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RIVISTA FONDATA DA S. GIOVANNI BOSCO NEL 1877 Maggio 2007 Mensile - Anno CXXXI - nr. 5 Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in A.P. - D.L. 353/2003 (Conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB PD Spedizione nr. 5/2007 POCO PER SÉ MOLTO PER GLI ALTRI (pag. 18) ESPERIENZA INDIMENTICABILE (pag. 20) UPS: LA BIBLIOTECA DON BOSCO (pag. 23)

BS MAGGIO 2007 - Il Bollettino Salesianobiesseonline.sdb.org/2007/pdf/200705.pdf · 2007. 4. 24. · 2 MAGGIO 2007 BS I l libro della Ge-nesi fa vede-re come il Dio amante della vita

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  • RIVISTA FONDATADA S. GIOVANNI BOSCONEL 1877

    Maggio 2007Mensile - Anno CXXXI - nr. 5Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in A.P. - D.L. 353/2003(Conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB PDSpedizione nr. 5/2007

    POCO PER SÉ

    MOLTO PER GLI ALTR

    I

    (pag. 18)

    ESPERIENZA

    INDIMENTICABILE

    (pag. 20)

    UPS: LA BIBLIOTECA

    DON BOSCO

    (pag. 23)

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    MAGGIO 2007 BS

    I l libro della Ge-nesi fa vede-re come il Dioamante della vitasconfigge il caose con la sua pa-rola creatrice pla-sma il cosmo.Tutto ciò che fe-ce non poté non

    essere un capolavoro, datala qualità dell’Artista. Ma già dal capi-tolo 3 e seguenti, lo scenario si pre-senta molto diverso. Rovesciato il di-segno originale di Dio, a causa delpeccato che inonda la faccia dellaterra per la violenza e la depravazio-ne dell’uomo, il mondo torna nuova-mente nel caos. Tuttavia il male, conla sua logica interna di distruzione edi morte, non può avere l’ultima paro-la. Così, dopo lo tsunami del diluvio,Dio stringe un’alleanza con l’uomo,impegnandosi a non permettere maiche questo mondo da lui creato sia

    STRENNA 2007di Pascual Chávez Villanueva

    zia il firmamento. Il giorno al giornone affida il messaggio e la notte allanotte ne trasmette notizia”. Tutte lecreature sono, infatti, invitate a be-nedire il Signore, secondo quandorecita il Cantico di Daniele: Benedi-te, opere tutte del Signore, il Signo-re (angeli, cieli, acque, sole e luna,stelle del cielo, piogge e rugiade,venti, fuoco e calore, freddo e caldo,rugiada e brina, gelo e freddo,ghiacci e nevi, notti e giorni, luce etenebre, folgori e nubi, monti e colli-ne, creature tutte che germinanosulla terra, sorgenti, mari e fiumi,mostri marini e quanto si muove nel-l’acqua, uccelli, animali selvaggi edomestici, figli dell’uomo) (3,57-88).

    � Ma questo riconoscimento è rea-le solo se e quando l’uomo ricono-sce a sua volta la dignità del luogoche abita e decide di rispettare lanatura, di accogliere le creature e diaccettare la ricchezza della loro di-versità. Soltanto questa accettazioneconcreta di tutto ciò che esiste, masoprattutto dell’essere vivente, portaall’affermazione del valore dellacreazione e dei diritti di colui che vi èstato posto come custode e, di con-seguenza, a superare lo sfruttamen-to e l’abuso, a realizzare uno svilup-po rispettoso dell’ambiente e intrec-ciare una convivenza armoniosa congli altri esseri viventi.Oggi la civiltà industriale ha favoritola produzione e la crescita della ric-chezza, ma troppo spesso ha esa-

    distrutto e diventi un deserto popolatodi rabbia e disperazione. Segno diquesta alleanza con l’umanità è l’ar-cobaleno: subito dopo la pioggia ap-pare nel cielo e sembra voler abbrac-ciare il firmamento, per ricordare allacreatura la promessa del Creatore.

    � Il Dio biofilo non ama semplice-mente la vita umana, ma tutta lavita, anche quella vegetale e anima-le, perché tutta la creazione è operadel suo amore. Insieme al valore ealla dignità della vita umana, la Bib-bia esprime dalla prima all’ultimapagina la cura amorosa di Dio per lanatura, esplicitata dalle parole delGn 1,31: “Vide, Dio, quanto avevafatto, ed ecco era una cosa moltobuona”. Animali, piante, firmamento,sole, oceani… tutto è buono, tuttoha valore per se stesso, tutto procla-ma la gloria di Dio, come canta ilSalmo 18 “I cieli narrano la gloria diDio, e l’opera delle sue mani annun-

    AMARE LA VITAL’ARCOBALENO

    “Non maledirò più il mondo a causa dell’uomo… Vi do un segno dell’alleanza che ho stabilito tra me e voi

    e tutti gli esseri viventi… Ho messo il mio arco tra le nubi sarà il segno dell’impegno che ho preso verso il mondo”

    (Gn 8,9 passim).

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    Dopo lo tsunami del diluvio, Dio stabilisce un’alleanza con l’uomo. Come segno Dio pone nel cielo l’arcobaleno (Gn 9,12).

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    BS MAGGIO 2007

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    In copertina:Le VDB hanno raggiunto i 90 anni... In Sicilia i 50.

    Un Istituto religioso che è presente nel mondo

    senza clamore, esempio di un apostolato

    “invisibile”, ma impegnatoe concreto.

    Foto: Fabiana Di Bello

    Maggio 2007Anno CXXXI

    Numero 5

    RIVISTA FONDATADA S. GIOVANNI BOSCONEL 1877

    Maggio 2007Mensile - Anno CXXXI - nr. 5Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in A.P. - D.L. 353/2003(Conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB PDSpedizione nr. 5/2007

    POCO PER SÉ

    MOLTO PER GLI ALTR

    I

    (pag. 18)

    ESPERIENZA

    INDIMENTICABILE

    (pag. 20)

    UPS: LA BIBLIOTECA

    DON BOSCO

    (pag. 23)

    Mensile di informazionee cultura religiosa editodalla Congregazione Salesianadi San Giovanni Bosco

    Direttore:GIANCARLO MANIERI

    CHIESA12 Quo vadis Europa? (7) di Silvano Stracca

    ANNIVERSARI14 Ci sono non si vedono di Bellocchi/Eriman

    VIAGGI18 Guardano poco a sé molto agli altri di Giancarlo Manieri

    MISSIONI20 Un’esperienza indimenticabile di Federica Annibali

    INSERTO CULTURA23 UPS: la grande biblioteca di Renato Butera

    FMA28 Fare memoria al Sud di Graziella Curti

    RUBRICHE2 Il Rettor Maggiore – 4 Il punto giovani – 6 Lettere al Direttore – 8 In Italia & nelMondo – 11 Osservatorio – 16 Box – 17 Zoom – 22 Lettera ai giovani – 27 Bagliori – 30 Libri – 32 On Line – 34 Come Don Bosco – 36 Arte Sacra – 37 Laetare et beneface-re… – 38 Sfide etiche – 40 Dibattiti – 41 Varia – 42 I nostri morti – 43 Il mese – 44 Prima pagina – 45 Relax – 46 I nostri santi – 47 In primo piano/Focus

    gerato nello sfruttamento delle risor-se, dando un incentivo alla disuma-nizzazione dell’uomo che quasi sen-za accorgersene si è convertito inmero produttore/consumatore. La cultura della vita ci porta a unvero atteggiamento ecologico: all’a-more verso tutti gli esseri umani, maanche verso gli animali e le piante;insomma all’amore verso tutto ilcreato e a difendere e promuoveretutti i segni della vita contro i mecca-nismi di distruzione e di morte.

    � Davanti alle minacce di sfrutta-mento disordinato, di oppressionedella natura, di sviluppo insostenibi-le, che stanno cagionando inquina-mento, effetto serra, deforestazione,cementificazione, desertificazione,impoverimento delle risorse, frutto diun’insaziabile avidità e di una man-canza di responsabilità non soltantonei confronti del creato che Dio ci hadato come casa per tutti, ma anchenei confronti delle generazioni future,mi sembra opportuno ricordare leparole del gran capo indiano Seattle:quello che ferisce la Terra, ferisce ifigli e le figlie della Terra.Dio si è impegnato a preservare lanatura, ma non senza di noi: ci hafatti suoi collaboratori, ci ha inve-stito di responsabilità. L’operazio-ne arcobaleno a salvaguardia delcreato è opera di Dio, di tutti e diciascuno. �

    È possibile leggere in anticipoil prossimo numero, collegandosi

    al sito Internet:http://biesseonline.sdb.org

    Redazione: Maria Antonia ChinelloNadia Ciambrignoni - Giancarlo De Nicolò - Franco LeverNatale Maffioli - Francesco Motto - Vito OrlandoSegreteria: Fabiana Di BelloCollaboratori: Severino Cagnin - Ernesto CattoniGiuseppina Cudemo - Graziella Curti - Enrico dal CovoloCarlo Di Cicco - Bruno Ferrero - Cesare Lo Monaco Giuseppe Morante - Vito Orlando - Marianna PacucciGianni Russo - Roberto Saccarello - Fabio SandroniArnaldo Scaglioni - Silvano StraccaFotoreporter: Santo Cicco - Cipriano DemarieChiara Fantini - Tadeo Martin - Vincenzo OdorizziGuerino PeraProgetto grafico: Pier BertoneImpaginazione: Puntografica s.r.l. - Torino

    Il BOLLETTINO SALESIANO si stampa nel mondo in 56 edizioni e 29 lingue diverse. Raggiunge 135 Nazioni,più di quelle in cui operano i salesiani.

    Direttore Responsabile: Antonio MartinelliRegistrazione: Tribunale di Torino n. 403 del 16.2.1949Diffusione e Amministrazione: Giovanni Colombi (Roma)Stampa: Mediagraf s.p.a. - Padova

    ILBO

    LLET

    TINO

    SALESIANO

    NEL

    MO

    ND

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    Associato allaUnione StampaPeriodica Italiana

    Via della Pisana 1111 - 00163 RomaTel. 06/656.12.1 - Fax 06/656.12.643e-mail: Direttore Fondazione DON BOSCO NEL MONDO - ONLUSCcb 3263199 - Banca Intesa - Fil. Roma 12 CIN P - ABI 03069 - CAB 05064Ccp 36885028 - CF 97210180580e-mail: web: www.fdbnm.org

    Per la violenza e la depravazione dell’uomo, il mondo sembra tornato nuovamente nel caos.

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    di Carlo Di Cicco

    La lettera è arrivata. È di quelle raremissive che se si conoscesse ilcontenuto si vorrebbero ricevere difrequente. Perché sono una compagniaalla durezza della vita. E diradano lenubi sul futuro sempre più inquietante.La scrive ai giovani il “successore di unsognatore”. Il sognatore non è unoqualsiasi, ma Don Bosco e la firma èdi don Pascual Chávez Villanueva,suo IX successore.

    � Ha pensato di scriverla “quasi comeuna nuova lettera da Roma”, riferendosia quella scritta da Don Bosco dallacapitale nel 1884 per risvegliare neisalesiani del tempo l’originario spiritodel primo oratorio, che ruotava intornoal sistema preventivo centratosull’amorevolezza. Ossia sul modoinfallibile per aprire un dialogo efficacecon i giovani, e rendere loro intriganteanche la proposta del Vangelo. Perquesto la nuova “Lettera da Roma”firmata Chávez, parla ai giovani maparla non meno agli adulti. Ai giovanipropone orizzonti di vita e di speranzaperché si mettano con impegno arealizzare un mondo nuovo, rispetto a quello che viviamo tutti con disagio.La Lettera chiama indirettamente incausa gli educatori specialmentesalesiani, attualizzando nell’oggil’esperienza educativa e pastorale diDon Bosco che decise di spendere lasua vita “per liberare i giovani da tutte le carceri, quelle materiali e quelle della solitudine, della tristezza,dell’ignoranza, della delinquenza, dello smarrimento, della disperazione”.

    � La Lettera è un capolavoro di metodo: considera i destinataridegli interlocutori non dei manichini e concentra la riflessione su unaproposta di vita che guarda in avanti,punta a costruire il futuro dalmomento che nella vita di ognunoquel che è stato è stato e il presentevale nella misura in cui edifica ilfuturo. I giovani, infatti, non sisprecano sul passato, ma guardano e si attardano a rimuginare qualefuturo li attende.Il futuro è una dimensione chescoraggia gli adulti che lo pensanosimile al loro passato e sono meno

    spinti a rinnovare e ricreare scenarimigliori. Capita loro di sprecare il futuro– tanto o poco che loro resti –nell’incerta attesa della fine e nonprogettano più niente. Il mandorloannuncia la primavera – scrive donChávez – e i giovani devono alzare losguardo per attingere un senso nuovodelle cose. L’alzata dello sguardo si fameglio nella Chiesa che è la casa diDio, “il luogo dell’ascolto dellasofferenza dell’uomo, in particolare deigiovani e dei poveri”. I poveri sono “la terra santa” della Chiesa, terrenofecondo per l’impegno giovanile. E laChiesa “deve rendere visibile, in modotrasparente, la bellezza e l’amore di Dioche vuol vivere in mezzo a noi oggi”.

    � Nel primo oratorio di Don Bosco si respirava la coscienza “di potercambiare il mondo”, e l’amore chelegava i suoi abitatori era già unsegno del cambiamento del mondo.Sono tempi difficili quelli che ora tuttiviviamo, ma è possibile sognare.Chavez riassume così il sogno attualedel suo predecessore e fondatore:“il mio sogno è di vedere voi,giovani del Terzo Millennio, comerisorsa del presente, sviluppando i vostri talenti e le vostre energie dibene, investendoli nel serviziodegli altri, in modo da ringiovanirela società e la Chiesa”. E il sogno siconcreta nell’impegno di tutta laFamiglia salesiana “di essere semprepiù chiaramente ed esplicitamentepromotori della cultura della vita,contro tutto ciò che può minacciarla osminuirla, portatori dell’amore di Dio,padri e maestri di spirito, guideintelligenti e capaci di accompagnarvinella ricerca di progetti di vita belli ecoinvolgenti”.

    � La Lettera apre un cantiereesigente per giovani ed educatori: una grande revisione di vita per usciredal generico vuoto di parole e scoprirequali passi concreti fare e quantocostano per rimuovere dal mondo gli eventi che congiurano contro lebeatitudini evangeliche. Sarebbe unmodo effettivo di rispondere a unalettera e non interrompere un dialogodifficile tra generazioni. �

    RISPOSTAA UN SOGNATOREIl Rettor Maggiore dei salesiani il 31 gennaio 2007 in occasione della festa di Don Bosco che viene celebrata in tutto il mondo, ha stilato da Roma una lettera, indirizzata ai giovani del MGS.

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    IL PUNTO GIOVANI

    MAGGIO 2007 BS

  • puntuale del professore Lu-ciano Verdone: “Su Cristo èstato scritto di tutto. Ognicultura gli ha messo addossoi propri panni. Ecco, di voltain volta, il Cristo socialista,rivoluzionario, compagno diviaggio con tanto di jeans…La nostra epoca, ossessionatadal sesso, non riesce a pen-sarlo che alle prese di proble-mi sentimentali. Ma giusta-mente è stato notato che aforza di dissipare i misteri suGesù per ridurlo a un uomoordinario, si finisce per crea-re un mistero più inspiegabi-le. Come ha potuto quest’uo-mo cambiare il mondo senzaavere nulla di speciale? Allabase del libro di Augias vi èuna tesi preconcetta. Che ascrivere la vita di una perso-na non dovrebbe essere chinutre sentimenti affettivi per-ché portano a idealizzarel’oggetto d’amore. Per cui imigliori interpreti di Gesù sa-rebbero i non credenti anzi-ché i cristiani. Io rispondoche per conoscere un qualsia-si argomento sono necessarisia un atteggiamento oggetti-vizzante, che si distanzia dal-la realtà studiata, secondo lateoria dello ‘sguardo dall’e-sterno’ di Durkhein, sia unatteggiamento di comprensio-

    nitori, che la scuola o la fami-glia sappiano mettere i puntinisugli “i”. Internet è la piùgrande piazza virtuale delmondo dove si trova di tutto:capolavori e schifezze. E Wiki-pedia è la più grande enciclo-pedia virtuale del mondo, do-ve si trova di tutto, ma “nongarantito”.

    G ESÙ DI AUGIAS.Direttore, l’ha letto veroil best seller di Augias? Beh,lei che ne pensa? Io, a dir laverità sono un po’ in crisi. Infin dei conti è uno storico delcristianesimo che indaga e ri-sponde…

    Lory, Cervia

    Cara signora, il libro di Augias/Pesce puòporre qualche interrogativo.Su Gesù gli interrogativi nonfiniscono mai – e questo è unpunto a favore suo (di Gesùnon di Augias) – mentre sonofiniti quelli di tutti i cosiddettigrandi della storia. Per gliautori del testo in questione,Gesù è solo una “costruzio-ne” postuma, proditoriamen-te fatta dalla Chiesa primitivasu pochi frammenti più o me-no storici. Mi servo ancorauna volta della riflessione

    struttura permette a tutti quelliche usano Internet, e che per-ciò hanno un programma dinavigazione, di intervenire suitesti per correggerli, ma an-che per inquinarli. La stessapagina principale della gran-de enciclopedia virtuale con-tiene un link intitolato “avver-tenza”, cliccandoci sopra sipresenta una pagina che in unbox giallo bordato di rossoavverte “WIKIPEDIA NONDÀ GARANZIA DI VALIDITÀDI CONTENUTI”. Se poi unoha la pazienza di leggere loscritto, trova in grassetto che“su nessuna delle informa-zioni presenti in questa pagi-na è possibile garantire ilcontrollo da parte di profes-sionisti legalmente abilitati,ecc.”. Più chiaro di così! Ilperché è detto in uno dei ca-poversi ulteriori: “Le infor-mazioni riportate sono fornitein maniera libera e gratui-ta…”. Quindi attenzione, cariGino, Lina, Rosetta, Mario,ecc… Wikipedia non è la pa-nacea, il rimedio universaleper tutti i vostri dubbi, incer-tezze, interrogativi, problemi,ecc. men che meno le rispostedi detta enciclopedia vannoconsiderate infallibili, date lepremesse! Forse è bene, e vadetto ai vostri insegnanti e ge-

    L ETTERE AL DIRETTORE

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    P UBBLICITÀ DEMEN-ZIALE? Egregio diretto-re, guardi un po’ che cosa hotrovato su una rivista. Diamantipresentati in maniera obbro-briosa tra terrume, ferraccio,carbone, radici, breccino rug-ginoso, melma e non so che al-tro. […] Per sfizio demenzia-le? Per snobismo? Per stupire?O che altro? Non è demenzia-le? Ma si può? Mi fa venire ilvoltastomaco […]

    Marzia, Rovigo

    C’è di peggio, signora, c’è dipeggio! Sublimi la visione,che ne so… si costringa a ve-derci il bene che resistesplendente in mezzo al male,e il male che non potrà maidistruggere il bene che è infi-nitamente più forte… Puòdarsi che questa operazionele guarisca i borborigmi distomaco.

    W IKIPEDIA. Gentile di-rettore, i miei alunniprendono per oro colato ciòche dice Wikipedia, enciclo-pedia on line. Non crede siautile qualche precisazione?

    Emanuela, Roma

    Cara Emanuela, alcune lettere di giovani chemi citano Wikipedia le avevogià ricevute. Sollecitato, dun-que, ulteriormente dal tuosms, provo a buttar giù qual-che “istruzione per l’uso”.Wikipedia è un’enciclopedia acontenuto “aperto”, la cui

    MAGGIO 2007 BS

    APPELLIMi chiamo Luiz Carlos, so-no professore, ho 43 anni emi piacerebbe corrisponderecon chi crede nei valori del-la fede, dell’amicizia vera eper scambio culturale. Per-tanto cerco amici e amichedi penna da tutto il mondo.Possiamo corrispondere inportoghese, italiano, tedescoe inglese. Scrivete a: LuizCarlos R. da Silva, Trav.Vanda Vieira 14 – Incra,65.950-970 Barra do Cor-da – MA, BRASILE.

    Cerco immaginette antichee moderne del Sacro Cuore.Cano Mishel, Via FeritXhajko P. 63/6 Ap. 10, Ti-rana, ALBANIA.

    Sono un seminarista stranie-ro al secondo anno di studiodi teologia. Sono un amantedella vera amicizia, carità,sincerità, scambio pensie-ri, ecc. Cerco amici e ami-che (padrino o madrina) chepuò supportarmi negli studi.Scrivete a: [email protected] o chiamatemi al349/2751685.

    Sono una ragazza che vorrebbeconoscere amici/che di tuttaItalia con i quali formare unabella amicizia. Rossi Roberta,Località Castellano 7, 43041Bedonia (PR).

    Vorrei corrispondere con ra-gazzi e ragazze di età compre-sa tra i 15 e i 20 anni. Antonio

    Romaniello, Via san Paolo,84060 Roccagloriosa (SA).

    Vorremmo allestire una mo-stra sviluppata sul tema de-gli “angeli”. Per l’occasionechiediamo: immagini, stam-pe antiche, preghiere anti-che, documenti o quant’al-tro possa riguardare gli an-geli. Alunni delle IV ele-mentari sez. A, B, C, Isti-tuto Comprensivo di scuo-la materna, elementare emedia, 95044 Mineo (CT).

    Cerco materiale di tutti i ti-pi su san Michele Arcan-gelo, san Giorgio e santaGiovanna D’Arco. Inviarea: Paolo Del Prete c/o Xe-nophia, Via Trento 28,00043 Ciampino (RM).

  • OGNI MESECONDON BOSCOA CASA TUAIl BollettinoSalesiano vieneinviato gratuitamentea chi ne fa richiesta.Dal 1877 è un donodi Don Bosco a chisegue con simpatiail lavoro salesiano trai giovani e le missioni.

    Per la vostra corrispon-denza:

    IL BOLLETTINOSALESIANOCasella post. 1833300163 ROMA Bravettafax 06/656.12.643E-mail: [email protected]

    Diffondetelo tra iparenti e gli ami-ci. Comunicatesubito il cambiodi indirizzo.

    BS MAGGIO 2007

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    cendo che non è in contrastocon il cristianesimo. Io ci cre-do. Lei che ne pensa?

    Maria, Novara

    Provo a chiarirle le motiva-zioni cristiane del rifiuto del-la dottrina sulla reincarna-zione. Essa comporta la cre-denza nel tempo “ciclico” (iltempo è qualcosa che non haun inizio né avrà una fine,continuamente ritorna suisuoi passi, continuamente ri-propone ciò che da semprecontiene: non c’è mai nulladi nuovo sotto il sole). Laconcezione cristiana del tem-po, invece, è “lineare” (iltempo ha avuto un inizio eavrà una fine, punta a unameta senza possibilità di ri-torni, è un biglietto di solaandata. Ciò che presenta èsempre nuovo, sempre diver-so: ciò che esiste, esiste unavolta sola, ha una sua pro-pria dignità, un suo spazio,un suo modo e una sua con-dizione da vivere). Nella dot-trina del tempo lineare l’uo-mo è “unico e irrepetibile”,vive il tempo concessogli daprotagonista, è libero, puòdiventare un capolavoro oessere un “farabutto”. La reincarnazione relativiz-zerebbe la sua intera esisten-za, fino a ricacciarla allostadio animale… tant’è cheinscindibilmente unita alladottrina della reincarnazionec’è quella della metempsico-si, o trasmigrazione: un esse-re vivente potrebbe, reincar-nandosi, trasmigrare in unessere di altra specie, se lasua vita non è stata retta. Po-trebbe rinascere rana o ser-pente, mosca o microbo…una vita regredita e senzasenso, rispetto alla prima.Lei afferma che la dottrinadella reincarnazione potreb-be assomigliare a quella del

    Purgatorio. Non credo. Ilpurgatorio cristiano è un ca-polavoro della misericordiadi Dio; a bruciare tutte lescorie (i peccati) che le diffi-coltà e le sofferenze della vi-ta non hanno saputo elimina-re è l’amore e il desiderio diDio portati al grado sommo:una sofferenza per una gran-de gioia… come le doglie delparto! È infinitamente piùnobile e consono alla dignitàdell’uomo il purgatorio cri-stiano che non la reincarna-zione orientale, come vede.Infine, la dottrina in questionegenera non poche contraddi-zioni: se la vita che stiamo vi-vendo è il prodotto delle nostreprecedenti esistenze, un indivi-duo (e ce ne sono milioni) cheha una vita d’inferno (sventu-re, sfortuna, malattie, povertà,handicap…) deve averne com-binate come Bertoldo nella suaprecedente esistenza… Perciòtutti i poveri, gli afflitti, i pro-fughi, i malati, i senza tetto, idiseredati, i bimbi violentati,ecc. (insomma, la maggioran-za dell’umanità) sarebberofrutto di una precedente vitasbagliata, mentre quelli chestanno bene, perché sono ric-chi e se la godono, senza pro-blemi di sorta, costoro dovreb-bero essere stati dei santi…Ma, guarda caso, capita abba-stanza spesso che i ricchi nonsiano affatto gli uomini miglio-ri del mondo; anzi appaiononon di rado come i più egoisti,sporcaccioni, ingiusti, malver-satori… che possono permet-tersi tutto certi di farla franca!Non le sembra irrazionale tut-to ciò? Sa che cosa le dico? Mitengo il mio purgatorio e la di-gnità di essere “unico e irre-petibile”: non mi andrebbeproprio di correre il rischio didiventare un’ameba, o un’ana-conda, o di essere stato un ta-gliatore di teste delle forestedell’antico Borneo!!!

    ne empatica, d’immedesima-zione con la cosa studiata, se-condo la concezione di We-ber. In altri termini, se si do-vesse scrivere una biografiasu mia madre forse non sareiio, suo figlio, il meglio abili-tato. A meno che non sappiaconiugare amore e distacco.Ma neanche, e a maggior ra-gione, chi non la conosce o,peggio, nutre pregiudizi versodi lei. Se uno si accosta allafigura di Cristo da non cre-dente, come fa Augias, – notaRaniero Cantalamessa – hagià deciso in partenza l’es-senziale”.La cosa un po’ strana peruno storico (ma Augias stori-co non sembra e Pesce hamostrato qualche preconcet-to) è il fatto che questa ricer-ca abbia del tutto ignoratol’opera, colossale (più di1600 pagine) dello specialistaamericano del Nuovo Testa-mento che non ha rivali a li-vello mondiale (Raymond,Brown… non lo confonda conDan!). Ed ho trovato che avolte i Vangeli sono trattaticome opere di nessun valo-re… (sarebbero più attendibi-li gli apocrifi!), ma altre voltesono considerati storici, seservono allo scopo dell’auto-re. Gesù Cristo è l’uomo piùindagato della storia di tutti isecoli… Ci hanno provato inmolti a scalzarlo dal trono,da Reimarus a Voltaire, daRenan a Bloom, ecc. ma Cri-sto è ancora saldamente insella e chi aspira a una qual-che salvezza dal marasma in-finito di male che opprime ilpresente, ancora non ha altriche Lui a cui rivolgersi.

    L A REINCARNAZIO-NE. Caro direttore, sonointeressatissima a un argo-mento che so essere spinosoper molti cattolici: la “reincar-nazione”. Leggendo la Bibbia,non trovo argomenti a favorema nemmeno contro. E se fos-se la “reincarnazione” il veropurgatorio? Mi dicono che al-cuni teologi lo sostengono di-

    Non ci è stato possibile pub-

    blicare tutte le lettere perve-

    nute in redazione. Ce ne

    scusiamo. Provvederemo a

    suo tempo alla pubblicazio-

    ne o alla risposta personale.

  • 8

    MAGGIO 2007 BS

    BETLEMME, ISRAELE

    MARCIA PER LA PACE

    Settecento giovani delleparrocchie cattoliche della

    MONTEORTONE, ITALIA

    TERME MAMMAMARGHERITA

    Stanno sorgendo qua e làstrutture dedicate alla mammadi Don Bosco, Margherita Oc-chiena, dichiarata venerabile il25 novembre 2006: case, mo-numenti, alberghi, gruppi, ora-tori, terme… Sì, anche terme.Da 50 anni, per esempio, aMonteortone, 1500 metri daAbano Terme e 15 km da Pa-dova, i salesiani hanno intito-lato a Mamma Margherita leterme e l’albergo annesso perl’ospitalità. Perché proprio alei? Perché nessuno più di unamamma sa prendersi cura deipropri figli, soprattutto quan-do hanno bisogno di cure me-diche. In effetti i salesianihanno voluto approntare unluogo per il benessere del cor-po fornito non solo di tutti icomfort moderni ma anchedove gli ospiti possano trovarepersone che si dedicano al ser-

    IN ITALIA NEL MONDO&

    Terra Santa hanno sfilato insilenzio il 12 gennaio ulti-mo scorso per le strade diBetlemme, partendo dalla“Salesian Technical School”.Nel cortile dell’istituto sa-lesiano si sono radunati igruppi provenienti dalle di-verse località (alcuni di-

    vizio con la dedizione e lapremura di una mamma. Neforiamo qualche dettaglio:– Servizi generali: ospitalità,cappella, sale di lettura e ri-trovo, piscina termale, parco,bar, reparto cure, camere conTV, frigobar, phon…– Per lo spirito: Chiostro di

    Sant’Agostino, cappella perservizi religiosi, sacerdoti adisposizione.– Per il corpo: applicazionifangoterapiche, alghe termi-che, sorgente a 87° salso/bro-mo/iodica; Aerosol, massag-gi, acquagym…– Lo scopo: curare il corpo

    stanti anche 100 km). Alcorteo si sono uniti i sinda-ci di Betlemme e Beit Jala,il Ministro palestinese delTurismo, il patriarca lati-no di Gerusalemme, l’arci-vescovo di Liverpool e al-

    tre personalità. Lo scopo?Quello di sempre, l’unicopossibile in una terra che da60 anni non conosce cheguerra: la pace.

    dagli acciacchi (cervicale, ar-trite, artrosi, patologie respi-ratorie...).– Strumenti: acque termali efanghi.– Dove: Monteortone (PD) tel.049/86.69.350; [email protected]; web: www.mam-mamargherita.it

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    BS MAGGIO 2007

    redazionale

    NUMISMATICAa cura diRoberto Saccarello

    I SACRAMENTI IN ORO

    Secondo la dottrina cattolica, i sacramenti isti-tuiti da Gesù Cristo sono sette: Battesimo, Con-fermazione, Eucaristia, Penitenza, Matrimonio,Ordine e Unzione degli infermi. Tre sono quelli cosiddetti dell’iniziazione cristia-na: il Battesimo, la Confermazione e l’Eucari-stia.

    Dopo il Battesimo, il secondo anno del Pro-gramma aureo triennale della Città del Vatica-no è dedicato quindi alla Confermazione (oCresima) che conferma e rafforza la grazia bat-tesimale.

    Sulla moneta da 50 ZZ (15 g) sono raffigurati gliApostoli e la Vergine che ricevono lo Spirito San-to nella Pentecoste e annunciano “Le grandiopere di Dio”; su quella da 20 g (6 g), un Vesco-vo comunica ai battezzati, attraverso l’imposizio-ne delle mani, il dono dello stesso Spirito. Suentrambi i diritti, poi, è riportato il profilo del PapaBenedetto XVI.Il due aurei, coniati in versione “fondo specchio”,sono scolpiti da Guido Veroi e incisi da MariaAngela Cassol. La tiratura è di 3326 serie.

    Informazioni per l’eventuale acquisto si possonoreperire presso l’Ufficio Numismatico del Go-vernatorato – 20120 Città del Vaticano.Tel 06.69883165. E-mail: [email protected]

    ROMA, ITALIA

    CONSACRAZIONE DI MONSIGNORCHENIS

    Il 10 febbraio ultimo scorso,nella basilica di San Giovan-ni Bosco a Roma, è statoconsacrato Vescovo il sale-siano don Carlo Chenis. Lacelebrazione è stata presiedu-ta dal cardinale Tarcisio Ber-tone, Segretario di Stato diBenedetto XVI, dai vescoviMauro Piacenza, Presidentedella Pontificia Commissioneper i Beni Culturali dellaChiesa e della Pontificia Com-missione di Archeologia Sa-cra, e Girolamo Grillo, eme-rito, di Civitavecchia, del

    quale don Carlo è il successo-re. Alla celebrazione eranopresenti numerosi vescovi, sa-cerdoti, suore e fedeli. Adanimare la celebrazione è sta-to il coro interuniversitario diRoma, diretto dal salesianoMassimo Palombella.

    CORTINA D’AMPEZZO

    di Mario Ferruccio Belli

    È giunto in redazione un libroinsolito che presenta una del-le località più famose d’Italia,Cortina d’Ampezzo con la sto-ria della chiesa dei santi Filip-po e Giacomo, ricca di aned-doti e curiosità, insieme allevicende della costruzione deltempio barocco e della comu-nità ampezzana: parroci, pie-vani, ecc. a cominciare dal-l’antica Aquileia per arrivarefino ai tempi moderni. Unanarrazione suggestiva che toc-ca l’arte, i costumi, il folclo-re, gli aneddoti, le vicissitudi-

    ni della comunità inserita nelregno asburgico… Ci sembraun libro da leggere e conser-vare non solo per i numerosituristi di Cortina.

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    MAGGIO 2007 BS

    Oggi inauguriamo il Circolo Giovanni Bosco.Qual è lo scopo del nuovo Circolo? Il socio avv.Martina vi parlerà da pari suo su questo argomen-to: a me sia lecito solo il dire che nel pensiero deifondatori del medesimo esso non è e non deve es-sere altro che la continuazione dell’Opera dei sale-siani fuori degli istituti. D. Bosco, per mezzo deisuoi figli, accoglie lo studente o l’artigiano, si puòdire, in tenera età, lo istituisce, lo educa, e fattogiovanotto lo restituisce alla Società con un me-stiere nelle mani, ben avviato negli studi. Compitodel Circolo sarà quello di prendere questo giova-notto sulla porta dell’istituto ed accompagnarlonel mondo, consigliandolo, guidandolo, aiutandolomoralmente e materialmente. Saremo noi, già al-lievi di D. Bosco, che prenderemo i nostri fratelliper mano e li aiuteremo a vincere le difficoltà, adevitare i pericoli, a superare gli ostacoli che incon-treranno in una città come Torino.Non v’ha chi non veda quanto nobile e quanto vastosia questo programma; e francamente, noi che ab-biamo assunto l’incarico di dirigere i primi passi delnuovo Circolo, spaventati quasi dalla grande respon-sabilità, saremmo tentati di indietreggiare e lasciareil posto a spalle ben più robuste delle nostre. Ma… niun timore! Il successore di D. Bosco, l’ama-tissimo D. Rua, ci ha largamente incoraggiati, e ciha promesso il suo appoggio anche per l’avvenire.

    Il BS del maggio 1907 riporta l’avvenutainaugurazione (il 7 aprile) del “CircoloGiovanni Bosco”, una delle perle dell’era Rua che ne promosse a decine. Tali formidabiliistituzioni furono bloccate prima dalla GuerraMondiale, poi dal regime fascista. Un veropeccato… Si trattava, infatti, di un’iniziativasenza uguali.

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    MESSINA, SICILIA

    MONS. LA PIANA A MESSINA

    I ragazzi dell’oratorio “sanDomenico Savio” di Messi-na hanno atteso e accoltocon entusiasmo nella lorochiesa, concattedrale dell’Ar-

    chimandritato, il nuovo ve-scovo, il salesiano monsi-gnor Calogero La Piana, pertutti familiarmente don Lil-lo, che solo due settimaneprima era stato insediato co-me pastore dell’archidiocesi.Era il 31 gennaio e monsi-gnore veniva a celebrare coni giovani e i genitori la festadi Don Bosco.

    AUXILIUM, ROMA

    L’ON. PERAALL’AUXILIUM

    Il 23 febbraio ultimo scorso,presso la Pontificia Facoltà diScienze dell’Educazione “Au-xilium”, l’onorevole MarcelloPera, senatore della Repubbli-ca Italiana, ha tenuto una con-ferenza sul tema “L’umanesi-mo e le radici dell’Europa”.

    L’incontro, tenutosi nella gior-nata dedicata al Santo Padre, ètra le iniziative promosse dallaFacoltà all’interno del Labora-torio permanente “Le vie del-l’educazione alla fede” chequest’anno ha come tema“Scoprire la bellezza del cre-dere”. Attentissimo l’uditoriodegli studenti/esse. In rappre-sentanza della superiora gene-rale delle FMA, madre AntoniaColombo, era presente la suavicaria suor Yvonne Reungoat.

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    OSSERVATORIOAnna Rita Delle Donne

    L o sciamare rumorosoe colorato dei ragaz-zi all’uscita di scuolasi riversa nel piazzale.Alice è con Viola, amicainseparabile, insieme rag-giungono il loro gruppetto,aspettano che i genitori levengano a prendere. Siutilizza il tempo per chiac-chierare e guardarsi intor-no. Il primo liceo è unasorta di limbo, frequentarlorende invisibili agli occhi dichi è iscritto agli anni suc-cessivi. “Ti chiami Alice,vero?”, dice una voce alleloro spalle. Lei si volta. Gliocchi delle amiche si fissa-no sul viso del ragazzoche ha parlato. “Io sono Lo-renzo”, dice lui, visto cheAlice non ha ancora dettouna parola. “Sì, lo so”, bal-betta lei. Arrossisce. Ascuola tutti lo conoscono,è molto popolare perchégioca a basket e ha unabella moto. Lorenzo ride.Alice si accorge solo ades-so che sono rimasti soli, lesue amiche sembrano es-sersi volatilizzate. “Vuoi unasigaretta? ”, chiede lui por-gendole un pacchetto colo-rato. Alice tiene gli occhibassi, sa che il rossore delsuo viso sta aumentando.“Io… veramente… non fu-mo; e poi sta arrivandomia madre”, riesce a sus-surrare. “Ah, certo, la mam-mina ti viene a prendere, dice Lorenzo a voce alta,allora vado, se no magari ti picchia, se ti vede conuno come me”.

    � Si allontana con un sorriso beffardo. Adessogli occhi di tutti sono su di lei: le amiche, ancheViola, la guardano piene di disapprovazione. Inquel momento lo strombazzare allegro di un clac-son avverte Alice che mamma Stefania è arrivata eforse la ragazzina non è mai stata così contenta divederla. “Com’è andata oggi? ”, le chiede come dirito. “Tutto bene”, risponde Alice distrattamente.“Non si direbbe dalla faccia! ”. “Uffa, mamma! ”. “Vabene, scusa!… Quando ne avrai voglia, sai dovetrovarmi ”. Alice si sente angosciata e mortificata.

    Sa che oggi ha fatto unerrore e sarà difficile recu-perare. Per la prima voltaun ragazzo carino le si èavvicinato e lei l’ha man-dato via. Non sa che fare.“Mamma, sbotta all’im-provviso, secondo te, ègiusto fare qualcosa chenon ti va per non perderele amicizie? ”. “Beh, Alice,io penso che i veri amicinon ti mettono in condizio-ne di fare delle scelte cosìdifficili. Ti va di raccontar-mi…”. Alice racconta einsieme parlano di quantoè successo. “Vedi, Alice,quando avevo poco piùdella tua età, per un perio-do ho fumato anch’io. Nonmi piaceva, ma lo faceva-no tutte e io non volevoessere da meno”. “Poi? ”,chiede Alice. “Poi ho smes-so. Non sopportavo quellapuzza che mi impregnava ivestiti. Perché, diciamo laverità, fumare fa proprioschifo. E poi ho capito chese le mie amiche tenevanoveramente a me, dovevanoaccettarmi anche se nonfacevo le stesse cose chefacevano loro”. “E com’èandata a finire? ”. “Hannosmesso tutte di fumare”.

    � Ridono. La ragazzinasi sente rassicurata dallespiegazioni della mammae quando arrivano a casa

    è più serena. Certo non tutto è risolto, deve anco-ra parlare con le sue amiche, soprattutto con Vio-la, e spiegare loro che a lei le sigarette fannoschifo e che non fumerebbe nemmeno se glielochiedesse Brad Pitt. Lei è fatta così, prendere olasciare! Oggi mamma Stefania è stata brava. Hacolto nello sguardo di Alice che qualcosa nonandava, ma non ha insistito, ha dato il suo appog-gio alla figlia senza cadere nella trappola del liti-gio. Ha mostrato sensibilità e disponibilità. Forseè stato questo a convincere Alice che poteva con-fidarsi con lei. Poi si è messa nei panni della figliae le ha confessato una debolezza, che ha per-messo alla ragazzina di identificarsi con lei, diaffidarsi a lei con fiducia. �

    ALICE E GLI ALTRI (2)

    Divagazioni (mica tanto!) su una vecchia normalità:

    le sigarette e il bisogno di appartenenza.

    Fabi

    ana

    Di B

    ello

    BS MAGGIO 2007

  • Anni addietro, durante un’in-tervista all’autorevole quoti-diano tedesco Die Welt, l’al-lora cardinale Ratzinger parlò di una“dittatura mediatica anticristiana”per denunciare il fenomeno dell’in-tolleranza religiosa in Europa, soste-nuta e alimentata dai grandi mezzidi comunicazione sociale. Una sortadi potente lobby che, senza perse-guitare apertamente i cristiani, vor-rebbe emarginarli come fossero fon-damentalisti e, definendo intolleran-te la fede, mostra il suo volto di “in-tolleranza dei tolleranti”. Non si puònon essere d’accordo con una simileformula – l’intolleranza dei cosid-detti tolleranti – di fronte ai massicciattacchi a cui la Chiesa, la sua dot-trina, i suoi uomini, le sue istituzio-ni, sono sottoposti da anni. L’obietti-vo non celato è colpirne la credibi-lità. È in atto, a tal fine, un pregiudi-zievole atteggiamento di contesta-zione dei valori religiosi. E, insieme,un sistematico rifiuto a prendere an-che soltanto in esame le propostedel mondo cattolico per risolvere –o almeno contribuire a risolvere – igrandi problemi dell’uomo e dellasocietà. A cominciare dalle questio-ni bioetiche più controverse, veronodo dello scontro.

    SUPERIORITÀ DEI LAICI?Dinanzi a quest’offensiva cultura-

    le e politica si ha “la fastidiosa im-pressione – osservava giustamenteLa Civiltà Cattolica – che i laici sisentano portatori di una specificitàche li rende superiori ‘agli altri’.Una supponente autocoscienza – ri-marcava la prestigiosa rivista dei ge-suiti italiani – che, da un lato, li ve-de in prima linea quando si tratta diaffermare il principio che nessunopuò essere messo al bando per leproprie idee e, dall’altro, li muove,per uno strutturale apriori, ad avver-sare sempre e dovunque tutto ciò

    CHIESA

    blica debba sempre agirvi in nomedelle verità della sua fede e non pos-sa contribuire al dibattito civile sulpiano della ragione e della legge.

    ATTACCHI MIRATI Un’operazione culturale e politica

    che suscita stupore perfino in intel-lettuali notoriamente agnostici comeil francese Bernard-Henri Lévy, vo-ce importante della cosiddetta nou-velle philosophie. Lévy, che non èné cristiano né credente, si è levatodi recente contro “il cattivo profumo

    che emana dal mondo religioso ecattolico, quasi che i cattolici sianocittadini di second’ordine per la cul-tura che professano”. L’intolleranzadel mondo laico arriva al punto dasostenere l’incompatibilità tra cre-denti e democrazia e a negare che icattolici, malgrado il Concilio, pos-sano riconoscersi nel sistema demo-cratico. Il fine primario è mostrareche a non potersi comporre con lademocrazia è la Chiesa cattolica. Unpunto fisso della polemica laicista è,difatti, la tesi secondo la quale chiprofessa verità religiose è impeditoda tale professione ad accettare ilgioco democratico nel quale, per de-finizione, non possono esistere e va-lere verità assolute. Tanta supponen-za muove dalla convinzione che uncredente che agisce nella sfera pub-

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    MAGGIO 2007 BS

    QUO VADISEUROPA? (7)L’intolleranzadei “tolleranti”di Silvano Stracca

    Scat

    tolo

    n

    L’Europa unita...

    “La prima preoccupazione per

    tutti, e particolarmente per chi

    ha responsabilità pubbliche,

    dovrebbe essere quella di pro-

    muovere la maturazione della

    coscienza morale… Nessuna

    legge fatta dagli uomini può

    sovvertire la norma scritta dal

    Creatore” (Benedetto XVI).

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    BS MAGGIO 2007

    stessa Chiesa a ribadire questo capo-saldo della democrazia civile. Nellostesso tempo però, ricordava il quo-tidiano cattolico Avvenire, “la laicitàdemocratica non dev’essere confusacon il laicismo intollerante che –ben oltre la distinzione tra Stato eChiesa, tra azione politica e magi-stero ecclesiale – vorrebbe escluderedi fatto, se non addirittura di princi-pio, ogni contributo alla riflessionepolitica e alle scelte normative dellavita sociale che provenga da unesercizio della ragione illuminatadalla fede”. Se la promozione inte-grale della persona e del bene comu-ne della società civile è lo scopo e lamisura di ogni azione politica, cuitutti sono chiamati a concorrere, ap-pare evidente la natura etica di ogniscelta legislativa e di ogni atto nor-mativo. “Su questo punto – affermaBenedetto XVI nell’enciclica Deuscaritas est – politica e fede si tocca-no”. E la Chiesa non “vuole imporrea coloro che non condividono la fe-de, prospettive e modi di comporta-mento che appartengono a questa.Vuole semplicemente contribuire al-la purificazione della ragione e reca-re il proprio aiuto per far sì che ciòche è giusto possa, qui e ora, esserericonosciuto e anche realizzato”. Uncontributo che non può essere rifiu-tato politicamente senza ferire la na-tura stessa della democrazia, che èstrumento per la ricerca e l’edifica-zione del bene comune.

    (continua)

    gioco in tante scelte etiche. Si vor-rebbe, insomma, una Chiesa che ta-cesse di fronte, per esempio, allepressanti richieste di libertà d’abor-to, di fecondazione artificiale senzaregole, di scelta volontaria dell’euta-nasia, di matrimonio con diritto diadozione e di procreazione fra omo-sessuali… Il filo rosso che lega gliinterventi del Magistero su proble-matiche così scottanti è il rapportoorganico che è sempre esistito tra di-ritto ed etica. Ma ogni volta c’è unmuro pregiudiziale da abbattere, co-struito da chi vuole leggi del tuttosvincolate dall’etica, capaci solo diconsentire ai singoli di scegliere tratutte le opzioni possibili. Puntualiarrivano le accuse alle gerarchie ec-clesiastiche di ingerenza nelle sceltelegislative e di interferenza nel libe-ro confronto politico. Legittimo,dunque, il sospetto che si voglia im-pedire soltanto alla Chiesa di espri-mersi, costringerla al silenzio con laminaccia di uno scontro frontale. Ecosì neutralizzare surrettiziamente lasua notevole influenza sui temi eti-co-civili.

    QUESTIONE DI DIRITTIGià uno scrittore ecclesiastico dei

    primi secoli affermava che i cristiani“partecipano alla vita pubblica comecittadini”. E, proprio in quanto tali,hanno tutti e solo i diritti che sonoriconosciuti agli altri cittadini dallemoderne carte costituzionali. È la

    di regresso e di oscurantismo, diodio del pensiero e della vera scien-za, che aleggia sui processi istruiti,negli ultimi tempi, contro una Chie-sa che, da Pio XII a Benedetto XVI,è ritenuta colpevole di tutti i mali”.E il saggista d’Oltralpe ha pure ma-nifestato il disgusto che gli procura“la marea nera del nuovo anticattoli-cesimo”. L’accusa di oscurantismorivolta alla Chiesa in Francia, in Ita-lia e altrove, si appunta principal-mente sulla sua dottrina, special-mente quella morale. Si tratta di at-tacchi che si ripercuotono diretta-mente nell’ambito della sfera politi-ca. Ciò avviene ogni qualvolta ilMagistero sente il dovere di interve-nire nel dibattito pubblico e pronun-ciare parole indicative e chiarifica-trici sui valori essenziali che sono in

    Si vuole impedire alla Chiesa di esprimersi, costringerla al silenzio… Il che significa che essa dice cose che colpiscono al cuore il sistema libertario… Non lo si fa nemmeno con i musulmani.

    Bernard-Henri Lévy ha scritto su “il cattivo profumo di regresso e di oscurantismo… che aleggia sui processi istruiti negli ultimi tempi contro la Chiesa”.

    Ogni qualvolta il Magistero sente il dovere di intervenire nel dibattito pubblico e pronunciare parole indicative e chiarificatrici sui valori essenziali che sono in gioco in tante scelte etiche, viene sistematicamente accusato di ingerenza...

  • Un “originale” istitutoreligioso che in Siciliacelebra le sue “nozzed’oro”; ma le VDB sono nate 90 anni fa,vivono nel mondo senzache il mondo sappia. Sparse in tutti i continentisono circa 1400, in Sicilia più o meno 130.

    spirituali. Intanto permette di muo-versi con libertà, senza essere seguitida sguardi giudicanti, di parlare sen-za far scattare delle pre/comprensio-ni in chi ascolta o vive accanto a lo-ro. “Posso parlare alla pari”, diceLaura, e mi sono accorta che la miatestimonianza suscita non poca me-raviglia mista ad ammirazione. Equesta è una cosa buona”.

    FARE MEMORIAAnno di grazia 2007: esattamente

    90 anni fa videro la luce le VDB e 50anni fa iniziarono a operare in Sicilia.“Il nostro, dice una delle responsabi-li, è un istituto secolare salesiano,fondato da don Filippo Rinaldi terzosuccessore di Don Bosco e ora beato,il 20 maggio 1917, quando non eraancora Rettor Maggiore”. Lentamen-te si sono sparse in 50 Paesi del mon-do: un piccolo esercito. Sono poco

    più di 1400. “Ma se gli apostoli han-no ribaltato il mondo ed erano soloin 12…”, dice senza terminare la fra-se Laura con un sorriso furbo sullelabbra. E Simona completa: “Il con-cetto è chiaro no? Siamo vive da 90anni che non sono tanti; per ribalta-re il mondo abbiamo ancora qualchecentinaio di anni a disposizione!”.Quanto meno, sono spiritose, il chenon fa mai male. Vengo a sapere chein Sicilia sono entrate lo stesso mesein cui 40 anni prima erano state fon-date, il 12 maggio. Cinquanta enovant’anni… sono tempi della ma-turità piena ed efficiente, e vienespontaneo pensare che possa ormaiincominciare ad avvertirsi qualcheacciacco e un po’ di stanchezza,nonostante le convinzioni di Simona.In realtà lei ha ragione. Ciò non siverifica per un istituto: gli ideali difondazione sono colonne che reggo-no senza vacillare l’edificio “aposto-lico” per secoli. Più gli ideali sonoforti, concreti, realistici, possibili,più il gusto di realizzarli sprona acontinuare la strada, nonostante gli

    ANNIVERSARI

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    MAGGIO 2007 BS

    I primi 90 anni delle VDB (Volontarie di Don Bosco);

    CI SONONON SI VEDONOdi Pina Bellocchi e Giovanni Eriman

    Nascondersi per fare del bene èun modo abbastanza incon-sueto di agire che ad alcuni faarricciare il naso e che invece le pro-tagoniste accettano con entusiasmo.Hanno sperimentato sulla loro pelleche “essere nel mondo senza esser-ci”, come diceva con linguaggio pa-radossale una delle loro responsabili,ha molti vantaggi, sia materiali sia

    Il logo delle VDB.

    Una VDB può essere la tua professoressa di matematica a scuola...

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    BS MAGGIO 2007

    in terra di Sicilia ci sono da 50 anni.

    sto, mi dici che qui tutti mi voglionobene perché vedono che io mi sacrifi-co per i malati, parlo con loro, li aiu-to a morire ma anche a vivere, ne cu-ro il corpo ma anche l’anima. Parlocon loro delle pillole che devonoprendere, ma anche di quella pillolatutta speciale che è il buon Dio e chefa meglio di tutte le altre. Lascia chela vecchina continui a benedirmi, chePeppe il pescatore con il tumore alpancreas non bestemmi più da quan-do gliel’ho fatto promettere, che Ma-riuccia sieropositiva mi abbracci for-te come fossi sua mamma… Lino, la-sciami vivere per loro!”. “Non capi-sco…”. “Basta che capisci che sonofelice di quello che faccio!”.

    TANTI PERCHÉLa storia di Mirella che lavora in

    un grande ospedale di Roma è similea quella di altre come lei. Ho chiestoa Giulia, 27 anni: “Perché la vostrascelta è avvolta nel mistero?”. Ri-sponde: “Per lavorare meglio. Siamoinserite nei più svariati ambienti, al-cuni refrattari ai valori cristiani, enoi vogliamo essere accolte ovun-que, avvicinare tutti. Ci rifiuterebbe-ro se sapessero chi siamo. Per noi èfondamentale ‘esserci’ proprio làdove più difficile è la testimonianza”.“Avete fatto i voti?”. “Certo!”. “Macome fate a viverli senza una comu-nità?”. “Non stiamo insieme, ma sia-mo collegate: c’incontriamo spessoper momenti di formazione e di fra-ternità. Viviamo in comunione diideali e di intenti, e ci vogliamobene”. Silvia è insegnante. “Lo san-no gli alunni chi sei?…”. “No, ovvia-

    mente!”. “Come stai con loro?”.“Benissimo. Sono un po’ esigente…un po’ tanto! Ma mi vogliono beneperché constatano che sono tutta perloro, li aiuto, li cerco. Sai che cosami ha detto il più discolo della clas-se? Prof, mi raccomando non ti spo-sare, se no non pensi più a noi comeadesso. Mi ha fatto tenerezza. Perme è stata una bella gratificazione”.Essere nel mondo in contumacia è lasfida della loro vita. L’altra è vivere ivoti e la fraternità in situazione didiaspora. E sembra che ci riescano,nonostante l’esposizione agli stralidel mondo. Lucia, ormai sessanten-ne, dice la sua: “Noi viviamo peren-nemente sul campo di battaglia,esposte al fuoco incrociato. Sfida du-ra ma grande. Tu che ne dici dell’al-bero che resiste al tifone, della stellaalpina che vince il freddo e la neve,del pesce degli abissi che resiste apressioni altissime, dell’animalettoche sopravvive nell’impossibile am-biente del deserto?”. Non c’è di che,come autopromozione è insuperabi-le! “Siamo sorrette da una spiritua-lità forte, quella salesiana dell’otti-mismo, della predilezione per i gio-vani, dell’incarnazione che ci per-mette di camminare con loro conanimo di educatrici, della preghierafatta con i piedi piantati nella sto-ria”. “E qual è il compito più urgen-te in un mondo ormai appassito…”.Risponde Giulia senza esitazioni:“Non far appassire la nostra vita,rinnovarla ogni giorno, continuare asognare”. Mi hanno impressionato.Parlano tutte come diciottenni equalcuna ne ha più di 70. Non c’èspecchio che non rifletta luce. �

    anni, gli intoppi, le “remate contro”.Più gli ideali sono incastonati neivalori perenni – quelli di natura spi-rituale e morale – più l’orizzonte del-l’apostolato si dilata e il tempo chepassa perde d’importanza a favore diun presente vissuto all’insegna discelte appaganti che rinnovano ognigiorno l’entusiasmo e la volontà diviverli sulla propria pelle.

    DONNE SPECIALIChi per puro caso riesce a cono-

    scerne qualcuna e a intavolare unaconversazione resta a bocca aperta difronte a certe affermazioni e/o rispo-ste che offrono quasi con nonchalan-ce. Come a Lino, medico ospedalie-ro, che invaghito di una bella infer-miera ventiseienne, continua a farleproposte serie di fidanzamento, sem-pre gentilmente ma con fermezza ri-fiutate. Finché non ne può più e sbot-ta: “Ma si può sapere perché? Mi diciche non hai un fidanzato, che suoranon sei, che se caso mai dovessi spo-sarti sceglieresti uno come me, e…”.“Lino, ho fatto altre scelte. E sonocontenta di averle fatte. Se ti sta acuore la mia felicità, come continui aripetermi, ebbene non togliermela,lascia che viva la mia scelta fino infondo, che sia coerente con le pro-messe fatte, che sono serie, impegna-tive ed… esaltanti. Non le ho fatte daragazzina, ma da grande. Sapevoquello che facevo. E non farmi dire dipiù, ci tengo ai miei segreti. Del re-

    L’infermiera gentile in un ospedale...

    La maestra d’asilo che relaziona ai genitori…

    La solerte segretariadi un’azienda…

  • MAGGIO 2007 BS

    BOX

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    redazionale

    Il signor Panetto con la mamma davanti all’Hotel Don Bosco.

    Il re taglia il nastro dell’inaugurazione.

    I pizzaioli, la pizza e… il maestro.

    PAPA E BANCHE. L’ob-bligazione emessa lo scorsonovembre dall’organizza-zione umanitaria AlleanzaGavi, per sostenere la diffu-sione delle vaccinazioni neiPaesi in via di sviluppo, hatrovato il consenso delleprincipali autorità religiosemondiali ma soltanto di 3banche italiane. Il bond èstato rifiutato da ben 11banche nazionali su 14 pas-sate in rassegna.

    MUSEI VATICANI. NeiMusei Vaticani è stato pos-sibile ammirare, fino al 28febbraio, la scultura Lao-coonte attribuita da Plinio ilVecchio agli artisti Hage-sandros, Athanadoros ePolydoros di Rodi. Il dram-ma rappresentato dal grup-po esprime tutto il dolore diun uomo che sacrifica la vi-ta propria e dei figli per lasalvezza della sua città. Untema profondo e tragico chel’arte ha ripetutamente ri-preso.

    TUBINGA, GERMANIA.La famosa “Scuola di Reto-rica Generale” dell’Univer-sità di Tubinga ha eletto co-me discorso dell’anno 2006in lingua tedesca la lectiomagistralis tenuta dal papaRatzinger il 12 settembre,che ha poi suscitato tantepolemiche, per non essere

    BREVISSIME DAL MONDO

    stata compresa nelle suesfumature, e semplificatadai media, fino a frainten-derne il testo. Il riconosci-mento è uno tra i più presti-giosi di quelli in lingua te-desca.

    GERUSALEMME, TER-RA SANTA. Fanta/ar-cheologia è stata definitadal prestigioso Studium Bi-blicum Franciscanum diGerusalemme la presuntascoperta della tomba di Ge-sù presentata da James Ca-meron con il documentario“The Lost Tomb of Jesus”.Del resto contro tale sco-perta si sono dichiarati an-che tutti gli archeologiisraeliani.

    CITTÀ DEL VATICANO.I vescovi membri del Con-siglio Speciale per l’Africahanno dichiarato in una riu-nione in Vaticano che ilcontinente nero è diventatoil motore della crescita nu-merica dei cattolici nelmondo. In effetti l’aumentodel numero dei fedeli(3,1%) è superiore al tassodi crescita della popolazio-ne che è fermo al 2,5%. An-che nel continente asiatico ein quello americano l’au-mento dei cattolici è risulta-to in percentuale all’indagi-ne superiore a quello dellapopolazione.

    SIHANOUKVILLE, CAMBOGIA

    L’HOTEL DON BOSCO E… IL RE

    Il 12 febbraio ultimo scorso reNorodom Sihamoní si è recatoin visita nella scuola professio-nale salesiana di Sihanoukvilleper inaugurare l’Hotel DonBosco, una struttura che ospi-terà gli studenti che non hannopossibilità di tornare in fami-glia dopo la scuola. È stato unmomento di grande commo-zione e intima soddisfazioneper i salesiani, i professori e glialunni, esternata efficacementedal direttore don John Visserche ha accolto e salutato il so-vrano. Tre grandi opere oggisono impiantate sul suolo cam-bogiano, il “Don Bosco” diPhnom Penh con le scuole pro-

    fessionali; l’opera di Poipet,casa di accoglienza per bambi-ni e bambine a rischio e centrodi alfabetizzazione; infine pro-prio l’opera di cui parliamo,Sihanoukville, scuola profes-sionale che ultimamente hamesso in organico anche lapizzeria e la gelateria, chiama-ta, manco a dirlo, “italiana”. Queste due nuove attività, ol-tre a far parte della scuolacome “materia” di apprendi-mento, servono anche a “pro-durre” per contribuire all’au-tofinanziamento della scuola.Ci scrive Roberto Panetto,uno dei fondatori e degli orga-nizzatori: “Ci servono volon-tari. Sono loro che finora cihanno permesso di andareavanti e realizzare grandi im-prese per i bambini e i giovanicambogiani”. Per saperne dipiù: [email protected] .

    Gelato all’italiana…

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    VARSAVIA, POLONIALa procura missionaria diVarsavia celebra i 25 an-ni di attività. Lo fa con unbel volume di 240 pagineche documenta capillar-mente il lavoro missiona-rio dei salesiani e delle

    Figlie di Maria Ausiliatricein tutto il mondo e connumerose e calibrate ini-ziative. Splendida la ve-ste tipografica, magnifi-che le foto, brevi e incisivii testi scritti sia in polaccosia in inglese.

    FOGGIA, ITALIALa festa di Don Bosco intante altre zone d’Italia edel mondo è stata prece-duta dalle più varie iniziati-ve: recital, musical, con-certi, teatri, accademie, ga-re sportive, meeting, dibat-titi, conferenze, convoca-

    zioni. Si sono mossi orato-ri, scuole, università, centriprofessionali, case fami-glia, parrocchie, club spor-tivi, gruppi, ecc. In foto laSTRADONBOSCO, garapodistica 2007 promossadalla parrocchia/oratorio S. Cuore di Gesù di Foggia.

    BÙI CHU, VIETNAMIn Vietnam, nonostante ilsocialismo e un ordina-mento che osteggia laChiesa, i seminari sonopieni di candidati al sacer-dozio. Come nella diocesidi BÙI CHU, nel Nord, incui il vescovo salesianomonsignor Hoang Van

    Tiem ha 66 diaconi che ilprossimo mese sarannoda lui stesso ordinati pre-ti. Inoltre, ben 150 suorestanno studiando in dio-cesi. Monsignore deveprovvedere il cibo a tutti.Chiede aiuto. Tel. (+84)0350-886.118; E-mail:[email protected]

    COMO, ITALIALa festa di Don Bosco aComo è stata quest’annocaratterizzata dalla pro-messa di 12 nuovi sale-siani cooperatori. Meritadi essere segnalata an-che la convocazione deisacerdoti delle parroc-

    chie della città e del cir-condario per r i f letteresull’attualità del Sistemapreventivo con un’atten-zione particolare alla fi-gura di Mamma Marghe-rita che è all’origine dellaprassi preventiva del fi-glio.

    TORINO, ITALIAMarce per la pace fiorisco-no ovunque (Perugia/As-sisi - Macerata/Loreto -Roma/Divino Amore - To-rino/Superga, e moltissi-me altre). La Torino/Su-perga, per alcuni anni gui-data da un salesiano, è

    alla sua tredicesima edi-zione. In qualche modo ri-corda le famose mar-ce/pellegrinaggio di DonBosco a Superga con isuoi ragazzi, effettuateper ben 18 anni. Per sa-perne di più: www.pelle-grinaggiodisuperga.it

    a cura del direttore

    TORINO, ITALIAIl Centro Evangelizzazio-ne e Catechesi - ELLEDICIorganizza una settimanacatechistica nazionalepresso il santuario di Vi-coforte, a Mondovì. È percatechisti (attuali e futuri),per formatori, per sacer-doti e operatori pastorali.

    Sono in programma ap-profondimenti, laboratori,interventi di metodologia,ecc. Per saperne di più:tel. 0174/565.300; fax565.510; e-mail: [email protected]; Web:www.santuariovicofor-te.com

  • Li ho incontrati a Phnom Penh,nell’istituto Don Bosco. “Que-sta nostra mega/struttura crol-lerebbe senza i volontari”, dice donBattista. Le necessità, le urgenzespesso sono improrogabili e gli inter-venti se non sono tempestivi non ser-vono… Ecco perché i salesiani hannocreato una rete di volontari che licoadiuvano e sono davvero la lorolonga manus, soprattutto per quantoriguarda le attività della “Don BoscoChildren Fund”. Sulla indispensabi-lità dei volontari parla con passione

    anche Roberto, salesiano coadiutoreche è stato uno dei fondatori dell’o-pera in Cambogia.

    A COLLOQUIO CON DARIA

    Al Don Bosco, indaffaratissima,abbiamo incontrato Daria. Non ho re-sistito a farle qualche domanda: “Co-me ci sei capitata qui? Una fulmina-zione repentina, tipo san Paolo sullavia di Damasco?”. “Macché! Dopoun percorso con me stessa”. “Percor-so?… come dire crisi”. “Oh, beh,chiamalo come vuoi. Fatto sta che aun certo punto nella vita arrivano se-gni… diversi: noia, insoddisfazione,voglia di fare qualcosa di serio, dub-bi… allora uno cerca di capire. Vedile grandi disparità di cui soffre que-sta nostra palla di terra che dovrebbe

    essere uguale data la conformazionefisica, ma uguale non è. Affatto. Anziti accorgi che le disparità sono abis-sali: c’è un primo mondo, un secon-do, un terzo, un quarto… e forse an-che un quinto… Allora provi ad avvi-cinarti a uno dei mondi diversi daltuo. Magari… all’ultimo, tanto persfidare te stessa. E t’accorgi che ticattura… forse più per l’ingiustiziache vedi che per la vocazione chesenti”. “Scusa, ma eri… sei così sicu-ra di non trovare qualcosa di serioda fare nella tua città, tra le tue ami-che? Non dirmi che non ci sono si-tuazioni da rettificare nel tuo…”.M’interrompe decisa: “Non trovavoobiettivi alla mia portata, questa è laverità. Non mi mancava nulla ma…mi mancava il senso! Mi capisci?”.“Ci provo, vai avanti”. “Allora ho co-minciato a chiedermi: Che cosa puòdare senso a questo mio vivere? Ciòche sto facendo non mi riempie, que-sto è certo. Voglio fare qualcosa didiverso”. “Il diverso sarebbe la Cam-bogia?”. “Il diverso sarebbe che hodeciso di allargare i miei orizzonti, diesplorare altri spazi, di provare altrimodi di essere e di fare. Così sonostata in Perú… Come vedi non era laCambogia il mio diverso!”. “Touché!Continua”. “Sono stata in un orfano-

    VIAGGI

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    MAGGIO 2007 BS

    POCO PER SÉMOLTO PER GLI ALTRI

    Una categoria di giovanie non che si sono rivelatiuna forza fondamentaleper la gestione di opere e iniziative e perl’educazione: i volontari.Provengono da ogniparte. Alcuni restano. Un’attività che non è solo supporto.

    Daria e un bimbo assistito dal progetto “Children Fund HIV Project”.

    Grazie al “Don Bosco Children Fund” potrà avere un futuro.

    di Giancarlo Manieri

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    BS MAGGIO 2007

    ti reggi da sola o rovini per terra conun gran tonfo. Se non hai motivazioniforti, crolli inesorabilmente dopo unosputo di tempo. Solo la motivazione tidà la forza di amare quello che fai eti dà la sensazione di non essere unrecipiente vuoto”. “E allora, sparaquesta differenza…”. “Quando vainella foresta, o tra i tuguri della fave-la trovi gente poverissima che ti ap-pare felice. È una cosa che le primevolte ti fa impazzire: non ho capitoancora se di rabbia o di invidia. Al-lora ti fai una domanda… che spessosi trasforma in un incubo, soprattuttoquando di notte tenti un bilancio: ègiusto inquinarli con la nostra civi-lissima civiltà?”. “Spiegati!”. “Noncapisci? Sì che capisci: la nostra è laciviltà delle cose… Qui le cose sonopoche, perciò si tira all’essenziale”.“Beh, insomma qui va tutto bene”.“No, qui va tutto male! Sto cercandodi dire che la vera povertà è la man-canza di regole, la mancanza di giu-stizia, è la corruzione, ahimè, legaliz-zata… E poi…”. “Poi?”. “C’è un’al-tra cosa che pesa come un macigno anoi volontari, ed è che qualsiasi cosanoi stranieri diciamo, è per loro giu-sta. Sono straniero/dipendenti. Oranoi andiamo in circa 90 villaggi a di-stribuire cibo, e assistenza, secondoil programma del Don Bosco Chil-dren Fund. Distribuiamo riso e sorri-so; cibo e assistenza… questo bastaper porti su un piedistallo, per trat-tarti come se arrivassi da un altropianeta. I cambogiani, soprattutto ipiù poveri, fatti così, sono, come di-cevo, straniero/dipendenti”. “Beh,non sei contenta? Tutto sommato velo meritate anche un po’ di conside-razione… fate molto per loro”. Èquesto il punctum dolens: facciamo

    molto, facciamo, ripeté forzando iltono e alzando la voce, l’assisten-zialismo qui è necessario ma è an-che pericoloso: quando non c’èpiù? È bello andare e dare. Ma do-po?”. Fece ancora una pausa poiconcluse: “Comunque questa è lacosa più importante che io abbiafatto nella mia vita. Tuttavia so chei miei assistiti devono… devono (al-tra sottolineatura, come prima) len-tamente fare a meno di me, devonocacciarmi via, devono rendersi au-tonomi, costruirsi il loro futuro, es-sere protagonisti della loro vita”.“Sì, dici bene. Però, dai, è anchebello stare qui… o no?”. “Non dicodi no! È bello ma, ti ripeto, è ancherischioso! L’assistenzialismo puronon porta da nessuna parte”.

    HA TORTO?Mi ha fatto riflettere la conversa-

    zione con Daria. Ho dovuto ricono-scere che non aveva torto. Le cifreche mi ha snocciolato erano di tuttorispetto: una novantina di villaggi ecirca 4600 ragazzi assistiti. E ho sa-puto che c’era anche in corso un“Progetto AIDS” (Children FundHIV Project) per circa 350 ragazzi af-fetti dal terribile morbo e visitati unavolta al mese… Quale futuro? La tra-gica domanda aleggia per l’aria, ac-compagnando come un’ombra, i vo-lontari; si insinua nei pacchi che di-stribuiscono, disturba l’animazione, igiochi, le canzoni, le storie… “Eccoqui un pacco con riso, olio, quaderni,sapone, dentifricio, penne… Ma perquanto tempo può o deve durare?”È, indubbiamente, un interrogativoche attende una risposta! E, forse, èuna risposta urgente! �

    trofio e ci sono rimasta un mese.Quei 30 giorni mi hanno spalancatoaltre finestre, mi hanno fatto scoprireche non esisteva solo il mio mondofatto di scuola, discoteca, chiacchie-rate, gite… Ce n’era un altro fatto difatica, d’incertezza del pane, del la-voro, della casa, del vestito. Ho co-nosciuto le favelas, la dura lezionedella precarietà, perché nessuno spi-raglio ti si apriva verso il futuro, e hocapito come doveva essere terribilevivere senza. Così ho deciso di aiuta-re i senza futuro, per aprire nel loromuro qualche breccia che li aiutassea prendere coscienza che anche i piùdisgraziati hanno il diritto di sogna-re, di guardare oltre il presente, discorgere qualche sia pur debole luceper l’avvenire”. “Ne sei rimasta con-tenta?”. “Se no ti credi che sareiqui?”. “E hai trovato difficoltà suquesta nuova traccia scelta per la tuavita?”. “La solitudine. Se fai qualco-sa di fuori del normale ti ritrovi d’im-provviso sola contro tutti: i familiari,le amiche, gli amici, i parenti. Ti ve-dono come una bestia rara e, magarisenza volerlo, ti isolano. Non capi-scono. O non vogliono capire. Mano, è più probabile che non capisca-no perché… lasciare una piscina peruna pozzanghera è… da scemi”.“Capisco. Ma qual è la grande diffe-renza che hai trovato tra il modo divivere in Italia e il mondo di viverequi…”. “Te lo dico subito. Da noi sivive l’apparire. Qui proprio no! O seiquel che sei o non hai altri appigli. O

    Poi si preparano a ricevere il pacco dono che permetterà loro di frequentare la scuola e alla famiglia di fare a meno del loro apporto lavorativo.

    Durante la visita dei volontari i bambini si radunano per ascoltare estasiati storie e racconti adatti per loro.

  • «Quando uno ha sullapelle del corpo un tumoreo una pustola o unamacchia bianca che facciasospettare una piaga di lebbra, quel tale saràcondotto dal sacerdoteAronne o da qualcuno dei sacerdoti, suoi figli. Il sacerdote esaminerà lapiaga sulla pelle; se il pelodella piaga è diventatobianco e la piaga apparedepressa rispetto alla pelledel corpo, è piaga dilebbra e il sacerdote…dichiarerà quell’uomoimmondo. Il lebbrosoporterà vesti strappate e il capo scoperto… Saràimmondo finché avrà la piaga… abiterà fuoridell’accampamento. (Dal Levitico, passim)

    La breve storia che mi accingo anarrare inizia con questa letturaproclamata in tutto il mondocristiano la VI domenica del tempoordinario B. Una lettura per molti pre-sto dimenticata, ma ad altri “fortu-nati” ha cambiato la vita. A me, peresempio. Spronata e turbata da quelleparole del Levitico, ho deciso di anda-re a visitare il 18 febbraio 2006 unvillaggio di lebbrosi a 70 km da Sa-lem, nello stato del Tamil Nadu in In-dia. Siamo partiti in tre, tutti soci del-l’APIS (Associazione Pro India Sud)dall’Ambu Illam – “Casa dell’Amore”di Salem, come si chiamano in linguatamil le strutture salesiane che ospita-no i ragazzi in difficoltà, i ben noti“ragazzi di strada”. Siamo stati ac-compagnati con amorevolezza del fra-tello salesiano Brapu, che ci ha fattoda interprete, traducendo il nostro in-glese nella lingua locale, il tamil, erendendo possibile il contatto tra noi e

    i lebbrosi. Non pensavo che esistesse-ro ancora ammalati di lebbra, ritenen-do la malattia ormai debellata dall’in-cedere sicuro del progresso medi-co/scientifico. Giungere al villaggiodei lebbrosi, isolato tutto intorno perkm da ogni altro contesto urbano eumano è stato davvero come tuffarsinel passato biblico del citato libro delLevitico.

    UNA PAURAMILLENARIA

    Per prima cosa ho toccato con manola diffidenza e la paura che da millennicontagia il lebbroso “infetto”. Vestitrascurate, tristezza composta, isola-mento. I piedi fasciati, le mani soffe-renti per le dita mangiate dal male, i li-neamenti deformati dalla malattia. Ilprimo a venirci incontro ha un visogiovane e uno strano incedere. Sorri-de. La camicia a quadretti rossi e blu

    MISSIONI

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    L’associazione ONLUS APIS costruisce casette

    UN’ESPERIENZAINDIMENTICABILEdi Federica Annibali [email protected]

    Due lebbrosi e la nipotina davanti alla loro casetta/capanna.

    La signora, i figli e... la capretta per il lattequotidiano.

    Crepe procurate dai monsoni. Un’altra pioggia e viene giù tutto.

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    BS MAGGIO 2007

    in muratura nel lebbrosario di Atthur (Tamilnadu).

    cemento. Ogni creatura che incontria-mo ha la propria storia scritta negli oc-chi e nella devastazione del corpo.Una donna mostra l’ultimo dei suoinove figli, gli altri sono a studiare incittà, presso le scuole salesiane. Ciògarantisce loro l’istruzione e la salvez-za da un possibile contagio.

    LA TRAGEDIA DI UNA MALATTIA

    La lebbra si trasmette solo per con-tagio diretto, tramite sangue e pus del-le ferite ed è guaribile se bloccata nel-le fasi di insorgenza. Il contagio causauna lenta ma progressiva insensibilità,sino alla paralisi, alla caduta delle ter-minazioni degli arti (mani e piedi) el’attacco alle parti cartilaginee delvolto, che procura cecità e disabilitàgraduale. Curare i grandi per proteg-gere i bambini è l’equazione giusta.Ma le medicine, seppur non care, so-no difficili da trovare e lo stato non èin grado di offrirle. Farsi domande ri-sulta retorico di fronte a una realtà fat-ta di terra battuta, assenza di fognatu-re, strade, luce, luoghi di incontro, ne-gozi, infissi… Gli impianti idrico-sa-nitari, almeno quelli, ci sono perchéuna ONLUS romana, l’APIS, ha fini-to di costruirli da poco. Una goccianell’oceano, come diceva Madre Te-resa, ma se non ci fosse quella gocciaquesto mare sarebbe più vuoto…. Vi-sitiamo per ultima l’abitazione del ca-po del villaggio. Rimane lontano, sullasoglia della grande capanna, in granparte crollata. Resisterà alla prossimastagione dei monsoni? Lui si occupadi distribuire i viveri e le elemosine, o

    quanto arriva dall’esterno come aiutoper la comunità dei lebbrosi. Si occu-pa anche di stabilire le priorità e diri-mere i problemi che possono insorge-re. Un modesto Salomone, con la suastessa dignità regale. Ci dicono chequi è molto forte il vincolo della co-munità: chi può e chi è sano va a la-vorare. In mancanza di meglio la fontedi sostentamento è l’elemosina. Lanostra visita è giunta alla fine: i nostriaccompagnatori neppure per un mo-mento hanno fatto pesare su di noi lacolpa della loro miseria. Prima di con-gedarci li ringrazio per la loro acco-glienza e gentilezza e prometto chefaremo del nostro meglio per aiutarli,ma con la paura nel cuore di dimenti-carli una volta rientrata nel “mondo”.Ci chiedono i nostri nomi. Avevanoragione di farlo: non ci eravamo pre-sentate… turbate dall’emozione delluogo e delle persone. “Claudia, Fe-derica, Caterina”. La risposta è la co-sa più sconcertante della giornata:“Noi pregheremo per voi”. Una rispo-sta che ci lascia profondamente turba-te. Un dono grande, inatteso: i lebbrosipregano per noi, prima che noi pre-ghiamo per loro. Una preghiera cheandrà dritta lassù, perché essi sonocertamente i favoriti da Dio. Congiun-giamo le mani al petto e ci inchiniamonel gesto tipico del saluto indiano:“Vanakam” rispondiamo usando il lo-ro saluto in lingua tamil e “Nandrì”,grazie.

    QUALCOSA DA FARESiamo partite dal lebbrosario con

    un’idea fissa: qualcosa dobbiamo fareper loro. Una casa costa solo 1500 eu-ro – poco più di un vestito e un paio discarpe, di un telefonino e di un com-puter – e ci vuole un mese per co-struirla. Centoventi i lebbrosi e 40 lecase di cemento e tegole… Ce la pos-siamo fare, prima che arrivi la stagio-ne dei monsoni, se chiediamo l’aiutodi tutti. Per saperne di più:www.apisindia.it; tel. 06.582.330.62

    sembra ben stirata. Più si avvicina epiù metto a fuoco il suo male: non hala parte terminale delle gambe e lescarpe sono appoggiate alle ginocchia.Ma ci corre incontro, come può, e ilsuo sorriso non si spegne mai… Die-tro, tutti gli altri. Ci siamo messi a se-dere di fronte a loro sulle sedie prepa-rate per noi all’ombra del grande albe-ro. Abbiamo chiesto quali fossero lenecessità primarie della comunità: ca-se “stabili” che non vengano costante-mente minacciate e annualmente di-strutte dal monsone. Una richiesta fat-ta con discrezione, senza ombra dipretesa. Tutti d’accordo i 120 lebbrosi.Ci stavano attorno senza avvicinarsi,con rispetto quasi reverenziale. Poi ciaccompagnano a visitare le loro abita-zioni. Allora la situazione ci apparvein tutta la sua precarietà: larghe crepesulle pareti d’argilla impastate a mano,tetti fragili formati dall’intreccio dilunghe foglie pennate di palma. Unadonna ci guarda con figli e capretta,importante risorsa di latte; due anzianiconiugi si mettono in posa con inbraccio il nipotino; una vecchia ci mo-stra le grosse crepe della sua casa...Dovunque resti di muretti, di foglie dipalma spezzate, di fango e residui d’o-gni tipo. Le precipitazioni durante lastagione delle piogge lasciano sempreil segno. Ciò che colpisce maggior-mente è la loro compostezza e sere-nità: nessuna animosità nelle parole,né ombra di vittimismo o di recrimina-zione. Solo un doloroso distacco chenon sa neanche di pretesa. Una di loro,che ha perduto la capanna spazzata viadal monsone, vive provvisoriamentenell’angusto spazio di una latrina di

    Operai al lavoro per il progetto/casette.

    Una delle nuove casette in muratura iniziate a costruire dall’APIS.

  • Carissimo,se giochi con un bambino, preparati a esserespiazzato. In gergo calcistico le sue domande sono un tunnel, oltrepassano le tue certezze.“Perché non diventi piccolo, zio?”Me l’ha chiesto una nipotina con cui giocavo.Sì – più volte mi sono detto – voglio ritornare bambino.L’innocenza è un tesoro prezioso.Un adulto ne gode al prezzo di duri sforzi. L’inno-cenza va incoraggiata e protetta.È ricca, pura, cristallina come un ruscello alpino.Basta un fiore da toccare, una farfalla da rincor-rere perché un bambino si senta onnipotente.Si nasce per scoprire la vita, non solo per diventare grande.Più ti inoltri nel mistero dell’esistenza, più ti allontani dalla morte.Il bambino è talmente assorto nell’attimo che viveda sentirsi immortale.È possibile tornare bambini?Il diritto a nascere una seconda volta è garantito a tutti.È un ecosistema invidiabile.Posso sbagliare, commettere errori e nello stesso tempo posso decidere di ricominciare una vita nuova. Difficile, troppo oneroso?Avresti il coraggio di distruggere tutte le rose per la paura di pungerti e di farti male?Cancelleresti dall’orizzonte la luce del sole, perché offuscato da una nuvola passeggera?Perché nascere una seconda volta?La prima nascita ha fatto una brutta fine?

    La vita può sfuggirti di mano, puoi abbruttirla di esperienze negative, soffocarla fino a farla morire.Tornare a nascere è ripulire la nostra mente, il nostro cuore, la nostra vita.Tornare bambino è guardare se stesso attraverso gli occhi di un fanciullo, è sentirsi fragili come un fiore e nello stesso tempo forti e invincibili. Che cosa ti insegna un bambino?– Impari a rendere grandi le piccole cose,

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    MAGGIO 2007 BS

    TORNAREBAMBINO

    letteraai giovani

    LA VOGLIADI...

    Fabi

    ana

    Di B

    ello

    operazione inversa a quella del bonsai.– Ogni cosa è motivo di gioia, tutto diventa aggraziato. Le feste non seguono il calendario,ma fioriscono tutto l’anno al suo passaggio.– Anche la più brutta delle situazioni è un momento bello della vita.La malattia evoca la presenza di un medico per l’adulto; per il bambino si trasforma in un festival a cui accorrono quanti gli vogliono bene e glielo cantano in mille melodie.È l’amore la medicina.

    Vuoi tornare bambino?Non avere fretta a rispondere.Non chiederlo a chi è attorno a te.Domandalo a te stesso.La domanda è tua.La domanda non è fuori posto.Non sei Peter Pan: non voleva crescere, ma tu vuoi scoprire la vita.Nascere è mettersi in viaggio e conoscere.Non sei Pollicino: aveva la paura di perdersi, ma tu vuoi scoprire il segreto della vita.Non sei Alice nel Paese delle Meraviglie.Sei tu il Paese delle Meraviglie, la tua giovane etàè il talismano che cambia tutto.Ecco perché voglio tornare bambino.

    Con affettoCarlo Terraneo

  • BS MAGGIO 2007

    A Roma, Piazza dell’Ateneo Salesiano 1, dove ha sede la Pontificia Università Salesiana (UPS),

    è ubicata la più grande e anche la più modernabiblioteca della congregazione salesiana,

    vero vanto di docenti e studenti.

    INSERTO

    CULTURA

    BIBLIOTECA DON BOSCOPer un servizio qualificato

    alla ricerca e alla formazionedi Renato Butera

    La “Biblioteca Don Bosco” è oggi una realtà a disposizione della Chiesa, della società civile, della Famiglia Salesiana e di quanti

    vogliono approfondire la ricerca nell’ambito delle scienze che si studianoall’Università Pontificia Salesiana di Roma, manifestazione della proposta

    culturale e formativa che l’UPS realizza da oltre trent’anni per studenti e docenti.

    La grande Biblioteca Don Bosco dell’UPS.

  • MAGGIO 2007 BS

    L’Università Salesiana affondale sue radici nell’humus delcarisma del santo fondatoredella Pia Società di San France-sco di Sales. Nasce a Torino nel1940 come Pontificio Ateneo Sa-lesiano (PAS) con tre facoltà: teo-logia, diritto canonico e filosofia.Nel 1956 si arricchisce dell’Isti-tuto Superiore di pedagogia, dacui nascerà in seguito la Facoltàdi Scienze dell’educazione. Nel1965 il PAS trasferisce la sua sedenel quartiere Nuovo Salario, zonanord di Roma. L’anno seguente, il29 ottobre, papa Paolo VI presie-de l’inaugurazione ufficiale delnuovo Pontificio Ateneo Salesianopronunciando un discorso pro-grammatico dal quale si evince lamissione che lo specifica: lo stu-dio e la ricerca in relazione all’e-ducazione dei giovani, alla forma-zione, alla catechesi e alla pasto-rale. In questo stesso anno vienecostituito il Pontificium Institutum

    Altioris Latinitatis. Nella festa diMaria Ausiliatrice, il 24 maggiodel 1973, l’Ateneo riceve il rangodi Università e viene inclusa tra leUniversità Pontificie Romane. Nel-l’anno centenario della morte diDon Bosco, il 1988, nasce l’Istitu-to di Scienze della Comunicazio-ne Sociale, che 10 anni dopo sitrasformerà in facoltà di Scienzedella Comunicazione, l’ultima del-le facoltà nate dal seno dell’Uni-versità di Don Bosco. Oggi l’UPScomprende sei facoltà: teologia, fi-losofia, diritto canonico, scienzedell’educazione, lettere classichee cristiane e scienze della comuni-cazione. A queste si aggiunge laproposta di sedici curricoli di spe-cializzazione. Vi insegnano 195docenti, laici e religiosi, e vi sonoiscritti circa 1700 studenti prove-nienti da 100 differenti nazioni.Questi sono i destinatari privile-giati della Biblioteca, ma è apertaall’utenza esterna.

    VICENDE DI FONDAZIONE

    La grande Biblioteca dell’UPS in-globa le biblioteche che apparte-nevano alle singole facoltà e istitutidando luogo a un servizio più mo-derno che fornisce, oltre le presta-zioni tradizionali anche quelle piùaggiornate, consentendo un mag-giore screening, una maggiore fa-cilitazione nella ricerca, una mi-gliore distribuzione e accessibilitàdei beni culturali che essa conser-va e una migliore connessione conaltri centri di studio e altre bibliote-che italiane ed estere. L’idea delprogetto comincia a prendere for-ma negli anni ’80 come partecipa-zione alla ormai prossima celebra-zione dell’anno centenario dellamorte di Don Bosco (1988). Nel-l’89 viene benedetta la prima pie-tra e si presenta il progetto al Co-mune di Roma per la sua approva-zione. Ma le difficoltà incontrateritardarono i lavori sino alla finedel 1998, anno in cui si avvia lacostruzione del nuovo edificio, ter-minato nel maggio del 2002. Du-rante gli anni della costruzione labiblioteca non ha mai sospeso ilservizio di utenza a docenti, stu-denti e visitatori esterni, trasferen-do attrezzature e libri con gradua-lità. Il 31 gennaio del 2006, nellasolennità di san Giovanni Bosco,ecco finalmente l’inaugurazione uf-ficiale con la presenza del cardina-le Zenon Grocholewski, Prefetto

    La funzionale sala di lettura della Biblioteca. Studio, consultazione, lettura e… silenzio.

    L’avveniristico Robot della Biblioteca Don Bosco.

    La sistemazione dei libri nella sala di lettura.

  • BS MAGGIO 2007

    per l’Educazione Cattolica, e delRettor Maggiore don Pascual Chá-vez, Gran Cancelliere dell’UPS,che hanno presieduto il convegnoorganizzato per l’evento dell’inau-gurazione svoltosi in mattinata,mentre al pomeriggio monsignorAdriaan van Luyn, salesiano, ve-scovo di Rotterdam, dopo l’attoaccademico, ha benedetto la nuo-va grandiosa struttura.

    LA BIBLIOTECA OGGILa Biblioteca si struttura in un

    edificio a cinque piani che ha resoconcreta la sintesi tra la bibliotecatradizionale, concepita come luo-

    go di consultazione e conservazio-ne di testi a stampa, e l’electroniclibrary, che non è ubicata fisica-mente in un solo luogo, ma è uninsieme di risorse dislocate in di-verse istituzioni disponibili 24 oresu 24. L’entrata principale – chenell’antico progetto era stata collo-cata al lato sud-est del piano terra– si trova al lato nord-ovest, in cor-rispondenza con il secondo pianoa cui si accede dal cortile “superio-re” dell’Università. L’edificio restacosì diviso in due parti consenten-do di raggiungere più facilmente lazona d’interesse e semplificando lospostamento interno degli utenti. Ilsecondo piano è dunque il puntod’accoglienza. Attraversato il var-co mediante un tesserino magneti-co, si accede alla grande sala dilettura dove si trovano opere dicarattere generale e l’ultima anna-ta di oltre 1500 pubblicazioni pe-riodiche. Ai lati, due spazi esposi-tivi vengono utilizzati per mostreed esposizioni. Il piano terra, a cuisi può accedere direttamente dal-l’esterno, ospita i seguenti servizi:centro stampa, fotocopie, legatoriae il centro di servizi informatici etelematici. Vi si trovano altresì gliuffici di acquisizione, classificazio-ne e catalogazione del materiale li-brario e di altro genere. Al primopiano la seconda grande sala dilettura raccoglie i volumi più utiliz-zati. Grazie al sistema dello scaffa-le aperto, i volumi sono rapida-mente disponibili per la lettura e la

    consultazione dei fruitori. Il terzopiano è strutturato in dieci sale,ciascuna delle quali accoglie unparticolare settore bibliografico.Tale organizzazione è pensata perfacilitare il lavoro di gruppo e diseminario. Il quarto piano, dallecaratteristiche simili al piano sotto-stante, è suddiviso in nove sale.Conserva i preziosi volumi dei fon-di particolari, con un numero rile-vante di materiale antico, codici,incunaboli, tavolette dell’epocamesopotamica, papiri, ecc. Traquesti il Fondo Marega: una pre-ziosa raccolta di testi antichi ri-guardanti la cultura e la letteraturapopolare e religiosa del Giappone.Sullo stesso piano è il salone intito-lato a don Egidio Viganò, RettorMaggiore che benedisse la primapietra. È una grande aula pensataper incontri di ricerca e di rappre-sentanza e attrezzata con serviziparticolari tra cui la traduzione si-multanea e la videoconferenza.

    UN SERVIZIO DI ALTA QUALITÀ

    Il patrimonio della biblioteca èlegato al servizio che l’Universitàsvolge, relativo alle facoltà e agliistituti che la compongono e checostituiscono le sue diverse specia-lizzazioni. Il suo fondo librario siaggira attorno ai 700.000 volumi.Bisogna aggiungere la mediatecacurata dalla Facoltà di Scienze del-la Comunicazione con un patri-

    La sala della mediateca. L’ultima interessante mostra nelle sale apposite.

    Mostra dei libri di Don Bosco.

  • MAGGIO 2007 BS

    monio multimediale ricco di vi-deo, dvd e cd musicali in continuoaggiornamento. Ciò che rende par-ticolarmente innovativa la “Biblio-teca Don Bosco” è il silo che sosti-tuisce il deposito tradizionale delmateriale librario, costituito da duegrandi locali che si sviluppano inaltezza e che possono contenerecirca un milione di volumi. La ri-cerca dei testi avviene attraversoun sistema di automazione nelquale un braccio robotizzato repe-risce il testo eseguendo le indica-zioni impostate dall’operatore tra-mite computer. La Biblioteca del-l’UPS partecipa al Progetto URBE,l’Unione Romana Biblioteche Ec-clesiastiche, un gruppo di bibliote-che che ha realizzato una collabo-razione particolare attraverso unarete che le collega tutte e che con-sente la consultazione dei catalo-ghi di ciascuna. Anche la rete

    informatica della biblioteca si inse-risce organicamente nel serviziopiù ampio della rete dell’ateneo. Èuno strumento di costruzione diuna nuova modalità di conoscen-za e studio che permette agli uten-ti, stabili ed esterni, attraverso ilproprio computer, un accesso fun-zionale ai fini didattici e di appren-dimento. La rete informatica con-sente dunque la fruizione full-timedel catalogo bibliografico sia dellabiblioteca dell’UPS sia della ReteURBE sia di altre risorse disponibilion line. L’innovazione che riguar-da il modo diverso di gestire docu-menti, risorse e informazioni mes-se a disposizione dei suoi utenti habisogno della cordialità e del lavo-ro del personale che accoglie e as-siste gli utenti della biblioteca.Coordinati da don Juan Picca, pre-fetto della Biblioteca, il gruppo ècostituito da salesiani, laici e stu-

    La benedizione da parte di monsignor Van Luyn. Il primo a sinistra il Rettor Magnifico don Mario Toso, l’ultimo a destra il Bibliotecario, don Juan Picca.

    Consegna di un libro.

    Il Robot con l’ambasciatore. L’ingresso.

    denti volontari che svolgono il lo-ro lavoro di appoggio come servi-zio civile. È un modo questo direnderli protagonisti in uno deiservizi più importanti dell’offertaformativa di un ente universitario.“Il patrimonio culturale che è aservizio di questa nuova Bibliote-ca consente all’Università di entra-re in rete con altre università – hadichiarato il Rettore Magnifico,don Mario Toso nel giorno dell’i-naugurazione – e di diffondere ilgenio educativo di Don Boscomettendolo a disposizione delmondo e della Chiesa”. Le risorseche la biblioteca mette a disposi-zione dei suoi utenti sono notevolie di qualità, in un ambiente che sicaratterizza per ampiezza di spazi,luminosità, efficienza, funziona-lità, comodità, eleganza e varietàdi servizi differenziati e integrati.

    Renato Butera

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    MELANIAANGELO BIONDO

    Oria è un grosso borgocolmo di arte, di monu-menti, di chiese, protet-to dal castello svevo, abbellitoda un panorama invidiabile, ca-rico di anni e di storia. La suafondazione si fa risalire attornoal 1200 a.C. È meta di scritto-ri, artisti, uomini di cultura. Inquesta meraviglia di paese è na-ta la meraviglia di Melania, unangelo biondo vestito di bontà,di tenerezza, di altruismo. Aveva gli occhi del cielo, Mela-nia, che ne rispecchiavano l’a-nima: una limpidezza irraggian-te che non perse mai. “Era bel-lissima, mia sorella, dice Sonia,esteriormente e interiormente”.La dote più apprezzata da fami-liari, amici, compagne e compa-gni era la grande generosità chene contraddistingueva il tratto.Con tutti. Un cuore così amabi-le e disponibile che riusciva atrattare anche chi incontravaper la prima volta come se siconoscessero da sempre. Indi-zio di un animo limpido, inca-pace di furberie, screzi, male-volenza. Tamburina nel gruppodegli sbandieratori, partecipavacon gioia alle feste del paese.Melania amava la vita, perchéla vita è la più grande meravi-glia inventata dalla fantasia diDio. Intimamente compresa diquesto miracolo, quel piccoloprodigio di natura si dava d’at-torno perché anche gli altri fos-sero felici di vivere come erafelice lei: stava vicino agli ami-

    ci, si prodigava per chi era indifficoltà, sorrideva a chi vede-va triste.

    � Solo un neo, un neo vero,non di natura caratteriale né,tanto meno, morale, poiché sot-to questo aspetto era candidacome la neve. Un neo fastidiosoche le procurava malessere, so-prattutto quando sanguinava.I dottori non gli diedero troppaimportanza, almeno all’inizio,ma poi l’esame istologico rivelòla bestia che era: un melanoma.Lei non si impressionò più ditanto: continuò la sua vita nor-male. E normale per lei volevadire ad alto livello: voleva direfamiglia, chiesa, amici, scuola,aiuto al prossimo… luoghi epersone verso cui profondeva isuoi tesori di bontà e di grazia.Mancavano quattro giorni alsuo compleanno quando conpapà e mamma partì alla voltadi Parma per esami approfondi-ti. E la verità si squadernò da-vanti a lei e ai familiari in tuttala sua tragica realtà. Non si ar-rese. Continuò a lottare con ilsuo affascinante sorriso sullelabbra e il carico incredibile difiducia nel cuore. Né perse l’