Upload
others
View
4
Download
0
Embed Size (px)
Citation preview
Assistenza al paziente affetto da AIDS
Stefania Campitelli
5 giugno 1981
L’epidemia
Ai malati di AIDS venne associata una rappresentazione che andava ben oltre la
loro condizione clinica: “la peste del secolo”
“il flagello di Dio”
malattia “meritata”
Queste valenze negative hanno avuto conseguenze sia sulla cura del malato che
sull’operatività quotidiana
del personale sanitario
Giovani, spesso con problematiche associate
Vittime di una patologia che “terrorizza”
Comportamenti “amorali”, fuori dalla “norma”
Perdita identità sociale, familiare e personale
Legami fragili, spesso con destino simile
Stadi della malattia
Portatore asintomatico: (HIV+)
LAS (Lynphoadenopathy Sindrome):
persistenza di oltre 2 stazioni linfonodali ingrandite > 1cm, extrainguinali da oltre 3 mesi, resistenti a terapia
Stadi della malattia
ARC (AIDS Related Complex): persistenza di almeno 2 segni e/o sintomi da oltre 3 mesi (LAS, calo ponderale >10%, febbre, diarrea, astenia, sudorazione profusa notturna- associati a riduzione linfociti T Helper, anemia e/o leucocitopenia, linfocitopenia e/o piastrinopenia)
AIDS (Aquired Immunodeficiency Sindrome): aggravamento fase ARC, comparsa di infezioni opportunistiche e altro.
Vie di trasmissione
Orizzontale:
ematica (TD, emotrasfusioni, via chirurgica, ecc)
sessuale (etero e/o omo)
Verticale:
transplacentare
allattamento (??)
Non altro …
L’infezione da HIV innesca una risposta immunitaria dell’organismo
che produce anticorpi. Tali anticorpi sono inefficaci e quindi,
non arrestano l’infezione.
Periodo finestra: da 0 a 6-13 mesi dopo il contagio (pz. siero- ma contagioso) Sieropositività: contagioso Malattia: si evidenzia dopo 2-15 anni dalla siero+, contagioso, ma soprattutto contagiabile!!!
Diagnosi
Test di ELISA (Enzime Linked Immunoadsorbent Assay). Ricerca di Ab antiHIV
Western Blot test. Test di conferma
PCR. Amplificazione genica in vitro dell’HIV.
Completamento diagnostico attraverso anamnesi ed esame obiettivo
N.B. il prelievo è subordinato al consenso
informato del paziente, fatte salve le eccezioni previste dalla Legge
Prevenzione
PREVENZIONE PRIMARIA
Riduzione del rischio e prevenzione della
trasmissione dell’AIDS nella popolazione
sana (ed. sanitaria, DPI, normativa, …)
Vaccino?
PREVENZIONE SECONDARIA
Procedure di accertamento (screening) per
una diagnosi precoce nella popolazione a
rischio (operatori sanitari, stile di vita e/o
comportamenti sessuali a rischio, ecc)
PREVENZIONE TERZIARIA
Assistenza e al paziente in cui la sindrome
si è manifestata, terapia e comportamenti
atti a ritardarne la progressione
La situazione dei primi anni
Patologia ad evoluzione infausta
Alternarsi di episodi acuti (con necessità di terapia intensiva) e fasi di remissione con livello variabile di bisogni socio-sanitari
Difficoltà tecniche
Resistenze culturali (operatori, altri pazienti e loro familiari, comunità locali)
Prognosi
Legata allo stile di vita e alla limitazione dei fattori di rischio, all’accesso alle cure, alle persone di riferimento, …
Gestione prevalente in Day Hospital
o assistenza domiciliare o case alloggio
L’ospedalizzazione è limitata al trattamento delle acuzie
Terapia
AZT (zidovudina): inibitore della trascriptasi inversa dell’HIV. Mielotossico.
Didanosina e staduvina:in alternativa all’azt, quando produce intolleranza o resistenza. Neurotossico.
Saquinovir: inibitore attività proteasica dell’HIV. Diarrea, nausea e vomito, dolori addominali.
Terapia adiuvante e specifica delle malattie
intercorrenti.
Sindromi associate
Polmonite da Pneumocystis Carinii, Candida Albicans
Diarrea da Salmonella, CMV
Stomatiti da Candida Albicans
Ascessi cerebrali da CMV, Toxoplasma
Neoplasia vascolare e linfatica da Sarcoma di Kaposi
Sindromi associate
Altre infezioni (Herpes simplex e/o zooster)
Dermatiti (seborroica, atopica, eczema, psoriasi, ecc)
Neuropatia del SNC e P: encefalopatia (progressivo declino delle facoltà cognitive, comportamentali e motorie)
Accesso alle cure
Terapie ad elevato costo.
Maggiori possibilità “anche” per la compliance terapeutica per soggetti siero+ che vivono nelle città in cui sono presenti grandi centri di ricerca sull'HIV.
Nei reparti di malattie infettive di un normale ospedale spesso non sono disponibili le stesse opportunità terapeutiche.
Accesso alle cure
Trovare un dentista disponibile a curare un paziente siero+ può essere un problema, così come non sono rare situazioni di discriminazione che determinano forme di autoesclusione e autodiscriminazione.
Spesso i pazienti siero+ con bisogni sanitari “comuni”, soprattutto se chirurgici, si rivolgono a centri di cura per siero+ per non subire lunghe liste di attesa o il disagio di dover chiarire le proprie condizioni
Assistenza sanitaria oggi
La gestione dell’infezione da HIV necessita, ormai per definizione, di un approccio integrato per l’attuazione del quale è richiesta la collaborazione di strutture assistenziali differenti e di molteplici figure professionali.
Obiettivi principali dell’assistenza oggi
Riduzione dei tempi di degenza
Umanizzazione dei reparti di degenza
Attenzione per cure palliative e di supporto
Integrazione tra le diverse modalità assistenziali
Risposta integrata a bisogni sanitari diversi: TD, Med Stranieri, TBC, epatopatie, psichiatria, gravidanza …
Promozione dell’assistenza domiciliare
Attenzione ai bisogni psicologici e sociali
Soluzioni assistenziali residenziali diversificate
Collaborazione tra servizi sanitari pubblici, agenzie no-profit, volontariato
Principi di assistenza
Inserire CVC con reservoir (??)
NO terapia I.M.
Monitoraggio parametri ematici
Monitoraggio TC e peso corporeo
Colture e ABG
Supporto nell’igiene della persona e in particolare del cavo orale
Principi di assistenza
NO somm.ne vaccini attenuati (NO: Sabin, morbillo, rosolia, parotide, TBC, febbre gialla, tifo per os, SI: Salk, tetano, difterite, influenza, epatite A e B, rabbia, colera e tifo via parenterale)
Profilo dietologico ad hoc
Valutazione quali-quantitativa evacuazioni
Prevenzione dei traumi
Educazione ai comportamenti sicuri
per sé e gli altri
Assistenza sociale
Trattamento domiciliare
Graduale attivazione di servizi per il trattamento a domicilio di soggetti affetti da AIDS e patologie correlate
Impiego di personale infermieristico e di supporto che opera
secondo le stesse norme e protocolli previsti per l’ambiente ospedaliero
con la consulenza dei medici specialisti
con la partecipazione all’assistenza del MMG
in collaborazione con associazioni di volontariato
Vantaggi dell’assistenza domiciliare
Problematiche presenti nei soggetti con malattia avanzata che possono validamente essere affrontate con trattamento domiciliare
necessità di terapie farmacologiche
supporto psicologico
alimentazione
disagio sociale
importanza di trascorrere nell’ambiente familiare il maggior tempo possibile
supporto per lo svolgimento di pratiche assistenziali di tipo personale ed infermieristico
La famiglia – aiuto o ostacolo?
La famiglia (inclusi anche amici e persone legate da rapporti di affettività) costituisce la struttura base, lo spazio e l'ambito di sviluppo della persona
La malattia tuttavia evidenzia i contrasti, suscita sentimenti ambivalenti: aiuto-rifiuto, amore-odio, solidarietà-indifferenza
Queste dinamiche impediscono che le risorse positive di ciascuno convergano per affrontare la malattia
Spesso il miglioramento clinico non modifica il rapporto di tensione, anzi peggiora in previsione di un periodo di vita prolungato
Fonti legislative
1988 obbligo del test HIV su tutte le sacche di emoderivati
L. 135/90. c3 Obbligo del consenso per il prelievo, ad eccezione ... (necessità clinica, screening epidemiologici in anonimato, disposizioni del magistrato)
c5 La siero+ non può costituire motivo di discriminazione in ambito scolastico, sportivo, lavorativo, ad eccezione …
DM Sanità 28/9/90 Norme di protezione da HIV nelle strutture sanitarie ed assistenziali pubbliche e private.
DPI ed eliminazione di aghi e taglienti ….
Fonti legislative
D.Lgs 273/90, art.15. Obbligo per il personale delle forze armate, di polizia e dei vigili del fuoco di sottoporsi all’accertamento per l’assenza di sieropositività per la sicurezza e la salute dei terzi.
Art 286 bis Cpp. Divieto di custodia cautelare nei paz affetti da AIDS conclamata e di grave immunodeficienza
definita dal
D.M. Sanità 25/5/93, artt. 1 e 2. ID Grave = linfociti T/CD4 < a 100/mmc; ID linfociti tra 100 e 200/mmc.
Detenzione
Sempre difficoltoso l'accesso a farmaci
e cure in molti penitenziari italiani, nei quali le terapie vengono interrotte o modificate, a volte senza nemmeno darne comunicazione all’interessato, esclusivamente in funzione della disponibilità del farmaco nella farmacia del penitenziario.
Spesso il detenuto non dichiara la siero+ per non essere discriminato, con conseguente interruzione delle terapie.
Etica
Ha sollevato nuovi problemi etici: rispetto della privacy e del segreto professionale
(quando ancora l'Autorità Garante della Privacy non era stata nemmeno programmata)
diritto/dovere alle cure problematica sulla necessità di informare i familiari
o il partner del malato circa la siero+ consenso informato a cure e partecipazione a
studi sperimentali desiderio di procreazione richiesta d’eutanasia o di suicidio assistito
… e la ricerca?
Non vi è altro esempio nella storia della medicina di un trasferimento così significativo di fondi destinati alla ricerca, alla prevenzione, alle cure, quale quello che si è verificato per la lotta all'AIDS
… a che punto è?
Negli USA è iniziata la seconda fase sperimentale del vaccino anti-AIDS. Si modificano geneticamente i virus del comune raffreddore in modo da accogliere 3 geni dell’ HIV che stimolano la risposta dei linfociti T contro tutti i geni simili. La prima fase (1500 volontari popolazione a rischio) ha determinato risposta immunitaria, forte e durevole.