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l’internazionale — Bolleno degli emigra comunis in Europa 1 BOLLETTINO DEGLI EMIGRATI COMUNISTI IN EUROPA Anno 1 — Numero 2 Settembre 2014 Intervista ad Ermanno Zuliani Genk, Agosto 2014 Con questa intervista, cominciamo un percorso di condivisione di esperienze e di conoscenza della emigrazione italiana in Belgio. Lo facciamo per tu i giovani italiani emigra e non, che poco o per niente conoscono quello che é stato ed ha rappresentato la nostra emigrazione. Ci riproponiamo di avere almeno una intervista per ogni decade di emigrazione italiana. Comiciamo con l’intervista ad Ermanno Zuliani arrivato a Genk nel 1947. Ermanno, da dove vieni? Provengo dalla provincia di Udine e sono arrivato in Belgio nel mese di agosto del 1947. Avevo 17 anni. Sei arrivato direamente in Belgio? Si E perché proprio in Belgio? Perché non esistevano altre possibilitá di emigrare in altri paesi in quel periodo. Adesso vi racconto questa storia. Lavoravo presso un contadino per qualche migliaio di lire al mese e avevo una ragazza. Il padrone il sabato mi dice: “Ermanno,domani bisogna tagliare l’orzo.... “ , ma io avevo l’appuntamento con la quella ragazza. Mi sono innervosito e l’ho mandato, licenziandomi. Quando sono torno a casa, tu hanno cominciato a lamentarsi: mia madre, mia zia, dicendomi che avevo poca voglia di lavorare... Mi sono arrabbiato peggio di prima, ho preso il tram e sono andato all’uffico del lavoro, chiedendo se ci stava del lavoro per me all’estero. E mi hanno risposto che l’unico posto disponibile erano le miniere in Belgio. Ho firmato delle carte e 15 giorni dopo venne uno del municipio a casa mia a dirmi che dovevo andare ad Udine per fare una visita per verificare se ero idoneo per andare in Belgio. Ma i documen e la preparazione? Come funzionava? Ho dovuto fare tan documen ma l’ufficio del lavoro aiutava in questo. La partenza era stata fissata il 15 Agosto. Di fronte alla Camera del Lavoro giocavano a tombola, con i numeri che venivano chiama dall’altoparlante e invece noi, lì pron, ci chiamavano in ordine alfabeco. Io ero l’ulmo perché mi chiamo Zuliani... Ti davano una borsa di viaggio con del cibo e i documen. Era tuo organizzato... Siamo anda alla stazione di Udine ad aspeare il treno, non occorreva il biglieo. Salimmo alla volta di Treviso e lì abbiamo trovato un mucchio di gente... Ci hanno fao scendere dal treno, nell’aesa del treno successivo. Poi ci hanno messo in una tradoa senza sedili, come i carri per i prigionieri di guerra, un carro besame insomma... Mentre arrivavamo alla stazione di Milano in mezzo a due colonne di carabinieri, eravamo tu ai finestrini a cantare bandiera rossa con i pugni alza... dovevi vedere la faccia dei carabinieri... che ridere! L’ indomani abbiamo rifao le visite insieme alle autoritá belghe e ci hanno chiesto dove volevamo andare. Si poteva scegliere.... “vuoi andare in Campin”, mi dissero. Io parlavo francese e quindi pensavo che fosse un posto francese... acceai e invece ci hanno portato qui a Genk ... Il giorno del nostro arrivo a Bruxelle,s ci hanno trasferito sui camion desnazione Genk. Quando siamo arriva al campo ci stavano 3-4 persone che conoscevo di paesi vicino il mio.... e mi hanno prestato spontaneamente 100 franchi, grande cosa la solidarietá!. Mi hanno deo che erano all’hotel Connental e mi sono unito a loro. Avevamo il tricolore aaccato alla giacca e ci davano i buoni per il pane e per il sapone. In municipio ci hanno preso le impronte e ci hanno fao la carta di identá. Andammo il primo giorno in miniera, ci misero in fila e mentre noi andavamo giù gli altri salivano dalla miniera.......E’ stato durissimo, mol alla visione di ques uomini tu sporchi di carbone scappavano. Io non sono scappato solo perché un mio compaesano mi ha visto e mi ha deo : non spaventare vai vai.... mi ha dato coraggio insomma.... Come e’ stato il primo giorno? Non so dirvi .. era una impressione forte... avevi l’impressione di stare dentro la galleria del treno.... ci meeva 5 minu l’ascensore ad arrivare sul fondo. Al IN QUESTO NUMERO: Pag 1 Intervista ad Ermanno Zuliani Pag 3 Il pasticciaccio dei Comites Pag 3 L’associazione “Carlo Giuliani” di Parigi

Bolletino internazionale settembre 2014 1

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l’internazionale — Bollettino degli emigrati comunisti in Europa 1

BOLLETTINO DEGLI EMIGRATI COMUNISTI IN EUROPA Anno

1 —

Num

ero

2 Se

ttem

bre

2014

Intervista ad Ermanno Zuliani

Genk, Agosto 2014

Con questa intervista, cominciamo un percorso di condivisione di esperienze e di conoscenza della emigrazione italiana in Belgio. Lo facciamo per tutti i giovani italiani emigrati e non, che poco o per niente conoscono quello che é stato ed ha rappresentato la nostra emigrazione. Ci riproponiamo di avere almeno una intervista per ogni decade di emigrazione italiana. Comiciamo con l’intervista ad Ermanno Zuliani arrivato a Genk nel 1947. Ermanno, da dove vieni? Provengo dalla provincia di Udine e sono arrivato in Belgio nel mese di agosto del 1947. Avevo 17 anni. Sei arrivato direttamente in Belgio? Si E perché proprio in Belgio? Perché non esistevano altre possibilitá di emigrare in altri paesi in quel periodo. Adesso vi racconto questa storia. Lavoravo presso un contadino per qualche migliaio di lire al mese e avevo una ragazza. Il padrone il sabato mi dice: “Ermanno,domani bisogna tagliare l’orzo.... “ , ma io avevo l’appuntamento con la quella ragazza. Mi sono innervosito e l’ho mandato, licenziandomi. Quando sono torno a casa, tutti hanno cominciato a lamentarsi: mia madre, mia zia, dicendomi che avevo poca voglia di lavorare... Mi sono arrabbiato peggio di prima, ho preso il tram e sono andato all’uffico del lavoro, chiedendo se ci stava del lavoro per me all’estero. E mi hanno risposto che l’unico posto disponibile erano le miniere in Belgio. Ho firmato delle carte e 15 giorni dopo venne uno del municipio a casa mia a dirmi che dovevo andare ad Udine per fare una visita per verificare se ero

idoneo per andare in Belgio. Ma i documenti e la preparazione? Come funzionava? Ho dovuto fare tanti documenti ma l’ufficio del lavoro ti aiutava in questo. La partenza era stata fissata il 15 Agosto. Di fronte alla Camera del Lavoro giocavano a tombola, con i numeri che venivano chiamati dall’altoparlante e invece noi, lì pronti, ci chiamavano in ordine alfabetico. Io ero l’ultimo perché mi chiamo Zuliani... Ti davano una borsa di viaggio con del cibo e i documenti. Era tutto organizzato... Siamo andati alla stazione di Udine ad aspettare il treno, non occorreva il biglietto. Salimmo alla volta di Treviso e lì abbiamo trovato un mucchio di gente... Ci hanno fatto scendere dal treno, nell’attesa del treno successivo. Poi ci hanno messo in una tradotta senza sedili, come i carri per i prigionieri di guerra, un carro bestiame insomma... Mentre arrivavamo alla stazione di Milano in mezzo a due colonne di carabinieri, eravamo tutti ai finestrini a cantare bandiera rossa con i pugni alzati... dovevi vedere la faccia dei carabinieri... che ridere! L’ indomani abbiamo rifatto le visite insieme alle autoritá belghe e ci hanno chiesto dove volevamo andare. Si poteva scegliere.... “vuoi andare in Campin”, mi dissero. Io parlavo francese e quindi pensavo che fosse un posto francese... accettai e invece ci hanno portato qui a Genk ... Il giorno del nostro arrivo a Bruxelle,s ci hanno trasferito sui camion destinazione Genk. Quando siamo arrivati al campo ci stavano 3-4 persone che conoscevo di paesi vicino il mio.... e mi hanno prestato spontaneamente 100 franchi, grande cosa la solidarietá!. Mi hanno detto che erano all’hotel Continental e mi sono unito a loro. Avevamo il tricolore attaccato alla giacca e ci davano i buoni per il pane e per il sapone. In municipio ci hanno preso le impronte e ci hanno fatto la carta di identitá. Andammo il primo giorno in miniera, ci misero in fila e mentre noi andavamo giù gli altri salivano dalla miniera.......E’ stato durissimo, molti alla visione di questi uomini tutti sporchi di carbone scappavano. Io non sono scappato solo perché un mio compaesano mi ha visto e mi ha detto : non ti spaventare vai vai.... mi ha dato coraggio insomma.... Come e’ stato il primo giorno? Non so dirvi .. era una impressione forte... avevi l’impressione di stare dentro la galleria del treno.... ci metteva 5 minuti l’ascensore ad arrivare sul fondo. Al

IN QUESTO NUMERO:

Pag 1 Intervista ad Ermanno Zuliani

Pag 3 Il pasticciaccio dei Comites

Pag 3 L’associazione “Carlo Giuliani” di

Parigi

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l’internazionale — Bollettino degli emigrati comunisti in Europa 2

magazzino ti davano gli attrezzi e andavi dove il capo ti diceva.... Quanti anni sei rimasto in maniera? Per un primo periodo dal 1948 fino al 1955. In quel periodo mi sono ammalato al polmone, mi hanno detto che era tubercolosi e mi hanno mandato in un sanatorio riservato ai minatori..... Quando sono guarito andai a Parigi. Con mia moglie, perché nel frattempo mi erosposato, nel 1953 esattamente. Sono rimasto pochi mesi, perché a causa di alcuni problemi familiari, siamo dovuti tornare nelle Fiandre. E sono andato a lavorare alla fabbrica della Ford, dove sono rimasto per due anni. Sono andato via a causa di un litigio con il caposquadra. Il litigio era scoppiato a causa dei ritmi di lavoro che non permettavano neanche di andare al bagno per i propri bisogni. Dura la vita in fabbrica... Da quel momento andai a firmare per ottenere la disoccupazione, ma la Ford non mi aveva fatto le carte per il pagamento...... allora contattai un sindacalista, che era il marito di una che lavorava alle poste vicino alla miniera, che era del sindacato socialista. Venne a casa mia e gli spiegai tutto. Mi fece anche l’iscrizione al sindacato e dopo pochi giorni mi arrivo l’indennitá di disoccupazione. Dopo una breve parentesi di lavoro ad Anversa, tornai a Genk e mentre passeggiavo una sera vicino alla miniera ho incontrato l’ingegnere della miniera. Quando seppe che ero disoccupato mi chiese di tornare a lavorare in miniera. Fui assunto come supervisore e sono rimasto li dal 1960 al 1984. Quando sei arrivato a Genk non parlavi fiammingo, come hai fatto? Ah ma io parlavo francese e mia moglie fiamminga parlava francese..il fiammingo l’ho imparato ma solo un po’... Quando sei arrivato a Genk le tue conoscenze erano solo italiane o avevate contatto con i fiamminghi? Sopratutto italiani, pochi contatti con i fiamminghi. Noi si faceva gruppo insieme, poi ho trovato dei compaesani.... Ed é stata molto dura, perche si era inesperti. Ti faccio un esempio; quando stavo ancora in albergo con i miei compaesani, prima di sposarmi, cucinavamo a turno ed eravamo in 11. E chi la sapeva fare una paste per 11 persone!?!? Una delle prime volte, il sugo era giá pronto, un semplice sugo di pomodoro semplice... dovevo scolare l’acqua sul lavandino dove ti lavavi le mani... e mi scappo la pentola e la pasta mi cadde nel lavandino... un mio amico mi vide e prese la pasta l’abbiamo lavata sotto acqua e l’abbiamo rimessa dentro con il sugo.... Io non ebbi il coraggio di mangiarla, ma i miei amici si....

erano tempi duri..... Dopo la domenica, si andava da Agata a far la spesa.... solo 1 teneva la contabilitá e si divideva un tanto ciascuno, quando ci stava la carne era una festa! Quando si andava a prendere la carne per 11 ci davano due piedi di maiale gratis e ci facevamo un minestrone .... e quello che era di turno si mangiava il piede di maiale... In quel periodo tornavate in italia? Sono ritornato tre anni dopo dal mio arrivo. Ti davano 12 giorni... ma si restava anche un mese finché avevi i soldi. In una di queste occasioni negli anni ‘60, uno mi offri un lavoro in Italia, ma io non mi fidavo. La paga era molto più bassa che in Belgio. Ma dopo non sono andato per tanto tempo.... abbiamo avuto molto disgrazie... mia moglie ha partorito due gemelle di 7 mesi che sono purtroppo morte..... e quello stesso anno la mia terza figlia é finita

sotto una macchina, un periodo nero. Tua figlia adesso quanti anni ha? 61 anni. Quando sei arrivato in Belgio non eri scritto al sindacato giusto? In realtá eravamo iscitti obbligatoriamente al sindacato cattolico, ma come ti dicevo, per avere la disoccupazione sono andato al sindacato socialista e poi sono rimasto con loro. Sai era difficile, non si poteva scioperare, ci dicevano che ci avrebbero arrestato se scioperavamo.... Durante uno sciopero, un fascista italiano venne tutto ubriaco al picchetto con una tanica di benzina e ci disse: “andate via se no vi brucio tutti! “ Dei

tipi lo hanno acchiappato e lo hanno portato in miniera.... ci stava una linea di mattoni bianchi.... lo fecero camminare sulla linea e ogni volta che sbandava dalla linea giù legnate.... Poi mi sono iscritto al PCI e ci sono rimasto fino a quando ha cambiato nome. Ma io rimango sempre comunista,io voto sempre rosso! Sai noi siamo rimasti delusi..... quando vai in giro questi giovani italiani spesso non capiscono nulla.... gli bastano i soldi e va bene tutto..... finché c’erano i vecchi comunisti andava bene...... poi nessun giovane é stato all’altezza.... E’ noto a tutti che in questa zona il partito comunista aveva tantissimi iscritti.... ma che atmosfera ci stava? Ci stava una spirito di solidarietá tra di noi..... ma era difficile, questo é un paese cattolico..... Quando hanno scoperto in miniera che ero comunista... non ho avuto più nessun scatto di carriera ..... Qui si faceva all’inizio le riunioni del partito nel bosco..... solo dopo molto tempo abbiamo potuto cominciare a fare attività alla luce del sole...

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DOCUMENTO COSTITUTIVO

DELL’ASSOCIAZIONE « CARLO

GIULIANI » DI PARIGI

L’associazione « Carlo Giuliani » di Parigi vuole essere un

simbolo, in Italia e in Europa, della generazione di Genova,

della gioventù persuasa che un altro mondo è possibile.

L’associazione intende coltivare i valori della Resistenza italiana

ed europea attraverso coloro che, come Carlo Giuliani, hanno

saputo difenderli e renderli attuali dando la loro vita come lo

aveva fatto, fra tanti altri, il giovane partigiano torinese Dante

Di Nanni nel maggio 1944 : 23 anni Carlo, 19 anni Dante.

Scopo dell’associazione è quello di inscrivere la presenza della

Sinistra europea nella realtà parigina, con un’attenzione

particolare agli oltre 100.000 italiani residenti, un terreno di

radicamento particolarmente fecondo e potenzialmente ricco.

Parigi è per il progetto della Sinistra europea un luogo di

dibattito e di iniziativa di grande importanza ed un’associazione

attiva e creativa deve dotarsi dei mezzi necessari a sviluppare

l’uno e l’altra.

L’associazione è un luogo aperto, accogliente, vivace e

democratico, un simbolo della lotta all’istituzionalismo, al

burocratismo, al carrierismo, all’autoritarismo e tutto cio’ che

Il pasticciaccio brutto del rinnovo dei

Comites: la democrazia non è un costo

né un optional.

Con un decreto del governo dell’ Agosto 2014, si é dato il via libera alla procedura per il rinnovo dei Comites. Purtroppo, come molti concittadini ricorderanno, questo rinnovo era stato posticipato di numerosi anni, con la scusa ufficiale della mancanza di copertura finanziaria. Cosa di per sé di una gravitá assoluta, visto che si subordina la democrazia reale alle disponibilitá economiche, ma perfettamente in linea con l’idea di democrazia del “nuovo che avanza” da Berlusconi, a Monti fino ad arrivare a Renzi e i suoi supporters. Al di lá delle timidissime rimostranze dei parlamentari eletti nella circoscrizione estero - che ne dimostra una volta in più il loro scarso peso politico all’interno del parlamento - con il decreto e nelle sue modifiche si sono approvate norme che peggioreranno la rappresentativitá dei Comites, frapponendo una ulteriore barriera al voto: l’apposita richiesta ai consolati di competenza per poter votare. Questa norma, inserita per ridurre i costi, insieme alla riduzione progressiva della presenza dei consolati nei territori, scoraggerá definitivamente la partecipazione al voto. Anche perché, come sa chi si confronta quotidianamente con la nostra emigrazione, solo una piccola parte utilizza lo strumento telematico con cui é possibile far richiesta di iscrizione ai consolati, mentre gli altri, ammesso che qualcuno li informi del rinnovo dei Comites, dovranno o recarsi sul posto di persona o eseguire il tutto via posta. Nonostante, come molti concittadini sanno per esperienza personale, in molte aree del mondoi Comites non hanno funzionato nel migliore dei modi e, spesso, si sono trasformati in strumenti funzionali a cordate o meccanismi clientelari ben poco trasparenti, noi crediamo che la partecipazione attiva dei cittadini alle attivitá politiche ed amministrative siano sacrosante e vadano salvaguardate. Di fronte alla retorica tardo patriottarda dei governi nazionali nei confronti delle comunità residenti all'estero, il risultato concreto è il disinteresse verso di esse, e quindi degli organismi che dovrebbero rappresentarle, con i relativi tagli di stanziamenti e risorse. Ulteriore conferma che gli istituti democratici vengono considerati da certi “politici” soltanto un costo. Che ovviamente per “lor signori” non vale la pena di sostenere. Del resto, per avere la giusta copertura finanziaria al rinnovo dei Comites, basterebbe ridurre la spesa militare sull’acquisto dei caccia F35 di 1 (una) unitá. Ma purtroppo fare la guerra per questo governo sembra avere la prioritá rispetto alla democrazia. Ad oggi la data delle elezioni non é stata fissata, ma sono state dimezzate la quantitá di firme richieste per la presentazione delle liste; cosa questa molto opportuna per favorire il pluralismo all’interno delle assemblee dei Comites, ma inaspettatamente sono stati esentati dalla raccolta delle firme praticamente tutti i partiti che hanno eletto o al parlamento italiano o al parlamento europeo. Lungi da noi

demonizzare lo strumento partito, necessario organo di mediazione politica previsto dalla Costituzione repubblicana, secondo noi questa norma snatura fortemente lo spirito con cui i Comites sono stati creati. Lo spirito del legislatore era stato quello di costituire delle rappresentanze delle collettività emigrate che interloquissero con quelle istituzionali a livello di circoscrizione consolare, facendo emergere fabbisogni, istanze e tentando di programmare in modo partecipato i pochi interventi finanziati dallo Stato. Essendo le funzione dei Comites sussidiarie e consultive, sono più appropriate per una rappresentanza sociale e non politico partitica. Ci uniamo quindi allo sconcerto creato da questa norma e alle rimostranze delle maggiori organizzazioni storiche della emigrazione italiana. Auspichiamo quindi che con ulteriori modifiche si estenda del tutto l’esenzione della raccolta delle firme e si elimini l’apposito registro elettorale e che si introducano dei meccanismi per incentivare il voto all’interno della nuova emigrazione italiana. Nuova emigrazione tanto presente nella retorica verbale di molte istituzioni quanto assolutamente assente dall’agenda dei provvedimenti governativi e parlamentari. Come comunisti presenti nell’emigrazione, ci faremo promotori di raggruppamenti di singoli ed associazioni di buona volontá, che vorranno condividere l’idea di una gestione diversa dei Comites (devono funzionare, essere utili ai cittadini emigrati ed essere il più partecipati possibili), e che vorranno utilizzare i nuovi Comites anche per cercare di tutelare e proteggere la nostra Costituzione dagli attacchi di tutti i soggetti che la stanno stravolgendo irrimediabilmente.

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Gli articoli possono essere riprodotti

citandone la fonte

la riguarda è – nei limiti del possibile – pubblico, le riunioni

sono aperte ai membri ed ai simpatizzanti e verbalizzate, gli

archivi e i documenti contabili sono liberamente accessibili.

L’associazione tesse una rete di rapporti con le associazioni e i

movimenti che fanno riferimento al Forum sociale europeo e

con i sindacati francesi e italiani, allo scopo di contribuire alla

costruzione di un sindacato europeo alternativo alla vecchia

Confederazione dei Sindacati Europei e di progetti rivendicativi

europei.

L’associazione non si limita ad un’azione di propaganda ma

costruisce movimento intorno a rivendicazioni concrete sorte

dalla società, che permettono ai suoi militanti di vivere

esperienze di lotta ; militanti che partecipano al lavoro nei

comitati, nei collettivi, nelle associazioni, creandoli quando non

esistono. L’associazione diventerà cosi’ il centro dove potranno

convergere le più diverse esperienze di lotta nel territorio.

L’associazione si attiverà per organizzare incontri anzitutto con

i movimenti e le associazioni di lingua italiana, per farsi carico

delle loro rivendicazioni. Le feste, il teatro, gli spettacoli di

strada, Internet, i video, la musica, il cinema, la gastronomia, lo

sport sono altrettante occasioni per instaurare un rapporto con

coloro che l’associazione vuole guadagnare alla lotta politica.

L’associazione è il luogo di espressione per i soggetti sociali

oppressi dalla dominazione di classe (lavoratori e lavoratrici

dipendenti e autonomi/e), le donne (oppressione di genere), i

giovani (oppressione generazionale), le nazionalità oppresse

(oppressione nazionale), le minoranza sessuali (gay, lesbiche,

transessuali). Lo scopo è la presenza maggioritaria di donne,

giovani, minoranze sessuali e minoranze oppresse.

Nell’associazione, le rivendicazioni dei giovani, delle donne, dei

migranti, degli omosessuali non sono più o meno importanti

delle questioni salariali e politiche : l’associazione è il luogo

dell’alleanza di tutti questi soggetti sociali oppressi, che

altrimenti troverebbero in altri ambiti gli spazi per la loro

rappresentanza politica.

Parigi, ottobre 2009

Attività dell’associazione, di cui sono membri di diritto gli

iscritti al Circolo « Carlo Giuliani » del PRC di Parigi :

Partecipazione annuale alla Fête de l’Humanité a Parigi, a

quella della Volksstimme a Vienna e a quella della Die Linke

a Berlino

Organizzazione di cene-dibattito con sindacalisti italiani e

francesi, politici, giornalisti

Cena-dibattito sulla repressione con Haidi Giuliani

Cena-dibattito sulla situazione economica con Cremaschi, un

operaio di Pomigliano, uno della Peugeot di Aulnay sous Bois

Presentazione di libri in una libreria di Parigi : l’ultimo è stato

un libro a fumetti sulla vicenda di Carlo Giuliani e della sua

famiglia

Organizzazione di una giornata per commemorare Vittorio

Arrigoni

Partecipazione alle manifestazioni politiche e sindacali a

Parigi con le bandiere di Rifondazione comunista

Pubblicazione sul sito Internet carlogiuliani.fr di articoli sulla

dinamica sociale francese, italiana, europea etc con

particolare attenzione a sinistra, sindacati, movimenti,

imperialismo e neo-colonialismo, ambiente, economia,

migranti, storia....

Cena di sostegno al quotidiano Il Manifesto.

Pensiamo ad un incontro Arcelor-Mittal/Ilva : siderurgia,

occupazione, salute. Stiamo costruendo un coordinamento della

sinistra antifascista a Parigi sotto l’ombrello dell’ANPI (abbiamo

contribuito a fondare la sezione tre anni fa). Stiamo costruendo

un coordinamento della sinistra europea con i compagni greci,

spagnoli, portoghesi.

Sempre grande il

compagno Apicella...