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MARTEDÌ 19 MARZO 2013 40 Scienza [email protected] Pagina a cura di Licia Gambarelli e Maria Chiara Montani C'era una volta Lo scienziato inglese studiò a fondo il tema Charles Darwin si interessò in modo particolare di comunicazione. «Nelle sue opere principali – racconta Grasso - ha affrontato lo studio della struttura e funzione dei sistemi comunicativi in vari gruppi tassonomici cercando di comprenderne il percorso evolutivo. Nel suo trattato sulla selezione sessuale («L’origine dell’uomo e la scelta in rapporto col sesso», 1871), egli non solo dedicò molta attenzione ai segnali utilizzati dai maschi e dalle femmine di molte specie animali durante i rituali di corteggiamento, ma considerò anche i possibili percorsi evolutivi del linguaggio umano e fece interessanti considerazioni sulla diversificazione delle lingue. Infine, Darwin si interessò molto ai precursori dei segnali (cioè cosa fossero i segnali prima di diventare tali, ciò che oggi chiameremmo exaptations), e ai possibili passaggi che hanno portato alla loro definitiva cooptazione funzionale in ambito comunicativo». Biologia «Darwin Day», studiosi a confronto nell'Aula Magna dell'Università Animali e piante, ecco come comunicano «Non è raro che una specie possa usare diverse modalità di segnalazione. Per esempio, il pettirossso utilizza sia segnali visivi che acustici nel comportamento territoriale e nel riconoscimento» I l fenomeno della comunicazio- ne inteso come processo di con- divisione delle informazioni tra due o più individui tramite pro- duzione e invio di specifici segnali è stato il tema portante della sesta edi- zione del Darwin Day, appuntamento annuale promosso dall’Università di Parma per celebrare la figura di Char- les Darwin, che si è svolto nei giorni scorsi presso l’Aula Magna del Palaz- zo Centrale dell’Ateneo. La giornata - organizzata dal Dipartimento di Bio- scienze dell’Ateneo e dall’Unità di Ri- cerca di Etoecologia e sociobiologia degli insetti in collaborazione con il corso di laurea magistrale in Ecologia e conservazione della natura, e il Pre- sidio ISS del Liceo Attilio Bertolucci - ha visto impegnati alcuni tra i più im- portanti esperti del settore che hanno illustrato vari esempi di comunicazio- ne riguardanti non solo gli animali, uomo compreso, ma anche il mondo delle piante. «Tutti gli organismi dai batteri alle piante, dagli animali ai funghi pre- sentano qualche forma di comunica- zione e molti aspetti della loro biolo- gia, soprattutto riguardo le relazioni sociali, non sarebbero comprensibili senza la conoscenza dei loro sistemi di comunicazione» racconta Donato Grasso, ricercatore presso il Diparti- mento di Bioscienze dell’Università di Parma, responsabile scientifico e coordinatore del Parma Darwin Day. «La comunicazione, nei vari organi- smi, si realizza attraverso vari canali sensoriali, utilizzando segnali chimi- ci, acustici, visivi, tattili e persino elet- trici. Non è raro, però, che una specie possa utilizzare diverse modalità di segnalazione. Ad esempio, il bellissi- mo pettirosso che abbiamo scelto co- me immagine di questo Darwin Day, impiega sia segnali visivi (il ciuffo di piume rosso-arancio sul petto) che acustici (il suo canto) nel comporta- mento territoriale, nel riconoscimen- to interspecifico e individuale». Tanti modi diversi di comunicare, frutto di lunghe e complesse storie evolutive che gli scienziati, a partire proprio da Darwin, cercano di ricostruire. «I fenomeni comunicativi diventano casi paradigmatici attraverso i quali studiare i fenomeni biologici a vari li- velli. Si può studiare la modalità di emissione dei segnali, le caratteristi- che fisico-chimiche dei segnali stessi e le pressioni selettive (ecologiche, ambientali, sociali) che ne hanno pla- smato l’evoluzione. Si può studiare come il segnale viene percepito, le reazioni comportamentali dei rice- venti del segnale, il significato adat- tativo di un particolare processo co- municativo, nonché la sua storia». La prima delle comunicazioni della giornata ha visto impegnata France- sca Romana Dani del Centro di Spet- trometria di Massa dell’Università di Firenze sul tema «I feromoni: le mo- lecole della comunicazione». «I fero- moni – ha raccontato Dani - sono mo- lecole che hanno il ruolo di segnali nella comunicazione chimica. Questa è la forma di comunicazione più an- tica, essendo comparsa nei procarioti ed essendosi poi diffusa ampiamente in piante e animali. L’importanza del- la comunicazione chimica era chiara anche a Darwin che nel 1871 elenca la presenza di «odoriferous glands» nei maschi di alcuni mammiferi fra i ca- ratteri sessuali secondari sviluppatesi per selezione sessuale». A parlare di come gli ambienti natu- rali si caratterizzano non solo per il «paesaggio» ma anche per i suoni ge- nerati da fenomeni naturali, quali il vento, lo stormire delle foglie, lo scor- rere delle acque, nonché dalle voci de- gli animali che vi abitano è stato Gianni Pavan del CIBRA di Pavia. «Insetti, anfibi, uccelli e mammiferi emettono segnali acustici caratteristi- ci che si intrecciano a formare «bio- fonie», caratteristiche per ciascun ecosistema. Ogni specie emette se- gnali funzionali al riconoscimento specifico e al controllo dei compor- tamenti individuali e sociali, con strutture acustiche ben adattate al contesto ambientale. Questo insieme costituisce il ''paesaggio sonoro''». Stefano Mancuso dell’Università di Firenze ha trattato i temi della comu- nicazione «verde» e della condivisio- ne vegetale dell’informazione. «La nozione di comunicazione nelle piante è rimasta a lungo scarsamente apprezzata: numerose ricerche degli ultimi venti anni hanno dimostrato come le piante siano in grado di ac- quisire e valutare informazioni sui lo- ro vicini, sia sopra che sottoterra, o sulle risorse disponibili e di modifi- care il loro comportamento di conse- guenza». Uno studio specifico sulle comunicazioni acrobatiche dei mana- chini collodorato, piccoli passerifor- mi neotropicali noti per le loro stra- vaganti esibizioni di corteggiamento, è stato presentato da Leonida Fusani dell’Università di Ferrara, mentre Guendalina Mantovani dell’Universi- tà di Ferrara ha parlato di «Evoluzio- ne umana e origine darwiniana del linguaggio». Laura Beani dell’Università di Firenze, infine, ha concluso la giornata di la- vori con un intervento dedicato a «In- ganni e follie d’amore», ovvero di tutti quei segnali informativi, trucchi di se- duzione e strategie ingannevoli pre- senti nella comunicazione animale. Ateneo Cerimonia conclusiva venerdì al Centro Santa Elisabetta Il master in packaging II Venerdì alle 10, al Centro Santa Eli- sabetta dell’Università di Parma, si terrà la cerimonia conclusiva della pri- ma edizione del master in Packaging, corso universitario unico nel panora- ma italiano. Il master, nato grazie all’impegno e alla collaborazione tra docenti del nostro Ateneo e i più af- fermati professionisti del settore, con il contributo di un gruppo di aziende operanti nel mondo del packaging, si pone come obbiettivo la formazione di persone specializzate in grado di in- serirsi in realtà industriali, sia nel set- tore produttivo che in laboratorio, operando in gruppi di lavoro per se- guire i processi di produzione con la capacità di innovare ed ottimizzare i prodotti per imballaggio. Come spiega il coordinatore, Angelo Montenero, docente del dipartimento di Chimica, «si tratta di figure professionali che Donato Grasso Ricercatore del Dipartimento di Bioscienze del nostro Ateneo. CHIMICA AL CONCLAVE Le fumate della Cappella sistina per annunciare se è avvenuta o meno l’elezione del Pontefice sono bianche o nere grazie a perclorato di potas- sio, antracene e zolfo per la fumata nera; clorato di potassio, lattosio e colofonia per la fumata bianca. EFFETTO SERRA E CLIMA Non esistono più le mezze stagioni: secondo uno studio pubblicato su Nature Climate Change, l’effetto ser- ra sta livellando le stagioni, soprat- tutto nel Nord del pianeta, sempre più simile al Sud. Aumentano le tem- perature e si sciolgono i ghiacci. URANIO E TORIO SOTTO DI NOI Un esperimento nei Laboratori del Gran Sasso con particelle elementari (geo- neutrini) ha evidenziato che sotto la cro- sta terrestre, nel mantello, uranio e torio radioattivi fungono da stufa che riscalda il pianeta ed è, almeno in parte, respon- sabile dei movimenti della crosta. Parla l'organizzatore del meeting Donato Grasso «Formiche in difficoltà aiutate grazie a suoni ad alta frequenza» Gli studi di comunicazione animale e umana svolti a Parma riguardano vari ed interessanti aspetti e coinvol- gono diversi dipartimenti. «Per quan- to riguarda il Dipartimento di Bio- scienze – racconta Grasso - negli ul- timi 15 anni insieme a Alessandra Mo- ri e Cristina Castracani abbiamo con- dotto numerose ricerche sui sistemi di comunicazione negli insetti e in particolare delle formiche, ottimo mo- dello di studio in sociobiologia. In par- ticolare, abbiamo affrontato lo studio della comunicazione chimica in vari contesti (comportamento riprodutti- vo, allarme, riconoscimento, foraggia- mento) individuando, grazie ad un ap- proccio interdisciplinare, i feromoni coinvolti e le strutture ghiandolari de- putate a produrli ed emetterli. Inoltre, non tutti sanno che alcune specie di formiche producono particolari suoni (stridulazioni) ad altissima frequenza trasmessi attraverso il substrato e che servono, in situazioni di difficoltà, a reclutare le compagne che si tro- vano nelle vicinanze. Questo processo è stato da noi studiato dettagliata- mente sia da un punto di vista com- portamentale che bioacustico». An- che presso il Dipartimento di Neuro- scienze vengono condotte importanti indagini su vari aspetti della comu- nicazione animale e umana. «Ad esempio - racconta Grasso - Pier Francesco Ferrari, assieme ad altri colleghi, studia come si sviluppano le prime interazioni nei primati non umani e quali siano i canali comu- nicativi preferenziali (gestuali o espressivi facciali) attraverso i quali ciò avviene nei piccoli. Questi aspetti vengono poi indagati anche a livello cerebrale dal momento che è possi- bile che questi processi si fondino su meccanismi basati su neuroni spec- chio. Marco Lugli, sempre di Neuro- scienze, si occupa di comunicazione acustica nei pesci e studia anche le caratteristiche acustiche degli habitat marini e di acqua dolce, dei livelli di rumore ambientale e degli adatta- menti sviluppati dai pesci per fron- teggiare tali situazioni. Infine, Paola Valsecchi, studia il comportamento e le capacità cognitive dei cani, inclusi vari aspetti legati alla comunicazione e alle interazioni con l’uomo». Libri «L'atomo diviso» di Giancarlo Sturloni Fukushima, incubo nucleare II Lo scorso 11 marzo si è celebrato il secondo anniversario dell’incidente di Fukushima, quando in seguito al di- sastroso terremoto e maremoto in Giappone è stata danneggiata la cen- trale nucleare Fukushima Daiichi, lungo la costa orientale del paese. Per l’occasione, è uscito per Sironi un agile libro del giornalista ed esperto di co- municazione del rischio Giancarlo Sturloni, dal titolo allusivo «L’atomo diviso». Sturloni, fisico laureatosi all’Università di Parma, ora docente di Comunicazione del rischio nelle Uni- versità di Trieste, Udine e Ferrara e di Giornalismo scientifico alla SISSA di Trieste, ripercorre la storia dell’ener- gia nucleare, dalla scoperta della ra- dioattività naturale tra Ottocento e Novecento, passando per l’utilizzo mi- litare delle bombe e per lo sviluppo del nucleare civile e arriva ad analizzare la sicurezza e la percezione pubblica del nucleare, anche a seguito dei due «in- cidenti che non potevano accadere»: quello di Chernobyl e quello di Fu- kushima. Perché «parlare di energia nucleare significa confrontarsi con Avifauna Un grazioso esemplare di pettirosso. Campus Centro Santa Elisabetta Fukushima Daiichi La centrale nuclare conoscono i materiali e i prodotti da confezionare e saranno quindi in gra- do di progettare gli imballaggi valu- tandone anche gli aspetti normativi ed economici, con un occhio alle possi- bilità di recupero ambientale». Vener- dì gli studenti della prima edizione del master che conseguiranno il titolo fi- nale, esporranno in brevi presentazio- ni l’attività svolta durante gli stage. Il master in Packaging è stato riproposto anche per l’anno accademico 2012/2013, con la possibilità di accesso agli uditori: «La speranza», chiosa Montenero, «è quella consentire a per- sone già inserite in contesti aziendali di partecipare ai singoli momenti forma- tivi di interesse per un limitato periodo di tempo». Per ulteriori informazioni sul master, è possibile consultare il sito all’indirizzo http://masterpacka- ging.unipr.it. l’ambiguo intreccio di speranze e ti- mori che le principali applicazioni tec- nologiche – bombe atomiche, centrali a fissione, radioterapia, fusione fredda – hanno suscitato nell’animo umano nel corso dell’ultimo secolo. Se da un lato, infatti, l’energia nucleare è stata accolta e presentata come una pana- cea per risolvere ogni nostro problema energetico o curare malattie come il cancro, dall’altro lato gli spettri di Hi- roshima, Nagasaki, Chernobyl e Fu- kushima non smettono di ricordarci che scherzare con il fuoco dell’atomo può rivelarsi molto pericoloso.» Come l’autore stesso afferma, scopo del libro è «offrire al lettore una mappa a più dimensioni per orientarsi nell’intrica- ta querelle dell’impiego dell’energia nucleare , in cui si mescolano questio- ni scientifiche, tecnologiche, storiche, sociali e geopolitiche».

Biologia Animali e piante, ecco come comunicano · marini e di acqua dolce, dei livelli di rumore ambientale e degli adatta-menti sviluppati dai pesci per fron-teggiare tali situazioni

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MARTEDÌ 19 MARZO 201340

Scienza [email protected] a cura di Licia Gambarelli

e Maria Chiara Montani

C'era una volta

Lo scienziato inglesestudiò a fondo il temaCharles Darwin si interessò in modoparticolare di comunicazione. «Nellesue opere principali – racconta Grasso- ha affrontato lo studio della strutturae funzione dei sistemi comunicativi invari gruppi tassonomici cercando dicomprenderne il percorso evolutivo.Nel suo trattato sulla selezionesessuale («L’origine dell’uomo e lascelta in rapporto col sesso», 1871),egli non solo dedicò molta attenzioneai segnali utilizzati dai maschi e dallefemmine di molte specie animalidurante i rituali di corteggiamento, maconsiderò anche i possibili percorsievolutivi del linguaggio umano e feceinteressanti considerazioni sulladiversificazione delle lingue. Infine,Darwin si interessò molto ai precursoridei segnali (cioè cosa fossero i segnaliprima di diventare tali, ciò che oggichiameremmo exaptations), e aipossibili passaggi che hanno portatoalla loro definitiva cooptazionefunzionale in ambito comunicativo».

Biologia «Darwin Day», studiosi a confronto nell'Aula Magna dell'Università

Animali e piante, ecco come comunicano«Non è raro che una specie possa usare diverse modalità di segnalazione. Per esempio, il pettirosssoutilizza sia segnali visivi che acustici nel comportamento territoriale e nel riconoscimento»

Il fenomeno della comunicazio-ne inteso come processo di con-divisione delle informazioni tradue o più individui tramite pro-

duzione e invio di specifici segnali èstato il tema portante della sesta edi-zione del Darwin Day, appuntamentoannuale promosso dall’Università diParma per celebrare la figura di Char-les Darwin, che si è svolto nei giorniscorsi presso l’Aula Magna del Palaz-zo Centrale dell’Ateneo. La giornata -organizzata dal Dipartimento di Bio-scienze dell’Ateneo e dall’Unità di Ri-cerca di Etoecologia e sociobiologiadegli insetti in collaborazione con ilcorso di laurea magistrale in Ecologiae conservazione della natura, e il Pre-sidio ISS del Liceo Attilio Bertolucci -ha visto impegnati alcuni tra i più im-portanti esperti del settore che hannoillustrato vari esempi di comunicazio-ne riguardanti non solo gli animali,uomo compreso, ma anche il mondodelle piante.«Tutti gli organismi dai batteri allepiante, dagli animali ai funghi pre-sentano qualche forma di comunica-zione e molti aspetti della loro biolo-gia, soprattutto riguardo le relazionisociali, non sarebbero comprensibilisenza la conoscenza dei loro sistemidi comunicazione» racconta DonatoGrasso, ricercatore presso il Diparti-mento di Bioscienze dell’Università diParma, responsabile scientifico ecoordinatore del Parma Darwin Day.«La comunicazione, nei vari organi-smi, si realizza attraverso vari canalisensoriali, utilizzando segnali chimi-ci, acustici, visivi, tattili e persino elet-trici. Non è raro, però, che una speciepossa utilizzare diverse modalità disegnalazione. Ad esempio, il bellissi-mo pettirosso che abbiamo scelto co-me immagine di questo Darwin Day,impiega sia segnali visivi (il ciuffo dipiume rosso-arancio sul petto) cheacustici (il suo canto) nel comporta-mento territoriale, nel riconoscimen-to interspecifico e individuale». Tantimodi diversi di comunicare, frutto dilunghe e complesse storie evolutiveche gli scienziati, a partire proprio daDarwin, cercano di ricostruire.«I fenomeni comunicativi diventanocasi paradigmatici attraverso i qualistudiare i fenomeni biologici a vari li-velli. Si può studiare la modalità diemissione dei segnali, le caratteristi-

che fisico-chimiche dei segnali stessie le pressioni selettive (ecologiche,ambientali, sociali) che ne hanno pla-smato l’evoluzione. Si può studiarecome il segnale viene percepito, lereazioni comportamentali dei rice-venti del segnale, il significato adat-tativo di un particolare processo co-municativo, nonché la sua storia».La prima delle comunicazioni dellagiornata ha visto impegnata France-sca Romana Dani del Centro di Spet-trometria di Massa dell’Università diFirenze sul tema «I feromoni: le mo-lecole della comunicazione». «I fero-moni – ha raccontato Dani - sono mo-lecole che hanno il ruolo di segnalinella comunicazione chimica. Questaè la forma di comunicazione più an-tica, essendo comparsa nei procariotied essendosi poi diffusa ampiamentein piante e animali. L’importanza del-la comunicazione chimica era chiaraanche a Darwin che nel 1871 elenca lapresenza di «odoriferous glands» neimaschi di alcuni mammiferi fra i ca-

ratteri sessuali secondari sviluppatesiper selezione sessuale».A parlare di come gli ambienti natu-rali si caratterizzano non solo per il«paesaggio» ma anche per i suoni ge-nerati da fenomeni naturali, quali ilvento, lo stormire delle foglie, lo scor-rere delle acque, nonché dalle voci de-gli animali che vi abitano è statoGianni Pavan del CIBRA di Pavia.«Insetti, anfibi, uccelli e mammiferiemettono segnali acustici caratteristi-ci che si intrecciano a formare «bio-fonie», caratteristiche per ciascunecosistema. Ogni specie emette se-gnali funzionali al riconoscimentospecifico e al controllo dei compor-tamenti individuali e sociali, construtture acustiche ben adattate alcontesto ambientale. Questo insiemecostituisce il ''paesaggio sonoro''».Stefano Mancuso dell’Università diFirenze ha trattato i temi della comu-nicazione «verde» e della condivisio-ne vegetale dell’informazione.«La nozione di comunicazione nelle

piante è rimasta a lungo scarsamenteapprezzata: numerose ricerche degliultimi venti anni hanno dimostratocome le piante siano in grado di ac-quisire e valutare informazioni sui lo-ro vicini, sia sopra che sottoterra, osulle risorse disponibili e di modifi-care il loro comportamento di conse-guenza». Uno studio specifico sullecomunicazioni acrobatiche dei mana-chini collodorato, piccoli passerifor-mi neotropicali noti per le loro stra-vaganti esibizioni di corteggiamento,è stato presentato da Leonida Fusanidell’Università di Ferrara, mentreGuendalina Mantovani dell’Universi -tà di Ferrara ha parlato di «Evoluzio-ne umana e origine darwiniana dellinguaggio».Laura Beani dell’Università di Firenze,infine, ha concluso la giornata di la-vori con un intervento dedicato a «In-ganni e follie d’amore», ovvero di tuttiquei segnali informativi, trucchi di se-duzione e strategie ingannevoli pre-senti nella comunicazione animale.�

Ateneo Cerimonia conclusiva venerdì al Centro Santa Elisabetta

Il master in packagingII Venerdì alle 10, al Centro Santa Eli-sabetta dell’Università di Parma, siterrà la cerimonia conclusiva della pri-ma edizione del master in Packaging,corso universitario unico nel panora-ma italiano. Il master, nato grazieall’impegno e alla collaborazione tradocenti del nostro Ateneo e i più af-fermati professionisti del settore, conil contributo di un gruppo di aziendeoperanti nel mondo del packaging, sipone come obbiettivo la formazione dipersone specializzate in grado di in-serirsi in realtà industriali, sia nel set-tore produttivo che in laboratorio,operando in gruppi di lavoro per se-guire i processi di produzione con lacapacità di innovare ed ottimizzare iprodotti per imballaggio. Come spiegail coordinatore, Angelo Montenero,docente del dipartimento di Chimica,«si tratta di figure professionali che

Donato Grasso Ricercatore del Dipartimento di Bioscienze del nostro Ateneo.

CHIMICA AL CONCLAVELe fumate della Cappella sistina perannunciare se è avvenuta o menol’elezione del Pontefice sono biancheo nere grazie a perclorato di potas-sio, antracene e zolfo per la fumatanera; clorato di potassio, lattosio ecolofonia per la fumata bianca.

EFFETTO SERRA E CLIMANon esistono più le mezze stagioni:secondo uno studio pubblicato suNature Climate Change, l’effetto ser-ra sta livellando le stagioni, soprat-tutto nel Nord del pianeta, semprepiù simile al Sud. Aumentano le tem-perature e si sciolgono i ghiacci.

URANIO E TORIO SOTTO DI NOIUn esperimento nei Laboratori del GranSasso con particelle elementari (geo-neutrini) ha evidenziato che sotto la cro-sta terrestre, nel mantello, uranio e torioradioattivi fungono da stufa che riscaldail pianeta ed è, almeno in parte, respon-sabile dei movimenti della crosta.

Parla l'organizzatore del meeting Donato Grasso

«Formiche in difficoltà aiutategrazie a suoni ad alta frequenza»

�� Gli studi di comunicazione animalee umana svolti a Parma riguardanovari ed interessanti aspetti e coinvol-gono diversi dipartimenti. «Per quan-to riguarda il Dipartimento di Bio-scienze – racconta Grasso - negli ul-timi 15 anni insieme a Alessandra Mo-ri e Cristina Castracani abbiamo con-dotto numerose ricerche sui sistemidi comunicazione negli insetti e inparticolare delle formiche, ottimo mo-dello di studio in sociobiologia. In par-ticolare, abbiamo affrontato lo studiodella comunicazione chimica in varicontesti (comportamento riprodutti-vo, allarme, riconoscimento, foraggia-mento) individuando, grazie ad un ap-proccio interdisciplinare, i feromonicoinvolti e le strutture ghiandolari de-putate a produrli ed emetterli. Inoltre,non tutti sanno che alcune specie diformiche producono particolari suoni(stridulazioni) ad altissima frequenzatrasmessi attraverso il substrato eche servono, in situazioni di difficoltà,a reclutare le compagne che si tro-vano nelle vicinanze. Questo processoè stato da noi studiato dettagliata-mente sia da un punto di vista com-

portamentale che bioacustico». An-che presso il Dipartimento di Neuro-scienze vengono condotte importantiindagini su vari aspetti della comu-nicazione animale e umana. «Adesempio - racconta Grasso - PierFrancesco Ferrari, assieme ad altricolleghi, studia come si sviluppano leprime interazioni nei primati nonumani e quali siano i canali comu-nicativi preferenziali (gestuali oespressivi facciali) attraverso i qualiciò avviene nei piccoli. Questi aspettivengono poi indagati anche a livellocerebrale dal momento che è possi-bile che questi processi si fondino sumeccanismi basati su neuroni spec-chio. Marco Lugli, sempre di Neuro-scienze, si occupa di comunicazioneacustica nei pesci e studia anche lecaratteristiche acustiche degli habitatmarini e di acqua dolce, dei livelli dirumore ambientale e degli adatta-menti sviluppati dai pesci per fron-teggiare tali situazioni. Infine, PaolaValsecchi, studia il comportamento ele capacità cognitive dei cani, inclusivari aspetti legati alla comunicazionee alle interazioni con l’uomo».

Libri «L'atomo diviso» di Giancarlo Sturloni

Fukushima, incubo nucleareII Lo scorso 11 marzo si è celebrato ilsecondo anniversario dell’incidente diFukushima, quando in seguito al di-sastroso terremoto e maremoto inGiappone è stata danneggiata la cen-trale nucleare Fukushima Daiichi,lungo la costa orientale del paese. Perl’occasione, è uscito per Sironi un agilelibro del giornalista ed esperto di co-municazione del rischio GiancarloSturloni, dal titolo allusivo «L’atomodiviso». Sturloni, fisico laureatosiall’Università di Parma, ora docente diComunicazione del rischio nelle Uni-versità di Trieste, Udine e Ferrara e diGiornalismo scientifico alla SISSA diTrieste, ripercorre la storia dell’ener -gia nucleare, dalla scoperta della ra-dioattività naturale tra Ottocento eNovecento, passando per l’utilizzo mi-litare delle bombe e per lo sviluppo delnucleare civile e arriva ad analizzare la

sicurezza e la percezione pubblica delnucleare, anche a seguito dei due «in-cidenti che non potevano accadere»:quello di Chernobyl e quello di Fu-kushima. Perché «parlare di energianucleare significa confrontarsi con

Avifauna Un grazioso esemplare di pettirosso.

Campus Centro Santa Elisabetta

Fukushima Daiichi La centrale nuclare

conoscono i materiali e i prodotti daconfezionare e saranno quindi in gra-do di progettare gli imballaggi valu-tandone anche gli aspetti normativi edeconomici, con un occhio alle possi-bilità di recupero ambientale». Vener-dì gli studenti della prima edizione delmaster che conseguiranno il titolo fi-nale, esporranno in brevi presentazio-ni l’attività svolta durante gli stage. Ilmaster in Packaging è stato ripropostoanche per l’anno accademico2012/2013, con la possibilità di accessoagli uditori: «La speranza», chiosaMontenero, «è quella consentire a per-sone già inserite in contesti aziendali dipartecipare ai singoli momenti forma-tivi di interesse per un limitato periododi tempo». Per ulteriori informazionisul master, è possibile consultare il sitoall’indirizzo http://masterpacka-ging.unipr.it. �

l’ambiguo intreccio di speranze e ti-mori che le principali applicazioni tec-nologiche – bombe atomiche, centralia fissione, radioterapia, fusione fredda– hanno suscitato nell’animo umanonel corso dell’ultimo secolo. Se da unlato, infatti, l’energia nucleare è stataaccolta e presentata come una pana-cea per risolvere ogni nostro problemaenergetico o curare malattie come ilcancro, dall’altro lato gli spettri di Hi-roshima, Nagasaki, Chernobyl e Fu-kushima non smettono di ricordarciche scherzare con il fuoco dell’atomopuò rivelarsi molto pericoloso.» Comel’autore stesso afferma, scopo del libroè «offrire al lettore una mappa a piùdimensioni per orientarsi nell’intrica -ta querelle dell’impiego dell’energianucleare , in cui si mescolano questio-ni scientifiche, tecnologiche, storiche,sociali e geopolitiche».�