducia.

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tutte nazioni che per noi anche dal punto di vista turistico valgo-no molto. questo è molto positivo, anche per il futuro. positivo anche che non sia emersa alcuna polemica o casi di doping che possono rovinare una manifestazione come questo campionato del mondo. grossi problemi non ne abbiamo avuti, al contrario abbiamo avuto nomi eccellenti che sono venuti a vedere l’even-to, come i reali di svezia, il primo ministro norvegese, i ministri allo sport sia della polonia che dell’austria, ambasciatori, con-soli... quindi si è visto effettivamente come sia stata una manife-stazione a livello internazionale a tutto tondo”.

Anche dal punto di vista turistico. “sotto questo aspetto i numeri sono quelli che ci aspettavamo. se per turistico intendiamo le presenze, abbiamo avuto qualche migliaia di stranieri. ma il grosso dell’affluenza è stata rappre-sentata da pendolari. abbiamo avuto sicuramente una visibilità incredibile, ed è stato questo il più grande risultato, con 33 na-zioni collegate in diretta, 55 nazioni che hanno partecipato ai campionati con una media di 1400 articoli di giornale al giorno in tutto il mondo e oltre 90 ore di trasmissione sulle emittenti tedesche. questi sono numeri che ci aiutano a vendere bene di-rei il territorio anche in una prospettiva futura”.

dal punto di vista dell’accoglienza invece come l’avete gestita? Anche gli operatori turistici come si sono preparati?

“siamo molto soddisfatti per come abbiamo accolto tutti gli ospiti. non ho sentito nessun tipo di lamentela nei confronti dei nostri operatori, anzi solo complimenti. e io penso che questa sia diventata ormai una delle caratteristiche importanti che ci

distinguono. ci può essere l’albergatore più o meno attento però direi che il livello di attenzione degli operatori nei confron-ti dei clienti che ci sono durante questi eventi, e per clienti in-tendo atleti, giornalisti, tecnici, è molto alto”.

sono stati dei mondiali anche sostenibili dal punto di vista ecologico e ambientale, ma non solo.

“abbiamo tre tipi di riconoscimento: il nostro è stato il primo campionato del mondo, già nel 2003, ad avere un certificato di sostenibilità. poi abbiamo avuto anche una certificazione pefc che riguarda l’utilizzo di materie prime della valle a chilometri zero, del legno certificato delle nostre foreste della val di fi-emme. la terza certificazione, anche questa la prima al mondo, riguarda l’accessibilità, e quindi tutte quelle persone con qual-siasi tipo di disabilità motoria o di altra natura, alimentare ad esempio. in questo caso avevamo un gruppo di volontari coor-dinato dall’accademia della montagna che veniva chiamato da chi aveva bisogno di usufruire del servizio, per essere accompa-gnato dai parcheggi alle tribune dedicate, o per qualsiasi tipo di esigenza. questo è stato un percorso che vogliamo proseguire e portare non solo a livello di evento ma a livello di valle”.

dal punto di vista degli investimenti, infine, quanto è costato il mondiale?

“diciamo che il mondiale, non come strutture ma come evento e come gestione in cinque anni, da quando cioè abbiamo ricevu-to questo impegno, comprese tutte le tappe di avvicinamento, e consideri che noi abbiamo fatto dalle sei alle dieci gare all’an-no di coppa del mondo, è costato poco meno di venti milioni di euro, di cui il 78% sono fondi privati e il 22% pubblici”.

M a . P a . l u x s . n . c .

d i P e t r o l l i M a r c o , P a o l o e G i a n n i

L a d i t t a M A . P A . l u x s . n . c . n a s c e o c c u p a n -d o s i d i i l l u m i n a z i o n e i n g e n e r a l e , c o n l ’ i n n o v a z i o n e d e l m e r -c a t o i l l u m i n o t e c n i c o s i è s e m p r e p i ù s p e c i a l i zz a t a i n p r o d o t t i a b a s s o c o n s u m o e a t e c -n o l o g i a L E D l e g a t i a l r i s p a r m i o e n e r g e t i c o .R i u s c i a m o a f o r n i r e c o n s u l e n z a i l l u m i n o -t e c n i c a , e s e g u i a m o c a l c o l i i l l u m i n o t e c n i -c i e p e r i l r i s p a r m i o e n e r g e t i c o . L a n o s t r a d i t t a h a r a f f o r z a t o i l s u o m e r c a t o s o p r a t t u t -t o n e l l e f o r n i t u r e a l -b e r g h i e r e , d o v e è s e m p r e p i ù a u m e n t a t a l a s e n s i b i l i t à n e i c o n -f r o n t i d i p r o d o t t i a r i -s p a r m i o e n e r g e t i c o .

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c resce l'utilizzo dei social media nelle aziende italiane. lo dimo-stra una recente indagine con-

dotta dall'osservatorio iulm promosso dall'executive master in social media marketing & Web communications. Un dato su tutti: se nel 2010 le aziende ita-liane presenti su almeno un social media erano il 32% del campione analizzato, nel 2011 sono salite al 50%. a questa, si aggiunge un'altra indagine, più recente, condotta da ecircle italia, secondo cui, a gennaio 2013, il 77% delle imprese uti-lizza i social media. facebook, twitter, linkedin, costituiscono canali comuni-cativi rapidi, semplici ed immediati, utili per far conoscere valori e mission delle imprese. anche gli investitori prima di

dedicare tempo e denaro ad un'azienda, valutano la quantità e la qualità delle in-formazioni che trovano sul web. e que-sta presenza online rappresenta dunque anche un'occasione di fare marketing e business. anche gestor, in quest'ottica, ha deciso di aprire una propria pagina facebook, un luogo di incontro virtuale tra gli asso-ciati dove potranno dialogare, informar-si, conoscere le attività della cooperati-va e condividerne le iniziative. perché i social media siano un valore aggiunto dell'impresa e creino reddito, occorre utilizzarli correttamente. ne abbiamo parlato con luca de Biase, ide-atore di "nòva24", inserto dedicato alle tecnologie del "sole 24 ore".

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i social media nelle aZiendecome hanno camBiato il modo di lavorareintervista a lUca de Biase, fondatore di nòva24, del sole 24 ore

luca de BiaseFondatore di novà24, del sole 24 ore

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de Biase, le chiedo subito quanto è diffuso oggi l'utilizzo dei social media nelle aziende e in che modo hanno cambiato l'organizzazione del lavoro?

“i social media sono degli strumenti di comunicazione perso-nale molto diffusi, innanzitutto, e come tali ognuno li porta anche all'interno delle aziende dove lavora, e dunque come minimo sono venti milioni di persone che sono connesse”

possono essere considerati degli strumenti di lavoro?“secondo me sta incidendo molto proprio l'idea di strumento di lavoro. Una volta lo strumento di lavoro te lo dava l'azien-da perché dovevi fare delle operazioni previste e pianificate dall'azienda. in tutti i casi in cui, oggi, l'azienda chiede di essere te stesso e di esprimere la tua capacità creativa, conoscitiva e operativa attraverso la tua capacità individuale e la tua rete di conoscenze, e dunque anche attraverso il social media che utilizzi, diventa uno strumento di lavoro”.

dal punto di vista del marketing, può essere utilizzato per creare reddito in un'impresa?

“certo, e questo è stravolgente. il marketing di una volta era all'interno dell'azienda una funzione che doveva comprende-re il mercato e modificare la percezione del mercato rispet-to all'azienda. adesso il marketing deve essere prima di tutto una macchina dell'ascolto e del cambiamento della capacità dell'impresa di reagire a ciò che vuole il pubblico, a ciò che sa e che è. dopodiché le forme di riconduzione alla tradizione dei nuovi media esistono eccome. l'utilizzo manipolatorio dei nuovi media c'è. quelli che capiscono si dividono in due tipi: quelli che stanno al gioco e quelli che cercano di cambiare le regole del gioco. nella grande struttura mediatica c'è spazio per tutti e non c'è dubbio che la manipolazione sia non peggio-re di quella dell'epoca della televisione, ma certamente forte, giocando sugli spazi di confusione e inquinamento mediatico che sono dappertutto”.

possiamo dare qualche consiglio per come gestire al meglio i social media all'interno di un'azienda, anche ad esempio per l'affermazione del brand?

“ci sono molti aspetti rispetto a questo, il che significa che ci sono molte indicazioni. alcune sono tecniche e partono dal dire "cerca di capire come sono fatti i social network" perché non è così scontato che tutti lo sappiano. occorre un'intro-duzione alla consapevolezza della forza informativa dei big data, degli analitics e di tutto quello che danno i social media come informazione all'azienda, che è molto destrutturato ma enormemente informativo e quindi diciamo che nella parte dell'ascolto deve essere ben pensato. detto questo, la que-stione del brand è legata all'identità e quindi è decisiva nei social network perché la modalità con la quale ci si mette in conversazione è una modalità di riconoscimento dell'identità e quindi il suggerimento numero due, in merito al discorso del brand, è chiarire bene la propria identità sociale e trovare il suo senso anche per gli altri. se questa manca, non occorre stare sui social network. le singole persone invece hanno il loro network sociale e a loro volta, facendo parte dell'azienda, rafforzano il senso dell'azienda come gruppo di persone che hanno un progetto in comune. e questa è la terza riflessione da fare: bisogna sapere che il gruppo di lavoro, più che l'at-trazione dell'identità collettiva, vale la sua progettualità col-lettiva, il progetto dell'azienda, la capacità di quest'ultima di attrarre una rete sociale composta da clienti e collaboratori a realizzare insieme un progetto ha un valore fondamenta-le. quindi occorre domandarsi "qual è il progetto della mia azienda? perché dovrei parteciparvi? "”.

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Quanto investire in social media secondo lei?“dal punto di vista della pubblicità e delle forme di attività pro-mozionali vediamo che c'è uno spostamento verso le forme che si inseriscono nelle attività on line rispetto alle altre forme tra-dizionali abbastanza evidente. tutti gli altri modi di investire in pubblicità e promozione scendono, mentre gli unici che salgono sono quelli su internet. e questi sono fatti di varie cose, da un lato l'inserimento di inserzioni nel flusso delle ricerche delle persone e quindi in qualche misura sono sempre pubblicità ma un po' meno invasive e più orientate ad aggiungere qualche in-formazione alle informazioni che l'utente sta già cercando. poi ci sono le forme che fanno leva sulle relazioni sociali che sono in piena evoluzione e stanno dimostrandosi rilevanti soprattutto solo quando sono ben pensate. ad esempio quando la pubblicità su facebook intesa in modo tradizionale appare poco efficiente, ma quando è un'operazione di comunicazione complessa nella quale c'è un pensiero creativo profondo, funziona molto bene e tende ad attrarre molti investimenti rispetto a quelli che ven-

gono spostati dai media tradizionali. non so quanto investire, in termini di cifre, anche perché dipende se sei un'azienda consu-mer, una BtoB (Business-to-business, ndr) un'azienda di servizi o di prodotti”.

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Famiglia Jacobittiecohotel garni' bonapace

è sorto sulle sponde trentine del lago di garda, a torbole, un alber-go all’avanguardia ed ecososteni-

bile, che punta ad avere impatto zero dal punto di vista ambientale ed energetico: l’ecohotel garnì Bonapace.a gestirlo arrigo Jacobitti, 45enne archi-tetto originario di napoli (ma con mamma trentina di madonna di campiglio il cui cognome è Bonapace, titolare dell’omo-nimo hotel a campiglio), insieme alla mo-glie, trentina, elisabetta marinelli. la fa-miglia Jacobitti è stata la prima, nel 1997,

ad aprire un B&B a napoli, in occasione del g7. ne sono seguiti altri due, sempre nella capitale partenopea fino a quando arrigo, a 40 anni, non ha deciso di dare una svolta alla sua vita e di trasferirsi in trentino con la moglie, dove entrambi si sono sempre sentiti un po’ a casa. per i primi quattro anni hanno gestito un al-bergo a madonna di campiglio, ma nel frattempo coltivavano l’idea di aprire una propria attività sul lago di garda. trovato il terreno, è nato con il tempo il progetto del garnì.

a torBole il primo hotel“passivo” del mondo Una strUttUra ad impatto Zero, plUricertificata, che fUnZiona con fonti energetiche alternative

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TRENTINGRANA DOP:

NUOVO PACK PER LA RISTORAZIONE

1 kg di grattugiato fresco con tutto il sapore del Trentino

in un pratico formato dedicato agli operatori professionali

Trentingrana DOP aggiunge una nuova referen-za alla sua gamma. Da ora è disponibile esclusi-vamente per il canale Ho.Re.Ca. il nuovo pack di grattugiato fresco da 1 Kg. per gustare al meglio la dolcezza del formaggio tipico trentino e dare sapore e carattere ai piatti tipici del territorio.Dedicato agli operatori professionali il nuovo pack risponde alle necessità della ristorazione moderna che esige anzitutto qualità e servizio.La materia prima è certificata: Trentingrana DOP è prodotto solo con caglio, sale e latte trentino proveniente da bovine alimentate con mangimi e con foraggi rigorosamente no

ogm, e il grattugiato ne mantiene inalterate la qualità perché ottenuto solo da forme intere, a garanzia di un ingrediente di altissima qualità che conferisce ad ogni portata tutto l’aroma, la freschezza e la genuinità del prodotto. Trentingrana DOP è un formaggio che esprime nel suo sapore e nel suo profumo tutta la ricchezza del territorio da cui pro-viene: nessun additivo né conservante per un prodotto dolce, delicato, fragrante, adatto a tutto pasto sia per piatti semplici da consumo casalingo che per pietanze più raffinate come quelle proposte nei migliori ristoranti. Per mantecare risotti, completare paste, vellutate e zuppe, da aggiungere come ingrediente di un soufflé o per creare una perfetta gratinatura su lasagne e cannelloni: basta aggiunge-re una manciata di Trentingrana DOP grattugiato per rendere speciale il piatto di ogni chef.Il nuovo pack per la ristorazione ha una grammatura unica, da 1 kg, ideale per l’uso in una cucina professionale.

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ma perchè eco? “lavorando a campiglio - spiega arrigo Jacobitti - ci siamo resi conto che gestire un albergo a 1550 metri, ristrutturato da otto anni e senza un cappotto era pazzesco perché noi continuavamo a buttare energia dentro per scaldarlo mentre dalle finestre e dai muri questo stesso calore usciva, con uno spreco incredibile di soldi, inquinamento...una scatola che non tratteneva il calore”. a questo punto arrigo ha iniziato a raccogliere informazioni sui modi più efficienti di costruire, dalle strutture in legno alla green economy, fino a tracciare le linee di questo progetto ambizioso.dal punto di vista tecnico, la struttura portante è realizzata in-teramente con pannelli prefabbricati X-lam in legno certificato italiano pefc, esternamente ha un cappotto di 17 cm in epf (un materiale riciclabile) che ha al suo interno della grafite che fa in modo che il calore penetri più lentamente, e internamen-te ha due strati di lana di roccia di 5 cm ognuno. infine è tutto chiuso in una doppia lastra di cartongesso, quindi si tratta di un vero e proprio pacchetto termicamente isolante di 30 cm. Una novità assoluta per una struttura alberghiera che sorge in un luogo caldo come il lago di garda, “perché anche qui – sottoli-nea Jacobitti – un pacchetto isolante serve non solo per non far uscire il caldo, ma anche per non farlo entrare”. tutto è studiato nei minimi particolari. i serramenti sono con tri-plo vetro e doppia camera d’aria, certificati ad un bassissimo co-efficiente emissivo, sui quali è stato sperimentato non avvenga alcuna dispersione di aria. l’intero edificio non ha ponti termici, con i balconi appoggiati sulla facciata ma non incastrati al suo interno, per non trasmettere il freddo dall’esterno. innovativa anche la parte che riguarda l’impiantistica: l’albergo non preve-de caldaia tradizionale (basandosi su fonti energetiche derivan-ti da fotovoltaico, solare termico e impianto di riscaldamento a pompa di calore geotermico acqua-acqua) né aria condizionata, ma travi fredde attive per il raffreddamento e il riscaldamento degli ambienti. l’hotel sarà dotato di una domotica che control-lerà in modo ottimale il microclima interno e di un impianto di ricircolo dell’aria. anche i servizi seguono la filosofia del rispet-to ambientale. il garnì offre solo la prima colazione: qui si punta tutto sul biologico, sul km zero, con prodotti locali di qualità e stagionali, con un occhio di riguardo per chi soffre di intolleran-ze alimentari o celiachia. Una struttura che punta soprattutto ad una clientela straniera, tedesca in primis, ma anche austriaca e che, anche prima che aprisse ufficialmente, registrava già di-verse prenotazioni. segno di grande interesse e curiosità verso un hotel completamente innovativo.

si è ispirato a qualche modello in particolare per questo progetto?

“in particolare no, perché siamo la prima struttura al mondo che ha tre certificazioni così alte. queste sono casa clima hotel nature gold, passivhaus e arca platinum (emessi rispettivamente da un ente altoatesino, uno tedesco e uno trentino) che premiano la capacità di una struttu-ra di non inquinare l’ambiente esterno e di utilizzare fonti ener-getiche alternative, rendendo in questo modo l’edificio autono-mo rispetto ai combustibili provenienti da fonti non rinnovabili e sicuro in caso di terremoti”.

In questo progetto così importante e impegnativo, qual è stato il ruolo di gestor? perché ha deciso di rivolgersi alla cooperativa?

“sapevo dell’esistenza di gestor già quando ero albergatore a campiglio. poi quest’anno durante expo riva hotel ho avu-to modo di informarmi più approfonditamente su questa re-altà, abbiamo conosciuto la direttrice, persona molto grade-vole, e qualche fornitore con cui abbiamo iniziato a prendere i primi contatti. mi sembra un’idea valida quella di creare una cooperativa, è un darsi una mano a vicenda tra albergatori e fornitori”.

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aUmentano i soci di gestor Bar adesioni anche da fUori regione

c resce il numero di pubblici eser-centi che decidono di entrare a far parte di gestorBar, un’iniziati-

va nata in seno alla gestor e pensata in particolare per i gestori di bar, gelaterie, pasticcerie, offrendo loro tutta una se-rie di servizi e garanzie. ai soci trentini, si stanno aggiungendo anche professio-nisti di cortina d’ampezzo, territorio questo con cui gestor da qualche tempo sta avviando diversi progetti di collabo-razione. la cultura cooperativistica è in-nata nella storia della provincia di tren-to, diventandone un punto di forza e un

modello da seguire ed esportare: c’è an-che questo alla base della scelta degli imprenditori veneti di entrare nel mon-do gestor. il riuscire a realizzare una rete virtuosa che fornisca appoggio, so-lidarietà, valori condivisi e occasioni di risparmio è la spinta, il motore che ani-ma gestor, ed è questo che sta convince chi decide di associarsi. gestorBar met-te a disposizione di chi opera nel settore dei bar, vantaggi come la fatturazione unica, un’ampia scelta di fornitori spe-cializzati per il comparto, consulenze le-gali e assicurative.

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bAr pAstICCerIA lovAt DI CortInAtra i nuovi soci di gestorBar, una delle pasticcerie storiche di cortina d’ampezzo, la lovat, che da anni prepara artigianal-mente pasticcini, torte, gelati e panettoni. il locale, punto di ri-trovo di turisti e valligiani, fu aperto nel 1943. a gestirla oggi è guerrino ghedina, con l’aiuto della moglie carla Zangrandi, che lo ha rilevato nel 1989. “ho iniziato a fare questo lavoro a vent’anni – racconta il signor guerrino – gestendo prima un bar ristorante presso un campeggio qui a cortina, poi con mio fra-tello che aveva già una discoteca. visto che qui da noi si lavora soprattutto con il turismo succede di avvicinarsi a questo tipo di attività. nel tempo c’è stata la possibilità di rilevare la pastic-ceria lovat, che qui è molto famosa e già allora, una ventina di anni fa, era molto affermata. noi abbiamo continuato cercando di mantenere la tradizione, che è la qualità della pasticceria. ab-biamo fatto delle migliorie, in particolare agli arredi cinque anni fa, ma la sua formula originaria non è cambiata”.

Qual è il punto di forza? “sicuramente la qualità delle nostre paste. abbiamo un la-boratorio con tre-quattro pasticceri, un maestro pasticcere.

quando l’abbiamo rilevata, ce l’ha venduta un anziano pastic-cere che era lì da quasi cinquant’anni. c’ è stato un passaggio di consegne, lui ha lavorato con noi finché è andato in pensione e adesso abbiamo un altro maestro pasticcere giovane molto bravo. abbiamo mantenuto i prodotti che negli anni sono stati i più apprezzati, come la cioccolata calda per la quale abbiamo vinto anche un premio tra le prime dieci cioccolate in italia. per quanto riguarda la pasticceria, rispettiamo le ricette che si tra-mandano da tanti anni”.

come è venuto a conoscenza di gestorBar e perché ha deciso di entrare a farne parte?

“ne avevo sentito parlare già in alto adige e so che funziona, soprattutto il fatto di mettersi insieme ad altri per riuscire ad ottenere i prezzi migliori per i prodotti di cui si ha bisogno. sia-mo un po’ più protetti se siamo di più e uniti, sia noi clienti ma anche i fornitori che aderiscono. la formula mi sembra giusta. c’è una miglior gestione sopratutto in questi momenti in cui si guadagna un po’ di meno e si cerca di stare più attenti a come si spende. È bene avere un unico referente che gestisce la fattu-razione. qui a cortina non è molto diffusa la mentalità del met-tersi insieme, ma adesso sta cambiando anche questo perché conviene mettere insieme le forze”.

bAr pAstICCerIA FIorI

la storia del Bar fiori, di san vito di cadore, un antico locale della valle, è la storia della famiglia di tarcisio fiori che parte da lontano, fin dai primi anni del novecento. “mio nonno – raccon-ta il signor fiori – che era andato in america è stato richiamato dal bisnonno che aveva un’attività di panificio. contemporane-amente è cresciuto anche il discorso che riguardava l’albergo, il bar e la pasticceria. dopo varie vicissitudini, negli anni le attività sono state divise e noi abbiamo mantenuto il bar, insieme alla pasticceria e all’albergo dall’ottanta”.

In tutti questi anni come è cambiata la vostra attività? “qui da noi tutto ruota intorno al turismo perché stiamo parlan-do di località che quando non ci sono turisti hanno millecinque-cento abitanti. noi fuori stagione, nei mesi di aprile - maggio e ottobre – novembre chiudiamo, per riaprire poi nelle stagioni estive o invernali. chiaramente il lavoro è cambiato quando il turismo ha cominciato ad essere di breve durata, una volta gli ospiti restavano un mese o anche di più e allora c’erano abitudi-ni diverse. anche la pasticceria ha subito delle varianti, prima si faceva tutto fresco, adesso invece si lavora a parte, e quando c’è l’attività si ha tutto quello che serve perché si è prodotto prima”.

la vostra specialità? “specialità della casa è la cioccolata calda in tazza fatta secondo la ricetta originale della nonna gelinda”.

venendo a gestorBar, come mai ha deciso di aderirvi? “mi è stato chiesto. da un punto di vista strettamente econo-mico noi facciamo un bel volume d’affari, con trecentomila euro solo di derrate alimentari, sicché è chiaro che avendo un ordi-ne di queste cifre si può risparmiare sicuramente qualcosa. noi abbiamo già alcuni accordi con delle aziende ma oltre a questi se subentra qualche altro sconto o incentivo va bene. altro mo-tivo che ci ha spinto ad entrare è l’aspetto della consulenza, nel senso che nell’azienda possono esserci delle necessità per cui non si trova un referente adatto a risolvere certi problemi, che possono riguardare l’energia ad esempio o altri problemi parti-colari che gestor ha già avuto e quindi è facile che dia una rispo-sta per risolverli. infine anche lo stare insieme può funzionare. abbiamo visto che facendo da soli si pensa di fare meglio per avere lo sconto o il prezzo giusto ma non è così e pur dedican-dovi del tempo, i risultati non sono quelli che si pensava essere i più convenienti”.

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sKI bAr Iglootra i nuovi soci di gestor Bar, massimo osele, titolare da quest’anno anche dello ski Bar igloo, in località ortesino nel comune di folgaria che gestisce insieme alla figlia sofia e che fa già parte della cooperativa anche per quanto riguarda altre attività che gestisce. la sua storia professionale inizia nel 1989, quando prende in gestione una discoteca a carbonare di fol-garia ma anche l’azienda malga millegrobbe a lavarone. poi in-sieme ad altri due soci decide di rilevare la gestione del cluny pub ristorante pizzeria e discoteca. tra le caratteristiche del-la sua attività, un’attenzione particolare alla qualità dell’offer-ta gastronomica, semplice ma ricercata e genuina. Una lunga esperienza nell’ambito della ristorazione e non solo, che lo ha portato, come detto all’inizio, ad una nuova avventura, quella dello ski Bar igloo. “conosco gestor da tempo e c’è una recipro-ca collaborazione. credo poi che in certi casi più si è e meglio è, anche dal punto di vista degli acquisti. abbiamo fornitori sele-zionati e seri. i colleghi che fanno parte di gestor sono tutti en-tusiasti e tramite il passaparola mi hanno convinto ad aderire”.

eMbAssY cAFFe’si definisce, a ragione, “figlio d’arte” michel oberhammer. il titolare dell’embassy caffè di cortina, tra i nuovi soci di ge-storBar, è alle prese con gli ultimi preparativi perché tutto sia pronto per la nuova apertura del locale, a giugno. Una nuova sfida per lui, che ha un po’ il sapore di un ritorno alle origini, ma con uno sguardo proiettato al futuro e all’innovazione. que-sto perché, dopo innumerevoli esperienze professionali, ha deciso di riprendere in mano un’attività appartenuta alla sua famiglia dopo anni. “ho iniziato giovanissimo a fare questo la-voro – racconta – mio padre ha aperto la pasticceria embassy che adesso sto ristrutturando subito dopo le olimpiadi di cor-tina, nel cinquantasette, e io ho cominciato da qui, lavorando un po’ in tutti i settori, dalla pasticceria alla gelateria al bar. negli anni seguenti ho deciso di approcciarmi al mondo del vino che mi ha entusiasmato da subito e dopo un’esperienza fatta in un’enoteca di Udine ho intrapreso la mia strada pro-fessionale che continuo oggi, facendo il venditore e distribu-tore di vino. ho lavorato per due anni presso l’enoteca storica di cortina di gaspari girolamo sia come addetto alle vendite che come venditore presso ristoranti e alberghi. nel 2006 ho aperto il mio primo locale, la suite Bar caffè, un winebar con una piccola cucina, dove ho imparato molte cose non solo a livello lavorativo ma anche di gestione, e che ho venduto sei mesi fa. nel frattempo, negli ultimi dieci anni dopo che mio pa-dre è venuto a mancare, avevamo deciso di affittare l’attività di famiglia alla mokarabia che l’ha gestita fino a poche setti-mane fa. da qui la voglia di iniziare una nuova avventura, un nuovo progetto, riprendendo in mano l’attività avviata da mio padre rilanciandola e innovandola, cercando un giusto com-promesso tra quella che è un’attività classica, che ha una sua

storia qui a cortina, ma con una piccola innovazione, quel di-namismo che ho imparato in ventidue anni di esperienza”.

cosa conserva dell’esperienza originaria di embassy e cosa porterà di nuovo?

“la mia idea è quella di ridare alla gente quei grandi classici che non si scordano mai. e’ così nella musica, nei film, quando le cose sono riuscite e la gente si affeziona è giusto trovare di nuovo quel filo conduttore che ha portate ad avere un certo successo. quello che vogliamo fare è ridare una nuova luce al locale, creare un ambiente che a livello estetico sia piacevole, accogliente, con un’offerta che spazia dalla classica caffetteria pasticceria ma con un occhio di riguardo verso quella che è la ri-chiesta della clientela più giovane, delle esigenze internazionali e quindi a pranzo avremo una cucina veloce ma ben servita, e torniamo poi ad un aperitivo classico, che andava di gran moda negli anni ottanta, i long drinks che si sono persi per colpa dello spriz e di quel tipo di aperitivo”.

perché la scelta di entrare a far parte di gestorBar? “intanto perché sono stati i primi a chiedermelo e sono stati bravi! sono stati i primi a venire a cortina ed essendo io anche venditore con un mio magazzino, sono entrato in gestor sia come fornitore dei miei vini che come socio acquirente. visto come è il mercato in questo momento, dove c’è una confusio-ne incredibile, la gestor sicuramente è un punto d’appoggio e aiuta soprattutto chi non è sicuro di sé o ha dei dubbi ad essere indirizzato, ad avere la certezza che qualcuno ti segua e che va-lorizzi comunque chi lavora in zona. in questo momento a cor-tina arrivano aziende che vengono da tutta italia e c’è troppa confusione. tra gli altri vantaggi, c’è la comodità di avere una fatturazione unica, di avere un controllo sugli acquisti, una ge-stione contabile più semplificata”.

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CAFFe’ GelAterIA KIssanche la gelateria Kiss di cavalese ha deciso di aderire a ge-storBar. la storia del locale, che si trova nella centralissima piazza italia, parte da trento e arriva a cavalese negli anni set-tanta. il titolare è mauro groff, che gestisce il caffè gelateria insieme alla moglie luciana dal 1986. “mio papà (livio, ndr) era pasticcere – racconta groff – un mestiere che ha imparato

presso la pasticceria Bertelli di trento. dopo oltre vent’anni ha deciso di mettersi in proprio. qui a cavalese ha rilevato un’al-tra pasticceria già esistente e di conseguenza tutta la famiglia si è spostata con lui. abbiamo gestito per trentadue anni questo locale. nel frattempo, nel 1986 abbiamo coronato il sogno di aprire un’attività tutta nostra, la gelateria Kiss, pur mantenen-do fino al duemiladue l’altro punto vendita, la storica pasticce-ria groff, che abbiamo poi chiudo andando avanti con il caffè gelateria. nel corso degli anni sono entrato anche io in azienda mentre il papà adesso è in pensione. io mi occupo personalmen-te del gelato mentre mio fratello andrea è pasticcere”.

cosa è cambiato dall’86 ad oggi? “noi siamo sempre andati avanti come pasticceria e gelateria ma quello che è cambiato per noi è che da questo dicembre ab-biamo introdotto anche nel menù i primi piatti veloci e tra un annetto potremo capire se è stata una scelta giusta”.

perché ha deciso di entrare in gestorBar? “l’idea era nata già un anno e mezzo fa quando diversi colle-ghi mi dicevano di aver avuto un approccio con gestor e che cominciavano a capire come funziona il sistema della coopera-zione. in occasione dei mondiali ho avuto modo di collaborare con danilo moresco e parlando con lui ho deciso di aderire. le aziende, soprattutto quelle più piccole, hanno bisogno di avere qualcuno alle spalle che le tuteli e che dia loro spazio anche per essere più competitivi. e così da gennaio sono entrato anche io in gestorBar”.

bAr tennIsda sempre albergatore all’hotel cervo di lavarone e già socio gestor, carlo marchesi, insieme al fratello francesco, ha deciso di dare una nuova veste al Bar tennis. “l’attività già prima dell’hotel era aperta al pubblico - spiega - e offri-va una serie altri servizi accessori, come l’intrattenimento, la ricevitoria, ma poi ci si è resi conto che questo tipo di pro-posta puntata soprattutto ai giovani e allo sport, interferiva un po’ con quel-la elevata dell’albergo. abbiamo così deciso di aprire un nuovo bar nel quale spostare questo tipo di attività, legate soprattutto allo sport, trasferendo il maxischermo con sky per le partite e le altre manifestazioni sportive. abbia-mo mantenuto il servizio di ricevitoria e abbiamo aggiunto l’edicola e la vendita di libri con gli ultimi successi in libreria. il nostro locale è diventato un punto di ritrovo e di riferimento per chi vive a la-varone”.

la scelta di aderire a gestorBar come è nata?

“noi avevamo un’esperienza molto po-sitiva con gestor, perché ne facciamo parte come albergo, e quindi è stata

una scelta quasi automatica. gestor ci garantisce una serie di servizi che sono molto importanti. sopratutto se guar-diamo al bar, una piccola azienda ha un po’ di difficoltà a controllare i prezzi e questo per noi lo fa gestor e di sicuro è un grande vantaggio. inoltre in que-sti ultimi anni gestor ha implementato

altre iniziative e servizi, pensiamo solo al discorso dell’assicurazione, e questo offre vantaggi notevoli. parlando anche con i miei colleghi dico loro «siete matti a non aderire!», la quota che viene pa-gata per farne parte viene recuperata nel giro di un paio di mesi e quindi senza dubbio conviene”.

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t ovaglie, tovaglioli, asciugamani, lenzuola, piumini, accappatoi pos-sono essere utilizzati dai clienti di

hotel e ristoranti con una certa superfi-cialità, e a volte anche in modi impropri, senza tener conto del lavoro che poi do-vrà fare chi si occupa di lavarle e renderle nuovamente utilizzabili. ecco allora che abbiamo voluto cercare di capire se esi-ste un modo giusto, valido per tutti, per fare in modo che chi fornisce la bianche-

ria alle strutture ricettive e ristorative possa svolgere il proprio lavoro al meglio, senza incappare in brutte sorprese o su-bire danni a volte anche economici. c’è da dire che la maggior parte dei soci ge-stor usufruisce di un servizio di lavande-ria e noleggio biancheria affidato a im-prese esterne. che cosa significa? che queste aziende affittano la propria bian-cheria a hotel e ristoranti in comodato d’uso, la ritira per lavarla e restituisce

serviZi di lavanderia e noleggio della Biancheria negli hotel e nei ristoranticome UtiliZZarli al meglio e perche’ convengono?

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quella pulita. fin qui sembra tutto semplice, ma non sempre questo meccanismo procede in maniera lineare. capita che ci siano dei comportamenti scorretti da parte del cliente, inteso non solo come albergatore o ristoratore con il quale l’impresa stipula un contratto, ma anche come ospite della struttura, che a volte può creare qualche problema a chi poi deve far tornare pulita e linda quella tovaglia o coperta. “a volte purtroppo i nostri clienti – spiega stefano Antoniaz-zi titolare della lavanderia Acquatec, operante dal 1974, una delle più grosse del trentino - gestiscono la biancheria di nostra proprietà, la lavano da loro e per noi questo è un gros-so danno economico perché non c’è più lavoro e il nostro bu-siness finisce. in quel caso cerchiamo di far capire al cliente che quella non è un’operazione corretta, commercialmente ma anche socialmente. certo ci vuole un po’ di diplomazia e un po’ di pazienza! il cliente dovrebbe anche collaborare con noi nel monitorare il corretto utilizzo della merce da parte dei suoi ospiti, perché spesso capita che la biancheria sia rubata o rovinata. inoltre l’albergatore deve capire che anche noi oggi abbiamo avuto rincari nelle spese che dobbiamo sostenere, di conseguenza non riusciamo ad abbassare i costi del servi-zio che forniamo”. thomas plankensteiner della lavanderia lavarent sottolinea come, anche se è vero che “il cliente ha sempre ragione, capita che scompaiano diversi pezzi di bian-cheria perché magari un ospite dell’albergo si porta via l’ac-cappatoio”. per ovviare al problema di discutere con il cliente, la lavanderia lavarent ha stilato i cosiddetti “dieci comanda-menti” che regolano il rapporto tra fornitore e cliente. “in ordi-ne – racconta plankensteiner - sono “tratta la biancheria come se fosse tua, rispetta la lavanderia come tuo partner, proteggi la biancheria dai ladri, non lavare mai da te la biancheria che hai affittato, usa la biancheria solo per il fine per cui è forni-ta, quando restituisci la biancheria separa quella da tavola da quella per il bagno e la camera da letto, se ci sono reclami rispedisci la merce in questione in un sacco a parte perché così siamo in grado di individuare il problema, fai attenzione quando restituisci la biancheria che non ci siano altri oggetti come ad esempio posate, cibo o indumenti, non fare nodi nelle lenzuola per fissarli sotto il materasso”. Assunta Borga della lavanderia lm 2000, azienda di noleg-gio tessile e lavaggio che opera in un’area che copre il territorio delle province di venezia, padova, treviso, Belluno, pordeno-ne, trento e Bolzano, spiega che “la biancheria rappresenta un grosso investimento economico e come tale deve quindi essere trattato con la massima cura, al fine di prolungarne per quan-to possibile la vita. il cliente deve evitare ogni uso improprio della merce, deve aver cura di riconsegnare tempestivamente la biancheria utilizzata, deve stoccarla in posti adatti, evitando di lasciare all’interno dei sacchi oggetti o materiali che possano deteriorare il nostro patrimonio. Un miglior servizio – aggiunge - passa anche attraverso la collaborazione del cliente, il control-lo della fornitura consegnata consente di tenere corretta la do-tazione, evitando eccessi o carenze di biancheria; è opportuno altresì dividere correttamente la biancheria sporca per tipolo-gia, evitare di stoccarla alla rinfusa; l’indicazione della quantità di biancheria sporca consente al cliente di gestire al meglio il proprio magazzino e alla lavanderia di accelerare i tempi di pro-duzione”.

ma perché conviene affidarsi ad un servizio di noleggio e lavaggio della biancheria?

“i vantaggi sono molteplici - dice thomas plankensteiner – innanzitutto un albergatore non può individuare al cento per cento i costi che ha per il servizio di lavaggio, considerando le

spese di corrente elettrica e del personale. con la lavanderia si riducono i costi fissi. la qualità poi è sempre costante, anche se venti lenzuola si rovinano, il nostro cliente non deve com-prarne di tasca sua altre venti, ma le mettiamo a disposizione noi, acquistandole anche a un prezzo più conveniente. non ha alcun investimento iniziale per comprare la biancheria. c’è poi una questione di rispetto per l’ambiente e cioè l’albergo non è obbligato a riciclare l’acqua sporca, noi invece per leg-ge dobbiamo farlo, sprechiamo meno energia e produciamo molta meno co2”. “oltre che essere una comodità, il noleg-gio comporta anche un notevole risparmio economico – rileva stefano Antoniazzi – soprattutto per alberghi di una certa di-mensione. si ha un risparmio nel personale, nell’energia elet-trica, nel gas. che sia vantaggioso lo dimostra anche il fatto che questo tipo di servizio adesso sta prendendo sempre più piede in trentino, mentre in altre regioni come la lombardia o l’emilia romagna è già diffuso da anni. l’albergatore non è un professionista del lavaggio, lui deve pensare a coccolare il cliente. noi abbiamo attrezzature all’avanguardia che lavano migliaia di lenzuola ogni ora”. “il servizio di noleggio – aggiun-ge assunta Borga - consente al cliente di eliminare il costo d’investimento necessario per arredare una struttura, e al tempo stesso di poter variare nel tempo colori e disegni della biancheria”. “c’è la garanzia della qualità del servizio che of-friamo – dice Fioralba della t&t servizi lavanderia – sia nel lavaggio che nel tipo di biancheria, cerchiamo di non far mai mancare la merce al cliente, anche se fa delle richieste extra noi le soddisfiamo”.

le CInQue reGole D’oro Che Il ClIente DeVe rIspettAre1) avere cura della biancheria presa a noleggio2) eseguire un corretto stoccaggio della biancheria,

sia per quanto riguarda quella stirata, sia per quanto riguarda quella sporca (evitare di lasciare cibo, posate e altri oggetti all’interno dei sacchi di biancheria sporca)

3) separare la biancheria sporca per tipologia4) segnalare in maniera puntuale la non conformità

della merce utilizzata5) essere puntuale nei pagamenti

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la parola ai clienti delle lavanderie: “affidarsi a qUesto serviZio conviene”. ma c’e’ anche chi pensa di avviare Un’attivita’ in proprio

a ffidarsi ad un servizio completo di noleggio e lavaggio della merce – dice chi ne usufruisce – conviene,

non solo dal punto di vista economico, ma anche della qualità. sandro sartori, titola-re del sartori’s Hotel di lavis si dice “mol-to soddisfatto del servizio. per quanto mi riguarda ho presentato dei numeri nel bi-lancio per dimostrare che c’è un risparmio sul personale, sull’energia elettrica, sulle spese per il metano per scaldare l’acqua e soprattutto per quanto riguarda il deposi-to in casa di lenzuola o tovaglie o altro. questo è alla base della mia decisione di rivolgermi ad una lavanderia professioni-

sta. la risposta è buona, non ottima per-ché delle defezioni possono capitare, so-prattutto sullo stiraggio o sulla qualità di risposta ad un hotel a quattro stelle. ma il servizio nel complesso è buono.”

c’è qualcosa che potrebbero offrire in più?

“non credo, lavorano a trecentosessan-ta gradi, molto bene, nei giorni festivi, prefestivi, sono puntuali nelle consegne, danno la possibilità di cambiare assai ve-locemente il corredo. credo che abbiano raggiunto un buon livello. anche la quali-tà, come ripeto, dovrebbe aumentare”.

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delle regole d’oro che cliente e fornitore dovrebbero rispettare?

“come prima cosa la qualità dello stirag-gio, perché a causa di carenze su questo aspetto ne abbiamo cambiate un paio. la precisione nella quantità ricevuta e di quella restituita della merce. la possibi-lità di cambiare maggiormente il proprio corredo”. sulla stessa linea anche nicola malossi-ni, uno dei gestori del Forst di trento: “noi siamo molto soddisfatti. io ho due locali e mi affido a due fornitori diversi, entrambi fornitori gestor, per il servizio di lavanderia e non ho problemi. e’ una scelta che conviene sia per quanto ri-guarda l’immondizia perché differenziare la merce in tessuto e in non-tessuto non è semplice. poi è molto più economico sul fronte qualità-prezzo. noi ci affidiamo ad una lavanderia dalla quale prendiamo a noleggio la merce e poi la restituiamo per ricevere quella pulita. conviene anche perché quando il prodotto si logora, com-prarlo nuovo è un costo che in questo caso noi non abbiamo. tra le cose alla base del rapporto tra cliente e fornitore, la qualità. nel tempo tutti possono sbagliare, ma questo deve accadere in buona fede. occorre poi che ci sia una fiducia reciproca. non bisogna fare i furbi. altra cosa, che forse è anche la più importante, è la puntualità, per-ché la mancanza di questa si ripercuote sull’attività di ristorazione e anche sul cliente finale e questo è deleterio per noi, non deve mai accadere”.di tutt’altro parere, danilo moresco, ti-tolare del ristorante da pino di san mi-chele all’Adige, che dopo alcune espe-rienze negative con aziende alle quali affidava la propria biancheria per il lavag-

gio, ha deciso di avviare, in via sperimen-tale, un nuovo progetto, quello di aprire una propria attività. “sto in questi mo-menti facendo un’analisi dei costi del per-sonale, della biancheria e dell’autolavag-gio in proprio, per valutare se convenga o meno affidare il servizio all’esterno. quindi mi sembra prematuro e forse ne-anche giusto dirle se si risparmi o meno. sono quasi più propenso ad andare con-tro corrente e pensare di fare il lavaggio in sede, anche se adesso la tendenza è che tutte le azienda affidino il completo lavaggio a ditte esterne. ma negli anni scorsi, per quanto mi riguarda, il servi-zio delle lavanderie esterne era pessimo, hanno distrutto la biancheria di mia pro-prietà che veniva loro affidata e i danni ammontavano a diverse migliaia di euro. oggi le aziende che offrono questo servi-zio sono interessanti e convengono solo se forniscono anche la merce. adesso sto pensando di allestire una piccola lavanderia aziendale in cui lavo, stiro e curo le mie tovaglie e le mie len-zuola. in tutte le mie aziende ho bian-cheria di proprietà, che per ottimizzare i costi viene affidata a ditte esterne che la trattano insieme ad altra merce in una certa maniera, ma facendo un confron-to con un certo tipo di biancheria più de-licata che ho sempre lavato in proprio, noto che questa mi sta durando circa tre volte in più rispetto a quella che do alle lavanderie industriali. quindi è provato che le lavanderie usano dei prodotti e delle attrezzature che stressano il tes-suto”. in che modo realizzerà questa lavanderia privata? ha già in mente quando aprirla? “sto valutando di dedicare una persona interamente a questo tipo di servizio in

azienda, calcolando quante ore ogni gior-no saranno necessarie per effettuare il lavoro”.

Avrà un risparmio economico in questo modo?

“questo è ancora presto dirlo, devo pre-parare un business plan concreto e non solo sulla carta, ma almeno mi coccolo la mia biancheria, non ho gente estranea che circola nelle mie aziende. e’ una pro-va. farò l’apripista del gruppo. quello a cui ho sempre aspirato, e adesso sarebbe realizzabile grazie al numero di soci che gestor ha raggiunto, è realizzare una la-vanderia nostra, in cui ogni socio può dire la sua, può discutere sulla gestione e sul trattamento della biancheria, in collabo-razione magari con un’azienda che abbia un occhio di riguardo verso i 430 soci, o addirittura con un lavanderia esclusiva-mente riservata a gestor. e’ chiaro che questo sarebbe un ulteriore impegno da parte della cooperativa”.

le CInQue reGole D’oro Che Il FornItore DeVe rIspettAre1) puntualità nella consegna2) cura e attenzione nel lavaggio e

nello stiraggio3) precisione nella quantità della

merce consegnata e ritirata4) Utilizzo di prodotti di qualità 5) fiducia reciproca

hotel – lAdInIA – san vito di cadore (Bl)

Bar – emBAssY cAFe’ – cortina d’ampezzo (Bl)

Bar – BAr pAstIccerIA FIorI – san vito di cadore (Bl)

hotel – Hotel columBIA – cortina d’ampezzo (Bl)

rifugio – rIFugIo pAsso stAulAnzA – Zoldo alto (Bl)

residence – penIe’ – san vito di cadore (Bl)

Bar – lovAt BAr pAstIccerIA – cortina d’ampezzo (Bl)

mensa – mensA scolAstIcA – monfumo (tv)

rist./Bar – proscIutterIA doK dAll’AvA – c. d’ampezzo (Bl)

hotel – vIllA clArA – nago - torbole (tn)

hotel – du lAc vItAl mountAIn – molveno (tn)

hotel – resIdence rIo pIccolo – molveno (tn)

hotel – resIdence steFenIne – molveno (tn)

Bar – esso – levico terme (tn)

Bar/gelateria – oFFIcInA – levico terme (tn)

hotel – Hotel AurorA – monclassico (tn)

hotel – Hotel portogreco – scanzano Jonico (mt)

villaggio – vIllAggIo torre del FAro – scanzano Jonico (mt)

hotel – Hotel cluB sAntA sABInA – carovigno (Br)

garnì – eco Hotel BonApAce – nago - torbole (tn)

ristorante – All’AntIcA segHerIA – carisolo (tn)

hotel – dAnIelA – levico terme (tn)

hotel – vIllA FlorA – levico terme (tn)

hotel – Alpenresort Belvedere Wellness & BeAutY – molveno (tn)

il nostro più caro benvenuto alle 24 strutture che negli

ultimi mesi hanno deciso di aderire a gestor!

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g estor ha deciso già da qualche tempo di affidarsi ad una serie di professionisti che a vario titolo,

possano portare il loro contributo alla cooperativa. l’obiettivo è quello di avvia-re con loro delle collaborazioni per am-pliare i servizi da offrire ai soci. i primi a partecipare a questo progetto sono gli architetti di opra (officina di progetta-zione architettonica) con la loro rubrica “Un caffè con l’architetto”.la rubrica vuole proporre un dialogo di-retto e concreto tra professionisti e com-

mittenza sui temi dell’architettura, della sostenibilità e del design per evidenziare come una buona pratica professionale possa migliorare e tutelare un bene im-portante quale la propria impresa, sia essa un hotel a 5 stelle, una pensione, un bar o un qualsiasi esercizio commerciale. invitiamo quindi tutti coloro che avesse-ro dubbi, idee, ma anche semplicemente la voglia di confrontarsi, ad accomodarsi e discutere: il caffè è pronto...Basta scrivere una mail a [email protected]

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“vorremmo cominciare questa nostra rubrica affrontando una tematica fon-damentale che interessa qualsiasi tipo

di attività: le buone pratiche per una efficace ristrutturazione; una volta pre-sentati questi concetti generali potremo quindi entrare nello specifico sulla base delle domande da voi inviateci.per introdurre l’argomento di oggi, vor-remmo iniziare con una frase di mauro santinato, consulente alberghiero e men-te pensante della teamWork di rimini:

“non tutto il diverso è di successo, ma tutto il successo è diverso”.

tree Hotel, svezia

in un’epoca in cui, grazie al web e alle nuove tecnologie, l’offerta di strutture ricettive è molto ampia, diventa estrema-mente importante distinguersi. per riuscirci è necessario offrire qualco-sa di diverso, nuovo e personale. questa chiave di lettura è applicabile a qualsiasi tipologia di struttura, indifferentemente dalla dimensione.

Himatic Hotel, parigi

Un aspetto fondamentale da sottoli-neare è che tutto ciò non è necessaria-mente sinonimo di grande investimento.

Un’idea vincente non necessita obbliga-toriamente di un grande budget per ave-re successo.

local Italian gelato, london gB

il primo step è capire che tipologia di struttura si vuole, quale direzione dare alla propria attività, come trasmettere quindi la propria storia, i propri interes-si e le proprie conoscenze attraverso quest’ultima. qualsiasi sia il vostro eser-cizio infatti, è importante che sfrutti non solo le possibilità date dal territorio in cui è sito

copperhill mountain lodge design Hotel, svezia

ma anche quelle date dalle capacità ed in-teressi specifici di chi lo gestisce

retrò Hotel, roma

ora bisogna tradurre in materia quello che si è pensato, ogni intervento, sia esso

contenuto o di grande impatto, ha biso-gno di un proprio percorso che nasca da un layout preciso e che segua delle linee guida chiare e definite. questo è un pas-saggio fondamentale, perché vuol dire iniziare a concepire un esercizio non più come un’aggregazione di spazi, ma come una struttura unitaria composta da di-versi aspetti (architettonico, gestionale, comunicativo e ambientale), i quali tutti insieme devono contribuire a costruire quella storia ed idea scelta all’inizio.

glasè ice-cream, Kansas city usA

a volte per cambiare l’atmosfera di uno spazio non sono necessari grandi investi-menti, ma è sufficiente rinfrescare l’am-biente, sostituire qualche oggetto, ren-dere più armonico e coerente lo spazio, ma soprattutto togliere...

lavorare di sottrazioni, eliminando og-getti ed elementi superflui non più in ar-monia con il percorso progettuale intra-preso, è spesso la soluzione migliore per ringiovanire uno spazio.l’aspetto più importante poi, è che un grosso investimento, può essere tran-quillamente scorporato in tanti piccoli interventi dilazionati nel tempo

Hotel al sorriso, levico terme

se ben programmati anticipatamente.

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questo permette, innanzitutto di spal-mare la spesa su più anni, e di testare l’idea scelta per rispondere più veloce-mente ad eventuali cambi di mercato o di priorità. inoltre il numero degli step e la loro scansione temporale, sono variabili ed adattabili in corso d’opera.

in un periodo difficile e soggetto a conti-nui cambiamenti come quello attuale, è quindi fondamentale puntare su un’idea articolata e personalizzata, supportata da un programma efficace ed una pro-gettazione interna impostata sulla flessi-bilità e la sostenibilità.

È questa la via giusta per distinguersi dalla massa e superare l’empasse del momento.

arrivederci al prossimo caffè…

presentAzIone oprA stuDIolo studio opra, con sede a firenze e levico terme, nasce dall’incontro di tre giovani architetti, con differenti formazioni ed idee, con la voglia di sperimen-tare un percorso creativo comune, alla ricerca di aspetti della progettazione spesso poco considerati. muovendosi tra design ed architettura, lo studio ri-cerca soluzioni specifiche e personalizzate a richieste sempre diverse, facendo divenire ogni progetto un’esperienza, una storia, una realizzazione piacevole.grazie alle esperienze accumulate in questi anni e alla collaborazione con im-portanti studi ed aziende, lo studio ha potuto ampiamente confrontarsi con le problematiche specifiche del settore, specializzandosi nella progettazione con-tract and wellness.

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Bilancio eXpo riva hotel 2013

a lla chiusura dell’edizione 2013 di expo riva hotel, non avevamo ancora i dati ufficiali delle visite, dei contatti, dei passaggi allo stand piazza gestor, ma ba-sandoci sulle impressioni raccolte in quei quattro giorni, sulle nostre personali sti-me, sui commenti e sulle riflessioni che

abbiamo potuto fare assieme ad amici, colleghi, collaboratori e partner, sapeva-mo di aver dato forma, anche quest’anno, ad uno spazio amichevole e pieno di spunti per poter fare buoni affari, per po-ter stringere nuove collaborazioni, per poter raccogliere informazioni e per po-ter trovare soluzioni ai problemi e rispo-ste ai dubbi.il clima che si è ricreato è stato allegro ma professionale, scanzonato ma competente.nonostante una generale flessione dei visitatori all’evento fieristico, sono pas-sati allo stand gestor quasi 80 soci, fac-ce note e nuovi arrivati, tutti benvenuti, che speriamo abbiano apprezzato la loro piazza gestor. gli operatori del settore ricettivo che si sono mostrati interessati alla cooperativa e che hanno accordato un appuntamento per valutare le op-portunità di gestor sono stati numerosi, quasi oltre le aspettative. i fornitori che hanno abitato la piazza sono stati, come

al solito, disponibili e ottimi colleghi con cui trascorrere e vivere la fiera.il ristorante gestor ha riscosso il con-sueto successo, con una media di 150 co-perti al giorno e anche questa volta sono fioccati i complimenti agli chef! siamo soddisfatti perché abbiamo perce-pito forte la partecipazione di tutti, soci, collaboratori, fornitori e partner; per-ché i messaggi di gradimento sono stati tantissimi e non hanno lasciato spazio a qualche lieve e rarissima lamentela.grazie quindi a tutti i soci che hanno par-tecipato, che hanno scritto, che hanno mandato i saluti. grazie a tutti i fornitori che, con la loro presenza ed il loro lavo-ro,  hanno garantito il successo alla piaz-za gestor.grazie allo staff in cucina, ai collabora-tori e ad i partner che hanno assicurato un’ottima organizzazione, un grandioso allestimento ed un clima di amicizia invi-diabile!

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GIo AndreA gAlvAn

grand hotel levico terme

il grand hotel Bellavista di levico racconta la storia del territorioandrea galvan ha sapUto rinnovarlo, conservando la tradiZione

p er scoprire quando nacque il grand hotel Bellavista di levico, non basta tornare indietro con la

memoria, bisogna consultare i libri di sto-ria, quando la cittadina termale era meta di vacanza della nobiltà dell’impero au-stroungarico, ma anche svizzera, tedesca e russa. tracce della struttura si trovano già nel 1835, quando aprì come osteria, poi nel tempo si ingrandì, diventando grand hotel Bellevue & russie e infine il Bellavista. l’albergo oggi è gestito dai fra-

telli Ugo e andrea che lo hanno ereditato dal papà livio (prima collaborava anche la sorella franca che adesso ha deciso di dedicarsi alla sua famiglia).di mio padre, che ho perso quando ero molto giovane – racconta andrea - ho ereditato tanto, la positività, la voglia di costruire, di fare, di novità, di guardare in avanti, di credere nel turismo. oltre che un padre era un amico, e riusciva a tra-smettere tante cose, nonostante la gros-sa differenza di età che avevamo. lui era

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un vulcano di idee, un precursore dei tempi. ma oltre alla sua figura, ricordo che in casa abbiamo sempre avuto un generale, che era mia madre (Jole pacher, ndr)! lei adesso vive a padova ma era sempre presente in albergo, era stata una cuoca mentre papà aveva iniziato come panettiere, e sapeva bene cosa signifi-casse gestire un hotel”.

lei il mestiere dell’albergatore lo ha vissuto fin da piccolo. “io sono nato in albergo, ho iniziato come lavapiatti, poi sono passato alla cucina, alla sala, al ricevimento, ho fatto il giardiniere...l’albergo ti mette in una condizione di riuscire a fare qualsiasi cosa. per me è l’attività più completa ma anche la più difficile. io ho fatto anche altri lavori, ma questo li racchiude un po’ tutti, sei un po’ elettricista, manovale, ti occupi di marketing, di accoglienza. noi vendiamo le cose principali che interessano la persona, che sono il dormire e il mangiare, e in più un sogno, perché quando uno è in ferie vuole vivere un momento partico-lare, vuole stare meglio che a casa sua, mangiare meglio e avere tutto il di più. ed è qui che sta la nostra difficoltà, nel riuscire a regalare questo sogno. anche per questo la nostra attività può essere criticata più di altre perché è tutto soggettivo, ciò che è salato o freddo per una persona può essere insapore o caldo per un’altra ma nessuno sa cosa c’è dietro tutto il nostro lavoro. questo è bello e complicato al tempo stesso. io e mio fratello Ugo lavoriamo benissimo insieme, anche se abbiamo due carat-teri completamente diversi. il nostro è un buon connubio. lui si occupa principalmente delle attività che riguardano la strut-tura, la ristrutturazione e le novità ad esempio energetiche. io invece mi dedico più al personale e al marketing dell’albergo”.

Quali sono oggi i punti di forza dell’hotel? “io e mio fratello! e il mio personale. tutto il resto si costruisce, si sfascia e si ricostruisce, ma l’importante è che siamo sinceri

tra di noi e con il cliente, sereni. per conto mio l’azienda la fanno sempre le persone. il nostro è un grosso edificio, un ambiente storico, abbiamo fatto delle importanti ristrutturazioni, ma alla fine, dietro di tutto ci siamo sempre noi. lo scorso anno infatti abbiamo deciso di mettere in prima pagina me e mio fratello, non l’albergo, proprio per sottolineare questo, che se non ci sono le persone che funzionano e che diano una mano come tutti i nostri collaboratori, in fin dei conti l’azienda non è nessu-no. costruire un’attività solo con i soldi si è dimostrato non es-sere vincente. fare bello non basta, ci vogliono i rapporti umani tra le persone. Un altro fattore importante che ci aiuta è il no-stro territorio che è bellissimo”.

lei prima ha parlato di ristrutturazioni all’interno di un edificio storico. come siete riusciti a mantenere intatta la tradizione, pur rinnovandola e innovandola?

“ci siamo riusciti in parte, e di questo me ne dispiaccio. siamo riusciti a mantenere, per quanto riguarda la struttura, i suoi aspetti originari, anche se una parte l’abbiamo fatta comple-tamente ex novo per il centro benessere. per quanto riguarda invece la gestione, un po’ a causa della rincorsa a questo siste-ma di turismo mordi-e-fuggi, questo modo di fare vacanza così veloce, abbiamo un po’ perso il contatto con i clienti e questo ci dispiace. anche se io e mio fratello siamo presenti sempre, a causa di questo turn over di persone che si è venuto a creare non abbiamo più il rapporto con i nostri ospiti come una volta. le faccio un esempio: venticinque anni fa i clienti si fermavano minimo sette giorni e normalmente almeno quindici, e questo significava che una persona veniva da noi in vacanza per rilas-sarsi e per assaporare la nostra cultura, la nostra tradizione, il nostro territorio e la nostra ospitalità. adesso la vacanza è di-ventata di due-quattro giorni e questa cosa qua fa in modo che le persone vivano le ferie con ansia, perché vogliono in quel mo-

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mento avere tutto, assaporare tutto, e non riescono a gustare niente perché è tutto troppo veloce e il rapporto con la clientela per noi è difficile da costruire”.

progetti in cantiere? “lo scorso anno abbiamo terminato tutto il parcheggio dell’al-bergo e la piscina. proseguiremo nei prossimi anni il percorso di ampliamento dell’hotel, apportando novità alla struttura, ma adesso ci siamo presi una pausa di riflessione per una questio-ne di razionalità e cautela per vedere come andranno le cose e poi ripartire. Una cosa che ci piace molto e nella quale abbiamo creduto molto è che il 90% delle aziende che abbiamo coinvolto nei lavori che abbiamo fatto è composto da imprese trentine, vicine a noi, la maggior parte di levico. questo per conto mio è un sistema che funziona, che fa crescere il territorio”.

Qual è la sua esperienza in gestor? “noi come categoria ci identifichiamo in asat, l’associazione degli albergatori della provincia di trento. Una decina di anni fa io e mio fratello avevamo guardato se ci fosse spazio per una politica di acquisti nell’associazione. per delle problema-tiche non siamo riusciti a farlo e abbiamo abbandonato l’idea. intanto altri albergatori hanno creato gestor e noi siamo entrati a far parte di questo consorzio di acquisti. credo sia un’esperienza forte e positiva, grazie anche alle persone che ne fanno parte, e spero che possa proseguire anche per altri

lidi, senza fermarsi agli acquisti, ma possa crescere e far cre-scere questo sistema di fare rete perché noi ne abbiamo vera-mente bisogno in trentino, dove siamo piccoli per dei mercati a volte troppo grandi. la mia idea è che se noi non riusciamo in trentino a unirci, altre persone possono venire ad occupa-re il nostro territorio, con grossi investitori ai quali fa gola un territorio come il nostro. in questo gestor è una forza perché mette insieme realtà un po’ più grosse con quelle più piccole e le fa dialogare”.

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rapporto fra fisco e contriBUentedocUmenti provenienti dagli Uffici finanZiari, 2^ parte

c on il presente articolo analizziamo i documenti che possano perveni-re direttamente dall’agenzia delle

entrate o da altri organi dell’amministra-zione finanziaria.

l’amministrazione finanziaria (agenzia delle entrate e guardia di finanza) può inviare al contribuente richieste e que-stionari: tali strumenti sono regolamen-tati dagli artt. 51 del d.p.r. n. 633/72 (iva) e 32 del d.p.r. n. 600/73 (accerta-mento delle imposte sui redditi). i risulta-ti delle richieste e dei questionari posso-no essere utilizzati:

a) per la selezione dei contribuenti da sottoporre ad attività ispettiva;

b) per acquisire ulteriori elementi di carattere probatorio nel quadro di verifiche già avviate;

c) per porre in essere attività ispettive prescindendo dall’effettuazione di interventi presso la sede del contri-buente.

l’acquisizione dei dati da parte dell’am-ministrazione finanziaria può avvenire tramite:1) invito (artt. 32, comma 1, nn. da 2)

a 4) prima parte e 33, comma 3 del d.p.r. 29 settembre 1973, n. 600); a cura di claudio della pietra

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2) richiesta (art. 32, comma 1, nn. da 4) seconda parte a 8) ter3) del d.p.r. 29 settembre 1973, n. 600)

relativamente alle imposte sui redditi e, in maniera analoga, tramite:

1) invito (artt.51, comma 2, nn. da 2) a 4) e 63, comma 1 del d.p.r. 26 ottobre 1972, n. 633);

2) richiesta (art. 51, comma 2, nn. da 5) a 7) ter 3) del d.p.r. 26 ottobre 1972, n. 633)

relativamente ai fini IvA.

gli inviti e le richieste debbono necessariamente essere formu-late mediante apposito atto scritto recante:— le generalità e l’indirizzo del destinatario, l’intestazione

dell’ufficio emittente e la sottoscrizione del suo titolare;— l’oggetto della richiesta o dell’invito, comprensivo della pre-

cisa indicazione dei dati, delle notizie, delle informazioni, dei chiarimenti da fornire nonché degli atti, dei documenti, delle fatture, delle note, dei registri o delle scritture da esibire o trasmettere;

— il motivo della richiesta o dell’invito, esponendo i presuppo-sti di fatto e le ragioni giuridiche alla base dell’iniziativa;

— il termine per l’adempimento che non può essere inferiore ai 15 giorni ad eccezione delle richieste previste al n. 7 del comma 1 dell’art. 32 del d.p.r. n. 600/73 (imposte sui reddi-ti) e n. 7) del comma 2 dell’art. 51 del d.p.r. n. 633/72 (iva) per le quali il termine è di 30 giorni;

— le sanzioni previste in caso di inadempimento di cui al d.lgs. n. 471/97.

il mancato adempimento ha come conseguenza una previsione sanzionatoria da euro 258 a euro 2.065 per inottemperanza a inviti e richieste con la legittimazione dell’accertamento indut-tivo.in sintesi bisogna porre estrema attenzione a tutte le richieste provenienti dall’amministrazione finanziaria non sottovalutan-do l’oggetto della richiesta e confrontandosi con il proprio con-sulente di fiducia al fine di evitare risposte inesatte o frettolose che avrebbero ripercussioni sia in termini sanzionatori che di accertamento.

rIFerIMentI norMAtIVI— accessi, ispezioni e verifiche, art. 52, d.p.r. 633/72— statuto dei diritti del contribuente, legge 27 luglio 2000, n.

212— metodologie operative, circolare della guardia di finanza n.

1/2008 del 29 dicembre 2008— istituto dell’adesione, d.l. 25 giugno 2008, n. 112 converti-

to dalla legge 6 agosto 2008, n. 133— manuale giuridico professionale di diritto tributario, autore

raffaello lupi, editore ipsoa, iii edizione, anno 2001— d.p.r. 26 ottobre 1972, n. 633 (iva)— d.p.r. 29 settembre 1973, n. 600 (accertamento delle impo-

ste sui redditi)

siti internet di interessewww.gdf.it - www.agenziadelleentrate.gov.it

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cose da evitare dUrante la crisigli “osservati” speciali

n el precedente articolo, abbiamo posto l’accento su tre passaggi chiave del processo di business:

la definizione della strategia, la pianifica-zione e il controllo. l’obbiettivo di sottoli-neare le aree di maggiore criticità, dichia-rato nell’articolo, trova il suo rafforza- mento nell’approfondimento di questi tre ambiti. iniziamo con:

DeFInIzIoneDellA strAteGIAstare oggi nel mercato, a prescindere dal settore di riferimento, è divenuto dram-maticamente complicato, affrontare una nuova sfida imprenditoriale così come ripensare o riorganizzare la sfida che già ci appartiene (nel senso di gestione della nostra attività esistente) significa dover

prima fare una attenta analisi di ciò che ci circonda, di ciò che sappiamo fare oltre che di dove vogliamo andare. in questo contesto ci aiutano le tecni-che di analisi proprie delle start Up. so-litamente l’avvio di una nuova attività imprenditoriale comporta una serie di adempimenti propedeutici alla semplice costituzione della società, ovvero tutta una serie di analisi e valutazioni che do-vrebbero aiutarci a capire come meglio organizzare la nuova struttura/impresa. ma cosa differenzia un’impresa che deve affrontare un mercato in forte mutamen-to da una start Up? probabilmente poco o nulla, nel senso che entrambe devono organizzarsi/riorganizzarsi per una nuo-va sfida.

ecco che allora ha senso parlare di analisi relativamente a: a cura di KBs Italia

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vAlorI/prodottI oFFertIqual è la proposta di valore che più ci rappresenta? come riusciamo a collocar-la sul mercato e dove ci collochiamo nel mercato rispetto ai competitor? quali potrebbero essere delle valide alternati-ve? vi sono alternative?

pArtner cHIAvechi sono i nostri partner chiave? appar-teniamo a reti o contesti che possono proporre valore aggiunto o possono per-metterci di beneficiare di sinergie? come possiamo creare valore aggiunto con gli stessi?

AttIvItà cArAtterIzzAntIquali sono le attività che rendono distin-tiva la nostra proposta di valore? quali servizi/attività sono necessarie per sup-portarla al meglio?

modello dI BusIness cosa ci distingue nell’arena competiti-va? quali target, modelli, canali abbiamo scelto? da quale sicurezza, continuità, sostenibilità è caratterizzato il nostro modello?

rIsorse cHIAve quali economie accompagnano il nostro business? quali sono i margini operativi? come si compone il nostro quadro finan-ziario?

le analisi relative ai citati argomenti do-vrebbero condurre alla definizione e va-lutazione di quelli che, in estrema sintesi, sono gli indicatori della sostenibilità della nostra impresa (nuova o storicamente ra-dicata che sia), ovvero la struttura dei costi e relativa struttura dei “potenziali” ricavi.ma ancora prima, ci dovrebbero dare in-formazioni indicative della correttezza della nostra rotta strategica o, al contra-rio, essere da stimolo nel modificare del tutto o in parte la nostra proposizione verso il mercato. oggi più che mai, un’impresa non può ac-cettare un deficit conoscitivo nelle dina-miche del proprio business, le incertezze già fortemente presenti nelle condizioni al contorno e nelle dinamiche evolutive del mercato devono trovare spazio di

mediazione nella determinazione delle imprese. ciò è tanto più concretizzabile, quanto più ampia è la consapevolezza del proprio stare sul mercato.in chiusura, vale la pena ricordare che anche la valutazione della coerenza stra-tegica è un fattore dinamico, non scevro quindi di costanti potenziali aggiorna-menti.“e’ sempre stato così” non solo è un pe-ricoloso ostacolo al cambiamento ma altresì un paradigma inaccettabile nella turbolenza dei mercati attuali. avere chia-ra la mappa dei punti critici del proprio business, posizionare puntualmente indi-catori monitorabili di performance, racco-gliere meticolosamente e costantemente i riscontri oggettivi e imparare a leggere le variazioni senza filtri individuali è la ricet-ta da tenere ben in evidenza.tutto ciò può essere fatto da soli? no, as-solutamente no! condividere con i pro-pri collaboratori e/o partner deve essere la regola, da sempre “più occhi” vedono meglio e più lontano.

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intolleranZe alimentari: cosa sono e come distingUerle

s i tende comunemente, ed erronea-mente, a confondere le intolleranze alimentari con le allergie. equivoci

che possono creare non poche difficoltà ai ristoratori che si trovano ad avere a che fare con clienti con problematiche legate all’alimentazione. in che modo devono comportarsi in questi casi, o comunque esistono delle norme da seguire in caso di utilizzo di alimenti particolarmente espo-sti a provocare reazioni allergiche? diciamo subito che esiste un protocollo di intesa sottoscritto nel 2010 con fiepet-asshotel e food allergy italia dedicato alla prevenzione e all’informazione sulle allergie alimentari. il protocollo prevede, tra le altre cose, la formazione degli ope-ratori del settore della ristorazione, per

renderli consapevoli del reale rischio a cui i clienti portatori di allergie alimentari po-trebbero essere esposti. Bisogna adottare la massima scrupolosità nella valutazione dell’uso, come ingredienti, dei più comuni allergeni che potrebbero dare gravi rea-zioni, avvisando della reale o potenziale presenza di tali allergeni nei prodotti e prevenendo la contaminazione crociata involontaria con allergeni presenti in al-tri prodotti industriali. interpellando un esperto, abbiamo cercato di fare chiarez-za su quei luoghi comuni diffusi che molto spesso impediscono anche una corretta soluzione al problema. abbiamo intervi-stato il dottor mario prandini, dirigente dell’ Unità operativa di pneumologia del presidio ospedaliero di arco.

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dott. prandini, cosa sono le intolleranze alimentari e in cosa differiscono dalle allergie?

“l’allergia è una malattia per cui l’organismo produce partico-lari proteine che si chiamano ige, che sono degli anticorpi nei riguardi di alcune sostanze. se questi anticorpi entrano in con-tatto con gli allergeni, possono provocare manifestazioni fisiche immediate e violente. prendiamo ad esempio l’allergia respira-toria per le betulacee: quando sono prodotte queste proteine che vanno a depositarsi e ad attaccarsi alle cellule delle mucose, e arriva la sostanza verso cui sono state prodotte, si crea il le-game tra la proteina e l’allergene e quindi viene provocata una serie di reazioni per le quali il soggetto avverte dei sintomi e di-viene allergico. lo stesso discorso vale per le allergie alimentari. l’individuo produce delle particolari ige nei riguardi di un aller-gene alimentare e quando mangia quel determinato cibo che lo contiene, in un periodo molto breve che va da subito a massimo un’ora, ha una serie di reazioni come l’orticaria, il mal di pancia, i crampi, la diarrea fino allo shock anafilattico. di intolleranza in-vece ne esiste solo una, ed è quella al lattosio. il lattosio è uno zucchero composto di altri due zuccheri alimentari attaccati tra di loro, il glucosio e il galattosio. l’intestino normalmente ha un enzima, che si chiama lattasi, che rompe questo legame e quan-do un soggetto beve il latte, l’intestino produce questo enzima e i due zuccheri alimentari vengono normalmente assorbiti. se invece l’individuo, per motivi generalmente acquisiti, perde l’enzima, i due zuccheri restano attaccati tra di loro e danno il via a una serie di reazioni come mal di pancia, crampi, gonfiore e così via. altre intolleranze alimentari non esistono, perché non sono ancora dimostrabili attraverso test convalidanti. i test che sono comunemente eseguiti in laboratori privati - e mai pubbli-ci perché se non funzionano le strutture pubbliche non posso-no farli - come quello del capello, il dria test o il vega test, non sono validati per dare risposte. il risultato non essendo valida-to, può essere quindi variabile sia all’interno dei laboratori, sia all’interno della stessa persona, sia rispetto ai tempi diversi in cui si effettua il test. questo significa che se mi dicono che sono intollerante al pomodoro, non c’è un test per vederlo. ci sono però delle reazioni avverse che uno può avere mangiando certi alimenti, come ad esempio le fragole che provocano l’orticaria, perché queste sono ricche di stamina. se ho l’intestino che non funziona bene, assorbo sostanze naturalmente presenti nelle fragole, ma anche nella cioccolata, nel pomodoro, nei crauti, nel-la birra, nelle salsicce o nei formaggi stagionati, che mi possono dare fastidio, provocare prurito o l’orticaria. quella che si usa chiamare intolleranza al glutine è in realtà una malattia immu-nologica scatenata dal glutine, mediata da particolari cellule che si chiamano linfociti che viene provocata da alimenti contenenti grano. ci può essere inoltre un’intolleranza agli additivi, quindi ai conservanti alimentari, dei quali di alcuni c’è certezza, come ad esempio i solfiti contenuti nel vino bianco o nello spumante, ma non sono molto comuni. l’unico test da fare in questo caso è quello di scatenamento con i solfiti in dosi in incremento, via via maggiori. infine abbiamo quella che si chiama reattività crociata tra alimenti vegetali e pollini. questa è una cosa molto comune. le persone colpite reagiscono in modo allergico a più sostanze apparentemente indipendenti l’una dall’altra. prendiamo il caso della mela. il principale allergene della betulla si chiama Bet v 1, è presente in alimenti come la mela appunto, la nocciola, la pera, la pesca; è termolabile e gastrolabile, cioè quando si entra in con-tatto con esso sotto forma di polline e arriva negli occhi e nel naso, provoca il raffreddore, quando invece lo si assorbe attra-verso la frutta e la verdura, causa prurito in bocca. ma essendo, come detto, termolabile e gastrolabile, se viene assunto cotto, non da alcun tipo di problema. nel polline di betulacee c’è anche il Bet v 2, un panallergene presente in tanta frutta e verdura e

anche in questo caso, se il cibo viene cotto, non genera reazioni, tranne il sedano che è un po’ più resistente”.

siamo tutti esposti, o c’è una predisposizione genetica?“le allergie aumentano nel tempo. ci stiamo avvicinando rapi-damente al quaranta per cento della popolazione che sarà aller-gica nel duemilaventi. già adesso il trenta per cento ha qualche problema. ricordo sempre però, che per dire di essere allergici bisogna che ci sia un disturbo quando la sostanza alla quale si è positivi è presente nell’aria o nel cibo”.

In trentino com’è la situazione?“come dalle altre parti di italia. il trenta per cento della popo-lazione ha una positività ai vari allergeni. le allergie, come ripe-to, sono in aumento, e anche quelle alimentari. probabilmente influisce da un lato la trasformazione degli alimenti, dall’altro il fato che spesso si prendono farmaci inibitori di pompa che sono quelli per la gastrite e l’ulcera e la secrezione acida. quest’ulti-ma denatura gli alimenti. se ne ho meno, questi possono resi-stere e provocano più facilmente l’allergia”.

esiste un modo per prevenirle? “no. la dieta mediterranea nella madre incinta potrebbe sfavo-rire lo sviluppo di allergie nel bambino ma sono ancora in corso studi che non sono conclusivi”.

gli alimenti che le provocano di più?“la vera e propria allergia alimentare, ossia quella quando un soggetto diventa allergico ad un alimento, senza essere aller-gico ai pollini, è legata sostanzialmente alle proteine del latte, a quelle dell’uovo bianco e rosso ma soprattutto a quelle dell’al-bume, alle proteine della soia e del pesce. nessun alimento non da allergia, al contrario. ma gli altri molto meno rispetto a quelli che ho citato”.

Qualche consiglio che possono seguire i ristoratori, soprattutto nel caso avessero tra i loro clienti, persone allergiche a qualche alimento?

“l’unica cosa che potrei dire è di prestare particolare attenzio-ne se si utilizzano ingredienti che come ho spiegato, possono dare luogo a manifestazioni allergiche. andrebbe specificata nel menù la composizione delle singole pietanze. l’ideale infine sarebbe una collaborazione anche da parte del cliente stesso, che può chiedere informazioni sul contenuto dei piatti, soprat-tutto se già in precedenza ha avuto problemi a tavola”.

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a cura di Furio Battelinidirettore tecnico agraria riva del garda

introdUZione al mondo dell’olio eXtra vergine di oliva (oevo)

“n on è certo una questione di prezzi. Quanto potrà costare un cucchiaio di olio da una

bottiglia che ne costa 10 o 12 euro? ven-ti centesimi? e per questa cifra abdichia-mo al nostro dovere, quello di prenderci cura dei nostri ospiti? un cuoco bravo deve avere come obiettivo quello di far star bene i suoi ospiti, a partire dalla sa-lute. In questo senso l’olio extravergine di oliva è davvero incredibilmente uti-le!” (heinz Beck, rinomato chef de “la per-gola” di “rome cavalieri” – roma, guida “oli d’italia” 2013 del gambero rosso). nella stesura di questo articolo voglio partire dal presupposto che ogni pro-

fessionista dell’alimentare abbia come fine quello di fornire il miglior prodot-to al proprio cliente, e che se ne aves-se l’adeguata conoscenza, a fronte di una maggiore spesa di pochi centesimi, sceglierebbe l’olio extravergine di oliva (oevo) più adeguato ai suoi piatti. il problema per il quale spesso sulle tavole dei ristoranti sono presentati oli di scar-sa qualità è dovuto, quindi, a mancanza di conoscenza: pur essendo l’oevo uno dei prodotti principi della dieta mediter-ranea e un ingrediente fondamentale della cucina italiana, aleggia su di esso, e sugli oli di oliva in generale, una grandis-sima confusione.

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ma come mai in Italia, secondo produttore di oevo e, di gran lunga, primo consumatore al mondo (se ne consuma più del 20% dell’intera produzione), non vi è un’adeguata conoscenza su tale prodotto?

semplicemente per la legge dei gran-di numeri. l’italia è da qualche anno il secondo produttore mondiale, dopo la spagna, di oli d’oliva. la produzione ita-liana non basta all’autoconsumo e da un paio di anni l’italia importa dall’estero più olio di quello che produce (quasi to-talmente dai paesi sul mediterraneo, in particolare dalla spagna, di cui siamo i primi clienti). l’oevo importato è, spes-so, di basso valore e di bassa qualità e in gran parte viene riesportato, miscelato o meno con quello italiano, acquisendo il grande valore aggiunto della prove-nienza italiana (“made in italy” è il terzo marchio al mondo più conosciuto, dopo “coca cola” e “visa”). in italia, le maggio-ri aziende sul mercato degli oli di oliva, sono praticamente solo imbottigliatri-ci, nel senso che acquistano oli sfusi e li imbottigliano, e alcune di esse sono, to-talmente o in parte, di proprietà spagno-la, e commercializzano di conseguenza prettamente oli spagnoli. succede così che le aziende che hanno tutta la filiera produttiva dell’oevo, dalla coltivazione dell’olivo al confezionamento e commer-cializzazione dell’olio da essi derivato, sono dei piccoli “davide” a confronto dei colossi sul mercato (golia), e non resta loro che puntare su produzioni di qualità per giustificare prezzi, che altrimenti non compenserebbero i costi di produzione. fare qualità ha un costo, vale per tutte le cose e vale anche per la produzione dell’oevo. il risultato è che, sotto que-sta inquadratura, è un “vantaggio” per il mercato globale dell’olio, che il consu-matore principale sia quantomeno “poco dotto” su quello che acquista. potrei ag-giungere che l’olio da oliva, come mi è stato insegnato quand’ero studente, è il prodotto alimentare più facilmente sofi-sticabile, ma non voglio dilungarmi oltre: a tal proposito parlano gli innumerevoli sequestri da parte delle forze dell’ordi-ne, che periodicamente si ripetono.

cosa vuol dire produrre un oevo di qualità?

significa raccogliere l’oliva verde, in an-ticipo di maturazione, quando il distac-co dalla pianta è più difficoltoso e non consente la meccanizzazione, con rese

in olio più basse. significa prestare la massima attenzione a non danneggiare l’oliva e lavorarla immediatamente dopo la raccolta. significa, infine, selezionare, analizzare e assaggiare distintamente ogni partita di olio, conservare e confe-zionare l’oevo nella maniera più con-sona (assenza di ossigeno, temperatura controllata). ne consegue che fare qua-lità richiede cura, organizzazione, attrez-zature, un supplemento pesante di ore di lavoro e competenza, in definitiva: costi maggiori.

e arriviamo ora alle due fatidiche domande: il prezzo dell’oevo giustifica sempre la qualità? come fare per distinguere un buon oevo?

purtroppo la risposta alla prima doman-da è: no! alla seconda è più difficile tro-vare una risposta. va detto che vi sono diverse guide agli oevo che danno indi-cazioni sulla qualità, sull’aspetto organo-lettico, sugli abbinamenti e sul prezzo de-gli stessi, che possono dare un notevole aiuto, ma, a mio parere, conta moltissimo l’esperienza. l’oevo non deve essere visto come un semplice condimento, ma come uno strumento fondamenta-le capace di esaltare il piatto. vi è una grandissima ricchezza e differenziazione negli oli di qualità, che se interpretati nel

modo corretto, danno vita a abbinamenti che possono impreziosire in modo stra-volgente il piatto. sono enologo e cultore del vino, ma posso affermare con sicurez-za che è più importante l’abbinamento dell’olio al cibo rispetto a quello del vino, semplicemente perché l’olio è a stretto contatto con la pietanza, e non può esse-re separato dalla stessa. Uno stesso olio non può abbinarsi al meglio a qualunque cibo, ma diversi piatti richiedono diversi oli. si tratta quasi di un gioco, che però può fare la differenza verso il cliente. non esistono regioni italiane che producono più o meno bene, ma esistono in ogni po-sto d’italia degli oli di grande qualità, con caratteristiche differenti (fruttato più o meno intenso, più o meno complesso, amaro e piccante più o meno pronuncia-ti, ecc…). e allo stesso modo anche negli altri paesi produttori esistono oli di ele-vatissima qualità, anche se la differenzia-zione che c’è in italia non è confrontabile con nessun altro paese.concludo con un’ultima considerazio-ne in qualità di produttore di oevo: quello che viene presentato sulla tavo-la dei ristoranti è il nostro biglietto da visita. la legge vieta il rabbocco delle bottiglie, ma so che, purtroppo, è una pratica ancora largamente diffusa, che va ad inficiare fortemente l’immagine del produttore e di tutti gli investimen-ti verso la qualità da lui fatti.

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Il p

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gli agrUmial natUrale o come condimento, sono Una fonte inesaUriBile e gUstosa di vitamine

t ripudio di profumi e colori, fanno venire in mente subito il caldo e il mare, dal sapore agrodolce, che si

prestano a ricette sfiziose e deliziose, da quelle dolci a quelle salate, rimedio natu-rale contro il raffreddamento e i sintomi dell’influenza. gli agrumi, nelle loro innu-merevoli varietà, sono un toccasana gra-zie alle proprietà che contengono, ma rappresentano anche un ideale ingre-diente per dare un tocco in più a primi piatti, secondi e dolci. secondo fonti storiche originari delle re-gioni dell’asia sud-orientale e introdotti in italia nel decimo secolo dai saraceni, pur essendo tipici delle regioni italiane del mediterraneo come la sicilia, la ca-

labria e la campania, hanno trovato nel tempo un habitat ideale anche sulle spon-de del lago di garda dove furono portati dalla riviera ligure nel corso del sec. Xiii dai frati del convento di san francesco di gargnano che realizzarono le prime limonaie lungo le sponde del lago grazie al clima mite presente nella zona. gli agrumi principali sono il limone, la li-metta, l’arancia, il cedro, il bergamotto, il mandarino e i suoi ibridi (per esempio la clementina, il mapo, il mandarancio), il pompelmo, il chinotto. sono frutti par-ticolarmente ricchi di acidi organici, so-prattutto di acido citrico (fino al 6% nei limoni); oltre alla vitamina c, presente nella misura di circa 50 mg per 100 g,

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contengono anche retinolo equivalen-ti (che nell’organismo si trasformano in vitamina a), e le vitamine B1, B2, B3.si consumano al naturale da soli o in ma-cedonia, in spremute, come condimento, per la preparazione di dolci. dalla polpa e dalla buccia si ottengono marmellate, canditi, liquori.l’arancia è il più importante degli agrumi. in cucina va d’accordo un po’ con tutti: il suo succo accompagna carne e pesce,

la scorza profuma risotti, salse, creme e dessert, gli spicchi arricchiscono torte, crostate e insalate. il cedro, profuma-tissimo e dal sapore inconfondibile, si usa perlopiù per piatti freddi come car-pacci di pesce, insalate, gelati, sorbetti e sciroppi. il lime, è usato soprattutto per cocktail e drink, ma si sposa bene anche con i carpacci di pesce e l’avocado per la preparazione di piatti esotici. il limone, spremuto, affettato, grattugiato, è pre-

sente in milioni di ricette e non c’è pesce né torta in cui non si raccomandi qual-che goccia del suo preziosissimo succo. il mandarino può essere usato come so-stituto dell’arancia in molte ricette, par-ticolarmente adatto alla preparazione di dolci. la polpa di pompelmo viene impie-gata soprattutto per condire carni e pesci grassi, mentre con il succo si preparano sorbetti, marmellate, liquori e aperitivi.

IngredIentI per 4 persone

la tartare di salmerino

IngredIentIfiletto di salmerino gr. 160olio extra vergine d'oliva gr. 30Bergamotto gr. 50erba cipollina gr.5sale fino e pepe di macinino q.b.

procedImentotagliare a coltello il filetto di salmerino, condirlo con il bergamotto e l'olio extra vergine d'oliva, aggiungervi il sale, il pepe di macinino e l'erba cipollina, far marinare per almeno due ore prima di utilizzarlo.

il gelato pacossato al limee spUmante trento doc

IngredIentIlime pelato a vivo gr. 125sciroppo di zucchero gr. 100 spumante trento doc gr. 30

procedImentoper prima cosa pelare a vivo i lime, ta-gliarli in quarti e versarli nel bicchiere del paco Jet, aggiungervi lo sciroppo freddo e anche lo spumante.abbattere in negativo alla temperatura di meno 18 gradi.quando il composto sarà abbattuto in negativo "pacossare" la massa fino in fondo, amalgamare bene con l'aiuto di un cucchiaio e servire.

montAggIo del pIAttocon l'ausilio di un cola pasta dare la for-ma alla tartare di salmerino, posizionan-dola nel centro del piatto, tagliare molto sottilmente il pompelmo rosa rosa pelato in precedenza a vivo e posizionarlo vici-no alla tartare, mettere il gelato al lime e spumante in un bicchiere prescelto e de-corarlo con due mezze fette di lime.

posizionare il bicchiere anch'esso vicino alla tartare di salmerino, decorare la tar-tare con un pomodorino confit e con due fili di erba cipollina, per ultimo condire il tutto con un dressing al bergamotto.

la tartare di salmerino marinato al Bergamotto ed erBa cipollina... accompagnato con carpaccio di pompelmo rosa e gelato pacossato al lime e spumante trento doc

steFAno goller executive cheF

la ricetta

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PergineValsugana

Riva delGarda

Lavarone

Faver

Pozza di Fassa

Andalo

Tonadico

Mezzocorona

Cavalese

ClesMalè

Rovereto

Vezzano

Tione di TrentoBorgo Valsugana

TRENTO

BOLZANO

Egna(Neumarkt)

Merano(Meran)

Silandro(Schlanders)

Vipiteno(Sterzing)

Bressanone(Brixen)

Bornech(Bruneck)

Alta Valsuganae Bersntol

Alto Garda e Ledro AltopianiCimbri

Valle di Cembra

Fascia

Paganella

PrimieroRotaliana-

Königsberg

Val di Fiemme

Val di Non

Val di Sole

Vallagarina

Valledei

Laghi

Valli Giudicárie Valsugana e Tesino

Oltradige-Bassa Atesina

(Überetsch-Unterland)

Salto-Sciliar(Salten-Schlern)

Burgraviato/(Burggrafenamt)Val Venosta

(Vinschgau)

Alta Valle Isarco(Wipptal)

Valle Isarco(Eisacktal)

Val Pusteria(Pustertal)

ALTO ADIGE(SÜDTIROL)

TRENTINO

Ap

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DoMenICA 26 MAGGIoore 9.30partenza direzione trento, verso la val di cembra, cavalese, moena e canazei.sosta e pranzo presso l’hotel lupo Bianco di canazei.

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