47
CASA DELLE DONNE PER NON SUBIRE VIOLENZA ONLUS RELAZIONE FINALE SULLE ATTIVITÀ SVOLTE ANNO 2007

CASA DELLE DONNE PER NON SUBIRE VIOLENZA ONLUS · I dati dell’accoglienza ai minori 2.4 La supervisione 3. Formazione 3.1. Progetti specifici di formazione ... • consulenza e

  • Upload
    buianh

  • View
    212

  • Download
    0

Embed Size (px)

Citation preview

CASA DELLE DONNE PER NON SUBIRE VIOLENZA ONLUS

RELAZIONE FINALE SULLE ATTIVITÀ SVOLTE

ANNO 2007

1

INDICE 1. Introduzione

2. Attività di accoglienza e ospitalità 2.1. Il servizio di accoglienza individuale e di gruppo

2.1.1. I dati di accoglienza e di ospitalità 2.2. L’ospitalità nelle case rifugio

2.3. Accoglienza e sostegno per minori vittime di abusi e violenze. Il gruppo per le madri

2.3.1. I dati dell’accoglienza ai minori 2.4 La supervisione

3. Formazione 3.1. Progetti specifici di formazione 3.2. Formazione e scambi a centri antiviolenza 3.3. Formazione ad altri soggetti 3.4. Interventi nelle scuole a.s. 2007-2008 3.5. Formazione rivolta all’interno

4. Sensibilizzazione, promozione e comunicazione

4.1. Pubblicizzazione 4.2. Fundraising 4.3. Attività di gestione ordinaria 4.4. Ufficio stampa e mass media

5. Altri progetti

5.1. Progetto Oltre la Strada per donne in uscita dalla prostituzione forzata

5.2. Osservatorio regionale sui dati delle donne accolte

5.3. Pensionato sociale

5.4. Progetto Daphne Muvi

5.5. Progetto Daphne Improve 5.6. Sportello lavoro

6. Le risorse umane:

6.1. Personale retribuito: operatrici e responsabili 6.2. Tirocini, volontarie e volontarie del servizio civile

2

1. INTRODUZIONE

La Casa delle donne per non subire violenza, aperta dal 1990, è gestita dall’associazione onomima che si occupa di programmare, indirizzare politicamente e organizzativamente tutta l’attività del servizio. È un luogo dove le donne possono confrontarsi con il problema della violenza, trovando uno spazio di ascolto e di sostegno alle loro scelte. La Casa delle donne per non subire violenza è una struttura composta da un centro di accoglienza pubblico e da appartamenti a indirizzo segreto per l’ospitalità. Al numero di telefono 051-333173 risponde una donna, consulente di accoglienza esperta, garantendo a chi chiama l’assoluto anonimato, come prescrivono le raccomandazioni internazionali in tema di violenza di genere. Nel centro di accoglienza si svolgono:

• colloqui telefonici • colloqui individuali in percorsi di uscita dalla situazione di violenza • gruppi di sostegno, gruppi di cura di sé, gruppi per le mamme • corsi di formazione • consulenza e documentazione per tesi e ricerche sulla violenza alle donne • organizzazione di eventi pubblici, comunicazione e sensibilizzazione

Nelle case rifugio vengono accolte donne, italiane e straniere, sole o con figlie/i minori per ospitalità di emergenza e temporanea in percorsi di uscita dalla violenza. L’attività della Casa delle donne ha visto per l’anno 2007 un notevole incremento delle sue attività sia nell’accoglienza di nuove donne sia nelle numerose iniziative culturali che abbiamo promosso o a cui abbiamo partecipato. Come si vede dalle tabelle dei dati dell’accoglienza il numero delle donne, nel 2007, che per la prima volta sono entrate in contatto con il nostro centro è stato di 551 donne, rispetto alle 360 dell’anno precedente, quindi con un incremento quasi del 55%. Abbiamo individuato in alcuni ragioni questo aumento: innanzitutto di violenza contro le donne se ne è parlato molto di più, anche sui giornali per i gravi fatti di cronaca, la pubblicizzazione del numero verde nazionale 1522 a contribuito ad un aumento di chiamate, infine la Casa delle donne ha organizzato e partecipato a molte iniziative, riprese anche dalla stampa cittadina, che hanno contribuito a pubblicizzare il nostro servizio, Molte delle iniziative di sensibilizzazioni che ci hanno viste attive sul territorio, si sono svolte non solo nel comune di Bologna, ma anche nei comuni della provincia di Bologna. Date importanti per il concentrarsi di eventi sono ovviamente l’8 marzo e il 25 novembre. I nostri interventi hanno comunque coperto tutto l’anno, comprendendo anche molta attività di sensibilizzazione nelle scuole, nell’ambito della campagna del Fiocco Bianco. Nel 2007, ad ottobre, è stato firmato un Accordo Attuativo di carattere metropolitano da parte dei Comuni di Bologna e di 48 Comuni della Provincia di Bologna, per una durata complessiva di tre anni. Questo Accordo è molto importante per sia come riconoscimento del lavoro svolto dalla nostra associazione e perché indica un finanziamento certo nell’ambito dei tre anni. Nonostante l’Accordo Attuativo triennale, le risorse, attuali degli enti locali non sono sufficienti a coprire i costi del Centro antiviolenza. Questo bisogno ha spronato sempre più l’associazione a cercare nuovi finanziatori, fra privati e fondazioni. Negli ultimi due anni stiamo intensificando la ricerca fondi sul 5 per mille e alle aziende private. Molto bene sono andate i conferimenti del 5 per

3

mille che hanno registrato circa 800 donazioni il primo anno e 900 il secondo. Nell’anno 2007, la Rete Nazionale dei Centri antiviolenza italiani ha lavorato per arrivare alla costituzione di una associazione nazionale riconosciuta. E’ un bisogno che molti centri avvertono da anni e che le iniziative politiche della Ministra Pollastrini hanno sollecito ad accelerare nel tempo. Crediamo che i tempi siano maturi affinché il lavoro dei Centri antiviolenza sia riconosciuto come servizio essenziale alla persona e quindi rientri nell’ambito delle programmazioni del welfare nazionale e quindi sia previsto, anche come finanziamento, nei Piani Socio sanitari regionali.

4

5

6

2. ATTIVITÀ DI ACCOGLIENZA E OSPITALITÀ

2.1. Il servizio di accoglienza individuale e di gruppo

Il settore accoglienza della Casa delle donne per non subire violenza si occupa dell’attività di ascolto e sostegno alle donne adulte che contattano il centro antiviolenza a causa di problematiche personali legate al maltrattamento subito, prevalentemente da parte di uomini che, nella maggior parte dei casi, sono i loro partner, o lo sono stati. Il primo contatto che le donne hanno col centro è quasi sempre tramite il telefono. L’operatrice che risponde offre un primo ascolto a cui di solito segue un appuntamento per un colloquio individuale. Durante il primo colloquio viene offerto un ascolto approfondito per capire e aiutare la donna a esprimere il suo principale bisogno, in relazione alla violenza subita. Vengono fornite le prime informazioni di base che possono esserle utili. Generalmente sono relative all’ambito giuridico, civile o penale; al funzionamento dei servizi sociali territoriali; alle dinamiche e alle conseguenze della violenza domestica di cui le operatrici dei Centri hanno una conoscenza consolidata. La donna viene sostenuta affinché possa prendere la decisione più opportuna, valorizzando e potenziando le sue risorse. Il servizio di accoglienza viene attuato per le donne che richiedono espressamente aiuto, informazione e protezione. Quando il primo contatto non viene preso dalla donna interessata, ma da un familiare, un’amica, un’assistente sociale o altri, viene data indicazione di incoraggiare la donna stessa a chiedere aiuto al centro, per non scavalcarne la volontà. Oltre ai colloqui individuali, viene offerta alle donne la possibilità di incontrarsi tra loro in gruppi di confronto sulle dinamiche legate alla violenza domestica e ai relativi vissuti. Non esiste una tipologia specifica di donna che si rivolge alla Casa delle donne. Né esiste una tipologia di uomo che ha comportamenti violenti nei confronti della partner. Esiste però una tipicità di situazioni che vengono riferite, e una tipologia di reazioni e di effetti alla violenza a lungo termine. È un fenomeno che appartiene più alla normalità che alla patologia, e riguarda donne e uomini, italiani e stranieri, di tutti gli strati sociali. La violenza verso le donne si presenta generalmente come una combinazione di violenza fisica, sessuale, psicologica ed economica, con episodi che si ripetono nel tempo e tendono ad assumere forme di gravità sempre maggiori. Raramente è presente all’inizio di un rapporto di coppia, e avviene, di solito, quando tra i due si è stabilito un legame di fiducia. La violenza ha un andamento ciclico: l’episodio di aggressività è seguita da tentativi di riconciliazione che rinsaldano il legame tra i due partner e posticipano i tentativi della donna a cercare protezione. Nelle coppie dove c’è violenza è presente una divisione sproporzionata nella gestione del potere a favore dell’aggressore che agisce un controllo sulla partner. Ciò comporta, per la donna, una tendenza all’isolamento da relazioni significative con familiari o amici; la perdita di autonomia e di autostima, di fiducia in sé e nelle proprie capacità; spesso un danneggiamento delle competenze genitoriali; la vergogna per la propria dignità calpestata, per l’incredulità e il giudizio negativo di altre persone che faticano a capire queste dinamiche. Presso il centro antiviolenza, l’esperienza di molti anni di ascolto delle donne maltrattate ha permesso di comprendere molti aspetti della dinamica della violenza domestica, dal punto di vista delle donne che la subiscono. Problematizzare le motivazioni individuali che rendono difficile alla donna allontanarsi dalla violenza non significa trascurare la responsabilità dell’autore del reato, e degli aspetti sociali e culturali del fenomeno che riguardano entrambi i generi. Ancora non esistono in Italia luoghi specifici per l’ascolto del maltrattatore che permettano di comprendere più approfonditamente le dinamiche in cui agisce violenza verso la partner, il più delle volte incurante della presenza dei figli. Si sa ancora poco sulle problematiche individuali dell’aggressore, se non dai racconti delle donne stesse, che colpiscono, soprattutto, per la somiglianza nella dinamica dell’agire maschile

7

nell’ambito della violenza. Gli uomini violenti, nella maggior parte dei casi, non sono delinquenti, non presentano problematiche estreme come disturbi psichiatrici importanti, tossicodipendenza o alcolismo. Fattori che, in ogni caso, non rappresentano una causa della violenza, ma una sua aggravante. Sono uomini che, in altre situazioni, possono avere atteggiamenti corretti e non aggressivi, ma i cui comportamenti prepotenti e abusanti nell’ambito delle relazioni intime rivelano una pretesa di controllo possessivo della partner e una problematica difficoltà nell’affrontare la separazione. Le modalità soggettive sono varie, ma il denominatore comune è la generalizzata assenza di una matura assunzione di responsabilità da parte dell’uomo che ha aggredito, della gravità del proprio agire e delle sue conseguenze, su di sé e sui componenti della coppia o della famiglia. Difficilmente le donne si rivolgono al centro dopo un unico episodio di violenza, a meno che non sia stato particolarmente grave e molto traumatico. Di solito chiedono aiuto dopo avere sperimentato più volte la ciclicità della violenza, cioè l’alternarsi tra episodi di violenza e riconciliazioni e promesse di cambiamento da parte del partner. Dopo essersi ritenute la causa dei comportamenti violenti del partner e avere tentato di controllare i propri atteggiamenti da lui definiti “sbagliati”, sperando in questo modo di controllare la sua aggressività. Ma verificando che la violenza non è controllabile se non da parte di chi la agisce, che ne è l’unico responsabile. Spesso la separazione rappresenta la soluzione che si tenta quando tutto il resto non ha funzionato. Ma prima di arrivare a questo punto, le strategie messe in atto dalla donna sono molte e diversificate. Può anche accadere che neppure con la separazione le violenze abbiano un termine, come è evidente considerando la frequenza delle violenze da parte degli ex partner.

In questi ultimi anni le donne hanno iniziato a rivolgersi al nostro centro prima, in relazione all’inizio della violenza, rispetto al passato. Ciò denota una maggiore consapevolezza da parte delle donne che ne sono vittime, che subire violenza è subire un reato e che possono essere fatte scelte migliori e più protettive nella propria vita. Ciò è confermato anche dall’aumento significativo del numero di nuove donne che si sono rivolte al centro nell’ultimo anno. Dal 1990 al 2006 il centro ha ricevuto una media costante di 350 donne che chiedono aiuto per la prima volta a causa di violenze. Questo dato ha subito un’improvvisa impennata nel 2007, quando si sono rivolte al nostro centro 551 donne (+ 53% rispetto l’anno precedente). Inoltre, sono state ricevute 260 segnalazioni da parte di persone vicine alla donna maltrattata per motivi affettivi o professionali. Altre 78 donne poi hanno continuato un percorso già iniziato precedentemente.

La consapevolezza sociale della drammaticità della diffusione della violenza alle donne in ogni parte del mondo sta aumentando, e sta aumentando anche la consapevolezza che non si tratta solo di un grave problema personale delle donne a cui capita, ma che è un drammatico e diffuso problema sociale e culturale che riguarda tutte le donne e tutti gli uomini. Non solo, quindi, le donne maltrattate o gli uomini violenti che ne sono i principali autori.

L’accoglienza telefonica è di 42 ore settimanali, mentre l’accoglienza personale (colloqui) e dei gruppi è nell’ambito delle 45 ore .

Il servizio di accoglienza si è avvalso della collaborazione di:

1. due coordinatrici per la gestione dell’accoglienza e la raccolta dati; Caterina Righi e Ana Maria Vega Alexandersson

2. due operatrici senior 3. 3 volontarie appositamente formate 4. 1 volontaria del servizio civile 5. una supervisione mensile con due psicoterapeute esterne 6. consulenze legali da parte di un gruppo di avvocate esperte di maltrattamento e violenza.

Il totale dei colloqui di accoglienza avuti con le donne che si sono rivolte al nostro centro sono stati 1.572 per tutto il 2007

8

La Casa delle donne mette a disposizione inoltre la possibilità di accedere a percorsi di gruppo, tramite:

1. il gruppo denominato Cura di sé, che mette in gioco il corpo, rispondendo all’esigenza di accogliere la donna nella sua globalità corpo-mente. L’obiettivo è quello di offrire alle partecipanti – attraverso un lavoro corporeo e psicomotorio – un percorso e uno strumento di crescita e consapevolezza di sé che permetta loro di riscoprire il proprio valore, le potenzialità e i bisogni soffocati dalla violenza, e di intervenire sulle somatizzazioni conseguenti al maltrattamento. È tenuto da Elisa Marchiani, una psicomotricista che utilizza il Metodo Monari (antiginnastica-psicomotricità). Al gruppo – attivato ad aprile 2007 e che si concluderà ad aprile 2008 – hanno partecipato 8 donne, per un totale di 8 incontri settimanali.

2. il Gruppo Aperto che lavora sull’autostima e le dinamiche relazionali, condotto da due operatrici della Casa delle donne, Elsa Antonioni e Mascia Romagnoli. Al gruppo nel corso del 2007 hanno partecipato 16 donne per un totale di 20 incontri settimanali.

2.1.1. I dati di accoglienza e ospitalità

Le donne che si sono rivolte alla Casa per la prima volta nell’anno 2007 sono state 551, il che rappresenta un aumento del 53% rispetto all’anno precedente (360 donne). Di queste 551 donne, 295 hanno effettuato un percorso di accoglienza che prevede almeno un colloquio personale, oltre al contatto iniziale, mentre le altre 256 donne si sono limitate a una sola telefonata, che nei mesi successivi potrebbe dar luogo a un percorso di accoglienza. Infatti, 78 donne hanno proseguito o ripreso un percorso iniziato nei mesi o negli anni precedenti al 2007, anche qui con un aumento del 42% rispetto le 55 donne che lo hanno fatto nel 2006; ma, se confrontiamo questo dato con il totale delle nuove donne annuali, non ci sono notevoli cambiamenti: le vecchie rappresentano infatti il 13% delle nuove del 2006, e il 12% del 2007. Quindi, il totale delle donne seguite con percorsi di

accoglienza nell’anno 2007 sono state 373 (295 nuove, più 78 dagli anni precedenti: tab. 1). Complessivamente, questo dato rappresenta un aumento del 40% del numero delle donne seguite nel 2007 rispetto a quello dell’anno precedente (267 donne). Del totale di 551 nuove donne che hanno contattato la Casa delle donne, 523 lo ha fatto per motivi di violenza, che corrisponde ad un 95% del totale (tab. 2). Questo dato riflette la conoscenza a livello territoriale e cittadino della specificità del centro antiviolenza: le donne sanno che si rivolgono a un centro che si occupa del problema della violenza alle donne, e le domande di aiuto risultano nella quasi totalità pertinenti. Rispetto alla provenienza delle nuove donne che ci hanno contattato, 341 donne (63%) provengono da Bologna (erano 210 nel 2006, il 62%); 113 donne (21%) provengono dalla provincia di Bologna (95 nel 2006, il 27%); 90 donne (16%) dalla regione Emilia-Romagna o da altre regioni d’Italia (46 nel 2006, il 13%) (tab. 3). Se confrontiamo il dato della provenienza con quello dell’anno precedente, i numeri totali sono aumentati, naturalmente, ma si è verificato anche un cambiamento: le donne provenienti dalla provincia sono diminuite, mentre quelle provenienti dalla regione Emilia-Romagna e nelle altre regioni d’Italia sono aumentate. Il dato comunale invece risulta sostanzialmente invariato. Per quanto riguarda la provenienza dai comuni della provincia di Bologna, 16 donne provengono da San Lazzaro di Savena, 8 da Castel Maggiore, 8 da San Giovanni in Persiceto e 7 da Casalecchio di Reno (tab. 4). La maggior parte delle donne che hanno preso contattato sono italiane (73%) (tab. 5). Per quanto

9

riguarda le donne straniere, la maggior parte di loro, pari al 47%, proviene dall’Europa dell’Est e il 23% dal Nord Africa (tab. 6). In relazione all’età delle donne accolte, il 68% di loro ha dai 26 ai 45 anni: il 40% dai 26 ai 35 e il 28% dai 36 ai 45 anni (tab. 7). Per quanto riguarda lo stato civile e la maternità, il 58% è coniugata o convivente e il 25% è nubile (tab. 8). Il 62% di loro ha delle/dei figlie/i (tab. 9). Rispetto all’occupazione, il 57% è occupata (tab. 10), ma soltanto il 35% del totale delle donne occupate o con altro tipo di remunerazione ha un reddito sufficiente (tab. 11). Il 97% delle donne che hanno preso contattato non presenta alcuna caratteristica psicofisica particolare, cioè non presentano segni di disagio psichico (2%) né di handicap grave (1%) (tab. 12). Rispetto ai tipi di violenza subita il 40% delle donne ha subito violenza fisica + psicologica, il 27% violenza fisica, economica e psicologica e il 13% violenza psicologica. Se consideriamo le violenza per macrocategorie distinte, risulta che – del totale delle donne accolte per motivi di violenza e di cui si conoscono i tipi di violenza subite (521 donne) – il 98% ha subito violenza psicologica, 76% ha subito violenza fisica, 40% violenza economica e il 14% violenza sessuale (tab. 13). Nella maggior parte dei casi, 86%, il primo contatto con il centro è stato fatto direttamente dalla donna; il 4% da parte di amiche/i; il 4% è avvenuto da parte dei servizi sociali (tab. 14), La donna ha conosciuto il centro attraverso la pubblicizzazione diretta (24%); amiche/i, conoscenti, familiari (23%); servizi socio sanitari (15%). Cinquantanove donne, pari al 11%, hanno conosciuto il centro attraverso il “1522 – Antiviolenza donna” (tab. 15). Per quanto riguarda le richieste e i bisogni espressi, il 64% ha chiesto delle informazioni, il 52% ha chiesto dei colloqui, e il 47% ascolto, sfogo e consigli. L’11% (pari a 58 donne) ha chiesto ospitalità e il 7% (pari a 38 donne) ha chiesto aiuto in emergenza per violenza (tab. 16).

Si ricorda che tutti i dati sono stati riportati in maniera complessiva, in modo da garantire privacy, anonimato e riservatezza.

10

Dati generali di accoglienza. Anni 1990-2007

Nuove Totale Totale Donne che

Anno donne bambine/i ospiti Segnalazioni partecipano

accolte totale italiane straniere ospitate/i donne+bambine/i telefoniche ai gruppi

1990-91 324 24 21 3 20 44 55

1992 305 18 16 2 13 31 102 5

1993 302 20 16 4 11 31 93 11

1994 305 20 13 7 13 33 94 15

1995 309 20 14 6 11 31 90 13

1996 309 19 10 9 11 30 107 17

1997 353 49 21 28 26 75 184 17

1998 302 34 9 25 18 52 148 14

1999 343 26 11 15 25 51 139 19

2000 252 17 10 7 18 35 130 9

2001 364 20 7 13 22 42 182 55

2002 383 26 6 20 18 44 206 30

2003 346 23 7 16 16 39 226 20

2004 357 17 7 10 13 30 199 34

2005 360 25 8 17 19 44 215 34

2006 360 13 7 6 15 28 206 10

2007 551 26 8 18 21 47 260 24

Totale 5825 397 191 206 290 687 2636 327

Donne ospitate

11

Dati generali di accoglienza. Anno 2007

Donne nuove accolte 551

Donne seguite dal periodo precedente 78

Totale donne seguite nel periodo segnalato 629

Segnalazioni (da parte di terzi) di donne che subiscono violenza 260

Donne ospitate nelle case rifugio (entrate nel 2007) 26Donne ospitate nelle case rifugio (entrate prima di gennaio 07) 4

Totale donne ospitate nelle case rifugio 30

Bambine/i ospitate/i nella casa rifugio (entrati nel 2007) 21Bambine/i ospitate/i nella case rifugio (entrati prima di gennaio 07) 3

Totale bambine/i ospitate/i nelle case rifugio 24

Donne che partecipano ai gruppi 24

12

Tab.1. Percorso di accoglienza delle donne che hanno preso contatto Anno 2007

Percorso di accoglienza N° di donne %

Si, in corso o terminato 295 47% 373

Si, dagli anni precedenti 78 12% donne

Solo contatto telefonico 256 41%

Totale 629 100%

0,00E+00

7

anno 2007

Percorso di accoglienza delle donne che hanno preso

contatto - anno 2007

S i , da gl i a nni

pr e c e de nt i

12 %

S ol o c ont a t t o

t e l e f oni c o

4 1%

S i , in c or so o

t e r mi na t o

4 7 %

13

Tab. 2. Le donne che hanno preso contatto hanno subito violenza?

Anno 2007

Ha subito N° di

violenza donne %

Si 523 95%

No 12 2%

Non so 3 1%

Altro 13 2%

Totale 551 100%

Ha subito violenza?

Anno 2007

523

12 3 13

0

100

200

300

400

500

600

Si No Non so Altro

di

do

nn

e

14

Tab. 3. Residenza delle donne accolte

Anno 2007

Residenza N° di donne %

Bologna città 341 63%

Provincia di Bologna 113 21%

Regione Emilia Romagna 27 5%

Altre regioni dell'Italia 63 11%

Totale 544 100%non rilevato: 7

anno 2007

Residenza delle donne accolte

anno 2007

63%

21%

5%

11%

0%

10%

20%

30%

40%

50%

60%

70%

Bologna città Provincia di

Bologna

Regione

Emilia

Romagna

Altre regioni

dell'Italia

Residenza

di d

on

ne

15

Tab. 4. Comune di residenza delle donne accolte Anno 2007

Comune di N° di

residenza donne

Anzola dell'Emilia 2

Argelato 1

Baricella 2

Bazzano 1

Budrio 4

Calderara di Reno 3

Casalecchio di Reno 7

Castel Maggiore 8

Castel San Pietro Terme 2

Castello d'Argile 2

Castello di Serravalle 1

Castenaso 1

Castiglione dei Pepoli 1

Crevalcore 3

Galliera 1

Granaglione 1

Granarolo dell'emilia 1

Grizzana Morandi 1

Loiano 5

Marzabotto 1

Medicina 1

Minerbio 1

Molinella 3

Monterenzio 4

Monzuno 1

Osteria Grande 1

Pianoro 1

Pieve di Cento 1

Porretta Terme 3

Sala Bolognese 3

San Giorgio di Piano 4

San Giovanni in Persiceto 8

San Lazzaro di Savena 16

San Pietro in Casale 1

Sant'Agata Bolognese 2

Sasso marconi 4

Savigno 1

Vergato 3Zola Predosa 5

16

Tab. 5. Cittadinanza delle donne accolte Anno 2007

Cittadinanza N° di donne %

Italiana 401 73%

Straniera 150 27%

Totale 551 100%

Cittadinanza delle donne accolte

anno 2007

Italiana

73%

Straniera

27%

17

Tab. 6. Paese di provenienza delle donne straniere accolte

Anno 2007

Paese di provenienza N° di donne

Marocco 27

Romania 21

Moldavia 17

Nigeria 9

Ucraina 8

Polonia 5

Albania 6

Filippine 4

Peru 4

Tunisia 4

Brasile 3

Russia 3

Camerun 2

Colombia 2

Egitto 2

Iran 2

Kossovo 2

Libano 2

Serbia 2

Sri - Lanka 2

Bangladesh 1

Congo 1

Croazia 1

Cuba 1

Ecuador 1

Francia 1

Germania 1

India 1Kenia 1

Lituania 1

Mauritius 1

Pakistan 1

Senegal 1

Somalia 1

Spagna 1

Ungheria 1

Venezuela 1

Yugoslavia 1

Totale 145non rilevato: 5

Area Geografica di N° di donne %provenienza

Europa dell'Est 68 47%

Nord africa 33 23%

Africa 15 10%

Asia 14 10%

America latina 12 8%

Europa 3 2%

Totale 145 100%non rilevato: 5

18

Tab. 7. Età delle donne accolte Anno 2007

Fascia di età N° di donne %meno di 18 2 0%

18-25 66 12%

26-35 216 40%

36-45 151 28% 68%46-55 70 13%

56-65 30 6%

più di 65 10 1%

Totale 545 100%non rilevato: 6

Età delle donne accolte

anno 2007

2

66

151

70

3010

216

0

50

100

150

200

250

meno

di 18

18-25 26-35 36-45 46-55 56-65 più di

65

Fascia di età

di d

on

ne

19

Tab. 8. Stato civile delle donne accolte Anno 2007

Stato civile N° di donne %

Nubile 138 25%

Coniugata 227 42%

Convivente 87 16%

Separata legalmente 48 9%

Separata di fatto 27 5%

Divorziata 6 1%

Vedova 11 2%

Totale 544 100%missing: 7

Stato civile delle donne accolte

anno 2007

138

227

87

4827

6 11

0

50

100

150

200

250

Nubile

Coniugata

Convivente

Separata legalmente

Separata di fatto

DivorziataVedova

Stato civile

di d

on

ne

20

Tab. 9. Le donne accolte hanno delle/dei figlie/i? Anno 2007

Presenza di figlie/i N° di donne %

Si 326 62%

No 201 38%

Totale 527 100%missing: 24

Donne incinta: 18

Le donne accolte hanno delle/dei figlie/i

anno 2007

No

38%

Si

62%

21

Tab. 10. Occupazione delle donne accolte

Anno 2007

Occupazione N° di donne %

Occupata 284 57%

Disoccupata 106 21%

Casalinga 45 9%

Studentessa 25 5%

Pensionata 27 5%

Invalida 8 2%

Altro 1 0%

Totale 496 100%

missing: 55

Occupazione delle donne accolte

anno 2007

284

106

4525 27

8

0

50

100

150

200

250

300

Occupata

Disoccupata

Casalinga

Studentessa

PensionataInvalida

Occupazione

di d

on

ne

22

Tab. 11. Reddito delle donne accolte Anno 2007

Reddito N° di donne %

Sufficiente 172 35%

Insufficente 201 41%

Inesistente 115 24%

Totale 488 100%missing: 63

Reddito delle donne accolte

anno 2007

Insufficente

41%

Inesistente

24%Sufficiente

35%

23

Tab. 12. Caratteristiche psicofisiche delle donne accolte Anno 2007

Caratteristiche N° di donne %

Nessuna 525 97%

Disagio psichico 10 2%

Handicap grave 3 1%

Tossicodipendente 2 0%

Etilista 1 0%

Totale 541 100%missing: 10

Caratteristiche psicofisiche delle donne accolte

anno 2007

525

10 3 2 1

0

100

200

300

400

500

600

Nessuna

Disagio psichico

Handicap grave

TossicodipendenteEtilista

Caratteristiche psicofisiche

di

do

nn

e

24

Tab. 13. Tipo di violenza subita dalle donne accolte

Anno 2007

Tipo di violenza subita N° di donne %

Fisica + psicologica 206 40%

Fisica + economica + psicologica 142 27%

Psicologica 66 13%

Economica + psicologica 36 7%

Fisica + psicologica + sessuale + economica 29 6%

Fisica + sessuale + psicologica 18 3%

Sessuale 11 2%

Sessuale + psicologica 11 2%

Fisica + sessuale 2 0%

Totale 521 100%

Macrocategorie di violenza N° di donne % (*)

Psicologica 397 76%

Fisica 508 98%

Economica 207 40%

Sessuale 71 14%

risposta multipla

(*) Percentuale calcolata sul totale delle donne che subiscono violenza

e delle quali si conoscono i tipi di violenza subita: 521

Tipo di violenza subita dalle donne accolte

anno 2007

206

142

66

3629

1811 11

2

0

50

100

150

200

250

Fisica +

psicologica

Fisica +

economica +

psicologica

Psicologica Economica +

psicologica

Fisica +

psicologica +

sessuale +

economica

Fisica +

sessuale +

psicologica

Sessuale Sessuale +

psicologica

Fisica +

sessuale

Nu

me

ro d

i d

on

ne

25

Tab. 14. Primo contatto con il centro antiviolenza

Anno 2007

Primo contatto con il Centro N° di donne %

Donna 475 86%

Amiche/ci 24 4%

Servizi sociosanitari 21 4%

Familiari / parenti 10 2%

Tribunali / Forze dell'Ordine 9 2%

Associazioni laiche 5 1%

Associazioni Cattoliche 3 1%

Fidanzato 2 0%

Altro Centro Antiviolenza 1 0%

Totale donne 550 100%

Primo contatto con il Centro Antiviolenza

anno 2007475

24 21 10 9 5 3 2 10

50100150200250300350400450500

Don

na

Amiche

/ci

Servizi soc

iosa

nita

ri

Familia

ri / p

aren

ti

Tribun

ali / F

orze

dell'O

rdine

Assoc

iazion

i laich

e

Assoc

iazion

i Cat

tolic

he

Fidan

zato

Altro

Cen

tro A

ntiviolenz

a

Chi realizza il primo contatto con il Centro?

Nu

me

ro d

i d

on

ne

26

Tab. 15. Come ha conosciuto il centro antiviolenza? ANNO 2007

R a d io / Te levis io n e 9 2 %

P s ic o log a /o p u b b lic o / p riva to 8 2 %

A s s oc ia z ion i la ic h e 6 1 %

P ron to s oc c o rs o 6 1 %

A s s oc ia z ion i C a t to lic he 4 1 %

A vvo c a to /a 4 1 %

S tam pa 3 0 %

M e d ic o d i b as e 3 0 %

T o ta le d o n n e 5 1 8 1 0 0 %m is s ing : 1 6

C o m e la d o n n a h a c o n o s c iu to il C e n tro A n tiv io le n z a ?

A n n o 2 0 0 7

1 2 31 1 9

7 8

5 9

3 6

2 1 2 0 1 9

9 8 6 6 4 4 3 3

0

20

40

60

80

100

120

140

C an a le d ' in fo rm az io n e

Nu

mero

di d

on

ne

27

Tab. 16. Richieste/bisogni della donna Anno 2007

R ic h ie s te / b is o g n i d e lla d o n n a N ° d i d o n n e

( r is p o s ta m u lt ip la )

In fo rm a z io n i 3 5 1

C o llo q u io d i a c c o g lie n za 2 8 4

A s c o lto , s fo g o , c o n s ig lio 2 5 9

C o n s u le n za le g a le 7 9

O s p ita lità 5 8

E m e rg e n za p e r v io le n za 3 8

A s s is te n za le g a le 2 5

C o n ta tto c o n a ltr i C e n tr i A n t iv io le n za 1 7

C o n s u le n za p s ic o lo g ic a 1 5

R ic e rc a d e lla c a s a 1 4

R ic e rc a d e l la v o ro 1 3

P a rte c ip a z io n e a i G ru p p i 7

A iu to e c o n o m ic o 1

In fo rm a z io n i p e r IV G 1

T o ta le r ic h ie s te / b is o g n i 1 1 6 2

R ic h ie s te /b is o g n i d e lla d o n n a

a n n o 2 0 0 7

3 5 1

2 8 42 5 9

7 95 8

3 82 5 1 7 1 5 1 4 1 3 7 1 1

0

5 0

1 0 0

1 5 0

2 0 0

2 5 0

3 0 0

3 5 0

4 0 0

Info

rmaz

ioni

Colloqu

io d

i acc

oglie

nza

Ascolto

, sfo

go, c

onsiglio

Con

sulenz

a lega

le

Osp

italità

Em

erge

nza

per v

iolenz

a

Ass

iste

nza

lega

le

Con

tatto

con

altr

i Cen

tri A

ntiviolenz

a

Con

sulenz

a ps

icolog

ica

Ricer

ca d

ella cas

a

Ricer

ca d

el la

voro

Par

tecipa

zion

e ai G

rupp

i

Aiuto

eco

nom

ico

Info

rmaz

ioni p

er IV

G

R ic h ie s te /b is o g n i

Nu

me

ro d

i d

on

ne

28

2.2. L’ospitalità nelle case rifugio

La Casa delle donne per non subire violenza dispone di due appartamenti di ospitalità situati in città il cui indirizzo è segreto al fine di proteggere le donne e i loro figli nel momento più rischioso e delicato di allontanamento dal marito o dal partner violento. Gli appartamenti sono gestiti potenziando e sostenendo l’autonomia delle donne ospiti. Le operatrici sono presenti all’interno delle case durante tutta la giornata con turni definiti.

Uno dei due appartamenti dispone di 7 posti letto (più uno di emergenza) e l’altro dispone di 6 posti letto (più uno di emergenza) e sono stati concessi in uso dalla Provincia di Bologna. L’intervento nelle case rifugio si avvale di uno staff composto dalla coordinatrice e responsabile dell’ospitalità, tre operatrici part-time, un’educatrice specializzata nell’intervento con i minori, due volontarie del servizio civile (una come supporto alle donne ospiti e l’altra con funzione di baby sitter).

L’ospitalità nelle due case rifugio è legata al rischio e alla pericolosità della violenza che la donna da sola o con suoi figli stanno vivendo: possibilità di vivere in un luogo tranquillo e protetto dalla violenza permette loro di riprendersi dal trauma e cominciare una vita diversa. Le operatrici possono dare loro un aiuto pratico e materiale (accompagnamenti, approvvigionamento alimentare, manutenzione della casa, ecc.); un sostegno emotivo attraverso l’ascolto e il rafforzamento di risorse e potenzialità, utilizzando anche laboratori creativi; un supporto rispetto alla genitorialità con l’intervento dell’educatrice nelle case rifugio, e la psicologa disponibile al centro per colloqui individuali. Tutte le donne ospitate sono inoltre seguite nel loro percorso di uscita dalla violenza con appositi colloqui con un’operatrice di riferimento nel centro antiviolenza.

La durata dell’ospitalità nelle case è di 5 mesi, con la possibilità di un prolungamento della permanenza nel caso di una data certa di ingresso in un’altra struttura o appartamento; si può prolungare l’ospitalità (di un mese al massimo) anche nel caso di donne con figli/e.

Nel corso del 2007 sono state ospitate 30 donne e 24 bambini (cfr. supra, Dati generali di accoglienza 2007) per un totale di 4.303 notti

L’approvvigionamento alimentare si basa attualmente su:

1. buoni spesa acquistati da Coop Adriatica, che vengono distribuiti settimanalmente alle donne ospiti senza alcun tipo di reddito

2. prodotti di prima necessità forniti mensilmente e gratuitamente dal Banco Alimentare

3. prodotti alimentari gratuiti non più destinati alla vendita nella distribuzione organizzata per difetti di confezione o perché vicini alla scadenza, ma ancora perfettamente sani e commestibili, forniti ogni 15 giorni dal progetto “Lastminutemarket”, trasformando lo spreco in risorsa.

Da gennaio 2004 viene utilizzato anche il Banco Farmaceutico che, grazie alla giornata nazionale della raccolta di medicinali per le persone bisognose, da la possibilità di offrire alle donne e ai loro figli/e alcuni medicinali di base per i quali non necessita ricetta medica. Ciò è stato particolarmente utile data la difficoltà economica della maggior parte delle donne ospitate.

Il servizio di ospitalità si è avvalso della collaborazione di:

1. una coordinatrice per la gestione delle Case Rifugio: Elisa Marchiani 2. 2 operatrici junior 3. 1 educatrice 4. 2 volontarie del servizio civile 5. una supervisione mensile con due psicoterapeute esterne

29

2.3. Accoglienza e sostegno per minori vittime di abusi e violenze. Il gruppo per le madri

Il servizio di accoglienza per minori prevede percorsi di sostegno alla genitorialità per donne che subiscono violenza e di supporto ai/alle bambini/e vittime di maltrattamento e/o abuso sessuale. Vede coinvolte al suo interno figure professionali specificamente formate sulla violenza ai/alle minori. Tra operatrici e volontarie, operano a part-time: una psicoterapeuta familiare, una psicologa, un’educatrice per i/le bambini/e, una volontaria del servizio civile, e una consulente legale volontaria. Gli interventi rivolti alle donne ed ai/alle loro figli/e sono stati effettuati all’interno di un lavoro di rete che ha visto l’attivazione di percorsi specifici con l’obiettivo di fornire una risposta adeguata ai bisogni emersi nelle diverse situazioni che si sono presentate, e che ha portato al coinvolgimento delle differenti istituzioni che, a seconda della situazione, sono preposte alla tutela e all’aiuto dei/le minori. In particolare sono stati attivati percorsi comprendenti: • colloqui di prima accoglienza a donne che vivevano una situazione di violenza domestica e a cui

i/le figli/e assistevano; • colloqui con madri che si sono rivolte per la violenza subita direttamente dai/dalle figli/e; • colloqui di prima accoglienza con adolescenti con esperienze di violenza intrafamiliare; • colloqui di sostegno alla genitorialità con le madri; • colloqui di sostegno psicologico/psicoterapia con minori e con adolescenti;

• attività di rete e di coordinamento con i servizi preposti alla tutela e alla protezione dei/le minori.

Il servizio rivolto ai/alle minori lavora in équipe con il settore che si occupa dei percorsi di accoglienza per donne che subiscono violenza e con il settore ospitalità presso le case rifugio ad indirizzo segreto. E’ prevista una riunione a cadenza settimanale di coordinamento e confronto riguardo le situazioni seguite. Oltre all’attività “di base”, il Servizio minori cerca di fornire risposte sempre più vicine alle reali esigenze dei bambini, delle bambine e delle loro madri che sono vissuti in contesti familiari violenti, cercando negli anni di diversificare e ampliare le sue proposte di intervento, privilegiando la formula del gruppo sia per le attività di sostegno alle madri, che di quelle ai minori. Di seguito presentiamo una breve descrizione del progetto attivato nell’anno 2007. Progetto “Maternità e violenza domestica:esperienze genitoriali a confronto”

Nel 2007, grazie al finanziamento a parte ricevuto dal Settore Servizi Sociali del Comune di Bologna, è stato possibile realizzare – seppur parzialmente, a causa della riduzione dei fondi ricevuti – un progetto che ha permesso alle madri che hanno subito violenza domestica di potere usufruire di un supporto mirato e qualificato. Sono state realizzate azioni che coinvolgevano le madri a livello individuale e a livello di gruppo.

L’intervento attivato è stato rivolto a: � madri che con i loro figli/e sono state ospiti nelle case rifugio ad indirizzo segreto; � madri che hanno subito violenza interessate a svolgere un percorso di sostegno alla genitorialità. La finalità delle attività proposte è stata quella di sostenere le partecipanti su alcune tematiche legate alla genitorialità, e in particolare aiutarle a riconoscere i bisogni dei propri figli e figlie, anche attraverso il confronto con altre donne che hanno avuto la stessa esperienza di violenza intrafamiliare. La procedura adottata è stata quella di svolgere un breve percorso di almeno tre/quattro colloqui con una operatrice e con la psicologa, per valutare insieme alla donna l’opportunità o meno dell’inserimento nel gruppo.

30

Il gruppo è stato condotto dalla responsabile del Servizio minori, dott.ssa Silvia Carboni, psicologa-psicoterapeuta esperta nel sostegno alla genitorialità all’interno di un contesto familiare di violenza, e dalla responsabile del Settore accoglienza, dott.ssa Caterina Righi, esperta di tematiche relative alla violenza domestica. Gli incontri hanno avuto luogo ogni tre settimane per lasciare uno spazio di riflessione adeguato alle partecipanti sulle tematiche affrontate, che sono state sempre intense e complesse. Il gruppo ha avuto la durata di 6 incontri, e ha riguardato 8 donne, 4 italiane e 4 straniere. L’età dei figli delle donne partecipanti andava dai 6 ai 15 anni, per un totale di 13 bambini/e. Tutte le mamme erano separate o in fase di separazione dal partner violento, tranne una che si trovava in una situazione di tentata riconciliazione. Le conduttrici hanno effettuato una supervisione sull’andamento del lavoro con il gruppo con la dott.ssa Pedrocco Biancardi (psicoterapeuta familiare). La conduzione del gruppo per le mamme ha rappresentato un progetto sperimentale e innovativo nell’approfondire, in un percorso di gruppo, l’analisi delle problematiche relative al maltrattamento subito dalle donne e dai bambini, alle dinamiche e alle conseguenze. Attività di promozione del servizio e del lavoro di rete

Da otto anni la Casa delle donne è iscritta al Cismai (Coordinamento Italiano dei Servizi contro il Maltrattamento e l’Abuso all’Infanzia) del quale fanno parte centri e servizi di differenti regioni d’Italia con lo scopo di costituire una rete di studio, approfondimento e di confronto rispetto le modalità di intervento nei casi di violenza all’infanzia. Le operatrici del Servizio minori partecipano attivamente alla vita del Coordinamento e alle attività culturali e scientifiche da questo promosse. Nel 2007 inoltre, la responsabile del Settore minori ha partecipato agli incontri del Coordinamento regionale del Cimai, che l’obiettivo di promuovere il confronto e le iniziative comuni tra le differenti realtà che, in Emilia-Romagna, operano in tutela dei minori. L’obiettivo di rafforzare l’azione e l’impegno a livello locale sul tema della prevenzione della violenza all’infanzia, promuovere valori non violenti e progetti attraverso il confronto di esperienze di buone prassi ha portato il Coordinamento regionale Cismai ad organizzare una giornata seminariale con il patrocinio della Regione Emilia-Romagna, dal titolo “Violenza e salute. Il bambino al centro, pensieri ed esperienze di protezione”, svoltasi a Bologna il 23 novembre 2007. Nel corso del 2007 la psicologa Francesca Pullini è stata invitata, per le competenze specifiche nelle tematiche inerenti la tutela ai minori e la violenza domestica, al seminario nazionale “Bambini e violenza: l’impegno dell’Italia per la prevenzione e la protezione. Confronto di esperienze e analisi delle linee di azione”, organizzato il 22 ottobre dal Ministero della Solidarietà sociale e dal Dipartimento delle politiche della famiglia, con la collaborazione del Centro nazionale di documentazione e analisi per l’infanzia e l’adolescenza. Tale seminario rientrava nelle procedure per la realizzazione del Programma Consiglio d’Europa “Building a Europe for and with Children” - Programme of Action “Children and Violence”. Pubblicazioni

Nel 2007, il Servizio minori della Casa delle donne per non subire violenza è stato coinvolto nella stesura del libro Scegliere la libertà: affrontare la violenza. Indagine ed esperienze dei Centri

antiviolenza dell’Emilia Romagna, a cura G. Creazzo, FrancoAngeli, 2007. In questa pubblicazione vengono presentati i risultati della terza indagine diretta a raccogliere i dati relativi alle donne accolte dai Centri antiviolenza dell’Emilia-Romagna, e vengono presentati approfondimenti relativi ai percorsi di uscita dalla violenza e alle pratiche sociali secondo le esperienze di alcuni centri. Il contributo del Servizio minori ha avuto come titolo “Le violenze sui figli e sulle figlie delle donne

accolte: rilevazione, protezione e intervento”. La lettura dei dati emersi dalla ricerca rispetto all’ambito della violenza subita dai figli delle donne accolte ha fornito lo spunto per effettuare una riflessione sull’approccio teorico, metodologico e di accoglienza che il nostro Centro ha sviluppato

31

sulla violenza verso i bambini e le bambine. 2.3.1 Dati dell’accoglienza e dell’ospitalità ai minori Di seguito vengono presentati alcuni dati riassuntivi riguardo le attività di accoglienza rivolte ai/alle minori e alle loro madri effettuate nel 2007. Si ricorda che i dati riguardanti le donne e i/le minori sono stati riportati in maniera complessiva in modo da garantire la privacy delle persone seguite. Durante il 2007 sono stati seguiti con interventi di sostegno psicologico un totale di 34 madri e 3 minori. Per quanto riguarda le mamme, 8 erano già in carico dall’anno precedente, mentre 26 sono state seguite per la prima volta nel 2007. Per quanto riguarda i minori, tutti e tre sono stati presi in carico per la prima volta nel 2007 (tab. 1). Tab.1 Mamme e bambini/e seguiti/e per interventi di sostegno gennaio-dicembre 2007

DESCRIZIONE ANCORA IN CARICO

DAGLI ANNI PRECEDENTI

PRIMO ACCESSO AL

SERVIZIO NEL 2007

TOTALE

Mamme 8 26 34 Bambini 0 3 3 Totale 8 29 37 In questo anno di attività sono stati fatti 228 colloqui di sostegno alla genitorialità con le madri e 56 colloqui con i/le minori (tra diagnosi, sostegno e psicoterapia). Di seguito (tab. 2) alcuni dati specifici delle prestazioni erogate nel 2007, a confronto con l’anno precedente, per sottolineare il considerevole aumento delle attività, in relazione al considerevole aumento nella richiesta di aiuto delle donne adulte, messa prima in evidenza. . Tab. 2 Prestazioni effettuate nel 2007

Descrizione

Periodo gennaio-dicembre 2006

Periodo gennaio-dicembre 2007

Colloqui di sostegno alla genitorialità con madri 172 228 Colloqui diagnostici/ di sostegno e psicoterapie con minori

26 56

Totale colloqui 198 284 Incontri e colloqui telefonici con la rete in riferimento ai casi seguiti

4 44

Relazioni scritte a servizi e istituzioni 3 9 Il progetto rivolto ai/alle bambini/e ospiti, attivo dal 1999, mira a favorire l’inserimento e la permanenza del/la minore nella casa rifugio e a offrire un supporto alla funzione genitoriale della madre. Tale intervento prevede diverse azioni e diverse figure professionali: una operatrice/educatrice formata sulle tematiche dell’infanzia, che si occupa di progettare e realizzare, insieme a volontarie, attività diversificate (educative e ricreative) e mirate a seconda delle esigenze del/la minore e della madre; una volontaria del servizio civile che svolge un intervento rivolto a fornire un aiuto concreto alle madri nell’accudimento dei bambini/e per facilitare e sostenere l’inserimento lavorativo e abitativo delle madri (ricerca lavoro, ricerca casa…) e sostenerle nell’accudimento; una psicologa che fornisce percorsi di sostegno alla genitorialità, una psicologa-

32

psicoterapeuta che, oltre all’attività clinica, coordina e supervisiona le attività delle operatrici coinvolte nel progetto. Nel 2007 sono stati ospitati 18 nuclei familiari1, composti da 18 madri e 24 minori, tra questi 2 nuclei sono entrati nelle case rifugio nel 2006 e hanno terminato la loro ospitalità nel 2007, mentre 16 nuclei sono stati ospitati per la prima volta nel 2007. Tra questi 18 nuclei, 5 hanno intrapreso un percorso di sostegno alla genitorialità o di supporto al/la minore con le psicologhe del servizio minori. Tutti i nuclei hanno usufruito delle attività educative e di sostegno alla relazione madre-bambini/e proposte dall’educatrice.

I/Le bambini/e ospitati per la prima volta nelle case rifugio nel 2007 hanno avuto un’età compresa tra 0 e 14 anni: di cui undici bambini/e tra 0 e 3 anni, sei bambini tra 4 e 6 anni, tre bambini/e tra 7 e 10 anni, uno tra 11 e 14 anni (tab. 3).

Tab. 3 Minori ospiti per la prima volta nelle case rifugio da gennaio a dicembre 2007

Eta’ Totale 0-3 ANNI 11 4-6 ANNI 6 7-10 ANNI 3 11-14 ANNI 1 TOTALE 21

Le psicologhe del Servizio minori in questo anno hanno effettuato 50 riunioni di supervisione (a cadenza settimanale e della durata di un’ora) delle attività svolte dall’operatrice e dalle volontarie con i/le minori ospiti all’interno delle case rifugio.

2.4. La supervisione

Le operatrici che svolgono attività di accoglienza con le donne che si rivolgono al Centro a causa di violenze e maltrattamenti subiti incontrano periodicamente due psicoterapeute per la supervisione delle situazioni incontrate. La supervisione è uno strumento fondamentale di formazione permanente, di qualità del servizio offerto e di protezione di chi quotidianamente si confronta, nell’ambito della relazione di aiuto offerta dal centro antiviolenza, donne sofferenti ed esposte a pericoli oggettivi per la loro salute psicologica e fisica. Nel corso del 2007 si sono svolti 8 incontri di due ore di supervisione con le due psicoterapeute di riferimento, Chiara Risoldi e Daniela Simoncini. Le operatrici che iniziano la loro attività di accoglienza svolgono la supervisione nel confronto con le colleghe più esperte.

1 Per “nuclei familiari” si intendono i nuclei comprendenti madri e bambini/e.

33

3. FORMAZIONE La formazione sul tema della violenza di genere e dell’aiuto alle donne vittime di violenza è uno strumento essenziale per sviluppare e implementare le politiche di rete e per far nascere nuovi centri antiviolenza, o migliorare l’intervento e i servizi di quelli esistenti. È anche un mezzo che tutela dal burn out le operatrici, continuamente esposte alla traumatizzazione secondaria, contribuendo a preservare lo staff esistente. L’organizzazione e la partecipazione a convegni e seminari per sensibilizzare contesti o target specifici mira al cambiamento culturale, cioè di quegli aspetti strutturali che sostanziano la violenza contro le donne.

L’attività di formazione della Casa delle donne per non subire violenza viene finanziata quasi totalmente da specifici progetti approvati dal Fse, oppure da committenti esterni (enti pubblici, centri antiviolenza, scuole, associazioni del privato sociale, ecc.) che richiedono gli interventi formativi per il loro personale.

A livello organizzativo dispone di una responsabile di settore, Angela Romanin, che si occupa di programmare, preparare, coordinare e valutare tutta l’attività. La metodologia adottata si avvale di lezioni frontali, dinamiche di gruppo, role playing, simulazioni, drammatizzazioni, analisi di casi reali, discussioni guidate, test, ecc. Le docenti, oltre ad Angela Romanin, sono esperte dei vari settori della Casa delle donne: Caterina Righi (counselor, responsabile del settore accoglienza), Silvia Carboni (psicologa e psicoterapeuta, responsabile del servizio minori), Giuditta Creazzo (ricercatrice), avvocate e altre esperte esterne alla Casa delle donne. Le principali esperienze formative di quest’anno sono nate per dare continuità e risposte ai bisogni evidenziati in precedenza, in particolare sviluppando politiche di rete a livello territoriale, nazionale ed europeo. Di seguito i momenti principali di svolgimento del settore nel periodo gennaio-dicembre 2007.

3.1. Progetti specifici

dicembre 2006 – dicembre 2007

progetto Fse del Coordinamento delle Case delle donne e dei Centri antiviolenza della Regione Emilia-Romagna, in collaborazione con Enaip Fondazione Zavatta Rimini, Ferrara, Parma e Piacenza, Consolidamento delle competenze e delle buone prassi nei centri antiviolenza della

Regione Emilia-Romagna. Il progetto ha visto azioni corsuali e di sistema; il rifinanziamento dello sportello di orientamento e accompagnamento al lavoro per donne che hanno subito violenza; una pubblicazione I centri si raccontano. Il lavoro e le esperienze delle Case delle donne e dei Centri

antiviolenza dell’Emilia-Romagna, a cura di Elena de Concini; una serie di seminari tematici svolti nei vari territori e un seminario finale tenutosi nella sede della Regione Emilia-Romagna il 14 dicembre. L’attività corsuale per Bologna ha visto lo svolgimento di un corso di base per volontarie; l’attività seminariale una conferenza rivolta alle Forze dell’Ordine (S. Maria della Vita, 12 settembre, intervento di Angela Romanin) e una sulla violenza assistita da maltrattamento sulle madri (Ferrara, 7 novembre, intervento di Silvia Carboni). Inoltre, il 26 febbraio, Angela Romanin ha tenuto una giornata formativa sulla valutazione della pericolosità nel corso di 2° livello rivolto alle operatrici e alle volontarie dei centri antiviolenza di Faenza e Ravenna.

aprile 2007 – gennaio 2008

progetto Improve. Quality services for victims of domestic violence che fa seguito al precedente Daphne 2004 Guidelines for setting up and running of a women’s refuge, condotto dalla rete europea di centri antiviolenza Wave (Women Against Violence in Europe) in collaborazione con i centri antiviolenza di vari paesi europei e la Casa delle donne per non subire violenza, che aveva

34

visto la stesura di Via dalla violenza. Manuale europeo per l’apertura e la gestione di un centro

antiviolenza, secondo gli standard di qualità stabiliti dall’Unione Europea. Il progetto Improve, cui hanno aderito 14 paesi europei, si è articolato in seminari, formazione alle formatrici e visite di studio, svolti a Vienna nei mesi scorsi, indirizzati alle formatrici e alle decisore politiche dei vari paesi, ed è terminato con due giornate di disseminazione in 4 paesi partner, tra cui l’Italia. Il seminario nazionale italiano si è svolto a Bologna, il 24-25 gennaio 2008, nella sede della Provincia di Bologna che ha collaborato al progetto.

settembre-ottobre 2007

progetto La valutazione del rischio di recidiva nei casi di violenza domestica e stalking: Sara

(Spousal Assault Risk Assessment), in collaborazione con l’Ausl di Bologna: 5 giornate formative rivolte a un gruppo di professionisti di varie agenzie (Carabinieri, Polizia, Servizi sociali, medici, associazioni di donne, ecc.). I percorsi di formazione svolti nel 2006 con i partecipanti al Tavolo di rete del progetto Daphne Young People Say No to Violence hanno evidenziato la necessità di disporre di adeguati strumenti di valutazione del rischio di recidiva delle aggressioni. Tra i vari disponibili, il modello canadese del Sara (Spousal Assault Risk Assesment) ha trovato in Italia un’ampia diffusione da parte di Anna C. Baldry, rivelandosi utile sia alla giustizia penale e civile, che al trattamento, alla consulenza legale, all’educazione, alla formazione. Le docenti sono state: Anna C. Baldry, Maria Spiotta, Angela Romanin e Caterina Righi.

3.2. Formazione/scambi a centri antiviolenza

9 febbraio

visita di studio presso la Casa delle donne per non subire violenza di una delegazione di donne serbe (operatrici di centri antiviolenza e altri servizi) di Novi Sadr.

19-20 aprile

seminario di scambio tra servizi e centri antiviolenza italiani e tedeschi. Per la Casa delle donne intervengono Giuditta Creazzo e Angela Romanin.

21-22 aprile

per Atelier Vantaggio Donna di Siena, due giornate di formazione rivolta alle operatrici di centri di aiuto sulla relazione di accoglienza. Docente: Angela Romanin.

9 giugno

per il Centro Servizi per il Volontariato di Ancona, una giornata formativa sui temi dell’accoglienza rivolta alle operatrici e volontarie dell’associazione Donne e Giustizia di Ancona. Docente: Caterina Righi

settembre-dicembre

10 incontri formativi rivolti alle nuove volontarie del servizio civile operanti presso la Casa delle donne. Docenti: Caterina Righi, Angela Romanin, Silvia Carboni, Elisa Marchiani, Susanna Bianconi, Anna Pramstrahler.

3.3. Formazione ad altri soggetti

12 ottobre

giornata formativa sulla violenza contro le donne rivolta a un gruppo di 20 ostetriche del Collegio delle Ostetriche di Bologna. Docente: Angela Romanin.

24 ottobre

35

per Sos Donna di Faenza, intervento formativo rivolto alla Forze dell’Ordine sulla violenza alle donne e l’incontro con l’autore di violenza. Docente: Angela Romanin.

26 novembre

intervento formativo L’assistenza multidisciplinare alle vittime di violenza sessuale, di Clede Maria Garavini (Responsabile Consultori Ausl di Bologna) e Angela Romanin, all’interno del corso di formazione per gli operatori dei Pronto Soccorso cittadini organizzato dall’Università degli studi di Bologna.

27 novembre

Bologna, intervento formativo agli operatori dei Centri per l’impiego della provincia di Bologna. Docenti: Angela Romanin e Silvia Conzatti.

6 dicembre

Provincia di Bologna, Sala del Consiglio Provinciale, seminario: Che genere di educazione contro

la violenza alle donne? Il manuale del fiocco bianco. Il seminario, organizzato insieme alla Provincia di Bologna, era rivolto a docenti e formatori, e ha presentato l’edizione italiana del Manuale per la formazione e le attività educative rivolte alla scuola secondaria superiore, all’interno della Campagna del Fiocco Bianco. Sono intervenuti Angela Romanin e Sandro Bellassai (Maschile Plurale).

3.4. Interventi nelle scuole anno scolastico 2007- 2008

Sono stati tenuti vari di interventi formativi rivolti agli studenti maschi e femmine delle scuole medie inferiori e superiori nelle scuole di Bologna e provincia. Alcuni sono stati svolti all’interno della Campagna del Fiocco Bianco, condotta in collaborazione con l’associazione Maschile Plurale di Bologna (vedi qui di seguito, Settore sensibilizzazione, promozione e comunicazione).

3.5. Formazione rivolta all’interno (ricevuta)

10-13 maggio

formazione ai formatori condotta da Michael Kaufman (fondatore della Campagna del Fiocco Bianco) e Alessandra Pauncz (Associazione Artemisia di Firenze). Partecipanti: vari formatori dell’associazione Maschile Plurale, educatori/trici, psicologhe/i, operatrici e formatrici dei centri antiviolenza toscani ed emiliani (per la Casa delle donne, Angela Romanin).

giugno-settembre

4 giornate formative sullo stupro come trauma condotte da Teresa Bruno (psicologa psicoterapeuta, esperta europea sul trauma, supervisora Associazione Artemisia di Firenze) rivolte alle operatrici della Casa delle donne.

36

4. SENSIBILIZZAZIONE, PROMOZIONE E COMUNICAZIONE

Attivo dal 2000, il Settore Promozione della Casa delle donne è gestito da Anna Pramstrahler, socia che collabora a titolo volontario, svolgendo il ruolo di responsabile; da un’operatrice che segue quotidianamente le attività di gestione dell’ufficio, affiancata da una volontaria del servizio civile. Nel corso dell’anno si avvicendano 2/3 tirocinanti del Corso di laurea in Culture e Diritti Umani. Il Settore Promozione si occupa di organizzare e seguire azioni che possono essere suddivise in quattro aree specifiche: Pubblicizzazione, eventi di sensibilizzazione e iniziative esterne; Fundraising; Attività di gestione ordinaria; Ufficio stampa e mass media. 4.1. Pubblicizzazione, eventi di sensibilizzazione e iniziative esterne

Questa attività comprende le azioni specifiche di promozione e conoscenza del servizio sul territorio di riferimento e la diffusione del numero di telefono. Spesso gli eventi di pubblicizzazione possono generare piccole azioni di fund raising come per esempio i banchetti informativi. Azioni 2007:

• Divulgazione materiale informativo presso il Pronto Soccorso dell’Ospedale Maggiore grazie alla collaborazione di personale medico sensibile

• 8-18 febbraio: “Il Gigante buono contro la violenza alle donne”: dall’esposizione della scultura di Primo Carnera, opera di Saura Sermenghi, presso l’Emporio della Cultura in Piazza Maggiore, un’occasione di sensibilizzazione sul tema della violenza contro le donne.

• Banchetti 8 marzo presso il Centrolame e il Centro Borgo con vendita di mimose e diffusione dei riferimenti del centro

• “Parola all’asta”: da un’idea di Mattia Fontanella, abbiamo allestito in piazza Maggiore un’esposizione di testi (poesie e racconti brevi) che gli scrittori, professionisti e non, del territorio bolognese hanno voluto donarci. Tali scritti sono stati messi all’asta durante l’intera giornata dell’ 8 marzo da Giobbe Covatta che ha vestito i panni del banditore.

• Sacchetti di pane: grazie al contributo volontario e gratuito dell’Associazione Panificatori della Provincia di Bologna e di Coop Adriatica, nel periodo a ridosso dell’ 8 marzo sono stati stampati e distribuiti nei panifici del territorio provinciale diversi quintali di sacchetti per pane recanti lo slogan “Per molte donne la violenza è pane quotidiano” e i riferimenti della Casa delle donne..

• Campagna del 5 per mille: come ONLUS, la Casa delle donne può beneficiare dello scorporo del 5 per mille dalla dichiarazione dei redditi. La campagna per la diffusione del nostro Codice Fiscale si è avvalsa degli strumenti di comunicazione già in nostro possesso (contatti in indirizzario, comunicazioni mail e cartacee) e ha sortito risultati a dir poco positivi

• 9 giugno: partecipazione alla Festa del Volontariato del Quartiere Santo Stefano presso il porticato antistante il Baraccano dove tutte le associazioni di volontari presenti nel territorio si sono date appuntamento per rendere conto di sé e della propria attività alla cittadinanza .

• 21 giugno: grazie all’alacre operosità della Rete delle Donne di Bologna, è stata organizzata presso il centro sociale “Costa” una cena solidale a favore della Casa delle donne a cui hanno partecipato oltre 100 persone

• luglio: abbiamo ricevuto un’inaspettata e innovativa dimostrazione di solidarietà dall’associazione dei tifosi bolognesi “Bologna Clubs” che ha devoluto alla Casa delle donne il ricavato della loro cena annuale di fronte alle telecamere di E’ tv

• 23 settembre: partecipazione a Volontassociate organizzato da Volabo, provincia di Bologna

37

• settembre: partecipazione a 4 serate con banchetti informativi alla Festa de l’Unità presso lo stand destinato alle associazioni di donne

• Promozione del concorso fotografico 2007 CREARE E’ DONNA dal tema: “Le parole sul volto delle donne”, lanciato dalle pagine della nostra newsletter

• 24 novembre: Campagna del Fiocco bianco: distribuzione davanti a 3 scuole medie (superiori e inferiori) dei fiocchi bianchi, prodotti grazie all’ausilio della cooperativa Cadiai, e dei volantini, prodotti dall’ufficio promozione, sul significato del fiocco bianco e sul portato della Campagna. I fiocchi bianchi sono stati distribuiti anche in tutte le iniziative pubbliche organizzate in quel periodo dalle amministrazioni comunali della provincia di Bologna, come a Granarolo il 24 novembre; il 24 e 25 novembre una volontaria ha distribuito i fiocchi bianchi presso l’aeroporto Marconi di Bologna. Nell’ambito della campagna del fiocco bianco sono stati curati i contatti con molte scuole del territorio provinciale in preparazione degli incontri formativi sui temi della campagna che si sono tenuti nei mesi a venire

• 24 e 25 novembre: Palazzo D'Accursio, Rassegna culturale LA VIOLENZA ILLUSTRATA: proiezioni cinematografiche e mostra Le testimoni silenziose, presenza stabile di un banchetto informativo

• 15 dicembre: prima serata dello spettacolo teatrale “I sogni son desti”, ideato da Stefano Morettini che ha deciso di devolvere alla Casa delle donne il ricavato dell’intero progetto (che ha previsto una seconda serata teatrale e l’esposizione e la vendita delle opere fotografiche di Carlo Amorati)

Materiali illustrativi e loro divulgazione:

• Diffusione del bando del Servizio civile volontario 2007-2008, che permette di far collaborare con la Casa delle donne, nei diversi settori, 6 ragazze ogni anno

• Diffusione presso tutte le bacheche pubbliche dei Comuni della Conferenza Metropolitana dei manifesti creati dai Centri Regionali per il 25 novembre 2007, Giornata Internazionale contro la violenza alle donne

• Cartolina e locandina LA VIOLENZA ILLUSTRATA: le locandine (100) sono state affisse presso tutti i punti di interesse del centro cittadino; la distribuzione delle cartoline-invito (5000) è avvenuta nei 20 giorni precedenti l’inizio della manifestazione; lo stesso invito è stato inviato a tutto il nostro indirizzario

• Opuscolo FIOCCO BIANCO: ristampa aggiornata dell’edizione 2006, interamente ideato dall’ufficio promozione. Da usare come supporto negli incontri di formazione nelle scuole interessate al progetto e a mirate destinazioni (biblioteche, comuni..)

• Cartoline e brochure della Campagna Nazionale del Fiocco Bianco spedite e diffuse nei banchetti

• Locandine Fiocco Bianco con calendario degli appuntamenti previsti in territorio bolognese, esposte su 2 linee di autobus urbani per 15 giorni

• Volantino prodotto dall’ufficio Promozione sul significato del fiocco bianco ideato come nota esplicativa del gadget

• Locandine n° 200 sui momenti previsti all’interno della Campagna ideate per i punti di interesse del territorio del Quartiere Reno, finanziatore del progetto sulle formazioni nelle scuole

• Biglietti da visita: realizzati grazie al contributo grafico di una tirocinante di Scienze Politiche, Ilaria, sono stati prodotti n° 10.000 biglietti da visita con tutti i recapiti della Casa delle donne e dell’ufficio promozione

• I pins: n° 600 spille da giacca raffiguranti il logo e il sito della Casa delle donne, pensate come gadget da esporre nei banchetti

38

Partecipazione a conferenze e dibattiti:

8 febbraio, Bologna, Palazzo de’ Notai, seminario Contro l’esclusione sociale delle donne migranti. Interviene Susanna Bianconi.

20 febbraio, Camera del Lavoro di Bologna, Direttivo della Cgil in forma seminariale “La violenza contro le donne: una questione sociale, culturale, politica”, intervento di Angela Romanin Fermare

la violenza contro le donne.

11 marzo, Bologna, incontro organizzato dall’ass. Arca, la Cgil e gli Avvocati di strada. Interviene Caterina Righi.

19-20 marzo, per la Commissione Pari Opportunità della Provincia di Lecce, Convegno Donne:

violenza nascosta, intervento di Angela Romanin.

4 maggio, seminario Rete Nazionale Antiviolenza Arianna, interviene Susanna Bianconi sul tema Cooperare in rete sulla violenza alle donne.

5 giugno, Bologna, Convegno Violenza alle donne quando a subire sono le migranti, Comune di Bologna in collaborazione con la Casa delle donne di Bologna. Intervengono Giuditta Creazzo e Elsa Antonioni.

7 giugno; Provincia di Bologna, Assessorato Pari Opportunità, seduta straordinaria del Consiglio provinciale sul tema: Violenza contro le donne: cultura, azioni, norme di contrasto, interviene Susanna Bianconi.

11-12 giugno, Roma, Convegno Il silenzio e le parole: Rete antiviolenza tra le città Urban Italia, per la Casa delle donne interviene Anna Pramstrahler: Dalla realtà locale a una strategia politico-

nazionale di contrasto alla violenza alle donne.

11 luglio: convegno “MUVI: uomini che usano violenza contro le donne nelle relazioni di intimità” con l’intervento di Giuditta Creazzo. Materiale informativo è stato messo a disposizione di tutti i partecipanti.

12 settembre: seminario “Lavorare in rete con le forze dell’ordine – seminario pubblico sulle forze

dell’ordine”, è intervenuta Angela Romanin. Banchetto e segreteria organizzativa tenuti dall’ufficio promozione.

12-26 ottobre, Comune di Budrio, ciclo di incontri dal titolo Diritti civili e violenza di genere: tre

incontri per sapere, capire, reagire, hanno partecipato Susanna Bianconi ed Elsa Antonioni

6 novembre, Comune di Saint-Gilles (Bruxelles) Convegno Réseau de lutte contre la violence faite

aux femmes. È intervenuta Deborah Casale.

13 novembre, Calderaia di Reno, incontro organizzato dall’associazione di Assess. delle Pari Opportunità Terre d’acqua per le assistenti sociali del territorio. Intervengono: Susanna Bianconi e Elsa Antonioni.

22 novembre, Calderara di Reno (BO), serata organizzata dal Centro giovanile. Interviene Caterina Righi.

23 novembre, Regione Emilia-Romagna, Sala Polivalente, Via A.Moro, Convegno Scegliere la

libertà: affrontare la violenza. Indagine ed esperienze dei Centri antiviolenza dell’Emilia Romagna, presentazione del volume omonimo, pubblicato da FrancoAngeli. Interventi di Silvia Carboni, Giuditta Creazzo,

24 novembre, Granarolo (BO), Consiglio Comunale straordinario sulla violenza contro le donne. Intervento di Caterina Righi,

26 novembre, Spi Cgil di Castenaso, serata sulla violenza domestica, intervento di Angela

39

Romanin,

27 novembre, Consulta emiliano romagnoli nel mondo, Convegno “La legislazione e la politica rivolta alle donne che hanno subito violenza: confronto tra le esperienze della Regione Emilia Romagna e il Brasile”, San Paolo del Brasile, intervento di Giuditta Creazzo,

29 novembre, Bologna, Palazzo d’Accursio, Sala del consiglio Comunale, Convegno Uguaglianza

di genere e diritti dell’infanzia. Un binomio inscindibile. Intervento di Silvia Carboni: I minori

nell’esperienza della Casa delle donne per non subire violenza di Bologna.

3 dicembre, per il Centro donna del Comune di Cesenatico, intervento di Angela Romanin Prendersi carico della violenza.

13 dicembre, Calderara di Reno (BO), Consiglio Comunale straordinario sulla violenza contro le donne. Intervento di Caterina Righi.

8 MARZO 2007 : eventi e partecipazioni • 2 marzo: partecipazione al convegno: “Principi azzurri e botte da orbi” organizzato

dall’associazione Per Wilma con il patrocinio della provincia di Bologna. Intervento di Elsa Antonioni

• 2 marzo: presso il Teatro Comunale di Savigno, partecipazione al dibattito seguito allo spettacolo “Un coro di no alla violenza”. Intervento di Anna Pramstrahler

• 5 marzo: presso la Regione Emilia-Romagna si è tenuto il seminario “Violenza alle donne e

discriminazione di genere: il nuovo disegno di legge”, organizzato dal Coordinamento regionale dei Centri Antiviolenza

• 8 marzo: “Parole all’asta”: da un’idea di Mattia Fontanella, nostro sensibile sostenitore, esposizione in Piazza Maggiore di testi donati e messi all’asta a favore della Casa delle donne. Stesi sui fili, appesi con delle mollette, le poesie e i testi di prosa che scrittori, professionisti e non, hanno donato. L’asta ha avuto luogo durante l’intera giornata dell’ 8 marzo; nel pomeriggio Giobbe Covatta ha assunto le vesti del banditore richiamando così, nonostante la pioggia, la folla incuriosita. L’evento ha avuto notevole risonanza nei canali di comunicazione cittadina, soprattutto sulla stampa

• 24 marzo: presso la sezione DS di Bologna si è tenuto lo spettacolo teatrale “Le parole per

dirlo” a cura del Gruppo di lettura San Vitale, seguito dal dibattito a cui ha partecipato Susanna Bianconi

25 NOVEMBRE 2007: iniziative intorno • 24 novembre: Manifestazione nazionale contro la violenza alle donne: partecipazione di una

delegazione fra socie, operatrici e volontarie della Casa delle donne durante il corteo tenutosi a Roma

• 24 novembre: distribuzione del fiocco bianco: davanti alle scuole medie inferiori del Quartiere Reno e al liceo Fermi, ad opera delle volontarie della Casa delle donne, dei rappresentanti di Maschile Plurale e del Presidente del Consiglio Provinciale Finotti e dell’Assessore Provinciale Rebaudengo

• 19 novembre: nell’ambito della collaborazione con l’assessorato alla Cultura e Pari Opportunità e con l’assessorato all’Istruzione, Formazione e Lavoro della provincia di Bologna, è stato organizzato presso la residenza provinciale il convegno dal titolo: “La merce del desiderio: la

rappresentazione del femminile tra consumo e potere”, organizzato insieme alla Casa delle donne

40

• Dal 19 al 26 novembre: presso la residenza provinciale è stata allestita a cura delle Etichette Stupide la mostra dal titolo “Ma..donna? stereotipi delle rappresentazioni del maschile e del

femminile nell’anno (in)civile MMVII”

• 23 novembre: nell’ambito della collaborazione con l’assessorato alla Cultura e Pari Opportunità e con l’assessorato all’Istruzione, Formazione e Lavoro della provincia di Bologna, è stato organizzato presso la residenza provinciale il convegno dal titolo La violenza sulle donne dal

fatto alla notizia. Il linguaggio dell’informazione fra senso comune e riflessione sulla relazione

fra uomo e donna, organizzato insieme alla Casa delle donne • 24-25 novembre: La Violenza Illustrata. Il festival, giunto alla sua seconda edizione, è stato

patrocinato anche quest’anno dalla Regione Emilia-Romagna, dalla Provincia di Bologna e dal Comune di Bologna e si è avvalso del contributo della Fondazione Carisbo, del Comune di Bologna e della CDLM-CGIL di Bologna. La manifestazione si è svolta il 24 e 25 novembre 2007 presso la Cappella Farnese di Palazzo D’Accursio a partire dalle ore 20,30. Nella prima serata, organizzata in collaborazione con l’associazione Home Movies e con il Biografilm

Festival,è stato affrontato il problema della violenza psicologica in ambito familiare, con la proiezione del documentario Tarnation di Jonathan Caouette, seguito dalla proiezione del documentario Catherine. La seconda serata ha visto la partecipazione straordinaria di Piera Degli Esposti che ha presentato il film in programma Il vestito da sposa di Fiorella Infascelli, che affronta la problematica della violenza sessuale. Nell’ambito del Festival è stata allestita la mostra Testimoni Silenziose che è rimasta aperta al pubblico dal 17 al 26 novembre 2007, presso il Corridoio di Manica Lunga, al primo piano di Palazzo D’Accursio. La mostra, ispirata alla lotta contro la violenza sulle donne, è una re-interpretazione del tema dell’artista tedesca Anija Seedler.

Tutte le iniziative organizzate dalla Casa delle donne o a cui viene chiesto di collaborare/ partecipare, vengono sempre pubblicizzate tramite una mailing list che consta di oltre 2000 contatti. Il sito www.casadonne.it, costantemente aggiornato, reca sempre opportuna comunicazione di tali eventi e iniziative. L’ufficio stampa redige e invia i comunicati stampa in occasione di convegni, dibattiti, ecc., convocando opportune conferenze stampa. LA NEWSLETTER: CASA DELLE DONNE NEWS Il periodico, ricevuto via posta da oltre 2000 contatti, è uscito in due numeri nel corso del 2007: il primo in occasione dell’ 8 marzo e il secondo per la giornata internazionale contro la violenza alle donne, il 25 novembre. Rappresenta un’importante finestra che permette alle attività del centro di trovare spazi di confronto e di divulgazione. 4.2. Attività di Fundraising La Casa delle donne, per il settore fund raising, si avvale della collaborazione esterna di Alberto Benchimol. Le attività di raccolta fondi per il 2007 hanno compreso richieste di contributi a fondazioni nazionali e internazionali, presentazioni di progetti sulle nostre attività ad enti istituzionali e non, progettazione ed implementazione della Campagna del 5 per mille. 4.3. Attività di gestione ordinaria dell’ufficio promozione La promozione lavora interagendo con tutti i settori della Casa delle donne, fornendo e aggiornando costantemente strumenti che sono a vantaggio di tutta l’associazione, quali l’indirizzario: un database che raccoglie circa 2000 contatti.

41

4.4. Mass media e ufficio stampa La Casa delle donne si è avvalsa nella gestione dell’Ufficio stampa della collaborazione esterna di Anna Cariani che nel corso del 2007 ha curato le relazioni con la stampa, la redazione dei comunicati stampa, l’aggiornamento della rassegna stampa sulla Casa delle donne, e ha organizzato e convocato le conferenze stampa.

42

5. ALTRI PROGETTI

5.1. Progetto Oltre la Strada per donne in uscita dalla prostituzione forzata

Le donne seguite dal progetto regionale Oltre la Strada nell’anno 2007 sono state 35 già in carico prima del periodo considerato, più 18 nuovi ingressi. Confrontando i dati, risulta una variazione riguardo all’età delle utenti: le “nuove” sono concentrate nelle fasce di età tra i 18-25 anni e oltre i 29; mentre le “vecchie” erano concentrate nelle fasce di età tra i 18-25 e tra i 26-29 anni.

Un’altra considerazione riguarda la nazionalità delle donne entrate nel programma di protezione sociale: si è registrato un forte calo del numero di donne rumene che si sono rivolte al nostro centro; restano stabili i dati riguardanti le donne provenienti dall’ex Urss; è evidente invece l’aumento delle utenti provenienti dalla Nigeria. Da questi dati si evince che risulterà più difficile la loro collocazione nel mondo del lavoro in quanto le donne di nazionalità nigeriana sono in possesso di meno strumenti culturali e appartengono a una fascia di età più alta.

Per quel che riguarda gli esiti, 24 sono i percorsi conclusi e 16 quelli ancora in corso; 3 donne hanno ricevuto sostegno per il rimpatrio volontario e 5 hanno abbandonato volontariamente il percorso; i trasferimenti ad altri progetti sono in totale 5, di cui 2 all’interno della rete regionale Oltre la Strada e 3 invece a programmi al di fuori di questa rete. La Referente del progetto è Elsa Antonioni

5.2. Osservatorio regionale sui dati delle donne accolte Il progetto, gestito da Giuditta Creazzo, si è proposto l’obiettivo di raccogliere in modo omogeneo e scientificamente attendibile i dati relativi alle donne che subiscono violenza accolte dalle Case delle donne e dai Centri Antiviolenza della Regione Emilia-Romagna nel corso del 2005. Si è proposto inoltre di raccogliere i dati di altri soggetti pubblici e privati che in modo esclusivo, prevalente o in via secondaria accolgono donne che subiscono violenza. Hanno preso parte alla rilevazione 10 associazioni di donne che gestiscono altrettante Case e Centri antiviolenza a livello regionale; il Centro antiviolenza del Comune di Forlì e 5 strutture del privato sociale. La scheda di rilevazione e di accoglienza è stata aggiornata insieme al Vademecun. L’analisi statistica dei dati e la loro interpretazione sono stati oggetto di un Rapporto finale di ricerca a cura della coordinatrice scientifica del progetto. E’ stato inoltre pubblicato un volume edito dalla FrancoAngeli “Scegliere la libertà: affrontare la violenza. Indagini ed esperienze dei Centri antiviolenza in Emilia-Romagna”.

5.3. Pensionato sociale

Il Pensionato Sociale nasce come progetto del Comune di Bologna, nell’aprile 2004, per offrire un alloggio di emergenza a donne, con figli minori, in grave disagio abitativo, economico e sociale, condividendo il desiderio di unire esperienze, competenze, professionalità acquisite in anni di lavoro in strutture per donne sole e con minori, la Casa delle donne per non subire violenza, Coordinatrice Susanna Bianconi, e l’associazione MondoDonna, Coordinatrice Loretta Michelini, si uniscono in questo progetto.

Il Pensionato, un grande appartamento di 20 posti letto, è pensato innanzitutto come luogo sicuro dove donne e bambini possano trovare ospitalità ed essere accolti da personale qualificato. La struttura è finalizzata principalmente ad un’accoglienza temporanea e di emergenza di 6 mesi. Durante i sei mesi di permanenza presso il Pensionato le operatrici si adoperano per fornire alle

43

donne ospiti strumenti informativi e operativi per iniziare un percorso di autonomia economica e sociale del nucleo familiare, in accordo e collaborazione con l’Assistente Sociale.

L’intervento riguarda principalmente: orientamento alla formazione e al mondo del lavoro, informazione sui servizi offerti dal territorio, accessi e accompagnamenti ai servizi sanitari, scolastici, anagrafici, rilascio documenti. Data la numerosa presenza di donne straniere sono stati attivati corsi di lingua italiana (provvisti di babysitteraggio).

Il Pensionato sociale si caratterizza per un'alta presenza di bambini e bambine, anche appena nate, e per questo è presente una educatrice i minori ospiti, con formazione specifica sull’accoglienza di minori in comunità. Le sue attività si dividono in: azioni di accoglienza, momenti di benvenuto e di orientamento della madre e minore diversificate secondo l’emergenza in atto; e azioni durante l’ospitalità che si compongono di laboratori per madri con bimbi appena nati e laboratori espressivi per bimbi più grandi, oltre a animazioni a tema per compleanni o altre ricorrenze festive. Particolare cura viene data all’inserimento scolastico e al supporto alla relazione madre-figlio/a, al fine di aiutare entrambi in questo periodo di ospitalità. Il Pensionato è gestito da due coordinatrici che si alternano nella reperibilità 24 ore su 24; da tre operatrici specializzate nella relazione con donne; una educatrice per i bambini; una operatrice che cura la gestione dell’appartamento; una custode notturna; altro personale volontario o del Servizio Civile. Nell’anno 2007 abbiamo ospitato n. 27 donne con 34 bambini., di cui in maggioranza straniere:’Africa, Est Europa ed ex Jugoslavia. Le problematiche per cui vengono accolte sono molto varie: dallo sfratto dall’abitazione, alla assoluta mancanza di sostegno economico, violenze subite dal proprio compagno, rifugiate politiche e umanitarie. 5.4 Progetto Daphne Muvi La Casa delle donne per non subire violenza, in collaborazione con il Comune di Bologna, ha partecipato come partner al progetto MUVI-Sviluppare strategie di intervento con uomini che usano violenza nelle relazioni di intimità, approvato e finanziato dal Programma Daphne 2006 della Commissione Europea. Partner del progetto sono Centro ATV - Alternative to violence di Oslo, la Società ITD (Innovacion, Trasferencia y Desarrollo) di Barcellona, l’Istituto di formazione greco DIMITRA e l’Agenzia di Sviluppo del Comune di Atene, AEDA. La coordinatrice tecnico scientifica del progetto è Giuditta Creazzo, socia della Casa delle donne così come le formatrici e la responsabile del sito web del progetto. Il progetto è diretto a sensibilizzare la cittadinanza e chi opera nel sociale, sul problema dei comportamenti violenti maschili contro le donne nelle relazioni di intimità; intende promuovere l’assunzione di responsabilità dei comportamenti violenti maschili, da parte degli uomini; esplora le questioni che sorgono in relazione al che fare con coloro che agiscono questa violenza direttamente; verifica le condizioni e l’opportunità di introdurre, laddove non esistono, programmi terapeutici e/o rieducativi rivolti agli aggressori. Le attività previste dal progetto sono: Eventi pubblici nelle città di Bologna, Barcellona e Atene volti a favorire l’aumento della consapevolezza sul tema; attività di ricerca/azione sulle percezioni, rappresentazioni, atteggiamenti e problemi in relazione agli aggressori, presenti in operatori e operatrici di diverse agenzie competenti ad intervenire sul problema della violenza nelle relazioni di intimità (servizi sociali e sanitari, forze dell’ordine, magistratura) e in persone attive nell’associazionismo; attività formative rivolte a operatrici e operatori di agenzie diverse, deputate ad intervenire sul problema, tenute in particolare da esperti del Centro ATV di Oslo, che da anni lavora con uomini che usano violenza; una formazione rivolta ad un gruppo ristretto che intenda

44

affrontare il problema specifico dei programmi di intervento con uomini che usano violenza; creazione di gruppi d’esperti/e per analizzare aspetti cruciali, culturali politici e tecnico scientifici, connessi all’introduzione di programmi d’intervento per uomini che usano violenza; pubblicazione dei risultati. Sino ad oggi sono state realizzate: 1 conferenza di lancio del progetto a Bologna nello scorso anno; 1 conferenza con la presentazione dei primi risultati della ricerca a Barcellona a Marzo 2008; 3 incontri di progetto con visita al Centro di Oslo (Bologna, Oslo e Barcellona). Sono state portate a termine le interviste a testimoni privilegiati (in totale 100: 30 a Barcellona, 30 ad Atene e 40 a Bologna). In questo periodo si stanno organizzando i focus group (12 sessioni) e la formazione (5 giornate complessive per 3 volte, a maggio-giugno, settembre e ottobre).

5.5. Progetto Daphne Improve

Nel 2004 la rete europea di centri antiviolenza Wave (Women Against Violence in Europe) – in collaborazione con i centri antiviolenza di vari paesi europei e la Casa delle donne per non subire violenza – ha svolto il progetto Daphne “Guidelines for setting up and running of a women’s refuge”, che ha visto la stesura di Via dalla violenza. Manuale europeo per l’apertura e la gestione

di un centro antiviolenza secondo gli standard di qualità stabiliti dall’Unione Europea. Il manuale, prodotto in cinque lingue europee, è uno strumento importante per chi intende aprire una casa rifugio o migliorare i servizi di un centro antiviolenza già esistente. Facendo seguito a quella iniziativa, Wave ha realizzato un nuovo progetto Daphne: “Improve. Quality Services for Victims of Domestic Violence”, al quale hanno aderito 14 paesi europei. Gli scopi del progetto erano:

1. diffondere sempre di più la conoscenza degli standard europei per le Case rifugio e i Centri antiviolenza, per offrire servizi sempre più di qualità alle donne e ai bambini vittime di violenza domestica;

2. trasmettere la conoscenza degli standard di qualità ai decisori politici; 3. scambiare buone pratiche e formazione alle formatrici tra tutti i paesi europei aderenti al

progetto, per garantire la moltiplicazione delle conoscenze in tema; 4. migliorare le politiche di intervento sulla violenza nei territori dei paesi che hanno aderito al

progetto; 5. supportare le associazioni di donne che vogliono aprire centri antiviolenza o migliorarne la

gestione; 6. infine, diffondere ai paesi dell’Est europeo il manuale, tradotto in ulteriori sei lingue

europee. Il progetto si è articolato in seminari e visite di studio, svolti a Vienna nel 2007, indirizzati alle formatrici e alle decisore politiche dei vari paesi, ed è terminato con due giornate di disseminazione in 4 paesi partner, tra cui l’Italia. Nelle giornate viennesi, oltre a un seminario di scambio tra 14 paesi europei sugli standard di qualità europei per i centri antiviolenza, si sono potute visitare: la linea telefonica di aiuto austriaca (paragonabile al nostro numero 1522); una casa rifugio; il Centro d’intervento contro la violenza in famiglia (che è il punto di coordinamento interagenzia per gli interventi in materia di violenza domestica istituito dalla legge austriaca) per capire la cooperazione con le autorità dello Stato. Per l’Italia il progetto prevedeva un seminario nazionale che si è svolto a Bologna alla fine di gennaio 2008, in collaborazione con la Provincia di Bologna, Assessorato alla Cultura e Pari opportunità, e ha visto interagire responsabili dei centri antiviolenza e donne impegnate nel mondo della politica, oltre a un pubblico numeroso. Referente per l’Italia del progetto: Angela Romanin

45

5.6. Sportello di orientamento e accompagnamento lavoro

All’interno del progetto Sviluppo delle competenze e servizi nei centri antiviolenza regionali – finanziato dal Fondo sociale europeo e approvato dalla Regione Emilia-Romagna – è stato possibile attivare nel 2007 un servizio di orientamento e accompagnamento al lavoro nelle sedi dei centri antiviolenza di Bologna, Ferrara, Ravenna, Piacenza e Parma. Allo sportello si sono rivolte le donne che, a causa di violenza familiare, o separazione dal coniuge, avevano la necessità di trovare o cambiare lavoro. Presso lo sportello sono stati realizzati colloqui di consulenza/orientamento, un supporto per definire le competenze personali, e un accompagnamento al lavoro, con la garanzia della privacy e della riservatezza, usufruendo eventualmente di un servizio di babysitteraggio.

Allo sportello si sono presentate 36 donne, alcune usufruendo del servizio più di una volta, per un totale di 71 colloqui. Di seguito, alcuni dati. Tipologia di intervento Numero di donne che ne hanno usufruito Accoglienza e informazioni 36 Aiuto ricerca lavoro 36 Aiuto ricerca attività formative 12 Predisposizione degli strumenti e valutazione delle tecniche della ricerca

20

Approfondimento del progetto professionale/ verifica percorso

7

Accompagnamento 5

46

6. LE RISORSE UMANE

6.1. Personale retribuito: operatrici e responsabili

Tutta l’attività della Casa delle donne è organizzata in Settori con una responsabile che ne coordina l’attività. I Settori sono:

1. Accoglienza: 2 responsabili, 3 operatrici, 1 volontaria servizio civile, 2 volontarie

2. Ospitalità: 1 responsabile, 2 operatrici, 1 educatrice, 2 volontarie servizio civile

3. Minori: 1 responsabile, 2 operatrici,

4. Oltre la strada: 1 responsabile, 2 operatrici, 1 volontaria servizio civile

5. Formazione: 1 responsabile, altre operatrici/responsabili/esperte collaborano come docenti

6. Sensibilizzazione, promozione, comunicazione e fundraising: 1 responsabile (socia volontaria), 1 operatrice, 1 volontaria servizio civile, 1 fundraiser, 4 tirocinanti Corso di laurea Cultura e diritti umani, altre volontarie collaborano saltuariamente

7. Segreteria e amministrazione: 1 responsabile, 1 contabile, 1 commercialista,

Ogni Settore organizza la sua attività in modo autonomo, potendo contare su personale sia retribuito che volontario. Una riunione intersettore tra le responsabili ha lo scopo di armonizzare gli interventi tra loro. L’associazione Casa delle donne per non subire violenza onlus si occupa di programmare, indirizzare politicamente e organizzativamente tutta l’attività del servizio.

6.2. Tirocini, volontarie e servizio civile

La Casa delle donne accoglie ogni anno numerose tirocinanti dell’Università di Bologna; nell’ambito dei Settori della formazione e della promozione vengono impiegate le studentesse di Scienze Politiche, corso di laurea Cultura e Diritti Umani. Nel settore dell’accoglienza le studentesse di Scienze della Formazione, corso di laurea Scienze della Educazione. Tali stage hanno una durata variabile dalle 150 alle 300 ore e danno modo alle studentesse di conoscere l’approccio al fenomeno della violenza alle donne e la metodologia dell’accoglienza alle donne maltrattate, della prevenzione alla violenza e delle modalità per promuovere l’attività del centro perché sia raggiungibile da un sempre maggior numero di donne che ne abbiano bisogno. Nel 2007, la Casa delle donne ha fruito della collaborazione di 6 giovani volontarie del servizio civile nazionale selezionate su numerose offerte. Le volontarie prestano il loro servizio per un anno con una presenza di 30 ore settimanali. Hanno supportato il lavoro delle operatrici nei vari settori di attività (5 nell’ambito dell’accoglienza e 1 in segreteria-promozione). A settembre 2007 hanno concluso le ragazze che avevano iniziato la collaborazione con la Casa delle donne nel 2006, e altre 6 giovani volontarie hanno cominciato a loro volta. Dopo un periodo di formazione sulle tematiche e la metodologia adottate, le volontarie hanno cominciato la loro attività in affiancamento alle operatrici, con sempre maggiori spazi di autonomia.

La presidente

Susanna Bianconi Bologna, maggio 2008