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Burnout e Stress lavoro-correlato
•
Prevalenza
Non esistono dati sulla realtà italiana, ma da studi internazionali emerge una frequenza elevata.
Prevalenza:
• 8% nelle professioni sanitarie
• fino al 40% di prevalenza life-long
• Circa il 54% degli operatori dei servizi sanitari riferiscono alcuni sintomi di burnout (Grunfeld, 2000).
• L'83% del personale sanitario riporta di vedere sintomi di burnout nei colleghi (Allegra, 2003).
Burnout: origini
• Il termine burnout significa letteralmente: “fuso”, “bruciato”, “in cortocircuito”
• Veniva utilizzato originariamente nel gergo sportivo, per indicare lo stato di un atleta che, dopo tanti successi, si “brucia” e non è più in grado di competere a certi livelli, oppure per riferirsi agli effetti dell’abuso cronico di stupefacenti (Mc Dermott, 1984).
• Con questa definizione si evidenziano molto bene i due poli del tema, da una parte il successo e il piacere, dall'altra il disinteresse e l'incapacità (chi va in burnout?)
Stress
“Una risposta aspecifica dell’organismo per
ogni richiesta effettuata su di esso
dall’ambiente esterno” (Selye, 1936).
• Lo stress e la risposta dell’organismo a
qualsiasi situazione (fisica, biologica o
psicosociale) che deve affrontare.
• (ESERCITAZIONE)
Stress VS Burnout
◆ Tipico delle "professioni d'aiuto"
◆ Ha un effetto costante◆ Perdita del senso di utilità
e significato del proprio ruolo
◆ Non ha aspetti positivi◆ Le persone che ne
soffrono hanno avuto grosse aspettative di realizzazione all'inizio del lavoro
◆ È frequentemente associato alla depressione
◆ Colpisce tutti
◆ Ha una durata limitata◆ Non intacca autostima
◆ Può essere positivo◆ Non è legato a particolari
aspetti di personalità
◆ Ha stretti legami con l'ansia
Sindrome da Burnout
• Nel 1977 Cristina Maslach coniò il termine “Burnout Syndrome”:
• “complessa condizione osservabile con frequenza sempre maggiore nelle professioni d'aiuto dove, a seguito di un periodo più o meno lungo di impegno elevato, gli operatori manifestano apatia, indifferenza, impotenza, nervosismo, irrequietezza e cinismo nei confronti del loro lavoro.”
Esaurimento emotivo
• E' il sentirsi mancare l’energia necessaria per affrontare la realtà quotidiana.
• Colpisce tra il 53 e il 37% del personale.
• Il soggetto sperimenta apatia e distacco emotivo nei confronti del lavoro.
• Si sente svuotato, sfinito, le sue risorse emozionali sono “esaurite”.
Depersonalizzazione
• Si intende un atteggiamento di distacco e ostilità nei confronti della relazione professionale (freddezza, cinismo).
• Colpisce tra il 22 e il 4% del personale.
• Il soggetto tenta di sottrarsi al coinvolgimento, limitando quantità e qualità dei propri interventi professionali.
Ridotta realizzazione personale
• E’ un sentimento di “fallimento professionale” caratterizzato dalla percezione di inadeguatezza al lavoro, dalla consapevolezza del disinteresse provato e dall'intolleranza verso la relazione
• Colpisce tra il 48 e il 54% del personale.
• Le emozioni principali di chi ne viene colpito sono rabbia, frustrazione, senso di fallimento e desiderio di cambiare lavoro.
Sindrome da Burnout
• I modelli psicosociali descrivono il burnout
come un processo di reazione negativa al
lavoro, che può essere determinato da:
◆ cause organizzative: la mancanza di
formazione e di risorse materiali o l’assenza di
supporto sociale,
◆ cause individuali: la mancanza di capacità
personali di affrontare una situazione
problematica o la motivazione.
Coping
“Il coping consiste negli sforzi orientati all’azione
ed intrapsichici per gestire (cioè controllare,
tollerare, ridurre, minimizzare) le richieste
ambientali ed interne, ed i conflitti tra esse che
mettono alla prova o vanno al di là delle risorse
personali” (Lazarus 1978)
Due tipi fondamentali di coping:
• Il coping orientato al problema:
ha come obiettivo la modifica la risoluzione della situazione
• Il coping orientato all'emozione:
ha come obiettivo la regolazione delle reazioni emotive negative conseguenti alla situazione stressante
Chi adotta strategie di coping
orientato al problema, per esempio:
• Analizza il problema per comprenderlo meglio
• Si rivolge a persone esperte
• Elabora e segue un piano d’azione
• Si impegna con costanza per l'obiettivo
• Cerca di non agire in fretta ed in modo impulsivo
•Verifica e valuta i risultati dei propri comportamenti
•Modifica strategie e approcci non efficaci
Chi adotta strategie di coping
orientato all’emozione, per esempio:
• Tenta di vedere il lato positivo
• Sa dare la giusta importanza all'evento
• Cerca il supporto degli altri
• Cerca di non pensare all’intera faccenda
• Utilizza strategie di distrazione
• Trova altre attività e svaghi in cui impegnarsi
• Mantiene il controllo sulla propria emotività
Valutazione primaria
Evento stressante
Coping orientato al problema
Coping orientato all'emozione
Positivo Esito Negativo
Evento/Difficoltà
Chiusura
Il gruppo di lavoro • Il gruppo primario è composto da persone che
interagiscono per un periodo di tempo lungo, sulla base di rapporti intimi faccia a faccia (es: famiglia, gruppi di pari,...)
• Il gruppo secondario è composto da un numero di persone che interagiscono su basi temporanee, anonime e impersonali. I suoi membri non si conoscono personalmente o si conoscono in relazione a particolari ruoli formali anziché come persone nella loro completezza. Solitamente conseguono finalità specifiche e meno emotivamente impegnate come ad es. Nelle aziende, nelle associazioni non di volontariato,... (Lewin, 1951)
Mindfulness based stress reduction
Il termine “mindfulness” si riferisce ad una attenzione consapevole, intenzionale e non giudicante alla propria esperienza nel momento in cui essa viene vissuta.
strategie in pillole...• Il confronto con il gruppo di lavoro
• La pianificazione di strategie verificabili
• La valorizzazione della creatività
• Il dialogo con i familiari
• La gestione della frustrazione secondaria al fallimento dei propri piani
• La ricerca di supporto anche emotivo da parte del gruppo di lavoro
• L'evitamento della rimuginazione
Il confronto con il gruppo di lavoro:
• Creare dei momenti di riunione in cui confrontarsi con i colleghi per discutere della gestione dei casi (in particolare per quelli a maggiore complessità), si è dimostrato utile nel diminuire i livelli di burnout e la soddisfazione lavorativa.
• Condividere e applicare strategie comuni di intervento migliora la percezione di efficacia dell'équipe da parte dei familiari e del gruppo di lavoro stesso (Santiniello, 2014).
La pianificazione di strategie verificabili:
• Buone capacità di problem solving non sono sufficienti, è necessaria la decisione di una strategia comune da adottare, la pianificazione delle azioni da mettere in atto e la verifica dell'efficacia dell'intervento.
• Nei casi in cui non ci sia una strategia in grado di risolvere il problema, lavorare sugli aspetti emotivi, aumentando le capacità di sopportazione della frustrazione.
La valorizzazione della creatività:
• Ogni giorno è diverso nella vita di un anziano (soprattutto se con decadimento cognitivo), pensare a nuove strategie di intervento, provare a vedere sotto una diversa luce i comportamenti messi in atto per provare a gestirli può aiutare il gruppo di lavoro.
Il dialogo con i familiari:
• Permette di diminuire l'ansia legata al rapporto di per sè (evitare l'evitamento), favorendo la possibilità di creare un rapporto positivo.
• Di condividere le strategie e le tecniche per la gestione dell'anziano evidenziando l'impegno dell'équipe e permettendo di avere frequenti occasioni per rispondere ad eventuali dubbi o necessità di chiarimento dei familiari.
La gestione della frustrazione secondaria al fallimento dei propri piani:
• Quando la professione d'aiuto non aiuta a risolvere i problemi degli anziani è necessario mantenere la propria autostima e il senso di autoefficacia, alcuni casi semplicemente non sono gestibili... Ma possono darci indizi importanti sui prossimi anziani che entreranno: cosa non ha funzionato? Cosa poteva essere fatto diversamente? ...?
• Il confronto su questi temi va condotto in un ambiente sereno e non giudicante.
La ricerca di supporto anche emotivo da parte del gruppo di lavoro:
• Momenti di condivisione vanno tenuti anche sul piano del confronto emotivo, discutere delle proprie sensazioni, difficoltà o capacità nella gestione degli anziani, avendo un dialogo aperto e franco con il gruppo permette di sentirsi più in grado di gestire la relazione, normalizzando la situazione.
• Ancora una volta tale confronto va condotto in una situazione serena e non giudicante, nella consapevolezza che ognuno di noi può trovarsi ad affrontare determinati ostacoli.
L'evitamento della rimuginazione:
• Operatori con una maggiore tendenza alla rimuginazione riferiscono livelli di stress e burnout più elevati rispetto ai colleghi, evitare di pensare al lavoro nel tempo libero permette un maggior recupero delle energie fisiche e mentali.
• Impegnarsi in attività ricreative, svolgere regolarmente attività fisica, avere una dieta sana e avere cura del proprio sonno permette di avere un maggior benessere.
• Limitare a momenti circoscritti e pre-definiti il pensiero ai problemi lavorativi.