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Attivazione di percorsi partecipativi:processi che favoriscono il coinvolgimento e la reciprocità Dipartimento di Salute Mentale Trieste Pina Ridente

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Attivazione di percorsi partecipativi:processi che favoriscono il

coinvolgimento e la reciprocità

● Dipartimento di Salute Mentale Trieste Pina Ridente

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Parole chiave

● Clinico/extraclinico Medico/Paramedico

● Attivazione Partecipazione Empowerment Capacitazione

● Mutualità Reciprocità

● Socializzazione Aggregazione Protagonismo

● Coesione Integrazione Inclusione Inserimento Interazione

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Attivazione di percorsi partecipativi

● Cambio epistemologico: Salute/malattia

● Indirizzi innovativi nelle politiche sociali in Europa

● Solitudine e isolamento nella società moderna

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Cambiamento epistemologico “non più l'incentrarsi sulla malattia ma sulla salute”

● Da anni l'OMS ci ricorda che i progressi nel campo della salute sono dovuti meno alle conquiste della scienza medica che al cambiamento dell'ambiente esterno e ad una tendenza favorevole del tenore di vita.

● Determinanti non sanitari della salute: reddito, lavoro, differenza di genere, formazione...

● Le patologie cronico degenerative, le patologie della libertà,colpiscono più del 50% delle persone.

● Le condizioni di salute di una popolazione sono determinate solo per il 15% dagli interventi medico-sanitari; stà in altro quello che fà la differenza, ad es. il grado di diseguaglianza sociale.

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Cambiamento epistemologico “non più l'incentrarsi sulla malattia ma sulla salute”

● Agire preventivamente, avendo come obiettivo non un'azione riparatoria, ma il mantenimento delle condizioni di salute/benessere attraverso l'attivazione delle capacità dei singoli e/o gruppi sociali;

● Enfatizzare il ruolo attivo del soggetto visto in rapporto dinamico e di reciprocità con l'istituzione/professionalità medico-sanitaria;

● Promuovere da parte del SSN programmi di azione preventiva e di educazione alla salute a livello individuale e collettivo;

● Coinvolgimento e impegno attivo delle risorse dei singoli e gruppi nei processi di promozione della salute;

● Integrazione delle tre modalità prevalenti di risposta ai bisogni (stato, mercato, area della solidarietà: Donati 1983), in un'ottica non più concorrenziale, ma di compresenza

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Il concetto di salute/malattia sotteso a questa nuova epistemologia si configura quindi come processo dinamico-relazionale, come

condizione vitale consistente in relazioni sociali, coinvolgente aspetti oggettivi e soggettivi ( Ardigo')

● Psichiatria

● Risposte riparatorie

● Prevalenza dell'approccio medico/clinico

● Prestazioni

● Ambulatori

● malattia

● Salute Menatale

● Aumento di contrattualità dei soggetti

● Opportunità reali di scambio

● Inclusione sociale

● Lotta allo stigma

● Persona con i suoi bisogni e risorse

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Nuove politiche sociali in Europa

● Beni sociali comuni che le politiche sociali sono chiamate salvaguardare e produrre:

● Coesione sociale: capacità del tessuto sociale di reggere, di accogliere singolarità diverse,

è il concetto di tenere forte il tessuto sociale locale, non si interviene così sui singoli ma sul tessuto sociale

un tessuto coeso è quello che non ha dispersione di risorse, c'è la partecipazione dei cittadini alla gestione, c'è del denaro che viene investito nel tessuto sociale.

● Valorizzazione delle risorse umane: promozione di capacità/partecipazione

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Capitale sociale

● Introdotto per la prima volta nel 1916 da Lidia Hanifan come “ l’insieme di elementi tangibili che contano più di ogni altra cosa nella vita quotidiana delle persone: la buona volontà, l’amicizia, la partecipazione ed i rapporti sociali tra coloro che costituiscono un gruppo. Questo concetto definito “ Capitale sociale”, recentemente rivalutato dalla letteratura economica, sociologica e politologica, è stato utlizzato per leggere lo sviluppo sociale”.

● Il Capitale sociale non influenza soltanto la ricchezza materiale delle imprese, ma anche il benessere delle famiglie e dei singoli, spesso legato a fattori intangibili e difficili da misurare. Una fitta rete di amicizie rende più godibile il tempo libero, favorisce gli scambi culturali e permette di accedere a informazioni che talvolta possono procurare benefici materiali.

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Capitale sociale

● E' riconosciuta la funzione essenziale del capitale sociale nella coesione sociale.

● Storicamente le forme di capitale sociale sono rafforzate da situazione di difficoltà e pericolo. Un aumento del livello di benessere, promuovendo comportamenti individualistici può distruggere capitale sociale. Analogamente si può vedere nell'espansione dei servizi di welfare un pericolo per il capitale sociale in quanto essicca le forme di self-help comunitario.

● D'altro canto comunità troppo povere e lacerate difficilmente possono fare affidamento su risorse in termini di civicness e partecipazione collettiva.

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Nuove politiche sociali in Europa

Orientamenti di base delle politiche sociali:

● Per il principio di sostenibilità le risorse non vanno trattate sul risparmio, ma investite per produrre altre risorse, e utilizzate per produrre cambiamento sociale per modificare quelle situazioni che sono fonte di spesa.

● La sostenibilità si costruisce tenendo conto delle risorse di quel territorio

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Nuove politiche sociali in Europa

orientamenti di base delle politiche sociali:

Integrazione tra le politiche

Sussidiarietà: Localizzazione

Impone la compartecipazione e la corresponsabilità politica, finanziaria e operativa tra diversi tipi e livelli di agenti delle politiche. Entrano in gioco svariate forme di partneship tra pubblico e privato, e per conseguenza il quadro si diversifica e si dinamizza dando alle politiche il carattere di processi aperti-volta a volta correggibili, sperimentali

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Da un welfare dei servizi ad un welfare di comunità

● società complessa

● Non c'è più nessuno che ha la risposta completa, le dimensioni non sono più lineari, ed occorre mettere insieme più soggetti.

● Emergono nuovi problemi: Povertà/flussi migratori/quartieri degradati

● Uno dei motivi di crisi del welfare basato sull'erogazione di prestazioni e servizi da parte dello stato era la sua non sostenibilità economica

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Due possibili orizzonti

● Proliferare di servizi specialistici e tecniche: rincorrere i bisogni

● Cambiare stili di vita potenziare le naturali risorse del sociale (approccio ecologico)

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Da un welfare dei servizi ad un welfare di comunità

● Welfare assistenziale: popolato di istituti di pubblica assistenza, statali o di beneficenza privata di cui via via lo stato ha fatto proprie le funzioni.

● Welfare dei servizi: esperienze di rinnovamento, diritto a servizi gratuiti, onda lunga dei dibattiti del 68/69 culminati nella legge 833 del 78.

● Welfare di comunità: un sistema in cui lo sviluppo dei servizi incorpori protagonismo e risorse degli utenti, reti sociali, legami sociali, e operi per ricrearli invece che eluderli.

Viene incentivata l'ottica e la cultura della cooperazione ai diversi livelli: nei programmi sanitari territoriali con la rete di servizi formali ed informali.

Da destinatari passivi ad attori coinvolti nelle scelte

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Dai recenti indirizzi politici e atti normativi viene posto l'accento su:

● garantire la centralità della persona come cittadino e non come utente, dei suoi bisogni, delle sue esperienze, dei suoi legami;

è il bisogno che guida la progettazione; la costruzione del sistema di offerta deve orientarsi e plasmarsi quanto più possibile sulla individualità dei soggetti.

● si valorizza la persona come portatrice di risorse in termini di saperi, competenze, legami, che un progetto di intervento deve saper cogliere e promuovere.

L'approccio guidato dalla domanda favorisce l‘ autoattivazione delle persone e dei contesti, promuove la responsabilizzazione dei singoli e delle comunità.

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Governance

●Giustamente si invoca il passaggio da un sistema di “government” ad uno di “governance”, come transizione da una funzione di governo esclusiva di un soggetto pubblico ad un'attività di governo svolta attraverso la mobilitazione e il coordinamento tra una serie di soggetti pubblici , di privato sociale, della società civile. Questo processo è essenzile per l'implementazione di politiche innovative e per superare le deleghe passivizzanti.

●Dall'altra parte la rigidità del sistema è ancora lontana da un sistema auspicabile di una governance allargata, in cui la progettualità dei soggetti, del terzo settore, dell'associazionismo e della cooperazione sociale, l'auto-aiuto e la rivalorizzazione del capitale sociale, le risorse delle famiglie, vengano sostenuti e resi elemento centrale nel progetto di welfare locale, municipale, comunitario, delle autonomie e delle responsabilità.(laboratori di cittadinanza)

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SOLITUDINE E ISOLAMENTO NEL MONDO MODERNO

●”Nessun uomo è un'isola a se stante” (John Donne)

●Il senso di appartenenza è stato messo fortemente in crisi dallo sviluppo della società moderna. All'interno di una cultura che và allargando i propri confini fisici, caratterizzandosi sempre più come planetaria, la questione dell'identità acquista sempre più dei connotati di incertezza. E' sempre più difficile sperimentare momenti di riconoscimento nella società in cui si è inseriti e si avverte l'esigenza sempre più forte di averne, parallelamente ad una progressiva perdita di esperienze di socializzazione.

●Si registra una fragilità crescente delle reti familiari e una carenza sempre maggiore di legami sociali validi. Così l'esperienza della sofferenza in assenza di possibili sostegni diviene sempre più solitaria.

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Importanza degli “altri”

● E' nell'interazione con gli altri che noi abbiamo un'immagine riflessa di noi stessi che è basata sull'avere qualcosa da dare agli altri.

● La vicinanza di altri che ti aiutano e sostengono è segno che ti accettano per quello che sei. Il paradosso è che proprio accettando la persona al presente crea una apertura per un possibile cambiamento in meglio.

● Persone che hanno avuto un percorso di recovery, senza eccezione,vedono il rapporto con gli altri, umani e animali, come elementi di importanza centrale nel loro processo di ripresa. Gli altri possono dare sostegno materiale, o manifestazioni di cure, essere il simbolo della continuità della vita della persona, ed è proprio nella relazione con l'altro che il paziente testa la validità della sua recovery.

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Funzioni del net-work

● Facilita i contatti sociali

● Dà sostegno emotivo

● Favorisce l'incrocio di informazioni diverse

● Facilita la soddisfazione di esigenze materiali

● Contribuisce a mantenere identità sociale

● Attraverso la reciprocità e la fiducia contribuisce a tirar su il morale e ridare autostima (sentimenti di inferiorità e disistima, isolamento sono nella malattia alla base della difficoltà a riprendersi)

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Importanza delle relazioni sociali per il processo di Recovery (Strauss 1984)

●Scambio di pensieri e sentimenti: avere qualcuno con cui poter parlare circa quello che gli è accaduto, esprimere le sensazione è utile per allentare tensioni e ansia.

●Testare le proprie nozioni mettendole a confronto con la realtà degli altri: avere l'opportunità di confrontarsi sulla realtà o meno di alcune esperienze aiuta a distinguerle dalle esperienze allucinatorie.

●Conferme e integrazione: la presenza di persone con cui stare o incontrare dopo il periodo di crisi e ricovero riduce l'ansia e rafforza la speranza di potersi reintegrare nella comunità facendo parte di un contesto normale.

●Continuità: avere delle relazioni che risalgono al prima della malattia rimandano alla condizione di salute in cui si era prima e che quindi può essere nuovamente.

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Importanza delle relazioni sociali per il processo di Recovery (Strauss 1984)

●Supporto materiale: avere un network sociale funzionante rende più facile gestirsi le necessità della vita quotidiana ed eventuali supporti economici.

●Problem solving: avere contatti con altre persone può aiutare a risolvere problemi quali la casa, il lavoro o il tempo libero.

●Empatia: la comprensione e l'accettazione delle altre persone vicine, rispetto all'esperienza passata aiuta ad avere maggiore accettazione di sé per quello che si è, una immagine più bilanciata di sé e a sentirsi meglio.

●Reciprocità: nella fase di ripresa, dopo essere stati oggetto di cure da parte degli altri, diventa molto importante divenire qualcuno in grado di condividere qualcosa o perfino offrire supporto e assistenza agli altri.

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Le attività di aiuto si basano su relazioni:

● Personali (famiglia, amici, parenti, colleghi)● Prossimità geografica (vicinato)● Mutuo-aiuto (condivisione di situazioni di vita)● Altruismo (volontariato)

● Rete di solidarietà primaria (famiglia, parenti, amici,

vicini)● Rete di solidarietà secondaria (volontariato, mutuo-

aiuto)

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Mappatura della rete di sostegno sociale

● Famiglia stretta

● Scuola/lavoro

● Parentela allargata

● Amici

● Ruoli professionali

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Reti di sostegno sociale

● I disturbi mentali severi limitano le possibilità di sviluppare una adeguata rete sociale e lo spazio occupato dagli altri spesso è piccolo. Alcune categorie di persone che comunque rimangono in genere parte della rete sociale:

●Famiglia

● Altre persone con problemi mentali da soli o in gruppi di self-help

● Operatori socio-sanitari

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Movimento di self-help

● Il fenomeno del self-help si colloca nelle forme di sostegno sociale. Negli ultimi 20 anni ha avuto in tutto il mondo uno sviluppo enorme, in parallelo alla crisi dello stato assistenziale.( Lay-care system, si stima che oggi copra il 60% della domanda sanitaria.)

● Esperienze nate non solo dall'insoddisfazione delle persone nei confronti delle strutture tradizionali in sanità ma anche come risposte creative all'interno del sistema sociale a problematiche che il gruppo familiare e amicale non è più in grado di affrontare. Esprimono anche il concetto che non esiste una unica forma di cura e trattamento per le condizioni di malattia; contrapponendosi alla definizione strettamente medica del disagio.

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Sistema informale di cura / Lay-care sistem

● Articolazione del lay-care sistem: Auto-aiuto come azione autonoma del soggetto Network personali di supporto: familiari, amici, vicini Gruppi di self-help Portatori indiretti Soggetti interessati: gruppi di azione sociale “Lay men” Operatori volontari

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Breve storia del movimento di self-help

● Anni 30: in USA la grande depressione di quegli anni stimola la crescita di Trade-Unions, strutture mutuali organizzate attorno ai problemi lavorativi della gente (disoccupazione, immigrazione, malattie,scioperi)

● In Inghilterra nascono, con l'avvento dell'industrializzazione, le Friendly Societies.

● 1938 nasce a Londra un Social Club nell'ospedale diurno psichiatrico; nel 40 in USA nesce il Fountain House, centro sociale per ex pazienti di mente, come programma di transizione tra ospedale e comunità

● Successivamente si sviluppano le “Hotlines” fondate da un sacerdote anglicano per aiutare chi meditava il suicidio.

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Breve esame storico del movimento di self-help

● Anni 50: Comunità terapeutica - “Open-door” vengono creati circoli sociali, associazioni di volontariato laboratori protetti che si occupano dell'assistenza post- ospedaliera.

● Anni : in USA era della Psichiatria di Comunità 50/60 coinvolgimento utenti, “paraprofessionals”,”laymen”

● Anni 60: attività autorganizzate legate ai movimenti di contro cultura

● Anni 70: crisi del welfare, frammentazione specialistica delle prestazioni, in USA e Inghilterra l'istituzione non viene toccata e le innovazioni vengono riassorbite.

● Anni 80: welfare state “mix” “Nuove iniziative sociali”

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Riferimenti torici del self-help e del coinvolgimento dell'utenza

● Interazionismo sociale Per Mead (1934) le persone interiorizzerebbero le credenze e i pregiudizi della comunità e formano la loro identità nell'interazione con gli altri.

● Apprendimento sociale Maxwell Jones (1974) dall'interazione personale, quando vengono analizzati in gruppo i conflitti, può derivare un processo di forte cambiamento.

● Supporto sociale il network sociale attraverso le relazioni che offre permette ad un soggetto di utilizzare le risorse e gli interventi di altri moltiplicando le sue possibilità.

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Movimento di self-halp come “movimento sociale”

● Indicazioni recenti dell'OMS rispetto ai programmi di salute mentale sottolinano l'impotanza del coinvolgimento della Comunità. Tali programmi dovrebbero comprendere la partecipazione di rappresentanti di gruppi vulnerabili (utenti, ex utenti e loro familiari) e di rappresentanti di gruppi che dimostrino particolare interesse a queste questioni, agenzie di comunità, gruppi di self-help.

● Nel 1976 è stata stimata la presenza in USA di circa mezzo milione di gruppi nel campo sanitario. Nel 1982 ne sono stati stimati quattro milioni per un totale di 15 milioni di persone coinvolte. Dell'insieme dei gruppi di self-help si può ora parlare come di un “movimento sociale”.

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Esperienze di coinvolgimento dell'utenza e della comunità in servizi o progetti di salute mentale

● Nascono vari tipi di organizzazioni non sempre facili da distinguere, quelle che più si diffondono sono: Le organizzazioni dei consumatori e le associazioni di salute mentale che lavorano per aumetare l'influenza degli utenti nella politica e nella pianificazione dei servizi. Sono molte e in molti paesi. Circa l'indirizzo dei gruppi di mutuo-aiuto si possono considerare tre linee direttive:

● Gruppi di pressione/advocacy

● Associazioni che forniscono servizi

● Partecipazione attiva di gruppi di utenza ai servizi formali

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I gruppi di mutuo-aiuto: un tentativo di definizione

● Il self-help non può essere considerato un fenomeno unitario con una definizione universalmente convenuta.

● Un elemento presente e importante è che coloro che hanno passato e affrontato un certo problema sono rimasti molto sensibili e possono per questo essere maggiormente motivati di altri (professionisti e volontari) ad offrire il loro aiuto e disponibilità a coloro che si vengono a trovare in condizioni simili alla loro.

● Uno degli elementi caratterizzanti i gruppi di self-help può essere dunque individuato nel desiderio delle persone di trasformare la loro esperienza potenzialmente negativa in qualcosa di costruttivo e positivo per altre persone e per se stessi

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I gruppi di mutuo-aiuto: un tentativo di definizione

● Coinvolgersi reciproco di persone che condividono una situazione di vita, che si incontrano per un reciproco sostegno e azioni costruttive volte a risolvere i loro comuni problemi.

● L'esperienza delle persone che nasce dall'aderenza al loro problema è l'unica base di conoscenza che non deriva da alcun training professionale.

● Il più delle volte questo tipo di aiuto trova posto in scambi informali tra parenti, amici, vicini.

● Spesso questi aiuti informali evolvono in organizzazioni formali – associazioni con una loro struttura organizzativa.

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I gruppi di mutuo-aiuto: un tentativo di definizione

● La definizione più utilizzata è quella di Katz e Bender (1976): “I gruppi di self-help sono piccole strutture gruppali volontarie, per il mutuo aiuto e per la realizzazione di obiettivi particolari. Sono di solito costituiti da pari che si uniscono per assicurarsi reciproca assistenza nel soddisfare bisogni comuni, per superare un comune handicap o un problema di vita oppure per impegnarsi a produrre desiderati cambiamenti personali o sociali. I promotori ed i componenti di questi gruppi percepiscono che i loro bisogni non sono, o non possono essere, riconosciuti e risolti da o attraverso le normali istituzioni sociali. I gruppi di mutuo-aiuto enfatizzano le relazioni faccia a faccia e promuovono l'assunzione delle responsabilità da parte dei componenti. Essi spesso offrono sia assistenza materiale che sostegno emotivo; sono frequentemente orientati sulla “causa”, proponendo un'”ideologia” o dei valori sulla base dei quali i componenti possono acquisire o potenziare il proprio senso di identità personale”

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Gruppi di self-help: come aiutano

● Offre l'opportunità di costruire una nuova immagine di sé positiva sulla cui base affrontare meglio il mondo

● Aiuta le persone coinvolte ad esprimere i sentimenti

● Aiuta ad apprendere nuovi e più qualificanti modelli comportamentali

● Rafforza l'immagine di sé e della propria capacità

● Chi aiuta si sente meno dipendente

● Chi aiuta riceve spesso approvazione sociale

● Chi aiuta sperimenta il senso di una qualche utilità sociale

● Chi aiuta nell'affrontare un problema simile al suo ha la possibilità di osservare il proprio problema a distanza

● Chi aiuta si trova spesso ad apprendere cose nuove e significative per sé stesso

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Tipologie dei gruppi di mutuo-aiuto

● Distinguere i vari tipi di organizzazzioni non sempre è facile né possibile in quanto esistono frequentemente sovrapposizioni di interessie funzioni - Gruppi che sono focalizzati sull'autorealizzazione e sulla crescita personale (Recovry Inc.) - Gruppi focalizzati sulla difesa sociale (comitato per i diritti dei malati) - Gruppi che sono impegnati a creare nuovi modelli di vita (womens liberation) - Gruppi creati per offrire rifugio agli emarginati, disperati (British Columbia) - Organizzazioni di protesta e difesa sociale(Comitati contro la guerra) - Gruppi misti

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Sistema formale e informale di aiuto: contrasto o partnership

● Collegamenti tra organizzazioni di mutuo-aiuto e servizi si possono avere quando si condivide un obiettivo comune. Rapporto tra Servizi e soggetti della rete di sostegno:

● Conflittuali e comptitivi – reciproco discredito

● Operatori professionali come esperti / consulenti

● Collaborazione

● Cooptazione

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Sistema formale e informale di aiuto: contrasto o partnership

● Come si pone il servizio rispetto alle reti informali?

● Quale la funzione dell'operatore e l'atteggiamento utile? Non si tratta di una tecnica piuttosto di un “orientamento mentale”

● Distanza / Complicità

● Neutralità / Reciprocità

● Centralità / Mettersi ai margini

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Il ruolo dell'operatore/operatrice professionale

●incoraggiare e lavorare per aumentare l'identificazione reciproca e per articolare il fine del gruppo.

●Proteggere l'individualità dei soggetti, aiutandoli a raccontare di sé agli altri solo quanto si sentono di comunicare.

●Comunicare entusiasmo e speranza di riuscita.

●Favorire lo sviluppo di eventuali regole che possono agevolare il raggiungimento degli obiettivi.

●Aiutare le persone a pianificare la valutazione dei compiti che si prefiggono e se occorre sostenerli nel conseguirli.

●Incrementare la percezione che i componenti hanno delle proprie capacità

●Riconoscere ogni risultato positivo.

●Rispettare i tempi di evoluzione dei gruppi che inizialmente sono molto lenti.

●Conoscere le persone e favorire l'attuazione dei bisogni espressi facilitando il collegamnento con i servizi o o aiutandoli a sviluppare strategie per affrontarli.

●Sviluppare la crescita del gruppo attraverso la cultura dell'auto-aiuto: aiutare altri per essere aiutati.

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Il ruolo dell'operatore/operatrice professionale

●Secondo Milroy è importante:

●gli operatori diano una visione dialettica del loro ruolo e di se stessi come persone riducendo così la distanza rispetto agli utenti.

●Interventi che non siano totalizzanti ma aprano spazi alla partecipazione attiva, all'assunzione di responsabilità dell'utenza e della comunità.

●Il ruolo professionale non dovrebbe essere negato in quanto ciò che cambia non è la realtà ma come la si declina.

●È importante che gli operatori siano disposti a rivedere il loro ruolo cedendo quote di potere reale all'utenza. Si costruiscono nuove alleanze nel passaggio dal lavoro “su” al lavoro “con”.

●Lavorare sulla rete sociale delle persone stimolandone la crescita

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Avvio di un gruppo di mutuo-aiuto, metodologie ed esperienze

●Linee guida per il coinvolgimento (J. Williams)

●chiarire il tipo di coinvolgimento offerto

●coinvolgere la gente dall'inizio

●chiarire i limiti del coinvolgimento

●stabilire salvaguardie per il coinvolgimento della gente

●stabilire piccoli ma ottenibili obiettivi di cambiamento

●includere il coinvolgimento come parte del cambiamento delle strutture e dell' organizzazione

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Avvio di un gruppo di mutuo-aiuto, metodologie ed esperienze

●stabilire un processo continuativo di coinvolgimento

●prendere provvedimenti specifici per il coinvolgimento di diversi gruppi etnici e di altri gruppi oppressi

●sviluppare modi e luoghi di discussione adatti

●pemettere un coinvolgimento flessibile e senza limitazioni della gente

●assicurarsi che il coinvolgimento sia volontario e senza pressioni

●coinvolgere tutti i partecipanti-chiave

●dare priorità a ciò che viene riferito dalla gente riguardo i propri desiderei e le proprie esigenze.

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Alcuni limiti e rischi dei percorsi di mutuo-aiuto

● Settore informale che viene totalmente inglobato come appendice dei servizi.

● Carico di tutto il peso del problema, sopravvalutando le reti di sostegno e sospendendo dei “servizi”.

● Accento eccessivo posto sul “terapeutico” con iperspecializzazione tecnica.

● Interesse più alle ispezioni intrapsichiche che al fare.

● Iperproliferazione di gruppi che si aggregano intorno ad una identità di malattia.

● Parcellizzazione dei problemi.

● Controllo e terapia del network sociale.

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Solo a pertire dai diritti reali si apre il terreno dell' ascolto, della reciprocità, del dialogo e se possibile della comprensione.

● “Intorno all'aver diritto si scambiano esperienze, aiuti, cure, ci si cura gli uni degli altri cominciando a rendere relativa la follia... consentendo ai soggetti reali di sfuggire, di dislocarsi altrove, corpi malati forse in parte ma corpi vivi. Non più totalizzati dall'esperienza e dallo sguardo catalogante dell'universo della follia e dell'universo arrogante dei saperi.” (F.Rotelli)