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Attenzione, motivazione e metacognizione . Dott.ssa Marzia Gaglione Dott.ssa Dalila Vallino Psicologa Logopedista 333 2790159 340 8180482 Referente Dott.ssa Renza Rosiglioni

Attenzione, motivazione e metacognizione 10-02-15

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Attenzione, motivazione e

metacognizione.

Dott.ssa Marzia Gaglione Dott.ssa Dalila Vallino

Psicologa Logopedista

333 2790159 340 8180482

Referente Dott.ssa RenzaRosiglioni

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La capacità di Attenzione

L’ATTENZIONE è un processo che permette di concentrare o

d’indirizzare l’attività psichica su un determinato oggetto

• I ragazzini con DSA possono presentare difficoltà di attenzione e

concentrazione che possono essere dovute al fatto che il compito che

devono affrontare è troppo difficile per loro, o richiede troppe energie

e per questo si distraggono.

• Esiste un Deficit di Attenzione e Iperattività (ADHD) che consiste in

un disordine dello sviluppo neuropsichico del bambino e

dell’adolescente, caratterizzato da incapacità a mantenere attenzione

prolungata, da impulsività e iperattività.

• Questo quadro può anche presentarsi in comorbilità con un DSA.

Cioè un bambino può avere diagnosi di DSA e ADHD.

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Le difficoltà di Attenzione

Difficoltà di

attenzione

sostenuta

Iperattività Impulsività

Consiste nella

difficoltà a lavorare su

uno stesso compito

per un periodo

prolungato di tempo.

Inoltre si presentano

frequentemente

problemi nel prestare

attenzione ai dettagli

dei compiti da seguire

Caratterizzata da unacontinua agitazione,

difficoltà a rimanere

fermi e seduti al proprio

posto ed eccessiva

attività verbale e

motoria

Si manifesta nella

tendenza ad agire prima

di avere riflettuto

adeguatamente, nello

«sparare» le risposte

prima che si sia

completata la domanda,

nel non riuscire ad

aspettare il proprio turno

nel gioco o in altre

attività di gruppo

Indipendentemente dal livello di gravità delle difficoltà attentive del bambino, noi

possiamo trovarci davanti ragazzini con queste problematiche

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Capacità di attenzione e difficoltà

di apprendimento

Il tutor non può risolvere tali difficoltà, ma può aiutare i

ragazzini a «conviverci» svolgendo i compiti nella maniera

più serena e funzionale possibile!

Importante notare i segnali di perdita di attenzione,

iperattività o impulsività

Il compito che stiamo

facendo è troppo difficile e ci

stanno dando un SEGNALE

del loro bisogno di aiuto

Sono stanchi e hanno bisogno

di un INCORAGGIAMENTO o

incentivo.

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Capacità di attenzione e difficoltà

di apprendimento

Cosa può fare il TUTOR:

Riconoscergli la sua difficoltà “Mi sembra che in

questo momento tu abbia perso la tua attenzione,

dove se n’è andata? Riusciamo a ripescarla?”

“Hai proprio bisogno di alzarti…hai le gambe che

friggono?”

Spesso i ragazzini non sono consapevoli di queste

difficoltà e l’obiettivo è aiutarli a rendersene conto e a

RESISTERE SEMPRE UN PO’ DI PIÚ, oppure

fermarsi a riflettere prima di rispondere

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Cosa può fare il TUTOR: esempi..

Cronometrare quanto tempo

riesce a stare attento sul

compito

Concordare, insieme al

ragazzino, un tot di tempo

(leggermente maggiore)

in cui impegnarsi e poi

fare una pausa!

Se necessario fare numerose

pause

Può essere utile il contatto

fisico (tenergli le mani se

le muove sempre ecc..).

Solo fatto delicatamente e

se apprezzato!!

Difficoltà di

attenzione

sostenuta

Iperattività Impulsività

Cronometrare il tempo in cui riesce a stare

fermo e seduto

Concordare un tempo leggermente

maggiore in cui cercare di stare

fermo e poi fare una pausa in cui ci

si può alzare e fare dei salti, una

corsetta ecc..

Se necessario fare numerose pause

Provare ad usare una pallina antistress

che il ragazzino può tenere in mano

e schiacciare quando vuole.

(ATTENZIONE A CHE NON

DIVENTI UN ULTERIORE

DISTRATTORE)

Può essere utile il contatto fisico

Fungere da “memoria esterna”:

ricordargli sempre di

PENSARE prima di

rispondere o di

ANDARE PIANO, o

ancora di cercare di

FRENARE ciò che gli

viene da dire e

ricontrollarlo prima di

dirlo.

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Cosa può fare il TUTOR:

esempi..

Con ragazzini che hanno difficoltà di attenzione è SEMPRE utile cercare una stanza tranquilla in cui

fare i compiti e, possibilmente, mantenere sempre la stessa.

È utile liberare il tavolo da tutti gli oggetti che non servono, compresi gli astucci con le penne!

Tenere solo il libro/quaderno su cui si sta facendo i compiti e una o al massimo due penne (no

bianchetti, matite, gomme….)

È utile coinvolgere il ragazzino in questa modalità di lavoro:

Siccome io e te sappiamo che tu fai fatica a stare fermo/attento mentre facciamo i compiti, allora

togliamo tutto dal tavolo, sennò ci sono cose troppo belle che ci possono distrarre….Guarda,

lasciamo solo questo che ci serve e la penna blu..

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Cosa può fare il TUTOR

È importante non arrabbiarsi con questi ragazzini (non lo fanno

apposta, né per farci un dispetto!!!) e mantenere un clima

rilassato, chi è tranquillo trasmette tranquillità (NEURONI

SPECCHIO).

Può essere utile premiare i ragazzini quando raggiungono un

obiettivo che ci eravamo prefissati

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Cosa può fare il TUTOR:

esempi..

Si concorda con loro e con la famiglia che insieme faremo un

gioco: IL GIOCO DEI GETTONI.

Si concorda, insieme al ragazzo un obiettivo (stare seduto per

mezz’ora di fila; non perdere mai l’attenzione per 40 minuti

consecutivi; trattenersi dal rispondere impulsivamente);

Si concorda insieme al ragazzo e ai genitori un premio

(pacchetto di figurine, una cena al ristorante con mamma e papà,

ecc..)

Si preparano 20 gettoni, che terrà il tutor, ogni volta che il

ragazzino riesce a raggiungere il suo obiettivo si da come premio

un gettone che si appiccicherà sul cartellone

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Il gioco non prevede che vengano tolti i gettoni una volta messi.

Non prevede punizioni.

Si basa sul rinforzo positivo.

Deve essere CONCORDATO anticipatamente con il ragazzino e

la famiglia.

I genitori, così come i ragazzini, devono rispettare i patti!!

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La Motivazione

DefinizioneGli aspetti emotivo-motivazionali sono importanti componenti in

grado di stimolare e sostenere gli sforzi necessari per affrontare i

compiti scolastici.

Motivazioni

Intrinseche Estrinseche

Si riferiscono ad aspetti

interni all’individuo: curiosità,

desiderio di conoscere,

sentirsi competenti e

accettati,

autodeterminazione.

Riguardano motivazioni

esterne a sé e allo

svolgimento delle attività:

ottenere buoni voti, essere

lodati, raggiungere una

posizione sociale.

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Motivazioni all’apprendere

Tenere in considerazione qual è la motivazioneall’apprendere di un bambino o ragazzino edeventualmente fare qualcosa per incrementarla èfondamentale.

Ognuno di noi ha convinzioni su di sé, che riguardano lapropria intelligenza, le proprie capacità, gli obiettiviche ognuno si può dare, quali sono le cause dei suoisuccessi o dei suoi insuccessi..

Avere delle convinzioni errate su di sépuò provocare emozioni come ansia epaura… che inibiscono un po’ anche lavoglia di imparare…

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Teorie implicite sull’intelligenza

Io non sono tanto intelligente…

Non credo di capire niente degli argomenti

nuovi..

Questa cosa non la imparerò mai..

Non sarò mai intelligente come..

Le teorie implicite sulla propria intelligenza riguardano

se e quanto il ragazzo ritiene che le proprie abilità

possano migliorare. Una buona teoria è pensare che le

proprie abilità possano essere modificate per effetto

dell’apprendimento e dell’esperienza.

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Teorie implicite sull’intelligenza

La fiducia nelle proprie capacità è un buon

predittore del rendimento scolastico.

Cosa può fare il TUTOR:

• Evidenziare tutti i punti di forza del ragazzino e

riconoscerglieli

• Avere fiducia nelle sue capacità reali, offrendogli

sempre tutti gli aiuti di cui riteniamo abbia bisogno

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Gli obiettivi di apprendimento

Obiettivi di

padronanzaObiettivi di

prestazione

Preferisco fare compiti un

po’ più difficili in cui imparo

cose nuove piuttosto che

compiti facili in cui sono

sicuro di ruscire..

E’ più importante imparare

cose nuove che prendere

bei voti..

I voti belli sono più

importanti delle cose che

imparo..

Mi piacciono i compiti facili,

così riesco bene e tutti mi

dicono che sono bravo..

Tali obiettivi non hanno connotazione positiva o negativa, tuttavia il

TUTOR può aiutare il ragazzino a non dare troppa importanza ai voti

assoluti, ma a dare invece importanza ai miglioramenti personali.

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Le attribuzioniLe attribuzioni sono le cause alle quali noi attribuiamo i

nostri successi o i nostri insuccessi

Attribuzioni

interne

Attribuzioni

esterne

Credenza che successi e

insuccessi dipendano dal

nostro impegno

personale o dalla nostra

abilità.

Credenza che successi e

insuccessi dipendano da aiuti

esterni, da quanto è cattiva la

maestra, da quanto era difficile il

compito o dalla fortuna.

L’attribuzione più funzionale all’apprendimento è quella riferita all’impegno

personale, mentre la più disfunzionale è quella riferita al caso.

Il TUTOR può aiutare il ragazzino a notare come se si impegna di più e in

modo persistente migliora le proprie prestazioni e ci si può godere il meritato

successo e di conseguenza l’orgoglio e la soddisfazione che esso provoca.

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Metacognizione

Con il termine metacognizione si indicano le

conoscenze che l’individuo sviluppa rispetto ai

propri processi cognitivi e al loro

funzionamento.

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MetacognizioneAvere una conoscenza realistica delle proprie capacità..

Sapere in quali compiti faccio più fatica..

Saper prevedere la difficoltà di un compito e il tempo che potrò impiegare per svolgerlo..

Saper monitorare la propria attenzione..

Saper autovalutare le proprie performance..

Saper comprendere lo scopo per il quale devo: leggere, studiare, fare i problemi..

Tutto questo è metacognizione

Ed è importante perché ci permette:

• Di valutare quante energie mi servono per svolgere quel compito e quindi valutare

quando è meglio svolgerlo;

• Di valutare se riesco a farlo da solo o se ho bisogno di aiuto, e quindi di chiederlo;

• Di difendersi dalle distrazioni esterne o da quelle prodotte dai propri pensieri;

• Di monitorare la modalità migliore con la quale devo leggere, studiare, approcciarmi

al compito…

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Metacognizione e difficoltà di

apprendimentoPrimo step è aiutare il ragazzino a divenire consapevole delle proprie

difficoltà.

Questo è più difficile se anche la famiglia le rifiuta.

Se noi non siamo consapevoli dei nostri punti di debolezza non viene

più percepita la necessità di aiuto. Quindi l’aiuto del tutor è inefficace.

Se il ragazzino è consapevole OK!

Se il ragazzino non è consapevole Una possibilità è utilizzare la

prima mezz’ora per guardare come fa i compiti da solo. Metterlo davanti alla

fatica fatta o all’inadeguatezza del risultato.

SEMPRE CON ATTEGGIAMENTO ACCOGLIENTE E DI COOPERAZIONE

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Monitoraggio e controllo della

mentePrima di affrontare un compito:

VALUTA QUANTO, SECONDO TE, È DIFFICILE IL COMPITO

1=facilissimo

5=difficilissimo

Dopo aver svolto il compito è sempre utile una riflessione:

LA DIFFICOLTÁ CHE AVEVI PREVISTO È CONFERMATA?

SIBravo! Hai saputo valutare bene la

difficoltà del compito. Quindi se la

prossima volta valuterai un compito

come difficile:

- Sai che dovrai concentrarti tanto

di più del solito per svolgerlo

- Che probabilmente avrai bisogno

di aiuto

- Che è preferibile farlo quando sei

meno stanco (all’inizio del

pomeriggio)

NODobbiamo cercare di migliorare la tua capacità di

valutare la difficoltà di un compito:

- Hai sovrastimato la difficoltà: è più facile di

quanto credi, vedi, sei in gamba, riesci a fare

molto di più di ciò che tu pensi! Hai tante

capacità, basta sapere di averle cosicchè

possiamo tirarle fuori!

- Hai sottostimato la difficoltà: stai attento a

volte un compito ci sembra facile ma non lo è.

Se non impariamo a riconoscere bene la

difficoltà magari pensiamo di svolgerlo in poco

tempo e poi ci ritroviamo a dover annullare

tutti i nostri impegni del pomeriggio per

svolgerlo! E con una fatica tremenda!

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Monitoraggio e controllo della mente

Dopo aver svolto il compito è sempre utile una riflessione:

SECONDO TE, TI È STATO UTILE UTILIZZARE QUESTO

STRUMENTO?

SI

«Bene, allora questo strumento è prezioso! Teniamolo in un posto

comodo così lo possiamo tirare fuori tutte le volte che vogliamo!»

«Allora puoi farlo vedere alla maestra/prof così magari le dai una buona

idea e lo utilizza anche con tutti gli altri tuoi compagni!»

NO

È importante che ANCHE I TUTOR ASCOLTINO I RAGAZZINI! Magari

abbiamo fatto tanta fatica per ideare uno strumento che ci sembrava

utile e poi ci rendiamo conto che gli stiamo complicando la vita

RICHIEDIAMO FLESSIBILITA’ MA IMPARIAMO ANCHE NOI A

ESSERE FLESSIBILI E A RISPETTARE I BAMBINI CHE AIUTIAMO

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Monitoraggio e controllo della

menteDopo aver svolto il compito è sempre utile una riflessione:

METTITI NEI PANNI DELLA MAESTRA/PROF, CHE VOTO DARESTI

AL RISULTATO DI QUESTO COMPITO?

1= è venuto malissimo

5= l’ho fatto al TOP! È venuto benissimo

Date anche voi un «voto» da 1 a 5 alla performance e poi li confrontate.

QUANTO TI SEI IMPEGNATO OGGI DA 1 A 10?

QUANTO SEI RIUSCITO A STARE ATTENTO OGGI?

SECONDO TE È ANDATO BENE IL NOSTRO INCONTRO DI OGGI?

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Metacognizione e abilità di studio

Per lavorare sull’abilità di studio con i ragazzini è fondamentale usare

un approccio metacognitivo.

Questo significa stimolare sempre la loro riflessione prima e dopo lo

studio, come è stato detto prima.

Ad esempio può essere utile usare il REGISTRATORE per avere un

feedback su quanto siamo stati chiari ed esaustivi nell’esposizione

1) Dopo aver studiato il testo prova a esporlo registrando la tua

esposizione

2) Prima di riascoltarti prova a dare un voto alla tua chiarezza

3) Ora riascoltati

4) Confermi il voto che hai dato? Sei stato chiaro??

5) Confrontare il suo voto con quello che avevate pensato voi.

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Metacognizione e stima dei

tempiStimare i tempi necessari per lo svolgimento di un compito è una

capacità metacognitiva.

Saper effettuare una stima corretta ci permette di:

• Non sforare nei tempi durante le verifiche;

• Potersi fare una pianificazione realistica del pomeriggio;

• Non rischiare di arrivare il Giovedì sera alle 22.00 e dover ancora

finire i compiti per il Venerdì..

Per aiutare i ragazzini a fare una stima corretta dei tempi il TUTOR

può:

Prima di svolgere un compito

Secondo te, guardando questo compito (analisi logica, comprensione

del testo, calcoli…) più o meno quanto ci impieghi a svolgerlo?

È utile dare anche un vostro parere rispetto al tempo necessario e

confrontarli

Secondo me invece ci impieghiamo 40 minuti..

Dai proviamo a farlo e vediamo (chi vince..)

Alla fine valutare la correttezza della stima dei tempi.

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Metacognizione e

organizzazione della settimanaNon saper stimare correttamente i tempi e non saper pianificare il

pomeriggio di studio e anche la settimana, può essere davvero un

problema.

La tabella della settimana può essere utile..

..per non andare a scuola con i compiti da fare

.. per avere PIÚ TEMPO LIBERO!

La tabella della settimana va fatta con l’aiuto del tutor all’inizio di ogni

settimana e va aggiornata ogniqualvolta sia necessario.

Va messa in un posto della casa visibile sia dal bambino che dalla

famiglia.

Modalità di compilazione: in ogni giorno ci sarà scritto cosa devo fare

quel giorno lì e l’ora in cui dovrò iniziare.

Dev’essere realistica! Cioè deve tener conto di quando finisco

pranzo/merenda, quando finiscono i cartoni che guardo sempre, quando

ho delle attività extrascolastiche, quando abbiamo impegni di famiglia,

quando viene il tutor….

Il tutor e i genitori devono controllare che sia stata rispettata.

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Metacognizione e

organizzazione della settimanaORA LUNEDÍ MARTEDÍ MERCOLEDÍ GIOVEDÍ VENERDÍ SABATO DOMENICA

9.00

10.00

11.00

12.00

13.00

14.00

15.00

16.00

17.00

18.00

19.00

20.00

21.00

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Metacognizione e

organizzazione della settimana:

esempio…

ORA LUNEDÍ MARTEDÍ MERCOLEDÍ GIOVEDÍ VENERDÍ SABATO DOMENICA

9.00 SCUOLA SCUOLA SCUOLA SCUOLA GITA!! NUOTO StudScie

10.00 NUOTO StudScie

11.00 NUOTO StudScie

12.00 CARNEV

13.00 CARNEV

14.00 MateEspr CARNEV

15.00 Ita: an.log. MateEspr CARNEV

16.00 Franc CARNEV

17.00 Stud.Scie 17.30 Sto StudScie Gioco StudScie CARNEV

18.00 Stud.Scie Sto Musica Gioco StudScie CARNEV

19.00 Geog Musica Gioco

20.00 CENA CENA CENA CENA CENA CENA CENA

21.00

Page 28: Attenzione, motivazione e metacognizione 10-02-15

Quindi qual è il ruolo del Tutor?

Aiutare il ragazzino

a sviluppare nuove competenze

che sono nella sua

«zona di sviluppo prossimale»

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Zona di sviluppo prossimale

La zona di sviluppo prossimale viene definita come la distanza tra

“il livello attuale di sviluppo, così come è determinato dal problem-

solving autonomo”, e il livello più alto di “sviluppo potenziale, così

come è determinato attraverso il problem-solving sotto la guida di

un adulto o in collaborazione con i propri pari più capaci”.

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Zona di sviluppo prossimale

Questo processo, dunque, prevede che una persona più

competente cooperi con il bambino al fine di aiutarlo a

muoversi dal punto in cui si trova al punto dove può

arrivare facendosi aiutare.

L’adulto, più abile, parte dalla competenza che il bambino

già possiede e gli presenta delle attività che richiedono un

livello di capacità lievemente superiori.

Questa persona, fungendo da modello, guida e indirizza il

bambino, attraverso la partecipazione collaborativa,

l’incoraggiamento, la discussione, il confronto.

Come raggiungere questo obiettivo ?

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Conoscere l’alunno Quanti anni ha?

Che classe frequenta?

Conoscere la sua storia scolastica (bocciature, cambi di

scuola)

Che tipo di disturbo di apprendimento ha ?

Ha eseguito una valutazione clinica?

Ha altre difficoltà? Es. attenzione..disprassia..

È seguito in trattamento ?

Ha già seguito percorsi di tutoraggio?

È motivato a seguire questo percorso?

Usa già gli strumenti compensativi e dispensativi? Li ha

accettati?

Page 32: Attenzione, motivazione e metacognizione 10-02-15

Consultare i clinici per:

Avere maggiori informazioni sul profilodi apprendimento del bambino

Decidere obiettivi condivisi

Avere consigli sulle modalità di studiopiù adeguate per quello specificobambino

Reciproco confronto

Lavorare in rete

Page 33: Attenzione, motivazione e metacognizione 10-02-15

Consultare gli insegnanti di classe per :

Avere informazioni sulle difficoltà che il bambino

riscontra a scuola (oltre che nell’apprendimento,

nella gestione dei materiali, nelle verifiche,

nell’accettazione degli strumenti compensativi e

dispensativi ecc.)

Poter essere a conoscenza del PDP e concordare

con gli insegnanti le modalità di utilizzo dei vari

strumenti.

Reciproco confronto e scambio di informazioni.

Page 34: Attenzione, motivazione e metacognizione 10-02-15

Alleanza con i genitori

Concordare con il genitore gli obiettivi del

percorso, guidandoli nel capire quali sono

gli aspetti prioritari.

Aiutare i genitori ad accettare gli strumenti

dispensativi e compensativi.

Assicurarsi che le modalità di studio messe

in atto nell’incontro di tutoraggio vengano

sostenute dalla famiglia nel resto della

settimana.

Page 35: Attenzione, motivazione e metacognizione 10-02-15

L’IMPORTANZA DI ACCETTARE GLI

STRUMENTI DISPENSATIVI E

COMPENSATIVI:

Senza questi strumenti i bambini DSA sono

penalizzati rispetto ai compagni, mentre,

usandoli, possono affrontare le richieste

scolastiche alla pari degli altri.

L’uso degli strumenti permette ai bambini

DSA di sperimentare il successo e perciò di

consolidare le acquisizione e aumentare

l’autostima.

Page 36: Attenzione, motivazione e metacognizione 10-02-15

Il tutor dell’apprendimento deve farsi promotore ditali strumenti ed aiutare l’alunno a trovare la modalitàdi apprendimento più funzionale.

Far familiarizzare il bambino con gli strumenticomputerizzati e la calcolatrice.

Deve aiutare il bambino nella costruzione deipropri formulari e verificare che siano efficaci perquello specifico bambino.

Può essere necessario sperimentare diversi tipi diformulari prima di trovare quelli più adatti.

Il tutor deve far sperimentare l’utilità del quaderninodelle regole a casa in modo tale che il bambino sisenta più incentivato a portarlo a scuola.

Page 37: Attenzione, motivazione e metacognizione 10-02-15

GLI STRUMENTI

COMPENSATIVI DA USARE A

CASA Il tutor deve leggere sempre almeno la prima volta

i testi da comprendere o studiare, finché ilbambino non sarà in grado di usare la sintesivocale (se il bambino è dislessico)

Se utile usare la calcolatrice e i formulari

Usare le tabelle delle regole e insegnare aibambini a usarle anche a scuola

Usare metodi di studio a bassa richiesta di lettura

Utilizzare programmi di videoscrittura

Quando si propongono nuovi apprendimentigraduare molto le richieste di autonomia

Esplicitare sempre le procedure, magarifornendole scritte

Page 38: Attenzione, motivazione e metacognizione 10-02-15

IL TEMPO È D’ORO !

La realizzazione grafica delle mappe e dei formulari deve essere VELOCE◦ No disegni troppo accurati

◦ No perdere troppo tempo a trovare immagini da internet

◦ No ritagli di giornali

La mappa o il formulario deve essere facile da usare NON DEVE COMPLICARE LA VITA AL RAGAZZINO

Ci devono essere poche cose scritte

No riassunti discorsivi

Non deve essere troppo grande se no porta via troppo spazio dal tavolo (no cartelloni)

Page 39: Attenzione, motivazione e metacognizione 10-02-15

IL TUTOR DEVE RISPETTARE I

DISPENSATIVI !

NON DEVE FAR STUDIARE FORMULE,DATE, TABELLINE, PARADIGMI.

NON DEVE TENTARE DI POTENZIARELE ABILITÀ STRUMENTALI CONESERCIZI GENERICI (DETTATI,LETTURE, OPERAZIONI) CHE NONPRODUCONO RISULTATI SIGNIFICATIVI,MENTRE AUMENTANO MOLTO ILCARICO DI LAVORO.

Page 40: Attenzione, motivazione e metacognizione 10-02-15

Cosa non è utile fare

Non proporre compiti aggiuntivi

Non far copiare e/o rifare i compiti sbagliati

Se si concordano delle riduzioni

quantitative di compiti rispetto alla classe,

attenersi a quanto concordato senza

preoccuparsi del confronto con i compagni

Page 41: Attenzione, motivazione e metacognizione 10-02-15

PORRE ATTENZIONE AL «PROCESSO» PIUTTOSTO CHE AL «RISULTATO»

◦ Spiegare la procedura di svolgimento di ognicompito con chiarezza e semplicità.

◦ Stimolare l’autonomia nella scelta e nell’usodella strategia più efficace.

◦ Valorizzare e gratificare l’utilizzo della proceduracorretta indipendentemente dalla correttezza delrisultato.

◦ Privilegiare gli aspetti cognitivi piuttosto chequelli strumentali.

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IL TUTOR DEVE AVER CHIARO QUAL È

L’OBIETTIVO DEL COMPITO PER

POTER DARE LA GIUSTA TIPOLOGIA E

QUANTITÀ DI AIUTO !

Page 43: Attenzione, motivazione e metacognizione 10-02-15

DARE LA GIUSTA QUANTITÀ

DI AIUTO

◦ Non sostituirsi mai al bambino

◦ Non ̋spiegare la lezione ̏

◦ Incoraggiare il bambino a cercare la soluzione nella propria mente, nelle proprie conoscenze pregresse, aiutandolo a fare collegamenti e inferenze

◦ Dare poco aiuto per volta

◦ Insegnare al bambino ad autovalutarsicon obiettività e a chiedere l’aiuto «giusto»

Page 44: Attenzione, motivazione e metacognizione 10-02-15

Arte della Maieutica

Strategia utile a sviluppare nuovecompetenze e a implementare quelle giàacquisite.

Attraverso domande mirate, il tutor stimolal’alunno alla riflessione e lo guida nel suoprocesso di apprendimento.

L’alunno deve sempre avere un ruoloATTIVO all’interno del processo diapprendimento.

Page 45: Attenzione, motivazione e metacognizione 10-02-15

Attenzione: l’obiettivo non è

creare dipendenza ma rendere

sempre più autonomi i ragazzini

Dott.ssa Marzia Gaglione

Page 46: Attenzione, motivazione e metacognizione 10-02-15

SOSTENERE L’AUTOSTIMA

Correggere ed eventualmente «sanzionare» il singolo

comportamento, non il bambino nella sua interezza.

Gratificare ogni piccolo successo, ogni miglioramento

rispetto alla prestazione precedente.

Rinforzare immediatamente il processo che ha

portato a un buon risultato.

Mostrare fiducia nelle capacità del bambino e aiutarlo

a riconoscerle.

Page 47: Attenzione, motivazione e metacognizione 10-02-15

Esercitazione per casa

Compilate il questionario proposto.

La richiesta è quella di individuare le

strategie che secondo voi sono UTILI per

studiare.

ATTENZIONE! Non le strategie che usate

o avete usato voi, ma quelle che secondo

voi sono più utili.

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