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TRAFFICO MOTOCICLISTICO Centauri più sicuri POLIZIA BERNESE Sull’educazione stradale non si lesina! COMUNE ATTENTO ALLA SICUREZZA Widnau mette sotto la lente i suoi impianti scolastici 1/2014 La rivista upi per i partner della prevenzione

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La rivista upi per i Partner della prevenzione

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TRAFFICO MOTOCICLISTICO

Centauri più sicuri

POLIZIA BERNESE

Sull’educazione stradale non si lesina!

COMUNE ATTENTO ALLA SICUREZZA

Widnau mette sotto la lente i suoi impianti scolastici

1/2014La rivista upi per i partner della prevenzione

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«Stayin’ alive, stayin’ alive …»Chi non ha mai cantato e ballato sulle note del grande successo musicale dei Bee Gees? Il messaggio «Stayin’ alive» è sem­pre d’attualità e dovrebbe diventare il motto di ogni utente della circolazione stradale – in particolare dei motociclisti, categoria particolarmente vulnerabile ri­spetto agli automobilisti. Riguardo e tol­leranza dovrebbero essere valori fonda­mentali: tutto sommato, permettono di evitare un buon numero di incidenti!

Vigilanza e guida difensiva sono la migliore assicurazione sulla vita. Con questo obiettivo la Federazione motoci­clistica svizzera FMS e l’upi lanciano a primavera «Stayin’ Alive», una campa­gna volta a ridurre il numero di colli­sioni con motociclette. All’insegna del motto «Non farti abbattere!» esortiamo gli appassionati delle due ruote a non ri­durre la loro motocicletta a mero trofeo di caccia. La campagna prenderà il via in occasione delle grandi fiere svizzere della motocicletta, facendo tappa in va­rie manifestazioni regionali. Il 2014 è an­che l’anno giubileo dell’FMS, che festeg­gia un secolo di vita. Congratulazioni!

E infine una novità interna: nella redazione di «area sicurezza» subentro a Magali Dubois, la redattrice per la Romandia. Sono molto felice di sub­entrarle in qualità di rappresentante della Romandia, per fornirvi contributi regolari sulle azioni realizzate in questa regione del nostro Paese.

Buon viaggio e … «yeah. I’m stayin’ alive.»

Nathalie Wirtner Julmi

Sommario EDITORIALE

ABACO Buoni voti per «area sicurezza» 3

DOSSIER TRAFFICO MOTOCICLISTICOMotociclismo più sicuro 4

L’opinione di Walter Wobmann, presidente FMS: senza nulla togliere al piacere 7

Ciak, si gira lo spot della campagna moto 8

PARTNER IMPRESE Promozione ludica della sicurezza: Jaeger-LeCoultre dà il buon esempio 10

PARTNER POLIZIA Sull’educazione stradale non si lesina! 12

PARTNER COLLABORAZIONI La Svizzera ha bisogno di un nuovo obiettivo di sicurezza stradale? 13

PARTNER COMUNI Widnau: impianti scolastici sotto la lente 14

CAMPAGNANuova campagna sicurezza: precedenza alla prudenza 16

COLOPhON

Editore: upi – Ufficio prevenzione infortuni, Hodlerstrasse 5a, CH-3011 Berna, [email protected], www.upi.ch, telefono + 41 31 390 22 22

Cambiamenti d’indirizzo: [email protected]

Redazione: Ursula Marti (wortreich gmbh), Rolf Moning (upi), Tom Glanzmann (upi)

Indirizzo di redazione: Ursula Marti, wortreich gmbh, Maulbeerstrasse 14, 3011 Berna, [email protected], telefono + 41 31 305 55 66

Traduzione: Francesca Grandi, Riva San Vitale

Correzione: Antonio Cifelli (upi)

Foto: pagine 1, 2, 6, 8, 9, 11, 15, 16: upi; pagina 4: adpic; pagine 5, 12, 13, 14: Iris Andermatt; pagina 7: FMS; pagina 10: Jaeger-LeCoultre

Layout: SRT Kurth & Partner AG, Ittigen Stampa: AST & FISCHER AG, Wabern

Tiratura: italiano: 1100, francese: 3300, tedesco 9200 esemplari. Rivista trimestrale.

ISSN 2235-8889 (Print) / ISSN 2235-8897 (PDF)

© Riproduzione degli articoli solamente con l’autorizzazione della redazione e con indicazione completa della fonte

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Siete in 12 800 a ricevere regolarmente la rivista per la prevenzione «area sicu­rezza». Ma quest’ultima viene poi an­che letta? Quali vantaggi offrono, i contributi, per l’attività professionale di tutti i giorni? Che cosa potrebbe es­sere migliorato? L’upi desiderava ap­profondire queste ed altre questioni al fine di orientare meglio la rivista alle effettive esigenze delle sue lettrici e dei suoi lettori. A tale scopo ha affidato la valutazione a un istituto di ricerche di mercato.

In una prima fase sono state realiz­zate 35 interviste individuali con per­sone del gruppo target. Le informa­zioni così acquisite sono servite ad elaborare un questionario per la se­conda fase del sondaggio spedito a tutti i destinatari di «area sicurezza» nel

corso del mese di settembre. Il modulo è stato compilato e rispedito da oltre un migliaio di persone.

I risultati sono incoraggianti: l’82 per cento legge tutti e quattro i numeri an­nui della rivista, che trova accattivante. La realizzazione formale, come ad esempio il layout o la comprensibilità dei testi, è considerata da buona a ot­

tima. Per la maggior parte delle lettrici e dei lettori la rivista è utile per l’attività professionale quotidiana. Ben l’88 per cento dei partecipanti al sondaggio raccomanderebbe «area sicurezza» a terzi – pur considerando che c’è ancora spazio per miglioramenti: si auspicano in particolare un’elaborazione più pre­cisa dei link verso informazioni di ap­profondimento, più liste di controllo, tabelle e grafici informativi. Le opinioni degli esperti potrebbero di quando in quando essere presentate sotto forma di pro e contro o di scambio di vedute. L’upi farà tesoro dei vostri desideri e in­trodurrà gradualmente dei migliora­menti. Lasciatevi stupire!

Un grazie di cuore a tutti coloro che hanno dedicato un po’ del loro tempo al nostro sondaggio. tg

ABACO

In settembre 2013 l’upi unitamente alla sua rivista vi ha recapitato anche un questionario. Ci stava a cuore sapere quanto vi ritenete soddisfati di «area sicurezza». Oltre un migliaio di lettrici e lettori ha partecipato al sondaggio, dandoci buoni voti e formulando idee per possibili miglioramenti.

Buoni voti per «area sicurezza»

88

Dopo aver elaborato per la prima volta,

nel 2011, un’analisi sugli infortuni che

interessano l’equitazione in Svizzera,

l’upi fa due passi avanti. Da un canto il

documento scientifico verrà integrato

con un’analisi dei fattori di rischio, che

consente di derivare raccomandazioni

concrete in materia di prevenzione.

Inoltre, basandosi su queste informa-

zioni un opuscolo destinato al vasto

pubblico verrà pubblicato in collabora-

zione con la Federazione Svizzera Sport

Equestri e altri partner. Il consiglio più

importante della consulente upi per

lo sport Monique Walter: «Seguite

un’istruzione presso una scuderia o

un’associazione ippica competente. Il

piacere di andare a cavallo può essere

tale solamente se ci si sente sicuri

accanto e in sella al cavallo. Le persone

qualificate non insegnano soltanto a

cavalcare, ma anche a relazionarsi con

il cavallo, a prendersene cura e a

maneggiare il materiale».

Il documento di fondo «Sicherheits-

analyse im Pferdesport in der Schweiz»

(attualmente solo in lingua tedesca) e

l’opuscolo per il pubblico « Sport

equestri – La sicurezza in sella e in

scuderia» saranno disponibili da aprile

su www.ordinare.upi.ch. mor

Anteprima: due pubblicazioni upi sugli sport equestri

zOOM

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DOSSIER TRAFFICO MOTOCICLISTICO

Motociclismo più sicuro PROGRAMMA PRIORITARIO Rapidi, contorni affusolati, nessuna zona di assorbimento degli urti: i motociclisti sono esposti a rischi d’infortunio particolarmente elevati. Per migliorare la loro sicurezza, nel quadro del programma prioritario «Motociclette» l’upi attua misure mirate in collaborazione con svariati partner, come illustra l’esperto dell’upi Mario Cavegn.

I motociclisti sono esposti a rischi d’infortunio particolarmente elevati. Un pacchetto di misure mirate intende contrastare questa tendenza.

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area sicurezza: Attualmente l’upi si sta occupando intensamente del traffico motociclistico. Sono forse aumentati gli incidenti che coinvolgono motociclette? Mario Cavegn: No, al contrario: negli ultimi anni il numero di centauri feriti gravemente o mortalmente è diminu­ito. Ma con il 30 per cento i motociclisti rappresentano pur sempre una fetta importante di vittime della circola­zione. Il loro rischio di subire ferite gravi è ancora più elevato della media. Nel 2012 i morti sono stati più di 70 e i feriti gravi all’incirca 1200. Occorre dunque adottare delle contromisure.

«Uomo, macchina e ambiente sono al centro.»

Questa necessità di agire si evince anche dall’aggiornato dossier sicurezza upi «Traffico motociclistico». In quale misura? L’aggiornamento assicura che le cono­scenze scientifiche, le basi di dati o gli sviluppi tecnici confluiscano nelle atti­vità di sicurezza. Ci sono anche stati cambiamenti a livello di condizioni quadro politiche e sociali; occorre te­nere conto anche di queste evoluzioni – ad esempio la responsabilità del pro­prietario, l’atteso obbligo dell’ABS a livello di Unione Europea o le novità in materia di formazione dei conducenti (OPERA­3). Alcuni cambiamenti sono stati indotti dal programma per la sicu­rezza stradale «Via sicura».

Il programma prioritario contro gli incidenti in motocicletta è giunto nella sua fase di attuazione. Quali misure concrete ci si deve attendere? È prevista un’ampia gamma di provve­dimenti – prioritariamente a livello di conducenti, macchine e ambiente (vedi riquadro). In collaborazione con la Fe­

derazione motociclistica svizzera FMS l’upi sta lanciando un campagna su va­sta scala volta a promuovere uno stile di guida difensivo. Parallelamente viene tematizzato l’equipaggiamento di pro­tezione individuale. Sono previste an­che azioni con lo scopo di favorire la diffusione di motociclette dotate di ABS. Inoltre, l’upi si impegna anche per un’infrastruttura stradale più sicura, in primo luogo risanando i punti parti­colarmente pericolosi o ad alta inciden­talità.

Dove può agire direttamente l’upi e dove dipende, invece, dal sostegno dei suoi partner? Nei dossier sicurezza si illustrano gli ambiti in cui è necessario adottare provvedimenti, si documentano le pos­sibilità d’azione e si stilano priorità nel senso della prevenzione degli infortuni. Questo lavoro preliminare è fornito dall’upi. Al più tardi a livello di attua­zione delle misure di prevenzione l’upi dovrà collaborare con organizzazioni partner. Ciò facilita da un canto l’ac­cesso ai gruppi target e ci consente, dall’altro, di raccogliere informazioni ed esperienze pratiche.

A quali organizzazioni partner si riferisce? Prime fra tutte le associazioni di moto­ciclisti, i rivenditori specializzati, i ma­estri conducenti, poi anche l’Associa­zione svizzera dei professionisti della strada e dei trasporti VSS, svariate au­torità come l’Ufficio federale delle strade USTRA o l’Associazione dei ser­vizi della circolazione asa, ed altri.

Su quale arco di tempo verranno realizzati i provvedimenti, ed entro quando vi aspettate di ottenere i primi miglioramenti? Le misure verranno adottate sull’arco di un quinquennio circa, ma la realiz­

Il pacchetto di provvedimenti

in breve• Promuovere uno stile di guida

difensivo • Ottimizzare la formazione dei

conducenti • Aumentare il numero di moto-

ciclette dotate di ABS • Migliorare l’equipaggiamento

di protezione individuale • Risanare i punti particolarmente

a rischio e ad alta incidentalità

Il dossier sicurezza upi «Traffico

motociclistico» è disponibile su

www.ordinare.upi.ch (art. 2.211,

a partire da aprile / maggio).

Mario Cavegn è ricercatore per l’upi in materia

di traffico motociclistico.

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DOSSIER TRAFFICO MOTOCICLISTICO

zazione durerà certamente più a lungo. I primi miglioramenti credo saranno già visibili durante l’imminente cam­pagna divulgativa; sono fiducioso che sarà un successo. Altri sforzi, come l’a­deguamento delle norme VSS o l’auspi­cata ottimizzazione della formazione degli ingegneri del traffico, daranno i loro frutti soltanto in un secondo tempo – ma saranno risultati sicura­mente duraturi.

Un ultimo accenno all’obiettivo di prevenzione: a cosa punta l’upi? L’upi si è posto l’obiettivo di ridurre del 15 per cento il numero dei centauri feriti gravemente e mortalmente.

Lei è sempre stato un appassionato delle due ruote. Inforca spesso la motocicletta? In questo periodo il mio tempo libero lo trascorro diversamente – sono, in­

fatti, appena diventato papà! Di mo­menti da dedicare a questa passione ne rimangono veramente pochi, perciò a malincuore ho venduto la motocicletta. Ma chi sa, magari fra qualche anno me ne concederò un’altra!

Intervista: Ursula Marti

La campagna con lo slogan «Non farti

abbattere!» si propone di ridurre il

numero degli infortuni provocati da

collisioni con motociclette, in parti-

colare nei punti nodali. I motociclisti

verranno motivati ad assumere una

guida difensiva, previdente e attenta ai

pericoli. La campagna verrà lanciata

in tutta la Svizzera da febbraio 2014

e durerà sino a fine 2016. Realizzata

dalla Federazione motociclistica

svizzera FMS e dall’upi, essa gode

del sostegno finanziario del Fondo

di sicurezza stradale FSS.

Maggiori informazioni su

www.stayin-alive.ch

Le date del lancio:• Svizzera tedesca: 19 febbraio 2014,

Swiss-Moto Zurigo • Svizzera francese: 15 marzo 2014,

Motoexpo Martigny• Ticino: 1° maggio 2014, Valle Maggia

Lancio della campagna in occasione della SWISS-MOTO a Zurigo con Walter Wobmann, Presidente centrale FMS

e Consigliere nazionale, Brigitte Buhmann, Direttrice upi e la leggenda delle corse motociclistiche Jacques Cornu

(da sin. a destr.) che ha presentato un simulatore di guida unico per la Svizzera.

La campagna moto

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DOSSIER TRAFFICO MOTOCICLISTICO

L’OPINIONE di Walter Wobmann, presidente della Federazione motociclistica svizzera FMS e Consigliere nazionale UDC (LU) in merito alla campagna comunitaria «Stayin’ Alive».

Senza nulla togliere al piacere

Sfrecciare in sella alla motocicletta gustandosi la libertà … Per molti è

ben più di un passatempo: è una vera passione! Sono persone di tutte le età e di ogni ceto sociale ad inforcare la moto nel tempo libero. Purtroppo, regolarmente si verificano degli incidenti. Ecco perché noi dell’FMS teniamo a sostenere questa campagna, che abbiamo elaborato in col-laborazione con l’upi in seno a un gruppo di progetto.

Nel gruppo di progetto gli appassio-nati delle due ruote non mancano, né fra gli esperti dell’FMS, né fra gli specialisti dell’upi. Queste persone sanno di che cosa si parla e capiscono noi motociclisti. La collaborazione è piacevole e coopera-tiva. La campagna non è una cavalcata contro i centauri, al contrario: è un ap-pello alla loro indulgenza. Di quando in quando i motociclisti possono cedere la precedenza a un autoveicolo. Per noi è anche importante non rovinarsi il diver-timento!

Si tratta di una campagna di motoci-clisti per motociclisti. Ecco perché noi dell’FMS abbiamo aderito immediata-mente. Ci aspettiamo una riduzione de-gli incidenti con motociclette. Il pac-chetto globale delle differenti misure è molto promettente e fa leva sulla respon-sabilità individuale dei motociclisti.

L’FMS è l’associazione nazionale uffi-ciale dei motociclisti e l’organizzazione mantello di circa 170 club delle due ruote e di alcune migliaia di soci individuali. Oltre alla sicurezza nella circolazione,

rispettivamente alla politica del traffico la Federazione ha altre due colonne por-tanti: il motociclismo sportivo e quello turistico. L’FMS ha una propria Com-missione Sicurezza Stradale CSS compo-sta da esperti che si occupano, ad esem-pio, di realizzare azioni con stand sui passi, dove si possono incontrare molti motociclisti. Si distribuiscono volantini e si parla con i centauri, rendendoli attenti sui pericoli e i problemi. L’FMS esiste da un secolo. Per festeggiare questo impor-tante giubileo dal 30 maggio al 1° giugno a Lyss avranno luogo varie attività. Tro-vate maggiori informazioni alla pagina www.100jahrefms.ch.

Io ho uno stile di guida piuttosto di-fensivo, soprattutto dove si celano i rischi maggiori – agli incroci sia nelle località che fuori località. Ovviamente, la guida sportiva piace anche a me, ma me la con-cedo solo dove le condizioni della strada lo permettono e posso valutare i pericoli. In passato mi è capitato anche di fare qualche gara, ma unicamente su circuiti ufficiali e mai nella circolazione stra-dale. Io stesso adotto le «strategie di so-pravvivenza» che pubblicheremo in un booklet abbinato alla campagna. Formu-lati in maniera spiritosa, questi consigli mi aiutano a non avere la peggio.

Sono convinto che la campagna com-porterà un ulteriore calo degli incidenti che coinvolgono motociclisti – affinché la moto continui ad essere un piacere e non si trasformi in uno sport a rischio! •

«Sono convinto che la campagna comporterà un

ulteriore calo degli incidenti che coinvolgono

motociclisti – affinché la moto continui ad essere

un piacere», afferma il presidente centrale

dell’FMS Walter Wobmann.

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DOSSIER TRAFFICO MOTOCICLISTICO

Ciak, si gira lo spot della campagna motoCAMPAGNA MOTO La campagna comune Federazione motociclistica svizzera FMS e di upi, che si propone di migliorare la sicurezza dei motociclisti, include anche uno spot televisivo girato ad Amburgo nell’autunno 2013. «area sicurezza» ha assistito alle riprese.

Una giornata di riprese inizia all’alba. Nella produzione di spot televisivi l’a­dagio «il tempo è denaro» è più che mai azzeccato! La produzione di un filmato pubblicitario coinvolge moltissime per­sone: attori, regista, produttore, stilista, cameraman e assistente, tecnico del suono e assistente, addetti ai cavi, con­ducenti e molti altri ancora. L’elenco è davvero lungo! È importante che la giornata di riprese segua esattamente il programma prestabilito, che tutti si trovino puntualmente al loro posto e che la scaletta venga rispettata. Ogni

ritardo costa parecchio. Per ragioni finanziarie e di autorizzazioni, lo spot è stato girato ad Amburgo. Taglio e mon­taggio avvengono, invece, in Svizzera.

Professionisti all’opera Quando giungiamo sul luogo delle ri­prese, un quartiere alto della periferia di Amburgo, poco prima delle nove, la troupe è già all’opera. La prima scena dello spot si svolge nel garage di una moderna villa. L’attore è truccato e i ca­meraman sono occupati con le inqua­drature. L’unico dettaglio ancora da re­golare è l’abbigliamento del protagonista.

Gli stivaletti sono troppo nuovi, per un motociclista incallito: la stilista provvede immediatamente ad «invecchiarli». Bisogna anche applicare materiale ri­flettente adeguato e rimuovere i marchi delle case produttrici. Ora tutto è pronto per girare la prima scena.

Dopo alcune ripetizioni, il materiale filmato viene valutato dai professioni­sti della pubblicità dell’agenzia incari­cata della produzione e dall’esperto della Federazione motociclistica sviz­zera. Soltanto dopo l’ok di tutti si pro­cede con la scena successiva. Un grande piano del copione affisso a una parete mobile aiuta i partecipanti a non per­

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dere la visione d’assieme delle scene già girate. Infatti, le riprese non sono cro­nologiche.

Dopo una breve pausa pranzo, il ma­teriale viene impacchettato e la troupe si sposta nel centro di Amburgo. Video­camere, luci e suono vengono nuova­mente montati all’uscita di un garage. Il team lavora con rapidità e precisione, e Neil – l’attore – è un vero professioni­sta. Così le scene vengono girate rapi­damente. Il timing è perfetto, e resta addirittura un po’ di tempo per una breve visita della città portuale al tra­monto.

Dopo la città, la campagna La seconda giornata di riprese è altret­tanto fitta. Tutte le scene in motoci­cletta vengono girate alcuni chilometri fuori da Amburgo. Una nebbiolina mattutina e il sole che lentamente fa

capolino, i campi, i boschi e i pascoli dipingono un paesaggio idilliaco. Ma ad essere girate sono ora le sequenze dello spot televisivo che dovranno ali­mentare il senso di pericolo e di rischio di un viaggio in motocicletta. Un con­trasto soltanto apparente: già alla prima visione delle immagini è chiaro che l’atmosfera particolare e l’inquadratura riusciranno a infondere nel telespetta­tore questa sensazione.

La vera sfida è quella del pomeriggio. L’attore dovrà essere filmato mentre guida la motocicletta in mezzo al traf­fico quotidiano della strada maestra. Si fa capo a un dolly, un veicolo partico­lare sul quale è installata una gru per ri­prese aeree e che oltre a trasportare la macchina da presa ospita anche regista, cameraman e tecnico del suono. In questo modo, durante la sua scorazzata fuori città Neil può essere ripreso da ogni angolazione senza dover bloccare

il traffico. Anche questa giornata di riprese trascorre senza panne o impre­visti. Verso sera la troupe sgombera soddisfatta il set; tutte le scene sono state girate. Lo spot pubblicitario finito sarà visibile in TV da aprile 2014.

Camilla Krebs

www.stayin­alive.ch

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PARTNER IMPRESE

area sicurezza: Quali temi – cadute, sicurezza in casa e fuori, nel traffico, dispositivi di protezione individuale, alcol e sonnolenza – hanno interessato maggiormente il vostro personale? Franck Cesarec: Il più gettonato è stato l’ambito della prevenzione nella circo­lazione stradale. Ciò va ricondotto, ov­viamente, anche alla campagna «Slow Down, take it easy»: l’angelo Franky è ancora molto alla moda!

Promozione ludica della sicurezza: Jaeger-LeCoultre dà il buon esempioESPOSIzIONE SULLA PREVENzIONE Dopo aver entusiasmato l’anno scorso innumerevoli visitatori, ora l’esposizione interattiva sulla prevenzione dell’upi è a disposizione anche delle imprese. La manifattura Jaeger-LeCoultre nella Vallée de Joux VD ha già maturato esperienze positive, come spiega Franck Cesarec.

Come considera il concetto dell’esposi-zione: piuttosto attrattivo o «moraliz-zante»? Il concetto è attrattivo, invitante e af­fatto moralizzate – ed è giusto che sia così. A mio modesto parere, in fatto di salute e sicurezza informazioni scioc­canti e morale producono effetti limi­tati nel tempo. Trovo particolarmente interessante l’utilizzo della tecnologia propria alle console di gioco per veico­

Ricreativa, interattiva, divertente, appas­sionante … Questi – o simili – sono per lo più i giudizi sull’esposizione sulla prevenzione ideata in occasione dei festeggiamenti per il 75° anno d’attività dell’upi. Il design e l’utilizzo con sem­plici movimenti delle mani sono si­curamente innovativi. Gli utenti si sentono come in un film di fanta­scienza! Chi ha meno dimestichezza può utilizzare un pad. Così o colà, il divertimento è assicurato: sul tema delle cadute la postazione fornisce sug­gerimenti alla dottor House, mentre Barbie si preoccupa della sicurezza in casa e fuori. Quanto a lui, il cane Filou vivacizza il tema degli equipaggiamenti di protezione.

Anche le collaboratrici e i collabora­tori della manifattura Jaeger­LeCoultre si sono divertiti a scoprire l’esposizione interattiva. A suscitare particolare inte­resse sono stati i vari quiz così come i video e spot di ieri e di oggi, che per­mettono di veicolare informazioni più dettagliate e sono particolarmente adatti a sensibilizzare su temi inerenti alla sicurezza. L’azione ha dimostrato che il sistema di esposizione interattiva e la ricca gamma di tematiche riescono a suscitare interesse in tutto il pub­blico.

Abbiamo chiesto a Franck Cesarec, responsabile Salute e sicurezza sul la­voro presso la manifattura Jaeger­Le­Coultre, di farci un bilancio dell’espe­rienza.

Affinché abbia successo, è importante che l’esposizione venga allestita

in un punto ben frequentato.

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lare messaggi di sicurezza. Questo ap­proccio non entusiasma soltanto i gio­vani, ma garantisce un’interazione efficace con tutto il pubblico, che si sente particolarmente coinvolto.

Secondo lei, quali sono i vantaggi per il personale? Sicuramente la possibilità di veicolare la sicurezza, informazioni utili sia per il luogo di lavoro che per il tempo libero, anche in modo ludico.

Ha organizzato eventi particolari, creato dei gruppi o altro? Abbiamo facilitato l’accesso allo schermo collocandolo in un luogo di passaggio centrale della manifattura. Gli atelier si sono poi organizzati autonomamente. Ma per aumentare l’impatto, la prossima volta procederemo in maniera più mi­rata, organizzando anche eventi guidati.

L’esposizione era allestita nella caffette-ria. Il personale poteva usufruirne in maniera informale? Sì, e se posso dare un consiglio è prefe­ribile collocarla in un ambiente in cui le persone sono rilassate e aperte a con­frontarsi con cose nuove. Le scene ludi­che e cariche di humour e le voci degli attori suscitano immediatamente cu­

riosità e attirano l’attenzione, poiché è un modo decisamente poco convenzio­nale di presentare la sicurezza!

Come ha utilizzato l’esposizione? C’è stata una comunicazione interna, ha organizzato un concorso o altro? Quali risultati si aspetta? Con il consulente upi Christian Wyss­müller abbiamo deciso che i parteci­panti avrebbero ricevuto, in segno di apprezzamento, dei prodotti di sicu­rezza dell’upi (ad esempio dei gilet di sicurezza), cosa che è stata molto ap­prezzata dal personale. Per la prossima occasione sarebbe interessante organiz­zare un concorso tra i vari atelier. Ad ogni modo, l’azione è stata la dimostra­zione che l’upi dispone di esposizioni e strumenti di comunicazione di eccel­lente qualità che possono essere utiliz­zati con un onere minimo. Saremo lieti di collaborare nuovamente con l’upi nell’ambito della prevenzione degli in­fortuni non professionali prevista nel 2014!

Che cosa si sente di consigliare a un’azienda interessata a questa esposizione? Consiglierei di affrontare i temi della campagna in maniera mirata, organiz­

zare brevi introduzioni all’utilizzo dello schermo e prevedere un’assistenza all’utilizzo del sistema.

Intervista: Nathalie Wirtner Julmi

Desiderate prenotare

l’esposizione?

L’esposizione può essere locata per

una durata massima di dieci giorni.

Il materiale viene messo a disposi-

zione gratuitamente; viene conteg-

giato unicamente un forfait per il

trasporto. Il montaggio e lo sgom-

bero sono semplici: vi forniamo delle

istruzioni scritte e un video. In caso

di problemi tecnici potete con-

tattare la nostra hotline. A partire

dall’autunno 2014 l’esposizione sarà

disponibile come applicazione web

per i più nuovi device mobili e i

computer.

Interessati?

Su www.esposizione.upi.ch potete

consultare la disponibilità degli

apparecchi, che possono essere ordinati

al numero telefonico 031 390 22 22.

Fiumi scroscianti, laghetti di montagna

cristallini e laghi di pianura dalle tinte

smeraldo: le acque svizzere esercitano

un fascino particolare sugli appassionati

d’immersione sia indigeni che stranieri –

ma non sono privi di pericoli. Ogni anno

si contano mediamente tre vittime di

annegamento durante la pratica

dell’immersione e un decesso dovuto

a problemi di decompressione.

Una formazione accurata, una

preparazione adeguata prima di ogni

immersione, un «buddy» (compagno

d’immersione) affidabile e un equipag-

giamento ineccepibile sono premesse

essenziali per immersioni sicure. Cosa

significa, nel dettaglio? Lo spiega il nuovo

opuscolo «Immersione in Svizzera – Vita

da sub», edito da upi e Ufficio per la

Prevenzione degli Infortuni Subacquei

UIS in collaborazione con svariati partner.

Oltre alle informazioni di sicurezza più

importanti, la pubblicazione offre anche

utili rimandi ad app, siti web e guide di

approfondimento. L’opuscolo è disponi-

bile su www.ordinare.upi.ch (art. 3.144).

TEMPO LIBERO

«Vita da sub» in Svizzera

Immersione in Svizzera

Vita da sub

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PARTNER POLIZIA

Nei 379 Comuni bernesi ogni anno gli istruttori del traffico incontrano non meno di 100 000 bambini, collabo­rando con insegnanti, genitori e auto­rità. Sono parte integrante di una pre­venzione sistematica degli incidenti grazie alla quale ogni anno si evitano numerosi infortuni tragici e costi ele­vati per la società. L’upi non poteva per­mettere di perdere questo importante pilastro della prevenzione, e così si è battuto per il mantenimento dell’edu­cazione stradale.

L’upi ha dunque sviluppato una stra­tegia di lobbying, coordinando un gruppo di associazioni che si sono le­vate contro l’abolizione dell’educazione stradale. In una lettera indirizzata a tutti i deputati del Parlamento canto­nale e in colloqui con rappresentanti di tutti i partiti l’upi ha evidenziato l’ef­fetto preventivo dell’educazione stra­dale, illustrando l’impatto duraturo delle agenti e degli agenti di polizia in uniforme su un comportamento sicuro dei bambini nel traffico. Grazie agli esercizi pratici realizzati in strada, l’e­ducazione stradale si trasforma in un evento significativo che consente un transfer pratico delle nozioni teoriche. Molti membri del Parlamento non sa­pevano che le istruttrici e gli istruttori del traffico operano anche a livello di consulenza dei Comuni in materia di sicurezza dei tragitti casa­scuola e rea­lizzano azioni sulla sicurezza rivolte all’intera popolazione.

Sull’educazione stradale non si lesina!CANTONE DI BERNA Quando le casse dello Stato boccheggiano, anche misure di prevenzione dall’indiscussa efficacia, come l’educazione stradale, possono finire sotto il torchio. Nel Cantone di Berna l’upi si è battuto con successo affinché la polizia mantenesse l’educazione stradale.

Lobbying con successoL’intervento dell’upi e dei suoi partner ha avuto un successo eclatante: con 152 voti favorevoli e nessuno contrario il Parlamento bernese ha esortato il Go­verno cantonale a mantenere l’educa­zione stradale.

«All’upi sta a cuore l’educazione stradale»

Il responsabile Comunicazione / Public Affairs dell’upi Guido Fürer si dichiara soddisfatto dell’esito positivo dell’a­zione: «All’upi stava molto a cuore que­sta lotta per il mantenimento dell’edu­cazione stradale. Le istruttrici e gli istruttori del traffico sono fra i nostri partner più importanti nelle attività di prevenzione. Se il mantenimento dell’e­ducazione al traffico impartita dalla polizia dovesse essere messo in discus­sione anche in altri Cantoni, l’upi si op­porrà nuovamente con veemenza for­nendo tutto il suo sostegno a politici e associazioni».

Il tema sarà ancora al centro delle discussioni del Parlamento del Cantone di Berna: è infatti imminente una revi­sione della legge sulla polizia. Una mo­zione chiede ora di ancorare l’educa­zione stradale nella legge. Verrà accolta? In tutti i casi l’upi non demorderà.

Ursula Marti

Un deficit di diverse centinaia di mi­lioni di franchi: tale la stima del pre­ventivo 2014 del Cantone di Berna. Per realizzare economie, nel novembre 2013 il Parlamento cantonale doveva decidere in merito a un rigoroso pac­

chetto di risparmi. A livello di pubblica sicurezza era previsto un massiccio ta­glio di personale. Come sottolineato dal direttore della polizia, a rischio vi era anche l’educazione stradale impar­tita da istruttrici e istruttori nelle scuole dell’infanzia e dell’obbligo.

Educazione stradale: esperienza indimenticabile.

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Antonio Avenoso, direttore ETSC e Stefan Siegrist, vicedirettore upi, perorano la definizione di obiettivi in materia di sicurezza stradale.

Al momento la Svizzera non ha nessun obiettivo di riduzione degli incidenti stradali. Dopo che nel 2000 il Consiglio federale aveva definito come obiettivo il dimezzamento degli incidenti stradali gravi, le attività di prevenzione sono state intensificate. Vennero introdotti il limite alcolemico dello 0,5 per mille e i controlli dell’alcolemia indipendenti da sospetti di ubriachezza, ma anche i veicoli e l’in­frastruttura stradale sono divenuti molto più sicuri. Da allora il numero degli inci­denti mortali è effettivamente calato di quasi il 50 per cento.

Il direttore dell’European Transport Safety Council ETSC 1 Antonio Ave­noso, relatore ospite al Forum upi, in­coraggia la Svizzera a riproporsi un obiettivo di sicurezza stradale, citando gli studi secondo i quali i Paesi che si pongono un obiettivo in tal senso ot­tengono successi maggiori in materia di prevenzione rispetto a chi di obiettivi

concreti non ne ha. «Obiettivi ambi­ziosi motivano ad impegnarsi di più», spiega Avenoso. È importante che tutti gli attori si sentano personalmente re­sponsabili per le cifre target concor­date, orientando consapevolmente la loro azione.

Il vicedirettore upi Stefan Siegrist non può che assentire. Anche l’upi sa­rebbe favorevole a un obiettivo nazio­nale di sicurezza nella circolazione stra­dale. «Un obiettivo non sostituisce un programma. Abbiamo già Via Sicura, un programma di sicurezza stradale completo. La sua concretizzazione è at­tualmente la priorità, e un obiettivo concreto renderebbe più attendibile il successo di questo programma». Come dimostrano le discussioni con i vari esperti al Forum, al momento attuale manca la necessaria disponibilità poli­tica a formulare un obiettivo nazionale di sicurezza nella circolazione stradale.

«È però estremamente importante fis­sare obiettivi a livello di attuazione, ad esempio per determinati segmenti, come per il traffico ciclistico», eviden­zia Siegrist. A dare il buon esempio c’è la Conferenza delle città per la mobilità CCM, un’unione di 16 città svizzere di ogni angolo del Paese. Ispirata dal Fo­rum dell’upi la CCM intende ridurre di un quarto in dieci anni il numero sia dei morti, sia dei feriti gravi sulle strade. Le città svizzere dovranno impegnarsi a favore dell’iniziativa risanando siste­maticamente i punti ad alta incidenta­lità e adottando altre misure.

Ursula Marti

1 L’European Transport Safety Council ETSC

è un’organizzazione europea senza scopo

di lucro impegnata nella riduzione degli

incidenti della circolazione stradale in Europa.

Anche la Svizzera aderisce all’ETSC.

FORUM UPI I Paesi che si pongono obiettivi concreti ottengono i risultati migliori, ha affermato Antonio Avenoso dell’European Transport Safety Council in occasione del recente Forum upi. Anche la Svizzera ha già maturato esperienze positive con la definizione di obiettivi. Ci si chiede ora se sia giunto il momento di fissare il mirino su un nuovo obiettivo.

La Svizzera ha bisogno di un nuovo obiettivo di sicurezza stradale?

PARTNER COLLABORAZIONI

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PARTNER COMUNI

Widnau: impianti scolastici sotto la lenteSICUREzzA EDILIzIA Gli edifici che non soddisfano le norme di sicurezza rappresentano un pericolo per tutti coloro che li frequentano. Le verifiche realizzate dall’upi consentono di evitare infortuni e danni materiali. Il comune di Widnau ha commissionato un controllo dei suoi impianti sportivi e scolastici – a ragione, come hanno dimostrato i risultati dei sopralluoghi.

Nell’estate 2013 il Comune di Widnau SG ha deciso di commissionare all’upi una verifica della sicurezza edilizia di tutti i suoi impianti scolastici e sportivi. Lo spunto lo ha fornito un cittadino che aveva reso attento il delegato upi alla si­curezza del Comune, Marco Köppel, su diverse lacune nella sicurezza dell’im­pianto sportivo di Aegeten. A seguito della segnalazione, Köppel ha proce­duto alla verifica in collaborazione con il Comune e il capo delegato upi alla si­curezza Stefan Meile.

Per Marco Köppel la funzione di de­legato upi alla sicurezza è accessoria alla sua attività professionale di capo dell’Uf­ficio tecnico del Comune di Widnau. Egli è inoltre comandante del Corpo dei vigili del fuoco della Mittelrheintal. «In questa funzione è importante ricono­scere i potenziali pericoli. Questa capa­cità mi torna molto utile anche per svol­gere il mio ruolo di delegato upi alla sicurezza», spiega Köppel.

L’impianto sportivo di Aegeten pre­sentava lacune soprattutto a livello di si­curezza degli alloggi. Il parapetto delle finestre troppo basso e l’ampio davan­zale esterno avrebbero potuto causare fa­

Il delegato upi alla sicurezza Marco Köppel mentre misura la distanza tra due asticelle di

un parapetto della scuola media di Widnau.

Sullo sfondo, l’amministratrice immobiliare

Miriam Stoffel e il capo delegato upi alla

sicurezza Stefan Meile ispezionano le finestre.

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cilmente drammatiche cadute. Quale misura immediata si è dunque proce­duto alla posa di due sbarre sul lato in­terno. Pur non impedendo l’apertura delle finestre, il provvedimento ne limita l’ampiezza rendendo impossibile che una persona precipiti nel vuoto. «Questa misura immediata garantisce la sicu­rezza. La soluzione ideale, altresì con­forme alla norma edilizia, sarebbe quella di installare sul lato esterno un vetro di sicurezza», conclude l’esperto.

Parapetti e finestre Il rapporto tecnico relativo all’impianto sportivo di Aegeten scaturito dalla con­sulenza dell’upi ha convinto il Consiglio comunale di Widnau, che a settembre 2013 ha commissionato un sopralluogo di verifica in tutti e dieci gli impianti sco­lastici del Comune. «Dopo aver control­lato un paio di impianti, io stesso ho svi­luppato l’occhio necessario ad individuare i possibili pericoli», racconta Miriam Stoffel, amministratrice immobiliare del Comune di Widnau, che ha partecipato a tutti i sopralluoghi. «Generalmente i ri­schi sono insiti nei parapetti delle scale o nelle finestre», aggiunge Köppel.

Pure nell’edificio che ospita la scuola media, dove una collisione contro le fine­stre potrebbe causare la rottura dei vetri. Qui occorrerebbe sostituirli con del vetro

di sicurezza. «Abbiamo attenuato il ri­schio acuto di caduta nel vuoto rimuo­vendo provvisoriamente tutte le maniglie, affinché le finestre non possano più essere aperte», spiega Stoffel. Dopo questa mi­sura immediata è ora importante elabo­rare, preventivare e realizzare altri prov­vedimenti al fine di garantire la totale sicurezza, aggiunge l’amministratrice.

Anche i corrimano delle scale hanno le loro pecche. In un parapetto, infatti, la distanza tra due asticelle non deve essere superiore a 12 centimetri, altri­menti un bambino potrebbe infilarci la testa e rimanerci incastrato – nel caso peggiore addirittura precipitare nel vuoto. «Qui occorre adottare provvedi­menti di sicurezza il più rapidamente possibile», spiega Köppel.

Vantaggi per tutti Alla fine, tutte le parti coinvolte sono ampiamente convinte della validità dei sopralluoghi realizzati per verificare la sicurezza degli impianti. I possibili punti pericolosi sono stati individuati e potranno essere opportunamente risa­nati. Edifici scolastici sicuri non sono di vantaggio solamente per scolari e in­segnamenti, ma anche per il Comune in qualità di proprietario dell’opera. Infatti, l’articolo 58 del Codice delle obbligazioni svizzero sancisce che «il

proprietario di un edificio o di un’altra opera è tenuto a risarcire i danni cagio­nati da vizio di costruzione o da difetto di manutenzione».

Andrea Mattmann

Le consulenze upi

I Comuni o i proprietari privati che

deside rano affidare all’upi la verifica

della sicurezza dei loro edifici dovreb-

bero contattare il delegato o la delegata

upi del loro Comune. In caso di oggetti

complessi la consulenza è realizzata dal

capo delegato upi alla sicurezza. Gli

edifici vengono ispezionati insieme, e le

lacune di sicurezza documentate con

l’ausilio di fotografie. Una volta termi-

nato il sopralluogo, il capo delegato upi

alla sicurezza stila un rapporto tecnico

che illustra lo stato giuridico e docu-

menta tutte le lacune riscontrate. La

verifica da parte dell’upi e il rapporto

tecnico sono servizi a pagamento.

Importante: il delegato o la

delegata upi alla sicurezza interviene

in qualità di consulente e non ha alcun

potere dispositivo. La decisione in

merito alla realizzazione di migliorie è

sempre di responsabilità del proprieta-

rio dell’opera.

Trovate maggiori informazioni e i dati

per contattare i delegati upi alla

sicurezza della vostra zona alla pagina

www.commune.upi.ch

Stando alle statistiche sugli incidenti,

le collisioni contro degli ostacoli fissi

presenti a lato della carreggiata

rappresentano una delle cause più

frequenti di incidenti motociclistici e

ciclistici gravi e mortali. In tali ostacoli

fissi rientrano anche i paletti collocati

sulle isole stradali. Ma se sono flessibili,

le conseguenze di un impatto sono

decisamente meno gravi.

L’azienda Road Art commercializza

questo tipo di paletto flessibile. Il suo

prodotto «X-Last» ha ottenuto il

marchio di sicurezza dell’upi. Si tratta

di un’alternativa ingegnosa ai comuni

prodotti di metallo, poiché in caso di

collisione questo particolare paletto

cede, ma dopo essere stato investito

ritorna nella posizione originale –

con un vantaggio supplementare:

nessuna spesa per la sostituzione! tg

Fonte: www.roadart.ch

EUREKA

Il saggio cede!

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16 area sicurezza 1 / 2014

CAMPAGNA

Precedenza alla prudenza

A metà marzo prende il via la nuova campagna per la sicurezza del traffico ciclistico «Prece­denza alla prudenza», improntata ai maggiori rischi per le due ruote: l’inosservanza del diritto di precedenza, da parte sia dei ciclisti che degli automobilisti. Spesso i ciclisti non si attengono consapevolmente alle regole per avanzare il più rapidamente possibile e, secondo loro, in tutta sicurezza. Il problema, fra gli automobilisti, è invece che sottovalutano la velocità dei ciclisti o non li avvistano. La collisione con autovetture all’interno delle località è la causa più frequente d’incidente in sella alla bicicletta.

In viaggio su due o quattro ruote, l’appello è per tutti lo stesso: «Precedenza alla pru­denza – Non sai mai cosa ti può capitare!» Il messaggio viene diffuso tramite uno spot tele­

visivo, manifesti e altri mezzi d’informazione. «Desideriamo rendere consapevoli dei rischi sia i ciclisti che gli automobilisti, esortandoli a rispettare le regole di precedenza e a dare, per sicurezza, un’occhiata di controllo», spiega la responsabile della campagna upi Camilla Krebs. «I ciclisti devono inoltre rendersi rico­noscibili ed essere ben visibili per gli altri utenti della circolazione».

Finanziata dal Fondo di sicurezza stradale FSS, la campagna è realizzata da Pro Velo, VCS, upi, Suva e TCS e sostenuta da numerosi altri partner. L’ampio appoggio conferisce alla campagna un’ottima presenza e notevole good will. Un concorso con ricchi premi e altre informazioni vi attendono su www.prudenza­precedenza.ch (da metà marzo). um

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Dai sempre un’occhiata

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