2
La Serva Padrona (1733) nasce come intermezzo su libretto di Gennarantonio Federico destinato a riempire gli intervalli do un'"opera seria", agile e leggero per durata (circa 50 minuti) e personaggi (due, più uno che non parla). Rappresentato a Parigi da una troupe di cantanti-attori itineranti, fu uno dei più grandi successi del secolo e diventò da subito l'opera buffa italiana per eccellenza: rapidità d'azione, leggibilità dei sentimenti, linguaggio musicale che richiama affetti e gesti con chiarezza esemplare, descrizione divertente di tipi umani quotidiani. È forse l'opera che ha avuto più imitazioni e rifacimenti, studiata, ammirata e profondamente detestata da chi osservava impotente il dilagare del gusto "all'italiana" in Europa. In Francia fu l'inizio della famosa "querelle des bouffons", battaglia intellettuale e politica fra i partigiani della nobiltà del gusto francese quelli che sostenevano un teatro musicale più semplice e popolare, dove, diceva Jean-Jacques Rousseau, "gli attori ridono e piangono a gola spiegata". La Serva Padrona è la storia di una relazione, burrascosa e tenera al tempo stesso, fra un ricco e pigro "figlio di papà" (Uberto) e la sua serva Serpina, raccontata in maniera gioiosa e non priva di maliziosi sottintesi. Serpina, aiutata dal servo muto Vespone, costringerà Uberto a riconoscere il proprio amore e il matrimonio ne sarà la naturale conseguenza. La relazione diventerà ufficiale e Serpina sarà a tutti gli effetti "padrona". La protagonista diventerà il prototipo femminile dell'opera buffa, ragazza seducente e furba, che non accetta di vivere all'ombra dell'uomo, ma difende con vigore la dignità e la libertà della donna. Atto I È piuttosto evidente che fra Uberto e Serpina c'è una relazione di lunga durata, ognuno dipende dall'altro. Lui si lascia tiranneggiare e lei non perde occasione di farlo aspettare per ribadire che è lei che conduce il gioco. Nell'aria di introduzione (n.1) Uberto è furioso: Serpina non gli porta il suo "cioccolatte" e dopo tre ore di attesa finisce per dirgli che a mezzogiorno è troppo tardi per fare colazione. Quindi esplode: Aria Uberto n.2: Sempre in contrasti con te si sta!.... In collera e stanco di tali impertinenze, Uberto vuole uscire, ma Serpina gli dice che non si esce all'ora di pranzo, e comunque lei non vuole! Aria Serpina n.3: Stizzoso, mio stizzoso, voi fate il borioso... Per farla finita, Uberto chiede all'altro servo Vespone trovargli una moglie, che sia pure un'arpia, che lo liberi da una simile serva. Serpina con naturalezza afferma che sarà lei la sposa del suo padrone. Uberto reagisce, ma Serpina è sicura: non vede quanto è bella, graziosa, brillante? Non potrà rinunciare a lei: anche se cerca di dire no di vede bene che i suoi occhi dicono si. Uberto è costretto ad ammettere di sentirsi fortemente tentato. Duetto n.4: Lo conosco a quegli occhietti. Atto II Serpina, appoggiata da Vespone, accende la gelosia di Uberto, raccontando che un militare piuttosto rozzo chiamato "Capitan Tempesta" l'ha chiesta in sposa. Presto partirà. Uberto è improvvisamente triste, con un grosso sforzo ammette che le ha voluto bene. Serpina gli dice quindi addio. Aria n.5: A Serpina penserete Quando Serpina esce a prendere il suo fidanzato per presentarlo al padrone, Uberto, solo, comincia a ruminare pensieri: è buona cosa sposare una serva? Deve riconoscere il proprio amore? È in un bell'imbroglio, non sa se prova amore o compassione, più pensa e più si confonde, e sente una voce che dice "Uberto, pensa a te..." Aria n.6: Sono imbrogliato io già Il Capitan Tempesta fa dunque irruzione, è poco amichevole, decisamente violento, e per giunta pretende una dote esorbitante. Commosso dalla sorte di Serpina e minacciato da questo strano personaggio Uberto dovrà scegliere se pagare la dote o sposarla lui. Non volendo lasciare la ragazza a un uomo così pericoloso Uberto si decide finalmente per Serpina. Solo ora si accorgerà che il Capitano non è che Vespone travestito. In apparenza ingannato ma ormai libero di esprimere il proprio amore, consente dall'unione. Vespone sarà testimone. La serva è infine padrona e la relazione sarà alla luce del sole. I due si dichiarano il loro amore. Duetti n.7: Contento tu sarai Riccardo Mascia, diplomato con lode in pianoforte e clavicembalo al Conservatorio di Genova. Si perfeziona in pianoforte con Sergei Dorenski al mozarteum di Salisburgo e in clavicembalo con Kenneth Gilbert e Ilton Wjuniski. Nel 1997 ottiene il Primo Premio di Virtuosité di clavicembalo al Conservatorio di Ginevra sotto la guida di Christiane Jaccottet. Divide la sua attività fra l'opera e la musica antica. Maestro di spartito ai Corsi Internazionali di Arte Vocale e Scenica, si è avvicinato al teatro a fianco di Gianni Raimondi, Giuseppe Taddei, Iris Adami Corradetti, è stato maestro collaboratore al Carlo Felice di Genova e al Grand Théatre di Ginevra, preparatore a fianco di Alberto Zedda al Festival Mozart di La Coruna e per la Fondation Royaumont (Parigi). Collaboratore per le Settimane Musicali del Teatro Olimpico a Vicenza, al Teatro Pavarotti di Modena, al Teatro Regio di Parma, a fianco di Federico Maria Sardelli al Teatro Regio di Torino, e per altri teatri in Italia e all’estero, è stato spesso segnalato dalla critica per la specializzazione nella preparazione del recitativo. All'attività nei teatri affianca quella concertistica a fianco di cantanti e in gruppi di musica antica. Dal 1998 dirige

Atto II - visitlakeiseo.info · Presto partirà. Uberto è improvvisamente triste, con un grosso sforzo ammette che le ha voluto bene. Serpina gli dice quindi addio. Aria n.5: A Serpina

Embed Size (px)

Citation preview

Page 1: Atto II - visitlakeiseo.info · Presto partirà. Uberto è improvvisamente triste, con un grosso sforzo ammette che le ha voluto bene. Serpina gli dice quindi addio. Aria n.5: A Serpina

La Serva Padrona (1733) nasce come intermezzo su libretto di Gennarantonio Federico destinato a riempire gli intervalli do un'"opera seria", agile e leggero per durata (circa 50 minuti) e personaggi (due, più uno che non parla). Rappresentato a Parigi da una troupe di cantanti-attori itineranti, fu uno dei più grandi successi del secolo e diventò da subito l'opera buffa italiana per eccellenza: rapidità d'azione, leggibilità dei sentimenti, linguaggio musicale che richiama affetti e gesti con chiarezza esemplare, descrizione divertente di tipi umani quotidiani. È forse l'opera che ha avuto più imitazioni e rifacimenti, studiata, ammirata e profondamente detestata da chi osservava impotente il dilagare del gusto "all'italiana" in Europa. In Francia fu l'inizio della famosa "querelle des bouffons", battaglia intellettuale e politica fra i partigiani della nobiltà del gusto francese quelli che sostenevano un teatro musicale più semplice e popolare, dove, diceva Jean-Jacques Rousseau, "gli attori ridono e piangono a gola spiegata". La Serva Padrona è la storia di una relazione, burrascosa e tenera al tempo stesso, fra un ricco e pigro "figlio di papà" (Uberto) e la sua serva Serpina, raccontata in maniera gioiosa e non priva di maliziosi sottintesi. Serpina, aiutata dal servo muto Vespone, costringerà Uberto a riconoscere il proprio amore e il matrimonio ne sarà la naturale conseguenza. La relazione diventerà ufficiale e Serpina sarà a tutti gli effetti "padrona". La protagonista diventerà il prototipo femminile dell'opera buffa, ragazza seducente e furba, che non accetta di vivere all'ombra dell'uomo, ma difende con vigore la dignità e la libertà della donna. Atto I È piuttosto evidente che fra Uberto e Serpina c'è una relazione di lunga durata, ognuno dipende dall'altro. Lui si lascia tiranneggiare e lei non perde occasione di farlo aspettare per ribadire che è lei che conduce il gioco. Nell'aria di introduzione (n.1) Uberto è furioso: Serpina non gli porta il suo "cioccolatte" e dopo tre ore di attesa finisce per dirgli che a mezzogiorno è troppo tardi per fare colazione. Quindi esplode: Aria Uberto n.2: Sempre in contrasti con te si sta!.... In collera e stanco di tali impertinenze, Uberto vuole uscire, ma Serpina gli dice che non si esce all'ora di pranzo, e comunque lei non vuole! Aria Serpina n.3: Stizzoso, mio stizzoso, voi fate il borioso... Per farla finita, Uberto chiede all'altro servo Vespone trovargli una moglie, che sia pure un'arpia, che lo liberi da una simile serva. Serpina con naturalezza afferma che sarà lei la sposa del suo padrone. Uberto reagisce, ma Serpina è

sicura: non vede quanto è bella, graziosa, brillante? Non potrà rinunciare a lei: anche se cerca di dire no di vede bene che i suoi occhi dicono si. Uberto è costretto ad ammettere di sentirsi fortemente tentato. Duetto n.4: Lo conosco a quegli occhietti. Atto II Serpina, appoggiata da Vespone, accende la gelosia di Uberto, raccontando che un militare piuttosto rozzo chiamato "Capitan Tempesta" l'ha chiesta in sposa. Presto partirà. Uberto è improvvisamente triste, con un grosso sforzo ammette che le ha voluto bene. Serpina gli dice quindi addio. Aria n.5: A Serpina penserete Quando Serpina esce a prendere il suo fidanzato per presentarlo al padrone, Uberto, solo, comincia a ruminare pensieri: è buona cosa sposare una serva? Deve riconoscere il proprio amore? È in un bell'imbroglio, non sa se prova amore o compassione, più pensa e più si confonde, e sente una voce che dice "Uberto, pensa a te..." Aria n.6: Sono imbrogliato io già Il Capitan Tempesta fa dunque irruzione, è poco amichevole, decisamente violento, e per giunta pretende una dote esorbitante. Commosso dalla sorte di Serpina e minacciato da questo strano personaggio Uberto dovrà scegliere se pagare la dote o sposarla lui. Non volendo lasciare la ragazza a un uomo così pericoloso Uberto si decide finalmente per Serpina. Solo ora si accorgerà che il Capitano non è che Vespone travestito. In apparenza ingannato ma ormai libero di esprimere il proprio amore, consente dall'unione. Vespone sarà testimone. La serva è infine padrona e la relazione sarà alla luce del sole. I due si dichiarano il loro amore. Duetti n.7: Contento tu sarai Riccardo Mascia, diplomato con lode in pianoforte e clavicembalo al Conservatorio di Genova. Si perfeziona in pianoforte con Sergei Dorenski al mozarteum di Salisburgo e in clavicembalo con Kenneth Gilbert e Ilton Wjuniski. Nel 1997 ottiene il Primo Premio di Virtuosité di clavicembalo al Conservatorio di Ginevra sotto la guida di Christiane Jaccottet. Divide la sua attività fra l'opera e la musica antica. Maestro di spartito ai Corsi Internazionali di Arte Vocale e Scenica, si è avvicinato al teatro a fianco di Gianni Raimondi, Giuseppe Taddei, Iris Adami Corradetti, è stato maestro collaboratore al Carlo Felice di Genova e al Grand Théatre di Ginevra, preparatore a fianco di Alberto Zedda al Festival Mozart di La Coruna e per la Fondation Royaumont (Parigi). Collaboratore per le Settimane Musicali del Teatro Olimpico a Vicenza, al Teatro Pavarotti di Modena, al Teatro Regio di Parma, a fianco di Federico Maria Sardelli al Teatro Regio di Torino, e per altri teatri in Italia e all’estero, è stato spesso segnalato dalla critica per la specializzazione nella preparazione del recitativo. All'attività nei teatri affianca quella concertistica a fianco di cantanti e in gruppi di musica antica. Dal 1998 dirige

Page 2: Atto II - visitlakeiseo.info · Presto partirà. Uberto è improvvisamente triste, con un grosso sforzo ammette che le ha voluto bene. Serpina gli dice quindi addio. Aria n.5: A Serpina

glistudimusicalidell’OpéradeChambrediGinevra,specializzatainoperabuffadelsettecento,concuihaincisoriscopertediPiccinniePaisiello.Collaboradal2003colTeatrodiPisaedèdocentediLTLOperaStudio.Svolgeattivitàconcertisticacomesolistaemembrodigruppidimusicaanticaeun’intensaattivitàdivulgativaconconferenzeelezioni-concertoperteatrieassociazionimusicali.Laureatoall'UniversitàdiGenovacontesisuimeccanismiteatralideilibrettibuffi,hadirettodal1996a2001icorsidilinguaitalianaestoriadellibrettoallaSocietàDanteAlighieridiGinevra,hasvoltoseminariperleUniversitàdiGinevra,Pisa,Verona,l'UniversidadNacionaldeCostaRica.CollaboraregolarmenteperseminaridiinterpretazionedimusicaanticaeteatromusicaleconilConservatoriodiLosannaeperilFestivaldiVerbier.Recentementeèstatoinvitatodall'AccademiaGnesinsdiMosca.Dal2011insegnaalConservatoriodiParma.RobertaFaroldi,dopoglistudimusicalieteatrali,hacontribuitoallariaperturaallaliricadelteatro“Magnani”diFidenza(PR)concuihacollaboratocomeregistastabiledal1991al2005,mettendoinscenanumerosissimeoperelirichedelrepertoriotradizionale.SièinoltreoccupatadellaproduzionedelSettecentofranceseedhamessoinscenaopereineditequaliDaphnisetChloédiJ.J.RousseaueLesoldatmagiciendiF.A.Philidor(FestivalInternazionalediSarre,incollaborazioneconl’IstitutodiCulturaItalianadiParigi).Halavoratoconregistidifamamondiale,qualiGrahamVickeLilianaCavani,edhacollaboratoallaripresadiallestimentistoricidelteatroliricoitaliano(comeDieEntführungausdemSeraildiG.StrehleralFestivalMozartdiACoruña;oilRigolettodiP.L.Samaritani,primaalteatroRegiodiParma,poiaCittàdelMessicoeadHongKong),lavorandoinimportantiteatriinItalia,Spagna,Messico,CinaeinproduzionichevedevanoimpegnatiartistiqualiAlfredoKraus,MarthaSenn,JoséCura,JuanPons,LeoNucci,edirettoriqualiBrunoBartoletti,GianPaoloSanzogno,PatrickFournilllier.Negliultimiannilasuaattivitàsièconcentrataparticolarmentenellamessainscenadiopereinprimaesecuzioneassoluta,grazieallacollaborazioneconnumerosicompositoricontemporanei.Autriceditestiteatraliperlalirica,hascrittoilibrettidinumeroseoperedacameraefiabeliriche,tutterappresentate:Freschidistampa(2002,musicatadaGiorgioSpriano),Blackout(2003,musicatadaRobertoScarcella-Perino),Alice(2005,musicatadaStefanoSeghedoni),Aladino(2010,musicatadaLorenzoMarini),Laleggendadelmastrovetraio(2011,musicatadaGiorgioMirto),Ilprincipevagabondo(Lafebbredell'oro)-OmaggioaChaplin(2013-GianLucaBaldi),Lareginadellenevi(2013)eIlpiccoloprincipe(2014),entrambemusicatedaStefanoMaccagno,compositoreufficialedelMuseodelCinemadiTorino.Nel2005hacuratolanascitadellaRassegnadioperedacameraMICRON(giuntanel2015allasuaundicesimaedizione),dicuièl’attualeDirettoreArtistico.Inquestaveste,nell’intentodidivulgareilteatroliricodacamera(nonchéilteatromusicalenellesuevarieaccezioni)anchepressounpubblicogiovanee-contemporaneamente-dioffrirevisibilitàallenuoveproduzioni,hacommissionatonumeroseoperenuoveacompositoriemergentiogiàaffermati,dandolorospazionellasuaRassegnaMICRON.AttualmenteèdocentediTeoriaeTecnicadell'InterpretazioneScenicapressoilConservatorio"ArrigoBoito"diParma.