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SETTIMANALE | n° 05 | 29 maggio2012

Calcioscommesse Shock! Supporters Magazine n°6!

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Supporters è una rivista sportiva online, nata dall’idea di un gruppo di giovani catanesi, appassionati allo sport e particolarmente sensibili alle innovazioni apportate dalla tecnologia. In un’ epoca in cui internet e il web sono ormai indispensabili, abbiamo pensato di creare questo magazine settimanale per tenere informati i nostri lettori sui principali avvenimenti sportivi nazionali e non. Supporters conterrà rubriche sulla serie A, la Champions League, l’Europa League, Euro 2012, il calcio estero, il calciomercato e uno spazio dedicato ai pronostici. Il magazine uscirà il martedi di ogni settimana e sarà aperto ad ogni tipo di collaborazione con chiunque abbia voglia di scrivere sugli eventi sportivi più disparati. La consultazione della rivista è assolutamente gratuita e, a breve, sarà disponibile anche l’applicazione per iphone e ipad.

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SETTIMANALE | n° 05 | 29 maggio2012

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> Roberto Donadoni

Cisano Bergamasco (Italia)9 settembre 1963Allenatore del Parma

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EDITOR AND FOUNDERClaudio MaMMana

GRAPHIC DESIGN Claudio MaMMana

REDAZIONE

PHOTOSSupporters Magazine non è responsabile delle foto pubblicate al suo interno poichè sono proprietà dei rispettivi autori.

Tutti i diritti sono riservati.

CAPOREDATTOREPaolo Meli

CALCIO EUROPEOalessio Piso

Claudio MaMMana

Paolo Meli

angelo Pierino

Benny CusiMano

CALCIO ITALIANOluCa Piso

alessio Piso

CALCIO INTERNAZIONALEClaudio MaMMana

alessio Piso

ATTENZIONE - Il materiale presente all’interno di Supporters Magazine non può essere riprodotto (tutto o in parte) senza l’espressa autorizzazione dell’ editore. L’ editore non si assume alcuna responsabilità di qualsiasi natura derivanti da o in connessione con i contenuti di questa pubblicazione. L’editore non fornisce alcuna garanzia circa la completezza o accuratezza dei suoi contenuti.

> Ciro Immobile

Torre Annunziata (Italia)20 febbraio 1990Attaccante del Pescara

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Supporters è una rivista sportiva online, nata dall’idea di un gruppo di giovani catanesi, appassionati allo sport e particolarmente sensibili alle innovazioni apportate dalla tecnologia.In un’ epoca in cui internet e il web sono ormai indispensabili, abbiamo pensato di creare questo magazine settimanale per tenere informati i nostri lettori sui principali avvenimenti sportivi nazionali e non.Supporters conterrà rubriche sulla serie A, la Champions League, l’Europa League, Euro 2012, il calcio estero, il calciomercato e uno spazio dedicato ai pronostici.Il magazine uscirà il martedi di ogni settimana e sarà aperto ad ogni tipo di collaborazione con chiunque abbia voglia di scrivere sugli eventi sportivi più disparati.La consultazione della rivista è assolutamente gratuita e, a breve, sarà disponibile anche l’applicazione per iphone e ipad.

LETTERA DAGLI EDITORI

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> Zdeněk Zeman

Praga (Rep. Ceca)12 maggio 1947Allenatore del Pescara

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CONTENUTI

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Calcioscommesse Shock!

Guardiola: Ultimo atto!

Sceicchi e petroldollari

Alla fine � sempre cos�

Il nemico dei guardalinee

NBA News

NBA Playoffs

di Paolo Meli

di Alessio Piso

di Paolo Meli

di Pietro D’Angelo

di Pietro D’Angelo

di Benny Cusimano

di Luca Piso

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CALCIOSCOMMESSE SHOCKarrestati Mauri e Milanetto19 arresti nella notte.Perquisite le abitazionidi Antonio Conte e Sergio Pellissier.

Svolta clamorosa nelle indagini sul calcio scom-messe. Nella notte infatti sono scattati diversi arre-sti nell’ambito dell’inchiesta Last Bet. Il gip di Cremona, Guido Salvini, ha firmato la ri-chiesta di custodia cautelare in carcere per 19 gio-catori, tra cui spiccano i nomi di Stefano Mauri, centrocampista della Lazio e Omar Milanetto, ex Genoa attualmente in forza al Padova.I due dovranno rispondere di “associazione per delinquere finalizzata alla truffa e alla frode spor-tiva”.Coinvolto con la stessa accusa, Domenico Crisci-to, difensore della Nazionale militante nello Ze-nit San Pietroburgo. La Polizia e’ giunta stamattina nel ritiro della nazionale a Coverciano,proprio per perquisire l’ex genoano e consegnarli l’avviso di garanzia.“L’abbiamo raggiunto a Coverciano - ha detto il procuratore capo, Roberto Di Martino, durante la conferenza stampa - perchè dovevano ratificargli un avviso di garanzia in funzione di una perquisi-zione a suo carico e dovevamo dargli la possibilità di assistere alla perquisizione. Vorrei specificare che non ci sono altri convocati in nazionale, o in odore di convocazione, coinvolti”.“Criscito non farà parte della spedizione azzurra all’Europeo. La tempistica di quanto capitato è stata ravvicinata alla partenza per la Polonia. Il suo obiet-tivo principale ora è risolvere più in fretta possibile la sua situazione.” Queste le parole del vice presidente

di Paolo Meli

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della FIGC Demetrio Albertini.

Le perquisizioni hanno riguardato anche le abitazioni di Antonio Conte,ai tempi allena-tore del Siena e Sergio Pellissier, attaccante del Chievo Verona, entrambi ascritti nel regi-stro degli indagati.All’interno della villa del giocatore aostano sono stati sequestrati ipad, computer e pen-nette usb che verranno messe a disposizione degli inquirenti.“La reazione di Conte è quella di una persona completamente estranea e fortemente de-terminata a dimostrare la sua totale estraneità ai fatti contestati”. Questo il commmento di Lorenzo De Rencis, legale del tecnico bianconero.Le indagini sull’allenatore salentino sono scattate in seguito alle dichiarazioni di Filippo Carobbio, suo ex giocatore al Siena. “Lo stesso allenatore Antonio Conte – ha racconta-to Carobbio– ci rappresentò che potevamo stare tranquilli in quanto avevamo raggiunto l’accordo con il Novara per il pareggio”.

Il pm Roberto Di Martino aveva chiesto misure cautelari anche per Giuseppe Sculli, attaccante del Genoa, ex Lazio, sospettato

di aver preso parte a una presunta combina di Lazio-Genoa, terminata 4-2.Tuttavia il gip Salvini ha optato per misure alternative, no-nostante l’ordinanza firmata dallo stesso affermi che “Scul-li avrebbe intrapreso rapporti con personaggi inqualificabili della criminalità organizzata, quali l’albanese Atic attualmente

detenuto per fatti di droga. Inoltre il giocatore avrebbe

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rapporti con la parte più estrema degli ultras del Genoa, quali Leopizzi già coinvolto in fatti concernenti l’alterazione dei risultati di partite di calcio”.

Le indagini vanno avanti senza sosta. Dopo il fragoroso terremoto iniziale, siamo certi che le scosse di assestamento non saranno da meno.

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di Alessio Piso

Paragonabili a una fra le più belle rappresen-tazioni teatrali questi quattro anni di Guar-diola nella panchina del Barça, ma come ogni spettacolo è volta al termine. Ma non prima di regalare un ultima emozione, la vittoria della Copa del Rey. A Madrid fini-sce 3 a 0 per i blaugrana. Data la non bellis-sima stagione del club catalano la vittoria di questa coppa più che conferire prestigio al club ha la funzione di non rovinare la bella favola di Pep Guardiola. La partita sembra non avere storia al 5 minuto già il Barcello-na è in vantaggio con Pedro,raddoppio che porta la stessa firma e al 35 minuto il solito Messi mette in cassaforte la vittoria siglando il 3 a 0. L’Athletic Bilbao sta semplicemente a guardare. Per Guardiola si tratta del quat-tordicesimo trofeo (tra cui tre champions league), conquistato in quattro anni di pan-

china. Nella sua stroria il Barcellona non ha mai avuto un allenatore così “vincente”; infatti il primato apparteneva all’olandese Crujff con undici successi. Inoltre durante il racconto di questa favola,l’allenatore e’ stato capace di vincere nel 2011 il “pallone d’o-ro” degli allenatori,annientando la concor-renza del rivale Mourinho. È stato un ciclo di grandi successi per la società catalana, ma Pep questa volta ha voluto cedere la palla ad un altro interprete,Tito Villanova,suo vice. Rimane la speranza quindi per gli amanti del calcio di assistere nuovamente allo spet-tacolo Barça, con in panchina un nuovo re-gista della scena: Tito Villanova.

GUARDIOLA: ULTIMO ATTO!

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Alla fine di ogni cosa, alla fine di ogni sta-gione, di ogni partita; c’è chi piange e chi ride, è sempre così. Anche la serie B non poteva smentirsi su questo. Accant o alla gioia per la serie A appena conquistata a Pescara, si contrappone la disperazione dei giocatori della Nocerina, ritornati dopo un solo anno di nuovo in Lega Pro. Infatti, il Pescara di Zeman, fresco di A come tutti noi sappiamo, non regala nulla, e al termine di una partita tiratissima, porta a casa i 3 punti e condanna la squadra di Nocera Inferiore. Insieme alla Nocerina, salutano la B anche Gubbio e Albinoleffe, autrici di un campio-nato, soprattutto con riguardo alla squadra di Leffe, molto al di sotto delle aspettative. Per decidere la quarta squadra che condivi-derà questo triste destino, bisognerà aspetta-re la conclusione dei playout, fra Vicenza e Empoli, due piazze blasonate ma entrambe

decadute nei fondi della classifica di B.

Per quanto riguarda invece la zona promo-zione , i due posti disponibili per la serie A diretta erano già stati assegnati, così come erano già state definite le squadre ammesse ai playoff. Rimaneva solo definire gli accop-piamenti di questi ultimi. A fronteggiarsi in questi playoff, 4 squadre, Sassuolo, Verona, Varese e Sampdoria. Il mini torneo, decisivo per guadagnarsi la serie A, vedrà due belle suggestive semifinali: Sassuolo - Sampdoria e Verona - Varese. Partite molto equilibra-te sulla carta, ma a sentire invece i punti di distacco in classifica durante tutto il cam-pionato già decise. Staremo a vedere quale squadra la spunterà e quale, invece, arriverà a un passo dal sogno, ma poi mollerà. Una cosa è certa però, ALLA FINE è SEMPRE COSI’.

di Luca Piso

ALLA FINE É SEMPRE COSå

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Qual è il sogno di Ciro Immobile?

Mi piacerebbe riuscire a giocare la Serie A, arrivare in Nazionale maggiore e magari riuscire a

segnare diversi gol con la Nazionale.“ „

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Il nuovo che avanza. Sem-bra essere questo il motto dell’estate del calciomerca-to italiano, già calda ancor prima che si chiuda ufficial-mente la stagione agonistica e si aprano le danze per la campagna trasferimenti.Meno “vecchi”, più giovani, dunque. Non tanto dal pun-to di vista numerico, dato che ogni anno si assiste ad un normale ed inevitabi-le ricambio generazionale, quanto dal punto di vista simbolico: gli addii al calcio italiano di veterani quali Del Piero, Nesta, Gattuso, Cor-doba, Di Vaio, forse Inzaghi e Seedorf, sono un chiaro segno di cambiamento. È un passaggio di testimone, non solo di maglia. È una tran-

sizione di campioni e della concezione stessa di calcio: immaginare una Serie A privata di botto di tutti que-sti nomi non è facile…Ma chi sono le nuove leve? I nomi caldi sono tanti in queste settimane: da Im-mobile a Verratti, da Insigne a Ogbonna, passando per Giovinco e Destro. Tutti ra-gazzi che quest’anno hanno dato tanto, portando le pro-prie squadre a traguardi im-portanti, e che certamente rappresentano una speranza per il futuro.C’è una cosa, in tutto ciò, che però suona davvero stonata: sono pochi, troppo pochi, i giovani valorizza-ti dalle stesse squadre che li hanno cresciuti; l’idea di

“mandarli a farsi le ossa nel-le serie inferiori” è diventata un’usanza troppo ricorren-te e fuorviante rispetto alle prospettive future: si parla di fair-play finanziario, ma se poi pensiamo che l’Inter sta ripensando a Destro e la Ju-ventus a Giovinco ci si rende conto di quanti errori com-piano le società, soprattut-to di vertice, nella gestione delle proprie risorse e delle proprie finanze.La speranza è, quindi, che le intriganti vicende di merca-to lascino spazio ad una più oculata gestione dei patri-moni societari, investendo sempre di più sulle “promes-se” del proprio vivaio piut-tosto che ambire ai frutti del giardino altrui.

di Emanuele Rizzo

LARGO AI GIOVANI!

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Del resto, una società davve-ro di valore dovrebbe essere quella che porta a compi-mento un intero percorso di crescita, rafforzandosi con le capacità di fare calcio all’in terno piuttosto che con le “possibilità” (economiche)

di creare calcio dall’ester-no. Altrimenti non avrebbe alcun senso osannare con-tinuamente la “cantera” del Barcellona!Se ricambio generazionale dev’essere, allora, che lo sia in modo costruttivo, privi-

legiando lo sport al business e la programmazione a lun-go termine alle incombenti pressioni di tifosi, sponsor e media.

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Nel calcio moderno, sempre più mercenario e meno romantico, sono i soldi che fanno la differenza. Una volta si diceva che il mondo sarebbe stato nelle mani degli sceicchi, riferito al petrolio, adesso più che mai questa frase è azzeccata, ovviamente a proposito di cal-cio. Emirati Arabi, Qatar e, più in generale, il Medio Oriente sono pronti a diventare i padroni, e vedendo quanto fatto negli ultimi anni sembra proprio che ci stiano riuscendo. Gli sceicchi, con i loro infiniti capitali, hanno preso possesso di vari club, acquistando giocatori di altissimo livello, lavorando su un progetto di giovani ed esperti di assoluto livello. Le società guidate dai nuo-vi proprietari non badano a spese, diventando le regine indiscusse del calciomercato. I primi a sbarcare nel cal-cio che conta, sono stati gli arabi dello sceicco Mansur, a capo della Abu Dhabi United Group che hanno pre-so possesso delle azioni del Manchester City nel 2010, portando una ventata di aria fresca. Grazie agli ingenti finanzia menti, in pochissimi anni sono già riusciti ad imporsi in ambito nazionale con la conquista della FA Cup prima, e della Premier League dopo. Supera i 200 milioni di euro il capitale investito in appena due anni dal presidente dei Citizens, che si è assicurato giocatori di caratura internazionale che, come visto dai recenti risultati, hanno fatto la differenza. Dopo l’Inghilterra, gli arabi hanno puntato il territorio spagnolo, acquistando le quote del Malaga, società con un passato calcistico non proprio brillante. Nel giugno 2010, lo sceicco qatariota Al Thani ufficializza l’acqui-sto della società. Nella campagna estiva sborsa circa 20 milioni di euro, acquistando giocatori di valore, mentre nella stagione successiva la cifra messa a disposizione per il mercato si aggira intorno ai 50 milioni. Grazie agli investimenti del nuovo presidente, il Malaga si

SCEICCHI E PETROLDOLLARI: LA NUOVA FRONTIERA DEL CALCIO EUROPEO

Dalla Spagna all’Inghilterra, passando per

la Francia, presto toccherà anche all’Italia?

di Benny Cusimano

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è classificato quarto in campionato, conquistando l’accesso ai preliminari di Champions (traguardo sto-rico per la società) e giocan-do per larghi tratti della sta-gione un calcio spumeggiante. Il progetto della dirigenza pre-vede che in un paio di anni la squadra riesca a lottare contro le società al vertice, provando a scalfire il dominio “Blancos-Blaugrana”(Real Madrid e Barcellona) e, stando a quanto fat-to vedere in appena due anni, c’è proprio da cre- d e r c i . Ultima transazione in ordine di tempo è l’acquisto del Paris Saint Germain (PSG), squa-dra da sempre al vertice nel campionato francese (escluso l’ultimo decennio) da parte del Qatar Investment Authority, che a permesso l’aumento del budget per la finestra estiva del calciomercato. La società risulta tra le più attive al mondo sul mercato, assumendo tra le proprie fila dirigenti e giocatori di sicuro avvenire. Un esempio su tutti è l’acquisto dell’argentino Javier Pastore per la clamorosa cifra di 43 milioni di euro. L’ingresso in so-cietà di questi volti nuovi ha ridato valore alla squadra parigina, che negli ultimi anni era caduta nel dimenticatoio, ottando fino all’ultima giornata per il titolo ( vinto alla fine dal Montpellier) e qualificandosi direttamente alla fase a gironi della Champions League. Gli arabi sono pronti a darsi battaglia per ottenere l’egemonia calcistica del vecchio continen-te e, grazie a loro, il calcio negli ultimi anni è diventato più affascinante e avvincente. Ma non è tutto oro quello che luccica, perché abbiamo sì un miglioramento dello spettacolo, ma allo stesso tempo si potrebbe andare incontro a gravi problemi econo-

mici. Il rafforzamento di queste squadre andrebbe a creare degli squilibri nelle società che, per stare al passo dei

club guidati dagli sceicchi, dovranno aumentare in maniera considerevole i propri costi (ad esem-

pio, per trattenere un giocatore importante in rosa, dovranno aumentargli lo stipendio

mentre, per acquistare dei top player, do-vranno spesso superare le offerte fara-oniche di queste società). Gli sceicchi dovranno comunque fare attenzione ad un fattore fondamentale nel cal-cio moderno: il cosiddetto “fair play finanziario” emanato dal presiden-te dell’UEFA Michel Platini. Norme che stabiliscono il llimite di passività che ciascun club deve mantenere, in

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modo da evitare l’indebitamento e il bilancio in rosso. Nonostante i rischi che si corrono, siamo sicuri che il calcio in generale può alla lunga beneficiare di questi investimenti, portando una linfa nuova al mondo del pallone e creando una concorrenza che aumente-rà il livello e la bellezza dei nostri tornei. Gli sceicchi sono alla ricerca della squadra giusta, nel paese giusto: si dice che abbiano messo gli occhi anche sull’Italia, Milan e Palermo le società che più di tutte hanno avuto contatti con i nuovi imprenditori. Il calcio italiano è disperatamente alla cerca di nuovi capitali che facciano girare l’economia interna, per cercare di tenere il passo delle grandi e riconquistare il ruolo di potenza che da sempre gli appartiene. Quindi, che lo shopping abbia inizio, perché i nuovi padroni del calcio hanno tanti soldi da spendere e investire, il loro sbarco in Europa è appena cominciato e siamo sicuri che non smetteranno di spendere tanto presto.

I soldi non fanno la felicità… Ma aiutano!

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FILIPPOINZAGHI

Il giocatoredella settimana

Milan FCNon è Inzaghi ad essere innamorato del gol, è il gol ad essere innamorato di Inzaghi.

Emiliano Mondonico

“ „

SUPERPIPPO 6/10

9/10

7/10

8/10

39

181 cm

Attaccantecentrale

NickName

Età

Altezza

Posizione

Velocità

Fiuto per il goal

Potenza

Precisione

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Trentanove primavere e non sentirle. Dopo 11 stagioni con la ma-glia del Milan, 202 presenze e 73 reti realizzate, Filippo Inzaghi si è congedato dai rossoneri. L’ha fatto a suo modo. Con un goal, nell’ ultima di campionato contro il Novara, dopo essere scattato sul filo del fuorigioco. Agguantati a quota 156 reti Gigi Riva e Roberto Mancini nella classifica dei migliori cannonieri di serie A.Un addio doloroso per lui, la squadra e i tifosi.Indelebile nella mente dei sostenitori rossoneri la rete contro l’Ajax con cui SuperPippo regalò la semifinale di Champion’s al Milan. Il punteggio era sul 2-2 al 90’esimo. Pippo, con un memorabile pal-lonetto, condusse “il diavolo” in semifinale con i cugini nerazzurri. Fu l’anno in cui il Milan si aggiudicò il trofeo, battendo in finale l’altra storica rivale, la Juventus.Una carriera costellata da grappoli di goal, segnati in tutti i modi possibili. Lui era sempre li. Nel posto giusto al momento giusto.Più che al panorama italiano, dove comunque vanta 370 gare con 156 gol in serie A, il suo nome è legato all’Europa.Non a caso è il miglior marcatore italiano in Champions’ League con 50 realizzazioni e secondo soltanto a Raul nelle competizioni UEFA a quota 70 reti.SuperPippo è la dimostrazione di come nel calcio non conti soltan-to la tecnica. Ci sono altre caratteristiche che rendono un attaccan-te letale. Cuore, grinta, senso della posizione, rapidità d’esecuzione. Peculiarità ben presenti nel suo dna, che lo hanno reso immarcabile per qualsiasi difensore. Quando sembrava in procinto di schiacciare un pisolino sulla linea dei difensori, improvvisamente si svegliava senza preavviso. E allora erano dolori.

Tuttavia l’addio al Milan non è poi cosi scontato:” “Forse è giusto lasciare così o forse no, non lo so.-ha affermato Inzaghi- Parlerò con Galliani e Berlusconi per capire cosa fare. E’ dura dire basta, però giocare con un’altra maglia lo è ancor di più. Col Milan c’é un grande amore che non finisce oggi”. Almeno contro quello il tempo non può nulla.

Il nemico dei guardalinee

di Paolo Meli

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Si è chiuso nella notte di sabato il secondo turno dei Playoffs NBA, definendo così le for-mazioni che si affronterano nelle finali di Conference. A Est i pronostici vengono rispet-tati, ma Miami e Boston (soprattutto) hanno dovuto sudare parecchio per avere ragione rispettivamente dei Pacers e dei Sixers. Anche ad Ovest, le prime due della classe (San Antonio e Oklahoma) hanno passato il turno, ma in maniera molto più agevole di quanto fatto dalle finaliste dell’Est. Gli Spurs e i Thunder, infatti, hanno nettamente sconfitto le due franchigie di Los Angeles per 4 – 0 e 4 – 1. Per quanto visto finora, molto probabil-mente quella fra Spurs e Thunder sarà la sfida che svelerà anche la vincitrice delle Finals. Tale, infatti, è stata finora la superiorità mostrata dalle due finaliste della Western Confe-rence nello scontro a distanza con le pretendenti dell’Est.Eastern Conference – Semifinals

MIAMI HEAT – INDIANA PACERS (4 – 2)Gara 1: MIA 95 – IND 86Gara 2: MIA 75 – IND 78Gara 3: IND 94 – MIA 75Gara 4: IND 93 – MIA 101Gara 5: MIA 115 – IND 83Gara 6: IND 93 – MIA 105

Una serie intensa, fisica, spigolosa (vedi i fallacci di Haslem e, soprattutto, di Dexter Pitt-man in gara 5) e appassionante quella tra gli Heat e i Pacers. Ha la meglio Miami, che rie-sce a risorgere dopo le due sconfitte in gara 2 e 3 (dove Indiana sembrava ormai aver preso in mano le sorti della serie) grazie soprattutto ai suoi due fenomeni James e Wade. Chris Bosh, invece, ha preso parte solo a metà della prima partita, prima di dover abbandonare la serie per uno stiramento agli addominali subito in seguito ad un contrasto mentre schiac-ciava a canestro. L’assenza di Bosh, per quanto pesante, ha però dato maggiori possibilità in attacco a James e Wade, che sono stati devastanti e decisivi in tutte le vittorie targate Heat

NBA PLAYOFFS:il punto sulla situazione.di Pietro D'angelo

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(i due hanno realizzato quasi il 60% dei punti di Miami nella serie!). Indiana, dal canto suo, ha messo in seria difficoltà la franchigia della Florida e innervosito parecchio i propri av-versari, soprattutto Wade, che in gara 2 ha commesso un brutto fallo su Collison e, in gara 3, ha avuto un’accesa discussione con coach Spoelstra a seguito di una sua sostituzione. Lo stesso LeBron, nonostante le buone cifre, in gara 2 è sembrato intimorito quando, a un minuto dal termine, ha sbagliato i tiri liberi che avrebbero dato il vantaggio a Miami. In gara 4, però, la versione onnipotente di “King” James ha permesso ai suoi di pareggiare la serie fuori casa. 40 punti, 18 rimbalzi, 9 assist, 2 recuperi, 2 stoppate... queste sono le cifre mostruose del “Prescelto” a fine incontro. Semplicemente incontenibile.E Wade? Dopo i “fattacci” di gara 2 e 3, “Flash” risponde da vero campione mettendone 41, conditi da 10 rimbalzi, nella partita che porrà fine alla serie a favore degli Heat.Dopo queste semifinali di Conference, Miami rilancia le proprie ambizioni al titolo, dan-do una grande dimostrazione di carattere nel reagire alle difficoltà che gli si sono poste contro, anche se restano immutate le perplessità che avevamo già espresso la scorsa setti-mana: il supporting cast sembra non essere affatto all’altezza dei suoi due fenomeni.Indiana, invece, abbandona con qualche rimpianto una serie che, con un po’ più di dili-genza, avrebbe potuto vincere. Soprattutto, che fine ha fatto Hibbert? Vista anche l’assenza di Bosh, il lungo di Indiana sarebbe dovuto essere la chiave per il successo dei Pacers, come successo contro Orlando ma, a parte gara 3, per il resto della serie è rimasto in ombra. Speriamo che coach Vogel sappia far fruttare nel migliore dei modi l’esperienza acquisita in questi Playoffs per la prossima stagione, anche se questa già si preannuncia travagliata (vedi le possibili voci di mercato sullo stesso Hibbert).

BOSTON CELTICS – PHILADELPHIA 76ERSGara 1: BOS 92 – PHI 91Gara 2: BOS 81 – PHI 82Gara 3: PHI 91 – BOS 107Gara 4: PHI 92 – BOS 83Gara 5: BOS 101 – PHI 85Gara 6: PHI 82 – BOS 75Gara 7: BOS 85 – PHI 75

Una lotta senza esclusione di colpi quella tra i Celtics e i Sixers, due squadre che in questa serie hanno fatto dell’intensità in difesa la loro arma vincente per lavorare ai fianchi gli avversari. Bo-ston, però, aveva dalla sua parte un giocatore in grado di rompere gli schemi della difesa avversaria e che, alla

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fine, si è rivelato la chiave della sua vit-toria: Rajon Rondo. Per il play in

maglia verde, ben due decisive tri-ple doppie in apertura e chiusu-ra di serie. Importantissimo per il successo dei Celtics anche Garnett. “The Big Ticket” ha messo insieme cifre di tutto rispetto alla voce punti (qua-si 20 a partita) e rimbalzi (11 di media) ed è anche stato autore di alcuni canestri im-portanti. Philadelphia, non potendo contare su grandi in-

dividualità, ha giocato benissi-mo in difesa e ha fatto leva su

un attacco bilanciato per mettere in difficoltà i Celtics. Soprattutto, i

Sixers hanno dimostrato grande coe-sione e unione di squadra, non scompo-

nendosi mai e riuscendo a rimanere sempre in partita, anche recuperando passivi pesanti (in

p a r t i - colare, in gara 4 sono riusciti a vincere recuperando da -18). Alla fine, ha dunque prevalso l’esperienza dei Celtics, ma Philly esce a testa alta da questa serie. Boston dovrà adesso vedersela con Miami e si dice sicura di poterla battere. Senza ombra di dubbio, se Rondo, Garnett e Pierce si mantengono su questi livelli, hanno le carte in regola per giocarsi le Finals, ma ciò che a nostro avviso sarà fondamentale è il recupero di Allen, ancora non al meglio della condizione. “He Got Game” ha sì messo alcune triple importanti, ma ha tirato con pessime percentuali dal campo e con un misero 26% da dietro l’arco. Riuscire a recuperare un grande tiratore come Allen, potrebbe essere la chiave per scardinare una difesa asfissiante come quella di Miami. Comunque vada, i Celtics hanno sempre “Rajone”!

Western Conference – SemifinalsSAN ANTONIO SPURS – LOS ANGELES CLIPPERS (4 – 0)Gara 1: SAS 108 – LAC 92Gara 2: SAS 105 – LAC 88Gara 3: LAC 86 – SAS 96Gara 4: LAC 99 – SAS 102

Segnatevi questa data: 11 aprile 2012. Da allora, San Antonio ha solo conosciuto il dolce sapore della vittoria. 18 vittorie consecutive per gli uomini di Greg Popovich!La settimana scorsa ci eravamo sbilanciati dando gli Spurs come favoriti alla corsa al titolo e non possiamo che riconfermare il nostro pronostico, dopo quest’ulteriore prova di forza dei texani contro i Clippers di un Chris Paul troppo stanco e acciaccato per trascinare i suoi ad un’altra impresa come successo nel primo turno.

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. Già battere gli Spurs nello stato di forma in cui si trovano è, di per sé, molto difficile; se a ciò si aggiungono le fatiche di 7 battaglie cestistiche decisesi spesso e volentieri nei soli minuti finali, allora ci si trova di fronte ad una missione davvero impossibile, specie se nemmeno un vantaggio di 24 punti riesce evitare una sconfitta con 10 punti di scarto (è ciò che è successo ai Clippers in gara 3). Ci chiediamo quale sia la “ricetta magica” di Popovich per far ringiovanire i propri campioni, visto che Duncan ha portato a scuola Griffin, viaggiando a 21 punti e 9 rimbalzi e mezzo di media nella serie, mentre Boris Diaw, che fino a qualche mese fa, ai Bobcats, aveva la mobilità di una cicciona al nono mese di gravidanza (chiediamo scusa alle ciccione incinte per averle paragonate al Diaw visto a Charlotte), è risultato essere il secondo miglior rimbalzista dei suoi, dietro proprio a “Big Fundamental”. Eppure in casa Spurs si continua a predicare prudenza: “non abbia-mo ancora fatto nulla” sono le parole di Duncan, mentre Popovich dichiara di non voler sentire parlare di serie vincente e che “ogni partita è una entità separata dalla precedente”. Impossibile dargli torto, e siamo sicuri che i texani hanno tutta l’esperienza e le qualità per saper gestire le pressioni e le aspettative sempre più crescenti.

OKLAHOMA CITY THUNDER – LOS ANGELES LAKERS (4 – 1)Gara 1: OKC 119 – LAL 90Gara 2: OKC 77 – LAL 75Gara 3: LAL 99 – OKC 96Gara 4: LAL 100 – OKC 103Gara 5: OKC 106 – LAL 90

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Anche questa volta, i Thunder rispondono a distanza allo “sweep” degli Spurs contro i Clippers liquidando i Lakers in 5 gare. Oklahoma aveva il vantaggio di essere molto più riposata dei Lakers, reduci dalla maratona contro Denver, e questo si è visto soprattutto in gara 1, dove Durant & Co. hanno massacrato i gialloviola. In gara 2, L.A. avrebbe an-che avuto la possibilità di vincere la partita, ma si è suicidata con due brutte palle perse nei minuti finali che contro Harden e Durant non puoi permetterti. Bryant si riscatta trascinando i suoi alla vittoria in gara 3 con 36 punti (di cui metà dalla lunetta), ma deve alzare bandiera bianca al cospetto del talento straripante di “Durantula”, che completa la rimonta Thunder in gara 4 con la tripla che darà di fatto la vittoria ad Oklahoma a 13 secondi dalla fine. I 42 di Kobe nell’ultima partita della serie saranno inutili contro il trio Westbrook-Durant-Harden, che regala la seconda finale di Conference consecutiva ai Thunder.Come detto la settimana scorsa, ciò che avrebbe fatto la differenza per i Lakers, oltre ai punti di un orgoglioso Bryant (a proposito, 31 punti di media, 42% dal campo ma un di-sastroso 2/18 da tre), sarebbero stati i due lunghi Gasol e Bynum, che però hanno offerto prestazioni troppo altalenanti. Inoltre, il contributo della panchina è stato davvero delu-dente.I Thunder, invece, oltre a potersi affidare ai tre talenti offensivi di Durant, Westbrook e Harden, e su quelli difensivi di Sefolosha, Ibaka e Perkins, c h e hanno avuto un grande impatto nell’eco-

nomia della serie, si sono dimostrati una squadra dura a morire, che

anche sotto di parecchi pun-ti a pochi minuti dalla fine

è in grado di rimontare qualsiasi avversario.

Il solo pensiero di cosa sarà la finale di Western Con-ference contro gli Spurs è da sogni bagnati.

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sLa scorsa settimana avevamo parlato del prolungamento di un anno del contratto di Dwight Howard con Orlando, anticipandovi che, molto probabilmente, la dirigenza dei Magic era riuscita a convincere “Superman” dietro la promessa di un prossimo licenzia-mento di Van Gundy. Proprio mentre lo scorso numero stava per essere pubblicato, è arri-vata la notizia ufficiale dell’esonero del coach e della rescissione del contratto del general manager Otis Smith, contrario al licenziamento di quest’ultimo. Finisce qui l’avventura di Van Gundy con la franchigia che aveva portato alle Finals del 2009 perse contro i Lakers. C’è aria di rifondazione in casa Magic, con D’Antoni possibile indiziato a sostituto sulla panchina.Per un coach che va, uno che resta. Mike Woodson ha prolungato per altri 3 anni il suo contratto con i Knicks, di cui aveva assunto la guida dopo la cacciata di D’Antoni. Con Woodson, i Knicks, sebbene siano stati facilmente eliminati al primo turno dei Playoffs da Miami, hanno evidenziato dei netti miglioramenti rispetto alla gestione D’Antoni e sono riusciti a vincere una partita di Playoff dopo ben 11 anni dall’ultima volta.I Warriors torneranno, nel 2017, a San Francisco, dove stanno iniziando i lavori di co-struzione della nuova avveniristica arena che ospiterà le partite interne della franchigia. I Warriors si erano trasferiti nella vicina Oakland nel 1971, cambiando il nome da San Francisco Warriors a Golden State Warriors. Circolano voci sempre più insistenti che la squadra riprenda il suo vecchio nome.Forse sono stati solo dei rumors per destabilizzare ulteriormente l’ambiente in casa Heat dopo la sconfitta in gara 3 contro Indiana, ma si è vociferato che, nel caso in cui Miami non dovesse vincere il titolo quest’anno, Wade possa lasciare la Florida per approdare ai Bulls, vista la probabile assenza per tutto il resto della prossima regular season di Derrick Rose. Al momento rimangono solo delle voci, ma l’ipotesi di un ritorno di “Flash” nella sua città natale è senza dubbio affascinante.Ultima curiosità: durante la settimana, la NBA ha reso noti i nomi dei membri dell’All Defense First Team, ossia il quintetto con i migliori difensori della lega. Ecco, adesso ci chiediamo perché. Perché quei cervelloni che stilano queste classifiche prima premiano Tyson Chandler come Defensive Player of the Year e poi lo inseriscono nell’All Defense SECOND Team??? Sì, avete capito bene, il giocatore premiato come miglior difensore dell’anno è stato inserito nel secondo miglior quintetto difensivo...Roba da pazzi...

Rumors, mercato e flash newdi Pietro D’Angelo

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> L’uguaglianza é una bella parola, che annulla il razzismo, le discriminazioni, le sopraffazioni. Credo nell’uguaglianza e credo che si debba insegnarla alla gente, a partire da bambini. Perché senza uguaglianza non c’é libertá.

Ruud Gullit