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Tinteggiatura a calce La pittura a calce era usata prevalentemente per tinteggiare grandi superfici sia esterne sia interne. Per questo motivo corretto denominarla tinteggiatura a calce anziché pittura, perché difficilmente veniva usata per dipingere figure e decorazioni. Al giorno d'oggi andata un po' in disuso per la poca durevolezza, viene usata ancora fre- quentemente per tinteggiature le superfici di scantinati e di edifici rurali. Per gli edifici residenziali, all'interno, ancora consigliabile negli ambienti umidi o dove si possono condensare i vapori di acqua come bagni e cucine, anche se in questi casi viene aggiunta al/a tinta un po' di col/a. Infatti altri tipi di pittura o rivestimenti non permeabili possono creare effetti di eccessiva condensa di vapore acqueo con conseguenti macchie nero-verdastre di muffa. Questo brutto inconveniente accentuato ai giorni nostri dall'uso dei sovraintonaci plastici stesi sul/a superficie estema che non fanno respirare iI muro. In commercio si trovano due tipi di calce idonei al/a tinteggiatura. 1/ grassel/o di calce. La calce idrata in fiore. Ambedue, come stato spiegato nel capitolo riguardante i legan ti, sono calci aeree, che hanno la prerogativa di indurire soltanto con I'azione dell'aria. 8.1 I I o :', 121

calce

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Tinteggiatura a calce

La pittura a calce era usata prevalentementeper tinteggiare grandi superfici sia esterne siainterne.Per questo motivo corretto denominarlatinteggiatura a calce anziché pittura, perchédifficilmente veniva usata per dipingere figure edecorazioni.

Al giorno d'oggi andata un po' in disuso perla poca durevolezza, viene usata ancora fre-quentemente per tinteggiature le superfici discantinati e di edifici rurali.Per gli edifici residenziali, all'interno, ancoraconsigliabile negli ambienti umidi o dove sipossono condensare i vapori di acqua comebagni e cucine, anche se in questi casi vieneaggiunta al/a tinta un po' di col/a.Infatti altri tipi di pittura o rivestimenti nonpermeabili possono creare effetti di eccessivacondensa di vapore acqueo con conseguentimacchie nero-verdastre di muffa.

Questo brutto inconveniente accentuato aigiorni nostri dall'uso dei sovraintonaci plasticistesi sul/a superficie estema che non fannorespirare iI muro.

In commercio si trovano due tipi di calce idoneial/a tinteggiatura.

1/ grassel/o di calce.

La calce idrata in fiore.

Ambedue, come stato spiegato nel capitoloriguardante i leganti, sono calci aeree, chehanno la prerogativa di indurire soltanto conI'azione dell'aria.

8.1

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8.2

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Tinteggiatura a calce

Le calci aeree quando vengono usate per latinteggiatura fanno pochissima presa, perchéI'azione dell'aria che trasforma la calce incarbonato di calcio, dovendo penetrare in stratisotti/i, minima.

Ambedue le calci per essere usate nellatinteggiatura devono essere ridotte a LATTE DICALCE che non altro che grassello o calceidrata in polvere diluita con acqua fino adottenere una miscela densa come iI latte.buona norma lasciare riposare la miscela di

latte di calce minimo 6-8 ore prima di usarla,per dar modo a tutte le molecole di polvere dicalce di bagnarsi uniformemente evitando pos-sibili scrostature dello strato dipinto.

Mescolando la calce spenta con maggiore ominore quantita di acqua si ottenere:

1) GRASSELLO, poltig/ia bianca untuosa altatto che si ottiene mescolando calce spenta epoca acqua.

2) LATTE DI CALCE, sciroppo con densitasimile allatte che si ottiene mescolando calcespenta e circa acqua.

3) ACQUA DI CALCE /impida come I'acqua, siottiene mescolando calce spenta con moltaacqua.

L'acqua da usare nella miscela deve esserepurissima, priva di sa/i, acidi o altro.L'acqua non pura col tempo guasta la compat-tezza della tinta, ma anche ritardarne iIprosciugamento e macchiarla. Senza arrivareall'uso di acqua distillata o di acqua piovanatiltrata, come nella pittura minerale, sarebbeconsig/iabile usare I'acqua ad una temperaturacompresa tra i 20· e 30·C per facilitareI'impasto molecolare e la sollecitazione dell'es-siccamento, che rende uniforme la tinta stesasulla superficie.

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Credenze errate sulla pittura a calce

bene sfatare alcune credenze sulla calce esu alcune operazioni della tinteggiatura a calce,che qui di seguito:

1) Non yero che la calce spenta da lungotempo sia resistente.Nessun tipo di calce, restando spenta o in pastamigliora la qua/itá col tempo, prova ne sia chei muratori preferiscono, nel confezionare lamalta, adoperare la calce fresca piuttosto chela calce conservata per lungo tempo.In particolar modo nel/'esecuzione dell'intonacoi vecchi muratori erano so/iti usare la calcespenta da pochi giorni per gli strati inferiori(rinzaffo ed arriccio), perché adesiva, equella vecchia per il velo.La calce spenta da tempo ha solo la prerogativadi "tormentare» meno i colori avendo menoazione caustica, ma nella pittura a calce peruna tinteggiatura bianca sempre consigliabilela calce fresca.

2) Non vera che iI latte di calce steso su unintonaco fresco contribuisce ad una maggiorpresa successiva della tinta. Ha solo la prero-gativa di bagnare I'intonaco fresco a vantaggiode/l'indurimento, ma nel contempo crea unospessore che impedisce, seppure in minimaparte, alla tinta finale di penetrare uniforme-mente nella superficie.La mano di latte data sul/'intonaco fresco serveper asportare con iI pennello la granagrossa e non fina dell'intonaco rendendolofino, ma questo va bene per I'interno, non perI'esterno, soprattutto se non levigato. PerI'esterno infa tti le tinte a calce non hannonotoriamente la proprietá di grande durevolez-za, perció opportuno mantenere la granagrossa possibile, che ripara, per quanto possibi-le, la tinta a calce dalle intemperie e dagli attriti.

8.3

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123

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8.4

124

Pittura a calce

Un tempo sul/a superficie vecchia, preparata epu/ita, si era so/iti stendere una mano di latte dicalce. Questo un errore perché, dato che lasuperficie del vecchio intonaco, stata raschia-ta eliminando la grana, lo strato di latte di calceimpedisce al/a tinta vera l'immediato contattocon la superficie che indispensabi/e per laresistenza. Infatti gli strati successivi servono

per ripulimento o perfezionamento dellavoro piuttosto che come strato coprente.Al/o scopo sarebbe opportuno, invece di passa-re una mano di latte di calce, lavare abbondan-temente la superficie con acqua di calce, chesi ottiene liquefacendo un po' di grassel/o conmolta acqua. Solo dopo un po' di ore, quandola parte densa calata, si decanta I'acqua chesi utilizza per neutralizzare le sostanze acidepresenti nel/a superficie.Meglio ancora sarebbe usare al/ume di/uito conacqua nel rapporto di 1:5 - 1:6 o silicato nelrapporto di 1:8.Un tempo si stendeva uno strato di latte di calcesull'arriccio fresco prima di stendere i/ velo osull'intonaco quando si voleva rifare I'ultimostrato di intonaco per la pittura ad affresco.

Nelsecondo caso si operava nel seguentemodo:1) Si martellinava la superficie del vecchiointonaco.2) Si spolverava la superficie.3) Si stendeva una mano di latte di calce chedoveva servire, oltre a bagnare la superficie, aneutralizzare i sali acidi che fuoriescono dalvecchio muro.La mano di latte di calce veniva stesa a volteancorprima di martellinare l'intonaco soprattut-to in caso di epidemie e pesti/enze perdisinfettare la superficie.

4) Si stendeva poi iI velo.

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Influenza dei fattori climatici sulla calce 8.5

I fattori ambientali hanno la loro influenza. comesi sa, su tutte le pitture; in particolare. sul/apittura a calce provocano le seguenti conse-guenze:Quando freddo e umido. la tinta a calcerimane per sempre bagnata come nel momentodel/'applicazione.La tinta non riesce a penetrare nei pori del/asuperficie e rimane come una sottile crostaindipendente. percio poco aderente.Non si normalizza neppure nel/a stagionebuona. la superficie rimane poco o nul/aassorbente.Se si insiste negli strati la tinta si scrostafacilmente perché i primi strati. come abbiamo

accennato. non permettono al/a tinta finaledi penetrare completamente nel/o spessoredel/a superficie murale.Infatti la calce spenta si rassoda combinandosicon iI carbonio dell'aria. Per questo si forma uncarbonato di calcio che sviluppa umidita diqua salina. che dove stesa. raffredda facil-mente la temperatura. favorendo iI congela-mento del/'acqua presente nel/a tinta con leconseguenze descritte.Anche i colori a calce vanno conservati inluoghi chiusi con temperatura non inferiore ai10-12' in recipienti di plastica dura. non dimetal/o.1/ sole e iI vento fanno asciugare velocementegli strati di tinta. a vantaggio del/'uniformitadel/a tinteggiatura. Si ricordi pero che. prima distendere un ulteriore strato. convenientebagnare la superficie spruzzando acqua apioggerel/a. L'unico inconveniente che risentela tecnica a calce nel periodo caldo loscrostamento degli strati sovrabbondanti. infattiin questi casi la tinta non riesce ad arrivare al/asuperficie. perché asciuga celermente.

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8.6 Metodo di esecuzione della pittura a calce

Non si fissare con precisione iI numero dimani di calce da stendere sulla superficieinterna ed estema.

Questo numero dipende dall'abilitá del pittore.La pittura a calce, contrariamente a quello chesi potrebbe pensare, presenta notevoli difficoltádi esecuzione.

La tinta se data a pennello deve essere stesacon un grosso pennello, servendosi del movi-mento del solo braccio o meglio del polso.

11 corpo deve rimanere fermo e non deveassolutamente seguire iI movimento eseguitodal pennello.Se questo si verifica, iI peso del corpo premesul pennello a scapito della uniformitá dellatinta.

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11 pennello condotto naturalmente, semprecon lo stesso movimento, da destra a sinistra odall'alto in basso.

GIi strati di tinta a pennello devono essere stesiincrociati, per esempio, la prima mano inorizzontale e la seconda mano in verlicale.

GIi eventuali strati successivi devono esseresempre stesi alternativamente.

In generale la pittura a calce, stesa colpennello, non deve avere di tre strati, megliodue solamente, perché lo strato sottilesi allontana iI pericolo di scrostature.

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Metodo di esecuzione della pittura a calce 8.7

Al giorno d'oggi la pittura a calce puó esserestesa a spruzzo, servendosi di una appositapompa spruzzatrice, molto simi/e a quella cheserve per irrorare le vigne, che permette diottenere una pittura con maggiore uniformitá edomogeneitá di tinta.

Per avere anche una maggiore consistenza sideve operare su una superficie nuova, compo-sta da intonaco assorbente e granuloso, con laesclusione della superficie a gesso.

Si opera nella seguente maniera:

1) Bagnare abbondantemente la superficiedal giorno precedente con acqua di calce,lasciata preventivamente riposare a lungo.

2) Ribagnare molto i/ mattino, prima di iniziarela tinteggiatura, usando sempre acqua di calce.

3) Stendere uno strato di tinta molto di/uita,servendosi dello spruzzo.

4) Ribagnare con lo spruzzatore la superficiedipinta. Mantenere umida la superficie,

permette alla tinta, prima che asciughi comple-tamente per azione dell'aria, di penetrarenell'intonaco. Inoltre essendo di materiale affineai componenti dell'intonaco si assimi/a con essi,per un processo di cristallizzazione, acquistan-do nel contempo una certa resistenza.

S) Stendere i/ secondo e ultimo strato di lattedi calce servendosi dello spruzzo.

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8.8 Tinteggiatura a calce su vecchie superfici

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La pittura a calce puó essere stesa direttamen-te, previa spazzolatura, su superfici dipinte adaffresco o con pittura minerale. Nel caso invecedi vecchie tinteggiature a secco si deve operarene/la seguente maniera:

1) Scrostare la vecchia pittura, dopo averbagnato abbondantemente, servendosi di unaspatola o di una brusca di acciaio.

2) Spolverare accuratamente la superficie conuna scopa.

3) Neutralizzare la superficie con una mano diacido cloridrico o acido muriatico di/uito conacqua nel rapporto 1:10.

4) Neutralizzare I'acido cloridrico o I'acidomuriatico con una soluzione di a/lume di roccacon acqua nel rapporto 1:5 o 1:6.

5) Eguagliare la superficie servendosi delfrattazzo di acciaio o di plastica dura conrappezzi di malta cosi composta:- 1 parte di calce.- 2 parti di polvere di marmo a grana media.Questo perché la superficie granulosa difendemaggiormente la superficie dagli agenti atmo-sferici.

6) Bagnare abbondantemente la superficie lasera prima di dipingere.

7) Ribagnare i1 mattino prima di dipingere.

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Pittura a calce con colle e leganti

La pittura a calce, come stato spiegato,ha poca resistenza agli agenti atmosferici e alcontatto.Quest'ultimo inconveniente dovuto soprattuttoal fatto che, per iI noto processo fisico-chimicodovuto all'azione dell'aria, la calce diventacarbonato di calcio, che notoriamente pulve-rulento.

Per ovviare a questi inconvenienti, sia dellapulverulenza, sia della poca durevolezza so-prattutto all'azione della acqua piovana inci-dente, si puó:

- Intervenire sulla superficie con soluzioniimpermeabilizzanti od isolanti.

- Aggiungere al latte di calce, che in praticauna boiacca, i seguenti ingredienti:

1) INERTI che hanno la particolarita di non farescrepolare la superficie.

2) COLLANTI O LEGANTI, potenti dellacalce, che riescono ad inglobare; infatti le collesono sostanze di peso molecolare elevato cheagiscono come colloidi protettori. In praticariempiono tutti gli spazi vuoti dell'impasto,avvolgendo le varie particelle della ca:lce etenendole saldamente collegate.

3) OLl/ che vengono usati per renderescorrevole la superficie e facile la tinteggia-tura.

Si possono anche miscelare assieme in oppor-tune quantita tutti gli ingredienti elencati.

8.9

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8.10 GIi inerti nella pittura a calce

Abbiamo spiegato che gli inerti hanno loscopo di non fare screpolare la pittura a calce,che, come si sa, composta da una boiaccadenominata Latte di Calce.GIi inerti che si possono usare nella pittura acalce sono i seguenti:

CARBONATO DI CALCIO e GESSO.

11 Carbonato di Calcio, ricavato dalla frantu-mazione delle rocce calcaree naturali. Lapolvere di marmo da usare per la pittura deveessere finemente macinata e opportunamentelavata.In commercio vi sono vari tipi di carbonato dicalcio che si differenziano per la grana esoprattutto per iI colore, prendendo nomidiversi:

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- Bianco di Spagna

- Bianco di Champagne

- Bianco di Meudon

- Bianco di Bougival

- Biancone

Da analisi eseguite su particelle di intonacosuperficiale e crosta di colore antica di secolisi verificato che, sotto il colore, la crostaformata in massima parte da carbonato dicalcio, che, tra le altre caratteristiche, ha quelladi isolare la coloritura dall'intonaco aumentan-do cosi la resistenza e I'impermeabilitáInoltre iI carbonato di calcio usato in polvereimpalpabile aiuta iI colore a resistere al gelo,alla corrosione dei colori, agli effetti dellaumidita superficiale e agli sbalzi di temperatura.Tenendo conto che la tinta a calce non unamalta e quindi deve essere fluida, per poteressere stesa apennello, la quantita di polvere dimarmo non deve superare iI 40%.

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11 gesso nella pittura a calce

1/ gesso un minerale costituito da so/fato dicalcio biidrato esistente in natura.Dopo cottura viene ridotto in polvere e stempe-rato con acqua.Serve per cementare e stuccare.In relazione al/a temperatura di cottura e al/ediverse manipolazioni, iI gesso assume varinomi con diversi campi di applicazione.

Alcuni gessi trovano impiego nel/a pittura edanche nel/a pittura a calce.Non tutti i gessi usati per la pittura sono, dalpunto di vista chimico, so/fati di calcio biidrato.Alcuni sono commercialmente chiamati gessiperché per I'aspetto, iI colore e la granulometriasono simili al gesso vera e proprio.

I gessi che interessano al/a pittura a calce sono:

- iI Biaccone

- iI Caolino

- la Creta

1/ BIACCONE, da non confondere con la biacca,che non usata perché fortemente tossica,essendo carbonato basico di piombo, prendeanche iI nome di:

Gesso fradicio o marcio

Gesso da doratore

Gesso da falegname

Usato da solo questo gesso non ha nessunacapacita cementante, nel/a pittura a calce sicomporta come una carica.

8.11

131

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8.12 11 gesso e iI caolino nella pittura a calce

11 gesso da falegname o biaccone usato nellapittura a calce soprattutto in clima freddo eumido, nella seguente miscela, che ha lacaratteristica, una volta asciutta, di avere unanotevole resistenza:

100 parti di Calce

30 parti di Biaccone

2 parti di Olio di lino cotto

10 parti di Colla forte

Essendo perció if biaccone, dal punto di vistachimico, un solfato di calcio consigliabifeusarlo per intemi, anche se per I'estemo ifsolfato in parte impermeabilizzato dall'olio esoprattutto dalla colla.

11 CAOL/NO un silicato di alluminio bianco, inpratica un'argilla bianca molto pura, provenien-te dalla decomposizione delle rocce di tipogranitico.

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Usata ben macinata questa argilla possiede unaspiccata plasticita e si impasta benissimo conacqua e calce.

Nella pittura a calce serve come carica peraumentare la bianchezza della tinta e perrenderla piiJ coprente ed in parte piiJ impermea-bife all'acqua.

Con if caolino si ottiene una pittura moltovellutata, ma non molto adesiva, quindi, perchéla calce non spolveri, bisogna aggiungere dellacolla.

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11 gesso nella pittura a calce

LA CRETA

La creta che si usa come carica nella pittura acalce non la creta comune dal colore grigioverde e molto usata dagli scultori, macarbonato di calcio proveniente da giacimenti diconchiglie marine, gusci, ecc. ormai lungamen-te fossilizzati.La roccia frantumata, decantata ed essiccatauna polvere bianca.

In commercio conosciuta col nome di:

8.13

Gesso di Bologna

Gesso di Marcellise (Verona)

Gesso di Parigi

Gesso di Firenze

Per la composizione chimica questi gessi sonomolto simili pur differenziandosi nel colore esoprattutto nella granulometria.Prendono la denominazione commerciale dalluogo di estrazione o dal capoluogo.

Impastata con iI latte di calce la creta ha lacaratteristica di rendere la tinta coprente e

vellutata, non fa peró aumentare iI candoredel bianco.

I bianchi presi in considerazione non possonosostituire completamente la calce, soprattuttoper gli esterni, essendo materiali, che, usati dasoli, danno una tinta facile ad alterarsi perqualunque tipo di umidita, una tinta insommache perde di uniformita a causa di unabagnatura un po' insistente e che, a lungoandare, con facilita essare asportata dallapioggia battente.

133

Page 14: calce

8.14

134

Altri bianchi nella pittura a calce

Oltre ai bianchi descritti, si possono unire alJacalce anche altre cariche, sostanze solide,finemente disperse, che servono per dare alJapittura aspetti parlico/ari, rendendo cosi lasuperficie opaca, velJutata, satinata e luminosa.

Alcune cariche servono anche per aumentare iltono delJa tinta e soprattutto iI potere coprente.

Altre vengono impiegate esclusivamente per iIbasso costo alJo scopo di ottenere pitture aminor prezzo.

I bianchi usati come cariche sono:

BIOSS/DO DI TITANIO.

un colore di uso recente. Tra i bianchi iIstabile e una tinta molto candida. Quandounito alJa calce rende la pittura molto coprentee luminosa.Puó essere usato anche per tinte da usareall'esterno.

L/TOPONE.

una miscela di solfuro di zinco e solfato dibario. un bianco abbastanza stabile chesostituisce al giorno d'oggi la biacca.Serve soprattutto per conservare la purezza deitoni chiari e delicati.abbastanza coprente e puó, con qualche

cautela, essere usato anche al/'esterno.

BlANCO DI BARITE.

un solfato di bario conosciuto anche nell'anti-

un colore poco coprente, serve per renderela superficie opaca. usato solo per interni.

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I

Leganti nella pittura a calce

Abbiamo accennato come i leganti o collantipotenti della calce aerea riescano, se

miscelati int;mamente, ad eliminare iI difettodello spolvero della pittura. Le sostanze legantiche si possono unire alla calce sono:

- LEGANTI PER MALTE:Calce IdraulicaCemento

- COLLE:OrganicheArtificialiSintetiche

I leganti idonei alla malta, alla calce idraulica eal cemento possono essere miscelati con illattedi calce, solo per iI consumo della giornata,nella quantita di:1 Kg. di calce idraulica e/o cemento5 Kg. di calce spenta.La calce idraulica e iI cemento, miscelati con lacalce aerea, rendono la pittura a calce partico-larmente idonea per la tinteggiatura di facciateesterne.Per la cosiddetta imbiancatura opportunousare calce idraulica bianca, quella ricava-ta dalla frantumazione e dalla cottura di roccecalcaree naturali, e di cemento bianco. Per tintenon bianche especialmente per tinte a forteintonazione si possono usare la calce idraulicaed iI cemento di colore grigio, quelliricavati dalla cottura di materiali miscelatiartificialmente. Logicamente la quantita dicalce idraulica e di cemento va usata in piccolepercentuali non solo per evitare iI fenomenodelle cavillature, ma anche per non alterare iItono della tinta finale. Infatti questi legantidonano alla miscela un colore grigio di base.Evidentemente bisogna usare polveri colora tespecifiche dell'affresco.

I , II ' II II

I

8.15

135

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8.16

136

Le colle nella pittura a calce

In genere quasi tutte le colle emulsionabili conI'acqua, sia antiche sia moderne, possonoessere miscelate con la calce.

La colla, opportunamente di/uita con I'acqua,puó soddisfare i/ compito di eliminare i/ difettodella pulverulenza della pittura a calce econtemporaneamente aumentare la resistenzadella pittura.

Si possono anche usare opportune soluzioni dicolla da stendere sulla superficie dipinta.Questa soluzione peró consigliata per I'inter-no e non per I'esterno.

opportunamente si usano le colle peresterni, inglobandole al latte di calce.Infatti le colle sono sostanze di peso molecolareelevato che agiscono come colloidi protettori.

La calce, in pratica, viene protetta dalla colla,quasi fosse un inerte, richiede peró, in questocaso, un consumo notevole per raggiungereproprieta di assoluta resistenza al contatto.

Troppa colla d'altra parte screpola la superficiedell'intonaco. Per questo conveniente aggiun-gere alla miscela di calce e colla delle cariche,

degli inerti non pulverulenti.

Non si puó stabilire con esattezza la quantita dicolla che si usa nella miscela essendo le collediverse per capacita adesive.

In linea generale si puó fissare la quantita dicolla in percentuale vicina al 10% della quantitadi calce.buona regola peró provare di volta in volta la

quantita di colla necessaria.

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Classificazione delle colle nella pittura a calce 8.17

COllE NATURAllricavate dallamacinazione edalla cottura disostanze animali

COllEARTIFICIAL!ricavate dallaCellulosa

COllE SINTETICHEoRESINE SINTETICHEoMATERIE PLASTICHE

ANlMALI- Colla Forte- Colla di Ossa- Colla di Pelle- Colla di Pesce

VEGETALI- Colla di Farina- Colla d'Amido- Colla di Riso- Colla di Fecola

DERIVATIDEL LATTE- Latte bollito- Latte coagulato- Formaggi chiari- Caseina

DERIVATIDELL'UOVO- Colla d'albume- Colla di rossod'uovo

ICARBOSS/METlL-CELLULOSA

IMETILCELLULOSA

RESINEACRILlCHEePOLlVINIL-ACETICHE

0 1

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8.18 Colla forte nella pittura e nella calce

Le colle animali come quelle vegetali sono dinatura proteica quindi basiche, possono benis-simo essere miscelate con la calce con la qualenon interagiscono, essendo anche la calcebasica.Le principali colle animali sono:

COLLA FORTE ricavata dalla mescolanzadelle ossa, dei muscoli delle membrane, deitendini della pelle di alcuni animali come bovini,caprini, cani, conigli ecc.Dopo la macerazione in latte di calce, le partidegli animali, devono essere lavate, quindi fattebollire, si recupera poi la gelatina che si faessiccare e si taglia a pezzi.

I prodotti commerciali si distinguono in due tipi:

- colle forti

138

- gelatina

La colla forte prende iI nome di CollaColla Caravella, Colla di Falegname, CollaQuadrona.I pezzi, di forma di lastra squadrata, sonoopachi o quasi translucidi, di colore variabile dalbruno giallastro al giallo chiaro.

Le gelatine sono ricavate sempre dalle materieanimali sopra elencate, ma durante la lavora-zione vengono assoggettate a trattamenti di:

- depurazione

- sbiancamento

- Si pressano poi in fogli rettangolari sottili,trasparenti, quasi incolori, facilmente solubili inacqua calda e fredda.

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Calle animali nella pittura a calce

COLLA D'OSSA - Si ottiene cosi:

si frantumano le ossa di buoi, cavalli ed altrianimali.

- Le ossa frantumate si fanno bollire in acquain recipienti a pressione.- 11 liquido ottenuto si versa in stampi e siessicca.

In commercio la colla d'ossa venduta in pezzi,omeno colorati, ma per essere adesiva deve

essere usata in grande quantitá Perde peroqualitá in presenza di umiditá

COLLA DI PELLE. Si estrae da tagli di pelle, dapelli di gatto, di coniglio, di lepre, da ritagli dicuoio di guanti ecc. 11 procedimento di fabbrica-zione lo stesso che per la colla d'ossa, ma imateriali devono essere lavati e scelti pereliminare i residui di carne, sangue, peli ecc.quindi immersi in acqua di calce. una collaconosciuta fin dall'antichitá venduta con iInome di colla Lapin, in forme quadrate orettangolari o meno trasparenti secondo iItrattamento usato.

8.19

COLLA DI PESCE O ITTIOCOLLA. Si ricavadalle vesciche natatorie di alcuni pesci. Lapregiata si ricava da alcune specie di storione.Queste vesciche, lavate, disseccate e privatedella pelle estema, formano la colla di pescevenduta in forma di trecce caratteristiche chepossono essere arrotolate senza spaccarsi. Lacolla di pesce, eliminato qualsiasi pigmentoesterno, si presenta trasparentissima edchiamata Gelatina Pura.Messa in acqua fredda e lasciata riposare peralcuni giomi, si ingrossa, non si scioglie elascia I'acqua pulita e pura.Questa colla ha una notevole resistenza all'umi-

139

Page 20: calce

8.20

140

Preparazione delle colle animali

Per preparare una buona soluzione di collaanimale, necessario per prima cosa fargonfiare iI prodotto commerciale, che si presen-ta in forme piiJ o meno squadrate e piiJ o menocolorate o trasparenti a seconda dei processi dipurificazione. Si immerge la stecca di gelatinain un vaso di vetro o di ceramica, (evitare vasidi ferro che potrebbero macchiare la soluzione),con acqua pari a 3:4 volte iI peso della colla. Silascia gonfiare per 10 o 12 ore, a volte perlino48 ore.

La colla non sufficientemente lasciata in acquasi scioglie male e forma dei grumi dannosi.Non si puó fissare, specificatamente per ognicolla, la quantita d'acqua da usare e iI tempo diammollo. Possiamo solo fissare una regolagenerale, che essere peró verificata divolta in volta, notando che maggior quantitad'acqua rende la colla meno adesiva, iI che nonsempre male, e che iI periodo di ammollomaggiore per le gelatine, per le colle piiJdure. Infatti, la gelatina, per essere idonea agliscopi pittorici, dopo 12 ore di ammollo in acquafresca non deve ancora essere sciolta. Se siscioglie, la colla non idonea.

Dopo che la stecca di gelatina si gonfiatasenza spappolarsi, si decanta I'acqua nonassorbita e si riscalda la massa rigonfiata,agitando continuamente fino a soluzione com-pleta.

Non conviene riscaldare a fuoco libero, perchédifficile mantenere la temperatura nei Iimiti

voluti ed evitare cosi la carbonizzazione di partedella colla.

consigliabile riscaldare a bagnomaria,facendo bollire dell'acqua in una pentola emettendo sopra alla pentola un vaso contentela colla gonfiata. In questo modo la temperaturanon sorpassa i 65-70· C.

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Preparazione delle colle animali 8.21

La colla non deve essere mai portata all'ebolli-zione. Si bolle la colla solo nel caso si vogliafar evaporare parte dell'acqua assorbita nellamassa gelatinosa.In questo caso indispensabile mantenere lasoluzione in continua agitazione con un mesto-lo, sollevando spesso un poco di soluzione efacendola ricadere a filo per esporre all'aria unamaggiore superficie evaporante.Dopo aver sciolto la colla, meglio quellagelatinosa che non macchia la pittura, si puóverificarne l'idoneitá, immergendo nella solu-zione una cartina al tornasole, che non devediventare di colore rasso.Le colle animali, cosi come le colle vegetali,lasciate raffreddare si coagulano, percióopportuno mantenerle sempre ad una tempera-tura di 40·-50· C.Anticamente i pittori erano soliti mantenere ivasi di colla a bagnomaria e miscelavano illattedi calce con la colla solo in piccole quantitá contutti gli inconvenienti, non solo di perdita ditempo, ma anche di non uniformitá della tinta.Per grandi superfici peró impiegavano le colleliquide anche a temperatura ambiente, senzariscaldarle di continuo.Vi sono numerosi metodi antichi di preparazionedelle colle liquide a freddo; la nota quellabasata sull'azione solubilizzante della calcesulla colla e- Si stemperano 65 parti di calce forte; ma puóessere usata anche calce viva in 27 parti diacqua.- Si aggiunge poi la calce stemperata allasoluzione di colla, preparata nel modousuale.- Si porta iI miscuglio all'ebollizione e vi simantiene per almeno 1 ora.La soluzione ottenuta viene poi allungata conacqua per raggiungere l'idonea densitá

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8.22

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Additivi nelle colle animali

Le colle animalí, cosi come le colle vegetalí,sono colle proteiche, quindi facili ad alterarsi,siano esse allo stato líquido o allo statonormale.

L'alterazione porta rapidamente alla formazio-ne di muffe e batteri, e conseguentemente alladiminuzione delle proprieta adesive.

In questo caso la superficie tinteggiata simacchia e si altera con conseguenze nonreversibilí. necessario perció assicurare laconservazione nel tempo di queste colle addi-zionando ad esse delle appropriate sostanzeantisettiche, che, nella maggior parte dei casi,servono anche a non far coagulare la soluzionedi colla.Volutamente tralasciamo glí additivi modernicome:

Fenolo

Eugenolo

Betanaftolo

Aldeide formica

Infatti non sappiamo se hanno delle controindi-cazioni nella pittura a calce.Citiamo solamente glí additivi che erano usatianticamente:

Acido Acetico (glí antichi usavano aceto biancopuro)

Acido Citrico (glí antichi usavano iIlímone)

I Bisolfiti

Acido Borico o BoraceAcido Salícilico

Questi due ultimi acidi vengono usati anche perla conservazione deglí alímenti.I vasi di colla devono essere ben tappati enaturalmente riparati dall'aria.

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Additivi delle colle animali

Vogliamo citare altri additivi che, oltre amantenere liquide le colle animali, servonoanche ad aumentare le qualítá delle colle.

Prima pero riteniamo utíle fare alcune conside-razioni sull'uso di materíali "moderni" nellepítture a calce e in generale nelle tecnicheantiche.

I materiali moderni possono essere miscelatialla calce purché non snaturino le caratteristi-che specifiche della píttura a calce, che sonoessenzialmente quelle della lucentezza e dellatrasparenza.

Per esempio, /'uso di soluzioni sílíconiche oresine plastiche nella píttura a calce eliminasicuramente i difetti della píttura, cioé la pocaresistenza all'azione dell'acqua e al contatto,ma nel contempo snatura la caratteristicaspecifica della píttura a calce, formando unapíttura completamente diversa, che non rispon-de minimamente ai semplici concetti direstauro.

Percio /'uso di questi materiali "moderni" vapreso in considerazione sempre con una certacautela dopo contínue sperimentazioni ed even-tualmente in piccole Fra i materiali chesi possono prendere in considerazione citiamo/'ALLUME DI ROCCA che un sale di saporeastringente, trasparente, poco solubíle cherende la colla meno sensibíle all'umidítá e nelcontempo dona forza e luminositá alle tinte.Le RESINE POLlVINlLACETlCHE, íI cui prodottocommerciale íI VINA VIL, da tutti conosciuto,hanno la essendo deriva te da/-/'acido acetico, di mantenere le colle animaliliquide a temperatura ambiente.Le altre caratteristiche di queste resine sarannoíIIustrate quando parleremo dell'Acetato diPoliviníle.

8.23

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8.24

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Colle vegetali

Le colle vegetali sono essenzialmente a basedi glutine. Sono meno adesive delle colleanimali, ma non per questo meno idonee. Infattimolto spesso le colle troppo ricche fannoscrepolare la tinta.Le colle vegetali sono consigliate soprattuttoper gli interni, perché temono I'umidita, equando si usano come inerti i cosidetti gessi.Le piiJ importanti sono:Colla di FarinaColla di AmidoColla di RisoColla di Fecola

La COLLA DI FARINA largamente conosciuta.La farina in polvere si ricava dalla macinazionedei cereali.La farina piiJ resistente quella di sega/a.La colla si prepara nel seguente modo:

1) Si mette della farina in un vaso e si aggiungeI'acqua a poco a poco, continuando amiscelarefinché si sciolta completamente. Non devonoesserci grumi.

2) Si mette l'impasto a bagnomaria continuan-do a mescolare fino ad ottenere la densitavoluta. In genere i/ segnale dell'avvenutacottura dato dal diffondersi di un odore piiJintenso.

Un altro modo di preparare la colla di farina:

1) Si fa bollire a parte dell'acqua.2) Si versa, quando bollente, della farinadi/uita, preparata a parte in acqua fredda.

3) Si continua a mescolare fino all'inizio dellabollitura.

Per conservare la colla di farina si aggiungedell'allume o, quando ancora tiepida, un po'di trementina, circa i/ 5%, sempre mescolando.

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Colle vegetali

COLLA DI AMIDa. L'amido si ricava dal grano eda altri farinacei, si presenta in forma di polverebianca granulata. La colla di amido si preparain modo analogo alla colla di farina. L'amido apeso uguale dell'acqua deve essere primamiscelato a freddo e poi fatto bo/lire. Cosi siottiene una colla trasparente. Si puo benissimodi/uire, secondo i casi, con acqua sia fredda siacalda. La colla cosi ottenuta molto resistente,non teme né i/ caldo né i/ freddo.Mescolata assieme alla calce e ad un po' di oliodi lino una pittura di notevole resistenzaall'umidita atmosferica e perlino alla pioggia.Dona altresi alla tinta un aspetto fresco,brillante e perlino di lucido rasato, si strofinauniformemente con uno straccio. \

8.25

COLLA DI RISO. Presenta molte qualita similialla colla di amido, ad eccezione della resisten-za che sempre minore. La colla di riso siottiene operando nella stessa maniera dellacolla di farina, usando la farina di riso che sitrova in commercio. La soluzione di acqua efarina di riso, sciolta dapprima a freddo, devebollire per un minuto. Si ottiene una discretacolla anche con i chicchi di riso stracotti perlunga ebollizione, in piccole quantita di acqua,continuando a miscelare.

COLLA DI FECOLA. ricavata dalla farina dipatate. Si ottiene operando nella stessa manie-ra delle colle vegetali. Ha le stesse prerogativedella colla di amido, tanto che spesse volte ledue colle sono confuse fra di loro. Pero la colladi fecola col tempo perde un po' della suaresistenza. Queste due colle possono esserefaci/mente trovate in commercio, e possonoessere adoperate senza speciale preparazione,devono essere solamente di/uite con acquafredda o calda.

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Cansideraziani sulle calle vegetali

Le colle vegetali non devono essere troppodense, perché in questo caso, mischiate colcolore sono troppo adesive e possono causarela screpolatura delle tinte. Tutte le collevegetali, ma principalmente la colla di amido edi fecola ed in misura minore la colla di riso edi farina, possono, come volte detto, esseremiscelate alla calce.

Queste colle concorrono ad eliminare i difettidella calce, in particolare la poca resistenza alcontatto, ed in piccola parte contribuiscono adaumentare la resistenza all'umiditá

Queste colle, stese su una superficie dipintaa calce e ben essiccata, con una o mani disoluzione, in cui esse siano di/uite con abba-stanza acqua, possono eliminare i/ difetto dellapoca resistenza al contatto.

consigliabile usare questo metodo solo ininterni e per tinteggiature con colori non moltoforti, non in presenza di umiditá e non suintonaci troppo lisci.

Questo perché si potrebbero manifestareseguenti inconvenienti:

1) La superficie con intonazione di coloretroppo accesa, apparirebbe dopo la mano dicolla, macchiata.

2) Potrebbe verificarsi lo scrostamento, perchéuna soluzione troppo adesiva stacca la tinta.

3) Su superfici troppo lisce la mano di colla nonpenetra nel manufatto e resta tutta in superficiecausando la screpolatura della tinta.

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Derivati del latte

/llatte di mucca e i suoi derivati furono usati findall'antichita come co/le vere e proprie./1 latte puó essere impastato benissimo con lacalce ne/le seguenti proporzioni:

1 Kg. di calce in polvere

5 litri di latte

Puó essere anche usato da solo o misto a co/le,stendendolo con un penne/lo su una superficie

dipinta a calce per iI fissaggio de/la polvere.In questo caso, non solo fissa la polvere, maanche efficace per indurire ed aumentare laresistenza de/lo strato di calce.

8.27

/llatte abbastanza alterabile nel tempo, perciódeve essere mescolato con additivi particolari,come piccole dosi di:

Acido Salicilico

Silicato di Potassa

In pratica, bisogna ottenere con vari metodi unlatte a lunga conservazione, come quelli vendutiin commercio. /llatte da usare per scopi pittoricideve essere bollito e privo de/le parti grasse.Questo per non macchiare la superficie dipintae donare maggiore uniformita a/la tinta./1 grasso sempre dannoso perché I'ossigenolo ossida alterando cosi iI tono de/la tinta.I derivati dellatte, come lo Jogurt ed i formaggichiari, possono essere impastati con la calce.Se stemperati ben bene danno risultati analoghia quelli de/la caseina.

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8.28

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La caseina

La CASEINA si ottiene dal/a coagulazionenaturale dellatte, modernamente si produce conprocedimenti chimici e viene venduta in polvere.La polvere di caseina si bagna con acqua e si'ottiene cosi una poltiglia gonfia come iI lievito.Questa poltiglia si diluisce con illatte di calce.La caseina al/o stato naturale si ottiene con variprocedimenti, tra i quali ne citiamo uno collatte:

1) Si fa bollire iI latte e si filtra.2) Si aggiunge un po' di aceto.

3) La caseina precipita e va in fondo sottoforma di una massa fioccosa bianca che vieneraccolta sopra un setaccio a trama molto fine.4) Si lava energicamente a riprese lacaseina.

5) Si fa seccare.

Un altro metodo per ottenere la caseina iIseguente:

1) Si fa bollire nell'acqua un po' di aceto biancocon un formaggio bianco.

2) Si lascia raffreddare.

3) La caseina precipita e viene raccolta insetaccio come spiegato.

Un altro metodo ancora iI seguente:

1) Mettere in un fazzoletto di lino un etto diformaggio bianco.

2) Sbriciolare iI formaggio avvolto nel fazzolet-to in acqua calda per far uscire la parteacquosa.

3) Stendere questo formaggio sopra una cartaassorbente e lasciarlo essiccare naturalmente.La caseina cosi ottenuta deve essere di 12 gr.per i 100 gr. di formaggio impiegato.

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La caseína nella píttura a calce

La polvere dí caseína acquístata ín negozío ofabbrícata ín proprío, come detto, puóessere míscelata al latte dí calce.

Per ottenere la míscelazíone convíene prímascíoglíere la caseína ín acqua con alcune goccedí aceto puro o límone, meglío I'acído acetícoche serve anche per tenere ín effícíenza lacaseína per 3 o 4 gíorní.

consíglíabíle mescolare la caseína anche conuna emulsíone dí olío dí líno cotto e acqua ínproporzíoní dí 2 partí dí caseína e 1 parte díemulsíone oppure scíoglíere nell'ímpasto dal 4al 7% dí borace.

Dopo aver scíolto la caseína ín acqua, agítandoa lungo, sí aggíunge la calce spenta perottenere íllatte dí calce. L'ímpasto deve esserelascíato ríposare per qualche tempo príma díessere usato.

La quantíta dí caseína círca íI 10% dí que/lade/la calce. Sí ottíene un ímpasto moltoresístente all'umídíta, che derívato dal fattoche la caseína díscíoglíendosí come caseínatodí sodío reagísce con /'ídrossído dí calcío. Síottíene cosí un caseínato dí calcío dí buonepropríeta ídrofughe.

Normalmente I'ímpasto cosi composto:

1/2 Kg. dí Caseína

20 lítri di Latte di Calce che deve esserelascíato ríposare per qualche tempo.

Questo ímpasto una tínta sempre densa evíschíosa che deve essere stesa sempre colpenne/lo, maí con la pompa írroratríce.

Aumentando la dose dí caseína, non troppoperó perché potrebbe screpolare, sí ottíene unatínta lavabíle, con colorí bríllantí, ma che nonpuó essere rítoccata. La tínta molto durevole.

8.29

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8.30

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La caseína nella píttura a calce

Come spiegato, la tinta al/a caseinasempre densa e vischiosa e necessita di unospeciale procedimento di spalmatura chesempre a mano e mai amacchina. Si puó ancheimpermeabilizzare una superficie dipinta acalce, stendendo una miscela composta da:

2 parti di calce spenta

8 parti di caseina

90 parti di acqua

Nel caso si voglia dipingere con colori al/acaseina iI ciclo di pitturazione iI seguente:

1) Pulire accuratamente la superficie con unascopa di saggina.

2) Se I'intonaco prevalentemente di calce,neutralizzare le eventuali parti in gesso unostrato di f/uosilicato di potassa a 10 o a 20

3) Lavare abbondantemente la superficie.

4) Preparare iI sottofondo con una sola mano dilatte di calce.

5) Stendere la prima mano di tinta di calce al/acaseina.

6) Levigare la superficie con pietra pomice.Questa operazione consigliata soprattutto perI'interno.

7) Stendere la seconda mano di tinta di calceal/a caseina, ricordando che i pennelli usatinel/a tinteggiatura devono essere lava ti spes-sissimo, perché non si deteriorino subito.

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Colla d'uovo

L'uovo, oltre che dal guscio, iI quale non serveassolutamente come collante (eventualmentedal guscio d'uovo si ricavare un particolarcolore bianco), composto dal tuorlo e dall'al-bume.Queste due parti o da sole o miste assiemeservono come collanti nella pittura.

Chimicamente nel rosso d'uovo troviamo:

Caseina

Olio d'uovo

Zolfo

Alcool ecc.

8.31

Nel bianco d'uovo troviamo:

Albumina

Tutte le sostanze sopra descritte hanno poterecollante, tantoché fin dall'antichitá le colled'uovo sono state molto usate.L'uovo stato lungamente preferito alle altrecolle, soprattutto nella pittura a tempera,perché in genere tutte le colle d'uovo presenta-no una buona resistenza agli agenti atmosfericie all'umidita.

L'uovo benissimo essere unito con la calceperché I'uovo basico come la calce, percióchimicamente non vi sono reazioni anomale.

L'unico inconveniente riguarda I'eventuale cot-tura dell'albume con una calce troppo caustica.

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8.32 Rosso d'uovo

La colla di rosso d'uovo generalmente usataper lavori molto fini, principalmente se devonoessere eseguiti all'esterno.

La colla di rosso d'uovo stata generalmenteusata soprattutto nella tempera ed ha avuto iIfavore di tutti i pittori fino al Rinascimento,prima dell'uso dei colori ad olio. Infatti la tintaa rosso d'uovo senza dubbio la solida edha una bellezza incomparabile alle altre tinte abase di colla.

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11 rosso d'uovo non stato molto usato nellaantichitá miscelato con la calce, soprattutto perragioni economiche, anche se nelle vecchiericette si raccomanda tutte le tinte a colla,anche quelle di rosso d'uovo, debbano contene-re un po' di calce, perché la calce serve asgrassare ed anche a favorire I'adesione. Adogni modo le tinte a colla d'uovo, fino dallaantichitá si sono molto complica te in innumere-voli metodi, dando luogo a pitture murali chefurono talvolta scambiate per pittura a fresco.

In linea generale anche per iI rosso d'uovo nellapittura a calce possiamo dire che iI quantitativonon deve superare iI 10% di quello della calce,perché altrimenti la tinta diventerebbe troppoadesiva e tenderebbe a screpolare. Inoltre iIrosso d'uovo asciuga presto e questo serve acompensare la presa lenta della calce.

11 rosso d'uovo deve essere privo dell'albume.

11 Cennini dice di prendere in mano iI tuorlod'uovo, pungerlo con un ago e lasciare colareiI rosso in modo che non vi sia goccia di albume,né pellicola. Raccomanda poi di servirsi di rossid'uovo pallidi perché quelli troppo aranciatidanno un tono leggermente caldo, tendenteal rosso per i bianchi ed al verdognolo per gliazzurri, specialmente per I'oltremare.

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Rosso d'uovo

Per gli inconvenienti prima descritti conviene,soprattutto per le imbiancature, miscelare al/acalce e al carbonato di calcio Bianco Titanioo Litopone che hanno un buon potere coprente.GIi antichi consigliavano di agitare iI rossod'uovo prima nell'alcool e poi di espor/o, in unvaso chiuso, al/a luce finché perdesse iI colore.

Giorgio De Chirico nel suo Piccolo Trattato diTecnica Pittorica descrive un altro metodo perricavare iI rosso d'uovo: suggerisce di passare iItuorlo da una del guscio all'altra, perliberarlo dall'albume e poi di forare tuorlo eguscio con uno spil/o e lasciar colare iI rassoin un recipiente.

rendere imputrescibile /'uovo si possonousare in opportune quantita i seguenti additivi:

Acido Fenico

Formalina

Borace

Acido Salicilico

Alcool

Acido Acetico

Acido Ossalico

Per rendere meno essiccante la tinta al rossod'uovo si possono miscelare:

Alcool

Acido Acetico

Olio

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8.34

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Rosso d'uovo

Anticamente si usava aggiungere al/'uovo dellatte di fico. 11 Cennini precisa che un murobisogna usare rosso d'uovo sciolto in unbicchierino d'acqua e latte di fico», ricordainoltre che iI miscuglio, miscelato con i coloristemperati in acqua, serve per ritoccare gliaffreschi:

In pratica illatte di fico una specie di cautciue Plinio osservava che "tiene della naturadel/'aceto perché rappiglia iI latte».Oltre allatte di fico nel Medio Evo per renderemeno essiccante la tinta a rosso d'uovo siusavano:

11 vino bianco per i toni chiari

11 vino rosso per i toni scuri

La birra

La bava di lumaca

11 latte di fico pero era preferito.

Se si vuole conservare per un paio di mesi/'uovo, si opera nel seguente modo:

1) Si separa iI tuorlo dal/'albume.

2) Si sbatte iI rosso con uguale quantitativo diuna soluzione satura di gomma arabica eacqua.

3) Si versa la miscela in strati sottili in piatti esi lascia essiccare al sole riparata dalla polvereda coperchi di vetro.

4) Si raccoglie la composizione essiccata invasi di cristallo con coperchi di sughero.

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Chiara d'uovo o albume

La chiara d'uovo un'ottima sostanza utilissimaper la pittura anche se meno adesiva del rossod'uovo.

L'uso dell'albume d'uovo fu tenuto in grandeconsiderazione degli antichi e Plinio nel suotrattato lo raccomanda moltissimo.

Infatti I'albume d'uovo ha proprieta adesive,dona trasparenza al/e tinte, serve inoltre perrendere impermeabile la superficie dipinta, chepuó essere anche lucidata.

La tinta con albume d'uovo, se passata col ferroda stiro caldo, solidifica in maniera tale che sipuó lavare iI dipinto senza alcun danno.

La chiara d'uovo deve essere sbattuta elasciata riposare per 12 ore.La spuma viene poi tolta ed iI liquido rimastoquel/o che serve per la pittura.

l/liquido cosi ricavato, diluito col 50% di acqua,serve per verniciare e impermeabilizzare lapittura a calce.

L'albume deve essere steso in strati sottili,perché se steso in grossi spessori screpola.

Come agente conservante si usa alcool oborace, si puó usare anche acido acetico, main questo caso in piccole quantita, perchépotrebbe cuocere I'albume.

Se I'albume deve essere impastato con la calce,questa deve essere spenta da lungo tempo,perché altrimenti cuoce I'albume.

8.35

155

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8.36

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Chiara e rosso d'uovo

L'uovo intero, composto da tuorlo e albumefu molto usato anticamente per le pitture murali.

Bisogna precisare pero, che per ottenere unabuona pittura consigliabile non usare I'uovointero, ricavato cosi dal guscio, mapreparare iI rosso d'uovo come descritto prece-dentemente aggiungendovi poi illiquido rimastosul fondo del recipiente, dove I'albume statoaccuratamente sbattuto.

La miscela di tuorlo ed albume infatti riunisceassieme le caratteristiche specifiche di entram-bi i componenti.

Bisogna pero tener conto che I'albume aumentala trasparenza del colore ma diminuisce lapotenza.Inoltre I'albume, misto ad una calce troppoforte, puo cuocersi, perdendo le sue qualitaadesive.

Se usata con precauzione, la col/a d'uovo mistaal/a calce una tinta molto resistente al/aumidita, con colori stabili e trasparenti.

Cercare di usare un uovo artificiale comedescrive iI VIBERT nel/a «SCIENZA DELLAPITTURA" alquanto difficile.

Infatti dopo lunghe analisi Vibert credette cheper ottenere artificialmente una sostanza ugua-le all'uovo bastasse addizionare:caseina, olio d'uovo, alcool ed albumina.Ma purtroppo i risultati da lui ottenuti non siavvicinano nemmeno lontanamente a quelli chesi ottengono con I'uovo naturale.

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Colle artificiali

Le colle artificialí, che interessano alla pittura acalce, sono glí Eteri di Cellulosa che sonoottenuti dalla reazione di un alcale con glíossidrili contenuti nella cellulosa stessa.Tra questi eteri di cellulosa quelli che interessa-no la pittura sono quelli solubilí in acqua eprecisamente:

8.37

Meti/cellulosa

Carbossimetilcellulosa

La METILCELLULOSA si presenta sotto I'aspet-to di polvere o granuli bianchi i quali rigonfianoin acqua bollente e passano in soluzione colraffreddamento.Molti prodotti speciali venduti in commercio convarie denominazioni commerciali, come colla datappezziere, sono solubili direttamente in acquafredda e possono venire impiegati dopo solo20-30 minuti dalla preparazione ottenuta conuna energica agitazione.Fra le numerose in commercio opportunoscegliere quelle a bassa e media vischiosita, inmodo da ottenere soluzioni ad alto contenuto dimetilcellulosa e nello stesso tempo tluide.Piccole percentuali di meti/cellulosa di/uite nellatte di calce sono sufficienti per ottenere unatinta ben legata e lavorabi/e, che puó prestarsi,dopo essiccazione, ad essere lucidata.

La meti/cellulosa puó sostituire degnamente lecolle animalí, col vantaggio di poter essereusata a freddo senza problemi di coagulamento.La metilcellulosa ha inoltre un elevatissimopotere emulsionante e stabilizzante per olii,vernici, cere, colle ecc. che possono essereintrodotte assieme nella pittura a calce e venireuniformemente disperse ottenendo cosi di mi-gliorare sensibi/mente la resistenza della pittu-ra all'acqua e all'umiditá

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Page 38: calce

8.38

LA NON COLA.!!!

Colle artificiali

La metilcel/ulosa ha inoltre la funzione dievitare la sedimentazione nel barattolo, lacolatura del/a pittura lungo le pareti verticali edi inglobare meglio le cariche tipo carbonato dicalcio, gessi, caolino ecc. e i pigmenti colorati.La metilcel/ulosa ha inoltre la caratteristica dipoter essere miscelata assieme al/e col/eanimali e al/e resine sintetiche, tipo le resinepolivinilacetiche, senza nessuna azione anoma-la anzi contribuendo a migliorare le caratteristi-che di ciascuna di esse.

La CARBOSSIMETILCELLULOSA si aVVlcma,sotto molti aspetti, al/e caratteristiche descrittedel/a metilcel/ulosa e si puó quindi impiegare inmodo analogo aquesta nel/a pittura a calce.Le diversitá principali rispetto al/a metilcel/ulo-sa si hanno nel/a maggior solubilitá in acquacalda e fredda.Inoltre sono:

schiumose

stabilizzanti

[' SOLIiBILE

CALDA,

AcQtJA fRE

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Meno emulsionanti

La carbossimetilcel/ulosa compatibile con lacalce, con le emulsioni polivinilacetiche, conI'amido, con la caseina, con le varie col/eanimali, con iI silicato di sodio e con la stessametilcel/ulosa.Le soluzioni di carbossimetilcel/ulosa, nel/aproporzione di una parte ogni 20-25 parti diacqua, possono servire come strati impermea-bilizzanti ed isolanti.La C.M.C., come la M.C., conferisce al/a pitturain genere ed a quel/a a calce in particolare,resistenza al/o sfregamento, ravviva i toni edassicura in genere migliori risultati per quantoriguarda la stabilitá del/e tinte.

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Resine sintetiche

Fra le resine sintetiche che interessano lapittura a calce le importanti sono le RESI-NE POL/VIN/LACETICHE o ACETATO DI POL/-VIN/LE.

Queste resine sono ottenute dalla polimerizza-zione dell'acetato di vinile, che ricavato dallasintesi dell'acetilene e dell'acido acetico con/'ausilio di speciali catalizzatori.GIi acetati di polivinile appartengono allacategoria delle resine termoplastiche,quelle che fondono all'azione del calore per poiritornare allo stato primitivo al cessare del-/'azione calorifica.GIi acetati di polivinile noti sono quelli chesi presentano sotto forma di una emulsione cheha un aspetto simile al latte di cautciiJ e cheviene impiegata tale e quale o dopo unprocedimento di plastificazione.In genere I'impiego delle resine polivinilaceti-che nella pittura a calce puó avvenire in duemodi distinti:

1) Incorporando la resina alla calce durante lapreparazione della tinta.

2) Impregnando la superficie dipinta conun'appropriata soluzione di resine.

8.39

Nel caso si voglia impermeabilizzare unasuperficie dipinta a calce con una soluzionedi resine di acetato di P. V. si deve ricordare chele soluzioni acquose sono quelle cheservono maggiormente allo scopo.

Infatti la soluzione acquosa penetra inmaggiorprofondita nel manufatto, meglio di unasoluzione ricca di resine che crea inveceuno strato isolante.

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Page 40: calce

8.40

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Resine polivinilacetiche

Ouando si vuole impermeabilizzare una superfi-cie dipinta si puó fissare questa buonaregola:

piiJ conveniente dare piiJ mani di soluzione diacetato di polivinile molto allungata con acquanel rapporto 1:10, piuttosto che una mano solaricca di acetato.Oueste mani di soluzione vanno stese una dopoI'altra mentre iI primo strato non ancora deltutto asciutto per ottenere una idonea penetra-zione nello strato dipinto.

Si lascia essiccare lungamente all'aria, ancheper completare la totale polimerizzazione dellaresina vinilica.

Le soluzioni di resina polivinilacetica, oltre cheper risolvere iI problema dell'impermeabilizza-zione, vengono impiegate anche per aumentarela resistenza meccanica e la durezza superfi-ciale dello strato dipinto.

Se si vuole incorporare la resina nel latte dicalce si opera nella seguente maniera:

- Si diluisce la resina di Acetato di Polivinilecon iI 50% di acqua e si agita poi piiJ volteenergicamente per ottenere una omogeneasoluzione.

- Si miscela successivamente con iI latte dicalce mescolando bene.

La quantita di resina da emulsionare con illattedi calce non deve superare iI 10%.Con quantita maggiori si ottiene una superficiepiiJ resistente, ma non trasparente, che snatura,da un punto di vista visivo, la tinta a calce.

Page 41: calce

8.41Resine polivinilacetiche

opportuno usare piccole quantita di resina,aggiungendo del/e sostanze additive le quali,oltre ad abbassare iI prezzo, concorrono amigliorare le caratteristiche finali del/a pittura.

r -------------------------Tra queste sostanze che si amalgamano sia conle resine polivinilacetiche sia con la calcepossiamo elencare:

- le col/e animali- le col/e vegetali- i derivati del latte- la carbossimetilcel/ulosa- la metilcel/ulosa- in parte i derivati de/l'uovo.

Le emulsioni di acetato di polivinile in unioneal/e col/e naturali agiscono su queste nel/aseguente maniera:

- migliorano sensibilmente I'efficacia col/anteed agglomerante. Inoltre prolungano enorme-mente la durata de/l'azione col/ante.

- impediscono la rapida coagulazione e gelati-nizzazione, essendo I'acetato derivato da/l'aci-do acetico.

- aumentano sensibilmente la resistenza al/aumidita.

Le col/e naturali normalmente devono esseremantenute a 40'-50'C, perché raffreddandosisi solidificano. Con I'impiego del/e resinepolivinilacetiche intomo al 15/20% del/a solu-zione di col/a, questa puó essere adoperataanche a freddo, con grande facilita di impiego.

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Page 42: calce

8.42 Resine polivinilacetiche

Inoltre per conferire maggiore impermeabilitaalla tinta si possono unire alle emulsionipolivinilacetiche dei sali o delle sostanzeinsolubilizzanti che agiscono sulla resina au-mentando la resistenza agli agenti atmosferici.Queste sostanze vanno aggiunte in piccolepercentuali, tali da non provocare la rotturadelle dispersioni.

Fra questi sali che possono servire per la pitturaa calce iI usato I'Allume di Rocca.

Un aspetto importante dell'impiego di sostanzemodificanti come le resine polivinilacetiche inemulsione la reversibilita.

le resine polivinilacetiche possono essereimpiegate a loro volta per modificare le sostan-ze usate prima come modificanti delle resine.

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Un esempio ci viene dato dalle colle vegetali edalle colle animali che possono essere impiega-te come sostanze addensanti, capaci di abbas-sare iI costo dell'emulsione e di adattarla aparticolari esigenze esecutive. Quando invecesono usate come colle, I'aggiunta della resinasintetica in emulsione migliora la loro adesivita,resistenza e f1essibilita. Tantoché una tinta acolla naturale integrata con resina difficilmentesi screpola.Pertanto, anche nella pittura a calce, iI concettoessenziale dell'uso delle sostanze adesivedovrebbe essere quello di usare delle collenaturali e delle emulsioni polivinilacetiche, inmaniera che la loro unione porti ad unacompensazione delle relative manchevolezze,senza snaturare la trasparenza, prerogativadella pittura a calce.

Page 43: calce

Conclusioni sulle colle nella pittura a calce

Concludendo I'argomento delle colle applicabilialla pittura a calce, dobbiamo ricordare che lecolle non devono normalmente superare i/10%della quantita di calce.

8.43

11 quantitativo esatto da miscelare con la calcedeve essere verificato di volta in volta secondoche l'intonaco sia o meno assorbente.

Pertanto una colla mista, che puó eliminare idifetti della tinta a calce, la poca resistenzaall'acqua e all'umidita ed al contatto, puóessere questa:

Colla di pesce

Metilcellulosa

Resine Polivini/acetiche

5% della calce

3% della calce

2% della calce

La somma delle varie colle, come si vede nonsupera i/ 10% della calce, nella stagione freddaed umida peró opportuno aumentare propor-zionalmente le dosi.

Se si vuole aumentare la resistenza all'umiditasi puó sciogliere nell'emulsione 1% di Allumedi Rocca.

Questa colla va miscelata energicamente con i/5% di acqua e miscelata poi con i/latte di calcecontenente i/ 40% di carbonato di calcio perI'esterno ed altri bianchi, denominati gessi, perI'interno. 11 carbonato di calcio ha lo scopo direndere meno geliva la calce, di far corroderemeno i colori e di aumentare la resistenzaall'azione dell'umidita della superficie e delclima.

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Page 44: calce

8.44 Olío nella pittura a calce

L'olio un prodotto liquido di varia natura,untuoso, vischioso ed insolubile in acqua.

GIi om usati nel/a tecnica pittorica sono gliolii siccativi o fissi e gli om essenziali o volatili.Approfondiremo I'argomento quando trat-tata specificatamente la pittura a olio.

Per la pittura a calce gli om che possono serviresono gli om siccativi o fissi, quelli chefanno parte del/e materie grasse, e di cuiappunto le sostanze grasse costituiscono labase principale.

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Questi om hanno la proprieta di assorbireI'ossigeno ed applicati sopra una superficie sitrasformano, in tempo o meno lungo, in unostrato solido ed elastico.

Abbiamo volte accennato che i Greci e iRomani usavano bagnare l'intonaco ancorafresco con emulsioni varie di olio, per avere unasuperficie solida sul/a quale poi dipingevanocon la tecnica a fresco.Anche al/a fine del 'lOO e agli inizi dell'BOOfurono usati i cosiddetti "Mastici a olio» o"Cementi oleosi» incorporando nel/e malteopportune quantita d'olio.

I cosiddetti om Fissi importanti che vengonousati nel/a pittura a calce, sono:

Olio di lino

Olio di papavero

Olio di noce

Olio di oliva, anche se in minor misura.

Page 45: calce

8.45

I III I

L'olio peró. usato in grande quantita. puó anchetogliere alla calce le sue capacita adesive.essendo questa impegnata a compiere la sua

sgrassante sull'olio. con la conseguenzauna tinta di molto minore durata e di poca

resistenza al contatto.

L'olio trasferisce alla tinta a calce le seguenticaratteristiche:

L'uso dell'olio va fatto sempre con una certaprecauzione per evitare possibili screpolaturedella tinta. massimamente se bisogna dareulteriori mani di tinta a colla. perché uno stratodi tinta con troppo olio crea una pellicolaisolante sulla quale la colla non aderisce.Se ció si verificasse. per eliminare I'azionerepulsiva dell'olio. soprattutto dell'olio di oliva.(I'olio di lino attecchisce sempre) si opera nelseguente modo:

1) Si stende sopra allo strato troppo oleoso unamano composta di acqua caldissima mista acolla al 10% e a pochissimo gesso. che serveper accelerare la presa.

2) Si ricorre ad una mano di acqua ragia osurrogati. misti a pasta di calce di/uita conacqua di colla e gesso.3) Si stende uno strato di alcool denaturatodi/uito con acqua. si puó anche miscelareI'alcool con la tinta a colla preparata.

- rende phi scorrevole la superficie per glistrati successivi.

- rende uniforme la tinta

- rende sollecito i/lavoro. risparmiando unamano su treo

- rende sottili gli strati con la conseguenzadi minor pericolo di screpolature.

Olio nella pittura a calce

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Page 46: calce

8.46 Olio nella pittura a calce

L'olio viene miscelato al/a tinta a calce quandosi deve dipingere su una superficie vecchia omista, composta da intonaco vecchio enuovo o da intonaco costituito da rappezzi dimalta con leganti diversi.

Normalmente si stemperano circa 200 gr di olioper ogni 15 Kg. di calce in pasta. Ouindi iIrapporto di 1,3% di olio, al massimo si puóarrivare al 2% di olio.

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Si deve agitare, mescolando continuamente edenergicamente, perché I'olio tende a gal/eggia-re sopra I'acqua del/'impasto, essendo di pesospecifico minore.

Non si puó fissare un quantitativo esatto di olioda usare per ogni occasione, perché questodipende da molteplici fattori:

- GRADO DI ASSORBIMENTO che ha la paretesu cui si deve dipingere, assorbimento chedipende a sua vo/ta da:

- superficie o meno vecchia vecchiaassorbente).

- superficie composta da malta con omenosabbia (con sabbia la superficieassorbente).

- CLIMA. Infatti la tinta su superficie esposta alvento e al sole asciuga prima.

- OUALlTA DELLA CALCE. la calce fortee sopporta I'olio.

L'olio viene quindi miscelato al/a calce eal/'acqua soprattutto per dare scorrevolezzaal/a tinta e per risparmiare una mano su treo

Page 47: calce

8.47Olio neNa pittura a calce

L'olio che maggiori garanzie Folio di lino.ricavato dai frutti di una pianta erbacea

(Linum Usitatissimum) originaria dell'Asia, macoltivata in Italia. I semi di questi frutti conten-gono iI 22% di olio. Secondo due distintiprocessi di lavorazione abbiamo due tipi di oliodi lino:

- Olio di Lino Crudo

- Olio di Lino Cotto

OLIO DI LINO CRUDO. di colore gial/ognolochiaro. Viene chiarificato e purificato con mezzinaturali esponendo Folio per lungo tempo alsole. L'olio di lino crudo, pur essendo di coloregial/ognolo, non inf/uisce con iI suo colorenemmeno sui bianchi. Le particolari proprietagrasse di quest'olio lo rendono il indicatonella macinazione dei colori ed inoltre solidifi-candosi offre una grande resistenza agli agentiatmosferici.

OLIO DI LINO corro. Differisce da quel/ocrudo per iI colore assai scuro. Si presentaperfettamente liquido, di odore forte ed amaris-simo al gusto. Ha un potere essiccativo assaipronunciato, tanto da essere consigliato nellapittura a calce in clima umido e freddo. Deveessere scevro da ogni altro olio, tol/erata solouna bassissima percentuale di resinato.Disteso in strato sottile su lastra di vetroessicca in 24 ore.Per ragioni di economia, dato che con poco siottiene molto, nel/a pittura a calce consigliatoanche iI comune OLIO DI OLIVA. Anche gli altriolii possono essere usati sebbene con minorrisultato rispetto all'olio di lino. Bisogna evitareassolutamente gli olii o fondi di olio checontengono sali o acidi, perché danneggiano/'uniformita del/a tinta, se non subito, con/'andar del tempo.

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Page 48: calce

8.48

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168

Conclusioni sulla pittura a calce

Data !'importanza dell'argomento riteniamo op-portuno ripetere i puntiessenziali che caratte-rizzano la pittura a calce.La pittura a calce ha come base la calce aerearidotta a LATTE DI CALCE, che si ottienediluendo la calce con !'acqua.conveniente lasciare riposare l'impasto 6-8

ore prima di usarlo, per dar modo a tutte lemolecole di calce di bagnarsi uniformemente.

DIFETTI

La pittura a calce fa pochissima presa perché!'azione dell'aria, che trasforma la calce incarbonato di calcio, dovendo penetrare in stratisottili, minima.Inoltie iI latte di calce essendo in pratica unaboiacca, una malta senza inerte, ha pocaresistenza.D'altra parte iI carbonato di calcio per suanatura pulverulento; da questo i principali difettidella pittura a calce:

- Poca resistenza al dilavamento dell'acqua

- Poca resistenza al contatto

Inoltre, al giorno d'oggi, iI classico sistema acalce, a causa dell'inquinamento atmosferico,non garanzie di durata.In breve tempo si formano sull'intonaco colaturedi colore scuro o grigiastro dovute all'acquapiovana che rimuove la polvere aggressivadepositata sugli aggetti e sugli stipiti.Questa polvere, trascinata in basso dall'acquaforma sull'intonaco lunghe strisciate, nonlavabili, che in breve tempo deteriorano la tinta.

Page 49: calce

sulla pittura a calce 8.49

..

Parlando del/a tecnica ad affresco statomesso in evidenza come iI velo di intonacocomposto da calce e polvere di marmo, con osenza sabbia silicea nel rapporto fra legante edinerti di 1:1o 1:2, secondo le caratteristicheadesive del/a calce, sia iI adatto a resistereal dilavamento dell'acqua piovana.Perció si puó introdurre nel/a boiacca di calceuna certa quantita di inerte, per renderlasimile possibile al/a malta. Se iI rapporto fracalce ed inerte intomo a 1:1 si deve stenderecon iI frattazzo, e la pittura a calce diventa unostucco vero e proprio.

Per ovviare agli inconvenienti sopra descritti, sideve operare, avendo sempre in mente disalvaguardare I'effetto di trasparenza del/acalce, aggiungendo dei materiali che permetta-no una maggior durata. In pratica bisognaottenere una tinta idrorepel/ente o megliolavabile che non risenta dell'azione del/apioggia. Ino/tre bisogna ottenere una superficieliscia sul/a quale la pioggia scivoli via riuscendonel contempo a lavare le dannose colature dipolvere. La polvere infatti se trova superficirugose si deposita saldamente ed inizia, unavolta bagnata, la sua azione corrosiva, perchéin pratica diventa una vera e propria maltaaggressiva.

L'inerte da adoperare per I'estemo la polveredi marmo, con I'aggiunta di cariche di BiancoTitanio o Bianco di Zinco o Caolino, se latinteggiatura deve risultare perfettamente bian-ca, poiché la polvere di marmo tende sempre algial/ognolo. Si possono anche mettere del/epercentuali di sabbia aumentando cosi laresistenza del/o stucco, ma in questo caso latinta deve avere un colore diverso dal bianco,perché la sabbia abbassa iI tono.

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Page 50: calce

8.50

ORE

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6-8

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Stucchi di calce

Nel preparare lo stucco di calce, si deve tenercanto di questi particolari:

1) L'inerte da usare deve avere una granulome-tria malta fine, perché si possa ottenere unasuperficie liscia.

2) La polvere colorata deve resistere all'azionecaustica della calce.

3) La calce deve essere spenta da lungotempo, per non corrodere i colori.

4) La miscela di calce e carbonato di calciodeve essere stesa in spessori minimi pereliminare iI fenomeno del ritiro, essendo /'inertein quantita inferiore alla calce.

Per la preparazione dello stucco si opera casi:

1) Si stempera la calce idrata in polvere con iI40% di acqua e si lascia riposare come minimo6-8 ore.

2) Si stempera a parte la polvere colorata conla quantita opportuna di acqua e si lasciariposare come minimo 6-8 ore.

3) Si miscela energicamente la calce con iIcolore.

4) Si introduce la polvere di marmo, con osenza la sabbia fina, e si lascia riposare per uncerto periodo miscelando di tanto in tanto.

POSSIBIU VARIANTI

Agli stucchi, principalmente se bianchi, peraumentare la resistenza agli agenti atmosfericisi puó aggiungere cemento bianco.L'aggiunta va fatta nel rapporto di 1 parte dicemento e 5 parti di calce aerea, ma /'aggiuntava fatta solo per la miscela da adoperare nellagiornata; si possono altresi miscelare nell'impa-sto olio e varie calle, come descriveremoavanti.

Page 51: calce

Stucchi di calce

Dovendo stendere lo stucco su una superficievecchia, si devono compiere delle verificheprecauzionali.Dapprima si verifica la consistenza dell'intona-co. Si batte, col martello o col manico dellacazzuola, la superficie: se I'intonaco resisten-te non si deve sentire nessun suono sordo.Se ció si verificasse opportuno scrostare laparte non legata alla struttura muraria.Si eseguono quindi dei rappezzi usando glistessi ingredienti e la stessa granulometriadel/'intonaco originale. Attendere minimo duesettimane prima di stendere lo stucco, con leoperazioni di seguito iIIustrate:

1) Si bagna la superficie con una soluzione diacido cloridrico di/uito 1:10 se I'intonaco dicalce, con soluzioni potenti se l'intonacodi cemento.

2) Si lava abbondantemente la superficie conacqua.

3) Si spolvera accuratamente la superficie.

4) Si neutralizza I'azione del/'acido cloridricocon una soluzione di allume di/uito a 1:5 o 1:6.

5) Dopo 24 ore si bagna abbondantemente.

6) Si stende con i/ frattazzo di acciaio unaprima mano di stucco con inerte medio.

7) Si stende, sempre col frattazzo, la secondamano di stucco con inerte finissimo.Nel/'ultima mano si puó usare, per aumentarela lavorabilita, i/ 20% di gesso se all'interno oi/ 10% di colla se al/'esterno.

8.51

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Page 52: calce

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Conclusioni sulla pittura a calce

I'aggiunta di inerte nefla calce si aggirasul 40% della quantita di calce, la soluzione sipuó stendere col pennello.

La fase preparatoria simile aquella descrittaper gli stucchi di calce, peró bisogna avereI'avvertenza di:

1) Usare I'inerte molto fine come iI carbonato dicalce in polvere impalpabile per I'estemo, o ivari bianchi, comunemente denominati gessi,per /'interno.

2) Prima di usare la tinta a lasciatariposare per un po' di tempo, bisogna passarlaattraverso un setaccio a trama fine per elimina-re gli eventuali grumi, che possono rovinareI'uniformita della tinta.

La prima mano per I'estemo puó essere cosicomposta:

100 parti di aalce idrata in polvere o grassello.

40 parti di acqua lasciata riposare per un po' ditempo.

40 parti di carbonato di calcio molto fine.

2 parti di olio di lino cotto (la seconda manoperó non dovrebbe contenere olio).

5 parti di colla, la migliore sarebbe la colla dipesce, ma tende a screpolare la superficie,meglio usare la colla di caseina.

3 parti di metilcellulosa.

2 parti di resine polivinilacetiche.

Page 53: calce

r----Conclusioni sulla pittura a calce

La tinta a calce si stende su un intonaco bensecco. Si ricorda che un intonaco regolarizza lasua presa in sei mesi se di calce, in un anno sedi cemento.

Se si eseguono rappezzi su un intonaco vecchioopportuno prima di dipingere: «fluatare",

imbevere i rappezzi di fluosilicato di alluminio,magnesio e zinco. Attendere prima di dipingereminimo 48 ore.

Per una tinta di intonazione forte, convieneneutralizzare I'azione, caustica del cemento.Pertanto per dipingere su un intonaco dicemento si opera nella seguente maniera:

1) Si lava la superficie con una soluzione moltoforte di acido cloridrico diluito per ogni partecon tre di acqua.

2) Si lava abbondantemente con acqua.

3) Si spolvera accuratamente con scopa disaggina.

4) Si neutralizza con una soluzione di Allumedi Rocca nel rapporto con I'acqua di 1:5 o 1:6.

5) Si stende una prima mano di tinta a calcecon iI 2% di olio di lino e iI 10% di colla.

6) Si leviga la superficie con pietra pomice.Questa operazione consigliata soprattutto per/'interno, per I'estemo conveniente lagrana grossa, che ripara iI calore della luce delsole.

7) Si stende la seconda mano di tinta, che nondovrebbe contenere I'olio.

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