44
ANNO 83° MAGGIO 2006 ASSOCIAZIONE EX ALLIEVI DELL’ISTITUTO TECNICO INDUSTRIALE P. PALEOCAPA DI BERGAMO

ASSOCIAZIONE EX ALLIEVI DELLÕISTITUTO TECNICO …exallievi.itispaleocapa.it/wp-content/uploads/2019/... · L'Associazione Ex-Allievi Esperia sorta e si sviluppata facendo riferimento

  • Upload
    others

  • View
    22

  • Download
    1

Embed Size (px)

Citation preview

ANNO 83° MAGGIO 2006

ASSOCIAZIONE

EX ALLIEVI

DELL’ISTITUTO

TECNICO

INDUSTRIALE

P. PALEOCAPA

DI BERGAMO

SOMMARIO

Consiglio Direttivo 2

La Nostra Associazione 3

Progetto Nuova Esperia: dal 9 aprile 2005 posa della prima pietra 4

Periti Meccanici: ancora alta la richiesta da parte delle industrie 5-6

Specializzazione Elettrotecnica 7

Specializzazione Informatica 8-9

La riforma Moratti è legge: 10 gli I.T.I.S. cambiano e diventano Liceo Tecnologico

Made in Italy e delocalizzazione 11-12

Interventi nelle scuole 13-14

Il Settimo Programma Quadro della Ricerca Europea 15-20

Popolazione Scolastica I.T.I.S. “P. Paleocapa” Bergamo 21

E-Textiles: punto di incontro tra elettronica e tessile 22-28

La tecnica tessile e la tecnologia italiana nel mondo 29-30

Borse di Studio I.T.I.S. “P. Paleocapa” Bergamo 31

Prof. Silvio Garattini: una vita per la ricerca 32

Storia dell’Istituto “Mario Negri” 33-38

Ex-Allievi 39

Le novità 40

ASSOCIAZIONE

EX ALLIEVI

DELL’ISTITUTO

TECNICO

INDUSTRIALE

P. PALEOCAPA

DI BERGAMO

ESPERIA ANNO 83° PAGINA 1

ANNO 83°ESPERIA PAGINA 2

La Nostra Associazione

Associazione Ex Allievi dell'Istituto Industriale “P. Paleocapa”

Consiglio Direttivo

Presidente

Vice Presidente

Consiglieri

Segreteria

Revisione conti

ALESSANDRO GIGLI

GIANCARLO VITI

ROMANO BONADEI

EZIO CARISSONI

ANTONINO CASALE

GIANPIERO DONADONI

FRANCO FERRARI

ORNELLA RIPAMONTI

ENRICO PIAZZI

LUIGI GIUSSANI

MARIO GUIZZETTI

ENRICO PIAZZI

ANTONIO PELUSO

Un ringraziamento per l'attiva partecipazione al consiglio al prof. Amedeo Amadei, che, pur non nominalmente inserito neldirettivo, collabora fattivamente alle attività in essere.

ANNO 83°ESPERIA PAGINA 3

La Nostra Associazione

L'impegno di base

L'Associazione Ex-Allievi Esperia è sorta e si è sviluppata facendo riferimento a tre Valori:

1. Creare un reale incontro fra la realtà scolastica ed il tessuto industriale. Scuola ed Industria devonocooperare affinché gli allievi acquisiscano le conoscenze e le competenze che il mercato chiede e che sonoin continua evoluzione.

2. Promuovere un percorso scolastico in cui le conoscenze teoriche siano affiancate da momenti di realtà

pratica. Acquisire conoscenze e vedere concretamente come sono applicate, dove sono applicate e con qualimetodologie sono applicate è il primo passo del passaggio dallo status di studente a quello di lavoratore.

3. Promuovere e facilitare l'inserimento degli allievi nell'area Bergamasca. I costi sociali della formazionediventano un investimento per la collettività solo se gli allievi possono mettere a frutto il loro talento nelterritorio d'origine.

L'Associazione è parte integrante dell'Istituto Esperia, promuove numerose iniziative, non fruisce di finanzia-menti pubblici e non ha fini di lucro. Le risorse necessarie allo svolgimento delle attività sono garantite daiSoci e da Enti ed Aziende che condividono la filosofia dell'Associazione e le strategie.La quota di iscrizione minima è di 30,00 e, pagabili presso la segreteria dell'Istituto (Sig.ra Ornella Ripamontic /o Esperia - Tel. 035 319388), tramite conto corrente postale n.16442246 intestato a Associazione Ex-AllieviITIS P. Paleocapa - Bergamo o tramite Bonifico Bancario su Banca Popolare di Bergamo - Gruppo BPU -Filiale di Via S. Bernardino - CC. n. 61421 - ABI 05428 - CAB 11110 (si ringraziano i soci sostenitori checontribuiscono con versamenti di maggiore entità).Vorremmo poterti annoverare fra coloro che sostengono questa nostra iniziativa: non solo per il sostegnoeconomico che potrai offrirci per realizzare i nostri Progetti del 2005 (teniamo così tanto a questa Associazioneche chiediamo con fierezza un aiuto finanziario) ma soprattutto per poterti annoverare come importanteinterlocutore per sviluppare e migliorare il coordinamento fra l'insegnamento d'aula e le necessità del sistemaimpresa bergamasco.

Le iscrizioni e le partecipazioni alle iniziative vogliono essere aperte in modo particolare anche ai neo

Ex-Allievi, ai quali si offre l'iscrizione gratuita all'associazione per i primi tre anni.

Per ogni informazione o per incontrarci di persona, il riferimento è la Sig.ra Ornella Ripamonti, segreteriadell'Istituto e dell'Associazione. Si segnala, inoltre, che è disponibile anche il sito degli ExAllievi all'indirizzowww.esperia-exallievi.bg.it

Il logo Esperia

Rieccola, la ciminiera fumante che svetta dal tetto a shed dell'Esperia.Recuperata da uno stemma della divisa sportiva (i pantaloncini blu con la casacca amaranto),torna sulle tessere dell'Associazione Ex Allievi.Da parte di tutti noi un caloroso bentornato.

ANNO 83°ESPERIA

Progetto Nuova Esperia:dal 9 aprile 2005 posa della prima pietra

PAGINA 4

Gennaio 2005: prima della demolizione Gennaio 2006

Si vuole far conoscere ai soci dell’Associazione lo svi-luppo dei lavori di costruzione del nuovo volto dell’Istituto “ P.Paleocapa” (ex Esperia) da quel giornoche le Autorità del territorio della Provincia e il Diri-gente dell’Istituto posarono la prima Pietra (vedi co-pertina del Notiziario n. 82 del maggio 2005).

Quel giorno sotto la Pietra numero Uno si deposeanche il registro delle firme dei partecipanti alla ma-nifestazione tra cui i componenti del Direttivo dellanostra Associazione.

Comincio col dire della Ditta appaltatrice COVE-CO di Venezia e della Ditta esecutrice delle opereSAN GIUSEPPE di Savona che dall’11 aprile 2005lavorano per la realizzazione del Progetto per 8 oreal giorno con 15 unità di manovalanza.Si è vista crescere la Palazzina con relativa velocitàed oggi ( fine gennaio 2006) siamo sorpresi a distan-za di sette mesi della quasi completezza dell’Operache ha sbiadito nella nostra memoria quello che inquell’area di vecchio prima esisteva.

Si sta parlando della Palazzina di Meccanica primaopera del Progetto la cui consegna per completa-mento lavori è prevista per la metà di maggio 2006.

Durante questi mesi contemporaneamente alla Pa-lazzina di Meccanica si è pianificata la mappa dei la-vori indispensabili per l’inizio della seconda e terzaopera del Progetto: il collegamento tra la palazzina

di Meccanica e la Palazzina di Elettrotecnica la cuicostruzione inizierà secondo la scaletta previsionaledel Progetto: da settembre 2006.

Una nota di ammirazione e gratitudine deve esserevolta al personale volontario ausiliario e tecnico del-l’Istituto che dall’inizio dei lavori si sono affiancatialla Ditta chiamata per la demolizione dei vecchi La-boratori di Saldatura e Fonderia per lo sgomberodelle attrezzature e materiali che in essi esistevano.

Continueranno a prestare la loro utile manovalanzaanche per le opere seguenti.Infatti tra luglio ed agosto 2006 inizierà la demoli-zione della restante vecchia area di Meccanica e laparziale demolizione del Laboratorio di Tessituraappunto per far posto agli scavi per la costruzionedella seconda Palazzina di Elettrotecnica che do-vrebbe essere consegnata verso maggio 2007.

Si pensa di fare cosa gradita riportare alcune fotogra-fie della Palazzina in costruzione, dagli scavi ad oggi.Considerato il breve periodo trascorso dagli scavi, tra-pela dalle immagini quanto incessante è stato il lavorodelle manovalanze impegnate nell’Opera.

Ornella Ripamonti

Il D.S.G.A.

P.S. Nel prossimo numero del Notiziario (maggio2007) vi ragguaglieremo sugli sviluppi del Progetto.

ANNO 83°ESPERIA PAGINA 5

Dalla maggior parte dei settori che compongono laSocietà italiana provengono segnali molto contra-stanti. Visioni catastrofiche vanno di pari passo conimmagini rosee del prossimo futuro. Per un osserva-tore semi-inerziale quale mi ritengo, ciò significauna sola, semplice cosa: grande incertezza. Non fan-no eccezione a questa situazione confusa l’industriae l’artigianato bergamaschi e la scuola operante sul-lo stesso territorio.Per l’industria e l’artigianato locali è cruciale dare abreve termine risposte certe sulle strategie da segui-re, comprendendo tra esse il dare risposta al fonda-mentale quesito: investire ancora nei siti produttivipreesistenti o cercare un nuovo approccio, nuovestrade produttive che vedono la creazione di nuovistabilimenti da realizzare mediante joint-venture conaziende ceche, turche, indiane, cinesi?Per la scuola, pure in una fase d’incertezza, si poneinvece il dubbio su quanto e come applicare la rifor-ma dei cicli scolastici in un momento in cui, oltretut-to, dal versante politico arrivano ipotesi sul da farsitra loro assolutamente in contrapposizione.Chi, però, intendesse addentrarsi maggiormentenella questione e abbandonare le suggestioni perapprodare ai dati di fatto, non potrebbe non riclas-sificare, settore per settore, le varie voci alla luce dipuri, freddi numeri.

Ebbene, tali numeri suggeriscono che:- industria e artigianato bergamaschi operanti nel set-

tore meccanico intendono ancora scommettere sul-le proprie capacità e sul proprio know-how, non di-sdegnando ipotesi di penetrazione in altri mercati;

- le nuove sfide possono essere affrontate solo conpersonale dotato di conoscenze specifiche ed ag-giornate in ambito meccanico;

- questa necessità è sentita e confermata da tempo atutti i livelli (imprenditori, famiglie, studenti, per-sonale già occupato) vista la conferma del numerodi iscritti alle classi terze ad indirizzo meccanicoper il prossimo anno scolastico, il mantenimentodel numero di Periti Meccanici annualmente inuscita dall’Esperia, nonché la presenza quest’annoscolastico 2005-2006 di una classe quinta meccani-ca serale formata da ben 32 studenti.

L’indirizzo meccanico dell’ITIS “Paleocapa” conti-nua a credere nella propria missione formativa e siprepara a traslocare con macchine ed attrezzaturenella nuova palazzina assegnata a questa specializza-zione. Il pensiero e la nostalgia per i vecchi muri chehanno visto passare tanti di noi c’è ma dura un soloistante. Ci attende un grosso lavoro di riorganizza-zione. Pensiamo infatti che progettare il futuro sia ilmodo migliore per onorare il passato.

Amedeo Amadei

Ancora alta la richiestada parte delle industrie

Periti Meccanici

5.000

4.500

4.000

3.500

3.000

2.500

2.000

1.500

1.000

500

0

Indirizzo Indirizzo Indirizzo Indirizzo Indirizzo tessile, Indirizzo Indirizzo Indirizzo

meccanico elettronico informatico elettronico abbigliamento chimico termoidraulico aeronautico

e moda e nautico

Assunz. Prev. Imprese Lombardia 2005 per indirizzo di studio livello sec. e post-sec.Fonte: Unioncamere-Ministero del Lavoro, Sistema Informativo Excelsior, 2005

4.580

1.590 1.530

760 730 670

310120

ANNO 83°ESPERIA

Ancora alta la richiesta da parte delle industrie

Periti Meccanici

Assunzioni previste dalle imprese per il 2005 per richiesta di conoscenze linguistiche e informatiche,

secondo l'indirizzo di studio esplicitamente segnalato dalle imprese

e secondo l'indirizzo formativo equivalente

PAGINA 6

TOTALE 119.060 21,4 36,1 3,0 125.870 119.060 125.870

Livello Universitario 15.190 62,6 81,1 9,2 14.680 16.640 17.050

Livello secondario

e post-secondario 42.180 31,3 58,0 4,2 41.690 46.660 46.830

Indirizzo meccanico 4.580 28,6 60,3 2,8 4.450 5.860 6.330

Indirizzo elettrotecnico 1.590 22,4 60,9 1,8 1.800 1.880 2.600

Indirizzo informatico 1.530 66,0 26,7 72,8 1.750 1.450 1.510

Indirizzo elettronico 760 36,3 46,8 12,5 620 730 600

Indirizzo tessile,

abbigliamento e moda 730 19,9 76,2 0,5 370 770 540

Indirizzo chimico 670 19,0 53,9 1,0 710 780 750

Indirizzo termoidraulico 310 2,6 12,1 0,3 40 640 470

Indirizzo aeronautico

e nautico 120 73,0 72,2 0,0 110 120 60

Altri indirizzi 31.890 -- -- -- -- -- --

Livello qualifica

professionale 21.250 8,1 16,5 1,6 26.800 33.360 36.080

Livello scuola

dell'obbligo 40.450 2,7 6,7 0,3 42.690 22.410 25.900

Regione Lombardia

Indirizzo di studio segnalato dalle imprese*

Richiesta conoscenza

informatica comeTotale

assunzioni

2005 (v.a.)

Totale

assunzioni

2004 (v.a.)

Richiesta

conoscenza

lingueutilizzatore programm.

Indir. form. equival.*

Totale

assunzioni (v.a.)

2005 2004

I totali comprendono comunque i dati non esposti.*Valori assoluti arrotondati alle decine.Fonte: Unioncamere - Ministero del Lavoro, Sistema Informativo Excelsior, 2005a cura prof. M. Sarno - ITIS Paleocapa - Bergamo

ANNO 83°ESPERIA PAGINA 7

L’indirizzo Elettrotecnico, uno dei più vecchi pre-senti all’ITIS “P. Paleocapa” e che ha sempre rap-presentato un riferimento forte alla domanda di for-mazione del territorio, ha sofferto negli ultimi anniuna crisi di vocazione da parte degli studenti che lohanno portato ad una progressiva perdita di classi si-no a ridursi a due corsi. Negli ultimi due anni si è ri-scontrato però un inversione rispetto al trend in at-to e si è riusciti a consolidare i due corsi con un nu-mero di iscritti, al primo dei tre anni di specializza-zione, nell’ordine dei 50 allievi. Ciò è riconducibile,da un lato ad una diminuzione di iscritti nel bienniodell’Istituto e dall’altro al fatto che l’offerta formati-va per il settore elettrico è alquanto distribuita sulterritorio, il che ha progressivamente ridotto il baci-no di utenza a cui fare riferimento. Anche i processidi riforma in atto che prevedono per l’istruzione se-condaria superiore l’introduzione di due canali quel-lo licealizzante e quello dell’istruzione e formazionehanno contribuito, in assenza di informazioni chiaree precise sul futuro dell’istruzione tecnica, a diso-rientare famiglie e ragazzi determinando uno sposta-mento della domanda formativa verso altri ordini discuola. È auspicabile che le attuali tendenze, unavolta che si saranno precisati e chiariti gli obiettividella riforma, vengano riequilibrate recuperando ilruolo dell’istruzione e formazione tecnica all’internodi una realtà territoriale ad ampia vocazione impren-ditoriale che richiede figure professionali ad ampiospettro che vadano dai livelli di formazione di basesino a quelli di alta specializzazione. In ragione diqueste esigenze l’indirizzo, coadiuvato dal sig. Vitititolare dell’azienda Elettrobergamo, che offre am-pia e fattiva collaborazione, ha sviluppato con azien-de importanti del territorio (ABBSace - Bticino - Co-melit - Cosberg - Gewiss - Schneider Electric - S.B.P.ed altre) iniziative di formazione ed informazionecomplementari alla normale attività didattica.L’obiettivo è quello di fornire agli allievi sempremaggiori informazioni sulle nuove tecnologie che ca-ratterizzano lo sviluppo del settore elettrico, renden-doli edotti sui processi innovativi che stanno modifi-

cando le tecniche impiantistiche nei settori tradizio-nali in cui opera il perito elettrotecnico al fine di mi-gliorarne ed arricchirne la figura professionale. Par-ticolare interesse si è posto sui nuovi settori che ca-ratterizzano lo sviluppo tecnologico dell’area elettri-ca, quali la domotica, il cablaggio strutturato e l’au-tomazione industriale. Parimenti si è proceduto al-l’innovazione dei laboratori di settore sviluppando,accanto alle tradizionali attività previste dai pro-grammi ministeriali, nuove esperienze legate allaprogettazione e realizzazione di processi di sistema,che tanto in ambito terziario quanto in quello indu-striale, sono governati e gestiti in modo automatico,realizzando un implementazione delle funzioni svol-te. Ciò non porta a trascurare altri temi pregnantiper la figura professionale del perito elettrotecnico,quali sono quelli della sicurezza elettrica e della co-noscenza dei riferimenti normativi, essenziali perrealizzare una formazione tecnica e deontologica ap-propriata alle aspettative del mondo del lavoro.

Ing. Arialdo Ravanelli

Il Coordinatore di specializzazione

Bergamo, 10 febbraio 2006

Specializzazione ElettrotecnicaI.T.I.S. “P. Paleocapa” Bergamo

ANNO 83°ESPERIA

Specializzazione InformaticaI.T.I.S. “P. Paleocapa” Bergamo

Da quando la specializzazione di Informatica è pre-sente in Istituto, cioè dall’anno 1979/80, molta acquaè passata sotto i ponti.

A quei tempi si lavorava tipicamente su sistemi di ela-borazione centralizzati, collegati a vari terminali, uti-lizzando i linguaggi come il Basic o il Fortran; succes-sivamente si è passati ai personal computer e al lin-guaggio Pascal. In ogni caso, con tutti questi linguag-gi si risolveva qualsiasi tipo di problema, dalla sommadi due numeri alla gestione degli archivi di dati.Attualmente si utilizzano linguaggi più moderni,quali C++, Java, Visual Basic, Access, ASP e PHP,anche se sono sempre presenti i linguaggi Assemblydei microprocessori, soprattutto per gli interfaccia-menti in Elettronica.Inoltre oggi tutti i computer sono collegati in retevia cavo, e si stanno già installando e sperimentandole prime reti di laboratorio senza fili: l’evoluzionepare inarrestabile.

I nostri diplomati hanno oggi le competenze peroperare come:• analisti programmatori di sistemi in ambito indu-

striale, tecnico-scientifico e applicazioni Web-oriented;

• progettisti e amministratori di sistemi di elabora-zione dati anche su reti LAN;

• esperti nello sviluppo delle risorse informatiche inmedie realtà produttive.

Sei laboratori supportano tutte le attività pratiche inambienti Microsoft Windows, ma anche Sun Micro-system (Unix) e Linux.

Oltre alle classiche attività di stage estivo, organizza-te per gli studenti di quarta da oltre vent’anni, è orain sperimentazione l’alternanza scuola-lavoro, cheprevede un maggior coinvolgimento delle aziendenella didattica e che si svolge durante l’anno scola-stico per tre settimane non consecutive a tempo pie-

PAGINA 8

ANNO 83°ESPERIA PAGINA 9

Oggetto: [infoABACUS] Gara Nazionale di Informatica: Comunicazione risultati

Cari colleghi,finalmente abbiamo terminato la fase della correzione degli elaborati. Il lavoro è stato lungo, vista la plura-lità dei linguaggi e dei sistemi di sviluppo utilizzati. Abbiamo determinato i tre vincitori, mentre gli altripartecipanti sono da considerarsi tutti quarti a pari merito:

1° Classificato: Aldegheri Alberto, studente dell’ITIS “G. Marconi” di Verona. Punteggio 95/100.

2° Classificato: Paris Davide, studente dell’ITIS “Paleocapa” di Bergamo. Punteggio 85/100.

3° Classificato: Zilio Andrea, studente dell’ITIS “Severi” di Padova. Punteggio 80/100.

Tutti e tre i vincitori hanno programmato in Java; non credo sia una semplice coincidenza ma una conse-guenza della maggiore strutturazione di tale linguaggio rispetto al C++; il suo uso potrebbe sviluppare una“forma mentis” più progredita. Che ne pensate?

Il Coordinatore di Specializzazione

Ing. Arialdo Ravanelli

no. Gli studenti partecipanti sono selezionati indivi-dualmente sulla base delle loro attitudini e della ti-pologia di azienda.

Per le classi intere sono attivi progetti didattici dilungo respiro, quale il progetto “Vivaio” in collabo-razione con la BPU, da sempre la maggiore bancaitaliana impegnata nell’utilizzo di Unix, e la LocalAcademy Cisco, cioè la preparazione alla certifica-zione CCNA che si articola in quattro semestri. Dalprossimo anno è previsto l’inserimento nella didatti-ca della preparazione per le certificazioni EUCIPper amministratori di rete.

Da non dimenticare che i docenti della specializza-zione Informatica sono coinvolti in diverse attivitàd’Istituto, quali il Centro Servizi Multimediale e ilTest Center ECDL, dove si svolgono esami di cer-tificazione aperti anche agli utenti esterni ed è pre-visto in futuro un analogo Test Center per EUCIP,che si caratterizza per un livello tecnico superiore.

Ovviamente queste attività didattiche e di supporto

non verrano meno quando sarà attivata la riformadelle superiori e il passaggio a Liceo Tecnologico.Ciò permetterà di mantenere in futuro la nostra spe-cificità di scuola tecnica specializzata sul territorio,anche se diventerà quasi obbligatorio per gli studen-ti procedere negli studi universitari, dato che il futu-ro diploma liceale non favorirà certo l’accesso diret-to al mondo del lavoro.

Infine questo anno la specializzazione Informaticasi pregia di aver dimostrato la serietà e lo spessoredel lavoro svolto dai propri insegnanti perseguendoun successo al livello nazionale nella Gara Naziona-le di Informatica ABACUS, svoltasi a Firenze nelmese di Novembre.Infatti il nostro studente... si è classificato secondo, abrevissima distanza dal vincitore della gara.

In questa circostanza si è verificata la maggior flessi-bilità del linguaggio Java, preferito da tutti gli stu-denti classificati nei primi posti, rispetto a linguaggipiù tradizionali quali C++ , della quale si riporta lamail ricevuta:

ANNO 83°ESPERIA

La riforma Moratti è legge: gli I.T.I.S.cambiano e diventano Liceo Tecnologico

Nel mese di gennaio ho partecipato ad un interessan-te seminario, organizzato dal CSA di Varese, dal titolo“La scuola per il tessile: sinergie utili per lo sviluppo”,che aveva come scopo quello di trovare sinergie fra iprogrammi degli istituti ad insegnamento tessile, dagliITIS all’università. Ne sono usciti spunti molto validi,che possono essere estesi a tutti gli indirizzi.

La riforma: alcuni punti fermi- scopo della legge è di riformare il ciclo di formazio-

ne delle scuole medie superiori, dividendolo in for-mazione liceale e professionale. Gli ITIS diventanoLicei Tecnologici

- la riforma entra in vigore nell’anno scolastico 2007-2008, ma sarà possibile iniziare le sperimentazionigià l’anno prossimo

- il progetto del nuovo Liceo Tecnologico presentaalcune discontinuità importanti, che avranno con-seguenze sull’attuale ordinamento scolastico

- le ore totali a disposizione per la didattica diminui-ranno

- verranno introdotte discipline nuove fra le materiedi studio

- le discipline professionalizzanti e le ore di labora-torio saranno di numero inferire all’attuale

- è evidente la fine della figura e della professionali-tà del perito così come la conosciamo oggi, renden-do praticamente indispensabile il completamentodella formazione con la prosecuzione degli studi al-l’università (d’altra parte già oggi chi proviene dailicei deve proseguire gli studi all’università)

Programmi: redazione innovativa Per la redazione dei nuovi programmi scolastici au-spico quindi necessarie scelte innovative, che valuti-no complessivamente la formazione liceale e quellauniversitaria di pari indirizzo o complementare, cioèperito meccanico-ingegnere meccanico, perito tessi-le-ingegnere tessile, per:- eliminare o ridurre le sovrapposizioni dei program-

mi di studio- esaltare le materie specifiche professionalizzantiÈ auspicabile quindi che ITIS ed università stringa-no accordi per valutare la qualità dell’insegnamentodelle materie professionalizzanti e per concedere deicrediti formativi agli studenti, in modo di permette-re maggiori approfondimenti o l’inserimento di nuo-ve discipline scolastiche.

Formazione professionale: scelte coraggiose La riforma Moratti genererà non solo i Licei Tec-nologici ma anche gli Istituti di Formazione Pro-fessionale. Purtroppo per caratterizzare questi isti-tuti è stato utilizzato un nome vecchio, percepitodai ragazzi e dalle famiglie come formazione di se-rie “B”, mentre invece la formazione professionalepuò assumere una finalità sinergica con i LiceiTecnologici, a patto che sia lo stesso ITIS a realiz-zare al suo interno corsi paralleli di formazioneprofessionale per:

- utilizzare e valorizzare gli stessi laboratori, che neiLicei Tecnologici saranno sotto utilizzati

- permettere uno scambio a doppio senso fra gli stu-denti del Liceo Tecnologico e degli Istituti di For-mazione Professionale, recuperando la dispersionescolastica e valorizzando i talenti

- formare tutte le professionalità intermedie utili al-le aziende fino quasi alla figura del perito attuale,avendo comunque l’accesso universitario attraver-so la frequenza di un quinto anno, oppure la spe-cializzazione e la formazione di un super perito conla frequenza di tre ulteriori anni.

Quali integrazioni richiedere alla leggePremesso che il nuovo ordinamento scolastico rap-presenta una opportunità molto interessante per lascuola ed i nuovi studenti, ritengo importante chie-dere l’introduzione di alcune integrazioni:- cambiare il nome degli Istituti di Formazione Pro-

fessionale (il nome di ITIS non sarebbe male)- affidare la dipendenza del personale e la responsa-

bilità dei programmi allo stesso Ente (i Licei Tec-nologici dipenderanno dallo Stato mentre gli Isti-tuti di Formazione Professionale dipenderannodelle Regioni)

- gli attuali ITIS devono generare sia il Liceo tec-nologico che gli Istituti di Formazione Professio-nale, gestendo lo stesso corpo docente e gli stes-si laboratori

- ITIS ed università devono stipulare accordi per va-lutare la qualità dell’insegnamento delle materieprofessionalizzanti e per concedere dei crediti for-mativi agli studenti che vogliono frequentare corsicomplementari.

Alessandro Gigli

PAGINA 10

ANNO 83°ESPERIA PAGINA 11

Sono ormai oltre treanni che nei paesi occi-dentali si è interrotta lacrescita economica. Incontrasto le nazionidel lontano est sosti-tuiscono con le loroproduzioni quello chele nostre aziende mani-fatturiere non riesconoa produrre in manieracompetitiva.

Si potrebbe anche pensare che non tutti i mali ven-gono per nuocere. Si possono comprare tante coseutili a basso prezzo e con i tempi che corrono è in-dubbiamente un bel vantaggio. Peccato che questa concorrenza, che poi vedremoquanto è anomala, sta mettendo in crisi molteaziende, con conseguenti casse integrazioni per idipendenti, e chiusura di molte aziende.Il problema è ormai così evidente che tutte le or-ganizzazioni giornalmente ne discutono e ne dibat-tano. Suggerimenti e idee ne sono sfornati in con-tinuazione ma tutto è molto più complesso e com-plicato di quanto si può immaginare.In primo luogo le nazioni emergenti hanno innu-merevoli vantaggi. Pagano i loro costi di produzio-ne con valute locali, che si svalutano sul dollaro esull’euro e quando consegnano le merci hanno unsuccessivo guadagno, a volte dal cinque al dieciper cento. In queste nazioni in pratica non esisto-no costi sociali; pensioni inesistenti, assistenza me-dica e ospedaliera approssimata, mancanza di re-gole sulla sicurezza e sull’utilizzo di sostanze in-quinanti e l’elenco potrebbe continuare a lungo.Basta solo ricordare che il costo della manodoperae da dieci a sessanta volte inferiore rispetto a noi eper conquistare i mercati spesso fanno uso di dum-ping, vale a dire vendono all’estero a prezzi piùbassi di quelli interni.Con queste premesse può sembrare impossibilecompetere e salvare da un nuovo tracollo le azien-

de manifatturiere dei paesi occidentali e non saràscontato che non possa accadere. Negli Stati Uniti sono in grado di prendere prov-vedimenti doganali e di tutela in maniera più rapi-da che in Europa.Ora fortunatamente alcune situazioni stanno cam-biando anche da noi. Sembra che finalmente saràintrodotto l’obbligo della marcatura del paesed’origine, il made in. I compratori saranno così av-vertiti da dove proverranno le merci. Potrannogiudicarne il vantaggio economico, ma spesso sen-za nessuna garanzia di qualità o di sicurezza. Sonoinnumerevoli i controlli che evidenziano importa-zioni dalla Cina e dagli altri paesi emergenti conmateriali dannosi per la salute, come ad esempioprodotti d’abbigliamento e scarpe con coloranticancerogeni o giocattoli pericolosi per la salute deibambini. Ancora più dannosi sono spesso i pro-dotti alimentari, molte volte preparati senza nes-suna regola igienica. Saranno le nostre industrie manifatturiere che do-vranno fornire prodotti di qualità ma anche com-petitivi. Sembrerebbe un’impossibile quadraturadel cerchio.Non c’è la certezza della soluzione ma con un mixd’interventi e con lo sforzo di tutti si può cambiare.Si dovrà migliorare la competitività, con una mag-gior flessibilità e con infrastrutture efficienti. Servi-ranno servizi meno burocratizzati e un sistema ban-cario meno costoso e più internazionalizzato.Inoltre le aziende dovranno ricuperare efficienza eridurre i costi con una parziale delocalizazione dialcune produzioni. Si dovranno fare nuovi investi-menti nella ricerca. Questo è più facile per le gran-di aziende ma specialmente le piccole e medieaziende, collaborando con le università, potrannosviluppar ricerche e nuovi prodotti che saprannoconquistare i clienti.Abbiamo già visto molti esempi di successo diaziende che mantenendo e rivalutando le capacitàdelle maestranze sono in grado di delocalizare leproduzioni nei paesi emergenti, mantenendo le co-

Made in Italye delocalizzazione

ANNO 83°ESPERIA

Made in Italy e delocalizzazione

PAGINA 12

noscenze e il controllo del mercato. Ovviamentequesto è possibile solo a grandi organizzazioni maora anche le piccole e medie aziende devono ini-ziare nuove collaborazioni e riunirsi in piccole fi-liere specializzate e in squadra realizzare anch’essequesti risultati.Ora la politica deve fare un nuovo sforzo nell’or-dinamento della proprietà intellettuale, per nonpermettere che tutte queste invenzioni possano es-sere copiate dalle nazioni emergenti e rimesse sulmercato in maniera fraudolenta.La politica dovrà finalmente affrontare anche ilproblema delle sovvenzioni all’agricoltura dellenazioni ricche che con una politica dissennata aiu-tano le produzioni di alcune commodity agricole,esaurendo il bilancio con aiuti indirizzati a prodot-ti che potrebbero essere convenientemente lasciatialle popolazioni dei paesi emergenti che per ovviee storiche situazioni hanno miliardi di persone de-dicate a queste produzioni. Le nostre sovvenzionicreano una sovrapproduzione e un conseguente

crollo di alcuni prezzi agricoli che non permettonoai contadini dei paesi emergenti alcuni rendimen-to. I loro governi non hanno possibilità di erogarea loro alcuna sovvenzione e in pratica lavorano inperdita e questo com’è noto crea un continuo egrave impoverimento di milioni di persone e ag-grava lo squilibrio tra la ricchezza dei paesi ricchiverso quelli poveri. Questa è inoltre la causa cheobbliga milioni di disperati a cercare con ognimezzo d’alimentare quel gravissimo problema del-l’immigrazione clandestina che se non sarà risoltasarà un nuovo problema delle nazioni ricche.Ne vediamo già le conseguenze in alcune nazionicome in Germania che oggi ha una delle più altepercentuali di disoccupati.Soltanto permettendo a questi paesi di crescerepotremo sperare di avere in futuro nuovi clientiper i nostri prodotti innovativi.

Romano Bonadei

Presidente Fondazione Industrie Tessili

ANNO 83°ESPERIA PAGINA 13

Sarebbe sufficiente rileggere i tre punti salientidello statuto dell’associazione Ex Allievi per ren-dersi conto di quanto il progetto di collaborazionetra industria e scuola che il titolare della ditta Elet-trobergamo e vice Presidente dell’Associazionestessa, Giancarlo Viti, sta promuovendo da diversianni, li realizza totalmente.

1- Creare un reale incontro fra la realtà scolastica ed

il tessuto industriale:

“Momenti di confronto tra scuola e industriasono fondamentali perché spesso alla velocitàdel mondo produttivo non fa riferimento un'al-trettanta velocità di aggiornamento nei pro-grammi scolastici” spiega Viti. “La collabora-zione ormai consolidata tra me e il Prof ArialdoRavanelli permette agli studenti di aprire gli oc-chi sulle realtà produttive del territorio berga-masco e di raggiungere una maggior consapevo-lezza dell’importanza della formazione scolasti-ca nell’ottica produttiva”.

2- Promuovere un percorso scolastico in cui le cono-

scenze teoriche siano affiancate da momenti di re-

altà pratica:

“Ci proponiamo infatti di rendere concreta laformazione, poter in prima persona vedere etoccare con mano l’importanza della formazio-ne teorica in quelle che sono le applicazioni pra-tiche in alcune delle principali realtà produttivelocali ma che hanno un respiro nazionale e an-che internazionale. Gli incontri sono un occhiosul mondo e un rendere concreto il proprio per-corso di studi”.

3- Promuovere e facilitare l’inserimento degli allie-

vi nell’area Bergamasco:

“Non si tratta infatti solo di un fertile dialogoche permette alla scuola di aggiornarsi e di avvi-cinare la propria formazione al know how ri-chiesto nel mondo del lavoro. Il realtà l’intentodel progetto è assolutamente biunivoco e per-

mette anche al mondo produttivo di entrare incontatto con un certo anticipo con gli studentipiù validi e meglio formati per immettersi nelmondo del lavoro.Dare la possibilità insomma di mettere in con-tatto questi due mondi permette in concreto diaiutare l’immissione nel mondo del lavoro”.

Ottima infatti è sempre stata la risposta delle azien-de che hanno trovato nel progetto una risposta con-creta alla costante necessità di inserire nei propri or-ganici tecnici di livello, aggiornati e in grado di sa-persi tenere sempre al passo con le innovazioni tec-nologiche e metodologiche.L’esperienza e l’alta specializzazione della ComelitGroup SpA, società specializzata nei sistemi videocitotelefonici e in quelli di televisione a circuitochiuso TVCC, ha aperto la serie di interventi conun incontro, nella prima settimana di febbraio, de-stinato a 100 ragazzi di tre classi terze di elettrotec-nica ed elettronica. Tema dell’intervento: “Video-citofonia e videosorveglianza”.

Nella stessa settimana 55 allievi delle classi quinteascoltato esperti della Gewiss hanno illustrato iltema sempre più attuale della Domotica. la scienzache studia le applicazioni dell'informatica e del-l'elettronica all'abitazionePropio la Gewiss ospiterà nei primi giorni di Giu-gno l’ultima delle viste aziendali in programma perquest’anno mostrando i propri impianti e lineeproduttive a cento alunni delle classi terze.Quattro interventi sono stati tenuti in seguito daesperti della Shneider Electric SpA, partner delprogetto già da diversi anni. La Schneider ElectricSpa è una multinazionale leader nel settore con ilmarchio Telemecanique nell’automazione indu-striale nel controllo industriale, e nel transaparentfactory e con il marchio Merlin Gerin nella mediae bassa tensione, cablaggio strutturato e sistemi diinstallazione.Cento alunni delle classi terze nei primi giorni di

Interventi nelle scuole

ANNO 83°ESPERIA

Interventi nelle scuole

Maggio hanno partecipato ad un incontro formati-vo sulle apparecchiature elettriche e sui sistemi di-stributivi per i settori civile terziario e industriale.Tre classi quarte, poco più di un centinaio di ra-gazzi in tutto, hanno invece assistito a due incon-tri, uno concernente l’automazione industriale el’altro riguardante il software I project di cui ab-biamo dato un largo risalto nel precedente nume-ro del maggio 2005 di questo bollettino.Sempre destinato alle classi quarte la visita azien-dale nella prima settimana di Aprile.

Infine la Schneider ha dedicato alle classi quinteun incontro dal tema “Normativa EN per cabineMT/BT. le cabine a media e bassa tensione”.A conclusione del percorso gli studenti di dueclassi quinte hanno potuto visitare la ditta Cosbergattiva nel campo dell’automazione dei processiproduttivi e nella progettazione e costruzione dimoduli per l’automazione e macchine di assem-blaggio.

Giancarlo Viti

PAGINA 14

ANNO 83°ESPERIA PAGINA 15

Giuliano Freddi, Stazione Sperimentale per la Seta,Milano (Tel.: 02 2665990; E-mail: [email protected])Alessandro Gigli, presidente AICTC(Tel.: 348 2236375;E-mail: [email protected])

I Programmi Quadro della Ricerca Comunitaria

Il Programma Quadro è il più importante strumen-to con cui l’Unione Europea finanzia la ricerca e losviluppo. Nasce su proposta della CommissioneEuropea e diviene operativo dopo approvazione daparte del Parlamento Europeo. Il primo ProgrammaQuadro è stato implementato nel 1984. Quelloattualmente in corso, che si concluderà nel 2006, è ilsesto della serie. Ogni Programma Quadro ha finoraavuto una durata quinquennale, con la sovrapposi-zione di un anno tra quello in conclusione e il suc-cessivo. Per quanto riguarda il Settimo ProgrammaQuadro è stato invece proposto di estenderne ladurata a 7 anni. Si prevede infatti che sarà operativoad inizio 2007 e terminerà nel 2013.

Il Settimo Programma Quadro

LLee ffiinnaalliittàà

Scopo principale del Settimo Programma Quadro èquello di compiere un deciso avanzamento verso lacostruzione della cosiddetta Area della RicercaEuropea (European Research Area, ERA). L’idea diERA nasce dalla constatazione che la ricerca inEuropa presenta tre principali debolezze: (a) carenzadi finanziamenti, (b) assenza di condizioni adatte a sti-molare la ricerca e a sfruttarne i risultati, e (c) fram-mentazione delle attività e dispersione delle risorse.Per la creazione di ERA è quindi indispensabilecombinare tre concetti complementari:- creare un “mercato interno” della ricerca europea,

un’area di libero movimento della conoscenza, deiricercatori e delle tecnologie, allo scopo di incre-mentare la cooperazione, stimolare la competizio-ne e ottenere una migliore allocazione delle risorse;

- ricostruire un tessuto della ricerca europea, in par-ticolare migliorando il coordinamento delle politi-che e delle attività di ricerca nazionali, che costitui-scono gran parte della ricerca finanziata e svolta alivello europeo;

- sviluppare una politica della ricerca europea chenon solo indirizzi i finanziamenti verso le attività diricerca, ma anche tenga in stretta considerazionealtri aspetti rilevanti delle politiche nazionali edeuropee.

Quando l’obiettivo di ERA sarà stato raggiunto, ilconcetto di ricerca europea diventerà familiare quan-to quelli di mercato europeo e di moneta comune.

LLee nnoovviittàà

Novità salienti del Settimo Programma Quadrosono la durata, estesa a 7 anni, e l’entità delle risorsemesse a disposizione. Se il Sesto ProgrammaQuadro, ora in fase di esaurimento, aveva una dota-zione finanziaria di circa 18 miliardi di euro (più 1,2miliardi destinati al programma Euratom), il Settimometterà a disposizione risorse per quasi 73 miliardidi euro (più 3,1 miliardi per il programmaEuratom). Ciò nasce dalla convinzione che perdiventare l’economia basata sulla conoscenza piùcompetitiva e dinamica del mondo e, al contempo,salvaguardare il modello europeo, l’Europa deveincrementare le attività di ricerca fino al 3% del PILdell’Unione Europea e sfruttare maggiormente lesue capacità in questo settore, trasformando i risul-tati scientifici in nuovi prodotti, processi e servizi.La portata dell’azione deve inoltre essere proporzio-nale al volume delle esigenze dell’Europa a 25, vistii costi crescenti della ricerca, l’esigenza di riuniremasse critiche di risorse umane e materiali e di farfronte ad esigenze emergenti o esigenze che vengo-no soddisfatte più adeguatamente a livello europeo.Una delle caratteristiche principali del SettimoProgramma Quadro è infine la semplificazione deimeccanismi di finanziamento, delle norme e proce-dure amministrative e finanziarie, così come dellaleggibilità e facilità di consultazione dei documenti.

Il Settimo Programma Quadrodella Ricerca Europea

ANNO 83°ESPERIA

Il Settimo Programma Quadro della Ricerca Europea

LLaa ssttrruuttttuurraa

Per quanto riguarda i contenuti, il Settimo Programma Quadro è articolato in quattro programmi specificiche corrispondono a quattro obiettivi fondamentali della politica europea di ricerca e mirano a consentire lacreazione di poli di eccellenza europei.

Cooperazione supporto ad attività di ricerca svolte nell’ambito della cooperazione transnazionale, daiprogetti alle reti in collaborazione al coordinamento dei programmi di ricerca.

Idee istituzione di un Consiglio Europeo della Ricerca autonomo destinato a sostenere la“ricerca di frontiera”.

Persone sostegno alla formazione e allo sviluppo professionale dei ricercatori.

Capacità supporto alle capacità europee di ricerca e innovazione per quanto riguarda le infra-strutture, il sostegno alle PMI, i cluster regionali orientati alla ricerca, ecc.

IIll pprrooggrraammmmaa ““CCooooppeerraazziioonnee””:: ii tteemmii ddii rriicceerrccaa

Il programma concernente la cooperazione, la cui dotazione finanziaria è prevista in 44,3 miliardi di Euro, èsuddiviso in nove sottoprogrammi, il più possibile autonomi sul piano operativo, ma nello stesso tempo uni-formi e coerenti, in modo da consentire l’attuazione di strategie comuni e interdisciplinari per i temi di ricer-ca di interesse comune:

Temi Risorse

(miliardi di Euro)

Salute 8,3

Prodotti alimentari, agricoltura e biotecnologie 2,5

Tecnologie dell’informazione e della comunicazione 12,7

Nanoscienze, nanotecnologie, materiali e nuove tecnologie di produzione 4,8

Energia 2,9

Ambiente, ivi compresi i cambiamenti climatici 2,5

Trasporti, ivi compresa l’aeronautica 5,9

Scienze socioeconomiche e scienze umane 0,8

Sicurezza e spazio 3,9

La maggior parte dei finanziamenti destinati alla ricerca sarà dedicata alla ricerca in collaborazione, median-te una serie di meccanismi di finanziamento che vanno dai progetti in collaborazione, alle reti di eccellenza,alle azioni di coordinamento e sostegno.

PAGINA 16

ANNO 83°ESPERIA PAGINA 17

NNaannoosscciieennzzee,, nnaannootteeccnnoollooggiiee,, mmaatteerriiaallii ee nnuuoovvee tteeccnnoollooggiiee ddii pprroodduuzziioonnee:: uunn tteemmaa ppeerr iill sseettttoorree TTAA

Il tema di preminente interesse del settore manifatturiero Tessile-Abbigliamento italiano è quello delle“Nanoscienze, nanotecnologie, materiali e nuove tecnologie di produzione”. L’obiettivo della ricerca europeain questo settore è quello di rafforzare la competitività dell’industria europea e garantire la sua trasformazio-ne da un’industria ad alta intensità di risorse ad un’industria ad alta intensità di conoscenze. Tali finalità sonomotivate dal declino delle attività industriali, non solo nei settori tradizionali, ma anche in settori intermedi amedia-alta tecnologia, e dalla convinzione diffusa che l’Europa vanta una leadership riconosciuta nel settoredelle nanotecnologie, dei materiali e delle tecnologie di produzione, posizione che deve essere rafforzata persostenere le sfide in un contesto mondiale estremamente competitivo. Particolare attenzione è dedicata allePMI, attraverso lo sviluppo di azioni di ricerca mirate a promuovere la modernizzazione di quelle esistenti ela creazione di nuove PMI “basate dalla conoscenza”.La tematica “Nanotecnologie” è suddivisa in quattro settori di attività, con le finalità di seguito elencate.

Attività Scopi

Conoscenza dei fenomeni legati all’interfaccia e alle dimensioni; controllo suscala nanometrica delle proprietà dei materiali; integrazione di tecnologie suscala nanometrica; proprietà autoassemblanti; nanomotori, nanomacchine enanosistemi; impatto sulla sicurezza umana; salute e ambiente, metrologia,nomenclatura e norme.

Conoscenza dei materiali ad alte prestazioni per nuovi prodotti e processi;progettazione e simulazione più affidabili; compatibilità ambientale; nuovinanomateriali, biomateriali e materiali ibridi.

Sviluppo di mezzi di produzione generici per una produzione adattiva, inrete e basata sulla conoscenza; sviluppo di nuovi concetti di ingegneria chevalorizzano la convergenza delle tecnologie (tecnologie nanometriche, cogni-tive, info-telematiche e loro requisiti ingegneristici).

Integrazione di conoscenze e tecnologie nuove sulla scala nanometrica, imateriali e la produzione in applicazioni settoriali e transettoriali, tra cui:salute, edilizia, trasporti, energia, chimica, ambiente, tessili e abbigliamento,cellulosa e carta, ingegneria meccanica.

Alla definizione delle attività e dei loro contenuti, con particolare riferimento alle priorità e agli obiettivi diricerca comuni, hanno fortemente contribuito le cosiddette piattaforme tecnologiche europee sviluppate indiversi settori industriali quali la nanoelettronica, l’acciaio, la chimica, l’industria dei trasporti, l’edilizia, itessili, la cellulosa, la carta e altri.

LLaa PPiiaattttaaffoorrmmaa TTeeccnnoollooggiiccaa EEuurrooppeeaa ppeerr iill TTeessssiillee--AAbbbbiigglliiaammeennttoo

La Piattaforma Tecnologica Europea per il Tessile-Abbigliamento è stata presentata a fine 2004. Hannosvolto un ruolo determinante nella stesura del documento Euratex, in stretta collaborazione con leAssociazioni Nazionali del TA, Textranet (Associazione degli Enti di Ricerca Tessile) e Autex(Associazione delle Università Tessili).

Nanoscienzee nanotecnologie

Materiali

Nuove modalitàdi produzione

Integrazione di tecnologieper applicazioni industriali

ANNO 83°ESPERIA

Il Settimo Programma Quadro della Ricerca Europea

Le finalità della Piattaforma sono:- raccogliere e coordinare le esperienze di eccellenza in Europa che coinvolgono industria, università e enti

pubblici di ricerca;- sviluppare una visione strategica di lungo periodo per il settore TA;- migliorare l’accesso alle risorse per la ricerca e l’innovazione.Per la realizzazione di questi obiettivi sono stati identificati tre ambiti specifici di intervento (definiti“Pilastri”), ciascuno dei quali è stato ulteriormente suddiviso in aree tematiche.

Pilastri Aree tematiche

1. Nuove fibre e compositi speciali per prodottitessili innovativi

2. Funzionalizzazione di prodotti tessili e relativiprocessi

3. Biomateriali, biotecnologie e processi ecologica-mente compatibili

4. Nuovi prodotti tessili con finalità protettive,sportive, medicali, ecc.

5. Nuovi prodotti tessili per applicazioni tecniche(trasporti, edilizia, geotessili, ecc.)

6. Prodotti tessili ed abbigliamento “intelligenti”

7. “Mass customization” dell’abbigliamento e dellamoda (tecnologie produttive, gestione della distri-buzione, logistica)

8. Modalità innovative di concezione del design diprodotto e delle tecnologie

9. Ciclo di vita complessivo e gestione della qualità

Per ciascuna area tematica è stato istituito un gruppo di lavoro di cui fanno parte esperti provenienti dalmondo delle imprese, dell’università e dei centri di ricerca. L’Italia è ampiamente rappresentata in ciascungruppo di lavoro e gli esperti operano in stretto contatto con la Federazione SMI-ATI. Il lavoro avviato nel-l’ambito dei suddetti gruppi è coordinato da Euratex e porterà alla redazione della cosiddetta AgendaStrategica della Ricerca per lo sviluppo a medio-lungo termine del settore TA, la cui elaborazione terminerà agiugno 2006.Lo strumento principale attraverso cui si prevede di implementare l’Agenda Strategica della Ricerca per il set-tore TA è quello fornito dai progetti di ricerca e sviluppo che si svolgeranno nell’ambito del programma“Cooperazione” del Settimo Programma Quadro, anche se non si esclude la possibilità di attivare finanzia-menti a livello nazionale e regionale.

PAGINA 18

1. Dalle “commodities” ai prodotti specialistici(fibre, filati e tessuti funzionali basati su nano-,micro-, e bio-tecnologie; nuovi processi di rive-stimento/spalmatura, stampa digitale, ecc.)

2. Nuove applicazioni tessili: incrementare l’espan-sione del prodotto tessile come materia primaper altri settori industriali (biomedicale, costru-zioni, trasporti, ecc.)

3. Dalle produzioni di massa alle produzioni“customizzate”, che utilizzino meglio la logistica,la distribuzione e i servizi

ANNO 83°ESPERIA PAGINA 19

LLee ooppppoorrttuunniittàà ppeerr llee iimmpprreessee ddeell TTAA iittaalliiaannoo,, iinn

ppaarrttiiccoollaarree llee PPMMII

È a tutti nota la situazione critica del settore TA ita-liano, che può essere riassunta in due dati significa-tivi relativi al periodo 2001-2004 (fonte: SMI-ATI):

- diminuzione del fatturato del 9,5%;- diminuzione dell’occupazione del 9,3%.

L’andamento dopo il 2004 non lascia certo intrave-dere, almeno allo stato attuale dei fatti, possibilità diinvertire la tendenza nel breve-medio termine. Èopinione condivisa che per offrire nuove opportuni-tà di sviluppo al settore nel medio-lungo periodonon si possa prescindere dall’intraprendere conestrema decisione la strada della ricerca e dell’inno-vazione di prodotto e di processo, senza trascuraregli aspetti legati da un lato alla maggior flessibilità,alla diversificazione, ai servizi al cliente, al “time-to-market”, e dall’altro alla protezione della salute deilavoratori e dei consumatori e alla riduzione dell’im-patto ambientale dei processi. Si tratta di concettiben espressi nella Piattaforma Tecnologica, la cuirealizzazione dipenderà non solo da quanto finorafatto a livello politico e tecnico da associazioni,gruppi di lavoro ed esperti a vario titolo coinvolti,ma anche da quanto le imprese del TA sarannodisponibili a mettere sul piatto della bilancia in ter-mini di impegno concreto.

Concentrando l’attenzione sui finanziamenti europeialla ricerca scientifica e tecnologica emerge che lerisorse complessivamente messe a disposizione dalSettimo Programma Quadro registrano un aumentoannuo medio del 280%. Se ci focalizziamo sul tema“Nanoscienze, nanotecnologie, materiali e nuovetecnologie di produzione”, in cui gli interessi delleaziende tessili possono trovare facilmente colloca-zione, l’incremento annuo medio delle risorse resedisponibili è del 240%, senza considerare che visono risorse specificamente dedicate alle PMI anchein altri ambiti del Settimo Programma Quadro. È

quindi prioritario non mancare l’occasione di acce-dere a questi finanziamenti per sostenere le attivitàdi ricerca e sviluppo.Ma cosa possono concretamente fare le imprese apartire da oggi? Innanzitutto seguire direttamente, oattraverso le informazioni distribuite dalle associa-zioni imprenditoriali, l’evoluzione dell’attività che sista svolgendo nell’ambito della PiattaformaTecnologica. La lista degli esperti è pubblica, essipossono essere facilmente contattati e ad essi è pos-sibile trasferire informazioni e contributi chepotranno essere sfruttati per la predisposizionedell’Agenda Strategica della Ricerca per il settoreTA. Va ricordato che, se i contenuti dell’agendasaranno recepiti all’interno del Settimo ProgrammaQuadro, questi determineranno in maniera diretta icontenuti dei bandi per la presentazione dei proget-ti di ricerca che saranno emanati a partire dai primimesi del 2007. Se si vuole quindi fare in modo chespecifiche esigenze di ricerca e innovazione trovinoriscontro anche a livello europeo, questo è ilmomento giusto per muoversi.

Una seconda modalità che le imprese possono atti-vare per prepararsi a partecipare al SettimoProgramma Quadro consiste nel seguire l’attivitàche università e centri di ricerca italiani stanno giàsvolgendo nei settori più avanzati delle nanotecnolo-gie, delle biotecnologie e delle nuove tecnologie diproduzione. Le occasioni non mancano, dalla parte-cipazione attiva a congressi e seminari, a contattidiretti con singoli gruppi di ricerca. Sarebbe auspi-cabile che da tali contatti scaturissero idee e propo-ste da sfruttare al momento della pubblicazione deibandi a evidenza europea.

L’ultima considerazione ci consente infine di mette-re in evidenza un aspetto saliente dei progetti diricerca condotti in ambito comunitario. Per parteci-pare a tali progetti è necessario entrare a far parte diconsorzi multinazionali formati da università, centridi ricerca e imprese provenienti da diverse nazioni.

ANNO 83°ESPERIA

Il Settimo Programma Quadro della Ricerca Europea

La multinazionalità è un requisito indispensabile perpoter accedere ai finanziamenti europei. È quindiauspicabile e necessario che sia abbandonata ogniriserva, ammesso che ancora ce ne siano, a condivi-dere le proprie esperienze e competenze, nonché losfruttamento dei risultati della ricerca, qualora ve nesiano. Non nutriamo dubbi sul fatto che questoatteggiamento sia già entrato a far parte del codice

genetico delle imprese del TA italiano. Tuttavia cipreme ricordare, a conclusione di questa “chiacchie-rata”, che già oggi, ma ancora di più in futuro, lacompetizione si giocherà su livelli che vanno ben aldi là della semplice e strenua difesa del proprioknow-how aziendale, come del resto dimostrano igrossi cambiamenti registrati dai mercati nel corsodegli ultimi anni.

PPeerr uulltteerriioorrii iinnffoorrmmaazziioonnii::

http://www.cordis.lu/fp7/home.html, informazioni sul Settimo Programma Quadro in preparazione.

http://www.cordis.lu/technology-platforms/home_en.html, le Piattaforme Tecnologiche Europee.

http://www.euratex.org, sito di Euratex, Associazione Europea del TA.

http://www.euratex.org/download/research/publications/euratex-broch-technology_platform.pdf,Piattaforma Tecnologica Europea per il TA (download del documento).

http://www.textranet.net/index.php, sito di Textranet, Network Europeo dei Centri di Ricerca Tessile.

http://europa.eu.int/comm/enterprise/textile/index_en.htm, informazioni e documenti sul settore TAeuropeo.

http://www.aictc.org, sito dell’Associazione Italiana di Chimica Tessile e Coloristica.

http://www.smi-ati.it, sito della Federazione delle Imprese Tessili e Moda Italiane.

PAGINA 20

ANNO 83°ESPERIA PAGINA 21

Anno scolastico 2004/2005

Biennio:Classi prime 14 iscritti 364Classi seconde 12 iscritti 285

Specializzazioni Classi Terze: classi 15Meccanica 4 90Informatica 5 116Elettronica 1 25Tessile 1 21Tintori 1 22Elettrotecnica 3 77

Specializzazioni Classi Quarte: classi 16Meccanica 4 87Informatica 5 110Elettronica 2 40Tessile 1 21Tintori 1 19Elettrotecnica 3 52

Specializzazioni Classi Quinte: classi 15Meccanica 4 82Informatica 5 102Elettronica 1 17Tessile 1 9Tintori 1 16Elettrotenica 3 25

Anno scolastico 2005/2006

Biennio:Classi Prime 14 iscritti 329Classi seconde 12 iscritti 242

Specializzazioni Classi Terze: classi 14Meccanica 4 98Informatica 4 87Elettronica 1 27Tessile 1 23Tintori 1 16Elettrotecnica 3 71

Specializzazione Classi Quarte: classi 15Meccanica 4 86Informatica 5 96Elettronica 2 38Tessile 1 16Tintori 1 16Elettrotecnica 2 41

Specializzazione classi quinte: classi 16Meccanica 4 80Informatica 5 115Elettronica 2 42Tessile 1 19Tintori 1 20Elettrotecnica 3 45

Popolazione Scolastica I.T.I.S. “P. Paleocapa” Bergamo

È interessante sapere l’andamento delle iscrizioni degliallievi nel corrente anno scolastico e nell’anno prece-dente. Gli anni pregressi non vengono presi in con-siderazione in questo articolo: si può immaginare

l’andamento attraverso questi due anni 2004/05 -2005/06. Si desume dagli iscritti la correlazione conla richiesta del territorio che determina l’afflusso diiscrizioni all’una o all’altra specializzazione.

Il calo delle iscrizioni è di circa il 10% sia per il bien-nio sia per le classi terze denunciando il calo demogra-fico riguardo al biennio e la richiesta del territorioorientata più per la specializzazione Meccanica,Elettronica ed Informatica. Mi sembra doveroso par-lare della correlazione che esiste tra la popolazionescolastica ed il personale della scuola. Il personaleinsegnante ogni anno subisce un calo o un aumento ola stabilità in quanto è direttamente legato alle classiche si formano a settembre di ogni anno scolastico.Così è per il personale non docente che ogni anno haun calo o un aumento in organico (negli ultimi annisolo diminuzioni ) essendo legato al numero degliallievi che si pre-iscrivono entro la fine di gennaio di

ogni anno. Pertanto il numero delle classi creano piùinsegnanti di quella o di quell’altra materia e meno diquella o di quell’altra materia mentre il numero degliallievi si riflette sull’organico del personale non docen-te. Si può dire che il personale in servizio si plasmaogni anno all’andamento della richiesta dell’utente e alcalo demografico. Per effetto dell’oscillazione delleiscrizioni all’interno della Scuola avvengono muta-menti anche nel Piano Offerta Formativa ( POF)attento osservatore delle trasformazioni per una piùcoerente relazione tra formazione e territorio.

Ornella Ripamonti

DSGA ITIS

ANNO 83°ESPERIA

E-Textiles: punto di incontrotra elettronica e tessile

Tratto da: “Nanotec IT” Periodico di informazione sulle nanotecnologie - dicembre 2005

Editoriale

Alla fine del 2005 la spesa per R&S nel campo dellenanotecnologie avrà raggiunto nel mondo, somman-do insieme i finanziamenti pubblici e quelli privati,che al momento complessivamente si equivalgono,una cifra intorno a 10 miliardi di dollari mentre pro-dotti, che vanno dai cosmetici, ai tessuti, ai disposi-tivi per ITC, realizzati sfruttando nanotecnologie,sono ormai sul mercato.Insomma, le nanotecnologie, ancorché siano nellafase iniziale del loro ciclo di sviluppo (la situazionesi può equiparare a quella delle biotecnologie 20-25anni fa) stanno guadagnando progressivamente ter-reno e sembrano avviate a mantenere le previsioniche vogliono queste tecnologie in grado di rivoluzio-nare il mondo produttivo e la vita di tutti i giorni.Nondimeno, al di là di un impegno di ricerca toutcourt, che comunque richiede per essere efficaceuno sforzo a livello dei singoli paesi e che coinvolgain un disegno condiviso la comunità scientifica leimprese e le strutture governative, il successo pienodelle nanotecnologie è legato alla capacità di rispon-dere a due esigenze fondamentali.La prima, e per certi versi più importante, di que-ste esigenze è l’approfondimento e la comprensio-ne degli effetti che la diffusione delle nanotecnolo-gie possono avere sulla salute dell’uomo, l’ambien-te, la società nel suo insieme. La scala alla qualeopera queste tecnologie e la loro unicità richiedeun impegno totale affinché gli eventuali rischi asso-ciati ad esse (come del resto a qualsiasi altra tecno-logia) siano ridotti al minimo.L’altra esigenza da soddisfare per assicurare lo svi-luppo delle nanotecnologie è la disponibilità di unnumero adeguato di personale qualificato. La do-manda mondiale di personale adeguatamente prepa-rato in questo campo si valuta, per i prossimi anni,nell’ordine dei milioni visto che riguarda uno spet-tro di professionalità particolarmente ampio che vadagli insegnanti, non solo universitari, ai ricercatori,ai tecnici, agli addetti alla sicurezza ed alle normati-

ve (inclusi i brevetti), per la formazione dei qualil’interdisciplinarità delle nanotecnologie richiede unapproccio del tutto specifico e che deve riguardaretutti i livelli formativi.L’impegno nella formazione, in realtà, è diventatoprioritario in tutti i paesi maggiormente impegnatinel campo delle nanotecnologie ed è cresciuto negliultimi anni di pari passo con il crescere dei finanzia-menti per la R&S in questo.

Elvio Mantovani

Direttore Nanotec IT

Tessuti intelligenti, conosciuti come Smart and Inte-ractive Textiles (SMIT), stanno catalizzando un cre-scente interesse a livello mondiale causato dal gran-de impatto che la loro applicazione avrà sul nostrostile di vita.Questi manufatti tessili sono conosciuti anche comee-Textiles (tessuti elettronici) o Weareable Electro-nic (elettronica indossabile) e il loro campo di im-piego va dal settore militare a quello delle comuni-cazioni, dalla sanità alla sensoristica, dall’abbiglia-mento all’arredamento, ai mezzi di trasporto.I tessuti intelligenti sono in grado di interagire conl’ambiente mediante componenti elettronici ed ele-menti attivi incorporati nel tessuto e possono “senti-re”, stimoli meccanici, campi elettrici, calore, so-stanze chimiche, campi magnetici, ecc. e adattare leproprie risposte agli stimoli ricevuti.Gli e–Textiles rappresentano un punto di conver-genza tra tecnologie e settori molto differenti comel’elettronica e la moda, la medicina e il tessile, l’in-formazione e il design.

E-Texiles

Nella ricerca e sviluppo SMIT si intersecano diffe-renti discipline e specializzazioni che in precedenzaavevano avuto scarsi contatti come il settore Tessile,le tecnologie dell’Informazione e dei Microsistemi ela Scienza dei Materiali.

PAGINA 22

ANNO 83°ESPERIA PAGINA 23

Queste differenti discipline si uniscono per progettarenuove tecnologie di produzione e nuovi manufatti tes-sili che siano veri e propri sistemi informativi (input-output dati) a basso costo, portatili, flessibili, indossa-bili, lavabili. Un recente rapporto di mercato prevedenegli Stati Uniti un aumento dei settori di impiego edell’uso degli Smart and Interactive Textiles da 6a,4milioni di dollari del 2004 a 299,3 milioni nel 2009 conun incremento annuale del 36%. Il nuovo settore degli SMIT è nato dall’esigenza diavere dei computer indossabili, cioè dei dispositivielettronici che possono integrarsi nella vita di tutti igiorni in modo non invasivo, accattivante e di facile

uso. Niente di meglio quindi che associare ed inte-grare i dispositivi con i tessuti che hanno un vastoutilizzo nella vita quotidiana sia a livello personalecome abbigliamento, sia a livello ambientale comearredamento e trasporti.Il primo passo è stato la costruzione di computerportatili o dispositivi elettronici montati su superficio tessuti, si è poi passati alla produzione di tessutiibridi contenenti elementi come ad esempio fibre ot-tiche, si è poi arrivati alla integrazione dei dispositi-vi elettronici all’interno del tessuto, il passo futurosarà quello di costruire fibre di tessuto che siano es-se stesse un dispositivo elettronico (Figura 2).

L’elemento comune degli e-Textiles sono i tessutiin grado di condurre elettricità; queste stoffe con-tengono fili conduttori posizionati in geometriatale da formare poste elettriche e circuiti elettro-nici. Possono essere prodotti in due modi: me-diante la tecnica del ricamo, o inserendo fili con-

duttori nelle trame del tessuto durante la tessitu-ra. La tecnica del ricamo (e-Broidery) è stata am-piamente studiata dalla IBM e dal MIT MediaLab. E consiste nel costruire circuiti elettronicicon fili conduttori usando normali macchine daricamo (Figura 3A).

Computer

e display

indossabili

o montati

su superfici

Filati

e vestiti

elettronici

ibridi

Dispositivi

elettronici

integrati

nel tessuto

Dispositivi

elettronici

‘a fibra’

Figura 3. Tessuti elettronici preparati con tecnica di ricamo (A), o mediante tessitura di fili conduttori nella

trama (B e C).

Figura 2. Sviluppo dell’integrazione tra dispositivi elettronici e tessuti.

A B C

ANNO 83°ESPERIA

E-Textiles: punto di incontro tra elettronica e tessile

La seconda tecnica è meno costosa e consiste nell’intro-duzione durante la tessitura di micro fili metallici (EHTdi Zurigo) o fibre di seta avvolta da una sottilissima la-mina metallica (silk organza, IBM) (Figura 3B e 3C).

Presso l’Istituto per lo Studio delle Macromolecole

(ISMAC-CNR) di Milano, in collaborazione con laStazione Sperimentale per la Seta di Milano, è statomesso a punto un processo per rendere fibre e tessu-ti di seta conduttori di elettricità, ricoprendo le fibrecon uno strato di polimero organico.

PAGINA 24

Figura 4. Fibre di seta ricoperte da un polimero coniugato conduttore di elettricità.

In precedenza presso l’ISMAC-CNR di Biella era-no stati prodotti tessuti e filati conduttori con lanae cellulosa.Esistono vari esempi di capi di vestiario come giaccao T-shirt con dispositivi elettronici e ottici integrati.Aziende elettroniche, aziende di abbigliamento egruppi universitari si sono cimentati nella costruzio-ne di giacche musicali con integrati lettori MP3 osintetizzatori, giacconi alimentati da batterie solari

in grado di far funzionare un cellulare, schemi sutessuto, tute, indumenti di lavoro e magliette con di-splays incorporati. Due esempi tra tanti: presso ilVirginia Tech E-Texiles Laboratory è stato messo apunto un tessuto elettronico utilizzabile per compu-ter indossabili e per reti di sensori a larga area (figu-ra 5A); la FabriLEDTM produce striscioni pubblici-tari su tessuto a scritte variabili formate da diodielettroluminescenti (Figura 5B).

Figura 5. A: e-Textiles svilippato all’Università della Virginia.

B: striscione a scritte variabili della FabriLEDTM.

A B

ANNO 83°ESPERIA PAGINA 25

Elettronica flessibile

Il conflitto tra la flessibilità dei manufatti tessili e larigidità dei dispositivi elettronici convenzionali è unfattore da superare prima di poter avere un’entrataeffettiva e massiccia dei tessuti elettronici sul merca-to. Uno dei modi per affrontare questo problema èl’uso di dispositivi o componenti elettronici flessibi-li, costruiti con nuovi materiali e progettati con lacosiddetta “flexible-skin” technology.Dispositivi elettronici flessibili, leggeri, a largaarea e a basso costo, possono essere prodotti usan-do materiali attivi organici. Displays e transistors abase organica sono già presenti sul mercato comecomponenti di telefonini e videocamere, ma nel gi-ro di pochi anni ci si aspetta una forte crescita delloro impiego.L’elettronica organica copre una nicchia di applica-zione non molto vasta, rispetto alla tecnologia basa-ta sul silicio, ma le prestazioni di questi dispositivisono molto specifiche e non ottenibili con i più tra-dizionali devices inorganici. Un altro fattore di inte-resse nei dispositivi organici è il loro basso costo di

produzione, la loro preparazione non richiede l’usodi costose camere bianche come nella tecnologia delsilicio, ma si usano tecniche economiche come lastampa diretta, la fotolitografia e la stampa a rullo.I materiali attivi usati in elettronica organica sonoper lo più molecole o polimeri coniugati strutturati alivello nanometrico. Questi materiali organici posso-no condurre elettricità, assorbire ed emettere lucenello spettro UV-Visibili-NIR, sono foto- o elettro-cromici, ma soprattutto è possibile modulare le loroproprietà elettroottiche a piacere variando la lorostruttura chimica, contrariamente ai semiconduttoriinorganici. Presso l’ISMAC-CNR di Milano si pro-gettano e preparano da più di 20 anni materiali or-ganici coniugati con proprietà elettroniche e fotoni-che e si studia il loro impiego in prototipi di dispo-sitivi quali, diodi elettroluminescenti (LED), cellesolari, transistors e batterie elettriche.Due esempi tra i tanti dispositivi elettronici organicipresenti sul mercato sono i display flessibili e le cel-le solari a nastro. La DuPontTM Olight® displays usamateriali organici per produrre schermi elettrolumi-nescenti flessibili e non (Figura 6).

Figura 6. Display organici elettroluminescenti della DuPont™ Olight® fabbricati con tecnica roll-to-roll.

Figura 7. Celle solari organiche a nastro Konarka Power PlasticTM integrabili su tessuti.

ANNO 83°ESPERIA

E-Textiles: punto di incontro tra elettronica e tessile

Una sottile lamina di materiale organico posta tradue elettrodi e sottoposta ad un modesto voltaggio(2-10 volt) emette luce per elettroluminescenza;sovrapponendo materiale che emettono nel rosso,nel verde e nel blu, si possono costruire schermipiatti, a basso costo, a basso consumo e flessibili.Gli schermi organici hanno buon contrasto, rispo-sta più veloce dei displays LCD e possono essere

fabbricati su substrato plastico con la tecnica roll-to-roll. Un altro esempio di dispositivo fotovoltai-co organico è dato dalla Konarka Power Pla-sticTM che fabbrica celle solari a nastro. Questaapplicazione dell’elettronica organica è stata pri-ma studiata per impieghi militari, ed ora può esse-re usata in ambienti più convenzionali di uso quo-tidiano (Figura 7).

Le celle fotovoltaiche a nastro hanno come mate-riale attivo un composito organico formato da unmateriale elettron-donatore e da un materiale elet-tron-attrattore, tra cui avviene un trasferimento dicarica fotoindotto. Le celle solari organiche hannoefficienze poco più basse rispetto alle celle di sili-cio amorfo, ma hanno costi notevolmente inferiorie grande versatilità di utilizzo. Infatti, vengono co-struite con differenti patterns a seconda del loroimpiego in campo militare o nella edilizia. Recen-temente la Konarka ha iniziato una collaborazionecon Ercole Polytechnique Fédérale di Losanna perlo sviluppo di tessuti fotovoltaici.

Transistor organici a fibra

Una nuova frontiera per il tessile elettronico è lapreparazione di dispositivi a singola fibra. Il tessu-to diventa così un network complesso di dispositi-vi interconnessi che possono operare in modo co-ordinato e in grado di tollerare errori di sistema.Esistono ancora pochi esempi di dispositivi otticio elettronici a filo come diodi elettroluminescentie transistors. Recentemente è stato preparato untransistor organico a forma di fibra in cui i singolicomponenti del dispositivo vengono assemblatidurante la tessitura (Figura 8).

PAGINA 26

Figura 7. Schema di un transistors organico a fibra prodotto per tessitura:

(a) un filo che funge da gate viene ricoperto con un dielettrico e il materiale organico semiconduttore;

(b) le piattaforme di source e drain sono formate sopra le fibre;

(c) i contatti elettrici sono fatti con fili tessuti trasversalmente.

ANNO 83°ESPERIA PAGINA 27

Questo dispositivo, prodotto dal Dep. ElectricalEngineering dell’Università della California, è l’uni-co esempio di transistors preparato non con la lito-grafia ma con la tessitura.I tessuti elettronici stanno diventando anche in Italiaun settore di applicazione avanzato delle nanotecno-logie, esse vengono utilizzate nella progettazione deimateriali e produzione dei prototipi da chimici, fisi-ci e ingegneri, e trovano poi un impiego concretoanche ad opera di esperti del settore tessile, deldesign e della moda.

Bibliografia

D. Meoli et al. JTATM, Vol 2, Issue 2, 2002;http://www.tx.ncsu.edu/jtatm/volume2issue2/arti-cles/meoli/meoli_full.pdfE. R. post et. Al, IBM System Journal, Volume 39,Numbers 3 & 4, 2000http://www.research.ibm.com/journal/sj/393/part3/post.htmlWearable Computing Lab., ETH Zurigo,http://www.wearable.ethz.ch/textiles.0.htmlS.Wagner et al., Int. J. High Elect. Syst., vol. 12 (2),391, 2002

Virginia Tech E-Textiles Laboratoryhttp://www.ccm.ece.vt.edu/etextilesP. Gould, Material Today, vol. 6 (10, 38,2003)J. B. Lee et al., IEEE Transition on ElectronDevices, 52, 269, 2005

Contatti

M. Catellani, ISMAC-CNR - Via Bassini, 15 - 20133Milano - E-mail: [email protected]

Produzione di polveri nanometriche mediante il

processo “Gel Combustion”

Nell’ambito del processo FIRB “Nano-Tecnologieper la realizzazione di micro-componenti per il rilie-vo delle emissioni dei motori a combustione internae della qualità dell’aria in ambienti confinati” coor-dinato dal Centro Ricerche FIAT, il DipartimentoScienza dei Materiali e Ingegneria Chimica delPolitecnico di Torino ha messo a punto e ottimizza-to il processo di Gel combustion per la produzionedi polveri ossidiche nanometriche.La combinazione dei processi di gelificazione chimi-ca e di combustione dà origine a un nuovo processodi sintesi avanzato e innovativo denominato “Gel

ANNO 83°ESPERIA

E-Textiles: punto di incontro tra elettronica e tessile

Combustion”, che costituisce una tecnologia flessibile ea costo moderato in grado di consentire soluzioni inte-ressanti per la produzione di polveri di ossidi ceramicinanostrutturati. Il processo si basa sulla formazione diun gel ottenuto gelificando una soluzione acquosa omo-genea contenente il precursore del metallo dell’ossidodesiderato e un combustibile organico (acido citrico,urea, glicerina). Con l’evaporazione dell’acqua iniziauna reazione di ossido-riduzione anionica tra gli ionimetallo e il combustibile, che, grazie all’esotermicità chela caratterizza, si auto-sostiene e incrementa la tempera-tura fino a 400°C e provoca la formazione dell’ossidofinale. Attraverso questo processo è possibile sintetizza-re a temperatura relativamente bassa polveri caratteriz-zate da agglomerati soffici molto porosi, le cui unitàfondamentali hanno dimensioni di 20-50 nm. Differentistrutture di agglomerati e gradi di cristallinità possonoessere ottenuti variando il rapporto tra gli ioni delmetallo e la quantità del combustibile. È inoltre possibi-le, variando la composizione della soluzione di parten-za, introdurre seconde fasi all’interno del materiale dipartenza, con un grado di dispersione a livello atomicoe realizzare materiali multi-fasici nanostrutturati.Polveri nanometriche di ossido di titanio TiO2 e ossidodi stagno SnO2 sono state prodotte con il processo digel combustion. Le polveri sono state utilizzatedall’Università di Messina, Dipartimento di ChimicaIndustriale e Scienza dei Meteriali come elemento sen-sibile per la realizzazione di sensori di gas. Le nanopol-veri sono state depositate in film sottili su supporti diallumina dotati di contatti interdigitati e riscaldatore alplatino. I sensori a base TiO2 nanostrutturata sono statitestati dall’Università di Messina come sonda l per ilmonitoraggio delle emissioni dei motori a combustioneinterna, in alternativa alle tradizionali sonde massive inzirconio, fornendo risultati di notevole interesse scienti-fico e industriale. I sensori a base SnO2 nanostrutturatosono stati testati dall’Università di Messina come senso-ri per il controllo dell’aria in ambienti confinati (es.interno abitacolo) e hanno mostrato elevata sensibilitànei confronti dell’etanolo, risultando adatti ad un utiliz-zo come Ethanol Breath Analyser.

Riferimenti

Prof. Ignazio Amato - Politecnico di Torino, Dip.Scienza dei Materiali e Ingegneria [email protected]

Le nanotecnologie prospettano la possibilità di

ottenere lenti perfette

Un recente articolo pubblicato su nature da ungruppo di ricercatori dell’università di Manchesterguidato da Alexander Grigorenko, (Nature, 17November Nature 438, 335-338, http://www.natu-re.com/nature/journal/v438/n7066/abs/natu-re04242.html) ha messo in evidenza come le nano-tecnologie potrebbero consentire di realizzare lentiperfette, vale a dire scevre di qualsiasi distorsione operdita di informazione.Le lenti attuali, infatti, le cui caratteristiche sonodeterminate dall’indice di rifrazione del materialecon il quale sono fatte e dalla loro curvatura, nonriescono a rifocalizzare tutta la luce che provienedall’oggetto sotto osservazione e perdono così inaccuratezza.Questo problema potrebbe essere superato se sidisponesse di lenti con un indice di rifrazione nega-tivo, ma fino a qualche tempo fa era convinzione dif-fusa che avere un indice di rifrazione negativo nonfosse possibile e comunque il solo materiale ottenu-to con questa caratteristica è risultato lavorare a lun-ghezza d’onda molto più lunga della luce visibile.Infatti, depositando su una piccola superficie divetro delle particelle d’oro di dimensioni intorno a100 nanometri si ottiene un materiale con una per-meabilità alla luce negativa, che è in condizioni peravere un indice di rifrazione negativo.Il lavoro da fare per ottenere tale risultato è ancoramolto, ma le premesse sono molto incoraggianti.

Riferimenti

www.nature.com

Marinella Catellani, Ilaria Cucchi

Istituto per lo Studio delle Macromolecole-CNR, Milano

PAGINA 28

ANNO 83°ESPERIA PAGINA 29

Purtroppo, in considerazione del continuo aumentodelle importazioni di prodotti tessili in genere, è anda-ta progressivamente a ridursi la produzione italiana.Qualche decennio fa si è iniziato ad importare essen-zialmente i filati, via via si è passati poi ai tessuti edormai importiamo il confezionato.La sperequazione di costi esistente tra il nostropaese ed i paesi asiatici industrializzati emergenti,cipenalizza sempre più; un semplice raffronto su dueimportanti voci di costo come:• mano d’opera 1:20 • energia elettrica 1:8evidenzia condizioni impari che non ci permettonopiù di competere.La particolarità, l’esasperata qualità di certi prodot-ti richiesti dal mercato europeo avevano parzialmen-te limitato l’importazione.Oggi,ormai, anche i paesi poveri di tecnica o consi-derati tali hanno acquisito tecnologia ed efficienzagaranzia di prodotti qualitativamente validi.Molti industriali italiani preveggenti, avvantaggiatida esperienze acquisite e dalla disponibilità in locodi materie prime e mano d’opera convenienti hannodelocalizzato e trasferito le proprie attività produtti-ve in quei paesi che offrivano condizioni favorevoli.Non dobbiamo tralasciare di prendere in considera-zione la determinazione di imprenditori locali (cen-tro asiatici) che favoriti da apporti finanziari partico-lari e dalle condizioni vantaggiose precedentementeindicate hanno dato corso a nuovi insediamentiindustriali utilizzando la consulenza, la collaborazio-ne fattiva,la tecnologia e la tecnica italiana.L’impegno non è dei più semplici perché il cliente nonlimita la sua richiesta alla semplice progettazione maesige giustamente la realizzazione (chiavi in mano)della fabbrica funzionante, efficiente e competitiva.Di norma l’industriale committente richiede:• progettazione particolareggiata e completa di pre-

visione di costo globale della fabbrica ed il risul-tante costo per unità di prodotto

• assistenza in fase di edificazione, adattamenti distabili ed opere murarie assistenza sull’installazio-

ne dei macchinari di produzione e su tutta l’im-piantistica in genere (impianti elettrici, idraulici,di condizionamento).

• avviamento e messa a regime dell’impianto com-pleto a garanzia dei risultati quantitativi e qualita-tivi previsti in progetto.

• formazione del personale responsabile, in genere,con particolare riguardo al personale tecnico.

Le clausole contrattuali prevedono normalmenteche il personale tecnico locale formato ed assistitoda équipe italiana sia in condizione di condurre edottemperare, indipendentemente, alle necessitàaziendali dopo alcuni mesi dall’avviamento dellafabbrica.Il punto nevralgico di tutte le responsabilità, di cuici si deve far carico, sta proprio nella formazione delpersonale tecnico, lo stesso dovrà garantire un’ade-guata preparazione e dimostrare efficienza tecnica agaranzia della conduzione degli impianti in genere.Il programma formativo prevede un iter ben delineato:• selezione in loco di giovani laureati o comunque

diplomati nei settori specifici:tecnici di meccanica,elettrotecnica, elettronica

• stage degli stessi per un periodo di circa otto mesiin Italia ospiti in un’azienda attiva del settore dovei giovani in formazione saranno affiancati a tecniciitaliani che svolgono,praticamente, la stessa man-sione a cui verranno poi destinati presso la futurafabbrica.

La formazione, oltre ad essere diretta e pratica, verràcompletata da corsi teorici consistenti in dodici oresettimanali durante le quali un istruttore coadiuvatoda un interprete illustrerà le varie componenti tec-nologiche del macchinario; i punti nevralgici dellelavorazioni, le manutenzioni programmate previsteecc. Durante le istruzioni formative, vengono pro-mosse ed incentivano le discussioni sulle varie pro-blematiche.Normalmente, dopo circa sei mesi di permanenza inItalia, i partecipanti agli stages hanno acquisito

La tecnica tessilee la tecnologia italiana nel mondo

ANNO 83°ESPERIA

La tecnica tessile e la tecnologia italiana nel mondo

discretamente la lingua italiana che servirà loro infuturo per meglio consultare i manuali descrittividelle componenti dei macchinari, i prontuari dimanutenzione e della ricambistica in genere.Al ritorno nelle proprie sedi, i tecnici vengono affian-cati ai montatori dove hanno l’opportunità di acquisi-re dettagliatamente le componenti tecnologiche.

Recentemente ho avuto l’incarico di progettare erealizzare in Tagikistan, vicino alla città di Yavan unanuova filatura di cotone pettinato per la produzionegiornaliera di kg 10.000 al titolo medio Ne 42 essen-zialmente destinato al settore della camiceria delmercato europeo.La struttura tecnologica prevede la produzione difilati speciali tipo compatto, corespun, fiammato emulticount.

Attualmente abbiamo in Italia 10 tecnici per la for-mazione teorico-pratica presso una nota filatura bre-sciana.

La fornitura è totalmente italiana:• il macchinario di produzione “Marzoli”e “ Savio” • gli impianti di condizionamento “ MB Impianti”• gli impianti elettrici ed idraulici “Elettromeccanica

Morandini”

Pensiamo di iniziare l’attività a settembre per avereuna produzione a regime verso la fine di novembre.

Un’isola di tecnica e tecnologia italiana nel mondoche fa onore anche alla nostra “Esperia”.

Franco Ferrari

PAGINA 30

ANNO 83°ESPERIA PAGINA 31

Tra gli anni 1940 - 1996 Ex Allievi ed Eredi di ExAllievi Esperia hanno donato all’Istituto somme didenaro per la costituzione di Borse di Studio daassegnare agli studenti meritevoli nel susseguirsidegli anni scolastici. I finanziamenti supportati daBandi ben precisi riguardo all’assegnazione (a chi ecome) sono stati investiti in BOT e CCT dai Presidipreposti permettendo all’Istituto di formare con lerelative cedole Borse di Studio per il Biennio -Triennio e per i Diplomati dell’anno.Attualmente sono attivi Titoli i cui Bandi ricordanoi seguenti Ex Allievi:Arzuffi Vittorio, Bellora Pietro, Bizioli Osiris,

Brunner Emilio, Carletti Ernesto, Felli Enrico,

Guaitani Pietro, Lancrò Abele, Leidi Antonio,

Martinelli Ettore, Pagnoni Aquilino, Perico Agostino,

Pessina Mansueto, Pozzi Gian Battista, Regazzoni

Carlo, Rocca Alfredo, Russo Antonio, Sestini

Quirino, Tobler Federico, Della Muzia Roberto.

È da precisare che la maggior parte delle Borse sonolegate a Bandi restrittivi riguardo alla specializzazio-ne, la favorita è quella Tessile- Tintorio. La limitazio-ne non permette di assegnare ad altre specializzazio-ni la Borsa costituita. Pertanto considerato che negliultimi anni le iscrizione al Tessile - Tintorio hannoavuto un grosso calo legato alla realtà dell’Industriatessile le somme sono praticamente immobilizzate.In questo anno scolastico 2005//2006 alla luce diquanto sopra scritto si assegneranno Borse attinte daBandi con liberalizzazione della specializzazione edaltre specifiche e saranno:

BANDI QUANTITÀ IMPORTO BORSA CICLI STUDIO

Bellora Pietro 1 e 250,00 Triennio tessile

Osiris Bizioli Erca 1 e 250,00 Triennio tintorio

Felli Enrico 1 e 250,00 Biennio

Leidi Antonio 1 e 250,00 Biennio serale

Personale Paleocapa 2 Da e 250,00 ogn. Biennio

Zanchi Jole 1 e 250,00 Biennio

Pagnoni Aquilino 1 e 250,00 Meccanica

Zanchi Jole 2 Da e 250,00 ogn. Elettronica-elettrotecnica

Zanchi Jole 4 Da e 250,00 ogn. Informatica

Zanchi Jole 2 Da e 250,00 ogn. Meccanica

Rocca Alfredo 1 e 250,00 Meccanica

Bellora Pietro 1 e 500,00 Diplomati 2005/06

Zanchi Jole/Della Muzia 1 e 500,00 Diplomati 2005/06

Zanchi Jole 6 Da e 500,00 ogn. Diplomati 2005/06

Borse di StudioI.T.I.S. “P. Paleocapa” Bergamo

L’assegnazione delle sopracitate Borse verranno con-segnate Sabato 27 maggio 2006 Festa di Fine annodell’Istituto “P. Paleocapa” a cui gli Ex allieviEsperia sono invitati. Si precisa che verranno distri-buite le Borse ai Diplomati dell’a.s. 2004/2005 inclu-se nei Bandi di quell’anno scolastico.Riguardo ai Diplomati dell’a.s. 2005/2006 si sono

formate le Borse in attesa degli esami di maturità2006 e verranno distribuite alla Festa di fine annoscolastico 2006/2007. L’invito alla Festa avverrà conla spedizione del notiziario 2005/2006.

Ornella Ripamonti

Dsga ITIS

ANNO 83°ESPERIA

Prof. Silvio Garattini:una vita per la ricerca

Da Negri News 145, Novembre 2005, pag. 1

Il prof. Silvio Garattini, da oltre quarant’annialla guida dell’Istituto di Ricerche Farmacologi-che “Mario Negri”, è nato a Bergamo il12/11/1928.Fino al 1962 è stato Libero Docente in Chemio-terapia e Farmacologia e Assistente ed Aiutopresso l'Istituto di Farmacologia della Universi-tà di Milano. Nel 1963 ha assunto la direzionedell’Istituto Mario Negri su designazione dellostesso fondatore, e sotto la sua direzione l’Isti-

tuto ha prodotto numerose pubblicazioni scien-tifiche e volumi che spaziano nei vari campi del-la ricerca.Inoltre più di 4000 giovani laureati e tecnici sisono specializzati presso l’Istituto in questoperiodo.Durante la sua vita professionale, il prof. Garat-tini è stato membro di vari organismi, fra cui ilComitato di Biologia e Medicina del ConsiglioNazionale delle Ricerche (C.N.R.), il ConsiglioSanitario Nazionale, la Commissione della Pre-

sidenza del Consiglio dei Ministri per la politi-ca della ricerca in Italia, e la Commissione Uni-ca del Farmaco (CUF) - Ministero della Sanità.Ha inoltre ricoperto cariche in varie associa-zioni di ricerca, (fra le quali l'Associazione"Via di Natale" e la Fondazione Angelo e An-gela Valenti) sia in ambito nazionale che inter-nazionale.Molti i premi e le onorificenze ricevute negli an-ni, tra i quali si segnalano la Legion d'Onore

della Repubblica Franceseper meriti scientifici; il ti-tolo di Commendatoredella Repubblica Italiana eLauree Honoris Causae al-le Università di Bialystok,Polonia e di Barcelona,Spagna; il Premio Ippo-crate 2003 per la comuni-cazione scientifica; il Pre-mio Mens Sana in CorporeSano dell’ Università degliStudi di Milano, il PremioNuova Spoleto 2003, l’Al-kmeon International Prize2005, il Premio Interna-zionale Sant’Agostino Cit-tà di Bergamo, 2005.Il suo apporto ai vari am-biti di ricerca ai quali si è

applicato è testimoniato dalle molte centinaia dilavori scientifici pubblicati in riviste nazionalied internazionali e dai numerosi volumi nelcampo della farmacologia.L’immagine che emerge dall’eccezionale biogra-fia del prof. Garattini è quella di un uomo cheha posto il proprio sapere, le proprie capacitàed il proprio entusiasmo al servizio di unaScienza che ha sempre come suo fine ultimo ilmiglioramento della vita dell’uomo e il benesse-re della società.

PAGINA 32

ANNO 83°ESPERIA PAGINA 33

Storia dell’Istituto “Mario Negri”

Dopo 44 anni in via Eritrea, il “Mario Negri” nel 2007

si trasferirà in via La Masa, zona Bovisa. Una localiz-

zazione strategica che favorirà sinergie e collaborazio-

ni con il Politecnico di Milano. Un investimento di 60

milioni di Euro per il quale chiediamo il Vostro aiuto.

Fedele allo spirito del 1963 (fare ricerca indipendente

dalla burocrazia, dall’industria e dalla politica), l’Isti-

tuto continuerà ad operare come Fondazione privata

senza scopo di lucro al servizio degli ammalati.

È già in fase avanzata la costruzione di un nuovo edi-ficio che ospiterà laboratori e uffici dell’Istituto Ma-rio Negri, nonché un residence per accogliere ricer-catori italiani e stranieri.Alcune fotografie Vi indicano lo stato di avanza-mento dei lavori a tutto il mese di ottobre.Abbiamo ricercato una localizzazione strategica (sia-mo vicini al nuovo Politecnico di Milano con cui ciattendiamo di stabilire fruttuose collaborazioni e si-nergie) e abbiamo voluto acquisire un’area sufficien-temente grande per poter, se necessario, inserire al-tri edifici.Lasceremo la vecchia sede di via Eritrea dopo quasi44 anni con un po’ di nostalgia e con molti ricordi,ampiamente compensati da quello spirito di avven-tura e di fiducia nel futuro che nel 1963 ci aveva in-dotti a lasciare l’Università per rivolgerci a nuoveforme di ricerca indipendente dalla burocrazia, dal-l’industria e dalla politica.È stato un periodo lungo, la parte attiva di una vita,in cui il “Mario Negri” è passato da una ipotesi di la-voro ad una realtà consolidata.

Conoscere i farmaci

L’Istituto Mario Negri, una Fondazione indipenden-te senza scopo di lucro, è sorto per studiare il farma-co nel suo complesso.Il lavoro iniziale, che continua tuttora, è stato rivol-to a meglio conoscere i meccanismi attraverso cui ilfarmaco esercita non solo i suoi effetti benefici maanche inevitabilmente quelli tossici che sempre ac-compagnano l’azione di un farmaco.

Per conoscere questi meccanismi è necessario sfrut-tare tutte le tecnologie che si sviluppano nel corsodel tempo.Misurare le concentrazioni dei farmaci nei tessuti,determinarne l’effetto sulle funzioni cellulari, sullaespressione dei geni, sulla composizione proteica,integrare questi aspetti nel complesso di un organi-smo vivente, rapportarli a modelli di patologia uma-na: sono alcune delle ricerche che abbiamo applica-to a varie classi di farmaci.In particolare la ricerca del “Mario Negri” ha permes-so di portare contributi nel campo degli psicofarmaci,dei farmaci antitumorali, cardiovascolari, renali, antiri-getto d’organo. Conoscere meglio i farmaci esistenti si-gnifica permettere di sviluppare nuove idee per otte-nere prodotti più specifici, più attivi, meno tossici.Il “Mario Negri” con il tempo ha allargato la sua sfe-ra di interesse accentuando l’attenzione anche sullaricerca clinica, un logico sviluppo della ricerca di la-boratorio.Coordinando il lavoro di molti centri italiani e stra-nieri, sono state poste domande fondamentali sullareale efficacia dei farmaci soprattutto nei campi cheerano sostenuti dalla ricerca sperimentale.Studi di grandi dimensioni che hanno coinvolto deci-ne di migliaia di pazienti hanno permesso ad esempiodi diminuire in modo consistente la mortalità da in-farto cardiaco, di ritardare la progressione delle ma-lattie renali, di precisare meglio le combinazioni difarmaci da impiegare nella chemioterapia antitumo-rale con particolare riferimento al tumore dell’ovaio,di conoscere con maggior precisione la incidenza e lastoria naturale della malattia di Alzheimer in rappor-to con le classi d’età, di capire in modo più approfon-dito l’influenza dell’ambiente e dell’inquinamentoambientale sul determinismo delle malattie.Ma non basta la ricerca clinica controllata, si deveanche verificare se i risultati ottenuti possono esseretrasferiti al letto degli ammalati.Per rispondere a questa domanda il “Mario Negri”ha realizzato studi con la collaborazione dei medicidi medicina generale.

ANNO 83°ESPERIA

Storia dell’Istituto “Mario Negri”

Farmaci e implicazioni sociali

Inoltre abbiamo sviluppato la farmacoepidemiologiaper capire se nella realtà di una intera popolazione ifarmaci rappresentino veramente un miglioramentodella salute pubblica.Infine una istituzione come il “Mario Negri” che sioccupa di farmacologia non può disinteressarsi delleimplicazioni “sociali” del farmaco: dalla spesa pub-blica alla partecipazione degli ammalati alle decisionidel Servizio Sanitario Nazionale, dalla farmacoeco-nomia alla ecofarmacologia che studia le conseguen-ze della dispersione dei farmaci nell’ambiente.Il “Mario Negri” non si è preoccupato solo della ri-cerca, ma ha voluto essere vicino agli ammalati attra-verso informazioni e consigli in un’epoca in cui i far-maci tendono a divenire sempre più “beni di consu-mo” anziché “strumenti di salute”.Perché quindi un nuovo Istituto?Per continuare il lavoro già svolto e per risponderealle nuove sfide della ricerca genomica e proteomicache esige oggi nuove strategie, adeguate tecnologie esofisticate attrezzature.Pur continuando le linee di ricerca tradizionale siprevede di estendere l’impegno dell’Istituto allemalattie collegate all’aumento dell’età della popo-lazione.In primo luogo il problema delle demenze senili, cheaumenta con l’aumentare della popolazione anziana,richiede studi di base sui processi della neurodege-nerazione e ricerche cliniche che identifichino i fat-tori determinanti in senso negativo e positivo perpoterli riproporre per lo sviluppo di farmaci capacidi arrestare il processo degenerativo.L’aumento dell’incidenza dei tumori richiede nuovisforzi che, utilizzando le conoscenze della biologiamolecolare, permettano di identificare bersagli si-gnificativi attuando il sinergismo derivante dallacombinazione di più farmaci.La ricerca in campo cardiovascolare, che ha già da-to notorietà all’Istituto, riceverà impulso soprattuttoa livello delle componenti genetiche e dei fattori dirischio con particolare riferimento al diabete.

Il nuovo Istituto

È previsto un potenziamento dello studio delle ma-lattie rare come base indispensabile per svilupparefarmaci orfani a beneficio di una minoranza di pa-zienti spesso abbandonati.Infine la conoscenza più approfondita dell’inquina-mento ambientale permetterà una adeguata valuta-zione dell’influenza reciproca fra ereditarietà ed am-biente nel determinismo delle malattie.In questi ultimi anni il “Mario Negri”, che ha sem-pre privilegiato la formazione di giovani ricercatori(sono circa 4000 italiani più 600 stranieri) è entratopiù formalmente nel campo della educazione avan-zata attraverso alleanze strategiche con Universitàstraniere ed in particolare con la Open University diLondra e con l’Università di Maastrich, potendoconferire il prestigioso titolo accademico di PhD.In questo modo i giovani che vogliono intraprende-re la carriera del ricercatore al “Mario Negri” posso-no imparare non solo il “mestiere”, ma avere un ti-tolo, corrispondente al dottorato di ricerca, che vie-ne riconosciuto in tutto il mondo.

Salto di qualità

Dalla realizzazione del nuovo Istituto ci si aspetta unsalto di qualità.Sarà pronto per la fine del 2006 ed è perciò già inuno stato di avanzata costruzione.L’investimento previsto è di circa 60 milioni di Euro.Non abbiamo finanziamenti pubblici e quindi lapossibilità di restituire il mutuo realizzato dipende-rà fondamentalmente dall’aiuto dei privati.La risposta che verrà data alla nostra richiesta di aiuto,grande o piccola che sia, sarà per noi non solo un im-pulso a far sempre meglio, ma anche uno stimolo acontinuare ad operare in modo indipendente dalla po-litica, dalle lobby e dagli interessi di parte in armoniacon il nostro progetto originale: una Fondazione pri-vata, senza scopo di lucro, al servizio degli ammalati.

Silvio Garattini

Direttore dell’Istituto “Mario Negri”

PAGINA 34

ANNO 83°ESPERIA PAGINA 35

Il ricordo, la memoria storica del proprio passato èuna ricchezza per ogni popolo anche il “popolo” del“Mario Negri” può guardare con soddisfazione edorgoglio il suo lungo cammino.Mentre l’Istituto si appresta a compiere un passomolto importante per il suo futuro, il trasferimentonella nuova sede di via La Masa, vogliamo ripercor-rere alcune tappe che hanno avuto un significatonella storia dei suoi 42 anni di attività iniziati in viaEritrea.La storia dell’Istituto incomincia con un fortuito in-contro di due persone nel lontano 1958: Mario Ne-gri e Silvio Garattini.Mario Negri era un imprendito-re milanese, proprietario di unagioielleria in via Monte Napo-leone, una via del centro storicodi Milano, senza una specificacultura scientifica ma con unagrande passione: la medicina edun grande impulso filantropico.Garattini era un giovane ricer-catore poco più che trentennema già Aiuto della Cattedra diFarmacologia dell’Università diMilano, anche lui con unagrande passione: la medicina ela farmacologia.Tanto che pur avendo fatto deglistudi tecnici ed avendo incomin-ciato a lavorare agli altiforni della Dalmine, avevaconseguito la maturità scientifica, si era laureato inmedicina e, a solo un anno dalla laurea, aveva ottenu-to la Libera Docenza in Farmacologia.

Al servizio della salute

Quando Mario Negri lo conobbe era di ritorno dalsuo primo viaggio negli Stati Uniti, dove aveva po-tuto conoscere la realtà scientifica di quel Paese,tanto diversa da quella italiana che era appannag-gio esclusivo delle Università e utilizzata prevalen-temente a scopi di carriera o dall’industria farma-

ceutica a scopi utilitaristici. Garattini sognava unaricerca libera e indipendente che avesse come finel’acquisizione di nuove conoscenze sulla biomedici-na e come traguardo l’applicazione di queste cono-scenze nella cura delle malattie.Ma occorrevano i mezzi!Mario Negri con l’intuito che contraddistingue i me-cenati ricchi e filantropi, ebbe fiducia nel valorescientifico e nelle capacità manageriali del giovaneGarattini e alla sua morte avvenuta nel 1960 lasciòper testamento circa un miliardo di lire perché ve-nisse eretto un Istituto di ricerca che portasse il suonome e fosse diretto a vita dal Prof. Garattini. Un

Istituto privato al servizio della salute pubblica.Così nacque l’Istituto Mario Negri, costruito aQuarto Oggiaro, nell’estrema periferia di Milano,dove, a cantiere non ancora ultimato, iniziarono a la-vorare il 1° febbraio 1963 Garattini ed un gruppo digiovani ricercatori che già da anni collaboravano conlui e che con lui lasciarono i laboratori dell’Universi-tà. Erano in tutto 22. Molti di loro erano giovani conpoca esperienza ma erano tutti animati da una granvoglia di fare, da un enorme entusiasmo e dalla con-vinzione di intraprendere un cammino difficile maaffascinante.

Immagine virtuale del nuovo edificio

ANNO 83°ESPERIA

Storia dell’Istituto “Mario Negri”

Difficile perché, come il mondo accademico avevaallora preconizzato, un Istituto di ricerca che voles-se essere indipendente dall’Università e dall’indu-stria non poteva che essere considerato un’iniziativavelleitaria senza possibilità di sviluppo.Affascinante perché i 22 ricercatori erano consci chese “ce l’avessero fatta” avrebbero potuto dare uncontributo al progredire delle conoscenze al serviziodegli ammalati.Ma furono anche in molti a credere in questa inizia-tiva e a sostenerla. Ad un mese dall’apertura PieroOttone scrisse sul Corriere di Informazione del 13marzo 1963: “Ho attraversato un grigio quartiere diperiferia... e ho trovato un gruppo di giovani in ca-mice bianco insediati nei piani superiori di un edifi-cio non ancora ultimato... Io non so descriverviquello che i giovanotti stavano facendo perché sitratta di scienziati e le mie conoscenze scientifichesono assai misere. So tuttavia che la loro iniziativa ri-guarda tutti noi”.

Niente brevetti

E ci credettero soprattutto i giovani che affluirononei laboratori triplicando in pochi anni il numerodei ricercatori, convinti come i 22 fondatori di farequalcosa di socialmente utile perché la ricerca bio-medica è alla base di ogni possibile miglioramentodella salute umana.Il Negri non brevetta le proprie scoperte, producesolo idee e risultati scientifici che vengono pubblica-ti sulle riviste internazionali e messe a disposizionedella comunità scientifica.Svolge sostanzialmente un servizio rivolto alla tutelae al miglioramento della salute umana, in assoluta li-bertà ed indipendenza da organi governativi, daUniversità, da industrie.Era quanto Mario Negri aveva indicato nel suo te-stamento e quanto ancora oggi si fa.Forse sono questi i motivi, la trasparenza e l’assenzadi interessi economici nell’attività, che induconomolte persone, privati cittadini a sostenere ancheeconomicamente l’Istituto.

Negli ultimi vent’anni più di 5.000 cittadini hannoelargito contributi che variano dalle cifre a sei zeri aipochi euro, e circa 1.800 di loro hanno fatto dona-zioni che ripetono ogni anno.Ma procediamo con ordine.

Benefattori, filantropi, mecenati

Già nel 1970 l’aumento del numero dei ricercatori edelle apparecchiature scientifiche rese necessario unampliamento degli spazi con il sopraelevamento diun piano dell’edificio e nel 1982 iniziò la costruzio-ne di una nuova ala di 6 piani, la cosiddetta TorreValenti, resa possibile dai contributi di diversi Entied in particolare dalla Fondazione Valenti e dalla si-gnora Angela Valenti che anni più tardi lascerà al-l’Istituto ogni suo avere.In quegli anni il campus del Mario Negri si arricchi-sce di un altro edificio: la Casa Internazionale Resi-dence George W. Pfeiffer, destinata ad ospitare i ri-cercatori stranieri e italiani provenienti da altre Re-gioni che compiono in Istituto periodi di formazio-ne. La Pfeiffer Foundation aveva già donato al “Ma-rio Negri” la Biblioteca che a lei è stata intitolata.Ed altri benefattori contribuiscono alla realizza-zione delle iniziative che nel tempo l’Istituto met-te in cantiere.Sempre nel campus di via Eritrea nel 1987 viene co-struito il Centro per le Malattie Rare del Bambino“Catullo e Daniela Borgomainerio” che la signoraBorgomainerio, una delle finanziatrici, volle edifica-to in memoria del marito e della figlia morta di leu-cemia in giovanissima età. Incominciava infatti a svi-lupparsi in quegli anni una delle linee di ricerca chein Italia il “Mario Negri” fu tra i primi a proporre esviluppare: la ricerca clinica delle malattie rare, quel-le malattie dette anche orfane in quanto colpisconoun numero esiguo di persone (da 1 a 500 casi per mi-lione) e a causa di questa ridotta incidenza (ma sitratta di più di 5.000 malattie!) ridotte sono le cono-scenze sulla loro eziologia, scarse le competenze cli-niche, pochi i farmaci disponibili.Nel 1987 a Ranica in provincia di Bergamo, nella

PAGINA 36

ANNO 83°ESPERIA PAGINA 37

bella ottocentesca Villa Camozzi ristrutturata, è en-trato in attività il Centro di Ricerche Cliniche sulleMalattie Rare “Aldo e Cele Daccò” dal nome deimecenati che ne permisero la realizzazione.Nel complesso sono in funzione un Centro di infor-mazione a disposizione di medici e pazienti per for-nire informazioni sulle malattie rare e sugli ospedalidi maggior specializzazione esistenti in Italia e al-l’estero, un day-hospital e, unico in Europa, un re-parto clinico riservato esclusivamente alla ricerca supazienti affetti da malattie rare.Sicuramente anche grazie all’opera di sensibilizza-zione svolta dal “Mario Negri”, da quegli anni sonostati compiuti passi avanti nel nostro Paese a livellopubblico e legislativo sul problema delle malattie ra-re. Nel 2001 un Decreto Ministeriale ha istituito larete nazionale per le malattie rare e il “Centro Dac-cò” del “Mario Negri” ha assunto le funzioni di Co-ordinamento per la Lombardia.

Il Negri Bergamo e il Negri Sud

Nel 1983 era nato il Negri Bergamo.Fu ristrutturato un settecentesco edificio bergama-sco, il “Conventino”, ottenendo un ottimo connubiotra lo stile architettonico della struttura e le attrezza-ture scientifiche necessarie per la realizzazione degliefficientissimi laboratori: “It’s a very beautiful andsolid building”, esclamò il Prof. Steward Cameronuna delle massime autorità mondiali in tema di ma-lattie renali, mentre visitava in anteprima quello chesarebbe divenuto il Negri Bergamo.La costruzione si mostrò davvero adatta al lavoro diricerca che viene realizzato nei suoi laboratori dedi-cati alle malattie renali e il Negri Bergamo è attual-mente considerato uno dei centri di ricerca più im-portanti nel settore.Giuseppe Remuzzi, il coordinatore delle ricerche findalla fondazione, ha ottenuto proprio quest’anno,primo italiano, il prestigioso Premio Hamburger as-segnato dalla Società Internazionale di Nefrologia.Le ricerche condotte presso l’Istituto in parallelocon gli Ospedali Riuniti di Bergamo hanno contri-

buito a chiarire l’evoluzione della malattia renale e lapossibilità di arrestarne il processo, il meccanismodel rigetto del trapianto e come questo può essere at-tenuato.Per approfondire le ricerche sul trapianto renale èstato aperto da pochi anni (nel 2003) il Centro per laRicerca sul Trapianto con il contributo dell’Associa-zione per la Ricerca sul Trapianto (ART) in un’ala re-staurata di Villa Camozzi.Ed ancora il “Mario Negri” ha dato vita ad un altroIstituto localizzato nel Sud d’Italia, a Santa MariaImbaro (CH), appunto il Consorzio Negri Sud perpoter contribuire a reclutare “intelligenze” che altri-mentisarebbero andate perdute per la ricerca.È entrato in funzione nel 1987 ed attualmente è di-retto da Giovanni Tognoni, una presenza storica del“Mario Negri”, animatore della ricerca clinica con-trollata: nei primi anni settanta Tognoni è stato CapoLaboratorio del Laboratorio di Farmacologia Clinicae dal 1996 Capo Dipartimento di Ricerca Cardiova-scolare sino al suo trasferimento al Negri Sud.

La scuola del “Mario Negri”

Già dai primi anni e poi successivamente in tutte lesue Sedi l’attività dell’Istituto non si limitava alla so-la ricerca, ma come Mario Negri aveva indicato ne lesue volontà testamentarie, molto dell’impegno venivadedicato alla didattica e alla formazione dei giovani.Subito venne istituita una Scuola per “LaboratoristiBiologici” a cui si poteva accedere con il diploma diterza media.La Scuola dei “Ragazzini”, come ci piaceva chia-marla, ebbe due meriti: di portare in un quartieredi estrema periferia e a quei tempi molto disagiato,un’occasione per degli adolescenti di trovare unacollocazione imparando un mestiere qualificante edi metterli in un contesto ricco di stimoli e di inte-ressi nuovi.Molti di loro, altrimenti destinati a lavori routinari,vissero l’entusiasmo che animava i ricercatori del-l’Istituto e alla fine della scuola interna ripresero glistudi e si laurearono.

ANNO 83°ESPERIA

Storia dell’Istituto “Mario Negri”

Attualmente occupano posizioni di rilievo nell’in-dustria farmaceutica e in enti pubblici. Alcuni diloro, a distanza di più di trent’anni, sono ancora inIstituto e a loro volta hanno istruito le nuove gene-razioni. La scuola esaurì il suo compito e si chiusequando venne innalzata in Italia l’età della scuoladell’obbligo.Ma l’impegno dell’Istituto nel campo della forma-zione dei giovani ricercatori continua con le dueScuole triennali, attive in tutte le sue Sedi e ricono-sciute dalla Regione Lombardia, di “Tecnico di Ri-cerca Biochimica” e post-dottorale di “Specialistain Ricerca Farmacologica”.Gli allievi sono impegnati nei laboratori a tempopieno e ricevono fin dal primo anno una Borsa diStudio. Sono stati diplomati ormai più di 4.000giovani.Dal 2001 l’Istituto offre anche la possibilità di ot-tenere un Ph.D (Dottorato di ricerca riconosciutoa livello internazionale) in affiliazione con la OpenUniversity di Londra. Fino ad oggi ne sono statiassegnati 15.Da quest’anno parte anche una collaborazione conl’Università di Maastricht per specializzandi inmedicina.

Alfredo Leonardi e l’1 febbraio

Per molti anni, quando ormai i ricercatori dell’Isti-tuto erano diventati parecchie centinaia, si man-tenne la tradizione di festeggiare il 1° di febbraio,giorno dell’inizio dell’attività dell’Istituto, con ma-nifestazioni particolari in modo che i più giovani, inuovi arrivati, rivivessero con noi quella giornata.Ricordo il Simposio organizzato per celebrare il25° anniversario dal titolo: “Dove va la farmacolo-gia italiana”. Vi parteciparono i più importanti no-mi del mondo accademico ed industriale rappre-sentativo della ricerca italiana.Ricordo l’inaugurazione della Torre Valenti con lapresenza dell’allora Presidente del Consiglio.Ricordo il 1° febbraio del 1993 quando, in occasio-ne del trentennale, una benefattrice che volle mante-

nere l’anonimato donò un miliardo di lire da desti-nare all’acquisto di apparecchiature scientifiche peril Centro di Ricerche Cliniche sulle Malattie Rare.In quella giornata l’Istituto ricevette un altro donomolto particolare: una statua che ancora oggi cam-peggia nel nostro giardino e che lo scultore intito-lò “L’Eco della Pace”. Sembra un grande orecchioe suggerisce una disponibilità all’ascolto che nelladedica dell’autore è la disponibilità dell’Istituto adascoltare la voce degli ammalati e per essi a lavora-re silenziosamente ma con determinazione e fer-mezza contribuendo così ad un’opera di pace.Da molti anni non si festeggia più il 1° febbraio.Alfredo Leonardi che ne era l’animatore, è manca-to nel 1995.Leonardi è stato non solo il Segretario Generaledell’Istituto dalla sua fondazione, ma insieme aGarattini la sua anima e sotto alcuni aspetti anchela sua immagine.La sua scomparsa ha lasciato in tutti noi un vuotonon facilmente colmabile.Dei 22 fondatori molti, troppi purtroppo sonoscomparsi. Per ricordarli, perché il loro esempionon vada disperso, da alcuni anni a primavera vie-ne celebrato il Memorial Day.È una cerimonia interna riservata ai membri del-l’Istituto che nella sola Sede di Milano sono ormaiquasi 500.Non è una giornata triste.Vengono in quell’occasione assegnate le Borse diStudio che portano il nome dei ricercatori scom-parsi che hanno contribuito a fare la storia scienti-fica dell’Istituto.È come un passaggio del testimone ai giovani ri-cercatori che faranno la storia scientifica di doma-ni, che porteranno nella nuova sede di via La Ma-sa l’entusiasmo e la dedizione che hanno caratte-rizzato i nostri primi 42 anni di attività.Così l’Istituto riparte dal passato per vincere la sfi-da del futuro.

Armanda Jori

PAGINA 38

ANNO 83°ESPERIA PAGINA 39

Spett.le sezione Ex-AllieviNon ho commenti se non la notizia della perditadel nostro caro collega Oscar Nova Ex Allievo diquesto istituto e del convitto di via Pignolo (quelvecchio angolo la fuori mano). Tanto sento di tra-smettervi senza commenti se non il dolore che talenotizia può dare.

Sem Muggiasca

Via Cristoforo Colombo 53 - 20025 Legnano

In data 07/05/05 si sono riuniti per il tradizionaleraduno gli ex allievi e compagni di Peppino Sironi,nella sua casa di Carezza, Raduno giunto con entu-siasmo alla sua 22 esima edizione (in vernacolo).

Come ogni anno, l’incontro con questi che sonostati gli “esperini” dei notri migliori momenti del-la vita; è sempre più che piacevole e per una gior-nata si rivivono attimi di vera emozione. Io, per laverità, fatico a ravvisare tutti e confesso che a mol-ti ho richiesto l’identificazione. Con la foto digruppo fra le mani, nei loro volti cerco un nomina-tivo che non mi viene. Mi stizzisco, mi rattristo ecapisco di cadere nella mestizia per non confessa-re l’umana mia caducità. Alcuni però d’accito mivengono, ahimè troppo pochi, e così bisbiglio trale labbra un Previstali, Cortinovis, Cugini, Salvi,Daelli, Buelli, Malnati, Bonadei, Parravicini, ecc.Ciao amici cari e compagni di un tempo che fu.

Arturo Locatelli

Ex-Allievi

Ull tep chè pòssa e anime’l porta vià

N’del nòs cor la lossat di ricordi

La èta che la pasa piò svelta dona naeta n’du teler

La tè dis cheè sinquantagn iè passac; quando!?! Ièr.

Il tempo che possa e anime porta viaNel nostro cuore ha lasciato dei ricordi

L’età che passa più rapida di una navetta in u8n telaio Ti dice che cinquant’anni son trascorsi; quando?!? Ieri.

Arturo Locatelli

ANNO 83°ESPERIA

Le novità

Da molti anni l’associazione Ex-Allievi dell’ITISPietro Paleocapa di Bergamo, rappresentata dalConsiglio e dal Presidente, opera a favore dellascuola, degli alunni e degli ex allievi in una costanteattività di affiancamento al Preside ed al corpo inse-gnati. Il lavoro svolto culmina nella Festa di fine an-no scolastico, che si svolge nell’ultimo sabato dimaggio, e nella pubblicazione del Notiziario degliEx Allievi, che può essere redatto anche grazie allacollaborazione fornita dalle aziende sostenitrici. Inparticolare quest’anno c’è una grossa novità che de-riva da una razionalizzazione dei costi.

Nel corrente anno infatti il Consiglio, grazie all’aiu-to del Sig. Carlo Carrara della tipografia C.P.Z. diCosta Mezzate, ha trovato il modo economizzare icosti di stampa del Notiziario ed ha investito la som-ma residua donando all’Esperia un servizio intranet

in WI-FI. In altre parole l’Esperia - tramite il posi-zionamento di 5 antenne ripetitrici del segnale postetra i plessi di informatica, tessile, elettronica, tinto-ria, meccanica - verrà cablata senza fili e potrà colle-gare fra di loro i 170 computer posti nelle varie pa-lazzine con una potenza di 2,5 megabyte. La poten-za messa a disposizione è molto superiore a quellaattualmente installata e permetterà di approntare unservizio Intranet scolastico ed un più veloce utilizzodi internet. Inoltre l’istituto risparmierà il 10% ri-spetto all’attuale canone annuo pagato come serviziodi collegamento con internet.

Il Consiglio ha inoltre approvato l’indizione di unconcorso annuale, da bandire fra i diversi settori mer-ceologici della scuola, attraverso cui verrà premiato ilmiglior progetto presentato ogni anno, concorrendocon un finanziamento alla sua realizzazione.

PAGINA 40

ANNO 83°ESPERIA PAGINA 41

ESPERIAAnno 83° - Maggio 2006

Notiziario edito a curadell'Associazione Ex-Allievidell'Istituto Tecnico Industriale"Pietro Paleocapa"Via Gavazzeni - Bergamo

Redazione

Mario GuizzettiMauro Ceresoli

Si ringraziano per la collaborazione

Alba Elettronic - Pedrengo (BG)

Brembo S.p.A. - Ponte San Pietro (BG)

Comelit Group S.p.A. - Rovetta S. Lorenzo (BG)

Cotonificio Albini S.p.A. - Albino (BG)

ElettroBergamo S.p.A. - Seriate (BG)

EuroPizzi S.p.A. - Urgnano (BG)

Filati Filartex S.p.A. - S. Pancrazio (BS)

Franzoni Filati S.p.A. - Esine (BG)

Gruppo TessileNiggeler & Küpfer S.p.A. - Capriolo (BS)

Happidea - Bergamo

M.C.S. S.p.A. - Urgnano (BG)

Martinelli Ginetto Textile S.p.A. - Casnigo (BG)

Promatech S.p.A. - Colzate (BG)

Schneider ElectricMerlin Gerin - Telemecanique - Stezzano (BG)

Sintec - Equadro - Barlassina (MI)

Sitip S.p.A. - Cene (BG)

Studio Consulenze ElettricheGuizzetti Mario e Associati - Bergamo

Impaginazione

Pre-press CPZ - Costa di Mezzate (BG)

Fotografie

Beppe Bedulis - Yuri Colleoni - Vito Cometti

Mario Guizzetti - Ilario Zonca

Stampa

CPZ - Costa di Mezzate (BG)

Studio Consulenze Elettriche

Guizzetti Mario e Associati

®

ATTENDERE NUOVO