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BIOLOGIA

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Parte prima : BOTANICA

La fogliaLa fogliaLa fogliaLa foglia Le foglie sono espansioni, appendici, del caule o dei suoi rami. Hanno origine ESOGENA in quanto si formano dalle bozze fogliari che nascono subito sotto l’ apice vegetativo . La funzione normale è quella della fotosintesi, tuttavia essa può svolgere altre funzioni in relazioni alle quali assume forme diverse. Le foglie della definizione generalmente hanno colore verde per la presenza della clorofilla e sono dette NOMOFILLI (x la prof normofilli ); le altre sono: EMBRIOFILLI o cotiledoni. Si trovano nel seme e se è presente una sola foglia la pianta è detta monocotiledone, con due foglie dicotiledone, come molte gimnosperme. PROFILLI :sono le prime vere foglie della plantula. La loro attività fotosintetica è nulla o comunque bassa, evolvono in normofilli. CATAFILLI o squame sono tipici dei bulbi. PERULE particolari catafilli che rivestono le gemme ibernanti ( gemme che nascono in primavera e dopo aver passato l’inverno si sviluppano nella primavera successiva) e hanno funzione di riserva e/o protezione. IPSOFILLI o brattee caratteristici dei fiori o delle infiorescenze. ANTOFILLI o foglie fiorali: sepali e petali, tepali hanno funzione protettiva e vessillare SPOROFILLI o foglie fertili: sono gli stami e carpelli (e portano le spore).

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Una foglia completa comprende. Base fogliareBase fogliareBase fogliareBase fogliare: zona in cui la foglia si inserisce nel caule a livello di un nodo. GuainaGuainaGuainaGuaina: è un allargamento della base fogliare che abbraccia più o meno completamente il fusto. Può essere o no della stessa consistenza della lamina. La funzione è di proteggere la gemma o rafforzare il fusto; può essere parziale o totale , aperta o chiusa. StipoleStipoleStipoleStipole: sono due brevi appendici inserite simmetricamente alla basa del picciolo. Possono essere ridottissime, non essere presenti o essere presenti ma assumere lo stesso aspetto delle foglie; possono essere: libere: ciliegio concresciute: col picciolo o tra di loro vaginate: saldate lateralmente con il picciolo ascellari : all’ascella della foglia si saldano tra loro a formare opposta: di fronte alla foglia una lamina unica Nelle Polygonaceae si saldano a formare un tubo membranoso che avvolge il fusto. Possono metamorfosare a spine o a viticci. PiccioloPiccioloPiccioloPicciolo : è un organo assile (si inserisce sul piano longitudinale di un altro organo ) che congiunge la base al lembo delle foglie dette spicciolate; se manca le foglie sono dette sessili. È generalmente convesso nella parte inferiore e piano o concavo in quella superiore. Può anche essere cilindrico, subcilindrico, compresso o enflato ( rigonfio). In certe leguminose il picciolo presenta un ingrossamento basale (rigonfiamento carnoso) detto pulvino motore o cuscinetto che permette alla foglia dei caratteristici movimenti ( es: nella Mimosa Pudica). In alcune piante acquatiche il picciolo è rigonfiato e funge da organo di galleggiamento. Quando il lembo è assente o molto ridotto il picciolo si allarga costituendo una lamina detta fillodio che assume la funzione del lembo (acacia).

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LemboLemboLemboLembo : o lamina fogliare è la parte funzionale della foglia ed è perciò è generalmente verde per la presenza della clorofilla. È attraversata da cordoni ,spesso sporgenti nella pagina abassiale , detti nervature. Queste sono formate da fasci provenienti dal caule contenenti xilema e floema e permettono quindi la circolazione di linfa grezza e lavorata in tutta la foglia. In base alle nervature si parla di foglia: -anervia: priva di nervature ( epaticae e sfagni) -criptonervia: nervature presenti ma non visibili dall’esterno -uninervia : lembo percorso da una sola nervatura che non si ramifica nella lamina u -plurinervia: 1) più nervature che partono dalla base della lamina 2) una nervatura alla base che poi si ramifica. Se manca la nervatura centrale la foglia viene detta dicotoma (Gingko Biloba). -monopodiale: se la nervatura è pennata (foglia penninervia)la nervatura centrale divide in due parti uguali la lamina. Da questa nervatura partonoaltre nervature secondarie disposte come le barbe di una penna. Le secondarie si ramificano ulteriormente fino a formare un reticolo più o meno denso. Molto diffusa tra le dicotiledoni. -simpodiale i due nervi laterali inferiori si ramificamo assumendo un decorso falciforme ( altra def: in ogni biforcazione presenta una nervatura più lunga dell’altra). -palmata se il nervo principale si ramifica dalla base in nervi di uguale valore. La nervatura palmata può essere -parallelodroma: nervature più o meno parallele -raggiata: nervature divergenti come le dita divaricate di una mano.

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In base alla forma del lembo Aghiforme o aciculare cordata o cuoriforme deltoide ellittica ensiforme falcata astata a forma di spada lamina incurvata alla base con 2lobi diretti all’infuori Lanceolata lineare oblunga obovata/obovale rosmarino margini laterali //

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ovale ovata pandurata peltata uovo violino scudo con il picciolo inserito al centro della lamina fogliare Reniforme romboidale sagittata spatolata Lamina con due lobi rivolti verso il basso lirata, oblanceolare, roncinata

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Dalla sommità (apice): -acuta -acuminata - mucronata -cuspidata : punta allungata e rigida -tronca o troncata -retusa : con leggera insenatura ( retundere: spingere indietro © ) - smarginata : apice leggermente inciso DALLA BASE DAL MARGINE: -liscio -crenato: denti arrotondati - seghettato : incisioni dirette verso l’apice della foglia - dentato : incisioni perpendicolari alla nervatura della foglia -inciso : incisioni strette e profonde - sinuato : incisioni larghe e poco profonde con formazioni di lobi arrotondati -roncinato: denti rivolti verso il basso( T. officinale) I In base alle intaccature del margine si parla di foglia -intera : intaccature non presenti o solo accennate -fessa: intaccature arrivano fino a metà del lembo -lobata . le intaccature non arrivano fino alla metà del lembo

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-settata o partita: il lembo è diviso sino oltre la metà senza però che le intaccature raggiungano la rachide ( nervatura principale). In realtà nelle settate o sette il rachide viene raggiunto ma i lobi sono comunicanti -palmata le incisioni del lembo convergono in un punto alla basa -pennata : incisioni perpendicolari alla rachide e la lamina fogliare è divisa in porzioni disposte secondo due serie longitudinali In base all’attaccatura sul caule si distinguono in : -sessili -picciolate -guainanti la guaina abbraccia il caule per un tratto -decorrenti il lembo si prolunga sotto il punto di inserzione e scorre sul fusto a formare due ali -amplessicaule: abbraccia il caule (Papaverum somniferum) -connate: foglie opposte che si saldano alla base tra loro -perfogliate: la base fogliare avvolge il caule In base alla disposizione sul caule o sui rami: -sparse: senza ordine apparente -opposite: partono dallo stesso nodo -alterne -verticillate: più di due foglie inserite allo stesso nodo -decussate opposte e ruotate di 90° rispetto precedente e successivo FOGLIE COMPOSTEFOGLIE COMPOSTEFOGLIE COMPOSTEFOGLIE COMPOSTE le incisioni del lembo arrivano sino al rachide. Possono essere del tipo pennato , palmato, peltato Pennatocomposte: le foglie laterali, dette pinne sono disposte sulla rachide come le barbe di una penna e possono essere oppositopennate o alternatopennate. Se la rachide porta, terminalmente, una pinna, la foglia è detta imparipennata altrimenti paripennata. Le foglioline possono essere a loro volta pennate e si parla di foglie bipennate, tripennate,…

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Palmato composte :le foglioline si inseriscono tutte sullo stesso punta e si dispongono a ventaglio: trinata: tre foglioline, quinata: cinque foglioline, digitata :più foglioline Peltato composte: come la palmata ma si dispongono a ruota. Le foglioline possono essere: -glabre -pelose:

1) tomentose: peli più o meno lunghi fitti e talvolta intrecciati 2) pubescenti: peli brevi e molli.

Lamina fogliare può essere ricoperta di particolari appendici cellulari detti peli o tricomi. Hanno origine epidermica e questo li distingue dalle emergenze che sono appendici di origine mista. I peli possono essere . -Unicellulari se derivano da una sola cellula che si accresce per distensione -Pluricellulari se sono formati da più cellule si dividono e si allungano -Semplici -Ghiandolari -Stellati -Aggrappanti e uncinanti nelle piante rampicanti. Varie funzioni: rafforzare la funzione tegumentale dell’epidermide Protezione radiazioni Isolante termico Ortica: istamina, acetilcolina, formiato di Na danno peli urticanti

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COROLLA: costituita da petali ( funzione vessillare) nella maggior parte dei casi sono colorati e raramente verdi( in questo caso si dicono petali sepaloidi) è costituita da Unghia: porzione ristretta più o meno lunga che si inserisce nel ricettacolo. Lembo: o lamina porzione espansa che può essere intera o più o meno incisa Nettario: struttura alla basa del petalo, ha forma varia e secerne il nettare; può trasformarsi in un cornetto nettarifero DIALIPETALA : sepali separati fin dalla base GAMOPETALA o simpetala: saldati per un tratto come per il calice gamosepalo c’è tubo, fauce, lembo, più o meno inciso. La corolla può essere

- simmetrica raggiata( actinomorfa o regolare) petali uguali e simmetriche rispetto a un asse centrale, o a più piani di simmetria

- simmetria dorso ventrale(zigomorfa o irregolare) petali diseguali e simmetrici rispetto a un piano di simmetria che la divide in parti uguali.

- Asimmetrica : non esistono né piani né assi di simmetria (es: orchidea) Corolle dialipetale actinomorfe Rosacea: 5 petali a unghia breve( rosa) Cariofillacea: 5 petali a unghia molto lunga ( tipica della famiglia delle Cariofilleceae, piante ornamentali e alcune infestanti ) Crociata : 4 petali opposti a due a due (crucifere) Corolle dialipetali zigomorfe Papilionacea: costituito da 5 petali di cui quello superiore più espanso è detto vessillo i due laterali Ali, i due inferiori sono uniti tra di loro a formare la carena Corolle gametopale actinomorfe Tubulosa: costituito da un tubo terminante all’apice con dei denti o lobi. È la corolla dei fiori della porzione centrale del capolino di molte Composite: i fiori tubulari appunto. Campanulata: il tubo si slarga a campama Infundibulare: fatta a imbuto, con tubo più o meno sviluppato Urceolata: fatta a orciolo, ovvero a tubo ampio alla base e ristretto all’apice (belladonna) Rotata: tubo brevissimo con lembo raggiato Corolle gametopale zigomorfe Labiata: formata da 4 petali uniti alla base in un tubo e separati alla fauce in die gruppi, uno di tre petali e l’altro di due in modo da formare due labbri (labiate)

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Personata: anch’essa bilabiata ma chiusa alla fauce da una salienza del labbro inferiore. Digitata: tubo allungato a forma di ditale ( digitalis) Ligulata: petali formano alla base un brevissimo tubo che si slarga costituendo una lamina dentata all’apice (fior ligulati di molte composite) ANDROCEO: apparato sessuale maschile formato dal complesso degli stami . Ogni stame si compone di un filamento che si può inserire sul ricettacolo o sulla corolla ( stami epicorollini) e dall’antera (microsporotecio) costituita da 4 sacche polliniche che durante la maturazione si fondono in due logge o teche: antere biloculari o più raramente in una sola : uniloculari. All’interno di queste sono racchiusi i granuli pollinici o microspore. A seconda del numero di stomi i fiori si dicono monoANDRI, diANDRI… L’antera può essere . Sessile: manca il filamento. Basifissa: il filamento si inserisce alla base dell’antera. dorsi fissa: il filamento si inserisce in un punto mediano dell’antera(lilium) Apicifissa : inserzione apicale. In base agli stami: fiore F . diastilemone se gli stami sono liber i Gamostemone: stami concresciuti: -concrescenza tra filamenti --- formano un unico fascetto: monoadelfi o staminoadelfi --- formano 2 fascetti diadelfi --- più fascetti poliadelfi -tra antere -tra antere sia tra antere che tra filamenti gli ultimi due sono stami singenesi Stami didinami: disposti a coppie di due di cui 2 più lunghi e 2 più corti Tetradinami: sono 6 di cui 4 più lunghi e 2 più corti.

fiore Isostemone: n° di stami = n° di corolle diplostemone doppio polistemone multiplo-

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GINECEO: apparato sessuale femminile formato da uno o più carpelli ossia da foglie trasformate ripiegate lungo la nervature e concresciute lungo i margini in modo da formare una concavità chiusa che nella sua porzione inferiore prende il nome di ovario.. in esso , che in seguito a fecondazione diventa un frutto, sono contenuti gli ovuli o macrosporoteci che in seguito origineranno i semi. L’ovario è sormontato da uno stilo, struttura tubulare che termina con uno stigma che può avere forme diverse. Se manca lo stilo si parla di stigma sessile. Il complesso ovario, stigma , stilo è detto pistillo. Il gineceo può essere formato da un solo carpello ( gineceo monocarpico o monocarpellare) Più carpelli ( pluricarpellare): -Apocarpico= carpelli indipendenti formano tanti pistilli quanti sono i carpelli.

- sincarpico : i carpelli concrescono a formare un solo pistillo. In base all’aspetto della regione ovariale si hanno : ovari uniloculari : uno o più fogli carpellari saldati ai margini per formare una sola cavità ovari plurioculari: più foglid carpellari si ripiegano verso l’interno e formano tanti setti che dividono l’ovario in logge. L’ovario si può trovare in varie posizioni e si ha fiore. Ipogino : ovario supero: l’ovario ritrova anche se di poco più in alto degli altri elementi fiorali (altri verticilli) accade quando i ricettacolo ha forma convessa( liliacee) Epigino il ricettacolo ha forma concava, l’ovario è infero cioè gli altri verticilli si innescano al di sopra dell’ovario( Rosacee) Perigino: ovario semiinfero: situazione intermedia a quelle precedenti , l’ovario è infossato nel ricettacolo ma gli altri elementi fiorali si inseriscono per lo più allo stesso livello. Il fiore si dice: ermafrodita o monoclino bissessuale o perfetto) se possiede sia androceo che gineceo declino ( unisessuale o imperfetto) e può essere

- stamifero ( staminifero o maschile ) se non ha gineceo - pistillifero ( o femminile) se non ha androceo

Piante monoiche :

- fiori tutti monoclini - -fiori diclini maschili e femminili sullo stesso individuo

piante dioiche : fiori maschili e femminili portati da individui diversi poligame: hanno fiori bisessuali e unisessuali:

- poligamo monoiche: bisessuali e unisessuali, sia maschili che femminili, sullo stesso individuo.

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- poligamo dioiche: bisessuali e femminili su un individuo e bisessuale e maschili su un altro individuo.

*** in base a come le appendici si inseriscono sul ricettacolo si hanno fiori :

- aciclici (o spiralati) : le appendici fiorali sono disposte lungo una spirale continua ma su un ricettacolo allungato. Disposizione arcaica e rara.( calicanthus)

- emiciclici: parte delle appendici hanno disposizione spiralata e parte sono disposte in verticilli ( disposti alla medesima altezza a formare un circolo)

- ciclici: tutte le appendici ci sono disposte in verticilli ; è il tipo di disposizione più evoluta ed è la più diffusa delle angiosperme.

INFIORESCENZA : fiori riuniti su ramificazioni di tipo diverso. Infiorescenze con asse allungato longitudinalmente; -grappolo o racemo: ha fiori peduncolati : - spiga: ha fiori sessili

- spadice : ha asse ingrossato e comunemente circondato da una brattea più o meno avvolgente: es:calla, la brattea si chiama spata.

- aminto o gattino o gattice: l’asse della spiga è pendulo o eretto con fiori generalmente unisessuali

- spighetta: spiga molto corta e portante due o più fiori all’ascella di due brattee ( glume), aristate o no. ( arista= ciascuno dei filamenti sottili che si sviluppano dalle glume in alcune graminacee)

- corimbo : è un racemo con fiori i cui peduncoli raggiungono tutti lo stesso livello (pero)

Infiorescenze con asse accorciato _ ombrella: ha peduncoli della stessa lunghezza e inseriti allo stesso punto così da formare una sorta di ombrello

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Infiorescenze con asse raccorciato e ingrossato - capolino: si può considerare derivato da un ombrella in cui i fiori sono diventati sessili e si inseriscono in una dilatazione dell’asse infiorescenziale circondato da una corona di brattee

Infiorescenze simpodiali o definite L’asse infiorescenziale si comporta come un simpodio ( ramificazione simpodiale: ogni ramificazione presenta un ramo più lungo e uno più corto) e arresta precocemente lo sviluppo. (per questo si dice definita) producendo un fiore terminale a 1 (a) o 2 assi (b) a.

b.

a. monocasio ( o cima unipara): sotto il fiore apicale si forma un solo ramo che porta a sua volta un altro ramo e così via. Può essere:

b. scorpioide: gli assi laterali successivi si formano dallo stesso lato.

elicoide: gli assi laterali (rami) si formano alternativamente una a destra e uno a sinistra.

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b. dicasio ( o cima bipara) quando il ramo principale , sotto al fiore terminale porta due assi secondari opposti, muniti a loro volta di fiore e che continuano a ramificare allo stesso modo:

- spicastro: dicasi molto raccorciati all’ascella di brattee, riuniti all’apice dei rami. - Verticillastro dicasi molto raccorciati all’ascella di foglie normali.

Infiorescenze composte o tirsoidi o pluriassiali L’asse delle infiorescenze si ramifica originando molti assi in modo da: -ripetere lo stesso schema di ramificazione dell’infiorescenza dell’asse principale( inf omotipiche) -costruire un nuovo schema (inf eterotipiche) omotipiche . - pannocchia ( tirso o racemo composto) : racemo dove al posto dei peduncoli fiorali si formano altrettanti racemi che possono a loro volta portare piccoli racemi. L’asse principale rimane sempre più lungo rispetto ai piccoli rami laterali. -antela : differisce dalle pannocchia perché gli assi laterali superano in lunghezza quello principale -corimbo composto: corimbo dove al posto dei peduncoli laterali si trovano gli assi e a loro volta portano corimbi i cui fiori sono tutti portati alla stessa altezza. - ombrella composta: ombrello dove al posto dei due peduncoli fiorali vi sono assi portanti a loro volta ombrelle -spiga composta ( spiga di spighetta )

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- policasio( cima multipara o cima ombrellifera): si può far derivare dal dicasio però con ramificazioni di più di due assi verticillati, ognuno dei quali si ramifica a sua volta allo stesso modo. Eterotipiche -grappolo di ombrelle : è un racemo dove al posto di peduncoli fiorali si impiantano altrettanti gruppi di ombrelle - grappolo di spighette ----------- gruppi di spighette - capolini -----------gruppi capolini - cime scorpiodi corimbo di capolini :è un corimbo dove al posto dei fiori si trovano capolini.

FRUTTO FECONDAZIONE:

- ovulo si trasforma in seme - ovario si trasforma in frutto poiché le pareti dell’ovario si ingrossano

differenziandosi in: ESOCARPO o epicarpo strato esterno di cellule MESOCARPO: strato intermedio in genere pluristratificato ENDOCARPO: strato interno. Formano il PERICARPO che dà protezione agli ovuli devenuti semi e ne favoriscono la dispersione. In alcune specie con un gran numero di ovuli ( banana, ananas, fico, melone e pomodori) i frutti possono svilupparsi anche senza fecondazione e quindi esser senza semi, sono detti APIRENI. . questo fenomeno abbastanza diffuso è detto partenocarpia. Può avvenire senza impollinazione e o può richieder comunque la stimolazione del polline (orchidee).

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I frutti apireni possono svilupparsi anche quando l’embrione è abortito (ciliegie, uva , pesche) ma non si parla di partenocarpia in senso stretto in quanto la fecondazione è comunque avvenuta. In base all’origine i frutti sono divisi in .-semplici: se si sviluppano da un ovario unico monocarpico o sincarpico. - composti: o aggregati se derivano dalla trasformazione di un gineceo apocarpico( cioè numerosi carpelli liberi tra loro )

- multipli : o sinantocarpici o infruttescenze se derivano da ginecei di più fiori ovvero da infiorescenze.

I frutti semplici , in base al comportamento al momento della maturazione posono esser divisi in : -indeiscenti : se il pericarpo non si apre e fungono essi stessi da elemento di dispersione e si distruggono per marcescenza. -deiscenti: a maturità l’ epicarpo si apre permettendo la fuoriuscita di semi -dirompenti o schizocorpi se a maturità si dividono in numerosi pezzi detti mericarpi , uniloculari e monospermi chiamati articoli se la scissione avviene trasversalmente o cocchi se avviene longitudinalmente. I frutti deiscenti possono essere

- secchi : il pericarpo a maturità ha una consistenza legnosa, curiosa o pergamenacea, coriacea e contiene pochissima acqua.

- Carnosi: presentano tutto il pericarpo o strati di esso, carnosi, ovvero ricchi di succhi,

Frutti indeiscenti secchi.

- noce semplice (o nocula) deriva da un ovario supero ed ha un pericarpo coriaceo aderente al seme, che è uno solo . Nocciola

- noce con cupola: le ghiande del genere quercus , alla base sono rivestite da brattee che costituiscono la cupola

- noce alata o samara: noce con un’espansione alae (ulmus) - achenio: deriva da un ovario infero, monocarpellare ( composite) e ha un pericarpo

coriacei non aderente all’unico seme in esso contenuto. In certe specie è munito di PAPPO, calice trasformato, utile per la disseminazione.

- otricolo: noce a pericarpomembranoso e molto sottile - cariosside: a differenza dell’achenio e della noce, ha pericarpo che aderisce

strettamente al seme ( graminacee) essendo concresciuto il tegumenti seminale. Frutti indeiscenti carnosi. :in essi è facile distinguer epic-, mesoc- endocarpo. - drupa: epicarpo sottile mesocarpo carnoso(polpa) eccezionalmente fibroso endocarpo duro, legnoso ( nocciolo) che riveste il seme che generalmente è uno solo ; in alcuni casi però (edera) la drupa è polisperma ovvero ha più semi perché possiede più noccioli. Può derivare da un ovario monocarpico (pesca,susina, ciliegio, albicocca) o da ovario pericarpico (alloro, ulivo) - bacca: epicarpo sottile mesocarpo, endocarpo carnosi

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è generalmente plurisperma. In alcune specie derivano da ovario infero e in altre da ovario supero. Tipi particolari di bacche sono:

- peponide : derivano da un ovario infero, ha epicarpo e mesocarpo fusi e l’ndocarpo forma verso l0interno e tra i semi un tessuto carnoso. È tipico delle cucurbitacee( cetriolo, melone, zucca cocomero)

- peperonide: caratteristico del peperone , derivano da un ovario supero pluricarpellare. A maturità il pericarpo carnoso circonda una grande cavità che per la maggior parte rimane vuota.

- Esperidio. Tipico frutto del genere citrus (arance, lomoni, mandarini) . ha epidermide sottile e ghiandolosa, giallo o arancio, detta FLAVEDO, mesocarpo spugnoso e compatto detto ALBEDO e un ‘endocarpo membranoso che forma spicchi,con peli succulenti e allungati che avvologono i semi.

- Balaustio: il frutto del melograno:

- Pomo: è tipico delle pomoidee( melo, pero) deriva da un ovario infero sincarpico. Ha epicarpo membranoso , la parte carnosa però è quasi interamente costituita dal ricettacolo. È un esempio di falso frutto ( pseudocarpo o frutto accessorio).

Frutti deiscenti: monocarpici: .- follicolo semplice: è uniloculare uni o plurispermo, l’apertura della foglia carrellare avviene da un solo lato , generalmente dal ventrale, che corrisponde alla linea di sutura del margine del carpello o raramente dorsale che corrisponde alla nervatura del carpello. - legume o baccello: è uniloculare e plurispermo e si apre sia dal lato dorsale che da quello centrale. È frequente nelle leguminose sincarpici sìliqua: è costituito da due carpelli ed è biloculare perché la cavità è divisa in due logge da un falso setto (replum)in cui sono inseriti i semi. La deiscenza che avviene lungo le 4 linee do sutura permette il distacco dal basso verso l’alto dei due carpelli scoprendo il replum con i semi . i due carpelli, ora valve, spesso si arricciano verso l’alto . è il frutto caratteristico delle crocifere. Se due diametri sono uguali si ha la siliquetta. Cassula o capsula: è plurocarpellare uni o plurioculare a logge plurisperme, ha forma più o meno isodiametrica e si differenza in base al tipo di ceiescenza che manifesta:

- setticida : la deiscenza avviene per fessurazione longitudinale lungo la linea di sutura dei carpelli in modo che ogni valva corrisponde a un carpello (colchium)

- loculicide ogni valva corrisponde a due semicarpelli in quanto la deiscenza avviene per apertura lunga la nervatura dei carpelli.

- pisside o cassula circumscissa: deiscenza avviene per mezzo di una fessura trasversale e la parte superiore detta opercolo si separe da quella inferiore chiamata urna

- treto o capsula sporicida i semi escono attraverso pori situati situati sotto lo stigma sessile(Papaver) o grazie a opercoli laterali.

- cassula carnosa: quando si apre il pericarpo è ancora carnoso.

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Frutti dirompent: Articoli

-Legume lomentaceo : legume formato da articoli monospermi separati da strozzature e tramezzi che si distaccano a maturità -Siliqua lomentacea: è una siliqua che si divide in articoli sovrapposti. Cocchi

- diachenio: costituito da due carpilli che originano due cocchi (acheni) uniti tra loro da un filamento chiamato carpoforo e che a maturità si distaccano

- tetrachenio : costituito da due carpelli che, dividendosi a loro volta in due a maturità formano 4 cocchi ,acteni, disposti a croce es: labiatae

- poliachenio formato da parecchia carpelli che a maturità si separano in altrettanto cocchi disposti singolarmente( geranium. Malva)

- disamara: costituita da due samare che si separano a maturità es:Acer Frutti composti Mora di rovo : è una drupa composta , costituita da tante piccole drupe. Fragola: noce composta, ovvero ciascun ovario diventa una noce semplice inserita su una struttura carnosa (derivata dal ricettacolo) che costituisce la parte edule. È un falso frutto. Cinorrodo frutto della rosa più ricettacolo cavo, cavernoso, porta più acheni . è un falso frutto Frutti multipli Siconio ricettacolo carnoso contenete parecchie piccole noci. Sorosio: genere Morus ( a cui appartiene il gelso) costituito da spighe di fiori femminili in cui gli ovari sono divenuti delle noci avvolti dal perigonio diventato carnoso. Ananasso : (nome scientifico: Bromelia Ananas) . Asse carnoso che porta numerose bacche con le rispettive brattee anch’esse carnose.

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Sicono * sorosio* ananasso* mora di rovo cinorrodo* fragola* MULTIPLI COMPOSITI FRUTTI SEMPLICI Indescenti deiscenti dirompenti Secchi carnosi monocarpici sincarpici articoli cocchi Achenio drupa follicolo siliqua legume loment diachenio otricolo bacca legume capsula siliqua loment tetrachenio cariosside peponide poliachenio noce peperonide semplice esperidio alata balaustio con cupola pomo* +* falso frutto

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Parte seconda : FITOCHIMICA

Metaboliti primari : composti chimici presenti nei vegetali in concentrazioni elevate e che svolgono un ruolo primario nel metabolismo

Metaboliti secondari: presenti in bassa percentuale ma non meno importanti dei primari, sono anche chiamati composti micromolecolari data la limitata grandezza delle loro molecole. Non sono importanti per le funzioni cellulari generali ma lo sono dal punto di vista ecologico perché servono per la sopravvivenza. Infatti le piante non potendosi muovere si difendono tramite queste sostanze. Queste regolano così il rapporto tra le piante producendo inibitori della crescita per altre piante, rapporto tra pianta e microrganismi e animali producendo sostanze per attirare pronubi (api, farfalle etc.) e disseminatori , sostanze tossiche per i litofagi o di richiamo per organismi simbionti. La produzione di queste sostanze deriva da vie biosintetiche con un basso numero di precursori, facenti parte del metabolismo primario; e richiedono un notevole dispendio energetico sia per l’immagazzinamento che per le produzione, pertanto la pianta le produce in particolari momenti ( stagione in cui è presente il fitofago) e le concentra in specifiche porzioni della pianta ( le più vulnerabili, più appetibili). La concentrazione varia comunque nel tempo e nello spazio o all’interno di una stessa specie a seconda del: clima; altitudine; latitudine; terreno

ALCALOIDI sostanze organiche azotate che hanno caratteristiche chimiche comuni : - reattività alcalina ( alcaloide significa: simile alle basi ) perciò

- solubilità in acidi diluiti ( sfruttato nella prima fase dell’ estrazione) - formazione di ammidi con acidi organici

- contengono almeno un N in un anello eterociclo - derivano biosinteticamente da a.a. ( > parte dei casi esclusa la Xantina: alcal steroideo) - le loro basi libere ( N tranquillo, privo di cariche ) sono insolubili in H2O e in solventi apolari ( etere,cloroformio, tetracloruro di carbonio), i sali derivati sono al contrario solubili in H2O , parzialmente in alcool ma insolubili in solventi organici apolari. - sono incolore (eccetto sanguinaria) Dal punto di vista biologico: - sono per la maggior parte di origine vegetale - anche a dosi basse inducono importanti azioni biologiche nell’uomo e negli animali.

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Di norma hanno un sapore amaro e bruciante ( retrogusto piccante) che si percepisce masticando la droga che le contiene o respirandone la polvere Esistono sostanze che contengono gruppi azotati esociclici e sono - ammine alcaloidiche o protoalcaloidi : sono ammine semplici - pseudo alcaloidi : struttura complessa come il taxolo e la colchicina. Sono composti: quinari : C,H,N,O, S limitati ai funghi, solidi cristallini che non volatilizzano ma quaternari : C,H, N, O > parte sublimano terziari : C, H, N hanno basso PM , liquidi volatili, odorosi e estraibili con vapor d’acqua Il processo di biosintesi da a.a. comporta: -dacarbossilazione aa con formazione dell’ammina corrispondente. - deamminazione che porta la perdita del gruppo amminico e la riduzione della funzione acida (a aldeidi a alcali ) - ammine e aldeidi così formati possono condensare e dare vita a un alcaloide o a un suo precursore. Gli alcaloidi possono essere classificati in base all’ a.a. precursore nella loro via biosintetica in : - indolici : trp - isochinolici o benzilsolchinolici : tyr - pirrolici : Glu o ornitina (a.a. naturale α,δ – diammino valerianato) -imidazolici: His Sintesi : avviene nelle foglie (anche se sono ubiquitari) e vengono accumulati nei vacuoli dei tessuti preferenziali : semi, foglie, radici, cortecce. Nei vacuoli sono combinati a formare sali, con acidi generici (malico, ossalico) o con acidi specifici sintetizzati ad hoc. Vi sono varie ipotesi riguardo la loro produzione: - prodotti di scarto del metabolismo primario, soprattutto quello delle proteine - meccanismo di difesa : sono arrivate a noi le varietà più ricche perché resistenti - riserva di N : tesi più accreditata poiché se si sottopongono le piante a condizione di carenza di N, li usa per procurarsene. Diffusione Si conoscono più di 5500 alcaloidi, distribuiti in più di 4000 specie vegetali soprattutto in quelle della fascia tropicale e subtropicale dove l’attività fotosintetica è molto intensa e c’è possibilità maggiore di produzione e quindi di accumulo dei metabolici secondari. Questi sono praticamente assenti nelle gimnosperme e diffusi nelle dicotiledoni e in misura minore nelle monocotiledoni.

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Azione farmacodinamica -attivi sul SNC ( depressivi, eccitanti) - attivi sul SNS (vegetativo) * anticolinergici ( interferiscono negativamente sul meccanismo d’azione dell’acetilcolina) * parasimpaticoletici : azione spasmolitica, antisecretoria, midriatica (atropina), cardiostimolante. - attivi sul cuore: antifibrillanti, vasodilatatori coronarici, cardiodepressivi. -attivi sull' apparato respiratorio : antitussivi, broncodilatatori - attivi sui reni :diuretici - attivi sull’apparato digerente: colagoghi cioè aumentano la secrezione biliare e agevolano il passaggio dal fegato e dalla colecisti all’intestino - attivi sulla muscolatura liscia : spasmolitici ( favorisconol’eliminazione degli spasmi che sono delle contrazioni involontarie e anomale dei muscoli - attivi sui vasi : ipertensivi o vasocostrittore, ipotensivi - antitumorali -ipoglicemizzanti -attivi sui parassiti : antiprotozoi, antiamebici, antifungini

TANNINI gruppo eterogeneo di molecole a basso o elevato PM (possono arrivare anche a 5000 uma ) , mai azotate. Il loro nome deriva dal francese TAN, quercia utilizzata come legno conciante. I tannini hanno infatti la particolare proprietà di trasformare la pelle in cuoio(concia); si tratta di reazione di ricombinazione dei tannini con il collagene e altre proteine della pelle che da un lato porta alla denaturazione delle proteine e dall’altro alla formazione di materiale non più putrescibile resistente all’acqua e a diversi agenti chimici. Sono solubili in H2O e all’aria si ossidano facilmente a causa di –OH fenolici liberi . Si distinguono in : Tannini idrolizzabili

Si scindono per azione di acidi e enzimi Vengono divisi in : - gallotannini se presentano una o più molecole di zucchero (in gen glucosio) con uno o più –OH esterificati da molecole di acido gallico (= acido 3.4.5 tridrossibenzoico COOH HO OH OH - ellagitannini : hanno acido ellagico (derivato dalla condensazione di 2 unità di acido gallico)

! i tannini idrolizzabili derivano dal precursore dei composti fenolici : l’acido schimico. Tannini non idrolizzabili

Detti anche condensati , non si scindono per azione di acidi o enzimi. Sono composti catechinici : derivano dalla condensazione di catechine: raramente presentano la componente zuccherina.

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Derivano da vie biosintetiche più complesse.

Azione : - antibiotici , antivirale, antifungini ( da collegare alla resistenza che i tannini inducono con la loro presenza al duramen) - astringente ( riduzione della funzione dei tessuti con secrezione e assorbimento) - vasocostrittrice ed emostatica - antidiarroica -antinfiammatoria - Quelli con caratteri amari sono:

- epatoprotettivi - digestivi

- aperitivi L’abuso per via orale ( % eccessiva in integratori) riducono l’attività enzimatica digestiva e la biodisponibilità delle proteine; infatti sono capaci di farle precipitare. Possono far precipitare anche gli alcaloidi e perciò sono usati come antidoti per l’avvelenamento da alcaloidi.

PRINCIPI AMARI Categoria di composti con struttura chimica eterogenea aventi in comune il sapore amaro. Comprendono : alcaloidi: chinina (estratta dall’albero della china glucosidi esteri di acidi fenolici(cinarina) lattoni : diterpenici (marrubina, dalle sommità fiorali del marrubio) sesquiterpenici (cnichina, presente nelle foglie del cardo benedetto ) sono diffusi soprattutto nelle specie della famiglia delle : Genzianacee , genziana lutea (genziana maggiore) Asteracee : carciofo, cicoria Cannabacee ( luppolo) Stimolano l’appetito e la secrezione gastrica e pertanto sono usati come aperitivi - azione colagoga -azione coleretica ( secrezione della bile, eretìzein: stimolare) - diuretica -febbrifuga

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GLICOSIDI • eterosidi. Sostanza derivate dall’unione di una molecola detta AGLICONE (o

agenina) e da un’unità saccaridica detta glicone ( o Genina) uniti da un legame di vario tipo.

Reattività : sono soggetti a idrolisi chimica o enzimatica, infatti nell’estrazione per evitare in contatto con H2O, idrolisi chimica, è fatta tramite l’essicazione del materiale vegetativo fresco e per evitare idrolisi enzimatica so tratta il materiale con solfato d’ammonio che determina la precipitazine degli enzimi inibendoli. (stesso x l’alcol). Classificazione : - sulla base del glicone ( glucosidi, fruttosidi, , galattosidi) - sulla base dell’aglicone - sulla base dell’azione farmaco terapeutica correlata alla natura del agl’icone, da notare che il glicone regola l’intensità dell’azione, la solubilità ( la parte glucidica è un veicolante cellulare) , la tossicità dell’intera molecola -sul tipo di legame tra le due unità che possono essere: o- glicoside C-O-C S- glucoside C-S-C o tioglicoside N- glicoside C-N-C C- glucoside C-C o glicosile Glucosidi salicilici Sono O-glicosidi che per idrolisi liberano : uno o più zuccheri aglicone che può essere : alcol o- ossibenzilico chiamato anche

alcol salicilico o saligenolo o saligenina oppure derivati esterei dell’acido acido salicilico come salicilato di

metile

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Il glucoside salicilico Salicina (salicoside)è stato il primo glucoside a essere stato isolato (1830) . è il glucoside del saligenolo, estratto dalla corteccia e dai fiori del salix alba l. O O CH3 CH2OH COOH C CH2OH OH OH OH O Glc

Saligenolo ac. Salicilico salicilato di metile salicina Un altro importante è il populoside (detto anche monobenzil salicina) estratto dai

germogli del pioppo: libera saligenolo, acido benzoico e Glc,.

Diffusione: - corteccia e fiori di alcune Salicacee (salix, populus) -Ericacee - Rosacee Hanno azione: antipiretica, antinfiammatoria, antireumatica, sudorifera, diuretica glucosidi idrochinonici: O-glicosidi che liberano in genere glucosio e un aglicone costituito da idrochinone o metilidrochinone OH OH CH3 OH OH Para di fenolo metil para di fenolo Para diidrossi benzene metil para diidrossi benzene arbutoside I principali sono : presenti nell Arbutus Unedo (corbezzolo) metilarbutoside

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Hanno azione antisettica del tratto genitale soprattutto per la presenza dell’aglicone glucosidi cardiotonici (o cardiocinetici): i loro agli coni contengono il nucleo dello sterano (chiamato anche ciclopentenoperiidrofenatrene, lo scheletro del colesterolo) . in posizione 3 si lega un oligosaccaride che inizia spesso con un ‘unità di glucosio. In base al sostituente in posizione 17 –β vengono divisi in

O Bufadienolidi : ciclo lattonico insaturo esagonale O Cardenoldi : ciclo lattonico insaturo pentagonale Praticamente quasi tutti i composti ad attività cardiotonica dei vegetali sono rappresentati da questi glucosidi. Tra i cardenolidi : digitossina: estratto dalle foglie della digitalis purpurea (digitale) lanatosidi lanata( digitale lanata) convallotossina rizoma della convallaria maialis ( mughetto) fra i bufadienolidi: scillarene e proscillaridina estratti dai bulbi di urginea marittima (detta anche scilla o squilla o cipolla marina bufotossina o bufalina da cute di rospi del genere bufo. Presentano unaspiccata azione specifica nel tessuto cardiaco con : - effetto inotropo positivo : aumento forza contrazioni - cronotropo negativo : rallentamento dei battiti - batmotropo negativo : diminuzione eccitabilità tra gli effetti collaterali: aumento della diuresi glucosidi saponinici o saponosidi o saponine: gruppo eterogeneo di glucosidi che sono in grado di abbassare la tensione superficiale dell’acqua generando una schiuma dopo agitazione della loro soluzione acquosa. Si distinguono in : terpeniche: l’aglicone ha un nucleo triterpenico. Steroidiche: l’aglicone ha un nucleo steroideo

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La loro particolare capacità chimica deriva dall’amfipaticità della loro molecole: - parte agliconica: lipofila - parte gliconica : idrofila

in base alla struttura del glicone si possono anche dividere in : monodesmonosidi: unica catena zuccherina lineare o ramificata bisdesmonosidi : 2 catene zuccherine in siti d’attacco differenti si attribuiscono alle saponine varie proprietà: - espettoranti (fluidificazione delle secrezioni bronchiali) - molluschicide - antimicrobiche -antifungine

- saluretiche ovvero favoriscono la saluresi ( eliminazione sali minerali attraverso le urine)

L’iniezione di saponine nel sangue per endovenosa causa emolisi :ciò causa eccessiva fagocitosi dell’Hb da parte delle cellule stellate , quindi decongestione del fegato e dei reni per accumulo di Hb, tra le saponine terapeutiche: - ederacosidi : hanno come aglicone le ederogenine : hedera helix, usato in cosmesi per cellulite, forse emulsiona i grassi. - escina : nell’Aesculus hippocastanus (ippocastano) glicirizzina e 24- idrossi glicirrizina: in liquirizia : specie glicyrrhiza glabra glicirrizzina : sale di ammonio di calcio dell’acido glicirrizico:; quest’ultimo è costituito da acido diglucuronico e acido glicirretico (quest’ultimo costituisce l’aglicone). È estratto dalla radice e dagli stoloni ( rami che scorrono sul terreno e emettononradici a ogni nodo. Ha proprietà spasmolitica, espettorante, immunostimolante, antiulcera, lassativa e aumenta la digestione.

POLISSACARIDI ETEROGENEI : gomme , mucillagini, pectine. Gomme: chimicamente definibili come poliosi complessi nella cui composizione entrano a far parte diverse molecole di acidi uronici ( i cui gruppi carbossilati sono salificati con K+ , Ca ++, Mg ++ ) ; alcuni sostanze vengono definite gomme ma in realtà non sono propriamente gomme ma resine o gommoresine. Va distinta la gomma naturale che e il caucciù per composizione e proprietà specifiche .

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differiscono dalle mucillagini perché sono prodotti: - patologici - derivati dalla decomposizione delle pareti cellulari di determinati tessuti a seguito di

shock dovuti a : - cambiamenti di T°

-attacchi di insetti. Sono di interesse farmacologico: gomma arabica: dall ‘acacia senegal e specie correlate, origine africana e altre leguminose gomme adraganti : estratte da specie del genere astragalus (leguminosa indigena dell’asia minore.) usate - per la loro azione emolliente e protettiva (in cosmesi):

- come eccepienti delle pillole - viene prescritta negli stati irritanti delle mucose gastroenteriche come emolliente e

protettivo ( questo vale solo per la gomme arabica) ; uso interno possibile perché atossiche.

Caucciù : elevata elasticità e idrofobicità; si ottiene dal latice che sgorga dalle incisioni operate sul caule dell’Hevea brasiliensis (sopratutto) è sinonimo di gomma naturale; a differenza delle altre gomme deriva da condensazione di unità isopreniche a formare macromolecole con più di 10000 uma; è chimicamente cis 1,4 poliisoprene. Il polimero trans è chiamato guttaperca. Miscela di polimeri cis e trans si estrae dall’ achras sapota che è la gomma usata per il chewing- gum Mucillagini Miscele di polisaccaridi derivati dalle componenti delle pareti cellulari . per la comune costituzione chimica vengono associate alle gomme ma si differenziano perché le gomme sono prodotti di origine patologica mentre le mucillagini sono prodotti ergastici. In H2O formano soluzioni colloidali viscose ma non adesive. Possono essere neutre o acide. Acide: ne sono ricche le Plantaginecee e le malvacee( malve, tiglio) Neutre: hanno spesso il mannosio, sono glucomannani, galatomannani, galattoglucomannani Uso esterno: emolliente e protettivo per l’epidermide Uso interno : effetto lassativo per aumento della massa intestinale. Inoltre ha azione lenitiva, antinfiammatoria e protettiva nei riguardi della mucosa intestinale; bisogna fare attenzione che non si accumuli nei diverticoli. Dal tallo di alcune RODOFICEE ( alghe rosse) si ottengono

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AGAR AGAR Per il 90% costituito da: -agarosio (70%), polimero lineare dell’agarobiosio ( galattosio 3-6 anidrogalattosio) - agaropectine : struttura più complicata e ramificata azione: emolliente, lassativo –meccanica, emostatica, antinfiammatorio sulle mucose GI, attivo sulla tosse CARRAGENANI Polimero lineare del D- galattosio, molto solforato. Uso interno: lassativo meccanico, antinfiammatorio( se iniettato può causare infiammazione) Uso esterno : idratante , ammorbidente protettivo, filmogeno Uso alimentare: gelificante e inibitore della cristallizzazione dei gelati Dalle FEOFICEE (alghe brune) ALGINE : miscela di sostanze derivate dall ’acido alginico che è un polimero lineare di acidi uronici D-mannuronico e D- glucuronico ( legame 1-4). È un lassativo meccanico emulsionante , addensante gelificante e viene usato sia nell’industria farmaceutica che alimentare. Resine Gruppo eterogeneo di secreti vegetali rappresentati da sostanze semifluide che induriscono all’aria, dotate di buone proprietà isolanti , insolubili in H2O ma solubili in solventi organici. Contengono: polimeri dei terpeni reseni acidi resinolici resinoli ( e loro eteri) sono presenti in molte famiglie botaniche tra cui: convolvulacee cocurbitacee euphorbiacee conifere azione farmacologia: purganti drastici. Oleoresine o balsami: sono resine conteneti olii essenziali ( separabili per distillazione) sono essudati naturali o patologici. Fra le più usate: balsamo del Perù : dal Myroxylon balsamum var. pereira ( fam. Leguminose papilionacee) originaria dell’America Latina. L’odore ricorda quello della vanillina. Ha uso esterno per: curare le ferite difficilmente cicatrizzabili:

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ustioni ulcere emorroidi balsamo del Tolù : (tolù provincia della colombia): dal Myroxylum balsamum var. balsamum o var. genuinum. Le proprietà sono circa quelle del Perù. Trementina : miscela di sostanze volatili soprattutto monoterpeni come: α, β pinene, limonene , inalolo. Fuoriesce praticando decortificazione al fusto delle conifere che secernono in questo modo una resina grezza la cui componente più volatile è la trementina, è presente anche catrame vegetale (componente intermedia nel senso che è meno volatile della trementina) e la colofonia o pece greca( detto residuo perché più pesante). Perciò una volta estratta la resina grezza deve esser distillata in corrente di vapore per eliminare il catrame e residui di colofonia. È estratta da varie specie di pinacee come pinus pinaster e pinus silvestris ma anche da altri generi oltre il pinus. L’aspetto è liquido è mobile, l’odore è penetrante , il sapore acre e piccante. È insolubile in H2O e poco in alcol. Uso : -sopratutto per effetti balsamici nei confronti delle vie respiratorie tramite inalazione o linimenti (strofinando) - entra a far parte di preparati revulsivi : provoca vasodilatazione e revulsione (aumento dell’afflusso sanguigno dei tessuti superficiali di una regione del corpo). L’avvelenamento causa coliche addominali , enteriti, ematuria, incoscienza e collasso.

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Parte terza: MONOGRAFIE

PREREQUISITI: ESSENZE VAPOR D’ H2O IDROLATI DISTILLAZIONE CON ALCOL ALCOLATI DROGHE VEGETALI INFUSIONE INFUSI SOLUZIONE ESTRATTIVA DECAZIONE DECOTTI DIGESTIONE TINTURE ALCOLATI: contengono i principi volatili e solubili in alcool delle piante impiegate per la loro preparazione in soluzione alcolica. INFUSIONE: la droga opportunamente preparata ( pestata, polverizzata a seconda dei casi) è messa in un contenitore nel quale viene aggiunta H2O in ebollizione, coperto il recipiente si lascia il liquido a contatto con la droga fino a raffreddamento. DECOZIONE : si riduce la droga in piccoli pezzi ( radici, legni duri compressi , spesso dopo macerazione perché altrimenti troppo duri). Si mette nel contenitore con H2O e si porta a ebollizione, il liquido viene colato quando è ancora caldo. DIGESTIONE : macerazione effettuata a caldo TINTURE : preparazione liquida ottenuta per trattamento con alcol, di materie prime che sono generalmente state essiccate o di loro estratti. Eccezionalmente si può usare la droga fresca. OLEITI : (o oleoliti) : dissoluzione di medicamenti negli oli, utilizzabili per uso esterno orale o per via parenterale (ipodermico o intramuscolare). In Italia in genere si usa olio di olive,mandorle dolci, di sesamo o d’arachide.

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HYPERICUM PERFORATUM L. Appartiene alla famiglia delle Hypericacae (o Guttifere) , dicotiledoni. Sono alberi ,arbusti, erbe che producono un succo giallastro o verdognolo, reso resinoso graziea ghiandole distribuite su tutta la pianta. Le foglie sono opposte semplici. I fiori bisessuali o unisessuali, solitari o uniti in infiorescenze a cima o a pannocchia. Sepali e petali di 5 elementi. Stami numerosi con filamenti riunitii infascetti alla base. Ovario supero. Frutto e una cassula. Comprende 40 generi, diffusi ovunque e in particolare nei tropici. Genere Hypericum Piante a portamento arboreo, arbustivo ed erbe perennanti o annuali aventi ghiandole traslucide, rossastre o scure, distribuite sui fusti, sulle foglie, sui sepali e sui petali. Foglie semplici e opposte. Le ghiandole contengono gli oli essenziali, le resine e le antocianine che trovano impiego in medicina. I fiori sono gialli con numerosi stami riuniti in 5 fascetti. Il frutto è una capsula. Comprende 400 specie di cui una ventina nella nostra flora e in Sardegna ve ne sono 10 specie. HYPERICUM TOMENTOSUM Pianta perenne alta 10-50 cm con fusto strisciante e significato con rami ascendenti. Foglie amplessicauli alla base senza le ghiandole nere tipiche del genere. Sepali con ghiandole nere sul bordo mentresui patali son ampiamente diffuse. Cresce si terreni umidi e anche subsalsi. Rara. HYPERICUM PSILOPHITUM È una sottospecie del tomentosum HYPERICUM PERFOLIATUM Pianta comune, perenne , alta 30-70 cm con foglie amplessi caudali alla base. Ghiandole nere solo sul bordo dei sepali HYPERICUM AUSTRALE Pianta prostrata (ovvero che tende a piegarsi verso il terreno)e perenne alta 10-40cm . foglie prive di ghiandole traslucide. Le ghiandole peduncolate sono presenti sul bordo dei sepali.

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HYPERICUM HIRCINUM ( ruta caprina) Pianta più grande rispetto alle altre. È un arbustp sempreverde alto 0.3 –1.5 m . Fiori gialli riuniti in corimbi all’apice dei rami. Gli stami sono numerosi e raggruppati in 5 fascetti con antere gielle. Fiorisce da maggio a settembre efruttifica da giugno in poi. È endemico della Sardegna e della Corsica. Cresce in zone umide lungo le sponde dei corso d’acqua e in ambienti freschi e ombrosi. Il nome ruta caprina deriva dal fatto che è persente l’aldeide caprinica (C5H11CHO) che è volatile eha odore del vello della capre. HYPERICUM ANNULATUM Portamento cespuglioso. Endemico della Sardigna e raro. Talora i petali hanno qualche ghiandola nera. HYPERICUM AEGYPTICUM ( o iperico egiziano) Pianta sempreverde . foglie opposte con deboli punteggiature, traslucide sulla lamina. Fiori gialli è solitari o riuniti in gruppetti pauciflori (con pochi fiori), privi di ghiandole. È una specie rara, in itaia si trova a Lampedusa; in Sardigna su rupi calcaree presso Villanovatulo ( NU nord del Flumendosa ) HYPERICUM QUADRANGOLUM ( tetraptericum ) È presente su tutta la nazione ma è rara. Fusti prostati alla base, poi si eretti e ramosi, quadrangolari e sugli angoli ali larghe (0.5 mm). Le foglie dimorfe con ghiandole traslucide e poche ghiandole nere. I sepali non presentano ghiandole nere e i petali solo raramente. HYPERICUM SPRUNERI Fusti glabri , inizialmente striscianti ma subito eretti , robusti. Foglie ovato lanceolate con nervature non prominenti. Corimbi densi. Sepali lanceolati con ciglia portanti una ghiandola scura sul bordo. Si pensava esistesse solo in Puglia e Basilicata ma nel 1996 Prof. Atzei ne ha segnalato la presenza in Sardegna. HYPERICUM PERFORATUM L. È a questa specie e alla sua storia che è legata l’etimologia del termine iperico. Da ypèr : sopra e eicòn: immagine : forse deriva dal suo uso come amuleto contro gli spiriti. Per altri invece deriva da ypèr : al di là alludendo alle punteggiature trasparenti delle sue foglie che permettono di vedere, appunto, al di là. Per altri ancora da ypò: sotto e ericòn: erica, cioè pianta che vegeta sotto l’erica. (leggi la y come la u francese) Da super e spectrum, usato contro gli spettri, spiriti maligni , nel malocchio e nell’erboristeria ( Mattioli, primo trattato di erboristeria, dice che quelle che oggi sono considerate malattie mentali prima erano considerate qualcosa di maligno) Oppure da “che alligna sulla vecchia strada”, riferito a simulacro; perforatum per le punteggiature trasparenti come buchi.

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Estremamete comune sul territorio nazionale. Ha un portamento scoposo: ha lo stelo glabro e privo di appendici da cui a un certo punto si dipartono rami e alle estremità fiori e infiorescenze. È alto tra 20 e i 70 cm. La radice è legnosa, ramificata che emette molti stoloni ( rami striscianti sul terreno che emettono radici) che si ramificano alla base. Il fusto è cilindrico, cavo , rigido, eretto. L’elemento distintivo e caratteristico del fusto è la presenza, lungo tutta la sua lunghezza, di due linee longitudinali e sporgenti. Le foglie sono piccole di forma ovale-ellitica. I fiori hanno coloregiallo oro e diventano rossi se strofinati con le dita; sbocciano da aprile ad agosto. Il calice è costituito da 5 sepali quasi uguali, lanceolati acutissimi, liberi o un po’ connessi alla base. La corolla è dialipetala, disposta in modo tale che il fiore sembra una piccola stella, sono punteggiati di rosso nero al di sotto dei margini. Gli stami sono numerosi,50-60, saldati alla base in tre fascetti, inseriti nel ricettacolo. L’ovario è supero. È una pianta resistente, si adatta a qualsiasi suolo e al calore intenso e alla siccità. Cresce infatti sui luoghi sassosi , sui muri, nei margini della strada, lungo i corsi d’acqua. Olio essenziale: contiene idrocarburi terpenici come guriunidene , pinene (monoterpenico), cadinene, (sesquiterpenico) ; forse un estere dell’acido isovalerianico (CH3)3 C COOH iperforina: sostanza ad azione antibiotica diantrochinoni specifici questa specie come ipericina , pseudo ipericina e altri flavonoidi semplici come rutina e iperoside tannini: più del 10% dell’estratto totale olio fisso : gliceridi dell’acido miristico , palmitico e stearico, n - alcani, componente principale alcool cerilico : (C26H53OH) Possiede un ampio complesso da cui deriva un ampio spettro terapeutico Infuso: proprietà toniche del sistema nervoso balsamiche per le vie respiratorie vermifughe astringenti antidiarroiche disinfettanti delle vie urinarie decotto: uso esterno come vulnerario ( serve a curare le piaghe e le ferite), per ustioni, contusioni. Polvere: ottimo assorbente gastrico, antiacido utile per le ulcere, impiegato da solo o con liquirizia, argilla e simili. Tintura: stesse indicazioni dell’infuso ma con particolare azione sul SN. In omeopatia diluizioni della tintura madre è usato per nevralgie, cefalee.

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Oleito: pulire pelle grassa e impura (emulsioni a base di oleito) trattamento pelli senescenti contro le smagliature per la capacità ricostituente e cicatrizzante contorno occhi è indicato come doposole ma da evitare durante l’esposizione al sole poiché possiede un’azione fotosensibilizzante spiccata( per le strutture dell’ipericina, basata su un cromatoforo altamente coniugato) Si prepara:

- una manciata di fiori freschi in 1/2L di olio d’oliva e far bollire per 2h a bagnomaria, far macerare per due giorni e poi si filtra

- 400/500 g di sommità fresce in un litro d’olio d’oliva a cui si aggiunge 1/2L di vino bianco. Si fa macerare per 3-5 giorni e poi bollire a bagnomaria fino a totale evaporazione del vino bianco. Si filtra e si conserva i9nfiale monouso.

Si stanno studiando effetti nell’ansia e nella depressione; deriva forse sdalla capacità di inibire la ricaptazione delle terminazioni sinaptica di serotonina, noradrenalina e dopamina ( con uguale intensità per tutte tre perciò si differenzia dalle altre droghe che agiscono su uno ma non sugli altri neurotrasmettitori) prolungando in questo modo l’azione del neurotrasmettitore.

EQUISETUM ARVENSE Equisetum: unico genere delle Equisetaceae. Pianta ampiamente diffuse nei luoghi umidi, negli acquitrini , lungo i corsi d’acqua e ai margini dei boschi. Equisetum arvense (coltivato, che cresce nei campi coltivati) chiamato anche coda cavallina o coda di cavallo o coda equina (equus e saeta crine, per la somoglianzadei sui fusti alla coda di cavallo, rosperella ) asper : rugoso ruvido , usat oper levigare legno e avorio), setolone, pannocchiome , codone, erba rugosa, sprella, correggiola, brusca. Sono piante erbacee perenni , rizomatose : rizoma sotterraneo lungamente strisciante a intrenodi sottili più o meno lunghi muniti ai nodi di numerosi radici avventizie; talvolte il rizoma è tuborifero. Dal rizoma si dipartono i fusti aerei, sia asterili che fertili. Fusti sterili: ramificati e verdi Fusti fertili : semplici e privi di clorofilla. Sviluppano in periodi diversi dell’anno. I fusti sono costituiti da nodi e internodi sovrapposti, in ciascun nodo vi è una guaina membranosa, terminante con denti bruni o nerastri ; gli internodi sono cilindrici, cavi internamente, solcati longitudinalmente e ruvidi per rilievi silicizzati. Oltre alle altre differenze i fusti fertili terminano con una spiga sporangifera, allungata, fusiforme,o oblunga, costituita da più sporofilli verticcilati a formare una sorta di strabilo (o cono : falso rutto delle conifere, comunemente chiamato pigna)

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Ciascun sporofillo porta un certo numero di sporangi (4-9) che per deiscenza liberano le spore che sono morfologicamente identiche : gli equiseti sono isospori ma con eterosporia fisiologica, alcune spore, infatti, originano da protalli maschili altre da protalli femminili . Sono quindi piante omofitiche ( con un unico sporofita) ma eterotalliche ( con due gametofiti) Sporificazione : maggio, giugno. Si utilizzano i fusti sterili ( quelli fertili sono meno efficaci, almeno come emostatici, inoltre nelle spore sono presenti sostanze antivitaminiche), recisi a 10 cm dal terreno, freschi o essiccati al sole o alla stufa. Il tempo balsamico (quello in cui è bene raccogliere le piante perché ricche dei principi attivi e nella quantità di interesse) è compreso tra maggio e agosto; inoltre negli altri mesi è parassitata da un fungo tossico, la septaria equiseti. La droga è inodore e presenta spore leggermente salato , colore verde chiaro. In commercio è spesso mescolato con E. Telmateia, pur mantenendo il nome di E: arvense. Principi attivi: silice (biossido di siliceSiO2) . è presente in parte sotto forma colloidale ma anche solubile legato a proteine, lipidi, amidi e in queste due forme è facilmente assorbibile dall’organismo. Inoltre è presente come silice minerale, insolubile e difficilmente assorbibile. Sali minerali: potassio (K2SO4 , KCl), calcio (CaCO3) e in misura minore Na, S, P, N e altri oligoelementi Mg, Fe, Zn. Glucosidi flavonici: glucosidi de Kaempferolo, del quercetolo e altri Saponosidi steroidali: equisettonoside o equisetonina che per idrolisi da arabinosio, fruttosio e l’aglicone equisetogenina. Tannini: acidi fenolici, acidi organici (malico, ossalico, citrico), vitamina C, pectine, alcaloid ( equisetina che è una miscela di nicotina e 3 metossi pirimidina, tracce di palustrina che è presente in grande quantità in E. palustre che è tossico) fitosteroli sostanze amare pigmenti carotenoidi trigliceridi degli acidi stearico, linoleico, oleico antivitamine: soprattutto nelle spore, in cui sono presenti i fattori decompongono la vit B1. Proprietà farmacologiche Azione dovuta alla notevole abbondanza si SiO2, Ca, K e dei glucosidi flavonici tutto sinergizzato da equisetonina. Attività variabili e seconda dei metodi estrattivi. La silice svolge un ruolo importante ; nell’uomo infatti il silicio è presente nel timo, nelle ghiandole surrenali, pancreas, milza, polmoni, ossa, smalto, tendini, cuore, arterie e reni. Il fabbisogno è di 20-30 mg/giorno.

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Contro tubercolosi: fronteggia la demineralizzazione dell’organismo nella tubercolosi attiva; inoltre con il Ca il potere proliferante delle cellule. Sistema nervoso: Si + fosforo : i tessuti ricchi di fosforo fissano facilmente ilSi, questa combinazione è importante per il trofismo del SN. Si pensa però che il Si sia implicato in processi cancerogeni: forme neoplastiche rare presenti in regioni ricche di Si e Mg Azione diuretica: aumenta la diuresi (fino al 180% e l’eliminazione dei cloruri senza danni renali o vasocostrizione o ipertensione. Uso: disuria, calcoli, cistite. Depurazione dell sangue dovuta alla diuresi. Azione emostatico coagulante: dovuta all’alto contenuto di Ca. massimo effetto usando il succo fresco. Uso: epistassi (sangue dal naso), emòttisi ( perdita di sangue dalla bocca a causa di lesioni della via respiratoria), emorroidi, ulcere. Azione astringente : contro sudorazione notturna o dei piedi, bagni, pediluvi associato a salvia.) Emopoietica antianemica: stimolazione diretta sul midollo osseo con significativo aumento dei globuli rossi , si ottiene solo con il succo o con la pianta fresca. Rimineralizzante. Perché la demineralizzazione è proporzionale alla caduta del tasso di Si ( ancor prima della diminuizione del Ca e del Fosforo) Elasticizzate e protettiva del tessuto connettivo: Si è importante per l’elasticità dei tendini , cartilagini e pareti arteriose,. In carenza di Si la tonaca intima è più permeabile e alle sostanze lipidiche presenti nel sangue; i9mportante per la prevenzione antisclerosi. Disintossicante : contribuisce all’eliminazione delle scorie metaboliche : ac urico, urea, nicotina Fitoalimurgia: i giovani germogli possono esser consumato in insalate (con parsimonia!) fitocosmesi il succo migliora la elasticità cutanea; è è usato in preparati per rigenerazione tessutocutanea. Usi vari Smeriglio abrasivo per levigare : legni duri, superfici metalliche, avorio , alabastro. Ceneri per fabbricare vetri smerigliati Come detersivo I romani usavano la polvere impastata con argilla e olio come sapone

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CINARA SCOLYMUS Comunemente carciofo; detta anche Cinara cardunculus, var. scolymus. Pianta erbacea bienne. ( della famiglia Composite tubulifiore) probabilmente derivata dalla selezione orticola di cardo selvatico, quindi non è presente alla stato selvatico ma viene abbondantemente coltivata come ortaggio. Nel primo anno si sviluppa una rosetta di foglie basali molto allungate e profondamente divise; nel secondo anno dal centro della rosetta si sviluppa il fusto fiorale unico con le foglie sessili più piccolee alla sommità i capolini grandi con fiori tubulosi di colore blu. Come ortaggio si consumano i capolini giovani prima dell’antesi, quando sono coperti da vari strati di brattee involucrali carnose alla base e spinescenti all’apice. Droga : si usano le foglie del primo anno. Le foglie basali sono pennate, partite, lunghe 30-60 cm con nervatura centrale prominente e segmenti dentati sprovvisti di spine; le foglie alla sommità del caule sono invece di dimensioni minori, pennatifide, lobate o quasi intere. La foglia completamente sviluppata si presenta verde e glabra nella pagina superiore , mentre l’inferiore è più chiare anche per la presenza di peli lunghi e finissimi. L’odore è nullo e il sapore amarissimo. Principi attivi: 1) composti caffeilchinici. Complesso di sostanze derivanti dall’esterificazione di un’unità di acido chinico da parte di una o due di acido caffeico ( una monocaffeil chinici, due dicaffeil chinici), l’insieme viene chiamato frazione orto di fenolica 55/60% mon, 45/40% di. 2)lattoni sesquiterpenici

di sapore amaro come cinaro picrina , deidrocinaro picrina, cinatriolo,… 3) eterosidi flavonoidici tutti derivanti dal luteolo come cinarioside e scolomoside 4) complessi di acidi organici semplici. Glicerico, malico, citrico, lattico Tannini Glucosidi antrachinonici Vitamine B1 e B2 β – carotene ! la cinarina non è presente in quantità apprezzabile nelle piante ma si forma per reazione di isomerizzazione durante il processo di estrazione acquosa.

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Per fini farmaceutici ed erboristici vanno usate le foglie del primo anno perchè il periodo seguente vede una caduta progressiva della frazione orto- difenolica. Impieghi: attività terapeutica conosciuta già in passato Coleretica: aumento sia del volume che del residuo secco della bile secreta Epatoprotettiva Diuretica. Frazione ortofenolica e sesquiterpenica : ascrive i carciofi tra gli amari con: azione eupeptica (favorisce la digestione) e stomachica aumento della secrezione cloropeptica aumento capacità digestive del succo duodenale del tratto gastroenterico. Azione diuretica: incremento del volume e della parte solida. Azione ipocolesterolemizzante: dovuto all’ azione sul fegato nella sintesi endogena del colesterolo e dei lipidi ed a un effetto nell’aumento della secrezione del colesterolo attraverso la bile dopo la conversione in acidi biliari. Cosmetica : in lozioni come stimolante cutaneo per la cura del cuoi capelluto. CNICUS BENEDICTUS Cardo benedetto o cardo santo. Pianta erbacea animale ( composite tuboliflore) con fusto eretto, spine acute sulle foglie caratterizzate da nervature bianche su un fondo verde pallido e capolini terminali gialli contornati da brattee esterne fogliacee e da brattee interne spinose, formati solo da fiori tubulari. Diffusione: presente nelle regioni mediterranee sia spontaneo che coltivato; in Italia in particolare nelle regioni centrali e meridionali, soprattutto nel versante tirrenico. Droga: è costituita dalle parti aeree che contengono 0.2-0.7 % del sesquiterpene lattonico chiamato CNICINA % ha potente azione antinfiammatoria, non priva di tossicità Azione amaro eupeptica. Proprietà antireumatiche , digestive, febbrifughe, antibatteriche. Azione diuretica: da attribuire all’elevato contenuto di sali di potassio e magnesio 10-15 % Effetti collaterali: bruciore all’esofago e vomito in caso di dosaggio eccessivo.

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SILYBUM MARIANUM Cardo mariano o cardo della madonna. Pianta erbacea bienne (composite tubuliflore). Fusto eretto ma con dimensioni cospicue, può raggiungere l’altezza di un uomo. Foglie grandi , sopratutto quelle della rosetta basale con margine dentato e dotato di numerose spine bianche piccole ma tenaci, sulla superficie verde brillante spicca una nervatura bianca – biancastra ( seconda la leggenda sono gocce del latte della madonna cadute sulla pianta usata come nascondiglio per Gesù bambino durante la fuga dall’Egitto.) I capolini globulari terminali composti da fiori rosso violacei (raramente bianchi) sono ermafroditi e avvolti da un involucro di brattee ornate da una lunga appendice pungente, spesso ricurva verso il basso. Droga: è costituita dagli acheni , lunghi circa un cm, di colore nero brillante con chiazzature di giallo,.il tegumento ha sapore amaro e il pappo è spesso asportato. In estate avanzata si raccolgono i capolini, si fanno essiccare e quindi si procede a battitura per ottenere acheni singoli che poi vengono privati del pappo. Principi attivi: Frutti : ricchi di lipidi(20-30%) soprattutto acido linoleico e oleico. Nei primi studi le proprietà erano ascritte alla SILIMARINA ( o silibidina insolubile inH2O) considerata una sostanza pura; in realtà è costituita da una miscela di composti flavonoidici ( silibina, silidianina, silicristina ) tutti specifici del cardo mariano Proprietà Epatoprotettiva : nei confronti di molto agenti tossici (amanitina e falloidina, tertraclorometano), neutralizza i radicali liberi dei lipidi di membrana. Deve essere assunta poco dopo l’ingestione per avere effetto. Azione antinfiammatoria: dovuta all’associazione con i lipidi di membrana, può essere usata i caso di eritemi. Attività diuretica La tisana dai frutti può essere assunta per trattare per periodi prolungati leggeri disturbi digestivi.

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MATRICARIA CHAMOMILLA Da kàmai= in basso e mèlon= melo quindi melo nano perché per qualcuno aveva lo stesso profumo di alcune varietà di mele. O camomilla recutita o matricaria recutita o camomilla comune. Specie del genere matricaria appartenente alla famiglia delle composite tubuliflore. Pianta arborea annua alta 20-50 cm comportameto eretto e fusto sottile e ramificato. Foglie bipennatosette con lacinie (frange ) sottili, brevi e appuntite. Droga: costituita dai capolini aventi diametro di 10-17 mm . presentano un involucro costituito da 12-17 brattee verdi obovato.lanceolate, disposte secondo 1/3 ordini, un ricettacolo di forma emisferica o conica , cavo all’interno (differenza con la camomilla romana). Im capolini hanno fiori a tubo(tubulosi o Fioretti) maschili o misti con fiori sterili, gialli ,circondati da fiori ligulati (emifioretti) bianchi (femminili). La ligula ovale e allungata è percorsa da 4 nervature e presenta tre denti terminali. La corolla gialla dei tubulosi si divide terminalmente in 5 denti; ciascun fiore tubuloso ha 5 stami saldati alle antere, per poter formare un tubo, al suo interno, è presente un pistillo bifido, con un meccanismo di apertura che evita l’autoimpollinazione. Al microscopio si vedono peli pluricellulari ghiandolari presenti sui fiori e nelle brattee involucrali. Droga : la raccolta avviene quando le pianta è in preantesi e dopo so procede a rapida essiccazione per evitare di danneggiare i peli essenziali e l’olio essenziale. Costituenti e principi attivi : lipofili: prevalenti nell’olio essenziale e negli estratti alcolici idrofili: negli estratti acquosi ( presenti cmq nell’olio essenziale sono indicati con * ) componenti dell’olio esenziale: monoterpeni:

- aciclici : geraniolo, terpinene - monociclici: bisabolossidi , bisabolinossido A - biclici : camomillola, matricarina, camoluviolina

esteri alifatici sesquiterpeni: camazulene, matricina trigliceridi flavonoidi : epigenina, luteolina, camillina * spiroeteri (sono dei poliini, hanno lunghe catene e molti tripli legami ) acidi polifenolici * glucosidi cumarinici * mucillagini* sostanze amare* Tra i principi attivi considerati responsabili dell’attività vi sono il bisabololo e il camazulene (derivati dall’azulene anello a benzene + anello a 5C), di colore azzurro che caratterizza l’olio essenziale appena estratto. Azione principale è quella spasmolitica (soprattutto nell’estratto acquoso), antinfiammatoria e antibatterica (estratto alcolico). Il camazulene ha azione ormonosimile di tipo gonadotropo ( che si rivolge alle gonadi) e attività antiallergica, antinfiammatoria dovuta alla capacità di ridurre la liberazione di istamina.

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In Italia è comunemente usato come blando sedativo, per combattere l’insonnia o l’ansia. Questa proprietà è stata dibattuta a lungo ma ha trovato conferma farmacologiche per l’infuso. Tuttavia gli abusi possono portare a insonnia e nausea,perché si accumula e ha attività emetica. Usata nella terapia di affezioni gastrointestinali per il trattamento di ulcere poiché sono presenti mucillagini, per il trattamento di ferite,di malattie della mucosa come stomatiti( infiammazione della mucosa della bocca) e dermatiti. Per patologie infiammatorie e irritative delle vie respiratorie è usata come inalazione. Usi ginecologici contro la dismenorrea ( mestruazioni dolorose) Liquoreria: impiego nelle preparazioni di tipo benedettino cioè fatti con erbe aromatiche. Cosmetologia: molti usi tra cui lo schiarimento di capelli con riflessi dorato; le mucillagini sono usate per le proprietà calmanti e antiflogistiche (antinfiammatorie) nei confronti dell’epidermide e per trattare irritazioni del cavo orale. Omeopatia : si usa la tintura madre ottenuta a partire dalla pianta intera fiorita in caso di problemi di dentizione (dolore, febbre) e intolleranza al dolore.

CONIUM MACULATUM ( o cicuta maculata o cicuta maggiore. Specie appartenente al genere Conium della famiglia delle ombrellifere. Diffusa i9n sardigne è una pianta erbacea annuale o biennale che può raggiungere e superare i 2 M. le foglie presentano numerose incisioni (simili a quelle del prezzemolo) . I fiori sono di colore bianco e raggruppati in ombrelle composte. Il fusto è cavo, ramoso, verde e nei rami presenta delle caratteristiche chiazze vinose (rosso violacee) che la distinguono dalle ombrellifere comuni simili e che le danno il nome di maculatum. Predilige luoghi ombrosi e umidi, la fioritura va da maggio a giugno. Droga: tutta la pianta, se tagliata e stropicciata emana un odore sgradevole; anche i frutti , DIALMENI ( tipici di molte ombrellifere come anice) sono ovoidi, grigiastri e hanno cattivo odore e sapore amaro. Principi attivi: vari alcaloidi di tipo piperidinico N CONIINA o cicutina presente soprattutto nei frutti maturi, è un alcaloide volatile, altamente velenoso che porta a una progressiva paralisi a partire dalle estremità sino a condurre il soggetto a morte per blocco respiratorio, una celebre descrizione circa la morte di Socrate per avvelenamento da cicuta, viene da Platone. CONICEINA: più tossico della coniina e presente nelle parti vegetative e nel frutto immaturo CONIDRINA E PSEUDOCONIDRINA

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Impieghi: il sale bromidrato della coniina (cristalli rombici e incolori, polverizzabili) è usato estermamente come anestetico locale e internamente come antispastico e sedativo poiché esplica azione curarosimile ( il curaro contiene diversi alcaloidi che inducono paralisi dei muscoli e infine quelli respiratori, usato in medicina come spasmolitico e narcotico. Narcosi: perdita della coscienza, con soppressione di ogni tipo di sensibilità) . usata a dosi estremamente ridotte per il trattamento del tetano, dell’epilessia, dei tic dolorosi della faccia e nel Parkinson. PAMPINELLA ANISUM O anice comune anice verde. Pianta erbaceea dell’ombrellifere proveniente dall’oriente ma coltivata in tutta l’Europa. Anche in Italia. Cresce su terreni pietrosi e fiorisce in luglio agosto. Foglie lobate e di forma diversa nei vari tratti diversa nei tratti del fusto (eterofillia: cordiformi dentate, basali: pannatolobate superiori: pennatosette). I fiori sono bianchi. Droga: il frutto ovvero due falsi acheni uniti tra loro e al peduncolo centrale. Il pericarop presenta fini peli protettori lungo la superficie dorsale e numerose sacche oleifere. Colore verdognolo, odore aromatico , sapore zuccherino. Principi attivi: il frutto contiene un olio etereo il cui componente principale è l’anetolo (80-90%) insieme a estragalo ( etere aromatico derivato dall’allilbenzene), aldeide anisica ( il gruppo COH aggiunto all’anisolo, etere metilico del fenolo) Impieghi: regolatore della digestione antispasmodico carminativo: (sì, sì carminativo… da carmen = canto… immagina tu perché…)aiuta ad espellere gas dallo stomaco e dall’intestino stomatico : giova alle patologie della bocca espettorrante dei disturbi respiratori attivante dei flussi mestruali e delle secrezioni lattee. Usato nella composizione di molti liquori, bevande alcoliche a base di anice più note sono anisette(Francia), sambuca (Italia) Ouzo (Grecia). (si legge uzo)

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CALENDULA OFFICINALIS calendola. Pianta erbaceea annua o bienne delle composite alta 30-50 cm. Il fusto poco ramificato ed erbaceo a eccezione della base che è significata.. Sono disponibili diverse varietà e in particolar nel mercato flogistico sono preferite quelle a fiore pieno . pervalenza di fiori ligulati rispetto ai tubulosi. Hanno capolini che vanno dal giallo chiaro (forma superba) all’arancio scuro (forma isabelliana). Colore dovuto all’accumulo dei composti flavonoidici. Fiorisce da maggio fino a autunno: foglie inferiori spatolate e quelle medie e superi ovato lanceolate. Droga : è costituita dai capolini interi parzialmente frammentati, con preferenza per le varierà a fiore pieno. Ha medio alta produttività tanto che viene usata per la sofisticazione di altre droghe (zafferano) Principi attivi: saponine triterpeniche dell’acido oleanoico alcali triterpenici sotto forma di esteri pigmenti ( carotenoidi soprattutto nei fiori gialli e xantofille nei fiori arancio) composti fenolici ( flavonoidi,cumarine e acidi fenolcarbossilici) nell’olio essenziale : tuiene ( composto terpenico biciclico a 10C) e varie forme di cadinolo Impieghi: attività antimicrobica, antivirale, antiflogistiche da attribuire ai triterpeni attività vulneraria, immunomodulante (regola risposta immunitaria) ed antitumorale fin dal medioevo è usato per la sua azione disinfettante e cicatrizzante. Uso popolare: strofinare il capolino su punture di api o vespe Usato contro disturbi circolatori venosi (flebiti, vene varicose, emorroidi) e piaghe da decubito Usato anche per ulcere epistassi, gengiviti e stomatiti Cosmesi: usato per azione protettiva, antinfiammatorie antiedematosa, spessissimo come doposole e per scottature. Foglie ma soprattutto i fiori possono essere consumati nelle insalate. GINKO BILOBA specie arborea delle gimnosperme, caducifolia, alta fino a 40 cm. È DIOICA: individui femminili hanno forma rotondeggiante e i maschili lunghi rami a portamento più slanciato. Vengono usati come albero ornamentale sia per l’eleganza che per la resistenza all’inquinamento. Si preferisce l’individuo maschile per la presenza in quello femminile di ovuli maturi che sono tossici e in decomposizione emanano cattivo odore. Si riproduce facilmente per talea tanto che anche naturalmente i rami vecchi tendono a convergere al suolo per radicare . è stato considerato da Darwin un fossile vivente perché è l’ unica specie rimasta di una famiglia (ginkgoaceae), di un ordine (ginkgoales) che risale a 250000 anni fa. Si ritiene che infatti che la specie sia estinta allo stato maturale ma che sia stata preservata dai monaci cinesi per la coltivazione ornamentale dei luoghi di culto.

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Le foglie si trovano a ciuffi ,portate da corti rami, detti BRACHIBLASTI. Sono foglie flabellate (forma di ventaglio) con picciolo corto e margine ondulato che tende a fessurarsi al centro distaccando due lobi più o meno distinti ; le nervature sono numerose seguono la forma della lamina e si dividono dicoticamente anche più volte. Il colore delle foglie è prima verde , poi giallo luminoso , argento (il termine ginkgo deriva dal giapponese Gin= argento e i’cho= albero). Ovuli maturi assomigliano a bacche polpose dal colore giallo arancio. Droga foglie raccolte in giugno- luglio al massimo del periodo vegetativo.- Principi attivi: Ginkgolidi : triterpenidi di architettura complicata e originale a 6 anelli pentatomici. Caratteristiche comuni: un gruppo terzbutilico è presente nei 5ginkgolidi A,B,C, M, J. Flavonoidi: mono, di, tri glucosidi con agli coni piuttosto comuni. Un trilattone tetraciclico : bilabolide, dotato anch’esso di un gruppo terz- butilico. Componenti fenolici : ginkgolo, bilobolo. Impieghi : proprietà ascrivibili soprattutto ai ginkgolidi: -azione protettiva dei capillari proprietà radical scavanger azione antipaf ( platelet activeting factors) fattore che attiva le proteina implicati in processi che portano a asma, anafilassi (se introduco determinate proteine, alla loro successiva introduzione si ha una risposta immunitaria esagerata), infiammazioni in genere. Azione immunostimolante, antispasmodica e antitromboltica Perciò gli impieghi odierni riguardano soprattutto le disfunzioni del’apparato circolatorio a livello vascolare periferico e contro vari disturbi senili.

CANNABIS SATIVA Pianta erbacea dioica annua. Fam. Cannabinacee, alta fino a 2 metri. Il fusto è eretto , sottile e scanalato longitudinalmente. Le foglie palmato composte con penne lanceolate allungate di colore verde scuro con margine seghettato, sono di tipo diverso a seconda di dove si inseriscono nel fusto: opposte e composte da 5 a 7 pinne quelle alla base ( quelle dell’iconografia) alterne , semplici o segmentate quelle verso l’apice Ifiori sono raggruppati in infiorescenze: i maschili a pannochhia e quelli femminili in falsa spiga con molte brattee. Il frutto achenio ovoidale. Al microscopio si notano sulle due facce della foglia : i peli unicellulari a parete liscia ed estremità ricurva i peli secretori con piede pluricellulare e testa secretrice 8-16 cellule, globoso. Essi sono radi nelle foglie ma più numerosi nelle brattee fiorali. Droga : i peli secretori costituiscono la parte caratterizzante la droga, perché sono ricchi di un olio essenziale resinoso. Per lungo tempo sono state distinte due specie tra C sativa e C indica; la prima per uso voluttuario e la seconda per us8o industriale ( fibre tessili). In realtà vi è una forte

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variazione in base al clima in cui sono coltivate con possibilità di conversione. Quindi la distinzione ha scarso valore scientifico. L’analisi chimica, però , permette di dividerle in due tipi principali sulla base dei cannabinoidi principali.

- ∆1 tetraidrocannabinolo o ∆1 THC (o ∆ 9 a seconda da dove inizi a numerare i carboni, è cmq lo stesso) o semplicemente tetraidrocannabinolo.

- Cannabidiolo CBD La droga per fini voluttuari ha un alto tenore di THC e basso CBD, è ricca di resina e viene coltivata nei paesi caldo umidi. Quella coltivata per le fibre ha un elevato CBD e basso THC. Vi è una di tipo intermedio con percentuali equivalenti tra CBD e THC. I principali prodotti narcotici ottenuti dalla canapa sono: -Flat oppure Bombay : infiorescenze essiccate. Hashish o bangh: foglie secche Chara o churrus : dai germogli Marijuana ( america e Europa), Hashish (Arabia) : resina cruda, è dura e fragile, l’odore è molto intenso e il sapore debolmente amaro. Recentemente sono apparsi nuovi cultivar selezionati per un alto contenuto di THC come il cultivar 13G ( G= generation) Nelle resine sono stai ritrovati 60 composti diversi di cannabinoidi e inoltre : olio essenziale di sostanze terapeutiche fra cui un sesquiterpene, il cannibene e glucosidi flavonoidi. Le varie proprietà sono ascrivibili al THC: uso voluttuario causa eccitazione , aumento del battito cardiaco, dilatazione delle pupille e a forti dosi allucinazione e delirio; depressione del SNC e atassia ( mancanza di coordinazione dei movimenti volontari). Il THC può causare allergie da contatto e il polline, sempre a causa del THC, è considerato aeroallergene. Alla canapa sono ascritti : temporanea sterilità, danno cerebrale, gravi cambiamenti di personalità, congestione (ovvero aumento della quantità di sangue in una parte del corpo in un organo senza che i vasi siano lesi), emorragie in vari organi in particolare a carico dell’apparato digerente, sottopeso nei neonati. Prescindendo da quelle psicotrope possiede diverse attività farmacologiche: antinfiammatorie antibatteriche antivirali (herpes simplex 1, 2) diuretica antiemetica ( in particolare in paziente in cura chemioterapia) antiglaucoma : abbassa l’endoipertensione oculare, utilizzabile quindi in caso di resistenza alle comuni terapie. CBD : un buon agente antiepilettico.

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CAMELIA SINENSIS o thea sinensis o tè, the. Appartiene al genere Camellia. Il termine deriva dal missionario boemo Kamel il quale riuscì a portare dalla Cina la pianta nel nostro continente. Ciò non è sicuro, ma si sa con certezza che la British East Indian Comany avviò la sua diffusione. Appartiene alla famiglia delle teacee , è originaria della Birmania. Allo stato selvatico è alta fino a 10 m ma in coltura è mantenuta come arbusto per comodità di raccolta che viene fatta a mano. Le foglie sono sempreverdi , coriacee, nettamente seghettate ai margini , di colore evrde lucente, pubescenti nella pagina inferiore,. Vengono raccolte quelle giovani , molto più piccole e tenere rispetto a quelle adulte. La raccolta inizia al terzo anno di vita della pianta e si protrae fino al decimo. Il frutto è una caspula bianco-rosea. Principi attivi : alcaloidi xantinici, presenti con queste quantità CAFFEINA=TEINA>TEOBROMINA>TEOFILLINA a loro si deve un’azione eccitante. Vitamine del gruppo B, anche B2 e acido nicotinico Tannini di tipo catechinico Polifenoli Teoflavine e tearubigine : che sono composti isoflavonici Aroma dovuto al contenuto di olio volatile Colorazione : per la presenza di tannini catechinici e polifenoli Le foglie in infuso sono considerate : stimolanti del SN eccitanti astringenti e antidiarroiche ( per il contenuto di tannini) diuretiche diaforetiche : favoriscono la sudorazione. Tè nero Le foglie una volta raccolte vengono fatte appassire in camera ventilata, stropicciate per far fuoriuscire il succo cellulare per distrugger parzialmente il tessuto fogliare. Fermentazione, essiccazione che vede la formazione di principi aromatici . A differenza il tè verde è praticamente inodore. La qualità pregiata del tè nero è il pecko detto anche Pajho, dal profumo soave e dall’infuso giallo dorato.

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Schema per la classificazione di alcune piante esaminate:

Magnolidae Guttiferali Teaceae tèRosidae Umbelliflore Ombrellifere anice verde

Asteridae Asterali Composite o Asteracee camomilla, carciofo, cardo mariano, calendula

Inoltre composite liguliflore : solo fiori ligulati tubuliflore : o solo tubulosi o tubulosi e ligulati