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Carmela Lo Presti - Verdechiaro Edizioni · - saper riconoscere le emozioni nel proprio corpo, attraverso le sensazioni fisiche generate dalle emozioni (dove le sento, come le sento);

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Carmela Lo Presti

Sviluppa la tua intelligenza emotiva

Esercizi e strumenti per la tua crescita- Primo Passo -

VerdechiaroEdizioni

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© Verdechiaro EdizioniVia Montecchio, 23/242031 Baiso (Reggio Emilia)

isbn 978-88-6623-080-9

Grafica interni e copertina: Francesca Parravicini

Per alcuni schemi l’autrice ha utilizzato Clip art free di Microsoft Corporation, talvolta modificati.

Il logo è marchio registrato di proprietà di Carmela Lo Presti.

Nessuna parte di questa pubblicazione, inclusa l’immagine di copertina, può essere riprodotta in alcuna formasenza l’autorizzazione scritta dell’editore,a eccezione di brevi citazioni destinate alle recensioni.

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IntroduzioneRingraziamenti

sviluppa la tua intelligenza emotiva

Parte prima. I riferimenti teorici1. le emozioni

2. l’intelligenza emotiva

Parte seconda. L’attività pratica1. gli esercizi per lo sviluppo della consapevolezza di sé

Elenco degli strumentiBibliografiaSitografiaI quaderni per la formazione

appendice

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Indice

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Introduzione

Per me lo sviluppo dell’intelligenza emotiva è come un percorso o, se preferisci, una danza: è fatto di tanti passi ben direzionati, da farsi uno dopo l’altro, o di passi specifici e coordinati l’uno all’altro per creare una precisa coreografia. In un caso o nell’altro la meta è la qualità della propria vita, o meglio una vita di qualità.

Per questa ragione, piuttosto che indicare questo libro che stai leggendo come il primo di quattro volumi, l’ho indicato come primo Passo: il primo di un percorso, di una danza che riguarda la vita, la tua.

Quello che propongo nasce da ventidue anni circa di esperienze personali e professionali nella direzione di una vita di qualità, a partire dalla mia. In questo mio personale cammino, umano e professionale, ho incontrato tante teorie, tanti metodi, tanti strumenti. Ciò che mi ha convinto è diventato vita, parte della mia vita, il resto l’ho lasciato alle spalle con gratitudine: mi è stato prezioso, infatti, per chiarire a me stessa cosa volevo e cosa non volevo, cosa risuonava con i miei valori e cosa, invece, cozzava con essi, cosa mi faceva migliorare e migliorava la qualità della mia vita e cosa invece creava confusione, disagio e peggiorava il mio rapporto con me stessa e con gli altri. Credo che sia un dono, un talento la capacità che ho di tradurre quello che leggo, che mi convince e che per me ha valore in vita quo-tidiana, in comportamenti utili e positivi per la qualità della mia vita, in esercizio, strategia, gioco… in attività che può essere insegnata agli altri. Passando attraverso il filtro della mia personale e diretta esperienza, gli studi fatti mi hanno consentito di elaborare strumenti efficaci anche per gli altri e un metodo educativo che indica come utilizzarli sia per lo sviluppo dell’intelligenza emotiva, sia, più in generale, per la propria evoluzione, personale e professionale.

Quello che, attraverso la mia variegata attività professionale, ho verificato che funzionava anche nella vita altrui, ho deciso di divulgarlo attraverso libri operativi specifici: Sviluppa la tua intelligenza emotiva si rivolge a tutti in quanto esseri umani,

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indipendentemente dagli studi fatti, dall’età (va bene anche per gli adolescenti, purché molto motivati).

È strutturato in quattro Passi base (quattro volumi), in sequenza, ognuno pro-pedeutico al successivo, per consentire anche a chi non frequenta i miei laboratori e corsi di sviluppare quelle risorse, quelle potenzialità che possono fare la differen-za nella propria vita.

struttura di ogni passo La Parte prima, divisa in capitoli, è informativa e di carattere teorico: riguarda le teo-rie di riferimento ed è corredata da numerosi schemi, tabelle, schede e illustrazioni.

La Parte seconda riguarda l’attività pratica: raccoglie infatti tutti quegli esercizi spe-cifici del Passo in questione che possono essere eseguiti da soli, con la sola guida delle indicazioni scritte.

Per ogni esercizio vengono indicati: - gli strumenti;- gli obiettivi specifici;- l’occorrente (tempo e materiali);- come eseguire l’esercizio;- consigli aggiuntivi (quando servono);- esempi (quando servono);- note (quando servono).

La Bibliografia riporta:- tutti i testi citati nelle note;- testi per ulteriori approfondimenti (quando disponibili).

La Sitografia riporta i riferimenti della ricerca sul web, compresi rimandi a video su YouTube (quando ci sono).

L’Appendice raccoglie: - eventuali strumenti particolari, come le carte delle emozioni;- le schede di verifica (quando servono);- l’elenco degli strumenti (in genere distribuiti all’interno della Parte seconda),

con il rimando alla pagina.

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obiettivi specifici del primo passo

a. Fornire informazioni di base sulle emozioni e sull’intelligenza emotiva.

b. Favorire lo sviluppo della consapevolezza di sé attraverso una molteplicità di esercizi e, in particolare, favorire lo sviluppo di questi suoi aspetti:

1. La consapevolezza emotiva, che comporta, tra l’altro:- saper riconoscere le emozioni in se stessi nel momento in cui si manifestano;- saper dare il nome appropriato all’emozione vissuta e a quella riconosciuta

nell’altro;- saper esprimere le emozioni con il viso, il corpo e le parole;- saper riconoscere le emozioni negli altri attraverso le espressioni facciali;- saper riconoscere le emozioni nel proprio corpo, attraverso le sensazioni

fisiche generate dalle emozioni (dove le sento, come le sento);- saper contestualizzare le emozioni – quando (nel tempo), con chi (nella

relazione), dove (in quale contesto);- sapere individuare le emozioni che prevalgono nella propria vita in un

certo arco di tempo (una giornata, un mese, un dato periodo di tempo) e valutarne gli effetti.

2. La consapevolezza del proprio corpo, che comporta la capacità di “sentire”:- la postura del proprio corpo;- il proprio respiro;- la propria espressione del viso;- i movimenti che si stanno compiendo e le sensazioni che si stanno provando.

3. La consapevolezza di quello che si dice agli altri, che comporta la capacità di essere consapevoli:- delle parole che si dicono agli altri a seconda del proprio vissuto emotivo

del momento;- del tono di voce usato;- del volume di voce usato.

4. La consapevolezza dei comportamenti, che implica: - saper riconoscere i comportamenti personali generati dalle proprie emozioni;- saper riconoscere i comportamenti degli altri in risposta alle nostre

emozioni.5. La consapevolezza dei suoni e dei rumori esterni, che comporta la

capacità di essere consapevoli delle “sonorità” del mondo circostante (suoni, rumori, parole).

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c. Fornire strumenti per l’autovalutazione della propria intelligenza emotiva in modo da:- avere dei parametri di riferimento e rilevare così, successivamente, il proprio

sviluppo in questo ambito, man mano che si segue questo percorso formativo;- sviluppare la consapevolezza:

• dei punti di forza, dei punti di debolezza e delle gravi carenze nell’ambito della propria intelligenza emotiva;

• avere un quadro generale del livello di sviluppo della propria intelligenza emotiva.

d. Come effetto degli altri obiettivi, migliorare la comunicazione e la relazione con se stessi, indispensabile per migliorare la comunicazione e la relazione con gli altri.

Una relazione e una comunicazione di qualità con se stessi costituisce l’obiettivo generale e più ampio di questo primo Passo, e si raggiunge quando si raggiun-gono tutti gli altri obiettivi.

Lo sviluppo di sé e della propria consapevolezza è come un magico percorso che non ha mai fine: sviluppare la propria intelligenza emotiva è un tratto di questo percorso, ma non solo. È anche il presupposto per un viaggio nel viaggio: è il pre-supposto necessario e indispensabile per lo sviluppo dell’intelligenza spirituale. Ma di questo parleremo un’altra volta…

Bastia Umbra 10 dicembre 2010

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Ringraziamenti

Il mio «grazie!» va innanzitutto alle tante persone che, negli anni, mi hanno scelto come allenatrice per il loro sviluppo e la loro evoluzione. Vi ringrazio per tre ragio-ni: perché mi avete consentito di verificare la validità degli esercizi e degli strumen-ti, già sperimentati su di me; perché, allenando voi, sono cresciuta umanamente e professionalmente e perché la gioia per i vostri successi e il vostro benessere ha nutrito il mio cuore e la mia anima.

Ringrazio di cuore Cristiana Casaioli, Marta Cristofani e Brunella Gorietti, allie-ve e amiche, per il sostegno energetico e spirituale datomi nel periodo di stesura di questo libro. La mia gratitudine va a voi, carissime, anche perché so di poter contare sempre sul vostro sostegno, quando mi occorre: vi voglio bene! In partico-lare vi sono grata per avermi dato validissimi stimoli nel migliorare questo lavoro in alcune parti. Lo scambio di opinioni con ciascuna di voi, in momenti diversi di questa “gestazione”, è stato davvero importante.

Ringrazio la casa editrice Verdechiaro per aver creduto in me e avermi dato la possibilità di condividere con voi che leggete questi strumenti di evoluzione per-sonale.

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Il libro che stai leggendo è il libro giusto per te in questo momento.

È un libro per tutti.Buona lettura, buona vita!

[email protected] www.intelligenzaemotiva.it – www.for-mother-earth.it

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sviluppa la tua intelligenza emotiva

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Parte primaI riferimenti teorici

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Le emozioni

1.1 le emozioni:1 un arcobaleno tra corpo e anima!

Che ci piaccia o meno, la nostra vita è un con-tinuum di emozioni di intensità molto variabili: dalle più leggere e impalpabili, quasi impercetti-bili, a quelle più forti, intense, quasi “corpose”.

Già da sola, questa è una buona ragione per imparare a conoscerle, riconoscerle, con-trollarle e gestirle, in modo da esprimere e manifestare2 al meglio chi siamo, in ogni mo-mento della nostra vita. È così che consentia-mo a noi stessi di avere a disposizione tutte quelle risorse che ci appartengono, proprio in quanto esseri umani, ma che determinate emozioni fanno andare in black-out.3 Quan-do siamo noi a gestire le nostre emozioni – e non viceversa – allora siamo in grado di

1 Questo capitolo dedicato ai riferimenti teorici, pubblicato nel volume L’alfabeto delle emozioni, edizioni la meridiana (Molfetta 2007), è stato interamente rivisto, sviluppato e arricchito di nuovi contenuti. Dopo il 2007 ho pubblicato questo materiale in diversi titoli de I quaderni per la formazione, Edizioni For Mother Earth® (vedi Nota in Bibliografia).

2 Il termine “emozione” deriva dal verbo latino e-movere, che vuol dire muovere, agitare dall’interno verso l’esterno (Vocabolario etimologico della lingua italiana, Fratelli Letizia Editore). In effetti le emozioni sono associate a reazioni fisiche e si traducono in azioni e comportamenti.

3 Daniel Goleman parla di “sequestro” neurale a proposito delle esplosioni emozionali, sia di segno negativo che positivo (collera e intensa gioia), a opera dell’amigdala, un centro del sistema limbico. Dall’amigdala dipendono tutte le passioni (Intelligenza emotiva. Che cos’è, perché può renderci felici, Rizzoli, Milano 1996).

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scegliere consapevolmente quali azioni agire. Nell’altro caso, quando cioè siamo pilotati dalle nostre emozioni, trascorriamo la vita – consapevoli o meno – oc-cupati a tempo pieno a re-agire a tutto e a tutti, senza potere scegliere consape-volmente nulla.

Ma non basta, perché è solo conoscendo il nostro mondo emozionale e accet-tandolo che siamo in grado di comprendere e di accettare gli altri.

Quello che segue è un breve excursus4 tra alcuni dei concetti fondamentali sul tema.

1.2 cosa sono le emozioni?Prenderemo adesso in considerazione, nelle loro linee essenziali, il punto di vista psicologico e quello biochimico o psicofarmacologico, accennando anche alla pro-spettiva della psiconeuroimmunologia e della medicina orientale.

A. Il punto di vista della psicologiaIn ambito psicologico, l’emozione (vedi lo schema 1 nella pagina seguente) viene generalmente considerata:- un processo dinamico che ha un inizio e una fine;- una reazione, una risposta “multidimensionale”5 a uno stimolo ambientale

• di breve durata• che provoca cambiamenti a tre diversi livelli:

1.fisiologico. Ci troviamo di fronte a modificazioni fisiche, fisiologiche, ri-guardanti la respirazione, la pressione arteriosa, il battito cardiaco, la circo-lazione, le secrezioni, la digestione e così via;

2. comportamentale. Cambiano le espressioni facciali, la postura, il tono della voce e le reazioni (attacco o fuga, per esempio);

3. psicologico. Si modifica la sensazione soggettiva rispetto all’ambiente; si altera il controllo di sé e delle proprie abilità cognitive; si verbalizza l’espe-rienza soggettiva.

L’emozione si manifesta, dunque, attraverso:- la fisiologia: le reazioni all’interno del corpo;

4 Il tema è così vasto e le informazioni fino a oggi disponibili così numerose da non poter essere raccolte in una sola pubblicazione. E inoltre la ricerca non ha ancora messo la parola «fine» su questo argomento. La selezione delle informazioni da me fatta è puramente funzionale agli obiettivi di questo lavoro, come ho indicato nell’Introduzione.

5 D’Urso, Trentin, Psicologia delle emozioni, Il Mulino, Bologna 1990.

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- il comportamento: le azioni, le espressioni facciali, la postura, diverse per ogni emozione;

- l’esperienza personale che ne facciamo, assolutamente soggettiva.

Emozioni primarie e secondarieLa distinzione tra emozioni primarie (di base) o fondamentali ed emozioni se-condarie o complesse o miste (vedi lo schema 2 alla pagina 27) è molto antica e risale alla tradizione filosofica. In questo ambito le emozioni primarie venivano considerate il fondamento di tutta la vita affettiva dell’essere umano, più o meno correlate con i bisogni organici umani.

Sull’esistenza di due diversi gruppi di emozioni, a tutt’oggi, gli psicologi e i ri-cercatori non sono arrivati a un accordo e le posizioni sono diverse anche rispetto a quali emozioni si debbano considerare primarie.6

Le emozioni primarieTra coloro7 che fanno questa distinzione riporto le posizioni di Paul Ekman, un pioniere negli studi delle emozioni e delle espressioni facciali, e di Robert Plutchik, la cui teoria rientra tra quelle definite “psicoevoluzioniste”.

6 Un’interessante tabella di sintesi degli studi sulle emozioni, relativamente alle emozioni di base nei diversi modelli di ricerca, compare in Rosa Ferri, Alessia Carleschi, Arturo Orsini, Lo sviluppo socio-emozionale della prima infanzia, Franco Angeli Editore, Milano 2010.

7 Per approfondimenti e ulteriori informazioni sul tema vedi la Bibliografia.

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Le emozioni primarie o di base sono le emozioni indipendenti dalla cultura, comuni a tutte le popolazioni umane, da cui nascono le espressioni facciali, trasversali a tutta l’umanità.8 Sono consi-derate innate o come risposte primitive a situazioni primitive di sopravvivenza, rispetto alle quali l’uomo preistorico ha elaborato modi appropriati di reazione.

Le emozioni primarie o di base sono meccanismi comunicativi e di sopravvivenza, fondati su adattamenti evolutivi, cioè sono risposte biologicamente primitive che si sono evolute nel tempo in modo da consentire alle specie di sopravvivere.9

Le emozioni di base si formano nel sistema limbico,10 conside-rato il centro delle emozioni (è stato Paul MacLean a riconoscere questo centro nel sistema limbico, nel 1958).

Questo sistema, che abbiamo in comune con i mammiferi, è situato intorno al tronco cerebrale e lo delimita come un anello (limbus in latino significa appunto anello). Parte integrante del si-

8 Paul Ekman, Giù la maschera!, Giunti, Firenze 2007. Paul Ekman, professore di Psicologia al Dipartimento di Psichiatria dell’Università della California (ucsf) e pioniere negli studi delle emozioni e delle espressioni facciali, ha confermato la tesi darwiniana della universalità dell’espressione delle emozioni di base o primarie, connesse con i comportamenti funzionali alla sopravvivenza, trovando in ventun paesi concordanza sul riconoscimento soprattutto di felicità, tristezza e disgusto, in quasi tutti anche di paura e collera, e un po’ meno per la sorpresa, che viene spesso confusa. Già Charles Darwin (1872) – in L’espressione delle emozioni nell’uomo e negli animali, Boringhieri, Torino 1982 – aveva dimostrato l’esistenza di espressioni facciali universali, presenti anche nei ciechi dalla nascita e simili a quelle degli animali.

9 Robert Plutchik, Psicologia e biologia delle emozioni, Bollati Boringhieri, Torino 1995. Professore emerito presso l’Albert Einstein College of Medicine e professore a contratto presso la University of South Florida, ha conseguito il dottorato di ricerca presso la Columbia University. I suoi interessi di ricerca includono lo studio delle emozioni, lo studio del suicidio e la violenza e lo studio del processo psicoterapeutico.

10 Il sistema limbico, considerato la sede delle emozioni, delle sensazioni come la fame, la sete, il desiderio sessuale, della memoria e dell’apprendimento, è costituito da molti elementi tra cui la corteccia prefrontale, il prosencefalo basale, l’ippocampo e l’amigdala. Dagli studi di anatomia comparata emerge che il suo sviluppo e la sua organizzazione sono simili nelle varie specie di mammiferi, per cui si ritiene che le basi fisiologiche dell’emotività e del comportamento siano simili in tutti i mammiferi (Valzelli 1970, citato in www.uniroma1.it).

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stema sono le due amigdale, strutture a forma di “mandorla” (amigdala significa mandorla in latino) una su ciascun lato dei due lobi del cervello, poste sopra il tronco cerebrale.

Da questi centri del vecchio cervello emozionale si sono evolute le aree del cer-vello pensante, la neocorteccia o neopallio.

I sistemi neurali responsabili della razionalità e delle emozioni sono separati, ma stretta-mente interconnessi,11 in modo da consen-tire l’interazione tra pensiero e sentimento.

Nelle situazioni di emergenza il sistema limbico “sequestra” il resto del cervello.

Ma come si spiega il grande potere delle emozioni? Tutte le volte in cui ci troviamo in una situazione di pericolo (re-ale o presunto tale) il cervello emotivo ci invia, infatti, un segnale di allarme, dan-doci immediatamente un piano di azione:

- combattere;- fuggire;- immobilizzarsi,

svolgendo così un grande ruolo per la sopravvivenza della specie.In altre parole, il cervello razionale (corteccia cerebrale), ogni qualvolta ci sono

segnali di pericolo o di tensione, continua a ricevere ordini dal sistema limbico, da cui si è evoluto.

Il fatto che il cervello pensante si sia evoluto da quello emozionale ci dice molto sui rapporti tra pensiero e sentimento: molto prima che esistesse un cervello razionale, esisteva già quello emozionale… Come fonte dalla quale si sono sviluppate le parti più recenti del cervello, le aree emozionali sono strettamente collegate a tutte le zone della

11 Per i concetti di questo paragrafo mi rifaccio principalmente a Daniel Goleman, Essere leader, capitolo 2, bur, Bergamo 2004, in quanto il tema, ampiamente e dettagliatamente esaminato in Intelligenza emotiva. Che cos’è e perché può renderci felici, op. cit., qui viene ripreso in termini più sintetici e particolarmente chiari. Riferendosi al processo di interconnessione, in una nota scrive: «I dettagli degli aspetti neurologici descritti in questo capitolo sono molto più complessi di quanto indicato».

Da www.disprassia.org

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neocorteccia attraverso una miriade di circuiti di connessione. Ciò conferisce ai centri emozionali l’immenso potere di influenzare il funzionamento di tutte le altre aree del cervello – compresi i centri del pensiero.12

È l’amigdala deputata a registrare costantemente quanto accade per potere reagire a un’emergenza: agisce da radar e “sequestra” le altre parti del cervello in modo da produrre una reazione immediata in risposta a una situazione di minaccia, reale o percepita come tale.

Questa modalità di funzionamento è risultata vincente negli ultimi cento milioni di anni della nostra evoluzione.

La paura guidò i primi mammiferi a sfuggire agli attacchi dei predatori, la rabbia ha sempre spinto le madri a combattere per proteggere i propri piccoli. E le emozioni sociali, come la gelosia, l’orgoglio, il disprezzo e l’affetto, hanno rivestito un ruolo im-portante nelle politiche familiari dei gruppi di primati.13

Le emozioni, che hanno guidato la sopravvivenza dell’essere umano, nelle nostre società caratterizzate da realtà sociali molto complesse possono costituire, però, un grosso problema, in quanto gestite da un cervello strutturato per sopravvivere a emergenze molto più concrete ed elementari.

In effetti, gli impulsi emozionali devono percorrere una “autostrada neurale” per arrivare al centro esecutivo, situato dietro la fronte: l’area prefrontale.

Quest’ area ha il compito

- di ricevere e analizzare le informazioni provenienti da tutte le altre aree del cervello- e di prendere le decisioni in merito;

e il potere

- di porre il veto all’impulso emozionale in arrivo- e di dare il via a reazioni più efficaci.

La comunicazione tra i due centri – emozionali e prefrontali – consente l’integra-zione tra pensieri ed emozioni. Le competenze dell’intelligenza emotiva, che pren-derò in considerazione più avanti, dipendono proprio dal funzionamento regolare di questo circuito limbico-prefrontale.

12 D. Goleman, Intelligenza emotiva, op. cit.13 D. Goleman, Essere leader, op. cit.

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Le emozioni secondariePer emozioni secondarie si intendono - sia quelle che nascono dalle emozioni primarie combinate tra loro (Robert

Plutchik)- sia quelle derivate dalle emozioni primarie influenzate dalla cultura e dall’ap-

prendimento (come la vergogna, il senso di colpa, l’orgoglio, l’invidia14) - sia quelle che derivano dai nostri pensieri e dalla nostra immaginazione, come

per esempio la nostalgia di un amico a cui si pensa in quel momento.15

Le emozioni secondarie si formano nella corteccia cerebrale, detta neocorteccia: questa scoperta ha dimostrato che le emo-zioni sono influenzate dai nostri pensieri e ricordi.La “ruota delle emozioni” di Plutchik (vedi immagine sotto) spiega in che modo le emozioni primarie, combinandosi fra loro, danno origine alle emozioni secondarie:

gioia + accettazione = amore/amiciziaaccettazione + paura = sottomissionepaura + sorpresa = allarme/timoresorpresa + tristezza = disappuntotristezza + disgusto = rimorsodisgusto + collera = disprezzocollera + aspettativa = aggressivitàaspettativa + gioia = ottimismo

14 Carrol E. Izard, The psychology of emotion, cit. in www.psicologia.uni.na2.it/materiale_didattico 294_326.pdf.

15 Ron Van der Meer, Ad Dudink, Cervello, Franco Cosimo Panini Editore, Modena 1999.

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Nella “ruota delle emozioni”16 di Robert Plutchik, le emozioni primarie si trova-no negli spicchi colorati del cerchio interno, le emozioni secondarie nel cerchio esterno e nascono dalla combinazione di due emozioni primarie.

Emozioni universali e “culturali”Dagli studi significativi di diversi ricercatori17 emerge inoltre - che le emozioni di base o primarie sono da considerarsi universali - e che vengono riconosciute e sperimentate (quasi tutte, come ha evidenziato

Paul Ekman) in tutte le culture. Per le cosiddette emozioni secondarie, le differenze culturali invece sono ri-levanti: addirittura in alcune culture vengono considerati come emozioni certi stati emotivi per i quali vengono usati termini che non trovano riscontro in altre culture. Per esempio in Giappone la sorte è considerata un’emozione.18

Inoltre, anche quando si ritiene che un’emozione sia universale, come la collera, essa presenta configurazioni assai diverse nelle varie culture.

La collera è:- accettata e giustificata nella cultura occidentale;- è approvata e sostenuta nelle cultura albanese e greca;- è un problema di onore presso diverse comunità arabe;- è assente e totalmente condannata presso gli eschimesi utku.19

Soggettività nelle emozioniInfine, per le emozioni in genere, va sottolineato che:- il modo in cui sentiamo le emozioni – cioè le sensazioni che vengono sperimen-

tate nel corpo come risposta a uno stimolo ambientale – è soggettivo; - l’emozione che viene provata in una certa situazione è diversa a seconda di dove

va il focus: in una certa situazione qualcuno potrebbe provare indifferenza, altri paura, altri tristezza, altri rabbia, a seconda della personale focalizzazione in quel dato momento. Anche noi stessi possiamo avere, in due situazioni identiche, due reazioni emotive differenti: in una data situazione, se siamo più focalizzati sulla perdita proveremo tristezza, se siamo più focalizzati sull’offesa proveremo rabbia e così via;

16 Per le immagini originali inserisci su Google o altro motore di ricerca il nome «Plutchik». 17 Charles Darwin e Ekman, tra i primi e più significativi, op. cit.18 Ron Van der Meer, Ad Dudink, op. cit. Inoltre nella cultura giapponese si provano emozioni

come l’amae (l’emozione di essere dipendente, protetto e curato in una relazione) che non trova riscontro in altre culture.

19 www.psico.univ.trieste.it/fac/mdida2/Lezione4.ppt.

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- ogni cultura ha elaborato il proprio lessico emotivo, in funzione del quale gli individui che vi appartengono riescono a dare un nome alle esperienze emo-tive, a comunicarle e a riconoscerle negli altri. Presso talune popolazioni non esistono termini per indicare certe emozioni, presenti invece in altri contesti culturali.20

B. Il punto di vista della psicofarmacologiaDal punto di vista biochimico (vedi gli schemi 3 e 4 nelle pagine seguenti) le emo-zioni sono molecole chimiche:21 i neuropeptidi.22

20 www.psico.univ.trieste.it/fac/mdida2/Lezione4.ppt, cit. 21 A sostenerlo è Candace B. Pert, psicofarmacologa riconosciuta a livello internazionale. Oltre

al suo Molecole di emozioni, Corbaccio, Milano 2000, vedi anche il suo articolo Molecole&scelta, neuropeptidi: le emozioni e il corpo-mente, pubblicato per la prima volta su «Shift: alle frontiere della consapevolezza» (n. 4, september-november, 2004, pp. 20-24), quadrimestrale dell’Institute of Noetic Sciences (ions). Puoi leggerlo su www.scienzaeconoscenza.it/articolo/molecole-scelta-neuropeptidi-le-emozioni-e-il-corpo-mente.php.

22 I neuropeptidi «sono corte catene di amminoacidi… in alcuni casi fungono da trasmettitori di segnali tra cellule nervose, in altri casi da ormoni». In Floyd E. Bloom, I neuropeptidi, in «La Neurobiologia», Letture da Le Scienze, edizione italiana, Le Scienze spa editore, Milano 1983

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I neuropeptidi con i loro recettori sono sostanze biochimiche (molecole) - che sono prodotte da cellule del sistema nervoso, i neuroni;23 - che scorrono in tutti i fluidi corporei; - che hanno funzione di scambio di informazioni a livello molecolare non soltan-

to con altri neuroni, ma anche con altre cellule;- che hanno il corrispondente recettore – detto “ligante” – in un rapporto chiave-

serratura; - che si trovano in diversi sistemi: o nel sistema nervoso, o nel sistema gastrointestinale,o nel sistema endocrino,o nel sistema immunitario.

Perché ci sia uno scambio di informazioni24 è necessario, però, che ci siano com-ponenti in grado di “parlarsi” e “ascoltarsi”.

23 I neuroni, i “mattoni” che concorrono a formare il cervello, non sono presenti, però, solo nel cervello, ma sono sparsi in tutto il corpo. Il neurobiologo Gershon Michael D., dell’Istituto di Anatomia Umana della Columbia University, ha sostenuto scientificamente la teoria dell’esistenza di un “cervello nella pancia” in Il secondo cervello, utet, Torino 2006.

24 Sia gli ormoni che i neurotrasmettitori sono messaggeri chimici. Gli ormoni (dal greco ορμαω, “mettere in movimento”), in www.wikipedia.org/wiki/Ormone, sono messaggeri chimici, pro-dotti da ghiandole endocrine, che trasmettono segnali da una cellula (o un gruppo di cellule) a un’altra cellula (o altro gruppo di cellule). I neurotrasmettitori sono anch’essi sostanze chimiche che veicolano informazioni, ma in maniera specifica fra le cellule componenti il sistema nervoso, i neuroni, attraverso la trasmissione sinaptica. Alcuni ormoni, come l’insulina, svolgono anche funzioni di neuropeptidi. «I diversi tipi di neurotrasmettitori sono i mezzi grazie ai quali le cellule nervose comunicano tra loro attraverso le sinapsi. Immaginate, se volete, questi messaggeri chi-mici come minuscoli vaporetti che attraversano un canale e si fermano sul lato opposto alla loro banchina di partenza. Nel punto in cui ormeggiano, fanno scendere i passeggeri, ognuno dei quali ha un compito specifico. Gli individui che sbarcano da un vaporetto possono percorrere lo stesso tragitto, ma con impegni diversi. Questo è esattamente ciò che avviene con i neurotrasmettitori. Essi raggiungono il lato opposto alla sinapsi di una cellula nervosa vicina, e rilasciano sostanze chimiche specifiche che influenzano l’attività della cellula nervosa ricevente. Questa a sua volta influenza il prossimo neurone e così via. […] Questa attività avviene nello spazio di un millise-condo. Al momento la scienza conosce più di cinquanta neurotrasmettitori diversi. In base a una particolare funzione del cervello, si trovano in differenti concentrazioni in aree specifiche». Tratto da Joe Dispenza, Il cervello e il sistema nervoso, in «Scienza&Conoscenza», n. 1, luglio 2002 - www.disinformazione.it/cervello.htm. Sul funzionamento dei neuroni e la trasmissione dei messaggi ho selezionato da YouTube una serie di filmati molto interessanti: vedi in Sitografia.

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In questo specifico contesto, i componenti che “parlano” sono i neuropeptidi, mentre quelli che “ascoltano” sono i loro recettori.

I neuropeptidi sono molecole che mandano segnali: esse inviano messaggi in tutto il corpo compreso il cervello. Naturalmente per avere una tale ampiezza di comunicazio-ni, c’è bisogno di componenti che possano “parlare” tra di loro e che possano “ascol-tarsi”. Nel quadro di quello che stiamo discutendo, le componenti che “parlano” sono i neuropeptidi e quelle che “ascoltano” sono i recettori.25

I neuropeptidi e i loro recettori, una volta rilasciati, entrano in circolo, raggiungendo velocemente ogni area del corpo (cellule, organi, apparati), modificandola rapidamente.

In realtà sono i recettori (una sorta di “serrature” chimiche, specifiche per specifiche “chiavi” chimiche, dette “liganti”, composti della stessa sostanza dei peptidi, cioè proteine, ma molto più grandi) dei neuropeptidi gli elementi fon-damentali per capire la biochimica delle emozioni.

Gli stati emotivi, o umori, sono prodotti dai vari neuropeptidi liganti, e quello che spe-rimentiamo sotto forma di emozione o sensazione è anche un meccanismo per attivare un particolare circuito neuronale, contemporaneamente nel cervello e nel corpo… ogni emozione viene vissuta in tutto l’organismo, non solo nella testa e nel corpo, e corri-sponde a una particolare espressione facciale…26

25 Candace B. Pert, Molecole di emozioni, op. cit.26 Candace B. Pert, Molecole di emozioni, op. cit.

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La mia convinzione di base è che i neuropeptidi rappresentano la base fisiologica delle emozioni. […] La particolare struttura della distribuzione dei recettori neuropeptidici nelle aree della regolazione umorale del cervello, tanto quanto il loro ruolo di mediazio-ne delle comunicazioni nell’interno organismo, rende i neuropeptidi gli ovvi candidati quali mediatori biochimici delle emozioni. È possibile che ogni neuropeptide veicoli un certo tipo di informazioni solo quando occupa un recettore in un certo punto nodale del corpo e del cervello. Se così fosse ogni neuropeptide potrebbe evocare un partico-lare “tono” emozionale equivalente a un preciso stato psichico. […] All’inizio del mio lavoro, pensavo realisticamente che le emozioni fossero nella testa o nel cervello. Ora direi che esse sono anche nel corpo. Si esprimono nel corpo e fanno parte del corpo. Non riesco più a fare una netta distinzione tra il cervello e il corpo.27

Sul ruolo e il funzionamento dei peptidi ho trovato molto illuminante l’analogia che il dottor Joe Dispenza28 fa nel suo interessantissimo libro Evolvi il tuo cervello (vedi lo schema 5 alla pagina 34).

27 Candace B. Pert, Molecole&scelta, neuropeptidi: le emozioni e il corpo-mente, articolo cit.28 Joe Dispenza, D.C, ha studiato biochimica alla Rutgers University del New Brunswick,

N.J. Ha ricevuto il dottorato magna cum laude in Chiropratica alla Life University di Atlanta, Georgia. In seguito ha continuato attraverso master successivi la sua formazione in neurologia, neurofisiologia e sul funzionamento del cervello.

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Che ci sentiamo ansiosi o sessualmente eccitati, depressi o allegri, l’azione dei peptidi prodotti nel cervello è responsabile di come ci sentiamo in ogni dato momento… Forse un’analogia più appropriata rispetto a quella della serratura e della chiave per il modo in cui peptidi e recettori funzionano è che le cellule hanno una sorta di reparto arrivi che si occupa dei pacchi inviati dai diversi spedizionieri. Proprio come la mag-gior parte delle compagnie, la cui banchina di arrivo è situata in modo da consentire un accesso agevole all’esterno dell’edificio portuale, i recettori si trovano all’esterno della cellula, il che facilita la fase di ricezione del processo. […] Ogni recettore pos-siede uno specifico “codice a barre” per il quale sta cercando di trovare una corri-spondenza. Man mano che questi messaggi arrivano lungo il nastro trasportatore, i recettori cercano di identificare un codice a barre corrispondente servendosi di uno scanner. Una volta trovata una corrispondenza, essi esercitano una forza che attrae a loro quel messaggio dal codice a barre simile, quindi inviano immediatamente quel pacco in un’altra area specifica situata all’interno della cellula, dove il pacco conte-nente il messaggio verrà aperto, le istruzioni lette, e minuscoli macchinari si mette-ranno al lavoro svolgendo il compito specificato. Ogni recettore è responsabile di un unico specifico codice a barre, caratteristica definita “specificità del recettore”. Senza tale livello di specificità dei recettori, i messaggi non giungerebbero alla destinazione assegnata, e le istruzioni non verrebbero eseguite correttamente. In alcuni casi, il messaggio e le istruzioni indicano di passare parola tra altre aree specifiche, e così subentra la funzione di trasporto mercantile.29

PsiconeuroendocrinoimmunologiaInserisco a questo punto alcune informazioni minime relative alla psiconeuroen-docrinoimmunologia, strettamente collegata alle ricerche di Candace Pert e alla psicofarmacologia.

Sul rapporto mente-corpo, a cui ho fatto riferimento nel sintetizzare il pun-to di vista della biochimica sulle emozioni attraverso i risultati della ricerca di Candace Pert, ho trovato molto interessante ed esemplificativo quello che dice il dottor Joe Dispenza in un’intervista fattagli in occasione dell’uscita del suo libro Evolvi il tuo cervello.30

Ne riporto un ampio stralcio: è quanto di più sintetico e nello stesso tempo chiarificatore sul tema, a livello divulgativo, che io abbia letto.

C’è un campo emergente della scienza chiamato psiconeuroimmunologia che sta di-mostrando la connessione tra la mente e il corpo, aiutandoci a comprendere il legame tra il modo in cui pensiamo e il modo in cui sentiamo. Adesso sappiamo che ogni

29 Joe Dispenza, Evolvi il tuo cervello, Macro Edizioni, Diegaro di Cesena 2008.30 Joe Dispenza, op. cit.

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nostro pensiero produce una reazione biochimica nel cervello. Il cervello quindi rilascia segnali chimici che vengono trasmessi al corpo, dove agiscono come messaggeri del pensiero. In questo modo, i pensieri che producono queste so-stanze chimiche nel cervello permettono al nostro corpo di sentire esattamente nello stesso modo in cui stavamo pensando. Essenzialmente, quando abbiamo dei pensieri felici, ispiratori, o positivi, il nostro cervello produce delle sostanze chimiche che ci fanno sentire gioiosi, ispirati o elevati. Per esempio, quando desideriamo impa-zientemente di fare un’esperienza piacevole, il cervello produce immediatamente un neurotrasmettitore chiamato dopamina che attiva il cervello stesso e il corpo nell’an-ticipazione di quell’esperienza, e noi ci sentiamo eccitati. Se abbiamo pensieri di odio, rabbia, o insicurezza, il cervello produce sostanze chimiche a cui il corpo risponde in maniera corrispondente, e così ci sentiamo pieni di odio, irati, o indegni. Un’altra sostanza chimica prodotta dal nostro cervello, chiamata acth, segnala al corpo che per le ghiandole surrenali è il momento di produrre le secrezioni chimiche che ci fanno sentire minacciati o aggressivi. Quando il corpo risponde a un pensiero suscitando una sensazione, il cervello, che tiene costantemente sotto monitoraggio la condizione del corpo, constata che il corpo si sente in un certo modo. In risposta a quella sensazione corporea, il cervello genera pensieri che producono i corrispondenti messaggeri chimici, e di conseguenza iniziamo a pensare come sentiamo. Il pensiero crea la sensazione, e a sua volta la sensazio-neproducepensiero,inuncontinuofeedbackbiologico.Allafinequestociclocrea un particolare stato del corpo, o uno stato d’essere, che determina la natura generale del nostro sentire e del nostro comportamento. Per esempio, se qualcuno vive molto tempo della propria vita in un ciclo ripetitivo di pensieri e sensazioni collegate all’indegnità, nel momento in cui pensa di non essere abbastanza bravo o intelligente o altro, il suo cervello rilascia sostanze chimiche che producono una sensazione fisica di indegnità, e il modo in cui questa persona si sente adesso corrisponde al modo in cui stava pensando. Il suo cervello ne prende atto, e lei inizia ad avere pensieri di insicurezza che corrispondono al modo in cui si stava senten-do. Adesso il suo corpo la sta spingendo a pensare. Se i suoi pensieri e le sue sensazioni continuano, anno dopo anno, a generare il medesimo feedback cervello-corpo, questa persona vivrà in uno stato d’essere definito “indegnità”. Questi segnali chimici ripetuti inducono le cellule del corpo a funzionare in modi non desiderabili, rendendoci malati. Così si inizia a capire come la mente possa fisicamente modificare il corpo.31

31 In www.scienzaeconoscenza.it/articolo.php?id=12787. Joe Dispenza, Evolvi il tuo cervello, inter-vista, mercoledì 5 settembre 2007, in «Scienza&Conoscenza», anno 6, n. 21, iii trim 2007. Tutti i grassetto sono dell’autrice.

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La psiconeuroendocrinoimmunologia (pnei) è quella scienza - che studia i rapporti fra il sistema psichico, il sistema nervoso, il sistema endo-

crino e il sistema immunitario - e che si pone l’obiettivo di dimostrarne i legami e la “comunicazione”.La comunicazione tra questi sistemi avviene, come abbiamo già appreso, attraver-so i neuropeptidi. Grazie ai neuropeptidi si determina una “grande rete” all’interno del corpo, come una sorta di network,32 che determina la salute o la malattia, la vita o la morte di ognuno di noi.

Quello che emerge da questi studi è che ogni emozione, generata nel cervello (corteccia, sistema limbico e così via) è diffusa in tutto il corpo mediante gli impul-si nervosi neuronali e grazie all’intervento di sostanze biochimiche: i neuropeptidi, i neurotrasmettitori e gli ormoni.

Come abbiamo già visto, i neuropeptidi “liganti” ossia i recettori dei neuro-peptidi (quelle “serrature” specifiche che abbiamo già considerato, situate sulla membrana cellulare, all’esterno della cellula) sono presenti in ogni parte del corpo e non solo nel sistema nervoso.

Io credo che i neuropeptidi e i loro recettori siano la chiave per capire come la mente e il corpo sono interconnessi e come le emozioni si manifestano nel corpo. In effetti più conosciamo i neuropeptidi più diventa difficile pensare a “corpo e mente” in modo tradizionale, risulta sempre più evidente che bisogna parlare di “mente/corpo” come un’unica entità integrata.33

Con le scoperte della Pert […] innanzitutto i neuropeptidi devono essere considerati delle molecole “psichiche”, in quanto non trasmettono solo informazioni ormonali e metaboli-che, ma “emozioni” e segnali psicofisici: ogni stato emotivo (amore, paura, piacere, dolore, ansia, ira…), con le sue complesse sfumature chiamate sentimenti, è veicolato nel corpo da specifici neuropeptidi… Contrariamente alle aspettative, questi neuropeptidi e i loro recet-tori sono stati rinvenuti in ogni parte del corpo e non soltanto nel sistema nervoso… Questo significa che l’intero corpo “pensa”, che ogni cellula o parte del corpo “sente” e prova “emozioni”, elabora le proprie informazioni psicofisiche e le trasmette a ogni altra parte attraverso una fittissima rete di comunicazioni di estrema varietà comunicativa.Tutto il corpo è vivo, intelligente e cosciente, ogni cellula prova piacere e dolore ed elabora strategie metaboliche per il benessere collettivo. Finalmente la medicina scopre che il corpo non è una macchina! Su queste basi teoriche e sperimentali, Candace Pert parla dell’essere umano come di una complessa “rete di informazioni” e dichiara che l’antica divisione tra mente e corpo non ha più ragioni di sussistere: al vecchio concetto

32 Candace B. Pert, Molecole&scelta, neuropeptidi: le emozioni e il corpo-mente, articolo cit.33 Candace B. Pert, Molecole & scelta, neuropeptidi: le emozioni e il corpo-mente”, articolo cit.

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bisogna sostituire quello di psicosoma (bodymind), in cui ogni aspetto psicofisico umano è visto come parte di un’unica organica realtà.34

A seguito delle scoperte della Pert e del suo gruppo di ricercatori, anche la vecchia divisione tra neurotrasmettitori e ormoni è diventata obsoleta, in quanto entrambi sono da considerarsi categorie di neuropeptidi.

Qui di seguito alcuni esempi di emozioni e dei relativi ormoni, neuropeptidi e neurotrasmettitori35 (vedi anche lo schema 6 alla pagina seguente).

Rabbia: noradrenalina, dopamina, testoste-rone, cortisolo e un po’ di adrenalina

Eccitazione: dopamina, nora-drenalina, un po’ di adrenalina

Amore: dhea, serotonina, ossitocina Umorismo: endorfine, seroto-nina e in certi casi, dopamina e noradrenalina

Fiducia: adrenalina, noradrenalina, dopami-na, alcune endorfine e serotonina

34 pnei, Psiconeuroendocrinoimmunologia, 1-2 - da Enciclopedia olistica di Nitamo Federico Montecucco ed Enrico Cheli, Psiconeuroendocrinoimmunologia, a cura di Maria Carmela Sgarrella, in http://lnx.altreviste.com/portal/articoli/sublimen/55-psiconeuroendocrinoimmunologia-1.

35 Michael Clarkson, Paura intelligente, Il Punto d’Incontro, Vicenza 2003. Giornalista, ricercatore, scrittore.

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C. Il punto di vista della medicina tradizionale cineseDal punto di vista della medicina orientale e in particolare della medicina tradizio-nale cinese, le emozioni sono strettamente collegate agli organi.

Di seguito alcuni cenni essenziali in merito al tema.

Emozioni e organi

È noto che secondo la medicina tradizionale cinese (mtc) la malattia è sempre provocata da uno squilibrio tra le due polarità yin e yang, squilibrio che può essere dovuto a cause interne, esterne e varie. Ciascuna altera le funzioni degli organi e dei meridiani secondo specifiche modalità. Tra le cause interne la mtc ricorda le sette emozioni (gioia, tristezza o dolore, preoccupazione, pensosità, paura, terrore, rabbia), un’alimentazione inadeguata nonché l’eccesso di lavoro, che in linguaggio moderno potremmo chiamare stress.Proprio questo rende, a nostro avviso, la mtc un qualcosa di assolutamente all’avan-guardia, per la sua vicinanza e assonanza con quanto di meglio ha prodotto la medicina occidentale: la psiconeuroendocrinoimmunologia.Le nostre emozioni ci consentono di comunicare i sentimenti più profondi; se repres-se, rimangono presenti e possono assumere connotazioni negative, danneggiando la nostra salute.La mtc associa le emozioni agli organi yin al centro del nostro essere…36

36 Professor Gabriele Buracchi, nutrizionista e psicologo, Le emozioni nella medicina tradizionale cinese, in www.psicos.org/emozioni%20nella%20MTC.html.

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Nella Teoria dei cinque elementi37 (Legno, Fuoco, Terra, Metallo, Acqua), a cia-scun elemento è associata un’emozione, strettamente connessa con l’organo cor-rispondente. Il Nei Ching dice:

L’ira danneggia il fegato, ma la tristezza equilibra l’ira.La gioia stravagante danneggia il cuore, ma la paura equilibra la gioia.La simpatia eccessiva (preoccupazione) danneggia lo stomaco, ma l’ira equilibra la simpatia. L’angoscia eccessiva danneggia i polmoni ma la gioia equilibra l’angoscia. L’estrema paura danneggia i reni, ma la simpatia può far superare la paura (col distoglie-re l’attenzione di qualcuno dai suoi problemi).38

L’esplosione di una di queste emozioni da un lato manifesta l’esistenza di un pro-blema all’organo corrispondente, dall’altro ne aggrava le condizioni. Inoltre, in virtù di altre importanti correlazioni, un’eccessiva simpatia o preoccupazione pro-durrà angoscia; l’eccesso di angoscia, creerà la paura e così via. A ciascun elemento è anche associato un suono, collegato a sua volta a un organo e a un’emozione.Di seguito una tabella39 con le relazioni tra i cinque elementi, gli organi, le emo-

zioni e le espressioni della voce.

Le emozioni nella medicina tradizionale cineseelemento organo emozione suono/

espressione

Fuoco Cuore Gioia RisoMetallo Polmoni Tristezza - Lutto -

AngosciaPianto

Terra Milza-Pancreas Simpatia eccessiva - Preoccupazione (pensosità ossessiva) - Rimuginamento

Canto

Acqua Reni Paura - Timore GemitoLegno Fegato Rabbia - Ira Grida

37 Il testo di riferimento per eccellenza è Nei Ching, che raccoglie le indicazioni dell’antica medicina cinese (sotto forma di libro è del 400 a.C., ma risale a oltre quattromila anni fa) e che la descrive nei minimi dettagli.

38 Citato in Naboru Muramoto, Il medico di se stesso, Feltrinelli, Milano, 1977.39 Per la tabella ho utilizzato informazioni desunte da Naboru Muramoto, Il medico di se stesso, op.

cit.; da Ted J. Kaptchuk, Medicina cinese, red, Novara 2002 e da Harriet Beifield, Efrem Korn-gold, Tra cielo e terra, Il Castello, Trezzano sul Naviglio (mi) 2000.

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Quando… qualunque stato domina la nostra esperienza interiore o il comportamento esteriore, questo interferisce con la condotta della vita quotidiana e scombussola il fluire armonioso del Qi.Le cinque emozioni sono associate alle cinque fasi. In caso di eccesso, queste emo-zioni generano squilibrio. La rabbia fa innalzare l’energia: questa tende a divampare e devastare con improvvise esplosioni, come tempeste di vento della primavera, imprevedibili e intense. La gioia fa disperdere l’energia: questa tende a sperperarsi e andare perduta. Essere travolti dalla gioia può lasciare storditi e deboli come il caldo intenso dell’estate, esausti e prosciugati. Il rimuginamento fa rallentare l’e-nergia: il movimento fiacco tende verso il ristagno, lasciando pigri e inerti, come l’umidità opprimente della tarda estate, lenti e torpidi. Il dispiacere fa fermare l’e-nergia, che tende a contrarsi e chiudersi. Imprigionati dal dolore, ci si sente tagliati fuori dalla vita; come le foglie morte d’autunno, le sensazioni si inaridiscono e la motivazione viene meno. Quando la sopravvivenza viene minacciata ci si pietrifica dallo spavento e si perde il controllo. Come nel freddo pericoloso dell’inverno, ci si sente raggelare dalla paura.[…] In medicina cinese sono considerate una delle maggiori influenze su salute e ma-lattia. Vento e rabbia nuociono particolarmente al fegato, calore e gioia al cuore, umido e rimuginamento alla milza, secchezza e dispiacere al polmone, freddo e paura al rene.40

Attraverso il trattamento degli organi, intervenendo sui rispettivi meridiani (sia con l’agopuntura che con lo shiatsu o la terapia craniosacrale), si può contribuire a ristabilire l’equilibrio emozionale e a prevenire ulteriori crisi.

Per concludere questa panoramica sui diversi punti di vista rispetto alle emozio-ni, una citazione per tutte di Candace Pert sull’importanza della loro espressione ai fini del benessere psicofisico.

Le ricerche svolte mi hanno dimostrato che quando le emozioni vengono espres-se, vale a dire quando le sostanze biochimiche alla base delle emozioni fluiscono liberamente, tutti i sistemi sono integri e solidali. Quando invece le emozioni sono represse, negate, e si trovano nell’impossibilità di realizzare il loro potenziale, le vie della rete psicosomatica si ostruiscono, bloccando il flusso delle sostanze chimiche unificanti e vitali per il benessere vitale, che regolano tanto la nostra biologia quanto il nostro comportamento. Questo, secondo me, è lo stato dell’emotività malata al quale vogliamo così disperatamente sfuggire. […] Collera, dolore, paura… queste esperienze non sono negative di per sé, anzi sono essenziali per la nostra soprav-vivenza. Abbiamo bisogno della collera per definire dei confini, del dolore per af-frontare le perdite e della paura per proteggerci dal pericolo. È solo quando queste emozioni vengono negate, cosicché non possono essere elaborate dall’organismo in

40 Harriet Beifield, Efrem Korngold, Tra cielo e terra, op. cit.

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modo facile e rapido ed eliminate che la situazione diventa tossica, come abbiamo già visto. E più le rinneghiamo, più aumenta la loro tossicità finale. È allora che le emozioni possono diventare dannose tanto per noi stessi quanto per gli altri, perché la loro espressione diventa schiacciante, a volte addirittura violenta.41

1.3 a cosa servono le emozioni?Un’immagine che possiamo utilizzare per le emozioni o, meglio, per la loro funzio-ne nella nostra vita, ricollegandoci a quella introdotta all’inizio di questo excursus, è quella di ponte tra mondo interno e mondo esterno.

A cosa servono dunque le emozioni?

- A segnalare all’esterno il nostro stato e le nostre intenzioni con la funzione di comunicazione sociale: le emozioni, infatti, permettono di comunicare42 in-formazioni da individuo a individuo (per esempio, l’abbracciarsi per esprimere affetto o il lamentarsi per richiedere aiuto).

41 Candace B. Pert, Molecole di emozioni, op. cit. 42 Questa comunicazione può avvenire anche al di fuori dell’attenzione cosciente, oppure in modo

involontario.

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- Ad aiutare a regolare l’interazione durante gli scambi comunicativi attraverso l’espressione delle emozioni.

- A informare noi stessi (funzione informativa auto-comunicativa) • del nostro stato in rapporto all’ambiente e alle altre persone; • di quali sono gli eventi a cui prestare attenzione (e dedicare energie!).In questo modo le emozioni, agendo come misuratori del proprio stato interno e del mondo esterno, fanno sì:• che l’individuo sia aggiornato sui propri bisogni e obiettivi;• che apprenda situazioni ed eventi utili e pericolosi.

Rispetto a quest’ultima funzione possiamo allora immaginare le emozioni come una sorta di bussola43 (vedi lo schema 8 alla pagina successiva):

- gli stati emotivi che ci fanno star bene ci stanno segnalando che siamo sulla “giusta strada”, rispetto alla direzione che, consciamente o inconsciamente, abbiamo dato alla nostra vita;

- quelli che ci fanno star male ci stanno indicando o che siamo “fuori strada”, o che è il caso di prestare più attenzione a quello che ci sta succedendo per comprenderla e superarla, o che c’è una ferita che chiede di essere guarita.

Emozioni e memoriaAlcuni ricordi e reazioni emotive possono formarsi senza alcuna partecipazio-ne cognitiva cosciente. A svolgere un ruolo di archivio di impressioni e ricordi emozionali dei quali non abbiamo mai una conoscenza pienamente consapevole è ancora una volta l’amigdala. Ricerche scientifiche44 hanno dimostrato che nei pri-missimi istanti della percezione non solo comprendiamo in modo inconscio quale sia l’oggetto percepito, ma decidiamo anche se esso ci piace o no. Queste opinioni inconsce sono memorie emozionali archiviate dall’amigdala.45

Del sistema limbico fa parte, oltre all’amigdala, anche l’ippocampo, la cui principale funzione sta nel fornire un ricordo particolareggiato del contesto, vitale per il significato emozionale di quello che viene percepito. Mentre l’ippo-campo ricorda la nuda e cruda realtà, l’amigdala ne trattiene il “sapore emozionale”.

43 Carmela Lo Presti, in diversi titoli de I quaderni per la formazione, op. cit.44 D. Goleman, Intelligenza emotiva, op.cit.45 Joseph LeDoux è il ricercatore che ha rivoluzionato la comprensione della vita emotiva attraverso

la scoperta dell’esistenza di vie neurali emozionali che by-passano la neocorteccia.

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L’ippocampo è fondamentale per riconoscere in un volto quello di tua cugina. Ma è l’amigdala ad aggiungere che ti è proprio antipatica.46

I sistemi neurochimici di allarme che spingono l’organismo umano a reagire (combattendo, fuggendo o immobilizzandosi) a una situazione che minaccia la vita sono esattamente i medesimi che imprimono con grande potenza l’esperienza nella memoria. In condizioni di stress o di ansia o di intensa eccitazione o di gioia vengono prodotti adrenalina e noradrenalina, ormoni che si diffondono in tutto il corpo, affluendo in particolare nell’area cardiaca e nell’amigdala. Qui attivano i suoi neuroni che inviano ad altre regioni del cervello il messaggio di rafforzare la memoria di quello che sta accadendo. In effetti sembra che i momenti pieni di carica emotiva, cioè quelli in cui l’amigdala si è più attivata, si imprima-no più fortemente nella memoria.

Le esperienze di vita che più ci feriscono o ci spaventano sono destinate a diventare i nostri ricordi più indelebili.47

I ricordi emotivi sono incisi in maniera indelebile. Non possiamo cancellarli, ma pos-siamo sperare di regolarne l’espressione, facendo appunto in modo che la corteccia controlli l’amigdala.48

46 J. LeDoux, citato in D. Goleman, Intelligenza emotiva, op. cit.47 D. Goleman, Intelligenza emotiva, op. cit.48 J. LeDoux, Il cervello emotivo, Baldini & Castoldi, Milano 1998.

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I segnali che passano direttamente per l’amigdala corrispondono ai sentimenti più primitivi e potenti. Ciò spiega come possa una forte emozione paralizzare la ra-zionalità.

Come è stato evidenziato dalla ricerca di LeDoux, il cervello ha due sistemi mnemonici: uno per i fatti ordinari e uno per i fatti con valenza emotiva.

La capacità di formare dei ricordi usando gli stimoli associati al pericolo, di conservarli a lungo e forse per sempre, e di utilizzarli automaticamente quando si producono di nuovo delle situazioni simili, è una delle più potenti ed efficaci funzioni cerebrali di apprendimento e di memoria.49

Naturalmente, l’esistenza di un sistema speciale per i ricordi emozionali è un fatto assolutamente logico nell’evoluzione: essa infatti garantisce agli animali la conservazio-ne di un ricordo particolarmente vivido di ciò che li ha minacciati o che ha dato loro piacere.50

Se tutto ciò è stato funzionale alla sopravvivenza e all’evoluzione, è altrettan-to vero che oggi costituisce un handicap nella sfera sociale costantemente in cambiamento. L’amigdala analizza, infatti, l’esperienza in corso mettendola in relazione con quella accaduta nel passato attraverso un processo associativo. E basta soltanto che pochissimi elementi le ricordino quelli di una situazione pas-sata valutata come pericolosa per dichiarare l’allarme: ecco allora che reagiamo a una situazione presente secondo modalità definite e memorizzate in tempi pas-sati, anche molto remoti, attraverso pensieri, emozioni e comportamenti appresi come risposta a situazioni forse solo vagamente simili. Oggi quelle modalità potrebbero essere del tutto superate e addirittura dannose…

È scientificamente riconosciuto, non solo soggettivamente sperimentato da ognuno di noi, che le emozioni rendono disorganizzato il pensiero.

Forti emozioni come l’ansia, la collera, lo stress sabotano la capacità del lobo prefrontale di conservare la “memoria di lavoro” che ha sede proprio nella cortec-cia prefrontale.

Ma, cos’è la “memoria di lavoro”? LeDoux la definisce

uno spazio di lavoro mentale piuttosto angusto… un meccanismo di deposito tempo-raneo che consente di tenere a mente nello stesso tempo varie informazioni da parago-nare, da opporre o da mettere comunque in relazione.

49 J. LeDoux, Il cervello emotivo, op. cit.50 D. Goleman, Intelligenza emotiva, op. cit.

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[…] una sorta di deposito temporaneo polivalente, utilizzato in tutti i processi di pen-siero attivi e da sette sistemi di deposito specializzato chiamati in gioco soltanto quando è necessario trattenere delle informazioni specifiche…[…] può contenere una quantità limitata di informazioni di qualunque tipo esse siano, e […] può mettere in relazione l’aspetto, i suoni e gli odori di una cosa e associarla al suo nome…La materia di lavoro è quella alla quale pensiamo o badiamo al momento, ma quella memoria non è soltanto il prodotto del qui e ora. Dipende anche da ciò che sappiamo e dalle esperienze compiute in passato, vale a dire dalla memoria a lungo termine.51

Ecco perché quando siamo in preda a intense emozioni non riusciamo a pensare e una sofferenza psicologica può compromettere l’apprendi-mento: le nostre capacità intellettuali si trovano in uno stato più o meno disturbato.

Ma se è vero che le emozioni, soprattutto quelle molto intense, possono far andare in tilt il cervello razionale, “sequestrandone” tutte le attività, è altrettanto vero che il cervello emozionale è coinvolto nel ragionamento esattamente come il cervello razionale.52 Questa è la posizione di Antonio Damasio il quale, a se-guito delle sue ricerche e dei suoi esperimenti, è arrivato alla conclusione che

- se si esclude la memoria emozionale depositata nell’amigdala, qualunque cosa venga elaborata dalla neocorteccia non è più in grado di attivare le reazioni emotive precedentemente associate a quello stesso evento;

- le emozioni sono indispensabili nei processi decisionali della mente razionale: dinanzi a una vasta gamma di scelte difficili, infatti, gli inse-gnamenti emozionali (la memoria emotiva di eventi spiacevoli e piacevoli) consentono di ridurre il campo delle decisioni e di evidenziarne altre, da subito.

Le emozioni, dunque possono sia consentire il pensiero che bloccarlo.

Emozione e cognizione sono da considerare delle funzioni mentali distinte ma intera-genti, mediate da sistemi cerebrali distinti ma interagenti.53

In un certo senso abbiamo due cervelli, due menti – e due diversi tipi di intel-ligenza: quella razionale e quella emotiva. Il nostro modo di comportarci nella

51 J. LeDoux, Il cervello emotivo, op. cit.52 Antonio Damasio, L’errore di Cartesio, Adelphi, Milano 1995.53 J. LeDoux, Il cervello emotivo, op. cit.

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vita è determinato da entrambe. La complementarietà del sistema limbico e della neocorteccia, dell’amigdala e dei lobi prefrontali significa che ciascuno di essi è solitamente una componente essenziale a pieno diritto della vita mentale. Quando questi partner interagiscono bene, l’intelligenza emotiva si sviluppa, e altrettanto fanno le capacità intellettuali.

Il nuovo modello ci spinge piuttosto a trovare un’armonia fra mente e cuore. Per farlo, però, dobbiamo per prima cosa comprendere più esattamente che cosa significhi fare un uso intelligente dell’emozione.54

Mi piace chiudere questa parte dedicata al cervello, emotivo e razionale, con le suggestive parole di Sir Charles Sherrington:55

È come se la Via Lattea si lanciasse in una danza cosmica. Ed ecco, il cervello diviene un telaio incantato dove milioni di sfavillanti navette tessono un disegno che si dissolve, un disegno sempre fornito di significato ma che non rimane mai lo stesso: un’armonia fugace di variazioni sul tema.56

54 D. Goleman, Intelligenza emotiva, op. cit. Vedi lo schema 9 nella pagina seguente.55 Citato in Robert Jastrow, Il telaio incantato, Arnoldo Mondadori Editore, Milano 1982.56 Se andate a vedere i video su YouTube che vi ho segnalato, apprezzerete ancora di più queste

poetiche parole.

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1.4 provare un’emozione: una competenza innata

Abbiamo già visto57 che le emozioni vengono considerate, in ambito psicologico, come risposte multidimensionali a uno stimolo ambientale, di breve durata, che provocano cambiamenti a livello fisiologico, comportamentale e psicologico.

Ma quando l’essere umano comincia a provare emozioni?

Il nascituro si nutre di affetto e di emozioni, per questo ha bisogno di vivere in un ambiente accogliente e armonioso, lontano da ogni tipo di turbamento.Le emozioni positive vissute dalla madre consentono la messa in circolo, da partedel sistema limbico, delle endorfine: gli ormonidella felicità capacidifavorire in generale la crescita del nascituro e in particolare lo sviluppo del si-stema immunitario.Dall’interazione con l’ambiente il bambino riceve il nutrimento, le impronte e le infor-mazioni, e, attraverso i processi di autoformazione che operano sotto la guida dell’Io,

57 Questo paragrafo, pubblicato già nel 2007 in Carmela Lo Presti, L’alfabeto delle emozioni, op. cit. e successivamente in Carmela Lo Presti, I quaderni per la formazione, op. cit. (vedi Nota in Bibliografia) è stato modificato in alcune parti e arricchito di alcune nuove informazioni rispetto alle precedenti pubblicazioni.

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egli plasma, modella, organizza le proprie capacità difensive e di adattamento e struttu-ra la propria vita psicofisica futura.Non è indifferente se il nutrimento che il bambino riceve dall’ambiente è salubre, puro, ricco e di alto valore nutritivo, oppure inquinato, degradato e povero. I risultati saranno comunque sostanzialmente diversi, i bambini saranno diversi, l’umanità sarà diversa.Infatti, una madre altamente ansiosa che deve fronteggiare molti stress durante la gra-vidanza può avere un figlio aggressivo, irritabile e ansioso; mentre una madre rilassata che aspetta il suo bambino con amore e felicità crea un legame positivo tra il bambino e la famiglia, e questo concorre alla formazione di una personalità stabile, sicura e ca-pace di affrontare la vita. Questi o altri tratti del bambino sono spesso ritenuti di natura genetica, anche a causa della scarsa considerazione verso i vari tipi di ormoni presenti e con i quali è stato nutrito durante la gestazione […].La madre sottoposta a una vita stressante produce una serie di ormoni dello stress come le catecolamine e il cortisolo, che raggiungono il bambino attraverso la placenta e in questo modo possono procurargli vari problemi funzionali, come la tachicardia, l’agitazione psicomotoria e perfino problemi strutturali che possono incidere sulla sua crescita e sviluppo. Lo stesso discorso vale per gli stati depressivi materni che, nelle manifestazioni più gravi, possono portare a gravi forme di apatia e condizionare il soggetto per tutta la vita.Se sono così importanti le emozioni materne per la crescita e lo sviluppo del nascituro, è molto probabile che egli abbia, oltre a una sensibilità emozionale, la capacità di vivere una sua dimensione emozionale. Questo anche perché il nascituro è dotato di un cervello e di un sistema nervoso autonomo e di un sistema endo-crino diverso da quello della propria madre che può consentirgli di registrare e di elaborare differenti sentimenti, emozioni e stati d’animo. Quindi il vissuto emozionale del nascituro potrà essere quello della madre, ma allo stesso tempo ne potrà differire; inoltre egli, a sua volta, sarà in grado di influire su di lei con la sua energia, con la sua attività e con i suoi ormoni.58

Questa lunga citazione per sottolineare, in modo particolare, che «la capacità di vi-vere una sua dimensione emozionale» è una competenza innata dell’essere umano, già attiva prima della nascita. Come esseri umani, cioè, non abbiamo bisogno che qualcuno ci insegni a provare emozioni: siamo capaci di farlo e lo facciamo ancor prima di nascere.

Va aggiunto, inoltre, che le conoscenze oggi disponibili nel campo della vita prenatale ci dicono che durante la sua vita intrauterina ogni bambino pone le basi del suo sviluppo fisico, psichico, come pure del suo comportamento futuro.

58 Gino Soldera, Le emozioni nella vita prenatale, Macro edizioni, Diegaro di Cesena 2000. Soldera è psicologo, psicoterapeuta e presidente dell’anpep, Associazione Nazionale di Psicologia e Educazione Prenatale (www.anpep.it). Tutti i grassetto sono dell’autrice.

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Ecco cosa scrivono Gino Soldera e Bruce Lipton.

Il nutrimento materno non avviene solo con gli alimenti di natura organica, ma anche con i comportamenti, le abitudini di vita, con le emozioni, i sentimenti e gli affetti, con i pensieri, le idee e le immagini, con gli ideali e i valori che la madre vive. Il nascituro fa proprio quanto messo a sua disposizione e utilizza ciò di cui ha bisogno con grande abilità e competenza per la costruzione del suo corpo e della sua mente. […]59

Gli studi rivelano che, nei mesi precedenti il concepimento, i genitori agiscono nei confronti dei figli come ingegneri genetici. […] Le ricerche indicano che ciò che ac-cade nella vita dei genitori durante il processo di imprinting genomico [processo che regola l’attività di gruppi di geni che modelleranno il carattere del bambino che deve essere ancora concepito, NdA] ha una profonda influenza sulla mente e sul corpo del bambino. […] Per quanto riguarda il periodo successivo al concepimento, un corpus impressionante di ricerche documenta l’importanza dell’atteggiamento dei genitori per lo sviluppo del feto. […] Gli studi scientifici dimostrano che, sveglio o addormentato, il feto è continuamente sintonizzato con ogni gesto, pensiero ed emozione della madre. […] La madre e il padre sono entrambi coinvolti nel concepimento e nella gravidanza, anche se è la madre che porta in grembo il bambino. Ciò che fa il padre influenza la ma-dre, che a sua volta influenza il bambino che si sta sviluppando. Per esempio, se il padre la abbandona e la madre è preoccupata per la propria sopravvivenza, l’interazione tra la madre e il feto cambia radicalmente. Anche fattori sociali come la disoccupazione, la mancanza di una casa e la salute, o le guerre infinite che tengono i padri lontani da casa, possono condizionare i genitori e di conseguenza il feto. L’essenza della genitorialità consapevole sta nel fatto che sia il padre che la madre hanno enormi responsabilità nel favorire la crescita di bambini sani, intelligenti, produttivi, felici.60

In particolare, le citazioni sopra riportate ci fanno riflettere - sull’influenza esercitata sul nascituro dai vissuti emozionali materni durante il

periodo di gestazione, vissuti che “danno forma” e “nutrono” anche nel senso letterale del termine il feto;61

59 Gino Soldera, Le emozioni nella vita prenatale, op. cit.60 Bruce H. Lipton, biologo cellulare, La biologia delle credenze. Come il pensiero influenza il dna e ogni

cellula, Macro Edizioni, Diegaro di Cesena 2006. 61 Ricordiamo l’aspetto “biochimico” delle emozioni, ricordiamo che le informazioni viaggiano

attraverso i fluidi del corpo e ricordiamo che il feto viene nutrito dalla madre attraverso il proprio sangue mediante la placenta: a seconda del vissuto emozionale della madre, la qualità del suo sangue sarà differente e il nutrimento del feto sarà differente. La qualità della vita emozionale della madre farà la differenza rispetto alle “materie prime” con cui verrà “costruito” il bambino.

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- e di conseguenza sull’importanza dello sviluppo da parte della madre e del padre della capacità di riconoscere le proprie emozioni e quelle altrui e la successiva capacità di controllarle e gestirle (di cui parla Goleman a proposito di intelligen-za emotiva).

Far nascere bene e prima ancora “costruire” bene un bambino nel grembo materno sono il primo, fondamentale passo perché un essere umano viva bene su questo pianeta, nell’interesse sia personale che collettivo.

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1.5 citazioni e definizioni

Adesso, attraverso citazioni62 di autori diversi e definizioni tratte da differenti di-zionari, vediamo di farci un’idea di cosa significhino i termini «emozioni», «senti-menti», «umore». Su questi concetti non è stato messo ancora un punto fermo: la ricerca e il dibattito continuano.

Citazioni

Tutte le emozioni sono, essenzialmente, impulsi ad agire, piani di azione di cui l’evo-luzione ci ha dotato per gestire rapidamente le emergenze della vita. La radice stessa della parola emozione è il verbo latino moveo, “muovere”, con l’aggiunta del prefisso “e” (“movimento da”), per indicare che in ogni emozione è implicita una tendenza ad agire. […] Queste inclinazioni biologiche a un certo tipo di azione vengono poi ulteriormente plasmate dall’esperienza personale e dalla cultura… il modo in cui le emozioni sono esibite in pubblico o trattenute è forgiato dalla cultura…In senso letterale l’Oxford English Dictionary definisce emozione «ogni agitazione o turbamento della mente, sentimento, passione: ogni stato mentale violento o eccitato». Io riferisco il termine emozione a un sentimento, ai pensieri, alle condizioni psicologiche e biologiche che lo contraddistinguono, nonché a una serie di propensioni ad agire. Vi sono centinaia di emozioni, con tutte le mescolanze, variazioni, mutazioni e sfumature. In effetti le parole di cui disponiamo sono insufficienti a significare ogni sottile varia-zione emotiva. (Daniel Goleman, Intelligenza emotiva).

Esse hanno un ruolo e una funzione importante nella vita, ma vanno conosciute, eser-citate e controllate nella vita di relazione umana. (Sigmund Freud, Il disagio della civiltà).

Un’emozione è una risposta automatica del corpo a una determinata situazione: gli occhi che brillano per il piacere, il volto che arrossisce quando una nostra bugia viene smascherata. Proviamo invece un sentimento quando percepiamo consapevolmente tali emozioni, come gioia o come vergogna.Le emozioni sono dunque inconsapevoli, mentre i sentimenti sono consapevoli. Noi percepiamo la maggior parte delle emozioni anche come sentimenti, poiché il linguag-gio popolare non distingue granché fra le due cose. Ciò nonostante varie emozioni ci rimangono nascoste, per esempio quando arrossiamo e nessuno ce lo fa notare… Con-seguiamo quindi coscienza di un’emozione solo dopo che è stata elaborata dal cervello.

62 Le citazioni e le definizioni di questo paragrafo sono il risultato di una ricerca personale (in questa versione, sviluppata e arricchita di nuovi elementi), pubblicata per la prima volta sul sito www.intelligenzaemotiva.it nel 2006 e poi, nel 2007, nel volume L’alfabeto delle emozioni, op. cit. Dopo il 2007 questo materiale è stato pubblicato in Carmela Lo Presti, I quaderni per la formazione, op. cit. (per i dati bibliografici completi vedi in Bibliografia).

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Ogni sentimento […] si fonda sull’elaborazione da parte del cervello di segnali ricevuti dal corpo… (Stefan Klein, La formula della felicità).

Le emozioni consistono in un insieme di risposte chimiche e neurali le quali formano uno schema (pattern). (Antonio Damasio, Emozione e coscienza).

Le emozioni sono specifici fenomeni neuropsicologici, modellati dalla selezione natu-rale, che organizzano e motivano pattern fisiologici, cognitivi e comportamentali che facilitano le risposte adattative alla vasta gamma di domande e di opportunità dell’am-biente. (Carrol E. Izard, Basic emotions, relations among emotions and emotion-cognition relations, «Psychological Review», 1992).

Le emozioni sono quegli adattamenti comportamentali evolutivi ultraconservativi (come gli aminoacidi, il dna e i geni) che hanno avuto successo nell’aumentare le pro-babilità di sopravvivenza degli organismi. Si sono pertanto mantenute in forme fun-zionalmente equivalenti attraverso tutti i livelli filogenetici. (Robert Plutchik, Psicologia e biologia delle emozioni).

La valutazione (appraisal) svolge un ruolo centrale in molte teorie odierne delle emo-zioni. Le emozioni vengono considerate come il risultato della valutazione degli eventi rispetto alle loro implicazioni per il benessere individuale o per il conseguimento di obiettivi, moventi o interessi (concerns). […] Differenti emozioni corrispondono a diffe-renti tipi di valutazione. (Nico H. Frijda, Emozioni).

Definizioni di emozione

(emotion). Sentimento; umore; affetto. Nell’uso corrente i termini “emozione” e “af-fetto” hanno il medesimo significato, anche se alcuni impiegano “emozione” soprattut-to per indicare i sentimenti percepiti consciamente e le loro manifestazioni, e “affetto” per comprendere anche le energie pulsionali che si presume diano origine tanto ai sentimenti consci quanto a quelli inconsci. «Il modo comune di intendere le esperienze emotive e il loro manifestarsi sul viso o a livello di altre parti del corpo è che l’esperien-za emotiva viene suscitata dalla percezione di qualche oggetto e il sentimento emotivo si esprime, quindi, nelle manifestazioni somatiche in questione» (Cit. in Enciclopedia Britannica, 14° ed., vol. 12, p. 885, in Hinsie-Campbell, Dizionario di psichiatria, 1979).

Reazione affettiva intensa con insorgenza acuta e di breve durata determinata da uno stimolo ambientale. La sua comparsa provoca una modificazione a livello somatico, vegetativo e psichico. (Umberto Galimberti, Dizionario di Psicologia, utet, 1992).

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Termine usato comunemente per indicare ciò che, traendo origine dalla vita istintuale, attiene in modo non mediato al piacere e al dolore, al desiderio di appropriazione e a quello di allontanamento. Le emozioni sono l’aspetto fondamentale e imprescindibile dell’esperire umano: distinguibili in qualche modo dall’aspetto conoscitivo, colorano di sé ogni attimo della vita cosciente in quanto vita affettiva. Esse si esprimono in modo solo parzialmente controllato dalla ragione e dalla volontà; sono legate a modificazioni somatiche, che riguardano soprattutto il sistema nervoso vegetativo, ma vengono iden-tificate essenzialmente come dato soggettivo e preriflessivo, suscettibile solo di essere vissuto nella sua immediatezza. (Enciclopedia europea, Garzanti, volume 4, 1977).

s.f. Vistoso turbamento provocato da commozione o da apprensione […]. (Devoto-Oli, Dizionario illustrato della lingua italiana, Selezione del Reader’s Digest, Milano 1981).

Definizioni di sentimento

(feeling; sentiment) Termine usato da molti «con speciale riferimento a uno soltanto dei tre tipi di processo in cui viene oggi normalmente classificata la vita mentale, cioè con riferimento a quella parte che riguarda il “sentire” nel senso più stretto del termine, distinto dal “conoscere” e dal “volere”. In questo senso è talvolta chiamato “affetto” e si contrappone a “cognizione” e a “conato”». (Flugel, J.C. cit. in Hinsie-Campbell, Dizionario di Psichiatria).

Risonanza affettiva… più duratura dell’emozione, con cui il soggetto vive i propri stati soggettivi e gli aspetti del mondo esterno. (Umberto Galimberti, Dizionario di Psicologia, utet, 1992).

s.m. 1. Momento della vita interiore, pertinente al mondo degli affetti e delle emozioni: s. di gioia, di orgoglio, di pietà, di vendetta. 2. L’affettività, talvolta in quanto contrappo-sta all’intelletto o alla ragione, spesso anche in quanto indicativa del carattere o dell’etica individuale: lasciarsi guidare dal s.; un giovane di s. onesti. 3. La facoltà di compiere de-terminati atti o di averne la coscienza o il controllo: il malato è fuori di s. (Devoto-Oli, Dizionario illustrato della lingua italiana).

Definizioni di umore

(mood). Tono affettivo di base; disposizione emotiva generale. Indica uno stato «più durevole delle reazioni affettive, seppure modificabile dall’ambiente». (Bini, L. Bazzi, T. cit. in Hinsie-Campbell, Dizionario di Psichiatria). Lo stato dell’umore in un certo mo-

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mento è, quindi, il tono affettivo, la disposizione emotiva generale in quel momento. L’umore fondamentale di una persona, inteso come sua caratteristica relativamente costante, è un concetto che alcuni autori chiamano anche temperamento. (M. C., G. Z. cit. in Hinsie-Campbell, Dizionario di Psichiatria).

Tonalità di base dell’affettività. Questa definizione si riferisce all’umore di fondo […] con tratti di durevolezza e relativa indipendenza […] dagli stimoli esterni. (Umberto Galimberti, Dizionario di Psicologia, utet)

2. fig. […] disposizione dell’animo, sia con riferimento alle qualità costanti dell’indole […] che a stati d’animo transitori […]. Talvolta, la disposizione d’animo di una o più persone di fronte a un dato fatto. (Devoto-Oli, Dizionario illustrato della lingua italiana).

1.6 le famiglie delle emozioni

A proposito delle famiglie delle emozioni Goleman scrive:

I ricercatori continuano a discutere su quali precisamente possano essere considerate le emozioni primarie – il blu, il rosso e il giallo del sentimento dai quali derivano tutte le mescolanze – o perfino sull’esistenza di tali emozioni primarie. Alcuni teorici pro-pongono famiglie emozionali fondamentali, anche se non tutti concordano nell’iden-tificarle.

Ed ecco come vengono da lui raggruppate, all’interno di otto famiglie principali:

Collera: furia, sdegno, risentimento, ira, esasperazione, indignazione, irritazione, acri-monia, animosità, fastidio, irritabilità, ostilità e, forse al grado estremo, odio e violenza patologici.

Tristezza: pena, dolore, mancanza d’allegria, cupezza, malinconia, autocommiserazio-ne, solitudine, abbattimento, disperazione e, in casi patologici, grave depressione.

Paura: ansia, timore, nervosismo, preoccupazione, apprensione, cautela, esitazione, tensione, spavento, terrore; come stato psicopatologico, fobia e panico.

Gioia: felicità, godimento, sollievo, contentezza, beatitudine, diletto, divertimento, fie-rezza, piacere sensuale, esaltazione, estasi, gratificazione, soddisfazione, euforia, capric-cio e, al limite estremo, entusiasmo maniacale.

Amore: accettazione, benevolenza, fiducia, gentilezza, affinità, devozione, adorazione, infatuazione, agape.

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Sorpresa: shock, stupore, meraviglia, trasecolamento.

Disgusto: disprezzo, sdegno, aborrimento, avversione, ripugnanza, schifo.

Vergogna: senso di colpa, imbarazzo, rammarico, rimorso, umiliazione, rimpianto, mortificazione, contrizione.

E sulla classificazione aggiunge:

A dire la verità questo elenco non risolve ogni problema di classificazione delle emo-zioni […]. Non ci sono risposte chiare: il dibattito scientifico sulla classificazione delle emozioni prosegue.63

Nel metodo For Mother Earth®, esclusivamente a fini didattici e per la fase di al-fabetizzazione emotiva, sia per i bambini dai diciotto mesi fino ai dieci-undici anni, sia per gli adolescenti che per gli adulti, ho raggruppato le principali emozioni in sette famiglie (le sei di Ekman + lo stato neutro):

- quella della felicità,- quella della tristezza,- quella della paura,- quella della rabbia,- quella del disgusto,- quella della meraviglia- e quella neutra.

Nello stato emotivo “neutro” non emergono tratti espressivi di nessuna delle altre emozioni (tranne quelli che sono diventati, nel tempo, parte integrante dell’espres-sione naturale/“normale” dell’individuo). Questo stato costituisce il punto di par-tenza per i test di encoding sulle emozioni, cioè per la valutazione della capacità di espressione emotiva facciale.

Nella Parte seconda di questo libro troverai la mia tabella degli stati emotivi in cui sono raggruppati per famiglie

- le emozioni,- i sentimenti,- gli umori,

63 D. Goleman, Intelligenza emotiva, op. cit.

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e in cui sono elencate anche diverse emozioni miste, cioè quelle emozioni che na-scono dalla combinazione di due o tre emozioni.

Su questa base ho strutturato gli strumenti educativi di base per il primo Passo dello sviluppo dell’intelligenza emotiva di bambini, adolescenti e adulti: l’alfabe-tizzazione emotiva. Questi strumenti di base, in cartoncino a colori, sono allegati al volume L’alfabeto delle emozioni.64

64 Edizioni la meridiana, op. cit.

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L’intelligenza emotiva

2.1 goleman: l’intelligenza emotiva, un insieme di capacità

Nel capitolo precedente ci siamo soffermati sul ruolo delle emozioni nella vita di un essere umano durante la sua “costruzione” nel grembo materno.

E dopo la nascita?È solo attraverso un processo educativo, dalla nascita in poi, che possiamo im-

parare a riconoscere, in noi stessi e negli altri, le emozioni, a dargli il nome appro-priato, a esprimerle, a gestirle nelle relazioni, mettendo in atto, chi più chi meno, ora più ora meno, la nostra intelligenza emotiva.

Nel 1995 Daniel Goleman rese popolare il concetto di intelligen-za emotiva definendola:

la capacità di motivare se stessi, di persistere nel perseguire un obiettivo nonostante le frustrazioni, di controllare gli impulsi e ri-mandare la gratificazione, di modulare i propri stati d’animo evi-tando che la sofferenza ci impedisca di pensare, di essere empatici e di sperare.1

Ma anche «un insieme chiave» di altre caratteristiche proprie dell’essere umano oltre il quoziente di intelligenza.2

Nella sua successiva pubblicazione, Lavorare con intelligenza emotiva, scrive:

Una competenza emotiva3 è una capacità appresa, basata sull’intelligenza emotiva, che risulta in una prestazione […] eccellente…

1 D. Goleman, Intelligenza emotiva, op. cit. 2 D. Goleman, Intelligenza emotiva, op. cit.3 Nella nota leggiamo che la «competenza emotiva» comprende al tempo stesso competenze

sociali ed emotive, in D. Goleman, Lavorare con intelligenza emotiva, Rizzoli, Milano 1998.

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L’intelligenza emotiva determina la nostra potenzialità di apprendere le capacità prati-che basate sui suoi cinque elementi: consapevolezza e padronanza di sé, motivazione, empatia e abilità nelle relazioni interpersonali.[…] La nostra competenza emotiva dimostra quanto di quella potenzialità siamo riusci-ti a tradurre in reali capacità pronte a essere messe in atto…4

Dunque l’intelligenza emotiva è un insieme di specifiche capacità5 – consapevolez-za e padronanza di sé, motivazione, empatia e abilità nelle relazioni interpersonali – fondamentali per ogni essere umano, che possono essere educate e sviluppate da chiunque, indipendentemente da età, sesso, nazionalità, ceto sociale, cultura e credo religioso, diventando così competenze emotive e sociali.

È attraverso l’educazione e lo sviluppo di queste abilità che possiamo apprendere a essere emotivamente intelligenti, imparando a usare le emozioni come un patrimonio di ricchezza straordinaria, a vantaggio nostro e della colletti-vità, imparando ad agire per scelta e non più a re-agire, passando dalla dipendenza dagli altri e dagli eventi che accadono, alla libertà di azione per scelta.

Anzitutto, la ricerca indica che quando i genitori riconoscono le emozioni negative dei loro bambini – la rabbia e la tristezza – e li aiutano ad affrontarle, a lungo andare i bambini riescono a regolare meglio le proprie emozioni sotto il profilo fisiologico e a sostenere un comportamento positivo.D’altro canto, quando i genitori ignorano o puniscono i bambini se mostrano tali emozioni, oppure quando si arrabbiano con loro […] a lungo andare i figli, sapendo che tali emozioni non possono essere condivise, si chiudono in sé. I bambini diven-tano così preda di uno stress nel contempo psicologico e fisiologico, poiché l’emo-zione permane e pone un ostacolo al crescere di una fiducia di base tra il bambino e gli adulti. […] Raggiunta l’età di un anno alcuni bambini, quando sono arrabbiati e sconsolati, anziché andare dalla madre evitano il contatto con lei. Sono in preda a un conflitto tra avvicinare o evitare, che riguarda il contatto fisico ed emotivo. Sappiamo che i bambini afflitti da problemi del genere non imparano a gestire in modo sano le proprie emozioni. […]Uno dei fattori che mettono più a rischio i bambini piccoli è la depressione materna. Le madri con alte percentuali di sensazioni tristi, letargiche e depresse, hanno bambi-ni che in seguito mostreranno percentuali alte di aggressività, di ansia e di depressio-ne. […] L’elemento cruciale è, in questo caso, che i rapporti durante l’infanzia segna-no il corso del successivo sviluppo sociale-emotivo. La quantità di emozioni positive, per esempio la gioia, nei rapporti durante l’infanzia, è fondamentale per impostare i

4 D. Goleman, Lavorare con intelligenza emotiva, op. cit. Il grassetto è dell’autrice.5 Daniel Goleman aveva individuato cinque elementi nell’intelligenza emotiva già in Intelligenza

emotiva, op. cit.

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percorsi cerebrali più corretti. Sappiamo che ogni fase dello sviluppo influisce sullo sviluppo emotivo, e dobbiamo quindi cominciare dall’inizio.6

Queste affermazioni di Mark Greenberg riguardano non solo i genitori, ma vanno estese a tutti gli adulti che svolgono un ruolo educativo continuativo nella vita del bambino: operatori dei nidi e insegnanti innanzitutto.

Riassumendo:- è innata la competenza di provare emozioni e proviamo emozioni prima ancora

della nascita, in utero materno;- è frutto dell’educazione e dell’allenamento, invece, l’intelligenza emotiva, in

quanto si tratta di un insieme di capacità che vanno educate e sviluppate a par-tire dalla nascita perché diventino competenze.

2.2 goleman: gli ambiti dell’intelligenza emotiva Dal 1995 al 2002 la posizione di Goleman si modifica.

Inizialmente sia in Intelligenza emotiva che in Lavorare con intelligenza emotiva, en-trambi del 1995, Goleman individua, riprendendo la teoria di Peter Salovey,7 uno psicologo di Yale, cinque ambiti principali.- La conoscenza delle proprie emozioni – consapevolezza di sé: l’autocon-

sapevolezza o consapevolezza di sé, intesa come la capacità di riconoscere un sentimento nel momento in cui esso si presenta. Comporta la conoscenza dei propri stati interiori: preferenze, risorse e intuizioni.

6 Mark Greenberg in Dalai Lama e Daniel Goleman, Emozioni distruttive, Mondadori, Milano 2003. Titolare della cattedra Bennet di ricerca sulla prevenzione presso il Dipartimento di Sviluppo umano e di studi sulla famiglia della Pennsylvania State University, dirige inoltre il Centro di ricerca sulla prevenzione per la promozione dello sviluppo umano. Ha conseguito un master e un dottorato in Psicologia pediatrica e dello sviluppo presso la Univerity of Virginia. È uno dei presidenti di casel (Collaborative for Academic, Social and Emotional Learning) e autore di numerose pubblicazioni sullo sviluppo del bambini.

7 D. Goleman, Intelligenza emotiva, op. cit. Salovey, nella sua definizione dell’intelligenza emotiva, include le intelligenze personali – interpersonale e intrapersonale – di Howard Gardner, lo psicologo della Havard School of Education che ha teorizzato le intelligenze multiple nel libro Formae mentis, Feltrinelli, Milano 2002. Salovey e altri psicologi, concordando con Gardner, hanno fatto propria una concezione più ampia dell’intelligenza, cercando di reinventarla e di ridescriverla nei termini di ciò «che è necessario possedere per avere successo nella vita», ridimensionando così il ruolo del qi, che in effetti contribuisce, al massimo, solo per il venti per cento ai fattori che determinano il successo nella vita.

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- Il controllo delle emozioni – padronanza di sé: la capacità di controllare i sentimenti in modo che essi siano appropriati, o padronanza di sé, che si fonda sull’autoconsapevolezza. Comporta la capacità di controllare i propri stati inte-riori, i propri impulsi, le proprie risorse.

- La motivazione di se stessi – motivazione: la capacità di dominare le emo-zioni per raggiungere un obiettivo, ovvero la capacità di ritardare la gratifica-zione e di controllare gli impulsi. Comporta tendenze emotive che guidano o facilitano il raggiungimento di obiettivi.

- Riconoscimento delle emozioni altrui – empatia: la capacità di cogliere i sottili segnali sociali che indicano bisogni o desideri altrui. Comporta la consa-pevolezza dei sentimenti, delle esigenze e degli interessi altrui.

- Gestione delle relazioni – abilità sociali: abilità nelle relazioni interpersonali. Comportano abilità nell’indurre risposte desiderabili negli altri.

Intelligenza emotiva Lavorare con intelligenza emotiva

−Conoscenza delle proprie emozioni−Controllo delle emozioni−Motivazione di se stessi−Riconoscimento delle emozioni altrui−Gestione delle relazioni

−Consapevolezza di sé−Padronanza di sé−Motivazione−Empatia−Abilità sociali

Diagramma «Goleman 1995» 1 e 2 - © 2011 Carmela Lo Presti

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Successivamente, nel 2002, quando pubblica insieme a Richard E. Boyatzis e An-nie MacKee Essere leader8 scrive:

Il nostro pensiero sulle dimensioni dell’intelli-genza emotiva e le relative competenze ha subito un’evoluzione ed è andato facendosi più essen-ziale mentre si procedeva all’analisi di nuovi dati. […]Mentre in precedenza il modello contemplava cin-que dimensioni essenziali di intelligenza emotiva, esse sono state ora ridotte a quattro – consapevo-lezza di sé, gestione di sé, consapevolezza sociale e gestione delle relazioni – con diciotto competenze al posto delle originali venticinque.

Ma, fin dal 1995, le dimensioni o ambiti rappresentano insiemi di capacità9 che at-traverso l’addestramento diventano competenze o abilità emotive, ovvero capacità apprese.

Le competenze di ie non sono talenti innati, ma abilità apprese. […]10

Il nostro livello di intelligenza emotiva non è fissato alla nascita né si sviluppa solo durante la prima infanzia. A differenza del qi, che va incontro a pochi cambiamenti una volta passata l’adolescenza, l’intelligenza emotiva sembra in larga misura appresa e continua a svilupparsi durante tutta la vita, via via che impariamo dall’esperienza: la nostra competenza in questo campo continua a migliorare. […] Esiste una parola un po’ antiquata per descrivere questa crescita nell’intelligenza emotiva: è maturità.11

Ogni essere umano ha livelli di competenze diverse nei cinque ambiti che hanno una base neurale ma che, con l’allenamento adeguato, possono essere sviluppati.

Naturalmente le persone hanno capacità diverse in ciascuno di questi cinque ambiti; può darsi, per esempio, che alcuni di noi riescano a controllare benissimo la propria

8 Op. cit.9 La capacità è la «possibilità di un soggetto di fare qualcosa», in Devoto-Oli, Vocabolario illustrato

della lingua italiana, Le Monnier, Milano 1981.10 D. Goleman, R. E. Boyatzis, A. McKee, Essere leader, bur, Bergamo 2004.11 D. Goleman, Lavorare con intelligenza emotiva, op. cit.

Diagramma Goleman 2002 © Carmela Lo Presti

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ansia ma siano relativamente incapaci di consolare i turbamenti altrui. Il nostro livello di capacità ha, senza dubbio, una base neurale; come vedremo, però, il cervello è ec-cezionalmente plastico, sempre impegnato com’è nei processi di apprendimento. Le eventuali carenze nelle capacità emozionali possono essere corrette: ciascuno di questi ambiti rappresenta, in larga misura, un insieme di abitudini e di risposte passibili di miglioramento, purché ci si impegni a tal fine nel modo giusto.12

Negli esempi che seguono il riferimento è specifico all’ambito lavorativo, ma in effetti le affermazioni sono estendibili a qualunque aspetto della vita, come risulta evidente se si leggono le sue opere.

Per esempio l’abilità nel fornire assistenza ai clienti è una competenza emotiva basata sull’empatia. Analogamente la fidatezza si fonda sulla padronanza di sé, ossia sulla ca-pacità di controllare bene i propri impulsi.[…] Il semplice fatto di essere dotati di intelligenza emotiva non garantisce che una persona acquisirà le competenze che davvero contano sul lavoro – significa solo che si hanno le massime potenzialità per apprenderle. Un individuo, per esempio, potrebbe essere altamente empatico, e tuttavia non aver acquisito tutte quelle capacità pratiche che si fondano sull’empatia e che permettono di offrire un servizio di assistenza ai clienti superiore, di essere un allenatore o un mentore di alta classe, né di dare coesione a un team composto di persone molto diverse.13

2.3 goleman: le competenze emotive

Di seguito una tabella14 con l’elenco delle competenze emotive15 per ciascuna di-mensione dell’intelligenza emotiva a cui esse attingono.

12 D. Goleman, Intelligenza emotiva, op. cit.13 D. Goleman, Lavorare con intelligenza emotiva, op. cit.14 La tabella riassume quella di Goleman in Lavorare con intelligenza emotiva, op. cit. In Essere leader le

competenze emotive indicate sono quelle che riguardano il leader e dunque diverse in alcune voci, rispetto a questa che riporto. La mia esperienza professionale di allenatrice sia di professionisti che di privati a titolo personale, mi ha dimostrato che anche talune competenze emotive che Goleman individua in modo specifico per i leader sono utilissime per i comuni mortali e da tutti sviluppabili. Va precisato, però, che il mio operato ha come obiettivo di base quello di restituire potere alle persone che si rivolgono a me e di sviluppare tutte quelle competenze che consentono loro di diventare leader della propria vita. Vedi nella Parte seconda di questo libro il questionario per l’autovalutazione dell’intelligenza emotiva secondo il metodo For Mother Earth®.

15 Le competenze rimangono allo stadio di abilità potenziali, se non vengono opportunamente allenate.

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La tabella mostra la relazione esistente tra le cinque dimensioni dell’intelligenza emotiva e le venticinque competenze che a esse attingono.

tabella sintetica dell’intelligenza emotiva

Competenza personale Competenza sociale

consapevolezza di sé

Consapevolezza emotivaAutovalutazione accurataFiducia in se stessi

empatia Comprensione degli altriAssistenzaPromozione dello sviluppo altruiSfruttamento della diversitàConsapevolezza po-litica

padronanza di sé

AutocontrolloFidatezzaCoscienziositàAdattabilità Innovazione

abilità sociali InfluenzaComunicazioneLeadershipCatalisi del cambiamentoGestione del conflittoCostruzione di legamiCollaborazione e cooperazioneLavoro in team

motivazione Spinta alla realizza-zioneImpegnoIniziativaOttimismo

Ognuna di queste competenze è: - indipendente dalle altre, nel senso che il suo contributo è unico;- interdipendente da alcune altre competenze, con le quali stabilisce delle forti

interazioni;- gerarchica, in quanto, partendo dalle competenze specifiche della consapevo-

lezza di sé, nell’ordine in cui sono date nella tabella, l’una costituisce il fonda-mento di quella successiva e poi, l’insieme delle competenze personali costitui-sce la base per quelle sociali;

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- necessaria,manonsufficiente: o avere le capacità dell’intelligenza emotiva, infatti, è necessario perché le si possa

trasformare in competenze emotive attraverso l’allenamento, ma non è suffi-ciente perché automaticamente le si sviluppi tutte e ciascuna di esse da capacità diventi competenza: per esempio, pur avendo abilità sociali, potrei essere diven-tato competente solo nella comunicazione, ma non nella leadership.

o Se non c’è interesse e motivazione per l’espressione di una certa competenza emotiva, difficilmente quella capacità si manifesterà come competenza (se mi piace poco essere al centro dell’attenzione, e preferisco le relazioni uno a uno a quelle di gruppo, difficilmente diventerò leader).

o Il clima nel quale l’individuo vive potrebbe essere sfavorevole al manifestarsi di quella competenza (in un ambiente familiare dove i bambini vengono zittiti continuamente la competenza nella comunicazione avrà difficoltà a svilupparsi).

- generica, in quanto ognuna di esse è valida sia per tutti gli ambiti lavorativi (anche se poi occorrono diverse specifiche competenze-chiave e per i diversi settori di lavoro e addirittura per ciascuna azienda anche all’interno dello stesso settore, in base ai valori-guida di ciascuna di esse), sia per l’ambito personale delle relazioni umane.

Esempi di tipi emotivamente intelligenti “puri”16

Gli uomini:

Gli uomini dotati di grande intelligenza emotiva sono socialmente equilibrati, espan-sivi e allegri, non soggetti a paure o al rimuginare di natura ansiosa. Hanno la spiccata capacità di dedicarsi ad altre persone o a una causa, di assumersi responsabilità e di avere concezioni e prospettive etiche; nelle loro relazioni con gli altri sono comprensivi, premurosi e protettivi. La loro vita emotiva è ricca ma appropriata; queste persone si sentono a proprio agio con se stesse, con altri e nell’universo sociale nel quale vivono.17

Le donne:

Le donne emotivamente intelligenti, invece, tendono a essere sicure di sé, a esprimere i propri sentimenti in modo diretto e a nutrirne di positivi riguardo a se stesse; per loro

16 Goleman evidenzia che questi profili puri sono, naturalmente, estremi, ma aiutano a comprendere le caratteristiche specifiche dell’intelligenza emotiva. Ogni essere umano è dotato, in varia misura e in varia proporzione, sia di abilità intellettuali che emozionali.

17 D. Goleman, Intelligenza emotiva, op. cit.

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la vita ha un senso… sono estroverse e gregarie, ed esprimono i propri sentimenti in modo equilibrato; si adattano bene allo stress. Questo equilibrio sociale consente loro di stringere facilmente nuove conoscenze; si sentono abbastanza a proprio agio con se stesse da essere allegre, spontanee e aperte alle esperienze dei sensi… raramente si sentono in ansia o colpevoli, e raramente sprofondano nel rimuginare.18

2.4 la struttura dell’intelligenza emotiva nel modello di peter salovey e john mayer

Facciamo adesso un passo indietro.Il concetto di intelligenza emotiva venne formulato nel 1990 da due psicologi,

Peter Salovey e John Mayer,19 che la definirono come:

- l’abilità di percepire correttamente, di valu-tare ed esprimere le emozioni; - l’abilità di accedere e/o generare le emo-zioni che favoriscono i processi di pensiero; - l’abilità di comprendere le emozioni e ciò che concerne la conoscenza emotiva; - l’abilità di regolare le emozioni che favori-scono la crescita emotiva ed intellettiva.

Questo significa - che l’emozione può rendere i processi di pensiero più intelligenti - e che le emozioni hanno qualcosa di intelligente.

Le emozioni non hanno la funzione di disturbare l’efficace approccio razionale alla risoluzione dei problemi da parte dell’individuo, ma piuttosto quella di spostare la sua attenzione e di focalizzarla su qualcosa di vitale importanza, fornendo impor-tanti conoscenze sulla relazione della persona con il mondo esterno.

18 D. Goleman, Intelligenza emotiva, op. cit. 19 Tutto questo paragrafo si basa sulle lezioni di Barbara Sini, facoltà di Psicologia, Laboratorio di

Psicologia delle emozioni, Università degli studi di Torino, a.a. 2005/2006, www.eduprof.unito.it/programmi/materiali/sini/sini.htm; www.eduprof.unito.it/programmi/materiali/sini/06_07/lezione6_mod2.pdf; www.eduprof.unito.it/programmi/materiali/sini/06_07/lezione8_mod2.pdf; P. Salovey & J. Mayer (1990), Emotional Intelligence, in Imagination, Cognition and Personality, vol. 9(3) 185-211, 1989-90. In inglese la tabella è disponibile in P. Salovey & D.J. Sluyter, Emotional development and emotional intelligence, Basic Book 1997.

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La definizione di intelligenza emotiva di Peter Salovey e John Mayer si articola in sedici abilità, raggruppabili in quattro categorie (vedi la tabella più avanti):

1. percepire, valutare (appraisal) ed esprimere le emozioni; 2. usare le emozioni per facilitare il pensiero;3. comprendere e analizzare le emozioni;4. regolare consapevolmente le emozioni, ossia gestirle.

Queste sedici abilità vanno dai processi psicologici più semplici e basilari ai proces-si psicologici più complessi e integrati (vedi tabella: gruppi da 1 a 4).

All’interno di ciascuna categoria, poi, l’acquisizione delle abilità procede secon-do il grado di sviluppo che ogni individuo raggiunge con il procedere dell’età (dalle acquisizioni più precoci, es. 1.a, 2.a; a quelle che richiedono maggiore maturazione individuale es. 1.d. e 2.d.).

Nella visione di Salovey e Mayer l’intelligenza emotiva non può essere insegnata, proprio perché, per definizione, non si può “insegnare un’intelligenza”.

Come leggere la tabella: - dal basso verso l’alto, procedendo dal raggruppamento 1 al raggruppamento 4;- da sinistra a destra: dalle abilità a alle abilità d. In questo modo si giunge alla comprensione dello sviluppo dell’intelligenza emo-tiva nel suo complesso, nella visione dei due psicologi.

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Tabella del modello dell’intelligenza emotiva di Peter Salovey e John Mayer

4 Regolazione consapevole delle emozioni che promuove la crescita emozionale e intellettiva

4.a Capacità di mantenere aperta la possibilità di pro-vare emozioni, sia quelle che sono piacevoli sia quelle che sono spiacevoli.

4.b Capacità di rimanere coinvolti (o prendere le distanze) da un’emozio-ne, in modo consapevo-le, sulla base di quanto si ritenga che essa possa essere utile o apporti in-formazioni.

4.c Capacità di monitora-re riflessivamente le emo-zioni riguardanti se stessi e gli altri in modo tale da riconoscere quanto esse siano chiare, tipiche, in-fluenti o ragionevoli.

4.d Capacità di gestire le emozioni in se stessi e negli altri, moderando quelle ne-gative e mantenendo quelle positive senza reprimere o esagerare l’importanza delle informazioni che esse sono in grado di veicolare.

P S A B

3 Comprensione e analisi delle emozioni: coinvolgimento della conoscenza emotiva

3.a Capacità di dare un’e-tichetta verbale alle emo-zioni e riconoscere la re-lazione tra le parole e le emozioni stesse, come, per esempio, la relazione tra le parole piacersi e amarsi (li-king and loving).

3.b Capacità di interpreta-re i significati che le emo-zioni veicolano nelle si-tuazioni relazionali, come, per esempio, la tristezza che spesso accompagna le situazioni di perdita.

3.c Capacità di com-prendere le emozioni complesse: sentimenti simultanei di amore e odio, o combinazioni di emozioni come, per esempio, lo spavento che è una combinazione di paura e sorpresa.

3.d Capacità di riconosce-re possibili transizioni tra diverse emozioni come, per esempio, la transizio-ne dalla rabbia alla sod-disfazione, o dalla rabbia alla vergogna.

L F E G

2 Facilitazione emozionale del pensiero 2.a Capacità di lasciare che le emozioni svolgano la propria naturale funzio-ne: rendere prioritario un pensiero dirigendo l’at-tenzione su informazioni importanti.

2.b Capacità di accedere alle emozioni in modo sufficientemente vivido e disponibile da poterle generare volontariamente come aiuto ai processi di giudizio e di memoria di quegli aspetti che hanno a che fare con i sentimenti.

2.c Capacità di contra-stare lo stato emotivo/umore, responsabile del normale slittamento del-la prospettiva individuale da ottimistica a pessimi-stica prendendo in consi-derazione una molteplici-tà di punti di vista.

2.d Capacità di avere un approccio differenziato ai problemi specifici sul-la base dei differenti stati emotivi come, per esem-pio, quando la felicità fa-vorisce il ricorso al ragio-namento induttivo e alla creatività.

M D C R

1 Percezione, valutazione (appraisal) ed espressione delle emozioni 1.a Capacità di identifica-re le proprie emozioni: nel proprio stato fisico, nel proprio vissuto e nei propri pensieri.

1.b Capacità di identifica-re le emozioni nelle altre persone, nei disegni, nelle opere d’arte… attraverso il linguaggio, i suoni e le immagini.

1.c Capacità di espri-mere le emozioni in modo appropriato e di esprimere i bisogni correlati a tali emo-zioni.

1.d Capacità di discrimi-nare tra espressioni delle emozioni appropriate e inappropriate e tra espres-sioni sincere e non sincere.

I O U H

→→

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2.5 la struttura dell’intelligenza emotiva nel metodo educativo e formativo for mother earth®Da bambina, da adolescente e da studentessa universitaria ho avuto “difficoltà” nel memorizzare tutte quelle discipline che, suscitandomi scarso interesse, non riuscivo a “utilizzare” concretamente in qualche modo nella mia vita o di cui non riuscivo a farmi un quadro generale che mi permettesse di cogliere i nessi tra le cose. Per questa ragione passavo ore e ore a “fare i riassunti scritti” di tutto o a fare tabelle “sinottiche” e a ripetere, ripetere, ripetere nozioni che, pur compre-se a livello teorico, “scappavano” via dalla mia memoria dopo le interrogazioni. Prendevo dei bei voti, ma a un costo – in termini di impegno, di tempo e di stress – assai elevato.20 Una volta laureata, nel momento in cui ho cominciato a insegna-re, ricordando le mie sofferenze nello studiare21 ho cercato e trovato il modo di associare alle lezioni teoriche attività ed esercizi che portassero quella stessa teoria nella vita degli studenti, o di far sperimentare praticamente gli argomenti trattati e, in ogni caso, di dare più strumenti e metodo che nozioni.22

Quando insegnavo le domande che mi ponevo riguardavano soprattutto la didattica:- Come posso fare questa lezione in modo che siano tutti interessati e che ap-

prendano?- Quali strumenti posso dare perché siano capaci di …?- Cosa posso fare perché imparino a studiare in modo consapevole e critico,

non solo gli argomenti che trattiamo qui a Scuola, ma anche qualunque altro argomento di loro interesse?

- Cosa posso fare e quali strumenti posso dare perché imparino a studiare in modo efficace e autonomo?

20 Prima di un’interrogazione vomitavo… Mi è successo anche la mattina prima della discussione della tesi di laurea: e dire che ero già madre della mia prima figlia, Leila, accanto a me nel passeg-gino mentre sostenevo l’esame. Per la cronaca, nonostante lo stress e i disagi emotivi, mi sono laureata con 110 e lode e quindi abilitata all’insegnamento di Materie letterarie e latino.

21 Al primo anno di liceo classico, quando ho iniziato a studiare filosofia, c’è stato un momento veramente angoscioso in cui sono stata sul punto di abbandonare gli studi, pensando di essere realmente stupida: non riuscivo a sperimentare nella mia vita quanto sostenevano i presocratici! Ero convinta, infatti, che tutte le teorie dovessero avere un fondamento di verità riscontrabile da chiunque nella vita di tutti i giorni, per potere essere considerate “vere”. In quella situazione, davo per scontato che quelle teorie fossero “vere” e di non essere io in grado di trasferirle nella mia vita in quanto stupida. Per fortuna mio padre riuscì a convincermi a continuare gli studi e successivamente mi iscrissi proprio a Lettere e Filosofia.

22 Insegnando alla scuola media prima e al biennio del liceo scientifico poi, per me è stato facile trovare il modo per coinvolgere i miei studenti e far sì che tutti andassero oltre il loro livello di partenza, migliorando.

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Da quando ho lasciato la scuola23 ho cominciato a pormi anche altre domande rispetto a quanto di nuovo andavo scoprendo attraverso il processo di “riqualifica-zione” e specializzazione intrapreso, riconoscendo come positivo e valorizzando un atteggiamento che avevo fin da bambina e che la scuola aveva ignorato o mor-tificato: trasformare in vita le teorie. Credo che sia un dono, un talento innato la capacità che ho di tradurre quello che leggo, che mi convince e che per me ha valore in vita quotidiana, in comportamenti utili e positivi per la qualità della mia vita, in esercizio, strategia, gioco… in attività pratica insegnabile agli altri. Passando attraverso il filtro della mia personale e diretta esperienza, gli studi fatti da allora in poi24 mi hanno consentito di dare vita a strumenti efficaci anche per gli altri e a un metodo educativo25 che indica come utilizzarli per lo sviluppo dell’intelligenza emotiva e, più in generale, per la propria evoluzione, personale e professionale.

Dunque, cosa faccio quando leggo un libro, qualunque libro? Mi pongo naturalmente e spontaneamente queste domande o forse è meglio

dire che queste domande stanno sempre sullo sfondo, mentre leggo:- Cosa posso farci di concreto con questa informazione?- Come posso trasferirla nella mia vita di tutti i giorni, per averne degli effetti

positivi?- Come posso trasformare questa informazione in strategia, in uno strumento

che migliori la mia vita?

23 Il mio far scuola in questo modo non era approvato dal preside, cui devo moltissimo rispetto alla mia evoluzione professionale in quanto le sue richieste, per me inaccettabili, sono state la goccia che ha fatto traboccare il vaso: «Si limiti a spiegare la lezione e a dare il voto… le cose che fa fare lei non le fanno neppure all’università!» Non solo perché non potevo svolgere il mio lavoro come volevo e perché lo vivevo come sterile nei termini in cui mi veniva richiesto, ma anche per altre ragioni nel 1988 ho lasciato la scuola come dipendente, per tornare alla scuola come libera professionista, portandovi i miei progetti innovativi. Se sei interessato/a puoi leg-gere www.intelligenzaemotiva.it/Mother_Earth/come_nasce.htm.

24 www.intelligenzaemotiva.it/carmela/Curriculum_Formativo.pdf.25 Il metodo For Mother Earth®. Il processo di sviluppo della persona – bambino, adolescente o

adulto che sia – è per me inteso sempre e comunque anche come allenamento dell’altro a espri-mere le proprie potenzialità interiori e quindi inteso come allenamento e-ducativo (dal latino e-duco, “trarre fuori da”, nel senso di portare fuori qualcosa che è già dentro). L’uso di questo termine nel suo significato etimologico presuppone l’idea che dentro l’essere umano sono già contenute potenzialità e talenti e che l’educatore ha il ruolo e il compito di creare le condizioni ambientali (emotive e materiali), di offrire opportunità e di fornire informazioni e strumenti perché queste potenzialità si manifestino in competenze e i talenti si esprimano e fioriscano. Puoi approfondire consultando le pagine www.intelligenzaemotiva.it/metodo_fme.htm e www.intelligenzaemotiva.it/pnl/pnl.htm. Il sito www.intelligenzaemotiva.it è ricchissimo di ulteriori informazioni.

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E, una volta che ne ho fatto esperienza, se è stata positiva, se ha funzionato nel senso che ha migliorato la mia vita, mi chiedo:

- Come posso ottimizzare questo strumento a cui ho dato vita e che è risultato efficace per la mia crescita e per la mia evoluzione, in modo che possa essere utilizzato dal maggior numero di persone possibile, con effetti potenti quanto quelli da me sperimentati?

- Come posso semplificare e, nello stesso tempo, ottimizzare un percorso di crescita personale, che io ho già sperimentato valido ed efficace nella mia vita, in modo da essere accessibile al maggior numero di persone possibile ed efficace per il maggior numero di esse?

A questo punto, a proposito di domande, c’è da farne una: «Ma cosa c’entra que-sto riferimento personale con la struttura dell’intelligenza emotiva?» C’entra, c’en-tra… seguimi ancora un momento e capirai.

Quando lessi il libro di Daniel Goleman Intelligenza emotiva26 avrei voluto contat-tare le scuole che, in America, stavano lavorando per lo sviluppo dell’intelligenza emotiva, per sapere come si stavano muovendo e collaborare in qualche modo con loro. Ma non conoscevo (e non conosco ancora) l’inglese, per quanto assurdo questo possa sembrare. Fatto sta che questa situazione, invece di limitarmi e bloc-carmi, mi ha fortemente motivato a creare degli strumenti per lo sviluppo dell’in-telligenza emotiva a scuola e questa motivazione si è aggiunta alla mia naturale tendenza a trasformare una teoria – o meglio le tante informazioni che fanno una teoria – in pratica: è così che ho dato vita al kit di strumenti e giochi per lo sviluppo dell’intelligenza emotiva dei bambini, a partire dai due anni, e che ho pubblicato in una forma più rudimentale nel 200427 e nel 200528 prima e poi nella versione ottimizzata, cartonata e a colori nel 200629 e nel 2007.30

Nel 2004, in L’allenamento emotivo per i nostri bambini, avevo dedicato una piccola sezione del libro agli esercizi per l’allenamento emotivo degli adulti e per lo svilup-po della loro consapevolezza, mentre nelle successive edizioni del 2006 e del 2007

26 Op. cit.27 Carmela Lo Presti, Barbara Quadernucci, L’allenamento emotivo per i nostri bambini. Nei nidi, a scuola,

a casa a partire dai due anni, vol. 1, Edizioni Era Nuova, Perugia 2004.28 Carmela Lo Presti, Barbara Quadernucci, L’allenamento emotivo per i nostri bambini, in cd, Edizioni

Era Nuova, Perugia 2005.29 Carmela Lo Presti, L’allenamento emotivo per i nostri bambini. Giochi e strumenti, voll. 1 e 2, con kit

di strumenti in formato A4 su cartoncino lucido a colori, Edizioni For Mother Earth®, Bastia Umbra 2007.

30 L’alfabeto delle emozioni, op. cit. Nel 2007 ho pubblicato il materiale anche come ebook: Carmela Lo Presti, L’allenamento emotivo per i nostri bambini, Edizioni For Mother Earth®, Bastia Umbra, aggiornata e arricchita nel 2009.

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avevo preferito omettere questa parte, riservandomi di scrivere successivamente un libro esclusivamente dedicato a loro.31 Nel processo di sperimentazione perso-nale di esercizi e strategie da me ideati e strutturati per lo sviluppo dell’intelligenza emotiva e del loro successivo utilizzo nella formazione e nell’allenamento indivi-duale, ho sentito l’esigenza di uno strumento che consentisse di rendersi conto dei punti di forza e delle carenze nell’ambito dell’intelligenza emotiva, che fornisse un parametro di riferimento per l’autovalutazione della propria intelligenza emotiva.

- Quali competenze deve aver sviluppato un essere umano per considerarsi emotivamente intelligente?

- Cosa posso strutturare come parametro di riferimento per tutti coloro che ini-ziano un percorso per lo sviluppo della propria intelligenza emotiva e che con-senta loro di verificare via via un miglioramento delle proprie competenze?

Da queste domande sono nati - lo studio sulle competenze dell’intelligenza emotiva e i risultati a cui sono per-

venuta, che puoi leggere alla pagina www.intelligenzaemotiva.it/Glossario/competenze_ie.pdf, la cui prima versione è stata pubblicata prima nel 2006, sul sito, e quindi, nel 2007, nel già citato L’alfabeto delle emozioni. Non essendo, però, pienamente soddisfatta di quel primo lavoro, l’ho interamente rivisto. La versione a cui rimando o è arricchita di competenze specifiche e di riflessioni nuove, ed è modificata

sia nell’impaginazione, sia in alcuni contenuti e riflessioni rispetto alle pre-cedenti;

o le sostituisce entrambe.- La tabella riassuntiva delle competenze dell’intelligenza emotiva nel metodo educativo For

Mother Earth® (vedi più avanti).- Il questionario per l’autovalutazione dell’intelligenza emotiva For Mother Earth®, che

trovi nella Parte seconda di questo libro.Tutti gli esercizi raccolti nella Parte seconda di questo libro sono nati da questa mia esigenza profonda di dare vita alle teorie, alle informazioni per portarle facilmente nella vita di tutti i giorni di chiunque voglia evolvere.

31 Cosa che sto facendo adesso con questa pubblicazione.

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Tabella riassuntiva delle competenze dell’intelligenza emotivanel metodo educativo e formativo For Mother Earth®

©2006-2011 Carmela Lo Presti

ambito 1 - consapevolezza di sé(competenza personale)

Comporta la conoscenza dei propri stati interiori: preferenze, risorse e intuizioni

3 competenze

con le relative competenze specifiche

consapevolezza emotiva

- riconoscere le proprie emozioni - riconoscere il perché del loro manifestarsi- riconoscere gli effetti delle emozioni nel proprio corpo, nei propri comportamenti,

nei risultati- riconoscere il rapporto tra le proprie emozioni e ciò che si pensa, si fa e si dice- riconoscere le emozioni negli altri- dare il nome appropriato alle emozioni proprie e degli altri- valutare l’appropriatezza dell’espressione delle emozioni proprie e altrui in un dato

contesto- valutare la sincerità o meno dell’espressione delle emozioni altrui - utilizzare l’intuito e le sensazioni “viscerali” - parlare apertamente delle proprie emozioni - riconoscere ed esprimere i propri bisogni correlati alle emozioni in atto - essere consapevole dei propri valori guida e dei propri obiettivi- esprimere in modo convincente la visione ideale che ispira la propria vita- interpretare il significato dei comportamenti (espressioni, postura, gesti, azioni) ge-

nerati dalle emozioni

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autovalutazione accurata

- riconoscere i propri punti di forza - riconoscere i propri limiti - essere autoironici e avere senso dell’umorismo - riconoscere in cosa dover migliorare - accettare le critiche costruttive e i feedback - chiedere aiuto, quando necessario - apprendere dalle esperienze - dire con pace la propria verità a se stessi su se stessi

fiducia in se stessi

- avere sicurezza nel proprio valore - avere sicurezza nelle proprie capacità - avere “presenza” - avvalersi dei propri punti di forza - essere fermi e prendere decisioni sensate, nonostante incertezze e pressioni - rischiare in prima persona per difendere ciò che è giusto

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Tabella riassuntiva delle competenze dell’intelligenza emotivanel metodo educativo e formativo For Mother Earth®

©2006-2011 Carmela Lo Presti

ambito 2 - padronanza di sé(competenza personale)

Comporta la capacità di dominare i propri stati interiori, i propri impulsi e le proprie risorse

10 competenze

con le relative competenze specifiche

autocontrollo

- dominare le emozioni fonte di turbamento - dominare i propri impulsi distruttivi - incanalare emozioni e impulsi distruttivi verso fini costruttivi- contrastare lo stato emotivo responsabile dello spostamento della propria prospet-

tiva da ottimistica a pessimistica, prendendo in considerazione una molteplicità di punti di vista

- mantenere aperta la possibilità di provare emozioni anche spiacevoli- rimanere coinvolti (o prendere le distanze) da un’emozione, in modo consapevole,

sulla base di quanto si ritenga che essa possa essere utile o apporti informazioni- rimanere composti, positivi e imperturbabili nei momenti difficili- pensare in modo chiaro e mantenere la concentrazione anche sotto pressione- monitorare consapevolmente le emozioni che riguardano se stessi e gli altri per rico-

noscere quanto esse siano funzionali agli obiettivi da raggiungere, congruenti con i propri valori, ecologiche per noi e il nostro ambiente

- gestire le proprie emozioni in modo appropriato in funzione degli obiettivi che si vogliono raggiungere

trasparenza o fidatezza

- vivere secondo i propri valori, in modo etico e irreprensibile - manifestare onestà e integrità, affidabilità e autenticità - ispirare fiducia - aprirsi agli altri rispetto a sentimenti, convinzioni e azioni- ammettere i propri errori o mancanze - opporsi a comportamenti non etici degli altri - dire con pace la propria verità su se stessi agli altri- dire con pace la propria verità a se stessi sugli altri - dire con pace la propria verità sugli altri agli altri - dire con pace la propria verità a tutti su tutto

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coscienziosità

- assumersi le proprie responsabilità per quanto attiene alla propria vita e alle scelte personali

- essere organizzati e attenti nello svolgere il proprio lavoro, qualunque esso sia

motivazione

- usare le proprie preferenze più intime per spronare e guidare se stessi al raggiungi-mento dei propri obiettivi

- usare le proprie preferenze più intime per aiutarsi a prendere l’iniziativa - essere altamente efficienti e perseveranti nonostante insuccessi e frustrazioni

impegno

- fare ogni sforzo per realizzare quello in cui si crede - fare ogni sforzo per migliorare se stessi- fare ogni sforzo per sostenere gli ideali e gli obiettivi del gruppo (famiglia di origine,

famiglia costruita, azienda, associazione, gruppo di amici e così via) o dell’altro, nel rispetto dei propri valori

- vivere come propri gli obiettivi del proprio gruppo - usare i valori fondanti del proprio gruppo per fare delle scelte- mettere in secondo piano i propri bisogni e interessi in funzione di un obiettivo più

grande riguardante l’intero gruppo o l’altro, nel rispetto dei propri valori- fare ogni sforzo per realizzare la missione del gruppo, nel rispetto dei propri valori

adattabilità

- essere flessibili nel gestire il cambiamento, nell’adattarsi a situazioni mutevoli o nel superare gli ostacoli

spinta alla realizzazione

- desiderare di migliorare se stessi per conformarsi al proprio modello di eccellenza - fissare obiettivi raggiungibili ma stimolanti - trovare informazioni per ridurre l’incertezza e trovare modi per fare meglio le cose - apprendere e insegnare modalità per operare meglio

apertura al nuovo

- sentirsi a proprio agio di fronte a idee, approcci e informazioni nuovi - avere un atteggiamento aperto, di curiosità attiva e propensione verso il nuovo

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iniziativa

- essere pronti nell’agire e nel cogliere le opportunità - creare opportunità- aggirare gli ostacoli, anche piegando le regole, per creare migliori possibilità per il

futuro- mobilitare gli altri in modo insolito e intraprendente

ottimismo

- considerare il lato positivo degli eventi- essere costanti nel perseguire gli obiettivi nonostante ostacoli e insuccessi- valutare la sconfitta come feedback, come lezione da imparare, come opportunità- attribuire gli insuccessi a circostanze controllabili e non considerarli come fallimenti

personali- agire spinti dalla speranza del successo e non dalla paura del fallimento - aspettarsi il meglio dagli altri - aspettarsi dal futuro cambiamenti positivi

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Tabella riassuntiva delle competenze dell’intelligenza emotivanel metodo educativo e formativo For Mother Earth®

©2006-2011 Carmela Lo Presti

ambito 3 - consapevolezza sociale e ambientale(competenza sociale)

Comporta la consapevolezza dei sentimenti, delle emozioni, delle esigenze e degli interessi altrui

e la consapevolezza delle esigenze e degli interessi della natura

6 competenze

con le relative competenze specifiche

empatia o comprensione degli altri

- essere sensibili e attenti ai segnali emotivi degli altri - “mettersi nei panni dell’altro” e comprendere il suo punto di vista - percepire le emozioni degli altri - ascoltare attentamente gli altri - esprimere la propria sensibilità e attenzione verso gli altri - andare d’accordo con persone di formazione e di culture diverse - coltivare fiducia e sintonia emotiva con un’ampia gamma di persone fra loro diverse

empatia “verde”

- sentire le diverse forme della natura degne di rispetto, cura e attenzione - esprimere rispetto, cura e attenzione verso le diverse forme della natura

assistenza agli altri

- anticipare, riconoscere e soddisfare le esigenze degli altri, quando serve ed è ecolo-gico per tutti

- aiutare gli altri in modo sano, avendo compreso le loro esigenze e i loro bisogni

compassione

- provare interesse amorevole e attivo per l’altro che si sta trovando in una condizione non facile

- esprimere interesse amorevole e attivo per l’altro che si sta trovando in una condi-zione non facile

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compassione “verde”

- provare interesse amorevole e attivo per la natura- esprimere interesse amorevole e attivo per la natura

orientamento verso gli altri

- promuovere il clima emotivo specifico, adatto all’ambiente in cui ci si trova

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Tabella riassuntiva delle competenze dell’intelligenza emotivanel metodo educativo e formativo For Mother Earth®

©2006-2011 Carmela Lo Presti

ambito 4 - abilità sociali e gestione delle relazioni interpersonali e con le altre forme della natura

(competenza sociale)

Comportano abilità nel suscitare risposte desiderabili negli altrie “risposte” desiderabili nella natura

9 competenze

con le relative competenze specifiche

influenza

- suscitare interesse negli altri - creare intorno a sé consenso e appoggio, anche per vie indirette - stimolare e persuadere singoli e gruppi

comunicazione

- tenere conto degli indizi emotivi dell’altro nel comunicare - inviare messaggi chiari e convincenti attraverso tutti i canali di comunicazione- comunicare efficacemente il proprio punto di vista, entrando in sintonia con alcuni

valori dell’altro, condivisibili, conseguendo approvazione e fiducia- trattare argomenti difficili in modo diretto e semplice - ascoltare con attenzione e verificare la comprensione della comunicazione dell’altro - mantenersi ricettivi alle buone e alle cattive notizie

leadership

- essere leader della propria vita - risvegliare il proprio maestro interiore - riconoscere che il potere sulla propria vita è nelle proprie mani - motivarsi e guidarsi verso gli obiettivi che ci si è prefissati - attingere ai propri stessi esempi positivi per procedere nelle situazioni nuove - guidare e motivare gli altri - esercitare la leadership dando l’esempio - esprimere e suscitare entusiasmo per un ideale comune e una missione condivisa

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gestione del conflitto

- capire differenti prospettive - trovare punti comuni unificanti - trovare soluzioni perché tutti vincano - incoraggiare il dibattito e la discussione aperta - usare tatto e diplomazia nelle situazioni di tensione e con persone “difficili”- trovare punti comuni unificanti tra i propri interessi e quelli delle altre forme della natura

costruzione di legami

- in ogni contesto, favorire, alimentare e conservare relazioni reciprocamente sane, utili/vantaggiose

- ricercare relazioni reciprocamente sane, utili/vantaggiose - stringere e conservare amicizie personali nell’ambito lavorativo

cooperazione e collaborazione

- essere modelli di rispetto, costruttività e collaborazione- offrire stimoli ispiratori e prospettive convincenti- condividere i propri meriti con gli altri- lavorare con gli altri verso obiettivi comuni , condividendo progetti, informazioni e

risorse- trovare equilibrio tra la concentrazione su un compito e l’attenzione alle relazioni - promuovere un clima amichevole e cooperativo - individuare e alimentare le opportunità di collaborazione - indurre gli altri a impegnarsi con entusiasmo nell’iniziativa comune- considerare attivamente la natura alleata e non nemica- tenere in considerazione gli interessi dell’ambiente naturale e delle diverse forme di

vita nel perseguire i propri obiettivi personali e professionali

innescare e gestire il cambiamento

- riconoscere la necessità del cambiamento- mettere in discussione lo status quo e promuovere il nuovo, dirigendo un processo

di cambiamento- trovare modalità pratiche per superare le barriere al cambiamento - dare l’esempio rispetto al cambiamento che ci si aspetta dagli altri

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sviluppo delle potenzialità altrui o valorizzazione degli altri

- percepire le esigenze di sviluppo degli altri - mettere in risalto e rafforzare le loro abilità - fornire loro il giusto feedback - essere maestri naturali degli altri

valorizzazione delle diversità

- rispettare le persone con un modello del mondo diverso dal proprio - comprendere le persone con un modello del mondo diverso dal proprio - vedere nelle differenze opportunità di arricchimento e di crescita - cogliere le opportunità offerte da persone di tipo diverso - cogliere le opportunità offerte da forme di vita diverse (animali, piante…) - sfidare pregiudizi e intolleranze

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2.6 per facilitare la comprensione della struttura dell’intelligenza emotiva

Le spiegazioni che seguono servono alla comprensione dell’intelligenza emotiva nel metodo educativo e formativo For Mother Earth®, e, più in generale, dell’in-telligenza emotiva.

L’intelligenza emotiva ha a che vedere con le relazioni e si esprime nelle relazioni:

- in quella con se stessi;- e in quella con tutti gli altri esseri viventi, compresa la natura32 nelle sue diverse

manifestazioni e il pianeta in toto.

32 Ti ricordo che in Goleman non c’è alcun riferimento alla natura: questo aspetto è una delle peculiarità del metodo For Mother Earth®. Ho introdotto, infatti, nuove specifiche competenze ignorate dagli autori di riferimento che rappresentano una novità rispetto a essi, in particolar modo in merito alla relazione con la natura (ma non solo). Rispetto a questo tema, la prima novità è l’aver incluso nell’ambito della “consapevolezza sociale” e come parte integrante di essa, la consapevolezza ambientale, intesa come consapevolezza delle esigenze e degli interessi della natura, facente parte insieme all’essere umano di un’unica realtà “sociale” (dal latino socius = alleato). All’interno di questa macro competenza si collocano l’empatia verde nei confronti delle diverse forme della natura, degne di rispetto, di cura e attenzione e la compassione verde, intesa come capacità di provare interesse amorevole e attivo non solo per gli esseri umani, ma anche per l’ambiente naturale. La seconda è l’aver aggiunto, di conseguenza, all’ambito “abilità sociali e gestione delle relazioni interpersonali” la dicitura: «E con le altre forme della natura», ampliando la gestione del conflitto, la cooperazione e collaborazione e la valorizzazione della diversità alle forme di vita “diversa”, come gli animali e le piante, che offrono enormi opportunità di crescita, sviluppo e benessere all’essere umano.Vedi in www.intelligenzaemotiva.it/Glossario/competenze_ie.pdf.

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Queste due tipologie di relazione rappresentano due macro-contesti umani.L’intelligenza emotiva si manifesta nelle relazioni attraverso competenze

presenti in ogni essere umano come potenzialità: solo l’allenamento trasforma le potenzialità in capacità apprese ovvero in competenze.

Le competenze dell’intelligenza emotiva assomigliano alle “matrioske”, le bamboline russe di legno che si infilano l’una nell’altra: infatti, sia le competenze personali che quelle sociali comprendono competenze – o forse è meglio dire che sono costituite da competenze – via via sempre più specifiche (vedi schema alla pagina 85).

Le competenze personali comprendono due competenze: - la consapevolezza di sé, che a sua volta comprende altre tre competenze:

1. la consapevolezza emotiva, che a sua volta ne comprende altre sue specifiche• riconoscere le proprie emozioni;• riconoscere perché le si stanno provando;• riconoscere gli effetti delle emozioni nel corpo;• riconoscere gli effetti delle emozioni nei propri comportamenti;• riconoscere gli effetti delle emozioni nei risultati;• riconoscere il rapporto tra le proprie emozioni e ciò che si pensa;• riconoscere il rapporto tra le proprie emozioni e ciò che si fa;• riconoscere il rapporto tra le proprie emozioni e ciò che si dice;

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• riconoscere le emozioni negli altri;• e così via (vedi la tabella riassuntiva dell’intelligenza emotiva nel metodo educativo

For Mother Earth® nelle pagine precedenti);2. l’autovalutazione accurata, che a sua volta ne comprende altre sue specifiche:

• vedi la tabella…;3. e la fiducia in se stessi , che a sua volta ne comprende altre sue specifiche:

• vedi la tabella…;- e la padronanza di sé, che a sua volta ne comprende altre dieci:

1. l’autocontrollo, che a sua volta ne comprende altre sue specifiche:• vedi la tabella…;

2. la trasparenza o fidatezza, che a sua volta ne comprende altre sue specifiche:• vedi la tabella…;

3. la coscienziosità, che a sua volta ne comprende altre sue specifiche:• vedi la tabella…;

4. la motivazione, che a sua volta ne comprende altre sue specifiche:• vedi la tabella…;

5. l’impegno, che a sua volta ne comprende altre sue specifiche:• vedi la tabella…;

6. l’adattabilità, che a sua volta ne comprende altre sue specifiche:• vedi la tabella…;

7. la spinta alla realizzazione, che a sua volta ne comprende altre sue specifiche:• vedi la tabella…;

8. l’apertura al nuovo, che a sua volta ne comprende altre sue specifiche:• vedi la tabella…;

9. l’ottimismo, che a sua volta ne comprende altre sue specifiche:• vedi la tabella…;

10. l’iniziativa, che a sua volta ne comprende altre sue specifiche:• vedi la tabella…;

Alla stessa maniera sono organizzate le competenze sociali, che comprendono due competenze:

- la consapevolezza sociale e ambientale,33 che a sua volta comprende altre sei competenze:1. l’empatia, che a sua volta ne comprende altre sue specifiche:

33 In Goleman, nei testi sull’intelligenza emotiva, non c’è alcun riferimento all’ambiente: questo aspetto è un’altra delle peculiarità del metodo For Mother Earth®. Vedi www.intelligenzaemotiva.it/Glossario/competenze_ie.pdf

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• essere sensibili e attenti ai segnali emotivi degli altri;• mettersi nei panni dell’altro e comprendere il suo punto di vista;• percepire le emozioni degli altri;• ascoltare attentamente gli altri;• andare d’accordo con le persone di formazione e di culture diverse;• coltivare fiducia e sintonia emotiva con un’ampia gamma di persone fra

loro diverse;2. l’empatia “verde”, che a sua volta ne comprende altre sue specifiche:

• vedi la tabella…;3. l’assistenza agli altri, che a sua volta ne comprende altre sue specifiche:

• vedi la tabella…;4. la compassione, che a sua volta ne comprende altre sue specifiche:

• vedi la tabella…;5. la compassione “verde”, che a sua volta ne comprende altre sue specifiche:

• vedi la tabella…;6. l’orientamento verso gli altri, che a sua volta ne comprende altre sue

specifiche:• vedi la tabella…;

- e le abilità sociali e la gestione delle relazioni interpersonali e con le altre forme della natura, che a sua volta ne comprende altre nove:1. l’influenza, che a sua volta ne comprende altre sue specifiche:

• vedi la tabella…;2. la comunicazione, che a sua volta ne comprende altre sue specifiche:

• vedi la tabella…;3. la leadership, che a sua volta ne comprende altre sue specifiche:

• vedi la tabella…;4. la costruzione di legami, che a sua volta ne comprende altre sue specifiche:

• vedi la tabella…;5. la gestione del conflitto, che a sua volta ne comprende altre sue specifiche:

• vedi la tabella…;6. la cooperazione e la collaborazione, che a sua volta ne comprende altre sue

specifiche:• vedi la tabella…;

7. l’innescare e il gestire il cambiamento, che a sua volta ne comprende altre sue specifiche:• vedi la tabella…;

8. la valorizzazione dell’altro, che a sua volta ne comprende altre sue specifiche:• vedi la tabella…;

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9. la valorizzazione della diversità, che a sua volta ne comprende altre sue specifiche:

• vedi la tabella…

Ricordiamoci inoltre che l’essere umano esprime le ventotto diverse competenze34 dell’intelligenza emotiva nelle relazioni (con se stesso e con tutti gli altri, natura inclusa) attraverso specifici comportamenti, che sono il frutto di quellacompetenza. Per esempio l’empatia (competenza) si esprime attraverso comportamenti specifici e tipici di quella stessa competenza: immaginare di essere l’altro, percepire le emozioni dell’altro, ascoltare attentamente l’altro e così via.

I comportamenti che nascono dalla competenza, talvolta coincidono con la competenza stessa:

- saper ascoltare attentamente è una competenza che possiede chi è empatico - e nello stesso tempo ascoltare attentamente è un comportamento che

mette in atto chi è empatico.

Ma non sempre:- mettersi nei panni dell’altro è un’altra competenza che possiede la persona

empatica;- il comportamento messo in atto da chi sa mettersi nei panni dell’altro non è

indossare i suoi panni, ma immaginare di essere l’altro in quella determinata circostanza.

Per essere emotivamente intelligenti nella relazione con noi stessi abbiamo bisogno di sviluppare le competenze personali, costituite da tutte quelle capacità che determinano il modo in cui gestiamo noi stessi.

Tutte le capacità che attengono alle competenze personali possono essere distinte in due gruppi:

- quelle che, se messe in atto con gli appropriati comportamenti, determinano, comportano, “producono” la consapevolezza di sé (ci fanno essere consapevoli di noi stessi);

- quelle che, se messe in atto con gli appropriati comportamenti, determinano, comportano, “producono” la padronanza di sé (ci fanno essere padroni di noi stessi).

34 Nella struttura dell’intelligenza emotiva For Mother Earth® le competenze sono ventotto, con le loro specificità, così come emerge chiaramente sia dalla tabella riassuntiva delle competenze dell’intelligenza emotiva nel metodo educativo For Mother Earth®, sia dal questionario per l’autovalutazione dell’intelligenza emotiva For Mother Earth®.

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Invece, per essere emotivamente intelligenti nella relazione con tutti gli altri (inclusa la natura tutta nelle sue diverse manifestazioni) abbiamo bisogno di sviluppare la competenza sociale, costituita da tutte quelle capacità che determinano il modo in cui in cui gestiamo le relazioni con gli altri.

Tutte le capacità che attengono alla competenza sociale possono essere distinte in due gruppi:

- quelle che, se messe in atto con gli appropriati comportamenti, determinano, comportano, “producono” la consapevolezza sociale e ambientale (ci fanno essere consapevoli di tutto l’ambiente umano e fisico);

- quelle che, se messe in atto con gli appropriati comportamenti, determinano, comportano, “producono” la gestione delle relazioni sia interpersonali che con le altre forme della natura (ci fanno gestire in modo sano ed etico tutte le relazioni con il mondo esterno, sia umano che naturale).

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Parte secondaL’attività pratica

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1

Gli eserzici per lo sviluppo della consapevolezza di sé

1.1 dalla teoria alla pratica

Dalla ricerca neuro-scientifica sappiamo che il semplice apprendimento di infor-mazioni intellettuali non è sufficiente per acquisire delle competenze: dobbiamo applicare ciò che impariamo per potere creare un’esperienza diversa.

Come mai? Ecco come ce lo spiega Joe Dispenza:

Ogni volta che impariamo qualcosa di nuovo o facciamo una nuova esperienza, il cer-vello crea nuove connessioni sinaptiche per formare nuovi schemi o reti neurali; e que-sto avviene a qualsiasi età. Quando utilizziamo nuovi circuiti in nuovi modi, modifichia-mo la rete neurale del cervello perché si attivi secondo nuove sequenze. A livello neu-rologico, quindi, noi veniamo cambiati un istante dopo l’altro dai pensieri che abbiamo, dalle informazioni che apprendiamo, dagli eventi che sperimentiamo, dalle reazioni che abbiamo, dalle sensazioni e sentimenti che creiamo, dai ricordi che elaboriamo, e persino dai sogni che abbracciamo. Tutte queste cose alterano il modo in cui il cervello opera, producendo nuovi stati mentali che vengono registrati nel nostro cervello. La neuroplasticità è una caratteristica genetica innata e universale degli esseri umani. Essa ci concede il privilegio di imparare dalle esperienze fatte nel nostro ambiente, così da poter cambiare le azioni e modificare il nostro comportamento, i processi di pensiero, e la nostra personalità per produrre esiti più desiderabili. Il semplice apprendimento di informazioni intellettuali non è sufficiente; dobbiamo applicare ciò che impariamo per creare un’esperienza diversa.1

Perciò, dopo la parte teorica, attraverso cui è stato possibile acquisire dei concetti più o meno nuovi, è importante adesso passare all’esperienza pratica, così potrai:

- tradurre in vita quotidiana quegli aspetti teorici con cui hai cominciato ad avere familiarità, funzionali a un modus vivendi emotivamente intelligente;

1 Intervista a Joe Dispenza, www.scienzaeconoscenza.it/articolo.php?id=12787, art. cit.

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- sviluppare, su queste basi, passo dopo passo, le altre competenze dell’intelli-genza emotiva.

In questo capitolo troverai esercizi2 per lo sviluppo di tanti aspetti specifici di quel vasto regno che è la consapevolezza di sé.

1.2 la comunicazione intrapersonale

Esistono due diverse direzioni nella comunicazione:3

- quella verso noi stessi – intrapersonale – in cui “parliamo” (commentiamo, esprimiamo giudizi, dubbi, formuliamo pensieri e così via) tra noi e noi;

- e quella verso gli altri – interpersonale – in cui comunichiamo con gli altri.

La qualità della seconda è strettamente legata alla qualità della prima, anzi dipende profondamente dalla prima.

Infatti se l’idea che ho di me o, meglio, se quello che mi racconto su di me, sulle mie capacità, sul mio futuro in generale o in un determinato ambito è di segno positivo comunicherò con l’altro – non solo in merito a me stesso, ma in senso più generale – in un certo modo, con un determinato atteggiamento, con una partico-lare qualità emotiva; se, invece, è di segno negativo, la comunicazione con gli altri avrà altre caratteristiche…

La stessa cosa accade anche nel caso in cui la mia comunicazione intrapersonale riguardi gli altri, nel senso che la qualità emotiva di questa comunicazione intraper-sonale sugli altri (giudizi, dubbi, commenti e così via) influenzerà profondamente la mia comunicazione interpersonale.

1.3 esercizi per lo sviluppo della consapevolezza di sé

Perché cominciamo con la consapevolezza di sé?Abbiamo già visto come, per Goleman, tra le diverse competenze dell’intelligen-

za emotiva ci sia un rapporto gerarchico e che alla base di tutte ci sia la consape-volezzadisestessi,fattaditantespecifichecompetenze.

2 Tutta la Parte seconda nasce dalla mia personale traduzione di teorie, pensieri, informazioni in esercizi finalizzati allo sviluppo dell’intelligenza emotiva e sperimentati in oltre vent’anni di attività professionale. Talvolta si tratta di sviluppi o modifiche di esercizi di altri: in questi casi viene segnalata la fonte originaria.

3 In maniera più specifica e dettagliata entrerò nel merito della comunicazione nel terzo Passo.

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Poiché, per la mia formazione culturale e per la mia esperienza umana e profes-sionale, concordo pienamente con questa affermazione, i primi esercizi riguardano proprio questo ambito.

Ma, prima di passare agli esercizi, vorrei fare alcune riflessioni su una competen-za specifica della consapevolezza di sé: la consapevolezza corporea.4

Mentre nella cultura orientale la consapevolezza corporea è un capacità a cui si dà rilevanza e peso (pensiamo per esempio allo yoga, al qi gong, al kung fu e alle arti marziali in genere), nella cultura occidentale, invece, o l’attenzione rivolta al corpo è spesso un’attenzione estetica (alle sue forme) e culturistica in senso lato (ai suoi muscoli), o l’attenzione al corpo (e alla consapevolezza del corpo) è carente e prevale, al suo posto, quella per la mente.

Ora, se teniamo presente che con le emozioni si ha il rilascio istantaneo di so-stanze biochimiche che producono reazioni e cambiamenti nel corpo a tutti i livelli – da noi percepite come sensazioni fisiche – ci renderemo conto che la capacità di “sentire” in modo consapevole il proprio corpo nelle diverse sue parti e le sensa-zioni fisiche prodotte dalle emozioni è fondamentale per lo sviluppo

- sia della consapevolezza emotiva (se ci manca la coscienza di queste sensa-zioni avremo grosse difficoltà nel riconoscere le nostre emozioni e, di conse-guenza, non sapremo gestire quelle dannose, ma reagiremo a quanto accade, invece di scegliere consapevolmente l’azione più adatta al fine);

- sia più in generale, della consapevolezza di sé.5

4 Faccio notare che in Goleman, nell’ambito della “consapevolezza di sé”, tra le specifiche competenze manca completamente ogni riferimento al corpo, mentre in Salovey e Mayer si parla della capacità di identificare le proprie emozioni anche «nel proprio stato fisico». Nella struttura dell’intelligenza emotiva For Mother Earth® faccio esplicitamente riferimento alla capacità di riconoscere le emozioni e i loro effetti nel corpo, oltre che nei comportamenti e nei risultati che si ottengono.

5 Nei Passi successivi, quando affronteremo il tema delle intelligenze percettive, vedremo quanto sia importante questo tipo di consapevolezza, non solo ai fini dello sviluppo personale, ma anche ai fini di una comunicazione sana ed efficace.

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nota

Per quanto concerne l’ordine degli esercizi, quello in cui vengono dati è quello più efficace, ma ciò non toglie che tu potrai seguire un ordine diverso che ti motivi di più. Inoltre, tutte le indicazioni vengono date in modo da consentirne l’esecuzione da soli.

avvertenza

Durante l’attività formativa For Mother Earth® (corsi, laboratori, consulenze ec-cetera), gli esercizi proposti o alcuni di essi possono essere svolti in modo diverso, in funzione della tipologia e delle specifiche esigenze degli utenti. Inoltre, ci sono esercizi che possono essere svolti solo durante l’attività formativa in quanto necessi-tano di supervisione e verifica perché si apprendano correttamente. Qui compaiono soltanto quelli che il lettore può svolgere tranquillamente da solo.

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a

eserzici per lo sviluppo della consapevolezza emotiva6

Obiettivi- Saper riconoscere le emozioni in se stessi nel momento in cui si manifestano.- Saper riconoscere le emozioni nel proprio corpo, attraverso le sensazioni fi-

siche.- Saper dare il nome appropriato all’emozione vissuta e a quella riconosciuta

nell’altro.- Saper esprimere le emozioni con il viso, il corpo, le parole.7

- Saper riconoscere le emozioni negli altri attraverso le espressioni del viso.- Saper contestualizzare un’emozione – quando (nel tempo), con chi (nella re-

lazione), dove (in quale contesto).- Saper individuare quali emozioni si provano in un certo arco di tempo (una

giornata, un mese, un dato periodo di tempo).

Schema riassuntivo degli esercizi

6 Gli esercizi per lo sviluppo della consapevolezza emotiva non si esauriscono con quelli indicati in questo capitolo. Man mano che procederemo in questo cammino, ti proporrò altri esercizi che nascono da una più che ventennale esperienza professionale.

7 In questa fase di allenamento non propongo esercizi per la gestione delle emozioni, a cui dedico ampio spazio nei Passi successivi.

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a1: il diario emotivo8

Dare un nome alle emozioni e scriverne qualcosa può aiutarci a definirne il con-tenuto. Emozioni che sembravano misteriose e incontrollabili assumono allora connotati e limiti ben precisi: ci sembrano così più trattabili e ci spaventano meno.Dedicati alla compilazione del diario emotivo per almeno un mese, la sera, a con-clusione della giornata, oppure la mattina, prima di iniziare la giornata… o in qualsiasi altro momento ti vada bene. L’ideale sarebbe che tu ti dedicassi a questo diario tutti i giorni. È necessario un po’ di tempo,9 infatti, perché tu possa diventa-re, con questo esercizio, consapevole

- del rapporto che hai con il tuo mondo emotivo;- delle emozioni che prevalgono in questo momento nella tua vita;- delle emozioni che vivi raramente;- delle persone con le quali e degli ambienti nei quali più frequentemente vivi

determinate emozioni;- del genitore che hai scelto come modello emotivo privilegiato.

Strumenti- La tabella del diario emotivo.10

- Il questionario del diario emotivo.- La tabella riassuntiva degli stati emotivi.11

Obiettivispecifici- Saper riconoscere le emozioni in se stessi nel momento in cui si manifestano.12

Questo obiettivo si raggiunge nel tempo: man mano che procedi nell’allenamento ti accor-gerai che sarai in grado, ogni giorno sempre di più, di riconoscere l’emozione, non soltanto

8 Questo esercizio è stato pubblicato per la prima volta nel 2004 in Carmela Lo Presti, Barbara Quadernucci, L’allenamento emotivo per i nostri bambini, op. cit. Nel 2005 sul sito www.intelligenzaemotiva.it e successivamente in diversi titoli de I quaderni per la formazione, op. cit. (vedi Nota in Bibliografia). Questa è la versione più aggiornata e più completa, leggermente diversa da quelle precedentemente pubblicate.

9 Dalle neuroscienze sappiamo che una nuova mappa mentale ha bisogno di ventun giorni di “frequentazione”, di messa in pratica, per diventare stabile e generare nuovi comportamenti.

10 Nella tabella del diario emotivo trovi indicate soltanto alcune delle tante emozioni possibili, raggruppate per famiglie, in ordine di intensità dalla più leggera alla più intensa all’interno di ogni famiglia.

11 Nella tabella riassuntiva degli stati emotivi ho raccolto, non tutti, ma un gran numero di stati interiori, distinti in emozioni, sentimenti, umori.

12 Gli altri esercizi relativi al sentire le emozioni e al saperle esprimere rientrano tra quelli che vengono svolti durante l’attività formativa e, per quanto detto nell’avvertenza del paragrafo 1.3 di questo capitolo, non compaiono in questo libro.

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dopo, a mente “fredda” quando ci ragioni e rispondi al questionario, ma anche• inizialmente, qualche ora dopo che l’hai vissuta, • successivamente, immediatamente dopo • e infine mentre sta “montando”. A questo punto sarai pronto per imparare a gestire le emozioni in modo sano, finalizzando il comportamento all’obiettivo che vuoi raggiungere.

- Saper dare il nome appropriato all’emozione vissuta.- Saper contestualizzare un’emozione.

Occorrente (tempo e materiali)- Venti minuti circa, in un ambiente tranquillo in cui nessuno possa disturbarti

per il tempo che ti occorre.- Fotocopia della tabella del diario emotivo.- Due pennarelli.- Penna.- Quaderno.

Come eseguire l’esercizioL’esercizio si compone di due passi:

- registrare gli stati emotivi nella tabella del diario emotivo;- rispondere alle domande del questionario del diario emotivo, finalizzate alla tua

consapevolezza emotiva.

Prendi la tabella e, ripercorrendo mentalmente la giornata trascorsa, - segna con un pallino o una crocetta, nella colonna del giorno della settimana

in cui lo stai compilando, le emozioni che hai sperimentato;- se non trovi quella che hai provato, aggiungila tu nella riga vuota, o in corrispondenza della famiglia di appartenenza, o oppure a fine tabella, tra le “altre”;

- per individuare con precisione il nome dell’emozione sperimentata, utilizza la tabella riassuntiva degli stati d’animo;13

- se nell’arco della giornata hai provato più volte una stessa emozione, registrala tante volte quante te ne ricordi, sulla stessa riga;

- rispondi, a questo punto, al questionario del diario emotivo: ti consiglio di racco-gliere queste risposte in un quaderno apposito, in cui segnerai di volta in volta la data.

13 Vedi più avanti.

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Consigli- Usa due pennarelli di colore diverso: o uno per le emozioni che ti fanno star bene; o uno per quelle che ti creano disagio.

- Anche se pensi di sapere quale nome dare all’emozione vissuta, consulta co-munque la tabella degli stati emotivi per allenarti a riconoscere le sfumature delle emozioni e sviluppare il tuo vocabolario emotivo. Anche questa competenza rientra nella consapevolezza di sé.

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Tabella del diario emotivo14

EMOZIONI Lun Mar Mer Gio Ven Sab Dom

FELI

CIT

à

Soddisfazione

Contentezza

Allegria

Felicità

Euforia

RA

BB

IA

Fastidio

Irritazione

Nervosismo

Rabbia

Furia

PAU

RA

Preoccupazione

Agitazione

Ansia

Paura

Terrore

TR

IST

EZ

ZA

Scontentezza

Dispiacere

Tristezza

Infelicità

Disperazione

14 La tabella del diario emotivo, © Carmela Lo Presti 2004-2011, da J. Gottman, J. Declaire, Intelligenza emotiva per un figlio, Rizzoli, Milano 1997, modificato nella tabella e arricchito di questionario.

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SOR

PRE

SASorpresa

Sbigottimento

Shock

DIS

GU

STO

Disgusto

Schifo

Repulsione

Disprezzo

ALT

RE

Coraggio

Determinazione

Gratitudine

Incertezza

Invidia

Orgoglio positivo

Perdono

Rancore

Rimpianto

Senso di colpa

Speranza

Stress

Timidezza

Vergogna

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Tabella degli stati emotivi© 2008-2011 Carmela Lo Presti

Annotazioni:*

- in carattere normale le “emozioni”: «Reazione affettiva intensa con insorgenza acuta e di breve durata…» (Galimberti, op. cit.);

- in carattere grassetto i “sentimenti”: «Risonanza affettiva… più duratura dell’emozione…» (Galimberti, op. cit.);

- in carattere maiuscoletto gli “umori”: «Umore fondamentale di una persona, inteso come sua caratteristica relativamente costante…» (Hinsie-Campbell, op. cit.)

- in carattere corsivo medesimi termini che si ritrovano all’interno di più famiglie con diverso significato (in corsivo grassetto “sentimenti” che si trovano in più famiglie);

- in carattere normale sottolineato, emozioni e sentimenti misti, cioè composti da più di uno stato emotivo.

Famiglia emozioni, sentimenti, umori, emozioni miste

Rabbia acrimonia, animosità, antipatia, astio, avversione, broncio, col-lera, contrarietà, cruccio, dispetto, esasperazione, escandescenza, esecrazione, fastidio, furia, indignazione, inimicizia, ira, iracondia, irritabilità, irritazione, livore, malevolenza, nervosismo, odio, ostilità, rammarico, risentimento, stizza,

Tristezza abbattimento, affanno, afflizione, ambascia, angustia, autocom-miserazione, avvilimento, cordoglio, crepacuore, cupezza, de-moralizzazione, depressione, desolazione, disperazione, di-spiacere, dolore, infelicità, malinconia,** mancanza d’allegria, mestizia, pena, rammarico, sconforto, sofferenza, solitudine, strazio, tetraggine

Paura agitazione, angoscia, ansia, apprensione, cautela, esitazione, fifa, fobia, inquietudine, nervosismo, orrore, panico, pena (come preoccupazione ansiosa), preoccupazione, sbigottimento, sgo-mento, spavento, tensione, terrore, timore

* Le distinzioni sono solo orientative e non esaustive: taluni stati d’animo indicati come emozioni possono rientrare anche tra i sentimenti, quando perdurano.

** Tetraggine e cupezza, malinconia, autocommiserazione possono essere considerati anche sentimenti, se persistono, ma non caratterizzano una persona. Altri analoghi casi sono segnalati dal carattere maiuscoletto grassetto.

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Felicità allegria, appagamento, benessere, compiacimento, contentez-za, diletto, divertimento, entusiasmo, esaltazione, estasi, esultan-za, euforia, gaiezza, gioia, giovialità, giubilo, godimento, gratifi-cazione, ilarità, letizia, piacere, radiosità, soddisfazione, sollievo, spensieratezza

Meraviglia sbalordimento, sbigottimento, shock, sorpresa, stupore, trase-colamento,

Disgusto aborrimento, avversione, disprezzo, orrore, repulsione, ripugnan-za, schifo

Amore accettazione, adorazione, affetto, affinità, agape, amicizia, amore, amorevolezza, ardore, benevolenza, compassio-ne, desiderio, devozione, fiducia, gentilezza, passione, pena (come accorata compassione), tenerezza

Ammirazione entusiasmo, estasi, fervore, infatuazione, stima

Vergogna contrizione, imbarazzo, mortificazione, rimorso, rimpianto, senso di colpa, umiliazione

Disinteresse apatia, distacco, freddezza, indifferenza

Pace calma, distacco, flemma, imperturbabilità, pacatezza, placidità, quiete, sangue freddo, serenità, stasi, tranquillità

Turbamento disagio, disorientamento, incertezza

Miste* nostalgia ( malinconia + rimpianto), amarezza (tristezza + rabbia), ribrezzo (paura + disgusto + avversione), sdegno (risentimento + disprezzo), timidezza (vergogna + paura), misantropia (paura + disprezzo), venerazione (amore + ammirazione), beatitudine (felicità + pace), fierezza (orgoglio + gioia), sgomento (meraviglia + terrore), raccapriccio (repulsione + orrore + spavento), gelosia (collera + tristezza + paura)

Altre certezza, coraggio, determinazione, dubbio, equanimità, fede, noia, perdono, pigrizia, speranza, torpore…

* Secondo lo psicologo Robert Plutchik le emozioni secondarie sono emozioni miste: amore = gioia + accettazione; sottomissione = accettazione + paura; timore = paura + sorpresa; disappunto = sorpresa + tristezza; rimorso = tristezza + disgusto; disprezzo = disgusto + collera; aggressività = collera + aspettativa; ottimismo = aspettativa + gioia. In Ron Van der Meer, Ad Dudink, op. cit.

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Questionario del diario emotivo© 2004-2011 Carmela Lo Presti

data:

emozione:

1. Prendi in considerazione una delle emozioni registrate: - o l’emozione per te più significativa; - o quella che ti ha creato o ti crea adesso qualche problema;- o semplicemente una delle tante emozioni provate nella giornata.

In ogni caso, ogni giorno concentrati su un’emozione diversa e rispondi alle seguenti domande:- In relazione a quale evento hai provato quell’emozione?- In quale ambiente e con chi ti capita di sperimentare più spesso quella data

emozione?- Gli altri si sono accorti di quello che ti stava capitando?- Ne hai parlato con qualcuno?- Dopo quell’emozione ti sei sentito/a sollevato/a o ti sei vergognato/a?- Quello che hai provato è come… Trova un’immagine, un simbolo, una simili-

tudine che possa rappresentare come ti sei sentito/a o quello che hai provato. Disegna la tua emozione su di un foglio e colorala con le tecniche di tuo gradimento.

- Riguardo all’emozione in questione, noti atteggiamenti, comportamenti o percezioni che vorresti modificare?

- Osserva le reazioni altrui a questa specifica emozione, soprattutto quelle delle persone che per te sono importanti e prendine nota.

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- Tendi a esprimere l’emozione in questione con comportamenti di un’altra emozione: ti arrabbi e invece, per esempio, di urlare ti metti a piangere, oppu-re sei triste e invece di piangere esci sbattendo la porta e così via?

2. Dopo aver tenuto il diario emotivo per almeno un mese, possibilmente ogni gior-no, rispondi alle seguenti domande:- Stai in ascolto delle tue emozioni e in genere ti chiedi cosa stai provando,

dicendoti la verità?- Reprimi abitualmente le tue emozioni?- Il quadro che ne viene fuori ti fa venire in mente tua madre o tuo padre? Chi

di loro avrebbe potuto avere un diario simile al tuo?- Le tue emozioni sono “le tue” o sono mutuate da tuo padre o da tua madre?

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a2: le emozioni nel corpo15

Questo esercizio è il seguito del precedente. L’ideale è farlo immediatamente dopo che hai compilato il diario emotivo giornaliero.

StrumentiLa scheda Le emozioni del corpo in cui trovi:

- una sagoma del corpo umano vista di fronte e da dietro,- il mini-questionario.

Obiettivispecifici- Saper riconoscere le sensazioni fisiche generate dalle emozioni.- Saper individuare le parti del corpo in cui si manifestano.- Saper tradurre il linguaggio del corpo (le sensazioni sperimentate quando vivi

uno specifico stato emotivo)o in linguaggio grafico (dare forma, disegnare la sensazione sperimentata:

formicolio, rilassamento, sensazione di calore, di espansione, fitta, tensio-ne, eccetera con forme astratte. Vedi esempio),

o in un linguaggio cromatico (associare un colore specifico alla sensazione, mantenendo il contatto con la sensazione sperimentata).

Occorrente (tempo e materiali)- Dieci minuti, in un ambiente tranquillo in cui nessuno può disturbarti.- Una fotocopia della sagoma del corpo.- Pennarelli o matite di vario colore.

Come eseguire l’esercizio1. Dopo aver completato il questionario del diario emotivo del giorno, prendi in con-

siderazione l’emozione esaminata e associale un colore: non tenere conto di scelte altrui o di associazioni lette da qualche parte, scegli il colore che tu associ a quella data emozione: ricordati che non esistono modi giusti o sbagliati di sentire le emozioni e di associare le emozioni a colori, forme e così via.

15 © Carmela Lo Presti 2004-2011. Questo esercizio è stato pubblicato per la prima volta nel 2004 in Carmela Lo Presti, Barbara Quadernucci, L’allenamento emotivo per i nostri bambini, op. cit., e successivamente in diversi titoli de I quaderni per la formazione, op. cit. (vedi in Bibliografia). Questa è la versione più aggiornata e più completa, modificata in talune parti, rispetto alle precedenti.

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2. Per sentirla nel corpo, chiudi gli occhi, respira lentamente, profondamente e a lungo, mantenendoti focalizzato sull’evento in cui hai provato quello che hai provato. Nota quali sensazioni stai provando e in quale parte del corpo. Fai questo esercizio soltanto con emozioni di lieve e media entità, tralasciando tutte quelle molto intense.16

3. Adesso che - hai individuato

• dove hai sentito nel tuo corpo le sensazioni prodotte dall’emozione, • le caratteristiche di queste sensazioni,

- hai dato il nome preciso all’emozione, aiutandoti con la tabella degli stati d’a-nimo,

rispondi al mini-questionario in fondo alla scheda Le emozioni nel corpo.

4. A questo punto disegna sulla sagoma le sensazioni prodotte dall’emozione che stai considerando nelle corrispondenti parti del corpo in cui le hai sentite, uti-lizzando forme e colori che ritieni possano rendere quello che hai provato (vedi più avanti l’esempio).- Con quale forma puoi rappresentare la sensazione corporea sperimentata? - Quale colore/quali colori puoi associare alla sensazione provata?- Disegna la forma individuata con il colore scelto che meglio la rappresenta.

Se impari ad ascoltare il tuo corpo attentamente sarai in grado di:- individuare sul nascere un’emozione dannosa;- mettere in atto tutte le strategie acquisite per contenerla, e trasformarla;17

- controllare e allentare le risposte corporee che alimentano l’emozione dannosa.

16 Tutti gli esercizi di questo manuale nei suoi diversi Passi hanno obiettivi finalizzati alla consa-pevolezza di sé, indispensabile per poter sviluppare tutte le altre competenze dell’intelligenza emotiva e migliorare, se messi in atto con impegno, determinazione e costanza, la qualità della propria vita. Non hanno, né vogliono essere strumenti per risolvere disagi profondi, dolorosi, risalenti a un passato più o meno lontano. Ri-sperimentare emozioni che creano disagio e ma-lessere molto intensi può far stare molto male… e, ai fini del nostro obiettivo, è del tutto inutile, anzi è controproducente.

17 Vedremo nei Passi successivi gli esercizi per la gestione delle emozioni. Se, però, non sai riconoscere le emozioni sul nascere, non potrai imparare a gestirle.

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Esempio

Data di compilazione: 25 luglio 20101. Qual è l’evento in cui si è manifestata l’emozione? Discussione con il collega m.2. Qual è l’emozione provata? Rabbia.3. Quali sensazioni hai sentito nel corpo, provocate dall’emozione? Sensazione di chiusura, di stringimento e di peso al centro di questa chiusura.4. Dove hai sentito la/le sensazioni nel corpo? All’altezza dello stomaco.5. L’emozione provata è come…/è simile a… Una morsa che stringe.6. Il suo colore è: il peso è nero e rossa è la sensazione di qualcosa che stringe.7. La sua forma è:

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Le emozioni nel corpo con questionario18

© 2004-2011 Carmela Lo Presti

data:

1. Qual è l’evento in cui si è manifestata l’emozione?

2. Qual è l’emozione provata?

3. Quali sensazioni hai sentito nel corpo, provocate dall’emozione?

4. Dove hai sentito la/le sensazioni nel corpo?

5. L’emozione provata è come…/è simile a…

6. Il suo colore è:7. La sua forma è:

18 Questo esercizio è stato pubblicato per la prima volta nel 2004 in Carmela Lo Presti, Barbara Quadernucci, L’allenamento emotivo per i nostri bambini, op. cit., e successivamente in diversi titoli de I quaderni per la formazione, op. cit. (vedi Nota in Bibliografia). Questa è la versione più aggiornata e più completa, modificata rispetto alle precedenti.

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a3: la tabella riassuntiva delle emozioni nel corpo

Ti consiglio di fare questo esercizio immediatamente dopo gli esercizi a1 e a2: dopo che hai esaminato l’emozione e l’hai individuata nel corpo, riporta le risposte della scheda Le emozioni nel corpo, nella tabella riassuntiva delle emozioni nel corpo. Con-tinua a utilizzare questa tabella finché non è completa, poi continua a esercitarti su una nuova fotocopia.

Strumenti - Una tabella in cui raccogliere i dati emersi per ciascuna emozione presa in

esame.

Obiettivispecifici- Avere un quadro d’insieme delle caratteristiche di massima, dei vissuti emo-

zionali (almeno di alcuni di essi) esaminati.- Notare se c’è una parte del corpo bersagliata più delle altre dalle emozioni

“negative”, nel senso che producono disagio e malessere.19

Occorrente (tempo e materiale)- Pochi minuti.- Una fotocopia della tabella riassuntiva delle emozioni nel corpo. Ti servirà com-

pilare più di una tabella, se ti eserciterai, come ti consiglio, per almeno un mese.

Come eseguire l’esercizio- Nella colonna a sinistra, quella più stretta, trovi i nomi delle famiglie di emozio-

ni, secondo la scelta da me fatta, a fini didattici, come ho precedentemente spiegato.

- Procedendo da sinistra verso destra, segue la colonna delle emozioni. La co-lonna è divisa in caselle, ognuna delle quali suddivisa in due righe: in ciascu-na riga scriverai il nome dell’emozione di volta in volta presa in esame che appartiene a quella famiglia (continua a consultare tabella degli stati emotivi).

19 I dati che emergono possono farci prendere coscienza del danno che ci stiamo provocando da soli, continuando a scegliere di re-agire agli eventi attraverso emozioni dannose (per esempio, continuo a scegliere di arrabbiarmi quando le cose vanno diversamente da come vorrei) e pos-sono motivarci ad imparare ad agire per scelta consapevole invece che re-agire. La medicina tradizionale cinese, la medicina psicosomatica, la psiconeuroendocrinoimmunologia ci insegna-no che le emozioni che ci fanno star male sono capaci, nel tempo, di produrre in noi squilibrio prima, malattia conclamata dopo.

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Per esempio: nella casella relativa alla famiglia della paura riporterai preoccupazio-ne, in una riga, spavento, nell’altra se hai preso in esame queste due emozioni, o altre emozioni che appartengono sempre alla famiglia della paura, se nell’e-sercizio Le emozioni del corpo ne hai esaminate altre, diverse da queste da me considerate come esempio.

- Segue la colonna delle sensazioni: in questa colonna riporterai le sensazioni sperimentate.Immagina di aver compilato tu il questionario dell’esempio della rabbia nell’e-sercizio Le emozioni nel corpo precedente. In questa colonna, all’altezza della casella della famiglia della rabbia, allora riporteresti: «Sensazione di chiusura, di stringimento e di peso al centro di questa chiusura». Nella tabella ho riportato altri esempi per la preoccupazione e per lo spavento.

- Infine, nella colonna di destra, riporterai la zona del corpo in cui hai avvertito, sperimentato le sensazioni prodotte dall’emozione esaminata.Per tornare all’esempio di sopra, qui riporteresti: «All’altezza dello stomaco». Ho riportato anche gli esempi per preoccupazione e spavento.

Tabella riassuntiva delle emozioni nel corpocon esempi

© 2007-2011 Carmela Lo Presti

emozione Quale? sensazione Come? zona corpo Dove?

feli

cit

àr

ab

bia

EsempioRabbia

Sensazione di chiusura, di stringimento e di peso al cen-tro di questa chiusura.

All’altezza dello stomaco.

pau

ra

EsempioPreoccupazione

Ho un senso di oppressione al torace.

Al torace.

EsempioSpavento

Mi è sembrato che il cuore prima si fermasse e poi salisse nella gola.

All’altezza del cuore e alla gola.

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Tabella riassuntiva delle emozioni nel corpo© 2007-2011 Carmela Lo Presti

emozione Quale? senzazione Come? zona corpo Dove?

fe

lic

ità

ra

bb

iapa

ur

at

ris

te

zz

aso

rp

re

sad

isg

ust

o

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a4: riconoscimento delle emozioni nelle espressioni facciali: test di autovalutazione

Strumenti - Il test,20 che si compone di ventitré disegni raffiguranti le sei espressioni emoti-

ve facciali di base – “felicità, rabbia, tristezza, paura, meraviglia, disgusto” – e di quella “neutra”, raggruppati in sei schede. o Ogni emozione è stata riprodotta in espressioni:di tre gradazioni di intensità, per “felicità, rabbia, tristezza, paura, mera-

viglia”; di due gradazioni di intensità per il “disgusto” che è stato distinto in

“disgusto olfattivo” e “disgusto gustativo”;21

senza nessuna gradazione di intensità per lo stato “neutro”: solo visi diversi.

o Accanto a ciascun disegno trovi una piccola tabella con i nomi delle emo-zioni e dei numeri che indicano i diversi livelli di intensità.

o In cima c’è lo spazio per indicare la data di svolgimento del test.

Obiettivispecifici- Riconoscere le emozioni nelle espressioni del viso e le diverse gradazioni di

intensità.22

20 © 2003-2011 Carmela Lo Presti. Tutti gli items (i disegni delle espressioni facciali) sono stati disegnati da me tra il 2003 e il 2004 e sono coperti da copyright, come del resto tutti gli strumenti e gli esercizi pubblicati in questo libro. In questa veste grafica, questo esercizio è stato pubblicato per la prima volta nel 2008, sul Manuale del corso triennale di specializzazione per allenatori emotivi For Mother Earth®.

21 Pur essendoci un disgusto anche tattile (per esempio si può provare disgusto toccando qualcosa di viscido) e visivo (per esempio si può provare disgusto alla vista della carcassa di un animale investito da una macchina), non sono riuscita a individuare degli aspetti peculiari nel viso, evidenti a occhio nudo, tipici di queste tipologie di disgusto, in modo da poterli riprodurre in un disegno.

22 I disegni, come le foto, hanno un limite: sono immagini ferme, fuori da ogni contesto, prive di qualunque riferimento uditivo. Un’espressione del viso, accompagnata da una postura specifica, da parole o suoni tipici di quello stato emotivo e collocata nel contesto in cui si sta manifestando è molto più facilmente riconoscibile: ognuno di noi, nella vita di tutti i giorni sperimenta così le espressioni emotive facciali degli altri. D’altra parte nell’ambito di un allenamento servono strumenti che siano accessibili a tutti e da poter utilizzare anche a casa propria: e il disegno si è rivelato un ottimo mezzo, in quanto permette di allenarsi a riconoscere i tratti più significativi di ciascuna emozione. Quando ho iniziato la mia ricerca in funzione dello sviluppo dell’intelligenza emotiva nei bambini, anche in quelli del nido, ho iniziato con le sei foto del test di Ekman. Ma la reazione dei bambini della scuola materna, per non parlare di quelli del nido, è stata di rifiuto, di

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Occorrente (tempo e materiale)- Il test va fatto in dieci minuti al massimo, senza interruzioni.- Una matita.- Un orologio.

NoteDopo che hai completato il test, prima della verifica, rivedi le risposte date per ciascuna famiglia (rivedi tutte le espressioni relative alla “felicità”, per esempio) e confrontale, verificando le risposte date in merito all’intensità.

È possibile che, confrontandole, tu decida di modificare la precedente risposta: modificala.

Mancando il contesto, mancando la voce, senza confronto ci si può sbagliare nel valutare l’intensità. A questo punto fai la verifica.

Ricorda che anche il test è un esercizio e ha valore soprattutto come allenamento.

allontanamento, di chiusura. È stato allora che ho disegnato queste e altre immagini finalizzate una parte al test di riconoscimento, un’altra parte all’allenamento emotivo. Sono nate così le Carte delle emozioni, pubblicate prima nel 2004 in L’allenamento emotivo per i nostri bambini. Nei nidi, a scuola, a casa a partire dai due anni, op. cit., poi in L’allenamento emotivo per i bambini. Giochi e strumenti, voll. 1 e 2, con kit in formato A4 su cartoncino lucido a colori, Edizioni For Mother Earth®, Bastia Umbra 2007 e infine in L’alfabeto delle emozioni, op. cit., in cartoncino colorato. Il materiale prima della pubblicazione è stato testato da persone emotivamente competenti.

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Riconoscimento delle emozioni nelle espressioni facciali:test di autovalutazione

© 2008-2011 Carmela Lo Presti

Come eseguire l’esercizio- Segna la data. - Osserva ciascun viso e indica con una crocetta accanto al nome quale emo-

zione, a tuo parere, vi è espressa e con quale intensità: (1) indica una bassa intensità, (2) media e (3) un’intensità forte. Indica l’intensità con una crocetta sul numero. Scegli la risposta “neutra” per quei visi che ritieni che non espri-mano alcuna emozione.

- Verifica le risposte in Appendice.- Rifai il test a distanza di tempo, segnando le risposte con un colore diverso, e

confrontale con le precedenti.

data:

emozione intensità

Felicità Tristezza Rabbia Paura Meraviglia Disgusto olfattivo Disgusto gustativo Neutra

1 1 1 1 1 1 1 0

2 2 2 2 2 2 2

3 3 3 3 3

1

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emozione intensità

Felicità Tristezza Rabbia Paura Meraviglia Disgusto olfattivo Disgusto gustativo Neutra

1 1 1 1 1 1 1 0

2 2 2 2 2 2 2

3 3 3 3 3

emozione intensità

Felicità Tristezza Rabbia Paura Meraviglia Disgusto olfattivo Disgusto gustativo Neutra

1 1 1 1 1 1 1 0

2 2 2 2 2 2 2

3 3 3 3 3

3

2

emozione intensità

Felicità Tristezza Rabbia Paura Meraviglia Disgusto olfattivo Disgusto gustativo Neutra

1 1 1 1 1 1 1 0

2 2 2 2 2 2 2

3 3 3 3 3

4

emozione intensità

Felicità Tristezza Rabbia Paura Meraviglia Disgusto olfattivo Disgusto gustativo Neutra

1 1 1 1 1 1 1 0

2 2 2 2 2 2 2

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emozione intensità

Felicità Tristezza Rabbia Paura Meraviglia Disgusto olfattivo Disgusto gustativo Neutra

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emozione intensità

Felicità Tristezza Rabbia Paura Meraviglia Disgusto olfattivo Disgusto gustativo Neutra

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emozione intensità

Felicità Tristezza Rabbia Paura Meraviglia Disgusto olfattivo Disgusto gustativo Neutra

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emozione intensità

Felicità Tristezza Rabbia Paura Meraviglia Disgusto olfattivo Disgusto gustativo Neutra

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emozione intensità

Felicità Tristezza Rabbia Paura Meraviglia Disgusto olfattivo Disgusto gustativo Neutra

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Felicità Tristezza Rabbia Paura Meraviglia Disgusto olfattivo Disgusto gustativo Neutra

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Felicità Tristezza Rabbia Paura Meraviglia Disgusto olfattivo Disgusto gustativo Neutra

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Felicità Tristezza Rabbia Paura Meraviglia Disgusto olfattivo Disgusto gustativo Neutra

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emozione intensità

Felicità Tristezza Rabbia Paura Meraviglia Disgusto olfattivo Disgusto gustativo Neutra

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Felicità Tristezza Rabbia Paura Meraviglia Disgusto olfattivo Disgusto gustativo Neutra

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emozione intensità

Felicità Tristezza Rabbia Paura Meraviglia Disgusto olfattivo Disgusto gustativo Neutra

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Felicità Tristezza Rabbia Paura Meraviglia Disgusto olfattivo Disgusto gustativo Neutra

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emozione intensità

Felicità Tristezza Rabbia Paura Meraviglia Disgusto olfattivo Disgusto gustativo Neutra

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Felicità Tristezza Rabbia Paura Meraviglia Disgusto olfattivo Disgusto gustativo Neutra

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Felicità Tristezza Rabbia Paura Meraviglia Disgusto olfattivo Disgusto gustativo Neutra

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Felicità Tristezza Rabbia Paura Meraviglia Disgusto olfattivo Disgusto gustativo Neutra

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emozione intensità

Felicità Tristezza Rabbia Paura Meraviglia Disgusto olfattivo Disgusto gustativo Neutra

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Felicità Tristezza Rabbia Paura Meraviglia Disgusto olfattivo Disgusto gustativo Neutra

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a5: i segni delle emozioni

Strumenti - La tabella dei segni delle emozioni.23

Obiettivispecifici- Esprimere con il viso le diverse emozioni.- Esprimere con tutto il corpo le diverse emozioni.

Occorrente (tempo e materiale)- Pochi minuti per volta, in un ambiente in cui nessuno ti disturbi.- Uno specchio.

Come eseguire l’esercizioL’esercizio si compone di tre passi:

1. Leggi con attenzione una prima volta tutta la tabella dei segni delle emozioni.

2. Guardandoti allo specchio (lo specchio del bagno o comunque uno specchio abbastanza grande da poter specchiare l’intero viso), modula il viso in modo da esprimere le diverse emozioni, aiutandoti con le informazioni della tabella: osservati nei particolari e diventa consapevole del tuo modo di esprimere con il viso le varie emozioni.a. Accentua o diminuisci l’intensità dell’espressione in modo da notare le dif-

ferenze sul tuo viso.b. Diventa consapevole dei muscoli facciali che stai usando e delle sensazioni

che il corpo ti rimanda.c. Con le dita, tocca il viso nelle sue diverse parti, via via che cambiano al

cambio di espressione o di intensità.d. Usa questo procedimento per ogni famiglia di emozioni.

È possibile che all’inizio ti venga da ridere o ti possa vergognare o sentire stupido/a. Capita alla maggior parte degli adulti. Supera il momento e pro-segui, finché non riesci a osservarti senza alcun giudizio.

3. Davanti a uno specchio dove puoi specchiarti per intero, rifai l’esercizio, esprimendo le emozioni con tutto il corpo. Segui le stesse indicazioni che ti ho dato per il viso.

23 La tabella dei segni delle emozioni è stata pubblicata con il nome «Scheda I segni delle emozioni» nel 2007, in L’alfabeto delle emozioni, op. cit. Nel 2009 è stata aggiornata e arricchita di nuovi dati e pubblicata in Carmela Lo Presti, L’allenamento emotivo dei bambini, cd ed ebook, Edizioni For Mother Earth®, Bastia Umbra, nuova edizione del 2009. Questa è la versione più aggiornata.

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Tabella dei segni delle emozioni© 2007-2011 Carmela Lo Presti

In questa scheda trovi raggruppati i segni distintivi fondamentali delle emozioni nelle espressioni facciali, nonché nelle risposte fisiologiche e nei comportamenti.24 In grassetto sono eviden-ziate le caratteristiche più frequenti e distintive di ciascuna espressione emotiva.

famiglia di emozioni Fronte Sopracciglia Occhi Bocca NasoRispostefisiologiche,comportamentiespressioni corporee

felicità

nelle sue diverse forme e intensità

Sempre arcuate e leggermente abbassate.

Variabili: da socchiusi ad aperti. Rughe, più o meno evidenti, sotto agli occhi e al bordo esterno degli occhi.

Angoli tirati indietro e sempre all’insù.

Sorriso, riso e risata di varia intensità e durata. Salti, battute di mani, braccia in alto e urla di gioia. Movimenti molto vitali e pie-ni di energia. Corpo “aperto”.

tristezza

nelle sue diverse forme e intensità

Rughe particolari sulla fronte (a ferro di cavallo).

Posizione obliqua (estremità interne sollevate, esterne abbassate).

Palpebre abbassate occhi velati, senza espressio-ne, spesso inumiditi di lacrime.

Angoli della bocca in basso.

Colorito plumbeo, labbra pallide e senza colore. Sospiri, pianto e singhiozzi di varia intensità e durata. Movimenti lenti, mancanza di energia. Spalle giù. Corpo “giù”. Testa un po’ reclinata su una spalla.

rabbia

nelle sue diverse forme e intensità

Corrugata: segnata da rugheverticali.

Aggrottate:variabilmente abbassate e ravvicinate, convergenti.

Variabili: da stretti a spalancati.

Da dritta e serrataad aperta con i denti in mostra. Leggero abbas-samento degli angoli, broncio.

Narici allargate e frementi.

Variamente: rossore del viso, mascelle serrate, denti digrignati, saliva evidente. Vene della fronte, delle tempie e del collo più o meno gonfie e tese. Tono di voce variamente alto, urla, gesti va-riamente violenti con le mani e i piedi .

paura

nelle sue diverse forme e intensità

Sollevate e convergenti.

Bloccati, fissi o inquieti si muovono da una par-te all’altra. Variabili: da chiusi a spalancati.

Labbra tremolanti, tese,ritratte verso gli occhi.Bocca da chiusa a spalan-cata.

Pallore, sudore, tremore di varia intensità e durata. Testa “incas-sata” tra le spalle. Spalle su e chiuse. Corpo chiuso, rannicchiato. Mani davanti il viso, sopra la testa, in posizione difensiva. Ammu-tolimento, fuga o immobilità.

meraviglia

nelle sue diverse forme e intensità

Segnata da rughetrasversali.

Innalzamento (di vario grado) delle sopracciglia. Le sopracciglia appaiono più arcuate.

Occhi spalancati sgranati, aperti, tondi, (più o meno).

Bocca spalancata aperta, tonda, semiaperta (più o meno).

Immobilità di pochi secondi. La meraviglia è l’emozione di più breve durata: si trasforma rapidamente in gioia, paura e nelle altre emozioni di intensità varia, con tutte le risposte a esse connesse.

digusto gustativo

nelle sue diverse forme e intensità

Corrugamento.Variabili: da arcuate a orizzontali.

Stretti o spalancati. Rughe a zampa di gal-lina. Palpebre inferiori spinte in su.

Aperta, deformata, bordi all’ingiù. Labbra sporgenti.

Arricciato.Lingua variamente visibile. Sputo, conati di vomito, vomito. Mani davanti alla bocca o in segno di allontanamento.

disgusto olfattivo

nelle sue diverse forme e intensità

Corrugamento.Variabili: abbassate ma non convergenti.

Stretti o spalancati. Ru-ghe a zampa di gallina. Palpebre inferiori spinte in su.

Labbro superiore solle-vato. Labbro inferiore sollevato e prominente, storta o all’ingiù.

Arricciato.Chiusura del naso con le dita o chiusura del naso e della bocca con le mani. Conati di vomito, vomito.

espressione neutraNaturalmente distesa.

Naturalmente arcuate.Naturalmente aperti, sguardo centrale.

Labbra naturalmente chiuse.

24 Testi di riferimento: C. Darwin, Le espressioni facciali delle emozioni nell’uomo e negli animali, op. cit.; C. Le Brun, Le figure delle passioni, Raffaello Cortina Editore, Milano 1992; P. Ekman, Te lo leggo in faccia, op. cit.; B. Quadernucci, Le caratteristiche delle diverse espressioni emotive facciali, in Carmela Lo Presti, Barbara Quadernucci, L’allenamento emotivo per i nostri bambini. Nei nidi, a scuola, a casa dall’età di due anni, Edizioni Era Nuova, Perugia 2004.

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Tabella dei segni delle emozioni© 2007-2011 Carmela Lo Presti

In questa scheda trovi raggruppati i segni distintivi fondamentali delle emozioni nelle espressioni facciali, nonché nelle risposte fisiologiche e nei comportamenti.24 In grassetto sono eviden-ziate le caratteristiche più frequenti e distintive di ciascuna espressione emotiva.

famiglia di emozioni Fronte Sopracciglia Occhi Bocca NasoRispostefisiologiche,comportamentiespressioni corporee

felicità

nelle sue diverse forme e intensità

Sempre arcuate e leggermente abbassate.

Variabili: da socchiusi ad aperti. Rughe, più o meno evidenti, sotto agli occhi e al bordo esterno degli occhi.

Angoli tirati indietro e sempre all’insù.

Sorriso, riso e risata di varia intensità e durata. Salti, battute di mani, braccia in alto e urla di gioia. Movimenti molto vitali e pie-ni di energia. Corpo “aperto”.

tristezza

nelle sue diverse forme e intensità

Rughe particolari sulla fronte (a ferro di cavallo).

Posizione obliqua (estremità interne sollevate, esterne abbassate).

Palpebre abbassate occhi velati, senza espressio-ne, spesso inumiditi di lacrime.

Angoli della bocca in basso.

Colorito plumbeo, labbra pallide e senza colore. Sospiri, pianto e singhiozzi di varia intensità e durata. Movimenti lenti, mancanza di energia. Spalle giù. Corpo “giù”. Testa un po’ reclinata su una spalla.

rabbia

nelle sue diverse forme e intensità

Corrugata: segnata da rugheverticali.

Aggrottate:variabilmente abbassate e ravvicinate, convergenti.

Variabili: da stretti a spalancati.

Da dritta e serrataad aperta con i denti in mostra. Leggero abbas-samento degli angoli, broncio.

Narici allargate e frementi.

Variamente: rossore del viso, mascelle serrate, denti digrignati, saliva evidente. Vene della fronte, delle tempie e del collo più o meno gonfie e tese. Tono di voce variamente alto, urla, gesti va-riamente violenti con le mani e i piedi .

paura

nelle sue diverse forme e intensità

Sollevate e convergenti.

Bloccati, fissi o inquieti si muovono da una par-te all’altra. Variabili: da chiusi a spalancati.

Labbra tremolanti, tese,ritratte verso gli occhi.Bocca da chiusa a spalan-cata.

Pallore, sudore, tremore di varia intensità e durata. Testa “incas-sata” tra le spalle. Spalle su e chiuse. Corpo chiuso, rannicchiato. Mani davanti il viso, sopra la testa, in posizione difensiva. Ammu-tolimento, fuga o immobilità.

meraviglia

nelle sue diverse forme e intensità

Segnata da rughetrasversali.

Innalzamento (di vario grado) delle sopracciglia. Le sopracciglia appaiono più arcuate.

Occhi spalancati sgranati, aperti, tondi, (più o meno).

Bocca spalancata aperta, tonda, semiaperta (più o meno).

Immobilità di pochi secondi. La meraviglia è l’emozione di più breve durata: si trasforma rapidamente in gioia, paura e nelle altre emozioni di intensità varia, con tutte le risposte a esse connesse.

digusto gustativo

nelle sue diverse forme e intensità

Corrugamento.Variabili: da arcuate a orizzontali.

Stretti o spalancati. Rughe a zampa di gal-lina. Palpebre inferiori spinte in su.

Aperta, deformata, bordi all’ingiù. Labbra sporgenti.

Arricciato.Lingua variamente visibile. Sputo, conati di vomito, vomito. Mani davanti alla bocca o in segno di allontanamento.

disgusto olfattivo

nelle sue diverse forme e intensità

Corrugamento.Variabili: abbassate ma non convergenti.

Stretti o spalancati. Ru-ghe a zampa di gallina. Palpebre inferiori spinte in su.

Labbro superiore solle-vato. Labbro inferiore sollevato e prominente, storta o all’ingiù.

Arricciato.Chiusura del naso con le dita o chiusura del naso e della bocca con le mani. Conati di vomito, vomito.

espressione neutraNaturalmente distesa.

Naturalmente arcuate.Naturalmente aperti, sguardo centrale.

Labbra naturalmente chiuse.

24 Testi di riferimento: C. Darwin, Le espressioni facciali delle emozioni nell’uomo e negli animali, op. cit.; C. Le Brun, Le figure delle passioni, Raffaello Cortina Editore, Milano 1992; P. Ekman, Te lo leggo in faccia, op. cit.; B. Quadernucci, Le caratteristiche delle diverse espressioni emotive facciali, in Carmela Lo Presti, Barbara Quadernucci, L’allenamento emotivo per i nostri bambini. Nei nidi, a scuola, a casa dall’età di due anni, Edizioni Era Nuova, Perugia 2004.

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a6: i giochi con le carte delle emozioni

Strumenti- Le carte delle emozioni.25

Le carte sono in tutto ventotto: quattordici raffigurano un volto femminile; quattordici un volto maschile che rappresentano le seguenti emozioni: - “felicità”, quattro;- “rabbia”, quattro;- “tristezza”, quattro;- “paura”, quattro;- “meraviglia”, quattro;- “disgusto”, quattro;- “neutre”, quattro.

a6.1: riconoscimento

Obiettivispecifici- Saper riconoscere le emozioni nelle espressioni facciali.

Occorrente (tempo e materiali)- Forbici per ritagliare le carte e farne un mazzo.26

- Trenta/quaranta minuti circa, senza interruzioni (può essere fatto in più tappe).- Il mazzo di carte.- La tabella dei segni delle emozioni.- Carta.- Penna.

Come eseguire l’esercizio- Mescola le carte.- Scoprine una per volta, osservala per dieci secondi circa e individua l’emo-

zione.- Trascrivi la risposta su un foglio di carta.- Procedi così con tutte le altre carte.- A questo punto prendi le carte rispetto alle quali hai avuto difficoltà di ricono-

25 I disegni di queste carte sono stati realizzati nel 2003, mentre le carte sono state realizzate nel 2010, appositamente per questo libro. Le trovi nell’Appendice, da pagina 181.

26 Potrebbe essere utile farle plastificare, a una a una, una volta tagliate.

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scimento e, aiutandoti con la tabella dei segni delle emozioni, conferma la risposta precedentemente data o modificala opportunamente.

- Controlla le tue risposte con la scheda di verifica che trovi nell’Appendice.- A distanza di qualche settimana, rifai l’esercizio e verifica i tuoi risultati, anche

relativamente al tempo impiegato nel riconoscimento.

a6.2: intensità

Obiettivispecifici- Saper riconoscere le diverse intensità emotive nelle espressioni facciali.

Occorrente (tempo e materiali)- Venti/trenta minuti circa, senza interruzioni (può essere fatto in più tappe).- Il mazzo di carte.- Carta.- Penna.

Come eseguire l’esercizio- Mescola le carte.- Disponile tutte scoperte su un tavolo.- Per prima cosa raggruppale per famiglia. - A questo punto, metti le carte di ciascuna famiglia in fila, in ordine crescente o

decrescente, dall’espressione con l’emozione più lieve a quella con l’emozione più intensa.

- Controlla le tue risposte con la scheda di verifica che trovi in Appendice.- A distanza di qualche settimana, rifai l’esercizio e verifica i tuoi risultati, anche

relativamente al tempo impiegato nel riconoscimento delle diverse intensità.

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b

esercizi per lo sviluppo della consapevolezza del proprio corpo

Obiettivi- Far rivolgere l’attenzione su di sé, per sviluppare e affinare la capacità e la

sensibilità di “sentirsi” e di “sentire” il proprio corpo, acquisendo la consape-volezza:o della postura del proprio corpo;o del proprio respiro;o della propria espressione del viso;o dei movimenti che si stanno compiendo e delle sensazioni che si stanno

provando.

Schema riassuntivo degli esercizi

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b1: lo scanner interiore

Obiettivispecifici- Acquisire la consapevolezza

o della postura del proprio corpo;o del proprio respiro;o della propria espressione del viso.

Cosa fare prima- Leggi una prima volta la procedura indicata, assicurandoti di aver capito come

procedere.- Leggi una seconda volta, immaginando di fare l’esercizio mentre vai leggen-

do le spiegazioni (vediti mentre fai l’esercizio, come se tu fossi il trainer di te stessa/o).

- Leggi una terza volta per memorizzare i vari passaggi da mettere in atto a occhi chiusi (sono evidenziati in maiuscoletto grassetto).

- Mettiti in una posizione comoda, ma non eccessivamente: non è un esercizio di rilassamento, ma di consapevolezza, per questo motivo è fondamentale che tu rimanga presente a te stessa/o, per prendere coscienza del tuo corpo nelle sue diverse parti.

- La prima volta che fai l’esercizio inizia con il portare l’attenzione alle varie parti in genere (sono evidenziate in grassetto); la volta successiva, esercitati portando l’attenzione anche a tutto il resto, come indicato nell’elenco.

Occorrente (tempo e materiali)- Da dieci a trenta minuti di tempo, in un luogo silenzioso e tranquillo in cui

nessuno possa disturbarti.- Carta e penna.

NoteSe hai poco tempo, puoi dividere l’esercizio in tappe: il corpo nelle sue varie parti, senza entrare nei particolari (davanti, dietro, destra, sinistra, testa in dettaglio); il corpo, entrando nei particolari (esclusa l’attenzione al respiro e ai dettagli della testa); il respiro; la testa in modo particolareggiato.

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Come eseguire l’esercizio- Chiudi gli occhi e respira naturalmente.- Per tutta la durata dell’esercizio, mantieni il corpo nella posizione che hai as-

sunto. Se ti è possibile, cambiando posizione soltanto ad alcune parti, di tanto in tanto, come indicato più avanti.

- Porta l’attenzione a… o piedi,o piede destro,o pianta,o dorso,o piede sinistro,o pianta,o dorso,o gambe,o gamba destra,o parte anteriore,o parte posteriore,o gamba sinistra,o parte anteriore,o parte posteriore,o cosce,o coscia destra,o parte anteriore,o parte posteriore,o coscia sinistra,o parte anteriore,o parte posteriore,o natiche,o genitali,o pancia,o fianchi,o torace,o seno,o spalle,o ascelle,o ascella destra,o ascella sinistra,o schiena,

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o braccia,o braccio destro,o parte interna,o parte esterna,o braccio sinistro,o parte interna,o parte esterna,o mani,o mano destra,o palmo,o dorso,o mano sinistra,o palmo,o dorso,o collo,o parte anteriore,o parte posteriore,o testa (vedi più avanti tutte le parti).

Parti dai piedi o dalla testa – nella scelta lasciati guidare dall’intuito/ispirazione – ed elenca via via – mentalmente – le parti del corpo: i piedi, le gambe, le cosce, i glutei, la pancia, i genitali eccetera, fino ad arrivare alla testa – o viceversa. Arrivata/o alla testa elenca le varie parti: capelli, cranio, fronte, occhi, orecchie… dandoti il tempo di portarvi l’attenzione.

- Di seguito le domande che ti farai per ciascuna parte del corpo presa in con-siderazione, mentre la “ascolti” e ne prendi coscienza a occhi chiusi.

• sento il/la… (l’attenzione è su una parte specifica del corpo).

• annoto mentalmente le sensazioni che mi rimanda questa parte del corpo (potresti scoprire che percepisci subito e facilmente certe par-ti, mentre ti devi impegnare di più con altre. Non giudicare e non porti domande al momento. Semplicemente registra dentro di te come stanno le cose. Punto). Seguono alcuni esempi di come puoi sentire la parte del corpo considerata:o formicolante, o indolenzita,

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o fredda, o calda,o orientata a destra,o orientata a sinistra,o sul tavolo,o a terra…

• il/la… destro/a è posizionato/a come il/la sinistro/a? (Questa domanda su destra e sinistra va fatta per tutte le parti che lo consentono).

• quando cambio la postura del/della… (puoi farlo con qualunque par-te del corpo, ma non in continuazione, basta un paio di volte, con parti anche molto diverse) quali differenze noto rispetto a prima…?

• noto anche la differenza tra la parte posteriore e quella ante-riore? (Questa domanda la farai solo per le parti che lo consentono).

Esempio: «Sento il piede destro, a contatto con il pavimento, rivolto in avanti, con la punta verso l’alto, è caldo e mi sembra più grande del sinistro. La posizione dei due piedi è diversa: il sinistro è ruotato verso la coscia destra e la pianta del piede sta a contatto con la coscia. Formicola un po’… Cambiando posizione al piede sinistro noto che…» e così via.«La parte posteriore della gamba destra è a contatto con il pavimento, sento la solidità del pavimento, sento che è freddo… mentre la parte anteriore è a contatto con una calda coperta… colgo una notevole differenza di temperatura tra le due parti…»

• Continua alla stessa maniera con le altre parti del corpo.

• quando arrivo al torace, dopo aver preso coscienza di questa par-te, sposto l’attenzione al respiro:o a come si sta manifestando in questo preciso momento il mio respiro…

Semplicemente lo noto e ne divento consapevole.o Dopo qualche respiro naturale, lo accelero un po’… o Noto cosa è cambiato…o Torno, quindi, al respiro naturale… e lo mantengo per qualche ciclo…o Adesso rendo il respiro profondo e lungo…o Inspiro lentamente e profondamente…o Lascio uscire il respiro dalla bocca socchiusa…o Noto la differenza rispetto al respiro naturale e a quello accelerato…

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• all’altezza della testa, porto l’attenzione alle varie parti che la compongono, come ho fatto per le altre parti del corpo: o cranio, o capelli, o fronte,o sopracciglia, o palpebre, o occhi, o orecchie, o guance,o naso,o bocca,o denti,o lingua,o mento,o collo.

• da un’espressione naturale, passo ad altre diverse espressioni, mo-dificando le parti che sono in grado di modificare…o Noto i movimenti dei muscoli interessati…o Cosa cambia rispetto a prima?

• per concludere l’esercizio, porto l’attenzione al mio respiro na-turale…

• e quando mi sento pronto/a apro lentamente gli occhi e friziono prima le mani fra di loro e poi tutto il corpo.

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Mini-questionario finale

Rispondi per iscritto alle seguenti domande, indicando la data di svolgimento dell’esercizio.

data:

Com’è stato per te portare l’attenzione alle varie parti del corpo?

Ci sono state parti che non sei riuscita/o a sentire bene?

Quali sono le tue riflessioni in merito a questo esercizio?

A distanza di qualche giorno o di una settimana, rifai l’esercizio rimettendo la data e confronta le risposte date. Cosa emerge?

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b2: le belle statuine

Obiettivospecifico- Far acquisire la consapevolezza dei movimenti che si stanno compiendo e

delle sensazioni che si stanno provando, nel momento in cui si compiono e si provano.

Occorrente (tempo e materiali)- Pochi minuti, a casa, più volte nella giornata.- O un orologio da polso con funzione di sveglia,- oppure un cellulare con funzione di sveglia.

Come eseguire l’esercizio

- Punta l’orologio o il cellulare in modo che suoni all’ora fissata.- Non appena suona, fermati e focalizzati per qualche istante soltanto su quello

che stai facendo. o Cosa stai facendo?o Se stai muovendo una parte del corpo, ripeti più volte il movimento in

modo da essere consapevole sia della parte del corpo in movimento, sia del movimento stesso e ascolta le sensazioni che provi.

o Se stai fermo/a, focalizzati sulla postura in modo da avere consapevolezza del tuo corpo nello spazio in quel preciso atteggiamento.

o Passa in rassegna le diverse parti del corpo, compreso il viso come hai già imparato a fare, ma in modo più rapido.

- Punta nuovamente orologio o cellulare dopo un certo tempo, variando di volta in volta l’intervallo di tempo tra un segnale e l’altro, in modo che sia più inatteso possibile.

- Continua così più volte nell’arco della giornata.

NoteÈ preferibile fare questo esercizio soltanto a casa… Prova a immaginare cosa suc-cederebbe se lo facessi per strada o al lavoro!

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c

esercizi per lo sviluppo della consapevolezza di quello che si dice agli altri27

ObiettivoFar rivolgere l’attenzione su di sé, per sviluppare e affinare la capacità di essere consapevoli

- delle parole che si dicono agli altri a seconda del proprio vissuto emotivo del momento;

- del tono di voce usato;- del volume di voce usato.

c1: come in un film…Occorrente (tempo e materiali)

- Quando fai l’esercizio per la prima volta, prenditi dieci minuti per te, in un ambiente tranquillo in cui nessuno possa disturbati. Successivamente, quando sarai diventato/a più consapevole, potrai farlo senza bisogno di trascrivere nul-la, immediatamente dopo quello che hai detto: alla fine sarai capace di ascoltarti in modo consapevole mentre stai parlando, imparando a scegliere in poche frazioni di secondo le parole da dire in base agli obiettivi che vuoi raggiungere.28

- Carta e penna.

27 Nei Passi successivi troverai esercizi per sviluppare la consapevolezza di quello che dici tra te e te, ovvero del tuo dialogo interiore, e di quello che gli altri ti dicono.

28 Approfondiremo più avanti questo argomento.

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Come eseguire l’esercizio- Quando ti senti (scrivi l’emozione che provi) per (indica quello per cui stai provando quello che stai provan-

do) o nei confronti di (indica eventualmente una specifica persona verso cui provi quello che provi ), - cosa dici? - Quale tono di voce usi?- Qual è il volume della tua voce?

Può darsi che tu riesca facilmente a ricordare quello che dici, il tono che usi e il volume della tua voce quando ti trovi immerso in una data emozione, indipendentemente dalla sua intensità. Se avessi invece qualche difficoltà ecco cosa puoi fare.

- Siediti mantenendo la schiena dritta e torna con la mente al momento in cui hai provato quello che hai provato: rivedi la scena come in un film e concen-trati sul dialogo tra i “personaggi”.

- Cosa hai detto quando hai provato l’emozione che hai provato in quella situa-zione che adesso hai preso in considerazione?

- Su un foglio di carta riporta le seguenti informazioni:o Evento o Emozione o Per che cosa o Verso chi o Le parole, le frasi che ho detto (segnane quante più possibile):

o Qual era il tono della mia voce? o Il volume della mia voce era alto, basso, normale?

- Adesso rifletti e rispondi. o Quando provi l’emozione considerata in circostanze diverse da quella presa

in esame (rivedi le nuove scene come in un film così come hai fatto prima), • usi sempre le stesse parole o parole ogni volta diverse, a seconda della

persona alla quale ti rivolgi o della circostanza in cui ti trovi? • usi lo stesso tono di voce oppure ogni volta diverso, a seconda della per-

sona alla quale ti rivolgi o della circostanza in cui ti trovi?

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• usi lo stesso volume della voce oppure diverso, a seconda della persona alla quale ti rivolgi o della circostanza in cui ti trovi?

o Quali parole sono presenti sempre, quando provi l’emozione considerata, indipendentemente dalle persone coinvolte e dall’ambiente e dalle circo-stanze in cui la stai vivendo?

o Quali sono le reazioni degli altri a quello che dici e al come lo dici?o Le parole che usi e il modo in cui le usi quando ti senti come ti senti, sono

utili, vantaggiose o ti danneggiano o danneggiano gli altri?

- Fai questo esercizio con tutte le emozioni di base, soprattutto con quelle che ti fanno star male, in modo da diventare consapevole dell’uso che fai delle parole e della voce e degli effetti che hanno sugli altri. Esserne consapevoli è il primo passo per modificarli, se le conseguenze non sono quelle desiderate, ma dannose per te o per gli altri.

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d

esercizi per lo sviluppo della consapevolezza dei comportamenti

Obiettivi- Saper riconoscere

o i comportamenti personali generati dalle proprie emozioni;o i comportamenti degli altri in risposta alle nostre emozioni;o i comportamenti degli altri come effetto delle emozioni che stanno vi-

vendo.29

d1: come in un film muto…Obiettivospecifico

- Saper riconoscere:o i comportamenti personali generati dalle proprie emozioni;o i comportamenti degli altri in risposta alle nostre emozioni.

Occorrente (tempo e materiali)- Quando fai l’esercizio per la prima volta, prenditi dieci minuti per te, in un

ambiente tranquillo in cui nessuno possa disturbati. Successivamente, quando sarai diventato/a più consapevole, potrai farlo senza bisogno di trascrivere nulla, immediatamente dopo che hai fatto qualcosa come re-azione all’emo-zione provata: alla fine sarai capace di essere consapevole di quello che stai

29 In questo primo Passo ti presento solo l’esercizio per sviluppare la consapevolezza dei tuoi comportamenti. Per gli altri obiettivi ti presenterò altri esercizi nei Passi successivi a questo.

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facendo mentre lo fai, imparando a scegliere in poche frazioni di secondo quello che vuoi fare in base agli obiettivi che vuoi raggiungere.30

- Carta e penna

Come eseguire l’esercizio- Quando ti senti (scrivi l’emozione che provi) per (indica quello per cui stai provando quello che stai provan-

do) o nei confronti di (indica eventualmente una specifica persona verso cui provi quello che provi ), cosa fai? Quali sono i tuoi comportamenti? Quali azioni compi? (usa i verbi in prima persona: parlo, mi ammutolisco, piango, urlo, rido in modo nervoso, vado a far pipì di frequente…).

Può darsi che tu riesca facilmente a riconoscere quello che fai, le azioni che compi, quando ti trovi immerso in un’emozione, indipendentemente dalla sua intensità. Se avessi invece qualche difficoltà ecco cosa puoi fare.

- Siediti mantenendo la schiena dritta e torna con la mente al momento in cui hai provato quello che hai provato: rivedi la scena come in un film, meglio se muto, in modo che ti possa concentrare sulle immagini.

- Cosa vedi che hai fatto quando ti sei sentito/a nella situazione che adesso hai preso in considerazione?

- Su un foglio di carta riporta le seguenti informazioni:o Evento o Emozione o Per che cosa o Verso chi o I miei comportamenti (segnane quanti più possibile)

o I comportamenti degli altri (segnane quanti più possibile)

- Adesso rifletti e rispondi.

30 Approfondiremo più avanti questo aspetto della consapevolezza.

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o Quando provi l’emozione considerata in circostanze diverse da quella pre-sa in esame (rivedi le nuove scene come in un film muto, così come hai fatto prima), ti comporti negli stessi modi che hai indicato oppure ogni volta in modo diverso?

o Quali comportamenti sono presenti sempre quando provi l’emozione con-siderata, indipendentemente dalle persone coinvolte e dall’ambiente in cui la stai vivendo?

o Questi comportamenti che metti in atto quando ti senti come ti senti, sono utili, vantaggiosi o ti danneggiano o danneggiano gli altri?

Esempio: «Ieri, quando sono tornato a casa, mi sentivo molto preoccupato per il mio lavoro: ho risposto in modo sgarbato a mia moglie che mi faceva domande, mi sono chiuso in me stesso, mi sono sdraiato sul divano, ho acceso la tv, ma in effetti non riuscivo a seguire niente e continuavo a pensare alle cose peggiori che potrebbero accadere a me e alla mia famiglia se perdessi il lavoro. Quando sono preoccupato per il lavoro tendo a chiudermi in me stesso e a isolarmi, rimuginando sulla mia preoccupazione. Questi miei comportamenti creano un’at-mosfera pesante in famiglia e distanza tra me e mia moglie. Il nostro rapporto ne risente. Mi danneggia e danneggia la relazione».

- Fai questo esercizio con tutte le emozioni di base, soprattutto con quelle che ti fanno star male, in modo da diventare consapevole di quei comportamenti dannosi per te e per gli altri. Esserne consapevoli è il primo passo per modi-ficarli.

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e

esercizi per lo sviluppo della consapevolezza dei suoni e dei rumori esterni

Obiettivi- Far rivolgere l’attenzione all’ambiente esterno per sviluppare e affinare la ca-

pacità di essere consapevole delle “sonorità” del mondo circostante (suoni, rumori, parole).

e1: improvvisamente sento…Occorrente (tempo e materiali)

- Pochi minuti, a casa, per strada, al lavoro, più volte nella giornata.- O un orologio da polso con funzione di sveglia, - oppure un cellulare con funzione di sveglia.

Come eseguire l’esercizio- Punta l’orologio o il cellulare in modo che suoni all’ora fissata.- Non appena suona, fermati e focalizzati per qualche istante soltanto su suoni

e rumori intorno a te (se puoi, chiudi gli occhi, in modo da eliminare distra-zioni provenienti da informazioni visive): rumori di auto in lontananza, di apparecchiature in funzione, lo scrosciare della pioggia, il suono del vento tra

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gli alberi, parole, il ronzio del frigo, il ticchettio di una sveglia, il tuo stesso respiro e così via.

- Punta nuovamente orologio o cellulare dopo un certo tempo, variando di volta in volta l’intervallo di tempo tra un segnale e l’altro, in modo che sia più inatteso possibile.

- Continua così più volte nell’arco della giornata: i suoni e i rumori possono variare moltissimo nell’arco di una stessa giornata, a seconda del momento preso in esame.

NotePuoi fare questo esercizio sia a casa, che per strada, che al lavoro (se possibile). Non farlo in macchina: potresti distrarti dalla guida.

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f

esercizio per l’autovalutazionedella propria intelligenza emotiva

Strumenti- Il questionario di autovalutazione dell’intelligenza emotiva secondo il metodo For Mother

Earth®.31

- Il questionario si compone di quattro parti, una per ogni ambito dell’intelligen-za emotiva secondo il modello educativo For Mother Earth®:o consapevolezza di sé;o gestione di sé;o consapevolezza sociale e ambientale;o abilità sociali e gestione delle relazioni interpersonali e con le altre forme

della natura.

- Ogni parte comprende:o una tabella degli ambiti (in tutto quattro tabelle) divisa in quattro colonne:

• nella colonna delle competenze (a sinistra) trovi le competenze che at-tingono a quello specifico ambito indicato in cima alla tabella e una serie

31 Ai fini dello sviluppo della consapevolezza di sé, per avere uno strumento che facilitasse la riflessione, ho trasformato la tabella riassuntiva delle competenze dell’intelligenza emotiva nel metodo educativo For Mother Earth® (la trovi nella Parte prima di questo libro), in un questionario per l’autovalutazione della propria intelligenza emotiva. Lo avevo pubblicato per la prima volta nel 2006 in I quaderni per la formazione, op. cit. (vedi in Bibliografia) con il titolo di «Test di autovalutazione dell’intelligenza emotiva». Alla versione che compare in questo libro, corretta, modificata e arricchita rispetto alla versione del 2006, completamente rinnovata anche nella sua veste grafica, ho dato il nome di «Questionario di autovalutazione dell’intelligenza emotiva secondo il metodo For Mother Earth®»: viste le finalità, lo ritengo più corretto. Il questionario, come la tabella a cui faccio riferimento, sono il risultato del mio studio sulle competenze dell’intelligenza emotiva che trovi in www.intelligenzaemotiva.it/Glossario/competenze_ie.pdf.

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di affermazioni che esprimono le diverse modalità di manifestazione di quelle competenze stesse. Esempio: nella prima parte, all’interno dell’ambito consapevolezza di sé, nella co-lonna competenze trovi la consapevolezza emotiva, l’autovalutazione accurata e la fiducia in se stessi; all’interno della consapevolezza emotiva trovi le affermazioni «riconosco le mie emozioni»; «riconosco i loro effetti»; «sono capace di valutare l’ap-propriatezza delle mie emozioni in un dato contesto» e così via, che elencano le diverse modalità in cui si può esprimere la consapevolezza emotiva.

• Seguono le altre tre colonne: quella delle abilità forti (5 e 4), quella delle abilità da potenziare (3 e 2) e quella delle abilità da attivare (1 e 0).

o Una tabella delle priorità.o Uno spazio per le considerazioni conclusive e i consigli a se stessi.32

Obiettivispecifici- Dare informazioni sulle tante modalità di esprimere le diverse specifiche

competenze che attingono ai vari ambiti dell’intelligenza emotiva.- Far riflettere sul livello di sviluppo di ogni singola competenza, all’interno

della propria vita, nel momento in cui si compila il questionario, per far cre-scere la consapevolezza di sé.

- Far raccogliere i dati sulla propria intelligenza emotiva per avere dei parametri di riferimento e rilevare così, successivamente, il proprio sviluppo in questo ambito, man mano che si segue questo percorso formativo.

- Rendere consapevoli dei punti di forza, dei punti di debolezza e delle gravi carenze nell’ambito della propria intelligenza emotiva.

- Far sì che si abbia un quadro generale del livello di sviluppo della propria intelligenza emotiva.

Occorrente (tempo e materiali)- Da quaranta minuti a un’ora circa.- Una penna.

32 Una cosa che spesso accade è che, quando si fa l’esercizio per la seconda volta, avendo maggiori informazioni, maggiore esperienza e maggiore consapevolezza di sé, la valutazione sarà molto più accurata e di conseguenza alcuni punteggi risulteranno più bassi. Questo va benissimo, è un segnale che stai imparando a riconoscere con più precisione i tuoi punti di forza e di debolezza in questo ambito.

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Come eseguire l’esercizio- Segna la data.- Leggi le affermazioni, assegna un punteggio a ognuna di esse e scrivilo nella

colonna corrispondente: o 0 = no, mai, (nella colonna delle abilità da attivare).o 1 = quasi mai, (nella colonna delle abilità da attivare).o 2 = di frequente, (nella colonna delle abilità da sviluppare).o 3 = molto di frequente, (nella colonna delle abilità da sviluppare).o 4 = quasi sempre, (nella colonna delle abilità forti).o 5 = si, sempre, (nella colonna delle abilità forti).o La valutazione è assolutamente soggettiva. o La prima volta che compili il questionario rispondi di getto, così come ritie-

ni. Man mano che ritornerai a farlo, sarai sempre più preciso/a, accurata/o nell’autovalutazione.

- Compila la tabella delle priorità, in cui riporterai, secondo un tuo soggettivo ordine di importanza, dalla più importante alla meno importante, le abilità che è tempo di potenziare e/o attivare adesso.

- Compila la tabella dei tuoi punti di forza, in cui riporterai le competenze con i punteggi 4 e 5.

- Scrivi le tue considerazioni conclusive e datti un consiglio in merito.- A distanza di qualche mese, dopo aver messo in atto gli esercizi che ti ho

proposto, ripeti l’esercizio, utilizzando però una penna di colore diverso. In questo modo saranno subito evidenti le variazioni rispetto alla prima volta in cui hai fatto l’esercizio

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Questionario per l’autovalutazione dell’intelligenza emotiva secondo il metodo For Mother Earth®

© 2006-2011 Carmela Lo Presti

data:

tabella 1 - consapevolezza di sé(competenza personale)

Comporta la conoscenza dei propri stati interiori: preferenze, risorse e intuizioni

competenzeabilitàforti5 e 4

abilità da potenziare

3 e 2

abilità da attivare

1 e 0

Consapevolezza emotiva

- so riconoscere le mie emozioni

- so riconoscere il perché sto provando le emozioni che sto provando

- so riconoscere gli effetti delle mie emozioni ° nel mio corpo ° nei miei comportamenti ° nei risultati che ottengo

- so riconoscere il rapporto tra le mie emozioni e ciò che ° penso, ° faccio° e dico

- so contestualizzare le emozioni

- so valutare l’appropriatezza delle mie emozioni in un dato contesto

- so riconoscere le emozioni negli altri

- so valutare l’appropriatezza delle emozioni altrui in un dato contesto

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abilitàforti5 e 4

abilità da potenziare

3 e 2

abilità da attivare

1 e 0

- so dare il nome appropriato alle emozioni ° mie ° altrui

- so valutare la sincerità o meno dell’espressione delle emozioni altrui

- so utilizzare l’intuito e le sensazioni “viscerali”

- so parlare apertamente delle mie emozioni

- so riconoscere ed esprimere i miei bisogni correlati alle emozioni in atto

Consapevolezza emotiva

- so essere consapevole dei miei valori guida e dei miei obiettivi

- so esprimere in modo convincente la visione ideale che ispira la mia vita

- so interpretare il significato dei comportamenti (espressioni, postura, gesti, azioni) generati dalle emozioni

Auto-valutazione accurata

- so riconoscere i miei punti di forza

- so riconoscere i miei limiti

- so essere autoironico/a e avere senso dell’umorismo

- so riconoscere in cosa debbo migliorare

- so accettare le critiche costruttive e i feedback

- so chiedere aiuto, quando è necessario

- so apprendere dalle esperienze

- so dirmi con pace la verità su me stesso/a

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abilitàforti5 e 4

abilità da potenziare

3 e 2

abilità da attivare

1 e 0

Fiducia in se stessi

- ho sicurezza nel mio valore

- ho sicurezza nelle mie capacità

- so avere “presenza”*

- so avvalermi dei miei punti di forza

- so essere fermo/a e prendere decisioni sensate, nonostante incertezze e pressioni

- so rischiare in prima persona per difendere ciò che è giusto

* La “presenza” è uno degli elementi del “carisma”, nasce da una profonda e sana fiducia in se stessi, al punto che la sola “presenza” fisica (con il modo di porsi, di camminare, di guardare di muoversi con il corpo) suscita un’immediata attenzione positiva negli altri.

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- Elenca, mettendole secondo un tuo soggettivo ordine di priorità valido in que-sto momento, le abilità da potenziare e quelle da attivare.

- Elenca i tuoi punti di forza.

consapevolezza di sé

tabella delle priorità

Abilità da potenziare(3 e 2)

Abilità da attivare(0 e 1)

i miei punti di forza

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tabella 2 - padronanza di sé(competenza personale)

Comporta la capacità di dominare i propri stati interiori, i propri impulsie le proprie risorse

competenzeabilitàforti5 e 4

abilità da potenziare

3 e 2

abilità da attivare

1 e 0

Autocontrollo

- so dominare le emozioni che mi creano turbamento

- so dominare i miei impulsi distruttivi

- so incanalare emozioni e impulsi distruttivi verso fini costruttivi

- so contrastare lo stato emotivo responsabile dello spostamento della mia prospettiva da ottimistica a pessimistica, prendendo in considerazione una molteplicità di punti di vista

- so mantenere aperta la possibilità di provare emozioni anche spiacevoli

- so rimanere coinvolto/a (o prendere le distanze) da un’emozione, in modo consapevole, sulla base di quanto ritenga che essa possa essere utile o apporti informazioni

- so rimanere composto/a, positivo/a e imperturbabile nei momenti difficili

- so pensare in modo chiaro e mantenere la concentrazione anche sotto pressione

- so gestire le mie emozioni in modo appropriato in funzione degli obiettivi che voglio raggiungere

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abilitàforti5 e 4

abilità da potenziare

3 e 2

abilità da attivare

1 e 0

- so monitorare consapevolmente le emozioni che provo riguardo a° me stesso per riconoscere quanto esse siano

° funzionali agli obiettivi da raggiungere ° congruenti con i miei valori ° ecologiche per me e il mio ambiente

° agli altriper riconoscere quanto esse siano

° funzionali agli obiettivi da raggiungere ° congruenti con i miei valori ° ecologiche per me e il mio ambiente

Trasparenza o fidatezza

- so vivere secondo i miei valori, in modo etico e irreprensibile

- so manifestare ° onestà e integrità ° affidabilità e autenticità

- so ispirare fiducia

- so aprirmi agli altri rispetto a° sentimenti, ° convinzioni ° e azioni

- so ammettere i miei errori o mancanze

- so oppormi a comportamenti altrui non etici

- so dire con pace la mia verità su me stesso/a agli altri

- so dire con pace la mia verità a me stesso/a sugli altri

- so dire con pace la mia verità sugli altri agli altri

- so dire con pace la mia verità a tutti su tutto

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abilitàforti5 e 4

abilità da potenziare

3 e 2

abilità da attivare

1 e 0

Coscienziosità

- mi assumo le mie responsabilità per quanto attiene alla mia vita e alle mie scelte personali

- so essere organizzato e attento nello svolgere il mio lavoro, qualunque esso sia

Motivazione

- so usare le mie preferenze più intime per spronare e guidare me stesso al raggiungimento dei miei obiettivi

- so usare le mie preferenze più intime per aiutarmi a prendere l’iniziativa

- so essere altamente efficiente e so perseverare nonostante insuccessi e frustrazioni

Impegno

- so fare ogni sforzo per realizzare quello in cui credo

- so fare ogni sforzo per migliorare me stesso

- nel rispetto dei miei valori, so fare ogni sforzo per sostenere gli ideali e gli obiettivi ° della mia famiglia di origine° della famiglia che ho costruito° del gruppo dei miei amici° dell’azienda, negozio, studio

professionale eccetera di cui sono dipendente

° della mia associazione, del mio partito, ecc ° dell’altro (specificare chi)

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abilitàforti5 e 4

abilità da potenziare

3 e 2

abilità da attivare

1 e 0

- nel rispetto dei miei valori, so vivere come miei gli obiettivi ° della mia famiglia di origine° della famiglia che ho costruito° del gruppo dei miei amici° dell’azienda, negozio, studio professio-

nale ecc. di cui sono dipendente° della mia associazione, del mio partito, ecc.° dell’altro (specificare chi)

- nel rispetto dei miei valori, so usare i valo-ri fondanti° della mia famiglia di origine° della famiglia che ho costruito° del gruppo dei miei amici° dell’azienda, negozio, studio professio-

nale ecc. di cui sono dipendente° della mia associazione, del mio partito, ecc.per fare delle scelte

- nel rispetto dei miei valori, so mettere in secondo piano i miei bisogni e interessi in funzione di un obiettivo più grade riguar-dante:° la mia famiglia di origine° la famiglia che ho costruito° il gruppo dei miei amici° l’azienda, negozio, studio professionale

ecc. di cui sono dipendente° la mia associazione, del mio partito, ecc.° l’altro (specificare chi)

- nel rispetto dei miei valori, so fare ogni sforzo per realizzare la missione° della mia famiglia di origine° della famiglia che ho costruito° del gruppo dei miei amici° dell’azienda, negozio, studio professio-

nale ecc. di cui sono dipendente° della mia associazione, del mio partito, ecc.

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abilitàforti5 e 4

abilità da potenziare

3 e 2

abilità da attivare

1 e 0

Adattabilità

- sono flessibile nel gestire il cambiamento, nell’adattarmi a situazioni mutevoli o nel superare gli ostacoli

Spinta alla realizzazione

- desidero migliorare me stesso per conformarmi al mio modello di eccellenza

- so fissare obiettivi raggiungibili ma stimolanti

- so trovare informazioni per ridurre l’incer-tezza e trovare modi per fare meglio le cose

- so apprendere e insegnare modalità per operare meglio

Apertura al nuovo

- so sentirmi a mio agio e ho un atteggiamento aperto di fronte a idee, approcci e informazioni nuovi

- so avere un atteggiamento aperto, di curiosità attiva e propensione verso il nuovo

Iniziativa

- sono pronto/a nell’agire e nel cogliere le opportunità

- sono creare opportunità

- so aggirare gli ostacoli, anche piegando le regole, per creare migliori possibilità per il futuro

- so mobilitare gli altri in modo insolito e intraprendente

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abilitàforti5 e 4

abilità da potenziare

3 e 2

abilità da attivare

1 e 0

Ottimismo

- so considerare il lato positivo degli eventi

- sono costante nel perseguire gli obiettivi nonostante ostacoli e insuccessi

- so valutare l’insuccesso ° come feedback ° come esperienza da cui imparare ° come opportunità

- so attribuire gli insuccessi a circostanze controllabili e non li considero come falli-menti personali

- so agire spinto/a dalla speranza del suc-cesso e non dalla paura del fallimento

- so aspettarmi il meglio dagli altri

- so aspettarmi dal futuro cambiamenti po-sitivi

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- Elenca, mettendole secondo un tuo soggettivo ordine di priorità valido in que-sto momento, le abilità da potenziare e quelle da attivare.

- Elenca i tuoi punti di forza.

padronanza di sé

tabella delle priorità

Abilità da potenziare(3 e 2)

Abilità da attivare(0 e 1)

i miei punti di forza

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tabella 3 - consapevolezza sociale e ambientale(competenza sociale)

Comporta la consapevolezza dei sentimenti, delle emozioni, delle esigenze e degli interessi altrui

e la consapevolezza delle esigenze e degli interessi della natura

competenzeabilitàforti5 e 4

abilità da potenziare

3 e 2

abilità da attivare

1 e 0

Empatia o comprensione degli altri

- so essere sensibile e attento/a ai segnali emotivi degli altri

- so “mettermi nei panni dell’altro” e comprendere il suo punto di vista

- so percepire le emozioni degli altri

- so esprimere la mia sensibilità e attenzione verso gli altri

- so andare d’accordo con persone di formazione e di culture diverse

- so coltivare fiducia e sintonia emotiva con un’ampia gamma di persone fra loro diverse

Empatia “verde”

- so sentire le diverse forme della natura degne di rispetto, cura e attenzione

- so esprimere rispetto, cura e attenzione verso le diverse forme della natura

Assistenza agli altri

- so anticipare, riconoscere e soddisfare le esigenze degli altri, quando serve ed è ecologico per tutti

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abilitàforti5 e 4

abilità da potenziare

3 e 2

abilità da attivare

1 e 0

- so aiutare gli altri in modo sano, avendo compreso le loro esigenze e i loro bisogni

Compassione

- so provare interesse amorevole e attivo per l’altro che si sta trovando in una condizione non facile

- so esprimere interesse amorevole e attivo per l’altro che si sta trovando in una condizione non facile

Compassione “verde”

- so provare interesse amorevole e attivo per la natura, nelle sue diverse manifestazioni

- so esprimere interesse amorevole e attivo per la natura, nelle sue diverse manifestazioni

Orientamento verso gli altri

- so promuovere il clima emotivo specifico, adatto all’ambiente in cui mi trovo

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- Elenca, mettendole secondo un tuo soggettivo ordine di priorità valido in que-sto momento, le abilità da potenziare e quelle da attivare.

- Elenca i tuoi punti di forza.

consapevolezza sociale e ambientale

tabella delle priorità

Abilità da potenziare(3 e 2)

Abilità da attivare(0 e 1)

i miei punti di forza

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tabella 4 - abilità sociali e gestione delle relazioni interpersonali

e con le altre forme della natura(competenza sociale)

Comportano abilità nel suscitare risposte desiderabili negli altrie “risposte” desiderabili dalla natura

competenzeabilitàforti5 e 4

abilità da potenziare

3 e 2

abilità da attivare

1 e 0

Influenza

- so suscitare interesse

- so creare intorno a me consenso e appoggio, anche per vie indirette

- so stimolare e persuadere singoli e gruppi

Comunicazione

- so tenere conto degli indizi emotivi dell’altro, nel comunicare

- so inviare messaggi chiari e convincenti attraverso tutti i canali di comunicazione

- so comunicare efficacemente il mio punto di vista, entrando in sintonia con alcuni valori dell’altro, condivisibili, conseguendo approvazione e fiducia

- so trattare argomenti difficili in modo diretto e semplice

- so ascoltare con attenzione e verificare se ho compreso la comunicazione dell’altro

- so mantenermi ricettivo/a alle buone e alle cattive notizie

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abilitàforti5 e 4

abilità da potenziare

3 e 2

abilità da attivare

1 e 0

Leadership

- so essere leader della mia vita

- ho risvegliato il mio maestro interiore

- riconosco che è nelle mie mani il potere sulla mia vita

- so motivarmi e guidarmi verso gli obiettivi che mi sono prefissato/a

- so attingere ai miei stessi esempi positivi per procedere nelle situazioni nuove

- so guidare e motivare gli altri

- so esercitare la leadership dando l’esempio

- so esprimere e suscitare entusiasmo per un ideale comune e una missione condivisa

Gestione del conflitto

- so capire differenti prospettive

- so trovare punti comuni unificanti

- so trovare soluzioni perché tutti vincano

- so incoraggiare il dibattito e la discussione aperta

- so usare tatto e diplomazia nelle situazioni di tensione e con persone difficili

- so trovare punti comuni unificanti tra i miei interessi e quelli delle altre forme della natura

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abilitàforti5 e 4

abilità da potenziare

3 e 2

abilità da attivare

1 e 0

Costruzione di legami

- in ogni contesto, so favorire, alimentare e conservare relazioni reciprocamente sane, utili/vantaggiose

- so ricercare relazioni reciprocamente sane, utili/vantaggiose

- so stringere e conservare amicizie personali nell’ambito lavorativo

Cooperazione e collaborazione

- so essere modello di° rispetto° costruttività° collaborazione

- so offrire stimoli ispiratori e prospettive convincenti

- so condividere i miei meriti con gli altri

- so lavorare con gli altri verso obiettivi comuni, condividendo° progetti ° informazioni ° risorse

- so trovare equilibrio tra la concentrazione su un compito e l’attenzione alle relazioni

- so promuovere un clima amichevole e cooperativo

- so individuare e alimentare le opportunità di collaborazione

- so indurre gli altri a impegnarsi con entusiasmo nell’iniziativa comune

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abilitàforti5 e 4

abilità da potenziare

3 e 2

abilità da attivare

1 e 0

- so considerare attivamente la natura alleata e non nemica

- so tenere in considerazione gli interessi dell’ambiente naturale e delle diverse forme di vita nel perseguire i miei obiettivi personali e professionali

Attivazione e gestione del cambiamento

- so riconoscere la necessità del cambiamento

- so mettere in discussione lo status quo e promuovere il nuovo, dirigendo un processo di cambiamento

- so trovare modalità pratiche per superare le barriere al cambiamento

- so dare l’esempio rispetto al cambiamento che mi aspetto dagli altri

Sviluppo delle potenzialità altrui

- so percepire le esigenze di sviluppo degli altri

- so mettere in risalto e rafforzare le loro abilita

- so fornire loro il giusto feedback

- so essere maestro naturale degli altri

Valorizzazione delle diversità

- so rispettare le persone con un modello del mondo diverso dal mio

- so comprendere le persone con un model-lo del mondo diverso dal mio

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abilitàforti5 e 4

abilità da potenziare

3 e 2

abilità da attivare

1 e 0

- so vedere, nelle differenze, opportunità di arricchimento e di crescita

- so cogliere le opportunità offerte da per-sone di tipo diverso

- so cogliere le opportunità offerte da forme di vita diverse (animali, piante e così via)

- so sfidare pregiudizi e intolleranze

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- Elenca, mettendole secondo un tuo soggettivo ordine di priorità valido in que-sto momento, le abilità da potenziare e quelle da attivare.

- Elenca i tuoi punti di forza.

abilità sociali e gestione delle relazioni interpersonali

e con le altre forme della natura

tabella delle priorità

Abilità da potenziare(3 e 2)

Abilità da attivare(0 e 1)

i miei punti di forza

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data:

Considerazioni conclusive e consiglio:

data:

Considerazioni conclusive e consiglio:

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data:

Considerazioni conclusive e consiglio:

data:

Considerazioni conclusive e consiglio:

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sei interessata, sei interessato ai miei corsi? Visita la pagina www.intelligenzaemotiva.it/Calendario.asp e i miei siti

www.intelligenzaemotiva.it e www.for-mother-earth.it. Troverai tutte le informazioni.

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Elenco degli strumenti*

Tabella del diario emotivo 91

Tabella degli stati emotivi 93

Questionario del diario emotivo 95

Scheda Le emozioni nel corpo 100

Tabella riassuntiva delle emozioni nel corpo 103

Riconoscimento delle emozioni nelle espressioni facciali: test di autovalutazione 106

Tabella dei segni delle emozioni 114

Questionario per l’autovalutazione dell’intelligenza emotiva secondo il metodo For Mother Earth®

137

Scheda di verifica dell’esercizio “Riconoscimento delle emozioni nelle espressioni facciali”

169

Scheda di verifica dell’esercizio “I giochi con le carte delle emozioni” 171

Carte delle emozioni, per adulti (n. 28) 173

* Il numero in corsivo corrisponde a una pagina all’interno dell’Appendice. Per quanto riguarda gli schemi, la prima colonna rimanda a quelli inseriti all’interno del testo.

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Bibliografia

riferimenti

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ni%20nella%20mtc.html. Cavallotti Carlo, Il sistema limbico, disponibile su www.uniroma1.it/anat3b/didatticanew/

lezioni%20html/lezione%2020.htm. Clarkson Michael, Paura intelligente, Edizioni il Punto d’Incontro, Vicenza 2003.Dalai Lama, Goleman Daniel, Emozioni distruttive, Mondadori, Milano 2003.Damasio Antonio, Emozione e coscienza, Adelphi, Milano 2000.Damasio Antonio, L’errore di Cartesio, Adelphi, Milano 1995.Darwin Charles, L’espressione delle emozioni nell’uomo e negli animali, Bollati Boringhieri,

Torino 1982.Devoto Giacomo, Oli Giancarlo, Dizionario illustrato della lingua italiana, Le Monnier, Mi-

lano 1981. Dispenza Joe, Evolvi il tuo cervello, Macro Edizioni, Diegaro di Cesena 2008. Dispenza Joe, Evolvi il tuo cervello, intervista in «Scienza e Conoscenza» (anno 6, n. 21, iii

trimestre 2007), disponibile su www.scienzaeconoscenza.it/articolo.php?id=12787.Dispenza Joe, Il cervello e il sistema nervoso, in «Scienza&Conoscenza», n. 1, luglio 2002 - www.

disinformazione.it/cervello.htm.D’Urso Valentina, Trentin Rosanna, Psicologia delle emozioni, Il Mulino, Bologna 1990.Ekman Paul, Giù la maschera!, Giunti, Firenze 2007. Ekman Paul, Te lo leggo in faccia. Riconoscere le emozioni anche quando sono nascoste, Amrita, To-

rino 2008.

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Freud Sigmund, Il disagio della civiltà e altri saggi, Bollati Boringhieri, Torino 2003.Frijda Nico H., Emozioni, Il Mulino, Bologna 1990.Galimberti Umberto, Dizionario di Psicologia, utet, Torino 1992.Gardner Howard, Formae mentis. Saggio sulla pluralità delle intelligenze, Feltrinelli, Milano 2002.Gershon Michael D., Il secondo cervello, utet, Torino 2006.Goleman Daniel, Boyatzis Richard E., McKee Annie, Essere leader, bur, Bergamo 2004.Goleman Daniel, Intelligenza ecologica, Rizzoli, Milano 2009.Goleman Daniel, Intelligenza emotiva. Che cos’è e perché può renderci felici, Rizzoli, Milano 1996.Goleman Daniel, Lavorare con intelligenza emotiva, Rizzoli, Milano 1998.Gottman John, Declaire Joan, Intelligenza emotiva per un figlio, Rizzoli, Milano 1997.Hinsie Leland E., Campbell Robert J., Dizionario di psichiatria, Astrolabio Ubaldini, Roma 1979.Izard Carrol E., The psychology of emotion, cit. in www.psicologia.uni.na2.it/materiale_didat-

tico 294_326.pdf.Izard Carrol E., Basic emotions, relations among emotions and emotion-cognition relations, «Psy-

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Jastrow Robert, Il telaio incantato, Arnoldo Mondadori Editore, Milano 1982.Kaptchuk Ted J., Medicina cinese, red, Novara 2002. Klein Stefan, La formula della felicità, Mondolibri, Milano 2003.Le Brun Charles, Le figure delle passioni, Raffaello Cortina Editore, Milano 1992.LeDoux Joseph, Il cervello emotivo, Baldini & Castoldi, Milano 1998.Lipton Bruce H., La biologia delle credenze. Come il pensiero influenza il dna e ogni cellula, Macro

Edizioni, Diegaro di Cesena 2006.Lo Presti Carmela, L’alfabeto delle emozioni (libro + kit di strumenti in cartoncino a colori),

edizioni la meridiana, Molfetta 2007.Lo Presti Carmela, L’allenamento emotivo dei bambini, ebook, voll. 1 e 2, Edizioni For Mother

Earth®, Bastia Umbra, 2007. Esaurito, fuori commercio.Lo Presti Carmela, L’allenamento emotivo dei bambini, ebook, voll. 1 2, nuova edizione ag-

giornata e arricchita di strumenti, Edizioni For Mother Earth®, Bastia Umbra, 2009.Lo Presti Carmela, L’allenamento emotivo per i bambini. Giochi e strumenti, voll. 1 e 2, con kit di

strumenti in formato A4 su cartoncino lucido a colori, Edizioni For Mother Earth®, Bastia Umbra 2007. Esaurito, fuori commercio.

Lo Presti Carmela, Quadernucci Barbara, L’allenamento emotivo per i nostri bambini. Nei nidi, a scuola, a casa a partire dai due anni, voll. 1 e 2, Edizioni Era Nuova, Perugia 2004. Esaurito, fuori commercio.

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161

Lo Presti Carmela, Quadernucci Barbara, L’allenamento emotivo per i nostri bambini, in cd, Edizioni Era Nuova, Perugia 2005. Edizione modificata rispetto a quella cartacea del 2004: non è stato più pubblicato il volume 2 di documentazione e gli strumenti sono stati migliorati nella grafica. Esaurito, fuori commercio.

Mayer John, Salovey Peter, Emotional intelligenze, in Imagination, Cognition and Personality, vol. 9 (3) 185-211, 1989-90.

Muramoto Naboru, Il medico di se stesso, Feltrinelli, Milano, 1977.Pert Candace B., Molecole di emozioni, Corbaccio, Milano 2000.Pert Candace B., Molecole&scelta, neuro peptidi: le emozioni e il corpo-mente, pubblicato per la

prima volta su «Shift: alle frontiere della consapevolezza» (n. 4, september-november 2004, pp. 20-24), quadrimestrale del Institute of Noetic Sciences (ions). Disponibile su www.scienzaeconoscenza.it/articolo/molecole-scelta-neuropeptidi-le-emozioni-e-il-corpo-mente.php.

Pianigiani Ottorino, Vocabolario etimologico della lingua italiana, Fratelli Letizia Editore, Ge-nova 1988.

Plutchik Robert, Psicologia e biologia delle emozioni, Bollati Boringhieri, Torino 1995.Sgarrella Maria Carmela, pnei, Psiconeuroendocrinoimmunologia 1-2, in Montecucco Nitamo

Federico, Cheli Enrico (a cura di), Enciclopedia olistica. Disponibile su http://lnx.altrevi-ste.com/portal/articoli/sublimen/55-psiconeuroendocrinoimmunologia-1.

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burg (Germania) 2001.Walsch Neale Donald, Essere più felice di Dio, 8 dvd, prodotto dal Centro Conversazioni

con Dio Italia, www.conversazionicondio.info.

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162

Sitografia

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Immagini relative al sistema limbico

www.google.it/images?q=sistema+limbico&oe=utf-8&rls=org.mozilla:it:official&client=firefox-a&um=1&ie=UTF-8&source=univ&ei=tw20TKm3EY6SOqS0sZAK&sa=X&oi=image_result_group&ct=title&resnum=3&ved=0CCsQsAQwAg&biw=1408&bih=671

Carmela Lo Prestiwww.intelligenzaemotiva.it/carmela/Curriculum_Formativo.pdf.

Intelligenza emotiva, intelligenza spirituale e intelligenza ecologicaIntervista a cura di Araceli de la Parrawww.genitronsviluppo.com/category/ecologia/page/8/www.genitronsviluppo.com/category/Interviste/ www.intelligenzaemotiva.it/Intervista.htm

web siteswww.intelligenzaemotiva.it www.for-mother-earth.it

Metodo For Mother Earth®www.intelligenzaemotiva.it/Glossario/metodo_for_mother_earth.htm

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163

Progetto educativo For Mother Earth® www.intelligenzaemotiva.it/Mother_Earth/Progetto.htmwww.intelligenzaemotiva.it/Mother_Earth/come_nasce.htm

Wikipediahttp://it.wikipedia.org/wiki/Neurotrasmettitore http://it.wikipedia.org/wiki/Ormone http://it.wikipedia.org/wiki/Sistema_limbico

selezione da youtube

Neuroni e sinapsi

Sinapsi provawww.youtube.com/watch?v=-JhRQ1yKM9c&NR=1

Sinapsi: trasmissione dell’impulso nervoso, in italianowww.youtube.com/watch?v=BJvcLq17ky8&feature=fvw

Sinapsi e neurotrasmettitori, in italiano www.youtube.com/watch?v=iVHPpZsRTu0&feature=related

The chimical synapsis, senza parole / solo immaginiwww.youtube.com/watch?v=CiZLnbKVIhM&feature=related

Sinapsis www.youtube.com/watch?v=XTFUOkAH5MY&feature=related

La neurona, in spagnolo www.youtube.com/watch?v=Krabo0GPc5A&p=BB4497A619669697&playnext=1&index=1

Cerebro emocional, senza parole / solo immaginiwww.youtube.com/watch?v=sZBr4Kvgtpk&feature=related

Sistema limbicow3.uniroma1.it/anat3b/didatticanew/lezioni%20h tml/lezione%2020.htmwww.google.it/search?q=sistema+limbico&ie=ut f-8&oe=utf-8&aq=t&rls=org.mozilla:it:official&client=firefox-a

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I quaderni per la formazione

I quaderni per la formazione sono manuali operativi, ricchissimi sia di esercizi di pnl classica, sia di esercizi di pnl assolutamente nuovi, che ho ideato e sperimentato per i corsi For Mother Earth® e per tutti quei corsi di formazione, promossi anche da altre agenzie for-mative, in cui sono docente.

Questi volumi, pubblicati in proprio per le Edizioni For Mother Earth® (Bastia Um-bra, Perugia), al momento sono disponibili solo per gli iscritti ai diversi corsi.

I quaderni per la formazione sono:

Lo Presti Carmela, Intelligenza emotiva & Programmazione neuro-linguistica – metodo For Mother Earth®, corso base, 2006.

Lo Presti Carmela, Intelligenza emotiva & Programmazione neuro-linguistica per la comunicazio-ne – metodo For Mother Earth®, corso base, 2006.

Lo Presti Carmela, Lavorare con intelligenza emotiva – metodo For Mother Earth®, corso base, 2006.

Lo Presti Carmela, Intelligenza emotiva & Programmazione neuro-linguistica per la leadership – metodo For Mother Earth®, corso base, 2007.

Lo Presti Carmela, Leadership efficace – metodo For Mother Earth®, 2008.Lo Presti Carmela, Intelligenza emotiva & Programmazione neuro-linguistica per la scuola – me-

todo For Mother Earth®, corso base, 2008.Lo Presti Carmela, Intelligenza emotiva & Programmazione neuro-linguistica con i figli – meto-

do For Mother Earth®, corso base, 2008. Lo Presti Carmela, Comunicare, relazionarsi e lavorare con intelligenza emotiva, manuale, vol.

1, corso triennale di specializzazione, 2008. Lo Presti Carmela, Educatori ottimisti per educare all’ottimismo – metodo For Mother

Earth®, nido, 2008.Lo Presti Carmela, Dal pessimismo all’ottimismo: tutti i passi – metodo For Mother Earth®,

per genitori, 2008.

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Lo Presti Carmela, Comunicare, relazionarsi e lavorare con intelligenza emotiva, manuale, vol. 2, corso triennale di specializzazione, 2009.

Lo Presti Carmela, Comunicare, relazionarsi e lavorare con intelligenza emotiva, manuale, vol. 3, corso triennale di specializzazione, 2009.

I quaderni per la formazione specifici per i laboratori:

Lo Presti Carmela, L’alfabeto delle emozioni – metodo For Mother Earth®, per tutti, 2008.Lo Presti Carmela, L’alfabeto delle emozioni – metodo For Mother Earth®, per insegnanti,

2009.Lo Presti Carmela, Pensieri, emozioni, comportamenti – metodo For Mother Earth®, per

tutti, 2009.Lo Presti Carmela, Il dialogo interiore – metodo For Mother Earth®, per tutti, 2009.Lo Presti Carmela, Le intelligenze percettive – metodo For Mother Earth®, per tutti, 2009.Lo Presti Carmela, Io e gli altri – metodo For Mother Earth®, per tutti, 2009.Lo Presti Carmela, Ottimistica-Mente – metodo For Mother Earth®, per tutti, 2009.Lo Presti Carmela, Life skills: decision making e problem solving – metodo For Mother

Earth®, per tutti, 2009.Lo Presti Carmela, Le dodici necessità di base – metodo For Mother Earth®, per tutti,

2009.Lo Presti Carmela, Essere una buona relazione – metodo For Mother Earth®, per tutti,

2009.Lo Presti Carmela, Perché sono qua? – metodo For Mother Earth®, per tutti, 2010.Lo Presti Carmela, Come raggiungere un obiettivo – metodo For Mother Earth®, per tutti,

2010.

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166

Appendice

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scheda di verifica dell’esercizio

riconoscimento delle emozioni nelle espressioni facciali

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N N N N

F1 F3F2

DG1 DG2 DO1 DO2

P1 P3P2

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legenda famiglie intensità

n = neutra 0

f = felice 1, 2, 3

dg = digusto gustativo 1, 2

do = disgusto olfattivo 1, 2

p = paura 1, 2, 3

r = rabbia 1, 2, 3

m = meraviglia 1, 2, 3

t = tristezza 1, 2, 3

F1 F3F2

T1 T2 T3

R1 R3R2

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scheda di verifica dell’esercizio

i giochi con le carte delle emozioni

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P1 P3P2

N NN

F1 F3F2 F4

P4

R1 R3R2 R4

N

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legenda famiglie intensità

n = neutra 0

f = felice 1, 2, 3

dg = digusto gustativo 1, 2

do = disgusto olfattivo 1, 2

p = paura 1, 2, 3

r = rabbia 1, 2, 3

m = meraviglia 1, 2, 3

t = tristezza 1, 2, 3

T1 T2 T3

DG1 DG2 DO1 DO2

M1 M2 M3 M4

T4

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© 2010-2011 Carmela Lo Presti

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© 2010-2011 Carmela Lo Presti © 2010-2011 Carmela Lo Presti

Le carte delle emozioni Le carte delle emozioni

Le carte delle emozioni Le carte delle emozioni

Le carte delle emozioni Le carte delle emozioni

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Le carte delle emozioni Le carte delle emozioni

Le carte delle emozioni Le carte delle emozioni

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Le carte delle emozioni Le carte delle emozioni

Le carte delle emozioni Le carte delle emozioni

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Le carte delle emozioni Le carte delle emozioni

Le carte delle emozioni Le carte delle emozioni

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Verdechiaro nasce dalla fusione del verde e del giallo e rappresenta la realizzazione nel concreto di un progetto individuato attraverso l’in-tuizione: poter contribuire alla circolazione delle idee in cui credia-mo. Le nostre proposte editoriali sono libri che portano il seme di un messaggio evolutivo che sentiamo in modo particolare. Sono opere indirizzate alla mente e al cuore dell’uomo, che pensiamo non deb-bano mai essere disgiunti per il raggiungimento di una più profonda consapevolezza.

Che questi libri possano essere un faro per colui che desidera ad-dentrarsi nel viaggio interiore.

Verdechiaro Edizionivia Montecchio, 23/2

42031 Baiso (Reggio Emilia)tel. 0522/598264 - fax 0522/993017

email [email protected]

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Creati-vitàAntonella Dalla Benetta

Un libro che insegna tecniche semplici, allegre e progressive per ri-svegliare all’interno di noi stessi l’Energia Creativa che è alla base di ogni processo di crescita e di apprendimento. È un viaggio attraverso i quattro livelli che compongono l’individuo, per dare nuovo impulso a ciascuno di essi: il corpo fisico, il mondo delle emozioni, quello dei pensieri e quello del senso delle cose.In allegato al libro, un cd di esercizi per sperimentare le tecniche spie-gate dall’autrice.

Pagine 112+cd – € 20,00 – isbn 978-88-88285-31-3

Il life coachingLuca Stanchieri

Il life coaching è una tecnica le cui basi spaziano dalla psicologia alla filosofia, dalla pedagogia all’antropologia e serve a chiarire i propri intenti, a raggiungere gli obiettivi, a trasformare i propri desideri in piani d’azione e ad armonizzarli con la nostra identità più profonda. Il life coaching è un libro pratico che fornisce strumenti per capire cosa vogliamo fare nella vita, per passare dal dire al fare.

Pagine 96 – € 12,00 – isbn 978-88-88285-15-6

Protagonisti del cambiamentoLuca Stanchieri (a cura di)

Le esperienze pratiche di otto coach professionisti, che parlano dei risultati della loro azione nei campi più svariati: imprenditoriale, sportivo, relazionale, del servizio alla persona e così via, conferman-do la validità e l’importanza di un sistema basato sul recupero del valore della persona, della sua potenzialità e creatività, attingendo alle proprie risorse. È un libro per tutti coloro che vogliono cambiare qualcosa nella loro vita per migliorarla e per essere in sintonia con se stessi.

Pagine 160 – € 15,50 – isbn 978-88-88285-26-1

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Dipingere con la sorgenteAviva Gold

Dipingere con la sorgente è un libro di Arteterapia, un modo ormai riconosciuto anche dalla scienza per riconnettersi con la propria parte più profonda e istintiva. Questo libro aiuta a risvegliare l’a-nima dell’artista che giace dentro ognuno di noi. Aviva Gold in-segna a dipingere come fa uno sciamano, toccando l’anima della gente, facendo uscire la nostra parte più viva e che preme per essere riconosciuta e vissuta attraverso l’espressione artistica.

Pagine 168 – € 18,00 – isbn 978-88-88285-45-0

Se posso immaginarlo, posso farloVera Peiffer

La ragione ha un influsso limitato sui nostri comportamenti: chi vuole influenzarli positivamente deve mettersi in contatto con il proprio subconscio. Questo è possibile grazie all’autoipnosi.Se posso immaginarlo, posso farlo, scritto dalla maggiore ipnosite-rapeuta al mondo, mostra come usare l’autoipnosi con successo, divenendo più felici sia in campo professionale che nei rapporti interpersonali.

Pagine 112 – € 14,60 – isbn 978-88-88285-78-8

Il libro dei misteri sublimiCesare Boni

Stefano Lusuardi ha creato la Scuola di Evoluzione Personale, un percorso di crescita per conoscere se stessi, superare i momenti di crisi e imparare a prendere in mano la propria vita. Nulla è impossibile racconta della bellezza dell’essere umano quan-do finalmente si può rivelare nella sua vera natura, senza masche-re, debole ma coraggioso, e far accadere il miracolo di cui la no-stra famiglia umana ha così bisogno: l’accoglienza e l’accettazione dell’altro esattamente com’è.

Pagine 208 – € 16,90 – isbn 978-88-88285-56-6