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impianti fotovoltaici impianti geotermici solare termico RESSOLAR srl via Serassi 21 24124 BERGAMO tel 035 3692145 - www.ressolar.it Numero 01 - Novembre/Dicembre 2010 Periodico d’informazione culturale sugli stili di vita e d’impresa sostenibili www.bergamosostenibile.com Eccoci finalmente. Il primo numero di un giornale è un pò come il primo giorno di scuola o meglio ancora come l’esame di maturità, l’emozione è tanta e non ci si sente mai veramente pronti. Vorremmo avere più tempo per rileggere con calma tutto, più tempo per verificare un’informa- zione e una fonte, più tempo per rivedere l’impaginazione, più tempo per… per tut- to. È proprio così che succede, uno non si sente mai pronto e allora tentenna, esita, indugia e alla fine spesso, troppo spesso, rinuncia ai propri progetti, alle proprie am- bizioni, ai propri sogni. Allora no! Ci siamo posti un obiettivo, ci siamo dati una sca- denza, ci siamo presi degli impegni e via siamo partiti con quel pizzico d’incoscienza e con tutti i dubbi e le riserve del caso di chi si avventura in un progetto completa- mente nuovo. Ma, mano a mano che i giorni passavano e il giornale prendeva forma e vita, le convinzioni si rafforzavano e i dubbi si dissolvevano. Si incassavano i consensi e i consigli per l’iniziativa, si strin- gevano collaborazioni, si trovavano notizie interessanti e curiose, si raccoglievano le interviste e anche le prime inserzioni pub- Il «Patto dei Sindaci» Ricette preparate con gli avanzi, rispettando ambiente e palato Dal riciclo dei rifiuti energia, investimenti e occupazione La cucina a impatto [quasi] zero Scoperto un nuovo continente grande come il Canada Montello SpA una storia di successo Soluzioni per il risparmio della spesa energetica Bergamo, capitale dell’energia Una «Settimana» di incontri e convegni su sostenibilità e risparmio energetico « L’ambiente come il prezzemolo: l’ingrediente verde per ogni settore » Intervista all’assessore all’ecologia del Comune Massimo Bandera Semaforo verde per l’ambiente a pagina 7 IN PRIMO PIANO EDITORIALE Eco Cucina: Il libro a Pagina 32 Green Economy Impariamo a conoscerla a cura di Mario Salomone Sociologo dell’Ambiente dell’Università di Bergamo a Pagina 10 a cura di Diego Moratti di Marco Rossi a Pagina 55 a Pagina 26 a Pagina 38 Riciclo & rifiuti Green Story Chiazza di rifiuti a Pagina 3 segue a pagina 2 3.2.1. Via! La rivoluzione verde parte dai Comuni Europa: Bergamo in prima fila

Bergamo SOStenibile 1

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Periodico d’informazione culturale sugli stili di vita e d’impresa sostenibili

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impianti fotovoltaiciimpianti geotermicisolare termicoRESSOLAR srl via Serassi 21 24124 BERGAMOtel 035 3692145 - www.ressolar.it

Numero 01 - Novembre/Dicembre 2010

Periodico d’informazione culturale sugli stili di vita e d’impresa sostenibiliwww.bergamosostenibile.com

Eccoci finalmente. Il primo numero di un giornale è un pò come il primo giorno di scuola o meglio ancora come l’esame di maturità, l’emozione è tanta e non ci si sente mai veramente pronti. Vorremmo avere più tempo per rileggere con calma tutto, più tempo per verificare un’informa-zione e una fonte, più tempo per rivedere l’impaginazione, più tempo per… per tut-to. È proprio così che succede, uno non si sente mai pronto e allora tentenna, esita, indugia e alla fine spesso, troppo spesso, rinuncia ai propri progetti, alle proprie am-bizioni, ai propri sogni. Allora no! Ci siamo posti un obiettivo, ci siamo dati una sca-denza, ci siamo presi degli impegni e via siamo partiti con quel pizzico d’incoscienza e con tutti i dubbi e le riserve del caso di chi si avventura in un progetto completa-mente nuovo. Ma, mano a mano che i giorni passavano e il giornale prendeva forma e vita, le convinzioni si rafforzavano e i dubbi si dissolvevano. Si incassavano i consensi e i consigli per l’iniziativa, si strin-gevano collaborazioni, si trovavano notizie interessanti e curiose, si raccoglievano le interviste e anche le prime inserzioni pub-

Il «Patto dei Sindaci»

Ricette preparatecon gli avanzi, rispettando ambiente e palato

Dal riciclo dei rifiutienergia, investimentie occupazione

La cucina a impatto [quasi] zero

Scoperto un nuovo continentegrande come il Canada

Montello SpAuna storia di successo

Soluzioni per il risparmio della spesa energetica

Bergamo, capitale dell’energiaUna «Settimana» di incontri e convegnisu sostenibilità e risparmio energetico

«L’ambiente come il prezzemolo: l’ingrediente verde per ogni settore»

Intervista all’assessore all’ecologia del Comune Massimo Bandera

Semaforo verde per l’ambiente

a pagina 7

IN PRIMO PIANO

EDITORIALE

Eco Cucina: Il libro

a Pagina 32

Green EconomyImpariamo a

conoscerla

a cura di Mario Salomone

Sociologo dell’Ambientedell’Università di Bergamo

a Pagina 10

a cura di Diego Moratti

di Marco Rossi

a Pagina 55

a Pagina 26

a Pagina 38

Riciclo & rifiutiGreen Story

Oceano Paci�co

Chiazzadi ri�utiovest

Chiazzadi ri�uti

Chiazzadi ri�utiest

Le correnti delpaci�co tengonola chiazza incostante movimento

Profonditàdella chiazza:

10 mt

a Pagina 3

segue a pagina 2

3.2.1. Via!

La rivoluzione verde parte dai ComuniEuropa: Bergamo in prima fila

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Sapevate che lo scorso 21 agosto 2010 la terra aveva già esaurito tutte le risorse naturali che l’ecosistema mette a disposi-zione ogni anno? E’ come se una famiglia -dopo solo 9 mesi- avesse già speso il reddito di tutto l’anno: dal 21 agosto fino al 31 dicembre 2010 la spesa “ambientale” della popola-zione mondiale non viene più rigenerata e la terra andrà in deficit di sostenibilità.La capacità della biosfera di produrre cibo, assorbire rifiuti, rigenerare l’acqua, neu-tralizzare le emissioni di anidride carboni-ca non è più sufficiente a bilanciare i no-stri crescenti consumi annui e -quello che è più grave- è che ogni anno questo squi-librio tra risorse disponibili e risorse consu-mate cresce sempre più.Il Global Footprint Network, un’organizza-

zione internazionale non governativa che da anni studia un indicatore di sostenibili-tà ambientale chiamato “Earth Overshoo-ting Day”, non lascia margini di dubbio: se nel 1987 la giornata del sorpasso tra con-sumi e sostenibilità avvenne il giorno 21 dicembre, nel 1995 “l’overshooting day” cadde il 21 novembre, mentre nel 2005 fu il 20 ottobre. Negli ultimi 5 anni il bal-zo è stato addirittura di 2 mesi giungendo nel 2010 alla fatidica data del 21 agosto. Ciò significa che dal 21 agosto fino al 31 dicembre 2010 vivremo “in apnea”, in debito non solo di ossigeno, bensì di tutte le risorse naturali necessarie alla vita del pianeta. Dal primo gennaio 2011 potre-mo “tirare un respiro di sollievo”, ma di anno in anno la popolazione mondiale avrà il fiato sempre più corto.

Attualità

blicitarie. Proprio così perché il giornale è un free-press (gratuito) e basa la propria sostenibilità economica sulla raccolta pubblicitaria. Una pubblicità che rispecchi il più possibile i valori che questo giornale intende diffondere. È così che è nato “Bergamo SOStenibile”, il giornale che stringete tra le vostre mani. Bergamo SOStenibile vuole essere un contenitore che parla con un linguaggio semplice ai suoi lettori: la casalinga, il pensionato, l’operaio, l’artigiano, il professionista, l’industriale e il politico, tutta la Società civile bergamasca insomma. Bergamo SOStenibile nasce per comunicare, educare e diffondere nuovi stili di vita e un’innovativa cultura d’impresa basata su principi economici, sociali ed ambientali sostenibili. Bergamo SOStenibile nasce per valorizzare quelle realtà della provincia bergamasca – cittadini, associazioni, aziende, amministrazioni – che sanno raccogliere le sfide dell’ambiente come valore ed opportunità irrinunciabile di sviluppo anche economico e sociale. Attraverso l’evidenza delle Buone Pratiche orientate alla sostenibilità, questo periodico intende favorire ed accrescere lo sviluppo e la diffusione di soluzioni innovative che migliorino la qualità della vita nel rispetto dell’ambiente.Bergamo SOStenibile tratta quindi tutte tematiche legate alla sostenibilità del nostro territorio, sostenibilità che oggi giorno si declina ormai in maniera trasversale in tutti i settori e in tutti i campi, dalla mobilità alle energie, dall’edilizia ai rifiuti, dalla Green economy all’efficienza energetica, dall’alimentazione agli stili di vita. Bergamo SOStenibile darà poi un sguardo a quello che succede in Italia e più in generale nel mondo, sempre con l’intento di evidenziare quanto di buono si fa al di fuori delle nostra mura affinché sia da stimolo per essere replicato nella nostra provincia. Chi vi scrive non è un ambientalista radicale, sono un padre di fa-miglia di due bambini di quasi tre e cinque anni, che ha fatto delle scelte ben precise nella propria vita pro-fessionale in favore di quella privata, scelte dettate proprio da principi e convinzioni maturate e rafforzatesi giust’appunto con l’arrivo dei figli. Quelle scelte oggi mi hanno portato qui, a scrivere questo editoriale. Ho quarant’anni e da quando lavoro, ormai da vent’anni, ho fatto sempre l’imprenditore. Da sempre ho avuto

rispetto per la natura e grande passione per lo sport, vissuto come strumento di socializzazione e competizio-ne da una parte e come pratica di benessere per il fisico dall’altra. Con l’arrivo del primo figlio nel 2005 qualche cosa è cambiato in me. Ho la ferma convinzione che un uomo non matura mai veramente se non quando arriva il primo figlio. A quel punto cambia qualche cosa, scatta una molla che ti fa guardare più lon-tano, e non guardi più al futuro con i tuoi occhi, ma con quelli dei tuoi figli e cerchi di capire di che cosa po-tranno avere bisogno per affrontare meglio una vita che sappiamo potrà essere difficile e dura. La mia preoc-cupazione maggiore per il loro futuro è legata agli aspetti ambientali: mi sono chiesto quale mondo consegneremo nelle loro mani. Così nel 2005 è iniziata la mia “metamorfosi” professionale e ho trasformato la mia ex società, una tipografia, nella prima tipografia a basso impatto ambientale in Italia. In un processo lungo un anno, in un periodo in cui il “green”non era così di moda come lo è adesso, abbiamo rivisto il modo di lavorare dell’azienda coinvolgendo nel progetto tutto il personale (una quindicina di addetti). L’azienda da piccola realtà di provincia ha saputo farsi conoscere in tutta Italia vincendo premi e riconoscimenti quale im-presa attenta alle tematiche ambientali e allo sviluppo sostenibile, a tutto beneficio dell’ambiente e, perché no, anche del business. Proprio così, perché la sostenibilità si basa su tre pilastri ben precisi: il sociale, l’am-bientale e l’economico. Mi piacerebbe dirvi che tutti e tre hanno la stessa valenza, ma non è così, l’azienda non è filantropia, se non c’è una sostenibilità economica non si possono raggiungere risultati sociali e ambien-tali. Viceversa, i pilastri sociali e ambientali, se perseguiti con coerenza, possono contribuire a generare dei ritorni economici anche importanti. Oggi a distanza di cinque anni posso dire con orgoglio che sono tante le aziende grafiche in tutta Italia che hanno seguito la stessa strada, alcune con cognizione di causa, altre per opportunità di business, ma tutte alla fine in favore dell’ambiente. Tutto questo per dire che a volte gli ideali, se perseguiti con caparbietà ed ostinazione, possono portare a risultati che vanno ben oltre le più rosee aspet-tative personali. Quegli stessi ideali mi hanno portato nel 2008 a lasciare l’azienda di famiglia per aprire uno studio professionale che offre consulenza per le certificazioni ambientali alle aziende, soprattutto grafiche (l’inchiostro dalle mani non mi è ancora andato via del tutto e questo giornale ne è l’ennesima riprova). La scelta è stata dettata sia dalla crescente passione sviluppata in questi anni per le tematiche ambientali, sia dal desiderio di poter gestire il mio tempo, in maniera da dedicarlo al meglio in favore della famiglia. A due anni di distanza da quel primo passo, ho potuto lanciarmi nell’iniziativa di ”Bergamo SOStenibile”, un’ idea che custodivo gelosamente nel cassetto da un pò di tempo.Un progetto questo che non avrei potuto realizzare senza l’aiuto ed il coinvolgimento di Diego Moratti e Nello Ruggiero, rispettivamente direttore responsabile e graphic designer di questa nuova testata, i quali hanno voluto scommettere insieme a me in questa avventura editoriale e che, più di me, hanno perso il sonno nei giorni che hanno preceduto l’uscita di questo primo numero e per questo desidero ringraziarli. Un ultimo rin-graziamento infine a mia moglie, che mi ha appoggiato silenziosamente in questo progetto accollandosi per qualche settimana anche le mie incombenze familiari. Ideato e realizzato il primo numero, che sapevamo essere il più lungo e difficile, adesso dobbiamo trovare gli equilibri ed i tempi giusti per rendere SOStenibile questa iniziativa ...anche per noi! Perché non possiamo certo predicare bene e razzolare male. Non vi pare?Buona lettura a tutti voi.

Stiamo consumando le risorse naturalidei nostri figliLa terra col fiato sempre più corto, l’uomo ha già esaurito le risorse naturali a disposizione per quest’anno

segue dalla prima pagina

Marco Rossi

2 www.bergamosostenibile.comNumero 01 - Novembre/Dicembre 2010

Page 3: Bergamo SOStenibile 1

Apriamo questo nuovo periodico con una buona notizia: la provincia di Bergamo è la prima provincia in Italia e in Europa per numero di Comuni aderenti al “Patto dei Sindaci”. Il Patto dei Sindaci è un’ambiziosa inizia-tiva della Commissione Europea che im-pegna direttamente le amministrazioni locali e i loro cittadini a fissare precisi e concreti obiettivi nell’ambito delle politi-che energetiche comunitarie. Ridurre le emissioni di CO2, migliorare l’efficienza energetica e promuovere lo sviluppo di fonti rinnovabili sono i risultati da rag-giungere entro il 2020: per far sì che que-

sto avvenga è necessario favorire tra i cittadini l’adozione di comportamenti più responsabili, in direzione di una più mar-cata sostenibilità ambientale.L’Unione Europea, dopo essersi resa con-to che le azioni promosse a livello nazio-nale non sono sufficienti per mantenere gli impegni dettati dal protocollo di Kyoto, ha deciso di reimpostare la sua strategia e di partire dal basso, dai cittadini, scom-mettendo sui singoli Comuni: nasce così il Patto dei Sindaci.Il Patto prevede una serie di iniziative concrete che, oltre a promuovere una mi-gliore sostenibilità ambientale, possono rappresentare un volano per l’economia e per lo sviluppo di imprese, favorendo un aumento dell’occupazione: ristrutturazio-ni edilizie, installazioni di impianti foto-voltaici, raccolta differenziata e investi-menti in fonti rinnovabili sono le azioni che l’Europa richiede ai Comuni, preve-dendo specifici finanziamenti a supporto

di queste attività. A partire da maggio 2010 i Comuni bergamaschi hanno aderi-to con decisione a questo “Patto” rag-giungendo già ad ottobre quota 160: il numero più alto rispetto a tutte le provin-ce italiane.Il totale dei comuni firmatari del Patto dei Sindaci è “solo” 715 e, tra questi, il 22% si trova nella nostra provincia. Una per-centuale lusinghiera che denota una certa efficienza delle nostre amministrazioni nell’approvare ufficialmente il documento e sottolinea altresì una diffusa ed enco-miabile condivisione degli obiettivi stabili-ti dall’Unione Europea per il contrasto al

riscaldamento globale e la riduzione di gas serra.Tuttavia un’adesione così pronta e ampia non deve illudere che il più sia fatto: con la sottoscrizione del Patto dei Sindaci le amministrazioni comunali si impegnano a rispettare una sorta di “tabella di marcia” ben precisa, con tempi e modalità di at-

tuazione delle politiche energetiche e am-bientali ben definite. La firma del Patto è solo l’inizio di un iter che deve essere di anno in anno proseguito, pena l’esclusio-ne dal Patto!Pochi sanno infatti che il mancato rag-giungimento degli obiettivi intermedi pre-visti, o di alcune realizzazioni ad esso correlati, comporta l’inderogabile estro-missione del comune inadempiente.L’adesione così numerosa e convinta al “Patto dei Sindaci” possa dunque servire da motivazione e stimolo perché i nostri comuni, la nostra nazione e noi cittadini riusciamo finalmente a recuperare il gap

(leggi: “abisso”) che ancora ci separa da-gli Stati del centro e del nord Europa, in fatto di coscienza ambientale.Una coscienza ambientale spesso convin-ta, a volte consapevole, ma raramente accompagnata da azioni concrete e vinco-lanti.

Diego Moratti

L’anno del “Patto dei sindaci”L’Unione Europea punta su Comuni e cittadini per la lotta ai cambiamenti climatici

In primo piano

L’Europa chiama. Bergamo risponde forte e chiaroIn Italia la nostra provincia è prima per comuni aderenti

Che cos’è il patto dei sindaci?Il Patto dei Sindaci (in inglese “Covenant of Mayors”) è un documento istituito dall’Unione Europea in data 29 gennaio 2008, elaborato sulla base del Piano d’Azione Europeo sull’Efficienza Energetica. Questo documento è rivolto ai Sinda-ci quali autorità locali più vicine ai cittadini: i comuni che sottoscrivono questo documento firmano così un “patto” che li impegna a raggiungere entro il 2020 gli obiettivi di sostenibilità energetica ed ambientale stabiliti dalla commissione euro-pea, definiti sinteticamente dallo slogan “20-20-20”:

• 20%diriduzionedelleemissionidigasserra;• 20%diincrementodell’utilizzodellefontienergeticherinnovabili;• 20%dipromozionedell’usorazionaledell’energia.

Più in dettaglio questo “pacchetto 20-20-20” intende perseguire la lotta ai cam-biamenti climatici e al consumo indiscriminato delle risorse energetiche del piane-ta attraverso vari ambiti di applicazione, sulla base della considerazione enuncia-ta in premessa al Patto dei Sindaci: “Le città e i comuni sono responsabili, direttamente e indirettamente (attraverso i prodotti e i servizi utilizzati dai citta-dini) di oltre il 50% delle emissioni di gas serra derivanti dall’uso di energia nelle attività umane”.Su questa base l’Unione Europea, in conseguenza del documento “Energia per un mondo che cambia” adottato il 9 marzo 2007, ha proposto ai comuni di condivi-dere gli obiettivi di ridurre le proprie emissioni di CO2 di oltre il 20% entro il 2020, rispetto all’anno preso come riferimento: il 2005. Riduzione che deve essere ac-compagnata dall’aumento del 20% del livello di efficienza nei consumi di energia e dall’incremento, sempre del 20%, della quota di utilizzo di fonti rinnovabili.

La scheda

Un percorso a tappeIl Patto dei Sindaci prevede una vera e propria road map che scandisce tempi e tappe del percorso necessario per conseguire tutti gli obiettivi fissati. Un piano di lavoro pre-ciso e serrato che chiarisce non solo gli obiettivi ma anche i mezzi, le risorse e le moda-lità necessarie al loro raggiungimento. I principali strumenti previsti dal Patto dei Sindaci sono: La predisposizione di un Inventario base delle emissioni (BEI, Baseline Emission

Inventary) come punto di partenza per il Piano di Azione per l’Energia Sostenibile; L’approvazione in Consiglio Comunale, entro l’anno successivo alla sottoscrizione

del Patto, di un Piano d’Azione dell’Energia Sostenibile (SEAP) che delinei le misure e le politiche che verranno sviluppate per realizzare i loro obiettivi; L’adattamento delle strutture della città, inclusa l’allocazione di adeguate risorse

umane, al fine di perseguire le azioni necessarie; La mobilitazione della società civile al fine di sviluppare, insieme a loro,

il Piano di Azione; La pubblicazione (ogni 2 anni dopo la predisposizione del SEAP) di un report di

attuazione che riporti il grado di avanzamento della realizzazione dei programmi e i risultati provvisori (monitoraggio e verifica); La promozione delle attività, il coinvolgimento e la sensibilizzazione dei propri

cittadini alla realizzazione e partecipazione alle Giornate dell’Energia Locale.

Alcuni di questi adempimenti sono considerati obbligatori e il mancato rispetto dei seguenti punti comporta l’esclusione del Comune dal “Patto dei Sindaci”:

Mancata presentazione del Piano di Azione sull’Energia Sostenibile entro un anno dalla sottoscrizione del Patto; Mancato raggiungimento degli obiettivi di riduzione delle emissioni come indicato

nel Piano di Azione a causa della mancata e/o insufficiente attuazione del Piano di Azione stesso. Mancata presentazione, per due periodi consecutivi, del Rapporto biennale.

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In data 3 maggio per decreto è stato istituito un Tavolo Tecnico Scientifico con funzioni di cabina di regia a soste-gno delle amministrazioni comunali aderenti alla struttura di supporto pro-vinciale.I componenti di questo organismo

sono: il dott. Antonello Pezzini (membro del Comitato eco-

nomico e sociale euro-peo) che ne coordina il funzionamento, il dott.

Claudio Confalonieri (diri-gente del settore ambiente della

Provincia di Bergamo), l’ing. Stefano Chiesa (specialista tecnico del servizio emissioni atmosferiche e sonore della Provincia di Bergamo), il dott. Mauro Bro-lis (Regione Lombardia), il prof. Marco Frey della Fondazione Cariplo, Tiziano Cipriano (Comune di Bergamo), prof. Ser-gio Baragetti (Università degli Studi di Bergamo) e Domenico Piazzini (Ammini-stratore delegato di Anita srl).

I PRO:I comuni e le amministrazioni locali sono i livelli di governo più idonei per predisporre efficaci politi-che di intervento nel risparmio energetico, perché sono meno soggette al confronto ideologico e più propense a trovare soluzioni pratiche e di cooperazione. Lo conferma il Commissario europeo per l’Energia Andris Piebalgs in una lettera di presentazione del Patto dei Sindaci e lo conferma la quasi totalità dei Comuni che hanno aderito al Patto attraverso decisioni unanimi dei consigli comunali. La scelta di coinvolgere direttamente i comuni e le città si sta rivelando efficace e vincente.

I CONTRO:I comuni e le amministrazioni locali in Italia (e nella bergamasca) sono tante, troppe, e troppo pic-cole. Solo nella provincia di Bergamo ci sono 244 comuni, la maggior parte con meno di 5000 abi-tanti: ciò significa che ci vogliono 244 passaggi in votazione in 244 consigli comunali per aderire al Patto dei Sindaci.Al contrario, in molte altre nazioni europee, i comuni di ciascuna provincia sono pochi ma più grandi: ciascun comune amministra un numero maggiore di abitanti e una porzione maggiore di territorio. Se nel resto d’Europa bastano poche e veloci decisioni, in Italia servono numerosi e macchinosi con-sigli comunali: un esempio lampante di dove spesso si annidano i costi della nostra politica!Ben vengano quindi i raggruppamenti di comuni o le cabine di regia della Provincia che, anche se non sostituiscono i 244 passaggi comunali, almeno li rendono uniformi e coordinati.

La Provinciacabina di regia peril Patto dei sindaciL’assessore Pietro Romanò a “Zeroemission Rome 2010”per illustrare il primato di Bergamo: “Necessario fare rete”Il “caso Bergamo” approda anche alla fie-ra “Zeroemission Rome 2010”, la fiera sul risparmio energetico che si è tenuta a Roma dall’8 al 10 settembre. L’adesione così massiccia e rapida al Patto dei Sindaci da parte di 160 comuni bergama-schi, (che su 244 rappre-sentano circa i due terzi della provincia di Bergamo) non è passata inosservata nemmeno a livello naziona-le. Già il 4 maggio 2010 una comitiva di 110 sindaci bergamaschi aveva fatto notizia, in quel di Bruxelles, quando al Parlamento Europeo si erano radunati 1600 sindaci di comuni europei provenienti da 36 nazioni diverse. Tra questi il gruppo più numeroso era com-posto proprio dai 110 primi cittadini ber-gamaschi, arrivati in blocco a Bruxelles per la firma ufficiale del Patto.A favorire l’adesione in massa dei comuni bergamaschi è stata sicuramente l’idea della Provincia di Bergamo di porsi come “cabina di regia” o “struttura di suppor-to”: una possibilità prevista dall’Unione Europea per quegli enti territoriali sovra-

comunali in grado di promuovere e coordi-nare l’implementazione del Patto. La Pro-vincia di Bergamo, come ha spiegato l’assessore all’ambiente Pietro Romanò,

presente nella capitale alla Fiera “Zeroemission Rome 2010”, si è mossa fin dal principio con l’intento di spiegare il Patto dei Sindaci e coordinare gli enti locali: “Il nostro ruolo è dare sup-porto alle amministrazioni locali” –chiarisce Romanò. “La Provincia deve dare ai

tecnici comunali la possibilità di compren-dere una materia che in realtà è molto complessa”. Materia che per tanti piccoli comuni sarebbe davvero difficile da appro-fondire, oltrechè dispendiosa di risorse. Si pensi che ad oggi [ottobre 2010] le linee guida europee non sono ancora state tra-dotte in italiano. “Quello che abbiamo fatto –continua Romanò- è la creazione di un Tavolo Tecnico Scientifico con funzioni di cabina di regia a sostegno delle ammini-strazioni comunali: da allora 130 comuni su 160 si sono appoggiati direttamente alla nostra struttura di supporto. Il ruolo

del Tavolo Tecnico provinciale è di informa-re e promuovere l’adesione dei comuni al Patto, aiutandoli nella partecipazione al bando della Fondazione Cariplo per la pre-disposizione dei progetti: ad oggi sono stati richiesti alla fondazione un totale di 1 milione di euro. Successivamente sup-porteremo, sempre gratuitamente, tutti i comuni che dovranno preparare il SEAP, il Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile da approntare entro 1 anno dalla sotto-scrizione del Patto dei Sindaci”.

Pro e contro Imembrideltavolo tecnico provinciale

Il Piano d’Azione dell’Energia Sostenibile è il documento chiave che mostra le modalità con cui i sindaci firmatari raggiungeranno gli obiettivi di riduzione di CO2 entro il 2020 all’in-terno del proprio comune. Va approvato inderogabilmente entro un anno dalla sottoscrizio-ne del Patto dei Sindaci.Il SEAP definisce le attività, i tempi e le responsabilità assegnate e deve includere le azio-ni e gli interventi che concernono sia i settori pubblici che quelli privati. In particolar modo devono essere specificati gli interventi:

negli edifici pubblici (inclusi i nuovi edifici e le principali ristrutturazioni); nelle infrastrutture municipali (incluso il distretto di calore e l’illuminazione pubblica); nel trasporto urbano e nella mobilità.

In questa agenda di azioni da compiere rientrano anche gli interventi di sensibilizzazione e di attenzione ai consumi e agli sprechi che indirizzano cittadini e imprese verso un uso più razionale delle risorse. Grazie ai finanziamenti previsti dall’Unione Europea e agli in-centivi statali e regionali, questi Piani d’Azione stabiliti dal Patto dei Sindaci rappresentano una vera opportunità: in anni di crisi economica questa occasione di reimpostare il nostro sistema verso stili di vita e di consumo più consapevoli può risvegliare la domanda di atti-vità e di lavoro e innescare un ciclo virtuoso di crescita economica e sviluppo sostenibile.

Giusto puntare sui comuni. Bergamo avanti tra le province italianema l’Italia è indietro rispetto all’Europa

Opportunità di business e occupazionenei settori della Green economy

Il SEAP: piano d’azionedell’energiasostenibile

Pietro Romanò

di Diego Moratti

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Comunità MontanaValle BrembanaI 38 sindaciinsieme a BruxellesA novembre il piano d’azione per unaGreen economy locale: dal “Patto” una scossada 60 milioni di euro per uscire dalla crisi

La Comunità Montana Valle Brembana si era già mossa fin dal 2009 per coordina-re i 38 comuni e portarli alla sottoscrizio-ne del Patto dei Sindaci, con il risultato che l’11 marzo 2010 la Comunità Valle Brembana è stata la prima in tutta Euro-pa ad aver ricevuto la qualifica di “Strut-tura di supporto” da parte dell’Unione Europea, come referente dalla Direzione Generale “Energia e trasporti” della Com-missione europea. Poche settimane dopo, il 30 marzo, i 38 sindaci hanno costituito un gruppo di lavoro, coordinato da Antonello Pezzini, che prevede una collaborazione con l’Università degli Stu-di di Bergamo tramite il centro d’Ateneo GITT. Il 4 maggio 2010 i 38 primi cittadini han-no ufficialmente firmato a Bruxelles il Patto dei Sindaci in occasione della riu-nione con 1600 colleghi europei, tra i quali il gruppo più numeroso composto da 110 primi cittadini bergamaschi.Dopo la stipula del Patto dei Sindaci sono cominciate le attività operative di raccol-ta ed elaborazione dei dati con un primo check up (audit energetico “leggero”) in cui si è valutato lo stato dell’arte in tema di consumi ed efficienza energetica degli edifici pubblici. Questi dati vengono poi analizzati e confrontati per capire quali siano i margini di miglioramento e stabili-re le strategie da intraprendere per au-mentare le prestazioni e ridurre consumi ed emissioni di gas serra. Sulla base di questo lavoro preparatorio,

in data 31 maggio il gruppo di lavoro del-la Comunità montana Valle Brembana ha inoltrato domanda di contributo sia alla Fondazione Cariplo sia al programma di supporto europeo denominato “E.L.EN.A” per finanziare la predisposizione del Piani di Azione dell’Energia Sostenibile”.Piani d’Azione che, secondo le ultime sti-me fornite dalle analisi del gruppo di la-voro della comunità montana e dell’Uni-versità di Bergamo, potrebbero raggiungere addirittura la cifra di 60 mi-lioni di euro di investimenti.A tanto ammonta infatti il Piano d’Azione dell’Energia Sostenibile (SEAP) che la co-munità montana e università stanno pre-disponendo e che dovrebbe essere pre-sentato alla Commissione Europea già nel mese di novembre, in modo da poter

partire con i primi progetti nella primave-ra del 2011. Un piano da 60 milioni di euro sarebbe in grado di dare una vera e propria scossa a tutto il territorio della Valle Brembana e potrebbe in pochi mesi riaccendere a catena la spirale dello svi-luppo economico e dell’occupazione: sono infatti 300 i posti di lavoro che tali investimenti potrebbero generare in bre-ve tempo in valle, oltre ad offrire nuove occasioni per le imprese già presenti nei più svariati settori, dal fotovoltaico alla raccolta differenziata. Dal Patto dei Sin-daci potrebbe dunque iniziare una green economy declinata su base locale, capace di conciliare sviluppo del territorio, cresci-ta economica e sostenibilità ambientale, in funzione di una migliore qualità della vita dei suoi abitanti.

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SEAP - L’ESPERIENZA E LE PROFESSIONALITà PER UNO SVILUPPO SOSTENIBILERESSOLAR propone le professionalità adeguate e gli strumenti operativi per la redazio-ne del Piano per l’Energia Sostenibile, necessario ad assolvere agli impegni che le Am-ministrazioni Locali avranno assunto di fronte alla propria cittadinanza ed all’Europa intera nell’ambito dell’iniziativa Patto dei Sindaci - Covenant of Mayors.

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Bergamo per una settimana torna ad es-sere la «capitale» dell’energia.Da lunedì 8 a domenica 14 novembre si terrà la seconda edizione della «Settima-na per l’Energia», la manifestazione idea-ta e promossa dall’Associazione Artigiani, quest’anno con la collaborazione di Con-findustria Bergamo, interamente dedicata al risparmio energetico, alle fonti rinnova-bili, alle nuove tecnologie e all’agire re-sponsabile. Molte le novità di rilievo in questa edizio-ne che nel giorno dell’inaugurazione ve-drà la presenza a Bergamo del ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo e del presidente nazionale di Confartigiana-to Giorgio Guerrini.Un’occasione per informare e formare, co-noscere i progetti e le evoluzioni del set-tore con l’obiettivo di cogliere le opportu-nità di sviluppo economico per l’eventuale riconversione produttiva delle imprese e per la creazione di reti d’impresa, apren-do lo sguardo a una visione economico-sociale più allargata: la crescita del terri-torio in cui le aziende operano, attraverso progetti di ampio respiro con la partecipa-zione attiva dei principali soggetti della realtà politica, produttiva, sindacale e so-ciale, locale e internazionale.Si tratta di un vero e proprio «meeting», con giornate tematiche che si snoderanno attraverso una ventina di eventi e semi-nari gratuiti, corsi di formazione per im-prenditori e workshop organizzati in varie location del territorio provinciale e alla presenza di istituzioni, organizzazioni di

categoria, professionisti, docenti e ricer-catori universitari.

Nuove collaborazioni e più territorioUna delle principali novità di questa se-conda edizione è l’allargamento della Settimana agli «attori» del territorio ber-gamasco, a cominciare dalla collaborazio-ne con Confindustria Bergamo -partner principale - e la costituzione di un apposi-to tavolo tecnico-scientifico con l’Ordine degli Ingegneri, l’Università di Bergamo, Imprese&Territorio, Provincia e Comune

di Bergamo, Camera di Commercio, Servi-tec (polo tecnologico di Dalmine), Ance (l’Associazione dei costruttori edili) e il Centro di etica ambientale (Cea).Una scelta, quella di “fare squadra” cre-ando un dialogo tra politica, economia, mondo sociale e della ricerca scientifica, nata dalla constatazione di come le op-portunità legate alle tematiche energeti-che coinvolgano non solo le piccole e me-die imprese, ma anche realtà più grandi e strutturate, oltre al mondo accademico e della ricerca.Rispetto all’edizione 2009 le sedi dei vari eventi sono distribuite e decentrate in tut-

ta la provincia, in vari Comuni, presso la Fiera di via Lunga e nelle sedi istituziona-li delle organizzazioni coinvolte: Associa-zione Artigiani, Confindustria Bergamo, Ordine degli Ingegneri, Camera di Com-mercio, Ance, ecc. Un modo, anche que-sto, per sensibilizzare meglio le attività produttive e gli imprenditori bergama-schi.

Gli obiettivi: fare squadra con un occhio all’UEIl percorso segnato da questo appunta-mento annuale è ambizioso: offrire occa-

sioni di discussione e d’aggregazione su tematiche d’interesse comune fino a get-tare le basi per poter creare modelli pro-vinciali di reti o distretti sulle fonti rinno-vabili.Le prospettive della «Settimana per l’E-nergia» non vogliono limitarsi all’ambito provinciale e regionale, ma l’ambizione è quella di aprirsi e di proporsi come riferi-mento nazionale ed europeo.L’intenzione è infatti quella di segnare un percorso che segua idealmente, edizione per edizione, le scadenze fissate dall’U-nione Europea in materia di clima e di energia fino al 2020 ma anche per la prossima scadenza dell’Expo 2015 (cui è dedicato uno dei convegni della prima giornata), ponendosi come punto di riferi-mento tematico per l’intera comunità.

La green economy sfida la crisi Gli argomenti trattati sono di stretta at-tualità e di particolare interesse per le aziende che intendono qualificarsi e ri-qualificarsi in un settore, come quello del-la green economy, in forte ascesa specie se confrontato al “malessere” economico generale.I dati forniti dal centro studi di Confarti-gianato confermano come, nel 2009, il numero d’imprese nel settore energia sia aumentato del 26,1%, pari a 902 unità, mentre nello stesso periodo il totale delle imprese italiane è diminuito dello 0,7%: dati che dimostrano come quello energe-

Attualità

L’intervento di Giorgio Guerrini, Presidente Nazionale di Confartigianato, nell’edizione 2009.

Al via la seconda edizione della“Settimana per l’Energia”Il ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo e il presidente nazionale di Confartigianato Giorgio Guerrini inaugurano la sette giorni di incontri e convegnisu sostenibilità e risparmio energetico

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tico sia un settore dalle ampie potenziali-tà di business, sviluppo e “riconversione” anche per settori tradizionali quali l’edili-zia e l’impiantistica.Proprio a queste categorie sono dedicati convegni tecnici che spaziano dalle ultime novità sulla casa passiva e il risparmio energetico degli edifici, agli sviluppi nor-mativi sul fotovoltaico, la geotermia e le biomasse, fino alle innovazioni tecnologi-che di caldaie e impianti termici, con un forte richiamo al tema della sicurezza.Parallelamente al programma della mani-festazione l’Associazione Artigiani pro-muove insieme al comune di Albino e alla facoltà d’Ingegneria dell’Università di Bergamo un corso di formazione e d’ag-giornamento sul fotovoltaico, con l’obiet-tivo di fornire le competenze tecnico-nor-mative necessarie per la realizzazione d’impianti di produzione d’energia da fonte solare, per la valutazione di fattibi-lità dell’investimento e le procedure per l’accesso agli incentivi (Conto Energia).

L’energia rinnovabile fa crescere l’occupazioneUn dato rilevante, a riprova della stretta attualità del «meeting energetico» berga-masco è anche l’importante risvolto occu-pazionale. Un recente studio presentato da Greenpeace e dall’European Renewa-ble Energy Council su come ridurre le emissioni di CO2 e garantire la crescita economica nei prossimi decenni prospetta entro il 2030 la creazione a livello euro-peo di 12 milioni di posti di lavoro in tutto il settore della green economy (di cui 8,5 milioni solo nelle energie rinnovabili): un obiettivo importante se si considera che a oggi gli occupati diretti e indiretti nei di-versi comparti delle rinnovabili sono solo 2,4 milioni a fronte di 8,7 del settore energetico a livello mondiale!

Un fil rouge sulla sostenibilità

I convegni e gli eventi di questa seconda edizione sono legati da un fil rouge che vede al centro la sostenibilità, partendo da un confronto sulle macrotematiche per giungere alla responsabilità sociale e all’etica d’impresa.Il convegno di apertura, lunedì 8 novem-bre in Fiera, «Quale politica energetica per lo sviluppo e la competitività del siste-ma paese?» vedrà infatti un dibattito tra pubblica amministrazione, governo e im-prenditori: tra i vari argomenti si parlerà anche dell’esigenza di una regolamenta-zione del settore delle fonti rinnovabili, al fine di superare la «giungla» attualmente esistente dovuta alla forte e incontrollata espansione di provvedimenti contenuti in un numero troppo ampio di testi normati-vi. L’incontro sulla responsabilità sociale d’impresa, che si tiene l’ultimo giorno, sabato 13 novembre, ha un significato particolare: la volontà di far emergere esempi di sviluppo virtuosi e rispettosi delle regole, promossi da imprenditori bergamaschi in grado di coniugare il pro-fitto e la crescita della propria azienda col pieno rispetto del territorio e dell’ambien-

te in cui operano.Ma Bergamo vuole anche essere punto di riferimento per quanto riguarda la capaci-tà di fare rete: questo è l’argomento di discussione del convegno di martedì 9

novembre su: «Reti d’impresa e fonti rin-novabili: una nuova dimensione per com-petere?». Un territorio così «energivoro» come quello bergamasco, fortemente ma-nifatturiero, deve diventare protagonista

del proprio futuro e non correre il rischio di essere visto solo come un grosso mer-cato per altri: da questo spunto la sfida di porre le basi per la creazione di un «mo-dello bergamasco», un esempio virtuoso del costruire bene e del produrre utiliz-zando energie pulite.È in questa ottica che va segnalato il con-vegno conclusivo della Settimana, che avrà come sede lo stabilimento Pigna di Alzano Lombardo, ove verrà presentato il «Progetto FaSE» (Fabbrica Seriana Ener-gia), esempio di riqualificazione industria-le, con l’obiettivo di creare un polo di rife-rimento sulle fonti rinnovabili per una «comunità sostenibile» della Valle Seria-na.

Un sito internet ad hocRiferimento aggiornato dell’intera mani-festazione è lo speciale sito internet dedi-cato www.settimanaenergia.it, ove è possibile trovare il programma di tutti gli appuntamenti, il dettaglio delle relazioni, oltre alla possibilità di iscriversi e preno-tarsi ai singoli eventi.

Un momento dell’edizione 2009, il discorso del presidente dell’ Associazione Artigiani, Angelo Carrara.

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Il risparmio energetico e le fonti rinnovabili: sostenibilità ambientale ed opportunità di sviluppo economico per le imprese.

Settimana per l’Energia8 - 14 Novembre 2010

Seconda edizione

Patrocini:

In collaborazione con:

08 LUNh. 9.00-13.00

CONVEGNO D’APERTURA - Quale politica energetica per lo sviluppo e la competitività del sistema paese?Fiera Nuova di Bergamo, Sala Caravaggio / Via Lunga - Bergamo

Programma eventi

08 LUNh. 15.00-17.30

Quale dialogo tra nucleare e le altre forme di energia per lo sviluppo sostenibile del pianeta?Ordine degli Ingegneri / Passaggio Canonici Lateranensi,1 Bergamo

08 LUNh. 19.00-22.00

Expo 2015 l’occasione per uno sviluppo effi ciente delle risorse.Comune di Sotto il Monte Giovanni XXII, Sala Civica / Piazza Giovanni Paolo II - Sotto il Monte Giovanni XXIII (BG)

09 MARh. 9.00

Energie per la casa: nuove frontiere dell’abitare.ANCE / Via Partigiani, 8 - Bergamo

09 MARh. 14.30-17.30

Collettori solari termici: una valutazione delle opportunità associate.Servitec / Via Pasubio, 5 - Dalmine (BG)

09 MARh. 18.00-21.00

Reti di impresa e fonti rinnovabili: una nuova dimensione per competere?Associazione Artigiani, Auditorium / Via Torretta, 12 - Bergamo

10 MERh. 9.00-10.30

WORKSHOP - Aspetti normativi e di sicurezza negli impianti da fonti rinnovabili.Con� ndustria Bergamo, Sala Giunta / Via Camozzi, 64 - Bergamo

10 MERh. 11.00-12.45

WORKSHOP - Aspetti fi scali legati alla gestione degli approvvigionamenti energetici.Con� ndustria Bergamo, Sala Giunta / Via Camozzi, 64 - Bergamo

10 MERh. 14.30-17.30

Biocombustibili e biomasse per un uso sostenibile delle risorse. Associazione Artigiani, Auditorium / Via Torretta, 12 - Bergamo

10 MERh. 20.30-22.30

Coibentazione e impermeabilizzazione degli edifi ci ai fi ni del risparmio energetico.Scuola Primaria “De Amicis”, Auditorium / Via Roma, 9 - Clusone (BG)

11 GIOh. 9.00-13.00

Il sistema di gestione per l’energia UNI EN 16001 per un uso ottimale delle risorse aziendali.Con� ndustria Bergamo, Sala Giunta / Via Camozzi, 64 - Bergamo

11 GIOh. 14.30

Dalla riqualifi cazione energetica alla casa passiva per il risparmio energetico in edilizia.Associazione Artigiani, Auditorium / Via Torretta, 12 - Bergamo

11 GIOh. 20.30-22.30

Nuovo conto energia: il fotovoltaico ancora investimento sicuro e a basso rischio?Cassa Rurale BCC di Treviglio, Auditorium / Via Carcano, 6 - Treviglio (BG)

12 VENh. 9.00-12.30

“Il patto dei sindaci”: la scommessa delle amministrazioni locali verso il 2020.Borsa Merci, Sala Mosaico / Via Petrarca, 10 - Bergamo

12 VENh. 14.30-17.00

Microgenerazione da idroelettrico: come sfruttare la ricchezza del territorio.Con� ndustria Bergamo, Sala Giunta /Via Camozzi, 64 - Bergamo

12 VENh. 17.00-20.00

Patto dei sindaci: diagnosi, E.S.Co. e fi nanziamento tramite terzi. Il caso della comunità montana Val Brembana.Cinema dell’Oratorio / Via Don P. Rizzi, 46 - Brembilla (BG)

12 VENh. 20.30-22.30

Caldaie e impianti termici: aspetti tecnici e innovativi.Associazione Artigiani, Auditorium / Via Torretta, 12 - Bergamo

13 SABh. 9.00-13.00

Sostenibilità ambientale e responsabilità sociale d’impresa.Associazione Artigiani, Auditorium / Via Torretta, 12 - Bergamo

13 SABh. 16.00-18.00

Inaugurazione Mostra del pittore Assolari: “Residui d’Energia”.Provincia di Bergamo, Spazio Viterbi / Via Tasso, 8 - Bergamo

13 SABh. 18.00-21.00

Progetto “Fase” per una vetrina permanente dell’energia: “case study” per la formazione della “comunità sostenibile” della Valle Seriana.Stabilimento Pigna / Via Daniele Pesenti, 1 - Alzano Lombardo (BG)

14 DOM Visite guidate a centrali e laboratori.

Programma dettagliato di ogni singolo convegno disponibile sul sito

www.settimanaenergia.itTel. 035 274327 / Fax 035 274352 / Email: [email protected] Organizzativa:

Apertura

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A un anno e tre mesi dal suo insediamento come assessore del comune di Bergamo, Massimo Bandera, 36 anni, sposato e pa-dre di Alessandro (di 2 anni e mezzo), pro-va a delineare un bilancio sulla situazione della città in fatto di politiche ambientali. Per il presente una certezza: la centralità dell’ambiente per un settore in forte cresci-ta. “Dinamicità e concretezza” le parole d’ordine perché “l’attenzione all’ecologia” non rimanga ancorata ad una visione ideo-logica, ma diventi “strategica” e onnipre-sente per la giunta cittadina di centrode-stra.

Buongiorno assessore Bandera. “Più verde a Bergamo” quindi. E non solo verde leghista…Più verde leghista non farebbe comunque male, ma per concentrarsi sul verde delle tematiche ambientali ritengo che siano ma-turi i tempi perché le questioni ecologiche diventino centrali per qualsiasi politica in qualsiasi settore.E non intendo le tematiche ambientali viste come vincolo alla pianificazione edilizia, alla mobilità o allo sviluppo economico. Al contrario l’ambiente deve essere visto come una risorsa cruciale che porta vantag-gi, anche economici: l’attenzione alla qua-lità della vita e la qualità dell’ambiente cir-costante devono entrare in ogni progetto, in ogni proposta di qualsiasi assessorato.

Verde ovunque, come il “prezzemolo”, tanto per rimanere in tema.Esattamente. Come il prezzemolo: l’asses-sorato alle politiche ambientali non deve essere un settore a sé, ma deve entrare nelle politiche di tutti i settori, e non solo degli assessorati tradizionali. A partire dal settore energia fino alle politi-che sociali, tutti devono pensare di inserire un po’ di “verde”.

Ci faccia un esempio concreto.Un esempio può essere il tema degli acqui-sti verdi: ogni assessorato e ogni ufficio deve tenere in considerazione l’impatto ambientale di qualsiasi acquisto, dall’arre-

do alla carta. Non è solo il settore ecologia che, ad esempio, deve utilizzare la carta riciclata o certificata. La Green economy e i relativi incentivi, finanziari o meno, devono essere sfruttati al meglio da tutti. Anche in settori a prima vista poco attinenti, come le politiche sociali di cui dicevo prima: per ora è solo un’idea, ma mi piacerebbe colle-gare i sussidi per le persone che hanno perso lavoro ad azioni concrete di sosteni-bilità ambientale e verde pubblico.

Green economy: se ne parla tanto, ma si rischia sempre di rimanere sui discorsi generali. Qual è il lavoro dell’assessorato all’ambiente del comune di Bergamo per orientare l’economia, le imprese, gli enti e i cittadini-consumatori verso una maggiore attenzione nei confronti della sostenibilità ambientale?Vedo il lavoro dell’assessorato come diviso in due grandi filoni: un primo filone è quel-lo appena spiegato, con l’assessorato all’ambiente che si inserisce in tutti i setto-ri e sprona a considerare i vantaggi dell’am-biente nella programmazione di ogni ini-ziativa.L’altro grande filone è quello dei progetti portati avanti direttamente dal nostro set-tore ambiente ed ecologia: una serie di re-alizzazioni concrete o iniziative di sensibi-lizzazione che quasi quotidianamente vedono la luce in qualche zona della città. Il tutto può essere ricompreso nei due gran-di progetti chiamati “Agenda 21” e “Patto dei Sindaci”, che trattano delle tematiche ambientali e in particolare di energia.

Energia e ambiente. Attraverso il “Patto dei Sindaci” persino l’Unione Europea si è rivolta direttamente ai comuni e alle città per mettere in atto in modo proficuo le proprie politiche ambientali ed energetiche, chiedendo impegni e scadenze precise per ridurre le emissioni inquinanti e promuovere l’utilizzo di fonti di energia rinnovabili. Il tutto legato all’impatto dei cosiddetti gas serra sui cambiamenti climatici.

A prescindere dalla disputa scientifica circa le reali cause alla base dei cambiamenti climatici, personalmente, anche solo per il principio di precauzione, ritengo sia utile ridurre l’impatto ambientale dell’attività dell’uomo in ogni caso.Questo sia per il possibile effetto sui cam-biamenti del clima, sia -soprattutto- per i benefici ambientali, economici e addirittu-ra per gli effetti di riduzione della conflit-tualità sociale.

I benefici ambientali di un miglior utilizzo dell’energia e dell’uso di fonti rinnovabili sono chiari. Ma gli altri due aspetti? Come si arriva alla riduzione della conflittualità sociale?Se si pensa che l’Italia è dipendente al 90% per il proprio fabbisogno energetico da stati esteri, si capisce come anche la nostra società sia in perenne rischio di subi-re shock o crisi economiche da aumento dei costi dell’energia, non appena sorgano pro-blemi con gli stati da cui importiamo petro-

lio o energia. E questo influisce direttamen-te ad esempio sulle bollette di luce e gas o sulla benzina che una coppia di sposi, o gli anziani che vivono di una piccola pensione, devono pagare a fine mese. Ridurre gli sprechi di energia e incrementare altre fon-ti di approvvigionamento, in particolare fonti rinnovabili, può disinnescare o alme-no attenuare questo pericoloso impatto sulle famiglie e sulla società in generale.

E l’aspetto economico?Intendo i benefici in termini di competitivi-tà per il nostro sistema economico: le im-prese e aziende italiane pagano la bollette energetiche tra le più alte d’Europa, con inevitabili ripercussioni sui costi di produ-zione e pertanto sulla competitività dei prodotti italiani. Per il meccanismo prece-dente anche il sistema economico benefice-rebbe ampiamente investendo in un utiliz-zo più razionale dell’energia, con positivi riscontri sui prezzi finali, sulla concorrenza e in definitiva anche sull’occupazione.

Piena adesione quindi al “Patto dei Sindaci” per quanto riguarda il tema dell’energia. E parlando invece di “Agenda 21”, quali sono gli interventi del Comune di Bergamo in linea con i principi sanciti dall’Agenda di azioni da compiere per il 21° secolo, come stabilito dalla conferenza dell’ONU su Ambiente e Sviluppo nel 1992 a Rio de

Eco dal Comune

Massimo Bandera Nato a Bergamo il 03 gennaio 1974, è sposato ed ha un figlio.Laureato in Scienze e Tecnologie per l’Ambiente presso l’Università degli Studi di Milano-Bicocca, è consulente ambientale e certificatore energetico, ha collaborato con l’ufficio Ambiente del Comune di Bergamo dal 2002 al 2004 e attualmente lavora presso il Settore Ambiente del Comune di Azza-no San Paolo.Tesserato alla Lega Nord dal 1990, ha iniziato la sua esperienza amministra-tiva a Seriate come Consigliere Comu-nale dal 1995 al 1999 con la prima

giunta Sisana, per poi ricoprire nello stesso comune il ruolo di Assessore all’Ambiente e Protezione Civile dal 1999 al 2009.Membro del Consiglio d’Amministra-zione del Parco Regionale del Serio dal 1997 al 1999 è stato Presidente del Plis “Parco del Serio Nord” dal 2004 al 2008. Dal 2000 è membro della Commissione Aeroportuale dell’aero-porto Bergamo/Orio al Serio. E’ iscrit-to all’Associazione Padania Ambiente.

Chi è...

Ambiente, Bergamo può fare molto di piùIntervista all’assessore all’ecologia del comune di Bergamo Massimo Bandera

Come il prezzemolo:le politiche ambientalipresenti in tutti i settori

a cura di Diego Moratti

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Dopo due mesi di lavori, in anticipo di due giorni rispetto alla scadenza, venerdì 3 settembre è stata riaperta la galleria Con-ca d’oro di Bergamo: molte le novità, so-prattutto sulla riduzione dell’inquinamen-to, che da sempre ha funestato implacabilmente questo tratto di strada, con una concentrazione di smog vera-mente insostenibile, in modo particolare per i pedoni.Ora la galleria si presenta più accessibile e sicura per i pedoni, con marciapiedi più larghi (1,65 metri) e una copertura delle pareti non solo più chiara e luminosa, ma soprattutto rivestita di un materiale capa-

ce di ridurre lo smog fino al 50%. Il bios-sido di azoto, principale responsabile dell’inquinamento, viene infatti catturato dal biossido di titanio contenuto nella co-pertura delle pareti e dei marciapiedi, che lo fa precipitare al suolo, togliendolo così dall’aria che respiriamo.Questa reazione chimica è facilitata an-che dall’illuminazione interna alla galleria che, attraverso lampade speciali a raggi ultravioletti, attivano l’azione anti smog delle pareti anche in condizioni di scarsa presenza di luce naturale.Una verifica della riduzione dello smog verrà effettuata da apposite centraline

che raccoglieranno i dati dell’inquinamen-to. Lo stesso impianto d’illuminazione è stato studiato inoltre per ottenere un mi-nore consumo energetico e quindi minor emissioni di CO2, attenuando l’intensità luminosa delle lampade durante le ore notturne, quando il traffico veicolare è ri-dotto. Un ulteriore miglioramento dell’im-patto ambientale complessivo e della mobilità lo si attende dalle due nuove ro-tatorie realizzate in corrispondenza delle due entrate. Le rotatorie dovrebbero ri-durre il traffico e le code di automobili che inevitabilmente si formano dentro e fuori dalla galleria.

Eco dal Comune

Janeiro in Brasile?L’agenda 21 intende promuovere “dal bas-so”, e quindi direttamente a livello di am-ministrazioni comunali, una serie di inter-venti che incidano direttamente sulle abitudini e sui consumi dei cittadini. Gli in-terventi sono a 360 gradi, quasi quotidia-ni, perché in realtà ogni attività umana ha un impatto sull’ambiente, dalla mobilità ai consumi, compresa la produzione di rifiuti.

A proposito come va la raccolta differenziata a Bergamo?Il dato relativo alla raccolta differenziata si è consolidato oltre il 50%. Non è male, ma occorre dare sempre nuovi stimoli, nuovi impulsi soprattutto in un settore spesso trascurato come l’ambiente. Su questo e su altri fronti, Bergamo può fare molto di più

in fatto di attenzione all’ambiente.

Quali nuovi impulsi? La raccolta della plastica ad esempio?Per nuovi impulsi intendo l’avvio di nuove raccolte differenziate come la raccolta dell’organico in collaborazione con i com-mercianti del centro. A fine novembre pro-muoveremo inoltre “la settimana dei rifiu-ti”. Per la plastica è in atto un’analisi di convenienza ambientale perché per racco-glierla porta a porta si metterebbero in cir-colo molti mezzi e una parte importante della plastica dovrebbe comunque essere bruciata. Dobbiamo verificare e magari sperimentare prima su pochi quartieri.

Quando?Direi che se le analisi saranno positive, una

prima sperimentazione di raccolta della plastica potrebbe essere attivata già nel 2011. L’altra parte del problema però è la produzione stessa di rifiuti: occorre pro-muovere nei consumatori e nelle imprese una riduzione quantitativa dei rifiuti, sia ri-ducendo l’utilizzo di imballaggi ingombran-ti, sia producendo meno rifiuti, utilizzando il più possibile beni durevoli al posto di beni usa e getta.

Un altro annoso problema per Bergamo è l’inquinamento dell’aria…Più che un problema per la città di Berga-mo purtroppo questo è un problema di tut-ta la pianura padana, quale bacino poco ventilato e molto urbanizzato. Sul fronte della mobilità e trasporti, per il quale c’è l’apposito assessorato retto dal vicesindaco di Bergamo Gianfranco Ceci, c’è molto da fare. Stiamo collaborando proficuamente:

abbiamo da poco promosso una campagna “pneumatici sotto controllo” in collabora-zione con Assogomma e Federpneus, da cui risulta che gonfiando regolarmente le gomme dell’auto si riducono notevolmente le polveri prodotte dall’usura e la benzina consumata. Si sono intensificati i lavaggi delle strade per pulire l’asfalto dalle polveri più pesanti, abbiamo incrementato il nu-mero di auto ecologiche comunali oltre ai controlli alle caldaie, mentre per la galleria Conca D’oro si sono utilizzati materiali e sistemi mangiasmog.

Ma non bisognerebbe sostenere maggiormente il trasporto pubblico?Sì, decisamente. Personalmente sono con-trario all’aumento di tariffe del trasporto pubblico. Nei casi in cui questi aumenti sono obbligati, la linea che sostengo è quella di rimodulare le tariffe premiando

gli abbonamenti a scapito delle corse sin-gole, perché gli abbonati, usando abitual-mente i mezzi pubblici, fanno una scelta di sostenibilità di lungo periodo e vanno per-tanto premiati.

Lei che mezzi utilizza?Cerco di usare la bicicletta il più spesso pos-sibile e d’inverno il pullman. Per i piccoli spostamenti di servizio abbiamo incentiva-to anche tra i dipendenti l’uso delle biciclet-te e ce n’è una a disposizione dell’assesso-re all’ambiente: al posto dell’auto blu, c’è la bici blu!

Anche sul posto di lavoro tutto verde?Si fa il possibile: in ufficio utilizzo carta e penne riciclate, lampade a Led e persino il tappetino del mouse è fatto con 22 bicchie-ri di plastica riciclati. L’unica cosa non rici-clata qui dentro è l’assessore!

Allora le auguriamo buon lavoro e una lunga permanenza… se non altro perché i beni durevoli impattano meno sull’ambiente.E io auguro buon lavoro a voi e alla vostra nuova rivista. Credo ci sia bisogno di mag-giore consapevolezza circa le tematiche ambientali e di una informazione meno superficiale, che vada un po’ oltre i luoghi comuni. Alla fine lavoriamo tutti per l’o-biettivo di una Bergamo più verde.

Per “verde” intende… “sostenibile”?Sì… soprattutto sostenibile!

Conca d’Oro, riaperta la galleria mangiasmogPareti anti-inquinamento. Nuova illuminazione. Più spazio e sicurezza per i pedoni

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Eco dal Comune

Ambiente, Bergamo migliora di tre posizioniSu 103 città si piazza 38 a. Bene mobilità, aree verdi, politiche energetiche e raccolta differenziataMale qualità dell’aria, consumi idrici e isole pedonaliE’ il quadro che emerge dall’annuale classifica “Ecosistema Urbano 2010” stilata da Legambiente e Ambiente Ita-lia, presentata lo scorso 21 ottobre a Firenze.La ricerca, giunta quest’anno alla 17° edizione, è realizzata attraverso que-stionari ed interviste dirette a 103 co-muni capoluogo di provincia e sulla base di altre fonti statistiche con informazioni su 125 parametri ambientali.La classifica conferma una netta diffe-renza tra nord e sud in favore del primo e sottolinea un’emergenza ambiente per le grandi metropoli.Sul gradino più alto del podio troviamo

Belluno, poi Verbania e terza Parma, in fondo alla classifica c’è Palermo, Croto-ne e ultima, al 103° posto Catania. Sici-lia e Calabria sono protagoniste in nega-tivo di questo poco lusinghiero primato.Per le grandi città, fatta eccezione per Torino che recupera 3 posizioni e Bolo-gna che rimane stabile, sono in caduta libera tutte le altre, Milano perde 17 posizioni, Roma 13, Palermo 11, Genova 10, Napoli e Firenze 7.Oristano è la città che ha guadagnato più posizioni, 52 seguita da Avellino 51 e Isernia 43. Viceversa la città che ne ha perso di più è la vicina Lecco, 49 seguita da Rieti, 46 e Campobasso 31.

È soddisfatto solo parzialmente l’assesso-re all’Ambiente del Comune di Bergamo, Massimo Bandera, per la 38° posizione conquistata nella classifica di “Ecosiste-ma Urbano 2010”. Senz’altro positivo il fatto di aver recuperato 3 posizioni rispet-to all’anno precedente, ma nel prossimo futuro è necessario uno sforzo da parte di tutti, non tanto per conquistare ulteriori posizioni in classifica, bensì per migliora-re la qualità della vita a Bergamo. Tra le prossime iniziative sono in agenda alcuni interventi sul verde fruibile: a breve si inaugureranno nuovi parchi, compreso il raddoppio di quello presso il nuovo ospe-dale. Si effettueranno inoltre migliora-menti alla mobilità, con il potenziamento del servizio bike sharing, nonché miglio-rie sulle zone Ztl e sulla depurazione delle acque.Sul fronte della qualità dell’aria niente di nuovo, l’aria che respiriamo è inquinata ed è un problema condiviso con tutte le altre città della Pianura Padana.La conformazione del territorio ed il clima non favoriscono un ricambio d’aria co-stante che viceversa ristagna.Le altre note dolenti sono per il consumo idrico domestico (ognuno di noi consuma in media 233 litri d’acqua al giorno) e le isole pedonali, per le quali ci dobbiamo accontentare di meno di un centimetro quadro per ogni abitante. I parametri del-la ricerca di Legambiente che premiano

Bergamo sono quelli riferiti alla mobilità sostenibile (siamo buoni utilizzatori di mezzi pubblici), quelli relativi all’estensio-ne delle aree verdi in rapporto al totale dell’area urbana, quelli relativi alle politi-che energetiche (le amministrazioni sono molto attive e lo saranno ancora di più con il programma “Patto dei Sindaci”) e per quelli relativi alla raccolta differenzia-ta, nella quale otteniamo sempre ottime performance con i Comuni della bergama-sca che raggiungono punte d’eccellenza.

Marco Rossi

A Bergamo tira una brutta ariaMobilità e parchi: per il prossimo anno previsti miglioramenti

Classificadellecittàlombarde

Pos Città % 2009 dif

21 Mantova 57,56 11° -10

23 Cremona 57,26 19° -4

34 Pavia 54,00 20° -14

35 Sondrio 53,41 73° +38

38 Bergamo 52,84 41° + 3

43 Lodi 51,79 60° +17

50 Varese 50,81 35° -15

51 Brescia 50,69 48° -3

63 Milano 48,18 46° -17

79 Lecco 44,69 30° - 49

82 Como 42,27 86° +4

Classifica generale

Pos Città % 2009 dif

1 Belluno 71,48 2° 1

2 Verbania 70,41 1° -1

3 Parma 67,48 3° 0

4 Trento 67,32 6° + 2

5 Bolzano 64,06 4° -1

38 Bergamo 52,84 41° + 3

99 Vibo V. 30,07 88° -11

100 Latina 29,98 91° -9

101 Palermo 29,30 90° -11

102 Crotone 29,09 102° 0

103 Catania 21,32 103° 0

Classifica delle grandi città

Pos Città % 2009 dif

9 Bologna 61,86 9° 0

32 Genova 54,79 22° -10

45 Firenze 51,53 38° -7

63 Milano 48,18 46° -17

74 Torino 45,92 77° 3

75 Roma 45,78 62° -13

96 Napoli 34,53 89° -7

101 Palermo 29,30 90° -11

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Dal fotovoltaico opportunitàper l’edilizia scolastica. Operatori cercasiL’assessore Roberto Anelli propone un piano a costo zero per la Provincia Possibili interventi in 52 istituti per un valore di 15 milioni di euroAmmonterebbe fino a 4 megawatt il ri-sparmio di energia elettrica che si potreb-be ottenere installando impianti fotovol-taici sui tetti delle scuole di competenza della Provincia di Bergamo: un valore de-cisamente elevato che comporterebbe un conside-revole risparmio per le cas-se della Provincia. Oltre ai chiari vantaggi ambientali per l’approvvigionamento energetico da fonti rinno-vabili, i costi pagati in bol-letta per la fornitura di energia elettrica nelle scuole vedrebbero una drastica riduzione. Unico e non banale problema è il costo di un tale investimento che la Provincia, con la penuria di fondi e finanziamenti per l’edilizia scolastica e in considerazione dei vincoli e delle restrizioni imposte dal patto di stabilità, non potrebbe permet-

tersi di fare. Ecco allora la proposta dell’assessore all’edilizia scolastica pro-vinciale Roberto Anelli che chiama a rac-colta gli operatori privati interessati al progetto d’installazione del fotovoltaico

sui tetti delle scuole: l’idea è quella di approfittare del-le opportunità del “conto energia” che prevede un contributo statale per ogni kilowattora prodotto da fonti di energia rinnovabi-le. Le imprese dovrebbero installare gli impianti a co-sto zero per la Provincia,

ma poi si terrebbero il contributo statale pagato dal Gse (Gestore Servizio Elettri-co) per l’energia prodotta e immessa in rete.Con questi contributi le imprese si ripa-gherebbero l’investimento iniziale e nel frattempo la Provincia vedrebbe ridursi i

costi della bolletta energetica, oltre al fat-to che le scuole consumerebbero energia solare fotovoltaica a tutto beneficio dell’ambiente.Per approfondire nello specifico questa

possibilità la Provincia ha già avviato uno studio di fattibilità per verificare le diver-se condizioni dei tetti dei 52 istituti, di cui 21 in città e 32 sparsi nei principali centri del territorio, dalle valli alla bassa berga-

masca. Non è detto che per tutti i 52 isti-tuti si riesca a trovare una soluzione pra-ticabile, ma la direzione da seguire, in epoca di Green economy (e di scarsità di fondi…), è senz’altro quella giusta.

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Provincia

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Il comune di Romano di Lombardia sarà uno dei primi comuni in tutta la Regione Lombardia ad avere un palazzo municipa-le in classe A, la classe di efficienza ener-getica che sancisce elevati rendimenti di efficienza energetica a fronte di bassi consumi, con la positiva conseguenza di ottenere un notevole risparmio economi-co in bolletta e un beneficio ambientale in termini di riduzione delle emissioni inqui-nanti. Il palazzo comunale, recentemente og-getto di importanti restauri, è stato colle-gato ad una centrale geotermica costruita nel retro del giardino della vicina scuola “De Amicis”, consentendo così di provve-dere al fabbisogno energetico dell’edificio municipale attraverso l’utilizzo di fonti rinnovabili.L’energia geotermica è infatti una forma di energia che deriva dal calore natural-mente presente negli strati più profondi della crosta terrestre: penetrando in pro-fondità nella superficie terrestre, la tem-peratura si innalza gradualmente. Si cal-cola che ogni chilometro di profondità la temperatura aumenta di circa 30 °C.

Il palazzo comunale inoltre è stato com-pletamente restaurato in particolare per quanto riguarda il tetto, seriamente dan-neggiato dopo un’eccezionale grandinata abbattutasi sulla cittadina della bassa bergamasca il giorno di ferragosto 2008. Una nota importante è stato il recupero dell’edificio e della facciata, concordato

con la sovrintendenza alle Belle Arti, se-condo la sua storia originaria, sia per le modalità di recupero delle pietre e delle parti metalliche sia per quanto riguarda il colore che da rosso è tornato di colore beige, più in sintonia con la tradizionale colorazione della facciata tipica dei primi decenni del secolo scorso.

Il Comune di Romano è tra gli unici comuni ad aver varato un’ordinanza per salva-guardare le rondini. Il testo decreta il di-vieto di distruggere i nidi di rondine, ad eccezione dei casi di restauro o ristruttura-zione di fabbricati e punisce, con una san-zione pecuniaria, coloro che violino tale ordinanza, prevedendo inoltre il ripristino di nidi artificiali.Da millenni la rondine ha legato la propria esistenza a quella dell’uomo diventando parte inseparabile del paesaggio e della cultura umana. La sopravvivenza di que-ste specie, oltre ad essere fondamentale per la salvaguardia della biodiversità, rap-

presenta un vantaggio concreto anche per gli esseri umani. Rondini e rondoni, infatti, per il proprio nutrimento e soprattutto per lo svezzamento dei piccoli, catturano quantità enormi di insetti aerei: si è calco-lato che una coppia di rondoni con i nidia-cei possa catturarne anche fino a 20.000 in un giorno. Questa loro funzione è im-portante per l’agricoltura, in quanto molti insetti se non fossero eliminati provoche-rebbero gravi danni ai raccolti o rendereb-bero necessario un uso ancora più massic-cio di pesticidi. Inoltre, questi volatili uccidono parte degli insetti (compresa la zanzara tigre) che disturbano le nostre giornate e le nostre notti.

Sono già 3 i tetti delle scuole del comune di Romano di Lombardia che sono stati ri-sistemati nell’ottica del risparmio energeti-co e dell’utilizzo delle fonti rinnovabili. Un investimento concreto nella produzione di energia pulita attraverso pannelli solari, che permette di ridurre sia l’inquinamento ambientale sia i costi della bolletta ener-getica. L’impianto realizzato sul tetto della scuola d’Infanzia “Scariota” produce una potenza di picco pari a 40 kw, mentre l’impianto della scuola primaria “Pascoli” produce una potenza di picco pari a 20 kw. Per ogni kw prodotto da questi im-pianti la Regione Lombardia eroga un con-

tributo ventennale di euro 0,43 per un to-tale di 21.000 euro. Da sottolineare infine che circa 110.000 euro, pari a un terzo dei costi dei lavori eseguiti, sono stati finan-ziati da contributo regionale a fondo per-duto, a favore degli interventi di ristruttu-razione con finalità di efficienza energetica. Alla scuola “De Amicis” il tet-to, danneggiato anch’esso dalla grandina-ta del 15 agosto 2008, è stato sistemato con un investimento complessivo di € 91.000,00 in parte finanziato con un con-tributo ricevuto dalla regione Lombardia pari a € 39.000,00. Nell’occasione è stato realizzato sullo stesso tetto un impianto

fotovoltaico totalmente integrato di poten-za pari a 19,8 kw. I benefici legati a que-sto intervento saranno di due tipi: da un lato un risparmio di oltre € 4.000,00 an-nuo sulla bolletta dell’energia elettrica do-vuta all’autoproduzione di energia da fon-te rinnovabile e dall’altro il contributo statale, il cosiddetto GSE. Questo contribu-to statale, dal 16° al 20° anno dalla data di attivazione dell’impianto, sarà introita-to dal comune per un importo superiore a € 50.000,00, mentre per i primi 15 anni sarà introitato dalla società che ha costrui-to l’impianto, in quanto realizzato a costo zero per il comune.

Un vero e proprio successo, quasi inaspet-tato, ha ottenuto il corso promosso dall’assessore all’Ambiente della città di Romano di Lombardia Eva Pescali: tutti esauriti in pochi giorni gli 80 i posti dispo-nibili con partecipanti provenienti da tut-ta la provincia. Il “percorso formativo per l’acquisizione del patentino per proprietari e detentori di cani” ha alternato sessioni teoriche, curate dal veterinario comportamentali-sta Dr. Jacomo Riva, a dimostrazioni pra-

tiche con l’intervento dell’addestratore Gigi Ferrarese (Dog’s liver dream).Il corso è stato organizzato dal comune di Romano col patrocinio del dipartimento di prevenzione veterinario dell’Asl di Berga-mo e dell’ordine medici veterinari di Ber-gamo.Il corso è stato totalmente gratuito per i partecipanti e realizzato a costo zero per l’amministrazione comunale grazie allo sponsorizzazione della Bovifar, negozio di prodotti per animali.

Comuni Virtuosi

Le rondini: un’ordinanza vietadi distruggere i nidi

Romano di Lombardia, un municipio in classe A

Dall’assessorato all’ambiente l’attenzione per gli animali

In un anno impianti fotovoltaici su 3 scuole80 partecipantial corso per proprietari di cani

“Piccole curiositàIl nido viene costruito dalla coppia dopo otto giorni d’intenso lavoro ed è usato ogni anno per almeno un decennio e più dalla medesima coppia. Le rondini restano fedeli al loro ambiente famigliare per tutta la vita!

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E’ stato assegnato al comune di Rovetta il riconoscimento della bandiera verde di Le-gambiente “Carovana delle Alpi”, che ren-de merito al comune bergamasco di aver intrapreso politiche di sostenibilità ambien-tale e di coinvolgimento attivo delle asso-ciazioni e dei cittadini nella valorizzazione del proprio territorio. Il riconoscimento è stato tributato ad agosto 2010 ed a set-tembre la bandiera verde è stata presenta-ta alla cittadinanza dal sindaco Stefano Savoldelli alla presenza del presidente provinciale di Legambiente Giovanni Testa che conferma il positivo operato da parte dell’amministrazione comunale e di tutti i cittadini di Rovetta nei confronti dell’am-biente. Un’altra bandiera verde a riconosci-mento dell’efficacia del progetto è andata alla Cooperativa “Donne di Montagna” di Ornica (Bg), che ha saputo sviluppare un’i-dea coinvolgente di “Albergo diffuso” e di sviluppo fondato sulla valorizzazione delle risorse culturali e umane, reagendo dina-micamente allo spopolamento di un paese

di montagna. Oltre alle bandiere verdi sono state assegnate quelle meno ambite: le bandiere nere. Tra le cause dell’assegna-zione dei vessilli neri, da parte dell’asso-ciazione ambientalista, al primo posto si registra la speculazione edilizia con la ce-mentificazione d’alta quota. E’ il caso del-la Regione Valle D’Aosta che si merita una bandiera nera a causa delle sue leggi re-gionali, che prevedono di ampliare del

40%, alberghi, bar e ristoranti, compresi quelli che sorgono in zone tutelate, e per la trasformazione della ricettività turistica in più banali seconde case. Ma alcune ban-diere nere sono state assegnate anche nella bergamasca: al comune di Castione della Presolana per aver adottato un PGT con 300.000 metri cubi di aree edificabili e a Foppolo che invece è accusato di “inve-stire” troppo in seconde case.

Comuni Virtuosi

A Rovetta e Ornica sventolala bandiera verde di Legambiente

Ornica, un momento della premiazione

Sono Alzano Lombardo e Torre Boldone i comuni più ricicloni della Bergamasca e della Lombardia. Nella classifica di Le-gambiente che ogni anno assegna il diplo-ma di “Comune Riciclone” alle città e ai paesi che raggiungono la più alta percen-tuale di raccolta differenziata, i due co-muni bergamaschi si piazzano entrambi al primo posto: Alzano e Torre Boldone rientrano infatti in due classifiche distin-te, la prima dedicata ai comuni con oltre 10 mila abitanti e la seconda a quelli con meno di 10 mila. Un bel traguardo rag-giunto grazie a percentuali che vanno ol-

tre il 75% di raccolta differenziata. Nella Bergamasca, tra i comuni maggiori, dopo Alzano si piazzano rispettivamente Marti-nengo e Dalmine, mentre nella classifica dei centri con meno di 10 mila abitanti troviamo Bonate Sopra, anche se in posi-zione piuttosto distaccata dal comune capofila Torre Boldone. Una segnalazione anche per la città di Bergamo che nella speciale graduatoria dei capoluoghi di provincia giunge all’ottavo posto nel Nord Italia e si piazza al secondo posto tra i capoluoghi della Lombardia, preceduta soltanto da Monza.

Alzano e Torre Boldonei Comuni più ricicloniin Lombardia

Premiate le “Donne di Montagna”, bandiere nere per Castione e Foppolo, troppa cementificazione

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E’ la capitale svedese la città più verde d’Europa. Il rispetto dell’ambiente è una costante nei comportamenti degli scandi-navi. Lo “European Green Capital Award 2010” (premio per la Capitale europea del verde) le è stato assegnato proprio per la perseverante attenzione verso la natura.Alcuni dati: i corsi d’acqua e i parchi rappre-sentano i due terzi della superficie totale della città; l’acqua è così pulita che si pos-sono pescare i salmoni nel canale di Djur-garden, in pieno centro, o nuotare nel Mar Baltico; è persino possibile bere l’acqua dell’arcipelago! Ma non è solo l’aspetto naturalistico della città ad averle permesso di raggiungere il primato. Un approccio urbanistico illumina-to, esempi ricorrenti di architetture sosteni-bili, sistemi di mobilità a basso impatto, pratiche di smaltimento intelligente dei ri-fiuti e la diffusione dei principi ecologici in ristoranti, negozi e alberghi sono traccia evidente di un percorso cominciato da lon-tano e ricco di risultati.Stoccolma si è data l’obiettivo, da raggiun-

gere entro il 2050, di liberarsi completa-mente dell’uso dei combustibili fossili. Tar-get intermedio nel 2015, riducendo a 3,0 tonnellate pro capite le proprie emissioni climalteranti. L’affidabilità di queste ambi-zioni è dimostrata dai risultati concreti già

raggiunti: le emissioni che nel 1990 erano pari a 5,4 t di Co2 per persona, nel 2005 si sono ridotte a 4,0 t. Da più di vent’anni

gli obiettivi ambientali sono al centro delle politiche di Stoccolma con un forte investi-mento in nuove tecnologie e un ripensa-mento complessivo dei modi di gestire la mobilità, l’energia, i rifiuti, la qualità del vivere in città, il territorio e le sue risorse naturali. Per farlo si è dotata di strumenti e metodi adeguati: sistemi di gestione e cer-tificazione ambientali per tutti i servizi cit-tadini, piani e programmi mirati, processi partecipati, monitoraggio e trasparenza nella comunicazione dei risultati.I cittadini sono informati e, quindi, a loro volta sono responsabilizzati in questo sfor-zo di miglioramento continuo. Ogni tre anni più di 3.000 persone rispondono ad un’indagine mirata ad analizzare come stiano migliorando in senso ambientale an-che i comportamenti individuali.A sostegno di questo impegno vengono stanziati fondi nazionali rilevanti. Il Fondo Ambientale nel 2004-2005 ha finanziato con 120 milioni di euro 158 progetti, di cui 45 collegati ad iniziative sul clima. Recen-temente il Parlamento Svedese ha asse-gnato agli enti locali circa 165 milioni di euro per il Programma di Investimento Cli-matico (di cui 5,5 milioni di euro alla città di Stoccolma per il periodo 2005-09).Molti sono, infatti, gli obiettivi impegnati-vi, da raggiungere a breve, in gran parte entro il 2011.

Luca Taramelli

Il Premio.Città italianenon pervenute

Eco dal Mondo

“Stoccolma:Linee guida per uno sviluppo sostenibile

Mobilità.Tutte le società controllate dall’am-ministrazione locale saranno fornite di auto “green” e l’85% di queste si muoveranno con combustibile da energia rinnovabile. Le emissioni da traffico andranno ridotte grazie all’incremento degli spostamenti a piedi, in bici, sui mezzi pubblici e grazie all’uso di auto meno inqui-nanti. E’ in programma il raddoppio delle piste ciclabili (150 milioni di euro entro il 2020).

Energia.Si prevede di connettere la rete di teleriscaldamento. I consumi ener-getici di edifici e opere pubbliche verranno ridotti del 10%. I consumi elettrici domestici dovranno modifi-carsi al punto da ridurre le emissioni di gas serra del 10%.

Rifiuti.Verranno promosse sia la riduzione nella produzione di rifiuti sia l’au-mento dei rifiuti raccolti separata-mente e riciclati, in particolare i rifiu-ti biodegradabili (120 milioni di euro per 158 progetti sul territorio).

Parchi, aree verdi, acque.Il loro sviluppo prevede che ve ne sia una entro 200 metri da tutte le abi-tazioni. Sono in cantiere misure a favore della biodiversità con pro-grammi di educazione ambientale e azioni concrete di recupero di corsi d’acqua e zone umide. E’ in via di attuazione un piano per la piena conformità con la direttiva sulla qua-lità delle acque superficiali entro il 2015.L’affidabilità di questi obiettivi è di-mostrata dai risultati già raggiunti oggi.

Stoccolma capitale verde d’EuropaMassima integrazione tra architettura ed ecologia grazie apolitiche illuminate e cittadini consapevoli

La Commissione Europea ha istituito il premio “Capitale verde europea” al fine di incentivare le città a migliorare la qualità della vita, tenendo conto dell’ambiente in tutte le fasi di program-mazione e pianificazione urbana. Sono 35 le candidatura che sono pervenute in rappresentanza di 35 città (il premio è aperto anche alle città non capitali). To-talmente assenti le città italiane che,

evidentemente, non hanno ritenuto op-portuno raccogliere la sfida. Ad aggiudi-carsi il titolo per il 2010 Stoccolma, mentre Amburgo per il 2011. I parame-tri presi in considerazione dalla giuria sono gli spazi verdi, le emissioni di CO2 dei trasporti pubblici, la gestione dei ri-fiuti, l’inquinamento acustico e in gene-rale tutte le soluzioni ambientali imple-mentate a lungo termine.

Svezia

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A Stoccolma è sorto un nuovo quartiere, quello di Hammarby Sjöstad, che letteral-mente significa “città d’acqua”. Un quartie-re in cui gli abitanti “contribuiscono” fino al 50 per cento dell’energia necessaria sem-plicemente producendo rifiuti, mente il re-stante 50 per cento deriva da altre fonti pulite: pannelli solari, centrali idriche ed eoliche. Un quartiere progettato con l’intento di ri-durre al minimo l’impatto ambientale e renderlo autosufficiente dal punto di vista energetico grazie allo sfruttamento di fonti pulite e rinnovabili. Biomasse, biogas, pan-nelli solari, idrogeno e una centrale idroe-lettrica garantiscono agli oltre 8000 appar-tamenti una copertura quasi totale del fabbisogno energetico. Quando i lavori sa-ranno terminati nel 2012, Hammarby Sjöstad ospiterà ventimila abitanti e altre diecimila persone vi si recheranno ogni giorno per lavorare nella zona degli uffici. La vera particolarità di questo nuovo quar-tiere è però rappresentata dal sistema di riciclaggio creato per convertire ogni rifiuto prodotto dagli abitanti in energia pulita pronta da utilizzare.Tutti gli scarichi domestici sono convogliati in enormi cisterne nel sottosuolo dove, at-traverso opportuni trattamenti, i liquami formano biogas immediatamente riutiliz-zato nelle cucine. Quanto confluisce nell’ar-

cipelago della capitale svedese è comun-que già abbondantemente bonificato.I residui solidi, invece, sono prelevati e in un secondo momento trasformati in conci-me. Gli antiestetici e ingombranti cassonet-ti sono scomparsi. I rifiuti solidi, opportuna-mente separati, sono raccolti in cisterne sotterranee svuotate da enormi aspiratori e avviati al riciclaggio. In questa maniera vengono anche minimizzati i costi della raccolta. I rifiuti non riciclabili sono invece trasportati nel locale inceneritore. La loro combustione produce calore sufficiente a coprire il 47% del riscaldamento domesti-co. Il restante 50% è fornito dalla combu-stione di olio biologico e dall’energia idrica prodotta dalle acque di scarico.Le abitazioni sono state costruite con il 50% delle pareti in vetro per sfruttare me-glio la luce del sole e risparmiare energia elettrica.Il resto del fabbisogno proviene invece da pannelli solari posti sui tetti degli edifici, in grado di garantire oltre all’illuminazione degli spazi comuni anche la produzione di acqua calda per uso domestico. In ogni ap-partamento è installato un sistema di tuba-ture dalle quali transita, secondo le esigen-ze, acqua calda o fredda, per riscaldare o per raffreddare. Anche la mobilità è soste-nibile ad Hammarby Sjöstad.Benvenuti nel futuro, oggi!

L’ecoparkil primo parco nazionale urbanoIl Parco Nazionale Urbano è il primo parco nazionale cittadino al mondo, una grande oasi di 27 km² tra terra e acqua che si estende per 10 km intorno e dentro la città di Stoccolma. Il parco combina ambienti urbani e naturali, rurali e selvaggi con una grande varietà di animali, oltre ad inglobare anche strutture cittadine, musei, luna-park, etc. La sua superficie si estende da Skeppsholmen a ovest fino all’isola di Fjäderholmarna a est, raggiungendo Sörentorp a nord. I tre parchi reali di Djurgården, Haga e Ulriksdal si congiungono lungo le rive della baia di Brunnsviken. Anche le isole di Skeppsholmen, Kastellholmen, Beckholmen e Fjäderholmarna fanno parte dell’Ecopark.

Eco-cool ed eco-food La sostenibilità sta diventando sempre più importante per l’industria della moda. A Stoccolma sono numerosi i negozi trendy che vendono abbigliamento ecologico e pro-dotti verdi o provenienti dal commercio equo. Il ristorante Babajan utilizza solo ingre-dienti organici e molti dei più prestigiosi chef di Stoccolma sono fieri di creare piatti contenenti solo materie prime di produzione locale.

Il nuovo quartiere: Hammarby Sjöstad, la città d’acquaNon è un sogno, è tutto vero. E verde

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Si chiamano “Gruppi di Acquisto Solidale” (G.A.S.) e anche nella bergamasca si stan-no diffondendo sempre più. Potrebbero essere la nuova frontiera del commercio, o forse potrebbero bypassarlo proprio: i gruppi di acquisto solidale sono infatti gruppi di persone o famiglie che periodica-mente si incontrano e decidono di acqui-stare “insieme” alcuni prodotti, spesso di genere alimentare, con lo scrupolo di sce-gliere e “selezionare” attentamente i pro-duttori dai quali rifornirsi. I produttori di solito sono (piccoli) agricoltori locali, con i quali si può instaurare un rapporto di fidu-cia, basato sulla qualità e sui metodi di produzione rispettosi dell’ambiente e dell’uomo. La vicinanza delle produzioni consente i vantaggi di una filiera corta, con la riduzione dell’inquinamento da tra-sporto e dello spreco di energia, mentre il risparmio è garantito dalla contrattazione diretta tra produttore e consumatore e dalle grandi quantità che si vanno a com-

prare, sommando le ordinazioni delle tan-te persone appartenenti ad uno stesso G.A.S.: a Bergamo i G.A.S. sono più di cinquanta (49 quelli “censiti” finora) spar-si per tutta la provincia, in città come nei piccoli paesi. Il nume-ro di persone ade-renti può essere molto variabile, ma ogni membro in genere ha un compito ben preciso: c’è chi raccoglie le ordi-nazioni da ciascuna fa-miglia, chi si reca dai produttori per comprare direttamente all’ingrosso, chi mette a disposizione uno spazio per stoccare i prodotti ed infine ci sono altri membri che li distri-buiscono a domicilio. Op-pure sono le stesse famiglie che

si incontrano per ritirare la propria spesa e magari per fare commenti o decidere le successive ordinazioni, ma soprattutto “si incontrano”, per il semplice piacere della relazione. Il gruppo d’acquisto viene così

declinato come “so-lidale”, in virtù di tre elementi princi-pali: in primo luogo

sulla base del rapporto di reci-proco aiuto e auto-organizza-zione che si in-staura tra i membri di un G.A.S. Seconda-riamente in virtù del rapporto di solidarietà con i piccoli produttori locali, che a loro

volta si fanno carico della

qualità e di tecniche di lavorazione rispet-tose dell’ambiente e dell’uomo. Infine il terzo elemento relativo all’aggettivo “soli-dale” si riferisce alla solidarietà verso le popolazioni più povere del mondo, attra-verso gli acquisti di prodotti reperiti dal circuito del mercato equo e solidale.Diversamente dai gruppi di acquisto che hanno solamente lo scopo di comprare in grandi quantità per ridurre i prezzi, un Gruppo di Acquisto “Solidale” non è fina-lizzato esclusivamente alla convenienza individuale, bensì al sostegno reciproco e in favore di un’economia più sostenibile per tutti. A tal proposito un ulteriore tratto distinti-vo dei G.A.S. sta nel fatto che alcuni grup-pi si attivano durante l’anno per organiz-zare incontri e divulgare le tematiche relative all’alimentazione biologica e al consumo critico e responsabile, oppure semplicemente per promuovere l’incontro tra famiglie o tra singoli membri.

A Bergamo 49 Gruppi di acquisto solidale: i G.A.S.Una realtà in forte espansione. Cosa sono e dove trovarli Consumatori consapevoli che si uniscono e scelgonoproduttori responsabili. Per una economia sostenibile

Stili di vita

A4

A4

A4

A4

Comune aderentealla rete G.A.S.

Comune non aderentealla rete G.A.S.

Dove sono i G.A.S.Albino

Almenno S. S. - Cà Verde

Almenno S. Salvatore

Alzano Lombardo

Arcene

Bariano

Bergamo - Borgo Palazzo

Bergamo - BOT Bergamo

Bergamo - GAStiere

Bergamo - Il Pugno Aperto

Bergamo - Redona

Boltiere

Bonate Sopra

Brembilla

Calusco

Chiuduno

Clusone

Cologno al Serio

Comun Nuovo, Verdello

Curno

Fornasotto

Gandino

Madone

Mozzo

Nembro

Osio sotto

Paladina

Ponte San Pietro

Ponteranica

Ponteranica - 100 Passi

Pontida

Pontirolo Nuovo

Pradalunga - Alzano-Nese

Presezzo

Ranica

Romano di Lombardia

San Pellegrino Terme

Seriate

Seriate - GAS sul Serio

Seriate,Gorle,Scanzo,Villa d.Serio

Sotto il Monte

Stezzano

Terno d’Isola

Torre Boldone

Trescore Balneario

Valbrembo

Vaprio d’Adda

Verdellino

Villa d’Alme’

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Se in Italia il primo G.A.S. nasce a Fiden-za (PR) nel 1994, a Bergamo solo un anno dopo viene istituito lo “storico” G.A.S. di Pontida, il primo G.A.S. berga-masco. Il Gruppo di acquisto solidale di Pontida trae origine dall’esperienza dei “Bilanci di giustizia”, iniziativa che aveva tra i suoi obiettivi quello di attivare forme di rieducazione al consumo.Nel 2002 nella Valle Seriana nasce il Gruppo di Acquisto Solidale B.V.S. (Bassa Valle Seriana) che costituisce uno dei gruppi più numerosi, con ben 80 famiglie aderenti! Per le dimensioni raggiunte questo G.A.S. è a sua volta suddiviso in 4 gruppi: Gas Torre-Ranica 1, Gas Torre-Ra-nica 2, Gas P.A.N. (Pradalunga, Alzano, Nembro) e Gas Seriate e dintorni.Al suo interno si è costituito anche quello che è poi diventato il Gas di Albino, con ben 102 famiglie aderenti. Se è vero che ci sono G.A.S. di dimensioni più ridotte, come i Gas di Sotto il Monte, di Fornasot-to e di Arcene (che vanno da 5 a 8 fami-glie aderenti) il fenomeno risulta in conti-nua espansione in città e in provincia, per una diffusione che in totale supera le 1500 famiglie coinvolte. Una stima sicu-ramente in difetto, perché non tutti i G.A.S. sono stati censiti e in realtà il nu-mero delle famiglie che fanno riferimento ai Gruppi di acquisto sono molte di più, anche se in modalità meno dirette.Nell’ottobre del 2009 si è costituita la prima “Rete gas bergamasca”. Dopo un periodo di rodaggio iniziale, la rete gas attualmente cerca di proporsi come inter-locutore tra i nuovi progetti e i soci dei G.A.S. che vi aderiscono.Il gruppo sviluppa contatti e modelli di economia virtuosa con l’obiettivo di rico-noscere e promuovere produzioni autoc-tone che rispettino l’ambiente e la salute del cittadino. Il confluire di oltre 20 grup-pi da tutta la provincia di Bergamo ha permesso di confrontarsi sulle tematiche degli acquisti e del sostegno ai produttori,

contribuendo ad un costante arricchimen-to dei gruppi che vi partecipano.I gruppi che compongono la rete sono i seguenti:

Coordinamentoistituito per monitorare costantemente il lavoro dei vari sottogruppi, si fa promoto-re di progetti con i produttori vicini, cer-cando di condividere il rischio impresa con l’obiettivo di creare mercati locali e vigi-lando costantemente sui temi dell’alimen-tazione consapevole e del rispetto dell’ambiente.

Formazionefinalizzato a migliorare le motivazioni, la consapevolezza e la partecipazione dei membri appartenenti al G.A.S. stesso.

Avvio di nuovi G.A.S.il gruppo si preoccupa di soddisfare le ri-chieste di nuovi nuclei di famiglie interes-sate alla costituzione di un gruppo d’ac-quisto solidale.

Mappatura produttoril’obiettivo di tale gruppo è conoscere i produttori della provincia e non, propo-nendo momenti di confronto e cercando in taluni casi di costruire il prezzo con il fornitore condividendone il rischio d’im-presa.

Rapporto con le istituzionipromuovono e soddisfano richieste di isti-tuzioni del territorio, nel tentativo di crea-re delle alleanze trasversali che permetta-no di diffondere pensieri e realtà virtuose.

Rete G.A.S. a BergamoDalla nascita dei primi Gruppi di Acquisto Solidalial loro coordinamento

Domenica 19 settembre a Nembro si è tenuta un’assemblea generale che ha coinvolto diversi attori -associazioni, co-mitati, reti di associazioni- presenti nella bergamasca che si occupano di economia solidale: una sorta di “stati generali” del-la nostra provincia per fare il punto della situazione, in un’ottica di approfondito confronto al fine di valutare possibili si-nergie e un possibile coordinamento.La riunione si è svolta all’interno della manifestazione “Cibovicino”, una fiera del consumo critico che ha portato in piazza della Libertà di Nembro alcuni stand di prodotti tipici e all’auditorium Modernissimo una serie di incontri con esperti del settore dell’economia solidale.L’assemblea è stata innanzitutto l’occa-sione per le diverse associazioni di pre-sentarsi le une alle altre e altresì di pre-sentare al pubblico le attività svolte. Eccone una sintetica presentazione delle associazioni, mentre per ulteriori appro-fondimenti rimandiamo ai rispettivi blog e ai prossimi numeri di Bergamo Sosteni-bile.

Cittadinanzasostenibile(www.cittadinanzasotenibile.it)E’ costituita da una rete di associazioni e singoli ed è nata nel dicembre del 2007. Le principali aree di azione di “Cittadinan-za sostenibile” sono l’organizzazione di seminari dedicati all’approfondimento del consumo critico e dell’economia socio-so-lidale, la realizzazione di azioni di ricerca, l’avvio di progetti sul territorio in collabo-razione con diverse istituzioni, come l’U-niversità degli Studi di Bergamo e la Con-sulta delle Politiche Familiari. Cittadinanza sostenibile partecipa al Ta-volo RES Nazionale(http://retecosol.org/).

Distretto di Economia Solidale (D.E.S.)delleValliOrobiche(https://desvalbrembana.wordpress.com) E’ costituito da un comitato promotore nato sul territorio della Valle Brembana

tra aprile e maggio 2010.Recentemente sono stati costituiti al suo interno tre gruppi di lavoro: agricoltura sostenibile e rurale (con mercato biologi-co/artigianale itinerante e cooperativa di consumo), informazione/formazione e pagine arcobaleno.Il comitato ha elaborato la Carta di princi-pi condivisi, reperibile nel blog del D.E.S., che potrebbe divenire un documento con-diviso da tutti gli attori dell’economia so-lidale bergamasca.

Rete Gas Bergamo(www.retegasbergamo.net)La rete Gas ha compiuto un anno di attivi-tà e già 22 Gas su 46 della nostra provin-cia hanno aderito.In questo primo anno di attività si è orga-nizzato in gruppi di lavoro: coordinamen-to, avvio nuovi Gas, censimento Gas, co-municazione, formazione, logistica, mappatura e rapporto produttori, rapporti con le istituzioni.

Mercato e Cittadinanza(www.cittadinanzasostenibile.it/m&c.html)Questo gruppo è nato nel 2009 all’inter-no di Cittadinanza Sostenibile, come gruppo di lavoro operativo e progetto di Mercato agricolo per la cittadinanza, pro-getto che unisce il mercato ad attività culturali. Il 30 marzo dell’anno 2010 si è costituito in associazione.Mercato e Cittadinanza ha l’obiettivo di svolgere attività di utilità sociale a favore di associati o di terzi, senza fini di lucro e nel pieno rispetto della libertà e dignità degli associati. E’ possibile associarsi a Mercato e Cittadinanza pagando una quo-ta annuale. Da giugno 2010 una collabo-razione tra l’associazione “Mercato e Cit-tadinanza”, l’Amministrazione comunale di Albino e la Comunità Montana Valle Seriana ha dato avvio ad Albino ad un mercato agricolo mensile che offre ai cit-tadini prodotti locali e attività culturali e di sensibilizzazione.

CibovicinoA Nembro incontro tra rete G.A.S. e Associazioni Solidali

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Ciò che viene identificato con il termine di consumo critico riguarda l’ac-quisto di beni e servizi in base a considerazioni che non tengono conto solo del prezzo e della qualità dei prodotti, ma anche del comportamen-to dei produttori (l’eticità del trattamento accordato ai lavoratori) e del-le modalità di produzione (ad esempio la sostenibilità ambientale del processo produttivo).Tradizionalmente più radicato nei paesi del Nord America e del Nord Europa, dalla metà degli anni Novanta, il consumo critico ha registrato una notevole crescita anche in contesti territoriali dove era rimasto a lungo un fenomeno di nicchia. Anche nel nostro paese si assiste nell’ul-timo decennio ad una rilevante crescita del numero di persone che com-piono i propri acquisti sulla base di scelte etiche, orientate alla produzio-ne di un benessere che comprenda solidarietà e sostenibilità ambientale.Le forme di consumo “socialmente orientate” non sono un novità asso-luta. Il boicottaggio, per esempio, ha una storia che va molto indietro nel tempo. Forme di boicottaggio sono state ad esempio utilizzate dal movimento per l’abolizione della schiavitù. Per tutto l’Ottocento e il Novecento il non acquisto di certi prodotti ha rappresentato inoltre una strategia utilizzata come strumento di lotta contro quelle aziende che trattavano i propri dipendenti in modo ingiusto o come forma di opposi-zione a certe scelte dei governi, come è stato il caso del famoso boicot-taggio organizzato contro i test nucleari francesi nel 1995 a Mururoa.

Le motivazioni allabasedelconsumocriticoQuando si parla di consumo critico ci si riferisce tuttavia oltre che a questa forma d’azione, che rappresenta la sua variante negativa, anche a ciò che in inglese viene chiamato “buycott” (da “buy” – comprare), ovvero alle diverse forme (positive) di acquisto e investimento respon-sabile. Il consumo quotidiano può cioè essere utilizzato come strumento per esprimere impegno e responsabilità nella sfera pubblica attraverso ac-quisti che premiano prassi produttive e di mercato coerenti con la soste-nibilità dello sviluppo e il rispetto dei diritti umani. Attraverso l’acquisto o il non acquisto di certi prodotti è possibile infatti non solo segnalare alle imprese i comportamenti che si approvano e quelli che non si approvano, ma anche sostenere le forme produttive

corrette, mentre si ostacolano le altre.Negli anni recenti, in tutto l’occidente, la domanda complessiva di mer-cato di prodotti alimentari, manifatturieri o di servizi provenienti da im-prese che garantiscono di adottare un codice di comportamento attento al rispetto dei diritti dei lavoratori e dell’ambiente ha registrato una considerevole crescita. Questo aumento segnala come il consumo critico incontri oggi condizioni culturali, strutturali e organizzative che ne favo-riscono la diffusione.A questo riguardo le ricerche condotte sottolineano come l’aumento dei consumi critici si leghi all’emergere di un tipo di cittadino che la lettera-tura sociologica definisce “cittadino critico”, ovvero di un cittadino che associa un forte sostegno ai principi democratici, ma che rivela una sfi-ducia crescente nei confronti del funzionamento delle istituzioni e dei canali partecipativi tradizionali.

La diffusione: daiprimilibriainternetLa diffusione del consumo critico in questi anni è resa possibile anche grazie alla pubblicazione di numerosi libri, manuali e riviste - tra cui Al-treconomia e Valori - che informano sulla storia dei diversi prodotti che

entrano nella busta della spesa. Nel 1996 viene pubblicata dal Centro Nuovo Modello di Sviluppo la prima Guida al consumo critico, un testo che fornisce informazioni dettagliate sul comportamento delle imprese nazionali e internazionali (come le pratiche con i dipendenti, la loro at-tenzione all’ambiente, ecc.)e sui boicottaggi in corso di alcuni prodotti. La guida diventa in pochi anni un punto di riferimento fondamentale per i consumatori critici.Un ruolo determinante nella diffusione del consumo critico è stato inol-tre quello delle nuove tecnologie della comunicazione. Alcune delle più celebrate azioni di boicottaggio sono state condotte e organizzate prin-cipalmente on-line. L’utilizzo di internet si dimostra particolarmente im-portante sia per permettere la diffusione di informazioni dettagliate che per favorire il coordinamento delle diverse iniziative.

Dal Commercio equo e solidale ai G.A.S. Gli attori dell’Economia SolidaleAttorno all’aumento del consumo critico, si consolida in questi anni una realtà organizzativa costituita da molteplici attori: associazioni, coope-rative, piccole e medie imprese attive nella commercializzazione di pro-dotti del commercio equo e solidale, nel turismo responsabile e nella fi-nanza etica.In questo periodo, particolarmente imponente è la crescita del commer-cio equo e solidale italiano, sia in termini di visibilità che di fatturato. Il numero delle botteghe del mondo (BDM) cresce in questi anni in modo esponenziale, passando da 91 nel 1993, a 273 nel 1998, a 458 nel 2004. Il numero delle BDM si è attestato oggi attorno alle 500 unità. I negozi dell’equo e solidale sono distribuiti in tutto il territorio nazionale, pur con delle differenze che vedono una concentrazione maggiore nelle regioni del nord e centro Italia.Oltre allo sviluppo del commercio equo e solidale, questi anni sono se-gnati anche dalla moltiplicazione nel numero degli operatori e delle agenzie di viaggio specializzati nel settore dell’ecoturistico.Relativamente al mercato italiano, un’indagine del 2002 ha rilevato come questo settore muovesse un giro d’affari stimabile attorno al 2% del mercato turistico complessivo, con potenziali di crescita annua del 20%.Questi anni sono inoltre segnati dall’espansione e dal consolidamento anche delle forme di risparmio e di finanza etica. Nel 1999 dall’esperien-za di alcune MAG (Mutue di Autogestione) insieme a 21 associazioni di volontariato e migliaia di cittadini, viene fondata a Padova la Banca Popolare Etica.Parallelamente alla crescita osservata all’inizio del nuovo secolo dal commercio equo e solidale, dal turismo responsabile e dalla finanza etica, in questi anni si diffondono anche altri tipi di iniziative meno strutturate delle precedenti che, partendo anch’esse da una critica radi-cale al modello di sviluppo dominante, utilizzano il consumo critico con l’obiettivo di conciliare attenzione alla solidarietà, difesa dell’ambiente e qualità della vita costruita sulle relazioni.A questo riguardo, particolarmente significativa è l’esperienza dei Bilan-ci di Giustizia, una campagna lanciata nel 1993 dai Beati Costruttori di Pace. La campagna si propone l’obiettivo concreto di attivare forme di rieducazione al consumo che non partono però dall’alto, ma che venga-no elaborate tramite il confronto tra le famiglie che incontrandosi e di-scutendo insieme rivedono il loro stile di vita e di consumo, dopo aver annotato le proprie spese compilando un “bilancio” familiare. Nel detta-

Il consumo critico:dalle origini ai giorni nostriFrancesca Forno, ricercatrice e docente di sociologia generale e sociologia dei consumipresso l’Università di Bergamo, ripercorre le tappe più significative dai primi movimential Commercio Equo, dai Gas, ai nuovi Distretti di Economia Solidale

Stili di vita

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glio, si tratta di una campagna di revisione delle spese e dei consumi allo scopo di ridurli e riorientarli secondo criteri di giustizia e solidarietà.Più o meno negli stessi anni iniziano a diffondersi in Italia anche le Banche del Tempo, la cui prima esperienza nasce a Parma all’inizio degli anni ’90. È tuttavia solo nel 1995, attraverso una serie di incontri divul-gativi, che l’idea di scambio di tempo incontra il favore di numerosi gruppi, associazioni costituite e gruppi informali. Il 29 maggio 1995, in seguito all’interesse suscitato da una conferenza svoltasi a Bologna - durante la quale sono state presentate le BdT di Parma e di Sant’Arcan-gelo di Romagna (in provincia di Rimini), le uniche esistenti in Italia a quella data - nasce Tempomat, l’Osservatorio nazionale sulle Banche del Tempo, creato per sostenere e promuovere la diffusione di queste espe-rienze. Nel giro di un anno le BdT attive nel territorio nazionale raggiun-gono le 70 unità. Oggi le BdT attive e in corso di progettazione-speri-mentazione sono circa 300.Nel 1994 nasce inoltre a Fidenza il primo gruppo di acquisto solidale. I Gruppi di Acquisto Solidale sono gruppi informali di persone che scelgo-no di acquistare collettivamente beni alimentari e di uso quotidiano ri-volgendosi direttamente a coltivatori e aziende con cui instaurano un rapporto diretto e personale. I GAS sono l’esperienza che ha registrato la crescita maggiore proprio negli ultimi anni. Sebbene anche in questo caso si tratti di esperienze che trovano la propria origine all’inizio degli anni Novanta, la loro diffusione sembra in qualche modo seguire tempo-ralmente il successo osservato dal commercio equo e solidale e in parti-colare la diffusione delle botteghe del mondo, dalle quali spesso hanno origine.La crescita dei GAS, che in pochi anni passano da 153 nel 2004, a 394 nel 2008, a 518 nel 2009 (facendo riferimento a solo i gruppi censiti, perché in realtà se ne stimano quasi il doppio), sembra aver portato importanti cambiamenti non solo nella composizione, ma anche negli obiettivi dell’altra economia. In particolare i GAS si caratterizzano per essere delle organizzazioni leggere dove le persone si incontrano per condividere le proprie scelte quotidiane che vanno oltre il consumo, ma che dal consumo partono per ricreare relazioni e stringere alleanze in difesa del territorio o, meglio, dei territori.

Dai G.A.S alle Reti di Economia Solidale (RES) ai Distretti di Economia Solidale (DES)Le organizzazioni che hanno fatto del consumo critico la loro principale forma di azione sono molto complesse e differenziate al loro interno.

Nelle pagine precedenti sono stati ripercorsi alcuni dei principali cambia-menti che hanno attraversato l’area anche detta dell’economia solidale (Biolghini 2007) nell’ultimo decennio. Questi mutamenti hanno deter-minato non solo importanti cambiamenti nella composizione, ma anche negli obiettivi d’azione degli attori coinvolti.In particolare, questi attori sembrano oggi orientarsi sempre di più verso la costruzione di alternative concrete a livello locale. Di qui la costituzio-ne di reti di coordinamento tra gruppi GAS presenti nello stesso territo-rio, la formazione di reti più ampie di Economia Solidale (RES) fino ad arrivare alla costituzione di veri e propri progetti di Distretti di Economia Solidale. In generale, ciò che sta emergendo chiaramente è come molti degli attori dell’economia solidale si stiano ponendo oggi la questione del rapporto con il territorio in modo più diretto che in passato, ponen-dosi il problema e riflettendo su come possono essere loro stessi propul-sori di un cambiamento (socio-politico e economico).Sempre più, cioè, tra il “popolo dell’economia solidale” sembra prevale-re l’idea che per ottenere una maggiore giustizia sociale e ambientale il modo migliore sia quello di mettere in contatto produttori e consumato-ri (organizzati in Gruppi di Acquisto Solidale) all’interno di progetti di distretti di economia solidale a livello locale che “possano costituire an-che un punto di aggregazione di altri soggetti di natura associativa inte-

ressati a costruire un futuro sostenibile per i propri territori” (Biolghini 2009, p. 172).Dal consumo critico come scelta individuale (seppur con obiettivi collet-tivi) si è quindi passati all’elaborazione di progetti di economia solidale-locale basati su nuovi sistemi di economia delle relazioni in cui ci siano scambi monetari e non monetari, capaci di (ri).-costruire tessuti econo-mici e sociali che facilitino la cooperazione tra i diversi attori che agisco-no in uno stesso territorio.Il tempo è ancora prematuro per fare delle ipotesi circa il futuro dell’eco-nomia solidale. Certo è che le organizzazioni dell’altra economia stanno dimostrando una grande capacità aggregativa. All’interno di queste as-sociazioni, o reti di associazioni, si creano spesso legami tra attori diver-si, permettendo così di ricreare un senso di appartenenza comunitaria fondato sul riconoscimento che i problemi globali e i problemi locali sono intrinsecamente connessi tra loro e sulla consapevolezza che il futuro della società necessita di una assunzione di responsabilità che deve coin-volgere tutti i soggetti sociali, nei loro rispettivi ruoli e capacità di azio-ne.

Francesca Forno Il testo è un estratto da “AA.VV, 2009, GASP, Gruppi di Acquisto

Solidale e Partecipativo, Milano, Puntorosso”.

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Una mamma serena è una mamma mi-gliore! E’ questa la semplice verità che sta dietro a MammaFit. Per chi non ne avesse ancora sentito parlare MammaFit è la nuova ginnastica in cui la mamma arriva in un parco pubblico con bimbo e carrozzina o passeggino e, mentre culla il suo pargoletto, si allena tonificando mu-scoli, bruciando calorie con l’obiettivo di rimettersi informa dopo l’impegnativo periodo della gravidanza e del parto.Se vedete in mezzo al verde un gruppo di mamme che si muove più o meno a tem-po e a ritmo, e magari coinvolge nelle movenze il proprio bimbo, tranquillamen-te adagiato nel passeggino oppure diver-tito in braccio alla mamma, ora sapete dove siete: siete di fronte a un corso di MammaFit. Monica Taranto ed Elaine Bar-bosa, ideatrici dell’innovativo metodo, oltre ad essere istruttrici di fitness ed aver lavorato per anni in palestre di ottimo li-vello, sono prima di tutto “mamme” e credono con tutto il cuore che una mam-ma serena sia anche una mamma miglio-re. Hanno provato sulla propria persona che, quando si è mamma, trovare del

tempo libero è una dura impresa. Hanno anche provato su se stesse il desiderio di ritornare in forma e di rientrare nei vecchi vestiti. Ma fare ginnastica e nello stesso tempo accudire un piccolo che ha bisogno di attenzione 24 ore al giorno è qualcosa difficilmente compatibile… Cosi è nato il programma di fitness per mamme: Mam-maFit! Questa nuova disciplina prevede una classica lezione di ginnastica e ha come obiettivo principale quello di aiutare le mamme a tornare in forma e a sentirsi

bene anche a livello psicologico, senza nulla togliere ai loro bambini. MammaFit infatti è una ginnastica che consente di essere mamma e donna contemporanea-mente. Permette di godere delle gioie della maternità e allo stesso tempo di essere consapevole del proprio corpo e delle proprie esigenze. E’ una pratica che stimola a prendere cura di sè, ad uscire di casa, a godere il verde della città, a stare con altre mamme e condividere i dubbi, le incertezze e soprattutto a prendere il bel-

lo della vita! Certamente una madre sicu-ra di sè e consapevole delle proprie esi-genze è un buon modello di comportamento per il suo bambino! E il bambino? E’ senz’altro un’esperienza uti-le e piacevole anche per lui: a volte, du-rante la lezione, è incuriosito da quello che sta facendo sua madre o la madre di altri bimbi. A volte è divertito da cosa dice e da come si muove l’istruttrice, altre vol-te semplicemente dorme, piange o ride. Il bambino fa il bambino e insieme alla sua

mamma trascorre piacevoli momenti all’area aperta.A Bergamo i corsi, patrocinati dall’Ammi-nistrazione Comunale, si tengono al Parco Turani il lunedì e il mercoledì alle 10.30. La lezione dura circa un’ora, allena tutto il corpo e ha un programma mirato per il recupero del pavimento pelvico e gli ad-dominali. Per fare MammaFit è necessa-rio aver partorito da almeno sei settima-ne e presentare un certificato medico di idoneità. Per info www.mammaf.it.

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L’acqua è l’elemento primordiale, la fonte da cui trae origine ogni essere vivente.Essa accoglie, nutre e protegge da prima

della nascita la vita dell’individuo, che nel periodo fetale è immerso nel liquido amnio-tico dove vive uno stato di fusione e dove

sperimenta e si arricchisce di esperienze.Immersi nell’acqua possiamo galleggiare, come durante la vita intrauterina, e speri-mentare l’esperienza corporea della fluidi-tà, possiamo affinare un sentire femminile, sottile, intenso, rassicurante.Attraverso l’acqua si può riassaporare l’e-sperienza a livello fisico, mentale ed emoti-vo della vita prenatale, regredire e rivivere momenti traumatici della propria vita per superarli, rielaborarli e ri-nascere liberi.L’acqua ha la capacità di metterci in contat-to con le nostre emozioni più profonde, che attraverso l’onda del movimento, il ritmo del respiro e del battito del cuore, consente di trovare in sé le risorse creative per af-frontare la vita in un ciclo di ri-nascita.Per valorizzare al meglio le proprietà dell’acqua è infine importante sentirsi im-mersi in un ambiente familiare, in acqua calda e priva di cloro: queste caratteristiche hanno una precisa valenza fisica, consen-tendo un rilassamento maggiore e movi-menti morbidi, e una valenza emotiva, perché avvicinano alla memoria arcaica della vita intrauterina, permettendo uno stato di benessere primario.

Maternità e acquaticità neonataleL’ostetrica Giusy Carolei ci guida alla scoperta delle proprietà dell’acqua

Palazzago: TATA-O, un’oasi di benessere per rilassare e rigenerare tutta la famiglia in armonia, piccini compresiIl 25 settembre scorso, a Gromlongo di Palazzago (a pochi minuti da Bergamo) è stata inaugurata ufficialmente TATA-O, la casa degli elementi. TATA-O è un nuovo concetto di SPA, un centro benessere che mette al centro dell’attenzione la fami-glia. È proprio la famiglia infatti, e non poteva essere altrimenti, l’ispiratrice di questa avventura imprenditoriale che vede coinvolti Daria Transunto, educatrice perinatale e Giovanni Piazzalunga, im-prenditore, sposati e genitori di quattro figli. Perché è proprio dall’esperienza che si vive in famiglia all’interno delle mura domestiche, ma anche al ristorante e in altri locali pubblici, che si capiscono le esi-genze di un nucleo familiare composto da bambini e genitori e mamma Daria e papà Giovanni (con ben quattro figli) ne devono

aver fatta di esperienza!Questa loro esperienza è stata così trasfe-rita e adattata ad un centro benessere, un luogo che per antonomasia non si addice certo ai bambini. Hanno saputo coniugare e miscelare le esigenze dei grandi con quelle dei piccini per permettere a tutti di passare qualche ora di benessere in armo-nia con la propria famiglia. Prendersi cura di se stessi e dei propri cari è la prima re-sponsabilità di ognuno di noi, perché stare bene con se stessi fa vivere meglio il rap-porto con gli altri. La filosofia di TATA-O si basa sul concetto di “Casa degli Elementi”, acqua, terra e aria e fuoco. È attraverso il percorso pro-posto dei quattro elementi che si raggiun-ge il benessere psico-fisico di tutta la fami-glia. In coerenza con la filosofia alla base

della proposta, grande attenzione è stata posta nella realizzazione della struttura per minimizzare l’impatto ambientale, perché creare una solida cultura del benes-sere significa investire seriamente nel fu-turo. La scelta dei materiali di costruzione è ricaduta quindi su prodotti naturali ed ecocompatibili come legno e pietra locale (chilometro zero). La struttura è dotata di un impianto solare termico per la genera-zione di acqua calda, serramenti in PVC ad alta efficienza energetica ed isolamento acustico. TATA-O è dotato di un’unità di trattamento dell’aria che garantisce il re-cupero del calore sensibile e latente. At-tenzione infine è stata posta anche per l’illuminazione, dove si è puntato su una tecnologia con lampade al LED che garan-tiscono bassi consumi energetici.

InauguratalaprimaFamilySPAamisuradibambino

L’ostetricia counselor Giusy Carolei grazie alla sua specifica formazione accompa-gna le donne in gravidanza alla ricerca e scoperta di sé attraverso la vicinanza alla vita sensoriale del proprio bimbo, affianca la relazione madre/padre-figlio nei pri-mi mesi di vita così da consolidare una fiducia reciproca basata sulla sperimenta-zione in acqua, accoglie le donne in periodi di fatiche e criticità emotiva per soste-nerle nel ritrovare le risorse necessarie per affrontare un cambiamento.La donna trova così nell’ostetrica un riferimento competente ed empatico che l’aiu-ta a sentirsi più sicura delle proprie percezioni instaurando così una relazione inti-ma del tutto speciale.

A Bergamo i corsi tenuti da Carolei in collaborazione con l’ostetrica Luana Fuma-galli presso la piscina Siloe sono i seguenti:

Scoprirsi mamma in acqua: corso di accompagnamento alla nascita Come un pesce nell’acqua: corso di acquaticità neonataleLa cura dell’acqua: percorso di accoglienza e rilassamento

Nei prossimi numeri di Bergamo Sostenibile l’ostetrica Giusy Carolei approfondirà alcune tematiche legate all’acqua e alle maternità, quali ad esempio: sensorialità fetale, cambiamenti fisici ed emotivi in gravidanza, le fatiche dell’essere mamme, sviluppo psicofisico del bimbo nel primo anno di vita, l’acqua come elemento fem-minile di cura.

Giusy CaroleiGiusy Carolei e’ diplomata a Milano nel 1991 e suc-cessivamente laureata, lavora c/o l’Azienda Ospeda-li Riuniti di Bergamo. Nel 2005 consegue diploma di counseling sanitario presso la scuola Shinui “Centro di consulenza sulla relazione” di Bergamo e nel 2009 consegue il Master in Coordinamento delle Professioni Sanitarie presso l’Universita LIUC di Castellanza Varese. Insegnante di Metodi Naturali e docente del corso di laurea in ostetricia presso l’Universita’ degli studi di Milano-Bicocca. “Socia del Centro Isadora Duncan” centro di studio, formazione e consulenza multiculturale e trandisciplinare. Ha partecipato al corso preparatorio per il conse-guimento del diploma di consulente professionale in allattamento materno IBCLC sviluppando percorsi e progetti di promozione e facilitazione dell’allattamento al seno. Assistente Bagnante e Istruttrice di nuoto FIN di 1° Livello, si è specializza attraverso corsi di formazione di acquaticità in gravidanza e per bimbi c/o Mipa e approfondisce con Watsu e Reiki metodiche di rilassamento e percezione corpo-rea, collaborando negli anni con diverse piscine della provincia.

Chi è...

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Acquistare e consumare frutta e verdura di stagione consente di beneficiare al massimo grado del sapore e del valore nutritivo degli alimenti che la natura ci offre nel periodo più adatto alle qualità e caratteristiche di tali prodotti. Al giorno d’oggi è facile trovare in qualsi-asi periodo dell’anno ogni tipo di frutta e verdura provenienti dall’estero o da pro-duzioni in serra anche nel negozio sotto casa. Questo a discapito della convenien-za, dell’ecosistema e sopratutto della sa-lute.V’è infatti un innegabile svantaggio nutri-zionale: gli ortaggi e la frutta per noi fuo-ri stagione scontano il difetto di essere state colte in un grado di maturazione incompleto e spesso, di conseguenza, ri-sultano poco gustose. Per presentarsi nel-le casse dei supermercati in forma accet-tabile, dovendo affrontare viaggi di migliaia di chilometri, la frutta viene raccolta prima del tempo per poi maturare solo durante il viaggio. Ma così facendo non giungono a

pieno compimento tutte le qualità nutri-zionali che frutta e verdura potrebbero potenzialmente avere. Ormai si è perso il concetto di “stagionalità” tant’è vero che talvolta non ci si ricor-da neanche più quali siano i prodotti della terra che rispettano il normale corso delle stagio-ni. E non dimenti-chiamo che frutta e verdura sono una miniera pre-ziosa di vitami-ne essenziali per l’organismo per-ché agiscono come an-t ioss i -

danti in grado di rallentare i processi di invecchiamento delle cellule del corpo umano. I prodotti ortofrutticoli, in parti-

colar modo quelli stagionali, sono ricchi di sali minerali e contengono una discreta quantità di carboidrati sotto forma di zuc-cheri semplici che danno energia senza appesantire il corpo.Scegliamo quindi frutta e la verdura di

stagione perché solitamente crescono all’aperto e in località vicino al luogo di consumo, spesso sono coltivati

con sistema biologico e biodinami-co, non consumano energia ridot-to per il necessario riscaldamento

e determinano un minor consumo di carburante per il trasporto (ac-quisti a chilometro zero).Consumare frutta e verdura di sta-

gione significa quindi alimentarsi in modo sano, spendere meno, esaltare il gusto dei prodotti, ma soprattutto signifi-ca vivere in modo più naturale. In questa rubrica illustreremo di volta in volta i frut-ti e le verdure di stagione approfondendo le proprietà nutrizionali ed i benefici che hanno sul nostro organismo.

Duccio Colombo

Mangiamopiù frutta e verdura di stagionePiù buona, meno cara, più ricca e… non fa invecchiare!Meglio se a chilometro Zero: costa meno, anche all’ambiente

Alimentazione > Alimenti di stagione

Frutta:Sono mesi del... cavolo! Italia sì, Italia no ...la terra dei cachiTra gli ortaggi il mese di ottobre è il mese in cui giungono a maturazione e raccolta molte varietà di crucifere: tra di esse vi è il “cavolo verza” (Brassica oleracea sabauda detto cavolo lombardo o di Savo-ia) che è un prezioso e duttile ortaggio, ricchissimo di fibre e di acqua, di carboidrati di Vitamina A e B1 (che contribuisce all’equilibrio nervoso) e di composti isotiocianati (con proprietà antitumorali). La ricchezza in minerali e vitamine, inoltre, fa dei cavoli alimenti particolarmente indicati in caso di anemia, e nelle fasi di recupero immediatamente successivo a malattie affaticanti. Se ne consiglia il consumo fresco, magari tagliato a fettine, di modo che tutte le sue sostanze nu-tritive non si perdano con la cottura. Rinforza le difese immunitarie, ha una funzione preventiva nei confronti di molti tumori e combatte le ulcere. Mol-to utile contro bronchiti, coliti, con-giuntivite, contusioni, sinu-site, diabete, diarree e dissenterie, dolori gastrici ed inte-stinali, dolori muscolari e reu-matici e influenza. La ricchezza del cavolo

in zolfo, arsenico, calcio, fosforo, rame, iodio può spiegare le sue virtù digestive, rimineralizzanti e di ricostituente cerebrale: 1 kg di cavolo dà un apporto di 2,5 grammi di fosforo. Grazie al suo contenuto di vitamina B1, è un fattore di equilibrio nervoso. Sciac-qui con il succo di cavolo curano l’afonia. I cavolini di Bruxelles sono invece particolarmente ricchi di vitamina C (ne contengono il doppio delle arance) di acido folico (o vitamina B9) prezioso in gravidanza per prevenire la spina bifida, ma anche molto utilizzato nei soggetti celiaci per proteggere il loro delicato intestino.

Il frutto tipico di questo periodo è il kaki o Loto del Giappone. I cachi, come vengono chiamati in Italia, sono frutti originari della zona meridionale della Cina e per questo vengono chiamati anche “Mele d’Orien-te”. In Europa é arrivato alla fine del Settecento, ma solo come pianta ornamentale. L’albero del kaki è oggi considerato anche “l’albero della pace”, perchè dopo il devastante bombardamento atomico di Naga-saki (agosto 1945), sopravvissero soltanto alcuni alberi di questo frutto. I frutti del kaki hanno una polpa dolcissima, simile ad una morbida crema, tan-to da meritare il nome di “pane degli Dei”. Il caco è un frutto energetico: apporta circa 65 chilocalorie per 100 grammi.È composto da circa il 18% di zuccheri, il 78,20% di acqua, lo 0,80% di proteine e lo 0,40% di grassi, ha una ragionevole quantità di vitamine (vitamina C e potassio soprattutto) oltre ad essere ricco di beta-carotene (funzione anticancro e an-tiossidante) e di potassio. Ha proprietà lassative e diuretiche ed è sconsigliato a chi soffre di diabete o ha problemi di obesità. E’ molto indicato per depurare il fega-to e per l’apparato nervoso. Pare anche che sia un ottimo rimedio naturale sia per la tosse che per il singhiozzo. I cachi vengono raccolti non ancora ma-turi tra la fine di ottobre e dicembre, a seconda del

clima, lasciando una porzione di ramo, per evitare così la maturazione sull’albero e la successiva cadu-ta. In seguito il caco, per divenire gradevole al pala-to, deve maturare finché non raggiunge la giusta consistenza. L’uso più tipico dei cachi è il consumo fresco dei frutti. Il caco è facilissimo da mangiare: lo si taglia a metà e poi si mangia la polpa con un cuc-chiaio. In alcune regioni del mondo, in Giappone so-prattutto, i cachi si essiccano. In occidente, invece, si preparano anche creme e confetture.Il suo sapore, particolare e zuccherino, gratifica i pa-lati più sofisticati e si presta alla preparazione di go-lose ricette. Originario della Cina e portato in Occi-dente agli inizi dell’Ottocento è ormai molto diffuso in tutta Italia.

Verdura:

“FRUTTI DI STAGIONE(ottobre/dicembre)

AranceCachiKiwiLimoniMandariniMelePerePompelmiUva

VERDURE DI STAGIONE(ottobre/dicembre)

BroccoliCarciofiCaroteCavolfioriFinocchiMelanzanePatateRadicchioSpinaciZucche

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Ai piedi dei colli di Città Alta, il Villino d'Erica è un fresco e accogliente ristorante,di cucina naturale preparata con prodotti biologici e biodinamici.

La cucina naturaleincontra lo stile “organic chic”

RISTORANTE - PIZZA ALTA QUALITÀ - IL VILLINO D'ERICA - Via Sombreno, 31 - VALBREMBO Località Fontana (BG) Tel. 035.527736www.ilvillinoderica.it

Nella frazione Cortenuova sopra di Marti-nengo si trova l’azienda agricola Biofarm Spineto che da circa tredici anni produce ortaggi ed alleva animali secondo il meto-do biodinamico.Un sistema biodinamico, così come il bio-logico, non prevede l’utilizzo di antiparas-sitari, erbicidi, diserbanti e concimi di sin-tesi ma in aggiunta, rispetto al biologico, prescrive una serie di accorgimenti e tec-niche agrarie che mirano alla creazione ed al mantenimento della fertilità del terreno, vale a dire dell’humus. Questo perché un terreno vitale, una vol-ta ottenuto, è in grado di dare prodotti non solo buoni, sani e genuini, ma anche ricchi di capacità nutritive ed in grado di conservarsi nel tempo.In tale ottica per esempio si pratica la ro-tazione delle coltivazioni, la semina di erbai tra una coltura e l’altra che non la-sciano il terreno esposto, inattivo e gli restituiscono sostanze nutritive prelevate dalla coltivazione; oppure la coltivazione di colture che fra loro non sono competiti-ve e rispettano l’equilibrio del terreno, anche in vista della coltura successiva; l’utilizzo di preparati di origine assoluta-mente vegetale o minerale (camomilla,

ortica, tarassaco, achillea, valeriana, sili-ce ecc..) in dosi omeopatiche per il rag-giungimento dell’obiettivo sopra indicato.Con quanto ottenuto vengono poi allevati gli animali (galline, oche, faraone, tacchi-ni, capre, pecore, api e conigli) i cui pro-dotti, data il maggiore valore nutritizio della loro alimentazione, risultano sensi-bilmente superiori a quelli biologici.In azienda è poi presente un laboratorio alimentare per la trasformazione di una

parte dei raccolti, così offerti nel punto vendita interno e nei mercati settimanali cui l’azienda partecipa. Coerentemente con questa filosofia di fondo, l’azienda attua un vasto impiego di energie “alternative”, per mezzo di un impianto fotovoltaico della potenza nomi-nale di 20 Kwp che soddisfa oltre la metà del fabbisogno elettrico.Per spiegare tutto ciò anche alle nuove generazioni, la Biofarm ha deciso di ade-

rire al circuito delle fattorie didattiche e di aprirsi alle scuole con la creazione di una capiente aula didattica.Attraverso l’impiego di modellini, sezio-natori di terreno, arnie apribili e lavagna interattiva l’azienda riesce a rendere più accessibile anche ai giovanissimi questo meraviglioso e naturale modo di coltiva-zione e d’allevamento.Non mancano gli incontri serali aperti a tutti con esperti che svolgono approfondi-menti sui svariati temi, quali ad esempio omeopatia, architettura sostrenibile e col-tivazioni biologiche.

Per ulteriori informazioni:www.biofarmspineto.com

Agricoltura e allevamento biologico e biodinamicoAlla Biofarm di Martinengo da 13 anni all’avanguardia. Sensibilizzazione attraverso Fattorie didattiche e incontri con esperti

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Sembra che anche il palato possa ritenersi soddisfatto dell’ecocucina: merito di chi da 5 anni prova e riprova, sperimenta e as-saggia ricette e piatti preparati principal-mente con scarti o con avanzi di cucina, solitamente non utilizzati nelle ricette tra-dizionali.Lisa Casali, 33 anni, ha così unito la gran-de passione per la cucina alle competenze in tematiche ambientali: due ingredienti che hanno portato nel 2009 alla nascita di un blog “HYPERLINK” www.ecocucina.org e quest’anno alla pubblicazione del libro “La Cucina a Impatto [quasi] Zero”, scritto con l’amico Tommaso Fara. Nel li-bro tanti consigli pratici e una serie di ri-cette selezionate e perfezionate nel corso degli anni, grazie anche agli spunti e alle proposte dei tanti lettori del suo blog.

Accanto ai sempre validi consigli per un’a-limentazione più ricca di cibi di origine vegetale o biologici, nelle 144 pagine tro-viamo suggerimenti innovativi, per non dire scioccanti: avete mai provato a prepa-

rare e degustare piatti a base di bucce di peperoni o di banana (sì! ...solo le “buc-ce” della banana)? Lisa Casali ci ha pensato, provato e ripro-vato e ora è pronta per raccontare “La cu-cina a impatto [quasi] zero. Scarti, avanzi e gustose ricette”.

Perché un’alimentazioneabassoimpattoambientale?

Ogni giorno compiamo decine di scelte ri-guardo al cibo che hanno importanti con-seguenze in termini di consumo di risorse, emissioni inquinanti in atmosfera, nel suolo, nelle acque e non da ultimo conse-guenze sulla produzione di rifiuti.Secondo l’ultimo rapporto del Global Fo-otprint Network, stiamo consumando le risorse di un pianeta grande 1,3 volte la Terra. Uno stile di vita che non può essere sostenibile nel lungo periodo perché porta inevitabilmente a un esaurimento delle risorse.L’alimentazione può davvero influire sul

livello dei consumi di risorse del pianeta?Facciamo un esempio: se misurassimo come “chilometri percorsi in auto” le emissioni di gas serra dovute al cibo con-sumato da una persona per un anno inte-ro, avremmo il seguente risultato: un’ali-mentazione basata su prodotti di origine vegetale e biologici corrisponde a 281 Km, l’alimentazione “onnivora”, con pro-dotti convenzionali corrisponde a un per-corso di 4758 Km. Lo sancisce uno studio dell’Istituto tedesco per la Ricerca sull’E-conomia Ecologica (IOeW).

La differenza è impressionante!

Questi dati ci aiutano a prendere più co-scienza dell’impatto ambientale di tutto ciò che consumiamo, anche solo man-giando. Vale quindi la pena di sostituire pasti basati su prodotti animali con ali-menti vegetali altrettanto nutrienti come legumi, cereali e ortaggi.

Beh…un cambiamento non da pocoche si scontra con una cultura e tradi-zioni che spesso vanno in direzione op-posta.

Non è necessario cambiare drasticamente il proprio stile di vita, ma è sufficiente modificare qualche abitudine per ridurre la propria impronta ecologica.Mi sono resa conto che il mondo del cibo è quello in cui abbiamo più potere di scel-ta e in cui le decisioni prese quotidiana-mente al supermercato o al ristorante hanno maggiore impatto sull’ambiente.

Alcuni esempi?

Gli alimenti migliori per la nostra salute, oltre che per l’ambiente, sono quelli poco lavorati e non raffinati: sono infatti quelli più ricchi di vitamine e fibre e richiedono meno risorse naturali per la loro produzio-ne. Quando acquistate cereali e legumi, compatibilmente con i vostri consumi, prendete grandi quantitativi in modo da ridurre gli imballaggi utilizzati per il con-fezionamento. Anzi: evitate il più possibi-le prodotti con imballaggi e preferite, quando è possibile, quelli sfusi. Scegliete ingredienti possibilmente biolo-gici o biodinamici e di stagione.

Prediligete la produzione locale e la filiera corta: una soluzione può essere comprare direttamente dal produttore, ai mercati del contadino o attraverso un Gruppo di Acquisto Solidale (G.A.S.).

E in cucina?

Per prima cosa occorre evitare il più possi-bile di acquistare cibi take-away che ge-neralmente comportano l’utilizzo di im-ballaggi, con l’unica funzione di portare il cibo pronto fino a casa e poi diventano rifiuti da smaltire.Se preparate ricette elaborate e che ri-chiedono lunghe cotture, preparatene una dose doppia e poi conservatela sottovuo-to in frigo o nel congelatore. Raddoppiare le quantità di una ricetta non implica il consumo del doppio di energia, ma sola-mente di 1,2 volte: in questo modo si ri-sparmia anche tempo oltre che energia.In cucina sostituite la pellicola trasparen-te e l’alluminio con contenitori riutilizzabi-li, coperchi universali o piatti. Al posto della carta assorbente usate strofinacci, spugne e asciuga piatti. Utilizzate la pen-tola a pressione per le cotture lunghe e non dimenticate il coperchio con le pento-le tradizionali.

Ma veniamo a questa idea di utilizzare gli scarti alimentari. Nel tuo libro c’èunasezionecon80ricetteilcuiingre-diente principale è lo scarto.

Forse non ci abbiamo mai pensato ma gli scarti e gli avanzi in cucina sono una quantità rilevante: in alcuni prodotti, pen-

siamo ad esempio a asparagi e carciofi, lo scarto equivale al 50% del prodotto. Nor-malmente questo 50% viene scartato mentre con alcune tecniche particolari può trasformarsi in flan, mousse, soufflé, gnocchetti, ecc.Per ridurre il nostro impatto generale sull’ambiente, oltre alla scelta dei prodot-ti e oltre alle tecniche di cottura, è impor-tante utilizzate ogni parte degli ingre-dienti cercando di limitare al minimo i rifiuti prodotti. A questo scopo si possono utilizzate gli scarti e gli avanzi per prepa-rare altri piatti. Gli scarti possono venire anche congelati per essere utilizzati in seguito.

Come nascono le tue ricette?

Le ricette presenti sul Blog e sul libro sono mie invenzioni. Per ogni ricetta che pub-blico ce ne sono almeno 10 che ho scarta-to e devo anche ringraziare le mie “cavie” perché non sempre le sperimentazioni escono bene al primo colpo! La mia cuci-na è un laboratorio a cui dedico quasi tut-to il tempo libero da almeno 5 anni. Mi diverte molto fare esperimenti in cucina e mi dà grande soddisfazione quando ne escono grandi piatti.

Piacciono queste ricette?

Dal blog ho sempre avuto riscontri molto positivi, sia in termini di contatti giorna-lieri (da 300 a 3 mila al giorno) sia come utilizzatori di ricette. Piace anche solo l’i-dea, ma tanti lettori chiedono consigli, propongono loro stessi alcune varianti o

Alimentazione > L’intervista

“Ecocucina”ovvero cucinare a basso impatto ambientaleIn un libro le ricette a impatto zero: come utilizzare gli scarti, spendere meno energia, meno tempo e meno soldi. L’ambiente ringrazia. E il palato?

VI INVITIAMO NELLA NOSTRA CANTINA

a cura di Diego Moratti

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È in uscita da metà ottobre il libro “La Cucina a Impatto [quasi] Zero” scritto da Lisa Casali e Tommaso Fara, edizioni Gri-baudo (144 pagine, 23 euro).Il libro è un concentrato di consigli per la cucina di tutti i giorni e di ricet-te che prevedo-no l’utilizzo di ingredienti co-munemente con-siderati scarti come gambi, buc-ce, foglie, lische, ecc.Destinato ad un uti-lizzo domestico, il volume si pone l’o-biettivo di sensibiliz-zare ad un consumo consapevole degli ali-menti e del loro impat-to ambientale, compre-si gli alimenti che scartiamo.Il libro si compone di due parti: La prima parte è “teorica” e ricca di consigli su qualunque scelta si compia riguardo al cibo: dalla spesa al supermercato alla scelta dal menù in un ristorante.Si parla quindi di ingredienti biologici, a chilometro zero, a filiera corta, non lavo-rati, senza imballaggi e di stagione.La seconda parte è più “pratica” e racco-glie circa 80 ricette rigorosamente a bas-so impatto ambientale.Le caratteristiche che accomunano le ri-cette sono:- L’ingrediente di base è uno scarto o un avanzo;- La preparazione prevede, laddove è pos-

sibile, l’impiego di tecniche che permetto-no di ridurre tempi di cottura, acqua e grassi aggiunti, come la cottura in pento-la a pressione. La preparazione in

genere è facile e prevede po-chi passaggi;- Gli ingredienti “extra” necessari per pre-parare le ricette sono gli ingredienti nor-malmente presenti in una dispensa;- Tutte le volte che è possibile i prodotti animali (come latticini e uova) vengono sostituiti con prodotti vegetali a minore impatto.Realizzando queste ricette scoprirete come risparmiare, non solo risorse, ma anche soldi.Le ricette hanno infatti un costo medio complessivo inferiore ai 2 Euro. Le foto-grafie sono di Vincenzo Lonati, le illustra-zioni sono creazioni della società di grafi-ca Leftloft.

NOTE AMBIENTALI: Il libro è stampato su carta certificata FSC ed è a impatto zero. Per compensare le emissioni di CO2 asso-ciate alla produzione del libro gli autori hanno infatti aderito al progetto “Impat-to Zero” di Lifegate.Tale progetto prevede il calcolo del con-tributo all’effetto serra e la relativa compensazione attraverso progetti di riforestazione nel sud del mondo.

intere ricette. Il sito ha riscosso molto suc-cesso e con i lettori sono nati scambi mol-to interessanti.

A questo punto vuoi proporre una ri-cetta a tutti i lettori di “Bergamo soste-nibile”?Chissàchenonnascanoscambialtret-tanto interessanti.

Che ne dite se propongo una ricetta per ogni numero della rivista?

Affare fatto.La trovate a pagina 29.

Cari lettori, cominciate a conservare gli scarti e gli avanzi. A cominciare dalle buc-ce di peperone.

IL LIBRO: La Cucina a Impatto [quasi] Zero

L’AUTRICELisa Casali

Lisa Casali è nata a Forlì nel 1977, fin da piccola coltiva la passione per cucina con il pi-glio della scienziata.Si occupa di tematiche am-bientali da più di 10 anni, pri-

ma per studio (laurea in Scienze Ambientali e Master in campo ambientale) e poi per lavoro.Dalle sue due grandi passioni: ambiente e cucina è scaturita l’i-dea di una cucina a basso impat-to ambientale.Ideatrice del blog www.ecocuci-na.org, continua nella sua attività di ricerca e sperimentazione per una cucina che sia sostenibile, ma allo stesso tempo di soddisfa-zione per occhi e palato.

CUCINA MEDITERRANEA

CUCINA MESSICANA

CARNE ALLA GRIGLIA

PIZZERIA

Bergamo - Via Don Luigi Palazzolo, 38Tel. 035.225855 - [email protected]

Lisa Casali e Tommaso Fara in cucina

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Quando la cucina naturaleincontra lo stile “organic chic”Il Villino d’Erica: fare della “cucina naturale” uno stile di vita e… d’impresaIl biologico? Una scelta di gusto e di qualità, non ideologicaUn’alimentazione genuina e raffinata, semplice ma curata: sono questi gli ingre-dienti che, mixati alla freschezza di Erica e alla location della storica osteria “Il Vil-lino”, ai piedi del colle San Vigilio, hanno reso possibile una gustosa storia di cucina naturale.Carote che “sanno” di carote, carni del territorio prive di ormoni, pesce fresco cu-cinato al forno, condito semplicemente con un filo d’olio, accompagnato da ver-dure a vapore, senza salse o sughetti che andrebbero a coprire il gusto originale.Cucina naturale significa anche ispirarsi al ciclo delle stagioni: primavera, estate, au-tunno, inverno. Quindi lasagne tutto l’an-no, ma da marzo ad agosto servite con salsa di rucola e zucchine e pinoli tostati, mentre da settembre servite con la zucca, dal colore più intonato alla stagione au-tunnale e “dai sapori più vellutati e cocco-losi, sensazioni maggiormente indicate per il freddo inverno” ci spiega Erica Bet-tinelli, titolare del ristorante-caffè e piz-zeria di alta qualità “Il villino d’Erica” che ha sede a Valbrembo (Bergamo) in locali-tà Fontana a due passi dalla città, eppure immerso nello splendido scenario del Par-co dei Colli.Ma Erica non ne fa solo una questione di prodotti di stagione: ci vuole anche un pizzico di fantasia e creatività. E se la cre-atività arriva al punto di organizzare un concerto jazz per salutare ogni inizio di stagione, è solo l’ulteriore tocco di stile che si aggiunge agli ingredienti base. La classica ciliegina (biologica s’intende) sul-la torta (fatta in casa). “All’interno di un personale percorso di avvicinamento ver-so un’alimentazione sana e naturale, all’età di 25 anni, insieme al mio compa-gno di vita e di avventure, abbiamo pen-sato a cosa “noi” -come clienti- andava-mo cercando nei locali o ristoranti che frequentavamo” – racconta Erica. “Prima di allora ho fatto un po’ di tutto: l’impie-gata, le trasferte all’estero, la ragioniera, il lavoro nei più disparati settori, dall’abbi-gliamento alla ristorazione. Finché sette anni fa, il 21 marzo 2003, primo giorno di primavera, abbiamo dato avvio a que-sta nuova sfida. Volevamo coniugare il crescente interesse per l’alimentazione biologica con un clima di un ristorante de-cisamente familiare, accogliente, capace di far sentire la gente a casa propria”. Ed Erica, aggirandosi fra i tavoli e salutando calorosamente i suoi ospiti, fa proprio sentire tutti a casa propria, tanto che i tanti clienti abituali la chiamano per nome anche solo per chiederle un consi-

glio o per fare due chiacchiere. Cosa che le viene naturale, come la cucina.“L’intento tuttavia è di tenere alta la qua-lità del servizio e dei prodotti utilizzati. Così anche la pizza non è una semplice pizza, la pasta viene lasciata riposare per 28-30 ore, con lievitazione naturale e tre impasti: farro, integrale e zero. “La farina “zero” è diversa dal tipo “00” perché non è trattata e quindi è più corposa, più pro-fumata e più nutriente” –ci dice Erica. “Non usiamo scatolame, tutti gli ingre-dienti sono creati in cucina. Pane, pasta e

dolci sono fatti in casa, per il pane faccia-mo due sfornate quotidiane, a pranzo e a cena”. Nulla è lasciato al caso: i fornitori hanno certificazione biologica così come il ristorante dispone di un’ampia scelta di birre speciali tedesche e di vini biologici o biodinamici. Anche le acque sono scelte per il loro basso residuo fisso. E infine massima attenzione e rispetto per le in-tolleranze alimentari. Tra i tavoli in legno e i caldi tendaggi c’è spazio anche per un piccolo negozietto di prodotti e di farine che vengono utilizzate in cucina. Oltre ai

70 posti nei due ambienti interni, c’è la possibilità di utilizzare il giardino esterno, ben curato e circondato da vasi che con-tengono rispettivamente timo, salvia, ro-smarino, menta, erba cipollina, origano, camomilla, melissa e ruta. Un angolo di casa e di giardino, che per coerenza con

la filosofia della propria cucina e del pro-prio stile di vita, utilizza energia elettrica prodotta al 100% da fonti rinnovabili e possiede la garanzia di protezione am-bientale che certifica l’assenza di inquina-mento elettromagnetico o da radiazione naturale all’interno del locale.

Alimentazione > Il ristorante > Valbrembo

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Alimentazione > Le ricette

La ricetta biologica del VillinoLasagne di zucca biologica

Per realizzare questa ricetta pulite la zucca, tagliate-la a pezzetti e fatela cuocere nel forno a 200 gradi per circa 20 minuti (potete anche farla bollire per 15 minuti, ma perde parte delle proprietà nutritive e an-che di gusto).Una volta cotta frullatela e aggiungete la besciamella in modo da ottenere un composto cremoso.

PREPARAZIONEDisponete in una teglia il primo strato di pasta e rico-pritelo con la crema di zucca e besciamella, fate la stessa cosa con il secondo strato aggiungendo però il caciocavallo (grattugiato a scaglie).Procedete con questa alternanza per 5/6 strati. L’ul-timo strato ricopritelo con grana e caciocavallo. Infor-nate il tutto a 200 gradi e lasciate cuocere per 30

minuti circa. Prima di servire irrorare con un filo d’olio e spolverare con grana e amaretto grattugiato.

Via Delle Seradine, 103 Loc. Cortenuova Sopra24057 MARTINENGO (BG) - Tel. 329.21.94.437 - 0363.90.88.64 - [email protected]

Progetto1_Layout 1 21/10/10 15.32 Pagina 1

La ricetta di Lisca (dal libro di Lisa Casali)

Chips di bucce di peperoni gialli e rossi

Per preparare questa ricetta spellate i peperoni con la tecnica che preferite (in padella, al forno, al microon-de). Poi trasformate delle semplici bucce in chips da servire come aperitivo. Una volta che avrete essicca-to le bucce si conserveranno anche mesi chiuse in un vasetto, per cui potrete usarle anche per un aperitivo autunnale, quando i peperoni non saranno più di sta-gione. Lo stesso procedimento si può usare anche per le bucce di pomodoro. Fondamentale per la riuscita del piatto è che le bucce siano perfettamente essicca-te prima della cottura in olio.

PREPARAZIONEScartate le bucce bruciate, capita soprattutto in pa-della o al forno. Essiccate le bucce al sole per una giornata (in alternativa usate l’essiccatore o il forno).

Quando le bucce saranno perfettamente essiccate (provate a schiacciarne una con la mano: dovrà sbri-ciolarsi), immergetele in un pentolino con olio bollen-te poche alla volta. Disponete le chips in bicchierini mono porzione e conditele con sale ed erbe aromati-che. Servite come aperitivo.

IngredientiLebuccedi1kgdipeperoniSaleOlioErbearomatiche(origano,basilico,rosmarino,timo)

Ingredienti per 6 persone500gr.dizuccabiologicapulita500gr.dipastafrescaperlasagne200gr.digranagrattuggiato½ caciocavallo1litrodibesciamellaolio Extra Vergine d’oliva1 amaretto

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Raffinatissima e squisitamente curata nei dettagli, la serata dedicata alla scoperta dei grandi vini italiani, organizzata da Mercure Hotel Bergamo, ha conquistato e coccolato i presenti per le scelte di gusto, estetico ed enogastronomico.Con accompagnamento musicale del quintetto jazz Soundway, nella sede dell’hotel a Palazzo Dolci nel centro di Bergamo, il 5 ottobre 2010 è stata pro-posta la degustazione di quattro vini, da cui il nome dell’evento: “Vinissimum”. La degustazione “alla ceca” è stata abbi-nata alla presenta-zione in anteprima di due formaggi ber-gamaschi, l’Agrì di Valtorta e lo Stracchi-no a munta calda, due formaggi che sono stati successiva-mente portati da Slow Food al “Salo-ne del Gusto” di Tori-no, dal 21 al 25 otto-bre 2010.Come l’abbinamento tra vino e formaggi, la partnership tra la catena Mercure hotel e l’associazione internazionale Slow Food sottolinea i comuni intenti di esalta-re le caratteristiche del territorio, nel ri-spetto della biodiversità alimentare e del cibo genuino e di qualità. “Buono, pulito

e giusto” è infatti lo slogan dei “Presìdi Slow Food”, presìdi che contraddistinguo-no un modello di agricoltura basata sulla qualità e sul recupero delle tradizioni che altrimenti rischierebbero di sparire.Allo stesso modo Hotel Mercure ha propo-sto agli invitati della serata di selezionare uno dei quattro vini degustati, per inserir-lo nella carta dei vini Mercure.

Carta dei vini che è stata presentata ufficialmente il 21 ottobre in

occasione del “Salone del Gusto” di Torino.

L’intento è di corri-spondere ai gusti di persone che, pur non essendo esperti, esprimono

liberamente il loro gusto personale, compilando una sem-plice scheda tecnica. Anche i formaggi presìdi di Slow Food saranno disponibili presso il bar interno dell’hotel “L’Accade-mia”. A presentare la serata la direttrice

dell’hotel, Montserrat Satorra Farré che ha spiegato che “Vinissimum” si tiene in ogni singola nazione affinché la carta dei vini racchiuda l’identità di ciascun territo-rio. La serata a Palazzo Dolci in particola-re rappresentava l’evento di chiusura del-le dieci tappe italiane di selezione dei vini

svolte negli hotel sparsi per la penisola. Presente anche il fiduciario della Condotta di Slow Food Ber-gamo, Enrico Radicchi, che illustrando le ca-ratteristiche dei for-maggi ha annun-ciato che presto si promuoverà l’iter che porterà l’Agrì di Valtorta e lo Stracchino a munta calda ad ottenere la sta-tus di Presìdi Slow Food, in omaggio a questi tradizionali pro-dotti di nicchia della bergamasca.Al gusto dei prodotti di qualità e sull’onda dell’accompagnamento musicale non po-teva mancare l’arte figurativa: in tempo reale, l’artista spagnola Mar Aguilar resi-dente a Bergamo ha interpretato il mix di suggestioni dipingendo davanti ai convi-tati una tela che non poteva che chiamar-si: “Vinissimum”.

Diego Moratti

Nella pratica si stanno già adottando tutte le procedure per la coltivazione in modo “biologico”, ma per ottenere la certifica-zione di coltura biologica occorrono 3 anni di preparazione. Questo perché nonostan-te l’azienda agricola Sant’Egidio abbia già bandito i diserbanti e prodotti chimici di sintesi in tutti i vigneti, solitamente viene richiesto un periodo di almeno 3 anni per consentire al terreno di depurarsi comple-tamente. Una tradizionale attenzione all’ambiente che è sempre stata di casa nella famiglia Ravasio, famiglia che da di-verse generazioni lavora una piccola conca assolata alle pendici del Monte Canto, a Fontanella di Sotto il Monte, a due passi dall’abbazia di Sant’Egidio, un ambiente ideale per la produzioni di ottimi vini Val-calepio: “Si tratta di lavorare con una nuo-

va, o forse antica, mentalità che non tenta di dominare la natura con violenza, ma cerca piuttosto di osservarla e capirla per sfruttare con intelligenza ed a proprio van-taggio gli equilibri e i meccanismi dell’am-biente e, quindi, agire in armonia con esso”. Questo il pensiero della famiglia

Ravasio che ancora oggi conduce questa attività proseguita dalle due giovani figlie: “Coltivare queste colline per noi non è sta-to semplicemente un lavoro, bensì una passione, o forse un sogno”. Un sogno che continua con la prossima ristrutturazione di un antico cascinale in mezzo ai vigneti in cui verrà realizzato un Agriturismo con ristorante e alcuni alloggi. Nel frattempo non resta che approfittare dei “Momenti di Gusto”, degustazioni di vini accompa-gnati da taglieri di salumi e formaggi no-strani, un’iniziativa che si tiene tutti i sa-bati e le domeniche nel dehor della cantina di fronte alle vigne oppure sotto le volte della splendida cantina.

domenica 21 novembre 2010

Consorzio tutelaValcalepio

wine tourandar per vigne

PROGRAMMAmattina: visita a 2 cantine

Pranzo “DiVino”

pomeriggio: visita a 2 cantine

Partenza con pullman ore 10.00 da Bergamo piazzale Malpensata.

Rientro previsto ore 18

costo 35 euro (tutto incluso).

Info e prenotazioni: fino esaurimento [email protected]

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Aspettando il biologico…degustiamoci un ValcalepioAll’azienda agricola Sant’Egidio di Sotto il Monte avviato l’iter per la certificazione di vini e grappe

Gustati in anteprima due formaggi bergamaschi

presentati al salone del gusto di Torino

> Eventi

www.bergamosostenibile.com Numero 01 - Novembre/Dicembre 2010 31

Page 32: Bergamo SOStenibile 1

Eco&Eco: ABC della Green economyEnergie rinnovabili, tecnologie “pulite”, agricoltura sostenibile, conservazionee gestione intelligente degli ecosistemi, infrastrutture attente alla naturaL’«Eco-economia» può rispettare gli equilibri del pianeta e creare milioni di nuovi posti di lavoroOramai siamo abituati a usare l’inglese, a proposito e spesso a sproposito. Ma se volessimo tradurre in italiano “green eco-nomy”, ad esempio con “eco-economia”, capiremmo subito lo stretto legame lin-guistico tra “economia” ed ”ecologia”. Entrambe le parole, infatti, vengono dal greco “oikos”, “casa”. L’eco-nomia è la regola (“nomos”) per amministrare la casa (“eco” da oikos”): sia la propria casa, sia quella casa comune che è la so-cietà umana. L’eco-logia (parola inventa-ta nel 1866 dal biologo tedesco Ernest Haeckel) studia le relazioni tra gli esseri viventi e il loro ambiente, che è la loro casa. La prima parola è molto antica (era presente già nella tarda latinità), la se-conda dunque è molto recente. Vicine nell’origine, nella loro etimologia, le due parole sono molto lontane nella pratica, addirittura “nemiche”. La crisi ecologica mondiale (riscaldamento globale, perdita di biodiversità, inquinamento…) è stata provocata proprio da una economia che si è creduta padrona del pianeta e dei desti-ni umani. La “norma”, la “regola” di (buona) amministrazione di beni e pro-prietà private e pubbliche si è trasformata in una dissennata appropriazione di risor-se, in una presuntuosa volontà di dominio sulla Terra, in una distruzione degli am-bienti naturali che, in cambio di vantaggi, ha prodotto anche sofferenze mettendo sempre più a rischio il futuro dell’umanità stessa. Anche perché l’economia si è sem-pre più accompagnata con una “cono-scente”, la finanza, dalla storia un po’ in-quietante: di origine francese, “finanza” vuole dire “pagare alla fine”. La finanza è

un “affare di denaro”: alla finanza inte-ressano poco il legame con territorio e la concretezza della produzione; ama invece la rendita e il tintinnare delle entrate. Si trasforma quindi facilmente in speculazio-

ne, i suoi sudori non sono quelli della fati-ca, del duro lavoro, ma quelli prodotti dalle oscillazioni capricciose e improvvise degli indici di borsa.

L’unione di economia e ecologiaEconomia ed ecologia, insomma, devono riavvicinarsi anche nella pratica, come si conviene a due brave sorelle. Le regole economiche (un po’ bizzose e misteriose) del mercato e le regole ecologiche (com-plesse e incontrollabili da noi) degli ecosi-stemi devono andare d’accordo.L’aria, l’acqua, la varietà delle forme vi-venti formano la buona salute degli ecosi-stemi, ovvero degli insiemi di esseri vi-venti, ambiente e condizioni

fisico-chimiche inseparabilmente legati tra loro in uno spazio delimitato, dove sviluppano interazioni reciproche. Gli es-seri umani non possono fare a meno di questa base naturale e l’economia deve

essere al servizio del loro benessere, di un interesse collettivo, senza distruggere questa base naturale per motivi egoistici e a vantaggio solo di qualcuno.La consapevolezza di quanto sia impor-tante riconciliare economia e ecologia è cresciuta sempre più negli ultimi decenni. L’unione di economia e ecologia, ovvero la capacità del genere umano di stare sul-la Terra con saggezza e lungimiranza, è nell’interesse di entrambi, umanità e pia-neta. Ecco allora emergere il concetto di “green economy”, di una economia “ver-de” (“green”), che conosce e rispetta le leggi non scritte ma inesorabili dell’am-biente terrestre, nostra casa comune.Il programma delle Nazioni Unite per l’ambiente (Unep), ad esempio, ha invita-

to la comunità mondiale a intraprendere un “Green New Deal” globale. Il New Deal è il grande piano d’azione avviato nel secolo scorso dal presidente america-no Franklin D. Roosevelt per affrontare la grande crisi del 1929. Oggi occorre un grande piano d’azione per fronteggiare le sfide della nostra epoca. Secondo l’Unep, la green economy può essere definita come “una economia che si traduce in un accresciuto benessere umano e in una ri-duzione a lungo termine delle disugua-glianze senza esporre le generazioni futu-re a rischi ambientali significativi e a una scarsità di risorse ecologiche”.Un’economia ecologica può appunto ser-vire a gestire meglio e in modo più equo le risorse non rinnovabili (in via di gradua-le esaurimento) e quelle rinnovabili (sot-

toposte a un livello di sfruttamento supe-riore alla loro capacità di rigenerazione). L’eco-economia può dare centinaia di mi-lioni di nuovi posti di lavoro (i cosiddetti “green jobs”, lavori compatibili con l’am-biente). Dove? Soprattutto in alcuni set-tori, come l’energia, le tecnologie “puli-te”, l’agricoltura sostenibile, la conservazione e la gestione intelligente degli ecosistemi, le infrastrutture attente alla natura, i sistemi di mobilità eco-com-patibili. Nuove attività possono sorgere, ma anche le attività economiche tradizio-nali possono rinnovarsi e conoscere una rivoluzione radicale del modo di produrre e consumare, divenendo esse stesse nuo-vi motori di cambiamento verso una eco-nomia più “green”.

Mario Salomone

Green economy

Bandi & Incentivi

Contributiafondoperdutoperinvestimentisulla riduzione dei consumi energetici Dal 2 novembre 2010 sarà aperto il bando INNOVA RETAIL 3 ri-volto a imprese commerciali all’ingrosso, al dettaglio in sede fissa e ai pubblici esercizi, alle imprese dei servizi (solo se stret-tamente funzionali al comparto del commercio), aventi sede le-gale ed operanti in Lombardia.In particolare nella misura 3 si finanziano investimenti in innova-zione per la riduzione dei consumi energetici e dell’impatto am-bientale.Il bando prevede la possibilità di richiedere un contributo a fondo perduto che, nell’ambito della Misura 3 con finalità di particolare interesse pubblico, è elevato al 70%, fino a un massimo di

€10.500,00.Sono ammissibili le spese sostenute fra l’1 ottobre 2010 ed il 30 giugno 2011.Tra le voci di spesa ammissibili:- Attrezzature per la produzione di energia da fonti rinnovabili- Attrezzature per interventi finalizzati a migliorare l’efficienza energetica e gestione energetica.Scadenza: domande di contributo on line a partire dalle ore 9,30 del giorno 2 novembre 2010 fino ad esaurimento delle disponi-bilità finanziaria e comunque non oltre le ore 16,30 del giorno 15 dicembre 2010.

Consulenze e Certificazioniper uno sviluppo sostenibile

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I TUOI PIANId’AZIONE

Mario Salomone,sociologo dell’ambiente, si è laureato a Torino con una tesi in Filosofia Teoretica su “Uomo e natura nella società tecnologica”.È professore aggregato di Politiche territoriali e sostenibilità all’Università di Bergamo e membro del Collegio didattico della Scuola di Dottorato in Antropologia ed epistemologia della complessità.Dirige il mensile “.ECO, l’educazione sostenibile” ed è direttore responsabile del semestrale scientifico internazionale “Culture della sostenibilità”.È membro, tra l’altro, del Comitato scientifico nazionale italiano UNESCO del Decennio delle Nazioni Unite per l’educazione allo sviluppo sostenibile (2005-2014) e Segretario Generale della rete internazionale WEEC (World Envi-ronmental Education Congress).È autore di numerosi articoli, saggi, romanzi e racconti. Con il romanzo Mes-saggio dal futuro (Giunti, 1998) ha ottenuto la segnalazione al Premio Le-gambiente “Un libro per l’ambiente”.

Cosa è il Griss

Per informazioni:Ufficio Agevolazioni Economiche della camera di CommercioTel. 035-4225 223 - email: [email protected] completo su:www.commercio.regione.lombardia.it/shared/ccurl/580/355/bando_innova_retail_3.pdf

32 www.bergamosostenibile.comNumero 01 - Novembre/Dicembre 2010

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Ecoinnovazione,“fare di più con meno risorse”L’Unione Europea scommette sulle PMI per lo sviluppodi un’economia sostenibile che ne migliori la competitività d’impresa

Secondo l’Unione Europea l’integrazione di aspetti di sostenibilità ambientale nelle strategie economiche rappresenta uno de-gli strumenti cardine per migliorare la com-petitività delle imprese.Ecoinnovare significa adottare un insieme di metodologie, strumenti, opzioni tecnolo-giche, organizzative e logistiche che per-mettono ad un’azienda di innovare i propri processi, prodotti e servizi riducendo il loro impatto sull’ambiente e favorendo lo svi-luppo sostenibile. “Fare di più con meno”, è lo slogan dell’ecoinnovazione: fare di più con meno energia, meno materie prime e più creatività.La Commissione Europea ha appena rinno-vato e rilanciato la sfida attraverso la “Di-chiarazione di Bilbao sull’eco-innovazione nelle PMI”. Il focus è sulle Piccole e Medie Imprese (PMI), il tessuto economico fitto ed articolato che sostiene la competitività europea ma che sconta spesso intrinseche difficoltà nell’eco-innovarsi. Esse costitui-scono il 99% di tutte le imprese e danno lavoro a oltre 100 milioni di persone. Le raccomandazioni contenute nella Dichiara-zione di Bilbao rappresentano la cornice di

un quadro di politiche innovative emergenti nell’Unione europea e negli Stati membri. Nel quadro dell’attuale crisi economica, le PMI vengono considerate come trampolino di lancio per una crescita rinnovata e soste-nibile e costituiscono una scelta intelligen-te. Le sfide e le opportunità sono enormi. Negli ultimi 25 anni, l’economia mondiale è raddoppiata, raddoppiando l’utilizzo del-le risorse. L’economia ora è cinque volte più grande di 50 anni fa, mentre il pianeta ha meno risorse. Data la rapida crescita della popolazione a livello mondiale, per rag-giungere i livelli di reddito fissati dall’OCSE entro il 2050, l’economia avrebbe bisogno di essere 40 volte più forte di quanto non lo sia ora.L’eco-innovazione offre una grande oppor-tunità, non è più un mercato di nicchia, ma un potente motore di sostenibilità, è il col-legamento tra protezione ambientale, cre-scita e occupazione. Il mercato europeo e mondiale dei beni e dei servizi sta crescen-do rapidamente.Il fatturato annuo delle eco-industrie euro-pee è 319.000.000.000 €, pari a circa il 2,5% del PIL europeo. L’eco-industria è cre-

sciuta a ritmo dell’otto percento all’anno ed è uno dei settori più dinamici d’Europa. Affinché le PMI innovative possano prospe-rare, devono essere superate delle barriere significative, come l’accesso ai finanzia-menti, la tutela della proprietà intellettua-le, i diritti di proprietà (DPI) e la mancanza di competenze specifiche.Sono necessarie anche politiche per accele-rare la domanda: aumentare la domanda di eco-innovazione, dei beni e dei servizi ambientali. L’eco-innovazione non è un lusso ma un buon affare, essenziale per il nostro futuro. La strategia Europea “20-20-20” del 2020 ha fissato la sfida per l’Unione e la previsio-ne di una trasformazione verso un’econo-mia verde e sostenibile.Il testo completo della dichiarazione di Bil-bao, alla stesura della quale il nostro grup-po di ricerca Griss ha preso parte, è disponi-bile sul sito http://ec.europa.eu/environment/ecoinnovation2010/1st_fo-rum/.

Serenella Sala e Valentina Castellani membri del G.R.I.S.S.

Anche in Lombardia come in Europa, alcu-ne PMI hanno raccolto la sfida e stanno realizzando progetti di eco-innovazione. Ad esempio, il Bosco Mobile (BOMO) è un progetto di ricerca finanziato dal settore Agricoltura della Regione Lombardia fina-lizzato alla realizzazione ed ottimizzazio-ne di una filiera corta lombarda “bosco–legno”.Il progetto coinvolge il Consorzio Foresta-le della Val d’Intelvi e Progetto Lissone, consorzio di circa 200 PMI che operano nel settore dell’arredo.Attraverso il progetto BOMO si vuole in-dagare la possibilità di integrare le attivi-tà di questi due soggetti per creare una filiera corta legno-arredo in Lombardia, che permetta a Progetto Lissone di pro-durre mobili utilizzando legno locale, pro-veniente da foreste certificate, riducendo anche l’impatto derivato dal trasporto della materia prima dal luogo di prelievo al luogo di lavorazione.Inoltre, la creazione di un mercato per

l’utilizzo del legname locale nel settore dell’arredo (espandendo l’attuale merca-to, indirizzato prevalentemente alla legna da ardere), permetterà al Consorzio Fore-stale di valorizzare le risorse naturali del-la Val d’Intelvi, promuovendo al contem-po la tutela del territorio e la creazione di nuovi posti di lavoro.

BoscomobileIn Lombardia la filiera cortadal bosco al legno all’arredo

Gruppo di ricerca sullo Sviluppo Sosteni-bile, nasce dall’esigenza di promuovere, all’interno del Dipartimento di Scienze dell’Ambiente e del Territorio dell’Univer-sità Bicocca di Milano, attività di ricerca nell’ambito della sostenibilità dello sviluppo, con l’o-biettivo di potenzia-re l’integrazione tra aspetti ambientali, economici, sociali ed istituzionali. La sfida della sosteni-bilità è, infatti, rap-presentata dalla ca-pacità di individuare e definire nuovi modelli di sviluppo in grado di conciliare le esigenze di cittadi-ni, imprese e istituzioni con la tutela e la conservazione qualitativa, quantitativa

e funzionale dell’ambiente. Il GRISS in-centra le sue attività di ricerca su meto-dologie e strumenti per lo sviluppo so-stenibile, con particolare attenzione a due attori fondamentali dello sviluppo

locale: gli Enti Pub-blici, sempre più impegnati sul ver-sante della pianifi-cazione integrata, e il mondo delle Im-prese, nel delicato passaggio verso una nuova etica del fare business, verso processi produttivi maggiormente eco-

efficienti e verso nuovi prodotti ad ele-vata compatibilità ambientale.

www.disat.unimib.it/griss

Cosa è...

Serenella Sala Valentina Castellani

Il Griss

www.bergamosostenibile.com Numero 01 - Novembre/Dicembre 2010 33

Page 34: Bergamo SOStenibile 1

Dal novembre 2001 sono 90 le nuove ini-ziative accolte all’Incubatore d’Impresa della Camera di Commercio di Bergamo: più di tre quarti di queste “idee” sono dive-nute vere e proprie attività imprenditoriali, costituite sia in forma di impresa sia in at-tività di lavoro autonomo. Ma la cosa ancor più importante è che la quasi totalità di queste nuove imprese, ben il 95%, sono ancora oggi attive sul mercato.Questo il bilancio del progetto “Incubatore d’Impresa”, voluto dalla Camera di Com-

mercio di Bergamo attraverso la propria azienda speciale “Bergamo Formazione”. Obiettivo: dare un concreto sostegno alla creazione di nuove imprese accompagnan-dole nel delicato momento dell’avvio di un’attività.Da quasi 10 anni presso il Centro Formati-vo per la Creazione d’Impresa di Brembate di Sopra, sede dell’Incubatore, vengono messe a disposizione agli aspiranti impren-ditori alcune postazioni di lavoro con com-puter, telefoni e stampanti, uffici arredati, servizi di formazione per lo sviluppo delle competenze imprenditoriali, consulenze

personalizzate e un supporto promoziona-le, volti ad aiutare concretamente le neo imprese nella fase di start-up. Le nuove idee imprenditoriali sono selezionate ogni anno sulla base di un apposito bando al fine di valutarne sia la fattibilità che l’inno-vatività della proposta: spesso infatti si ri-scontra come l’alto tasso di mortalità pre-coce delle nuove imprese dipenda essenzialmente da una scarsa programma-zione operativa dell’attività e dalla necessi-tà di sostenere costi iniziali non trascurabili

per l’apertura di un ufficio e per l’acquisto di attrezzature.Nell’Incubatore l’aspirante imprenditore può quindi trovare il soddisfacimento di due bisogni fondamentali: disporre di uno spazio di lavoro attrezzato (senza grossi investimenti iniziali) e affrontare più sere-namente le prime e fondamentali scelte, grazie al sostegno di una struttura e perso-nale specializzato. L’aspirante imprenditore ha la necessità di identificare il proprio mercato e i propri clienti, valutare la convenienza economico-finanziaria del proprio investimento, sce-

gliere la forma giuridica più idonea, indivi-duare le forme di finanziamento migliori e le eventuali opportunità di ottenere agevo-lazioni finanziarie. L’obiettivo principale del progetto “Incubatore d’Impresa” infat-ti è quello di aumentare le possibilità di sviluppo e il tasso di sopravvivenza delle nuove imprese, con conseguenti riflessi sul-lo sviluppo dell’economia locale e la crea-zione di posti di lavoro, attraverso il crucia-le supporto nella fase di studio che precede la costituzione dell’impresa.

Green economy

Il progetto Incubatore si rivolge ad aspiranti imprenditrici e imprenditori oppure a mi-croimprese e lavoratori autonomi già attivi ma operanti da non oltre 12 mesi.Le iniziative selezionate usufruiscono di uffici attrezzati e arredati, oltre che di una costante assistenza e di un tutoraggio personalizzato, di percorsi formativi specifici e di 20 ore di consulenza: tutti questi servizi sono inclusi nel costo annuo di partecipa-zione pari a 1.200,00 euro.Viene offerto anche un supporto promozionale attraverso la partecipazione a manife-stazioni fieristiche, visibilità attraverso la stampa locale, spazio su brochure informa-tive e nelle pagine del sito Internet del progetto.In sede di selezione sono privilegiate le iniziative aventi carattere innovativo, capacità di creare auto-occupazione e sviluppo nel lungo periodo, coerenza con la storia perso-nale e il curriculum del proponente. La selezione dei candidati avviene tramite bando pubblico, secondo la disponibilità di posti liberi all’interno della struttura. Le domande di partecipazione devono pervenire, unitamente al curriculum vitae dei proponenti ed a un business plan dell’iniziativa, alla segreteria di Bergamo Formazione entro il 9 dicembre 2010. Per informazioni www.incubatore.bergamo.it

Apertoilnuovobandoperl’Incubatored’ImpresaDomandeentroil9dicembre2010

Dalla Camera di Commercio un sostegno alle nuove impreseCon il progetto “Incubatore d’impresa”novanta nuove iniziative nella bergamasca

Fare impresa nella Green economyConl’incubatoreèpiùfacile

L’Incubatore d’impresa si rivolge da sem-pre a iniziative particolarmente innovative nel settore dei servizi. Tra i settori più rap-presentati in questi anni figurano l’infor-matica e il web, il design e la grafica, la consulenza e la formazione. Negli ultimi anni, oltre ad un incremento di iniziative dedicate alla valorizzazione del territorio provinciale e dei suoi prodotti tipici in un’ot-tica di sviluppo turistico, favorito da una sezione tematica ad hoc all’interno dell’Incubatore, si è assistito ad una crescita esponenziale di attività legate alla Green economy.Sono così nate all’in-terno dell’Incubatore imprese che si occupano di consulenza in materia di ambiente (Studio Ambiente, ISTAR srl, SPAQ srl), di hardware ricondizionato (Semantic srl), di sistemi di riscaldamento a basso consumo (Orofuoco), di certificazioni energetiche in

edilizia e nell’industria (CRIEN snc), di im-pianti che sfruttano energie alternative (FSG srl, Solar Project) o che recuperano energia dispersa (Icenova Engineering srl), di progetti di sviluppo sostenibile per priva-ti, pubbliche Amministrazioni e progetti di editoria sostenibile (Green Solution). Tutto questo fervore di imprese verdi all’interno

dell’Incubatore è il segnale

che in questo setto-re si può fare impresa

e la si può fare con profitto, aiutando an-che il resto del sistema economico a farlo nel rispetto dell’ambiente. Un segnale for-se lo si poteva già leggere quando l’avven-tura dell’Incubatore è iniziata nel novem-bre del 2001 con la prima impresa, Biotech srl, che ancora oggi è sul mercato proget-tando e realizzando edifici a basso consu-mo energetico. E “dulcis in fundo” questa stessa rivista “Bergamo SOStenibile”, di cui state leg-gendo il primo numero, è nata proprio

dall’incontro di professionalità diverse all’interno dell’Incubato-

re: un ulteriore valore aggiunto del progetto che

grazie ad un am-biente dinamico e inte-

rattivo è capace di mette-re concretamente “in rete” e in

proficua collaborazione le stesse nuove imprese.

Tra le iniziative del 2010 anche la rivista “Bergamo SOStenibile”!

Registrazione:Tribunale di Bergamo N. 25/10 del 04/10/2010 - Registro stampa periodici

Luca Taramelli - GiornalistaFrancesca Forno - Università di BergamoGiusy Carolei - Università Milano-BicoccaDuccio Colombo - BiofarmLisa Casali - Ecocucina

Mario Salomone - Università di BergamoSerenella Sala - GRISS Università Milano BicoccaValentina Castellani - GRISS Università Milano BicoccaMarco Fioravanti - Rewatt

Hannocollaboratoaquestonumero:

Editore> Studio Green Solution di Marco RossiDirettore Editoriale> Marco Rossi - [email protected]> Diego Moratti - [email protected]> Roberta Spinelli - [email protected] Grafico ed impaginazione> Layout Studio Service Srl - BergamoStampa> CSQ Spa - Erbusco (BS)Pubblicità> Studio Green Solution - [email protected] - Tel 335.362358 Via Privata Legler, 14 - 24030 Brembate Sopra (presso Incubatore d’Impresa di Bergamo Formazione)

Periodico d’informazione culturale sugli stili di vita e d’impresa sostenibili

34 www.bergamosostenibile.comNumero 01 - Novembre/Dicembre 2010

Page 35: Bergamo SOStenibile 1

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Un aiuto concreto per trasformare le idee in impresa

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Bergamo Formazione – Azienda Speciale della CCIAATel. 035/3888011 – 035/4158895

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Page 36: Bergamo SOStenibile 1

A Stezzano il primo superstore italianoin classe AAlimentato da sole e acqua,il supermercato Esselunga al centro commerciale “Le due Torri” è senza allacciamenti alla rete gas metano

Green economy

Eco curiosità

Un carrello in grado di immagazzinare l’energia cinetica, prodotta dal proprio movimen-to, e successivamente capace di trasformare l’energia accumulata in energia elettrica per l’illuminazione del supermercato: è questa l’idea presentata sul portale Yanko De-sign che consentirebbe un notevole risparmio di energia nell’arco di un anno, introdu-cendo questa novità all’interno di supermercati di grandi dimensioni.Mentre il cliente spinge il carrello tra scaffali e corridoi, un microgeneratore montato su ciascuna delle 4 rotelle (un po’ come la dinamo nelle biciclette) accumula energia, la quale viene poi riversata in un collettore quando il carrello viene riposto. L’energia ver-rebbe poi utilizzata all’interno dello stesso supermercato con conseguenti benefici sull’ambiente e sui consumi energetici. Una spesa un po’ più verde, nella speranza che i risparmi ambientali ed energetici generati nel supermercato si traducano anche in ri-sparmi sui prezzi ai clienti. Nel frattempo cominciamo a spingere.

Spingi,spingi cheproduci energia!

Il nuovo superstore Esselunga aperto il 14 aprile 2010 all’interno del nuovo centro commerciale «Le Due Torri» di Stezzano è il primo supermercato a basso impatto ambientale: un progetto innovativo cura-to dall’architetto Fabio Nonis che ha por-tato alla riqualificazione dell’ex comples-so RB Arredamenti, riqualificazione ottenuta seguendo i principi dell’architet-tura sostenibile con il recupero e la valo-rizzare in chiave ambientale delle due originarie torri bianche della precedente struttura industriale. Il fabbisogno energetico per il condiziona-mento ed il riscaldamento del superstore Esselunga è ricavato da elementi naturali: acqua e sole. L’acqua, prelevata in falda ad una profondità di oltre 70 metri e rac-colta in una piscina che si trova al di sotto del punto vendita, consente di produrre l’acqua calda necessaria al riscaldamento dell’intero supermercato tramite l’utilizzo di pompe di calore acqua-acqua ed il recu-pero del calore di condensazione delle centrali frigorifere del freddo alimentare.Il sole, attraverso un impianto fotovoltai-co che si trova sul tetto dell’edificio, viene utilizzato per produrre l’energia elettrica necessaria al funzionamento delle pompe di calore e, grazie ad un impianto solare

termico, per produrre acqua calda sanita-ria. La combinazione di acqua e sole, at-traverso l’impiego di tecnologie innovati-ve, ha permesso di eliminare la centrale termica, evitare l’allacciamento alla rete del gas metano e di conseguenza ha an-nullato tutte le emissioni di gas combusti in atmosfera. Massima attenzione all’impatto ambien-tale anche all’interno dei reparti: il repar-to Frutta e Verdura ad esempio impiega cestelli riutilizzabili al posto delle casset-te in legno e cartone comunemente utiliz-zate. Questi cestelli vengono ripetuta-mente lavati (con acqua riscaldata da impianto solare termico) e riutilizzati fa-cendo la spola tra i punti vendita e i cam-pi di produzione con conseguente rispar-mio di un ingente quantitativo di cassette di legno. Un sistema di riduzione e riciclo è utilizzato anche per le casse di polistiro-lo e plastica che contengono il pesce.L’illuminazione impiega tubi fluorescenti ad alta efficienza e basso contenuto di mercurio con elevati rendimenti energeti-ci e gestiti da un innovativo sistema di regolazione dell’intensità luminosa.Oltre alle novità introdotte con la costru-zione della nuova Esselunga di Stezzano, la catena di supermercati vanta una lunga

globale politica aziendale a favore della sostenibilità ambientale, dall’innovazione di prodotto (come i prodotti certificati a marchio Ecolabel o Esselunga Bio) alla tutela dei consumatori, riconosciuta ed apprezzata da numerose organizzazioni di consumatori. Già 10 anni fa inoltre ve-niva introdotto in Italia il sacchetto biode-gradabile per la spesa in Mater-Bi.Esselunga ha eliminato dalla distribuzio-ne le lampadine ad incandescenza con tre anni di anticipo rispetto agli obblighi della comunità europea.Il centro logistico di Biandrate viene inte-ramente alimentato da energia elettrica acquistata attraverso sistemi di produzio-ne energetica da fonti rinnovabili, con certificazione RECS (Renewable Energy Certificate System).Nel 2009 l’azienda ha vinto l’“Oscar dell’imballaggio 2009” grazie alla ridu-zione di circa 187 tonnellate di plastica utilizzata per le vaschette in polipropile-ne, offrendo la possibilità ai clienti di re-stituire le vaschette per poi essere ricicla-te dall’azienda.

Un’etichetta che spieghi al consumatore il valore dell’impatto ambientale connesso a ciascun prodotto: è questo uno dei sistemi messi in campo dal colosso inglese “Tesco” che si attesta come apripista per quanto riguarda la sensibilità alle politiche ambien-tali. Oltre a questo sistema di etichettatura ecologica (Carbon labelling) la strategia ambientale annovera eco-tessere fedeltà, basate su punti “green” e altri incentivi ri-volti a orientare il cliente a consumi responsabili. Ma non sono solo i clienti finali ad essere coinvolti in queste green policies: convinti che per prima cosa serva dare il buon esempio, i manager della Tesco hanno esaminato in primis i propri processi aziendali interni, dai mezzi di trasporto alla gestione dei rifiuti, portando Tesco a rea-lizzare il primo “Zero carbon store” al mondo. Infine non manca un controllo preventivo sui fornitori esterni, i quali vengono selezio-nati secondo lo stesso concetto di “low-carbon footprint” (impronta ecologica a basso impatto), con l’obiettivo dichiarato di orientare l’intero sistema di relazioni commer-ciali verso stili di vita a basso impatto ambientale.

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36 www.bergamosostenibile.comNumero 01 - Novembre/Dicembre 2010

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Page 38: Bergamo SOStenibile 1

Come vengono selezionati, lavoratie riciclati i rifiutiDalla plastica prodotti per l’edilizia,per l’auto e per il settore tessileSono 120.000 le tonnellate di plastica all’anno che arrivano agli impianti di sele-zione, recupero e riciclo della Montello Spa: se si considera che gli imballaggi in plastica post-consumo sono rifiuti molto leggeri e molto voluminosi, si può intuire che si tratta di una quantità impressionan-

te. L’impianto di selezione suddivide l’im-ballaggio in plastica per prepararlo al suc-cessivo processo di riciclo. La selezione, tramite detettori NIR (Near InfraRed) ad alta risoluzione, avviene per tipo di polime-ro e, nel caso dei contenitori per liquidi PET, anche per colore. Successivamente il mate-

riale viene imballato e immagazzinato, pronto per essere avviato agli impianti di riciclo. Le bottiglie in PET divise per colore (incolore, azzurro, colori misti) dopo la ma-cinatura, il lavaggio, la flottazione (proce-dimento per eliminare materiali estranei) e la centrifugazione, vengono trasformate in scaglie di Pet. L’elevata qualità di queste scaglie consente l’utilizzo anche nelle più innovative applicazioni nei settori dei pro-dotti per l’edilizia, per l’auto e per il tessile.Invece i contenitori per liquidi in HDPE sono trasformati in scaglie e in granuli destinati in particolare alla produzione di tubi e della Geomembrana bugnata, un isolante ideato dalla Montello Spa e impiegato nelle opere di costruzione sotterranee, per proteggere le fondazioni e nella posa orizzontale, gra-zie alla sua capacità drenante e impermea-bilizzante.

Fare impresa significa affrontare sfide, quotidianamente. Fare impresa significa credere in un progetto, lanciarsi, investire tempo e denaro, rischiare. Quando Roberto Sancinelli decise di trasformare la sua impresa in una “Green Story”, anticipando già nel 1996 il filone di successo della Green Economy, forse non si immaginava di dare vita ad una realtà con pochi eguali in Italia e in tutta Europa.La Montello Spa, leader nel trattamento di selezione e riciclo de-gli imballaggi in plastica e nel trattamento e rici-clo di rifiuti organici da raccolta differenziata, proviene dalla conversione industriale di una dit-ta del settore siderurgico e produttrice di tondini di cemento armato. Fondata negli anni ’70 e ri-levata negli anni ’80 da Sancinelli, si avvia a partire dal 1993 verso il settore del riciclo dei ri-fiuti, dapprima dedicandosi alla plastica post-consumo e successivamente aggiungendo il com-parto della selezione e recupero dell’organico (il cosiddetto “umido”) che sempre più comuni in-troducono all’interno della propria raccolta diffe-renziata. Un solo dato può dare l’idea di quanto quella sfida sia stata vincente: una quantità di rifiuti pari al 50% della raccolta della frazione umida-organico di tutta la Regione Lombardia, vale a dire la metà dei rifiuti organici di una delle re-gioni più popolate e avanzate d’Europa, giunge ogni giorno negli stabilimenti della Montello Spa, rendendola la più grande azien-da del continente specializzata in questo settore.Un fatturato di oltre 55 milioni di euro in costante crescita, circa 250 dipendenti che a breve aumenteranno ancora di altre cin-quanta unità grazie a un ingente investimento di 50 milioni di

euro in nuove tecnologie, un’area industriale complessiva di 350.000 mq di cui 120.000 mq di coperto: la Montello è l’esem-pio per antonomasia del successo della Green Economy, il settore dell’economia che unisce investimenti e sviluppo nel campo della sostenibilità ambientale e porta nuova occupazione sia in termini di posti di lavoro sia in termini di opportunità d’impresa nell’in-dotto di settore.La Green story della Montello Spa è salita alla ribalta tra le eccel-

lenze nazionali, vincendo la medaglia d’oro del Presidente della Repubblica per il premio nazio-nale “Sviluppo sostenibile 2009”, premio asse-gnato a 3 aziende italiane e istituito dalla Fonda-zione sviluppo sostenibile con la collaborazione di Ecomondo-Fiera di Rimini.Oltre alla Montello Spa le aziende premiate sono state la Indesit Company di Fabriano (An) e le Cantine Lungarotti di Forgiano (Pg). “Queste tre imprese- ha sottolineato nella cerimonia di pre-miazione Edo Ronchi, Presidente della Fondazio-ne- dimostrano che ormai c’è molto verde nel motore dell’Italia. E’ un importante segnale di

una visione innovatrice dell’industria italiana”. Un segnale che ogni anno viene presentato dalla Montello Spa a più di 3 mila studenti in visita scolastica e oggetto di stage di studenti universitari e del settore ambiente.Un segnale che, al di là della soddisfazione per l’importante pre-mio nazionale, rende merito a chi, con avveduta lungimiranza, ha saputo fare della propria impresa una green story di successo.

Diego Moratti

Green economy

Geomembrana bugnata GEOMONT ®

Veduta aerea dello stabilimento

Impianto di produzione scaglie PET da bottiglie

Roberto Sancinelli

Montello Spa: la sfida di investire nell’ambienteprima dell’avvento della Green economy

> Green story

Innovazione ed efficienza al servizio del riciclo dei rifiutiDalla Presidenza della Repubblica il premio “Sviluppo sostenibile”

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Dalla frazione organicaenergia elettrica, calore e fertilizzanteOgni anno giungono alla Montello circa 210.000 tonnellate di rifiuti organici, pari a circa il 50% di tutto l’umido raccolto

nella Regione Lombardia.

Da questo materiale or-ganico si ricava energia elettrica e termica attraverso la produzione di biogas da pro-cesso anaerobico.Dal compostaggio aerobico del fango pro-veniente dalla disidratazione del digestato, si ottiene invece la produzione di fertiliz-zante organico di qualità.La connotazione spiccatamente industriale

della Montello, la potenzialità delle sue do-tazioni impiantistiche e infrastrutturali, la ricerca continua di innovazioni tecnologi-che e la disponibilità alla sperimentazione hanno indotto l’azienda a realizzare negli anni continui adeguamenti e migliorie degli impianti secondo una logica che supera la scala locale. L’esperienza vissuta nella ge-stione del processo di compostaggio total-mente aerobico ha permesso di individuare come “fase cruciale” della lavorazione il “pretrattamento” della frazione organica del rifiuto, al fine di separare dalla stessa materiali estranei (plastica, vetro, metalli, ecc.) prima della biotrasformazione. Sono stati eseguiti pertanto degli investimenti in grado di migliorare sostanzialmente l’esi-

stente processo di trattamento mediante l’introduzione delle fasi di pretrattamento e di digestione anaerobica del rifiuto orga-nico. Al termine del processo la Montello arriva a produrre 60 milioni di kilowattora elettrici all’anno, di cui il 70% viene utiliz-zato dalla stessa azienda, il restante 30% viene re-immesso in rete. La produzione di energia termica prodotta dal riciclo dell’organico ammonta invece a 50 milioni di kwh termici l’anno, tutti im-piegati all’interno dello stabilimento che quindi risulta completamente autosuffi-ciente. Infine, sempre dal recupero della frazione umido-organica, si ottengono 20 mila tonnellate all’anno di fertilizzante organico di alta qualità.

“ Il fabbisogno energetico diminuisce passando dal trattamento aerobico a quello anaerobico, anzi, il trattamento anaerobico

è viceversa fonte di energia positiva; Vasto campo di applicazione (senza i problemi legati alla presenza di materiali estranei o all’eccessiva umidità); Flessibilità: lo stesso impianto può trattare diversi tipi di scarti organici; Automazione: il funzionamento dell’impianto è completamente automatico, inclusa la separazione dei materiali,

per i quali non è richiesta selezione manuale; Massimo recupero di energia sia elettrica che termica, grazie all’alto rendimento del processo multifasico; Riduzione emissioni di CO2: il materiale organico è convertito in energia verde, contribuendo alla riduzione delle emissioni

di CO2 e quindi alla riduzione dell’effetto serra; Impatto ambientale assolutamente contenuto. Il processo avviene all’interno di capannoni mantenuti in depressione e in

serbatoi e tubazioni ermeticamente chiusi, con l’eliminazione di eventuali emissioni di odori all’esterno e all’interno dell’impianto.

I vantaggi del trattamento anaerobico per il trattamentoe recupero della frazione organica

Sezione di pretrattamento rifiuto

Esempio di rifiuto organico in ingresso

Sezione di cogenerazione da biogas

In Italia il procedimento di digestione anaerobica risulta, al contrario di quanto avviene nel resto dell’Europa, poco diffusonel trattamento dei rifiuti di matrice organica. I vantaggi individuati nel trattamento anaerobico investono molteplici aspetti:

www.bergamosostenibile.com Numero 01 - Novembre/Dicembre 2010 39

Page 40: Bergamo SOStenibile 1

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La cultura del ri-uso, ma anche l’econo-mia del ri-uso, nella bergamasca ha il suo tempio a Curno: il “Mercatino” dell’usato, vero e proprio negozio in franchising all’interno del centro commerciale “Ze-bra” ha riscosso fin dalla sua apertura nel 2009 un enorme successo, sia per la sen-sibilità ecologica, che promuove il riutiliz-zo di migliaia di prodotti e vestiti che al-trimenti verrebbero buttati nei rifiuti, sia per la semplicità della formula di compra-vendita tra chi porta gli oggetti di cui vuo-le liberarsi e chi invece cerca di fare acqui-sti convenienti, facendo a volte veri e propri affari. Al mercatino infatti si può trovare di tut-to: da jeans, abiti alla moda o vintage, divani, scrivanie, oggetti d’arredo, da col-lezionismo e opere d’arte. Strumenti mu-sicali antichi o semplicemente poco usati, come pure giradischi, telegrafi, televisori o videoregistratori, ancora perfettamente funzionanti ma magari con l’unica “col-pa” di essere fuori moda. E ancora vecchi libri, porcellane e argenteria, cornici e tut-to quello che la gente vuole portare e “vendere”.Sì perché la finalità ecologica che sotto-stà all’idea del Mercatino sottolinea l’im-

portanza cruciale del recupero e del riuti-lizzo degli oggetti usati, oggetti che altrimenti diventerebbero enormi accumu-li di spazzatura.Riutilizzando un oggetto, un vestito o ad-dirittura una cucina, si allunga la vita a quelli che sarebbero semplici rifiuti che,

nella migliore delle ipotesi finirebbero alla raccolta differenziata, ma che più spesso finiscono direttamente in discarica. Riuti-lizzare un oggetto o un prodotto così com’è risulta invece il modo più efficace di risparmiare all’ambiente qualsiasi ag-gravio. Fondamentale è anche la mentali-tà che si crea e che viene promossa da questo tipo di attività: la sensibilizzazio-ne verso la cultura del riuso come sistema

etico-sociale e come pratica ecologica.Al Mercatino si possono anche trovare tante curiosità e perché no tanto diverti-mento: le occasioni di acquistare anche a prezzi bassissimi non mancano. Ad esem-pio c’è tutta una serie di prodotti che co-stano solo 1 euro, che magari possono

rappresentare quei piccoli sfizi che non ci saremmo mai tolti e che ora, complice il basso costo unito alla motivazione ecolo-gica, il Mercatino ci permette di affronta-re! Tanto più che oltre a comprare qualco-sa, ciascuno di noi può anche vendere qualcosa, magari liberandsi di vecchi so-prammobili o oggetti richiusi in qualche baule che non avremmo mai più riaperto e che ora possono addirittura divenire fonte di guadagno.A proposito, io ne ho diversi di scatoloni

colmi di oggetti… pronti per il Merca-tino del riuso di Curno. Mi sa che ci vediamo là!

Green economy “Come funziona?Guadagna chi vende, risparmia chi comprael’ambienteringrazia

Tutti possono portare al mercatino i proprio oggetti da vendere. Chi ven-de guadagna il 50% del valore con-cordato, il restante 50% resta al ne-gozio per i costi di gestione (affitto, personale, elettricità…) e per il pro-prio guadagno. L’oggetto in questio-ne rimane in esposizione per 60 giorni all’interno dei 400 metri qua-drati del negozio di via Fermi a Curno e se nessuno lo compra, dopo un al-tro mese si praticano sconti crescenti che possono andare dal 10 al 50%. Alla fine, se il proprietario non inten-de riprendersi indietro l’oggetto, vie-ne svenduto a 1 euro o dato in bene-ficenza, alimentando così un’ulteriore catena virtuosa di riutilizzo al massi-mo grado di qualsiasi cosa. Questa la filosofia della catena commerciale “Mercatino Srl” di Verona, sbarcata nel 2009 anche nella bergamasca. L’azienda complessivamente conta più di 170 negozi affiliati in franchi-sing in tutta Italia con 110.000 metri quadri di superficie espositiva e 1.100 addetti, per un totale di 25 milioni di articoli venduti. Articoli che, grazie al Mercatino, invece di diveni-re inutili rifiuti (costosi per la comuni-tà) si sono trasformati in convenienti opportunità d’acquisto e di vendita per oltre 4 milioni di persone.

Al Mercatino del ri-uso si allunga la vita degli oggettiCurno, per i privati un nuovo modo di vendere e comprare l’usato

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E’ stata una vera e propria rivoluzione culturale quella che negli ultimi anni ha portato al centro dell’attenzione il tema della produzione di energia da fonte rin-novabile. Solo nel 2005 le fonti rinnova-bili erano una sorta di mistero, salvo che per una sparuta minoranza avveduta e all’avanguardia. Alla vista dei primi pan-nelli fotovoltaici molti si chiedevano cosa fossero o quanto costasse un tetto realiz-zato con queste tegole così moderne. Da allora, molto è stato fatto in termini di diffusione delle conoscenze. Assemblee divulgative pubbliche, anche a livello co-munale, comunicazione in internet, gior-nali, televisione, fiere di settore e il lavoro di diffusione delle conoscenze svolto dall’industria. Tutto ciò ha permesso di moltiplicare le occasioni di dibattito du-rante le quali sempre più persone hanno iniziato a capire la convenienza dei siste-mi di produzione da fonte rinnovabile.Per comprendere meglio il quadro com-plessivo bisogna partire dal principio. La

produzione di energia in Italia avviene per circa l’80% da generazione termoe-lettrica, che sfrutta le cosiddette fonti fossili come il carbone, il gas naturale e l’olio combustibile (petrolio). Questi tipi di combustibili “non rinnovabili” sono in-quinanti ed esauribili, perché derivano da un processo di fossilizzazione di sostanze organiche durato milioni di anni. Il restan-te 20% di produzione si suddivide tra le fonti rinnovabili più diffuse: il 17% deriva dall’ idroelettrico, che sfrutta la forza dell’acqua per generare corrente elettrica; circa l’ 1,5% da fonte geotermica, che uti-

lizza invece il calore racchiuso all’interno del nostro pianeta; per la quota restante, davvero residuale, si passa dall’eolico, che consiste nello sfruttamento del vento tramite pale collegate a turbine, dal sola-re fotovoltaico che cattura l’energia del sole, e dalla combustione di biomassa, cioè materiali organici di origine animale e vegetale. E’ chiaro che il valore 80% da fonte fossi-le lascia spazi enormi di miglioramento. L’Italia dispone d’ingenti risorse solari ed eoliche. Molti paesi europei, per esempio la Germania e la Danimarca hanno dimo-strato che è possibile sfruttare ampia-mente le fonti rinnovabili per ridurre al massimo l’utilizzo delle risorse fossili. È compito nostro oggi perseguire una po-litica energetica sostenibile attraverso:- L’efficienza energetica in generale, a partire dai processi di produzione dell’e-nergia, passando dalle reti di trasmissio-ne e distribuzione per arrivare infine all’u-tilizzo che facciamo quotidianamente

dell’energia.- La generazione di energia elettrica da fonte rinnovabile, prevalentemente solare fotovoltaica ed eolica, dove il patrimonio italiano è vastissimo e ancora scarsamen-te utilizzato. Oggi il nostro paese è dotato di strumenti di incentivazione che ripercorrono en-trambi i criteri definiti sopra. Abbiamo si-stemi per il supporto al risparmio energe-tico, come i certificati bianchi e le detrazioni fiscali, e strumenti per la gene-razione efficiente di energia, come ad esempio i certificati verdi, i sistemi a tarif-

fa incentivante per l’energia elettrica fo-tovoltaica, eolica, mini-eolica e biomasse. Questi incentivi, variamente declinati sono in grado di trasformare in investi-menti sicuri e remunerativi quello che fino a pochi anni fa era di appannaggio esclu-sivo di paesi più sensibili alle tematiche ambientali. Adesso gli strumenti ci sono, le banche hanno intuito che gli investi-menti in rinnovabili sono sicuri -proprio perché erogati da entità statali come il GSE, Gestore dei Servizi Energetici- e si sono dotate di prodotti e strutture con personale in grado di consigliare, valutare e finanziare progetti anche complessi. La scelta adesso è nelle nostre mani: di chi, avendo una copertura industriale o civile, decide di installare un impianto fo-tovoltaico. I 4000 chilowattora annui consumati in media da una famiglia, (si-gnificano 1 Tep, 1 tonnellata equivalente di petrolio), possono essere evitati realiz-zando un impianto incentivato per 20 anni dallo Stato. È possibile quindi ridurre l’inquinamento ambientale e nel contem-po fare un investimento economicamente vantaggioso che attualmente rende il 10% l’anno. Medesime opportunità sono rivolte anche alle aziende agricole che hanno modo di realizzare consorzi e produrre sementi oleaginosi per l’alimentazione di impianti a biomasse liquide che, a maggior ragio-ne, quando sono promosse in filiera corta godono di un sistema di incentivi davvero competitivi ed interessanti. Per capire ap-pieno l’importanza di queste scelte è ne-cessario intervenire ancora per divulgare queste informazioni. Anche a livello di

amministrazioni centrali e locali, occorre capire che ci sono interventi di fondo che non hanno colore politico, non possono essere visti come “di parte”, ma vanno nell’interesse della comunità in generale. Come cittadini dobbiamo esigere che sui temi di primaria importanza -energia, istruzione e trasporti- è necessario elabo-rare una strategia condivisa, un obiettivo possibilmente sfidante ed elevato, attor-no al quale galvanizzare le migliori ener-gie del paese, come industria, ricerca e politica. Maggiore attenzione deve essere poi dedicata a queste tematiche anche da parte dei cittadini che devono iniziare a chiedersi non solo quanto costa un pro-dotto, una casa, un’auto, un elettrodome-stico, ma anche quanto costerà, a lui e ai suoi figli, in futuro, l’impiego di quel pro-

dotto, sia in termini economici che am-bientali. Dobbiamo uscire dal provinciali-smo che ci conduce a valutare le sole prestazioni estetiche o di costo iniziale. E’ uno sforzo che richiede un forte cambia-mento mentale, per questo l’industria dovrà proporre un marketing intelligente e responsabile, che evidenzi con strumen-ti di facile lettura le vere caratteristiche di consumo del prodotto. Apriamoci al nuovo e cogliamo le opportu-nità che oggi l’industria e lo Stato ci per-mettono di ottenere. Tutti i sistemi incen-tivanti disponibili ed erogati dallo Stato vengono pagati in bolletta da tutti gli italiani. Non approfittarne significa soste-nere gli incentivi a beneficio di qualcun altro.

Marco Fioravanti

Energie rinnovabili

Energia rinnovabilefinalmente una scelta possibile In Italia solo il 20% dell’energia prodotta è rinnovabileCambiamo direzione per stabilire moderni equilibri tra uomo e natura

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Energie rinnovabili > Normativa

Entrerà in vigore l’1 gennaio 2011 il nuo-vo Conto Energia, il sistema di incentivi a vantaggio di chi immette in rete energia prodotta da fonte fotovoltaica, approvato dal Ministero dello Sviluppo di concerto con il Ministero dell’Ambiente.Il decreto ministeriale conferma una tarif-fa incentivante garantita per 20 anni a partire dalla data di entrata in funzione dell’impianto. Le tariffe saranno ridotte rispetto a quelle attuali, con tagli del 6% a quadrimestre per il 2011 (meno 18% in un anno) e ulteriormente decurtate del 6% l’anno per gli impianti che entreranno in esercizio nel 2012 e nel 2013.Gli impianti saranno divisi in sei classi di potenza: tra 1 e 3 kW; tra 3 e 20 kW; tra 20 e 200 kW; tra 200 e 1.000 kW; tra 1.000 e 5.000 kW; oltre 5.000 kW con incentivi decrescenti.Il nuovo decreto semplifica le tipologie di installazione tra “impianti realizzati su edifici” e “altri impianti ”, eliminando così la categoria del parzialmente integrato.

Viene introdotta la tipologia “impianti in-tegrati con caratteristiche innovative” che usufruisce di incentivi più alti rispetto a quelli precedenti suddivisi in tre fasce di potenza. Questa tariffe saranno decurta-te del 2% l’anno (anziché del 6%) nel 2012 e nel 2013. Tariffe maggiorate del 5% vengono riconosciute agli impianti re-alizzati in aree industriali, commerciali, cave dismesse, aree di pertinenza a disca-riche o in siti contaminati.Tariffe maggiorate fino al 30% invece, vengono riconosciute ad impianti realiz-zati su edifici che riducono di almeno il 10% l’indice di prestazione energetica dell’edificio stesso.Per gli impianti a concentrazione, infine, le tariffe saranno divise in due fasce di potenza e decurtate del 2% l’anno per il 2012 e il 2013. L’obiettivo nazionale della potenza da in-stallare per il 2020 è fissata a 8.000 MW, un obiettivo non troppo ambizioso se si considera che già a fine 2010 si pre-

vede di superare la soglia dei 2.500 MW.Il tetto della potenza incentivabile è di 3.000 MW, a cui si aggiungono 200 MW per gli impianti a concentrazione e 300

per gli impianti integrati con caratteristi-che innovative.Sono confermate le condizioni per la cu-mulabilità delle tariffe incentivanti e la

riduzione dell’Iva. Ribadito il divieto di cumulo con le detrazioni fiscali.

Marco Rossi

Dal 2011 nuove tariffe incentivantiper il fotovoltaicoEmanato dal Governo il nuovo Conto Energia, riviste le tariffe e semplificate le procedure

42 www.bergamosostenibile.comNumero 01 - Novembre/Dicembre 2010

Page 43: Bergamo SOStenibile 1

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10 -1

0Il tema delle fonti di energia rinnovabili affrontato in modo personale e creativo da sei artisti: a proporre un’esposizione di questi lavori è la ABenergie Srl, società di fornitura di energia verde e gas naturale, che con la mostra “Fotografare l’energia” ha saputo unire la propria naturale sensi-bilità per l’ambiente ad una lodevole sen-

sibilità verso l’arte e la cultura.La rassegna presenta sei distinti sguardi rivolti agli elementi primari delle fonti rin-novabili: il sole, l’acqua e il vento, entran-do nel vivo della ricerca artistica dei foto-grafi coinvolti e diventando stimolo per osservare ed esplorare queste tematiche da punti di vista inediti.

La mostra è stata inaugurata a maggio all’interno della sede operativa di ABener-gie in via Tasca 3, a Bergamo, con l’espo-sizione dei lavori dei primi due fotografi, impegnati nell’interpretare il tema del Sole. Dal 30 settembre al 30 ottobre 2010 altri due fotografi espongono la te-matica dell’acqua ripresa nelle sue diver-se declinazioni di “sostenibilità” e di “inafferrabilità”.Il terzo e ultimo appuntamento vedrà il “vento” come oggetto di ricerca artistica e fotografica e sarà visitabile dal pubblico a partire dalla metà di gennaio del prossi-mo anno. Interessante in questo ciclo di esposizioni il particolare connubio rintracciabile an-che nei supporti tecnologici utilizzati: i sei autori di “Fotografare l’energia”, infatti, presentano i propri scatti su cornici LCD a basso consumo energetico, rispondendo alla suggestione di associare un metodo espositivo adatto all’immagine digitale e insieme coerente alla filosofia “sostenibi-le” della mostra.

Per informazioni:www.fotografarelenergia.it

La Nuova Fiera di BergamoinvesteinenergierinnovabiliEntro fine anno il Polo fieristico installerà l’impianto fotovoltaico con tecnologia amorfa più grande di tutta la provinciaDal 2011 le numerose manifestazioni espositive che si svolgono al Polo fieristico di Bergamo avranno un minor impatto sull’ambiente. Entro la fine di quest’anno la Fiera Nuova installerà un impianto fotovol-taico basato sulla tecnologia in silicio amor-fo, il più grande mai realizzato con questa tecnologia nella nostra provincia. E’ questa infatti la soluzione migliore individuata da Servitec Srl di Dalmine – Società di gestio-ne del Polo per l’innovazione tecnologica della Provincia di Bergamo – a cui è stato commissionato lo studio di fattibilità tecni-co-economica dell’opera. Condizione vinco-lante del progetto è l’integrazione architet-tonica con la copertura, ricorrendo a tecniche di posa che non richiedano l’esecu-zione di fori per il fissaggio, fori che potreb-bero precludere in futuro l’integrità della copertura con possibili infiltrazioni d’ac-qua. Per questi motivi sono state escluse a priori le soluzioni con tecnologia basata su silicio mono/policristallino, (quelle comu-nemente utilizzate nella maggior parte degli impianti), nonostante tali soluzioni avrebbero potuto garantire una potenza

installata maggiore, quasi del doppio. La soluzione individuata prevede l’installazio-ne di 1880 pannelli per una potenza nomi-

nale di 270 kWp. L’impianto garantirà una produzione annua, in condizioni di normale insolazione, di circa 284.000 kwh, quasi un quarto del fabbisogno energetico annuo del polo fieristico (1.300.000 kwh/anno). In termini ambientali l’impianto consentirà

una minor emissione di CO2 di circa 150 tonnellate all’anno. L’operazione sarà total-mente finanziata da un istituto di credito

secondo un meccanismo che garantirà, sin dal primo anno, l’auto-sostenibilità econo-mica finanziaria; in altre parole l’impianto produrrà da subito le risorse per restituire annualmente la rata del mutuo ed i relativi interessi.

L’energia si mette in mostra

Energie rinnovabili > Installazioni

Energie rinnovabili > Eventi

Silvia Mannino, serie Tableaux flottants, 2010

ABenergie ha presentato il secondo appuntamento“Fotografare l’energia” dedicato all’acqua

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Page 44: Bergamo SOStenibile 1

Edilizia sostenibile

Abitare sostenibile:risparmio e benessere in casa

Le classi energetiche:diamoivotialleabitazioni

Costruire in classe A: non solo ecoefficienza energetica

Dalla classe A+ (eccellenza) alla G (scarsa efficienza)

Abitare sostenibile, ecoefficienza energe-tica, minimo impatto ambientale: la nuo-va frontiera dell’edilizia è senza dubbio la “casa sostenibile”. Ma abitare sostenibile non è solamente sinonimo di minori con-

sumi e quindi minori spese per energia: il valore di queste innovative modalità di costruzione e l’uso di una serie di mate-riali e accurate tecniche di edificazione portano ad un miglioramento del benes-

sere psicofisico percepito e vissuto dagli inquilini.L’impiego ad esempio di impianti di venti-lazione controllata che rimuovono l’aria interna viziata, regolano l’umidità ed evi-tano la formazione di condensa e muffe, hanno un immediato riflesso salutare sul-la qualità di vita delle persone che negli ambienti ci vivono per gran parte della giornata, così come la scelta di tinteggia-ture e verniciature naturali. Lo stesso di-casi per l’attenzione ad un maggior “comfort acustico”, garantito da un mi-gliore isolamento sonoro sia nelle pareti che dividono gli appartamenti contigui, sia nei muri esterni, con la possibilità di tripla muratura tra alloggi adiacenti.I sistemi di serramento possono giungere anche al “triplo vetro” ad alta efficienza.Questi accorgimenti (ma ve ne sono molti altri…) influiscono in modo diretto sul benessere personale, ma non trascurabile è anche il valore economico aggiunto che acquisisce l’immobile: si tratta non solo di

un notevole risparmio sui consumi ener-getici (termici, elettrici e idrici) che arriva-no al 50-80% dei consumi medi di un’abi-tazione standard.Un immobile costruito in classe energeti-ca elevata, a fronte di un minimo investi-mento iniziale, acquisisce valore negli

anni ed ha meno necessità di manuten-zione proprio per la cura e l’attenzione con cui è stato costruito. Inutile dire inol-tre che il maggior investimento iniziale viene ammortizzato già dopo pochi anni grazie alla riduzione delle spese nella bol-letta energetica.

Vediamo in dettaglio come si misura l’ecoefficienza energetica di un edificio. Intuitivo è il paragone con i voti scolastici o meglio ancora con la classe energetica degli elettrodomesti-ci, un settore che si è mosso in anticipo rispetto al settore degli immobili: un frigorifero in “classe A” implica un minore consumo di energia a parità di prestazione e pertanto si definisce ad alta efficienza energetica. Analogamente, per le abitazioni, si sono definite classi energetiche (voti) che vanno dalla A (con A+ che indica l’eccellenza energetica) fino alla classe G, che invece implica alti consumi e scarsa efficienza.Purtroppo dobbiamo registrare che l’Italia è ferma da anni (se non decenni) per quanto riguarda gli standard di edilizia sostenibile e la stragrande mag-gioranza degli edifici appartengono tuttora alle clas-si energetiche F e G, gli standard più bassi. A diffe-renza del comparto degli elettrodomestici o del settore automobili, solo negli ultimissimi anni si è accresciuta la consapevolezza del valore dell’ecoeffi-cienza energetica anche nel comparto edilizio e abi-tativo. La prima legge in Italia, che ha introdotto criteri di efficienza energetica nella costruzione degli edifici risale al 1976, la legge 373 che prevedeva l’obbligo

dell’isolamento. Pertanto l’80% degli edifici italiani, quelli edificati per intenderci prima del 1976, risulya essere classificato nelle fasce F e G, le peggiori, con consumi superiori a 145 kWh/m2. Quasi la totalità del restante 20% si trova nelle classi D ed E (consu-mi tra gli 88 e i 145 kWh/m2), o almeno dovrebbe-ro essere in queste categorie se fossero state costru-ite secondo le normative che via via si sono succedute, ammettendo che queste norme sul rispar-mio energetico sono state ampiamente puntualmen-te disattese.Solo recentemente quindi, di pari passo con la con-sapevolezza del Governo, degli utenti e dei costrut-tori, si è sviluppata negli ultimi anni una legislazione ben più efficace, “ad hoc”, che vede la Lombardia in prima fila nell’introduzione della certificazione ener-getica degli edifici: da luglio 2010 in Lombardia, al momento della costruzione di un immobile, della sua vendita o affitto, si rende necessario certificarne l’efficienza energetica, vale a dire dare un voto da classe A+ a classe G, dopo aver realizzato un ade-guato check-up energetico. La classe energetica deve essere indicata obbligatoriamente negli atti relativi, essendo così destinata a riflettersi sul valore economico delle abitazioni.

BASSO FABBISOGNO

ALTO FABBISOGNOValore limite del fabbisogno per la climatizzazione invernale.

A+

A

B

C

D

E

F

G

< [KWh/m a]

< [KWh/m a]

< [KWh/m a]

< [KWh/m a]

< [KWh/m a]

< [KWh/m a]

< [KWh/m a]

> [KWh/m a]

Fabbisogno termico per la climatizzazione estiva.

< 0

< 2

< 4

< 8< 12

< 16

< 20

< 24

> 24KWh/m a

A

BC D

E

F

GA+

La certi�cazione energetica è la carta di identità dei consumi della casa, una vera e propria pagella con tanto di voto attribuito sulla base dei criteri �ssati dalla Regione Lombardia.Come per gli elettrodomestici, una scala di colori indica per classi il consumo di energia all’anno per ogni metro quadrato di appartamento espresso in chilowattora/metri quadrati all’anno (kWh/m2 anno).Le classi A+, A, B e C(in verde) indicano gli edi�ci a basso consumo, mentre le classi dalla D alla G (in rosso) quelli ad alto consumo.

LA PAGELLADEI CONSUMIENERGETICI

Nella tabella è riportato il confronto fra i consumi energetici attesi per unità immobi-liari a destinazione residenziale di 100 metri quadri, appartenenti a classi energetiche differenti. La classificazione energetica si basa sulla elaborazione dei dati reali delle componenti edilizie ed impiantistiche e su un’ipotesi d’uso standardizzata dell’edificio stesso. I consumi di energia primaria ricavati attraverso la certificazione sono riferiti ad un regime di funzionamento continuo necessario per mantenere la temperatura interna a 20°C nell’arco delle 24 ore durante l’intera stagione di riscaldamento.Le zone E ed F sono le due tipologie di zone climatiche presenti nella Regione Lombar-dia e in bergamasca: la zona E è attribuita a località più “calde” come ad esempio la città di Bergamo. La zona F è attribuita invece a località più fredde, quale ad esempio la Val di Scalve.

Edifici residenziali. Fabbisogno annuo di combustibile per il riscaldamento di 100 m2

Classe Zona climatica E Zona climatica F1

Litri di gasolio mq di metano Litri di gasolio mq di metano

A+ meno di 150 meno di 160 meno di 210 meno di 230

A da 150 a 300 da 160 a 330 da 210 a 410 da 230 a 440

B da 300 a 610 da 330 a 660 da 410 a 820 da 440 a 890

C da 610 a 910 da 660 a 990 da 820 a 1240 da 890 a 1340

D da 910 a 1220 da 990 a 1320 da 1240 a 1650 da 1340 a 1790

E da 1220 a 1520 da 1320 a 1650 da 1650 a 2070 da 1790 a 2240

F da 1520 a 1840 da 1650 a 1990 da 2070 a 2480 da 2240 a 2680

G più di 1840 più di 1990 più di 2480 più di 2680

44 www.bergamosostenibile.comNumero 01 - Novembre/Dicembre 2010

Page 45: Bergamo SOStenibile 1

Una casa, anzi una BIOCASA, capace di unire comfort e benessere a stili di vita rispettosi dell’ambiente. Il Progetto BIO-CASA è l’ultima sfida di Filca Cooperative per attuare politiche di risparmio energe-tico all’avanguardia. Una sfida raccolta con decisione fin dal 2004, quando lo standard delle costruzioni faceva riferi-mento a una normativa datata 1991 (Legge 10), oltretutto spesso disattesa. Il Progetto, fortemente innovativo, com-porta altresì una sensibile riduzione delle emissioni di anidride carbonica in atmo-sfera, cioè un modo concreto per contra-stare i danni del surriscaldamento del Pianeta. Lo standard BIOCASA, infatti, rispetto alla quasi totalità degli immobili esistenti consente un abbattimento dei consumi compreso tra il 50% (per gli interventi in classe energetica B) e l’80% (per quelli in classe A, identificati dal marchio BIOCA-SApiùFilca). BIOCASA non è soltanto fina-lizzata al risparmio di energia, con la conseguente riduzione dei costi di gestio-ne dell’alloggio, ma pone la massima at-tenzione al comfort abitativo e al benes-sere psicofisico della persona. Acquistare una BIOCASA Filca significa anche fare un buon investimento: in base alla classe energetica (B oppure A) si può calcolare una rivalutazione nel tempo compresa tra il 10% e il 20%. In trent’anni di impegno imprenditoriale Filca Cooperative ha sod-disfatto o si avvia a soddisfare la doman-da di una casa in proprietà per oltre 18.000 famiglie. Con 821 interventi in

279 comuni è leader in Lombardia nell’e-dilizia residenziale in cooperativa, dalla “convenzionata” alla “libera”, dalle nuo-ve costruzioni alle ristrutturazioni. Il valo-re degli immobili in corso di realizzazione è di 359 milioni di euro, quelli in program-ma sono stimati in 380 milioni di euro. A Bergamo e provincia gli interventi am-

montano a 126 in 48 comuni, mentre 279 sono le unità in costruzione, colloca-te in classe A+, A e B. Le iniziative edilizie delle cooperative associate sono sottopo-ste al Controllo tecnico della qualità del progetto e delle opere da parte di un Or-ganismo indipendente e assistite dalle fi-deiussioni e dalle coperture assicurative

previste dalla Legge 210/2004 sulla tu-tela degli acquirenti di immobili da costru-ire. Applicando la normativa in modo rigo-roso, l’azienda ha conseguito pienamente uno degli obiettivi più significativi della propria strategia: la massima sicurezza per i clienti-soci che investono i risparmi di una vita nell’acquisto della casa.

Edilizia sostenibile > Green focus Filca Cooperative

Filca Cooperative, azienda leader nell’edilizia residenziale in Lombardia, è presente da trent’anni nella provincia di Bergamo. Sono 126 gli interventi realizzati in 48 comuni della nostra provincia, per un totale di 2.299 unità immobiliari. Le abitazioni attual-mente in costruzione sono 279 delle quali oltre il 50% in classe A+ e A.

ConilProgettoBIOCASAlaclasseenergeticaA(standardBIOCASApiùFilca,consumicompresitra14e29chilowattora/metroquadratoall’anno)vieneconseguitaattraversol’integrazionedialmeno due delle seguenti soluzioni:Maggiore isolamento termico dell’involucro (spessore dei materiali isolanti compreso tra 12 e 16 centimetri) e sistema “a cassa vuota” con “cappotto esterno”;Collettori solari termici per la produzione di acqua calda sanitaria;Impianto fotovoltaico per la produzione di energia elettrica;Maggiore efficienza dell’impianto di climatizzazione mediante l’utilizzo di caldaie a condensazione a bassa temperatura (35°-40° C) e la distribuzione del calore e del raffrescamento con pannelli radianti a pavimento;Ricambio controllato dell’aria con recupero di calore tramite impianto a doppio flusso con “scambiatore termico” che al passaggio dell’aria calda in uscita ne trattiene il calore cedendolo a quella pulita e fresca in entrata;Applicazione della geotermia, una fonte energetica alternativa basata sull’utilizzo del calore naturalmente presente nel sottosuolo (12°-13° C che si mantengono costanti tutto l’anno), prelevato da sonde o “pozzi geotermici” e trasferito all’impianto di riscaldamento dell’edificio attraverso macchine denominate “pompe di calore”.

BIOCASApiù:Le tecnologie per gli edifici in “classe energeticaA”

LOCALITÀ Indirizzo N. unità CLASSE

Bergamo Via dell’Azzanella 23 AVia Guerrazzi/Moroni 24 AVia Guerrazzi/Cave 24 AVia Corridoni 38 A

Clusone Via Moroni 8 A+Via Sant’Alessandro 20 A

Sarnico Via Manzoni 14 AAlmenno S. Bartolomeo Via Longoni 19 BAlmenno S. Salvatore Via Quartiere Ronco 30 BSorisole Località Petosino 40 B

Località Azzonica 25 BVilla D’adda Via Aldeni 14 BTOTALE 279 A+, A, B

Elenco delle abitazioni in costruzione a Bergamo e provincia.

Filca Cooperative ha ricevuto, nel di-cembre 2008, il prestigioso riconosci-mento “Oscar di Bilancio” nella cate-goria Medie e Piccole Imprese. Nel Rapporto di Sostenibilità, che la Coo-perativa redige annualmente, viene fornita una rappresentazione equili-brata e ragionevole dell’impegno nel rendicontare non solo la dimensione economica, ma anche quella sociale ed ambientale, coinvolgendo gli sta-keholder: una precisa scelta di traspa-renza nell’informazione e nella comu-nicazione dei comportamenti di responsabilità sociale, che da sempre caratterizza l’agire dell’azienda. Per Filca la responsabilità sociale rappre-senta un vantaggio competitivo e una forte leva di sviluppo.

Rapporto di Sostenibilità 2009

ResponsabilitàSocialecome vantaggio competitivo

BIOCASApiù Filca, abitare in classe ARisparmio energetico e comfort abitativo:Filca Cooperative, da trent’anni all’avanguardia nell’innovazione dell’edilizia residenziale lombarda

A Bergamo,unapresenzasostenibile

www.bergamosostenibile.com Numero 01 - Novembre/Dicembre 2010 45

Page 46: Bergamo SOStenibile 1

Con il 1° luglio 2010 in Regione Lombar-dia è entrato a completo regime l’obbligo di certificazione energetica degli edifici: a partire da questa data tutti gli immobili, anche nel caso di contratti di locazione, dovranno essere dotati di un certificato che stabilisca la classe energetica dell’edi-ficio (da A+ a G) sulla base dell’efficienza e della capacità di risparmiare energia per riscaldamento e/o raffrescamento.Ma quale è l’effettivo significato della certificazione energetica degli edifici, quali gli scopi e, soprattutto, quali le op-portunità ?La certificazione energetica è uno stru-mento di misura e di confronto fra le pre-stazioni energetiche di edifici diversi: sul-la base della classe di appartenenza ne viene definito il valore aggiunto sul mer-cato edilizio, sia esso in fase di co-struzione, riqualificazione, compra-

vendita o locazione degli immobili.La Regione Lombardia è stata fra le prime regioni ad aver provveduto all’attuazione dell’obbligo di certificazione, facendosi

promotrice di un processo virtuoso di va-lutazione e miglioramento delle presta-zioni energetiche degli edifici presenti sul suo territorio. L’obbligo di certificazione energetica è stato introdotto a partire dal 1° settem-

bre 2007, con l’iniziale applicazione esclusivamente limitata al caso di

ristrutturazione edilizie impor-tanti e alla vendita di intere

unità immobiliari. Da quella stessa data la

certificazione ener-getica si è resa obbligatoria an-

che per l’accesso ad incentivi ed agevo-lazioni di qualsiasi na-tura, siano essi sgravi fiscali o contributi fina-

lizzati al migliora-

mento delle prestazioni energetiche dell’edificio o degli impianti.Una fase successiva ha visto un’ulteriore estensione dell’obbligo di certificazione: a partire dal 1° luglio 2009 nel caso di vendita di singoli appartamenti o singole unità immobiliari, al rogito notarile deve essere allegato l’attestato di certificazio-ne energetica in originale.

L’ultima fase ha previsto l’estensione dell’obbligo anche al caso della stipula o rinnovo di contratti di locazione: a partire dal 1° luglio 2010 il proprietario ha l’ob-bligo di consegnare alla controparte una copia dell’attestato di certificazione, di-chiarata conforme all’originale.

Gianluigi Lanfranchi

Per trasformare l’obbligo formale della cer-tificazione in uno strumento di tutela e di confronto efficace sul mercato, è necessa-rio che l’utente finale dell’edificio sia consa-pevole del significato di questa procedura e si assicuri che il risultato ottenuto sia l’esito di un piano di lavoro svolto con criteri di professionalità, qualità tecnica ed impar-zialità.La redazione dell’Attestato di Certificazio-ne Energetica è effettuata secondo le pro-cedure standard di tipo CENED, stabilite dalla normativa di riferimento, attualmen-te la Delibera di Giunta di Regione Lombar-

dia n. VIII/8745 del 22.12.2008. L’Attestato di Certificazione Energetica - ACE - è il risultato del processo di certifica-zione. Questo documento ha una validità temporale massima di dieci anni, tuttavia deve essere aggiornato ad ogni intervento su componenti edilizie o impiantistiche che modifichi la prestazione energetica dell’e-dificio.Esso contiene le informazioni relative all’e-dificio ed ai suoi impianti termici nella ma-niera più completa possibile ed in una for-ma immediatamente comprensibile anche per un utente non esperto.

La corretta valutazione dei contenuti di un Attestato di Certificazione Energetica ade-guatamente redatto rappresenta una reale opportunità per l’utente finale:

Il valore della prestazione energetica dà una indicazione su consumi energetici attesi dell’edificio per il riscaldamento.

i valori di riferimento minimi previsti dalle norme e i valori relativi alla situazione media del patrimonio edilizio esistente consentono una valutazione per confronto.

gli interventi da attuare per migliorare le prestazioni energetiche dell’edificio danno indicazioni sull’entità degli investimenti futuri che potrebbero essere necessari.

Il processo di certificazione energetica deve essere effettuato da tecnici iscritti nell’elenco dei soggetti abilitati da parte della Regione Lombardia.Per assicurare indipendenza ed imparziali-tà di giudizio, il Certificatore energetico deve risultare estraneo alla proprietà dell’e-dificio, deve essere estraneo alle varie fasi del processo edilizio, quali ad esempio la progettazione, la direzione dei lavori, la realizzazione, la gestione della sicurezza di cantiere. Infine non deve essere coinvolto per via diretta o indiretta con i produttori di materiali e componenti utilizzati nella co-struzione.

Edilizia sostenibile

CRIENefficienza energeticain edilizia e industria

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progettiamo

secondo regole di antica sapienza

Obbligatoria la certificazione energetica degli edificiDa luglio 2010 l’obbligo anche per i contratti di affittoLa Lombardia è fra le prime Regioni in Italia ad introdurre la norma

Certificazione energetica:daobbligoaopportunità

dal 1° settembre 2007.Accesso ad incentivi ed agevolazioni di qualsiasi natura, sia come sgravi fiscali che contributi pubblici, finalizzati al migliora-mento delle prestazioni energetiche dell’e-dificio o degli impianti.

dal 1° settembre 2007.Interventi di nuova costruzione, interventi di demolizione e ricostruzione, ristruttura-zione edilizia di più del 25% dell’involucro disperdente, ampliamento volumetrico di più del 20% rispetto all’esistente, recupero a fini abitativi dei sottotetti esistenti.

dal 1° settembre 2007.Vendita di un intero edificio e di tutte le unità immobiliari che lo compongono, ef-fettuata con unico contratto.

dal 1° settembre 2007entro 1° luglio 2010.Edifici di proprietà pubblica o adibiti ad uso pubblico, la cui superficie utile superi i

1.000 mq.

dal 1° gennaio 2008.Nuova stipula o di rinnovo di contratti per la fornitura di servizi energetici.

dal 1° gennaio 2009entro i primi 6 mesi di vigenza contrat-tuale.Stipula o rinnovo di contratti relativi alla gestione degli impianti termici o di climatiz-zazione degli edifici pubblici, o nei quali fi-gura comunque come committente un sog-getto pubblico.

dal 1° luglio 2009.Vendita di singole unità immobiliari o sin-goli appartamenti.

dal 1° luglio 2010.Stipula o rinnovo di contratti di locazione, di locazione finanziaria e di affitto di azienda, riferiti a una o più unità immobiliari.

Regione Lombardia, Le tappe verso la certificazione energetica

> Normativa

46 www.bergamosostenibile.comNumero 01 - Novembre/Dicembre 2010

Page 47: Bergamo SOStenibile 1

www.lexus.itLIVIO CELLA TEAMVia Borgo Palazzo 105, 24125 Bergamo - Tel. 035 247600

L’UNICO MARCHIO CHE PUÒ VANTARE UN’INTERA GAMMA IBRIDA.

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Anche quest’anno Livio Cella Team sponsorizza la Settimana per l’Energia, dove inter-verremo riguardo alle tecnologie ibride ed alla mobilità sostenibile. Ricordiamo che già oggi Lexus dispone di una intera gamma di modelli ibridi. Possono essere provati su strada, senza nessun impegno, presso la nostra concessionaria in via Borgo Palazzo, a Bergamo.

Page 48: Bergamo SOStenibile 1

Consumi finalidienergiapersettore2007

Consumi(migliaia tep)

%settore

Agricoltura 3.321 2,53%

Industria 39.681 30,23%

Trasporti 45.432 34,61%

Terziario 16.399 12,49%

Residenziale 26.437 20,14%

TOTALE 131.270 100,00%

Mobilità Sostenibile

Da uno studio di ENEA (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo svi-luppo economico sostenibile) emerge che è il settore dei trasporti, in Italia, a divorare più energia e quindi a causare le maggiori emissioni di CO2 in atmosfera. Il consumo calcolato all’anno è di oltre 45 milioni Tep (tonnellate equivalenti di petrolio). Seguo-no con percentuali importanti, l’industria (39 milioni Tep) e il residenziale (26 milio-ni Tep). È chiaro a tutti il perché occorre ri-

sparmiare energia, ma non sempre si scen-de a sufficienza nei dettagli e non ci si chiede “dove” e “come” si può risparmiare. Da una rapida occhiata alle due tabelle ri-portate è facile dedurre che il grosso degli sforzi di miglioramento deve essere orien-tato ai settori che inquinano maggiormen-te e in particolare ai Trasporti. Spesso però si trascurano gli ampi margini di discrezio-nalità che si hanno a disposizione anche solo nella scelta di un’auto.

Risparmiare energiaper mantenere competitivo il sistema PaeseOggi circa l’80% dell’energia consumata nel mondo proviene dalle riserve mondiali di combustibili fossili (petrolio, gas e carbone). Queste riserve non sono rinnovabili e sono limitate, e con l’attuale sfruttamento, sempre crescente, sono destinate a finire nell’arco di qualche decennio. La combustione delle risorse fossili provoca con tutta probabilità il surriscaldamento della terra, la cui conseguenza prima è il cambiamento climatico.Per questi motivi, ben comprensibili da tutti, occorre rallentare, stabilizzare e infine invertire l’attuale tendenza dei consumi energetici fossili attraverso due nuovi modi di vivere e di lavorare, che si devono ispirare al risparmio energetico e all’adozione di fonti di energia rinnovabili. Il futuro che abbiamo davanti ci riserverà senza alcun dubbio un continuo incremento dei costi energetici, incremento capace di togliere stabilità alla nostra economia (totalmente dipendente dall’estero per l’approvvigionamento di energia) particolarmente vulne-rabile sotto questo aspetto. Se vogliamo continuare a rimanere competitivi sul mercato internazionale occorre affrontare responsabilmen-te il tema del risparmio energetico.

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(Consumi energetici in Italia nel 2007, fonte ENEA)

50.000

45.000

40.000

35.000

30.000

25.000

20.000

15.000

10.000

5.000

03.321

39.681

45.432

16.399

26.437

migliaia di tep

Consumi �nalidi energia per settore

Agricoltura Industria Trasporti Terziario Residenziale

I trasporti sono il settore più energivoro in Italia

48 www.bergamosostenibile.comNumero 01 - Novembre/Dicembre 2010

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La tecnologia full Hybrid di Toyotae Lexus, i pionieri dell’auto ibridaL’esperienza di Toyota nel mondo delle automobili a trazione elettri-ca risale a 13 anni fa. Toyota vanta la prima automobile ibrida di

produzione di massa al mondo, la Prius, il cui primo modello risale al 1997. Ma quali vantaggi comporta un auto ibrida? La tecnologia ibrida consiste nella gestione intelligente del flusso di energia prove-niente da un motore a benzina con emissioni ottimizzate, in combi-nazione con un motore elettrico a zero emissioni, alimentato da batterie nichel-metallo; i due motori lavorano insieme in modo per-

fetto, regolati da un controller elettronico. Tutto ciò si traduce in un risparmio energetico e di costi notevole: ad esempio un’autovettura di 1.800 cm3 può arrivare a percorrere in città sino a 29 chilometri con un litro di benzina e in generale le emissioni di CO2 scendono sino a 89 g/km (Quattroruote): in un anno significa emettere oltre 1 tonnellata di CO2 in meno rispetto ad un diesel di dimensioni analoghe.Questo importante risparmio energetico non va però a svantaggio delle prestazioni di guida e delle accelerazioni che rimangono sem-pre eccellenti.Per tutti questi motivi Livio Cella Concessionario Toyota e Lexus in Bergamo, crede fortemente nella tecnologia dell’ibrido, che conferi-sce a noi stessi ed alle auto, di cui abbiamo così bisogno, la possibi-lità di convivere, risparmiando energia e provocando meno danni possibile all’ambiente in cui viviamo. Perciò Livio Cella propone con convinzione una gamma di veicoli ibridi capaci di risparmiare energia nel rispetto dell’ambiente in cui viviamo. E li propone oggi, senza attendere lontane e improbabili prospettive, perché il problema lo abbiamo già ora.

2020, l’intera gamma di Toyotae Lexus sarà ibrida!E’ questa la sfida che Toyota e Lexus lanciano al mercato in favore dell’ambiente per perseguire concretamente la filosofia Toyota Mo-tor Corporation: “Nel mondo l’uomo e l’auto devono poter convivere in armonia”.Dal 2020 il 100% delle auto prodotte dal colosso nipponico saranno auto ibride. A settembre 2010 alla leggendaria Prius si è aggiunta la Auris HSD Full-Hybrid, come primo concreto allargamento di gam-ma.Lexus, che è un marchio Toyota, è stata la prima ad introdurre nel 2004 la tecnologia ibrida sulle premium car e ancora oggi Lexus continua a guidare il settore. La gamma di veicoli ibridi Lexus ha continuato a crescere, così che oggi quasi tutti i modelli sono ibridi. A breve Lexus introdurrà CT 220h: la prima compatta premium ibri-da al mondo. Con questo modello Lexus potrà vantare 4 autovetture full Hybrid in gamma.

Toyota Prius

LexusCT220h Toyota Auris

Risparmiare energiaattraverso l’efficienza energeticaelefontiinnovabiliIl primo e più realistico modo di risparmiare energia è quello di consumarne il meno possi-bile. Sembra una battuta ovvia, ma in realtà è ciò che stiamo facendo (o dovremmo fare) a tutti i livelli attraverso:

isolamento termico di edifici pubblici e privati adozione di caldaie per riscaldamento più efficienti teleriscaldamento elettrodomestici a basso consumo illuminazione notturna con lampadine a risparmio energetico costruzione di case ad alta efficienza energetica miglioramenti sostanziali nel sistema dei trasporti pubblici utilizzo di veicoli per il trasporto più performanti e capaci di risparmio di combustibile,

e più rispettosi dell’ambiente

Il secondo modo di risparmiare energia è quello di adottare fonti di energia rinnovabili.Non sappiamo cosa ci riserva il futuro in campo energetico, tuttavia alcune tecnologie sono già applicabili e ben sperimentate, come:

lo sfruttamento dell’energia solare (celle fotovoltaiche e pannelli solari) lo sfruttamento della temperatura della terra (geotermia)

Risparmiare energia nei trasporti attraversounamigliorcombustioneeimotoriibridiPer affrontare questo tema basta la conclusione dell’ENEA:Nel settore dei trasporti l’incremento dell’efficienza passa prevalentemente per due classi di tecnologie:

l’incremento delle prestazioni dei motori a combustione (diesel e benzina), che presentano ancora insospettabili margini di miglioramento consentiti dall’elettronica e dal controllo della combustione;

la trazione ibrida o, per alcuni versi, il processo di progressiva ibridizzazione della trazione convenzionale.I motori a combustione, già considerati “maturi” negli anni ‘90, sono stati e continuano ad essere oggetto di incrementi di efficienza. Attualmente, innovazioni applicabili a moto-ri diesel, a motori a benzina o ad entrambi promettono nel complesso ulteriori riduzioni di consumi ed emissioni compresi tra il 18% e il 30%, con aggravio di costo per veicolo compreso tra alcune centinaia e qualche migliaio di euro.Sul fronte della trazione ibrida si riscontra un certo interesse per il trasporto urbano e un processo di ibridizzazione dei veicoli tradizionali con la comparsa di sistemi di recupero dell’energia in frenata, motori elettrici e batterie che caratterizzano i veicoli ibridi. L’imme-diato futuro potrebbe contemplare una convergenza tra tecnologie tradizionali ed ibride.

fonte: ENEA, Rapporto Energia e Ambiente 2008 – Analisi e scenari, Luglio 2009.

Toyota e Lexus, tecnologia ibrida a favore dell’ambiente

www.bergamosostenibile.com Numero 01 - Novembre/Dicembre 2010 49

Page 50: Bergamo SOStenibile 1

A settembre 2010 il Tram delle Valli ha compiuto un anno dal suo avvio a pieno regime l’1 settembre 2009. Tempo di bi-lanci, quindi, e di analisi dei primi risulta-ti, ottenuti attraverso un sondaggio che ha coinvolto 488 intervistati. Il numero di utenti intervistati rappresenta circa il 10% del totale degli utenti che quotidianamen-te prendono il tram in un qualsiasi tratta da Bergamo ad Albino.Ammontano infatti a quota 4875 le per-sone che mediamente, ogni giorno, utiliz-zano il nuovo servizio su rotaia, ma se si considera che ogni persona solitamente compie 2 tragitti, uno di andata e uno di ritorno, allora i passeggeri effettivi che “salgono” sul tram ogni giorno sono il doppio e sfiorano pertanto quota 10 mila. Se invece si considerano solo i giorni fe-riali allora i passeggeri che in media sal-gono sul tram ammontano a ben 10.300. Una cifra che da sola fa considerare deci-samente positiva l’introduzione del servi-zio di Teb che attraverso 12 fermate col-lega i 12,5 km dal capolinea di Bergamo a quello di Albino, servendo un bacino di utenza complessivo di 220 mila residenti. Il servizio del Tram ha però anche molti altri risvolti positivi, oltre al numero di passeggeri.

Sicuramente significativo è il dato dei passeggeri che attualmente usufruiscono del tram e che prima utilizzavano le auto o comunque mezzi privati. Dall’analisi dei dati si evince che addirittura 609 persone fino all’anno scorso prendevano l’auto per spostarsi e andare al lavoro o a scuola: questo significa che, grazie all’introduzio-ne del servizio pubblico, ora sono in circo-lazione 609 auto in meno (in coda…) e,

come detto sopra, moltiplicando per due questo dato significa che sono ben 1218 i tragitti di auto che ogni giorno si sono evitati alla circolazione stradale.Veramente un bel colpo! Al traffico, all’in-quinamento, al consumo di benzina e, perché no, anche allo stress da incolonna-mento stradale o da ricerca del parcheg-gio. Con 609 auto in meno che percorro-no in media 16 km al giorno (sia andata

che ritorno) si risparmiano ogni giorno 9750 km di strada percorsa, che in un anno giungono a 2 milioni e 681 mila chi-lometri. Passando all’effetto sull’inquina-mento atmosferico indotto da questa ri-duzione di auto e di chilometri percorsi si ottengono dati impressionanti, calcolati da Teb con il supporto di Aci: la riduzione di emissioni inquinanti, grazie ad un anno di “corse” in Tram anziché ciascuno nella

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Tram delle Valliun anno di “corse”...senza stress Diecimila passeggeri al giorno, 3 milioni di utenti in un anno Nei 12,5 km da Albino a Bergamo una riduzione di 609 auto

50 www.bergamosostenibile.comNumero 01 - Novembre/Dicembre 2010

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propria auto, ammonta per il monossido di carbonio a 23,3 tonnellate in meno e per la CO2 a 4 mila 964 tonnellate in meno. Il totale delle polveri sottili evitate (pm 10 e pm 2,5) supera la tonnellata e mezzo: 1, 54 t/anno. Oltre ai risultati certi in termini di congestione stradale e di riduzione dell’inquinamento, non biso-gna dimenticare i vantaggi in termini di

mobilità e trasporto del servizio pubblico in sé: negli orari di punta la frequenza delle corse arriva ad una media di 7/8 minuti, mentre la cosiddetta frequenza “morbida” tocca i 15 minuti. Nei giorni feriali (con l’orario in vigore dal 12 set-tembre 2010) ogni giorno le corse Berga-mo-Albino sono 71 per ciascuna direzione di marcia, con la prima corsa che parte da

Albino alle 5:54 (l’ultima alle 21:09) mentre la prima corsa parte da Bergamo alle 6:18 (l’ultima alle 21:37). Un bel pri-mo compleanno, insomma, per il Tram delle Valli e per la mobilità sostenibile.E uno stimolo per tutti ad usare i mezzi pubblici e, per chi è preposto, ad incre-mentare in quantità e in qualità, i servizi di trasporto pubblico.

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“pneumatici sotto controllo”Fermati per un check up gratuito.

Pressione giusta contro lo smog

A partire dal 27 settembre il Comune di Bergamo, in collaborazione con Assogom-ma e Federpneus, ha promosso l’iniziati-va di controllo gratuito dei pneumatici. Da

settembre è infatti possibile controllare lo stato dei propri pneumatici presso uno dei rivenditori specialisti che ha aderito all’i-niziativa. I 50 gommisti di Bergamo e provincia aderenti esporranno la locandi-na “Più aria meno benzina, più sicurezza meno smog” ed effettueranno a titolo gratuito il controllo visivo (sullo stato d’u-sura) e il gonfiaggio.L’iniziativa del Comune si inserisce nel contesto più ampio della nona edizione della Settimana della Mobilità. A Berga-mo le settimane sono addirittura tre visto

il numero straordinario di eventi che han-no come tema “Muoviamoci meglio in città”. Fabio Bertolotti, Direttore di Asso-gomma afferma: “Il 50% degli italiani

viaggia normalmente con gomme sotto gonfiate e circa il 10% con gomme lisce”. Questo mal costume ha rifles-si negativi sia in termini ambien-tali, sia econo-mici, ma so-prattutto in termini di sicu-rezza. Un gonfiaggio del pneumatico alla

giusta pressione (il valore è indicato sul libretto di uso e manutenzione della vet-tura) evita uno spreco di carburante che può arrivare fino al 15% e di conseguen-za eviterà un maggior esborso economico e maggiori emissioni di gas inquinanti (CO2 e polveri sottili).Inoltre viaggiare con pneumatici alla giu-sta pressione riduce il consumo non omo-geneo del battistrada e ne allunga la vita. Anche in questo caso il vantaggio è sia economico che ambientale.Guidare con pneumatici sotto gonfiati è infine un rischio per la sicurezza dell’auti-sta, dei passeggeri, ma anche dei passan-ti. Con i pneumatici sgonfi infatti si pre-giudica la stabilità di guida del veicolo soprattutto nelle condizioni più critiche,

vale a dire nelle cur-ve e in frenata dove i tempi d’arresto del veicolo si allungano a volte fatalmente. Ri-cordiamoci quindi di controllare periodica-mente i pneumatici (la

misurazione di gonfiag-gio deve essere effettuata a freddo) e facciamolo possibilmente presso un ri-venditore specializzato che garantisca una corretta tara-tura del manometro.

Avviata a Bergamo l’iniziativa “Pneumatici sotto controllo”

142Corse al giorno(andata e ritorno)

10.300Passeggeri al giorno

2.800.000Passeggeri in un anno

609Auto in meno sulle strade

9.750Chilometri “risparmiati”ogni giorno

2.681.000Chilometri “risparmiati”in un anno

4.964Tonnellate in menodi CO2 all’anno

www.bergamosostenibile.com Numero 01 - Novembre/Dicembre 2010 51

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Rifiuti & Riciclo

Da venerdì 24 a domenica 26 settembre 2010 si è svolto a Bergamo e in tutta Ita-lia l’annuale appuntamento con “Puliamo il mondo”, la versione italiana di “Clean Up the World” il più grande appuntamen-to di volontariato ambientale del mondo, che quest’anno è stato patrocinato dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del

Territorio e del Mare, dal Ministero della Pubblica Istruzione dell’Università e della Ricerca e da una serie di altri enti gover-nativi e non.Nel nostro Paese è Legam-biente l’ente che coordina e promuove questa manifesta-zione che oramai coinvolge un numero altissimo di co-muni, associazioni e soprat-tutto di volontari, alle prese con la pulizia di parchi, tor-renti e strade e con la rimo-zione di rifiuti, piccoli o in-gombranti che siano. A Bergamo e provincia durante l’edizione di settembre 2010 sono stati raccolti ben tre quintali di rifiuti!

Più di 30 gli eventi organizzati nei vari co-muni, dalle valli alla pianura, mentre in città tra i partecipanti erano presenti anche l’assessore regionale al territorio e urbani-stica con delega ai rifiuti Daniele Belotti, l’assessore all’ambiente del comune di Ber-gamo Massimo Bandera, il segretario del Pd Nicola Eynard e il presidente della terza

circoscrizione Aldo Cristadoro, oltre al presi-dente regionale di Legambiente Damiano Di Simine. Obiettivo 2010 per “Puliamo il

mondo” nella città di Berga-mo è stato in particolare il torrente Morla nei tratti che attraversano Valtesse, via Ro-velli e Malpensata: solo in quest’area sono stati raccolti 3 furgoni di sacchi pieni di im-mondizia, grazie ad un note-vole contributo di numerose associazioni e la collaborazio-ne del comune.“Puliamo il Mondo è il princi-

pio di una cooperazione con l’amministra-zione comunale che ci auguriamo prose-guirà con una serie di iniziative già

proposte al Comune di Bergamo sulle più svariate tematiche ambientali” -ha sotto-lineato Nicola Cremaschi, Presidente del circolo di Bergamo di Legambiente.Anche in tutta la provincia si sono orga-nizzati eventi in contemporanea: dalla pulizia delle sponde del torrente Quisa, a Sombreno nel Parco dei Colli di Bergamo,

alla raccolta di un quintale di rifiuti in-gombranti abbandonati sulle sponde del fiume Serio a Seriate, nel cuore del Parco del Serio Nord: tra i rifiuti sono stati ritro-vati due materassi, un divano, sedili di automobile, pneumatici, vetro, giocattoli rotti, sacchetti e bottiglie di plastica ed è stata addirittura segnalata anche la pre-senza di Eternit tra i rovi.A Ponte San Pietro si è proceduto a “Pu-liamo l’Isolotto” mentre a Casirate d’Ad-da, Arcene e Caravaggio per “Puliamo il Mondo 2010” sono scesi in campo 1500 bambini delle scuole, che si sono impe-gnati a ripulire i giardini comunali e alcu-ne aree verdi nelle giornate di venerdì e sabato.

Grande successo dell’iniziativa anche a livello nazionale, con oltre 700.000 volontari che si sono mobilitati per ripulire il bel paese. Una grande movimento per l’ambiente, un lungo fine settimana di pulizia dei rifiuti abbandonati negli spazi pubblici.Anche quest’anno, per la sua diciottesima edizione, l’iniziativa si è rivelata all’altezza delle aspettative dei promotori, impegnati in lungo e in largo attraverso tutta la Peni-sola: peccato solo che il mal tempo abbia in qualche caso costretto i volontari a riman-dare le operazioni di pulizia al successivo week-end. Cogliati Dezza, presidente nazionale di Legambiente, ha dichiarato: “Per un giorno cittadini uniti da Nord a Sud dall’impegno contro i rifiuti. Anche quest’anno -prosegue il presidente Dezza- si è ripetuto il miracolo di Puliamo il Mondo: moltissimi cittadini, in tutta Italia, si sono uniti nel comune impegno di ripulire gli spazi pubblici dai rifiuti abbandonati e dal desiderio di combattere il degrado e la sporcizia che, purtroppo,

affligge ancora molte città italiane.Ecco perché abbiamo voluto dedicare questa grande iniziativa di volontariato ambien-tale ad Angelo Vassallo, il sindaco di Pollica, assassinato il 5 settembre, in omaggio al suo impegno per la tutela dell’ambiente, alla sua attenta gestione del territorio e alla sua battaglia per il rispetto della legalità.Angelo Vassallo era così attento all’ambiente e al decoro del suo comune tanto da aver firmato addirittura un’ordinanza che prevedeva mille euro di multa per chi getta cicche di sigarette a terra. Le pulizie fatte dai volontari in questi tre giorni -ha aggiunto Co-gliati Dezza- sono qualcosa di molto concreto, ma con Puliamo il Mondo vogliamo anche dare un segnale forte sulla questione rifiuti, una delle maggiori emergenze ambientali in tutto il Pianeta con cui deve fare seriamente i conti anche l’Italia, dove l’emergenza in troppi territori è ancora all’ordine del giorno”.

I numeri diPuliamo il Mondo 2010

A Bergamo

3quintali i rifiuti raccolti

30gli eventi organizzati

27 le amministrazioni partecipanti

1.500i bambini delle scuole coinvolti

In Italia

50le tonnellate di rifiuti raccolti nella sola Roma

1.700i comuni coinvolti

4.500le località ripulite

700.000i volontari che hanno aderito

Elencodelle Amministrazioni Aderenti

Almenno S. Bartolomeo Comune

Alzano Lombardo Comune

Arcene Comune

Arzago D’adda Comune

Bergamo Parco-Colli

Bergamo Comune

Brembate Comune

Caravaggio Comune

Casirate D’adda Comune

Castel Rozzone Comune

Castro Comune

Cividate Al Piano Comune

Comun Nuovo Comune

Fara Gera D’adda Comune

Filago Comune

Gandosso Comune

Levate Comune

Lurano Scuola Elementare

Monasterolo D. Castello Comune

Morengo Comune

Pognano Comune

Pontida Comune

Presezzo Comune

Rogno Comune

Seriate Parco

Torre De’ Roveri Comune

Verdellino Comune

ECO dall’Italia

Nella bergamasca raccolti tre quintali di rifiutiAll’edizione 2010 di Puliamo il Mondo hanno aderito 27 amministrazioni e 1500 bambini

PuliamoilMondo2010,gliitalianinontradisconol’iniziativadiLegambienteLa diciottesima edizione della manifestazione dedicata ad Angello Vassallo,il Sindaco di Pollica assassinato il 5 settembre 2010

52 www.bergamosostenibile.comNumero 01 - Novembre/Dicembre 2010

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Si terrà dal 20 al 28 novembre l’edizione 2010 della “Settimana Europea per la Ri-duzione dei Rifiuti”, un’iniziativa promossa dall’Unione Europea, che dal centro si dira-ma alla periferia, coinvolgendo i livelli na-zionali e locali degli Stati Membri aderenti. Lo scopo principale è promuovere tra i cit-tadini una maggiore consapevolezza sull’eccessiva quantità di rifiuti prodotti e sulla necessità di ridurli drasticamente.L’evento si pone come obiettivo la promo-

zione di azioni per la riduzione dei rifiuti; accrescere la consapevolezza sulle possibili strategie di riduzione e sulle politiche euro-pee e nazionali in materia ambientale; evi-denziare esempi virtuosi di riduzione dei rifiuti; sottolineare le connessioni esistenti tra la riduzione dei rifiuti, lo sviluppo soste-nibile e la lotta ai cambiamenti climatici. L’iniziativa è rivolta a pubbliche ammini-strazioni ed enti locali, ad associazioni e ONG, al mondo delle imprese e del com-

mercio, agli istituti scolastici e ad altre real-tà (ad esempio ospedali, istituti culturali, ecc. ecc.), a tutti coloro insomma che pro-muoveranno e organizzeranno un’azione virtuosa volta a ridurre la produzione di ri-fiuti o al riutilizzo dei beni tra i cittadini, gruppi specifici di persone e portatori d’in-teresse.Come per il 2009 è stata istituita una Ceri-monia di Premiazione a Bruxelles, per pre-miare le azioni che si sono particolarmente

distinte durante la “Settimana”.Sono previsti riconoscimenti per le azioni organizzate da ognuna delle diverse cate-gorie partecipanti.La scadenza per partecipare è fissata per il giorno 29 ottobre 2010.

Maggiori informazioni su:http://www.ecodallecitta.it/menorifiu-ti/index.php

Marco Rossi

Settimana Europea per la riduzione dei rifiutiLa lotta ai cambiamenti climatici passa anche attraverso la riduzione dei rifiuti

Il Comune di Bergamoha già aderito all’iniziativa

www.bergamosostenibile.com Numero 01 - Novembre/Dicembre 2010 53

Page 54: Bergamo SOStenibile 1

Dal primo gennaio 2011 i sacchetti di pla-stica saranno banditi per legge. Dovevano essere vietati già dallo scorso gennaio 2010. Poi la proroga di un anno.E quest’anno? Ci sarà ancora una proroga dell’ultimo mese? Speriamo che ancora una volta l’Italia non voglia perdere l’occasione di fare un passo avanti nella giusta direzione, dal momento che molte altre nazioni si sono già incam-minate da tempo su questa strada, incenti-vando l’uso di sacchetti di plastica biodegradabili.Persino la Cina ha bandito gli shopper dal 2008, ma ironia della sorte continua a produrli per esportarli all’e-stero! Anche altri stati asia-tici li hanno banditi e persi-no alcuni stati africani. D’altronde gli effetti sull’am-biente sono chiari e deva-stanti: 1000 miliardi di sac-chetti utilizzati ogni anno nel mondo, 100 miliardi in Europa di cui 20 solo in Italia, maglia nera in questa poco lusinghiera classifica.È come se ogni italiano consumasse in me-dia 335 sacchetti all’anno: quasi uno al

giorno, neonati compresi! Il grosso proble-ma è che questo tipo di sacchetti di plastica non biodegradabili possono durare anche fino a 1000 anni e possono andare a finire nei fiumi, nei mari, tra le foglie di un bosco e mescolarsi in piccoli pezzi con il terreno. L’80% dei rifiuti marini permanenti è costi-tuito da plastica, che si dissolve in piccoli frammenti, con grave danno per le balene, tartarughe e uccelli marini che li ingoiano, bloccando in taluni casi l’intestino dell’ani-

male o addirittura soffocan-dolo. Le balene che si sono spiaggiate sulle coste del Gargano lo scorso inverno sono morte così. Nemmeno il riciclo di questi shopper rappresenta una so-luzione percorribile, perché il procedimento è estrema-mente costoso, a differenza del basso costo necessario alla loro produzione da ma-teria prima.Il divieto all’utilizzo di sac-

chetti in plastica non biodegradabili di spessore dai 7 ai 40 micron era stato sta-bilito dalla finanziaria 2007 a valere dall’i-nizio 2010. Nell’autunno del 2009 la mes-

sa al bando è stata prorogata al 2011, ma finché il Ministero dell’ambiente non con-fermerà tale decisione, uno slittamento della legge è sempre possibile.Senza aspettare l’obbligo di legge, però, da parte dei consumatori e dei commer-cianti c’è sempre la possibilità di mettere in pratica da subito tutte le valide alternative possibili: ci sono negozi e supermercati che hanno già bandito autonomamente gli shopper non biodegradabili, mettendo in distribuzione sacchetti riutilizzabili fatti di altri materiali (corda, iuta, plastica riciclata resistente) o sacchetti in Mater-Bi, una pla-stica di origine vegetale ricavata da amido di mais che tra l’altro vanta un brevetto italiano. Specifiche iniziative promozionali vengono fatte da Supermercati o da Amministrazio-ni comunali, come peraltro esistono inizia-tive di sensibilizzazione su scala nazionale quali la settimana “Porta la sporta” che ogni anno, ad aprile, promuove l’utilizzo di shopper riutilizzabili.Occorre però ricordarsi di portare con sé queste borse quando si va a fare la spesa, borse che spesso sono facilmente richiudi-bili in un minuscolo spazio. Ma senza l’ob-bligo della legge, la comodità di trovare

shopper in plastica sempre a disposizione al supermercato ci preclude la possibilità di “allenare la nostra memoria”. E anche di allenare la nostra mente matematica: per pochi centesimi alla volta noi non percepia-mo il risparmio complessivo per il nostro portafoglio.Consumando un sacchetto alla volta non pensiamo che il danno sia così grave. Ma… “E’ la somma che fa il totale” soste-

neva l’illustre Antonio De Curtis. E il totale in Italia fa 20 miliardi di sacchetti l’anno che moltiplicati per 5 centesimi di euro (il costo di uno shopper al supermercato) fan-no un miliardo di euro, sicuramente troppi per essere spesi “usa e getta” dai consu-matori, ma probabilmente anche troppo redditizi per l’industria della plastica per-ché questi sacchetti vengano facilmente aboliti!

I numeri degli shopper500/1.000 miliardi shopper consumati ogni anno nel mondo

100 miliardi shopper consumati ogni anno in Europa

20 miliardi shopper consumati ogni anno in Italia

1 sacchetti che ogni italiano consuma ogni giorno (neonati compresi)

8 Kg di CO2 emessi all’anno da ogni italiano per il consumo di shopper

819.000 tonnellate petrolio necessario in Europa per produrre gli shopper

15/1.000 anni che uno shopper impiega per dissolversi nell’ambiente

1% percentuale di shopper che viene riciclata

80% dei rifiuti in mare è costituito da plastica(non solo shopper)

Rifiuti & Riciclo

Se si amalgamano bene ingredienti come riciclo, fantasia e design, il risultato può essere una esclusiva borsa realizzata con materiali recuperati, che altrimenti sarebbero stati inevitabilmente scartati: una cintura di sicurezza, giornali, riviste, moquette, etc… Tutti mate-riali poveri e facilmente recuperabili che con un po’ di manualità e gusto possono divenire oggetti originali ed eco friendly. E’ quanto hanno pensato Gilberto Pescatore e Diego Marinelli di Mosign Studio, due giovani designer che hanno ideato l’eco borsa “Tura”, secondo la filosofia di realizzare cose semplici ma non banali, con un chiaro approccio decisamente innovativo, ma sempre attento al rapporto tra forma e funzione.

Tura,l’ecoborsa“sicura”perl’ambiente

EcoCuriosità

«É la sommache fa il totale»

Totò

E voi? Avete mai provato ad ideare oggetti riciclando con fantasia e design?La prossima Ecocuriosità di “Bergamo SOStenibile” potrebbe essere una vostra creazione!

Shopper in plastica “usa e getta”da gennaio 2011 il divieto?Cambiare (di poco) le nostre abitudini per evitare un danno ambientale enorme

54 www.bergamosostenibile.comNumero 01 - Novembre/Dicembre 2010

Page 55: Bergamo SOStenibile 1

L’Oceano Pacifico e i suoi abitanti sono le vittime sacrificali del più grave atto mate-riale d’inquinamento che la storia marina possa conoscere. A fare la triste scoperta è Charles Moore, miliardario magnate del petrolio, convertitosi più di quindici anni fa alla causa ambientale. Moore fonda infatti nel 1994 l’Algalita Marine Rese-arch Foundation e un anno dopo inaugura “Arguita”, un catamarano per svolgere ri-cerche oceanografiche sullo stato di con-taminazione degli oceani. Nel 1997, du-rante una delle sue ricerche, Moore si imbatte in qualche cosa che gli cambierà la vita per sempre, proprio durante una regata, di ritorno dalle Hawaii. Moore stava navigando in una zona poco battuta del Pacifico, caratterizzata da venti deboli e alta pressione e pertanto sempre stata evitata dai velieri, sin dall’antichità. I marinai la chiamavano “the horse latitude” (la latitudine o rotta dei cavalli), perché ci sarebbero voluti proprio questi animali per muovere una nave nelle “piatte”. In questa spedizione il miliardario s’imbatte nella prima isola di rifiuti scoperta, che viene chiamata il “Pacific trash vortex”: un enorme accu-mulo di spazzatura galleggiante compo-sto soprattutto da plastica e da ogni og-getto o rottame che viene gettato in

mare.Le dimensioni di questa isola che rappre-senta una vera e propria discarica a cielo aperto, anzi a “mare aperto” sono im-pressionanti: si parla di migliaia e miglia di chilometri. Le misure più attendibili parlano di un’isola di 2500 chilometri di

diametro, che “galleggia” a qualche me-tro di profondità e la rende invisibile ai satelliti. In realtà il “continente di plastica” è com-posto da due grandi masse di rifiuti: c’è una massa a sud-ovest del Giappone e una a nord-ovest delle Hawaii. Nessuno è

ancora riuscito a determinarne con esat-tezza i confini, ma si stima che abbia la superficie dell’intero Canada.Le valutazioni ottenute indipendentemen-te dall’Algalita Marine Research Founda-tion e dalla Marina degli Stati Uniti stima-no l’ammontare complessivo della sola plastica in un totale di 3 milioni di tonnel-late, ma i detriti nell’area potrebbero es-sere addirittura fino a 100 milioni di ton-nellate.L’accumulo si è formato a partire dagli anni cinquanta, a causa dell’azione della corrente oceanica chiamata Vortice sub-tropicale del Nord Pacifico (North Pacific Subtropical Gyre), dotata di un particolare

movimento a spirale in senso orario, che permette ai rifiuti galleggianti di aggre-garsi fra di loro. I rifiuti biodegradabili alla lunga si smaltiscono, ma la plastica, anziché biodegradarsi si “fotodegrada” disintegrandosi in pezzi sempre più picco-li, fino alle dimensioni dei polimeri che la compongono, la cui ulteriore biodegrada-zione è molto difficile. Queste minuscole particelle vengono poi ingoiate da pesci e molluschi, entrando direttamente nella catena alimentare che va dai pesci fino ad arrivare all’uomo.Come dire… “tutto scorre”… ma tutto ritorna.

Diego Moratti

Rifiuti & Riciclo

Legambiente, diciamo STOPai sacchetti di plastica!

Piccoli gesti, ripetuti ogni giorno da milioni di persone produ-cono grandi, enormi risultati in termini di tutela dell’ambien-te. È questo lo scopo che la petizione online promossa da Legambiente si pone. Una petizione per dire basta ai sac-chetti di plastica in Italia, partendo da un piccolo gesto: un cambiamento nelle nostre abitudini quotidiane quando an-diamo a fare la spesa. Sostituiamo quindi i classici sacchetti di plastica “usa e getta” con sporte e borse riutilizzabili. Sottoscrivendo l’iniziativa non solo si chiede al Governo ed al Ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo, di non con-cedere ulteriori proroghe al divieto di commercializzazione di sacchetti non biodegradabili e di sancirne ufficialmente la definitiva abolizione dal 1° gennaio 2011, ma ci si impegna anche personalmente a non utilizzarli comunque. È possibile aderire alla sottoscrizione ai seguenti indirizzi:www.legambiente.org e www.puliamoilmondo.it

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Scoperto il sesto continenteNell’Oceano Pacifico una discarica a “mare aperto” grande come il Canada

> Eco dal Mondo

www.bergamosostenibile.com Numero 01 - Novembre/Dicembre 2010 55

Page 56: Bergamo SOStenibile 1

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