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Parrocchia Madonna delle Rose APRILE 2013 Mensile d’informazione e approfondimento Insieme Anno della fede DIO PADRE ONNIPOTENTE Nel “Credo” noi affermiamo di credere in “Dio Padre Onnipotente”; lo ripetiamo quando diciamo che il Figlio salito in cielo “siede alla destra di Dio Padre onnipotente”. L’onnipotenza di Dio fa parte della fede cristiana; a ben vedere tutti coloro che credono in un Dio pensano anche che sia onnipotente (verrebbe da dire: se no che Dio è!). Ma è necessario fare alcune precisazioni per non crearsi delle aspettative che, se non esaudite, lasciano il posto ad un senso di delusione che porta alla perdita della fede. Quando pensiamo che Dio sia Onnipotente, spontaneamente, ci viene da pensare che sia Onnipotente perché può fare tutto, può fare quello che gli pare e piace. Bisogna stare attenti a dire che Dio può fare quello che gli pare e piace, come se potesse agire a capriccio, secondo la luna del momento. Provate a pensare quanto è pericoloso un dittatore che può fare quello che gli pare e piace, perché nessuno gli può dire niente, e che avesse anche a disposizione la bomba atomica. Noi non adoriamo semplicemente l’onnipotente, ma Colui che chiamiamo Padre Onnipotente. Onnipotente è l’aggettivo, Padre è il sostantivo; per noi l’onnipotenza divina non è la forza indiscriminata di un potente che secondo l’umore del momento decide che una cosa è giusta o sbagliata, è buona o cattiva, è da tenere o da ammazzare. Dio è un Padre Onnipotente, è Colui che ci fa vedere la potenza dell’amore di un Padre, la potenza di un amore che non indietreggia di fronte a nulla, di un amore ostinato che è più grande di ogni rifiuto e che niente e nessuno può spegnere. E’ un amore onnipotente. La Bibbia dice che “tutte le vie di Dio sono verità e grazia”; vuol dire che Dio opera per il bene – non farà mai diventare bene il male e male il bene – e che tutte le sue opere sono motivate dall’amore. Dio può fare tutto quello che può fare l’amore di un padre. Dio è amore, Dio può fare tutto quello che può fare l’amore. Tutto quello che è contrario all’amore Dio non lo può fare. E questa è la nostra pace, perché Dio non smetterà mai di essere buono, e il male non avrà mai il sopravvento su di Lui. Dire che Dio è Padre Onnipotente vuol dire che non c’è niente e nessuno che possa opporsi alla pari a Lui. Egli è il creatore di tutte le cose e tutto esiste per la sua azione creatrice. Il suo dominio universale lo rende indulgente con tutte le cose. Vi invito a leggere il capitolo 11 e 12 del libro della Sapienza per purificare la vostra idea di onnipotenza di Dio: “tu padrone della forza, giudichi con mitezza, ci governi con molta indulgenza, perché il potere lo eserciti quando vuoi” (Sap 12, 18). La mitezza di Dio noi la giudichiamo debolezza, oppure, lontananza e disinteresse.

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Parrocchia Madonna delle Rose APRILE 2013

Mensile d’informazione e approfondimento

Insieme

Anno della fede

DIO PADRE ONNIPOTENTENel “Credo” noi affermiamo di credere in “Dio Padre Onnipotente”; lo ripetiamo quando diciamo che il Figlio salito in cielo “siede alla destra di Dio Padre onnipotente”. L’onnipotenza di Dio fa parte della fede cristiana; a ben vedere tutti coloro che credono in un Dio pensano anche che sia onnipotente (verrebbe da dire: se no che Dio è!). Ma è necessario fare alcune precisazioni per non crearsi delle aspettative che, se non esaudite, lasciano il posto ad un senso di delusione che porta alla perdita della fede.Quando pensiamo che Dio sia Onnipotente, spontaneamente, ci viene da pensare che sia Onnipotente perché può fare tutto, può fare quello che gli pare e piace. Bisogna stare attenti a dire che Dio può fare quello che gli pare e piace, come se potesse agire a capriccio, secondo la luna del momento. Provate a pensare quanto è pericoloso un dittatore che può fare quello che gli pare e piace, perché nessuno gli può dire niente, e che avesse anche a disposizione la bomba atomica. Noi non adoriamo semplicemente l’onnipotente, ma Colui che chiamiamo Padre Onnipotente. Onnipotente è l’aggettivo, Padre è il sostantivo; per noi l’onnipotenza divina non è la forza indiscriminata di un potente che secondo l’umore del momento decide che una cosa è giusta o sbagliata, è buona o cattiva, è da tenere o da ammazzare.Dio è un Padre Onnipotente, è Colui che ci fa vedere la potenza dell’amore di un Padre, la potenza di un amore che non indietreggia di fronte a nulla, di un amore ostinato che è più grande di ogni rifiuto e che niente e nessuno può spegnere. E’ un amore onnipotente.La Bibbia dice che “tutte le vie di Dio sono verità e grazia”; vuol dire che Dio opera per il bene – non farà mai diventare bene il male e male il bene – e che tutte le sue opere sono motivate dall’amore.Dio può fare tutto quello che può fare l’amore di un padre. Dio è amore, Dio può fare tutto quello che può fare l’amore. Tutto quello che è contrario all’amore Dio non lo può fare. E questa è la nostra pace, perché Dio non smetterà mai di essere buono, e il male non avrà mai il sopravvento su di Lui.Dire che Dio è Padre Onnipotente vuol dire che non c’è niente e nessuno che possa opporsi alla pari a Lui. Egli è il creatore di tutte le cose e tutto esiste per la sua azione creatrice. Il suo dominio universale lo rende indulgente con tutte le cose. Vi invito a leggere il capitolo 11 e 12 del libro della Sapienza per purificare la vostra idea di onnipotenza di Dio: “tu padrone della forza, giudichi con mitezza, ci governi con molta indulgenza, perché il potere lo eserciti quando vuoi” (Sap 12, 18).La mitezza di Dio noi la giudichiamo debolezza, oppure, lontananza e disinteresse.

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Il saluto del Parroco − segue dalla prima pagina −

Dio governa il mondo ma non chiediamogli di arrivare dappertutto a tappare i buchi, alla maniera di un prestigiatore che come per incanto aggiusta tutte le cose, quasi facendo finta che non sia successo niente. Noi vorremmo che Dio non permettesse tante cose, che Dio facesse sì che tante azioni fatte dagli uomini non avessero delle conseguenze, come se invece di essere vere, fossero solo una recita come in un film. Per noi è difficile accettare che Dio ci prenda sul serio, che le nostre azioni siano vere, che abbiano delle vere conseguenze, che Dio non abbia fatto finta di darci un compito, ma ci abbia affidato una missione vera. Questo vuol dire che se facciamo il bene abbiamo bene, se facciamo il male creiamo male, e lo creiamo davvero!Dio non vuole il male, ma vuole davvero che noi siamo artefici e costruttori della nostra umanità. Dio non è grande perché fa tutto Lui, ma perché ci ha fatti grandi. Ci ha fatti costruttori della nostra vita. La Bibbia dice che ci ha fatti “quasi come Dio”. La grandezza dell’uomo fa sì che sia capace di fare cose grandi; ma grande non vuol dire perfetto e così può fare cose grandi nel bene e, purtroppo, anche nel male.L’onnipotenza di Dio Padre non si manifesta nel fatto che Dio impedisca all’uomo di fare il male, ma nel fatto che non c’è situazione di male che Dio non sia capace di visitare con la sua grazia e di realizzare il suo disegno d’amore “servendosi” anche del male. Il male rimane male e Dio non lo vuole, ma là dove si rende presente il male si crea anche una condizione che può aprire uno spiraglio ad un altro bene più grande. Non c’è nulla che possa vanificare il piano di amore di Dio, Dio è sempre più grande di ogni cosa. La cattiveria degli uomini che hanno messo in croce Gesù è servita per realizzare il suo sacrificio d’amore; la cosa più orribile che si potesse fare ha dato origine alla cosa più meravigliosa che ci potesse essere.

Ripensando a come sono andate le cose, l’apostolo Pietro vede che in Gesù si è realizzata la profezia predetta dal salmista: “La pietra scartata dai costruttori è diventata testata d’angolo” (sal 118). Quel Gesù che sembrava finito e aver totalmente fallito è diventato Signore di ogni cosa; la sua morte non è stata la fine ma la condizione per diventare il Signore della vita che sconfigge la morte. Dio non ha le mani legate; non c’è situazione fallimentare che Dio non sia capace di visitare ed aprire ad una novità di vita. Dio non è il burattinaio che muove le marionette, ma Colui che ci dà l’intelligenza, il cuore e le nostre qualità per realizzare il suo piano d’amore. E’ piaciuto a Dio governare il mondo dandoci la nobiltà e la grandezza di

essere cooperatori nel disegnare la nostra storia. Chiediamogli che ci aiuti a compiere la nostra opera, senza angoscia come se il mondo lo tenessimo in piedi noi, e senza terrore o disperazione come se non ci sia rimedio al male che abbiamo fatto.

Dio Padre Onnipotente perché nessuno può strapparci dalla sua mano; Onnipotente perché tutto può ordinare per realizzare il suo piano d’amore, così che tutto concorra al bene; Onnipotente perché tiene in mano il nostro cuore per attrarlo al bene. Onnipotente perché con i “piccoli” fa grandi cose. Onnipotente perché in Gesù Cristo ha vinto i nemici più grandi dell’uomo: il peccato - il male che corrompe il cuore - la morte, dalla quale nessuno può scappare. Onnipotente perché l’amore è immortale.

P. Mario, parroco

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Santi e beati domenicani a cura di Antonella D’Elia laica o.p.

San Vincenzo FerrerValencia (Spagna), 1350 - Vannes (Bretagna, Francia), 1419

Il 5 aprile si festeggia san Vincenzo Ferrer, frate domenicano n a t o a Va l e n c i a (Spagna) intorno al 1350, quando la C h i e s a d o v e v a affrontare il grande scisma d’Occidente e la coesistenza prima di due papi e poi di tre.

Due mesi dopo il ritorno definitivo da

Avignone a Roma, papa Gregorio XI muore nel marzo 1378. E nell’Urbe tumultuante ("Vogliamo un papa romano, o almeno italiano"), i cardinali, in maggioranza francesi, eleggono il napoletano Bartolomeo Prignano (Urbano VI). Ma questi si scontra subito con i suoi elettori, e la crisi porta a un controconclave in settembre, nel quale gli stessi cardinali fanno Papa un altro: Roberto di Ginevra (Clemente VII) che tornerà ad Avignone. Così comincia lo scisma d’Occidente, che durerà 39 anni. La Chiesa è spaccata, i regni d’Europa stanno chi con Urbano e chi con Clemente. Sono divisi anche i futuri santi: Caterina da Siena (che ha scritto ai cardinali: "Oh, come siete matti!") è col Papa di Roma. E l’aragonese Vincenzo Ferrer (chiamato anche Ferreri in Italia) sta con quello di Avignone, il cardinale de Luna, divenuto papa con il nome di Benedetto XIII, al quale ha aderito il suo re, che lo nomina suo confessore, cappel lano domestico, penitenziere apostolico.

Vincenzo è un dotto frate domenicano, insegnante di teologia e filosofia a Lérida e a Valencia, autore poi di un trattato di vita spirituale ammiratissimo nel suo Ordine, si rese conto, seguendo da vicino anni prima il cardinale de Luna, che la Chiesa aveva più che mai bisogno del ripristino dell'unità e della

riforma morale. Incominciò allora la sua intensa attività di predicazione. Mentre le gerarchie si combattevano, lui manteneva l’unità tra i fedeli.

Nel 1398 si ammala e ha una visione nella quale gli appare Gesù accompagnato da san Domenico e san Francesco. Il Signore tocca la guancia del malato e gli ordina di mettersi in viaggio e conquistare molte anime. Vincenzo lascia allora Avignone ed intraprende vere e proprie campagne di predicazione in Spagna, Svizzera e Francia, in cui parla dell'Anticristo e del giudizio finale. Vent’anni di predicazione, milioni di ascoltatori raggiunti dalla sua parola viva, che mescolava il sermone alla battuta, l ’ invett iva contro la rapacità la ica ed ecclesiastica e l’aneddoto divertente, la descrizione di usanze singolari conosciute nel suo viaggiare... E non mancavano, nelle prediche sul Giudizio Universale, i tremendi annunci di castighi, con momenti di fortissima tensione emotiva.

Autorevole, ma sempre più inquieto, per la divisione della Chiesa. A un certo punto ci si trova con tre Papi, ai quali il Concilio riunito a Costanza, in Germania, dal novembre 1414, chiede di dimettersi tutti insieme, aprendo la via all’elezione del Papa unico. Ma uno dei tre resta irremovibile: Benedetto XIII, appunto. Allora, dopo tante esortazioni e preghiere inascoltate, viene per Vincenzo la prova più dura: annunciare a quell’uomo irriducibile, che pure gli è amico: "Il regno d’Aragona non ti riconosce più come Papa". Doloroso momento per lui, passo importante per la riunificazione, che avverrà nel 1417. Contribuisce così in modo dec i s i vo a l l a f i ne de l l o s c i sma e a l miglioramento dei costumi. Andò camminando e predicando e la morte non poteva che coglierlo in viaggio: a Vannes, in Bretagna nel 1419.

Fu proclamato santo nel 1458 da papa Callisto III.

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II DOMENICA di PASQUA

FESTA DELLA DIVINA MISERICORDIAIstituita dal Papa Beato Giovanni Paolo II per ispirazione e volontà di Santa Faustina

Kowolska, secondo quanto Gesù le ha rivelato.

Ecco alcuni brani del suo diario:

"L'Anima che venererà questa immagine non perirà. Le prometto, ancora sulla Terra, la vittoria sui nemici, ma specialmente in punto di morte.

Io, il Signore, la proteggerò come Mia Gloria. I raggi del Mio Cuore significano Sangue ed Acqua, e riparano le Anime dall'ira del Padre Mio. Beato chi vive alla loro ombra, poiché non lo raggiungerà la mano della Giustizia Divina.

Proteggerò, come una madre protegge il suo bambino, le anime che diffonderanno il culto alla Mia Misericordia, per tutta la loro vita; nell'ora della loro morte, non sarò per loro Giudice ma Salvatore.". La preghiera di venerazione che Gesù ha dettato è la seguente:

O ACQUA E SANGUE CHE SCATURISCI DAL CUORE DI GESU' COME SORGENTE DI MISERICORDIA PER NOI IO CONFIDO IN TE.

"Io do all'umanità un vaso col quale potrà andare ad attingere le grazie alla sorgente della Misericordia: questo vaso è l'immagine con questa iscrizione: "Gesù, io confido in Te!".

Questa immagine deve continuamente ricordare alla povera umanità l'infinita Misericordia di Dio. Chiunque avrà esposta ed onorata, nella sua casa, la Mia Divina Effigie sarà preservato dal castigo. "Quanto più grande è la miseria degli uomini, tanto maggior diritto hanno alla Mia Misericordia, perché desidero salvarli tutti. Scrivi che prima di venire come Giudice, spalancherò tutta la grande porta della Mia Misericordia. Chi

non vuol passare da questa porta, dovrà passare per quella della Mia Giustizia.

La sorgente della Mia Misericordia è stata aperta dal colpo di lancia sulla Croce, per tutte le Anime. Non ne ho esclusa nessuna. L'umanità non troverà né tranquillità né pace finché non si rivolgerà alla Mia Misericordia. Dì all'umanità sofferente che si rifugi nel Mio Cuore Misericordioso, ed Io la ricolmerò di pace."

"Desidero che la prima domenica dopo Pasqua sia la Festa della Mia Misericordia. Figlia Mia, parla a tutto il mondo della Mia incommensurabile Misericordia! L'Anima che in quel giorno si sarà confessata e comunicata, otterrà piena remissione di colpe e castighi. Desidero che questa Festa si celebri solennemente in tutta la Chiesa."

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Santa Faustina Kowalska, l'apostola della Divina Misericordia, appartiene oggi al gruppo dei santi della Chiesa più conosciuti. Attraverso lei il Signore manda al mondo il grande messaggio della misericordia Divina e mostra un esempio di perfezione cristiana basata sulla fiducia in Dio e sull'atteggiamento misericordioso verso il prossimo.

Santa Faustina nacque il 25 agosto 1905, terza di dieci figli, da Marianna e Stanislao Kowalski, contadini del villaggio di Glogowiec (attualmente diocesi di Wloclawek - Polonia). Fin dal settimo anno di vita avvertì nella sua anima la vocazione religiosa, ma non avendo il consenso dei genitori per entrare nel convento, cercava di sopprimerla. Sollecitata poi da una visione di Cristo sofferente, partì per Varsavia dove il 10 agosto del 1925 entrò nel convento delle Suore della Beata Vergine

Maria della Misericordia. Col nome di Suor Maria Faustina trascorse in convento tredici anni in diverse case della Congregazione, soprattutto a Cracovia, Vilnius e Plock, lavorando come cuoca, giardiniera e portinaia.

All'esterno nessun segno faceva sospettare la sua vita mistica straordinariamente ricca. Svolgeva con diligenza tutti i lavori, osservava fedelmente le regole religiose, era riservata, silenziosa e nello stesso tempo piena di amore benevolo e disinteressato. La sua vita apparentemente ordinaria, monotona e grigia nascondeva in sè una profonda e straordinaria unione con Dio.

Gli anni della sua vita religiosa abbondarono di grazie straordinarie: le rivelazioni, le visioni, le stigmate nascoste, la partecipazione alla passione del Signore, il dono di leggere nelle anime, il dono della profezia e il raro dono del fidanzamento e dello sposalizio mistico.

La missione di Suor Faustina è stata descritta nel "Diario" che essa redigeva seguendo il desiderio di Gesù e i suggerimenti dei padri confessori, annotando fedelmente tutte le parole di Gesù e rivelando il contatto della sua anima con Lui. Il Signore diceva a Faustina:

Segretaria del Mio mistero più profondo, ...il tuo compito più profondo è di scrivere tutto ciò che ti faccio conoscere sulla Mia misericordia, per il bene delle anime che leggendo questi scritti proveranno un conforto interiore e saranno incoraggiate ad avvicinarsi a Me (D., p. 557).

Suor Faustina, distrutta dalla malattia e da varie sofferenze che sopportava volentieri come sacrificio per i peccatori, nella pienezza della maturità spirituale e misticamente unita a Dio, morì a Cracovia il 5 ottobre 1938 all'età di appena 33 anni. Il 18 aprile del 1993, sulla piazza di San Pietro a Roma, il Santo Padre Giovanni Paolo II l'ha beatificata e il 30 aprile 2000, Anno del Grande Giubileo del 2000, l'ha canonizzata.

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A.A.Animatori... l'inserto dei Ciofani per i Ciofani

MANI PER TUTTI, TUTTI PER MANO!!!TORINO-BOLZANO DI NUOVO INSIEME!!!

Dopo le vacanze estive e la grande impresa della Missione della scorsa primavera il nostro Gruppo Giovani si è rincontrato con il Gruppo Giovani di Bolzano il 09-10 Marzo a Onè (Verona)!!!Questa avventura cominciata ormai 4 anni fa grazie all’impegno e alla perseveranza di Fra Beppe e Padre Davide continua ed io personalmente mi ritrovo ad attendere con ansia questi momenti in cui riusciamo a stare tutti insieme.Abbiamo trascorso due giorni all’insegna dell’allegria per confrontarci su come poter essere meglio un Gruppo, per darci una mano a camminare insieme, per prendere esempio dall’amore di Cristo per noi, che ci “amò fino alla fine”. Anche noi dobbiamo imparare ad essere più indulgenti con chi ci è vicino e più generosi nel dare senza aspettarci per forza qualcosa in cambio.Il confronto tra i nostri due gruppi ci aiuta a crescere facendoci capire dove e come potremmo migliorare, per far si che il nostro cammino proceda, ci rassicura sapere che purtroppo non solo nel nostro gruppo ci sono persone che si sono allontanate o capitano discussioni che possono creare delle divisioni, ma parlandone assieme, vedendo le situazioni dall’esterno, si cerca di capire dove si è sbagliato per cercare di non ripetere più gli stessi errori. A volte nei nostri gruppi si passa un sacco di tempo insieme, ma non ci si conosce davvero, si tende a parlare o a stare sempre con le stesse persone, ma per stare bene insieme bisogna aprire gli occhi ed il cuore e conoscersi per capirci e per non avere incomprensioni bisogna aver coraggio e parlarsi chiaro, perché così facendo si possono scoprire delle bellissime persone e possono nascere delle fantastiche amicizie.Ringrazio per questi momenti di Comunità, in cui si riesce a stare serenamente tutti insieme a collaborare l’uno con l’altro anche per le piccole cose come apparecchiare tavola o lavare i piatti. Non importa se viviamo tutto l’anno a chilometri di distanza e se le occasioni per vederci sono rare, basta rincontrarci ed il tempo sembra non essere passato.

! ! Carla Debernardi

“Sii generoso con gli amici perché ti vogliano ancora più bene. Sii generoso con i nemici perché ti divengano amici.”! (Cleobulo)

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A.A.Animatori... l'inserto dei Ciofani per i Ciofani

L a G r a n d e V i t t o r i aEra il 3 di marzo quando nove bambini della classe 5a elementare alle ore 14 partirono per la trasferta

del Natale del Signore.

Arrivammo con largo anticipo, provammo le ultime tattiche in

un giardinetto vicino, e poi via verso la grande sfida.

Ci accolsero con molto entusiasmo e ci portarono in un cortile.

Fecero giocare i bambini per circa mezz'ora e poi iniziò la

grande sfida.

Al nostro gruppo fu assegnata una ragazza di nome Giorgia;

piena di grinta e di volontà era un'ottima guida per i nostri ragazzi.

Il percorso era suddiviso in quattro prove:

1. i ragazzi dovevano far canestro con delle palline di carta; prendemmo 7 punti

2. dovevano riempire una bacinella con una spugna a sua volta bagnata fradicia d'acqua

3. ricordarsi degli oggetti e riscriverli su un foglio

4. “Indovina chi” con i cartoni animati

Finimmo i giochi racimolando la quota di 37 punti.

I bambini, curiosi dell'esito finale, chiedevano a noi allenatori‑animatori se sapevamo qualcosa, ma noi

niente.

Poi arrivò il momento della premiazione. Chiamarono i quarti e... non eravamo noi. I terzi e... non

eravamo noi. I secondi... e non eravamo noi!

Eravamo arrivati primi!!! Una grade soddisfazione per noi e per i bambini che non riuscivano a credere

a quanto era successo.

BRAVI RAGAZZI ! ! Alessandro Rosa

“L'importante non è ciò che facciamo, ma quanto amore mettiamo in ciò che facciamo; bisogna fare piccole cose

con grande amore.” (Madre Teresa di Calcutta)

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A.A.Animatori... l'inserto dei Ciofani per i Ciofani

N O V E L L I N OEpisodi inconsueti, strani, comici con protagonisti i giovani di MdR

Nell’iniziar lo racconto di una nuova storia, sveliamo l’identità del protagonista della scorsa novella: l’abile giocatore di nascondino era (ed è) Andrea Galluzzo, chierichetto di lungo corso della nostra parrocchia.

Era il mese di luglio dell’anno 2012 d.C. quando un gruppo di ragazzi delle medie, accompagnato da un gruppo di otto animatori, si è ritirato per una settimana a Pian della Mussa. Tra gli animatori ve n’era uno particolare: Carlo. Egli, in quanto seminarista, aveva ricevuto dagli altri sette il titolo di “responsabile delle preghiere”, titolo che, in un ritiro parrocchiale, è di fondamentale importanza!

Durante i giorni di campo gli animatori capirono che la preghiera preferita dal prode Carlo era il “Gloria”. Da cosa lo capirono? Tendenzialmente dal fatto che il seminarista soleva recitarla per ogni accadimento della giornata e le aggiungeva enfasi all’arrivo del caffè, suo grande amore. Quando arrivava la nera bevanda, infatti, gli occhi del giovane assumevano un altro aspetto, paragonabile a quello degli occhi dei pargoli quando vedono sotto l’albero di Natale un mucchio di pacchetti. Per questa sua propensione alla preghiera, Carlo era spesso canzonato dagli altri animatori, che, sempre in modo amichevole, gli dicevano “deh, sei sceso dalle scale sano e salvo, non glorifichi il Signore?”. Un forte spirito di sopportazione (o forse solo il caffè) riuscì a far sì che il responsabile alle preghiere non compisse una strage di animatori.

Il campo andò avanti così fino all’ultima sera. Erano i ragazzi andati a dormire quando, terminata la preghiera degli animatori (ovviamente condotta da Carlo), quelli che erano stati i custodi degli animati salirono sul tetto della casa. Sedutisi, parlarono a lungo di quanto belli erano stati quei giorni, ricordarono alcuni simpatici aneddoti e.. alzarono gli occhi al cielo. La vista era di quelle che restano impresse nella memoria per lustri e lustri: un cielo completamente stellato! Gli animatori restarono a bocca aperta; mai infatti gli era capitato di assistere a tale spettacolo della natura. Prese così la parola Carlo, “Ragazzi, rimirate lo cielo stellato, è bellissimo! Diciamo dunque un Gloria per ringraziare il Signore di siffatto splendore!”. I sette si guardarono tra di loro e scoppiarono in una fragorosa risata, che investì anche il promotore della preghiera allo spettacolo delle stelle. Terminata la risata, recitarono tutti il Gloria, che forse era più per lo tempo magnifico et indimenticabile, che per lo cielo condito di puntini bianchi.

Daniele Domenico Adamo Lorenzo D’Agostino

“Chi non apprezza la satira, la comicità, l'ironia, e peggio ancora il senso dell'umorismo, non può che condurre una vita stupida e miserabile.” (Carl William Brown)

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Tempo  d 'es tateDomenica   13   gennaio   è   iniziata   l’estate,   almeno   per   noi.   Era   infatti   la   sera   di   quella   domenica  nuvolosa,   il  momento  scelto  per  il  primo   incontro   in  vista  dell’Estate  Ragazzi.   La  riunione,  stabilita  per  le  ore  21,  è  andata  avanti  normalmente  fino  alle  21.01,  quando  i  coordinatori  “storici”  (Gabriele,  Gabrielino,  Lorenzo,  Francesca,  Carla)  hanno  pronunciato  la  frase  “quest’  anno  i  coordinatori  sarete  voi!”.  In  saletta  è  scesa  l’atmosfera  “signora,  lei  aspetta  un  bambino”,  quell’atmosfera  sì  di  felicità,  ma  anche  di  consapevolezza  di  una  grande  responsabilità.    Ciò  nonostante  i  senatori  ci  stanno  aiutando  nell’organizzazione  dell’Estate  Ragazzi  e  saranno  comunque  presenti,  magari  non  sempre,  durante  le  giornate  di  attività.  

Il  compito   che  ci  è  stato  affidato  è  molto  arduo,  ma  nel  nostro  caso   lo   è  ancor  di  più,   a  causa  della  nostra   giovane   età.   Il   fatto   che   ci   siano   animatori   più   grandi   di   noi   coordinatori   sarebbe   un  grandissimo  problema,  qualora  non  riuscissimo  ad  instaurare  un  bel  rapporto  con  loro.  Il  bello  della  nostra  Estate  Ragazzi  però  è  questo:  ormai  ci  conosciamo  tutti  e,  salvo  qualche  “new  entry”,  siamo  la  stessa   squadra  da  un  paio  di   anni   a  questa  parte.  Contiamo   quindi   su  questa   grande  amicizia   che  lega   tutti   noi,   per   la   buona  riuscita  delle   attività   estive  e   speriamo   di   inserire   i   nuovi   arrivati   (i  ragazzi   del   1998,   ai   quali   va  un  augurio  speciale   per  questa   loro   prima  esperienza)   in  questo   bel  clima.

Tra  i  tantissimi  animatori   che  hanno  preso  parte  al  corso  di  formazione  tenutosi  a  marzo,  abbiamo  notato  che  più  della  metà  fanno  parte  dei  nostri  gruppi  parrocchiali.  Questo  dato,  oltre  a  far   felice  padre  Mario,  è  segno  di  un  vero  e  proprio  senso  di  appartenenza  alla  nostra  comunità  e,   contando  che   l’Estate   Ragazzi   è   un’ottima   pubblicità   per   i   vari   gruppi   dopo-­‐cresima,   speriamo   di   veder  crescere  la  percentuale  l’anno  prossimo!

A  proposito  di  corso  di  formazione..  è  appena  terminato  e  vogliamo  ringraziare  (oltre  ai  60  aspiranti  animatori   che   hanno   partecipato)   Giulio,   membro   del   nostro   gruppo   scout,   che   ha   tenuto   un  incontro   sul   rapporto   tra   animatori   e   animati,   Matteo   Massaia   dell’Acr,   che   ci   ha   parlato  dell’importanza  del  gioco  e  l’esplosivo  don  Valter,  che,  dalla  lontanissima  Agnelli,  ci  ha  raggiunti  per  farci  capire  l’aspetto  religioso  di  un’Estate  Ragazzi  condotta  in  una  parrocchia.  

A   metà   aprile   inizierà   la   vera   programmazione   delle   attività,   con   gli   animatori   impegnati   a  organizzare   tutto   ciò   che   serve   per   rendere   cinque   settimane   estive   divertenti   e   formative   allo  stesso  tempo.  

Con  la  convinzione  di  avere  tanto  da  dare  a  quest’Estate  Ragazzi  e  di  essere  circondati  da  persone  collaborative  e  propositive,   ci  mettiamo   in  moto  per  regalare  a  tutti   i   bambini   un’estate  all’altezza  delle  loro  aspettative.

       Daniele  Adamo,  Michela  Tigani,  Francesca  Torelli

Ah,   come  le  miss   ringraziano   i   loro   genitori   per   “essere  arrivate   fino   a  qui”,   il   nostro   più   grande  grazie   va   a   Gabriele   Barolo,   Gabriele   Romeo,   Carla   Debernardi,   Lorenzo   D’Agostino   e   Francesca  Ingrosso,   che,   oltre  a  darci   la   loro   fiducia,   ci   hanno   insegnato   e  ci   stanno   insegnando   un  sacco  di  cose.  Grazie!

“Trovarsi insieme è un inizio, restare insieme un progresso, lavorare insieme un successo.” (Henry Ford)

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FRANCESCO… UNO DI NOITutta l’elezione minuto per minuto, con le emozioni scaturite dai cuori dei nostri cantori

13 MARZO 2013 - ORE 19,06La fumata bianca è finalmente arrivata (forse con un pizzico di sorpresa per la celerità): le campane hanno incominciato a suonare a festa e Piazza San Pietro è diventata un catino di fedeli festanti ed elettrizzati.Nel momento dell'elezione ero al telefono con la mia mamma che viaggiava in treno e la tenevo informata sull'evolversi della nomina: l’emozione è stata così forte che i miei occhi si sono riempiti di lacrime di gioia.Il toto-Papa, anche se stava volgendo al termine, entrava invece nel vivo: chi di noi non ha fatto il suo pronostico!In famiglia sono cominciate le prime discussioni:“Speriamo che questo nuovo Papa porti una ventata fresca”!“Sarà la volta nuova per il primo Papa di colore”?“Secondo me verrà dall’estremo oriente, l’hai visto in questi giorni… è giovane e sorridente”!“Dopo due Papi stranieri, probabilmente sarà la volta di un italiano”!… però il tempo sta passando ed ancora non esce nessuno!

Ore 20,14 si apre la porta del balcone che si affaccia su Piazza San Pietro:“Annuntio vobis gaudium magnum; HABEMUS PAPAM:Eminentissimum ac Reverendissimum Dominum, Dominum GEORGIUM MARIUMSanctae Romanae Ecclesiae Cardinalem BERGOGLIOqui sibi nomen imposuit FRANCISCUM”

Questa frase dà sempre un effetto strano ed una commozione particolare, così come il momento prima di sentire il nome scelto dal nuovo Papa.Un attimo di sconcerto si è impossessato di me perché, onestamente, non sapevo chi fosse; così ho cominciato a sentire tutto ciò che i giornalisti raccontavano della sua vita… ma ad un tratto si è affacciato al balcone.

Appena ho sentito la parola “Buonasera”, ho avvertito una sensazione di pace, ma soprattutto Papa Francesco mi ha trasmesso una semplicità fuori dal comune, a tal punto che sembrava quasi di averlo accanto.L'ho trovato dolce e comunicativo, oltre che una persona educata, umile e spiritosa, e nonostante i km di lontananza, sembrava che parlasse nelle nostre case: ciò, mi ha portato un’assoluta serenità nell’animo.Così, come se niente fosse, in casa

abbiamo cominciato a cantare le canzoni imparate negli ultimi mesi al coro: una felicità inspiegabile ci aveva pervaso tutto il corpo.Ma quando nella sua semplicità ed umiltà ci ha chiesto di far silenzio e di pregare per lui, è calato un silenzio che, anche se dalla tv, si poteva percepire la grande unità che in pochi istanti era riuscito a creare non solo con le persone in San Pietro, ma anche con chi si trovava nei posti più diversi del Mondo.

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Il suo messaggio di umiltà e povertà spero possa far rinascere quella fede che si è un po’ persa per strada e che si comincino così ad apprezzare le piccole cose della vita.Questo discorso, ed i numerosi gesti di carità ed umiltà che ha operato nei giorni seguenti, non hanno fatto altro che confermare la mia prima impressione: è una persona che ama tanto i bambini; una persona con un volto che esprime bontà e sobrietà; UNA PERSONA DI CUI CI SI PUÒ FIDARE.È il Papa giusto per noi giovani perché con le sue parole ci fa sperare ci possa essere un futuro migliore.Papa Francesco ha conosciuto la povertà in tutti i suoi aspetti, pertanto, sono sicuro che sarà capace di insegnarci ad avere il cuore più ricco.

Il suo modello di vita, la sua vicinanza ai poveri ed ai deboli, la sua grande semplicità, ha sicuramente fatto breccia nel cuore di tutti, credenti e non, e sono

convinto che molti si avvicineranno alla chiesa grazie alla sua presenza.Papa Francesco mi ha dato anche l’impressione di un uomo con una forte personalità e che, nonostante le sembianze dolci e pacate, sia comunque un grande pastore pronto a difendere il proprio gregge con tu t t e l e sue ene rg i e e possibilità.Spero, quindi, che abbia la forza di prendere per mano la comunità cristiana risollevandola da questa crisi spirituale che la Chiesa sta affrontando.

Che il Signore lo benedica e la Madonna lo custodisca sempre: noi preghiamo per lui!

Corale Parrocchia MADONNA DELLE ROSE – TO

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Pagine Scout

Scout per LiberaCome utilizziamo i soldi raccolti?

Quest’anno nel mese di agosto parteciperemo ad un campo organizzato da Libera chiamato “E!state Liberi”. E’ per questo che ci siamo rimboccati le maniche e preparato marmellate d’arance per autofinanziarci il viaggio! Quelle stesse arance provengono dalla cooperativa “Valle del Marro” nella Piana di Gioia Tauro, da uno dei terreni confiscati alla mafia locale dove andremo a fare volontariato ma non solo..

L'obiettivo principale dei campi di volontariato sui beni confiscati alle mafie è quello di diffondere una cultura fondata sulla legalità e giustizia sociale che possa efficacemente contrapporsi alla cultura della violenza, del privilegio e del ricatto. Caratteristica fondamentale di E!State Liberi è l'approfondimento e lo studio del fenomeno mafioso tramite il confronto con i familiari delle vittime di mafia, con le istituzioni e con gli operatori delle cooperative sociali.

L'esperienza dei campi di lavoro ha tre momenti di attività diversificate: il lavoro agricolo o attività di risistemazione del bene, la formazione e l'incontro con il territorio. Per il nostro gruppo rappresenta un’opportunità per entrare a contatto con chi la mafia la vive tutti i giorni!

GRAZIE PER L’AIUTO !

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Suggerimenti Bibliografici a cura di Daniela Zardo

Leggiamo, preghiamo, meditiamo…

Marcello NeriLa dimora ospitaleRiflessione teologica sull'incarnazioneEDB 2012, p. 96, Euro 6,90

«Inutile negarlo, il cristianesimo si trova in affanno nel contemporaneo. […] Viviamo in una stagione non facile, dove nessuno sembra avere le abilità per tenere la barra del timone. Non la politica, non la religione e neanche il potere economico che le ha soppiantate nel governo del mondo. In tutto questo, quelli più attrezzati navigano a vista; per gli altri è notte fonda. […] È come se tutti fossimo in attesa di una parola» (dall'Introduzione).Le pagine del volume vorrebbero essere una semplice introduzione a un itinerario di riappropriazione di una gioia possibile, perché noi siamo destinatari di una parola che non guarda ai tempi passati, solo

apparentemente più facili e più lineari, ma che vuole costruire con noi un mondo abitabile da tutti. È la parola che si è fatta carne, dimora ospitale dell'amore di Dio nella storia dell'uomo.

Rubem A. AlvesIl canto della vitaQiqajon 2013, p. 102, Euro 8,00

Perché il cristiano crede alla resurrezione del corpo? In questo corpo così piccolo, così effimero, vive tutto un universo, e se potesse darebbe la sua vita per la vita del mondo. Nel nostro corpo si rivela il desiderio di Dio: Dio fin dall’eternità ha voluto avere un corpo come il nostro. Gesù parla del nostro mondo, parla della vita. Parla dei nostri corpi, di sorrisi e di lacrime. E noi fremiamo d’orrore… Il motivo? È che noi vogliamo essere più spirituali di Dio. L’umanità di Dio ci mette a disagio. Ma per parlare di sé, Dio si fece uomo. Un discorso su Dio è anche un discorso su un uomo. La parola si è fatta carne, nostro fratello, uno di noi. Nacque, visse, morì...

Aimone GelardiFare paceRiscoprire la ConfessioneEDB 2013, p. 104, 7,90 Euro

Penitenza, pentimento, conversione, perdono, riconciliazione: sono diversi riferimenti che rimandano al sacramento della Confessione, che tra i cristiani non gode propriamente di buona salute. La sua è una storia singolare: «ha voluto rassicurare, ma talora l'ha fatto dopo avere angustiato i peccatori; ha perdonato instancabilmente, ma ha allungato oltre i limiti della ragionevolezza la lista e le circostanze dei peccati; ha affinato le coscienze e fatto progredire l'interiorizzazione e il senso di responsabilità, ma ha concorso, suo malgrado, alla nascita di quella specie di malattia che è lo scrupolo…». Con lo stile agile e profondo che lo contraddistingue, l'autore accompagna a comprendere le

ricchezze della riconciliazione sacramentale, dell'apertura alla misericordia di Dio, fonte di consolazione.

Volete segnalare dei libri di cui consigliate la lettura? Scrivete a: [email protected]

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PREGHIERA PER LA COMUNITA’ PARROCCHIALE

Signore, ti ringraziamo per averci dato il donodi essere parte di una comunità parrocchiale.

Nella comunità abbiamo ricevutotante volte l’Eucaristia, la Parola,

il dono dello Spirito e il perdono dei peccati.

Siamo stati educati nella vita di fede,abbiamo maturato la capacità di amare,

siamo stati aiutati a viverela nostra vocazione.

Dona, o Signore, alla nostra parrocchiala grazia di rinnovarsi,

per svolgere anche oggi la sua missionenella fedeltà a Te e all’’uomo.

O Maria, guidaci ad essere assiduiall’ascolto della Parola,

perseveranti nella preghiera, uniti nell’assemblea eucaristica,

ferventi nella comunionee nella carità verso il prossimo,

gioiosi testimoni del Cristo nel mondoe coraggiosi annunciatori dei valori del Vangelo.

Benedici, o Madre della Chiesa,tutte le parrocchie del mondo

perché continuino ad essere fuochi di amore,fari di luce, lievito nella pasta,

comunità di vita, sorgenti di comunione e di speranza.

Amen!

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Cara Parrocchia, ti scrivo…

DOMENICA delle PALMEè la domenica che vede un’enorme partecipazione di fedeli alle S. Messe.

Fa piacere vedere che tutti vogliono avere in casa un ramoscello di ulivo benedetto, segno di pace e di amore. E’ auspicabile che sia per vera devozione e non solo per tradizione o per superstizione.

Ora, siccome gli ulivi non arrivano da soli, ho sentito il bisogno di scrivere questa pagina per dire grazie, a nome di tutta la Parrocchia, a tutta una serie di persone che con il loro contributo hanno resa possibile la Domenica delle Palme.

Inoltre, voglio richiamare l’attenzione dei parrocchiani al lavoro, alla pazienza e alla dedizione che ci vogliono per offrire a tutti il segno di pace dell’ulivo.

Gli ulivi arrivano dai Mercati Generali di strada del Portone, sono acquistati come tanta altra merce, provengono sicuramente dalla Liguria e sono ripartiti in fascine del peso di circa 10/15 Kg come quelle che una volta si usavano per “preparare” il forno per la cottura del pane.

Un grazie di cuore a Serafino a nome della nostra comunità perché da tanti anni, con impegno e generosità, è il “manager” di questa incombenza.

Una squadra di volonterosi “giovanotti” provvede quindi a selezionare i rami e i rametti per le buste: un lavoro che impegna normalmente il mercoledì e il giovedì e che vede l’utilizzo solo delle forbici da potare.

Il giovedì e il venerdì una squadra di bravissime signore provvede a preparare le buste con i rametti; ogni anno se ne preparano 4.000 (avete letto bene: quattromila!). Come vedete è un bel lavoro, abbastanza impegnativo ma fatto in compagnia e in armonia sembra più leggero.

Il sabato sera e la domenica, prima delle S. Messe, sul sagrato della chiesa si provvede alla distribuzione dei rami e delle “buste” . E’ chiesta un’offerta, non è una vendita, si confida nella generosità. Il ricavato, come al solito, serve per le attività e le spese della parrocchia.

Sappiamo, purtroppo, quanto bisogno c’è intorno a noi; per rendervi conto basta vedere quanta gente bussa alla nostra segreteria parrocchiale e al Centro di Ascolto.

In questo periodo di crisi tante famiglie si trovano in grosse difficoltà e spesso la parrocchia si sostituisce alle “istituzioni” e diventa l’unica ancora di salvezza.

Finisco con le informazioni: lo scarto della lavorazione degli ulivi… sapete dove va? La notte di Pasqua c’è la benedizione del fuoco e sul sagrato della chiesa vengono pertanto bruciati tutti i rami inutilizzati. Una piccolissima parte di quel fuoco benedetto è poi utilizzata nel turibolo per incensare, durante la celebrazione della S. Messa pasquale, mentre una piccola parte di quella cenere sarà utilizzata, opportunamente filtrata, per il Mercoledì delle Ceneri dell’anno successivo. Come vedete si butta poco o niente.

Un’ultima cosa: cosa fare dell’ulivo dell’anno prima? La devozione e la tradizione ci dicono di non buttarlo nella pattumiera: va bruciato e quindi per gli anni venire, la notte di Pasqua lo portiamo e lo facciamo bruciare sul sagrato della chiesa.

Luigi Pusceddu

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C․P․P․

CONSIGLIO PASTORALE PARROCCHIALE DEL 08.04.13

Dopo una breve meditazione sull’omelia tenuta da papa Francesco il 4 aprile scorso sul brano evangelico dei discepoli

di Emmaus (Lc 24, 13-35), che “cucinavano la loro vita nel succo delle loro lamentele”, si è passati alla presentazione del

Bilancio parrocchiale dell’anno 2012, illustrato da Franco Ghigo, membro del Consiglio per gli Affari economici.

In sintesi, il bilancio 2012 riporta le voci seguenti (in Euro):

Totale Entrate: 197.105,00

Totale Uscite: 208.098,00

Disavanzo al 31.12.2012 -10.993,00

Avanzo al 31.12.2011 27.240,00

Avanzo al 31.12.2012 16.247,00

Nel corso del 2013 saranno necessari alcuni lavori straordinari che riguardano l’impianto di riscaldamento, la scala esterna che porta sul tetto della chiesa e la sala

Scout. Dal punto di vista statistico, nel corso del 2012 sono stati celebrati 72 battesimi, 13 matrimoni e 173 funerali.

Nel mese di maggio - martedì 7, 14, 21 e 28 maggio - verrà riproposta la recita serale del Rosario tra le case, in quattro punti diversi del territorio parrocchiale.

Domenica 5 maggio ci sarà la celebrazione della Messa di Prima comunione, mentre la domenica successiva, 12 maggio, si celebrerà la festa della Madonna delle Rose.

Sabato 25 maggio, alla messa delle 18, verranno ricordati tutti gli anniversari di matrimonio multipli di 5 e, al termine della messa, verrà organizzato un piccolo

rinfresco in oratorio.

Procedono le attività per l’organizzazione dell’Estate Ragazzi 2013. Le iscrizioni si

apriranno all’inizio di maggio, la data di inizio verrà comunicata a breve. Al corso di formazione per gli operatori hanno partecipato 68 ragazzi.

E’ stata programmata in autunno l’elezione del nuovo Consiglio Pastorale Parrocchiale.

Il prossimo Consiglio è stato fissato mercoledì 15 maggio 2013.

La Segreteria del CPP

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Cara Parrocchia, ti scrivo…

Sono entrato in una grande libreria del centro e, come avviene ormai da diversi anni, ho assistito ad una copiosa proliferazione di testi, tutti disposti in bella evidenza, sulla vita di Gesù, la formazione dei Vangeli, la nascita delle prime comunità cristiane.

Che questo sia il segnale di un mutato atteggiamento da parte della cultura dominante, meno ostile e più tollerante nei confronti dei nostri valori? Niente affatto !!!! Si tratta dell’ennesima forma di attacco frontale alle radici della nostra fede. Un attacco ideologico combattuto con i libri (e con la collaborazione di interi apparati, di cattedre universitarie, giornali, editoria

insomma con il peso di un potente establishment) contro la persona di Gesù, come ci è presentata dal Nuovo Testamento e come ci viene attestata dalla tradizione apostolica.

Per quasi due secoli i razionalisti hanno tentato di depotenziare il valore storico dei Vangeli dando vita ad una moltitudine di immagini di Gesù. Queste immagini erano talmente di fantasia che oggi leggendole non possiamo fare a meno di sorriderne e la limpidità del messaggio evangelico ne è sempre uscita vincente. Oggi l’attacco è più subdolo e pertanto molto più pericoloso. Non viene più negata la validità storica degli scritti neotestamentari ma si cerca di dimostrare che il Gesù descritto dai Vangeli non sarebbe lo stesso Gesù che ha vissuto la storia del suo tempo . In altre parole che il Gesù della storia sarebbe diverso dal Cristo della fede. Si vuole presentare come una grande ricerca collettiva sul “Gesù storico” quella che invece è una vera e propria guerra condotta con “odio” – come ha riconosciuto il grande medico, teologo, organista, missionario luterano, (nonché Premio Nobel per la pace) Albert Schweitzer – “per strappare a Gesù la sua divinità e gettargli nuovamente sulle spalle i poveri abiti con cui aveva camminato per la Galilea”.

Viene da chiedersi se gli autori di tali “capolavori di esegesi biblica” siano degli insigni filologi che hanno dedicato anni di studio ad esaminare codici e manoscritti antichi: nulla di tutto questo. Per la verità i biblisti seri esistono e sono assai numerosi. Non tutti gli studiosi sono concordi con il pensiero tradizionale della Chiesa, tuttavia si tratta di esegeti seri e i documenti da essi prodotti non vengono dati in pasto ai mezzi di comunicazione di massa per ricavarne facili guadagni od ottenere facile notorietà sfruttando la moda del momento di “sparare” sui cristiani. Ed i loro libri sono reperibili nelle biblioteche specializzate o nell’ambito di circoli culturali ristretti. Quelli che vengono invece esposti nelle grandi librerie del centro con notevole battage pubblicitario sono libelli carichi di pregiudizi ideologici, con ricostruzioni della storia delle origini del cristianesimo fatte appoggiandosi in maniera acritica ad una letteratura assolutamente parziale ed unilaterale. Appare singolare che tra gli autori figurino filosofi, giornalisti, matematici; questi illuminati intellettuali si ritengono qualificati a pontificare su Antico e Nuovo testamento mentre, per contro, nessun serio studioso della Bibbia si metterebbe a discutere di filosofia, di giornalismo o di matematica.

Questa guerra è combattuta coi libri provoca il deserto nei cuori: infatti, strappare al mondo la notizia che Dio si è fatto uomo, che si è manifestato con potenza di segni e di opere, che è morto per noi ed è risorto, che è potentemente presente in mezzo a noi non porta a costruire una diversa storiografia: porta alla disperazione.

Ma c’è un antidoto a questo avvelenamento delle coscienze: la ricerca della verità attraverso lo studio costante della Parola di Dio e l’approfondimento su come essa ci è stata tramandata. Il credente non ha paura della verità, la quale chiede solo di essere conosciuta, prima che essere rifiutata. Un’esegesi non viziata da pregiudizi riconosce che gli autori dei Vangeli non erano dei visionari mitomani ma testimoni coinvolti negli avvenimenti da loro riferiti. I vangeli non intendono essere semplici cronache o descrizioni meticolose di fatti avvenuti 2000 anni fa, scritte non per soddisfare la curiosità degli uomini ma per suscitare e alimentare in essi la fede in Gesù Cristo. Il Gesù che parla alla folla sulla riva del lago ma anche il Cristo resuscitato e glorioso, il Signore della storia, in cui essi credettero e che in seguito predicarono affinché gli uomini avendo fede in lui avessero la vita eterna (Gv 20,31).

Gianfranco Barbieri

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A P P U N T A M E N T IA P P U N T A M E N T I21/04 ritiro dei ragazzi 5 elementare a Chieri

25-28/04 pellegrinaggio parrocchiale a S. Giovanni Rotondo

01/05 Pellegrinaggio dei rosarianti ad Aosta Santuario Basilica dell'Immacolata

05/05 h. 10,30 S. Messa di I Comunione

12/05 ritiro dei ragazzi di 4 elementare per la prima Confessione

Nella fede del Cristo risorto ricordiamo i defunti

Diamo il benvenuto ai nuovi battezzati

Aurora D’AGOSTINO Mattia FALVOCecilia MOLINARI

Giuseppe ALLEMANOAda ANDOLFATTOLuigi Romano BECHISMaria BRANNETTI Caterina CAMARDAGiovanni DEL PONTELuigia LAURELLA

Giuseppe MONGELLICarlo ORETTIGiovanna PRESTIRosa RANZINIRosina ROSSO Anna Teresa SCACCHETTIParisina TOSI