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cantıerı Il who’s who VITA Salone del Risparmio L’impact investment si prende la scena Amy Domini La mia sfida alle business school I volti, i profili e le carriere. Quest’anno la nostra consueta “Guida alla finanza sostenibile” ha voluto accendere i riflettori sui protagonisti di un nuovo modo di fare business. Ecco chi sono e cosa hanno in testa quaranta fra i maggiori player di una fetta sempre più larga del mondo economico. Che nel prossimo futuro inevitabilmente incrocerà le innovazioni sociali più all’avanguardia della finanza etica Partendo dall’alto a sinistra: Paolo Sardi, Amy Domini, Mario Molteni, Andrea Baranes, Alessandra Viscovi, Daniele Ciravegna, Michele Calcaterra, Marinetta Intonti, Joakim Lundquist, Andrea Limone, Giovanni Acquati, Matteo Pedrini, Aldo Bonati, Luca Filippa, Diana Guzman, Davide Dal Maso, Marco Santori, Ugo Biggeri e Leonardo Becchetti 20 APRILE 2012 - NUMERO 16 focus

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cantıerı

Il who’s who

VITASalone del Risparmio L’impact investment si prende la scena

Amy Domini La mia sfida alle business school

I volti, i profili e le carriere. Quest’anno la nostra consueta “Guida alla finanza sostenibile” ha voluto

accendere i riflettori sui protagonisti di un nuovo modo di fare business. Ecco chi sono e cosa

hanno in testa quaranta fra i maggiori player di una fetta sempre più larga del mondo economico.

Che nel prossimo futuro inevitabilmente incrocerà le innovazioni sociali più all’avanguardia

della finanza etica

Partendo dall’alto a sinistra:Paolo Sardi, Amy Domini,Mario Molteni, AndreaBaranes, Alessandra Viscovi,Daniele Ciravegna, MicheleCalcaterra, Marinetta Intonti,Joakim Lundquist, AndreaLimone, Giovanni Acquati,Matteo Pedrini, Aldo Bonati,Luca Filippa, Diana Guzman,Davide Dal Maso, MarcoSantori, Ugo Biggeri eLeonardo Becchetti

20 APRILE 2012 - NUMERO 16

focus

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ER IL CONSUETO APPUNTAMENTO CON LA Guidaalla finanza sostenibile, quest’anno Vita hapensato di proporre ai lettori una formulainedita: un who’s who che presenti i profilidei suoi protagonisti. La finanza sosteni-bile, in tutte le sue tante forme, ha infatti

un elemento costante: chi la promuove o la gestiscedeve sempre saper tenere insieme un fattore di com-petenza tecnica con un fattore ideale. Una finanza chemette questioni etiche o ambientali al centro del pro-prio agire, deve avere in cabina di re-gia persone che abbiano fatti propriquesti valori. Certamente dalla sceltaoperata da Vita sono rimasti fuori no-mi che con ogni probabilità merita-vano di esssere inseriti: ma la funzio-ne di questo who’s who non è quelladi stilare una classifica bensì di dar rilievo a paraboleprofessionali di successo che evidenziano come un altromodo di pensare e praticare l’attività finanziaria siadavvero possibile. Ed è un modo molto più profittevoledi quanto normalmente si pensi.

Il ritardo italianoIn Italia la finanza etica ha bisogno di riprendere slanciodopo gli anni pionieristici che hanno visto tra l’altroscendere in campo troppi soggetti che la concepivanospesso in funzione strumentale e d’immagine. Oggi ildimagrimento è avvenuto ma resta un freno alla diffu-sione di questo strumento finanziario. Come ha spie-gato Andrea Casadei, direttore della ricerca di Bilan-ciarsi, «la legislazione italiana infatti è rimasta indietrorispetto alla diffusione effettiva dei fondi di investi-mento e degli istituti creati ad hoc per gestirli, come adesempio le banche etiche, creando un vuoto normativoda colmare per regolare la creazione, la gestione e l’in-vestimento di tali fondi. Ecco perché in Italia la diffu-sione di questa tipologia di strumenti finanziari è ral-lentata rispetto a Inghilterra, Germania, Francia e Usa».

Negli Stati Uniti in particolare la sottoscrizione difondi etici ha registrato una crescita vertiginosa. I ca-pitali investiti negli ultimi tre anni sono cresciuti pas-sando da 200 a 600 miliardi dollari. Una crescita in con-trotendenza che gli esperti attribuiscono al desideriodei risparmiatori di investire su prodotti che abbianocaratteristiche di sostenibilità.

Un desiderio che non va in conflitto con la conve-nienza: i risultati ottenuti da questi strumenti finanziariinfatti hanno smentito gli scettici, allineandosi alleperformance dei fondi tradizionali. Una recente ricercaha messo sotto esame 150 fondi quotati sul mercatostatunitense. I risultati hanno dimostrato come il limitealla diversificazione possa essere neutralizzato dallagrandezza del fondo e come i fondi di dimensioni mag-giori possano ottenere migliori performance. La ricercaha rivelato, per quanto riguarda la profilazione degliinvestitori, come i risparmiatori siano sempre più at-tenti alla questione morale nella gestione dei propri ri-sparmi. La finanza speculativa ha minato profonda-mente la fiducia dei risparmiatori che sono alla ricercadi un’affidabilità che il mercato tradizionale ormai fatica

Pa garantire. La finanza etica viene quindi vista comeuna finanza che mette al riparo dalle spirali speculativee questo spiega il boom registrato negli Usa.

Una finanza relazionaleAffidabilità vuole dire anche relazione: la finanza eticae in particolare il microcredito si distinguono infattiproprio per l’alto tasso di relazionalità che ne caratte-rizzano le dinamiche. Questo significa attenzione suglieffetti a valle che le proprie scelte di investimento com-portano, ma anche rapporto a monte con chi promuoveforme di risparmio che diano queste garanzie. Pren-diamo il caso delle agenzie di rating di sostenibilità chein questi anni sono cresciute di numero e di autorevo-lezza. Realtà come Sam, Eiris, Siri, Kld, Vigeo, Oekom,

Innovest forniscono agli investitori indicatori di rischiolegati alle performance in aree come ambiente, rapportocon la comunità, gestione delle risorse umane, controllodella catena di fornitura e altri criteri. È evidente cheper fare valutazioni su argomenti sensibili come questisia fondamentale una condivisione dei principi e unavisione in cui la finanza deve sempre misurarsi con altrifattori che pesano quanto quelli economici.

La finanza sostenibile richiede una sorta di alleanzatra chi investe e chi gestisce gli investimenti: una con-divisione di scopo che può essere vista come una formamoderna di rapporto “comunitario”. Perciò questowho’s who non vuole essere una vetrina di persone buo-ne e di successo, di uomini o donne da copertina. Ma èla fotografia di una grande rete che tutti ci auguriamosia destinata a crescere.

VITA 20 APRILE 2012

cantıerı

Beniamino Bonardirsinews.itNato a Milano il 29 marzo 1956, dal1982 al 1993 Beniamino Bonardi èdirigente nazionale prima degli Amicidella Terra e poi di Legambiente epromuove le prime iniziative in Italia diazionariato attivo. Assessoreall’Ambiente del Comune di Sesto SanGiovanni (1996-2002) e autore di variepubblicazioni, nel gennaio 2004s’inventa www.rsinews.it, primaagenzia d’informazione online sullaresponsabilità sociale delle imprese.

Simonetta BonoVigeo ItaliaNata a Milano il 13 maggio 1964,Simonetta Bono è sales manager diVigeo Italia, con cui ha iniziato acollaborare nel 2005 occupandosi dibusiness development. Vigeo Italia è lafiliale italiana, con sede a Milano, diVigeo Group (www.vigeo.com),primaria agenzia di rating sociale eambientale, o Esg, a livello europeo.Oltre che a Parigi e in Italia, il gruppo hasedi a Bruxelles, Casablanca e Londra. Ilgruppo mantiene due famiglie di indiciazionari Esg: Aspi Eurozone Index eEthibel Sustainability Indices.

Luisa BrunoriMicrofinance InternationalObservatoryLuisa Brunori è fondatrice delMicrofinance International

Observatory, direttore del Centrointerdipartimentale di Ricerca e diintervento sui gruppi dell’Università diBologna e vicepresidente di GrameenItalia Foundation. L’Osservatorio è natonel 2007 per indagare e analizzare ifenomeni di microfinanza secondo unaprospettiva multidisciplinare. Yunus,che ne è il presidente onorario, è statopresente alla sua nascita ufficiale. Suquesto orientamento, l’OsservatorioInternazionale sulla Microfinanza si èimpegnato nella creazione di GrameenItalia Foundation. L’Osservatoriopromuove e cura anche il master inMicrocredito e Imprenditoria socialevolto alla formazione di un esperto inmicrocredito all’università di Bologna.

Rocco CicirettiUniversità di Roma Tor VergataNato a Foggia il 19 ottobre 1975, RoccoCiciretti è ricercatore e assistantprofessor di Politica economicaall’Università di Roma Tor Vergata, alDipartimento Sefemeq - Studieconomico-finanziari e metodiquantitativi. Insieme al collega StefanoHerzel, Ciciretti ha lavorato al progettoSirp - Sustainable Investment ResearchPlatform, uno dei più ampi studi inmateria di finanza sostenibile maipromossi in Europa. Partecipano alprogetto docenti e ricercatori di tutto ilVecchio continente, sotto ilcoordinamento dalla fondazionesvedese Mistra (www.mistra.org).

I protagonisti della sostenibilità

I volti e i nomi dei tessitoridella grande alleanzafra investitori e gestori.Insieme sul fronte della lotta alla crisi e dell’innovazione sociale

di Giuseppe Frangi

La funzione di questo “Who’s who” non è quella di stilare una classifica bensì di dar rilievo a paraboleprofessionali che evidenziano come un altro mododi pensare e praticare l’attività finanziaria è possibile

Dall’alto, Stefano Henzel,Luisa Brunori, Marco Gallicani e Andrea Tracanzan

who’s whoprofili in breve

finanza etica17

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Daniele CiravegnaRitmiDaniele Ciravegna, nato a Savigliano,provincia di Cuneo, il 3 settembre 1944,è il presidente di Ritmi - Rete italiana dimicrofinanza. Professore ordinario diEconomia politica presso l’ateneo diTorino, è anche un profondoconoscitore del mondo non profit:presiede infatti la Fondazione “DonMario Operti” di Torino. Ritmi, nel corsodel 2011, ha continuato l’attivitàistituzionale e ha allargato lacollaborazione con istituzioni e reti dimicrocredito e di microfinanza europee.È stata molto impegnata anche nellapartecipazione al gruppo di lavoropresso la Banca d’Italia sulla normativariguardante il microcredito.

Mariarosa CutilloValore socialeMariarosa Cutillo, nata nel 1970, ègiurista esperta in Diritto internazionaledei diritti umani e dello sviluppo.Direttrice dell’associazione Valoresociale (www.valoresociale.it), èpresidente e ad di Unhate Foundation.In passato è stata responsabile dellerelazioni esterne dell’ong Mani Tese.Svolge anche attività accademica inDiritto internazionale in due universitàdi Milano, Cattolica e Bicocca. Hapubblicato diversi testi scientifici edivulgativi, in particolare suresponsabilità sociale d’impresa, dirittiumani e ambientali.

Marco Deluganabcrisparmio.itNato a Roma il 2 giugno 1961, MarcoDelugan ha iniziato ad approfondire itemi della finanza socialmenteresponsabile dieci anni fa sulle pagine diwww.soldionline.it, una delle primetestate finanziarie online in Italia e fra leprimissime ad occuparsi di Sri. Continuaa farlo oggi come responsabileredazione e gestione contenuti diwww.abcrisparmio.it. Lo scorso anno haaperto la pagina Facebook “AltraEconomia”, premiata in pochi mesi daoltre 2mila fan, dove segnala news,articoli e spunti per il cambiamentoverso un’altra economia possibile.

Andrea Di TuriSRivoluzione.itGiornalista, si occupa di temieconomico-finanziari, non profit e web.Nato a Milano il 13 maggio 1969, in tascauna laurea in Economia all’UniversitàBocconi, Andrea Di Turi ha seguito findai primi passi l’evoluzione della finanzaetica o Sri in Italia. Da tre anni ha preso araccontarla anche sul blogSRivoluzione.it dove con stile friendly edivulgativo ne mostra l’importanza aifini del bene comune. Circa sei mesi faha subìto il fascino di Twitter e da alloralo si può trovare a “cinguettare” difinanza etica all’account @andytuit.

Luca FilippaFtse GroupNato a Canale (CN) il 4 novembre 1962,Luca Filippa è managing directorSouthern Europe di Ftse Group,principale provider europeo di indicifinanziari, che cura gli indici della Borsadi Londra e anche quelli di Piazza Affari.

who’s whoprofili in breve

ATO aR o m ail 6 lu-g l i o

1972, Andrea Ba-ranes è uno deipiù infaticabili epreparati promo-tori di un altromodo possibile

d’intendere il risparmio e la finanza. Lau-rea in ingegneria chimica, iscritto all’albodei promotori finanziari, spazia con agilitàdalla militanza (è portavoce della Cam-pagna ZeroZeroCinque www.zerozerocin-que.it per l’introduzione della Tobin tax)al giornalismo (collabora con Sbilancia-moci.info), alla riflessione teorica (nume-rosi i volumi pubblicati, fra cui Per qual-che dollaro in più. Come la finanza Casinòsi sta giocando il pianeta, ed. Datanews).Baranes è al centro di molte delle espe-

Nrienze nate in Italia su questi argomenti:in particolare l’azionariato critico, che se-gue da anni per la Fondazione culturaleResponsabilità etica (www.fcre.it, del si-stema Banca Etica), di cui è presidente.

L’Italia è lontana dall’aver assimiliato l’azio-nariato attivo come strumento di finanzaetica. Come mai?

Nei Paesi anglosassoni i mercati finanziarisono più sviluppati: basti vedere la retedi Iccr - Interfaith center on Corporate re-sponsibility (www.iccr.org, ndr) che rag-gruppa circa 300 grandi investitori reli-giosi. La distanza tra noi e loro si sta ridu-cendo, ma molto lentamente. Anche perl’esistenza di modelli diversi: in Italia al-l’interno dell’impresa sono sempre statimolto forti i sindacati.

Quando l’azionariato attivo riesce a incide-re sui comportamenti delle imprese?

È uno strumento che si deve accompa-gnare ad altri strumenti di pressione. Poi

dipende anche da quanto le imprese sonosensibili al rischio reputazionale. È im-portante però distinguere: l’azionariatoattivo è quando si comprano azioni di im-prese che hanno già buone performancesociali e ambientali per chiedere loro ul-teriori miglioramenti, in un’ottica di lungoperiodo; con l’azionariato critico, invece,noi compriamo azioni delle imprese “peg-giori” o al centro di critiche da parte dicampagne della società civile.

Quali sono le iniziative di azionariato criticodella fondazione per il 2012?

Seguiremo le assemblee di Enel ed Eni.Per Enel sottolineeremo la questione del-l’impatto sui cambiamenti climatici e ilfatto che continua a investire pesante-mente nel nucleare, anche se 27 milionidi italiani col referendum hanno detto no.Per Eni uno dei temi principali è l’impattosul delta del Niger e su questo ci sono ini-ziative in corso con Amnesty. [A.D.T.]

ICOSTRUI-RE il pro-filo pro-f e s s i o -

nale di GiovanniAcquati significaricostruire lastoria della fi-nanza etica ita-liana. Acquati,

nato a Inzago, provincia di Milano, il 19settembre 1949, ragioniere («non hocompletato gli studi serali di Economiae commercio – di giorno infatti lavoravo– perché ho scelto di dedicare le serateal centro sociale del mio paese»), dopoun’esperienza decennale in una bancatradizionale ha mollato tutto e ha con-tribuito prima alla fondazione del cir-cuito Mag (dal 1980 al 2006 è stato pre-sidente della Cooperativa Mag 2 Financedi Milano) poi alla nascita di Banca Po-

Rpolare Etica (attualmente siede nel Co-mitato etico dell’istituto). Oggi è presi-dente di Soliles, acronimo di Solidarietàall’Impresa e al Lavoro Etico Sociale, as-sociazione con sede a Milano impegnatanello sviluppo locale, nella creazione dilavoro e nel sostegno di chi non ha ac-cesso al credito.

Su che cosa si è concentrato nel 2011?L’anno scorso ho seminato. Ho collabo-rato con Sardex.net, il circuito di creditocommerciale fondato da quattro ragazzisardi, e ho lavorato per creare con Soli-les una specie di fondo di solidarietànella rete dell’economia sociale e soli-dale, vale a dire uno strumento che con-senta ai gruppi di acquisto solidale e alleorganizzazioni che vogliono realizzareanche attività culturali, manifestazionie sviluppare nuovi progetti e nuovi pro-cessi, di raccogliere risorse attraversoforme di donazione innovative. Ho pro-

posto che Soliles faccia da ponte perquesto tipo di dinamica. Ho cercato so-prattutto di lavorare con il mondo del-l’immigrazione con l’intento di crearedei processi di mutualità, ma ho otte-nuto pochissimi risultati. Il progetto sichiama Mutua associazione degli immi-grati residenti in Italia, Mairi.

Quest’anno invece cosa seminerà?La strada che abbiamo intrapreso congli amici dell’associazione è coinvolgeresempre più gli enti locali nei progetti disviluppo territoriale che fanno leva sulmicrocredito. Una bella esperienza èquella realizzata da Soliles tre anni fa aVillasimius, in Sardegna, con l’interven-to del Comune isolano. I municipi pos-sono contribuire sia investendo risorseproprie che partecipando alla selezionedei progetti meritevoli. L’associazionepuò svolgere invece un ruolo di accom-pagnamento tecnico. [F.D.]

focus VITA20 APRILE 2012 18

cantıerı

Giovanni Acquati - Soliles

Un fondo di solidarietà per i Gas

Andrea Baranes - Fondazione culturale Responsabilità etica

All’attacco con l’azionariato attivo

UCIANO BALBO, MILANESE DI 63 ANNI, sposato,con due figli, è il presidente di Oltre Ventu-re. Nel 1988 crea, con il socio Luigi Sala, laBs Ventures, un gestore di fondi chiusi per

fare management buyout. Da qui comincia una stra-da personale che lo porta a creare, nel 2002, la Fon-dazione Oltre, per il sostegno al non profit, e nel2005 Oltre Venture, una holding di partecipazionepensata per posizionarsi in maniera intermedia traprofit e non profit.

Che anno è stato per voi il 2011?Buono dal punto di vista dei progetti, in particolare per l’inau-gurazione dell’housing sociale temporaneo di “Via Ivrea 24” aTorino. Una struttura di 10mila metri quadri con 250 posti lettorivolta alle fasce sociali deboli. In più, per quello che riguardaPerMicro, c’è stato l’ingresso molto importante di Bnl. Le diffi-coltà sono tutte sulla raccolta fondi. La crisi si fa sentire. Perquesto stiamo cercando di cambiare strategia. Il nostro tentativoè di cominciare a rivolgerci non più solo ai privati ma anche adinvestitori istituzionali. Come ad esempio il Fondo Europeod’Investimenti o il Fondo Italiano d’Investimenti.

LSu quali temi insisterete nel futuro?Le aree più significative della nostra esperienza sonol’housing sociale e la sanità. Vediamo in questi duesegmenti i punti in cui concentrare gli sforzi sia perquello che concerne la raccolta fondi sia per l’inve-stimento. Per questo sull’housing sociale stiamocercando di ripetere l’esperienza di Torino con altriComuni e sulla sanità punteremo sempre di più. Oltre Venture ha appena lanciato il Centro medico Sant’A-gostino a Milano, come sta andando?

Si tratta dell’investimento più grande che abbiamo fatto, su cuiè immobilizzato un terzo di tutte le nostre risorse. Il centro pro-pone sia i servizi non offerti dal sistema sanitario nazionale, co-me odontoiatria e psicologia, che quelli di medicina specialistica.Per entrambe le tipologie garantiamo grande qualità a prezziconcorrenziali. Si tratta di un’innovazione nella medicina terri-toriale che, a nostro avviso, oltre a funzionare, è molto facil-mente replicabile. Per questo stiamo lavorando per farlo diven-tare un progetto nazionale. Siamo già in contatto con alcuni in-vestitori per aprire a Torino e stiamo valutando delle partnershipnel Veneto. [L.M.A.]

Luciano Balbo - Oltre Venture

Il manager dell’housing sociale

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Fra questi vi è l’indice di sostenibilitàFtse Ecpi Italia Sri, il primo indice Sri diBorsa Italiana, lanciato nell’ottobre2010 in collaborazione da Ftse Group edall’italiana Ecpi. Informazionisull’indice si trovano sul sitowww.borsaitaliana.it, sezione FinanzaEtica.

Marco GallicaniFinansol.itDi Vimercate (MB), dov’è nato il 15 luglio1974, ma “emiliano nel midollo”, MarcoGallicani è coordinatore diwww.finansol.it, il blog della finanzasolidale. Dal 2000 al 2004 è statodirettore dell’Associazione per laFinanza etica, che nel 2001 lanciò laprima Giornata nazionale della Finanzaetica (organizzata fino al 2004).Esperto di lungo corso di economiasolidale (su cui ha collaborato colComune di Roma), ha appenapubblicato Il risparmiatore etico esolidale (ed. Altreconomia), in uscita adaprile 2012.

Diana GuzmánCarbon Disclosure Project Originaria di Veracruz, Messico, dov’ènata il 20 settembre 1982, DianaGuzmán dal 2010 ha portato la suaesperienza nel settore del carbonmanagement al servizio di Cdp -CarbonDisclosure Project (www.cdproject.net),di cui è country director per Italia,Spagna, Portogallo e Grecia. Cdp èl’iniziativa con cui i maggiori investitoridel mondo chiedono alle impresequotate informazioni sulle emissioni diCO2 e le strategie di lotta al climatechange: le più virtuose sono inseritenell’indice Cdli - Carbon DisclosureLeadership Index.

Stefano HerzelUniversità di Roma Tor VergataDi Roma, dove è nato il 19 settembre1965, Stefano Herzel è professoreordinario all’Università di Roma TorVergata, presso il DipartimentoSefemeq - Studi economico-finanziari emetodi quantitativi(www.economia.uniroma2.it/sefemeq).Insieme al collega Rocco Ciciretti, Herzelha contribuito a sviluppare per l’Italiauno dei più vasti progetti di ricercapaneuropei sinora avviati sulla finanzasostenibile, che vede coinvolti atenei ditutt’Europa: il progetto Sirp -Sustainable Investment ResearchPlatform (www.sirp.se), coordinatodalla fondazione svedese Mistra.

Marinetta IntontiUniversità di BariAutrice di alcuni dei più innovativi studicondotti negli ultimi anni nell’ambitodella finanza Sri, in particolare sullepratiche di azionariato attivo adottatedai fondi Sri in Italia e in Europa,Marinetta Intonti, nata a Bari il 7dicembre 1971, è ricercatrice diEconomia degli intermediari finanziaripresso l’Università di Bari, Dipartimentodi Studi aziendali e giusprivatistici(www.disag.uniba.it). Da più di diecianni si occupa, a livello accademico, diapprofondire i temi della responsabilitàsociale (Csr) nelle banche e della finanzaetica o Sri.

ATO A MILANO L’11 MAGGIO 1974, Aldo Bonatiè a capo del dipartimento di ricerca di Ec-pi. Laurea e master all’Università Bocconi,un’esperienza lavorativa precedente come

product development manager in Bnl Gestioni Sgr,marketing manager in Citibank e fund raising officerin Avsi - Associazione volontari per il servizio in-ternazionale, Bonati è uno dei più profondi cono-scitori, per non dire studiosi, dell’analisi non-fi-nanziaria o Esg (sociale, ambientale, sulla gover-nance) applicata ai processi d’investimento.

Come mai l’investimento basato sull’analisi Esg fatica a prenderepiede in Italia?

Credo che il motivo di fondo sia una scarsa educazione all’in-vestimento. Vale sia per gli investitori individuali, sia per quelliistituzionali, dove per le scelte spesso prevalgono rapporti per-sonali. Di solito si comprende poco che l’impatto dell’analisiEsg è sui rischi: se una società non è in grado ad esempio digestire determinati rischi ambientali, potrà in futuro avere con-seguenze negative sul proprio business. L’impatto sulle perfor-mance, invece, è più di lungo periodo.

Come avviene il processo di valutazione?

N

IORENTINO,c l a s s e1 9 6 6 ,sposato,

con tre figli, perUgo Biggeri, pre-sidente di BancaEtica, il non pro-fit è una passio-ne precoce. Vo-

lontario dai tempi della cooperativa ManiTese dove fin da subito si è occupato diprogetti nei Paesi del terzo mondo. È sta-to poi uno degli attivisti per la campagnaper la legge 185 del 1990 sulla regolamen-tazione della produzione e commercia-lizzazione delle armi. Laureato in fisica,tenta la carriera universitaria. Dopo setteanni di precariato, nel 2000 si “converte”al profit (sostenibile) andando a lavorarealla Phisis di Firenze, azienda del settore

Fdell’energia rinnovabile. Intanto diventapresidente di Mani Tese e fonda BancaEtica. Nel 2010 l’elezione a presidente.

Che anno è stato il 2011?Un anno importante perché abbiamomesso le basi per alcuni cambiamentivolti a cercare di essere più efficienti sulmercato e rispetto alla nostra mission.Siamo passati da 13 direttori a uno, presodall’esterno, e abbiamo ridisegnato l’or-ganigramma nel tentativo di far sì che gliaspetti socio culturali e di innovazionesiano messi alla pari di quelli tipicamentebancari, come il credito, la finanza o ilcommerciale. Sul versante delle perfor-mance nell’anno del credit crunch abbia-mo incrementato i crediti del 24% e van-tiamo “sofferenze lorde” al di sottodell’1% contro il 5,5% del settore. La ban-ca inoltre è stata riportata in una zona diutile, con 1,5 milioni di euro, che non è

Il processo è certificato Iso9001 e si basa su infor-mazioni pubbliche. Abbiamo un centinaio di indi-catori, il 20% specifici per settore economico. Con-sideriamo anche specificità geografiche. E segna-liamo se una società opera in settori controversi(armi, tabacco, nucleare, pornografia, gioco d’az-zardo, alcol, ndr). L’investitore, poi, può deciderese escludere determinati settori o anche come de-finirli: per l’alcol, ad esempio, c’è chi esclude i pro-duttori, chi anche i distributori e le società che fan-

no advertising. Stesso discorso per gli armamenti: l’analisi sista molto raffinando.

C’è più da augurarsi che crescano i prodotti d’investimento cheutilizzano criteri Esg, o che quest’analisi sia pienamente integratanell’analisi finanziaria mainstream?

Ritengo la seconda: se la si integra nell’analisi, per forza di cosenasceranno più prodotti. Però è anche la strada più difficile,perché da un gestore all’altro ci possono essere sensibilità diffe-renti sulle varie dimensioni Esg. In ogni caso tutte insiemequeste informazioni rappresentano un set che può essere utile:la nostra idea è fornirle appunto tutte, in modo che chi investepossa decidere quali utilizzare di più e quali meno. [A.D.T.]

ECONOMIA È UNA SCIENZA TRISTE? Forse. Di certoper gli economisti che mettono al centro de-gli studi solo la massimizzazione del Pil. Nonper Leonardo Becchetti, professore ordinario

di Economia politica all’Università degli Studi di Ro-ma Tor Vergata, che negli ultimi anni ha rivolto lesue attenzioni proprio alla ricerca sul tema della fe-licità. Il suo blog su Repubblica non a caso si chiama“La felicità sostenibile”.

Becchetti, 46 anni, romano, è presidente del Co-mitato etico di Banca Popolare Etica, direttore scientifico dellaFondazione Achille Grandi, presidente delle Comunità di vitacristiana - Lega missionaria studenti, membro del Comitato ese-cutivo di Econometica (consorzio universitario per gli studi sullaresponsabilità sociale d’impresa) e di Aiccon e direttore del sitowww.benecomune.net.

Professore, su quali filoni di ricerca sta concentrando il suo lavoro?Sto lavorando, oltre che sul tema delle determinanti della sod-disfazione di vita, sull’impatto prodotto dalla responsabilità so-ciale d’impresa, in particolare sulla performance sia economicache finanziaria. La sfida è capire quanto spazio ci sia per passareda un modello nel quale si mette l’azionista sul piedistallo, a

Lscapito di tutti gli altri portatori di interesse, a unmodello socialmente orientato. Il secondo filone diricerca è l’analisi di impatto del microcredito e delcommercio equo e solidale come strumenti per lapromozione dell’inclusione degli ultimi. Qual è il punto debole della comunicazione economicaoggi?Non aiuta l’opinione pubblica a riflettere sulle causealla radice dei problemi. Il fatto clamoroso di questiultimi tempi è che gran parte degli italiani pensa

che la crisi finanziaria che stiamo vivendo sia colpa della politicae non invece che dipenda da quanto è accaduto sui mercati fi-nanziari.

Serve un nuovo linguaggio?Le possibilità di spiegare i fatti economici in modo semplice cisono. Il tema del voto col portafoglio è facile. Basta far capire aicittadini che è loro interesse premiare le aziende più responsabilie attente all’ambiente. Con la crisi l’attenzione verso i nuovimodi di raccontare l’economia è aumentata. Le nuove genera-zioni del resto sono sempre più scolarizzate e questo facilita. Lasfida per chi si occupa di economia è, tuttavia, di non restaresolo sul piano astratto ma di suggerire ricette possibili. [F.D.]

finanza eticaVITA19 20 APRILE 2012

cantıerı

ancora abbastanza ma è comunque unrisultato positivo.

Su quali prodotti insisterete quest’anno?L’ultimo si chiama “Carta Evo”. Una cartache consente di avere un conto a spesebassissime per tutti. Poi c’è il conto “ZeroSpese” per i pensionati.

Siete l’unica banca che pubblica on line idettagli dei vostri impegni. Perché questascelta?

Per marcare una forte differenza con glialtri istituti. Quando si osa mettere as-sieme la parola “banca” e la parola “eti-ca” poi si deve dare la possibilità a tuttidi valutare quello che si sta facendo. Seil risparmiatore non è in grado di farsiuna propria idea di quello che un’aziendafa, si rischia di cadere nel marketing. Lasperanza è che anche gli istituti di creditoattenti a certe tematiche possano pren-derne esempio. [L.M.A.]

Ugo Biggeri - Banca Etica

La mia banca trasparente al 100%

Leonardo Becchetti - benecomune.net

L’informazione deve dare soluzioni

Aldo Bonati - Ecpi

L’analista che guarda all’ambiente

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Joakim LundquistLundquist srlNato a Stoccolma il 6 settembre 1973,Joakim Lundquist è founding partner diLundquist srl (www.lundquist.it),società di consulenza strategica sullacomunicazione corporate con focus suCsr e social media. Da anni la società,che ha sede a Milano, assegna i CsrOnline Awards, basati suun’approfondita ricerca che analizzacome le società quotate utilizzano webe social media per comunicare lestrategie di Csr, anche con riferimentoalla finanza Sri. Lundquist fa parte dellagiuria di esperti dell’Oscar di Bilancioorganizzato da Ferpi.

Mauro MeggiolaroMerian ResearchNato a Verona il 27 gennaio 1976,Mauro Meggiolaro per anni ha lavoratocon Etica sgr occupandosi di analisi ericerca su temi Esg (ambientali, sociali edi governance) applicatiall’investimento e promuovendo molteiniziative di azionariato critico, cosa dicui ancora si occupa. Nel 2009 hafondato la società di ricerca MerianResearch (www.merian-research.it),anch’essa attiva su questi temi. Comegiornalista collabora col mensile Valori econ Il Fatto Quotidiano, sul cui sitomantiene un blog(www.ilfattoquotidiano.it/blog/mmeggiolaro).

Mario MolteniAltisNominato a ottobre presidente delComitato etico di Etica sgr, MarioMolteni, nato a Varese il 18 settembre1959, è fra coloro che più si sono spesida molti anni per elaborare, insegnare epromuovere una cultura della Csr oresponsabilità sociale d’impresa inItalia. Fondatore e direttore di Altis-Cattolica (Alta scuola Impresa e societàdell’Università Cattolica di Milano),autore di numerosissime pubblicazioni,nel 2006 ha avuto la felice intuizione difondare il Csr Manager Network Italia(www.csrmanagernetwork.it),l’associazione dei professionisti dellaCsr in Italia.

Maria Cristina NegroFondazione Giordano Dell’AmoreNata a Milano il 9 gennaio 1956, MariaCristina Negro da maggio 2007 èsegretario generale della FondazioneGiordano Dell’Amore, organizzazioneche sviluppa progetti e modellid’intervento nel settore dellamicrofinanza nei Paesi industrializzati enon. Grande esperta di cooperazioneallo sviluppo, ha lavorato anche per l’Iloe collaborato con la Fao, l’Ispi e l’ongAcra. Nel 2011 si è occupata, fra l’altro,dell’organizzazione di workshop sutemi di microfinanza edell’assegnazione del Premio Europa edel Premio Internazionale, checonsistono in un fondo destinato allarealizzazione di progetti dimicrofinanza.

Matteo PedriniAltisNato a Trescore Balneario (BG) il 7novembre 1979, Matteo Pedrini è

who’s whoprofili in breve

U A N D OSI diceessereun pio-

niere. Nato a Ve-rona il 9 giugno1967, laureato inLegge e con unmaster europeoin Gestione am-

bientale d’impresa, Davide Dal Maso èstato uno dei primi in Italia, a inizio anni90, ad occuparsi di sostenibilità in am-bito aziendale e finanziario. Co-fondato-re di Avanzi, think-tank sulla sostenibi-lità, e presidente di Make a Cube, incu-batore d’imprese ad alto valore sociale eambientale, Dal Maso è soprattutto il se-gretario generale di FFS - Forum per lafinanza sostenibile (www.finanzasoste-nibile.it), l’associazione che dal 2001 ope-ra per la promozione di una cultura della

Qresponsabilità sociale negli investimentifinanziari. Da non molto ha deciso di rac-cogliere la sfida di Twitter aprendo unaccount (@davidedalmaso) da cui di-spensa consigli e informazioni per unafinanza e un mondo più sostenibili.

Il sito di FFS si è rinnovato di recente conun’importante sezione editoriale. Comesta andando?

I commenti che arrivano sono tutti posi-tivi. Abbiamo cercato di rendere il sitopiù chiaro e più dinamico, con informa-zioni aggiornate più di frequente. Siamosu LinkedIn, presto arriverà la pagina Fa-cebook e poi un account Twitter istitu-zionale di FFS.

Anche lei ha iniziato a utilizzare Twitter:un pregio e un difetto che ha riscontratoin questo strumento...

Mi sono avvicinato con un po’ di diffi-denza ma non posso che riconoscere chefunziona, anche se non ho iniziato a se-

Michele Calcaterra - Ecpi

Indici etici alla conquista della Cina UANDO IN ITALIA LA FINANZA SOCIALMENTE responsabile era

quasi sconosciuta, Michele Calcaterra già lavorava aiprimi indici azionari Sri e contribuiva alla nascitadell’Osservatorio Finetica della Pontificia Università

Lateranense. Di Busto Arsizio (VA), dov’è nato il 22 gennaio1964, è stato fra i fondatori di Ecpi, di cui è amministratore de-legato, una delle prime società in Italia ad occu-parsi di rating di sostenibilità o Esg applicato al-l’investimento finanziario. Docente al dipartimen-to di Corporate finance e Real estate presso la SdaBocconi, è fra coloro che hanno creato il settoredella finanza Sri nel nostro Paese.

A fine anni 90 Ecpi lanciava il primo indice etico eu-ropeo, Ethical Index Euro. Cos’è cambiato da allora?

L’evoluzione si può notare negli acronimi che sisono cominciati ad utilizzare: Sri (socially respon-sible investment) è stato affiancato da Esg (envi-ronmental, social and governance), cioè si è capito che la soste-nibilità è legata a un’eccellenza comportamentale in senso am-pio, sociale, ambientale, nella trasparenza della governance,che dà la sensazione della solidità di un business nel tempo e

Qpuò tradursi in performance finanziarie interessanti.

In questi anni avete lanciato i primi indici Sri sul mercato finanziariocinese. Quali le principali differenze coi mercati occidentali?

In Cina esistono gap sociali enormi da colmare, ma il livello ditrasparenza si è molto elevato. Ma lo si può indagare solo conuna presenza in loco: per questo da qualche anno Ecpi ha nove

ricercatori in Cina, a Shanghai, ragazzi cinesi che ab-biamo formato qui sull’analisi Esg, che sono in gradodi analizzare informazioni spesso disponibili solo inlingua cinese e ci danno una profondità di analisiche non potremmo avere da remoto. Il loro lavoro èdi qualità e gli abbiamo chiesto di coprire anche altrimercati asiatici, ad esempio il Giappone.A ottobre 2010 avete contribuito alla nascita del primoindice Sri di Borsa Italiana, Ftse Ecpi Italia Sri. Quanto èstato importante per promuovere la cultura dell’investi-mento sostenibile?

L’indice, che tra l’altro si è dimostrato performante rispetto aisuoi benchmark, ha elevato la soglia di attenzione verso la fi-nanza Sri, soprattutto nelle aziende quotate: è un segnale moltopositivo che su questi temi sta crescendo il consenso. [A.D.T.]

guire subito centinaia di contatti, sonopiuttosto selettivo. Il difetto che vedo èche non riesce a fare approfondimento,anzi in qualche modo lo inibisce. Noto,però, che la frequenza e l’abbondanzadell’informazione è davvero sorprenden-te, enorme.

Quali i progetti principali di FFS in questo2012?

Tra fine maggio e i primi di giugno lan-ciamo la Settimana dell’investimento re-sponsabile: è la prima volta che in Italiasi organizza una settimana di appunta-menti su questi temi. L’idea è anche faremassa critica per avere maggiore visibi-lità. Attiveremo a breve il sito web dedi-cato. Alcune date sono ancora da defini-re, ma sono già sicuri eventi a Milano,Venezia, Bologna, Napoli, Roma. A finegiugno, inoltre, pubblicheremo le Lineeguida per l’integrazione dei criteri Esgnei mandati dei fondi pensione. [A.D.T.]

N V E S T I T O R Iistituzionalicon un voltoe un’anima,

ovviamente eti-ca. Nato a MonteSan GiovanniCampano l’1 set-tembre 1954, dal1974 Walter Bot-

toni lavora nella Banca Monte dei Paschidi Siena e svolge attività sindacale nellaFisac-Cgil. Dall’11 settembre 2001 è am-ministratore del Fondo pensione com-plementare dei dipendenti di Banca Mpse dal 2007 vicepresidente. È uno dei pro-motori della svolta che porta il fondopensione ad integrare i criteri Sri dallasola linea Etica a tutte le linee di gestio-ne. E a fine 2011 lancia “Previtenda - Daioccupiamo la previdenza” (http://daioc-cupiamolaprevidenza.blogspot.it/), blog

Isull’investimento responsabile nel mon-do previdenziale.

Che ruolo hanno avuto gli iscritti nellasvolta “etica” del fondo pensione?

Dopo una prima fase di crescita impe-tuosa di aderenti alla linea Etica, la verasvolta è avvenuta nell’anno d’avvio dellacrisi, il 2008. Quella linea registrò un af-flusso inaspettato di adesioni da tutti glialtri comparti generalisti: si stava incri-nando la fiducia verso i modelli tradizio-nali. Era il momento d’uscire dal recintoe rinnovare l’intera struttura d’investi-mento seguendo il filtro etico. Ciò hacambiato perfino il profilo professionaledei nostri gestori.

In Italia sono una minoranza i fondi pen-sione che utilizzano criteri Sri: che cosapotrebbe sbloccare questa situazione?

La ricetta è “uscire dall’autoreferenzia-lità”, aprirsi al confronto e al cambiamen-to. La nostra esperienza nasce dentro

un’industria finanziaria non per negarlama, forse, per ritrovare lo spirito cheispirò San Bernardino da Siena nell’in-ventare i primordiali meccanismi diquella sorta di microcredito rinascimen-tale che erano i Monti di Pietà.

Come sta andando l’esperienza del blog“Occupiamo la previdenza”?

Come ha insegnato la primavera araba,il web è partecipazione, lo sperimentoogni giorno: in pochi mesi ho registratopiù di 5mila contatti, con punte di 120collegamenti al giorno. Un mio iscrittoha detto del blog che «offre uno spaccatodi rara efficacia e immediatezza sul com-plesso universo della previdenza – ov-viamente con particolare attenzione ainostri fondi aziendali – e più ampiamentesulle molteplici (e spesso inquietanti) vi-cende che toccano il nostro lavoro e ilnostro risparmio previdenziale»: non po-tevo sperare di meglio. [A.D.T.]

VITA20 APRILE 2012 20

cantıerı

Walter Bottoni - Fondo pensione complementare dipendenti Mps

Il blog della previdenza responsabile

Davide Dal Maso - FFS-Forum per la finanza sostenibile

Il cinguettio della finanza etica

focus

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direttore delle ricerche in Altis, l’Altascuola Impresa e società dell’UniversitàCattolica di Milano(www.unicatt.it/Altis). Sostenibilità eCsr sono fra i temi di cui si occupa daanni. Pedrini ha infatti diretto numerosiprogetti di ricerca sulla responsabilitàsociale d’impresa, in particolare sultema della rendicontazione disostenibilità (bilanci sociali o disostenibilità, report integrato). È docente di Economia aziendale,Corporate strategy e Csr in master ecorsi post laurea.

Giampietro PizzoMicrofinanza srlGiampietro Pizzo, 51 anni, è membrofondatore di Microfinanza srl, società dicui è presidente dal 2007, evicepresidente di Emn - EuropeanMicrofinance Network e di Ritmi - ReteItaliana di Microfinanza. Economista, esperto di microfinanza efinanza sociale, ha maturato unaesperienza ventennale in ambitointernazionale a stretto contatto conorganizzazioni cooperative, di credito,di finanza rurale e di microfinanza. Negliultimi anni si è dedicato con particolareattenzione ai programmi comunitariJasmine – che accompagna le istituzionidi microcredito in attività di capacitybuilding e di finanziamento – e Jeremie– dedicata allo sviluppo di linee dicredito specifiche per finanza sociale emicrofinanza.

Roberto RandazzoBocconiNato a Messina nel 1968, avvocato –partner dello studio R&P Legal – svolgela propria attività a Milano nell’ambitodel diritto commerciale e societario. Daoltre dieci anni si occupa anche diimprese sociali ed enti senza scopo dilucro. Docente nell’Università commercialeLuigi Bocconi, presso cui insegna, dal2004, Diritto degli enti non profit e Nonprofit organization law, e docente SdaBocconi, dove insegna nel master inManagement delle imprese sociali,aziende non profit e cooperative, di cuiè responsabile del modulo giuridico. Inparticolare, si occupa delle questionilegate all’impact investing e, più ingenerale, della finanza sociale,tematiche che sviluppa ancheprofessionalmente con la sua attività diavvocato. È autore di numerose pubblicazioni esaggi in materia di diritto degli enti nonprofit e di social business.

Paolo SardiEcpi,Nato ad Alessandria il 12 gennaio 1975,Paolo Sardi è stato fra i fondatori di Ecpi(www.ecpigroup.com), una delle primesocietà in Italia e in Europa ad occuparsidi analisi e ricerca sulla sostenibilitànegli investimenti finanziari. Oggi è ceo di Ecpi Lussemburgo. Inprecedenza Sardi aveva lavorato comeanalista presso Merrill Lynch a Londra ecome consulente finanziario nel settoredel real estate a Milano. Svolge anchel’attività di docenza al dipartimento diCorporate finance e real estate della SdaBocconi.

ADOVANO, 53 ANNI, SPOSATO, CON TRE FIGLI. Fabio Salviato,dopo essersi laureato a Padova in Scienze politiche, di-venta dirigente della Sàfilo Group spa. Nonostante lacarriera lanciata nel mondo for profit, l’attenzione al

sociale ha la meglio. «Sono riuscito a coniugare la mia tensioneal bene comune con la mia professione», chiarisce Salviato. Nel1989, infatti, fonda Ctm Altromercato e subito dopo,nel 90, il Consorzio Etimos per arrivare nel 1999 adiventare socio fondatore e presidente di Banca Eti-ca. Dopo quattro mandati, nel 2010 lascia per di-ventare presidente della Federazione europea dellebanche etiche alternative e direttore di Sefea, societàfinanziaria europea. «Mi sono però reso conto cheoggi è fondamentale la comunicazione», sottolineaSalviato, «per questo mi sono anche impegnato acurare la rubrica di finanza etica di romasette.it».

Qual è dunque il valore della comunicazione oggi?C’è una crisi grave, che non è solo finanziaria ma anche culturale,sociale e ambientale. Sottolineare che ci sono buone pratiche evie d’uscita alternative è importante. Perché oggi sembra che cisia una sola ricetta possibile nell’affrontare i problemi. Non ècosì. Uno dei modi più efficaci per scardinare questo pensiero

Punico è proprio la comunicazione. Senza conoscenza c’è l’isola-mento e non si hanno altre chance che fidarsi di quello che civiene detto.

Quali sono queste alternative?Il tema portante è quello del lavoro. In queste condizioni si ri-schia seriamente di arrivare a tensioni sociali violente. Per questo

insisteremo nel sottolineare che esistono nuove op-portunità e mercati possibili. Penso alle energie rin-novabili, come il fotovoltaico, con cui la Germaniaha già creato un milione di nuovi posti di lavoro.Oppure possiamo parlare dell’agricoltura biologicae biodinamica che già oggi ha il doppio dei dipen-denti della Fiat. Senza contare il turismo responsa-bile e l’arte che, se sfruttate, potrebbero sostenereda sole la nostra economia. State per lanciare alcune campagne, in cosa consistono?Sì, come Sefea, stiamo pensando di lanciarne una

sullo sviluppo del microcredito in Italia. Il sistema finanziariofatica a garantire piccoli finanziamenti, così ci proponiamo ditrovare strumenti, anche non profit, che permettano l’accessoal credito. La seconda è invece una grande campagna europeasul diritto alla terra. [L.M.A.]

ER ANDREA LIMONE, AMMINISTRATORE DELEGATO di PerMicro,società specializzata nell’erogazione di prestiti di pic-cola entità e senza richiesta di garanzie reali, il micro-credito è una “fissa”. Limone, 34 anni, nato a Torino,

si è avvicinato alla materia sin dagli anni dell’università: haconcluso infatti nel 2002 il corso di studi in Economia propriocon una tesi sul microcredito nei Paesi industria-lizzati. Dopo numerosi viaggi all’estero, in partico-lare in America Latina, alla scoperta delle buoneprassi, ha lavorato un anno come ricercatore pressola Fondazione Giordano Dell’Amore di Milano, haavuto un’esperienza in Mag 2 ed è stato per dueanni in Banca Popolare Etica. Poi, nel 2007, il salto.Dalla collaborazione con Fondazione Paideia e Ol-tre Venture, è nata PerMicro.

Che anno è stato per PerMicro il 2011?Un anno importante in cui abbiamo avviato quasi800 microcrediti. Quest’anno contiamo invece di farne più deldoppio, 1.700.

Chi sono i vostri clienti?Ci occupiamo esclusivamente di persone non bancabili, sog-getti diversamente esclusi dal sistema bancario. Di questi, gran

Pparte sono immigrati, circa l’80%. Facciamo due tipi di micro-credito, uno per la famiglia e uno per l’impresa: per la famigliain risposta alle esigenze di scuola, salute e abitazione, quindiesigenze di vita. Nel caso delle imprese sosteniamo invece l’av-vio e lo sviluppo di piccole attività, dal calzolaio al sarto, dalbottegaio al commerciante ambulante. Eroghiamo fino a 25mila

euro, la somma media tuttavia è di 9mila euro. Ri-sorse utili per comprare i due o tre strumenti ne-cessari per far partire l’impresa.La crisi ha accresciuto le richieste?Siamo cresciuti ma non so dire se dipenda dallacrisi. La nostra tipologia di clienti, del resto, avevaproblemi già prima e li ha ancora dopo la congiun-tura sfavorevole. La crisi interessa infatti più la pic-cola e media borghesia che non le fasce più deboli. A cosa puntate quest’anno?Abbiamo sviluppato una serie di nuovi prodotti,

fra questi è interessante e curioso il microcredito per i giovani.Chi ad esempio vive ancora in famiglia ma vuole provare adavviare piccole attività. Le condizioni sono molto agevolateanche in termini di garanzie: diamo un prestito fino a 8milaeuro senza richiedere alcuna garanzia. [F.D.]

finanza eticaVITA21 20 APRILE 2012

cantıerı

RANCESCOPerrini,46 anni,laureato

in Economiaaziendale, è do-cente dell’AreaFinanza azienda-le e immobiliaredella Sda Bocco-

ni e al master “Piccole imprese“, ed è fon-datore dell’Osservatorio Finetica con laPontificia Università del Laterano.

Come sta cambiando l’attenzione per laresponsabilità sociale d’impresa?

La Csr è sempre di più tenuta in conside-razione e rappresenta anche una rilevanteleva di comunicazione verso stakeholder,istituzioni e risparmiatori. A misurare laperformance delle aziende che investonosull’etica, in termini di governance e di

Fscelte strategiche, troviamo inoltre oggiun buon numero di indici, i cosiddetti“indici etici”, segno che i requisiti di mag-gior trasparenza e responsabilità interes-sano anche chi investe.

Chi guida le danze nel settore della Csr?È importante capire che l’impressionantecrescita dell’industria socialmente re-sponsabile è un fenomeno “consumer-driven”, ossia guidato dal basso, dal latodella domanda. Infatti, prendendo comeesempio il mercato statunitense, puntodi riferimento per crescita e maturità, lamaggior parte delle società d’investimen-to che correntemente s’identificano comegestori di portafogli etici non solo nonpraticavano questo business vent’anni fama soprattutto non ne avevano interesse.Prove suggeriscono fortemente che l’en-trata sia motivata dal fatto che essi nonvolevano perdere clienti. Broker, planner

finanziari e consulenti d’investimentotendono tuttora ad essere abbastanza re-ticenti nell’offerta di prodotti socialmenteresponsabili, spesso è il cliente stesso chene deve fare domanda. Non è raro che in-vestitori istituzionali, in cerca d’investi-menti che riflettano i valori e i precettidell’organizzazione, siano costretti a ser-virsi tramite canali alternativi.

Quali sono i numeri della Csr?Secondo l’ultimo report di Eurosif, il Fo-rum europeo dell’investimento sosteni-bile, il mercato europeo socialmente re-sponsabile presenta un totale degli assetgestiti pari a 5mila miliardi di euro, in Ita-lia 312,4 miliardi. Gli investitori istituzio-nali rappresentano da noi il 99% del mer-cato con un patrimonio investito di 310,2miliardi, che constano principalmente incompagnie di assicurazione e fondi pen-sione. [F.D.]

Fabio Salviato - Federazione europea delle banche etiche

In trincea contro il pensiero unico

Francesco Perrini - Bocconi

Da noi comandano i consumatori

Andrea Limone - PerMicro

Diamo soldi solo a chi non ne ha

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Jacopo SchettiniGherardiniStandard EthicsNato a Firenze l’11 febbraio 1965,Jacopo Schettini Gherardini, laureain Studi strategici e PhD in Finanza(ha lavorato in Hsbc e Banca Imi), èfondatore e direttore di StandardEthics (www.agenziaeuropea.it),società con sede a Bruxelles fra leprime ad occuparsi di rating disostenibilità con un modello ispiratoai principi di Onu, Ocse e Ue. È stato candidato alla segreterianazionale del Pd (ha partecipato allaredazione del Codice Etico) alleprimarie 2007. Gli dedica una voce anche Wikipedia(http://it.wikipedia org/wiki/Jacopo_Schettini_Gherardini).

Fabrizio SpagnaAxia Financial ResearchNato nel 1965, Fabrizio Spagna si èlaureato in Economia e commercioall’Università di Venezia nel 1992.Due anni dopo ha fondato la SocietàAxia Financial Research(www.axiaonline.it, della quale ètuttora presidente e ad), che sioccupa di studi, ricerche e analisifinanziarie. Dopo essere stato analistafinanziario per Ernst&YoungCorporate Finance, oggi è docente invari corsi universitari, tra cuiTecniche euristiche di previsione,nella facoltà di Statistica di Padova.Interviene come economista suRainews24, Sat2000 e Limes.Paolo Stefan

Paolo StefanSolidarietà VenetoPaolo Stefan, nato il 30 dicembre1973 a Vittorio Veneto (TV), èvicedirettore di uno dei non moltifondi pensione italiani che hannoscelto la strada dello Sri: è il fondoSolidarietà Veneto(www.solidarietaveneto.it, ha ancheuna pagina Facebook), fondopensione regionale, intersettoriale eintercategoriale aperto ai lavoratoridell’industria, della piccola industriae dell’artigianato. Da fine 2010 il fondo ha adottatocriteri Sri per la quota azionaria delsuo comparto Prudente.

Andrea TracanzanBanca Popolare EticaNato a Schio (VI) il 4 febbraio 1980,Andrea Tracanzan è responsabileper la comunicazione di BancaPopolare Etica. È un profondo conoscitore dellacomunicazione sui social media:sono ormai tre anni, ad esempio, chelo si può trovare su Twitter(@andreatracanzan), dove unmigliaio di utenti o “follower”ricevono i suoi tweet per restareinformati sul mondo della finanzaetica. Negli ultimi tempi si dedica conattenzione particolare allacampagna “Non con i miei soldi”(www.nonconimieisoldi.org) per la promozione del risparmiocritico.

who’s whoprofili in breve

E N Z Anulla to-gliere aA m y

Domini, anchel’Italia ha la sua“signora” dellafinanza Sri: èAlessandra Vi-scovi, direttore

generale di Etica sgr (www.eticasgr.it),la società di gestione del risparmio delGruppo Banca Etica. Nata a Pordenonenel luglio del 1960, una laurea in Giuri-sprudenza e un master in Giuristi d’im-presa, Viscovi ha sviluppato una solidaesperienza in ambito finanziario comeesperta di compliance. Nel 2006 l’appro-do a Etica sgr. Oggi è anche nel cda delForum per la Finanza sostenibile e mem-bro del consiglio di indirizzo della Fon-dazione culturale Responsabilità etica.

SChe anno è stato, il 2011, per i fondi eticidi Etica Sgr?

Un anno difficile ma che ha comunqueportato risultati positivi per i fondi ob-bligazionari. Anche se il rendimento deifondi etici andrebbe considerato nel me-dio-lungo periodo. Il nostro fondo Bilan-ciato ha vinto per il secondo anno con-secutivo il premio Alto Rendimento delSole 24Ore: un riconoscimento prestigio-so che conferma come una buona ge-stione finanziaria (è svolta in delega daAnima Sgr, ndr), unita al rigore dell’ana-lisi Esg, contribuisca a ripagare la fiduciadei clienti anche in termini di rendimen-ti.

Su quali temi insisterete quest’anno nelleassemblee degli azionisti a cui Etica sgrparteciperà?

Ad aprile interverremo e voteremo alleassemblee degli azionisti di Piaggio, Pry-smian e Yoox, sollecitando l’attenzione

Luca Testoni - EticaNews

Le buone inchieste di wikietica NA VITA FATTA DI SCELTE CONTROCORRENTE. Nato a Ferrara

il 21 giugno 1969, Luca Testoni a metà anni 90 decidedi lasciarsi alle spalle il 110 della laurea in Economia,e una possibile carriera nella finanza, per entrare al-

l’Ifg-Istituto per la formazione al giornalismo. Arriva a Milano,dove prima si occupa di immagine e comunicazione, dandoalle stampe un volume sugli ultimi fuochi della“Milano da bere” (L’ultima sfilata, ed. Sperling &Kupfer), e poi trova la sua vera strada: il giornali-smo economico-finanziario, che pratica per diecianni come vicecaporedattore del quotidiano Fi-nanza&mercati. Nel 2011 un’altra svolta: assumela direzione del mensile TopLegal ma soprattutto,con un gruppo di colleghi, lancia EticaNews(www.eticanews.it).

Com’è nata l’idea?L’obiettivo è creare uno strumento indipendenteda ogni vincolo, libero di denunciare caste e clientelismo; unbenchmark, per diffondere informazioni su sostenibilità, bu-siness etico e responsabilità sociale; un catalizzatore di stimolie spunti, aperto a suggerimenti per l’avvio di inchieste, in pro-

Uspettiva anche finanziate in rete. EticaNews punta ad aggregareinvestitori etici per costituire un soggetto non profit che diffon-da principi etici a ogni livello, con molteplici strumenti.

Sul vostro sito c’è anche una sezione “wikietica”: di che si tratta?È un concetto moderno di etica condivisa o etica in rete. Èuno dei presupposti del sito: diffondere informazione etica,

ma anche valorizzare le notizie etiche che non tro-vano spazio sui media tradizionali. Dando voceanche a quelle che arrivano dai lettori, sotto formadi denuncia o sollecitazione a indagare.Non rischiate di essere buonisti, e moralisti?Non si tratta di imporre un particolare codice divalori. In questo momento storico etica significanecessità di regole condivise. E, perciò, sostenibilia livello comune. Senza le quali il sistema cominciaad avere la consapevolezza di non avere futuro.Volendo estremizzare, è un concetto utilitaristico

per un sistema che deve sopravvivere. I cui operatori, a co-minciare dalla finanza, sono obbligati a inserire nelle loroequazioni il nuovo parametro dell’etica, a prescindere dal lorogrado di “bontà”. [A.D.T.]

del management su diversi temi: la ren-dicontazione socio-ambientale, l’utilizzoresponsabile delle risorse idriche neiprocessi produttivi, le politiche per il ri-spetto dei diritti umani e il monitoraggiodei fornitori, l’utilizzo di energia rinno-vabile. E siccome nelle tre società si vo-terà per il rinnovo dei cda, sottolineere-mo il tema delle quote rosa previste dallalegge 120/2011.

Etica Sgr ha appena lanciato una classed’investimento riservata agli investitoriistituzionali: nel 2012 sposeranno an-ch’essi finalmente l’investimento Esg?

I grandi investitori istituzionali in altriPaesi europei da tempo investono se-guendo questi principi. In Italia siamoancora agli inizi, ma siamo convinti chesia arrivato il momento giusto. Con leclassi d’investimento che abbiamo in-trodotto ci rivolgiamo a enti locali, cassedi previdenza, fondi pensione. [A.D.T.]

Marco Santori - Etimos Foundation

Il nostro business a L’Aquila e in Perù ARCO

San-tori,p r e -

sidente di Eti-mos Founda-tion, il 2011 nonlo dimenticheràfacilmente. Lafondazione di

partecipazione che dal 1999 affianca Eti-mos – l’omonimo consorzio finanziariointernazionale con sede a Padova im-pegnato nella raccolta di risparmio dainvestire in progetti a sostegno di isti-tuzioni di microfinanza, cooperative diproduttori e imprese sociali nei Paesi invia di sviluppo – ha affrontato due pas-saggi importanti: ha fronteggiato l’im-patto della crisi sulle banche e messopiede nel mercato italiano. Due sfide acui Santori, 45 anni, una laurea in inge-

Mgneria meccanica e (fra l’altro) un’espe-rienza di sei anni nel cda di Banca Etica,non si sottrae.

Come è andata allora nel 2011? La crisi del sistema finanziario in qual-che modo ha condizionato la nostra cre-scita e l’approvvigionamento della ma-teria prima, il denaro. Per quanto riguar-da invece gli investimenti fatti nei 40Paesi in cui siamo presenti, non abbia-mo registrato particolari cambiamentinella redditività e nella performancedelle attività che stiamo finanziando.

Come vi siete riorganizzati dopo la crisi?Stiamo cercando di promuovere unaraccolta diretta e poi di andare a razio-nalizzare i costi: in questa fase non pre-vediamo di crescere nei prossimi dueanni e quindi punteremo al manteni-mento delle attività.

Nel 2011 siete sbarcati anche in Italia...Sì, la fondazione, dopo un anno di start

up, ha promosso il microcredito in Italianella zona del cosiddetto “cratere” deL’Aquila. Nel 2011 siamo riusciti a stimo-lare, tramite dei fondi di garanzia, inve-stimenti a favore della microimprendi-torialità per più 3,8 milioni di euro. A fi-ne anno abbiamo costituito una societàche andrà a prendere in eredità questasperimentazione e cercherà di replicarlain altre aree dell’Italia.

Qual è l’iniziativa più innovativa promos-sa invece nel Sud del mondo?

L’esperienza più significativa in terminidi novità è quella avviata nella regionedi Cuzco in Perù. Abbiano capitalizzatoun’impresa di cioccolata facendo un au-mento di capitale di 650mila dollari.Una cooperativa di 6mila produttori dicacao ci ha chiesto di essere partner fi-nanziario in modo tale che in dieci annii produttori possano ricomprare le azio-ni della società. [F.D.]

VITA 20 APRILE 2012

cantıerı finanza etica

Alessandra Viscovi - Etica sgr

La pioniera della finanza Sri

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L’intervento | Le potenzialità di uno strumento finanziario innovativo

Impact investments, moltiplicatori socialidi Paolo Migliavacca*

EL NOVEMBRE DEL 2010, J.P. MORGAN – una dellepiù grandi e discusse banche d’affari e di ge-stione del risparmio Usa – presenta insiemecon Rockefeller Foundation – una delle più

grandi fondazioni filantropiche del mondo, che dal 1913ha erogato più di 14 miliardi di dollari – uno studio de-nominato Impact Investments, una categoria emergentedi investimenti. Il lavoro, pur con alcuni limiti e sempli-ficazioni, rappresenta il punto d’inizio di un dibattitoormai globale. Il principale autore della ricerca, NickO’Donohoe, allora capo globale della ricerca della bancae in precedenza per 14 anni in Goldman Sachs, vienenominato alla fine del 2010 capo della Big Society Bankfortemente voluta dal primo ministro inglese Cameronper dare impulso finanziario allo sviluppo della societàdi mezzo.

Ma cosa sono gli impact investments? C’è grande di-battito sull’argomento, e convergenza limitata sulle de-finizioni, tuttavia possiamo dire che sono investimentistrutturati per generare un impatto positivo, di tipo so-ciale e ambientale, rispettando requisiti predefiniti disostenibilità finanziaria. Esistono tradizionalmente mo-menti nella storia della finanza globale che esigono l’in-troduzione di grandi innovazioni e che, osservati suc-cessivamente, ne cambiano radicalmente il corso. È sta-to così per l’invenzione della moneta, per l’introduzionedi operatori specializzati come le banche e le assicura-zioni, per lo sviluppo di nuovi prodotti come i mutui,le pensioni, i fondi mutualistici. Gli impact investmentssono effettivamente un nuovo tipo di investimento, inquanto presuppongono un bagaglio di competenze di-stintive da parte di chi li gestisce, organizzate in strut-ture specifiche di gestione. A tal proposito il sistema diformazione anglosassone ci anticipa, mettendo a di-

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sposizione dei giovani un’ampia e concorrenziale gam-ma di corsi e master ad hoc. Inoltre si rende necessariouno sforzo di sviluppo e adozione di sistemi condivisidi misurazione in grado di valutare il livello di perfor-mance, dati gli obiettivi di impatto sociale e ambientaleche l’organizzazione oggetto di potenziale investimentosi propone. Le sfide che aspettano questo sforzo di in-novazione finanziaria, che prova ad uscire da nicchieculturali e di settore per affacciarsi come reale alterna-

tiva nel mercato della gestione del risparmio,sono diverse. Occorrerà grande attenzioneper evitare eccessive semplificazioni e gene-razione di aspettative irrealizzabili, in parti-colare per quanto riguarda i rendimenti (che,

è inutile girarci attorno, saranno mediamente e neces-sariamente più bassi di quelli destinati ad iniziative “tra-dizionali”), e nello stesso tempo definire bene gli obiet-tivi di impatto e le pre-condizioni di sostenibilità eco-nomica delle iniziative, in assenza delle quali le risorsedestinate competeranno solo ed esclusivamente conquelle destinate alla filantropia, cancellando il poten-ziale di moltiplicazione da destinarsi al cambiamentoglobale. *amministratore delegato Vita spa

Esistono momenti nella finanza globale cheesigono l’introduzione di grandi innovazioni e che ne cambiano radicalmente il corso

Al Salone del RisparnioVITA in prima fila“Impact Investing, cambiare la società attraverso i mercati”.È questo il titolo scelta da VITA per il convegno che il 20aprile (Foyer Aula Magna - Sala 5 - via Roentgen 1 a Milano,ingresso libero, ore 16.30) chiude la tre giorni milanese dellaBocconi dedicata al Salone del Risparmio. Quello di VITA inuno dei templi della finanza italiana non è un esordio. Ilnostro Gruppo infatti già nel 2011 è stato presente al Salonedel Risparmio per raccontare l’esperienza di quotazionedella prima società al mondo quotata che prevede ilreinvestimento integrale degli utili. Insieme conl’amministratore delegato Paolo Migliavacca, ad animare ildibattito sull’impact investing sono stati chiamati LauraCallanan, head of research on Social investing di McKinsey;Amit Bouri, director of Strategy and Development del Giin;Ugo Biggeri, presidente di Banca Etica. Obiettivo: portareall’attenzione il tema dello sviluppo dei mercati degliinvestimenti etici e dell’impiego di capitali privati persostenere la crescita dell’economia civile.

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Con il movimento diOccupy Wall Street la

protesta contro la vecchiafinanza ha assunto una

rilevanza globale

focus VITA20 APRILE 2012

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CRITTRICE, CREATRICE di uno deiprimi indici etici globali, AmyDomini, fondatrice e ceo diDomini Social Investments,nel 2005 è entrata nella classi-fica delle cento persone più in-

fluenti del mondo redatta dalla rivista Ti-me che, nel 2009, l’ha definita una dei 25pionieri della responsabilità sociale chestanno cambiando il mondo. Premiata dalpresidente Clinton all’incontro inauguraledel Clinton Global Initiative per la sua at-tività di supporto alla protezione dei bam-bini e dell’ambiente, il 20 aprile è a Milanoin occasione del Salone del Risparmiopresso la Bocconi. Vita l’ha incontrata perfare il punto sul rapporto tra finanza e in-vestimento responsabile.

Negli ultimi anni come sono cresciuti gli in-vestimenti etici in qualità e quantità?

Ci sono tutti i presupposti per una buonacrescita. Con i “Princìpi delle Nazioni Uniteper l’investimento responsabile” (promos-si fin dal 2005 dall’allora segretario gene-rale delle Nazioni Unite, Kofi Annan, ndr.)tutti i money manager sono stati sensibi-lizzati. Inoltre ricerche recenti mostranocome la trasparenza su impegno sociale eambientale all’interno di un’azienda aiutigli investitori a fare delle scelte oculate.Se gran parte della crescita dell’interesseper gli investimenti etici finora è arrivatadall’Europa, oggi sta diventando semprepiù un fenomeno globale. Dal punto di vi-sta qualitativo poi si è molto rafforzato iltrend verso la ricerca di rendimenti mi-gliori attraverso la valutazione delle que-stioni legate agli stakeholder. Mi aspettoad esempio che nell’arco di un decenniola corporate citizenship di un’impresa di-venterà un fattore chiave nelle scelte di in-vestimento.

L’investimento etico sta crescendo con for-za e quasi tutti i grandi gruppi finanziari han-no una serie di prodotti definiti etici, ma co-me gli investitori possono distinguere tra iprodotti veramente etici e quelli che utiliz-zano questo concetto solo per posizionarsisul mercato o come greenwashing?

Un’idea potrebbe essere quella di guardaread altre procedure del gruppo finanziarioin generale. Vende i suoi prodotti “etici”al pubblico e allo stesso tempo finanziaprogetti distruttivi come la Diga delle TreGole in Cina? Un altro modo potrebbe es-sere quello di studiare a fondo le procedu-re di impegno etico del gruppo finanziarioin questione. I risultati anche su questofronte si raggiungeranno piano piano. C’è

Sun grande valore in questo settore graziea grandi aziende che, con le loro enormirisorse, iniziano a muovere i primi passiverso l’impegno a livello etico.

Che cosa risponde a quelli che sostengonoche le soluzioni etiche siano una sorta ditassa che le istituzioni finanziarie devonopagare per continuare a fare quello che vo-gliono?

Sono sicura che una grande quantità dimanager all’interno degli istituti finanziarinon amino gli investimenti socialmenteresponsabili. È quello che definisco il “Pro-blema Harvard Business School (Hbs)”. LaHbs forma i manager perché diventino “si-luri economici” e li incoraggia a non di-strarsi dal loro obiettivo principale: faresoldi. E questo è molto sbagliato. I sistemicapitalisti più sani dipendono da aziendesane. Quando c’è una carenza di dignitàumana universale o una carenza di ecolo-gia sicura, il capitalismo fallisce. Se i ma-nager vogliono giustificarsi dicendo: «D’ac-cordo, ma io nel frattempo posso diventaremolto ricco», allora dovrebbero essere pa-ragonati a uno spietato dittatore.

Secondo lei la finanza etica è ancora legataalla sensibilità individuale, nel senso cheogni investitore è libero di investire in pro-dotti che escludono alcuni settori (peresempio sigarette, alcolici, armi o particolarimedicinali) o si stanno sviluppando nuovevie ad un approccio etico?

Personalmente investo in prodotti che so-no sicuri quando sono utilizzati per il loroscopo. Armi e tabacco non soddisfano ilmio approccio positivo. Ogni manager haun suo metodo per selezionare i migliorititoli e in ogni caso questo significa noninvestire in azioni dall’andamento discon-tinuo. Ritengo che i nuovi approcci all’in-vestimento socialmente responsabile sia-no in continua evoluzione. Ad esempio so-no diverse le Borse azionarie (Brasile, SudAfrica, Indonesia) che di recente hanno in-serito tra i requisiti alla quotazione la co-municazione sulla corporate accountabi-lity. Molte Borse partono dall’idea che siameglio per il Paese se le società quotate inBorsa sono trasparenti sul modo in cui im-pattano sulla società locale.

Qual è il futuro della finanza etica e come èstata condizionata dalla crisi?

Certamente la crisi economica ha sottoli-neato che quello che succede a Wall Streeto nella City può avere un impatto notevolesull’uomo della strada. Non possiamo piùdire che la finanza non ha alcuna respon-sabilità sulle vite delle persone normali.

La finanza chiedeva controlli limitati perpoi distruggere vite e speranze di milionidi persone per l’avidità di pochi, che hannofinito per togliere a molti bambini quelloche dovrebbe essere un diritto dalla nasci-ta: un futuro decoroso.

Per quanto riguarda la governance, qualisono le pratiche che un’azienda deve rispet-tare per essere accettata nel vostro fondo?

Le azioni che acquistiamo devono soddi-sfare una serie di requisiti (tutti elencatisul sito www.domini.com). I criteri peròcambiano in base al tipo di industria in cuiinvestiamo. Per esempio se prendiamo lemultinazionali petrolifere, notiamo che ladocumentazione relativa alla salute uma-na e alla sicurezza è molto carente. Perciòsiamo colpiti positivamente quando undocumento in materia è molto dettagliato.Dal nostro punto di vista la British Petro-leum aveva fallito su questo fronte giàmolto tempo prima della tragedia nelGolfo del Messico. E proprio per questo almomento dell’incidente non avevamo inportafoglio questa società. La maggior par-te dei nostri competitor apprezzava il mo-desto impegno della società petrolifera sulfronte delle energie alternative e quindine detenevano le azioni. Quello che ci in-teressa davvero quando consideriamo lagovernance è innanzitutto come l’aziendatratta gli investitori in quanto stakeholder.È totalmente trasparente nelle comunica-zioni? Il consiglio è abbastanza diversifi-cato? Queste considerazioni forse non ga-rantiscono il rendimento ma di sicuro in-fluenzano le nostre decisioni quando va-lutiamo una società in cui investire.

di Daniele Bettini

Ha fondato uno degli indici etici più importanti e secondo il “Time” è una delle personalità più influenti al mondo: «Le università come Harvard più che manager formano dittatori»

Il personaggio

La società di ratingAmy Domini è la fondatrice diKinder Lydenberg & DominiCo., la più importante societàdi rating ambientale e sociale alivello mondiale, e del KLD400 Social Index (ex DominiSocial Index 400).

Il riconoscimento del “Ti-me”Comunemente riconosciutacome la voce principale delletematiche legate agli investi-menti socialmente responsa-bili, nel 2005 è entrata nellaclassifica delle cento personepiù influenti del mondo redat-ta dalla rivista “Time”, che nel2009 l’ha definita come unadei 25 “Responsibility Pio-neers” (pionieri della respon-sabilità) che stanno cambian-do il mondo. Sempre nel2005 è stata premiata dal pre-sidente Clinton all’incontroinaugurale del Clinton GlobalInitiative per la sua attività disupporto alla protezione deibambini e dell’ambiente.

Amy DominiLa mia sfida

alle business school

finanza eticaVITA25 20 APRILE 2012

cantıerı

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