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bozza pubblicazione stazione creativa scuola dell’infanzia di Sondalo SO percorso il bello che cura … la cura del bello ... [email protected] tel.fax.:0341 286506 www.unoteatro.org

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bozza pubblicazionestazione creativa

scuola dell’infanzia di Sondalo SO

percorsoil bello che cura … la cura del bello ...

[email protected] tel.fax.:0341 286506 www.unoteatro.org

Il bello che cura... La cura del bello...

STAZIONE CREATIVAScuola dell'Infanzia - Istituto Comprensivo di Sondalo

Comune di SondaloProgetto a cura della Cooperativa Unoteatro di Lecco

"Il bello che cura... La cura del bello..."

Stazione creativa a.s. 2015/2016Scuola dell'InfanziaIstituto Comprensivo di SondaloComune di Sondalo

a cura diMeco Salvadore (Cooperativa UnoTeatro di Lecco)

responsabile del progettoRenata De Gasperi

con il coordinamento delle insegnantiEdoarda MuttiGiuliana PedriniElena FornoDoris Garavatti

e con la collaborazione delle insegnantiGabriella CapettiPaola CaspaniMiriam FranceschinaCatia GraziadelliMarina Illini

progetto graficoAnna Lisa Accettura

illustrazionii bambini del gruppo di 5 anni della scuola d'infanzia

fotografieMarcello Franceschina

Finito di stampare nel mese di giugno 2016

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Prefazione

L’esperienza della “stazione creativa” realizzata dagli alunni delle scuole per l’infanziadell’Istituto comprensivo di Sondalo, sotto l’esperta regia di Salvadore Meco e delle insegnanticon la collaborazione dei volontari del Museo dei Sanatori di Sondalo e l’Amministrazionecomunale di Sondalo, negli spazi del parco dell’ex Villaggio sanatoriale e del paese, costituisceun importante episodio dell’opera di recupero della memoria, di valorizzazione e di nuovanarrazione di un importantissimo elemento dell’identità storica, culturale e sociale della provinciadi Sondrio, oltre che di tutte le persone che, dall’inizio degli anni ’50 fino ad oggi, lì si sonoavvicendate come pazienti, medici, lavoratori, tecnici, o anche solo visitatori. Ma, al tempostesso, poiché questo imponente complesso rappresenta un momento apicale dell’architetturasanatoriale europea, incarnando una visione a tutto campo della cura e del paesaggio (dallaquale discende il titolo della stazione creativa, “Il bello che cura... La cura del bello...”),l’avvicinamento a questa realtà, guidato dagli insegnanti e dai volontari del Museo e supportatodalle famiglie, costituisce un momento fondamentale dell’educazione e della crescita individualee sociale dei giovani, che imparano a guardarlo con consapevolezza, a esserne orgogliosi,riconoscendone il rango culturale, storico e monumentale, a fruire della sua molteplice bellezzapercorrendone gli spazi e provando a rinarrarne le storie.

Al tempo stesso, l’esperienza delle nuove generazioni si riverbera sugli adulti, che dallosguardo dei più giovani riapprendono ad ri-accorgersi del paesaggio familiare che li circondaquotidianamente e da più generazioni, per diventare – auspicabilmente – anch’essi custodi evalorizzatori di un’identità che è scritta innanzitutto nel paesaggio in cui abitano, nelle memoriequotidiane, nelle vicende familiari e lavorative. Un paese, Sondalo, ma anche un’intera provincia,le cui vicende sono intrecciate inestricabilmente alla presenza e alle vicende dei sanatori, comedel resto testimonia icasticamente il paesaggio stesso, riplasmato da un’opera possente evisionaria.

“Il bello che cura... La cura del bello...” costituisce così un’azione creativa ed educativache, iscrivendosi nel progetto “Rebirth – il terzo paradiso” ideato da Michelangelo Pistoletto,apre una interessante pratica di riappropriazione consapevole della comunità verso il patrimonioterritoriale, che del resto il Museo dei Sanatori (e prima ancora le esperienze di conoscenza,sensibilizzazione e valorizzazione realizzate dall’Associazione Terraceleste e dal Comune diSondalo in collaborazione con l’Azienda ospedaliera e il Politecnico di Milano a partire dal 2009)

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ha messo a fondamento del proprio statuto e delle proprie iniziative già nel primo anno dellasua entrata in funzione. Ma l’idea del terzo paradiso, quella della riconciliazione di cultura enatura, sottolinea anche un aspetto che il Villaggio Morelli incarna nel suo essere, mostrandoun esperimento di diversa modernità e di conciliazione tra visione scientifica della cura, efficienzaenergetica e bellezza, attenzione agli aspetti educativi ed estetici, all’esemplarità dell’opera ealle necessità costante dell’attenzione agli aspetti etici. Per questo il grande Villaggio fu costruitocon una profonda attenzione alla bellezza, correttamente intesa nella sua portata formativa,terapeutica, armonizzante e riconciliativa, che oggi sorprende come una lezione e un’esperienzatroppo a lungo dimenticata, in quella vasta e deprimente inondazione di bruttezza, volgaritàe banalizzazione che la società contemporanea per lo più promuove e tollera, generando uneffetto di analfabetizzazione regressiva in tempi che, invece, hanno urgente necessità diconsapevolezza, educazione al bello, responsabilità verso i patrimoni culturali e i paesaggiterrestri, senza delle quali non si danno né identità né effettiva cittadinanza.

Paradiso è un meraviglioso termine che bisognerebbe tornare a pronunziare e soprattuttointendere più spesso, lasciandone risuonare la straordinaria ricchezza immaginale e simbolica:un giardino, una “terra celeste” di bellezza, misura, concentrazione, nel quale risplende la vitadi una profonda relazione tra umanità e natura – prima che la modernità facesse strame dellanatura, rimuovendone la luminosa perfezione, nella quale ciascuno può ritrovare la profonditàdi se stesso e intendere la vitale necessità dell’armonia. Pardesh (nell’antico persiano da cuiproviene il termine), paradeisos (in greco), hortus conclusus (in latino) che diventerà il claustrumdelle tradizioni monastiche, per non parlare del simbolo e delle rappresentazioni del giardinoin tutte le tradizioni simboliche del mondo) è il nome del giardino amorevolmente curato ecustodito, luogo della gioia e dell’illuminazione, che per tutte le culture umane costituiscel’espressione, nella perfezione costruttiva ed estetica, nella profonda consapevolezza chederiva dal saper custodire la vita che ci è stata affidata nelle sue varie forme, l’umano ritrovala felicità del suo lato divino e insieme naturale e, perciò, conferisce un nuovo respiro e un sensopiù alto alle forme del suo esistere.

Ma se non può esistere armonia, della cui aspirazione testimonia ogni giardino perquanto piccolo e modesto, senza retto intendimento e senza amorevolezza e cura, la grandiosavisione rappresentata da quel “paradiso” che è il Villaggio (dove non a caso rinasceva il respiro)chiama ciascuno di noi a intenderne e custodirne lo spirito.

Luisa BonesioDirettrice del Museo dei Sanatori di Sondalo

Presidente dell’Associazione culturale Terraceleste

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Raccogliamo in questa piccola pubblicazione una sintesi della documentazione relativaal progetto “Il bello che cura... La cura del bello...”, esperienza che, nell’anno scolastico 2015-2016, ha impegnato la cooperativa Unoteatro di Lecco, i bambini e le insegnanti della scuoladell'infanzia di Sondalo nella sperimentazione di un percorso di ricerca che ha messo in relazionel’arte e l’educazione nell’ambito di ateliers a cui abbiamo dato il nome di stazioni creative.Le stazioni creative sono laboratori creativi che uniscono in un'esperienza globale i linguaggidelle arti, dell'artigianato e dei saperi allo scopo di acquisire competenze e consapevolezzanecessarie a realizzare, attraverso l'arte, progetti di cambiamento per migliorare la scuola, lacittà e l'ambiente.“Il bello che cura... La cura del bello...” è stato uno fra i più interessanti percorsi sperimentatidalle attività delle stazioni creative nel presente anno scolastico.In questo specifico progetto sono stati scelti come campi di ricerca e di intervento alcuniambienti dell’Ex Sanatorio di Sondalo, dove gli alunni della Scuola dell’Infanzia hanno intrapresoun viaggio, reale e fantastico insieme, esplorando uno spazio e un tempo che a loro risultavanoancora sconosciuti.

Dopo aver scoperto la storia e gli ambienti del Villaggio Morelli, i bambini hanno rilettoe rielaborato creativamente tutta l’esperienza, filtrandola attraverso i loro occhi, i loro bisogni,i loro desideri. Utilizzando i linguaggi del teatro, della musica e delle immagini, hanno prodottoe restituito al territorio e ai suoi abitanti, diversi momenti di comunicazione artistica, conl’obiettivo di coinvolgere l’intero paese per stimolare un nuovo e diverso modo di vedere,considerare e vivere gli spazi dell’Ex Sanatorio e per suggerire a tutti la necessità di prendersicura della singolare bellezza del Villaggio Morelli.Di seguito le immagini, i disegni e le parole dei bambini che documentano le tappe del lavoroe tutte le iniziative nate dall’attività.Voglio solo ricordare i tre eventi pubblici che, in modo evidente, hanno stimolato uncoinvolgimento attivo di diversi soggetti del territorio (associazioni, ente locale, genitori,commercianti e singole persone) dimostrando la capacità della Scuola dell’Infanzia di diventareattivatore culturale del contesto sociale in cui è inserita.Il primo evento, il Rebirth Day 2015, ha impegnato i bambini nella rielaborazione del simbolodel Terzo Paradiso ideato dall’artista Michelangelo Pistoletto, e ha permesso di collegare ilprogetto della scuola all’iniziativa mondiale del Giorno della Rinascita: un giorno simbolicocelebrato affinché, attraverso l’arte, ognuno si prenda cura dell’ambiente naturale e sociale incui si trova a vivere.

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La Festa di Primavera è stata preparata a scuola e nel parco dell’Ospedale continuando l’attivitàdi valorizzazione degli spazi del Morelli e approfondendo il lavoro di ricerca e produzionecreativa che si è concretizzato nell’organizzazione di una parata-spettacolo per le vie del nucleostorico di Sondalo alla riscoperta di ulteriori bellezze architettoniche.A conclusione del progetto, nel parco dell’Ospedale di Sondalo si è svolta la Festa del Verdedove il numeroso pubblico ha potuto assistere alla rappresentazione teatrale dei bambini dellaScuola dell’Infanzia, alla presentazione dei lavori realizzati della Scuola Primaria e alla mostradi opere d’arte appositamente realizzate per il nostro progetto, che ha trasformato il parcoin un museo all’aperto, suggerendo l’idea che gli stupendi spazi del Morelli si possono utilizzaree vivere anche come luoghi di crescita culturale.

Il percorso è stato impegnativo e ricco di stimolanti esperienze che si sono potuterealizzare grazie al prezioso contributo dell’Associazione Terraceleste che ci ha guidato nellevisite al Museo dei Sanatori e al parco del Villaggio, alla disponibilità dell’Assessorato alla Culturadel Comune di Sondalo, ai genitori dei bambini della Scuola dell’Infanzia, alle classi 1°,2° e 3° atempo pieno della Scuola Primaria che hanno attivamente collaborato alle iniziative, alla cortesiadell’Azienda Ospedaliera ASST della Valtellina e Alto Lario che ha permesso e facilitato l’utilizzodegli spazi, agli ospiti della Casa di Riposo “Villasorriso” di Bormio e del laboratorio artisticoPittura Fresca della Società cooperativa sociale “San Michele” di Tirano che hanno prodottole opere esposte nel parco del Morelli, alla delegazione del Fai di Sondrio e a tutte le personeche hanno contribuito nei modi più diversi alla realizzazione del progetto.

Un ringraziamento particolare alle insegnanti della Scuola dell’Infanzia di Sondalo che, andandoben oltre il loro dovere professionale, hanno svolto un paziente, straordinario, immenso lavorocreativo ed organizzativo.Grazie a tutti i bambini che sono stati i veri protagonisti di tutto il progetto e a cui lasciamo laparola.

Meco SalvadoreUNOTEATRO

Società Cooperativa

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OGNI ALBERO RACCONTA UNA STORIA...

"Gli alberi sono le colonne che reggono il cielo"

(antico detto degli Indiani d'America)

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Le insegnanti, con la guida dell’esperta Francesca Rastelli, accompagnano i bambini a visitareparte del Parco dell’Ospedale Morelli per far vivere il Parco come luogo di ricerca di materiali(foglie, pigne, pezzi di legno, aghi), di forme, segni, percezioni, iniziando a capire che gli spazisi possono trasformare e curare per l’azione del singolo o del gruppo.

Ecco le prime impressioni dei bambini:

….. ho visto tanti alberi e anche il ponte cinese

….. con gli scalini

….. di fianco i gradini erano un po’ piccoli, sembravano una montagna

….. io ho raccolto tante pigne

….. io ho visto l’albero CIGLIO

….. no, TIGLIO

….. l’albero Gallo Cedrone

….. l’albero ciliegio

….. abbiamo fatto il cerchio intorno al tronco dell’albero grosso

….. uno era senza foglie. Abbiamo battuto le mani per svegliarlo

……c’era anche l’albero cinese

….. ma no, era il ponte

…. io mi ricordo quello senza foglie

…. era l’albero delle prugne

….. c’era il pino con le foglie

…. no, aveva le spine

….. non erano spine ma aghi

….. c’era anche il pino nero

….. tante pigne, tante foglie piccole e grandi

…. quelle grandi erano del pino nero

…. alcune erano piccole e rotonde

….. alcune pigne erano a forma di rosa

…. hanno tagliato l’albero ed è rimasto il cerchio con le radici; i cerchi servono

per contare gli anni

…. aveva 50 anni

…. nel tronco c’era la casetta degli insetti

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